Resident Evil: Tutta un'altra storia

di King Of My World
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Si preannuncia una nuova battaglia ***
Capitolo 3: *** Dove sei Alexandra? ***
Capitolo 4: *** Il fratello di Claire ***
Capitolo 5: *** In Cina ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***



Dove mi trovavo? Era buoio. Sentivo gente che urlava, avevo 17 anni, forse troppo piccolo per combattere una guerra così ma...

-Ciao Salvaore, come ti trovi qui?-. Sentii una voce provenire dal muro, era un computer.

All'improvviso si aprii una porta dietro di me, c'era Alice! Insomma, cosa stava succedendo?! Ero confuso.

-C-chi siete?-. Chiesi.
-Siamo coloro che ti abbiamo inniettato il virus. Diventerai come Alice, vedremo cosa saprai fare!-. Mi rispose convinto il computer.

Ma io ero incapace, non sapevo lottare, non sapevo sparare, non sapevo fare niente!

-Siete impazziti per caso? Io non ci riuscirò mai, non sono Alice!.- Urlai.

Alice mi guardava, sentivo una cosa strana dentro di me, mi sentivo forte ed un certo punto mi era venuta voglia di combattere.

-Bene, è ora di metterti alla prova.-. Mi disse Alice.

Alice era una mia vecchia amica, per un momento non l'avevo riconosciuta, ma non capisco perché mi abbia fatto questo. Ricordo solo, che mi aveva colpito in testa con una pistola, perché l'ha fatto? Forse perché mi lamentavo, perché non ero niente, insomma, è stata sempre lei a proteggermi e non voleva mai che diventassi come lei. Non vorrei domandarle niente, non cerdo sia il momento adatto.

-Prendi questa!-. Mi accennò.
-Perché?-. Domandai preoccupato.
-Perché è arrivata l'ora di combattere!-. Rispose sicura di sè.
-Sono anni che combattiamo, ma non abbiamo mai ottenuto risultati, per te sono stato sempre un impiccio!.- Dissi arrabbiato.
-Appunto, è arrivata l'ora di cavartela da solo.-.
-Dove vai?-.
-Vieni con me, se vuoi vivere!-. Mi disse convinta.
-Mi dispiace, questa frase è stata detta in molti film.- Scherzai.
-Insomma, volevi essere come me o no? Beh, ora lo sei e se non vuoi venire. Buona fortuna!-. Mi disse senza fregarsene niente di me.
-No aspetta, almeno aspetta che mi metta qualcosa addosso o vuoi che venga nudo!?-.

Alice era sempre seria, non sorrideva mai. Non le ho domandato niente, ma avevo capito che volesse qualcuno che le dava una mano. Mi sentivo forte, ma avevo paura di andare fuori ed affrontare Zombie, mostri ecc..Tutto quello che vidi con Alice, mi faceva paura ma lei è stata sempre in grado di proteggermi e la invidiavo tanto.


Erano ben 4 anni che non vedevo la luce del giorno, era sempre notte! Ormai, il virus si era esteso su tutto il pianeta e noi dovevamo combattere. Abbiamo preso una moto, delle armi e del cibo per sopravvivere. Ci mettemmo in moto e andammo via..

Mentre correvamo in moto, vedevo Zombie che ci correvano dietro come degli affammati! Va beh, logico che siano affammati, sono pur sempre Zombie. Beh, all'improvviso, Alice si fermò.

-Dobbiamo fermarli!-. Strillò con una frenata pazzesca.
-C-cosa? Ma sei impazzita, corri! Non mi va di essere mangiato da quelli!!!!-. Dissi con una paura tremenda, me la facevo sotto.

Non mi diede risposta, voleva combattere. Presi due magnum e cominciai a correre verso di loro, devo dirlo! Non era da me. Mi venne quest'istinto di farlo, il primo Zombie era tutto pieno di sangue e voleva assaporare la mia carne, ma gli staccai la testa dal collo come un gallina. Invece, c'erano altri che dalla bocca facevano uscire un certo fiore, che se ci andavi con la testa dentro, beh, eri fritto! Non avevo bisogno delle armi, cioè le mani e i piedi si muovevano da soli. Gli occhi guardavano attentamente qualsiasi movimento e se mi stavano per mordere, mi scansavo subito.

In una decina di minuti, io e Alice abbiamo messo K O tutti gli Zombie.

-Wow!-. Dissi sorpreso.
-Sei stato bravo, ora andiamo.-. Mi rispose.

Ero veramente sorpreso dai miei poteri, mano mano avevo sempre più voglia di combattere. Volevo più Zombie da uccidere e da far fuori, non so. Ero felice ad aver fatto fuori tutti quegli Zombie e mi piaceva staccare le loro teste. Se fossi stato così anche 4 anni fa, forse la mia famiglia sarebbe ancora viva e sono anni che sto cercando mia nipote. Mia mamma, mio padre e i miei fratelli. Giuro, che vi vendicherò tutti!

-Alice, dobbiamo trovare mia nipote!-.
-Beh, Salvatore. Hai avuto un ottimo inizio!-.
-Grazie, ma adesso, voglio trovare quel pazzo che ha mia nipote nelle sue mani, lo cercherò, lo troverò e lo ammazzerò!-. Dissi convinto di me.
-Ecco cosa volevo sentire!-.

Aveva 7 anni quando l'hanno rapita, e poi, non l'ho rivista più. Alice mi dice sempre che l'avranno portata all'Umbrella Corporation, precisamente, a Raccoon City. Devo trovarla, perché l'ho promesso a mia sorella prima di morire. 

-A Raccoon City, ci saranno migliaia di Zombie, ma non solo, ci saranno anche molti mostri.-. Mi disse Alice.
-Beh, combatteremo finché ci sarà speranza!-. Le risposi coraggioso.
-Allora si va a Raccoon City!-.
-Alexandra, sto arrivandoooooo e ti salverò!-. Urlai felice il nome di mia nipote.

Alice ha sempre combattutto per me, ma è arrivata l'ora di cavarsela anche da soli, posso farcela. Ha fatto tanto per me e devo ringraziarla, mi ha difeso per 4 anni, mi ha sopportato per 4 anni e penso che le devo la vita, arrivato a questo punto.

-Alice, so che hai un carattere un po' difficile, ma devo ringraziarti perché per 4 anni, mi hai sempre difeso e salvato la vita.-. Accennai, mentre lei guidava la moto.
-Non devi ringraziarmi, sai perché ti ho fatto diventare come me?-. Mi rispose.

Alzai subito la testa dalla sua schiena.

-No.-.

Non volevo saperlo, ma me lo volle dire lo stesso.

-L'ho fatto, perché non credo di farcela da sola ed avevo bisogno di aiuto, così, ti ho inniettato il veleno come fecero a me. L'ho fatto, anche perché tu possa vendicarti e in questi quattro anni gli Zombie sono diventati più veloci, più potenti e sono nate anche altre creature e dovremmo combattere perché è l'ultima cosa che ci rimane da fare.-.
-Hai ragione.-.

Praticamente, mi aveva portato nel suo laboratorio dove le avevano inniettato il virus. Wow, certo che è a dir poco fantastico. 

Arrivammo vicino ad una chiesa.

-Dobbiamo controllare questo posto!-.
-Perché?-. Domandai.
-Dovremmo passare la notte qui, perché dobbiamo riposare un po'.-.
-E' proprio in una chiesa!-. Le risposi preoccupato.
-Si, hai qualche problema? Io voglio dormire qui.- Disse arrabbiata.
-E va bene!-. Mi arresi.

Purtroppo, Alice ti faceva sempre una merda con le sue parole. Non c'era nessuno in quel posto, diciamo, che era la cosa che mi preoccupava. Entrammo in quella chiesa, Alice faceva rumore con i suoi stivali a tacchi, quanto li odiavo! Sembrava in stile perfetto per ammazzare Zombie, mentre io tenevo una semplice tutta militare e stavo mantenendo il borsone con le armi dentro. Giustamente, servivano e come! 

-Venite qui!.-. Sentii una voce femminile.
-Chi sei?!-. Chiese Alice.

La ragazza si fece avanti ed Alice le puntò la pistola contro, come sempre. 

-Alice, ma non vedi che è un essere umano!?-. Dissi arrabbiato.
-Sta zitto!-. Mi punì sotto voce.

Bene, resto zitto.

-Sono umana e sto qui da tanto tempo. Gli Zombie hanno ucciso la mia famiglia e mio zio mi ha portata qui e sono 5 giorni che non rientra.-.
-Ok, tuo zio è morto.-. Rispose secca Alice.
-Alice!-. Le urlai.

Certo che quando doveva darti le notizie, era peggio del diavolo in persona. Mi avvicinai alla ragazza, per vedere se aveva avuto qualche morso, ma non aveva nulla e quindi la feci rivestire.

-Come ti chiami?-. Le domandai.
-Mi chiamo Natasha Williams.- Mi disse.
-Ah, bel nome!-. Sorrisi divertito.
-E tu?-. Mi chiese.
-Io mi chiamo Salvatore Vinaccia.-.
-Ah, sei italiano?-.
-Si si, ho le origini ma non ci sono mai stato in Italia-.

Era veramente una bella ragazza, capelli lunghi e biondi, occhi verdi e un viso d'angelo, sarebbe un peccato lasciarla lì. Pensai di portarla con noi, chissà, se Alice me lo permetterà. Adesso, però, ho sonno e vorrei riposare un po'.

-Salvatore, riposati e io resterò di guardia.- Mi disse Alice.
-Ok, ma tu non dormi?-. Le domandai.
-Mi bastano solo due ore, ho il sonno leggero casomai, mi sveglierò subito!-.
-Fa come vuoi.-.

La ragazza stava riposando anche lei, purtroppo, viviamo in un mondo oscuro, malviventi, mostri, virus e le città sono vissute solo da questi esseri. Sarà una guerra senza fine.



Piaciuto? Sentite, è la mia prima storia su Resident Evil e non vorrei commenti negativi oppure errori o orrorri grammaticali come dite voi, insomma, voglio solo sapere se vi è piaciuta la mia nuova ispirazione! Si, è vero. E' anche un po' divertente, però spero tanto che vi piacerà, anche perché c'ho messo 6 ore a scriverlo! Potete recensire, vi prego!! Comunque sono maschio e il protagonista sono io! ù.ù Lo so, non è un nome adatto ma volevo essere io il protagonista *Ahahahah*. Insomma, mi sono impegnato tanto e spero che vi sia piaciuto. Ovviamente, la storia è a capitoli! Ciaooooooooooooooo! ;)

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Capitolo 2
*** Si preannuncia una nuova battaglia ***



 
 
 Siamo andati via da quella chiesa, la ragazza ci salutò triste perché giustamente restava di nuovo sola. Avevo anche parlato con Alice, ma mi aveva detto di no perché la ucciderebbero all'istante ed io ovviamente non potevo insistere.

-Quanto ci vuole ancora per arrivare a Raccoon City?-. Le chiesi.
-Ancora un paio d'ore, ma non credere, noi se arriviamo lì non avremo vita facile!-. Mi rispose.

Beh si sapeva, il mondo stava andando sotto sopra, c'erano più mostri che umani e la terra era invasa dal virus. 

Arrivati a destinazione, vedemmo due persone.

-Chi siete?-. Urlai ma non avevamo ottenuto nessuno risposta.
-Avviciniamoci.-. Disse Alice.

Quando ci siamo avvicinati, avevamo visto un uomo e una donna, Alice era sorpresa nel vederli e non era al quanto stupita.

-Oh Leon, spero che tu non ti sai fatto mordere da un branco di sciocchi!-. Gli disse a quell'uomo.

Wow, conosceva Leon Scott Kennedy? Il famoso poliziotto. L'altra chi era?

-Per fortuna no, mia cara Alice, cosa ci fai con quel ragazzino?-. Domandò ad Alice.
-Lo sto aiutando a trovare sua nipote, visto che è stata rapita dall'Umbrella!-. Gli rispose piena di rabbia.
-Ah, accidenti! Spero che non abbiano fatto esperimenti su di lei-. Disse quella donna.
-Tu ne sai qualcosa al riguardo?-. Le chiesi.
-No, ma so che fanno degli sperimenti sulle persone, è colpa loro se il mondo sta andando a rotoli!-. Mi disse con aria triste.

Non avevo un buon presentimento, è anche tanto che non la vedo ma devo pur sempre trovarla! Io devo entrare in quel dannato laboratorio.

-Comunque piacere noi siamo Leon e Claire, ci siamo conosciuti qui e stiamo cercando anche noi il laboratorio se volete venire con noi, non ci sono problemi.- Mi chiese gentilmente.
-Il mio nome è Salvatore, piacere mio.- Risposi.
-Bene, penso che sia arrivata l'ora di una guerra, abbassatevi!-. Urlò.

Noi ci abbassammo, c'erano un branco di Zombie che Alice aveva sterminato, aveva una buona mira la signora ma aveva attirato gli altri.

-Accidenti! Dovremo scappare via da qui!-. Dissi.
-Si, è anche di corsa!-. Urlò Claire.

Scappammo via come razzi, ma quei fottuti bastardi era molto veloci, così, entrammo in un porta ma trovammo un qualcosa di peggio.

-STARS!!-. Urlò quel mostro.
-Da questa parte!-. Disse una ragazza dai capelli biondi.

Scappammo come disse lei, corriamo velocissimi e poi la biondina apre una porta.

-Entrate, qui saremo al sicuro!-. Ci disse.
-Chi sei? E cos'è quella creatura?-. Le domandò Alice.
-Il mio nome è Jill Valentine, quello era Nemesis e sta cercando tutti i membri della Stars per farli fuori.- Rispose.
-Beh, wow! Ed ora come facciamo?-. Disse Leon.
-Mio Dio, questa città è piena di mostri e Zombie e noi siamo troppo deboli per farli fuori.- Dissi triste.

Non c'era via d'uscita, dove andavamo andavamo c'era sempre qualcosa che ci bloccava e potrei dire anche addio nel trovare mia nipote. Ormai, non c'erano più speranze.

-Dovranno lanciare una bomba nucleare su Racconn City, ma non so precisamente quando ma dovremo sbrigarci!-. Urlò Jill.
-Alice, io devo trovare prima lei e poi scappare sennò non ha senso che io sia venuto fin qui!-. Urlai contro Alice.
-Ha ragione! Jill, per caso sai la strada per l'Umbrella Corporation?-. Chiese Alice.
-Si, ma dovremo fare in fretta!-. Le disse.
-Faremo il possibile, dovremo salvare una bambina scomparsa 4 anni fa e speriamo di ritrovarla sana e salva.- Rispose Alice.

Beh, finalmente! Che senso ha andare a Raccoon City senza combattere? Io devo provarci, adesso sono sicuro di me stesso per poter combattere anche se ci sono tanti mostri, proveremo a combatterli! Tentare non nuoce, però dobbiamo cercare di essere uniti sennò buonanotte!

Ci mettemmo in marcia ed andammo verso il luogo prestabilito: Umbrella Corporation. Prima di entrare, si presentò Nemesis ma stavolta dovremmo combatterlo.


JILL 

CLAIRE




Ciao ragazzi, ho scritto anche il secondo capitolo poi pubblicherò il terzo, lo scontro con Nemesis ma per ora meglio che abbiamo fatto degli incontri come Leon, Claire e soprattutto Jill Valentine. Ieri, giocando mi sono detto "Ma perché nella storia non mettiamo anche gli altri? Così, magari i lettori si appassioneranno ancora di più!"..XD 
Va beh, ma non sono granché; nello scrivere ma spero vi piace, di errori ce ne saranno quindi se me lo dite, non mi stipirò di certo! ;)

 

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Capitolo 3
*** Dove sei Alexandra? ***



 
 
  -Scappa!!!-. Mi urlò Alice.

Nemesis si avvicinava sempre di più, io che correvo come un matto per non farmi prendere, ma cercai di saltargli addosso e non ebbe successo. Mi scaraventò per aria, senza avere un minimo di pietà per me. Alice intervenne subito in mio soccorso.

-Te l'avevo detto, dovevi scappare!-. Si proccupò Alice.
-Lo so, aaaaa mi fa male!-. Urlai dal dolore.

La mia spalla non riusciva a muoversi, faceva un male da matti!

-STARS!!-. Strillò Nemesis.
-Ragazzi, dobbiamo scappare.-. Disse Leon.

Si, dovavamo scappare ma avevamo una metà per caso? No. Mi faceva male la spalla, ma tutto d'un tratto, mi passò.

-Ma che cazzo!-. Balbettai vicino ad Alice.
-E' normale, l'antidoto somministrato ti fa riprendere da qualsiasi ferita o slogatura che sia.-. Mi disse con un sorriso malizioso.
-Ah, buono allora.-. Accennai.

Dovevo elaborare un piano per fermare quel dannato Nemesis, che non faceva altro che ostacolarci i piani ed era meglio mettere la parola "FINE" a quel mostro.

-Alice, prendi il mini-bazooka nello zaino!-. 
-Cosa vuoi fare?-. Mi chiese la bionda.
-Niente, farlo tacere una volta per tutte!-. Risposi con malignità.

Me lo prese e gettò verso di me, alzai l'arma sulle mie spalle e gli diedi un colpo secco.

-Hasta la vista baby!-. Gli strillai pieno di odio.
-Aaaaaahhhh!-. 

Il mostro si divise a metà, c'erano dei tentacoli ma non ci abbiamo fatto caso e scappammo via. Entammo nell'Umbrella Corporation, non c'era niente ma solo computer e laboratori.

-Voi dite che ce l'ha fatta?-. Domandò Jill.
-Credo di si!-. Rispose Claire.
-E' stato fantastico, ma non diamo già speranze di vittoria.-. Disse Leon.
-Beh, l'importante è averlo fermato ma ora mettiamoci a cercare!-. Propose Alice.

Ci girammo tutto il laboratorio, ma non c'era nulla di interessante, Alexandra sembrava scomparsa nel nulla. "Che fine ha fatto mia nipote?" Non facevo altro che pormi questa domanda. 

-Ho trovato qualcosa!-. Accennò Leon.

Era musica per le mie orecchie!

-Cosa?-. Domandai felice.
-Dei documenti su una certa Alexandra, 11 anni, alta 1 e 63, peso...-.
-E' lei!-. Intervenni e gli tolsi i documenti da mano.
-Ehi!-. Mi rispose.
-Beh, è sua nipote! La reazione può essere comprensibile, mio caro Leon.-. Disse Alice.
-Finalmente, ma i documenti che altro dicono?-. Mi chiesero Jill e Clair.
-Che l'hanno trasferita in Cina!-. Strillai sballordito.

Oh no, tutta questa strada per niente. Il mondo era pieno di infetti, come potevamo sopravvivere? Roba da matti! Ma perché proprio in Cina?

-L'Umbrella Corporation non ha limiti e va bene, sta a significare che andremo in Cina.-. Rispose determinata Alice.
-Ehi, ci siamo anche noi! Vi daremo una mano!-. Disse Jill.
-Vi ringrazio..-. Accennai tristemente.

Leon mi mise una mano sulla spalla.

-Si, la troveremo!-. Mi disse convinto da quelle parole.

Gli sorrise ed abbassai lo sguardo.

-Beh, meglio riposarci allora! Troviamo subito un'abitazione sicura e recuperiamo un po' di forse!-. Propose Claire.
-Certo, buona idea!-. Rispose Alice.

Andammo alla ricerca di questa casa "tranquilla", anche se sembrava che non ci stesse nessuno per strada.

-Strano, tutto molto strano!-. Dissi silenziosamente.
-Lo credo anch'io.-. Accennò Jill.

Vedemmo una casa con la porta aperta, ci infilammo dentro e la visitammo. 

-Non c'è nessuno?-. Domandai alzando un pochino la voce.
-Oh mio Dio!!!-. Urlò Claire.

Avevamo visto degli esseri umani, erano fatti a pezzi e puzzavano, era una cosa disgustosa. 

-Bleah!-. Vomitai.

C'era sangue per tutta la stanza, così, uscimmo da quella casa di corsa.

-Chissà, chi avrà fatto una cosa del genere?!-. Chiese preoccupata Jill.
-Non so, ma è un qualcosa che non mi convince!-. Rispose Claire.
-Dovremo tenere gli occhi aperti!-. Disse Alice.

Ne avevo abbastanza, così abbiamo scelto una casa e l'abbiamo controllata meglio che potevamo.

-Bene, non ci dovrebbero essere pericolì!-. Disse Leon.
-Speriamo..-. Accennai guardandomi attorno.

C'era un divano e mi sedetti sopra, ero troppo stanco dopo tutto quello che era successo. Non potevo crederci, dovevamo andare in Cina!

-Bene, riposiamoci bene che domani dobbiamo prendere un aereo, per procurarlo andremo in aeroporto.-. Ci disse Jill.

Dopo aver chicchierato un po', ce ne andammo nei rispettivi letti e così mi riposai un po'.

Quando mi risvegliai, erano le 3 del mattino ed andai in cucina per bere un po'. Ma vidi Claire fuori la porta della stanza di Alice.

-Cosa stai facendo?-. Le domandai sottovoce.
-Zitto e guarda!-. Mi rispose a bassa voce.

Erano Leon e Alice che...che cosa? Facevano l'amore? Quindi in passato, ebbero una relazione! Sorrisi divertito, ma Claire scomparì dalla circolazione. Sarà tornata a letto, andai in cucina, feci il mio sorso d'acqua ed andai a letto. Mi posi una domanda in quel momento. Perché Claire spiava? Sarà innamorata di Leon? Chissà, ma poi mi addormentai.


ALEXANDRA DA BAMBINA



C'ho messo un bel po' a scriverla, spero che vi piaccia! Ciaooooooooooo! ;)

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Capitolo 4
*** Il fratello di Claire ***



 
 
   Era vero, Leon ed Alice stavano insieme: il mio dubbio però, era il perché Claire li stava spiando? Forse sarà innamorata di Leon? Certo, che era davvero strano. Ci eravamo alzati tutti per andare in aeroporto perché dovevamo partire per la Cina.
 
-Siete tutti pronti?-. Domandò Alice.
-Al dire il vero no, mi servono altri cinque minuti!-. Rispose Claire.
-Sbrigatevi!-. Continuò la bionda.
 
Eh si, adesso dovevamo anche sbrigarci: come se avesse detto “Sbrigatevi, che oggi dobbiamo morire in fretta!”. Non era male come idea, ma io di certo non avevo intenzione di morire.
 
-Alice, posso parlari dopo?-. Le chiese gentilmente.
-Certo.-.
 
Andammo in una stanza a parte e decisi di dirgliene quattro.
 
-Alice, ma tu e Leon stavate insieme in passato?-.
 
Forse le avevo fatto una domanda un po’ infame, lei mi guardò con aria un po’ minacciosa e la risposta infetti, non era stata una delle migliori.
 
-Ci hai spiati ieri sera, per caso?-. Mi disse arrabbiata.
 
Sembrava che stesse perdendo le staffe. Oddio, se Alice dovesse perdere le staffe, dovrei cominciare a preoccuparmi sul serio.
 
-Al dire il vero si, ma non lo stavo facendo io. Era Claire che spiava ed io avevo dato una sguardo a ciò che lei stava vendendo: ed ho visto voi che…-. Mi interruppi, non sapendo come continuare la frase.
-Stavamo facendo sesso, cosa c’è di male?-. Mi fulminò con lo sguardo.
-Non c’è niente di male ma Claire era al quanto infastidita. Secondo me è innamorata di Leon!-. Continuai a dire.
-Beh, questi sono problemi suoi. Adesso andiamo che è meglio!-. Disse seccata da quella situazione.
 
Dopo quella chiacchierata, ci incamminammo verso l’aeroporto: non era affatto semplice superare tutti gli ostacoli, ma era tutto molto silenzioso e quel silenzio non prometteva nulla di buono.
 
-Non mi piace questa situazione!-. Urlai dallo spavento.
-E dai Salvatore, certe volete sei peggio di una femminuccia eppure sei forte quanto Alice. Non ti basta?-. Mi disse sorridendo Leon.
 
Gli alzai il dito medio, perché ciò che aveva detto; aveva provocato in me un leggero fastidio: sinceramente preferivo dargli un pugno e stenderlo a terra.
 
-E’ una situazione davvero assurda!-. Disse Jill.
-Perché?-. Le domandò Claire.
-Non per qualcosa, ma sembra strano che non ci sia nemmeno un mostro in giro!-. Continuò preoccupata l’agente Valentine.
 
Tutto d’un tratto, mentre stavamo camminando: spuntò di nuovo Nemesis.
 
-Cazzo, ma non l’avevo sterminato l’altra volta?-. Strillai.
-Ah, sentivo qualcosa di negativo!-. Continuò dopo le mie parole Jill.
-STARS!-. Urlò il mostro.
 
Non era vero: Nemesis era ancora vivo. Rimasi un po’ sbalordito dalla scena. All’improvviso, cominciammo di nuovo a correre perché quel mostro non faceva altro che spararci, forse perché ci voleva morti? Beh, non era mica una novità!
 
-E se lo colpissi di nuovo col mini-Bazooka?-. Domandai mentre correvamo.
-Non sarebbe male!-. Disse Leon.
-Il problema è che l’ho tolto dalla borsa, perché era troppo pesante!-. Continuò Alice.
-Ah ok ragazzi, siamo fottuti! Cominciate a pregare e che il Signore sia con voi!-. Dissi, come se la fine era già arrivata.
 
Poco dopo, sentii un rumore: era come se fosse uno sparo. All’improvviso, noi tutti ci girammo e vedemmo Nemisis disteso a terra.
 
-Volete una mano?-. Domandò un uomo sconosciuto.
-Fratellone!-. Urlò Claire dalla felicità.
-Ciao! Come stai?-. Continuò quello sconoscituo.
-Ma vi conoscete?-. Chiesi alla ragazza.
 
Dopo un po’, mi spiegarono tutta la situazione: l’uomo si chiamava Chris ed era il fratello maggiore di Claire. E si aggiunse anche lui al gruppo. Giustamente, ci serviva una mano ma Leon dallo sguardo; non sembrava affatto d’accordo, ma io dovevo trovare mia nipote: perché era il mio unico obiettivo e dovevo assicurarmi che stesse bene.


LEON

ALICE

CHRIS



Spero che la storia stia piacendo...
 
 
 

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Capitolo 5
*** In Cina ***



Tra gli aerei che avevamo visitato, proprio in quello della Cina: c’erano passeggeri ancora vivi. Fu un colpo di fortuna. Vivevamo in un’epoca estremamente buia, un’apocalisse senza meta. Ci si doveva spostare in continuazione e se incontravamo superstiti, ecco, quello era un colpo di fortuna. Sarebbe stato meglio se non li avessimo incontrati; anzi, credevamo che anche loro fossero degli Zombie. Erano solo due uomini con una donna e un bambino, non potevamo lasciarli lì dopo aver decollato. C’era pur sempre un bambino… non volevo abbandonarli, per l’amor del cielo, il bambino no!
 
-Alice, cosa dobbiamo fare? Io non voglio lasciarli qui, sai quanti ce ne saranno in Cina? La popolazione della Cina è oltre il quadruplo della nostra, quindi ci saranno molti più non morti!-. Dissi, con un filo di voce. Non volevo che si arrabbiasse.
-Se accadrà qualcosa a loro, e se avessi la necessità di salvare qualcuno di loro. Io salverei il bambino. Dal resto potranno anche cavarsela da soli…-. Cercò di farmi contento, anche se da una parte mi aveva sollevato l’umore… almeno il bambino.
 
Forse avrei dovuto impegnarmi di più, insomma, Alice aveva ragione. “Non possiamo salvare tutti”.
La madre del bambino acconsentì subito, era felice che almeno per suo figlio.
 
-Vi prego, per qualsiasi cosa. Salvate il mio bambino, ma non me!-. Balbettò la donna dai capelli mori.
 
Aveva un fisico asciutto, si vedeva che non mangiava da giorni; purtroppo, non era rimasto nulla: era un mondo senza fine. I non-morti aumentavano, mentre i vivi non facevano altro che diminuire sempre di più. Era davvero orribile. Chissà cosa sarebbe accaduto se la Terra fosse invasa completamente dai quei mostri.
Avrei tanto voluto aiutare tutti, ma sapevo benissimo che quella non era affatto una buona idea. Alice non faceva altro che lamentarsi, forse era stufa di vivere in quel modo, tra l’altro, chi non lo era. Anch’io avrei voluto un mondo perfetto, senza preoccupazioni, ma qui si doveva lottare per la sopravvivenza ed era un qualche cosa per stare ancora vivi. Altrimenti saremmo morti tutti, anche una delle più banali situazioni, ci avrebbero fatto rischiare la vita: quindi non era affatto semplice. Gestire la situazione era completamente impossibile; ogni minuto che passava, sembrava che passasse un secolo.
 
-Quanto manca?-. Domandò Leon, era impaziente di aspettare ancora il decollo.
 
Lo fissai. Era incerto. Forse non voleva partecipare a questa missione, a mio parere poteva anche morire a Raccoon City. Poco m’importava…
 
-Altri 30 minuti.- Rispose Chris.
 
Chris mi stava simpatico, era il fratello di Claire. Ed era davvero in gamba e sapeva fare di tutto. Forse uno dei pochi, che sarebbe stato utile per davvero: infatti, già che sapesse pilotare l’aereo, per me era una cosa positiva.
Dopo un po’ fissai Jill, era veramente una bella donna. Ma aveva uno sguardo serio e deciso: sembrava che dovesse partire per una guerra.
 
-Jill, toglimi una curiosità: come mai sei sempre così arrabbiata con te stessa? Per caso, hai perso qualcuno a Raccoon City?-. Le chiesi, con aria gentile.
-Sì, mia sorella e mio nipote. Sono talmente in colpa, che nemmeno t’immagini la rabbia che ho dentro e voglio vendicarmi di quel bastardo che ha causato questo disastro. E’ davvero orribile perdere le persone in questo modo, non ho parole…-. Concluse, cominciando a lacrimare.
 
Mi avvicinai e la abbracciai istintivamente, forse perché sentivo di farlo. Non potrei fare nulla, purtroppo. Anch’io persi i miei familiari e dovevamo accettarlo.
Dopo tanti anni, stavo mettendo in dubbio se mia nipote fosse ancora viva. Non sapevo, se quella era davvero una buona idea: andare in Cina. Se succedesse qualcosa a quelle persone, la colpa sarebbe stata solo e soltanto mia e non me lo perdonerei mai. Mi sciolsi dall’abbraccio e Alice mi squadrò e mi fece un sorriso.
 
-Stiamo decollando!-. Esclamò Leon, mentre veniva verso di noi. Sembrava preoccupato, come se qualcuno gli avesse detto che succederà qualcosa dopo il deccollo; chissà, forse sì, forse no. Purtroppo, non lo capivo quasi mai.
-Prepariamoci, dobbiamo andare!-. Dissi a Jill, mentre ci sistemammo per scendere.
-Ho paura!-. Si lamentò il bambino.
-Non c’è motivo di averne, questi signori ci daranno una mano.-. Disse la madre del piccolo, sembrava al quanto preoccupata e tremava anche dalla paura.
-Come ti chiami?-. Domandai al piccolo.
-Patrick.-. Mi rispose.
-Sai Patrick, non devi temere. Noi possiamo farcela, ma ci devi dare fiducia perché abbiamo bisogno del tuo sostegno per vincere questa battaglia. Tu vuoi vincere, vero?-. Cercai di calmarlo, fingendo di essere felice.
-Sì, ora sono molto più tranquillo.-. Rispose, era più determinato rispetto a prima.
-Quanti anni hai?-. Gli chiesi, volevo dargli più coraggio.
-Sette.-.
-Ah, ma allora sei grande. Cerca di stare al mio fianco e vedrai che niente e nessuno ti farà del male. Va bene?-. Cercai di consolarlo.
-Mi fido di te!-. E mi sorrise.
 
L’aereo stava decollando e sapevamo tutti che dopo essere scesi da lì, ci sarebbero stati non uno o due pericoli, ma una serie d’infinite trappole e mostri e Zombie ad attaccarci in continuazione: saranno una di quelle lotte senza fine, in cui alla fine, sopravviveranno solo tre o quattro di noi.
 
-La Cina ci aspetta, che la battaglia abbia inizio!-. Esclamò Alice, determinata come sempre.




Ecco i non-morti! Spero che la storia vi stia piacendo, ciao!

 

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