IL SOGNO DEI SOGNI

di super_angy_69
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ♥ ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ♥ ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ♥ ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ♥ ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ♥ ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ♥ ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ♥ ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ♥ ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ♥ ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ♥ ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ♥ ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. ♥ ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. ♥ ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. ♥ ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. ♥ ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. ♥ ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17. ♥ ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18. ♥ ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19. ♥ ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20. ♥ ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21. ♥ ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22. ♥ ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23. ♥ ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24. ♥ ***
Capitolo 25: *** capitolo 25 ♥ ***
Capitolo 26: *** capitolo 26 ♥ ***
Capitolo 27: *** capitolo 28♥ ***
Capitolo 28: *** capitolo 29 ♥ ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ♥ ***


Capitolo 1. ♥
Allungavo le mani, in cerca del loro tocco magico.
Sentivo le loro voci trapanarmi le orecchie, il cuore battere a ritmo delle loro voci.
Gli occhi di quei cinque ragazzi brillavano, i loro sorrisi, beh , quelli riuscivano a fare ombra al sole.
Correvano per il palco, facendo vibrare le corde vocali e trasformando la loro voce in emozioni, mai provate prima.
Tremavo alla sola idea che avevo il mio sogno a pochi metri da me.
Distendevo la mano più che potevo.
Vedevo i cinque ragazzi avvicinarsi, erano vicini, fin troppo.
Eccoli, eccoli, stavo per sfiorare una loro mano.
- She's a good girl, loves her mama, love Jesus and America too.-
La dolce melodia della mia canzone preferita mi svegliò e mi riportò nella realtà,
mandando in briciole il fantastico sogno di quella meravigliosa notte.
Mi alzai dal letto e corsi in cucina a fare colazione.
-Giorno mamma ! -
-Ei stellina, dormito bene ? -
Annuii, affondando il cucchiaio nella ciotola enorme piena di latte e cereali.
Avevo ancora sonno, e probabilmente si notava.
-Io vado a trovare zia , torno verso le tre, le quattro. Finisci di preparare le valigie e controlla di aver messo tutto. Appena torno a casa andiamo a prendere Gaia e partiamo, eh !-
-Si , mamma , certo ! -
Sorrise, mi stampò un bacione sulla guancia e scomparve dietro il portone di casa.
Amavo mia madre, era cosi, cosi .. tenera, tenera e dolce. Era tutto il mio opposto, però. Silenziosa, tranquilla.. un misto tra un panda nullafacente e un tenero gattino.
Io invece, beh, io ero sempre quella che creava casini, che faceva cose cretine, la solita demente che si diverte facendo cazzate.
Corsi in camera a vestirmi, qualcosa di comodo, adatto anche per un viaggio in aereo.
Si, poche ore e sarei partita con la mia metà, la mia migliore amica, Gaia, per Londra. Li si sarebbe svolto un corso di inglese di circa due settimane e mezzo.
Beh, niente male. Londra, il Big Ben, i ragazzi londinesi.. cazzo, il loro accento.
Dio, di sicuro quelle due settimane e mezzo li sarebbero state.. tremendamente fantastiche.
Poi, magari, con un po di fortuna sarei riuscita ad incontrare quei cinque ragazzi per cui ormai avevo letteralmente perso la testa.
Si, gli One Direction. Appena ho sentito le loro voci, un uragano di emozioni mi ha travolto anima e cuore, mi hanno preso, catturato, cosi, e adesso senza loro, la mia vita saprebbe solo di malinconia.
-Dio mamma! Corri, corri, corri ! -
Ero in macchina a sclerare come una deficiente. Io, io volevo solo arrivare al più presto in Gran Bretagna, a Londra.
Volevo solo poter sentire al più presto un ragazzo inglese parlare.
-Ma dai, è ancora presto. Diglielo anche tu, Gaia ! -
-Oh, Bookface, - cosi mi chiamava lei - è presto, calmati, prenditi una camomilla ! -
Sbattei violentemente la testa contro il sedile , sperando di poter crollare e , magari, dormire per tutto il viaggio.
Ero agitata, il mio primo viaggio da sola, anche se per studiare, e in più a Londra, cavolo!
Non ero pronta. Non sapevo cosa in due settimane e mezzo sarebbe potuto succedermi, le emozioni che si sarebbero potute scagliare su di me.
Magari la mia vita sarebbe potuta cambiare, sarei potuta innamorarmi del ragazzo dei miei sogni.
O forse, forse quelli erano solo film mentali., quelli che ti trapano la testa e che distruggono il cuore quando si sbriciolano davanti ai tuoi occhi. solo maledetti sogni in cui avevo creduto con tutta me stessa , ma che se non si sarebbero avverati, avrebbero lasciato una cicatrice, una di quelle che sono "per sempre", una di quelle che ti ricorda che la vita non è un film.


zam zam: salve gente che ne pensate fatemi sapere poi pubblico anche gli altri...
loro sono le protagoniste la mora Sara e la bionda Gaia...

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ♥ ***


Capitolo 2. ♥
Eravamo su quell'aereo da una ventina di minuti e le ramanzine di mia madre continuavano a girovagarmi nella testa martellandomi il cervello.
Ero eccitata.
Finalmente avrei potuto vivere la mia vita a trecentosessanta gradi, senza troppe preoccupazioni, senza troppi problemi. Finalmente avrei potuto cogliere l'attimo.
Mi sarei goduta quella vacanza, anche se avrei dovuto studiare, quella città, quei momenti con tutta me stessa, incidendo ognuno di essi nella mia mente.
Eravamo arrivate. L'aereo era atterrato, me ne resi conto solo quando sentii sballottarmi da una parte all'altra.
Svegliai quella demente della mia migliore amica, ancora nel mondo dei sogni, dandole due leggeri schiaffi sulla guancia. Sapevo che solo in quel modo si sarebbe svegliata. Era simile, quasi totalmente uguale a me. Diciamo che con lei era come guardarsi allo specchio e vedersi diversi, ecco.
- Ma sei scema ? -
- No , sono Sara, comunque siamo arrivate ! -
Balzò dal sedile, trascinandomi di corsa fuori da quel mezzo volante.
Alzai lo sguardo verso l'alto. Le grigie nubi creavano una cupa distesa sul cielo, tipico tempo londinese.
Gente che urlava, chi correva di qua e di la, chi abbracciava i propri cari, chi si baciava. Sembrava di essere nel pieno di una puntata di Beautiful.
Prendemmo le valigie, facemmo tutto quello che doveva essere fatto e uscimmo da quel rumoroso aeroporto.
- Taxi ! - disse a gran voce Gaia.
Il tassista sfrecciò davanti a noi facendo finta di non vedere o sentire niente.
- Cappero, siamo italiane ma abbiamo comunque diritto a prendere un taxi, eh ! -
Sbraitai come una demente contro il tassista.
Solo dopo, ripensandoci, capii che anche se mi avesse sentito non mi avrebbe capito.
Mi sedetti sulla mia valigia, aspettando pazientemente un buon uomo che decidesse di fermarsi con il suo taxi e scarrozzarci dove ci serviva.
Un nuovo urlo di Gaia mi fece alzare di scatto, facendomi notare che quel buon uomo che stavo aspettando era arrivato.
Entrammo nel taxi e dicemmo al tassista dove avrebbe dovuto portarci.
- Sara, a me non sembra il college, e accanto non vedo nessuna gelateria ! -
Eravamo entrambi impaurite
Due ragazzine sole in una città enorme e sconosciuta che non hanno una minima idea di dove andare.
Eccitante come cosa, ma anche alquanto.. inquietante.
- Ok - Gaia, cacciò fuori dalle tasche del proprio giacchetto una cartina di Londra - possiamo solo guardare la cartina, ora ! -
Annuii.
Ci incamminammo, mentre scrutavamo la complessa cartina.
Mi sentivo tanto in un film, "alla ricerca del college sperduto".
A quel pensiero, inarcai le labbra in un sorriso.
Camminare a testa bassa non è mai una buona cosa, infatti, in un batter d'occhio, dopo aver sbattuto contro qualcosa di morbido e .. e caldo, mi ritrovai distesa a terra, con la mia migliore amica distesa addosso.
- Ok, capisco che stai comoda, ma alzati se non vuoi che io mangi tutti i tuoi capelli ! - dissi ironica spingendola via.
- Oh, calmina, eh ! -
Stropicciai gli occhi, dopo esser stata accecata da un raggio luminoso.
- Ei, ragazze, scusate. Vi serve una mano ? -
Quell'accento, quella voce.
Sentii il cuore sprofondare negli abissi della più assoluta felicità, un brivido mi percorse la schiena raggiungendo, infine, la nuca.
Avevo appena varcato la soglia per un nuovo mondo, per una nuova e , forse, migliore vita.

zam zam: ecco il secondo ora basta voglio le recensioni ci conto eh baci angy!!!!!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ♥ ***


Capitolo 3. ♥
Avevo imparato a vivere il momento, a inciderlo nel petto, a conservarlo bene dentro.
Vedevo quella mano distesa verso di me. La guardavo quasi fosse la felicità di una vita, il momento più bello.
Sentivo le emozioni esplodermi nel petto, come fuochi d'artificio, quel ragazzo era un fuoco d'artificio, ed io, io ero una mina accesa pronta a esplodere buttando fuori tutte le lacrime che mi bruciavano negli occhi, pronta a spogliarmi di quei sentimenti che mi avvolgevano.
Uscii da quel manto di nuvole e fantasie, e mi aggrappai alla sua mano per rialzarmi. Gaia era già in piedi da un bel po .
- Grazie ! - dissi imbarazzata.
Sentivo il cuore bussare violentemente contro il petto, l'anima vibrare ad ogni suo respiro.
- Di niente.. -
- Sara, mi chiamo Sara ! E lei è Gaia, la mia migliore amica ! - dissi indicandola.
Sorrisi al volto angelico di quel ragazzo che man mano mi prendeva, mi ipnotizzava sempre di più.
- Oh, piacere ! -
Stampò sul suo fantastico viso un sorriso.
Le fossette che, sorridendo, gli caratterizzavano il volto rendevano quel visino da cucciolo più bello di qualsiasi, qualsiasi cosa.
I suoi riccioli, intanto, si muovevano al soffiare del leggero vento.
Staccai gli occhi da lui e notai che vi erano anche gli altri quattro pezzi della perfezione. Tutti maledettamente belli.
- Beh , io sono Harry, Harry Styles - come se non lo sapessimo ! - e loro sono Louis, Liam, Zayn e Niall !- disse indicandoli partendo da destra a sinistra.
Ognuno di loro, al sentir pronunciare il proprio nome, accennò un sorriso. I cinque sorrisi più belli, i più luminosi che io abbia mai avuto occasione di ammirare. Tanto brillanti da riuscire a fare ombra a qualsiasi stella.
Voltai lo sguardo verso la mia migliore amica.
Era imbambolata, impietrita davanti a cotanta bellezza:
Sapevo che se non avessi detto qualcosa la figuraccia sarebbe stata automatica, cosi decisi di dare aria alla bocca.
- Oh, lo sappiamo ! Siamo vostre grandi fan italiane. - dissi fiera di ciò che avevo appena affermato.
Fiera di credere in loro, nella loro musica. Fiera di riuscire a essere trasportata dalla melodia unica delle loro voci. Fiera, fiera di loro e di me.
- Wow , - si fece avanti Liam - ne siamo onorati ! -
Sorrisi, dando una "leggera" gomitata a quella demente della mia migliore amica, cercando di riportarla sulla Terra.
Un'espressione di dolore e incomprensione le si stampò sul volto.
Zayn sorrise. Era sexy, maledettamente bello. - Ma dove stavate andando? -
Beh, pensavamo di trovare il college e invece abbiamo trovato un sogno.
Gaia si era ripresa e decise, cosi , di rispondere.
- Noi stavamo cercando il college dove dobbiamo fare dei corsi di inglese, però .. ci siamo perse ! -
Niall, che fino a quel momento non aveva ancora detto niente, si fece avanti.
- E quale sarebbe questo college ? -
Sentii Gaia accanto a me sospirare. Lo mangiava con gli occhi, lo divorava con il cuore.
Mi avvicinai a Niall, tanto vicino da poter sentire il calore della sua pelle sul di me. Gli mostrai il foglietto che la mamma di Gaia ci aveva dato prima di partire dove vi era scritto nome e indirizzo del college.
- Louis, vieni a vedere ! -
Louis si avvicinò. Era bello, maledettamente bello. E il suo sorriso, cavolo, avrebbe potuto rendermi felice anche nel peggiore dei momenti.
- mmm, è parecchio lontano da qui. Ei, se volete possiamo darvi un passaggio. -
Il cuore mi balzò in gola. Un passaggio, dagli One Direction.
Mi voltai verso la mia amica, sorrise, tanto che penso la mandibola gli si stesse per spaccare.
- No, non vogliamo disturbarvi, dai ! -
- Ma se ve lo abbiamo chiesto vuol dire che non disturbate ! Dai, aspettate che vado a prendere la macchina e andiamo ! -
- Ma siamo sette, non ci entriamo in una macchina ! - disse Gaia.
- Vuol dire che staremo vicini, vicini !- esclamò Harry facendo un occhiolino e poi dirigersi con gli altri verso la macchina.
Sentii svenirmi, buttata giù da tanta bellezza, tanta, tanta perfezione.
Tantissimi i difetti di quel ragazzo, ma nonostante tutto riescono a renderlo ancora più perfetto che mai.
Fino a quel momento non avevo fatto altro che sognarlo, chiamarlo senza ricevere risposte, desiderarlo per poi avere solo delusioni.
In quel momento, invece, era li, accanto a me. Tanto vicino da sentirlo dentro di me, addirittura mio.
Giuro, se quello fosse stato un sogno non avrei mai voluto essere svegliata. Quel sogno era migliore di qualsiasi realtà.

zam zam: hey ciccine ma che succede neanche una recensione e poche poche hanno letto :-( (c'ho il faccino triste) dai dai forza metto questo capitolo poi però voglio vedere qualcosina ora devo uscire con il mio boyfriend ma quando torno voglio vedere le recensioni altrimanti domani la tolgo... non voglio sapiatelo allora recensite
angy

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ♥ ***


Capitolo 4. ♥
Seguimmo i ragazzi fino alla macchina di Louis dove saremmo stati 'vicini, vicini'.
Non potetti fare a meno di notare la camminata di Zayn, sembrava che al posto delle gambe avesse degli ammortizzatori, molleggiava come se si stesse preparando per saltare.
Risi sottovoce, cercando di non attirare la loro attenzione.
- Sara, Sara avresti mai pensato che sarebbe successo tutto questo ? - sussurrò Gaia.
- Credimi se ti dico che ancora adesso mi sembra tutto.. impossibile ! Già era tanto essere arrivate fino a Londra, adesso aver incontrato loro, cavolo, è, è un sogno ! -
- Già ! Da un paesino sperduto nel Lazio, a Londra con i nostri idoli ! -
- Dammi un pizzico ! -
- Che ? -
- Dammi un pizzico. Voglio vedere se è tutto vero. -
- Ah, va bene ! -
Mi pizzicò sul braccio, facendomi emettere uno strano verso.
- Tutto a posto ? - disse Liam, sorridendo.
- Si si, tutto bene ! - esclamò Gaia.
- E' tutto vero Tertwy, - cosi la chiamavo io - tutto maledettamente reale ! Certo che però potevi pure pizzicarmi più piano, eh ! - dissi sofferente.
Inarcò le labbra verso l'alto, un enorme sorriso le si stampò sul viso.
Vidi una luce nei suoi occhi. Risplendeva di felicità, la felicità che non è mai mancata ma che è sempre servita ad andare avanti, a me, a lei.
- Ok, ci sono cinque posti e noi siamo sette. Louis, dimmi come facciamo ! - dissi inarcando un sopracciglio e incrociando le braccia.
Eravamo davanti la sua macchina, ma per entrare in sette li dentro non serviva stare 'vicini, vicini', più che altro bisognava ammucchiarsi uno sopra all'altro.
- Beh, - propose Niall - due si possono mettere nel portabagagli ! -
- Buona idea ! Ci mettiamo io e Sara ! - disse la mia amica.
- Ma no, - si fece avanti Harry - due povere ragazze nel portabagagli ! Al massimo ci mettiamo io, io e Sara ! - di nuovo un occhiolino.
O lo faceva a posta, o non lo so.
Sentii il cuore iniziare a pompare il sangue più velocemente, il respiro affannarsi, le vene del collo al limite , pronte a scoppiare.
- Perfetto ! - disse Louis.
Vidi gli altri fiondarsi in macchina. Io e Harry , invece, rimanemmo a guardarci.
I suoi occhi tra il verde e il celeste risplendevano di una luce pura e calda.
Erano profondi, molto più profondi di quanto possa sembrare in una stupida immagine sul computer. Tanto profondi da potervici affondare , per poi vivere di immense emozioni, in un universo di felicità.
- Prego madame ! - disse Harry aprendo il portabagagli e facendomi segno di entrare .
Mi fiondai dentro, cercando di farmi il più piccola possibile.
Lo stesso fece Lui. Si sedette di fronte a me , incrociando le sue gambe con le mie. Eravamo vicini, tanto vicini che potevo sentire il suo cuore battere, battere al ritmo della musica che gli esplodeva nel corpo.
Sorrisi, cercando di non mostrare l'imbarazzo che in quel momento scorreva nel sangue.
- Noi ci siamo, eh , puoi partire ! - esclamò Harry urlando per fare in modo che Louis sentisse.
Il suo viso brillava di perfezione. Lo guardavo con la speranza di poter incidere quei suoi lineamenti perfetti nella mente. Ogni ciuffo di capelli, ogni riccio, ogni minimo particolare, volevo poter ricordare tutto.
Lo squadravo dalla testa ai piedi, volevo fissarlo bene dentro.
- Perchè mi guardi ? -
- Beh non è che qui dentro ci sia molto da guardare, eh ! - dissi guardandomi intorno.
- Già, hai ragione . -
Un imbarazzante silenzio riempi il momento. Si sentivano solo le voci che venivano da davanti.
Non osavo fissarlo negli occhi, guardare il suo viso. Preferivo nascondere la faccia sotto i lunghi capelli che mi coprivano la testa.
Mi guardavo le unghie, sperando di trovare qualcosa di bello quanto Lui in quelle.
Lo sentii avvicinarsi.
Con la mano mi prese per il mento facendomi alzare il viso. Scontrai i suoi occhi, che incrociando i miei fecero ardere il mio cuore di pure emozioni.
- Che succede ? - sembrava preoccupato.
Preoccupato, forse per me, per una stupida ragazzina che finalmente ha realizzato il suo sogno .
Mi fiondai su di Lui, affondando la testa nel suo petto e avvolgendo le braccia attorno al suo corpo.
Sentii una scarica di calore, un qualcosa entrarmi nel petto.
Le sue braccia mi avvolsero in un caloroso abbraccio.
- Grazie Harry, grazie davvero ! - alzai la testa , continuando a tenerlo stretto.
Sorrisi.
- E per che cosa ? -
Una risatina e poi risposi.
- Di tutto. Di esistere, di aver partecipato ad X Factor, di, di essere nato riccio - rise. - di essere qui, di tutto Harry. Grazie ! -
Lo strinsi più forte. Volevo sentirlo parte di me, almeno per una volta, per uno stupido momento.

zam zam: ma allora perchè non recensite???????? voglio sapere se vi piace ringrazio marleevans perchè ha recensito ieri e mi ha fatto cambiare idea e non cancellarla ma lo faccio e sapiate che però non voglio quandi belle pimpe recensiteeeee please

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ♥ ***


Capitolo 5. ♥
Il suo profumo svolazzava dentro quel portabagagli, rendendo migliore l'aria viziata di quel luogo. Quel ragazzo profumava d'angelo, o forse era la mia visione di Lui come ragazzo perfetto che lo faceva sapere di quell'intenso miscuglio di angeliche emozioni. Emozioni mai vissute, emozioni che fino a quel momento avevano solo avuto un nome, ma mai una vera sostanza, emozioni, emozioni che fino a quel momento avevano vissuto parallele a me e alla mia monotona vita.
Sentivo il cuore pompare emozioni, le vene erano piene, colme di queste. Il suo respiro era misto al mio, il mio cuore correva dietro al battito del suo. Cercava di raggiungerlo, di prenderlo e tenerlo con se, per sempre.
Stava cercando di acciuffare il cuore di quel qualcuno che gli aveva donato le migliori emozioni. Quel qualcuno a cui poi avrebbe voluto donare la sua chiave, quel qualcuno che se ne sarebbe dovuto prendere cura, quel qualcuno che con quella chiave avrebbe potuto farmi vivere la felicità immensa di una vita, ma se avesse usato questa con disprezzo e senza ragione, avrebbe potuto trafiggermi il petto, pugnalarmi il cuore, uccidermi di dolore.
Ecco cosa il cuore cercava, quello giusto, quello che avrebbe reso me completa.
- Ma quanto sei tenera ! - disse stringendomi più forte a se. - Ma grazie a te, però. Grazie per quello che hai detto, davvero ! -
Ero appiccicata al suo petto.
Mi sentivo dentro di Lui, dentro quell'uragano di emozioni. Ci stavo troppo, troppo dentro a quell' "amore platonico" che mi segnava l'anima.
Mi staccai da Lui, rivolgendogli un altro sorriso.
Rispose, tirando all'insù i lati delle sue labbra. Era la bellezza fatta persona, la perfezione resa reale.
Continuai a squadrarlo. Volevo incidere tutto, ogni minimo particolare, ogni suo movimento, ogni suo sorriso, ogni, ogni cosa di quel ragazzo. Volevo poterlo, poi, ricordare quando tutto sarebbe finito, lasciato dietro la scia di quell'aereo che ci avrebbe riportato alla solita vita, al solito mondo, alla solita felicità incompleta.
- Ei, tutto a posto li dietro ? - chiese Liam.
Si affacciò per controllare meglio la situazione . I suoi occhi, solo quelli riuscivo a vedere, tutto il resto era impossibile da osservare, data la luce dei raggi solari che accecano gli occhi.
Quegli occhi color nocciola, quei suoi magnifici occhi, risplendevano la sua anima.
Avrei voluto affondare li dentro, dentro quell'immenso oceano di sentimenti allo stato puro. Avrei voluto poter immergermi li dentro, almeno una volta, e non uscirne più. Viaggiare dentro lo specchio della sua anima e poterlo conoscere davvero, sapere cosa gli frulla in quella testolina
- Si si, siamo ancora vivi ! - dissi, nonostante stessi morendo di caldo.
Harry mi precedette, forse aveva letto il mio pensiero, o forse pensavamo la stessa cosa.
- Si si, benissimo, ma io sto morendo di caldo ! - disse "disperato" .
- Ma non fa poi cosi caldo ! - esclamò Zayn.
- Voglio vedere te richiuso dietro ad un porta bagagli ! -
- Cosa vuoi ?! Hai scelto tu di stare li dietro , eh ! -
- Va bene, va bene - disse Niall - Louis, fermati ad una gelateria , è meglio ! -
- Ok ! -
- GRAZIE ! GRAZIE ! - esclamò Harry. sembrava avesse vinto una guerra, i suoi occhi brillarono, appena la voce di Niall pronunciò la parola "gelateria".
Risi. Con Lui non si poteva fare altro se non ridere, ridere alla vita, al mondo, a tutte le persone che ti hanno giudicato una stupida illusa.
- Perchè ridi ? - chiese Harry alzando un sopracciglio in segno di incomprensione.
- No, no , niente ! - continuai a ridere.
Ridevo, ridevo come una cretina, ma non sapevo perchè.
- No, ma dai, ci sarà un motivo ! Dimmi ! -
- Quando ti guardo, boh, certe volte mi viene da ridere ! - avevo dolore allo stomaco, ridere troppo mi faceva questo effetto.
- E perchè ? -
- Boh, sei stupido ! -
- Ei, ei, ei , cosa ? -
- Ahahahah, si, sei un pochino stupido ! -
- Ma io.. - mi si fiondò addosso.
Iniziò a farmi il solletico sui fianchi, e io lo soffrivo più che mai. Ridevo a crepapelle, mentre Lui continuava a dire - Ritira ciò che hai detto ! -
Anche se avessi potuto non avrei comunque potuto farlo, le risate me lo avrebbero impedito. Anche Lui se la stava spassando, rideva, eccome se rideva. Rideva tutto il corpo. Gli occhi brillavano, gli occhi, gli occhi esprimevano tutta la felicità, tutta la gioia che in quel momento gli stava riempendo l'anima.
D'un tratto, in una frazione di secondo, me lo ritrovai addosso.
Era completamente disteso su di me. Petto contro petto. Il suo naso attaccato al mio. I suoi occhi fissavano i miei. Le nostre labbra erano separate da una piccolissima distanza. Il suo profumo mi inondò i polmoni, mentre il suo respiro si fondeva con il mio. Sentii brividi percorrermi tutto il corpo, il cuore batteva ad una velocità sovrumana. Tutto scomparve. Vi eravamo solo io e Lui, il suo cuore ed il mio.
Eravamo li, bloccati tra i respiri affannati, tra un emozione solitaria in meno, bloccati nel momento.

zam zam: sorry ma datemi una spiegazione perchè non recensite?????????? cos'è non vi piace la ff??? fatemelo sapere e cercherò di migliorare... vi prego fatevi vive siamo già a 5 capitoli con una sola recensione che vergogna mi sento una scritrici di poco merito :-(. giuro niente recensioni tolgo la storia vi prego non costano niente! grazie Angy

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ♥ ***


capitolo 6. ♥
Sentivo il suo respiro sulle mie labbra. come brezza marina sfiorava esse facendomi rabbrividire, creando delle leggere scosse che partivano dalla schiena fino alla nuca. Sentivo il cuore palpitare a ritmo della sua voce, palpitare, correre dietro emozioni, sensazioni, stati d'animo vari che non mi erano mai appartenuti.
vari sogni si erano spezzati prima che potessi raggiungerli ed afferrarli, adesso, però, pezzo per pezzo, momento per momento, stavo imparando a costruirne di nuovi.
Sogni nuovi che respiravano la mia stessa aria, che vivevano dello stesso ossigeno, che non avevano bisogno di essere afferrati ma che già vivevano accanto a me. tanto vicini da poter sentire la loro presenza, la loro anima, il loro profumo . Si sa, no ? il profumo dei sogni più vicini è indistinguibile. quel profumo di sogni cosi puro, cosi, cosi vero e unico.
Vedevo quelle carnose labbra avvicinarsi, sempre più vicine, fino a trovarle a pochi millimetri dalle mie. Sentivo il calore sprigionato da quelle labbra infuocare le mie, i battiti del mio cuore accelerare ad ogni suo respiro. Chiuse le palpebre, pronto a spezzare la distanza che ci divideva.
- Siamo arrivati , dai ! - ci informò a gran voce Niall.
in una frazione di secondo prima che, prima che, insomma, succedesse quello che sarebbe dovuto succedere mi fondai fuori dal portabagagli.
voltai lo sguardo. il viso di Harry era tra l'incredulità e , e lo stupore. non era abituato ad essere rifiutato ? beh, non ero abituata a baciare il primo che passa. il bacio, per me, aveva un certo valore. i baci sono le fondamenta di una relazione, una di quelle serie, una che ha per base onestà e amore.
poi, io, io non avevo mai, mai baciato nessuno fino a quel momento. il primo bacio, ancora di più, è importantissimo, se non si ama non si bacia. ecco ciò che pensavo.
- allora, - chiese Zayn - cosa prendete ? -
la sua voce era maledettamente sexy, il suo sorriso poteva fa sorridere chiunque. i suoi occhi , beh, quelli erano spettacolari.
- Non so.. - dissi.
- beh, guardate intorno. se trovate qualcosa venite qui che paghiamo ! offriamo noi ! - rispose sorridente.
- No no no, già state facendo troppo per noi, non c'è bisogno che.. - esclamò Gaia per poi essere interrotta da Zayn.
- Paghiamo noi, punto e basta ! - concluse Zayn, per poi andarsene.
io e la mia amica girovagammo per l'enorme gelateria, che, inoltre alla vastissima scelta di gusti di gelato, aveva di tutto e di più.
- non so che prendere ! - disse sconfortata Gaia .
voltai lo sguardo verso sinistra e trovai il mio "mondo". vi erano caramelle di tutti i tipi, alla fragola, alla liquirizia, ogni gusto. gli occhi brillarono al vedere di tanto ben di Dio. avevo ereditato questo "amore" per le caramelle da mio padre. lui, come me, non riusciva a resistere a quel gusto maledettamente dolce delle Haribo.
iniziai a squadrarle una busta alla volta, alla ricerca di quella che mi avrebbe colpito di più. andai per il classico: caramelle gommose alla fragola.
- sei sempre la solita, eh ! -
- non è colpa mia è che loro sono cosi, cosi... Tu che hai preso ? -
- una lattina di coca ! -
ci avviammo verso i ragazzi . mi sentivo un po' in imbarazzo a far pagare ciò che avevamo preso a loro, insomma, avevano già fatto troppo per noi .
- Sara, - sussurrò Liam - ma è successo qualcosa con Harry ? Guardalo - disse indicandolo - è strano ! -
il suo viso non era il solito, la sua espressione era.. diversa ! no, non poteva essere triste, forse un po' dispiaciuto, deluso o qualcosa di simile, ma non era triste.
mi dispiaceva. Insomma, mi sentivo la causa per cui Lui adesso non mostrava il suo solito sorriso mozzafiato.
la sua espressione era un colpo al cuore, una pugnalata in pieno petto, una lama trafitta violentemente contro quell'organo pulsante che in quel momento si sentiva il colpevole dell'assassinio di un suo sorriso.


zam zam: ma heylaaaa people sono contenta dai 9 recensioni in tutto grazie davvero grazie a tutte quelle che hanno recensito.
ora confido anche in questo capitolo mi racomando ciaoooo a tutteeeeeeeeee 
ANGY <3

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ♥ ***


Capitolo 7. ♥
- ehm, no.. non so cosa abbia ! - dissi cercando di non far trapelare niente dalla mia espressione. cercai di essere inespressiva, il più credibile possibile.
- nel portabagagli non è successo niente ? - chiese Liam per esserne sicuro.
- si, cioè, no.. io .. dobbiamo andare ! - presi la mia migliore amica per il polso e la trascinai fuori, dove Louis e Niall ci stavano aspettando per portarci al college .
Sentivo il petto squarciarsi, distrutto dal rimorso di aver mentito a Liam, ucciso dal dolore di aver fatto soffrire un ragazzo che merita tutto ma non di perdere un sorriso.
- avete preso tutto ? - chiese Niall appena solcammo la soglia della gelateria.
- io una coca , - esclamò Gaia - lei un pacchetto di Haribo alla fragola ! -
- non farle vedere a Harry, - disse Louis sorridendo rivolgendosi a me - le mangerebbe tutte ! -
Annuii ridendo. avevo letto di questo suo amore per le Haribo da qualche parte, ma non sapevo se fosse vero .
voltai lo sguardo in cerca dei suoi occhi tra il verde e il celeste, ma l'unica cosa che catturo la mia vista fu il viso spento di un ragazzo che, forse, mi piaceva. addirittura i suoi bei riccioli bruni sembravano tristi.
- dai, andiamo, sennò si fa tardi ! - disse Zayn fiondandosi nell'auto di Louis.
La stessa cosa feci io, stringendomi più possibile verso l'angolo del portabagagli.
probabilmente non avrei retto il suo sguardo. la tristezza che in quel momento sembrava inondargli gli occhi sarebbe pesata sulle mie spalle. mi avrebbe ucciso, distrutto, mi avrebbe decisamente fatto male.
Lo vidi di sottecchi entrare.
Sorrise, cercando di sotterrare la delusione che in quel momento gli scorreva nelle vene al posto del sangue.
ricambiai il sorriso.
Però, forse dovevo chiedergli scusa e dirgli che mi dispiaceva perchè in fondo lui mi piaceva. si, mi piaceva. vedevo in Lui il mio William. e se tra noi fosse nato qualcosa io sarei potuta essere la sua Kate, no ? Lui il mio principe e io la sua principessa. Lui il mio nord, il mio sud, il mio est, il mio ovest, io la sua stella Polare. Lui , insomma, sarebbe potuto essere il mio.. tutto.
- senti Harry io.. -
- Fa niente ! - disse Lui interrompendomi.
- no, ma io .. -
mi interruppe di nuovo. - senti Sara, ho capito , non ti piaccio ! -
- no è che .. -
- basta ! - disse alzando il viso fulminandomi con lo sguardo.
- Mi fai parlare ? - ribadii. mi stavo innervosendo, sentivo le vene del collo pulsare, pronte per esplodere.
- Non penso ce ne sia bisogno ! - disse tranquillo.
- io penso di si, invece ! - annunciai orgogliosa.
- beh, parla allora ! -
- Senti.. - presi un respiro profondo e poi continuai - non è che non mi piaci, anzi.. tu, dio se mi piaci ! non riuscirei a trovarti un difetto neanche se lo volessi. partendo dai tuoi capelli, ai tuoi occhi, al tuo naso, la tua bocca, le tue mani.. dio se sei bello ! Poi il tuo sorriso, beh, quello mi ricorda che gli angeli esistono. riesci ad abbagliare il mondo semplicemente tirando all'insù i lati della tua bocca. riesci a tirarmi fuori dal petto emozioni che non so neanche di avere dentro semplicemente facendo vibrare le corde vocali. Sorrido se tu sorridi, son felice se tu sei felice. -
- e allora perchè prima.. beh, insomma, mi hai scansato ? - chiese Harry confuso.
- è che.. ho paura ! tu sei famoso e pian piano avrai milioni di ragazze che ti vanno dietro. io invece sono la solita fan che farebbe qualsiasi cosa per te , per voi. poi.. insomma, non ritengo vero un bacio dato quando si conosce solo il nome di una persona ! -
- beh, abbiamo.. -
- due settimane e mezzo . - dissi .
- abbiamo due settimane e mezzo per conoscerci ! - concluse .
- grazie ragazzi , davvero ! - dissi sorridente .
- oh , di niente splendori ! beh, avete i nostri numeri, quando avete bisogno di qualcosa.. noi ci siamo ! - disse Zayn.
- grazie di nuovo ! ci si vede ! - esclamò Gaia.
salutai con la mano poi presi le valigie e insieme a Gaia mi avviai verso l'entrata del college. quell'edificio era enorme.
mi sentii prendere per un polso. mi voltai di scatto.
- ciao tesoro ! - Harry, mi diede un bacio sulla guancia e poi se ne andò.
andò via, ma non dal mio cuore. era ancora li, nel mio petto, che ballava la conga con le emozioni che era riuscito a tirarmi fuori.
 

zam zam : salveeee gente anche oggi sono riuscita a mettere il capitolo fatemi sapere che ne pensate!
vorrei inotre ringraziare tutte quello che leggono la ff quelle che la rensiscono ma in particolare tutte quelle che l'hanno inserite in seguite preferite ecc...
grazie davvero ecco qua tutte le mie "fans" vi voglio bene fatevi sentire anche quealche volta mi piacerebbe molto sapere quello che pensate!

seguita:
1 - ele29na
2 - fedee_missmalik
3 - Ilary Bell
Preferita:
Rita99 

grazie ancora un bacione Angy

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ♥ ***


Capitolo 8. ♥
Salimmo quattro scalini e poi ci ritrovammo di fronte un'enorme porta girevole . il vetro della porta era ornato da ghirigori di tutti i colori nei contorni, al centro, invece, c'era una sigla di cui non riuscivo a comprenderne il significato.
guardai Gaia, le sorrisi.
entrammo, ma come previsto mi schiantai contro il vetro . scoppiai a ridere , nonostante avessi un forte dolore alla fronte.
la mia amica scoppiò in una fragorosa risata. - ma allora sei imbecille forte, eh ! per fortuna tua non c'è nessuno e ti sei risparmiata la figura di merda ! - continuò a ridere, tanto da sentire male allo stomaco.
- vabbè, - dissi ancora dolorante - i vetri sono trasparenti, è normale che possono "ingannarti" ! - risposi innocente .
L'ingresso era spazioso ed elegante. da una parte c'era una specie di salottino con dei divani rossi, un tavolino di legno sul marroncino chiaro e le pareti erano ovunque piene di quadri .
Ci dirigemmo verso la direzione, dovevamo sapere come si sarebbero svolti i corsi e era necessario sapere, inoltre, il numero della camera dove avremmo alloggiato per ben due settimane e mezzo.
Attraversammo un corridoio ed a metà di questo, sulla sinistra, trovammo una porta sulla quale c'era scritto - direzione - .
Gaia bussò, una donna ci chiese cortesemente di aspettare. poco dopo venne ad aprirci.
era una donna sulla quarantina, abbastanza magra e aveva dei corti capelli biondi e ricci.
- buongiorno ! - dicemmo insieme io e la mia amica.
entrate ci trovammo dentro una stanza grande, ma non troppo. sulla destra vi era una libreria, di fronte ad esso, sulla parete opposta una sorta di armadio senza ante pieno di scatole, fogli.. c'era di tutto. al centro c'era una scrivania, probabilmente di quella signora che sicuramente era la preside. dietro la scrivania una finestra lasciava intravedere un giardino al centro del quale vi era un piccolo laghetto . tutt'intorno c'erano dei lampioni che creavano un non so che di romantico.
- allora ragazze, siete italiane vero ? - la signora parlava un inglese veloce ma più o meno si capiva.
risposi io . - si, veniamo dall’Italia! - sorrisi cordiale.
- bene, - disse - io sono la preside del college, sono la Signora Murray. - ci porse dei fogli - questi sono gli orari delle lezioni e queste le chiavi della stanza che condividerete con un'altra ragazza. siate puntuali , mi raccomando. le lezioni iniziano domani ! ora andate ! arrivederci ragazze ! -
- arrivederci signora preside ! - salutammo e ci dirigemmo verso la nostra camera.
- camera duecentosessantanove ! mmm, penso sia al secondo piano ! - dissi.
- spero solo ci sia l'ascensore . - disse Gaia intenta a portare le pesanti valigie.
ero ansiosa. ansiosa di vedere la nostra stanza, di scendere a fare una passeggiata nel giardino che si vedeva dalla finestra della stanza della preside. ero ansiosa di conoscere la nostra "coinquilina" . chissà se saremmo diventate amiche, chissà se gli sarei piaciuta, chissà, chissà se era italiana.
attraversammo i corridoi fino ad arrivare ad un ascensore. salimmo al secondo piano e cercammo la stanza. era l'ultima sulla destra.
- pronta ? - chiesi alla mia amica.
- non dobbiamo mica affrontare Gheddafi , eh ! è solo una camera ! - rispose cercando di fare la spiritosa .
- ah ah, simpatica ! - .
presi la chiave e la infilai nella serratura. la girai due volte verso destra e la porta si apri. davanti a noi ci trovammo un vero e proprio appartamento . all'entrata un salottino con un divano e due poltrone bianche, un tavolino, una libreria e una grande finestra . mi affacciai dalla finestra e notai che c'era una terrazza sulla quale c'erano tanti vasi di fiori.
Dopo il salottino notai una porta. Gaia era già entrata. Era una grande stanza e c'erano tre letti da una piazza e mezza con un comodino accanto ad ognuno, sulla destra c'erano tre armadi, accanto agli armadi una porta, probabilmente quella che portava al bagno.
Tornai sulla terrazza e mi sedetti su una sedia. Presi il cellulare e il bigliettino con i loro numeri.
- penso che tu abbia bisogno del mio numero . sempre che tu voglia rivedermi, eh !
Sara . –
schiacciai invio e inviai il messaggio a Harry. chissà se fra noi due sarebbe nato qualcosa. Insomma, a me lui piaceva, ma cosa realmente sapevo di lui ? Cosa sapevo per poter dire che mi piaceva davvero ?
Avevo bisogno di conoscerlo e di sapere ogni minima parte del suo essere. Volevo conoscerlo anche solo per poter capire qualcosa in più su uno dei miei idoli.
sentii il cellulare vibrare, probabilmente era Lui.
- più che del tuo numero, adesso, penso di aver bisogno del tuo sorriso.
Harry. –


zam zam: eccomi qua! scusate il ritardo, ma ho avuto dei problemini tutti risolti non preoccupatevi! 
ditemi quello che ne pensate di questo capitolo zao people ci si vede!
Angy

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ♥ ***


Capitolo 9. ♥
Allargai le labbra in un sorriso . Quel ragazzo era oro, era uno dei motivi per cui sorridevo . sentivo il cuore palpitare, sbattere violentemente nel petto, in preda a una voglia pazzesca di esplodere, come un fuoco d'artificio. In quel momento quel muscolo pulsante che avevo nel petto era come una miccia e tutta quella dolcezza l'avrebbe fatta esplodere, liberando particelle d'amore che si sarebbero impossessate del mio corpo , impossessate del mio essere, della mia anima, di me!
Quel ragazzo era magia, una magia per un cuore impazzito come il mio.
- sei sempre cosi, cosi tenero ?
Sara. -
 
schiacciai i tasto verde e inviai. Intanto, in camera, Gaia era concentrata nel sistemare le cose, o almeno ci provava. Aveva i vestiti in mano e cercava di sistemarli nel modo più ordinato possibile dentro il suo armadio .
io ci avrei pensato più tardi, o il giorno dopo .
- ma la "coinquilina" ? - chiese .
feci spallucce . - starà per arrivare ! - tornai, poi, in salotto.
sentii una chiave girare nella serratura . Una ragazza mora, non tanto alta, e magra entrò .
Era la coinquilina. Aveva la nostra età, era sorridente, un tipo semplice, insomma .
- salve ! - disse appena entrata. - io sono Carolina, sono italiana come te ! -
- ei, ciao ! piacere, io sono Sara ! - dissi dandole due baci sulla guancia. - di là ci sono i letti e gli armadi !
il mio è quello vicino alla finestra, vedi tu, con Gaia, dove dormire ! - continuai sorridente.
la sua espressione era incerta. - Gaia ? -
risi. - oh, si, è una mia amica ! -
- oh, ok, vado a sistemare le cose allora ! - detto questo se ne andò in camera .
Come prima impressione, beh, insomma, era simpatica .
il cellulare che avevo in tasca iniziò a vibrare . sorrisi spontaneamente. Quel ragazzo mi avrebbe reso felice anche se il mondo mi stesse crollando addosso.
- mm, vediamo. dipende, con te non posso fare altro se non che essere dolce.
Harry. -
"Harry, Harry, Harry". quel nome rimbombava nella mia testa, era diventata quasi una melodia, una melodia che stava tormentando il mio povero cuore.
velocemente risposi .
- ma se sai che esisto da poco più di due ore ?
Sara. -
senza rileggerlo lo inviai . già, già credevo di volergli bene . eppure, una stupida vocina girovagava dentro di me e mi diceva, mi urlava di non affezionarmi a Lui.
"ci soffriresti", mi diceva . Forse, forse avrei sofferto, perchè due, due settimane e mezzo e chissà quando lo avrei rivisto, sempre che lo avrei rivisto, eh . e se lo avessi rivisto lui si sarebbe ricordato di, di me ?
se gli fossi stata lontano ci avrei sofferto comunque, no ? non poter ridere delle sue stupidaggini, non poter toccare i suoi riccioli, non poter morire per un suo sorriso, non poter, non poter sentire il calore della sua pelle che sfiorava la mia. No no, non se ne parlava, tanto valeva rischiare e starci male dopo.
il cellulare vibrò, di nuovo.
- appunto, pensa l'effetto che mi fai !
Harry. -
sorrisi. Alla fine solo quello potevo fare. Sorrisi alla nuova vita che mi stava portando nuove e migliori emozioni. Sorrisi alla felicità che si stava intrufolando nel mio essere. Sorrisi, sorrisi alla faccia di quelli che mi avevano definito solo un'illusa.

Zam zam: ma ciao gente come vi butta??? ahahahh io bene dai, eccolo qua un nouvo e bellissimo capitolo (beh forse dovreste dirmelo voi se vi piace) spero di si.
come avrete letto ci sono delle NEWS:
il piccolo HAZZA che scrive cose sdolcinate e la nuova conquilina Carolina ahaaha fa anche rima.
ma detto questo evaporo vi lascio però la foto della nuova GIRL.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ♥ ***


Capitolo 10. ♥
Niente su questo pianeta succede per caso. c'è qualcuno, qualcuno di grande e onnipotente, qualcuno che da la forza di fare e di credere, qualcuno che ha dato vita all'amore e al bene, qualcuno che ha creato tutto. questo qualcuno scrive il destino di ognuno di noi, che sia buono o brutto quello dipende da noi . Quel qualcuno scrive il preambolo della nostra storia , poi sta a noi decidere che cosa fare della nostra vita, mandarla a puttane scegliendo le strade più semplici o lottare per ciò che si vuole ottenere , scegliendo la strada più difficile , quella con ostacoli da superare, piena di contraddizioni e dure condizioni . ma alla fine si vedono i risultati . Si ottiene sempre, o almeno la maggior parte delle volte, qualcosa, no ?
Io avevo lottato, avevo passato un bastardo inverno su quei bastardi libri per uscire dalla terza media e dagli esami con un voto che mi avesse permesso di ottenere ciò che volevo . E cosi, con un bel dieci con lode mi son ritrovata ad aver ottenuto più premi. Prima di tutto una grande, enorme soddisfazione personale. Per una volta, per la prima volta, direi, ho reso i miei fantastici genitori orgogliosi di me. E infine, beh, infine ho avuto l'occasione di realizzare il mio sogno . Mi son fatta un sedere grande come il Buckingham Palace per ottenere tanto, ma son stata ripagata, no ?
Sorrisi davanti a quell'ultimo messaggio e tornai in camera .
- ah, allora hai finito di parlare con il "riccio" ! - esclamò la mia migliore amica appena varcai la soglia della stanza .
- ah, ah . No, sono rientrata per vedere che facevate ! - dissi con fare superiore, sorridendo .
- uuuuh, chi è questo "riccio" ? è carino ? è inglese ? non voglio impicciarmi, ma adoro spettegolare, - disse Carolina ridendo buttandosi sul letto accanto al mio. - e poi da compagna di stanza ho diritto di sapere ! -
Già adoravo quella ragazza, era schietta e simpatica .
io e Gaia scoppiamo in una fragorosa risata . - ok, - dissi ancora ridendo. - con calma ! - anche Carolina scoppiò in una tenera risata .
- allora, si è inglese, e noi puoi neanche immaginare quanto cavolo è bello . il "riccio" è, è meraviglioso, i suoi occhi sono meravigliosi, la suo bocca, il suo sorriso è meraviglioso, i suoi ricci castani sono meravigliosi . - dissi sognante. Poi ci pensai bene. - forse lo conosci ! -
inarcò un sopracciglio e rise. - si, vabbè, mica è famoso che posso conoscerlo, eh ! -
io e la mia migliore amica ci guardammo. Carolina spalancò gli occhi . - oh mio dio, - disse quasi urlando. - hai rimorchiato un ragazzo inglese , per di più famoso, e solo il primo giorno di "vacanza-studio" ? sei una bomba ragazza ! - disse stupita .
Le risate invasero di nuovo la stanza. Ero piegata in due dalle risate, tanto che mi uscivano le lacrime dagli occhi . Quelle due settimane e mezzo li, in quella città, non sarebbero state niente male, ne ero sicura, sicurissima, direi.
Dopo dieci minuti buoni tornammo tutte "serie" . Ripresi la conversazione. - ma, allora, lo conosci ? -
Carolina scosse la testa .- dovrei vederlo in una foto ! -
Tirai fuori il cellulare e gli mostrai il famoso "riccio", Harry . sbiancò di botto . - tu.. Harry, Harry Styles, Londra, One Direction, insieme.. OH MIO DIO ! - urlò saltando sul letto .
Sorrisi vedendo il suo entusiasmo smisurato . - Ok, inspira, espira ! - le dissi con calma. - promettimi che non urli ! -
- prometto ! -
- promettimi che non salti come una pazza scatenata sui letti o da una parte all'altra della stanza! - prometto !
- allora, se voi volete, io posso chiamare Harry e chiedergli se magari , sta sera, possiamo uscire tutti insieme. che ne dite ? -
Vidi le mie amiche, sia Gaia che Carolina, coprirsi le mani con la bocca per evitare di urlare mentre annuivano.
- ok, allora io gli invio un messaggio ! - dissi timida. Annuirono di nuovo. Uscii dalla stanza per andare sul terrazzo e appena varcai la soglia della porta sentii un urlo mostruoso sollevarsi dalla stanza. Risi.
Ero agitata. Mi sedetti fuori e presi il cellulare. Prima di inviargli il messaggio aprii la cartella con le loro foto. Ancora non riusciva a entrarmi nel cervello che tutto quello era vero. Insomma, una ragazza, una stupida diciasettenne proveniente da un minuscolo e sperduto paese italiano che incontra i propri idoli e che sta per uscire con loro. Non sa tanto di, di sogno ?
Scacciai quei pensieri dalla mia mente e aprii la cartella dei messaggi . Ne approfittai anche per rispondere al suo messaggio precedente .
- mi meraviglia ancora tanta dolcezza in un diciannovenne , sai ?
comunque, stasera che ne dici se usciamo tutti insieme e andiamo a farci un giro ? magari potete farci conoscere un pochino questa splendida città !
Sara. -
inviai . Sorrisi, in attesa della sua risposta . il telefono vibrò .
- non dovrebbe meravigliarti , ricorda che stai parlando con Harry Styles ! ahahah !
comunque per me, per noi va bene . Ci vediamo alle nove all'entrata del college ! ciao bellezza !
Harry. -
un tenero sorriso si apri sul mio viso . Chiusi il messaggio e misi il telefono in tasca..
poggiai una mano sul petto. Sentivo il cuore battere, palpitare in modo decisamente esagerato. Batteva contro la cassa toracica che lo conteneva quasi volesse spaccarla.
- ei cuore, - dissi sottovoce. - vedi di non scapparmi subito, sennò sono fottuta ! –

zam zam; rieccomi scusate tanto il ritardo ma ultimamente non va molto bene ho avuto qualche disguido con persone che non avrei mai pensato, ma a parte questo sono felice oggi è il 23 luglio 2013. 3 anni di 1D ce non so se capite!!!!!
 poi dopo aver visto il video di BSE mi sono tirata su un po' il morale ahahha e bellissimo.
io mi sono convinta che non sono cambiati loro sono rimasti QUEI 5 CRETINI SULLE SCALE!!!!!
 quante concordano con me???
ah e lo so che ore sono tranquille so che sono 0.45 ma sono appena 12 ore che sono sveglia ahahah io ne approfitto quando sono in vacanza.
ok mi sto dileguando troppo ora evaporo ma prima vorrei (sempre se vi va) di passare da lei AlessiaBethsbea92 non riceve molte recensioni se volete passate grazie a tutti buona notte e  AUGURI AI NOSTRI IDOLI!!!!!!!!!!!!!
MAMMA MIA 3 ANNI PIANGOOOOOOOOOOO
ZAOOOOOOOOOOOOOOO  ANGY

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ♥ ***


Capitolo 11. ♥
L'amore .. che parolone ! Parolone che oscilla tra l'ignoto e l'inesistente.  Già, tante volte ho avuto dei dubbi sull'esistenza di questo sentimento.  Sarà stato per motivi personali,  quali una delusione amorosa, un litigio, vari momenti di tristezza, ma l'amore l'ho sempre collocato fra i sentimenti da "film". Si, è una cosa stupida, eppure mi è sempre sembrato una cosa troppo grande per poter essere sentito, provato in una situazione "normale" , senza telecamere o copioni scritti.
L'amore è ignoto, un po' come il paradiso e l'inferno : non lo si conosce fino a quando non ci si finisce dentro . Dentro a quel giro di baci rubati e sentimenti nascosti, tenere carezze e eccitanti situazioni, litigi e finali da favola, sguardi nascosti e sorrisi imbarazzati.
L'amore è inesistente e ignoto fino a quando non si entra a far parte di quel giro persistente di emozioni, brividi che ti attraversano il corpo e si, c'è anche la sofferenza.
L'amore è odio. L'odio è amore.
Sono tanto vicini questi due maledetti sentimenti che a volte si finisce per confondersi . Si trovano a uno scalino di distanza, legati dal più sottile dei nastri, sorretti da una brezza di emozioni varie.
Credo di avere la visione più confusionaria, più , più contorta di tutti su questo mondo dell'amore.
Ma, ma prova tu a definirlo . Io di certo continuerei solo a buttar fuori parole senza senso perché fino ad ora non ho mai amato. Amerò, e poi si, poi ti descriverò com'è che si vive amando.
- Carolina, capisco che tu sia agitata.. - dissi sospirando difronte alla porta del bagno. - ma qui ci sarebbe qualcuno che deve ancora vestirsi e fare tutto, quindi dovresti darti una mossa ! -
Gaia, già pronta da un pezzo dato che era stata la prima a prepararsi, era seduta  sul suo letto a massaggiare con non so chi .
- Sara, di a quel "qualcuno" che dovrà aspettare ! -
Scossi la testa. - Quel "qualcuno" potrebbe sfondare la porta a calci se non ti muovi ! -
- Non lo farebbe mai ! - disse ridendo .
- Ma potrebbe comunque annullare l'appuntamento ! - dissi cercando di sembrare il più seria possibile .
Non rispose. Due minuti dopo la vidi uscire finalmente dal bagno .
- Quel "qualcuno" è un bastardo ! - disse facendomi una linguaccia .
Risi. Mi avvicinai e le schioccai un bacio sula guancia . - ti voglio già bene ! - le dissi quasi sussurrandolo per poi chiudermi la porta alle spalle .
Mi guardai allo specchio e sorrisi. Ero felice, finalmente felice. La vacanza-studio aveva preso la piega giusta e stava per essere affrontata con le persone giuste.
Pensai a Carolina.
Solo un'oretta che la conoscevo e sentivo di volerle già un gran bene. Sarà che amavo il suo carattere, il suo sorriso sincero e puro, la sua sincerità, il suo essere sempre se stessa... le volevo bene, punto !
Ne ero sicura, tra di noi sarebbe nata una bella, fantastica direi, ma soprattutto vera amicizia. Doveva per forza essere cosi, non poteva succedere altrimenti.
Un filo di matita e via. Presi telefono e qualche soldo, poi, insieme alle mie amiche mi avviai verso l'entrata del college .
Ero agitata, si, tanto. Le mani fremevano, la gamba destra non ne voleva sapere di stare ferma e il cuore, beh, quello era totalmente partito.
{ Harry }
- Zayn, devi darti una mossa ! E' tardi ! - urlai in preda ad una crisi di.. di panico, forse.
Dietro di me sentii Louis e Niall ridere .
Liam soffocò la risata per parlare. - Harry non eri cosi agitato neanche ai primi provini di X Factor o nelle dirette ! - mi prese per le spalle e iniziò a scuotermi . - Devi calmarti ! - esclamò quasi urlando.
Le risate invasero la stanza . - Non sei divertente ! - dissi facendogli una linguaccia . - ZAYN ! - urlai di nuovo, ancora più forte di prima .
Lo vidi scendere le scale mentre gli altri, dietro di me, ridevano a crepapelle .
- Eccomi, eccomi ! - disse sbuffando . - andiamo, su ! -
Mi alzai e avanzai verso l'uscita .
Sentivo le mani fremere e il cuore battere alla velocità della luce. Quella ragazza, Sara, mi aveva decisamente sconvolto. Non ero mai stato cosi, cosi follemente agitato .
- Styles, - disse Niall mentre entravamo in macchina . Voltai lo sguardo verso di lui chiudendo lo sportello . - sei decisamente COTTO ! - esclamò sottolineando l'ultima parola.
- non è vero ! - bofonchiai rosso d'imbarazzo.
un "Nooo !" ironico generale si alzò da parte dei miei amici... bastardi amici, direi!
Lasciai stare e tornai a guardare la strada che mi avrebbe portato da Lei.
No, non ero cotto, ma ero vicino al punto di esserlo. Mi piaceva ogni minima cosa di quella ragazza, dal suo sorriso al suo modo di gesticolare, dai suoi occhi al suo imbarazzarsi continuo . Dovevo solo conoscerla per davvero e allora si che sarei stato cotto, anzi, decisamente "bruciato" di lei .

zam zam: hey tatine sono tornata un po' in ritardo lo so ma ultimamente ho la testa da un'altra parte scusate!!!! ho scritto anche il 12 una rittoccatina ed è pronto forse per domani riesco a postarvelo lo spero...
scusate ancora e ringrazio tutte ma proprio tutte quelle che hanno recensito grazie davvero
bacioni Angy

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. ♥ ***


Capitolo 12. ♥
Quando si parla d'amore si finisce sempre per raccontare emozioni . 'Emozioni', gira tutto attorno a queste 'emozioni'.
L'amore, questo strano sentimento, è pura emozione. La felicità che ti ritrovi a provare, la tristezza che ogni tanto ti invade, la malinconia, la depressione, 'emozioni' che possono colorarti la giornata o macchiartela di dolore.
Il 'riccio', fino a quel momento, non aveva fatto altro che macchiarmi delle sue emozioni. Emozioni che mi trasmette quando fa vibrare le sue corde vocali, emozioni che suscita in me quando sorride, quando è triste.. emozioni che mi trasmette inconsapevolmente, perché lui, lui non sa, non se lo immagina neanche l'effetto che mi fa.
Londra, quella sera, era illuminata dal bagliore delle milioni di stelle . Una Londra caotica, una Londra per chi ha voglia di vivere, una Londra per chi ha bisogno di star bene .
I ragazzi ci avevano raggiunto da poco e dio, la visione di Harry per poco non m'ha fatto perdere i sensi : i riccioli bruni scossi dal vento, il sorriso che faceva invidia al bagliore delle stelle . Era bello si, forse anche troppo . Chissà, magari in qualche paese tanta bellezza era addirittura illegale .
Presentammo Carolina ai ragazzi e poi ci avviammo per un giro turistico di quella meravigliosa città .
- allora, - cominciò Liam. - cosa volete vedere ? -
- tutto, ogni cosa di questa città ! - esclamai eccitatissima .
Adoravo quella città, era follemente innamorata di tutte quelle luci, degli autobus rossi, del caos... Londra, amavo Londra .
Una leggera risata si alzò dai ragazzi . - Magari facciamo che la visitiamo un po' alla volta ! - disse Louis .
- Si, Sara, - continuò poi Gaia. - anche perchè dobbiamo stare al college per mezzanotte, sennò rimaniamo fuori ! -
- Ah. - dissi annuendo e abbassandola testa mentre gli altri andavano avanti .
Due braccia mi avvolsero da dietro . Un piacevole calore invase il mio corpo, mentre il cuore aumentava i battiti e i brividi iniziavano a farsi strada sulla schiena .
Allargai le labbra in un sincero sorriso .
- Ehi ! - esclamò il 'riccio' stampandomi, poi, un tenero bacio sulla guancia. Avvampai di colpo. Le guance iniziarono a prendere colore mentre sentivo le ginocchia molli .
- Ehi . - sussurrai io ancora imbarazzata.
Odiavo imbarazzarmi. insomma, era così... imbarazzante ! Odiavo arrossire fino a diventare rossa , rossa come il fuoco.
Sciolse l'abbraccio prendendomi per mano per poi seguire gli altri che erano qualche passo avanti a noi .
Un uragano di emozioni si avventò contro il mio povero cuore . Sempre di 'emozioni' si parla, forse , forse la vita è 'emozione' . Magari, magari si vive solo per poter provare questo stupendo miscuglio di sensazioni varie .
Lo guardai di sottecchi e sorrisi spontaneamente notando le fossette che si erano formate sulle sue guance dato che stava sorridendo.
- Perché sorridi ? - mi chiese rivolgendomi un tenero sguardo Alzai le spalle per poi abbassare la testa imbarazzata, di nuovo . - Così ! -
Annuì, continuando a sfoggiare il suo meraviglioso sorriso .
Camminavamo e, probabilmente agli occhi dei passanti potevamo benissimo sembrare una coppietta felice . 'coppietta felice', già . Posai lo sguardo sulle nostre mani intrecciate. Combaciavano perfettamente, un po' come i pezzi di un puzzle. Forse, forse poteva benissimo essere lui il pezzo mancante del puzzle della mia vita, no ?
- Sai, è strano . - se ne uscì così a un certo punto .
Inclinai la testa di lato immergendomi nel suo sguardo, nei suoi occhi tra il verde e l'azzurro. - Cosa.. è strano ? -
- Il fatto che appena ci abbiate incontrato tu e Gaia non abbiate urlato come delle pazze isteriche . certo eravate imbarazzatissime e si notava anche parecchio. Soprattutto tu, poi, che era rossa come un pomodoro ! - la sua risata ovattò i suoni circostanti .
Alzai un sopracciglio dandogli poi uno spintone . - Ah ah ah ! Grazie, eh ! - Incrociai le braccia al petto mettendo il broncio.
Cercò di prendermi la mano per intrecciarla alla sua ma io aumentai il passo e non glielo permisi.
Mi prese per i fianchi costringendomi a girarmi verso di lui. Eravamo petto contro petto, il suo respiro si mescolava con il mio mentre i suoi occhi brillavano di luce propria .
- Che fai , ti sei arrabbiata ? - chiese sorridente .
annuii ancora imbronciata.
Mi strinse di più a se e il calore del suo corpo si impossessò di me . Mi persi nel suo sguardo . Giuro che se non avessi avuto un briciolo di cervello , probabilmente, in quel momento, lo avrei baciato, si !
Si avvicinò di più, portando le sue labbra a pochi centimetri dalle mie. Fece per baciarmi ma io girai la testa e le sue labbra finirono sulla mia guancia .
Tornai a guardarlo e gli sorrisi. Presi la sua mano e la intrecciai alla mia . Mi rivolse un sorriso e poi, insieme, aumentammo il passo per raggiungere gli altri .
Il resto della serata passò così, tra sorrisi e risate, sguardi e battiti accelerati, brividi e.. e 'emozioni' .


zam zam: ma salve sono riuscita a postarlo come promesso ieri nonostante oggi sia stata una giornata super impegnativa e come Sara piena di batti cuori e sentimenti bellissimi!!!!
oggi io e il mio boyfriend abbiamo fatto 3 anni insieme mamma mia non ci posso credere che vecchi che siamo mi ha  detto mio fratello ahaha il solito.
sono felice perchè anche se abbiamo avuto delle discussioni e credevo di perderlo ora si è tutto chiarito e abbiamo passato un giorno bellissimo.
ma torniamo al capitolo che ne pensate???? sono o non sono dolci insieme Sara e Harry????
infine vi ringrazio per le recensioni lasciate allo scorsa capitolo vi amo davvero siete fantastiche!!!!
a presto Angy

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. ♥ ***


Capitolo 13. ♥
"Nuova fiamma per un componente degli One Direction. Harry Styles , ieri sera, è stato fotografo davanti al Buckingham Palace mentre si scambiava qualche effusione con una bruna . Non c'è stato nessun bacio, ma i due sembravano mangiarsi con gli occhi . Gli altri quattro quinti della band erano poco più avanti con altre due ragazze . Si presume che le tre ragazze siano a Londra per studiare dato che i componenti della band sono stati tanto gentili da riportarli ad uno dei più famosi college londinesi . Solo lì siamo riusciti a scattare delle foto alle ragazze di cui ancora non si sa né nome né provenienza . Adesso ci poniamo delle domande, però . Che Harry si sia fidanzato ? E gli altri ? anche loro hanno trovato le loro 'compagne' ? Continuate a seguirci per essere sempre informati ."
- "Scambiarsi effusioni con una bruna" . Ma vaffanculo ! ma io dico, boh, ma lasciateli in pace, no ?! Oh, ma come siamo carini in questa foto ! - esclamai con aria sognante. - ma poi, effusioni ? effusioni di che cosa ? e 'compagne' ? ma, in che epoca siamo ? non che mi dispiacerebbe, - continuai pensandoci bene - ma che cazzo gli interessa a questi se loro si fidanzano ! boh, questi sono matti ! - annunciai per poi buttarmi a peso morto sul letto con il giornale sul petto .
Gaia e Carolina trattenevano una risata dati i miei sbalzi d'umore .
- Che  ridete voi due ? - Le risate ancora più forti ovattarono i suoni circostanti .
- Dai muoviti che abbiamo lezione ! - esclamò Carolina cercando di soffocare le risate .
Sbuffai prendendo la borsa e infilandovi quel giornalino pieno di gossip per poi avviarmi con le mie amiche a lezione . Solo ieri sera eravamo usciti e già alle dieci del mattino i giornali spettegolavano su di 'noi' . circa tre pagine piene di foto raffiguravano me e le mie amiche insieme ai ragazzi. I ragazzi , già . Io, io non capisco come riescano a sopportare tutto questo . Loro come tutte le celebrità . Non avere una privacy , essere costantemente seguiti da decine di paparazzi affamati di gossip . E' la piaga dell'essere famosi , questa .
- Tre ore di inglese in una sola mattinata mi hanno completamente ucciso ! - esclamò Gaia esausta scandendo bene l'ultima parola . Carolina annuì essendo d'accordo con lei.
Scossi la testa . - Mi credete se dico che non ho seguito una parola di quello che quella professoressa ha detto ?! Avevo e ho una fame assurda , sono più nervosa di una donna incinta e ho sonno ! -
Le ragazze soffocarono una risata . – Calma, facciamo che andiamo a mangiarci una pizza ? - propose Carolina .
Annuii . - si può fare ! - dissi sorridendo .
Tornammo in camera per lasciare i vari libri e , dopo esserci sistemate , ci dirigemmo verso l'uscita del college . Attraversammo la porta trasparente girevole e ci avviamo verso la pizzeria più vicina .
Le ragazze scherzavano tra loro mentre io ero stranamente silenziosa . La Londra caotica della sera precedente sembrava essere scomparsa, ora era tutto più calmo, meno frenetico .
Mi sentivo osservata. Sentivo la pelle bruciarmi come se qualcuno mi stesse inerendo con lo sguardo . Voltai lo sguardo dietro di me ma non c'era nessuno . Sbuffai rumorosamente, quella situazione mi rendeva ancora più nervosa .
Un fruscio mi fece voltare verso un parco che si trovava sulla nostra sinistra . Una stupidissima e bastardissima macchinetta fotografica sbucava da dietro un cespuglio .
Una scarica di adrenalina mi attraverso la schieno fino a raggiungere la nuca. Ero pronta ad andargli davanti e dirgli le peggiori parole, farlo sentire in colpa e magari mandarlo a quel paese . Poi i sensi di colpa sarebbero venuti a me, però ! Infondo quello era il suo lavoro. Un lavoro del cazzo, certo, ma era pur sempre con quello che andava avanti e che mandava avanti la sua famiglia . Scossi la testa .
- che c'è ? - chiese Gaia guardandomi .
- C'è un paparazzo . - dissi indicando con un gesto della testa il cespuglio dove era nascosto .
- ma come hanno fatto .. ? - sussurrò Carolina senza concludere la frase .
- hai letto quel giornale, no ?! - rispose Gaia agitata . - io mi incazzo, - continuò - mi incazzo per davvero ! -
Le diedi una pacca sulla spalla . Tirai fuori, almeno quella volta, il poco buon senso che giaceva in me . - Lascia stare, fa finta che non ci sia . Piuttosto sorridi e non fare facce strane, ti ricordo che finiremo su un giornale ! - dissi sorridendole.
Mi guardò alzando un sopracciglio . - Pensavo che stessi per fare un discorso serio.. invece alla fine hai mandato tutto a puttane. sei una stupida ! -
Alzai le spalle . - son pensieri ! -
- Io non mangerò mai più una pizza a Londra ! - esclamai scaraventando la borsa a terra e fiondandomi sul letto .
Certo , sarà che ero abituata all'ottima pizza italiana, ma quella che avevamo mangiato non faceva schifo, di più, non sapevo nemmeno se potesse essere definita 'pizza' .
- non era male ! - affermò Carolina sedendosi su una sedia .
Io e Gaia la congelammo con lo sguardo . - Abbiamo aspettato un'ora per tre cazzo di pizze , tre pizze che oltretutto facevano anche schifo, e tu dici che non erano male ?! tu stai fuori ragazza ! - le quasi urlò addosso .
Carolina le sorrise e le diede un buffetto sulla guancia . - ti sei sfogata abbastanza ? -
Annuì e si buttò sul letto . Mi lasciai scappare una leggera risata, quelle due erano mitiche , un po' stupide, a volte logorroiche, ma mitiche .
Sorrisi e mi immersi nei miei pensieri . Mi capitava spesso, cadere in uno stato di trans e uscire fuori dal mondo. Non esisteva più niente se non io e i miei pensieri . Harry, in quel momento, spadroneggiava nella mia testa . Il suo profumo mi inebriò i polmoni come se fosse davvero accanto a me, sentii il suo respiro sulla pelle, i suoi ricci canditi sfiorarmi il viso, le sue braccia avvolgermi . Erano sensazioni troppo vere per essere un sogno, troppo vere per poter far parte solo dei miei stupidi pensieri .
Mi alzai di botto, aprendo di scatto gli occhi . I visi dei cinque ragazzi mi apparvero davanti mentre tutti mi scrutavano curiosi, comprese le mie amiche sedute sul letto accanto al mio .
- da quanto tempo è che siete qui ? - chiesi confusa .
- oh, ma ciao anche a te ! si, anche noi siamo felici di vederti . - rispose Louis ironico . poi continuò . - comunque da circa un quarto d'ora ! -
- e come siete entrati ? cioè, come facevate a sapere la camera dove eravamo noi ? - chiesi aggrottando le sopracciglia .
Gaia rispose al posto loro . - cioè, vuoi dirmi che non hai sentito che il tuo telefono suonava ? - chiese sconvolta .
Scossi la testa alzando le spalle .
- Ah, bene ! - rispose Zayn scatenando l'ilarità generale .
Mi alzai stiracchiandomi e mi avvicinai ad Harry mentre gli altri parlavano fra di loro.
Gli stampai un bacio sulla guancia come saluto e gli sorrisi . - non prendermi per psicopatica o maniaca o qualsiasi altra cosa, ma per caso tu prima mi hai abbracciato ? - gli domandai ancora un po' confusa .
Gli scappò una risatina e poi annuì . - Si , ti ho abbracciato ! E tu, a che pensavi ? -
Avvampai violentemente . Sentivo le guance andarmi a fuoco mentre il battito cardiaco accelerava . - Chi ? Io ? oh, a niente , tranquillo ! -
Sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi e mi strinse di nuovo tra le sue braccia . mi accoccolai sul suo petto , respirando a pieni polmoni il suo profumo . - almeno ora sei più 'cosciente' ! - disse lui soffocando una risata .
Lo strinsi più forte, tanto da poterlo soffocare . - mi stai soffocando ! - esclamò lui .
- appunto , stupido ! - risposi io dandogli una pacca dietro la nuca .
ci staccammo e io mi fiondai di nuovo sul letto . Era comodo, comodo per davvero e mi piaceva starci sopra
Richiamai l'attenzione di tutti chiamandoli uno per uno .
- Ci dica pure signorina ! - esclamò Liam cercando di essere serio .
Risi. - non è che voi potreste darci una mano a studiare ? cioè, siamo qui per una vacanza - studio, quindi dobbiamo studiare . Dato che dobbiamo studiare inglese e voi siete inglesi, vi sarei immensamente grata se ci aiutaste ! -
- Ok, io sono irlandese, me ne posso andare ! - disse Niall facendo l'indifferente .
Lo guardammo tutti storto. - ma posso comunque rimanere ad aiutarvi un po', tanto non ho niente da fare ! - continuò, poi, correggendosi .
- Bene, - esclamò Carolina - immergiamoci nello studio ! -
Ridemmo per una buona manciata di minuti e poi ci fiondammo, 'finalmente', sui libri .
Non c'è neanche il bisogno di dire che non studiammo per niente . Ogni cosa in quella camera risultava una distrazione. Il 'riccio', poi, risultò essere la mia distrazione preferita.

zam zam: hey bella gente sono tornata!!!!!!! come va??? eccolo il capitolo che ne pensate???
io adoro la parte in cui Sara si sveglia e si ritrova i ragazzi davanti ahahha (esperienza capitata alla sottoscritta in campeggio con i miei amici che figura)
ma cqm Sara e Harry...
ahahha non so non anticipo niente ma dico solo di non farvi troppe illusioni.
evaporo parlo sempre troppo alla prossima belle pimpe!!!
Angy

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. ♥ ***


Capitolo 14. ♥
{ Harry }
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima . Perchè, perchè lei era l'unica eccezione ? Perchè, perchè per quanto riguardava lei questa cosa non era assolutamente vera ? Non riuscivo ad intrufolarmi nel suo sguardo, dentro quegli occhi color cioccolato , un cioccolato troppo denso , forse .
Mi bruciava, mi bruciava in modo folle, quasi epocale il fatto che io non potessi leggere il suo sguardo, che io non potessi leggere dentro di lei, che io non potessi scoprire niente di quella ragazza che mi aveva rubato il cuore . Mi bruciava , mi dava fastidio il fatto che io non potessi sapere cosa pensava semplicemente affondando il mio sguardo nei suoi occhi . Come stava ? Dovevo chiederglielo . Non potevo guardarla e consolarla, no, perchè i suoi occhi erano illeggibili.
Ma mi piaceva, in un certo senso, che lei fosse così 'misteriosa', che si nascondesse dietro quel cioccolato denso dei suoi occhi .
Ero innamorato di lei ? Forse. No, ancora no. Ma mi piaceva, mi piaceva per davvero . Mi piaceva ogni centimetro, ogni millimetro del suo corpo, ogni piccolo dettaglio di lei e del suo carattere . Erano le due del pomeriggio ed era solo dalla sera prima, quando ero andato al college, che non la vedevo . Mi mancava, mi mancava come l'aria che respiravo, come il sangue che mi scorreva nelle vene.
Avevo una fottuta paura di innamorarmi di lei . Due dannatissime settimane e mezzo e lei se ne sarebbe tornata in Italia , due settimane e mezzo e non l’avrei più rivista né sentita . E se mi fossi innamorato di lei ? Ci sarei stato male, di sicuro, ma male per davvero . Tanto male da poter finire come un depresso, un depresso che finisce per scrivere canzoni depresse per il resto della sua vita , un depresso che non avrebbe mai più avuto il coraggio di amare, nessuno . Ma poi chissà cos'era l'amore .
Scossi la testa . ' Meglio non rischiare ' . No, mi sarei dovuto dimenticare di lei, assolutamente, anche nel modo più drastico . Sospirai . Ci sarei stato male all'inizio, sicuro, e probabilmente avrei fatto male anche a lei . Questa era la cosa che, probabilmente , mi tratteneva dal dimenticarmi di lei. Lei, lei che ci sarebbe stata male, che avrebbe sofferto nonostante non se lo meritasse , che avrebbe pianto per me, solo per colpa mia . ' Bastardo ', pensai . Ma il fatto che io tenessi a lei tanto, forse anche troppo, mi spingeva a dimenticarmi di lei . Insomma, dopo quelle due settimane e mezzo ci sarebbe stata male anche lei , quindi .. era la cosa più giusta, per entrambe .
- Ei, ciao Ashley ! - chiamai la mia ex. Era un ottimo modo per dimenticare quello di frequentarsi con qualcun'altro . Ashley era la tipica barbie, perfetta, bellissima in ogni particolare, ma non era Sara . ' Certo, è proprio così che devi dimenticarti di lei, Harry ! ' . Scossi la testa scacciando via quei pensieri .
- Oh mio Dio , tesoro ! - la sua voce stridula mi arrivò ai timpani pronta per distruggerli . Sforzai un sorriso . - come mai mi hai chiamata ? -
Alzai le spalle . - Vorrei , non so, che tornassimo a frequentarci , cioè .. - non riuscii a concludere la frase che un urlo partì dall'altra parte del telefono . Scostai l'iphone dall'orecchio, tanto per salvare l'udito .
- Oh, tesoro, certo che si. Quindi siamo fidanzati di nuovo ? Oh, che bello. Oggi pomeriggio usciamo ? -
Ci eravamo fidanzati e io non me ne ero neanche accorto . - Va bene, ti passo a prendere io alle quattro e mezza . -
- Certo tesoro ! a dopo allora ! - gracchiò Ashley per poi attaccare .
Sbuffai nervoso . Cominciavamo bene , insomma . Mi fiondai letteralmente sul divano del salotto immergendomi nei miei pensieri . Sara non era così, Sara mi avrebbe fatto sorridere per davvero, Sara mi avrebbe reso felice, Sara mi avrebbe fatto perdere qualche battito. Sara, Sara, Sara .. dovevo dimenticarla !
{ Sara }
- Usciamo oggi ? - chiesi staccando gli occhi sul computer .
- Non dobbiamo studiare oggi ? - chiese Gaia sedendosi sulle mie gambe .
- comoda ? - le chiesi. Lei annuì sorridendo. - comunque sì, in teoria dovremmo studiare , ma a me non mi va, quindi non ho intenzione di farlo ! - esclamai alzando le spalle .
Carolina uscì dal bagno e si stese sul tappetto prendendo una rivista. Alzò , poi, gli occhio verso di noi. - Chiedilo anche ai ragazzi, però ! -
Alzai un sopracciglio, feci in modo di togliermi Gaia sulle gambe e mi avvicinai a Carolina . - Chi è che ti interessa ? - Avvampò improvvisamente . Le guance le diventarono di un rosso fuoco, sembrava scottassero come lava ardente e lei non riusciva a reggere il mio sguardo .
Sorrisi spontaneamente . - Dai, diccelo, non lo diciamo a nessuno ! - esclamai accarezzandole il viso .
- Zayn ! - sussurrò con la testa bassa .
- Booooom, Malik ha fatto colpo ! Bella scelta Carolina, già, proprio bella scelta ! - esclamò Gaia abbracciandola da dietro. Risi contagiando anche le ragazze. Stavo bene con loro, mi sentivo a mio agio, ero accettata per quello che ero . Si, gli volevo bene .
Mi alzai accarezzando la testa ad entrambe ed andai sul terrazzo portando con me il telefono . Mi sdraiai su una delle sdraio e sospirai . Guardai l'orologio, erano le due passate, di sicuro in quel momento non erano occupati .
- Ciao 'riccio' . Avete da fare oggi ? Noi ragazze volevamo uscire e, non so, vi va di stare con noi ?
Sara . -
Rilessi il messaggio un paio di volte e schiacciai , poi, il tasto verde . Harry . ero innamorata di lui ? No, ancora no. O almeno credevo . Ma c'era qualcosa che mi spingeva a pensare costantemente a lui , qualcosa che lo rendeva dannatamente importante per me. C'era qualcosa che faceva in modo che lui si trovasse al centro dei pensieri miei . Era amore ? No, ma un affetto fin troppo grande per essere catalogato .
Pochi minuti e il cellulare vibrò .
- No, io non posso uscire, chiedilo agli altri .
Harry . –
Era Harry quello che aveva risposto ? Era, davvero, il mio 'riccio' quello ? Sentii il sangue gelarsi nelle vene, il cuore perdere qualche battito e una lacrima solitaria scendere su una guancia tagliente come una lama .
Corsi dentro . Lanciai il telefono sul letto e mi fiondai addosso a Gaia stringendola tra le mie braccia . Mi accarezzò la schiena cercando di rassicurarmi anche se non sapeva ciò che era successo . - Ei, tesoro, che cos'è successo ? -
Soffocai un singhiozzo e le indicai con la testa il cellulare . Mi lasciò un bacio sulla testa e prese in mano l'oggetto da me indicato . Avevo gli occhi offuscati dalle lacrime che riuscivo, per fortuna, a trattenere, ma riuscii comunque a vedere la mia amica spalancare gli occhi , scuotere la testa e poi, insieme a Carolina, correre verso di me e stringermi fra loro braccia . Le lacrime iniziarono a scendere copiosamente sulle mie guance bollenti come la lava . Mi svestii di ogni sentimento, di ogni emozioni, di tutta la tristezza e la rabbia che in pochi minuti si era accumulata dentro al mio povero cuore . Buttai fuori ogni insicurezza, sputai via tutto il dolore che sentivo opprimere la mia anima .

zam zam: eccomi raga!!!!!!! allora che mi dite del capitolo???? sono o non so una carogna ahahah, che combina il nostro Hazza??? 
io vi avevo avvisate di non farvi illusini nello scorso capitolo o sbaglio il prossimo vi metto una foto di Ashley... ora sono di fretta scusate a presto Angy!!!
P.S: spero che non mi odiate per quello che ho scritto hihihhi!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15. ♥ ***


Capitolo 15. ♥
'Dimenticati di lui, dimenticati di colui che ti ha fatto battere il cuore per la prima volta. Dimenticati del suo sorriso, dimenticati di quegli occhi che ami . Dimenticati di lui che in tre giorni ti ha strappato lacrime e sorrisi, emozioni e risentimenti . Dimenticatelo, dimenticati di lui, adesso !'.
La mia coscienza parlava, era da più o meno cinque minuti che quelle parole si ripetevano nella mia testa, tra i miei pensieri . Non ci sarei mai riuscita, sarebbe stato impossibile dimenticarmi di colui che mi aveva fatto stare bene, bene per davvero . Non ci avrei neanche provato, sarebbe stato uno sforzo invano, inutile . Lui era diventato parte di me, cancellarlo dalla mia vita sarebbe stato come privarmi della mia linfa vitale .
Sospirai scuotendo la testa . Non l'avrei dimenticato, no, avrei solamente cercato di non soffrire, di mascherare la tristezza e la delusione con un sorriso, il migliore dei sorrisi .
- Dov'è che ci dobbiamo incontrare ? - chiese Gaia sorridendomi dolcemente .
Lei mi voleva bene . Ci conoscevamo da più o meno quattordici anni . Avevamo entrambe tre anni quando ci siamo incontrate la prima volta, in piscina, per la nostra prima lezione di nuoto . All'inizio eravamo 'conoscenti', poi alle scuole medie è cambiato tutto . Ho iniziato a volergli bene, bene per davvero , a considerarla come mia sorella, parte della mia adolescenza . Lei sapeva tutto , ogni minima cosa di me, ogni mio problema, ogni mio difetto, ogni mio pregio, così come io conoscevo tutto, ogni particolare di lei.
Lei mi aveva costretto ad uscire, così come mi aveva costretto a chiamare gli altri quattro ragazzi per chiedergli di stare con noi . 'Devi distrarti' , così aveva detto . Uscire, con i quattro quinti del gruppo di cui faceva parte anche lui , il 'riccio' , non credo potesse distrarmi .
- Ho parlato con Niall e mi ha detto che ci dobbiamo incontrare davanti al Big Ben . Guarda, - dissi indicandoglielo con il dito . - siamo vicine ! -
Era enorme , era molto più 'big' di quanto pensassi . Ci avevamo messo tanto, forse troppo tempo per arrivarci . Ci eravamo perse due volte, ma , alla fine, siamo riuscite ad arrivare . Li vidi, belli come non mai, belli si, ma non come lui . 'Non devo pensarci' dissi tra me e me .
Mascherai il dolore con un sorriso e insieme alle altre due corsi incontro ai ragazzi abbracciandoli uno per uno . L'ultimo che abbracciai fu Louis .
Rise stringendomi tra le sue braccia .- Cos'è tutto quest'affetto , oggi ? -
Alzai le spalle sorridendogli e sciogliendo l'abbraccio . - Sentivo una carenza d'affetto ! -
Annuì, mostrandomi di aver capito . Ci incamminammo per le strade della Londra stranamente illuminata da un forte sole, quel giorno . Ci soffermammo davanti alle vetrine di qualche negozio, in alcuni comprai anche qualcosa . Scherzavamo , ridevamo .. o almeno io, io provavo a 'scherzare e ridere' . Ogni sorriso era falso, ogni fottutissima risata era falsa . Io, i miei sentimenti era andati a puttane, così come il mio cuore . E pure, non capivo. La confusione dominava il mio cervello . Insomma, fino alla sera prima ci provava con me e adesso ? E adesso mi aveva gettata nella spazzatura ! Ero stata solo una ruota di scorta ? O mi stavo facendo castelli inutili ? Sospirai pesantemente .
Sentii Louis avvolgermi le spalle con un braccio . - Sara ? Tutto bene ? -
Annuii poco convinta . Bene ? Pff, mentire, continuavo a mentire mentre sentivo il cuore sbriciolarsi secondo dopo secondo .
Scosse la testa . - Ei, puoi dirmelo ! Io, c'è, ti conosco da tre giorni , ma quando una persona non sta bene, insomma, lo capisco ! E ti giuro, io ti voglio bene , ok? e mi dispiace vederti così . -
Mi girai di scatto e lo abbracciai . Restammo così per poco più di un minuto , mi staccai quando mi accorsi che le lacrime avevano iniziato a scendere lentamente sulle mie guance . Le asciugai prima che arrivassero al mento, tirai su con il naso cercando, poi, di bloccare quelle gocce d'acqua che erano arrivate ai margini del mio occhio .
- Parla, sfogati ! - disse stringendomi le mani . - dimmi cosa è successo ! -
Sospirai chiudendo gli occhi , poi continuando a seguire gli altri gli raccontai tutto .- Harry, a me piace Harry.. forse si era anche notato, ma vabbè ! - annuì sorridendo. continuai . - oggi, erano le due e qualcosa più o meno, io gli ho inviato un messaggio chiedendogli se vi andava di uscire e lui mi ha risposto che era impegnato . il problema è che mi ha risposto in modo.. strano, ecco . Era freddo, fin troppo, non era lui, insomma . Gli ho fatto qualcosa ? no, non lo so, non credo ! E a me fa male il fatto che lui, lui mi tratti così , che mi risponda così.. io, io.. - sospirai pesantemente trattenendo le lacrime pronte a buttarsi fuori, di nuovo .
Mi strinse fra le sue braccia . - Magari era nervoso . - iniziò. - magari andava di fretta. Non ci dare peso, per ora ! Tutto si sistemerà, fidati ! -
- lo spero Louis, lo spero ! - dissi baciandolo, poi, su una guancia .
- Portiamole al parchetto ! - disse Niall stringendo Gaia in un tenero abbraccio da dietro .
Sorrisi guardandoli . Lei era cotta, perdutamente e fottutamente cotta di lui e vederli così mi rendeva felice, davvero felice per lei . Era pur sempre la mia migliore amica, no ?
I ragazzi annuirono e ci incamminammo verso il 'parchetto' citato da Niall . La questione 'Harry' l'avevo messo da parte , per il momento, e riuscivo, così, a sorridere davvero, a divertirmi davvero, a stare bene.. davvero .
Camminammo per una ventina di minuti fino a quando ci trovammo di fronte all'entrata di un parchetto, del famoso 'parchetto' . Non era poi così piccolo. Vi erano molti alberi e la poca gente che vi si trovava rendeva quel posto magnificamente tranquillo e silenzio . Entrammo attraverso un cancello grigiastro e ci dirigemmo verso delle panchine che si trovavano sotto un'enorme albero. Forse era un quercia! Il silenzio era fin troppo, troppo da poter essere definito addirittura fastidioso . Mi sedetti ai piedi dell'imponente tronco poggiando la testa sulla sua corteccia e avvicinando le ginocchia al petto . Chiusi gli occhi quando una voce stridula raggiunse i miei timpani .
- Forse dovremmo andare ! - esclamò Carolina nervosa stirandomi per un braccio .
Alzai un sopracciglio . - Perchè ? -
- Perchè si ! - intervenne Gaia stirandomi per l'altro braccio . 'Qui gatta ci cova.' pensai .
- Sentite io qua 'sto meravigliosamente bene , ok ? Non capisco cosa sia tutta questa fretta, siamo appena arrivati ! -dissi alzandomi in piedi e incrociando le braccia al petto .
Louis mi si avvicinò . - E' meglio andare , fidati ! - disse per poi iniziare a spingermi verso l'uscita .
Scossi la testa , mi stavo innervosendo . - Perchè ? - chiesi insistendo bloccandomi a pochi metri dal cancello . Stava per rispondere Liam quando la voce stridula di prima chiamò uno ad uno i ragazzi. Cercai con lo sguardo il luogo da cui venisse questa voce . Una ragazza, una bella ragazza , bionda, alta quanto me e con un bel fisico ci raggiunse . Iniziò a blaterare qualcosa in un inglese fin troppo veloce . Le uniche cose che riuscii a capire furono 'ciao' e 'Ashley' , probabilmente quello era il suo nome . Il suo farneticare venne interrotto dalla suoneria del suo cellulare . Si allontanò qualche metro per parlare al telefono ma pochi minuti dopo tornò indietro .
- Sta arrivando ! - così disse . Chissà chi stava arrivando e chissà chi era poi questa barbie che ci eravamo ritrovati addosso ! Vidi .. vidi tutto ciò che non volevo vedere . Harry arrivare a passo svelto verso di noi . Sorrideva, i denti bianchi brillavano sotto la luce del sole e i capelli ricci erano scompigliati dal leggero vento.
Il suo sorriso scomparve appena notò la mia presenza . Abbassai lo sguardo incapace di reggere il suo .
'Tu sei più forte. Più forte delle lacrime che vogliono uscire, più forte dell'affetto che provi per lui che ti sta distruggendo. Sei più forte del suo sorriso e del tuo cuore . Sei forte, tu sei più forte, Sara !' . La coscienza, di nuovo lei stava parlando.
Presi un grande respiro e affrontai al sua presenza . La sua bellezza m'abbagliò . Era bellissimo, davvero !
- Ecco, - iniziò Ashley parlando con la sua voce da oca giuliva più lentamente , sta volta . - ora che c'è anche lui posso finalmente darvi la stupenda, fantastica, che dico ? meravigliosa notizia ! - il suo sorriso mi dava ai nervi ! - io ed Harry stiamo di nuovo insieme ! -
M'avessero trapanato il petto con una matita avrei sofferto di meno . Mi son sentita cadere addosso il mondo e se prima non volevo dimenticare, in quel momento scordarmi di tutto era l'unica cosa che dovevo fare .
Alzai lo sguardo sulle loro mani, intrecciate come il giorno prima stavano le mie e le sue . Guardai ancora più in su e mi scontrai con il suo sguardo . Le lacrime mi riempirono gli occhi appannandomi la vista mentre il cuore esplodeva come un fuoco d'artificio . Ardeva di dolore, di tristezza, di delusione . Bruciava il mio cuore, e insieme ad esso il mio sorriso, la mia anima, la brillantezza dei miei occhi .
L'amore era una cazzata, l'amore era solo una fottutissima delusione, l'amore.. l'amore faceva schifo !
zam zam: scusate lo so che non aggiorno da 10 giorni ma la settimana scorsa mi sono rotta il braccio sinistro e scrivere con una sola mano non che sia molto veloce!
ok ma ora veniamo a cose più importanti ovvero il capitolo!
ha fatto la parte dello stronzo il nostro Harry per non parlare dell'ochetta Ashley vi lascio ora alla sua foto.
ah scusate personaggio ispirato a una mia compagna di classe che non sopporto lo cercata più uguale possibile!!
vado bacio ciaoooooooooo!!!!!!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16. ♥ ***


Capitolo 16 . ♥
Ero scappata? NO . Non scappavo mai, io .
Avevo pianto? No e si. Di sicuro davanti a lui non l'avrei mai fatto, io, ma poi ho pianto, ho pianto lacrime amare, ho pianto lacrime salate che solcavano le mie guance, ardenti come lava .
Stavo soffrendo? Si. Stavo soffrendo come non ma . Avevo il petto squarciato dal dolore, squarciato dall'illusione, l'illusione che lui fosse diverso, che provasse qualcosa di minimo per me, che io potessi interessargli , pensavo che fosse una certezza, eppure son finita con un cuore spezzato, con un cuore da bendare. Tutto era solo un'utopia che mi aveva portato a tornare al college e a piangere . Le lacrime cadevano giù come un fiume in piena macchiando di un nero il cuscino in cui stavo affondando la testa . Il cuore perdeva un pezzo ad ogni singhiozzo , continuava a sbriciolarsi come se fosse un'insulsa mollica di pane ogni volta che le scene di poco prima riaffioravano nella mia testa .
- Sara , - Carolina, seduta accanto a me, parlò. - basta piangere , basta soffrire . Stai male e ti capisco, davvero. Capisco quanto quel ... bastardo possa averti distrutto, ma basta piangere, scendi giù con noi e vieni a cenare. Hai bisogno di mangiare qualcosa .
Scossi la testa e tirando sul col naso cercai di bloccare le lacrime e di soffocare i singhiozzi . - Non ho fame , non insistete per favore ! io.. voglio stare in camera , andate a cena voi! -
Gaia stava per contraddirmi ma la interruppi prima che iniziasse a parlare . - No, andate giù, mangiate anche per me! -
Sorrisero entrambe, ancora poco sicure . Non volevano lasciarmi sola, non volevano farmi stare più male di come già stavo in quel momento, ma un po' di solitudine per riflettere mi avrebbe fatto bene .
Gaia mi strinse fra le sue braccia . - Ricordati che io ti voglio bene, tesoro ! - Mi stampò un bacio e poi, insieme a Carolina, se ne andò .
Le lacrime non scorrevano più sulle mie guance, le avevo ben rinchiuse nei miei occhi, incatenate per bene dentro di me, insieme al dolore che mi stava lacerando pian piano l'anima .
'Cotarella adolescenziale' . Chiunque in quel momento mi avrebbe potuto dare della stupida perchè forse lo ero per davvero . Tutti , vedendomi, mi avrebbero presa per una stupida che piangeva per un altrettanto stupida 'Cotarella adolescenziale' . E se fosse stato qualcosa di più ? E se quel sentimento che provavo verso quel ragazzo fosse stato 'amore' ? Se fossi stata innamorata di lui ? 'Amore' . L'amore feriva, bruciava, tagliava e faceva male . E quando si finivano i cerotti si continuava a sanguinare, per sempre . L'amore , quando non aveva un lieto fine , segnava , lasciava cicatrici, per sempre .
presi la chitarra e iniziai a suonare .
Skies are crying
I am watching
Catching teardrops in my hands
Only silence as it's ending, like we never had a chance
Do you have to, make me feel like there is nothing left of me?

non c'era rimasto più niente di me, se non un cuore in pezzi e miliardi di lacrime da raccogliere .

You can take everything I have
You can break everything I am
Like I’m made of glass
Like I’m made of paper
Go on and try to tear me down
I will be rising from the ground
Like a skyscraper!
Like a skyscraper!
m'aveva distrutto come nessun'altro avrebbe potuto , come se fossi fatta di vetro o di carta .
Sarei risorta? Le lacrime e i singhiozzi si impossessarono di nuovo di me bloccando il mio canto . Il dolore era più forte di me, più forte della musica, della mia voce, più forte della mia voglia di andare avanti, di superare questo ostacolo, di non cadere in quel burrone di sofferenze . Dovevo affrontare questo dolore, dovevo chiudere gli occhi e affrontare le mie paure . Dovevo chiudere gli occhi e cercare di trovare un modo per guarire la mia anima, per ritrovare ogni singolo pezzo del mio cuore ormai andato in frantumi . Dovevo solo chiudere gli occhi e imparare a vivere a metà, metà perchè senza di lui . Non c'era forse più niente che poteva cambiare il modo in cui mi sentivo, avevo perso l'unica cosa che volevo . Sentivo rompersi qualcosa dentro ad ogni lacrima ardente che si fiondava giù dai miei occhi . Stava crollando tutto, io, io stava crollando .
Bussarono alla porta , ma feci finta di niente . Bussarono di nuovo , ma io non volevo vedere nessuno . Chiunque fosse fuori da quella porta iniziò a bussare insistentemente . Mi alzai e aprii la porta , non curante del mio abbigliamento e del mio aspetto . Un Louis fin troppo preoccupato mi si parò davanti . Scosse la testa guardando la mia faccia e entrò, si chiuse la porta dietro le spalle e mi strinse fra le sue braccia. Affondai la testa nell'incavo del suo collo e iniziai a piangere, di nuovo . Restammo così per non so quanto tempo, sciogliemmo l'abbraccio solo quando mi resi conto che gli stavo bagnando tutta la maglietta .
- Scusa, scusa Louis ! - sussurrai . Scosse la testa . - Tranquilla, è solo una stupida maglietta e il fatto che si sia bagnata non mi preoccupa neanche un po', per il momento sei tu, il tuo umore che mi preoccupa . -
Mi prese per mano e ci sedemmo sul letto . - Sfogati, parla con lo zio Louis ! -
Sorrisi appena, ma non parlai . Cosa avrei dovuto dire ? Che stavo male ? Se ne era accorto di già da solo . Che, che mi sentivo una merda ? Che avevo pianto fino allo svenimento e che in quel momento mi sarei volentieri buttata sotto un camion ? Non dissi niente, no.
- Suoni ? - mi chiese guardando la chitarra posata a terra . Annuii distratta . Poi continuò . - mi fai sentire ? -
Arrossii all'improvviso. Ero fin troppo timida per i miei gusti e suonare qualcosa davanti a qualcuno non faceva di certo per me . Asciugai le lacrime e scossi la testa .
- Dai , su! - cercò di convincermi, ma io scossi la testa sicura di me . - Facciamo che se lo fai io ricambio il favore! -
Alzai un sopracciglio . - Cioè? - chiesi confusa .
- Fidati di me! - disse serio.
Beh, timidezza o non, valeva rischiare e poi, magari , stando con lui sarei riuscita a dimenticare .
- Si, ma adesso? - la mia voce era diventata roca per il pianto e non stavo bene.
- No, meglio di no . Domani hai lezione ? - chiese pensieroso .
Annuii . - Si, dalle otto alle dieci ! - dissi dopo aver controllato l'orario delle lezioni .
- Oh, perfetto ! - esclamò alzandosi in piedi . Mi prese per mano e ci avviammo alla porta . Tirò fuori dall'interno della sua giacca un biglietto e me lo porse . - Questo è l'indirizzo di casa mia, cioè , nostra, cioè, non mia e tua, ma mia e dei ragazzi . Oh, vabbè, hai capito ! - scoppiai in una fragorosa risata . - Appena finite le lezioni , tu, Gaia e Carolina venite qui . Stiamo un po' insieme, poi ordiniamo delle pizze e ci guardiamo un film . Tu, cara, hai bisogno di divertirti e io farò di tutto per non vederti con quel muso lungo poi, voglio sentirti suonare e cantare, magari un giorno aprirai un nostro concerto ! - stava diventando logorroico. Si posò una mano sulla bocca . - sto parlando troppo ! - amavo i suoi monologhi. - bene, - disse abbracciandomi . - a domani ! ci conto, eh ! -
- ciao, Louis, ti voglio bene e.. grazie! -
Mi lasciò un ultimo sorriso e poi scappò via. Scappò via insieme ai sorrisi che in quei pochi minuti era riuscito a strapparmi. Scappò via insieme alla felicità, quella felicità che per colpa di un bellissimo bastardo riccio era riuscito a portarmi via in un solo momento.

zam zam: scusate il ritardo bellezze ma con il braccio rotto ci vuole pazienza ma la settimana prossima vado a togliermelo spero sia tutto a posto sono stufa... e scusate anche perchè il capitolo lo avevo pronto ma non riuscivo a metterlo per colpa Editor per l'htm che aveva dei problemi.
ma che ne pensate del capitolo povera Sara! e Lou quanto può essere dolce????? ma soprattutto Sara accetera l'invito a casa dei ragazzi????
okey bimbe belle vi saluto con tutti questi enigmi da risolvere ahahahha a presto baci Angy!!!!!!!

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17. ♥ ***


Capitolo 17. ♥

- Dopo 'must' non dovete mai mettere il 'to'. - la voce di quella psicopatica della professoressa rimbombava nella mia mente stressata . Aveva trascorso due ore di lezione ripetendo questa stupidissima frase , pensando, probabilmente, che al posto di alunni con un minimo di cervello si ritrovasse dei ciuchini in calore .

Rientrata in camera insieme alle mie amiche mi distesi sul letto , prendendo la chitarra e iniziando a strimpellare qualcosa . I ricordi della giornata precedente riaffiorarono nella mia mente . Quella ragazza e Harry . Ashley, così aveva detto di chiamarsi . Era bella, però .

Mi alzai fiondandomi in bagno. Osservai il mio viso, il mio corpo . Il suo naso.. era migliore del mio. Lo sfiorai, per poi passare alla mia bocca, alle mie labbra carnose e fin troppo rosee. Un leggero venticello entrò dalla finestra del bagno scuotendomi i capelli . I miei stupidi, semplici, quasi scontati capelli castani con i riflessi biondi, che mi ricadevano quasi lisci fin sotto il seno . Invece i suoi, i suoi erano biondi, biondi e boccolosi, biondi naturali, si vedeva, nessuna traccia di ricrescita o cosa , e , inoltre , le accarezzavano sinuosi le spalle sino a giungere fin sopra al sedere. E il mio fisico poi, non aveva niente a che vedere con il suo .

Scossi la testa, cercando di scacciar via le mie insicurezze . Sapevo di non essere perfetta, di non essere... bella, ma il fatto che qualcuno avesse preferito qualcun'altra a me dopo avermi illuso distruggeva la mia autostima , disintegrava ogni mia minima illusione di andare bene per qualcuno . La vibrazione improvvisa del telefono che portavo nella tasca destra dei miei shorts di jeans mi risvegliò dai miei pensieri . Presi il telefono e aprii il messaggio .

- IO TI STO ASPETTANDO, CARA. Come puoi notare non me ne sono dimenticato . Vi stiamo aspettando .

Louis . -

Quel ragazzo era il mio sorriso, punto . Riusciva a donarmi un sorriso, un semplice sorriso. Sapeva come farmi stare bene, come farmi sentire.. speciale . Tirai all'insù i lati delle mie labbra che si aprirono in un sorriso a duemila denti .

- Ci stiamo preparando, caro .

Sara . -

Risposi di fretta, per poi correre ad avvisare le ragazze che, agitate, iniziarono a prepararsi . Chissà cosa sarebbe cambiato quel giorno . Più che altro, chissà se qualcosa sarebbe cambiato . Chissà se il mio cuore sarebbe tornato a vivere e se il mio sorriso avrebbe riottenuto la sua lucentezza naturale e se , come le stelle, sarebbe tornato a risplendere di luce propria . Chissà, se quel giorno, avrebbe stravolto , scombussolato tutto .

- Ma non potevi avvisarci prima ? - sibilò Carolina fra i denti mostrando ancora di più l'agitazione che le pulsava nelle vene.

Scossi la testa sorridendo . - In realtà io non volevo neanche andarci . - sussurrai abbassando lo sguardo sconfortata .

- Come mai ? - chiese , invece, Gaia mentre sceglieva cosa indossare .

Tirai fuori dall'armadio un paio di leggings lucidi neri, una canotta lunga e gialla con scritte nere e un giubbotto corto di pelle nera , poi risposi . - Io, io non voglio rivederlo , ho una fottutissima paura di rivederlo, di rivedere il suo fottusissimo viso e di scoppiare in un fottutissimo pianto . - sospirai pesantemente, poi continuai . - E immaginatevi.. se c'è anche lei ? Potrei morire, lo sapete . Però l'ho promesso a Louis, quindi andremo . - infilai i piedi nelle converse gialle e , poco convinta , infilai la chitarra nella custodia . Quella chitarra me l'aveva regalata Federico, il mio migliore amico, pochi mesi prima . Amavo quel ragazzo , era l'unico, l'unico che sapeva come prendermi, l'unico per cui avrei dato la vita , l'unico che, nonostante mille litigi, non mi aveva mai abbandonato .

Cercai di seppellire sotto uno strato di fondotinta le profonde occhiaie che apparivano violacee sotto i miei occhi spenti, ma con scarsi risultati . Sbuffai sonoramente e appena le ragazze risultarono pronte, infilai il mio cappello della New Era giallo e uscii dal college. Un leggero venticello mi si fiondò addosso cogliendomi di sorpresa . Chiusi gli occhi rivolgendo la mia attenzione altrove . 'spero solo che oggi qualcosa cambi.. cambi in meglio', pensai .

- Paghi tu ? - chiesi a Gaia prima di scendere dal taxi .

Lei annuì sorridente, come suo solito . Tirai fuori dall'auto la mia chitarra e dopo che Gaia ebbe pagato tutte e tre ci dirigemmo verso la casa dei ragazzi . Ero agitata, davvero . Il nervosismo mi scorreva nelle vene come una sorta di droga maligna che, probabilmente, avrebbe portato la sottoscritta a comportarsi in modo strano, inusuale . Il naso iniziò a pizzicarmi e le lacrime mi offuscarono la vista . Scossi la testa e con un battito di ciglia le ributtai tutte dentro. Non avrei pianto, non avrei mostrato a nessuno la mia debolezza, mi sarei costruita una corazza. Peccato che non ero mai stata capace a farlo . Riuscivo solo a rinchiudermi in una bolla di sapone che ovattava tutte le situazioni esterne . Una bolla di sapone nel quale racchiudevo ogni mio singolo pensiero, ogni mia singola emozione. Poi bastava un qualcosa di fin troppo appuntito e la bolla scoppiava , lasciando uscir fuori ogni mia insicurezza, ogni mia frustrazione, ogni mia dannatissima emozione .

- Suono ? - chiese Carolina risvegliandomi dai miei pensieri e riportandomi sulla Terra .

Alzai le spalle. Lei scosse la testa e suonò uno dei campanelli che vi erano in quell'enorme edificio . Il cancello si aprì automaticamente e un Louis fin troppo eccitato ci corse incontro. I capelli erano scossi dal vento e i suoi occhi brillavano illuminati dalla limpida luce del Sole . Si fiondò prima incontro a Gaia e Carolina per poi dirigersi incontro a me . Posai la chitarra a terra e spalancai le braccia. Mi si buttò addosso, stringendomi in un abbraccio da orso .

- Oggi stai meglio? - mi sussurrò all'orecchio .

- Si, e solo grazie a Zio Louis! - soffocai una risata dopo avergli stampato un tenero bacio sulla guancia per poi sciogliere quell'abbraccio .

- Dai, andiamo! - disse facendoci strada . Entrammo nell'edificio . - dobbiamo prendere l'ascensore, il nostro appartamento sta al quarto piano . -

Spalancai gli occhi scuotendo la testa freneticamente. Avevo una paura folle degli ascensori, così come avevo il terrore dei pagliacci e dei nanetti da giardino. - Io, io vado a piedi! - dissi balbettando e sfregandomi con la mano sinistra il braccio destro .

- Hai paura , vero? - chiese Louis. Annuii abbassando lo sguardo . - Dai tranquilla , tanto ci siamo pure noi tre, no? Andiamo, su ! -

Annuii poco convinta ed entrai nell'ascensore . Gli altri mi seguirono. Appena le porte si chiusero le mani iniziarono a sudarmi e le ginocchia a farsi molli . Chiusi gli occhi e sentii qualcuno stringermi la mano: Louis probabilmente. Ricordai di quando a soli sei anni rimasi chiusa in un ascensore di un ospedale, sola . Rimasi lì dentro per più di due ore. Da piccola amavo gli ascensori, ma da quando accadde quell'episodio .. ne rimasi terrorizzata .

Una leggera scossa e sentii l'ascensore fermarsi . Aprii gli occhi di scatto , terrorizzata dall'idea che stesse succedendo di nuovo ciò che era successo tanti anni prima . Tirai un sospiro di sollievo quando vidi le porte davanti a me spalancate, e da queste si intravedeva un enorme salotto. Sorrisi a Louis e sciogliendo al presa della sua mano entrai nel loro appartamento. Dei divani di pelle bianca dominavano la stanza . Appeso al muro vi era un enorme televisore al plasma, sotto al quale erano posti vari videogiochi . Sulla sinistra una grande libreria occupava la parete tinta di un rosso scuro, mentre sull'ala destra della stanza vi era un tavolo da biliardo che faceva pendant con il resto dell'arredamento .

Voltai lo sguardo verso sinistra e, da una porta, notai la cucina, dalla quale, pochi secondi dopo, vidi uscire i ragazzi : il primo ad avvicinarsi fu Niall; Liam e Zayn lo seguirono subito dopo. Sorrisi quando sentii le loro braccia avvolgermi e i loro respiri caldi sulla mia pelle. Ma solo un pensiero , in quel momento, mi vagava nella testa .

'Dov'è finito il riccio?', pensai. 'Magari è con la biondona', conclusi abbassando lo sguardo .

Una gomitata mi arrivò dritta nelle costole da parte di Gaia e fui costretta ad alzare il viso. Sentii il mio cuore saltare un battito, per poi compiere un triplo salto mortale . Gli pterodattili ballavano la conga nel mio stomaco insieme alle farfalle, mentre la mia anima bruciava , ardeva al solo pensiero che lui, quel ragazzo che si stava avvicinando, non poteva essere mio. Affondai il mio sguardo nei suoi occhi tra il verde e l'azzurro e per un momento mi sentii bene, mi sentii a casa , perchè forse, da quando l'avevo conosciuto , la mia casa era diventato il luogo in cui si trovava lui .

Non ci salutammo, ci rivolgemmo solo un timido gesto con la mano .

{ Harry }

Era bella, bella come il suo solito. Risplendeva di bellezza, forse troppa, tanta da poter essere considerata illegale. I leggings lucidi le fasciavano le lunghe gambe e la canotta lunga mostrava le sue curve al punto giusto. Mancava solo qualcosa , forse il suo sorriso lucente, o forse i suoi occhi erano.. vuoti, fin troppo vuoti per essere veramente i suoi .

Evitava prontamente di guardarmi o di far vedere che mi stava guardando, e ogni volta che vedevo che i suoi occhi erano posati su di me, voltava il suo sguardo altrove .

Faceva di tutto tranne che considerarmi. Ero un fantasma, per lei, e questo mi faceva male, ma sapevo, ero consapevole che era solo colpa mia . Era colpa mia se lei fingeva di non essere a coscienza della mia esistenza, era colpa mia se , adesso, entrambi stavamo soffrendo .

'Sono solo uno stupido stronzo', pensai .

{ Sara }

'Alzati Sara, alzati e bacialo, alzati e fallo tuo'. Scossi la testa . 'coscienza di merda, o qualsiasi cosa tu sia, stai zitta .'

Stavo impazzendo, lo sentivo, eppure la voglia che mi scorreva nel corpo di sentirmi avvolgere dalle sue braccia era tanta, forse fin troppa per una che doveva dimenticarsi di qualcuno .

Il mio cuore perdeva un battito ogni volta che le sue rosee labbra si aprivano in un sorriso; sentivo il respiro mancare ogni volta che affondavo lo sguardo in quel mare verde-azzurro dei suoi occhi .

E stavo male, ogni volta che mi rendevo conto che era finito tutto, qualsiasi cosa fosse quella che c'era tra noi prima era sparita, scoppiata.. 'boom!', un po' come una bomba ad orologeria. Perchè infondo lo sapevo, si che lo sapevo, ero sicura che non sarebbe successo niente .

Ma entrambi avevamo sbagliato: lui mi aveva illuso ed io, come una stupida, mi ero fidata. Forse se quel giorno, nel portabagagli dell'auto di Louis l'avessi lasciato fare, l'avessi baciato.. in quel momento non sarei stata seduta su uno stupido divano a deprimermi mentre gli altri si divertivano tra di loro .

Zayn si buttò a peso morto su di me . - Piccola, che succede? -

Era ancora steso addosso a me. Scossi la testa sorridente . - Niente. - Forse ero stata poco convincente, però .

- Ed dai, su, di tutto allo schianto del tuo amico, nonché tuo idolo ! -

Soffocai la risate . - Modesto, eh ? - Alzò le spalle . - Comunque seriamente, sto bene.. davvero! - lo rassicurai con un sorriso .

Si alzò e stirandomi per un braccio mi tirò su dal divano, che, in quel momento, mi sembrava il luogo migliore per poter passare la mia adolescenza da depressa per colpa "dell'amore", o meglio , dei ragazzi .

- E' tua quella chitarra, vero? - chiese prendendola da un angolo dove l'avevo poggiata e tirandola fuori dalla custodia. Annuii, poco sicura . Sorrise, poi continuò . - Ci suoni qualcosa ? -

Scossi la testa freneticamente . - No, no, no, no .. io non .. no, non penso sia una buona idea! - farneticai, cercando di strappargli dalle mani la chitarra .

- Dai, su, magari ci canti anche qualcosa, su. - feci per interromperlo ma non ci riuscii . - dai ragazzi, venite qua che Sara ci canta qualcosa! -

Un secondo e tutti si sedettero sul divano, tranne lui, il 'riccio', che rimase in piedi dietro ad essi . Guardai Zayn in cagnesco e gli strappai la chitarra dalle mani.

- Solo una cosa, - dissi prima di dar sfogo alle emozioni che sentivo esplodermi nel petto . - sappiate che se doveste rimanere senza udito io non mi riterrò colpevole per nessun motivo ! -

Le risate dei ragazzi e delle mie amiche ovattarono i suoni esterni per pochi minuti, pochi minuti in cui ebbi il tempo di riordinare le idee e le emozioni per poi trasformarle in una canzone , una canzone che amavo perchè mi rispecchiava, rispecchiava la situazione che stavo vivendo , le emozioni che stavo provando , gli errori che entrambi stavamo compiendo .

Sospirai e poi diedi via libera alla mia voce .
Circles, we going in circles

Dizzy’s all it makes us

We know where it takes us we’ve been before

Closer, maybe looking closer

There’s more to discover

Find that what went wrong without blaming each other .

Forse, anzi, sicuramente, entrambi avremmo dovuto riconoscere i nostri errori, senza accusarci l'un l'altro ...

Think that we got more time

One more falling behind

Gotta make up my mind

Or else we’ll play, play, play all the same old games

And we wait, wait, wait for the end to change

And we take, take, take it for granted

That will be the same

But we’re making all the same mistakes .

.. perchè tutti e due stavamo compiendo gli stessi stupidi , innocenti errori.

Wake up, we both need to wake up

Maybe if we face up to this

We can make it through this

Closer, maybe we’ll be closer

Stronger than we were before

It made this something more, yeah .

E probabilmente sarebbe stato meglio se entrambi ci fossimo svegliati e guardati in faccia rivelando i nostri errori,

Think that we got more time

One more falling behind

Gotta make up my mind

Or else we’ll play, play, play all the same old games

And we wait, wait, wait for the end to change

And we take, take, take it for granted

That will be the same

But we’re making all the same mistakes .
.. i nostri stessi stupidi, innocenti errori .


Le lacrime si fecero largo sul mio viso, mostrando tutta la mia debolezza, tutto ciò che io ero veramente. Persi la corazza mentre cantavo quella canzone, la bolla di sapone che mi ero creata per proteggermi non era stata sufficiente e, non appena si è trovata in difficoltà nel sopportare il peso di tutti i risentimenti e le emozioni, è esplosa, lasciandomi nuda, senza un qualcosa che nascondesse la vera 'me'.

Scattai in piedi e prendendo anche la custodia della chitarra, scappai via, lasciando tante perplessità ai ragazzi e a lui .

Mi fiondai giù per le scale l'ascensore non l’avrei mai e poi mai presa da sola  e, appena arrivata al piano terra e sistemato per bene la chitarra nella sua custodia, uscii fuori dall'edificio con le lacrime che, copiose, ardevano come lava sulle mie guance .

Corsi, non so per quanto, fino a quando, distrutta dal dolore e dalla stanchezza non mi accasciai a terra .

Ero accecata, accecata dal dolore, tanto da non notare che evitandolo e scappando via così mi stavo distruggendo da sola.





zam zam: ma salve patatine mie ora senza braccio ingessato sono più attiva e veloce ahahaha. ma per questo capitolo non dovete ringraziare solo me ma anche la mia best Carlotta detta Carly (amo ti lovo tanto) che mi ha datto moltissime idee per la storia e mi ha aiutata a scrivere questo papiro ben 5 pagine wow che brave...

ok tesorine mie ora che è cominciata la scuola spero di riuscire ad aggiornare presto perchè ho tante tante idee e il prossimo capitolo è quasi pronto quindi ... 

ci vediamo presto ahahah son carogna lo so vado a presto belle!!

Angy

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Capitolo 18
*** Capitolo 18. ♥ ***


Capitolo 18. ♥
{ Harry }
- Vado io ! - dissi freneticamente vedendo Sara uscire di casa in lacrime per colpa mia , solo per colpa mia . In quel momento mi feci schifo, schifo per davvero .
Gaia , la sua migliore amica , avevo capito, mi prese prontamente per un braccio bloccandomi . - Lasciala andare, ha bisogno di riflettere e di stare da sola! -
- Ma.. - cercai di replicare ma non appena Gaia scosse la testa capii che sarebbe stato meglio se mi fossi messo da parte.
Avevo bisogno di riflettere anche io. Perchè , perchè l'avevo ferita, avevo voluto provare a dimenticarla? 'Perchè pensavo fosse la cosa giusta' , mi risposi da solo.
E perchè, perchè se era la cosa giusta da fare lei, io, noi due stavamo soffrendo così tanto? 'Perchè a volte la cosa giusta da fare non è quella più giusta', mi risposi, di nuovo .
Ogni sua lacrima era la conseguenza di una mia fottutissima azione, ogni pezzo del suo cuore frantumato era la conseguenza di un mio fottutissimo capriccio, di ogni mia dannatissima azione .
Distruggevo lei e nel frattempo, senza rendermene conto, stavo prendendo in giro Ashley, che, ingenua, non aveva capito niente.
Ero una femminuccia, perchè non avevo avuto il coraggio di rischiare, perchè avevo paura di soffrire, perchè provare a dimenticarla era la soluzione più facile, ma quella con più effetti collaterali, e io non avevo letto il foglio illustrativo .
{ Sara }
- Stai piangendo per un ragazzo, vero? - era stata una ragazza a parlare. I capelli rossi e mossi le svolazzavano a causa del vento . Si sedette a terra accanto a me .
Annuii asciugandomi gli occhi gonfi, rossi e bagnati. Poi continuò . - Ti ha ferita , immagino, ma non piangere per lui. -Scossi la testa sorridendo amaramente . - Sembra facile. -
- Provaci ! - rispose la rossa sicura e sorridente.
Alzai lo sguardo impressionata dalla sua sicurezza. - E come dovrei fare a non piangere , a non pensare a lui ? -
- Pensa ad un elastico. Cerca di essere indifferente, di portare il vostro rapporto su un filo. Tornerà da te, come un elastico. - sussurrò schioccandomi un occhiolino .
- Sicura? - sussurrai asciugandomi la lacrima solitaria che ancora solcava la mia guancia.
Annuì sorridendo. - Solo sta attenta a non stirare troppo l'elastico.. - si alzò in piedi porgendomi la mano per aiutarmi a fare lo stesso. - .. potrebbe rompersi ! -
La guardai andare via mimandole un 'grazie' con le labbra. Sentii il cellulare vibrare nella tasca della giacca di pelle . 'LOUIS' , lessi sullo schermo illuminato. Sussurrai uno 'scusa' e spensi il telefono rimettendolo dove si trovava prima. Avevo bisogno di stare sola, di pensare, di decidere cosa fare di me e del mio povero cuore ormai in frantumi . Ero fin troppo sensibile, io, e mi odiavo per questo .
Sistemai il cappello della New Era per bene sulla testa e presi a girovagare per Londra con la chitarra in mano. Esplorai ogni angolo di quella metropoli , ogni vicolo, ogni piccolo parco, tutto ciò che mi sembrava interessante, tutto ciò che poteva essere una calamita per la mia dannata curiosità. Pranzai con un frappuccino e verso le sei del pomeriggio tornai al college .
Non appena entrai notai che le ragazze ancora non erano tornate. 'Meglio', pensai egoisticamente. Posai la chitarra e , dopo essermi liberata dei vestiti, mi infilai sotto la doccia. A volte sentivo di esplodere, facevo finta di divertirmi, mascheravo la mia tristezza con un falsissimo sorriso, perchè amare, o meglio, provare qualcosa di grande per qualcuno, per Harry, mi aveva distrutto. Uscii dalla doccia e mi avvolsi attorno un asciugamano bianco. Tornai in camera e accesi il cellulare , trovando svariate chiamate perse e messaggi . Per un momento ebbi l'impulso di rispondere e richiamare tutti, ma ci ripensai subito .
Indossai un paio di shorts neri, una canottiera bianca e delle infradito dello stesso colore dei pantaloncini. Asciugai frettolosamente i capelli e , non appena ebbi finito, mi distesi sul letto munita di libro per provare a studiare qualcosa . Accesi la musica tanto per rendere quei momenti più piacevoli. La musica avrebbe dovuto ovattare ogni suono circostante, eppure nel vuoto in cui era finita riuscivo a sentire anche lo scricchiolio del letto sotto di me, il leggero vento soffiare fuori dalla finestre e le foglie scosse da questo. Mi sentivo strana, fragile. Sentire quanto fosse fragile il senso del mio equilibrio e quanto poco ci volesse per condurmi sull'orlo dell'abisso e della nientificazione del mio essere mi faceva solo bene, perché dava verità alle parole ed ai gesti del mio pensare e del mio vivere che tale abisso aveva attraversato.
Scossi la testa cercando di concentrarmi su quelle poche pagine dalla professoressa assegnate, eppure ogni parola, ogni riga di quei paragrafi, ogni cosa che leggevo era un richiamo dell'immagine di Harry, del suo profumo, della sua voce alla mia mente .
Sentii bussare alla porta e con un sbusso buttai tutto all'aria e , attraversando con calma la camera e il 'salottino' , andai ad aprire. Non ebbi il tempo di respirare, di sorridere o di buttar fuori tutte le lacrime che mi erano rimaste che sentii le sue labbra sulle mie. Non ebbi il tempo di dirgli che era stato uno stronzo bastardo, di riempirlo di pugni o di dirgli che mi aveva distrutto che mi ritrovai immersa in un turbinio di emozioni che, per un momento, mi sconvolsero . Chiuse con una mano la porta alle sue spalle.
Le sue labbra si muovevano lente sulle mie mentre le sue mani mi stringevano a sé con bramosia . Io? Ero andata a puttane, non avevo più il controllo di me stessa, e , nonostante la mia logorroica coscienza mi urlava di buttarlo fuori a calci nel suo bel sedere, io non facevo altro che stringerlo a me . Infilai le mani nei suoi riccioli castani e staccai le mie labbra dalle sue iniziando a dargli leggeri baci su tutto il suo viso. Arrivai man mano al suo collo . - Stronzo . - gli sussurrai in un orecchio .
Mi prese per le cosce e le incrociò attorno alla sua vita. Scossi la testa e sorrisi . - Ti concedo qualche bacio, ma non allargarti! -
Si staccò e la sua risata ovattò i suoni circostanti, anche la musica della radio ancora accesa in camera da letto. Tornai a toccare il terreno e mi rifugiai subito tra le sue braccia: un po' per l'imbarazzo e un po' perchè avevo il tremendo , il dannato bisogno di stargli attaccata. 'fanculo alla teoria dell'elastico', pensai .
- Scusa. - sussurrò . - io, sono stato un stronzo, un bastardo, un.. non mi fermi ? - disse alzando un sopracciglio.
Alzai lo sguardo per guardarlo negli occhi. Sorrisi . - Vai pure avanti , tranquillo! - 'in fondo un po' di offese se le merita', disse la mia coscienza chiacchierona che avevo iniziato a detestare .
- Non puoi proprio perdonarmi, vero? - disse abbassando lo sguardo e allentando la presa attorno al mio corpo .
Lo strinsi a me e poggiai le mie labbra sulle sue. Lo baciai, si . - Ti basta come risposta, vero ? –


zam zam: ciao gente allora tutto bene???? io con la scuola faccio un po' di difficoltà a star dierto alla ff ma mi sono portata avanti fino al capitolo 22 

ok ma il capitolo???? Harry e Sara si sono baciati aww che bella scena non trovate fatemi sapere che ne pensate baci Angy.
vi lascio la famosa ragazza dai capelli rossi!!!!!!!

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Capitolo 19
*** Capitolo 19. ♥ ***


Capitolo 19. ♥
- Il fatto che tu sia famoso, bello e riccio non ti da il permesso di disturbarmi mentre cerco di studiare . -
Era passato un giorno da quando io e Harry ci eravamo 'riappacificati' , ma non stavamo insieme, o almeno non ufficialmente, o se stavamo insieme io non lo sapevo . Ero contorta a volte, si, ma non era colpa mia se la mia psiche fosse così poco chiara e , diciamolo, perversa .
Imperterrito, il 'riccio' continuò a lasciarmi leggeri baci sulle braccia scoperte , accarezzandomi con una mano la schiena coperta solamente da una leggera canottiera rossa . Sarebbe decisamente stupido e inutile affermare che non apprezzassi il tocco leggero delle sue labbra sulla mia pelle o i brividi che il calore delle sue mani provocavano sulla mia schiena, ma quel giorno mi ero messa in testa di studiare, anche perchè il giorno dopo avevo un 'esame', e avrei studiato.
- Ti piaccio ? - chiese con nonchalance come se la risposta non fosse ovvia .
Sorrisi, distendendomi su un fianco per poterlo ben guardare nei suoi occhi verdi / azzurri . - Definisci 'piacere' ! -
Inarcò un sopracciglio per poi allargare le labbra in un sorriso e, immediatamente, scoppiare a ridere . - Sara, davvero, guardi troppo Gossip Girl . -
'Beh, è vero', pensai, per poi abbandonare il proposito di studiare lanciando il libro in un angolo della stanza e scoppiare a ridere insieme a lui . Con un colpo di reni cambiai posizione, di nuovo, e mi distesi sopra a lui, sostenendomi con le braccia per non pesargli troppo . Eppure, quasi contrariato dal mio gesto di non ucciderlo sotto la mia massa corporea, mi strinse ancora di più a se .
Logorroica, ero davvero logorroica . - Harry, davvero ? Punto numero uno : davvero pensi che bacerei un ragazzo che non mi piace ? Punto numero due : Harry, partendo dal fatto che non te lo dico tanto per, ma fidati di me, a qualsiasi persona sana di mente che incontrerai piacerà qualcosa di te . Quale è la differenza tra me e le altre persone ? A me piace tutto, tutto di te . Punto numero tre : vuoi davvero morire ucciso dal peso del mio corpo . Sai, pensavo che avessi delle aspettative di vita più.. non so come definirle, ma non credo che morire, adesso e in questo modo rientri nella lista delle cose da fare . - fece per parlare ma lo boccai . - Punto numero quattro : se morissi schiacciato dal mio peso mi sentirei in colpa, molto in colpa, e i sensi di colpa potrebbero uccidermi , sai ? Se non dovessero uccidermi i sensi di colpa allora potrebbero farlo le Directioners e , se permetti, non voglio . Punto numero cinque : non c'è un punto numero cinque ! - sorrisi, sospirando pesantemente per recuperare l'aria che avevo 'sprecato' parlando fin troppo velocemente .
Alzò un sopracciglio trattenendo le risate . - Punto numero uno : sei logorroica . Punto numero due : mi piaci anche tu, tanto . Punto numero tre : non mi ucciderai con il tuo peso . Punto numero quattro : non c'è un punto numero quattro ! -
Scoppiai a ridere ovattando i suoni circostanti che venivano dalla Londra caotica che viveva al di fuori del college . Affondai il viso tra l'incavo del suo collo tanto per riuscire a soffocare le risate e non appena il suo profumo mi inebriò le narici riuscii solamente a smettere di respirare per un momento .
- Punto numero uno : è l'unico punto che c'è. Davvero, hai una dote di riassumere fantastica, penso che tu debba darmi delle lezioni , si . - dissi, tutto d'un fiato, poi lo baciai. Assaporai il sapore delle sue labbra, incisi dentro di me il retrogusto di fragola e .. miele che si riusciva a sentire ogni volta che le accarezzavo con la lingua . Era qualcosa più di un bacio, più di un vortice di emozioni , più di qualsiasi altra cosa e, in quel momento, mi sentii bene, bene per davvero . Bene, come, forse, non mi ero mai sentita . Era un bene che nasceva dall'anima trascinato dalle emozioni che quel ragazzo riusciva a darmi, era un benessere che quel ragazzo scaturiva in me ogni volta che mi sfiorava, ogni volta, che con un solo sguardo, riusciva a farmi sentire speciale .
- Devo studiare . - sussurrai tra un bacio all'altro .
Sorrise sulle mie labbra . - Ripassiamo anatomie insieme ? -
Caddi dal letto iniziando a ridere freneticamente, mentre la mascella e lo stomaco dolevano in modo atroce . - Porco, sei un porco, Styles ! -
Sentii il cellulare vibrarmi in tasca , così chiusi il libro , aprii il messaggio e non appena lessi chi lo aveva inviato sorrisi . Ancora mi sembrava strano tutto quello che stava succedendo . Conoscevo gli One Direction, miei idoli dal 'lontano' novembre 2010 , e , inoltre, come se non bastasse, frequentavo uno di loro . Mi sarebbe bastato anche solo incrociare i loro sguardi, anche solo una volta, eppure , per una dannata volta sembra che la fortuna abbia scelto me . Voltai lo sguardo verso la scrivania e osservai Harry rispondere alle fan su Twitter . Rimasi abbagliata nuovamente dalla sua bellezza e dall'amore che , come il resto della band, provava verso le fan .
- Vi aspettiamo al Mc Donald tra venti minuti . NON FATE TARDI CHE IO HO FAME . Ah, ci sono anche Carolina e Gaia con noi, eh . Ti voglio bene, Sara.
Niall . -
In effetti era l'unica meno un quarto e ancora io ero distesa sul mio letto a cercar di far entrare nella mia testa pagine su pagine di quel libro . - Harry, Niall dice che tra venti minuti dobbiamo essere al Mc Donald ! -Annuì, ma non staccò gli occhi da quel computer . Prima, prima di conoscerlo sapevo che ci volesse bene, ma non ho mai, mai immaginato quanto questo bene fosse immenso . Indossai un paio di shorts di jeans, la t-shirt di Superman e un paio di Converse rosse a cui abbinai il mio immancabile cappello della New Era dello stesso colore , poi risposi al biondino .
- Niall, tu hai sempre fame . Comunque non faremo tardi, tranquillo . Ah, e ti voglio bene anche io .
Sara . -
Presi una borsa e ci infilai dentro tutto ciò che mi sarebbe servito . Diedi, poi, un'occhiata alla camera rendendomi conto che se fosse entrato un estraneo probabilmente avrebbe chiamato la protezione civile o addirittura il WWF per identificare strane forme di vita che si sarebbero potute trovare immerse nel caos che regnava lì dentro . Sorrisi appena e iniziai a dare una sistemata qua e là, giusto per lasciare libero dello spazio dove poter passare .
- Harry, sai che poi Niall si incazza, andiamo, su ! - dissi sedendomi sulle sue gambe .
Alzò lo sguardò dallo schermo e non appena il mio sguardo incrociò il suo sentii il cuore fare qualche triplo salto mortale .
- Andiamo, si ! - mi lasciò un casto bacio a stampo sulle labbra per poi prendermi per mano e lasciare la stanza .
Uscimmo dal college e , subito, ci ritrovammo circondati da milioni di flash che mandarono il mio cervello in palla . Rimasi stordita tra tutta quella gente che ci accerchiava e si ammassava attorno a noi . Ero claustrofobica e , in quel momento, presa di contropiede da quella massa di paparazzi sentii l'aria mancarmi e gli occhi appannarsi rendendo tutto ciò che mi offuscava opaco, sfocato, poco chiaro . Harry strinse la presa della mia mano e fu l'ultima cosa che sentii prima di raggelare il mio sguardo , di ritrovarmi come in un fermo immagine , di essere avvolta dal buio . Fu l'ultima cosa che percepii prima di perdere i sensi .
{ Harry }
La vidi indebolirsi improvvisamente e feci appena a tempo a prenderla tra le mie braccia prima che finisse a terra . Sentii i battiti del cuore accelerare e la fronte imperlarsi di sudore, non tanto per la fatica nel portarla in braccio, bensì per la paura che le fosse successo qualcosa di grave, qualcosa solo per colpa mia . Che poi, forse, non era poi tanto colpa mia, più che altro dei paparazzi che si erano ammassati addosso a noi all'uscita dal college .
La riportai immediatamente in camera e , non appena l'ebbi posata sul letto, chiamai i ragazzi che, preoccupati quanto me si precipitarono da noi in poco più di dieci minuti . Nel frattempo presi un panno , lo bagnai con dell'acqua e glielo posai sulla fronte . Non ero esperto in certe cose, io, non ero mai stato uno scout, non avevo mai partecipato a un corso di pronto soccorso o cose del genere, quindi in questi casi ero davvero poco affidabile .
Le stringevo la mano , le accarezzavo il viso, le sussurravo parole di conforto mentre il mio cuore perdeva un battito ogni volta che la lancetta dei minuti avanzava e la mia piccola Sara non si svegliava .
I ragazzi , appena entrati, si precipitarono verso di me .
- Che, che è successo ? - mi chiese Gaia, preoccupata, ma più controllata rispetto a noi altri .
- Siamo usciti dal college perchè dovevamo venire da voi e siamo stati 'assaliti' dai paparazzi . A un certo punto l'ho vista sbiancare e indebolirsi . Poi, poi, è svenuta ! - farneticai velocemente , tanto velocemente che io stesso feci fatica a capire cosa avessi detto .
Gaia , la sua migliore amica, annuì . - E' claustrofobica , è già successa una cosa del genere , si sveglierà tra poco, dovete solo allontanarvi per fare in modo che circoli più aria . - seria, fredda come il ghiaccio a causa della preoccupazione che le scorreva nelle vene .
Le lasciai la mano per allontanarmi e dirigermi verso i lati della stanza . Vedere la sua pelle bianca, quasi cadaverica, e non la sua pelle dorata e abbronzata , vedere il suo viso senza un briciolo di vitalità, vederla lì, distesa su un letto , priva di sensi, era come un pugno dritto nel cuore, una lancia spezzata dentro il mio corpo .
Aspettammo, ansiosi e impauriti il suo risveglio . A tutti era passata la fame, anche a Niall, e non facemmo altro che sospirare pesantemente per una buona mezz'ora .
- Gaia, dovremmo portarla all'ospedale, io, io ho paura . Non si è ancora svegliata ed è passata più di mezz'ora ! - le parole uscirono spezzate dalle lacrime che lente e ardenti come lava iniziarono a uscirmi dagli occhi . Louis, accanto a me, cercò di consolarmi accarezzandomi la schiena , ma solo il suo risveglio, sapevo, mi avrebbe fatto stare meglio . La guardavo ansioso e preoccupato, mentre sentivo il cuore sbriciolarsi minuto dopo minuto .
- Paparazzi di merda, cazzo . 'riccio', non piangere.

zam zam: ma salve people scusate tanto per il mio ritardo smisurato lo so, ma con la scuola non ho mai tempo. ma torniamo a noi il capitolo come vi è sembrato???? che cosa succederà a Sara???? boh boh chi lo sa.... per farmi perdonare ne posto un altro così non vi arrabiate per il ritardo!
Angy

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Capitolo 20
*** Capitolo 20. ♥ ***


Capitolo 20. ♥
I paparazzi , davvero, non sapevano regolarsi, a volte il loro rispetto era davvero meno del minimo indispensabile!
Scossi la testa lentamente, cercando di aprire gli occhi e di alzarmi senza avere un nuovo capogiro. La luce mi colpì in pieno viso e per una frazione di secondo sentii l'aria mancarmi. Due braccia mi sostennero e dall'odore inconfondibile capii chi fosse. Harry. Il suo profumo mi inebriava i polmoni e le sue mani che mi stringevano forte per non farmi ricadere mi facevano venire la pelle d'oca. - Tutto bene ? - soffiò a pochi centimetri dal mio orecchio tanto da permettermi di sentire l'aria calda uscire dalla sua bocca e farmi venire i brividi. La sua voce era bassa, involontariamente sensuale e provocante. Sospirai , annuendo lentamente . Aprii gli occhi cercando di abituarmi alla forte luce e con qualche difficoltà mi sedetti per bene . Se non fosse per il fatto che ero abituata a svenire probabilmente in quel momento sarei andata in panico, e prima di me lo avrebbe fatto la mia migliore amica , Gaia. Mi soffermai sugli sguardi dei ragazzi che mi guardavano sollevati . - Da quand'è che.. ? -
Non terminai la frase che Niall rispose guardando, prima, il suo orologio colorato, blu elettrico , uno di quelli che portava spesso - Trentadue minuti . Ora tutto bene ? -
Annuii sorridendo solare . - Tutto a posto . - Harry strinse la mia mano destra e di nuovo milioni di brividi scossero il mio corpo. Era sempre la solita storia: ogni volta che mi sfiorava, che la sua pelle toccava la mia, che il suo sguardo sfiorava il mio corpo, ogni volta brividi mi percorrevano la schiena e , spesso, arrossivo visibilmente . Ripresi a parlare . - Avete fame ? -
Louis mi sorrise sedendosi accanto a me. Gli volevo bene, tanto bene, in un modo quasi sproporzionato . - Un pochino, soprattutto Niall! - ridemmo tutti , compreso il diretto interessato . Insomma, l'irlandese aveva sempre e perennemente fame .
- Beh, andate al Mc , no ? - proposi dato che prima che svenissi quelli erano i piani .
- Te la senti ? - chiese Gaia che fino a quel momento era stata in silenzio tra le braccia di Niall. Quei due mi nascondevano qualcosa, ma sapevo che prima o poi la mia amica mi avrebbe raccontato tutto, stava solo aspettando il momento per lei più adatto .
Scossi la testa . - Voi andate , io resto qui! - Ero pur sempre svenuta e non me la sentivo di uscire, di nuovo  Scordatelo! - disse Liam venendo avanti . - poi se ti succede qualcosa ? Noi rimaniamo con te . -
Sorrisi, quasi commossa dal fatto che i miei idoli fossero lì, e, oltretutto, ci tenessero a me. Sapevo che, però, prima o poi tutto quello sarebbe finito. Tutto nella vita è temporaneo. Quindi , dato che le cose stavano andando bene, mi sarei goduta ogni momento perché sapevo che non sarebbe durato per sempre. - Tranquilli , non mi succederà niente! -
- Che ne sai ? - chiese questa volta Zayn sedendosi di fronte a me alzando un sopracciglio. Carolina lo seguì . - Noi restiamo con te! - disse lei .
Sbuffai , ma prima che potessi ribattere Harry, che fino a quel momento non aveva detto parola, si fece avanti . - Io rimango qui con lei , ordiniamo qualcosa per pranzo o andiamo alla mensa del college e voi andate al Mc! - stavo per ribattere, ma , di nuovo, lui mi interruppe . - tutto deciso, ora fuori! - quasi urlò , spingendo i ragazzi fuori dalla camera e chiudendo la porta con un tonfo. Risi, lasciando che il suono della mia risata ovattasse i suoni circostanti e distendendomi sul letto. Harry mi raggiunse, allungandosi di fianco a me e lasciando che la mia testa si poggiasse sul suo petto. Riuscivo a sentire il battito del suo cuore appena accelerato, il petto alzarsi ed abbassarsi a ritmo del suo respiro, mentre l'odore di mela dei suoi ricci si intrufolava nelle mie narici facendomi ubriacare di esso . - Non era necessario . - sussurrai lasciandogli un bacio sul petto caldo .
Le sue mani presero ad accarezzarmi le braccia lasciate in parte nude dalla maglietta a maniche corte che indossavo . Chiusi gli occhi inspirando profondamente, lasciando che le sensazioni che il suo tocco mi stava provocando rimanessero impresse nella mia mente, sulla mia pelle, un po' come una cicatrice .
Sospiro . - Pensavi davvero che ti avrei lasciata da sola? - alzai lo sguardi incrociando il suo sguardo magnetico .
'Lo ami?' , sussurrò dentro di me la mia coscienza . Avrei dovuto dargli un nome dato che ultimamente mi faceva spesso compagnia . 'Lo ami?' Era pure ripetitiva! Scossi a malapena la testa . Non sapevo cos'era l'amore, non sapevo cosa significasse amare, non sapevo come ci si sentisse ad amare una persona . Non conoscevo l'amore, io .
Mi distesi su di lui, inchiodando il mio sguardo sul suo viso . - Grazie . - soffiai a pochi millimetri dalle sue labbra per poi far scomparire la distanza . Gli morsi il labbro, poi ripresi a baciarlo. Il sapore di fragola e miele mi inebriarono i sensi e per qualche secondo non capii più niente . Stava diventando una droga : lui e il suo profumo, lui e le sue labbra, lui e suoi occhi. Mi staccai per guardarlo bene . Sorrideva , sorrideva sempre, lui . Osservai ogni particolare del suo viso , baciandogli il piccolo neo che aveva sulla guancia sinistra, fino a scendere più giù, fino ad arrivare al suo collo. Lo sentii sospirare . Arrivai vicino all'orecchio e glielo morsi. Le sue mani mi accarezzavano la schiena e si immergevano nei miei capelli. Sorrisi .
Annuì, prendendo il mio viso tra le mani e accorciando le distanze . - Ti aspetterò . - sussurrò . Sorrisi, stringendolo in un abbraccio. Un abbraccio per ringraziarlo di essere rimasto con me. Un abbraccio per ringraziarlo di ogni singola cosa che aveva o avrebbe fatto . Un abbraccio che, ero sicura, sarebbe valso molto più di mille parole .
Mi alzai, tendendogli la mano , che prese per poi fare la stessa cosa . - Minchia, sei alto , però! - 'cazzo Sara, era romantico, non puoi fare così!'. Ecco, si pure incazza la coscienza, adesso . La ammutolii mentalmente , mentre Harry rise di gusto . - Bellezza, sei tu quella bassa ! -
Lo guardai alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto . - Io non sono bassa , sono normale ! -
Mi sorrise alzando le spalle portando un braccio attorno a me - Se lo dici tu . Ora andiamo a mangiare che io ho fame . -
Portai un braccio attorno alla sua vita . - Tanto ho ragione io . - avevo tanti difetti, forse troppi, ma quello che odiavo di più era il fatto che volessi sempre, sempre avere ragione . Ma nonostante io conoscessi questo mio difetto non riuscivo a fare niente per migliorare. Presi la borsa tanto per non portare cellulare e chiavi della camera in mano e , dopo aver chiuso a chiave scendemmo alla mensa del college. Strinsi la sua mano e lui voltò il suo sguardo verso di me, facendo in modo che il verde-azzurro dei suoi occhi mi togliessero il respiro .
Sorrisi per poi tornare a guardare davanti a me . - Sai, hai proprio dei bei occhi. Dalle foto che vedevo al computer erano belli, si, ma dal vivo sono.. mozzafiato! - le gote arrossirono leggermente quando il suo sguardo si posò su di me.
Sorrise di rimando, poi tornò a guardare di fronte a se . - Oh, si, lo so! -
Mi fermai, incurvando le sopracciglia . - Come sei simpatico oggi! - ripresi a camminare , mentre la sua risata attirò l'attenzione di molti ragazzi che come noi si stavano dirigendo alla mensa per pranzare . Non feci a tempo a pensarlo che subito delle urla si alzarono a torno a noi e una cinquantina di ragazze si fiondarono addosso a Harry. Gli sorrisi e poi mi feci da parte. Ero una Directioner, facevo parte di quella famiglia, e più di qualsiasi altra persona capivo cosa significasse avere di fronte il proprio idolo , il proprio sogno . Realizzare un sogno è una delle scommesse più ardite, una di quelle per cui si fa di tutto , una di quelle per cui si rischia di impazzire. Per un sogno si piange , si sta male , ma tante sono le volte in cui quel sogno può renderti felice, può farti star bene . Lo guardavo mentre solare firmava autografi e scattava foto con le fan . Le abbracciava, le stringeva fra le sue braccia quando queste avevano il volto rigato dalle lacrime . Non ero gelosa, o almeno non così tanto da intrufolarmi nella mischia e magari rovinare tutto . No, io me ne stavo in un angolino ad osservare il mio Harry che rubava un sorriso ad ognuna di quelle ragazze.
Sentii la pelle bruciarmi quando una ragazza mi fulminò con lo sguardo . 'Puttana', aveva mimato con le labbra ad una sua amica che, scuotendo la testa, l'aveva lasciata stare . Da certi gesti si possono classificare le vere fans, le Directioners, e le fan girls. Non ci diedi molto peso, sapevo che sarebbe successo, sapevo che stando accanto ad Harry molte persone mi si sarebbero rivoltate contro, ma sapevo anche che dovevo far finta di niente, rispondere a tono, distruggendo la loro cattiveria e loro convinzioni con gentilezza .
Mi avviai verso Harry quando notai che aveva terminato il suo 'lavoro' e lo presi sotto braccio. Mi sorrise , strofinando il suo naso sulla mia guancia . - Non sei gelosa ? -
Sorrisi abbassando lo sguardo. Alzai, poi, il viso e lo baciai in un angolino della bocca . - Mi fido di te . –

zam zam: ecco anche l'atro spero in un vostro commento inoltre lasciatemi ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito fin ora e anche quelle silenziose che però hanno messo la stora tra le seguite/preferite/ricordate siete tantissime e mi fate tanto tanto felice davvero grazie di cuore a tutte a presto Angy.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21. ♥ ***


Capitolo 21. ♥
Ci si affeziona, a volte con poco . A volte basta un sorriso rassicurante o una parola carina, uno sguardo da amico o una stretta di mano . Ci si affeziona e non si può fare niente per evitare che questo succeda . Quante volte avremmo voluto evitare di legarci a una persona ? Quante volte ci si riesce? Quante volte, poi, ci si pente di non esserci riusciti? Tante, probabilmente, ma non di meno sono le volte in cui ci si pente di esserci distaccati da una persona . A volte penso che sia meglio rischiare e soffrire che soffrire per non aver mai rischiato , quindi cercare di non affezionarsi a qualcuno per paura di qualcosa penso sia poco benevolo per se stessi .
Mi capitava spesso di affondare nei miei stessi pensieri e perdermici, divagare fino a dimenticarmi a cosa stessi realmente pensando . Scossi la testa, infilando il paio di Superga verdi ai piedi . Sistemai la visiera del cappello e uscii dalla camera dove Gaia e Carolina mi stavano aspettando . Mi ero svegliata tardi!
- Ah, ce l'hai fatta ! - disse Carolina prendendomi sottobraccio .
Sorrisi annuendo . Non avevo nemmeno fatto colazione, ma ormai era andata . Erano le dieci e un quarto e tra un quarto d'ora avremmo avuto l'esame, il primo esame . Ero agitata, ma non così tanto . Sentii 'Take a Bow' di Rihanna risuonare nel corridoio . Mi persi in quella melodia , nella voce di quella donna, nelle emozioni che mi faceva bruciare dentro . Scossi la testa e presi il telefono che da dentro la borsa stava suonando . Spinsi il tasto verde e risposi . - Pronto ? -
- Buongiorno piccola, sono Harry! - la sua voce mi fece perdere un battito , e quel 'piccola' ancora risuonava nella mia testa . Sentii dei brividi partirmi da dietro la schiena ed arrivarmi fino alla nuca facendomi venire la pelle d'oca .
Feci segno alle mie amiche di iniziare ad andare, io le avrei raggiunte dopo qualche minuto . - Buongiorno ... bello ! - avrei voluto dire un 'tesoro' o un qualcosa di abbastanza tenero, ma le parole mi morirono in gola .
- Sei agitata per l'esame? - 'oddio, l'esame', pensai .
- Adesso si . - dissi con la voce tremante .
- Andrà tutto bene, sta' tranquilla! - la sua voce era confortante e , Dio quanto avrei voluto sentire le sue braccia avvolgermi il corpo in un caldo abbraccio . - Lo spero ! - dissi sospirando , poi continuai . - oggi vieni al college? -
Sospirò anche lui . - Non posso, né oggi né domani . Oggi io e i ragazzi abbiamo un intervista e un servizio fotografico, domani due interviste . -
Non lo avrei visto , per due giorni. Mi sarebbe mancato, eccome se mi sarebbe mancato, ma quello era ciò che lui doveva fare, quello era il suo lavoro . - Ah . Vorrà dire che dopo domani sarai tutto mio . - annunciai decisa.Lo sentii trattenere una risata . - Se è proprio questo ciò che vuoi .. -
Risi anche io, cercando di non fare troppo rumore. Guardai l'orologio che portavo al polso , erano le dieci e venticinque . 'cazzo', pensai .- Harry, è tardi , io devo andare . Ti voglio bene . - 'ti amo ?' . Scossi la testa, non era il momento di entrare in dibattito con la mia coscienza .
- In bocca al lupo, bellezza! Ti voglio bene anche io! - Sorrisi di fronte allo schermo del cellulare ancora illuminato e attaccai. Mi passai una mano fra i capelli sospirando e dando un'altra occhiata all'orologio per poi precipitarmi in classe. Quando entrai notai che erano già tutti seduti, anche se la professoressa non era ancora arrivata. Sorrisi imbarazzata sotto lo sguardo scrutatore di alcune ragazze che avevo visto ieri saltare addosso ad Harry. Mi sentivo osservata , scrutata in ogni minimo particolare del mio corpo, dai capelli ai piedi, e la mia pelle sembrava bruciare sotto il loro sguardo. Mi sedetti al mio solito banco, tra una francese di nome Delphine e uno spagnolo , Eduardo , che dal secondo giorno non faceva altro che provarci spudoratamente con Carolina . Era un bel ragazzo, si, ma a lei non interessava . Posai la tracolla sul banco poggiando la testa su di essa . Ero ancora assonnata e, oltretutto, volevo evitare di dover scontrare lo sguardo minaccioso di quelle ragazze . Erano possessive , esageratamente esagerate, erano delle fan girl, probabilmente , e mi davano fastidio. Sbuffai. Le guardai meglio e notai che una delle ragazze che mi stavano osservando era quella che la sera precedente mi aveva dato della 'poco di buono'. Ridicola, davvero ridicola. Non davo peso ai loro sguardi e nemmeno a quello che dicevano a bassa voce tra di loro su di me. Infondo erano solo gelose di qualcosa che non le apparteneva : Harry non apparteneva a loro, così come non apparteneva a me , e se io riuscivo a non essere gelosa delle fan che lo toccavano , gli saltavano addosso e cercavano di baciarlo, perchè loro dovevano essere gelose di me?
Sentii qualcuno sfiorarmi la spalla come per attirare la mia attenzione e io, di scatto, voltai la testa . Una ragazza dai capelli dorati mi si parò davanti sorridente. Feci mente locale per cercare di collegarla a qualcosa, a qualcuno o a qualche avvenimento , e dopo qualche secondo si accese la lampadina . Le sorrisi dolcemente quanto ricordai che fosse la ragazza che aveva scosso la testa all'amica che mi aveva dato della 'puttana'.- Scusa se ti disturbo, ma volevo chiederti scusa per quello che ha detto la mia amica ieri sera . - aveva un accento strano, probabilmente era tedesca .
Le sorrisi . - Tranquilla, davvero. Anzi, grazie mille! -
Era imbarazzata e continuava a girarsi una ciocca di capelli biondi fra le dita. Si, era di sicuro tedesca : bionda e con la carnagione chiara. Sorrise scrollando le spalle per poi tornare al suo posto. Le ragazze la fulminarono con gli occhi ma lei, come feci io, non ci diede troppo peso e tornò al suo banco nella seconda fila.
La cosa migliore che avevo trovato avendo conosciuto gli One Direction era probabilmente una famiglia. Non che una famiglia 'reale' mi mancasse, ma una famiglia che condividesse le mie emozioni, le mie lacrime e i miei sorrisi mi serviva proprio. Era bello essere una Directioner, era bello far parte di quella famiglia. Era stupefacente il fatto di sapere di poter contare su tantissime persone nel momento del bisogno, perchè proprio come in una famiglia, proprio come si fa tra fratelli e sorelle, loro mi sarebbero state vicine .
Un tonfo mi fa sobbalzare e noto la professoressa, nervosa oltretutto, che senza neanche degnarci di un saluto ci consegna l'esame . 'Deve andare tutto bene, per forza', penso.
L'esame, l'esame era andato abbastanza bene. L'avevo superato con il massimo dei voti e , probabilmente, lo dovevo solo ai ragazzi. Passavo la maggior parte del tempo con loro, con Harry più che altro, e passare del tempo con loro significava parlare sempre e comunque in inglese. Il giorno dopo l'esame avevo saltato le lezioni per colpa di mia madre che la sera prima mi aveva intrattenuto fin troppo al telefono e al mattino il sonno aveva impedito al mio cervello di svegliarsi. Amavo dormire e ogni notte dovevo farlo per almeno nove ore. Esagerato? Probabilmente si.
Scesi lentamente le scale per tornare in camera insieme alle mie amiche. Gaia era raggiante più del solito e Carolina non riusciva a smettere di farneticare cose senza senso. Avevo provato a infilarmi nella conversazione per cercare di capirci qualcosa, ma dopo un po' ci avevo rinunciato, anche perchè la mia testa era decisamente tra le nuvole quel giorno.
Lo avrei rivisto e, anche se erano solo due giorni che non lo vedevo, mi era mancato . Non lo avevo sentito per niente, nemmeno per telefono e mi era mancato fin troppo . Mi era mancato il suo respiro sulle sue labbra e l'odore di mele dei suoi capelli. Mi era mancato il suo tocco deciso ma delicato sulla mia pelle e il essere maledettamente dolce. Mi era mancato lui , punto.
Mi voltai per controllare se le mie amiche fossero ancora dietro di me ma mi stupii di non vederle più . Alzai le spalle, non c'era da preoccuparsi, di sicuro non si sarebbero perse. Tornai a camminare e, dopo un paio di rampe di scale mi ritrovai di fronte la porta della mia camera . Tirai fuori dalla tracolla le chiavi e entrai nella camera . Un profumo strano mi invase le narici. Respirai a pieni polmoni . 'Fiori', pensai. Sorrisi spontaneamente . Posai la borsa a terra per poi entrare in camera da letto. Sentii gli occhi inumidirsi e il cuore iniziare a palpitare velocemente quanto vidi un enorme mazzo di fiori colorati sul mio letto. Mi avvicinai prendendolo in mano e, chiudendo gli occhi, avvicinai il naso ad esso per deliziare le narici di quell'odore. Osservandoli meglio notai che fossero dei gigli. 'I miei preferiti', pensai. Tra di essi notai un bigliettino e dopo aver posato il regalo sul letto lo aprii .
Piaciuti i fiori? Sono dei gigli, i tuoi preferiti. Sono belli quasi quanto te.
Mi sei mancata. Ok, non ci vediamo da due giorni, ma mi sei mancata, davvero.. e la cosa mi sconvolge. Tu, tu mi hai sconvolto. Credimi se ti dico che probabilmente nessuna mi ha mai fatto l'effetto che mi fai tu, anzi , ne sono sicuro. So per certo che sei la prima che riesce a farmi sentire in questo modo.
Devo farmi perdonare un paio di cose da te. Ti ho fatto soffrire e non te lo meritavi. Mi dispiace, davvero.
Per farmi perdonare ho preparato qualcosa per te, ma devi trovarmi. Tranquilla, sarà facile, perchè dio, non ne posso più di stare lontano da te .
'Tante volte ci son stato, ma con te non l'ho mai visitato. Da un orologio è sovrastato ed è proprio lì che quel giorno m'hai trovato.'
Trovami piccola, ti sto aspettando.
Le lacrime scorrevano sulle guance lente e decise, cadendo di volta in volta sul biglietto. Amavo quel ragazzo e , in quel momento, era l'unica cosa di cui ero sicura.

zam zam: scusate il mio ritardo è più di un mese che non aggiorno ma la scuola mi porta via un casino, ho da studiare un casino scusate scusate tanto spero di poter aggiornare presto baci Angy.....
P.S grazie a tutte quelle che recensiscono

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Capitolo 22
*** Capitolo 22. ♥ ***


Capitolo 22. ♥
L'amore non è di certo qualcosa di volontario, qualcosa di programmato. Non ci si innamora perchè lo si vuole, anzi, è tutto una sorpresa . Ci si innamora, e quando accade, quando ci si accorge di essere innamorati si ha la percezioni che le nostre emozioni siano sfuggite dal nostro controllo, siano andate oltre .
L'amore si inoltra nella vita di ognuno di noi senza preavviso e anche con una certa violenza . Una violenza che ti scombussola dentro , che ti fa attorcigliare le viscere, ma che ti fa sentire maledettamente bene . Quando l'amore prende il sopravvento si cambia. Quella persona si impadronisce del nostro cervello, e, afflitti dall'amore, non si riesce a scacciarla, a resistere alla tentazione di averla sempre con sé. Si cercano il sorriso, gli occhi, i capelli, i movimenti di quella persona nelle altre, magari anche senza volerlo. Ci si sente condizionati, incatenati dall'amore, ma ti fa stare maledettamente bene.
Bene, si, ma quando quella persona ricambia. Al contrario, se la persona amata non ricambia, il mondo sembra crollare sotto i nostri piedi. Ci si senti vuoti , distrutti, logorati dalla sofferenza . Perchè, nonostante tutto, quella persona continua ad 'abitare' dentro la nostra mente. E' un pensiero fisso, un pensiero che logora, che ti squarcia il petto , che brucia da dentro .
L'amore è passionale, romantico, unico, ma logora, distrugge.. uccide .
E Harry? Era amore quello che mi bruciava nel petto quando vedevo Harry? C'erano tre cose di cui ero sicura in quel momento : se lo si vuole tutto è possibile, anche a Londra può fare caldo , caldissimo e.. amavo Harry.
Si dice che ci si accorge di essere innamorati quando quella persona brulica nel tuo cervello da mattina a sera, quando, qualsiasi cosa succeda, in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento quella persona ti manca , come se fosse indispensabile. Indispensabile come l'ossigeno che si respira o il sangue che scorre nelle vene.
Harry, in quel momento, era indispensabile, più dell'ossigeno che mi serviva per respirare, più del sangue che mi scorreva nelle vene .
Scesi le scale che portavano alla hall del college con il biglietto scritto dal 'riccio' in mano. Le mani fremevano , le gambe erano diventate di gelatina e il cuore.. il cuore batteva contro la cassa toracica quasi a volerla distruggere. Era impressionante quanto quel ragazzo mi avesse preso, quanto il suo sguardo mi avesse ipnotizzato, quanto il sapore delle sue labbra fosse diventato il mio preferito .
Uscii dall'edificio e dopo aver fermato un taxi arrivai nel parco, in quel parco. Avevo subito capito dove si trovasse il mio Harry. 'Da un orologio è sovrastato ed è proprio lì che quel giorno m'hai trovato.' Il mio pensiero era subito volato al parco sovrastato dal Big Ben, dove l'avevo trovato con Ashley .
Scossi la testa al pensiero e, dopo aver pagato il taxista che mi aveva portato a destinazione, ero scesa dall'auto. Lessi le parole del bigliettino di nuovo, come per poterle inciderle nella mente, nel petto, un po' come un tatuaggio indelebile .
Gli occhi si offuscarono inevitabilmente e le labbra tremavano appena , di certo non per il freddo. Il vento mi scompigliò i capelli che portavo legati in una treccia di lato. Respirai l'aria fresca che inondava Londra, cercando di reprimere le lacrime e rinchiuderle per bene dentro. Incerta entrai nel parco, con passi piccoli, piccoli e lenti, quasi non volessi far scorrere il tempo .
Alzai lo sguardo verso il cielo, lasciando che il sole m'accecasse e che il celeste del cielo londinese rimanesse impresso nel mio sguardo, un po' come una fotografia.
Portai lo sguardo sotto la quercia, l'albero più grande di quel piccolo parchetto, l'albero sotto il quale mi ero seduta quel giorno. Sorrisi e trattenni un fremito quando notai i petali di rose rosse che circondavano l'albero e che, ogni tanto, svolazzavano a causa del vento. Su un mucchietto di foglie ai piedi dell'albero era adagiata una scatola in velluto celeste, il mio colore preferito. Sentivo le lacrime bagnarmi le guance, ormai, e un enorme sorriso sovrastava il mio viso .
Non ero abituata a tante attenzioni, nemmeno da parte dei miei genitori. Sapevo che le persone mi volevano bene, che , infondo, ero importante almeno un po' per loro, ma mai nessuno aveva fatto qualcosa per dimostrarlo.
Due mani morbide e calde mi circondarono la vita e un respiro profondo e bollente mi solleticò il collo. I brividi presero il possesso del mio corpo , partendo dalla schiena e raggiungendo la nuca. Era Harry, ne ero sicura . Avrei riconosciuto il suo tocco gentile e delicato fra migliaia. Mi voltai, lasciando che le lacrime scorressero imperterrite sul mio roseo viso.
Sorrisi, per poi stringerlo in un abbraccio. Le sue mani mi accarezzavano la schiena, mentre le mie erano sprofondate nei suoi ricci morbidi. Profumavano di mele, come al solito . Mi lasciai trasportare da quelle sensazioni, lasciai che il mio corpo si abbandonasse totalmente a quelle emozioni che mi avrebbero mandato nell'oblio.
- Mi sei mancato terribilmente. - sussurrai asciugandomi con il polso le ultime gocce d'acqua che scorrevano sul mio volto.
Sorrise dolcemente . Con il pollice tracciò il contorno delle mie labbra desideroso di esse, così come il bramavo le sue . - Mi sei mancata anche tu, piccola ! -I suoi ricci erano scossi dal vento e il bagliore dei suoi occhi riusciva a mandarmi in tilt.
Si avvicinò lentamente alle mie labbra, quasi avesse paura, quasi non volesse rovinare quel romantico momento . Strofinai il mio naso con il suo, chiudendo gli occhi. Mi lasciai trascinare in quella baraonda di emozioni, in quel circolo vizioso di sentimenti meravigliosi . Le sue labbra si posarono sulle mie, e immediatamente il sapore di fragola e miele m'inebriò i sensi . Le labbra socchiuse, il suo respiro si mescolò con il mio, la sua lingua danzava con la mia. In quel momento, in quel vortice di passione in cui eravamo finiti, io ed Harry eravamo una cosa sola. Eravamo legati da qualcosa di grande, qualcosa di immenso e potente. Era qualcosa probabilmente anche più grande dell'amore. Era qualcosa che io ed Harry avevamo creato insieme. Qualcosa che avevamo costruito senza accorgercene. Un gioco, un gioco di cui nemmeno noi conoscevamo le regole, ma andava bene così. Il nostro gioco non aveva regole, così come non ne aveva l'amore.
Sorrisi sulle sue labbra quando le sue mani scesero sul mio fondoschiena. Le mie mani vagavano fra i suoi capelli, accarezzandogli il collo e lasciando brividi che gli percorrevano l'intera spina dorsale. Lo sentii rabbrividire quando gli morsi il lobo dell'orecchio per poi tornare sulle sue labbra.
Ci staccammo e , per una frazione di secondo, sentii le gambe diventare molli e cedere. Mi attaccai alle sue spalle e Harry mi sorresse stringendomi la vita. Il suo corpo era attaccato al mio, il suo profumo mi mandava in extasy. Quel ragazzo era diventato una droga, la mia droga preferita.
Alzai il volto, incrociando il mio sguardo con il suo. Mi persi in quelle biglie tra il verde e l'azzurro e, affondando in esse, mi sentii a casa. Mi trascinò sotto l'albero imponente. Mi poggiai con la schiena sulla corteccia ruvida mentre Harry, senza dire una parola, prese la custodia di velluto celeste posata sulle foglie. Me l'aprì davanti agli occhi e sentii questi pizzicarmi di nuovo quando una collana d'oro bianco mi si parò davanti. Un ciondolo era appesa ad essa : una 'H', l'iniziale del suo nome. Sorrisi emozionata, lasciando scorrere veloce sul viso una lacrima capricciosa che Harry prontamente asciugò con il pollice.
Il 'riccio' sospirò e strinse una mia mano nella sua. - Non sono mai stato bravo con le parole, soprattutto in situazioni del genere, quindi penso sia meglio arrivare dritto al punto. Ti amo Sara, ti amo per davvero e vorrei che tu.. che tu diventassi la mia ragazza. Non ho mai provato ciò che sto provando con te, mai niente del genere. Ho bisogno di te, adesso. Ho bisogno di averti accanto. -
'La mia ragazza', 'ho bisogno di averti accanto', 'TI AMO’. Quelle parole vorticavano nel mio cervello facendomi girare la testa. Portai la sua mano sul mio petto . - Senti? Senti come mi batte il cuore adesso. E' sempre così quando tu sei accanto a me. - sorrise anche lui. - Ti amo Harry, ti amo e penso proprio che essere la tua ragazza non mi dispiacerebbe affatto . -
Posai una mano sulla sua guancia. L'accarezzai e avvicinandomi ancora un po' tagliai la distanza fra le nostre bocche unendole in un nuovo bacio. Un bacio diverso, forse, una bacio che tirò fuori dai meandri della mia anima le più profonde emozioni, emozioni di cui non conoscevo neanche l'esistenza.
- Sei mia, adesso. - sussurrò a un palmo dal mio viso .
Scossi la testa puntando le mie iridi color cioccolato nelle sue . - Lo sono sempre stata, Harry. -
- Quanto mi ami? - soffiò sulle mia labbra. Eravamo ancora al parco e lui, il mio ragazzo, era disteso su di me sorreggendosi sulle braccia per non pesare sul mio corpo.
- Tanto tanto tanto. - sorrisi alzando un po' la schiena per lasciargli un tenero bacio sul naso. Mi faceva quasi paura il sentimento enorme che provavo nei suoi confronti . Era un sentimento di cui avevo solo sentito parlare, un sentimento che avevo visto nei film, un sentimento quasi da favola. Era un amore grande, come quello di Romeo e Giulietta.
'L'amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso. L'amore non è mai presuntuoso o pieno di se, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L'amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità. E' sempre pronto a scusare, a dare fiducia, a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta.'
Sorrisi ricordando quelle parole. Erano limpide, d'effetto.. erano vere.
- Tanto tanto tanto quanto? - disse. Mi sembrò un bambino in quel momento.
Allargai le braccia il più possibile, proprio come facevamo tutti da piccoli . - Tanto così. - dissi e lui si lasciò scappare una risata. - E tu? -
- Troppo. -
Il suo sorriso mi lasciò senza fiato. Il suo sorriso era come il mare: limpido, grande, aperto a chiunque. Era un raggio di sole nei giorni più bui, un fiore nella neve, un'oasi nel deserto. Il suo sorriso, per quanto banale possa sembrare, era un punto fermo nel mio cuore. Era il mio rifugio, uno scoglio nel mare tempestoso , uno squarcio di pace nel trambusto . Il suo sorriso m'aveva turbato l'anima, me l'aveva scombussolata e , in quel momento, era tutto ciò che potessi desiderare.
- Perchè mi guardi così ? - arricciò il naso.
Le gote mi si tinsero di rosso . Sorrisi . - Fino a una settimana fa questo succedeva in un sogno, e ora sono qui, con te . Sono la tua ragazza ! Sai quante volte ho sognato si incontrare te, di incontrare i ragazzi ? E adesso essere qui, a Londra, aver conosciuto i miei idoli .. mi sembra un sogno . Tu, tu ci credi nei sogni ? -
Lo vidi intenerirsi e con una mano iniziò ad accarezzarmi il viso . - Sogno di essere un cantante da quando ero nella pancia di mamma , adesso sono in un gruppo grazie al quale ho trovato quattro amici fantastici . Poi adesso ho te, dimmi se tutto questo non è un sogno, piccola.


zam zam: ciaoooo patateeeeeeee come state???? io na meraviglia ahahahha storia lunga lunga da raccontare.
il capitolo ve gusta????? spero di si ho cercato di farlo più smielato possibile dolce dolce e romantico che io amo da impazzire le descrizioni così ok a presto tanti tanti bacioni Angy

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Capitolo 23
*** Capitolo 23. ♥ ***


Capitolo 23. ♥
- Fanculo, - sussurrai sbattendo una mano sul libro poco delicatamente. – non lo imparerò mai ! -
Ero distesa sul letto della mia camera dalle undici di quella mattina a sgobbare su quel dannato libro a cercare di imparare la storia di Londra con l’aggiunta di una descrizione dettagliata dei luoghi e dei musei più importanti . La seconda parte bene o male la sapevo, la prima , invece, non aveva intenzione di entrarmi in testa . In italiano la sapevo, ed anche bene, ma non riuscivo a dirla in inglese . Le parole mi morivano in bocca, mi passavano per la mente troppo velocemente e non riuscivo ad acciuffarle per poi farle uscire dalla mia gola . Non avevo neanche pranzato quel giorno, me ne ero completamente dimenticata, ma non avevo fame . Le mie amiche, poi, mi avevano decisamente abbandonata per andare a fare shopping con i ragazzi . ‘Beate loro che hanno studiato ieri’, pensai .
Scossi la testa e tornai sul libro . Le parole sembravano roteare sotto i miei occhi e non riuscivo a tenere lo sguardo fisso sulla pagina . Saltavo le parole e a volte addirittura intere righe . Non era di sicuro un problema alla vista, portavo anche gli occhiali in quel momento ! Ero solo stanca, forse fin troppo .
Mi massaggiai le tempie chiudendo gli occhi e respirando profondamente. Sentii bussare alla porta . Urlai un ‘è aperto’ con fin troppa enfasi dato che sentii il cervello scoppiare immediatamente . Mi maledissi mentalmente continuando, poi, a cercare di far entrare quelle sei pagine nel mio dannato cervello .
Due mani mi sfiorarono i fianchi stringendoli appena lasciando che miliardi di brividi mi percorressero il corpo coperto solo da un paio di shorts, una canottiera e una camicetta a maniche corte . Sospirai profondamente e quando la persona si distese accanto a me voltai lo sguardo verso di essa . – Ehi . – sorrisi
- Ehi . – ripetette lui stampandomi un bacio sul naso . – Che fai ? -
Gli indicai il libro con un cenno della testa . Lui sorrise e giuro che in quel momento sarei potuta morire, sotterrata da tanta bellezza . Prese il libro tra le mani e iniziò a scrutare con fare scrupoloso le pagine che gli avevo indicato . – Mmh, la storia di Londra.. interessante ! - Alzai un sopracciglio e lui fece altrettanto guardandomi . – Non la trovi interessante ? -
Risi . – Si, certo, ma da leggere, non da imparare . -
Ripose il libro dove si trovava prima e iniziò a giocare con un mia mano . Incrociava le sue dita alle mie, tracciava dei ghirigori, delle linee invisibili sulla pelle di essa . Solo i miei sospiri e il suo respiro regolare riempivano l’aria in quel momento . – Se vuoi ti do una mano io . – annunciò pimpante .
La sua voce mi strappò dai miei pensieri e io annuii sorridente . Riprese il libro fra le sue mani . – Ripeti . -
- Ma se ti ho detto che non lo so ! – dissi alzando un po’ la voce senza rendermene conto, ma appena me ne accorsi sussurrai uno ‘scusa’ appena appena udibile .
Lui scosse la testa e tornò a stringere una mia mano . – Ripeti ! – disse di nuovo . Feci per ribattere come avevo fatto poco prima ma il suo sguardò mi fulminò facendo morire le parole che avrei voluto dire prima che nascessero . Feci mente locale su ciò che da quella mattina alle dieci a dieci minuti prima avevo letto e riletto . Sospirai e iniziai a parlare . Non ero concentrata su quello che dicevo, per niente . Le parole scorrevano come un fiume, senza che me ne accorgessi . Il mio sguardo era perso nel viso di Harry, del ‘riccio’, del mio ragazzo . Mi sembrava ancora parecchio strano definirlo tale . Anzi, a dirla tutta mi sembrava ancora strano essere lì, aver conosciuto i ragazzi ed essere una loro amica . Stavo vivendo il sogno, quel sogno che quando ero in Italia, da quando li avevo conosciuti quel novembre del duemila dieci non faceva altro che opprimermi, vorticarmi nel cervello, scorrere nel mio corpo .
Lui era concentrato invece, lui ascoltava le mie parole, seguendo con lo sguardo sul libro . Era bello, più di quanto possa sembrare in pixel, più di quanto io abbia mai immaginato . Per occhi altrui sarebbe stato solo ‘bello’, ma per me non era bello, era meraviglioso . Amavo le fossette sulle sue guance, il piccolo neo al lato sinistro della sua bocca, i suoi ricci che morbidi cadevano sulla destra della sua fronte .
Era bello, bello fuori e dentro . Era un ragazzo dal cuore d’oro e amavo il suo essere estremamente comprensivo, paziente e dolce . Nonostante avesse la ‘fama’ di Don Giovanni si era dimostrato tutt’altro che tale .
Mi piaceva da morire . Adoravo affondare lo sguardo in quei pozzi azzurro-verdi dei suoi occhi, intrecciare il mio sguardo al suo, legare le mie dita alle sue, assaggiare il sapore di fragola e miele delle sue labbra . Lo amavo, forse anche troppo, e mi sentivo estremamente fortunata ad avere un ragazzo come lui accanto .
Mi bloccai . – Non mi ricordo più niente . – dissi alzando le spalle e con un’espressione rassegnata . Non sapevo cosa mi mancasse da ripetere, anzi, non sapevo nemmeno cosa fino a quel momento avessi ripetuto
- Ti manca il Madame Taussaud . – disse alzando gli occhi dal libro e sorridendomi dolcemente . Mi persi nel suo sguardo caldo e infinitamente dolce, fui rapita da quel sorriso coinvolgente e carismatico .
Mi prese per le spalle scuotendomi cercando di svegliarmi dal mio stato di trans , e ci riuscì .
- Pensi troppo ! – disse ridendo fiondando il libro a terra . – Su, le sai le cose, non devi sapere tutto perfettamente, ti manca solo quella cosa e non fa niente , ora facciamoci le coccole . – si distese sul letto allargando le braccia invitandomi a raggiungerlo.
Lo guardai alzando un sopracciglio per poi scoppiare a ridere . – ‘Facciamoci le coccole’ ? –
- Stupida. – sussurrò imbronciandosi lanciandomi addosso un cuscino che riuscii a schivare . ‘Ottimi riflessi’, pensai elogiandomi da sola molto modestamente, direi . Trattenni una risata e sbuffando mi distesi accanto a lui .
Il battito del suo cuore era l’unico rumore che riuscissi a sentire . Il rumore più piacevole che mi avesse perforato l’udito, direi .
- Quando me ne andrò ti ricorderai di me ? – i pensieri volarono subito al peggio . Dal nulla mi ritrovai a pensare a lui che si dimentica di me, a lui che si diverte con un’altra, a me, che mentre lui è felice, mi sento bruciare dentro dal dolore .
Col braccio mi strinse ancora più forte a sé . – Dimmi come potrei dimenticarti, Sara . – Il mio nome pronunciato da lui, con la sua voce, con quella intensità fece fare al mio povero cuore un triplo salto mortale all’indietro .
- Promettilo . – dissi stringendoli la stoffa della maglietta che gli copriva gli addominali .
- Te lo prometto, amore, te lo prometto . -
- Amore . – sussurrai . Affondai la testa nell’incavo del suo collo . L’odore di mele mi perforò le narici facendomi sorridere spontaneamente . Quel ragazzo era diventato qualcosa di grande, di enorme . Era diventato qualcuno di importante, qualcuno che sarebbe sempre riuscito a scaldarmi il cuore con un sorriso, a farmi innamorare ogni volta di più con uno sguardo .
A rovinare il momento a dir poco romantico più il rumore alquanto fastidioso del mio stomaco che reclamava un po’ di cibo .
- Hai fame ? – chiese Harry infilando una mano dentro la mia maglietta per accarezzarmi la schiena . Sussultai appena mentre i brividi si facevano spazio sul mio corpo . Scossi la testa cercando di reprimere la fame . – Bene, non ci credo . Alzati, vestiti e andiamo a prenderci un gelato . - Si alzò , lasciandomi da sola sul letto .
Sorrisi , scuotendo la testa . – Sì signor capitano . Vado a farmi una doccia, tu mi prepari i vestiti ? –
Annuì sorridente piazzandosi di fronte all’armadio . Gli lasciai un bacio sulla guancia scappando, poi, in bagno . Chiusi la porta e mi liberai dei vestiti . Entrai nella doccia e lasciai che ogni pensiero scivolasse via insieme all’acqua che, tiepida, picchiava sul mio corpo .
Uscii dalla doccia avvolgendomi in un asciugamano . Presi il fono e in un quarto d’ora abbondante riuscii ad asciugarmi i capelli . Li pettinai e con ancora l’asciugamano avvolto intorno al corpo tornai in camera per vestirmi .
Harry era seduto sul letto a smanettare con il suo iphone . Sorrisi e mi sedetti accanto a lui . Voltò lo sguardò verso di me quando sentì la mia presenza e arrossì appena quando notò che fossi mezza nuda . Trattenni una risata . – Allora, che vestiti mi metto ? – gli chiesi entusiasta .
- Li ho posati sulla sedia . – disse sorridendomi, di nuovo .
Mi avvicinai all’armadio per prendere l’intimo , poi mi avvicinai alla sedia dove erano posati i vestiti che il mio ragazzo aveva scelto : una camicetta a quadri rossa e nera, una canottiera nera e un paio di shorts dello stesso colore a cui aveva abbinato una cinta rossa . Tornai in bagno e mi vestii, abbinando al tutto un paio di converse rosse . Potevo dire di non conoscermi, di non sapere bene chi fossi, ma una delle cose sicure che sapevo riguardanti me stessa era che ero fissata con l’abbinare ogni cosa , anche fermagli per capelli e calzini .
Uscii dal bagno dopo essermi truccata appena e lo scenario che mi si presentò davanti non era molto diverso dal precedente . Era un bambino nel corpo di un adolescente, quel ragazzo . Se ne stava lì, sul letto, a giocare ad Angry Birds sul suo cellulare . Alzò lo sguardò e quando il suo sorriso mi si presentò davanti sentii la terra mancarmi sotto i piedi e la testa iniziò a girare vorticosamente .
- Ehi, tutto bene ? – disse avvicinandosi e accarezzandomi la guancia .
Annuii. – Dai, andiamo . -
- Sei tutta sporca . - la sua risata ovattò i suoni circostanti : il rombo delle auto, il fruscio del vento, le urla e le risate dei bambini che si divertivano nel parco di fronte alla gelateria .
Avvampai immediatamente e feci per pulirmi con un fazzoletto . Mi bloccò la mano appena questa sfiorò la mia bocca sporca . Si avvicinò sensuale mordendosi il labbro . ‘Respira Sara, respira’, mi ripetevo dentro di me di continuo . Avevo subito mollato il suo sguardo abbassando il viso ma, in quel momento, quando le sue labbra erano a un passo dalle mie, con la mano destra mi prese per il mento alzandomi il viso . Sorrise abbindolandomi . Le sue labbra si posarono delicatamente sulle mie . Con la lingua le accarezzò , portando via il gelato che era rimasto attorno alle mie labbra . Leccò le mie labbra, mordendole di tanto in tanto . Ero in ecstasy ! Sospirai sulle sue labbra cercando di trattenermi dal saltargli addosso . Sorrise notando la mia agitazione e non resistetti più . Posai una mano dietro al suo collo e una fra i suoi capelli e mi avvinghiai alle sue labbra . Il sapore di fragole e miele mi inebriò i sensi .
Gli morsi il labbro e mi staccai dalle sue labbra con il fiatone . – Non fare mai più una cosa del genere o collasso, sappilo . –
Rise, di nuovo, e ‘sta volta gli regalai un bel dito medio a cui rispose con un sorriso . Era impossibile quel ragazzo !
Il cellulare che portavo nella tasca dei jeans iniziò a vibrare . Lo tirai fuori e lessi il nome del mio migliore amico : Federico . Un enorme sorriso si fece spazio sul mio viso .
{ Harry }
- Amore. – disse entusiasta alla persona che era dall’altra parte del telefono . Non conoscevo l’italiano, ma di certo parole come ‘amore’, ‘ti amo o ‘mi manchi’ riuscivo a capirle .
- Mi manchi da morire, sai ? – appunto . Strinsi i pugni, forse troppo forte dato che sentii le unghie infilarsi nella pelle anche se cortissime .
Mi aveva mentito ? Ero un ripiego, solo un divertimento per lei ? Era già fidanzata e stava con me solo per spassarsela un po’ ? Un vortice di interrogativi si fece spazio nella mia mente .
- Oh, ti amo anche io, si . – Sentii il cuore squarciarsi a quelle parole, il mio povero cuore finire in brandelli, l’anima bruciare dalla tristezza .
Mi sentivo tradito, offeso, preso in giro . L’amavo, l’amavo per davvero, ma lei no, lei mi stava distruggendo, come se fossi fatto di carta .
Attaccò e mi guardò sorridente , un sorriso che si spense non appena notò i miei occhi lucidi e arrossati .
- Mi fidavo di te, mi fidavo . –


zam zam: lo so che sono un essere meschino non aggiorno da dicembre scusatemi scusatemi davvero ma ho così tante cose da fare che non so neanche più come mi chiamo presto ahahha. ma tornando a noi che ne dite del capitolo??? fatemi sapere se vi piace ancora questa storia se no la cancello manca ancora poco alla fine decidete voi. spero di riuscire ad aggiornare più presto la prossima volta baci Angy

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Capitolo 24
*** Capitolo 24. ♥ ***


Capitolo 25. ♥
Non mi era mai capitato di trovarmi in certe situazioni . Non avevo mai provato le emozioni che in quel momento bruciavano dentro di me . E purtroppo non era una cosa positiva . Sentivo il cuore sbriciolarsi, frantumarsi e la cosa peggiore era che non finiva a terra, ma che volava, quasi condizionato da qualcosa di enorme, da lei, da quella ragazza che mi aveva distrutto, ucciso, frantumato come se fossi fatto di vetro .
Le avevo dato la mia anima, ma lei l’aveva usata per ripararsi dalla pioggia, le aveva donato il mio cuore, ma lei ci aveva giocato a tennis, le avevo dato tutto me stesso, ma lei mi aveva usato per passare il tempo .
‘Gli uomini non piangono’ . Quanto avrei voluto fosse vero, quanto avrei voluto essere in grado di passare sopra alle cose, di metterci una pietra sopra, di superarle, ma a quanto pareva l’unica cosa che in quel momento riuscivo a fare era buttar fuori il mio dolore immenso con gocce d’acqua salata che mi colavano dagli occhi come un fiume in piena .
Sara era stata l’unica ad avermi fatto innamorare, ad avermi reso totalmente ed incondizionatamente dipendente dai suoi sorrisi. Lei era stata l’eccezione, l’unica eccezione che era riuscita a farmi cadere in quell’oblio di emozioni che era l’amore, ma da tale era riuscita anche a tirarmici fuori per farmi cadere nel baratro .
Sprofondai la faccia nel cuscino mentre le lacrime continuavano a scorrermi sulle guance copiose . I ricci mi si appiccicavano sul volto a causa del sudore e i singhiozzi provocati dal pianto soffocato scuotevano il mio corpo . Ero convinto che saremmo potuti essere il re e la regina di un amore enorme ed incondizionato . Ero strasicuro che saremmo potuti essere il re e la regina dei nostri sogni, di una qualsiasi promessa, di una fiducia reciproca.. ma evidentemente mi ero sbagliato .
Ci eravamo amati, ma poi eravamo caduti e in quel momento stavamo sprofondando più in fretta della velocità della luce .
{ Sara }
C’erano tre cose di cui avevo paura in quel momento : i pagliacci, i nanetti da giardino e i fraintendimenti .
Mi sentivo una stupida, una stupida per non essergli corsa dietro, una stupida, per non averlo fermato, una stupida per non avergli spiegato tutto subito . Mi guardai attorno, ma non conoscevo quel luogo, non conoscevo ciò che mi circondava . In quella settimana non c’ero mai stata . Sospirai, cercando di calmare il respiro che era diventato improvvisamente affannoso . Da quando avevo otto, quasi nove anni avevo iniziato a soffrire d’attacchi di panico, all’inizio frequenti e molto più gravi, ma che col tempo erano diventati più rari . A volte erano seguiti d’attacchi d’asma o da capogiri improvvisi .
Chiusi gli occhi e mi sedetti a terra, nel parco di fronte al bar dove avevamo mangiato il gelato . L’aria fresca mi accarezzava il viso scompigliandomi i lunghi capelli lasciati sciolti solo il cappello della New Era rosso .
- Tutto a posto ? – una voce calda e cristallina giunse alle mie orecchie facendomi alzare lo sguardo . Non riconobbi l’interlocutore fino a quando non si sedette accanto a me . Era la ragazza rossa che avevo incontrato qualche giorno prima .
Le sorrisi annuendo, ma lei non sembrò credermi . Alzò un sopracciglio e mi guardò come per spingermi a sfogarmi . – Ti ricordi di quel ragazzo per cui stavo piangendo ? – annuì sorridente . – Bene, lo stesso pomeriggio che mi hai vista lui è venuto da me e abbiamo risolto . -
Mi interruppe esultando . – Oh, oddio, sono felicissima ! -
Sorrisi scuotendo la testa . – Peccato che per un fottuto malinteso adesso lui sia scappato . -
- E qual è il problema ? – il sorriso sul suo viso non scomparve e un espressione di pura pace interiore le caratterizzava il volto . – Vai da lui, se è un fraintendimento capirà . -
- Il fottuto problema è che non so dove cazzo sono ! – quasi urlai . Le vene del collo si gonfiarono e le guance mi si tinsero di rosso . Trattenni il fiato per calmarmi . – E ho paura, paura che non capisca ! -
Prese la mia mano e la strinse fra le sue . – L’amore, quello vero, va oltre a tutto, oltre ai tradimenti, ai fraintendimenti e agli scherzi idioti . Ti accompagno io da lui , tu calmati e pensa a cosa dirgli . -
Annuii respirando profondamente . Scorsi tra gli ultimi messaggi fino ad arrivare in quello di Louis, dove mi diceva l’indirizzo di casa loro . Lo dissi alla ragazza che avevo scoperto si chiamasse Claire e salimmo in macchina .
Gli edifici londinesi scorrevano veloci e confusi al di fuori del finestrino di quell’auto . Il sole prima splendente era stato coperto da nuvoloni neri che promettevano pioggia . Sembrava imitare il mio stato d’animo in quel momento . Le lacrime bruciavano negli occhi, ma non avevo intenzione di farle uscire, non in quel momento, non di fronte a quella ragazza .
Che poi perché avrei dovuto piangere ? Non avevo nessuna colpa, se non quella di averlo lasciato andare .. forse .
Piccole gocce d’acqua, come avevo previsto, cominciarono a cadere su Londra bagnando le strade e la gente che quel giorno era uscita non aspettandosi, di sicuro, di tornare a casa bagnata come un pulcino .
- A Londra è così, due minuti prima c’è il sole e due minuti dopo viene giù il finimondo ! – interruppe i miei pensieri, Claire, regalandomi un sorriso.
Sorrisi di rimando, per poi tornare a guardare il paesaggio .
L’auto voltò a destra e ci ritrovammo nella strada sulla quale si affacciava la casa dei ragazzi .
- Non posso proseguire . – disse dispiaciuta guardandomi e solo in quel momento notai le transenne che bloccavano la strada a causa di lavori .
- Tranquilla, - dissi sistemandomi con una mano il cappello – e grazie, grazie di nuovo ! – Le lasciai un abbraccio, aprii lo sportello e cominciai a correre per arrivare a casa di Harry . La pioggia mi bagnava il corpo . Si insinuava nella camicetta rossa e nera leggerissima, bagnava il viso facendomi colare il mascara e la matita nera . Le gambe, lasciate scoperte da un paio di pantaloncini corti, quelli che aveva scelto lui, erano diventate congelate , tanto che non le sentivo più .
Ma non mi importava . Non mi importava del fatto che avrei potuto prendere un brutto raffreddore, non mi importava di sembrare uno zombie, non mi importava delle scarpe ormai completamente zuppe e appena sporche di fango . In quel momento non mi importava di niente, avevo solo bisogno del mio ragazzo, di spiegargli come stavano le cose e ripetergli fino alla nausea che l’amavo, l’amavo da morire .
Mi fermai di botto e mi accorsi che, a causa del mio essere costantemente tra le nuvole, avevo sorpassato la casa . Tornai indietro di qualche metro e mi trovai di fronte al cancello di questa, fortunatamente già aperto . Sempre correndo, con il fiato corto e il cuore che palpitava entrai nell’edificio . Non mi fermai nemmeno per prendere fiato e immediatamente corsi sue per le scale . Non avrei mai, mai preso l’ascensore da sola . Salii sei rampe di scale di corsa, per poi arrivare al terzo piano . Bussai alla porta, ma come tenevo non ottenni risposta . Bussai di nuovo, ma da dietro quella porta non si sentiva nessun rumore . Milioni di domande mi assalirono ed ebbi la paura folle che non fosse scappato per tornare a casa . Mi morsi il labbro . Scossi la testa e bussai di nuovo . – Harry, per favore, se sei lì dentro aprimi, devo spiegarti .
Attesi una risposta, ma di nuovo il silenzio invase il piano . Bussai, di nuovo . – Che cosa c’è da spiegare, eh ? Mi hai usato, mi basta sapere questo ! – urlò, e sentii la sua voce rotta, graffiata dal pianto che forse, fino a quel momento, gli aveva tenuto compagnia .
- Ti prego, - dissi alzando appena la voce . – ti prego, apri questa porta ! -
- NO ! – un urlo strozzato raggiunse il mio udito .
Le lacrime, quelle che fino a quel momento avevo tenuto rinchiuse nei miei occhi, mi riempirono le guance già fin troppo bagnate a causa della pioggia .
Scossi la testa e mi sedetti a terra . Poggiai la schiena sulla porta e infilai la testa fra le gambe . Le lacrime scorrevano imperterrite sulle mie guance, mentre milioni di brividi causati dal freddo si impossessavano del mio corpo .
Avrei aspettato tutto il tempo necessario, ma non me ne sarei andata da lì . Forse avrei atteso il ritorno dei ragazzi, o forse lui si sarebbe deciso di aprire . Guardai l’ora sul telefono . Erano le cinque meno venti , erano poco più di cinque minuti che ero seduta a terra . Scossi la testa sospirando . Non osai guardare le mie condizioni, anche perché, alla fine, non me ne importava nemmeno più di tanto .
Starnutii . Sorrisi scuotendo la testa . ‘Capirai, ci mancava solo il raffreddore, ora’ , pensai trattenendo una risata .
La porta alle mie spalle si aprì di botto e io scattai in piedi . – Pensavo te ne fossi andata . – la sua voce era fredda e dura , gli occhi altrettanto freddi, rossi e gonfi .
- Tu, tu non hai capito . – entrai in casa facendomi spazio sotto le sue braccia . A meno che non mi avesse cacciato a calci di casa avrebbe dovuto sorbire le mie spiegazioni .
- Cosa ci sarebbe da capire, tu mi hai usato, ti sei divertita. Ho capito tutto, ora puoi anche andare . -
Sentii il dolore e la rabbia represse venire fuori come una furia . Mi voltai verso di lui e lo fulminai con lo sguardo . Mi avvicinai e con poca delicatezza lo presi per il colletto della maglietta sbattendolo al muro accanto alla porta d’ingresso che chiusi con un calcio . – Ho chiamato amore il mio fottuto migliore amico, ho detto “ti amo” a quel fottuto e dannato mio migliore amico che m’ha sostenuto quando stavo cadendo nel baratro, che m’ha teso la mano per tirarmi su quando il mondo sembrava andarmi contro . Quel dannato ragazzo conta più di qualsiasi cosa perché senza di lui probabilmente adesso non sarei  la ragazza che sono, forse non sarei nemmeno qui . – allentai la presa e abbassai lo sguardo insieme alle mie difese . Avevo sempre vissuto con una corazza costruita per bene addosso, una corazza che mi difendesse dal resto del mondo, una corazza che mi impediva di espormi in tutto e per tutto e in quel momento quella fottuta corazza era andata in frantumi .
- Sei bagnata . – sussurrò . Alzai lo sguardo per guardarlo e lo vidi mortificato. Poi continuò. – Scusa, io, io non lo sapevo, non potevo saperlo ! –
Scossi la testa e mi avvicinai a lui . Gli sorrisi e mi nascosi fra le sue braccia . Il calore del suo corpo a contatto con il mio freddo e bagnato aumentò i brividi . Sciolse l’abbraccio e con una mano mi alzò il viso prendendomi per il mento . Sorrise lasciando senza respiro . – Ti amo. – soffiò sulle mie labbra .
- Ripetilo, ti prego . – chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal suo profumo .
- Ti amo. – sussurrò baciandomi i capelli. – Ti amo. – ripetette mordendomi il lobo dell’orecchio .
- Ti amo. – disse per poi accavallare le sue labbra alle mie . Il sapore di miele e fragole delle sue labbra m’inebriò i sensi insieme a quello di mele dei suoi capelli . E poi c’era l’amore, il profumo inconfondibile dell’amore che rendeva il tutto più magico .
Socchiusi le labbra e le nostre lingue iniziarono a rincorrersi . La passione e l’intensità di quel bacio aumentarono vorticosamente . Lo strinsi più forte a me passando la mia mano tra i suoi capelli ricci . Le sue mani finirono sul mio fondoschiena . Mi prese in braccio e incrociai le gambe attorno alla sua vita . Finii con la schiena addosso al muro mentre entrambi bramavamo le labbra dell’altro . Si staccò e iniziò a lasciarmi leggeri baci sul collo .
- Ti amo. – sussurrai al suo orecchio per poi morderglielo .
Sorrise . Mi persi nel suo sorriso puro e sincero, mi persi nelle emozioni che entrambi stavamo provando , mi persi in quella nuova realtà che con Harry avevo scoperto.


zam zam: salve people!!!!!!!! dai non sono tanto in ritardo questo giro, un mesetto ci sta! :) cqm che mi dite questa volta del capitolo io lo trovo stupendo perchè ho vissuto in prima persona quello che ha passato Sara quindi mi sono ispirata alla mia vita anche se questo episodio è successo 2 anni fa, ma questi sono affari miei e non credo vi interessino.
ora vi lscio spero vi piaccia il capitolo ringrazio come al solito chi segue, recensisce e mette tra i preferiti siete tantissimi grazie mille bacioni Angy..

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Capitolo 25
*** capitolo 25 ♥ ***


Capitolo 26. ♥
Eravamo finiti in un vicolo cieco, ma entrambe avevamo intenzioni di rimanerci. Nessuno dei due, in quel momento, voleva tirarsi indietro, nessuno dei due aveva alcuna intenzione di buttarsi fuori da quel circolo vizioso di passione .
Il bacio era diventato più intenso e passionale. Io bramavo le sue labbra, le volevo, le desideravo, le cercavo e lui era assetato delle mie, del sapore di ciliegia di cui queste erano impregnate a causa del burro di cacao .
L’odore della passione vibrava nell’aria, passione e amore . Non lo avrei fermato, non mi sarei tirata indietro per nessun motivo. Avremmo fatto l’amore. Avremmo raggiunto il paradiso insieme, ci saremmo sentiti uno parte dell’altro.. completi .
Sciolsi le gambe da attorno alla sua vita e tornai a toccare la terra con i piedi. Gli lasciai dei baci leggeri ma decisi sul collo mentre le sue mani scesero a sbottonare la camicetta. Me la sfilò di dosso e la lanciò da qualche parte nel salotto. Le sue mani percorsero il mio corpo: lo sfiorarono, accarezzarono, modellarono.
Stavo bene in quel momento, stavo bene per davvero . Stavo bene con lui, stavo bene coccolata dai suoi baci e dalle sue carezze, stavo bene in quell’oceano d’amore in cui c’eravamo immersi .
Sarebbe tutto finito prima o poi, di sicuro, ma in quel momento avevo solo voglia di vivere quell’enorme passo con tutta me stessa, con tutto il mio cuore e la mia anima .
Le sue labbra presero a sfiorarmi il collo lasciandomi leggere scie di saliva mentre il suo respiro caldo mi solleticava la pelle. Rabbrividii lasciandomi scappare un sorriso. Si avvicinò all’orecchio e morse il lobo di questo . – Sicura ? – sussurrò e la sua voce calda mi fece perdere la ragione.
Annuii e con foga tornai sulle sue labbra. Stringendomi a sé ci dirigemmo nella sua camera. Avevo paura, una fottuta paura, ma mi fidavo ciecamente di lui, del suo, del nostro amore . Inciampai un paio di volte, ridemmo, ma tornammo immediatamente a far danzare le nostre lingue. Mi spinse sul letto e si distese addosso a me tenendosi con le braccia per non pesarmi troppo.
- Ti amo. – sussurrò a un passo dalle mie labbra.
Gli accarezzai dolcemente le labbra con l’indice destro. Gli stampai un bacio e gliele morsi . – Rendimi tua. – soffiai sul suo viso.
Sorrise e lentamente si avvicinò alle mie labbra sfiorendole con le sue. Non mi baciò, sorrise spavaldo e scese sul mio collo mordendolo appena. Sospirai profondamente cercando di controllare il respiro appena accelerato. Non si fermò e arrivò sul petto. Alzò lo sguardo sorridendomi per poi riabbassarlo per sfilarmi velocemente la maglietta. Rabbrividii, ma non per il freddo. Le sue mani vagarono per il corpo, accarezzandone ogni parte. Avvicinò la bocca alla pancia sulla quale iniziò a lasciare leggeri baci. Si diresse poi verso il mio reggiseno e con agilità me lo strappò via. Non mi sentivo in imbarazzo, o almeno non così tanto da scappare via, da interrompere quel meraviglioso momento. Alzai appena la testa per sfiorargli le labbra e con un gesto deciso e forze poco aspettato gli tolsi la maglietta buttandola da qualche parte ai piedi del letto. Sorrise, di nuovo, e il mio povero cuore fece un triplo salto mortale all’indietro carpiato.
Con uno scatto di reni rigirai la situazione ritrovandomi sopra di lui. Non ne sapevo niente del sesso, niente che non fossero cose.. teoriche, eppure con lui sembrava tutto così naturale, spontaneo e vero.
- Questa parte di te così... decisa non la conoscevo . – sussurrò con la voce graffiata dal respiro poco regolare.
Mi avvicinai al suo orecchio sinistro accarezzandogli con la mano destra il petto. – Ci sono tante cose di me che non sai . – sussurrai mordendogli, poi, il lobo.
Non gli lasciai tempo per ribattere che mi fiondai sulle sue labbra. Gliele morsi, gliele leccai, la mia lingua danzò con la sua. Un vortice di emozioni e di passione ci stava avvolgendo e ci stava innocentemente portando verso l’oblio. Le sue mani mi stringevano i fianchi, mi accarezzavano la schiena e palpavano il mio fondoschiena. Le stesse mani si avvicinarono lentamente allo zip dei miei pantaloncini. Non mi preoccupai, lo lasciai fare. Lentamente la tirò giù e slacciò il bottone. Si staccò dalle mie labbra e mi guardò serio, quasi per chiedermi il permesso. Annuii mostrandogli il più sincero dei miei sorrisi. Con la stessa calma e sicurezza mi sfilò via gli shorts neri che lui stesso poche ore prima aveva scelto e rimasi solo in mutande. E no, nemmeno in quel momento mi sentivo in imbarazzo.
Un colpo di reni e ribaltammo di nuovo le situazioni. Lui primeggiava su di me e per non pesarmi si teneva su con le braccia. Le sue labbra sfioravano ogni millimetro della mia pelle, le sue labbra accarezzavano ogni parte di me, il mio corpo non era più un segreto per lui. Prese a giocare con l’elastico dei miei slip mentre io, in difficoltà, non facevo altro che bramare le sue labbra, giocare con i suoi capelli, accarezzargli il petto e la schiena. Capì, probabilmente, e senza difficoltà lanciò i suoi jeans dall’altra parte della stanza. Mi soffermai, allora, a guardarlo. Era bello, bello più di qualsiasi altra cosa mi si fosse mai parata dinanzi. Era bello, bellissimo, ed era impossibile credere che fosse vero. La passione nell’aria iniziò a vibrare ancora più forte, più forte di un terremoto. Entrambe avevamo voglia di sentirci completi, totalmente appartenenti all’altro . Le sue mani si facevano spazio sul mio corpo e le mie girovagavano sul suo.
Nel giro di qualche minuto ci trovammo entrambe nudi sotto le lenzuola celesti del suo letto, il suo corpo caldo e sudato contro il mio. I respiri erano affannati, pesanti, eccitati. Entrambe desideravamo totalmente l’altro e in quel momento ci sentimmo parte dell’altro. Mi sentii parte di Harry, mi sentii sua, sentii che lui era mio, mio e basta. Rotolammo tra le coperte insieme all’amore che brulicava nell’aria, quell’amore che avrebbe potuto sostituire l’ossigeno che respiravamo e il sangue che ci scorreva nelle vene. Quel pomeriggio ci eravamo amati come non mai, quel pomeriggio avevo baciato il paradiso.
Ci eravamo addormentati una sopra all’altro, la mia testa appoggiata sul suo petto, le mie gambe intrecciate alle sue. Non avevo dormito tanto, però, forse un’oretta e mezza scarsa. Voltai lo sguardo verso Harry che, con il sorriso sulle labbra, dormiva beatamente. Ebbe l’impulso di baciarlo ma mi trattenni. Era così tenero mentre dormiva! Scossi la testa sorridendo.
Senza fare movimenti bruschi e rischiare di svegliarlo scesi dal letto, indossai l’intimo che trovai ai piedi di esso e sistemai il caos che c’era in quella camera raccogliendo gli indumenti buttati a terra. Lo sguardo si fiondò direttamente sull’armadio del mio ragazzo. Sorrisi e lo aprii, tirandone fuori la mia maglietta preferita: quella bianca con Mick Jagger. La indossai senza pensarci due volte, mi arrivava poco più sotto di metà coscia. Chiusi l’armadio e scesi in cucina per preparare qualcosa per cena. Erano le sette e un quarto e in qualche minuto i ragazzi sarebbero tornati. Passando per le scale notai la mia camicetta buttata a terra al centro del salotto. Saltellando mi ci avvicinai, la raccolsi e la appesi ad una sedia.
La voglia di cucinare passò non appena notai che la pioggia non era ancora cessata. Sbuffai sconsolata, non mi era mai piaciuta la pioggia, avevo sempre detestato il bagnato e l’odore strano che impregnava l’aria ogni volta che le goccioline d’acqua cadevano dal cielo. Sbuffai di nuovo.
La porta si aprì con un tonfo e da essa entrarono i ragazzi stranamente asciutti. Il ciuffo di Zayn era appena appena un po’ moscio, ma per il resto sembrava che la pioggia non li avesse nemmeno sfiorati. Posarono le borse e le buste piene di acquisti a terra senza notarmi.
- Abbiamo camminato troppo, - iniziò Carolina appendendo il cardigan all’appendi panni. – i miei piedi stanno urlando dal dolore. Non li sentite ? -
I ragazzi risero anch’essi togliendosi di dosso i giacchetti leggermente umidi. Sorrisi e tornai a guardare fuori dalla finestra dove le goccioline di pioggia erano diminuite e il cielo sembrava essere in procinto di aprirsi lasciando spazio agli ultimi raggi di sole.
Due mani mi coprirono gli occhi e, istintivamente, sorrisi . – Chi sarà mai ? – Presi a toccare le mani fino ad arrivare ai polsi, sul sinistro trovai qualcosa di più grande, intuii fosse un orologio.
Sorrisi, di nuovo, alzandomi in piedi e stringendo tra le mie braccia l’irlandese biondo con l’orologio blu fosforescente.
- I tuoi orologi inconfondibili... – dissi lasciando la frase in sospeso.
Niall rise stringendomi più forte a sé. Improvvisamente si stacco e mi guardo dall’alto in basso . – Mi spieghi perché sei in mutande con addosso la maglia di Harry ? – urlò, quasi, dato che anche gli altri ragazzi si accorsero della mia presenza e si avvicinarono a me incuriositi dalla situazione.
Le gote arrossirono e sul mio viso si stampò un sorrisetto imbarazzato. – Pioveva e... mi sono bagnata. Harry mi ha prestato una sua maglietta. – Cercai di far scomparire con lo sguardo la camicetta poggiata sulla sedia per non fargli capire tutto.
Louis mi sorrise malizioso e lo stesso sorriso comparve sugli altri cinque visi di fronte a me. – Si, certo, faremo finta di crederti! -
Scossi la testa ridendo appena. La cerchia che si era formata attorno a me si sciolse, solo Liam rimase accanto a me. Portò un suo braccio attorno alle mie spalle e insieme ci sedemmo sul divano alle nostre spalle. Mi sentivo leggermente in imbarazzo ad essere quasi nuda davanti a loro, ma cercai di non darlo a vedere.
- Allora, come se la cava il nostro Hazza a letto ? – disse schioccandomi un occhiolino.
Spalancai occhi e bocca stupita dalla domanda. Gli tirai una leggera gomitata tra le costole; non gli feci male ma il ragazzo accanto a me sobbalzò lo stesso ridendo.
- Stupido. – sussurrai imbronciandomi.
Sorrise e giuro di poter dire che quel suo sorriso illuminò la stanza. – Io ti voglio bene, eh! – mi strinse tra le sue braccia.
- Anche io. – sussurrai con la testa nascosta nell’incavo del suo collo. Respirai a fondo il suo profumo e ancora una volta mi sentii maledettamente fortunata. Non avrei mai avuto la possibilità di vivere nuovamente ciò che stavo vivendo in quei giorni. Mai avrei pensato che potesse succedere tutto questo, in realtà non ci avevo neanche mai sperato. Non saprei come definirmi con una parola, ma di certo non ero una sognatrice, non lo ero mai stata. Odiavo le delusioni e, prima di tutto, le illusioni. Odiavo pensare che tutto fosse possibile quando, in realtà, non era così.
Non ero pessimista, solo realista .
- Tu, Payne, giù le mani dalla mia ragazza ! -
Voltai lo sguardo verso le scale dove un Harry in pantaloni della tuta e t-shirt con il viso assonnato mi stava guardando. Corse giù per le scale correndo verso di me. Liam fece appena a tempo ad alzarsi che il riccio mi si fiondò addosso di peso stringendomi a sé con le sue braccia. I suoi ricci mi solleticavano il viso e le sue mani fredde a contatto con la mia schiena bollente mi facevano venire i brividi .
- Harry, avete fatto sesso, ora potresti lasciarla anche un po’ a noi, eh ! – la voce di Gaia proveniente dalla cucina fece sobbalzare il mio ragazzo che arrossì violentemente .
Le risate dei ragazzi, intanto, ovattarono i suoi circostanti .
- Gliel’hai detto tu ? – sussurrò ancora rosso in viso.
Scossi la testa accarezzandogli il viso. – Guarda come sono vestita. -
Il suo sguardo scese dal mio viso al mio petto . – Indossi la mia maglietta ! – urlò indicandola, poi il suo sguardo scese ancora più in basso, sulle mie gambe nude. Prese ad accarezzarle con un dito lasciando che milioni di brividi mi attraversassero il corpo. – Vai a vestirti, dai! – scosse la testa spingendomi appena e lasciandomi un sorriso.
Corsi in camera sua e, appena entrata, mi chiusi la porta alle spalle . Dentro quella ancora l’amore brulicava ancora come un’ora fa, si sentiva ancora l’odore della passione. Sorrisi quando i momenti passati viaggiarono per la mia testa. Aprii di nuovo l’armadio, l’enorme armadio del riccio e ne estrassi dei pantaloni della tuta grigi. Li infilai e con essi indossai anche i calzini che avevo sistemato prima su una sedia. Non indossai le scarpe e tornai in salotto sorridente.
Harry si volto e mi puntò un dito addosso. – Quelli sono i miei pantaloni ! – urlò, di nuovo.
Alzai le spalle con nonchalance e mi sedetti a terra di fronte alla tv, accanto a Zayn, e insieme a lui seguii il documentario sulla savana.
- Perché stai vedendo un documentario, Zayn ? -
Sobbalzò e mi guardò sorridendo. – Sto aspettando che Tomlinson esca dal bagno, devo assolutamente sistemarmi questo dannato ciuffo. Dannata pioggia ! – quasi urlò e in quel momento assomigliò momento ad una zitella isterica.
Soffocai una risata e, annoiata, mi distesi a terra iniziando ad intonare le note di Free Fallin’ di John Mayer.
She's a good girl, loves her mama
Loves Jesus and America too
She’s a good girl, crazy 'bout Elvis
Loves horses and her boyfriend, too.
- Quindi mi ami ? – soffiò Harry a un passo dal mio viso sedendosi a cavalcioni su di me.
Sorrisi alzando le spalle. – E’ la canzone che dice così. – sussurrai con nonchalance chiudendo gli occhi e sospirando.
Le sue mani mi accarezzarono il viso scendendo mano a mano più in abbasso. Arrivò sul collo, poi scese sul seno e, infine, arrivò sui fianchi. - Ecco cosa succede a chi non mi dice che mi ama. -
Spalancai gli occhi immediatamente e, in meno di un secondo, mi ritrovai a rotolarmi a terra mentre lo stomaco doleva a causa delle troppe risate. Continuò a farmi il solletico. Le nostre risate ovattarono i suoni circostanti: lo scrosciare delle ultime gocce di pioggia, il rombare delle auto in lontananza e il frusciare delle foglie scosse dal vento. Mi dimenavo per cercare di scappare, ma era seduto addosso a me e mi era praticamente impossibile addirittura muovermi.
- Sì, ti amo, ti amo ! – urlai tra una risata e un’altra.
Si bloccò di colpo e si distese accanto a me. Sorrise stringendomi la mano sinistra tra la sua. – Mi piace sentirtelo dire. – sussurrò.
Cambiai posizione distendendomi di lato in modo da poterlo osservare meglio. Mi persi nei suoi occhi che, quel giorno, erano di un verde acqua particolarissimo. Avrei voluto poter leggere dentro quei suoi occhi, intrufolarmi nella sua mente e capire ogni cosa di lui. Avrei voluto poter conoscere ogni suo pensiero, ogni suo dubbio, tutto ciò che gli passava nella testa .
- Ti amo. – ripetetti avvicinandomi al suo viso e stampandogli un tenero bacio sul naso.
Lo vidi chiudere gli occhi sospirando e sorridendo beatamente. Le palpebre si aprirono di nuovo lasciandomi affondare in quelle biglie verdi-azzurre. – Ti amo, ti amo anche io. -
Accarezzai il suo viso intrufolando le mani tra i ricci castani. – Sei bello. – sussurrai a un passo dal suo viso.
- Tu sei perfetta. – sussurrò strofinando il suo naso con il mio.
Scossi la testa sorridendo. – Cazzate. –
Non mi ero mai piaciuta, né esteticamente né caratterialmente. Riuscivo a trovare difetti in me sempre e comunque, anche dove era evidente che non ve ne fossero. Non mi piacevano i miei capelli, troppo.. normali. Non mi piacevano i miei occhi, troppo… marroni. Non mi piaceva il mio corpo, troppe… curve. Non mi piacevo, punto.
- No, tu non dire cazzate ! – sembrò quasi arrabbiato, ma immediatamente addolcì lo sguardo stringendomi entrambe le mani tra le sue. – Per me sei perfetta. E non avere mai dei dubbi su questo. -
Sorrisi nascondendomi tra le sue braccia. Il profumo di mele m’inebriò i sensi. – Nobody’s perfect. – bofonchiai.
- You are perfect, fuckin’ perfect for me.

Zam zam: ecomi sono tornata di nuovo dopo tantissimo tempo è dal 12 aprile che non aggiorno quindi sono quasi 6 mesi mamma mia quanto. pensare che volevo cancellare questa ff volevo eliminarla perchè forse non fa più parte di me dato che sono cresciuta e cambiata, ma poi oggi aprendo dopo mesi e mesi il mio profilo di efp ho visto una recensione sullìultimo capitolo che non ne aveva mai avuto fin ora e così mi sono detta " Angy non puoi cancellare tutto i lavoro che hi fatto, mandare a puttane tuttto quanto quindi ho deciso di contiunuare e finirla dato che manca anche poco alla fine.
voglio ringraiare questa ragazza che4 mi ha fatto cambiare idea grazie mille di cuore a 
 
 
Angy xx

 

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Capitolo 26
*** capitolo 26 ♥ ***


Capitolo 26. ♥
Eravamo finiti in un vicolo cieco, ma entrambe avevamo intenzioni di rimanerci. Nessuno dei due, in quel momento, voleva tirarsi indietro, nessuno dei due aveva alcuna intenzione di buttarsi fuori da quel circolo vizioso di passione .
Il bacio era diventato più intenso e passionale. Io bramavo le sue labbra, le volevo, le desideravo, le cercavo e lui era assetato delle mie, del sapore di ciliegia di cui queste erano impregnate a causa del burro di cacao .
L’odore della passione vibrava nell’aria, passione e amore . Non lo avrei fermato, non mi sarei tirata indietro per nessun motivo. Avremmo fatto l’amore. Avremmo raggiunto il paradiso insieme, ci saremmo sentiti uno parte dell’altro.. completi .
Sciolsi le gambe da attorno alla sua vita e tornai a toccare la terra con i piedi. Gli lasciai dei baci leggeri ma decisi sul collo mentre le sue mani scesero a sbottonare la camicetta. Me la sfilò di dosso e la lanciò da qualche parte nel salotto. Le sue mani percorsero il mio corpo: lo sfiorarono, accarezzarono, modellarono.
Stavo bene in quel momento, stavo bene per davvero . Stavo bene con lui, stavo bene coccolata dai suoi baci e dalle sue carezze, stavo bene in quell’oceano d’amore in cui c’eravamo immersi .
Sarebbe tutto finito prima o poi, di sicuro, ma in quel momento avevo solo voglia di vivere quell’enorme passo con tutta me stessa, con tutto il mio cuore e la mia anima .
Le sue labbra presero a sfiorarmi il collo lasciandomi leggere scie di saliva mentre il suo respiro caldo mi solleticava la pelle. Rabbrividii lasciandomi scappare un sorriso. Si avvicinò all’orecchio e morse il lobo di questo . – Sicura ? – sussurrò e la sua voce calda mi fece perdere la ragione.
Annuii e con foga tornai sulle sue labbra. Stringendomi a sé ci dirigemmo nella sua camera. Avevo paura, una fottuta paura, ma mi fidavo ciecamente di lui, del suo, del nostro amore . Inciampai un paio di volte, ridemmo, ma tornammo immediatamente a far danzare le nostre lingue. Mi spinse sul letto e si distese addosso a me tenendosi con le braccia per non pesarmi troppo.
- Ti amo. – sussurrò a un passo dalle mie labbra.
Gli accarezzai dolcemente le labbra con l’indice destro. Gli stampai un bacio e gliele morsi . – Rendimi tua. – soffiai sul suo viso.
Sorrise e lentamente si avvicinò alle mie labbra sfiorendole con le sue. Non mi baciò, sorrise spavaldo e scese sul mio collo mordendolo appena. Sospirai profondamente cercando di controllare il respiro appena accelerato. Non si fermò e arrivò sul petto. Alzò lo sguardo sorridendomi per poi riabbassarlo per sfilarmi velocemente la maglietta. Rabbrividii, ma non per il freddo. Le sue mani vagarono per il corpo, accarezzandone ogni parte. Avvicinò la bocca alla pancia sulla quale iniziò a lasciare leggeri baci. Si diresse poi verso il mio reggiseno e con agilità me lo strappò via. Non mi sentivo in imbarazzo, o almeno non così tanto da scappare via, da interrompere quel meraviglioso momento. Alzai appena la testa per sfiorargli le labbra e con un gesto deciso e forze poco aspettato gli tolsi la maglietta buttandola da qualche parte ai piedi del letto. Sorrise, di nuovo, e il mio povero cuore fece un triplo salto mortale all’indietro carpiato.
Con uno scatto di reni rigirai la situazione ritrovandomi sopra di lui. Non ne sapevo niente del sesso, niente che non fossero cose.. teoriche, eppure con lui sembrava tutto così naturale, spontaneo e vero.
- Questa parte di te così... decisa non la conoscevo . – sussurrò con la voce graffiata dal respiro poco regolare.
Mi avvicinai al suo orecchio sinistro accarezzandogli con la mano destra il petto. – Ci sono tante cose di me che non sai . – sussurrai mordendogli, poi, il lobo.
Non gli lasciai tempo per ribattere che mi fiondai sulle sue labbra. Gliele morsi, gliele leccai, la mia lingua danzò con la sua. Un vortice di emozioni e di passione ci stava avvolgendo e ci stava innocentemente portando verso l’oblio. Le sue mani mi stringevano i fianchi, mi accarezzavano la schiena e palpavano il mio fondoschiena. Le stesse mani si avvicinarono lentamente allo zip dei miei pantaloncini. Non mi preoccupai, lo lasciai fare. Lentamente la tirò giù e slacciò il bottone. Si staccò dalle mie labbra e mi guardò serio, quasi per chiedermi il permesso. Annuii mostrandogli il più sincero dei miei sorrisi. Con la stessa calma e sicurezza mi sfilò via gli shorts neri che lui stesso poche ore prima aveva scelto e rimasi solo in mutande. E no, nemmeno in quel momento mi sentivo in imbarazzo.
Un colpo di reni e ribaltammo di nuovo le situazioni. Lui primeggiava su di me e per non pesarmi si teneva su con le braccia. Le sue labbra sfioravano ogni millimetro della mia pelle, le sue labbra accarezzavano ogni parte di me, il mio corpo non era più un segreto per lui. Prese a giocare con l’elastico dei miei slip mentre io, in difficoltà, non facevo altro che bramare le sue labbra, giocare con i suoi capelli, accarezzargli il petto e la schiena. Capì, probabilmente, e senza difficoltà lanciò i suoi jeans dall’altra parte della stanza. Mi soffermai, allora, a guardarlo. Era bello, bello più di qualsiasi altra cosa mi si fosse mai parata dinanzi. Era bello, bellissimo, ed era impossibile credere che fosse vero. La passione nell’aria iniziò a vibrare ancora più forte, più forte di un terremoto. Entrambe avevamo voglia di sentirci completi, totalmente appartenenti all’altro . Le sue mani si facevano spazio sul mio corpo e le mie girovagavano sul suo.
Nel giro di qualche minuto ci trovammo entrambe nudi sotto le lenzuola celesti del suo letto, il suo corpo caldo e sudato contro il mio. I respiri erano affannati, pesanti, eccitati. Entrambe desideravamo totalmente l’altro e in quel momento ci sentimmo parte dell’altro. Mi sentii parte di Harry, mi sentii sua, sentii che lui era mio, mio e basta. Rotolammo tra le coperte insieme all’amore che brulicava nell’aria, quell’amore che avrebbe potuto sostituire l’ossigeno che respiravamo e il sangue che ci scorreva nelle vene. Quel pomeriggio ci eravamo amati come non mai, quel pomeriggio avevo baciato il paradiso.
Ci eravamo addormentati una sopra all’altro, la mia testa appoggiata sul suo petto, le mie gambe intrecciate alle sue. Non avevo dormito tanto, però, forse un’oretta e mezza scarsa. Voltai lo sguardo verso Harry che, con il sorriso sulle labbra, dormiva beatamente. Ebbe l’impulso di baciarlo ma mi trattenni. Era così tenero mentre dormiva! Scossi la testa sorridendo.
Senza fare movimenti bruschi e rischiare di svegliarlo scesi dal letto, indossai l’intimo che trovai ai piedi di esso e sistemai il caos che c’era in quella camera raccogliendo gli indumenti buttati a terra. Lo sguardo si fiondò direttamente sull’armadio del mio ragazzo. Sorrisi e lo aprii, tirandone fuori la mia maglietta preferita: quella bianca con Mick Jagger. La indossai senza pensarci due volte, mi arrivava poco più sotto di metà coscia. Chiusi l’armadio e scesi in cucina per preparare qualcosa per cena. Erano le sette e un quarto e in qualche minuto i ragazzi sarebbero tornati. Passando per le scale notai la mia camicetta buttata a terra al centro del salotto. Saltellando mi ci avvicinai, la raccolsi e la appesi ad una sedia.
La voglia di cucinare passò non appena notai che la pioggia non era ancora cessata. Sbuffai sconsolata, non mi era mai piaciuta la pioggia, avevo sempre detestato il bagnato e l’odore strano che impregnava l’aria ogni volta che le goccioline d’acqua cadevano dal cielo. Sbuffai di nuovo.
La porta si aprì con un tonfo e da essa entrarono i ragazzi stranamente asciutti. Il ciuffo di Zayn era appena appena un po’ moscio, ma per il resto sembrava che la pioggia non li avesse nemmeno sfiorati. Posarono le borse e le buste piene di acquisti a terra senza notarmi.
- Abbiamo camminato troppo, - iniziò Carolina appendendo il cardigan all’appendi panni. – i miei piedi stanno urlando dal dolore. Non li sentite ? -
I ragazzi risero anch’essi togliendosi di dosso i giacchetti leggermente umidi. Sorrisi e tornai a guardare fuori dalla finestra dove le goccioline di pioggia erano diminuite e il cielo sembrava essere in procinto di aprirsi lasciando spazio agli ultimi raggi di sole.
Due mani mi coprirono gli occhi e, istintivamente, sorrisi . – Chi sarà mai ? – Presi a toccare le mani fino ad arrivare ai polsi, sul sinistro trovai qualcosa di più grande, intuii fosse un orologio.
Sorrisi, di nuovo, alzandomi in piedi e stringendo tra le mie braccia l’irlandese biondo con l’orologio blu fosforescente.
- I tuoi orologi inconfondibili... – dissi lasciando la frase in sospeso.
Niall rise stringendomi più forte a sé. Improvvisamente si stacco e mi guardo dall’alto in basso . – Mi spieghi perché sei in mutande con addosso la maglia di Harry ? – urlò, quasi, dato che anche gli altri ragazzi si accorsero della mia presenza e si avvicinarono a me incuriositi dalla situazione.
Le gote arrossirono e sul mio viso si stampò un sorrisetto imbarazzato. – Pioveva e... mi sono bagnata. Harry mi ha prestato una sua maglietta. – Cercai di far scomparire con lo sguardo la camicetta poggiata sulla sedia per non fargli capire tutto.
Louis mi sorrise malizioso e lo stesso sorriso comparve sugli altri cinque visi di fronte a me. – Si, certo, faremo finta di crederti! -
Scossi la testa ridendo appena. La cerchia che si era formata attorno a me si sciolse, solo Liam rimase accanto a me. Portò un suo braccio attorno alle mie spalle e insieme ci sedemmo sul divano alle nostre spalle. Mi sentivo leggermente in imbarazzo ad essere quasi nuda davanti a loro, ma cercai di non darlo a vedere.
- Allora, come se la cava il nostro Hazza a letto ? – disse schioccandomi un occhiolino.
Spalancai occhi e bocca stupita dalla domanda. Gli tirai una leggera gomitata tra le costole; non gli feci male ma il ragazzo accanto a me sobbalzò lo stesso ridendo.
- Stupido. – sussurrai imbronciandomi.
Sorrise e giuro di poter dire che quel suo sorriso illuminò la stanza. – Io ti voglio bene, eh! – mi strinse tra le sue braccia.
- Anche io. – sussurrai con la testa nascosta nell’incavo del suo collo. Respirai a fondo il suo profumo e ancora una volta mi sentii maledettamente fortunata. Non avrei mai avuto la possibilità di vivere nuovamente ciò che stavo vivendo in quei giorni. Mai avrei pensato che potesse succedere tutto questo, in realtà non ci avevo neanche mai sperato. Non saprei come definirmi con una parola, ma di certo non ero una sognatrice, non lo ero mai stata. Odiavo le delusioni e, prima di tutto, le illusioni. Odiavo pensare che tutto fosse possibile quando, in realtà, non era così.
Non ero pessimista, solo realista .
- Tu, Payne, giù le mani dalla mia ragazza ! -
Voltai lo sguardo verso le scale dove un Harry in pantaloni della tuta e t-shirt con il viso assonnato mi stava guardando. Corse giù per le scale correndo verso di me. Liam fece appena a tempo ad alzarsi che il riccio mi si fiondò addosso di peso stringendomi a sé con le sue braccia. I suoi ricci mi solleticavano il viso e le sue mani fredde a contatto con la mia schiena bollente mi facevano venire i brividi .
- Harry, avete fatto sesso, ora potresti lasciarla anche un po’ a noi, eh ! – la voce di Gaia proveniente dalla cucina fece sobbalzare il mio ragazzo che arrossì violentemente .
Le risate dei ragazzi, intanto, ovattarono i suoi circostanti .
- Gliel’hai detto tu ? – sussurrò ancora rosso in viso.
Scossi la testa accarezzandogli il viso. – Guarda come sono vestita. -
Il suo sguardo scese dal mio viso al mio petto . – Indossi la mia maglietta ! – urlò indicandola, poi il suo sguardo scese ancora più in basso, sulle mie gambe nude. Prese ad accarezzarle con un dito lasciando che milioni di brividi mi attraversassero il corpo. – Vai a vestirti, dai! – scosse la testa spingendomi appena e lasciandomi un sorriso.
Corsi in camera sua e, appena entrata, mi chiusi la porta alle spalle . Dentro quella ancora l’amore brulicava ancora come un’ora fa, si sentiva ancora l’odore della passione. Sorrisi quando i momenti passati viaggiarono per la mia testa. Aprii di nuovo l’armadio, l’enorme armadio del riccio e ne estrassi dei pantaloni della tuta grigi. Li infilai e con essi indossai anche i calzini che avevo sistemato prima su una sedia. Non indossai le scarpe e tornai in salotto sorridente.
Harry si volto e mi puntò un dito addosso. – Quelli sono i miei pantaloni ! – urlò, di nuovo.
Alzai le spalle con nonchalance e mi sedetti a terra di fronte alla tv, accanto a Zayn, e insieme a lui seguii il documentario sulla savana.
- Perché stai vedendo un documentario, Zayn ? -
Sobbalzò e mi guardò sorridendo. – Sto aspettando che Tomlinson esca dal bagno, devo assolutamente sistemarmi questo dannato ciuffo. Dannata pioggia ! – quasi urlò e in quel momento assomigliò momento ad una zitella isterica.
Soffocai una risata e, annoiata, mi distesi a terra iniziando ad intonare le note di Free Fallin’ di John Mayer.
She's a good girl, loves her mama
Loves Jesus and America too
She’s a good girl, crazy 'bout Elvis
Loves horses and her boyfriend, too.
- Quindi mi ami ? – soffiò Harry a un passo dal mio viso sedendosi a cavalcioni su di me.
Sorrisi alzando le spalle. – E’ la canzone che dice così. – sussurrai con nonchalance chiudendo gli occhi e sospirando.
Le sue mani mi accarezzarono il viso scendendo mano a mano più in abbasso. Arrivò sul collo, poi scese sul seno e, infine, arrivò sui fianchi. - Ecco cosa succede a chi non mi dice che mi ama. -
Spalancai gli occhi immediatamente e, in meno di un secondo, mi ritrovai a rotolarmi a terra mentre lo stomaco doleva a causa delle troppe risate. Continuò a farmi il solletico. Le nostre risate ovattarono i suoni circostanti: lo scrosciare delle ultime gocce di pioggia, il rombare delle auto in lontananza e il frusciare delle foglie scosse dal vento. Mi dimenavo per cercare di scappare, ma era seduto addosso a me e mi era praticamente impossibile addirittura muovermi.
- Sì, ti amo, ti amo ! – urlai tra una risata e un’altra.
Si bloccò di colpo e si distese accanto a me. Sorrise stringendomi la mano sinistra tra la sua. – Mi piace sentirtelo dire. – sussurrò.
Cambiai posizione distendendomi di lato in modo da poterlo osservare meglio. Mi persi nei suoi occhi che, quel giorno, erano di un verde acqua particolarissimo. Avrei voluto poter leggere dentro quei suoi occhi, intrufolarmi nella sua mente e capire ogni cosa di lui. Avrei voluto poter conoscere ogni suo pensiero, ogni suo dubbio, tutto ciò che gli passava nella testa .
- Ti amo. – ripetetti avvicinandomi al suo viso e stampandogli un tenero bacio sul naso.
Lo vidi chiudere gli occhi sospirando e sorridendo beatamente. Le palpebre si aprirono di nuovo lasciandomi affondare in quelle biglie verdi-azzurre. – Ti amo, ti amo anche io. -
Accarezzai il suo viso intrufolando le mani tra i ricci castani. – Sei bello. – sussurrai a un passo dal suo viso.
- Tu sei perfetta. – sussurrò strofinando il suo naso con il mio.
Scossi la testa sorridendo. – Cazzate. –
Non mi ero mai piaciuta, né esteticamente né caratterialmente. Riuscivo a trovare difetti in me sempre e comunque, anche dove era evidente che non ve ne fossero. Non mi piacevano i miei capelli, troppo.. normali. Non mi piacevano i miei occhi, troppo… marroni. Non mi piaceva il mio corpo, troppe… curve. Non mi piacevo, punto.
- No, tu non dire cazzate ! – sembrò quasi arrabbiato, ma immediatamente addolcì lo sguardo stringendomi entrambe le mani tra le sue. – Per me sei perfetta. E non avere mai dei dubbi su questo. -
Sorrisi nascondendomi tra le sue braccia. Il profumo di mele m’inebriò i sensi. – Nobody’s perfect. – bofonchiai.
- You are perfect, fuckin’ perfect for me.

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Capitolo 27
*** capitolo 28♥ ***


Quindicesimo giorno di vacanza-studio. Due giorni alla partenza.
Ero distrutta, non tanto fisicamente, soprattutto psicologicamente. Il fatto che Harry potesse rimpiazzarmi da un momento all’altro dopo la mia partenza mi perseguitava. Avevo iniziato ad aver paura e come al solito mi stavo pentendo. Mi stavo pentendo di aver azzardato, di essermi buttata in quella storia nonostante sapessi che tutto sarebbe andato in fumo come una nuvola piena di pioggia. Tutto sarebbe scomparso e a me cosa sarebbe rimasto se non dei bei ricordi e delle nuove esperienze ?
Le solite paranoie, le solite stupide, sensate e noiose paranoie. Avevo rischiato e ora non potevo tirarmi indietro. Avrei sofferto al mio ritorno in patria, ma fino a quel momento decisi che avrei vissuto ogni attimo in pieno.
- Dove siete ? – chiesi a Louis al telefono. Avevamo deciso di incontrarci davanti al Big Ben, come il solito, ma di loro non c’era traccia.
Gaia e Carolina erano sedute su una panchina del parco e sfogliavano una rivista di Gossip sulla quale vi era un articolo dedicato a me e a Harry e a Gaia e il suo ragazzo. Ultimamente i paparazzi ci seguivano sempre di più, ma grazie ai ragazzi avevamo imparato a non farci caso e a non dare tanto peso ai flash delle macchine fotografiche. I miei erano venuti a sapere di tutto, ma non erano arrabbiati o quant’altro, solo felici che fossi felice. Preoccupati, certo, ma felici.
- Stiamo arrivando. E’ colpa di Zayn se siamo in ritardo, di Zayn e dei suoi capelli. -
Trattenni una risata. – Ok, muovetevi. -
Ci salutammo e attaccai. Il sorriso rimase incollato sul mio viso e raggiunsi le ragazze. Spiegai che stavano arrivando e mi distesi a terra tirando fuori dalla borsa dei Nirvana il mio IPod Mi piaceva chiudermi nel mio mondo, estraniarmi da tutto e da tutti, sprofondare nella musica e vivere di essa. A cinque anni, ricordo, portai all’asilo una foto dei Kiss. Mio padre amava quel gruppo e mi aveva trasmesso questo suo amore così, quando ci chiesero di portare a scuola qualcosa che amavamo, io portai la loro foto. La suora avrebbe volentieri bruciato quel pezzo di carta e preso a calci nel sedere la sottoscritta. ‘Questa è roba cattiva’, aveva detto. A ripensarci ora mi viene solo da ridere, ma da quel giorno non tornai più in quell’asilo e rimasi spaventata dalle suore.
Sì, ero piena di fobie. Avevo paura dei nanetti da giardino, dei pagliacci, degli insetti, del buio e delle suore.
- Sei sexy, oggi ! – sentii urlare. Strappai via dalle orecchie le cuffiette e le riposi nella tracolla. Mi alzai in piedi e sorrisi al riccio che veniva verso di me insieme ai ragazzi.
- Vorresti dire che gli altri giorni non lo sono ? – chiesi alzando un sopracciglio.
Alzò le mani, quasi per difendersi. – Mai detto questo. -
Sorrisi scuotendo la testa e attorcigliando le braccia attorno al suo collo lo baciai. Le nostre lingue presero a danzare mentre le sue mani mi accarezzavano la schiena coperta da una leggera canottiera bianca dei Sex Pistols. Peccato che un colpo di tosse interruppe quel momento. Sbuffai e mi fiondai a salutare gli altri quattro.
Mi fermai a Zayn e gli accarezzai i capelli. – Ottimo lavoro, uomo. -
Alzò le sopracciglia e poi scoppiò a ridere. – Grazie donna. -
Sorrisi e mi spolverai i leggings di pelle nera che indossavo. Erano pieni di fili di erba. Poi aggiustai la canottiera di qualche taglia in più e tolsi la giacca di pelle. Era davvero troppo caldo per indossarla! Scossi i capelli per sistemarli e aiutandomi con il telefono aggiustai i miei occhi cerchiati leggermente dalla matita nera.
- Che si fa oggi ? – chiese Liam sedendosi tra Gaia e Carolina sulla panchina.
Alzai le spalle. Qualsiasi cosa sarebbe andata bene.
- Io propongo di salire sul London Eye e di andare al Madame Taussaud. Non ci siete ancora andate, vero ? – propose Zayn sistemandosi i capelli scossi dal vento.
- Ottima idea! – esclamò Carolina alzandosi in piedi entusiasta.
Sorrisi e mano nella mano con Harry salimmo sull’auto guidata da Paul per poi dirigerci, prima di tutto, al London Eye. Avevo sempre sognato potervi salire sopra e poter osservare Londra dall’alto. Da lì sopra avrei davvero potuto conoscere ogni minima sfaccettatura di quella meravigliosa città.
- Sei pensierosa. – sussurrò Harry accarezzandomi il viso con una mano e sorridendomi appena.
Arricciai il naso e sorrisi. – No, non è vero. -
- Dimmi che cosa ti distrae. – insistette stringendomi una mano. I ragazzi e le mie amiche non davano tanto peso a noi e al nostro amoreggiare di continuo. Ci sostenevano, sempre e comunque, ed ero immensamente grata a loro per questo.
- Tra tre giorni devo partire e non voglio. -
Lo vidi voltare lo sguardo verso la strada. I suoi occhi si inumidirono e sarebbe stato meglio se un pugnale fosse finito dritto al centro del mio petto. Poggiai una mano sulla sua gamba e gliela accarezza per rassicurarlo.
Prese un profondo respiro e tornò a guardarmi. I suoi occhi tra il verde e l’azzurro incrociarono i miei color cioccolato. Mi faceva sempre il solito effetto : sentii le mani sudare e il battito cardiaco aumentare velocemente. Sospirò, di nuovo. – Dopo domani parti. Godiamoci questi momenti e non pensiamo ad altro. Non mi dimenticherò di te, non potrei mai farlo. Ti amo, io. -
Sorrisi arrossendo. Alzai lo sguardo e lo abbraccia. Il profumo di mele dei suoi capelli inebriò le mie narici e il calore del suo corpo mi fece rabbrividire. – Ho il tuo nome tatuato nel petto, riccio, e accanto ad esso c’è scritto che ti amo più di quanto io ami me stessa. -
Le sue mani strinsero più forte la mia vita e in quel momento, più che mai, sentii l’amore che provava per me e l’amore che io provavo per lui vorticare nell’aria e sostituirla. Desideravo quell’amore più di qualsia altra cosa. Amavo quell’amore più di qualsiasi altra cosa. Quell’amore era diventato vitale più di qualsiasi altra cosa.
Sciogliemmo l’abbraccio e tornammo a guardare la strada. La sua mano poggiata sulla mia spalla mi tormentava i capelli mentre milioni di brividi mi scombussolavano il corpo.
- Siamo arrivati ! – Paul parcheggiò e ci fece scendere dall’auto.
Ci lasciò liberi, più o meno. ‘Vi seguirò qualche passo dietro di voi’, aveva detto.
L’enorme ruota panoramica sovrastava tutto. Sembrava toccasse il cielo e sotto di lei un enorme, una lunghissima folla attendeva per salirvi sopra e poter sfiorare il cielo con un dito.
- Ce la facciamo prima di dopo domani a salire lì sopra ? – chiesi stringendo la mano ad Harry.
Zayn scoppiò a ridere e si morse un labbro. – Italiana, chi siamo noi ? - Lo guardai alzando un sopracciglio. – Su, rispondi. – continuò.
Sbuffai. – I One Direction. -
- Chi siamo noi ? – ripetette Niall.
- I One Direction. – dissi sospirando pesantemente.
Liam mi schioccò un occhiolino. – Mai sentito parlare di biglietti VIP ? -
- Quelli con cui si passa avanti a tutti e si sale subito ? – chiese Carolina eccitata.
Liam annuì fiero di se stesso. Se la fama aveva degli svantaggi, tanti erano i vantaggi. Insomma, saltare la lunghissima fila per salire sulla ruota non era mica una cosa da niente, eh!
- Allora a qualcosa servite ! – dissi scherzando e alzandomi sulla punta dei piedi mettendo un braccio attorno alle spalle di Louis.
Gaia rise e annuì per darmi ragione.
Lo stesso Louis spalancò gli occhi e con un sorrisetto malefico sul volto ci alzò il dito medio di fronte agli occhi. Distesi le labbra in un sorriso e gli mandai un bacio con la mano.
Sono una persona che non si offende facilmente, io. O meglio, sono una persona che non si offende per ogni cosa. Mi offendo quando qualcosa mi fa stare davvero male, mi offendo quando qualcosa mi colpisce affondo. Per il resto so passare sopra alle cose per poi riderci sopra.
Harry mi prese la mano e, insieme agli altri, iniziammo a correre verso l’inizio della fila. Liam mostrò i biglietti VIP e riuscimmo a salire immediatamente in una delle capsule della gigante ruota. Un altro vantaggio dei biglietti VIP ? IL non ritrovarsi in una capsula con altre venti persone addosso. Eravamo solo noi sette: io, Gaia, Carolina e quei cinque ragazzi che avevano reso quel vacanza-studio decisamente migliore.
Misi piede nella capsula velocemente e gli altri dopo di me. Immediatamente mi attaccai al vetro della cabina e, man mano che questa si alzava, i maggiori monumenti della meravigliosa metropoli di Londra finirono sotto il mio sguardo. Tirai immediatamente fuori dalla borsa i miei occhiali per poter avere una visione migliore di quel paesaggio già deturpato dal cielo non troppo limpido e sereno.
Spiaccicai il mio viso sul vetro della capsula e sorrisi. Londra... era meravigliosa.
Sentii due braccia avvolgermi la vita. ‘Harry’, pensai. Iniziò ad accarezzarmi il ventre per poi arrivare a solleticarmi i fianchi, tanto da farmi rabbrividire. Spostò i miei capelli da un lato e iniziò a lasciarmi leggeri baci sul collo. Strinsi le sue mani e sospirai lasciando che le mie labbra si distendessero in un sincero sorriso.
- Ti piace ? – sussurrò.
- Da morire. – dissi stringendo più forte le sue mani e baciandone una.
Sbuffai e rabbrividii. Gli occhi mi si riempirono di lacrime e le labbra cominciarono a tremarmi. – Devi promettermi una cosa. – sussurrai con voce tremolante e gli occhi chiusi per evitare che le lacrime cominciassero a scorrermi sul viso come un fiume in piena. Il suo mento sfiorò la mia testa e percepii che stesse annuendo. Allora continuai. – Nulla è per sempre, è probabile che tu t’innamori di un’altra ragazza e così via. Promettimi che me lo dirai quando questo succederà. Promettimi che non verrò a saperlo dai giornali o dalla televisione. -
Sospirò e le sue braccia si sciolsero dalla mia vita finendo lungo il suo corpo. Mi girai per guardarlo negli occhi. Dietro di lui notai gli altri appiccicati sul vetro a scherzare tra di loro mentre da lontano si vedeva l’enorme orologio, il Big Ben, spadroneggiare sul resto degli edifici.
Tornai con lo sguardo su quello del mio meraviglioso ragazzo.
Harry scosse la testa e fece per ribattere.
- Per favore, promettimelo. Devi solo dire ‘lo prometto’. – sussurrai trattenendo le lacrime.
Annuì. – Io, io lo prometto . – disse sospirando lui.
Sorrisi e lo abbracciai.
Volevo prendermi cura di me e del mio povero cuore. Non avrei voluto sentirlo squarciarsi nel mio petto. Non avrei voluto soffrire più del voluto. Non avrei voluto cadere a terra e non riuscire più a rialzarmi. Sono sempre stata definita come una persona forte, una di quelle che schiaccia la sofferenza e il dolore, la tristezza e le lacrime. Sono sempre stata definita come una persona capace di mettere una pieta sopra qualsiasi cosa. Eppure niente di tutto questo si può affibbiare alle sottoscritta. Sono debole, forse troppo a volte, e non so controllare le emozioni. Non so affrontare dolore e sofferenza e ho paura di star male.
Quella promessa avrebbe potuto fare in modo che io mi preparassi prima che di ricevere una lancia infuocata in pieno petto.
- Allora, - ci eravamo seduti nel parco che era oramai diventato il ‘nostro parco’ . – cosa avete guadagnato da questa vacanza-studio? – chiese Liam stendendosi posando la testa sulla pancia di Zayn che si era disteso appoggiandosi al tronco di un albero con la schiena.
Carolina sorrise. –Ho imparato a parlare inglese e ho comprato un sacco di scarpe meravigliose. – risi scuotendo la testa. – E ora che ci penso, non ho la minima idea di dove metterle. -
Gli altri seguirono la mia risata, poi Gaia, seduta tra le gambe del suo ragazzo, ci interruppe e rispose alla domanda di Liam. – Ho imparato a parlare inglese – disse anche lei. – e ho guadagnato un bel fidanzato biondo niente male, direi. -
Niall, dietro di lei, arrossì violentemente e le schioccò un bacio leggero sulla guancia per poi sussurrarle qualcosa all’orecchio. Niall era il più timido del gruppo. Arrossiva facilmente, lui, e si imbarazzava per poco. Ma era maledettamente tenero.
- E tu? – chiese Zayn arricciando il naso.
Alzai la testa e passai dall’essere distesa sulle gambe di Harry allo stare seduta con un suo braccio avvolto attorno alle spalle. – Penso sia stata la miglior vacanza-studio di sempre. -
- E grazie, è l’unica che abbiamo fatto! – disse Gaia trattenendo una risata.
Alzai un sopracciglio. – Tu stai zitta. – Le sorrisi, poi, e tornai al discorso precedente. – Finalmente non parlo inglese come un .. un bradipo che mangia pannocchie. -
- I bradipi mangiano pannocchie? -
- Forse. – risposi a Louis che intanto tratteneva le risate a fatica. -
- E poi ? – chiese Harry accarezzandomi con una mano la coscia. I suoi ricci castani svolazzavano a causa del leggero vento, la camicia a quadri lasciata leggermente aperta lo rendeva estremamente sexy e i suoi occhi verdi-azzurri illuminati da un leggero fascio di luce avrebbero potuto sciogliermi come un ghiacciolo al sole.
- E poi hai incontrato cinque splendidi ragazzi. – disse Zayn.
- Uno dei quali è diventato il tuo ragazzo. – continuò Louis.
- Sottolineerei il fatto che sono stato il suo primo ragazzo ! – annunciò Harry quasi fiero di se stesso e io immediatamente gli tappai la bocca con una mano.
- Davvero ? – quasi urlò Niall.
Annuii sconfortata. Mi quasi vergognavo di quel fatto. Insomma, c’erano ragazze che a quattordici anni, la mia età, già avevano avuto una lunghissima lista di fidanzati. Di certo non era una cosa di cui vantarsene, ma aver avuto il primo amoroso a quattordici anni mi faceva quasi sentire una sfigata, a dire la verità. E a pensare ciò mi sentivo anche parecchio immatura.
- La qui presente Sara si è fidanzata per la prima volta, - cominciò Louis quasi solennemente. – e con lo stesso primo fidanzato che ha avuto, il qui presente Harry, ha fatto sesso. -
- L’amore. – lo corresse Harry sorridendomi.
Quel gesto valse più di qualsiasi altra cosa. Non il suo sorriso, intendo, ma il fatto che avesse corretto Louis. Avevamo fatto l’amore, io e lui, non del semplice, superficiale, stupido sesso.
- Sì, l’amore. – si corresse Louis. - Insomma, cazzo Sara, sei una forte, tu. -
Se c’era una cosa che amavo di Louis era il suo essere completamente e totalmente fuori di testa. Insomma, dei suoi  venti anni ne dimostrava almeno la metà! E, tanto per essere sinceri, in tutto questo non c’è nessun problema. Era un ragazzo che voleva godersi la vita, un ragazzo che ne aveva bisogno per vivere in pace con il mondo e, soprattutto, con se stesso.
C’erano quei momenti, poi, che il suo cervello sembrava andare ‘in pappa’ del tutto e dalla sua bocca non uscivano che stronzate. Ma non quelle stronzate che ogni tanto tutti dicono - anche il professore più severo della scuola più rigida – ma quelle stronzate che ti fanno scompisciare dal ridere e allo stesso tempo ti lasciano allibito e l’unica cosa che ti riesce di fare, oltre a ridere, è pensare da dove diamine gli sia uscita quella cazzata madornale.
Ridemmo, ridemmo, e ridemmo ancora. Da quella vacanza-studio avevo guadagnato più di quanto potessi immaginare. Avevo guadagnato cinque nuovi stupendi amici – che oltretutto erano i miei idoli, avevo imparato ad amare, avevo realizzato i miei sogni e ero cresciuta, probabilmente.
Niall guardò il suo orologio rosso abbinato con la maglietta bianca a cuciture rosse che indossava. – Non vorrei interrompere niente, ma io ho fame. -
Tipico di Niall; avere fame, intendo.
- Dove si va per cena ? – chiese Liam alzandosi in piedi e dando una mano a Zayn per fare lo stesso. Insieme a loro ci alzammo anche noi.
- Non il Mc Donald, vi prego ! – implorò Carolina.
- Andiamo da Nando’s allora ! – propose Niall eccitato. Era ovvio: Niall amava il cibo, e ancora di più amava il cibo di Nando’s.
- Per me va bene, - risposi sorridendogli. – voi che dite ? -
Gli altri si sorrisero. – Vada per Nando’s ! – esclamò Gaia prendendo sottobraccio il suo ragazzo.
‘L'amore è un sentimento intenso e profondo di affetto, simpatia ed adesione, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale. Oppure, può venire definito sotto un altro punto di vista (scientifico), un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona.’
E’ così che Wikipedia definisce l’amore.
Pensavo che dopo due settimane avrei capito cosa la parola ‘amore’ fosse o significasse.
Comunemente l’amore è qualcosa, un sentimento che si prova verso qualcosa ho verso qualcuno, ma fino a qui c’eravamo arrivati un po’ tutti, no?
L’amore è il miglior sentimento del mondo, peccato che a volte ci faccia soffrire, ci distrugga, ci seppellisca sotto una montagna di fazzolettini usati e lacrime versati.
No, non ho ancora capito cosa realmente sia l’amore, ma forse rimanere all’oscuro di ciò che questo preserva per te, rimanere ‘nell’ignoranza’ non è poi così male

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Capitolo 28
*** capitolo 29 ♥ ***


Sedicesimo giorno di vacanza-studio. Un solo fottuto dannato giorno alla partenza.
Perché il tempo passa così velocemente quanto ci si diverte, quando si sta bene? E perché sembra rallentare quando ci si annoia, si è tristi o quant’altro?
Quelle due settimane e mezzo sembravano essere volate, fin troppo velocemente per i miei gusti. Avrei voluto poter rimanere lì per un’altra vita intera, avrei voluto poter rivivere a pieno quelle due settimane, avrei voluto poter fermare il tempo, o almeno fare in modo che quel giorno che mancava alla partenza non sarebbe mai arrivato.
Avevo vissuto un sogno. Uno di quei sogni che pensi non possano mai e poi mai diventare realtà, uno di quei sogni che ti passano per la mente ogni volta che il tuo cervello viene investito dalla fantasia e dalla voglia di farsi trascinare sulle nuvole, in un mondo che non appartiene a nessuno se non alla tua fantasia.
Sospirai pesantemente trascinando la valigia che avevo appena finito di riempire giù dal letto per poi posarla in un angolo della camera. Avevo lasciato fuori solo il cambio per il giorno seguente così, la mattina della partenza avrei dovuto solo infilare nella valigia le ultime cose.
Il telefono che tenevo nella tasca della mia enorme felpa dei 30 Seconds to Mars che avevo indossato sopra a un paio di pantacollant prese a squillare. Le classiche note della classica suoneria dei cellulari Nokia riempirono la stanza. Risposi senza guardare chi fosse.
- Pronto? -
- Tutto bene? – Harry. Avrei riconosciuto la sua voce e il calore di essa fra miliardi.
- Si amore, sono solo un po’ affaticata. Sai, la valigia pesa da morire. -
- Ah. Hai già fatto la valigia? – la sua voce sembrava.. apatica.
- Si. – risposi sospirando.
- Senti, - buttò una pietra su quel discorso e andò avanti. – vieni a casa? A Gaia l’ha già chiesto Niall, tu chiedilo a Carolina. -
- Oh, okay, penso che a Carolina non dispiaccia. Chiamo un taxi e.. penso che tra una mezz’oretta saremo lì. – risposi dolcemente. In quelle due settimane ero diventata di gelatina. Di gelatina rosa, sottolineerei. Troppo dolce, troppo.. zuccherosa. Ma la cosa non mi dispiaceva poi così tanto.
- Ok piccola. A dopo! -
- Ti amo. – sussurrai.
- Ti amo, tanto. – rispose lui. Ogni singola volta che me lo diceva, ogni singola dannata volta che dalla sua bocca uscivano quelle  parole il cuore sembrava voler spaccare la mia cassa toracica, sfondarla per poter raggiungere quel ragazzo che mi aveva reso dipendente.
C’è chi dipende dalle sigarette e dalla nicotina presente in esse. C’è chi dipende dall’erba e dall’alcol. Che chi dipende dal computer e dai videogiochi. E poi c’ero io, che dipendevo dalla musica e da quel ragazzo che era ben riuscito a distruggere le mie difese e a rendermi totalmente e incondizionatamente vulnerabile all’amore, al suo tocco, alle sue labbra e al suo respiro bollente.
Sospirai, di nuovo, e con un sorriso da ebete stampato sul viso mi distesi sul letto. Mi sentivo bene, maledettamente bene, e nemmeno il pensiero che il giorno seguente sarei tornata in patria sarebbe riuscito a strapparmi via il sorriso dalla faccia.
- Svegliati dal tuo stato da ebete che si fa le pippe mentali e preparati che dobbiamo andare dai ragazzi. Ho già chiamato il taxi e avvertito Carolina. – urlò la mia migliore amica dal bagno.
Bene, mi aveva risparmiato un po’ di lavoro, almeno.
Mi avvicinai allo specchio e aggiustai con la spazzola i miei capelli ribelli. Passai della matita sui miei occhi e del rimmel tanto per non far notare a tutti la stanchezza che segnava il mio viso. Indossai un paio di converse nere e sistemai la felpa. Non avevo alcuna voglia di cambiarmi. E poi fuori pioveva e faceva un freddo cane, quindi la felpa che indossavo non era affatto inappropriata. Poi, se avessi avuto caldo, avrei scroccato una maglia da Harry e me la sarei tolta di dosso.
Mi guardai un’altra volta allo specchio e, sconsolata, mi sedetti sul letto prendendo il pc e poggiandomelo sulle gambe. Aspettai che si accendesse e, dopo una miriade di giorni, mi decisi a tornare a controllare Twitter. Amavo quel sito. Era uno dei migliori social network, secondo me. Insomma, si giudicava la gente per il carattere e non per il bel visino. Avevi voglia di scrivere cazzate su cazzate? Bene, potevi farlo, perché a nessuno importava niente, anzi, magari si faceva anche due risate a leggere cosa scrivevi. Certo, c’erano sempre qualcuno che giudicava e sparava sentenze a tutto spiano, ma nonostante questo Twitter era un gran bel posto.
Il mio sguardo si posò sui followers. ‘Oh dio’, pensai. Il numero di questi era salito enormemente. Probabilmente avrei dovuto aspettarmelo. Ero finita su tutti i giornali per la mia storia con Harry, anche in Italia. Tutto questo, a dire la verità, mi spaventava da morire. Non mi era mai piaciuto ricevere troppe attenzioni e essere sulla bocca di tutti. Mi piaceva avere la mia dose di privacy, insomma.
Sospirai e con timore cliccai sulla barra delle menzioni. La pagina era piena di tweet di directioners e non. Iniziai a leggere il primo tweet.
‘Sei una brava ragazza e sono contenta per Harry. Trattalo bene xx’
Sorrisi e retwittai. Passai ai seguenti e i primi cinque o sei dicevano piò o meno la stessa cosa. Poi ce ne furono alcuni che avrei preferito davvero non leggere.
‘Sei una troia e vuoi solo la sua fama. Vergognati.’
‘Non te lo meriti.’
‘Spero che la tua morta sia vicina, troia.’
‘Ahahahah vergognati. Lo stai solamente sfruttando per i suoi soldi. Tornatene in Italia!’
Avrei dovuto chiudere gli occhi, sospirare e far finta di niente. Avrei dovuto stringere i pugni, trattenere le lacrime e capire, perché era la loro devastante gelosia che le faceva parlare. Avrei dovuto scuotere la testa come facevo sempre e dargli delle ‘bambine’. Perché lo erano, lo erano per davvero. Non mi conoscevano, non sapevano chi fossi e quanto amassi Harry. Eppure giudicavano e offendevano pesantemente. Avrei dovuto passarci sopra, ma non ci riuscii. Gli occhi si inumidirono immediatamente e le mani cominciarono a tremare. Chiusi il pc e lo posai sulla scrivania.
- Andiamo ? – urlò Carolina dal salotto.
Sospirai cercando di ricompormi. Diedi un ultima occhiata al mio aspetto e presi il mio cellulare infilandolo nella tasca della mia enorme felpa. Arrivai in salotto e montai sul mio viso il miglior sorriso che avessi nel repertorio dei sorrisi falsi e, prendendo le mie amiche a braccetto, insieme uscimmo da quella camera e, dopo aver sceso qualche rampa di scale, anche da quel college.
Il taxi era già lì davanti. Salimmo nella ventura e indicammo al taxista la destinazione. Mi accoccolai vicino al finestrino dell’auto e incrociai le gambe stringendole al petto. Piccole gocce d’acqua iniziarono a scendere dal cielo velocemente. Sbattevano sul finestrino del taxi creando un rumore decisamente snervante.
Non essere accettati è la cosa peggiore. Mi faceva star male il fatto che venissi offesa e giudicata in quel modo. Al posto mio loro cosa avrebbero fatto? Sarebbero state felici e avrebbero vissuto il loro ‘sogno’ senza dar peso ai giudizi o sarebbero state male? Perché tanto odio? Da dove nasceva quell’essere così ostili nei miei confronti.
Scossi la testa, di nuovo, e notando che eravamo arrivate scesi dal taxi salutando con un sorriso il gentile taxista che durante il tragitto aveva tenuto occupate in discorsi che non avevo seguito le mie amiche.
- Domani si parte. -
- Già. – sussurrò Carolina. – E noi non ci vedremo più . Cioè, tu e Gaia vi potrete vedere sempre e comunque, ma io.. -
- Faremo di tutto per raggiungerti. Magari a metà strada tra il tuo paese e il nostro. – Annuii accordando con Gaia. – Ti voglio bene, Carolina. – concluse lei, abbracciandole.
- Ti voglio bene anche io, tanto. – tolsi dal braccio un braccialetto di cuoio nero con su scritto il mio nome. – Tieni, così mi avrai sempre vicina anche a chilometri e chilometri di distanza. -
- Io, io non avrei mai pensato di poter trovare persone come voi. – era sul punto di piangere. I suoi occhi erano lucidi e leggermente arrossati. – Vi voglio un bene immenso. –
Ci abbracciammo e in quell’abbraccio potei rivivere le esperienze che insieme avevamo vissuto in quelle due settimane e mezzo. In quell’abbraccio rivissi le emozioni che avevamo provato e le difficoltà minime che avevamo affrontato. In quel semplice abbraccio ebbi l’opportunità di tirar fuori tutto il bene che provavo verso quella ragazza che, insieme a Gaia e ai ragazzi, aveva reso quella vacanza-studio qualcosa di più di una stupida vacanza-studio.
- Quindi verrete in Italia, vero? – dissi stiracchiandomi e allungando le gambe su quelle di Niall seduto accanto a me. La mia testa, invece, era appoggiata sulle gambe di Harry che era impegnato ad accarezzarmi i capelli.
- Si, probabilmente. – esclamò Zayn continuando a lanciare caramelle sulla sua testa per poi riprenderle facendole finire in bocca al volo.
- E se non volessero farci venire li costringeremo. – continuò Louis.
- O potremmo sempre andarci.. per una vacanza, magari. – concluse Liam.
Annuii sorridendo. Alzai lo sguardo verso Harry e gli accarezzai una guancia. – Posso usare il computer per andare su Twitter? -
Annuì. – E’ in camera mia. -
Mi alzai e sistemandomi i pantacollant corsi in camera sua alla ricerca del pc. Mi diressi immediatamente di fronte alla scrivania, ma non lo trovai. Perlustrai la stanza con lo sguardo e lo vidi sul letto coperto da un paio di jeans. ‘Quant’è ordinato ‘sto ragazzo!’, pensai.
Accesi il computer e lo attaccai all’alimentatore notando che fosse scarico. Aprii la pagina di internet e sedendomi comoda sul letto mi connessi su Twitter. Presi un respiro profondo e aprii le menzioni. Non ebbi subito il coraggio di leggere i tweet, ma dopo qualche sospiro feci finire i miei occhi dritti sullo schermo.
‘Pensi di essere bella e famosa. Non sei nessuno, solo una puttana.’
Una lacrima prepotente si fece spazio sul mio viso rigandolo.
‘Come farai senza la fama che grazie a lui hai guadagnato quando ti lascerà? Ahahah’
Sospirai. Che cosa avevo fatto? Ero la fidanzata di Harry Styles. Lo amavo, lo amavo per davvero. Cosa c’era di sbagliato?
‘Guardati allo specchio. Sei orrenda e non ti meriti Harry.’
Sospirai e solo allora notai che milioni di lacrime avevano iniziato a bruciare sul mio viso. Silenziosamente iniziai a piangere. Gli occhi bruciavano da far morire e le mani tremavano. Sopprimevo i singhiozzi per fare in modo che nessuno si accorgesse della sofferenza che mi stava opprimendo. Ci stavo male, fin troppo.
- Ehi. -
- Ehi. – risposi sorridendogli.
Scosse la testa e asciugò le lacrime che avevano bagnato le mie guance. Le sue dite percorsero lento il mio viso, accarezzandolo e facendomi rabbrividire. – Che succede? – sussurrò.
- Niente. – balbettai. A volte pensavo di essere davvero una grande, un’ottima attrice, ma non sempre ero capace a nascondere le mie emozioni.
Scosse la testa e si sedette accanto a me spostando il computer a terra. Si stese e con una mano mi costrinse a distendermi accanto a lui. Posai il braccio sui suoi addominali e nascosi la testa nell’incavo del suo collo. – Non riesco a nasconderti niente. -
- Non capisco il motivo per il quale tu debba nascondermi qualcosa. – la sua mano sinistra scorreva fra i miei capelli raggiungendo il mio collo mentre la sua mano destra era ben serrata alla mia. L’odore di mela dei suoi capelli inebriava le mie narici e il battito del suo cuore, estremamente lento e nettamente in contrasto con il mio che palpitava fin troppo veloce, era la miglior melodia che raggiungeva il mio udito in quel momento.
Sospirai. – Oggi, dopo un sacco di tempo, sono entrata su Twitter. I followers sono aumentati di tantissimo, avevo le menzioni piene! Allora, allora sono andata a vedere chi e cosa mi avessero scritto. I primi messaggi erano.. beh, positivi. Poi mi son ritrovata davanti una sfilza di offese e di auguri di morte. Me l’aspettavo un po’, a dire la verità, ma mi fa male. Insomma, cosa ho fatto Harry? Perché.. mi odiano? – Sospirai, di nuovo, concludendo con tono rassegnato.
Le sue mani strinsero più forte i miei capelli, ma non sentii dolore. Sospirò, anche lui, e lo sentii scuotere la testa. Alzai lo sguardo verso di lui con gli rossi, lucidi e appena appannati.
- Mi dispiace amore, mi dispiace davvero. Sai, alcune directioners sono gelose. Devi solo.. far finta di niente. Io ti amo, ti amo da morire, cerca di pensare solo a questo. – Il suo viso s’avvicino lentamente al mio e le nostre labbra, in pochi secondi, si ritrovarono le une sopra alle altre. Socchiusi appena la bocca lasciando spazio alla sua lingua che prese a danzare con la mia. Sorrisi annuendo. – Ti amo. -
- Anche io. – sussurrò.
Le sue mani si avventarono sul mio corpo e in un batter di ciglia mi ritrovai a cavalcioni su di lui. Sorrise sornione schioccandomi un occhiolino. Cercai di mantenere la calma e di provare a provocarlo. Mi alzai e mi diressi verso la porta e la chiusi a chiave. Non avremmo combinato niente, lo sapevo, ma interruzioni non ne volevo. Tornai da lui sorridendogli e, come prima, mi sedetti sulla sua vita a cavalcioni. Cercò di avvicinarsi alle mie labbra, affamato, ma con la mano destra lo sbattei delicatamente sul letto. Spalancò gli occhi e si leccò le labbra. Portai la mia mano sotto la sua maglietta e iniziai ad accarezzargli il ventre, gli addominali e i pettorali. Potevo sentire il suo corpo fremere e irrigidirsi sotto il mio tocco. Fece per tirarmi giù, per farmi stendere su di lui ma scossi la testa e con una mano glielo impedii. Era eccitato, e lo sentivo dalla sua erezione che premeva nel mio interno coscia. Trattenni una risata. Mi passai la lingua sulle labbra e, strappandogli di dosso la maglietta iniziai a lasciargli leggeri baci un po’ ovunque.
Non so dove trovai tutte quella fermezza, quella sicurezza.
Lo sentii gemere quando presi a baciargli il ventre. Sorrisi soddisfatta. Allora mi alzai, mi sistemai i pantacollant che mi erano leggermente scesi e lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra me ne tornai in salotto con nonchalance.
- Avete fatto bum bum, eh? – chiese Louis ammiccando e stirandomi verso di lui. Mi ritrovai seduta in braccia a lui.
Lo guardai accigliata e immediatamente la mia risata ovattò i suoni della stanza: gli urli degli altri che giocavano a Call of Duty, per esempio. – No, Louis, non abbiamo fatto ‘bum bum’. – sottolineai quella sua espressione con delle virgolette con le mani.
- Sicura? –
- Certo che sì. – lo abbracciai, poi. A pensarci, poi, mi vene l’assurda voglia di abbracciar tutti, uno per uno. Mi alzai dalle gambe di Louis lasciandogli un tenero bacio sulla guancia e mi avvicinai a Liam, seduto accanto a Zayn e Niall, i quali avevano appena spento la televisione per mettersi a parlare di qualcosa, non sapevo di preciso cosa. Strinsi Liam tra le braccia e gli sussurrai un tenero ‘ti voglio bene’ all’orecchio sinistro. Mi accarezzò la schiena e, prima di staccarsi dall’abbraccio, mi bacio il naso. Passai a Zayn. Gli scompigliai i capelli e lo abbracciai respirando il suo profumo dolce e intenso. La stessa cosa feci poi con Niall, mordendo, poi, la ciambella ricoperta di glassa rosa che stava mangiando.
- Cos’è tutto questo affetto ? – chiese Zayn con lo sguardo corrucciato.
Alzai le spalle e andai a buttarmi su una delle poltrone . – Gaia e Carolina? –
- Sono in cucina, stanno preparando dei sandwich. – rispose Niall. Quando si parlava di cibo gli occhi gli si illuminavano, sempre. Sorrisi annuendo. Avrei voluto andare a dare una mano, ma la mia dannata pigrizia mi teneva legata a quella comodissima poltrona.
Dopo una decina di minuti, Harry comparse in salotto con un sorrisetto compiaciuto sul viso. Mi sorrise e si sedette in braccio a me. – Sei un stronza. -
- Lo so. -
- Ho dovuto rimediare da solo a ciò che tu hai lasciato a metà. – sussurrò.
- Ti sei fatto una sega? -
Annuì. Scoppiai a ridere sguaiatamente. Mi tenevo la pancia per il dolore mentre l’aria iniziava a mancarmi. Non sapevo nemmeno io perché avessi avuto quella reazione, ma quella sua frase aveva scatenato l’ilarità in me.
- Cazzo ridi? – domandò guardandomi storto.
Continuai a ridere. – Davvero… ? – non riuscivo a rispondere. – Mi sento.. una stronza. -
Risi, risi tanto da far cadere lui a terra. Gli altri non ci davano tanto peso, continuavano a fare le loro cose. Mi prese per una gamba e mi fece cadere addosso a lui. Smisi immediatamente di ridere.
- Che c’è, - sussurrai. – vuoi vendicarti? -
Scosse la testa. Sospirò e mi strinse fra le sue braccia. Il suo profumo inebriante, il suo tocco sicuro, il suo respiro caldo, tutto di lui mi sarebbe mancato. Mi sarebbe mancato lui, mi sarebbero mancati i ragazzi, mi sarebbe mancata quella città e mi sarebbe mancato il college. Mi sarebbe mancato avere l’intenzione di mangiare alla mensa di quella scuola ma poi preferita andare a prendere la pizza da qualche parte o al McDonald. Mi sarebbero mancati gli autobus a due piani rossi e il tempo che cambia senza preavviso.
- Mi mancherai. – sussurrai.
- Anche tu. –

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