Alexander F. Orcen

di Kutusumgaal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1884 25 oct ***
Capitolo 2: *** 1905 ***
Capitolo 3: *** 09 sep 1.00 am ***
Capitolo 4: *** 23 sep 10.30 pm ***
Capitolo 5: *** 24 sep 3.00 am ***



Capitolo 1
*** 1884 25 oct ***


1884 25 oct

Nella cittadina di Rock springs, Wyoming, viene alla luce il piccolo Alexander.
Il Padre, Arthur Orcen è il responsabile dell'obitorio, nonchè medico legale per la polizia.
Rock springs estende la sua giurisdizione su tutta la campagna limitrofa, il suo è un ruolo forse lugubre ma importante...

Fin da bambino Alexander mostra una certa disinvoltura nei confronti della morte, la tragica scomparsa della madre lo trova più incuriosito che sconvolto.
Le ultime parole che rivolge alla donna agonizzante, fatalmente intrappolata sotto la trave di legno che le ha maciullato l’addome, non sono bagnate di lacrime, ma quasi illuminate di un sinistro brillio.
"La vedi, mamma? La vedi? Dimmi com’è.... Mamma? Mamma..."
Aveva allora 8 anni.

Alexander si dimostra molto portato per le discipline artistiche...
Nonostante i suoi soggetti inquietanti e grotteschi gli costino una spettrale fama tra i compagni, l’insegnante ne vanta il talento.

Spesso Alexander fa compagnia al padre durante il suo lavoro, tanto che egli si abitua (nonostante l'iniziale titubanza) a vederlo fare i compiti o disegnare sul tavolo delle autopsie oppure seduto su qualche lettino, piegando le gambe del deceduto ospite per appoggiarvi la schiena.

1901

Alexander ormai ha completato il misero corso di studi che il sistema scolastico della contea può offrirgli e decide di seguire le orme paterne, riempiendo il genitore d'orgoglio ma anche di istintivo disagio.

Comincia gli studi di medicina presso la piccola università di un’altra contea, ospitato da una certa zia di non si sa quale grado. Purtroppo verrà presto espulso, per... “eccessivo entusiasmo nello studio anatomico”.

Tornato quindi nell'estate del 1902 a Rock spring, Alexander viene preso come aiuto dal padre l'anno seguente, sostituendo il pre-pensionato assistente.

Continua...

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Capitolo 2
*** 1905 ***


1905

Tre anni tranquilli, sia per Alexander che per il padre, che ha trovato nel figlio un assistente perfetto.
Alexander ormai vive da solo in una casa nella periferia della cittadina, passa quasi tutte le notti in obitorio, a lavorare, a studiare, ma principalmente a disegnare, dipingere, scrivere.

Sono i morti a ispirarlo, la nera signora guida la sua mano.

Il giovane non gode di molta popolarità in città, il "ragazzo dei morti" è sulla bocca di tutti, è un personaggio strano, c’è chi dice sia addirittura un omosessuale.
Ma non c’è ragazza a Rock springs che non spasimi per lui.
Per quante voci possano girare sul suo conto la sua straordinaria bellezza e i suoi modi misteriosi si rivelano fatali per il gentil sesso.

Alexander ha avuto le sue prime esperienze da quindicenne, non tanto per desiderio quanto per l'ovvietà e facilità della cosa.
Tutti i suoi coetanei stavano scoprendo il sesso, non si parlava d'altro, e le più belle ragazze gli si offrivano senza che lui dovesse far alcuno sforzo.

Ci mise però poco a rendersi conto che quei corpi caldi e pulsanti di vita non lo attraevano, non lo eccitavano.
Il corpo addormentato dell'amante al suo fianco lo disgustava, non aveva la pace e la posa marmorea delle salme.
Il petto si alzava e si abbassava.
Alexander voleva solo che la smettesse..

Smise di frequentare le ragazze vive per trascorrere tutto il suo tempo a contemplare le sue cineree compagne notturne, la loro pelle fredda sotto le dita, le loro labbra che già si scurivano diventando violacee...

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Capitolo 3
*** 09 sep 1.00 am ***


09 sep 1.00 am

La notte di fine estate trova Alexander nella camera mortuaria, in estasi creativa. I suoi coetanei, sparsi per i campi, si godono gli strascichi della blanda calura estiva.

Alle tre del mattino abbandona la tela ancora ebbro di ispirazione, deve finire un lavoro prima dell'alba, il padre gli ha chiesto di iniziare l'autopsia su quello strano cadavere che la polizia ha portato nel pomeriggio.

"Vediamo un po'...
Maschio adulto, di circa trent'anni... ma hai già i capelli completamente bianchi!
Beh, si intonano di certo col look.
Peccato che i tuoi abiti siano un colabrodo, li avrei presi volentieri io, hanno quel taglio gotico...

Uh...

Hey amico, sei un duro a quanto pare.
Tredici ferite da arma da fuoco di cui sei mortali, ma nessuna sembra la causa del decesso..."

Prende il bisturi e comincia a incidere il cadavere con la consueta metodica calma.
"Ma..."

Un odore di morte e decomposizione esce dal morto, lo stato di putrefazione degli organi è troppo avanzato per un soggetto morto da poche ore.
Alexander è perplesso, gira la testa e due penetranti occhi viola ricambiano il suo sguardo.
E' un istante, una mano lo afferra alla gola e lo scaglia contro il muro, la stanza prende a girare, sente il suo sangue caldo colare lungo la schiena... i colori scemano e si confondono, le orecchie pulsano, il dolore comincia a perdere senso, la consapevolezza che la vita lo stia abbandonando lo porta al culmine dell'eccitazione "adesso saprò, adesso saprò...".

Di nuovo una morsa d'acciaio gli cinge la gola e lo solleva da terra, comincia a stringere e i sensi lo abbandonano.
Non sente i canini incidergli la giugulare, la sua vitae fluire lentamente, il suo cuore rallentare i battiti fino a fermarsi...
"Che bel ragazzino, potrebbe essere un simpatico diversivo...
Un po' di confusione mi potrebbe far comodo...
Bene figliuolo, questo è il ringraziamento per la buona bevuta."

Si consuma l'abbraccio, poi l'uomo scompare nella campagna illuminata da una timida falce di luna,
lasciando il corpo di Alexander ancora in preda alle convulsioni.

La vitae cainita lo strappa alla morte.
Si sveglia urlando per il dolore che lo squassa, la sua mente è sconvolta dalla fame che gli attanaglia le viscere, è come se non mangiasse da giorni...
...in realtà si sente come se non avesse mai mangiato.
Febbricitante barcolla, cade, si rialza, inciampa ancora, si aggrappa a un lettino trascinandolo nella caduta.
Un corpo scivola scomposto... un ragazzo morto di overdose due giorni prima... un istinto nuovo, inumano, guida la sua bocca.

E' sazio, ma la sua mente è sull'orlo della follia.
Leggende, racconti, frammenti di storie raccontate intorno al fuoco si accavallano, si contraddicono, lottano con la sua ragione incredula.
Sono le sei... la luce del giorno...
Non è il caso di rischiare prima di aver compreso...
D'improvviso riaquista una lucidità velata di pazzia.
Pulisce, ordina la stanza, scrive un biglietto al padre:
   "Dei poliziotti sono venuti a prendere il cadavere,
   dicono sia giurisdizione del Nevada,
   avverti lo sceriffo, che se la veda lui.
   Alex"
Esce dall'obitorio, la sua ansia, la sua fretta di trovare rifugio a casa crescono con lo schiarirsi del cielo.
Si chiude in cantina, spranga la porta e un sonno innaturale lo assale.

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Capitolo 4
*** 23 sep 10.30 pm ***


23 sep 10.30 pm

Sono passate due settimane dall'abbraccio, ormai non ci sono molti dubbi da fugare.
"Sono un vampiro"
La sentenza non ammette appelli.

All'incredulità aveva fatto posto il terrore, ma in pochi giorni la sete di sapere, di sperimentare, la curiosità infantile aveva preso il sopravvento.
Era morto, non respirava, non aveva bisogno di cibo, era diventato in qualche modo più forte, non provava quasi più dolore.
Aveva passato giorni a studiarsi, a incidere in profondità la propria carne, in edonistica contemplazione del proprio corpo.
La situazione però sta cominciando a diventare insostenibile.

Il padre è preoccupato, in paese si mormora, nessuno l'ha più visto uscire di casa, almeno di giorno, e stranamente gli animali hanno cominciato a morire, di una morte strana, come dissanguati.
Il padre aveva già notato strani segni sul corpo di alcuni cadaveri, non ne aveva parlato con nessuno, ma non era uno stupido.
paura a volte può essere più forte dell'affetto...

L’infante cainita è sempre più insoddisfatto, il sangue vile delle bestie o quello freddo e stantio dei cadaveri comincia a non sfamarlo più.
Vuole sangue umano, caldo, e ciò che più lo stupisce è il poco effetto che l'idea di violare una vita sortisce su di lui.

E' sabato, i ragazzi sono sparsi per i prati, le coppie di giovani amanti consumano la loro passione mal celati da frondosi rifugi.
Scivolando tra le ombre del tardo crepuscolo Lui ne insegue gli odori , la loro vita ha per lui una fragranza irresistibile,
è un attimo, e perde il controllo... Due grida subito spente rompono l'incanto di quella sera d'autunno.
I resti dei due giovani vengono presto trovati dai coetanei.

Alexander è ebbro di sangue, è felice, appagato, ispirato, è stato difficile abbandonare i corpi quando ha sentito arrivare gli scocciatori.
Avrebbe passato l'intera notte con loro.
Ma adesso cosa fare?
Come comportarsi?
Tornare a casa sperando di non essere scoperto?
Continuare la farsa?
Ora deve pensare, pensare, pensare...

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Capitolo 5
*** 24 sep 3.00 am ***


24 sep 3.00 am

E' ormai seduto da quattro ore sullo stesso tronco, a scrutare il buio, cercando consiglio tra le ombre, quando scorge un bagliore.

Un brivido premonitore.
Scala un'albero con l'agilità di un gatto, ha scoperto di poter far ben altro...
E' la sua casa che brucia.
Centinaia di altre piccole luci si stanno diramando nella zona circostante: "Stanno pattugliando i boschi"
Un sorriso strappato all'inferno: "Li sterminerò tutti, dal primo all'ultimo"
Ma è conscio di non potercela fare, e poi...
il fuoco...
Il fuoco.
Al solo guardarlo sente crescere quel terrore che accompagna ogni alba.

Un'ultima occhiata di circostanza allla sua città.
Si volta, scruta le montagne coperte di buie foreste e comincia a correre.

5.00 am

Ha corso per quasi cento chilometri, il suo corpo è instancabile, ma comincia ad aver fame.
Ormai è nel cuore di una vegetazione fittissima, sono ancora più di duecento i chilometri che lo separano dal Salt Lake.
Ha bisogno di un rifugio.
Un rumore nel buio, non fa neppure in tempo ad voltarsi e l'enorme figura è sopra di lui.

Rotolano, artigli penetrano nella sua carne riducendola a brandelli.
Tenta un'inutile difesa, colpisce come può, morde, ma il suo avversario è più forte, più veloce, la sua stazza è almeno il doppio.

Soccombe.

D'un tratto la massa pelosa non è più su di lui.
Sta rotolando via insieme a qualcosa di piccolo, indistinguibile nel bruno guizzare di zanne e artigli, le sue ferite sono troppo profonde, la vista è sempre più offuscata,
sviene.

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