Love Story

di stylessmyoxygen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Festa dell'ultimo anno. ***
Capitolo 2: *** "Vuoi ballare con me?" ***
Capitolo 3: *** "Quella strana" ***
Capitolo 4: *** "Che importa, troveremo un modo" ***
Capitolo 5: *** Irrigatori. ***
Capitolo 6: *** Al settimo cielo. ***



Capitolo 1
*** Festa dell'ultimo anno. ***


Ero in piedi, davanti allo specchio della mia camera a provare pose buffe, per vedere quale sarebbe stata la peggiore.
D'un tratto mi arrivò un messaggio al cellulare, da parte di Ana.

Da: Ana
Victoria, a che ora dobbiamo venire da te, oggi?.

Ana era una delle mie migliori amiche, l'altra era Jessica. Ci conoscevamo dalle medie, ed ora, stavamo insieme all'ultimo anno di liceo. Pazzesco, eh?
Quella sera ci sarebbe stata una festa di fine anno. Alcuni miei compagni di classe si erano messi d'accordo con ragazzi di altre classi per affittare un locale dove ballare per festeggiare la tanto attesa fine dell'anno scolastico.
Ana ed Jessica sarebbero venute a casa mia, così da prepararci ed andare insieme alla festa.
Risposi al messaggio.

A: Ana.
Fra un ora, avvisa Jessica.

Ana e Jessica volevano a tutti i costi che fossi impeccabile per quella sera: ci sarebbe stato il ragazzo per cui avevo una cotta da mesi.
Lo avevo conosciuto ad un corso d'inglese della nostra scuola. Incredibile, in tutti quegl'anni non lo avevo mai visto camminare per i corridoi della scuola.
Erano appena le sei del pomeriggio, e la festa sarebbe stata alle nove in punto.
Ana ed Jessica sarebbero arrivate da poco, dovevo mettere un po' in ordine la stanza, era un vero disastro.

Dopo tanta fatica, finalmente la camera era in ordine.

"Victoria, sono arrivate le tue amiche!" mi avvisò mia madre dalla cucina.

Uscii subito dalla mia stanza e mi precipitai in salone, dove mi stavano aspettando Ana ed Jessica.

"Hey Victoria, pronta al ristrutturamento totale?" mi chiese Jessica. Sorrisi.

"Certo che no. Andiamo in camera mia." dissi sorridendo, avviandomi verso la mia camera, seguita dalle due.

"Allora, cosa vi mettete voi?" chiesi sedendomi sulla sedia a dondolo collocata vicino all'armadio.

Ana tirò fuori un pantaloncino ed una camicia nera lunga, trasparente, con sotto una canotta per non far intravedere nulla. Il collarino era particolare, era tutto colorato.
Jessica, invece, aveva comprato una gonna lunga ma, visto che aveva scoperto che non le stava tanto bene, ha avuto la brillante idea di trasformarla in un vestito, con tanto di cintura e tutto il resto.

"Stupendo, Jessica!" dissi battendole il cinque, ridendo.

"Ana, mi piace la tua camicia." affermai io.

"Ti ringrazio. Tu, cosa metterai?" chiese Ana.

Mi alzai dalla sedia e presi dall'armadio una gonna semplice nera di seta che mi arrivava ai piedi, ed un corpetto rosso da metterci sopra.
Il corpetto lasciava metà schiena nuda, con la scollatura profonda a "V" e lasciava un triangolo di pancia scoperta.

"Mi piace. Molto." disse Jessica.

"Siete sicure? Non sono sicura del corpetto..e se si vede il reggiseno?" chiesi preoccupata.

"Metti un costume a triangolo sotto!" dissero all'unisono Jessica ed Ana, per poi battersi il cinque a vicenda.

"Buona idea." dissi per poi andare alla ricerca di un costume a triangolo nel fondo dell'armadio.

Ci doveva essere, ricordo di averlo messo lì. Ecco, appunto. Eccolo.

"Può andare?" chiesi consiglio alle mie amiche. Loro annuirono.

"Dai, cominciamo!".

Dopo due ore e mezza finimmo tutte e tre di prepararci. Ana e Jessica erano bellissime, ma su di me avevo qualche dubbio. Avevo paura di sembrare fuori luogo, vestita in quel modo. Ma le mie amiche mi tranquillizzarono, mi dissero che ero bellissima e che probabilmente lì, alla festa, tutte si sarebbero limitate a vestitini super-corti.

"Papà, ci accompagni?" chiesi arrivata in salone, mio padre stava seduto sul divano a vedere un programma.

"Certo. Dove vi devo portare?" chiese cordiale, come sempre.

"In villa, poi continuiamo noi a piedi." risposi io sorridendo. Lui annuì, per poi prendere le chiavi della macchina ed uscire, seguito da noi.

Dopo pochi minuti eravamo lì, davanti a quell'enorme edificio da cui si sentiva musica già da fuori. Io, Ana ed Jessica ci guardammo per infonderci sicurezza a vicenda, per poi entrare dal portone.
Subito dopo l'entrata si trovava una zona all'aperto, dove c'erano sedie, divani e tavolini. Poi c'era una porta oscurata, da cui proveniva la musica. Probabilmente era la sala in cui stavano tutti, a ballare.
Ci togliemmo i giubbotti e li poggiammo su un tavolino lì fuori, per poi entrare nella sala ed essere travolte dalla forte musica e dalle tante persone che si stavano divertendo.
Dovevo ammetterlo, mi sentivo decisamente fuori luogo. Tutte quelle persone ballavano sorridenti...io odiavo ballare. Non ne ero nemmeno capace.
Jessica ed Ana si tuffarono in pista per ballare, ma dopo alcuni secondi tornarono indietro. Probabilmente si erano accorte che non le avevo seguite.
Ana si avvicinò al mio orecchio, per farsi sentire sopra la musica.

"Vieni a ballare, Victoria". Scossi la testa. Non volevo. E se c'era lui? Avrebbe riso di me.

"Victoria, se non mi sbaglio l'ho visto, sta ballando con quella sua amica di cui non ricordo il nome, dai, vieni!" mi tirarono per i polsi portandomi proprio al centro della pista.

Loro ballavano, mentre io mi limitavo a muovere i piedi per imitare un muovimento qualunque. Almeno mi stavo muovendo.
Mi guardai attorno, spaesata, quando lo vidi.
Lì, in tutta la sua bellezza.
I suoi occhi color caramello risaltavano, in quella luce colorata che si muoveva all'interno della sala. Indossava una maglia nera, ed un paio di jeans. Era stupendo.
Mi accorsi che lo stavo fissando fin troppo, così mi girai di nuovo verso le mie amiche che, nel frattempo, erano sparite. Come dissolte nel nulla.
Mi guardai ancora attorno, alla ricerca di quelle due. Nulla.
Cominciai a camminare per la sala, quando incontrai un'altra nostra amica, Anne, che stava ballando con lui.

"Ciao, Victoria, ti stai divertendo?" mi chiese sorridendo. Eppure lei sapeva che a me piaceva il ragazzo con cui stava ballando.

"Si, molto.." risposi improvvisando un sorriso. D'un tratto Ana e Jessica saltarono fuori dal nulla, alle mie spalle.

Fu questione di un nano secondo, che mi ritrovai di fronte a lui, che aveva intenzione di ballare.

"Ciao Victoria" mi salutò. Sentii le guance arrossarsi. Menomale che la luce lì era parecchio scura.

"Ciao Alex" risposi al saluto riuscendo a non balbettare. Mi sorrise.

Il suo sorriso.

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Capitolo 2
*** "Vuoi ballare con me?" ***


"Ciao Victoria" mi salutò. Sentii le guance arrossarsi. Menomale che la luce lì era parecchio scura.

"Ciao Alex" risposi al saluto riuscendo a non balbettare. Mi sorrise.

Mi guardai attorno, più spaesata che mai. Alex aveva intenzione di ballare, ma io non volevo ballare con lui.
Non volevo ballare e basta.
Alzai lo sguardo, era incredibile di quanto lui fosse più alto di me. Almeno dieci centimetri, presumo.
Lo guardai negli occhi, prima di andarmene via da lui, sparendo fra le tante persone che ci circondavano.
Vidi Jessica ed Ana guardarsi a vicenda, per poi venire da me.

"Victoria, perché te ne sei andata?" mi chiese Ana.

Non risposi, mi conoscevano abbastanza da poter intuire da sole il perché. Si guardarono ancora una volta, prima di prendermi per mano e trascinarmi di nuovo in pista.

"Okay, non vuoi ballare con Alex. Balla con noi." disse Jessica cominciando a ballare ed agidare il mio braccio, forse convinta che facendo quel muovimento m'incoraggiasse a ballare.

Annuii, più che cosciente del fatto che comunque non avrei ballato.

"Ho sete. " sbottò Jessica.

Così andammo vicino il bancone, prendendo tre bicchieri di Coca.

"Ragazze io vado al bagno." dissi facendomi spazio tra la gente che si scatenava.

Mi guardai intorno, dov'era il bagno?
Cercai una porta con sopra la scritta "toilette" e, dopo qualche minuto, la trovai.
Entrai e mi ritrovai subito davanti ad uno specchio, avevo la matita nera leggermente sciolta.
Passai un dito appena sotto l'occhio per togliere i residui della matita, poi aprii una porta, quella che doveva essere del bagno, ma la trovai chiusa a chiave. Tutti i bagni erano occupati. Come non detto.
Sbuffai, prima di ritornare dalle mie amiche che mi stavano aspettando dietro la porta del bagno.

"Fatto?" chiesero all'unisono.

"Tutti occupati." risposi io ridendo. Anche loro risero.

Vidi l'ora dall'orologio posto vicino al bancone, erano già mezzanotte meno venti, la festa sarebbe finita a mezzanotte e mezza.

"Victoria, noi andiamo a ballare. Vuoi venire?" mi chiese Jessica. Scossi la testa.

"Bene, vieni" disse Ana trascinandomi comunque in mezzo alla pista.

Mi sentivo tremendamente a disagio. Perché non potevo semplicemente divertirmi anche io in quel modo?
Cominciai a muovere le gambe, l'unico muovimento che c'era nella mia parte superiore del corpo erano gli occhi, alla ricerca di Alex.
Lo vidi subito.
Stava ballando con una ragazza, della sua classe. Era una di quelle ragazze che deridevano le persone come me.
"Quella che non si diverte mai" , così mi chiamavano spesso. Ma a me non importava, sapevo che non era la verità.
Io mi divertivo, eccome se lo facevo. Solo, lo facevo in modo normale.
Di certo la mia concezione di "divertimento" non corrisponde a mettersi un mini vestito e strusciarsi addosso ai ragazzi ad una festa.

"Viky, balla, cavolo!" disse Jessica lamentandosi.

"Ballate voi, okay?" risposi allontanandomi da loro.

Ana e Jessica si guardarono, ma non mi seguirono. Restarono lì a ballare, meglio così.
Uscii da quella sala che mi stava facendo venire il mal di testa, per poi sedermi su di quei morbidi divani che c'erano fuori.
Presi il cellulare girando da una cartella all'altra, non sapendo in realtà cosa fare. Mi sentivo un pesce fuor d'acqua.
Forse era meglio non venire.

"Hey, sei Victoria, giusto?" mi chiese un ragazzo avvicinandosi a me. Annuii.

"Sei quella a cui piace Alex, no?" al suono di quelle parole feci per andarmene, ma il ragazzo mi prese per il polso.

"Tranquilla, non lo dirò a nessuno." disse muovendo le sopracciglia su e giù.

Io avevo già visto quel ragazzo...
Era uno dei migliori amici di Alex! Come avevo fatto a non ricordarmi prima?

"A me non piace nessuno, ora lasciami" dissi strattonando il mio braccio.

Riuscii a liberarmi dalla presa e rientrai nella sala. Cercai con lo sguardo Ana e Jessica, e le trovai.
Feci per andare, ma quando fui vicinissima a loro qualcuno mi prese la mano. Mi girai di scatto.
Era lui, Alex.

"Ti va di ballare?" mi chiese sorridendo.

Potevo sentire il mio cuore battere all'impazzata, potrei giurare che da un momento all'altro sarebbe sbucato dal petto.
Alex prese il mio silenzio come un "si", cosa che tutto era tranne quello.
Mi prese anche l'altra mano, e cominciò a muoversi, io ero ferma..immobile.
Sentii gli occhi di tutti puntati addosso, cercavo di allontanarmi da Alex ma tutti, comprese Ana e Jessica, mi spingevano per farmi rimanere con lui.

"Io non..." non riuscivo a parlare.

Quando ad un tratto Alex mi lasciò una mano, e la portò al mio mento. Alzò il mio viso e mi ritrovai a pochi centimetri di distanza dal suo viso.

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Capitolo 3
*** "Quella strana" ***


Quando ad un tratto Alex mi lasciò una mano, e la portò al mio mento. Alzò il mio viso e mi ritrovai a pochi centimetri di distanza dal suo viso.
Sentii l'aria attorno a me mancare, non riuscivo a respirare.
Mi allontanai bruscamente da lui e feci per andarmene, ma lui mi tirò ancora il braccio.

"Che ti prende?" mi chiese gentilmente.

Non risposi, non avevo abbastanza fiato.
Riuscii finalmente ad allontanarmi da lui e corsi fuori, dove finalmente c'era un po' d'aria.
Dopo pochi secondi Ana e Jessica mi raggiunsero.

"Cazzo Viky, perché?" mi chiese con fare arrabbiato Jessica.

"Ci stavano guardando tutti...mi mancava l'aria.." balbettai io.

"Oh, andiamo Victoria! Ti stava per baciare!" urlò Ana.

Per un momento mi pentii della mia azione.

"E' la seconda volta che lo appendi" disse ancora Ana.

"Basta, okay? Mi è venuto un attacco di panico." sbottai io.

Loro si calmarono e mi abbracciarono.

"Fa nulla, basta che stai bene tu." dissero insieme.

Il punto è che io non stavo bene. E se non mi avesse più parlato?
Per un attimo maledii quella situazione.
Il ragazzo che mi piaceva mi invita a ballare, con l'intenzione di baciarmi ed io cosa faccio? Scappo.
Normale, no?
No.

"Io lì non ci rientro." dissi decisa.

Ana e Jessica mi guardarono con uno sguardo accusatorio e...arrabbiato.

"No, Victoria, questo no. Altrimenti ti molliamo qua. Siamo venute qua per divertirci , e, scusa se te lo dico, ma tu ce lo stai un'attimino impedendo. Noi ti vogliamo bene, e lo sai benissimo, abbiamo fatto di tutto per farti divertire, per farti stare con Alex, ma tu hai mandato tutto a puttane. Non te ne faccio una colpa, ma adesso noi rientreremo, ci diverteremo, e faremo finta che nulla sia successo. " disse Ana, con tono di voce calmo.

Si, lo ammetto, aveva ragione.
Stavo rovinando la loro serata, non potevo farlo.
Feci un bel respiro, e poi m'incamminai verso la porta. Ana e Jess si guardarono sorridendo, prima di raggiungermi.
Come sempre la musica era altissima, tanto che mi stava per venire il mal di testa. Mi sentivo come un alieno in mezzo ad un branco di umani.
Come se io fossi quella strana , quella che non sa stare con gli altri.
E forse veramente davo quell'impressione. .
Non mi è mai importato cosa gli altri dicessero di me, francamente. Ho sempre fatto quello che io ritenevo giusto da fare o che, semplicemente, volevo fare.
Mi sono tinta una parte di capelli di rosso, perché mi piaceva. Le persone non possono influenzare le mie scelte. Ci sono state persone a cui è piaciuto, altri invece no e mi prendevano in giro ma, ripeto, loro non sono nessuno per influenzare le mie scelte.
Guardai l'orologio, e notai che era mezzanotte e un quarto. Fra una ventina di minuti la festa sarebbe -finalmente- finita.
Vidi Alex rispondere al cellulare, ed attaccare velocemente. Poi vidi che si stava avvicinando ad Ana, e le diceva qualcosa all'orecchio, prima di baciarle la guancia. Sentii lo stomaco attorcigliarsi, ma feci finta di nulla.
Alex baciò anche la guancia di Jessica, e capii che stava solo salutando. Venne verso di me. Mi sussurrò un "ciao" prima di provare a baciarmi la guancia ma io, per qualche assurdo motivo, mi allontanai. Mi sorrise lievemente, prima di andarsene.
Voltai lo sguardo verso Ana e Jessica, che mi guardavano confuse ed arrabbiate. Alzai le spalle prima di prendere il cellulare e notare cinque chiamate perse ed un messaggio. Le chiamate erano tutte da parte di mio padre, ed il messaggio anche.

Da: Papà.
A: Victoria
Testo: Victoria vi sto venendo a prendere, fatevi trovare fuori il locale.


Informai le ragazze che ce ne dovevamo andare e, dopo aver salutato tutti, uscimmo.
Notammo un gruppo di ragazzi, fuori. Probabilmente se ne stavano andando, come noi.

"Aspettate! Ma lì non c'è anche Anthony?" chiese Ana saltellando e indicando il gruppo.

"Ommioddio si! C'è anche Pako! Li seguiamo? Per favore!" disse anche Jessica.

Ovviamente Anthony era il ragazzo che piaceva ad Ana, e Pako a Jessica.
Per tutta la serata non li avevano neanche guardati, solo per aiutare me con Alex.
Era il minimo che potessi fare.

"Va bene" dissi ridendo prima di metterci all'inseguimento del gruppo di ragazzi.

"Stanno andando in piazza!" ci fece notare Ana.

Annuimmo e ci fermammo. Bastava solo attraversare la strada per arrivare in piazza, dove stavano seduti -stesi- loro.

"Perché ci siamo fermate? Andiamo!" disse Jessica, ma io la fermai.

"Non è che sembra fatto apposta?" chiesi preoccupata.

"Naaaah." dissero insieme prima di cominciare ad attraversare la strada.

Proprio mentre stavamo attraversando sentii un ragazzo urlare "ma tu sei quella a cui piace Alex?". Non ci pensai due volte e tornai indietro.
Ana e Jessica appena se ne accorsero sbuffarono, prima di tornare da me.

"Fa finta di non sentirlo, okay?" disse Jessica.

Scossi la testa.
Vidi quel ragazzo attraversare la strada e venire verso di me.

"Hey, aspetta!"

"Che c'è?" dissi acida.

"Non volevo offenderti, o quant'altro. Ho fatto quella domanda solo per curiosità, nulla di più. Scusami. "disse dolce il ragazzo. Apprezzai quel gesto.

"E poi ho sentito che anche a lui, piaci." continuò lui. Strabuzzai gli occhi.

Gli piacevo?

"Davvero?" chiesero Ana e Jessica all'unisono. Il ragazzo annuì.

"Dai, venite." disse poi il ragazzo cominciando ad attraversare la strada. Noi lo seguimmo.

Dopo che noi arrivammo in piazza, insieme ad gli altri ragazzi, ci mettemmo a parlare del più e del meno prima che loro se ne andarono.
Appena svoltarono l'angolo io, Jessica ed Ana ci mettemmo ad urlare ed a saltare dalla felicità.
Qualcuno dei ragazzi tornò pure indietro per capire da dove venisse tutto quel fracasso, ma lo ignorammo.
Io ero felicissima.
Insomma, gli piacevo!
Ma nonostante la mia felicità per la notizia, non facevo altro che pensare ad una potenziale presa in giro.

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Capitolo 4
*** "Che importa, troveremo un modo" ***


Quando arrivammo a casa mia ci mettemmo velocemente dei pigiami e ci posizionammo sul letto, sotto le coperte.
Nonostante fosse Giugno non faceva ancora tutto quel caldo di cui vantava la mia città.
Non facevo altro che pensare ad Alex.
Al modo in cui mi aveva guardata, alle sue labbra che se non fosse stato per quei pochi millimimetri sarebbero state sulle mie. Alle sue mani che avevano preso le mie, e che cercavano di tener fermo il mio viso.
Istintivamente portai la mia mano destra sul punto in cui Alex aveva poggiato la sua.
Non laverò mai più questa parte della faccia. , mi ritrovai a pensare. Ma ero cosciente del fatto che il giorno dopo mi sarei fatta una doccia, eliminando le sue tracce dal mio viso, ma non dal mio cuore.

"Guardate, la piccola, innamorata, Vittoria." disse Jessica con una voce buffa.

Presi il cuscino e glielo buttai in faccia.

"Non sono innamorata!" dissi io ridendo.

"No, certo che non lo sei. No, no." disse Ana ironicamente.

Feci una smorfia, prima di abbandonarmi sul letto, aprendo braccia e gambe.
Ero consapevole di star sopra ad Ana e Jessica ma, che dire, erano comode.

"Sono felice." dissi io, con aria sognante.

"Non l'avevamo capito." disse Jessica ridendo.

"E se è online su Facebook?" chiesi io alzandomi di scatto ed andando vicino al computer, -già acceso- ed accedendo al mio account .

"Che ti cambia? Tanto comunque non ci parli." disse Ana sbuffando.

"Vero." risposi io,vedendo tra le persone online.

"Niente da fare, è offline." dissi io alzando le spalle e chiudendo il computer.

"Pazienza." disse Jessica.

Continuammo a parlare, ma non restistettimo tanto che crollammo in un sonno profondo.

Il giorno seguente.

Mi svegliai pian piano, accecata dalla luce che penetrava dalla finestra.
Mi guardai attorno, Jessica stava dormendo, ed Ana non era nel letto. Supposi fosse in bagno, quindi mi alzai e andai a bussare alla porta chiusa del bagno.

"Chi e?"

"Sono Victoria, posso entrare?"

"Certo".

Una volta ricevuto il suo permesso entrai in bagno, vedendola mentre si lavava le mani.

"Che ore sono?" le chiesi io.

"Le nove." mi rispose lei mentre si asciugava le mani.

Tornammo in camera e decidemmo di svegliare Jessica.
Cominciai a darle continui baci sulla guancia, ma ancora non si svegliò.

"Fa fare a me." disse Ana alzando le sopracciglia ed abbassandole, facendomi ridere.

"Jessica.." la chiamò Ana, scuotendola leggermente.

"Jessica..." la chiamò ancora più forte, ma nulla.

"Jessica!!" urlò Ana, facendo svegliare Jessica definitivamente.

"Ma che cazz...potevate essere più delicate!" esclamò Jessica stropicciandosi gli occhi.

Io ed Ana ridemmo, consapevoli del fatto che all'inizio eravamo state più che delicate.
"Andiamo a fare colazione?" domandò Jessica.

Andammo a fare colazione, con del semplice pane e nutella.

"Oggi usciamo?" chiesi io.

Jessica e Ana si guardarono con gli occhi strabuzzati, e la ragione non mi era sconosciuta.
In effetti avevano ragione a guardarsi in quel modo: io non uscivo mai. O meglio, non volevo mai uscire.
Ma quella sera c'era una ragione ben precisa per cui uscire: potevo incontrare Alex, e la cosa non mi sarebbe dispiaciuta affatto.

"Ehm..okay." risposero le altre tornando in camera mia.

Feci un sorriso enorme, prima di abbracciarle entrambe.
Ebbene sì, ero innamorata.
Completamente, pazzamente, follemente innamorata.
Continui flashback della sera prima riempivano la mia mente. Se si fosse ripresentata l'occasione l'avrei colta, eccome se lo avrei fatto.

"Beh, e dove vuoi andare?" chiese Jessica.

"Non lo so, in giro..di solito Alex va in piazza quindi potremmo.." pensai, come quasi sempre, ad alta voce.

"Ah, ecco perché!" risero. "Beh, direi di cominciare a prepararci, voglio scendere alle sei e ritirarmi minimo verso le undici." disse Jess.

Cominciammo così a farci docce e shampoo, e poi scegliemmo cosa mettere.
Si fecero così le sei e mezza, orario perfetto per scendere.

"Dai Ana, scendiamo!" dissi io.

"Si si ho quasi finito...fatto!" esclamò poi, uscendo dal bagno.

"Ma cosa stavi facendo?" chiese Jessica.

"Stavo mettendo il mascara, scusate" disse sorridendo.

Alzammo gli occhi al cielo, per poi ridere.

"Dai, andiamo" dissi elettrizzata.

Scendemmo le poche scale che si presentarono e cominciammo a camminare.
Ormai ogni volta che scendevamo facevamo sempre la stessa strada, quindi non c'era neanche bisogno di parlarci e decidere dove andare.
Guardai il cellulare, e quando alzai lo sguardo vidi un gruppo di ragazzi arrivare.

"Oh, cavolo. Ragazze c'è Alex? Oddio. " cominciai ad agitarmi.

"Si! Eccolo, dai andiamoci incontro!" disse Ana cominciando ad aggiustarsi i capelli già in ordine.

"No, no ragazze...torniamo indietro! Non fa niente, non lo voglio vedere.." cominciai a balbettare, ed indietreggiare.

"Eh no cara, ora ci andiamo!" disse Jessica prendendomi sotto braccio per non lasciarmi scappare.

Intando il gruppo, che stava camminando nella nostra direzione, si stava avvicinando.

"Victoria, ora stai calma, respira, respira. Si stanno avvicinando, non fare altre figure di merda. Per favore." m'implorò Ana, avvicinandosi a me.

Feci dei respiri profondi, prima di ricominciare a camminare normalmente.
Volsi lo sguardo al gruppo, che era solo a qualche metro di distanza, e notai che Alex mi stava guardando. Distolsi immediatamente lo sguardo, diventando del colore delle mie Converse: rosse.

"Viky, non per peggiorare la situazione, ma ti sta fissando come se ti volesse mangiare. In tutti e due i sensi. " disse Ana, per poi ridere alla fine della frase.

"Sei sempre la solita, Ana." risi. "E comunque non sta guardando me..."

"Si, infatti sta ammirando la mia, di bellezza." disse ancora, beccandosi un'occhiataccia da me.

"Hey, Victoria!" mi salutò Alex, avvicinandosi a me. Oh, cavolo.

"Ehm..ecco io.."

"Ciao, Alex, felice che tu ci abbia salutate!"mi salvò il culo, Ana.

"Oh ehm, scusate ragazze. Ciao." disse imbarazzato, per poi rivolgere lo sguardo a me.

"Come stai?" mi chiese, sorrisi.

"B-bene. E tu?" sembrava una di quelle conversazioni demenziali di Facebook.

"Bene." ci mancava solo che ora chiedesse "cosa fai?". "Dove stavi,ehm, stavate andando?"

"Boh, stavamo fancendo un semplice giro." dissi io, alzando le spalle.

"Perché non vi unite a noi?" chiese sorridendo.

No, aspetta. Mi aveva appena chiesto di uscire con lui?
Non in modo diretto, ma lo aveva fatto..credo.
Spero.
Guardai le ragazze, che, dietro Alex, stavano annuendo con forza e alzando i pollici.

"Credo di intuire che vada bene." dissi io ridendo, guardando le ragazze che si ridavano un contegno.

"Perfetto. Stavamo andando in villa." disse Alex, cominciando a camminare.

"Ma tra poco chiude..." osservò Jessica.

"E allora?" chiese un'amico di Alex, di cui non sapevo il nome.

"Ci faranno uscire, se devono chiudere." spiegò Ana.

"E chi ti dice che usciremo?" disse Alex, alzando le sopracciglia.

"Intendi dire che...e come faremo ad uscire?" domandai io.

"Che importa, troveremo un modo." rispose semplicemente Alex.

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Capitolo 5
*** Irrigatori. ***





"Intendi dire che...e come faremo ad uscire?" domandai io.

"Che importa, troveremo un modo." rispose semplicemente Alex.

Continuammo a camminare fino alla villa.
Ero nervosa, non avevo mai fatto qualcosa di simile. Ero sempre stata la ragazza che si teneva fuori dai guai.
Credo che anche Ana e Jessica siano molto nervose, ma non lo danno affatto a vedere. Non come me, che sono quasi un libro aperto, per certe cose.

"Siamo arrivati." disse un'amico di Alex.

"Ah, che stupido, dimenticavo. Ragazzi, loro sono Victoria, come avrete intuito, Ana e Jessica. Ragazze, loro Sono Cory, Scott, Paul, Sebastian e Austin." disse Alex presentandoci tutti.

Io e le ragazze facemmo solo degli cenni con la testa, cosa che poi fecero anche gli altri.

"Ragazzi, mancano venti minuti alla chiusura." disse Scott, se non sbaglio.

"Facciamo in fretta, allora." disse Alex camminando più velocemente.

Una volta entrati nella villa facemmo una veloce corsa per andare nel punto più lontano, dove di solito non andava nessuno. Quella villa era davvero enorme. Poco dopo vedemmo dei carabinieri dire alle persone di uscire, ma non vennero nel punto dove stavamo noi.
Ancora dopo, vennero dei controllori a, appunto, controllare che fossero davvero tutti usciti. Noi ci nascondemmo per bene dietro alcune piante.

"Cazzo, si sta avvicinando ancora." disse Austin.

"Fatevi più dietro." sussurrò Sebastian.

Facemmo quello che ci aveva detto Sebastian ed indietreggiammo fino a toccare il muro.
Andando verso il muro, però, avevo calpestato un piccolo ramoscello ed ora la torcia del controllore era puntata su di un punto molto più che vicino a noi.

"C'è qualcuno?" chiese stupidamente il controllore. "Se c'è qualcuno, la villa è chiusa. Dovete uscire." continuò.

I ragazzi non accennarono a muoversi e, di conseguenza, nemmeno noi.
Quando finalmente il controllore se ne andò, lasciandoci soli in tutta la villa, uscimmo allo scoperto, facendo però comunque attenzione.

"Chi ha calpestato il ramoscello?!" chiese furioso Alex.

Alzai timidamente la mano, timorosa.
Quando Alex mi guardò il suo sguardo divenne più dolce.

"Solo, sta attenta. Avrebbero potuto scoprirci, okay?" chiese, ancora dolce.

I ragazzi lo guardavano sorpresi.
Perché? In fondo era stato gentile.

"Okay, scusate." dissi, timidamente. Lui mi sorrise, e non potei fare a meno di ricambiare il sorriso.

"Quindi, che facciamo?" chiese Ana, interrompendo il nostro momento.

"Non lo so, che volete fare?" chiese Cory.

"Giochiamo a quel gioco...come si chiama..obbligo o verità, qualcosa del genere.." tentò Paul.

"Quel gioco cretino? Ci sto." disse Scott, ridendo.

"Volete giocare?" chiese Alex, a noi. Noi tre ci guardammo, per poi annuire.

Inutile dire che il gioco proseguì con baci, abbracci, e cose imbarazzanti da fare.
Rimasi spiazzata quando ad Alex fu ordinato di baciare, a timbro sulla bocca, sia Ana che Jessica. Loro ovviamente non potevano obbiettare, altrimenti si sarebbe capito che il motivo per cui lo facevano ero io.
Non dovevo avercela con loro, non avevano fatto nulla di male, ma non riuscivo a respingere quel senso di rabbia che avevo. Sarà forse Gelosia?

"Victoria? Victoria ci sei?" qualcuno mi sbattè le mani davanti il viso.

"S-si. Che c'è?" dissi, per poi realizzare che era stato Austin a battermi le mani davanti alla faccia.

"Alex deve baciarti." disse Jess.

Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva.

"Per l'obbligo." precisò Ana, anche se era ovvio.

Alex si avvicinò a me, e ci alzammo. Volsi lo sguardo agli altri che ci stavano tutti osservando, e il respiro venne a mancare, di nuovo.
Alex sembrò capire perfettamente la situazione.

"Andiamo altrove." mi sussurrò, prima di prendere la mia mano e portarmi in mezzo al prato verde.

Mi sorrise dolcemente, prima di avvicinarsi e prendere il mio viso tra le sue grandi mani. Mi baciò.
Fu un bacio casto, e breve.

"Sai, è da tanto che volevo farlo." mi sussurrò.

Il mio cuore smise di battere per qualche attimo, per poi ricominciare a battere più forte che mai.
Sorrise, e gli sorrisi anche io.
Stavolta, fui io a prendere l'iniziativa, e mi alzai leggermente sulle punte per poi baciarlo.
Ci lasciammo guidare da quel bacio. Fu dolce ma passionale, il mio bacio perfetto. Insieme a lui.
Misi una mano sul suo viso, e l'altra tra i suoi morbidi capelli neri.
Dopo pochi minuti, sentii delle gocce cadere sulla mia testa. Alzai la testa, cosa che fece anche Alex.
Avevano acceso gli irrigatori.
Risi lievemente, transcinando anche Alex in una risata.
Circondò il mio bacino con le sue braccia, e mi avvicinò nuovamente a lui.
Continuammo a baciarci, sotto quella che sembrava quasi pioggia.


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Capitolo 6
*** Al settimo cielo. ***


Dopo che ci staccammo, gli sorrisi. Il mio fu un sorriso a trentadue denti, ne ero sicura.
Lui ricambiò il grande sorriso, e dopo mi abbracciò.

"Mi piaci, Victoria." mi disse Alex, guardandomi poi negli occhi.

Il mio cuore smise di battere per quelli che sembravano secoli, per poi riprendere a battere con tutta la forza di cui era capace.
Non potevo credere che mi avesse appena confessato di piacergli, quasi non mi sembrava vero.
Avevo aspettato da così tanto questo momento che, ora che è arrivato, mi sembra tutto un sogno.
Mi diedi, di nascosto, un pizzicotto sul braccio, per verificare che tutto questo fosse vero, e non uno di quei miei sogni in cui immagino questa scena all'infinito.
I risultati del pizzicotto però non furono molti; soltanto un lieve dolore al braccio.
Tornai a guardarlo negli occhi, e lo sorpresi a fissarmi ancora.

"Anche..anche tu mi piaci" dissi con un po' di difficoltà, con voce bassissima. Tanto che mi aspettavo che lui non avesse sentito, ma lui aveva sentito benissimo.
"Dici sul serio?" mi chiese, con una strana luce negli occhi.

"Si."

Lui sorrise, e mi coinvolse in un nuovo bacio pieno di passione e...amore? Probabilmente era troppo presto per quello, ma ci si avvicinava moltissimo.
Quando ci staccammo trovammo tutti i ragazzi davanti a noi, un po' sorpresi.

"Ma quanto ci vuole a baciare una persona? Saranno passati come minimo venti minuti!" disse Scott, un'amico di Alex.

Noi ci staccammo totalmente, imbarazzati come non mai.
Tornammo al punto in cui stavamo prima, e guardai l'ora. Era quasi mezzanotte.
Sbadigliai, e a ruota mi seguirono Ana e Jessica.


"Avete sonno?" chiese Alex.

Tutti annuirono.

"Mi sembra ovvio che non possiamo uscire da qui, quindi credo proprio che ci addormenteremo qui." continuò Alex.

Io, Ana e Jessica strabuzzammo gli occhi.

"Dormire qui? Sei pazzo?!" scattò Ana.

"Perché dovrei esserlo?"

"Sai quanti insetti ci sono, qui? Che schifo!" rispose con lo stesso tono di prima Ana.

"Beh, Ana, dovrai accontentarti. Non ci sono molte soluzioni." disse Paul, un altro amico di Alex.

"Evabene." disse sbuffando Ana, cominciando a togliersi la giacca e metterla per terra, per poi stendersi sopra.

Io mi posizionai vicino a Jessica, visto che vicino ad Ana c'era Scott, l'amico di Alex.
Vicino a me, però, venne Alex. Ero sorpresa da quel gesto, non mi aspettavo mica che avremmo dormito insieme!
Mi domandai mentalmente cos'eravamo, ora. I ragazzi ci avevano interrotti, quindi non avevamo avuto modo di chiarire la situazione.
Entrambi ci eravamo dichiarati ma nessuno dei due aveva fatto il passo che realmente andava fatto.
Pazienza, pensai. Forse avremmo potuto avere un'altra occasione, un altro giorno.
Mi addormentai con questo pensiero.

Un leggero rumore mi fece svegliare.
Aprii gli occhi, intorpiditi dal sonno. Guardai il cielo, ancora per la maggior parte buio.
Presi il cellualare, e vidi che erano le quattro del mattino.
Guardai alla mia destra, dove c'era Jessica che dormiva beatamente e, vicino a lei, Ana, che dormiva fin troppo vicina a quello Scott. Forse l'indomani avrebbe dovuto informarci di qualcosa...
Poi guardai alla mia sinistra, dove sorpresi Alex fissarmi.

"Come mai sei sveglio?" sussurrai io, per non svegliare gli altri.

"Ho sentito un piccolo rumore, e mi sono svegliato." rispose lui, abbassando la voce.

"Già, anche io." dissi, anche se realmente non me lo aveva chiesto.

"Victoria, prima che c'interrompessero, volevo chiederti se volevi..."

Alex improvvisamente s'interruppe, sentendo Paul muoversi nel sonno, per paura di svegliarlo.

"Continua.." dissi io, impaziente di sentire quella domanda.

"Volevo chiederti se volevi essere la mia...si, la mia ragazza.." disse, abbassando di un po' troppo la voce, ma fortunatamente lo sentii benissimo.

"Si, Alex, si." dissi io sorridendo.

Mi sentivo al settimo cielo.
Lui si avvicinò piano, e mi baciò.
Sentimmo di nuovo il suo amico Paul muoversi nel sonno, e ci staccammo immediatamente e tornammo nelle nostre posizioni per dormire.
Ci sorridemmo a vicenda, prima di mimare con le labbra la parola "buonanotte".


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