Restaurant di jacky_dragon (/viewuser.php?uid=12961)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Roy/Ed ***
Capitolo 2: *** Promessa sincera ***
Capitolo 1 *** Roy/Ed ***
Restaurant
"Ed, ma tu sei gay!?" certo che come inizio di giornata non era male,
forse dopo una bella botta in testa con un ferro da stiro potrebbe
sembrare tutto molto più allegro.
Superò la porta ad una velocità paurosa,
nascondendo l'evidente desiderio di prendere il primo passante a pugni,
peccato che il primo passante fosse proprio quello che aveva aperto
bocca in sua presenza. Mordicchiò il labbro, per poco non
sanguinava, stringendo i pugni e cercando le chiavi di quella che
sarebbe stata per quella notte la camera da letto sua e del fratello,
almeno prima della prossima settimana dove sarebbero nuovamente partiti
per chissà dove.
Purtroppo per lui non fece in tempo neanche ad infilarla nella
serratura che un soffio caldo e decisamente presuntuoso gli
sfiorò l'orecchio destro. Bè, che altro avrebbe
potuto fare se non urlare!?
"Si può sapere che diavolo sta facendo!?" la mano che era
istintivamente finita a nascondere l'orecchio rosso e visibile sotto i
capelli biondi, gli occhi spalancati della grandezza di metà
faccia l'uno e la bocca che ringhiava come quella d'un cane con la
rabbia, mancava la schiuma... ah no, quella c'era...
La risposta che arrivò un po' se l'aspettava un po' avrebbe
preferito non sentirla: tutt'e due diciamo!
"Oh, visto sei rosso!?" se non era per lo specchio esattamente a mezzo
metro di distanza dalla faccia avrebbe pensato di essere davvero
arrossito, ma l'unica cosa che era cambiata del suo aspetto era la
pelle delle gote evidentemente
bianca. Visto Colonnello? Bianca.
Bianca!
Quell'infimo e inutile essere spostò i suoi occhi,
evidentemente interessati a ben altro, in quel corpicino robusto e
giovane sotto di lui, per cominciare il culo, poi il resto dopo...
forse... mh, no! Apparve un sorriso sprezzante e divertito sul volto,
gli occhi corvini scavarono oltre le vesti con tutta l'immaginazione
possibile, e la mani ancora chiuse dentro le tasche si mossero
incontrollate.
Edward pensava sinceramente di chiamare il telefono azzurro.
Stupido colonnello che si era innamorato proprio di uno come quel
piccolo biondo alchimista, non pensava minimamente che si sarebbe
rifiutato a lui a quel modo, in fondo, non aveva nessuna intenzione di
avere rapporti al momento quindi figurarsi con lui, che proprio lo
guardava con quegli occhietti porcellini per quante i cuoricini gli
sbucassero dalle orecchie.
"Mi fa entrare nei miei alloggi?" e meno male che in passato era stato
addestrato (il termine non potrebbe essere migliore) ad usare un
atteggiamento rispettoso e informale con i suoi superiori altrimenti
l'avrebbe già preso a parolacce fino a che non gli fosse
totalmente sparita la voce.
Non solo non aveva ascoltato una parola della domanda detta
precedentemente, ma neanche aveva usato quel minimo di buon senso che
doveva avere, quindi Edward fu costretto ad appiccicarsi al legno della
porta più che potè prima di trovarsi la sua
faccia a un centimetro di distanza . Gli occhi fissi sui suoi come
quelli di un sadico che attenta la vita di una ragazzina indifesa alla
fine d'un vicoletto buio. Indifesa un paio di palle*! Mai confondere
Edward Elric, l'Alchimista d'Acciaio, con una piccola, carina,
innocente ragazzina... sopprattutto non piccola!
"Lei è troppo vicino!" sbottò furioso, ringhiando
come un cane.
"E la cosa ti piace?" sì, certo, e aveva anche una
proboscide che gli usciva dalla testa.
Ringraziò mentalmente chi aveva inventato l'alchimia prima
di sbattere entrambe le mani contro la porta e formarne un bel pugno di
legno, utile contro i maniaci sessuali, non trovate?
"Buona giornata Colonnello!" disse solo questo prima di chiudere la
porta della stanza alle proprie spalle, lasciando a terra un essere
privo di sensi, di cervello e con una gran percentuale di sangue che
usciva dal naso.
Stava diventando un'abitudine quella del maniaco di aspettarlo
gratuitamente all'uscita della propria stanza da letto, ed era
diventata un'abitudine per Edward non uscire senza la compagnia del
fratello o quando le nuove segretarie in gonnella non passavano per il
corridioio, il che stava a dire che di Mustang faccia da cavallo
nessuna traccia.
Sistemò la treccia che, dopo gli allenamenti con Alphonse,
prendeva una brutta piega e ricadde sul letto, stanco, anzi distrutto
per la giornata, ancora poco e se ne sarebbe andato da quella specie di
diabolica prigione. Sospirò, stiracchiandosi sul letto
sfatto, mormorando qualche parola e chiudendo gli occhi. Stanchezza.
Immane stanchezza che si addormentava su di lui, bè,
perchè non fare un breve riposino?
"Full Metal!?" ecco perchè.
Sprofondò la testa tra il cuscino e il materasso, ripetendo
nella propria testa che quello era soltanto un orribile incubo da cui
prima o poi si sarebbe svegliato. Non era così, peccato, e
le mani del Colonnello che lo scuotevano come se fosse un peluche con
su scritto "prendimi a colpi" ne erano la prova certa. Il
cuscino finì dritto in quella testa coperta dai capelli
corvini con una violenza tale da far cascare Mustang a terra con un
tonfo sordo.
"Si può sapere cosa vuole!?" si stava decisamente stancando
di quella sua continua caccia al ragazzino biondo. Non solo era
diventata stancante ma anche ridicola visto i mezzi che usava: quali il
suo discutibile sorriso splendente, lo sguardo penetrante come un
martello pneumatico dritto in testa, e l'insistenza tipica d'un mulo da
soma.
Sperò caldamente si trattasse di qualche ordine,
perchè sentire inutili racconti sul suo valoroso coraggio in
battaglia e la sua bellezza innata non erano il modo migliore per
passare la giornata se non quello di renderla... senza usare termini
aggiuntivi, noiosa.
"Ho una proposta da farti..." sperare, sperare, ma a che serve un Dio
che non aiuta le creature mortali ma le fa soffrire in questo modo?
Ricadde sul letto, in segno di resa. Una settimana che andava avanti in
quelle condizioni era troppo, davvero troppo anche per un alchimista di
stato famoso come lui. Pensando che forse, ascoltando senza replicare,
sarebbe potuto finir tutto prima, si limitò ad un sorriso
amaro e ad un prego detto di
malavoglia.
"Lo sai che hanno aperto un nuovo favoloso ristorante a pochi passi
dalla centrale?" oddio, senza questa sensazionale notizia come avrebbe
fatto a continuare a vivere?
Brontolò qualcosa che neanche lui seppe ben definire, il
solito insulto, il solito ma perchè lo sto
facendo e una estenuante ricerca alle risposte che
non aveva nè fine nè risultati. Si
massaggiò le tempie, facendo scendere poi la mano su tutta
la faccia, stringendo la pelle e torturandole prima che possa iniziare
quella che sapeva già sarebbe stata un'altra odiosa
giornata. Aspettò che continuasse prima di rialzarsi a
sedere sul letto, ovviamente senza guardarlo, se l'avesse fatto e Roy
se ne sarebbe accorto avrebbe potuto definirlo il proprio amante per un
anno e mezzo.
"Non vorrei essere troppo frettoloso però..." Ed
soffocò la risata con una mano, chiedendosi
perchè mai avesse aggiunto questa enorme stupidaggine
all'interno della frase. Perchè lui non era stato
assolutamente frettoloso. Peggio! Non aveva mai chiesto, quindi
perchè mai sarebbe dovuto essere frettoloso? Aveva
semplicemente fatto quel che gli andava voglia di fare.
"...Senti: che ne dici, Edward, posso darti del tu? Che ne dici se
lasciamo questo orrido e desolato posto per una semplice cena in quel
bel ristorante? Mi hanno detto che fanno dell'ottimo maiale!" allora tu
dovresti passare direttamente dalla cucine Mustang.
Rise mentalmente per l'ottima battuta che aveva appena pensato, ed era
davvero un peccato non avere nessuno a cui poterla dire in quel
momento, perchè sarebbe stata perfetta. Ripensò,
per la prima volta seriamente, a quello appena detto dall'uomo accanto
a lui, prendendo fiato per il classico, secco e deciso
no che lo avrebbe costretto a star
chiuso tutto il giorno in camera, per sfuggire ad un insistente
colonnello.
Fu un piccolo bambino dentro di lui a impedirglielo, con un coltello in
mano e un largo e diabolico sorriso sporco di sangue, che
silenziosamente e senza fretta suggeriva al cervello, qual'era la
risposta migliore da dare.
"Sì!"
Roy si illuminò come una stella cometa alla risposta,
volando a un metro e mezzo da terra fino al proprio studio, mormorando
qualcosa come ci vediamo lì alle
20 o qualcosa di simile e lasciando attorno a
sè un'aria profumata di rose e stracolmo amore, tipico dei
pedofili quando il bambino sale in macchina per essere riaccompagnato a
casa.
Non si accorse, e ringraziando il cielo, che Edward Elric fu sostituito
da un piccolo bambino con un largo e diabolico sorriso, in mancanza
d'un coltello ma altrettanto terrificante.
Le 20:00 all'interno del Ristorante "La lumiere", pieno sino al'orlo di
qualsiasi genere di coppia esistente in terra, pure homunculus (a
scelta del lettore). Erano state appositamente scelte le tende
migliori, le candele più profumate, la musica più
dolce per i clienti numerosi della serata.
Roy era lì, nell'angolo, aspettava. Un cameriere
passò silenzioso con un piccolo taccuino tra le mani ma
venne immediatamente e gentilmente cacciato, in attesa dell'arrivo d'un
basso omino biondo burbero e sexy, non quanto il colonnello ovviamente.
L'unica cosa che sgranocchiò per fa passare il tempo erano
dei grissini messi appositamente al centro del tavolo imbandito di
rosso, di quelli confezionati, non fanno bella figura ma almeno si
passa il tempo a far qualcosa.
Le 21:00 all'interno del Ristorante "La lumiere", i secondi che erano
già stati portati via mentre i camerieri passavano
frettolosamente per l'ordinazione del tanto atteso dolce per ogni
coppia: chi ordina un dessert a base di crema leggera per mantenere la
linea e chi chiede la torta più grassa possibile.
"Può portarmene altri...?" il braccio proteso verso un uomo
a pinguino, con la pietosa richiesta di riempire nuovamente il cestino
di quei grissini dorati.
Le 22:00 all'interno del Ristorante "La lumiere", dove ormai l'unico
profumo che si sentiva e quello dello champagne, del conto appena
pagato e dei ringraziamenti allo chef e al personale. Numerosi erano i
tavoli che vengono svuotati da vettovaglie e puliti rapidamente con uno
straccetto umido.
"Il signore vuole ordinare...?" chiese una giovane cameriera che aveva
appena cominciato il turno, la quale venne allontanata con un gesto
della mano e un no della testa.
Portò un'altro grissino alla bocca, mordicchiandolo
lentamente e gustandolo, appoggiando il gomito sul tavolo e la testa
sulla mano: non era molto elegante ma l'attesa stanca.
Le 23:00 all'interno del Ristorante "La lumiere", le luci della
terrazza si spensero lentamente intanto che le porte che davano ad essa
vennero chiuse a chiave e le tende lasciate scivolare lungo la vetrata,
dove l'unica cosa che si vedeva erano le luci di qualche locale
notturno e di qualche camera da letto ancora insonne.
"Le porto altri grissini signore...?" fece cenno di
sì con la testa
allungando il cestino scuro, la fame ormai non c'era più
nella sua pancia visto tutto il pane che aveva avidamente ingurgitato.
Mentalmente non fece altro che ripetersi quale potrebbe essere il
motivo: probabilmente gli sarà stato dato un incarico che
non poteva rifiutare, o magari ha avuto da fare e arriverà
in ritardo, sì può risolvere la serata con una
passeggiata e un invito a casa sua, non male.
Mezzanotte all'interno del Ristorante "La lumiere", orario di chiusura.
Erano fortunatamente in pochi che riescivano a sentire la potente e
feroce risata che partiva dalla finestra del terzo piano del quartier
generale. Maligna, diabolica, impregnava l'aria notturna come l'alito
feroce d'un drago e il suo fuoco simile all'inferno. Risata di scherno,
felice, quella del diavolo che aveva più anime di Dio nel
suo regno.
"STUPIDO COLONNELLO!! AHAHAHAHAH!!!" e Edward Elric non era mai stato
così felice come allora.
"Fra...fratellone..." e Alphonse Elric non era mai stato
così terrorizzato da suo fratello come allora.
FINE
*Per Failedconnection: ti amo! <3
Salve, questo commento è stato appena riprogrammato quindi i
primi 17 commenti ne restano fuori se non per i commenti direttamente
alla fanfiction!
Più che la fic, scritta mesi fa, è il messaggio
che vuole essere una critica nei confronti di chi, scrivendo sul
proprio pairing preferito, non ne tiene conto neanche la base. Sto
parlando delle fanfic che girano ultimamente nel sito, quelle intendo
dove gli autori non hanno alcun interesse a migliorare, dove i commenti
negativi sono visti con disprezzo e menefreghismo e dove la frase "mi
piace quindi io faccio così" serve da scudo.
So che molti, per quanto non siano dei geni in grammatica, ortografia,
trame e via discorrendo, si impegnano fortemente in quello ce fanno,
leggono più volte, ci mettono l'anima nelle loro fanfic, e
si impegnano per far in modo non solo che siano belle per loro ma anche
per gli altri, perchè nessuno vuole creare qualcosa di
piacevole solo per se stesso alla fin fine, dentro di sè, si
pensa sempre al lettore. La critica non è rivolta a
nessuno/a che segua questa corrente, anzi, gli chiedo di continuare
perchè non si può far altro che migliorare.
Solo mi stupiscono invece, come detto poco fa, chi calpesta il proprio
pairing. Perchè non ha valore dire di essere fan
dell'Elricest (esempio, solo un esempio!) e poi calpestarlo in una fic
senza valore, senza sentimenti, senza niente, buttata lì
solo per poter aspettare ardentemente il tanto atteso commento
"bellaaaa".
Spero che molti di voi possano capirmi, perchè sta
diventando massacrante leggere 80 commenti di due parole ("bellaaaaa...
continua!") in fic che mi lasciano a bocca aperta.
Come molti hanno suggerito, non sarebbe meglio parlarne direttamente
con loro sui commenti delle fic o nel forum? Nei commenti , che se
negativi, per rispetto dello scrittore che magari si vergognerebbe, lo
mando sempre via e-mail le risposte di molti (davvero troppi) mi sono
sembrate un incubo, da farmi chiedere perchè il mondo sia
così malvagio, sentirmi trattare come un infante e
rispondere con "se non ti piaceva non la dovevi leggere" davvero, non
sapevo che dire! Perciò ho scritto qui, perchè
sia pubblico a tutti, e possa trovare nei commenti persone con cui
discuterne serenamente e smascherare chi si sente pugnalato da un
evidente errore.
Ripeto, e mi sembra anche abbastanza chiaro, che non sono contro il
royed! L'atteggiamento che molti di voi hanno avuto nei miei confronti
mi ha lasciato stupita, non tanto offesa perchè non
m'interessa, ma per lo meno perplessa a chiedermi "sono io che non mi
so spiegare o sono loro che si sentono colpiti?", ho puntato sulla
prima e spero di aver avuto ragione.
Molti dei vostri commenti mi sono sembrati ancora più
aggressivi della mia introduzione che ho modificato e spero adesso vada
meglio. Chi è stato offeso non abbia paura di dirlo,
sarò ben lieta di rispondere che mi sono venute le lacrime a
vedere, non attacchi perchè me l'aspettavo, bensì
una buona percentuale del 90% che non ha capito nulla di quel che ho
detto.
Non so come per voi il personaggio di Roy Mustang sia sembrato occ
(dato che comunque in uno yaoi anche se uno dei due personaggi non
vuole l'altro mi sembra la cosa più naturale di questo
mondo) o addirittura l'abbia trattato male! Mi sono scioccata di fronte
a questo, perchè, se non avessi scritto quell'introduzione
che avreste detto della fanfic? Immagino che sarebbero stati dei
commenti diversi, per cui non vedo validità nella vostre
accuse riguardo a mustang, che l'abbia trasformato in un maniaco
pedofilo quando in giro per il sito ci sono fanfic allucinanti! Questo
è il mio punto di vista su roy mustang all'interno di un mio
royed personale, un maniaco innamorato, non certo un pedofilo assassino
e perverso a livelli osceni, perchè questa non mi sembra una
storia seria da me scritta bensì una commedia che voi
avreste dovuto vedere come qualcosa di divertente e spiritoso, ironico,
originale visto che non ne esistono altre in giro. E invece? Vi siete
concentrate solo sull'intro e il resto, nulla... non l'avete
calcolato... se davvero non vi piace così tanto questo,
allora che direte quando posterò il seguito di questa
raccolta?
Sì, ora è una raccolta, ogni pairing
sarà sottoposto ad un anti e vedremo il giudizio, non vi
piacerebbe vedere la vostra coppia odiata in una situazione simile?
Molti a cui non piaceva il royed l'hanno trovato divertente. Mi
dispiace, non sapete essere imparziali nonchè lo diciate, le
vosre stesse parole vi ingannano.
E su questo vorrei aprire una domanda abbastanza curiosa. Chi di voi
parla di piacere? Come voi avete detto, ognuno scrive ciò
che vuole, sul pairing che vuole, come vuole, perchè gli
piace, perchè è un suo hobby... ehm, scusate...
allora, perchè io non avrei dovuto pubblicare questa fic
allora? Non ha senso, vi contraddicete da soli in questo modo,
ciò da voi detto non ha significato se poi mi accusate di
aver scritto qualcosa di tremendamente offensivo e "cattivo"!
Avete usato questo termine con troppa superficialità...
Edward che fa buca a Roy è cattivissimo... e Envy che stupra
Ed non lo è? Roy che (in alcune fic era così) lo
violenta? la morte di bambini innocenti? Soprattutto quest'affermazione
datemi la possibilità di dirvi che mi sembra alquanto senza
senso visto che la mia fic non è cattiva, il termine cattivo
non si può riferire ad una fic demenziale e ironica dove ed
da la buca a un Roy innamorato e maniaco per lui? Non vedo cosa ci sia
di così cattivo!
Vi chiedo, se è possibile, di non scrivere romanzi nei
commenti ma limitarvi a commentare la fic visto che non riesco a
leggere tutto quello che scrivete e a rispondermi! I commenti riguardo
a questo argomento sopra menzionato potete mandarmeli via e-mail e
discuterne lì se desiderate, così non
dovrò rispondere ad ogni capitolo e rubarvi parte della
storia.
Saluti.
|
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Capitolo 2 *** Promessa sincera ***
Mi scuso con i lettori per l’esagerato ritardo e non voglio
ingannarvi con frasi come “non ho avuto abbastanza
tempo” perché il tempo c’era e mi
annoiavo anche. Sarà stato per un blocco dello scrittore (se
così mi si può chiamare!) o semplicemente per
mancanza d’interesse non sono riuscita a continuare
né fanfic a più capitoli né tanto meno
le raccolte. Spero comunque che possiate apprezzare la mia ricomparsa e
il seguente ironico capitolo (corto) sull’EnvyxEdward che,
come tutti sapete, rientra tra i miei pairing preferiti.
Buona lettura.
Ps. Attenzione, Envy è volontariamente ooc (seppur tratto
dal manga)! Quel tipo di Envy che non potrebbe mai esistere…
- Promessa sincera -
Perché aveva questa assurda sensazione ogni qual volta
metteva la testa fuori del quartier generale? Perché? Cosa
aveva fatto di male per meritarsi tutto questo?
Non aveva mai picchiato nessuno (spesso)! Non aveva mai ucciso nessuno
(volontariamente)! Non aveva mai fatto piangere nessuno
(…mha!)!
Camminava per quelle strade puzzolenti per colpa della muffa e
dell’umido delle macchine. Le strade perse e semi-deserte di
Central City, fulminando con lo sguardo giovane ma assassino, chiunque
osi puntare i suoi occhi su di lui. Che questi siano semplicemente
curiosi, vogliosi, o ingannatori, falsi, ipocriti, egoisti. E tutti si
voltavano, fuggirono terrorizzati da quell’alchimista,
concentrando le proprie attenzioni su qualcos’altro.
E’ da ciò che lo individuò, dalla
risposta che ricevette la tua rabbia.
L’homunculus lo squadrava, a distanza, nascondendo il colore
assurdo dei suoi occhi dietro ad un banale castano scuro, e la curva
delle ciglia in una peluria pressoché inesistente.
Non si allontanava dal ragazzo, anzi insisteva, quasi premeva, gli
spingeva addosso tutto il suo guardare, tutta la sua curiosa insistenza.
“Tsk…” brontolò tra i denti
stretti e proseguì, senza voltarsi neanche un attimo, senza
dare particolare attenzione.
Eppure, voleva dare attenzione a tutto questo, ma un qualcosa di
diverso del semplice girarsi e ricambiare i suoi occhi, tornati
d’un ametista vivo. Diverso da avvicinarsi e tentare di porre
risposta a tutto ciò. Diverso da obbedire ai desideri, che
siano sessuali o semplici voglie, dell’homunculus.
Sì…
Qualcosa come picchiarlo finché non sputa tutte le sue
pietre rosse senza l’inutile bisogno del cerchio alchemico.
Decisamente più divertente.
Per un attimo soltanto, l’umano, sentì il peso
decisamente presente di un paio di mani che, insinuandosi oltre la
stoffa della tua leggera giacchetta, sfiorarono la pelle, ancora
coperta da una maglia colore del buio. Si concentrò tutta la
sua mente su quel gesto, tutte le sue facoltà occupate in
questo, smisero di muovere il corpo in avanti e di far avanzare i
piedi. Ma immediatamente dopo, il fiato, che gli solleticava la chiara
pelle del collo scoperto, non poté che suscitargli un
brivido intenso, percorrergli l’intera schiena.
“Ora…” ringhiò rabbioso, cane
furioso a cui viene tirata la coda.
“…basta! Per D**!” era come una
trottola, il corpo girò attorno al piede metallico
infrangendo il pugno destro contro il giovane viso
dell’homunculus. E il crack che sentì,
sperò siano i suoi denti.
Envy cadde a terra, sbattendo la testa contro l’asfalto
rovente, emettendo un sonoro gemito di dolore e poi rialzandosi a
sedere, luce intensa che illumina la guancia ferita, fino a far sparire
definitivamente ogni traccia del pugno.
“E…” la sua voce come una miccia,
scattò nuovamente in avanti dando un secondo pugno
all’altra guancia rimasta libera.
Non lasciò un solo istante libera la sua voce per lui
così disgustosa da fargli venire la nausea, colpendo
ripetutamente quell’ammasso di corpi informe che si vantava
di aver raggiunto un aspetto simil-umano. Se così si poteva
definire.
E quel povero homunculus, giovane ragazzo innocente attaccato senza
pietà da un alchimista di stato impazzito, tentò
continuamente di sfuggirgli, indietreggiando a quattro zampe, dando la
schiena all’asfalto della strada, strisciando su questo.
Attorno a loro il brusio provocato dagli spettatori si fece sempre
più presente. Tanto da risvegliare il colpevole da quel
furioso torpore nel quale era caduto e fargli rendere conto di come
aveva distrutto la faccia di Envy, deformata, parecchi lividi che gli
coprivano la pelle bianca, denti sparsi e naso rotto. Tutto scomparve
senza che avesse neanche la possibilità di accertarsi
realmente della meraviglia dei danni causati: grande… era
migliorato molto comunque nei suoi colpi!
“Mi picchi…”
“Ma non dirmi!” lo afferrò per il nero
top per poi farlo cadere a terra e mollarlo lì,
l’ennesimo sfogo che di certo non glielo toglierà
di dosso per neanche un secondo sputato.
Uff… magari se fosse stato una donna tutto questo non
sarebbe mai successo.
“Perché mi picchi…?” lo
seguì appunto, avvolgendo il corpo praticamente nudo attorno
a quella sporca giacchetta color giallo canarino, il cappuccio in testa
a nascondere i capelli neri, riflessi viola su qualche ciuffo.
Edward era sicuro di non aver mai sentito una domanda così
stupida.
“Per affetto…” e rispose altrettanto
stupidamente.
“Davvero!?”
“NO!”
“Uff…”
Sbuffò, eliminando totalmente dal volto quella breve ironia
che l’aveva colorato per affrettare il passo verso lui,
affrettare, affrettare, affrettare. Senza mai raggiungerlo
completamente , sempre un metro di distanza, per sicurezza, no?
E tentare di seminarlo era come impossibile, sembrava quasi avesse un
radar collegato direttamente con quella sua fottutissima antenna,
accidenti. Il giorno che qualcuno gliela strappa…
“Pic…”
Ok, non l’aveva ancora finito di dire.
Ok, forse non era il caso di farlo davanti ad una scuola materna.
Ok, aveva giurato a sé stesso che non avrebbe scatenato
tutto questo finimondo.
Ok, picchiare un homunculus per strada, così poi, non era
esattamente il massimo.
Ok, sapeva benissimo quanto questo era inutile vista la
capacità che aveva a rigenerarsi rapidamente.
Ok…
Ma cazzo! Lo stava per chiamare piccoletto!
Un pugno ci vuole…
Ed era esattamente questo, seguito appena il corpo di Envy cadde
nuovamente a terra, da un calcio dritto allo stomaco, evitato da un
movimento istantaneo e fulmineo che fece scattare la creatura sopra un
terrazzo distruggendolo sotto il suo stesso peso, ancora mai provato
realmente.
Edward sapeva di stare andando a fuoco, come un caminetto acceso in
pieno inverno, anzi, come il sole rovente del deserto a mezzogiorno. Un
fuoco instancabile, perpetuo, terrificante. Gli arrossava le guance e
il viso, così come gli occhi d’oro puro
diventavano oro incandescente di fabbrica, appiccicandogli i capelli al
viso per colpa del sudore e della troppa agitazione. Strinse i denti,
ringhiando come una cane alla catena, stanco di essere tirato e preso
in giro.
“Si può sapere che cazzo vuoi da me!?”
mille volte aveva fatto la stessa domanda, e altrettante mille volte la
risposta non era stata negata.
“Ti piaccio almeno un pochino?” questo non
l’aveva ancora sentito.
“NO!” e non impegnò neanche troppo la
mente per rispondere, era abbastanza facile.
Si voltò, pieno del suo rossore sulle belle gote scure,
spostando una ciocca dorata dietro l’orecchio. Seccato,
riprese a camminare, pestando i piedi per il nervoso brulicante dentro
di sé. Non voleva più saperne, di lui, degli
homunculus, degli alchimisti di stato, e di tutti quelli che
immancabilmente ci “provavano” con lui: che sia con
violenza o con dolcezza, questo non aveva importanza. Innegabile era la
sua rabbia, mentre procedeva spedito sull’asfalto, seguito
dallo sguardo, dal corpo e dalla voce di Envy alle sue spalle.
“Mi impegno tanto…”
Ma non si impegnava affatto invece, come se stesse compiendo un
sacrificio. Come se gli dispiacesse quasi dover seguire Acciaio ogni
momento della sua giornata.
“Eddai…”
Continuò. Un bambino prepotente che non riceve i suoi dolci,
insistente che allunga il passo fin quasi a trovarsi accanto a Edward,
distante sempre un paio di metri, ma comunque accanto.
Questo lo guardò con la coda dell’occhio,
decidendo se sbranarlo ora sul momento o attendere qualche minuto,
tempo di superare il gruppetto di studenti in gita e forse in qualche
buio vicolo, lì ucciderlo. Poi tornò sulla
strada, arreso, velocizzando il passo. Ma il passo, non era altro se
non una corsa, che divenne sempre più frenetica, fino a che
le sue gambe non scattarono realmente, fuggendo da quella figura che,
inseguendolo, non sembrava staccarsi mai.
“Non seguirmi!” gridò da lontano,
sentendo i passi dell’altro come lo zampettare di un ratto,
frenetici, inseguirlo.
“Non scappare!” questa era la risposta.
Continuarono, in quell’inseguimento all’inglese che
durò troppi minuti perché l’alchimista
riuscisse a reggerli. Rallentò il passo, sicuro che in tal
modo, Envy non avrebbe avuto problemi a raggiungerlo. Ma per quanto
volesse allontanarsi, le sue gambe risultarono essere diventate
stanche, pesanti, e solo la gamba di metallo manteneva
l’agilità sparita nell’altra di carne
viva.
L’homunculus, dentro ad un gioco che aveva ironicamente
battezzato come “Il Gatto e il Topo” non solo non
accelerò il passo, ma si adeguò addirittura a
quello di Ed, ridacchiando silenziosamente tra gli affilati denti
stretti. Era sicuro comunque di aver vinto questa battaglia.
“Sto per raggiungerti!” canzonatorio.
Se la rideva vedendo il povero umano tentare disperatamente di
riprendersi, non trovando altro se non stanchezza maggiore.
Ed, allo stremo delle forze, riuscì a trovare un modesto
riparo solo giunto nei pressi del quartier generale. Tirò un
sospiro di sollievo, sperando probabilmente di trovare Alphonse ad
aspettarlo, o in mancanza, chiunque fosse in grado di aiutarlo: anche
quel colonnello donnaiolo e senza cervello, sì!
“Ah-ah!” peccato per lui, non ebbe neanche il tempo
di avvicinarsi all’edificio.
Envy, dietro di sé, si lanciò verso la sua preda
come un ghepardo a caccia, e gli balzò direttamente sulle
gambe, stringendole tre le braccia sottili. Il contraccolpo fece cadere
l’alchimista direttamente faccia a terra, per lo stupore e
per il terrore di sapere chi lo aveva spiaccicato
sull’asfalto. L’homunculus si staccò
solo dopo aver strofinato la faccia contro i pantaloni del ragazzo e
mormorato debolmente “Yay carino…” come
una ragazzina festante e coi vestitini in pizzo.
Solo per quelle parole Ed cominciò a provare nausea.
“Lasciami palma!” l’insulto
più brutto che al momento poteva venirgli in mente.
“Perché…? Forse non ti piace il mio
aspetto?” chiese, avvolto in un’aria candida che
lasciava molto da riflettere su quanti umani avesse realmente ucciso.
“Preferisci così…?”
Prima ancora che Envy potesse finire la frase la consistenza del suo
corpo cambiò, mentre lasciava libere le gambe del giovane,
costringendolo in ogni caso a restare a terra. Corvini capelli corti
incorniciavano ora il suo viso, mentre socchiudeva gli occhi e
spalancava la bocca in un sorriso stretto e largo.
“Argh! No!” poté solo urlare Edward,
vedendo il colonnello Mustang in una posa tutt’altro che
mascolina.
“O così…?”
Tutto andava bene, sì, anche il colonnello sarebbe potuto
sembrare accettabile, anche Scar avrebbe ottenuto un buon posto, ma non
quello,. No, quello era evidentemente un errore!
“Argh! Armstrong!” gridò preso dal
terrore, strisciando sull’asfalto per cercare di sfuggire a
quella catastrofe visiva.
“Pensavo che i muscoli ti piacessero!” e
piegò le braccia, stringendo il petto troppo muscoloso e le
braccia tese in avanti, a mostrarsi come miglior insegnante culturista
di Amestris.
Fu benedizione dal cielo quella che investì Edward Elric, fu
voce divina che scese in terra solo per lui, fu un Dio senza nome che
decise di provare un minimo di pietà per il suo figliolo.
Così penso Ed in quel momento, così si
ritrovò a pensare tutto il giorno e quelli che seguirono.
“Envy!”
“Pride!”
“Torna a casa!”
“No!”
“Torna a casa!”
“No!”
“Envy guarda che chiamo il padre, eh?”
“Uffa…!”
E ancora, tra le strade di Amestris si potè sentire un
lamento di gioia, proveniente da un ragazzino dai capelli color del
grano, seduto poco distante dall’ingresso
dell’edificio che occupava l’esercito.
E ancora, tra le strade sotterranee della città, si
potè sentire una promessa secca e decisa, lo stringersi
d’una mano guantata a pugno, poco distante da un Padre che
leggeva tranquillamente un libro sull’alchimia, rilassandosi
nella sua poltrona.
“Tornerò Ed!”
“Porta la colazione a Marcoh e sta zitto Envy!”
-Fine-
Mi scuso se la fine non è delle migliori, è stato
davvero troppo difficile trovarne una adatta ed è troppo
difficile tentare di proseguire con altri capitoli. Non so se mai
concluderò questa raccolta, ma spero comunque che almeno
l’abbiate apprezzata un poco.
Baci.
Jacky-dragon
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