Give Me a Reason To Belive

di SpaceDementia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Captiolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

 

Erano circa le 4 del mattino. Gerard era seduto sul davanzale della finestra. Guarda pioggia scendere,ticchettare sul vetro,le gocce d’acqua impedivano quasi la vista e il rumore che conosceva scagliandosi su ogni oggetto lo faceva pensare. Era lì,seduto,in silenzio. Buio fuori,non c’era vita,nessuna forma di vita dava segno di esserci. Il suo cuore piangeva,quasi poteva avvertire dolore fisico,un dolore causato da infinite sofferenze,infinite delusioni che lo avevano tormento per gran parte della vita e ancora continuavano a tormentarlo. Aprì lentamente la finestra. Una goccia,li bagnò il viso e un brivido attraversò la sua schiena. Fredda,li rigò una guancia. Chiuse gli occhi come per imprimere nella mente quel momento in cui per la prima volta capì di non aver dimenticato. Fu cosi che decise di uscire dalla finestra e salire sul tetto. L’acqua bagnava i suoi capelli neri,morbidi e lucidi,lunghi. Ormai pieni d’acqua gli ricoprivano il viso,ma lui imperterrito continuava ad arrampicarsi sulle tegole scivolose. Rischiò di cadere tagliandosi il palmo di una mano. Dopo non molto riuscì ad arrivare sul tetto. Alzò gli occhi al cielo guardava la luna e intanto la pioggia cadeva inesorabile. Sentiva il calore del sangue che caldo scendeva caldo dalla mano,assumendo un colore metallizzato a causa della luna. Non provava dolore,non provava nulla. Il silenzio della notte, interrotto dall’incessante pioggia che crudele scendeva sul viso,delle lacrime iniziarono a bagnare i suoi occhi,scendendo poi lunghe le candide guance,toccandogli le labbra per poi confondersi con la pioggia. Allargò le braccia al cielo,sussurrando: -non c’è stanza in questo inferno..e non c’è stanza nel prossimo..-. E così nel silenzio della pioggia si lasciò cadere. Nella totale tranquillità della notte,in cui nessuno mai avrebbe potuto aiutarlo,dove a nessuno importava della giovane vita di un ragazzo che ormai aveva perso ogni speranza.

Erano circa le 3 del mattino e Frank non riusciva a chiudere occhio,così decise di alzarsi da quel suo letto caldo e morbido per una cioccolata calda in cucina. Viveva a Belleville da tempo ormai,aveva sempre avuto buoni rapporti con tutti,le ragazze lo adoravano,a scuola voto molto alt,chitarra avuta come regalo di Natale a 13 anni e considerando che ora ne aveva 19 se la cavava piuttosto bene. Qualcosa però lo tormentava dentro. La sua vita per quanto perfetta,per quanto felice e bella,non lo appagava. Non voleva di più,odiava tutta quella staticità,quell’organizzazione,odiava la perfezione perché non esiste,i suoi occhi erano vuoti,senza voglia di vivere,malinconici,tristi. Non sapeva il significato della parola amore. Non aveva mi amato. Seduto in cucina ora guardava la sua tazza cerando di capire perché si sentiva cosi dato che non aveva motivo per esserlo. Fuori la pioggia batteva sulle finestre rovinando i poveri fiori delle signora Iero. Lentamente dopo aver bevuto la sua cioccolata,si avviò verso il lavabo. Rimase qualche secondo a guardare la casa dei suoi nuovi vicini:gli Way. Si erano trasferiti li già da un mese. Aveva avuto occasione di incrociare un pio di componenti di questa bizzarra famiglia. L’unica cosa che penso fu che forse questo nucleo per quanto strano era felice di quello che aveva ,qualcuno che viveva senza rimpianti con tranquillità e serenità. Era riuscito a vedere due ragazzi,uno moro,uno castano. Mentre guardava la pioggia scagliarsi contro la loro auto,notò uno starno movimento. Un  ragazzo in t-shirt e pantaloncini si stava arrampicando sul tetto. –ma cosa…?- Frank guardò più attentamente e il ragazzo scivolò, riuscendosi però a tenere alle tegole. Senza pensarci troppo si precipitò fuori no facendo caso alla pioggia che bagnava i suoi capelli neri come la notte. Attraversò la strada,ormai aveva la maglietta completamente bagnata. –ehi tu che ci fai li?stai bene?- . Nessuna risposta. Vide il ragazzo allargare le braccia e lasciarsi cadere nel vuoto. Automaticamente Frank si buttò automaticamente nel giardini degli Way cercando di prenderlo. Impresa folle. Il corpo volteggiava nell’aria,umido e ormai quasi freddo si posò su una siepe che circondava il verde prato. Gerard era ancora cosciente,dolori  gli ricoprivano il corpo,non riusciva quasi più a respirare. Frank era sopra di lui cercando di aiutarlo. I sensi lo abbandonarono,guardando il viso bagnato del suo soccorritore sussurrò col poco fiato che gli era rimasto un semplice e triste “no”. Nel buio della notte,mentre tutta la città dormiva,Frank sotto la pioggia gridava aiuto,pregando Dio e sperando che per quel povero ragazzo non fosse ormai troppo tardi.             

Spero piaccia a molti.....:D         

                                                                                

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Lentamente Gerard aprì gli occhi. Pareti verde-acqua lo circondavano,un mazzo di margherite era sistemato su un tavolino infondo alla stanza. Il sole mattutino entrava dalla finestra illuminando i suoi dolci e limpidi occhi verdi. 

Non ricordava nulla della notte precedente, o meglio ricordava ben poco: l’arrampicarsi, lo scivolare, il cadere; come faceva a trovarsi li? Come faceva ad essere ancora vivo?...

Provò ad alzarsi ma la schiena glielo impedì. Una fitta nella parte lombare gli fece capire che era meglio rimanere steso.  Aveva il braccio destro ingessato e la mano fasciata,e solo dopo qualche secondo ricordò del lungo e profondo taglio che le rosse tegole gli avevano causato. Fili avvolgevano il suo corpo e dei monitor, che suonavano sempre con ritmo costante erano montati sul lato destro del letto. Un volto che non aveva mai visto gli tornò in mente. Forse la cauta gli aveva dato alla testa, gli aveva giocato brutti scherzi; quindi non si preoccupò molto dell’immagine del ragazzo che continuamente gli tornava in mente.

Nelle ore successive ricevette visite dai familiari, suo fratello, sua madre, suo padre. Amici?... Quei pochi compagni di scuola con cui parlava di solito non si erano visti. Un altro motivo per odiare il momento in cui si era svegliato, per odiare chi lo aveva salvato, per odiare Belleville, per odiare la vita. Non era mai stato un tipo socievole, aveva sempre avuto paura di esporsi troppo, perché avrebbe potuto soffrire ancora. Gran parte del tempo era scontroso e nervoso con tutti.  Non lo si vedeva mai sorridere. Un vero peccato. Il suo sorriso, quel sorriso sincero avrebbe potuto illuminare il mondo intero!

”Buon giorno, signor Way! Vedo che si è svegliato!”

“Buon giorno dottore…”

“Come sta?” Chiese quello.

“Una favola… Non si vede?” Rispose Gerard con tono seccato.

“Bene, domani mattina potrà uscire. Abbiamo solo bisogno di 24 ore per degli accertamenti e dei controlli”

“Ok.”

“Allora se ha bisogno di aiuto mi chiami. Io tornerò fra un paio d’ore per toglierle la flebo.”

“Ok.”

Così il medico un po’ infastidito dall’atteggiamento del giovane ragazzo uscì chiudendo la porta.

“Medici del cazzo. Mai un momento liberi. Mondo infame!”

... Ancora quel viso. Un viso che sembrava scolpito dagli angeli. Un ragazzo dai capelli neri e grandi occhi nocciola.

 Nuovamente Gerard si convinse che era tutto frutto della caduta. La mamma cercò di spiegarli chi lo aveva aiutato la sera precedente, ma era cosi impegnato a maledirlo che non ascoltò una sola parola i quello che disse.

Arrivò la sera,con tutto il suo buio e la sua tranquillità. Ma la notte tutto era tranne che tranquilla,e Gerard lo sapeva bene. La luna iniziava a illuminare il vasto paesaggio del New Jersey. Il suo respiro si fece sempre più affannoso,l’aria sempre più pesante. Il silenzio interrotto dal monitor che ripeteva i battiti del suo cuore, l’opprimeva. Avrebbe voluto disegnare in quel momento così da sfogarsi, ma il taglio e il gesso glielo impedirono. L’unica cosa che poteva fare,era cantare.

“E non c’è spazio in questo inferno…”

“E non c’è spazio nel prossimo.”

Una lacrima amara cadde sul viso bagnandolo.

“I nostri ricordi ci sconfiggono.”

Guardò fuori la finestra.

“E io finirò questo disastro…”

“… Qualcuno se n’è accorto?”

Con gli occhi lucidi e pieni di lacrime guardò la luna.

“… Ma nessuno si è accorto che c’è un cadavere in questo letto?”

Chiuse gli occhi e scoppiò in un pianto che riecheggiava per tutta la stanza. I suoi singhiozzi, come quelli di un bambino che è appena caduto facendosi male, riempivano la stanza vuota d’ospedale che ormai gli era diventata familiare. Chiusegli occhi sperando che tutto passasse ,ma così non fu. Rimase sveglio a lungo, triste e solo in quella stanza ,fino a che gli occhi iniziarono a chiudersi per la stanchezza che i dolori e le lacrime gli avevano inflitto.

Avrebbe solo voluto non soffrire più.

                              

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




A scuola Frank non riusciva a non pensare alla notte precedente.

A quel ragazzo che aveva tentato il suicidio.
All’urlo disperato di una vita che si sarebbe potuta spezzare.
 Si chiedeva perché l’avesse fatto,perche  voleva rinunciare alla sua giovane vita desiderosa di nuove esperienze. Pensava alla pioggia,al buio.
Quella mattina molti gli avevano chiesto dell’accaduto,a scuola le notizie giravano molto velocemente,con nel resto del paese.
Quel ragazzo dai lunghi capelli neri fino a coprirgli gli occhi,quel viso tondo e zigomato,quella pelle bianca e liscia.
Perché voleva mettere fine a tanta bellezza?...non lo aveva mai visto da vicino.
 Dalla sua finestra o dall’autobus vedeva solo una figura nera,stramba e solitaria.
 Rimase qualche minuto con lo sguardo alla finestra,a guardare il vento che dolcemente nell’aria autunnale muoveva i rami del salice in cortile.
Il cielo era limpido e il sole illuminava ogni cosa. E Frank con la mente vagava.
Pensava sempre a quel ragazzo di cui non conosceva nemmeno il nome
.”Signor Iero?Ci vuol degnare della sua attenzione oggi?”chiese l’insegnante di biologia
.”S-si mi scusi..”rispose Frank imbarazzato.
”Ripensi alle sue gesta da eroe un’altro giorno e segua la lezione altrimenti non credo riuscirà a passare l’esame.”
 Effettivamente aveva bisogno di seguire quelle lezioni.
Aveva sempre avuto difficoltà in biologia e il suo esame era a rischio. Non aveva mai avuto buoni rapporti con quell’insegnate. Un’antipatia reciproca.
Decise cosi di seguire la spiegazione,ma con grande insuccesso.
 Ritornava col pensiero sempre allo stesso ragazzo che aveva salvato. All’accaduto.
 Lui sopra quel corpo privo di sensi che gridava aiuto,la mamma del ragazzo che usciva dall’ingresso,il padre che chiamava il 911,l’ambulanza che arrivò caricandosi quel ragazzo per poi scomparire nel buio della notte,lui che la guardava andar via,lì al centro della strada,bagnata,sola,deserta.
 Driiiin!!!La campanella riportò Frank nel mondo reale.
 Una giornata era finita. Raccolse tutta la sua roba,indosso la sua giacca nera,si mise lo zaino in spalla e lentamente uscì dalla classe.
“Ciao Frank!Ti va di andare al cinema oggi?”gli chiese una ragazza mora ,dai capelli corti.
 “No Jamia. Mi dispiace ho da fare…”. La ragazza scossa da questa risposta fredda si girò e uscì dalla scuola. Jamia era la ragazza con cui Frank usciva. Era simpatica,carina,ma per lei non provava niente.
 Non voleva uscire con lei quella sera,nemmeno con i suoi migliori amici.
Forse sarebbe dovuto andare in ospedale a trovare quel ragazzo.
Uscì dal cancello della scuola incamminandosi verso la fermata. Decise però di tornare a casa a piedi. Casa sua distava circa 30 minuti dalla scuola.
Aveva bisogno di stare da solo con i suoi pensieri.
Camminava lungo il marciapiede con gli alberi che perdevano le foglie marroni e gialle,tipiche di quel periodo.
Frugò in una delle sue tasche cercando il pacchetto delle sigarette. Ne prese una e portandola alla bocca e l’accese.  Aspirò un tiro chiudendo gli occhi,rilassandosi al suono delle foglie spostate dal vento.
I suoi passi silenziosi iniziarono a rallentare.
I 30 minuti passarono in fretta e arrivato a casa cercò le chiavi nello zaino.
Quel giorno i suoi erano fuori per fare una visita ad una vecchia zia.
 Aprì la porta e dopo aver posato lo zaino su una sedia all’ingresso ,si diresse in camera sua al piano di sopra dove accese lo stereo a tutto volume.
Le dolci e ipnotizzanti note di Jack the ripper inondarono tutta la casa.
Si impadronirono di lui,come una presenza si muovevano di stanza in stanza in cerca di un briciolo di vita,un briciolo di amore. Di amore in quella casa ormai ce n’era poco. I suoi non parlavano più,erano disposti a dargli tutto tranne che affetto.
Si sentiva solo,incompreso.
Aveva bisogno di contare su qualcuno,un qualcuno che però non c’era.
Andando in cucina notò che la mamma gli aveva lasciato del polpettone.
 Odiava il polpettone.
Decise cosi di non mangiare perché il pranzo non lo allettava per niente e poi perché non aveva proprio fame.
Prese una tazza e la riempi di caffè e si sedette sui gradini della veranda con il vento che li scompigliava i neri capelli lisci coprendogli un occhio.
Era lì con la sua tazza fumante a guardare la casa degli Way,la siepe dove aveva soccorso quel ragazzo caduto dal tetto.
La porta si aprì e una signora piuttosto singolare uscì, una donna dai lunghi capelli platino e l’abbronzatura da lampada.
“Salve!”disse lei.
 “Salve” rispose Frank con un cenno della testa.
Salì in macchina e partì. Probabilmente andava a trovare il figlio. Poverino..chissà come stava.
Le ore passarono e Frank si addormentò in salotto.
Il giorno dopo era sabato e non aveva scuola quindi non doveva studiare.
 Non aveva voglia di uscire quella sera,ma doveva prendere aria,e decise cosi di andare a fare un giro.
Vagò solo con se stesso per circa un’oretta,poi il freddo della sera lo convinse a tornare a casa.
 Salì in camera sua,si sedette sul letto e prese la chitarra. Suonò per tutta la sera,cercando di sfogarsi,di non pensare a nulla.
Fortunatamente la sua chitarra blu aveva questo effetto su molti.
Le note di quelle corde metalliche riecheggiarono per tutta la stanza.
Alla fine stanco posò la lo strumento e chiuse gli occhi.
 Poi il sonno prese il sopravvento su di lui…

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Eccomi con un'altro capitolo.

Spero che vi piaccia!!

ElfoMikey

Ellie

Misa

Grazie mille per i commenti!!!Sono contenta che vi piaccia!!!


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Alle 9 gli occhi di Frank si aprirono.
Si guardò intorno e per qualche minuto rimase a fissare il soffitto.
Quel viso.
Quel ragazzo.
Perché non faceva altro che pensarlo?...si tolse le coperte di dosso e si diresse verso la finestra.
L’aprì.
L’aria fredda del mattino entrò in camera. Una leggera brezza gli accarezzo il viso. Pochi secondi e la richiuse per non congelare,entrò in bagno,accese l’acqua,dopo essersi sfilato la maglietta e fatto cadere i boxer si mise sotto quel getto bollente.
 L’acqua scivolava sul suo corpo tonico,e insieme ad essa tutte le preoccupazioni del giorno precedente.
 Nel silenzio il rumore dell’acqua distoglieva Frank dai suoi pensieri.
Finita la doccia uscì,si legò un asciugamano intorno alla vita e con la mano pulì il vetro appannato.
Per qualche secondo guardò la sua immagine riflessa nello specchio.
Si,oggi sarebbe andato in ospedale a trovarlo.
Non sapeva il suo nome,ma questo non importava,l’avrebbe scoperto lì.
In meno di un’ora si asciugò e si vestì.
 Scese in cucina per fare colazione con una calda tazza di caffè una ciambella.
“Buon giorno tesoro!”
“Buon giorno mamma…”
“Che fai esci con Jamia?”
“No ,ecco…pensavo di andare a trovare in ospedale il ragazzo che abita di fronte..”
“Mmm,si,penso sia una buona idea”
“Sai come si chiama per caso?”chiese imbarazzato Frank. La mamma lo guardò accigliata.
“Ehm..credo si chiami Gerard,ma non ne sono sicura.”
“Ok,non preoccuparti,chiederò del signor Way..”si avviò verso l’ingresso,prese la giacca nera,l’indosso e uscì.
“Ciao mamma!Sarò a casa per l’ora di pranzo massimo. Ho alcune cose da fare.”
“Ok tesoro..cerca di non tardare però!”
“Va bene mamma!”una frase che sentiva ogni volta che usciva di casa.
Non la sopportava più.
Il cielo era quasi ricoperto da nuvole e il sole e il sole di tanto in tanto spariva dietro di esse.
Il vento si era calmato.
Frank accendendosi una sigaretta si avviò verso la fermata.
Era sabato e gran parte della gente a quell’ora dormiva.
Dopo cinque minuti arrivò l’autobus.
Frank si sedette in fondo guardando fuori dal finestrino.
L’ospedale distava circa sei km da casa sua.
Le case,gli alberi sembrava che si muovessero.
Era come ipnotizzato da tutti quegli oggetti che gli passavano vicino,velocemente.
Un momento era quasi accanto a loro,l’attimo dopo ormai troppo distanti,proprio come la vita,come le persone.
Ad un tatto il bus si fermò aprendo le porte.
Frank si alzò e scese.
Si guardò un attimo intorno,guardò l’ospedale,pochi secondi e decise di entrare.
Attraversò il grande parcheggio avvicinandosi sempre più all’ingresso fatto di vetri e metallo.
Una grande struttura bianca,triste e malinconica.
Le porte si aprirono automaticamente e il ragazzo entrò.
C’era un piccolo problema:non aveva idea del reparto in cui era ricoverato.
Fermò un dottore che passava di lì.
”Mi scusi,ho bisogno di informazioni.”
”Mi dica..”rispose quello togliendosi gli occhiali dal naso arcuato.
“Sono venuto a far visita ad un ragazzo ma non so dove andare.”
”Venga con me”Frank segui l’uomo.
Un signore alto,magro,capelli bianche i corti,la pelle rugosa,viso segnato dagli anni,avrà avuto sicuramente 60anni.
Salirono delle scale fino ad arrivare ad una stanza piena di archivi.
“Mi dica come si chiama.”
“Way..”
“Way..Way..Way..Gerard Way?”
“Si esatto!”
“Ma lei chi è scusi?”
“Bè..sono il suo vicino,l’ho soccorso l’altra sera,quando..”
“Ah..capisco…terzo piano stanza 24..”

“La ringrazio”disse Frank prima di uscire dalla stanza.
“Si figuri.”
 Bene sapeva dove andare.
Era al primo piano ora.
Si avviò verso gli ascensori per prenderne uno. §
Non c’era molto movimento in ospedale perciò non ebbe difficoltà ad arrivarci. §
Camminava lungo il corridoio e il cuore gli batteva a mille.
Perché quest’effetto?
Eccola..la stanza 24…
Lentamente alzò il braccio.
Avvicinò la mano alla porta di legno bianca.
Le forze gli mancavano e non aveva coraggio.
Chiuse gli occhi e respirò profondamente.
Bussò.
Nessuna risposta.
 Aprì lentamente la porta.
Gerard era sul letto,vestito con le braccia conserte e le gambe incrociate.
 Cavolo era davvero bello.
Quei capelli lucidi e neri,morbidi che gli scendevano delicati sul viso,quegli zigomi così alti e perfetti. Labbra che sembravano quasi dipinte.
“Hey”Frank gli ticchettò su una spalla.
Di scatto,quasi spaventato Gerard si girò.
Rimase scioccato.
Quel viso,quello che per un giorno intero lo aveva tormentato,quei capelli neri,quei grandi occhi nocciola che emanavano una luce mai vista in nessun altro,quelle labbra così sottili e perfette.
A bocca aperta lo guardava,meravigliandosi di vederlo davanti a lui,di trovare un ragazzo così bello e attraente.
“Tutto ok?”chiese Frank vedendo che questo non rispondeva.
“Si si. Tu chi sei scusa? Ci conosciamo?”Gerard si mise seduto e Frank lo imito.
“Bè io abito di fronte casa tua. Mi chiamo Frank Iero e l’altro notte ti ho soccorso.”Bastardo è stato lui!pensò Gerard. Avrebbe voluto sfogarsi dicendogli quello che pensava,ma non ci riuscì..quegli occhi e quel sorriso glielo impedirono.
“Ah quindi hai chiamato tu il 911?”
“No,veramente è stato tuo padre. Io vedendoti steso ho cercato aiuto.”
“Capisco. Io comunque sono Gerard. Gerard Way.”
“Si lo so.”
“Come fai a saperlo?”chiese con aria innocente Gerard.
“Ecco vedi,per venire qui ho chiesto di te e mi hanno detto il tuo nome.”
“Già..che stupido..”
“No no,non ti preoccupare”si creò un momento di silenzio, silenzio imbarazzante.
“Che ascoltavi?”chiese infine Frank.
“Smiths. Ti piacciono?”
“Certo!Gli adoro!”
“Scusa..ma quanti anni hai?”chiese Gerard.
“19”
“Io sono qui da un mese,eppure non ti ho mai visto a scuola. Io ne ho 17.”
“Non saprei dirti”rispose Frank guardandolo negli occhi.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
Un medico e un ragazzino entrarono nella stanza.
“Salve signor Way!”
“Ciao Gee!”disse l’altro.
“Ciao Mikey..Salve dottore..”il medico che prima aveva aiutato Frank disse:”Vedo che ha trovato la stanza signor…”
“Iero..”quello annuì.
“Signor Way,sono felice di annunciarla che può uscire.”
“Gee la mamma ci aspetta in macchina”
“Mikey lui è Frank,abita di fronte a noi.”
“Si lo so..piacere Mikey..”
“Ah..”disse Gerard.
“Piacere..”rispose Frank.
“Vuoi un passaggio a casa?”chiese Gee.
“Oh no..vado a trovare un amico ora.”
“Ok”il ragazzo prese la borsa sul pavimento con dentro la sua roba e tutti e tre insieme uscirono dall’ospedale.
Dopo essersi salutati i due fratelli salirono in macchina e Frank si avviò verso la fermata.
Sarebbe andato a trovare il suo migliore amico Bob.
Le nuvole ormai coprivano il cielo,c’era aria di pioggia e il vento si alzò.
Salì nell’autobus,ripensando al colloqui avuto poco prima.
Era rimasto incantato da quel ragazzo.
Non sapeva perché provava una sottospecie di attrazione per lui.
Aveva paura di questo e cercò di convincersi che non lo avrebbe più rivisto,di non volerlo più vedere,ma in fondo al cuore,in fondo all’animo invece lo desiderava con tutto se stesso.
Gerard Way,il ragazzo che gli avrebbe cambiato la vita per sempre.

 

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Misa: sono contenta che ti sia piaciuto....XD

ElfoMikey: Grazie cara!!!!!Questa stori mi preoccupa tanto..non mi è mai come la vorrei...

Ellie: eccoti accontentata... :D

N.B: So che Frank e Gerad non hanno la stessa età ma io me li vedo così. Tutto è questo è frutto di una menta contorta. é solo immaginazione...XD

Spero vi piaccia!!!!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Gerard era seduto in macchina sul sedile posteriore.
Come Frank ripensava alla loro conversazione guardando fuori dal finestrino.
Era stato lui.
Lui due sere fa lo aveva salvato.
Il ricordo di quel viso bagnato sopra di lui ora era più nitido e chiaro.
Era bellissimo.
Un buco allo stomaco lo opprimeva.
Perché?..non si era mai sentito così nemmeno per una ragazza. Insomma, Frank era un ragazzo,lui era un ragazzo ed era attratto da lui.
“Come stai Gerard? Tutto ok piccolo mio?”chiese la mamma.
“Si, tutto ok.”
“Davvero tesoro,se qualcosa non va devi dirmelo,io sono qui per aiutarti,ci sono anche tuo fratello e tuo padre..”
“No mamma,va tutto bene!Non c’è un cazzo che non va!”rispose Gerard con tono esageratamente nervoso.
La mamma zittì.
Mikey si girò fulminandolo con gli occhi.
“Fanculo Mikey!”bisbigliò il ragazzo. La madre non lo sentì.
Si girò verso il finestrino,si mise gli auricolari nelle orecchie e riprese a guardare il paesaggio.
Le dolci note lo indussero a pensare ancora a Frank. Sicuramente non gli avrebbe più parlato al massimo salutato.
Come aveva fatto a non notarlo?
Era spaventato da questo pensarlo sempre. Non era gay,eppure continuava a farlo. 
Ad un certo punto la macchina si fermò.
Gee si riprese dai quei suoi pensieri e notò che erano già arrivati a casa.
Attraversò il vialetto con lo sguardo basso,la verande,entrò e si diresse subito in camera sua dove lasciò la borsa.
Entrò in bagno, si spoglio e si fece un bagno.
Aveva bisogno di togliersi l’odore dalla pioggia,l’odore della morte.
Rimase a lungo null’acqua calda fino ad addormentarsi.
Sognò, sognò ancora quel viso.
Qualcuno però bussò alla porta e Gerard si svegliò di soprassalto.
“Gee,,mi serve il bagno!devo lavarmi,fra un po’ passa Ray..”
“Si,aspetta un attimo Mikey…”
“Muoviti però!”
“Ok !”gridò l’altro. L’acqua ormai era diventata fredda,come la pioggia. Scacciò quel ricordo ad uscì.
Coprì il suo corpo bagnato  con un accappatoio bianco e morbido.
Prese un asciugamano,uscì e si diresse i camera sua dove.
Accese lo stereo e inizio ad asciugarsi. Indosso una tuta nera.
“Hey,ti va di venire con noi?”sentì la voce del fratellino vicino la porta.
”Dove andate?”
“Al pub,beviamo qualcosa e poi non so..”
“No,non mi va..
“Dai Gee..muoviti..non ti lasco da solo a casa di sabato sera!” Si avvicinò e gli sorrise. Non riusciva a resistere a quel sorriso a quegli occhi teneri e dolci.
”Ok,va bene”.
“Grande fratellone!!Dai vieni,Ray ci aspetta si sotto..”
“Tu inizia a scendere io ti raggiungo. Il tempo di ficcarmi i jeans.” Mikey con un cenno della testa si voltò e scese in salotto. Gerard aprì un cassetto in cerca di uno dei suoi jeans neri scoloriti proprio come le converse in fondo al letto. Cinque minuti ed era pronto.
“Andiamo?”.
 “Ciao mamma!Noi andiamo!”
”Ciao cari” Uscirono e si diressero verso l’unico pub di Belleville.
“Mikey ho composto una nuova melodia!é una figata pazzesca!Ti va di venire da me domani per scrivere un testo?Ti unisci a noi Gee?”
“Non lo so,ti faccio sapere..”
Ray era un ragazzo di 16 anni,alto,capelli lunghi ricci,di un castano chiaro,labbra carnose,simpaticissimo e divertentissimo. Era un genio nel suonare la chitarra.
Per gran parte del tragitto Gerard rimase in silenzio,un po’ in disparte mentre gli altri due parlavano allegramente.
Arrivati al pub si sedettero al bancone ed ordinarono tre birre.
Ancora in silenzio sorseggio la sua birra chiedendosi perché fosse lì.
“Hey ragazzi io vado” disse infine.
“Perché?”chiesero in coro.
“Sono stanco e non sono tanto in forma..”
“Ah ok…”pagò la sua birra e salutati Mikey e Ray uscì dal locale.
Si ritrovò davanti Frank,ma non era solo. Accanto a lui c’era una ragazza.
 “Ciao Gerard!”
”Caio Frank..”
”Ehm..lei è Jamia.”
“Ciao sono la sua ragazza!”
“AH..non sapessi fossi fidanzato”disse Gee in tono un po’ deluso.
“Andiamo Frank,ho sete!” Jamia lo  prese per un polso e lo trascinò dentro.
“è stato un piacere rincontrarti Gerard!Ci si vede! Ciao!!!”disse in fretta Frank.
“Ciao…”
Gerard rimase qualche secondo fuori,immobile,con il Pub e la musica dietro di sé.
Cazzo era fidanzato.
Sensazione li pervasero.
 Si sentiva solo,triste,malinconico,vuoto,deluso,geloso.
Spaventato iniziò a camminare velocemente con le sigaretta tra l’indice e il pollice.
“Cazzo di cretino che sono,porca puttana!Oddio,ora mi piacciono anche gli uomini.”
Una lacrima,gli scese amara e triste sul viso.
Nella notte..malinconico e solo.

 

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Ed ecco a voi gente!!!
 Capitolo 5....

Ditemi come vi sembra!!!!bacioni!!!

ElfoMikey: GRazie mille!!!Sono felicissima che ti sia piaciuto!!!!!Spero ti piaccia anche questo...XD

Alla prossima!!!!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

“Perché mi hai trascinato via?volevo sapere come stava..”chiese un po’ arrabbiato Frank.
“Ho sete scusa. Una birra grazie!”
“Due!”  dissero alla barista.
“E poi..”
“Cosa?”chiese Jamia innocentemente.
“No niente.”
“Dai..dimmi…”
“Bè ecco…io e te…non ci definirei proprio fidanzati…”
“Mi sembra però il momento di presentarci così. Usciamo insieme da tempo ormai.”Frank non rispose. La ragazzo continuava a guardarlo. Fortunatamente arrivarono la birre
”Ciao Frank..”.
”Oh ciao Mikey!”
“Jamia?”
“Ray!!!”
“Che ci fai qui?” chiese il ragazzo.
“Sono con il mio ragazzo..Frank Ray, Ray Frank..”i due si strinsero la mano.
“Bè allora ci vediamo domani in classe ja..”
“Ok Ray..ciao!” i due ragazzi uscirono dal locale.

“Ma chi è quello?”chiese il Ray.
“è il ragazzo che ha salvato Gee l’altra sera. Quella come la conosci?”
“Viene con me in classe. Siamo stati insieme qualche mese fa.”
“Carina..”
“Già ma è una pazza maniaca…”

“Era il mio ragazzo qualche mese prima che conoscessi te,ora andiamo in classe inseme.”
“Non ho detto nulla..”
“Non voglio che tu sia geloso,perciò ho voluto dirtelo..topolino..”(Topolino?Mi stava chiamando topolino???)
“N-no..non preoccuparti…”
“Frank??”
“Si?”
“Ti amo..” Frank si girò guardandola accigliato e sorpreso.
“Se non sei pronto a dirmelo anche tu non ti devi preoccupare..io ti aspetterò!” sorrise e l’abbraccio più forte che poteva.
Frank rimase come pietrificato.
“Oddio Jamia!Ho dimenticato il pollo nel forno a casa! Devo andare immediatamente!Mia madre non c’è..”
“Se vuoi vengo con te a stiamo un soli”disse lei con gli occhi languidi.
“Ehm..non mi sembra il caso..vedi c’è mia nonna ed è..pazza..urla,lancia oggetti e picchia li sconosciuti..ci sentiamo..cioè ci vediamo..vabbè ciao!”
“Ok topolino,ci vediamo domani..”Frank prese al giacca e uscì velocemente dal locale.
“Ti amo topolino!”gridò jamia dal bancone..una risata nel locale fece diventare Frank rosso.
Terrorizzato corse versò casa.
Passando davanti al cimitero seguì con lo sguardo un ragazzo che si aggirava fra le lapidi,non notando il palo con il cui si scontrò..”Porco cazzo!”disse Frank tenendosi la fronte..Guardò più attentamente la figura misteriosa. Ma era…Gerard! Scavalcò il cancello e si diresse versò di lui.
“Che ci fai qui di sera?”chiese Frank a Gerard che al suono della sua voce trasalì. Aspettò qualche minuto e poi disse:”è mia nonna…”Sulla lapide c’era scritto,Helena Lee,nient’altro,solo questo. In un angolo sull’erba umida una rosa rossa.
“Mi dispiace…”
“No figurati. Ho capito che prima o poi tutti devono morire quando ero piccolo.”
“Eri affezionato a lei?”
“Si molto. Mi ha insegnato tutto quello che so sulla musica e sul disegno.”
“Suoni qualcosa?”
“No. Canticchio a volte e strimpello qualcosa con la chitarra di mio padre,ma mi piacerebbe un sacco imparare meglio.”
“Se vuoi ti posso aiutare. Me la cavo piuttosto bene..”
“Lo faresti davvero?”
“Certo!”Frank gli sorrise dolcemente. Gerard a sua volta sorridendo imbarazzato e con gli occhi che gli brillavano disse:”Ti va di fare un giro?”
“Ok”rispose l’altro. Camminarono per le strade di Belleville parlando del più e del meno,ridendo e scherzando come fossero fratelli.
“Oh no Jamia!”
“Chi?”
“Jamia..la ragazza con cui esco..”
“Ah…intendi dire la tua fidanzata!!!”
“Non è la mia ragazza. Ha fatto tutto lei..è totalmente svalvolata!!Ti prego nascondiamoci prima che mi veda!!” Non sapendo dove andare si sedettero dietro la siepe di una villetta cercando di non farsi vedere.
“Cazzo Frank!!Hai un topo sulla spalla!!!”
“AAAAAAAA!!!” Frank si alzò di scatto contorcendosi come un’anguilla per scrollarsi il topo di dosso.
“Gattino!”
“Jamia…mia cara…”
“Non dovevi essere a casa tua?”chiese quasi arrabbiata.
“Bè ecco..veramente…”
“Ci è appena stato. Adesso veniva da te. Io ho perso il mio cagnolino e vedendolo passare di qui gli ho chiesto aiuto. E il suo cuore d’oro ha acconsentito.”
“Si esatto..è come dice lui!”
“Oh..che anima grande ha il mio gattino!”Jamia su buttò su Frank abbracciandolo quasi togliendogli il respiro.
“Ti amo cucciolo…”Gerard era vicino a loro e guardava la scena divertito,ridendo senza che Jamia se ne accorgesse.
“Grazie  eh..!!”disse Frank senza voce.
“è dovere..”rispose Gee con un sorriso malizioso.
“Ti amo,ti amo, ti amo!!!”diceva lei sempre stingendolo.
“Ti prego salvami..”chiese supplichevole Frank,con occhi mai visti prima. Come resistergli. Il ragazzo più bello ch avesse mai visto.
“Frank!!”
“Si??”
“Ti prego devi venire con me!Devi aiutarmi è scappato di là,dai corriamo!”disse Gee.
“Jamia perdonami ma devo andare!””
“Ok topolino.”
“Ci sentiamo..”disse Frank.
“Ciao” la salutarono insieme.
Iniziarono a correre,mentre Jamia li guardava allontanarsi,ridendo come dei pazzi.
“Grazie Gerard..di..avermi tolto,,dai guai…ne quale..tu..mi hai cacciato..”disse Frank col fiatone.

“Ti prego..chiamami…Gee se..vuoi…”Disse lui ormai quasi senza aria nei polmoni. Ora erano piegati in due dalle risate con le mani sulle ginocchia per prendere fiato. Si guardarono e risero ancora fino a che lo stomaco non inizio a farli male.
“Hey,tutta questa corsa mi ha messo fame”disse Frank rimettendosi dritto.
“Si anche a me….”
“Hot dog e patatine fritte?”
“Certo!”rispose Gerard.
“Però adesso l’unico posto aperto è il pub ed ho paura che Jamia sia tornata lì. Ha casa ho tutto quello che ci serve. Ti va di venire?”
“Ok. Così non dovrò nemmeno fare molta strada per tornare alla mia”Frank rise innocentemente. Quella risata…era così bella..

 

Ecco a voi il sesto capitolo fatemi sapere come vi sembra!!!!!!!!!!!

Bacioni!!!

ElfoMikey: aspetta di leggere il resto…Sono contentissima che ti sai piaciuta piaciuta!!!!Grazie cara!!!!XD

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



Lentamente aprì la porta.
”C’ è qualcuno in casa?”gridò Frank.
Dall’abitazione buia,nessuna risposta. Fece segno a Gerard di seguirlo. Nel buio con la luna che filtrava dalle finestre entrarono in cucina. Il primo accese la luce e aprì il frigo. Gerard intanto si guardava intorno. Tutto era lindo e splendente. Una casa perfetta. Frank lo notò.
“Si lo so. Mia madre è una maniaca del pulito.”
“Molto diversa dalla mia. Vuoi una mano?”
“Si grazie..”
“Cosa vuoi che faccia?”
“Mi taglieresti il pane?Io intanto cuocio questi.”disse Frank mentre prendeva una padella. Mentre Gee tagliava,Frank gli guardava il viso delicato,i suoi occhi da bambino,teneri,intensi,tristi. Quello alzò lo sguardo a Frank distolse il suo imbarazzato.
“Ho finito..”disse Gerard confuso.
“Ehm..anche io. Vuoi le patatine?”
“…perché no…se poi non ti va di farle non c’è problema..”disse.
“Ma no,figurati. E poi le voglio anche io..”Frank gli strizzò un occhio. Prese una teglia ci posò sopra le patatine rigorosamente surgelate,e le chiuse nel forno. Gerard intanto assorto nei suoi pensieri si toccava la mano fasciata.
“Ti fa ancora male?”chiese infine.
“Bè si,fino a che non si rimarginerà totalmente continuerà a bruciarmi. Almeno così mi hanno detto i medici.”
Ora seduti sul tavolo in cucina Frank avrebbe voluto chiedergli spiegazioni di quel gesto così avventato,di quella notte tanto famosa,ma non lo fece.
Una forza oscura lo attirava verso di lui. Verso i suoi occhi,verso le sue mani,verso il suo corpo,verso le sue labbra,desiderando che fossero sue.
“Frank?”il suono della sua voce lo sveglio da quei suoi pensieri che subito cercò di scacciare.
“Si?”
“Il timer..”
“Sono già pronte?”chiese aggrottando le sopracciglia.
“Si..ma non mangiarmi ti prego..quel tuo sguardo è terrificante..”Il suo viso si addolcì assumendo un’espressione maniacale che era ancora peggio.
“Ok ora lo sei ancora di più..”Frank scoppiò in una dolce risata che riecheggiò per tutta la cucina e indusse al sorriso anche Gerard.
Si alzò prese i due panini e mise le patatine in una ciotola.
“Ecco a te!” disse Frank.
“Oh,grazie,topolino”rispose Gee con aria ironica.
“Ah ah ah. Ti diverti mostriciattolo..arriverà il tempo in cui mi vendicherò..”
“Cos’è,una minaccia?”disse Gerard guardandolo maliziosamente.
“Stanne certo..”rispose l’altro addentando il suo panino,facendo una strana faccia sexy che li fece ridere entrambi.
Passarono il resto della serata così,ridendo e scherzando. Poi si fece tardi.
“I tuoi dove sono?”chiese Gee.
“Da mia nonna,tornano verso le due.”
“Bè..forse è meglio se vada. Si è fatto tardi e mamma sarà in pensiero.”
“Eh si..poi ci impieghi molto per tornare a casa..”a questa frase Gerard rise,sinceramente divertito. Frank lo accompagnò alla porta.
“Grazie per la cena..gattino..”
“Grazie per la compagnia Gerard”
“Ci vediamo..”
“Ci conto…”disse Frank sorridendo.
“Buona notte!”
“Buona notte”. Frank chiuse la porta e dai vetri della finestra in salotto guardò Gerard attraversare la strada e dirigersi verso l’ingresso. Prese delle chiavi dalla tasca e entrò,lasciando dietro la fredda aria serale di settembre. Vide la luci accendersi e spegnersi,fino a che il buio dominò sulla casa.
Frank mise in ordine la cucina e salì in camera sua.
 Davanti allo specchio si levò i vestiti,la sua muscolatura non molto evidente,appena accennata era a contatto con l’aria. Nel buoio si lasciò cadere sul letto,stanco e contento di come fosse andata la serata. Girò la testa verso la finestra guardando la luce della luna. Poi chiuse gli occhi cercando di ricordare quel viso,quel corpo,quella voce così tranquilla e in alcuni momenti terribilmente sensuale.
Cosa gli stava succedendo?Come poteva piacergli?Domande di vario tipo affliggevano Frank.
Apri gli occhi di scatto spaventandosi al suono del telefono.
”Cavolo Jamia..”non rispose. Non aveva voglia di sentirsi dire quanto amava il suo topolino.
Gli venne in mente l’episodio di quella sera e rise.
Prese una coperta e copri il suo corpo nudo. Poi il buio.
Si addormentò nella notte sperando di trovare una scusa plausibile per scaricare Jamia.

 

Gerard entrò in casa. Accese la luce.
“Dove sei stato?”
“In giro mamma…”
“Ti droghi?”
“No,forse è l’unica cosa che non faccio…”disse lui in un sussurro.
“Come faccio a sapere che è vero?”
“Sono tuo figlio,dovresti fidarti!”
“Non mi fido più ormai..”
“Mamma senti..non ho voglia delle tue sedute psicologiche. Vado a dormire..”Posò la giacca sulla spalliera di una sedia e inizio a salire le scale.
”Chi sei tu?”disse la mamma con gli occhi lucidi e una lacrima che gli bagnava una guancia.
Gerard si voltò.
Aveva un magone alla gola. Lo stomaco annodato. Non rispose,non riusciva a farlo.
Continuò a salire le scale con le lacrime che gli salivano agli occhi. Una di esse cadde dai suoi occhi verdi,rigandogli le guance bianche come la neve,per diventare fredda nel suo cammino,come il cuore che batteva nel suo petto.
Entrò in camera,chiudendo lentamente la porta. Con il viso totalmente bagnato si guardò allo specchio,semi illuminato dalla luce bianca e fredda della luna.
Si voltò diretto al letto. Asciugandosi le lacrime,asciugandosi il viso,intonando frasi piane di dolore..
”Nessuno si è accorto che c’è un cadavere in questo letto. Non puoi uccidere mio fratello,non puoi uccidere i miei amici. Ci ritroveremo in questa piscina piena di sangue,così dammi tutte le pillole,e dammi il tuo veleno. Una donna veglierà su di noi…in una posa violenta. Può ficcarmi un paletto nel cuore,portatemi un dottore. Tutto questo è quello che disapprovo. Seppelliscimi con mio fratello e i mie colori preferiti,ma non avrò paura di continuare a vivere,non avrò paura di camminare in questo mondo da solo perché prendo il mio odio e lo tingo di nero. Perché a nessuno importa come sto,ma ci sto provando,ci sto provando. Anche se questo specchio e troppo piccolo per entrambi ,ti troverò. Incontrerò i tuoi occhi in questa piscina piena di sangue..siamo solo proiettili…”
Nel buio della sua camera Gerard chiuse gli occhi cercando ancora una volta una ragione per continuare a vivere,poi nel silenzio si addormentò.

 

 

 

Anche se nessuno ha recensito il mio ultimo capitolo,io ho postato il 7…

Spero che questo piaccia…XD

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Gerard passò gran parte della domenica in casa,nella sua camera,a pensare,a piangere,a studiare,a disegnare,a scrivere. Amava scrivere canzoni,perché in ogni testo metteva tutto se stesso,tutte le sue emozioni,il suo vero io,sfogandosi,in modo da star meglio. Frank invece si divise tra la chitarra e i libri di biologia per preparare l’esame. Rimase anche lui dentro tutto il giorno ma a differenza di Gee uscì per andare a trovare il suo migliore amico Bob.

 

“Hey Gerard..dai svegliati o faremo tardi..dobbiamo prendere l’autobus..”Mikey era vicino al letto.
“Che ora è?”chiese con gli occhi non ancora abituati alla luce.
“Le sette..”rispose l’altro guardano l’orologio sul comodino.
“Ok,d’accordo..ora mi alzo..”Mikey uscì dirigendosi verso il bagno.
“La colazione è pronta..”Gerard scese dal letto posando i piedi nudi sul pavimento gelato. Rabbrividì a causa di quel contatto. Si infilò delle pantofole e scese in cucina.
“Buon giorno Gerard..”
“Buon giorno mamma,buon giorno papà.”rispose lui assonnato. Prese una tazza,la riempì di caffè e prese un toast imburrato che la mamma aveva preparato precedentemente. Si sedette e fece colazione.
“Vuoi qualcos’altro tesoro?”
“No mamma…sto bene così..”
“Bè io vado, Ci vediamo stasera.”disse il padre.
“Ok,caro!”
 “Ciao papà!”rispose Gerard.
“Ciao Mikey!!”urlò dall’ingresso.
”Ciao papi!!”rispose il ragazzino dalla sua camera.
Gerard si alzò mentre il padre uscì. Salì le scale e entrò nel bagno dove si fece una doccia per riprendersi dal sonno e dalla stanchezza. Uscì  dopo essersi lavato.
“Merda!!Ho lasciato gli asciugamani e i vestiti in camera…Mikey??”nessuna risposta.
“Mikey!?!?!?”ancora niente. Così ancora bagnato e totalmente nudo uscì correndo direttamente in camera sua.
“Gerard?”
“Mamma..!!”
“Per l’amor del cielo figliolo copriti. Non sei più un bambino!!”Gerard ormai diventato di un rosso acceso corse in camera,sperando che la mamma rimuovesse quella scena.
“Pezzo di cretino Gerard..pezzo di coglione Gerard…!!!”continuava a ripetersi mentre si vestiva. Come al solito,pantaloni neri,maglia nera,anfibi neri.
Qualcuno bussò alla porta.
“Oh  dio,deve essere mamma!!” si guardò un po’ come per avere la conferma di aver i vestiti,si fece coraggio e aprì la porta.
“Sei pronto?”
“Mikey!Si, si. Andiamo!”Prese al borsa,se la mise a tracolla e uscì dalla stanza. Scesero le scale  e alla vista della mamma Gerard diventò nuovamente rosso.
“Tesoro,hai la febbre?Sei color pomodoro..”
“No mamma sto bene..dai Mikey andiamo o faremo tardi!”disse lui velocemente.
“Ok, ok. Ciao mami!”Disse il fratello minore.
“Ciao mamma..”disse Gee. Stranito dal fatto che il ragazzo si preoccupasse del fatto di non arrivare in ritardo a scuola,Mikey lo seguì alla fermata senza fiatare. Di solito il padre andando a lavoro li lasciava vicino la scuola,ma quel giorno uscì di casa prima.
Si sedettero entrambi sul marciapiede.
 Nella fredda aria del mattino Gerard aspirò un lungo tiro di sigaretta,la prima di una lunga serie,il fumo si alzava in spirali e nel silenzio si potevano sentire dei cani abbaiare. Aveva le braccia poggiate sulle ginocchia e la sigaretta far il pollice e l’indice. I capelli neri scendevano delicati sul viso,la leggera frangia scalata li copriva metà fronte,muovendosi con la brezza del mattino.
“Ciao Ray”
“Ciao Mikey..Ciao Gee..!”quest’ultimo lo salutò con un cenno della testa.
“Come mai qui?”chiese Ray.
“Papà oggi e sceso prima e non ci ha potuti accompagnare.”rispose Mikey.
Gerard spostò lo sguardo e vide arrivare un ragazzo..Frank. Camminava con la sigaretta tra le dita,una mano nascosta nella tasca,lo zaino in spalla,con lo sguardo basso,troppo stanco per riuscire a guardare dritto. I capelli neri gli scendevano sul viso,coprendogli quasi un occhio. Quegli occhi  grandi,quegli occhi nocciola,quegli occhi così dolci. Gerard lo guardava,incantato da quel ragazzo,con occhi pieni di speranza,pieni i meraviglia. Alzò lo sguardo,sorpreso di incontrare quello di Gerard. Era alla fermata. Rimasero a guardarsi qualche secondo poi..
“Ciao Gerard!!”
“Ciao Frank!”
“Ciao ragazzi..”
“Ciao…”risposero Ray e Mikey.
“Come mai qui?é la prima volta che ti vedo alla fermata…”disse sedendogli accanto,sorridendogli dolcemente contento che fosse lì.
“Di solito vado in auto.” Frank sorrise dolcemente. In quel momento arrivò l’autobus. I due ragazzi salirono. Gerard si sedette e Frank occupò il posto accanto a lui. Per tutto il tragitto parlarono della scuola,di quello che amavano,di quello che odiavano,di cosa avrebbero voluto fare al collage. Il tempo passò velocemente e si ritrovarono subito a scuola. Scesero dall’autobus,fermandosi all’ingresso della scuola.
“Hey Gee,guarda che si torna in autobus.”disse Mikey.
“Ok ci vediamo alla fermata dopo.”rispose il ragazzino,si allontanò e la Campanella suonò.
“Bè meglio andare .”disse Frank”Ci vediamo all’uscit…”aggiunse.
“Ok…ciao Frank!” Gerard si allontanò salendo al primo piano. Frank lo guardava camminare,fissando le sue natiche.
“Riprenditi Frank!”si disse nella mente,scuotendo la testa. Si girò diretto nel corridoio principale del pian terreno.
Fra gli armadietti urtava i vari ragazzi che correvano per evitare di arrivare tardi alle lezioni. Fece appena in tempo ad entrare. Un’altra giornata lo aspettava.

 

Le ore passarono lentamente. Finalmente la campanella suonò. Frank corse subito via cercando di evitare Jamia. Ci riuscì. Si diresse verso la fermata,desiderando Gerard. Desiderando quegl’occhi,desiderando quel sorriso. Arrivò prima deluso di non trovarlo già li. Pochi minuti e lo vide arrivare con quella sua camminata. Tornarono a casa insieme.
“Hey Gee,ti interessa ancora una mano con la chitarra?”chiese Frank un po’ imbarazzato.
“Certo!Te ne sarei grato!”
“Ti va di venire da me domani?”propose Frank.
“Domani?”
“S-si..hai qualche altro impegno?”
“No no,domani va benissimo. Per che ora?”
“Le 5?”
“Ok. Ciao Frank!”
“Ciao Gerard!”. Si allontanarono imboccando i rispettivi vialetti. Entrambi pensando l’uno all’altro. Non immaginando che da lì a poco tutto sarebbe cambiato.

 


Ecco un altro noioso capitolo…

Spero che non vi siate addormentati nel leggerlo!XD

Il prossimo,bè,è un po’ più…movimentato… Spero comunque vi sia piaciuto…

Chemical_kirA : Già,la povera Jamia è una vera è propria pazza. Non che mi stia antipatica però nella storia l’ho ritratta così..XD E i due topolini…ahahah…aspetta di leggere il seguito!KISS!

ElfoMikey : Sono contenta che ti siano piaciuti!!!Spero davvero ti piaccia anche questo!!! E sappi che io ti adoro!!!!Mi sa che l’ho già detto…comunque ho voluto dirlo nuovamente…Bacioni honey!!!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Dopo aver pranzato Gerard si rifugiò in camera sua.
Aprì la finestra per far entrare un po’ d’aria fresca.
Il sole illuminava il suo viso e gli occhi che dal marrone del buio diventavano pian piano verdi,come per magia.
Il silenzio,solo il rumore degli alberi,delle foglie.
Una finestra nella casa di fronte si aprì.
Frank,anche lui era in camera sua,anche lui aveva aperto la finestra. Gerard si nascose dietro il muro. Non sapeva perché lo aveva fatto. Una mossa naturale,come una ragazzina che evita lo sguardo del ragazzo di cui si è presa una cotta.
Il cuore gli batteva forte,quasi poteva sentirlo in gola.
Frank rimase qualche secondo a guardare la finestra aperta,sperando si rivedere quel viso. 
Niente.
Deluso chiuse la finestra. Prese la chitarra e intono dolci e crudeli melodie. Dall’altro lato della strada,Gerard si riaffacciò dalla finestra guardando quella di fronte che poco prima si era aperta.
Lo vide.
Era lì,seduto su letto con quello strumento che sembrava quasi magico.  Suonava assorto nei suoi pensieri con aria felice.
Tra poche ore sarebbe andato a casa sua.
Era terribilmente attratto da quel ragazzo.
Una sensazione di nausea si impossessò di lui. Si sentiva una ragazzina. Era in ansia per quell’incontro. Ma Frank stava con Jamia, Frank non era gay,non lo era nemmeno lui eppure stava li desiderando quelle labbra che avrebbe tanto voluto baciare.
Prese un foglio,una matita e cominciò a disegnare. 
Disegnò quel volto. Disegnò quegl’occhi. Disegnò quelle labbra. Si,era attratto da lui e solo ora era riuscito ad ammetterlo a se stesso. Pensieri lo affliggevano,pensieri,preoccupazioni. Non poteva innamorarsi di lui,non poteva innamorarsi di nuovo. Un amore non corrisposto lo aveva distrutto nella sua città natale. Una ragazza dal viso angelico lo aveva rifiutato una volta,per gironi stette male,ma non era questo il motivo delle sue sofferenze.
Per un’ora rimase lì sul letto a disegnare.
Si sentiva stupido ma non poteva fare a meno di pensarlo.
Quel ragazzo aveva un qualcosa dentro che non aveva mai visto prima d’allora. Lo stesso valeva per Frank. Era lì che suonava,muoveva le mani sulla testiera,le dita ormai si muovevano da sole e con la testa pensava a Gerard. Sarebbe venuto a casa sua e lui gli avrebbe insegnato a suonare. Gli sarebbe stato vicino,avrebbe potuto sentire il suo odore,guardare ancora una volta quegli occhi,quelle espressioni,avrebbe potuto ascoltare la sua voce.
Entrambi decisero infine che era meglio abbandonare il momento di riposo e studiare un po’. Grande insuccesso. Non riuscivano a non pensare l’uno all’altro. 
Arrivarono le cinque.
Gerard chiuse i libri e corse in bagno con il cuore che gli batteva forte.
Aprì il rubinetto che brontolò e sibilò per un momento prima che uscisse l’acqua. Si lavò i denti e poi spostandosi una ciocca di capelli dal viso lo bagnò con acqua fredda e trasparente.
Scese le scale,prese la giacca e uscì salutando al mamma che stranamente non disse nulla.
 Attraversò la strada con il cuore in gola,la pelle del viso infuocata e lo stomaco sballato. Si fece coraggio e bussò.
Una signora gli aprì la porta.
Quegl’occhi,gli occhi di Frank.
“Ciao,posso aiutarti?”chiese lei.
“Sono un amico di Frank. È in casa?”rispose lui.
“Si,puoi salire di sopra. È la prima stanza a destra.”
“Ok. La ringrazio signora Iero.”
“Oh no caro. Chiamami Linda…tu…sei…”
“Mi chiamo Gerard, Gerard Way. Abito qui di fronte.”
“Piacere di conoscerti Gerard!”
“Piacere mio Linda.”Gerard incominciò a salire le scale che sotto i suoi piedi scricchiolavano. 
Sentì la chitarra. Quelle dolci note.
Si affacciò alla porta aperta.
Era seduto ad un angolo del letto. Rimase a contemplarlo fino a che lui non se ne accorse.
“Gerard!Che ci fai lì..entra..”disse lui fermandosi. Così si sedette accanto a lui.
“Vuoi provare?”
“Ok. Ma conosco solo una canzone bene.”
“Vai..”gli sorrise dolcemente con occhio teneri. Gerard prese al chitarra blu,se la mise sulle ginocchia e intonò amare parole.
“We old in our hearts the sword and the faith
 swelled up from the rain,clouds move like a wraith
well after all,we’ll lie another day
and trough it all we’ll find some other way
to carry on trought cortilage and fluid
and did you come to stare,or wash away the blood?
well tonight,well tonight will it ever come?
spend the rest of your days
rocking out just for the dead
well tonight will it never come?
i can see you awake anytime,in my hand…
all fall down
well after all…..”
Alzò lo sguardo. Frank lo guardava a bocca aperta.
“E tu non sai suonare?”
“Esatto.
Questa la so bene perché ho voluto impararla a tutti i costi. Il testo e mio ma la musica è di Ray.”spiegò lui.
“L’hai scritta tu?”chiese meravigliato.
“Si”Gerard guardò in basso imbarazzato.
“Sei bravissimo!La tua voce mi fa venire i brividi..in senso buono…”Frank si alzò.
“Sai dove sbagli però?”
“Dove?”Frank si mise in ginocchio dietro di lui,circondandolo con le sue calde braccia.
Il contatto di quel gesto così semplice,naturale e spontaneo causo un brivido in entrambi.
“Qui vedi..”gli posizionò bene le dita cercando di spiegarli bene l’errore della nota.
Il tocco della sua mano era lieve e delicato. Gerard sentiva il suo respiro su una guancia caldo e costante,girò la testa e guardando quegli occhi tanto dolci e profondi,pieni di una luce speciale,gli sorrise dolcemente.
“Grazie Frank..”
“Di niente Gerard…”nell’aria aleggiava una gran carica sensuale. Si guardarono negli occhi e poi successe l’inevitabile. I loro visi si scontrarono.
Le loro lingue si unirono in una lenta danza.
Frank prese la chitarra senza staccare le sue labbra da quelle di Gerard e la posò sul pavimento freddo. L’attirò a sé e lui si arrese dolcemente,provando una stretta allo stomaco.
Il bacio durò a lungo.
Entrambi si abbandonarono alle loro emozioni.
Alla fine Frank si staccò e gli sorrise.
Gerard rispose abbassando gli occhi,diventando tutto rosso.
L’altro lo abbracciò affondano il viso nel collo e poi gli sfiorò con le labbra l’incavo della spalla. La carezza umida della sua lingua sulla pelle lo fece rabbrividire e alla fine si abbandonò a lui. 
Non poteva,non poteva,avrebbero sofferto entrambi così si stacco cercando di trovare la forza per parlare.
“Ehm..forse è meglio se vada”disse Gerard.
“Ma..”
“Ci vediamo a scuola..ciao Frank…”
“Ciao..”rispose triste lui.
 Gerard prese la sua giacca,scese e velocemente scese le scale salutando la signora Iero e correndo si precipitò in casa.
Chiuse la porta della sua camera appoggiandosi su essa. Lentamente si lasciò cadere sedendosi sul pavimento. “Ti faccio solo un favore Frank”mormorò scoppiando in un pianto triste e piano di dolore.
Perché la vita era crudele,perché doveva fare così male,perché tutto era così difficile…perché non riusciva a essere felice?

Nella sua stanza Frank rimase a fissare il vuoto,pensando a quello che era appena successo. Si erano baciati. Per un momento quelle labbra erano state sue.
Iniziava a pentirsene però.
La reazione di Gerard lo aveva indotto a pensare che sicuramente per lui non aveva significato nulla.
Prese la chitarra e cominciò a suonare melodie quasi inquietanti,mentre una lacrima scendeva amara sul suo viso.

 

 

Ecco il nono capitolo.

So che questa storia è un po’ deludente,cioè l’idea non è male (credo),ma sono io che non riesco a rendere il tutto come vorrei.

La Fanfiction è quasi finita,l’ho scritta un tre mesi fa.

Spero comunque che vi piaccia…

ElfoMikey  :che farei senza di te?Senza i tuoi commentini?Sono io che adoro te!!!!!!!!!!Spero con tutto il cuore che ti piaccia. È importante per me il tuo parere…Bacioni!!!!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


 

Qualcuno busso alla porta.
Gerard era seduto sul suo letto con le gambe incrociate a disegnare.
"Chi è?"chiese senza distogliere lo sguardo dal suo disegno.
"Sono io Gerard.."
"Vattene mamma!Voglio stare solo!"
"Tesoro devo parlarti. é importante."la sua voce era triste e malinconica."Posso entrare?"
"Ok..entra..."lentamente aprì la porta. Gerard la guardò. Aveva gli occhi arrossati dal pianto e un fazzoletto in mano.
"Cos'è successo?"chiese Gerard preoccupato.

"Tesoro,vedi...tuo padre e tuo fratello stavano tornando dal cimitero. Erano per strada e un cane è sbucato dal nulla,così all'improvviso,e papà non ha potuto fare niente."si fermò. Aveva gli occhi pieni di lacrime e la gola le bruciava.

Gerard provò una stretta allo stomaco.

"Cos'è successo mamma?"chiese con gli occhi lucidi.

"Sono andati a sbattere contro un albero. Tuo fratello e in ospedale ferito gravemente tuo padre..invece.."non riusciva a continuare.

"Mio padre cosa?"gridò.

"Tuo padre è morto!"scoppiò in lacrime.

Una sensazione orribile assalì il ragazzo.

Non poteva essere vero..suo padre..era..morto..suo fratello aveva rischiato la vita.

"Gerard.."

"No mamma..."si alzò e scappò.

"Gerard!"usci di corsa di casa.

Scappò via.

Correndo si diresse verso l'ospedale.

L'aria fredda a contatto con le lacrime le trasformava in tanti aghi trafiggendogli la carne. La gola e i polmoni cominciarono a bruciargli. Stanco di correre decise di prendere l'autobus,non poteva fare altri quattro chilometri così.

Lì seduto,sulla panchina si asciugava le lacrime che calde cadevano ininterrottamente."Papà..Mikey.."l'autobus arrivò in fretta.

Salì sedendosi al primo sedile.

Il viaggio sembrava non finire mai.

Il cielo cominciò a riempirsi di nuvole mentre il buoi avanzava.

Arrivò in ospedale.

Ancora correndo si precipitò all'ingesso.

Salì al primo piano.

"Mi scusi,devo vedere mio padre...lui..è..morto!Mio fratello è ferito!Devo vederli!Dove sono!?!?!!?"FATEMELI VEDERE!!!"gridò guardandosi intorno.

"Sono spiacente ma ora non è possibile."rispose la signora.

"Lei non capisce!!!IO-DEVO-VEDERLI!!!!!!"continuò gridando con gli occhi rossi e il viso pieno di lacrime.

"Se non la smette chiamo la sicurezza. Le ho già detto che ora non possibile,o aspetti o se ne vada."con il viso più bagnato che mai uscì dall'ospedale.

Era buio ormai.

Andò nel parcheggio asciugandosi la lacrime con al maglia.

No,non poteva essere successo realmente.

Un tuono riecheggiò nell'aria fredda. Una goccia,due,poi tre. Venne a piovere. Pioggia incessante e violenta. Batteva sulla sua pelle,come mille aghi,provocandogli dolore. Le gambe gli facevano male,il respiro sempre più corto,tremava e gli occhi si chiudevano. Poi..il buio. Rimase lì nel parcheggio,svenuto e bagnato.

 

"Ehy ragazzo,su svegliati.."qualcuno lo scuoteva.

"Frank?"

"Ehm...no...Bob.."

"Dove sono?"

"Nel pacheggio dell'ospedale."

"Papà..Mikey..devo vederli..."

"Vieni,ti porto dentro..hai bisogno di una visita."

"No,sto bene."

"No,vieni,ti porto almeno all’ingresso. Sei fradicio e sta piovendo."Bob,un ragazzo non molto magro,biondo,con occhi azzurri,lo portò dentro sollevandolo e reggendolo.

Lo mise a sedere su una poltroncina della sala d'aspetto e prese una bottiglietta d'acqua ai distributori.

"Tieni,bevine un pò"Insieme all'acqua gli porse la sua giacca.

"Meglio se ti gli quella maglietta,metti questa."Gerard ancora scosso face come gli venne detto.

Tremava dal freddo.

"So che magari non è il momento adatto,ma tu prima mi hai chiamato Frank..e..mi chiedevo..."

"é stato il primo nome che mi è venuto in mente,non so perchè l'abbia detto." disse Gerard senza farlo finire di parlare,con una freddezza che non gli era mai appartenuta.

"Ah..capisco..."

"Oggi mio padre è morto in un incidente stradale e mio fratello è gravemente ferito."disse Gerard fissando il pavimento.

"Io..mi dispiace..."

"Gerard tesoro!"una donna parlò.

"Mamma..."rispose il figlio.

"Vieni,sei tutto bagnato. Ci fanno vedere Mikey…"a quelle parole il ragazzo si alzò immediatamente e seguì la mamma non badando a Bob e alla sua giacca.

Presero un ascensore che li portò all'ultimo piano.

Percossero il lungo corridoio verde fino ad una stanza.

La mamma,Donna,aveva una mano sul cuore e con l'altra reggeva la borsa.

Gerard era senza forze,una sensazione di nausea allo stomaco gli distoglieva l'attenzione dalle lacrime.

Lentamente Donna aprì la porta e entrò seguita da Gerard.

Era lì.

Quel corpicino fragile,steso sul letto,con macchinari che controllavano le sue funzioni vitali. Una flebo al braccio destro,la fronte fasciata ,vari graffi sul tutto il corpo,sul viso,sulle mani.

La mamma scoppiò in un pianto che ruppe il silenzio che dominava quella stanza.

"Mikey,piccolo mio.."disse con il viso pieno di lacrime.

Gerard rimase ai piedi del letto a guardarlo con le lacrime che gli salivano agli occhi. Quel ragazzino così dolce e fragile,ridotto così.

"Hey mamma.."disse con voce lieve Mikey.

"Oh,tesoro mio..."la mamma gli accarezzò una mano.

"Hey fratellone..mi dispiace per te ma dovrei sopportarmi ancora.."una lacrime scese dagli occhi di Gerard.

Non riuscì a rispondergli. Si limitò soltanto ad un sorriso.

"Riposati ora tesoro.."il ragazzino chiuse gli occhi.

"Mamma,vado a prendere un caffè. Vuoi qualcosa?"

"No grazie.."Gerard uscì dalla stanza,asciugandosi le lacrime. Era in ascensore quando si accorse di avere una giacca che non era la sua.

Corse ai distributori.

Bob era andato via.

Prese un caffè e si sedette.

Passarono tutta notte in ospedale,quella notte vide il corpo senza vita del padre.

 

 

 

 

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Ecco il decimo capitolo.

Lo so è tragico e assurdo,ma io l’ho vista così la situazione.

Spero davvero vi piaccia…

MiKeYwAy4EvEr : credo mi odierai ora….Spero però ti piaccia…XD…Fidato però sapranno che fare… ;)

ElfoMikey : Mi sono piegata male. La storia la scrivo su un quaderno e l’ho quasi finita,ma ci vuole ancora molto perché ne ho postati meno della metà. Sono corti come capitoli perciò ne sono venuti tanti. E Non sai quanto sia felice di spere che ti piace!é importante per me il tuo parere…I tuoi commenti ormai sono fissi ed è rassicurante,perché ai che c’è sempre qualcuno che leggerà le tue storie XD SONO IO CHE TI ADORO!!!!BACIONI!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Gerard il giorno dopo evitò la scuola.
Passò una giornata infernale.
 La mamma gli aveva proibito di restare in ospedale e così rimase in casa solo.
Si trovò anche a pensare a Frank, il che non fece che peggiorare le cose.
 Non poteva passare un’altra giornata così e il giorno dopo decise di andare a scuola.
Era molto presto quando scese di casa.
 Non prese l’autobus, andò a piedi.
Aveva con sé la giacca di Bob, sperando di incontrarlo in qualche modo.
L’aria dava ancora di pioggia, c’era odore di terreno bagnato, la strada era scivolosa a causa dell’acqua. Gerard camminava con la sigaretta in mano, la brezza mattutina gli scompigliava i capelli
Di tanto in tanto qualche macchina passava ma nessuna di esse riusciva a distogliere Gerard dai suoi pensieri, dall'incidente.
Non aveva quasi più la forza per piangere.
Tra lui e suo padre c'era un rapporto conflittuale, anzi, non c'era nessun rapporto. Nessuno dei due conosceva l'altro.
Ma Mikey, aveva rischiato di morire.
 Mikey, il fratellino che aveva sempre cercato di proteggere, la persona più buona che conosceva, quel ragazzino dolce e simpatico, fragile, con ancora tutta la vita davanti.
Arrivò a scuola.
Alcuni studenti erano fuori a fumare, a parlare, a ridere, a scherzare, altri si accingevano all'entrata.
In cortile vide Frank, una stretta allo stomaco, voleva evitarlo, ma non fu possibile. 
Accanto a lui c'era un ragazzo biondo. Quel ragazzo che lo aveva aiutato due gironi prima.
"Hey Bob.." disse Frank "Ho sentito di un incidente dove un uomo è rimasto ferito mentre il figlio gravemente ferito. Sai chi sono?"
"Oddio Frank, a proposito di questo. Era andato in ospedale per i risultati degli esami quando ho trovato nel parcheggio..."
"Ciao Frank..."
"Gerard ciao!!!"
"Ciao Bob..
Ti ho portato al giacca. Grazie per l'altra sera. "disse Gerard con aria triste.
"Oh, grazie, Gerard.." Frank guardava la scena meravigliato e allo stesso molto irritato.

"Sei venuto in auto con tu padre?" Gerard provò una fitta al cuore. 
Le lacrime gli salirono agli occhi e scappò via senza dire una parola, diretto al parco, l’unico posto dove sarebbe stato solo, lui e i suoi pensieri.
"Frank, sei impazzito?" chiese Bob.
"Perchè?"
"Il ragazzo che ho aiutato in ospedale, quello svenuto nel parcheggio per il padre e il fratello.. è lui!"
"Oddio… che ho fatto…" disse Frank.
 La vista gli si annebbiò, si sentiva le gambe pesanti e stava per vomitare.
Bob fece appena in tempo a reggerlo mentre stava per svenire.
Si riprese.
"Frank, amore mio, topolino!"
"Non ora Jamia!" senza dire alto corse verso Gerard, seguendo il ritmo del suo cuore, che correva, correva troppo forte.
Provò prima alla fermata, poi non sapendo dove andare si diresse verso il parco.
Si sentiva un essere spregevole, si sentiva in colpa.
Lo trovò.
Era seduto su una panchina, in lacrime.
"Gerard.."
"Cazzo vuoi Frank?"
"Mi spiace… io... io non sapevo…" si sedette di fianco a lui e lo abbracciò.
Gerard si lasciò cullare da quell'abbraccio, sincero e piano d'amore.
"Sono… solo... non ho più nessuno…" disse singhiozzando.
"Non è vero… hai me… non ti abbandonerò, ne ora ne mai Gee." lo rassicurò Frank baciandogli la fronte.

"Hey, guardami." disse, ma Gerard non riusciva a farlo, non riusciva a reggere il suo sguardo, non riusciva ad alzare i suoi occhi, quel gesto così semplice sembrava impossibile. Così Frank si alzò e si mise in ginocchio davanti a lui prendendogli il mento e costringendolo a guardarlo negli occhi.
"Gerard, io ci sarò… te lo prometto… " Aveva gli occhi a causa del piangere.
 Frank gli asciugò il viso e lo baciò.
Un bacio leggero, come un sussulto, il tocco lieve delle loro labbra duro solo pochi secondi.
"Frank… non prossimo…"
"Perchè?"
"Ti farei soltanto del male. Tu mi piaci,ma..."
"Ma?"
"Ti rovinerei soltanto."
"Cosa vuole il tuo cuore? Sii sincero.."
"Te…"

"Non mi importa di quello che la gente potrà pensare di me. Io voglio solo starti vicino, e lo so che in fondo… lo vuoi anche tu…" Disse Frank accarezzandogli una guancia.
Gerard sorrise e gli occhi gli si illuminarono. Una luce piena di speranza.
Lo baciò.
Si alzò porgendogli una mano.
Gerrd sorrise accettando il suo aiuto e si mise in piedi, Frank gli cinse con un braccio le spalle e Gerard portò il suo sul suo fianco.
Camminarono fino a casa, così, l’uno vicino all’altro.

Gerard prese le chiavi e aprì la porta.
Frank lo seguì.

"Hai fatto colazione?" chiese Frank.

"Ehm… no..."

"Dai, ti preparo qualcosa. Perchè intanto non vai a farti una doccia?"

"Buona idea…" Gerard gli sorrise.

"Grazie Frank..." l'altro gli strizzò un occhio.
 Salì le scale e entrò nel bagno.
Si svestì.
 Il contatto dall'aria sul suo corpo nudo gli provocò un brivido.
Sentiva ancora sulle sue labbra il sapore di Frank.
Entrò nella doccia sorridendo e si lavò con acqua bollente.
Dopo un po’ uscì dalla doccia e entrò in camera sue dove si vestì.
 Scese le scale.
Il profumo del caffè aleggiava per tutto il piano.
Si diresse in cucina.
Frank aveva preparato tutto e lo aspettava seduto su una sedia. La vista di Gerard gli fece battere forte il cuore. Aveva le punte dei capelli bagnate, gli occhi verdi più belli del solito, un sorriso accennato, contento di quel che aveva trovato. Gerard si sedette di fronte a lui.

Frank lo guardava incantato.

"Che c'è?"

"Niente... ti guardavo…"Gerard arrossì.

Finito di mangiare posò il piatto e la tazza sulla cucina.

"La smetti?"

"Non ci riesco…" Gerard sorrise e si abbassò baciandogli una guancia per poi tornare a sedersi, ma Frank lo fermò prendendolo per un polso, baciandolo ancora. Gerard si sedette sulle sue gambe rispondendo al bacio.

Si abbracciarono.

Rimasero stretti a lungo stretti, uniti da un sentimento debole e forte allo stesso tempo.

"Frank... ho sonno…"

"Dormi un po’... ti farà bene... ti accompagnò in camera?"

"..si..." Gerard salì in camera, Frank lo seguì. Si stesero entrambi in sul letto.
 Frank accarezzava i capelli di Gee, con estrema dolcezza mentre il cuore scoppiava di gioia.
Insieme di addormentarono, stretti l’uno all’altro, in quel letto da una piazza e mezza.   

 

Nel pomeriggio ci furono i funerali.
Frank non lo lasciò per un attimo solo.
Alla fine accompagnò Gerard in ospedale dal fratello. Salutandolo con un bacio prese l'autobus.

Tornò a casa dove trovò Jamia seduta sugli scalini della veranda.

"Perfetto…" si disse maledicendo il giorno in cui decise di uscire con lei.                       

 

 

 

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MiKeYwAy4EvEr : Spero ti piaccia questo capitolo e sta sicura che il ‘tuo’ Mikey si riprenderà… XD BACI!

 

ElfoMikey : Spero riuscirai a leggere questo capitolo Honey, sei un mito! Sono contenta che ti piaccia! Non so nemmeno io perché ho fatto succedere quel disastro. Colpa della mia mente malata… Kissoni!

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


"Topolino. Ma che ti prende?"
"Jamia,non chiamarmi topolino."
"Credevo ti piacesse."
"No,non mi piace."
"Ok...niente più topolino amore mio." La ragazza gli fece gli occhi dolci."Entriamo?"
"Non credo sia una buona idea."
"Perchè?"
"Vedi Jamia..forse..è meglio se la finiamo qui.." disse Frank guardandosi i piedi per poi tornare ai suoi occhi.
"Ma perchè?"
"Jamia...io…non ti amo..."
"C'è un'altra vero? Chi è questa?" disse alzandosi dagli scalini.
"No…cioè…forse si…"
"Lo sapevo!!! Io questa la uccido!!!" cominciò ad alzare la voce.
"Jamia..."
"Addio Frank,fra noi è finita!!!!"la ragazza prese la borsa. "Giuro che questa me la paghi...STRONZO!" scese gli scalini e se ne andò. Frank la guardò per qualche secondo andare via.
"Frank!" il ragazzo si spaventò al suono di quella voce."Era Jamia quella?"
"Si" Bob sorrise.
"Che avete fatto?" chiese con tono curioso.
"Ci siamo mollati…"
"Ah…mi dispiace…" disse Bob credendo di aver toccato un tasto dolente.
"Se devo essere sincero,a me no.." disse Frank salendo le scale della veranda.
"Credevo ti piacesse!"
"Bhe, si. Ma solo all'inizio. Quella è pazza! Mi chiamava Topolino!" Bob rise e lo seguì dopo che ebbe aperto la porta.
"Capisco. Ma è finita solo per quello?"
"Si.."
Mentì.
Salirono in camera e Bob mise un cd dei Misfits. La musica li avvolse,mentre Frank si stendeva sul letto e l'altro si sedeva sulla sedia.
"Merda!Oggi ho le prove!" Disse Frank portandosi le mani sul viso. Aveva un gruppo dove cantava e suonava:i Pencey Prep.
"Che ora è?"
"Ehm…le otto…"
"Cazzo!!!!" disse Frank alzandosi di scatto."Sei in macchina?"
"Si."
"Ho bisogno di un passaggio...vieni a sentirci?"
"Ok,ok." in fretta i due scesero,salirono in macchina e partirono per il garage del bassista dove il gruppo provava.
Gerard.
Nella sua mente:Gerard.
Quelle labbra morbide premute sulle sue, quel profumo ancora sui suoi vestiti, quella voce che continuava a rieccheggiarli nella testa. Ripensò al loro primo bacio, a quello nel parco, a quello in cucina. Ripensò alla farfalle nello stomaco provocate da quella collisione, le sue mani fra i suoi capelli, quel viso così dolce vicino al suo. Non aveva mai immaginato che avrebbe potuto provare una sensazione del genere, tanto meno per un ragazzo.
"Oggi si sono tenuti i funerali del padre di quel ragazzo." disse Bob.
"Si lo so,ci sono andato."
"Siete molto amici da quanto ho notato…" Frank sorrise con occhi sognanti.
"Sai cosa ha detto nel parcheggio quando l'ho trovato?"
"No,cosa?"
"Il tuo nome..."
"Scherzi?" chiese Frank sorpreso.
"No. A meno che non ne conosca un'altro. Per me è ossessionato da te." disse Bob continuando a guardare la strada buia.
"Ma no. Che diavolo ti viene in mente!" disse Frank diventando rosso.
"E ti piace..." Bob sorrise.
"Fermati!"
"Perchè?"
"Siamo arrivati."
"Ah." parcheggiarono l'auto sul ciglio della strada ed entrarono nel garage dove tutto il gruppo gli aspettava.
Suonarono tutta la sera.

 
Dopo il funerale Gerard saluto Frank. Non sapeva cosa fossero loro,sapeva solo che lo voleva con tutto il cuore. Quel bacio nel parco, avrebbe voluto durasse per sempre.
Assolto nei suoi pensieri non si accorse del fratello che si trovava su una sedia in corridoio.
"Gerard?" disse il ragazzino con voce flebile.
"Mikey!!! Che ci fai qui? Dovresti essere a letto!" disse Gerard precipitandosi verso lui.
"Un vecchietto aveva bisogno di aiuto. Non potevo lasciarlo lì solo. Avrei voluto tornare subito, ma non ho le forze e i medici sembrano spariti."
"Oh Mikey...quando comincerai a pensare anche un po’ a te stesso?Non puoi aiutare sempre tutti." disse Gerard reggendolo per le spalle mentre lo conduceva in camera. Già, era questa la caratteristica dle dolce Mikey, prima gli altri poi lui. Non abbandonava mai nessuno, un acosa inconcepibile, una cosa che mia avrebbe fatto.
"Non ci riesco.."
"Lo so fratellino, lo so..."
“Avrei voluto essere al funerale oggi…"
"E’ meglio che tu non abbia partecipato. La mamma non faceva che gridare: -Donald...Donald! Perchè? Perchè????- Poi mentre mettevano la bara nella fossa, una corda ha ceduto e mamma ha iniziato a gridare. Fidati, roba da pazzi."
"Mi mancherà Gee..." disse Mikey mentre il fratello gli rimboccava le coperte.
"Mancherà a tutti. L'importante ora è che tu stia bene."
"Ti voglio bene.." Gerard provò una stretta al cuore sentendo quella voce ridotta a un sussuro.
"Te ne voglio anche io… ora però cerca di riposarti."
"Hey Gee.."
"Si?!?!"
"Verso Natele mi porteresti al concerto degli Smushing? Mamma mi ci fa andare solo se ci sei tu."
"Certo!" Mikey chiuse gli occhi. Gerard si sedette sulla poltrona sistemata vino al letto.
Poi,il buio.

 
"Gerard?"
"Mamma.." Donna svegliò il ragazzo.
"Tesoro, torna a casa, sono le undici. Rimarrò io qui."
"Ma come torno?"
"La nostra vicina, la signora Iero mi ha accompagnata. Ha detto che puoi tornare con lei. Veloce, ti aspetta nel parcheggio:"
"La signora Iero?" chiese il ragazzo con voce incerta e sorpresa.
"Si,lei…" salutò la mamma e poi scese.
"Gerard!"
"Buona sera signora.."
"Come?"
"Buona sera Linda.." lei sorrise.
Salirono in auto.
Per tutto il viaggio non la smise per un attimo di parlare.
"Vuoi dormire da noi?" chiese una volta arrivati all’angolo della lunga strada.
"Come?..oh..no..non mi sembra…" rispose Gerard balbettando.
"No dai, non voglio che tu stia solo in casa, specialmente oggi e poi mio figlio ne sarà sicuramente felice." non potè rifiutare.
Avrebbe dormito da Frank.

 
Arrivarono a casa.
Gerard entrò in camera sua per prendere quel che gli sarebbe servito per la notte e il giorno seguente, poi si diresse a casa Iero sicuro di trovare Frank.
Non fu così.
Dopo che Linda cambio le lenzuola per far dormire Gee nel letto del figlio, scesero in cucina.
"Ciao mamma…" la porta si aprì.
"Ciao tesoro, siamo in cucina!"
"Chi c'è?" si sentirono i passi sul pavimento.
Eccolo.
Sbucò dalla porta con aria stanca, stanchezza che passò alla vista di quel ragazzo.
"Gerard!"
"Ciao Frank.."
"Che ci fai qui?"
"L'ho invitato a dormire." il suo viso si illuminò e sorrise, il sorriso più bello del mondo.

 

 

 

 

 

Bhe che dire, ecco a voi il 12.

Noioso lo ammetto, non che gli altri siano particolarmente avvincenti, però questo è davvero inutile. Già con il prossimo ci sarà una piccola svolta, non proprio una svolta, ma di certo forse è più interessante.

Grazie a tutti quelli che leggono… un ringraziamento speciale a :

ElfoMikey : Non sai quanto sia felice che questa storia ti piaccia. E’ diversa dall’altra, è la prima che ho scritto. E’ stata molto dura conciare Mikey in quel modo! Però.. povero, lo faccio sempre soffrire!!! Il mio prediletto… mah, l’ho detto che la mia mente è malata! Aspetta di leggere i prossimi capitoli… per scriverli ho sudato O.o
Grazie Mille Honey!!! Sei il mio mito! Spero ti piaccia anche questo!! KISSONI!!!

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Era notte fonda.
Gerard era nel letto di Frank,che invece dormiva sul divano.
Erano le tre e non riusciva a dormire a chiudere occhio.
La luna filtrava dalle persiane socchiuse,illuminando il suo sguardo perso.
Si guardò intorno.
Osservò per un momento la camera, poi,t ornò ad osservare il soffitto.
Una sensazione di impotenza lo assalì.
Il suo respiro diventò sempre più corto, un formicolio negli arti, il cuore a mille, la vista annebbiata..
"No..no...a-aiuto..." disse con voce bassa e sottile. Cercò di calmarsi con gli occhi ormai pieni di lacrime. Si alzò e tenendosi al muro scese le scale, una lacrima gli rigò il viso accaldato.
Lentamente si avvicinò al divano.
"Frank… F-Frank..."
"Gerard?"
"Aiuto." disse mentre si portava una mano al petto con le lacrime che ormai gli bagnavano il viso. Frank immediatamente si alzò per prendere Gerard che stava per accasciarsi per terra e farlo sedere.
"Respira con me… uno… due... tre... dai..." Gerard seguì il suo respiro e intanto Frank gli teneva una mano e con l'altra gli accarezzava la fronte facendoli capire che lui era lì, lì per lui.
Dopo che il respiro di Gerard si ristabilizzò corse in cucina a prendere dell'acqua.
"Tieni, bevi." Frank continuò ad accarezzarlo, dolcemente, con il cuore che batteva forte, troppo forte.
Dopo aver bevuto il ragazzo posò il bicchiere sul tavolino accanto al divano.
"Vieni, ti accompagno di sopra." disse Frank orgendoli una mano.
Salirono le scale insieme,Gerard faceva fatica a stare in piedi perchè le gambe non lo reggevano.
Entrarono in camera e Frank lo aiutò a stendersi.
"Cerca di dormire ora..." dopo averlo accarezzato ancora un po’ si alzò.
"Resta con me... non lasciarmi solo..." disse Gerard con le lacrime agli occhi. "Non lasciarmi solo...."
"Non ti lascio solo... te l'ho promesso..." e così si mise sotto le coperte bianche come la neve, come il volto dela ragazzo che gli stava accanto..
"Frank?"
"Dimmi..."
"Grazie..." Frank si girò e gli sorrise con dolcezza.
"Ti voglio bene Gerard." gli baciò una guancia.
Gerard lo baciò sulle labbra.
Aveva il bisogno di sentire quelle labbra morbidi sotto il tocco leggero delle sue. Di sentire il corpo caldo contro il suo.
Fece incontrare le loro lingue,inebriandoli di piacere.
Preso da quel bacio si posizionò su Frank.
Seduto sul suo bacino,continuava a baciarlo. Con le mani gli toccò l'addome. Frank intanto fece scorrere le sue mani lungo la schiene dell'altro. Gli tolse la maglietta, accarezzando il dorso nudo si Gerard, acarezzando la pelle vellutata. Intanto il bacio continuava, provocando un piacere che si faceva sempre più evidente ed intenso. Frank portò le sue mani sui fianchi di Gerard che comincio a muoversi col bacino portando le sue dita fra i capelli del primo. Frank inserì le sue mani calde nei boxer di Gerard toccando quei glutei rotondi e perfetti. Lentamente cerco di liberarlo dei vestiti.
Gerard gemette,
"No Frank… io… non… non sono pronto..." Frank di fermò guardandolo negli occhi. "Non ora ti prego.."
"Non preoccuparti…" lo baciò e si mise di fianco a lui.
"Scusami… "disse Gerard.
"Non ti devi scusare... ho corso troppo..." lo cinse con un braccio e Gerard si abbandonò a lui.
Si presero per mano.
"Incontrerò i tuoi occhi in questa piscina di sangue." bisbigliò Gerard.
Frank chiuse gli occhi.
Si voltò e gli baciò la fronte.
Insieme si addormentarono.
Stettero tutta la notte l'uno stretto all'altro.

 

 
____________________________________________________________________________

 

Ecco il tredicesimo che spero tanto sia di vostro gradimento!

Una preparazione a uno dei capitoli più importanti!

ElfoMikey: Mikey si libererà, non preoccuparti! ^^ Non hai idea di quanto sia importante per me sapere che quello che scrivo ti vada a genio! Questa storia è la prima che ho scritto e non hai idea di quanto sia importante per me! Grazie Honey! Grazie mille!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***



CAPITOLO 14

 

I giorni passarono ed entrambi si innamorarono sempre più l'uno dell'altro. Nessuno sapeva di loro due. Gerard continuò a dormire da Frank fino a che Mikey non tornò a casa.


"Mamma,hai preso tutto?"
"Si Mikey..Gerard aiuta tuo fratello.."
"No mami,ci riesco da solo." Mikey portava le stampelle.
Entrarono in ascensore e arrivarono fino al parcheggio. In macchina gli aspettavano Mary e Frank.
"Gerard aiutalo a salire."
"Mamma!Ci riesco da solo cavolo!"
"Metti il cappello almeno cucciolo.."Donna gli ficcò il cappello grigio,di cui Mikey non poteva fare a meno.
"Mamma..."ringhiò Mikey.
"Scusa piccolo"Gerard mise le borse nel bagagliaio e Frank scese per dargli una mano,
"Ti aiuto.."disse sorridendo.
"Ok"nel chiuderlo le loro mani si sfiorarono.
Salirono in macchina . Mikey sulla destra,Gerard al centro e poi Frank. Per tutto il viaggio le due signore non fecero altro che parlare delle loro ricette,Frank e Gerard si tenevano per mano senza farsi vedere. Mikey però se ne accorse,come si accorse di tutti li sguardi,di tutti i sorrisi.
 Arrivati a casa scesero e entrambi aiutarono Mikey a salire le scale,Gerard poi arrivato in camera del fratello aprì le borse per svuotarle e sistemare il contenuto.
"No Gee,non preoccuparti,faccio io.."Mikey sorrise.
"Ok,allora noi andiamo in camera mia. Se hai bisogno di aiuto chiamaci."
"Ok."Frank e Gee uscirono per entrare nella stanza di fronte. L'ultimo i avvicinò alla tavolo per prendere un cd,intanto l'altro gli cinse l'addome con le braccia e iniziò a baciargli il collo. Gerard si girò catturando le sue labbra posizionando le braccia intorno al collo di Frank che fece scorrere le sua mani fino ai suoi glutei. Si baciarono con foga. Poi Frank spostò le sua mani sulla cintura di Gerard,sbottonandola,poteva sentire la sua erezione.
"No Frank,potrebbe entrare Mikey.."
"Ok..mi fermo.."gli disse parlandogli sulle labbra,poi prese il suo viso fra le mani e lo baciò con un tocco lieve. Passarono tutto il pomeriggio fra coccole e musica.
"Ehi,è sabato..usciamo?"chiese Gee,
"Ok."così presero le giacche e insieme scesero.
"Vieni andiamo al parco.."disse Gerard. Camminarono per le strade deserte di Belleville fino ad una panchina. Li si sedettero.
"Ho scritto una canzone.."
"Davvero???"
"Si..non mi convince molto..però volevo trovare una melodia...mi aiuteresti?"
"Certo...perchè non ci vediamo domani mattina magari esce fuori qualcosa.."
"Ne sarei felice!"Gerard sorrise guardandolo negli occhi. Frank non riuscì a resistergli,ogni volta una forza oscura lo trascinava verso di lui,così,si avvicinò e lo baciò.

 
"Sai Jamia..non saprei..nemmeno lo conosco.."
"Dai è carino Lyin-Z..ci sono stata insieme l'anno scorso.."
"Non lo so.."disse la ragazza che era con lei. Passeggiavano per il parco in cerca di qualcosa da fare.
"Hey!Guarda!Sono due ragazzi quelli che si baciano.."
"Già,hai ragione!Uno sembra Frank.."
"Ehm..Jamia..quello è Frank!"
"Cosa?"trascinò la ragazza dietro una siepe in modo che non avrebbero potuto vederle.
"Cazzo!Hai ragione!"bisbigliò nel momento in cui i due si divisero.
"E io sono stata mollata per un ragazzo?!?!Bene..questa me la paga..vieni!"le due ragazze si allontanarono sparendo nel buio della sera.

 
"Hey,ti va una birra?"chiese Gerard.
"Certo..mai rifiutare una buona birra fresca.."
"Andiamo al pub?"
"Troppa gente.."
"Dove andiamo allora?"
"Casa mia è libera..andiamo li?Le compriamo e c ne stiamo soli..."
"Mmm..interessante...ok topolino!"
"No ti prego..non chiamarmi anche tu topolino!"
"Ok..Frank!"sorrise maliziosamente. Arrivarono ad un market ancora aperto. Presero due birre e si diressero verso casa. Frank tirò fuori il suo mazzo di chiavi.
Entrarono in casa e entrambi si sedettero un cucina. Stapparono le birre e nel buoi si sedettero sul divano. Frank era poggiato con la testa sulle gambe di Gerard che poco dopo fece scontrare le loro labbra.
Dolcemente si baciarono.
Frank si alzò senza staccare le sue labbra. Gerard dopo spostò la bocca sul suo collo,mordicchiandolo e baciandolo,eccitandolo con il suo respiro caldo sulla pelle. Entrambi si desideravano. Gerard tornò alla sua bocca.
Lo baciò violentemente.
Senza staccare le loro labbra salirono le scale diretti in camera.
Gerard sfilò la maglia a Frank. I raggi argentei illuminavano il suo viso,fece scorrere le sue mani sul suo torace nudo, Frank lentamente sbottono la camicia di Gerard mentre catturava le sue labbra umide. Sospirò piano quando Gerard comincio a sbottonargli la cintura baciandogli l'incavo della spalla.
Le loro pelli scottavano. Frank spingendolo lo condusse sul letto. Continuò a baciarlo, baciarlo violentemente,come se volesse impadronirsi di quelle labbra.
Baciando il suo addome gli slacciò i pantaloni.
Completamente nudi l'uno sull'altro,con i raggi della luna che rendevano tutta la stanza argentata. Il loro piacere che aumentava alimentato dall'amore che li univa.
Si amarono a lungo con dolcezza sul quel letto.
Si amarono come mai avrebbero fatto.
Vennero insieme e insieme si stesero l'uno accanto all'altro in quella stanza buia,l'uno abbracciato all'altro.
"Ti farò vedere quanto tu significhi per me ,come la neve cade sotto un cielo deserto..fino alla fine di ogni cosa.."disse Gerard.
"Ti amo"
"Ti amo anch'io Frank.."nel buio della notte si addormentarono,felici.  

 

 

Bene, scusate il ritardo ma ho avuto parecchio da fare, spero che questo capitolo vi piaccia!

ElfoMikey: Honey! Menomale che ci sei te! Ecco a te il capitolo 14! Anche se sai come si svolge la storia…

Rou: Grazie! Davvero ti piace tanto? Oh mio dio, tutta insieme??? Non so davvero che cosa dire! Spero veramente che ti piaccia questo capitolo! A presto! XD


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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Erano circa le 10.30 quando Gerard aprì gli occhi.
Si guardò intorno.
La stanza era ancora immersa nel buio. Frank era abbracciato a lui. Ranicchiato sotto le coperte.
 Il suo respiro era costante e tranquillo. I capelli davanti al viso,la bocca semiaperta. Gerard si rese conto di essere nudo. I ricordi della notte precedente gli tornarono alla mente.
Quel corpo caldo premuto sul suo, quelle labbra incastrate alle sue, quell'amore che aumentava in ogni istante. Il suo addome era circondato dalle braccia di Frank che aveva la testa poggiata sul suo torace, le gambe sulle sue, ma aveva indosso maglietta e boxer.
Sorrise guardandolo.
Frank muovendosi si spostò, poi aprì gli occhi. Guardò Gerard e sorrise, poi l'altro si abbracciò a lui cercando coccole che subito ottenne.
Frank cominciò ad accarezzargli la fronte ed i capelli.
"Buon giorno..."disse Gee.
"Buon girono tesoro.."rispose Frank baciandolo sulla fronte.
"Che ora è?"
"Ehm..le 10.30 circa..."
"Cazzo!!!Io non ho avvisato mamma,non sa che sono qui!!!"Gerard si mise a sedere di scatto portandosi una mano alla fronte.
"Vieni qui, non preoccuparti. Sono sceso stamattina presto e sono andato ad avvisarla. Ho inventato una scusa e mi ha dato della roba per cambiarti. Ora mia madre è da lei..biscotti.."Gerard si rilassò. Tirò un sospiro di sollievo e si stese.
"Grazie...mi dispiace che ti sia svegliato presto per questo.."
"Lo faccio con piacere.."sorrise."Mmm..qualcuno è nudo sotto le coperte.."Frank allungo le braccia e cominciò a fargli il solletico.
"No.Frank!!!Basta ti prego!!!"Gerard si dimenava come un'anguilla cercando di evitare quelle dita ridendo come un pazzo."Dai..ti prego.."
"Okay..la smetto..però copriti perchè il mio istinto animale potrebbe colpire ancora.."Gerard rise.
"Posso farmi una doccia?"
"Certo!Vieni ti prendo un asciugamano.."mentre Gerard si dirigeva in bagno Frank aprì l'armadio e prese un accappatoio.
Sentì l'acqua battere sul fondo della doccia.
Entrò in bagno.
Gerard era sotto il getto caldo e trasparente.
"Lo appendo qui.."
"Ok...."
"Vado a preparare la colazione"
"Frank?"
"Si?"
"Tu non fai una doccia?"
"Si,dopo di te."
"Ti va di entrare?"
"Okay.."sorrise e si spogliò, nudo entrò nella doccia.
Gerard era sotto l'acqua. Aveva i capelli,il viso,le labbra bagnate. Ancora una volta Frank si rese conto di quanto fosse bello e di quanto fosse fortunato.
Gee si spostò facendogli posto.
"Gerard?"
"Si?"Frank si avvicinò a lui e catturò le sue labbra. Gerard rispose al bacio poggiandosi al muro freddo e bagnato. Quel contatto gli provò un brivido e Frank se ne rese conto, così mettendogli le mani dietro la schiena lo portò a se così che non avesse più freddo.
"Ti amo"disse Frank sulle sue labbra.
"Anch'io.."dopo essersi lavati uscirono dalla doccia e si vestirono. Scesero e riempirono le tazze con del caffè.
"Forse è meglio se torni a casa.."
"Ok..vengo con te. Mamma è lì." Frank prese la chitarra e insieme uscirono diretti all'abitazione di fronte.
"Mamma?"
"Ciao piccolo!Vieni,ci sono i biscotti!"nell'aria aleggiava odore di vaniglia e cioccolato.
"Buon giorno"disse Frank.
"Oh,zuccherino!"rispose Linda con le mani in una ciotola. Donna,col viso sporco di farina, porse ai due ragazzi un piatto con sopra dei biscotti.
"Sono buonissimi!"risposero in coro.
"Cosa avete intenzione di fare oggi ragazzi?"
"Ma,non lo so...io dovrei finire un progetto di scienze con Bob."
"Io dovrei studiare algebra..ehm...noi andiamo di sopra...Frank deve insegnarmi qualcosa alla chitarra,"
"Ok..."insieme salirono la scalinata diretti alla camera di Gerard,
"Ciao Mikey!Come stai?"
"Ciao Gee!Bene bene...ciao Frank!!"
"Ciao Mikey!"I due ragazzi entrarono in camera e Frank chiuse la porta alle sua spalle.
"Frank..Jamia che fine ha fatto?"chiese Gerard stendendosi sul letto.
"Bè..ecco...non lo so. Dopo che ci siamo lasciati non l'ho più rivista. Ho trovato qualcun'altro che mi ha rubato il cuore!"
"Mi chiedo chi sia..."Frank lo bacio delicatamente e si mise vicino a lui.
"Oggi mi portano al cimitero."disse infine Gerard malinconico.
"Vuoi che ti accompagni?"
"No non preoccuparti..."
"Ne sei sicuro?"
"Si..facciamo qualcosa stasera?"
"Facciamo qualcosa stasera...si si..."Frank fece una smorfia per sembrare sexy.
"Ma dai..."Gerard rise e gli tirò un pizzicotto nel fianco. Quella risata gli riempì il cuore di gioia.
"Ai..."
"Intendevo,usciamo,andiamo da qualche parte?"
"Veramente oggi ho le prove con i ragazzi..perchè non vieni?"
"Ehm..non lo so...sarei.."
"Daiiii..così ti presento il gruppo..ti presento come..."
"Come?"
"Come il mio fidanzato..."Frank si girà e lo guardò negli occhi.
"Oh Frank..!!"
Si,lo amava.
Gerard si era innamorato.
Si sentiva accettato e amato da qualcuno. Si sentiva importante per qualcuno. Al mattino si svegliava con la voglia di affrontare la giornata,perchè c'era qualcuno che aveva bisogno di lui. Si sentiva desiderato,sapeva che c'era qualcuno che non l'avrebbe mai abbandonato. Stava provando a cambiare,a cambiare per amore. Di cambiare quella parte del suo carattere che odiava il mondo. Un mondo che cominciava a d amare,uno mondo che gli aveva dato Frank. Iniziava a credere nell'amore,quello vero,che ti fa star bene,che ti fa sognare,quell'amore sincero e infinito che solo pochi riescono ad ottenere.
Lui ci era riuscito.
Aveva l'amore di un ragazzo dolce e sensibile che non gli aveva lasciato quando tutto il mondo gli aveva voltato le spalle.
"Ti vedo sdraiato accanto a me con parole che non avrei mai pensato di dire,sveglio e senza paura,addormentato o morto....Non ho paura di continuare a vivere,non ho paura di camminare da solo
per questo mondo. Tesoro se tu resti,sarò perdonato. Niente di quel che potresti dire mi impedirebbe di tornare a casa..."Frank si girò di scatto,gli occhi cominciarono a diventargli lucidi.
"Frank...grazie..."Gerard si spostò e lo baciò. Un bacio dolce e lento. Sul viso di Frank caddè una lacrima. Una bacio,un bacio che racchiudeva tutto il loro amore,un bacio che avrebbero voluto durasse per sempre.

 

La sera arrivò. Bob passò da Frank che prima di salire in auto chiamò Gerard.
"Ciao ragazzi!"
"Ciao!"risposero gli altri due in coro. Frank sorrise a Gee,che ricambio strizzandogli un occhio. Bob li guardò stranito.
"Frank ieri ho visto Jamia con un'altro..."
"Mi fa piacere"
"Davvero??"
"Si,io..mi sono innamorato..."si girò e guardò Gerard che era seduto dietro. Gli sorrise. Bob notò quegli sguardi.
"Vuoi dire che..."
"Si.."
"E chi è?Perchè non mi avete detto nulla?"Gerard scoppiò in una risata dolce e sincera.
"Che gran pezzo di cretino!!"Frank lo guardò dandogli uno schiaffo dietro la testa.
"Aia..ma cosa ho fatto?"
"Io e Gerard stiamo insieme.."
"Ah..voi due..tu..lui..."
"Si Bob è il mio fidanzato"disse Frank guardandolo.
"Ho capito,ho capito..."si girò e sorrise."Se devo essere sincero..sono contento...avevo notato qualche cambiamento in te...cambiamenti positivi..."Gerard mise la testa frai due sedili.
"Potete mettere un po’ di musica?"
"Certo amore..."frank gli baciò una guancia. Bob sorrise felice per il suo migliore amico.
Accese lo stereo. un cd dei Misfits inondò l'auto.
"Gli latri sono già li?"chise Gerard.
"Credo si si.."Frank gli sorrise e gli strinse una mano.
"Quanto manca?"
"Siamo arrivati Gee.."La macchina si fermò. I ragazzi scesero e si avviarono al garage.
"Ragazzi!"
"Finalmente Frank!Cazzo..mai una volta in orario..."rispose il chitarrista.
"Il mio autista è un po’ lento."
"Non sono lento..sono solo prudente!"si difese Bob.
"Chi è il tuo amico?"chiese il batterista.
"Lui è Gerard.."
"Salve ragazzi.."
"é il mio...fidanzato!"I ragazzi lo guardano accigliati.
"Ah..davvero??"
"Si.."
"Grande Frank!Niente più stronzate!"disse il bassista abbracciandolo.
"Dai..cominciamo.."disse il chitarrista.

 

 

Eccomi ancora qui ragazzi!
Spero davvero che questo capitolo, anche se inutile vi piaccia!
La storia l’ho quasi finita ma ci vorrà ancora un po’ per postare i dieci capitoli che la separano dalla fine.

ElfoMikey: Honey! GRAZIE! Il capitolo arriverà presto e non sai quanto si importante per me sapere che ti piaccia!!!!!!! Ti adoro Grè! Grazie di tutto! Grazie per i sorrisi! XD

VampireKnight: Capirai più in là cosa combinerà quella ragazza. Sono contenta che ti piaccia! Non sai quanto! Spero che anche questo ti piaccia come il capitoli precedenti!

Rou: Ciao! Waaaaa!!! Mi sento onorata! Questa è al storia che meno mi convince e sapere che piace per me è davvero tanto importante! Oddio spero che non ti annoierà!

 

 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


“Gee?” la testa del piccolo Way fece capolino oltre la porta.
“Si?” Gerard era sul letto che sistemava alcuni suoi disegni, sorrise al fratello che lentamente e silenziosamente entrò in camera.
“Ascolta… Ehm… Tu e Frank… Bhe… ecco… Siete…?” disse con tanta ingenuità.
All’istante l’altro diventò rosso, non sapendo cosa dire. Una domanda che lo aveva colto alla sprovvista la sua, la domanda di un fratello curioso che si preoccupa del fratello.
“Come…” Gerard abbassò lo sguardo. Avrebbe potuto mentire, ma ciò che provava per quel ragazzo era troppo importante per lui, il suo amore, quell’amore semplice e sincero era troppo forte per essere tenuto nascosto agli occhi di quel fratellino dolce e timido.
“Io lo sapevo!” disse allegramente l’altro abbracciando il fratello maggiore, con tutta la forza che possedeva.
“Cosa?” Gerard sgranò gli occhi sorpreso dalla reazione del fratello.
“Cavolo, tu sorridi! Forse non te ne rendi conto, ma sorridi come non hai mai sorriso! E se Frank ti fa questo effetto io sono ancora più felice di te!” le parole di quel piccolo ragazzino per Gerard valevano più di ogni altra cosa al mondo, saper che era felice per lui, che era contento, riempiva il suo cuore malato di immensa gioia.
“Poi i tuoi occhi, sono così… Così… Brillano!” tanto era l’entusiasmo e la felicità di quel piccolo ragazzo che stava vedendo il fratello, che dopo tanto tempo, aveva acquistato il coraggio per sorridere alla vita fregandosene di quel che di brutto c’era.
“Ascolta, ma sono l’unico a saperlo?”
“Si, cioè no. Lo sanno Bob, suo migliore amico, e il suo gruppo.”
“Wow, Frank ha un gruppo?”
“Si si.”
“Ragazzi c’è Frank!” la voce di Donna pose fine a quella conversazione.
“Arriviamo!” risposero in coro.
“Mamma lo sa?” chiese Mikey avvicinandosi alla porta.
“No e tu di certo non glielo dirai!” dice Gerard puntandogli un dito contro.
“Okay okay, non ti preoccupare. Cosa non devo fare?”
“Mikey!”
“Okay, scherzavo.” detto questo il ragazzino usci dalla camera diretto alla sua per prendere il suo zaino.
Con un largo sorriso Gerard si direbbe verso le scale cominciandole a scendere, pensando ancora alla conversazione avuta con il fratello.
Stupefacente in cuore che egli possedeva, quanta bontà fosse contenuta in quel piccolo muscolo che ritmicamente batteva all’interno del suo fragile petto.
Perso nei suoi pensieri non notò Frank, che dall’ingresso guardava.
I capelli neri gli ricadevano delicati sul viso mentre con quei suoi grandi occhi nocciola, luminosi e limpidi, lo guardava.
Un sorriso si fece largo sul viso di entrambi, un sorriso sincero, un sorriso spontaneo e quasi imbarazzato, un misto di emozioni.
Era il suo fidanzato e mai nessuno avrebbe potuto portarglielo via.

Scendeva le scale con un leggero sorriso sulle labbra.
La mente chissà dove.
Quel ragazzo che aveva conosciuto in una stanza d’ospedale stava cambiando. Quel ragazzo che aveva cercato di porre fine alla sua vita stava cambiando.
“Buon girono!” disse Gerard allegro.
“Buon giorno.” Disse Frank in un sussurro.
Rimasero a guardarsi per qualche secondo, ammaliati.
Mikey tossì.
“Buon giorno anche a te Frank.”
“Oh scusa Mikey. Buon girono!” disse scompigliandoli i capelli.
“Bene, mamma noi andiamo!” disse il piccolo Way trascinadoli oltre la soglia di casa.
Gerard si sporse verso Frank baciandogli delicatamente una guancia. L’altro guardo un attimo perplesso gli occhi verdi che si trovavano affianco a lui, poi spostò lo sguardo su Mikey.
“Don’t worry, so tutto.” Frank tiro un sospiro di sollievo e poi parandosi davanti a Gerard lo bacio dolcemente.
“Capisco che non potete vivere l’uno senza l’altro, che vi amate alla follia, ma per favor, evitate di fare certe cose, almeno quando ci sono io! Come siete sdolcinati.” Disse Mikey scuotendo il capo causando le risate da parte degli altri due.
E mentre insieme, mano nella mano, andavano a scuola, molta gente si guardava a guardarli, a guardare quel gesto così dolce e semplice. Sguardi di disapprovo, guardi acconsenzienti, perché pochi riuscivano realmente a coglier quel filo invisibile e sottile che li teneva uniti.
Quell’amore tenuto segreto a molti ma che finalmente era uscito allo scoperto. E non importava cosa gli altri avrebbero potuto pensare di loro, perché l’importante, per quei due ragazzi, era vivere ciò che li legava con semplicità.
Tutto ciò che li circondava non aveva importanza, tutto quando erano l’uno affianco all’altro, passava in secondo piano.

“Oh guarda Lyn-z.” disse Jamia rivolta alla sua amica.
“Chi?”
“Ciao Frank! Quando avevi intenzione di parlarmi della tua nuova fiamma?” disse Jamia con un leggero sorrisetto.
“Chi cosa vuoi?” con freddezza rispose Frank.
“Niente, sono qui in pace.” disse lei alzando una mano. “Volevo presentarvi una mia amica. Lyn-z loro sono Frank e…”
“Gerard.” Rispose quello porgendogli al mano.
Lyn-z era una ragazzina dai lunghi capelli neri, occhi a mandorla, neri.
“Ciao Gerard, piacere di conoscerti!” disse lei con un enorme sorriso stampato sul viso.
Quel sorriso, quello sguardo provocò un odioso senso di gelosia in Frank.
"Non ti ho mai visto qui...quanti anni hai?"

"Diciassette... mi sono trasferito qui a settembre."

"Da dove?!

"Newark.."

"Ho dei parenti lì!"

"Davvero?"

“Si si. Cos’hai ora?”
“Lettere.”
“Anche io!” rispose ancora più sorridendo al ragazza. Frank, provò ancora quelle fitta.
“Io vado in classe. Ci vediamo dopo.” disse infine, infastidito da quella conversazione, infastidito dal sorriso compiaciuto che Jamia aveva sul viso.
Poso un bacio sulla testa di Gerard e spari nel gruppo di ragazzi che al suono della campanella si dirigevano nelle rispettive classi.
“Ragazzi, a vado anche io.” Disse Jamia abbracciando l’amica.
I due ragazzi rimasti soli si diressero al piano superiore in quella che era la classe di lettere.
“Signor Way, finalmente si è deciso a degnarci della sua presenza. La smetta di amoreggiare con al signorina e vada a sedersi.”
“Mi scusi.” Il professore rimase stranito da quel piccolo gesto.
Gerard Way, non aveva mai chiesto scusa.

Al suono della campanella, quella che mise fine ad una dura giornata scolastica, Gerard corse fuori. Aveva bisogno di vedere ancora quegli occhi, quel sorriso, i sentire quella voce che riusciva sempre a farlo sorridere.
Uscì con il cuore che gli scoppiava di gioia e lo vide. Lo vide lì seduto su quel gradino con una sigaretta in mano.
Era lì, che pensava. Pensava a Gerard, pensava a Jamia, pensava a Lyn-z. Sapeva che qualcosa sarebbe successo. Quella ragazza, Jamia, riusciva sempre ad ottenere tutto quello che voleva, anche se per raggiungere lì obbiettivo, doveva far soffrire le persone. Sapeva che qualcosa sarebbe successo. Nella sua mente rivedeva qual sorriso, gelido e meschino, glaciale, quel sorriso perfido e finto come quello di una bambola di plastica.
“Indovina chi sono?” qualcuno gli coprì gli occhi, ma lui, non poteva non riconoscere quella voce, quella voce inconfondibile che con tutto il cuore amava. Portò le sue su quella pelle liscia  e morbida.
“Mah, non saprei…” Gerard sorrise e posò un dolce bacio sulle sua labbra.
“Ora?” continuava a tenergli le mani sugli occhi.
“No, non credo di aver capito.” Rispose Frank con un sorriso malizioso sul viso.
Gerard lo baciò ancora, poi sposto le sua mani.
“Ciao sugar.” Disse Frank sorridendo.
“Ciao!”
“Com’è andata?” chiese Frank dopo che il ragazzo gli si sedette accanto.
“Bene. Abbiamo iniziato un nuovo progetto di lettere. In coppie.”
“Con chi lavorerai?”
“Lyn-z.”
“Lyn-z?”
“Lyn-z.”
“Lyn-z.”
“Ti si è bloccato il disco?” chiese Gerard alzando un sopracciglio.
“No, no.”
“Non dirmi che sei geloso?” Gerard sorrise.
“Io? Oh no…”
“Dai vieni, andiamo” disse il più piccolo alzandosi a attirandolo a sé. Incrociò le braccia intorno al suo collo.
“Non lasciarmi mai Gee.” Sussurrò Frank sulle sue labbra.
“Mai.” Era la verità, ma Gerard, infondo al cuore sapeva che non sarebbe stato così.

 

Eccomi qui a voi!
Capitolo 16! E ho dovuto riscriverlo perché faceva proprio pena! (peggio di questo)
Spero comunque vi piaccia.

Un ringraziamento speciale và alla mia socia e a tutti i sorrisi che ogni giorno mi regala. Ti voglio bene Grè!

E grazie alla mia cuginetta che adora tanto questa storia.

Chemical Lady: Non so che cosa dire? Davvero ti piace? Tutta d’un fiato? O.O Me onorata e felicissima!!! Presto succederanno cosette abbastanza interessanti.. si si.

ElfoMikey: Honey! Di questo capitolo hai letto la vecchia versione! L’ho riscritto! Non mi piaceva com’era venuto. Così in un momento di ispirazione l’ho rifatto e spero davvero che ti sia piaciuto. Ti adoro!!!! < 3

VampireKnight: Odio, grazie mille! Davvero ti piace tanto la parte sull’amore? *.*  Spero che anche questo capitolo ti piaccia come il precedente, davvero, lo spero con tutto il cuore.

Rou: Waaa! Grazie! Ecco a te il capitolo! Non succede molto ma spero ti piaccia!

Baci, Rò

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


La porta si aprì lentamente.
 Frank era steso sul letto perso nella musica, perso nei suoi pensieri.
Udendo dei passi si voltò a guardare chi aveva disturbato al sua quiete. Abbozzò un sorriso, finto, tirato, e chiudendo nuovamente gli occhi si girò sul fianco apposto.
"Ciao Frankie..." udendo dei passi si voltò a guardare chi aveva disturbato al sua quiete. Abbozzò un sorriso, finto, tirato, e chiudendo nuovamente gli occhi si girò sul fianco apposto.
Gerard si avvicinò al letto sedendosi di fianco al ragazzo, poggiando dolcemente una mano sul suo fianco.
"Cos’ hai? Amore… è successo qualcosa?"
"No, niente... E’ tutto okay..."
"A me puoi dirlo... Lo sai..." Frank si alzò mettendosi a sedere e passandosi una mano sul viso guardò quegli occhi che tanto amava, quegli occhi che alla luce del sole si coloravano di un  verde brillante, come i prati del New Jarsey che tanto amava.
"Frank…"continuò Gerard con voce incrinata. Non sopportava vederlo così, non sopportava vederlo triste, era parte del suo cuore, Frank, ormai, lo amava più della sua stessa vita, una vita destinata a finire.
"Ho paura..." disse infine Frank guardando il muro bianco davanti a lui. Già, Frank Iero, per la prima volte aveva paura, aveva paura per tanti motivi. Aveva paura di perdere ciò che aveva con fatica costruito, di perdere l’amore di quel ragazzo che ogni giorno gli regalava sorrisi, emozioni.
"Di cosa?"
"Di perderti.."di perderti disse in un sussurro.
Poggiando una mano sul suo mento Gerard lo costrinse a guardarlo negli occhi. Dolcemente gli asciugo quella lacrime solitaria che cadeva lenta sulla sua guancia rosea.
Gerard baciò quelle labbra tirate in un sorriso amaro.
"Frank.. Io... Non mi perderai mai. Io, Ti amo. E’ grazie a te se ora sorrido, è grazie a te se la vita non mi fa più paura. E’ grazie a te se sono ancora qui, se ora sono vivo. Mi hai dato la forza per guardare avanti…" sussurrò Gerard mentre i suoi occhi iniziavano a riempirsi di lacrime."Non ti lascerò mai..." quelle parole provenivano dal cuore. Parole sincere che mai avrebbe creduto di poter dire a qualcuno. Erano… vere.
Ci sono avvenimenti nella vita, accadono cose che mai avresti creduto possibili, e Gerard lo aveva appena scoperto. La sua vita era cambiata quando incontrò quel ragazzo, quando quel ragazzo lo salvò, in quella notte buia e fredda.
"Frank… Guardami…" ma lui non ci riusciva, per questo mentre Gerard parlava lui guardava in basso.
"Ti amo Frank…" una lacrima gli scese lungo gli zigomi del ragazzo che gli stava di fonte, quel ragazzo che aveva paura, quel ragazzo che tanto amava.
"Gerard…" lo guardò negli non sapendo bene cosa dire. Nel suo cuore, un misto di emozioni, un misto di sensazioni.
"Ho bisogno di te..." gli sussurrò infine sulle labbra.
Gerard lo baciò, la baciò dolcemente, un tocco leggero e delicato, poi approfondì quel contatto.
Lentamente Frank lo spogliò.
Glia accarezzò il suo torace nudo. La palle delicata e morbida, liscia come senta, piacevole al tatto.
Spingendolo delicatamente si mise sopra di lui respirando a fondo il profumo della sua pelle.
Gli baciò l'addome mentre Gerard era pervaso da brividi, causati proprio da quel contatto, da quelle labbra morbide.
Gerard lo ricondusse a se baciandolo ancora, quasi volendo fondere le loro anime.
Fece scorrere le sue mani sulla pelle di Frank, all'interno della sue felpa, che con un movimento veloce ma delicato se la tolse, per poi tornare a guardarlo negli occhi.
Le loro pelli si toccarono.
Le loro pelli, scottavano.
I loro respiri si fecero sempre più veloci, sempre più frequenti, sempre più affannosi.
Entrambi nudi, entrambi stetti l'uno all'altro, entrambi innamorati.
Non era solo un atto fisico quello, no, non lo era.
Era la dimostrazione di un amore puro e dolce che era nato, quasi per caso, fra quei due ragazzi.
Si amarono e stanchi si stesero l’uno fianco all’altro, l’uno abbracciato all’altro.
Tutto era magico in quel momento, tutto era perfetto, ma si sa, le cose belle non durano per sempre.

 



Capitolo alquanto inutile che spero però vi piaccia.
Il prossimo bhè… Non vi anticipo nulla ma è uno dei più… Ehm, spero vi piacerà anche quello. ^^

Ringrazio ancora una volta la mia adorata Greta… Oh moglie, grazie di tutto! Ti voglio bene!

 Chemical Lady: Jessika, ciao! Allora su Lyn-z non anticipo nulla altrimenti ti rovinerei il 18. Ma sta tranquilla, non è lei il pericolo. Sono contenta che ti sia piaciuto, tanto contenta! E spero davvero ti piaccia anche questo (molto inutile!). Fammi sapere dear! XD

Rou: Per me possono andare benissimo al rogo… Almeno nella mia storia. Davvero ti piace??? Waaaaa! Sono troppo contenta! E’ la prima cosa che ho mai scritto sui My Chem. Grazie mille!!!!!

 VampireKnight: Il povero Gerard ama Frank quanto Frank ama Gerard. Il problema è non lasciarsi trasportare dalle situazione. Nel prossimo capitolo spero non mi ucciderai e spero che questo ti sia piaciuto come gli altri! Grazie per i complimenti! XD

ElfoMikey: Honey!!! Ho riscritto anche questo ala fine, non mi piaceva per nulla. Spero che ti piaccia questa nuova versione, oddio, succedono le stesse cose, ma la forma è diversa. Ti adoooooooooooro!

 My Chemical Vavvy: Non ti preoccupare, già perdonata. Sono contenta di sapere che al mia fanfiction ti  sia piaciuta. Spero che ti piaccia anche questo capitolo. Fammi sapere. A presto!

 Baci, Rò.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


L’inverno lento avanzava, il freddo lento si faceva sempre più pungente, lentamente il loro amore diventava qualcosa che andava al di là di ogni cosa.
Ogni emozione, ogni minima sensazione la vivevano insieme. Niente si perdevano l’uno dell’altro, perché troppo forte era quel legame per essere spezzato.
L’amicizia di Gerard con Lyn-z diventava sempre più forte e questo comportava gelosie, nascoste quasi con vergogna da Frank. Ammettere che era geloso, avrebbe voluto dire che di Gerard non si fidava, e tutto Frank voleva, tranne che ferire o perdere il suo amato.
Se solo Jamia non si fosse presentata quella mattina forse…

Era circa metà novembre.
Faceva freddo e fuori la pioggia cadeva insistentemente.
Non c’era vento. Nulla muoveva le foglie che secche erano cadute sulla strada bagnata.
Quella sera, molte cosa cambiarono.
“Gee, mi presteresti un momento la matita?” Lyn-z era sul letto del ragazzo. Ancora quel famoso progetto a cui insieme stavano lavorando. Erano giorni che la ragazza passava pomeriggi nella camera di Gerard.
“Si.” Il ragazzo gliela porse. Senza staccare lo sguardo dalla finestra. Era lì con il corpo, ma la mente era altrove. Era nella stanza di quella finestra di fronte. Quella stanza era buia. La stanza di quel ragazzo che non vedeva da poche ore, ma che già li mancava, che oramai gli sembrava più importate della sua stessa vita. E forse fu proprio questo lo sbaglio del giovane Gerard Way.
“A che pensi?” chiese la ragazza già conoscendo la risposta.
Sul volto di Gerard fece capolino un dolce sorriso.
“Frank.” Lyn-z abbassò lo sguardo. Il tutto, le faceva male.
“Cosa c’è?” continuò sussurrando il ragazzo.”
“E’ che… Io… Insomma, mi chiedevo se mai riuscirò ad avere cioè che ha lui. Il legame che vi unisce è… Speciale.” Gerard la accarezzo dolcemente e delicatamente il viso.
“Hey. Cioè che ci unisce è un qualcosa che tutte le persone ottengono, lo sai. La felicità Lyn-z, è dietro l’angolo. Non cercarla perché sarà lei a venire da te.”
Fu allora che successe lì inevitabile, un qualcosa che mai sarebbe dovuto accadere.
Un cuore che batteva troppo forte, troppo velocemente. Un cuore che scoppiava d’affetto, che cercava solo un po’ di felicità ignorando le parole che aveva appena udito. Un gesto avventato che nessuno avrebbe voluto.
Un bacio.
Un tocco delicato e leggero da parte si una ragazza che si era infatuata della persona sbagliata.
“Amore guar-“ ma qualcuno in quel momento aprì la porta.
Al suono di quella voce i ragazzi trasalirono e inevitabilmente gli occhi di Frank diventarono velocemente lucidi.
Tutte le sue paure, tutte le sue preoccupazioni, erano diventate realtà.
Dalla sua bocca non usciva alcun suono, niente.
Lì sulla soglia di quella porta vedeva il suo affetto sgretolarsi.
Una pugnalata al cuore, una lama lucida e fredda che trafiggeva quel piccolo muscolo che batteva all’interno del suo petto.
“Frank non è come sembra!” disse Gerard con voce incrinata. Non riuscì a rispondergli, non ne aveva la forza.
Si voltò correndo per le strade con gli occhi ormai piene di lacrime. Scendeva velocemente scappando dalla scena che si era appena ritrovato davanti.
La pioggia e l’aria fredda lo assalirono e il respiro sembro mancargli.
“Frank!” lui non si voltò.
“Frank!”
“Che diamine vuoi!” urlò girandosi.
“Io… Io… Non è stata colpa mia, io non vol-“
“Oh si certo! Non è colpa tua! E’ colpa mia, io che sono entrato nel momento sbagliato!” Frank non gli fece finire la frase. Sentiva la rabbia salirli, la tristezza farsi avanti. La delusione prendere il sopravvento nel suo cuore.
“No Frank, no. Fidati… Io…”
“Io ti amo?” sul viso di Frank le lacrime si confondevano con la pioggia fredda. Chiuse per un momento gli occhi cercando di reprimere le lacrime.
“Credevo di essere importante.” Disse poi in un sussurro.
“Sei tutto per me! Cazzo Frank!” anche il viso di Gerard era bagnato dalla pioggia e dalle lacrime che cadevano veloci sul suo viso disperato.
“Ti farò vedere quanto tu significhi per me, come la neve cade sotto un cielo deserto, fino alla fine di ogni cosa. Menzogne. Erano tutte bugie!” gridò con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Lo guardo negli occhi, ferito e ferito e Gerard sussultò, uno guardo che mai gli aveva preservato.
“No Frank…”
“No Gerard, non voglio essere preso in giro. Non voglio soffrire.”
Sei solo un’altra canzone triste senza nulla da dire.
Bene, se credi che abbia torto, questo non ha mai significato nulla per te.
Assolutamente nulla.
“Eri il mio presente. Eri il mondo. Eri Gerard, eri.”
“Frank…” il ragazzo aveva la voce rotta dal pianto. Non riusciva a continuare a emettere suono. Quelle parole lo avevano trafitto come aghi nella carne. Mille aghi.
Frank abbasso lo sguardo sorridendo amaro. Lo guardò per un attimo.
“Addio Gerard.” E così si voltò. Nella notte, sotto la pioggia cominciò a camminare.
“And bury me,in all my favorite colors,cause the heardest part of this is leaving you…” parole che gli uscivano dal cuore, parole di un ragazzo che era appena stato abbandonato da colui che gli aveva donato il sorriso. Parole sussurrate al vento.
Chiuse gli occhi mentre le lacrime scendevano calde sulla pelle.
“Sono solo un fottutissimo bastardo.”


“Gee, mi dispiace, io non volevo…”
“Vattene Lyn-z.”
“Ma…”
“Ho detto vattene!” urlò Gerard. Aveva gli occhi rossi e gonfi, totalmente bagnato dalla pioggia fredda.
La ragazza lo guardo con occhi lucidi e prendendo la sua roba uscì dalla stanza.
Non poteva essere vero.
Frank, lo aveva abbandonato.
Era solo, di nuovo. Solo, ancora.
Solo.
Era il suo punto fermo. Un dolore troppo forte quello di Gerard. Un dolore che lo bruciava lentamente dentro, un dolore più grande di quello che già in lui albergava.
‘Sei solo un’altra canzone triste.’
Faceva male. Il suo Frank.
La viste gli si annebbiò.
“Gee?”
“M-Mikey?” il ragazzino si precipitò su di lui.
“Gerard! Fratellone! Che succede?” Mikey punto il suo sguardo in quello di gerard e per un attimo non lo riconobbe.
“Gee…” Mikey gli accarezzo dolcemente la fronte.
“Frank…” fu allora che capì. FU allora che capì cosa era successo sotto la pioggia. Una morsa allo stomaco.
“Oh…” lo abbracciò. Voleva che lui sapesse che c’era, che non era solo. Ma per quanto si sforzasse il vuoto di certo non poteva essere colmato così.
Mikey si alzò pendendo dei vestiti asciutti e una coperta. Lo aiutò a cambiarsi.
Lo sguardo di Gerard era perso nel vuoto.  Era pieno di dolore e Mikey si sentiva impotente.
Per la prima volta capì, cos’era l’amore.
“Io lo amo.” Disse con voce flebile Gerard mentre si rannicchiava sul letto.
Mikey sorrise amaro.
“Lo so, lo so.”

 

Vi prego, vi scongiuro non odiatemi!
Io, mie lettrici mi amo, e please non linciatemi!
Questo capitolo non mi convince molto in tutta sincerità e spero con tutto il cuore che vi piaccia come vi sono piaciuti gli altri capitoli.

Ringrazio con tutto il cuore la mia Grè, che in ogni momento sa donarmi un sorriso! Ti voglio tanto bene!

E ringrazio anche Jessica per l’enorme aiuto!

ElfoMikey: Honey! Ho riscritto anche questo! Moglie i prego anche se già lo sapevi… Non uccidermi! Io ti voglio bene, io ti adoro… Please… Amami! Scherzi a parte spero che ti piaccia questa nuova versione!

Rou: Ciao! Quel "Le cose belle non durano per sempre” credo tu abbai capito ora a che si riferiva. Spero ti piaccia questo capitolo come ti sono piaciuti i precedenti. Grazie, davvero! A presto cara!

Chemical Lady: Ciao Je! Il qualcosa di tristissimo c’è stato e spero che ti sia piaciuto lo stesso. Sono contenta che questa storia ti piaccia. Potrò sembrare ripetitiva a me come scrivi piace tanto! ( lo sai) A presto tesoro!

My Chemical Vavvy: Ciao! Purtoppo… Li ho fatti lasciare. Le tue previsioni era giustissime. Spero che non ti abbai delusa il capitolo E’ stato difficile scriverlo. Lo spero davvero…

Vampireknight: Hey! L’orrendo sospetto, l’orrenda paura si è avverata! E ora spero davvero di non essere uccisa! Anche perché se muoio io i due vivranno per sempre infelici e scontenti. Sono contenta che ti sia piaciuto e spero ti sia piaciuto anche questo. XD

Jessromance: Okay ora saltello e rido come una scema! Tutta d’un fiato? O.O Me onorata! Oddio, grazie! Hai pianto davvero? O.O Purtroppo il casino è successo, inevitabilmente, Spero comunque che ti sia piciuto. A presto!

Baci, Rò.




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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


La pioggia cadeva violenta, incessante e crudele.
Lo aveva fatto.
Era finita.
Non poteva crederci eppure lo aveva fatto.
Era finita.
Frank camminava per le strade deserte e fredde di Belleville.
Lo amava, più di ogni altra cosa al mondo, ma lui, lui aveva tradito la sua fiducia.
L’aveva baciata. Aveva pugnalato il suo cuore con crudeltà, come se il tempo passato insieme, come se le emozioni condivise insieme, fossero state solo finzione.
Camminava lentamente con la pioggia che gli bagnava il viso, che si confondeva con le lacrime che scendeva calde su di esso.
Mille erano i pensieri nella testa di Frank.
Forse non lo amava come diceva, forse era solo un passatempo, o forse no. Dopo quello che era successo, non sapeva più cosa pensare.
Un male, il suo, mai provato prima.
Chiuse un momento gli occhi concentrandosi sulla pioggia che silenziosa si infrangeva contro ogni oggetto, come quella notte, in cui salvò la vita di quel ragazzo che ora lo stava facendo soffrire.
Cosa avrebbe fatto ora? Come avrebbe potuto guardare quegli occhi tutti i giorni? Come avrebbe potuto dimenticare?
Aveva lo sguardo perso nel vuoto. Uno sguardo pieno di dolore, sofferente.
Tutti quei momenti, cos’erano stati per Gerard?
Ogni momento, aveva perso qualsiasi significato.
Forse aveva preteso troppo?
Faceva male.
Magari, lui, ora era con lei, felici e sorridenti.
Gli occhi cominciarono nuovamente a riempirsi di lacrime che continuavano a scendere sul viso, lentamente.
Era finita.
Vagò solo per un po’, solo, sotto la pioggia che non sembrava non avesse intenzione di fermarsi.
Camminava senza una meta, camminava perdendosi nei ricordi, nei pensieri, e quando arrivò a casa nemmeno se ne rese conto.
Aprì la grande porta e lentamente si diresse in camera sua, con i brividi che lo attraversavano da capo a piedi.
Si avvicino alla finestra guardando attraverso il vetro. Guardo la camera di Gerard. La luce era spenta.
Con il cuore a pezzi e i capelli gocciolanti si voltò e si diresse sul letto.
Su quello stesso letto, per la prima volta loro due si amarono e quel pensiero fu come un pugno nello stomaco.
Si tolse i vestiti bagnati e si mise sotto le coperte.
Chiuse gli occhi cercando di dormire, ma fu impossibile.
Gerard.
Se chiudeva gli occhi vedeva il suo viso, il suo sorriso, i suoi occhi.
Gli chiuse più forte cercando di trattenere le lacrime che premevano per uscire.
Era finita.

"Ciao Frankie..."
“Ciao.”
"Che hai? Amore… è successo qualcosa?"
"No, niente... è tutto okay..."
"A me puoi dirlo... lo sai..."
"Ho paura..."
"Di cosa?"
"Di perderti.."
"Frank..Io... Non mi perderai mai... Ti amo... è grazie a te se ora sorrido, è grazie a te se la vita non mi fa più paura. è grazie a te se sono ancora qui, se ora sono vivo. Mi hai dato la forza per guardare avanti.”
"Non ti lascerò mai..."
 "Frank… guardami… Ti amo."

 
Di colpo Frank si svegliò.
Si mise a sedere.
Aveva il respiro terribilmente corto, era sudato, spaventato.
Rimase qualche secondo lì, a guardare nel vuoto, come se riuscisse a distinguere qualcosa nell’aria, come se potesse vedere quel filo ormai spezzato.
Respirò lentamente cercando di regolarizzare il suo respiro, poi si scostò le coperte e infilandosi una tuta si avvicinò alla finestra.
Pioveva ancora, anche il cielo sembrava piangere come i due ragazzi che non riuscivano a darsi pace. Piangeva con loro, piangeva per quei due ragazzi ma più di ogni altra cosa, piangeva per… Gerard.


“Gee… Svegliati!” disse Mikey sulla soglia della porta del fratello, ma non ebbe risposta.
“Gee… Svegliati!” ancora nulla.
“Gerard cazzo! Ti vuoi svegliare!” disse Mikey lanciando il cuscino che era posato su una sedia.
“Porca… delicatezza no?” disse Gerard sotto le coperte.
“Muoviti!”
“Okay.”
“Alzati!” Il piccolo Way si avvicino scoprendo il fratello che mugugno qualcosa prima di tirare su le coperte.
“Che palle!” disse infine mettendosi seduto con ancora gli occhi chiusi.
“Io, il più piccolo devo svegliare quel coso… Una famiglia di pazzi!” borbotto Mikey mentre si allontanava.
Gerard rise sentendolo.
Lentamente si diresse in bagno per una doccia.
Guardò la sua immagine riflessa nello specchio e l’unica cosa che gli veniva in mente era… Frank.
Era il suo pensiero fisso, il suo chiodo fisso.
Erano passate due settimane, due settimane infernali, in cui l’uno non faceva altro che pensare all’altro.
Gli mancava, gli mancava terribilmente.
Era dura svegliarsi al mattino e sapere che non avrebbe potuto abbracciarlo, sapere che tutto ciò che prima c’era tra di loro, non ci sarebbe più stato.
Era dure guardarlo ogni giorno.
Era sempre stanco e triste.
Il sorriso che aveva acquistato, quella gioia di non arrendersi al dolore, era scomparsa.
Simile a uno zombie Gerard uscì dal bagno proprio quando di lì passava Mikey.
“Oddio, mia hai spaventato!” disse Mikey trasalendo.
“Capisco che sono brutto, ma potresti comunque evitare.” Disse l’altro alzando un sopracciglio.
“Mamma mia, come siamo suscettibili oggi.” Disse roteando gli occhi e andando verso la sua camera.
Non lo riconosceva più ormai, Mikey non riconosceva più quel ragazzo che aveva imparato a sorridere.
Il vecchio Gerard era tornato e ogni giorno diventata sempre più scontroso.
Odiava Frank per questo.
Lo aveva illuso.
Lo stava facendo soffrire e non se lo meritava.
Intanto Gerard in camera sua si vestiva mentre pensava a lui, Frank.
Si chiedeva perché al vita riuscisse a dare momento fantastici, bellissimi e subito dopo momenti orribili.
Perché aprire le porte del proprio cuore portava a tali sofferenze.
Cosa aveva Gerard Way che non andava?

 
“Andiamo Gee o faremo tardi.” Da quando loro due i lasciarono Mikey e Gerard scendevano prima di casa, per evitare di incontrarlo.
Fu Mikey a proporlo, non voleva veder soffrire in fratello più di quanto già succedeva.
Camminavano l’uno di fianco all’altro in silenzio.
“Hey Gee, Ray ci ha invitato a casa sua oggi, ti va di andare?”
“No Mikey, non mi va.”
“Dai…”
“Ho detto di no!” gridò Gerard.
Mikey guardò la strada e senti le lacrime salirgli agli occhi.
L’altro avrebbe voluto chiedergli scusa ma quel qualche motivo, non lo fece.
Per tutto il tragitto non si rivolsero parola.

 
Si avvicinava il Natale.
Le case di Belleville erano tutte illuminate da luci di vari colori.
Gli alberi erano contornati da lampadine bianche e spesso si sentivano delle canzoni di natalizie provenire dalle cucine delle signore che si dilettavano in numerose ricette. Persone camminavano per strada con numerosi pacchetti.
Il freddo si era intensificato.
“Gee fa troppo freddo. Io entro.” Disse Mikey una volta arrivati a scuola.
“Okay, ci vediamo all’uscita.”
Gerard si accese una sigaretta mentre guardava il fratello andar via.
Si sedette sugli scalini e fece un lungo tira alla sua sigaretta. Il fumo si alzava in spirali nell’aria fredda.
“Ciao.” Un saluto freddo come l’aria che lo circondava, freddo come il ghiaccio. Si voltò incontrando quegli occhi che tanto amava, che tanto gli mancavano.
“Ciao.” Rispose lui col cuore che piangeva.
Sentì un magone salirgli alla gola, le lacrime farsi avanti.
“Fanculo.” Sussurrò al vento prima di entrare in classe.
Lì si sedette, accanto a Lyn-z.
Lei gli sorrise e lui le fece solo un cenno col capo. La ragazza guardò in basso, sentendosi dannatamente colpevole.
Era stata lei, con quel bacio.

Durante le lezioni Gerard non seguiva ciò che il professore diceva, guardava con fuori dalla finestra perdendosi nel paesaggio.
E l’unica ocsa che pensava, l’unico suo pensiero, era quel ragazzo, dai capelli neri e grandi occhi nocciola.
Prese carta e penna e cominciò a scrivere.
Cosa?
Non lo sapeva nemmeno lui.

Il tempo passò lentamente e la campanella suonò mettendo fine ad un’ennesima giornata scolastica.
Mentre il ragazzo si alzava quel foglio cadde, leggero come una piuma.
“Gerard?” Lyn-z lo chiamò ma ormai era già uscito dall’aula.
Allora la ragazza aprì il foglio incuriosita, anche se sapeva che non avrebbe dovuto farlo.
E mentre leggeva, una lacrima rigò la sua pelle bianca.
“Che cosa ho fatto?”




Eccomi a voi gente! Dopo una piccola lunga assenza il capitolo dopo lo scoppio.
Scusate la lentezza nel postare ma sono successe un po’ di cosucce.
Spero vi sia piaciuto e vi assicuro che il prossimo lo aggiornerò il prima possibile.

Un abbraccio tanto grande va alla mia Grè…. Ti voglio un bene alto fino alla luna e grande quanto il mare!

 Un bacio va anche a Jessika e a Marti. Vi voglio bene!

 Chamial Lady: Mia nuova socia, ciao! Davvero il capitolo precedente ti ha fatto venire i brividi? O.O Me tanto onorata! Spero tanto che questo capitolo ti sia piaciuto come gli altri! XD

 Jessromance: Ti ho fatta piangere? Uh mamma! Due parole: sta tranquilla. Spero che questo ti sia piaciuto, non succede nulla di che… Però… La parte finale è importante. XD

 Rou: Non è stato il giorno prima degli esami! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, davvero! E spero ti piaccia anche questo! XD Grazie ancora!

 ElfoMikey: Honey! Mia adorata moglie! Grazie! Se continui così, con tutti questi complimenti, va a finire che mi fai piangere ancora, come ogni volta! Ti adoro Grè, tu sei eccezionale! Che dire di questo? Come ti sembra? Vabbè, tanto lo so come lo trovi. Grazie ancora honey! Ti voglio bene!

 My Chemical Vavvy: Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto come l’altro. Purtroppo Frank e Gerard si sono lasciati. E di certo le cosa in questo capitolo non cambiano. Nel prossimo ci saranno piccole svolte. XD

 Vampireknight: Davvero ti è piaciuto tanto???Waaaaaaaaa! Grazie! Jamia e Lyn-Z al rogo! (meno male che sono io a ideare tutto) Comunque spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto come il precedente. *Me sorride come scema*

 

 Baci, Rò.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***





 

“Hey Lyn-z.” la ragazza si avvicino all’amica.
“Ciao Jam.”
“Cos’hai? E’ successo qualcosa?
“No, niente…” rispose l’altra guardando in basso.
“Senti, ho un’idea! Vedi… Pensavo di andare a casa di Frank, così ora che tra quei due è definitivamente finita, e provare a riconquistarlo. Tu che dici?”
“Cavolo Jamia! Ma è possibile che riesci a pensare solo a te stessa?”
“Ma scusa se mi rimetto con Frank di certo tu non resterai sola. C’è Gerard no? Cosa c’è di male” Lyn-z la guardo con aria scioccata. Come era possibile tanto egoismo? Come era possibile che quella ragazza non avesse sensi di colpa? Come faceva a non capire?
“Cosa c’è di male? Tutto!” gridò la ragazza alzando le braccia.
“Esatto.” Disse Jamia incrociando le braccia al petto.
“Che a causa mia tra quei due è finita! Non c’è notte in cui io riesca a chiudere gli occhi senza che i sensi di colpa mi assalgano! Cazzo Jam… quei ragazzi stanno male, lo sai! Si vede!”
“Non mi importa Lyn-z! Tu fai quello che vuoi! Io voglio Frank e lo avrò!” fu tutto quello che disse Jamia, o meglio, che grido prima di andare via, lasciandola lì da sola con i suoi pensieri.
La ragazza aveva mille occhi puntati su di lei, ma in quel momento, non le importava.
I sensi di colpa la bruciavano dentro, lentamente. Per una sua stupidaggine aveva messo fine ad un’amicizia che stava nascendo piano, ma più di tutto, si sentiva in colpa perché aveva messo fine al loro rapporto.
Ricordava ancora la sera in cui Frank entrò in quella camera, quando lei si avvicinò alle sue labbra, solo per sentire cosa si provava a baciare che ami. E voleva, sperava, che quel bacio gli trasmettesse qualcosa di importante, che le facesse capire che l’amore davvero esisteva, che non era una finzione, ma quel gesto, avevo solo portato… dolore e rovina.
Da quella sera Gerard non era più il ragazzo che aveva conosciuto, quel ragazzo che sorrideva, con occhi che brillavano.
Doveva fare qualcosa.
Doveva fermare Jamia.
Doveva parlare con Frank.

 

La porta lentamente si aprì e Mikey e Gerard entrarono in casa dopo una dura giornata di scuola, una di quelle giornate che vorresti dimenticare, cancellare. Ma quella giornata non poteva essere di certo cancellata, dopo quello che glia spettava.
Donna gli guardo e i due ragazzi capirono, capirono che qualcosa non andava, che qualcosa stava per cambiare.
Mikey deglutì prima di sedersi a tavola. Gerard lo imitò. Qualcosa nel volto di Donna non andava, qualcosa la turbava, qualcosa che avrebbe cambiato la vita dei due ragazzi, ma soprattutto quella di Gerard.
Entrambi sentivano i cuore in gola, lo sentivano battere forte, troppo forte, e quasi faceva male.
Nessuno dei due disse qualcosa, fu Donna a parlare per prima.
“Ragazzi, ho una bella notizia.” Disse lei con un allegro sorriso. Ma quanta felicità ci sarebbe stata in quelle parole? Quanta felicità avrebbe seguito quelle parole?
I due non risposero.
“Ci trasferiamo!” un suono che alle orecchie di Gerard arrivò quasi in ritardo. Un suono flebile e acuto. Senti il mondo crollargli sulle spalle. Non poteva essere vero. Magari tutto ciò era uno scherzo del sonno, del dolore, della stanchezza.
“C-cosa?” chiese titubante il piccolo Mikey.
“Ci trasferiamo tesoro, a New York!” ora Gerard era certo che non era un sogno, era un incubo, divenuto realtà.
Chiuse un attimo gli occhi per cercare di trattenere le lacrime che con prepotenza si facevano avanti.
“New York?” chiese poi aprendoli e mostrandole gl’iridi verdi coperto da un velo di lacrime. Donna sussultò.
“Si, New York.” Disse con calma, come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
“No mamma! Io ho una vita qui! Ho degli amici! Non puoi chiedermi di trasferirmi ancora!” gridò Mikey con tutto il fiato che aveva in corpo. Gerard non riusciva a parlare, a dire una sola parola. La lingua era come immobilizzata e il cuore, quel suo cuore malato, sembrava essersi fermato.
“No Mikey. Ho avuto un offerta di lavoro lì, non voglio più stare a Belleville. Non c’è nulla che mi trattenga qui!”.
Quanto egoismo c’era in quelle parole?
Gerard sgranò gli occhi. Non voleva crederci, non voleva credere a quelle parole, non voleva credere che sua madre le avesse dette per davvero. Non era lei quella.
Senti la rabbia salire insieme alle lacrime che rigavano il suo viso.
“Ma a noi non ci pensi? Prima Belleville ora New York! Non puoi chiederci questo mamma!” sarebbe stata una bella occasione per dimenticare Frank, questo Gerard lo sapeva bene, ma la realtà era che lui non voleva dimenticarlo. Meglio rimanere aggrappati ad un sogno che rovinare tutto con la realtà. Una realtà che ora faceva troppo male, troppo crudele per essere accettata.
Donna si alzò di scatto.
“Qui comando io Gerard!”
“Cazzo mamma! Non posso! Non posso abbandonare Frank! Non mamma! Tu non capisci!” gridò Gerard imitandola. Donna non capiva, non capiva cosa volesse dire il figlio, non capiva cosa c’entrasse Frank con tutto questo. Ma quando vide gli occhi del figlio, quando penetrò quegli occhi coperti dalle lacrime, capì, capì cos’era Frank per lui. Eppure, con occhi freddi e glaciali non volle cedere, non volle capire.
“No Gerard.” E fu così, nell’udire quelle parole che il ragazzo uscì dalla cucina sbattendo al porta.
Mikey abbassò lo sguardo per poi rialzarlo e incontrare quello della mamma.
“Ti odio.” Parole che forse Mikey non pensava davvero ma che arrivarono al cuore di Donna come una pugnalata. Uno sguardo, quello del ragazzo, che non gli era mai stato preservato. Mai né lui, né Gerard, l’avevano odiata come in quel momento. E così, anche Mikey, uscì sbattendo al porta.
Donna si sedette al tavolo portandosi le mani al viso e scoppiando in lacrime.
“Cosa devo fare Donald?”

 

Qualcuno bussò alla porta della camera di Frank e lentamente quella fu aperta. La testa di una ragazza sbucò da essa.
“Posso entrare?” Frank non rispose.
“Cosa vuoi Lyn-Z?” chiese lui quando lei fu dentro.
“Ecco, io… Ti ho portato questo.” la ragazza gli porse un foglio, quel foglio che Gerard aveva perso in classe.
“Cos’è?” chiese corrugando al fronte.
“Lo ha perso Gerard. Ho pensato che fosse meglio se lo avessi tu. Leggilo Frank, per favore.” Il ragazzo non rispose così Lyn-Z si diresse verso la porta con lo sguardo basso.
“Più tardi passera Jamia.” disse prima di uscire.
Passò qualche secondo prima che Frank aprisse il foglio per leggerne il contenuto.
Con movimenti delicati e decisi cominciò a leggerlo.
Albe tardive e tramonti arrivati presto, proprio come le mie scene preferite
Poi tenersi per mano e la vita era perfetta proprio come sullo schermo
E tutto il tempo mentre continuo a dare
Contando il tuo viso tra quello dei viventi
Scale mobili che vanno su e giù, pennies e fontane sempre piu' fredde,
ascensori e saldi a metà prezzo,
intrappolati tra queste montagne
correndo via e nascondendomi insieme te
non ho mai pensato che mi avrebbero preso qui
non sapendo che tu saresti cambiata da un solo morso
ho combattuto tutti solo per tenerti vicina e stretta
ma qualcuno se ne è accorto?
Ma a qualcuno interessa?
E se io ho avuto il fegato di puntare questo alla tua testa..
Ma importerebbe qualcosa se tu fossi già morta?
E io dovrei essere sconvolto dall’ultima cosa che hai detto?
Prima che io punti questo grilletto,
i tuoi occhi persi e macchiati….
ma qualcuno se ne è accorto?
Ma a qualcuno interessa?
E se io ho avuto il fegato di puntare questo alla tua testa..
Ma importerebbe qualcosa se tu fossi già morta?
E io dovrei essere sconvolto dall’ultima cosa che hai detto?
Prima che io punti questo grilletto,
i tuoi occhi persi e macchiati….
E dicendo che mi amavi
Hai reso le cose ancora più difficili
E queste parole non cambiano nulla
Finchè rimane il tuo corpo
E non c’è spazio in questo inferno
E non c’è spazio nel prossimo
I nostri ricordi ci sconfiggono
E io finirò questo disastro
ma qualcuno se ne è accorto?
Ma a qualcuno interessa?
E se io ho avuto il fegato di puntare questo alla tua testa..
Ma importerebbe qualcosa se tu sei già morta?
E io dovrei essere sconvolto dall’ultima cosa che hai detto?
Prima che io punti questo grilletto,
i tuoi occhi liberi e macchiati….
E dicendo che mi amavi
Hai reso le cose ancora più difficili
E queste parole non cambiano nulla
Finchè rimane il tuo corpo
E non c’è una stanza in questo inferno
E non c’è una stanza nel prossimo
ma nessuno si e' accorto che c'e' un cadavere in
questo letto?
E fu allora che una lacrima rigò il viso di Frank e due sole parole uscirono dalle sue labbra: “Ti amo.”

 

 

Eccomi gente! Scusate per il ritardo ma ho avuto da fare!
Spero che il capitolo, anche se un po’ tragico vi sia piaciuto!
Poi ho dovuto anche rifare il capitolo….
La canzone è
Early Sunsets Over Monroeville. (una delle mie preferite!)

 

Un grazie speciale va a Greta che adoro(non so perché) questa storia. Grazie mille per i sorrisi!

 

E un abbraccio va a Jessika che ha saputo ascoltarmi e aiutarmi.

 

ElfoMikey: Honey! Mia moglie adorata! Alla fine sono riuscita a postare! Colta di sorpresa? Come ti sembra? Sono contentissima che l’altro capitolo ti sia piaciuto, sai quanto è importante per me! Quel capitolo arriverà presto… Ti voglio bene Grè, tanto! <3

 

Chemical lady: Je! Ciao! Waaaaaaa! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Di questo che ne pensi? Davvero si sei commossa? *.*  Lo so che non p colpa di Gee! ç_ç Si rifarà… A presto! Ti voglio bene!

 

Jessromance: Jejè! Davvero ti è piaciuto?!? Ooooooh, grazie! Ti adoro! Sono felice che ti piaccia il mio modo di scrivere! E sono tanto felice che ti piaccia questa storia! E’ la prima che ho scritto! A presto!

 

Rou: Ecco a te una’altro capitolo! Spero ti sia piaciuto insieme agli altri 19. XD Mi fa sempre piacere avere un tuo parere, lo sai. A presto!

 

Vampireknight: Ciao! Sono contenta che ti sia piaciuto quel capitolo! A me non convinceva molto in tutta onestà, come gli altri del resto. Questo come ti è sembrato? Un po’ triste però nel prossimo le cose si sistemano, si si. A presto cara! XD

 

SweetPandemonium: Ciao! Davvero ti è piaciuto? *.*  Oh, Grazie mille, davvero! *me commossa* . Spero ti sia piaciuto anche questo! Grazie ancora per la recensione! XD

 

Ioamolacocacola: Hey! Io non sono cattiva! Cioè, forse un pochetto, ma no tanto, vero? O forse si. Comunque, grazie mille per i complimenti! Sono contenta che ti sia piaciuto e spero ti sia piaciuto anche questo! Di certo però non ti dico se si rimetteranno insieme, no no. Dovrai scoprirlo da sola. A presto!

 

 

Baci, Rò.





 

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Capitolo 21
*** Captiolo 21 ***


Frank, c'è Jamia." Linda entrò in camera del figlio scuotendolo per una spalla.
"Mmm..." Mugugnò il ragazzo voltandosi dall'altro lato. Erano circa le otto di sera e Frank, stanco, si era addormentato."Dille che dormo mamma." Sussurrò.
"Sicuro? Dice che è imporatnte tesoro."
"No. Dille che sto dormendo." Disse con freddezza infine. Non aveva alcuna voglia di vederla. Non aveva voglia di vedere nessuno quella sera.
Pensava a lui, pensava al suo viso, a quanto male gli avesse fatto.
"Okay cucciolo." Linda si chiuse la porta alle spalle e Frank chiuse ancora gli occhi.
Poi tenersi per mano e la vita era perfetta proprio come sullo schermo...
Parole che non facevano che tornargli alla mente, parole che li frullano nella testa, che non lo abbandonavano.
E non c’è una stanza in questo inferno, e non c’è una stanza nel prossimo. Ma nessuno si e' accorto che c'e' un cadavere in questo letto?
E avrebbe voluto stringerlo a sè, sussurrargli che lo amava, che lo amava ancora. Voleva tenerlo stretto a sè e respirare il suo odore, sentire le sue labbra accarezzargli la pelle e il suo respiro caldo sul suo collo. Sentire il suono della sua risata, la sua voce, che gli cantava quella canzone che ora non lo abbandonava.
Un senso di vuoto, una sansazione orribile, un peso al cuore, proprio come la sera in cui Gerard cercò di porre vita alla sua giovane vita.


Quella sera era più fredda del solito.
Il cielo nel pomeriggio si era oscurato e con l'avanzare della notte cominciò anche a piovere. Una pioggia violenta e continua. Ticchettava sui vetri delle loro camere come quella notte.
Quella notte in cui tutto cominciò.
I raggi della luna filtravano dalle nuvole rendendo la strada quasi spettrale. Era come se tutta la cittadina di fosse fermata, come se il tempo si fosse fermato per permettere a quelle due giovani vite di rincontrarsi ancora una volta.
Un ragazzo dai capelli neri e grandi occhi verdi sedeva sul davanzale della propria finestra. Guardava la pioggia ticcherttare sul vetro.
Aveva gli occhi persi nel vuoto, tristi e maliconici.
Soffriva, soffriva per Frank, soffriva anche... per se stesso.
Lentamente alzò il vetro della finestra e la pioggia cominicò a bagnarli il viso.
Continuare a vivere quei pochi mesi senza lui, oramai, sembrava impossibile.
Mesi che sarebbero sembrati anni.
Anni che lui non avrebbe mai vissuto.
Una lacrima rotolò sul viso di Gerard, andandosi a confondere con la pioggia.
Chiuse gli occhi lasciando che la pioggia fredda lo bagnasse completamente.
Uscì fuori, arrampicandosi in cima al tetto, quella volta però sarebbe stata l'ultima.
"Non ho mai detto che sarei rimasto ad aspettarti per semrpe. Bene, alla fine del mondo, l'ultima cosa che vedo... sei tu." Chiuse gli occhi sedendosi selle tegole.
Alla fine del mondo... del mio mondo...


Frank si svegliò di soprassalto. Il respiro corto e la fronte impregata di sudore.
Ormai gli capitava spesso di svegliarsi nel cuore dell notte percosso da brividi e respiri troppo corti.
Guardò l'orologio che seganava le quattro.
Nel silenzio della sua stanza udiva solo il rumore della pioggia che si infrangeva contro il vetro.
Si passò una mano sul viso sospirando.
Ancora quella brutta e orribile sensazione. Simile a un senso di nausea, il presentimento di qualcosa di orribile, ma tutto ciò per Frank non  aveva senso.
Ancora Gerard nella mente.
La luna illuminava il foglio che Lyn-Z gli aveva portanto. Lo fissava senza aver il coraggio di prenderlo.
Alla fine alzanosi lo afferò avvicinandosi alla finstra per riuscire a leggere meglio.
Lesse le prime righe, quella frase che non lo abbandonava mai, poi, qualcosa lo fece bloccare. Una figura, una sogoma nera gli fece alzare lo sgaurdo. Sgranò gli occhi sentendo il cuore stingersi.
Una morsa allo stomaco.
Gerard.
Sentì il respirò mozarsi e il suo cuore perdere dei battiti.
Le lacrime gli salirono agli occhi mentre con indosso solo una tuta scese velocemente le scale.
Non poteva, non poteva farlo ancora.
Non poteva permetterlo.
La pioggia era come mille aghi che gli entravano nella giovane carne.
Corse dall'altro lato della strada guardando con disperazione il ragazzo.
"Gerard! Non farlo!" L'altro aprì gli occhi. Si chiese se fosse frutto della sua immaginazione.
No quella volta era realtà.
"Ti prego non farlo!" Gerard lo guardava non riuscendo a capire.
"Tu non sai Frank. Tu non sai cosa mi brucia dentro! Tu non sai quanto sia doloroso per me alzarmi al mattino! Tu non hai ida di quanta fatica io faccia! Ora che ache tu..." La sua voce si ridusse a un sussurro. Non risuciva a continuare.
"Gee.. Ti prego scendi." Aveva paura Frank. Aveva paura che finisse tutto... così.
"Così avrai fatto la tua opera di bene e potrai dormire la notte?" Chiese Gerard singhiozzando.
"No. Cazzo Gerard io ti amo!" Nella voce di Frank, c'era verità. Parole che altre volte gli aveva detto, di cui era pienamente convinvicnto.
Si, lo amava.
Gerard scosse il capo.
"é solo per sentirti meglio!"
"No Gee! Dio! Io senza di te non vivo! Io h bisogno di te anche più dell'ossigeno. Cazzo darei la mia stessa vita per te!"
Gerard non rispose. Continuava a guardarlo scosso dai singhiozzi e con le lacrime che si confondevano con la pioggia.
"Ti farò vedere quanto tu significhi per me... come la neve cade sotto un cielo deserto... fino alla fine di ogno cosa." Contuò poi Frank in un sussurro.
Gerard chiuse gli occhi e quado gli riaprì.... sorrise.
Sorrise perchè ricordava quelle parole, sorrise perchè era li davanti a sè, perchè era... innamorato di lui.
E velocemente con il viso baganto e gli induenti fradici scese dal tetto entrando in camera sua e silenziosamente senza rallentare, scese in strada.
Gerard lo guardò, come se lo vedesse per la prima volta. Il cuore a mille, il respiro veloce, gli occhi arrossati dal pianto.
L'altro gli sia vvicinò.
"Non prendrmi in giro." Sussurrò Gerard.
"Mai. Promettimi che mi amerai fino alla fine." Disse sfiorando il suo naso con il proprio.
"Ti amerò Frank, fino alla fine. E tu? Mi amerai?" Sussurrò chiudendo gli occhi, repirando il suo profumo.
"At the end of everithing, amore mio." E fu così che Frank fece combaciae perfettamente le loro labbra. Un contatto che era mancato a entrambi, indispensabile per entrambi.
Quanto amore c'era in quel bacio?
Quanta passione c'era in quel bacio?
Infondo quei ragazzi si aiutavano a vicenda, era l'uno la salvezza dell'altro.
E mai avrebbero pensato che di lì a poco tutto sarrebbe potuto svanire.
Frank lo attirò ancor di più a se accarezzandogli il viso tondo.
Farank. Ancora una volta lo aveva salvato, ancora una volta glia veva restitutito il sorriso, ancora una volta... gli aveva restituito... la vita.






Eccomi qui,ragazze.
Chiedo scusa per l'enorme ritardo ma dovevo ricopiare il capitolo e non trovavo il quaderno sul quale lo avevo scritto.
E pace fu fra Gerard e Frank.
Non è molto lungo come capitolo ma spero vi sia piaciuto.
La fine di questa stroia si avvicina.
Mancano circa 4-5 capitoli.
Grazie ancora a tutti coloro che leghono questa stria e a chi la ha tra i preferiti!
Grazie mille!
E grazie anche a quei tesori che recensiscono!


Ioamolacocacola: Ciao Fre! scusa il ritardo am non trovavo il mio quaderno! Alla fine i due ragazzi hanno fatto pace! Non potevo lasciarli soffrire. No no. Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto e spero che anche questo ti sia andato a genio! (Infondo Lyn-z non è così terribile, no?) Ci sentimao presto cara! Grazie!

Chemical Lady: Je! Ecco a te il capitolo! Guarda l'addio non piace nemmeno a me... e scrivo io, rendiamo conto. Alla fine Frank e Gerard sono tornanti insieme ma si sa, la fiction non è ancora finita, quindi... okay, ora basta! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo! Ti voglio bene tesoro! A presto! :*

ElfoMikey: Honey! Mia moglie adorata! Ce l'ho fatta! Ecco il ventunesimo capitolo! Allora? Come ti sembra? Spero non ti abbia deluso, sai che il tuo parere è troppo importante per me ^^  (prepare i fazzoletti) La queite prima della tempesta anche in questa storia. Eeeeh, ma non dirò altro (capirai tanto sai già). Ti voglio bene Grè, alto fino alla luna e grande quanto il mare! <3

VampireKnight: Ciao! La questione trasferimento non è ancoraconclusa am quella "lite" si. Già nel prossimo capitolo si rotornerà a litigare con Donna Way. ^^" Sono contente che ti sia piaciuto il capitolo e spero ti sia paiciuto anche questo! Mi fanno sempre piacere le tue recensioni! XD

Rou: Tadan! C'è da ringraziare Lyn-z e quello scemo di Gerard che ha perso il foglio. Si si.

SweetPandemoium: Ecco il capitolo! Donna... bhè ci arò ancora una lite... Poi... poi non continuo altrimenti ti rovino tutto! Già niente è  meglio di una canzone per spiegare ciòc he si prova. (che poi si interpreta un pò a mdo proprio) Spero si sia piaciuto il capitolo! A presto!

Jessromance: Jejè! Ce l'hai fatta! Sono contenta di sapere che ti sia piaciuto! Spero tu riesca a leggere anche questo capitolo... Ti voglio bene!:*

Crazyangie:  Ciao! *.* Me senza parole! Grazie mille! Sono contenta di sapere che ti paice come scrivo! *.* Si rimettono insieme? Secondo te? XD Non potevo farli soffrire in eterno. No No. A presto!


A voi, Rò.
 



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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***




Mikey uscì dalla sua stanza diretto all'unico bagno di casa Way.
Arrivò davanti alla porta, poi, fissando il legno scuro si porto una mano sul viso. Roteò gli occhi e poi, controvoglia, si diresse verso al camera del fratello.
Mikey Way odiava dover essere il fratello maturo. Quello che al mattino si alzava presto a andava a svegliare il mollunsco nella stanza di fronte la sua comunemente chaimato Gerard Way.
Bussò una volta.
Bussò due volte.
Bussò tre volte.
Dalla stanza non provenivano rumori.
Bene, questo è nel pieno dei suoi sogni. Pensò il ragazzino assumendo un'espressione scocciata.
Sbuffando aprì lentamente la porta sicuro di trovare suo fratello, lì, steso sul letto a pancia in giù, con un braccio penzolante dal letto e la bocca aperta, ma così non fu. La stanza era vuota, il letto era intatto e i disegni erano sparsi sul pavimento spostati dal vento freddo. Mikey alzò lentamente lo sguardo terrorizzato. La finestra era aperta e mentre spalancava gli occhi un brivido freddo gli percosse la schiena, ma questo, di certo, non era causato dal vento. Senti lo stomaco stringersi in una morsa mentre con passo veloce si avvicinava al davanzale. Sentiva il cuore battere troppo forte per essere controllato.
Si affacciò guardando in basso. Il vuoto, il nulla.
Tiro un sospiro di sollievo e portandosi una mano sul petto di diresse verso il piano superiore.
Dov'era finito Gerard? Cosa gli era successo?
Mikey non sapeva se essere preoccupato o no, ma sapeva che fino a quando non lo avrebbe visto la sensazione di nausea che lo aveva improvvisamente assalito non sarebbe sparita.
E' colpa di Frank. Pensò. Mikey oramai odiava Frank Iero, lo odiava perché aveva fatto soffrire suo fratello. Solo lui vedeva con che sguardo, con che occhi si alzava al mattino e di certo non era piacevole vederlo ridotto così, soprattutto per lui, il suo fratellino.
Ma cosa poteva fare Mikey per Gerard? Ben poco e lui lo sapeva. Aveva provato ad aiutarlo ma non ci era riuscito. Aveva tentato di riportare il sorriso sul volto del fratello ma i suoi tentativi erano stati vani e ci aveva quasi rinunciato, ma quando scese le scale qualcosa sul suo volto cambiò. Un sorriso si allargò sul suo viso e sentì gli occhi diventargli lucidi. Lì, sul divano, due ragazzi dormivano beati. Certo, la posizione non era molto romantica, ma il modo in cui le loro dita erano intrecciate, quel filo invisibile che sembrava unirli, rendeva tutto così... speciale.
Scese silenziosamente gli ultimi gradini dirigendosi verso il divano. Cercò ti trattenere una piccola risata mentre li guardava. Frank era seduto con la testa di lato, la bocca aperta, una gamba sul bracciolo del divano, in poche parole sia col busto e con gli arti inferiori era spostato verso destra. Gerard di certo non era messo meglio, lui, era al contrario. Era steso sul divano con la testa che pendeva verso il pavimento e le gambe sullo schienale, ma la sua mano sinistra teneva stretta quella di Frank che era alla sua destra.
Spostò la testa di lato mentre il cuore gli si riempì di improvvisa gioia. I loro visi, le loro espressioni erano rilassate e felice e Mikey era convinto di intravedere dei sorrisi sui loro volti, un sorriso sul viso del fratello che ormai non sorrideva più.
Gerard lentamente aprì gli occhi sbattendo le palpebre qualche volta per abituarsi alla luce. Vide il fratello, lì, dinanzi a lui e aggrottò le sopracciglia.
"Perché sei al contrario?" Sussurrò. Mikey alzò un sopracciglio prima di ridacchiare.
"Quanto sei idiota da uno a dieci?" Sussurrò portandosi una mano sul fianco. Gerard alzò la testa guardandosi un attimo intorno e portandosi una mano sulla fronte, poi, guardò il fratello.
"Cento, forse." Sussurrò chiudendo gli occhi.
"Forse?" Calcò Mikey.
"Okay, senza il forse." Gerard sorrise, per dopo tanto tempo e mettendosi seduto senza lasciare la mano di Frank si poggiò allo schienale del divano.
"Vado a riscaldare del latte. Tu ne vuoi un po'?" Bisbigliò il piccolo rivolto al fratello che aveva ancora gli occhi chiusi. Quello annuì con il capo e Mikey, sorridendo felice per il fratello sparì in cucina.
Gerard guardò il ragazzo affianco a lui.  Guardò il suo profilo, quel naso perfetto e la pelle liscia e morbida. Le labbra sottili che per giorni, settimane aveva desiderato. Guardò il suo petto muoversi lentamente ad ogni respiro e senti il cuore riempirsi di gioia. Fu come se improvvisamente si fosse riscaldato e non poté fare a meno di sorridere, sorridere perché la felicità era tornata, silenziosa e leggera, come il vento primaverile che dolcemente ti accarezza i capelli. E poteva toccarlo, Gerard Way, poteva toccare il suo viso, la sua pelle, poteva stringerlo a sé e dire che lo amava, che lo amava più di ogni altra cosa al mondo.
Gli accarezzò il dorso della mano col pollice e a quel movimento Frank aprì lentamente un occhio. Guardò Gerard al suo fianco e poi richiudendolo sorrise.
"Non guardarmi." Sussurrò con la voce impastata dal sonno.
"Perchè?"
"Perchè mi da fastidio." Disse Frank senza smettere di sorridere. L'altro ridacchiò e poi posò un dolce e leggero bacio sulla guancia del compagno.
"Buon giorno." Sussurrò Frank voltando il capo verso Gerard e cingendo le sue spalle con un braccio.
"Buon giorno." Si guardarono negli occhi, assaporando a fondo quel momento. Non c'era bisogno di parole o gesti, guardarsi negli occhi, per i due ragazzi, equivaleva a... tutto. Tutto ciò che desideravano era restare lì, fondere le loro anime in una sola, avere la conferma che la felicità esisteva.
"Hey Mollusco, la colazione è pronta!" Ecco come rovinare un momento di perfezione. Gerard roteò gli occhi e poi si alzò, porse una mano a Frank per aiutarlo ad alzarsi.
Finalmente tutto era tornato alla normalità... forse...


"Ti rendi conto di quanto tu sia lento Mikey?" Frank era sulla soglia di casa Way con Gerard. Mikey, stranamente, aveva fatto tardi.
"Non è colpa mia. Non trovo gli occhiali." Disse con espressione preoccupata e disperata. I due scoppiarono a ridere e il piccolo si fermò a guardarli.
"Non c'è nulla da ridere." Si difese Mikey aggrottando le sopracciglia. Intanto i due continuavano a ridere piegandosi su stessi per il dolore.
"Okay, ora mi sto innervosendo. Cavolo, volete piantarla, idioti!" Frank e Gerard cercarono di darsi una calmata poi l'ultimo sorridendo si avvicinò al fratello, che lo guardò truce. Alzò le braccia e prese gli occhiali che erano sulla testa del fratello.
"Eccoli." Mikey arrossì guardando in basso.
"Grazie Gee." Disse con voce flebile. Il fratello maggiore sorrise e dopo avergli scompigliato i capelli li fece segno di seguirlo.
E Mikey guardò ancora una volte quelle mani, quella mani che si cercavano, le mani di due persone che si... amavano.


Lynz camminava per i corridoi della scuola a testa bassa, guardava il pavimento desiderando ancora una volta di poter tornare indietro e cambiare il corso delle cose.
Portava in mano dei libri, libri di letteratura, quando si scontrò con una ragazza dai corti capelli scuri e grandi occhi marroni.
"Sta più attenta!"
"Scusa Jam, non ti avevo vista." La ragazza guardò l'amica raccogliere i libri.
"Sei stata da Frank?" Lynz si alzò guardando negli occhi Jamia.
"Si."
"Non vorrai mica-"
"Smettila, hai capito? Non è giornata per..." Ma la ragazza non continuò la frase, perchè qualcosa alle spalle della compagna attirò la sua attenzione. Due ragazzi, dai capelli scuri e grandi occhi luminosi, sorridevano, sorridevano... insieme.
Jamia si voltò e sentì ancora una volta la gelosia crescere. Scosse il capo e rossa in viso sparì nella moltitudine di ragazzi.
Lynz li guardò ancora e qualcosa dentro di lei cambiò. Un senso di felicità la pervase e un sorriso si dipinse sulle sua labbra, inevitabilmente.


"Hey Frank, vado da Mikey. Ha detto che doveva parlarmi. Ci vediamo dopo, vero?"
"C'è bisogno di chiederlo?" Chiese Frank aprendo il suo armadietto. Gerard sorrise.
"Direi di no." Rimasero a guardarsi per qualche secondo, secondi che in realtà sembravano minuti.
Ti amo, mimò con le labbra Gerard prima di salire la grande scalinata.
Maledetto libro... dove cavolo sei? Pensò Frank cercando nei meandri del suo armadietto.
"Apriti stupido coso!" Una voce femminile attirò l'attenzione del ragazzo. Si voltò e la vide, lì a battere pugni sullo sportello metallico.
"Aspetta, ti dò una mano." La ragazza guardò Frank e sorpresa si spostò per farsi aiutare.
"Ecco a te, Lynz." La ragazza sorrise imbarazzata.
"Grazie." Entrambi abbassarono lo sguardo guardando il pavimento imbarazzati, o meglio, più che altro era Lynz quella imbarazzata.
"Frank... ecco io... volevo chiederti scusa. Mi dispiace per-"
"Sai Lynz, malgrado tutto, io... grazie. Per la lettera intendo." La ragazza sorrise malinconica.
"Se vorrai io eviterò Gerard e..."
"Non voglio che tu metta fine alla tua amicizia con lui. Solo ecco... ti sarei grato se la scena del bacio non si ripetesse." Frank ora la guardava negli occhi, ma la sua espressione era tranquilla e rilassata.
"Mi spiace. Non so cosa mi sia preso. Sai, ciò che c'è fra di voi... volevo provare a..." La ragazza sempre guardando in basso si morse il labbro inferiore cercando di trattenere le lacrime. Poi poggiandosi agli armadietti si fece scivolare lungo essi. Si prese il viso tra le mani e sospiro.
"Mi spiace..." Sussurrò con voce incrinata. Frank si sedette accanto a lei cingendole le spalle con un braccio.
"Ssssh-sssh." Le accarezzo i capelli mentre lei si asciugava una lacrima.
"Non volevo perdere la sua amicizia e non volevo che tu lo lasciassi. Non volevo che voi... insomma, siete stati male..."
"Ora basta. Nessuno è arrabbiato con te. Nemmeno Gee. Ora asciugati queste stupide lacrime e va da lui. Non ti respingerà. Lo conosco e so cosa dico. Fidati Lynz, va da lui." La ragazza lo guardò.
Quanto era buono Frank Iero?
Quanto era dolce?
Non conosceva il rancore, più o meno. Perdonare era il suo motto oramai. La vita in quel momento era troppo bella per essere rovinata.
Già, troppo bella per essere rovinata...
"Grazie Frank..."





Eccomi qui! Dopo una lunga assenza ho deciso di postare. Per via della scuola mi è stato impossibile scrivere prima il capitolo ma ce l'ho fatta (e poi odio ricopiare i capitoli!).
Tutto si sistema, più o meno. Insomma c'è semrpe Gerard che deve traseristi XD Nel prossimo capitolo, se non erro, si dovrebbe trattare il tutto.
Nons o quando posterò il prossimo. Probabilemente la seconda settimana di Settembre.

ElfoMikey: Honey! Moglie mia adorata! Ho postato alla fine! Farai una catastrofe di lacrime? Naaaa... ^^" Tu sei un mito e ti devo tutto Grè, tutto! Grazie mille! Ti voglio bene! Alto fino alla luna a grande quanto il mare! <3

Chemical Lady: Jess! Eccomi! Postato, sorpresa! Speri che rimangano insieme? Dai, per ora lo sono! XD Sono contenta che ti sia piaciuto l'altro! *_* Ti voglio bene un milionione di ciambelline al cioccolato! <3

Crazyangie: Ciao bella! DOpo tanto sono riuscita a postare! Super Frank colpisce anche in questo capitolo! XD Spero ti sia piaciuto! ^.^ A presto! Fammi sapere... :*

Ioamolacocacola: Fre! Ciao! Per il momento sono felcii no? Non è questo che conta? La partenza?... Appuntamento alla prossima puntata! :*

Jessromance: Jèjè! Hai letto! Però non piangere altrimenti piango perchè ti ho fatto piangere! Anche io amo Gerard e anche Frank! Spero ti sia piaciuto questo! A presto tesoro! :*

A voi, Rò.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Erano passati giorni dal momento in cui Donna informò i figli dell’imminente trasferimento.
La distanza non era molta fra le due città, ma per i ragazzi sarebbe stato quasi impossibile vedersi, per i ragazzi sarebbe stato doloroso dividesi. Come se a dividerli ci fosse un intero oceano.
E Gerard Way stava male, stava male perché sua madre non capiva, non capiva che lui amava quel ragazzo più della sta stessa vita, che era lui il suo miracolo, che senza di lui quegli ultimi fatidici giorni sarebbero stati simili all’inferno.
Perché Donna Way non capiva?
Egoismo?
Forse… o, solo paura.
Paura di cosa?
Lei non riusciva a darsi risposta, ma capiva capiva che fra i due qualcosa si speciale era nato. Lo vedeva lo sguardo del figlio. Lo vide una mattina, felice e rilassato. I suo occhi scavati dal dolore e dal quel male avevano ripreso vita, luce, una luce che gli aveva abbandonati.
Non se lo meritava, Gerard, non meritava tanto dolore, dopo tutto ciò che aveva passato Donna gli stava facendo ulteriore male, lo stava portando giù, spinto in un baratro dal quale mai sarebbe più potuto uscire.
Chi era lei per fargli questo?
Era suo figlio, lo amava, voleva la sua felicità, doveva volere la sua felicità.
Perché allora gli stava facendo ciò?
Nei giorni che seguirono quella notte, in cui due cuori, ancora si incontrarono, tutto e niente cambiò.
Il loro amore crebbe come non mai e i disguidi tra madre e figlio si fecero sempre più pensati, ma Gerard aveva Frank, Frank che riusciva sempre a portargli il sorriso, che riusciva a farlo star bene con se stesso come probabilmente nessuno riuscì mai.
Ma le cose, si sa, sono destinate a cambiare… cambiare per… sempre.

 

Donna era seduta al tavolo della cucina, guardava fuori dalla finestra il cielo tingersi di arancione con il calare del sole.
Cos’è l’amore? Si chiese.
Non riusciva a darsi risposta, non riusciva a dare una risposta precisa a quella domanda. Forse perché non si può dare una definizione di amore.
L’aveva provato, con Donald. Aveva provato cosa significasse amare per gran parte della sua vita. Lui l’aveva resa felice, aveva aperto le porte del suo gelido cuore, portandoci dentro amore.
Aveva visto suo figlio, frutto di quell’amore perfetto, crescere nella tristezza, crogiolarsi nel dolore della perdita dei propri cari, vivere nella convinzione che la vita porta solo dolore e sofferenza, che la felicità fosse solo un’utopia.
Donna aveva cercato di convincerlo del contrario, ma non ci era mai riuscita. Poi qualcosa cambiò, nella loro vita entro Frank, Frank che riuscì a cambiare tutto ciò. Ed ora lei stava distruggendo tutto. La tristezza e il dolore del figlio si facevano sempre più avanti, accompagnato da un qualcosa più forte di lei, di lui, dell’amore fra i due ragazzi, della sofferenza, della felicità, qualcosa che lentamente lo stava bruciando dentro. Una forza più forte di qualsiasi altra cosa glielo avrebbe portato via.
Donna chiuse gli occhi cercando invano di trattenere le lacrime.
Si portò una mano sul viso asciugandosi la lacrime che calde scendevano lungo le sue guancie.
Un capriccio il suo, lo stava facendo soffrire inutilmente. Si sentiva un mostro. Quel ragazzo non meritava di soffrire, aveva riacquistato il sorriso.
Chi era lei per negarglielo?
Non poteva costringerlo, non voleva. Lei era sua madre e avrebbe dovuto volere solo il suo bene.
Che stava facendo?
Non poteva, non voleva più.
Non poteva infliggere altro dolore, non poteva infliggere un dolore così grande ad un ragazzo che mai avrebbe vissuto la sua vita… per davvero.

 

Gerard era steso sul letto. Nel silenzio osservava il sole avvicinarsi alla linea dell’orizzonte.
Aveva gli occhi persi nel vuoto.
Oramai non aveva neppure la forza per piangere, come se le lacrime fossero finite, come se i suoi occhi si fossero asciugati del tutto.
Faceva male, si faceva male. Non era solo la consapevolezza che col trasferimento tutta la sua vita sarebbe cambiata, qualcosa, lo sapeva bene, lo avrebbe fatto soffrire ancora di più… forse era quello il reale motivo.
Abbandonare Frank… abbandonare Donna, abbandonare Mikey. Le persone più importanti tutta la sua vita.
La felicità era tornata, la felicità stava andando, ancora, via.
Ma forse era meglio così, perché dire addio a Frank nel momento in cui…
“Gerard?” Qualcuno entrò in camera. Il ragazzo riconobbe la voce, ma non si voltò. Non voleva vedere sua madre, non voleva.
“Gee?”
“Cosa vuoi?” Rispose con freddezza il ragazzo.
Donna avvertì una stretta al cuore. Fece un respiro prima di entrare nella stanza, quella stanza dominata dal freddo, così glaciale e malinconica.
“Tesoro devo parlarti…” Disse in un sussurro la mamma.
“Come vuoi. Ma se devi dirmi, se hai intenzione di cercare di convincermi che il trasferimento è la cosa più giusta… è tempo sprecato.” Soffriva Gerard è il tono della sua voce, l’amarezza e la tristezza che da essa trasparivano facevano sentire Donna ancor più un mostro.
“Hai ragione.” Gerard si voltò di scatto e, con espressione incredula, guardò la madre negli occhi.
“Cosa?”
“Non avrei mai dovuto chiedervi una cosa così grande, non ve lo meritate. Tu, Gerard, non te lo meriti. Sono stata un’egoista a volerlo, sono stata una perfetta egoista. E ti chiedo perdono, figlio mio, non avrei mai dovuto chiederti un sacrificio così grande, non tocca a te farli. Io voglio la vostra felicità e chiedendovi di cambiare città, vi ho solo recato dolore, resi infelici. Voglio la vostra felicità, tesoro, perché la mia è collegata ad essa.” Oramai mille erano le lacrime che bagnavano il viso di quella donna che si era pentita del suo orribile comportamento, e mille erano le lacrime cha bagnavano il bianco viso di Gerard Way. Donna si avvicinò ancor di più al figlio accarezzandogli dolcemente la guancia, asciugandogli le lacrime. “Non pianger, sugar.” Sussurrò con voce incrinata.
Ma le lacrime di quel ragazzo erano lacrime di felicità perché finalmente poteva amare, poteva abbracciarlo, ogni giorno che gli sarebbe rimasto da vivere su quella terra crudele e dolcissima allo stesso tempo. Tempo che giorno dopo giorno diventava sempre più… poco.
“Grazie mamma…” Fu tutto quello che Gerard riuscì a dire in soffio, mentre di lui quel piccolo muscolo batteva sempre più forte.
Ma cioè che fece aumentare i battiti del suo cuore, il dolore all’interno del suo petto… era solo la felicità?


Gerard scese velocemente le scale, con il sorriso che illuminava il suo viso.
Sarebbe rimasto, sarebbe rimasto con Frank, avrebbe passato quegli ultimi mesi con la sola persona che riusciva a farlo sentire vivo, che gli faceva battere forte il cuore, quel ragazzo dai limpidi occhi nocciola, quel ragazzo che amava con tutto se stesso.
Il sole ormai era quasi vicino all’orizzonte e il cielo si era tinto di uno strano colore che dal rosa diventava arancione.
Gerard uscì con solo una leggere maglia indosso. L’aria fredda lo assalì, come milioni di aghi nelle carne, il suo respiro si condensava in essa.
Gerard rabbrividì e una fitta gli colpì in petto mozzandogli il respiro.
Il vento gli accarezzava i capelli, il viso, dolcemente.
Cadde sulla fredda strada mentre la vista gli si annebbiava mentre mille brividi e tremolii percorrevano il suo fragile corpo.
Guardò il cielo oscurarsi sopra di lui e l’asfalto fredda confondersi con sangue che usciva da taglio sulla testa.
Un male il suo che nessuno avrebbe mai potuto espellere, nessuno, nemmeno Frank. Un male che da anni lo divorava dentro, lo bruciava, lo divorava.
Il respiro si fece sempre più corto, sempre più affannoso.
Aveva freddo, sempre più freddo.
Un rivolo di sangue colò dalle sue labbra.
Ogni suono era ovattato, non sentiva più nulla. Non sentiva le urla disperate della madre, non sentiva il fratello piangere, sentiva le sue mani accarezzargli il viso e pregarlo di riprendersi, di rialzarsi.
La signora Iero corse in strada chiamata dalla disperata voce di Donna.
Frank uscì in strada col cuore in gola, con le lacrime agli occhi alla vista di quel fragile corpo steso sulla strada fredda e nera.
Si lasciò cadere sulla strada mentre tutto il suo mondo veniva distrutto, mentre il pavimento gli cedeva sotto i piedi.
Sollevò la testa di Gerard, sporcandosi le mani di sangue, poggiandosela sulle gambe.
Le lacrime scorrevano sul viso del ragazzo.
“Frank…” Sussurrò Gerard sorridendo flebilmente.
“Hey Gee…” Rispose Frank con voce incrinata. Gli accarezzò il viso passandogli il pollice sulle labbra, pulendo quel rivolo di sangue, sporcandosi ancor di più di quel liquido rosso le mani.
Il viso pallido, quello di Gerard, gli occhi verdi erano spenti ma ancora illuminati dall’amore.
“Perdonami.” Disse in un sussurro Gerard.
“Sssh… sssh… non devo perdonarti di nulla.” Rispose tra le lacrime Frank.
“Non… ti ho detto nulla… di… me.” E la voce di Gerard era bassa, a fatica riusciva a parlare.
“Tranquillo, Gee… cosa…” E la voce di Frank era disperata, disperata perché temeva il peggio, perché già sapeva, già immaginava cosa sarebbe successo.
“Sorriderai? Promettimi che lo farai.”
“No, tu starai bene, tu ti riprenderai. Gee…” Frank accarezzò ancora il suo viso, quel viso che tanto aveva amato e che ancora amava.
“No Frank… non questa volta…” E nonostante il lacerante dolore Gerard sorrideva, sorrideva. Nonostante il taglio sotto i capelli corvini, lui sorrideva.
E le lacrime scorrevano sui visi di quei ragazzi, quei ragazzi che tanto si erano amati, che insieme avevano trovato la forza di sorridere e di non cedere al dolore.  Quei ragazzi che solo guardandosi negli occhi, o sfiorandosi, si sentivano felici e pieni di vita.
“Da-dammi una ragione per credere…” Sussurro disperato Frank. Si, lui, lì, su quella strada, cercava una ragione per credere, per continuare a vivere.
“Mi hai cambiato la vita.”
“Ti farò vedere quanto tu significhi per me, come la neve cade sotto un cielo deserto, fino alla fine di ogni cosa…” Parole sussurrate da un ragazzo che stava perdendo tutto, che guardava la persona amata soffrire sulla fredda strada, una ragazzo che stava perdendo… la vita.
“Ti amo Frank.”
“Ti amo anch’io Gee… sempre…” E così posò un leggero, dolce, salato bacio, su quelle labbra che mai più avrebbe potuto sfiorare o fare sue. Quelle labbra così simili a petali di rose. Quelle labbra perfette che mai più avrebbe rivisto.
“Until the end of everiting…” Sussurrò Gerard poi sulle sue labbra.
E Frank guardò quegli occhi verdi perdere luce lentamente. Vide quegli occhi verde spegnersi mentre il sole scompariva oltre l’orizzonte. E vide, infine, quegli occhi perdersi nel vuoto, per… sempre.
E mentre le lacrime scorrevano ancora velocemente Frank strinse a sé Gerard, lo strinse più forte che poteva. Lo strinse lasciandosi andare ad un pianto disperato, mentre tutto ciò che lo circondava perdeva di significato, mentre il mondo non contava più nulla, né la felicitò, né la tristezza, né l’amore o l’odio, né… la vita.
Tutto era finito.
Nulla contava più.
Nulla sarebbe stato come prima.
Nulla gli avrebbe ridato Gerard.
“Dammi una ragione per credere.”
Gerard non sarebbe più tornato…


 

Bene gente eccomi qui con il penultimo capitolo di questa storia.
Che dire?
Non uccidetemi per favore!
Non so perché ho ucciso Gerard, non chiedetemelo perché davvero non lo so.
Spero solo di non avervi deluso…

ElfoMikey: Honey, sappi che ti voglio bene! U.U  Una delle tue fic preferite? Lo è ancora dopo questo? ç_ç Spero davvero di non averti deluso perchè non lo sopporterei. Ti voglio bene anche io! Alto fino al cielo e grande quanto il mare… sempre! <3

FackingChemicalGirl: Ciao bella! Ce l’ho fatta e ho postato (forse era meglio se non lo facevo dato la vicenda del capitolo). Sono contenta di sapere che la fiction ti sia piaciuta e che tu abbia letto i capitolo tutti insieme! Me onorata! Fammi sapere che ne pensi… grazie mille ancora! p.s non odiarmi!

Crazyangie: Ecco a te il seguito…  ancora contante che io abbia postato?... non credo… Spero ti sia piaciuto ugualmente… a presto! Kisses!

SweetPandemonium: Ciao! Non è colpa mia se è successo ciò che è successo! U.U  bhè, forse un pochetto… Mikey è.. il fratello perfetto, almeno nella fic! Non è stata Lynz a porre fine a tutto ma qualcos’altro… non odiarmi! Spero davvero di non aver deluso nessuno. Fammi sapere… a presto! Kisses!

E un ringraziamento va a Jess… grazie, grazie davvero…

 

A voi è tutto.
Con tante lacrime, Rò.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


 

La pioggia cadeva incessante sulla fredda erba verde.
Cadeva incessante sui neri ombrelli.
Cadeva incessante sulla lapide bianca.
Cadeva incessante sul viso di Frank, confondendosi con la calde lacrime.
Guardava la grande cassa di legno scuro mentre veniva risposta in quella grande fossa che sembrava un buco nero. Gerard non sarebbe più tornato.
Era quasi sorprendente, per Frank, quante lacrime potessero contenere i suoi occhi. Tutti erano lì riuniti per piangere quel fragile corpo che troppo presto era stato abbandonato dalla vita.
Un mondo che Frank non aveva più significato.
Una vita che per Frank non aveva più significato.
Lento si avvicinò a quella cassa, lento si avvicinò a quella grande fosse che per sempre sarebbe stata la casa del suo Gerard.
Si avvicinò posandoci sopra un foglio, un foglio che ebbe la capacità di far capire a Frank cosa valeva davvero nella vita, che permise a quei due cuori di amarsi ancora.

Late dawns and early sunsets, just like my favorite scenes
Then holding hands and life was perfect, just like up on the screen
And the whole time while always giving
Counting your face among the living

E mentre tutti lentamente andavano via, mentre tutti lentamente tornavano alle proprie case, Frank rimase lì, a fissare il terreno smosso e la lapide bianca.
A guardare quella rosa rossa bagnata dalla fredda pioggia.
Una lacrime rigò ancora il viso di Frank.
“Addio Gerard, addio… amore mio.”

 

“Frank… vieni andiamo…” Mikey si avvicinò al ragazzo che ancora fissava la bianca lapide occhi persi.
“Lasciami.” Sussurrò mentre Mikey gli scuoteva un spalla cercando di farlo rialzare.
“Ti ammalerai.”
“… Frank…” La voce di Mikey era pari ad un sussurro, appena percettibile. Disperata e piena di dolore.
“Lasciami Mikey! Vattene!” Urlò Frank. Voleva rimanere lì, non voleva andare via. Voleva restare per sempre con Gerard, anche se ben sapeva che era impossibile.
E Mikey pianse, pianse ancora. Pianse perché faceva male vedere Frank così, perché faceva male sapere che suo fratello ami sarebbe ritornato.
Era stato un buon fratello Gerard, in fondo. Lo aveva amato e sempre lo avrebbe fatto. Gli sarebbe mancato il suo sorriso, la loro corsa per il bagno e le loro risate. Gli sarebbe mancata la sua voce, la sua risata, il suo essere acido e irascibile. Gli sarebbe mancato tutto del fratello e mai lo avrebbe scordato. Avrebbe custodito nel cuore ogni ricordo, i ricordi belli, i ricordi brutti, perché Gerard era Gerard, era suo fratello e mai lo avrebbe dimenticato. Perché non si può dimenticare una persona a te cara, non puoi dimenticare tuo fratello, non puoi dimenticare Gerard Way.
E Mikey capì che per ora Frank non sarebbe mai andato via.
Così baciandogli il capo sparì nella leggera foschia.
“Se puoi… sentirmi, amore mio…” Sussurrò Frank con voce tremante.
“Non scordarti di me…” Continuò poggiando la testa del freddo marmo.
Quanto sarebbe stato difficile per Frank?
Quanto sarebbe stato complicato per Frank?
Superare sarebbe stato arduo, ma dimenticare sarebbe stato impossibile. Lui non voleva dimenticare, voleva custodire Gerard nel suo cuore, nella sua anima, per non lasciarlo andar via, mai.
Lo amava, gli aveva donato il sorriso.
Era come se una parte di se stesso fosse scivolata via con la pioggia che bagnava il suo suo viso, il suo corpo.
Frank odiava la pioggia.
Aveva trovato l’amore di un ragazzo dolce e timido, aveva trovato un amore unico e indistruttibile. Si, perché anche se Gerard aveva abbandonato il Frank il loro amore sarebbe vissuto in eterno, perché non è possibile distruggere un sentimento tanto forte, un sentimento che era quasi possibile vedere con gli occhi.
E Strinse forte l’erba, strinse i pugni fino a che le nocche non diventarono bianche.
Mai lo avrebbe rivisto.
E l’unica cosa che gli rimaneva era i sogni. Sogni dove avrebbe potuto ancora vedere quelle labbra, quegli occhi, quel viso, dove avrebbe ancora potuto toccarlo con le proprie mani. Ma vivere nei sogni fa solo male, ebbene, Frank volva farsi del male.
Chiuse gli occhi e lo vide ancora, vide ancora quel verde che mai in tutta la sua vita avrebbe rivisto.

 

Pochi giorni erano passati da quel pomeriggio. Frank era seduto sulla sua veranda e il suo viso era accarezzato del freddo vento invernale. Sorseggiava lentamente il suo caffè.
Gli mancava Gerard, gli mancava come non mai. Oramai i suoi occhi non contenevano più lacrime, si era asciugati.
Dall’altra parte della strada una porta si aprì.
Frank osservò Donna Way avvicinarsi lentamente asciugandosi il viso dalle lacrime.
Frank si alzò non capendo cosa fosse successo.
In mano un foglio.
Il viso di Donna era segnato dal pianto, dal dolore, proprio come quello di Frank.
“Ciao Frank.” Il ragazzo sorrise debolmente.
“Buona sera signora.”
“Stavo riordinando la stanza di Gerard…” Donna cercò di trattenere le lacrime mentre la voce cominciava a tremarle. “…e ho trovato questa. Allungò la mano porgendo a Frank un foglio piegato con cura.
Il ragazzo afferrò il foglio incredulo, non capendo, o forse non volendo capire.
In fretta Donna, senza dire un parole, corse in casa, lasciandosi andare ancora una volta alle lacrime.
Frank si sedette su un gradino della grande verande di legno e aprì con cura.
Una morsa allo stomaco, un tuffo al cuore, le lacrime premevano per uscire.
La calligrafia di Gerard.

Ciao Frank.
Se stai leggendo questa lettera vuole dire che non ci sono più.

Frank fece un respiro profondo, lasciandosi sfuggire una lacrima.
Guardo il cielo asciugandosela, poi, continuo a leggere.

Perdonami, amore mio. Perdonami perché sono stato uno stupido. Avrei dovuto parlarmi di ciò che mi succedeva, di ciò che da anni mi affliggeva e tormentava. Ho sbagliato a non renderci partecipe della mia malattia, ma avevo paura, paura che tu mi potessi respingere o allontanarmi.
Perdonami Frank…
E ti ringrazio, amore mio, perché tu mi hai dato la forza di sorridere, di non arrendermi al dolore, a sorrider alla vita, al mondo… un mondo che mi ha dato te.
Un’anima persa la mia, un’anima che ha trovato la gioia con te, tu mi hai ridato la rotta.
Tu Frank, sei stato il mio miracolo. E ora, amore mio, so che i miracolo esistono per davvero, perché ne  ho avuto uno, ho avuto il più bel miracolo che potesse capitarmi.
Persone come te sono rare da trovare, speciali e uniche. E molti cercano qualcuno come te, impossibile da trovare perché sei unico.
Mi hai insegnato che nonostante il dolore si può amare e continuare a vivere.
E tutti i bei momenti trascorsi con te abbiamo condiviso cose che le persone possono solo sognare.
Io, Frank, sarò il vento che al mattino si accarezzerà il viso, che ti passera vicino e così, amore mio, sarò sempre così. Perché il mio amore per te non potrà essere distrutto o cancellato.
Io ti amerò per sempre.
Questo non è un addio, ma un ringraziamento.
Grazie di essere entrato nella mia vita, anche per un breve periodo e di averla sconvolta.
Grazie di avermi insegnato a vivere ed amare.
Grazie per avermi amato ed esserti lasciato amare da me.
Grazie per non avermi abbandonato.
Grazie di essere stato semplicemente… Frank.
Non dimenticare mai il mio amore.
Until the end of everithing…

Tuo per sempre,
Gerard.

 

Le lacrime bagnavano il viso di Frank, calde e amare.
Un singhiozzo oltrepassò le sue labbra e strinse quel foglio forte al petto, lì, dove c’è il cuore.
E Frak aveva notato lì inchiostro sbavato. Gerard aveva pianto nel scriverla.
E questo lo faceva sentire ancor più vicino a lui.
Quel ragazzo gli aveva davvero cambiato la vita.
Nulla sarebbe mai stato come prima ma il loro amore non sarebbe mai finito, sarebbe durato per sempre.
“Ti amo Gerard.” Sussurrò Frank fra le lacrime e i singhiozzi.
Give me a reason to belive…
Frank l’aveva avuta.

 

Mi sveglio di soprassalto.
Il mio respiro è accelerato e piccole goccioline di sudore banano la mia fronte.
Mi guardo intorno e la stanza è immersa nel buio.
Mi alzo dal letto dirigendomi verso il bagno.
Mi guardo allo specchio.
I corti capelli castani, il viso pallido e sudato, il mio torace nudo che si muove troppo velocemente per essere controllato.
Poggio le mani sul lavandino guardando in basso e chiudendo gli occhi.
Era solo un brutto sogno, Frank… solo un brutto sogno.

“Bhè ragazzi, io andrei, si è fatto tardi.” Dico alzandomi dal tavolo.
“Ma no Frankie, rimani ancora un po’.”
“No Neil, non credo sia il caso, voglio tornare a casa sobrio.”
“Ma hai vent’ani cazzo, divertiti.” Dice lui bevendo un sorso della sua birra.
“Lo faccio proprio perché ho vent’anni e voglio divertirmi vado via.” Dico sorridendo. Mi allontano. Pago ed esco da questo pub.
Avere un gruppo hai suoi pregi e i sui difetti ma, ora, sono stanco per pensarci.
Ma in fondo, amo i Pencey Prep…
Comincio a camminare ma qualcosa attira la mia attenzione.
Un ragazzo, su un panchina… piange.
Mi avvicino lentamente.
“Hey, tutto okay?” Chiedo poggiandogli una mano sulla spalla.
Ma qualcosa cambia in me nel momento in cui alza la testa.
Sgrano gli occhi incontrato un verde che solo in sogno avevo visto… quel verde che mi sembra di conoscere benissimo.
Quegli occhi…
Quel viso rotondo, quel naso all’insù, quelle labbra che sembrano essere dipinte.
“Si, si.. tutto okay.” Quella voce…
“Come ti chiami?” Chiedo incredulo.
“Gerard…”
Com’è possibile… ?
“Tu sei…”
“Frank.” Dico porgendogli una mano ed aiutandolo a rialzarsi.
“Gerard… Way?” Mi guarda stralunato.
“Si. Ma tu… come… “ Sospiro e sorrido. Tutto questo è particolarmente assurdo.
“Lunga storia.”
“Bhè… ho tutto il tempo che vuoi.”

 

 

Eccomi qui gente, dopo mesi, sono riuscita a finire questa fiction.
Alla fine non ho resistito e non ho fatto morire per davvero Gerard, non poteva morire, non così.
Lìintera storia è stata solo...un sogno... e chi avrà incontato Frank alla fine??? >.<
Mi dispiace aver finito questa fiction perchè ha fatto parte di una parte della mia vita davvero importante ed   è grazie a lei se in un certo senso ho conosciuto la mia miglior amica.
Mi mancherà…
Voglio ringraziare tutti quanti, alle 22 persone che l’hanno messa tra i preferiti e chi ha sempre recensito, e anche chi ha letto!
E dedico questa storia a Wrafh,
a Jejè,
a Jess,
e a lei… Greta… che mi ha sempre appoggiata fin dall’inizio.
A voi ragazze perché vi voglio bene….

E grazie a:

FuckingChemicalGirl: Ciao cara! Ho postato presto! Spero tu non abbia pianto anche qui… Grazie mille per l’appoggio e per le recensioni! Grazie di tutto! :*

Crazyangie: Ciaooooo! Sono felice che tu non mi odi! Dopo questo… bhè… fai un po’ tu… Grazie mille! Grazie di tutto davvero! Kisses!

ElfoMikey: Honey, che avrei fatto senza di te? Nulla probabilmente! (il secondo quaderno verde arriva!) Grazie, grazie per essermi amica e per regalare sempre il sorriso! Tu, sei una delle migliori e ti meriti tutta la felicità del mondo. Spero di non averti deluso come questa nuova versione della lettera. Fammi a sapere… ti voglio bene, alto fino alla luna e grande quanto il mare! <3 sempre…

Friem: Hey ciao! Alla fine Gee non è morto realmente, non potevo farlo! U.U Sono contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere e la storia, mi ha fatto tanto piacere sapere ciò che pensi! I troppo morti… bhè, sinceramente non so a che sia dovuto. O.o Spero che questo capitolo finale ti sia piaciuto! A presto! XD

Chemical Lady: Ciao Je! Alla fine non ce l’ho fatta a farla finire male! Spero ti sia piaciuto il capiotlo come il precedente! Fammi sapere bella! E grazie per sopportarmi ogni giorno e per essermi amica! Ti voglio un mondo di bene Je! Un milione di ciambelline al cioccolato! <3

Jessromance: Jè! Alla fine non ce l’ho fatta. Io tuo love non è morto. Spero ti sia piaciuto il capitolo! E si, è finita… purtroppo. Grazie per avermi sempre seguita! Grazie per le recensioni! Grazie di tutto! Ti voglio bene! Tanto tanto! <3

_omfg_ : Ciao! Hey, Gerard non te l’ho fatto morire! Non potevo farlo! ç_ç Grazie per aver recensito, davvero grazie! Sono felice di sapere che ti sia piaciuta! *_* Presto posterò un’altra frerard... a presto cara! Spero che questo finale ti sia piaciuto! XD

 

A voi e tutto,
con enorme affetto,
vostra Lò.

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