Medioevo di angel15 (/viewuser.php?uid=24896)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno: Il ramingo ***
Capitolo 2: *** Il bambino ***
Capitolo 3: *** Lyasise ***
Capitolo 4: *** La leggenda ***
Capitolo 5: *** Il rapimento ***
Capitolo 6: *** Passato, presente e futuro ***
Capitolo 7: *** La fattoria ***
Capitolo 8: *** Progetti ***
Capitolo 9: *** Tentativo di salvataggio ***
Capitolo 10: *** Partenze e arrivi ***
Capitolo 11: *** Legami di famiglia ***
Capitolo 12: *** Enlil ***
Capitolo 13: *** Il monte Grettier ***
Capitolo 14: *** Oro puro, viola intenso ***
Capitolo 15: *** Una casa, una famiglia, un lieto fine ***
Capitolo 1 *** Capitolo uno: Il ramingo ***
Capitolo uno
Il ramingo
Gli zoccoli rumoreggiavano sul selciato.
I cavalli nitrivano innervositi. Anche colui che cavalcava scrutava il
paesaggio con circospezione. I capelli biondi del cavaliere erano mossi
dalla brezza invernale. Il tempo non era dei migliori, si disse il
cavaliere. Tra poco avrebbe nevicato.
Proseguì per il sentiero, ascoltando il fruscio portato dal
vento.
Ancora qualche istante, e poi, finalmente, comparve l’aurora
dalle dita rosate, illuminando il cielo debolmente.
Il cavaliere socchiuse gli occhi e percepì
l’imponenza del portone d’ingresso del villaggio di
Chiarella. Lì avrebbe dovuto fare scorta di cibo,
rifletté il giovane. Ma, non appena giunse di fronte
all’ingresso del paese, si bloccò. I forti e i
robusti battenti erano stati scardinati e il villaggio pareva deserto.
Il cavaliere incitò il destriero a proseguire, appoggiando
la mano sull’elsa della spada.
Poi dei passi. I primi leggeri e rapidi, i secondi più
pesanti e rumorosi.
Una figura sfrecciò di fianco allo stallone del cavaliere.
Il biondo si chinò ad una velocità sorprendente,
cinse la vita della figurina e sollevò il corpicino di un
bambino, il quale cacciò uno strillo dalla sorpresa.
I secondi passi si avvicinarono. Il piccolo afferrò la
tunica del cavaliere, il cui nome era Sanzo, e vi affondò il
visetto sporco.
Sanzo era troppo impegnato a scrutare le sagome che si stagliavano di
fronte a lui per non accorgersi subito del gesto del bambino. Lo
allontanò bruscamente. Il piccolo lo fissò,
sbalordito.
E Sanzo si impietrì. Occhi dorati. Osservò il
piccolo più attentamente e scorse un diadema dorato cingere
la fronte del bimbo.
Il cavaliere distolse lo sguardo a fatica e osservò i due
energumeni dinnanzi a lui.
Uno dei due parlò:
- Ci perdoni signore, ma quel moccioso ci
appartiene. Ha offeso gravemente il nostro signore, il principe Shien.-
Sanzo sobbalzò impercettibilmente a sentir pronunciare quel
nome. Tutti sapevano che Shien non aveva sangue reale nelle vene, ma
discendeva da una delle famiglie più nobili del paese.
Quando il vero principe era stato esiliato, Shien aveva preso posto al
trono col padre.
- E quale sarebbe l’offesa?-
chiese indifferente il biondino.
Non aveva problemi a consegnare il bambino, infatti aveva
già cercato di farlo smontare, ma il piccolo scalciava
incredibilmente forte.
- Non le è dato saperlo,
civile!- rispose l’energumeno.
Sanzo si immobilizzò. Nessuno poteva rivolgersi
così a lui.
- Prego?- chiese freddamente.
- Questi sono affari di stati,
cavaliere.- rispose ghignando la guardia.
Sanzo, che ancora cercava di spingere il piccolo giù dal
cavallo, lasciò la presa e scese di sella. Il bimbo lo vide,
coi suoi occhi dorati, prendere la spada e avvicinarsi minaccioso ai
due energumeni.
- Le uniche persone che mi si sono
rivolte così sono state due.
Una, il giorno dopo, è stata ritrovata morta, gettata in un
mucchio di letame, l’altra non è stata mai
più rinvenuta.- annunciò Sanzo.
Il bimbo, alle sue spalle, spalancò gli occhi sorpreso e
trattenne un sorriso.
Ma il suo entusiasmo si spense subito. Il cavaliere, con uno scatto, si
era portato vicino le due guardie e, con un gesti rapidi ed eleganti,
aveva ferito gravemente i due uomini, rimasti pietrificati per la
sorpresa. Il piccolo emise un gemito di spavento quando, infine, Sanzo
pose fine alla loro vita con due fendenti precisi, calcolati ma
improvvisi.
I due non fecero neanche in tempo a tirare fuori la loro lama per
difendersi, che già giacevano in terra, nella polvere.
Sanzo si voltò a guardare il bambino, che durante lo scontro
(se si può definire tale) era rimasto in groppa al cavallo.
Il piccolo tremò, ma sostenne il suo sguardo, ricambiandolo
con due grandi occhi dorati e lucidi.
Il cavaliere si avvicinò, seguito dallo sguardo del
ragazzino. In seguito gli ordinò di scendere.
Il bimbo scivolò a terra e scrutò il giovane dal
basso verso l’alto.
Poi allungò una mano e col ditino indicò i
capelli del suo salvatore.
- Risplendono come il sole- disse, e
sorrise.
“Il sole?” quella semplice, comune, banale parola
risuonò nella sua testa per diversi minuti.
- Tsk! Ora direi che sia il caso che tu
torni dai tuoi familiari…-iniziò Sanzo,
rinfoderando la spada.
- Ma… -
- Io non ho tempo da perdere con i
bambini!- affermò Sanzo, con un tono che non ammetteva
repliche.
Il piccolo non rispose, e si limitò ad afferrarlo per il
mantello.
Il biondo si voltò, innervosito e seccato, e
schiaffeggiò la candida manina.
Il bambino la staccò di scatto, sorpreso, con le lacrime
sulle soglie dei suoi occhi dorati. Il cavaliere spostò lo
sguardo e si affrettò a salire in groppa allo stallone.
- No… per favore, non andare
via… non lasciarmi solo…- lo pregò il
cucciolo.
- Io… ho sempre vissuto da
solo – ribatté Sanzo. E spronò il
cavallo al galoppo.
Il ragazzino lo osservò allontanarsi. Le lacrime, dopo
essere state trattenute troppo a lungo, scesero copiose, rigando quel
viso dolce e infantile, dai tratti immaturi.
“Perché… perché? Forse
questo è il mio destino…restare, vivere, morire
completamente solo…”
Il piccolo si osservò le manine e si accorse del pezzetto di
stoffa del mantello di quel cavaliere, dai capelli dorati e splendenti
come il sole,che gli si era incastrato tra le dita.
Senza pensarci di più, si incamminò sul sentiero
percorso poco fa dal ramingo.
E mentre il sole sorgeva alto nel cielo, un sorriso illuminò
il visetto del bimbo, infondendo, non si sa come, calore
all’atmosfera di quel gelido inverno.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Il bambino ***
Grazie mille per i commenti!! ^^ Ecco il seguito...
Capitolo due
Il bambino
Sanzo procedeva verso la città fortificata di Lyasise, perso
nei suoi pensieri.
Non si era neanche preoccupato di chiedere a quel ragazzino
perché due soldati lo stessero inseguendo.
Inoltre aveva evitato di entrare a Chiarella non solo per il
fatto che il villaggio fosse disabitato, ma anche perché
aveva percepito quell’odore acre di sangue.
Il destriero sbuffò. Sanzo alzò lo sguardo. Erano
giunti a una locanda di passaggio. Lyasise era ancora distante e
avevano cavalcato tutto il giorno. Il biondo scese di sella e decise di
fermarsi per la notte. Lasciò il cavallo allo stalliere
della locanda ed entrò.
La taverna era vuota, ma l’aria era ancora densa di fumo e
bevande alcoliche. Si avvicinò al bancone, dietro al quale
stava un giovane dai lunghi capelli rossi, raccolti in una coda,
intento ad asciugare i boccali di birra.
- Posso aiutarvi?- chiese il giovane,
squadrando il biondo da capo a piedi e intuendo subito la sua
identità. Si capiva lontano un miglio che Sanzo fosse un
ramingo.
- Cerco una stanza singola per passare la
notte…-
- Una notte…
tranquilla…?- chiese l’oste, ammiccando.
- Che vuoi dire?- chiese gelido Sanzo.
- Che abbiamo qualche servizio
extra… solo qualche danaro in più…-
- Se non la finisci di dire cavolate, te
lo do io l’extra…- disse Sanzo, accarezzando
lievemente l’elsa della spada.
- Va bene, va bene! D’accordo!
Ecco la chiave! Buona nottata tranquilla, signore!- si
affrettò a rispondere il giovane dai capelli rossi, agitando
le mani convulsamente.
Sanzo non si degnò neanche di ribattere, afferrò
la chiave e prese a salire le scale. Giunto nella camera, si stese sul
letto, addirittura senza togliersi dalla cintura la spada. Egli dormiva
sempre con l’arma al fianco.
Chiuse gli occhi, nella speranza di riuscire a sprofondare in un sonno
profondo e senza incubi a tormentarlo.
Il piccolo pervenne stremato di fronte alla locanda. Si doveva fermare?
O il cavaliere aveva proseguito fino ad arrivare alla città?
Non ebbe il tempo di pensarci perché vide la porta aprirsi
di scatto, con rabbia.
Un uomo stava sulla soglia, lo sguardo rivolto all’interno
dell’osteria.
- Sono stufo del vostro gioco sporco! Se
ottengo una cosa, la voglio tenere in seguito, è chiaro??-
- Non è certo colpa mia-
ribatté una voce dall’interno – hai
perso e ora ti tocca cedermi il premio!-
- Scordatelo!- grugnì
l’uomo, fece per voltarsi e andarsene , ma, sotto lo sguardo
stupito e terrorizzato del bimbo, il poveretto fu trapassato da parte a
parte da un pugnale.
L’uomo boccheggiò, sputando sangue, mentre il
cucciolo tratteneva a fatica un urlo. Il corpo cadde a terra, ai piedi
del bambino.
Subito sulla porta comparve l’assassino, che stringeva
convulsamente un pugnale. Era così intento a frugare nella
casacca della vittima, che non si accorse dell’unico
testimone, finché questi non singhiozzò.
L’assassino alzò lo sguardo e incrociò
i bagnati occhi dorati del ragazzino. Il bimbo arretrò di un
passo, ma l’uomo fu più rapido e lo
afferrò per un braccio, tirandolo a sé.
Il piccolo strillò e cercò di divincolarsi dalla
forte stretta.
- I mocciosi come te non dovrebbero
girovagare a quest’ora di notte!- affermò
l’uomo, irritato.
- M.. mi lasci andare…la
prego…non mi faccia del male…-
balbettò il bimbetto, continuando a cercare di sfuggire alla
morsa di quel pazzo.
- Zitto!- sbraitò.
Girò il bimbo e, stringendolo fra le braccia, gli
tappò la bocca con una mano.
- Accidenti… e adesso che
faccio..?- l’uomo stava velocemente perdendo la calma. Il
piccolo strinse gli occhi e trattenne un conato di vomito. La mano di
quell’uomo puzzava terribilmente di sangue. Tremò
leggermente. Cosa gli avrebbe fatto quell’individuo? Stava
praticamente perdendo la ragione…
- Che faccio? Che faccio? Maledetto
marmocchio, se tu non fossi mai nato…-
Ecco. Raggiunta la soglia della follia. L’uomo
sollevò il pugnale.
Il piccolo urlò, ma ne uscì solo un
mugolio, a causa della mano premuta sulla sua bocca.
- Hai fatto sicuramente la scelta
sbagliata, figliolo.- disse una voce pacata.
- C..cosa?- l’uomo si
bloccò e si voltò. “ Un altro
testimone?!”
- Lascia il bambino, per favore. Non fare
azioni di cui in seguito potresti pentirtene!- continuò il
nuovo arrivato.
- E tu chi diavolo sei per dirmi cosa
fare??-
- Oh! Vi prego non pronunciate il
Diavolo! Il mio nome è Hakkai e sono un predicatore
errante!- si presentò lo sconosciuto.
Il bambino si voltò quanto bastava per vedere un giovane
uomo, vestito con una lunga tonaca nera. Gli occhi, color verde come lo
smeraldo, lo guardavano e tentavano di tranquillizzarlo.
- Ora, la prego! In nome del Signore,
lasci il bambino. So che può farlo! Se lei chiede perdono,
il Signore la perdonerà.- tentò di condircelo
Hakkai.
- E come la metti con la giustizia,
idiota?- urlò l’uomo, stringendo ancora
più forte il corpicino, come se fosse uno scudo. Per fortuna
del bimbo, almeno tolse la sua tozza mano dalla piccola bocca, che si
aprì subito per inalare profondi respiri.
- Ora, sciocco, sarò costretto
a uccidere anche te!- affermò l’assassino.
- Non credo proprio, IDIOTA! Finiscila di
fare baccano!!! Mi stai irritando!-
Il piccolo sobbalzò. Riconosceva quella voce.
L’aveva seguita tanto a lungo e, a causa di questa
disavventura, si era dimenticato il motivo per cui era finito nei guai.
Per seguire il sole.
Sanzo aveva sentito casino proprio sotto la sua finestra, ma aveva
sperato che il frastuono si spegnesse, prima o poi. Sperava proprio di
non dover intervenire, per il semplice fatto che sarebbe dovuto
scendere dal letto e suonarle a qualcuno, con il gelido vento della
notte che gli avrebbe sferzato il viso. Ora, però, era
sbalordito nel vedere il bambino, che oggi stesso aveva salvato e poi
scacciato, davanti a lui, che lo guardava con uno
sguardo…d’adorazione?
“ Che stupido! Mi conosce solo da stamattina e già
mi saltella dietro come una scimmia! Solo che almeno le scimmie non
sono tanto stupide da cacciarsi così facilmente nei
guai!” pensò Sanzo.
Velocemente sfilò la spada dal fodero. L’assassino
se ne accorse e reagì prontamente. Puntò il
pugnale alla gola del ragazzino, che sussultò nel sentire la
lama fredda e affilata poggiare sul suo collo. Sembrava quasi lo
volesse accarezzare. Ma se la lama si fosse avvicinata di
più avrebbe lasciato una carezza un po’ dolorosa.
- Non vi avvicinate! Non
esiterò a sgozzarlo!!- urlò il pazzo, oramai sul
punto di esplodere.
- No la prego! Il Signore non la
perdonerà per questo…-
- Cosa vuoi che me ne importi?-
Il tono gelido del biondino schiaffeggiò il piccolo, che
scosso guardò il ramingo come se fosse uno spettro.
- Tu…Tu menti!!!-
urlò l’uomo.
- Affatto.-
Il bimbo, troppo sbigottito e triste a causa della risposta del
cavaliere, prese a singhiozzare.
L’assassino sobbalzò, sorpreso. Sanzo, non
l’avrebbe mai ammesso, ma sentì come una stretta
al cuore. Il suo sguardo, però, rimase indifferente.
“Guarda cosa hai fatto..”
Con uno scatto veloce, prima che l’uomo se ne accorgesse,
conficcò la spada nel torace dell’assassino, che
lasciò la presa sul ragazzino, e cadde a terra come un peso
morto. Il bimbo si accasciò e, sorpreso, alzò lo
sguardo sul biondo, che lo ricambiò freddo.
- Stupido!- disse solo il cavaliere,
dopodiché si allontanò per riprendere la spada.
- Tutto bene?- Hakkai sollevò
gentilmente il piccolo.
- S.. sì – rispose
il bimbetto, asciugandosi le lacrime con i piccolo polsi.
- Bene!-
- Tutto bene, qui??- il giovane rosso,
che poco fa aveva servito Sanzo, uscì frettoloso dalla
locanda e si avvicinò ad Hakkai.
- Certo! Il Signore ci ha protetti!-
rispose Hakkai.
- Oh sì! Il signor Sanzo ci ha
protetti!- affermò il piccolo, ripresosi un pochino.
- Non intendevo quel tipo di signore,
piccolo…- disse Hakkai, alquanto imbarazzato.
- Ma allora quel pazzo fulminato dai
capelli biondi ha ucciso questi clienti!!- esclamò il
giovane dai capelli rossi.
- No si sbaglia! Il signor Sanzo ha
ucciso l’assassino di quel cliente in nome della giustizia!-
affermò Hakkai solenne.
- No!!- ribatté Sanzo.
– In nome di una bella dormita!!!-
- Beh signore non l’ho ancora
ringraziata e volevo complimentarmi per…- disse Hakkai.
Ma Sanzo non lo ascoltava. Aveva già preso a salire le
scale, verso la sua camera. Il bambino gli sgattaiolò dietro.
“ Oh per tutte le donne!” pensò il
giovane oste “Ora sono rimasto solo con questo sfigato, dal
sorriso da ebete!!”
- Ehm…- disse –
Posso offrirti qualcosa?-
- Che vuoi? Perché cavolo
continui a seguirmi?- chiese il biondo fermandosi sulle scale e
voltandosi verso il bambino.
- Non so…- rispose il
ragazzino, sincero.
Sanzo sbuffò. Restò un attimo in silenzio,
poi…
- Qual è il tuo nome?- chiese.
Il bimbo si illuminò in volto e sorrise, felice.
- Goku! Son Goku!!-
- Non dirlo con
quell’espressione idiota sulla faccia..-
- E che sono contento che tu me
l’abbia chiesto…- ammise Goku, con un sorrisino
timido e innocente.
- E ora cosa pensi di fare? Non crederai
che io ti porti con te?! Vero?- chiese Sanzo.
Goku abbassò lo sguardo.
- Tsk! Scordatelo!-
- Ti prego!-
Sanzo si bloccò. Quella scimmia piangeva di continuo! I suoi
occhi color ametista incontrarono due pozzi dorati, colmi di lacrime.
- Ti prego!- ripeté il bambino
– Non lasciarmi solo ancora…-
- I tuoi genitori sono morti, vero?-
Goku lo fissò sbigottito.
- …- non rispose.
- Tsk!-
- Perché hanno attaccato il
tuo villaggio? Perché tu vieni da Chiarella, vero?-
continuò gelido Sanzo.
- Sì, Chiarella…non
so perché l’abbiano fatto…-
il piccolo abbassò lo sguardo.
- Fatti dare da quel pervertito di un
locandiere una coperta, poi raggiungimi nella mia stanza.- disse Sanzo,
inaspettatamente.
Goku lo fissò. Poi trattenne un grido di gioia.
- Sbrigati! Prima che cambi idea!!-
sbottò Sanzo, scocciato.
Il piccolo schizzò via.
“ Agile come una scimmia…”
pensò il biondo.
Aggiornerò il prima possibile!! Grazie a chi commenta o
anche solo a chi legge...^^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Lyasise ***
Grazie a tutti per i commenti!! ^^
x Temari: Vero, è proprio da Sanzo! Ho prestato molta
attenzione al carattere del bonzo. Anche se cambia ruolo, vorrei che
tenga il proprio modo di fare gelido e severo che tanto lo
caratterizza...Spero di riuscire nell'intento!! ^^
x Azrael: Grazie mille per i complimenti!!! " me imbarazzata.." Sono
felice che la storia ti piaccia e vedrò di aggiornare il
prima possibile, in seguito...
x Krikka86 : Grazie mille anche a te per il commento!! Ti rispondo
subito: Sanzo ha 23 anni, Gojyo e Hakkai 22, mentre di Goku non so
l'età esatta...Immaginatelo come un bambino di circa 10-9
anni...
Ecco il prossimo capitolo, sperando di riuscire ad aggiornare in
settimana...
Capitolo tre
Lyasise
Sanzo si svegliò a causa della luce del sole che filtrava
dalla finestra e gli illuminava il viso. Rimase un attimo steso,
dopodiché si sollevò. E rimase sorpreso nel
vedere Goku accoccolato sul pavimento e arrotolato in una coperta.
Dormiva ancora, respirando regolarmente e stringendo un lato della
coperta con una manina.
“Che moccioso…” pensò il
cavaliere. Non fece in tempo a svegliarlo, che la porta della camera si
spalancò all’improvviso.
- Tu!!- strillò il giovane
oste, indicando Sanzo con un dito.
- Io – Sanzo lo
guardò indifferente.
- Per colpa tua ho perso il lavoro!! Dopo
quel che è successo ieri sera, il proprietario mi ha
convocato nel retro della locanda e ha affermato che se entro oggi non
ero sparito dalla circolazione, avrebbe chiamato i soldati!- disse il
giovane.
- E dunque?- chiese Sanzo. –
Stai accusando me delle tue disgrazie? Prenditela con questa scimmia e
con te stesso, se non sai tenere a bada una taverna e se i tuoi
“servizi extra” portano la gente a commettere
omicidi!-
Il cavaliere scese dal letto e scosse il bambino con un piede ( privo
di stivale!).
Il piccolo si svegliò, aprendo lentamente le sue iridi
dorate.
- Dobbiamo partire, vedi di darti una
mossa, scimmia!- lo rimproverò Sanzo.
- Uhm?- Goku, ancora addormentato,
arrancò verso il fondo della stanza, dove vi aveva posato la
sua casacca. Se la infilò velocemente e, dopo averla
allacciata al collo, seguì Sanzo al piano di sotto,
strofinandosi gli occhi e barcollando leggermente.
- Ehi un momento!!- il giovane oste li
rincorse. – Vengo anche io qualunque sia la vostra
destinazione!-
- Cosa??? Tu non ti avvicini neanche di
un passo a me!!- Sanzo era fermamente contrario. Aveva sempre viaggiato
da solo e, da un giorno all’altro, doveva portarsi dietro un
moccioso e un pervertito!
- Calma, non serve litigare.-
Sanzo gemette dentro di sé. Ci mancava solo il predicatore a
fargli la predica!
- Io concordo con il signor Gojyo, lei
signor Sanzo le deve un lavoro, dopotutto.- continuò Hakkai,
avvicinandosi e accarezzando affettuosamente i capelli di Goku.
- Dormito bene, piccolo? –
chiese Hakkai.
- Sì! E il mio nome
è Goku.- rispose il bimbo sollevando il capo.
- Sono felice! Ricorda il signore
è con te!-
- Sì! Sanzo ha detto che posso
stare con lui!- esclamò Goku, con tono innocente.
Mentre Hakkai si cingeva a spiegare a Goku
l’identità del Signore per cui lui predicava, e
che non era certo Sanzo, il cavaliere si rivolse a Gojyo.
- Bene pervertito, ma alla prima
città, ovvero Lyasise, ti levi di torno!-
- Non chiamarmi pervertito! E mi
leverò di torno solo quando avrò un lavoro, e di
questi tempi è difficile! Il principe Shien ha acquistato
molte botteghe, in cui fa lavorare solo uomini di fiducia, soprattutto
nelle taverne, perché teme complotti contro di lui e contro
il padre! Ah! Se solo il re Komyo fosse ancora vivo!-
sospirò Gojyo.
Sanzo sobbalzò impercettibilmente. Goyjo non vi fece caso e
si voltò verso Goku e Hakkai.
- Sbrigati Goku, si parte per Lyasise!-
- Che coincidenza!- esclamò
Hakkai- Anch’io vado da quella parte!-
Sanzo gemette, Gojyo si mise le mani fra i capelli, mentre Goku,
ingenuo, sorrise e abbracciò il predicatore,
Ora non era più solo.
- Non vedo perché proprio
questo moccioso debba stare sul cavallo!!- si lamentò Gojyo.
- Perché, hai usato il termine
giusto Gojyo, anche se un po’ dispregiativo…Goku
è un bambino e, come tale, il suo fisico non può
sopportare troppo sforzo…- lo giustificò Hakkai.
- E che mi dici della principessa dai
capelli biondi?-
- Bè , fino a prova contraria,
il cavallo è suo- ragionò Hakkai.
- Non mi sembra un giusto motivo
per…
- Taci!!- il cavaliere interruppe Gojyo
con un ringhio e un’espressione gelida.
- Taci tu! Porti sfiga! Prima mi fai
perdere il lavoro, poi mi costringi a camminare sotto il sole, senza
cedermi mai il posto sul tuo destriero!- si lamentò Gojyo.
- Hai detto bene, pervertito! Il mio
destriero!- lo fulminò Sanzo.
- Hakkai – chiese Goku
innocentemente – Che significa
“pervertito”?-
- Beh… è quella
persona che ha istinti perversi…per esempio il signor Gojyo,
appena avvista una donna…-
- HAKKAI! Non devi svelare tutto quello
che ieri sera ti ho raccontato!!- lo richiamò Gojyo.
- Ti sei confessato con un predicatore?-
chiese Sanzo dall’alto del suo stallone.
- Non è come
sembra…ero sbronzo!- balbettò Gojyo, imbarazzato.
- Che vuol dire
“sbronzo”?- chiese Goku, voltandosi sulla sella,
per incontrare gli occhi di Sanzo, in attesa di una risposta.
- Ma i tuoi genitori non ti hanno
insegnato nulla?- gli rinfacciò Gojyo.
Goku non rispose e abbassò lo sguardo.
Un velo di silenzio chiuse il sipario. Gojyo, alquanto imbarazzato,
spostò lo sguardo altrove.
Hakkai prese a leggere il vangelo che portava sotto il braccio. Sanzo
scrutò il bambino, accucciato davanti a sé.
C’erano troppi misteri da chiarire. Dopo essersi fermati
Sanzo cercò il piccolo con gli occhi e lo trovò
che, in riva al fiume, riempiva gli otri d’acqua.
Gli si avvicinò e disse con tono brutale:
- Non sopporto i bugiardi…-
Il bimbo sobbalzò e, timidamente, alzò il volto
su di lui.
- Dimmi perché hanno attaccato
il tuo villaggio.- impartì.
- Ecco.. ho fatto cadere da cavallo il
principe Shien, attraversandogli la strada… lui non ha
saputo… cioè, scusa, io non sono stato attento e
per colpa mia è rovinato a terra, nella polvere.-
spiegò il bimbo.
Sanzo si allontanò per riflettere, lasciando Goku interdetto.
Il piccolo si riscosse e afferrò con una manina il mantello
di Sanzo. Il ramingo si voltò. La prima volta che il bambino
aveva compiuto quel gesto, era stato allontanato con disprezzo da lui
stesso.
- Allora…non mi caccerai via,
vero? Posso restare con te…vero?- chiese timoroso Goku.
- Come potrei lasciar solo uno stupido
come te? Non sopravvivresti neanche un’ora e…- le
parole gli morirono in gola. Goku gli era saltato letteralmente addosso
e lo stringeva in vita, come per paura di perderlo.
Questo lo lasciò un po’ interdetto, ma subito
riprese il suo carattere scontroso di sempre.
- Staccati, stupida scimmia appiccicosa!- ma il
cavaliere
diede
uno spintone troppo forte al piccolo, che ruzzolò nel fiume.
- Uffi! Sanzo, sei sempre il solito bruto- il
bimbo mise il broncio.
- Sbrigati a uscire da lì
– gli intimò il biondo.
- Ma… non ho il cambio e sono tutto
bagnato…-
- Tsk! Che seccatura!- così dicendo si
tolse il mantello e lo lanciò al piccolo dagli occhi dorati.
- Grazie San..- ma il ramingo si era
già avviato, per raggiungere Gojyo e Hakkai.
Il bimbo si sfilò velocemente la maglia e si avvolse nel
mantello. Dopo essere uscito dall’acqua, seguì il
cavaliere, sorridendo felice e grondando acqua, lasciando pozzanghere
qua e là.
Lyasise. La città del commercio. E dei bordelli.
- Che fantastica sensazione..!!!- Gojyo
non sapeva più dove guardare. C’erano donne
ovunque. E dove c’erano donne, c’era
sakè e dove c’era sakè c’era
fumo e gioco d’azzardo.
- Prima dovremmo trovare una locanda per
passare la notte..-
ragionò Hakkai.
- Hai capito male, frate! Io la notte la
passo qui!!- esclamò Gojyo.
- Fermo, pervertito!- il tono gelido di
Sanzo bloccò tutti.
Purtroppo per loro, entrati in città, aveva iniziato a
diluviare. E il carattere del cavaliere era notevolmente peggiorato (
come se già non fosse abbastanza gelido…).
- Sì?- chiese Gojyo. Lo
sguardo di Sanzo era coperto dal mantello e Gojyo ringraziava il
Signore per quello( oh mamma! Il Signore??? È tutta colpa di
Hakkai!!).
- Voglio trovare una locanda, subito! E
non ho intenzione di restare un giorno di più in questa
città per sgualdrine e disoccupati!- sbraitò il
biondino.
- Ok, ok! Va bene! Stai calmo…-
I quattro proseguirono. In mezzo a quella folla era un problema
proseguire con un destriero, ma Sanzo non volle sentire ragioni. I due
non replicarono. Il cavaliere scese dal cavallo, lasciando su solo il
piccolo Goku, che si era addormentato da un po’, coperto
gentilmente da Hakkai con il mantello appartenente a Sanzo.
Dopo aver camminato attraverso vari vicoli, giunsero a una locanda.
Sanzo non esitò ad entrare, mentre Gojyo guardava dubbioso
Goku.
- Ehi, principessa!- lo
richiamò Gojyo, beccandosi un’occhiataccia dal
ramingo. – La scimmia è tua, vedi di venirtela a
prendere!-
- Quel moccioso non è mio, mi
ha seguito di sua spontanea volontà!- detto ciò,
entrò e si avviò al bancone.
Gojyo guardò Hakkai, che gli rivolse un sorriso disarmante.
- Non vorrai farmi portare un peso, vero?
Le mie spalle sono fragili…-
- Oh! Ok, ho capito.- esclamò
esasperato Gojyo.
Dopo aver affidato il cavallo a un vecchio stalliere, prese in braccio
il bimbo e si affrettò a raggiungere i compagni. Entrando lo
colpì il calore e l’odore di sakè e
fumo. Gli ricordarono la taverna in cui lui prima lavorava. E si
trovò a suo agio. A differenza dalla sua, però,
questa era gremita di gente. Il baccano destò il bambino,
accasciato tra le sue braccia, che si guardò intorno,
confuso.
- Era ora che ti svegliassi, scimmia!- Ma
non lasciò il piccolo. Questa locanda, come tutta la
città, era un luogo pericoloso per un bambino.
- Gojyo, da questa parte!- lo
chiamò Hakkai.
Il giovane dai capelli rossi avanzò verso il retro della
locanda, sotto gli sguardi curiosi e maliziosi di tutti. Goku si
strinse forte al suo petto quando un uomo allungò la mano
per tentare di afferrarlo. Gojyo percorse rapidamente la sala e
salì le scale, seguendo i suoi compagni fino alle camere.
Si divisero a coppie. Sanzo e Goku ( in realtà il piccolo
seguì il giovane biondo di sua spontanea volontà)
e Gojyo e Hakkai.
Il cavaliere si appropriò di un letto, gettandoci sopra la
spada e si diresse verso la finestra. La pioggia non cessava di
scendere.
D’un tratto, tra le gocce che picchiettavano sul vetro,
apparve un volto. Sanzo sobbalzò. I ricordi di quella notte
di pioggia lo tormentavano continuamente. Distolse lo sguardo e prese a
guardare Goku che, avvolto nelle coperte del secondo letto presente
nella stanza, ricambiava il suo sguardo, perplesso.
Infine il ragazzino gli sorrise innocentemente, incapace di trattenere
le sue emozioni troppo a lungo.
- Tsk- Sanzo si voltò e
riprese il corso dei suoi pensieri. Goku guardò quella
persona così gelida, fredda e irritabile, ma che per lui era
calda come il sole, finché i suoi dolci occhioni dorati non
si chiusero del tutto.
Il giorno dopo Sanzo era più che intenzionato a partire,
ovviamente con una buona scorta di alimenti e otri pieni
d’acqua. Gojyo si presentò con un otre pieno di
sakè, ma Sanzo non disse niente, anzi lo requisì
al giovane rosso. Ci fu qualche debole protesta, subito smorzata dalla
lama del cavaliere puntata al collo di Gojyo.
Per una volta il destriero portava in sella Sanzo e Hakkai, dato che
Goku si divertiva a inseguire le farfalle, in quella mattina
soleggiata. Non ancora usciti dalla città, però,
si imbatterono in una folta folla che strepitava verso un altare.
In mezzo ad una piazza, su un altare appunto, stava una donna, legata
strettamente ad un palo e circondata da diverse cataste di legna.
Accanto a lei stava un boia con in mano una fiaccola accesa, di fronte
un prete che si rivolgeva ai cittadini.
Sanzo notò gli occhi dorati della donna. “Pena di
morte per eresia…” pensò. Gojyo non
attese oltre. Afferrò Goku per la vita e incitò
Sanzo e Hakkai a proseguire. Il ragazzino non perdeva di vista
l’altare, ma soprattutto la donna. Doveva aver notato gli
occhi dorati, pensò Sanzo. Hakkai scuoteva la testa,
contrariato e disgustato. Aveva compreso l’intenzione di
Gojyo: far allontanare il prima possibile Goku, per evitare che il
bambino scoprisse quel lato crudele dell’umanità,
del mondo. Ma il piccolo non avrebbe mai scordato quella scena, Hakkai
lo sapeva. Difatti, appena usciti dalla città, Goku chiese,
perplesso:
- Perché volevano bruciare
quella donna?-
Sanzo sobbalzò. Era piccolo, ma non stupido. Aveva
identificato subito l’accaduto come un’esecuzione.
Nessuno rispose. E Goku non chiese altro.
La notte si accamparono presso una radura.
Sanzo si era appartato ed era intento ad osservare il panorama, quando
gli si avvicinò Hakkai.
- Se non sono indiscreto…dove
siamo diretti?- chiese.
Sanzo si voltò. Le sue due ametiste scrutarono quel giovane
dagli occhi verde smeraldo.
- Io non ho una meta…-
rispose, indifferente.
- Capisco.- il predicatore non aggiunse
altro, ma restò lì, accanto a lui.
E questo Sanzo lo trovò…strano. Egli era abituato
a viaggiare ( o vagare) da solo.
- Penso dovresti parlare con Goku..-
Sanzo si riscosse.
- E perché dovrei?-
- È rimasto molto scioccato da
quanto è successo oggi…-
- Non sono affari miei- lo interruppe il
biondo.- Deve iniziare a vedere la vita per quello che
è…una schifezza..-
- Per te, forse…-
Sanzo si volse, sorpreso.
- Ma quel ragazzino può ancora
conoscere la felicità…e tu puoi donargliela..
probabilmente, in parte, l’hai già fatto..- disse
Hakkai.
- Io…- Sanzo si
zittì. Dopo poco si sollevò e si
allontanò da quegli occhi gentili che sembrava potessero
leggere nell’animo delle loro vittime.
Trovò Goku accoccolato davanti al fuoco. Osservava le fiamme
scoppiettare. Probabilmente stava ancora pensando alla fiaccola di
quella mattina.
Gojyo, poco più lontano, li guardava, preoccupato.
- Non ti sembra l’ora di andare
a dormire, scimmia? Domani, e in futuro, non voglio a presso pesi
morti…- disse il biondo.
Il ragazzino si riscosse e lo fissò, stupito. “In
futuro…? Questo...vuol dire che mi terrà con
sé?” . Quelle parole gli riecheggiarono nella
testa e bastarono a tirarlo su di morale. Goku si sollevò di
scatto e annuì.
- Sì…buonanotte
Sanzo.- e gli sorrise, come al solito.
- Tsk! Le coperte sono accanto al
cavallo.-
- Va bene! Notte a tutti!-
Gojyo guardò sbalordito il biondino. Aveva capito subito il
punto debole del piccolo e con poche parole (dette appositamente,ne era
sicuro) era riuscito ad illuminare nuovamente l’animo e il
visetto di quel bimbo.
Hakkai si avvicinò al cavaliere, sorridendo. Sanzo si
limitò a lanciargli un’occhiataccia, come suo
solito.
La mattina seguente partirono che l’alba era già
sorta da qualche ora. Goku , in groppa al cavallo insieme a Sanzo,
prese a canticchiare un motivetto, che, dopo pochi minuti, Sanzo aveva
già inserito nella sua personale lista di cose o persone che
non sopportava ( chissà com’era lunga!).
- Vuoi finirla??- sbottò,
infine, altamente irritato.
- Mh?- chiese Goku, innocente.
Gojyo e Hakkai erano rimasti leggermente indietro e, attorno a loro, vi
stava solo la pianura.
- Smettila di cantare!-
- Ma mi annoio!- protestò
Goku, mettendo il broncio.
Il piccolo stette in silenzio per un po’. Sanzo
sospirò, sperando che quella atmosfera durasse tutta la
mattina, tutto il giorno, o addirittura, per sempre. Ma..
- Sanzo mi racconti una storia?- chiese
d’un tratto il bambino, voltandosi sulla sella a guardarlo.
- Tsé! Scordatelo!- lo
liquidò il biondo.
- E daiii! Sanzo per favore!- lo
scongiurò Goku.
- Ho detto di no!-
- Per favore! Se lo farai,
starò buono e silenzioso per tutta la giornata! Lo
prometto!- insisté il piccolo.
- Non mi fido delle tue
promesse…e poi le scimmie non sanno promettere!-
- Ma io non sono una scimmia!...Per
favore!!!-
- Oh! E va bene, sei esasperante!-
concesse il cavaliere, passandosi una mano fra i biondi capelli.
Il piccolo lanciò un urlo di gioia. Ma poi si
tappò la bocca con le manine, ricordandosi della promessa.
- Tempo fa- iniziò a narrare
Sanzo – il regno era governato e controllato da un re. Questo
re non aveva né moglie, né figli e, di
conseguenza, nessun erede al trono. Un giorno però decise di
prendere con sé un bambino, che, rimasto orfano, era
costretto a lavorare come schiavo per sopravvivere. Si incontrarono in
riva a un fiume, mentre il bambino raccoglieva acqua con alcuni secchi.
Non si è mai capito il perché ma lui accolse il
ragazzino nella sua reggia e, essendo l’unico erede, il
bambino fu eletto principe. Questo non fece piacere al popolo e,
soprattutto, irritò non poco gli aspiranti eredi al trono.
Così il principe fu rifiutato da tutti, si pensò,
addirittura, che avesse stregato il re.-
Sanzo fece una pausa. Goku lo fissava con rinnovato interesse.
- Un giorno il re si ammalò,
ma i medici affermarono che si sarebbe ripreso in fretta dalla
malattia. Invece una settimana dopo morì.-
- E.. poi che accadde?- chiese il bimbo
dagli occhi dorati, iniziando a giocare con la fibbia che gli serrava
la casacca.
- Il principe, essendo stato
l’ultimo a vedere il re prima del decesso, fu accusato di
omicidio...o meglio…parricidio. Infine fu esiliato dal suo
regno… o suo futuro regno…- concluse il cavaliere.
- Dalla sua casa?- chiese il piccolo
Goku, sorpreso.
- Ovvio…era così
confuso che se andò quasi di sua spontanea
volontà…-
Goku rimase in silenzio. Sanzo osservò il suo visetto
infantile che si fece d’un tratto pensieroso.
- Ma finisce male…-
- Non tutte le storie hanno un lieto
fine…- ribatté Sanzo.
- Ma così è
brutta..- insisté Goku.
- E tu come la faresti finire?- chiese
Sanzo, indifferente.
- Ecco io… farei affrontare al
principe varie prove…- il piccolo si fece pensieroso.- Una
per mettere alla prova la sua forza e la sua intelligenza,
un’altra per spingerlo ad affrontare il suo passato e la
terza… beh…per fargli comprendere che non
è solo…-
Sanzo sobbalzò, impercettibilmente.
- Hai una bella fantasia…-
disse solo.
Poi si fece più curioso. Strano comportamento da parte
sua…lo sentiva così estraneo al suo carattere.
- E in cosa consisterebbe la terza
prova?- chiese il cavaliere.
- Bé, durante il suo viaggio
potrebbe aver trovato una persona a cui, senza volerlo, si sia
affezionato… e per salvarla da un qualsiasi pericolo
dovrebbe prima superare le due prove precedenti…Salvando
quella persona, potrebbe sentirsi completo…poi la porterebbe
con sé nel suo regno..- ipotizzò il bimbo.
- Nel regno?-
- Certo! Ho intenzione di farlo tornare a
casa sua… per dimostrare a tutti quel che vale…-
continuò il piccolo, sempre più eccitato. Per lui
era tutto un gioco.
- E la storia finirebbe qui…?-
chiese Sanzo.
- Non necessariamente…-
rispose evasivo il piccolo. – Ma sono sicuro che
avrà un lieto fine…-
Quella notte, Sanzo ripensò al discorso avuto con Goku.
Il piccolo si era divertito a fantasticare, senza tener conto del grado
di maturità che aveva dimostrato e che probabilmente
possedeva, nonostante fosse ancora un ragazzino ingenuo. Aveva guardato
nel cuore di quel principe e aveva capito cosa lo tormentasse e,
soprattutto, di cosa avesse bisogno.
Si girò su un lato, facendo spostare la coperta. Tutti
dormivano profondamente, ma Sanzo non riusciva a prendere sonno. Non
aveva mai parlato con nessuno di questa storia e, in un attimo, si era
ritrovato a confrontarsi con un bimbo di appena dieci anni, conosciuto
da tre giorni!
Sospirò e chiuse gli occhi. Quella notte non ebbe incubi.
- Ehi, cavaliere dei miei stivali, quanto
manca all’attesissima ora di quel fantastico momento chiamato
riposo?- chiese Gojyo, affiancandosi al destriero del biondino.
- Gojyo ha ragione, Sanzo.- intervenne
Hakkai.- Anche io sono sfinito! Per non parlare di Goku!-
- Ma io…non ho sonno!- disse
il piccolo, non convincendo nessuno. Si vedeva lontano un miglio che il
bimbo era a pezzi. Normale dopo una camminata sotto il sole cocente,
che non dava segno di abbandonarli, ma continuava a risplendere nel
cielo. Goku si strofinò gli occhietti con un pugno e
sbadigliò.
- Non ho intenzione di fermarmi
finchè non arriveremo almeno fino alla fine di questa via.-
rispose gelido Sanzo, per niente addolcito dal comportamento di Goku.
- E dove conduce, di grazia?- chiese
Gojyo, ironico.
- Per te potrebbe condurre
all’inferno, con un biglietto di solo andata da parte
mia…-
- Va bene, va bene, ho capito!- si
affrettò a dire Gojyo, scuotendo le mani, convulsamente.
- Non vorrei interrompere i vostri
discorsi amichevoli, ma più avanti, accanto a quel carro, vi
sta un uomo.- li interruppe Hakkai.
- Ha ragione!- esclamò Gojyo.
Sanzo spronò, cauto. Sia per lo strano aspetto
dell’uomo, sia perché oramai Goku, sfinito, gli si
era appisolato addosso e avrebbe rischiato di cadere da cavallo a un
eccessivo scossone.
La figura estranea percepì gli zoccoli del cavallo e si
voltò.
E Sanzo avrebbe giurato di vederlo sogghignare.
Concluso anche il terzo! ^^ Grazie a chi commenta, che può
approvare o fornirmi consigli utili, e a chi legge, perchè
vuol dire che se legge la fic non dev'essere poi così
male...XD Questo mi rincuora!
kiss, angel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** La leggenda ***
Grazie millissime per i vostri commenti!!
x Temari: Immaginavo sarebbero sorti dei dubbi su questo punto...In
effetti non l'ho spiegato bene...Riguardo a Gojyo non si
fermerà finchè non avrà trovato un
lavoro e ho già spiegato, nel capitolo precedente, che
più ci si avvicina alla capitale, più le
città sono invase degli uomini fedele del principe, di cui
la gente, ovviamente, non si fida...Per Hakkai, come ogni predicatore
che si rispetti, egli non ha una meta precisa, ma predica di
città in città, anche se gli risulta impossibile
farlo a Lyalise, dato che è piena zeppa di bordelli e dato
che i nostri eroi si fermano soltanto una notte! Spero di essere stata
chiara! Grazie per i commenti!!
x Azrael: Grazie tantissime per i complimenti!! Mi hai fatta arrossire
da quanti me ne hai fatti!! Forse alcuni neanche li meritavo!! Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto...Come vedi, però,
stavolta non sono riuscita ad aggiornare con la stessa
rapidità!! Anche perchè se no, poi, come dici tu,
la storia si conclude subito e poi che attesa c'è??? XD
Riguardo alla trama, non seguo come modello in particolare
nè Saiyuki, nè Saiyuki Gaiden...Anche
perchè Sanzo e Hakkai, a quanto sembra, vanno abbastanza
d'accordo anche in Saiyuki e Saiyuki Reload...Grazie ancora per il
commento!!
xKrikka 86: Mi dispiace, ma purtroppo Homura è il solito
pervertito anche qui e si fisserò con il piccolo
Gokucciolo!! Povero!
Non so se dispiacermi di più per Homura, che è
sempre nei panni del più cattivo, o per Goku...
Grazie tantissime per i commenti e i complimenti!! ^^
xrika 87: Ciao Rika! Devo ammettere che neanche io adoro le AU, ma
credo di aver fatto bene a metterlo nella recensione, quanto meno per
avvertire!! ^^
Comunque, come ho già detto, neanche io amo particolarmente
le AU, infatti sto cercando di impegnarmi a modificare solo i ruoli dei
personaggi e le ambientazioni, e di tenere fedeli il carattere e
l'aspetto fisico dei nostri eroi! Spero di riuscire nell'intento!! ^^
x Valy: Sore! Grazie per i commenti e i consigli che mi dai! Mi
infondono fiducia, come gli altri del resto!!
Sapere la tua approvazione mi ha fatto molto piacere! Spero commenterai
ancora!! XD
Bene dopo i saluti, devo ammettere di avere lettrici troppo sveglie!!
Scommetto che non immagineranno mai, leggendo, chi sarà il
tipo misterioso...Dato che l'hanno già scoperto!! XD Spero
che questo non tolga curiosità alla lettrici di scoprire il
seguito...Per cui eccolo qua...
Capitolo quattro
La leggenda
L’uomo indossava abiti di un nero talmente profondo da creare
la sensazione, se lo si fissava, di perdersi in un abisso.
Era piuttosto pallido, alto e magro. Portava uno spadone appeso al
fianco grazie a una cintura di cuoio. Ma la cosa che colpiva di
più erano gli occhi. Uno di un profondo azzurro, profondo
quanto l’oceano, l’altro dorato.
“Il che sta a significare che è un essere eretico,
come Goku…?” Il dubbio assaliva Sanzo. Ma uno
più grave si faceva strada. “ Ma
io…questo viso l’ho già visto, mi
è familiare…Che io lo conosca?...non
ricordo.”
Goku si agitò nel sonno, attirando la curiosità
dello straniero, che strinse gli occhi. Senza rendersene conto, Sanzo
attirò a sé Goku. Quell’uomo non gli
comunicava nulla di buono: né nell’aspetto,
né nel portamento.
Lo straniero ruppe il silenzio. – Questo bambino è
molto bello. Percepisco qualcosa di speciale in lui…-
- E’ solo una stupida scimmia.-
controbatté freddamente Sanzo.
L’uomo alzò il suo sguardo sul cavaliere.
“Eppure io lo conosco…”
rifletté Sanzo.
- Dai vostri sguardi vacui, percepisco
un’ alone di stanchezza…Perché non vi
fermate in questa radura?- continuò l’uomo,
scrutando il cavaliere.
- Perché mai dovremmo sederci
qui??? Con te, poi?!- rispose brusco Sanzo.
- Su, su, Sanzo! Non essere
così scortese…in fondo quest’uomo
…cerca solo di darci una mano…- intervenne Hakkai.
- Ahah! Capisco perfettamente, signore-
disse l’uomo, rivolgendosi ad Hakkai.- A
proposito… il mio nome è Homura…sono
il consigliere del principe Shien, nonché suo tutore.-
Sanzo si irrigidì, di scatto. Hakkai sobbalzò,
sorpreso, e Gojyo stava per farsi sfuggire un’esclamazione di
pura meraviglia.
Il piccolo Goku continuava imperterrito a dormire, sotto lo sguardo
attento dello sconosciuto. Il che portò l’umore di
Sanzo al limite che, scendendo frustato e non trovando una qualsiasi
motivazione valida per rifiutare l’ invito,
scaricò Goku dalla groppa del destriero e quasi lo
lanciò in braccio ad un esterrefatto Gojyo.
Stavano tutti intorno ad un tenue fuoco, che non serviva a scaldare i
viaggiatori.
Goku si era svegliato da qualche ora ed era rimasto scioccato alla
presenza di Homura. Ma dopo poco si era adattato e parlava animatamente
con l’estraneo, a proprio agio.
- Quel bambino è
così ingenuo- affermò Hakkai- Vedrebbe il bene
anche nel più feroce degli assassini…-
- Che stupido!- sbottò Sanzo.
- Sai, ramingo, non sempre
l’ingenuità e l’eccessiva
bontà sono qualità deboli…entrambe
conducono alla fiducia e al perdono. L’arte del perdonare
alberga costantemente nel cuore di Goku…per quanto tu lo
possa ferire, lui tornerà sempre da te…- disse
Hakkai.
- Come una scimmia fedele…-
commentò Gojyo. Poi si sollevò e raggiunse i due.
- Sai Sanzo…io non credo che
Goku abbia i genitori…( che intuizione!)…quale
adulto permetterebbe che suo figlio se ne vada in giro con gente
sconosciuta e sospetta come te…?- proseguì Hakkai.
- Ehi…!!- cominciò
il biondo.
- Perdonami, ma è la
verità. Non sembri molto raccomandabile…-
- Beh ti ringrazio!!-
A quel punto Hakkai esplose in una fragorosa risata, sotto lo sguardo
perplesso di Sanzo.
Ripreso il controllo, Hakkai riprese il suo discorso.
- Cosa sai su quel bambino, Sanzo?-
La domanda colpì il biondo, che osservò sorpreso
il predicatore.
- Io…-
Sanzo non trovò nulla da dire. Che sapeva di quel ragazzino?
Che era una scimmia petulante e noiosa?
Come se avesse captato il suo complesso interiore, Hakkai si
alzò e si allontanò.
Ma Sanzo non ci fece gran che caso. Stava osservando la scimmietta che
bisticciava con Gojyo.
Possibile che quel ragazzino fosse più misterioso
di lui…? Il suo sguardo si spostò
all’orizzonte, osservando il cielo puntellato da piccoli e
luminosi astri.
Dalla morte di suo padre si era chiuso in se stesso. Non che prima non
fosse gelido, anzi lo era eccome. Ma quantomeno scambiava opinioni coi
coetanei, seguiva regolarmente lezioni di scherma ed era persino
fidanzato con una bella ragazza…Valeria, gli pareva si
chiamasse, o Alice… non ricordava…era passato
talmente tanto tempo che aveva rimosso questi tipi di
ricordi…
Un tonfo lo riscosse dai suoi pensieri.
- Ehi, Sanzo!- lo chiamò una
vocina.
Il cavaliere si voltò sul fianco, sorpreso.
Goku gli si era accucciato accanto e gli aveva afferrato un braccio,
stringendolo come se fosse un cuscino.
- Goku…che fai?
Il bimbo lo fissò, sbigottito. Poi sorrise. Un sorriso
sincero, candido, puro, come solo lui sapeva regalarli.
- Mi hai chiamato
Goku…Goku…e non moccioso o stupida
scimmia…Goku…-
- Sì beh…e con
questo? Vedi di non abituartici, scimmia, chiaro?
- Mmm… chiaro- rispose il
piccolo, mettendo il broncio.
Subito dopo, però, gli angoli della bocca si curvarono, e il
visetto del cucciolo si illuminò di nuovo.
Sanzo si svegliò, sobbalzando.
“Ancora quel sogno! Non è possibile!”
pensò, e imprecò.
Fece per sollevarsi, con la schiena dolorante dato che si era
addormentato contro il tronco di un albero, ma, sorpreso,
notò che Goku si era dolcemente appisolato sulle sue gambe.
Sbuffando, irritato, sollevò quel corpicino e lo
appoggiò a terra, sopra il suo mantello, che si fece
scivolare via dalle spalle.
Finalmente libero, si alzò e solo allora si accorse che era
ancora notte.
Si avviò presso il falò, ormai spento, e,
scrutando nel buio, individuò il profilo dello straniero.
- Ancora sveglio? Pensavo vi foste
addormentati tutti…- chiese Homura sollevando un
sopracciglio. Sembrava irritato.
- Pensa per te!- sbottò Sanzo,
per niente amichevole.- Che ci fai tu ancora sveglio, piuttosto!-
- Ma come siamo sospettosi!- Homura gli
rivolse un sorriso.- Tranquillo, cavaliere! Stavo giusto per andare a
riposare…-
- Bene- ribatté Sanzo,
incrociando le braccia al petto e fissandolo impaziente. Un chiaro
invito a sparire dalla sua vista.
- Bene- rispose Homura. – Ma
fai attenzione. In questa regione si aggira di tutto…-
- Che vuoi dire?- ringhiò
Sanzo, imbestialito. “ Ma per chi mi ha preso?! Per un
poppante??”
- Non hai mai sentito la leggenda del Dio
Del Caos? Più comunemente chiamato Seiten Taisei?-
l’uomo lo fissò, stupito.
- No.-
- Si narra- iniziò a
raccontare lo straniero, senza che Sanzo l’avesse invitato a
farlo, - che millenni fa nacque una divinità eretica, in uno
sperduto villaggio. Non si quando, non si sa da chi, non si sa come e
non si sa perché…-
- Si sa solo che
questo…essere…Aveva una forza
portentosa…Distruggeva qualunque cosa incontrasse sul suo
cammino...Gli abitanti abbandonarono il villaggio, dato che non
riuscivano a respingere quel demone. Da quel giorno la creatura visse
sola, sterminando la fauna ,in quell’area, di cui si cibava.
- Passarono sì e no
cinquecento anni circa…Finchè le
divinità del cielo non decisero di
intervenire…Doveva bloccare quella potenza…-
Homura tacque per un attimo, forse per raccogliere le idee.
Sanzo lo guardava, vagamente scocciato. Non era molto in vena di
ascoltare leggende. Ma non lo interruppe…Così
avrebbe parlato solo lo straniero e non lo avrebbe infastidito con le
sue continue domande…
Homura riprese il racconto.
- Si dice che al demonietto non fu
sigillato il potere fino ad allora, perché gli dei celesti
lo avevano posto a guardia di un tesoro…Un patrimonio,
frutto di molte vittorie di alcune
divinità…Eretiche, sicuramente, dato che erano le
uniche che potevano combattere in guerra, mentre le restanti facevano
da superiori.
- Sta di fatto che, un giorno, esse si
resero conto che quel piccolo essere poteva divenire un problema e
acquisire troppa potenza…Così, come ho accennato
prima, gli sigillarono la sua incredibile forza, insieme al suo aspetto.
- Si trasformò in un essere
umano comune, rintracciabile solo grazie ad un tatuaggio, disegnatogli
sulla schiena, rappresentante la chiave per accedere al patrimonio
divino. – scrollò le spalle. –Almeno
così dice la leggenda…-
- Interessante…- disse Sanzo,
poco convinto.
- Vero? Dimmi, cavaliere, tu credi alle
leggende?- chiese Homura, fissandolo intensamente con lo sguardo.
- No – rispose secco Sanzo.
- Dovresti, sai? A volte, alcune sono
autentiche per quanto assurde…- riprese Homura. Sanzo ebbe
di nuovo la sensazione che fosse un po’
irritato…Che avesse riposato male? Non indagò. In
fondo che gli importava?
- Eh! Forse è meglio che io
torni a riposare qualche ora, prima che sorga
l’alba…- sospirò lo straniero.
Sanzo non rispose. Si sollevò nuovamente e si
avviò verso l’albero, dove c’era ancora
Goku accucciato per terra, avvolto nel suo mantello, che riposava
intensamente.
Si sedette e chiuse gli occhi, godendo del calore che quel corpicino
gli regalava.
Il mattino seguente giunse in fretta.
I viaggiatori si sollevarono, rassegnati, alla dolce melodia del canto
degli uccelli, che spiccavano il volo alle luci dell’aurora.
Come se l’umore di Sanzo non fosse già
abbastanza irritato, il destino volle unire Homura al gruppo.
Lo straniero si aggregò alla compagnia con un sorrisino
cortese, in cui Sanzo vi lesse…Soddisfazione? No,
decisamente non si fidava di quell’uomo.
Camminarono per tutta la mattinata, senza sosta, il che
provocò le lamentele di Gojyo, subito zittite da
un’occhiataccia acida del cavaliere.
Infine arrivarono a Delany. La città aveva superato da tempo
le ore caotiche. Ormai gli abitanti si affrettavano a tornare a casa,
prima che calasse il crepuscolo.
Delany era una città molto ampia. Sorgeva su un colle, un
ottima posizione strategica. Infatti Delany era una fortezza,
inespugnabile.
Le mura spesse la racchiudevano e la nascondevano da occhiate esterne,
curiose o maliziose.
Le case risultavano basse e tozze. Insignificanti rispetto alle mura,
la cui imponenza oscurava le piccole botteghe addossate confusamente
alle basi dei massi.
La muraglia nascondeva il sole, rendendo la città tenebrosa,
per niente sicura. Una donna sfrecciò davanti a Sanzo per
afferrare il braccio del figlio e allontanarlo da un uomo che gli aveva
appena mostrato un piccolo pugnale, che aveva affascinato il bambino.
L’uomo sogghignò e sorrise alla madre, che con uno
stridulo acuto si allontanò tra svolazzi di gonne, tirandosi
dietro la prole.
Hakkai osservò la scena con pacato interesse, ma dentro di
sé l’animo era in fermento. Come poteva una
città così grande e importante avere un
così elevato tasso di criminalità e ingiustizia?
Tutto era cambiato all’ascesa al trono del principe Shien.
Il principe preferiva tenersi accanto l’esercito, piuttosto
di inviare truppe a controllare le province del regno.
Giunsero, trafelati, stanchi e affamati, ad una locanda. Il locale era
vuoto, dato che quella non era un’osteria, ma un semplice
ospizio.
- E io? -chiese Gojyo, d’un tratto. - Come vivo senza birra e
donne?- chiese, allargando le braccia, in un evidente segno di
disperazione.
Nessuno lo ascoltò. Sanzo si avviò al bancone,
seguito da Hakkai, che stringeva la mano di Goku.
Homura si affiancò al giovane locandiere.
- Se ti può interessare
– disse – C’è una birreria
quattro vie in là. – indicò la strada
principale.
- Sul serio? Ehi, cavaliere, che ne pensi
di farci una scappata?- Gojyo, entusiasta, si rivolse a Sanzo, il quale
lo guardava, accigliato.
- Non sarebbe una cattiva
idea…- ammise.
- Come? Come? – chiese Gojyo ,
portandosi una mano all’orecchio. – Ho sentito
bene? Tu che mi dai ragione?-
- L’idea non è stata
tua, idiota. – puntualizzò Sanzo, fissando lo
straniero. Avrebbe preferito che l’idea fosse venuta da
quello sciocco donnaiolo, piuttosto che dallo straniero.
Gojyo iniziò a borbottare confusamente, trattenuto, da
Hakkai, nello sferrare un pugno in faccia al biondo ramingo.
Dopo essersi tranquillizzato, Gojyo chiese a Homura di accompagnarli,
ma questi rifiutò, affermando di essere troppo esausto, dato
che la notte precedente non aveva riposato granché.
Sanzo si rassegnò all’idea di dover passare tutta
la sera con quello stupido, e si avvolse il mantello sulle spalle,
pronto ad uscire.
- Sanzo…-
Sentendosi chiamare, il biondo si volse, ritrovandosi di fronte una
figurina accigliata.
- Non mi lasciare qui…Da
solo…- lo pregò il bambino, giungendo le mani.
Sanzo sbuffò.
- Smettila di lagnarti. Non sarai solo.
Hakkai rimane qua.-
- Sì…Ma
…- Goku si stropicciava le mani, visibilmente imbarazzato.
Poi Sanzo esplose. Tutto lo stress, la stanchezza,
l’irritazione, l’amarezza si unirono in un solo
colpo, letale, spietato. Era stanco. Stanco di vivere. Stanco di vivere
per qualcuno. Perché alla fine era il sempre il suddetto
qualcuno a tradirlo, abbandonarlo. Come aveva fatto sua madre. Come
aveva fatto suo padre. E come avrebbero fatto Goku, Gojyo e Hakkai, un
giorno…
E il colpo arrivò. Senza lasciare tracce visibili.
- Non avrei dovuto prenderti con me. – disse Sanzo,
gelidamente. – Alla prossima città, ti costruirai
una vita tua. Senza di me. –
Non era una minaccia, né tanto meno una sentenza. Era
semplicemente la paura più viva di quel ragazzino
dagl’occhi dorati.
L’abbandono.
Il piccolo spalancò gli occhi, avvolto dal silenzio dei
presenti. Si udivano solo lo strisciare delle sedie e i cigolii dei
vecchi tavoli in metallo, arrugginito, dall’altra stanza.
Segno che il proprietario era intento a sistemare il locale.
Goku spostò lo sguardo da Sanzo ad Hakkai a Gojyo. Ma
quest’ultimi rivolgevano gli occhi altrove, chi in terra, chi
in cielo, non avendo il coraggio di sostenere la vista del cuore
spezzato del ragazzino.
Solo Homura lo fissava, freddo, indifferente, distaccato.
Ma Goku non puntò i suoi pozzi d’oro su di lui, ma
su Sanzo.
Aprì la bocca, come per dire qualcosa, ma la richiuse. Non
c’era nulla da dire.
Abbassò la testa, confuso. Poi si allontanò
lentamente. Da Sanzo, dai presenti, da tutto, rinchiuso in una sua
dimensione, dove forse sognava ancora di passeggiare sotto il sole con
l’amato protettore.
Si voltò leggermente e si accorse che Sanzo era uscito.
L’aveva abbandonato per sempre. Solo dopo si rese conto della
mancanza di Gojyo. Quando si riscosse. O meglio, quando venne riscosso
da una mano, che gli aveva arpionato una spalla.
Girò il visetto, bagnato e inconsapevolmente rigato di
lacrime, aspettandosi di incrociare gli occhi smeraldo, gentili del
predicatore.
Ma si trovò davanti un sogghignante Homura.
- Ora mi seguirai, ragazzino, senza fare
storie.-
Goku annuì, con occhi spenti. Non gl’importava
più quello che succedeva intorno. Non voleva vedere il mondo
reale. Solo albergare ancora per un po’ in quella sua
dimensione fantastica, in cui uno splendido sole illuminava i fiori.
Avvertì un leggero tocco sulle labbra e un sapore che gli
inebriava i sensi. Era così stanco…
Udì un grido nelle vicinanze, poi si abbandonò al
sonno.
Fine del quarto capitolo! ^^
Perdonate qualche eventuale errore grammaticale! XD Alla prossima!
Spero a breve!! ^^
kiss, angel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Il rapimento ***
xTemari: In effetti non ho accennato spesso riguardo al diadema di
Goku, ma, se controlli, nel primo capitolo, quando Sanzo osserva Goku,
egli note il diadema dorato...E' lì che ne ho parlato...In
effetti, durante la storia, non ho avuto molte occasioni per ribadirlo!
Spero che, grazie a questa tua nota, avendo risposto, abbia chiarito
eventuali dubbi anche ad altri lettori ^^
Una curiosità... Ma poi Homura ti ha pagato? xD
x rika 87: Inizio con: grazie mille per il tuo commento! Quando hai
detto che, leggendo la lite tra Goku e Sanzo, hai sentito come se il
cuore di Goku si spezzasse, mi hai commosso ç_ç
Non immaginavo di essere riuscita a far provare qualcosa ai
lettori...Non lo speravo proprio!
Riguardo ai nomi delle città, sarò modesta: li ho
praticamente inventati. Ti dirò di più! Il primo,
Chiarella, l'ho creato rigirando il nome di un'acqua minerale! XD
x Azrael: Grazie mille!! I tuoi commenti sono sempre così
gioios e pieni della tua personalità!! ^^
Devo dire che nessuno ha reagito alla risposta di Sanzo
perchè:
1. Non sarebbe servito a nulla.
2. Sanzo mette soggezione un pò a tutti
3. Il cavaliere è uscito subito dopo dalla locanda
Comunque, conoscete Sanzo. E' fatto così, il suo
comportamento risulta crudele, ma in realtà vuole bene alla
sua scimmietta! ^^ Come ho già detto e ripeto, in quanto a
carattere, vorrei restare il più possibile vicino alla saga,
e quindi ai personaggi delle Minekura.
x Krikka 86: Homura mette un pò rabbia a tutti, vero? In
effetti è un gran...! Stragraziemillissime per il
commento!!! xD
Eccovi il capitolo cinque...E' un breve, in effetti, è non
c'è molta azione ( non che nei precedenti ce ne fosse
chissà quanta! xD), ma è già qualcosa!
^^
Capitolo cinque
Il rapimento
Sanzo uscì dalla locanda, silenzioso. Talmente silenzioso,
che neppure Hakkai si accorse delle sua scomparsa, come di quella di
Gojyo.
Il predicatore sospirò. Toccava a lui consolare il
più piccolo. Osservò il suo visetto turbato,
rassegnato, sconfitto, afflitto…Tutto quello che non avrebbe
mai voluto vedere sul volto del ragazzino era lì, di fronte,
come per farsi beffe di lui.
Mosse un passo verso il bambino… E venne bruscamente spinto
all’indietro. Due braccia possenti si chiusero su di lui e lo
gettarono a terra con estrema facilità. Hakkai gemette,
quando sbatté violentemente il mento sul pavimento freddo
della locanda.
Vide varie figure indistinte e sconosciute, ma si concentrò
principalmente su quella di Homura, che si era portato alle spalle di
Goku.
L’uomo pronunciò poche parole: necessarie,
però, a dissolvere i dubbi del predicatore, nati appena era
stato aggredito.
- Ora mi seguirai, ragazzino, senza fare
storie.- sogghignò.
Goku era troppo scosso per reagire. Annuì, sereno,
come se si trovasse davanti ad una madre che gli ha appena comunicato
di un’imminente gita all’aperto. I suoi occhi,
però, tradivano i suoi movimenti. I pozzi dorati erano
lucidi, come se contenessero realmente acqua, proprio come un pozzo.
Hakkai urlò, ma nulla. Troppo tardi. Homura aveva imbevuto
un fazzoletto in una strana boccetta e l’aveva premuto per
pochi secondi sulle labbra del piccolo, che, non resistendo alla droga,
si addormentò in poco tempo, adagiandosi tra le braccia di
Homura, protese a sorreggerlo.
Lo straniero, o meglio il rapitore, sollevò il bambino e si
rivolse velocemente ad alcuni uomini, che nel frattempo erano scesi di
corsa dai piani superiori. Era tutto organizzato. La locanda non era
vuota. Un gruppo di uomini, al servizio di Homura, ovviamente, aveva
sostato lì, in attesa del loro arrivo.
Era sicuro, inoltre, che non fosse una coincidenza il recente
allontanamento di Sanzo e Gojyo. L’unica
perplessità era: perché? Perché rapire
un bambino tanto piccolo, senza famiglia, né dimora?
Tutti gli uomini erano in frenesia. Due corsero fuori a preparare i
cavalli per la fuga. Altri due sbarrarono la porta per evitare a
chiunque di entrare o uscire.
Homura sembrava piuttosto soddisfatto e stringeva trionfante il corpo
addormentato del bambino. Neanche nel sonno, Goku sembrava sereno. I
suoi lineamenti, per quanto distesi, lasciavano intendere
un’ombra di tormento. L’uomo scambiò le
ultime parole, poi sembrò ricordarsi del predicatore, che
tentava invano di ribellarsi.
I reni erano soppressi dal peso del suo aguzzino, e Hakkai faceva
fatica a respirare.
Si avvicinò indifferente e gli rivolse un sorriso.
- Dunque- disse – Siete
comodo?-
- Perché?- sospirò
Hakkai, bloccandosi e cercando di inalare un po’ di fiato.
- Perché? –
- Perché stai facendo questo?
Intendo a Goku.- Il suo sguardo si spostò sul piccolo,
seguito subito da quello di Homura.
L’uomo gli sfiorò una ciocca di capelli castani,
ma il bambino era profondamente addormentato e non percepì
nulla.
- Questo bambino…- Homura
scosse la testa. – Non hai idea di cosa sia…-
- Che intendi dire?- chiese Hakkai a
fatica.
- Egli può portare il principe
a re, a imperatore! Può permettergli di conquistare nuove
terre, con la sua potenza…!!- Gli occhi di Homura erano
sognanti.
- Stai parlando di un bambino!
E’ assurdo!- replicò Hakkai.
Homura scoppiò in una risata sguaiata.
- Non sai quello che dici! Ti sei mai
chiesto a cosa serva il diadema che porta in fronte?-
- In effetti sì…-
ammise il predicatore. Sopra di lui udì l’uomo che
lo tratteneva sogghignare.
- Lui è un demone…-
sussurrò Homura, come farebbe un bambino
nell’intento di svelare un segreto. – Ha una
potenza pari a quella divina! –
Hakkai lo guardò stranito, muovendosi debolmente.
- Ho grandi progetti per il
cucciolo…Non preoccuparti per lui…_
sogghignò infine l’uomo, poi fece un cenno al suo
aguzzino e si allontanò, dirigendosi sul retro
dell’ospizio.
- Fermo…!- tentò
Hakkai, ma era immobilizzato.
Poi l’uomo che lo sovrastava gli sferrò un potente
colpo sul cranio, e Hakkai perse i sensi.
Sanzo camminava svelto, perso nei suoi pensieri.
Cercava di dimenticare l’espressione di sconforto di Goku,
quel bambino che lo aveva fatto tanto penare.
Gojyo lo seguiva silenzioso, conscio del fatto che il cavaliere non era
in vena di battutine sarcastiche. Per cui, per evitare errori, taceva e
guardava fisso davanti a sé.
Poi Sanzo si bloccò. Avevano percorso pochi metri, e non
erano ancora giunti alla locanda. Ma il cavaliere si fermò
in mezzo alla via.
Un ricordo, un’ immagine improvvisa lo colpì. Su
uno sfondo luminoso, si stagliava la figura di un uomo, con lunghi
capelli castano chiaro, le cui punte gli sfioravano la vita.
Reggeva in mano un fiore, tanto candido e pure, quanto semplice.
Una margherita. L’uomo avvicinò il fiore al naso,
poi si voltò con lentezza e incontrò lo sguardo
di Sanzo.
E gli sorrise. Un sorriso dolce e puro. Un sorriso che solo
un’altra persona era capace di regalargli. Un sorriso denso
d’affetto…
Sanzo sbatté le palpebre, frustato. Perché
proprio in quel momento?
Girò sui tacchi, accompagnato dal fruscio del mantello, e
affrettò il passo verso la locanda, appena lasciata.
- Ehi!- protestò il locandiere
dai capelli rossi, ma non vi badò.
Perché proprio in quel momento aveva rivisto suo padre? Una
figura così nitida e perfetta da sembrare reale.
Perché proprio ora? Che fosse un segno?
Sanzo non lo sapeva. Sapeva di per certo che doveva seguire il suo
cuore, il suo istinto. Unicamente quello.
Sentì i passi di Gojyo, frettolosi, che lo seguivano.
Non si fermò. Proseguì, deciso.
Ad appena pochi metri dall’ospizio li vide.
Dieci cavalli. Immagazzinò nella mente anche i colori.
Quattro neri e sei marroni.
Ma la sua attenzione si concentrò sullo stallone
più imponente.
Riconobbe il cavaliere, Homura. E riconobbe anche il fagotto che
stringeva tra le braccia.
Goku…
- Homura!- urlò, sorpreso. Si
fermò di scatto, raggiunto da Gojyo che sgranò
gli occhi.
Sanzo imprecò. Ma era troppo tardi. Percepì
appena Gojyo che rientrava nella casupola in legno. Perché
quei pochi istanti li concentrò sul volto di Goku,
profondamente addormentato e ignaro, con le guance bagnate di lacrime.
In seguito i cavalli si allontanarono, nascosti in fretta da un vortice
di polvere. Furioso, Sanzo si rese conto che il cavallo condotto da
Homura era il suo. Poi realizzò, come un pugno nello
stomaco, che non avrebbe potuto seguirli…
Non era certo di dove si sarebbero diretti, ma li avrebbe rincorsi fino
in capo al mondo. Per riprendersi ciò che era suo di diritto.
E che non avrebbe mai più abbandonato.
Quando Hakkai si riprese, si ritrovò disteso in un caldo
letto.
Gli ci vollero pochi minuti per riprendersi dallo stordimento, e capire
perché la testa gli doleva talmente tanto da fargli stingere
i denti ad ogni piccolo movimento.
Si mosse fra le coperte, voltandosi da un lato.
Vide l’ombra di un uomo stagliarsi nella stanza e, girando un
po’ lo sguardo, individuò la figura del biondo
cavaliere, appoggiato al davanzale, con il mantello che scivolava
candido sul pavimento in legno.
- Sanzo…- sussurrò,
con voce flebile.
Il cavaliere si voltò all’istante, girando la
testa di scatto.
Sospirò, poi si sollevò e si affiancò
all’uomo dagl’occhi smeraldo.
- Hakkai…Come ti senti?
– gli chiese, sedendosi accanto al letto e incrociando le
braccia sul petto.
- Mmm…Un po’
scosso…- ammise Hakkai. Poi i suoi occhi incontrarono quelli
del ramingo. Rimase per un attimo interdetto, poi gemette, sentendosi
colpevole.
- Mi dispiace, Sanzo…Non sono
riuscito a fermarlo…-
Sanzo interruppe le sue parole con un gesto svogliato della mano, come
se volesse scacciare quelle ridicole parole.
Restarono in silenzio. In un silenzio non imbarazzante, ma quasi
complice. Entrambi avevano bisogno di armonia per rielaborare tutti gli
avvenimenti accaduti in quella sera.
- Quanto…? – Hakkai
non finì la frase, cercando di voltarsi a controllare dalla
finestra il mondo di fuori.
Sanzo capì cosa volesse sapere dai suoi gesti.
- Un giorno. – disse.
– E’ notte ora. Il sole è tramontato da
un bel po’.-
- Io…Mi dispiace di avervi
rallentato così…-
Il cavaliere scrollò le spalle.
- Non sappiamo dove
dirigerci…E non potevamo partire, lasciandoti
qui…Probabilmente sei l’unico a cui Homura ha
parlato, prima di scappare…-
- Sì, in effetti mi ha
accennato qualcosa, ma nulla di sensato…- ammise Hakkai,
mortificato.
- Ci racconterai tutto…- Le
parole di Sanzo furono bloccate dallo sbattere di una porta.
Hakkai si sporse leggermente e vide Gojyo, stravolto e affaticato,
avanzare verso il letto.
- Ho seguito le tracce per un
po’…Si dirigono verso
ovest…L’unica città importante, che mi
viene in mente e che potrebbe essere una possibile meta
è…-
- La capitale.- concluse, asciutto, Sanzo
per lui.
Gojyo annuì. Poi posò lo sguardo su Hakkai e
sorrise, mesto.
- Ben svegliato. Hai preso una bella
botta , sai? Hai il fisico deboluccio per restare svenuto un giorno
intero per una semplice…-
- Raccontaci, ora, come si sono svolti i
fatti.- lo interruppe Sanzo, fattosi stranamente interessato.
Hakkai acconsentì.
- Dopo che siete usciti dalla locanda, il
ricordo della lite pesava su..Goku..- pronunciare il nome di quel bimbo
tanto dolce, lo fece sentire stranamente infelice…- Poi
tutto è accaduto velocemente. Qualcuno mi è
piombato addosso e mi ha immobilizzato. Nel frattempo Homura si
è portato alle spalle di Goku…Il piccolo era
troppo scosso per reagire…-
A quelle parole, Sanzo sbuffò. Non immaginava di aver ferito
così tanto Goku…
Hakkai riprese, non facendoci caso.
- Homura deve avere usato qualche droga..
Non saprei…Sta di fatto che spalmando un specie di liquido
rosso sulle labbra di Goku, il bambino si è addormentato
all’istante…-
- Curioso…-
borbottò Gojyo.
- Già...-
Hakkai fece una pausa, perso nei suoi pensieri e intento a dare un
senso alle ultime parole di Homura.
I due compagni attesero, pazienti, il continuo della testimonianza.
- Subito dopo…Ho chiesto il motivo di tale
rapimento…- disse infine Hakkai. – Ma la risposta
non è stata molto chiara…Diceva che Goku
possedeva una potenza a me sconosciuta…Una potenza tale che
non potevo nemmeno immaginarla…Una forza
nascosta…-
- Che vuoi dire? – esclamò Gojyo.
– E’ solo un bambino!!-
- Quando gli ho detto così, è scoppiato
a ridere…- affermò Hakkai.
Gojyo lo fissò perplesso.
Hakkai scosse la testa, confuso.
- Una forza nascosta…-
mormorò Sanzo.
Hakkai e Gojyo spostarono l’attenzione sul cavaliere, che non
aveva ancora parlato.
- Sì…- Hakkai
esitò.- Ha accennato al diadema che Goku porta in
fronte…-
- Il diadema? – chiese Sanzo,
puntando i suoi occhi sul volto affranto di Hakkai, che non riusciva a
concludere nulla con quelle poche informazioni.
- Sì…il diadema
dorato che cinge la fronte di Goku…Pare sia un sigillo che
imprigioni questa sua straordinaria potenza…- rispose Hakkai.
Sanzo sgranò gli occhi, sbalordito.
- Non è possibile…-
Gojyo e Hakkai si voltarono verso di lui, curiosi.
- La leggenda…-
mormorò il cavaliere.
- Leggenda?- inveì subito
Gojyo. – Che leggenda?-
- La notte scorsa – rispose
Sanzo – Homura mi ha raccontato una leggenda piuttosto
singolare…Riguardante un demone…-
- Un demone? – chiese, sorpreso
Hakkai. – Pensavo non esistessero…-
- Infatti non esistono! –
affermò Gojyo, risoluto. – Sono solo leggende!-
- Non credete alla leggende?- chiese
d’un tratto Sanzo.
I due rimasero interdetti. Il ramingo si rivolse ad Hakkai.
- Allora? Credi alle leggende Hakkai?-
- Beh…Ecco…
- No?-
- Sono ricche di creature inventate, fantastiche…- ammise il
predicatore.
- Solo perché tu non le hai mai viste, le giudichi
così. Chi ti dice che non esistano? Allora non dovresti
credere neanche in Dio, se credi solo a quello che vedi…-
continuò imperterrito Sanzo.
Hakkai ammutolì, riflettendo.
- Quindi…Cosa diceva la
leggenda?- Con questa domanda Hakkai ruppe il silenzio, nuovamente
interessato. Gojyo sbuffò, poco convinto.
- Narrava di un demone posto a guardia di
un tesoro divino…Un demonietto, per essere
precisi…- gli raccontò brevemente la leggenda.
- Per cui – chiese Hakkai.
– Tu pensi che Goku sia…Insomma il custode del
tesoro, il demone delle leggenda?-
- Esattamente- rispose Sanzo.
- Ma…E’ assurdo!-
ribatté Gojyo.
- Dice la leggenda…-
proseguì Hakkai, ignorandolo, che l’unico modo per
scoprire se il demone è effettivamente Goku è
controllare se il bambino ha un simbolo inciso sulla schiena, giusto?.
- Già…- Sanzo
rifletté, ma non ricordò di aver mai osservato la
schiena del bambino.
- Beh…- disse Gojyo,
interrompendo il filo dei suoi pensieri.- Non importa se la leggenda
sia vera o no…Anche se così spiegherebbe il
motivo del rapimento…L’importante è che
sappiamo dove sono diretti…-
- Non possiamo esserne
sicuri…- disse Sanzo.
Ma Hakkai sorrise, prontamente. – Homura ha accennato al
principe Shien, se l’è lasciato sfuggire, preso
dall’euforia…Per cui, a meno che non ci sia sotto
un trucco, ma ne dubito perché le tracce parlano chiaro,
questo vuol dire che la nostra prossima meta sarà la
capitale…-
- A quanto pare…- fece Sanzo.
Mentre Hakkai e Gojyo progettavano il viaggio e il salvataggio, il
cavaliere pensò alla sua futura destinazione.
L’idea di metter piede a Zagral, la capitale, lo inorridiva.
Quella città, una volta splendente e sicura, ora era
tormentata dalla corruzione e dall’ingiustizia.
Non voleva che una città così sporca,
insudiciasse anche il bambino più puro che avesse mai
conosciuto. Non che ne avesse conosciuti tanti, ma sentiva che Goku non
era un ragazzino qualunque. Ricordò la storiella inventata
da Goku quella mattina dal cielo limpido…
L’eroe della storia avrebbe affrontato alcune prove per
salvare una
persona a lui molto cara…Una di queste era lo scontro con il
suo passato…Un passato oscuro, tenebroso, che era stato da
tempo rimosso. Rimosso, non eliminato.
Sapeva che sarebbe giunta la resa dei conti, prima o poi. E lo scenario
della sua vittoria, perché lui avrebbe vinto, sarebbe stata
la capitale di un regno perduto e caduto, il cui destino avrebbe dovuto
essere da molto tempo nelle sue mani.
Fine del quinto!!! ^^ Vabè, è inutile
dire che il principe di cui parlava la storiella narrata a Goku,
ovviamente, era Sanzo. ^^ Ma nella storia andava comunque scritto!
Spero di riuscire ad aggiornare presto! Sapete, la scuola è
un pò opprimente! ^^'''
kiss, angel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Passato, presente e futuro ***
Uh, quanti commenti! O_o Sorry, ma per me sono tanti...^^ Sono
commossa...ç_ç
x rika87: Tranquilla, Rika, il tuo bel finale lo avrai! Io non amo le
storie tragiche! ^^ Sono una tipetta ottimista e vitale!
Eh, già Homura è proprio un pervertito!! xD
Povero Gokucciolo, sempre nel suo mirino...So che in effetti le
situazioni sono un pò monotone, ma lui mi sembrava il
più adatto al ruolo del rapitore...
La mai seconda opzione era Li Totuen, ma poi ho deciso che avrei fatto
danni, non conoscendo molto bene il carattere del personaggio. Ora che
ci penso, però, sarebbe stata un'idea innovativa! ^^
x krikka 86: Krikka, hai assolutamente ragione, sorry! Ho corretto e
modificato quel pezzettino...Sai com'è ero abituata a
decsrivere la visione di Sanzo con gli occhi di Goku...Ho fuso le cose!
Grazie mille dell'avvertimento!! ^^ Colgo anche l'occasione per dire ai
lettori che, qualora trovino qualche imprecisione, mi avvertano! ^^
Grazie ancora, Krikka! Perdonami! ù_ù
x Temari: Homura ce la fa sempre a farla franca! Ma in fondo non
è cattivo ( nell'anime, dico, non qui xD) Quindi, su,
perchè non lo difendi? ^^
x Maki-chan: Grazie millissime per il commento!! ^^ Sono davvero felice
che ti piaccia! Perdonami se non l'ho aggiornata troppo presto,
ma...Meglio tardi che mai, no?
L'idea dell'Hakkai predicatore? Sono felice che a qualcun altro
piaccia!!! Pensavo che ai lettori questo ruolo non piacesse! ^^
A dire il vero non so come mi sia venuta...Va a sapere cosa mi frulla
in questa testa, a volte!! Spero seguirai ancora la fic! E grazie
nacora!
x azrael: E ci rotroviamo! ^^ Vedi , Sanzo sta migliorando un pochino,
dagli il tempo, no? xD E' un pò ritardato lui! ^^ Spero non
mi senta...>_>
Povero Gojyo! Tutto sommato, è vero non svolge ruoli
importanti, ma definirlo "inutile" è
crudele..ç_ç Adesso mi hai fatto venire i dubbi!
Non so se affidargli un ruolo un pò più emergente
nel seguito della storia...Mmm...Vediamo come si svolgeranno le
vicende, magari un posto lo trovo! ^^
x Valy 90: Grazie per aver letto i capitoli, sorellina! E grazie
millissime per i commenti! ^^ In realtà non ho
pensato ad una leggenda particolare da inserire su Homura...Anche qui
sarò in dubbio come Gojyo...Io scrivo ispirandomi molto, non
mi piace seguire uno schema prefissato, per cui, se avrò
modo, magari, aggiungerò qulache dettaglio in più
su Homura ^^
Spero continuerai a commentare o a leggere! ^^
Bene, dopo i saluti e le risposte ai dubbi, vi presento il sesto
capitolo! ^^ ( sembra debba apparire chissà
cosa...^^ )
Buona lettura...
Capitolo sei
Passato, presente e futuro
Sommessi tonfi arrivavano alle orecchie di Goku.
Un calpestio, ma non rumoroso, quasi nascosto, come se fosse avvolto da
un panno che ne attutisse il frastuono…
Capì subito che non era giorno, perché il sole
non lo riscaldava e non gli bruciava gli occhi…Al contrario
sentiva freddo…Una lieve brezza s’insinuava sotto
le vesti che portava e gli solleticava la schiena e il piccolo petto.
Percepiva di essere scosso da veloci e ritmati movimenti. Ripetitivi.
Si stava muovendo. Ma verso dove? Non ricordava che Sanzo avesse
ordinato di riprendere il viaggio…Anzi erano ad una locanda,
stavano prenotando le camere, per restare una notte o due e prendere
provviste e…
Il vento si fece più forte come a volerlo schiaffeggiare e
scuoterlo dall’intorpidimento del suo corpo e della sua
mente…
Ricordò tutto. La litigata furiosa con il cavaliere
e…
Spalancò gli occhi, sorpreso e diede conferma ai suoi timori.
Non stava osservando una chioma bionda e uno sguardo ametista e gelido.
Ma, mossi dalla forza del vento, sottili capelli neri si aprivano e
abbracciavano l’aria, coronando un volto dagl’occhi
bicolore.
Goku gemette impercettibilmente, riconoscendo Homura, lo straniero che
li aveva scortati a Delany…
Quando Goku cercò di liberarsi dalla presa salda
dell’uomo, quest’ultimo abbassò lo
sguardo, un po’ sorpreso.
“ La medicina che gli ho somministrato avrebbe dovuto
metterlo fuori gioco per minimo due giorni…Siamo alla notte
del primo…Com’è possibile? “
si chiese l’uomo mentalmente.
Il piccolo cercò di districarsi dalle vesti che lo
avvolgevano come un neonato in fasce, ma si trovava in una posizione
alquanto scomoda…
Precisamente, si accorse subito dopo, su un cavallo spronato al galoppo.
Homura guardò beffardo il bambino che tentava con tutte le
sue forze di fuggire. Ma fece male a sottovalutare il fanciullo,
perché questi riuscì quasi a scivolargli via,
allontanandosi dal suo petto, puntando le mani, e colpendolo con un
calcio al fianco destro.
Homura imprecò e afferrò il prigioniero per il
gomito. Non aveva corde a disposizione per cui legò i
piccoli polsi con una cinghia, che pendeva inerte e inutilizzata dalla
sella del cavallo.
Goku tentò inutilmente di tirare i polsi verso di
sé, cercando di rompere la cinghia, ma questa, pur essendo
vecchia, era piuttosto resistente e aveva la capacità di
sfregargli la pelle, dolorosamente.
Alla fine, Goku si arrese, emettendo un sospiro di rassegnazione misto
a un sibilo di frustrazione.
Homura sogghignò.
- Te ne starai fermo, adesso?- chiese
l’uomo, portando una mano al fianco offeso.
Goku si voltò per lanciargli uno sguardo talmente selvaggio
che, Homura, allarmato, spostò gli occhi per controllare che
il diadema fosse ancora lì, splendente.
- Dove mi stai portando?- chiese il
bambino, osservando, per la prima volta da quando si era risvegliato,
il paesaggio monotono che si estendeva dinnanzi a lui.
- A Zagral.-
Goku si girò, per quanto glielo permettesse la cinghia di
cuoio.
- La capitale?- chiese, sorpreso.
- Esattamente.-
- Perché?- sussurrò
Goku, come se stesse facendo una domanda proibita.
- Diciamo che il principe desidera
vederti…- rispose evasivo l’uomo.
- E’ per averlo fatto cadere da
cavallo? Ancora? Non gli è bastato distruggere il mio
villaggio?-
Homura rise. Una risata spenta.
- No, non è affatto per un
motivo così banale…-
Goku lo fissò con espressione interrogativa.
Homura sogghignò. Poi, d’un tratto, spinse Goku
contro il collo del cavallo e lo tenne fermo con una mano.
Il bambino urlò. L’uomo non perse tempo e
sollevò la giubba del piccolo, scoprendo la schiena.
- Magnifico…-
sussurrò.
Sulla pelle ambrata si districava un motivo nero, a tribale. Ogni punta
di ogni raggio sembrava indicare una via da seguire. Una
mappa…Che non sarebbe stata riconosciuta, però,
da qualcuno che non fosse stato a conoscenza del segreto che quel
bambino custodiva.
- Ingegnoso…-
commentò l’uomo.
Goku rabbrividì. Non tanto per il vento che gli sferzava la
schiena scoperta, quanto per il tono usato dall’uomo per
proferire quelle due parole.
Un uomo che sa di aver vinto, un uomo che si sente superiore a tutto,
l’uomo più potente della regione.
Goku si dimenò sotto quella prese d’acciaio e a
quel punto Homura mollò la presa.
Il bambino si tirò su, indolenzito.
- Ma sei impazzito…?-
mormorò il bimbo, arrabbiato.
Homura rise e si chinò su di lui.
- Hai proprio un bel disegno sulla
schiena…Chi te l’ha lasciato?-
Goku lo fissò , perplesso. Poi sgranò gli occhi.
- Tu…come facevi a sapere di
quel simbolo?- chiese, scosso.
- Quindi non neghi di conoscere questo
disegno…-
- Io…So di averlo da quando
ero piccolo, ma non conosco il significato di quelle linee…
E’ per questo che mi hai rapito?-
- Che bambino perspicace!-
esclamò l’uomo, sorridendo beffardo.
- Ma…perché? Che
senso hanno quei segni?- chiese Goku, curioso.
- Dovresti dirmelo tu,
questo…- Homura puntò freddamente i suoi occhi
sul visetto del suo prigioniero.
Goku ricambiò lo sguardo, senza battere ciglio.
- Se è così, hai
perso il tuo tempo. Io ne so meno di te sull’argomento!-
- Oh, certo! Ti avranno cancellato la
memoria…- rifletté Homura.
- Co..Come?-
- O forse mi stai semplicemente
nascondendo tutto…Io opterei per la seconda ipotesi. Ma non
mi preoccupo. Abbiamo buoni mezzi per far parlare le persone.- disse
maligno l’uomo.
- Io non ho paura!- esplose Goku,
gonfiando il piccolo petto.
- Vedo che Sanzo ti ha insegnato
bene…O dovrei dire male? Non è saggio ribellarsi
quando si è con le mani legate…Nel vero senso del
termine.-
Al nome del ramingo, il cuore di Goku si strinse.
Che senso aveva ribellarsi al destino che gli si apriva dinnanzi? Con
un po’ di fortuna, se avesse assecondato le sue richieste,
magari Homura lo avrebbe lasciato in vita.
Che senso aveva scappare? E poi scappare dove? Con chi? Sanzo lo aveva
rifiutato, non l’avrebbe mai ripreso con sé.
E poi da solo non sarebbe mai riuscito a fuggire…Tanto
valeva abbandonarsi al proprio destino, allora.
E con questo pensiero, le sue spalle si abbassarono e da quel piccolo
corpicino espirarono tenacia e determinazione, lasciando il posto alla
rassegnazione e alla disperazione.
Sanzo si strinse il mantello sulle spalle.
Il giorno dopo li aveva salutati con una folata di vento impetuoso.
Si avvicinavano al mare e le correnti si facevano più
insistenti, dato che non erano bloccate da catene montuose, e si
estendevano libere nelle pianure.
- Cavaliere! Ehi, cavaliere!!!-
Sanzo si voltò scocciato verso il giovane dai capelli rossi,
che lo seguiva con lo stallone, accompagnato da Hakkai.
- Che vuoi?- chiese brusco.
- Ci devi delle spiegazioni!-
ribatté Gojyo.
- Riguardo a cosa, di grazia?-
- Riguardo a questi, principessa!-
così dicendo, Gojyo accennò ai tre destrieri che
Sanzo si era procurato la mattina stessa.
- Si chiamano cavalli-
- So bene cosa sono!- urlò,
infuriato, il giovane.
- Bene. Allora non vedo il problema.- Il
ramingo lo fulminò con lo sguardo.
- Il problema è che, mio caro,
i cavalli costano un occhio della testa. Tu nei hai comprati
addirittura tre, mentre prima non t’interessava affatto
affidare due stalloni a me e ad Hakkai, ma ci facevi proseguire a
piedi, mentre tu e…- La sua voce si spezzò e
Gojyo reclinò il capo, mordendosi il labbro.
Calò un silenzio improvviso sulla compagnia. Ora
più che mai si percepiva l’assenza di quel bambino
tanto allegro e dolce da illuminare le giornate di pioggia col suo
sorriso.
Hakkai interrupe il silenzio.
- Il fatto è che, Sanzo, ci
chiedevamo dove tu avessi trovato i soldi…-
Sanzo sbuffò.
- Li ho sempre avuti. Prima non ho voluto
spenderli per il semplice motivo che non era necessario comprare altri
due cavalli. Speravo vi staccasse presto dal gruppo, ma il destino ha
voluto che vi sopportassi ancora!-
- Fammi capire bene…-
s’intromise Gojyo, ignorando l’affermazione del
cavaliere, - Tu…Hai sempre avuto quella cifra? E dove
l’hai presa?-
- Non sono affari che ti riguardano!-
- Oh, io invece credo che dovremmo
saperlo!-
- Calma, calma!- disse Hakkai col suo
tono di voce pacato.- Sanzo…Perché non ci concedi
un po’ di fiducia?-
Sanzo sospirò. Tanto alla fine, arrivati a Zagral, al
castello, lo avrebbero comunque riconosciuto.
- E’ solo una minima parte
dell’eredità che mi spetta…-
- Eredità?- Entrambi i giovani
lo guardarono meravigliati.
Sanzo frenò il destriero e smontò.
Fissò per un attimo il manto vellutato
dell’animale, poi disse:
- Il mio vero nome è Koryu, vi
dice qualcosa?-
Hakkai sgranò gli occhi, scuotendo il capo, incredulo. Gojyo
lasciò cadere le redini del cavallo e balbettò
qualcosa di incomprensibile.
- Il principe Koryu?- chiese, con un
sussurro, Hakkai.
Gojyo non proferì parola. Il cavaliere si limitò
ad annuire.
- Correva voce che fosse
morto…- disse Hakkai.
Sanzo annuì lentamente. – Già. Faceva
comodo a Shien diffondere questa falsa notizia. Non avrebbe creato
ribellioni interne.-
I due compagni rimasero muti. Sanzo sapeva bene quale domanda
martellava loro nella testa.
Poi Gojyo deglutì.
- E’
vero…Insomma…Che hai assassinato il re Komyo?-
- No- rispose secco Sanzo.
Il giovane rosso annuì, poi spronò il cavallo,
superando un allibito Sanzo.
- Allora?- chiese Gojyo, voltandosi.- Hai
intenzione di restare lì tutto il giorno? Ti ricordo che
abbiamo un ragazzino da riprenderci.
- Tu mi credi?- chiese il ramingo,
interdetto.
- Non dovrei?-
Sanzo non seppe trovare risposta a quella domanda. Hakkai gli si
affiancò e gli tese le redini del cavallo, sorridendo.
- Sarà meglio proseguire,
principe…O possiamo continuare a chiamarti Sanzo?-
- Meglio Sanzo. Non voglio si scopre la
mia identità. E se qualcuno venisse a saperlo, incolperei
Gojyo e sfogherei la mia violenta furia su di lui.- rispose Sanzo,
montando e spronando l’animale al galoppo.
- Ehi!- esclamò Gojyo.
Ma Sanzo era troppo lontano per udirlo.
Cavalcarono in modo estenuante per tutto il giorno. Si arrischiarono a
proseguire perfino dopo il tramonto, per quanto la luce chiara e fioca
gli e lo permettesse, prima di abbandonarli del tutto, lasciando calare
la notte.
A quel punto anche Sanzo fu costretto ad ammettere che non potevano
proseguire, dato che le strade, in quella zona, erano piuttosto
pericolose di notte, grondavano, infatti, di banditi.
Gojyo smontò con un sospiro di sollievo e si
avviò, sotto ordine di Sanzo, ovvio, a raccattare legna qua
e là, nella boscaglia.
Hakkai si apprestò a preparare il pentolone, in cui avrebbe
bollito la carne che avevano comprato all’ultima sosta.
Sanzo si occupò dei cavalli, legandoli in un angolo, lontano
da sguardi indiscreti, in modo che fossero meno appetitosi sia per le
bestie che per i banditi che, rivendendoli, ci avrebbero ricavato una
buona cifra.
Poi afferrò il suo mantello e se lo gettò in
spalla…Sentì la stoffa ruvida sfiorargli la pelle
diafana. Quel tocco così ruvido, ma portatore di ricordi
così dolci, lo scosse. Quello, ricordò, era lo
stesso mantello in cui il piccolo Goku si era avvolto
l’ultima sera, quella notte in cui aveva ascoltato la
leggenda da quel bastardo.
Lo prese fra le mani e lo fissò interdetto per un attimo, il
volto inespressivo, poi, in un moto di rabbia, lo scagliò a
terra, dove il bel porpora del tessuto si macchiò di fango.
Non era buono a nulla, come un terreno che non porta frutti al
contadino. Ogni suo obiettivo, ogni sua ambizione andava in fumo e si
disperdeva. Non aveva saputo proteggere quel bambino, così
come non aveva saputo proteggere suo padre.
Frustato, tornò alla radura, sotto lo sguardo cauto di
Hakkai, che si distolse subito, dato l’indole del predicatore
a farsi gli affari suoi.
D’un tratto un fruscio. Un movimento rapido, silenzioso.
Sanzo sospirò. Hakkai sorrise.
Ma nessuno dei due diede segno di aver udito il suono, smorzato dal
vento che muoveva le foglie, accompagnandole nella lenta danza della
morte, al momento della caduta.
In seguito, Sanzo si voltò di scatto, infilando un braccio
nel cespuglio e afferrando un tessuto grezzo, poco resistente che,
quando fece per tirarlo verso di sé, si strappò.
Uno strillo, poi un: - Pervertito!- tranquillizzarono il ramingo.
Uno perché la voce era parecchio infantile.
Due perché, dato che possedeva un vestito così
scadente, era poco probabile che la suddetta persona avesse delle armi,
oggetti troppo costosi,
Dopo questo breve calcolo, afferrò con forza il braccio
della vittima, chiaramente umana, e lo trasse verso l’esterno.
Dal cespuglio ne uscì una figurina, avvolta in un cencio,
dato che non può essere definito maglia, con corte brache,
che scalciava come una forsennata.
Sanzo la squadrò. Era un ragazzina, avrà avuto
sì e no dieci anni.
Sospirando, mollò la presa, facendo atterrare la bambina con
un tonfo.
- Ehi!- ribatté quella, offesa.
- Lo sai, mocciosa, che non si spia?-
disse Sanzo.
- Io non stavo affatto spiando!-
strillò lei, stringendo i piccoli pugni, pronta a sferrarli
sul naso di Sanzo, molto probabilmente.
- O giusto. Stavi rubando, vero? Cosa
pensavi di portare via?-
- Io non stavo rubando! Ero solo venuta a
cercare un po’ d’acqua!-
- A una centinaia di piedi da un fiume?-
chiese Sanzo, scettico.
La ragazzina si morse il labbro.
A quel punto Hakkai si avvicinò.
- Qual è il tuo nome, fanciulla?- chiese, sorridendo soave.
La bambina si sentì un po’ più
confortata a passare da uno sguardo da falco a un sorriso da ebete.
Per cui distese il viso e rispose:
- Lirin!-
- Bene, Lirin, e dì la
verità ti prego, di fronte a Dio.-
La bambina lo fissò perplesso. – Dio? E chi
sarebbe?-
- Oh, cielo!- sopirò Hakkai.
Sanzo lo scostò sbuffando, piazzandosi davanti a Lirin.
- Che stavi rubando?-
- Eh?- Lirin spostò lo sguardo
su Sanzo. Poi fece una smorfia e disse: - Il mantello.-
- Il mantello?-
- Sì, ho visto che lo hai
scagliato in terra, come se non ti servisse! E noi abbiamo bisogno di
coperte! Voi nobili siete degli sciagurati, a sprecare così
tutte le ricchezze che avete! Dal cibo ai mantelli!-
- Noi?- la interruppe Hakkai.
- Sì…Io e la mia
famiglia.-
- Una famiglia di ladroni!- corresse
Sanzo.
- Non è così!-
strillò Lirin.
- Ehi, ma che diavolo avete da urlare?-
Gojyo spuntò dalla folta boscaglia, a mani vuote.
- E la legna, idiota?- chiese Sanzo,
già alquanto irritato.
- Non ne ho trovata…- rispose
Gojyo.
- Imbranato!-
- Cercala tu, allora, principe dei miei
stivali!-
- Te li faccio invogliare i miei stivali,
se non torni in quella foresta a cercare del legname!-
- Principe??- squittì la
vocina della bambina, intromettendosi nella lite.
- Taci, tu! Sbrigati, buono a nulla!-
aggiunse il cavaliere, rivolto a Gojyo.
- Non troverete legna.-
affermò Lirin, guardando con adorazione Sanzo. Dalla parola
“ principe” il suo atteggiamento sembrava mutato.
- E perché mai?- chiese
Hakkai, perplesso.
- Qualche mese fa qui
c’è stato un incendio e molti terreni sono stati
distrutti dalle fiamme. In più molti magazzini dei villaggi
accanto sono stati svuotati della legna da quel verme del principe
Shien, e la gente ora soffre gravemente il freddo…- ammise
la ragazzina, afflitta.
- Perfetto! Per stanotte si
congelerà, qui, all’aperto!- esclamò
Sanzo.
- Oh, no! Io non farei mai dormire un
principe all’aperto!- esclamò Lirin, riaccendendo
lo sguardo e puntandolo verso Sanzo.
Sanzo la fissò, irritato.- Lasciati sfuggire questa parola,
bimba, e sei morta…- la minacciò.
- Oh, certo, certo! Ma, la prego,
perché non viene a riposare da noi, questa notte? La nostra
dimora è modesta, non adatta a un principe, ma mio fratello
si è preoccupato di nascondere legna e provviste per
noi…Credo non abbia problemi ad offrirvene!- Lirin
afferrò la casacca di Sanzo, in un gesto di preghiera.
Sanzo osservò indifferente il viso della bambina.
- Credo tu abbia ascoltato troppe favole
su noi principi, bimba. Non sono tutti pieni di virtù come
coloro di cui narrano le imprese. Se è questo che cerchi,
lascia perdere.-
La piccola mollò la presa, osservandola stranita.
Hakkai scattò. – Sanzo, finiscila di compiangerti!-
- Ha ragione, principe, datti una
svegliata!- s’intromise Gojyo.
- Che diavolo…?!-
s’accese la protesta di Sanzo, ma fu bloccata
dall’esclamazione di Hakkai.
- Non dirlo! Non pronunciare il diavolo!
E ascoltami! Il passato serve all’uomo per spingerlo a
riparare ai suoi errori. E’ un’ insegnamento
più importante di quello che sembri. Anni fa hai perso tuo
padre, non lasciare che succeda anche con Goku! Quel bambino ha bisogno
di te, Sanzo. Ma ha bisogno di un Sanzo che gli facci da guida,
perché più esperto di lui, dato che è
più anziano e quindi ha vissuto le sue esperienze, belle o
brutte che siano.
- Dimentica il passato, vivi il presente
e pensa al futuro!- affermò Gojyo.
Il cavaliere li scrutò minaccioso. Mai nessuno gli aveva
fatto una predica, tranne suo padre.
Poi scosse il capo e si rivolse alla bambina, che era rimasta
silenziosa tutto il tempo.
- Conducici alla tua dimora, mocciosa.
Per stanotte ci riposeremo e domani riprenderemo il viaggio.- aggiunse,
poi, rivolto agli altri.
Hakkai sorrise, soddisfatto e Gojyo affermò, sarcastico: -
Sì, mio principe!-
- Ma – aggiunse Sanzo
– Prima di pensare al futuro, devo imparare dal passato.
Così nel presente potrò darvi tanti di quei
calci, che non vi permetterete mai più di rivolgervi a me
così, come poco fa!-
Quando avvistarono la fattoria in cui viveva Lirin, Gojyo si tastava
stranamente il didietro, mentre Hakkai sorrideva tranquilla,
barcollando leggermente sul piede destro, avvertendo delle fitte acute
agli stinchi, ma si consolava, affermando che il Signore aveva sofferto
molto per gli uomini.
Fine anche del sesto capitolo! ^^ Spero sia piaciuto e perdonate
qualche errore o imprecisione grammaticale! Grazie a chi commenta, che
mi sostiene e mi fornisce utili consigli, e a chi legge,
perchè possa condividere questa storiella con me! xD
Al prossimo capitolo, spero a breve! -^^-
kiss, angel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** La fattoria ***
x rika 87: Ho capito di che film parli: Waterworld, o qualcosa di
simile...In effetti la storia è simile, ma non ho preso
spunto da lì ^^. Ho avuto l'ispirazione da un libro, uscito
qualche anno fa, anche se la trama è completamente
diversa... Grazie mille per i complimenti! ^^ E scusa se ti ho fatto
attendere molto per il prossimo capitolo.
x Krikka86: Non temere, Krikka! Sanzo non abbandonerà Goku!
E Lirin non riuscirà sviarlo! Grazie millissime per il
commento! Sei molto gentile, sono felice, inoltre, che la fic ti
piaccia sempre di più! ^^ Scusa per il tempo che ci ho messo
a pubblicare il seguito! ç_ç
x Maki-chan: Grazie mille per il tuo commento! Sono felice che tu abbia
continuato a seguire la mia fic! Mi piace rispondere ai commenti dei
lettori, così mi sento un pò
più vicina e presente, piuttosto di una scrittrice
che pubblica i capitoli e basta! Scusa se ho aggiornato un
pò in ritardo! ^^
x azrael : Scusa, cara! Ho aggiornato proprio tardi!
ç_ç Perdonami, anche, se faccio soffrire un
pò Goku...Non sai come dispiace anche a me scrivere certe
cose! Però immaginavo che il lettori si chiedessero che fine
avesse fatto il piccolo cucciolo di scimmia! ^^
Neanche io amo particolarmente il personaggio di Lirin, ma l'incontro
con i quattro " antagonisti" di Saiyuki mi serviva per un dettaglio
importante della storia. ^^ Grazie mille del commento e dei complimenti!
x Temari: Vedo che per Homura non c'è niente da fare! Si
dovrà rassegnare, povero! ^^ Beh, in effetti Sanzo ha
svelato un pò prematuramente la sua identità, ma
non penso sarebbe cambiato qualcosa se Gojyo e Hakkai lo fossero venuti
a sapere dopo...Consolati! C'è ancora Goku che non ne
è al corrente...E non temere, i tre sono in viaggio e
sostano per breve tempo, quindi riusciranno a salvare il nostro Goku!
Speriamo in tempo!! ^^ Scusa per l'aggiornamento un pò in
ritardo!
Grazie tantissime per i commenti e, ho già chiesto scusa a
ciascuno di coloro che mi commentano, ma chiedo ufficialmente perdono
per il ritardo nell'aggiornamento!! ^^''' Non che avessi una data di
scadenza, ma mi dispiaceva farvi aspettare tanto...Ecco il prossimo
capitolo...E' breve, ma spero che vi piaccia!
Capitolo settimo
La fattoria
- Assolutamente no!-
Queste erano state le parole di quello sporco contadino straccione, dai
capelli rossi, appena li aveva visti.
Possibile che avesse avversità contro tutti coloro che
possedevano capelli rossi??. Con questo pensiero, Sanzo
spostò lo sguardo su Gojyo, che era intento a discutere col
padrone di casa.
Un giovane dalla pelle abbronzata, con i lunghi capelli raccolti in una
coda, affrontava Gojyo, reggendo un forcone nella mano destra e
agitando la sinistra verso il locandiere, come a voler scacciare una
mosca.
Hakkai fissava imbarazzato la scena, senza sapere bene come
comportarsi. Cercava, semplicemente, di calmare i litigandi, con gesti
frettolosi ma precisi. Come afferrare il braccio di Gojyo quando il suo
pugno stava per abbattersi sul volto del povero contadino. Egli, tra
l’altro, indossava una casacca stracciata ed enorme, che
lasciava intravedere il petto muscoloso grazie al duro lavoro che ogni
giorno egli, probabilmente, svolgeva.
Il cavaliere, dal canto suo, restava in disparte, totalmente
disinteressato.
Aveva le braccia incrociate sul petto e fissava, da pochi minuti, la
scena che si era venuta a creare.
Lirin se ne stava accanto a lui, adorante, accucciata su un mucchietto
di fieno e contemplava la figura slanciata del ramingo.
- Non c’è bisogno di
aggredirci in questo modo!! E ti ricordo che avremmo potuto denunciare
il furto fallito di quella ragazzina, ma non abbiamo mosso un dito
per…- stava dicendo Gojyo.
- Mia sorella –
sottolineò l’altro – Non è
affatto una ladra!-
- Ah, certo…-
ribatté Gojyo.
- Non voglio nobili in casa mia!!-
urlò il giovane piantando, irritato, il forcone nel terreno.
Ma Gojyo non si fece intimorire.
- Chiamala casa, questa!-
- Ma chi vi ha invitato…?
- La ragazzina…
- Lo so chi vi ha invitato! Era una
domanda retorica!- sbraitò il giovane.
- Scusate…?
I due si voltarono di scatto verso Hakkai, tra uno svolazzo di ciocche
rosse.
- Ehm…Non vi sembra più…Come dire
… Maturo…Sedersi e parlarne con calma?-
s’intromise esitante il predicatore.
I due rimasero in silenzio per un attimo.
Poi il giovane contadina sembrò riscuotersi e disse:
- Perfetto. Da questa parte.-
I tre viaggiatori lo seguirono, affiancati da una saltellante Lirin.
Il giovane li condusse fuori dalla stalla in cui erano entrati, poi si
diresse verso una casetta in legno, circondata da alcuni zolle di terra.
Entrarono nella casetta umida. L’ambiente era poco ospitale,
ma accogliente, pur essendo rustico.
Vi era un tavolo in mezzo alla stanza. Accanto qualche pensile, su cui
erano posati vari pacchetti che emanavano un odore di formaggio fresco.
Essi erano affiancati da alcune bacinelle, piene di latte e acqua,
coperte solo da un pezzo di stoffe, unica protezione.
Dal lato sinistro della stanza, partiva una scaletta che potava,
probabilmente, alla soffitta, dove vi erano di materassi con lenzuola
fresche e pulite.
I tre si accomodarono attorno al tavolo, osservando il proprietario di
casa.
Questi si sedette. Attese qualche attimo, poi parlò.
- Non c’è molto su
cui discutere- affermò il giovane.- Questa è casa
mia e io non ho né spazio né denaro per
accogliere degli ospiti. Certo, farei il possibile se questi sono
poveri e affamati, ma, a giudicare dai cavalli e dal mantello, non mi
sembra…-
- Noi…- lo interruppe Hakkai
– chiediamo alloggio solo per una notte, questa notte.
Possiamo anche fare a meno di mangiare, ci procureremo noi del cibo, ma
abbiamo bisogno di un luogo sicuro dove riposare…Siamo anche
disposti a rimborsarvi per il disturbo…-
- Ehi!- esclamarono Sanzo e Gojyo in
contemporanea.
Ma Hakkai non vi badò.
- Ce ne andremo domani
all’alba, anche perché non possiamo stare fermi
per molto, ci aspetta un lungo viaggio ed abbiamo urgente bisogno di
raggiungere la nostra meta…Ma siamo anche noi esseri umani,
per cui la preghiamo di lasciarci riposare qui… Solo per una
notte…-
Calò il silenzio, mentre il giovane contadino si
mordicchiava un labbro, pensieroso, e giocherellava con un bottone
della giubba che, d’un tratto, si staccò.
Il ragazzo abbassò lo sguardo, osservando il bottone roteare
e poi fermarsi, immobile, sul terreno.
Risollevò lo sguardo.
- D’accordo…- disse
e annuì, come per convincersi di quello che stava dicendo.
– Quello lì – aggiunse, indicando Gojyo
– non aveva accennato al fatto che fosse solo per una
notte…Per cui avevo rifiutato. Non abbiamo la
possibilità di mantenere altre tre bocche.-
- Certo, comprendo. Grazie mille per la
sua cortesia, il signore le sarà grato. Grazie al suo
contributo, una vita sarà salvata.- sorrise Hakkai, benevolo.
Il giovane annuì, scocciato da tutte quelle lodi.
- Vado a prendervi alcune
coperte…Dormirete nella stalla.- aggiunse. – A
proposito…- si bloccò a metà scala.
– Io sono Kogaiji.- Dopodiché salì in
soffitta e scomparve.
- Vedi Gojyo ..– ne
approfittò Hakkai per parlare – A volte basta
usare un tono diverso con le persone…
- Perché non lo dici anche a
lui?- chiese il locandiere, indicando Sanzo , che alzò gli
occhi per incenerirlo con lo sguardo.
La stalla era fredda, ma almeno coperta.
Sanzo volgeva lo sguardo al cielo, avvolto nel mantello porpora,
appartenuto, precedentemente a suo padre.
Hakkai e Gojyo riposavano già da molto, ma il cavaliere non
riusciva a prendere sonno.
Si vergognava ad ammetterlo, ma ora come mai sentiva la mancanza di un
piccolo peso sul fianco.
Un peso chiacchierone, rompiscatole, vivace…Ma anche dolce,
sincero, puro…
Scosse il capo, come per risvegliarsi da un incubo.
Non doveva lasciarsi trasportare dai sentimenti. Cosa sapeva di Goku?
Solo il nome… Ora che ci rifletteva non sapeva neanche
l’età di quel bambino.
Eppure non riusciva a non provare angoscia al pensiero di quel
ragazzino, solo e indifeso, nelle mani di prepotenti nemici, senza
scrupoli, pronti ad uccidere perfino un bambino…
Tuttavia era più che sicuro che Goku fosse ancora vivo.
Homura non l’avrebbe mai ucciso…
Ripensò alla smorfia che aveva fatto quel verme, la sera
stessa in cui gli aveva rivelato la leggenda.
Probabilmente, se non si fosse svegliato, l’uomo avrebbe
rapito Goku quella notte. Ecco perché era così
infastidito alla vista di Sanzo…
Così il cavaliere, perso nei suoi ragionamenti, si
abbandonò alla spossatezza e lasciò che i suoi
occhi si chiudessero.
Goku aprì gli occhi di scatto, trattenendo un gemito.
Le sue pupille restarono spalancate per molti secondi. Il bambino
ansimava, sconvolto dall’incubo a cui era appena sfuggito.
Si girò di lato, stringendo le coperte tra le dita
intorpidite…La porta della capanna era chiusa a chiave, per
cui non sarebbe potuto scappare…Ma non era a questo che
pensava Goku.
Pensava che era solo, al freddo, senza un minimo di conforto.
Rafforzò la presa sul lembo della coperta, serrando le
palpebre per cercare di imprigionare le lacrime. Ma queste vinsero la
battaglia e scivolarono veloci, limpidi, spianando il volto sporco di
terra del bambino, che sentiva il suo cuore stringersi per il dolore e
la tristezza…
Si raggomitolò, come un cucciolo accanto alla madre, sotto
la coperta. Percepì un debole tonfo, poi si sentì
sollevare di peso, insieme al cencio in cui era avvolto.
Non aprì gli occhi quando un soffio di aria gelida lo
schiaffeggiò…
Stavano per ripartire, ma non osava crederci. Si rifugiò,
così, nel suo mondo, dove un cavaliere scorbutico lo
rimproverava, furioso, e lo chiamava scimmia.
Non badò all’urto contro la sella e alla fitta di
dolore che ne seguì.
Poi, come una frustata, si rese conto che il ramingo, probabilmente, lo
aveva già dimenticato…In fondo che legami aveva
con lui?
Sarà in viaggio, ora, chissà dove, continuando a
vivere tranquillamente…Goku era stato solo
un’interferenza nella sua vita…
Al risveglio, Sanzo si sentì sovrastato da una presenza
sconosciuta.
Scattò in avanti, afferrando il collo
dell’estraneo. Egli lanciò un urlo stridulo,
spezzato dalla mano del cavaliere premuta sulla trachea.
Sanzo aprì gli occhi e mise a fuoco colei che gli si parava
di fronte, coprendogli la luce.
- Chi diavolo sei?- chiese Sanzo alla
donna, scocciato.
- Y..Y..A…
Sanzo allentò la stretta.
- Yao..o..ne- ansimò la
fanciulla, cercando di portarsi le mani al collo.
Vedendo che Sanzo non la lasciava, sussurrò:
- La prego…- disse,
stringendogli i polsi, in un tentativo di trasmettere al ramingo la sua
disperazione.
Sanzo mollò la presa e si portò una mano fra i
capelli biondi.
- Che buon risveglio…- disse,
con la voce densa di sarcasmo. – Posso sapere cosa vuoi?-
- Ehm…Mi.. Mi
dispiace…Non era mia intenzione svegliarla tanto
bruscamente, ma volevo avvisarla che l’alba è
sorta…- risposa la giovane, alquanto imbarazzata.
Sanzo non rispose, si sollevò e si infilò la
giubba, sotto lo sguardo della giovane, le cui guance si fecero ancora
più rosse alla vista del petto nudo e perfetto del ramingo.
Il biondino non vi fece caso e uscì dalla stalla.
Entrato nella casupola, vide Hakkai già sveglio, mentre
Gojyo, gli disse il predicatore, era stato svegliato bruscamente da
Kogaiji, che affermava che, per ripagare la notte, avrebbero dovuto
rendersi utili.
Al momento i due erano nella foresta, a cercare legna.
In quell’ istante entrò Yaone che, alla
vista di Sanzo, abbassò gli occhi e si affrettò a
raggiungere Hakkai, che stava tagliando il formaggio per la colazione.
Il cavaliere sospirò a si accomodò sullo sgabello
traballante, accanto al tavolo.
La notte non aveva dormito, tormentato dalla preoccupazione per Goku.
Inoltre l’ambiente non aveva certo aiutato. La notte era
scesa l’umidità e il ramingo era stato costretto
ad avvolgersi nel mantello, ma a togliersi la giubba, imperlata di
sudore per i continui incubi.
Continuava a sognare un luogo immenso, totalmente bianco e lui si
trovava al centro di questo luogo, solo.
Ma intorno a lui continuava a vorticare l’immagine di suo
padre, Komyo.
Sorrideva, tranquillo, ma Sanzo era tormentato da quel sorriso. Voleva
dimenticarlo, perché sapeva che nessuno avrebbe potuto
restituirglielo, perché suo padre era morto, ormai.
Sembrava che quel sorriso si facesse beffa di lui, che volesse a tutti
i costi imprimersi nella memoria del giovane, quando lui avrebbe voluto
cancellarlo.
Eppure tornava, a volte inaspettato. Sanzo si prese la testa fra le
mani, guardando il legno del tavolo, non vedendolo, però.
Dei suoni lo richiamarono alla realtà.
Udì il rumore di zoccoli sul selciato e si alzò
di scatto, in allarme.
Uno strillo, poi tre uomini fecero irruzione nella casetta.
Yaone si portò le mani alla bocca, per trattenere un grido,
mentre Hakkai le cingeva le spalle, protettivo.
Sanzo squadrò il trio di guardie reali. Una di loro
stringeva il polso di Lirin. La ragazzina non era spaventata,
semplicemente infuriata di simile trattamento.
Sanzo sospirò. Poi uno dei tre uomini parlò.
Portava una casacca istoriata, e brandiva una spada.
- Siamo qui perché ci
è giunta voce che voi possediate parecchie
provviste…Ogni provvista del regno appartiene al principe
Shien, conoscete la legge! Dovete consegnarla!-
Yaone sgranò gli occhi, mentre Sanzo sbuffava.
- Quelle provviste sono nostre! Che il
principe vada a coltivare, se vuol mangiare!- strillò Lirin.
- C…Come ti permetti,
ragazzina? Il principe ha ben altri affari da sbrigare! Non
può certo permettersi di perdere tempo, come voi contadini!
Egli è molto indaffarato!- scattò la guardia.
- Impegnato a dare ordini, certo!-
sbottò Lirin.
L’uomo che la tratteneva le mollò uno schiaffo
violento, il cui suono risuonò nella casupola, tra il
silenzio dei presenti.
Senza preavviso e con sorpresa da parte di Hakkai, Sanzo
sguainò la spada, puntandola alla gola di colui che
tratteneva la ragazzina, che, nel frattempo, era rimasta scioccata e
ammutolita.
- Non mi piace – disse il
cavaliere, con tono feroce, irritato e lo sguardo gelido –
questa abitudine delle guardie di prendersela con gli indifesi. Siete
solo dei maiali prepotenti e arroganti. Dovreste essere tutti
sterminati. E’ gente come voi che inquina il regno.-
Le parole del ramingo furono tanto fredde che, per un attimo, i tre
uomini non seppero che rispondere.
Poi sguainarono le lame in contemporanea. I primi due si scagliarono
contro Sanzo, inferociti, mentre il terzo tenne in ostaggio Lirin,
puntandole la spada alla gola.
Il ramingo socchiuse gli occhi, minaccioso. Poi rispose velocemente ai
fendenti, schivando la seconda guardia e ferendo la prima al fianco.
L’uomo si accasciò, gemendo. Sanzo lo
scavalcò con un balzo e tentò di colpire il
secondo alla gola, ma questi inarcò la schiena
all’indietro, per sfuggire alla lama, la quale
lasciò un lungo graffio sul petto, lacerando la casacca di
cuoio.
Il cavaliere non attese e infilò l’arma fra le
costole dell’uomo che urlò di dolore e
lasciò cadere la propria spada.
Ritirata dal petto della guardia, la lama di Sanzo parò
prontamente il fendente, dell’uomo alla sue spalle, diretto
alla coscia sinistra.
L’uomo, sbalordito dai riflessi del giovane, ebbe un attimo
di esitazione che gli costò caro…
Infatti il ramingo ne approfittò e conficcò la
punta dell’arma nel braccio dell’uomo.
Yaone guardava la scena sbalordita, quando fu riscossa da Hakkai.
- Avete un’arma in casa, che
lei sappia, signorina?-
La donna squadrò dubbiosa la veste del predicatore, ma, in
seguito, si sollevò e corse verso la scala che conduceva
alla soffitta.
Rovistò sotto alcuni panni, poi scostò una trave
e ne tirò fuori un arco, fatto di corna di cervo.
Tornò indietro e lo porse al giovane predicatore,
sussurrando:
- Spero riesca a tenderlo…-
- Non si preoccupi…- la
liquidò Hakkai, studiando l’arma.
Poi tese con velocità e senza problemi l’arco,
puntando la freccia, che nel frattempo la giovane gli tendeva.
La freccia scattò e andò a conficcarsi nel cranio
della terza guardia che con un tonfo crollò i terra,
lasciando la presa su Lirin.
La fanciulla scattò in avanti e sferrò un calcio
sulla ferita della prima guardia caduta sotto la forza di Sanzo.
Poi si avvicinò a Yaone e Hakkai, che stava riponendo
l’arco.
Sanzo guardò gelido i due uomini. Poi ordinò,
secco:
- Levatevi i vestiti e, per amor del
cielo, fatelo in un angolo, veloci, rapidi. Poi consegnatemeli.
Yaone e Lirin lo guardarono dubbiose, ma Hakkai sorrise.
La donna cucì la casacca strappata e le pulì dal
sangue rappreso.
Poi il cavaliere e il predicatore se le infilarono, lanciando una
coperta a ciascuno dei prigionieri.
Si occupò Sanzo di sbarazzarsene. Li legò su un
due cavalli, che spronò sul sentiero, verso il villaggio,
portando il terzo stallone nella stalla. Fece in modo di terrorizzarli
a morte che i tre promisero di non farsi più vivi in quella
zona.
Al ritorno dalla foresta, Kogaiji era, suo malgrado, grato al cavaliere
e al predicatore per aver salvato le sue sorelle. Insieme a Gojyo vi
era un altro uomo, più robusto dei due rossi messi insieme,
che si presentò come Dokugaiji, il primo fra i fratelli di
quella assurda famiglia.
Riguardo al locandiere, si infilò la casacca e le brache con
disprezzo, restio ad abbandonare i suoi cari vestiti.
Kogaiji si avvicinò al cavaliere, leggermente scocciato.
- Grazie per aver protetto mia
sorella…- disse, facendo una smorfia.
- Tzk! Non l’ho fatto per la
mocciosa…Mi stavano seccando quei tre…-
Non poteva ammettere che la scena di quella mattina gli aveva revocato,
dolorosamente, alla mente il suo primo incontro con Goku, mentre il
bambino fuggiva da due guardie reali.
Scossa il capo, per scacciare quei ricordi.
- Beh…- continuò
Kogaiji.- Può darsi, ma grazie comunque.-
Sanzo annuì, accettando i ringraziamenti, senza proferire
parole.
Subito dopo i tre ripartirono. Indossava le casacche dei tre uomini, in
modo che chiunque li avrebbe scambiati per soldati reali.
Ed erano ricchi di provviste, che Yaone aveva generosamente offerto
loro, osservando, per un’ultima volta, Hakkai,
complimentandosi con lui per la destrezza dimostrata con
l’arco.
Quando Gojyo chiese ad Hakkai di cosa stesse parlando, egli rispose con
un gesto svogliato della mano.
Anche Sanzo era curioso, ma non invadente. Sapeva, ormai, che anche i
suoi compagni di viaggio nascondevano un passato oscuro, misterioso. In
effetti era un po’ assurdo il fatto che un predicatore
sapesse maneggiare un arco, per di più tenderlo e centrare
perfino l’obiettivo.
Ciò nonostante Sanzo non interrogò Hakkai.
Quando si sarebbe sentito pronto, il predicatore si sarebbe confessato.
Sorrise al pensiero.
Scusate per il capitolo alquanto breve! ^^ E lasciatemi correre qualche
errore grammaticale! ^^ Al prossimo capitolo, stavolta dovrei
aggiornare un pò più in fretta! ^^
kiss, angel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Progetti ***
capitolo otto fanfic
x Temari: Brava, consola tu Gokucciolo! xD Povero piccolo...a volte mi
sento tanto cattiva...ç___ç Grazie del commento ^^
x Krikka86: Scusa se ho tardato anche questa volta xD Però,
come gesto di scusa, in questo capitolo Goku appare più
spesso...Grazie del commento, kiss!
x azrael: Grazie mille per il commento e i complimenti! Scusa se ti ho
fatto attendere tanto di nuovo...ç______ç Sorry!!
Mi spiace moltissimo, ma a mio padre serviva il computer...
Beh, almeno ho aggiornato...^^ Il capitolo stavolta è
più lunghino rispetto a quello di prima ^^ Per Hakkai dovrai
aspettare ancora un pò...xD In effetti le parti di
Goku sono sempre un pò tristi, ma tra poco anche la
scimmietta troverà la sua serenità, pazientiamo...
x rika87: Hakkai si svelerà, ma non in questo cap! xD In
effetti è un pò confusionaria la famiglia
contadina, ma non importa ^^ Grazie mill per il commento! ^^
x Maki-chan: ehi, già, povero Kou!! xDDD Beh, scusa se mi
sono fatta attendere con il nuovo capitolo!! Spero ti piaccia! Grazie
per i complimeti! baci!!!
x Ali-chan: Grazie mille per il tuo commento! ^^ Ripeto, i ruoli mi
sono venuti piuttosto spontanei. Non ricordo neanche se ho avuto
bisogno di ispirazione...>_>
Spero continuerai a seguire la mia fic...^^ Grazie ancora per il
commento! Baci!
Scusate il ritardo dell'aggiornamento. Ma, ultimamente, il computer
è servito a mio padre, per cui ho trovato solo oggi la
disponobilità ad aggiornare...
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia, non uccidetemi per quello che
faccio passare a Goku...^^''' Non temete, troverà la
felicità...Prima o poi...>_>
Capitolo otto
Progetti
Pervennero a Zagral a notte inoltrata.
Nessuno li vide entrare in città. Goku si strinse il
mantello intorno, atterrito dagli alti edifici in legno e mattoni che
oscuravano la luna.
Homura, invece, si sentiva molto a suo agio, fischiettando
un’inquietante melodia, che alle orecchie di Goku suonava
come una marcia al patibolo.
Già, perché non sapeva se sarebbe riuscito a
uscire vivo da quella situazione…D’altronde la
morte non era poi così terribile.
Il macellaio del suo paesino, Chiarella, gli aveva raccontato che ogni
anima, alla morte, giungeva in un nuovo mondo, dove chi era stato puro
nella vita precedente avrebbe vissuto nella pace e nella
felicità assoluta. Chi, invece, aveva peccato avrebbe
vissuto una vita dolorosa.
Il bambino sperava tanto di essere stato puro, fino a quel momento.
Voleva trovare la felicità e non essere più solo,
almeno dopo la morte.
Gli zoccoli dei cavalli risuonavano sul selciato, accompagnando i loro
cavalieri.
Poco dopo, alzando il visetto, Goku lo vide. Era un castello
grandissimo, che affacciava su una collina.
Dalla città partiva un sentiero tortuoso e stretto,
costeggiato da muri coperti di muschio, che racchiudevano quella
stradina, escludendo chiunque la percorreva dal mondo esterno.
Goku si sarebbe sentito soffocare, tra quelle pareti così
vicine, se non si fosse imposto di mantenere la calma.
I cavalli arrancavano a fatica.
In seguito, dopo pochi passi, Homura scese di sella e
trascinò il bambino con sé.
Goku aguzzò gli occhi. Non aveva notato, in mezzo alla
parete, un battente di legno, che l’uomo spalancò,
con forza.
Cigolando la porta si aprì e affacciò su una
specie di stalla, che, probabilmente, dato i sacchi accatastati,
fungeva anche da magazzino.
Legò tutti i sei stalloni nella stalla, mentre tre uomini
iniziavano la faticosa salita, seguiti da un quarto.
Homura richiuse i battenti e afferrò il ragazzino per il
polso, tirandolo con uno scatto e arrancando su per il sentiero.
Il corteo era chiuso dal sesto uomo che, dopo essersi guardato intorno,
sospettoso, raggiunse Homura e puntò gli occhi su Goku, nel
caso il bambino avesse pensato di fuggire.
Ma Goku era talmente concentrato sulla figura oscura del castello ,che
si innalzava minaccioso, per accorgersi dello sguardo minaccioso
dell’altro.
Non aveva mai osservato nulla di più maestoso.
La luna era ancora coperta, stavolta, però, dalla punta
della torre più alta.
I bastioni erano larghissimi e immensi. Le finestre lunghe e sottili
erano le uniche e concedere un po’ di colore e decorazione,
tra tutta quella pietra. Essendo istoriate, infatti, raffiguravano
immagini di cavalieri e angeli.
Goku emise un piccolo gemito, notando alcuni corvi appollaiati sui
merletti, come ad indicare presagio di morte tra quelle mura
così elevate.
Homura fraintese il gemito e allentò la stretta sul polso.
Goku non si lamentò. Meglio che avesse frainteso, a dire il
vero.
Distolse lo sguardo quando giunsero davanti al portone, tutti
affaticati e sudati, perfino Homura era ansante.
Dopo pochi attimi, le porte di legno e acciaio si spalancarono,
affacciando su un giardino poco curato.
Homura non esitò ad entrare e, con uno strattone,
trascinò dentro anche il bambino.
Il piccolo volse un ultimo sguardo frettoloso al mondo esterno, a
quello che si lasciava alle spalle, chiedendosi se sarebbe mai uscito
da quelle quattro mura.
Proprio in quel momento, come per salutarlo, spuntò la luna,
illuminando i campi sottostanti che circondavano la fortezza, visibili
ora, data l’altezza del colle, su cui si ergeva la dimora del
principe.
Poi essa venne, per le terza volta in quella nottata, nascosta dai
battenti che si chiusero e furono bloccati da un gruppetto di uomini.
La luce si spense, come la speranza nel cuore del bambino, lasciando il
posto ad un vuoto buio e assoluto.
A pomeriggio inoltrato, avvistarono la città, con non poco
difficoltà.
Zagral era altamente fortificata, timorosa di qualunque
attacco…O meglio questo era il timore del principe Shien,
che aveva racchiuso la capitale tra i mattoni, bloccando
l’aria e la luce ai cittadini.
Sanzo aggrottò la fronte, ammirando l’abominevole
luogo in cui si era trasformata la sua casa.
Giurò a se stesso che avrebbe strangolato Shien con le
proprie mani.
Non pronunciò parola e spronò il cavallo
giù dalla collina, su cui si erano appostati.
Gli animali erano stanchi, e Zagral, seppur visibile, distanziava
ancora parecchio.
Per cui, con approvazione di Gojyo e Hakkai, Sanzo decise di fermarsi e
accamparsi per la notte. Si fermarono in una radura, nel mezzo della
foresta che affiancava alcuni appezzamenti di terra, coltivati,
presenti nella campagna.
Tutti e tre, sfiniti, decisero di consumare un pasto freddo, a base di
formaggio e salumi, gentilmente offertigli da Yaone, perché
troppo stanchi per raccogliere legna e accendere un fuoco.
I suoi due compagni di viaggio si addormentarono all’istante,
mentre Sanzo si aggirò per la foresta. Conosceva bene quella
zona, sapeva di non potersi perdere.
Giunse a una piccola scogliera, che affacciava su un torrente
impetuoso, in quel punto, dato che terminava in una cascata.
Discese e percorse il letto del fiume, perso nei suoi pensieri, mentre
il mantello era sospinto all’indietro dal vento.
Il cavaliere si spostava come un’ombra, in quella notte.
Nera, fredda, silenziosa, letale.
Allora si fermò. Si chinò e osservò il
suo riflesso nell’acqua, rievocando alla memoria il suo primo
incontro con il re, Komyo.
Vide davanti a sé un bambino, biondo e minuto,
malnutrito, ma fiero. Camminava con spavalderia, nonostante stesse
portando due secchi pieni d’acqua, che si versava a
tradimento sul terreno.
E poi aveva guardato con feroce ostilità la figura che gli
bloccava la strada.
Quella stessa figura che, sotto il suo sguardo sbalordito e sospettoso
al tempo stesso, aveva afferrato i secchi e lo aveva inventato a bere
una calda tazza di the.
Sorrise mesto, ricordando l’insulto che lui gli aveva
lanciato, sicuro che lo stesse prendendo in giro.
Ma l’adulto aveva sospirato, rimproverandolo bonariamente per
il linguaggio troppo scurrile.
Poi gli aveva rivolto nuovamente quel sorriso da ebete, ripetendo
l’invito che Sanzo, stranito, aveva finito per accettare.
Strano, ma vero, quell’uomo si era portato dietro tutto il
peso dei secchi, risalendo la collina, fino al castello.
Sanzo era rimasto sbalordito alla vista della pendenza del sentiero, e
aveva notato, ancora più sorpreso, che pochi scrosci
d’acqua erano risuonati sul selciato.
Quel sentiero così ripido…
Un giorno l’aveva percorso da ignaro, un altro da traditore,
o così pensava la popolazione…E ora? Come
l’avrebbe percorso?
Da infiltrato, probabilmente, agli occhi dei cittadini…Da
salvatore, però, agli occhi di Goku.
A Sanzo, senza dubbio, importava più il secondo giudizio.
- Fammi capire…- disse Gojyo,
scrutando le divise delle guardie che indossavano da due giorni a
quella parte - L’inchino dev’essere profondo, ma
non troppo, perché devo sempre essere pronto a sfoderare la
spada…Giusto?-
- Esatto – rispose Sanzo, con
un cenno del capo.
- E ad ogni parola di un superiore
dobbiamo raddrizzarci, col capo alto, ma non guardarlo negli occhi,
perché potrebbe risultare un affronto o un invito ad un
duello.- disse Hakkai.
- Esattamente.-
La compagnia si stava preparando ad entrare in città. Al
contrario di qualsiasi essere vivente in una situazione del genere,
ovvero girare la città sotto false sembianze, entrare nel
castello, rapire un ragazzino, strangolare il re e il suo consigliere
dagli occhi bicolore, e, infine, fuggire, loro si sentivano tranquilli,
sicuri e pronti.
Non avrebbero destato facilmente sospetto.
- Il piano?- chiese Hakkai.
- Piano?- ripeté Gojyo.
- Niente piani. Sono noiosi.- rispose
Sanzo.
-
Oh…beh…certo…- ammise
Hakkai, senza ribattere, anche se la sua mente urlava: “
Siete pazzi, tutti e tre!”
- Questo è lo spirito giusto,
cavaliere! Andare in bocca al nemico, senza uno straccio di progetto,
ma armati solo di una spada, o un arco…- lanciò
un’occhiata eloquente ad Hakkai – e di una forte
stupidità…-
- Beh, almeno uno scopo
l’abbiamo. – ammise Hakkai, come per giustificare
un’impresa tanto insensata.
- Più di uno…-
sussurrò Sanzo.
I due lo fissarono interdetti. Ma non fecero domande.
Decisero di disporsi così. Due fanti e un cavaliere, per cui
solo Sanzo avrebbe sfilato a cavallo, mentre gli altri due lo avrebbero
affiancato a piedi.
Avrebbero comunque nascosto i restanti stalloni, in una stalla,
all’interno di Zagral, in modo che fossero disponibili per la
fuga.
Si avviarono rapidamente e cavalcarono mezza giornata, giungendo, alla
fine, di fronte alle mura della capitale.
Quattro soldati erano schierati dinnanzi al portone di legno spesso e
guardarono in tralice i nuovi arrivati.
Uno di loro si avvicinò, di malavoglia. Il lavoro che
svolgeva non lo entusiasmava di certo, al contrario, però,
di un suo compagno, che guardava curioso quei loro strambi alleati,
ricoperti dalla divisa dell’esercito.
- Da che fronte, che città,
che paese venite?-
- Da Est.- rispose Sanzo, evasivo.
Il soldato, che lo stava interrogando, lo fissò truce.
- Rispondi alla domanda –
sibilò.
- Non devo dare conto a te,
guardiano…- pronunciò l’ultima parola
con disprezzo.- Sei capace solo di aprire le porte e molestare i
viaggiatori, che si affliggono alla tua vista, lurido come sei,
d’aspetto e di carattere. Che immagini dai alla capitale e al
potere del principe?- chiese gelido e disgustato il cavaliere.
- C..Come…!-
- Taci, và. E spostati!
Torniamo da un lungo viaggio, siamo stanchi e affamati. E molto
facilmente irascibili!-
Il guardiano ammutolì e si fece da parte.
I tre entrarono in città, senza voltarsi, quando,
d’un tratto, si sentirono chiamare.
- Ehi, voi tre! Aspettate!-
Sanzo si voltò, scocciato.
Il giovane che, prima, li aveva osservati da lontano, si avvicinava
correndo, accompagnato dal clamore che creava la spada, sbattendo sul
fianco.
Si bloccò con un sorrisino dispiaciuto sul viso. Era
piuttosto giovane. Biondo, alto ed esile.
Aveva un viso quasi infantile, che portava chiunque a scambiarlo per un
ragazzino di quindici, quattordici anni.
I suoi occhi azzurri erano profondi e inesplorabili come
l’oceano.
- Che vuoi?-
Sanzo non era tipo da farsi impietosire. Fissò il giovane da
capo a piedi, mentre lui arrossiva, imbarazzato.
- Ecco, signore, mi spiace disturbala,
capisco che lei sia di fretta, ma…Horst* mi ha ordinato di
tenervi d’occhio e…-
Sanzo lo afferrò per la collottola.
- E…?- gli sibilò a
un centimetro dal viso.
Quello divenne paonazzo.
Sanzo continuò, implacabile e spietato.
- Chi sei, tu, pupo, per darmi ordini?
Chi è costui, Horst? Quell’idiota di prima?
Rispondimi!- ingiunse, strattonandolo.
Hakkai e Gojyo, che non avevano proferito parola, lo guardarono
sbalorditi. Da quando Sanzo era così scontroso? Certo, era
nel suo carattere, ma, nei confronti di un qualsiasi uomo, di norma,
egli provava solo indifferenza…
- Io…- balbettò il
ragazzino.- Io sono solo un misero soldato, signore. Non un generale,
non un guerriero e neanche un guardiano, signore. Al momento, fino a
nuovi ordini, sono solo la vostra guida.-
- Tzk! Conosco questa città,
sciocco! Ora levati dai piedi!-
- No, la prego!- Il giovane lo
afferrò per la manica della giubba.- La prego, si fidi di
me! La condurrò ovunque lei voglia, le prenoterò
delle stanze, un luogo caldo e accogliente in cui riposare e
banchettare e…-
- Non ho tempo per queste cose!-
sbottò il cavaliere.
Il biondino lasciò il braccio del ramingo, sconsolato.
Hakkai lo guardò benevolo.
- C’è qualcosa che
potresti fare per noi, giovane volenteroso…-
Il ragazzo lo fissò, gli occhi lucidi. – Davvero?
Cosa?-
Hakkai gli indicò il portone.
- Fuori abbiamo lasciato due cavalli.
E’ necessario che, entro stanotte, si trovino nella stalla a
riposare.-
Il giovane annuì. – Sicuro. Ci saranno!-
Hakkai lo ringraziò, mentre Gojyo gli assestò una
pacca sulla spalla.
Ma con gli occhi, il soldato cercava l’approvazione di quel
cavaliere tanti scorbutico.
Sanzo attese qualche minuto, poi disse solo:
- Hai la mia fiducia. Te la sei
guadagnata.- E spronò.
Hakkai e Gojyo lo seguirono frettolosi, mentre il giovane fissava,
sconvolto e stranito, quel cavaliere tanto maestoso che si divertiva a
confondere le idee ai più inesperti.
Poi il fanciullo girò sui tacchi, per adempiere il suo
lavoro.
- Ehi, biondina! Non ti sembra di essere
stato troppo duro con quel ragazzino?- chiese Gojyo, dopo che si erano
piacevolmente accomodati in una taverna, in cui aveva trovato delle
stanze prenotate, pronte per loro. Nonostante il rifiuto di Sanzo, il
soldato si era dato da fare.
- Devo mettere alla prova i miei futuri
sudditi…- disse solo il cavaliere.
- Sudditi?- ripeté Gojyo.
- Ho intenzione di riprendermi
ciò che è mio di diritto, ovvero la scimmia e il
reame.-
Nessuno trovò nulla da dire, al pensiero di una decisione
tanto ardua quanto pericolosa.
Poi Gojyo chiese:
- Che cosa ti ha spinto a dargli fiducia
così in fretta?-
- Non ha fatto domande.-
- Come?-
- Il ragazzo. Non ha chiesto. Non ti
sembra strano che due fanti posseggano un cavallo? Inoltre
perché lasciarlo fuori dalla città, se non per
nasconderlo? Un soldato qualunque si sarebbe insospettito.- rispose
Sanzo.- Lui, invece, o è troppo stupido per non intuire
nulla, ma non credo, oppure ha semplicemente rispettato il suo ruolo.
Prendere ordini ed eseguirli. Inoltre, se avesse voluto denunciarci, la
prima cosa che avrebbe fatto non sarebbe stata quella di prenotare le
stanze, ma di farci arrestare.-
- Wow! Sei attento, eh, biondino?- lo
schernì Gojyo, anche se visibilmente impressionato. Poi si
riscosse.
- Quindi la domanda di Hakkai era mirata?-
Rispose il predicatore per lui:
- Gli ho concesso una chance, per
dimostrare chi fosse. L’ho visto molto devoto, fin da subito,
a Sanzo. Non è che lo conosci?-
Il cavaliere scrollò le spalle, indifferente.
- E’ molto che manco da qui,
potrebbe essere. Ma mi sembra troppo giovane. Non credo di
conoscerlo…-
Poco dopo calò il silenzio.
- Dunque…- iniziò
Gojyo. – Quando abbiamo intenzione di agire?-
- Sarebbe meglio di notte…-
rispose Hakkai. – In modo che, al momento della fuga, non ci
sia nessuno in giro per la città…-
- Non sarà
un’impresa facile…- sospirò il giovane
locandiere.
- Vero…- convenne Hakkai.
– Ma non dobbiamo arrenderci. Goku conta su di
noi…-
- Se hanno provato solo a sfiorare quel
bambino, giuro su…-
- Non si giura, Gojyo.- intervenne
Hakkai, beccandosi un’occhiataccia dal giovane oste.
Il predicatore sospirò.
- Vedrai, starà bene. Ma
dobbiamo agire alla svelta, prima che succeda qualcosa o la fortuna
decida di girarci alla larga…Non sappiamo per quanto Goku
potrà essere al sicuro…-
Sanzo, dal canto suo, non proferì parola.
Hakkai lo guardò, preoccupato.
- Tu cosa ne pensi, Sanzo?- chiese, cauto.
- Di notte.- rispose solo il cavaliere.
- Mi riferivo a Goku…Pensi che
stia bene?-
- A Homura serve vivo. Di sicuro non
sarà morto, in quanto alla sua incolumità, non
saprei.- rispose Sanzo. Poi si alzò e si
allontanò, per avvicinarsi al bancone.
- Ma perché fa
così?- sbottò Gojyo.
- Per Sanzo è difficile
ammettere i suoi sentimenti…Per questo forse è
meglio non toccare l’argomento Goku, fino a
stanotte…-
Gojyo non rispose. Non trovò nulla da dire.
Goku guardava intimorito quei soldati, tanti esuberanti.
Aleggiava nell’aria un odore di vino e sakè. Era
chiaro che erano ubriachi. E, stando alle poche esperienze vissute da
Goku, un uomo ubriaco era da evitare.
Se ne stava accucciato in un angolino, con accanto il piatto della
cena, che non aveva neanche sfiorato o guardato.
Si sentiva terribilmente infreddolito e sporco, ma soprattutto inadatto
a quella sala così maestosa.
Si trovavano nella sala da pranzo del castello. Non quella ufficiale,
perché era troppo piccolo per contenere anche cento persone.
Ma non per questo era trascurata.
I soffitti decorati con paesaggi collinari, con, come sfondo, un cielo
limpido e sereno.
Ma erano poco distinguibili le decorazioni, dato il denso fumo che
aleggiava nella stanza, emanato dalle cucine, e la poca luce, visto che
alle pareti vi erano appese piccole torce.
Una sala tanto bella quanto insudiciata…Insudiciata dagli
stivali degli uomini, che lasciavano fango ovunque. Insudiciata dai
piatti che si rovesciavano con noncuranza. O anche dalla bava dei cani,
che stavano accucciati, fedeli, sotto il loro padroni e che sbranavano
all’istante qualsiasi pezzo di carne fosse stato loro
lanciato.
Homura non era presente. Lo aveva affidato alle cure di un energumeno e
si era affrettato a salire le scale che, probabilmente, conducevano a
piani molto più puliti e decorosi.
Non vi erano solo gli uomini che aveva effettuato il suo rapimento, ma
anche guardie reali e guerrieri, che rientravano da varie spedizioni.
Goku distolse lo sguardo dai vari tavoli e prese a giocherellare con un
pezzettino di pane, scivolato, inavvertitamente, da qualche vassoio.
Prese ad ascoltare il discorso del tavolo più vicino a lui,
alla sua destra.
- Quel…- poi una parola molto
colorita –di un principe! Sapete perché
è ricco? Grazie a noi! Noi, che ci sbattiamo
dall’alba al tramonto! Noi, che scorrazziamo qua e
là per il regno, senza tregua! E lui ci ripaga solo con
cibo? Con bevande?- diceva uno, sollevando un calice e scaraventandolo
per terra.
- Io voglio di più!-
annunciò poi, seguito da un’approvazione generale
dei commensali.
Solo un uomo ribatté, con voce flebile:- A me sembra
abbastanza. Insomma…Abbiamo un lavoro, una paga…-
Era ovvio che era l’unico che non aveva bevuto.
- Taci!- lo zittì un altro,
tirandogli uno scappellotto.
- Giusto!- ruggì un secondo,
con voce impastata.
Mentre ascoltava, fu afferrato bruscamente per un braccio e sollevato
con facilità.
Fu trascinato verso destra, oltrepassando il tavolo da cui era nata la
discussione, e scaraventato tra le braccia di un guerriero, che
indossava una casacca al posto dell’armatura.
Goku era troppo sorpreso per urlare e alzò lo sguardo,
incontrando un viso tozzo e paffuto, bagnato dal sudore.
L’alito che lo colpì era denso di sakè.
- Divertiamoci col bambino!-
urlò il guerriero.
Gli altri, suoi sottoposti, esultarono, iniziando a elencare una serie
di richieste come : “ Lanciamelo!” oppure
“ Fallo ballare!” o ancora “ Offrigli un
po’ di vino!”
Il suo aguzzino sembrò trovare divertente l’ultima
e, afferrando un calice, che gli era stato gentilmente offerto da una
guardia, lo spinse contro le labbra di Goku.
Il bambino scalciò e puntò le mani sul calice,
cercando di opporsi alla forza del guerriero. Avvertì il
liquido che si gli si versava addosso e l’imprecazione di
frustrazione dell’uomo, che reggeva la coppa.
All’ordine “ Tienilo fermo!” qualcuno lo
afferrò da dietro, strappandolo dalle braccia
dell’uomo, che gli si avvicinò, ridendo e
riempiendo il calice di nuovo sakè.
Goku vide il sorriso del suo torturatore trasformarsi in smorfia,
allorché qualcuno gli tirò indietro il capo,
prendendolo per i capelli.
Il guerriero fu sbattuto a terra e tutto il fragore, la confusione, le
risate si spensero, come di tacito accordo.
Goku non osò alzare il viso, restando col capo inclinato
perfino quando venne lasciato andare e si accasciò in terra.
- Ge…Generale! Noi
non…- balbettò uno al suo fianco.
- Idioti…- le parole furono
gelide. – Sapete quanto il principe e il consigliere Homura
tengano al ragazzino.-
- Ma noi…Non credevamo fosse
lui…- Era la voce del guerriero.
- Zitto, maiale! Quanti bambini vedi nel
castello?-
L’uomo sussurrò qualcosa.
- Come?- ripeté la voce,
sempre più fredda, ma calma.
- Uno, generale. –
- Bravo, maiale. Che non riaccada.-
Goku udì dei passi e la stretta sul braccio tornò.
Il bambino trattenne un gemito, osservando che proprio quel punto era
segnato da un grande livido.
Fu condotto fuori dalla sala e trascinato fino al piano superiore, dove
fu depositato sul letto di una stanzetta, piuttosto piccola, ma
accogliente.
Quando, finalmente, sollevò gli occhi, vide una
figura a lui sconosciuta. Doveva essere il generale che lo aveva
salvato. Lo scrutò, non sapendo se considerarlo liberatore o
carceriere.
Era molto alto e muscoloso. Portava lunghi capelli neri, raccolti in
una coda.
Quando si girò verso di lui, incontrò due occhi
grigi, freddi, letali e…tristi?
L’uomo si avvicinò, ma Goku si ritrasse,
terrorizzato.
Quegl’occhi grigi si soffermarono su di lui, analizzando,
calcolatori.
- Sei soggetto ai lividi.- Quella stessa
voce indifferente e fredda.
Il bambino si limitò a guardare il braccio.
L’uomo sospirò. – Mi chiamo Hugh, sono
il generale di quei fannulloni ubriaconi e mi devo occupare di te, fino
a ulteriori ordini.-
Goku non rispose.
- Non ti farò del male. Se non
lo meriti.- precisò alla fine. – Non provo piacere
a fare del male, ma sono anche piuttosto istintivo, per cui non farmi
arrabbiare e obbedisci a tutto ciò che ti dirò.
Chiaro?
Goku tenne basso lo sguardo.
- Voglio che mi guardi quando ti parlo,
inoltre voglio che tu risponda, se interrogato...-
- Ch..Chiaro..- balbettò Goku,
ma non alzò il viso.
Hugh si avvicinò, spazientito e, con forza, gli
sollevò il visetto sporco e lurido.
I suoi occhi grigi scrutarono per un secondo i dorati del bambino, poi
il generale disse:
- Un’altra cosa. Ti rivolgerai a me
chiamandomi signore, chiaro?-
- Sì, signore.-
- Bene. Ora spogliati e lavati. Il bagno
è la porta a destra. Dopo che ti sarai lavato, indossa le
vesti che ti porteranno le ancelle…-
Goku scossa la testa e si strinse addosso la casacca, strappata da
Homura.
Hugh si accigliò, ma rispose: - Te li farò
ricucire e lavare, e indosserai questi, d’accordo? Ma ora
và a lavarti!-
Goku lo guardò sorpreso, ma l’uomo
l’aveva già lasciato andare e si era chiuso la
porta alle spalle.
*= Horts, nome preso dal romanzo fantasy "Eragon" di Cristopher Paolini.
Fine ottavo capitolo. Spero di poter aggiornare presto, dato che il
computer serve a mio padre...>_> Perdonate qualche errore
grammaticale o imprecisione...-^^-
Grazie a chi legge e a chi commenta xD
kiss, angel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Tentativo di salvataggio ***
medioevo
x Temari: In effetti, hai ragione. Non mi ero accorta di aver
utilizzato il nome del falegname di Eragon...( Era il falegname? O_o)
Grazie per avermelo fatto notare, così ho potuto modificare
il
capitolo e aggiungere la nota! ^^ Mi scuso per non averlo notato...^^
ma, sopratutto, mi scuso dell'enorma ritardo...Pensa che il computer ce
l'ha ancora mio padre e, solo oggi, sono riuscita a sottrarglielo..^^
Il ragazzino? Saprai qualcosina più avanti, temo
^^ Mi
è sembrato carino aggiungere dei personaggi...
x rika87: Sì, i due nuovi personaggi non sono nel manga. Le
caratteristiche sono mie, ma i nomi li ho tratti da un libro ^^
Grazie del commento! E scusa se ti ho fatto aspettare anche questa
volta ç_ç!! kiss!
x Ali-chan: Sono felice ti piaccia il personaggio di Hugh...Anche a me
affascina molto *_* Certo paragonarlo ad uno degli spartani di 300
^^''' Quelli sono fin troppo affascinanti! ^^
Certo chiarirò qualcosa sui due, ma non subito...Grazie
mille
per i complimenti! ^^ Mi sono commossa, quasi! ^^ Grazie davvero,
gentilissima!
x Maki-chan: Hugh l'ho inventato ma il nome e l'ispirazione l'ho presa
da un libro fantasy, di circa tre anni fa... Grazie mille per i
commenti e i complimenti!
E scusa per l'aggiornamento molto tardivo...-_-'''
x krikka 86: Grazie del commento. E perdonami per un altro
aggiornamento così lontano ç_ç Pensa
che il
computer tornerà subito in mano a mio padre...
Ce l'avete tutti con Shien! ^^ Siete assetate di vendetta, eh?
Ecco il nuovo capitolo! Scusate per il ritardo...Meglio tardi che mai,
no? ^^ Spero vi piaccia la nuova parte!
Capitolo nove
Tentativo di salvataggio
Goku si svegliò, trovandosi avvolto nelle coperte, in un
ambiente caldo, confortevole e asciutto. Non riusciva a prendere sonno.
Si rotolò fra le lenzuola. Non aveva osato indossare la
camicia
da notte, lasciatagli da Hugh, per paura che gli portassero via i
vestiti per cambiarli, anche se il generale aveva dato ordine espresso
di non toccare i suoi abiti.
Quella casacca, quelle brache gli ricordavano il viaggio trascorso con
Sanzo, Gojyo e Hakkai.
Era un attaccamento stupido, ma essenziale per un bambino gettato in un
mondo di estranei, con chissà quali intenzioni.
Guardò fuori dalla finestra. Era ancora notte. Maledizione,
perchè si era svegliato? Per una notte, in cui non aveva
avuto
incubi, sperava di riposare...
Passarono pochi minuti e cominciò ad avvertire dei rumori
che, molto probabilmente, l'avevano destato.
La porta si aprì ed entrò Hugh, illuminato da un
lume di candela.
Goku lo osservò, dubbioso. Il generale gli fece cenno con la
mano di alzarsi e il bambino ubbidì, esitante.
- Il principe vuole vederti. Non chiedermi il perchè di
quest'ora. Pare dobbiate partire,-
A Goku si gelò il sangue nelle vene. Scese dal letto e si
avvicinò, sconfortato, all'uomo.
Poi sentì che Hugh gli prendeva la mano.
Sobbalzò,
sbalordito. La presa non era forte, ma più un tocco leggero,
come una carezza.
- Seguimi.- il tono era rimasto freddo, ma Goku affiancò
l'uomo, sentendosi vagamente protetto.
Il castello era inquietante, immerso nell'oscurità. Vi erano
dei
ritratti alle pareti, probabilmente di antichi re, che avevano abitato
nel palazzo.
Scrutavano accusatori i due, come se li stessero rimproverando per aver
disturbato il loro riposo.
Goku si strinse involontariamente al generale, oppresso da quegli
sguardi.
L'uomo abbassò lo sguardo, perplesso e, seguendo gli occhi
del
bambino, osservò i ritratti. Sospirò e
sollevò
inaspettatamente Goku fra le braccia, portandolo all'altezza di uno dei
re, che sedeva severo su un podio ed aveva le sopracciglia aggrottate.
Goku fece per ritrarsi , ma l'uomo lo spinse verso il dipinto.
- Guardalo.- gli impose.
Goku abbassò il viso.
- Guardalo!- ripeté più forte.
Il piccolo alzò gli occhi, incontrando quelli
freddi e secolare del soggetto del quadro.
- Non hai idea di quello che ti attende...E ti fai impressionare da un
uomo finto? Chi è lui, in confronto a te? -
Goku non distolse lo sguardo, e smise di arretrare.
- E' solo un nobile, un re, creato dall'uomo. E può essere
distrutto dall'uomo stesso. Puoi prendere un coltellino e sfigurargli
il volto, senza che lui sfiguri il tuo. Ora dimmi, chi è
più potente?-
- I-io...- Goku esitò.- Sì, io.-
- Esatto. Per cui perchè avere paura di lui? Dovresti,
invece,
preoccuparti di chi stai per incontrare. Loro sì che possono
sfigurarti il volto, se tu sfiguri il loro.-
Così dicendo, Hugh posò il bambino e lo spinse a
proseguire. Goku cominciò a guardare con interesse
il
resto dei ritratti, sentendosi, per una volta, superiore.
Era bello non aver paura di qualcuno.
Ma le sue speranze si spensero, giunto di fronte all'ingresso di una
sala. E rimase sorpreso nel constatare che non era una stanza per i
ricevimenti, ma niente meno che la camera del principe, come
potè osservare una volta entrato.
La camera era immersa nella penombra, e Goku non osò
analizzarla, ma tenne il viso puntato sul pavimento, iniziando a
tremare.
- Bel lavoro,generale Hugh. Può congedarsi.- disse una voce
familiare.
Homura uscì dall'ombra e afferrò malamente Goku
per una
spalla, trascinandolo verso la poltrona, su cui era comodamente
accomodato il principe.
Il piccolo si voltò appena, cercando con gli occhi il
generale, ma questi stava già lasciando la stanza.
Goku avrebbe voluto chiamarlo, ma la voce gli si era bloccata in gola.
Non ne ebbe bisogno, comunque.
Hugh si girò, impercettibilmente, e pose i suoi occhi grigi
su
Goku. Il bambino sentì come un'ondata di calore invadergli
il
corpo, nonostante quello sguardo così freddo. Poi il
generale
lasciò la stanza e Goku rabbrividì, come se il
calore
avesse abbandonato la camera.
Homura non aveva notato nulla, perchè era intento ad
inchinarsi
al cospetto del principe, che, subito dopo, Goku scrutò.
Portava lunghi capelli sciolti, che ricadevano sulle spalle, non molto
robuste.
Il viso era ovale e gli occhi piccoli, con labbra troppo fini. Non si
poteva certo definire un uomo assai affascinante.
Homura non si sprecò a presentargli colui che controllava il
regno in cui lui viveva...Si limitò a dire:
- Siamo pronti, vostra maestà.-
Goku lo guardò perplesso e confuso, spostando lo sguardo,
con non poco coraggio, sul principe.
Shien sorrise, divertito. - Vedo che il bambino non conosce il suo
destino...-
Homura si accigliò. - Non ho ritenuto necessario
informarlo.- ammise.
Shien scrollò le spalle. - Poco importa.- poi si sporse
verso Goku.- Ti ricordi di me, ragazzino?-
Goku annuì con vigore. - E' caduta da cavallo davanti a me.-
Il principe s'infuriò: - TU mi hai fatto cadere, moccioso!!-
- Io non ho fatto nulla! Lei avrebbe dovuto stare più
attento!
Era logico che in quella via era impossibile andare a cavallo, tanto
era stretta!- ribatté Goku.
- Questo ragazzino parla un pò troppo...- fece il principe,
alzando una mano per schiaffeggiarlo.
Goku si ritrasse e il principe, a causa della spinta del braccio,
rischiò di cadere dalla poltrona, perdendo l'equilibrio.
Il bambino non fece in tempo a dire qualcosa che il principe lo
afferrò per la collottola.
- Tu! Pensi di essere tanto importante? Da dove viene questa arroganza?
Dimmi, moccioso, dove sono i tuoi amici? Coloro con cui viaggiavi, ti
sono venuti a cercare? Hai più avuto notizie di loro? -
Goku sussultò e abbassò il visetto, spostando lo
sguardo sul pavimento.
- No, vero?- Shien sogghignò.- E non ne avrai
più, di notizie! Rassegnati!-
Homura tossicchiò per richiamare l'attenzione. Non sembrava
interessato alla discussione.
- Dovremmo avviarci, vostra maestà.-
Shien annuì e lasciò la presa, allontanando il
ragazzino con una spinta.
Il bambino ruzzolò a terra e si sentì sollevare
da
braccia robuste. Non guardò neanche chi lo stesse
trasportando
tra i corridoi del castello, fino a giungere al cortile dell'edificio.
Venne caricato su una carozza, nel mezzo di altre due. Salito, si
rannicchiò in un angolo, soffocando i singhiozzi nella
stoffa
della casacca e stringendosi le ginocchia.
Sentì qualcuno afferrargli il braccio e scostarglielo
bruscamente dal volto. Alzò gli occhi dorati, colmi di
lacrime.
Hugh era lì, seduto di fronte a lui, con occhi gelidi lo
scrutava. Il generale strinse gli occhi, al ricordo di un bambino
accucciato in un angolo, il viso coperto da una cascata di riccioli
biondi.
Goku vide il dolore negli occhi dell'uomo. Poi un dito di Hugh
raggiunse una lacrima e la deterse dal viso, lasciando una scia di
bagnato sulla guancia.
- Non sei solo...-
Il bambino fissò sbalordito il giovane. Aveva distolto lo
sguardo e fissava assente il sedile della carozza.
- Non chiedermi perchè, ma sento che questa avventura
finirà bene. Abbi fede.- continuò Hugh. I capelli
lunghi
gli sfioravano il petto, scoperto in parte dalla camicia. Era rimasto
fuori dalla porta tutto il tempo, ascoltando la conversazione, dato che
non si era neanche cambiato.
Goku lasciò vagare lo sguardo sul suo volto, poi
singhiozzò: - Fede in Dio?- Una fitta di dolore lo travolse.
"Hakkai..."
- In Dio...- rispose Hugh, guardandolo pensieroso. - In Dio, negli
altri e in te stesso.-
Sanzo non si mosse per qualche minuto interminabile, poi
sollevò la spada e la conficcò in uno fra i tanti
cadaveri ai suoi piedi. Abbandonò lì la spada,
avviandosi
all'interno del luogo in cui aveva trascorso la sua infanzia.
Sfilò di fronte ai molti prigionieri. Poi si
chinò
accanto ad un uomo, caratterizzato da una lunga cicatrice sulla guancia.
- Giuri fedeltà?- chiese il ramingo, togliendogli il
bavaglio che aveva applicato a tutti . L'uomo lo guardò
stranito e infuriato, poi sgranò gli occhi.
- Koryu!- sussurrò, stupito.
Sanzo si limitò ad annuire. Poi, sotto i due compagni
meravigliati, sorrise. Raccolse la spada, abbandonata dall'uomo
sfregiato, per tagliare le corde che gli legavano i polsi e lo
aiutò ad alzarsi.
L'uomo lo abbracciò con forza, trafitto dalle occhiate
accusatrici dei suoi sottoposti e quelle confuse di Hakkai e Gojyo.
- Koryu...- ripetè, sussurrando per non farsi udire dai
soldati.
- Sei tornato. Perchè sei andato via? Non hai fatto altro
che
indurre il popolo a pensare che fossi colpevole...E hai permesso a
quella gallina di Shien di governare...-
- Non ero in me, non avrei potuto gestire il regno, ma ora sono
pronto.- rispose Sanzo. - E il mio nome, per ora e per sempre,
è
Genjyo Sanzo, non Koryu...- precisò.
- Ehm...Sanzo? - chiese esitante Hakkai. - Potremmo avere dei
chiarimenti?-
Il cavaliere annuì. - Non qui, però.-
Si spostarono nel giardino, con circospezione, dato che non avevano
ancora occupato il castello e avrebbero potuto imbattersi in qualche
sentinella...
Ritenendosi abbastanza lontano dai prigionieri e abbastanza nascosto
dalle guardie, Sanzo parlò:
- Vedi, Hakkai, costui è il mio vecchio maestro d'armi,
Hiroshi. Viene da oriente, da come puoi capire sentendo il nome. E' un
uomo molto fedele. Ci serve il suo aiuto per occupare il castello. In
tre è un suicidio.-
Hakkai annuì: - Ora capisco. - disse.
- Bene. - disse Sanzo. - Non abbiamo tempo da perdere. I tuoi soldati
saranno disposti ad affiancarmi? - chiese Sanzo, tornando serio e
inespressivo.
- Certo.- rispose Hiroshi. - Sono mercenari, soldati a pagamento, non
sono legati in alcun modo al principe.-
- Quanti?-
- Una cinquantina a me devoti, circa.-
-Dovrebbero bastare. - affermò il cavaliere.
- Immagino di sì, principe.-
Sanzo si bloccò, fissandolo stranito.
- Non avrei dovuto?- si premurò di chiedere Hiroshi.
- No...No, anzi è una bella sensazione...- rispose il
giovane.
- Maledizione!- imprecò Gojyo.
Sanzo non proferì parola, osservava assente fuori dalla
finestra. Il suo sguardo era spento e gelido.
Hakkai stringeva il crocifisso fra le mani, era intento in un colloquio
con il Signore.
Hiroshi li fissava, visibilmente confuso.
- Non capisco, principe. Non dovreste essere contento? Avete ripreso il
castello con poca difficoltà, con pochi feriti, nessun
morto...Insomma è stata quasi una resa pacifica...Non poteva
andare meglio, no?-
Sanzo non rispose nè si voltò. Non
prestò la minima attenzione al maestro d'armi.
Fu Hakkai che trovò la forza di rispondere all'uomo.
- Vede...Speravamo di trovare...un nostro amico...Si chiama Goku,
è un bambino di appena nove, dieci anni...- Hakkai si
bloccò, afflitto.
- Un bambino...Non ci posso credere!!- L'uomo si prese la testa fra le
mani.
Sanzo per la prima volta, a distanza di ore, si girò,
interessato.
- Cosa sai?- la sua voce gelida sferzò l'aria.
Hiroshi si strinse nelle spalle : - So solo che sono partiti stanotte,
prima che voi giungeste qui. Il bambino, il principe Shien e il suo
consigliere Homura...-
- Dove? Dove sono andati?- chiese di getto Gojyo.
- Questo non ve lo so dire. Homura non si fida particolarmente di me,
perchè io mantengo un carattere un pò ostile nei
suoi confronti. Per cui non mi ha rivelato il luogo in cui sono
diretti...-
- Conviene- s'intromise Hakkai. - controllare se vi sono ancora tracce
fresche, magari ci possono aiutare ad avere un'idea...Dobbiamo farlo
ora però, o domani i carri dei viaggiatori cancelleranno
quelle della carozza del principe...Perchè in carrozza credo
che viaggi, giusto?- chise poi, rivolto a Hiroshi.
Il comandante annuì: - Uno come lui non può
affaticarsi a cavallo...!- disse, ironico.
- Perfetto.- Sanzo prese parola. - Affrettiamoci. Hiroshi
resta qui, controlla la situazione.-
- Devo dare l'annuncio ai cittadini sul nuovo principe?- chiese
quest'ultimo.
- No. Tanto la voce si spargerà comunque, ma io non credo di
restare qui ancora per molto. Ripartiremo subito.-
- Ma, principe...Cos'ha di tanto speciale questo ragazzino per lei?-
chiese il comandante, sbalordito.
- E' questo il problema...Non lo so.- rispose il principe.
Scusatemi è un capitolo un pò breve ^^ Purtroppo
non sono riuscita a pubblicare di più...Non so dirvi quando
aggiornerò...Potrebbe essere tra due giorni, come tra
cinque...Portare pazienza, please!
Per chiarire i dubbi...Homura e Shien non hanno lasciato il castello
incustodito, ma nelle mani di Hiroshi. Homura non ha calcolato il
pericolo di Sanzo e compagnia perchè pensava di essere di
rotorno prima del loro arrivo...Ricordatevi che lui aveva due giorni di
vantaggio rispetto a loro...Ha sottovalutato la tenacia di Sanzo xDD!!
E' tutto per ora! Grazie a chi legge e a chi commenta! ^^
kiss, angel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Partenze e arrivi ***
cap 10
x rika87: Immagino vorrai uccidermi visto quanto mi sono fatta
attendere ora! ^__^ In effetti Goku ha bisogno di qualcuno che lo
comprenda...
x Temari: Sono contenta che Hugh ti piaccia. Assomiglia un
pò a Sanzo, ma è molto più tranquillo
e meno irascibile di lui! xD
Riguardo a Hiroshi, meno male che almeno lui sostiene i nostri amici!
x Ali-chan: Finalmente ho aggiornato! xD Ci è voluto un
pò, ma meglio tardi che mai, no? Hugh, in effetti, ha un
carattere un pò strano, ma, se così non fosse,
non sarebbe affascinante, no? ^__^
x Azrael: Certo che mi sei mancata!!! Sono felice che non mi hai
abbandonato! Immagino mi maledirai per il mostruoso ritardo! xD Abbiate
pazineza! Purtroppo non riesco ad aggiornare con regolarità!
Il passato di Hakkai ho voluto un pò posticiparlo...Non
volevo metterlo troppo vicino a quello di Sanzo.,.^_^
x Neko: Grazie per il commento! xD Brava è una parola
grossa, comunque! Non oso immaginare quanto errori grammaticali
avrò fatto in questo cap! xD Perdonatemi, purtroppo non ho
il tempo x rileggerli! Grazie ancora!
x krikka 86: Grazie mille del commento! Prega per Goku, che
dovrà aspettare ancora un pò per riunirsi ai suoi
compagni! xD
x Maki-chan: Ti accontento! In questo capitolo scoprirai qualcosina in
più del ragazzino biondo! ^__^ Il segreto sarà
svelato pian piano, ma già in questo cap farai un passo
avanti!
x Bonza Corrotta '92: Vale! xD Come sono felice dei tuoi commenti! xD
Sorry se ti ho lasciato così, ma tu sai i vari problemi che
ho avuto!!
ç__ç Comuqnue ecco il nuovo cap! Fammi sapere se
ti piace, ok? Bacioni!
Scusate il ritardo...Ma in questo mese, mentre mio padre usava il mio,
quello di mia madre ci ha salutato, non chiedetemi il
perchè, dato che non lo so!
So solo che i computer sono tutti s*****i !!
Per cui sono andati persi anche i dati della
fic...ç___ç Portate pazienza! La storia
è tutta nella mia testolina bacata, ma ora dovrò
riscrivere capitolo per capitolo e il tempo è tiranno!
Comunque, per adesso, godetevi il nuovo capitolo! Spero vi piaccia!
^___^
Capitolo 10
Partenze e arrivi
Sanzo scrutò scettico il terreno.
Le tracce davano ben poco aiuto...Nonostante l'ora, infatti, a quanto
pare altri due carri erano entrati in città, cancellando, in
parte, i segni lasciati dalle ruote della carrozza che aveva portato
Goku chissà dove.
Gojyo pestò il piede, esasperato. - Ma che sfortuna!-
sbottò, altamente irritato.
- Calma, Gojyo. Non possiamo affliggerci. - lo rimproverava
bonariamente Hakkai.
Hiroshi si affiancò a Sanzo, sussurrando, concitato: - Come
facciamo, ora?-
Sanzo non seppe cosa rispondere. Seguì per un breve pezzo le
tracce, poi si bloccò, scrutandole, pensieroso.
Il comandante dell'esercito fece per seguirlo, ma pensò che
sarebbe stato meglio lasciare il principe solo, a riflettere.
Per cui si avvicinò ai due strani compagni del ramingo.
- Io sono calmo!- stava replicando Gojyo, spostandosi da un punto
all'altro e sferzando l'aria con le braccia.
- Certo, Gojyo...- Hakkai sospirò. Poi alzò il
viso, al rumore di passi frettolosi sul selciato.
I due lo avvistarono subito, seguiti da Sanzo, mentre Hiroshi dovette
aguzzare gli occhi per distinguere la figura di un giovane biondo che
correva verso di loro.
Affannato, si fermò davanti a Gojyo e Hakkai e sorrise.
Hiroshi lo riconobbe immediatamente. - Simon!- lo chiamò.
Era il ragazzino che, la mattina stessa, aveva aiutato i viaggiatori,
prenotando loro le stanze e accudendo i cavalli.
Si inchinò frettolosamente. - Comandante Hiroshi, signore!-
Hiroshi sorrise benevolo. - Sollevati, non ho ordini per te...Cosa ci
fai qui?-
Hakkai e Gojyo guardarono i due, perplessi. Strano che un comandante,
con tutti i sottoposti che ha, si ricordi proprio il nome di quel
ragazzino.
- Ecco, signore, mi prendo cura dei viaggiatori, sotto ordine di
Horst...- rispose Simon.
- Uh, Horst, quel vecchio impiccione! E ditemi...- chiese rivolgendosi
a Sanzo, - Vi ha servito bene, questo soldato?-
Simon guardò spaventato il biondo.
Sanzo sospirò. - Abbastanza. Niente male per un moccioso.-
Il ragazzo si rilassò.
- Quanti anni hai?- chiese il predicatore, curioso.
- Sedici, signore.-
- Sedici...?- mormorò perplesso Hakkai. - Sei piuttosto
giovane...- constatò.
Sotto il suo sguardo il ragazzino arrosì vistosamente. Sanzo
si
ostinava a restare in disparte. Non era dell'umore adatto per stare in
compagnia....
Seguì per l'ennesima volta le tracce delle carozze che
sfanivano, come d'incanto. Sbuffò, irritato.
A quella smorfia, Gojyo e Hakkai si riscossero, come se si ricordassero
solo ora perchè, a quell'ora della notte, erano di fronte
alle
porte della città, anzichè infossati in un bel
letto
caldo.
Simon osservò l'intensità delle pupille del
cavaliere,
deglutì, raccolse il suo coraggio e si avvicinò
lentamente all'uomo.
- Signore...- esitò. - Ha bisogno di qualcosa? La vedo
perplessa, come se le mancasse una parte di se...-
Il cavaliere si voltò di scatto, irritato.
- Cosa vuoi saperne tu?- sbottò, velenoso.
Simon abbassò il viso, sussurrando e balbettando qualche
incomprensibile parola.
Gojyo lo sentì e, rapido, afferrò il principe per
la collottola.
- Smettila!- gli ringhiò in faccia. - E' per colpa di questo
tuo
caratterino che Goku non è qui! E' solo colpa tua...!!-
- Gojyo!- lo richiamò, invano, Hakkai.
Il volto di Hiroshi si incupì. Sguainò
prontamente la
spada e si avvicinò al barista che, tuttavia, non si
allontanò di un centimetro.
Simon sgranò gli occhi, facendo scorrere lo sguardo da Sanzo
a Gojyo a Hiroshi.
Hiroshi sollevò la lama, pronto a colpire.
- No!-
Con sorpresa dei presenti fu Sanzo a bloccarlo. - No...-
ripetè il cavaliere.
- Ma...Ma...Signore...!- protestò debolmente Hiroshi. Non
voleva
disubbidire al principe, ma quanto meno farlo ragionare. - Signore
è mio compito proteg...-
- Riponi la spada. Ha ragione.- ammise Sanzo, spostando lo sguardo
all'orizzonte. Poi lo puntò sul volto di un Gojyo alquanto
esterefatto.
Il cavaliere lo fissò intensamente, poi caricò un
pugno e lo sferrò sul naso del giovane rosso.
- Hai ragione!- sbraitò, - Ma questo non ti concede il
permesso di toccarmi, brutto idiota!-
Hakkai sorrise, mentre Simon si faceva sempre più confuso.
Sanzo sospirò e fece un cenno a Simon che, preso alla
sprovvista, si mise sull'attenti con qualche minuto di ritardo.
- Seguimi...- disse il cavaliere, oltrepassando le porte della
città.
Il ragazzino lo seguì, senza fiatare. Gli si
affiancò e ascoltò rapito la voce del principe.
- Vedi queste tracce? Appartengono ad alcune carrozze, che hanno
lasciato la capitale stanotte...-
- Aspetti!- lo interruppe Simon. - Io le ho viste, le carrozze. Sono
partite circa quattro ore fa, se non erro...-
- Davvero?- Sanzo lo guardò, interessato, con una scintilla
di speranza che si accendeva nel petto. - Dov'erano dirette?-
- Hanno proseguito dritto, finchè non sono scomparse dalla
vista...Ma ho sentito un uomo sussurrare la loro destinazione...Un
monte per la precisione...Ma non ricordo il nome esatto...- ammise il
ragazzino, dispiaciuto.
- Un monte...- Sanzo riflettè qualche istante, poi
esclamò:- Dev'essere il Grettier! Fa parte della catena a
nord ed è l'unico attraversabile...ha le rocce meno friabili
ed è raro che lì ci sia una frana...Passeranno di
lì...Ma per giungere dove?- si chiese poi perplesso.
- A Enlil...- mormorò Simon.
- Come hai detto?-
- E' un piccolo villaggio. Insignificante, sconusciuto a molti, famoso
nei dintorni solo per le leggende che vi circolano, conosciute solo dai
più saggi...-
- Tu come conosci quel posto?- chiese Sanzo, perplesso.
Simon abbassò lo sguardo e fissò le punte degli
stivali.
- Sono nato lì...-
Sanzo non rispose e rimase zitto per pochi attimi. - Sei sicuro che
siano diretti lì?-
Simon ragionò : - E' ai piedi del monte Grettier...-
- Hai parlato di leggende...- aggiunse poi Sanzo in tono vacuo.
- Ehm.... sì...-
- Ne conosci una che narra di un demone, posto su di un monte, a
salvaguardare un tesoro divino...?-
Il giovane lo fissò sbalordito. - Sì...- rispose
cauto. - Ma lei come conosce questa leggenda? Deve aver studiato o
letto qualche libro...!-
Il cavaliere scosse la testa. - Pura tramandazione orale...- rispose.
Simon scosse il capo, stupito. Poi sorrise : - Me la raccontava spesso
mio fratello, per indurmi a non avventurarmi da solo sulle montagne...-
I suoi occhi si offuscarono, mentre il ragazzino si perdeva nei suoi
ricordi.
- Dobbiamo partire. -
Queste due parole lo riscossero.
- Subito.- soggiunse il ramingo.
- Ma come?- chiese il soldato. - Siete appena arrivato!-
Ma Sanzo non vi badò e si avviò verso Gojyo e
Hakkai a riferire la notizia.
- Ancora in viaggio?- Gojyo sbuffò. - Speravo di potermi
riposare...!-
- Taci, scemo. - ribattè Sanzo.
- Non c'è bisogno di essere offensivi!- lo
attaccò Gojyo.
- Calmi....- intervenne Hakkai.
Sanzo non perse tempo in litigi, rivolgendosi a Hiroshi.
- Voglio tre cavalli, con provviste e scorte. Pronti entro stanotte. Ti
concedo mezz'ora.-
- Vorrà dire quattro...- lo corresse Hiroshi. - La
accompagno, signore.-
- Oh, vi prego!- scattò Simon. - Fate venire anche me,
signore! Vorrei tanto...!-
Sanzo lo fissò con freddezza, poi sbottò
lapidario : - Scordatelo-
- La prego!- insistette il giovane dai capelli dorati. - E' molto
importante per me!-
Sanzo commise l'errore di fissarlo negli occhi e, per un attimo, al
viso del soldato si sovrappose quello di Goku.
Sanzo fece una smorfia alla vista, poi rispose: - D'accordo. Ma vedi di
non essere d'intralcio.-
- Non lo sarò!- promise Simon, con le lacrime agli occhi.
Mentre Simon e Hiroshi sparivano per adempiere il proprio lavoro, Sanzo
si passò una mano fra i capelli.
" Che mi succede?" si chiese, poi sbuffò. " Goku...."
Il bambino starnutì e si avvolse maggiormente nel lenzuolo.
Era notte fonda. Avevano viaggiato per chissà quante ore di
fila, ma ora si erano fermati ai piedi di una cima. In confronto, Goku
si sentiva una formica.
Non aveva osato guardarla di più. Non era affascinante, ma
tenebrosa. Svettava su di loro con imponenza, prepotenza, incombendo
come un mostro pronto a disintegrarli.
Gemette al pensiero di una montagna che lo inseguiva e poi lo
schiacciava, spezzando tutte le ossa, rendendolo polvere e
seppellendolo sotto il terreno...
- Hai freddo?-
Si voltò verso la voce ed incontrò gli occhi
grigi di Hugh. Egli entrò nella tenda, montata prontamente
dai suoi sottoposti, e si sedette su uno sgabello, prendendo tra le
mani una bacinella d'acqua e bevendo avidamente.
Goku lo osservò, sbalordito. L'uomo era a torso nudo e i
muscoli delle braccia e delle spalle sembravano un'unica persona, si
contraevano nello sforzodi tenere sollevato il recipiente.
Sobbalzò alla vista di varie cicatrici, probabilmente
ricordi di battaglie, che gli sfregiavano il petto, altrimenti perfetto.
Il piccolo non rispose. Evidentemente il suo gemito era stato
frainteso. Non poteva dire di avere caldo, ma stretto nel lenzuolo si
sentiva protetto e riscaldato.
- Non riesci a dormire, vero? Tipico.- continuò Hugh,
posando la bacinella in terra.
- Tu non dormi ?- chiese Goku, osservando quegli occhi vigili e svegli.
- In guerra non si dorme mai. - rispose l'uomo.
- Però adesso non siamo in guerra...- ribattè
debolmente Goku.
- Vero. Ma la guerra condiziona la tua vita. Oramai sono abituato a
restare sveglio anche per giorni.- Non c'era nota di vanità
nella sua voce, anzi il tono era piatto e non lasciava trapelare alcuna
emozione.
- E come passi le notti?- chiese il bambino, incuriosito. - Non ti
senti solo?-
Hugh non rispose e fissò il terreno così a lungo,
che Goku temette si fosse arrabbiato.
Poi il guerriero si sollevò e si accucciò accanto
al ragazzino, appoggiando la schiena contro il palo che reggeva la
tenda e che, sotto il peso di quella schiena forte e muscolosa, si
piegò leggermente.
- La vuoi sentire una storia?-
Goku sgranò gli occhi, sbalordito. Poi annuì,
sempre, però, convinto di aver sentito male.
- E' una storia che esalta il sacrificio. In questo caso per amore. Ma
di solito viene narrata per spingere i soldati a trovare il coraggio e
la volontà di combattere. Allora , la vuoi sentire?-
Il piccolo annuì una seconda volta.
- Bene...Dunque tempo fa, in un villaggio lontano e sconosciuto, viveva
un giovane di nome Tom. Tom era l'orgoglio della sua famiglia. Era un
bravo guerriero, un grande capo-famiglia e un volenteroso lavoratore.
Anche se la sua attività preferita era l'arte dell'uso della
spada. Era un abilissimo spadaccino. Perfino i combattenti
più anziani cadevano sotto la sua lama.-
Hugh si interruppe, rivolse lo sguardo a Goku e, vedendolo rapito dalla
sua voce e dal racconto proseguì:
- Tom, inoltre, era innamorato. Il suo cuore batteva per la figlia del
fabbro, Janet, che lui chiamava amorevolmente Jenny. Solo lui poteva
chiamarla così.
Janet, dall'altro lato, era anch'ella invaghita del giovane guerriero e
i due si frequentavano regolarmente, ogni giorno al calare del sole,
quando entrambi avevano svolto le loro mansioni.
Accade che, una sera, Janet avesse ritardato ad un appuntamento. Tom
non si preoccupò in principio. Ma quando si rese conto che
la fanciulla non arrivava, prese il mantello, una lanterna, e
uscì nelle tenebre, invocando il suo nome. Si
addentrò nel boschetto che portava a casa sua e, a pochi
passi dall'abitazione, trovò una delle sue scarpette rosse,
ricoperte di una leggera polvere dorata.
Era chiaro che Jenny era stata rapita. In quelle zone accadeva spesso
che i comuni mortali fossero rapiti da guerrieri dalle orecchie
stranamente a punta, che avevano una forza superiore a quella umana e
vivevano in zone remote della regione.
Tom non si arrese. Amava con tutto il cuore quella ragazza e
così si diresse dalla donna più vecchia e brutta
del villagio, che, però, sapeva come liberare la
sua amata, perchè molto saggia.
La donna era dapprima restia a svelare le sue conoscenze, ma notando il
dolore del giovane per la mancanza di Jenny, spiegò al
guerriero che, se voleva che la fanciulla tornasse da lui, doveva,
nella notte di luna piena, quando questo popolo si svelava, tenerle la
mano fino all'alba, senza mai lasciarla o lei sarebbe tornata sotto il
controllo dei suoi rapitori.
Tom sospirò, affermando che non c'era nulla di
più semplice, ma la vecchia gli rise in faccia, dicendogli
che sarebbe stata una delle prove più difficili che avesse
mai affrontato in tutta la sua vita.-
Goku ascoltava, preso dalla storia, e si era completamente dimenticato
di dove si trovasse in quel momento, Anzi, mentre Hugh continuava, si
vedeva nella radura insieme a Tom e Jenny.
- La notte tanto attesa giunse e Tom fece come gli era stato
consigliato. Vedendo il popolo a cavallo, con le tipiche orecchie a
punta, si sollevò da dove si era nascosto e
afferrò la mano dell'amata, tirandola giù dal
destriero.
I cavalieri che la scortavano sibilarono, infuriati, e il lori capo
schernì il giovane eroe, affermando che non sarebbe mai
riuscito a riprendersi la ragazza.
Tom non rispose e strinse la mano di Jenny che, all'improvviso,
cominciò a ricoprirsi di pelo, mentre lei si trasformava in
un lupo, feroce e sanguinario.
Il lupo conficcò i denti nella spalla di Tom , che
urlò di dolore, ma non lasciò la presa. Le unghie
della zampa si conficcavano nel torso della sua mano, lasciandogli
profondi solchi, da cui prese a sgorgare sangue. Ma lui non
mollò la presa.
A quel punto la fanciulla mutò in un serpente, sotto gli
sguardi divertiti dei cavalieri.
Il serpente si strinse intorno al collo del giovane, che
allentò la stretta con la mano sinistra, mentre la destra,
rossa di sangue, stringeva la coda del rettile.
Subito dopo apparve un ragno. Ma lui non mollò la presa.
Un aquila, ma lui non mollò la presa.
Poi arrivò l'alba. Il popolo, frustato, si
dileguò in fretta e Jenny riprese il suo aspetto umano.
Perfino quando lei si sollevò a sedere Tom non
lasciò la presa.
Avrebbe potuto difendersi con la spada, ma avrebbe ferito la fanciulla
che, ora, fissava sbalordita la mano del giovane, completamente rossa.
"Oh, Tom! " sospirò lei e lo abbracciò. Entrambi
tornarono al villaggio e, qualche stagione dopo, si sposarono.-
Hugh si interruppe, segno che la storia era conclusa.
- Ebbero dei figli?- chiese di getto Goku, emozionato dal racconto.
Hugh lo fissò stranito. - Questo la storia non lo racconta a
dire il vero...-
Goku sorrise.
Il guerriero scrollò le spalle. - Bene..- disse - Tu non sei
abituato a una vita da soldato, Per cui che ne dici di coricarti?-
Il bimbo annuì, chiuse gli occhi e, nel giro di poco, si
addormentò.
Hugh sospirò, fissando il volto addormentato del bambino.
- Simon....- mormorò solo.
Poi uscì dalla tenda, accolto dalla fredda aria della notte.
Bene. Fine decimo capitolo ^__^ . Mi scuso ancora per l'enorme ritardo.
Spero vi sia piaciuto.
kiss, angel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Legami di famiglia ***
capitolo 11 ^__^
x Temari: Grazie del commento! Comunque più che elfi, io
quelle creature le vedevo come demoni...O_o Non ho proprio pensato e
Eragon! xD
Comunque Simon non è il figlio di Hugh! ^__^ Ci sei quasi,
ma non è il figlio...Hugh è giovane! Ha
sì e no 24 anni!
x Azrael: Sono felice che tu sia felice! Eh? O_o? Mah, non importa! Hai
visto? Anche questa volta ho aggiornato piuttosto in tempo ^__^
Anche se il capitolo è un pò corto, è
necessario. Piuttosto che unirlo ad il successivo, ho preferito
dividerlo! ^_^ Sono anche contenta che stai iniziando a perdonare
Sanzo! ^__^ Grazie ancora del commento! xD
x rika 87: Grazie! ^__^ Beh, in effetti i personaggi nuovi sono
parecchi! Ma ora i più importanti sono Hiroshi, Simon e
Hugh...^__^
x krikka 86: Non parliamo di computer, please! Che rabbia col mio...!!
Ora direi che, dopo aver letto questo capitolo, i dubbi su Simon e Hugh
saranno chiariti! ^__^ Grazie del commento e per i complimenti... -^^-
Ecco l'undicesimo...E' molto breve, ma almeno scoprirete la
verità su Hugh e Simon...Se c'è qualcosa che non
è chiaro su questi due personaggi, chiedete pure! ^__^ Per
il resto, buona lettura!
Capitolo 11
Legami di famiglia
- Allora...- sospirò l'uomo, passandosi stancamente una mano
fra
i capelli neri. - Come si giunge a questo tesoro? Rispondi,
maledizione!- sbottò Homura, scattando in piedi.
Goku non rispose. Lo guardò confuso per l'ennesima volta,
poi
sussurrò : - Ma ...Io non so di cosa stai parlando...- si
portò una manina agli occhi, detergendo una lacrima.
Homura ringhiò, frustato. Poi prese fiato e
cominciò a
girare intorno al bambino, accucciato al centro della stanza.
Erano giunti da poco ad un paesino di montagna, di cui Goku ignorava il
nome. La gente era molto diffidente e scostante nei confronti degli
stranieri. Avevano preso tre stanze in una locanda fuori
città,
per non destare sospetti. Con disappunto di Goku, il bambino era stato
costretto a dormire nella stanza di Homura. Ma quella notte Goku non
era riuscito a chiudere occhio, perchè l'uomo l'aveva
incalzato
di domande assurde, riguardanti un tesoro e un passato oscuro che
riguardava proprio lui, ma di cui Goku stesso non era a conoscenza.
Il bambino si mosse a disagio. Avrebbe voluto piangere, in fondo era
solo un ragazzino, che era stato rapito e solo, sfinito da varie
vicessitudine, ma non voleva mostrarsi debole di fronte al nemico.
Perciò tirò su col naso e strinse i pugni,
fissando il
terreno, senza vederlo, cercando di pensare a qualcosa di confortevole.
Una volta Hakkai gli aveva raccontato che, in passato, si era sentito
infinitamente solo e perso, senza una guida, e che, per sollevare il
proprio umore, pensava ai rari momenti belli della sua vita, che lo
spingevano ad andare avanti e a sorridere.
Allora Goku ricordò il giorno in cui si era perso nella
foresta
quando, all'ennesima sosta, per rendersi utile, aveva deciso di sua
iniziativa di raccogliere legna.
Si era addentrato nella selva, ascoltando allegramente i suoni della
natura. Raccoglieva qua e là, di tanto in tanto, qualche
ceppo
di legna secca, finchè, orgoglioso, aveva deciso di tornare
al
campo. Rendendosi conto, però, che aveva smarrito la via.
D'un tratto la foresta si fece oscura e si trasformò da
divertimento a pericolo.
Il bambino spalancò gli occhi dorati, terrorizzato dai
rumori e i fruscii, che prima aveva trovato piacevoli.
Deglutì e si fece coraggio. Cercò di pensare ad
un bel
piatto di brasato caldo, come quelli preparati da Hakkai. Subito
sorrise, e non si accorse della presenza di qualcuno, solo quando
questo qualcuno lo afferrò per un braccio.
Si voltò col cuore in gola, aprendo la bocca per urlare,
quando essa gli fu tappata con una mano.
- Non strillare, stupido! Sono io!-
La mano si scostò e il bambino, felice e sollevato,
circondò il collo del ramingo.
- Sanzo!- esclamò, sorridendo.
- E staccati!! - sibilò Sanzo. Goku si sentì
sollevare.
- Stupido! - lo rimproverò Sanzo, prendendolo in braccio. -
Ti
sei allontanato, come un'idiota! Ero certo che ti saresti perso!!-
- E...- Goku abbassò lo sguardo imbarazzato. - E mi sei
venuto a cercare..?-
- E che altro avrei dovuto fare??- Sanzo esasperato si mise in cammino
e tornarono all'accampamento in pochi attimi. Il ramingo, avendo
viaggiato molto, era incredibilmente bravo ad orientarsi.
Goku si stupì. Perchè proprio quel ricordo?
Certo, forse
perchè era uno dei più limpidi ed apparteneva al
periodo
più felice della sua giovane vita.
Venne riportato bruscamente alla realtà, quando Homura lo
afferrò per la collottola e gli sibilò in viso,
con tono
gelido: - Rispondi! Non perdo facilmente la pazienza, ma tu...!-
Il piccolo sostenne lo sguardo. Forse, pensò, Sanzo
verrà
a prendermi, perchè ora mi sento più perso che
mai...
- Non posso crederci!- esclamò Simon, osservando stupefatto
il ramingo.
Sanzo sbuffò.
- E invece è così. - replicò Hiroshi.
- Principe...- sussurrò il ragazzino. - Non me lo sarei mai
immaginato...-
Sanzo non rispose e spronò il cavallo. Simon sorrise e lo
raggiunse, beccandosi un'occhiata stizzita del cavaliere.
Hiroshi sogghignò, vedendo le gote di Simon colorarsi per
l'imbarazzo. Mentre Hakkai e Gojyo discutevano appassionatamente su
qualche sconosciuto argomento, Simon chiese cauto al biondino : - Ma,
signore, non capisco...Cosa la spinge a raggiungere il mio villaggio?-
Sanzo lo fulminò con lo sguardo. - Tu sei un pò
troppo curioso, sai?-
- Mi scusi, principe...- cominciò Simon, ma Sanzo lo
bloccò : - Non chiamarmi principe...-
- Perchè?- chiese il giovane, con ingenuità. -
Perchè rinnegare la propria stirpe?-
- La mia stirpe mi ha portato solo disgrazia... Hai visto quanti pochi
uomini fedeli ho al palazzo? Per fortuna quei pochi sono generali o
condottieri, alcuni fidabili altri meno...Ma i soldati mi considerano
un assassino. Non che la cosa mi scandalizzi...- disse Sanzo.
Simon rimase in silenzio per un pò.
- Io credo in lei...Mi sembra una brava persona...-
Sanzo voltò impercettibilmente il capo verso il ragazzo. I
biondi ricci gli coprivano gli occhi, nascondendogli lo sguardo.
- Non mi conosci...-
- E' vero...Ma, dal poco che ho colto del suo carattere, non credo che
sarebbe mai in grado di fare del male a qualcuno...- mormorò
Simon.
Sanzo scoppiò in una risata sonora e si sporse verso il
ragazzino, congelandolo con uno sguardo ametista.
- E' qui che ti sbagli , ragazzino. Io ho fatto del male a molte
persone.- mormorò Sanzo.
Simon rimase pietrificato per pochi istanti ed entrambi fermarono i
destrieri. Il resto della compagnia era rimasta indietro.
- Ma..ma...- balbettò Simon. - Lei sta cercando di salvare
quel bambino, no?-
Sanzo strinse gli occhi. - Come sai questo?-
- Me l'ha detto il signor Gojyo. Se lei fosse così cattivo,
non si impegnerebbe così tanto a raggiungerli...-
Sanzo sospirò, non sapendo cosa ribattere. Ripresero la via,
circondati da un'alone di silenzio, che fu rotto, solo in seguito, da
Sanzo.
- Dimmi una cosa. - esordì. - Perchè sei entrato
nell'esercito?-
Simon sobbalzò. - Volevo...Rendermi utile...-
- Non dire cavolate! Anche un fabbro si rende utile, a suo modo.
Perchè proprio nell'esercito? Non sei un pò
troppo giovane...?- Sanzo scrutò i suoi tratti giovanili.
- Questo...- cominciò Simon. - Questo è un
segreto...Io non l'ho mai detto a nessuno...-
- Ti fidi di me?-
Simon si bloccò. - Co...Come?-
- Ho detto: ti fidi di me?- ripetè Sanzo, con tono asciutto.
- Sì...- mormorò Simon.
- E allora tranquillo. Non ne farò parola con nessuno.-
- Perchè lo vuoi sapere?- s'incuriosì Simon.
- Devo conoscere i miei uomini...Sapere se mando in guerra un soldato
che si è arruolato per interesse o per constrizione.-
- No...Nessuno mi ha costretto...-
- Ma non ti sei neanche arruolato perchè ti piace questo
mestiere, giusto?- lo incalzò il principe.
- N...No...- ammise il giovane, chinando il capo.
- Quindi? Voglio i motivi.-
- L'ho fatto per...Beh...Per incontrare mio fratello...-
Sanzo si voltò, sbalordito.
- Beh...sì...Lui è entrato nell'esercito anni
fa...In realtà è stato obbligato dalle grida*
emanate dal principe...Cioè ex.principe...Shien...-
- Cosa dicevano queste grida?- chiese Sanzo.
- Affermavano che tutti i giovani compresi tra l'età di
sedici- diciotto anni, era chiamati a prendere le armi...-
Sanzo sbuffò. Erano anni che non vi erano guerre, in quella
zona. Shien voleva soltanto sentirsi il più protetto
possibile e avere tutti i giovani sotto il suo controllo...Temeva in
una ribellione.
Simon continuò:
- Partì da casa a diciasette anni...Io ne avevo
nove...Volevo, ecco, rivederlo...-
- E ... ?-
Simon sospirò, deluso. - Non l'ho mai incontrato...Diciamo
che sono rare le volte che sono stato al castello...Lui è
sempre lì...E' un generale valoroso e famoso, ma molto
riservato...-
- Qual è il suo nome?-
- Hugh. - rispose Simon. - Si chiama Hugh....-
*grida: vocabolo preso da Manzoni. ^^ è sinonimo di editto.
Fine dell'undicesimo. Ve l'avevo detto che era breve >_>
Grazie a chi commenta e a chi legge! ^__^
kiss, angel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Enlil ***
capitolo 12
x rika87: Non credo di far comparire Nataku...Non saprei...Per ora la
priorità è salvare Goku, come hai detto tu
stessa. xD
x Maki chan: Certo il lietofine ci sarà ^^! Sono felice ti
piaccia Hugh come personaggio. In effetti era mia intenzione fin
dall'inizio far ricongiungere i due! xD
x Temari: Comunque che erano dello stesso sangue lo avevi azzeccato! xD
Non temere! Non permetterò a Homura di toccare Gokucciolo in
alcun modo! >.<
Gokucciolo è unicamente di Sanzo! *_* Solo lui
può
spupazzarlo quanto vuole...Non troppo però! xD Altrimenti mi
ingelosisco! >.<
x azrael: Ihih...Hai ragione non ho proprio mezze misure...Aggiorno
dopo mesi o dopo un giorno...Bah! xD Cmq visto che ci tieni tanto in
questo capitolo ti accontento e rivelerò un pò
sul
passato di Hakkai. ^^
x krikka 86: sono felice del tuo entusiasmo! xD Alla fine il bene
trionfa sempre...O almeno nelle mie storie! xD
x Francesca Akira 89: O.o Cavolo! sei stata l'unica ad arrivarci! Non
posso che farti i miei complimenti! Tutti avevano optato per il figlio!
xD Sono felice che la fic ti piaccia! xD
Dici che Homura sembra un fessacchiotto? O.o sai che non me n'ero
accorta..? Non pensavo apparisse così agli occhi dei
lettori! xD
Capitolo 12
Enlil
Fu la luce del sole a risvegliare Goku da un lungo e profondo sonno.
Era crollato di stanchezza la sera prima. Homura aveva ripreso col suo
assurdo interrogatorio.
"Ma non può farlo di mattina? Perchè proprio
quando
calano le tenebre?" si lamentò il piccolo, strofinandosi gli
occhi.
Con una manina urtò involontariamente il diadema che gli
cingeva
la fronte. Si era accorto che Homura si soffermava spesso ad
analizzarlo, come se quell'oggetto potesse parlargli da un momento
all'altro.
Si sollevò, accorgendosi che, per fortuna, Homura era
già uscito. Probabilmente si era recato da Shien.
Arrancò fino alla porta e, al momento di spingere la
maniglia,
si accorse che questa era chiusa a chiave. Sbuffò. Doveva
aspettarselo. I suoi aguzzini temevano ancora la sua fuga...
Fuga...Goku si voltò verso la finestra, speranzoso, quando
si
accorse che era " decorata" da alcune sbrarre, come in una prigione.
All'improvviso udì alcuni passi. Puntò lo sguardo
sulla porta e fece qualche passo verso di essa.
Come previsto dal bambino, qualcuno la spalancò. Senza
curarsi
di chi fosse, Goku spiccò una corsa e spintonò il
nuovo
arrivato, nel tentativo di uscire e scappare...scappare...scappare...
L'uomo rimase sbalordito e non reagì, in principio:
perchè subito dopo rincorse il bambino.
Goku prese a zigzagare tra i tavoli, tra i clienti della locanda,
più veloce e abile di una scimmia. Gli abitanti
lì
presenti lo guardarono straniti.
Un bimbo sporco, con vesti larghe indosso, e due occhioni oro
sfrecciava per il locale.Chiunque si sarebbe sbalordito. Sopratutto se
questo bambino era seguito da un uomo con occhi di ghiaccio.Infine il
piccolo, con un sospiro, giunto all'ingresso, uscì. Si
ritrovò in un paesino curioso che non prese ad analizzare.
Non si fermò neanche un attimo e si diresse verso la piazza
del
paese, alla ricerca di un posto, un vicolo, in cui rifugiarsi.
Goku sentiva i passi avvicinarsi. Era terrorizzato, ma non smise di
correre. Superò un fosso, saltò un muretto, ma,
all'ultimo, inciampò e cadde sui ciottoli che costituivano
il
terreno.
Il peso del corpo gravò sulle mani, che si sbucciarono, e
sulle ginocchia, coperte solo dalla ruvida stoffa delle brache.
Fu sollevato da mani ferme senza difficoltà.
Si divincolò fino allo stremo, poi si abbandonò
al suo
inseguitore. Timoroso, osservò il volto dell'uomo...e
incontrò lo sguardo truce di Hugh.
Goku non l'aveva mai visto così arrabbiato. La mandibola era
serrata, gli zigomi duri e gli occhi...Occhi gelidi e cupi, che
avrebbero terrorizzato chiunque.
Ma quello che percepì fisicamente Goku fu lo schiaffo che
l'uomo gli sferrò sulla guancia.
L'oro si fece liquido e lacrime scesero sul visetto di Goku. A quella
visione, Hugh riacquistò il suo atteggiamento freddo e
distaccato, quasi indifferente.
Passò le sue enormi dita sulle lacrime del piccolo,
cancellandole. Il bambino sussultò, come scottato da quel
contatto.
Chinò il capo, colpevole, mentre Hugh lo sollevava fra le
braccia, incamminandosi verso l'ostello.
- Tu non hai idea di cosa mi hai portato a rivivere...-
La voce era talmente bassa che il cucciolo non seppe mai dire se quelle
parole le avesse solo immaginate o se fossero state realmente
pronunciate...
Il cervo correva zigzaganzo per il bosco, evitando agilmente i rami
degli alberi pronti a ghermirlo... poi un tonfo sommesso e l'animale
crollò in terra, con una freccia conficcata nel fianco.
Gojyo lanciò un fischio di ammirazione, battendo le mani
mentre si avvicinava ad Hakkai.
- Complimenti!- esclamò. - E' questo dove hai imparato a
farlo? Un predicatore che tira con l'arco? Bizzarro...-
Hakkai gli rivolse un sorriso mesto, puntando i suoi occhi smeraldo in
quelli rubino dell'amico.
- In effetti mio padre era un cacciatore...O meglio, mio padre
adottivo. Il mio vero padre non ho mai avuto modo di conoscerlo. Fui
abbandonato da piccolo su un colle, presso la riva di un fiume e
lì fui trovato da Wassen. Era un vecchietto piuttosto
arzillo e
si ubriacava spesso, ma anche un uomo dai grandi valori morali. Fu lui
ad insegnarmi il tiro con l'arco...- ammise. - Diceva che dovevo
imparare a difendermi, perchè spesso il mondo è
ingiusto.
- Aveva ragione...- sospirò Gojyo.
- Già...- concordò Hakkai. - Lo capii
all'età di
sedici anni, quando la fanciulla che amavo fu data in sposa dal padre
ad un nobile che deteneva tutte le terre lì intorno... Kanan
era
il suo nome... Ci amavamo molto, moltissimo, ma per interessi economici
e sociali i genitori non si sono fatti scrupoli a cederla a quel
vecchio lussurioso... Lei si suicidò piuttosto che "giacere
nel
talamo" con lui...-
- Fare che..?-
- Giacere nel talamo...E' una cosa che ti piace fare particolarmente...-
- Oh.-
- Non devi venire da un ambiente molto colto se non conosci questa
espressione...- puntualizzò Hakkai. - Senza offesa...
- Nessuna offesa..- ribattè Gojyo. - E' così.-
Rimasero in silenzio per un pò. - Comunque mi dispiace...-
aggiunse poi Gojyo.
Hakkai sorrise grato, ma non proferì parola.
- E dopo che hai fatto...?- chiese Gojyo, portandosi indietro i capelli
rossi con una mano.
Hakkai si fece serio e irrigidì la mascella. - Sono stato
accecato dalla furia del demonio. - confessò.
Gojyo lo fissò, perplesso.
Hakkai tornò a rivolgergli un sorriso, divertito dalla
confusione dell'altro. - Ho ucciso il barone..Il nobile.-
Gojyo sbuffò: - Uh! Se questo è abbandonarsi al
demonio
allora quel maledetto biondino è già stato
all'inferno,
come minimo!-
I loro sguardi si spostarono, in sintonia, verso la figura del
cavaliere, accovacciato in terra, con lo sguardo rivolto all'orizzonte.
Sanzo stava giocherellando distrattamente col fodero della spada, perso
nei suoi pensieri, intento a progettare un piano efficace per liberare
Goku e annientare Shien. Oramai erano quasi giunti a Enlil, mancava
poco, questo Sanzo lo percepiva sopratutto dal comportamento di Simon,
che si faceva ogni giorno sempre più teso.
Si era fatto illustrare a grandi linee la struttura del paese dal
ragazzo, per quanto la sua memoria glielo permetteva, ed era
più
che sicuro che Homura avesse alloggiato in qualche locanda
all'estremità del paese, ai piedi dei monti circostanti.
Serrò i pugni, desiderando di stringere la gola di Homura.
Quel
bastardo...! Se mai avesse avuto l'opportunità, lo avrebbe
fatto
morire di una morte atroce!
Si sollevò in piedi e si avvicinò ai cavalli,
pronto a ripartire.
- Forza, muovetevi!- ingiunse. - Dobbiamo arrivare ad Enlil entro
stanotte!- disse, strattonando le redini dello stallone e, dopo alcuni
istanti, lo spinse
al galoppo, senza curarsi se il resto della compagnia lo stesse
seguendo. Un pò perchè aveva abbastanza fiducia
nei suoi
compagni, ma sopratutto perchè spinto da uno strano e puro
istinto omicida, che sarebbe esploso se mai avesse scoperto che Goku
era in pericolo...
E così fu. Giunsero a Enlil prima di notte, come Sanzo aveva
progettato.
Entrarono nel paese senza bisogno di essere sottoposti a controlli.
Evidentemente la gente del posto era abituata ad una vita tranquilla,
non si aspettava di avere visitatori sgradevoli.
Simon aveva smesso da qualche ora di parlare, il che era stato
d'avvertimento per tutti che la meta era vicina, dato che il ragazzino
era piuttosto loquace.
Ora muoveva lo sguardo titubante, ma anche emozionato.
Chissà da quanti anni mancava dal suo paese natale...
Hakkai e Gojyo erano in fermento. Era arrivata l'ora d'agire. Speravano
ardentemente che, entro quella notte, Goku si sarebbe riunito al
gruppo...
Sanzo, dal canto suo, era la solita persona fredda e distaccata. Il suo
carattere si era addolcito al contatto con quel bambino, su questo non
c'erano dubbi, ma il cavaliere non aveva abbandonato quel suo carattere
gelido ed autoritario, che incuteva soggezione perfino ai passanti, che
scrutavano incuriositi i volti sconosciuti degli stranieri, tranne il
suo. Scavalcavano la sua figura con lo sguardo, per timore di essere
fulminati da quegl'occhi color ametista.
Giunti alla piazza del paese, scesero dai cavalli e Hiroshi ne
approfittò per affiancarsi al ramingo.
- Mio signore - esordì. - Ho raccolto informazioni,
chiedendo alla popolazione di uno strano trio, composto da un bambino e
due uomini...Senza rivelare i nostri nomi, sono riuscito a scoprire
dove si trova la locanda. Un vecchio signore mi ha confermato che hanno
alloggiato presso il monte Grettier, come aveva sospettato lei.-
- Ottimo lavoro.-
- Ma c'è un piccolo particolare che ci è
sfuggito...-
-E sarebbe?- chiese Sanzo, perplesso, inarcando un sopracciglio.
- Pare che il gruppo sia composto da quattro persone, non tre...-
Sanzo si accigliò. - Bè questo altera il mio
piano di poche fasi. Tre o quattro fa poco differenza...-
- Conviene non sottovalutare il quarto membro, mio principe. Me lo sono
fatto descrivere dettagliatamente e le assicuro che è un
combattente valorosissimo.-
- Quindi, cosa suggerisci?-
- Coverebbe andare più cauti col piano, forse
posticiparlo...- azzardò Hiroshi.
Sanzo scossa il capo, lapidario. - Questo è impossibile. Non
se ne parla. Finchè ho Goku così vicino devo
approfittarne. Non posso rischiare che si allontani nuovamente da me.-
- Capisco. Allora agiremo stanotte.-
Sanzo, in tutta risposta, si avviò, stringendo tra le mani
le redini del cavallo, seguito a ruota dai suoi compagni.
Il principe non più in carica Shien sedeva tranquillamente
nella sua stanza affittata alla locanda. Con suo disappunto,
Homura non si era procurato l'alloggio più lussuoso.
Affermava, infatti, che sarebbe stato meglio non svelare al locandiere
la presenza del principe ad Enlil, per cui aveva prenotato, senza il
consenso di Shien, perchè sapeva che non l'avrebbe ottenuto
da un capriccioso come lui, una stanza leggermente meno lussuosa e meno
costosa.
Già leggermente. Perchè la tappezzeria non era
certamente da pochi soldi, per non parlare della poltrona su cui Shien
era seduto, ornata con ricami d'ora, e ricoperta di stoffa rossa.
Ma, ovviamente, Shien non era soddisfatto. E non faceva che
rimproverare il fatto che lui sarebbe dovuto rimanere al castello e non
seguirlo in quel piano suicida.
Il bambino, infatti, sembrava proprio ignorare ciò che
Homura ogni notte gli chiedeva. O ignorava o fingeva. Ma per un bambino
così piccolo era difficile tener testa agl'interrogatori
lunghi e pressanti di Homura. Anche se, avendone seguito qualcuno,
Shien poteva confermare che il ragazzino non aveva versato una sola
lacrima, nonostante le percosse subite ogni tanto dal suo aguzzino.
Sapeva anche che, subito dopo, Hugh curava, per quanto possibile, tutti
i lividi e graffi che il bambino portava.
All'improvviso la porta della camera si spalancò. Shien si
volse, infastidito e fulminò con lo sguardo Homura che,
affannato, avanzava a grandi passi nella stanza.
- Homura!- sbraitò il principe, posando il bicchiere che
stava sorseggiando su un mobiletto accanto.- Ti sembra il modo di
giungere al cospetto di un...-
- Al diavolo!- lo interruppe Homura. Negl'occhi brillava la rabbia e la
sorpresa. - Non siete più un principe! La voce è
giunta perfino fin qui!-
Shien rimase talmente di sasso da non riuscire a sollevarsi. - Ch..Che
significa? Quale voce?!-
- Che il re..- rispose Homura allargando le braccia e con un ghigno
beffardo sul volto - ..è stato deposto!-
- Co..Cosa? Com'è possibile?!-
- Il vero principe è tornato ed è deciso a
riprendersi tutto ciò di cui l'ho privato!-
Shien non era così confuso da non percepire quella
sottigliezza. - L'hai...?- chiese perplesso.
Homura abbassò lo sguardo e per qualche istante non
proferì parola. Poi, repentineamente, sfoderò un
pugnale e lo conficcò nel petto del principe, ancora
sbalordito.
- Non sei mai stato un abile guerriero...- sorrise Homura.
Shien sputò sangue. - Neanche..tu...! Hai..sempre e
solo...colpito a ...tradiment...-
- Sarà, ma intanto ora che la scacchiera è
pronta, posso fare la mia mossa. Prenderò il tuo posto e
sbaraglierò Sanzo grazie al potere di quel
ragazzino. Non solo diventerò ricco, ma avrò la
mia personale guardia del corpo. La leggenda narra infatti che chiunque
detenga il tesoro controllerà anche il suo custode.
Avrò il Seiten Taisei al mio fianco, una
divinità! Nulla potrà fermarmi!-
Shien ormai non aveva abbastanza fiato per inmprecare e si
limitò a lanciargli uno sguardo di disprezzo.
Ad Homura non sfuggì, ma si limitò a sorridere,
quasi compatendo la sua vittima.
Dopodichè Shien reclinò il capo senza
vita, esalando il suo ultimo respiro.
Homura riplì accuratamente il manico del pugnale e lo
lasciò cadere sul corpo di Shien, con la lama ancora
insanguinata.
- Il povero principino non ha retto al colpo di essere stato
spodestato...- sussurrò, come per convincere se stesso di
quella versione dei fatti.
Un tonfo al piano di sotto lo riscosse dai suoi pensieri. Si
voltò ed uscì a grandi passi dalla stanza.
Possibile che...? No, ma come poteva essere? Il cavaliere si era spinto
fino a lì solo per quel ragazzino? O forse perchè
aveva intuito la minaccia che lui costituiva per il trono?
Assillato da questi dubbi, velocizzò il passo, accompagnato
dal fruscio del mantello, che svolazzava alle sue spalle.
Fine capitolo 12
Ed ecco concluso un nuovo capitolo, dopo mesi! Avevo avvertito i
gentili lettori del fatto che, dopo che il computer è andato
a riparare, avevo perso tutti i dati della storia? No? ^__^
bene lo faccio ora!
Per cui.. Perdonatemi, ma ho dovuto riscrivere il capitolo e
dovrò rifarlo anche per i seguenti... Spero che
l'aggiornamento sarà più frequente da oggi in
poi... Se non riesco ad aggiornare entro questa settimana, allora,
ahimè, dovrete aspettare a settembre, perchè
parto per le vacanze... ^^
Comunque non manca molto all'incontro tra Sanzo e Goku... Credo di
farli riabbracciare già nel prossimo capitolo, anche se...
eheh, non vi svelo di più -^^-
Chiedo scusa ai fan di Homura se ho reso il personaggio leggermente
bastardo in questa fic. Ma mi risulta troppo facile far fare a lui la
parte del fetente di turno! *__*
Mi scuso ancora per il ritardo.
kiss, angel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Il monte Grettier ***
capitolo 13
x Maki-chan: Sono felice che ti sia piaciuto, e grazie per i
complimenti. ^^ Spero che anche questo capitolo ti soddisfi. Ho
intenzione di svelare qualcosina in più su Gojyo
probabilmente nel prossimo capitolo ^_^. Inoltre
ti tranquillizzo, Homura la pagherà per quanto sta facendo
soffrire il piccolo Goku...( povero Homura! Lui non c'entra
nulla...Sono io che sto facendo soffrire
Gokucciolo...
ç__ç) Comunque le sofferenze di tutti, compresi
Hugh e Simon, finiranno a breve. Non sono poi così sadica...
-.-''
x Temari: Come ti capisco!Solo che tu hai perso tutte le tue
storie! Mi dispiace! Ne ho letta qualcuna e sei davvero brava! Comunque
hai ragione. Homura è perfetto in questo ruolo...
Insomma gli si addice! Riguardo a Shien, molto francamente,
sarebbe stato un peso in questo capitolo. Voglio essere sincera, non
avrei saputo come gestirlo e sarebbe risultato un pò
inutile... Spero che
questo capitolo ti piaccia. Alla prossima!
x krikka86: Ti ho accontentato, il seguito è arrivato
abbastanza in fretta! ^^ Mi ero solo presa una pausa...( tutte scuse!
In realtà mi ero un pò scoraggiata
perchè il computer mi aveva cancellato tutti i
dati, in più ero agl'ultimi mesi di scuola, i
più pesanti...) Cmq, scordiamo il passato. ^^ Ora ho
aggiornato!
x rika87: Hai ragione, povero Goku.... ç__ç Anche
tu non mi uccidere dopo aver letto questo capitolo... ^^'' Ti assicuro
che ho in mente un bel finale, ma per avere tanta felicità
prima bisogna soffrire un pò....^^
Prima di cominciare il nuovo capitolo, volevo ringraziare tutte coloro
che mi commentano ( ovviamente anche quelli che, eventualmente, mi
seguono), ma sopratutto chi mi ha scritto più volte il
proprio parere... Lo dico ora perchè siamo quasi alla fine (
ho in cantiere, al massimo, altri tre capitoli, non di più,
se tutto va bene u_u). Grazie mille a tutti perchè, con le
vostre opinioni e i vostri complimenti, sono riuscita a portare avanti
questa fanfic.
Capitolo 13
Il monte Grettier
Mentre Homura teneva il "colloquio" con Shien, qualche stanza
più accanto, Goku giaceva sul letto, pronto ad abbandonarsi
al
sonno.
Dopo la fuga di quella mattina Hugh non aveva proferito parola, ma non
sembrava portargli rancore. Anzi fu piuttosto protettivo nei suoi
confronti quando Homura, venuto a sapere la notizia, avrebbe voluto
punirlo severamente, ma il comandante, solitamente silenzioso e
ubbidiente, era intervenuto, pregando l'uomo di scordare l'accaduto e
garantendo che non si sarebbe ripetuto mai più un simile
evento.
Aveva lasciato Homura talmente sorpreso per la sua uscita da riuscire a
ottenere quella piccola concessione e Goku era rientrato in camera,
sano e salvo.
Il ragazzino chiuse gli occhi. Era stanco di quella situazione...Ma la
cosa più brutta era che, ormai, aveva perso le speranze.
Infatti
non gli erano pervenute notizie di alcun genere, per cui si era
rassegnato al fatto che, probabilmente, avrebbe passato il resto della
sua vita con Homura. Sanzo, Gojyo e Hakkai non sarebbero venuti a
prenderlo... Non per cattiveria, semplicemente perchè era
un'azione suicida mettersi contro il principe.
Era sul punto di addormentarsi quando nella stanza entrò
Hugh.
Aveva un'aria affannata e qualche goccia di sudore gli scorreva sul
viso.
La porta sbattuta con violenza fece sobbalzare il bambino, che si
tirò a sedere, stordito.
- Dobbiamo andarcene.- disse con tono secco Hugh, senza lasciar tempo a
Goku di dire qualcosa.
- Perchè..?- chiese il piccolo, assonnato.
Hugh non rispose. Teneva le spalle al bambino, per cui Goku non
potè leggere la sua espressione combattuta. Che fare...?
- Hugh..?- Il bambino scese dalla branda e si avvicinò cauto
all'uomo. Gli prese piano la mano, stringendo quelle dita lunghe, con
la dolcezza tipica di un bambino.
Hugh si voltò e puntò i suoi occhi freddi e
calcolatori in quelli di Goku. - Ascolta...- proferì.
Ma fu interrotto da Homura che, entrato precipitosamente nella stanza,
si dirigeva a grandi passi verso i due.
- Sono qui! Dobbiamo abbandonare la locanda. Ho messo dei miei uomini
all'ingresso, mercenari comprati a poco prezzo in paese, ma non credo
siano esperti combattenti. Saranno stesi in pochi attimi. Hugh! Voglio
che tu l'intrattenga, mentre io mi allontano col ragazzino.-
Goku, che aveva ascoltato con attenzione il discorso, sgranò
gli
occhi. Qualcuno era venuto a prenderlo? Possibile che...?
Ma mentre rifletteva fu strappato con violenza lontano da Hugh, a cui
stringeva ancora la mano.
Homura lo aveva preso per un polso, con l'intenzione di trascinarlo
fuori dalla locanda. Luogo in cui probabilmente si trovavano anche...
- No!- strillò il ragazzino.- No! Lasciami!-
Homura non si fece intimidire e lo sollevò di peso,
caricandoselo in spalla. Goku si dimenava, scalciava, tirava pugni
sulla schiena dell'uomo, ma inutilmente.
"No..." pensò il bambino." Non può finire
così...!!"
La rabbia, la frustazione e la disperazione esplosero. Due lacrime
bagnarono le guance del piccolo. Quella fu la goccia che fece
traboccare il vaso.
Il diadema tremò violentemente, raggelando i presenti.
Poi, fulmineo, Hugh sfoderò la spada e, con uno slancio,
colpì Homura alla gamba. L'uomo fu veloce a scansarsi,
evitando
il peggio, ma la pelle fu comunque squarciata dalla lama.
Homura imprecò e cadde rovinosamente a terra, lasciando la
presa su Goku, che si sollevò, chiaramente sbalordito.
- Corri!- gli intimò Hugh. - Corri fuori di qui!-
Il bambino spostò lo sguardo incredulo su quel giovane che
lo
aveva preso sotto la sua ala protettiva fin dall'inizio. Lo
fissò per non più di tre secondi, poi
schizzò
fuori dalla camera, la cui porta era rimasta spalancata.
Una volta fuori, udì distinte grida di combattimento
provenire
dal piano di sotto. Scese frettolosamente le scale, col cuore in gola,
che batteva velocemente, traboccante di emozione e terrore.
Giunto al pian terreno, non riuscì a distinguere nulla, data
la
confusione. Si guardò intorno smarrito. Vi erano una
quindicina
di uomini nella sala, che urlavano, gemevano e sbraitavano quasi
all'unisono.
Goku spostava lo sguardo da un angolo all'altro, sperando di scorgere
qualche viso conosciuto.
Quando avvertì una stretta al braccio, la rabbia
salì, e morse con forza la pelle dell'aggressore.
- Maledizione!- sbottò una voce. - Pensavo di averti
insegnato l'educazione, scimmia! A quanto pare mi sbagliavo.-
Goku mollò la presa e si voltò, incredulo. Di
fronte a
lui si stagliava la figura di Sanzo, con le vesti leggermente
insanguinate e lo sguardo accigliato.
Il bambino avvertì il suo battito accellerare. Si
sentì
mancare il fiato. Ma, d'altronde, cosa c'era da dire? In situazioni del
genere le parole non bastano e, comunque, non servirebbero a nulla.
Infatti parlano i gesti. Goku si tuffò fra le braccia del
cavaliere che, nonostante se l'aspettasse, non seppe come reagire. Alla
fine decise di cingere le spalle del bambino con un braccio, mentre con
l'altro, con cui impugnava la spada, recise il collo di un mercenario
lanciatosi all'attacco, con freddezza. ( Che vi aspettavate da Sanzo?
-.-)
Il ragazzino sobbalzò all'udire il tonfo del cadavere e,
inavvertitamente, strinse i fianchi del cavaliere. Sanzo
fissò quella testolina arruffata per qualche istante,
lasciandosi sfuggire un sorrisino, a cui nemmeno lui seppe dare
significato.
Goku sollevò lo sguardo. La confusione nella sala stava
diminuendo. Probabilmente, pensò Sanzo mentre incontrava gli
occhi dorati del bambino, Hakkai e Gojyo stavano sbaragliando parecchi
nemici.
- Sei...Sei venuto a prendermi...- balbettò Goku.
- Tsk! Ovvio, scimmia. Avevo detto che ti avrei portato con me.-
- Ma...Alla locanda...- Goku era visibilmente confuso, ma il suo animo
era al settimo cielo.
- Tsk! Stupido, pensavi davvero che dicessi sul serio? Io voglio la tua
compagnia. Non ti lascerò più solo.- Il tono di
Sanzo era rimasto secco e gelido, ma Goku oramai lo conosceva
abbastanza bene per capire che quelle parole contenevano affetto.
Sorrise. Sapeva che per il cavaliere manifestare un sentimento, che non
fosse odio o disprezzo, era piuttosto difficile.
- Grazie Sanzo!- strillò contento e affondando il volto nel
petto del biondino.
Il cavaliere si accigliò, ma non allontanò il
bambino. Vide Hakkai e Gojyo che si avvicinavano e sciolse la presa di
Goku per voltarlo verso i due giovani. Goku fissò confuso
Sanzo, ma, dopo aver focalizzato Hakkai e Gojyo spiccò una
breve corsa verso di loro. I due reagirono prontamente. Gojyo
sollevò il ragazzino tra le braccia, mentre Hakkai sorrideva
benevolo.
Sanzo li guardava a distanza. Finalmente erano riusciti a riprendersi
quel dolce sorriso che era stato strappato loro con la forza.
Quel bambino che sembrava un raggio di sole in un giorno di
pioggia...Così raro, così luminoso...
Mentre Gojyo gli spettinava con affetto i capelli, Goku si riscosse,
ricordandosi improvvisamente di una persona.
- Hugh!- sobbalzò il bambino.
Gojyo lo fissò stranito. - Ti è venuto il
singhiozzo per l'emozione?-
Goku gli tirò un colpetto sul braccio. - No! Hugh,
è un nome! Dobbiamo aiutarlo! E' di sopra...!-
- Di sopra?- lo interruppe Gojyo. - E' uno dei tuoi rapitori? E tu vuoi
aiutarlo?!-
- No, non capisci! Lui...-
- Hai detto Hugh?!-
Tutti e tre sobbalzarono. Simon si era materializzato alle spalle di
Hakkai, senza preavviso e sorprendendo tutti.
- S..Sì...- rispose il piccolo. - Lo conosci?-
- E' mio fratello!!- scattò il ragazzo. Poi, senza
aggiungere altro, salì precipitosamente le scale.
- Aspetta!- Goku tentò di fermarlo, ma il giovane era
già scomparso.
- Seguiamolo, presto!- incitò Hakkai.
Salirono tutti, tranne Hiroshi, intento a parlare con un sbigottito
locandiere, che si ritrovava col locale macchiato di sangue e
sottosopra.
Giunsero troppo tardi. Simon era affacciato alla stanza in cui Hugh
duellava con Homura. Quando il ragazzino biondo urlò il suo
nome, il comandante, per la sorpresa, perse la concentrazione e Homura
ne approfittò per colpire.
L'uomo cadde in ginocchio, con un gemito, tenendosi il fianco destro.
Simon si tuffò in aiuto del fratello e dimostrò
grande abilità e rapidità quando,
brandendo la lama di Hugh per difenderlo, parò il
fendente di Homura. Il consigliere imprecò e, in seguito,
sbiancò quando vide un Sanzo insanguinato ed indemoniato
avvicinarsi a lui con passo felino.
- Brutto bastardo!- ringhiò il principe.
Homura ( si deve dire a sua difesa ^^'') si riprese in fretta.
Sollevò la lama, pronto ad affrontare il cavaliere.
Sanzo sbuffò. - Non c'è gusto! Questo colosso- e
accennò a Hugh - ti ha già ferito. Non
sarò io il primo a versare il tuo sangue, sembra.-
Homura sogghignò: - Credo che dovrai aspettare ancora per
veder scorrere il mio sangue!-
Si udì il sibilo di due lame snudate. Due uomini attaccarono
Hakkai e Gojyo alle spalle, che reagirono prontamente. Gojyo
sfoderò la spada, mentre Hakkai si difese con un pugnale.
Sanzo, tuttavia, non si fece distrarre e non staccò gli
occhi da Homura.
Quest'ultimo, con un rapido movimento del polso, gli scagliò
contro un pugnale, probabilmente nascosto nella manica.
- Che diavolo...?!- Sanzo rimase sorpreso, ma la sua abilità
in combattimento gli permise di evitare il colpo, ma perse la presa
sull'elsa dell'arma, dato che la mano sbattè
inavvertitamente contro lo spigolo del tavolo, situato nella stretta
camera.
Sanzo imprecò e recuperò velocemente la presa,
riuscendo ad evitare che l'arma cadesse in terra. Ma un attimo di
distrazione permise al consigliere, rapido, di afferrare Goku e uscire
dalla stanza.
Sanzo fece in tempo a voltarsi e sentire l'urlo del bambino che si
trovò la strada sbarrata da due uomini di Homura.
" Ancora? Pensavo di averli eliminati tutti!" pensò Sanzo,
frustato. " Maledizione, Goku...!"
Stava per contrattaccare, quando intervenne Gojyo in suo aiuto.
- Corri, stupida principessa!!- urlò il locandiere.
Sanzo non se lo fece ripetere due volte, appuntando mentalmente di
uccidere il rosso una volta finito tutto.
Nel salone d'ingresso fu Hiroshi a tenere occupato un altro mercenario,
mentre lui schizzava fuori dalla locanda.
Si guardò intorno. Solo un altro mercenario lo separavo dal
suo obiettivo.
- Levati di mezzo!- ringhiò all'uomo. Vedendo che non
cedeva, lanciò uno sguardo a Homura. L'uomo aveva caricato
il ragazzino sul dorso del cavallo e, tenendolo stretto, aveva preso a
cavalcare verso un'insenatura. Sanzo aguzzò la vista, dopo
aver tirato un calcio nelle parti basse del suo avversario. Mentre
l'uomo si piegava in due dal dolore, Sanzo ebbe pochi attimi , prima
che il mercenario si rialzasse, per osservare dove fosse diretto Homura.
Furbo....Il consigliere aveva scelto questo ostello proprio
perchè si trova affacciato su un sentiero di montagna.
Homura si stava dirigendo verso una spelonca, situata, più o
meno, ai piedi del monte Grettier.
Abbassò lo sguardo, riconcentrandosi sul suo nemico. Lo
stese con un fendente, poi, senza neanche sellarlo, prese uno fra i
cavalli che riposavano nella stalla e lo spronò al galoppo.
Mentre si avviava su per il sentiero, lasciò scivolare il
suo mantello in terra, per segnalare ai suoi compagni dove si fosse
diretto.
Guardandosi alle spalle vide che altri scagnozzi del principe avevano
assediato il locale.
Poi un pensiero lo riscosse. Il principe Shien non era ancora entrato
in scena... Probabilmente era troppo fifone per mostrarsi. Decise che
si sarebbe occupato dei membri reali più tardi.
Ora aveva ben altro a cui pensare che alla corona del regno....
La fuga fu un susseguirsi di strattoni, urli e ordini per il piccolo
Goku. Era quasi riuscito a scappare alla presa del suo
carceriere una volta che erano giunti davanti alla grotta, ma Homura
non aveva intenzioni di perdere e lo aveva riacciuffato velocemente.
L'uomo lo sospinse nell'antro buio che si stagliava loro davanti.
Poco dopo l'ingresso, vi era una scalinata, illuminata solo da un crepa
nella roccia della montagna. Homura cominciò a salirla,
senza esitazione, trascinandosi appresso il piccolo.
- Ti ricorda qualcosa, moccioso?!- sogghignò l'uomo.
Goku non rispose. Quel luogo, in effetti, gli era un pò
familiare...Ma ricordava di non esserci mai stato in vita sua... O
forse sì?
D'un tratto giunsero, circa a metà scalinata, di fronte ad
una parete leggermente sporgente. Homura si bloccò a
riflettere pochi attimi. Poi prese il bambino e lo sollevò
senza sforzo, lanciandolo pochi gradini più su di dove si
trovava lui.
Sfoderò la spada e la conficcò nella parete, con
forza. La terra franò con facilità, bloccando la
scalinata, grazie all'aiuto anche di qualche masso.
Goku lo fissò sbalordito. - Ma...Ma come faremo a tornare
indietro?!- Capiva il desiderio di impedire il passaggio a visitatori
eventuali, ma in questo modo anche loro sarebbero rimasti bloccati
lì dentro.
L'uomo si voltò e lo squadrò con un sorriso
beffardo. - Quando avrò il tesoro, non avrò
problemi ad uscire da qui, vedrai. Sarai tu stesso ad aprire il
passaggio.-
- Io? Ma come potrei...? Non ne avrei mai la forza...-
- Questo è quello che credi tu, sciocco.- Homura raggiunse
il ragazzino e lo tirò in piedi con uno strattone. - Basta
con le chiacchere. E' tempo di agire.-
Mentre Goku veniva nuovamente sospinto in avanti, i suoi pensieri
andarono a Sanzo.
Per quanto quella situazione fosse spiacevole, non aveva paura. Sapeva
che il cavaliere sarebbe venuto a salvarlo....
Fine capitolo 13
...
.....
.......
Ok, non mi fucilate! Non temete Goku tornerà presto nelle
braccia di Sanzo e, stavolta, per sempre. Ma dovrete pazientare ancora
poco... Per ora accontentatevi di questo tenero abbraccio fra i due in
questo capitolo! ^^ Purtroppo per leggere il prossimo capitolo, dovrete
attendere a settembre, visto che giovedì parto... ^^''
Devo ammettere che questo capitolo non è stato affatto
semplice da scrivere e non so dire se mi sia uscito benissimo...Sarete
voi a giudicare... ( non mi lapidate però, please ^^) Il
problema più grande sono stati i vocaboli.... Credo di avere
ripetuto un pò troppo parole come " spada" o " uomini"... So
che esistono molti sinonimi, ma perdonatemi se non mi sono applicata
più di tanto a cercarli.
Bene, bene...Allora auguro buone vacanze a chi è
già in ferie e chi deve ancora partire, come me... ^^
kiss, angel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Oro puro, viola intenso ***
capitolo 14
x azrael: Ciau cara! ^^ A dire il vero per un momento ho temuto il
peggio! ç_ç Ma ti assicuro che ti ho pensato ^^
Poi sono arrivata alla conclusione che, probabilmente, eri in
vacanza... O almeno così continuavo ad augurarmi! Non
perchè importasse che non avessi commentato ( in fondo
capita di scordarsi), ma perchè temevo che il capitolo non
ti fosse piaciuto! Cmq contenta del tuo ritorno! Mi è
mancato il tuo commentino! ( che di solito è lungo tre
pagine, per cui impossibile non notarne la mancanza a colpo d'occhio!
^^)
x krikka86: Sono finite le vacanze... ç___ç Non
voglio pensarci! Cmq sono felice che ti sia piaciuta la scena fra Goku
e Sanzo! xD E comunque hai ragione! Hugh è un grande... Poi
è troppo figo! *_*
x Maki-chan: uh, grazie Maki!! -^^- Mi hai reso davvero felice col tuo
commento! Non sapevo ti piacesse così tanto la mia fic! Me
commossa ç__ç! Davvero sei stata gentilissima! Spero
di ricambiare un giorno! xD Grazie ancora! Cmq tranquilla! E' in arrivo
il lieto fine. In quanto a scrivere ancora... si vedrà.
Questo per me era un esperimento. Direi che è uscito
piuttosto bene xD Non mi lamento!!
x rika87: eheh, in effeti Homura è davvero bastard!! xD
Povero, è colpa mia! ^^ Sono felice che ti sia piaciuto il
capitolo e l'abbraccio fra i due! Era proprio quello che speravo! xD
Grazie mille per il commento!!
x Temari: Vuoi vedere il Seiten, eh? Ma chissà se ti
acontento... ^^ Sono felice sia piaciuta a tutte la scena tra Sanzo e
Goku, temevo che Sanzo fosse risultato un pò troppo dolce,
ma, dopotutto, Goku ha bisogno di un pò d'affetto in questo
periodo!! xD
Come promesso, è settembre ed ho aggiornato, anche se a
distanza di un pò ^^. Sorry per i miei tempi, che vi fanno
impazzire!! xD
Eccovi il quattordicesimo capitolo. Ne ho in mente quindici, per cui
ritenetelo il penultimo. Buona lettura....
Capitolo 14
Oro puro, viola intenso
Appena Goku mise piede nell'antro della grotta, percepì quel
luogo come stranamente familiare.
Si guardò attorno perplesso, cercando di scacciare
quell'impressione, ma era sempre più convinto di aver
già
solcato quel terreno in tutta la sua breve vita.
Homura, dal canto suo, non avendo notato la confusione del suo
prigioniero, si era diretto a grandi passi al centro dell'ambiente,
illuminato fiocamente grazie ad alcune crepe nel soffitto.
L'alzato della spelonca era caratterizzato da pareti decorate con
strani simboli e Goku, con un sobbalzo, si rese conto che questi
rimandavano al disegno che portava sulla schiena, del quale aveva
sempre cercato di scoprire il significato. Solo nel mezzo di questo
intreccio di segni, vi era uno spazio vuoto, che interrompeva
bruscamente il motivo decorativo, come la tessera di un puzzle mancante
( scusate il paragone un pò moderno...^^'')
Goku rimase alquanto perplesso di fronte a quella
particolarità
ed, evidentemente, se ne accorse anche Homura, dato che si
avvicinò alla roccia ed accarezzò il ruvido
strato vuoto.
Sogghignò soddisfatto, come se vedere quell'errore nella
decorazione lo rendesse partecipe di un segreto che Goku faticava a
capire. Ovviamente Homura non si fece lo scrupolo di informarlo su
ciò che lo aveva così cmpiaciuto, ma si
limitò ad
afferrarlo malamente per un braccio, preso dall'entusiasmo.
- Osserva!- disse l'uomo, puntando un dito contro quella stranezza. -
Questo è il punto in cui il tratto si è staccato
dall'insieme. E sai dove si trova il pezzo mancante?- chiese Homura.
Goku non era sicuro di volerlo sapere.
- Sulla tua schiena, sciocco!- affermò l'uomo, compiaciuto
e,
con un movimento rapido e fluido, gli sfilò la camicia di
seta
che portava, scoprendo il simbolo nero che il bambino copriva con tanta
cura.
Goku rabbrividì, e non solo per il freddo. Quella situazione
non
gli piaceva per niente. Tutte quelle linee nere lo
intimidivano.
Aveva la sensazione che quel luogo fosse proibito a chiunque e che loro
lo stessero profanando.
Il bambino fece un passo indietro sussurrando:- Non dovremmo essere
qui....- , ma non riuscì a ritrarsi, data la presa ferrea
del
suo aguzzino che gli rispose con uno strattone.
- Oh sì, invece! Questo è il posto giusto. Non
credevo
che la leggenda fosse vera! Sai perchè c'è questa
brusca
interruzione? A causa tua, moccioso, a causa tua! Ti sarai mai chiesto
chi fossero i tuoi genitori, no? Ecco tua madre! Guarda tua madre! Tu
sei nato in questa caverna, dalla roccia. Sei uscito in questo punto,
dove prima il simbolo che hai sulla schiena si intrecciava ai suoi
fratelli!-
Mentre parlava, Homura continuava ad indicare la parete che Goku prese
ad odiare.
- No!-strillò. Lui era nato da una mamma, una vera mamma.
Tutti
gli avevano detto al suo villaggio che era una bella donna! E che aveva
i capelli del suo stesso colore, con qualche lieve sfumatura rossastra.
Lui non era nato dalla terra!!
Eppure, riflettè il bimbo con le lacrime agli occhi, lui
aveva
quel simbolo, che da poco aveva iniziato a bruciare, come il diadema
che portava in fronte...
Infine Homura sbattè violentemente il bambino contro la
pietra
levigata e variopinta, facendo aderire il corpo del piccolo col punto
di rottura della decorazione.
Goku si dimenò, sentendo la schiena diventare rovente
finchè fu quasi sul punto di perdere conoscenza. Non si
accorse
dei tratti che da nero si tingevano di un oro limpido e splendente e
che la grotta prese a tremare per qualche istante, come se si sentisse
offesa di quell'affronto.
Poi, come il giorno segue la notte, il silenzio segue il frastuono, se
placato.
Si udì solo un tintinnio alquanto inquietante. Homura,
scioccato
dai fatti appena avvenuti, si accorse a malapena che il diadema del
bambino era in terra, abbandonato a se stesso.
Però percepì più che bene il dolore
acuto che gli
attraversò il petto quando gli artigli lo colpirono. Con uno
scatto repentino, si allontanò dal bambino, che non era
più un bambino. Mentre si sollevava, Homura notò
che Goku
ora aveva orecchie a punta e zanne lunghe che sporgevano dal labbro.
Ma la visione più terrificante furono gli occhi. Occhi da
felino, da predatore, selvaggi, desiderosi di uccidere, cacciare,
sbranare.
Il demonietto si scagliò con forza contro di lui e lo
sbattè violentemente contro la roccia.
Homura gemette e si guardò intorno, in cerca di una via
d'uscita. Non avrebbe mai immaginato che il Seiten Taisei si sarebbe
potuto manifestare prima che lui si imposessasse del tesoro e, quindi,
del suo custode.
Aveva progettato di togliere il diadema al bambino solo dopo aver
portato a compimento il suo obiettivo.
Si rialzò prima che la sua testa finisse disintegrata a
causa del pugno che il Seiten era intenzionato a dargli.
Si guardò intorno, in cerca di una via di fuga, ma non c'era
molta scelta. L'ingresso da cui erano giunti era bloccato, dato che
aveva pensato di utilizzare la potenza del bimbo, per uscire dalla
grotta. Quella stessa potenza che lo avrebbe ucciso se non avesse
trovato in tempo una soluzione.
Poi si udì un sibilo, quando gli artigli del Seiten, mancato
il bersaglio, ovvero il collo dell'uomo dai capelli corvini, cozzarono
contro la parete, provocando una lieve frana della roccia.
Homura imprecò, ringranziando il cielo di non essere stato
colpito. Osservò rapido i danni provocati dall'attacco. E
strabuzzò gli occhi. Il disegno di quel lato si stava
lentemente sgretolando e Homura avrebbe giurato di aver scorto dell' oro sotto gli
strati di roccia. Ecco perchè, si disse, nonostante la breve
scossa, la caverna non è ancora crollata! Ma questo era
nulla in confronto all'aver scoperto una ricchezza infinita!!
L'uomo lanciò un urlo di gioia, ma un attimo dopo
urlò di dolore. Il demone aveva conficcato le sue zanne
nella gamba dell'uomo, già precedentemente offesa, e Homura
crollò a terra, osservando sgomento il sangue che usciva a
fiotti dalla ferita. Alzò lo sguardo e osservò il
Seiten Taisei che lo sovrastava, ghignante.
Come a farsi beffa di lui, il destino volle che gli occhi del suo
assassino fossero di oro colato e, forse, anche più puro di
quello che aveva tanto agognato.
Il suo scopo di vita lo aveva portato alla sua morte.
Il demone sollevò il braccio per trapassargli il cuore e
porre fine alla sua vita, quando si udì il nome del bambino
urlato.
Il Seiten, senza pensarci, riconoscendosi in quell'appellativo, si
voltò.
Sanzo fissava la creatura, indifferente. Non si riusciva a cogliere nei
suoi occhi, anche se presente, la sorpresa nell'aver trovato, al posto
della sua petulante scimmietta, un mostro che lo fissava famelico,
acceso da istinto omicida. Il cavaliere, infatti, si riprese subito e
osservò di sbieco il diadema, abbandonato in terra.
- Homura- disse - Sei un'idiota.- Proferite queste parole si
avvicinò lentamente alla coppia. Il demone analizzava con lo
sguardo ogni suo singolo gesto.
Sanzo ricambiò lo sguardo, freddo e calcolatore.
- Non- sibilò - ti azzardare ad attaccarmi, scimmia!-
Ma, ovviamente, il Seiten Taisei si scagliò, senza esitare,
contro il biondino. Sanzo ebbe pochi secondi per pensare.
Sollevò la daga, puntando la punta contro il petto del
bambino lanciatosi all'attacco.
Quando il demonietto fu abbastanza vicino, inclinò la lama,
in modo che non tagliasse o procurasse alcuna ferita.
Dopodichè colpì. Fece pressione sulla fronte
abbastanza per stordire il demone che, barcollando, cadde all'indietro.
Per bloccarlo, il cavaliere conficcò l'arma nel terreno,
trappassando la camicia del bambino, ma questi, comunque, non
reagì, data la botta presa.
Il biondino si affrettò a recuperare il diadema e a farlo
scivolare tra i capelli del ragazzino, adagiandolo sul capo.
Fu un attimo e Goku riacquistò il suo originario aspetto.
Sanzo rimase fermo qualce attimo, controllando che il respiro del
piccolo fosse regolare.
Poi si sollevò e si avvicinò lentamente all'uomo,
osservando l'oro che risplendeva nella grotta, creando strani, ma
piacevoli, effetti ottici. Poi il suo sguardo si posò,
implacabile, spietato, su Homura, accasciato ai suoi piedi.
L'uomo biascicò qualcosa, poi ripetè a voce
più alta: - Come hai fatto a passare? Avevo bloccato...-
- Non sono solo. Ci sono molti, là fuori, che aspettano i
vedere le tue viscere rotolare fuori dal tuo corpo..- lo interruppe
Sanzo.
Homura sogghignò, seppur con una smorfia di dolore. - Non
sei cambiato, Koryu...Per niente...-
Sanzo si irriggidì. - Come dici?-
- Ah, io ti conosco da più di quanto credi...Ti odiavo anche
quando eri un bambino petulante e viziato! E odiavo anche Komyo! Come
aveva potuto farmi questo?! Se non fosse stato per voi due - disse le
ultime due parole con diprezzo- io sarei divenuto presto re della
regione! Avrei dovuto succedere a quel rimbanbito di Komyo!! E invece?
Salti fuori tu!
Oh, ma ho avuto la mia vendetta! E che vendetta!-
Il principe lo afferrò per la collottola. - Parla chiaro,
brutto stronzo! ( perdonate il volgare, ma Sanzo è Sanzo U.U
nd me)-
L'uomo rise. - Ma come? Non sai nulla? Bene, allora te lo
dirò chiaro e tondo! Ho ucciso io Komyo*. L'ho avvelenato
nella notte, mentre era già in convalescenza per la
malattia! Avevo programmato tutto con perfezione! Tu saresti stato
incolpato della sua morte, perchè eri stato l'ultimo a
vederlo prima del decesso. E, poichè non eri figlio
legittimo, saresti stato cacciato ed io avrei avuto campo libero! E
così è stato! Se non per il fatto che quello
stupido circolo di consiglieri ha deciso di far salire al trono, in
attesa di un valido sostituto, nientemeno che Shien, quell'incapace!!
La mia ultima possibilità era divenire così ricco
e potente da influenzare e corrompere qualunque esponente di
nobiltà e arrivare al potere! Per questo mi sono messo al
servizio di Shien! E, dopo anni di ricerca, ho scoperta la leggenda di
quel ragazzino! E, controllate che le fonti fossero attendibili, mi
sono messo alla ricerca del bambino...-
Quando Sanzo parlò, il suo tono era atono. - E' per questo
che hai attaccato Chiarella? Non certo perchè Goku aveva
tagliato la starda al principe e al suo stallone.-
Homura agitò una mano: - Quella è stata una
coincidenza!-
La mano di Sanzo si serrò attorno al collo del nero,
bloccandogli l'uso della parola.
Un gelido sorrisino era comparso sul volto del biondino. Homura
osservò per un secondo le ametiste ghiacciate.
Poi avvertì un dolore acuto e si perse nel viola
più totale.
Fine capitolo! ^^
Felici? So che non è il massimo, ma è stato
complesso da scrivere!! Ho voluto accennare solo al Seiten Taisei e non
prolungare lo scontro... Non so perchè, ma ho preferito
così!
Troppo bella la frase * Ho ucciso io Komyo!, mi sa tanto di Re Leone! (
Ho ucciso io Mofasa!! xD)
Ok, dopo questa posso anche ritirarmi... >.> Che volete
farci? Sarà l'aver ripreso la scuola che mi rende
così stanca e demente...
Sapete, avevo in mente di scrivere un'altra storiella sui nostri
Saiyuki Boys...A breve.... A voi farebbe piacere? Fatemi sapere che ne
pensate... Penso, però, di farla più breve di
questa...^^'''
Sempre AU, però. Mi piace troppo immaginarli in altre
realtà! ^^
Detto questo, perdonate, come al solito, qualche errore grammaticale...
Al prossimo capitolo!
kiss, angel
ps= ah, per chi non l'avesse capito, dato che non è scritto
esplicitamente, Homura is +__+ ( ovvero, DEAD)
Povero Homura... xD
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Una casa, una famiglia, un lieto fine ***
capitolo 1
x Maki-chan: Creata la nuova AU, ma è Shounen ai, non ho
idea se
come genere ti piaccia... O.o Spero di sì, altrimenti ho
perso
una mia cara lettrice! ç__ç
Solo che, sai, avevo il desiderio di provare a scrivere anche questo
tipo di fanfic, è una sorta di sfida... Comunque se ti
interessa, per la nuova storia ho già pubblicato il primo
capitolo.. ^^
Per il resto sì, Homura è +_+ definitivamente! E,
finalmente, il dolce epilogo! xD
x Temari: Visto? Ho inserito il Seiten, anche se per poco... xD Per
quanto riguarda un'altra fic, stesso discorso di prima. Già
scritta e pubblicata, ma avverto che è Shounen ai... Non so
se
ti possa piacere come genere... Comunque, nel caso di una risposta
affermativa, allora spero ci rincontremo! ^^
x Mara: Ciau Mara, grazie del commento! E, non preoccuparti, puoi
utilizzare ancora la mia password per ora. No problem! Comunque grazie
mille del commento! Alessia scrive Fiction? Non lo sapevo... Ma ne ha
mai pubblicata qualcuna? O.o
x Francesca Akira89: Ma ciauu! Sono felice sia tornata! ^^ Fa sempre
piacere! Ricordo ancora il tuo commento! Grazie mille di aver
ri-commentato! xD Troppo carina!
Visto che aspettavi, eccoti la conclusione!
x rika 87: Questo è l'ultimo capitolo, purtroppo... I'm
sorry,
ma non amo le fanfiction troppo lunghe, e questa è
già
uscita piuttosto ampia... Insomma, 15 capitoli! xD
Hai ragione, però! Homura se l'è proprio
meritato! xD
Cmq, come ho già accennato, ho già scritto
un'altra fic,
per cui credo che ora mi dedicherò a quella... Sarebbe
assurdo
portarne avanti due, quando è già difficile
aggiornarne
regolarmente una... ^^
x krikka 86: Ora vedrai la reazione di entrambi! xD Sono felice ti sia
piaciuta la descrizione della grotta! xD Grazie mille, sento che i miei
sforzi vengono apprezzati! :3
x azrael: Tranquilla, i tuoi commenti lunghi mi piacciono un sacco! xD
Ma sopratutto apprezzo la tua sincerità. Grazie davvero. Ho
tenuto nascosta la morte di Homura, così ogni lettore
può
divertirsi a immaginare quale parte del corpo Sanzo abbia colpito o
fatto a pezzettini! *__* Libero arbitrio! xD
Questo è l'ultimo capitolo... Devo dire di essere abbastanza
soddisfatta di me stessa! Insomma, credo che la storia sia piaciuta,
per quanto possa aver avuto qualche imprecisione o difettuccio...Almeno
io la penso così... Non è da tutti arrivare a
più
di 80 recensioni! Per essere la mia prima fic è un
traguardo!
Cmq, affermo che la mia intenzione era quella di intrattenere i lettori
e di fargli provare quella soddisfazione che provo io quando, dopo la
lunga attesa di un altro capitolo, finalmente posso leggerlo, col cuore
che batte, e decidere se mi soddisfa o meno.
I ringraziamenti li rimando a dopo. Ora vi lascio al capitolo!
Capitolo 15
Una casa, una famiglia, un lieto fine
Sanzo osservò indifferente la pozza di sangue che si
allargava
sotto il cadavere. Le pareti erano state macciate da schizzi di quel
liquido rosso e ferroso.
Il cavaliere si allontanò, non rivolgendo più lo
sguardo
verso Homura, e si avvicinò al corpicino del ragazzino,
steso in
terra.
Il viso del piccolo era sereno e rilassato, tipico di un bambino.
Le palpebre chiuse dolcemente, la bocca leggermente aperta, la fronte
distesa, coperta da qualche ciocca ribelle. L'effetto immacolato,
però, era spezzato da un particolare.
Una sfumatura di sangue sulla guancia destra, una macchia indistinta e
sbavata, leggera, che, però, comunicava l'innocenza e la
spensieratezza perduta.
Goku non avrebbe mai dimenticato quella brutta avventura, Sanzo lo
sapeva bene. Ma, si disse, il tempo avrebbe aiutato a curare le ferite
e, col passare degli anni, Goku si sarebbe reso conto che è
necessario continuare a guardare avanti e vivere.
Il biondo principe, o meglio re, si chinò sul bambino.
Allungò le braccia per sollevarlo, ma esitò
quando vide
il piccolo aprire gli occhi, sbattendo le palpebre, per poi richiuderle
e abbandonarsi al sonno con un sorriso sul viso, dopo essersi
tranquillizzato con la visione di Sanzo. Il ramingo prese in braccio il
bambino, sentendo il calore e il battito del cuore familiare contro il
suo petto.
Discese senza fretta i gradini, cullando il ragazzino tra un dislivello
e l'altro.
Infine Goku, disturbato e al tempo stesso rassicurato dalla camminata
del suo salvatore, riuscì a riscuotersi dal torpore e dalla
stanchezza che la trasformazione aveva provocato.
Puntò i suoi occhioni dorati sul volto cupo del biondo che,
accortosi dello sguardo del cucciolo, lo strinse leggermente a
sè, non riuscendo a dimostrare con un altro modo il suo
affetto
e quanto quel ragazzino petulante gli fosse mancato.
- Sanzo...- biascicò il piccolo, ancora mezzo addormentato.
Sanzo sbuffò e le labbra si distesero di qualche centimetro
in un sorriso. - Cosa c'è, Goku?-
Non era ancora il momento di riutilizzare l'appellativo scimmia, sapeva
che avrebbe colpito la sensibilità del bambino, sopratutto
in un
momento così fragile.
- Dove...- Goku impiegò qualche istante a formulare la
domanda. - Dove stiamo andando?- chiese dopo un pò.
Sanzo reclinò il capo in avanti e i capelli biondi nascosero
i suoi occhi.
- Sei il solito curioso...- disse, poi riflettè su cosa
rispondere al bambino.
Nel frattempo Goku sollevò il visino, alla ricerca delle
ametiste dell'altro. Ma non fece in tempo ad aggiungere qualcosa, che
giunse la risposta.
- A casa.-
Il bambino rimase interdetto e sorpreso. - Con... Con te?-
- Ovvio, sciocco!- Sanzo gli rivolse uno sguardo indifferente.
Probabilmente aveva recuperato il suo autocontrollo.
Ma Goku non si fece intimidire. Sorrise dolcemente e strinse tra le
dita il mantello del ramingo, come per assicurarsi che non svanisse da
un momento all'altro. Era troppo bello per essere vero. Un sogno.
Lui, finalmente, avrebbe avuto una famiglia, costituita da membri che
provano affetto reciproco, anche se poco visibile in alcuni casi, come
Sanzo.
Avuta la certezza che il cavaliere fosse reale, mormorò un
grazie
e, infine, si abbandonò al sonno profondo e, per la prima
volta
dopo molti giorni, privo di incubi, ma ornato con paesaggi primaverili
e soleggiati.
I giorni seguenti furono tranquilli e densi. Il gruppo riprese il
viaggio di ritorno, solo Hiroshi rimase al villaggio, incaricato da
Sanzo di controllare il tesoro custodito sotto gli affreschi della
grotta fino all'arrivo di un corpo di uomini scelti, che avrebbero
dovuto estrarre e trasportare gran parte dell'oro nella capitale.
Sanzo aveva già progettato di impiegarlo per il bene del
popolo
e della nazione e, con grande gioia di Goku, per riedificare Chiarella,
che era stata letteralmente bruciata e distrutta.
Ovviamente gran parte dell'oro sarebbe rimasto nella spelonca, anche
perchè gli abitanti avevano ritenuto l'estrazione del tesoro
come un affronto agli dei ed avevano permesso amaramente al principe di
portarne via un pò, ma non più del dovuto o una
maledizione si sarebbe scagliata sul villaggio.
Sanzo non seppe se ritenere la motivazione come una scusa
affinchè il villaggio poi usufruisse per conto suo dell'oro,
o
se, veramente, si trattava di pura devozione religiosa.
Ma non stette ad interrogarsi più di tanto. Ora il loro
unico
obiettivo era tornare al castello e stabilirsi per un pò,
sopratutto perchè Sanzo avrebbe dovuto sistemare non pochi
affari burocratici e politici.
A questi piccoli affari avrebbe pensato in seguito.
Goku socializzò con Simon in una velocità
sorprendente.
Si trovava così bene col giovane che, ogni tanto, cavalcava
con
lui durante il giorno.
Il giovane soldato, dal canto suo, non rifiutava la compagnia del
bambino. Entrambi erano i più allegri e spensierati del
gruppo e
schiamazzavano tutto il viaggio, con grande irritazione di Sanzo e di
Hugh, che spesso zittiva il fratellino con un'occhiataccia.
Sanzo cominciò a provare un filo di simpatia per l'uomo
dagl'occhi grigi. Era silenzioso, ubbidiente, lavorativo ma,
sopratutto, non ficcava il naso negli affari altrui.
Eppure, si rese conto il cavaliere, quando stava accanto al fratello,
sembrava trasformarsi.
Un giorno, per dirne una, Simon si era allontanato per recuperare
dell'acqua e non aveva più fatto ritorno. Il cavaliere aveva
visto gli occhi di Hugh lampeggiare, alla notizia, e, per un'istante,
l'uomo sembrò perdere il suo autocontrollo. Ma si riprese
più che in fretta. Posò la legna che aveva in
mano e si
allontanò di gran passo. Mentre Sanzo spostava lo sguardo,
indifferente, sentì Goku mormorare:
- Non gli piace quando una persona a lui cara gli si allontana...-
L'avventura comunque si concluse per il meglio. I due rientrarono al "
campo" poco dopo, il giovane si era solo attardato perchè,
essendosi rovesciato il secchio contenente l'acqua, aveva dovuto
tornare indietro e riempire il contenitore. Hugh gli diede
dell'imbranato, ma presto lo perdonò.
La sera,davanti al braciere, spesso giocherellava distrattamente con
una ciocca bionda ribelle di Simon, mentre questi si adoperava a
preparare il fuoco e, quando tutti si ritiravano, i due fratelli si
appartavano in un angolo a parlare per un tempo, apparentemente,
infinito.
Aveva sentito Gojyo chiedere a Simon come mai i due non fossero rimasti
a Enlil, ma il ragazzino aveva risposto, senza esitazione, che il loro
posto, ormai, era al servizio del re.
Nei giorni seguenti, Gojyo cominciò a farsi stranamente
scontroso e triste. Non proferiva parola e non stuzzicava
più
Goku, il che era alquanto strano.
Non che Sanzo si lamentasse, ma Hakkai nutriva una certa preoccupazione
per il comportamento del compagno. Così una sera lo prese da
parte, nonostante il rosso lo avesse mandato più volte a
quel
paese e apprese il motivo del nervosismo di Gojyo.
Proprio in quel periodo, Gojyo era stato sbattuto fuori casa dalla
madre e, pochi mesi dopo, il padre, che si occupava di lui, era morto
perchè malato e lui era stato costretto a rubacchaire qua e
là per sopravvivere.
Fortunatamente, dopo la conversazione col predicatore, Gojyo riprese il
suo carattere di sempre, questo lo confermava il fatto che, il giorno
dopo, aveva spinto, durante un battibecco, il piccolo Goku nel fiume.
Ma ora, con grande irritazione di Sanzo, il bambino tremava di freddo,
dato che, proprio in quel momento, un leggero venticello aveva deciso
di alzarsi.
- Sei un imbecille!- sbottava ripetutamente il principe all'oste, ma il
rosso era talmente di buon umore che non se la prese.
Ma che diavolo s'erano detti quei due? La curiosità lo vinse
e
chiese ad Hakkai come avesse fatto a farlo cambiare così nel
giro di una sera.
- Oh, - rispose Hakkai. - Gli ho solo detto che un uomo irritante non
piace e...-
- E..?-
- Beh, gli ho promesso che tra due notti, quando saremo a casa, lo
accompagnerò in un bordello...- Il predicatore sembrava
abbastanza preoccupato.
Sanzo sogghignò.- E scommetto che non sei mai stato in un
bordello...-
- Certo che no!- s'indignò Hakkai. - Non è il
posto più adatto per una professione di fede.-
- No, direi di no. - ammise il cavaliere.
Hakkai si limitò a scuotere il capo, sconsolato, quando
venne
preso per un braccio da Gojyo e trascinato in avanti, verso il centro
del campo.
Sanzo, rimasto solo, chiuse gli occhi, rilassandosi, appoggiando la
schiena contro il fusto di un albero.
Ma la sua sosta durò pochi attimi, visto che fu scosso per
un
spalla. Aprì le iridi, irritato, e fulminò con lo
sguardo
Goku, che lo fissava contrito ma, al tempo stesso, eccitato.
- Sanzo, Sanzo! Accompagnami, per favore! Accompagnami!-
Sanzo sollevò un sopracciglio, stizzito: - Dove?-
Ma il bambino non perse tempo. Cominciò a tirarlo per un
braccio, costringendolo ad alzarsi, e lo trascinò verso
l'interno della boscaglia.
- Sbrigati, sbrigati!- continuava a ripetere.
- Insomma!- Sanzo si bloccò e tirò a se il
ragazzino. - Dove mi stai portando, scimmia?!-
- Di qua, di qua!- strillò Goku, sfuggendo alla presa. Sanzo
dovette corrergli dietro, ma lo perse comunque di vista.
Un morso lievissimo di preoccupazione cominciava ad affiorare.
Possibile che quel bambino non riuscisse a stare fermo un attimo?
Poi sentì chiamare il suo nome. Seguì quella
vocina
infantile, petulante ma vellutata, che lo guidò presso il
suo
proprietario.
Goku rideva, zigzagando tra un mare di girasoli che si offrivano alla
luce del sole e costituivano un'immensa distesa gialla.
- Hai visto, Sanzo? Visto che bello?-
Sanzo raggiunse il ragazzino, osservando la purezza personifoicata.
Goku non stonava affatto in quel paesaggio, anzi si adattava benissimo.
I suoi colori e tratti caldi si sposavano con quelli allegri del campo
di girasoli.
Gli occhi dorati erano stati rapiti dallo splendore di quel paesaggio,
tanto che Goku rimase immobile qualche istante a fissarlo. Sanzo lo
raggiunse, affiancandoglisi, silenzioso e rapido.
Il bambino allungò le dita fino a sfiorare un petalo del
fiore più vicino.
- Come si chiamano?-
Sanzo impiegò qualche istante a capire che il piccolo si
riferiva a quei fiori.
- Girasoli. Sono fiori particolari. Vivono amando il sole, seguendolo
in ogni suo spostamento e riposano quando calano le tenebre. E' una
sorta di devozione.-
- Anche a me piace il sole!- esclamò il bambino contento. -I
tuoi capelli sembrano raggi di sole, Sanzo! Sono così
luminosi...!
Sanzo rimase interdetto per un pò. Fu Goku a rompere il
silenzio.
- Ho avuto paura all'inizio... Pensavo che non mi saresti venuto a
prendere...- gli occhi del bambino era lucidi.- Credevo che sarei
rimasto solo per sempre..-
Il ramingo scompigliò i capelli del piccolo. - Questo non
accadrà mai. - disse asciutto.
Goku non replicò, ma sorrise, godendo del calore che il sole
sul viso e quella mano gli regalava.
Giunsero a Zagral, la capitale, due giorni dopo. La città
accolse, con sorpresa del gruppo e una smorfia stizzita di Sanzo, il
nuovo re.
La voce dell'equivoco sull'assassino del re Komyo si era sparsa a
velocità stratosferica. Sanzo sospettava fosse opera di
Hiroshi.
Fatto sta che i cittadini prepararono una festa in suo onore,
allestendo nella piazza un altare, destinato all'accoglienza del nuovo
erede al trono.
Sanzo riconobbe, con sua grande irritazione e rabbia, tutti i nobili
della coorte che, anni prima, lo avevano condannato senza pensarci due
volte. Li fulminò a uno a uno con occhiate velenose, e
quelli si ritrassero, all'istante.
Il biondo si affiancò a Hakkai, Gojyo e Hugh e
annunciò: - Da oggi, siete tutti eletti miei consiglieri.
Devo fare un pò piazza pulita di idioti ricconi.-
I due giovani lo fissarono stupiti, Hugh si limitò ad un
cenno del capo, restando impassibile.
Restarono bloccati tra la folla per ore, dato che Sanzo doveva anche
mostrarsi al popolo.
Le fanciulle rimasero impressionate dalla sua bellezza e dal suo
splendore. I giovani lo fissavano chi invidioso, chi socievole, chi con
odio.
Il carattere di Sanzo non tardò a mostrarsi e la folla
cambiò atteggiamento. Le ragazze, che prima lo ammiravano,
qualcuna lo trovava ancora più affascinante, ma la maggior
parte erano intimorite.
Quando giunsero a palazzo, Gojyo si lamentò della salita
vistosa che avrebbero dovuto fare e affermò che non sarebbe
mai più uscito da quel luogo... Se non in compagnia di una
bella donzella.
Sanzo salì per ultimo, rispondendo gelido a qualunque
guardia gli si avvicinava per difenderlo da chissà quali
pericoli.
Così l'unico che gli si affiancò fu Goku, che
saltellava qua e là, intorno a lui.
Un nervo cominciò a pulsare sulla fronte del re, ma egli
cercò di trattenersi da tirare un pugno in testa a quella
scimmietta così pimpante.
Si rassegnò al fatto che avrebbe dovuto sopportarlo per un
bel pò.
Il portone era già spalancato e alcune donne si
affacendavano per dare il benvenuto a sua maestà.
Sanzo si voltò a guardare indietro, cominciando a
rimpiangere la sua vita da ramingo, da libero da ogni impegno.
Sbuffò, arrabbiato.
Poi avvertì una manina vellutata prendere la sua.
- Sanzo, non vieni?- chiese candido Goku. Il sole accompagnava la sua
figura, illuminandolo.
Il biondo non rispose. Si incamminò verso il portone e,
vedendo il bambino sorridere e superarlo con una breve corsa, si rese
conto che, tutto sommato, non si sarebbe lamentato.
La libertà gli mancava, certo, ma ormai era legato
indissolubilmente a quel ragazzino e riteneva che sarebbe rimasto suo
prigioniero per sempre, volente o nolente.
- THE END-
Finita! ^^ Un pò mi dispiace, ma ogni storia ha un inizio e
una fine.
Sanzo sarà un re in gamba, anche se molto, ma molto,
scorbutico. Goku diverrà il begnamino del castello e, in
seguito, legittimo erede al trono.
Hakkai gestirà il monastero poco fuori dalla
città, ma entrerà a far parte della coorte del re.
Gojyo aprirà una catena di locande e spesso gli
capiterà, ubriaco, di recarsi da Hakkai per confessarsi.
Simon e Hugh resteranno fedeli a Sanzo per un lungo periodo,
dopodichè torneranno a Enlil, dove, oltre a sposarsi e
mettere su famiglia, custodiranno per il re il tesoro rimasto nella
grotta, come promesso ai cittadini.
Hiroshi si ritirò con la moglie e nominò suo
figlio come generale al suo posto.
Kogaiji, Lirin, Yaone e Dokugaiji ebbero in dono una fattoria
più ampia e pulita e divennero i fornitori ufficiali di
legna per il castello, dato la qualità pregiata della zona.
Il corpo di Shien fu richiesto dal padre, il corpo di Homura non ebbe
sepoltura, ma le sue ossa rimasero in eterno nella grotta, affianco
all'oro ( in fondo era quello che voleva xD)
Per ogni chiarimento contattatemi! ^^
Ora i ringraziamenti:
innanzitutto alla sensei Minekura, che ha dato vita ai personaggi!
poi a:
- azrael: grazie di avermi seguito fino in
fondo e di avermi fornito il tuo giudizio sincero, attraverso commenti
lunghi chilometri! ^^ Ed è un complimento!
- Temari: grazie mille di avermi fatto notare
alcune imprecisioni all'inizio, che mi hanno permesso di migliorare la
fic ^^ Grazie per i tuoi commenti spiritosi!
- Maki-chan: grazie perchè hai
apprezzato la mia fic in particolare e mi hai dato al spinta per
continuarla!
- Ali-chan: grazie mille di aver commentato!
- Bonza Corrotta '92: Amore, grazie di tutto! E'
grazie a te che ho pubblicato la fic! Ma, sopratutto, grazie ai tuoi
consigli e alle tue minacce sono riuscita a concluderla! Il disegno che
hai fatto per la fic è stupendo! Appena ho lo scanner, lo
inserisco nel mio profilo! xD
- rika87: grazie per aver commentato sempre e di
aver sempre approvato i miei capitoli ^^ La tua gentilezza è
stata molto apprezzata! xD
- krikka86: grazie mille di avermi seguito fino
alla fine!! E di aver partecipato, con i tuoi commenti, alla produzione
dei vari capitoli! Grazie mille! :3
- Valy 90: Grazie amore di aver commentato!
Ricordati di iscriverti su EFP! Ci si sente via msn! Grazie millissime!
- Francesca Akira89: Sono felice che anche tu
abbia commentato, alla fine! Vuol dire che la fic, tuttosommato, ti
è piaciuta! Grazie ancora! xD
- Mara: Appena vengo da te, ti faccio iscrivere
a questo maledetto sito, così la finisci di usare la mia
password per commentare! xD Grazie del pensiero! ^^
grazie a chi ha inserito questa fanfic nei preferiti:
- deedlit83
- drfafy
- HPalessandra
- krikka86
- leuconoe
- Maki-chan
- rika87
- Shiva Fuyu
- Temari
Non dovrei aver dimenticato nessuno ^^!
Spero che la fic vi sia piaciuta, nonostante le imprecisioni e gli
errori grammaticali. Scusate anche per i vari ritardi negli
aggiornamenti! ^^
kiss, claudietta
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=194135
|