5 songs for Tiva

di Tiva_Giuly96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Can i have this dance? ***
Capitolo 2: *** 2. Can you feel the love tonight? ***
Capitolo 3: *** 3. In my veins ***
Capitolo 4: *** 4. Gang Bang ***
Capitolo 5: *** 5. Our last summer ***



Capitolo 1
*** 1. Can i have this dance? ***


CAN I HAVE THIS DANCE? – Zac Efron & Vanessa Hudgens (HSM 3 – Senior Year)
 
Take my hand, take a breath
Pull me close and take one step
Keep your eyes locked on mine,
And let the music be your guide.

Won't you promise me
We'll keep dancing  wherever we go next.

 
Erano seduti ad un tavolo, tutti e due si stavano annoiando, erano a una festa di un loro amico.
Tony, si era bevuto due bicchieri di shampagne e due pezzi di torta, Ziva invece un solo bicchiere di vino e niente torta.
Ad un certo punto il festeggiato, mezzo ubriaco, prese posto al centro del salotto con un microfono in mano < allora, amici miei! Vi state divertendo? >
Tony e Ziva si guardarono negli occhi, i loro sguardi erano chiari: no, non ci stiamo divertendo.
< vi va di fare un bel karaoke e di ballare un lento? > urlò a squarcia gola il festeggiato.
< oh no! > Tony si abbassò quasi a sdraiarsi sulla sedia.
< che hai? > gli chiese Ziva.
< non voglio ballare e neanche cantare >
< ahaha! Tony, mica ci ha detto che proprio noi dovevamo fare quelle cose > sorrise.
< lo so, lo so. Ma… ecco… io… >
< te cosa, Tony? >
< io, non so ballare! > diventò di colpo rosso.
< sul serio? > era incredula.
< no! Però, non andarlo a dire in giro >
< tranquillo! > lo guardò negli occhi < mi è venuta un’idea >
La guardò incuriosito < cioè? > era anche un po’ preoccupato.
Lei si alzò in piedi e gli porse la mano < vieni con me… >.
Tony si fidò e si alzò < dove andiamo? >
< te, seguimi >
Lo portò di sopra, sul tetto della villa del loro amico, un posto carino, c’erano solo due piante, probabilmente erano rose. Da li sopra potevano vedere la loro cara città, Washington tutta illuminata dalla luce della luna, le stelle brillavano limpide e innocenti nel cielo che era pulito dalle nuvole che solo quel pomeriggio lo avevano reso scuro.
< che ci facciamo qui? > le chiese curioso.
Lei si limitò a stendergli il braccio.
< e ora che fai? >
< ti insegno a ballare >
Sgranò gli occhi < che cosa? No no! >
< Tony… >
Lui la guardava supplicante < e va bene! Ma ti avviso, se ti pesto i piedi non urlare >
< tranquillo… >
Gli porse il braccio, Tony era un po’ titubante ma alla fine cedette.
Prese la mano di Ziva e si avvicinò a lei.
< che balliamo? >
< un lento che m’insegnò mio padre >
< va bene… >
Erano vicinissimi, Tony poteva sentire il profumo di Ziva; entrambi si guardavano negli occhi, essi brillavano come stelle nel cielo.
Le mise una mano dietro alla schiena e l’altra le teneva la mano, le gli mise una mano sulla spalla e l’altra… l’altra faceva lo stesso della mano di Tony.
Cominciarono a ballare, l’atmosfera si trasformò di colpo, era diventata romantica e piacevole.
< vado bene? >
< si, sei perfetto >
Sorrisero e continuarono a ballare, lui seguiva i movimenti di lei, erano lenti e sensuali. Le schiacciò il piede sinistro < scusa… > fece un sorriso imbarazzato.
< tranquillo, capita >
Si guardavano negli occhi, potevano sentire il respiro dell’altro.
Continuarono a ballare per ore e ore, Tony aveva imparato ma non voleva staccarsi da Ziva che lo guardava in continuazione.
Sotto di loro c’era il balcone dove prima stavano facendo il karaoke, l’invitato ancora più ubriaco di prima, mise sul terrazzò dei fuochi d’artificio.
Purtroppo il caos prodotto dai loro amici li costrinse a dividersi. Andarono a controllare per vedere che cosa stavano facendo, Tony si sporse per vedere meglio < ma che stanno facendo? > disse.
Il ragazzo ebbe subito la sua risposta: dal balcone partì un razzo artificiale che gli illuminò la faccia appena questo si sollevò.
Dopo pochi secondi scoppiò e formò una bellissima spirale verde nel cielo.
< wow… > Ziva era sbalordita.
< sono ubriachi fradici! > tornò da lei sorridendo.
< è bellissimo… > continuava a guardare il cielo che era diventato verde. Dopo pochi minuti ne spararono altri, di colori e forme diverse; tinsero il cielo di mille colori.
Tony si avvicinò a Ziva, lei lo abbracciò ed entrambi si misero a guardare lo spettacolo pirotecnico.
Erano ancora abbracciati, le mani di Ziva erano appoggiate al petto di Tony e lui le aveva messo le braccia attorno alle spalle.
Sorrisero felici.

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Capitolo 2
*** 2. Can you feel the love tonight? ***


CAN YOU FEEL THE LOVE TONIGHT? – Elton John (Il Re Leone)
 
There's a calm surrender
To the rush of day
When the heat of a rolling world
Can be turned away
An enchanted moment
And it sees me through
It's enough for this restless warrior
Just to be with you
 
And can you feel the love tonight
It is where we are
It's enough
For this wide-eyed wanderer
That we got this far
And can you feel the love tonight
How it's laid to rest
It's enough
To make kings and vagabonds
Believe the very best

 
Ziva era seduta alla sua scrivania, stava sistemando le ultime scartoffie che Gibbs le aveva lasciato prima di uscire.
< hey! > Tony si avvicinò alla scrivania di Ziva e le spense la lampada < vai a casa, sei stanca ed è tardi >
Ziva lo guardò < no, devo finire di sistemare queste scartoffie >
< le sistemerai domani, ora vai a casa >
< non ho la macchina, è dal meccanico >
< ti do un passaggio io! > le sorrise.
< no, tranquillo, Tony. Vado a piedi >
< ma scherzi? Non se ne parla! E poi… nessuno di noi due ha ancora cenato >
< Tony DiNozzo, è un appuntamento questo? > lo guardò sorpresa.
< se la metti così… si! >
Lei si alzò in piedi e lo guardò nei suoi occhi verdi < va bene! Accetto! > sorrise felice.
Anche lui sorrise, le porse il braccio ad angolo retto per invitarla a uscire dall’edificio a braccetto.
Lei fece quello che lui chiedeva, mise il suo braccio sotto a quello di Tony e uscirono a braccetto.
Arrivarono al parcheggio della base, Tony da bravo gentiluomo aprì la portiera a Ziva e la fece entrare nella sua Mustang del 2006.
< grazie > disse lei sorridendo.
Lui entrò nella parte del guidatore, si sedette e le serrise.
< che hai? >
Si mise i suoi Raiban che assomigliava a Tom Cruise in “top gun” e le fece l’occhiolino < questa sera mia cara Ziva, vedremo un bel film! >
< non avevo dubbi, che film? >
< avevo pensato a “shining”, un grande classico >
< già visto! Mi è anche piaciuto molto! >
< però… non me lo aspettavo! >
< zitto e parti > rise < decideremo quando saremo a casa tua >
< con molto piacere, piccola ninja! > mise in moto e partì per poi dirigendosi a casa sua.
Arrivarono, come aveva fatto prima, Tony scese dalla macchina e aprì la portiera a Ziva per farla scendere.
Entrarono nell’appartamento di Tony < wow! Tony! È bellissimo il tuo appartamento! >
Tony andò in cucina e versò un po’ di vino nel bicchiere di Ziva < grazie, ecco! Fa come se fossi a casa tua! >
Lei sorrise, era un po’ imbarazzata, era a casa dell’uomo che amava da otto lunghi anni < grazie >
< ecco > Tony si avvicinò alla videoteca < questi sono i miei film, scegline uno, intanto io ordino una pizza >
Ziva lo guardava, era tremendamente bello con quei capelli brizzolati, maglietta bianca leggermente attillata che metteva i risalto gli addominali che si era fatto nell’ultimo periodo.
< va bene >
Tony le fece quel suo sorriso a trentadue denti che la faceva impazzire < fai con calma, abbiamo tutta la serata >
Ziva non faceva altro che fissarlo, forse quella era la sera giusta, la sera giusta per far capire a Tony i sentimenti che provava per lui. Però su questo punto, si faceva molte domande, del tipo: e se non prova i suoi stessi sentimenti? Se le dice che per lui non va bene? D'altronde, Ziva aveva fatto quell’idiozia in Israele e doveva farsi perdonare in qualche modo.
Decise di fare il primo passo; mise sul pianoforte il bicchiere e si avvicinò a lui.
Si voltò < che c’è, Ziva? >
< niente… > si guardarono negli occhi, erano pericolosamente vicini.
Tony capì al volo le intenzioni di Ziva, così mise giù il suo bicchiere, prese tra le mani il viso di Ziva e se lo portò vicino al suo. Il cuore di lei batteva all’impazzata.
Chiusero entrambi gli occhi e le loro bocche si unirono in un’esplosione di amore e piacere.
Lei gli mise una mano intorno al collo e l’altra sul petto, il loro bacio non era violento, come quelli che ti lasciano senza fiato, era un bacio lento e dolce.
Si staccarono per poi tornare a guardarsi negli occhi, lui le accarezzava il viso con entrambe le mani, lei si limitava a sorridere.
< sei… una gran baciatrice > disse lui scherzando < non mi ricordavo che baciassi così bene >
Lei rise alla sua battuta < anche tu sei molto bravo >
Tony sorrise, la prese per i fianchi e la portò il camera da letto.
Continuarono a baciarsi, per tutta la notte, fecero l’amore per tutta la notte e sorrisero per tutta la notte.
Al mattino seguente, Tony si svegliò accanto a Ziva, le rigò la guancia con il dito, la sua pelle era morbida e calda, come quella di un bambino.
Ziva, a quei tocchi gentili si svegliò e lo guardò.
< hai sentito l’amore questa notte? > le chiese lui sottovoce.
< si, l’ho sentito. È stato bellissimo perché al mio fianco c’eri tu > detto questo si mise seduta e lo baciò con più passione della sera prima.
< ci siamo solo noi due > le sussurrò nell’orecchio.

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Capitolo 3
*** 3. In my veins ***


IN MY VEINS – Andrew Belle
 
Nothin’ goes as planned.
Everything will break.
People say goodbye.
In their own special way.
All that you rely on
And all that you can fake
Will leave you in the morning
But find you in the day
Oh you’re in my veins
And I cannot get you out
Oh you’re all I taste
At night inside of my mouth
Oh you run away
Cause I am not what you found
Oh you’re in my veins
And I cannot get you out.

 
Erano nel vecchio capannone dove poche ore prima era scoppiato un incendio, Ziva stava prendendo i rilevamenti e gli schizzi della scena del crimine, Tony finì di interrogare gli ultimi testimoni e si avvicinò a Ziva.
< allora? > disse lui.
< allora cosa, Tony >
< non mi devi dire niente? >
< no! Che cosa ti dovrei dire? >
< forse… Che hai dormito con un certo… Adam! > la fissò intensamente.
< Tony, lasciami in pace. Non ne voglio parlare >
< l’hai fatto proprio il giorno in cui ti ho salutato all’aeroporto >
< Tony, ti prego… > continuava a scrivere i rilevamenti.
Si avvicinò < il mio ebraico non deve essere stato abbastanza chiaro, perché mi è sembrato di averti detto che non sei sola, o sbaglio? >
< no, non sbagli, lo hai detto >
< mi fa piacere che mi hai ascoltato > detto questo, prese e se ne andò.
A Ziva non era piaciuto quel dialogo con Tony, ma per distrarsi continuò a scrivere.
Arrivarono in ufficio, Tony era stranamente silenzioso e tranquillo. Ziva stava cercando di rintracciare le ultime chiamate fatte dal telefono della vittima. Senza successo.
< io vado a casa, sono le due e mezza di notte! > salutò tutti, Gibbs, McGee e Ziva.
Il saluto che fece a Ziva era strano, non era come quello che le faceva tutte le volte, era… un saluto arrabbiato e deluso.
< notte, Ziva! > detto questo entrò in ascensore e si diresse verso il parcheggio.
Li fu interrotto da una voce che lo chiamava: era Ziva.
< Tony, aspetta! Ti devo parlare! >
Lui sembrava impaziente di tornare a casa e di sicuro non voleva sentire ancora parlare Ziva su quello che era successo in Israele con Adam.
< che c’è? > sospirò.
< l’ho fatto solo perché mi sentivo sola e perché è stato un momento di debolezza, ma non è successo niente, te lo giuro! >
< ok! E quindi? Dove vuoi arrivare? >
< mi dispiace averti deluso e… di averti ferito. Non era nelle mie intenzioni >
Tony stava li, ad ascoltarla in silenzio.
< lo spero > scherzò un pochino per poi tornare serio.
< quindi, ti chiedo scusa >
< sai cosa pensa Gibbs delle scuse >
< Tony! Sii serio per un momento! >
< sono serio >
Ziva abbassò gli occhi < ti devo dire una cosa >
< spara >
< voglio solo te, Adam non m’interessa >
Tony era sorpreso nel sentire quelle parole e si avvicinò < Ziva, ti senti bene? >
< si! Te lo ripeto, voglio solo te e nessun’altro! Ci sei solo tu! >
Tony la guardò negli occhi, la prese per le spalle e avvicinò le sue labbra a quelle della ragazza.
Si baciarono, Tony l’aveva perdonata per il suo sbaglio.
Lei si staccò per riprendere fiato, le labbra di Tony erano state esigenti, non si ricordava come fossero morbide e saporite le labbra del collega.
< vedo… che mi hai perdonata > si lasciò scappare una risatina.
< come non posso perdonarti? Anche io ti voglio e vederti con quel tipo mi faceva sentire male >

Sorrisero felici e si baciarono di nuovo, mentre si baciavano, Tony la trascinava in macchina, non si staccarono mai, nemmeno quando Tony mise in moto l’auto.

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Capitolo 4
*** 4. Gang Bang ***


GANG BANG - Madonna

Like a bitch out of order
Like a bat out of hell
Like a fish out of water
I’m scared, can’t you tell
Bang Bang Bang Bang
I thought you were good
But you painted me bad
Compared to the others
You’re the best thing I had
Bang Bang, shot you dead
Bang Bang, shot you dead

 
 
 
Tony stava sistemando le ultime cose dalla sua scrivania, quando notò un foglietto sulla scrivania di Ziva, decise di andare a controllare, il solito curioso, non faceva altro che spiare la collega da giorni.
Proprio in quel momento, Ziva uscì dall'ascensore tutta sorridente, era veramente felice, aveva un sorriso a trentadue denti, fino a quando non vide Tony che curiosava alla sua scrivania e si arrabbiò.
 < che ci fai qui alla mia scrivania, Tony?! >
Il ragazzo si allontanò subito dalla postazione di Ziva appena la vide.
< niente! >.
< non ti credo per niente > Ziva fece una delle sue solite occhiatacce < che stavi guardando? > gli chiese con un tono introverso.
Tony prese il biglietto dalla scrivania della collega e glielo porse.
< questo! Che cos'è? > le chiese.
< non sono affari tuoi, DiNozzo! > gli strappò con foga il biglietto tra le mani.
< e dai! > la guardava incuriosito.
< no no e no! sono affari miei! > andò dietro alla scrivania, aprì il primo cassetto e ce lo mise dentro per poi chiuderlo a chiave.
Tony continuava a guardarla e a osservare il gesto che aveva appena fatto, era strano, Ziva non aveva mai chiuso qualcosa in un cassetto.
< allontanati di qui o ti cavo un occhio! > gli disse minacciosa e infastidita.
La guardava, era strana, diversa. Decise di tornare alla sua scrivania.
< non ti libererai facilmente di me >.
< purtroppo lo so, sei insistente ficcanaso e MALEDUCATO! > scandì bene l’ultima parola.
< addirittura? >.
< si, ce ti sembra normale andare a ficcanasare nelle scrivanie altrui? sei un maleducato! >.
< è la tua scrivania... >.
< appunto! È… MIA cose non ti è chiaro in questo?! >.
< tutto… >  la guardò < e dai! Siamo colleghi! >
Alzò gli occhi al cielo in segno di irritazione e tornò a guardarlo.
< mi dai sui nervi quando fai così! I colleghi, non ficcano il naso negli affari degli altri senza il loro permesso! >.
< Ziva, devi lasciarti andare... >
< perchè dovrei?! >
< perchè sei una mia amica e una mia collega! >
< mi hai stancata, come sempre! Hai quest'abilità nell'annoiare le persone con le tue scuse banali! >
La guardava non convinto < Ziva... sto scherzando! >
Ziva s’innervosì di più e incominciò a parlare ebraico. Probabilmente smadonnava dietro a Tony.
 
Cercò di capire ma invano < che? >.
< meglio che non capisci! Rimarresti sconvolto >
Si alzò e andò davanti alla sua scrivania… di nuovo.
< te lo chiedo più gentilmente, che cos'è? >.
< è un mio affare! Vai via da qui… >
< e sarebbe? > era sempre più curioso.
Ziva alzò e gli prese il colletto della camicia e lo tirò a se con rabbia < vai via te lo ripeto per l'ultima volta! >
< profumi di vaniglia, ma il tuo alito... uuuf > trattenne il respiro.
La ragazza s’incavolò e gli tirò un pugno dritto in pieno petto.
Quel pugno lo fece star male, faceva fatica a respirare, Ziva non scherzava, gli aveva tirato un bel pugno in pieno petto. Si massaggiò il petto ma continuava a fargli male. Cadde a terra dolorante.
Ziva alzò un momento gli occhi e non vide Tony, si sporse e lo vide a terra. Si alzò e gli si avvicinò. < hey, Tony! Svegliati! Non è il momento di fare un riposino! > lo guardava.
Era ancora a terra, faceva dei respiri profondi < fottiti, Ziva, sei una stronza! > Si alzò e cominciò a tossire.
< hey! Ma come ti permetti maleducato! La prossima volta ti uccido direttamente! > quella parola l’aveva fatta ancora di più arrabbiare, non se l’aspettava da Tony.
Tony la guardava dal basso verso l’alto sofferente e con un'aria arrabbiata.
< tanto non sarei l'unico che tu uccidi, o no? >
< che vuoi dire?! Che stai insinuando?! >
< che non faresti fatica a uccidere un uomo a sangue freddo! >
< non ti sopporto! Io non ammazzo innocenti! >
< lo stavi per fare! >
< tu sei innocente?! Non mi sembra… >
< si, ok, ho ucciso anche io delle persone! Ma perchè avevo un motivo valido, non come te che uccidi solo perchè... hanno ucciso tuo padre! > cominciava ad alterarsi.
Ziva lo guardò ferita, quella frase l'aveva colpita.
 < questo è troppo Tony… > lo guardò.
Si rese subito conto di quello che aveva detto < scusa... non volevo dirlo, mi è scappato... >
< se mi volevi ferire, ci sei riuscito alla grande… bel amico e collega che ho! >
< Ziva, scusami, non volevo > si alzò, con fatica e si avvicinò alla scrivania del collega.
< no, le cose che si dicono quando si è arrabbiati sono quelle vere… basta, con te, Tony, ho chiuso… >
Chiuse gli occhi, era consapevole di quello che aveva detto, aveva fatto un errore madornale e sapeva che non poteva rimediare in nessun modo.
Ziva rimase a fissarlo per qualche secondo, poi decise di sedersi per cercare di calmarsi, guardava fisso lo schermo mentre le parole di Tony gli risuonavano nella mente.
Tony notò che Ziva non lo guardava, neanche di strisco, decise di tornare alla sua scrivania, continuava a pensare alle parole orrende che le aveva appena detto. Era mortificato.
Lei era ferita profondamente e non solo per le parole che le aveva detto ma soprattutto perchè era stato proprio lui, Tony, una delle persone più importanti, ha farle questo.
< come posso farmi perdonare? > le chiese con un filo di voce.
< sparendo! > gli disse gelida.
Annuì < va bene. Hai ragione tu, sono un ficcanaso, un rompiscatole e un maleducato, ma credimi, quello che ti ho detto, non era nelle mie intenzioni >
< finalmente lo ammetti! Mi hai fatto più male tu con queste parole, che tutte le pallottole che ho preso nella mia vita… >
< lo so, mi dispiace un sacco > si alzò, prese la sua giacca e se ne andò come gli aveva chiesto Ziva.
Lei non lo guardò nemmeno andarsene tanto era arrabbiata e delusa da quelle parole.
 
Tony prese l'ascensore e uscì dall'NCIS per poi dirigersi a casa sua.
< mi dispiace, Ziva, mi dispiace… sono un idiota… > disse prima di entrare in casa e chiudere definitivamente con la collega.

 
 
P.S.: ringrazio la mia amica Laura per avermi aiutata in questa storia.

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Capitolo 5
*** 5. Our last summer ***


OUR LAST SUMMER - ABBA

 

The summer air was soft and warm
The feeling right, the Paris night
Did it's best to please us
And strolling down the Elysee
We had a drink in each cafe
And you
You talked of politics, philosophy and I
Smiled like Mona Lisa
We had our chance
It was a fine and true romance

I can still recall our last summer
I still see it all
Walks along the Seine, laughing in the rain
Our last summer
Memories that remain.

 
Erano partiti da Washington DC da circa tre ore, erano sull’aereo per proteggere una testimone di omicidio… Tony e Ziva.
Tony stava giochicchiando a un giochino sul suo iphone, si stava divertendo, con così poco. Ziva lo guardava mentre rideva e si arrabbiava ogni volta che sbagliava.
Avevano già avuto una testimone da proteggere, proprio a Parigi.
< oh… ma andiamo! > Tony si alzò e si sedette vicino a Ziva deluso.
< che hai, Tony? >
Le fece vedere il telefono < batteria scarica >
< e ci credo! È più di due ore che stai giocando a quell’inutile giochino >
< si chiama “minecreft”, non è un inutile giochino, Ziva >
< già dal nome… >
Tony la guardò storto < hai il carica batterie? >
< si, aspetta… > aprì la borsa e prese il carica batterie. Glielo porse < ecco, tieni >
Lo prese e lo collegò alla presa dell’aereo < torniamo a scavare >
Ziva lo guardò perplessa ma preferì lasciare perdere.
Dopo due ore, arrivarono all’aeroporto di Parigi. Presero i bagagli della ragazza e i loro e si avviarono verso l’hotel grazie al passaggio di un taxi che costò a Tony ben 12 euro.
Arrivarono alla reception e ordinarono due stanze, possibilmente vicine.
La ragazza gli diede due chiavi per due stanze. Salirono fino al terzo piano.
< questa è la nostra, Ziva > era la stanza 237: un letto matrimoniale e un bagno.
< perché la nostra Tony? >
< perché? Non ti piace? >
Ziva lo squadrò con gli occhi < va bene! >
< aspetta un secondo… >
< ora che c’è, Tony? >
< stanza 237! > guardò Ziva tutto eccitato.
< e allora? > non riusciva a capire dove Tony voleva andare a parare.
< 237! La stanza di “shining”! Fantastico!! >
Ziva si mise una mano sugli occhi in senso di disperazione. Entrarono.
Si fermarono sull’uscio della porta, erano spiazzati nel vedere quel letto matrimoniale.
< questo è uno scherzo > disse Ziva
Tony entrò nella stanza e controllò se si potevano dividere i materassi.
< allora? >
< no, non si possono dividere >
< va bene… ma vedi di tenere le mani a posto >
< ci proverò > le fece un sorrisetto. Lei lo squadrò con lo sguardo.
Chiusero la porta e misero giù i borsoni. Ziva cominciò a svuotare il suo borsone e anche Tony fece lo stesso con il suo.
In poche ore divenne sera, erano le 12:30 e i due agenti erano ancora svegli. Poche ore prima avevano fatto un giro lungo la Senna.
Tony si tolse i vestiti e si mise quelli per la notte per poi sdraiarsi sul letto.
Ziva si tolse i vestiti e si mise una camicia da notte per poi anche lei sdraiarsi sul letto accanto a Tony.
< ora basta fingere, Ziva >
Ziva lo guardò sorridente < hai ragione >
I due si avvicinarono per baciarsi ma il cellulare di Tony cominciò a squillare < perché devono rompere in questi momenti!? > si alzò e prese il telefono, rispose, era McGee, voleva sapere se era andato tutto bene, il viaggio e la testimone. Riattaccò e si distese di nuovo sul letto.
< allora, dove eravamo arrivati? >
Ziva si gira e gli da un dolcissimo bacio. Si guardano negli occhi, impazienti di scoprirsi. Tra un bacio e l’atro, tra una carezza e l’altra e tra uno sguardo e l’altro, i due fecero l’amore tutta la notte.
Il mattino dopo si svegliano, sono ancora abbracciati, sono coperti da un soffice lenzuolo bianco.
È piena estate, la luce del sole riflessa dal vetro della finestra della stanza brucia i loro visi. Gli occhi verdi di Tony si illuminano a quel riflesso e a quella vista, Ziva sorride, adora i suoi occhi verdi.
< ti ricordi tre anni fa? > gli chiese
< come faccio a dimenticarmene? > sorrise
< il team ci ha creduto… >
< già! Ha creduto che non abbiamo dormito insieme >
< bhe… questa volta è decisamente diverso, si certo, abbiamo sempre una testimone da proteggere ma… questa volta siamo insieme >

< la nostra estate… >

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