Mollicci.

di Ziovoldy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) Dissennatori ***
Capitolo 2: *** 2) Imperfetta ***
Capitolo 3: *** 4) Ippogrifo ***
Capitolo 4: *** 3) Ragni ***
Capitolo 5: *** 5) Niente ***
Capitolo 6: *** 6) Ordinaria ***



Capitolo 1
*** 1) Dissennatori ***


 

 

Sbam.
L'anta dell'armadio si apre.
Harry lo vede: è un Dissennatore.
E' la tristezza. E' la solitudine. E' la disperazione.
E' la mancanza di speranza. E' il risucchiare tutto ciò che ti rende umano.
E' lasciarti solo con le tue paure, spogliato di tutto il resto.
Harry si fa forza, e pensa al rosso.
Al rosso della chioma di Ginny.
Al rosso che è uno dei colori della sua Casa, Grifondoro.
Al rosso che è sangue versato per una giusta causa.
Punta la bacchetta contro il Molliccio, e urla:
<< Riddikulus! >>
Adesso il Dissennatore, al posto del lugubre mantello nero, indossa un elegante abito da sera cremisi con tanto di balze.
Harry scoppia a ridere, e il Molliccio scompare, come una bolla di sapone.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

 

Ehilà!

Questa idea mi è venuta così, di getto, e altrettanto di getto ho scritto questa flashfic.

Non ho la minima idea di quanti capitoli scriverò, dipende anche da quanto piacerà questa cosa ^^.

Se avete dei personaggi in particolare sui quali vorreste leggere, non esitate a chiedere!

Mi farebbe molto piacere un vostro parere ed eventuali consigli!

Baci

-Ziovoldy

 

P.S.: la prossima flashfic sarà su Hermione!

 

 

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Capitolo 2
*** 2) Imperfetta ***


Sbam.
L'anta dell'armadio si apre.
Hermione la vede: è la professoressa McGranitt.
I suoi piccoli occhi castani trasudano delusione, mentre le comunica che è stata bocciata in tutte le materie e le sventola davanti quell'orribile pagella.
Si sente vulnerabile. Terribilmente vurnerabile.
Perchè non è perfetta.
E ha paura. Tanta paura.
Paura perchè nonostante tutti i suoi sforzi, vede che il guscio impeccabile che ha cercato di costruirsi attorno non è altro che falsità e ipocrisia.
Perchè non è perfetta.
Non è perfetta, eppure non ha il coraggio di ammetterlo neanche a se stessa.
È più facile nascondersi dietro a un libro.
Vigliacca.
Hermione si fa forza, e pensa all'azzurro.
All'azzurro che è il colore degli occhi di Ron.
All'azzurro che è il colore del vestito che ha indossato al Ballo del Ceppo, e per la prima volta in vita sua l'ha fatta sentire bella.
All'azzurro che è il cielo sereno dopo una tempesta, che non è perfetto, ma riesce a guardare aldilà delle imperfezioni.
Punta la bacchetta contro il Molliccio e urla:
<< Riddikulus! >>
La disastrosa pagella cade dalle mani della professoressa, la quale ci inciampa sopra.
Hermione scoppia a ridere, il Molliccio scompare e tutto torna perfetto. O quasi.

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

 

Ringrazio infinitamente winola, che ha recensito il capitolo precedente e mi ha fatto notare un'imprecisione.
Ringrazio anche i due tesori che hanno messo questa raccolta tra le seguite.
So che bisogna scrivere per se stessi ecc ecc, ma visto che questa ff non sta avendo molto successo e non ho avuto neanche una recensione completamente positiva penso che scriverò ancora 4 o 5 capitoli e la chiuderò lì.
Autocommiserazioni a parte, non mi resta niente da dire, se non che è un'ora assurda per pubblicare, ma non riuscivo a dormire e ho partorito questa cosa qua.
Un bacione bavoso
-Ziovoldy

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Capitolo 3
*** 4) Ippogrifo ***


Sbam.
L'anta dell'armadio si apre.
Draco lo vede: è un Ippogrifo.
E' maestoso, grande, imponente.
Potrebbe schiacciarlo con un dito, Draco non è abbastanza forte e coraggioso per sconfiggerlo.
Semplicemente, Draco non è abbastanza.
Non abbastanza audace, non abbastanza fedele, non abbastanza potente.
E' come una mosca: l'unica cosa che sa fare è infastidire chi è migliore a lui, perché non può sopportare il fatto di essere inferiore a qualcuno.
Draco non ha il fegato per essere un cattivo, né la lealtà per essere un buono.
E' la debole e ignobile via di mezzo.
Draco si fa forza e pensa all'argento.
All'argento che è uno dei colori della sua casa, Serpeverde.
All'argento che è il colore dei suoi occhi.
All'argento che è un metallo particolare: col tempo si sporca fino a diventare quasi giallo, ma basta una ripulita per farlo tornare all'antico splendore; perché, sotto sotto, niente potrà cambiarlo.
Punta la bacchetta contro il Molliccio e urla:
<< Riddikulus! >>
Le ampie ali della creatura si trasformano in due misere alucce da farfalla.
Draco scoppia a ridere, e il Molliccio scompare, come una macchia lavata via dal sapone.

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

 

Eccomi di nuovo qui!
Questa flash non mi convince per niente. Spero che piaccia almeno a voi.
Ringrazio di cuore tutti i recensori, i seguaci e quell'anima buona che preferisce :3
Domani dovrei riuscire a pubblicare, a grande richiesta, la flash su George, che ho appena finito di scrivere!
Non penso che ne scriverò una su Fred, perché volevo analizzare solo i personaggi che zia Row ha ritenuto
opportuno far vivere (a parte Zio Voldy, ovviamente. Su di lui ho già il capitolo pronto, lo metterò per ultimo *-*).

Non mi resta altro da dirvi, se non: Avada Kedavra!
Scherzavo, ovviamente. Come potrei vivere senza di voi?!
Bacioni bavosi

-Ziovoldy

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Capitolo 4
*** 3) Ragni ***


Sbam.
L'anta dell'armadio si apre.
Ron lo vede: è un ragno gigantesco, quasi delle dimensioni di un elefante.
La paura che ha dei ragni è qualcosa di profondo, radicato in lui sin dall'infanzia.
E' una paura comune, in fondo. Chi non ha paura degli aracnidi?
Ed è proprio questo il problema. La vera paura di Ron non sono i ragni: è che tutti hanno paura dei ragni.
Come tutto nella sua vita, pure la sua paura è anonima.
Per chi potrebbe essere unico, quando è così difficile trovare anche un solo tratto in lui che non sia noiosamente comune?
Ha paura della sua paura.
Ron si fa forza, e pensa al marrone.
Al marrone che è il colore dei riccioli arruffati di Hermione.
Al marrone che è il colore dell'ultimo orribile maglione confezionato da sua madre.
Al marrone che è il colore del tronco di un albero: di tronchi ce ne sono tanti, ma se anche uno solo crolla, crolla pure l'albero; di tronchi ce ne sono tanti, ma ognuno è speciale e importante, a modo suo.
Punta la bacchetta contro il Molliccio e urla:
<< Riddikulus! >>
Otto pattini compaiono sulle rispettive zampe del ragno, che scivola e cade rovinosamente a terra.
Ron scoppia a ridere, e il Molliccio scompare, come un insetto trascinato via dal vento, lontano dal tronco d' albero sul quale si era posato.

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

 
Questo è il mio impacciato e adorabile Ronron di fronte alla sua più grande paura, i ragni :3
Spero di aver reso bene l'idea ^^
Ringrazio tutti i recensori e i seguaci. Siete dei tesori <3
Vi ripeto, se avete in mente un personaggio in particolare non esitate a chiedere!
Besos :*

-Ziovoldy 

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Capitolo 5
*** 5) Niente ***


Sbam.
L'anta dell'armadio si apre.
George lo vede: è suo fratello Fred, in una semplice bara di legno. Sembra quasi che stia dormendo. Ma George sa che non si sveglierà più.
È uno scherzo.
È tutto quello che riesce a pensare.
Fred è un mago degli scherzi. Ne facevano di scherzi idioti, ai tempi della scuola. Ne avevano combinate di tutti i colori.
Sicuramente Fred aveva inventato una nuova pasticca della Morte Apparente e l'aveva testata su di lui. E' così. Di sicuro.
Tanto è uno scherzo. Devo stare qua ad aspettare che la smetta di fare lo scemo e si alzi di lì. Poi tornerà tutto normale, pensa George.
E George ci crede, veramente. O almeno ci prova.
Si sta cominciando a stufare di quella scenetta ridicola, così si avvicina al gemello e gli sfiora un braccio col dito, sussurrando: << Dai Fred, tanto l'ho capito che è uno scherzo. Forza, alzati di lì. >>
Da quando George sussurra gentilmente? Cosa gli sta succedendo?
Solo adesso capisce: ha paura. Di cosa, poi, lo deve ancora appurare.
Tanto è uno scherzo.
Fred non reagisce. È immobile e freddo come un cadavere.
Come un cadavere.
Tanto è uno scherzo.
George lo scuote più forte, ma niente da fare. Comincia a gridargli di smetterla, con un groppo in gola.
Tanto è uno scherzo.
George non ci crede più. Il suo Fred sarebbe già saltato fuori da quella bara da un pezzo, dandogli dell'idiota sentimentale. E avrebbero riso insieme, come sempre.
George ha capito che ormai dovrà cambiare il suo concetto di “sempre”.
Spera ancora, in un angoletto del suo cuore, che sia veramente uno scherzo.
Avvicina titubante l'unico orecchio che gli rimane al petto del fratello, ma si ferma a pochi centimetri da esso, per paura – anzi, per un fottutissimo terrore – di quello che potrà sentire. Anzi, di quello che potrebbe non sentire.
Ma George è un Grifondoro, nonostante tutto ciò che ha passato. È coraggioso, e ha il bisogno di scoprire la verità, per quanto essa possa fare male.
Per questo posa delicatamente, come avesse paura di fargli male, la testa sul cuore di Fred.
Niente.
Niente. Niente.
Niente. Niente. Niente.
Neanche un timido battito.
Niente.
A George non rimane più niente.
Niente.
George si alza e raccoglie il niente che gli è rimasto dentro.
E, nonostante tutto, si fa forza e pensa al bianco.
Al bianco che è il sorriso smagliante di Fred.
Al bianco che era la sua fedina a Hogwarts, prima che cominciasse insieme al fratello la sua carriera da delinquente, come diceva Gazza.
Al bianco che è il niente che ha dentro. Ma si sa che il niente è fatto per essere riempito da un nuovo tutto.
Punta la bacchetta contro il Molliccio e urla: << Riddikulus! >>
Il corpo senza vita del gemello si trasforma in una marionetta di legno, che si alza dalla bara ed esegue uno spettacolino.
George scoppia a ridere, una risata amara, senza gioia, perché la sua più grande paura si è avverata.
Il Molliccio scompare, ma il niente che ha dentro resta.

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

 

Wewe gente!
Ieri ho avuto da fare e non sono riuscita ad aggiornare (rima involontaria).
Questa flash è decisamente la più lunga finora, ma c'era così tanto da scrivere sul dolore di George...
Spero vi piaccia!
E' un po' (tanto) drammatica e strappalacrime, però tutto sommato mi piace.

Ri-ringrazio tutti i recensori/seguaci/preferitori/lettori silenziosi.
Bacioni baciuzzi

-Ziovoldy

 


 

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Capitolo 6
*** 6) Ordinaria ***


Sbam.
L'anta dell'armadio si apre.
Luna lo vede: è se stessa, tra vent'anni.
Fa quasi fatica a riconoscersi. Indossa un anonimo tailleur grigio perla, e sul naso porta un paio di pesanti occhiali neri, che sembrano volerla scrutare minacciosi. Ha i capelli raccolti ordinatamente e le rughe che hanno cominciato a farsi strada sul volto sono coperte da un pesante strato di fondotinta. Tiene tra le braccia varie cartelle piene di documenti, segno che è impiegata in uno di quegli uffici chiusi e pieni di Nargilli, che suo padre odia tanto. Niente amuleti contro i Gorgosprizzi, niente rape alle orecchie nè collane di tappi della burrobirra. Potrebbe descriversi con una sola parola.
Ordinaria.
Stringe forte il ciondolo Scaccia-Nargilli che suo padre le ha regalato per Natale, come per scacciare via quell'orribile parola.
Ricorda poco di sua mamma, nonostante fosse morta quando lei aveva già sette anni. Nella sua memoria, però, è rimasta intatta una frase, che conserva come un collezionista di francobolli con il suo pezzo più raro.
"Luna, non dimenticare mai di essere diversa. Ignora chi ti dice di scendere dalle nuvole, perchè da esse si guarda il resto del mondo dall'alto."
In quel momento Luna ci stava precipitando, dalla sua personale nuvola.
Perchè guardare il mondo dall'alto è più facile che affrontarlo faccia a faccia.
Sarebbe davvero finita così? Un'ordinaria impiegata in un ordinario ufficio in una ordinaria vita?
La cosa peggiore, o anche la migliore, a seconda dei punti di vista, del cadere, è che prima o poi devi atterrare. Luna era caduta dalla sua nuvola, ed ora era atterrata. Come dopo tutte le cadute, per qualche secondo non riesce a respirare, e sente un forte dolore partirle dal cuore e avvolgerla. Ma poi, come dopo tutte le cadute, si alza e si rimette in sesto, pronta a risalire.
Neanche Lord Voldemort l'aveva fatta sloggiare dalla sua nuvoletta, figuriamoci un Molliccio.
Luna si fa forza, e pensa al giallo.
Al giallo che è il colore dei suoi insoliti capelli.
Al giallo che secondo suo padre è il colore dei Nargilli se non fossero invisibili.

Al giallo che è il sole alto nel cielo, rannicchiato sulla sua nuvola, lontano e vicino al tempo stesso.
Punta la bacchetta contro il Molliccio e urla:
<< Riddikulus! >>
Le carte in mano alla Luna quarantenne si sollevano in aria e le si chiudono sulla testa, soffocandola.
Luna scoppia a ridere, e il Molliccio scompare, come una nuvola trascinata via dal vento.

 

NOTE DELL'AUTRICE:

Lo so, sono in un ritardo spaventoso, ma non è colpa mia. Giuro. Sono stata per quattro giorni via, e quando sono tornata mia madre ha avuto la bella idea di cambiare contratto del telefono, così sono rimasta senza Internet fino a ieri.
Bando alle ciance, Luna è finora il personaggio più difficile. Ho provato a metterla in diverse salse, ma dopo un po' mi sono stufata e vi beccate questa. Spero tanto in un vostro commento :3
Ri-ringrazio per l'ennesima volta tutti coloro che hanno letto/recensito/seguito/preferito.
La prossima flash sarà su Neville, anche se nessuno l'ha chiesta io la faccio lo stesso perchè io può, e ne ho altre (anche delle vostre richieste) pronte.
Bacioni da lumacona vecchia e bavosa

-Ziovoldy


 

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