Restaurant

di jacky_dragon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Roy/Ed ***
Capitolo 2: *** Promessa sincera ***



Capitolo 1
*** Roy/Ed ***


Restaurant

"Ed, ma tu sei gay!?" certo che come inizio di giornata non era male, forse dopo una bella botta in testa con un ferro da stiro potrebbe sembrare tutto molto più allegro.
Superò la porta ad una velocità paurosa, nascondendo l'evidente desiderio di prendere il primo passante a pugni, peccato che il primo passante fosse proprio quello che aveva aperto bocca in sua presenza. Mordicchiò il labbro, per poco non sanguinava, stringendo i pugni e cercando le chiavi di quella che sarebbe stata per quella notte la camera da letto sua e del fratello, almeno prima della prossima settimana dove sarebbero nuovamente partiti per chissà dove.
Purtroppo per lui non fece in tempo neanche ad infilarla nella serratura che un soffio caldo e decisamente presuntuoso gli sfiorò l'orecchio destro. Bè, che altro avrebbe potuto fare se non urlare!?
"Si può sapere che diavolo sta facendo!?" la mano che era istintivamente finita a nascondere l'orecchio rosso e visibile sotto i capelli biondi, gli occhi spalancati della grandezza di metà faccia l'uno e la bocca che ringhiava come quella d'un cane con la rabbia, mancava la schiuma... ah no, quella c'era...
La risposta che arrivò un po' se l'aspettava un po' avrebbe preferito non sentirla: tutt'e due diciamo!
"Oh, visto sei rosso!?" se non era per lo specchio esattamente a mezzo metro di distanza dalla faccia avrebbe pensato di essere davvero arrossito, ma l'unica cosa che era cambiata del suo aspetto era la pelle delle gote evidentemente bianca. Visto Colonnello? Bianca. Bianca!
Quell'infimo e inutile essere spostò i suoi occhi, evidentemente interessati a ben altro, in quel corpicino robusto e giovane sotto di lui, per cominciare il culo, poi il resto dopo... forse... mh, no! Apparve un sorriso sprezzante e divertito sul volto, gli occhi corvini scavarono oltre le vesti con tutta l'immaginazione possibile, e la mani ancora chiuse dentro le tasche si mossero incontrollate.
Edward pensava sinceramente di chiamare il telefono azzurro.
Stupido colonnello che si era innamorato proprio di uno come quel piccolo biondo alchimista, non pensava minimamente che si sarebbe rifiutato a lui a quel modo, in fondo, non aveva nessuna intenzione di avere rapporti al momento quindi figurarsi con lui, che proprio lo guardava con quegli occhietti porcellini per quante i cuoricini gli sbucassero dalle orecchie.
"Mi fa entrare nei miei alloggi?" e meno male che in passato era stato addestrato (il termine non potrebbe essere migliore) ad usare un atteggiamento rispettoso e informale con i suoi superiori altrimenti l'avrebbe già preso a parolacce fino a che non gli fosse totalmente sparita la voce.
Non solo non aveva ascoltato una parola della domanda detta precedentemente, ma neanche aveva usato quel minimo di buon senso che doveva avere, quindi Edward fu costretto ad appiccicarsi al legno della porta più che potè prima di trovarsi la sua faccia a un centimetro di distanza . Gli occhi fissi sui suoi come quelli di un sadico che attenta la vita di una ragazzina indifesa alla fine d'un vicoletto buio. Indifesa un paio di palle*! Mai confondere Edward Elric, l'Alchimista d'Acciaio, con una piccola, carina, innocente ragazzina... sopprattutto non piccola!
"Lei è troppo vicino!" sbottò furioso, ringhiando come un cane.
"E la cosa ti piace?" sì, certo, e aveva anche una proboscide che gli usciva dalla testa.
Ringraziò mentalmente chi aveva inventato l'alchimia prima di sbattere entrambe le mani contro la porta e formarne un bel pugno di legno, utile contro i maniaci sessuali, non trovate?
"Buona giornata Colonnello!" disse solo questo prima di chiudere la porta della stanza alle proprie spalle, lasciando a terra un essere privo di sensi, di cervello e con una gran percentuale di sangue che usciva dal naso.

Stava diventando un'abitudine quella del maniaco di aspettarlo gratuitamente all'uscita della propria stanza da letto, ed era diventata un'abitudine per Edward non uscire senza la compagnia del fratello o quando le nuove segretarie in gonnella non passavano per il corridioio, il che stava a dire che di Mustang faccia da cavallo nessuna traccia.
Sistemò la treccia che, dopo gli allenamenti con Alphonse, prendeva una brutta piega e ricadde sul letto, stanco, anzi distrutto per la giornata, ancora poco e se ne sarebbe andato da quella specie di diabolica prigione. Sospirò, stiracchiandosi sul letto sfatto, mormorando qualche parola e chiudendo gli occhi. Stanchezza. Immane stanchezza che si addormentava su di lui, bè, perchè non fare un breve riposino?
"Full Metal!?" ecco perchè.
Sprofondò la testa tra il cuscino e il materasso, ripetendo nella propria testa che quello era soltanto un orribile incubo da cui prima o poi si sarebbe svegliato. Non era così, peccato, e le mani del Colonnello che lo scuotevano come se fosse un peluche con su scritto "prendimi a colpi" ne erano la prova certa. Il cuscino finì dritto in quella testa coperta dai capelli corvini con una violenza tale da far cascare Mustang a terra con un tonfo sordo.
"Si può sapere cosa vuole!?" si stava decisamente stancando di quella sua continua caccia al ragazzino biondo. Non solo era diventata stancante ma anche ridicola visto i mezzi che usava: quali il suo discutibile sorriso splendente, lo sguardo penetrante come un martello pneumatico dritto in testa, e l'insistenza tipica d'un mulo da soma.
Sperò caldamente si trattasse di qualche ordine, perchè sentire inutili racconti sul suo valoroso coraggio in battaglia e la sua bellezza innata non erano il modo migliore per passare la giornata se non quello di renderla... senza usare termini aggiuntivi, noiosa.
"Ho una proposta da farti..." sperare, sperare, ma a che serve un Dio che non aiuta le creature mortali ma le fa soffrire in questo modo?
Ricadde sul letto, in segno di resa. Una settimana che andava avanti in quelle condizioni era troppo, davvero troppo anche per un alchimista di stato famoso come lui. Pensando che forse, ascoltando senza replicare, sarebbe potuto finir tutto prima, si limitò ad un sorriso amaro e ad un prego detto di malavoglia.
"Lo sai che hanno aperto un nuovo favoloso ristorante a pochi passi dalla centrale?" oddio, senza questa sensazionale notizia come avrebbe fatto a continuare a vivere?
Brontolò qualcosa che neanche lui seppe ben definire, il solito insulto, il solito ma perchè lo sto facendo e una estenuante ricerca alle risposte che non aveva nè fine nè risultati. Si massaggiò le tempie, facendo scendere poi la mano su tutta la faccia, stringendo la pelle e torturandole prima che possa iniziare quella che sapeva già sarebbe stata un'altra odiosa giornata. Aspettò che continuasse prima di rialzarsi a sedere sul letto, ovviamente senza guardarlo, se l'avesse fatto e Roy se ne sarebbe accorto avrebbe potuto definirlo il proprio amante per un anno e mezzo.
"Non vorrei essere troppo frettoloso però..." Ed soffocò la risata con una mano, chiedendosi perchè mai avesse aggiunto questa enorme stupidaggine all'interno della frase. Perchè lui non era stato assolutamente frettoloso. Peggio! Non aveva mai chiesto, quindi perchè mai sarebbe dovuto essere frettoloso? Aveva semplicemente fatto quel che gli andava voglia di fare.
"...Senti: che ne dici, Edward, posso darti del tu? Che ne dici se lasciamo questo orrido e desolato posto per una semplice cena in quel bel ristorante? Mi hanno detto che fanno dell'ottimo maiale!" allora tu dovresti passare direttamente dalla cucine Mustang.
Rise mentalmente per l'ottima battuta che aveva appena pensato, ed era davvero un peccato non avere nessuno a cui poterla dire in quel momento, perchè sarebbe stata perfetta. Ripensò, per la prima volta seriamente, a quello appena detto dall'uomo accanto a lui, prendendo fiato per il classico, secco e deciso no che lo avrebbe costretto a star chiuso tutto il giorno in camera, per sfuggire ad un insistente colonnello.
Fu un piccolo bambino dentro di lui a impedirglielo, con un coltello in mano e un largo e diabolico sorriso sporco di sangue, che silenziosamente e senza fretta suggeriva al cervello, qual'era la risposta migliore da dare.
"Sì!"
Roy si illuminò come una stella cometa alla risposta, volando a un metro e mezzo da terra fino al proprio studio, mormorando qualcosa come ci vediamo lì alle 20 o qualcosa di simile e lasciando attorno a sè un'aria profumata di rose e stracolmo amore, tipico dei pedofili quando il bambino sale in macchina per essere riaccompagnato a casa.
Non si accorse, e ringraziando il cielo, che Edward Elric fu sostituito da un piccolo bambino con un largo e diabolico sorriso, in mancanza d'un coltello ma altrettanto terrificante.


Le 20:00 all'interno del Ristorante "La lumiere", pieno sino al'orlo di qualsiasi genere di coppia esistente in terra, pure homunculus (a scelta del lettore). Erano state appositamente scelte le tende migliori, le candele più profumate, la musica più dolce per i clienti numerosi della serata.
Roy era lì, nell'angolo, aspettava. Un cameriere passò silenzioso con un piccolo taccuino tra le mani ma venne immediatamente e gentilmente cacciato, in attesa dell'arrivo d'un basso omino biondo burbero e sexy, non quanto il colonnello ovviamente.
L'unica cosa che sgranocchiò per fa passare il tempo erano dei grissini messi appositamente al centro del tavolo imbandito di rosso, di quelli confezionati, non fanno bella figura ma almeno si passa il tempo a far qualcosa.

Le 21:00 all'interno del Ristorante "La lumiere", i secondi che erano già stati portati via mentre i camerieri passavano frettolosamente per l'ordinazione del tanto atteso dolce per ogni coppia: chi ordina un dessert a base di crema leggera per mantenere la linea e chi chiede la torta più grassa possibile.
"Può portarmene altri...?" il braccio proteso verso un uomo a pinguino, con la pietosa richiesta di riempire nuovamente il cestino di quei grissini dorati.

Le 22:00 all'interno del Ristorante "La lumiere", dove ormai l'unico profumo che si sentiva e quello dello champagne, del conto appena pagato e dei ringraziamenti allo chef e al personale. Numerosi erano i tavoli che vengono svuotati da vettovaglie e puliti rapidamente con uno straccetto umido.
"Il signore vuole ordinare...?" chiese una giovane cameriera che aveva appena cominciato il turno, la quale venne allontanata con un gesto della mano e un no della testa. Portò un'altro grissino alla bocca, mordicchiandolo lentamente e gustandolo, appoggiando il gomito sul tavolo e la testa sulla mano: non era molto elegante ma l'attesa stanca.

Le 23:00 all'interno del Ristorante "La lumiere", le luci della terrazza si spensero lentamente intanto che le porte che davano ad essa vennero chiuse a chiave e le tende lasciate scivolare lungo la vetrata, dove l'unica cosa che si vedeva erano le luci di qualche locale notturno e di qualche camera da letto ancora insonne.
"Le porto altri grissini signore...?" fece cenno di con la testa allungando il cestino scuro, la fame ormai non c'era più nella sua pancia visto tutto il pane che aveva avidamente ingurgitato. Mentalmente non fece altro che ripetersi quale potrebbe essere il motivo: probabilmente gli sarà stato dato un incarico che non poteva rifiutare, o magari ha avuto da fare e arriverà in ritardo, sì può risolvere la serata con una passeggiata e un invito a casa sua, non male.

Mezzanotte all'interno del Ristorante "La lumiere", orario di chiusura.


Erano fortunatamente in pochi che riescivano a sentire la potente e feroce risata che partiva dalla finestra del terzo piano del quartier generale. Maligna, diabolica, impregnava l'aria notturna come l'alito feroce d'un drago e il suo fuoco simile all'inferno. Risata di scherno, felice, quella del diavolo che aveva più anime di Dio nel suo regno.
"STUPIDO COLONNELLO!! AHAHAHAHAH!!!" e Edward Elric non era mai stato così felice come allora.
"Fra...fratellone..." e Alphonse Elric non era mai stato così terrorizzato da suo fratello come allora.

FINE







*Per Failedconnection: ti amo! <3

Salve, questo commento è stato appena riprogrammato quindi i primi 17 commenti ne restano fuori se non per i commenti direttamente alla fanfiction!
Più che la fic, scritta mesi fa, è il messaggio che vuole essere una critica nei confronti di chi, scrivendo sul proprio pairing preferito, non ne tiene conto neanche la base. Sto parlando delle fanfic che girano ultimamente nel sito, quelle intendo dove gli autori non hanno alcun interesse a migliorare, dove i commenti negativi sono visti con disprezzo e menefreghismo e dove la frase "mi piace quindi io faccio così" serve da scudo.
So che molti, per quanto non siano dei geni in grammatica, ortografia, trame e via discorrendo, si impegnano fortemente in quello ce fanno, leggono più volte, ci mettono l'anima nelle loro fanfic, e si impegnano per far in modo non solo che siano belle per loro ma anche per gli altri, perchè nessuno vuole creare qualcosa di piacevole solo per se stesso alla fin fine, dentro di sè, si pensa sempre al lettore. La critica non è rivolta a nessuno/a che segua questa corrente, anzi, gli chiedo di continuare perchè non si può far altro che migliorare.
Solo mi stupiscono invece, come detto poco fa, chi calpesta il proprio pairing. Perchè non ha valore dire di essere fan dell'Elricest (esempio, solo un esempio!) e poi calpestarlo in una fic senza valore, senza sentimenti, senza niente, buttata lì solo per poter aspettare ardentemente il tanto atteso commento "bellaaaa".
Spero che molti di voi possano capirmi, perchè sta diventando massacrante leggere 80 commenti di due parole ("bellaaaaa... continua!") in fic che mi lasciano a bocca aperta.
Come molti hanno suggerito, non sarebbe meglio parlarne direttamente con loro sui commenti delle fic o nel forum? Nei commenti , che se negativi, per rispetto dello scrittore che magari si vergognerebbe, lo mando sempre via e-mail le risposte di molti (davvero troppi) mi sono sembrate un incubo, da farmi chiedere perchè il mondo sia così malvagio, sentirmi trattare come un infante e rispondere con "se non ti piaceva non la dovevi leggere" davvero, non sapevo che dire! Perciò ho scritto qui, perchè sia pubblico a tutti, e possa trovare nei commenti persone con cui discuterne serenamente e smascherare chi si sente pugnalato da un evidente errore.


Ripeto, e mi sembra anche abbastanza chiaro, che non sono contro il royed! L'atteggiamento che molti di voi hanno avuto nei miei confronti mi ha lasciato stupita, non tanto offesa perchè non m'interessa, ma per lo meno perplessa a chiedermi "sono io che non mi so spiegare o sono loro che si sentono colpiti?", ho puntato sulla prima e spero di aver avuto ragione.
Molti dei vostri commenti mi sono sembrati ancora più aggressivi della mia introduzione che ho modificato e spero adesso vada meglio. Chi è stato offeso non abbia paura di dirlo, sarò ben lieta di rispondere che mi sono venute le lacrime a vedere, non attacchi perchè me l'aspettavo, bensì una buona percentuale del 90% che non ha capito nulla di quel che ho detto.
Non so come per voi il personaggio di Roy Mustang sia sembrato occ (dato che comunque in uno yaoi anche se uno dei due personaggi non vuole l'altro mi sembra la cosa più naturale di questo mondo) o addirittura l'abbia trattato male! Mi sono scioccata di fronte a questo, perchè, se non avessi scritto quell'introduzione che avreste detto della fanfic? Immagino che sarebbero stati dei commenti diversi, per cui non vedo validità nella vostre accuse riguardo a mustang, che l'abbia trasformato in un maniaco pedofilo quando in giro per il sito ci sono fanfic allucinanti! Questo è il mio punto di vista su roy mustang all'interno di un mio royed personale, un maniaco innamorato, non certo un pedofilo assassino e perverso a livelli osceni, perchè questa non mi sembra una storia seria da me scritta bensì una commedia che voi avreste dovuto vedere come qualcosa di divertente e spiritoso, ironico, originale visto che non ne esistono altre in giro. E invece? Vi siete concentrate solo sull'intro e il resto, nulla... non l'avete calcolato... se davvero non vi piace così tanto questo, allora che direte quando posterò il seguito di questa raccolta?
Sì, ora è una raccolta, ogni pairing sarà sottoposto ad un anti e vedremo il giudizio, non vi piacerebbe vedere la vostra coppia odiata in una situazione simile? Molti a cui non piaceva il royed l'hanno trovato divertente. Mi dispiace, non sapete essere imparziali nonchè lo diciate, le vosre stesse parole vi ingannano.
E su questo vorrei aprire una domanda abbastanza curiosa. Chi di voi parla di piacere? Come voi avete detto, ognuno scrive ciò che vuole, sul pairing che vuole, come vuole, perchè gli piace, perchè è un suo hobby... ehm, scusate... allora, perchè io non avrei dovuto pubblicare questa fic allora? Non ha senso, vi contraddicete da soli in questo modo, ciò da voi detto non ha significato se poi mi accusate di aver scritto qualcosa di tremendamente offensivo e "cattivo"!
Avete usato questo termine con troppa superficialità... Edward che fa buca a Roy è cattivissimo... e Envy che stupra Ed non lo è? Roy che (in alcune fic era così) lo violenta? la morte di bambini innocenti? Soprattutto quest'affermazione datemi la possibilità di dirvi che mi sembra alquanto senza senso visto che la mia fic non è cattiva, il termine cattivo non si può riferire ad una fic demenziale e ironica dove ed da la buca a un Roy innamorato e maniaco per lui? Non vedo cosa ci sia di così cattivo!

Vi chiedo, se è possibile, di non scrivere romanzi nei commenti ma limitarvi a commentare la fic visto che non riesco a leggere tutto quello che scrivete e a rispondermi! I commenti riguardo a questo argomento sopra menzionato potete mandarmeli via e-mail e discuterne lì se desiderate, così non dovrò rispondere ad ogni capitolo e rubarvi parte della storia.
Saluti.

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Capitolo 2
*** Promessa sincera ***


Mi scuso con i lettori per l’esagerato ritardo e non voglio ingannarvi con frasi come “non ho avuto abbastanza tempo” perché il tempo c’era e mi annoiavo anche. Sarà stato per un blocco dello scrittore (se così mi si può chiamare!) o semplicemente per mancanza d’interesse non sono riuscita a continuare né fanfic a più capitoli né tanto meno le raccolte. Spero comunque che possiate apprezzare la mia ricomparsa e il seguente ironico capitolo (corto) sull’EnvyxEdward che, come tutti sapete, rientra tra i miei pairing preferiti.
Buona lettura.
Ps. Attenzione, Envy è volontariamente ooc (seppur tratto dal manga)! Quel tipo di Envy che non potrebbe mai esistere…

- Promessa sincera -

Perché aveva questa assurda sensazione ogni qual volta metteva la testa fuori del quartier generale? Perché? Cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo?
Non aveva mai picchiato nessuno (spesso)! Non aveva mai ucciso nessuno (volontariamente)! Non aveva mai fatto piangere nessuno (…mha!)!
Camminava per quelle strade puzzolenti per colpa della muffa e dell’umido delle macchine. Le strade perse e semi-deserte di Central City, fulminando con lo sguardo giovane ma assassino, chiunque osi puntare i suoi occhi su di lui. Che questi siano semplicemente curiosi, vogliosi, o ingannatori, falsi, ipocriti, egoisti. E tutti si voltavano, fuggirono terrorizzati da quell’alchimista, concentrando le proprie attenzioni su qualcos’altro.
E’ da ciò che lo individuò, dalla risposta che ricevette la tua rabbia.
L’homunculus lo squadrava, a distanza, nascondendo il colore assurdo dei suoi occhi dietro ad un banale castano scuro, e la curva delle ciglia in una peluria pressoché inesistente.
Non si allontanava dal ragazzo, anzi insisteva, quasi premeva, gli spingeva addosso tutto il suo guardare, tutta la sua curiosa insistenza.
“Tsk…” brontolò tra i denti stretti e proseguì, senza voltarsi neanche un attimo, senza dare particolare attenzione.
Eppure, voleva dare attenzione a tutto questo, ma un qualcosa di diverso del semplice girarsi e ricambiare i suoi occhi, tornati d’un ametista vivo. Diverso da avvicinarsi e tentare di porre risposta a tutto ciò. Diverso da obbedire ai desideri, che siano sessuali o semplici voglie, dell’homunculus.
Sì…
Qualcosa come picchiarlo finché non sputa tutte le sue pietre rosse senza l’inutile bisogno del cerchio alchemico. Decisamente più divertente.
Per un attimo soltanto, l’umano, sentì il peso decisamente presente di un paio di mani che, insinuandosi oltre la stoffa della tua leggera giacchetta, sfiorarono la pelle, ancora coperta da una maglia colore del buio. Si concentrò tutta la sua mente su quel gesto, tutte le sue facoltà occupate in questo, smisero di muovere il corpo in avanti e di far avanzare i piedi. Ma immediatamente dopo, il fiato, che gli solleticava la chiara pelle del collo scoperto, non poté che suscitargli un brivido intenso, percorrergli l’intera schiena.
“Ora…” ringhiò rabbioso, cane furioso a cui viene tirata la coda.
“…basta! Per D**!” era come una trottola, il corpo girò attorno al piede metallico infrangendo il pugno destro contro il giovane viso dell’homunculus. E il crack che sentì, sperò siano i suoi denti.
Envy cadde a terra, sbattendo la testa contro l’asfalto rovente, emettendo un sonoro gemito di dolore e poi rialzandosi a sedere, luce intensa che illumina la guancia ferita, fino a far sparire definitivamente ogni traccia del pugno.
“E…” la sua voce come una miccia, scattò nuovamente in avanti dando un secondo pugno all’altra guancia rimasta libera.
Non lasciò un solo istante libera la sua voce per lui così disgustosa da fargli venire la nausea, colpendo ripetutamente quell’ammasso di corpi informe che si vantava di aver raggiunto un aspetto simil-umano. Se così si poteva definire.
E quel povero homunculus, giovane ragazzo innocente attaccato senza pietà da un alchimista di stato impazzito, tentò continuamente di sfuggirgli, indietreggiando a quattro zampe, dando la schiena all’asfalto della strada, strisciando su questo.
Attorno a loro il brusio provocato dagli spettatori si fece sempre più presente. Tanto da risvegliare il colpevole da quel furioso torpore nel quale era caduto e fargli rendere conto di come aveva distrutto la faccia di Envy, deformata, parecchi lividi che gli coprivano la pelle bianca, denti sparsi e naso rotto. Tutto scomparve senza che avesse neanche la possibilità di accertarsi realmente della meraviglia dei danni causati: grande… era migliorato molto comunque nei suoi colpi!
“Mi picchi…”
“Ma non dirmi!” lo afferrò per il nero top per poi farlo cadere a terra e mollarlo lì, l’ennesimo sfogo che di certo non glielo toglierà di dosso per neanche un secondo sputato.
Uff… magari se fosse stato una donna tutto questo non sarebbe mai successo.
“Perché mi picchi…?” lo seguì appunto, avvolgendo il corpo praticamente nudo attorno a quella sporca giacchetta color giallo canarino, il cappuccio in testa a nascondere i capelli neri, riflessi viola su qualche ciuffo.
Edward era sicuro di non aver mai sentito una domanda così stupida.
“Per affetto…” e rispose altrettanto stupidamente.
“Davvero!?”
“NO!”
“Uff…”
Sbuffò, eliminando totalmente dal volto quella breve ironia che l’aveva colorato per affrettare il passo verso lui, affrettare, affrettare, affrettare. Senza mai raggiungerlo completamente , sempre un metro di distanza, per sicurezza, no?
E tentare di seminarlo era come impossibile, sembrava quasi avesse un radar collegato direttamente con quella sua fottutissima antenna, accidenti. Il giorno che qualcuno gliela strappa…
“Pic…”
Ok, non l’aveva ancora finito di dire.
Ok, forse non era il caso di farlo davanti ad una scuola materna.
Ok, aveva giurato a sé stesso che non avrebbe scatenato tutto questo finimondo.
Ok, picchiare un homunculus per strada, così poi, non era esattamente il massimo.
Ok, sapeva benissimo quanto questo era inutile vista la capacità che aveva a rigenerarsi rapidamente.
Ok…
Ma cazzo! Lo stava per chiamare piccoletto!
Un pugno ci vuole…
Ed era esattamente questo, seguito appena il corpo di Envy cadde nuovamente a terra, da un calcio dritto allo stomaco, evitato da un movimento istantaneo e fulmineo che fece scattare la creatura sopra un terrazzo distruggendolo sotto il suo stesso peso, ancora mai provato realmente.
Edward sapeva di stare andando a fuoco, come un caminetto acceso in pieno inverno, anzi, come il sole rovente del deserto a mezzogiorno. Un fuoco instancabile, perpetuo, terrificante. Gli arrossava le guance e il viso, così come gli occhi d’oro puro diventavano oro incandescente di fabbrica, appiccicandogli i capelli al viso per colpa del sudore e della troppa agitazione. Strinse i denti, ringhiando come una cane alla catena, stanco di essere tirato e preso in giro.
“Si può sapere che cazzo vuoi da me!?” mille volte aveva fatto la stessa domanda, e altrettante mille volte la risposta non era stata negata.
“Ti piaccio almeno un pochino?” questo non l’aveva ancora sentito.
“NO!” e non impegnò neanche troppo la mente per rispondere, era abbastanza facile.
Si voltò, pieno del suo rossore sulle belle gote scure, spostando una ciocca dorata dietro l’orecchio. Seccato, riprese a camminare, pestando i piedi per il nervoso brulicante dentro di sé. Non voleva più saperne, di lui, degli homunculus, degli alchimisti di stato, e di tutti quelli che immancabilmente ci “provavano” con lui: che sia con violenza o con dolcezza, questo non aveva importanza. Innegabile era la sua rabbia, mentre procedeva spedito sull’asfalto, seguito dallo sguardo, dal corpo e dalla voce di Envy alle sue spalle.
“Mi impegno tanto…”
Ma non si impegnava affatto invece, come se stesse compiendo un sacrificio. Come se gli dispiacesse quasi dover seguire Acciaio ogni momento della sua giornata.
“Eddai…”
Continuò. Un bambino prepotente che non riceve i suoi dolci, insistente che allunga il passo fin quasi a trovarsi accanto a Edward, distante sempre un paio di metri, ma comunque accanto.
Questo lo guardò con la coda dell’occhio, decidendo se sbranarlo ora sul momento o attendere qualche minuto, tempo di superare il gruppetto di studenti in gita e forse in qualche buio vicolo, lì ucciderlo. Poi tornò sulla strada, arreso, velocizzando il passo. Ma il passo, non era altro se non una corsa, che divenne sempre più frenetica, fino a che le sue gambe non scattarono realmente, fuggendo da quella figura che, inseguendolo, non sembrava staccarsi mai.
“Non seguirmi!” gridò da lontano, sentendo i passi dell’altro come lo zampettare di un ratto, frenetici, inseguirlo.
“Non scappare!” questa era la risposta.
Continuarono, in quell’inseguimento all’inglese che durò troppi minuti perché l’alchimista riuscisse a reggerli. Rallentò il passo, sicuro che in tal modo, Envy non avrebbe avuto problemi a raggiungerlo. Ma per quanto volesse allontanarsi, le sue gambe risultarono essere diventate stanche, pesanti, e solo la gamba di metallo manteneva l’agilità sparita nell’altra di carne viva.
L’homunculus, dentro ad un gioco che aveva ironicamente battezzato come “Il Gatto e il Topo” non solo non accelerò il passo, ma si adeguò addirittura a quello di Ed, ridacchiando silenziosamente tra gli affilati denti stretti. Era sicuro comunque di aver vinto questa battaglia.
“Sto per raggiungerti!” canzonatorio.
Se la rideva vedendo il povero umano tentare disperatamente di riprendersi, non trovando altro se non stanchezza maggiore.
Ed, allo stremo delle forze, riuscì a trovare un modesto riparo solo giunto nei pressi del quartier generale. Tirò un sospiro di sollievo, sperando probabilmente di trovare Alphonse ad aspettarlo, o in mancanza, chiunque fosse in grado di aiutarlo: anche quel colonnello donnaiolo e senza cervello, sì!
“Ah-ah!” peccato per lui, non ebbe neanche il tempo di avvicinarsi all’edificio.
Envy, dietro di sé, si lanciò verso la sua preda come un ghepardo a caccia, e gli balzò direttamente sulle gambe, stringendole tre le braccia sottili. Il contraccolpo fece cadere l’alchimista direttamente faccia a terra, per lo stupore e per il terrore di sapere chi lo aveva spiaccicato sull’asfalto. L’homunculus si staccò solo dopo aver strofinato la faccia contro i pantaloni del ragazzo e mormorato debolmente “Yay carino…” come una ragazzina festante e coi vestitini in pizzo.
Solo per quelle parole Ed cominciò a provare nausea.
“Lasciami palma!” l’insulto più brutto che al momento poteva venirgli in mente.
“Perché…? Forse non ti piace il mio aspetto?” chiese, avvolto in un’aria candida che lasciava molto da riflettere su quanti umani avesse realmente ucciso.
“Preferisci così…?”
Prima ancora che Envy potesse finire la frase la consistenza del suo corpo cambiò, mentre lasciava libere le gambe del giovane, costringendolo in ogni caso a restare a terra. Corvini capelli corti incorniciavano ora il suo viso, mentre socchiudeva gli occhi e spalancava la bocca in un sorriso stretto e largo.
“Argh! No!” poté solo urlare Edward, vedendo il colonnello Mustang in una posa tutt’altro che mascolina.
“O così…?”
Tutto andava bene, sì, anche il colonnello sarebbe potuto sembrare accettabile, anche Scar avrebbe ottenuto un buon posto, ma non quello,. No, quello era evidentemente un errore!
“Argh! Armstrong!” gridò preso dal terrore, strisciando sull’asfalto per cercare di sfuggire a quella catastrofe visiva.
“Pensavo che i muscoli ti piacessero!” e piegò le braccia, stringendo il petto troppo muscoloso e le braccia tese in avanti, a mostrarsi come miglior insegnante culturista di Amestris.
Fu benedizione dal cielo quella che investì Edward Elric, fu voce divina che scese in terra solo per lui, fu un Dio senza nome che decise di provare un minimo di pietà per il suo figliolo. Così penso Ed in quel momento, così si ritrovò a pensare tutto il giorno e quelli che seguirono.
“Envy!”
“Pride!”
“Torna a casa!”
“No!”
“Torna a casa!”
“No!”
“Envy guarda che chiamo il padre, eh?”
“Uffa…!”

E ancora, tra le strade di Amestris si potè sentire un lamento di gioia, proveniente da un ragazzino dai capelli color del grano, seduto poco distante dall’ingresso dell’edificio che occupava l’esercito.

E ancora, tra le strade sotterranee della città, si potè sentire una promessa secca e decisa, lo stringersi d’una mano guantata a pugno, poco distante da un Padre che leggeva tranquillamente un libro sull’alchimia, rilassandosi nella sua poltrona.
“Tornerò Ed!”
“Porta la colazione a Marcoh e sta zitto Envy!”

-Fine-

Mi scuso se la fine non è delle migliori, è stato davvero troppo difficile trovarne una adatta ed è troppo difficile tentare di proseguire con altri capitoli. Non so se mai concluderò questa raccolta, ma spero comunque che almeno l’abbiate apprezzata un poco.
Baci.
Jacky-dragon

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