Come il sole d'Agosto

di Lisa_sCreativity
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Freddo, ottobre più o meno ***
Capitolo 2: *** Caldo improvviso ***
Capitolo 3: *** Le conseguenze della gelata ***
Capitolo 4: *** La svolta! ***



Capitolo 1
*** Freddo, ottobre più o meno ***


Ottobre, una notte meno gelida delle altre.

 
Ottobre più o meno, provo solo un freddo pungente e il rumore del vento.
Tre mesi più o meno. Tre mesi in cui ti cerco, papà. Ma, ugualmente, tre mesi in cui non ci sei.
La mamma è andata avanti, così dice. Jeremy ha solo cinque mesi e chissà se un giorno si accorgerà che non ci sei stato. Papà io ho quindici anni, le cose le capisco e le so. Eri uno sporco, drogato, bastardo. Ho fatto amicizia con le lucciole che illuminavano le tue notti e regalavano farfalle al tuo portafoglio.
È vero, eri uno sporco, drogato, bugiardo e andavi a puttane per giunta. Ma eri mio papà.
Qualcuno ti ha ucciso … se trovo quel qualcuno trovo te. Se ammazzo quel qualcuno starò bene, e poi? E poi non preoccuparti, un modo per raccontartelo lo troverò. Ho già qualche idea in testa. Nulla di doloroso, tranquillo, lascio a te l’onore di essere il povero diavolo che ha sofferto. Adesso vado papà. Chissà se da lassù mi osservi, chissà se mi vuoi  bene.
Baci, Jess!

 
 

Ottobre, la mattina dopo.
 

-Jess?
-Presente.
La osservo alzare il capo da un libro e guardare il professore con strafottenza, ha fatto il suo. Ha risposto alla domanda. Adesso ritorna alla sua precedente occupazione.
Il professore continua a spiegare ma a me non interessa, mi avvicino a lei e le circondo le spalle con un braccio, so che si arrabbierà ma adoro che mi dedichi un po’ delle sue attenzioni.
Non si è accorta di me, ottimo posso farla arrabbiare ancora di più, devo essere veloce. La mia mano striscia sotto i suoi glutei e glieli stringo. Adesso sorrido, anche se so che fra un po’ mi aspetterà un bello schiaffo. Beh ne è valsa la pena.
-Randy non mi toccare!- dice tranquillamente.
-Sennò?- sto al gioco, più continua e più lei si dedicherà a me.
-Ok, sentiti fortunato e goditi questi ultimi attimi del mio tempo perché il libro è interessante.
Mi volto per leggere il titolo scritto sulla copertina quando una sonora manata mi colpisce. Fra me e me sorrido. Me lo sono meritato.
-Ok, ok sto nel mio!
Passa la mattinata, tra l’ascolto della lezione e la contemplazione di Jess. Chiede di andare in bagno, so che ci va sempre a quell’ora, e so che dentro lo zaino tiene il diario segreto. Tutte le volte che si assenta mi sporgo per leggerlo nella speranza che parli di me, ma non è mai successo.
Apro una pagina a caso, risale agli ultimi di Agosto. In quel periodo gli è morto il padre, in quel periodo c’era un’afa esagerata ma lei ostentava un pesante giacchetto alla sahariana.
 
“è morto papà.
È morto e fa solo freddo, nemmeno i quarantadue gradi di temperatura di oggi sciolgono la barricata di ghiaccio che soggioga il mio cuore. Nessuno può farlo e nessuno lo farà mai. Nemmeno Rendy e il suo sorriso, nessuno d’ora in poi mi scalderà il cuore.
È una promessa, papà.”

 
Rimisi velocemente il diario al suo posto, in attesa di Jess. In quel momento mi accorsi di quanto fossi stato stupido fino all’ora. Era rientrata in classe, con la rabbia a offuscarle il cuore, come protezione e antidoto. Quando era solo un veleno!


Fine 1° CAPITOLO

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Capitolo 2
*** Caldo improvviso ***


 
Ottobre, vampa improvvisa!
 
Jess tornò dal bagno.
-Ciao Jess! Fatta tutta?
-No, ne ho serbata un po’ per fartela assaggiare!
-Che dolce …
-Per te questo e altro!
Sbuffa spazientita,  osservo i suoi boccoli scuri ondeggiare lentamente e ricaderle in modo buffo sul viso. Le coprono quegli enormi occhi da cerbiatto, si è messa il mascara oggi. Mi farà morire! Alza lo sguardo dal libro, è sempre immersa nella storia, mi guarda con occhi di vetro che osservano un mondo lontano, una storia lontana non me. Sembra che abbia cinque anni e in quel momento inizio a sorridere, quei sorrisi stupidi e compiaciuti. Che vanno da un orecchio all’altro, ti si stampano di nascosto e rimangono lì come una cagata sotto una scarpa, puzzano d’amore e sono del colore della felicità e, come tutte le volte che pesti una merda, vieni preso in giro per la tua stupidità!
Ma purtroppo si riscosse.
-‘Cazzo guardi?!
-Oh lasciamo perdere non capiresti nemmeno se … ripeto lasciamo perdere!
-Oh oh oh Randy, Randy stiamo perdendo colpi, dov’è la tua battutina pronta?
-Nessuna battutina, me ne vado al cesso!
-Ma …
-Prof posso uscire?
 
Mi sedetti appoggiato al pavimento con una nocca sanguinante. Lo scaffale di legno del corridoio era scalfito dal mio pugno. Non si poteva andare avanti così: lei ci riusciva sempre, mi guardava io andavo in confusione facevo cazzate e non riuscivo a renderla felice, non riuscivo più a essere il suo eroe: quello che la salva dalla merda nel mondo! Ma non ci riuscivo e questo mi frustrava!
 
-Hey ce l’hai fatt … E quella mano?
-Quella mano ha cinque dita, cinque unghie e …
-Quella mano ha duemila schegge ed esce sangue!
-Jess, io …
-Randy che succede?
-Non te n’è mai fregato un cazzo, ecco cosa succede! Né di me e ne del resto perciò fanculo! Io ti amo, amo te, il tuo carattere di merda, la tua situazione che ti porta a crederti al di fuori di ogni rapporto umano!
Mi alzai dalla sedia facendola cadere e puntai dritto alla porta, incurante degli sguardi attoniti del resto della classe e sentendomi trafiggere dai suoi occhi. Alla porta mi voltai per osservare la sua reazione. Piangeva, non me lo perdonerò mai!
 
Ottobre, la notte che mi scaldò il cuore!

Randy? La sua sfuriata mi aveva ferita. Non ero minimamente arrabbiata con lui ma con me stessa: come potevo perdere il ragazzo d’oro che sogno dalla quinta elementare!  Era arrivato dall’Argentina e pareva già un uomo in confronto a loro nani di dieci anni.
L’avevano picchiata, erano dei ragazzi di prima media che dovevano mostrarsi “forti” a delle ragazze di terza media. Lui aveva assistito alla scena ed era intervenuto.
-Si stanno lodando con quelle ragazze dammi la mano e scappiamo!- le aveva detto lui porgendogliela. Non sapeva che ero la bambina più lenta al mondo nella corsa, inoltre le gambe erano state percosse ripetutamente.
-Non corro per niente veloce! –farfugliai tra le lacrime.
Randy non rispose, mi sollevò e corse via. Dopo un po’ si fermo, esausto e sorrise:
-Sei come gli uccellini, vuoti o pieni d’aria se preferisci.
-Io non sono piena di niente, sono vuota, vuota, vuota!
-Non dire così, sei solo triste perché ti hanno fatto male.
-Già e siccome non sono piena di niente non sono potuta volare via!
-Ma io sono un grifone: metà aquila e metà leone! Ti prometto che ti proteggerò per sempre!
-è una promessa?
-Lo è!
 
Cosa era successo ai due amici di un tempo? Cosa era successo quel giorno? Randy l’amava e l’unica reazione che era riuscita ad avere era un isterico pianto!
 
Il telefono squillava chissà se mi avesse risposto, non so se avete mai aspettato che quello che vi piace vi risponda e siete lì con il cellulare in mano in attesa, fremete e sentite lo stomaco avvoltolarsi su se stesso e ancora e ancora. Le chiamano “farfalle” ma per me sono soltanto mesti sciabordii. Stavo per chiudere la chiamata quando rispose:
-Jess.-non era né sorpreso né adirato né felice, dalla sua voce trapelava frustrazione e tristezza.
-Randy io …
-Jess non è il momento!
-Randy ascoltami, è importante!
-No, Jess dobbiamo parlarne domani … io
Un gemito e una donna urlare il nome di Randy, non poteva deludere il suo premio di consolazione!
-Jess, scusa io non …Jess tiprego io …- farfugliò prima che chiudessi la chiamata e che i miei buoni propositi fossero smentiti!

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Capitolo 3
*** Le conseguenze della gelata ***


Ottobre, il freddo dopo la vampata
 
Lo specchio rifletteva la sagoma di un giovane uomo dall’aria distrutta: i mossi capelli scuri, un tempo perfettamente curati, avevano preso un ispida piega, i grandi occhi verdi erano rossi di pianto e le ciglia lunghe imperlate di lacrime.
Indosso portava solo i boxer neri, la sua nudità mostrava un giovane uomo ben piazzato e muscoloso. “non per niente sono il sogno di tutta la scuola” pensò con un sorriso triste.
Aveva perso l’unica donna che lo rendeva felice, non era più il suo “grifone”, non era più nessuno.
Dopo la sua chiamata non era riuscito a dare il meglio di se, in realtà non era riuscito a dare niente. La voce di  Jess aveva fatto sprofondare l’oggetto dei desideri di quella Barbie che era la ragazza con cui stava facendo sesso in un sonno profondo. Assomigliava proprio ad una Bambola: capelli biondi e lisci, occhi azzurri truccati alla perfezione. Perfetta a letto, nelle amicizie e nella vita,  niente a che fare con l’adorabile imperfezione di Jess.
 
-Ahahhahaha Sally mi farai morire ahahahah –dissi cingendole la vita.
-Hei Randy c’è qualcuno per te credo … -Mi avvertii Josh.
Mi girai lentamente e la vidi avvicinarsi a me con la sua andatura strana che differiva da tutte le altre, l’avrei riconosciuta tra mille e mille. Aveva il volto arrabbiato e smisi nel momento di ridere, distaccandomi dalla consolazione della scorsa sera. La barbie accanto a me osservava la scena, impotente. Non mi sarei mai innamorato di lei e ne soffriva.
-Penso di amarti! –Buttò lì Jess tra le lacrime che tratteneva a stento –penso di amarti e mandi a puttane tutto, ok!
-Jess, non qui
-Non lo penso, lo so. Lo so da quando sei entrato in quella classe sei anni fa, lo so quando mi hai stretto la mano dicendo: ciao il mio nome è Randy, con quell’inglese un po’ stentato che mi faceva sorridere, lo so da quando mi hai salvato da quei bulli. Lo so da quando mi hai promesso che saresti stato il mio grifone, lo sapevo persino quando mi prendevi in giro, quando mi stuzzicavi e quando mi vomitavi addosso tutte le tue arrabbiature, lo sapevo e adesso che so che lo provi pure tu mandi tutto a puttane. –urlò arrabbiata, tra lacrime urla si notava una profonda delusione.
-Jess …
-Jess un cazzo! Ho preso il mio cuore e l’ho messo nel congelatore, sono tre mesi che mio padre è morto e in questi tre mesi sono riuscita a non pensarti, a distaccarmi da un qualsivoglia rapporto umano perché la mancanza di mio padre mi ha insegnato che tutte le cose, belle o meno belle che siano, finiscono e vieni fuori con questi discorsi. Passo una notte indecisa se chiamarti per dirti “hei Randy sai che ti amo dalla quinta elementare” oppure continuare questa farsa della tipa indifferente, opto per la prima che farebbe felici entrambi e tu mandi tutto a puttane?!! Scusa credo di essermi scordata qualcosa …
-Cioè? –chiedo speranzoso, chissà mi aspettavo forse uscite tipo “ma nonostante tutto ti amo” come succede nei film. Peccato, per stavolta niente cliché della storia d’amore hollywoodiana …
Uscii dall’ infermeria col naso rotto, bel destro la mia Jess; sorrisi tristemente pensando alla sua forza, Dio quanto l’amavo!
Era appoggiata al muro, con l’ipod nelle orecchie e la musica talmente alta che la sentivano tutti quelli che le stavano attorno.
-Whis you were here, bella scelta –dissi a mezza voce.
Mi sentii
-How did they get you trade, your heros from ghost… -canticchiò con una lacrima che le solcava la guancia.
-Già, non mi sono comportato come un eroe, eh? –chiesi con un sorriso mesto.
-Non proprio, ma d’altronde sei solo un grifone.-continuavamo a parlarci così, senza emozione. La calma dopo la tempesta.
-Solo uno stupido grifone, pentito per giunta! Cosa puoi farci…
-Posso ignorarlo, eliminarlo dalla mia vita e rimanere sola con i miei libri e la mia musica
-Ma non ne saresti capace …
-No, non ce la farei.
-Sai che ti amo Jess
-Fanculo Randy
Se ne andò piangendo, con chiunque altra ci sarei riuscito ma con lei questi trucchetti non funzionavano.
-Ciao Randy, usciamo stasera?
-No Barbi… volevo dire Sandy
-Ancora con quella la, no?
 
Jess piangeva ancora silenziosamente con il capo nascosto da un braccio.
Le tirai delicatamente su la testa e le girai il mento con due dita per guardarmi.
-Jess tu mi odi?
-Sì, Randy. Vorrei che in questo momento comparisse saltellando Angus Young e che ti spaccasse una chitarra in testa.-aveva sempre quell’orribile tono calmo.
Non sorrisi nemmeno un po’, chi di noi aveva voglia di farlo!
-Jess anche io ti odio, odio il tuo egocentrismo e la tua superiorità altezzosa. Ma sai cosa voglio fare in questo momento?
-No Randy, non lo so. Cosa vuoi fare?
Un bel sospiro Randy, ce la puoi fare.
-Voglio scoparti!
-Cosa?!
-Ma so che non lo faresti mai perciò mi accontento di questo, in fondo lo sogno da quando ho dieci anni
E…

 
 
 
Angolo dell’autrice:
Yoo ecco il mio primo spazio, lo ammetto sono molto emozionata. Nei miei intenti non c’era quello di  fare questa rubrica ma col fatto che ho qualche fan (vi adorooo) mi è venuta voglia di crearlo.
SO di essere una merda ad interrompere la storia così ma se non c’è un po’ di suspance non c’è gusto!
Via cciaao bella gente io ritorno a ingozzarmi con la mortadella! Buona lettura

 

 

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Capitolo 4
*** La svolta! ***




-Ma so che non lo faresti mai perciò mi accontento di questo, in fondo lo sogno da quando ho dieci anni
E la baciai. Mentre le nostre labbra si dischiudevano lentamente e le lingue si incontravano sentivo il mio mondo vorticare, la testa girarmi e mi sentii in orbita, lontano. Le sue labbra erano morbide e profumavano di fresco, la sua lingua incontrava dolcemente la mia e si iniziavano a una danza, dapprima la passione di quel bacio divampava nelle nostre bocche e nei nostri cuori poi, lentamente, si era affievolita lasciando solo dolcezza.
-DAL PRESIDE!- urlò la professoressa di turno.
Le presi la mano sorridendo e la condussi fuori dalla classe.
-Ti amo –mi disse sorridendo –ma non ci si comporta così.
E mi diede uno schiaffo, ma il sorriso non scomparii dalla mia faccia.
Sorridevo anche se sapevo che l’avrei persa, sorridevo perché era impossibile con lei, sorridevo perché, almeno una volta, ero riuscito a ottenere qualcosa con lei, che fosse un bacio o uno schiaffo.
-Sei proprio sicura di respingermi così?-chiesi improvvisamente serio.
-Io…ho…ecco ho promesso che avrei trovato l’assassino di papa. Tra un mese parto
-Per dove? Verrò con te!
-No, è una cosa che devo fare da sola.
 
 

Otto anni dopo

 
-TESOROOO LA COLAZIONE!-urlò Mary dalla cucina.
-Eccomi, arrivo! –bofonchiai tra le coperte.
Mi alzai e indossai un paio di mutande e una canotta bianca. Che serata ieri sera!
-Randy vuoi muovere quel fottutissimo culo, il latte si fredda!
-Calma donna altrimenti verrai punita!
La sentii ridere maliziosamente, indossava una vestaglia verde e aveva i capelli ondosi  e ramati che le scendevano morbidi sulle spalle.
-Mi spiace Mary ma sono in ritardo al giornale!- le dissi baciandola.
 
In redazione tutti urlavano e le giovani tirocinanti di vent’anni mi osservavano fameliche ma io tirai avanti.
-Mia bella signora cosa hai per me?-chiesi sorridendo alla donna di cinquantenni seduta fuori dalla stanza del capo, la segretaria. Si chiamava Hope ed era come una nonna per me.
-Piano piano Randy, hai solo ventitré anni! –rispose ridendo giovialmente –comunque sia ha detto il direttore di passare da lui: ha un articolo per te, mi pare di aver capito che è roba che scotta ma non voglio anticiparti nulla.
Mi fece l’occhiolino e io la guardai grato, se mi era riconosciuto del talento, nonostante la giovane età, era merito suo.
Sospirai e varcai la soglia della stanza del capo, quell’uomo era severo e intransigente ma ci sapeva fare!
-Doveva dirmi qualcosa? –chiesi rispettosamente.
-Farò veloce: devi scrivere un libro su Jess Standford. Sulla sua ricerca dell’assassino di suo padre, la sua vita privata e il suo lavoro di capo detective alla sezione omicidi.
-J-Jess S-Standford?-mille ricordi, mille parole e mille emozioni scossero nuovamente il mio cuore.
-Anche io sarei emozionato, gran donna quella! Adesso devi andare, il suo agente ti permette di vivere un mese con lei, solo voi due. La seguirai ovunque: a lavoro, in palestra, in biblioteca a fare la spesa. Sarai la sua ombra! Ciao RANDY, buon lavoro!
 
Driiiiin Driiiiiin!
Avevano suonato, deve essere per forza quel giornalista che mi stolkerizzerà per un mese! Sorrisi fra me e  me. Mentre ascoltavo lo stereo. Whis you were here dei Pink floyd iniziò, l’assolo e la voce del cantante mi trasportarono con la loro armonia e malinconia.
So, so you think you can tell…
Driiiin Driiiiin!
Giusto devo aprire.
heaven from hel,l blue skies from pain…
Volteggiando su me stessa arrivai alla porta.
…A smile from a veil, do you think you can tell!
Aprii.
And did they get you trade, your heros from ghost!
Era lui, invecchiato di otto anni. Gli stessi occhioni verdi, le stesse ciglia, lo stesso naso dritto e i capelli neri raccolti in un codino. Portava aveva dei Ray ban neri in mano e uno sguardo smarrito, ma appena mi vide si illuminò!
-Va via. –dissi mantenendo impeccabilmente la calma.
-Jess io. …
-Va via –dissi interrompendolo.
-Ascolta un secondo Jess …
-VATTENE! –urlai mentre scappavo dentro casa piangendo.
Lui, ancora lui. E quella canzone!
Una mano calda posò sulla mia spalla. Era lui, ovvio. Che voleva ancora da me?!
-Adesso sei tu che non ti sei comportata proprio da eroe ….- mi disse sorridendo, basta doveva smetterla di sorridere era bellissimo!
-Di che parli? –alzai la testa con aria ingenua, mi avrebbe dato della bambina sicuramente.
-Non ricordi, otto anni fa?
-Si, ricordo.
-Perché sei arrabbiata, adesso?
-Mi amavi?
-Certo che ti amavo. Ti ho amata per anni e anni e potrei…
-Mary Jey Classtown, ho letto su uno di quegli stupidi giornali dal parrucchiere che vi sposerete. Mary Jey Classtown è una modella, tu odi quel tipo di persone –lo interruppi con una furia fredda tra le parole.
-Jess, che cazzo vuoi dalla mia vita!? Ti ho amata, protetta e aiutata per anni, tu non mi hai mai gratificato per tutto ciò! Adesso scompari per otto anni e vieni a lamentarti con me se mi sono rifatto una vita! –le sue parole avevano lo stesso effetto di un pugno.
-Non dovevo …
-Non dovevi!
-Scusa …
-Non scusarti! –rispose ancora duro e le lacrime mi bagnarono gli occhi, alzai lo sguardo verso di lui con evidente risentimento.
Mi prese la testa fra le sue grandi e morbide mani. Mi guardò serio scandendo bene la mia condanna:
-Mary non è come te, i meccanismi per conquistarla sono semplici, capire ciò che pensa è semplice, renderla felice è semplice. È semplice, bella e intelligente quel che basta perché io non la consideri un essere inferiore. È perfetta ma non è te e sono contento così non rendermi le cose più difficili questo mese.
Mi allontanai sorridendo debolmente:
-Come v-vuoi tu…
 
ANGOLO DELLA AUTRICE:
Bene, la storia mi sta stupendo, cioè io volevo fare tutt’altra cosa ma i personaggi hanno preso il controllo e ci siamo diretti verso tutt’altra rotta. Comunque sia mi piace la piega che ha preso la storia. Scusate per il ritardo ma con l’inizio dell’estate pubblicherò una volta a settimana e basta
RECENSITE PERRRRRRRRRRFFFYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY!
P.S. avrei un'idea: io vi faccio la "DOMANDA DEL GIORNO" e voi mi rispondete come credete

DOMANDA DEL GIORNO: Cosa spinge Randy a rinnegare il suo unico vero amore per voi?

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