Alla fine tutti hanno qualcuno di speciale.

di OneSoul
(/viewuser.php?uid=458581)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Siete sempre nei miei pensieri. ***
Capitolo 2: *** Devo andare avanti con la mia vita. ***
Capitolo 3: *** Ormai il nostro momento è passato. ***
Capitolo 4: *** Perdonami ***
Capitolo 5: *** Significa che ti rivoglio mia. ***
Capitolo 6: *** Ti vergogni di me? ***
Capitolo 7: *** Lui è l'amore della mia vita. ***
Capitolo 8: *** Certo però puoi lasciare me. ***
Capitolo 9: *** Sentitemi tutti bene lui è mio. ***
Capitolo 10: *** Sfruttatrice di uomini. ***
Capitolo 11: *** Non si fa così..... ***
Capitolo 12: *** Prima o poi tutto sarebbe finito. ***
Capitolo 13: *** Mamma ti odio. ***
Capitolo 14: *** Ma ti piace? ***
Capitolo 15: *** Ti chiedo scusa. ***
Capitolo 16: *** Niente, lascia stare. ***
Capitolo 17: *** Non te lo aspettavi? ***
Capitolo 18: *** Ohh guarda non sei più figlia unica. ***
Capitolo 19: *** Tu sei solo mia e di papà. ***
Capitolo 20: *** O forse a causa tua e del fatto che vuoi passare del tempo con Lui. ***
Capitolo 21: *** Esagerata! ***



Capitolo 1
*** Siete sempre nei miei pensieri. ***


SIETE SEMPRE NEI MIEI PENSIERI

 

-Ti prego non partire.

-Mi dispiace Liam non posso più stare qui, vederlo mi provoca troppo dolore- dissi a mio zio prima di imbarcarmi.

Si mi sarebbe mancato però pensare a tutto quello che era successo nell'ultimo periodo mi faceva stare male e l'unico modo per stare di nuovo bene era quello di andar via.

-Martin, almeno, prometti che mi chiamerai- Liam era in lacrime, non riuscivo più a guardarlo negli occhi.

-Ti chiamo quando posso, ciao mi mancherai tantissimo- dopo queste parole mi voltai e andai verso l'imbarco, senza più voltarmi indietro.

Ormai quella non era più la mia vita, adesso dovevo ricominciare a vivere anche se tutto quello che mi rendeva felice lo stavo lasciando alle mie spalle.


*QUATTRO ANNI DOPO*

 

Sono passati quattro anni da quando mi sono trasferita a Milano. Londra mi manca tanto, ma ciò che mi manca di più è la mia famiglia e anche zio Liam e Harry, Louis e Niall. Mi manca persino Zayn, anche dopo tutto quello che mi ha fatto. Loro insieme a mio zio erano i miei migliori amici e Zayn il mio fidanzato, solo che una notte ad una festa l'avevo trovato mentre si baciava con un'altra ragazza, per questo quattro anni fa ho deciso di lasciare Londra per venire qui in italia. Inoltre venuta qui ho avuto una sorpresa, in pratica ho scoperto di essere incinta, ma ancora oggi solo i miei genitori lo sanno. Adesso mio figlio ha tre anni e mezzo, è bellissimo ha occhi color smeraldo come i miei mentre i capelli sono nero corvino come quelli del padre, inoltre i lineamenti sono anche simili a quelli di Zayn. Il mio bambino si chiama Jawaad, l'ho chiamato così perchè questo è il secondo nome di Zayn e volevo che avesse qualcosa del padre oltre alla somiglianza.

-Mamma, mamma tanno tuonando alla porta- disse Jawaad distogliendomi dai miei pensieri.

-Si amore, vado ad aprire- gli diedi un bacio sulla fronte ed andai ad aprire.

-Martin non sai che cosa ho appena letto su questa rivista- disse urlando la mia migliore amica Viola mentre si posizionava comodamente sul mio divano.

-Buongiorno anche a te Viola.

-Si si, però leggi qui, questa è una notizia stupenda- e mi porse la rivista.

C'era scritto: "ONE DIRECTION IN ITALIA. La giovane boy-band verrà nel nostro paese per un incontro con i fan e uno speciale concerto.......Questi cinque ragazzi stanno facendo impazzire il mondo".

-Viola qual è la Super notizia?

-Martin non so se l'hai notato ma i One Direction verrano qui in Italia.

La mia migliore amica era una loro grandissima fan, anche a me piacevano le loro canzoni ma c'era un problema, i One Direction erano Harry, Niall, Liam, Louis e Zayn. Dopo la mia partenza avevano fatto un provino a XFactor, dopo essere stati presi sono arrivati terzi e adesso sono molto famosi.

-Si Viola l'ho letto.

-E non sei felice?- lei non sapeva che li conoscevo, non parlavo mai con nessuno della mia vita a Londra.

-Perchè dovrei esserlo?

-Perchè quelle meraviglie verranno qui in Italia e tu verrai con me ad incontrarli.

-Non ci penso proprio- intanto Jawaad si era posizionato sulle mie gambe.

-Uno di, uno d- no adesso Viola aveva contagiato anche mio figlio.

-Hai visto martin anche Jawaad l'ha detto- mi fece gli occhi da cucciolo per poi continuare a dire- Ti prego, ti prego, ti prego.

-Va bene vengo però porto anche Jawaad- dissi io rassegnata.

-Glazie mamma- e mi diede un bacio sulla guancia, intanto Viola se ne era andata soddisfatta.

 


 

Ciao Ragazze (non so se queste FF le leggono anche i ragazzi, ma se è così saluto anche voi xD), questo è il primo capitolo della mia storia, spero tanto che vi piaccia, non sono molto brava a scrivere quindi aspetto una recensione dove date il vostro parere riguardo alla storia. Per aggiungere il prossimo capitolo voglio che almeno 2 o 3 persone commentino, così capisco se vi interessa la storia e quindi se vale la pena continuarla. Ringrazio in anticipo chiunque la legga. Baci OneSoul :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Devo andare avanti con la mia vita. ***


DEVO ANDARE AVANTI CON LA MIA VITA


Era arrivato il giorno del meeting ed io ero molto agitata. Pensavo a cosa avrei fatto o detto appena li avrei visti, ma avevo in testa solo tanta confusione.

-Martin muoviti se no faremo tardi.

-Viola sono pronta, tu amore hai preso tutto?- chiesi prendendo la mano a Jawaad.

-Ti, ti mamma.


Eravamo in fila da più di tre ore e Jawaad si era addormentato in braccio a me. Con tutte le fan che urlavano, inclusa Viola, non so come facesse a non svegliarsi, ma dopotutto era anche figlio di Zayn ed ogni volta a lui neanche le cannonate lo svegliavano. Dopo altre due ore le prime fan cominciarono ad entrare fino a che non arrivò anche il nostro turno. Dall'agitazione continuavo a stringere la mano di mio figlio. Appena entrammo dalla porta li riuscì a vedere tutti e cinque dietro un enorme tavolo che firmavano autografi, erano bellissimi come non mai. Piano piano ci avvicinammo e d'un tratto mi ritrovai davanti a Liam che però era con il capo chinato a firmare la foto che gli avevo appena passato.

-Mamma, mamma voglio fale una foto con lui- Jawaad continuava a tirarmi la maglia.

-Vieni piccolo così la facciamo- era stato Liam a parlare, la sua voce mi fece venire in mente tantissimi ricordi ed una lacrima cadde lungo la mia guancia, ma riuscì subito ad asciugarla.

-Martin sei tu?- Liam aveva finalmente alzato la testa e i suoi occhi erano puntati sui miei.

-Liam- riuscì a dire solo il suo nome, ero rimasta immobile davanti a lui fino a che non svenni.


Aprì gli occhi e mi ritrovai in una stanza molto luminosa e ampia. Sentivo molte voci e la testa mi stava scoppiando. Piano riuscì ad alzarmi e mi ritrovai sei paia di occhi su di me.

-Cos'è successo?

-Ti sei svegliata- Jawaad corse verso di me, ed anche gli altri si avvicinarono.

-Martin ci sei mancata tantissimo- tutti e quattro erano venuti ad abbracciarmi, si Zayn non si era alzato dalla sua sedia ma continuava a fissarmi.

-Mi siete mancati anche voi e mi dispiace se me ne sono andata via.

-Scusate ragazzi ma dov'è Viola?- domandai subito dopo preoccupata.

-Chi è?- mi chiese Harry.

-E' la mia migliore amica, siamo venuti insieme a lei.

-Mi dispiace ma le guardie hanno fatto passare solo lui- disse Niall indicando Jawaad.

-Sicuramente l'hanno fatta andare via con le alre fan.

-Va bene allora la chiamerò più tardi.

-Martin adesso vogliamo sapere chi è questo bellissimo bambino- chiese Louis sorridendo.

-Lui è mio figlio.

-Cosa?- tutti erano rimasti a bocca aperta, nessuno si poteva immaginare una notizia del genere.

-Si è mio figlio e si chiama Jawaad.

-Perchè l'hai chiamato così?- chiese Zayn parlando per la prima volta. Sentire la sua voce mi provocò dei brividi lungo la schiena.

-Mi piaceva come nome- risposi in modo freddo.

-Chi è il padre?

-E a te che importa?

-Ragazzi calmatevi- Liam cercò di non far iniziare una lite, ma ero troppo arrabbiata e incominciai a urlare contro a Zayn.

-No Liam stanne fuori, Zayn a te non deve importare niente della mia vita, te ne sei fregato di me quattro anni fa continua a farlo anche adesso.

-Questo non è vero e tu lo sai.

-E allora perchè hai baciato un altra?

-Ero ubriaco, non capivo niente e poi è stata lei a baciarmi, io l'ho subito respinta ma tu non mi hai dato il tempo di spiegarti, sei fuggita subito da me- non sapevo più che rispondere mi sentivo ferita ma allo stesso tempo pensavo che quello che mi aveva appena detto era vero perchè non gli avevo dato il tempo di spiegare.

-Scusa

D'un tratto mi ritrovai avvolta dalle muscolose braccia di Zayn e incominciai a piangere sul suo petto bagnandogli la maglia

-Mi sei mancata.

-Anche tu, Zayn.

Quando ci staccammo tutti sorridevano, subito dopo sentimmo bussare alla porta ed entrò una ragazza abbastanza bella e bionda, che puntò i suoi occhi sulle mani che io e Zayn avevamo intrecciato dopo l'abbraccio.

-Zayn che stai facendo?- alzò la voce verso di lui e poi continuò- Chi è questa?

-Perrie non ti preoccupare è solo una amica che non vedevo da tanto.

io sarei solo un amica, stavo imcominciando ad agitarmi e poi chi era questa Perrie.

-Piacere sono Martin- le dissi per non essere scortese.

-Io sono Perrie, la fidanzata di Zayn.

CHE COSA?? Era la sua fidanzata? A quel punto mi allontanai  da Zayn e mi diressi verso Jawaad.

-Amore dai è tardi torniamo a ca- dissi prendendolo in braccio.

-No perchè tu ne vai?- mi chiese Liam.

-Perchè voi avete da fare ed io devo andare avanti con la mia vita.




Holaaaa....ho postato il secondo capitolo anche se non ho ricevuto recensioni  col la speranza che, almeno in questo e nei prossimi capitoli che posterò, ne arriveranno. Speriamo che vi piaccia. Baci OneSoul *-*

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ormai il nostro momento è passato. ***



ORMAI IL NOSTRO MOMENTO E' PASSATO


IL GIORNO DOPO

Tutta la notte non avevo chiuso occhi, continuavo a pensare a Zayn e alla mia famiglia, li avevo abbandonati di nuovo e la loro mancanza si stava facendo insopportabile. Mi voltai verso destra ed al mio fianco dormiva beato Jawaad. Decisi di chiamare Viola, visto che il giorno prima a causa della stanchezza non ero riuscita a farlo.

-Pronto Viola.

-Martin ma che ti è successo mi hai fatto preoccupare, appena sei svenuta ti hanno portato via insieme a Jawaad, ho cercato di raggiungerti ma me l’hanno impedito.

-Sto bene Viola non ti preoccupare mi hanno portato in una stanza e poi quando mi sono svegliata ci hanno riportati a casa.

-Ma li hai visti?- mi chiese super eccitata ma decisi di mentirle.

-No, c’erano solo le guardie del corpo.

-Che peccato, comunque ci vediamo più tardi a lavoro, ciao- dopo averla salutata staccai il telefono e svegliai Jawaad.

 

Dopo aver portato il mio piccolo amore a scuola mi precipitai a lavoro. Io e Viola avevamo trovato lavoro in una radio privata e di solito il nostro compito era intervistare gente famosa, per questo ci piaceva molto.

-Buongiorno ragazze- salutò il nostro capo Marco appena vide me e Viola.

-Stamattina dovete andare ad intervistare dei cantanti molto famosi in questo periodo- già avevo capito a chi si riferiva e credo anche Viola vista la sua bocca spalancata per lo stupore.

-Intervisteremo i One Direction?- chiese subito dopo Viola.

-Si e sbrigatevi vi aspettano tra dieci minuti.

-Ok, a più tardi Marco- dissi io con poco entusiasmo, mentre uscivo dalla radio al seguito di un elettrizzata Viola.

 

Arrivate all’albergo dei ragazzi, un omone ci si presentò davanti e ci portò subito nella stanza dove li avremmo intervistati. Mentre aspettavamo ci sedemmo su uno dei divani posizionati di lato nella stanza.

-Buongiorno ragazzi- gridò Viola alzandosi dal divano appena li vide, mentre io cercai di arrivare prima di lei a loro e tranquillamente dissi.

-Piacere voi siete?- e loro mi guardarono straniti ma poi capendo che non volevo far sapere nulla a Viola incominciarono a presentarmi ma subito furono interrotti da Viola.

-Ma come Martin loro sono i ragazzi di cui ti parlo sempre……io sono una Diractioner- disse subito dopo rivolta a loro.

Subito dopo si sedettero e Viola incominciò con l’intervista, io cercai di parlare il meno possibile poi però mi alzai e mi diressi verso la finestra, non riuscivo a sopportare i loro sguardi.

-Allora ragazzi adesso vorrei farvi delle domande riguardo al periodo in cui ancora non eravate famosi- non sapevo niente di queste domande infatti mi girai di scatto ma Viola non riuscì ad incominciare a fare le domande perché Liam prese subito parola.

-Mi dispiace ma non ci piace molto parlare del nostro passato, perché sia le cose brutte sia le cose belle che abbiamo passato ci portano a ricordare una delle persone più importanti per noi, una persona che rendeva migliore le nostre giornate e che c’era sempre per ogni nostro problema e ci manca tantissimo- che zio dolce, mi scesero subito delle lacrime, ma per non farmi vedere mi girai subito a guardare il paesaggio che si estendeva fuori dalla finestra.

-E allora volete dire qualcosa a questa persona? Chissà saprà di questa volta intervista? E’ una ragazza vero- chiese subito Viola.

-Si è una ragazza- aveva risposto Zayn, e dopo un minuto di silenzio continuò a parlare- io voglio dirle qualcosa, voglio solo dirle che non mi perdonerò mai per il male che le ho fatto. E mi dispiace non averle detto ogni giorno, ogni ora e ogni minuto quanto la amo- non riuscì più a trattenere le lacrime e le parole uscirono come un fiume in piena.

-Allora perché non l’hai fatto? Io ogni giorno, ogni ora e ogni minuto avevo bisogno di un tuo Ti amo, di un tuo abbraccio o di una tua carezza.

-Ho sbagliato lo so, perdonami mi manchi tantissimo.- Zayn face piccoli passi verso di me fino a quando mi abbracciò. Ero tra le sue braccia e le lacrime continuavano a scendere, pensavo alle sue parole ai momenti passati insieme, ma vedevo anche come questa situazione in questo momento era sbagliata. Lui stava con Perrie e di sicuro non volevo che facesse a lei quello che aveva fatto a me infatti gli dissi.

 

-Mi dispiace Zayn, ormai il nostro momento è passato, tu hai Perrie e non la puoi tradire come hai fatto con me.- detto questo andai via sotto lo sguardo confuso di tutti specialmente di Viola.




Buonasera, scusate se ho postato il capitolo solo ora,

ma quello che avevo scritto si è cancellato e ne ho dovuto scrivere un altro.

Spero vi piaccia e come sempre aspetto una vostra recensione. Baci OneSoul :)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Perdonami ***


 

PERDONAMI


 Ormai era passata una settimana, io cominciavo a rimanere chiusa in casa. Ero riuscita a raccontare tutto a viola. Lei veniva ogni giorno a casa mia per aiutarmi con Jawaad, infatti era lei che lo portava a scuola o al parco. Io non riuscivo ad essere più felice mi mancavano, mi mancavano da morire, dentro di me sentivo una voragine che non riuscivo a colmare in nessun modo. Molte colte solo il sorriso di mio figlio riusciva a rasserenarmi, lui era tutto quello che mi era rimasto, era tutta la mia famiglia insieme a Viola.

-Mamma dai non piangere, piango anch’io.

-No amore della mamma non piangere ti prego- tenevo stretto a me Jawaad, ed entrambi piangevamo.

Non volevo che mio figlio stesse così male a causa mia, era il momento di rispendermi e di superare questo dolore, quindi decisi di tornare a Londra per due settimane, avevo bisogno di mia madre e della mia famiglia.

 

LONDRA

-Signorina siamo arrivati.

Era la voce del conducente del taxi che mi invitava a scendere, eravamo appena arrivati davanti a quella che fino a quattro anni fa era casa mia.

-Si grazie, tenga pure il resto.

Percorsi il vialetto lentamente, in una mano tenevo le valige con l’altra invece stringevo la mano di Jawaad. Bussai alla porta e mi aprì sorridente mia madre, ma appena mi vide scoppiò a piangere e si buttò letteralmente su di me per abbracciarmi.

-Amore mio finalmente sei tornata.

-Si ma solo per alcuni giorni- ci staccammo dall’abbraccio e mia madre notò Jawaad che dalla paura si era attaccato alla mia gamba. Poverino si era spaventato dalla reazione euforica di mia mamma, ma d’altronde era la prima volta che la vedeva. Si, i miei genitori sapevano che avevo un figlio ma non l’avevano mai conosciuto, era da quando me ne ero andata da Londra che non ci vedevamo.

-Ma allora questo bellissimo bambino è il mio nipotino?- mamma allungò le braccia verso Jawaad per abbracciarlo.

-Dai Jaw vai ad abbracciare la nonna.

-Lei è la mia nonnnina?

-Si, va da lei- e tutto contento andò ad abbracciarla, era bello vederli insieme.

Poi arrivò anche mio padre che come la mamma era contentissimo del mio ritorno e anche di aver visto per la prima volta il suo unico nipotino.

Io e Jawaad per tutto il pomeriggio ci riposammo, eravamo molto stanchi dal viaggio. Mi svegliai e la sveglia sul comodino segnava le 18:30, quindi decisi di alzarmi avevo dormito per circa tre ore, mi vestì e senza svegliare il mio amore e scesi giù a dare una mano a mia madre per la cena.

-Mamma vuoi essere aiutata per la cena?- domandai entrando in cucina ma subito mi bloccai, li con lei c’erano i miei nonni, ero felicissima di riaverli e gli corsi incontro per salutarli.

-Nonna me siete mancati tantissimo.

-Anche tu Martin ci sei mancata.

-Martin ma Jawaad sta ancora dormendo?- chiese mia mamma interrompendo la chiacchierata che stavo facendo con la mia dolce nonna.

-E chi è il tuo nuovo fidanzato?

-Cosa? Nonna ma che stai dicendo non ne ho fidanzato.

-Si si tutti così dicono- pensava che la stessi prendendo in giro, lei non sapeva che era mio figlio e avevo un po’ di paura della sua reazione quando l’avrebbe saputo. Cioè subito perché non potevo inventarmi bugie.

-Mamma, mamma dove sei? Mi sono appena svegliato- i miei pensieri furono interrotti dalla vocina ancora assonnata di Jawaad.

-Amore della mamma sono in cucina, vieni che ti faccio conoscere delle persone- mia nonna era rimasta sbalordita, non si immaginava nulla del genere.

-Nonna lui è Jawaad- dissi prendendolo in braccio.

-E’ tuo figlio?

-Si.

-Che bello che sei Jawaad.

-Grazie- rispose lui- ma tu chi sei?

-Io chi sono? Come chi sono? Sono la tua bisnonna- disse mia nonna sorridendo. Per fortuna l’aveva presa bene.

-Martin ma chi è il padre? Assomiglia tanto a qualcuno che conosco ma non mi ricordo chi, non è vero Nicole?- chiese a mia madre per avere conferma di quello che aveva appena detto. Speravo con tutto il cuore che non scoprissero chi era realmente il padre, a mia mamma avevo raccontato che era un ragazzo italiano e non Zayn.

-E’ vero mamma assomigliaa….uffa non mi ricordo a chi, ma Martin mi ha detto che il padre è italiano quindi non può essere qualcuno che conosciamo- rispose mia madre.

-Aspetta aspetta Nicole mi sono ricordata a chi assomiglia- le guardavo sconvolta, stavano cercando di capire a chi assomigliava e io non volevo che accadesse, inoltre neanche Jawaad sapeva che era il suo vero padre.

-Basta non assomiglia a nessuno- dissi io un po’ irritata.

-Assomiglia tanto a Zayn- disse mio padre entrando dalla cucina. A quel punto feci scendere Jaw dalle mie braccia, mi sedetti ed una lacrima percorse la mia guancia.

-Martin di la verità chi è il padre?- mi chiese mia madre.

-Si è Zayn- dopo queste parole incominciai a piangere.

-E lui lo sa?

-No, non ho avuto il coraggio di dirglielo. Ho scoperto di essere incinta quando sono arrivata in Italia.

-Mamma io papi è Zayn?? Perché non  me l’hai detto?- stava gridando e continuava a singhiozzare.

-Amore te lo volevo dire ma non ti volevo far soffrire visto che lui non potrà stare insieme a noi- cercai di avvicinarmi a lui ma fu inutile perché subito mi respinse.

-NOOO io voglio il mio papà, vattene mamma voglio a papà, non parlerò più con nessuno finché non viene il mio papà.

-Jawaad, perdonami dai non fare così- cercai d’abbracciarlo ma si allontanò, andò in salotto e si mise a sedere accanto a mio nonno a guardare la tv.

Non sapevo come comportarmi anche il giorno seguente fece scena muta, non voleva neanche mangiare e inoltre non voleva chi mi avvicinassi a lui, stava sempre con mio nonno, non so perché ma con li qualche parola la diceva. Dopo due giorni però non riuscì a sopportare questa situazione e quindi diedi il permesso a mia madre di chiamare i ragazzi. Le dissero che sarebbero venuti il giorno dopo.

 


 

Buonasera a tutti, non ho niente da dire tranne "Buona lettura".

Continuo a sperare in vostre recensioni ma comunque non importa vedo che c'è qualcuno che legge la mia FF.

Baci OneSoul 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Significa che ti rivoglio mia. ***


SIGNIFICA CHE TI RIVOGLIO MIA

 

IL GIORNO DOPO

Stavo ancora nel letto anche se era quasi ora di pranzo. Non avevo voglia d’alzarmi e quindi continuavo a stare sotto le calde coperte nel mio comodo letto. D’un tratto sentì suonare il campanello e quindi decisi di alzarmi e farmi una doccia. Appena mi vestì scesi di sotto, ma mentre entravo in salotto mi scontrai con qualcuno e caddi a terre.

-Ahia che male- ero ancora seduta sul pavimento quando vidi una mano davanti a me, tendersi per aiutarmi. L’afferrai e quando alzai gli occhi vidi Zayn davanti a me. Subito lasciai la mano e andai in cucina, dove trovai mia mamma intenta a cucinare il pranzo.

-Oh Martin finalmente ti sei svegliata, hai visto sono arrivati i ragazzi stamattina.

-Si ho visto, ma Jawaad dov’è?

-Tuo papà l’ha portato al parco, mangiano fuori e torneranno nel pomeriggio.

-Li ha visti?

-No ancora no.

-Martin che fai neanche ci saluti?- non ebbi il tempo di girarmi che mi ritrovai con quattro paia di braccia che mi abbracciavano.

-Ragazzi scusatemi tanto, mi siete mancati.

-Ci sei mancata anche tu.

-Nicole adesso ci puoi dire perché ci hai detto di venire con tanta urgenza?- disse Liam a sua sorella.

-Penso che non devo essere io a dirvelo, giusto Martin?

Avevo il cuore a mille stavo per incominciare a parlare ma mi bloccai immediatamente perché la porta di casa era stata aperta ed erano entrati mio padre con Jawaad. Rimasi sorpresa perché dovevano tornare nel pomeriggio, invece erano proprio li davanti a me. Però vidi Jawaad che guardava sorpreso Zayn fino a quando non si attaccò inaspettatamente alla sua gamba. Zayn rimase sorpreso della sua azione, come d’altro canto anche tutti noi. Ma subito dopo con delicatezza lo prese in braccio.

-Ciao Jawaad, come stai?

-Bene, ti voglio bene- gli rispose abbracciandolo.

-Jaw w a noi non ci saluti?- intervenne Louis.

-Aspetta voglio stare un pochino con papi- disse però l’ultima parola così piano che nessuno riuscì a capirlo.

-Con chi vuoi stare?- gli chiese Harry.

-Mamma, posso?- per la prima volta dopo tutti questi giorni mi rivolse la parola, ma non credendo che stesse parlando veramente con me domandai confusa.-Stai parlando con me?

-Si mamma scusa, non lo faccio più.

-Vieni qui Jaw- lo presi dalle braccia di Zayn e lo strinsi forte a me.

-Scusate ma che sta succedendo? Martin perché tu e Jawaad non vi parlavate?- mi chiese alquanto confuso Liam.

-Non mi parlava perché gli avevo nascosto chi è il suo vero padre, quindi mi ha detto che fino a che non lo avrebbe visto non mi avrebbe parlato.

-No aspetta non ho capito, allora perché adesso ti parla?- mi domandò Zayn.

-Perché ha abbracciato finalmente il suo papà- risposi abbassando lo sguardo per non vedere la sua reazione.

-Cosa?- chiesero tutti sorpresi. Ma quando stavo per rispondere alzai gli occhi e Zayn non c’era più se n’era andato senza dire niente.

-Dove è andato?- chiesi riferendomi a Zayn.

-E’ andato in terrazzo- lasciai Jaw a mia madre e andai di corsa al piano di sopra. Lo trovai seduto sulla sedia a sdraia, che si trovava li fuori, a fumare una sigaretta. Decisi di sedermi nella sedia che si trovava  affianco.

-Perché non me l’hai detto prima?- Zayn si girò verso di me dopo minuti di silenzio.

-L’ho saputo quando sono arrivata in Italia.

-Ma ti rendi conto che è anche mio figlio?

-Scusa ma in quel momento non volevo ne sentire ne vedere nessuno che mi potesse ricordare te- stavano incominciando a scendermi delle lacrime.

-Non capisco perché pensavi che non ti amavo più.

-A quella maledetta festa avevi preferito quella biondina a me.

-Ti continuo a ripetere che mi ha baciata lei.

-Se non arrivavo io quel bacio diventava qualcosa di più.

-Non è assolutamente vero, io amavo te- mi aveva detto amava quindi significava che adesso amava solo Perrie e che quindi mi aveva mentito il giorno dell’intervista.

In questi quattro anni avevo riflettuto molto sulla situazione e dentro di me volevo con tutto il cuore perdonarlo per essere felice e dare un padre a mio figlio, ma a causa della mia fuga i sentimenti che Zayn provava per me erano scomparsi.

-Scusa ma adesso vado. Gli dissi piangendo mentre mi alzavo dalla sedia, ma lui mi tirò per il braccio e gli caddi di sopra. Eravamo a pochi centimetri di distanza, ci guardavamo intensamente, fino a quando Zayn non azzerò le distanze e mi baciò. Un bacio stupendo che mi fece ripensare a tutti i bei momenti passati insieme. Le sue labbra morbide come sempre lasciarono il sapore di tabacco e menta sulle mie.

-Con questo cosa mi vuoi dire?- chiesi quando le nostre labbra si staccarono.

-Significa che ti rivoglio mia.

Dopo quelle parole le nostre labbra si unirono di nuovo, erano come due calamite che non si riescono a staccare a causa della grande attrazione. Avevo perdonato Zayn ma a causa della sua fama il nostro rapporto non poteva tornare subito come prima, quindi decidemmo di non dire a nessuno che eravamo tornati insieme, neanche ai ragazzi.

Tornai dagli altri che stavano sul divano insieme a Jawaad a guardare i cartoni animati e mi unì a loro. Mentre Zayn tornò qualche minuto dopo e senza dire niente si accomodò anche lui su uno dei divani, cercando di far finta che non sia successo niente.

-Allora avete chiarito?- domandò mia madre affacciandosi dalla cucina.

-No- dissi secca senza far trapelare nessuna emozione, ero abbastanza brava a mentire.

-Non mi vuole perdonare e comunque a me non importa niente di lei, voglio solo prendermi cura di mio figlio- rispose tranquillamente Zayn.

-Shh, state tutti zitti devo vedere i cartoni- la nostra conversazione fu interrotta da quel bellissimo figlio che avevo.

-Jaw vieni qui da papà, ti voglio dare una cosa- jawwad si sedette sulle gambe di Zayn aspettando ciò che suo padre doveva dargli.

-Questa è la mia collana porta fortuna, tienila sempre con te- gli regolò la collana. Era quella che portava sempre con se, su di essa era incisa la scritta “You Only Live Once”.

-Grazie papà, ti voglio tanto bene- gli diede subito dopo un bacio sulla guancia.

Era una scena bellissima finalmente le persone a cui tenevo di più erano li accanto a me.

-Ragazzi la cena è pronta venite a mangiare- gridò mia madre dalla cucina.

-Dai veloci sto morendo di fame.

-Niall sei sempre il solito.

-Che ci posso fare se non mangio da mezz’ora?- tutti cominciammo a ridere dell’affermazione di Niall e andammo a mangiare.

 

 


 

Buonasera a tutti, spero che anche questo capitolo vi piaccia. Baci OneSoul :)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Ti vergogni di me? ***


 

TI VERGOGNI DI ME?

 

I giorni passavano. Io e Zayn continuavamo a nascondere la nostra relazione ma finalmente lui si era deciso a lasciare Perrie. Adesso lo potevo considerare solo mio anche se tutti gli altri non l’avrebbero saputo.

Mi svegliai con il sorriso sulle labbra, ero abbracciata a Zayn. Ci trovavamo in una stanza d’albergo dopo una nottata di passione passata insieme. Molte volte ci rifugiavamo in un Hotel, in questo modo nessuno ci avrebbe scoperto. Ogni volta per uscire di casa inventavamo tantissime scuse e cercavamo anche di non uscire insieme.

-Buongiorno amore- mi disse Zayn dandomi successivamente un leggero bacio sulle labbra.

-Buongiorno anche a te Zayn.

-Oggi voglio passare tutta la giornata con te.

-Mi dispiace Zayn ma non posso lasciare Jawaad a mia madre, già stava facendo storie per farmi dormire fuori ieri sera figuriamoci se sto via tutta la giornata- fece una faccia triste ma subito dopo un sorriso gli spuntò sul viso, sicuramente aveva avuto un’idea.

-E se portassimo Jaw con noi?

-E’ una bellissima idea amore- gli diedi un bacio e mi andai a fare una doccia.

Stavamo tornando a casa, in questo periodo i ragazzi dormivano a casa mia. Visto che era presto sicuramente tutti sarebbero stati ancora a letto e quindi non dovevamo inventarci scuse perché nessuno ci avrebbe visto. Però mi sbagliavo di grosso, perché appena aprimmo la porta ritrovammo i ragazzi già a fare colazione, cosa molto strana visto che erano solo le sette del mattino.

-Oh Martin finalmente sei tornata.

-Che succede? Perché siete tutti svegli a quest’ora?- chiesi a mia madre.

-Non siamo riusciti a chiudere occhio, Jawaad voleva la sua mamma. Disse Harry ancora mezzo addormentato.

-Poi tua mamma ci ha detto che eri a dormire da una tua amica- continuò sbadigliando.

-Abbiamo pensato di chiamare Zayn ma non abbiamo trovato neanche lui- dopo un po’ di pausa continuò- a proposito Zayn ma dov’eri?

-Sono stato in un locale e ho trovato una ragazza molto ma molto attraente e va bene penso che quello che è successo dopo ve lo potete immaginare- rispose lui. Ma questa risposta un po’ mi diede fastidio perché poteva inventare un'altra bugia e non di essere andato a letto con una ragazza.

-E bravo il nostro Jawaad- rise divertito Louis.

-Mi avete chiamato?- disse mio figlio affacciandosi dal divano.

-No, Louis si riferiva al tuo papà- risposi io.

-Mamma papà ma dove siete stati?- ci venne incontro abbracciandoci- stanotte volevo stare con voi ma non c’eravate per questo mi sono messo a piangere.

-Amore vieni qui, ora stiamo tutto il giorno insieme anche con papà, vatti a preparare.

-Che bello, vado in giro con mamma e papà- disse saltellando e dirigendosi verso la sua camera seguito da mia mamma.

-Come mai questa uscita tutti e tre insieme?- domandò Liam.

-Zayn vuole stare con Jaw, e io non mi fido a lasciare mio figlio con lui, chissà tra un'altra ragazza come quella di stanotte e si dimentica di avere un figlio. No No non li lascio da soli- risposi con fare teatrante.

-Si, molto spiritosa- disse Zayn dopo la mia affermazione.

Eravamo al parco seduti su una delle panchine che si trovavano vicino alle giostre, così da poter controllare Jawaad mentre giocava con gli altri bambini. Quando ad un tratto si avvicinò una ragazza, dai capelli rossi molto carina, sicuramente una fan.

-Ciao Zayn mi puoi fare un autografo?- si notava che era molto agitata, infatti mentre porgeva a Zayn la penna e il quaderno le tremavano le mani.

-Certo, come ti chiami?

-Caroline….Scusa ma possiamo fare anche una foto?- chiese imbarazzata, ma questa volta risposi io.

-Si ve la faccio io la foto- però mentre stavo scattando la foto vidi Jawaad saltare in braccio al suo papà.

-Jawaad ma che combini, la foto sarà venuta mossa- disse Zayn.

-Scusa papi.

-COSA? Questo è tuo figlio?- Caroline aveva la faccia sorpresa mentre io e Zayn ci guardavamo come per dire “e adesso che facciamo?”.

-No no…..cioè si ma no.

-Si ma Zayn deciditi è si o no?

-Zayn voleva dire che non è suo figlio ma suo nipote, l’ha chiamato papà perché stavamo facendo un gioco dove noi eravamo i genitori e lui il figlio- risposi io per risolvere un po’ la situazione ma quella fan era molto insistente e chiese anche chi fossi io e a quel punto a rispondere fu Zayn che con un semplice “è mia cugina” fece zittire la fan, che subito prese quaderno e fotocamera e andò via. Quando eravamo in giro tutti e tre insieme dovevamo stare molto attenti se no tutta la verità sarebbe uscita fuori.

-Amore della mamma guarda cosa hai combinato- dissi a Jawaad prendendolo dalle mani si Zayn per poi dargli un bacio sulla fronte.

-Ma perché che ho fatto?

-Quando siamo in giro non mi devi chiamare papà, va bene?

-Ti vergogni ad avermi come figlio, allora io non ti voglio come papà- Jawaad era molto triste credeva che il padre si vergognasse di lui.

-Ma no amore papà non si vergogna di te, però devi fare quello che dice lui se no succedono guai.

-A certo mamma pure tu stai dalla parte di papà- mi disse scendendo dalle mie braccia e  incominciò a camminare verso la macchina. Io e Zayn non sapevamo che fare adesso, non voleva parlare con nessuno dei due, così lo seguimmo alla macchina e tornammo a casa.

Arrivammo a casa e tutti erano seduti sui divani a guardare la tv, anche i miei genitori. Subito Jawaad si precipitò sulle braccia di suo zio Liam che vedendolo triste gli chiese cosa fosse successo.

-Sono arrabbiato con mamma e papà.

-Zayn che gli hai fatto?- chiese arrabbiato Liam.

-A certo te la prendi solo con me….Jaw ha detto anche che è arrabbiato con sua mamma- rispose a Liam. Certo che era proprio uno scarica barile.

-Che è adesso vuoi dare tutta la colpa a me, quando invece è tutta colpa tua?- chiesi super agitata a Zayn.

-Ora la colpa sarebbe solo mia?- anche lui si stava agitando- gli ho solo tetto si non chiamarmi papà in pubblico perché ci stavano scoprendo.

-Lo potevi fare con più delicatezza.

-Ma se fino a poco fa stavi dalla mia parte.

-Ragazzi basta finitela di gridare- intervenne improvvisamente mio padre- siete peggio di due bambini, ma non vi siete accorti che siete adulti e avete anche un figlio, che per giunta non vi parla perché è arrabbiato con voi.

-Hai ragione, scusa- dicemmo insieme io e Zayn abbassando lo sguardo.

-Ok le scuse le ho accettate adesso siete entrambi in punizione- disse mio padre, in un primo momento eravamo sorpresi ma poi ci fece l’occhiolino e continuò a parlare- avete fatto arrabbiare il mio bellissimo nipotino e lui ha detto che dovete stare chiusi in camera fino a stasera.

Tutti guardavano la scena divertiti, anche Jaw rideva. Così per stare al gioco io e Zayn ci chiudemmo in camera mia, questa sarebbe stata anche una scusa per stare un po’ soli. 

 


 

Buonasera, forse è un pò tardi ma sono riuscita ad aggiornare solo adesso.

Anche per questo capitolo spero in delle recensioni

(che ancora non sono arrivate....vabbè poco importa perchè sono buona e li posto lo stesso i miei capitoli xD).

Buona lettura, baci OneSoul <3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Lui è l'amore della mia vita. ***


 

LUI E' L'AMORE DELLA MIA VITA

 

 

Arrivati in camera mia mi stesi sul letto mentre Zayn andò un attimo nel bagno interno alla mia camera. Ma a svegliarmi dai miei pensieri fu il cellulare di Zayn che cominciò a suonare. Non sapendo che fare decisi di rispondere.

-Pronto?

-Tu non sei Zayn cosa gli hai fatto?- dalla voce sembrava proprio una ragazzina.

-Scusa ma tu chi sei?

-Ehi rispondi prima alla mia domanda, cosa hai fatto all’amore della mia vita?

-Amore della tua vita? Ma mi dici chi cavolo sei?- mi stavo arrabbiando. Chi era questa qui?

-No, tu chi cavolo sei?- stavo ribattendo , ma mi bloccai vedendo uscire Zayn dal bagno senza maglietta.

-Amore chi è al telefono?- mi chiese avvicinandosi a me.

-Dice che sei l’amore della sua vita- gli risposi, lanciandogli con fare arrabbiato il cellulare nelle mani. Lui lo portò all’orecchio e rispose.

-Pronto, chi è?- non riuscì a sentire la risposta.

-Oh amore mio sei tu- sentendo quelle parole rimasi allibita, cioè chiamava davanti a me un'altra ragazza amore mio, ma non si vergognava. Senza dire niente uscì dalla stanza e andai in salotto.

Arrivata in salotto mi sedetti sul divano dove c’erano i ragazzi. Ma non avevano mai niente da fare che stavano sempre davanti alla TV?

-Martin cosa è successo?- mi chiese Niall vedendomi con le braccia incrociate al petto e con la faccia triste.

-Niente- risposi secca io.

-Ciao Martin. Dov’è Zayn? Con i ragazzi volevamo fare una partita a calcio- mi chiese Harry che in quel momento stava entrando nella stanza.

-In camera mia, sta parlando con l’amore suo- dissi ancora più arrabbiata di prima.

-Ah ok allora adesso lo vado a chiamare. Ma perché sei arrabbiata?

-Cosa?- risposi confusa, poi ricordai, loro non sapevano che io e Zayn eravamo tornati insieme e poi per risolvere la situazione dissi- ah sono arrabbiata perché Jawaad è arrabbiato con me.

-Dai non essere triste si risolverà tutto.

-Grazie Harry- e lo abbracciai.

-Adesso vado a chiamare Zayn, hai detto che parlava con il suo amore vero?- mi chiese con un sorriso alquanto malizioso.

-Si- risposi invece io ancora triste.

-Allora è sicuramente al telefono con Safaa.

-Con chi?- neanche il tempo di formulare la frase che era già al piano di sopra a chiamare il suo amico.

Continuai a guardare la TV, i ragazzi erano usciti fuori per giocare a calcio, non avevo neanche visto ZAyn scendere ma sapevo che anche lui era fuori perché riuscivo a distinguere la sua voce.

-Martin, mi aiuti a cucinare?- mi voltai e vidi mia mamma che mi sorrideva mettendomi una mano sulla spalla.

-Va bene mamma- risposi contraccambiando il sorriso.

 

-Finalmente abbiamo finito, Martin vai a chiamare gli altri così mangiamo.

Andai verso il giardino, erano tutti che giocavano a calcio perfino mio padre con Jawaad. Era bello vedere mio figlio correre dietro al padre, era segno che avevano fatto pace. D’un tratto vidi Zayn per terra con Jaw di sopra, era veramente una bellissima scena. Nel vederlo mi scese anche una lacrima che subito asciugai con il palmo della mano. In quel momento ero riuscita a dimenticare tutto anche la chiamata di quella ragazza e le parole di Zayn.

-Sono bellissimi non è vero?- sobbalzai a quelle parole, ero così presa da quella scena che non mi ero resa conto che mia madre era venuta a vedere cosa stavo facendo visto che non ero tornata. Non riuscivo a rispondere mi buttai letteralmente tra le sue braccia e incominciai a piangere.

-Amore della mamma non piangere, ho detto qualcosa di male?

-No mamma il fatto è che sono fortunatissima ad avere tutti voi soprattutto Jawaad. Lui è l’amore della mia vita.

-Secondo me non solo lui- mi disse mia madre indicando Zayn, che rideva insieme ai ragazzi.

Mia madre si staccò da me e andò a chiamarli perché la cena era pronta, mentre io velocemente asciugavo le lacrime.

Dopo aver mangiato andammo tutti in giardino a guardare le stelle e mangiare il dolce. Io ero seduta sulla sdraia, mentre guardavo il cielo sentì un peso sopra di me, abbassai lo sguardo e vidi Jawaad sulla mia pancia.

-Amore che fai?

-Mamma, facciamo pace?- mi faceva gli occhietti dolci per essere perdonato.

-No- rimase sorpreso dalla mia affermazione, ma io risposi in quel modo per divertirmi un po’.

-Per favore mamma?

-No, tu hai fatto pace prima con papà e non con me.

-Ma mamma perché lui se no non mi faceva giocare a calcio.

-Ahahhahah va bene allora sei perdonato- stavo morendo dalle risate per le parole di Jawaad, anche gli altri che avevano sentito tutto cominciarono a ridere, tranne Zayn che mise il finto broncio.

-Mi sa che papà si è arrabbiato. Non è vero mamma?

-Se lo merita è stato cattivo- risposi io tornando seria.

-Perché che ho fatto?- domandò subito Zayn.

-Lascia stare che è meglio- risposi io.

-Jawaad dai andiamo a letto che si è fatto tardi- salutammo tutti e lo portai in camera sua. Stavo appena uscendo dalla stanza di Jaw quando una mano mi prese il polso e mi trascinò fino al bagno.

-Zayn che vuoi?

-Perché sei arrabbiata con me?

-La chiamata di oggi non ti fa ricordare niente?- gli domandai io cercando di trattenere le lacrime.

-No.

-Ah fai pure finta di niente? Hai chiamato quella ragazza amore mio, ed eri davanti a me. Poi sono scesa e quando ho detto a Harry che stavi parlando con il “tuo amore”- dissi mimando le virgolette- mi ha detto “sicuramente starà parlando con Safaa. Mi dici chi è questa?- dopo le mie parole Zayn incominciò a ridere. Ero così tanto ridicola? Secondo me no ero solo arrabbiata.

-Perché ridi?- gli chiesi più arrabbiata di prima. Lui non rispose semplicemente si avvicinò per baciarmi ma io mi spostai per evitarlo.

-Martin sei gelosa di Safaa- continuava a ridere e non capivo perché.

-L’hai chiamata amore mio, quando la sera prima avevi detto che ero io l’amore della tua vita.

-Ma lo siete entrambe. Anzi anche Waliyha e Doniya. Lo sono.

-Come? Mi tradisci neanche con una persona ma con ben tre ragazze?- chiesi io scioccata, mentre lui continuava a ridere come se gli stessi raccontando una barzelletta molto divertente. A quel punto gli stavo per dare uno schiaffo ma lui mi bloccò la mano prima che toccasse la sua guancia.

-Stupida sono le mie sorelle- rimasi immobile a quelle parole, al telefono era sua sorella e io come una stupida pensavo che mi stava tradendo.

-Scusami, non lo sapevo- dissi incominciando a ridere.

-Non fa niente questo significa che ci tieni a me.

-Ti amo Zayn.

-Anche io Martin- dopo le sue parole incominciammo a baciarci.

 

Stare con lui era tutto quello di cui avevo bisogno per stare bene, sapere che lui era solo mio mi rendeva ancora più felice. Non vedevo l’ora di dire a tutti che amavo Zayn e che lui amava me. Ma una cosa del genere avrebbe scatenato la terza guerra mondiale vista anche la reazione della fan al parco. Per ora dovevamo nascondere il nostro amore ma questa situazione lo faceva aumentare ancora di più.

 

 


 

Ciaoo!! so che sto postando un pò in ritardo rispetto al solito,

ma vi prego di perdonarmi.

Spero che apprezziate questo capitolo.

Baci OneSoul :)

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Certo però puoi lasciare me. ***


 

CERTO PERO' PUOI LASCIARE ME

 

Era passato circa un mese dal mio arrivo a Londra, finalmente dopo tanto tempo ero di nuovo felice, perché accanto a me avevo tutto ciò di cui avevo bisogno.

Quel giorno avevamo deciso di andare in piscina, solo che Jawaad non era potuto venire perché i miei genitori avevano insistito per fargli visitare tutta Londra. Mi stavo rilassando, appoggiata al bordo piscina, quando sentì due mani avvolgere i miei fianchi.

-Amore che fai tutta sola?

-Zayn mi hai fatto spaventare, comunque mi sto rilassando.

-Non ti vuoi rilassare un po’ con me- disse con sguardo malizioso mentre si avvicinava per baciarmi.

-Amore ci sono gli altri- gli dissi cercando di respingerlo, ma lui continuò ad avvicinarsi e iniziò a baciarmi il collo. Non riuscivo più a resistere quindi incominciai a baciarlo anch’io. Ormai avevamo dimenticato che c’erano gli altri, fino a quando non sentimmo un colpo di tosse fatto per attirare la nostra attenzione.

-Che state facendo?- chiese serio Liam, mentre io e Zayn ci staccavamo.

-Niente- risposi subito io.

-Ma se è da mezz’ora che state attaccati come sanguisughe- disse Louis ridendo.

-Vi abbiamo osservato per tutto il tempo- continuò Niall che ricevette però una gomitata da Harry che sotto voce gli disse che non doveva dirlo e poi si rivolse a me e a Zayn.

-Allora, ci dite cosa è successo?- io e Zayn ci guardammo negli occhi e poi decise di parlare lui.

-Vi ricordate il giorno in cui Martin mi ha detto che ero io il padre di Jawaad?- chiese Zayn che fece una pausa per avere conferma dagli altri, che si limitarono ad un si con la testa.

-Bene allora vi ricordate anche che appena l’ho saputo sono andato nel terrazzo. Poco dopo è salita anche Martin e abbiamo incominciato a parlare fino a che non ci siamo baciati.

-Aspetta, voi state di nuovo insieme da un mese e non ci avete detto niente?- chiese arrabbiato Liam.

-Si, ci dispiace molto non avervelo detto.

-Dai Liam non essere arrabbiato-disse Zayn a Liam.

-Sono arrabbiato perché lei è mia nipote e sa la fai soffrire un'altra volta ti ammazzo.

-Non succederà.

-Ok ragazzi adesso un bel abbraccio di gruppo per festeggiare questa notizia- disse felicissimo Harry.

-E poi tutti a mangiare che Nicole ha cucinato sicuramente un pranzo buonissimo, io amo quella donna- a quella affermazione io e Liam ci staccammo dall’abbraccio e andammo verso Niall.

-Ci stai provando con mia mamma?

-Ci stai provando con mia sorella?- detto questo ci buttammo sopra di lui e arrivammo in acqua, si buttarono anche gli altri ed incominciò una battaglia di schizzi. Che si concluse con Harry e Louis che saltellavano per aver vinto e Liam e Niall facevano finta di piangere, mentre io e Zayn continuavamo il bacio che era stato interrotto da quei rompi balle.

Tornammo dopo un ora a casa, dopo una bella nuotata morivamo di fame e non vedevamo l’ora di sederci a tavola per il pranzo. Arrivati a casa i ragazzi furono i primi ad entrare, mentre io e Zayn camminavamo lentamente mano nella mano. Quando fummo dentro Jawaad si precipitò subito da noi. Mi era mancato tantissimo il mio bambino anche se eravamo stati distanti solo poche ore.

-Nicole cosa hai cucinato?

-Niall- ci mettemmo ad urlare tutti.

-Sei sempre il solito- continuai io.

-Dai non vi preoccupate, comunque Niall la tavola è già pronta, anzi andiamo tutti in cucina.

-Allora com’è andata la mattinata in piscina?- chiese mio padre mentre stavamo mangiando il primo.

-Abbastanza bene- risposi io sorridendo al pensiero di ciò che era successo qualche ora prima.

-Novità?

-No mamma nessuna.

-Come no, allora il bacio appassionato?- rispose Harry ridacchiando. Io e zayn lo fulminammo con lo sguardo e lui subito abbassò la testa in segno di scuse.

-Che bacio zio Harry?- chiese ridendo Jawaad.

-Quello dei tuoi genitori- disse ridendo Louis. No adesso anche lui, avevo ragione quando dicevo che non volevo dire niente a loro, sono più pettegoli delle ragazze.

-Papà e mamma si sono baciati? Blee che schifo.

-Martin è vero? Vi  siete baciati?- mi chiese mia madre sorpresa, ormai dovevamo dire la verità anche a loro.

-Si mamma, è da un mese che siamo tornati insieme- risposi abbassando la testa.

-Come mai non avete detto niente a nessuno?- ci chiese mia madre.

-Avevamo paura che se lo dicevamo l’avrebbero saputo anche i paparazzi e le fan.

-E Perrie- disse Zayn continuando la mia frase. Vero, avevo dimenticato che non aveva detto ancora niente a lei questo mi faceva arrabbiare molto.

-Perché Zayn, ancora non l’hai lasciata?- chiese Liam.

-No, in questo periodo è in Tour e non sono riuscito a rintracciarla.

-Prima o poi dovrai farlo se vuoi restare con me- dissi in modo freddo alzandomi dalla tavola.

 Tutti mi guardarono sorpresi, ma in quel momento volevo solo riflettere da sola su quello che era successo in quel’ultimo mese, quindi andai in giardino e mi sedetti sul dondolo. Ripensavo alla mia vita in questi ultimi quattro anni, mi ero allontanata dalla mia famiglia e dai miei amici, era nato Jawaad e stavo bene in Italia, fino a quando quei cinque individui mi hanno fatto capire che in verità non ero del tutto felice perché mi mancava una parte di me che si trovava qui a Londra. Però ripensando all’Italia, mi ricordai che le mie vacanze stavano per terminare e tra tre giorni sarebbe ricominciato il mio lavoro ed anche l’asilo di Jaw. Sicuramente i miei genitori non sarebbero stati contenti, specialmente ora che avevano conosciuto il loro unico nipotino, però dovevo tornare in Italia e Jawaad sarebbe tornato con me.

I miei pensieri furono interrotti da Zayn che si sedette a fianco a me sul dondolo.

-Sei arrabbiata con me?

-No- risposi sempre in modo distaccato.

-Perché devi fare così, lo sai che amo solo te- disse mentre prendeva il mio viso con le mani.

-Devi parlare con lei.

-Quando torna dal tour le parlerò- detto questo mi baciò.

-Zayn devo tornare in Itali, le mie vacanze sono terminate- dissi accoccolandomi nelle sue braccia.

-Non puoi stare ancora un altro po’ con noi, tra qualche settimana poi partiremo per il nuovo tour.

-Mi dispiace ma non posso lasciare il lavoro.

-Certo però puoi lasciare me- detto questo mi lasciò li sul dondolo ed entrò in casa.

Dopo un po’ rientrai anch’io e raccontai della mia partenza agli altri, anche loro non la presero molto bene specialmente i miei genitori che dopo anni che non mi vedevano volevano che restassi con loro. Zayn non era li e neanche Jawaad, che sicuramente era con il suo papà.

-Dove è Jaw?- chiesi subito dopo.

-Zayn ha detto che lo portava a fare un giro- rispose Niall.

-Va bene, grazie Niall.

Dopo qualche chiacchiera andai a preparare le valigie e a prenotare i biglietti. Chiamai Viola visto che era da tanto tempo che non ci sentivamo e lei fu molto contenta del mio ritorno.

Era già sera e Zayn e Jaw non erano ancora tornati, stavo incominciando a preoccuparmi, quandi scesi in salotto a chiedere agli altri se avevano qualche notizia.

-Mi dispiace Martin ma Zayn non ha chiamato- rispose mia madre.

-Adesso provo io- presi il telefono e composi il numero ma non ricevetti nessuna risposta. La mia preoccupazione stava aumentando e non sapevo che fare.

-Non risponde, dove saranno?- stavo andando avanti e indietro per tutta la stanza.

-Dai stai calma avranno ritardato, sicuramente a Zayn non prende il telefono.

-Quando torna l’ammazzo, non può portare in giro mio figlio fino a tardi senza dirmi niente, va bene per un po’ ma non per così tanto.

-Amore vedi che è anche suo figlio.

-Papà non ti ci mettere anche tu.

-E’ meglio se andiamo a dormire, nostra figlia è troppo agitata- disse poi rivolto a mia madre.

-Ragazzi buonanotte, fateci sapere.

 

-Buonanotte- risposero loro, mentre io guardavo l’orologio. Erano quasi le dieci di sera ed ancora non erano tornati. Mi sdraiai sul divano aspettandoli ma poi mi addormentai con la testa sulle gambe di Liam, sperando che non fosse successo niente a nessuno dei due.



 

Helloooo, ecco un altro capitolo.

Per favore se lo leggete date la vostra opinione, GRAZIE :) 

Ahhh volevo precisare una cosa,

per quanto riguarda Perrie voglio dire che non ho niente contro di lei

e che mi piace tantissimo sia come persona che come cantante,

secondo me è la persona giusta per Zayn :)

Buona lettura.....OneSoul.

 

 


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Sentitemi tutti bene lui è mio. ***


 

SENTITEMI TUTTI BENE LUI E' MIO

 

IL GIORNO DOPO

Mi svegliai con un forte mal di testa, ero sul divano ma Liam e gli altri non c’erano. Decisi di alzarmi e andare in cucina dove trovai tutti a fare colazione, con mia sorpresa c’era anche Zayn, appena lo vidi mi precipitai sopra di lui e incominciai a colpirlo, ma senza risultati positivi visto che ero piccolina e lui super muscoloso.

-Ti ammazzo, ti ammazzo- incominciai a gridare da sopra le sue spalle.

-Non ti permettere mai più di fare una cosa del genere- a causa delle mie grida anche i miei genitori si svegliarono e li vidi arrivare insieme a Jawaad. Intanto Zayn era riuscito a bloccarmi prendendomi come un sacco di patate.

-Zayn lasciami- continuavo a dimenarmi tra le sue braccia.

-Ma che sta succedendo qui?- chiese mio padre vedendo la scena.

-Martin vuole ammazzare Zayn- disse Louis tenendosi la pancia dalle risate.

-Ma con scarsi risultati- continuò Harry, anch’egli ridendo.

-Mamma ma che fai?- mi chiese Jaw.

-Sto cercando di uccidere tuo papà- risposi dando pugni a Zayn ma evidentemente non gli stavo facendo per niente male visto che lui come gli altri stava morendo dalle risate.

-Noooooo- incominciò ad urlare Jaw. Zayn mi fece scendere e mi precipitai da mio figlio abbracciandolo.

-Io non voglio perdere il mio papà- disse Jawaad facendo il broncio, poi si avvicinò anche Zayn che lo prese in braccio.

-Non ti preoccupare starò sempre con te.

-Aspetta un attimo ma perché mi volevi ammazzare?- chiese a me dopo aver fatto scendere Jaw, che si era precipitato nella sua stanza dei giochi.

-Ah vero- e gli diedi un pugno sulla spalla.

-Ahi…ma che ti ho fatto?

-Mi hai fatto preoccupare tantissimo. Dove hai portato mio figlio ieri?

-Siamo andati a Bradford.

-COSA???- chiesi  urlando. Aveva portato mio figlio in una città che stava a più di tre ore da Londra.

-E quando siete tornati?- continuai senza dargli il tempo di rispondere.

-Un ora fa- rispose lui in modo tranquillo.

-UN ORA FA???- non ce la facevo più stavo scoppiando dalla rabbia.

-Amore non ti agitare, ho solo portato Jawaad dalla mia famiglia per farglielo conoscere. Abbiamo dormito li- si era avvicinato a me e mi stava abbracciando. Piano piano la mia rabbia incominciò a diminuire.

-Ma perché non me l’hai detto?

-ero un po’ arrabbiato con te, ma andare dai miei mi ha fatto riflettere. Ho capito che anche se torni in Italia non vuol dire che mi vuoi abbandonare. Però ti vorrei chiedere una cosa.

-Cosa mi vuoi chiedere?- chiesi aspettando impaziente la domanda.

-Jawaad può stare con me, mentre tu sei in Italia?- ero rimasta sconvolta dalla sua richiesta, come poteva pretendere che io partissi senza mio figlio. Poi pensai che era anche suo figlio e anche lui aveva il diritto di passare un po’ di tempo con Jaw.

-Ne hai parlato con lui?- chiesi quasi rassegnata all’idea che sarei partita da sola.

-Si, mi ha detto che gli piacerebbe restare con me.

-Ma non dovete partire per il tour?

-Lo porterò con noi non ci sono problemi, anche Lou la nostra stylist porta sua figlia in tour.

-Non so come farò a stare senza mio figlio per quattro mesi, ma anche tu hai il diritto di stare con lui, sei suo padre.

-Grazie amore- detto questo mi baciò, contento della mia decisione, anche se subito si allontanò come se si fosse ricordato di qualcosa.

-Aspetta, ora che ci penso stai dicendo che non sai come potrai stare per quattro mesi senza tuo figlio e non ti preoccupi di stare lontano invece dalla persona che ami?

-Sono stata quattro anni lontano dalla persona che amo, so già cosa si prova, è una sensazione bruttissima ma almeno so che quando torno sarai lo stesso mio- gli dissi toccandogli il sedere, poi continuai- Ah e se lo vuoi sapere hai un culo dannatamente sexy.

-Oh ma grazie amore, anche il tuo non è male- disse toccando il mio per poi baciarmi.

Subito dopo sentimmo tutti applaudire. Ci eravamo dimenticati che c’erano anche i ragazzi insieme ai miei genitori. Però pure loro perché non se ne andavano? Sono troppo impiccioni, poi che imbarazzo. Erano tutti intenti a guardarci mentre mangiavano una ciotola di pop corn. Le mie guance presero fuoco, anche Zayn era molto imbarazzato infatti era leggermente rosso in viso.

-Ma voi siete stati tutto il tempo qui?- chiesi io.

-Si, è stato tutto molto emozionante- rispose mia madre mentre si asciugava le lacrime. No, non mi dire che si era emozionata nel sentire e vedere la conversazione tra me e Zayn.

-Martin, ha ragione tua madre, siete troppo belli insieme- continuò Louis che insieme a Niall si asciugava le lacrime. Io e Zayn li guardammo sconvolti.

-E poi ha ragione mia figlia- mia madre continuava a piangere- Zayn il tuo culo è veramente sexy.

-Ma mamma ti senti quando parli?- tutti la guardammo sorpresi, soprattutto mio padre che sicuramente non riconosceva più sua moglie in quel momento, però subito dopo scoppiammo tutti a ridere.

-E comunque sentitemi tutti bene lui è mio- dissi indicando Zayn- qualunque cosa sua è mia, anche il suo culo sexy o i suoi pettorali perfetti, quindi non vi azzardate ne a guardarli ne tanto meno a toccarli, vi è tutto chiaro?

-Si signora- dissero tutti come se fossi un comandante dell’esercito.

-Ecco adesso ci siamo.. amore mio bello tu invece vieni con me, abbiamo un po’ di tempo da recuperare- dissi prendendolo per il braccio e trascinandolo per le scale, poi mi ricordai una cosa- Ah stavo dimenticando, occupatevi voi di nostro figlio- dissi urlando dal piano di sopra, facendo ridere tutti.

Finalmente potevamo avere un po’ di tempo tutto per noi prima della mia partenza per l’Italia.

 


 

Scusate se posto il capitolo solo ora, ma prima non potevo :(

Come sempre vi augoro buona lettura e aspetto le vostre recensioni.

Baci OneSoul ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Sfruttatrice di uomini. ***


 

SFRUTTATRICE DI UOMINI

 

Dopo il viaggio in aereo ero molto stanca. All’aeroporto trovai Viola che super contenta mi era saltata di sopra, poi le avevo raccontato tutto quello che era successo in questo mese e le spiegai anche perché Jawaad non era con me. Arrivata a casa mi precipitai nel mio comodo letto, dovevo riposare visto che il giorno dopo ricominciavo a lavorare.

IL GIORNO DOPO

A causa della sveglia che non aveva suonato mi ero svegliata tardissimo, infatti ero arrivata con mezz’ora di ritardo a lavoro. Per fortuna Marco era molto allegro quindi non si era accorto del mio ritardo. Non capivo tutta questa felicità che aveva, ma poi si avvicinò e mi spiegò tutto.

-Martin per fortuna che sei tornata, non sai che grande notizia ho da darti- non mi fece neanche rispondere che continuò a parlare- ci hanno offerto di poter mandare due nostri dipendenti a lavorare per un mese in una radio Americana- fece una piccola pausa, io lo guardavo ancora senza capire molto bene- io ho deciso di mandare te e Leo.

-Cosaa? Mi mandi in America?- ero incredula ma allo stesso tempo felicissima, anche perché così avrei potuto vedere i miei amori.

-Si Martin, tra due settimane partite.

-Oh ma aspetta Marco, chi è Leo?

-Ah si scusa non te l’ho ancora presentato…Leo vieni qui.

Dalla porta del suo ufficio uscì un ragazzo che poteva avere la mia età, molto alto e muscoloso, aveva i capelli biondi e degli occhi verdi in cui facilmente potevi rimanere incantata. Era davvero un bel ragazzo. Ma che stavo dicendo, io fidanzata e con un figlio non posso pensare a queste cose .

-Martin lui è Leo, Leo lei è Martin.

-Piacere- dissi porgendogli la mano.

-Sarà bello lavorare con te- mi rispose facendomi l’occhiolino. Ma vedendo la scena Marco si affretto a dire.

-Leo attento a te e tratta bene Martin.

-Ok, non ti preoccupare zio non ci proverò con lei, anche se devo dire che è una bellissima ragazza- alla sua affermazione divenni subito rossa ma poi mi ripresi un po’ e dissi.

-Ma Marco è tuo zio?

-Si lo so ti sembra strano perché abbiamo quasi la stessa età non è vero?

-No per niente strano- risposi tranquilla io.

-Ah sai com’è in molti si meravigliano.

-Io non mi meraviglio per niente, anche perché con mio zio mi sbaglio di circa due mesi.

-Ah forte, io con il mio invece di un anno e mezzo- disse lui.

-Va bene adesso devo andare a lavorare, ci conosceremo meglio in queste due settimane allora- dissi cominciando ad andare nel mio ufficio.

-Se vuoi possiamo incominciare a conoscere stasera a cena?- mi domandò Leo e io risposi si di , tanto non avevo niente da fare. Poi andai da Viola e le raccontai tutto, era molto felice per me anche se le sarebbe piaciuto anche a lei andare a lavorare in America.

 

Erano le 19:30 e stavo aspettando l’arrivo di Leo. Avevo voglia di chiamare Zayn, ma mi aveva detto che sarebbe stato lui a chiamarmi quando erano liberi, quindi dovevo solo aspettare con pazienza. Dopo pochi minuti arrivò Leo e mi portò in uno dei più eleganti ristoranti di Milano.

-Allora Martin, parlami un po’ di te- incominciò la conversazione Leo- mi ha detto mio zio che non sei italiana.

-Si è vero, mia madre è inglese mentre mio padre è argentino.

-Ah capito e abiti qui con i tuoi genitori?

-No, loro abitano a Londra, io sono venuta qui in Italia quattro anni fa, volevo un po’ cambiare aria- mentre parlavamo mi squillò il cellulare, era Zayn.

 

-Pronto amore.

-Martin non sai quanto mi manchi.

-Anche tu, ma dove siete?

-Siamo a New York, staremo qui tutta la settimana.

-E Jaw dov’è? Si sta comportando bene? Ha chiesto di me?

-Stai tranquilla amore Jawaad sta benissimo.

-Passamelo allora.

-Per ora è con Harry ti farò chiamare da lui tra un po’, scusa ma adesso devo andare, ciao amore ti amo.

-Ciao amore anch’io- staccai con tristezza la chiamata e continuai a mangiare.

 

-Ah ma allora sei fidanzata?- mi chiese Leo dopo un po’ di silenzio.

-Si, tu?

-No io no, sto cercando la persona giusta- non ebbi neanche il tempo di rispondere che mi squillò di nuovo il cellulare, mi scusai con Leo e risposi.

 

-Pronto.

-Ciao Martin sono Harry.

-Ciao ma il mio amore dov’è?

-Oh si grazie sto benissimo.

-Scusa Harry però ho tanta voglia di sentirlo.

-Ok te lo passo subito…Jawaad vieni c’è la mamma al telefono.

-Mamma, mi manchi tanto tanto.

-Amore mi manche anche tu, ho saputo che siete a New York, ti piace?

-Si mamma mi sto divertendo tantissimo, papà mi fa ridere sempre.

-Mi fa piacere, scusa ma sono con un collega a cena ti chiamo domani…ti amo amore mio.

-Anche io mamma, ciao.

 

Quando staccai, vidi che Leo mi guardava in modo strano.

-Che c’è?

-Come che c’è, ma quanti fidanzati hai? Ci scommetto che adesso ti chiama un altro e lo chiami di nuovo amore- stavo morendo dalle risate pensava avessi più di un fidanzato, cercai di rispondere ma di nuovo il mio cellulare squillò, questa volta era zio Liam.

 

-Amore di zio come stai?

-Ciao tesoro mio bene, mi manchi tantissimo.

-Anche tu mi manchi non vedo l’ora di abbracciarti, ma che stai facendo?

-Sono a cena con un mio collega di lavoro, infatti scusa ma non posso trattenermi molto.

-Ok tesoro ma stai attenta.

-Si non ti preoccupare, tu controlla invece i miei uomini grazie.

-Ok ciao.

 

Appena riposai il cellulare in borsa, mi ricordai dell’affermazione fatta prima da Leo e ricominciai a ridere.

-Martin ma che ridi, tu hai tre fidanzati ti rendi conto e per giunta dici a uno dei tre di controllare gli altri? Scusa ma non ti capisco- io non ce la facevo più, continuavo a ridere, erano cose troppo assurde quelle che diceva.

-Leo non hai capito niente- gli risposi ancora ridendo- si sono fidanzata ma solo con il primo che mi ha chiamato.

-Scusa Martin, allora gli altri due chi erano che li hai chiamati anche amore e tesoro?

-Va bene ora ti spiego. Quindi il primo già ti ho detto che era il mio fidanzato, fino a qui hai capito?- lui mi rispose annuendo- il secondo che mi ha chiamato è stato il mio amico Harry, ma comunque non è a lui che ho detto amore.

-A chi allora?

-Aspetta ti sto spiegando…l’ho detto a mio figlio- a quell’affermazione Leo rimase sbalordito, non si aspettava una cosa del genere- Leo stai bene?

-Si, il fatto è che non me lo sarei mai aspettato, ma quanti anni ha tuo figlio?

-Ha tre anni e mezzo.

-E il padre è questo Harry?

-No il padre è Zayn.

-Aspetta e questo Zayn chi è adesso?- mi sa che si stava confondendo di brutto.

-Zayn è il mio fidanzato e il padre di mio figlio, adesso hai capito?

-Si ho capito, ma allora il terzo che era?

-Era mio zio Liam. Risposi sorridendo.

-Mamma mia che confusione che mi avevi fatto venire, ho persino creduto che tu fossi una sfruttatrice di uomini- mi fece scoppiare a ridere e dopo si aggiunse anche lui alle mie risate.

 

La serata proseguì molto bene, Leo era una persona fantastica. Avevamo riso per tutto il ritorno a casa, parlavamo di qualunque cosa, lui mi raccontava un po’ della sua vita ed io della mia e di come ere cambiata ultimamente. Era da tanto che non passavo una serata come dire “senza pensieri” e questo mi era piaciuto moltissimo.



 

Buonasera, avete visto ho postato il capito prestissimo speriamo che vi piaccia.

Voglio ringraziare le ragazze che hanno messo la mia FF tra le preferite e le seguite.

come sempre aspetto le vostre recensioni....Baci One Soul..

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Non si fa così..... ***


 

NON SI FA COSI'......"SONO IO"

 

Erano già passate due settimane, io e Leo eravamo sopra l’aereo diretti a Los Angeles. Nell’ultime settimane avevamo rafforzato il nostro rapporto ed adesso eravamo migliori amici, mentre tra lui e Viola si era creato molto di più di un amicizia, infatti si erano fidanzati e stavano insieme da una settimana, erano troppo carini insieme mi ricordavano un po’ me e Zayn.

-Martin hai visto che bella Los Angeles?- avevamo appena posato le valige nelle nostre camere, adesso dovevamo andare alla radio.

-Si, è stupenda.

-Siamo arrivati- disse Leo, eravamo davanti un enorme palazzo a vetri con in cima il nome della radio.

 

-Buongiorno veniamo dall’Italia, siamo…-non riuscì a finire di parlare che l’uomo a cui mi ero rivolta incominciò a parlare.

-Si si ragazzi vi stavamo aspettando, venite con me- io e Leo ci guardammo e seguimmo quell’uomo.

-Ok entrate in questa stanza- disse indicando la porta davanti a noi- voi sarete gli assistenti di Sasha, però non fate confusione perché sta facendo un’intervista a delle persone importanti.

-Ok- rispondemmo semplicemente e piano entrammo in quella stanza.

C’era una ragazza, pensai subito fosse Sasha, davanti a lei c’era un divano dove c’erano seduti cinque ragazzi, ma erano di spalle e non ci avevano visti l’unica a notarci fu Sasha che terminò di parlare e si rivolse a noi.

-E voi siete?

-I suoi nuovi assistenti- rispose Leo.

-Non ho bisogno di assistenti, e poi non vedete che sto facendo un intervista a persone importanti, andate via- disse a leo in modo molto arrogante poi si rivolse a quei ragazzi, che riconobbi come i miei amici e sorrisi- perdonatemi non pensavo che ci avrebbero disturbato, questi novellini sono così fastidiosi, appena sanno di una persona famosa non vedono l’ora di conoscerla- era odiosa al massimo quella Sasha, ma come si permetteva.

-Mi scusi- aprì finalmente bocca io- come si permette a trattarci così, lei si crede tanto importante perché sta facendo un’intervista a i One Direction?- a quel punto i ragazzi si girarono e mi sorrisero sorpresi, non dissero niente si volevano godere la scena, sicuramente neanche loro sopportavano quella li.

-Si, sono i ragazzi più famosi del momento e io li sto intervistando cosa che non so se potrai fate tu se ti caccerò da qui, se lo vuoi sapere siamo anche molto amici- a momenti la prendevo a schiaffi, ma chi si credeva di essere.

-A dire la verità li ho già intervistati in Italia- poi chiesi- ma davvero lei è una loro amica? Allora mi scusi- incominciò a sorridere soddisfatta senza capire che la stavo prendendo per il culo- Si, mi scusi se sono la nipote di uno di quei cinque e se uno di loro è il padre di mio figlio.

-Ccosa? Ma inventatene un’altra.

-Ciao amore di zio- mi disse Liam per poi abbracciarmi, finalmente si erano decisi a parlare.

-Ciao zio.

-Ma allora è vero?- Sasha era sconvolta ci guardava con occhi spalancati.

-Scusa se te lo dico Sasha ma non sei tutta questa simpatia e comunque noi non siamo tuoi amici- disse Harry.

-Maaaamaaa- corse fuori dalla stanza gridando cose senza senso e io e i ragazzi cominciammo a ridere. Presentai Leo a tutti e poi mi avvicinai al mio Zayn.

-Amore mi sei mancato tantissimo- gli dissi a un centimetro dalle sue labbra, poi lui mi baciò.

-Mi erano mancati i tuoi baci.

-Anche a me.

-La vuoi sapere una bella notizia?- mi chiese Zayn, io annuì solo.

-Ho definitivamente lasciato Perrie, adesso possiamo stare insieme davanti al mondo.

-Ma è una notizia fantastica- dissi buttandomi su di lui.

-Papi ma quanto dura questa intervista?- mentre abbracciavo i ragazzi sentì la vocina di Jawaad farsi sempre più vicina, fino ad entrare in camera. Era insieme a una ragazza, ma non sapevo proprio chi era.

-Jaw abbiamo finito- disse prendendolo in braccio. Jaw ancora non si era accorto di me.

-Ma amore hai visto chi c’è?

-Chi è quello?- chiese indicando a Leo, ma come faceva a non avermi visto, si che ero sommersa dall’abbraccio di Louis però dai mi poteva vedere.

-Ciao io sono Leo, tu come ti chiami?

-Ciao, mi chiamo Jawaad.

-Certo, bravo saluta tutti, fai amicizia con tutti e non degnare neanche di uno sguardo la tua mamma, e io che ti ho dovuto tenere in pancia per ben nove mesi, non si fa così…- mentre parlavo con le braccia al petto, vidi lui scendere, con gli occhi lucidi, dalle braccia di Zayn per venire da me.

-Mamma, mamma sei qui scusaaa.

-Amore non sai quanto mi sei mancato- lo stavo abbracciando fortissimo e lui stava facendo lo stesso con me.

-Jawaad dai vieni adesso dobbiamo andare- disse quella ragazza che l’aveva accompagnato da noi.

-Scusa ma perché dovrebbe venire con te?- chiesi io un po’ irritata.

-Martin non ti preoccupare lei è Lou la mamma di Lux, tiene lei Jaw quando dobbiamo fare le interviste o i concerti- mi disse zayn avvicinandosi a me.

-Ah ok, piacere Martin- si presentò anche lei e poi insieme a Jawaad andarono al piano di sotto a giocare con sua figlia, mentre io e Leo andammo da quell’uomo che ci aveva accolto.

 

-Ragazzi allora come è andata?- ci chiese l’uomo.

-Mi scusi se glielo dico ma quella Sasha era proprio antipatica, se ne andata via dalla stanza urlando- spiegò Leo all’uomo, che scoprimmo si chiamava James.

-Scusatela ma è fatta così, comunque perché se ne andata?

-Ha avuto una specie di litigata con Martin- rispose Leo indicandomi.

-Ma dai non è stata colpa mia, lei non ci doveva trattare così, si credeva di essere superiore solo perché stava intervistando loro- dissi indicando con il capo i ragazzi che stavano parlando con dei signori poco distanti da noi.

-Ssignorina lei mi sta dicendo che ha rovinato l’intervista dei One Direction?

-No è stata quella Sasha che ha cominciato, vantandosi perché li conosceva.

-Ma signorina è da mesi che stiamo preparando tutto per questo giorno e lei rovina tutto.

-E’ una semplice intervista.

-No è un intervista importantissima, loro sono la band più famosa del momento, non avremo più l’opportunità di sapere scoop su di loro- ma perché questo James era così agitato non avevo fatto niente di male, avevo detto solo la verità.

-Signor James, perché cosa volevate sapere su di loro?- domandai per capire tutta la sua agitazione da cosa derivava.

- volevamo sapere come vivono, la loro vita al di fuori della celebrità, chi sono le persone a loro più care altre cose sulla loro vita privata- pensai un po’ e poi risposi a James dicendo semplicemente “sono io”, senza neanche pensarci.

-Signorina lei è cosa?

-Lei è una delle persone più importanti della nostra vita- rispose Liam venendo dietro di me mettendomi le mani sui fianchi e appoggiando il mento sulla mia spalla.

-Cche cosa?- adesso era sconvolto come Sasha.

-Mi scusi se non mi sono presentata prima, io sono Martin Gil la nipote di Liam Payne- dissi porgendogli la mano.

-Martin non hai dimenticato niente?- chiese Zayn facendo spostare Liam e mettendosi al suo posto.

-Oh si, sono anche la fidanzata di questo individuo qui- continuai ridendo.

-Signorina mi perdoni non ne sapevo niente, non mi avevano avvertito.

-Non si preoccupi non lo sanno in molti.

Detto questo continuammo a parlare un altro po’ con James per capire in cosa consisteva il nostro lavoro e subito dopo andammo a passare la serata i ragazzi, coincidenza stavano nel nostro stesso Hotel. Era sa tanto che non stavo con mio figlio e il mio fidanzato, adesso ero veramente felice.

 

 


 

Ciao a tutte, Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

RECENSITE. One Soul :)

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Prima o poi tutto sarebbe finito. ***


 

PRIMA O POI TUTTO SAREBBE FINITO.

 

Il giorno dopo dovevamo andare presto a lavoro, insieme a Leo dovevamo intervistare i finalisti dell’ultimo XFactor USA. Mi sveglia alle sette, cercando di non svegliare Zayn che dormiva al mio fianco; il suo braccio cingeva delicatamente un mio fianco e quindi dovetti lentamente uscire da quella presa. Per fortuna aveva il sonno pesante così non si era svegliato neanche con tutta la confusione che nonostante feci. Dopo essermi lavata, vestita e sistemata andai a lasciare un bacio al mio ometto e subito dopo mi precipitai a chiamare Leo per poi andare a lavoro.

-Ragazzi complimenti avete fatto un ottimo lavoro con queste interviste- si congratulò con noi James- vi lascio il pomeriggio libero, godetevi il weekend e ci vediamo lunedì.

-Grazie e buona giornata- rispondemmo in coro, io e Leo.

Era mezzogiorno e decidemmo di andare a mangiare ad un ristorante vicino alla radio.

-Allora Martin, sei contenta di stare qui con Jawaad e Zayn?

-Si Leo non immagini neanche quanto, mi sono mancati tantissimo- gli risposi sorridendo a più non posso, ero felicissima di essere li a Los Angeles con le persone che amavo, anche se era per lavoro, bastava stare con loro per dimenticare tutto lo stress.

Dopo aver mangiato decidemmo di fare una passeggiata. Per la strada c’erano molte persone, la giornata era molto bella; i bambini si rincorrevano e i genitori li osservavano da lontano. Vedendoli pensai subito a Jawaad, mi mancavano quei momenti passati con lui, adesso passava tutto il tempo con Zayn e con quelli dello staff, però io avevo bisogno di lui e quando sarei tornata a casa mi sarebbe mancato ancora di più, dovevo parlare con Zayn dovevamo risolvere questa situazione.

-Amore di mamma vieni qui- dissi aprendo le braccia per abbracciare mio figlio.

-Mamma mi sei mancata, lo sai ho giocato tanto oggi.

-Bravo, ma papà dov’è?- chiesi impaziente di vederlo.

-Di la con l’antipatica bionda- rispose un po’ dispiaciuto.

-E chi è questa?- neanche lo feci rispondere, stavo già andando a cercarlo.

Arrivata alla porta del suo camerino sentì delle voci e la spalancai di colpo. Appena entrai vidi Zayn seduto sul divanetto di pelle bianca posizionato a lato della stanza, mentre Perrie faceva avanti e indietro per tutta la stanza.

-Martin- disse sorpreso Zayn alzandosi.

-Che ci fa lei qui?- chiesi in tono freddo.

-Niente, se ne stava andando- Zayn la spinse subito fuori dalla stanza.

-Zayn dimmi la verità, che stavate facendo?

-Niente amore te l’ho detto- rispose avvicinandosi e prendendomi per le spalle.

-Allora perché era qui?

-Voleva convincermi a tornare insieme- a quelle parole sentì come un nodo allo stomaco e mi sedetti. Non riuscivo neanche a pensare all’idea di allontanarmi di nuovo da Zayn, sarebbe stato troppo doloroso.

-Tesoro stai bene?

-Mi vuoi lasciare?- gli domandai senza pensarci.

-Martin io ti amo, ma…

-Ma…?- domandai con gli occhi lucidi.

-Il tour mi tiene molto impegnato, ma io ti amo solo che…-non lo feci finire di parlare, presi la borsa e con le lacrime uscì dalla stanza. Li fuori vidi tutti gli altri che parlavano, li salutai come se non fosse successo niente, presi la roba di Jawaad e me ne andai via.

 

Fino a quel momento era una bellissima giornata ma lui l’aveva rovinata del tutto. Arrivata in albergo feci addormentare Jawaad e intanto incomincia a fare le valigie, avevo deciso di tornare in Italia, qui al mio posto avrebbero mandato sicuramente Viola così almeno lei era felice e poteva stare con Leo. Mi sembrava di rivivere il dolore di qualche anno fa, di nuovo come quella volta stavo scappando, ma infondo questa era l’unica cosa che potevo fare per soffrire il meno possibile. La mia vita era come le montagne russe, quando sali e sei in alto stai benissimo ma quando scendi ti maledici e ti chiedi perché ci sei salita, non ce n’era bisogno, il fatto era che ti volevi divertire sapendo che prima o poi tutto sarebbe finito.

 


 

Ciaooo, scusate se posto così tardi ma ero in vacanza.

Spero che il capitolo vi piaccia anche se è corto.

Baci OneSoul xx

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Mamma ti odio. ***


 

MAMMA TI ODIO

 

Era passato quasi un mese dal mio ritorno in Italia e da quello che vedevo attraverso le riveste e la televisione il tour dei ragazzi procedeva senza nessun tipo di ostacolo. Forse ero proprio io che li ostacolavo per questo Zayn non mi voleva più. Solo lo zio Liam ogni tanto mi chiamava per sapere come stavo e qualche volta c’erano anche li altri con lui; si ma mai avevo sentito in sottofondo la voce di Zayn. Ogni sera mi chiedevo il perché del suo comportamento, se diceva di amarmi perché ero un peso per lui? Sicuramente il fatto di essere impegnato gli impediva di spassarsela…ma che bastardo per lui ero solo un passatempo allora, quando aveva bisogno di me diceva di amarmi quando ero d’intralcio mi lasciva. Erano questi i pensieri che tutti i giorni popolavano la mia mente. Ma la cosa più brutta di questa situazione era il fatto che Jawaad parlava con me solo se era strettamente necessario. Continuava a dire che ero stata io ad allontanarlo di nuovo da suo padre, ma lui era ancora piccolo non poteva capire il perché della mia fuga.

 

-Martin hai finito di organizzare i programmi?- mi chiese Marco arrivando nel mio ufficio.

-Si ho appena terminato.

-Stai bene?- continuò subito dopo lui.

-Certo, perché questa domanda?

-E’ che ti vedo triste da quando sei tornata dagli Stati Uniti.

-No, è che sono un po’ stanca- cercai di rispondergli con un sorriso, che per quanto sforzassi non riuscivo a creare sul mio viso.

-Martin c’è una chiamata per te sulla linea 1- gridò dall’altra stanza Giada, una mia collega.

-Scusa marco devo rispondere.

-Non ti preoccupare ci vediamo dopo- disse uscendo dall’ufficio.

 

-Pronto, chi è?

-Lei è la signora Martin Gil?- chiese la ragazza dall’altro capo del telefono.

-Si sono io, ma lei chi è?

-Sono Amanda, la maestra di suo figlio- a quelle parole mi presi di panico, forse era successo qualcosa a Jawaad.

-Jawaad si è fatto male?- chiesi preoccupatissima.

-No non si preoccupi, non è successo niente a suo figlio, l’ho chiamata perché qui c’è un signore che dice di avere il permesso di prendere Jawaad.

-Cosa? Non è possibile io non ho mandato nessuno e poi avrei chiamato per avvisarvi- continuavo ad essere preoccupata, chi poteva essere?

-Ne ero certa, per questo l’ho chiamata…..oh mi scusi c’è questo signore che le vorrebbe parlare.

-Me lo passi.

-Pronto Martin sono io- quella che rispose era la voce di Paul, la guardia del corpo dei ragazzi.

-Ciao Paul, scusa mi stavo spaventando, pensavo fosse qualche rapitore, ma perché sei a scuola di Jaw?

-Sono stato mandato a prendere Jawaad, lo devo portare con me a Londra.

-No, non puoi farlo- gli gridai attraverso il telefono- aspetta li che sto arrivando così parliamo meglio.

 

Corsi subito a prendere la macchina e in dieci minuti ero già arrivata a scuola da Jawaad. Appena entrai vidi subito Amanda, Paul e altre tre guardie del corpo. Subito mi avvicinai a loro.

-Paul ti ha mandato Zayn?- chiesi subito senza neanche salutare.

-Si, mi ha detto che vuole Jawaad con lui, il tour sta per terminare e vuole che per questi giorni lo porti dai sui genitori a Londra- ma come si permetteva a fare una cosa del genere, non mi poteva allontanare da mio figlio.

-Ma non può farlo è mio figlio- ero già con le lacrime agli occhi.

-Calmati non piangere, mi dispiace Martin ma è anche suo figlio.

-No che non mi calmo, jaw deve stare con me sono sua madre.

-Scusa ma non so davvero che fare- si vedeva che Paul era dispiaciuto.

-Chiama subito Zayn- dissi dopo essermi asciugata le lacrime.

-Pronto Zayn, si sono Paul…scusa ma qui c’è un problema…il fatto è che non posso prendere Jawaad…e perché hanno chiamato subito Martin…non fare così, vuoi che te la passo?...ok aspetta allora- sentivo solo quello che Paul diceva a Zayn e non viceversa, però capì che lui voleva parlare con me qquando Paul mi passò il cellulare.

-Zayn io ti ammazzo- gridai al cellulare senza lasciarlo parlare.

-Martin non puoi fare niente lui è anche mio figlio, ha il diritto di stare con me e la mia famiglia.

-Ma io sono sua madre devo essere al corrente di queste cose, non puoi far prendere mio figlio e farlo portare in un altro paese senza il mio permesso, non puoi in alcun modo- per fortuna le lacrime erano finite e riuscivo a far sentire il mio tono autoritario.

-Allora Martin, per prima cosa tu sei fuggita via portandoti mio figlio e seconda cosa sto facendo questo perché mi manca da morire Jawaad e non lo voglio perdere.

-Potevi pensarci prima- gli risposi in modo acido e staccai immediatamente la chiamata, non avevo più voglia di parlare con lui mi avrebbe solo fatta arrabbiare ancora di più.

-Signora suo figlio è di la, vuole che lo chiamo?- mi chiese gentilmente Amanda, io ancora un po’ sconvolta per la chiamata annui. Subito dopo vidi spuntare Jawaad dalla porta infondo al corridoi. Si avvicinò a me ma senza abbracciarmi, era questo l’atteggiamento che aveva nei miei confronti da quando eravamo tornati da Londra. Appena però vide paul si diresse subito nella sua direzione e l’abbraccò, si era legato molto a lui anche perché durante i concerti o le interviste Jawaad se non stava con Lou stava con lui.

-Ehi ometto come stai?

-Bene grazie, ma perché sei qui?

-Mi ha mandato il tuo papà per prenderti e portarti da lui.

-Paul non gli mettere queste idee in testa, lui non andrà dal padre- dissi prima che Jaw potesse rispondere, se prima era felice dopo le mie parole il suo sguardo era diventato arrabbiato nei miei confronti.

-Mamma sei cattiva, io voglio andare da papà- incominciò ad urlare e a piangere sempre di più. Io ancora presa dalla rabbia mi avvicinai a lui e diedi uno schiaffo alla sua piccola guancia, facendola diventare subito rossa a causa del forte impatto con la mia mano. Subito mi pentì del mio gesto, non avevo mai toccato mio figlio se non per coccolarlo, adesso quella che piangeva ero io. Neanche Jawaad piangeva più, mi guardava solo con odio da dietro la gamba di Paul, era sorpreso del mio gesto e anche un po’ impaurito.

-Scusa amore di mamma, non volevo- mi precipitai in ginocchio vicino a lui, ma continuò ad allontanarsi.

-Mamma ti odio- disse solo queste tre parole e per me fu come se mille coltelli mi perforassero il cuore. Paul si allontanò per farmi calmare, poi mi disse che forse era meglio se portava Jawaad da Zayn ed io a malincuore acconsentì e ancora scossa sa ciò che era accaduto pochi minuti prima continuai a piangere, percependo che la mia vita stava radicalmente cambiando, si ma cambiando in peggio. Si stava trasformando in un incubo.

 

 



Buonasera ecco un altro capitolo,

vi avverto subito che la mia ispirazione sta un pò calando

ma non vi preoccupate cercherò di non deludervi e scriverò al più presto un nuovo capitolo.

Voglio inoltre ringraziare le ragazze che hanno recensito la fanfictione

ed anche le ragazze che l'hanno messa nelle preferite/ricordate/seguite.

Grazie ancora e un saluto da OneSoul :)

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Ma ti piace? ***


 

MA TI PIACE?

 

La testa mi scoppiava e non riuscivo a prendere sonno, perché pensavo a ciò che era accaduto durante la giornata precedente. Oltre che per la lontananza da Jawaad stavo male per il modo in cui mi ero comportata nei suoi confronti, non mi consideravo più un buona madre e nella mia testa continuava a passare imperterrita la frase “mamma ti odio”; quelle erano le più brutte parole che avevo mai sentito in tutta la mia vita, le uniche a riuscire a rompere il mio cuore in mille pezzi. Mentre stavo quasi per riuscire ad entrare nel mondo dei sogni, o come nel mio caso sicuramente incubi, sentì il cellulare squillare e ancora confusa del perché suonasse alle tre del mattino andai a rispondere.

-Pronto?- chiesi con il filo di voce che mi rimaneva, dopo che per tutto il tempo avevo pianto. Neanche le lacrime riuscivano ad uscire più dai mie occhi per quanto avevo pianto, erano il mio unico punto di sfogo ma adesso non avevo neanche più questo e quindi mi dovevo limitare a fare urli che puntualmente soffocavo col cuscino per non farmi sentire dai vicini.

-Martin sono la mamma, Liam mi ha raccontato cosa è successo, come ti senti?- per fortuna qualcuno che mi voleva bene e che mi poteva aiutare.

-Mamma non ce la posso fare, mi sento uno schifo…ha detto che mi odia lo capisci?- dalla mia voce sembrava che piangessi, ma era solo la stanchezza a bloccarmi il fiato.

-Amore non fare così, capita a tutti un momento di rabbia, io so che lo ami da morire.

-Cosa posso fare?

-Cerca di riacquistare la sua fiducia, devi fargli capire che lo ami e che sei sua madre e se hai fatto quello che hai fatto è stato solo per il suo bene.

-Grazie mamma ci proverò, domani mattina chiamo subito Liam, vorrei tanto parlare a Jaw di persona ma non posso abbandonare il lavoro se no mi licenziano.

-Martin, questa lontananza vi aiuterà entrambi, lui potrà stare con suo padre e tu ti potrai godere del tempo che hai dovuto abbandonare per far crescere Jawaad da sola… non pensare che perché ti prendi del tempo per te sei una cattiva madre, ricordatelo- forse mia mamma aveva ragione, avevo dedicato tutta la mia adolescenza a crescere mio figlio adesso potevo anche pensare un po’ a me stessa, potevo divertirmi anche se comunque Jawaad sarebbe stato sempre nei miei pensieri e avrei cercato in tutti i modi di farmi perdonare da lui.

-Grazie di tutto mamma, salutami papà e i nonni, buonanotte.

-Buonanotte piccola mia- attaccai la chiamata e fortunatamente dopo qualche minuto riuscì a prendere sonno.

 

Il giorno dopo quando mi svegliai sentivo ancora la testa scoppiarmi, nonostante tutto riuscì a sistemarmi per andare a lavoro. Prima però di incamminarmi verso l’ufficio chiamai Liam. Parlai un po’ con lui, anche lo zio come la mamma mi disse che non mi dovevo sentire una cattiva madre e che tutto piano piano si sarebbe risolto, gli dissi ciò che mia aveva detto la mamma riguardo al fatto di divertirmi e anche lui era d’accordo. L’unica cosa che mi fece chiudere la chiamata in modo triste fu il fatto di non aver potuto parlare con Jawaad; Liam gli aveva chiesto di venire al telefono ma lui aveva detto testuali parole “Se è la mamma non voglio parlare con lei, lei non mi vuole bene” ed io mi ero sentita morire dentro.

A lavoro non andò poi tanto meglio, tutti mi continuavano a chiedere perché ero così pallida perché avessi le occhiaie e perché non ridevo alle loro battute. Ma cosa volevano da me se appena sveglia non avevo avuto neanche la forza di truccarmi, ero riuscita a vestirmi per miracolo e poi le loro battute facevano veramente schifo, neanche se stavo bene avrei riso anzi forse si ma solo per non offenderli.

L’unica cosa positiva della giornata fu l’arrivo di Viola a casa mia durante il pomeriggio. Aveva lasciato Leo da solo per poter stare con me, viste le mie condizioni. Viola era veramente fantastica, cercava in tutti i modi di farmi ridere e di tirarmi su, grazie a lei qualche sorriso ero riuscita a farlo anche perché mi faceva il solletico e io non resistevo quando le sue dita toccavano la mia pancia o il mio collo; ridevo anche se nel profondo del mio cuore ero triste, però almeno all’esterno un pò felice lo ero e questo grazie alla mia migliore amica.

-Martin alzati- mi disse Viola prendendomi le mani e aiutandomi ad alzarmi dal divano.

-Che dobbiamo fare?- chiesi non capendo le sue intenzioni.

-Stasera usciamo, ha una vita che non andiamo in discoteca.

-No Viola non ne ho voglia.

-Tua mamma ha detto di recuperare il tempo perduto, noi stasera faremo questo- disse mentre usciva a valanga i vestita dal mio armadio, per trovare quello adatto alla serata.

-Poi sistemi tutto tu vero?- le chiesi indicando tutta la confusione che stava creando.

-Si si…adesso prova questo- rispose porgendomi un vestito che neanche ricordavo di avere. Era un tubino nero semplice e con una fascia sotto il seno piena di strass, mi fece indossare un paio di scarpe con il tacco con gli stessi strass del vestito e poi finì il suo lavoro acconciandomi i capelli e mettendomi un filo di trucco, tanto per non sembrare un vampiro per quanto ero pallida in viso.

-Adesso che ho finito il mio capolavoro posso andarmi a sistemare- disse Viola lasciandomi in salotto per poi andarsi a sistemare nella mia stanza. Appena scese sentimmo suonare al campanello, quando andai ad aprire vidi che era Leo tutto vestito elegante, sicuramente l’aveva chiamato lei per venirci a prendere.

 

Ero da quasi un ora seduta su uno degli scomodi sgabelli vicino al bancone del bar, avevo bevuto solo due bicchierini di vodka e già mi sentivo la testa girare. Non ero abituata a bere, anche perché non lo facevo da tanto tempo forse da prima che nascesse Jawaad. Viola e Leo invece si stavano divertendo, continuavano a ballare e ad ogni canzone che passava sembravano sempre più carichi. Non so come facevano ad avere così tante forse io avevo ballato per si e no due canzoni e già ero stanca.

-Scusa è libero?- mi guardai confusa in giro in cerca della persona che aveva parlato, non avevo ancora ben capito se stava parlando con me o meno.

-Come?- chiesi ad un ragazzo altro e biondo che si presentò davanti a me.

-Chiedevo solo se questo posto era libero…o stai aspettando qualcuno?

-No è libero, ti puoi sedere.

-Piacere il nome è Sandro- mi porse la sua mano e mi sorrise.

-Piacere Martin.

-Come mai tutta sola qui?

-Non mi andava più di ballare, tu invece?- non che mi interessasse ma  glielo chiesi tanto per fare conversazione visto che mi stavo annoiando.

-Non sono amante delle discoteche, sono venuto solo per far contenti i miei amici- non sembrava male come persona- non sei italiana, vero?- continuò subito dopo lui.

-Si, non so come fanno tutti a capirlo.

-Forse perché hai un accento piuttosto strano?- chiese retorico Sandro ed entrambi scoppiammo a ridere.

-Si forse hai ragione- continuavamo a ridere e a parlare di cose del tutto senza senso, come per esempio del modo in cui il barista faceva i drink oppure su come ballavano le persone che erano in pista; ma nonostante questo mi stavo divertendo tanto con lui.

-Martin dobbiamo…..oh scusami non sapevo avessi compagnia- disse Viola vedendomi con Sandro.

-Non ti preoccupare…ragazzi lui è Sandro, Sandro loro sono Viola e Leo- li indicavo per presentarglieli e subito dopo i miei amici gli strinsero la mano.

-Martin allora ci sentiamo…tanto il mio numero ce l’hai.

-Si, ho passato una piacevole serata- gli dissi sorridendo e subito dopo gli diedi un bacio sulla guancia.

Uscimmo dal locale e Viola incominciò a fare domande su domande, voleva sapere nei minimi dettagli la nostra conversazione, sembrava una bambina per come faceva. Intanto Leo se la rideva vedendo la mia faccia esasperata mentre raccontavo ciò che era accaduto e puntualmente Viola mi bloccava chiedendomi “ma ti piace?”, ma quella fu l’unica domanda a cui non risposi. Non si può dire che fosse un ragazzo brutto, anzi era abbastanza bello era biondo però di una tonalità più chiara rispetto a Niall, aveva occhi smeraldo che a dire la verità mi ricordavano quelli di Harry, era vestito molto simile a mio zio Liam ed era simpatico quasi quanto Louis. Chissà perché pensando a Sandro collegavo tutti i sui particolari ai ragazzi? La verità era che mi mancavano da morire. Poi pensai anche che non aveva niente in comune con Zayn anzi era completamente il contrario di lui e questo mi fece sorridere perché mi passo per la testa il pensiero che per me lui era unico; dovetti però abbandonare quel pensiero per non ritornare di nuovo triste. Tutto sommato la serata era passata molto bene quindi non dovevo di nuovo demoralizzarmi,  poi volevo incominciare a seguire i consigli di mia madre e quindi sicuramente avrei chiamato Sandro. Era stato carino con me e per quel tempo passato insieme mi ero sentita bene e non avevo pensato a Zayn, forse lui mi poteva aiutare a dimenticarlo ma ribadisco il forse perché era quasi impossibile allontanare Zayn dai miei pensieri.



 

Ecco un nuovo capito,

spero vi sia piaciuto e aspetto come sempre le vostre recensioni.

Buonpomeriggio a tutte OneSoul :)

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Ti chiedo scusa. ***


 

TI CHIEDO SCUSA

 

Il giorno dopo non dovevo lavorare, era domenica, quindi speravo di riuscire a dormire fino a tardi ma ciò non accadde perché fui svegliata da un suono proveniente dal mio cellulare. Era un messaggio, c’era scritto: “Ho passato una piacevole serata, vorrei rincontrarti per te va bene oggi a pranzo? Fammi sapere. Sandro xx”. Leggendo il messaggio mi usci un sorriso, era un ragazzo molto simpatico e volevo assolutamente rincontrarlo, infatti subito dopo risposi che mi avrebbe fatto molto piacere e lui mi disse il luogo dell’incontro.

Subito dopo il cellulare ricominciò a suonare, questa volta era una chiamata. Mi precipitai per prendere il cellulare che avevo lasciato sul comodino dopo aver risposto hai messaggi di Sandro. Sul display si illuminava il nome “Harry”, mi sembrò un po’ strana la sua chiamata a quell’ora. Erano ancora le nove e lui non era molto mattiniero.

-Pronto Harry.

-Martin ciao non sono Harry, sono Lou ti devo parlare- che strano perché Lou mi aveva chiamata?

-Ciao Lou cosa è successo?

-Ti volevo avvertire che Jawaad sta male, ha la febbre- a quelle parole mi rattristì, il mio bambino stava male ed io non ero con lui.

-Siete a Londra?

-Si siamo tornati ieri, adesso Jaw è con me perché i ragazzi avevano un intervista di mattino presto.

-Lou prendo il primo volo e sono li- dissi mentre mi dirigevo già verso l’armadio per prendere qui pochi vestiti che mi sarebbero serviti per stare a Londra, almeno il tempo che Jaw si sarebbe ripreso.

-Va bene Martin, quando arrivi chiamami che ti vengo a prendere- detto questo mi diede il suo numero e subito dopo staccai per poter finire di sistemare la valigia.

Raccontai l’accaduto a Viola, chiamai anche Marco per avvertirlo che per qualche giorno non sarei potuta andare a lavoro a causa del malore di Jawaad, per questo motivo di sicuro non mi avrebbe licenziata sapeva quanto contava per me mio figlio.

 

Ero appena arrivata a Londra con il primo volo che avevo trovato disponibile. Era mezzogiorno e aspettavo l’arrivo di Lou. Ma al suo posto vidi spuntare mio zio Liam, che sventolava il braccio per farsi vedere. Mi avvicinai e mi catapultai letteralmente su di lui.

-Zio- urlai nelle sue orecchie e Liam dovette allontanare un po’ la testa per non diventare sordo.

-Martin mi sei mancata tanto però potresti scendere, sai non sei tanto leggera- disse lui per prendermi in giro e io per stare al gioco mi finsi offesa.

Il viaggio verso casa dei ragazzi durò una ventina di minuti. Anche se Londra era la mia casa, non conoscevo la zona dove i ragazzi avevano comprato le loro case; era infatti un quartiere molto isolato rispetto al resto della città sicuramente per evitare che le fan scoprissero dove abitassero.

-Tesoro siamo arrivati, questa e casa mia- mi disse Liam scendendo dalla macchina e indicandomi la villetta che c’era davanti a noi.

-Molto bella complimenti- mi stavo dirigendo verso l’entrata ma lo zio mi prese il polso per fermarmi.

-Martin Jaw non è qui, è a casa di Zayn- Liam vide la smorfia che feci a sentire il nome Zayn, ma subito si apprestò ad aggiungere- lui però non c’è, è uscito con Louis.

-Ok- risposi con un falso sorriso e ci incamminammo verso quella che doveva essere la casa in cui per ora alloggiava mio figlio.

Suonammo alla porta e ci venne ad aprire Lou che subito mi abbracciò. Andammo subito dopo in salotto, li c’era Jawaad steso sul divano che dormiva e intorno a lui c’erano Niall, Harry e una ragazza che non avevo mai visto. Salutai i due ragazzi con un abbraccio e un bacio sulla guancia, al contatto con loro mi sentì subito a casa, mi erano mancati tutti tantissimo. Quando arrivai davanti a quella ragazza le porsi una mano per presentarmi. Era una ragazza molto bella, capelli e occhi castani non era molto alta era anche più bassa di me ed aveva un bel fisico, sicuramente era una modella.

-Piacere, io sono Martin la mamma di Jawaad- le dissi sorridendo.

-Il piacere e tutto mio, mi chiamo Margareth e sono…- mi rispose in modo titubante, che carina era timida si vedeva anche che aveva sicuramente qualche anno in meno di me.

-Lei è con me- si precipitò a dire Harry cingendole i fianchi con le sue muscolose braccia.

-Ah allora sei la nuova fiamma di Harry?- chiesi in modo scherzoso facendole l’occhiolino, lei arrossì immediatamente e Harry la rassicurò dandole un bacio sulla guancia. Che poi secondo me invece di tranquillizzarla l’aveva fatta agitare ancora di più.

 

Avevamo appena finito di pranzare e continuavamo a parlare in cucina, ancora Jawaad non si era svegliato e Louis e Zayn non erano tornati. E ad un certo punto mi squillò il cellulare, non aspettavo nessuna chiamata e mi sembrò strano che qualcuno mi chiamasse all’ora di pranzo ma lo stesso andai a rispondere. Presi il telefono e senza neanche guardare il display risposi.

-Pronto.

-Martin sono Sandro, ti sto aspettando al ristorante- sentendo chi era mi porti una mano in fronte, avevo completamente dimenticato l’appuntamento che avevo con lui.

-Scusa Sandro l’avevo completamente dimenticato.

-Non ti preoccupare, dai ti aspetto quanto ci metti?- mi chiese tutto contento, mentre io gli dovetti dire che ero a Londra per problemi di famiglia. Non gli avevo detto che avevo un figlio, avevo paura che sapendo la verità non sarebbe voluto più uscire con me.

-Oh capisco, allora sarà per la prossima volta.

-Si te l’assicuro, ho tanta voglia di uscire con te…ti chiedo scusa- si vedeva che era dispiaciuto ma subito dopo lo dovetti salutare perché Jawaad si era appena svegliato e chiamava Liam.

-Amore dello zio come ti senti?- gli chiese Liam mettendoselo sulle gambe.

-Adesso meglio- rispose Jaw con la vocina ancora impastata dal sonno, io intanto guardavo la scena dalla porta della cucina.

-Jaw c’è qualcuno che ti vuole parlare- disse Harry, in quel momento Jawaad si guardò intorno e mi vide.

-M-m-mamma- riuscì a mormorare lui, prima che delle piccole lacrime scendessero dalle sue guanciotte. A quel punto mi precipitai da lui e lo abbracciai forte continuandogli a ripetere vicino all’orecchio le mie scuse. Jawaad ricambiò l’abbraccio, si vedeva che adesso piano piano mi stava perdonando. Il momento di rabbia di due giorni fa era passato e anche lui come me aveva capito che separati non riuscivamo a stare e questo lo capì quando mi strinse ancora più forte e mi sussurrò “Ti voglio tanto bene mamma”. Subito dopo però ci staccammo perché sentimmo la porta di ingresso aprirsi; erano tornati Zayn e Louis. Non sapevo proprio come mi sarei comportata con Zayn, per quello che mi avevano detto i ragazzi lui non sapeva che mi avevano chiamata e che ero li a Londra, chissà come avrebbe reagito appena mi avesse visto; speravo solo che tutto andasse bene.

 


 

Buonasera so che è tardi ma cercherò di essere breve :)

Voglio ringraziare tutte le ragazze che leggono la storia

e soprattuto la mia amica Margherita,

da cui mi sono ispirata per il personaggio

della nuova fiamma di Harry xD

Comunque se vi piace la storia per favore fatemelo sapere.

Grazie mille, un bacione OneSoul :)

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Niente, lascia stare. ***


 

NIENTE, LASCIA STARE

 

La porta si aprì lentamente, Jawaad si era accomodato sulle mie gambe ed entrambi avevamo voltato lo sguardo verso Zayn e Louis che stavano per entrare. Appena Zayn posò i sui occhi su di me fece una strana smorfia, non riuscivo a decifrare il significato del suo viso. Per la prima volta da quando lo conoscevo, Zayn Malik era diventato un enigma per me. Ma d'altronde era da un mese a questa parte che non lo riuscivo a capire. C’era assolutamente qualcosa sotto, il suo sguardo un momento sembrava triste mentre il momento dopo sembrava uno sguardo di odio puro nei miei confronti. Alla fine decise di avvicinarsi a me e proprio in quel momento la paura invase il mio corpo, che poi paura di cosa? Di sicuro non mi avrebbe fatto del male…ma forse avevo più paura delle sue parole piuttosto che dei sui gesti; e poi si dice che la lingua non ha ossa ma spezza le ossa, lui con le sue parole mi avrebbe potuto anche uccidere.

-Che ci fai qui?- mi chiese prendendo in braccio Jawaad ma senza degnarmi di uno sguardo. Vedi tutti uscire dalla stanza, preferivano lasciarci soli. Non volevo però far sentire le nostre litigate a Jawaad, infatti prima che Louis uscisse gli mimai con le labbra “portalo con te”, lui tornò indietro e dopo che Zayn diede un bacio sulla fronte a suo figlio, lo prese e lo portò via.

-Sono qui perché mio figlio sta male- gli risposi calcando maggiormente l’aggettivo Mio.

-Vedi che so badare a Jawaad, sono suo padre non c’era bisogno che venivi fino a qui.

-Ah certo, sai che sei padre solo da qualche mese e già vuoi il riconoscimento come genitore dell’anno? Ma non farmi ridere- dissi facendo una risata sarcastica.

-Oh scusa vero, il riconoscimento lo devono dare a te- rispose lui alzando un sopracciglio, poi continuò dicendo- si a te che te ne vai in discoteca a flirtare con i ragazzi.

-Che cosa? Ma che stai dicendo?

-Martin non fare la finta tonta, dove eri ieri sera?- dopo le sue parole feci mente locale e mi ricordai della serata precedente, quando avevo conosciuto Sandro.

-Che fai adesso mi fai pure pedinare?- chiesi super arrabbiata.

-No, solo che delle nostre fan ti hanno riconosciuto, c’è su internet una foto dove si vede che sei con un ragazzo, e lui ti spoglia con gli occhi- rispose lui serrando la mascella e chiudendo le mani a pugni, sembrava anche più arrabbiato di me.

Non avevo mai dato peso alle fan, a dire la verità non mi avevano mai fermato per strada e non sapevo neanche cosa pensassero di me perché comunque non avevo ne Facebook ne Twitter, inoltre non amavo neanche molto i giornali scandalistici. Chissà se c’era finita almeno una volta una mia foto li, oppure avevano fatto qualche articolo dove mi nominavano… Mentre pensavo a tutto questo, non mi accorsi che Zayn per la prima volta dopo tanto mi guardava con uno sguardo rilassato, quasi dolce. Ma quando si accorse che lo stavo fissando abbasso lo sguardo che subito dopo tornò rude.

-Sono solo uscita con Viola e Leo, non ho fatto niente di male.

-Niente di male? Ma se stavi parlando con quel ragazzo? Non puoi uscire con il primo che capita.

-Zayn, adesso è un reato parlare con le persone? Ma che stai dicendo, prima mi tratti male e ti porti via mio figlio e poi vuoi comandare sulla mia vita, non ti capisco proprio- gli risposi voltandomi per dirigermi verso la cucina. Non avevo più voglia di parlare con lui. Contemporaneamente però Zayn prese il mio polso e mi avvicinò a se; era da tanto tempo che non mi trovavo così vicino al suo viso e il mio cuore stava già scalpitando dentro al mio petto.

-No, sei tu che non capisci Martin.

-E sentiamo…Cosa dovrei capire?

-Niente, lascia stare- mi disse lasciandomi il polso e allontanandosi. Adesso era lui che se ne stava andando, lo vidi prendere la giacca che in precedenza aveva adagiato sul divano e poi con la coda dell’occhio lo vidi dirigersi verso la porta di ingresso. Riuscì a sentire solo il forte rumore della porta che sbatteva, avevo subito abbassato lo sguardo quando se n’era andato e quella botta mi fece sussultare. Immediatamente incominciai a piangere, tutte le lacrime, che avevo trattenuto mentre Zayn era davanti a me, scendevano in quel momento velocemente lungo le mie guancie rosse a causa della rabbia ma principalmente a causa della sua vicinanza.

-Martin, ti senti bene?- mi chiese Liam mentre mi accarezzava le spalle.

-Scusate ma credo proprio che devo andare.

-No, mamma resta- disse Jawaad, precipitandosi subito dopo tra le mie braccia.

-Amore, devo tornare a casa ma tu puoi restare, non voglio litigare ancora con tuo papà.

-Va bene, ti voglio bene mamy- risposi semplicemente “anch’io” e lo strinsi ancora più forte.

Tutti mi chiesero di restare almeno per la notte, ma sapevo che non sarei riuscita a stare con il pensiero che lui eri li a pochi passi da me. Quindi decisi di prendere il primo volo disponibile. Nel giro di neanche una giornata ero andata e subito dopo tornata, se questa sarebbe stata la mia vita speravo vivamente che qualcosa sarebbe cambiata, non volevo vedere mio figlio solo per poche ore per poi scappare letteralmente via.

 

IL GIORNO DOPO

-Allora cosa è successo?- chiese Viola, mentre beveva il suo caffè. Avevamo deciso di fare colazione al bar prima di andare a lavoro.

-Abbiamo litigato di nuovo, è troppo strano non sembra più neanche lui.

-Ma adesso come ti senti?- le risposi che non ne avevo voglia di parlare e continuammo a bere il nostro caffè, eravamo anche un  po’ in ritardo infatti appena finimmo ci precipitammo alla radio.

Arrivate li subito Marco ci informò sul lavoro che dovevamo fare, io e Viola ci separammo avevamo incarichi differenti da svolgere. Dovevo aspettare una nuova band, dovevo sentire come cantavano e poi avrei dovuto decidere se inserirli nella scaletta, del concerto che stava organizzando la radio per cui lavoravo, oppure mandarli via. Stavo aspettando già da un po’, mi ero seduta nei divanetti all’entrata dell’edificio, mi stavo incominciando ad arrabbiare odiavo aspettare.

-Salve, siamo qui per fare un provino- alzai la testa dalla rivista che stavo leggendo e mi ritrovai davanti un ragazzo moro e alto, aveva anche una chitarra sulle spalle.

-Siete un po’ in ritardo- gli risposi guardando l’orologio che portavo sul mio polso sinistro.

-Ci scusi tanto, siamo ancora in tempo?

-Si, non vi preoccupate- guardai anche gli altri ragazzi della band che si stavano avvicinando e subito mi accorsi di conoscerne uno- Sandro, che ci fai qui?- Si era proprio lui, non pensavo avesse una band- Sei un musicista?- continuai a chiedergli.

-Ciao Martin, questa è la mia band io sono il cantante, ma non so suonare- mi rispose grattandosi la nuca, sembrava un po’ imbarazzato. Che coincidenza , anche lui era un cantante che strana cosa. Mi ritrovai a sorridere senza un motivo ben preciso.

-Va tutto bene?

-Benissimo, scusa ma non sapevo cantassi- risposi a Sandro, subito dopo mi incamminai verso la sala dei provini e gli dissi di seguirmi.

 

Non cantavano male, anzi erano abbastanza bravi. Decisi che per il concerto erano perfetti e loro ne furono felicissimi.

-Martin, abbiamo ancora un appuntamento in sospeso- mi disse Sandro mentre gli altri sistemavano i loro strumenti.

-Si hai ragione, e scusa ancora se ieri ti ho dato buca.

-Non ti preoccupare, adesso hai risolto?- mi chiese premuroso accarezzandomi una spalla.

-Diciamo- risposi semplicemente, abbassando la testa.

-Va bene per te se ci vediamo allora stasera?-chiese questa volta speranzoso.

-Si sono libera, quindi per me va bene.

-Allora ti passo a prendere alle otto.

-Ok, a stasera- dissi avvicinandomi per salutarlo con un bacio sulla guancia.

 

Era stato molto gentile a rinvitarmi, non si era per niente arrabbiato. Pensavo a come sarebbe stata la serata ma non ne avevo la minima idea. Speravo solo di riuscire a lasciare i problemi a casa, così mi sarei potuta godere la serata in tranquillità. 

 

 


 

Buonasera, e dopo quasi una settimana ecco un nuovo capitolo.

Ringazio tantissimo chi ha recensito la storia,

ma anche chi l'ha messa nelle Preferite/Seguite/Ricordate...

Grazie ancora un bacione OneSoul :)

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Non te lo aspettavi? ***


 

NON TE LO ASPETTAVI?

 

Stavo cercando di sistemare i miei capelli ricci che però non avevano voglia di stare fermi. Ero già vestita per l’appuntamento con Sandro, le uniche cosa che mi mancavano erano il trucco e i capelli.

-Tutto apposto?- chiese Viola affacciandosi alla porta del bagno.

-No, sono in crisi non riesco a far star fermi questi capelli.

-Non ti preoccupare adesso ti aiuto io- mi rispose incominciando a prendere l’occorrente per sistemarmi. Alla fine mi feci truccare anche da lei, era brava in queste cose e per lei era stato un piacere aiutarmi.

 

Mancavano dieci minuti alle 20:00, ora in cui sarebbe arrivato Sandro, ed io ero agitatissima. Continuavo a fare avanti e indietro per tutto il salotto nonostante avessi dei tacchi altissimi. Era da tantissimo tempo che non avevo un appuntamento e per questo ero preoccupata di fare qualche errore. Mentre facevo l’ennesimo giro della stanza mi senti prendere le spalle, era Viola che cercava di tranquillizzarmi, solo che dopo pochi minuti sentimmo suonare e quella leggera tranquillità che si era creata in quel poco tempo da quando si era avvicinata a me, era di nuovo scomparsa e aveva fatto posta all’ansia. Per fortuna andò ad aprire Viola così ebbi la possibilità di riprendermi un po’.

-Ciao Martin, sei bellissima- sussultai sentendo quella voce. Ero girata verso il camino che si trovava nella parte opposta dell’entrata, quindi mi spaventai sentendo arrivare da dietro Sandro. Mi girai e lui si trovava a poca distanza da me, infatti aveva appena appoggiato le mani su i miei fianchi.

-Grazie anche tu non sei male- risposi imbarazzata e lo salutai con un bacio sulla guancia.

 Si allontanò da me e prendendomi per mano mi portò verso la sua macchina. Mi aprì lo sportello per farmi salire e, dopo aver preso posto al lato di guida, partì in direzione del ristorante.

 

Il luogo in cui mi aveva portata era molto elegante, si vedeva benissimo che sicuramente a fine serata avrebbe pagato tantissimo. Si perché, anche se avevo insistito per fare a metà, aveva precisato fin dall’inizio che avrebbe pagato lui il conto. Il nostro tavolo era piuttosto appartato e lontano dalla confusione, infatti riuscimmo a dialogare al meglio.

-Allora parlami un po’ di te- dissi a Sandro appoggiando i gomiti sul tavolo e appoggiando il mento sul palmo delle mani, come se fosse una posizione d’ascolto. Sapevo bene che non era molto educata quella posizione, ma era il modo in cui io mi sistemavo per ascoltare meglio.

-Va bene…ehm…fammi pensare- rispose inizialmente e poi continuò dicendo- che sono un cantante l’hai scoperto, certo non sono famosissimo ma cerco di fare il mio meglio- sorrisi alle sue parole.

-Siete molto bravi, chissà forse anche voi farete successo.

-Non so, ci servono i contatti giusti…forse piano piano riusciremo ad avere almeno la metà del successo che ha quella band che si sente nominare in questo momento- avevo capito subito a chi si riferiva ma comunque facevo finta di niente- One…one e qualche cosa, scusa non mi ricordo, non sono molto bravo nel ricordare i nomi.

-Non ti preoccupare, non fa niente- subito dopo ci mettemmo a ridere insieme. Arrivò il cameriere e incominciammo a mangiare ciò che avevamo ordinato prima di iniziare la nostra conversazione.

Si mangiava benissimo in questo ristorante. Eravamo arrivati al dolce, gustavo lentamente il mio dolce al caramello e allo stesso tempo guardavo gli occhi di Sandro. Erano degli occhi chiarissimi tutto l’opposto degli occhi scuri di Zayn. Non capivo però perché dopo una serata che non avevo pensato a lui adesso mi compariva in mente, arrivava nei miei pensieri nei momenti meno opportuni. Dopo tanto tempo mi divertivo e lui anche se non era presente rischiava di rovinare tutto. A questo punto decisi di prendere parola per distrarmi un po’ ma fui anticipata da Sandro.

-Come mai sei venuta qui a Londra?- questa era la domanda peggiore che mi potesse fare, non sapevo che rispondere, non sapevo se dirgli la verità o meno.

-Volevo allontanarmi dalla vita che svolgevo li- risposi semplicemente alla fine.

-C’entra un ragazzo vero?- chiese nuovamente Sandro, quel ragazzo sembrava leggermi nel pensiero.

-Si, scusa ma preferirei non parlarne.

-Va bene…ma adesso vieni con me, ti faccio vedere un posto bellissimo- disse prendendo la mia mano e portandomi fuori dal ristorante dopo aver pagato.

Mi portò in un parco, essendo sera era vuoto ma pur sempre illuminato. Incominciammo a camminare mano nella mano lungo l’enorme viale che si estendeva per tutto il parco. Eravamo circondati da enormi alberi e le luci calde dei lampioni rendevano l’atmosfera tranquilla e serena. Dopo una decina di minuti ci sedemmo su una panchina che si trovava al bordo del grande viale. Sandro portò una mano sulle mie spalle ed io dopo un primo momento di sorpresa, mi rilassai e mi avvicinai di più a lui fino ad appoggiare la testa sul suo petto. Non so per quanto tempo restammo in questa posizione, restavamo così fermi a parlare di tutto ma allo stesso tempo di niente, parlavamo delle prime cose che ci passavano per la testa e molte volte ridevo delle smorfie che faceva quando mi raccontava qualcosa di divertente. Alzai lo sguardo per osservarlo meglio. Vedevo come mi guardava e vedevo anche i suoi movimenti, si capiva che era attratto da me ma io non sapevo ancora se lo stesso valeva per me. Avevo paura di illuderlo. Sentivo dentro di me che dopotutto stavo bene con lui ma la cosa che mi spaventava di più era non riuscirlo ad amare veramente, perché solo con Zayn era capitato anche se tutto era andato storto.

I miei pensieri però si bloccarono immediatamente quando sentì delle labbra premere sulle mie. Un tocco leggero e morbido. Subito cercò di avere più contatto con me e avvicinò ancora di più il mio viso al suo accarezzandomi la nuca. Non mi tirai indietro, quel bacio mi stava piacendo veramente, da quando aveva sfiorato le mie labbra avevo incominciato a sentire dei brividi lungo tutto il mio corpo. Sandro cercava di accarezzarmi e le sua lingua giocherellava lentamente con la mia. Continuava ad accarezzarmi e ciò mi fece rilassare.

Ci staccammo dopo qualche minuto ed io diventai paonazza in viso. Appena vide il mio viso lui si mise subito a ridere.

-Non te lo aspettavi?- mi chiese ancora ridendo.

-Se devo essere sincera non credevo che tu fossi uno che bacia al primo appuntamento-  gli sussurrai all'orecchio, dopo il bacio eravamo rimasti abbracciati.

-Sono le due di notte,che ne dici di tornare a casa?- chiesi a Sandro dopo pochi minuti di silenzio.

-Va bene adesso ti accompagno.

 

 

Sandro mi riaccompagnò a casa e, dopo un bacio a stampo sulla soglia della porta, tornò alla sua auto. Rimasi a guardarlo andare via fino a che non girò l’angolo e subito dopo entrai in casa. Andai subito a letto, ero stanchissima. La serata era andata abbastanza bene e poi dopo il bacio avevo capito che qualcosa la provavo anche io per lui, certo non potevo dire di amarlo ma comunque che ci tenevo a lui si. Stavo incominciando a lasciare alcuni problemi alle spalle ma alla fine in questo momento il problema principale era uno solo. Avrei detto a Sandro di Jawaad? O l’avrei tenuto nascosto ancora per un po’?

 


 

Scusate tantissimo per il ritardo,

ho scritto velovemente il capitolo non so neanche se è venuto bene.

Speriamo vi piaccia lo stesso.

Buonanotte OneSoul xx

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Ohh guarda non sei più figlia unica. ***


 

OHH GUARDA NON SEI PIU' FIGLIA UNICA

 

Dall’appuntamento con Sandro erano passate alcune settimane, ma avevamo continuato a uscire insieme, una sera eravamo andati al cinema mentre la volta dopo al bowling. Qualche volta scappava qualche bacio ma niente di più, potevamo sembrare una coppia agli occhi di tutti ma noi non ne avevamo mai parlato, a noi bastava semplicemente stare insieme senza pensare a niente, soprattutto io non volevo pensare a niente.

Ogni giorno parlavo con Jawaad, mi raccontava le sue giornate e diceva che si trovava bene a Londra anche se gli mancavo tantissimo. Mi sentivo anche con gli altri soprattutto con Liam, d'altronde era mio zio sarei stata sempre più legata a lui, ma mi mancavano tantissimo tutti quanti. Mi mancava passare il tempo con loro che mi facevano ridere continuamente con le scemenze che facevano. Credo che tutte quelle cose se le sognassero la sera per poi metterle in atto davanti a me; mi ricordo che una volta per farmi ridere avevano attuato un piano alquanto strano (mi avevano detto che ci avevano messo una nottata per elaborarlo), secondo loro vederli vestiti da principesse mi avrebbe tirato su il morale, alla fine non avevano tutti i torti erano riusciti a farmi ridere subito e devo dire che anche vestiti in quel modo erano molto carini, però la cosa più imbarazzante fu che vennero a fare shopping con me concianti in quel modo. Meglio non ricordare la mala figura colossale che mi fecero fare quel giorno, anche se ogni volta che ci penso non la smetto più di ridere e mi scendono anche le lacrime.

-Tesoro va tutto bene?- mi chiese Sandro, con una faccia sconvolta a causa del mio comportamento insolito, stavamo facendo una passeggiata e da che ero tranquilla mi sono messa a ridere come una pazza in mezzo alla strada.

-Tu-tto ap-po-sto- cercai di dire ma continuavo a ridere- scusa come mi hai chiamato?- domandai appena rielaborai tutta la sua frase.

-Ah…cosa?...perchè come ti ho chiamata?

-Non fare finta di niente, mi hai chiamata tesoro- dissi riprendendo a camminare lasciandolo indietro, poi mi girai e camminando all’indietro gli dissi- comunque vedi che non ti ho detto che non puoi chiamarmi così- lui subito rise e mi raggiunse, mise un braccio sulla mia spalla e continuammo a camminare spensierati per le vie del centro di Milano.

 

 

Ero appena tornata dalla passeggiata fatta con Sandro e stavo aspettando l’arrivo di Viola, dovevamo passare la serata insieme come una specie di pigiama-party in pratica. A lei piacevano queste cose, molte volte mi sembrava una bambina piccola per come si comportava ma era anche molto divertente vedere quello che combinava. Mi divertivo specialmente quando saltellava per casa sentendo o vedendo i suoi cantanti preferiti in TV oppure alla radio, senza contare però che ancora non si era abituata al fatto che ero la nipote di Liam Payne e che il padre di Jawaad era Zayn. Continuava a chiedermi informazioni su informazioni su di loro e la settimana precedente mi aveva anche chiesto di procurare sia a lei che a Leo i biglietti di concerto e backstage per il concerto che i ragazzi avevano a Londra.

Stavo finendo di sistemare gli stuzzichini che avremmo dovuto mangiare con Viola durante il film, quando il mio cellulare incominciò a squillare. Mi precipitai in salotto per rispondere alla chiamata. Era mia madre.

-Pronto mamma.

-Oh amore come stai?

-Abbastanza bene, li da voi come va?- le chiesi sorridente. Ogni volta che parlavo con lei mi scappava un sorriso. Non che in quel momento fossi triste, ma sentire la mia mamma era sempre una gioia in più.

-Tutto bene, anche se ci manchi tantissimo.

-Lo so anche voi mi mancate.

-Tesoro avevamo pensato che potresti venire qui da noi a stare per le vacanze di Natale- vero si stavano avvicinando le festività natalizie. Avevo pensato di andare a Londra per due massimo tre giorni, non avevo pensato a stare per tutte le vacanze, alla fine volevo stare più tempo possibile con la mia famiglia ma adesso c’era anche Sandro e non sapevo veramente che fare, mi aveva proposto di passare il natale insieme…Cosa avrei fatto?

-Mamma si sarebbe fantastico.

-Martin che c’è?- mia madre capiva subito quando c’era qualcosa che non andava, non le si poteva nascondere niente.

-Ho conosciuto un ragazzo e siamo molto amici, mi aveva proposto di passare il natale insieme- risposi titubante alla sua domanda.

-Martin non ci sono problemi puoi portare anche il tuo nuovo fidanzato.

-No no mamma che hai capito, non siamo fidanzati- mi affrettai a dire.

-Si si come dici tu.

-Veramente mamma non abbiamo ancora parlato di questo fatto e poi non gli ho detto nulla di Jawaad.

-Come? Lui non sa che hai un figlio?- mi chiese allarmata.

-No avevo paura che se avesse saputo la verità si sarebbe allontanato da me, mamma in questo momento è la cosa migliore che mi sia capitata, non voglio che tutto finisca.

-Non ti preoccupare, ne hai passate tante come ti dico sempre goditi questo periodo di pace- dopo una breve pausa mi disse- sai che ti dico porta anche questo ragazzo con te.

-Mamma e come faremo con Jawaad?

-Ohh guarda non sei più figlia unica- mi rispose sarcastica.

-Fai la seria, Jawaad non la prenderà per niente bene- era un idea stupita, come le era venuta in mente?

-Va bene allora faremo finta di niente, ma venite ti prego.

-Ok va bene mamma glielo dico appena finisco di parlare con te.

-Allora vi aspetto il venti dicembre, ciao amore della mamma- la salutai anch’io e poi la chiamata terminò.

Ero felicissima di passare le vacanze a casa, avrei chiesto a Marco di poter restare per un itero mese perché Jawaad faceva il compleanno l’undici gennaio e io non me lo volevo perdere.

 

-Allora per te va bene?- chiesi nuovamente a Sandro per avere conferma, mi aveva appena detto che era felicissimo di venire con me dalla mia famiglia.

-Come ti ho già detto va benissimo, non vedo l’ora di conoscere la tua famiglia- terminai la chiamata anche con lui e poi tornai in cucina, era appena arrivata Viola così prendemmo le cose da mangiare e ci precipitammo sul divano a vedere un film.

 

 

Non vedevo l’ora che arrivasse il momento di partire, era da un po’ che non vedevo la mia famiglia ma soprattutto Jawaad, la persona più importante della mia vita. Grazie a questa opportunità avrei potuto passare un mese con il mio piccolino e inoltre gli avrei potuto organizzare una bellissima festa di compleanno. Non avevo mai fatto feste per i suoi compleanni, non essendoci la mia famiglia festeggiavamo solo e sempre insieme a Viola. Questa volta però sarebbe stato diverso perché ci sarebbe stata tutta la famiglia riunita cosa molto importante soprattutto per me e Jawaad che fino a poco tempo fa vivevamo da soli l’uno per l’altra e viceversa. Speravo in un Natale stupendo, ma ancora era tutto da vedere.


 


 


Buonasera, era da un pò che non postavo spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Come sempre spero nelle vostre recensioni,

anche se non ce ne sono molte continuo a scrivere i capitoli

per quelle ragazze che continuano a leggere la mia storia e le ringrazio tutte tantissimo *-*

Però principalmente voglio ringraziare una mia amica

che mi ricorda sempre di aggiornare (io le dico che mi sembra una mamma che ricorda al figlio di fare i compiti xD), comunque devo ringraziare lei anche perchè mi ha proposto di creare un trailer per questa storia,

io anche se non ne avevo mai creato uno l'ho accontentata.

Spero che vi piaccia: 

 

http://www.youtube.com/watch?v=YXUSocu1OxA&feature=youtu.be

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Tu sei solo mia e di papà. ***


 

TU SEI SOLO MIA E DI PAPA'

 

Continuavo a pensare a come sarebbe stato questo Natale, ero in aero da poco più di un ora e nella mia mente passava solo l’idea di come sarebbero state queste vacanze. Al contrario di me Sandro, che era al mio fianco, stava dormendo tranquillamente. Io ero agitata al solo pensiero di vedere Zayn e di stare nella stessa nazione, nella stessa città, nella stessa casa o addirittura nella stessa stanza con lui. Pensavo anche a Jawaad e al resto della mia famiglia, chissà cosa ne avrebbero pensato di Sandro e anche cosa avrebbe pensato lui di loro. Mia mamma sembrava contenta di conoscerlo, soprattutto perché sapeva quanto avevo sofferto e capiva che lui poteva aiutarmi a tornare felice.

-Signori passeggeri vi informiamo che l’aereo tra pochi minuti atterrerà, vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza, grazie- i miei pensieri furono messi a tacere dalla voce dell’hostess che annunciava l’atterraggio, a quel punto mi voltai verso Sandro e delicatamente lo svegliai.

-Buongiorno bell’addormentato- gli sussurrai piano quando aprì gli occhi.

-Siamo già arrivati?- chiese con la voce ancora impastata dal sonno. Io annui e gli diedi un bacio a stampo, dopo mi risistemai meglio sul sedile e tenendoci la mano aspettammo che l’aereo toccasse terra.

 

Arrivati davanti casa mia notammo alcune macchine parcheggiate nel vialetto, non sapevo proprio di chi potevano essere quelle auto per questo decisi di accelerare il passo e velocemente arrivammo al portone d’ingresso ornato con un enorme ghirlanda.

Natale sarebbe stato tra due giorni e a casa mia, come anche nelle altre villette del quartiere, c’erano decorazioni ovunque. Mi ricordai subito di quando da piccola con mio padre attaccavamo le luci nella veranda; quelli si che erano momenti belli, peccato che non sarebbero tornati.

 Vedendomi immersa nei miei pensieri, Sandro decise di suonare il campanello al posto mio. Subito dopo la porta si aprì e spuntò la mia splendida mamma con un sorriso a trentadue denti.

-Amore della mamma- disse buttandosi su di me- mi sei mancata tantissimo.

-Anche tu mamma- risposi ricambiando l’abbraccio.

Dopo poco ci fece entrare e ci ritrovammo in un salotto con una decina di persone. Non ebbi neanche il tempo di vedere bene chi fossero che subito un ragazzo si buttò su di me da dietro. Mi girai immediatamente e vidi che era Liam.

-Zio!!- mi misi ad urlare saltando su di lui.

-Martin non vedevamo l’ora che arrivassi- cercò di dire lui in risposta, anche se era schiacciato sotto di me visto che dopo il mio salto eravamo caduti entrambi a terra.

Mi alzai velocemente e incominciai a guardarmi intorno. Vidi che li nella stanza c’erano i ragazzi, i miei nonni e mio padre. Erano tutti li che aspettavano il mio ritorno, a questo pensiero una lacrima solitaria passò sulla mia guancia rossa a causa dell’euforia di attimi prima. Vidi anche Sandro imbarazzato poco lontano da me e mi ricordai che dovevo presentarlo agli altri.

-Ehm allora…- continuavo a dondolarmi con i talloni, non sapevo come incominciare e in che veste presentarlo. Amico o fidanzato? Bho, non lo sapevo neanche io figuriamoci cosa avrei detto loro.

-Quindi….volevo presentarvi Sandro- continuai prendendolo per il braccio in modo da farlo venire un po’ più vicino a me, poi subito precisai- è un mio amico.

-Piacere di conoscerti Sandro- arrivò mia madre e lo abbracciò. Anche gli altri piano piano arrivarono per salutarlo e per presentarsi, ma vedevo che Sandro guardava tutti in modo strano sembrava sorpreso ed era anche più imbarazzato di prima.

-Martin ma che ha il tuo amico?- mi domandò all’orecchio Louis.

-Non lo so, adesso glielo chiedo- mi avvicinai a Sandro- ehi ma che hai? Stai bene?.

-Si si…ma loro…loro sono- non riusciva a dire più di due parole di seguito. A quel punto capì anche il perché, lui non sapeva che i One Direction erano la mia famiglia, non gli avevo mai raccontato nulla, lui sapeva solo che venivo da Londra e che per motivi di famiglia mi ero trasferita a Milano. Mi ricordai subito dopo che lui non sapeva neanche di Jawaad e a quel punto mi chiesi dov’era.

-Sandro si loro sono i One Direction, ti presento mio zio Liam e il resto o quasi della band Harry, Niall e Louis- dissi sorridendo e indicandoli uno per uno, poi diedi voce alla domanda che mi ero posta qualche minuto prima- Ma scusate Jawaad dov’è?

-Tesoro Jaw è con Zayn, dovrebbe tornare tra poco- rispose mio padre e mi diede un bacio sulla fronte.

Tutti ripresero i loro posti in salotto e continuarono a fare ciò che stavano facendo prima del nostro arrivo, mentre io e Sandro salimmo al piano superiore per sistemare le valige nelle nostre stanze. Visto che ancora non era specificato bene quello che eravamo e anche per non creare confusione con Jawaad, avevo chiesto a mia madre di sistemarci due camere separate. Io entrai nella mia mentre lui in quella in fondo al corridoi. Si vedeva che era un po’ dispiaciuto di dormire separati però non volevo creare complicazioni, era meglio così.

Dopo aver sistemato la sua valigia, Sandro venne nella mia camera e dopo avermi aiutato a sistemare qualche maglione, mi prese per mano e incominciammo a scendere le scale. Tutti erano ancora in salotto a guardare la tv, ma mi sembrava di aver sentito anche altre voci. Quando scendemmo l’ultimo scalino capì che le voci in più erano reali e non solo frutto della mia mente, ancora stanca a causa del viaggio.  Entrammo in salotto e vidi un razzo correre tra i divani rincorso da Zayn, era bellissimo veder ridere Jawaad soprattutto se si divertiva con il suo papà come una vera famiglia ma la cosa brutta però era che non eravamo più una famiglia.

Ero appoggiata alla porta aspettando che mio figlio notasse la mia presenza. Sandro restava dietro di me e guardava la scena divertito, non sapeva perché mi ero fermata di colpo a osservarli ma non mi chiese niente.

-Jawaad hai visto chi c’è?- chiese Zayn al bambino, dopo essersi fermato e accorto di me. Il tono con cui lo disse fu indecifrabile, senza emozioni senza niente, ormai ero niente per lui e non sapevo neanche come tutto questo era accaduto.

-Mamma!!- gridò Jawaad precipitandosi da me e saltandomi in braccio. Sandro dietro di me sembrava impassibile, non sapeva cosa stava accadendo ma forse era davvero arrivato il momento di raccontare la verità.

-Amore mio, quanto mi sei mancato….sei cresciuto tanto- lo stritolai e incominciai a dargli bacetti dappertutto. In quel momento c’eravamo solo noi due, senza Zayn, senza Sandro, senza niente, solo io e mio figlio che ci abbracciavamo dopo più di un mese.

-Mamma non te ne vai più vero?- la voce che usò mi fece sciogliere il cuore, come facevo a dirgli che sarei dovuta tornare in Italia? E che se lui sarebbe voluto venire con me sarebbe stato lontano dal suo papà? Ormai si era affezionato a Zayn; dopo tutto anche se si era comportato male nei miei confronti si stava comportando da bravo genitore.

-Poi vediamo- risposi semplicemente sviando il discorso, lo feci scendere dalle mie braccia e mi voltai verso Sandro, quello era il momento di presentarlo a Jawaad e Zayn.

-Jaw lui è un amico della mamma e si chiama Sandro, salutalo- gli dissi indicandolo ma Jaw fece una smorfia e si attaccò alla gamba di Zayn. Non si era mai comportato così, cercavo di capire cosa aveva ma subito dopo Sandro parlò.

-Quindi Martin hai un figlio? Perché non mi hai mai detto niente?

-Scusa pensavo ti saresti allontanato da me- nemmeno finì la mia frase che mi ritrovai tra le sue braccia.

-Non lo dovevi neanche pensare, io ti voglio bene e ti resterò accanto- mi disse lui baciandomi la fronte. Mi staccai lentamente dall’abbraccio e sentì un colpo di tosse.

-Avete finito con le smancerie? Io dovrei passare, devo andare da Perrie- disse in modo arrogante Zayn passandoci in mezzo e allontanandoci con le braccia.

-Puoi comportarti come una persona educata?- gli chiesi vedendolo arrivare alla porta d’ingresso.

-Si..si…come dici tu- fece cenno con la mano come per farmi stare zitta. Che rabbia.- Ciao Jawaad ci vediamo domani- salutò Jaw con un bacio e uscì sbattendo la porta.

-Sandro scusalo, comunque lui era Zayn.

-Si so chi è perché conosco la band, ma non pensavo fosse così scorbutico. Nessuno lo descrive in questo modo ne i giornali ne le fan.

-Infatti lui è così solo quando ci sono io- poi continuai a dire- se non l’hai ancora capito lui è il padre di Jawaad- a quel punto Sandro annui e ci sedemmo sul divano. I miei genitori erano usciti a fare spesa, mentre il resto dei ragazzi era in giardino che giocava. Mi avvicinai a mio figlio che giocava sul tappeto con una macchina e mi misi a giocare con lui.

-Amore, perché non hai salutato Sandro?

-Non mi piace- rispose secco senza alzare la testa e continuando a giocare con le sue macchinine.

-Ma lui è bravo e poi è mio amico.

-No mamma, tu sei solo mia e di papà- rimasi spiazzata dalle sue parole, Jaw vedeva che io e Zayn non andavamo d’accordo, perché diceva queste cose? Qualche tempo fa potevo dire che ero di Zayn ma adesso per come mi trattava sicuramente ero la persona che più odiava al mondo.

-Mamma lo sai, come regalo di Natale papà mi porta a Disneyland…. in America- sentendo quelle parole mi salì una rabbia pazzesca, io ero li a Londra per stare con mio figlio e la mia famiglia per Natale e lui portava Jaw in America, no non poteva farlo.

-Cosa? Stai scherzando vero?

-No è vero ha comprato pure i biglietti- continuava a giocare come se quello che diceva non avesse nessun peso- ne ha comprato uno anche per te.

-Per…per me?- domandai rimanendo immobile guardando Jaw giocare.

-Non sei contenta mammina? Stiamo insieme- disse mio figlio avvicinandosi a me.

-Si..si amore- decisi  che per quella sera non avrei parlato più con Jawaad del viaggio in America, mi aveva presa alla sprovvista e quindi mi toccava parlare con Zayn, ma per farlo dovevo aspettare il giorno dopo.

 

Per il resto del pomeriggio stetti sul tappeto con la schiena appoggiata al divano mentre Jawaad stava seduto sulle mie gambe con il volto verso di me. Sandro invece stava sul divano e guardava la scena in silenzio, cercava di lasciarci la nostra privacy ma si vedeva che ci stava male a sentirsi escluso dalla situazione. Quando eravamo in Italia era il primo a sapere le cose e per ogni cosa che accadeva lì chiedevo consiglio a lui, qui a Londra invece era come ritrovarsi in un altro mondo dove tutto era diverso e dove lui non era più il centro dei miei pensieri.

 


 

Buon pomeriggio è da un bel pò di tempo che non aggiorno,

mi dispiace tanto ma in questo periodo non sono stata a casa.

Comunque credo che questo capitolo sia uno dei più lunghi

(anzi forse è proprio il più lungo).....vabbè l'importante è che vi piaccia,

per favore fatevi sentire. Vi ringrazio tantissimo perchè leggete la mia storia,

ci vediamo al prossimo capitolo....Baci OneSoul xx

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** O forse a causa tua e del fatto che vuoi passare del tempo con Lui. ***



O FORSE A CAUSA TUA E DEL FATTO CHE VUOI PASSARE DEL TEMPO CON LUI

 

IL GIORNO DOPO

Tutta la notte non riuscì a dormire, pensavo e ripensavo al giorno precedente. Mi alzai appena si fecero le sette e dopo essermi lavata e sistemata mi sedetti sul dondolo sotto la veranda di casa mia in attesa dell’arrivo di Zayn, dovevo parlare con lui volevo sapere se quello che aveva detto Jawaad, la sera prima, fosse vero.

Sentì all’improvviso il rumore di un auto parcheggiare nel vialetto, alzando lo sguardo visi che era colui che aspettavo.

-Zayn dobbiamo parlare- gli dissi quando si stava avvicinando al portone d’entrata.

-Che c’è?

-Per una volta puoi non rispondere in modo scorbutico?- gli chiesi dopo aver sentito il modo in cui mi aveva risposto.

-Va bene Martin, dimmi.

-Jawaad mi ha parlato del viaggio che gli hai promesso per Natale- gli incominciai a spiegare tutto mentre entrambi ci sedevamo sul dondolo.

-Si è vero, questo è il suo regalo.

-Perché non mi hai avvertito? Io sono venuta principalmente per stare con lui e…

-Vedi che ho preso un biglietto anche per te- mi rispose Zayn senza lasciarmi finire di parlare- se vuoi passare la settimana con noi- si affrettò a continuare lui.

-Co-come? Solo noi tre?- domandai ancora incredula.

-Una vacanza solo io Jawaad e te, sempre se vuoi unirti a noi- non sapevo proprio come rispondere, non credevo ancora alle mie orecchie. Saremmo stati per una settimana solo noi tre, “Insieme come una famiglia, devi dirgli di si” continuava a ripetere il mio cuore mentre la mia mente sapeva già che di li a poco avrei dato conferma al cuore.

Stavo infatti per rispondere ma il cellulare di Zayn squillò e lui si allontanò per rispondere. In quel momento la piccola parte razionale della mia mente prese il sopravento e capì che la risposta che stavo per dare non era per niente pensata, era una frase che avrei detto senza rendermi conto e che poi forse mi sarei pentita. Però infondo infondo io volevo davvero partire con loro, quindi avrei fatto passare un po’ prima di dargli una risposta perché non volevo sembrare così impaziente di passare del tempo solo con loro, solo con lui.

-Allora hai deciso?- mi chiese Zayn dopo aver terminato la sua chiamata.

-Non lo so, ti farò sapere- risposi semplicemente.

Lui entrò in casa e dopo qualche minuti usci mano nella mano con Jawaad. Mio figlio mi si avvicinò e dopo avergli lasciato un bacio sulla fronte riprese la mano di suo padre e insieme si incamminarono verso la macchina. Rimanevo sempre incantata vedendoli insieme, perché mi immaginavo come sarebbe stata la mia vita con Zayn o addirittura senza Jawaad. Non credo di poter vivere senza il mio bambino.

Dopo mezz’ora passata su quel dondolo mi ero presa di freddo, quindi avevo deciso di rientrare. Erano le dieci e ancora non avevo fatto colazione. A dire la verità non avevo neanche visto Sandro, da quando eravamo arrivati mi sembrava di trascurarlo, per questo decisi di andarlo a chiamare per passare del tempo insieme, visto che Jaw era con Zayn.

Lo trovai ancora addormentato, faceva così  tanta tenerezza che mi faceva anche pena svegliarlo. Alla fine però dopo alcuni minuti passati a guardarlo mi decisi a svegliarlo. Incominciai col chiamarlo ma lui sembrò non sentire, poi gli tolsi le coperte ma lui non si mosse di un millimetro, a questo punto incominciai ad accarezzarlo ma ancora nessun segnale da parte sua. Incominciavo a pensare che forse era anche peggio di Zayn quando si doveva svegliare. Non sapevo come fare ma poi mi avvicinai al suo collo e incominciai a lasciare una scia di leggeri baci su tutta la pelle scoperta; d’un tratto mi sentì prendere i fianchi e mi ritrovai nel giro di pochi secondi sotto di lui.

-Ma allora non stavi dormendo- gli dissi ridendo.

-A dire la verità si, mi sono svegliato appena hai incominciato a baciarmi il collo- rispose sorridendo anche lui- Però non sono ancora del tutto sveglio, mi potresti svegliare meglio- continuò poi facendo un finto sbadiglio. Sapevo cosa intendeva perciò lo avvicinai delicatamente a me e gli lasciai un leggero bacio sulle labbra, che successivamente lui approfondì.

 

-Ero venuta per proporti di uscire insieme, che ne pensi?- domandai mentre stavamo scendendo le scale per andare in cucina a fare colazione.

-Penso sia una buona idea.

-Buongiorno a tutti- annunciai entrando in cucina, anche se mi ero alzata presto non avevo ancora incontrato nessuno in giro per casa. I miei genitori erano andati a lavoro e li a fare colazione c’erano solo Liam e Niall.

-Buongiorno tesoro- ricambiò il saluto Liam mentre Niall fece solo un cenno con la testa perché ciò che stava trangugiando non gli permetteva di parlare.

 

Io e Sandro camminavamo già da un bel po’, gli stavo facendo da guida turistica. L’avevo portato dappertutto,dai monumenti ai luoghi più importanti della mia adolescenza, e ad ogni posto gli raccontavo qualcosa in più di me.

-Perché non ci sediamo qui?- mi chiese Sandro, indicando una panchina a qualche metro di distanza da noi, io annuì e ci accomodammo.

-Stamattina ho parlato con Zayn- me ne uscì dicendo, dopo qualche minuto di silenzio.

-Ah..ehm di cosa avete parlato?- si vedeva che non gli piaceva affatto questa situazione.

-Mi ha chiesto se voglio andare con lui e Jawaad- lo vedevo sempre più confuso- ha detto di aver preso un biglietto anche per me.

-Ok…tu logicamente hai detto di no, vero?

-Gli ho detto che glielo farò sapere.

-Tu vuoi dirgli di si- non era una domanda, la sua era un affermazione e sembrava essere arrabbiato.

-Non lo so, ci devo pensare.

-Non è vero tu non gli hai ancora detto di si solo perché ci sono io- non sapevo che rispondergli mi aveva spiazzata con le sue parole, non credevo si potesse arrabbiare così, anzi non l’avevo mai visto arrabbiarsi.

-Cos’è non parli più perché sai che ho ragione?

-Non è come pensi tu.

-A no? E allora com’è? Spiegamelo tu, perché ancora non l’ho capito- mi chiese alzandosi velocemente dalla panchina per mettersi davanti a me.

-Io ho detto a Zayn che ci devo pensare, ma non perché ci sei tu… devo pensare solo se riesco a stare senza mio figlio anche per Natale…e ti informo subito di una cosa- incominciai a urlargli in faccia- No non ce la faccio, io ho bisogno di lui e quindi accetterò la loro proposta.

-No, tu non parti con loro….io sono qui per passare il Natale con te.

-Chi sei tu per dirmi quello che devo fare? Non sei ne mio padre ne tanto meno il mio fidanzato- mi pentì immediatamente delle mie parole, erano dettate dalla rabbia e per niente pensate.

-Ah scusa vero non sono il tuo fidanzato, ma se non fosse successo tutto questo lo sarei diventato- mi rispose Sandro gettando ai miei piedi una piccola scatolina blu, poi mi diede le spalle e velocemente andò via.

Non so come eravamo arrivati a questo punto, non so perché ogni santissima volta va a finire che le persone se ne vanno. Sbaglio sempre, non ne faccio mai una giusta. Non volevo assolutamente dire a Sandro che siccome non era il mio fidanzato non mi doveva dire niente. Alla fine anche se non me l’aveva chiesto io mi ero sempre sentita come la sua fidanzata, ci comportavamo come una normale coppia. Poi lui se io non facevo questa scenata mi avrebbe chiesto di esserlo ufficialmente.

 

Quando aprì la scatolina le lacrime si incominciarono a rincorrere lungo le mie guancie, all’interno c’era un semplice anello con un brillantino e all’interno c’erano incise le nostre iniziali. Si era sempre comportato bene nei miei confronti e io invece lo ripagavo così, avevo rovinato tutto e questo a causa di Zayn e dei regali che faceva a nostro figlio.  “O forse a causa tua e del fatto che vuoi passare del tempo con Lui” ripeteva il mio cuore ma io cercavo di non ascoltarlo.

 

 


 

 

Wow già è il ventesimo capitolo *-*

comunque Buongiorno a tutti :)

Sono moltomoltomoltomoltomolto contenta perchè posso andare al concerto del 28 *-*

Chi di voi va?? Fatemi sapere :)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto alla prossima xD

Un bacione OneSoul xx

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Esagerata! ***


 

ESAGERATA!

 

Qualche ora dopo quello che era successo al parco con Sandro, decisi di tornare a casa, erano quasi le nove e di sicuro tutti si stavano preoccupando per me. Avevo spento il cellulare quindi non sapevo neanche se mi avessero cercato o meno, ma in quel momento volevo solo stare da sola per capire cosa dovevo fare ma soprattutto cosa realmente volevo. Fino a quel momento avevo creduto che cambiare avrebbe risolto tutto, che stare con Sandro avrebbe rimosso dalla mia testa e anche dal mio cuore la figura di Zayn. tutto questo non era invece successo, posso dire che quando stavo con Sandro il padre di mio figlio non passava minimamente dalla mia mente, però era il cuore che io non avevo calcolato, non avevo capito che quest’organo avesse la capacità di comandare tutto il mio corpo. Potevo solo cercare di scappare dai miei sentimenti ma non li potevo di certo eliminare. A questo punto dovevo ammettere a me stessa la verità, io amavo ancora Zayn mentre a Sandro volevo tantissimo bene, quel bene che puoi rivolgere solo ad un amico o ad un migliore amico.

 

-Martin sei tu?- sentì la voce di mia madre mentre lentamente aprivo la porta di casa.

-Si sono io, scusa ma vado a dormire- le risposi dirigendomi verso le scale che portavano al piano superiore, ma mi fermò con la sua voce e mi chiese di sedermi accanto a lei.

-Tesoro, cosa è successo?

-Niente mamma non ti preoccupare- non volevo parlare di quello che era successo, volevo solo andare a letto.

-Dimmi la verità, perché Sandro ha preso la sua valigia e se né andato?

-Abbiamo litigato- le risposi rassegnandomi al fatto che alla fine le avrei raccontato tutto.

-Si tratta di Zayn, vero?- mi chiese subito lei. Aveva capito che non riuscivo a dimenticarlo, aveva capito che i suoi consigli non erano serviti a niente, perché alla fine divertirsi nel periodo in cui Jawaad era qui non mi era servito a farmi sentire più felice, perché la mia felicità era mio figlio, aveva capito che anche se fossi stata decenni lontana da Zayn alla fine quando i miei occhi avrebbero rivisto i suoi l’amore che continuava a nascondersi nel mio cuore sarebbe riuscito. Le raccontai tutto nei minimi particolari, dal regalo di Zayn per Jawaad a quello che avevo detto a Sandro e a come mi aveva risposto lui. Le feci vedere anche l’anello e lei mi disse che lui sarebbe stato un buon fidanzato.

-Sei sicura di voler partire con loro?- mi domandò infine tenendomi stretta a lei. Durante il mio racconto mi ero fatta cullare dalle sue braccia proprio come quando ero piccola.

-Ho bisogno di stare con Jawaad e questo è l’unico modo per passare il Natale con lui.

-Non credo sia solo per questo, ma comunque buonanotte tesoro- mi rispose inespressiva mia madre, senza darmi la possibilità di ribattere alla sua affermazione, mi baciò la fronte e salì al piano superiore.

 

 

 

IL GIORNO DOPO

Alla fine la sera precedente ero andata a letto tardi, avevo dovuto sistemare la valigia mia e di Jawaad. Era proprio questo il giorno della partenza e io non avevo dato nessuna risposta a Zayn, sicuramente si sarebbe sorpreso vedendomi con la valigia pronta per partire. Non l’avevo chiamato perché la decisione sicura di partire l’avevo presa di sera tardi mentre facevo la valigia di Jaw.

-Amore della mamma sei pronto?- chiesi a Jawaad, che nel frattempo era in bagno a sistemarsi i capelli. Aveva i ricci come i miei, solo che il colore era come quello dei capelli del suo papà e come lui amava averli sempre in ordine, per questo stava continuamente davanti allo specchio.

-Mamma sono pronto, sto arrivando.

Lo vidi scendere le scale saltellando, si vedeva che era contento di partire. Aveva sulle spalle il suo fedele zainetto, dove teneva tutti i suoi giochi preferiti e che si sarebbe portato in viaggio.

Eravamo entrambi pronti, aspettavamo solo l’arrivo di Zayn e poi saremmo potuti partire per l’America.

Dopo pochi minuti una macchina nera parcheggiò davanti casa mia e capì subito che era Zayn. Lui scese lentamente e poi con la stessa calma si incamminò verso l’entrata, dove c’eravamo io e Jawaad. Anche se era nuvoloso Zayn portava un paio di occhiali da sole neri che lo facevano sembrare ancora più bello di quanto non fosse già. Ormai non mi curavo neanche più di non pensare a certe cose, mi sembrava di essere tornata l’adolescente di una volta.

-Papi!- urlò Jaw andandogli incontro. Zayn lo prese in braccio e gli diede un bacio sulla guancia.

-Sei pronto per partire?- gli chiese subito dopo e Jawaad rispose muovendo energicamente la testa su e giù.

-Ciao- dissi avvicinandomi a loro ma non ricevetti alcuna risposta, in cambio solo un veloce sguardo da parte di Zayn che subito dopo fece scendere dalle sue braccia Jawaad per poter mettere le valige in macchina.

-Papà lo sai che viene anche la mamma con noi?

-Ah bene- rispose cercando di fare l’indifferente ma si capiva che era sorpreso da tutto ciò.

 

Il viaggio fu lungo e anche abbastanza silenzioso. In aereo ne io ne Zayn aprimmo bocca, l’unico che parlò fu Jawaad che continuava a dire di essere contento del suo regalo, ma questo durò solo per i primi dieci minuti perché subito dopo si addormentò. Zayn ogni tanto si voltava verso di me ma quando vedeva che me ne accorgevo ritornava a guardare il suo cellulare come se fosse la cosa più interessante in quel momento. Continuavo a chiedermi il perché del suo comportamento, mi chiedevo se avevo fatto qualcosa di sbagliato, mi continuavo a fare sempre e solo le stesse domande ma alla fine come sempre non riuscivo a trovargli risposta e quindi mi rassegnavo.

 

-Questa è la nostra stanza- disse Zayn aprendo la porta. Io e Jawaad entrammo subito, mentre lui andò a dare la mancia al ragazzo che ci aveva portato le valigie.

La stanza era grandissima, molto luminosa e spaziosa. Di fronte si trovava una grande finestra e quando mi affacciai notai che c’era una meravigliosa vista sulla città. A sinistra invece c’erano due letti uno matrimoniale e l’altro singolo, entrambi sistemati con cura e con una coperta di colore oro e panna che si abbinava molto bene all’avorio delle tende.

-Dobbiamo dividere la stanza, non sapevo saresti venuta e tutto l’hotel è occupato- mi girai di scatto verso Zayn, sembrava che non gli importasse nulla; non gli risposi, semplicemente andai a sistemare la mia valigia su un tavolino basso vicino all’armadio e poi sistemai anche la valigia di Jawaad.

-Mamma voglio dormire su questo grande lettone- disse dopo qualche minuto Jaw, mentre saltellava sul materasso.

-Va bene tesoro, ma siediti che se no ti fai male.

-Lascialo stare, si sta divertendo- rispose subito Zayn.

-Come? Scusa?- gli chiesi accigliata e con le mani sui fianchi.

-Ho detto che non c’è bisogno che lo richiami per ogni cosa, non sta facendo niente di male- Zayn lasciò da parte i vestiti che stava sistemando e si avvicinò a me.

-Eh se saltando cadeva? Si poteva fare male- intanto Jawaad passava lo sguardo da me a suo padre e viceversa cercando di non perdersi nessuna parte della conversazione.

-Esagerata!- fu la risposta fredda del moro che subito dopo uscì dalla stanza sbattendo la porta.

-Mamma ma perché non siete felici come prima?

-Non lo so amore, non lo so proprio- infondo era la verità neanche io avevo trovato spiegazioni al suo comportamento, capivo solo che ogni momento era buono per lui per litigare e questo mi faceva parecchio infuriare.

 

Circa un ora dopo usci mano nella mano con Jawaad, eravamo pronti per esplorare il parco divertimenti. Zayn non si era ne visto ne fatto sentire in quei sessanta minuti, ma con o senza di lui ci saremmo divertiti lo stesso.

-Papà non viene?- mi chiese mio figlio, mentre entravamo nella hall del grande albergo.

Stavo per rispondergli ma notai nel giardino esterno Zayn che fumava appoggiato al muro. Era di spalle ma l’avrei riconosciuto tra mille. Era perfetto, perché però si doveva comportare in questo modo? Lo odiavo in certi momenti, ma forse perché allo stesso tempo lo desideravo accanto a me e Jawaad. Lo desideravo nella mia vita.

-Chiediglielo tu, è proprio li- glielo indicai, lui subito lascio la mia mano e tranquillamente andò dal padre a chiedergli se veniva con noi. Li vidi tornare insieme, questo mi fece capire che Zayn sarebbe venuto con noi.




Scusate Scusate Scusate Scusate Scusate e ancora Scusate,

faccio proprio schifo è da tantissimo che non aggiorno.

Mi scuso con voi, ma non avevo piu ispirazione avevo anche deciso di non continuarla più,

ma una mia amica mi ha pregata tanto per continuarla per questo sono qui dopo tre mesi con un nuovo capitolo.

Spero di aver scritto un capitolo decente,

non l'ho neanche riletto quindi mi scuso per gli errori che potrebbero esserci.

Vi dico anche che vista la mia scarsa ispirazione per questa storia,

tra qualche capitolo la concluderò....ma comunque ne ho gia pronta un altra,

non so quando la posterò però.

Grazie a chiunque legge il mio capitolo.....un bacione OneSoul xx

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1905427