And we'll love, and we'll hope, and we'll die, all to no avail.

di Cagiu_Dida
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I've just seen a face. ***
Capitolo 2: *** I don't know you, but I want you. ***



Capitolo 1
*** I've just seen a face. ***


I've just seen a face.




 
Un altro noiosissimo giorno di scuola. Un'altra assemblea d'istituto prima delle vacanze di Pasqua che nessuno calcolerà, perchè avrà "di meglio" da fare. Aveva anche lei di meglio da fare. Cose come cercare, tra tutti quegli studenti pronti ad uscire al suono della campanella, le sue amiche, per poi uscire anche lei. Non si distingueva tra la folla, era una di quelle ragazze che non vuole farsi notare, ma saprebbe come farlo. Una di quelle che ha paura del giudizio di tutti su tutto e cerca di fare di questo una forza, ma questa è un'altra storia.
 
Messaggio: dove siete? Venite a scuola nostra che vi faccio imbucare, c'è la festa prima delle vacanze. Vi aspetto al cancello
 
"Amy, Katherine! Dove diavolo eravate finite? Vi sto cercando da almeno venti minuti tra questa gentaglia!" disse la ragazza sbraitando contro le amiche.
"Tranquilla, siamo qui. Sta per suonare comunque, cosa facciamo all'uscita?"
"Mi ha detto Michelle di andare a scuola da lei, c'è la festa e può farci entrare.." Julia fissò Amy e lei la guardò soppesando quella proposta e decidendo cosa fare.
"Va bene, andiamo alla festa! Almeno ci divertiamo un po'." rispose infine sorridendo.
 
Quando arrivarono alla scuola che frequentava Michelle, lei le stava già aspettando al cancello.
"Tranquille, dite che siete in classe con me e vi faranno entrare. Lo sapete che qui fanno entrare chiunque?" disse lei con quel tono di chi la sa lunga. Lei era una di quelle persone che tentava di dimostrarsi sempre superiore, anche se sapeva di non esserlo. Anzi, lo faceva proprio perchè sapeva di non esserlo. Le sue amiche la apprezzavano ugualmente per ciò che era.
 
Riuscirono a entrare a scuola e si diressero nel punto in cui si trovava la "festa" vera e propria. Non era proprio una festa in realtà, era solo un'assemblea d'istituto in cui tutti ballavano e si divertivano o stavano semplicemente a gruppetti in un angolo a parlare.
 
Julia non era mai entrata in quella scuola, ma non la trovava per niente male, anche se c'erano troppe persone per i suoi gusti. Mentre si dirigevano verso il cortile Julia vide, poggiato su una ringhiera, un ragazzo. Sì, poteva sembrare un ragazzo qualsiasi, uno di quelli che si sente forte e "figo" di fronte tutto e tutti, ma davanti ai suoi occhi era qualcosa di diverso. Era poggiato lì, su quella ringhiera vicino la scalinata, e stava lontano dalla festa e dalla confusione. Aveva i capelli rossi, sicuramente tinti, ma di un rosso spento e stava fumando una sigaretta e i suoi occhi erano coperti dagli occhiali da sole. Era avvolto da qualcosa di misterioso, o forse era lei troppo condizionata da tutti i film e telefilm in cui viveva. No, quel ragazzo aveva decisamente qualcosa di misterioso. E lei riuscì a scorgere tutte quelle caratteristiche in lui, nonostante si fosse fermata a fissarlo per poco più di qualche secondo. Le amiche la scrollarono da quella fantasia in cui stava iniziando a perdersi e la trascinarono verso il cortile, quasi costringendola a ballare. Anche se lei in fondo si divertiva quando era con Amy e Katherine. C'erano molte persone che non vedeva da un po' di tempo a quell'assemblea, una di quelle era Stacy.
 
“Ciao Stacy! Quanto tempo! Cosa ci fai qui?” chiese Julia continuando a ballare vicino all’amica.
“Imbucata. A scuola nostra era un mortorio! E tu?”
“Imbucata anch’io!” rispose continuando a ballare, quando con aria interrogativa alzò il mento indicando il ragazzo che ballava attorno all’amica.
“Lui è un mio amico..” rispose Stacy sorridendo a Julia “Frequenta questa scuola, è al secondo anno.”
 
Il suo amico notando che stavano parlando di lui, smise di ballare e rivolse un sorriso a Julia. Le si inginocchiò davanti con fare teatrale e si presentò.
“Io sono Matt Hill, piacere.” Disse prendendo la mano della ragazza “Per gli amici Snow!”
Julia non fu capace di trattenere una lieve risata alla vista di quel ragazzo. Si chiese se potesse esistere un ragazzo più egocentrico e buffone di quello e si disse che probabilmente no, non esisteva.
“Piacere, Julia. Puoi chiamarmi Julia.” si presentò lei un po’ acidamente, ironizzando sulla presentazione del ragazzo. “Bella scuola, bella festa. Piacere di averti conosciuto.” disse poi. Lo salutò così, rivolgendo una risatina alle amiche e scuotendo la testa in modo plateale.
 
Alla fine della “festa” si diressero nuovamente verso il cancello, finalmente decise a tornare a casa. Julia si fermò per un attimo fuori dalla scuola per parlare con Amy e Katherine, dopo che quasi tutti ormai erano andati via, e fu lì che lo vide, di nuovo.
Era lì, in tutta la sua bellezza, la sua camminata e il suo atteggiamento da uno che è appena uscito da un telefilm, la sigaretta sempre in bocca e la mano nei capelli. Questa volta anche Katherine rimase bloccata nel guardarlo per qualche secondo, fino a quando Michelle non interruppe il suo contatto visivo.
 
“Cosa state guard-..aah, lui! Sì, è davvero un bel ragazzo. Molte a scuola dicono che somigli ad un modello, o un attore..qualcosa del genere.”
Julia la guardò e poi rivolse di nuovo lo sguardo verso quel ragazzo. Si era incantata a guardare ogni suo movimento e non ne capiva minimamente il motivo. La sua mente stava salvando ogni fotogramma:
 
-Mano nella tasca sinistra, accendino.
-Sigaretta nella mano destra, accende la sigaretta.
-Posa l’accendino in tasca, mano sinistra nei capelli.
-Sistema gli occhiali da sole.
-Aggiusta lo zaino sulla spalla destra.
-Ancora mano sinistra nei capelli.
 
Sembrava tutto come programmato e si aggiustava sempre quei maledetti capelli. Quei bellissimi capelli di un rosso spento. Come fuoco spento.
 
“Insomma, andiamo a casa?” disse Amy distruggendo in un solo istante pellicole e pellicole di film mentali che Julia si era già fatta in mente.
“Come si chiama quel ragazzo?” chiese Julia a Michelle fingendo indifferenza, ma con una voglia ardente di conoscerlo che bruciava nei suoi occhi.
“Si chiama Matt. Matt Riley. E ora andiamo a casa, se arrivo tardi a pranzo mia madre inizierà ad urlare come un’isterica.”
Annuirono tutte e tre e la seguirono percorrendo la stessa strada per andare verso casa.
 
Due Matt in una giornata?
 
Matt Riley.
 
Quel nome girava e rigirava nella mente di Julia e cercava di prendere posizione. Doveva sapere di più su quel ragazzo. Voleva sapere. Continuava a pensare solo al suo nome e a quanto misterioso gli era sembrato la prima volta che l’aveva visto.
 
‘Matt..sembra il solito bello e dannato’ si disse nella mente per poi contraddirsi il secondo dopo. Non sapeva ancora quanto dannato potesse essere un ragazzo così stramaledettamente bello.
 
 
 
 



 
 
 
Note autrice: Beeene..ho finito il mio primo capitolo/prologo/introduzione e spero vi sia piaciuto. Recensite e fatemi sapere cosa non va bene o cosa vi è piaciuto. Grazie per aver letto! Al prossimo capitolo! :3

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Capitolo 2
*** I don't know you, but I want you. ***


I don't know you, but I want you.
 
Come poteva la sua mente distruggerla con un pensiero fisso su di una persona di cui conosceva soltanto il nome? E poi quel ragazzo non era assolutamente adatto a lei, lui era quello che tutti definiscono "il bello e impossibile" e lei era solo una della tante ragazze che lui avrebbe potuto avere, e neanche una delle più belle.
 
Julia era fatta così, si svalutava, di qualunque cosa si trattasse, lei credeva di non essere abbastanza. Da una parte era una cosa positiva pensarla in questo modo. Strano che un pensiero così pessimista e negativo potesse essere una cosa positiva, ma era così.
 
Quel maledetto nome vagava per la sua mente, e non riusciva proprio a dimenticarlo. Così decise di avere qualche notizia in più su di lui. Chiamò la sua amica Michelle e le parlò per un'interminabile ora, cercando di ottenere più notizie possibili. Non gossip, solo qualcosa in più del fatto che avesse i capelli rossi e un'aria misteriosa. Riuscì a scoprire che frequentava il terzo anno e studiava scienze sociali, che aveva una ragazza con cui litigava spesso ma con cui tornava insieme prima di potersene allontanare veramente.
 
'Ha la ragazza' pensò. E quel pensiero sostituì tutti gli altri che la tormentavano. Era una ragazza piena di paranoie. 'Devi smetterla, pensi troppo!' si disse, ma come al solito non fu molto utile.
 
Dopo aver scoperto che era fidanzato cercò di non pensarci più e decise di dedicarsi alla scuola e allo studio (almeno teoricamente), anche se i suoi sforzi erano spesso vani.
 
Aveva iniziato a parlare con l'altro ragazzo che aveva conosciuto, quello che lei definiva esibizionista. Dopo averci parlato per un po' di tempo, lo rivalutò e capì che non era come si mostrava agli altri. Era solo un'altra fragile persona che tentava di dimostrarsi "figa" e "diversa" agli altri, per non far vedere ciò che era veramente. Era anche simpatico alla fine.
 
Julia passò un mese cercando di non pensare a Matt Riley,  parlando e conoscendo invece Snow (ormai lo chiamava con il suo soprannome). Ma dopo tutto quel tempo, successe qualcosa, che lei non credeva possibile.
 
Julia era appena uscita da scuola e stava aspettando, insieme a Katherine, l'amica Michelle davanti la sua scuola. Suonò la campanella e tutti uscirono di fretta dal cancello, correndo come se non vedessero la luce da giorni. Era assurdo come la maggior parte dei ragazzi non sopportasse la scuola a tal punto da non vedere l'ora di andarsene. Quando Michelle le raggiunse, percorsero insieme la strada per tornare a casa, come facevano di solito. Arrivate all'incrocio, Julia salutò le amiche e si scusò perchè doveva sbrigarsi per tornare a casa.
 
Tornò a casa e si buttò sul letto. Matt Riley, era l’unica cosa su cui riusciva a concentrarsi. Per qualche strano motivo decise di aggiungerlo su facebook. Lei odiava i social network, ma era l’unico modo per parlargli. Scoprì così che Matt e la sua ragazza si erano lasciati da poco e che i suoi contatti erano perlopiù di ragazze, molte ragazze. Quanto era stupido dover aspettare che un ragazzo accettasse la tua richiesta di amicizia. Lei preferiva dover aspettare uno sguardo, una parola o un sorriso, preferiva l’ansia che si sente di persona e non da dietro un computer.
 
Dopo qualche ora si ritrovarono a parlare, l’aveva cercato lei e avevano iniziato quella conversazione. Parlarono di scuola e di musica e dei loro hobby, solite prime conversazioni fra due persone che si stanno conoscendo. Fin da subito notarono di avere la stessa infinita passione per film, telefilm e musica. La musica era un punto importante per entrambi, era un modo col quale sfogarsi e trovarsi in sintonia su quell’argomento, fu una piacevole sorpresa.
 
Dopo qualche giorno si scambiarono i numeri di telefono anche se, di persona ancora non si erano mai incontrati. Certo, lei l’aveva visto e lo trovava bellissimo, ma lui non l’aveva mai vista di persona o forse non di aveva mai fatto caso.
 
Un giorno, all’uscita da scuola, lui le mandò un messaggio dicendole che sarebbe passato a salutarla, ma che lei l’avrebbe dovuto salutare per primo. Dopo vari messaggi su chi si vergognava di più per salutare per primo, naturalmente vinse lui e, lei si convinse a salutarlo. Era insieme ad un’altra ragazza, una sua amica, come diceva lui, e come al solito fumava. Julia gli si avvicinò timidamente, mentre l’amica Katherine le faceva da spalla, e lui la salutò con un bacio sulla guancia. Lei arrossì ancora di più e balbettò un incerto “C-c-ciao..piacere..”
“Piacere mio, Julia. Finalmente ci incontriamo di persona.” Ricambiò lui spavaldo dietro i suoi occhiali da sole. “Ehm, scusa, ma adesso devo andare. Devo prendere mia sorella a scuola, e poi non sto molto bene..” disse Julia allontanandosi lentamente.
“Cos’hai? Vuoi che ti accompagni a casa?” disse Matt con fare gentile.
“E’ solo un po’ di febbre, tranquillo. E poi c’è Katherine con me, non preoccuparti.” E dopo avergli rivolto un sorriso, si girò e se ne andò.
 
 
“E’ davvero un bel ragazzo!” disse Katherine all’amica quasi sorpresa.
“Già, lo è..” disse Julia ancora sorridendo come fosse in trance. “Tutti dicono che sia un montato, ma non credo, sembra normale. Voglio dire, solo perché ha i capelli rossi e si atteggia un po’ a ‘uomo misterioso’ non deve essere per forza un montato, giusto?”
“Io cii farei un pensierino..”
“Hei, è mio..cioè, ci stiamo conoscendo! E tu sei mia amica!” disse Julia arrabbiata.
“Tranquillaaa, stavo scherzando!” disse Katherine alzando le mani in segno di resa e ridendo. “Andiamo adesso, o le nostre sorelle si lamenteranno per il ritardo.”
“Hai ragione, non ho intenzione di ascoltare lamentele da quella gnometta petulante!” disse Julia scoppiando in una risata.
 
Julia aveva passato tutto il pomeriggio a studiare intensamente per le interrogazioni del giorno dopo, così decise di andare a dormire presto, quando lo schermo del suo cellulare si illuminò.
 
Messaggio: Matt *So cosa pensi di me, ma non è vero. Non sono un montato come tutti credono. Sei come tutte le altre.*
 
Le mancava solo questo. Il ragazzo ancora neanche la conosceva bene e forse già la odiava. Altre maledette paranoie. Lei non amava essere paragonata a “tutte le altre”. Era solo una frase fatta che tutti i ragazzi dicevano ogni qual volta non gli andava bene qualcosa in una ragazza. Dopo quel messaggio iniziarono a litigare, dio solo sa realmente per quale motivo, e i suoi propositi di andare a dormire presto erano andati a farsi fottere. Alla fine lei si scusò, e gli disse che i giudizi e le parole degli altri non le interessavano e che voleva solo conoscerlo, per quello che realmente era e non per il Casanova che tutti dicevano fosse.

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