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Note
dell'autore:Sono in ritardo nell'aggiornamento della storia, lo so,
ma giuro che stavolta non è stata colpa mia, sono stata senza connessione fino
a ieri sera, e non avevo modo di pubblicare, scusate.
Non vi
nascondo che ho avuto un po’ di problemi nel scrivere, non avevo molta
ispirazione, nonostante come episodio mi piaccia molto, ma la presenza di Rose
ha reso il tutto molto complesso da scrivere, spero che vi piaccia lo stesso.
Disclaimer:Doctor Who e tutti i suoi personaggi non
sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi
proprietari, il mio è solo un divertimento.
La figlia del Dottore
Capitolo 1
Una sorpresa per il Dottore
Rose, Martha, Donna e il Dottore si tenevano saldamente
alla console, nel tentativo di non cadere, mentre il Tardis continuava a
tremare e muoversi di propria volontà.
"Che cosa succede?" chiese Rose guardando allarmata la colonna del Tardis.
"I comandi non funzionano" rispose tentando
ancora una volta di fermarela navicella.
"Ma dove stiamo andando?"
chiese invece Donna, il Dottore si piègò un po’ notando che il recipiente con
la mano si agitava tutto.
"Non lo so, ma la mia vecchia mano è eccitata"
rispose senza nascondere la sua eccitazione.
"Credevo che fosse una stramberia aliena, vuoi dire
che tu …" tentò di dire Donna.
"Beh" si giustificò.
"Se l'è tagliata, gliene ne cresciuta un'altra"
rispose Martha.
"Persa durante un duello" specificò Rose.
"Tu sei assolutamente impossibile" continuò Donna
faticando a tenersi saldamente alla console.
"Non sono impossibile, sono solo improbabile"
rispose il Dottore un po’ contrariato, Rose non riuscì a non sorridere a
quell'affermazione.
Con un colpo finale che li fece cadere quasi tutti a
terra, il Tardis si fermò, Donna e Martha si guardarono confuse per poi guardare il Dottore, che scambiò uno sguardo veloce con Rose
e correre fuori per primo.
"Il Tardis ci ha portati qui, ma perché?"
chiese una volta fuori guardandosi attorno, le tre lo raggiunsero subito.
"Sembra un tunnel o qualcosa del genere" disse
Rose osservando il tutto, riusciva a percepire il senso di eccitazione e paura
del Dottore, verso tutta questa situazione assurda.
"Adoro questa parte" disse Martha.
"Tu non volevi andare a casa?" gli chiese
retoricamente Donna.
"E' così, ma quello che si prova, è davvero fantastico"
spiegò la ragazza, Rose si avvicinò al Dottore.
"Riesci a capire dove siamo?" chiese la
biondina.
"Non proprio, dovremmo dare un'occhiata in
giro" rispose un po’ distratto.
"Fermi, non vi muovete, gettate le armi" una
voce urlò alle loro spalle, e si ritrovarono dei giovani ragazzi che
impugnavano delle armi correndo verso di loro, per istinto il Dottore si mise
davanti a Rose, alzando le mani come gli altri.
"Guardate le mani, sono pulite" disse il
secondo ragazzo, quasi sorpreso della cosa.
"Cosa c'è di tanto strano?"
chiese Rose.
"Ok, perquisiteli, prima lui" comandò il primo
ragazzo che sembrava il capo, i due consegnarono le armi e presero il Dottore.
"Dottore" chiamò Rose preoccupata non capendo
che stesse succedendo.
"Aspettate che state facendo?" chiese lui
mentre era condotto verso uno strano aggeggio.
"Che succede?" chiese Martha avvicinandosi con
Donna e Rose al Dottore, che fu costretto a inserire il braccio destro dentro
l'aggeggio, che si accese subito.
"Non serve a misurare la pressione del sangue,
vero?" chiese ai due dietro di sé, per poi urlare di dolore.
"Dottore" Rose tentò di avvicinarsi, ma il capo
dei tre giovani puntò il fucile contro di lei.
"Non avvicinarti" le intimò.
"Che diavolo gli state facendo?" intervenne Donna.
"Tutti vengono esaminati" spiegò senza
abbassare l'arma.
"Prede campioni di tessuto … ahi, ohi … li analizza
subito, e una specie di acceleratore" spiegò il Dottore guardando i tre, improvvisamente
il suo braccio fu liberato, Rose corse subito da lui, seguita dalle altre.
"Tutto bene?" chiese, Martha gli prese la mano
che era stata intrappolata.
"Sei ferito" disse, ma
il Dottore stava guardando davanti a sé, dove due porte si aprirono facendo uscire
del fumo, e successivamente una ragazza bionda.
"Ma cosa?" chiese Rose
sorpresa. La nuova arrivata si guardava attorno un po’ spaesata, il capo di
quei tre si avvicinò a lei consegnandole un'arma.
"Da dove è venuta?" chiese Martha.
"Da me" rispose serio senza riuscire a staccare
gli occhi da lei.
"Da te? Come?" chiese confusa Donna.
"Lei è tua figlia" disse Rose più sconvolta
delle altre, guardando attentamente la ragazza di fronte a loro, notando i suoi
occhi azzurri che le ricordavano il suo primo Dottore.
"Ciao papà" lo salutò sorridendo.
Le tre non riuscivano a toglierle gli occhi di dosso,
osservandola con attenzione, sconvolte da quell'affermazione. La ragazza nel
mentre veniva armata allontanandosi da loro.
"Quella è tua figlia?" chiese ancora Donna
sconcertata.
"Tecnicamente" spiegò freddamente.
"Tecnicamente come?" chiese invece Martha.
"Progenazione, riproduzione da un singolo organismo,
un genitore in pratica è sia madre sia padre" disse osservando l'aggeggio
da cui è venuta fuori la ragazza.
"E' tua figlia …. " ripeté Rose incredula,
senza riuscirle a staccare gli occhi di dosso, non riuscendo a dimenticarsi di
quegli occhi.
"Rose" la chiamò il Dottore avvicinandosi, lei
si voltò nel sentire la sua mano sul suo braccio.
"Rose" la chiamò di nuovo preoccupato, ma lei
lo tranquillizzò sorridendogli.
"Ha i tuoi stessi occhi …. Gli occhi del tuo vecchio
te" disse con dolcezza voltandosi nuovamente verso di lei, sorridendo.
"Rose, ti prego …" non riuscì a terminare la
frase che qualcosa veniva correndo verso di loro, e gli altri, compresa la
nuova arrivata iniziarono a sparare, il Dottore spinse Rose e Donna a riparo
dai colpi, mentre Martha si nascose un po’ più distante da loro.
Fine
Capitolo I
Note Finali:So che è
molto corto, ma è davvero difficile scrivere questo episodio, cmq spero di
aggiornare presto con il secondo capitolo, spero che continuerete a seguirmi,
alla prossima.
Note dell'autore:Eccomi
qua, finalmente direte voi, con il secondo capitolo di questa storia tanta
sofferta per me, perché le idée scarseggiano e trovo sempre molto difficile
inserire Rose nei dialoghi, spero cmq che anche questo capitolo vi piaccia.
Buona
lettura e alla prossima.
Capitolo II
Jenny
Dopo essersi separati da Martha, il Dottore, Rose e Donna
e la nuova arrivata furono condotti dal capo dei tre ragazzi che avevano
incontrato per primi.
Per tutto il tempo, Rose aveva notato come il Dottore
cercava di mantenere una certa distanza da sua figlia e non ne capiva il
motivo, forse non era arrivata nel classico metodo convenzionale, ma quei suoi
occhi chiari per lei erano troppo famigliari per ignorargli.
"Ehi, ciao, io sono Rose e lei e Donna, qual è il
tuo nome?" disse avvicinandosi alla ragazza.
"Non lo so, non mi è stato assegnato" rispose
la ragazza con calma camminando davanti agli altri.
"Se non sai questo, cosa sai?" chiese Donna
accanto a Rose.
"So combattere" rispose come se fosse logico.
"Nient'altro?"chiese la rossa.
"La macchina ha inserito, storia e tattica militare
ma non un nome. Hanno generato un'anomalia" spiegò il Dottore senza
nascondere il suo disagio per l'intera faccenda.
"Jenny, ti potremmo chiamare Jenny, se ti
piace" intervenne Rose sorridendole con dolcezza.
"Jenny? Sì, mi piace" concordò l'altra biondina
sorridendole complice.
Tu che ne dici, papà” chiese Donna avvicinandosi al
Dottore, Rose gli prese la mano continuando a guardare Jenny davanti a loro.
"E' buono come un altro" rispose infastidito.
"Non sei un genitore naturale?" chiese Donna
con ironia.
"Mi hanno tolto un campione di tessuto e l'hanno
manipolato, non posso essere un genitore naturale" rispose acidamente
evitando di guardare Jenny.
"Non capisco proprio, è come avere figli con
l'inseminazione artificiale" aggiunse Rose non capendo il motivo per cui
il Dottore era così contrario.
"Non si forma una parentela da un incidente
biologico" continuò lui con calma.
"Gli Assistenti sociali lo fanno" rispose
Donna.
"Solo perché condivido alcuni tratti fisiologici con
i primati, questo non mi rende lo zio di una scimmia, giusto?" continuò il
Dottore, Jenny davanti a loro si fermò e si voltò a guardarli.
"Io non sono una scimmia, né una bambina"
rispose la ragazza, mentre Il Dottore continuava a camminare incurante, Rose lo
strattonò con la mano costringendolo a fermarsi, Donna capendo si avvicinò a
Jenny e ripresero a camminare superandoli.
"Che ti prende?" gli chiese non capendo il
comportamento.
"Cerca di non affezionarti a lei" rispose
serio.
"Perché non dovrei, è tua figlia" continuò
cercando il suo sguardo.
"Non lo è, lei … non è per niente mia figlia,
tienilo a mente" rispose lasciandole la mano e andando avanti da solo,
Rose sospirò e riprese a camminare.
Una prigione, una prigione un po’ troppo piccola per loro
quattro, o almeno Donna riusciva a leggere questo sul viso del Dottore,
soprattutto per la presenza di Jenny, non capiva perché ma il suo caro amico si
sentiva nervoso accanto alla nuova arrivata. Anche Rose si comportava in modo
strano, da quando aveva parlato al Dottore, la tensione tra loro si riusciva a
tagliare con un coltello.
Era meglio
concentrarsi su altro, davanti a lei, in alto sulla parete vide una placca di
metallo con dei numeri, si avvicinò alle sbarre per leggerli meglio, quelle
scritte le ricordavano qualcosa, ma non capiva il perché.
"Ancora numeri, devono significare qualcosa!"
disse attirando l'attenzione di tutti su di lei.
"Certo, come la storia del respiro della vita"
disse ironicamente il Dottore.
"Non mi dirai che non è vero!" aggiunse
sorpresa Jenny guardandolo.
"Credo che si tratti di un mito" le rispose
Rose.
"Si, ma potrebbe esserci
qualcosa in quel tempio, qualcosa diventata un mito, un qualche congegno
tecnologico, un arma?" rifletté a voce alta.
"La sorgente può essere un'arma, e noi abbiamo
appena detto dov'è al capitano ammazza tutti" fece notare Donna.
"Oh si" affermò il Dottore.
"E questo non è mai un bene" aggiunse Rose.
"Ecco perche dobbiamo uscire, trovare Martha e
impedire a Cobbs di massacrare gli Haflt." Spiegò il Dottore.
"Scusa, cosa … cosa stai fissando?" chiese il
Dottore guardando Jenny in piedi davanti a lui a braccia conserte.
"Ripeti continuamente di non essere un soldato, ma guardati
tiri fuori strategie, come se tu fossi un generale" parlò la ragazza
velocemente, Rose e Donna non riuscirono a trattenersi e si scambiarono un
sorriso divertite.
"Io voglio fermare la battaglia" si difese il
Dottore senza nascondere il suo fastidio.
"Non lo vuole ogni soldato?" fece notare la
ragazza.
"Beh, suppongo … questo è … senti non ho tempo"
balbettò il Dottore senza una spiegazione, chiaramente in forte difficoltà.
"Rose, dammi il tuo telefono" disse allungando
la mano verso la ragazza accanto a sé.
"Era da un po’ che non ti vedevo in difficoltà"
sussurrò la bionda passandogli il telefono.
"Credo che imparerò tanto da te, sei un grande
soldato" continuò la ragazza entusiasta.
"Rose, Donna qualcuno di voi vorrebbe spiegargli
come stano le cose" cercò l'aiuto delle ragazze.
"Oh no, tu che sei senza parole, ma è stupendo,
continua pure Jenny" disse soddisfatta Donna.
"Rose dimmi è già successo?" chiese all'altra
compagna.
"Uhm … fammi pensare … non così spesso quanto vorrei" rispose sorridendo, il Dottore sbuffò
roteando gli occhi.
Il Dottore tentò di parlare con Martha, ma con pochi
risultati, almeno sapevano che stava bene, poco dopo la chiamata nella loro
prigione arrivarono le urla d'incitamento dell'esercito che si preparava a
raggiungere la sorgente, il Dottore guardava tra le sbarre, preoccupato.
"Si preparano ad andare, dobbiamo superare quella
guardia!" disse avvicinandosi nuovamente a loro.
"Me ne occupo io" intervenne Jenny alzandosi,
ma il Dottore la fermò con un braccio.
"No , no, no, no, tu non vai da nessuna parte"
disse seriamente, Jenny e le altre lo guardarono sorprese.
"Cosa?" chiese Rose accanto a lui.
"Lei rimarrà qui, con la sua gente" continuò
infastidito.
"Noi siamo la sua gente" continuò lei decisa.
"Lei è tua figlia" precisò Donna.
"E' un soldato, è uscita da quella macchina"
specificò arrabbiato.
"Quindi la lasciamo in mezzo a persone pronte a un
genocidio, pur di imporre la propria idea" aggiunse Rose.
"Hai con te lo stetoscopio?" chiese Donna
improvvisamente, sapendo che era l'unico modo per chiudere quella storia.
"Daglielo, che aspetti" lo invogliò Rose, il
Dottore cercò nelle sue tasche e voltò lo sguardo da un'altra parte. Donna
prese l'oggetto e si avvicinò a Jenny.
"Che stai facendo?" chiese lei non capendo.
"Non preoccuparti, dobbiamo solo controllare una
cosa" aggiunse dolcemente Rose.
Donna ascoltò il doppio battito di quella ragazza, sapeva
di avere ragione, sapeva che Jenny era proprio come il Dottore, fece un segno a
Rose che si voltò verso il Dottore.
"Vieni qui e ascolta" disse Donna tornandogli
lo stetoscopio, in silenzio il Dottore obbedì.
"E poi decidi con chi deve rimanere" aggiunse
Rose prendendogli la mano.
Il Dottore ascoltò in silenzio e strinse la mano di Rose,
e guardò prima il petto della giovane poi i suoi occhi. Si allontanò quasi
spaventato, appoggiandosi al muro.
"Lei è come te, non puoi lasciare correre"
disse Rose con dolcezza avvicinandosi a lui, stringendogli nuovamente la mano
per dargli il conforto che vedeva nei suoi occhi.
Note dell'autore: E' dopo una lunga pausa estiva, spero possiate
perdonarmi, eccomi tornata con il penultimo capitolo di questa storia, non
preoccupatevi l'ultimo è già in lavorazione e spero di aggiornare in settimana.
Scusate
per eventuali errori.
Buona
lettura
Capitolo III
Un piccolo momento
I corridoi di quel posto sembravano non finire mai, il
Dottore attraverso la mappa le guidava in quel dedalo infinito, Donna annotava
su un foglio le serie di numeri che ogni tanto incontravano sulla loro strada.
Chissà come stava Martha, il pensiero che la sua amica si fosse divisa da loro,
non la faceva stare tranquilla. Certo, è una donna in gamba, e sapeva
difendersi, del resto ha viaggiato per un intero anno da sola, ma era più forte
di lei era preoccupata per la sua amica.
"Quindi voi viaggiate insieme?" chiese Jenny
avvicinandosi.
"Oh sì, attraverso il tempo e lo spazio"
rispose Donna accanto a loro.
"E' state insieme?" chiese rivolgendosi a Rose.
"Oh, beh … ecco, non stiamo proprio insieme … cioè
in un certo senso si … è complicato" rispose balbettando imbarazzata per
quella domanda.
"Oh tanto complicato" scherzò Donna.
"E com'è viaggiare?" chiese la ragazza curiosa.
"Non ci si annoia mai, può essere terrificante e
bellissimo allo stesso tempo" spiegò Donna.
"Ho visto cose straordinarie da quando viaggio con
lui, mondi e civiltà che non avrei mai pensato di vedere, di conoscere"
continuò Rose.
"Oh mi piacerebbe vederli" sospirò Jenny
alzando gli occhi verso il soffitto.
"Lo farai!" disse Donna decisa.
"Non credo …" iniziò a parlare la ragazza, Rose
le fece l'occhiolino sorridendo.
"Dottore, non è vero che Jenny vedrà mondi
nuovi" lo chiamò facendolo fermare. Guardò Jenny, non più spaventato, ma
con speranza, le sorrise dolcemente.
"Immagino di si" le rispose.
"Vuoi dire …?" tentò di chiedere la conferma
guardando anche le altre due donne, che le sorridevano.
"Vuoi dire che mi porterete con voi?" chiese infine
voltandosi verso il padre.
"Non possiamo lasciarti qui" le rispose
sorridendo.
Con uno slancio la giovane ragazza lo abbracciò
ringraziandolo, per poi scappare affamata da avventure.
"Attenzione alle trappole" le urlò dietro il
Dottore, come solo un padre poteva fare, Rose sorrise a quel cambio improvviso,
era contenta che l'aveva accettata.
"Tranquillo, ci penso io" disse allontanandosi
dai due per raggiungere l'altra bionda.
"Jenny aspettami" le urlò la ragazza facendola
fermare, la guardava con un sorriso che sembrava non finire mai.
"Secondo te quale sarà il primo posto in cui mi
porterà?" chiese eccitata all'idea.
"Oh beh, non saprei, la prima volta mi ha portato a
vedere la fine del mio Mondo" disse prendendola sottobraccio.
"Sul serio?"chiese curiosa.
"Ovvio … non è stato molto divertente, ma è stato
bello" disse ricordando con piacere quel viaggio.
"Ma potremo andare in qualsiasi posto?" chiese
ancora la biondina.
"Certamente … Beh grazie a te potrei convincerlo
finalmente a portarmi a Barcellona" scherzò strattonandola un po’.
"Se tu stai con lui, che è mio padre, questo fa di
te mia madre?" chiese improvvisamente la ragazza, facendo bloccare Rose
che arrossì.
"Piano, piano, piano, credo
che stai correndo un po’ troppo" disse imbarazzata.
"Scusa se state insieme per logica, tu saresti una
specie di madre per me" continuò convinta di quello che diceva, Rose la
guardò sconcertata.
"Mia madre né sarà davvero entusiasta" disse afferrandola
per un braccio e continuando a camminare.
Il Dottore prese in mano la sfera di terra formazione,
attorno a loro Hath e umani pronti a sparare.
"Io sono il Dottore, è dichiaro conclusa questa
guerra" disse solennemente gettando a terra la sfera. La luce e i gas
contenuti all'interno si liberano alzandosi in aria davanti a loro,
costringendo tutti ad abbassare le armi, Rose si avvicinò al Dottore sorridendo
e gli strinse la mano.
"E' la vita che prende forma, Rose" disse
stringendo la sua mano.
"E' stupendo" sospirò guardando ancora quella
luce svettare verso il cielo.
"I gas si espanderanno iniziando il processo di
terra formazione" spiegò il Dottore.
"Naa è più bello come hai detto prima" lo
richiamò Rose sapendo che spesso il Dottore straparlava con termini
scientifici.
"Cioè?" chiese Jenny confusa.
"E' la vita che prende forma" ripete Rose.
"Un nuovo Mondo" continuò il Dottore,
sorridendo a Rose.
In quel piccolo momento, Rose, si rese conto che loro tre
potevano farcela, viaggiare insieme nel Tardis tra un'avventura e un'altra, come
una pseudo famiglia, sentiva la felicità del Dottore espandersi nella sua
mente, ed era una delle cose che più amava del loro collegamento.
Un piccolo momento che si spezzò con violenza, successe
talmente in fretta che neanche se ne rese conto, Jenny si mise davanti a lei,
uno sparo e il Dottore che teneva la ragazza tra le sue braccia, Donna e Martha
dietro di loro accorsero in loro aiuto. Rose stordita, guardò ai suoi piedi,
dove Jenny si teneva ancora una mano sul petto, da dove fuoriusciva del sangue.
"Jenny" sospirò mettendosi in ginocchio vicino
al Dottore, il dolore e la rabbia che sentiva in lui la stavano soffocando, non
riusciva a essere forte e lucida per lui.
"Si riprenderà vero?" chiese speranzosa Donna,
tanto da portare alla realtà Rose, giusto in tempo per vedere Martha fare cenno
di no.
Sospirò tremante e le strinse la mano.
"Un nuovo Mondo, è bello" disse sofferente
guardando in alto.
"Jenny, resisti" disse il Dottore. Rose non riusciva a dire nulla, solo piangere in silenzio accanto al suo
Dottore che tentava di fare forza alla sua figlia ritrovata raccontandole di
tutto quello che avrebbero fatto. Finché la ragazza non chiuse gli occhi per
l'ultima volta, il Dottore la strinse a sé cullandola un po’.
"Ha due cuori Dottore, forse …" tentò di
rincuorarlo avvicinandosi, ma Martha fece segno ai due di no.
"Non ci sono segni vitali, nessuna rigenerazione, e
come te, forse, ma non abbastanza" disse la ragazza dispiaciuta.
"No, era uguale a me, questa è la verità, troppo
uguale a me".
Con dolcezza la appoggiò a terra, premendole un piccolo
bacio sulla fronte, poi lo vide voltarsi con odio verso Cobbs trattenuto dai
suoi ex uomini.
In un attimo il Dottore si alzò prese la pistola e la
puntò alla testa dell'uomo, Rose sopraffatta da quell'odio non riuscì a reagire
subito, si voltò nuovamente verso Jenny, le strinse ancora la mano.
"Mi dispiace piccola" disse con voce tremante,
sospirò ancora una volta e si alzò voltandosi verso il Dottore, cercando di non
pensare quello che percepisse in lui.
"Dottore" tuonò la voce
di lei nella sua mente, il Dottore si voltò a guardarla sorpreso. Doveva farle
male comunicare così con lui, ma questo non la fermava.
"Non
è questo il modo, e tu lo sai" disse sicura di sé quasi sfidandolo con lo sguardo,
sentì le sensazioni che tentava di mandargli
attraverso il loro collegamento.
"Rose
… lui l'ha uccisa" le sussurrò con rabbia.
"C'è
sempre una scelta, glielo hai insegnato tu a lei" continuò
lei, addolcendo lo sguardo e la sua voce.
Il Dottore guardò un ultima volta Cobbs che quasi lo
sfidava a ucciderlo. E si rese conto di quanto fosse sbagliato tutto quello,
assopì la rabbia che provava facendosi investire dalle sensazioni positive che
Rose gli stava mandando.
La pistola che aveva in mano la prese per la canna, s'inginocchiò
e fece per darla a Cobbs.
"Io non potrei farlo, riesci a capire. NON
POTREI MAI FARLO" Urlò infine senza mai distogliere lo sguardo da lui. Si
alzò rivolto agli uomini dietro Cobbs.
"Quando inizierà il nuovo mondo, questo mondo di
umani e di Hath, non dimenticatelo, basate su questo fondamento la vostra
società: un uomo non può uccidere" disse guardando entrambe le fazioni,
gettò la pistola a terra e si avvicinò a Rose, le accarezzò la tempia spostandole
un ciuffo che le ricadeva.
"Grazie" le sussurrò
nella mente, per poi sedersi accanto al corpo di Jenny.
Note dell'autore:E finalmente
eccovi il capitolo finale di questa storia, spero che non vi deluda troppo. Scusate
per il titolo, ma davvero non avevo in mente nulla.
Scusate
eventuali errori.
Buona
lettura
Capitolo IV
Mentire
Quante volte si era seduta attorno a quel tavolo, con la
consapevolezza che quello che era successo nella loro ultima avventura aveva
cambiato una parte di lei, quante volte si era seduta tenendo
tra le mani quella sua immancabile tazza di te caldo, con la consapevolezza che
presto lui si sarebbe unita a lei, e avrebbero trovato il modo per andare
avanti e sorridere nuovamente, insieme.
Beh, stavolta era sicura che non sarebbe andata così,
dopo aver salutato Martha sul Tardis era sceso il silenzio, si sono separati
ognuno immerso nei suoi pensieri, il Dottore più di tutti.
"Ehi sei qui" la voce di Donna la riportò alla
realtà.
"Con la mia solita tazza di te" si sforzò di
scherzare.
"Come va?" chiese mettendosi seduta davanti a
lei.
"Vado avanti, come sempre" le fece un sorriso
tirato, sapendo che non le avrebbe creduto.
"Dov'è il Dottore?" chiese senza alzare lo
sguardo dalla bevanda calda che stava bevendo.
"Oh dopo che sei tornata in camera, si è messo a
trafficare sotto la console" le rispose.
"Ti ha mai parlato, del suo passato?" chiese improvvisamente,
Rose sospirò sapendo di cosa Donna stesse parlando.
"Mi ha accennato una volta, ma è difficile parlarne
per lui, ed io non ho voluto insistere" spiegò sapendo bene che sarebbe
stato sempre più difficile che lui si decidesse a
parlarle.
"E voi due non avete mai pensato …. Lo sai"
chiese sorprendendo Rose che arrossì immediatamente.
"Donna" la richiamò imbarazzata.
"Cosa? Capisco che siete di specie diverse, ma state
insieme, quindi è logico pensarci" continuò la rossa con tranquillità.
"Non credo che siamo compatibili sotto quel punto di
vista" spiegò la ragazza arrossendo.
"Vuoi dire che … voi due non avete mai …" si
sorprese Donna.
"Oh andiamo Donna, lo hai detto anche tu siamo di
due mondi completamente diversi, non credo che ci abbia mai pensato"
ammise un po’ tristemente.
Aveva preso una decisione molto tempo fa, aveva scelto di
viaggiare con lui, ed era stata pronta a rinunciare a tante cose della vita
quotidiana umana, come appunto un rapporto completo con un uomo, soprattutto se
quest'uomo era il Dottore.
"Vuoi un po’ di te?" chiese cambiando discorso
e alzandosi.
"No, credo che mi farò una bella doccia calda e poi
a letto" le rispose con dolcezza, Rose le sorrise grata per la sua
pazienza e comprensione e uscì dalla cucina.
Sospirò pensando che Jenny, forse, sarebbe stata quel
legame che cercava con il Dottore, un altro piccolo passo verso di lui e il suo
cuore, o almeno sperava che lui si lasciasse avvicinare quel tanto che le avrebbe
consentito di guarire il suo dolore. Prima di entrare nella sala della console,
si fermò un attimo, fece un respiro profondo, ed entrò, lui come sempre era
sotto la console a giocare con i comandi della sua nave.
"Ehi" attirò la sua attenzione, la guardò un
attimo le sorrise e tornò a lavorare.
"Ho fatto del tè se ne vuoi un po’" gli propose
dolcemente mettendosi accanto a lui.
"Forse più tardi" mormorò continuando a
lavorare, Rose sapeva che lo faceva a posta, che per lui era un modo di non
pensare.
"Credevo che fossi già a letto"
"Non ancora" ammise tentando di decifrare i
suoi sentimenti, ma non riusciva a trovare quel loro collegamento.
"Come stai?" chiese poi a voce bassa
torturandosi le mani.
"Sto sempre bene" le rispose, a tono basso.
Rose chiuse gli occhi riconoscendo bene quel tono, lo faceva sempre quando le
mentiva, lo aveva fatto anche dopo aver conosciuto Renette. E dopo di tutto
quello che loro avevano passato insieme, non lo trovava giusto, ma non disse
nulla, deglutì cacciando via le lacrime e l'urlo di disperazione che aveva
scatenato quella piccola bugia e si alzò.
"Vado a letto allora, mi raggiungi, dopo?"
chiese con un'ultima briciola di speranza.
"Non credo, ho delle cose da sistemare qui." Le
rispose.
"Buona notte Dottore" disse per poi andare via
senza aspettare la sua risposta.
Fine
Note finali:Spero davvero che
non vi abbia deluso, alla prossima con "Un caso per Agatha Christie"
(che poi lasciare il titolo originale no, vero -.-).