MAGNEMA

di ehiimbo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** All start ***
Capitolo 2: *** Piacere mio. ***
Capitolo 3: *** One Direction, Willdenlow ***
Capitolo 4: *** Colazione?! ***
Capitolo 5: *** Antiquati! ***
Capitolo 6: *** Ti va di cantare? ***
Capitolo 7: *** Il Luna Park ***
Capitolo 8: *** Non sono mica Lord Voldemort! ***
Capitolo 9: *** The last day ***
Capitolo 10: *** Waiting midnight ***
Capitolo 11: *** the day after the party ***
Capitolo 12: *** Vorrei che tu capissi cosa sei per me ***
Capitolo 13: *** This is the life, i wanna live ***
Capitolo 14: *** Le madri sanno sempre tutto ***
Capitolo 15: *** Le feste non si preparano da-sole ***
Capitolo 16: *** I'm Sorry ***
Capitolo 17: *** Ti amo *I tempo ***
Capitolo 18: *** Ti Amo *II tempo ***
Capitolo 19: *** Lavoro di squadra ***
Capitolo 20: *** La sera del martini dry ***
Capitolo 21: *** Ah, il supermercato! ***
Capitolo 22: *** Niall ama la pizza ***
Capitolo 23: *** Ti odio, per forza ***
Capitolo 24: *** Quando un padre indesiderato ritorna ***
Capitolo 25: *** Mani in alto ***
Capitolo 26: *** For the first time ***
Capitolo 27: *** Tacos ***
Capitolo 28: *** Ho imparato. Il mondo non ascolta. ***
Capitolo 29: *** Ecco perchè dicono: 'Il tempo aggiusta tutto'. ***
Capitolo 30: *** Thinking of you ***
Capitolo 31: *** Il Concerto ***
Capitolo 32: *** L'unica cosa perfetta che abbiamo ***



Capitolo 1
*** All start ***


INTRO:

«Sto bene» glielo ripetevo di continuo. Non mi ascoltava.
«Lo trovo, stai tranquilla» anche questo le ripetevo per la centesima volta.
«Mamma l'ho trovato, ci vediamo piu tardi, ciao» parlai a razzo e riattaccai. Erano le 2:00 del mattino, cercavo mio fratello e tanto per cambiare una porta si aprì proprio mentre passavo. Mi spiego: Si aprì e venne dritta contro la mia testa.
«Ahio!» dissi portando la mano alla fronte.
«Marty!» disse mio fratello.
«Stavo arrivando. Dov'è la macchina?» continuò, tirandomi su dal marciapiede.
«Forse dove l'hai lasciata?» dissi mentre mi prese per il braccio e mi strattonò quasi correndo verso la macchina.
«Edo, calmo, mi fa male la testa..» dissi fermandomi.
«Stai bene?» lo guardai male come dire 'Mi prendi in giro?' e cominciò ad annuire .
«Ok, ho afferrato il concetto. Da mamma non andiamo così. Che le hai detto?» mi chiese mentre arivammo vicino alla macchina. Non la smetteva di guardarsi intorno.
«Continuava a chiedermi se stavo bene e di trovarti e..» mi fermai appena vidi che guardava fisso l'edificio da dove era uscito prima.
«Che c'è?» gli chiesi.
«Entra in macchina e qualunque cosa vedi non chiamare nessuno, capito?» stava usando la tattica film. Restai al gioco e annuii. Sembrava uno di quelle persone che si era messo contro la Mafia, ma non è che centrasse molto visto che, ora, eravamo a Willdenlow nel New Jersey. Nostra madre aveva deciso di cambiare stile di vita dopo che nostro padre se ne era andato ma qualcuno conosciuto come mio fratello, seguiva più l'istinto che altro. Come mio padre.

Un'uomo seguito da un buttafuori si avvicinò a mio fratello e gli diede un pugno. Lui ribattè ma il buttafuori intervenì e lo spinse contro la macchina. Uscii
«Hey tu! Scimmione, lascia in pace mio fratello, capito!?» dissi. Vidi Edoardo ridere e squotere la testa mente l'omone si avvicinava.
«Hey, Hey. È mia sorella, lei non c'entra niente in questa storia» disse Edo alzandosi impiedi. L'uomo a due centimetri da me disse
«Ringrazzia che le donne non le tocco» e poi si allontanò.
Anche se stavo morendo dalla paura cercai di non togliere mai il mio sguardo 'potente' fino a quando non si allontanarono dicendo
«E non provare nemmeno ad avvicinarti a lei». Andai da mio fratello che si pulì il sangue dal labbro.
«No, decisamente non ci andiamo da mamma così..» dissi facendolo salire in macchina.
«Dove sono le chiavi?» disse. Cominciammo a guardarci intorno e poi si ricordò
«Le ho lasciate sul tavolino.. alla festa» sospirammo e scendemmo dalla macchina.
«E ora che si fa?» chiesi.
«Lily le troverà. Era li imparte quando le ho appoggiate. Sa qual'è la macchina, le invio un messaggio e ce la riporterà a casa lei» spiegò mentre ci imcamminavamo verso una metropolitana vicina.
«E' per lei che ti hanno picchiato, vero?» gli chiesi. Mio fratello era un tipo romantico, ma troppo orgoglioso per ammetterlo. Lily era un modo per distrarlo, anche da tutto quello che era successo con nostro padre.
«Lily è Lily.. non si dimentica facilmente» disse sorridendo.
«No, tu non la dimentichi proprio» dissi sorridendo a mia volta e mettendomi a braccetto con lui.

Arrivammo all'entrata della metropolitana, scendemmo le scale e scavalcammo i cancelli. Salimmo subito sulla metropolitana e ci sedemmo sui posti liberi. Uno di fronte all'altro. Mio fratello incontrò un suo amico e si alzò allontanandosi per andare a parlarci, mentre io ero seduta imparte a un ragazzo con gli occhiali da sole che fingeva di leggere un giornale, al contrario.
«Che sole, ah?» dissi cercando di attirarne l'attenzione. Niente.
«Che dice di interessante?» tentai ancora. Niente.
«Se deve fingere di leggere il giornale almeno lo prenda dritto» dissi per ultimo. Controllò e sorrise, si stava per togliere gli occhiali e parlare quando mio fratello lo interruppe.
«Marty, andiamo» disse Edo mentre usciva dalla metropolitana.
«Arrivo» dissi. Uscii e guardai il ragazzo che prima era seduto imparte a me e le porte ''bianche'' – grige – mi si chiusero di fronte.

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Capitolo 2
*** Piacere mio. ***


d

 

PRIMA PARTE:

«Mi passi i cereali?» li presi e glieli diedi in mano.
«Non so come fai a non mangiare la mattina» mi disse Edo. Lo guardai prendendo un po' d'acqua
«Io non capisco come fai a mangiare tutta queste schifezze la mattina.. ci credo che Lily non ti bacia in pubblico» dissi ridacchiando.
«Gia litigate voi due?» disse mia madre entrando in cucina.
«Vado a scuola, ciao mamma» le diedi un bacio e uscii di casa.
Il sole mi arrivava negli occhi e gli uccellini cinguettavano. Ok, non è vero, pioveva. Ma sarebbe stato bello, no?
Entrai a scuola e la prima che vidi fu Katy. Dovevo aggiornarla, ieri sera le avevo dato buca per dare una mano a mio fratello.
«Hey Baby K..» le dissi ridacchiando. Mi abbracciò.
«Ciao, allora, come è andata ieri sera?» ci sedemmo al banco mentre le raccontavo.
«Siamo arrivati la e mio fratello mi ha detto di aspettarlo in macchina. Sono venuta via da te che erano le undici e mezza piu o meno e da un quarto a mezzanotte alle due è rimasto dentro. Mi aveva detto 'Sto li poco, il tempo di salutare'» cominciammo a ridere anche per la mia pessima imitazione e le raccontai della rissa mentre il professore entrava in classe.

«Possiamo andare in bagno?» chiedemmo mentre suonava l'intervallo. Appena ci diede l'ok ci incamminammo piano continuando a parlare. «Scusate, sapete dov'è la terza D?» ci chiese un ragazzo biondo con gli occhiali da sole e una t-shirt blu.
«Ci stavamo andando proprio ora» disse Katy guardandolo e sorridendo mordendosi il labbro.
«Ma..» cercai di dirle che avevamo altri programmi ma mi diede una gomitata e dovettimolo accompagnarlo. Arrivati alla nostra classe sentimmo tre nostre compagne, urlare come matte. Mi ricordavo che da settimane parlavano di questo giorno, ma non ricordavo esattamente il perchè. A quel punto il ragazzo si tolse gli occhiali e cercò di presentarsi, ma le mie compagne non gliene darono l'occasione. Il professore le richiamò e Stacy si fece avanti facendo la 'finta timida'. Stacy è abbasanza gallina, approfittatrice, antipatica, lecchina e tanti altri aggettivi, ma non voglio perdere tempo a parlare di lei. Comunque, si avvicinò al ragazzo e il professore gli disse che era lei la festeggiata. A quel punto le firmò la maglietta, bianca che ritraeva la foto di cinque idioti che giocavano su una cabina telefonica di Londra. Tutta elettrizzata si mise imparte a lui che cominciò a parlare e parlare ma non lo ascoltai. «Perchè non siamo andate in bagno..?» le chiesi triste a Katy che era come incantata.
Di li a poco entrarono altri quattro ragazzi e le mie compagne impazzirono 'andandogli' incontro. Mi alzai e chiesi al professore se potevo andare in bagno. Dato l'ok cercai di farmi spazio nella folla, facendo pressione. Arrivai a Stacy e cercai di spostarla appena per farmi passare ma si spostò facendomi cadere addosso a un ragazzo con i capelli scuri e una maglietta bianca. Lo ringraziai guardandola male
«Quanta fretta! Arrivavamo anche al tuo abbraccio dopo» disse sorridendo. Lo guardai.
«In realtà andavo in bagno proprio per evitarlo. Non preoccuparti, arrivavo per salutarvi» dissi duramente, poi mi feci spazio e finalmente uscii dalla classe. Avevo addosso un nervoso! Non capisco perchè al mondo esistano persone tanto odiose. Come Stacy, intendo. Di loro cinque non so nulla, non giudico. Mi dispiace solo di avergli risposto così per quella sottospecie di scimmia che mi ritrovo come compagna. Arrivai in bagno e mi bagnai il viso. Sapevo che la lezione sarebbe saltata e non avevo intenzione di sentire loro parlare. Andai, così dai bidelli. Debby, come sempre, non perse tempo per andare a prendersi un caffè mentre li c'ero io. Con la radio sempre accesa, mi sedetti sulla sedia girevole e cominciai a cantare la canzone che davano. Non conosco i titoli o il nome dell'artista delle canzoni che ascolto, se mi piacciono le ascolto e basta. «Scusa, sai dov...» un ragazzo cercò di parlarmi ma non lo sentii finchè non abbassò il volume della radio e io smisi di cantare secondi dopo. Lo guardai e penso che arrossii. Fece uno sguardo sorpreso quando riaprii gli occhi e sorrisi per sdrammatizzare dalla pessima figura che avevo appena fatto.
«Ti serve qualcosa?» chiesi mentre mi guardava incantato. Poi sorrise. «Non sai chi sono?» oddio, un'indovinello. Li odio.
«Dovrei saperlo?» dissi. Poi continuò.
«Ieri sera eri sulla metropoltana, giusto?» annuii e poi allungai la mano dicendo
«Martina, tu?» lui sorrise scosse appena la testa e mi abbracciò dopo aver detto «Liam» come se fosse ovvio. Quando si staccò mi venne spontaneo chedergli
«.. Perchè l'hai fatto?» lui mi guardò e mi rispose tranquillo
«Non è quello che volevi?». Scossi la testa e lo vidi indietreggiare.
«Oook... Bhe ora.. vado.. cia» se ne stava per andare ma poi si rigirò verso di me dicendo
«Hai una voce stupenda, comunque» disse sorridendo. Credo di essere diventata bordeaux.

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Capitolo 3
*** One Direction, Willdenlow ***


oned

 

SECONDA PARTE:

 

Entrai in casa dicendo ad alta voce che ero arrivata ma non ricevetti risposte.
«Niente Edo..» supposi, chiudendo la porta. Lasciai la cartella all'entrata e andai in cucina prendendo del succo di frutta, poi, tornai in salotto e mi sedetti sul divano accendendo la televisione. Telegiornale. che palle.

 «E' quindi ufficiale, i One Direction sono arrivati questa mattina nella cittadina di Willdenlow, New Jersey. I cinque ragazzi[...]»

Continuò a parlare ma mi bloccai deglutendo il succo che avevo in bocca, appena apparve una foto dei cinque e vidi Liam. Ora capivo tutto. Che scema. Misi il muto all'audio della tv e andai a prendere il computer in camera mia. Accesi la musica e mi misi sul divano.

 

GoogleTM



Appena digitai uscirono tremila pagine. Cliccai sulla prima e entrai nel sito. Lessi le prime parole ma per il resto il mio cervello diceva 'Blah blah blah'. Mi fermai verso la fine e cominciai a leggere ad alta voce.

 «[...]Possiamo quindi dire che la boy band si prende una pausa per preparare con cura il grande concerto che si terrà il 20 luglio a Willdenlow, New Jersey. […] Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik, Niall Horan e Liam Payne vi aspettano blah blah blah»

by qualcuno..

Ora era tutto più chiaro e più complicato. Avrei dovuto sopportare Stacy per più di un mese mentre si vantava di cosa avrebbe fatto o no al concerto. In più l'avrei dovuta sopportare per un'altro anno, l'ultimo, perchè non si sarebbe fermata. Sinceramente non capisco perchè certe persone ci tengono a rinfacciare cose che non interessano ad altri e non capisco perchè mi da così fastidio visto che non mi interessa.
Comunque, dopo non molto Edo entrò dalla porta, incappucciato.
«La mamma è in casa?» chiese. Risposi di 'No' e si tolse il cappuccio, portando allo scoperto un'occhio livido.
«Ma che cavolo hai combinato? E non provare a dirmi che sei andato contro una porta» dissi avvicinandomi.
«In realtà contro il pugno di Sid, il ragazzo di ieri sera..» disse. Lo guardai storto.
«Non voglio far preoccupare mamma. Puoi fare qualcosa?» appena mi disse questo, lo presi per il braccio e lo portai in bagno.
«Fatti una doccia zuccone, io può tutto, i trucchi fanno miracoli, te ne innamorerai» lo spinsi dentro, non facendogli finire la frase
«Aspetta, trucchi? Mart».
Mentre aspettavo cominciai a parlare con Katy, su skype.
Io: «Hey Kat, come stai?»
Lei: «Bene. Tu?»
Io: «Si, apparte il fatto che mio fratello è tornato a casa mezzo rotto..»
Lei: «Di nuovo? Ma sta bene?»
annuii.
Lei: «Ci vediamo domani, vado in palestra, ciao.»
riattaccai appena dissi 'ciao', e, tempismo perfetto, mio fratello uscì dal bagno andandosi a cambiare e poi raggiungendomi in salotto. Lo feci sedere
«Ok, racconta tutto» dissi cominciando ad applicare tutto.
«Stamattina Lily mi ha chiamato. Mi ha detto che non voleva finisse tutto, io ero daccordo. Ma ha detto che ci tiene a me e che non voleva mi succedesse qualcosa. Ha riattaccato, sentivo che stava piangendo, allora ho deciso di andare da lei. Sono arrivato e abbiamo parlato.. parlato, e parlato e alla fine.. beh.. sai..» si femò e anche io. Lo fissai, poi capii
«.. Ah.. oddio, emm, okokok vai.. vai avanti..» allora continuò.
«Abbiamo sentito la macchina arrivare e ci siamo subito sistemati. Non volevo metterla nei casini, ma poi è entrato nella stanza e appena lei a cercato di difendermi, lui le ha dato uno schiaffo. Non c'ho più visto. L'ho attaccato e..» si blocco. Lo incitai a continuare.
«E..?».
«..E l'ho buttato giu dalle scale..» ci fermammo e poi gli chiesi piano
«E'..morto..?» scosse la testa e dopo un po' scoppiammo a ridere.
«E dovevi vedere come rotolava» disse aumentando il volume della risata. Mi sedetti imparte appoggiando la testa alla sua spalla.
 


Mia mamma tornò a casa e io e Edo le preparammo la cena. Capì che qualcosa non andava, non era da noi, ma fece finta di niente. Ci sedemmo e cominciammo a mangiare.
«Ho incontrato la mamma di Katy, prima. Mi ha detto che sta cercando come una matta i biglietti del concerto dei one ditrettin..» smisi di masticare.
«One direction..?» chiesi.
«Eh, si, è uguale. Tu vuoi andarci?» mi fermai di nuovo, la fissai un po' e poi ricominciai a mangiare.
«E questo sarebbe un si?» chiese. Non le diedi il tempo di finire che subito le risposi con un 'No' secco.
Poi cominciò a parlare con Edo, che non fece parola di quello che era successo. Mia madre conosceva Lily, una volta lui l'ha portata qui, a casa. Le è piaciuta tanto, ma non sapeva di 'Sid'. Questa storia va avanti da un'anno ormai e mio fratello non da segni di debolezza, 'non voglio rinunciare a lei per uno stupido', dice.

Finito di mangiare, misi il piatto e il resto nella lavastoviglie e salutai dando la buona notte e andando in camera. Strisciai nel letto e mi addormentai subito.

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Capitolo 4
*** Colazione?! ***


bar


TERZA PARTE:


«Hey, che è quel muso lungo?» Le chiesi arrivandole davanti. Non mi guardò
«Niente» disse.
«E' davvero un peccato. Se qualcuno avesse avuto qualcosa, l'avrei salvata dalla scuola e avrei cercato di tirarla su di morale, parlando con lei davanti a una colazione al bar. Magari proprio il bar che ci piace tanto. Peccato..» dissi sedendomi imparte a lei.
Mi guardò con un mezzosorriso e disse
«Forse ho qualcosa..».
«Perfetto. Andiamo, dai» le dissi con un sorriso smagliante.
Camminammo fuori dal cancello mischiandoci tra la folla di studenti che erano intenti ad entrare.

 

Arrivammo al bar e sedendoci arrivò automaticamente il cameriere.
«Per me un cappuccio e una brioche al cioccolato» disse Katy convinta mentre io facevo facce schifate mentre leggevo la lista.
«Per lei?» mi chiese il ragazzo.
«Acqua» dissi ricevendo una fulminata da Katy.
«Magari un.. biscotto» dissi ricevendone un'altra.
«..Un biscotto molto grande?» ritentai.
«Per lei un cappuccio e una brioche.. vuota o al cioccolato?» mi chiese. Risposi 'Vuota', insicura, pensando di potermela cavare. Appena arrivarono le ordinazioni cominciammo a mangiare.
«Allora, che è successo?» le chiesi.
«Mia madre non è riuscita a trovare i biglietti per il concerto..» disse guardando nella tazzina del cappuccino.
«Ah, che concerto?» le chiesi mentre cercavo di bere senza pensarci troppo.
«..Dei One direction..» disse senza guardarmi negli occhi. La fissai
«Non sapevo ti piacessero» confessai.
«Ne volevo prendere uno anche per te. Sarebbe stato il nostro primo concerto» disse sorridendo.
«E'? a me non importa. Perchè dovrei venire?» dissi appoggiando la tazza al piattino.
«Sarebbe stato bello» disse. Non risposi.
«Daii anche tu hai detto che le canzoni erano belle..».
«Quando le avrei ascoltate?» chiesi alzando un sopracciglio.
«Non hai voluto sapere che canzone era. Hai detto che ti piaceva e l'hai canticchiata per tutto il pomeriggio!» la guardai e dopo una pausa le risposi.
«Quando ascolto una canzone non sono capace ne di intendere ne di volere. Me l'hai fatta ascoltare con l'inganno ah?» dissi scherzando e facendo una faccia buffa. Cominciò a ridere con la sua solita risata da foca che parla.
«Oddio, ridi proprio come tuo cugino» dissi ridendo anche io.
«Hey! Hai detto che quando lui ride sembra una foca che prova a parlare» appunto. Non risposi.
«Hey!» disse continuando a ridere. Due ragazzi, muniti di occhiali da sole, nel tavolo imparte cominciarono a ridere fissandoci. Ci voltammo. «Qualche problema?» chiesi.
«Nono» rispose uno dei due.
«Intendevo problema mentale» mi corressi.
«Già, non è carino ridere della gente» disse Katy. La fissai.
«Kat..» dissi facendole capire che era quello che avevamo fatto fino ad ora con suo cugino.
«Comunque non è carino nemmeno intromettersi nelle conversazioni degli altri» ridisse. Annuii.
«Scusate, non volevamo» disse il ragazzo togliendosi gli occhiali. Io non lo vidi perchè mi girai verso Katy, ma lei cominciò a dire parole senza senso.
«Key? Ti senti bene? Ora sembri un tricheco in calore» disse ricevendo un calcio.
«AHIO!!» dissi. Mi voltai verso i ragazzi che nel frattempo avevano tolto gli occhiali e sorridevano come due ebeti.
«O caz» Katy mi fermò con un'altro calcio.
«Ahi... Scusa» le dissi.
«Papa o One direction le cose non cambiano con un sorriso, non siete stati corretti» dissi rigirandomi verso Katy che mi guardava malissimo. Mi roltai verso di loro.
«Ok, scusate» dissi spalancando gli occhi.
«Non importa, avete ragione. Il fatto è che è strano vedere due ragazze che non ci riconoscono anche con gli occhiali. Sono abituato che mi riconoscono anche vestito da banana» disse il ricciolino. L'altro lo guardò male.
«Da banana?».
«Non avevo più ne magliette ne pantaloni e...» l'altro cominciò a ridere e anche Katy. Io sorrisi ma trattenni le risate.
«Ok, vado a pagare..» dissi, ma venni bloccata dal ricciolo che diceva
«Come mai non siete a scuola?» Katy mi afferrò il braccio quasi impaurita, così, mi rivoltai verso di loro
«La mia.. tris-bis-nonna parte per le Hawaii e.. volevo salutare il suo cane prima che partisse». Katy mi stritolò il braccio.
«Voleva dire che.. ci siamo prese una piccola pausa..». Aprii la bocca ma evitai di urlare per il mio braccio, annuii e facendole lasciare la presa del mio braccio, mi voltai andandomene.

Entrai nel bar e davanti a me c'era un ragazzo che parlava con Dave, il proprietario del bar.
«Ci tengo Dave, è giusto che paghiamo» disse.
«Non si preoccupi è tutto apposto, grazie per aver scelto il nostro bar..» disse il cassiere.
«No, Dave! La colazione te la pago e l'autografo è per tua figlia» ribattè il ragazzo. Continuarono così per un minuto abbondante e poi intervenni. «Senti, già che sei in vena di pagamenti, ho qui due cap» mi bloccai appena si girò.
«Martina» disse sorridendo.
«Liam» dissi facendo lo stesso.
«Che ci fai qui?» mi chiese.
«La stessa cosa che stai cercando di fare tu..» dissi indicando Dave con il dito.
«No, nel senso che..» si fermò, mi guardò e poi continuò dicendo
«Dave, aggiungi anche questi al mio conto, per favore» e dando il biglietto che avevo in mano al barista.
«No, non ce n'è biso..» mi fermai portandomi una mano alla pancia.
«Ti senti bene?» mi chiese.
«Si, si..» dissi deglutendo.
«Scusa ma..» stavo per andare via quando Dave cominciò ad urlare – demenzialmente -
«VOMITO! Portate un secchio velociii, il PARQUET!!» Liam mi si avvicinò e cercò di tenermi in piedi. Katy, Harry e Louis entrarono mentre il tanto amato 'parquet', veniva inzuppato dal cappuccino e la brioche da me appena mangiati.

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Capitolo 5
*** Antiquati! ***


Pufffooo

QUARTA PARTE:

«Sto meglio, calmati» le dissi mentre mi facevano sedere su una poltroncina.
«Mi dispiace, mi sono dimenticata di cos'era successo l'ultima volta che avevi fatto colazione da me..» disse sedendosi imparte.
«Avevamo otto anni. Non è colpa tua, te l'avevo promesso, giusto?» cercò di parlare ma la bloccai
«Tutto ok» dissi.
«Hey, ti senti meglio?» disse Liam appena arrivò. Annuii e poi anche gli altri due ci raggiunsero.
«Stai meglio?» risposi subito «Si, voi siete?» chiesi. Si guardarono e Katy era tentata a darmi una gomitata, ma si contenne.
«Harry e Louis» disse lei mordendosi il labbro.
«Key, metti a freno i filmini porno nella tua testa» le sussurrai ridacchiando.
«Martina» dissi allungando la mano. I due si avvicinarono e uno alla volta mi abbracciarono.
«.. Allora è un vizio. Perchè l'avete fatto?» chiesi.
«Non è quello ch» non li feci finire
«No, non era quello che volevo, non importa, tranquilli. Piacere, comunque» dissi tranquilla. Poi mi alzai e Katy si alzò con me.
«Dovete andare a scuola?» ci chiese Liam. Io e Kat ci guardammo.
«Non proprio..» dissi.
«Sono in pausa di riflessione» disse Louis sorridendo. Liam annuì.
«Ah, capisco» sorrise.
«Allora vi dispiace se ci uniamo anche noi a questa 'Pausa di riflessione'?» chiese. Katy cominciò ad annuire e a squotere la testa senza controllo. La fermai.
«No problem» dissi guardandola. Mi abbracciò sussurrandomi un 'Grazie' all'orecchio e poi uscimmo salutando Dave che puliva accuratamente il suo amato parquet.
 
«Com'è il puffo?» chiesi a Harry che afferrò il suo cono, pagandolo. «Prova» mi disse. Lo guardai.
«Puoi dirm» mi bloccò allungando il gelato davanti a me.
«Non posso spiegartelo, prova» disse tranquillo con la sua voce da sex simbol. Lo provai e feci una faccia schifata.
«Uccidono tutti quei piccoli puffi per niente» dissi facendolo ridere appena. Ci sedemmo tutti e cinque su degli scalini, vicini ad una fontana, e cominciammo a parlare.
«Già, non capisco come facciano a non ridere» Louis si alzò e cominciò ad imitare le guardie del palazzo della regina a Londra, quelli col cappello gigante, nero.
«Con turisti che fanno facce buffe davanti a loro» e anche qui imitò le facce.
Tra risate varie, arrivarono poi Niall e Zayn mentre eravamo a guardare i negozi.
Andai contro a Zayn scusandomi. «Figurati. Rimani pure quanto vuoi» disse malizioso. Lo guardai male «Si, certo» dissi. Vidi gli occhi di Katy illuminarsi. Mi avvicinai a lei. «Katherine Diane Smith, che sono tutti quei cuoricini sulla tua testa?» le dissi a bassa voce. «Zayn» disse Katy facendosi sentire. «Si?» disse lui. «No, no scusa, non..» Katy cominciò a balbettare ma poi si fermò, cominciando a sorridere.
 
«A domani Katy» dissi abbracciandola. A turno abbracciò i ragazzi, salutandoli, dopodichè mi sussurrò di fare la brava e disse loro di tenermi sotto controllo, di riaccompagnarmi a casa e di non fare sciocchezze. «Ciao» dicemmo in coro mentre lei antrava nella casa. Erano le 20:00, ero in tempo appena per la cena. Mi accompagnarono e durante il 'viaggio' continuammo a parlare.
«Verrai al nostro concerto?» mi chiese Louis.
«Non ci sono più biglietti.. in realtà non è che sia vostra fan scatenata, non sarei venuta ma visto che Katy ci teneva tanto, avrei fatto un'eccezzione.. anche perchè non siete poi così male» dissi sorridendo.
«Si, 'per Katy'» disse Niall sorridendo. Gli diedi una pacca sulla spalla sorridendo a mia volta, poi, li salutai e indietreggiai verso la porta.
«Ci vediamo» disse Liam sorridendo. Annuii ed entrai in casa. Un sorriso mi si incollo al viso, da solo, senza nessun comando.
«Martina Scott, hanno chiamato dalla scuola. Dove sei stata?» chiese mia madre, spuntando dalla cucina.
«Usano ancora questi metodi antiquati quando qualcuno è assente?» mi fulminò con lo sguardo.
«Ok, mi dispiace. Katy era giu di morale, odio quando lo è..» dissi. «Katy? C'era anche lei?» Guardai il pavimento.
«Sua madre già lo saprà..» continuai cercando di rimediare.
«Ok, quello che è fatto è fatto, l'importante è che stai bene. Chi erano quei cinque bei ragazzi? Non erano maniaci, vero?» mi chiese a raffica. «No! No, no, tranquilla. Li abbiamo incontrati al bar. Sono dei o» mi bloccai.
«Sono cosa..» mi chiese andando verso il divano.
«..Dei vecchi amici» continuai.
«Sono un po' stanca, sai, marinare la scuola per buone cause puo' essere faticoso. Buona notte» dissi sorridendole.
«Buona notte. Non inventarti altre cose per domani, capito?» annuii e corsi nella mia stanza saltando gli scalini.

Aprii il computer e chiamai Katy con skype.
Io: «Hey Key, tua mamma ha scoperto tutto?»
Lei: «Si, hanno chiamato a casa»
Io: «Già. Antiquati. Non le hai detto che siamo usciti con loro, vero?»
Lei: «No, no, fgurati. Penserebbe che sia una scusa per ritirare in ballo il concerto»
annuii. Buassarono alla porta.
«Si?» dissi. La porta si aprì e mia madre aprì entrando.
«E' la mamma di Katy» disse. Afferrai il telefono e risposi
«Pronto?» dissi piano.
«Marty, ciao, grazie per quello che hai fatto oggi. Era contenta. Non dirle che te l'ho detto, ok? NON FATELO MAI PIU' PERO', CAPITO?!» disse. «Sisi..» risposi.
«Ok, buona notte. Di a Kate di spegnere che è ora di dormire. Domani andate a scuola. Buona notte Martina» concluse.
«Ok, buona notte» riagganciai.
«Tua mamma dice di spegnere perchè è tardi» dissi a Katy.
«Oddio, ha chiamato per questo? La solita..» poi cominciò ad urlare a sua madre che erano solo le nove e mezza e che restava ancora dieci minuti. Ridiedi il telefono a mia madre.
«Tra poco stacchi anche tu ne» disse uscendo e mandandomi un bacio con la mano.
«Bhe, ci vediamo domani. Ho finito gli argomenti» dissi.
«Martina Scott che non sa di che parlare? No, scusa ma non ci credo. Chi è?» mi chiese.
«Chi è chi?» le chiesi anche se sapevo che voleva dire.
«Il ragazzo, dai, mi hai capita..» cominciai a guardare il mouse del computer.
«E' della nostra scuola? No, aspetta è di oggi perchè sei così solo da og.. o mio dio» disse bloccandosi.
«Sono solo stanca, non è come credi. A domani. Ti voglio bene, buona notte» dissi mandandole un bacio e riagganciando.
«Che giornata» pensai. Mi stesi sul letto chiudendo gli occhi.

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Capitolo 6
*** Ti va di cantare? ***


Garden

QUINTA PARTE:

Cominciai a cantare con la musica che usciva dal mio telefono, la canzone che tanto mi piaceva – una delle tante che mi piacevano – chiudendo gli occhi. Dopo un po' li riaprii continuando a canticchiare con il 'nanana' a tempo, non ricordavole parole, e riaprii gli occhi.
«L'ho detto che sei bravissima» disse Liam facendomi sobbalzare.
«Liam! Mi hai spaventata, non ti avevo visto..» dissi cambiando discorso. «Pensavo fossi Katy, approposito, l'hai vista?» gli chiesi.
«No. Ti andrebbe di venire da noi domani pomeriggio? Se vuoi porta anche Katy. Se vuoi, ovvio» mi chiese senza scollarmi gli occhi di dosso. «Ok» dissi di slancio senza smettere di guardare nei suoi occhi color nocciola.
«..Da noi?» dissi accorgendomi tardi.
«Si, da me e i ragazzi..» disse.
«Ah..» dissi quasi delusa aggiungendo veloce un 'Certo' sicuro.
«Ora vado, stanno arrivando le tue compagne. Ah, se ti andasse un'altra pausa di riflessione in questi giorni, conta pure su di me» disse facendomi l'occhiolino. Sorrisi, dopodichè si allontanò mettendo gli occhiali da sole.
«Hey Mar» disse Katy apparendo alle mie spalle.
«Hey Jk» dissi.  
«Jk?» mi chiese ridendo.
Scossi la testa e lei ricominciò a parlare.
«Che voleva Liam?» mi chiese maliziosa. Cominciai a sorridere arrossendo
«Si è seduto imparte a me e mi ha fatto i complimenti per come canto e.. ci ha invitate, domani pomeriggio, a casa loro per non so che cosa..» spiegai.
«Noi da loro?» ripetè. Annuii e li impazzì.
«E te l'ho sempre detto anche io che avevi una bella voce, anzi, io ho detto bellissima» disse. Le sorrisi
«Si, hai ragione» dissi mentre ci alzammo e ci incamminammo per entrare.
«Comunque anche lui ha detto bellissima..» dissi ridendo e abbracciandola.

«Sono tornata!» dissi entrando in casa, senza ricevere risposta. Di nuovo. Chiusi la porta e mi preparai un panino mettendomi poi sul divano, accendendo il televisore. Cartoni animati. Non male dai.                   * campanello *.
«Arrivo» dissi ingoiando il pezzo di pane che avevo in bocca e avvicinandomi all'entrata. Aprii.
«Harry?» dissi.
«Hey, Martina. Liam mi ha detto che venivi da noi. Sono venuto a prenderti» disse.
«Era domani pomeriggio..» dissi.
«No, avevamo detto oggi.. Si sarà sbagliato» disse.
«OK, entra... avviso Katy» dissi facendolo entrare. Presi il telefono e continuando a guardarlo chiamai Katy spiegandole tutto.
«Arriva» dissi sorridendogli. Si avvicinò sorridendo maliziosamente. Forse aveva visto qualcosa nel modo in cui lo guardavo, non lo so, ma si avvicinò piano.
«Credi all'amore a prima vista?» mi disse. Ora sentivo il suo respiro addosso.
«Credo anche nel sesto senso dei maschi se è per questo» dissi.
«Cioè?» chiese ridendo.
«Ti dico solo che è guidato dall'amichetto li in basso» dissi spostando la sua figura con la mano, appena suonarono alla porta.
«Edo? Che ci fai già a casa?» chiesi facendolo entrare.
«Ho diment» si fermò e cominciò un altro discorso.
«Ho interrotto qualcosa?» chiese.
«No» dissi io.
«Si» disse Harry in coro alla mia risposta. Lo guardai male. Dalla porta vidi arrivare Katy.
«Eccola. Edo io vado, prendo le chiavi, cia» dissi uscendo.
Entrammo in macchina e arrivammo subito a casa loro.
«Wow, Marty, ti rendi conto che siamo a casa dei ragazzi più bon.. cioè, più... 'Più' del mondo? Non ci ha nemmeno messo un sacchetto di carta sulla testa» disse Key.
«Perchè avrebbe dovuto?» le chiesi.
«Non hai mai visto Sherlock Holmes?». Rimasi muta.
«Non importa» disse.
«Eccoci qua» disse Harry aprendo la porta di casa
«O porca loca» dissi piano. Era enorme, una casa enorme.
«Non sapevo esistessero ville simili qui» disse Katy. Dalla vetrata si poteva vedere il giardino sul retro. Una distesa di verde incontaminata. «Questa è la sala delle registrazioni» disse Harry aprendo una porta vicino al caminetto spento.
«Hey, ben arrivate!» disse Louis venendoci incontro. Erano tutti li. Li salutammo con un bacio sulla guancia e poi insistettero per farci sentire una loro canzone. Katy cominciò a sorridere e a lacrimare appena iniziarono. Io ascoltai e a un certo punto chiusi gli occhi. Si sentiva che cantavano col cuore. Quando li riaprii vidi Liam che mi sorrideva. Harry, appena finirono il pezzo, venne verso di me. «Ti andrebbe di cantare con noi?» disse stando di fronte a me.
«Veramente io non..» cercai di parlare. Avrei detto mille volte 'Si' ma quella parola non usciva.
«Ne sarebbe felicissima» disse Katy aiutandomi. Poi mi incitò.
«Dai» disse sorridendo. Annuii e Harry mi prese la mano portandomi in mezzo a loro. Katy si spostò e si  sedette imparte a Zayn che le sorrise. Mi fecero scegliere una canzone, non tra le loro, almeno non credo. Scelsi 'Just give me a reason' di P!nk. So il titolo perchè era quella che avevo ascoltato quella mattina. Cominciammo a cantare e mi divertii un sacco. A un certo punto cominciò a cantare anche Kat. Diciamo che lei è brava in alcune cose e io in altre. Comunque passammo il pomeriggio più bello del mondo, anche perchè finita la canzone uscimmo in giardino. Passeggiammo a lungo e ci sdraiammo sull'erba fresca commentando le forme delle nuvole.
«Già le cinque?» Katy si alzò di colpo.
«Marty, dobbiamo andare!» la guardai con aria interrogativa.
«La cena dai miei!» esclamò ricordandomi dell'impegno. Ci alzammo «Noi dobbiamo andare» dissi ai ragazzi.
«Di già?» chiese Harry guardandomi. Annuii.
«Vi accompagno» disse Liam alzandosi. Dopo un po' si alzarono anche gli altri e ci raggiunsero alla porta.
«Ci vediamo domani?» chiese Zayn guardando Katy. La guardai e vidi che continuava ad annuire.
«Tanto è domenica» disse Katy guardandomi a sua volta. Continuai ad annuire.
«Allora a domani» disse Harry dandomi un bacio sulla guancia. «E scusa per prima..» continuò sottovoce.
«Tranquillo» risposi. Poi, uno alla volta salutammo tutti e ci incamminammo verso la macchina. Arrivammo davanti alla casa di Katy.
«Ti aspetto fuori» disse Katy uscendo dall'auto e allontanandosi.
«Grazie di tutto, Liam» dissi sorridendo.
«Ci vediamo domani» continuai baciandogli la guancia, piano, chiudendo gli occhi. Mi staccai appena. Cominciò a esplorare i miei occhi azzurri e io i suoi nocciola.
Il mio telefono cominciò a vibrare: 'Siamo gia qui... dove sei? -Mamma'.
«Devo andare, a domani» dissi sorridendogli e uscendo infretta dall'auto.

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Capitolo 7
*** Il Luna Park ***


zucchero filato

 

SESTA PARTE:

«E quella volta che Edo ha cominciato a baciare il cuscino di Katy mentre dormiva?» era il milionesimo 'E quella volta'. Straziante.
'zzzzz' il telefono di Edo cominciò a vibrare. Io e Katy lo guardammo speranzose. Aprì il messaggio. Mi voltai a guardarlo e lui mi guardò a sua volta.
«Lily» disse. Lo guardai squotendo la testa.
«Mamma, le porto a fare un giro» disse prendendomi il braccio. Kat, subito dietro di noi cercò di stargli dietro. Uscendo di casa, salutammo e subito cominciò a correre.
«Che è successo ancora?» dissi stanca. Continuavamo a correre e correre.
«Dice che un'emergenza» disse lui. Mi fermai riprendendo fiato.
«Non ho nulla contro di lei ma mi ha stufata» dissi facendolo fermare. Tornò indietro venendo verso di me.
«Ne varrà la pena» disse. Scossi la testa.
«L'avevi detto anche l'altra volta» dissi. Mi voltai tornando indietro. «Marty!» urlò facendomi fermare. Mi rivoltai verso di lui.
«Non voglio essere come lui» disse guardandomi dolcemente. Parlava di nostro padre. Mi avvicinai.
«Non lo sei e non lo sarai mai. Ma se ora vai da lei ho paura che diventerai solo un tappeto» dissi senza ascoltarmi. Quando faccio dei discorsoni non mi ascolto, quindi non so se aveva senso ma annuì e si sedette sul marciapiede chiamando Lily. Appena rispose si allontanò. Mi sedetti su un muretto li vicino, imparte a Katy e appoggiai le mani sulle ginocchia lasciando che la testa si piegasse in avanti. Sentii la mano di Katy che mi accarezzava la schiena.
«Dice che Sid è uscito e vuole vedermi..» disse mio fratello avvicinandosi. Non gli risposi, mi limitai a guardarlo male.
«Le ho detto che non avrei perso tempo. Che ero con te e che non volevo correre da lei lasciandoti sola solo perchè aveva deciso di vedermi» disse cercando approvazione. Mi alzai e lo abbracciai. Ricambiò e cominciò a sorridere.
«Volete un gelato?» disse. Annuimmo ridendo e ci incamminammo verso la gelateria.

«E vaniglia e fragola per la signorina» disse Eddie dandomi il gelato. «Grazie» dissi afferrandolo.
«Ciao Eddie!» dicemmo tutti in coro.
«Ciao ragazzi» rispose lui. Con il biscotto presi un po' di gelato dal cono di mio fratello. Mi bloccai di colpo appena andai addosso a un ragazzo. Non guardo mai dove vado.
«Oddio, scusa!...Liam?» dissi alzando lo sguardo. Cominciò a sorridere. Ci guardammo per un po' finchè Harry arrivò
«Ragazze!».
«Harry, ragazzi» disse Katy sorridendo.
«Ti ho macchiato la maglietta..» dissi cercando di togliere il gelato dalla sua maglietta.
«Tranquilla! Ho tante altre magliette a casa.. e poi fa così caldo..» disse fermando la mia mano.
«Ok» dissi sottovoce, sorridendogli poi.
«Non presenti i tuoi amici a tuo fratello?» disse Edo avvicinandosi.
«Mh, si, Liam, Harry, Niall, Louis e» Katy continuò al posto mio.
«Zayn» disse. La fissai, continuava a sorridergli.
«Io sono Edoardo, il fratello di Martina» disse mio fratello sottolineando chi era. «
Perchè mi sembra di avervi già visto da qualche parte?» disse Edo ricevendo una risata da Katy e me.
«Sono dei One Direction» disse Katy con gli occhi che brillavano. Era strano sentire quel nome. Era quasi orribile, sentire quel nome.
Alla fine decidemmo di allargare il nostro trio anche con loro cinque. Stavano simpatici anche a mio fratello e non facevano altro che parlare.
«La scarpa» dissi fermandomi e abbassandomi per allacciala. Louis e mio fratello mi vennero addosso quasi inciampando
«Che fai?» disse Edo.
«Arrivo» dissi riallacciandola con calma. Sentii una presenza dietro di me ma prima che mi voltassi era già al mio fianco
«Liam» dissi sorridendo.
«Ti aspetto» disse lui ricambiando il sorriso. Finito di riallacciarla, raggiungemmo gli altri che ridevano con le storie di mio fratello, quelle che usa per fare colpo sulle persone. Ormai le conoscevo tutte.
«Toglimi una curiosità» cominciò Liam mentre prendavamo le distanze dagli altri.
«Siete italiani?» cominciai a ridere a quella domanda.
«Che ho detto di così divertente?» disse ridendo con me.
«No, nulla, è che mi sembrava strano che non me l'avesse ancora chiesto nessuno» dissi mentre senza accorgercene andavamo contro il resto della truppa di fronte a noi, che si era fermata.
«Che succede?» chiese Liam leggendomi nel pensiero.
«Stiamo decidendo dove andare. Il Luna Park è aperto oggi. Vi va?» disse mio fratello. Tutti daccordo, arrivammo all'entrata e cominciammo a provare tutti i giochi. Io e Katy, come da tradizione, andammo sulle tazze, tanto per scaldarci un po' mentre gli altri al tiro al bersaglio o,  come Harry e Louis, sulla giostra, uno nella carrozza e l'altro sul cavalli. Che risate.
«Chi vuole un po' del mio zucchero filato?» a quelle parole gli fiondai di fronte.
«Se proprio non lo vuoi più..» dissi mordendomi il labbro.
«Hey, hey, vacci piano, un po', un pezzo. Piccolo piccolo» disse il biondo facendomi segno con le dita.
«Okok» dissi prendendone abbastanza da leccarmi le dita appena finito. Mi fissarono appena cominciai a fare versi di golosità tipo
«Mmmh» e chiudendo poi in bellezza con
«Che bontà». Scoppiarono tutti a ridere, anche perchè ero convinta nel dirlo. Purtroppo, come tutte le belle serate, anche quella finì.
«La prossima volta ne prendo due. Te lo sei pappato tutto te!» disse Niall ridendo.
«Era li, mi chiamava. Non puoi farlo soffrire così, non te lo gustavi nemmeno!» dissi aggregandomi alle risate. Arrivammo davanti al cancellino della casa di Katy e cominciammo i saluti. Un bacio e un abbraccio ad ognuno. Mio fratello li salutò sbadigliando e cominciando a suonare il campanello.
«Bhe, a domani» dissi allontanandomi. Katy non si staccava più. Abbracciava ognuno cinque minuti buoni. Cominciai a dondolare sul posto, dopodichè cominciai a sentirmi davvero un'idiota e la staccai con la forza.
«Bene, a domani. Saluta Katy» con l'ultima frase lei corse di nuovo in contro ai ragazzi. Cercai di fermarla.
«Con la mano Kat!» mio fratello sentì e intervenne prendendola a 'sacco di patate'.
«Cia» disse lui tornandosene in casa.
«A domani» ripeterono loro mentre li salutavamo con la mano.

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Capitolo 8
*** Non sono mica Lord Voldemort! ***


collo

 

SETTIMA PARTE:

Si sedette sul mio banco e la guardai sorridendole.
«A che ora andiamo da ''tu sai chi'', oggi?» disse katy, sottovoce, e facendo anche il gesto delle virgolette con le dita.

«Guarda che non sono mica Voldemort, puoi dirlo tranquillamente il loro nome» dissi seguendo il suo tono.
«Ok, come vuoi. A CHE ORA ANDIAMO DA ZAYN, LOUIS, LIAM, HARRY E NIALL, OGGI?» disse sottolineando i nomi. Mi guardò con aria da 'Visto?' quando metà classe cominciò a ridere e a dire «Se, credega!».
«Ok, hai ragione. Comunque io direi subito dopo scuola» dissi elettrizzata. Katy cominciò ad annuire e a muovere il dito, puntandolo verso di me
«Mi piace come ragioni», disse. La campanella risuonò e Katy saltò giu dal mio banco salutandomi, e tornando al suo posto.

La scuola finì e come daccordo ci fiondammo da loro non pensando al fatto che forse stessero mangiando vista l'ora.
«Arrivo!» disse una voce da dietro la porta mentre suonavamo ripetutamente il campanello. Harry aprì la porta presentandoci i suoi pettorali.
«Hey» disse prima con sorpresa, poi sorridendo e aprendo la porta ancora di più. Distolsi lo sguaro verso la mia borsa.
«Ciao Harry» disse Katy senza guardarlo in faccia (guardava il risultato della palestra). Lui rispose con un cenno del capo e lei si sciolse, letteralmente. La presi per il braccio prima che raggiunse terra ma Styles ebbe la mia stessa idea e per un secondo le nostre mani si incontrarono. «Scusa» dicemmo in coro e sorridendo per la coincidenza. Kay si riprese e finalmente riuscimmo ad entrare. Tutti si stavano rimettendo la maglietta, chi anche i pantaloni.
«Hey Hazza. Rivestiti va!» disse Zayn lanciandogli una maglietta rossa.
«Volete unirvi a noi?» chiese Niall mentre portava il suo piatto verso il tavolo. Io e Katy ci guardammo e accettammo sedendoci con loro, mangiando un piatto di pasta.
Finito il pranzo tutti si alzarono e Liam cominciò a lavare i piatti. Mi avvicinai.
«Vuoi una mano?» gli chiesi. Girò la testa e mi sorrise.
«No, tanto non sono molti..» disse continuando il suo lavoro. Mi girai, dando le spalle al davanzale della cucina e mi ci appoggiai.
«Pensavamo di andare in un pub stasera» disse Liam lavandosi le mani. «Puoi venire?» continuò avvicinandosi a me.
«Credo di si. Comunque farò tutto per esserci» dissi. Quando ripensai a quello che avevo detto non potevo crederci. Che scema.

Bip, bip
Fuori da casa mia sentii il clacson di una moto. Guardai dalla finestra e vidi che mi salutava, non so chi fosse, ma mi salutava e mi faceva segno di scendere. Finii di sistemare il vestito e poi corsi giù salutando mia mamma.
«Stai attenta, chiamami per qualunque cosa. Occhio!» disse. Diceva sempre le stesse cose da quando mio fratello ha cominciato ad uscire ed è molto tempo.
«Si, ciao!» dissi aprendo la porta e correndogli incontro. Mi diete un casco e montai dietro partendo, poi, verso il pub.

Arrivati, scesi dalla moto togliendo il casco. Lui fece lo stesso.
«Ciao piccola» disse Harry facendomi l'occhiolino. Feci roteare gli occhi sorridendo.
«Dai, entriamo» disse mettendomi il braccio intorno alle  spalle. Guardai la mano penzolare dalla mia spalla e la tolsi prendendola con due dita.
Quando entrammo cercammo i ragazzi e Katy. La riconoscevo da lontano matta come era, poi loro la mandavano ancora più in extasi.
«Ben arrivata!» disse Lou facendomi posto sul divanetto.
«Voi cosa prendete?» disse Zayn alzandosi. Tutti elencarono i loro e poi venne il mio turno.
«Marty?» disse Zayn chiamandomi. Visto quello che avevano ordinato gli altri, non volevo fare brutta figura, quindi optai per l'unico cocktail alcolico che avessi bevuto almeno una volta nella vita. Il Martini. Gin e vermont, con un'oliva verde.
«Un martini» dissi sorridendo convinta e ricevendo un sorriso di consenso da parte dei ragazzi.
«Katy?» la chiamò Zayn sorridendo.
«Quello che bevi tu, tesoro» disse maliziosa. La solita. Poi lui andò al bar e Katy mi picchiò nella mano attirando la mia attenzione e chiedendomi «Da quando bevi Martini?».
«Da sempre» affermai alzando la spalla. Era più che una balla, lei lo sapeva.
«Non è vero» disse.
«Da stasera» mi corressi.
«Nemmeno tu hai mai bevuto nulla di più forte di una coca cola» ribattei. Non disse nulla, ci guardammo e poi scoppiammo a ridere.
«Vodka, Golden, Bitter e Martini» disse Zayn consegnandoci i cocktail. «Domani è il vostro ultimo giorno di scuola quindi..» ci chiese Niall. Annuimmo mentre cercavamo di non fare facce strane quando bevevamo un sorso dal bicchiere.
«Magari possiamo organizzare una festicciola» continuò Niall illuminando gli occhi di tutti i presenti.
«Direi che siamo tutti daccordo» disse Niall vedendoci sorridere.
«Dai, balliamoo» disse Katy alzandosi e portando con se Zayn e Harry seduti vicino a lei.
«Vieni?» mi chiese Liam allunngandomi una mano. Sorrisi e la afferrai alzandomi.
«Allora, sei italiana?» mi chiese Liam sperando in una risposta.
«Più o meno» cominciai. Era complicato.
«Mio padre era italiano, ha conosciuto mia madre quando lei abitava nel Mitchigan, poi si sono sposati e hanno avuto noi» dissi togliendo una parte della storia.
«Scusa» disse. Avevo abbassato la testa. La rialzai scuotendo la testa «No, tranquillo, è che non mi va di parlarne..» dissi rallentando.
«Certo» disse. L'avevo messo in imbarazzo.
«Vado un po' fuori. Prendo un po' d'aria, ok?» dissi cercando di sorridere in modo convincente. Quando annuì e si avvicinò agli altri, uscii piano dal locale portandomi una mano al petto e respirando piano. Respirai anche profondamente, qualcuno stava fumando e appena la nicotina arrivò al naso cominciai a tossire. Che figura. Mi allontanai in modo da respirare ossigeno e alzai i capelli in modo da far passare aria. Faceva caldo. Qualcuno arrivò da dietro e mi baciò il collo. Mi voltai di scatto lasciando che i capelli tornassero al loro posto.

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Capitolo 9
*** The last day ***


school

OTTAVA PARTE:

«Hey! Che fai» gli urlai voltandomi. Mi accorsi che Harry barcollava.
«Ma quanto hai bevuto?» chiesi, ma era ovvio che non capiva. Lo afferrai portando un suo braccio attorno alle mie spalle e lo persi alla vita. Cominciò a ridacchiare e a dire frasi senza senso. Lo misi a sedere su un muretto ma si lasciò andare e volò in terra ridendo. Lo guardai e cominciai a ridere anche io. Lo feci rialzare ma era troppo pesante e gli caddi addosso. Cominciò a sorridere e a fare quella faccia da conquistatore che hanno i ragazzi quando ci provano. Si avvicinò ma mi rialzai prima del contatto.
«Aspetta li, non muoverti» non mi fidavo. Mi rivolsi a una coppia li vicino «Scusate, potete tenerlo d'occhio un secondo?» annuirono e corsi dentro a cercare gli altri.
«Permesso, scusa» in quei pochi minuti che ero rimasta fuori, proprio adesso dovevano ballare tutte quelle persone?
«Liam!» lo vidi vicino a una cassa, poi, azionarono il fumo e cominciai a tossire. Puzzava. Mi feci spazio anche spingendo pur di passare. Arrivai a Liam col fiatone e con ancora più caldo di prima.
«Harry è ubriaco, davvero tanto. Meglio portarlo a casa o si caccia nei casini» lasciò il bicchiere sulla cassa e disse a Niall quello che gli avevo detto io. Non penso fosse la prima volta, perchè sapevano già che fare. Corsero all'entrata e io li seguii. La ragazza a cui avevo chiesto quel favore mi stava cercando li, all'entrata il pub.
«Hey! Il ragazzo si è alzato, abbiamo cercato di fermarlo ma ha tirato un pugno al mio ragazzo e se né andato» disse preoccupata.
«Lui sta bene?» chiese Liam. Che tenero.
«Si ma non so dove sia il vostro amico, mi dispiace» detto questo se ne andò.
«Niall vai a chiamare gli altri, noi cominciamo a cercarlo» disse Liam. Niall annuì e rientrò nella confusione.
«Andiamo» disse Liam prendendomi la mano e cominciando a correre. Lo seguii, non potevo far altro ormai.

Avevamo girato due isolati, un parco e chiesto se l'avevano visto a una decina di persone. Mi sentivo in colpa. Se fossi rimasta li con lui non sarebbe successo. Provammo alla spiaggia allora.
«Mi scusi, ha visto questo ragazzo?» disse Liam indicando la foto sulla rivista che avevamo comprato. La donna scosse il capo e gli chiese un'autografo. Lo fece in fretta, giusto per non deluderla, poi ricominciammo e correre.
Driiiin  
Liam afferrò il telefono e rispose subito
«Zayn, novità?» chiese riprendendomi la mano che aveva lasciato poco prima. Sorrisi a quel gesto.
«Okok, dove siete?» chiese sospirando.
«Ok, arriviamo» poi riattaccò e si rivolse a me, senza fermarsi.
«L'hanno trovato ma è un po' lontano. Prendiamo la metropolitana» disse scendendo le scale. Entrammo in tempo prima che le porte si chiudessero e senza mai lasciarmi la mano si attaccò a un palo. Quando la metropolitana si fermò alla prima fermata, molta gente scese ma non abbastanza da lasciarci il posto a sedere, così rimanemmo li impiedi. Appena ripartì, imbranata come sono, andai addosso al suo petto. Quando alzai la testa vidi i suoi occhi puntati verso i miei. Sarà stato il Martini, non lo so, ma qualcosa mi diede il coraggio di non tirarmi indietro. Si avvicinò a me piano e mi diede un bacio mentre la mia mano libera andava a sistemarsi dietro il suo collo. La seconda fermata arrivò presto e ci staccammo piano, sorridendo. Appena vide la porta aprirsi, approfittò delle nostre mani, sempre attaccate, e mi tirò piano uscendo dalla metropolitana. Appena arrivammo dai ragazzi, Harry era in una fontana che ballava. In mutande.
«Hey, ben arrivati. Paura di perdervi?» a questa domanda lo guardammo spaesati. Con un cenno del capo indicò le nostre mani che staccammo subito dopo averle guardate a nostra volta.
«Non vuole uscire, Niall e Louis sono dentro da tre ore ma non riescono a prenderlo, quando ci provano lui corre.. crede di giocare» disse Zayn lamentandosi.
«Ci provo io» dissi ricevendo come risposta un 'Prego'. Mi avvicinai alla fontana.
«Harry» dissi facendolo fermare. Il ragazzo si avvicinò e si abbassò sorridendo. Mi guardò negli occhi, un po' come Damon in 'The vampire diaries' quando solo con lo sguardo convince le persone a fare quello che vuole. Ecco, io faccio eccezione, è come se avessi mangiato verbena per anni e fossi immune hai suoi occhi. Non mi convinceva, o almeno io non mi facevo convincere. Approfittai del momento per esplorare i suoi occhi verdi fino a quando Niall e Louis, uno da una parte e uno dall'altra, gli si fiondarono addosso prendendosi anche una testata.
«E brava Martina» disse Liam avvicinandosi a me e portandomi a se con un gesto del braccio. Mi diede  un bacio sulla fronte e mi tenne a se per un po'. Mi venne naturale appoggiare la mano sul suo petto, facendomi guidare. Misero la felpa a Harry e lo fecero sedere su un marciapiede, mentre Zayn andava a prendere la macchina in un parcheggio li vicino. Farfugliò qualcosa prima di crollare in un sonno profondo. Lo misero in macchina e Zayn e Katy decisero di tornare al Pub per prendere la sua moto, Niall e Louis tornarono a piedi per la sfrenata voglia di gelato mentre Io e Liam tornammo alla casa dei ragazzi insieme a Harry.

«Ecco» dissi aprendo la porta e facendo passare Liam che teneva Harry e cercava di farlo camminare. Lo lasciò cadere sul divano e io richiusi la porta.
«Vuoi qualcosa da bere?» mi chiese andando in cucina.
«No, grazie» risposi sedendmi su una poltrona. Gli occhi cominciarono a chiudersi mentre sentivo la voce di Liam farfugliare qualcosa di confuso.

«Buongiorno bellezza» disse Liam mentre mi alzavo dalla poltrona, togliendomi la coperta di dosso. A passo zombie mi diressi verso il tavolo in cucina.
«Buongiorno» risposi sorridendo. Mi avvicinai a lui piano, non ero sicura di quello che era successo sulla metropolitana. Lui mi guardò e io mi appoggiai al tavolo. Si avvicinò a me prendendomi per i fianchi e baciandomi. Ricambiai portando le mani intorno al suo collo.
«Hey. Hey, hey! Ci sono gli hotel per certe cose» disse Zayn entrando in cucina senza maglietta. Ci staccammo sorridendo e aiutai Liam a sistemare il tavolo per la colazione. Presi una tazza e appena mi girai vidi Katy entrare in cucina con la maglietta di Zayn addosso. Mi fermai.
«Kat!» esclamai senza pensare.
«Marty..» disse lei con disinvoltura e prendendo un biscotto. Si avvicinò velocemente a Zayn stampandogli un bacio e poi girò l'angolo, tornando in camera.
«La scuola» dissi saltando impiedi. Non mi era mai interessato molto, ma l'ultimo giorno era indimenticabile e a mezzanotte saremmo stati ufficialmente dell'ultimo anno.
«Vi accompagno» disse Liam lasciando la tazza e correndo a prendere le chiavi della macchina. Lo seguii chiamando Katy che appena arrivò, ci seguì salutando gli altri.

«Grazie» dissi dandogli un bacio sulla guancia e scendendo dall'auto con Katy. Corremmo al cancello e suonammo facendoci aprire dai bidelli. Salimmo le scale saltando i gradini ed entrammo in classe salutando. Stavano preparando le patatine nelle ciotole, i bicchieri e i piatti. Che bellezza.
«Ben arrivate!» disse il Signor Flat.
All'ultima ora ci fecero scendere in cortile, c'era una sorpresa per quelli del quarto anno.
«Come sorpresa, quest'anno abbiamo pensato a qualcosa di diverso. Louis, Niall, Liam, Harry e Zayn» disse mentre uno a uno entravano saltando. Tutte le ragazze del quarto si fiondarono davanti al muretto usato come palco. Sorrisi mentre vedevo che Liam mi cercava tra la folla. Quando mi vide mi fece l'occhiolino e cominciarono a cantare. Come un concerto vero. Molte ragazze riuscirono a salire e ad abbracciarli ma i cinque finirono presto e salutando se ne andarono. Liam mi fece segno di seguirlo e io senza farmi notare, lo seguii.
«Liam? Dove sei?» dissi sottovoce. Una mano mi prese per i fianchi e mi portò a sè unendo le sue labbra alle mie.
«Piaciuta la sorpresa?» chiese Liam sorridendo.
«Perchè non me l'hai detto?» gli chiesi dandogli una pacca sul petto e sorridendogli.
«Ci vediamo stasera, ti passa a prendere Louis» detto questo mi diede un bacio e se ne andò mentre mi mordevo il labbro inferiore.

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Capitolo 10
*** Waiting midnight ***


cola

 

NONA PARTE:

«Girati» disse mia mamma emozionata. Feci un giro facendo muovere il vestito rosso.
«Sei fantastica» disse mentre suonarono al campanello e Edo andò ad aprire.
«C'è Mart..» Louis si bloccò appena mi vide e sorrise.
«Pronta?» disse allungando la mano. Diedi un bacio sulla guancia di mia madre a ne mandai uno a Edo afferrando la mano di Louis e uscendo senza smettere di sorridere. Mi aprì la portiera e ringraziandolo entrai.

«Hey ben arrivati, aspettavamo voi» disse Niall aprendo la porta e accompagnandomi in giardino.
«Marty!» disse Liam venendomi incontro. Era bello con qualunque cosa addosso. Mi diede un bacio sulla fronte. La musica partì e tutti cominciarono a ballare.
«Ok, ok. L'anno è finito e siete tutti felici perchè l'anno prossimo sarà una nuova esperienza. Sopratutto per chi di voi andrà al college. Ma parliamo del terzo anno. Tra qualche ora sarete i più grandi» a quella frase Niall ricevette dei versi di felicità da parte nostra.
«Ok, ok. Dato che è una serata speciale, faremo in modo di renderla ancora più fantastica» e li, tre colpi di bacchette e la musica partì. Cominciammo a ballare una loro canzone. Dopo un po' sentii il bisogno di sedermi e bere qualcosa, quindi presi un bicchiere di coca cola e mi sedetti su una sedia. Chiusi un po' gli occhi e mi feci trasportare dalla musica cominciando a canticchiare la canzone che stavano eseguendo i ragazzi. Riaprii gli occhi e vidi che molti dei ragazzi e delle ragazze li vicino si erano girati e sorridevano. Era un sorriso di quelli che dicono: 'Tranquilla, sei brava'. Tranquillizzante e tremendamente favoloso oltre che un poco imbarazzante.
«Hey bella» disse Harry sedendosi imparte a me.
«Tu non canti?» gli chiesi.
«Guarda che abbiamo gia finito..» disse lui indicando il palco vuoto.
«Oh, già..» dissi finendo la coca cola e guardando altrove.
«Ti va di fare un giro?» mi chiese alzandosi. Ci pensai per un po' e poi accettai seguendolo.

«..quindi cerchiamo di non pensare troppo alla separazione dei nostri genitori» continuai ad annuire. Era un po' che camminavamo, oramai eravamo lontani dagli altri. Si era appena confidato con me, senza tralasciare cosa provava.
«E Martina Scott, qual'è la cosa che non ha mai detto a nessuno sulla sua famiglia?» ci pensai per un secondo e mi sentii abbastanza sicura per dirgli quella piccola parte che non avevo detto nemmeno a Katy.
«Mio padre piacchiava mia madre. Lei lo ha sopportato, per me e Edo ma..» rallentai.
«Quando lui mi tirò uno schiaffo, lei chese subito il divorzio. Avrebbe sopportato tutto pur di non farci passare una separazione ma appena lei vide quella scena fece in modo che lui non si avvicinasse più a noi. Scott è il cognome di mia madre, l'abbiamo cambiato quando ci siamo trasferiti qui ai miei sei anni» gli raccontai sedendomi sull'erba fresca. Si sedette imparte.
«Che cazzone» disse facendomi ridere.
«Già..» dissi facendomi scappare un'altra risata.
«Mi piace quando ridi. Non riuscirei a vederti piangere» a queste parole mi girai verso di lui e i nostri occhi si incontrarono.
«Forse è meglio se torniamo, ci staranno cercando» dissi spezzando il contatto visivo.

«Hey dove sei stata?» mi chiese Liam venendoci incontro, appena arrivammo a destinazione.
«Harry mi ha fatto fare un giro» dissi sorridendogli, come se non fosse successo nulla.
«Si, abbiamo parlato un po'» disse senza togliermi gli occhi di dosso.
«Bhe, vi lascio soli» disse facendomi l'occhiolino e andandosene via.
«Tutto ok?» mi chiese abbracciandomi. Ricambiai l'abbraccio chiudendo gli occhi.
«Benissimo» dissi mentre mi godevo le sue braccia calde.
Ci staccammo e entrammo in casa. Mi sedetti sul divano e poi mi lasciai andare scivolando sul cuscino e sdraiandomi definitivamente.
«Hai già sonno?» mi chiese Niall sedendosi imparte. Mi risedetti per fargli posto.
«No, sono solo sfinita» gli spiegai. Mi appoggiai alla sua spalla.
«Bevuto troppo?» mi chiese.
«Se intendi troppa coca cola, si, tre bicchieri alti» gli dissi facendolo ridere. Li adoravo. Erano così dolci con me, mi sentivo protetta.
«Marty, mi aiuti con la torta?» mi chiese Liam sorridendo.
«Torta?» dissi alzandomi e andandogli incontro.
«Dai vieni» mi disse prendendomi la mano. Uscimmo in giardino e Niall, dietro di noi, prese la torta dalle mani di Liam, appoggiandola sul tavolo.
«Ok, mancano dieci, nove» cominciarono il conto alla rovescia. Tra meno di dieci secondi sarei stata una del quarto anno. Pochi secondi alla mezzanotte. Quando arrivò tutti cominciarono a urlare. Liam mi prese i fianchi con un braccio e portandomi a se mi baciò. Io ricambiai portandogli una mano dietro il collo, come mio solito.

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Capitolo 11
*** the day after the party ***


kiss

 

DECIMA PARTE:

Mi svegliai in una stanza che non era la mia. Mi alzai e vidi che ero vesita. Ottimo. Stropicciai gli occhi e uscii dalla stanza percorrendo il corridoio in punta di piedi.
«Buongiorno» disse Zayn seduto imparte a Katy. Non le avevo parlato la sera della festa. In effetti non c'era, non l'avevo nemmeno intravista. Ma non avevo nemmeno visto Zayn.
«Dov'eri ieri sera?» le chiesi avvicinandomi al tavolo.
«Zayn mi ha.. fatto vedere la città» disse ridacchiando. Come se fosse un codice che capivano solo loro due. Si guardarono e cominciarono a parlare sottovoce. Ok, mi evitavano. Mi girai intenta a cercare le mie scarpe nella camera in cui mi ero svegliata, ma andai addosso a Liam. Alzai la testa e lui mi sorrideva dolcemente. Gli sorrisi anche io.
«Hai visto le mie scarpe?» gli chiesi senza staccargli gli occhi di dosso. Non mi rispose. Si limitò a mordersi il labbro inferiore e, prendendomi per i fianchi, mi riportò nel corridoio dove, percorrendolo, arrivammo alla camera.
«Non sono qui?» mi chiese mentre entravamo. Guardai sotto il letto ma delle mie scarpe nemmeno l'ombra. Mi rialzai sbuffando e sistemandomi i capelli. Liam cercò un po' in giro per la casa e lo stesso feci io.
«MARTY!» lo sentii urlare e corsi da lui.
«Trovate» disse dandomele in mano.
«Grazie» dissi guardandolo dolcemente e stampandogli un bacio sulle labbra morbide. Tornai a ripercorrere il corridoio entrando in camera sua, di nuovo. Cominciai ad urlare appena vidi un ragno gigante per terra. Saltai sulla scrivania. Se c'è una cosa che non riesco a sopportare sono gli insetti. Mi piacciono gli animali, ma gli insetti non li sopporto proprio.
«Hey, ho sentito urlare, che è successo?» disse Harry entrando nella stanza con una maglietta legata intorno alla vita e coperto solo da dei jeans.
«C'è un ragno gigantesco, sta attento!» gli dissi mettendomi in ginocchio e perlustrando il pavimento.
«Ok, vieni» mi disse avvicinandosi e dandomi le spalle.
«Salta su» mi disse. Afferrai le sue spalle con le mani e piano saltai sulla sua schiena mentre lui afferrava le mie gambe. Ridacchiai appoggiando la mia testa alla sua.
«Perchè ridi?» mi chiese girando la testa, cercando di vedermi.
«Sei tutto matto.. io peso.. cadremo in terra e il ragno ci salterà addosso, lo so..» dissi spostando la testa in modo da vederlo negli occhi. Lui rise ma si fermò subito appena cominciammo a guardarci seri. Ci avvicinammo, come succede in situazioni simili, lui continuava a camminare e guardava solo me. Usciti dalla stanza non si ricordò di girare e, appena arrivò al muro, sbattè la testa lasciandomi scendere piano dalla sua schiena. Cominciai a ridere mentre si massaggiava la fronte, ridendo anche lui.
«Non è carino da parte tua... ti fa ridere ah?» disse senza smettere di sorridere.
«Abbastanza» dissi mentre si avvicinava. Si fiondò verso di me prendendomi e buttandomi sul letto di una camera vicina e continuando a farmi il solletico. Continuavo a dirgli di smetterla, il solletico è orribile. Dovrebbe essere illegale, è una forma di tortura in fondo!
A un certo punto cademmo dal letto ma continuai a ridere mentre lui, sopra di me, mi fissava dolcemente. Mi misi seria appena notai il suo sguardo. Mi stampò un bacio, piccolo, ma che mi bloccò.
«Marty vieni, dobbiamo tornare a casa!» mi urlò Katy dalla cucina. Harry sia alzò e io mi sedetti sul pavimento. Mi alzai piano mentre realizzavo ciò che era appena successo.
«Scusa» mi disse mentre raggiungevo la porta.
«Tranquillo» gli dissi sorridendo. Raggiunsi la cucina e quindi Katy che stava ''salutando'' Zayn.
«O mio dio! Chiamarmi quando avevate finito no?» dissi girandomi e raggiungendo l'ingresso. Liam arrivò di corsa dandomi un bacio. Con la coda dell'occhio vidi arrivare Harry e mi venne spontaneo staccarmi da Liam, che mi sorrideva.
«Eccomi. Cocomera!» mi disse Katy raggiungendomi.
«Cocomera?» le chiesi aprendo la porta.
«Si, ciao a tutti!» disse lei uscendo.
«Ciao» dissi io guardando Harry e uscendo poi, chiudendo la porta alle mie spalle.

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Capitolo 12
*** Vorrei che tu capissi cosa sei per me ***


UNDICESIMA PARTE:

«Ah, non dispiace un bel pic-nic a volte..» disse Liam appoggiando il cestino sul telo color pastello.
«Già» dissi sedendomi mentre il vestito che mia madre aveva scelto apposta per il pomeriggio, seguiva i miei movimenti.
«E qui abbiamo un delizioso sandwich fatto da Mr. Malik.. ti fidi?» mi chiese Liam sorridendo. Cominciai a ridere.
«Dopo l'ultimo piatto di pasta, direi di no» dissi facendo ridere anche lui. Non feci in tempo nemmeno ad annusare il biscotto che tenevo in mano, che Liam si fece serio, lo vedevo anche se gli occhiali scuri gli coprivano gli occhi.
«Paparazzi?» disse alzandosi piano.
«Non voglio che ti seguano per tutta la vita, sono delle cozze, non puoi capire» stavamo sistemando tutto e alla frase 'Non puoi capire' mi fermai.
«Solo perchè non sono nel 'tuo mondo' non significa che sia propri» mi interruppe portando il suo dito della mano sulle mie labbra.
«Sei tu il mio mondo, ora. Non voglio che altri entrino a rovinarlo» mi sciolsi. Sece scivolare il dito sulle labbra dove era appoggiato e poi prese il cestino e la mia mano, andandosene indifferente. Appena fummo un po' lontani rallentammo il passo, entrando nella prima metropolitana di passaggio.
«Quindi niente pic-nic..» dissi delusa. Mi guardò. Aspettammo una fermata e tutto d'un tratto scattò.
«Vieni» disse prendendomi di nuovo la mano e cominciando a camminare in fretta.
«Potevi restare fino a che ora?» mi chiese.
«Finito il pic-nic tornavo a casa.. due, due e mezza, circa.. perchè?» dissi cercando di stargli vicino. Guardò l'orologio.
«Se camminiamo in fretta abbiamo ancora un'ora per stare insieme» mi disse sorridendo. Gli sorrisi a mia volta stringendolgi la mano.
Dopo un po' che camminavamo arrivammo in un giardino, piccolo, ma accogliente. Un signore ci venne incontro.
«Liam!» esclamò abbracciandolo.
«Eddie!» disse lui ricambiando.
«Mi servirebbe un favore..» cominciò lui.
«Certo, tutto quello che vuoi, ti devo un favore» disse 'Eddie'.
«Lei è Martina e..» cercò di spiegargli ma lui capì tutto quando vide il cestino.
«E' tutto vostro. Piacere di averti conosciuta, Martina» disse cortesemente facendoci l'occhiolino e tornandosene in casa. Liam mi sorrise e ricambiai seguendolo. Stese il telo e ci sedemmo sopra aprendo il cestino.
«Allora, dove eravamo?» disse lui senza smettere di sorridermi.

«Il pomeriggio più bello della mia vita» mi feci scappare una frase davvero dolce, da quando stavo con lui non avevo mai fatto frasi simili.
«Sono stato benissimo anche io» mi disse mentre mi avvicinavo alla porta.
«Ci vediamo domani?» gli chiesi ricevendo un 'Si' come risposta. Stavo per aprire la porta ma mi fece girare e mi stampò un bacio.
«Ti sembrerà presto ma non voglio perdere tempo. Vorrei che tu capissi cosa sei per me. Marty io» mio fratello e il suo tempismo perfetto ci fermarono.
«Ti ha baciata contro la tua volontà?» disse sarcastico. Ma non faceva ridere.
«Dai entra, mamma non c'è, ordiniamo una pizza..» disse Edo aprendo completamente la porta.
«Ciao Liam» gli dissi stampandogli un bacio sulla guancia ed entrando in casa appena si allontanò.


Il mio cellulare cominciò a squillare appena Edo andò in cucina per buttare il cartone della pizza.
«Pronto?» dall'altra parte del telefono c'era silenzio.
«Sono Lily» a quelle parole dette sottovoce, mi alzai di scatto.
«Cerchi Edo?» le chiesi scocciata, incominciando a giocare con la pianta finta (Mia madre non sapeva tenere nemmeno una margherita), imparte al divano.
«Scusa era il primo numero che ho trovato e» la sua voce cominciava ad unirsi a un pianto, ma non alzava mai di volume.
«Okok, calma..» andai in cucina e Edo si preoccupò vedendo la mia faccia.
«Chi è?» mi chiese appoggiando lo scotch sul tavolo.
«Lily» gli dissi passandogli il telefono. Lo afferrò in fretta.
«Lily? Dove sei? Che è successo?» era preoccupato, moltissimo. Dopo pochi secondi che diceva 'mhh', si fermò e cominciò ad alzare la voce. «LILY? LILY!?» allontanò il telefono dall'orecchio e lo picchio sul tavolo. «HEY!» esclamai fermandolo. Si portò le mani alla testa
«Che succede?» le chiesi mentre il battito del mio cuore aumentava. «Devo andare da lei» disse poi, cominciando a camminare in fretta. Lo seguii dicendo 'Vengo con te' e impugnai le chiavi di casa.
«Ciao, ti chiedo un favore. Sto andando da Lily... si porta anche loro. Lo massacro quel bastardo!» disse diventando rosso per la rabbia. Cominciò a correre verso la metropolitana e io cercavo di stargli dietro. Entrammo in fretta mentre le porte si stavano per chiudere.
«Marty?» esclamarono Harry e Louis facendomi voltare.
«Hey» dissi io.
«Che fai?» chiesero loro. Non risposi, cercavo un modo per sviare da quella domanda quando mio fratello intervenne.
«Sapete difendervi e … avete mai fatto a botte?» a quella domanda Harry e Louis si guardarono.
«Diciamo che sappiamo di he parli» disse Harry sorridendo.
«Bene, mi date una mano» i due annuirono. Presi il braccio di mio fratello prima che battesse il pugno ai due incoscenti.
«Che vuoi fare?» gli chiesi duramente.
«Quello che avrei dovuto fare mesi fa» mi rispose lui facendomi lasciare la presa e continuando ciò che doveva fare.
Scesimo alla fermata dopo e correndo arrivammo di fornte alla casa di Lily, dove Mark e due suoi cugini ci aspettavano. Come lo conoscevo è un'altra storia. Entrammo nella casa e mio fratello fece segno di controllare le altre stanze, che non ci fosse nessuno. Lui sapeva dove era Lily, così cominciò a salire le scale. Lo seguii.
«Dove credi di andare tu?» mi chiese.
«Se c'è qualcuno che può far ragionare quella ragazza sono io» mi giustificai.
«Non posso proteggervi entrambe» ribattè cercando di convincermi. Stavo per rispondergli ma Harry arrivò alle nostre spalle, intervenendo. «Ci penso io a lei» detto questo mi sorrise.
«Pure l'amante c'hai. Non ti è bastata la mia esperienza?» disse Edo. Quando capii cosa intendeva, gli diedi un pugno al braccio.
«Heey!» dissi piano. Lui e Harry cominciarono a ridere. Una risata che subito si spense quando entrammo in camera da letto e trovammo Lily che piangeva ormai senza forze, mentre Sid (l'idiota che aveva picchiato mio fratello alla festa, vedi intro) la teneva per i polsi. Appena ci sentì entrare la lasciò cadere a terra. Le corsi incontro facendola alzare mentre mio fratello lo prendeva a pugni.
«Harry, cazzo fai la statuina? Dammi una mano!» gli urlai picchiandogli la gamba con la mia mano. Mi alzai mentre Harry la prendeva in braccio. «Portatela giu» disse Edo mentre riceveva pugni in pancia da quella sottospecie di acciuga. Non ce la facevo a vederlo così, allora presi la rincorsa e saltai sulle spalle di Sid tappandogli gli occhi, mentre mio fratello si piegò per terra sputando sul pavimento. Cominciò a muoversi e io cercai di fargli dei pizzicotti dove potevo. Ero brava a dare pizzicotti, facevano male. Si buttò sul letto con la schiena contro il materasso. Forte. Mi mancava il respiro. Cominciai a tossire e poi mi prese i polsi tirandomi su. Gli diedi un calcio nel ginocchio destro facendolo arrabbiare. Poi gliene diedi un'altro nel 'basso ventre' facendolo arrabbiare davvero tanto.
«Non dovevi farlo, ragazzina» disse cominciando a camminare velocemente verso l'armadio, dove mi spinse facendo un fracasso infernale. Mi diede uno schiaffo e poi cominciò a ridacchiare. Non voletti sapere a che pensava. Si avvicinò e provai a tirargli uno schiaffo a mia volta ma mi fermò la mano e mi bloccò le gambe con le sue. Mi baciò, in realtà mi cacciò la lingua in gola, è diverso. Cercai di reagire ma niente, non riuscivo a muovermi. Edo arrivò da dietro.
«Hey, che cazzo fai!??! E' mia sorella cogl» non finì la frase che subito Harry prese la testa di Sid e lo staccò da me. Mio fratello, nel frattempo, lo prese ricominciando a picchiarlo. Harry si avvicinò senza dire nulla, mi ero accasciata a terra. Mi prese in braccio. Sentii Edo parlare a Sid.
«Ti piacerebbe fare un'altro giretto per le scale? Contale meglio stavolta!» detto questo si sentì come un pallone da basket, anzi, due palloni da basket (Sid non è tanto piccolo), rotolare giu per le scale. Harry mi portò da mio fratello.
«Portala nella macchina di Mark» disse lui. Appena mi fece sedere sul sedile imparte a Lily, cercai di convincerlo che stavo bene.
«Ok, sei sana come un pesce, intanto rimani qui seduta» ha detto lui. Non so perchè ma mi convinceva. Il tono della sua voce, così tranquillo. Non tutti riescono a convincermi facilmente, sono molto cocciuta. Nemmeno mio fratello, mia madre o Katy ci riescono. Ma lui aveva quel non so che quando mi diceva le cose. Harry appoggiò la schiena alla macchina, lasciando la portiera aperta.
«Comunque potevo camminare benissimo da sola» gli dissi appoggiando la testa al sedile.
«Ci tenevo a fare il supereroe» mi disse facendomi sorridere. «Caramella?» mi chiese mettendomela sotto il naso.
«Anche due» gli dissi afferrandola e cominciando a gustarla. Fragola. Una delle mie preferite.
«Dai partiamo» disse Edo a Mark mentre chiudeva la porta di casa.
«Vi accompagno?» chiese a Louis e Harry.
«No, la metropolitana è vicina, fare due passi non ci costa nulla» rispose Louis.
«Grazie» gli disse Edo prima che si allontanassero. Con una stretta di mano alla 'rapper', i tre si salutarono.
«Ciao Marty» mi dissero.
«Harry!» lo chiamai. Corse subito da me. Lo feci avvicinare e gli chiesi di non dire nulla a Liam, l'avrei fatto io nel momento opportuno. Lui annuì e prima di lasciarlo andare via, gli diedi un bacio sulla guancia.
«Grazie» gli dissi. Mi fece l'occhiolino, il suo solito e adorabile occhiolino.

«Arrivati» disse Mark fermandosi davanti a casa nostra.
«Ci sentiamo, grazie amico!» disse Edo scendendo dall'auto e venendo ad aprirci le portiere. Camminammo piano verso la porta, tirai fuori le chiavi di casa e aprii.
«Mamma?» provai a chiamarla ma non era ancora tornata. Per fortuna. «Va a dormire, è tardi» mi disse Edo chiudendo la porta.
«Tra poco arriverà mamma. Datti una sciaquata, ok? Tutto apposto, si?» annuii salendo piano le scale mentre Edo aiutava Lily e le dava da bere qualcosa. Mi chiusi in bagno e mi feci una doccia veloce, per togliermi la stanchezza. Mi misi di fronte allo specchio e mi sistemai il viso. Misi della crema sui lividi, facevano male. Piano andai in camera vestendomi e tornai in cucina per prendere del ghiaccio. Trovai Edo, Lily e mia madre seduti al tavolo che parlavano. Mia madre stava consolando Lily che piangeva come una fontana e Edo si beccava le fulminate di mia madre. Con tutto quello che le aveva tenuto nascosto!

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Capitolo 13
*** This is the life, i wanna live ***


DODICESIMA PARTE:

«Gli ha detto che ormai aveva combinato un casino, se Sid avesse chiamato la polizia era solo un problema suo.
Lui l'ha rassicurata dicendole che aveva fatto in modo che non dicesse nulla e lei ha cercato di non dire altro.
Ha lasciato che Lily dormisse da noi per tutto il tempo necessario, non voleva che la cosa si ripetesse» dissi portando la cannuccia alla bocca.
«Ma tua madre è arrabbiata con lei?» mi chiese Katy facendo lo stesso.
«No, anzi, è molto protettiva.. è arrabbiata con  Edo per tutte le balle che le ha detto e perchè c'ero anche io li con lui... con me non più di tanto, era molto spaventata infatti, quando sono scesa in cucina ha cominciato a tartassarmi di domande e a medicarmi ovunque» le spiegai riappoggiando il bicchiere al tavolo e indicando i lividi sui polsi.
Quando ci alzammo, la luce del sole cominciò a dare fastidio e con un gesto veloce, sistemammo gli occhiali da sole sul naso e continuammo il nostro giro.
«Domani vieni in piscina?» mi chiese Katy rimettendo il portafoglio nella borsa.
«Si, metterò un costume intero però.. c'è un livido enorme sul mio fianco sinistro» le confidai. Lei si avvicinò e cominciò a dare delle ditate al mio fianco malridotto.
«Hey! Fa male! Quale parte di 'Livido enorme' non hai capito?» le dissi senza alzare troppo la voce.
«Scuusa, curiosità, mi conosci! Allora martedì vieni alla festa di Stacy?» a quella domanda la guardai. Lei ricambio lo sguardo e scoppiammo a ridere.
«Sarebbe un modo per infastidirla, però..» scossi il capo sorridendo. Ad un certo punto le si illuminarono gli occhi. Un'idea geniale le era passata per la testa. Un'altra.
«Se noi organiziamo un'altra festa a casa dei ragazzi? Come quella per la fine della scuola.. è piaciuta a tutti e lei sarebbe costretta a venire alla nostra..» disse con un sorriso maligno. La fissai.
«Katy.. dolce Katy, non pensi che ''i ragazzi'' vogliano rimanere tranquilli? Quella sera la metà delle ragazze li tartassava di smancerie e di domande. Penso che dovremmo evitare» le spiegai.
«Allora facciamola a casa tua» disse sorridendo.
«E' perfetto. Tua madre non è mai a casa e» la fermai.
«A mia madre lo dico, sai, dopo quello che è successo» dissi mentre lei mi saltò di fronte.
«Allora ci stai!» disse sorridendo. Annuii e mi abbracciò. Tra una chiacchera, un gelato e quant altro arrivarono le sette e mezza e dovettimo tornare a casa per la cena.

«A Katy è venuta la brillante idea di fare una festa martedì sera..» cominciai.
«Bello, sua madre è daccordo?» mi chiese lei portando la forchetta alla bocca.
«Tu lo saresti?» chiesi io.
«Dipende.. perchè?»
«Una parte della sua idea, prevede casa nostra.. nulla di che..» dissi con voce vaga. Mi guardò.
«Perfavore» la guardai con occhi dolci.
«Non ti ho mai chiesto niente ma ora ti scongiuro mamma, ti prego» la guardavo supplicante. Era l'unico modo per fargliela pagare a Stacy. Anche se non capivo: sarebbero venuti alla mia festa invece che andare alla sua?
La risposta: No, per niente, sogna!
«Magari solo stavolta. Ma all'una tutti a casa» disse mentre già saltavo andandole incontro.
«Graziegraziegraziegrazie» continuavo a ripetere solo questo. Mentre sparecchiavamo.
«Devo rimanere?» mi chiese fermandomi.
«Mamma» le dissi guardandola male.
«Potrei fare una torta, giochi di società..» la guardai ancora peggio.
«Stia tranquilla, è molto più matura di quanto dimostrino i suoi anni» intervenne Lily facendomi l'occhiolino. Mi faceva piacere, dopotutto lei rendeva felice mio fratello.
Chiesi a Katy cosa avrebbe portato tutte quelle persone a venire alla mie festa.
'Vedrai' mi rispose. Pochi minuti dopo mi arrivò un messaggio da Liam: 'Allora ci vediamo Martedì, ti voglio bene' ora era tutto più chiaro. Figuariamoci se mi ascolta!

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Capitolo 14
*** Le madri sanno sempre tutto ***


Mom know everything


TREDICESIMA PARTE:


«Ok, un bacio. Salutami gli altri» avevo appena finito una lunga conversazione con Liam scusandomi per la sfacciataggine di Katy, ma lui, solito tenerone, mi disse di non preoccuparmi e che sarebbe venuto volentieri. Scesi le scale e mia mamma mi vide mentre andava in salotto.
«Finito di parlare col tuo ragazzo?» mi disse sorridendo.
«Che.. chi te l'ha detto?» le chiesi fermandomi all'ultimo scalino.
«Edo. Ieri sera mi chiedevo come mai eri così felice e lui mi ha detto 'Colpa del ragazzo'.. pensava che già lo sapessi» mi disse facendomi l'occhiolino e avvicinandosi.
«Che ne sa lui? E poi..» mi fermai. Cominciavo a diventare rossa.
«Com'è?» mi chiese mentre andavo in cucina.
«E'..» mi fermai e poi mi rigirai verso di lei andandole incontro sorridendo.
«E' fantastico. Dolce, simpatico e penso di piacergli tanto» dissi sorridendo.
«A te piace?» mi chiese lei. Era la domanda fatidica.
«Tanto» le risposi. E lei cominciò ad abbracciarmi con le lacrime agli occhi.
«Ah, la mia bambina» continuò. Era la solita frase sentita in tutti i film in cui c'è la figlia con il primo fidanzato. Il terzo, ma per quanto ne sa lei è il primo.
«Come si chiama?» mi chiese.
«Harry» dissi. Cosa? Martina fermati, correggiti subito! Scema..
«Uh che» la interruppi.
«Liam! Si chiama Liam» il suo sorriso si trasformò in un punto di domanda.
«E Harry?» mi chiese. Cominciai a guardarmi intorno, senza rispondere, poi riprese a parlare.
«Aspetta. Harry, Liam... Zayn, Nillo e Lili?» stavo annuendo ma appena sentii i nomi mi fermai.
«Niall e Louis mamma..» la corressi.
«Quello che è. Sono i ragazzi di quella band su tutti i giornalini?» mi chiese. Le sorrisi appena e annuii.
«Marty..Marty...Hai fatto colpo su una Rock star?» e lì, un sorriso a trentadue denti le si appiccicò sul volto. Subii un'abbraccio di quelli che ti fanno mancare il fiato per quanto è stretto e poi riuscii a tornarmene in camera. Senza il mio gelato (motivo per cui ero scesa in cucina).
Rock star,insomma.. Anyway, era l'ora dello 'Skype' con Katy.
«Ciao bella» cominciai io.
«Nulla è buono o malvagio in sé, è il pensiero che lo rende tale» disse lei.
«Scusa?» le chiesi io.
«Il tuo amato William Shakespeare a detto questo..» annuii. Non la ascoltavo.
«Prontoo? Terra chiama Marty, che ti prende?» mi chiese lei. La solita pazza.
«Pensavo che ora mia madre sa di me e Liam..» le dissi io.
«Wow.. e che ha detto?»
«Che è contenta.. ma era un po' confusa visto che prima le ho detto che  era Harry il mio ragazzo... invece di Liam...» le confessai io.
«Harry?» detto questo scoppiò a ridere.
«Non ci vedo nulla da ridere, almeno io l'ho detto a mia madre.. tu le devi dire anche che hai perso la verginità cara mia!» le dissi io sorridendo.
«Colpo basso, non me lo sarei aspettato da te» mi disse lei, seria.
«Fai sul serio?» le chiesi io vedendo la sua faccia.
«Stronza» disse riattaccando.
E ora? Che avevo fatto?
Quella sera chiamai Liam e gli raccontai tutto, anche dei lividi.
«Come? Stai bene? Se lo incontro in giro quello, io»  lo fermai.
«Tu niente, non metterti in guai simili, ti prego» gli dissi preoccupata. Non volevo che la storia si ripetesse.
«Okok, non lo farò.. ma farei tutto per te» mi disse dolcemente. Arrossii credo. Non sono abituata a questo genere di cose, quindi non gli risposi.
«E con Katy? Non penso sia arrabbiata..» mi disse lui.
«Vedrò domani.. mi deve aiutare a comprare le cose per la festa e dobbiamo andare in piscina. Vabe, come stanno i ragazzi? Novità?» cominciò a raccontarmi tante cose, non le ricordo tutte, anzi credo che ad uncerto punto mi addormentai.
Che scema, avrà pensato che non mi importava! Ma ero stanca. Mi farò perdonare.

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Capitolo 15
*** Le feste non si preparano da-sole ***


SunglassiesaODFNEI

QUATTORDICESIMA PARTE:

Il giorno dopo aspettai Katy davanti al mio cancellino. Lei aveva la macchina, saremmo andate con la sua, ma di Key nemmeno l'ombra. Provai a chiamarla ma riattaccò. Tornai a casa e mi buttai sul divano.
«Tutto ok?» mi chiese Lily passando li vicino.
«Katy è arrabbiata con me...» le dissi mentre si avvicinava.
«Sai il perchè?» annuii.
«Allora dovresti spiegarle come mai è successo quel fatto, darle la tua versione. Si arrabbierà all'inizio ma poi quando anche tu ascolterai la sua vedrai che vi accorgerete che è solo una stupidata» mi disse attirando la mia attenzione.
«Proviamo..» dissi alzandomi. La abbracciai ringraziandola e poi uscii correndo a casa di Katy.

«Buongiorno, sono Marty.. c'è Katy?»
«Si, la faccio scendere. Risolvete, PERFAVORE!» disse la madre stressata.
«Sono giù, contenta?!» urlò Katy alla madre mentre usciva dalla porta.
«Che vuoi?» partiamo 'bene'.
«L'ho detto perchè ridevi di un errore mio. Un'errore che mi ha fatto pensare su una cosa importante, non mi hai dato il tempo di dirtelo» le spiegai.
«Ma nemmeno darmi della squillo era la soluzione!» mi disse seccata.
«Non lo farei mai e non l'ho nemmeno detto. Ho solo detto che sei stata con Zayn e se mai avessi detto a tua madre del tuo fidanzato avresti potuto dirle anche questo.. sono nel pallone Key! Non so più che cosa dico» le spiegai.
«Secondo te io ne parlo con lei.. perchè, la tua te l'ha chiesto?» mi disse lei.
«No, non le ho dato il tempo di farmi altre domande. Comunque non mi s» mi interruppe.
«In bocca al lupo per la festa» detto questo rientrò senza salutarmi. Rimasi li fuori da sola. Che schifo.

«Ciao, Liam è li?» ancora una volta davanti a un citofono. Harry arrivò al cancellino aprendolo.
«Non c'è. Ti serviva qualcosa?» mi chiese dolcemente.
«No, devo andare al centro commerciale per la festa e se voleva venire.. andrò da sola, grazie comunque» stavo per andarmene ma Harry mi prese per il braccio, fermandomi.
«Posso venire io. Liam non tornerà prima delle nove, è via con Lou e Niall. Zayn sta andando da Katy ora e starei qui solo..» mi disse. Figuriamoci se Zayn e Katy restavano spiccicati. Ok ora esageravo, ma mi ha fatto arrabbiare.
«Ok» dissi senza pensarci. Harry tornò in casa prendendo le chiavi della macchina e chiudendo la porta. Munito di occhiali da sole saltò in macchine e io mi sedetti imparte a lui.
«Si parte» disse sorridendomi.

«Da dove cominciamo?» mi chiese lui mentre aspettavamo sulle scale mobili.
«Qualcosa di simpatico» gli dissi io. Non avevo mai organizzato una festa, è Katy la specialista.
«Proviamo qui» disse camminando verso un negozio di oggetti vari. Cominciò a provarsi tanti occhiali colorati e buffi come con le orecchie o con gli occhi disegnati sulla lente (chi mai se li metterebbe, ditemelo voi).
Girammo molti negozi e pieni di borse riuscimmo a sederci in un bar.
«Lo conosci il gioco del 'No' 'Neanche io'?» gli chiesi giocherellando con la cannuccia nella lattina di coca cola.
«No» disse lui perplesso.
«Neanche io..» dissi. Lo guardai sorridendo e dopo non molto scoppiai a ridere.
«Ok, potevi risparmiartela questa» disse lui ridendo quanto me. Poi si fermò e cominciò a guardandomi sorridendo.
«Che c'è? Ho..ho qualcosa sulla faccia?» gli chiesi perlustrandola col dito.
«No, sei perfetta» arrossii, credo.
«Be, magari cominciamo a portare le cose in macchina..» gli dissi alzandomi. Lui annuì.
«Mi piacciono i tuoi occhiali» gli dissi togliendoglieli dal naso e posizionandoli sul mio.
«Come sto?» dissi sorridendo mentre la luce del sole ci inondò di calore appena uscimmo.
«Un'incanto ma ora ridammeli» disse senza smettere di sorridermi.

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Capitolo 16
*** I'm Sorry ***


i'm sorry

QUINDICESIMA PARTE:

«Ciao!» dissi abbracciandola.
«Divertiti» continuai facendo passare anche il ragazzo dietro di lei. La festa era cominciata e il mio vestito bianco non vedeva l'ora di muoversi.
«Hey splendore!» disse una voce facendomi voltare di scatto.
«Liam» dissi sorridendogli e abbracciandolo.
«Marty..» disse Harry arrivando con Niall da dietro l'adorabile Payn.
«Ciao ragazzi.. Louis e Zayn?» si guardarono e poi Niall mi spiegò.
«Sono andati a prendere una persona..» disse facendo il vago. Dissi semplicemente 'ok' e li feci entrare. Come avevo chiesto, le ragazze non impazzirono si limitarono solo a salutare ma i ragazzi dolci come sono, fecero lo stesso un'autografo a due ragazze.
«Allora, questo Liam?» mi chiese mia mamma avvicinandosi piano.
«Non me lo fai conoscere?» continuò.
«Mamma!» dissi.
«Che c'è? Ne ho il diritto, no?» disse sorridendo. Liam si avvicinò a me inconsapevole del pericolo.
«Buonasera Signora Scott» disse.
«Liam, giusto? Chiamami pure Carol» disse sorridendo.
«Ok, mamma ora devi andare no?» le feci segno con gli occhi e lei capì.
«Ok,ok.. è stato un piacere, Liam. Trattamela bene.. Ah, chi è Harry?» la fermai spingendola con la forza fuori di casa.
«OK mamma, le tue amiche ti aspettano al bar, ciaaao» continuai a guardarla finchè non arrivò al cancellino e girò l'angolo. Liam arrivò da dietro e mi abbracciò. Portai le mie mani alle sue braccia e girai la testa verso la sua, baciandolo e sorridendogli.
«Katy?» dissi appena tornai a guardare il mio giardino. Stava risalendo il vialetto.
«L'abbiamo portata noi. Parlate un po' pensiamo noi agli invitati» disse Zayn che accompagnato da Louis, entrò in casa. Uscii e io e Katy cominciammo a parlare mentre camminavamo nel mio giardino.
«Ok, mi dispiace, va bene? Non volevo prenderti in giro, non lo farei mai, non riuscirei» le dissi mentre le lacrime mi annebbiavano gli occhi.
«No, avrei dovuto capirlo.. è che Zayn mi piace davvero e io piaccio a lui, sono sicura...» le lacrime che tanto aspettavano scesero come una fontana accesa.
«Ci credo, mi dispiace» le dissi. Cominciò a piangere anche lei e poi ci abbracciammo. Non capitava spesso di litigare, l'ultima volta era stato a sette anni ed era successo perchè lei usava di continuo la mia bambola, non me la ridava. In questo caso  era  diverso, più ''serio''.
Rientrammo e Liam mi venne incontro prendendomi per i fianchi appena Katy corse tra le braccia di Zayn.
«Tutto risolto?» mi chiese sorridendo.
«Si» gli dissi baciandolo.
«Completamente» conclusi mordendomi il labbro. Lui sorrise e si avvicinò, ma Harry arrivò interrompendoci.
«Posso rubartela per un ballo?» chiese sorridendo. Liam sorrise e annuì baciandomi la fronte. Presi la mano di Harry e andammo in pista.
«Tutto ok?» mi chiese muovendosi a ritmo della musica.
«No» gli dissi sorridendo vedendo il suo volto preoccupato.
«Balli come uno struzzo con la testa sotto la sabbia» dissi ridendo. Lui annuì ridendo a sua volta.
«Ci risiamo ah?» disse fermandosi e portandosi le mani ai fianchi. Con un gesto veloce mi prese la mano e mi fece girare per poi portarmi contro il suo petto. I nostri occhi si incrociarono, senza mai distrarsi.
«Uno struzzo che sorprende» dissi rompendo il silenzio che si era creato. Cominciai a ridere con lui mentre mollava la presa della mia mano e tornammo da Liam.
«Vi porto da bere?» chiese Styles senza spegnere il suo sorriso contagioso. Annuimmo e cominciò a cercare il tavolo dove prendere le sue amate bibite.
«Tocca a me ora» disse Liam prendendomi le mani e incastrando le sue dita con le mie. Sorrisi mentre mi portò a se piano, godendosi il momento, e infine baciandomi dolcemente. Il bacio continuava, così portai le mie mani appena sotto le sue guance, lui portò le sue dietro la mia schiena, stringendomi a se.
«EhEhm..» Harry si schiarì la voce facendoci staccare.
«E' rimasta solo la Coca..» disse dandoci i bicchieri. Le mie guance cominciarono ad accaldarsi appena vidi i suoi occhi che evitavano i miei. Quel bacio a casa sua non l'avevo dimenticato. Baci così non si dimenticano.
«Vado a prendere altre... cose da bere..» dissi rifugiandomi in cucina. Respirai piano toccandomi le guance calde con le mani. Mi avvicinai al frigorifero e aprendolo cercai con gli occhi il crodino che mia madre nascondeva nel cassetto della frutta, chissà perchè. Presi le bottigliette e le portai nel salotto facendomi spazio tra le ragazze che si strusciavano sui ragazzi.
«Stacy?!» esclamai vedendola appiccicata a Louis.
«Non avevi una festa stasera?» le chiesi appoggiando gli analcolici arancioni sul tavolo.
«E' domani e non ti dispiace se ho fatto un salto vero? Sai, ho saputo solo stamattina che c'erano anche questi adorabili ragazzi» disse mentre Louis spaventato chiedeva aiuto. Sorrisi a quello sguardo disperato e mi rivolsi a Stacy.
«Ok, divertiti. Ma Louis serve a me ora» dissi prendendogli il braccio e dandogli in mano una bottiglietta. Lui comincio a sistemarle sul tavolo mentre Zayn e Katy arrivarono li affannati.
«Bella festa. Forse dovremmo ballare di meno» cominciarono a ridere, mi venne d'impulso prenderlo per il braccio mentre Kat parlava con Lou.
«Falla soffrire e rimpiangerai di avermi conosciuta» gli dissi protettiva.
«Se mai la facessi soffrire, stai sicura che non sarai l'unica a farmi del male. In piu me ne farei da solo vedendo anche solo una lacrima scendere per quelle guance rosee» disse lasciandomi senza parole. Un vero poeta.

«Ciao, buone vacanze!» disse per l'ultima volta, richiudendo la porta bianca.
«Le mie gambe tra poco svengono» dissi creando solo punti di domanda.
«Le gambe svengono?..» chiese Niall con voce stanca.
«Bo, non so nemmeno che giorno è oggi..» dissi buttandomi sul divano imparte a Niall mentre Louis e Hazza cercavano un posto fresco sul pavimento della stanza.
«Bella festa però..» disse Liam con voce altrettanto stanca.
«Grazie» disse Katy alzando il braccio. Scoppiammo a ridere.
«Che centri? Ho fatto tutto io..» dissi ricevendo correzzioni.
«Abbiamo fatto tutto..» sottolineò Harry sorridendo.

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Capitolo 17
*** Ti amo *I tempo ***


ti amo

SEDICESIMA PARTE:

I tempo
Il giorno seguente Zayn riaccompagnò Katy a casa con il mal di schiena.
Avevamo dormito sul divano in pose non molto comode per tutta la notte e mia mamma non era tornata.
Nemmeno Edo o Lily. Quando tutti furono svegli cercai qualcosa da mangiare per loro.
Succo di frutta, cereali, biscotti, tutto quello che volevano era li, grazie alla golosità di Edo.
Finita anche la colazione mi sedetti sul divano e cominciai a canticchiare.
«Voglio un tuo poster» disse Harry sedendosi imparte a me.
«Come scusa?» speravo avesse sbagliato a formulare la frase.
«... Non un poster alla 'playboy', un poster come i nostri che vendono nei giornalini..» si corresse.
«Ah, e perchè?» chiesi ridendo.
«Sono un tuo fan» disse lui sorridendo.
«Ah, ecco... Che onore» dissi io mentre Liam e Niall ci raggiungevano.
«Che giorno è oggi?» chiese Liam finendo il succo che aveva nel bicchiere.
«Il 29 giugno» risposi. «..Perchè?» continuai.
«Il concerto è vicino..» disse Liam sorridendo e ricevendo approvazione dagli altri.
«Anche il tuo compleanno..» disse Harry.
«Ma se è tra due mesi!» disse Louis apparendo dalla cucina.
«Eh, va be, siamo li..» disse lui.
«Quando compi gli anni?» mi rivolsi a Liam guardandogli le labbra.
«Il 29 agosto..» disse sorridendo.
Poi mi baciò inaspettatamente, premendo forte sulle mie labbra e facendomi sdraiare sulle gambe di Harry.
Quando si staccò cominciai a ridere. La porta si aprì e una voce spense le nostre risate.
«Adesso glielo chiedo» disse Edo a Lily, mentre entravano in casa. Mi alzai di scatto bagnandomi le labbra con la lingua e sistemandomi i capelli.
«Hey. Ciao ragazzi» disse Edo portando una mano sulla spalla di Lily.
«Divertiti alla festa mentre... ballavate e nient altro?» disse sottolineando 'nient altro' con una voce profonda, mentre ridevo sottovoce.
«Si, molto.. ora andiamo..» disse Louis avvicinandosi alla porta.
«C'eri anche tu quella sera...da Sid?» chiese Lily afferrando Lou per il braccio. Lui annuì e lei lo abbracciò ringraziandolo.
Abbracció anche Harry, che guardai finche anche lui non si giró verso di me e mi sorrise.
«Ciao a tutti..» disse poi, uscendo di casa. Liam mi salutó con un bacio sulla guancia e usci seguendo il resto della truppa.
«.. Che casino.. dai, sistemiamo prima che torni mamma» disse Edo avvicinandosi alle bottiglie di coca cola e crodino completamente svuotate.

«Si sono divertiti tutti?» chiese mia madre portando la forchetta alla bocca.
«Si, molto» dissi facendo lo stesso.
«Noi andiamo a letto» disse Edo alzandosi e mettendo il piatto nella lavastoviglie. Lily fece lo stesso e, salutandoci, si ritirarono in camera da letto.
«Cosa pensi di Lily?» chiese mia madre mentre sparecchiavo.
«Che rende felice Edo e lo rende più... pirla» dissi annuendo.
«Marty!» mi richiamò.
«Ok, scusa... però lo è un poco..» dissi dandole un bacio sulla guancia e dileguandomi verso camera mia.
Andai sotto le coperte e afferrai il telefono componendo il numero della mia migliore amica.
K: «Ciao Mar!»
Io: «Ciao Katy.. domani ti imbuchi alla festa di Stacy?»
K: «Non lo so.. pensavo di uscire con Zayn, sai, non mi va di perdere tempo con quella» disse ridendo.
Io: «Gia» dissi sorridendo.
Io: «Quindi è una cosa seria» dissi felice.
K: «Giaaa non ti sembra fantastico?»
Io: «..Irreale..» dissi debolmente.
K: «Tutto ok?»
Io: «Non lo so.. penso che sto facendo un gran casino»
K: «Liam? O Harry..?»
Io: «Entrambi»
K: «Non l'hai ancora detto a Liam quello che è successo l'altra sera?»
Io: «Sisi»
K: «Ma allora qual'è il problema?»
Io: «Harry, Liam.... Non lo so. Amo Liam, e sto una favola con lui ma»
K: «Amo? Cucciola! Ti sei innamorata!»
Non me ne ero accorta. avevo detto che lo amo? Mi sono sempre detta e ridetta che non avrei mai sofferto come mia madre, non mi sarei mai innamorata.
Ma.. L'ho detto.
Lei cambio discorso ma dopo un po sentii gli occhi pizzicare. Voletti evitare le domande allora le dissi che ero stanca,
la salutai e riattaccai.
Il telefono vibró. Di nuovo.
«Liam?» chiesi dopo aver letto il suo nome sullo schermo.
«Si piccola, volevo... Marty, che succede?» chiese sentendo che qualcosa non andava.
«Niente..» singhiozzai.
«vengo li»
«Cosa? No, dormono tutti.. Nono»
«Apri la finestra del bagno» disse lui riattaccando.
Del bagno? Che vuole fare, Rambo?
Vabe, andai ad aprirla e lo aspettai.
«Eccomi» disse saltando dentro.
«Piccola perchè piangi?» mi chiese prendendomi il viso tra le mani e asciugandomi le lacrime con i pollici.
scossi la testa, poi gli presi la mano e lo portai in camera mia.

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Capitolo 18
*** Ti Amo *II tempo ***


ti amo

SEDICESIMA PARTE:

 

II tempo
«Allora non me lo dici?» scossi la testa di nuovo e mi misi a sedere sul letto. Si avvicinò e restando impiedi mi guardò.
Alzai la testa e notai un leggero sorriso sotto il suo dolce naso. Mi prese il mento con due dita e abbassando la testa verso la mia mi baciò.
«Per quanto ami i tuoi baci non mi va di parlarne..» gli dissi non appena il momento finì. Lui rise e io gli feci posto imparte a me. Si sedette appoggiando la schiena allo schienale del letto e io mi appoggiai a lui riuscendo a sentire il suo battito.
Cominciò ad accarezzarmi i capelli e allungai le mie gambe sulle sue.
«Non mi piace vederti così. Che è successo?» insistette.
Chiusi gli occhi per un nanosecondo  e sospirai.
«Te l'ho detto, non... non mi va di parlarne..» dissi giocherellando con la sua maglietta.
«Sto bene, davvero» dissi alzando la testa e baciandolo. Mi alzai leggermente per averlo di fronte, ma non smisi mai di baciarloi
«Il telefono vibra» disse lui staccandosi appena. Prese il telefono e lesse il messaggio.
«Devo andare..» disse poi guardandomi.
Mi spostai piano lasciando che si sedesse sul bordo del letto.
Mi attaccai alla sua schiena abbracciandolo al collo. Mi venne in mente Harry ma cercai di non pensarci troppo.
«Non puoi rimanere ancora un po'?» gli chiesi dolcemente.
«Devo andare.. Harry» di nuovo. Io cercavo di non pensarci e lui mi parlava di Harry. Mi staccai a quelle parole e rimasi in ginocchio sul letto.
«Vado» concluse alzandosi e allungandosi verso di me, baciandomi. Prima che si staccasse, gli presi il viso con le mani e lo tenni li, poi, lo tirai piano facendolo inginocchiare a sua volta sul materasso morbido.
Feci scivolare la mia mano lungo la sua schiena mentre lui mi prendeva i fianchi portandomi sempre più a se. Gli tolsi la maglietta e ci sdraiammo tra i cuscini rossi del mio letto.
Ci girammo e mi ritrovai sopra di lui, ci girammo di nuovo ma non c'era più spazio e finimmo sul pavimento cominciando a ridere.
Mi accarezzò la guancia.
«Ti senti bene?» mi chiese. Annuii.
«E' che.. è.. è la prima volta..» confessai.
«Io non» non fece a tempo a finire la frase. Mio fratello bussò alla porta.
«Marty? Tutto ok?» non gli risposi. Ci alzammo e feci segno a Liam di andare sotto il letto. Sistemai un po' le lenzuola e aprii la porta. Edo entrò di getto guardandosi intorno.
«Ho sentito un rumore, tutto ok?»
«Si, sto bene.. sono.. caduta dal letto.. io e i miei sogni, sai..» spiegai mentre si avvicinava al letto.
«Lily non ti» mi fermai appena prese la maglietta di Liam tra le mani.
«E questa?»
Pensa Marty, pensa.
«È tua» dissi di slancio.
«Io.. te l'ho presa dall'armadio perchè volevo un piagiama nuovo..» dissi annuendo.
«Non ti piace quello?» disse indicando quello che avevo addosso.
«Si ma... è che.. mi piaceva davvero tanto» dissi cercando di convincerlo. Era una semplice maglietta, grigia oltretutto, nulla di speciale. Ma lui sa che ho gusti semplici.
«Che sonno, forse è meglio se mi rimetto a dormire» dissi fingendo di sbadigliare.
«Ok, vado.. la maglietta.. te la regalo.. notte» e se ne ritornò in camera. Richiusi la porta e Liam usci dal letto.
«Non hai mai pensato di pulire li sotto, vero?» disse ridendo. Scossi la testa sorridendo. Poi mi avvicinai e lo abbracciai sentando il calore del suo petto. Ricambiò dolcemente e poi gli ridiedi la maglietta che rimise subito.
«Ora vado.. Harry mi sta aspettando da un pezzo» disse prendendomi la mano. Lo riaccompagnai alla finestra del bagno che ''intelligentemente'' non avevo chiuso e, dopo avermi dato un ultimo bacio, uscì salutandomi con la mano.
Pensai, che un secondo prima dell'arrivo di mio fratello stavo per fare una cosa che avrebbe cambiato qualcosa in me e non ci avevo pensato prima.
Lo stavo facendo per Harry? Ma perchè sentivo la necessità di fargli questo? No, non può piacermi. Non Harry Styles!

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Capitolo 19
*** Lavoro di squadra ***


dd

DICIASSETTESIMA PARTE:

Come ogni brutto giorno finisce, anche quelli belli passano ma la notte è tutta un'altra cosa. Era una settimana (piu o meno) che Liam veniva a trovarmi passando dal bagno e ci sdraiavamo nel letto a guardarci un bel film.
Niente di piu. Non mi sentivo pronta per una 'nuova esperienza', preferivo vivere la nostra storia prima che qualcosa rovinasse tutto. Come il mio continuo pensare a Harry, che si era attenuato ma non completamente andato.
Ero sicura di amare Liam alla follia, si, sicurissima.
«Se potessi scegliere tra Megan Fox e me.. Chi sceglieresti?» alzai la testa in modo da vedere i suoi occhi nocciolati.
«Tu chi sceglieresti tra me e Rocco Siffredi?» ci fu un attimo di silenzio.
«Ok, hai vinto tu» dissi ridendo. Lui mi bació la fronte e continuammo a guardare il film.
«Perchè proprio Willdenlow...?»
Gli chiesi disegnando con il dito, cuoricini sulla sua maglietta.
«È stata una scelta di tutti e cinque. Volevamo un paesino tranquillo, diverso dal solito e volevamo staccarci da quella parte del mondo... Direi che è una scelta perfetta»
capii che parlava di me.
«Avete anche il Luna Park tutte le domeniche»
Stoccata.
Mi guardó e cominció a ridere ad alta voce.
«Sssssh!!» dissi tappandogli la bocca.
«Riesco a parlare comunque con la tua bella mano sulla bocca, lo sai?»
disse senza alcuno sforzo. Tolsi la mano e sorrisi.
«Sai qual è l'unico modo per farmi stare zitto» disse avvicinandosi maliziosamente. Prima che potessimo sfiorarci, Edo entró in camera e io spinsi Liam giu dal letto.
«Edo! Non si bussa piu?» dissi mentre Liam si rialzava da terra.
«Dai, sono giorni che lo so, è che» Lily arrivó da dietro.
«È che ti fai le paranoie. Non vedi che sono innamorati? Lasciali tranquilli e torna in camera che abbiamo qualcosa in sospeso» disse maliziosa, convincendolo. Lavoro di squadra. La ringraziai e lei con un occhiolino richiuse la porta salutandoci.
«Scusa» dissi avvicinandomi.
«Non ti basterà un bacino per farti perdonare» disse riprendendo posto sul letto.
«Immaginavo» dissi inginocchiamdomi sopra di lui.
«Che fai?» mi chiese mentre scoppiavo a ridere.
Gli risposi attaccando le mie labbra al suo collo. Portó le mani ai miei fianchi e quando mi staccai, un segno viola si fece notare sul suo collo e tornai a sdraiarmi imparte a lui.
Dopo un po'mi addormentai tra le sue braccia e il calore delle sue labbra che si appoggiavano sulla mia guancia.

«Buongiorno» dissi versando il succo di frutta nel bicchiere di vetro.
«Mamma è gia andata?» chiesi poggiandolo sul tavolo. Lily annuì ingoiando il biscotto al cioccolato.
«Stasera vado al Pub, ho il turno... Vieni li con me? Mi dai una mano» mi chiese Lily. Guardai Edo.
«No, non guardarlo. Ieri sera l'ho convinto e se lo guardi ancora penserà che hai cinque anni e che non puoi venire» disse, poi si rivolse a Edo.
«Tesoro, è maggiorenne e tra un'anno dovrà cominciare a lavorare. Mette da parte qualcosa per un viaggetto magari. Ho parlato con tua madre ed è daccordo... La controllo io e c'è anche Harry» a quelle parole la guardai.
«Chi c'è scusa?»
«Harold. Mio cugino»
Ero sicura che avesse detto Harry. Sto impazzendo.

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Capitolo 20
*** La sera del martini dry ***


martiniii

 

DICIOTTESIMA PARTE:

«Marty! Questi sono per il 4» disse Lily dandomi un vassoio pieno di stuzzichini e bevande.
Arrivai al tavolo un po' barcollante e prima che potessi cadere, appoggiai il vassoio sul tavolo di legno.
«Buona serata» dissi dopo aver appoggiato le patatine.
Tornai da Lily e mi sedetti sullo sgabello.
Era divertente fare quel lavoro ma ero li da due ore, avevamo cominciato alle nove e finche non se ne andavano tutti rimanevamo li.
«Una coca cola grazie»
A quelle parole mi girai verso lo sgabello imparte.
«Nico?»
Dissi seria.
«Marty! Hey! Come stai?»
Disse abbracciandomi.
«Ma quando sei tornato?»
«Ieri pomeriggio... tiri insieme qualche soldino ah?»
Avete presente quando vi ho detto che Liam non era il mio primo ragazzo? Ecco. Lui è il secondo.
Un bulletto idiota che ha giocato con i miei sentimenti in seconda superiore.
«Sei cresciuta» disse sorridendo.
Lo faceva di nuovo. L'ultima volta che aveva fatto quella faccia mi era saltato addosso ma grazie al mio pizzicotto sono riuscita a farlo fermare e a lasciarlo.
«E sono impegnata» dissi alzandomi e andando a un tavolo prendendo le ordinazioni.
«Un Mojito»
Dissi a Harold che aveva preso il posto di Lily mentre lei andava a fumare.
«Sei stata tu a lasciarmi»
Disse Nico guardando il ghiaccio nel suo bicchiere.
«Scusa?»
Gli chiesi sorpresa.
«Sembra che mi rimpiangi ma sei stata tu a lasciare me»
«E non me ne pento. Sto benissimo, ok? Ho un ragazzo fantastico e»
Mi interruppe sgradevolmente.
«La solita puttana»
Harold che mi stava dando il bicchiere di Mojito sentì tutto e stava per scavalcare il bancone ma lo fermai.
«Sono stata chiamata di peggio»
Dissi afferrando il cocktail.
«A si? E come?» disse lui facendo l'arrabbiato.
«La tua ragazza»
Affermai portando il bicchiere al tavolo.
Da lontano vidi Harold prenderlo per il cappuccio della felpa e portarlo fuori mentre Lily gli chiedeva che cosa fosse successo. Quando tornai al bancone Lily era li e mi chiese subito se stavo bene.
«Si, tutto ok..»
risposi senza guardarla negli occhi.
«Vai a prendere una boccata d'aria, ci penso io qui»
feci come diceva e il mio telefono cominció a suonare appena varcai la soglia. Che tempismo. 'Liam'.
«Ciao» dissi sorridendo.
«Ciao piccola... Dove sei?» disse sentendo la musica alle mie spalle.
«Al pub, do una mano a.. Harry?!»
Dissi vedendolo risalire il vialetto con un sorriso smagliante. Dietro di lui c'era una ragazza che gli teneva la mano.
Cercai di guardare altrove.
«Non mi sembra che Harry lavori in un pub» disse liam dall'altra parte del telefono.
«Sta risalendo il vialetto con una ragazza..»
Dissi quando lo vidi fermarsi per firmare un autografo.
«Uohohoo ha fatto colpo»
Disse mentre sentivo un fastidio allo stomaco.
«Lily mi chiama, ci sentiamo dopo» cercó di rispondere ma riattaccai girandomi ed entrando nel locale.
Li vidi entrare e li seguii con lo sguardo.
«Tutto ok?» mi chiese Lily mettendomi una mano sulla spalla.
Annuii e lei mi fece segno di andare a prendere le ordinazioni al tavolo di Harry.
«C'è il tuo amico la, guarda» disse indicando il riccio. Mi incitó ad andare e respirando piano mi avvicinai.
«Marty!» esclamó prima sorpreso e poi mettendo un braccio attorno alle spalle della ragazza sorridendo.
«Che vi porto?» chiesi mantenendo la calma.
«Gin e Vermut dry» di disse appoggiando entrambi i gomiti sul tavolo e guardandomi con aria da sfida.
Ero preparata. Avevo passato il pomeriggio a studiarmi li abbinamenti perchè pensavo di fare qualcosa al bar.
«Con oliva o senza?» risposi tranquilla. Martini dry. Uno dei cocktail che so meglio.
«Fai tu» disse sorridendo. Ricambiai il sorriso e poi mi rivolsi alla ragazza.
«Per te?»
«Prenderó un gelato»
La guardammo interrogativi.
«Tesoro non è una gelateria»
Disse Harry. Tesoro? Era serio?
«Oh, hai voluto tu che venissi qui e non chiamarmi bambola, tesoro!» disse lei alzandosi. La guardammo mentre usciva.
«Ok, solo tu le trovi cosi» dissi ridendo.
Rise a sua volta e continuó a guardarmi.
«Beh, vado a dare l'ordine» prima che potessi andarmene mi prese per il braccio e mi fece rigirare verso di lui.
«Non puoi fermarti cinque minuti?»
Mi chiese dolcemente.
«Io.. Io sto lavorando...» era strano poterlo dire.
«Ok... Comunque non è il lavoro che fa per te» disse lasciando la presa.
Sospirai e tornai da Lily dandogli l'ordine.
«Con l'oliva» dissi mentre prendeva il Gin.
«Puoi anche fermarti li con lui se vuoi. Tanto non arriverà altra gente, se ne vanno e basta» disse poggiando il Martini sul bancone. Annuii e prendendo il bicchiere, tornai da Harry.
Mi seguì con lo sguardo mentre mi sedevo imparte a lui e appoggiavo il Martini sul tavolino.
«Allora, come mai hai deciso di venire qui... con lei?» gli chiesi cercando di non guardarlo negli occhi.
«Sei gelosa?»
«Vorresti che lo fossi?»
«Non mi dispiacerebbe»
Affermó mentre respiravo piano, evitando l'iperventilazione. Il cellulare di Styles cominció a suonare.
«Scusa» disse prendendo il telefono dalla tasca dei pantaloni.
«Pronto?» cominció ad ascoltare e poi mi guardó dicendo
«Si ci penso io. Arrivederci»
Riattaccó.
«Che succede?»
«Era tua madre. Dice che tu e Lily non rispondete e quindi ha chiamato me»
Ok, qualcosa non quadrava.
«Come conosci mia madre?»

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Capitolo 21
*** Ah, il supermercato! ***


kiss mee

DICIANNOVESIMA PARTE:

[...]«Si ci penso io. Arrivederci»
Riattaccó.
«Che succede?»
«Era tua madre. Dice che tu e Lily non rispondete e quindi ha chiamato me»
Ok, qualcosa non quadrava.
«Come conosci mia madre?»..


«Diciamo che ero al supermercato con Niall e l'ho incontrata. Ci ha riconosciuti e ci ha chiesto come stavamo e mentre andavamo alla cassa mi ha detto che stasera saresti venuta qui.
I-Io avevo già intenzione di venire» si stava agitando. Che dolce.
«Ok, tranquillo. Ho capito» lo tranquillizzai prendendogli la mano e sorridendogli.
Appena mi accorsi di quello che stavo facendo lasciai la presa cambiando discorso.
«Vado a dare una mano a Lily.. sta pulendo il bancone» dissi alzandomi.
«Vi do una mano?»
«No» risposi subito.
«Non.. serve, vai pure..» conclusi andando verso Lily.
Harry arrivò da dietro afferrando lo spazzolone e cominciando a passarlo sul pavimento.
«Gliel'hai chiesto tu?» mi chiese Lily indicando Harry.
Scossi la testa.
«Devi sposartelo quel ragazzo» la guardai aprendo la bocca ma senza dire nulla mentre tornava a sistemare le bottiglie.
Sospirai e cominciai a pulire i tavoli con lo straccio.
Finito tutto, Lily spense le luci e chiuse la porta appena uscimmo.
«Grazie Marty» mi disse dandomi una busta.
L'aprii e vidi tre bigliettoni da venti.
«Lily, non posso» mi interruppe.
«Hai fatto un bel lavoro e mi dispiace per quel ragazzo che ti ha infastidito..» mi confessò.
Harry si rivolse a me.
«Che ragazzo? Che ti ha fatto?» chiese preoccupato.
«Ti aspetto in macchina» disse Lily facendomi l'occhiolino.
«Un mio ex ragazzo che è tornato dalla California.. è un cafone, ci sono stata insieme l'anno scorso..» dissi cominciando a percorrere il vialetto.
«Mi ha dato della squillo e io gli ho risposto a tono...» dissi convinta.
«Non lo sei» disse fermandosi.
«Grazie ma.. non..» non sapevo che dire.
«Sei una delle ragazze più simpatiche e dolci che conosca» disse mettendomi in imbarazzo.
«Oltre che affascinante e sexy» concluse sorridendo. Lo guardai e ridacchiai andando verso la macchina.
«Buona notte» disse aprendomi la portiera.
«Buona notte» dissi io appoggiando la mano ad essa.
«...Cosa c'è che non va?»
«Che intendi?»
«Stiamo cosi bene insieme.. Perchè sei così distaccata in questi giorni?»
Non risposi.
«Non mi sembra di essere così noioso...»
«Non lo sei»
«Allora perchè?... Te la faró semplice: Martina Scott, vuoi essere mia amica?»
Disse sorridendo. Ah, quelle fossette.
Mordendomi il labbro dissi:
«Certamente Harry Styles»
«Grazie per l'aiuto..» continuai, dandogli un bacio sulla guancia. Appena stavo per entrare un macchina mi fermó prendendomi il polso.
Si avvicinó e per sicurezza, girai la testa in modo da fargli appoggiare le labbra umide sulla mia guancia arrossata. Riuscii a sentire il profumo che aveva sul collo.
Entrai in macchina e richiusi la portiera. Lily partì e lo salutó con la mano.
«È carino»
«Fin troppo»
Sussurrai guardandolo allontanarsi.

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Capitolo 22
*** Niall ama la pizza ***


fffff

VENTESIMA PARTE:

«È inutile, non puoi battermi al biliardino, rassegnati»
Dissi a Liam dopo la terza partita. Si sedette sul divano e io lo seguii, mi misi imparte a lui e posizionai le mie gambe sulle sue.
«Ok mi arrendo» disse sorridendo. Mi appoggiai alla sua spalla controllando il collo. Passai un dito sul succhiotto ancora viola facendolo voltare verso di me. Mi bació stringendomi a se con la mano sulla mia schiena, la mia andò tra i suoi capelli e aumentai la pressione sulla mia bocca.
La porta si aprì sbattendo e ci fece sobbalzare. Zayn che teneva Katy in braccio andó a sbattere contro il muro e dopo una risatina da parte di lei cominciarono a baciarsi. Non si accorsero che eravamo li, forse erano convinti che fossero tutti usciti.
Zayn venne verso il divano dove noi eravamo accomodati e si buttarono su di esso.
Appena Zayn alzó la testa e ci vide fece un urlo seguito da Katy e poi da me e Liam che ridendo li guardava.
«Da quanto siete qui?» chiese Katy deglutendo mentre Zayn si rialzava.
«Piu o meno da quando sono entrata da quella porta, questo pomeriggio..» affermai scherzosa mentre si sedeva e si sistemava le spalline della maglietta.
«Che ore sono..?»
Mi chiese Katy passandosi una mano sulle labbra rosee.
«È ora di cena.. Le otto meno un quarto..» dissi guardando l'ora sul display del mio cellulare.
«Ordiniamo una pizza?» chiese Zayn afferrando il telefono di casa.
«Avete detto pizza?» chiese Niall entrando dalla porta spalancata, seguito da louis e una ragazza a cui teneva la mano.
«tempismo perfetto.. Harry?»
Chiese Liam alzandosi.
«Ha detto che non torna.. Abbiamo incontrato due ragazze e lui.. Be, non c'è»
Mi feci seria a quelle parole.
«Magari torna.. Possiamo aspettarlo» dissi ricevendo un'occhiata confusa da Katy.
«No, credimi, non lo rivedremo fino a domani» disse Zayn sogghignando.
Tutti cominciarono a ridere ma sinceramente non vedevo nulla di simpatico in questa storia.
Mi alzai e andai verso il bagno.
«Marty!» Liam cercó di chiamarmi e prima che chiudessi la porta, sentii Katy dire:
«No. Ci penso io».
*TocToc*
«Mar apri, sono Katy» disse cercando di aprire la porta. Avevo chiuso a chiave.
«Tutto ok?».
«Si, sto... Era urgente» dissi cercando una scusa. Un poco imbarazzante come scusa, ma meglio di niente. La sentii ridere ma ritentó.
«Ookkey, per quanto tu sia matta, non ti credo. Dai, fammi entrare»
Mi alzai dal water chiuso su cui mi ero seduta e aprii la porta uscendo.
Le sorrisi e tornai in salotto.
«Tutto ok?» mi chiese Liam quando entrai nella stanza.
«Certo» risposi avvicinandomi a lui. Lo presi per i fianchi e alzandomi appena sulle punte gli diedi un bacio leggero.
Suonarono al campanello e Niall aprì la porta ansioso, afferró le pizze lasciando il povero ragazzo a mani vuote. Zayn si avvicinó col portafoglio in mano e pagó richiudendo la porta non appena il ragazzo se ne andò.
«L'ho presa io per te. So che pizza ti piace» mi disse Katy facendomi l'occhiolino appena vide che controllavo le pizze una a una.
Ci posizionammo davanti al televisore sul divano morbido.
«Buon appetito» disse la ragazza accompagnata da Louis.
«Buon appetito» rispose Niall con la bocca piena. Una risata generale e via che cominciammo a mangiare.

Aprii gli occhi per l'ennesima volta. Non riuscivo ad addormentarmi. Sentii il calore del braccio di Liam attorno alla mia schiena che man mano che mi alzavo si spegneva.
Cercando di non far rumore uscii dalla stanza e persorsi il corridioio fino alla cucina.
Presi un bicchiere di acqua e cominciai a bere. Sentii delle chiavi girare nella serratura. Appoggiai il bicchiere e andai a controllare. Arrivai alla porta della cucina, mi affacciai (?) dalla porta, verso l'entrata e mi ritrovai di fronte Harry. Sobbalzai nel vederlo.
«Faccio così paura?» disse a bassa voce.
«No è che... non me l'aspettavo..» risposi guardandomi intorno.
«Ok dolcezza» sussurrò al mio orecchio. Chiusi gli occhi sentendo un brivido passarmi per tutta la schiena.
Andò verso il frigorifero mentre cercavo di togliermi quella sensazione di dosso.
«Dove sei stato?».
Aprì la bottiglia e cominciò a sorridere alla mia domanda.
«... Dovrebbe dirmi qualcosa il tuo sorriso?» gli chiesi ricevendo una risata come risposta.
«Sei gelosa?»
«Ti ho solo chiesto dove sei stato!»
«Non mi hai risposto» si avvicinò.
«Ti piacerebbe» dissi mentre i suoi occhi cominciarono ad esplorare i miei.
Portò la bottiglia alla bocca e cominciò a bere senza togliermi gli occhi di dosso.
«Ho incontrato una ragazza quando sono uscito con Niall e Louis e..»
«Buona notte» dissi sospirando.
«Aspetta!»
mi fermai voltandomi verso di lui.
«Che c'è?» chiesi stanca.
«... E' stata una serata fantastica» disse spavaldo.
«Buon per te» dissi dopo una pausa.
Cosa voleva ottenere con questo? Ok, era stato a letto con una ragazza, sai che novità! Ma aveva bisogno di raccontarmi anche il piu piccolo particolare pur di vedere la gelosia piazzarmisi sul volto.


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Capitolo 23
*** Ti odio, per forza ***


kk

VENTUNESIMA PARTE:

«Hey» Liam si stiracchiò prendendo a sorridermi.
«Da quanto sei sveglia?»
«Non molto..» dissi sorridendogli a mia volta.
«Dormito bene?»
annuii rimettendomi comoda tra le sue braccia e cominciò a passarmi la mano sulla schiena, accarezzandomela. Il mio telefono cominciò a suonare. Mi alzai e arrivai fino al pavimento dall'altra parte del letto. Afferrai il telefono. 'mamma'.
«Mamma?»
«Si arrivo tra poco» a quelle parole vidi Liam fare la faccia da cucciolo. Cominciai a sorridere e mentre lei parlava mi avvicinai a lui dandogli un bacio.
«Si ci sono» dissi appena si accorse della mia ''assenza''.
Mi sdraiai a pancia in giù sul materasso mentre mi diceva di fare con calma, non c'era fretta, ma di tornare prima di domani.
«Ok, va bene, si, ciao... mamma no.. ok... tranquilla, si prima di domani.. un.. un bacio.. ciao.. si.. anche io, ciaoo» e riattaccai infretta.
«Non mi tradisci con tua madre vero?» chiese Liam sarcastico.
«Ha ha ha ma che simpaticone» risposi per poi buttarmi sopre di lui.
Mi accarezzò i capelli arrivando alla schiena, ai fianchi e si fermò appena sopra i miei glutei. Gli accarezzai la guancia baciando le sue labbra morbide.
«Devi andare subito?» mi chiese guardandomi negli occhi. C'era un'enorme scollatura che avrebbe subito visto abbassando appena gli occhi, ma non lo fece, forse capì che non sarebbe stato carino. O forse aveva già dato l'occhiata senza che me ne accorgessi.
«Non subito subito» dissi mordendomi il labbro inferiore.
A quelle parole cominciò a sorridere maliziosamente. Tutto d'un tratto mi diede una pacca sul sedere.
«Andiamo» disse spostandomi ed alzandosi dal letto.
«L'hai fatto perchè...» mi misi su un fianco sorridendo.
«Perchè sei davvero sexy» disse lui sorridendomi. 'sexy'. Harry che due sere fa, al pub, aveva affermato la stessa cosa. Lui che la sera prima è stato con una ragazza. Che fastidio. Sempre a pensare a lui. Ok, dovevo smetterla.
Ma ovviamente, visto che se parli del diavolo sputano le corna, appena guardai fuori dalla porta della camera vidi Harry e tutto il suo splendore che mi fissava. Mi alzai di scatto restando seduta sul fianco.
«Harry!» disse Liam seguendo il mio sguardo.
«Volete fare colazione? Perchè ora siamo tutti li..» disse debolmente.
«Si, arriviamo» disse Liam smaliante come sempre.
Harry annuì e se ne andò serio.
«Andiamo» dissi alzandomi e raggiungendo la porta. Liam mi prese la mano e mi sorrise. Non resistetti a fare lo stesso. Arrivammo in cucina e una Katy romantica seduta imparte a Zayn, imboccava quest ultimo con una fetta biscottata ricoperta di marmellata.
«Buongiorno piccioncini» disse Louis che si aggirava per la cucina senza maglietta.
«Giorno.. serata selvaggia Tomlinson?» disse Liam ridendo mentre prendevamo posto a tavola. Tutti risposero con una risata che fu spenta da una ragazza in intimo che cominciò a girare per la cucina. La osservammo prendere il thè e due biscotti, andare da Louis stampandogli un bacio e dando una palpatina a Mr. Tomlinson Junior. Cominciammo a trattenere le risate fino a quando la ragazza non tornò in camera.
Scoppiammo in una fragorosa risata.
«Complimenti a te Mr. Tomlinson» disse Zayn provocando ancora più risate.
«E va bene, forse è un po'.. eccentrica» affermò Louis massaggiandosi il petto.
«Un po'? Cioè, guardate qui» Niall prese Louis per le spalle e lo fece abbassare. Sulla spalla destra c'erano due graffi ancora rossi che continuavano sulla scapola destra.
«Porca paletta, Lou!» dissi Liam avvicinandosi.
«Selvaggia. Stavolta ti è andata bene» continuò ridendo. Zayn e Niall che capirono di che cosa parlava, risero con lui.
«Che intendi, scusa?» gli chiesi. Aprì la bocca per parlare ma Harry parlò al posto suo.
«Louis ha sempre avuto delle ragazze o troppo noiose o troppo ''espressive'' a letto. Diciamo che è passato da 'Ahia fai male' a 'Masochiste allo stato brado'» a quella spiegazione io e Katy ci unimmo alla risata.
Vidi Harry sorridere appena e incupirsi subito dopo.
Liam mi si avvicinò e si sedette imparte a me mettendo una mano sulla mia coscia. Mi baciò e poi riprese a parlare con gli altri dopo che mi staccai appena vidi Harry andarsene a pugni stretti.
«Vado in bagno» dissi a Liam che annuì. Aprii la porta senza bussare e vidi Harry impiedi davanti al water.
«Harry!» esclamai mentre chiudevo la porta alle mie spalle.
«Se eri curiosa bastava chiedere» disse indicando ciò che teneva in mano.
«Non.. non sapevo che eri qui..» dissi girandomi dall'altra parte.
«Tranquilla.. non è nulla di cui tu non sappia già l'esistenza»
«Che vuoi dire?» dissi girandomi di nuovo mentre lui tirava su la zip.
«Che tutti noi ragazzi l'abbiamo, anche Liam credo, quindi penso che tu ne abbia già visto uno» chiusi gli occhi cercando di non ascoltare. Che schifo. Stavo parlando con Harry Styles di.. non voglio nemmeno pensarci.
«Perchè l'avete fatto.. vero?» chiese attirando la mia attenzione. Vedevo nei suoi occhi un pizzico di speranza che ruppi dopo aver annuito duramente. Ero ancora arrabbiata per la sera prima, non volevo dargli un'altra soddisfazione.
«Geloso?» chiesi facendogli il verso.
«Come non mai» disse lui uscendo dal bagno.
Sospirai chiudendo gli occhi. Stupida! Che combini? Hai capito che gli piaci, in un certo senso. Lui è strano però. Un giorno mi bacia sul pavimento di camera sua, il giorno dopo fa come se non fosse mai successo, una sera prova a baciarmi e quella dopo è a letto con un'altra. Direi di no, non gli piaccio davvero. E a me non piace lui. Sono sicura.
Sono sicura, vero?
Sta di fatto che non potevo pensare a lui in modo dolce. Dovevo odiarlo o avrei finito per tradire Liam. Mi conosco, prima o poi cedo e non volevo perchè amavo Liam alla follia.
Mi sciaquai la faccia con l'acqua e me l'asciugai con una salvietta vicina.
«Io vado a casa..» dissi apparendo alla cucina dove tutti parlavano e ridevano ancora.
«Di già?» chiese Liam scattando impiedi e raggiungendomi.
«Ti accompagno»
«No» dissi fermandolo.
«Mi farà bene camminare un po'..e poi se mia madre ti vede ti obbligherà a mangiare la sua torta alle fragole» dissi sorridendo.
«Ok» disse mentre guardai Harry. Era serio. Stava capendo che cercavo di distaccarmi, anche se non volevo. Quando lo capì sorrise, allora presi la testa di Liam e cominciai a baciarlo facendo in modo che la mia lingua incontrasse la sua.
«Uohohoo» esclamò Louis.
«Ci vediamo domani» dissi dandogli un ultimo bacio a stampo. Vidi la faccia di Harry farsi seria e subito dopo corsi via salutando tutti. Appena arrivai fuori cominciai a respirare piano, a pieni polmoni. Controllai il cellulare e stranamente mia madre non aveva più dato segni di vita. Di solito parte con la chiamata e cinque minuti dopo arriva il messaggio.
Se non sei ancora arrivata te ne invia un altro e un secondo dopo ti chiama. Si, molto protettiva.
Arrivai a casa e la porta era aperta, allora entrai tenendo le mie chiavi ancora in mano. Caddero non appena lo vidi.
«Papà?»

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Capitolo 24
*** Quando un padre indesiderato ritorna ***


cry

 

VENTIDUESIMA PARTE:

«Martina»
Dice lui alzandosi dal divano. Guardo Edo tremolante.
«Che ci fai qui?»
Chiesi con voce smorzata per la marea di emozioni che si aggiravano nel mio stomaco.
«Sono tornato. Non vuoi riabbracciare tuo padre?»
«Non provare nemmeno a sfiorarmi»
Queste parole dette ad alta voce mi ricordarono quando cominció a picchiarmi. Scossi la testa.
Andai verso le scale dove Edo era seduto imparte a Lily che gli massaggiava la schiena. Si alzó per fermarmi ma appena vide i miei occhi pieni di lacrime, mi lasció passare. Corsi su per le scale ed entrai in camera richiudendo la porta.
Mi ci appoggiai contro e scivolai fino a terra. Respiravo troppo in fretta e le lacrime non mi aiutavano. Sentii bussare.
«Sono Lily..»
mi alzo aprendo la porta.
«Posso entrare?»
Annuii lasciandola entrare e richiusi la porta.
«Stavamo guardando la tv e lui è arrivato. Si è attaccato al campanello finchè non abbiamo aperto. Tua madre è quasi svenuta e Edo gli ha subito dato contro.
Non credo sia cambiato, le persone così non cambiano mai. Ma dovete affrontarlo una volta per tutte. Adesso tua madre ci sta parlando»
Sentimmo il rumore di un piatto rompersi e spalancando gli occhi, corsi giu preoccupata. Non poteva succedere di nuovo. Appena arrivai alla fine delle scale, Edo stava gia entrando in cucina allora lo seguii. Trovammo mia madre in lacrime appoggiata al lavandino mentre lui, di fronte a lei, teneva in mano il manico di una tazza che poco prima era sul tavolo per la colazione. Come al solito non è stata usata. Era la mia. I pezzi di porcellana sul pavimento e il segno evidente nel muro ci fanno capire che, per fortuna, non le ha fatto nulla. Ma è arrabbiato e per un momento ha pensato di usare quell'arma contro di lei, lo so. È sempre la stessa storia che si ripete. Edo senza pensarci si avvicina tirandogli un pugno sul mento che lo fece cadere all'indietro. Lily gli andó incontro e lo portó via, lasciando me e mia madre a vedere quella sottospecie di uomo accasciarsi a terra. Presi il braccio di mia madre appena in tempo prima che le sue gambe cedessero per la paura. Il suo peggior incubo si era appena avverato. La feci sedere sulla sedia e le diedi acqua e zucchero. Edo rientró calmo in cucina mentre l'altro si ritirava su da terra, piano.
«Per lo meno non sei un pappamolla. Visto? Tuo padre ti ha educato bene»
Ero sicura che a Edo prudevano le mani e desiderava tirargli un altro pugno ma guardó Lily e si calmó. Lo prese per il colletto della camicia e lo portó fuori.
«Se c'è una cosa che non faró mai è essere come te»
Detto questo sentii la porta sbattere e la chiave girare quattro volte esatte. Mise anche la sicura.
«Cazzo!»
Disse poi, tirando un pugno alla porta bianca dell'ingresso.
Lily fece un sobbalzo e chiuse gli occhi. Quando Edo entró in cucina cercó di rimanere calmo e si rivolse a mia madre.
«Adesso non si scappa piu, ok?»
mia madre annuì.
«Lo si affronta e si mette fine a questa storia una volta per tutte»
disse questo e si rifugió in camera sua.
«Stasera vado al pub. La porto con me se vuole..»
Disse Lily a mia madre, mettendole una mano sulla spalla.
«Chiedilo a lei. È lei che decide»
Disse sorridendomi. le sorrisi a mia volta e prima di riuscire a risponderle, continuó lei.
«Non preoccuparti, non ti faró lavorare tutta sera. Chiama pure i tuoi amici»
Disse facendomi l'occhiolino, poi andó a farsi una doccia e a cambiarsi. Abbracciai mia mamma che stava meglio, o almeno riusciva a farmelo credere. Si faceva forza, è una gueriera.
«Ti voglio bene»
Le sussurrai per poi andare in camera mia e aprire l'armadio. Chiamai Katy e posizionai il telefono tra la spalla e l'orecchio mentre facevo passare i vestiti tra le mani, uno a uno.
«Marty! Qual buon vento?»
Disse ridachiando. Afferrai il telefono con la mano e lo tenni appoggiato all'orecchio.
«Sei ancora dai ragazzi?»
«No, sto tornando a casa. Sono in macchina con Zayn, perchè?»
«Metti il viva voce»
«Marty sei in viva voce, Zayn è qui con me e guida l'auto»
La solita.
«Ciao Malik. Stasera venite al pub? Lily mi ha chiesto di andare, non lavoreró tutta sera quindi potete venire e bervi qualcosa. Zayn, avvisa li altri e salutami Liam. Ciaoo»
E riattaccai. Non mi andava di farla tanto lunga. Lanciai il telefono sul letto che lo fece rimbalzare. Presi un vestito blu e bianco lungo ino al ginocchio e cominciai ad indossarlo. Mi misi davanti allo specchio attaccato al muro e me lo sistemai. I capelli, sono sempre un disastro. Li pettinai ma niente, ero orribile.
«È pronto da mangiare»
Disse Lily aprendo la porta.
«Wow! Devo chiamare la guardia del corpo stasera! Sei bellissima»
mi disse ridendo.
«Non è vero, ho dei capelli..»
Sbuffai mentre lei si avvicinó. Li toccó per un po' e poi corse in bagno. Tornó con una piastra per i boccoli, era la sua. L'aveva portata qui quando si era -praticamente- trasferita da noi.
Cominció a usarla sui miei capelli e l'effetto finale fu fantastico.
«Wow. Grazie»
L'abbracciai forte e le sussurrai 'di tutto' per completare la frase che avevo appena detto.
«Te lo meriti! Andiamo che ho una fame indescrivibile»
Risi a quell'affermazione mentre il mio stomaco prendeva a fare versi strani.

«Divertiti e stai attenta»
«Si mamma»
«Marty! Occhio»
Annuii e raggiunsi Lily in macchina.
«Pronta?»
mi chiese sorridendo.
«Pronta»
Le risposi allacciandomi la cintura.
Arrivammo al Pub e trovai Harry e Niall che aspettavano li fuori dall'entrata.
«Ragazzi! Dove sono gli altri?»
«Arrivano»
Dice Niall mentre Harry mi guarda a bocca aperta.
«Affermo quello che ho detto l'altra sera. Sei davvero sexy»
Dice Hazza attirando l'attenzione di Lily.
«Si, è sexy e se le fai qualcosa contro la sua volontà ti trito il pisellino»
Disse entrando mentre mi feci scappare una risata per niente silenziosa. Anche Niall cominció a ridere.
«Ci vediamo dopo»
dissi mettendo una mano sulla spalla a Harry. Entrai nel Pub e andai verso il bancone dove Harold era intento a preparare un Mojito.
«È per me?»
Urlai attirando la sua attenzione. La musica è piu alta dell'altra volta.
«Marty! Veni subito que e fatti abbracciare»
mi intrufolai dietro il bancone e lo abbracciai.
«Ci dai una mano?»
Mi chiese sorridendo.
«Se serve»
Rispondo sorridendo a mia volta.
«Allora porta questo al tavolo 2, intanto ti preparo un cocktail che sono sicuro ti piacerà»
annuii e presi il Mojito portandolo al tavolo. Harry entró nel pub e mi venne incontro. Appoggiai il bicchiere sul tavolo e Harry urló il mio nome per chiamarmi, facendo voltare l'uomo del Mojito.
«Martina?»
Papà? Di nuovo. Il mio cuore sobbalzó. Come quando salii sul gioco 'La donna cannone' a leolandia, in Italia. Partimmo e arrivammo in alto in meno di un secondo.
Subito dopo sentii alzarmi dal seggiolino appena scattó per tornare giu. Quel giorno urlai ma ora la mia voce si era spenta. Mio padre sorrise, tom sorrise.
«Lo conosci?»
Chiese Harry avvicinandosi al mio orecchio.
«Sono suo padre»
Harry spalancó la bocca e io chiusi gli occhi disperatamente. Affrontalo Marty, è l'unico modo. È l'unico modo.

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Capitolo 25
*** Mani in alto ***


[NON L'HO DETTO PRIMA MA E' OVVIO CHE LA FANFICTION E' TOTALMENTE INVENTATA. A PARTIRE DAL NOME E AL COGNOME DELLA PROTAGONISTA, TUTTI I PERSONAGGI (APPARTE I RAGAZZI, LORO ESISTONO (BANANA)) FINO AI FATTI E LE SCENE DI VIOLENZA. VOGLIO BENE A MIO PADRE E NON MI TOCCHEREBBE CON UN DITO. VOLEVO PRECISARLO.]

lalalala

 

VENTITREESIMA PARTE:

«E' il tuo ragazzo?»
chiese malizioso. Sospirai senza rispondere. Harry mi fissava e poco dopo capì che qualcosa non andava. Mi mise il braccio attorno alle spalle senza esitare.
«Harry Styles»
disse allungando la mano di fronte alla faccia di mio padre che non tolse il sorriso nemmeno un secondo.
«Devo f»
lo interruppi bruscamente. Non mi importava.
«Perchè sei tornato?»
«Mi mancavate»
«Ti mancava prenderci a schiaffi»
lo corressi. A quell'affermazione Harry si ricordò la sera della festa a casa sua, quando avevamo parlato delle nostre famiglie. Glielo lessi in faccia non appena lo guardai.
«Mi mancava la mia famiglia»
sembrava sincero ma aveva già usato questa tattica una volta. Non ci cascerò due volte.
«Molto divertente e efficace se non fosse che io già ti ho dimenticato e non voglio più vederti. Non avvicinati una volta di più a mia madre o a me o a mio fratello perchè non meriti nemmeno di vederrci in fotografia»
mi ero avvicinata e il mio tono si era alzato a dismisura. Lily si stava avvicinando.
«Tutto apposto?»
chiese.
«Se ne stava andando»
dissi secca. Mentre parlavo, Harry aveva lasciato le mie spalle per prendermi la mano. La strinsi forte appena Tom si alzò. Finì il Mojito tutto d'un sorso e si avvicinò a me.
«Hai un bel carattere e di sicuro non è quello di tua madre»
rimasi senza parole, mi incupii. No, mi rifiuto anche solo di pensare che sono come lui. Non voglio. Quando si allontanò scortato da Lily, chiusi gli occhi e Harry mi fece girare verso di lui prendendomi le spalle con le mani.
Strizzai gli occhi più forte e cominciai a piangere. Harry mi prese la testa e l'appoggio sul suo petto. Feci scivolare le mie mani fino alla sua schiena e strinsi la sua maglietta tra le dita.

«Sicura di stare meglio?»
Liam mi accarezzò la schiena e io sorrisi a quel gesto. Avevo raccontato tutto ai ragazzi e a Katy, appena arrivarono.
«Si, ho fatto quello che dovevo e ora spero solo che ci lascerà in pace»
Anche se non ero per niene sicura di questo, avevo il presentimento che sarebbe successo qualcosa.
«Marty tuo fratello mi ha chiamata adesso. È tornato a casa e tuo padre era li che parlava con tua madre..»
rallenta e io scatto impiedi.
«..E' riuscito a fermarlo ma lei non..»
una lacrima scende ancora. Mi sento stringere la mano. Guardo in basso e vedo Katy che la tiene stretta alla sua.
«Vieni..»
dice Lily prendendo l'altra e portandomi con se. Katy viene con noi mentre i ragazzi resteranno nei paraggi di casa mia, ma arriveranno con le loro macchine dopo.
Saliamo in macchina e Lily parte a razzo. Parcheggia velocemente e davanti a noi c'è l'auto della polizia. Entriamo lasciando la porta spalancata, un poliziotto è vicino alle scale dove mia madre è seduta con un livido viola che le copre la guancia sinistra e una coperta leggera che le copre le spalle. Sta tremando. Deglutisco e mi irrigidisco immaginandomi lui che la picchia di nuovo.

Mi chiamo Martina Scott, ho 17 anni, quasi 18, mio padre è un perfetto idiota, piacchiava mia madre e mio fratello. Lei l'ha sopportato per parecchio tempo, per noi. Per non farci vivere una separazione. Eravamo in salotto, una sera, e mi ero messa a cantare. Mio padre, Tom, stava guardando la televisione. Tutto d'un tratto ho sentito una  mano, la sua, che si posava sulla mia guancia. Non delicatamente. In modo feroce e arrabbiato. Mia madre vide la scena e cominciò a reagire, gli urlò contro causando solo un'altra botta al mio braccio. Mi prese con se e andò in camera mia dove Edo si stava medicando un graffio. Lei non lo sapeva, non sapeva che picchiava anche lui. E lo scoprì e non potè fare a meno che arrabbiarsi ancora di più. Fece i bagagli e prese Edo per mano. Ce ne andammo da quell'orrore e riuscimmo a rifarci una vita. Fino ad ora. Mio padre era tornato e io vedevo mia madre piangere. Cosa c'è di peggio che vedere la propria madre piangere? Direi nulla. E lei ha pianto fin troppo in tutto questo tempo.

Lo faccio spesso. Riassumo ciò che sta succedendo per ricordarlo e funziona. Sono determinata. Dopo tutta questa storia lei si era fatta coraggio, piangendo di nascosto, la notte. È ora di finirla anche se avrei voluto non fosse mai ricominciata.
«Dov'è Edo?»
chiesi a Lily che mi indicò un ragazzo in cucina, parlava al telefono. È furioso, non sembra quasi lui. Lo raggiunsi.
«No.. non mi interessa se state lavorando, che razza di scusa è? Non avete mai lavorato in vent'anni e cominciate stasera?... non mi prenda in giro, perfavore!.. è buona notte solo per te!»
lanciò il telefono contro il muro facendomi sobbalzare. Si voltò e mi vide spaventata da quel gesto.
«Marty..»
«Chi era..?»
«Una persona che ci avrebbe aiutati..»
detto questo se ne tornò da mia madre. Feci lo stesso.
«Quindi è ferito..»
commentò il poliziotto, probabilmente ripetendo ciò che gli aveva detto mia madre.
«Mi stava per tirare uno schiaffo e io gli ho lanciato la lampada in testa»
sembra quasi ironico. Un cartone animato.
«..Legittima difesa..»
disse il poliziotto mentre cominciò a scrivere su un tacquino.
Sento una macchina arrivare mi volto verso la porta ancora aperta, si voltano tutti.
«Deve arrivare ancora qualcuno? E volete facciamo una festicciola»
dice il poliziotto scocciato. Liam corrse verso di me e io feci lo stesso, abbracciandolo.
«Tutto ok? Tua madre?»
Gliela indicai e lui -saggiamente- preferì non andare a salutarla, per non metterla in imbarazzo.
«Sono qui fuori»
mi sussurrò baciandomi la fronte. Lo fermai prendendolo per il braccio.
«Dove sono gli altri?»
domandai non vedendo le loro macchine. Rimase in silenzio per parecchio. Cercava una scusa.
«Non provare a mentirmi»
nel frattempo Edo ci passò imparte e picchiò la mano sulla sua spalla, correndo verso la macchina di Lily.
«Che sta succedendo?»
Lo guardai, sostenni lo sguardo finchè non rispose.
«TI prometto che saprai tutto ma ora devo andare..»
mi prese la mano e me la baciò.
Mi attaccai alla porta urlando a squarcia gola il suo nome mentre saliva in macchina e partiva con mio fratello. Riuscivo solo a pregare che non facessero cavolate, che tornassero sani e salvi. Non dovevo stupirmi del contrario visto che erano con mio fratello.
«Stupido!»
dissi parlando di mio fratello.
«Sei solo un'idiota»
continuai chiudendo la porta con una spinta.
Katy mi raggiunse mettendomi una mano sulla spalla.
«Calmati.»
«E' un'idiota, farà una gran cavolata, già lo so. Finalmente c'è la polizia, perchè non far fare a loro?»
avevo le lacrime agli occhi. Ma perchè i maschi sono così ottusi?

POV. EDOARDO

Accelleravo, Harry mi aveva inviato un messaggio: L'avevano trovato. Accellerai ancora e Liam mi urlò di fermarmi appena in tempo. Una macchina passò davanti suonando il clacson ripetutamente.
«Calmati e respira un attimo. Sai quello he stai facendo?»
lo guardai.
«Mi fido di te, ma dimmi che ci hai pensato e che sai quello che comporterebbe»
guardai il volante. No, non avevo pensato a nulla. Ero nel panico, mia madre con quel livido. Quell'immagine che lampeggiava nella mia testa mi aveva fatto sbarellare e stavo seguendo l'istinto. Avrei voluto prenderlo a botte fino ad ammazzarlo ma avrebbe significato per l'ennesima volta che lui ha ragione e io sono come lui. No, mi rifiuto. Scatta il verde ma rimango fermo.
«Edo?»
Liam mi risvegliò dallo stato di trans e clacson delle macchine dietro che gli facevano eco.
«Chiama a casa e fai venire la polizia»
sospirai e lui ricominciò a sorridere. Avevo fatto la cosa giusta. Premo sull'accelleratore e in poco tempoarrivammo dai ragazzi.
«Se la stampa lo scopre potremmo diventare la boy band hero»
disse Louis ricevendo delle occhiate interrogatorie dai suoi amici.
«Lascia perdere Lou..»
«Perchè? È vero! Io sto guardando il lato positivo della cosa come farebbe il nostro manager»
«Allora che facciamo?»
mi chiede Zayn distogliendo lo sguardo da un Louis sbronzo.
«Aspettiamo»
«Come aspettiamo?»
a quella domanda, risponde la sirena colorata della polizia. Marty esce dall'auto e viene verso di noi con Katy. I poliziotti si appostano con i megafoni già pronti alla bocca.
'Esci con le mani in alto, sei stato circondato. Tutta l'abitazione è controllata da 43 agenti. Esci con le mani in alto o entriamo.'
Urlò il poliziotto. Martina mi prese per la maglietta e mi portò lontano dagli altri.
«Che credevi di fare?»
«Io vo»
«Nono, fai parlare me»
era furiosa.
«Volevi mettere in pericolo la tua vita, quella di Liam, Harry... ti rendi conto di quanto tu possa essere stupido?!»
mi guardai intorno con l'intenzione di parlare ma l'immagine di Sid che uscì dalla casa infianco a Tom mi bloccò. Martina si voltò a guardare con me, tutti videro.

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Capitolo 26
*** For the first time ***


love love love

VENTIQUATTRESIMA PARTE:

Ci avvicinammo agli altri senza staccare gli occhi dalla scena. Sid e Tom si avvicinarono con le mani sulla testa, come ordinato dal poliziotto armato che li raggiunse e li ammanettò. In quel momento sentii il calore di una mano morbida ricoprire la mia. Girai la testa e vidi Harry sorridermi. Feci un cenno con la testa per ringraziarlo e poi tornai a guardare mio padre e Sid salire sull'auto che illuminava di rosso e blu i muri delle case li vicino. Sentii Liam avvicinarsi e con un braccio prendermi e portarmi a se. Lasciai la mano di Harry e portai la mia sul petto di Liam che mi baciò la fronte. In quel momento Lily uscì dall'auto e in fretta saltò in braccio a Edoardo che la strinse forte. A quella scena feci lo stesso e strinsi forte le mie braccia attorno a Liam mentre chiudevo gli occhi. La macchina della polizia ripartì seguita da tutte le altre che facevano un coro assordante con tutte quelle sirene. Dal finestrino della terza macchina vidi la faccia di Tom. Ci fulminò con lo sguardo e lasciai scendere una lacrima un secondo dopo.
«Piccola»
Liam mi alzò la testa prendendomi il mento con le dita. Mi asciugò la lacrima e mi sorrise.
«Torniamo a casa»
Continuò. Annuii ma prima di fare un passo sentimmo Malik esclamare a gran voce un dolce: 'Cazzo'.
«I giornalisti!»
indicò con un cenno della testa cinque persone che fotografavano le macchine della polizia mentre correvano via illuminando l'asfalto.
«E' meglio se andiamo»
Niall prese le chiavi della macchina dalla tasca dei Jeans di Harry e si avvicinò alla vettura accendendola.
«Io vado con lei»
disse Liam appena arrivammo anche noi. Guardai Harry che serio apriva la portiera.
«No, vai con loro..»
«Ti faccio compagnia, non mi da fastidio»
«No, davvero. Resto con mia madre sta notte»
mi capì, gli si leggeva negli occhi.
«Ok, ti amo»
stavo annuendo ma diventai seria a quelle due parole, e anche lui.
Rimasi a bocca aperta e non dissi nulla, Lily arrivò in tempo.
«Marty?»
«Eccomi»
dissi riprendendomi.
«Grazie mille ragazzi.. buona notte»
guardai Liam e gli diedi un bacio sulla guancia correndo via.
Saltai in macchina con Lily al volante, mia madre imparte a lei e io ed Edo dietro di loro. Mi ha detto 'Ti amo'. Così, inaspettatamente, e io non ho detto niente.

Entrammo in casa dove tutto era ancora pieno di ricordi di quel giorno. La tazza rotta ancora per terra, la coperta sulle scale, la porta ammaccata per i continui calci, pugni e spintoni ricevuti. Tutto. Troppo. Chiusi a chiave la porta, con tanto di sicura mentre mia madre si faceva una doccia e Lily ripuliva la cucina con Edo. Afferrai la coperta e la ripiegai appoggiandola sul divano.
Appena mia madre uscì dal bagno eravamo tutti li, per vedere come stava. Ma come al solito lei è forte per noi, ci prova. Sorride.
«Andate a letto, domani ci si sveglia presto!»
disse ridacchiando e andando in camera sua.
«Buona notte»
dissi sospirando.
«Marty!»
Mi richiama Edo.
«Mi dispiace.. non volevo metterli in mezzo»
Lo guardai ma non risposi, è più grande di me, dovrebbe essere più maturo, no? Va bene che era arrabbiato ma porca loca, un po' di coerenza!
Salii le scale velocemente e mi tolsi i vestiti lasciandoli per terra, dopodichè striciai sul letto già caldo. Non riuscivo ad addormentarmi. Che novità. Mi alzai e zampettai a piedi nudi fino alla cucina. Presi un bicchiere di acqua fredda che mi congelò i denti e poi tornai alle scale. Le risalii e passai vicino alla camera di mia mamma, cominciai ad acoltare. Singhiozzava. Sospirai aprendo la porta e richiudendola non appena entrai nel triste buio della sua camera.
Mi sdraiai imparte a lei abbracciandola. A quel gesto si girò verso di me e le asciugai le lacrime.
«Ti voglio bene»
le sussurrai all'orecchio.

Il giorno dopo Edo si svegliò molto presto. Ci aveva preparato la colazione, o meglio, l'aveva preparata alla mamma.
«Non è nociva, vero?»
scherzai allacciandomi l'accappatoio in vita.
«L'ho controllato tutto il tempo e a meno che non si sia trasformato in Chuck Norris, è tutto ok»
rispose Lily facendoci ridere.
«Grande Chuck Norris, che non batte le mani, le umilia»
Aggiunse lui ridendo.
«Quando l'uomo nero va a dormire, ogni notte controlla il suo armadio per vedere se c'è Chuck Norris»
aggiunsi anche io.
«Comunque, Dio ha una foto di Chuck Norris sul comodino. Ed è autografata. Vado al lavoro»
disse mia madre saltando in piedi. Edo le afferrò le spalle facendola risedere.
«Oggi non vai da nessuna parte. Ti serve una pausa»
poi il campanellò cominciò a suonare.
«Vado io»
dissi correndo alla porta. Katy e sua madre, più smaglianti che mai, entrarono raggiungendo la cucina. Mia madre andò incontro a quella di Katy abbracciandola e salutandola.
«Pronta per il relax?»
«Che vuoi dire?»
chiese guardando Edo.
«Estetista, massaggi e idromassaggio. Tripletta perfetta per una donna»
rispose lui, mettendo il braccio sulle spalle di Lily. Mia madre mi venne incontro e mi abbracciò ringraziandomi.
«Guarda che io non ho fatto niente. Mi sono limitata a dormire mezza nuda stanotte»
«Maiale»
disse Edo ridendo.
«Mosca!»
«Che razza di insulto è?»
«Sei inutile!»
«Ragazzi!»
nostra madre ci richiamò ridendo.
«Buona giornata»
dissi abbracciandola. Dopo aver salutato gli altri, uscirono di casa.
«Andiamo dai ragazzi?»
mi chiese Kat.
«Si, mi vesto»
corsi in camera e feci passare una decina di magliette prima di trovare quella giusta.
«Pronta»
dissi saltandole di fronte.
«Ciao Lily»
dissi abbracciandola.
«Marty!»
Edo mi chiamò prima che io riuscissi a raggiungere la porta.
«Occhio»
mi disse lui serio, proprio come faceva nostra madre. Poi mi sorrise e fece il finto infuriato.
«Andate fuori dalle palle!»
«Ciao!»
esclamammo io e Katy uscendo di corsa. Presi la bicicletta e aspettai che anche lei salì dietro prima di partire. Come al solito, col vento che mi muoveva i capelli, non potevo fare a meno di non cantare e Katy mi seguì cantando alcuni versi. Un po' come col phone. Sei davanti a uno specchio e devi asciugarti i capelli, ti punti il phone in faccia e i tuoi capelli cominciano a svolazzare. Come resistere?
Arrivammo e Katy scese dalla bici attaccando il dito al campanello.
E da dietro la porta si sentì:
«Chi è?»
«Chi vuoi che sia, Lou!»
«Magari era un maniaco-pedofilo-psicopatico, capitan ovvio!»
dopo aver ricevuto una fragorosa risata, anche da parte nostra, aprì la porta  e ci invitò ad entrare.
Liam apparve dalla porta del corridioio un po' impacciato. Adorabile.
Katy corse verso Zayn abbracciandolo. La sera prima non erano stati molto insieme e cercarono di rimediare, credo. Niall prese gli occhiali da sole e dopo avermi stampato un bacio sulla guancia, uscì.
«Vado a sistemare due cose per il concerto»
«Il concerto? Quand.. è stasera?»
chiesi mentre la porta si richiudeva dietro di me.
«No, ma è vicino e lo stiamo preparando per bene.. non so cosa si è messo in testa..»
spiegò Louis andando in cucina.
«Non si saluta più?»
dissi avvicinandomi a Liam che riuscì a coprire i suoi occhi preoccupati con un sorriso. Lo baciai buttandogli le braccia al collo. Mi staccai e gli sorrisi.
«Tutto ok?»
«Molto meglio, si»
detto questo ci abbracciammo.
«Marty..»
Harry comparve dal giardino ed entrò in cucina afferrando una lattina di coca cola.
«Harry..»
«Ne vuoi una?»
chiese aprendola.
«No, grazie..»
«Vieni»
mi sussurrò Liam all'orecchio e prendendomi il braccio. Continuavo a guardare Harry che a sua volta guardava noi. Mi sentivo quasi in colpa.
Arrivammo in camera sua.
«Qui si sta più tranquilli..»
disse chiudendo la porta.
«Come sta tua madre?»
«E' dall'estetista con la madre di Kat.. starà bene..»
mi sedetti sul letto e lui mi si sedette imparte. Mi mise una mano sulla coscia e cominciò ad accarezzarla. Appoggiai la testa alla sua spalla guardando l'armadio davanti a noi.
«Che facciamo?»
chiesi annoiata.
«Non te l'ho ancora chiesto..»
«Cosa?»
Chiesi titubante.
Non feci in tempo a vedere i suoi occhi maligni che attaccò la mia povera pancia con un solletico letale. Mi sdraiai sul letto muovendomi come una tartaruga che non riesce a tornare impiedi, poi, Liam, cominciò a ridere e ne approfittai per prendere un respiro e capovolgere la situazione. Adesso io ero sopra di lui, con le ginocchia appoggiate al materasso imparte ai suoi fianchi, che lo tenevo fermo. Bloccai anche le mani, prendendolo per i polsi.
«Devo avere paura?»
chiese cercando di rimanere serio.
«Oh, certo che si»
dissi sorridendo.
Ci guardammo per un po', poi lasciai la presa sui polsi e raggruppai tutti i miei capelli castani spostandoli sulla spalla destra. Mi avvicinai alla sua bocca e cominciai a baciarlo, lui ricambiò prendendomi per i fianchi. Lasciai libero il lungo e liscio filamento dei miei capelli e gli presi le guance accarezzandole con i pollici. Senza cambiare posizione e senza che le nostre labbra si staccassero se non per respirare, si alzò piano lasciando che mi aggrappassi con le braccia al suo collo e con le gambe strette intorno ai suoi fianchi. Appena fu impiedi, si girò di nuovo verso il letto e mi feci scappare una risata. Si era alzato per tornare ancora dove era prima, con la differenza che ora lui stava sopra. Mi sdraiai sul letto stringendo le gambe attorno alla sua vita non appena mi raggiunse appoggiando le mani sul materasso libero vicino ai lati della mia testa. Gli presi la maglietta avvicinandolo a me e ricominciando e baciarlo. Senza smettere, feci scivolare le dita lungo i suoi fianchi facendogli solletico, lo sentii tremare e ridacchiammo a quel gesto spontaneo. Arrivai all'estremità della maglietta e la tolsi piano con un po' d'aiuto da parte sua. La strinsi tra le dita appena attaccò le labbra al mio collo lasciando un bollo che ben presto si sarebbe colorato di viola. Gli lasciai togliere la mia maglietta che avevo scelto con molta cura, ma evitò di far scivolare le dita prima di toglierla, grazie al cielo. Appena la lasciò volare a terra mi guardò negli occhi, magari pensava che non ero pronta.
«Tutto ok?»
«Ti amo»
rimase serio per qualche secondo. Cinque, li ho contati. Cinque interminabili secondi. Poi mi sorrise e sospirai a quel gesto.
«Beh, anche io»
dopo quella frase tutti i miei muscoli si rilassarono e alzai la testa per raggiungere la sua bocca e baciarlo. Gli slacciai il bottone dei jeans e lasciai che se li togliesse, scalciandoli a terra. Cominciò a baciarmi il collo giocandoci anche con la lingua e cominciai a ridere per i brividi che mi procurava. Si fermò e mi guardò, dapprima interrogativo, ma poi si lasciò scappare una risatina che soffocò con un bacio dove la sua lingua cominciò a bagnarmi le labbra secche. Lo feci rigirare e mi misi sopra di lui attaccando la bocca alla sua spalla. Quando la staccai, la parte interessata si fece più rosea e ricominciai a baciarlo slacciandomi i pantaloncini e lanciandoli a terra. Per l'ennesima volta ci rigirammo e lui si ritrovò sopra di me. Non riuscivo a pensare che a lui, non pensavo più ad Harry e al fatto che in quel momeno era in cucina che si scolava una lattina di coca cola.
'Accidenti, Martina! Spegni quella scimma nel tuo cervello che dice 'Harry' di continuo e concentrati!'
Ok, forse per un po' ci ho pensato e nel momenti in cui ho pensato che era stato con quella ragazza solo per farmi 'ingelosire', mi sono arrabbiata e ho cominciato a baciare Liam in modo, devo dire, molto impegnativo e strano. Credo che non riuscirei a ripeterlo un'altra volta.
Cominciai a muovere su e giù il piede sulla sua gamba, finchè le nostre mutande non volarono via con la mia verginità, poeticamente detto.

 

 

 

           ↓           ↓          ↓

---->READ ME, HEAR ME, LVE ME <-----

Buondì! Questo è il primo commento che metto alla fine di un capitolo, e sarà l'ultimo perchè io sono la prima che li ignora. Comunque, volevo scusarmi per l'attesa e dirvi che non sapevo come cavolaccio scrivere questo capitolo, specialmente la fine, allora ho inventato quella frase ''poetica''. Spero che vi sia piaciuto e, beh, siate buoni (lol). Un bacione e alla prossima! C:

Marty•

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Capitolo 27
*** Tacos ***


tacossss

VENTICINQUESIMA PARTE:

«Ti amo»
Alzai la testa e gli sorrisi baciandolo.
«Dillo ancora»
dissi mordendomi il labbro. Lui sorrise.
«Ti amo»
sussurrò.
«Non credo di aver sentito, sai?»
«Ti amo, ti amo, ti amo»
continuò a ripeterlo mentre mi baciava e io non la smettevo di ridere.
«Liam, noi oridniamo de»
Niall entrò di slancio senza preoccuparsi di bussare alla porta.
«Oh..»
disse interrompendo quello che stava dicendo. Richiuse la porta mentre noi, a bocca aperta, lo guardavamo.
«Imbarazzante..»
dissi dando due pacche leggere con la mano, sul petto di Liam. Mi alzai portando con me il lenzuolo e mi rivestii. Appena anche lui fu pronto, ci avvicinammo alla porta.
«Tutto ok?»
mi chiese serio.
«Benissimo»
sorrisi e lo baciai.
Raggiungemmo gli altri e appena arrivammo nella stanza, guardai Niall. Ci seguì con lo sguardo fino al divano, dove erano tutti riuniti a commentare una loro canzone su 'MTV music'.
«Non mi fa il mento grosso?»
«Ma no, piuttosto sembra che ce l'ho pi»
«Ehem..»
li interruppe Liam.
«Oh, bentornati. Divertiti?»
ci chiese Zayn. Guardai Niall che aggrotto la fronte e scosse la testa.
Liam sorrise a Zayn e io gli diedi una gomita leggera al braccio a cui ero vicina.
«Allora, vogliamo andare a prendere i Taco o gli mandiamo una lettera?»
disse Katy attirando l'attenzione di Zayn.
«Giusto. Andiamo a prenderli e torniamo. Volete anche le patatine?»
«Si, prendimi anche un hamburger»
disse Louis.
«Ci sono anche gli hamburger in quel posto?»
chiese Zayn a Katy.
«Vieni con noi Lou»
disse Katy dopo una pausa.
Uscirono salutando e io e Niall andammo in cucina per prendere i tovaglioli e i piatti, mentre Liam e Harry andarono alla ricerca di un tavolino da mettere davanti al divano.
«Niall non sei arrabbiato..o..scioccato, vero?»
«No, perchè?»
«Beh..»
guardai il pavimento.
«Ah. No, tranquilla. Era ora che ricominciasse! Era solo.. il momento.. sai..»
«Okok...ok»
dissi squotendo la testa e andando verso il salotto. La voce di Niall mi fermò.
«Allora ti è passata la cotta per Harry?»
mi voltai di sccatto senza dire nulla per qualche secondo.
«Diciamo che.. ci sto lavorando..»
«Per qualunque cosa, lo zio Niall è qui!»
mi feci scappare una risata.
«Grazie zio»
dissi per poi andare in salotto dove il tavolo era li, che si faceva sistemare da Harry. Appoggiai i tovaglioli e appena alzai la testa vidi che Harry mi sorrideva.
«Che c'è?»
«Niente è che..»
piegai leggermente la testa di lato. Si era fermato e mi guardava.
«Niente»
conclude andandosene.
Lo guardai allontanarsi a bocca aperta. Feci roteare gli occhi e sospirai lasciandomi cadere sul divano dietro di me.

«Eccoci qui»
disse Katy entrando dalla porta accompagnata da Zayn che teneva in mano due buste.
«Abbiamo portato il cibo»
continuò lei.
«HO»
la corresse Zayn, appoggiando le buste sul tavolino del salotto.
Katy gli fece una smorfia e si sedette sul divano, cominciando a mangiare.
'Mancano due giorni al concerto dei One Direction e le fan sono emozionate per l'evento. Harry, Zayn, Liam, Niall e Louis si esibiranno nella ''piazza delle esibizioni'' qui, a Willdenlow'
mentre ingoiavamo tacos senza sosta, il telegiornale faceva la sua parte. I ragazzi si sorrisero a vicenda non appena cominciarono a parlare di loro.
«Manca poco»
disse Niall smaliante. Katy cominciò a guardarmi abbastanza cupa. Guardandola spensi il mio sorriso e le chiesi sottovoce cosa avesse. Scosse la testa.
Liam mi prese la mano e lo guardai sorridendogli.
«Accidenti!»
disse Harry coprendosi la faccia con un cuscino.
«Hazza? Che ti prende?»
gli chiese Zayn finendo l'ultimo boccone del suo taco.
«Mi sono dimenticato che domani mattina ho un colloquio di lavoro»
«Tu che?!»
urlò Louis.
«Harry... che hai combinato sta volta?»
«L'altro giorno sono stato in un negozio e il commesso non mi ha riconosciuto, così dopo varie chiacchiere.. è saltata fuori questa cosa del lavoro»
«Harry!»
«Non credevo ci credesse davvero!»
«Che tipo di negozio?»
gli chiesi io.
«Quello all'angolo..»
«.. ma è il negozio di langerie!»
esclamammo io e Katy in coro.
«.. si, ho dato un'occhiata..»
spiegò mentre ridevamo senza farci sentire.
«Ci penso io. Dove vi dovete incontrare?»
«Al bar di fronte al negozio, alle 10»
«Ok..»
«Grazie»
gli sorrisi. Dopotutto si trattava di parlare con qualcuno. Cosa poteva esserci di brutto.
«Anche perchè quel tipo.. era strano»
«Ok, Harry. Dopo questa bravata.. l'ennesima, direi. Voglio fare uno schiuma party..»
disse Louis.
«Qui?»
«Beh, è una casa grande. Si, dai»
«Si, va bene Lou. Sogna va»
disse Zayn sorridendogli, mentre portava i piatti in cucina.
«Sennò c'è la casa di Martina..»
«Katy!»
la richiamai.
«Sua madre e la mia sono alla SPA e la casa è libera»
«E tu vorresti fare uno schiuma party a casa mia?»
«Mi sembrava sottinteso»
«Kat!»
«Marty!»
«Ragazze!»
ci richiamò Louis.
«La mia era un'idea.. potremmo farne uno come 'party d'addio' prima di tornare in Inghilterra»
a quelle parole io e Katy ci ammutolimmo e diventammo serie.
«La prossima volta sta zitto Lou..»
sussurrò Harry al dolce Tomlinson.
«Perspicace!»
concluse Lou.

Quando io e Katy tornammo a casa, Lily e mio fratello erano accoccolati sul divano, che dormivano, con una coperta che li copriva fino al collo. Sorrisi, erano così teneri. Ma Katy scivolò su una camicetta bianco-trasparente e tutto fu più chiaro.
«O mio dio»
dissi a bassa voce.
«Andiamo su»
propose Katy. Annuii e salimmo le scale fino in camera mia.
«Ook, ''cose imbarazzanti della vita''»
disse Katy. Rimasi zitta e mi schiarii la voce.
«Aspetta. Tu e Liam non stavate giocando a scarabeo, vero?»
«A che, scusa?»
«Lo sapevo!.. Storia lunga. Avete..»
mi lasciò intuire quello che volesse dire. Annuii e cominciò a squittire aprendo le braccia.
«Vieni qui»
«Non»
«Daai»
alzai le spalle e le saltai in braccio.
«Allora, racconta tutto»
disse poi, scivolando sul mio letto.
«E' bravo?»
«A me lo chiedi?»
«Giusto. Vabe, se tu chiedi a me di Zayn, io ti dico che è il migliore!»
disse ridendo.
«Per l'esperienza che abbiamo, poi»
continuai ridendo.
«Dai, aiutami a farti il letto, pigrona!»
dissi lanciandole un cuscino.
«I’ll pick up these broken pieces till I’m bleeding...»
canticchiai, mentre mettevo la fodera al cuscino.
«Oh, Bruno Mars. Non fermarti, ti prego»
disse Katy facendomi ridere. Le è sempre piaciuto Bruno Mars, ma di lui lo sapevo da tempo ormai. Credo che se al posto dei ragazzi, si fosse presentato lui, sarebbe schizzata completamente.
Passammo la notte parlando. Non tutta, la maggior parte.

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Capitolo 28
*** Ho imparato. Il mondo non ascolta. ***


i learnt.

VENTISEIESIMA PARTE:

Il giorno dopo, scendemmo le scale ed entrammo in cucina, ma di Lily e Edo nemmeno l'ombra.
«Vado a vedere in camera»
dissi mentre Katy apriva il frigo.
«Ok, io mi servo. Come al solito»
Andai in camera di Edoardo ed entrai senza bussare. Nessuno. Controllai in bagno, in camera mia e nel bagno al piano di sotto. Niente. Non credevo, ma provai. Entrai in camera di mia madre e la prima cosa che vidi, furono i vestiti ammucchiati sul pavimento.
«Oh, andiamo!»
urlai facendoli svegliare.
«Marty»
scattò mio fratello, sedendosi.
«In camera di mamma, davvero? Oddio.»
poi mi rivolsi a Lily.
«Era un vostro sogno erotico?»
si guardò intorno.
«Ok, no. Non..non lo voglio sapere. Non..»
uscii richiudendo la porta alle mi spalle e mi vennero i brividi.
«Trovati?»
mi chiese Katy ingoiando una fetta biscottata con la marmellata.
«Camera di mia madre»
mi feci capire senza parlare, la guardai.
«No»
disse scoppiando a ridere. Cominciai a ridere anche io, poi arrivarono Lily e Edo.
«Le hai già raccontato tutto?»
«Lei mi dice sempre tutto.»
disse Katy mentre lui rideva.
«Dovevi vedere la sua faccia»
continuò.
«Ha ha, molto divertente»
disse sorridendo.
«Che ore sono?»
chiese Lily.
«Le 9.30..»
Le risposi.
«Marty!»
Katy mi diede un un calcio.
«Ahio!»
«Harry!»
scattai impiedi.
«Mi ero dimenticata. Vado!»
corsi in camera a cambiarmi e sfrecciai fuori prendendo la bicicletta. Pedalai fino al bar, parcheggiai la bici ed entrai.
«Salve, lei è»
Harry non mi aveva detto il suo nome. Accidenti.
«Francisco, dammi del tu»
«Ovviamente..»
dissi disinvolta.
«Sono Martina, l'agente di Harry»
«Così giovane?»
«Faccio pratica, sa»
mi guardava le labbra.
«Ookey. Parliamo di Harry, allora. Vedi, lui non»
«Sei fidanzata?»
rimasi a bocca aperta.
«Si»
«Si?»
«In.. un certo senso. Perchè?»
«Curiosità. Sai, sei davvero carina»
ancora a bocca aperta, sperai che il mio cellulare cominciasse a suonare. Niente. Allora inventai.
«Scusa ma devo proprio rispondere»
dissi prendendo il telefono che avevo appoggiato sul tavolo.
«Non l'ho sentito suonare»
«Già, perchè.. c'è la vibrazione»
mi alzai.
«Non l'ho nemmeno sentito vibrare..»
«E' una vibrazione.. impercettibile. Già.. vado»
mi allontanai e chiamai Harry.
«Pronti»
«Harry devi venire al bar. Subito»
«Sono un po' occupato»
«Harry! Credo ci stia provando con me»
«..Okey, arrivo..»
riattaccai ed aspettai la sua apparizione dalla vetrata che dava sul venditore di hot dog.
Tornai da Francisco.
«Oh, c'è Harry»
feci segno a Harry di venire, sbracciandomi a piu non posso.
«Grazie al cielo sei arrivato»
«Sei sexy vestita così»
ci sussurrammo all'orecchio. Lo spinsi verso il divanetto sorridendo. Ci sedemmo uno imparte all'altro e io mi appiccicai – letteralmente - a lui, mentre Francisco dall'altra parte del tavolo, sorrideva.
«Allora passavi di qui perchè..»
cominciò Francisco.
«Dovevo incontrare un'amica qui di fornte»
inventò Harry.
«..dal venditore di Hot Dog?»
«E' una tipa estroversa»
detto questo, presi parola.
«Comunque, sono venuta per dirti che»
mi interruppe di nuovo.
«Che bella pelle che hai»
si rivolse a Harry.
«I-io?»
disse Harry.
«Posso toccare?»
chiese Francisco annuendo. Si avvicinò con la mano e cominciò ad accarezzargli la guancia.
«Oddio. Sta.. sta succedendo davvero»
disse Harry spaventato, staccandosi.
«Pensavo ci stesse provando con te!»
mi sussurrò.
«Lo credevo anche io! Sarà su tutte e due le sponde!»
gli risposi allo stesso modo.
«Siete fidanzati?»
«Potremmo esserlo»
dissi io.
«Spiegati meglio»
disse Francisco.
«Già, spiegati meglio»
disse Harry sorridendo.
«Voglio dire. Siamo due ragazzi moderni»
«Uh, perfetto»
disse malizioso.
«Ma quando dico moderni intendo... all'antica»
cercai di correggermi. Era difficile parlarci.
«Nel mio appartamento ho una Selvaticuzzi pronta da usare. Potremmo farci un salto»
«E' una specie di.. animale esotico?»
gli chiesi perplessa. Rise.
«Sei proprio forte, Martina. E' la mia Jacuzzi. Potremmo parlare li del lavoro di Harry»
«Veramente noi non»
«Vado a pagare. Pensateci intanto»
si allontanò.
«E ora che facciamo!»
«Ci penso io. Tranquillo»
tornò da noi.
«Allora? Passiamo da me?»
«Come te la cavi con il karaoke?»
chiesi io.
«Al College ero uno dei migliori»
«Hai mai sentito parlare del Pub Cross?»

Uscimmo dal bar e andammo dritti al Pub dove lavorava Lily.
«Sediamoci qui»
indicai un tavolo libero e ci sedemmo. Arrivò Lily.
«Heey. Marty, che vi porto?»
«Accendi il karaoke, ti prego»
le dissi sottovoce.
«In realtà lo accendiamo stasera. Ora facciamo il pranzo»
«Ti prego»
insistetti.
«Va bene»
«Grazie!»
Francisco cantò a squarcia gola. Un orrore.
«Per fortuna che era il migliore»
mi disse Harry. Cominciai a ridere.
«Già»
continuai a bere la mia coca cola e guardare Francisco.
«Vieni»
Harry mi prese il braccio e mi portò al palco.
«Tocca a noi»
gli disse Harry.
«Che vuoi fare?»
gli chiesi.
«Prendi»
mi diede il microfono e scelse la canzone.
«Come fa questa?»
gli chiesi prima di cominciare.
Me la canticchiò e capii subito. L'avevo già ascoltata una volta.
Cominciammo a cantare. Era divertente, non avevo mai fatto un karaoke prima.

«Ragazzi, mi sono davvero divertito con voi. Allora, vi accompagno a casa? Per me sei assunto Harry. E in piu hai anche una bella voce, dovresti chiedere a qualche discografico»
io e Harry ci sorridemmo. Proprio non aveva capito.
«Francisco, caro. Grazie ma non posso accettare. Volevo dirle che non potevo perchè ne ho già uno»
rimase serio. Forse non capiva.
«Oh.. vi accompagno a casa?»
dopo una risatina, Harry fermò un taxi e chiese a Francisco dove abitava.
«Ah, furbacchioni. Io sono dove voi volete che sia!»
«Ookey, Francisco. Vai a casa..»
«E' stata una bella giornata»
«Si..»
disse Harry, mentre il suo 'datore di lavoro' gli accarezzava di nuovo la guancia.
«Portalo via. Ti prego»
pregò al tassista, mentre io ridevo dietro di lui. Lo salutammo con la mano mentre anche lui faceva lo stesso dal finestrino del taxi.
«Non ci crederanno mai se lo raccontiamo a qualcuno»
dissi scoppiando a ridere.
«Già, lasciamo stare»
disse ridendo a sua volta.
«Adoro le tue fossette»
«Lo so, sono irresistibile»
gli diedi una pacca sul braccio.
«Vieni a casa nostra?»
«In realtà Katy mi aspetta a casa mia..»
«Grazie per oggi»
Annuii e lo abbracciai. Gli tenni la testa con le mani nei suoi morbidi ricci e lo abbracciai. Fece scivolare le mani sui miei fianchi e mi strinse forte.
Quando ci staccammo lo guardai negli occhi.
«E questo che cosa era?»
mi chiese sorridendo appena.
«Odio gli addii e di solito saluto sempre prima, per non dover sopportare tutto quel giorno..»
«Il giorno del concerto?»
«Quello dopo..»
guardai il pavimento e sospirai.
«Mi accompagni?»
gli chiesi alzando la testa e piegandola di lato, sorridendogli a labbra chiuse. Annuì e ricominciammo a camminare.
Arrivati di fronte a casa mia, ci fermammo all'ingresso.
«Tutto ok?»
gli chiesi, vedendolo un po' agitato.
«Posso baciarti?»

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Capitolo 29
*** Ecco perchè dicono: 'Il tempo aggiusta tutto'. ***


take your time

VENTISETTESIMA PARTE:

Arrivati di fronte a casa mia, ci fermammo all'ingresso.
«Tutto ok?»
gli chiesi, vedendolo un po' agitato.
«Posso baciarti?»


Non pensai, il mio corpo stava per muoversi senza che gli dessi comandi, ma Katy spalancò la porta.
«Finalmente»
disse velocemente.
«Buona notte Harry»
«A domani»
disse debolmente.
Entrai in casa mentre anche Katy lo salutava. Richiuse la porta e mi raggiunse. Nel frattempo ero arrivata alle scale e mi sedetti sulla ringhiera in legno che la ripercorreva sul lato.
«Per fortuna sei tornata. Abbiamo giocato due volte a scarabeo, incubo. Sono una schiappa in quel gioco. Poi se ne sono andati e sono rimasta da sola in questa casa spettrale, non so come fai a restare qui da sola»
la ascoltavo, ma pensavo a Harry.
«Marty?»
«Ti sto ascoltando»
«Si, ma... sono arrivata in tempo o volevi baciarlo?»
«Come lo sai?»
«Beh, non mi sono mossa dalla porta per due ore intere..»
disse ridendo. Si avvicinò e sospirò.
«Non ti è passata ah?»
scossi la testa e lasciai che una lacrima si fece strada sulla mia guancia calda e rossa.
«Hey!»
disse Katy abbracciandomi.
«Mi ero detta di togliermelo dalla testa e ora non so piu niente. Non lo rivedrò piu, capisci?»
«Liam..»
«Così non mi aiuti»
dissi asciugandomi la lacrima. Katy si appoggiò al muro di fronte a me e scivolò fino a toccare la scala di marmo.
«Non dobbiamo deprimerci, sai? O finiremo per mangiare del gelato davanti a un film strappalacrime..»
Katy mi guardò maliziosa e mi sorrise.
«Ooh..»
In poche parole e in poco tempo, ci ritrovammo davanti a 'Le pagine della nostra vita'. E una vaschetta di gelato da svuotare con due cucchiai giganti.
«Zayn»
«Katy!»
le urlai dandole uno schiaffo sulla coscia.
«Marty! Ahio!»
mi urlò lei ridandomelo. Figuriamoci se non ricambiava.
«Ahio»
presi un cuscino e glielo spiattellai in faccia ridendo. Lei me lo strappò dalle meni e fece lo stesso. Fu una battaglia dolorosa. Davvero. Sarò caduta per terra una decina di volte e il mio fondoschiena ne ha risentito brutalmente.
«Okok, pausa. Time Out»
dice Katy buttandosi sul divano.
«Ti arrendi?»
chiedo puntandole contro il dito.
«Si, si, mi arrendo»
dice sospirando divertita.
«Yess»
dico alzando i pugni in segno di vittoria, per poi finire sul divano imparte a Katy.
«Ragazze! Siete ancora impiedi?»
esclama Edo entrando in casa con in groppa Lily.
«Sono solo le nove, non è tardi»
dico sfinita.
«Tre ore fa erano le nove..»
mi corregge.
«Oh..»
«Siete sbronze?»
«Battaglia con i cuscini»
dicemmo io e Katy in coro.
«Capisco.. beh, fatemi posto va!»
«Mamma non tornava stasera?»
«Le ho detto di rimanere la ancora un po', così domani sera facciamo festa»
dice sorridendo.
«Invitate qualche amico e musica, vero?»
«Non proprio 'qualche' ma si, quel tipo di festa tranquilla»
sospirai.
«Che film è?»
«'Le pagine della nostra vita'»
rispose Katy.
«Davvero? Bellissimo!»
arrivò Lily di corsa.
«Oh, no»
Disse Edo, lasciando che la testa gli cadesse all'indietro, sul bordo delllo schienale del divano in stoffa.
«Ti tocca fratellino..»
dissi dandogli due pacche sulla coscia.
«Gelato?»
offrì Katy ai presenti.
La vaschetta andò di cucchiaio in cucchiaio, a tutti e quattro, a turni. Pochi minuti dopo, mio fratello si addormentò e cominciò a russare.
«Lo accompagno a letto. Non fate tardi voi due. A domani»
disse mandandoci un bacio con la mano e svegliando Edo.
«Tesoro andiamo a letto»
emise qualche mugnito e dopo qualche frase senza senso, si alzò percorrendo le scale in stile zombie.


Il giorno dopo caddi dal divano e, beh, mi svegliai. Svegliai Katy che dormiva con la bocca aperta sbavando sul cuscino.
«Bavosa alzati. Oggi è il 20»
dissi per poi sedermi sul pavimento pensierosa. Il 20 Lugilo.
«Buongiorno a tutte»
dice Lily entrando in cucina in camicia da notte. La raggiungemmo tenendo un'espressione triste in volto.
«Hey Missis felicità. Come mai quei musi lunghi?»
la guardammo.
«Amore?»
Ah, tra ragazze ci si capisce.
«Domani i ragazzi ripartono per l'Inghilterra..»
«E oggi c'è il concerto, vero?»
annuiamo.
«Beh, tranquille. Si sistemerà tutto»
Salto impiedi a quelle parole.
«No! Non si sistema proprio niente! E' tutto ancora molto confuso, serve tempo, TEMPO!»
dico per poi lasciare la stanza furiosa. Salgo le scale e mi chiusi in camera mia, già pentita di averle urlato contro. Mentre pensavo di tornare giù e scusarmi con lei, mi precedette e bussò aprendo piano la porta.
«Posso?»
annuii.
«Katy mi ha detto velocemente quello che succede. Stai tranquilla»
mi accarezzò i capelli e si sedette imparte a me.
«A volte se non riusciamo a dimenticare qualcuno è perchè ci piace davvero»
una lacrima scese ma la cancellai subito, passandoci sopra la mano.
«No, mi piace Liam. Tanto..»
«A tutti serve un po' di tempo. Serve per capire. Serve per chiarire. Serve per salutare, per dire addio. Serve a tutti. Serve anche per scusarsi e rimediare agli errori. Per questo dicono che il tempo aggiusta tutto»
Adoravo come parlava. Sapeva sempre cosa dire e come dirlo.
«Che faccio?»
Scoppiai a piangere e mi misi seduta a gambe incrociate.
«Lui ti spiegherà tutto»
disse mettendomi una mano sul pett. Posizione cuore. Mi batteva a mille.
Poi si alzò e allungò la mano di fronte a me.
«Andiamo, dai»
mi sorrise. Le presi la mano e mi alzai, seguendola fino in cucina dove Katy e Edo parlavano e mangiavano brioches calde.
«Andiamo dai ragazzi?»
mi chiede Kat.
«Io vado a fare un giro. Tu vai e.. ti raggiungo al concerto»
«Al concerto? Non abbiamo il biglietto»
«Sai chi è il tuo fidanzato, vero?»
rimane zitta.
«Giusto.. be, allora.. a dopo. Dov 'è la bici?»
la guardai.
«Edo la accompagni?»
gli chiesi mordendomi il labbro.
«Dove l'hai lasciata?»
«Beh.. al bar, quello di fronte al negozio di langerie»
poi mi rivolsi a Katy.
«Harry..»
guardai il pavimento.
«Ok, lalala. Mi accompagni, fratello di Mar?»
disse alzandosi.
«Ovvio.»
Se ne andarono e sorrisi a Lily.
«Grazie di tutto. Vado»
mi sorrise e uscii di casa, ma andai nella direzione opposta. Mi sarei presa il mio tempo e dopo il concerto avrei messo le carte in tavola.

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Capitolo 30
*** Thinking of you ***


think

VENTOTTESIMA PARTE:

Arrivai fino al gelataio dove andavamo solitamente io e Katy, dove l'ultima volta erano venuti con noi i ragazzi.  Mi tornó in mente il momento in cui mi fermai per riallacciarmi la scarpa e Liam si fermó con me. Scossi la testa e tornai a camminare. Passai tra la folla che camminava nella piazza e arrivai al centro, dove un ragazzo e una ragazza stavano facendo la solita recita di tutti gli anni. Fanno sempre quella, cambiano solo i protagonisti. Solitamente lo fanno all'ora di pranzo, così le persone nei ristoranti imparte possono vedere. Arrivai giusto in tempo per vedere la scena che a me piace chiamare 'Il bacio rubato'. Lui che le ruba un bacio e lei si tira indietro. Un flash mi compare nella mente. Io e Harry che cadiamo sul pavimento e lui che mi bacia. Mi scende una lacrima. Nei giorni dopo non l'ho mai dimenticato quel giorno, quel momento, quel sapore dolce sulle labbra. Solo un po' sbavato nel tempo, ma mai dimenticato.
Continuo il 'tour delle emozioni' andando alla metropolitana. Scendo le scale ed entro in tempo. Mi avvicino al palo al centro e chiudo gli occhi respirando piano. La metropolitana riparte e quasi non cado di nuovo. Riapro gli occhi non appena mi schianto contro il petto di qualcuno e l'immagine di me e Liam che ci baciamo riaffiora nella mia memoria.
«Scusi»
Dico mentre l'ennesima lacrima si libera e scende incontrollata dall'altro occhio.
Alla prima fermata scendo e passo imparte alla fontana. Quel momento in cui io e Harry ci guardammo intensamente e mi sentii sollevata. Come quando trovi qualcosa di molto importante che avevi perduto. Una cosa che molti perdono spesso è la speranza, per esempio. O, parlo per esperienza, un regalo fatto da una persona importante come tuo fratello, a cui peró non dici nulla. Quando ritrovi ció che perdi e che hai aspettato tanto per riaverla, ti senti sollevata.
Continuai a camminare e quando sentii che i piedi supplicavano di fare una pausa, mi fermai in un grande prato e mi sedetti nell'erba fresca. Non c'erano molte persone. Vidi una coppia fare un pic-nic e ovviamente mi venne in mente il pomeriggio trascorso con Liam. Piegai le gambe abbracciandole con le braccia e appoggiai la testa sulle ginocchia.

Restai li per mezzora circa, giocando con l'erba e i fiori, poi tornai ad alzarmi e ricominciai a camminare. Pensai.
Se lasciavo Liam me ne sarei pentita di sicuro. Mi sono così affezionata a lui che non potrei mai vederlo soffrire. Se mi metto con Harry potrei essere felice, oppure potrebbe mancarmi da morire stare con Liam. Ogni giorno, ogni volta che bacerei Harry, vedrei gli occhi abbattuti di Liam. Non potrei vivere ogni giorno così. Oltre tutto, sapendo di aver rovinato un'amicizia.
Arrivai alla metropolitana e tornai da dove ero partita. Feci un giro lungo peró, passai di fronte alla casa di Sid e mi ricordai della sera in cui andammo a prendere Lily, Harry era li e mi aiutó, portandomi fuori. Passarono giorni e tornó mio padre. Passó mezza giornata, forse un giorno e mio fratello andó con Liam a cercarlo. Mi preoccupai molto. Troppo. Appena arrivai la polizia era li pronta. Per fortuna il nostro è un piccolo paesino e abbiamo la nostra centrale di polizia, così non hanno scuse e scattano alla prima chiamata. Mi ricordai di quamdo Harry mi prese la mano per fami capire che lui era li, quella stessa mano che lasciai non appena Liam mi prese per se. Li scelsi lui, scelsi Liam. Ma feci soffrire tremendemente Harry. Glielo lessi negli occhi non appena Liam mi disse la frase che comincia per 'T' e finisce con 'Amo'.
Mi guardai intorno e vicino all'entrata notai una bicicletta. La mia bicicletta. Attraversai la strada e la raggiunsi perlustrandola e controllando le gomme. Sarei tornata a casa in bici. Meglio.
Prima di riuscire a muoverla, sentii una mano coprirmi la bocca e portarmi dietro un vicolo. Cercai di ribellarmi ma appena mi spinse contro il muro tenendomi per le spalle e lo vidi in faccia spalancai gli occhi. Tolse la mano dalle mie labbra e non persi tempo.
«Sid?!»
Esclamai.
«Ciao piccola»
Deglutii.
«Come sei uscito?»
«Ho qualche amico che mi ha dato una mano. Penso tu lo conosca, Mark è il suo nome»
Rimasi basita. Mark è l'amico di mio fratello, quello che ci ha aiutati la sera in cui siamo andati a prendere Lily. Quello che mio fratello vedeva come un fratello.
«Adesso io e te facciamo un giochino»
Disse prendendomi il telefono dalla tasca dei pantaloncini, componedo un numero e dandomelo in mano.
«Ora tu chiami tuo fratello e gli dici di venire qui»
«E se mi rifiuto?»
Si arrabbió. Spalancó gli occhi, i suoi occhi chiari che fanno impressione. Con le occhiaie marcate sotto questi.
«Se ti rifiuti faremo saltare la testa della tua amica»
«Che vuoi dire? Katy è dai ragazzi»
dissi perplessa.
«A quanto ci risulta, non è mai arrivata al campanello. I miei amici la stavano aspettando e appena l'auto se nè andata, loro l'hanno presa e.. Eccola qui»
Disse mentre dal buio, comparve Katy con uno degli amici di Mark che le teneva una mano sulla bocca.
«Kat..»
Respirai piano. Mi sforzai di lasciare le lacrime dove erano, ma non riuscii a evitare che mi annebbiassero la vista.
«Lasciala andare, lei non c'entra nulla»
Dissi disperata.
«E qui ti sbagli, Martina. Lei mi serve. Cosi saró sicuro che farai ció che ti dico. Perchè tu farai quello che dico, vero?»
Mi prese il mento con la sua mano sudicia per poi spostarla e prendermi le guance. Strinse forte e mi stampó un bacio. Non feci nulla. Katy è importante per me, non avrei permesso che le facesse del male. Quando si staccó sorrise.
«Perfetto. Ora chiama tuo fratello, inventati qualcosa, tu sei molto brava ad inventarti balle, quindi non ci saranno problemi»
Sospirai e cliccai sulla cornetta verde, il numero gia l'aveva digitato.
«Marty?»
«Ciao Edo, ho trovato la bici ma ha le ruote sgonfie e»
Mi fermai. Volevo dirgli tutto ma Sid capì e tiró fuori dalla tasca una pistola puntandola contro Katy che lacrimava.
Chiusi gli occhi per poi riaprirli e continuare la farsa.
«Puoi passare con l'auto? Sono vicina alla casa di Sid..»
«Passo a prendere Lily e arrivo»
«NO!»
Urlai cercando di trattenere le lacrime, di nuovo.
«Vieni tu e basta. Lei mi ha chiamata due minuti fa e.. Ha detto che deve ancora pulire il locale..»
«Allora arrivo subito»
Riagganció. Abbassai il telefono e senza volerlo, mi feci scappare una lacrima. Prese il mio telefono e se lo mise in tasca.
«Tesoro, non piangere»
Mi accarezzó la guancia bagnandomela tutta con la lacrima.
«Voglio solo dare una lezione a tuo fratello. Me lo deve dopotutto, no?»
Deglutii. Prese una corda da una scatola di cartone dietro di lui e mi legó le mani. Mi portó fuori dal vicolo e aspettammo mio fratello.
«Lasciala andare ora»
Dissi guardando una Katy terrorizzata.
Come me del resto. Non avevo la minima idea di quello che avrebbe fatto a mio fratello.
Vidi l'auto di quest ultimo in lontananza. Sid mi slegó le mani e mi disse di attenermi al 'gioco'. Puntó la pistola addosso a Katy.
«Okok, faccio quello che vuoi ma non puntarla addosso a lei. Puntala addosso a me»
Dissi determinata a liberarla dall'angoscia. Fece come gli dissi e si nascose dietro il muro di mattoni del vicolo. Amava le entrate di scena.
Edo corse verso di me. Appena fu un po' vicino, vide le lacrime sulle mie guance. Mi spostai mostrandogli l'arma puntata verso di me e mi fece segno di stare zitta, portandosi un dito alla bocca. Mi fece segno di andarmene ma scossi la testa. Mossi le labbra senza parlare, dissi 'Katy'.
Chiuse per un secondo gli occhi e sospiró.
«Marty, dov'è la bici?»
Sceneggió, come voleva Sid. Sentii una presenza alle mie spalle e una specie di canna dell'acqua contro le vertebre. Era la pistola, sentii togliere la sicura.
«Edoardo»
Cominció Sid.
«Come sei uscito?»
«Marty, vuoi dirlo tu al tuo fratellone?»
Feci una pausa.
«Mark»
Dissi poi con voce flebile. Rimase scioccato. Mio fratello si fidava di Mark, troppo. E questo è uno dei motivi per cui ho imparato a non fidarmi di nessuno, tutti prima o poi ti deludono.
«Lasciala andare»
«Queste parole mi hanno davvero stancato. Sempre la stesse e sempre così noiose. Ogni volta di piu»
Mi prese il braccio e mi spinse al suo collega, con Katy.
«Calma, ora si sistema tutto»
La rassicurai. È una ragazza abbastanza sensibile, quando le è morto il criceto ha pianto per due settimane e ha parlato solo di quel benedetto animale. In piu abbiamo dovuto fare un discorso al suo funerale. Ma la adoro, vede sempre il lato positivo delle cose. Annuì. Sentii mio fratello urlare dal dolore. Non avevo sentito spari. Mi voltai a guardarlo di scatto e le lacrime scesero incontrollate.
«Edo!»
Urlai cercando di liberarmi ma mi tenne ancora piu stretta. Lo vidi accovacciarsi a terra e sentii una fitta allo stomaco. Le lacrime scendevano come una fontana e mi piegai, il dolore si faceva sempre piu forte.
«No..»
Sussurrai disperata.
Quello che ci stava tenendo ci lasció. Era arrabbiato. Mi accovacciai a terra guardando il pavimento d'asfalto e sentii Katy abbracciarmi le spalle. Alzai lo sguardo e vidi Sean, si, si chiamava così il collaboratore e amico di Mark, quello che era li con noi poco prima. Lo vidi prendere Sid da dietro e dargli una testata, forte, poi uno sparo, e un'altro ancora volare nell'aria, senza una meta precisa. Sean prese la pistola e diede un colpo forte col manico dell'arma, sulla tempia di Sid che si accasció a terra con la tempia sanguinante. Mi alzai e corsi da Edo per poi inginocchiarmi imparte a lui. Aveva un coltello conficcato nella pancia.
«Edo»
Dissi flebilmente, accarezzandogli la guancia. Guardai Sean, poi appoggiai la fronte contro il petto di Edo.
«Ho chiamato la polizia e l'ambulanza»
Ci informó Katy.
Alzai la testa e guardai Sean.
«Non pensavo arrivasse a tanto. Ci ha pagati e ha detto che era solo per»
«Vattene.»
«Noi non»
«Va via. Tu e tutta la tua stupida squadra, di al tuo capo idiota di non farsi piu vedere, ok!?»
Annuì e corse via.
«La polizia stava arrivando, Marty..»
«Lo so, ma sono facili da spaventare e non avrebbero mai fatto del male a Edo, a prescindere dal resto. E poi la polizia è tutta per lui»
Dissi guardando Sid, ancora a terra. Allungai la mano nella sua tasca dei pantaloni e presi il mio telefono rimettendomelo in tasca.
L'ennesima lacrima della serata scese non appena guardai la mia mano insanguinata. Anche la mia maglietta lo era, ma sopratutto la pancia di mio fratello.
«Hey roccia»
Lo guardai. Cercó di parlare di nuovo ma vidi il sangue colare dalla bocca.
«Sei forte. Ti..»
«Non, non parlare. Non parlare..»
Dissi asciugandogli la striscia rossa dal viso. Katy si alzó portandosi la mano alla bocca e si allontanó un poco.
Sentii la sirena delle auto della polizia arrivare, accompagnate dall'ambulanza.
«Grazie a dio»
Dissi ricominciando a respirare.
Una barella alzó subito mio fratello, portandolo nell'ambulanza. Indicai a un poliziotto Sid, capì e si avvicino. Poi io e Katy entrammo con Edo nell'ambulanza e ci medicarono anche i piu piccoli graffi. Mi medicarono anche due cicatrici che avevo da tempo ormai. Non erano nulla in confronto a mio fratello, ma è il loro lavoro.
«E questo da dove spunta?!»
Chiese Katy premendo contro la parte del mio braccio tra il gomito e la spalla.
Sentii bruciare e guardai. Un graffio si estendeva per circa cinque centimetri sulla larghezza del braccio. Un medico porto subito il cotone con il disinfettante sulla ferita e sentii bruciare ancora di piu, ma poi sentii del fresco. Era il ghiaccio. Lo tenni per due minuti per poi toglierlo e lasciare che me lo fasciassero.
Arrivammo in ospedale e portarono in fretta mio fratello dentro l'edificio. Gli corsi dietro attaccandomi alla barella. La sua faccia era coperta dalla mascherina dell'ossigeno e cercó di dirmi qualcosa.
«Che, che ha detto?!»
Chiesi ai presenti.
«Lily»
Disse un'uomo con la mascherina azzurra che gli copriva la bocca.
«Da qui non puó passare, perfavore rimanga qui e attenda»
Rimasi li impiedi, di fronte alla porta. A un passo tra la vita e la morte di mio fratello.
«Ti voglio bene»
Sussurrai lasciando che l'ultima lacrima scendesse, percorrendo il mio volto sciupato senza sosta.

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Capitolo 31
*** Il Concerto ***


rock

VENTINOVESIMA PARTE:

«Dov'è?»
altra disperazione. Non ne potevo piu, ma come biasimarla? Era la ragazza di mio fratello e al telefono non sono stata molto rassicurante.
«E' in sala operatoria»
intervenne Katy.
Lily si portò le mani alla testa spostando i capelli biondi dalla fronte.
«Cos'è successo?»
mi chiese passandosi velocemente la mano sulla guancia.
«Sid l'ha attirato a se prendendo me e Katy. Lui sapeva che avrei fatto di tutto per Katy e che Edo avrebbe fatto tutto per me. Quando è arrivato non ho visto bene la scena ma..»
respirai piano. Ricordare è davvero difficile. Fa male.
«Quando ho sentito che urlava e.. e ho visto che si accasciava a terra non»
ora stavo piangendo. A dirotto. Lily si sedette imparte a me e mi abbracciò.
«Ok.. va bene, non c'è bisogno che mi dici tutto ora. Va bene così, calmati»
mi disse dolcemente, accarezzandomi i capelli.
Passarono dieci minuti, forse venti. Lily andó a prendersi un caffe, chiedendoci se volevamo qualcosa. Non mi andava niente. Guardai l'orologio sul display del mio cellulare.
«Tra un'ora comincia il concerto. Vai a prepararti»
Dissi cercando di sorriderle.
«Non ci penso neanche»
«Ma è un'occasione unica e non li rivedrai tanto presto»
«Martina! Non mi importa se stasera il papa benedice Lady Gaga in diretta, il che sarebbe davvero impredibile. Sono sempre stata con te e non ti lasceró proprio ora»
Mi prese la mano. Era cosi dolce. Non sarei mai riuscita a sdebitarmi. L'abbracciai trattenendo le lacrime mentre faceva passare la mano sulla mia schiena. Anche Liam fa così. È davvero rilassante.
Ci staccammo appena sentii la porta spalancarsi di colpo. Un ragazzo, giovane, arrivó sorridendo. Buone notizie. Finalmente.
«È andato tutto liscio, per fortuna lo stomaco non è stato lacerato. Ha perso molto sangue e quindi anche molte forze, ma si riprenderà presto»
Nel frattempo era arrivata Lily che ci prese per le spalle abbracciandoci.
«Possiamo vederlo?»
Chiese poi, ricevendo un 'Certamente, vi accompagno' da giovane.
Entrammo nella stanza e mio fratello era ancora addormentato.
«Ha parlato tutto il tempo di andare in montagna, di fare snowboard»
Spiegó sorridendo, mentre Lily piangeva dalla felicità accarezzandogli la guancia e io gli presi la mano. Stringendola forte nella mia.
Il dottore ci lasció da sole con lui e una macchina che non faceva altro che far risuonare 'bip' nella stanza.
«No.. n.. Non sono scivolato..»
Disse mio fratello ancora con gli occhi chiusi, facendoci ridere.
Mi feci spazio sul lettino senza lasciargli la mano.
Passó un'oretta e mi addormentai su di lui. Sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla e squoterla all'impazzata. Mi svegliai di scatto alzando la testa talmente in fretta che mi giró per qualche secondo.
«Che c'è?»
Chiesi a Katy che indicó il viso sveglio di Edoardo.
Un sorriso mi si accese sotto il naso e gli saltai al collo abbracciandolo.
«Hei, calmati. Sto bene»
Si era accorto che stavo piangendo.
«Non rifarlo mai piu, capito? Ti avevo gia avvisato di non farmi spaventare di nuovo. Sei davvero crudele»
Gli urlai contro facendolo ridere.
«Ok, sei tornata»
Gli diedi una leggera pacca sulla spalla.
«Non dovevate andare a un concerto?»
Guardai Katy.
«Le accompagno io»
Disse Lily
«Puoi aspettarmi dieci minuti?»
Gli chiese avvicinandosi e baciandolo.
«Resisteró»
Sorrise ricambiando il bacio. Dio che tenerezza.
Lo salutammo dandoci appuntamento non appena il concerto sarebbe finito.
Raggiungemmo l'auto e Lily l'aprì.
«Ho dei vestiti nel bagagliaio, potete prendere quelli.»
«Perchè tieni dei vestiti nel bagagliaio?»
«Faccio tre lavori diversi e mi cambio in macchina»
Spiegó. Intelligente. Aprimmo dove indicato e prendemmo i vestiti che ci interessavano. Presi un vestito smanicato, dove appena sotto il seno era stretto e scendeva morbido fino a poco sopra il ginocchio.
La parte stretta e la gonna erano rosse, metre la parte superiore era bianca. Come scarpe tenni le mie vans bianche, estive e saltammo in macchina preparandoci. Anche Katy prese un vestito, monospalla lungo come il mio. Il suo era azzurro con una riga nera che passava obliqua nella parte centrale dell'abito. Anche lei tenne le sue converse basse, nere. Ci sistemammo il viso e i capelli a vicenda e non appena arrivammo all'ingresso chiuso, salutammo Lily scendendo al volo.
«Che ore sono?»
Chiesi a Katy cercando di aprire la porta.
«Hanno iniziato da un'ora..»
Appoggiai l'orecchio alla porta sentendo le loro voci. Per poi scivolare fino a terra e sedermi appoggiata alla porta grigia e fredda.
Katy sbuffó mettendosi imparte a me e facendo girare il telefono tra le dita.
Girai la testa di lato, sospirando e vidi che infondo a delle scale c'era un'ombra. Un'ombra familiare.
«Io chiamo i ragazzi»
disse Katy mentre mi alzavo.
«Chiama Harry»
«Non ricominciare..»
«Davvero, chiama Harry..»
compose il numero e chiamò. L'ombra si mosse afferrando il cellulare.
«Kat, vieni con me»
le afferrai il braccio scendendo le scale e battendo le mani contro una finestrella, facendo anche spaventare Harry. Si avvicinò finendo di allacciarsi il bottone dei jeans e ci aprì.
«Hey! Come mai siete li fuori?»
«Storia lunga, ci aiuti a entrare?»
Katy mi diede una pacca sulla spalla.
«E mi spieghi come passiamo da qui?»
«Ci passiamo, ci passiamo.. vai tu..»
«No, vai prima tu»
sbuffai e entrai prima con le gambe, Harry mi afferrò prendendomi i fianchi e portandomi giù lentamente, guardandomi negli occhi.
«Hey voi due? Io sarei ancora qui fuori che aspetto come una stalker!»
Hazza mi lasciò avvicinandosi e aiutando Katy, chiuse la finestra e dalla porta entrarono anche gli altri, per cambiarsi per la prossima canzone.
«Marty»
mi voltai non appena sentii il mio nome. Liam si fece avanti abbracciandomi.
«Mi sei mancata»
mi sussurrò all'orecchio facendomi sentire estremamente in colpa. Chiusi gli occhi finchè non lasciai la presa.
«Mi dispiace fermare le vostre.. effusioni, ma abbiamo un concerto e ci aspettano. Non è carino far aspettare le persone.»
disse Zayn mentre Katy gli passava la maglietta da cambiare. Niall ne lanciò una a Liam che la indossò subito.
«A dopo»
disse dandomi un bacio sulla fronte e andando con gli altri sul palco. L'ultima faccia che vidi uscire fu quella di Harry. Mi fece il sorriso piu impercettibile che esiste. Come la vibrazione del mio cellulare. Risi a questo pensiero. Risi ripensando al pomeriggio con Harry e Francisco.
«Marty ti senti bene?»
mi chiese Katy che si era seduta sul divanetto.
«Non volevi vedere il concerto?»
le chiesi allungandole la mano di fronte, che afferrò e uscimmo dalla stanza raggiungendo ''le quinte''. Ci mettemmo in un angolo dove poterli vedere e dove non essere viste da qualcuno che non fossero loro. Come la folla o peggio, la sicurezza.
Si erano messi seduti su degli sgabelli, Niall teneva la chitarra.
«Little Things..»
sussurrò Katy mordendosi il labbro.
La guardai, era davvero emozionata. Sorrisi, cosa c'è di meglio che vedere le persone che ami stare bene?
La cosa diventa brutta se sei tu a non stare bene con te stessa.
Harry mi guardò mentre cantavano una frase.
'I love you and all your little things'
mi scese una lacrima, credo. Sentii la guancia bagnarsi. Di piangere non ne avevo proprio voglia, visto che era tutta la sera che andavo avanti così, ma quella non la trattenni.

a mezzanotte se non prima o poco dopo, salutarono mentre Kat ed Io tornammo nella stanzetta e li aspettammo.
«Siete stati grandiosi!»
disse Katy saltando in braccio a Zayn.
«Davvero bravi»
dissi abbracciando Niall, era li vicino.
Diedi un pugno ella spalla di Harry e attirai la sua attenzione.
«Heilà cowboy»
dissi facendoci ridere entrambi.
«Martina Scott, ti abbiamo conquistata?»
mi chiese Liam entrando nella stanza seguito da Louis che cercò subito dell'acqua.
Si avvicinò a me alzandomi da terra, abbracciandomi i fianchi con le braccia calde.
«Non sono una fan sfegatata ma.. non siete male»
dissi per poi farmi scendere e lasciarmi baciare, cosa che fermai un'istante dopo.
«A un concerto finito senza parti del corpo 'messe a rischio', vero Hazza?»
disse facendo ridere tutti.
«E' stato..»
cominciò Liam.
«Grandioso»
finì Louis parlando dell'acqua appena mantada giù. Ci girammo a guardarlo e ricominciammo a ridere.
«Ma anche il concerto.. certo..»
sorrise per poi girarsi verso il tavolo e bere ancora.
«A che ora partite?»
chiesi sedendomi sul bracciolo del divano.
«Domattina»
annuii guardando il pavimento.
«Ma abbiamo ancora tutta una serata davanti!»

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Capitolo 32
*** L'unica cosa perfetta che abbiamo ***


^^^Prima di iniziare a leggere volevo ringraziarti per aver letto la mia ff. Siamo già alla trentesima parte, pei pampini! *Balla la konga* ma le sorprese non mancheranno. Parola di Martina!

 

 

 

L'unica cosa perfetta che abbiamo.
'I will never forget you'

TRENTESIMA PARTE:

«Allora, dove andiamo a festeggiare?»

chiese Niall. Guardai Katy, ricordandomi di quello che avevo detto a mio fratello.

«In realtà dovrei andare da mio fratello»

«Beh, se vuoi può venire anche lui..»

intervenne Liam.

«Il fatto è che.. è in ospedale..»

Liam si avvicinò subito a me. Notai anche che Harry si contrasse.

«Che gli è successo? Sta bene?»

Liam, sempre così dolce e protettivo. Non hai idea di quanto mi dispiace per quello che farò..

«Si, sta bene ma.. l'ho lasciato per venire qui e gli ho detto che finito il concerto sarei tornata da lui»

«Ti accompagno»

Liam cominciò a cercare le chiavi.

«Non ce n'è bisogno, chiamo Lily e mi faccio venire a prendere»

già stavo cercando il suo numero in rubrica. Cliccai sulla cornetta e poi vidi Katy che salutava Zayn.

«Kat!»

mi venne incontro.

«Che stai facendo? Tu rimani qui con loro, sarà l'ultima volta che lo vedi non»

mi interruppe.

«Marty, ti ricordi che ti ho detto prima, vero?»

dall'altra parte del telefono, rispose Lily. La sentii ridere.

Indicai il telefono con il dito della mano libera, per far segno a Katy che Lily stava rispondendo, quindi, risposi a Lily.

«Come sta Edo?»

«Benissimo. E il concerto, com'era?»

«Divertente..»

sorrisi leggermente guardando i ragazzi uno per uno mentre Lily parlava.

«Allora vai a festeggiare con loro, anche perchè non fanno entrare piu nessuno a quest'ora e.. e tuo fratello sta bene, ora pensa a te stessa.»

anche se in qualche modo sarei riuscita ad entrare in ospedale, feci finta di niente e la ringraziai.

«Ok. Ciao. Digli che..»

mi fermai.

«Ci vediamo domani»

conclusi per poi riattaccare.

«Allora, spiaggia?»

proposi sorridendo a Katy che tornò da Zayn abbracciandolo.

 

«Fantastico! È deserta!»

disse Lou, bevendo dalla bottiglia d'acqua che si era portato con se.

«Liam.. dovrei parlarti..»

gli dissi facendogli lasciare la presa che aveva attorno alle mia spalle.

Annuì e ci allontanammo dagli altri.

Cominciammo a camminare lungo la riva mentre trovavo le parole giuste per spiegargli. Anche per farmi perdonare da lui e da me stessa.

«Liam..»

«Aspetta.»

mi prese le mani e mi girò verso di se.

«E' tutto il giorno che ci penso e..»

il mio respiro cominciava ad essere affannato.

«Marty, vieni via con me»

mi sembrava la scena di un film.

«Cosa?»

«Vieni con me in Inghilterra»

per rivivere queste settimane all'infinito?

Non credo proprio di volere la mente così incasinata per altre settimane.

«Liam non-»

«Ci prendiamo un'appartamento e ti iscriverai li per l'ultimo anno e-»

«Liam!»

non mi faceva parlare.

«E' l'ultimo anno, non posso andarmene proprio ora.. ho 17 anni, Liam.

Devo ancora andare al College e la mia famiglia a bisogno di me..»

«E' un no?»

«E' affrettato.»

abbassò lo sguardo e ripresi a parlare.

«Prima o poi sarebbe finita comunque. Dovevamo saperlo»

stavo per ricominciare a piangere, di nuovo.

Alzò la sua testa e mi guardò, poi prese la mia e la portò contro il suo petto, lasciando che lo abbracciassi.

«C'è qualcosaltro sotto, vero?»

mi staccai.

«Che vuoi dire?»

«Martina, non sei una di quelle ragazze che rinunciano quando tengono a una persona. Ti conosco abbastanza.. Che succede?»

rimasi in silenzio e mi guardai intorno.

«Un motivo può essere tua madre o tuo fratello e fin qui posso crederti, ma.. c'è qualcosa che devi dirmi?»

girai la testa verso i ragazzi sdraiati sulla sabbia, a guardare il cielo, poi trovai Harry seduto, che torturava la cover del suo cellulare e ci guardava.

«Ti amo»

gli presi le mani e lo guardai dritto negli occhi.

«Ma..»

continuò lui.

Scossi il capo e approfittai della presa che avevo delle sue mani per poitrarlo dagli altri. Mi sedetti di fronte a Harry e Liam si sedette imparte a me. Ci guardavamo. Io e Harry, io e Liam, Harry e Liam. Solo sguardi e silenzio tombale.

 

«Mamma!»

le saltai – figuratamente - in braccio.

«Che hai combinato?»

chiese lei stupita. In effetti non avevo mai fatto così con lei.

«Niente!»

dissi staccandomi.

«In effetti la casa non è incendiata.. dov'è tuo fratello?»

guardai Katy che nel frattempo aveva salutato sua madre.

«Ecco..»

e ci ritrovammo all'ospedale, una madre che cominciò a avere scatti di lementi, di preoccupazione, di 'Lo ammazzo quello stupido!' e poi ricominciava tutto daccapo.

«Mamma?»

Edo era sorpreso di vederla, non ricordava che sarebbe tornata oggi evidentemente. Lily arrivò da dietro con il caffè in mano.

«Scappa finchè sei in tempo»

le sussurrai mentre cercava di passare per la porta.

«Avrei dovuto adottare un cane, magari riusciva a non farsi uccidere.. anche se l'avrei fatto io forse, non mi piacciono i cani.»

e gli scatti insensati ricominciavano di nuovo. Ovviamente non avrebbe mai toccato un cane. Odia uccidere anche le mosche – beh, quello è perchè le fa schifo, ma ho dato l'idea -.

«Mamma, sto bene!»

«Ti è andata di culo!»

«MAMMA!»

la richiamammo entrambi. Un po' come faceva sempre lei con noi.

«Forse dovremmo ritornare a quella S.P.A.»

scherzò la madre di Katy.

«Ottima idea, il problema è staccarla dal lettino ora»

le dissi mentre mia madre controllava ogni centimetro di pelle di Edo.

«I medici hanno detto che tra due giorni potrà tornare a casa. Stia tranquilla»

intervenne Lily, riuchendo a calmarla un poco.

«Che è successo?»

Lily le spiegò mentre Katy mi diede un pizzicotto sul braccio. I miei sono i più dolorosi, ma nemmeno lei scherza.

«Ahi!»

e massaggiai la parte interessata.

«I ragazzi partono tra meno di un'ora..»

mi avvicinai a mia madre.

«Mamma noi dobbiamo andare a-»

«Sisi, e poi che è successo?»

sbuffai mentre la madre di Katy, a cui aveva chiesto di accompagnarci, le disse:

«Ora non posso andare fino all'aereoporto. Andate in bicicletta»

«Ma arriveremo domani sera, se ci va bene»

le feci segno di andare. Avevo una mezza idea di che fare.

Corremmo fino a casa mia dove aprii il garage e una vecchia vespa bianca – si, beh, ''bianca'' – aspettava in un angolo.

«Non la so guidare ma-»

«Io si»

sorrise Katy.

«E da quando?»

le chiesi mentre prendevo le chiavi da una scatolina di legno e indossavo un casco, dando a lei l'altro.

«C'è sempre una prima volta»

poi si sedette e cominciò a cercare qualcosa.

«Katy»

dissi spaventata.

«Tranquilla..ce la faccio..»

feci ruotare gli occhi. Non sapeva come accenderla. Si comincia bene.

«Kat»

la richiamai, allungando le chiavi davanti a lei.

«Oh, giusto..»

le afferrò riuscendo poi ad accenderla anche grazie a una levetta vicino alla ruota posteriore.

Mi sedetti dietro di lei dopo che fu uscita e chiusi il garage.

Partimmo subito, andando anche un po' storte ma se la cavava.

 

«Sidney.... Milano.. Londra.. Uh, trovato!»

indicai il tabellone e cercai.

«Gate 7»

disse Katy mentre ci mettemmo a correre con i caschi in mano e la chiave in tasca.

Ci aiutammo anche con la folla, più persone c'erano ammucchiate in un posto, più probabilità c'erano che fossero loro.

«Katy?»

lei si girò vedendo Zayn che veniva spinto nella galleria da una guardia del corpo.

«Zayn!»

e gli corse incontro, cercando di scavalcare la mandria di ragazze accalcate li. Sentii la tasca vibrare, tirai fuori il telefono e controllai il messaggio. 'Liam'.

'Sapevo che c'era sotto qualcosa. Harry mi ha detto quello che prova per te e credo che anche tu provi lo stesso.'

Smisi di leggere il messaggio che una voce mi chiamò.

«Marty!»

mi voltai con le lacrime agli occhi mentre Harry, scortato da due bodyguard, andava verso la galleria.

Mi fece segno di andare con lui e fece in modo che anche Katy riuscisse a passare.

Non appena fummo abbastanza lontani, Katy raggiunse Zayn e Harry mi abbracciò.

«Ti amo»

mi disse.

«Harry, Io-»

bloccò anche il mio respiro, appoggiando le sue labbra sulle mie. Mi prese per i fianchi mentre mi portavo indietro staccando piano le labbra.

Ripresi a parlare.

«Amo Liam. Ma tu in qualche modo sei riuscito ad entrare nel mio cuore senza troppi sforzi. Ma non ti amo, o almeno non più»

gli diedi un bacio sulla guancia sentendo per l'ultima volta il profumo sul suo collo.

Non l'avevo convinto, gli si leggeva negli occhi, ma andò verso l'aereo senza aggiungere niente.

Appena sentii urlare le ragazze dalla galleria, vidi arrivare Niall e Louis, e per finire Liam che chiudeva il gruppo.

Gli corsi incontro e aggrottò le sopracciglia quando lo abbracciai.

Quando mi staccai, presi a parlare.

«Ti ho amato, davvero..»

«Ma..»

piccola pausa.

«Ma ora non più.»

Cercai di non guardarlo, non ci credeva forse, ma doveva. Era l'unico modo.

«Liam dobbiamo partire»

lo informò Niall, urlando a squarciagola.

Mi prese per le guance e mi baciò. Non mi mossi, lo lasciai fare.

Lasciò la presa avvicinando la sua bocca al mio orecchio.

«Non ti dimenticherò mai»

sussurrò, per poi andarsene mentre i miei occhi si chiudevano lasciando che una lacrima scendesse lungo il mio viso.

 

In un modo o nell'altro, tutte le storie finiscono allo stesso modo.

Si ama. Si perde. Si soffre.

Per non fare soffrire nessuno, in questo caso, era necessario mentire su quello che provavo.

Se avessi scelto Harry, Liam sarebbe stato male.

Se avessi scelto Liam, Harry avrebbe continuato a soffrire.

E in entrambi i casi avrei rovinato un'amicizia e la vita, la carriera di altri ragazzi adorabili.

E in entrambi i casi, mi sarebbe mancato chi non avevo scelto.

Perchè tenevo ad entrambi. Ci tenevo tantissimo.

Volevo fosse tutto perfetto. Io ho cercato la perfezione. Ho cercato di scegliere uno dei due e all'inizio mi sembrava la cosa più semplice e più comoda. Ma poi ho pensato meglio, e ho capito che in poco tempo sarebbe crollato tutto. Di nuovo.

Ho detto addio ad entrambi perchè scegliere sarebbe stato impossibile, appunto, e avrebbe fatto star male tutti e tre per tantissimo tempo. Allora ho scelto di rinunciare.

Rinunciare a chi amavo di più per rendere le cose più veloci e meno dolorose. O almeno, che non sarebbero state eterne. Questo vuoto nello stomaco, tra qualche tempo scomparirà, si riducerà, almeno.

Odio ciò che ho fatto, anche se giusto. Ma sopratutto odio dire addio.

Perchè mi fa pensare al fatto che dopotutto, gli addii sono l'unica cosa perfetta che abbiamo.

 

--Magnema

 

 

 

 

 

Talk Martina, talk

Ancora non ci credo di aver scritto Trenta parti!

Ma è anche merito vostro, perchè vedevo che la seguivate e tutte le belle recensioni

( Che sono aumentate e io sono qui tipo: *^* )

 

Grazie mille, davvero.

 

Come finale ho voluto essere poetica.

Poi, adorando Shakespeare come potevo non evitare il romanticismo?

Non so se riuscirete a capire ciò che volevo trasmettervi, ma ci ho provato.

 

Grazie infinite, per tutto.

 

E poi chissà, magari ci incontreremo in una seconda stagione.

MAI DIRE MAI.

 

E come fosse un rito, ogni volta che finisco una storia a capitoli, devo lasciarvi con una frase del mio William ( anzi, due ):

 

'Astenetevi da giudicare, perché siamo tutti peccatori.'
'Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.'

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