Give Me a Reason To Belive di SpaceDementia (/viewuser.php?uid=38469)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Captiolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
CAPITOLO
1
Erano
circa le 4 del mattino. Gerard era seduto sul davanzale
della finestra. Guarda pioggia scendere,ticchettare sul vetro,le gocce
d’acqua
impedivano quasi la vista e il rumore che conosceva scagliandosi su
ogni
oggetto lo faceva pensare. Era lì,seduto,in silenzio. Buio
fuori,non c’era
vita,nessuna forma di vita dava segno di esserci. Il suo cuore
piangeva,quasi
poteva avvertire dolore fisico,un dolore causato da infinite
sofferenze,infinite delusioni che lo avevano tormento per gran parte
della vita
e ancora continuavano a tormentarlo. Aprì lentamente la
finestra. Una goccia,li
bagnò il viso e un brivido attraversò la sua
schiena. Fredda,li rigò una
guancia. Chiuse gli occhi come per imprimere nella mente quel momento
in cui
per la prima volta capì di non aver dimenticato. Fu cosi che
decise di uscire
dalla finestra e salire sul tetto. L’acqua bagnava i suoi
capelli neri,morbidi
e lucidi,lunghi. Ormai pieni d’acqua gli ricoprivano il
viso,ma lui
imperterrito continuava ad arrampicarsi sulle tegole scivolose.
Rischiò di
cadere tagliandosi il palmo di una mano. Dopo non molto
riuscì ad arrivare sul
tetto. Alzò gli occhi al cielo guardava la luna e intanto la
pioggia cadeva
inesorabile. Sentiva il calore del sangue che caldo scendeva caldo
dalla
mano,assumendo un colore metallizzato a causa della luna. Non provava
dolore,non provava nulla. Il silenzio della notte, interrotto
dall’incessante
pioggia che crudele scendeva sul viso,delle lacrime iniziarono a
bagnare i suoi
occhi,scendendo poi lunghe le candide guance,toccandogli le labbra per
poi
confondersi con la pioggia. Allargò le braccia al
cielo,sussurrando: -non c’è
stanza in questo inferno..e non c’è stanza nel
prossimo..-. E così nel silenzio
della pioggia si lasciò cadere. Nella totale
tranquillità della notte,in cui
nessuno mai avrebbe potuto aiutarlo,dove a nessuno importava della
giovane vita
di un ragazzo che ormai aveva perso ogni speranza.
Erano
circa le 3 del mattino e Frank non riusciva a chiudere
occhio,così decise di alzarsi da quel suo letto caldo e
morbido per una
cioccolata calda in cucina. Viveva a Belleville da tempo ormai,aveva
sempre
avuto buoni rapporti con tutti,le ragazze lo adoravano,a scuola voto
molto
alt,chitarra avuta come regalo di Natale a 13 anni e considerando che
ora ne
aveva 19 se la cavava piuttosto bene. Qualcosa però lo
tormentava dentro. La
sua vita per quanto perfetta,per quanto felice e bella,non lo appagava.
Non
voleva di più,odiava tutta quella
staticità,quell’organizzazione,odiava la
perfezione perché non esiste,i suoi occhi erano vuoti,senza
voglia di
vivere,malinconici,tristi. Non sapeva il significato della parola
amore. Non
aveva mi amato. Seduto in cucina ora guardava la sua tazza cerando di
capire perché
si sentiva cosi dato che non aveva motivo per esserlo. Fuori la pioggia
batteva
sulle finestre rovinando i poveri fiori delle signora Iero. Lentamente
dopo
aver bevuto la sua cioccolata,si avviò verso il lavabo.
Rimase qualche secondo
a guardare la casa dei suoi nuovi vicini:gli Way. Si erano trasferiti
li già da
un mese. Aveva avuto occasione di incrociare un pio di componenti di
questa
bizzarra famiglia. L’unica cosa che penso fu che forse questo
nucleo per quanto
strano era felice di quello che aveva ,qualcuno che viveva senza
rimpianti con
tranquillità e serenità. Era riuscito a vedere
due ragazzi,uno moro,uno
castano. Mentre guardava la pioggia scagliarsi contro la loro
auto,notò uno
starno movimento. Un ragazzo in t-shirt
e pantaloncini si stava arrampicando sul tetto. –ma
cosa…?- Frank guardò più
attentamente e il ragazzo scivolò, riuscendosi
però a tenere alle tegole. Senza
pensarci troppo si precipitò fuori no facendo caso alla
pioggia che bagnava i
suoi capelli neri come la notte. Attraversò la strada,ormai
aveva la maglietta
completamente bagnata. –ehi tu che ci fai li?stai bene?- .
Nessuna risposta.
Vide il ragazzo allargare le braccia e lasciarsi cadere nel vuoto.
Automaticamente Frank si buttò automaticamente nel giardini
degli Way cercando
di prenderlo. Impresa folle. Il corpo volteggiava
nell’aria,umido e ormai quasi
freddo si posò su una siepe che circondava il verde prato.
Gerard era ancora
cosciente,dolori gli ricoprivano il
corpo,non riusciva quasi più a respirare. Frank era sopra di
lui cercando di
aiutarlo. I sensi lo abbandonarono,guardando il viso bagnato del suo
soccorritore sussurrò col poco fiato che gli era rimasto un
semplice e triste
“no”. Nel buio della notte,mentre tutta la
città dormiva,Frank sotto la pioggia
gridava aiuto,pregando Dio e sperando che per quel povero ragazzo non
fosse
ormai troppo tardi.
Spero piaccia a molti.....:D
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Lentamente
Gerard aprì gli occhi. Pareti verde-acqua lo
circondavano,un mazzo di margherite era sistemato su un tavolino
infondo alla
stanza. Il sole mattutino entrava dalla finestra illuminando i suoi
dolci e
limpidi occhi verdi.
Non ricordava
nulla della notte precedente, o meglio ricordava ben
poco: l’arrampicarsi, lo scivolare, il cadere; come faceva a
trovarsi li? Come
faceva ad essere ancora vivo?...
Provò
ad alzarsi ma la schiena glielo impedì. Una fitta nella
parte
lombare gli fece capire che era meglio rimanere steso.
Aveva il braccio destro ingessato e la mano
fasciata,e solo dopo qualche secondo ricordò del lungo e
profondo taglio che le
rosse tegole gli avevano causato. Fili avvolgevano il suo corpo e dei
monitor,
che suonavano sempre con ritmo costante erano montati sul lato destro
del
letto. Un volto che non aveva mai visto gli tornò in mente.
Forse la cauta gli
aveva dato alla testa, gli aveva giocato brutti scherzi; quindi non si
preoccupò molto dell’immagine del ragazzo che
continuamente gli tornava in
mente.
Nelle ore
successive ricevette visite dai familiari, suo fratello, sua
madre, suo padre. Amici?... Quei pochi compagni di scuola con cui
parlava di
solito non si erano visti. Un altro motivo per odiare il momento in cui
si era
svegliato, per odiare chi lo aveva salvato, per odiare Belleville, per
odiare
la vita. Non era mai stato un tipo socievole, aveva sempre avuto paura
di
esporsi troppo, perché avrebbe potuto soffrire ancora. Gran
parte del tempo era
scontroso e nervoso con tutti. Non
lo si
vedeva mai sorridere. Un vero peccato. Il suo sorriso, quel sorriso
sincero avrebbe
potuto illuminare il mondo intero!
”Buon
giorno, signor Way! Vedo che si è svegliato!”
“Buon
giorno dottore…”
“Come
sta?” Chiese quello.
“Una
favola… Non si vede?” Rispose Gerard con tono
seccato.
“Bene,
domani mattina potrà uscire. Abbiamo solo bisogno di 24 ore
per
degli accertamenti e dei controlli”
“Ok.”
“Allora
se ha bisogno di aiuto mi chiami. Io tornerò fra un paio
d’ore
per toglierle la flebo.”
“Ok.”
Così
il medico un po’ infastidito dall’atteggiamento del
giovane
ragazzo uscì chiudendo la porta.
“Medici
del cazzo. Mai un momento liberi. Mondo infame!”
... Ancora quel
viso. Un viso che sembrava scolpito dagli angeli. Un
ragazzo dai capelli neri e grandi occhi nocciola.
Nuovamente
Gerard si convinse
che era tutto frutto della caduta. La mamma cercò di
spiegarli chi lo aveva
aiutato la sera precedente, ma era cosi impegnato a maledirlo che non
ascoltò
una sola parola i quello che disse.
Arrivò
la sera,con tutto il suo buio e la sua tranquillità. Ma la
notte tutto era tranne che tranquilla,e Gerard lo sapeva bene. La luna
iniziava
a illuminare il vasto paesaggio del New Jersey. Il suo respiro si fece
sempre
più affannoso,l’aria sempre più
pesante. Il silenzio interrotto dal monitor che
ripeteva i battiti del suo cuore, l’opprimeva. Avrebbe voluto
disegnare in quel
momento così da sfogarsi, ma il taglio e il gesso glielo
impedirono. L’unica
cosa che poteva fare,era cantare.
“E non
c’è spazio in questo inferno…”
“E non
c’è spazio nel prossimo.”
Una lacrima
amara cadde sul viso bagnandolo.
“I
nostri ricordi ci sconfiggono.”
Guardò
fuori la finestra.
“E io
finirò questo disastro…”
“…
Qualcuno se n’è accorto?”
Con gli occhi
lucidi e pieni di lacrime guardò la luna.
“…
Ma nessuno si è accorto che c’è un
cadavere in questo letto?”
Chiuse gli occhi
e scoppiò in un pianto che riecheggiava per tutta la
stanza. I suoi singhiozzi, come quelli di un bambino che è
appena caduto
facendosi male, riempivano la stanza vuota d’ospedale che
ormai gli era
diventata familiare. Chiusegli occhi sperando che tutto passasse ,ma
così non
fu. Rimase sveglio a lungo, triste e solo in quella stanza ,fino a che
gli
occhi iniziarono a chiudersi per la stanchezza che i dolori e le
lacrime gli
avevano inflitto.
Avrebbe solo
voluto non soffrire più.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
A scuola Frank non riusciva a non pensare alla notte precedente.
A quel ragazzo
che aveva tentato il suicidio.
All’urlo
disperato di una vita che si sarebbe potuta spezzare.
Si
chiedeva perché l’avesse fatto,perche
voleva rinunciare alla sua giovane vita desiderosa di nuove esperienze.
Pensava alla pioggia,al buio.
Quella mattina
molti gli avevano chiesto dell’accaduto,a scuola le notizie
giravano molto velocemente,con nel resto del paese.
Quel ragazzo dai
lunghi capelli neri fino a coprirgli gli occhi,quel viso tondo e
zigomato,quella pelle bianca e liscia.
Perché
voleva mettere fine a tanta bellezza?...non lo aveva mai visto da
vicino.
Dalla
sua finestra o dall’autobus vedeva solo una figura
nera,stramba e solitaria.
Rimase
qualche minuto con lo sguardo alla finestra,a guardare il vento che
dolcemente nell’aria autunnale muoveva i rami del salice in
cortile.
Il cielo era
limpido e il sole illuminava ogni cosa. E Frank con la mente vagava.
Pensava sempre a
quel ragazzo di cui non conosceva nemmeno il nome
.”Signor
Iero?Ci vuol degnare della sua attenzione oggi?”chiese
l’insegnante di biologia
.”S-si
mi scusi..”rispose Frank imbarazzato.
”Ripensi
alle sue gesta da eroe un’altro giorno e segua la lezione
altrimenti non credo riuscirà a passare
l’esame.”
Effettivamente
aveva bisogno di seguire quelle lezioni.
Aveva sempre
avuto difficoltà in biologia e il suo esame era a rischio.
Non aveva mai avuto buoni rapporti con quell’insegnate.
Un’antipatia reciproca.
Decise cosi di
seguire la spiegazione,ma con grande insuccesso.
Ritornava
col pensiero sempre allo stesso ragazzo che aveva salvato.
All’accaduto.
Lui
sopra quel corpo privo di sensi che gridava aiuto,la mamma del ragazzo
che usciva dall’ingresso,il padre che chiamava il
911,l’ambulanza che arrivò caricandosi quel
ragazzo per poi scomparire nel buio della notte,lui che la guardava
andar via,lì al centro della strada,bagnata,sola,deserta.
Driiiin!!!La
campanella riportò Frank nel mondo reale.
Una
giornata era finita. Raccolse tutta la sua roba,indosso la sua giacca
nera,si mise lo zaino in spalla e lentamente uscì dalla
classe.
“Ciao
Frank!Ti va di andare al cinema oggi?”gli chiese una ragazza
mora ,dai capelli corti.
“No
Jamia. Mi dispiace ho da fare…”. La ragazza scossa
da questa risposta fredda si girò e uscì dalla
scuola. Jamia era la ragazza con cui Frank usciva. Era
simpatica,carina,ma per lei non provava niente.
Non
voleva uscire con lei quella sera,nemmeno con i suoi migliori amici.
Forse sarebbe
dovuto andare in ospedale a trovare quel ragazzo.
Uscì
dal cancello della scuola incamminandosi verso la fermata. Decise
però di tornare a casa a piedi. Casa sua distava circa 30
minuti dalla scuola.
Aveva bisogno di
stare da solo con i suoi pensieri.
Camminava lungo
il marciapiede con gli alberi che perdevano le foglie marroni e
gialle,tipiche di quel periodo.
Frugò
in una delle sue tasche cercando il pacchetto delle sigarette. Ne prese
una e portandola alla bocca e l’accese.
Aspirò un tiro chiudendo gli occhi,rilassandosi al suono
delle foglie spostate dal vento.
I suoi passi
silenziosi iniziarono a rallentare.
I 30 minuti
passarono in fretta e arrivato a casa cercò le chiavi nello
zaino.
Quel giorno i
suoi erano fuori per fare una visita ad una vecchia zia.
Aprì
la porta e dopo aver posato lo zaino su una sedia
all’ingresso ,si diresse in camera sua al piano di sopra dove
accese lo stereo a tutto volume.
Le dolci e
ipnotizzanti note di Jack the ripper inondarono tutta la casa.
Si impadronirono
di lui,come una presenza si muovevano di stanza in stanza in cerca di
un briciolo di vita,un briciolo di amore. Di amore in quella casa ormai
ce n’era poco. I suoi non parlavano più,erano
disposti a dargli tutto tranne che affetto.
Si sentiva
solo,incompreso.
Aveva bisogno di
contare su qualcuno,un qualcuno che però non
c’era.
Andando in
cucina notò che la mamma gli aveva lasciato del polpettone.
Odiava
il polpettone.
Decise cosi di
non mangiare perché il pranzo non lo allettava per niente e
poi perché non aveva proprio fame.
Prese una tazza
e la riempi di caffè e si sedette sui gradini della veranda
con il vento che li scompigliava i neri capelli lisci coprendogli un
occhio.
Era
lì con la sua tazza fumante a guardare la casa degli Way,la
siepe dove aveva soccorso quel ragazzo caduto dal tetto.
La porta si
aprì e una signora piuttosto singolare uscì, una
donna dai lunghi capelli platino e l’abbronzatura da lampada.
“Salve!”disse
lei.
“Salve”
rispose Frank con un cenno della testa.
Salì
in macchina e partì. Probabilmente andava a trovare il
figlio. Poverino..chissà come stava.
Le ore passarono
e Frank si addormentò in salotto.
Il giorno dopo
era sabato e non aveva scuola quindi non doveva studiare.
Non
aveva voglia di uscire quella sera,ma doveva prendere aria,e decise
cosi di andare a fare un giro.
Vagò
solo con se stesso per circa un’oretta,poi il freddo della
sera lo convinse a tornare a casa.
Salì
in camera sua,si sedette sul letto e prese la chitarra.
Suonò per tutta la sera,cercando di sfogarsi,di non pensare
a nulla.
Fortunatamente
la sua chitarra blu aveva questo effetto su molti.
Le note di
quelle corde metalliche riecheggiarono per tutta la stanza.
Alla fine stanco
posò la lo strumento e chiuse gli occhi.
Poi il
sonno prese il sopravvento su di lui…
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Eccomi con
un'altro capitolo.
Spero che vi
piaccia!!
ElfoMikey
Ellie
Misa
Grazie mille per
i commenti!!!Sono contenta che vi piaccia!!!
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Alle
9 gli occhi di Frank si aprirono.
Si guardò intorno e per qualche minuto rimase a fissare il
soffitto.
Quel viso.
Quel ragazzo.
Perché non faceva altro che pensarlo?...si tolse le coperte
di dosso e si
diresse verso la finestra.
L’aprì.
L’aria fredda del mattino entrò in camera. Una
leggera brezza gli accarezzo il
viso. Pochi secondi e la richiuse per non congelare,entrò in
bagno,accese
l’acqua,dopo essersi sfilato la maglietta e fatto cadere i
boxer si mise sotto
quel getto bollente.
L’acqua
scivolava sul suo corpo tonico,e
insieme ad essa tutte le preoccupazioni del giorno precedente.
Nel silenzio il
rumore dell’acqua
distoglieva Frank dai suoi pensieri.
Finita la doccia uscì,si legò un asciugamano
intorno alla vita e con la mano
pulì il vetro appannato.
Per qualche secondo guardò la sua immagine riflessa nello
specchio.
Si,oggi sarebbe andato in ospedale a trovarlo.
Non sapeva il suo nome,ma questo non importava,l’avrebbe
scoperto lì.
In meno di un’ora si asciugò e si vestì.
Scese in cucina per
fare colazione con
una calda tazza di caffè una ciambella.
“Buon giorno tesoro!”
“Buon giorno mamma…”
“Che fai esci con Jamia?”
“No ,ecco…pensavo di andare a trovare in ospedale
il ragazzo che abita di
fronte..”
“Mmm,si,penso sia una buona idea”
“Sai come si chiama per caso?”chiese imbarazzato
Frank. La mamma lo guardò
accigliata.
“Ehm..credo si chiami Gerard,ma non ne sono sicura.”
“Ok,non preoccuparti,chiederò del signor
Way..”si avviò verso l’ingresso,prese
la giacca nera,l’indosso e uscì.
“Ciao mamma!Sarò a casa per l’ora di
pranzo massimo. Ho alcune cose da fare.”
“Ok tesoro..cerca di non tardare però!”
“Va bene mamma!”una frase che sentiva ogni volta
che usciva di casa.
Non la sopportava più.
Il cielo era quasi ricoperto da nuvole e il sole e il sole di tanto in
tanto
spariva dietro di esse.
Il vento si era calmato.
Frank accendendosi una sigaretta si avviò verso la fermata.
Era sabato e gran parte della gente a quell’ora dormiva.
Dopo cinque minuti arrivò l’autobus.
Frank si sedette in fondo guardando fuori dal finestrino.
L’ospedale distava circa sei km da casa sua.
Le case,gli alberi sembrava che si muovessero.
Era come ipnotizzato da tutti quegli oggetti che gli passavano
vicino,velocemente.
Un momento era quasi accanto a loro,l’attimo dopo ormai
troppo distanti,proprio
come la vita,come le persone.
Ad un tatto il bus si fermò aprendo le porte.
Frank si alzò e scese.
Si guardò un attimo intorno,guardò
l’ospedale,pochi secondi e decise di
entrare.
Attraversò il grande parcheggio avvicinandosi sempre
più all’ingresso fatto di
vetri e metallo.
Una grande struttura bianca,triste e malinconica.
Le porte si aprirono automaticamente e il ragazzo entrò.
C’era un piccolo problema:non aveva idea del reparto in cui
era ricoverato.
Fermò un dottore che passava di lì.
”Mi scusi,ho bisogno di informazioni.”
”Mi dica..”rispose quello togliendosi gli occhiali
dal naso arcuato.
“Sono venuto a far visita ad un ragazzo ma non so dove
andare.”
”Venga con me”Frank segui l’uomo.
Un signore alto,magro,capelli bianche i corti,la pelle rugosa,viso
segnato
dagli anni,avrà avuto sicuramente 60anni.
Salirono delle scale fino ad arrivare ad una stanza piena di archivi.
“Mi dica come si chiama.”
“Way..”
“Way..Way..Way..Gerard Way?”
“Si esatto!”
“Ma lei chi è scusi?”
“Bè..sono il suo vicino,l’ho soccorso
l’altra sera,quando..”
“Ah..capisco…terzo piano stanza 24..”
“La
ringrazio”disse Frank prima di uscire dalla stanza.
“Si figuri.”
Bene sapeva dove
andare.
Era al primo piano ora.
Si avviò verso gli ascensori per prenderne uno. §
Non c’era molto movimento in ospedale perciò non
ebbe difficoltà ad arrivarci. §
Camminava lungo il corridoio e il cuore gli batteva a mille.
Perché quest’effetto?
Eccola..la stanza 24…
Lentamente alzò il braccio.
Avvicinò la mano alla porta di legno bianca.
Le forze gli mancavano e non aveva coraggio.
Chiuse gli occhi e respirò profondamente.
Bussò.
Nessuna risposta.
Aprì
lentamente la porta.
Gerard era sul letto,vestito con le braccia conserte e le gambe
incrociate.
Cavolo era davvero
bello.
Quei capelli lucidi e neri,morbidi che gli scendevano delicati sul
viso,quegli
zigomi così alti e perfetti. Labbra che sembravano quasi
dipinte.
“Hey”Frank gli ticchettò su una spalla.
Di scatto,quasi spaventato Gerard si girò.
Rimase scioccato.
Quel viso,quello che per un giorno intero lo aveva tormentato,quei
capelli
neri,quei grandi occhi nocciola che emanavano una luce mai vista in
nessun
altro,quelle labbra così sottili e perfette.
A bocca aperta lo guardava,meravigliandosi di vederlo davanti a lui,di
trovare
un ragazzo così bello e attraente.
“Tutto ok?”chiese Frank vedendo che questo non
rispondeva.
“Si si. Tu chi sei scusa? Ci conosciamo?”Gerard si
mise seduto e Frank lo
imito.
“Bè io abito di fronte casa tua. Mi chiamo Frank
Iero e l’altro notte ti ho
soccorso.”Bastardo è stato lui!pensò
Gerard. Avrebbe voluto sfogarsi dicendogli
quello che pensava,ma non ci riuscì..quegli occhi e quel
sorriso glielo
impedirono.
“Ah quindi hai chiamato tu il 911?”
“No,veramente è stato tuo padre. Io vedendoti
steso ho cercato aiuto.”
“Capisco. Io comunque sono Gerard. Gerard Way.”
“Si lo so.”
“Come fai a saperlo?”chiese con aria innocente
Gerard.
“Ecco vedi,per venire qui ho chiesto di te e mi hanno detto
il tuo nome.”
“Già..che stupido..”
“No no,non ti preoccupare”si creò un
momento di silenzio, silenzio
imbarazzante.
“Che ascoltavi?”chiese infine Frank.
“Smiths. Ti piacciono?”
“Certo!Gli adoro!”
“Scusa..ma quanti anni hai?”chiese Gerard.
“19”
“Io sono qui da un mese,eppure non ti ho mai visto a scuola.
Io ne ho 17.”
“Non saprei dirti”rispose Frank guardandolo negli
occhi.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
Un medico e un ragazzino entrarono nella stanza.
“Salve signor Way!”
“Ciao Gee!”disse l’altro.
“Ciao Mikey..Salve dottore..”il medico che prima
aveva aiutato Frank disse:”Vedo
che ha trovato la stanza signor…”
“Iero..”quello annuì.
“Signor Way,sono felice di annunciarla che può
uscire.”
“Gee la mamma ci aspetta in macchina”
“Mikey lui è Frank,abita di fronte a
noi.”
“Si lo so..piacere Mikey..”
“Ah..”disse Gerard.
“Piacere..”rispose Frank.
“Vuoi un passaggio a casa?”chiese Gee.
“Oh no..vado a trovare un amico ora.”
“Ok”il ragazzo prese la borsa sul pavimento con
dentro la sua roba e tutti e
tre insieme uscirono dall’ospedale.
Dopo essersi salutati i due fratelli salirono in macchina e Frank si
avviò
verso la fermata.
Sarebbe andato a trovare il suo migliore amico Bob.
Le nuvole ormai coprivano il cielo,c’era aria di pioggia e il
vento si alzò.
Salì nell’autobus,ripensando al colloqui avuto
poco prima.
Era rimasto incantato da quel ragazzo.
Non sapeva perché provava una sottospecie di attrazione per
lui.
Aveva paura di questo e cercò di convincersi che non lo
avrebbe più rivisto,di
non volerlo più vedere,ma in fondo al cuore,in fondo
all’animo invece lo
desiderava con tutto se stesso.
Gerard Way,il ragazzo che gli avrebbe cambiato la vita per sempre.
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Misa:
sono contenta che ti sia piaciuto....XD
ElfoMikey: Grazie
cara!!!!!Questa stori mi preoccupa tanto..non mi è mai come
la vorrei...
Ellie: eccoti
accontentata... :D
N.B: So che Frank e Gerad non hanno la stessa età ma io me
li vedo così. Tutto è questo è frutto
di una menta contorta. é solo immaginazione...XD
Spero vi piaccia!!!!
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Gerard
era seduto in macchina sul sedile posteriore.
Come Frank ripensava alla loro conversazione guardando fuori dal
finestrino.
Era stato lui.
Lui due sere fa lo aveva salvato.
Il ricordo di quel viso bagnato sopra di lui ora era più
nitido e chiaro.
Era bellissimo.
Un buco allo stomaco lo opprimeva.
Perché?..non si era mai sentito così nemmeno per
una ragazza. Insomma, Frank
era un ragazzo,lui era un ragazzo ed era attratto da lui.
“Come stai Gerard? Tutto ok piccolo mio?”chiese la
mamma.
“Si, tutto ok.”
“Davvero tesoro,se qualcosa non va devi dirmelo,io sono qui
per aiutarti,ci
sono anche tuo fratello e tuo padre..”
“No mamma,va tutto bene!Non c’è un cazzo
che non va!”rispose Gerard con tono
esageratamente nervoso.
La mamma zittì.
Mikey si girò fulminandolo con gli occhi.
“Fanculo Mikey!”bisbigliò il ragazzo. La
madre non lo sentì.
Si girò verso il finestrino,si mise gli auricolari nelle
orecchie e riprese a
guardare il paesaggio.
Le dolci note lo indussero a pensare ancora a Frank. Sicuramente non
gli
avrebbe più parlato al massimo salutato.
Come aveva fatto a non notarlo?
Era spaventato da questo pensarlo sempre. Non era gay,eppure continuava
a
farlo.
Ad un certo punto la macchina si fermò.
Gee si riprese dai quei suoi pensieri e notò che erano
già arrivati a casa.
Attraversò il vialetto con lo sguardo basso,la
verande,entrò e si diresse subito
in camera sua dove lasciò la borsa.
Entrò in bagno, si spoglio e si fece un bagno.
Aveva bisogno di togliersi l’odore dalla
pioggia,l’odore della morte.
Rimase a lungo null’acqua calda fino ad addormentarsi.
Sognò, sognò ancora quel viso.
Qualcuno però bussò alla porta e Gerard si
svegliò di soprassalto.
“Gee,,mi serve il bagno!devo lavarmi,fra un po’
passa Ray..”
“Si,aspetta un attimo Mikey…”
“Muoviti però!”
“Ok !”gridò l’altro.
L’acqua ormai era diventata fredda,come la pioggia.
Scacciò quel ricordo ad uscì.
Coprì il suo corpo bagnato
con un
accappatoio bianco e morbido.
Prese un asciugamano,uscì e si diresse i camera sua dove.
Accese lo stereo e inizio ad asciugarsi. Indosso una tuta nera.
“Hey,ti va di venire con noi?”sentì la
voce del fratellino vicino la porta.
”Dove andate?”
“Al pub,beviamo qualcosa e poi non so..”
“No,non mi va..
“Dai Gee..muoviti..non ti lasco da solo a casa di sabato
sera!” Si avvicinò e
gli sorrise. Non riusciva a resistere a quel sorriso a quegli occhi
teneri e
dolci.
”Ok,va bene”.
“Grande fratellone!!Dai vieni,Ray ci aspetta si
sotto..”
“Tu inizia a scendere io ti raggiungo. Il tempo di ficcarmi i
jeans.” Mikey con
un cenno della testa si voltò e scese in salotto. Gerard
aprì un cassetto in
cerca di uno dei suoi jeans neri scoloriti proprio come le converse in
fondo al
letto. Cinque minuti ed era pronto.
“Andiamo?”.
“Ciao
mamma!Noi andiamo!”
”Ciao cari” Uscirono e si diressero verso
l’unico pub di Belleville.
“Mikey ho composto una nuova melodia!é una figata
pazzesca!Ti va di venire da
me domani per scrivere un testo?Ti unisci a noi Gee?”
“Non lo so,ti faccio sapere..”
Ray era un ragazzo di 16 anni,alto,capelli lunghi ricci,di un castano
chiaro,labbra carnose,simpaticissimo e divertentissimo. Era un genio
nel
suonare la chitarra.
Per gran parte del tragitto Gerard rimase in silenzio,un po’
in disparte mentre
gli altri due parlavano allegramente.
Arrivati al pub si sedettero al bancone ed ordinarono tre birre.
Ancora in silenzio sorseggio la sua birra chiedendosi perché
fosse lì.
“Hey ragazzi io vado” disse infine.
“Perché?”chiesero in coro.
“Sono stanco e non sono tanto in forma..”
“Ah ok…”pagò la sua birra e
salutati Mikey e Ray uscì dal locale.
Si ritrovò davanti Frank,ma non era solo. Accanto a lui
c’era una ragazza.
“Ciao
Gerard!”
”Caio Frank..”
”Ehm..lei è Jamia.”
“Ciao sono la sua ragazza!”
“AH..non sapessi fossi fidanzato”disse Gee in tono
un po’ deluso.
“Andiamo Frank,ho sete!” Jamia lo
prese
per un polso e lo trascinò dentro.
“è stato un piacere rincontrarti Gerard!Ci si
vede! Ciao!!!”disse in fretta
Frank.
“Ciao…”
Gerard rimase qualche secondo fuori,immobile,con il Pub e la musica
dietro di
sé.
Cazzo era fidanzato.
Sensazione li pervasero.
Si sentiva
solo,triste,malinconico,vuoto,deluso,geloso.
Spaventato iniziò a camminare velocemente con le sigaretta
tra l’indice e il
pollice.
“Cazzo di cretino che sono,porca puttana!Oddio,ora mi
piacciono anche gli
uomini.”
Una lacrima,gli scese amara e triste sul viso.
Nella notte..malinconico e solo.
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Ed
ecco a voi gente!!!
Capitolo 5....
Ditemi
come vi sembra!!!!bacioni!!!
ElfoMikey:
GRazie mille!!!Sono felicissima che ti sia piaciuto!!!!!Spero ti
piaccia anche questo...XD
Alla prossima!!!!
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
CAPITOLO 6
“Perché
mi hai trascinato via?volevo sapere come stava..”chiese
un po’ arrabbiato Frank.
“Ho sete scusa. Una birra grazie!”
“Due!” dissero
alla barista.
“E poi..”
“Cosa?”chiese Jamia innocentemente.
“No niente.”
“Dai..dimmi…”
“Bè ecco…io e te…non ci
definirei proprio fidanzati…”
“Mi sembra però il momento di presentarci
così. Usciamo insieme da tempo
ormai.”Frank non rispose. La ragazzo continuava a guardarlo.
Fortunatamente
arrivarono la birre
”Ciao Frank..”.
”Oh ciao Mikey!”
“Jamia?”
“Ray!!!”
“Che ci fai qui?” chiese il ragazzo.
“Sono con il mio ragazzo..Frank Ray, Ray Frank..”i
due si strinsero la mano.
“Bè allora ci vediamo domani in classe
ja..”
“Ok Ray..ciao!” i due ragazzi uscirono dal locale.
“Ma chi è quello?”chiese il Ray.
“è il ragazzo che ha salvato Gee l’altra
sera. Quella come la conosci?”
“Viene con me in classe. Siamo stati insieme qualche mese
fa.”
“Carina..”
“Già ma è una pazza
maniaca…”
“Era il mio ragazzo qualche mese prima che conoscessi te,ora
andiamo in classe inseme.”
“Non ho detto nulla..”
“Non voglio che tu sia geloso,perciò ho voluto
dirtelo..topolino..”(Topolino?Mi
stava chiamando topolino???)
“N-no..non preoccuparti…”
“Frank??”
“Si?”
“Ti amo..” Frank si girò guardandola
accigliato e sorpreso.
“Se non sei pronto a dirmelo anche tu non ti devi
preoccupare..io ti aspetterò!”
sorrise e l’abbraccio più forte che poteva.
Frank rimase come pietrificato.
“Oddio Jamia!Ho dimenticato il pollo nel forno a casa! Devo
andare
immediatamente!Mia madre non c’è..”
“Se vuoi vengo con te a stiamo un soli”disse lei
con gli occhi languidi.
“Ehm..non mi sembra il caso..vedi c’è
mia nonna ed è..pazza..urla,lancia
oggetti e picchia li sconosciuti..ci sentiamo..cioè ci
vediamo..vabbè ciao!”
“Ok topolino,ci vediamo domani..”Frank prese al
giacca e uscì velocemente dal
locale.
“Ti amo topolino!”gridò jamia dal
bancone..una risata nel locale fece diventare
Frank rosso.
Terrorizzato corse versò casa.
Passando davanti al cimitero seguì con lo sguardo un ragazzo
che si aggirava
fra le lapidi,non notando il palo con il cui si
scontrò..”Porco cazzo!”disse
Frank tenendosi la fronte..Guardò più
attentamente la figura misteriosa. Ma
era…Gerard! Scavalcò il cancello e si diresse
versò di lui.
“Che ci fai qui di sera?”chiese Frank a Gerard che
al suono della sua voce
trasalì. Aspettò qualche minuto e poi
disse:”è mia nonna…”Sulla
lapide c’era
scritto,Helena Lee,nient’altro,solo questo. In un angolo
sull’erba umida una
rosa rossa.
“Mi dispiace…”
“No figurati. Ho capito che prima o poi tutti devono morire
quando ero piccolo.”
“Eri affezionato a lei?”
“Si molto. Mi ha insegnato tutto quello che so sulla musica e
sul disegno.”
“Suoni qualcosa?”
“No. Canticchio a volte e strimpello qualcosa con la chitarra
di mio padre,ma
mi piacerebbe un sacco imparare meglio.”
“Se vuoi ti posso aiutare. Me la cavo piuttosto
bene..”
“Lo faresti davvero?”
“Certo!”Frank gli sorrise dolcemente. Gerard a sua
volta sorridendo imbarazzato
e con gli occhi che gli brillavano disse:”Ti va di fare un
giro?”
“Ok”rispose l’altro. Camminarono per le
strade di Belleville parlando del più e
del meno,ridendo e scherzando come fossero fratelli.
“Oh no Jamia!”
“Chi?”
“Jamia..la ragazza con cui esco..”
“Ah…intendi dire la tua fidanzata!!!”
“Non è la mia ragazza. Ha fatto tutto
lei..è totalmente svalvolata!!Ti prego
nascondiamoci prima che mi veda!!” Non sapendo dove andare si
sedettero dietro
la siepe di una villetta cercando di non farsi vedere.
“Cazzo Frank!!Hai un topo sulla spalla!!!”
“AAAAAAAA!!!” Frank si alzò di scatto
contorcendosi come un’anguilla per
scrollarsi il topo di dosso.
“Gattino!”
“Jamia…mia cara…”
“Non dovevi essere a casa tua?”chiese quasi
arrabbiata.
“Bè ecco..veramente…”
“Ci è appena stato. Adesso veniva da te. Io ho
perso il mio cagnolino e
vedendolo passare di qui gli ho chiesto aiuto. E il suo cuore
d’oro ha
acconsentito.”
“Si esatto..è come dice lui!”
“Oh..che anima grande ha il mio gattino!”Jamia su
buttò su Frank abbracciandolo
quasi togliendogli il respiro.
“Ti amo cucciolo…”Gerard era vicino a
loro e guardava la scena
divertito,ridendo senza che Jamia se ne accorgesse.
“Grazie eh..!!”disse
Frank senza voce.
“è dovere..”rispose Gee con un sorriso
malizioso.
“Ti amo,ti amo, ti amo!!!”diceva lei sempre
stingendolo.
“Ti prego salvami..”chiese supplichevole Frank,con
occhi mai visti prima. Come
resistergli. Il ragazzo più bello ch avesse mai visto.
“Frank!!”
“Si??”
“Ti prego devi venire con me!Devi aiutarmi è
scappato di là,dai corriamo!”disse
Gee.
“Jamia perdonami ma devo andare!””
“Ok topolino.”
“Ci sentiamo..”disse Frank.
“Ciao” la salutarono insieme.
Iniziarono a correre,mentre Jamia li guardava allontanarsi,ridendo come
dei
pazzi.
“Grazie Gerard..di..avermi tolto,,dai guai…ne
quale..tu..mi hai
cacciato..”disse Frank col fiatone.
“Ti
prego..chiamami…Gee se..vuoi…”Disse lui
ormai quasi
senza aria nei polmoni. Ora erano piegati in due dalle risate con le
mani sulle
ginocchia per prendere fiato. Si guardarono e risero ancora fino a che
lo
stomaco non inizio a farli male.
“Hey,tutta questa corsa mi ha messo fame”disse
Frank rimettendosi dritto.
“Si anche a me….”
“Hot dog e patatine fritte?”
“Certo!”rispose Gerard.
“Però adesso l’unico posto aperto
è il pub ed ho paura che Jamia sia tornata
lì. Ha casa ho tutto quello che ci serve. Ti va di
venire?”
“Ok. Così non dovrò nemmeno fare molta
strada per tornare alla mia”Frank rise
innocentemente. Quella risata…era così bella..
Ecco
a voi il sesto capitolo fatemi sapere come vi
sembra!!!!!!!!!!!
Bacioni!!!
ElfoMikey:
aspetta di leggere il resto…Sono contentissima
che ti sai piaciuta piaciuta!!!!Grazie cara!!!!XD
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Lentamente aprì la
porta.
”C’ è qualcuno in
casa?”gridò Frank.
Dall’abitazione buia,nessuna risposta. Fece segno a Gerard di
seguirlo. Nel
buio con la luna che filtrava dalle finestre entrarono in cucina. Il
primo
accese la luce e aprì il frigo. Gerard intanto si guardava
intorno. Tutto era
lindo e splendente. Una casa perfetta. Frank lo notò.
“Si lo so. Mia madre è una maniaca del
pulito.”
“Molto diversa dalla mia. Vuoi una mano?”
“Si grazie..”
“Cosa vuoi che faccia?”
“Mi taglieresti il pane?Io intanto cuocio
questi.”disse Frank mentre prendeva
una padella. Mentre Gee tagliava,Frank gli guardava il viso delicato,i
suoi
occhi da bambino,teneri,intensi,tristi. Quello alzò lo
sguardo a Frank distolse
il suo imbarazzato.
“Ho finito..”disse Gerard confuso.
“Ehm..anche io. Vuoi le patatine?”
“…perché no…se poi non ti va
di farle non c’è problema..”disse.
“Ma no,figurati. E poi le voglio anche io..”Frank
gli strizzò un occhio. Prese una
teglia ci posò sopra le patatine rigorosamente surgelate,e
le chiuse nel forno.
Gerard intanto assorto nei suoi pensieri si toccava la mano fasciata.
“Ti fa ancora male?”chiese infine.
“Bè si,fino a che non si rimarginerà
totalmente continuerà a bruciarmi. Almeno
così mi hanno detto i medici.”
Ora seduti sul tavolo in cucina Frank avrebbe voluto chiedergli
spiegazioni di
quel gesto così avventato,di quella notte tanto famosa,ma
non lo fece.
Una forza oscura lo attirava verso di lui. Verso i suoi occhi,verso le
sue
mani,verso il suo corpo,verso le sue labbra,desiderando che fossero
sue.
“Frank?”il suono della sua voce lo sveglio da quei
suoi pensieri che subito
cercò di scacciare.
“Si?”
“Il timer..”
“Sono già pronte?”chiese aggrottando le
sopracciglia.
“Si..ma non mangiarmi ti prego..quel tuo sguardo è
terrificante..”Il suo viso
si addolcì assumendo un’espressione maniacale che
era ancora peggio.
“Ok ora lo sei ancora di più..”Frank
scoppiò in una dolce risata che riecheggiò
per tutta la cucina e indusse al sorriso anche Gerard.
Si alzò prese i due panini e mise le patatine in una ciotola.
“Ecco a te!” disse Frank.
“Oh,grazie,topolino”rispose Gee con aria ironica.
“Ah ah ah. Ti diverti mostriciattolo..arriverà il
tempo in cui mi vendicherò..”
“Cos’è,una minaccia?”disse
Gerard guardandolo maliziosamente.
“Stanne certo..”rispose l’altro
addentando il suo panino,facendo una strana
faccia sexy che li fece ridere entrambi.
Passarono il resto della serata così,ridendo e scherzando.
Poi si fece tardi.
“I tuoi dove sono?”chiese Gee.
“Da mia nonna,tornano verso le due.”
“Bè..forse è meglio se vada. Si
è fatto tardi e mamma sarà in pensiero.”
“Eh si..poi ci impieghi molto per tornare a
casa..”a questa frase Gerard
rise,sinceramente divertito. Frank lo accompagnò alla porta.
“Grazie per la cena..gattino..”
“Grazie per la compagnia Gerard”
“Ci vediamo..”
“Ci conto…”disse Frank sorridendo.
“Buona notte!”
“Buona notte”. Frank chiuse la porta e dai vetri
della finestra in salotto
guardò Gerard attraversare la strada e dirigersi verso
l’ingresso. Prese delle
chiavi dalla tasca e entrò,lasciando dietro la fredda aria
serale di settembre.
Vide la luci accendersi e spegnersi,fino a che il buio
dominò sulla casa.
Frank mise in ordine la cucina e salì in camera sua.
Davanti allo
specchio si levò i
vestiti,la sua muscolatura non molto evidente,appena accennata era a
contatto
con l’aria. Nel buoio si lasciò cadere sul
letto,stanco e contento di come
fosse andata la serata. Girò la testa verso la finestra
guardando la luce della
luna. Poi chiuse gli occhi cercando di ricordare quel viso,quel
corpo,quella
voce così tranquilla e in alcuni momenti terribilmente
sensuale.
Cosa gli stava succedendo?Come poteva piacergli?Domande di vario tipo
affliggevano Frank.
Apri gli occhi di scatto spaventandosi al suono del telefono.
”Cavolo Jamia..”non rispose. Non aveva voglia di
sentirsi dire quanto amava il
suo topolino.
Gli venne in mente l’episodio di quella sera e rise.
Prese una coperta e copri il suo corpo nudo. Poi il buio.
Si addormentò nella notte sperando di trovare una scusa
plausibile per
scaricare Jamia.
Gerard
entrò in casa. Accese la
luce.
“Dove sei stato?”
“In giro mamma…”
“Ti droghi?”
“No,forse è l’unica cosa che non
faccio…”disse lui in un sussurro.
“Come faccio a sapere che è vero?”
“Sono tuo figlio,dovresti fidarti!”
“Non mi fido più ormai..”
“Mamma senti..non ho voglia delle tue sedute psicologiche.
Vado a
dormire..”Posò la giacca sulla spalliera di una
sedia e inizio a salire le
scale.
”Chi sei tu?”disse la mamma con gli occhi lucidi e
una lacrima che gli bagnava
una guancia.
Gerard si voltò.
Aveva un magone alla gola. Lo stomaco annodato. Non rispose,non
riusciva a
farlo.
Continuò a salire le scale con le lacrime che gli salivano
agli occhi. Una di
esse cadde dai suoi occhi verdi,rigandogli le guance bianche come la
neve,per
diventare fredda nel suo cammino,come il cuore che batteva nel suo
petto.
Entrò in camera,chiudendo lentamente la porta. Con il viso
totalmente bagnato
si guardò allo specchio,semi illuminato dalla luce bianca e
fredda della luna.
Si voltò diretto al letto. Asciugandosi le
lacrime,asciugandosi il
viso,intonando frasi piane di dolore..
”Nessuno si è accorto che c’è
un cadavere in questo letto. Non puoi uccidere
mio fratello,non puoi uccidere i miei amici. Ci ritroveremo in questa
piscina
piena di sangue,così dammi tutte le pillole,e dammi il tuo
veleno. Una donna
veglierà su di noi…in una posa violenta.
Può ficcarmi un paletto nel
cuore,portatemi un dottore. Tutto questo è quello che
disapprovo. Seppelliscimi
con mio fratello e i mie colori preferiti,ma non avrò paura
di continuare a
vivere,non avrò paura di camminare in questo mondo da solo
perché prendo il mio
odio e lo tingo di nero. Perché a nessuno importa come
sto,ma ci sto
provando,ci sto provando. Anche se questo specchio e troppo piccolo per
entrambi
,ti troverò. Incontrerò i tuoi occhi in questa
piscina piena di sangue..siamo
solo proiettili…”
Nel buio della sua camera Gerard chiuse gli occhi cercando ancora una
volta una
ragione per continuare a vivere,poi nel silenzio si
addormentò.
Anche se nessuno ha recensito
il mio ultimo capitolo,io ho
postato il 7…
Spero che questo
piaccia…XD
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Gerard passò gran
parte della domenica in casa,nella sua
camera,a pensare,a piangere,a studiare,a disegnare,a scrivere. Amava
scrivere
canzoni,perché in ogni testo metteva tutto se stesso,tutte
le sue emozioni,il
suo vero io,sfogandosi,in modo da star meglio. Frank invece si divise
tra la
chitarra e i libri di biologia per preparare l’esame. Rimase
anche lui dentro
tutto il giorno ma a differenza di Gee uscì per andare a
trovare il suo
migliore amico Bob.
“Hey Gerard..dai
svegliati o faremo tardi..dobbiamo prendere
l’autobus..”Mikey era vicino al letto.
“Che ora è?”chiese con gli occhi non
ancora abituati alla luce.
“Le sette..”rispose l’altro guardano
l’orologio sul comodino.
“Ok,d’accordo..ora mi alzo..”Mikey
uscì dirigendosi verso il bagno.
“La colazione è pronta..”Gerard scese
dal letto posando i piedi nudi sul pavimento
gelato. Rabbrividì a causa di quel contatto. Si
infilò delle pantofole e scese
in cucina.
“Buon giorno Gerard..”
“Buon giorno mamma,buon giorno
papà.”rispose lui assonnato. Prese una tazza,la
riempì di caffè e prese un toast imburrato che la
mamma aveva preparato
precedentemente. Si sedette e fece colazione.
“Vuoi qualcos’altro tesoro?”
“No mamma…sto bene così..”
“Bè io vado, Ci vediamo stasera.”disse
il padre.
“Ok,caro!”
“Ciao
papà!”rispose Gerard.
“Ciao Mikey!!”urlò
dall’ingresso.
”Ciao papi!!”rispose il ragazzino dalla sua camera.
Gerard si alzò mentre il padre uscì.
Salì le scale e entrò nel bagno dove si
fece una doccia per riprendersi dal sonno e dalla stanchezza.
Uscì dopo
essersi lavato.
“Merda!!Ho lasciato gli asciugamani e i vestiti in
camera…Mikey??”nessuna
risposta.
“Mikey!?!?!?”ancora niente. Così ancora
bagnato e totalmente nudo uscì correndo
direttamente in camera sua.
“Gerard?”
“Mamma..!!”
“Per l’amor del cielo figliolo copriti. Non sei
più un bambino!!”Gerard ormai
diventato di un rosso acceso corse in camera,sperando che la mamma
rimuovesse
quella scena.
“Pezzo di cretino Gerard..pezzo di coglione
Gerard…!!!”continuava a ripetersi
mentre si vestiva. Come al solito,pantaloni neri,maglia nera,anfibi
neri.
Qualcuno bussò alla porta.
“Oh dio,deve
essere mamma!!” si guardò
un po’ come per avere la conferma di aver i vestiti,si fece
coraggio e aprì la
porta.
“Sei pronto?”
“Mikey!Si, si. Andiamo!”Prese al borsa,se la mise a
tracolla e uscì dalla
stanza. Scesero le scale e
alla vista della
mamma Gerard diventò nuovamente rosso.
“Tesoro,hai la febbre?Sei color pomodoro..”
“No mamma sto bene..dai Mikey andiamo o faremo
tardi!”disse lui velocemente.
“Ok, ok. Ciao mami!”Disse il fratello minore.
“Ciao mamma..”disse Gee. Stranito dal fatto che il
ragazzo si preoccupasse del
fatto di non arrivare in ritardo a scuola,Mikey lo seguì
alla fermata senza
fiatare. Di solito il padre andando a lavoro li lasciava vicino la
scuola,ma
quel giorno uscì di casa prima.
Si sedettero entrambi sul marciapiede.
Nella fredda aria
del mattino Gerard
aspirò un lungo tiro di sigaretta,la prima di una lunga
serie,il fumo si alzava
in spirali e nel silenzio si potevano sentire dei cani abbaiare. Aveva
le
braccia poggiate sulle ginocchia e la sigaretta far il pollice e
l’indice. I
capelli neri scendevano delicati sul viso,la leggera frangia scalata li
copriva
metà fronte,muovendosi con la brezza del mattino.
“Ciao Ray”
“Ciao Mikey..Ciao Gee..!”quest’ultimo lo
salutò con un cenno della testa.
“Come mai qui?”chiese Ray.
“Papà oggi e sceso prima e non ci ha potuti
accompagnare.”rispose Mikey.
Gerard spostò lo sguardo e vide arrivare un ragazzo..Frank.
Camminava con la
sigaretta tra le dita,una mano nascosta nella tasca,lo zaino in
spalla,con lo
sguardo basso,troppo stanco per riuscire a guardare dritto. I capelli
neri gli
scendevano sul viso,coprendogli quasi un occhio. Quegli occhi grandi,quegli occhi
nocciola,quegli occhi
così dolci. Gerard lo guardava,incantato da quel ragazzo,con
occhi pieni di
speranza,pieni i meraviglia. Alzò lo sguardo,sorpreso di
incontrare quello di
Gerard. Era alla fermata. Rimasero a guardarsi qualche secondo poi..
“Ciao Gerard!!”
“Ciao Frank!”
“Ciao ragazzi..”
“Ciao…”risposero Ray e Mikey.
“Come mai qui?é la prima volta che ti vedo alla
fermata…”disse sedendogli
accanto,sorridendogli dolcemente contento che fosse lì.
“Di solito vado in auto.” Frank sorrise dolcemente.
In quel momento arrivò
l’autobus. I due ragazzi salirono. Gerard si sedette e Frank
occupò il posto
accanto a lui. Per tutto il tragitto parlarono della scuola,di quello
che
amavano,di quello che odiavano,di cosa avrebbero voluto fare al
collage. Il
tempo passò velocemente e si ritrovarono subito a scuola.
Scesero
dall’autobus,fermandosi all’ingresso della scuola.
“Hey Gee,guarda che si torna in autobus.”disse
Mikey.
“Ok ci vediamo alla fermata dopo.”rispose il
ragazzino,si allontanò e la
Campanella suonò.
“Bè meglio andare .”disse
Frank”Ci vediamo
all’uscit…”aggiunse.
“Ok…ciao Frank!” Gerard si
allontanò salendo al primo piano. Frank lo guardava
camminare,fissando le sue natiche.
“Riprenditi Frank!”si disse nella mente,scuotendo
la testa. Si girò diretto nel
corridoio principale del pian terreno.
Fra gli armadietti urtava i vari ragazzi che correvano per evitare di
arrivare
tardi alle lezioni. Fece appena in tempo ad entrare. Un’altra
giornata lo
aspettava.
Le ore passarono lentamente.
Finalmente la campanella suonò.
Frank corse subito via cercando di evitare Jamia. Ci riuscì.
Si diresse verso
la fermata,desiderando Gerard. Desiderando
quegl’occhi,desiderando quel
sorriso. Arrivò prima deluso di non trovarlo già
li. Pochi minuti e lo vide
arrivare con quella sua camminata. Tornarono a casa insieme.
“Hey Gee,ti interessa ancora una mano con la
chitarra?”chiese Frank un po’ imbarazzato.
“Certo!Te ne sarei grato!”
“Ti va di venire da me domani?”propose Frank.
“Domani?”
“S-si..hai qualche altro impegno?”
“No no,domani va benissimo. Per che ora?”
“Le 5?”
“Ok. Ciao Frank!”
“Ciao Gerard!”. Si allontanarono imboccando i
rispettivi vialetti. Entrambi
pensando l’uno all’altro. Non immaginando che da
lì a poco tutto sarebbe
cambiato.
Ecco un altro noioso
capitolo…
Spero che non vi siate
addormentati nel leggerlo!XD
Il
prossimo,bè,è un po’
più…movimentato… Spero comunque vi
sia piaciuto…
Chemical_kirA :
Già,la povera Jamia è una vera è
propria
pazza. Non che mi stia antipatica però nella storia
l’ho ritratta così..XD E i
due topolini…ahahah…aspetta di leggere il
seguito!KISS!
ElfoMikey : Sono contenta che
ti siano piaciuti!!!Spero
davvero ti piaccia anche questo!!! E sappi che io ti adoro!!!!Mi sa che
l’ho
già detto…comunque ho voluto dirlo
nuovamente…Bacioni honey!!!
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Dopo
aver pranzato Gerard si rifugiò in camera sua.
Aprì la finestra per far entrare un po’
d’aria fresca.
Il sole illuminava il suo viso e gli occhi che dal marrone del buio
diventavano
pian piano verdi,come per magia.
Il silenzio,solo il rumore degli alberi,delle foglie.
Una finestra nella casa di fronte si aprì.
Frank,anche lui era in camera sua,anche lui aveva aperto la finestra.
Gerard si
nascose dietro il muro. Non sapeva perché lo aveva fatto.
Una mossa
naturale,come una ragazzina che evita lo sguardo del ragazzo di cui si
è presa
una cotta.
Il cuore gli batteva forte,quasi poteva sentirlo in gola.
Frank rimase qualche secondo a guardare la finestra aperta,sperando si
rivedere
quel viso.
Niente.
Deluso chiuse la finestra. Prese la chitarra e intono dolci e crudeli
melodie.
Dall’altro lato della strada,Gerard si riaffacciò
dalla finestra guardando
quella di fronte che poco prima si era aperta.
Lo vide.
Era lì,seduto su letto con quello strumento che sembrava
quasi magico. Suonava
assorto nei suoi pensieri con aria
felice.
Tra poche ore sarebbe andato a casa sua.
Era terribilmente attratto da quel ragazzo.
Una sensazione di nausea si impossessò di lui. Si sentiva
una ragazzina. Era in
ansia per quell’incontro. Ma Frank stava con Jamia, Frank non
era gay,non lo
era nemmeno lui eppure stava li desiderando quelle labbra che avrebbe
tanto
voluto baciare.
Prese un foglio,una matita e cominciò a disegnare.
Disegnò quel volto. Disegnò
quegl’occhi. Disegnò quelle labbra. Si,era
attratto
da lui e solo ora era riuscito ad ammetterlo a se stesso. Pensieri lo
affliggevano,pensieri,preoccupazioni. Non poteva innamorarsi di lui,non
poteva
innamorarsi di nuovo. Un amore non corrisposto lo aveva distrutto nella
sua
città natale. Una ragazza dal viso angelico lo aveva
rifiutato una volta,per
gironi stette male,ma non era questo il motivo delle sue sofferenze.
Per un’ora rimase lì sul letto a disegnare.
Si sentiva stupido ma non poteva fare a meno di pensarlo.
Quel ragazzo aveva un qualcosa dentro che non aveva mai visto prima
d’allora. Lo
stesso valeva per Frank. Era lì che suonava,muoveva le mani
sulla testiera,le
dita ormai si muovevano da sole e con la testa pensava a Gerard.
Sarebbe venuto
a casa sua e lui gli avrebbe insegnato a suonare. Gli sarebbe stato
vicino,avrebbe potuto sentire il suo odore,guardare ancora una volta
quegli
occhi,quelle espressioni,avrebbe potuto ascoltare la sua voce.
Entrambi decisero infine che era meglio abbandonare il momento di
riposo e
studiare un po’. Grande insuccesso. Non riuscivano a non
pensare l’uno
all’altro.
Arrivarono le cinque.
Gerard chiuse i libri e corse in bagno con il cuore che gli batteva
forte.
Aprì il rubinetto che brontolò e
sibilò per un momento prima che uscisse
l’acqua. Si lavò i denti e poi spostandosi una
ciocca di capelli dal viso lo
bagnò con acqua fredda e trasparente.
Scese le scale,prese la giacca e uscì salutando al mamma che
stranamente non
disse nulla.
Attraversò
la strada con il cuore in
gola,la pelle del viso infuocata e lo stomaco sballato. Si fece
coraggio e
bussò.
Una signora gli aprì la porta.
Quegl’occhi,gli occhi di Frank.
“Ciao,posso aiutarti?”chiese lei.
“Sono un amico di Frank. È in
casa?”rispose lui.
“Si,puoi salire di sopra. È la prima stanza a
destra.”
“Ok. La ringrazio signora Iero.”
“Oh no caro. Chiamami
Linda…tu…sei…”
“Mi chiamo Gerard, Gerard Way. Abito qui di fronte.”
“Piacere di conoscerti Gerard!”
“Piacere mio Linda.”Gerard incominciò a
salire le scale che sotto i suoi piedi
scricchiolavano.
Sentì la chitarra. Quelle dolci note.
Si affacciò alla porta aperta.
Era seduto ad un angolo del letto. Rimase a contemplarlo fino a che lui
non se
ne accorse.
“Gerard!Che ci fai lì..entra..”disse lui
fermandosi. Così si sedette accanto a
lui.
“Vuoi provare?”
“Ok. Ma conosco solo una canzone bene.”
“Vai..”gli sorrise dolcemente con occhio teneri.
Gerard prese al chitarra
blu,se la mise sulle ginocchia e intonò amare parole.
“We
old in our hearts the sword and the faith
swelled up from the
rain,clouds move
like a wraith
well after all,we’ll lie another day
and trough it all we’ll find some other way
to carry on trought cortilage and fluid
and did you come to stare,or wash away the blood?
well tonight,well tonight will it ever come?
spend the rest of your days
rocking out just for the dead
well tonight will it never come?
i can see you awake anytime,in my hand…
all fall down
well after all…..”Alzò
lo sguardo. Frank lo guardava a bocca aperta.
“E tu non sai suonare?”
“Esatto. Questa la so bene perché ho
voluto impararla a tutti i costi.
Il testo e mio ma la musica è di
Ray.”spiegò lui.
“L’hai scritta tu?”chiese meravigliato.
“Si”Gerard guardò in basso imbarazzato.
“Sei bravissimo!La tua voce mi fa venire i brividi..in senso
buono…”Frank si
alzò.
“Sai dove sbagli però?”
“Dove?”Frank si mise in ginocchio dietro di
lui,circondandolo con le sue calde
braccia.
Il contatto di quel gesto così semplice,naturale e spontaneo
causo un brivido
in entrambi.
“Qui vedi..”gli posizionò bene le dita
cercando di spiegarli bene l’errore
della nota.
Il tocco della sua mano era lieve e delicato. Gerard sentiva il suo
respiro su
una guancia caldo e costante,girò la testa e guardando
quegli occhi tanto dolci
e profondi,pieni di una luce speciale,gli sorrise dolcemente.
“Grazie Frank..”
“Di niente Gerard…”nell’aria
aleggiava una gran carica sensuale. Si guardarono
negli occhi e poi successe l’inevitabile. I loro visi si
scontrarono.
Le loro lingue si unirono in una lenta danza.
Frank prese la chitarra senza staccare le sue labbra da quelle di
Gerard e la
posò sul pavimento freddo. L’attirò a
sé e lui si arrese dolcemente,provando
una stretta allo stomaco.
Il bacio durò a lungo.
Entrambi si abbandonarono alle loro emozioni.
Alla fine Frank si staccò e gli sorrise.
Gerard rispose abbassando gli occhi,diventando tutto rosso.
L’altro lo abbracciò affondano il viso nel collo e
poi gli sfiorò con le labbra
l’incavo della spalla. La carezza umida della sua lingua
sulla pelle lo fece
rabbrividire e alla fine si abbandonò a lui.
Non poteva,non poteva,avrebbero sofferto entrambi così si
stacco cercando di
trovare la forza per parlare.
“Ehm..forse è meglio se vada”disse
Gerard.
“Ma..”
“Ci vediamo a scuola..ciao Frank…”
“Ciao..”rispose triste lui.
Gerard prese la sua
giacca,scese e
velocemente scese le scale salutando la signora Iero e correndo si
precipitò in
casa.
Chiuse la porta della sua camera appoggiandosi su essa. Lentamente si
lasciò
cadere sedendosi sul pavimento. “Ti faccio solo un favore
Frank”mormorò
scoppiando in un pianto triste e piano di dolore.
Perché la vita era crudele,perché doveva fare
così male,perché tutto era così
difficile…perché non riusciva a essere felice?
Nella sua stanza Frank rimase a fissare il vuoto,pensando a quello che
era
appena successo. Si erano baciati. Per un momento quelle labbra erano
state
sue.
Iniziava a pentirsene però.
La reazione di Gerard lo aveva indotto a pensare che sicuramente per
lui non
aveva significato nulla.
Prese la chitarra e cominciò a suonare melodie quasi
inquietanti,mentre una
lacrima scendeva amara sul suo viso.
Ecco
il nono capitolo.
So
che questa storia è un po’
deludente,cioè l’idea non è
male (credo),ma sono io che non riesco a rendere il tutto come vorrei.
La
Fanfiction è quasi finita,l’ho scritta un tre mesi
fa.
Spero
comunque che vi piaccia…
ElfoMikey :che farei
senza di te?Senza i tuoi commentini?Sono io che adoro te!!!!!!!!!!Spero
con
tutto il cuore che ti piaccia. È importante per me il tuo
parere…Bacioni!!!!
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Qualcuno busso alla porta.
Gerard era seduto sul suo letto con le gambe incrociate a disegnare.
"Chi è?"chiese senza distogliere lo sguardo dal suo disegno.
"Sono io Gerard.."
"Vattene mamma!Voglio stare solo!"
"Tesoro devo parlarti. é importante."la sua voce era triste
e malinconica."Posso entrare?"
"Ok..entra..."lentamente aprì la porta. Gerard la
guardò.
Aveva gli occhi arrossati dal pianto e un fazzoletto in mano.
"Cos'è successo?"chiese Gerard preoccupato.
"Tesoro,vedi...tuo
padre e tuo fratello stavano tornando dal cimitero. Erano per strada e
un cane
è sbucato dal nulla,così all'improvviso,e
papà non ha potuto fare
niente."si fermò. Aveva gli occhi pieni di lacrime e la gola
le bruciava.
Gerard
provò una stretta allo stomaco.
"Cos'è
successo mamma?"chiese con gli occhi lucidi.
"Sono
andati a sbattere contro un albero. Tuo fratello e in ospedale ferito
gravemente tuo padre..invece.."non riusciva a continuare.
"Mio
padre cosa?"gridò.
"Tuo
padre è morto!"scoppiò in lacrime.
Una
sensazione orribile assalì il ragazzo.
Non
poteva essere vero..suo padre..era..morto..suo fratello aveva rischiato
la
vita.
"Gerard.."
"No
mamma..."si alzò e scappò.
"Gerard!"usci
di corsa di casa.
Scappò
via.
Correndo
si diresse verso l'ospedale.
L'aria
fredda a contatto con le lacrime le trasformava in tanti aghi
trafiggendogli la
carne. La gola e i polmoni cominciarono a bruciargli. Stanco di correre
decise
di prendere l'autobus,non poteva fare altri quattro chilometri
così.
Lì
seduto,sulla panchina si asciugava le lacrime che calde cadevano
ininterrottamente."Papà..Mikey.."l'autobus
arrivò in fretta.
Salì
sedendosi al primo sedile.
Il viaggio
sembrava non finire mai.
Il
cielo cominciò a riempirsi di nuvole mentre il buoi
avanzava.
Arrivò
in ospedale.
Ancora
correndo si precipitò all'ingesso.
Salì al
primo piano.
"Mi
scusi,devo vedere mio padre...lui..è..morto!Mio fratello
è ferito!Devo
vederli!Dove sono!?!?!!?"FATEMELI VEDERE!!!"gridò
guardandosi
intorno.
"Sono spiacente ma
ora non è possibile."rispose la
signora.
"Lei non
capisce!!!IO-DEVO-VEDERLI!!!!!!"continuò
gridando con gli occhi rossi e il viso pieno di lacrime.
"Se non la smette
chiamo la sicurezza. Le ho già detto che
ora non possibile,o aspetti o se ne vada."con il viso più
bagnato che mai
uscì dall'ospedale.
Era buio ormai.
Andò nel
parcheggio asciugandosi la lacrime con al maglia.
No,non poteva essere
successo realmente.
Un tuono
riecheggiò nell'aria fredda. Una goccia,due,poi tre.
Venne a piovere. Pioggia incessante e violenta. Batteva sulla sua
pelle,come
mille aghi,provocandogli dolore. Le gambe gli facevano male,il respiro
sempre
più corto,tremava e gli occhi si chiudevano. Poi..il buio.
Rimase lì nel parcheggio,svenuto
e bagnato.
"Ehy ragazzo,su
svegliati.."qualcuno lo scuoteva.
"Frank?"
"Ehm...no...Bob.."
"Dove sono?"
"Nel pacheggio
dell'ospedale."
"Papà..Mikey..devo
vederli..."
"Vieni,ti porto
dentro..hai bisogno di una visita."
"No,sto bene."
"No,vieni,ti porto
almeno all’ingresso. Sei fradicio e sta
piovendo."Bob,un ragazzo non molto magro,biondo,con occhi azzurri,lo
portò
dentro sollevandolo e reggendolo.
Lo mise a sedere su
una poltroncina della sala d'aspetto e prese
una bottiglietta d'acqua ai distributori.
"Tieni,bevine un
pò"Insieme all'acqua gli porse la sua giacca.
"Meglio se ti gli
quella maglietta,metti questa."Gerard
ancora scosso face come gli venne detto.
Tremava dal freddo.
"So che magari non
è il momento adatto,ma tu prima mi hai
chiamato Frank..e..mi chiedevo..."
"é stato
il primo nome che mi è venuto in mente,non so
perchè
l'abbia detto." disse Gerard senza farlo finire di parlare,con una
freddezza
che non gli era mai appartenuta.
"Ah..capisco..."
"Oggi mio padre
è morto in un incidente stradale e mio
fratello è gravemente ferito."disse Gerard fissando il
pavimento.
"Io..mi dispiace..."
"Gerard tesoro!"una
donna parlò.
"Mamma..."rispose il
figlio.
"Vieni,sei tutto
bagnato. Ci fanno vedere Mikey…"a
quelle parole il ragazzo si alzò immediatamente e
seguì la mamma non badando a
Bob e alla sua giacca.
Presero un ascensore
che li portò all'ultimo piano.
Percossero il lungo
corridoio verde fino ad una stanza.
La mamma,Donna,aveva
una mano sul cuore e con l'altra reggeva la
borsa.
Gerard era senza
forze,una sensazione di nausea allo stomaco gli
distoglieva l'attenzione dalle lacrime.
Lentamente Donna
aprì la porta e entrò seguita da Gerard.
Era lì.
Quel corpicino
fragile,steso sul letto,con macchinari che
controllavano le sue funzioni vitali. Una flebo al braccio destro,la
fronte
fasciata ,vari graffi sul tutto il corpo,sul viso,sulle mani.
La mamma
scoppiò in un pianto che ruppe il silenzio che dominava
quella stanza.
"Mikey,piccolo
mio.."disse con il viso pieno di lacrime.
Gerard rimase ai
piedi del letto a guardarlo con le lacrime che
gli salivano agli occhi. Quel ragazzino così dolce e
fragile,ridotto così.
"Hey mamma.."disse
con voce lieve Mikey.
"Oh,tesoro mio..."la
mamma gli accarezzò una mano.
"Hey fratellone..mi
dispiace per te ma dovrei sopportarmi
ancora.."una lacrime scese dagli occhi di Gerard.
Non riuscì
a rispondergli. Si limitò soltanto ad un sorriso.
"Riposati ora
tesoro.."il ragazzino chiuse gli occhi.
"Mamma,vado a
prendere un caffè. Vuoi qualcosa?"
"No grazie.."Gerard
uscì dalla stanza,asciugandosi le
lacrime. Era in ascensore quando si accorse di avere una giacca che non
era la
sua.
Corse ai
distributori.
Bob era andato via.
Prese un
caffè e si sedette.
Passarono tutta notte
in ospedale,quella notte vide il corpo senza
vita del padre.
-------------------------------------------------------------------------------------------------
Ecco il decimo
capitolo.
Lo so è
tragico e assurdo,ma io l’ho vista così la
situazione.
Spero davvero vi
piaccia…
MiKeYwAy4EvEr : credo
mi odierai ora….Spero però ti
piaccia…XD…Fidato
però sapranno che fare… ;)
ElfoMikey
: Mi sono piegata male. La storia la scrivo su un
quaderno e l’ho quasi finita,ma ci vuole ancora molto
perché ne ho postati meno
della metà. Sono corti come capitoli perciò ne
sono venuti tanti. E Non sai
quanto sia felice di spere che ti piace!é importante per me
il tuo parere…I
tuoi commenti ormai sono fissi ed è
rassicurante,perché ai che c’è
sempre
qualcuno che leggerà le tue storie XD SONO IO CHE TI
ADORO!!!!BACIONI!
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Gerard
il giorno dopo evitò la scuola.
Passò una giornata infernale.
La mamma gli aveva
proibito di restare
in ospedale e così rimase in casa solo.
Si trovò anche a pensare a Frank, il che non fece che
peggiorare le cose.
Non poteva passare
un’altra giornata
così e il giorno dopo decise di andare a scuola.
Era molto presto quando scese di casa.
Non prese
l’autobus, andò a piedi.
Aveva con sé la giacca di Bob, sperando di incontrarlo in
qualche modo.
L’aria dava ancora di pioggia, c’era odore di
terreno bagnato, la strada era
scivolosa a causa dell’acqua. Gerard camminava con la
sigaretta in mano, la
brezza mattutina gli scompigliava i capelli
Di tanto in tanto qualche macchina passava
ma nessuna di esse riusciva a distogliere Gerard dai suoi pensieri,
dall'incidente.
Non aveva quasi più la forza per piangere.
Tra lui e suo padre c'era un rapporto conflittuale, anzi, non c'era
nessun
rapporto. Nessuno dei due conosceva l'altro.
Ma Mikey, aveva rischiato di morire.
Mikey, il fratellino
che aveva sempre
cercato di proteggere, la persona più buona che conosceva,
quel ragazzino dolce
e simpatico, fragile, con ancora tutta la vita davanti.
Arrivò a scuola.
Alcuni studenti erano fuori a fumare, a parlare, a ridere, a scherzare,
altri
si accingevano all'entrata.
In cortile vide Frank, una stretta allo
stomaco, voleva evitarlo, ma non fu possibile.
Accanto a lui c'era un ragazzo biondo. Quel ragazzo che lo aveva
aiutato due
gironi prima.
"Hey Bob.." disse Frank "Ho
sentito di un incidente dove un uomo è rimasto ferito mentre
il figlio
gravemente ferito. Sai chi sono?"
"Oddio Frank, a proposito di questo.
Era andato in ospedale per i risultati degli esami quando ho trovato
nel
parcheggio..."
"Ciao
Frank..."
"Gerard
ciao!!!"
"Ciao
Bob.. Ti ho portato al
giacca.
Grazie per l'altra sera. "disse Gerard con aria triste.
"Oh, grazie, Gerard.." Frank
guardava la scena meravigliato e allo stesso molto irritato.
"Sei venuto in auto con tu padre?"
Gerard provò una fitta al cuore.
Le lacrime gli salirono agli occhi e scappò via senza dire
una parola, diretto
al parco, l’unico posto dove sarebbe stato solo, lui e i suoi
pensieri.
"Frank, sei impazzito?" chiese
Bob.
"Perchè?"
"Il ragazzo che ho aiutato in ospedale,
quello svenuto nel parcheggio per il padre e il fratello.. è
lui!"
"Oddio… che ho fatto…" disse
Frank.
La vista gli si
annebbiò, si sentiva le
gambe pesanti e stava per vomitare.
Bob fece appena in tempo a reggerlo mentre stava per svenire.
Si riprese.
"Frank, amore mio, topolino!"
"Non ora Jamia!" senza dire alto
corse verso Gerard, seguendo il ritmo del suo cuore, che correva,
correva
troppo forte.
Provò prima alla fermata, poi non sapendo dove andare si
diresse verso il
parco.
Si sentiva un essere spregevole, si sentiva in colpa.
Lo trovò.
Era seduto su una panchina, in lacrime.
"Gerard.."
"Cazzo vuoi Frank?"
"Mi spiace… io... io non sapevo…" si
sedette di fianco a lui e lo abbracciò.
Gerard si lasciò cullare da quell'abbraccio, sincero e piano
d'amore.
"Sono… solo... non ho più nessuno…"
disse singhiozzando.
"Non è vero… hai me… non ti
abbandonerò, ne ora ne mai Gee." lo rassicurò
Frank baciandogli la fronte.
"Hey, guardami." disse, ma Gerard
non riusciva a farlo, non riusciva a reggere il suo sguardo, non
riusciva ad
alzare i suoi occhi, quel gesto così semplice sembrava
impossibile. Così Frank si alzò e si mise in
ginocchio davanti a lui prendendogli il mento e
costringendolo a guardarlo negli occhi.
"Gerard, io ci sarò… te lo prometto… "
Aveva gli occhi a causa del piangere.
Frank gli
asciugò il viso e lo baciò.
Un bacio leggero, come un sussulto, il tocco lieve delle loro labbra
duro solo
pochi secondi.
"Frank… non prossimo…"
"Perchè?"
"Ti farei soltanto del male. Tu mi
piaci,ma..."
"Ma?"
"Ti rovinerei soltanto."
"Cosa vuole il tuo cuore? Sii
sincero.."
"Te…"
"Non mi importa di quello che la gente
potrà pensare di me. Io voglio solo starti vicino, e lo so
che in fondo… lo
vuoi anche tu…" Disse Frank accarezzandogli una guancia.
Gerard sorrise e gli occhi gli si illuminarono. Una luce piena di
speranza.
Lo baciò.
Si alzò porgendogli una mano.
Gerrd sorrise accettando il suo aiuto e si mise in piedi, Frank gli
cinse con
un braccio le spalle e Gerard portò il suo sul suo fianco.
Camminarono fino a casa, così, l’uno vicino
all’altro.
Gerard prese le chiavi e aprì la porta.
Frank lo seguì.
"Hai fatto colazione?" chiese
Frank.
"Ehm… no..."
"Dai, ti preparo qualcosa. Perchè
intanto non vai a farti una doccia?"
"Buona idea…" Gerard gli sorrise.
"Grazie Frank..." l'altro gli
strizzò un occhio.
Salì le
scale e entrò nel bagno.
Si svestì.
Il contatto
dall'aria sul suo corpo nudo
gli provocò un brivido.
Sentiva ancora sulle sue labbra il sapore di Frank.
Entrò nella doccia sorridendo e si lavò con acqua
bollente.
Dopo un po’ uscì dalla doccia e entrò
in camera sue dove si vestì.
Scese le scale.
Il profumo del caffè aleggiava per tutto il piano.
Si diresse in cucina.
Frank aveva preparato tutto e lo aspettava seduto su una sedia. La
vista di
Gerard gli fece battere forte il cuore. Aveva le punte dei capelli
bagnate, gli
occhi verdi più belli del solito, un sorriso accennato,
contento di quel che
aveva trovato. Gerard si sedette di fronte a lui.
Frank lo guardava incantato.
"Che c'è?"
"Niente... ti guardavo…"Gerard
arrossì.
Finito di mangiare posò il piatto e la
tazza
sulla cucina.
"La smetti?"
"Non ci riesco…" Gerard sorrise e
si abbassò baciandogli una guancia per poi tornare a
sedersi, ma Frank lo fermò
prendendolo per un polso, baciandolo ancora. Gerard si sedette sulle
sue gambe
rispondendo al bacio.
Si abbracciarono.
Rimasero stretti a lungo stretti, uniti da
un sentimento debole e forte allo stesso tempo.
"Frank... ho sonno…"
"Dormi un po’... ti farà
bene... ti
accompagnò in camera?"
"..si..." Gerard salì in camera, Frank
lo seguì. Si stesero entrambi in sul letto.
Frank accarezzava i
capelli di Gee, con
estrema dolcezza mentre il cuore scoppiava di gioia.
Insieme di addormentarono, stretti l’uno all’altro,
in quel letto da una piazza
e mezza.
Nel pomeriggio ci furono i funerali.
Frank non lo lasciò per un attimo solo.
Alla fine accompagnò Gerard in ospedale dal fratello.
Salutandolo con un bacio
prese l'autobus.
Tornò a casa dove trovò Jamia
seduta sugli
scalini della veranda.
"Perfetto…" si disse maledicendo
il giorno in cui decise di uscire con lei.
--------------------------------------------------------------------------------------------------
MiKeYwAy4EvEr : Spero ti piaccia questo
capitolo e sta sicura che il ‘tuo’ Mikey si
riprenderà… XD BACI!
ElfoMikey
: Spero riuscirai a leggere questo
capitolo Honey, sei un mito! Sono contenta che ti piaccia! Non so
nemmeno io perché
ho fatto succedere quel disastro. Colpa della mia mente
malata… Kissoni!
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
"Topolino. Ma che ti prende?"
"Jamia,non chiamarmi topolino."
"Credevo ti piacesse."
"No,non mi piace."
"Ok...niente più topolino amore
mio." La ragazza gli fece gli occhi dolci."Entriamo?"
"Non credo sia una buona idea."
"Perchè?"
"Vedi Jamia..forse..è meglio se la
finiamo qui.." disse Frank guardandosi i piedi per poi tornare ai suoi
occhi.
"Ma perchè?"
"Jamia...io…non ti amo..."
"C'è un'altra vero? Chi è
questa?" disse alzandosi dagli scalini.
"No…cioè…forse si…"
"Lo sapevo!!! Io questa la
uccido!!!" cominciò ad alzare la voce.
"Jamia..."
"Addio Frank,fra noi è
finita!!!!"la ragazza prese la borsa. "Giuro che questa me la
paghi...STRONZO!"
scese gli scalini e se ne andò. Frank la guardò
per qualche secondo andare via.
"Frank!" il ragazzo si spaventò
al suono di quella voce."Era Jamia quella?"
"Si" Bob sorrise.
"Che avete fatto?" chiese con
tono curioso.
"Ci siamo mollati…"
"Ah…mi dispiace…" disse Bob
credendo di aver toccato un tasto dolente.
"Se devo essere sincero,a me
no.." disse Frank salendo le scale della veranda.
"Credevo ti piacesse!"
"Bhe, si. Ma solo all'inizio. Quella
è pazza! Mi chiamava Topolino!" Bob rise e lo
seguì dopo che ebbe aperto
la porta.
"Capisco. Ma è finita solo per
quello?"
"Si.."
Mentì.
Salirono in camera e Bob mise un cd dei
Misfits. La musica li avvolse,mentre Frank si stendeva sul letto e
l'altro si
sedeva sulla sedia.
"Merda!Oggi ho le prove!" Disse
Frank portandosi le mani sul viso. Aveva un gruppo dove cantava e
suonava:i Pencey
Prep.
"Che ora è?"
"Ehm…le otto…"
"Cazzo!!!!" disse Frank
alzandosi di scatto."Sei in macchina?"
"Si."
"Ho bisogno di un passaggio...vieni a
sentirci?"
"Ok,ok." in fretta i due
scesero,salirono in macchina e partirono per il garage del bassista
dove il
gruppo provava.
Gerard.
Nella sua mente:Gerard.
Quelle labbra morbide premute sulle sue, quel
profumo ancora sui suoi vestiti, quella voce che continuava a
rieccheggiarli
nella testa. Ripensò al loro primo bacio, a quello nel
parco, a quello in
cucina. Ripensò alla farfalle nello stomaco provocate da
quella collisione, le
sue mani fra i suoi capelli, quel viso così dolce vicino al
suo. Non aveva mai
immaginato che avrebbe potuto provare una sensazione del genere, tanto
meno per
un ragazzo.
"Oggi si sono tenuti i funerali del
padre di quel ragazzo." disse Bob.
"Si lo so,ci sono andato."
"Siete molto amici da quanto ho
notato…" Frank sorrise con occhi sognanti.
"Sai cosa ha detto nel parcheggio
quando l'ho trovato?"
"No,cosa?"
"Il tuo nome..."
"Scherzi?" chiese Frank
sorpreso.
"No. A meno che non ne conosca
un'altro. Per me è ossessionato da te." disse Bob
continuando a guardare
la strada buia.
"Ma no. Che diavolo ti viene in
mente!" disse Frank diventando rosso.
"E ti piace..." Bob sorrise.
"Fermati!"
"Perchè?"
"Siamo arrivati."
"Ah." parcheggiarono l'auto sul
ciglio della strada ed entrarono nel garage dove tutto il gruppo gli
aspettava.
Suonarono tutta la sera.
Dopo il funerale Gerard saluto Frank. Non
sapeva cosa fossero loro,sapeva solo che lo voleva con tutto il cuore.
Quel
bacio nel parco, avrebbe voluto durasse per sempre.
Assolto nei suoi pensieri non si accorse del fratello che si trovava su
una
sedia in corridoio.
"Gerard?" disse il ragazzino con
voce flebile.
"Mikey!!! Che ci fai qui? Dovresti
essere a letto!" disse Gerard precipitandosi verso lui.
"Un vecchietto aveva bisogno di
aiuto. Non potevo lasciarlo lì solo. Avrei voluto tornare
subito, ma non ho le
forze e i medici sembrano spariti."
"Oh Mikey...quando comincerai a
pensare anche un po’ a te stesso?Non puoi aiutare sempre
tutti." disse
Gerard reggendolo per le spalle mentre lo conduceva in camera.
Già, era questa la caratteristica dle dolce Mikey, prima gli
altri poi lui. Non abbandonava mai
nessuno, un acosa inconcepibile, una cosa che mia avrebbe fatto.
"Non ci riesco.."
"Lo so fratellino, lo so..."
“Avrei voluto essere al funerale oggi…"
"E’ meglio che tu non abbia
partecipato. La mamma non faceva che gridare: -Donald...Donald!
Perchè? Perchè????-
Poi mentre mettevano la bara nella fossa, una corda ha ceduto e mamma
ha
iniziato a gridare. Fidati, roba da pazzi."
"Mi mancherà Gee..." disse Mikey
mentre il fratello gli rimboccava le coperte.
"Mancherà a tutti. L'importante ora è
che tu stia bene."
"Ti voglio bene.." Gerard provò
una stretta al cuore sentendo quella voce ridotta a un sussuro.
"Te ne voglio anche io… ora però
cerca di riposarti."
"Hey Gee.."
"Si?!?!"
"Verso Natele mi porteresti al concerto degli Smushing? Mamma mi ci fa
andare solo se ci sei tu."
"Certo!" Mikey chiuse gli occhi.
Gerard si sedette sulla poltrona sistemata vino al letto.
Poi,il buio.
"Gerard?"
"Mamma.." Donna svegliò il
ragazzo.
"Tesoro, torna a casa, sono le undici.
Rimarrò io qui."
"Ma come torno?"
"La nostra vicina, la signora Iero mi
ha accompagnata. Ha detto che puoi tornare con lei. Veloce, ti aspetta
nel
parcheggio:"
"La signora Iero?" chiese il
ragazzo con voce incerta e sorpresa.
"Si,lei…" salutò la mamma e poi
scese.
"Gerard!"
"Buona sera signora.."
"Come?"
"Buona sera Linda.." lei sorrise.
Salirono in auto.
Per tutto il viaggio non la smise per un attimo di parlare.
"Vuoi dormire da noi?" chiese una
volta arrivati all’angolo della lunga strada.
"Come?..oh..no..non mi sembra…" rispose
Gerard balbettando.
"No dai, non voglio che tu stia solo in
casa, specialmente oggi e poi mio figlio ne sarà sicuramente
felice." non
potè rifiutare.
Avrebbe dormito da Frank.
Arrivarono a casa.
Gerard entrò in camera sua per prendere quel
che gli sarebbe servito per la notte e il giorno seguente, poi si
diresse a
casa Iero sicuro di trovare Frank.
Non fu così.
Dopo che Linda cambio le lenzuola per far
dormire Gee nel letto del figlio, scesero in cucina.
"Ciao mamma…" la porta si aprì.
"Ciao tesoro, siamo in cucina!"
"Chi c'è?" si sentirono i passi
sul pavimento.
Eccolo.
Sbucò dalla porta con aria stanca, stanchezza
che passò alla vista di quel ragazzo.
"Gerard!"
"Ciao Frank.."
"Che ci fai qui?"
"L'ho invitato a dormire." il suo
viso si illuminò e sorrise, il sorriso più bello
del mondo.
Bhe che dire, ecco a voi il 12.
Noioso lo ammetto, non che gli altri siano
particolarmente avvincenti, però questo è davvero
inutile. Già con il prossimo
ci sarà una piccola svolta, non proprio una svolta, ma di
certo forse è più
interessante.
Grazie a tutti quelli che leggono… un
ringraziamento
speciale a :
ElfoMikey : Non sai quanto sia felice che
questa storia ti piaccia. E’ diversa dall’altra,
è la prima che ho scritto. E’
stata molto dura conciare Mikey in quel modo! Però.. povero,
lo faccio sempre
soffrire!!! Il mio prediletto… mah, l’ho detto che
la mia mente è malata!
Aspetta di leggere i prossimi capitoli… per scriverli ho
sudato O.o
Grazie Mille Honey!!! Sei il mio mito! Spero
ti piaccia anche questo!! KISSONI!!!
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Era
notte fonda.
Gerard era nel letto
di Frank,che invece dormiva sul divano.
Erano le tre e non
riusciva a dormire a chiudere occhio.
La luna filtrava dalle
persiane socchiuse,illuminando il suo sguardo perso.
Si guardò intorno.
Osservò per un
momento la camera, poi,t ornò ad osservare il soffitto.
Una sensazione di
impotenza lo assalì.
Il suo respiro
diventò sempre più corto, un formicolio negli
arti, il cuore a mille, la vista
annebbiata..
"No..no...a-aiuto..."
disse con voce bassa e sottile. Cercò di calmarsi con gli
occhi ormai pieni di
lacrime. Si alzò e tenendosi al muro scese le scale, una
lacrima gli rigò il
viso accaldato.
Lentamente si
avvicinò al divano.
"Frank… F-Frank..."
"Gerard?"
"Aiuto." disse
mentre si portava una mano al petto con le lacrime che ormai gli
bagnavano il
viso. Frank immediatamente si alzò per prendere Gerard che
stava per
accasciarsi per terra e farlo sedere.
"Respira con me…
uno… due... tre... dai..." Gerard seguì il suo
respiro e intanto Frank gli
teneva una mano e con l'altra gli accarezzava la fronte facendoli
capire che
lui era lì, lì per lui.
Dopo che il respiro
di Gerard si ristabilizzò corse in cucina a prendere
dell'acqua.
"Tieni, bevi."
Frank continuò ad accarezzarlo, dolcemente, con il cuore che
batteva forte,
troppo forte.
Dopo aver bevuto il
ragazzo posò il bicchiere sul tavolino accanto al divano.
"Vieni, ti
accompagno di sopra." disse Frank orgendoli una mano.
Salirono le scale
insieme,Gerard faceva fatica a stare in piedi perchè le
gambe non lo reggevano.
Entrarono in camera e
Frank lo aiutò a stendersi.
"Cerca di
dormire ora..." dopo averlo accarezzato ancora un po’ si
alzò.
"Resta con me...
non lasciarmi solo..." disse Gerard con le lacrime agli occhi. "Non
lasciarmi solo...."
"Non ti lascio
solo... te l'ho promesso..." e così si mise sotto le coperte
bianche come
la neve, come il volto dela ragazzo che gli stava accanto..
"Frank?"
"Dimmi..."
"Grazie..."
Frank si girò e gli sorrise con dolcezza.
"Ti voglio bene
Gerard." gli baciò una guancia.
Gerard lo baciò sulle
labbra.
Aveva il bisogno di
sentire quelle labbra morbidi sotto il tocco leggero delle sue. Di
sentire il
corpo caldo contro il suo.
Fece incontrare le
loro lingue,inebriandoli di piacere.
Preso da quel bacio
si posizionò su Frank.
Seduto sul suo
bacino,continuava a baciarlo. Con le mani gli toccò
l'addome. Frank intanto
fece scorrere le sue mani lungo la schiene dell'altro. Gli tolse la
maglietta, accarezzando
il dorso nudo si Gerard, acarezzando la pelle vellutata. Intanto il
bacio
continuava, provocando un piacere che si faceva sempre più
evidente ed intenso.
Frank portò le sue mani sui fianchi di Gerard che comincio a
muoversi col
bacino portando le sue dita fra i capelli del primo. Frank
inserì le sue mani
calde nei boxer di Gerard toccando quei glutei rotondi e perfetti.
Lentamente cerco
di liberarlo dei vestiti.
Gerard gemette,
"No Frank… io… non…
non sono pronto..." Frank di fermò guardandolo negli occhi.
"Non ora
ti prego.."
"Non preoccuparti…" lo baciò e si mise di fianco
a lui.
"Scusami… "disse
Gerard.
"Non ti devi
scusare... ho corso troppo..." lo cinse con un braccio e Gerard si
abbandonò a lui.
Si presero per mano.
"Incontrerò i
tuoi occhi in questa piscina di sangue." bisbigliò Gerard.
Frank chiuse gli
occhi.
Si voltò e gli baciò
la fronte.
Insieme si
addormentarono.
Stettero tutta la
notte l'uno stretto all'altro.
____________________________________________________________________________
Ecco
il tredicesimo che spero tanto sia di vostro
gradimento!
Una
preparazione a uno dei capitoli più importanti!
ElfoMikey:
Mikey si libererà, non preoccuparti! ^^ Non
hai idea di quanto sia importante per me sapere che quello che scrivo
ti vada a
genio! Questa storia è la prima che ho scritto e non hai
idea di quanto sia
importante per me! Grazie Honey! Grazie mille!
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
CAPITOLO 14
I giorni passarono ed
entrambi si innamorarono sempre più l'uno dell'altro.
Nessuno sapeva di loro
due. Gerard continuò a dormire da Frank fino a che Mikey non
tornò a casa.
"Mamma,hai preso
tutto?"
"Si
Mikey..Gerard aiuta tuo fratello.."
"No mami,ci
riesco da solo." Mikey portava le stampelle.
Entrarono in
ascensore e arrivarono fino al parcheggio. In macchina gli aspettavano
Mary e
Frank.
"Gerard aiutalo
a salire."
"Mamma!Ci riesco
da solo cavolo!"
"Metti il
cappello almeno cucciolo.."Donna gli ficcò il cappello
grigio,di cui Mikey
non poteva fare a meno.
"Mamma..."ringhiò
Mikey.
"Scusa
piccolo"Gerard mise le borse nel bagagliaio e Frank scese per dargli
una
mano,
"Ti
aiuto.."disse sorridendo.
"Ok"nel
chiuderlo le loro mani si sfiorarono.
Salirono in macchina
. Mikey sulla destra,Gerard al centro e poi Frank. Per tutto il viaggio
le due
signore non fecero altro che parlare delle loro ricette,Frank e Gerard
si
tenevano per mano senza farsi vedere. Mikey però se ne
accorse,come si accorse
di tutti li sguardi,di tutti i sorrisi.
Arrivati a casa
scesero e entrambi aiutarono
Mikey a salire le scale,Gerard poi arrivato in camera del fratello
aprì le
borse per svuotarle e sistemare il contenuto.
"No Gee,non
preoccuparti,faccio io.."Mikey sorrise.
"Ok,allora noi
andiamo in camera mia. Se hai bisogno di aiuto chiamaci."
"Ok."Frank
e Gee uscirono per entrare nella stanza di fronte. L'ultimo i
avvicinò alla
tavolo per prendere un cd,intanto l'altro gli cinse l'addome con le
braccia e
iniziò a baciargli il collo. Gerard si girò
catturando le sue labbra
posizionando le braccia intorno al collo di Frank che fece scorrere le
sua mani
fino ai suoi glutei. Si baciarono con foga. Poi Frank spostò
le sua mani sulla
cintura di Gerard,sbottonandola,poteva sentire la sua erezione.
"No
Frank,potrebbe entrare Mikey.."
"Ok..mi
fermo.."gli disse parlandogli sulle labbra,poi prese il suo viso fra le
mani e lo baciò con un tocco lieve. Passarono tutto il
pomeriggio fra coccole e
musica.
"Ehi,è
sabato..usciamo?"chiese Gee,
"Ok."così
presero le giacche e insieme scesero.
"Vieni andiamo
al parco.."disse Gerard. Camminarono per le strade deserte di
Belleville
fino ad una panchina. Li si sedettero.
"Ho scritto una
canzone.."
"Davvero???"
"Si..non mi
convince molto..però volevo trovare una melodia...mi
aiuteresti?"
"Certo...perchè
non ci vediamo domani mattina magari esce fuori qualcosa.."
"Ne sarei
felice!"Gerard sorrise guardandolo negli occhi. Frank non
riuscì a
resistergli,ogni volta una forza oscura lo trascinava verso di
lui,così,si
avvicinò e lo baciò.
"Sai Jamia..non
saprei..nemmeno lo conosco.."
"Dai è carino
Lyin-Z..ci sono stata insieme l'anno scorso.."
"Non lo
so.."disse la ragazza che era con lei. Passeggiavano per il parco in
cerca
di qualcosa da fare.
"Hey!Guarda!Sono
due ragazzi quelli che si baciano.."
"Già,hai
ragione!Uno sembra Frank.."
"Ehm..Jamia..quello
è Frank!"
"Cosa?"trascinò
la ragazza dietro una siepe in modo che non avrebbero potuto vederle.
"Cazzo!Hai
ragione!"bisbigliò nel momento in cui i due si divisero.
"E io sono stata
mollata per un ragazzo?!?!Bene..questa me la paga..vieni!"le due
ragazze
si allontanarono sparendo nel buio della sera.
"Hey,ti va una
birra?"chiese Gerard.
"Certo..mai
rifiutare una buona birra fresca.."
"Andiamo al
pub?"
"Troppa
gente.."
"Dove andiamo
allora?"
"Casa mia è
libera..andiamo li?Le compriamo e c ne stiamo soli..."
"Mmm..interessante...ok
topolino!"
"No ti
prego..non chiamarmi anche tu topolino!"
"Ok..Frank!"sorrise
maliziosamente. Arrivarono ad un market ancora aperto. Presero due
birre e si
diressero verso casa. Frank tirò fuori il suo mazzo di
chiavi.
Entrarono in casa e
entrambi si sedettero un cucina. Stapparono le birre e nel buoi si
sedettero
sul divano. Frank era poggiato con la testa sulle gambe di Gerard che
poco dopo
fece scontrare le loro labbra.
Dolcemente si
baciarono.
Frank si alzò senza
staccare le sue labbra. Gerard dopo spostò la bocca sul suo
collo,mordicchiandolo e baciandolo,eccitandolo con il suo respiro caldo
sulla
pelle. Entrambi si desideravano. Gerard tornò alla sua
bocca.
Lo baciò
violentemente.
Senza staccare le
loro labbra salirono le scale diretti in camera.
Gerard sfilò la
maglia a Frank. I raggi argentei illuminavano il suo viso,fece scorrere
le sue
mani sul suo torace nudo, Frank lentamente sbottono la camicia di
Gerard mentre
catturava le sue labbra umide. Sospirò piano quando Gerard
comincio a
sbottonargli la cintura baciandogli l'incavo della spalla.
Le loro pelli
scottavano. Frank spingendolo lo condusse sul letto.
Continuò a baciarlo,
baciarlo violentemente,come se volesse impadronirsi di quelle labbra.
Baciando il suo
addome gli slacciò i pantaloni.
Completamente nudi
l'uno sull'altro,con i raggi della luna che rendevano tutta la stanza
argentata. Il loro piacere che aumentava alimentato dall'amore che li
univa.
Si amarono a lungo
con dolcezza sul quel letto.
Si amarono come mai
avrebbero fatto.
Vennero insieme e
insieme si stesero l'uno accanto all'altro in quella stanza buia,l'uno
abbracciato all'altro.
"Ti farò vedere
quanto tu significhi per me ,come la neve cade sotto un cielo
deserto..fino
alla fine di ogni cosa.."disse Gerard.
"Ti amo"
"Ti amo anch'io
Frank.."nel buio della notte si addormentarono,felici.
Bene, scusate il ritardo ma ho
avuto parecchio da fare,
spero che questo capitolo vi piaccia!
ElfoMikey: Honey! Menomale che
ci sei te! Ecco a te il capitolo
14! Anche se sai come si svolge la storia…
Rou: Grazie! Davvero ti piace
tanto? Oh mio dio, tutta
insieme??? Non so davvero che cosa dire! Spero veramente che ti piaccia
questo
capitolo! A presto! XD
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Erano circa le 10.30
quando Gerard aprì gli occhi.
Si guardò intorno.
La stanza era ancora
immersa nel buio. Frank era abbracciato a lui. Ranicchiato sotto le
coperte.
Il suo respiro era
costante e tranquillo. I
capelli davanti al viso,la bocca semiaperta. Gerard si rese conto di
essere
nudo. I ricordi della notte precedente gli tornarono alla mente.
Quel corpo caldo
premuto sul suo, quelle labbra incastrate alle sue, quell'amore che
aumentava
in ogni istante. Il suo addome era circondato dalle braccia di Frank
che aveva
la testa poggiata sul suo torace, le gambe sulle sue, ma aveva indosso
maglietta e boxer.
Sorrise guardandolo.
Frank muovendosi si
spostò, poi aprì gli occhi. Guardò
Gerard e sorrise, poi l'altro si abbracciò a
lui cercando coccole che subito ottenne.
Frank cominciò ad
accarezzargli la fronte ed i capelli.
"Buon
giorno..."disse Gee.
"Buon girono
tesoro.."rispose Frank baciandolo sulla fronte.
"Che ora
è?"
"Ehm..le 10.30
circa..."
"Cazzo!!!Io non
ho avvisato mamma,non sa che sono qui!!!"Gerard si mise a sedere di
scatto
portandosi una mano alla fronte.
"Vieni qui, non
preoccuparti. Sono sceso stamattina presto e sono andato ad avvisarla.
Ho
inventato una scusa e mi ha dato della roba per cambiarti. Ora mia
madre è da
lei..biscotti.."Gerard si rilassò. Tirò un
sospiro di sollievo e si stese.
"Grazie...mi
dispiace che ti sia svegliato presto per questo.."
"Lo faccio con
piacere.."sorrise."Mmm..qualcuno è nudo sotto le
coperte.."Frank
allungo le braccia e cominciò a fargli il solletico.
"No.Frank!!!Basta
ti prego!!!"Gerard si dimenava come un'anguilla cercando di evitare
quelle
dita ridendo come un pazzo."Dai..ti prego.."
"Okay..la
smetto..però copriti perchè il mio istinto
animale potrebbe colpire
ancora.."Gerard rise.
"Posso farmi una
doccia?"
"Certo!Vieni ti
prendo un asciugamano.."mentre Gerard si dirigeva in bagno Frank
aprì l'armadio
e prese un accappatoio.
Sentì l'acqua battere
sul fondo della doccia.
Entrò in bagno.
Gerard era sotto il
getto caldo e trasparente.
"Lo appendo
qui.."
"Ok...."
"Vado a
preparare la colazione"
"Frank?"
"Si?"
"Tu non fai una
doccia?"
"Si,dopo di
te."
"Ti va di
entrare?"
"Okay.."sorrise
e si spogliò, nudo entrò nella doccia.
Gerard era sotto
l'acqua. Aveva i capelli,il viso,le labbra bagnate. Ancora una volta
Frank si
rese conto di quanto fosse bello e di quanto fosse fortunato.
Gee si spostò
facendogli posto.
"Gerard?"
"Si?"Frank
si avvicinò a lui e catturò le sue labbra. Gerard
rispose al bacio poggiandosi
al muro freddo e bagnato. Quel contatto gli provò un brivido
e Frank se ne rese
conto, così mettendogli le mani dietro la schiena lo
portò a se così che non
avesse più freddo.
"Ti
amo"disse Frank sulle sue labbra.
"Anch'io.."dopo
essersi lavati uscirono dalla doccia e si vestirono. Scesero e
riempirono le
tazze con del caffè.
"Forse è meglio
se torni a casa.."
"Ok..vengo con
te. Mamma è lì." Frank prese la chitarra e
insieme uscirono diretti
all'abitazione di fronte.
"Mamma?"
"Ciao
piccolo!Vieni,ci sono i biscotti!"nell'aria aleggiava odore di vaniglia
e
cioccolato.
"Buon
giorno"disse Frank.
"Oh,zuccherino!"rispose
Linda con le mani in una ciotola. Donna,col viso sporco di farina,
porse ai due
ragazzi un piatto con sopra dei biscotti.
"Sono
buonissimi!"risposero in coro.
"Cosa avete
intenzione di fare oggi ragazzi?"
"Ma,non lo so...io dovrei finire un progetto di scienze con Bob."
"Io dovrei
studiare algebra..ehm...noi andiamo di sopra...Frank deve insegnarmi
qualcosa
alla chitarra,"
"Ok..."insieme
salirono la scalinata diretti alla camera di Gerard,
"Ciao Mikey!Come
stai?"
"Ciao Gee!Bene
bene...ciao Frank!!"
"Ciao Mikey!"I
due ragazzi entrarono in camera e Frank chiuse la porta alle sua
spalle.
"Frank..Jamia
che fine ha fatto?"chiese Gerard stendendosi sul letto.
"Bè..ecco...non
lo so. Dopo che ci siamo lasciati non l'ho più rivista. Ho
trovato
qualcun'altro che mi ha rubato il cuore!"
"Mi chiedo chi
sia..."Frank lo bacio delicatamente e si mise vicino a lui.
"Oggi mi portano
al cimitero."disse infine Gerard malinconico.
"Vuoi che ti
accompagni?"
"No non
preoccuparti..."
"Ne sei
sicuro?"
"Si..facciamo
qualcosa stasera?"
"Facciamo qualcosa
stasera...si si..."Frank fece una smorfia per sembrare sexy.
"Ma
dai..."Gerard rise e gli tirò un pizzicotto nel fianco.
Quella risata gli
riempì il cuore di gioia.
"Ai..."
"Intendevo,usciamo,andiamo
da qualche parte?"
"Veramente oggi
ho le prove con i ragazzi..perchè non vieni?"
"Ehm..non lo so...sarei.."
"Daiiii..così ti
presento il gruppo..ti presento come..."
"Come?"
"Come il mio
fidanzato..."Frank si girà e lo guardò negli
occhi.
"Oh
Frank..!!"
Si,lo amava.
Gerard si era
innamorato.
Si sentiva accettato
e amato da qualcuno. Si sentiva importante per qualcuno. Al mattino si
svegliava con la voglia di affrontare la giornata,perchè
c'era qualcuno che
aveva bisogno di lui. Si sentiva desiderato,sapeva che c'era qualcuno
che non
l'avrebbe mai abbandonato. Stava provando a cambiare,a cambiare per
amore. Di
cambiare quella parte del suo carattere che odiava il mondo. Un mondo
che
cominciava a d amare,uno mondo che gli aveva dato Frank. Iniziava a
credere
nell'amore,quello vero,che ti fa star bene,che ti fa
sognare,quell'amore
sincero e infinito che solo pochi riescono ad ottenere.
Lui ci era riuscito.
Aveva l'amore di un
ragazzo dolce e sensibile che non gli aveva lasciato quando tutto il
mondo gli
aveva voltato le spalle.
"Ti vedo
sdraiato accanto a me con parole che non avrei mai pensato di
dire,sveglio e
senza paura,addormentato o morto....Non ho paura di continuare a
vivere,non ho
paura di camminare da solo
per questo mondo. Tesoro se tu resti,sarò perdonato.
Niente di quel che potresti dire mi impedirebbe di tornare a
casa..."Frank
si girò di scatto,gli occhi cominciarono a diventargli
lucidi.
"Frank...grazie..."Gerard
si spostò e lo baciò. Un bacio dolce e lento. Sul
viso di Frank caddè una
lacrima. Una bacio,un bacio che racchiudeva tutto il loro amore,un
bacio che
avrebbero voluto durasse per sempre.
La sera arrivò. Bob
passò da Frank che prima di salire in auto chiamò
Gerard.
"Ciao
ragazzi!"
"Ciao!"risposero
gli altri due in coro. Frank sorrise a Gee,che ricambio strizzandogli
un
occhio. Bob li guardò stranito.
"Frank ieri ho
visto Jamia con un'altro..."
"Mi fa
piacere"
"Davvero??"
"Si,io..mi sono
innamorato..."si girò e guardò Gerard che era
seduto dietro. Gli sorrise.
Bob notò quegli sguardi.
"Vuoi dire che..."
"Si.."
"E chi è?Perchè
non mi avete detto nulla?"Gerard scoppiò in una risata dolce
e sincera.
"Che gran pezzo
di cretino!!"Frank lo guardò dandogli uno schiaffo dietro la
testa.
"Aia..ma cosa ho
fatto?"
"Io e Gerard
stiamo insieme.."
"Ah..voi
due..tu..lui..."
"Si Bob è il mio
fidanzato"disse Frank guardandolo.
"Ho capito,ho
capito..."si girò e sorrise."Se devo essere sincero..sono
contento...avevo notato qualche cambiamento in te...cambiamenti
positivi..."Gerard mise la testa frai due sedili.
"Potete mettere
un po’ di musica?"
"Certo
amore..."frank gli baciò una guancia. Bob sorrise felice per
il suo
migliore amico.
Accese lo stereo. un
cd dei Misfits inondò l'auto.
"Gli latri sono
già li?"chise Gerard.
"Credo si
si.."Frank gli sorrise e gli strinse una mano.
"Quanto
manca?"
"Siamo arrivati
Gee.."La macchina si fermò. I ragazzi scesero e si avviarono
al garage.
"Ragazzi!"
"Finalmente
Frank!Cazzo..mai una volta in orario..."rispose il chitarrista.
"Il mio autista
è un po’ lento."
"Non sono lento..sono
solo prudente!"si difese Bob.
"Chi è il tuo
amico?"chiese il batterista.
"Lui è
Gerard.."
"Salve
ragazzi.."
"é il
mio...fidanzato!"I ragazzi lo guardano accigliati.
"Ah..davvero??"
"Si.."
"Grande
Frank!Niente più stronzate!"disse il bassista abbracciandolo.
"Dai..cominciamo.."disse
il chitarrista.
Eccomi ancora qui
ragazzi!
Spero davvero che questo
capitolo, anche se inutile vi piaccia!
La storia l’ho quasi
finita ma ci vorrà ancora un po’ per postare i
dieci capitoli che la separano
dalla fine.
ElfoMikey: Honey!
GRAZIE! Il capitolo arriverà presto e non sai quanto si
importante per me
sapere che ti piaccia!!!!!!! Ti adoro Grè! Grazie di tutto!
Grazie per i
sorrisi! XD
VampireKnight:
Capirai più in là cosa combinerà
quella ragazza. Sono contenta che ti piaccia!
Non sai quanto! Spero che anche questo ti piaccia come il capitoli
precedenti!
Rou: Ciao! Waaaaa!!! Mi
sento onorata! Questa è al storia che meno mi convince e
sapere che piace per
me è davvero tanto importante! Oddio spero che non ti
annoierà!
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
“Gee?”
la testa del piccolo Way fece capolino oltre la porta.
“Si?” Gerard era sul letto che sistemava alcuni
suoi disegni, sorrise al
fratello che lentamente e silenziosamente entrò in camera.
“Ascolta… Ehm… Tu e Frank…
Bhe… ecco… Siete…?” disse
con tanta ingenuità.
All’istante l’altro diventò rosso, non
sapendo cosa dire. Una domanda che lo
aveva colto alla sprovvista la sua, la domanda di un fratello curioso
che si
preoccupa del fratello.
“Come…” Gerard abbassò lo
sguardo. Avrebbe potuto mentire, ma ciò che provava
per quel ragazzo era troppo importante per lui, il suo amore,
quell’amore
semplice e sincero era troppo forte per essere tenuto nascosto agli
occhi di
quel fratellino dolce e timido.
“Io lo sapevo!” disse allegramente
l’altro abbracciando il fratello maggiore,
con tutta la forza che possedeva.
“Cosa?” Gerard sgranò gli occhi sorpreso
dalla reazione del fratello.
“Cavolo, tu sorridi! Forse non te ne rendi conto, ma sorridi
come non hai mai
sorriso! E se Frank ti fa questo effetto io sono ancora più
felice di te!” le
parole di quel piccolo ragazzino per Gerard valevano più di
ogni altra cosa al
mondo, saper che era felice per lui, che era contento, riempiva il suo
cuore
malato di immensa gioia.
“Poi i tuoi occhi, sono così…
Così… Brillano!” tanto era
l’entusiasmo e la
felicità di quel piccolo ragazzo che stava vedendo il
fratello, che dopo tanto
tempo, aveva acquistato il coraggio per sorridere alla vita
fregandosene di
quel che di brutto c’era.
“Ascolta, ma sono l’unico a saperlo?”
“Si, cioè no. Lo sanno Bob, suo migliore amico, e
il suo gruppo.”
“Wow, Frank ha un gruppo?”
“Si si.”
“Ragazzi c’è Frank!” la voce
di Donna pose fine a quella conversazione.
“Arriviamo!” risposero in coro.
“Mamma lo sa?” chiese Mikey avvicinandosi alla
porta.
“No e tu di certo non glielo dirai!” dice Gerard
puntandogli un dito contro.
“Okay okay, non ti preoccupare. Cosa non devo
fare?”
“Mikey!”
“Okay, scherzavo.” detto questo il ragazzino usci
dalla camera diretto alla sua
per prendere il suo zaino.
Con un largo sorriso Gerard si direbbe verso le scale cominciandole a
scendere,
pensando ancora alla conversazione avuta con il fratello.
Stupefacente in cuore che egli possedeva, quanta bontà fosse
contenuta in quel
piccolo muscolo che ritmicamente batteva all’interno del suo
fragile petto.
Perso nei suoi pensieri non notò Frank, che
dall’ingresso guardava.
I capelli neri gli ricadevano delicati sul viso mentre con quei suoi
grandi
occhi nocciola, luminosi e limpidi, lo guardava.
Un sorriso si fece largo sul viso di entrambi, un sorriso sincero, un
sorriso
spontaneo e quasi imbarazzato, un misto di emozioni.
Era il suo fidanzato e mai nessuno avrebbe potuto portarglielo via.
Scendeva
le scale con un leggero sorriso sulle labbra.
La mente chissà dove.
Quel ragazzo che aveva conosciuto in una stanza d’ospedale
stava cambiando.
Quel ragazzo che aveva cercato di porre fine alla sua vita stava
cambiando.
“Buon girono!” disse Gerard allegro.
“Buon giorno.” Disse Frank in un sussurro.
Rimasero a guardarsi per qualche secondo, ammaliati.
Mikey tossì.
“Buon giorno anche a te Frank.”
“Oh scusa Mikey. Buon girono!” disse
scompigliandoli i capelli.
“Bene, mamma noi andiamo!” disse il piccolo Way
trascinadoli oltre la soglia di
casa.
Gerard si sporse verso Frank baciandogli delicatamente una guancia.
L’altro
guardo un attimo perplesso gli occhi verdi che si trovavano affianco a
lui, poi
spostò lo sguardo su Mikey.
“Don’t worry, so tutto.” Frank tiro un
sospiro di sollievo e poi parandosi
davanti a Gerard lo bacio dolcemente.
“Capisco che non potete vivere l’uno senza
l’altro, che vi amate alla follia,
ma per favor, evitate di fare certe cose, almeno quando ci sono io!
Come siete
sdolcinati.” Disse Mikey scuotendo il capo causando le risate
da parte degli
altri due.
E mentre insieme, mano nella mano, andavano a scuola, molta gente si
guardava a
guardarli, a guardare quel gesto così dolce e semplice.
Sguardi di disapprovo,
guardi acconsenzienti, perché pochi riuscivano realmente a
coglier quel filo
invisibile e sottile che li teneva uniti.
Quell’amore tenuto segreto a molti ma che finalmente era
uscito allo scoperto.
E non importava cosa gli altri avrebbero potuto pensare di loro,
perché
l’importante, per quei due ragazzi, era vivere ciò
che li legava con
semplicità.
Tutto ciò che li circondava non aveva importanza, tutto
quando erano l’uno
affianco all’altro, passava in secondo piano.
“Oh
guarda Lyn-z.” disse Jamia
rivolta alla sua amica.
“Chi?”
“Ciao Frank! Quando avevi intenzione di parlarmi della tua
nuova fiamma?” disse
Jamia con un leggero sorrisetto.
“Chi cosa vuoi?” con freddezza rispose Frank.
“Niente, sono qui in pace.” disse lei alzando una
mano. “Volevo presentarvi una
mia amica. Lyn-z loro sono Frank e…”
“Gerard.” Rispose quello porgendogli al mano.
Lyn-z era una ragazzina dai lunghi capelli neri, occhi a mandorla, neri.
“Ciao Gerard, piacere di conoscerti!” disse lei con
un enorme sorriso stampato
sul viso.
Quel sorriso, quello sguardo provocò un odioso senso di
gelosia in Frank.
"Non ti ho mai visto qui...quanti anni hai?"
"Diciassette...
mi sono
trasferito qui a settembre."
"Da
dove?!
"Newark.."
"Ho
dei parenti lì!"
"Davvero?"
“Si
si.
Cos’hai ora?”
“Lettere.”
“Anche io!” rispose ancora più
sorridendo al ragazza. Frank, provò ancora
quelle fitta.
“Io vado in classe. Ci vediamo dopo.” disse infine,
infastidito da quella
conversazione, infastidito dal sorriso compiaciuto che Jamia aveva sul
viso.
Poso un bacio sulla testa di Gerard e spari nel gruppo di ragazzi che
al suono
della campanella si dirigevano nelle rispettive classi.
“Ragazzi, a vado anche io.” Disse Jamia
abbracciando l’amica.
I due ragazzi rimasti soli si diressero al piano superiore in quella
che era la
classe di lettere.
“Signor Way, finalmente si è deciso a degnarci
della sua presenza. La smetta di
amoreggiare con al signorina e vada a sedersi.”
“Mi scusi.” Il professore rimase stranito da quel
piccolo gesto.
Gerard Way, non aveva mai chiesto scusa.
Al
suono
della campanella, quella che mise fine ad una dura giornata scolastica,
Gerard
corse fuori. Aveva bisogno di vedere ancora quegli occhi, quel sorriso,
i
sentire quella voce che riusciva sempre a farlo sorridere.
Uscì con il cuore che gli scoppiava di gioia e lo vide. Lo
vide lì seduto su
quel gradino con una sigaretta in mano.
Era lì, che pensava. Pensava a Gerard, pensava a Jamia,
pensava a Lyn-z. Sapeva
che qualcosa sarebbe successo. Quella ragazza, Jamia, riusciva sempre
ad
ottenere tutto quello che voleva, anche se per raggiungere
lì obbiettivo,
doveva far soffrire le persone. Sapeva che qualcosa sarebbe successo.
Nella sua
mente rivedeva qual sorriso, gelido e meschino, glaciale, quel sorriso
perfido
e finto come quello di una bambola di plastica.
“Indovina chi sono?” qualcuno gli coprì
gli occhi, ma lui, non poteva non
riconoscere quella voce, quella voce inconfondibile che con tutto il
cuore
amava. Portò le sue su quella pelle liscia
e morbida.
“Mah, non saprei…” Gerard sorrise e
posò un dolce bacio sulle sua labbra.
“Ora?” continuava a tenergli le mani sugli occhi.
“No, non credo di aver capito.” Rispose Frank con
un sorriso malizioso sul
viso.
Gerard lo baciò ancora, poi sposto le sua mani.
“Ciao sugar.” Disse Frank sorridendo.
“Ciao!”
“Com’è andata?” chiese Frank
dopo che il ragazzo gli si sedette accanto.
“Bene. Abbiamo iniziato un nuovo progetto di lettere. In
coppie.”
“Con chi lavorerai?”
“Lyn-z.”
“Lyn-z?”
“Lyn-z.”
“Lyn-z.”
“Ti si è bloccato il disco?” chiese
Gerard alzando un sopracciglio.
“No, no.”
“Non dirmi che sei geloso?” Gerard sorrise.
“Io? Oh no…”
“Dai vieni, andiamo” disse il più
piccolo alzandosi a attirandolo a sé.
Incrociò le braccia intorno al suo collo.
“Non lasciarmi mai Gee.” Sussurrò Frank
sulle sue labbra.
“Mai.” Era la verità, ma Gerard, infondo
al cuore sapeva che non sarebbe stato
così.
Eccomi
qui a voi!
Capitolo 16! E ho dovuto riscriverlo perché faceva proprio
pena! (peggio di
questo)
Spero comunque vi piaccia.
Un ringraziamento
speciale và alla mia socia e a tutti i sorrisi che ogni
giorno mi regala. Ti
voglio bene Grè!
E grazie
alla mia cuginetta che adora tanto questa storia.
Chemical
Lady: Non so che cosa dire? Davvero ti piace? Tutta d’un
fiato? O.O Me onorata
e felicissima!!! Presto succederanno cosette abbastanza interessanti..
si si.
ElfoMikey:
Honey! Di questo capitolo hai letto la vecchia versione! L’ho
riscritto! Non mi
piaceva com’era venuto. Così in un momento di
ispirazione l’ho rifatto e spero
davvero che ti sia piaciuto. Ti adoro!!!! < 3
VampireKnight:
Odio, grazie mille! Davvero ti piace tanto la parte
sull’amore? *.* Spero
che anche questo capitolo ti piaccia
come il precedente, davvero, lo spero con tutto il cuore.
Rou:
Waaa! Grazie! Ecco a te il capitolo! Non succede molto ma spero ti
piaccia!
Baci,
Rò
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
La
porta si aprì lentamente.
Frank era steso sul
letto perso nella
musica, perso nei suoi pensieri.
Udendo dei passi si voltò a guardare chi aveva disturbato al
sua quiete.
Abbozzò un sorriso, finto, tirato, e chiudendo nuovamente
gli occhi si girò sul
fianco apposto.
"Ciao Frankie..." udendo dei passi si voltò a guardare chi
aveva
disturbato al sua quiete. Abbozzò un sorriso, finto, tirato,
e chiudendo
nuovamente gli occhi si girò sul fianco apposto.
Gerard si avvicinò al letto sedendosi di fianco al ragazzo,
poggiando
dolcemente una mano sul suo fianco.
"Cos’ hai? Amore… è successo
qualcosa?"
"No, niente... E’ tutto
okay..."
"A me puoi dirlo... Lo
sai..." Frank si alzò mettendosi a sedere e passandosi una
mano sul viso
guardò quegli occhi che tanto amava, quegli occhi che alla
luce del sole si
coloravano di un verde
brillante, come i
prati del New Jarsey che tanto amava.
"Frank…"continuò Gerard con voce incrinata. Non
sopportava vederlo
così, non sopportava vederlo triste, era parte del suo
cuore, Frank, ormai, lo
amava più della sua stessa vita, una vita destinata a finire.
"Ho paura..." disse
infine Frank guardando il muro bianco davanti a lui. Già,
Frank Iero, per la
prima volte aveva paura, aveva paura per tanti motivi. Aveva paura di
perdere
ciò che aveva con fatica costruito, di perdere
l’amore di quel ragazzo che ogni
giorno gli regalava sorrisi, emozioni.
"Di cosa?"
"Di perderti.."di perderti
disse in un sussurro.
Poggiando una mano sul suo mento Gerard lo costrinse a guardarlo negli
occhi.
Dolcemente gli asciugo quella lacrime solitaria che cadeva lenta sulla
sua
guancia rosea.
Gerard baciò quelle labbra tirate in un sorriso amaro.
"Frank.. Io... Non mi
perderai mai. Io, Ti amo. E’ grazie a te se ora sorrido,
è grazie a te se la
vita non mi fa più paura. E’ grazie a te se sono
ancora qui, se ora sono vivo. Mi
hai dato la forza per guardare avanti…" sussurrò
Gerard mentre i suoi
occhi iniziavano a riempirsi di lacrime."Non ti lascerò
mai..." quelle
parole provenivano dal cuore. Parole sincere che mai avrebbe creduto di
poter
dire a qualcuno. Erano… vere.
Ci sono avvenimenti nella vita,
accadono cose che mai avresti creduto possibili, e Gerard lo aveva
appena
scoperto. La sua vita era cambiata quando incontrò quel
ragazzo, quando quel
ragazzo lo salvò, in quella notte buia e fredda.
"Frank… Guardami…" ma
lui non ci riusciva, per questo mentre Gerard parlava lui guardava in
basso.
"Ti amo Frank…" una
lacrima gli scese lungo gli zigomi del ragazzo che gli stava di fonte,
quel
ragazzo che aveva paura, quel ragazzo che tanto amava.
"Gerard…" lo guardò
negli non sapendo bene cosa dire. Nel suo cuore, un misto di emozioni,
un misto
di sensazioni.
"Ho bisogno di te..." gli
sussurrò infine sulle labbra.
Gerard lo baciò, la baciò dolcemente, un tocco
leggero e delicato, poi
approfondì quel contatto.
Lentamente Frank lo spogliò.
Glia accarezzò il suo torace nudo. La palle delicata e
morbida, liscia come
senta, piacevole al tatto.
Spingendolo delicatamente si mise sopra di lui respirando a fondo il
profumo
della sua pelle.
Gli baciò l'addome mentre Gerard era pervaso da brividi,
causati proprio da
quel contatto, da quelle labbra morbide.
Gerard lo ricondusse a se
baciandolo ancora, quasi volendo fondere le loro anime.
Fece scorrere le sue mani sulla
pelle di Frank, all'interno della sue felpa, che con un movimento
veloce ma
delicato se la tolse, per poi tornare a guardarlo negli occhi.
Le loro pelli si toccarono.
Le loro pelli, scottavano.
I loro respiri si fecero sempre
più veloci, sempre più frequenti, sempre
più affannosi.
Entrambi nudi, entrambi stetti
l'uno all'altro, entrambi innamorati.
Non era solo un atto fisico
quello, no, non lo era.
Era la dimostrazione di un amore puro e dolce che era nato, quasi per
caso, fra
quei due ragazzi.
Si amarono e stanchi si stesero
l’uno fianco all’altro, l’uno abbracciato
all’altro.
Tutto era magico in quel momento, tutto era perfetto, ma si sa, le cose
belle
non durano per sempre.
Capitolo
alquanto inutile che
spero però vi piaccia.
Il prossimo
bhè… Non vi anticipo nulla ma è uno
dei più… Ehm, spero vi piacerà
anche quello. ^^
Ringrazio
ancora una volta la mia
adorata Greta… Oh moglie, grazie di tutto! Ti voglio bene!
Chemical
Lady: Jessika, ciao! Allora
su Lyn-z non anticipo nulla altrimenti ti rovinerei il 18. Ma sta
tranquilla,
non è lei il pericolo. Sono contenta che ti sia piaciuto,
tanto contenta! E
spero davvero ti piaccia anche questo (molto inutile!). Fammi sapere
dear! XD
Rou:
Per me possono andare
benissimo al rogo… Almeno nella mia storia. Davvero ti
piace??? Waaaaa! Sono troppo
contenta! E’ la prima cosa che ho mai scritto sui My Chem.
Grazie mille!!!!!
VampireKnight:
Il povero Gerard
ama Frank quanto Frank ama Gerard. Il problema è non
lasciarsi trasportare
dalle situazione. Nel prossimo capitolo spero non mi ucciderai e spero
che
questo ti sia piaciuto come gli altri! Grazie per i complimenti! XD
ElfoMikey:
Honey!!! Ho riscritto
anche questo ala fine, non mi piaceva per nulla. Spero che ti piaccia
questa nuova
versione, oddio, succedono le stesse cose, ma la forma è
diversa. Ti
adoooooooooooro!
My
Chemical Vavvy: Non ti
preoccupare, già perdonata. Sono contenta di sapere che al
mia fanfiction ti sia
piaciuta. Spero che ti piaccia anche
questo capitolo. Fammi sapere. A presto!
Baci, Rò.
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
L’inverno
lento avanzava, il freddo lento si faceva sempre più
pungente, lentamente il
loro amore diventava qualcosa che andava al di là di ogni
cosa.
Ogni emozione, ogni minima sensazione la vivevano insieme. Niente si
perdevano
l’uno dell’altro, perché troppo forte
era quel legame per essere spezzato.
L’amicizia di Gerard con Lyn-z diventava sempre
più forte e questo comportava
gelosie, nascoste quasi con vergogna da Frank. Ammettere che era
geloso,
avrebbe voluto dire che di Gerard non si fidava, e tutto Frank voleva,
tranne
che ferire o perdere il suo amato.
Se solo Jamia non si fosse presentata quella mattina forse…
Era
circa metà novembre.
Faceva freddo e fuori la pioggia cadeva insistentemente.
Non c’era vento. Nulla muoveva le foglie che secche erano
cadute sulla strada
bagnata.
Quella sera, molte cosa cambiarono.
“Gee, mi presteresti un momento la matita?” Lyn-z
era sul letto del ragazzo.
Ancora quel famoso progetto a cui insieme stavano lavorando. Erano
giorni che
la ragazza passava pomeriggi nella camera di Gerard.
“Si.” Il ragazzo gliela porse. Senza staccare lo
sguardo dalla finestra. Era lì
con il corpo, ma la mente era altrove. Era nella stanza di quella
finestra di
fronte. Quella stanza era buia. La stanza di quel ragazzo che non
vedeva da poche
ore, ma che già li mancava, che oramai gli sembrava
più importate della sua
stessa vita. E forse fu proprio questo lo sbaglio del giovane Gerard
Way.
“A che pensi?” chiese la ragazza già
conoscendo la risposta.
Sul volto di Gerard fece capolino un dolce sorriso.
“Frank.” Lyn-z abbassò lo sguardo. Il
tutto, le faceva male.
“Cosa c’è?”
continuò sussurrando il ragazzo.”
“E’ che… Io… Insomma, mi
chiedevo se mai riuscirò ad avere cioè che ha
lui. Il
legame che vi unisce è… Speciale.”
Gerard la accarezzo dolcemente e
delicatamente il viso.
“Hey. Cioè che ci unisce è un qualcosa
che tutte le persone ottengono, lo sai.
La felicità Lyn-z, è dietro l’angolo.
Non cercarla perché sarà lei a venire da
te.”
Fu allora che successe lì inevitabile, un qualcosa che mai
sarebbe dovuto
accadere.
Un cuore che batteva troppo forte, troppo velocemente. Un cuore che
scoppiava
d’affetto, che cercava solo un po’ di
felicità ignorando le parole che aveva
appena udito. Un gesto avventato che nessuno avrebbe voluto.
Un bacio.
Un tocco delicato e leggero da parte si una ragazza che si era
infatuata della
persona sbagliata.
“Amore guar-“ ma qualcuno in quel momento
aprì la porta.
Al suono di quella voce i ragazzi trasalirono e inevitabilmente gli
occhi di
Frank diventarono velocemente lucidi.
Tutte le sue paure, tutte le sue preoccupazioni, erano diventate
realtà.
Dalla sua bocca non usciva alcun suono, niente.
Lì sulla soglia di quella porta vedeva il suo affetto
sgretolarsi.
Una pugnalata al cuore, una lama lucida e fredda che trafiggeva quel
piccolo
muscolo che batteva all’interno del suo petto.
“Frank non è come sembra!” disse Gerard
con voce incrinata. Non riuscì a
rispondergli, non ne aveva la forza.
Si voltò correndo per le strade con gli occhi ormai piene di
lacrime. Scendeva
velocemente scappando dalla scena che si era appena ritrovato davanti.
La pioggia e l’aria fredda lo assalirono e il respiro sembro
mancargli.
“Frank!” lui non si voltò.
“Frank!”
“Che diamine vuoi!” urlò girandosi.
“Io… Io… Non è stata colpa
mia, io non vol-“
“Oh si certo! Non è colpa tua! E’ colpa
mia, io che sono entrato nel momento
sbagliato!” Frank non gli fece finire la frase. Sentiva la
rabbia salirli, la
tristezza farsi avanti. La delusione prendere il sopravvento nel suo
cuore.
“No Frank, no. Fidati… Io…”
“Io ti amo?” sul viso di Frank le lacrime si
confondevano con la pioggia
fredda. Chiuse per un momento gli occhi cercando di reprimere le
lacrime.
“Credevo di essere importante.” Disse poi in un
sussurro.
“Sei tutto per me! Cazzo Frank!” anche il viso di
Gerard era bagnato dalla
pioggia e dalle lacrime che cadevano veloci sul suo viso disperato.
“Ti farò vedere quanto tu significhi per me, come
la neve cade sotto un cielo
deserto, fino alla fine di ogni cosa. Menzogne. Erano tutte
bugie!” gridò con tutta
la rabbia che aveva in corpo.
Lo guardo negli occhi, ferito e ferito e Gerard sussultò,
uno guardo che mai
gli aveva preservato.
“No Frank…”
“No Gerard, non voglio essere preso in giro. Non voglio
soffrire.”
Sei solo un’altra canzone triste
senza
nulla da dire.
Bene, se credi che abbia torto, questo non ha mai significato nulla per
te.
Assolutamente nulla.
“Eri il mio presente. Eri il mondo. Eri Gerard,
eri.”
“Frank…” il ragazzo aveva la voce rotta
dal pianto. Non riusciva a continuare a
emettere suono. Quelle parole lo avevano trafitto come aghi nella
carne. Mille
aghi.
Frank abbasso lo sguardo sorridendo amaro. Lo guardò per un
attimo.
“Addio Gerard.” E così si
voltò. Nella notte, sotto la pioggia cominciò a
camminare.
“And bury me,in all my favorite colors,cause the heardest
part of this is
leaving you…” parole che gli uscivano dal cuore,
parole di un ragazzo che era
appena stato abbandonato da colui che gli aveva donato il sorriso.
Parole
sussurrate al vento.
Chiuse gli occhi mentre le lacrime scendevano calde sulla pelle.
“Sono solo un fottutissimo bastardo.”
“Gee, mi dispiace, io non volevo…”
“Vattene Lyn-z.”
“Ma…”
“Ho detto vattene!” urlò Gerard. Aveva
gli occhi rossi e gonfi, totalmente
bagnato dalla pioggia fredda.
La ragazza lo guardo con occhi lucidi e prendendo la sua roba
uscì dalla
stanza.
Non poteva essere vero.
Frank, lo aveva abbandonato.
Era solo, di nuovo. Solo, ancora.
Solo.
Era il suo punto fermo. Un dolore troppo forte quello di Gerard. Un
dolore che
lo bruciava lentamente dentro, un dolore più grande di
quello che già in lui
albergava.
‘Sei solo un’altra canzone triste.’
Faceva male. Il suo Frank.
La viste gli si annebbiò.
“Gee?”
“M-Mikey?” il ragazzino si precipitò su
di lui.
“Gerard! Fratellone! Che succede?” Mikey punto il
suo sguardo in quello di
gerard e per un attimo non lo riconobbe.
“Gee…” Mikey gli accarezzo dolcemente la
fronte.
“Frank…” fu allora che capì.
FU allora che capì cosa era successo sotto la
pioggia. Una morsa allo stomaco.
“Oh…” lo abbracciò. Voleva
che lui sapesse che c’era, che non era solo. Ma per
quanto si sforzasse il vuoto di certo non poteva essere colmato
così.
Mikey si alzò pendendo dei vestiti asciutti e una coperta.
Lo aiutò a
cambiarsi.
Lo sguardo di Gerard era perso nel vuoto.
Era pieno di dolore e Mikey si sentiva impotente.
Per la prima volta capì, cos’era l’amore.
“Io lo amo.” Disse con voce flebile Gerard mentre
si rannicchiava sul letto.
Mikey sorrise amaro.
“Lo so, lo so.”
Vi
prego, vi scongiuro non odiatemi!
Io, mie lettrici mi amo, e please non linciatemi!
Questo capitolo non mi convince molto in tutta sincerità e
spero con tutto il
cuore che vi piaccia come vi sono piaciuti gli altri capitoli.
Ringrazio
con tutto il cuore la mia Grè, che in ogni momento sa
donarmi un sorriso! Ti
voglio tanto bene!
E
ringrazio anche Jessica per l’enorme aiuto!
ElfoMikey:
Honey! Ho riscritto anche questo! Moglie i prego anche se
già lo sapevi… Non
uccidermi! Io ti voglio bene, io ti adoro…
Please… Amami! Scherzi a parte spero
che ti piaccia questa nuova versione!
Rou:
Ciao! Quel "Le cose belle non
durano per sempre”
credo tu abbai capito ora a che si riferiva. Spero ti piaccia questo
capitolo
come ti sono piaciuti i precedenti. Grazie, davvero! A presto cara!
Chemical
Lady: Ciao Je! Il qualcosa di tristissimo c’è
stato e
spero che ti sia piaciuto lo stesso. Sono contenta che questa storia ti
piaccia. Potrò sembrare ripetitiva a me come scrivi piace
tanto! ( lo sai) A
presto tesoro!
My
Chemical Vavvy: Ciao! Purtoppo… Li ho fatti lasciare. Le tue
previsioni era giustissime. Spero che non ti abbai delusa il capitolo
E’ stato
difficile scriverlo. Lo spero davvero…
Vampireknight:
Hey! L’orrendo sospetto, l’orrenda paura si
è
avverata! E ora spero davvero di non essere uccisa! Anche
perché se muoio io i
due vivranno per sempre infelici e scontenti. Sono contenta che ti sia
piaciuto
e spero ti sia piaciuto anche questo. XD
Jessromance:
Okay ora saltello e rido come una scema! Tutta d’un
fiato? O.O Me onorata! Oddio, grazie! Hai pianto davvero? O.O Purtroppo
il
casino è successo, inevitabilmente, Spero comunque che ti
sia piciuto. A
presto!
Baci,
Rò.
|
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
La
pioggia cadeva violenta, incessante e crudele.
Lo aveva fatto.
Era finita.
Non poteva crederci eppure lo aveva fatto.
Era finita.
Frank camminava per le strade deserte e fredde di Belleville.
Lo amava, più di ogni altra cosa al mondo, ma lui, lui aveva
tradito la sua
fiducia.
L’aveva baciata. Aveva pugnalato il suo cuore con
crudeltà, come se il tempo
passato insieme, come se le emozioni condivise insieme, fossero state
solo
finzione.
Camminava lentamente con la pioggia che gli bagnava il viso, che si
confondeva
con le lacrime che scendeva calde su di esso.
Mille erano i pensieri nella testa di Frank.
Forse non lo amava come diceva, forse era solo un passatempo, o forse
no. Dopo
quello che era successo, non sapeva più cosa pensare.
Un male, il suo, mai provato prima.
Chiuse un momento gli occhi concentrandosi sulla pioggia che silenziosa
si
infrangeva contro ogni oggetto, come quella notte, in cui
salvò la vita di quel
ragazzo che ora lo stava facendo soffrire.
Cosa avrebbe fatto ora? Come avrebbe potuto guardare quegli occhi tutti
i
giorni? Come avrebbe potuto dimenticare?
Aveva lo sguardo perso nel vuoto. Uno sguardo pieno di dolore,
sofferente.
Tutti quei momenti, cos’erano stati per Gerard?
Ogni momento, aveva perso qualsiasi significato.
Forse aveva preteso troppo?
Faceva male.
Magari, lui, ora era con lei, felici e sorridenti.
Gli occhi cominciarono nuovamente a riempirsi di lacrime che
continuavano a
scendere sul viso, lentamente.
Era finita.
Vagò solo per un po’, solo, sotto la pioggia che
non sembrava non avesse
intenzione di fermarsi.
Camminava senza una meta, camminava perdendosi nei ricordi, nei
pensieri, e
quando arrivò a casa nemmeno se ne rese conto.
Aprì la grande porta e lentamente si diresse in camera sua,
con i brividi che
lo attraversavano da capo a piedi.
Si avvicino alla finestra guardando attraverso il vetro. Guardo la
camera di
Gerard. La luce era spenta.
Con il cuore a pezzi e i capelli gocciolanti si voltò e si
diresse sul letto.
Su quello stesso letto, per la prima volta loro due si amarono e quel
pensiero
fu come un pugno nello stomaco.
Si tolse i vestiti bagnati e si mise sotto le coperte.
Chiuse gli occhi cercando di dormire, ma fu impossibile.
Gerard.
Se chiudeva gli occhi vedeva il suo viso, il suo sorriso, i suoi occhi.
Gli chiuse più forte cercando di trattenere le lacrime che
premevano per
uscire.
Era finita.
"Ciao
Frankie..."
“Ciao.”
"Che
hai? Amore… è successo qualcosa?"
"No,
niente... è tutto okay..."
"A
me puoi dirlo... lo sai..."
"Ho
paura..."
"Di cosa?"
"Di
perderti.."
"Frank..Io... Non mi perderai mai... Ti amo... è grazie a te
se ora
sorrido, è grazie a te se la vita non mi fa più
paura. è grazie a te se sono
ancora qui, se ora sono vivo. Mi hai dato la forza per guardare
avanti.”
"Non ti lascerò mai..."
"Frank…
guardami… Ti amo."
Di
colpo Frank si svegliò.
Si mise a sedere.
Aveva il respiro terribilmente corto, era sudato, spaventato.
Rimase qualche secondo lì, a guardare nel vuoto, come se
riuscisse a
distinguere qualcosa nell’aria, come se potesse vedere quel
filo ormai
spezzato.
Respirò lentamente cercando di regolarizzare il suo respiro,
poi si scostò le
coperte e infilandosi una tuta si avvicinò alla finestra.
Pioveva ancora, anche il cielo sembrava
piangere come i due ragazzi che non riuscivano a darsi pace. Piangeva
con loro,
piangeva per quei due ragazzi ma più di ogni altra cosa,
piangeva per… Gerard.
“Gee… Svegliati!” disse
Mikey
sulla soglia della porta del fratello, ma non ebbe risposta.
“Gee… Svegliati!” ancora nulla.
“Gerard cazzo! Ti vuoi svegliare!” disse Mikey
lanciando il cuscino che era
posato su una sedia.
“Porca… delicatezza no?” disse Gerard
sotto le coperte.
“Muoviti!”
“Okay.”
“Alzati!” Il piccolo Way si
avvicino scoprendo il fratello che mugugno qualcosa prima di tirare su
le
coperte.
“Che palle!” disse infine mettendosi seduto con
ancora gli occhi chiusi.
“Io, il più piccolo devo svegliare quel
coso… Una famiglia di pazzi!” borbotto
Mikey mentre si allontanava.
Gerard rise sentendolo.
Lentamente si diresse in bagno per una doccia.
Guardò la sua immagine riflessa nello specchio e
l’unica cosa che gli veniva in
mente era… Frank.
Era il suo pensiero fisso, il suo chiodo fisso.
Erano passate due settimane, due settimane infernali, in cui
l’uno non faceva
altro che pensare all’altro.
Gli mancava, gli mancava terribilmente.
Era dura svegliarsi al mattino e
sapere che non avrebbe potuto abbracciarlo, sapere che tutto
ciò che prima
c’era tra di loro, non ci sarebbe più stato.
Era dure guardarlo ogni giorno.
Era sempre stanco e triste.
Il sorriso che aveva acquistato, quella gioia di non arrendersi al
dolore, era
scomparsa.
Simile a uno zombie Gerard uscì dal bagno proprio quando di
lì passava Mikey.
“Oddio, mia hai spaventato!” disse Mikey trasalendo.
“Capisco che sono brutto, ma potresti comunque
evitare.” Disse l’altro alzando
un sopracciglio.
“Mamma mia, come siamo suscettibili oggi.” Disse
roteando gli occhi e andando
verso la sua camera.
Non lo riconosceva più ormai, Mikey non riconosceva
più quel ragazzo che aveva
imparato a sorridere.
Il vecchio Gerard era tornato e ogni giorno diventata sempre
più scontroso.
Odiava Frank per questo.
Lo aveva illuso.
Lo stava facendo soffrire e non se lo meritava.
Intanto Gerard in camera sua si vestiva mentre pensava a lui, Frank.
Si chiedeva perché al vita riuscisse a dare momento
fantastici, bellissimi e
subito dopo momenti orribili.
Perché aprire le porte del proprio cuore portava a tali
sofferenze.
Cosa aveva Gerard Way che non andava?
“Andiamo Gee o faremo tardi.” Da quando loro due i
lasciarono Mikey e Gerard
scendevano prima di casa, per evitare di incontrarlo.
Fu Mikey a proporlo, non voleva veder soffrire in fratello
più di quanto già succedeva.
Camminavano l’uno di fianco all’altro in silenzio.
“Hey Gee, Ray ci ha invitato a casa sua oggi, ti va di
andare?”
“No Mikey, non mi va.”
“Dai…”
“Ho detto di no!” gridò Gerard.
Mikey guardò la strada e senti le lacrime salirgli agli
occhi.
L’altro avrebbe voluto chiedergli scusa ma quel qualche
motivo, non lo fece.
Per tutto il tragitto non si rivolsero parola.
Si avvicinava il Natale.
Le case di Belleville erano tutte illuminate da luci di vari colori.
Gli alberi erano contornati da lampadine bianche e spesso si sentivano
delle
canzoni di natalizie provenire dalle cucine delle signore che si
dilettavano in
numerose ricette. Persone camminavano per strada con numerosi pacchetti.
Il freddo si era intensificato.
“Gee fa troppo freddo. Io entro.” Disse Mikey una
volta arrivati a scuola.
“Okay, ci vediamo all’uscita.”
Gerard si accese una sigaretta mentre guardava il fratello andar via.
Si sedette sugli scalini e fece
un lungo tira alla sua sigaretta. Il fumo si alzava in spirali
nell’aria
fredda.
“Ciao.” Un saluto freddo come l’aria che
lo circondava, freddo come il
ghiaccio. Si voltò incontrando quegli occhi che tanto amava,
che tanto gli
mancavano.
“Ciao.” Rispose lui col cuore che piangeva.
Sentì un magone salirgli alla gola, le lacrime farsi avanti.
“Fanculo.” Sussurrò al vento prima di
entrare in classe.
Lì si sedette, accanto a Lyn-z.
Lei gli sorrise e lui le fece solo un cenno col capo. La ragazza
guardò in
basso, sentendosi dannatamente colpevole.
Era stata lei, con quel bacio.
Durante
le
lezioni Gerard non seguiva ciò che il professore diceva,
guardava
con fuori dalla finestra perdendosi nel paesaggio.
E l’unica ocsa che pensava, l’unico suo pensiero,
era quel ragazzo, dai capelli
neri e grandi occhi nocciola.
Prese carta e penna e cominciò a scrivere.
Cosa?
Non lo sapeva nemmeno lui.
Il
tempo
passò lentamente e la campanella suonò mettendo
fine ad un’ennesima
giornata scolastica.
Mentre il ragazzo si alzava quel foglio cadde, leggero come una piuma.
“Gerard?” Lyn-z lo chiamò ma ormai era
già uscito dall’aula.
Allora la ragazza aprì il foglio incuriosita, anche se
sapeva che non avrebbe
dovuto farlo.
E mentre leggeva, una lacrima rigò la sua pelle bianca.
“Che cosa ho fatto?”
Eccomi a
voi
gente! Dopo una
piccola lunga assenza il capitolo dopo lo scoppio.
Scusate la lentezza nel postare ma sono successe un po’ di
cosucce.
Spero vi sia piaciuto e vi assicuro che il prossimo lo
aggiornerò il prima
possibile.
Un abbraccio
tanto grande va alla
mia Grè…. Ti voglio un bene alto fino alla luna e
grande quanto il mare!
Un
bacio va anche a Jessika e a
Marti. Vi voglio bene!
Chamial
Lady: Mia nuova socia,
ciao! Davvero il capitolo precedente ti ha fatto venire i brividi? O.O
Me tanto
onorata! Spero tanto che questo capitolo ti sia piaciuto come gli
altri! XD
Jessromance:
Ti ho fatta
piangere? Uh mamma! Due parole: sta tranquilla. Spero che questo ti sia
piaciuto, non succede nulla di che…
Però… La parte finale è importante. XD
Rou:
Non è stato il giorno prima
degli esami! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, davvero! E
spero ti
piaccia anche questo! XD Grazie ancora!
ElfoMikey:
Honey! Mia adorata
moglie! Grazie! Se continui così, con tutti questi
complimenti, va a finire che
mi fai piangere ancora, come ogni volta! Ti adoro Grè, tu
sei eccezionale! Che dire
di questo? Come ti sembra? Vabbè, tanto lo so come lo trovi.
Grazie ancora
honey! Ti voglio bene!
My
Chemical Vavvy: Spero che
anche questo capitolo ti sia piaciuto come l’altro. Purtroppo
Frank e Gerard si
sono lasciati. E di certo le cosa in questo capitolo non cambiano. Nel
prossimo
ci saranno piccole svolte. XD
Vampireknight:
Davvero ti è
piaciuto tanto???Waaaaaaaaa! Grazie! Jamia e Lyn-Z al rogo! (meno male
che sono
io a ideare tutto) Comunque spero davvero che questo capitolo ti sia
piaciuto
come il precedente. *Me sorride come scema*
Baci,
Rò.
|
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
“Hey
Lyn-z.” la ragazza si avvicino all’amica.
“Ciao Jam.”
“Cos’hai? E’ successo qualcosa?
“No, niente…” rispose l’altra
guardando in basso.
“Senti, ho un’idea! Vedi… Pensavo di
andare a casa di Frank, così ora che tra
quei due è definitivamente finita, e provare a
riconquistarlo. Tu che dici?”
“Cavolo Jamia! Ma è possibile che riesci a pensare
solo a te stessa?”
“Ma scusa se mi rimetto con Frank di certo tu non resterai
sola. C’è Gerard no?
Cosa c’è di male” Lyn-z la guardo con
aria scioccata. Come era possibile tanto
egoismo? Come era possibile che quella ragazza non avesse sensi di
colpa? Come
faceva a non capire?
“Cosa c’è di male? Tutto!”
gridò la ragazza alzando le braccia.
“Esatto.” Disse Jamia incrociando le braccia al
petto.
“Che a causa mia tra quei due è finita! Non
c’è notte in cui io riesca a
chiudere gli occhi senza che i sensi di colpa mi assalgano! Cazzo
Jam… quei
ragazzi stanno male, lo sai! Si vede!”
“Non mi importa Lyn-z! Tu fai quello che vuoi! Io voglio
Frank e lo avrò!” fu
tutto quello che disse Jamia, o meglio, che grido prima di andare via,
lasciandola lì da sola con i suoi pensieri.
La ragazza aveva mille occhi puntati su di lei, ma in quel momento, non
le
importava.
I sensi di colpa la bruciavano dentro, lentamente. Per una sua
stupidaggine
aveva messo fine ad un’amicizia che stava nascendo piano, ma
più di tutto, si
sentiva in colpa perché aveva messo fine al loro rapporto.
Ricordava ancora la sera in cui Frank entrò in quella
camera, quando lei si
avvicinò alle sue labbra, solo per sentire cosa si provava a
baciare che ami. E
voleva, sperava, che quel bacio gli trasmettesse qualcosa di
importante, che le
facesse capire che l’amore davvero esisteva, che non era una
finzione, ma quel
gesto, avevo solo portato… dolore e rovina.
Da quella sera Gerard non era più il ragazzo che aveva
conosciuto, quel ragazzo
che sorrideva, con occhi che brillavano.
Doveva fare qualcosa.
Doveva fermare Jamia.
Doveva parlare con Frank.
La
porta
lentamente si aprì e Mikey e Gerard entrarono in casa dopo
una dura giornata di
scuola, una di quelle giornate che vorresti dimenticare, cancellare. Ma
quella
giornata non poteva essere di certo cancellata, dopo quello che glia
spettava.
Donna gli guardo e i due ragazzi capirono, capirono che qualcosa non
andava, che
qualcosa stava per cambiare.
Mikey deglutì prima di sedersi a tavola. Gerard lo
imitò. Qualcosa nel volto di
Donna non andava, qualcosa la turbava, qualcosa che avrebbe cambiato la
vita
dei due ragazzi, ma soprattutto quella di Gerard.
Entrambi sentivano i cuore in gola, lo sentivano battere forte, troppo
forte, e
quasi faceva male.
Nessuno dei due disse qualcosa, fu Donna a parlare per prima.
“Ragazzi, ho una bella notizia.” Disse lei con un
allegro sorriso. Ma quanta
felicità ci sarebbe stata in quelle parole? Quanta
felicità avrebbe seguito
quelle parole?
I due non risposero.
“Ci trasferiamo!” un suono che alle orecchie di
Gerard arrivò quasi in ritardo.
Un suono flebile e acuto. Senti il mondo crollargli sulle spalle. Non
poteva
essere vero. Magari tutto ciò era uno scherzo del sonno, del
dolore, della
stanchezza.
“C-cosa?” chiese titubante il piccolo Mikey.
“Ci trasferiamo tesoro, a New York!” ora Gerard era
certo che non era un sogno,
era un incubo, divenuto realtà.
Chiuse un attimo gli occhi per cercare di trattenere le lacrime che con
prepotenza si facevano avanti.
“New York?” chiese poi aprendoli e mostrandole
gl’iridi verdi coperto da un
velo di lacrime. Donna sussultò.
“Si, New York.” Disse con calma, come se fosse la
cosa più ovvia al mondo.
“No mamma! Io ho una vita qui! Ho degli amici! Non puoi
chiedermi di
trasferirmi ancora!” gridò Mikey con tutto il
fiato che aveva in corpo. Gerard
non riusciva a parlare, a dire una sola parola. La lingua era come
immobilizzata e il cuore, quel suo cuore malato, sembrava essersi
fermato.
“No Mikey. Ho avuto un offerta di lavoro lì, non
voglio più stare a Belleville.
Non c’è nulla che mi trattenga qui!”.
Quanto egoismo c’era in quelle parole?
Gerard sgranò gli occhi. Non voleva crederci, non voleva
credere a quelle
parole, non voleva credere che sua madre le avesse dette per davvero.
Non era
lei quella.
Senti la rabbia salire insieme alle lacrime che rigavano il suo viso.
“Ma a noi non ci pensi? Prima Belleville ora New York! Non
puoi chiederci
questo mamma!” sarebbe stata una bella occasione per
dimenticare Frank, questo
Gerard lo sapeva bene, ma la realtà era che lui non voleva
dimenticarlo. Meglio
rimanere aggrappati ad un sogno che rovinare tutto con la
realtà. Una realtà
che ora faceva troppo male, troppo crudele per essere accettata.
Donna si alzò di scatto.
“Qui comando io Gerard!”
“Cazzo mamma! Non posso! Non posso abbandonare Frank! Non
mamma! Tu non
capisci!” gridò Gerard imitandola. Donna non
capiva, non capiva cosa volesse
dire il figlio, non capiva cosa c’entrasse Frank con tutto
questo. Ma quando
vide gli occhi del figlio, quando penetrò quegli occhi
coperti dalle lacrime,
capì, capì cos’era Frank per lui.
Eppure, con occhi freddi e glaciali non volle
cedere, non volle capire.
“No Gerard.” E fu così,
nell’udire quelle parole che il ragazzo uscì dalla
cucina sbattendo al porta.
Mikey abbassò lo sguardo per poi rialzarlo e incontrare
quello della mamma.
“Ti odio.” Parole che forse Mikey non pensava
davvero ma che arrivarono al
cuore di Donna come una pugnalata. Uno sguardo, quello del ragazzo, che
non gli
era mai stato preservato. Mai né lui, né Gerard,
l’avevano odiata come in quel
momento. E così, anche Mikey, uscì sbattendo al
porta.
Donna si sedette al tavolo portandosi le mani al viso e scoppiando in
lacrime.
“Cosa devo fare Donald?”
Qualcuno
bussò alla porta della camera di Frank e lentamente quella
fu aperta. La testa
di una ragazza sbucò da essa.
“Posso entrare?” Frank non rispose.
“Cosa vuoi Lyn-Z?” chiese lui quando lei fu dentro.
“Ecco, io… Ti ho portato questo.” la
ragazza gli porse un foglio, quel foglio
che Gerard aveva perso in classe.
“Cos’è?” chiese corrugando al
fronte.
“Lo ha perso Gerard. Ho pensato che fosse meglio se lo avessi
tu. Leggilo
Frank, per favore.” Il ragazzo non rispose così
Lyn-Z si diresse verso la porta
con lo sguardo basso.
“Più tardi passera Jamia.” disse prima
di uscire.
Passò qualche secondo prima che Frank aprisse il foglio per
leggerne il
contenuto.
Con movimenti delicati e decisi cominciò a leggerlo.
Albe tardive e tramonti arrivati presto,
proprio come le mie scene preferite
Poi tenersi per mano e la vita era perfetta proprio come sullo schermo
E tutto il tempo mentre continuo a dare
Contando il tuo viso tra quello dei viventi
Scale mobili che vanno su e giù, pennies e fontane sempre
piu' fredde,
ascensori e saldi a metà prezzo,
intrappolati tra queste montagne
correndo via e nascondendomi insieme te
non ho mai pensato che mi avrebbero preso qui
non sapendo che tu saresti cambiata da un solo morso
ho combattuto tutti solo per tenerti vicina e stretta
ma qualcuno se ne è accorto?
Ma a qualcuno interessa?
E se io ho avuto il fegato di puntare questo alla tua testa..
Ma importerebbe qualcosa se tu fossi già morta?
E io dovrei essere sconvolto dall’ultima cosa che hai detto?
Prima che io punti questo grilletto,
i tuoi occhi persi e macchiati….
ma qualcuno se ne è accorto?
Ma a qualcuno interessa?
E se io ho avuto il fegato di puntare questo alla tua testa..
Ma importerebbe qualcosa se tu fossi già morta?
E io dovrei essere sconvolto dall’ultima cosa che hai detto?
Prima che io punti questo grilletto,
i tuoi occhi persi e macchiati….
E dicendo che mi amavi
Hai reso le cose ancora più difficili
E queste parole non cambiano nulla
Finchè rimane il tuo corpo
E non c’è spazio in questo inferno
E non c’è spazio nel prossimo
I nostri ricordi ci sconfiggono
E io finirò questo disastro
ma qualcuno se ne è accorto?
Ma a qualcuno interessa?
E se io ho avuto il fegato di puntare questo alla tua testa..
Ma importerebbe qualcosa se tu sei già morta?
E io dovrei essere sconvolto dall’ultima cosa che hai detto?
Prima che io punti questo grilletto,
i tuoi occhi liberi e macchiati….
E dicendo che mi amavi
Hai reso le cose ancora più difficili
E queste parole non cambiano nulla
Finchè rimane il tuo corpo
E non c’è una stanza in questo inferno
E non c’è una stanza nel prossimo
ma nessuno si e' accorto che c'e' un cadavere in questo letto?
E fu allora che una lacrima rigò il viso di Frank e due sole
parole uscirono
dalle sue labbra: “Ti amo.”
Eccomi gente!
Scusate per il ritardo ma ho avuto da fare!
Spero che il capitolo, anche se un po’ tragico vi sia
piaciuto!
Poi ho dovuto anche rifare il capitolo….
La canzone è Early Sunsets Over Monroeville.
(una delle mie preferite!)
Un grazie
speciale va a
Greta che adoro(non so perché) questa storia. Grazie mille
per i sorrisi!
E un abbraccio
va a
Jessika che ha saputo ascoltarmi e aiutarmi.
ElfoMikey:
Honey! Mia
moglie adorata! Alla fine sono riuscita a postare! Colta di sorpresa?
Come ti
sembra? Sono contentissima che l’altro capitolo ti sia
piaciuto, sai quanto è importante
per me! Quel capitolo arriverà presto… Ti voglio
bene Grè, tanto! <3
Chemical
lady: Je! Ciao! Waaaaaaa! Sono contenta
che il capitolo
ti sia piaciuto! Di questo che ne pensi? Davvero si sei commossa? *.* Lo so che non p colpa di
Gee! ç_ç Si rifarà…
A presto! Ti voglio bene!
Jessromance:
Jejè!
Davvero ti è piaciuto?!? Ooooooh, grazie! Ti adoro! Sono
felice che ti piaccia
il mio modo di scrivere! E sono tanto felice che ti piaccia questa
storia! E’
la prima che ho scritto! A presto!
Rou: Ecco a te
una’altro
capitolo! Spero ti sia piaciuto insieme agli altri 19. XD Mi fa sempre
piacere
avere un tuo parere, lo sai. A presto!
Vampireknight:
Ciao! Sono
contenta che ti sia piaciuto quel capitolo! A me non convinceva molto
in tutta
onestà, come gli altri del resto. Questo come ti
è sembrato? Un po’ triste però
nel prossimo le cose si sistemano, si si. A presto cara! XD
SweetPandemonium:
Ciao!
Davvero ti è piaciuto? *.*
Oh, Grazie
mille, davvero! *me commossa* . Spero ti sia piaciuto anche questo!
Grazie
ancora per la recensione! XD
Ioamolacocacola:
Hey! Io
non sono cattiva! Cioè, forse un pochetto, ma no tanto,
vero? O forse si.
Comunque, grazie mille per i complimenti! Sono contenta che ti sia
piaciuto e
spero ti sia piaciuto anche questo! Di certo però non ti
dico se si rimetteranno
insieme, no no. Dovrai scoprirlo da sola. A presto!
Baci,
Rò.
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Capitolo 21 *** Captiolo 21 ***
Frank, c'è
Jamia." Linda entrò in camera del figlio scuotendolo per una
spalla.
"Mmm..." Mugugnò il ragazzo voltandosi dall'altro lato.
Erano circa le otto di sera e Frank, stanco, si era addormentato."Dille
che dormo mamma." Sussurrò.
"Sicuro? Dice che è imporatnte tesoro."
"No. Dille che sto dormendo." Disse con freddezza infine. Non aveva
alcuna voglia di vederla. Non aveva voglia di vedere nessuno quella
sera.
Pensava a lui, pensava al suo viso, a quanto male gli avesse
fatto.
"Okay cucciolo." Linda si chiuse la porta alle spalle e Frank chiuse
ancora gli occhi.
Poi tenersi per mano e
la vita era perfetta proprio come sullo schermo...
Parole che non facevano che tornargli alla mente, parole
che li frullano nella testa, che non lo abbandonavano.
E non
c’è una stanza in questo inferno, e non
c’è una stanza nel prossimo. Ma nessuno si e'
accorto che c'e' un cadavere in questo letto?
E avrebbe voluto stringerlo a sè, sussurrargli che lo amava,
che lo amava ancora. Voleva tenerlo stretto a sè e respirare
il suo odore, sentire le sue labbra accarezzargli la pelle e il suo
respiro caldo sul suo collo. Sentire il suono della sua risata, la sua
voce, che gli cantava quella canzone che ora non lo abbandonava.
Un senso di vuoto, una sansazione orribile, un peso al cuore, proprio
come la sera in cui Gerard cercò di porre vita alla sua
giovane vita.
Quella sera era più fredda del solito.
Il cielo nel pomeriggio si era oscurato e con l'avanzare della notte
cominciò anche a piovere. Una pioggia violenta e continua.
Ticchettava sui vetri delle loro camere come quella notte.
Quella notte in cui tutto cominciò.
I raggi della luna filtravano dalle nuvole rendendo la strada quasi
spettrale. Era come se tutta la cittadina di fosse fermata, come se il
tempo si fosse fermato per permettere a quelle due giovani vite di
rincontrarsi ancora una volta.
Un ragazzo dai capelli neri e grandi occhi verdi sedeva sul davanzale
della propria finestra. Guardava la pioggia ticcherttare sul vetro.
Aveva gli occhi persi nel vuoto, tristi e maliconici.
Soffriva, soffriva per Frank, soffriva anche... per se stesso.
Lentamente alzò il vetro della finestra e la pioggia
cominicò a bagnarli il viso.
Continuare a vivere quei pochi mesi senza lui, oramai, sembrava
impossibile.
Mesi che sarebbero sembrati anni.
Anni che lui non avrebbe mai vissuto.
Una lacrima rotolò sul viso di Gerard, andandosi a
confondere con la pioggia.
Chiuse gli occhi lasciando che la pioggia fredda lo bagnasse
completamente.
Uscì fuori, arrampicandosi in cima al tetto, quella volta
però sarebbe stata l'ultima.
"Non ho mai detto che sarei rimasto ad aspettarti per semrpe. Bene,
alla fine del mondo, l'ultima cosa che vedo... sei tu." Chiuse gli
occhi sedendosi selle tegole.
Alla fine del mondo... del mio mondo...
Frank si svegliò di soprassalto. Il respiro corto e la
fronte impregata di sudore.
Ormai gli capitava spesso di svegliarsi nel cuore dell notte percosso
da brividi e respiri troppo corti.
Guardò l'orologio che seganava le quattro.
Nel silenzio della sua stanza udiva solo il rumore della pioggia che si
infrangeva contro il vetro.
Si passò una mano sul viso sospirando.
Ancora quella brutta e orribile sensazione. Simile a un senso di
nausea, il presentimento di qualcosa di orribile, ma tutto
ciò per Frank non aveva senso.
Ancora Gerard nella mente.
La luna illuminava il foglio che Lyn-Z gli aveva portanto. Lo fissava
senza aver il coraggio di prenderlo.
Alla fine alzanosi lo afferò avvicinandosi alla finstra per
riuscire a leggere meglio.
Lesse le prime righe, quella frase che non lo abbandonava mai, poi,
qualcosa lo fece bloccare. Una figura, una sogoma nera gli fece alzare
lo sgaurdo. Sgranò gli occhi sentendo il cuore stingersi.
Una morsa allo stomaco.
Gerard.
Sentì il respirò mozarsi e il suo cuore perdere
dei battiti.
Le lacrime gli salirono agli occhi mentre con indosso solo una tuta
scese velocemente le scale.
Non poteva, non poteva farlo ancora.
Non poteva permetterlo.
La pioggia era come mille aghi che gli entravano nella giovane carne.
Corse dall'altro lato della strada guardando con disperazione il
ragazzo.
"Gerard! Non farlo!" L'altro aprì gli occhi. Si chiese se
fosse frutto della sua immaginazione.
No quella volta era realtà.
"Ti prego non farlo!" Gerard lo guardava non riuscendo a capire.
"Tu non sai Frank. Tu non sai cosa mi brucia dentro! Tu non sai quanto
sia doloroso per me alzarmi al mattino! Tu non hai ida di
quanta fatica io faccia! Ora che ache tu..." La sua voce si ridusse a
un sussurro. Non risuciva a continuare.
"Gee.. Ti prego scendi." Aveva paura Frank. Aveva paura che finisse
tutto... così.
"Così avrai fatto la tua opera di bene e potrai dormire la
notte?" Chiese Gerard singhiozzando.
"No. Cazzo Gerard io ti amo!" Nella voce di Frank, c'era
verità. Parole che altre volte gli aveva detto, di cui era
pienamente convinvicnto.
Si, lo amava.
Gerard scosse il capo.
"é solo per sentirti meglio!"
"No Gee! Dio! Io senza di te non vivo! Io h bisogno di te anche
più dell'ossigeno. Cazzo darei la mia stessa vita
per te!"
Gerard non rispose. Continuava a guardarlo scosso dai singhiozzi e
con le lacrime che si confondevano con la pioggia.
"Ti farò vedere quanto tu significhi per me... come
la neve cade sotto un cielo deserto... fino alla fine di ogno cosa."
Contuò poi Frank in un sussurro.
Gerard chiuse gli occhi e quado gli riaprì.... sorrise.
Sorrise perchè ricordava quelle parole, sorrise
perchè era li davanti a sè, perchè
era... innamorato di lui.
E velocemente con il viso baganto e gli induenti fradici scese dal
tetto entrando in camera sua e silenziosamente senza rallentare, scese
in strada.
Gerard lo guardò, come se lo vedesse per la prima volta. Il
cuore a mille, il respiro veloce, gli occhi arrossati dal pianto.
L'altro gli sia vvicinò.
"Non prendrmi in giro." Sussurrò Gerard.
"Mai. Promettimi che mi amerai fino alla fine." Disse sfiorando il suo
naso con il proprio.
"Ti amerò Frank, fino alla fine. E tu? Mi amerai?"
Sussurrò chiudendo gli occhi, repirando il suo profumo.
"At the end of everithing, amore mio." E fu così che Frank
fece combaciae perfettamente le loro labbra. Un contatto che era
mancato a entrambi, indispensabile per entrambi.
Quanto amore c'era in quel bacio?
Quanta passione c'era in quel bacio?
Infondo quei ragazzi si aiutavano a vicenda, era l'uno la salvezza
dell'altro.
E mai avrebbero pensato che di lì a poco tutto sarrebbe
potuto svanire.
Frank lo attirò ancor di più a se accarezzandogli
il viso tondo.
Farank. Ancora una volta lo aveva salvato, ancora una volta glia veva
restitutito il sorriso, ancora una volta... gli aveva restituito... la
vita.
Eccomi qui,ragazze.
Chiedo scusa per
l'enorme ritardo ma dovevo ricopiare il capitolo e non trovavo
il quaderno sul quale lo avevo scritto.
E pace fu fra
Gerard e Frank.
Non è
molto lungo come capitolo ma spero vi sia piaciuto.
La fine di questa
stroia si avvicina.
Mancano circa 4-5
capitoli.
Grazie ancora a
tutti coloro che leghono questa stria e a chi la ha tra i preferiti!
Grazie mille!
E grazie anche a
quei tesori che recensiscono!
Ioamolacocacola: Ciao Fre! scusa il
ritardo am non trovavo il mio quaderno! Alla fine i due ragazzi hanno
fatto pace! Non potevo lasciarli soffrire. No no. Sono contenta che il
capitolo precedente ti sia piaciuto e spero che anche questo ti sia
andato a genio! (Infondo Lyn-z non è così
terribile, no?) Ci sentimao presto cara! Grazie!
Chemical
Lady:
Je! Ecco a te il capitolo! Guarda l'addio non piace nemmeno a me... e
scrivo io, rendiamo conto. Alla fine Frank e Gerard sono tornanti
insieme ma si sa, la fiction non è ancora finita, quindi...
okay, ora basta! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo! Ti voglio
bene tesoro! A presto! :*
ElfoMikey: Honey! Mia moglie
adorata! Ce l'ho fatta! Ecco il ventunesimo capitolo! Allora? Come ti
sembra? Spero non ti abbia deluso, sai che il tuo parere è
troppo importante per me ^^ (prepare i fazzoletti) La queite
prima della tempesta anche in questa storia. Eeeeh, ma non
dirò altro (capirai tanto sai già). Ti voglio
bene Grè, alto fino alla luna e grande quanto il mare!
<3
VampireKnight: Ciao! La questione
trasferimento non è ancoraconclusa am quella "lite" si.
Già nel prossimo capitolo si rotornerà a litigare
con Donna Way. ^^" Sono contente che ti sia piaciuto il capitolo e
spero ti sia paiciuto anche questo! Mi fanno sempre piacere le tue
recensioni! XD
Rou: Tadan! C'è da
ringraziare Lyn-z e quello scemo di Gerard che ha perso il foglio. Si
si.
SweetPandemoium: Ecco il capitolo!
Donna... bhè ci arò ancora una lite... Poi... poi
non continuo altrimenti ti rovino tutto! Già niente
è meglio di una canzone per spiegare
ciòc he si prova. (che poi si interpreta un pò a
mdo proprio) Spero si sia piaciuto il capitolo! A presto!
Jessromance: Jejè! Ce l'hai
fatta! Sono contenta di sapere che ti sia piaciuto! Spero tu riesca a
leggere anche questo capitolo... Ti voglio bene!:*
Crazyangie: Ciao! *.* Me
senza parole! Grazie mille! Sono contenta di sapere che ti paice come
scrivo! *.* Si rimettono insieme? Secondo te? XD Non potevo farli
soffrire in eterno. No No. A presto!
A voi,
Rò.
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Capitolo 22 *** Capitolo 22 ***
Mikey uscì
dalla sua stanza diretto all'unico bagno di casa Way.
Arrivò
davanti alla porta, poi, fissando il legno scuro si porto una mano sul
viso. Roteò gli occhi e poi, controvoglia, si diresse verso
al camera del fratello.
Mikey Way odiava dover
essere il fratello maturo. Quello che al mattino si alzava presto a
andava a svegliare il mollunsco nella stanza di fronte la sua
comunemente chaimato Gerard Way.
Bussò una
volta.
Bussò due
volte.
Bussò tre
volte.
Dalla stanza non
provenivano rumori.
Bene,
questo è nel pieno dei suoi sogni. Pensò il
ragazzino assumendo un'espressione scocciata.
Sbuffando
aprì lentamente la porta sicuro di trovare suo fratello,
lì, steso sul letto a pancia in giù, con un
braccio penzolante dal letto e la bocca aperta, ma così non
fu. La stanza era vuota, il letto era intatto e i disegni erano sparsi
sul pavimento spostati dal vento freddo. Mikey alzò
lentamente lo sguardo terrorizzato. La finestra era aperta e mentre
spalancava gli occhi un brivido freddo gli percosse la schiena, ma
questo, di certo, non era causato dal vento. Senti lo stomaco
stringersi in una morsa mentre con passo veloce si avvicinava al
davanzale. Sentiva il cuore battere troppo forte per essere controllato.
Si affacciò
guardando in basso. Il vuoto, il nulla.
Tiro un sospiro di
sollievo e portandosi una mano sul petto di diresse verso il piano
superiore.
Dov'era finito Gerard?
Cosa gli era successo?
Mikey non sapeva se
essere preoccupato o no, ma sapeva che fino a quando non lo avrebbe
visto la sensazione di nausea che lo aveva improvvisamente assalito non
sarebbe sparita.
E'
colpa di Frank.
Pensò. Mikey oramai odiava Frank Iero, lo odiava
perché aveva fatto soffrire suo fratello. Solo lui vedeva
con che sguardo, con che occhi si alzava al mattino e di certo non era
piacevole vederlo ridotto così, soprattutto per lui, il suo
fratellino.
Ma cosa poteva fare
Mikey per Gerard? Ben poco e lui lo sapeva. Aveva provato ad aiutarlo
ma non ci era riuscito. Aveva tentato di riportare il sorriso sul volto
del fratello ma i suoi tentativi erano stati vani e ci aveva quasi
rinunciato, ma quando scese le scale qualcosa sul suo volto
cambiò. Un sorriso si allargò sul suo viso e
sentì gli occhi diventargli lucidi. Lì, sul
divano, due ragazzi dormivano beati. Certo, la posizione non era molto
romantica, ma il modo in cui le loro dita erano intrecciate, quel filo
invisibile che sembrava unirli, rendeva tutto così...
speciale.
Scese silenziosamente
gli ultimi gradini dirigendosi verso il divano. Cercò ti
trattenere una piccola risata mentre li guardava. Frank era seduto con
la testa di lato, la bocca aperta, una gamba sul bracciolo del divano,
in poche parole sia col busto e con gli arti inferiori era spostato
verso destra. Gerard di certo non era messo meglio, lui, era al
contrario. Era steso sul divano con la testa che pendeva verso il
pavimento e le gambe sullo schienale, ma la sua mano sinistra teneva
stretta quella di Frank che era alla sua destra.
Spostò la
testa di lato mentre il cuore gli si riempì di improvvisa
gioia. I loro visi, le loro espressioni erano rilassate e felice e
Mikey era convinto di intravedere dei sorrisi sui loro volti, un
sorriso sul viso del fratello che ormai non sorrideva più.
Gerard lentamente
aprì gli occhi sbattendo le palpebre qualche volta per
abituarsi alla luce. Vide il fratello, lì, dinanzi a lui e
aggrottò le sopracciglia.
"Perché sei
al contrario?" Sussurrò. Mikey alzò un
sopracciglio prima di ridacchiare.
"Quanto sei idiota da
uno a dieci?" Sussurrò portandosi una mano sul fianco.
Gerard alzò la testa guardandosi un attimo intorno e
portandosi una mano sulla fronte, poi, guardò il fratello.
"Cento, forse."
Sussurrò chiudendo gli occhi.
"Forse?"
Calcò Mikey.
"Okay, senza il
forse." Gerard sorrise, per dopo tanto tempo e mettendosi seduto senza
lasciare la mano di Frank si poggiò allo schienale del
divano.
"Vado a riscaldare del
latte. Tu ne vuoi un po'?" Bisbigliò il piccolo rivolto al
fratello che aveva ancora gli occhi chiusi. Quello annuì con
il capo e Mikey, sorridendo felice per il fratello sparì in
cucina.
Gerard
guardò il ragazzo affianco a lui.
Guardò il suo profilo, quel naso perfetto e la pelle liscia
e morbida. Le labbra sottili che per giorni, settimane aveva
desiderato. Guardò il suo petto muoversi lentamente ad ogni
respiro e senti il cuore riempirsi di gioia. Fu come se improvvisamente
si fosse riscaldato e non poté fare a meno di sorridere,
sorridere perché la felicità era tornata,
silenziosa e leggera, come il vento primaverile che dolcemente ti
accarezza i capelli. E poteva toccarlo, Gerard Way, poteva toccare il
suo viso, la sua pelle, poteva stringerlo a sé e dire che lo
amava, che lo amava più di ogni altra cosa al mondo.
Gli
accarezzò il dorso della mano col pollice e a quel movimento
Frank aprì lentamente un occhio. Guardò Gerard al
suo fianco e poi richiudendolo sorrise.
"Non guardarmi."
Sussurrò con la voce impastata dal sonno.
"Perchè?"
"Perchè mi
da fastidio." Disse Frank senza smettere di sorridere. L'altro
ridacchiò e poi posò un dolce e leggero bacio
sulla guancia del compagno.
"Buon giorno."
Sussurrò Frank voltando il capo verso Gerard e cingendo le
sue spalle con un braccio.
"Buon giorno." Si
guardarono negli occhi, assaporando a fondo quel momento. Non c'era
bisogno di parole o gesti, guardarsi negli occhi, per i due ragazzi,
equivaleva a... tutto. Tutto ciò che desideravano era
restare lì, fondere le loro anime in una sola, avere la
conferma che la felicità esisteva.
"Hey Mollusco, la
colazione è pronta!" Ecco come rovinare un momento di
perfezione. Gerard roteò gli occhi e poi si alzò,
porse una mano a Frank per aiutarlo ad alzarsi.
Finalmente tutto era
tornato alla normalità... forse...
"Ti rendi conto di
quanto tu sia lento Mikey?" Frank era sulla soglia di casa Way con
Gerard. Mikey, stranamente, aveva fatto tardi.
"Non è
colpa mia. Non trovo gli occhiali." Disse con espressione preoccupata e
disperata. I due scoppiarono a ridere e il piccolo si fermò
a guardarli.
"Non c'è
nulla da ridere." Si difese Mikey aggrottando le sopracciglia. Intanto
i due continuavano a ridere piegandosi su stessi per il dolore.
"Okay, ora mi sto
innervosendo. Cavolo, volete piantarla, idioti!" Frank e Gerard
cercarono di darsi una calmata poi l'ultimo sorridendo si
avvicinò al fratello, che lo guardò truce.
Alzò le braccia e prese gli occhiali che erano sulla testa
del fratello.
"Eccoli." Mikey
arrossì guardando in basso.
"Grazie Gee." Disse
con voce flebile. Il fratello maggiore sorrise e dopo avergli
scompigliato i capelli li fece segno di seguirlo.
E Mikey
guardò ancora una volte quelle mani, quella mani che si
cercavano, le mani di due persone che si... amavano.
Lynz camminava per i
corridoi della scuola a testa bassa, guardava il pavimento desiderando
ancora una volta di poter tornare indietro e cambiare il corso delle
cose.
Portava in mano dei
libri, libri di letteratura, quando si scontrò con una
ragazza dai corti capelli scuri e grandi occhi marroni.
"Sta più
attenta!"
"Scusa Jam, non ti
avevo vista." La ragazza guardò l'amica raccogliere i libri.
"Sei stata da Frank?"
Lynz si alzò guardando negli occhi Jamia.
"Si."
"Non vorrai mica-"
"Smettila, hai capito?
Non è giornata per..." Ma la ragazza non continuò
la frase, perchè qualcosa alle spalle della compagna
attirò la sua attenzione. Due ragazzi, dai capelli scuri e
grandi occhi luminosi, sorridevano, sorridevano... insieme.
Jamia si
voltò e sentì ancora una volta la gelosia
crescere. Scosse il capo e rossa in viso sparì nella
moltitudine di ragazzi.
Lynz li
guardò ancora e qualcosa dentro di lei cambiò. Un
senso di felicità la pervase e un sorriso si dipinse sulle
sua labbra, inevitabilmente.
"Hey Frank, vado da
Mikey. Ha detto che doveva parlarmi. Ci vediamo dopo, vero?"
"C'è
bisogno di chiederlo?" Chiese Frank aprendo il suo armadietto. Gerard
sorrise.
"Direi di no."
Rimasero a guardarsi per qualche secondo, secondi che in
realtà sembravano minuti.
Ti amo,
mimò con le labbra Gerard prima di salire la grande
scalinata.
Maledetto libro...
dove cavolo sei? Pensò Frank cercando nei meandri del suo
armadietto.
"Apriti stupido coso!"
Una voce femminile attirò l'attenzione del ragazzo. Si
voltò e la vide, lì a battere pugni sullo
sportello metallico.
"Aspetta, ti
dò una mano." La ragazza guardò Frank e sorpresa
si spostò per farsi aiutare.
"Ecco a te, Lynz." La
ragazza sorrise imbarazzata.
"Grazie." Entrambi
abbassarono lo sguardo guardando il pavimento imbarazzati, o meglio,
più che altro era Lynz quella imbarazzata.
"Frank... ecco io...
volevo chiederti scusa. Mi dispiace per-"
"Sai Lynz, malgrado
tutto, io... grazie. Per la lettera intendo." La ragazza sorrise
malinconica.
"Se vorrai io
eviterò Gerard e..."
"Non voglio che tu
metta fine alla tua amicizia con lui. Solo ecco... ti sarei grato se la
scena del bacio non si ripetesse." Frank ora la guardava negli occhi,
ma la sua espressione era tranquilla e rilassata.
"Mi spiace. Non so
cosa mi sia preso. Sai, ciò che c'è fra di voi...
volevo provare a..." La ragazza sempre guardando in basso si morse il
labbro inferiore cercando di trattenere le lacrime. Poi poggiandosi
agli armadietti si fece scivolare lungo essi. Si prese il viso tra le
mani e sospiro.
"Mi spiace..."
Sussurrò con voce incrinata. Frank si sedette accanto a lei
cingendole le spalle con un braccio.
"Ssssh-sssh." Le
accarezzo i capelli mentre lei si asciugava una lacrima.
"Non volevo perdere la
sua amicizia e non volevo che tu lo lasciassi. Non volevo che voi...
insomma, siete stati male..."
"Ora basta. Nessuno
è arrabbiato con te. Nemmeno Gee. Ora asciugati queste
stupide lacrime e va da lui. Non ti respingerà. Lo conosco e
so cosa dico. Fidati Lynz, va da lui." La ragazza lo guardò.
Quanto era buono Frank
Iero?
Quanto era dolce?
Non conosceva il
rancore, più o meno. Perdonare era il suo motto oramai. La
vita in quel momento era troppo bella per essere rovinata.
Già, troppo
bella per essere rovinata...
"Grazie Frank..."
Eccomi qui! Dopo una lunga assenza ho deciso di postare. Per via della
scuola mi è stato impossibile scrivere prima il capitolo ma
ce l'ho fatta (e poi odio ricopiare i capitoli!).
Tutto si sistema, più o meno. Insomma c'è semrpe
Gerard che deve traseristi XD Nel prossimo capitolo, se non erro, si
dovrebbe trattare il tutto.
Nons o quando posterò il prossimo. Probabilemente la seconda
settimana di Settembre.
ElfoMikey:
Honey! Moglie mia adorata! Ho postato alla fine! Farai una catastrofe
di lacrime? Naaaa... ^^" Tu sei un mito e ti devo tutto Grè,
tutto! Grazie mille! Ti voglio bene! Alto fino alla luna a grande
quanto il mare! <3
Chemical
Lady: Jess! Eccomi! Postato, sorpresa! Speri che rimangano
insieme? Dai, per ora lo sono! XD Sono contenta che ti sia piaciuto
l'altro! *_* Ti voglio bene un milionione di ciambelline al cioccolato!
<3
Crazyangie:
Ciao bella! DOpo tanto sono riuscita a postare! Super Frank colpisce
anche in questo capitolo! XD Spero ti sia piaciuto! ^.^ A presto! Fammi
sapere... :*
Ioamolacocacola:
Fre! Ciao! Per il momento sono felcii no? Non è questo che
conta? La partenza?... Appuntamento alla prossima puntata! :*
Jessromance:
Jèjè! Hai letto! Però non piangere
altrimenti piango perchè ti ho fatto piangere! Anche io amo
Gerard e anche Frank! Spero ti sia piaciuto questo! A presto tesoro! :*
A voi, Rò.
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Capitolo 23 *** Capitolo 23 ***
Erano passati
giorni dal momento in cui Donna
informò i figli dell’imminente trasferimento.
La distanza non era molta fra le due città, ma per i ragazzi
sarebbe stato
quasi impossibile vedersi, per i ragazzi sarebbe stato doloroso
dividesi. Come
se a dividerli ci fosse un intero oceano.
E Gerard Way stava male, stava male perché sua madre non
capiva, non capiva che
lui amava quel ragazzo più della sta stessa vita, che era
lui il suo miracolo,
che senza di lui quegli ultimi fatidici giorni sarebbero stati simili
all’inferno.
Perché Donna Way non capiva?
Egoismo?
Forse… o, solo paura.
Paura di cosa?
Lei non riusciva a darsi risposta, ma capiva capiva che fra i due
qualcosa si
speciale era nato. Lo vedeva lo sguardo del figlio. Lo vide una
mattina, felice
e rilassato. I suo occhi scavati dal dolore e dal quel male avevano
ripreso
vita, luce, una luce che gli aveva abbandonati.
Non se lo meritava, Gerard, non meritava tanto dolore, dopo tutto
ciò che aveva
passato Donna gli stava facendo ulteriore male, lo stava portando
giù, spinto
in un baratro dal quale mai sarebbe più potuto uscire.
Chi era lei per fargli questo?
Era suo figlio, lo amava, voleva la sua felicità, doveva
volere la sua
felicità.
Perché allora gli stava facendo ciò?
Nei giorni che seguirono quella notte, in cui due cuori, ancora si
incontrarono, tutto e niente cambiò.
Il loro amore crebbe come non mai e i disguidi tra madre e figlio si
fecero
sempre più pensati, ma Gerard aveva Frank, Frank che
riusciva sempre a
portargli il sorriso, che riusciva a farlo star bene con se stesso come
probabilmente nessuno riuscì mai.
Ma le cose, si sa, sono destinate a cambiare… cambiare
per… sempre.
Donna era seduta
al tavolo della cucina, guardava
fuori dalla finestra il cielo tingersi di arancione con il calare del
sole.
Cos’è l’amore? Si chiese.
Non riusciva a darsi risposta, non riusciva a dare una risposta precisa
a
quella domanda. Forse perché non si può dare una
definizione di amore.
L’aveva provato, con Donald. Aveva provato cosa significasse
amare per gran
parte della sua vita. Lui l’aveva resa felice, aveva aperto
le porte del suo
gelido cuore, portandoci dentro amore.
Aveva visto suo figlio, frutto di quell’amore perfetto,
crescere nella
tristezza, crogiolarsi nel dolore della perdita dei propri cari, vivere
nella
convinzione che la vita porta solo dolore e sofferenza, che la
felicità fosse
solo un’utopia.
Donna aveva cercato di convincerlo del contrario, ma non ci era mai
riuscita.
Poi qualcosa cambiò, nella loro vita entro Frank, Frank che
riuscì a cambiare
tutto ciò. Ed ora lei stava distruggendo tutto. La tristezza
e il dolore del
figlio si facevano sempre più avanti, accompagnato da un
qualcosa più forte di
lei, di lui, dell’amore fra i due ragazzi, della sofferenza,
della felicità,
qualcosa che lentamente lo stava bruciando dentro. Una forza
più forte di
qualsiasi altra cosa glielo avrebbe portato via.
Donna chiuse gli occhi cercando invano di trattenere le lacrime.
Si portò una mano sul viso asciugandosi la lacrime che calde
scendevano lungo
le sue guancie.
Un capriccio il suo, lo stava facendo soffrire inutilmente. Si sentiva
un
mostro. Quel ragazzo non meritava di soffrire, aveva riacquistato il
sorriso.
Chi era lei per negarglielo?
Non poteva costringerlo, non voleva. Lei era sua madre e avrebbe dovuto
volere
solo il suo bene.
Che stava facendo?
Non poteva, non voleva più.
Non poteva infliggere altro dolore, non poteva infliggere un dolore
così grande
ad un ragazzo che mai avrebbe vissuto la sua vita… per
davvero.
Gerard era steso
sul letto. Nel silenzio osservava
il sole avvicinarsi alla linea dell’orizzonte.
Aveva gli occhi persi nel vuoto.
Oramai non aveva neppure la forza per piangere, come se le lacrime
fossero
finite, come se i suoi occhi si fossero asciugati del tutto.
Faceva male, si faceva male. Non era solo la consapevolezza che col
trasferimento tutta la sua vita sarebbe cambiata, qualcosa, lo sapeva
bene, lo
avrebbe fatto soffrire ancora di più… forse era
quello il reale motivo.
Abbandonare Frank… abbandonare Donna, abbandonare Mikey. Le
persone più
importanti tutta la sua vita.
La felicità era tornata, la felicità stava
andando, ancora, via.
Ma forse era meglio così, perché dire addio a
Frank nel momento in cui…
“Gerard?” Qualcuno entrò in camera. Il
ragazzo riconobbe la voce, ma non si
voltò. Non voleva vedere sua madre, non voleva.
“Gee?”
“Cosa vuoi?” Rispose con freddezza il ragazzo.
Donna avvertì una stretta al cuore. Fece un respiro prima di
entrare nella
stanza, quella stanza dominata dal freddo, così glaciale e
malinconica.
“Tesoro devo parlarti…” Disse in un
sussurro la mamma.
“Come vuoi. Ma se devi dirmi, se hai intenzione di cercare di
convincermi che
il trasferimento è la cosa più giusta…
è tempo sprecato.” Soffriva Gerard è il
tono della sua voce, l’amarezza e la tristezza che da essa
trasparivano
facevano sentire Donna ancor più un mostro.
“Hai ragione.” Gerard si voltò di scatto
e, con espressione incredula, guardò
la madre negli occhi.
“Cosa?”
“Non avrei mai dovuto chiedervi una cosa così
grande, non ve lo meritate. Tu,
Gerard, non te lo meriti. Sono stata un’egoista a volerlo,
sono stata una
perfetta egoista. E ti chiedo perdono, figlio mio, non avrei mai dovuto
chiederti un sacrificio così grande, non tocca a te farli.
Io voglio la vostra
felicità e chiedendovi di cambiare città, vi ho
solo recato dolore, resi
infelici. Voglio la vostra felicità, tesoro,
perché la mia è collegata ad
essa.” Oramai mille erano le lacrime che bagnavano il viso di
quella donna che
si era pentita del suo orribile comportamento, e mille erano le lacrime
cha
bagnavano il bianco viso di Gerard Way. Donna si avvicinò
ancor di più al
figlio accarezzandogli dolcemente la guancia, asciugandogli le lacrime.
“Non
pianger, sugar.” Sussurrò con voce incrinata.
Ma le lacrime di quel ragazzo erano lacrime di felicità
perché finalmente
poteva amare, poteva abbracciarlo, ogni giorno che gli sarebbe rimasto
da
vivere su quella terra crudele e dolcissima allo stesso tempo. Tempo
che giorno
dopo giorno diventava sempre più… poco.
“Grazie mamma…” Fu tutto quello che
Gerard riuscì a dire in soffio, mentre di
lui quel piccolo muscolo batteva sempre più forte.
Ma cioè che fece aumentare i battiti del suo cuore, il
dolore all’interno del
suo petto… era solo la felicità?
Gerard scese velocemente le scale, con il sorriso che illuminava il suo
viso.
Sarebbe rimasto, sarebbe rimasto con Frank, avrebbe passato quegli
ultimi mesi
con la sola persona che riusciva a farlo sentire vivo, che gli faceva
battere
forte il cuore, quel ragazzo dai limpidi occhi nocciola, quel ragazzo
che amava
con tutto se stesso.
Il sole ormai era quasi vicino all’orizzonte e il cielo si
era tinto di uno
strano colore che dal rosa diventava arancione.
Gerard uscì con solo una leggere maglia indosso.
L’aria fredda lo assalì, come
milioni di aghi nelle carne, il suo respiro si condensava in essa.
Gerard rabbrividì e una fitta gli colpì in petto
mozzandogli il respiro.
Il vento gli accarezzava i capelli, il viso, dolcemente.
Cadde
sulla fredda strada mentre la vista gli si annebbiava mentre mille
brividi e
tremolii percorrevano il suo fragile corpo.
Guardò il cielo oscurarsi sopra di lui e l’asfalto
fredda confondersi con
sangue che usciva da taglio sulla testa.
Un male il suo che nessuno avrebbe mai potuto espellere, nessuno,
nemmeno
Frank. Un male che da anni lo divorava dentro, lo bruciava, lo divorava.
Il respiro si fece sempre più corto, sempre più
affannoso.
Aveva freddo, sempre più freddo.
Un rivolo di sangue colò dalle sue labbra.
Ogni suono era ovattato, non sentiva più nulla. Non sentiva
le urla disperate
della madre, non sentiva il fratello piangere, sentiva le sue mani
accarezzargli il viso e pregarlo di riprendersi, di rialzarsi.
La signora Iero corse in strada chiamata dalla disperata voce di Donna.
Frank uscì in strada col cuore in gola, con le lacrime agli
occhi alla vista di
quel fragile corpo steso sulla strada fredda e nera.
Si lasciò cadere sulla strada mentre tutto il suo mondo
veniva distrutto,
mentre il pavimento gli cedeva sotto i piedi.
Sollevò la testa di Gerard, sporcandosi le mani di sangue,
poggiandosela sulle
gambe.
Le lacrime scorrevano sul viso del ragazzo.
“Frank…” Sussurrò Gerard
sorridendo flebilmente.
“Hey Gee…” Rispose Frank con voce
incrinata. Gli accarezzò il viso passandogli
il pollice sulle labbra, pulendo quel rivolo di sangue, sporcandosi
ancor di
più di quel liquido rosso le mani.
Il viso pallido, quello di Gerard, gli occhi verdi erano spenti ma
ancora
illuminati dall’amore.
“Perdonami.” Disse in un sussurro Gerard.
“Sssh… sssh… non devo perdonarti di
nulla.” Rispose tra le lacrime Frank.
“Non… ti ho detto nulla… di…
me.” E la voce di Gerard era bassa, a fatica
riusciva a parlare.
“Tranquillo, Gee… cosa…” E la
voce di Frank era disperata, disperata perché temeva
il peggio, perché già sapeva, già
immaginava cosa sarebbe successo.
“Sorriderai? Promettimi che lo farai.”
“No, tu starai bene, tu ti riprenderai.
Gee…” Frank accarezzò ancora il suo
viso,
quel viso che tanto aveva amato e che ancora amava.
“No Frank… non questa volta…”
E nonostante il lacerante dolore Gerard
sorrideva, sorrideva. Nonostante il taglio sotto i capelli corvini, lui
sorrideva.
E le lacrime scorrevano sui visi di quei ragazzi, quei ragazzi che
tanto si
erano amati, che insieme avevano trovato la forza di sorridere e di non
cedere
al dolore. Quei
ragazzi che solo
guardandosi negli occhi, o sfiorandosi, si sentivano felici e pieni di
vita.
“Da-dammi una ragione per credere…”
Sussurro disperato Frank. Si, lui, lì, su
quella strada, cercava una ragione per credere, per continuare a vivere.
“Mi hai cambiato la vita.”
“Ti farò vedere quanto tu significhi per me, come
la neve cade sotto un cielo
deserto, fino alla fine di ogni cosa…” Parole
sussurrate da un ragazzo che
stava perdendo tutto, che guardava la persona amata soffrire sulla
fredda
strada, una ragazzo che stava perdendo… la vita.
“Ti amo Frank.”
“Ti amo anch’io Gee…
sempre…” E così posò un
leggero, dolce, salato bacio, su
quelle labbra che mai più avrebbe potuto sfiorare o fare
sue. Quelle labbra
così simili a petali di rose. Quelle labbra perfette che mai
più avrebbe
rivisto.
“Until the end of everiting…”
Sussurrò Gerard poi sulle sue labbra.
E
Frank guardò quegli occhi verdi perdere luce lentamente.
Vide quegli occhi
verde spegnersi mentre il sole scompariva oltre l’orizzonte.
E vide, infine, quegli
occhi perdersi nel vuoto, per… sempre.
E mentre le lacrime
scorrevano ancora velocemente Frank strinse a sé Gerard, lo
strinse più forte che poteva. Lo strinse lasciandosi andare
ad un pianto disperato,
mentre tutto ciò che lo circondava perdeva di significato,
mentre il mondo non
contava più nulla, né la felicitò,
né la tristezza, né l’amore o
l’odio, né… la
vita.
Tutto era finito.
Nulla contava
più.
Nulla sarebbe stato
come prima.
Nulla gli avrebbe
ridato Gerard.
“Dammi una
ragione per credere.”
Gerard non sarebbe
più tornato…
Bene
gente eccomi qui con il penultimo capitolo di
questa storia.
Che dire?
Non uccidetemi per favore!
Non so perché ho ucciso Gerard, non chiedetemelo
perché davvero non lo so.
Spero solo di non avervi deluso…
ElfoMikey:
Honey, sappi che ti voglio bene! U.U Una
delle tue fic preferite? Lo è ancora dopo
questo? ç_ç Spero davvero di non averti deluso
perchè non lo sopporterei. Ti
voglio bene anche io! Alto fino al cielo e grande quanto il
mare… sempre! <3
FackingChemicalGirl:
Ciao bella! Ce l’ho fatta e ho
postato (forse era meglio se non lo facevo dato la vicenda del
capitolo). Sono
contenta di sapere che la fiction ti sia piaciuta e che tu abbia letto
i
capitolo tutti insieme! Me onorata! Fammi sapere che ne
pensi… grazie mille
ancora! p.s non odiarmi!
Crazyangie:
Ecco a te il seguito… ancora
contante che io abbia postato?... non
credo… Spero ti sia piaciuto ugualmente… a
presto! Kisses!
SweetPandemonium:
Ciao! Non è colpa mia se è successo
ciò che è successo! U.U
bhè, forse un pochetto…
Mikey è.. il fratello perfetto, almeno nella fic! Non
è stata Lynz a porre fine
a tutto ma qualcos’altro… non odiarmi! Spero
davvero di non aver deluso
nessuno. Fammi sapere… a presto! Kisses!
E
un ringraziamento va a Jess… grazie, grazie
davvero…
A
voi è tutto.
Con tante lacrime, Rò.
|
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Capitolo 24 *** Capitolo 24 ***
La pioggia
cadeva incessante sulla fredda erba
verde.
Cadeva incessante sui neri ombrelli.
Cadeva incessante sulla lapide bianca.
Cadeva incessante sul viso di Frank, confondendosi con la calde lacrime.
Guardava la grande cassa di legno scuro mentre veniva risposta in
quella grande
fossa che sembrava un buco nero. Gerard non sarebbe più
tornato.
Era quasi sorprendente, per Frank, quante lacrime potessero contenere i
suoi
occhi. Tutti erano lì riuniti per piangere quel fragile
corpo che troppo presto
era stato abbandonato dalla vita.
Un mondo che Frank non aveva più significato.
Una vita che per Frank non aveva più significato.
Lento si avvicinò a quella cassa, lento si
avvicinò a quella grande fosse che
per sempre sarebbe stata la casa del suo Gerard.
Si avvicinò posandoci sopra un foglio, un foglio che ebbe la
capacità di far
capire a Frank cosa valeva davvero nella vita, che permise a quei due
cuori di
amarsi ancora.
Late dawns and early sunsets, just like my
favorite
scenes
Then holding hands and life was perfect, just like up on the screen
And the whole time while always giving
Counting your face among the living…
E mentre tutti
lentamente andavano via, mentre tutti
lentamente tornavano alle proprie case, Frank rimase lì, a
fissare il terreno
smosso e la lapide bianca.
A guardare quella rosa rossa bagnata dalla fredda pioggia.
Una lacrime rigò ancora il viso di Frank.
“Addio Gerard, addio… amore mio.”
“Frank…
vieni andiamo…” Mikey si avvicinò al
ragazzo
che ancora fissava la bianca lapide occhi persi.
“Lasciami.” Sussurrò mentre Mikey gli
scuoteva un spalla cercando di farlo
rialzare.
“Ti ammalerai.”
“… Frank…” La voce di Mikey
era pari ad un sussurro, appena percettibile.
Disperata e piena di dolore.
“Lasciami Mikey! Vattene!” Urlò Frank.
Voleva rimanere lì, non voleva andare
via. Voleva restare per sempre con Gerard, anche se ben sapeva che era
impossibile.
E Mikey pianse, pianse ancora. Pianse perché faceva male
vedere Frank così, perché
faceva male sapere che suo fratello ami sarebbe ritornato.
Era stato un buon fratello Gerard, in fondo. Lo aveva amato e sempre lo
avrebbe
fatto. Gli sarebbe mancato il suo sorriso, la loro corsa per il bagno e
le loro
risate. Gli sarebbe mancata la sua voce, la sua risata, il suo essere
acido e irascibile.
Gli sarebbe mancato tutto del fratello e mai lo avrebbe scordato.
Avrebbe
custodito nel cuore ogni ricordo, i ricordi belli, i ricordi brutti,
perché Gerard
era Gerard, era suo fratello e mai lo avrebbe dimenticato.
Perché non si può dimenticare
una persona a te cara, non puoi dimenticare tuo fratello, non puoi
dimenticare
Gerard Way.
E Mikey capì che per ora Frank non sarebbe mai andato via.
Così baciandogli il capo sparì nella leggera
foschia.
“Se puoi… sentirmi, amore
mio…” Sussurrò Frank con voce tremante.
“Non scordarti di me…”
Continuò poggiando la testa del freddo marmo.
Quanto sarebbe stato difficile per Frank?
Quanto sarebbe stato complicato per Frank?
Superare sarebbe stato arduo, ma dimenticare sarebbe stato impossibile.
Lui non
voleva dimenticare, voleva custodire Gerard nel suo cuore, nella sua
anima, per
non lasciarlo andar via, mai.
Lo amava, gli aveva donato il sorriso.
Era come se una parte di se stesso fosse scivolata via con la pioggia
che
bagnava il suo suo viso, il suo corpo.
Frank odiava la pioggia.
Aveva trovato l’amore di un ragazzo dolce e timido, aveva
trovato un amore unico
e indistruttibile. Si, perché anche se Gerard aveva
abbandonato il Frank il
loro amore sarebbe vissuto in eterno, perché non
è possibile distruggere un
sentimento tanto forte, un sentimento che era quasi possibile vedere
con gli
occhi.
E Strinse forte l’erba, strinse i pugni fino a che le nocche
non diventarono bianche.
Mai lo avrebbe rivisto.
E l’unica cosa che gli rimaneva era i sogni. Sogni dove
avrebbe potuto ancora
vedere quelle labbra, quegli occhi, quel viso, dove avrebbe ancora
potuto
toccarlo con le proprie mani. Ma vivere nei sogni fa solo male, ebbene,
Frank
volva farsi del male.
Chiuse gli occhi e lo vide ancora, vide ancora quel verde che mai in
tutta la
sua vita avrebbe rivisto.
Pochi giorni
erano passati da quel pomeriggio. Frank
era seduto sulla sua veranda e il suo viso era accarezzato del freddo
vento
invernale. Sorseggiava lentamente il suo caffè.
Gli mancava Gerard, gli mancava come non mai. Oramai i suoi occhi non
contenevano più lacrime, si era asciugati.
Dall’altra parte della strada una porta si aprì.
Frank osservò Donna Way avvicinarsi lentamente asciugandosi
il viso dalle
lacrime.
Frank si alzò non capendo cosa fosse successo.
In mano un foglio.
Il viso di Donna era segnato dal pianto, dal dolore, proprio come
quello di
Frank.
“Ciao Frank.” Il ragazzo sorrise debolmente.
“Buona sera signora.”
“Stavo riordinando la stanza di Gerard…”
Donna cercò di trattenere le lacrime
mentre la voce cominciava a tremarle. “…e ho
trovato questa. Allungò la mano
porgendo a Frank un foglio piegato con cura.
Il ragazzo afferrò il foglio incredulo, non capendo, o forse
non volendo
capire.
In fretta Donna, senza dire un parole, corse in casa, lasciandosi
andare ancora
una volta alle lacrime.
Frank si sedette su un gradino della grande verande di legno e
aprì con cura.
Una morsa allo stomaco, un tuffo al cuore, le lacrime premevano per
uscire.
La calligrafia di Gerard.
Ciao
Frank.
Se stai leggendo questa lettera vuole dire che non ci sono
più.
Frank fece un
respiro profondo, lasciandosi sfuggire
una lacrima.
Guardo il cielo asciugandosela, poi, continuo a leggere.
Perdonami,
amore mio. Perdonami perché sono stato uno stupido. Avrei
dovuto parlarmi di ciò
che mi succedeva, di ciò che da anni mi affliggeva e
tormentava. Ho sbagliato a
non renderci partecipe della mia malattia, ma avevo paura, paura che tu
mi
potessi respingere o allontanarmi.
Perdonami Frank…
E ti ringrazio, amore mio, perché tu mi hai dato la forza di
sorridere, di non
arrendermi al dolore, a sorrider alla vita, al mondo… un
mondo che mi ha dato
te.
Un’anima persa la mia, un’anima che ha trovato la
gioia con te, tu mi hai
ridato la rotta.
Tu Frank, sei stato il mio miracolo. E ora, amore mio, so che i
miracolo
esistono per davvero, perché ne ho
avuto
uno, ho avuto il più bel miracolo che potesse capitarmi.
Persone come te sono rare da trovare, speciali e uniche. E molti
cercano
qualcuno come te, impossibile da trovare perché sei unico.
Mi hai insegnato che nonostante il dolore si può amare e
continuare a vivere.
E tutti i bei momenti trascorsi con te abbiamo condiviso cose che le
persone
possono solo sognare.
Io, Frank, sarò il vento che al mattino si
accarezzerà il viso, che ti passera
vicino e così, amore mio, sarò sempre
così. Perché il mio amore per te non
potrà essere distrutto o cancellato.
Io ti amerò per sempre.
Questo non è un addio, ma un ringraziamento.
Grazie di essere entrato nella mia vita, anche per un breve periodo e
di averla
sconvolta.
Grazie di avermi insegnato a vivere ed amare.
Grazie per avermi amato ed esserti lasciato amare da me.
Grazie per non avermi abbandonato.
Grazie di essere stato semplicemente… Frank.
Non dimenticare mai il mio amore.
Until the end of everithing…
Tuo
per sempre,
Gerard.
Le lacrime bagnavano il viso
di Frank, calde e
amare.
Un singhiozzo
oltrepassò le sue labbra e strinse quel foglio forte al
petto,
lì, dove c’è il cuore.
E Frak aveva notato
lì inchiostro sbavato. Gerard aveva pianto nel scriverla.
E questo lo faceva
sentire ancor più vicino a lui.
Quel ragazzo gli aveva
davvero cambiato la vita.
Nulla sarebbe mai
stato come prima ma il loro amore non sarebbe mai finito,
sarebbe durato per sempre.
“Ti amo
Gerard.” Sussurrò Frank fra le lacrime e i
singhiozzi.
Give me a reason to
belive…
Frank
l’aveva avuta.
Mi sveglio di
soprassalto.
Il mio respiro è accelerato e piccole goccioline di sudore
banano la mia
fronte.
Mi guardo intorno e la stanza è immersa nel buio.
Mi alzo dal letto dirigendomi verso il bagno.
Mi guardo allo specchio.
I corti capelli castani, il viso pallido e sudato, il mio torace nudo
che si
muove troppo velocemente per essere controllato.
Poggio le mani sul lavandino guardando in basso e chiudendo gli occhi.
Era solo un brutto sogno, Frank… solo un brutto sogno.
“Bhè
ragazzi, io
andrei, si è fatto tardi.” Dico alzandomi dal
tavolo.
“Ma
no Frankie, rimani ancora un po’.”
“No
Neil, non credo sia il caso, voglio tornare a casa sobrio.”
“Ma
hai vent’ani cazzo, divertiti.” Dice lui bevendo un
sorso della sua birra.
“Lo
faccio proprio perché ho vent’anni e voglio
divertirmi vado via.” Dico sorridendo.
Mi allontano. Pago ed esco da questo pub.
Avere un
gruppo hai suoi pregi e i sui difetti ma, ora, sono stanco per pensarci.
Ma in fondo,
amo i Pencey Prep…
Comincio a
camminare ma qualcosa attira la mia attenzione.
Un ragazzo,
su un panchina… piange.
Mi avvicino
lentamente.
“Hey,
tutto okay?” Chiedo poggiandogli una mano sulla spalla.
Ma qualcosa
cambia in me nel momento in cui alza la testa.
Sgrano gli
occhi incontrato un verde che solo in sogno avevo visto…
quel verde
che mi sembra di conoscere benissimo.
Quegli
occhi…
Quel viso
rotondo, quel naso all’insù, quelle labbra che
sembrano essere
dipinte.
“Si,
si.. tutto okay.” Quella voce…
“Come
ti chiami?” Chiedo incredulo.
“Gerard…”
Com’è
possibile… ?
“Tu
sei…”
“Frank.”
Dico porgendogli una mano ed aiutandolo a rialzarsi.
“Gerard…
Way?” Mi guarda stralunato.
“Si.
Ma tu… come… “ Sospiro e sorrido. Tutto
questo è particolarmente assurdo.
“Lunga
storia.”
“Bhè…
ho tutto il tempo che vuoi.”
Eccomi qui gente, dopo mesi, sono
riuscita a finire questa fiction.
Alla fine non ho resistito e non ho fatto morire per davvero Gerard,
non poteva
morire, non così.
Lìintera storia è stata solo...un sogno... e chi
avrà incontato Frank alla fine??? >.<
Mi dispiace aver finito questa fiction perchè ha fatto parte
di una parte della
mia vita davvero importante ed è
grazie
a lei se in un certo senso ho conosciuto la mia miglior amica.
Mi mancherà…
Voglio ringraziare tutti quanti, alle 22 persone che l’hanno
messa tra i
preferiti e chi ha sempre recensito, e anche chi ha letto!
E dedico questa storia a Wrafh,
a Jejè,
a Jess,
e a lei… Greta… che mi ha sempre appoggiata fin
dall’inizio.
A voi ragazze perché vi
voglio bene….
E
grazie
a:
FuckingChemicalGirl:
Ciao cara! Ho postato presto! Spero tu non abbia pianto anche
qui… Grazie mille
per l’appoggio e per le recensioni! Grazie di tutto! :*
Crazyangie:
Ciaooooo! Sono felice che tu non mi odi! Dopo questo…
bhè… fai un po’ tu…
Grazie mille! Grazie di tutto davvero! Kisses!
ElfoMikey:
Honey, che avrei fatto senza di te? Nulla probabilmente! (il secondo
quaderno
verde arriva!) Grazie, grazie per essermi amica e per regalare sempre
il
sorriso! Tu, sei una delle migliori e ti meriti tutta la
felicità del mondo.
Spero di non averti deluso come questa nuova versione della lettera.
Fammi a sapere…
ti voglio bene, alto fino alla luna e grande quanto il mare! <3
sempre…
Friem:
Hey ciao! Alla fine Gee non è morto realmente, non potevo
farlo! U.U Sono contenta
che ti piaccia il mio modo di scrivere e la storia, mi ha fatto tanto
piacere
sapere ciò che pensi! I troppo morti…
bhè, sinceramente non so a che sia
dovuto. O.o Spero che questo capitolo finale ti sia piaciuto! A presto!
XD
Chemical
Lady: Ciao Je! Alla fine non ce l’ho fatta a farla finire
male! Spero ti sia
piaciuto il capiotlo come il precedente! Fammi sapere bella! E grazie
per sopportarmi
ogni giorno e per essermi amica! Ti voglio un mondo di bene Je! Un
milione di
ciambelline al cioccolato! <3
Jessromance:
Jè! Alla fine non ce l’ho fatta. Io tuo love non
è morto. Spero ti sia piaciuto
il capitolo! E si, è finita… purtroppo. Grazie
per avermi sempre seguita!
Grazie per le recensioni! Grazie di tutto! Ti voglio bene! Tanto tanto!
<3
_omfg_
:
Ciao! Hey, Gerard non te l’ho fatto morire! Non potevo farlo!
ç_ç Grazie per
aver recensito, davvero grazie! Sono felice di sapere che ti sia
piaciuta! *_*
Presto posterò un’altra frerard... a presto cara!
Spero che questo finale ti
sia piaciuto! XD
A voi e
tutto,
con enorme
affetto,
vostra
Lò.
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