La Malinconia di Azusa Nakano

di skullrose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


La malinconia di Azusa Nakano cap 1

La malinconia di Azusa Nakano

 

 

Era da molto che non scrivevo, sia perché avevo perso interesse, sia per altri motivi, questa storia è uscita di getto stanotte, dopo aver visto un commento lasciatomi sull’altra mia storia scritta, sempre sulla coppia Yui e Azusa, spero di aver fatto un buon lavoro e grazie a quanti leggeranno.

 

 

 

Una ragazza dai lunghi capelli neri legati in due code, camminava verso l’aula del club di musica leggera, stringeva svogliatamente la fibbia della custodia della chitarra, pensava nuovamente a quel sogno, anche quella notte l’aveva fatto, era un mese che faceva lo stesso sogno, era sempre lo stesso tutte le volte.

Nel suo sogno, c’era Yui, la fonte dei miei mali, come diceva nei momenti di rabbia, che parlava con un’altra ragazza e le dava le stesse attenzioni che riservava solo a lei, non capiva il motivo del sentimento di gelosia che si era insinuato in lei, dopotutto non provava quel tipo di cose per Yui, o forse no?

Era arrivata all’aula del club senza accorgersene, stava per entrare quando dalla stanza aveva chiaramente sentito la voce di Yui, sembrava titubante, non riusciva a sentire chi c’era con lei e questo, ancora non lo sapeva, l’avrebbe resa ancor di più gelosa; non voleva entrare, se ne restava lì sulla porta, con la mano a mezz’aria a pensare cosa fare.

Intanto sulle scale erano comparse le teste degli altri membri del club, Ritsu stava come al solito spaventando a morte Mio che cercava riparo dietro Mugi persa nei suo mondo fatto di chissà quali meraviglie, visto anche il suo sguardo estasiato –nessuno sapeva che in realtà Mugi fantasticava su di loro e i loro atteggiamenti-.

“Azusa”

“Ah, Mio-senpai, Ritsu-senpai, Mugi-senpai, buongiorno”

“Cosa fai dietro la porta?”

“Sono appena arrivata”

Non era brava a mentire, ma sperava che le altre non le facessero domande, intanto dall’interno della stanza, Yui si era ammutolita, aveva chiuso velocemente il cellulare e l’aveva spento, sapeva che Azusa si sarebbe arrabbiata, la ragazza odiava i cellulari accesi quando erano nel club.

Entrando nella stanza, trovarono Yui seduta vicino al banco in agonia che reclamava troppo forzatamente, la sua torta, nemmeno lei era brava a fingere e questo le altre lo sapevano, ma per qualche strano motivo, nessuna disse niente, nemmeno Azusa che era rimasta in silenzio quando Yui non l’aveva degnata di uno sguardo.

“Preparo il tè”

“Per me no grazie, io vado via, non mi sento molto bene”

“Azusa è successo qualcosa?”

“Eh? No, niente Yui-senpai”

Da quando Yui-senpai mi chiama solo per nome?!

Ignorando quello che aveva detto Yui, aveva lasciato l’aula del club e la scuola, sulla via di casa, continuava a pensare alla situazione, non riusciva nemmeno a nascondere la delusione che ha provato quando Yui non l’aveva guardata, eppure continuava a non capirne il motivo, il sogno, lo strano comportamento della ragazza, erano tutte cose che le facevano male, che la facevano sentire malinconica.

Le ragazze che invece erano rimaste a scuola, guardavano Yui in modo strano, in linea generale, sapevano cosa provasse la ragazza nei confronti della più piccola, o meglio, sapevano che provava un grande affetto, ma quella reazione così priva di sentimento aveva spiazzato anche loro.

“Yui cosa succede?”

“Niente”

“Ecco il tuo tè”

“Grazie Mugi-chan ma mi è passata la voglia”

Senza farsi notare dalle altre, Mugi aveva sospirato a quella reazione, sapeva cosa stava architettando la ragazza, era qualcosa di meraviglioso e strepitoso, anche se lei non l’approvava del tutto, ma era qualcosa che solo Yui era capace di fare.

Intanto, Azusa, era tornata a casa, stringeva al petto la sua chitarra, aveva voglia di suonare, di suonare con le altre e con Yui, voleva sentire le stonature della ragazza ogni volta che cantava, voleva vederla andare in confusione mentre dimenticava di suonare o di cantare, quando provavano la nuova canzone, non capiva cosa ci trovasse in lei, era sbadata, goffa e pigra, tutte cose che andavano in contrasto con il suo modo di essere sempre così impeccabile, così… come Azusa, sono solo Azusa, non posso fare altro che essere me stessa, sempre arrabbiata, sempre frustrata a causa sua della sua immaturità!

Quando era in quello stato, odiava Yui con tutto il cuore, voleva vederla solo per dirle quanto le faceva male il suo stupido modo di fare, urlarle quanto le faceva male dirle quelle parole, ma non ci riusciva, non ne aveva il coraggio, per questo taceva e per questo quel sogno la perseguitava.

 

Azusa era dietro la porta del club di musica leggera, stava per entrare quando aveva sentito la voce di una ragazza urlare “Yui ti amo!”, le si era fermato il cuore, temeva di morire, le sue gambe erano diventate molli e cedevoli, tanto da farla cadere in ginocchio con un tonfo, il rumore faceva uscire Yui e una ragazza che lei non aveva mai visto. Yui sembrava imbarazzata, ma non si era avvicinata per vedere come stava, semplicemente si limitava a guardarla dall’alto in basso stringendo la mano di quella ragazza che la guardava trionfante.

 

Ogni mattina si alzava madida di sudore a causa di quel sogno, era diventata una tortura, una fonte di disperazione, lei era sicura di non volere Yui in quel modo, ma non voleva che quella sbadata pigrona, desse ad altre le stesse attenzioni che riservava solo a lei; certo ormai sapeva che Yui amava incondizionatamente tutti, è strano come io sembri un gatto e, lei un cane, qualsiasi persona le da attenzioni o del cibo, lei scodinzola urlando che le vuole bene o che vorrebbe sposarla, senza rendersi conto che io, Azu-nyan, come lei mi ha chiamato, soffro, e stringo i denti fingendo indifferenza come fanno i gatti.

Anche quella notte il sogno si era ripresentato, sempre uguale, sempre le solite cose, ormai sapeva come sarebbe andata a finire, e come sempre quella mattina si era svegliata sudata e arrabbiata, più delle altre volte, era arrivato il momento di mettere fine a quella storia e l’avrebbe fatto lei stessa.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


La malinconia di Azusa Nakano cap 2

Capitolo due

 

 

Quella mattina, nel club di musica leggera, si respirava aria di tempesta, non per via del tempo, ma dell’umore di due ragazze del gruppo, Yui se ne stava in disparte con la testa poggiata sul banco fantasticando su chissà cosa, Azusa guardava Ton-chan che nuotava senza darle retta, le altre, fatta eccezione di Mugi, erano preoccupate. Mio aveva cercato più volte di parlare con Azusa ma la ragazza sembrava restia a confidarsi, Ritsu neanche a dirlo, non si era neppure sforzata di parlare con Yui, credeva fosse inutile parlarle, era sempre persa nel suo mondo in quel periodo, e se a lei stava bene così, chi era Ritsu per dire qualcosa?

Alla fine della scuola, Azusa non aveva trovato il coraggio di parlare apertamente a Yui, le altre se ne erano andate da diversi minuti, restavano solo loro, ma sembrava che a Yui non importasse, eppure non si era mai comportata così.

Sono qui! Guardami ti prego, ho bisogno di sapere che per te esisto!

“Azusa…”

“S-Sì?”

Doveva controllarsi, non voleva mostrarsi preoccupata o arrabbiata, doveva mantenere la calma.

“Se ti dicessi che esco con qualcuno come la prenderesti?”

Voleva morire, voleva scappare da quella stanza improvvisamente troppo stretta e fuggire lontano, in un posto dove nessuno potesse trovarla, dove Yui non l’avrebbe raggiunta. Le sue gambe erano diventate molli come nel suo sogno, si era mantenuta alla sedia per evitare di cadere cercando di riprendere fiato, non si era accorta che dopo quella domanda, aveva smesso di respirare.

“Non vedo dove sia il problema, sono contenta che hai trovato un ragazzo”

“È una ragazza”

È lei, quella del sogno, sono sicura!

“Continuo a non vedere il problema”

“Sapevo che avresti capito”

Eppure c’era qualcosa che non andava, non era felice, Yui aveva detto quelle cose in modo fin troppo annoiato, come se non fosse necessario parlare con lei, solo che Azusa non sapeva che le sue risposte avevano ferito Yui più di ogni altra cosa.

Senza aggiungere altro, Azusa aveva lasciato il club non ripresentandosi le settimane successive, voleva stare da sola a pensare, le altre le avevano mandato diversi messaggi, ma lei non aveva risposto, persino Ui era preoccupata, sia per lei, sia per sua sorella, diceva che si rinchiudeva in camera a piangere e quando andava in classe per parlarle non c’era mai.

“Ui, Yui-senpai ha la ragazza!”

“Non è possibile!”

“Me l’ha detto, ha detto che esce con qualcuno”

“Onee-chan che esce con qualcuno? Non ci credo”

Sembrava sul punto di svenire.

“Calmati Ui, magari non è vero niente!”

“Spero per te che sia così”

Non aveva capito bene il senso della frase, ma aveva deciso di non chiedere spiegazioni, era troppo stanca, da quando Yui le aveva parlato, non era più riuscita a dormire per più di qualche ora a notte, si aggirava per i corridoi della scuola senza vita, sembrava un fantasma, più volte Mio era andata a trovarla ma lei rifiutava di parlarle, le piaceva Mio, era una brava persona, anche se s’impicciava troppo.

Mentre usciva dalla scuola, aveva visto Yui correre incontro a una ragazza, non sapeva chi fosse, aveva la divisa della loro scuola, ma lei non la conosceva, le sorrideva radiosa, l’abbracciava e… non osare baciare Yui-senpai!

Una rabbia incontrollabile era nata in Azusa, la gelosia era diventata qualcosa d’insopportabile, senza rendersene conto era corsa da Yui e quella ragazza che continuava ad amoreggiare con lei.

“Togli le mani da Yui-senpai!”

“A-Azusa…”

“No, Yui-senpai, stammi a sentire, ho sopportato per troppo tempo, ho sopportato tutto, e tu cosa fai? Esci con una che non ti conosce come ti conosco io!”

“Azusa calmati!”

“No! Non voglio, mi hai profondamente ferita Yui-senpai, ormai ne ho abbastanza!”

Senza aspettare la reazione delle due ragazze, Azusa era corsa via in lacrime, non le importava più niente, il suo viso era rosso per la vergogna, non credeva di arrivare a dire quelle cose, ancora non capiva la gelosia smisurata che provava nel vedere Yui con quella ragazza.

Entro sera, tutto il gruppo sapeva cosa fosse successo tra Yui e Azusa, Mio e Ritsu si erano precipitate a casa della ragazza per convincerla a parlare, Mugi invece, era da Yui.

“Yui-chan...”

“Mugi-chan, cos’ho sbagliato?”

Era a pezzi, aveva pianto da quando aveva lasciato la scuola, Himeko le aveva retto il gioco, aveva architettato tutto quello solo per dare ad Azusa il coraggio necessario per dichiararsi eppure non aveva funzionato, si sentiva vuota e si odiava per aver fatto soffrire la ragazza.

“Dovresti andare a parlarle”

“Mai, non voglio più parlare con lei!”

“Azusa, si può sapere cosa succede?”

“Non lo so, questa, questa cosa mi spaventa, mi batte forte il cuore quando vedo Yui-senpai, quando ride, quando mi abbraccia, vorrei che il tempo si fermasse, che mi permettesse di guardare sempre il suo viso per perdermi nei suoi occhi!”

“Ti sei innamorata”

Per la prima volta Ritsu aveva parlato, aveva ascoltato e osservato abbastanza per capire cosa stava succedendo, non voleva intromettersi, sapeva cosa succedeva quando gli amici provavano a forzare gli eventi, era successo anche tra lei e Mio, solo che quella volta fu Sawa-chan-sensei ad intromettersi e la cosa non le era piaciuta per niente.

“Azusa, per il bene del club di musica leggera, devi chiarirti con Yui!”

“No!”

“Ascolta, so che è una stupida, ottusa e sciocca ragazza, ma cerca di sentire cos’ha da dire, non dovremmo nemmeno metterci in mezzo, non dovremmo nemmeno essere qui!”

“Ritsu!”

“No Mio, è così, ricorda cos’è successo quando Sawako ha forzato le cose tra me e te!”

Mio sapeva a cosa Ritsu si riferisse, non era nemmeno per lei un bel ricordo, non negava di dover un favore a Sawako-sensei, da una parte la ringraziava per aver aiutato lei e Ritsu e stare insieme, ma dall’altra avrebbe preferito avere un po’ più di tempo per riflettere.

“Questa volta Ritsu ha ragione Azusa, parlale, vai da lei”

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


La malinconia di Azusa Nakano

Capitolo tre

 

Quella mattina Yui e Azusa si erano incontrate molto presto nell’aula del club, non c’era ancora nessuno a scuola, né Sawa-chan-sensei, né le altre si sarebbero presentate all’improvviso, Azusa teneva gli occhi fissi sul pavimento, mentre Yui guardava fuori dalla finestra.

Guardami per Dio! Guardami!

Parlami, ti prego!

Passarono diversi minuti in silenzio, era un silenzio opprimente, non lasciava presagire nulla di buono, eppure, nessuna di loro voleva interromperlo, in qualche modo, quel silenzio, era un luogo sicuro per entrambe.

“Yui-senpai!”

“Azusa!”

Avevano rotto il silenzio insieme, quando volevano, sapevano essere perfettamente sincronizzate, per un momento, solo per una frazione di secondo, stavano per mettersi a ridere, ma entrambe, si erano rese conto che non era il momento adatto; Azusa aveva trovato gli occhi seri e determinati di Yui, era la prima volta che Azusa la vedeva così, e il suo cuore era crollato per quegli occhi così duri, così profondi, le sembrava di annegare in quel mare sconosciuto che era la mente della ragazza che lentamente si stava avvicinando a lei.

“Azusa –si era inginocchiata- ti chiedo di perdonarmi!”

“Eh?”

“So di essere una stupida, un’irresponsabile, una persona che non combinerà mai nulla di buono, ma ti prego, perdonami, non volevo farti del male!”

“Y-Yui-senpai, alzati per favore…”

“No! So di averti ferita, di averti fatto piangere e questo mi distrugge, tu sei il mio piccolo angelo, sei il mio tesoro speciale, qualcosa che avevo giurato di non ferire…”

Ormai Yui non tratteneva più le lacrime, sentiva che il peso che si era portata dietro per troppo tempo se ne era finalmente andato, ormai era libera, non le importava cosa sarebbe successo dopo, voleva solo che Azusa conoscesse i suoi sentimenti, che sapesse una volta per tutte la verità.

Azusa era rimasta immobile, non si aspettava una reazione simile, ormai non aveva più dubbi su quello che provava per Yui, tutto l’odio, tutta la frustrazione, tutto ciò che aveva provato in quei giorni, era sparito, anche lei aveva cominciato a piangere.

“Yui-senpai... ti prego…”

 

*

 

Yui e le altre si erano ormai diplomate, Azusa restava sempre in contatto con loro, le aveva pure invitate al suo concerto per il diploma con il nuovo club di musica leggera, Azusa era cambiata, dopo quel pomeriggio dell’anno prima, non era più la stessa, presto si sarebbe diplomata e avrebbe mantenuto la promessa.

La sala era piena di gente, Yui, Mio, Ritsu e Mugi sedevano in prima fila, Yui era in trepida attesa, non vedeva Azusa da molto, il tempo che passavano al telefono non bastava, anche lei era cambiata da quel giorno, ora era una persona migliore.

L’enorme tendone rosso si era aperto rivelando un gruppo di ragazze imbarazzate ma impazienti di cominciare, Azusa era al centro, guardava tutta la sala, cercava le altre, ma soprattutto cercava gli occhi di Yui, quegli occhi che per tanto tempo aveva guardato prima di ogni concerto.

Yui-senpai, ascoltami!

 

“Like Like Like  HAATO ga 
Love Love Love dakede ippai ni naru kara 
ii...ka??......na!? […]

Thank you, so much! 
anna KIMOCHI  konna KIMOCHI  uketotte shiawase na KIMOCHI 
kaeseru hito ni naritai 
SUTEEJI hidarigawa  itsudatte iru kara 
PINCHI no toki wa tayotte kudasai 
egao ga atarimae  mimi ga KYUN  kokoro KYUN te naru yo 
datte konna ii nakama da mon 
acchi demo  kocchi demo  tooku tooku 
doko e datte yukeru  hoshi ga kagayaku sono saki e […]”

 

Alla fine della canzone, l’auditorium, era esploso in un boato di applausi e fischi e urla dei presenti, anche Mio, Ritsu e Mugi erano in piedi e battevano le mani, Ritsu faceva un gran fracasso fischiando e Mugi e Mio cercavano a stento di trattenere le lacrime, quella canzone in parte, era anche per loro, per tutto quello che avevano fatto per lei.

Yui non era però tra la folla urlante e schiamazzante, era davanti al palco, teneva in mano uno splendido mazzo di rose rosse, guardava ammirata Azusa che sembrava brillare di una luce nuova, la sala si era ammutolita davanti a quella scena, Sawa-chan-sensei aveva chiesto il silenzio assoluto, sapeva cosa voleva fare la ragazza e l’aveva aiutata.

“Azu-nyan, grazie per le parole della canzone, adesso che anche tu ti sei diplomata, puoi mantenere la promessa che mi hai fatto un anno fa!”

“Yui-senpai…”

Le lacrime scendevano copiose dal volto di Azusa, Yui era cambiata, l’aveva notato prima ancora che la ragazza salisse sul palco con quei fiori, era felice, i suoi occhi luccicavano per la commozione.

“Vorrei che tutti ascoltaste cos’ho da dire!”

Azusa aveva richiamato l’attenzione, anche se non era necessaria, dell’auditorium.

“Yui-senpai, no, Yui, quest’anno mi sono impegnata per diventare una persona migliore, una persona capace di poterti sopportare in qualsiasi momento, capace di sopportare ogni cosa… Yui-senpai dichiaro davanti a tutta la scuola, di essere innamorata di te!”

Era la dichiarazione che Yui aspettava, mentre tutta la sala esultava e qualche ragazza urlava per le sue parole, Yui si era avvicinata al volto arrossato di Azusa, le aveva baciato delicatamente una guancia e poi si era avvicinata al microfono.

“Anch’io ho qualcosa da dire, per chi non mi conoscesse, sono Yui Hirasawa, mi sono diplomata qui lo scorso anno, ho sempre passato molte delle mie giornate al club di musica leggera senza mai capirne a fondo il vero valore, oggi sono qui dopo un anno per mantenere una promessa fatta ad Azusa”

Si era inginocchiata, sapeva che quel gesto poteva voler dire solo una cosa, una cosa che lei non era ancora pronta a fare, ma era necessario.

“Azusa, vuoi venire a vivere con me? T’impegnerai a sopportarmi come hai sempre fatto? Io sono cambiata molto nell’ultimo anno, sono diventata migliore per poterti stare accanto e poterti dare ciò che hai sempre desiderato, Azusa Nakano, io ti amo!”

Le urla si erano fatte più forti e prorompenti, Mio, Ritsu e Mugi si erano lasciate trasportare dalla folla urlante tanto da fischiare anche loro e urlare in coro “bacio, bacio, bacio”.

Sotto gli occhi di tutti, le due ragazze avevano suggellato l’inizio della loro nuova vita insieme con un bacio.

 

 

La canzone presente nella storia è Joyful Todays, character song di Azusa, la traduzione del testo è tranquillamente reperibile in rete o sul sito animelirycs, ho voluto usarla perché mi sembrava adatta, come testo, alla storia che ho scritto. Era da molto che non scrivevo una storia completa e la pubblicavo, credo che dopo questa, forse potrò tornare a terminare qualche storia senza cancellarla prima, grazie a chi inserirà la storia nei preferiti/ricordati/seguiti e chi leggerà senza commentare.

E un grazie speciale a Gumi Megpoid, se non fosse stato per la sua recensione all’altra mia storia su K-On, probabilmente questa non sarebbe nata XD

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