una nuova amica di maryku (/viewuser.php?uid=38499)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
Era un bellissima giornata di primavera. A Roma c’era grande spostamento di gente. La bellezza si sentiva nell’aria e Sara stava andando a scuola. Un giorno come tanti altri x lei. Almeno questo è quello che credeva…(sn mlt misteriosa ihihih nd maryku)
Sara era molto bella è,anche se era la più piccola della classe, visto che era andata un anno avanti, tutti i suoi compagni la ammiravano. Soprattutto i ragazzi che avrebbero fatto di tutto per avere un appuntamento con lei. Comunque ritornando a Sara, come già detto sopra, era molto carina aveva enormi occhi di un nocciola intrigante, capelli stupendentemente belli, lisci e scuri e un corpo da mozzare il fiato. Ma lei x quanto glielo dicessero che era veramente una bella ragazza non ci credeva. Non si sentiva brutta ma neanche così bella come dicevano tutti.
Arrivata a scuola si sedette come suo solito al 2 banco nella fila centrale vicino alla sua migliore amica, che non era ancora arrivata, quando si avvicinò Gabriele, l’unico vero amico maschio che aveva. Era molto carino. Era stupendo, come sempre. Bellissimi occhi blu, capelli corti e scuri, labbra che veniva voglia di baciare e un fisico molto virile. Era il più carino della classe e molte sue compagne solo a scambiare 2 parole con lui morivano. Ogni settimana cambiava ragazza ma, anche se sotto tortura non l’avrebbe mai ammesso, ogni volta che vedeva Sara era fuori di se dalla gioia. Ma non lo dava a vedere.
Lui le parlava sempre di tutte le sue ragazze e si faceva dare consigli da Sara, ma non sempre li seguiva. Era innamorato pazzo di lei e il solo fatto di parlarle lo rendeva felice. Stavano giusto parlando.
Sara: Secondo me la dovresti lasciare.
Gabriele: Ma io le voglio bene.
Sara: Ma che stai dicendo se ogni volta che la vedi vuoi scappare! Mi sembra incredibile che sia resistita così tanto con te. Se fosse stata un’altra l’avresti già mollata.
Ma in quel momento arrivò Giulia, la migliore amica di Sara.
Giulia: Ciao Sara!
Sara: Ciao Giulia
Giulia: Ehi! Sai l’ultima?
Giulia sapeva tutto di tutti. Era un vulcano pronto a esplodere, per quanto riguardava di parlare di fatti altrui e ficcare il naso. Era molto carina, capelli medio-lunghi castani e due bellissimi occhi color nocciola, ma niente paragonato a Sara. Stava per cominciare a parlare quando entrò la professoressa.
prof.ssa: Ragazzi! A posto
2 parole che dicevano tutto. Almeno era di buon umore.
prof.ssa:avete fatto i compiti
ragazzi: Si
prof.ssa: allora prendete…
Voce di uomo(detto in giapponese):Papà torna qui che ti ammazzo. ( e chi sarà?? Nda maryku) ( dai diccelo nda voi) ( eheh ora lo scoprirete mda maryku) ( KATTIVA!!!! Nda voi) (lo so nda maryku)
Prof.ssa: Ma cosa…
Ma non fece in tempo a dire niente che qualcuno sfasciò la porta…
Era un ragazzo vestito alla cinese con capelli scuri raccolti in un codino, occhi celesti e un fisico scolpito in tutte le parti. Insomma un ragazzo niente male.
Fece una capriola all’indietro e cadde sul banco di Sara che intanto lo fissava con fare circospetto.
Senza alcun preavviso, il ragazzo cominciò a guardare Sara con i suoi bellissimi occhi. Ma non la guardava con malizia, come alcuni sui compagni di classe, piuttosto con stupore e curiosità.
Tutti infastiditi da quel comportamento, un po’ perché era piombato lì spaccando la porta un po’ perché guardava solo Sara, si misero a gridare che aveva interrotto la lezione.
Però a un certo punto comparì dietro di lui una ragazza con i capelli corti e blu a caschetto che gli diede un calcio e lo fece volare fuori dalla finestra. Poi anche lei fissò Sara, ma lei aveva più uno sguardo quasi d’odio verso Sara.
Alla fine arrivò una guida che, stanca di quel trambusto creato dai due ragazzi che erano andati in gita con lui, cercò di calmare la professoressa ma senza molto successo.
Intanto quel ragazzo era tornato, lo si vedeva da fuori a correre ad alta velocità e raggiungere la finestra e saltarla agilmente e rientrare in classe. Tutto normale se non fossero stati al 2 piano.
Poi inizio a litigare con la ragazza che lo aveva buttato fuori dalla finestra. I compagni di Sara li guardarono sorpresi. Erano stranieri. Ma Sara comprese ogni parola di quel discorso.
Ragazzo: la devi piantare di farmi volare in aria stavolta non ho fatto niente.
Ragazza: a nooooo!!! Per chi mi hai presa per una stupida??
Ragazzo: ma di cosa sta parlando??
Ragazza: le stavi facendo gli occhi dolci…
Ragazzo: cheeeee……… io ancora non ti capisco…
Ma fu costretto a lasciare il discorso a metà poiché Sara si era alzata e li aveva interrotti bruscamente.
Sara: ma cosa avete fatto dico io. Ci avete quasi sfasciato l’aula.
Non voleva intromettersi. Ma odiava quando qualcuno litigava e inoltre gli avevano davvero sfasciato quasi l’aula. I compagni la guardarono stupiti. Aveva parlato in giapponese.
Ragazza e Ragazzo:….
All’improvviso Sara capì di aver parlato in perfetto giapponese senza neanche accorgersene. Sì, era sempre stata attratta dalla cultura giapponese ma non l’aveva mai studiato in vita sua. Era sorpresa da se stessa. Stava lì. A fissarli. stupita di se stessa e di ciò che aveva fatto.
Ragazzo: sai parlare il giapponese??
Ragazza: Ranma sei proprio stupido se ha parlato giapponese certo che lo conosce.
Il ragazzo si doveva chiamare Ranma. Un bel nome pensò Sara.
Ranma: Akane non sono stupido. Sono solo stupito che qualcuno parli il giapponese qui in Italia.
La ragazza per tutta risposta guardò Sara stavolta anche lei un pò stupita ma durò un attimo.
Poi Sara si guardò attorno. Tutti a fissarla. Lei non avrebbe voluto che la guardassero così. Ma sapeva che avevano ragione. Lentamente si rimise seduta. Fu allora che Giulia parlò.
Giulia: da quand'è che sai il giapponese?? io mica lo sapevo. Ma... che hanno detto quei due ragazzi??? Però... il ragazzo è proprio carino ma sicuramente avrà tante pretendenti. Ehi gli chiedi come si chiama???
Stava parlando più a se stessa che a Sara. Ma lei non se ne curò e andò si rialzò ma stavolta andò vicino alla guida che ancora cercava di calmare la professoressa, mentre lasciava Giulia con un sacco di domande e i due ragazzi a litigare.
Sara(in giapponese):mi scusi ma cosa ci fate qui?- Non si riusciva a vederla in volto.
Guida: bhe... siamo venuti qui con la scuola. Era una gita di qualche giorno ma a un certo punto, quando stavamo passando qui davanti, un panda ha preso quel ragazzo e l'ha tirato fuori dal pullman. Poi hanno cominciato a litigare e a lottare. Non so bene come, ma piano piano ci siamo avvicinati alla vostra scuola seguendo quei due. Poi sono entrati e io e la signorina li abbiamo seguiti, dopo il panda ha mandato il ragazzo verso quest’aula e ha sfondato la porta. Mi chiedo dove sia il panda.
La guida si era espressa in giapponese e nessuno oltre a Sara lo aveva capito. Sara stava per aprire bocca per dire qualcosa quando una ragazza le afferrò i capelli da dietro e le parlò in giapponese. Non era quella di prima, ma una comparsa dal nulla.
Ragazza: Ehi tu! Si dico a te. Perché guardavi così intensamente Ranma???
Sara: allora… si chiama Ranma. Non avevo sentito male.
L’aveva detto con un tono così tetro che la ragazza per lo stupore la lasciò andare. Sara andò verso Giulia e le disse, stavolta in Italiano, una cosa che la lasciò stupita.
Sara: Prima volevi sapere il nome del ragazzo??? Si chiama Ranma.
L’aveva detto sorridente. Sembrava felice. Ma un occhio più attento avrebbe notato subito la difficoltà di quelle parole.
Giulia però la guardava male. Non aveva capito che l’amica stava vivendo un momento difficile, piuttosto aveva dei dubbi, ma Sara non lasciò il tempo a Giulia di chiarirli, visto che riguardavano tutti lei, poiché andò verso i due ragazzi che ora si davano le spalle e tutti e due mostravano il broncio.
Sara: Salve, non ci siamo presentati. Io mi chiamo Sara.
Ranma: ehm…. Tutto ok??
Akane: certo lo chiedi a lei. Ma non lo vedi che sta in perfetta salute?? Io piuttosto mi sono slogata una caviglia per venire qui.
In quel momento entro un signore con uno scheletro in mano.
Signore: ah siete qui. Ma Akane… cosa hai fatto alla caviglia??
Akane: dottor Tofu cosa ci fa lei qui??
Dottor Tofu: sono venuto qui per la gita. Avevano bisogno di una persona in più e quindi ho preso l’aereo e sono venuto qui.
Akane: ma sull’aereo non l’ho vista.
Dottor Tofu: naturale. Sono venuto con il volo dopo il vostro poiché mi hanno avvertito dopo. Su ora fammi vedere la caviglia.
Ranma: uff… sempre così… piuttosto… devi ancora rispondere alla domanda che ti ho fatto prima…
Il ragazzo era girato verso Sara all’improvviso.
Sara: perché me lo chiedi?? Va benissimo. Davvero…
All’ultima parola le era venuta a mancare la voce.
Ranma: vabbe’… se lo dici tu…
Akane: ahia!
Il ragazzo, appena aveva sentito la voce della ragazza lamentarsi, si era precipitato da lei.
Dottor Tofu: scusa. È colpa mia.
Akane: non si preoccupi dottore.
A Sara sembrò quasi che la ragazza lo avesse fatto apposta a lamentarsi quasi urlando. Ma, grazie a lei, ora il ragazzo non la guardava più. Non sapeva come avesse fatto. Il ragazzo, Ranma, era riuscito a capire che qualcosa non andava in lei dopo due minuti che l’aveva conosciuta, invece Giulia non aveva capito niente.
Ranma: per fortuna stai bene Akane… d’altronde un maschiaccio come te ha la pelle dura…
A quel punto spuntò un martello gigante e Akane colpì Ranma.
Akane: stupido, non sei altro che uno stupido…
Sara pensò che quella ragazza doveva essere molto forte e anche simpatica. E a quel punto sorrise. Non era un sorriso forzato come quello di prima. Era un sorriso divertito e affettuoso. Ora si sentiva meglio.
Sara: tutto bene??
Si era avvicinata ad Akane con quel sorriso stampato in faccia. Ad Akane sembrò una presa in giro, ma non lo era.
Akane: si, ma a te che interessa??
Sara: semplice… ti eri fatta mele e volevo sapere come stavi…
Akane: ora sto meglio grazie…
L’aveva detto con tono di sfida e poco gentile. Ma a quel punto arrivò la ragazza che prima aveva afferrato Sara dai capelli.
Ragazza: vigliacca. Sei scappata. Vieni qui e fatti sotto.
Sara: cosa cè???
Ragazza: non fare la finta tonta. Guardavi Ranma, il mio Ranma… E ora combatti.
Era partita. Con la sua pala per cucinare. La stava per colpire, e l’avrebbe anche fatto, se Sara, veloce come un fulmine, non l’avesse schivata.
Ragazza:*è veloce. Ma non mi farò sconfiggere*
Era una battaglia. Ma Sara non si muoveva minimamente. Ad un certo punto si vide Sara che cadeva…
Per chi ha letto questa fanfic: non vi preoccupate se è poco chiaro. Nei prossimi capitoli si capirà di più.
Aggiornerò prestissimo. |
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Capitolo 2 *** 2 ***
Ad un certo punto si vide Sara che cadeva… Lo faceva pianissimo, senza alcuna naturalezza. La ragazza si fermò con la pala in mano, sconcertata. Non capiva se fosse un attacco oppure stava cadendo per davvero.
Prima che chiunque potesse capire cosa stava succedendo o fare qualsiasi cosa per fermare quella caduta, Ranma l’afferrò e non le permise di cadere e farsi male. La prese in braccio e la portò vicino al dottor Tofu. La adagiò sulla sedia di fianco a quella di Akane. Era svenuta.
Dottor Tofu: ottimo lavoro Ranma. Se non l’avessi afferrata poteva farsi davvero molto male…
Ranma guardava Akane. Sicuramente si sarebbe arrabbiata. D’altronde, a lui non importava niente di quella ragazza, l’aveva solo salvata… no! Non era vero! Non sapeva perché ma quella ragazza aveva attirato la sua attenzione.
Dottor Tofu: ahhh! Per fortuna è solamente svenuta. Akane, ora ti senti meglio??
Akane: certo dottore
Prof.ssa: mi scusi, ma cos’è successo alla mia alunna?? Qualcuno mi dia una spiegazione!!
Guida: signora, la vostra alunna è semplicemente svenuta, ma non si sa il perché…
Giulia: bisognerebbe portarla a casa… poverina chissà cos’ha…
La guida intanto si dava un gran daffare per tradurre dall’italiano al giapponese e viceversa.
Dottor Tofu: bene, allora portatemi a casa sua, le darò le prime cure, ho bisogno di visitarla con più attenzione e qui in aula non posso.
Giulia: ok, ma potrò accompagnarvi a casa sua solo se la professoressa mi dà il permesso.
Prof.ssa: Giulia andrai solo se questa gentile guida e qualcun altro ti accompagneranno… Gabriele vuoi essere tanto gentile??
A quel punto Gabriele si alzò e andò dalla professoressa.
Gabriele: Certo professoressa, anche subito se vuole.
Prof.ssa: molto bene… allora noi ci diamo da fare per rimettere a posto l’aula… potete andare, tanto comunque non riusciremo più a far lezione oggi, ci vediamo lunedì, fate i compiti.
Dottor Tofu: allora andiamo. Ranma puoi essere tanto gentile da portare tu quella ragazza??
Ranma: ma certo dottore.
Giulia: Gabriele, tu ricordi dove sta la casa di Sara?? Io si ma on ne sono del tutto sicura…
Gabriele: ma certo! Allora seguitemi.
Così uscirono tutti dall’aula per andare a casa di Sara.
Per tutto il tragitto Gabriele non parlò, solo per correggere le indicazioni di Giulia. Non ci misero tanto ad arrivare a casa di Sara. Era molto graziosa quella casa, era anche molto grande. Sulla soglia lì aspettava la madre di Sara.
Signora: la scuola mi ha avvisato che sareste arrivati, prego accomodatevi. Gabriele portali in camera di Sara, per favore. Tu, Giulia, aiutami a preparare una camomilla per questi giovani.
Giulia: ma certo signora, lei è sempre così gentile. Ma, dov’è Simone? Non lo vedo…
Simone: ciao Giulia! Ciao Gabriele! Ma, cos’è successo a mia sorella??
Giulia: sai è svenuta in classe…
Simone: si lo sentito, ma com’è successo??
Così, mentre Giulia spiegava alla famiglia cos’era successo, il Dottor Tofu, la guida, Akane, Gabriele e Ranma, con in braccio Sara, si avviarono verso la camera.
Ci andarono in completo silenzio.
Appena arrivarono la prima cosa che notarono fu che la camera era piuttosto grande. C’era un armadio con almeno un milione di vestiti, un letto molto comodo con una coperta gialla, accanto un comodino con una luce sopra e, vicino all’armadio, una scrivania con sopra un computer.
Sopra il letto c’era una cosa strana…
Ranma: ahhh!! Un gatto!!!
Ranma, sempre con in braccio Sara, si arrampicò sull’armadio.
Ranma: mandatelo viaaaaa!!!
Akane: che carinoooo!!!! Ma purtroppo, per colpa di Ranma, devi andare fuori, forza.
Akane lo prese e lo mise fuori dalla porta che poi richiuse alle sue spalle.
Akane: forza, adesso scendi. È andato via.
Dottor Tofu: Ranma, devo visitare quella ragazza…
Ranma: arrivo! Umpf… lo sapete che ho paura dei gatti, non ci posso fare niente. È tutta colpa di mio padre…
Dottor Tofu: forza!! Metti la ragazza sul letto e uscite per favore, tutti.
La comitiva uscì dalla stanza.
Akane: allora che si fa???
Gabriele: andiamo dalla madre di Sara. Ho bisogno di una camomilla…
La guida dovette tradurre a Ranma e Akane cosa aveva detto il ragazzo.
Gabriele si era comportato in maniera strana da quando Ranma era entrato in classe. Il motivo era che a lui piaceva Sara e non sopportava che qualcuno la guardasse così intensamente come aveva fatto Ranma.
Giulia: ecco, è andata proprio così.
Signora: povera piccola! Sarà stato uno shock per lei.
Gabriele: potrei avere un po’ di camomilla, per favore??
Signora: ma certo, la volete anche voi??
Si era girata verso i ragazzi. La guida allora dovette tradurre ciò che aveva detto la signora per far capire ai ragazzi.
Ranma e Akane allora si sedettero.
Akane: ma certo. Grazie mille signora!!
Ranma: si!! Ma ci sarebbe anche qualcosa da mangiare??? Muoio di fame…
Akane: ma ti sembra il caso???
Ranma: bheee… ma che ho detto?? Non c’è niente di male se chiedo qualcos…
Non riuscì a finire la frase poiché la signora aveva portato un vassoio di dolcetti.
Signora: ecco, forse volevi questi??
Ranma: ehm… si, grazie.
Per tutto il tempo la guida aveva tradotto ciò che si erano detti.
Dopo cinque minuti, nei quali Giulia rispiegò tutto quello che era successo visto che Simone era curiosissimo di sapere qualcosa in più, arrivò il dottor Tofu.
Dottor Tofu: è tutto ok, sta bene. È solo stanca, lasciamola ripos…
Il dottor Tofu non riuscì a finire la frase che dal corridoio arrivò Sara.
Sara: mamma, mi puoi portare un po’ di camomilla di là, per favore??
Signora: certo tesoro, ma ora và a riposare, ne hai bisogno.
Sara: ok. Ora vado. Ma… cosa ci fate tutti a casa mia??
Solo in quel momento si era accorta di tutte quelle persone che la fissavano curiosi e anche un po’ sbalorditi.
Signora: Sono stati loro a portarti qui, e il dottore ti ha visitata.
Sara: capisco. Ma non è giusto che io stia di là da sola se ci sono ospiti a casa…
Gatto:miaoooo
Ranma: ga…ga…ga…gattoooo!!!
Ranma era letteralmente saltato sul tavolo e tremava come una foglia.
Sara:ohhh!! Andiamo Minou. Ti portò di là. A quanto pare questo ragazzo ha paura di te…
Mentre Sara andava di là, tutti guardavano Ranma, che era quasi svenuto in piedi.
Akane: uff… forza! Il gatto non c’è più, comportati da uomo Ranma!
Ranma: per fortuna è andato via. Ora sono più tranquillo.
Intanto Sara era tornata e si era seduta tra Ranma e sua madre, che la guardava. Parlavano senza che nessuno, oltre al dottor Tofu, si fosse accorto della presenza di Sara. Dopo pochi minuti, Sara si alzò e parlò in giapponese al dottor Tofu, alla Guida, a Ranma e Akane.
Sara: grazie a tutti. Vi devo un grosso favore, potete restare qui quanto volete e potete anche dormire qui stanotte. Ci sono abbastanza camere per tutti.
Poi in italiano si rivolse ai suoi due amici.
Sara: ovviamente, anche se voi due volete fermarvi qui per un po’ potrete farl…
A quel punto arrivò la ragazza con la spatola.
Ragazza: ehi tu! Prima sei fuggita, ma, adesso, dovrai combattere.
E, ancora una volta, si lanciò contro Sara.
Dal canto suo Sara, come l’ultima volta, si spostò solo all’ultimo momento. Ma, stavolta, non svenne. (per fortuna aggiungo io nd maryku)
Akane: Ukyo, adesso smetti di fare così. Ci penserai dopo alla tua vendetta, adesso siediti e stai con noi, senza lamentarti.
Sara: allora, ti chiami Ukyo. È un bel nome. Ciao, io sono Sara.
Tutti la guardarono allibiti. La ragazza che poco prima la stava sfidando e l’aveva attaccata, lei la trattava così??
Ranma: che ti prende Ukyo??
Ukyo, che più di tutti era rimasta stupita dal comportamento di quella ragazza, non sapeva che rispondere.
Sara: ovvio che anche tu potrai restare qui stanotte se vorrai.
Guida: mi dispiace, ma noi dobbiamo continuare il giro turistico.
Dottor Tofu: su via. Lasciamoli riposare un pò. Ne hanno bisogno. E anche lei.
Guida: va bene, allora avviserò l’albergo e la scuola dove stiamo. Domani, con calma, torneremo dagli altri.
Ranma: io ci sto. Ho bisogno di riposo e di un bel bagno caldo. Dov’è il bagno??
Sara: vieni, te lo mostro. Dopo Ranma, anche voi potrete darvi una rinfrescata. Mamma, dove sono gli asciugamani puliti??
Signora: nell’armadio, nel secondo cassetto, lì trovi a destra.
Sara: presi! Seguimi Ranma!
Ranma: arrivo, eccomi.
Si incamminarono verso il bagno. Sara teneva gli asciugamani in mano e gli faceva da guida. Stavano passando in un corridoio. Era lo stesso dove erano passati prima per andare in camera di Sara, ma Ranma era troppo impegnato per notare dove andava visto che doveva tenere in braccio Sara, così non aveva fatto caso ai quadri che c’erano appesi. Tutti con la stessa firma: Paola minodin. Erano tutti molto belli.
Ce n’erano alcuni astratti, altri erano ritratti. In uno si vedeva una bambina piccola molto graziosa che giocava con un cane.
Ranma: chi ha fatto questi quadri?
La domanda gli era venuta spontanea.
Sara: ti piacciono??
Ranma: bhe… si! Devo dire che sono molto belli.
Sara: li ha fatti tutti mia madre, ispirandosi alla sua famiglia, soprattutto a me. Così dice lei. Siamo arrivati. Mi dispiace ma dovrai accontentarti del bagno più piccolo. L’altro lo darò alle ragazze.
Ranma:*piccolo? Questo bagno è gigantesco*
Infatti il bagno era molto ma molto grande.
Sara: allora io vado. Ah… grazie ancora, mi hanno detto che mi hai preso tu in braccio. Credo che quella ragazza, Ukyo, sia molto simpatica. Fammi sapere quando hai finito, ti dirò qual è la camera dove puoi dormire.
E se ne andò lasciando Ranma da solo.
Intanto gli altri stavano ancora bevendo la loro camomilla.
Gabriele: non voglio ancora approfittare della vostra ospitalità. Ma ora dovrei andare a casa.
Giulia: uff… sei sempre il solito. Ogni volta scappi. Ma stavolta se Sara non ti trova si arrabbierà. E poi, ci hanno offerto di riposare qui, è maleducato da parte tua andartene proprio ora.
Signora: per una volta Giulia ha ragione. Siediti caro.
Simone: io so perché non vuole rimanere… non è vero Gabriele??
Gabriele a quelle parole era diventato tutto rosso fino alle orecchie.
Akane: ma di cosa parlano? Tu capisci l’italiano Ukyo??
Ukyo: no. Ora mi interessa solo che Ranma sia nelle grinfie di quella lì.
Akane: anch’io sono nervosa,anche se non per Ranma, ma non puoi farci niente. Questa è casa sua, solo lei poteva accompagnarlo.
In quel momento era arrivata Sara.
Sara: Ukyo, Akane, volete fare il bagno anche voi?
Akane:bhe… un buon bagno mi farebbe bene.
Sara: ok! Tu Ukyo?
Ukyo: no grazie, sono a posto.
Sara: ok, come vuoi. Allora, seguimi Akane.
Akane: ora?? Ma non c’è Ranma in bagno??
Sara: si, ma tu userai l’altro.
Akane: uff… per fortuna.
Akane aveva tirato un sospiro di sollievo
Sara si avvicinò a Gabriele.
Sara: allora? Che hai?
Gabriele: perché me lo chiedi?
Sara: si vede lontano un miglio che non stai bene. Sei malato?
Gabriele: no. Ho solo voglia di andare a casa.
Sara: fa come ti pare. Ma a quest’ora non ci sarà nessuno a casa tua.
Giulia: anche prima diceva di volersene andare.
Sara: ora devo accompagnare Akane, ci penserò dopo a Gabriele. Akane, andiamo. Ho fatto.
Akane: ok!
Si incamminarono per lo stesso corridoio. Anche Akane notò i quadri ma, al contrario di Ranma, non fece nessuna domanda. Ad un certo punto ci fu una rampa di scale e salirono. Alla fine delle scale c’era 1 porta. Si entrava e c’era un altro corridoio. Invece dei quadri c’erano tante foto. Una in particolare attirò l’attenzione di Akane. C’erano Sara e Simone bambini che giocano insieme e dietro una donna, che doveva essere sua madre, altri bambini che giocavano insieme a Sara e Simone e un uomo.
C’erano in tutto 3 porte. Si fermarono alla prima.
Sara: eccoci arrivate!
Questo bagno era più grande dell’altro, ma non di tantissimo.
Akane era sbalordita poiché quel bagno era almeno 3 volte quello di casa sua.
Akane: grazie!
Sara: ora vado a preparare le stanze per voi. Credo che tu dovrai dormire qui sopra con Ukyo, mia madre e me, mentre i ragazzi staranno tutti giù. Ti verrò a chiamare appena la camera sarà pronta. Per qualsiasi cosa, chiamami.
E con questo uscì. Akane provava un po’ di sconforto. Aveva pensato tanto male di quella ragazza e invece si era rivelata molto gentile e carina.
Ecco fatto. Come mi ha fatto notare Apple 92, che ringrazio molto per il commento, ho ingigantito troppo il carattere scontroso di Akane. Anche in altre cose ho sbagliato, ma spero che nei prossimi capitoli di fare di meglio e di dare più dolcezza ad Akane.
Apple 92, Francesca, io non sono Sara, anche se ho cercato di immedesimarmi in lei visto che è la protagonista, non ho fatto la primina e ho scelto il secondo banco al centro perchè mi sembrava quello che si vede di più visto che è al centro della classe, ma su una cosa hai ragione, sono romana. Anch'io vorrei molte delle caratteristiche di Sara. Non ho visto dove ho usato il linguaggio SMS, anche a me non piace, dev'essermi sfuggito, la prossima volta starò più attenta.
Oltre a questo, grazie ancora per il commento e ti volevo dire che non sei stata troppo severa, mi sarei arrabbiata se tu non lo fossi stata. |
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Capitolo 3 *** 3 ***
Intanto
Sara tornava nella sala da pranzo trovando Gabriele che stava per
uscire.
Sara: dove vai?
Gabriele: a casa
Giulia: uff… ho provato a farlo ragionare, ma niente.
È irremovibile.
La verità è che Gabriele aveva bisogno di
pensare. Soprattutto su quel ragazzo
che aveva preso Sara in braccio.
Sara: ok, ma fa attenzione.
Gabriele: a cosa??
Sara: a tutto e a niente.
Gabriele: non aprire la bocca solo per dargli fiato.
Le parole gli erano uscite senza che lui avesse potuto fermarle. Di
solito
queste uscite di Sara lo facevano ridere un sacco, ma ora era diverso.
Sara dal
canto suo era rimasta impassibile a ciò che aveva sentito.
Gabriele: vado prima di dire qualcos’altro.
Sara: basta che torni per cena, senno mi arrabbio.
Lo aveva detto un po’ ironica e un po’
perché davvero voleva che venisse.
Gabriele: ci sarò.
E se n’era andato senza dire nient’altro.
Giulia: credi sia arrabbiato??
Sara: no. Solo confuso.
Giulia: e di cosa??
Sara: non ne ho idea. Starà passando un momento difficile a
casa, forse.
Signora: SARA, VAI A PREPARARE LA CAMERA PER I NOSTRI OSPITI.
Sara: me n’ero completamente dimenticata. SUBITO MAMMA.
E sparì sempre nel solito corridoio.
Giulia, invece, tornò nella stanza da pranzo, dove stavano
parlando il dottor
Tofu con la madre di Sara e la guida sempre lì, a tradurre.
Simone ancora
beveva camomilla. Ukyo stava in disparte.
Giulia: signora, la posso aiutare a cucinare??
Signora: sono già le 13 e un quarto?? Forza andiamo! Ah,
Ukyo, mi faresti il
favore di aiutarmi anche tu a preparare il pranzo?? Avrei tante cose da
fare e
Sara ora non mi può aiutare visto che deve preparare ancora
le stanze.
Sempre con l’aiuto della guida, che, oltre a Sara, era
l’unica a saper parlare
sia giapponese che italiano, riuscirono a capirsi.
Ukyo: ma certo signora. Farò le mie oconomiyaki.
Signora: bene. Voi dottore, per favore, appena mia figlia
avrà finito di fare
le stanze e di assegnarle, potete visitarla un’altra volta
per farmi sentire
più sicura??
Dottor Tofu: ma certo, con molto piacere.
Signora: tu Simone, invece di bere e non fare niente, vai ad aiutare
Sara.
In quel
momento Sara era tornata dal corridoio e stava prendendo dei
asciugamani.
Sara: finalmente ti darai una mossa anche tu invece di stare a bere
litri di
camomilla.
Simone: si mi darò da fare ma solo dopo aver finito la
camomilla.
Sara: scansafatiche
E con queste ultime parole se ne andò di nuovo. Percorse il
solito corridoio e
bussò al bagno dove era andato Ranma.
Sara: Ranma ti ci vuole ancora molto??
Ranma: no, ho finito. Piuttosto, i miei vestiti sono tutti sporchi, non
è che
potresti prestarmene degli altri?
Simone: ho finito la camomilla.
Sara: capiti a fagiolo… presta a Ranma uno dei tuoi
vestiti,io vado a fare le
camere…
Simone: lo farei se solo ci capissimo.
Sara: scusa, me l’ero dimenticato. Ranma mettiti addosso un
asciugamano e
seguici.
Ranma: cos’hai in mente??
Sara: mio fratello non sa il giapponese e tu non sai
l’italiano, perciò, mentre
siamo in camera sua e io metto a posto la camera e traduco, voi intanto
scegliete i vestiti.
Ranma: ok…
Sara spiegò velocemente tutto anche al fratello. Quando ebbe
finito, Ranma
uscì.
Era tutto gocciolante, l’asciugamano, seppur coprendo le sue
parti intime,
lasciava intravedere troppo bene i muscoli. Sara restò un
po’ a fissarlo, era
davvero bello, ma nessuno dei due se ne accorse.
Sara: ok, andiamo?
Attraversarono tutto il corridoio e, poco prima della rampa di scale
per andare
al piano superiore, entrarono in una porta.
Sara: avrò molto da lavorare, qui è tutto in
disordine. Allora, Simone, aiutalo
a scegliere i vestiti, io intanto do una riordinata qui.
Simone si avviò verso quello che doveva essere
l’armadio e tirò fuori alcuni
vestiti fra i quali Ranma poteva scegliere.
Ranma scelse una casacca blu, simile alla sua, e dei pantaloni da
ginnastica.
Sara:ok! Io esco, tu provali. Simone, continua a mettere a posto la tua
stanza,
io vado a vedere se mamma ha ancora bisogno d’aiuto.
Qualsiasi problema,
chiamatemi.
Simone: ok sorellina. Ma dove metterai Ranma?
Sara: ho deciso di fargli un letto per terra nella tua stanza
Simone: qui da me?? E poi perché per terra??
Sara: si da te. Per terra perché me la chiesto lui.
Ranma guardava da una parte all’altra seduto sul letto ancora
con l’asciugamano
addosso.
Sara: Ranma, se non ti sbrighi a mettere quei vestiti, ti ammalerai.
Ora vado.
Sara se ne andò così Ranma poté
cambiarsi in pace e Simone rimettere in ordine
la sua stanza.
Così, senza aspettare oltre, andò da sua madre.
Sara: mamma, cosa posso fare ora?
Signora: hai finito di fare le stanze??
Sara: si, ho fatto.
Signora: bene allora fatti visitare dal dottor Tofu, così
starò più tranquilla.
Sara: ok, mamma!
Sara parlò con un tono un po’ contrariato e
stancato. Non gli andava di
disubbidire a sua madre, ma si sentiva bene e, secondo lei, non aveva
bisogno
di essere visitata
Sara andò dal Dottor Tofu che stava ancora seduto a leggere.
Dottor Tofu: su, andiamo in camera tua. Devo vedere se è
tutto a posto.
Sara: certo dottore, scusi ma prima devo fare un’altra cosa.
Lei intanto vada
in camera mia. Tanto la strada la conosce, io arriverò
subito.
Dottor Tofu: certamente. Ma non metterci troppo.
Sara: grazie per la sua disponibilità.
Dottor Tofu: *chissà perché questa ragazza mi
ricorda un po’ Kasumi quand’era
più giovane, per alcuni versi, per altri mi ricorda tanto
Akane* e con questi
pensieri per la testa si avviò verso la camera di Sara.
Intanto Sara stava andando da Akane. Doveva darle vestiti puliti e
mostrarle la
sua camera.
Sara arrivò davanti il bagno di Akane e bussò.
Akane: si, cosa c’è?
Sara: se hai finito ti do i vestiti puliti e ti mostro la camera.
Akane: eccomi.
Era uscita dal bagno avvolta da un accappatoio rosa molto elegante.
Sara: vieni.
Arrivarono alla seconda porta del corridoio. Entrarono in una stanza
con un
bellissimo e comodissimo letto, un piccolo comodino di fianco e una
piccola
scrivania con dei libri sparsi sopra.
Sara: mi dispiace ma ora non ho tempo di togliere quei libri, il dottor
Tofu mi
aspetta per un’altra visita. Ecco tieni. Questi li puoi
mettere. Ho visto che i
tuoi vestiti erano sporchi, perciò li ho presi.
In mano aveva un fagotto fatto di vestiti puliti.
Sara: credo che anche tu debba farti vedere dal dottor Tofu per via
della
caviglia. Se vuoi ti aspetto che ti cambi, basta che ti sbrighi.
Akane: ok! Dammi solo 2 minuti.
Akane si vestì in tutta fretta e uscì con Sara
dalla stanza per andare dal
dottor Tofu.
Sara: eccomi dottore. Ho portato anche Akane.
Dottor Tofu: oh! Molto bene. Sara distenditi sul letto forza.
Sara: sì!
Sara si distese e il dottore cominciò a visitarla. La
controllava dappertutto.
Akane intanto si era seduta su una sedia lì vicino e
osservava Sara. Il dottore
le aveva fatto togliere la maglietta e i pantaloni per restare solo in
biancheria intima. Akane vedeva in quella ragazza una perfezione nelle
sue
curve femminili da mozzare il fiato, anche per una ragazza come lei.
Era ancora
più sexy di Ranma ragazza.
Dottor Tofu: mi sembri in perfetta salute. Comunque dopo
farò altri controlli
più approfonditi.
Sara: mi dica quando dottore e sarò da lei.
Dottor Tofu: molto bene puoi rivestirti. Tocca a te Akane.
Sara si rivestì in tutta fretta.
Sara: ora dovrei andare.
Dottor Tofu: ok, ma non stancarti troppo.
Sara: senz’altro.
E con queste ultime parole uscì dalla stanza e
andò dalla madre.
Akane: dottor Tofu, siete sicuro che Sara stia bene?? Mi sembrava molto
stanca.
Dottor Tofu: infatti non sta molto bene.
Akane: e allora perché non le ha detto niente??
Dottor Tofu: perché non so spiegarmi una cosa. Sai, Akane,
lei, parlando di
corpo e organi interni, è in perfetta salute, ma non si
può dire lo stesso del
suo chi. È irrequieto. Aspetta solo di poter prendere il
controllo, come se
avesse volontà propria, e quella volontà
è, come posso spiegarlo… ahh!! Ecco!!
Selvaggia.
Akane: quindi lei mi sta dicendo che Sara potrebbe perdere il controllo
in
qualsiasi momento??
Dottor Tofu: non ne ho idea, è per questo che non le ho
detto niente. Prima
devo fare delle ricerche. Chiederò a Sara se ha dei libri
antichi qui in casa,
forse mi aiuteranno.
E dopo questa frase prese a visitare Akane senza proferire
più parola.
Sara intanto stava andando dalla madre. Quando arrivò la
vide che aveva
apparecchiato la tavola e stava mettendo il pranzo nei piatti.
Sara: mamma, come ti posso aiutare?
Signora: andando a chiamare tuo fratello e i nostri ospiti.
È pronto.
Sara andò in giro per la casa a chiamare tutti. La guida
stava con Ukyo e sua
madre, il dottor Tofu stava ancora con Akane nella sua camera mentre di
Ranma e
suo fratello nemmeno l’ombra.
Sara: scusa mamma sai dove sono Simone e quel ragazzo col codino??
Signora: dovrebbero stare fuori in giardino. Prima erano venuti qui per
farsi
tradurre alcune frasi dalla guida e hanno deciso di andare
lì, ma non so se ci
sono ancora.
Sara: capito, vado a vedere.
Il giardino si trovava dietro la casa nascosto da tutti. Si vedeva solo
da
alcune finestre della casa. Era 3 volte, come minimo, di quello della
famiglia
Tendo. C’era anche una piccola palestra coperta dove suo
fratello si allenava
ogni pomeriggio, mentre lei ci andava solo qualche volta per sfogarsi.
Si sentivano dei rumori che provenivano dalla palestra… dei
suoni ritmici, di
lotta aveva pensato Sara. Non ce la fece ad entrare subito, era troppo
curiosa
di vedere cosa stava succedendo, perciò, prima di entrare,
guardò dalla
finestra.
Vide Ranma e suo fratello che tiravano pugni. Era affascinante guardare
i colpi
che dava Ranma. Si muoveva tecnicamente, ma era di
un’eleganza stupenda. Anche
suo fratello in quel momento gli sembrava più virile. Dopo
qualche minuto Sara
decise che non poteva restare imbambolata lì fuori e che la
stavano aspettando
così entrò.
Sara: è pronto. Tutti a tavola.
Lo disse prima in italiano poi in giapponese. Lei era un po’
imbarazzata per
averli spiati così, ma non era riuscita a resistere.
Simone: uff che fatica! Io vado, ho troppa fame.
E dicendo questo uscì dalla palestra senza nemmeno un cenno.
Intanto era come se Ranma non avesse sentito. Continuava ad allenarsi.
Sara: tu che fai, non vieni??
Ranma: Non so. Ho fame ma voglio continuare ad allenarmi.
Sara: se vuoi dopo puoi sempre tornare, d’altronde la guida
ha chiamato la
scuola, resterete a dormire anche qui, oltre che mangiare.
Ranma: non diamo troppo disturbo??
Sara: è perché mai dovreste disturbare?? Anche
voi mi avete aiutata, tu mi hai
portata, il dottor Tofu invece è stato così
gentile da curarmi… e poi… qui
dentro non c’è mai un po’ di
vitalità, con voi invece è tutta
un’altra storia.
Inoltre mio fratello si è già affezionato a te.
A Ranma colpirono sopratutto le ultime parole.
Ranma: affezionato a me??
Sara: si! È mio fratello, lo capisco, soprattutto da come ti
guarda. Con
ammirazione, tantissima ammirazione. Soprattutto da come combatti.
Perché devi
sapere che lui non ha molti amici. Fin da piccolo si è
interessato solo allo
studio e alla lotta, è molto solo. Nostro padre se ne andato
7 anni fa, e da
allora lui è molto triste. Era una guida per lui, ma anche
per me. Da allora
mia madre ha dovuto mandare avanti la casa da sola.
All’inizio qui c’era mio
zio, ma non poté più restare e si
trasferì con la famiglia in Giappone. Mi
manca. E manca anche a lui. La casa sembra così vuota da
quando se ne andato.
Ma non pensiamoci, ora dobbiamo solo mangiare. Forza, andiamo.
Si era girata di scatto. Non ce l’aveva fatta a frenarsi. Gli
aveva raccontato
tutto. Non capiva neanche il perché, sentiva solo di doverlo
fare. Sicuramente
Ranma aveva visto quella piccola lacrima che gli aveva solcato il viso.
Era
scesa silenziosa com’era arrivata.
Ranma: lo capisco fin troppo bene. Andiamo a mangiare, ho una fame.
Alle ultime parole si era aperto un sorrisone e aveva spinto la schiena
di
Sara. Erano andati così fino alla porta della sala da pranzo
poi lui l’aveva
lasciata e lei aveva aperto la porta. In quel momento tutti si erano
girati
verso di loro.
Sara: scusate per il ritardo, ma si era staccato un pezzo di un
attrezzo che
sta in palestra, e Ranma mi ha aiutata a rimetterlo a posto.
Ukyo: di la verità, ne hai approfittato per mettergli le
mani addosso, è così,
non è vero??
Sara: assolutamente no!
L’aveva detto con una calma glaciale che non ammetteva
obiezioni e il sorriso
era sparito dal suo volto per riapparire l’attimo successivo.
Sara: allora… mangiamo??
Ranma: non vedevo l’ora, ho una fame da lupi.
Il pranzo si svolse piuttosto pacificamente. Ranma aveva dato il solito
spettacolo di poca educazione a tavola, abbuffandosi come al solito,
mentre
Ukyo cercava di fargli mangiare i suoi cibi e Akane mandava la solita
energia
blu, senza però dire niente e continuando a mangiare.
Al punto
del dessert, però, successe una cosa…
Signora: vado a prendere il dessert.
A quel punto suonò il citofono della porta
d’ingresso.
Signora: Sara vai ad aprire.
Sara: subito mamma.
Sara andò ad aprire la porta d’ingresso. E in quel
momento accadde…
Sara: AHHHHH!!!!!!
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Allora…
cosa ne dite?? Questo capitolo è fatto un po’ in
fretta e non ho potuto
rileggerlo tante volte come i precedenti, quindi, per favore, non
uccidetemi se
ci sono troppi errori grammaticali e non è scritto molto
bene.
Apple92:
mi fa piacere che questa storia ti piaccia e che continui a
commentarla. Sto
cercando di tenere i personaggi il più fedeli alla storia,
ma non sempre ci
riesco. Spero di non averti delusa con questo capitolo.
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