Un sogno diventato realta'.

di mychemicalromance96
(/viewuser.php?uid=472426)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Un nuovo ragazzo. ***
Capitolo 3: *** Strana emozione. ***
Capitolo 4: *** Conoscenza ***
Capitolo 5: *** Una strana scoperta ***
Capitolo 6: *** Nobile o no? ***
Capitolo 7: *** Il suo primo regalo. ***
Capitolo 8: *** Il suo bacio. ***
Capitolo 9: *** Reincarnazione dell'anima. ***
Capitolo 10: *** La dichiarazione. ***
Capitolo 11: *** Un'intera giornata insieme. ***
Capitolo 12: *** Concerto. ***
Capitolo 13: *** A casa di Stefano per la prima volta. ***
Capitolo 14: *** Forte emozione. ***
Capitolo 15: *** Amore 5 lettere, un significato intenso. ***
Capitolo 16: *** Gli zii d'Irlanda. ***
Capitolo 17: *** Regali per Natale. ***
Capitolo 18: *** Dopo le feste Natalizie. ***
Capitolo 19: *** Partenza. ***
Capitolo 20: *** Il ballo. ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


Non sempre la vita si presenta come e' stata immaginata, anzi quasi mai! Non sempre va tutto come e' stato pianificato,anzi, c'e sempre un imprevisto che,seppur piccolo,manda tutto all'aria. E' il destino,il fato, che interviene all'improvviso,inaspettato,che spazza via tutto come un uragano,lasciando dietro di se' tante macerie dalle quali ricominciare a costruire, ma pur sempre macerie rimangono. Non credo nel destino, ognuno il proprio destino se lo costruisce da se', allora che cos'e quella cosa che interviene senza che nessuno ne abbia fatto richiesta? Ma in fondo, perche' bisogna aver rispetto se poi l'uomo , per sua natura, non ha rispetto nemmeno lui stesso del suo simile.
Coincidenze e situazioni determinate dall'azione di ogni singola persona, che si intrecciano,si aggrovigliano e creano altre situazioni che condizionano l'esistenza di qualunque individuo. Un po' come l'amore , due vite che si incontrano, si intrecciano e creano una nuova vita...
Mi chiamo Iris ho 17 anni abito a Firenze anche se ho origini napoletane, i miei genitori sono entrambi di Napoli, da circa 3 anni ci siamo trasferiti qui poiche' mio padre e' riuscito a fondarvi con la sua ditta una nuova impresa di elettrodomestici. Lui ne e' il capo. Mia madre lavora invece come insegnante di greco e latino nel liceo che frequento, e questa che sto per raccontare e' la mia storia. 14 settembre 2011. Quel giorno la scuola era iniziata. Di nuovo l'inferno mi avrebbe tormentata per nuovi lunghi 9 mesi
Quella mattina venne a svegliarmi proprio mia madre.Poche volte le davo il permesso di entrare in camera mia. No perche' ci nascondevo chissa' cosa che i miei non dovevano vedere, ma perche' non mi era mai piaciuto che altra gente doveva invadere i miei spazi, chiunque era . Solo alla mia migliore amica Valentina davo il permesso di farlo. Venirmi a svegliarmi la mattina per andare a scuola era un eccezione poiche' altrimenti non mi svegliavo affatto e restavo a poltrire per ore sotto il cuscino. 
''Iris forza svegliati sono le 7.00 non vorrai fare tardi proprio al tuo primo giorno di scuola'' il tono di mia madre era frettoloso. A contrario di me andava proprio di fretta (cosa che avrei dovuto fare anch'io) . Mi alzai contro voglia cercando di prepararmi psicologicamente a cosa sarei andata incontro quella mattina. Non avevo proprio voglia di entrare in classe e rivedere tutta quella gente e non dico miei compagni poiché con loro non avevo per niente alcuna confidenza. Da quando dissi in classe al 1 anno durante le nostre presentazioni che venivo da Napoli mi hanno guardata tutti con sguardi non so se disgustati fosse il termine appropriato nonostante economicamente stessi bene forse un po piu' di loro. Ma non ho mai dato alcuna importanza al denaro della mia famiglia, anzi piu' persone estranee l'hanno fatto. Solo perche' la mia famiglia era agiata molti ragazzi del liceo volevano essermi amica e io ho sempre rifiutato facendo capire in questo modo che non sono come loro ma una ragazza molto umile. Mi guardavo intorno come se fosse la prima volta che mi trovassi in quella stanza. La mia camera era ben arredata, mobili antichi , al centro del muro davanti al letto c'era un televisore a plasma direttamente nel muro. In camera mia non avevo finestre ma un grande balcone che si affacciava sul lato piu' storico di Firenze, nonche' proprio di fronte alla chiesa di santa maria novella. Il suo interno era stupendo . Sui muri avevo appeso tanti poster dei miei gruppi musicali preferiti slipknot AC/DC my chemical romance black veil brides e tanti altri. A quel punto mi diressi in bagno , mio fratello Paolo ne era appena uscito. Era piu' grande di me aveva18 anni e per lui iniziava il 5 anno. Beato lui. "'buongiorno sorella" mi disse con un sorriso ''buongiorno'' gli risposi con tono assonnato. ''si vede che non sei proprio pronta per iniziare questo nuovo anno scolastico eh?!" mi guardo' con un mezzo sorriso ''infatti'' dissi mentre chiudevo la porta del bagno dietro le mie spalle . Mi lavai lentamente il viso dopodiche' mi guardai allo specchio. Be direi che non avevo poi un aspetto tanto da carcerata . i miei erano lunghi capelli tinti di rosso anche se per natura li avevo ricci e castani .Occhi castani e pelle olivastra tutto da mia madre. Mio fratello aveva preso da mio padre , carnagione chiara occhi azzurri capelli neri. ''iris fai presto ad uscire dal bagno farai veramente tardi'' disse mia madre ed improvvisamente tremai per lo spavento  ''potresti darmi un passaggio con la tua auto mamma'' ''anche quest'anno?" mi chiese con tono di stupore ''certo." senti' mia madre farfugliare qualcosa poi mi rispose con un Ok. Usci' dal bagno e corsi subito a vestirmi. Indossai le prime cose che mi capitarono davanti ovvero una maglietta nera con il logo dei my chemical romance e la foto con il profilo di Gerard il cantante figo. ''Quanto e' bono'' pensai con dolcezza e un jeans scuro e le mie amatissime converse nere. presi lo zaino anch'esso nero con il logo delle converse e scesi al piano di sotto. La mia casa era a due piani piu' un piccolo scantinato pieno di ricordi e cose vecchie che avevamo di sotto. Si poteva' tranquillamente giocare a nascondino . nonostante la nostra eta' io e Valentina ce la siamo spassate d'estate a giocare come due bambine di 5 anni mentre i miei in casa non c'erano e mio fratello se ne usciva con gli amici. Scesi in cucina, arredata con mobili in legno antico. Direi che tutta la casa era in stile antico ai miei genitori piaceva molto e anche a me, tranne un po per mio fratello. Ricordo che quando la casa fu da poco arredata con tutti mobili antichi disse ''mi sento un vecchio in una catapecchia'' e i miei si infuriarono a morte contro di lui. Paolo a mia differenza era viziato. Io un tantino di meno. ''Dai andiamo, questa mattina devo conoscere i primi anni'' disse mia madre prendendo le sue cose . Io presi una fetta biscottata con la nutella ed usci' salutando Paolo ,mio padre era uscito gia' da un bel po. Quella mattina c'era un sole bellissimo quasi andava contro il mio umore triste come quasi sempre ... E faceva anche caldo e questo fini' per rendermi ancora  piu' triste.. Salimmo in macchina. Mio padre e mia madre avevano l'auto personale . Quella di mia madre era un Audi e quella di mio padre era una lancia y. Mentre ci dirigevamo verso il liceo Michelangelo osservai le strade che scorrevano sotto i miei occhi... Sono sempre stata una ragazza diversa da tutte le altre. Il motivo? Be ho sempre avuto una mentalita' diversa da tutte loro.  Non sono mai stata un oca o una ragazza superficiale ma una ragazza matura . Ho sempre avuto sani principi e creduto  nei miei ideali.  Arrivammo sotto il liceo giusto 10 minuti prima al suono della campanella . Il liceo che frequentavo era un edificio molto elegante sembrava quasi un universita' , era davvero bello. La prima volta che lo vidi restai a bocca aperta non so per quanto tempo, perche' le persone mi guardavano stupefatte. ''tesoro in bocca al lupo per il tuo primo giorno di scuola'' mia madre mi rivolse un dolce sorriso. ''grazie mamma in bocca al lupo anche a te'' le dissi ricambiandole il sorriso. Scesi dall'auto e subito fui coinvolta in una moltitudine di ragazzi. C'erano tutti gli anni mescolati tra loro. Ecco che la solita scena che si ripeteva ogni anno mi si ripresento' davanti agli occhi. Amici che non si vedevano da tempo si abbracciavano con calorosi abbracci e risate, chi iniziava a pagniucolare perche' non voleva iniziare l'anno scolastico e chi come me si guardava intorno senza capire che stava succedendo. "Metallaraaa'' senti' improvvisamente gridare alle mie spalle . Al dire il vero quella mattina non ero proprio metallara anche perche' avevo dimenticato per la fretta di truccarmi e di indossare i miei amati bracciali borchiati ma i piercing alle orecchie li avevo sempre. Mi girai di scatto e vidi Antonio un mio caro amico di un gruppo che frequentavo correre verso di me. "Chitarrista'' gridai affondando nel suo abbraccio caloroso. Tutta quell'estate non c'era stato era andato in Danimarca con i suoi. Mi era mancato tanto. "mi sei mancata da morie metallara'' mi disse sorridendo ''anche a me'' risposi sincera e felice di rivederlo. Antonio aveva 17 anni come me, lui a  differenza mia frequentava il liceo scienze umane presente sempre nel nostro liceo. Io e lui frequentavamo un gruppo di ragazzi metallari . Quasi tutti i giorni dopo scuola ci incontravamo alle 19 in piazza e ci organizzavamo per andare a casa di qualcuno di noi,oppure ci vedevamo direttamente nel nostro studio un ''garage''. Eravamo in tutto 5 io Antonio Valentina il ragazzo Francesco e Noemi. tutti frequentavano il classico tranne Antonio, e solo Francesco aveva 20 anni, studiava medicina sempre a Firenze. Li frequentavo da quando ero arrivata in citta' , conosciuti per caso ad una festa organizzata dalla scuola al 1 anno. non erano i classici metallari che si drogavano o si tagliavano. erano bravi ragazzi e ne ero fiera.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un nuovo ragazzo. ***


Iryyy'' questa volta riconobbi chi mi sta chiamando,mi girai di scatto e con gioia abbracciai forte Valentina. ''tesoro mio da quanto tempo che non ci vediamo'' mi disse quasi con le lacrime agli occhi ''beh in verita' e' da ieri sera che non ci vediamo'' le dissi stupefatta , ma lei sembrava non ascoltare le mie parole perche' mi strinse ancora piu' forte. ''cosi finirai per stritolarmi '' il mio tono era soffocato ''scusa'' disse staccandosi ''lo sai che ti voglio un mondo di bene'' continuava con un dolce sorriso ''certo che lo so e per me e' lo stesso'' dissi ricambiando il sorriso. Tutti e tre ci guardammo intorno, altri ragazzi stavano entrando nel cortile con i loro motorini che parcheggiavano vicino l'entrata del liceo. "'sapete noemi che fine ha fatto?" ci chiese Antonio con un tono dolce nelle sue parole . Aveva una cotta per Noemi da circa 4 mesi ma a causa della sua timidezza non era mai riuscito a dirglielo . "lo sai come e' fatta Noemi viene sempre 10 minuti piu' tardi dal suono della campanella. l'ha fatto ogni anno.'' gli risposi. lui abbasso' la testa diventando stranamente rosso. Vale gli ando' vicino e gli disse posandogli una mano sulla spalla ''devi dirglielo prima o poi Anthony non puoi continuare cosi'' Antonio alzo' il viso e la guardo' negli occhi ''gia' ma lei sembra non essersi accorto di come la guardo e poi ho paura che non posso piacergli'' ''eh invece gli piaci credimi, non ti ricordi quella sera quando stavamo tutti da lei come ti guardava? Anche lei e' timida come te lo sai, ma sei tu che devi fare il primo passo, come sei bravo a suonare la chitarra elettrica allo stesso modo devi essere bravo a farle capire cosa provi'' le parole di vale mi toccarono profondamente . era molto brava a consolare le persone o a spingerle a fare ciò che avevano sempre desiderato fare. ''allora se la mettiamo cosi, questa mattina dopo la scuola le confessero' il mio amore'' La voce di Antonio era molto determinata. ''bravo cosi si ...'' non fini' di terminare la frase perche' subito Valentina mi tiro' il braccio con forza facendomi male ''vale cosi mi fai male..'' ''shh guarda un po davanti all'entrata tra quel gruppo di ragazzi'' mi disse sorridendo. guardai nella sua direzione ma non riuscivo a vedere nulla se non quel gruppo di ragazzi che mi aveva indicato ''non vedo nulla'' ''guarda meglio c'e un tizio adatto proprio a te'' la sua voce tremava per l'emozione. faceva sempre cosi quando vedeva ragazzi che mi piacevano . Questa volta vidi meglio e un po piu' distante da quel gruppo c'era un ragazzo troppo troppo figo. La mia bocca si spalanco' diventando quasi un tunnel. Era alto aveva lunghi capelli neri con un lungo ciuffo che gli copriva meta' fronte, indossava una camicia nera con il primo bottone sbottonato un pantalone blu scuro con una catenina che gli ricadeva in un lato e tanti bracciali borchiati su entrambi i polsi. non riuscivo a vedere il colore dei suoi occhi e neppure se aveva piercing ma era stupendo. ''Oh mio dio'' dissi con la voce tremante ''eheh il ragazzo dei tuoi sogni e' proprio a pochi metri da te'' disse scherzando. Il cuore stranamente comincio' a battermi forte e proprio in quel momento i suoi occhi si posarono sui miei. Mi guardava serio senza sorridere. Distolsi subito lo sguardo imbarazzata e stranamente la timidezza si impossessò' di me. La campanella suono' e tutti ci dirigemmo nelle nostre aule. Chissa' di che classe e' pensai... ma poi notai che non l'avevo mai visto prima nell' istituto e capi' che doveva essere un nuovo arrivato. ''quanto mi piacerebbe che capitasse nella mia classe'' continuai a fantasticare mentre entravo con vale nella 4 d. io e vale stavamo nella stessa classe , per di piu' sedute nello stesso banco ''da vere migliori amiche'' come ripetevamo sempre per sottolineare il fatto che la nostra amicizia era davvero speciale. il nostro banco si trovava al centro dell'aula da li potevamo osservare tutto ciò che facevano gli altri e questo era davvero divertente sotto certi aspetti . Una volta sedute nel nostro ''amato'' banco ormai pulito dalle nostre scritte divertenti e noiose mi guardai intorno. A poco a poco i nostri compagni per cosi dire si sedevano nei propri banchi iniziando a chiacchierare tra loro. Naturalmente Filippo rimase anche quest'anno solo. era il secchione della classe e tutti l'odiavano. naturalmente io e vale facevamo eccezione in fondo non bisogna odiare una persona solo perche va bene a scuola. La mia classe era molto grande per di piu' avevamo due lavagne . Frequnetavo Valentina perche' anche se il padre era avvocato e la madre era insegnante di filosofia all'universita' era proprio come me una ragazza semplice acqua e sapone e non una snob viziata che frequentava oche e sbavava dietro ai ragazzi piu' belli dei pub piu' frequentati in citta'. Eravamo entrambe diverse dagli altri e entrambe volevamo distinguerci non per sentirci speciali ma per dimostrare agli altri che nei tempi d'oggi ci sono ancora ragazze con le rotelle apposto. ''era proprio un bel ragazzo quello li'' vale mi allontano' dai miei pensieri con una amichevole sgomitata al braccio. ''sei fidanzata ricordalo'' le dissi alzando le sopracciglia ''lo so, ma io mi riferivo a te sciocchina'' ''a me?" pensai con stupore come se non l'avessi capito. subito dopo mi venne un tuffo al cuore e pensai alla mia storia avuta con Francesco, durata un anno e mezzo e finita l'estate scorsa, perche' si era stufato di me e due giorni dopo l'avevo visto con un oca. volevo vendicarmi a morte ma vale e gli altri ragazzi del gruppo me lo impedirono spiegandomi che l'indifferenza ha un suo contegno e un giorno lui l'avrebbe pagata con le sue stesse mani, ma a queste ultime parole non ci avevo mai creduto. piansi per quel cretino 4 mesi interi e giurai a vale che non mi sarei piu' innamorata eccezione per Gerard ma quando ho visto quel ragazzo fuori la scuola il giuramento che feci si stava per rompere . Dopo poco entro' in classe la nostra prof di inglese. ''Buongiorno ragazzi'' ci disse raggiante come un raggio di sole. mi piaceva molto la nostra insegnate di inglese per 3 motivi 1) veniva da Napoli proprio come me e la sua calorosita' era tipica del sud 2) non era dura con i suoi alunni come fanno molti insegnanti del classico 3) non faceva preferenze infatti metteva i voti in base alla loro preparazione . Si chiamava Maria e aveva una quarantina d'anni. Era alta e magra come me aveva lunghi capelli rossi solo che i miei erano tinti e un po piu' corti. Amavo il rosso. Anche il nero mi piaceva molto. ''buongiorno professoressa'' salutammo tutti in coro. ad alcuni questa prof non piaceva per il semplice motivo che non accettava raccomandazioni dai loro genitori. ''come sono andate le vacanze?" ci chiese con il suo solito sorriso raggiante ''bene prof'' ''mi fa davvero piacere, beh che ne dite di raccontarmi dove le avete trascorse queste vacanze?" improvvisamente tremai poiché quest'estate sono rimasta qui a Firenze e anche vale tremo' insieme a me ''e ora cosa le diciamo?" mi chiese preoccupata ''inventiamoci una localita' mm mm tipo le maldive'' le dissi scherzando e vale rise. proprio in quel momento qualcuno busso' alla porta della nostra aula .''avanti'' fece la prof, la porta si aprì e sulla soglia comparve lo stesso ragazzo che io e vale avevamo visto poco fa nel cortile. Il mio cuore accellero' come una ferrari in piena corsa a 350 km orari. OK credo di aver esagerato con i km orari ma non potevo di certo essere indifferente di fronte alla vista di un bel ragazzo come lui. in realta' fuori mi mostrai neutra e indifferente come gli sguardi di alcuni di loro poiché quando lo videro pronunciarono sotto voce ''un altro emo'' naturalmente le altre eravamo io e vale solo che io ero un tantino piu' esagerata per il fatto di aver tinto i capelli, i suoi erano neri . ci piaceva distinguerci dagli altri anche per lo stile. ma a noi ci piaceva solo quello stile ''metallaro'' come tutti lo chiamavano . almeno io mi vestivo cosi perche' dentro di me non mi sentivo felice mi sentivo vuota ogni volta che tutti mi guardavano strana come se avessi qualcosa che non andasse . se non avevo il mio gruppo di amici sarei morta. Questa volta potei vedere meglio il suo volto. la cosa che mi colpi ancora di piu' fu il colore dei suoi occhi . verdi come lo smeraldo ''dio quanto sono belli'' pensai con meraviglia. giuro di non aver visto mai occhi di un verde cosi acceso cosi intenso , sembravano parlare esprimere tante emozioni mescolate tutte insieme senza far capire davvero ciò che lui provava. il suo profilo sembrava appena scolpito da Raffaello .La maggior parte delle ragazze presenti nella mia classe stavano sbavando con gli sguardi persi nei suoi occhi. Questo mi innervosi'. "'buongiorno'' disse rivolto a tutta la classe con un sorriso. i suoi denti erano bianchissimi. ''ehy iry non svenire sul banco'' mi disse vale con un risolino, probabilmente la mia espressione neutra era svanita da un bel po. ''ciao tu devi essere il nuovo arrivato giusto?" la prof aveva assunto un tono molto cordiale ''si'' si limito' a dire. probabilmente non mi ero sbagliata a leggere nei suoi occhi , non mostrava chiaramente le sue emozioni, apparentemente sembrava molto neutro,quasi indifferente. cominciai a meravigliarmi di me stessa che sapevo interpretare benissimo i suoi occhi. non mi era mai riuscito con nessun altro sebbene fossi brava a leggere negli occhi, me l'aveva insegnato mia nonna da piccola. ''bene, ci fa piacere avere un nuovo ragazzo in classe, il tuo nome?" la prof non sembrava notare la sua neutralita' ''Stefano''. Fu in quel momento che si accorse della mia presenza in classe. mi guardo' di nuovo negli occhi questa volta con piu' intensita' rivolgendomi anche un sorriso. io restai a guardarlo neutra non riuscivo neppure a stendere le labbra in un mezzo sorriso. nessun ragazzo prima di lui mi aveva fatto questo effetto neppure Francesco nonostante ne fui tanto innamorata. tutti restarono a guardarci ma piu' a lui che a me e questo un po mi sollevo'. ''bene Stefano puoi sederti vicino a Filippo ?!" quella della prof sembrava più una domanda forse temeva che anche lui non si sarebbe seduto vicino a quel povero ragazzo timido e impacciato ''certo'' rispose dopodiche' rivolte un sorriso a Filippo il quale lo' ricambio' timidamente . ''questo Stefano deve essere davvero un bravo ragazzo si e' seduto vicino a filippo'' mi fece notare vale come se io non ci avessi fatto proprio caso ''come se Filippo fosse da tutti considerato un virus..'' le dissi arrabbiata ''ehi! noi abbiamo fatto sempre eccezione quando una delle due e' mancata a scuola ci siamo sedute vicino a lui. io gli voglio bene e lo sai che schifo tutti in questa aula gia' solo per come lo trattano'' ''lo so... e' bello essere diversi'' pronunciai quelle parole per la prima volta felice.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Strana emozione. ***


Durante la ricreazione come se ci trovassimo nei college americani tutte le aule potevano uscire nel cortile per un 15 minuti. Io e vale ci incontrammo con Noemi e Antonio vicino le panchine sotto alcuni alberi. Li trovammo gia' li entrambi seduti vicini. prima di vederci stavano parlando e Noemi alle parole di Antonio sorrideva . ''chissa' se si e' dichiarato..'' dissi a vale con un sorriso. ''speriamo'' la sua voce era piena di gioia. Lei era sempre cosi solare e in ogni cosa cercava sempre di trovarne il lato migliore . Beata lei io ero l'esatto contrario. ''ragazze eccovi'' Antonio ci venne incontro affabile ''hey Anthony vedo che Noemi e' di buon umore al tuo fianco'' le parole di vale illuminarono ancora di piu' il nostro amico ''sono quasi riuscito a farle capire cosa provo per lei'' ci disse abbassando il tono della voce ''uh che bello, finalmente'' dissi felice per lui. ''e' cosi bello essere innamorati'' ci disse tutto felice di se. ''gia'..'' pensai con un po di dolore ''iry qualcosa non va?" vale mi guardava preoccupata mentre Anthony andava verso Noemi. ''no tranquilla'' le dissi fingendo con un sorriso ''sicura.. guarda che..'' non fini di terminare la frase perche' mi volto' insieme a lei sulla nostra destra c'era Stefano . intorno a lui un gruppo di ragazzi della nostra classe gli stavano parlando forse per conoscerlo un po. improvvisamente assunsi un espressione triste, non riusci a capirlo neppure io. ''hey che ti prende all'improvviso?" il tono di vale era davvero preoccupato ''nulla" ma il mi tono di voce di certo non ebbe effetto positivo ''secondo me gli piaci'' disse all'improvviso ''io"? sgranai gli occhi come se avessi appena saputo una notizia alla quale non potevo credere . ''dai iry hai visto come ti guardava in classe prima? e' nel cortile? te lo sei dimenticata?! '' scossi la testa ''sei il suo tipo'' ''eh basta vale'' gridai meravigliandomi di me stessa del tono che avevo assunto. ''calmati, lo so a cosa stai pensando e posso capirti'' mi venne vicina posandomi una mano sulla spalla ''non puoi capirmi, non sai cosa si prova quando stai male e dentro di te sembra che stai per esplodere, sopratutto quando ti rendi conto che forse quella cosa che puo' interessati e' irraggiungibile'' avevo gli occhi colmi di lacrime ''invece certo che posso capirti.. credi che tra me e Francesco vada sempre tutto rose e fiori? lo sai come sono i rapporti , hai pur vissuto un anno e mezzo con quel Francesco, aveva lo stesso nome del mio ragazzo..''queste ultime parole le pronunciò con un sorriso.''vale e' ben altro lo sai.. non e' questo.. sono stata delusa troppe volte sopratutto da chi amavo, vorrei vivere in un altro mondo, in un altra epoca essere un'altra ragazza a volte l'epoca in cui vivo non sembra appartenermi realmente e non essere sempre triste'' ''di certo non e' l'epoca a cambiare le cose'' improvvisamente aveva assunto un tono saggio e profondo, la filosofia era il suo forte. ''vedo ragazzi innamorati trattare come regine le proprie ragazze e io mi sento sola...'' vale sembro' delusa da quelle parole e subito mi pentì di averle pronunciate. ''ci siamo noi sciocchina '' mi strinse forte a se e ricambiai quell abbraccio. improvvisamente squillo' il telefono di vale. ''uh Francesco , iry scusami un attimo'' era davvero felice di sentire il suo ragazzo dopotutto da quando lui frequentava l'Università' si vedevano poco ma si sentivano molto. Vale si allontanò' e stavo per fare lo stesso quando qualcuno poso' una mano sulla mia spalla facendo un colpetto di tosse, mi voltai e Stefano era dietro di me. mi guardava con un sorriso, lo stesso di stamattina. il mio cuore inizio' a battere come una Ferrari in piena corsa.. ''Mostrati neutra'' fu la mia coscienza a parlare, anche se da un lato poteva avere ragione non potei fare a meno di restare incantata da lui, somigliava a ian someralder da ragazzo, almeno credo che fosse così a parte per il ciuffo. ''ciao'' mi saluto' senza emettere di sorridere. solo in quel momento potei costatare che era qualche centimetro più' alto di me. ''ciao'' ricambiai il sorriso ''beh vedo che abbiamo gli stessi gusti in comune'' mi guardo' notando meglio il mio stile ''i capelli rossi sono stupendi'' ok ammetto che quando ho sentito pronunciargli quelle parole stavo per svenire dalla emozione . ''dici sul serio?" cercai di mantenere un tono abbastanza neutro ''certo, hanno un fascino molto notevole sopratutto nel XVIII secolo era cosi'' il suo sorriso si allargo' , improvvisamente dovevo essere rossa come un peperone '' che sbadata non mi sono neppure presentata, mi chiamo iris'' ''iris'' ripete' lui fissandomi dritta negli occhi... In quel momento fui pervasa da una strana sensazione ''quegli occhi li avevo gia' visti da qualche parte''

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Conoscenza ***


La campanella suono' in quel momento ''fine ricreazione'' no non potevano essere passati cosi in fretta 15 minuti. "Dobbiamo già' rientrare?" mi chiese triste ''purtroppo si'' anche il mio tono era triste. Mi guardai intorno, molti ragazzi si stavano avviando verso le proprie classi mentre altri ''quelli che non studiano, ma non si preoccupano perche hanno la raccomandazione'' stavano parlando tra di loro sulle panchine . ''noi iniziamo ad entrare'' mi disse Antonio mentre teneva per mano Noemi ''che carino si e' dichiarato'' ''d'accordo,arriviamo anche noi'' Antonio e Noemi guardavano Stefano forse avevano inteso che fosse il mio ragazzo, a quel pensiero diventai rossa. Ci avviammo anche noi, ma non vidi vale , di sicuro quella disgraziata se ne era gia' andata in classe infilandosi tra la folla. ''da quanto ti piace il metal?" mi chiese mentre stavamo per entrare in classe ''beh..da circa 3 anni tu?" ''2 anni circa" il suo sorriso era sempre bello. Trovai vale seduta nel nostro banco. "'disgraziata potevi aspettarmi'' le dissi mentre mi sedevo al mio posto, lei mi guardo' con un sorriso malizioso ''stavi parlando con il bel figo non volevo disturbarvi'' e concluse queste parole con tono saggio. vedendomi che non dicevo nulla continuo' ''allora?" ''allora cosa?" le chiesi con aria interrogativa ''cosa vi siete detti?" il suo sorriso divenne di nuovo malizioso ''nulla, mi ha detto che i capelli rossi hanno un loro fascino ed erano apprezzati molto nel XVIII secolo, ma non gli ho detto che i miei capelli sono tinti'' di nuovo divenni rossa ''il suo primo complimento,che carino'' ''gia' ma la cosa strana e' che...'' non fini' in tempo di parlare perche' in classe entro' la nostra professoressa di latino e greco. Tutta la classe ammutoli' appena entro'. La nostra prof si chiamava Aurora ma il suo nome non ci azzeccava nulla con il suo carattere. Aveva una 50 di anni ed era molto fredda e rigida. si poteva dire che fosse l'opposto della prof di inglese. Con i ragazzi i cui genitori spesso le facevano regali si comportava in modo cordiale e simpatico. Lo faceva anche con me , poiche' i miei genitori avevano fatto amicizia con lei, e spesso l'avevano anche invitata a cenare a casa nostra . I miei genitori in queste circostanze li avevo sempre odiati. A scuola andavo bene perche mi impegnavo, mi piaceva studiare , ma in latino e greco prendevo sempre un voto in piu' rispetto a quanto dovevo meritarmi e questa cosa mi faceva stare male, forse qualcun altro ne sarebbe stato felice ma io no. Dopo tutto questa era corruzione. La professoressa durante la sua ora volle sapere dove avevamo trascorso le vacanze estive, e quando arrivo' il nostro turno io e vale rispondemmo che siamo state a Dublino con le nostre famiglie. la professoressa fu molto felice della localita' scelta. In verita' io e vale avevamo capito perche' lei ci chiedeva dove trascorrevamo le vacanze estive, solo per confrontare i luoghi e capire quanto avevano speso le nostre famiglie. La odiavo tanto. Quando arrivo' il momento di Filippo alcuni ragazzi iniziarono a prenderlo in giro. la rabbia si impadronì di me, ma mentre ero sul punto di rispondergli Stefano fece prima di me ''non c'e bisogno di rivolgergli tutti questi complimenti '' due ragazzi che lo avevano preso in giro, alle sue parole ammutolirono. Fui grata del suo gesto, e anche Filippo lo fu perche' lo ringrazio'. Terminata la giornata scolastica al suono della campanella ci dirigemmo tutti verso l'uscita. Arrivati nel cortile vale mi saluto ' dicendo che Francesco la stava aspettando al corso , sarebbe andata da lui tutta la gionata ''non fate i pervertiti '' le dissi maliziosa,vale scoppio' a ridere ''e tu fai la brava'' io alzai le sopracciglia ''sono sempre brava''. Al ritorno non me ne andavo mai con mia madre, usciva sempre piu' tardi di me .me ne andavo con Antonio e Noemi, facevamo per un bel po la stessa strada poi ad un certo punto io dovevo girare a destra e loro due a sinistra. Abitavano persino nello stesso palazzo. Quel giorno pero' entrambi vollero' stare soli e io li capi'. Dopotutto l'amore inizia a scartare l'amicizia.. ma io quando stavo con Francesco non avevo mai fatto una cosa del genere. Ok forse qualche volta . Cosi a quel punto presi l'MP3 dallo zaino e ascoltando flade to black dei metallica mi avviai verso casa. Di colpo mi senti' chiamare alle mie spalle. mi voltai e vidi Stefano venirmi incontro . Riposi l'MP3 nello zaino. Di nuovo il cuore inizio' a battermi forte. I suoi occhi sotto i raggi del sole sembravano ancora piu' limpidi e chiari. "hey'' il suo tono di voce era sempre così cordiale . ''hey'' risposi arrossendo lievemente ''tu dove abiti?" mi domando' ''Abito a piazza gavinana non e' lontano da qui'' gli spiegai ''io abito dietro la chiesa di santa Maria novella precisamente dove ci sono quelle palazzine colorate di blu e rosso '' io sgranai gli occhi ''e non ti ho mai visto?" ''strano perche neppure io non ti ho mai vista'' vedendo che non dicevo nulla disse ''be allora facciamo la stessa strada no?" ''certo'' il suo volto si illumino' ancora di piu'. Le strade a quell'ora erano sempre affollate, i negozi iniziavano a chiudere. "'allora come ti sembra la classe?" gli chiesi in attesa di scoprire la risposta ''bah per niente simpatici e cordiali ma tu fai eccezzione'' alle sue parole sorrisi ''sono cosi tutti i ragazzi ormai. Appena vedono qualcuno da loro diverso lo escludono'' dissi con tono grave ''idem'' dopo un po di silenzio dissi ''ho sempre odiato lo smog e il traffico cittadino.'' ''in effetti anche io, l'epoca nella quale vivo non mi piace'' le sue parole mi colpirono ''anche a me'' ''davvero?" mi domando' con un lieve sorriso ''certo, mi sarebbe piaciuto vivere in altra epoca'' risposi mentre attraversammo un marciapiede . ''in quale epoca ti piacerebbe vivere?" questa volta il suo tono divento' serio ''mmm XVII o XVIII secolo, sono due epoche che mi piacciono da morire'' risposi sorridendo ''anche a me piacerebbe vivere in una di queste due epoche,anche il 1800 non scherza'' ''si hai ragione''. mi sorrise di nuovo .erano cosi belli quei sorrisi, era come se nascondessero qualcosa di misterioso. continuammo la nostra conversazione sulle epoche passate e sulla musica rock , dopodiche' decise di accompagnarmi fin sotto casa. Il mio palazzo era molto signorile tipico dell'antica architettura fiorentina. Risaliva al XV secolo, e secondo alcuni le palazzine di quelle zone furono abitate dai medici. ''wow sono davvero incantevoli queste palazzine'' Il tono di stefano era colmo di meraviglia ''hai davvero ragione '' risposi guardandole meglio in tutti questi 3 anni notai che avevano davvero un gran valore storico e un proprio fascino. ''ora devo andare'' gli dissi mentre aprivo con le chiavi il portone restaurato. ''hey aspetta'' mi voltai verso di lui. restai a guardarlo in attesa ''volevo chiederti il cognome.. be ..'' improvvisamente divento' rosso. Di fronte al suo imbarazzo il mio cuore inizio' di nuovo a battere forte ''per cosa?" gli chiesi ''cosi ti aggiungevo su facebook, sai per chattare se ti andava'' ''ah ma certo, il mio cognome e' Esposito' ''grazie ti aggiungo io d'accordo?" ''ok'' risposi sorridendo ''ah irys un ultima cosa.." anche in quel momento arrossi' ''cosa?" il mio sguardo si poso' dritto sui suoi occhi ''siccome abitiamo non molto distanti ti va di andare insieme a scuola?" questa domanda mi colmo' di gioia interiormente . ''certo un ottima idea'' '' va bene se domani vengo a citofonarti alle 7.45?" ''va bene'' risposi con un altro sorriso ''ok ciaoo" di nuovo i suoi occhi si riempirono di tante emozioni mescolate tutte insieme .. dopo aver chiuso il portone sali' le scale tutta felice e canticchiando ''smells like teen spirit''.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Una strana scoperta ***


Di pomeriggio decisi di andare allo studio, ovvero una specie di garage dove provavo con i miei amici le canzoni per i prossimi concerti. Tornai a casa intorno alle 20. "Iris dove sei stata?" domando' mia madre preoccupata, ''ti ho telefonato una 20 di volte ma naturalmente il tuo telefono e' morto'' questa volta il suo tono era molto duro. ''ero andata al garage'' le dissi con lo sguardo fisso sul pavimento .Mi metteva molta paura quando si arrabbiava per non parlare di mio padre . Cercavo sempre di non farli arrabbiare ma molte volte non ci riuscivo proprio . "Ho capito. Ma almeno potresti rispondermi e non morire .''scusami mamma'' le dissi frettolosamente dirigendomi dal salotto in camera mia. Guardai l'orologio sulla scrivania, segnava le 20.00. ''mi avra' pure mandato questa richiesta di amicizia'' pensai. Subito accesi il PC, e mi collegai su facebook .Come per miracolo vidi che avevo un paio di notifiche un messaggio e una richiesta di amicizia. Apri' prima la richiesta e lessi Stefano Gentile. A leggere il suo nome il mio cuore sussulto'. Decisi poi di leggere il messaggio e vidi che era sempre lui, mi aveva scritto ''Ciao iris ti chiedo scusa se ti ho inviato solo adesso la richiesta di amicizia ma tutta la giornata non ho avuto modo di connettermi, spero di poter chattare con te stasera'' leggendo quel messaggio senti' qualcosa riscaldarmi dentro. Lasciai perdere le notifiche e andai a guardare nel suo profilo. Come immagine del profilo aveva una foto degli slipknot, come immagine di copertina aveva una sua foto con altri due amici emo. lui era in mezzo e dietro di loro doveva esserci un pub. la foto fu scattata di sera. ''quanto e' bello'' pensai con dolcezza. ''ha un che di aristocratico '' mi tornarono alla mente le parole pronunciate da Anthony quel pomeriggio. Man mano che guardavo bene le sue foto mi accorsi che Anthony aveva ragione . aveva un portamento aristocratico. Aveva molte foto con amici , ne aveva parecchi. la maggior parte delle foto furono scattate in pub. scopri' che suonava anche lui con un suo gruppo. erano tutti ragazzi come notai sempre dalle foto. Improvvisamente notai che c'era un album di foto nelle quali era vestito in giacca e cravatta ed era seduto su un elegante poltrona. Non aveva il ciuffo, i capelli erano piu' corti e ondulati, alcune ciocche di capelli gli cadevano davanti agli occhi. Notai che in quelle foto si trovava in una villa, ma non in una villa moderna ma antica identica a quelle del 1600.. per curiosità lessi i commenti di alcuni amici ''stee e' casa tua?" lui aveva risposto ''e' la villa dei miei zii, si trova in irlanda , ero ad una festa che avevano organizzato con tutta la mia famiglia'' erano poche le foto di quell'album, e foto con i suoi parenti non ne aveva. quella foto era di 2 anni fa e aveva più di 300 mi piace io al massimo arrivavo a 60 per ogni foto, gli amici erano per lo piu' irlandesi. Dio Cristo ma allora e' stra ricco pensai con stupore . Foto di casa sua non ne aveva. Guardai le info e vidi che era nato in Irlanda. Quindi era irlandese . Mi rallegrai tanto quando lessi che era single . Ancora scioccata guardai se era in chat ma non lo vidi. Spensi il PC. Non so che espressione avevo in quel momento ma di sicuro era piu' che scioccata. ''e se e' un nobile?" pensai stupita.... le parole di Anthony mi convinsero ancora di piu'. Forse aveva ragione. Forse stavo avendo a che fare con un nobile. L'indomani l'avrei detto subito a vale.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Nobile o no? ***


L'indomani mia madre venne a svegliarmi alle 7.00. "iris forza svegliati non poltrire nel letto devi andare a scuola'' ando' a scoprire le tende color viola chiaro dal grande balcone e la luce del sole mi feri' quasi gli occhi ''perché sei un vampiro'' disse una voce nel mio strambo sogno. Mi alzai di scatto, spaventata da quel sogno. avevo sognato di trovarmi con Stefano in un antico palazzo , entrambi eravamo vestiti con abiti del XVII secolo e mentre ballavamo mi confessava di essere un nobile vampiro'' OK questo era proprio un sogno strambo. Colpa dei tanti libri che avevo letto sui vampiri. Andai in bagno per lavarmi. guardandomi allo specchio mi accorsi di aver pianto. probabilmente avevo dimenticato qualche altra parte di quel sogno strambo. Uscita dal bagno mi ricordai che quella mattina sarebbe venuto a prendermi per questo andai di corsa in camera a prepararmi. Indossai un jeans nero e una maglietta dell hard rock cafe comprata a milano durante una gita al secondo anno. raccolsi i capelli in una coda di cavallo poiche' iniziavano ad arricciarsi, una volta truccata scesi con lo zaino in cucina a fare colazione. Mio padre stava quasi per andarsene ''ciao papa'' lo salutai con un sorriso ''ciao piccola mia, buona scuola'' mi disse ricambiando il sorriso,dopodiche' usci' di casa con la sua valigetta di lavoro identica a quella degli avvocati. Mia madre scese dopo un po anche lei in cucina insieme a Paolo anche lui pronto per fare colazione. "Buongiorno a tutte'' Ci saluto' cordialmente Paolo ''buongiorno'' gli rispondemmo io e mia madre. Mi preparai una fetta biscottata con la marmellata di fragole. Mi piaceva un sacco la marmellata di fragole . Mia madre si preparo' un caffè mentre Paolo si sedette intorno al tavolo per leggere il quotidiano. ''Tesoro questa mattina non posso accompagnarti entro' alla seconda ora'' mi disse mia madre mentre era impegnata ad accendere il caffè sul fuoco. ''tranquilla non ce piu' bisogno che mi accompagni tutte le mattine a scuola'' le dissi con gli occhi lucidi al solo pensiero che sarei andata a scuola sempre con Stefano e anche al ritorno saremmo tornati insieme. mia madre e Paolo mi guardarono in attesa che io continuassi ''ecco beh c'e un ragazzo che ho conosciuto e mi ha chiesto se mi andava di andare con lui tutte le mattine a scuola , mi viene a citofonare '' mia madre si illumino' come un raggio di sole mentre Paolo sorrise ritornando a leggere il giornale ''e' carino?" mi chiese rivolgendomi tutta l'attenzione possibile ''se lo vedresti , credo che sveniresti'' il mio tono era dolce come il miele ''oh qualche giorno di questi voglio conoscerlo'' ''si e' trasferito nella nostra scuola, ieri infatti e' stata la prima volta che e' venuto in classe nostra '' le spiegai ''ah ho capito'' proprio in quel momento suono' il citofono.. corsi nel salone accanto alla cucina per rispondere ''chi e'?" domandai con il cuore che batteva forte dall'emozione ''ciao iris sei pronta ?" la voce di Stefano fini' di emozionarmi ancora di piu' ''certo scendo subito'' corsi in cucina come un razzo, afferrai lo zaino e salutai Paolo e mia madre sbattendo quasi la porta di casa.. ''sto ragazzo le fa questo effetto?" chiese Paolo tra lo stupore e lo spavento ''ah quando si comincia ad essere innamorati non si capisce piu' nulla'' fu la risposta di Luciana . Scesi le scale come un razzo, non capivo neppure io perche' mi comportassi in quel modo ma di certo mi rendeva particolarmente felice. Era una felicita' diversa che non avevo provato neppure con Francesco nonostante 1 anno e mezzo trascorso insieme. Arrivata giu' nel palazzo, lo vidi, bello più di ieri. Era appoggiato con la schiena vicino al cancello,senza rendermene conto gli avevo aperto il portone. Indossava un jeans nero, una maglietta degli avenged e converse bianche . Era stupendo. Quando alzo' il viso mi sorrise ''buongiorno'' la sua voce aveva un che di dolce ''buongiorno ''gli risposi amichevolmente ''vedo che questa mattina sei di buon umore'' mi disse contento ''tanto''.. restammo a guardarci negli occhi per un po... quella mattina andai oltre alla loro bellezza, cercai di leggerne un messaggio, di cogliere un loro particolare , ma piu' di leggere tante emozioni mescolate tra loro non lessi nulla.. chissà cosa aveva letto invece nei miei.. speravo non quella strana emozione che stavo provando da ieri. al solo pensiero arrossi'. Mi tolse di mano lo zaino ''questo te lo porto io'' ''grazie sei gentile'' gli risposi con gratitudine.. mentre andavamo verso scuola, notai che quella mattina faceva ancora piu' caldo del giorno prima, il cielo era sereno. le strade iniziavano ad affollarsi di auto, motorini e bus pieni di studenti. ''ti e' arrivata la mia richiesta di amicizia ieri?" mi domando' mentre imboccammo la strada per via Galileo . quella era sempre stata una strada molto affollata sopratutto da chi doveva andare a lavoro. ''si, ho visto che suoni in un gruppo'' gli dissi ''si da circa 2 anni, suoniamo a casa mia. li ho proprio una saletta acustica dove proviamo i nostri pezzi'' ''scrivete voi le canzoni ?" gli chiesi mentre attraversavamo la strada sulle strisce pedonali. ''si,e' piu' divertente, a volte ci esibiamo anche nei locali'' ''anche io ho un gruppo'' ''davvero?" questa volta fu lui a meravigliarsi ''si, suono in questo gruppo da 3 anni, io suono la chitarra elettrica'' ''wow, io invece suono il basso'' sembrava essere ancora meravigliato io risi ''perche' ridi?" mi chiese alzando le sopracciglia ''nulla'' avrei voluto chiedergli se fosse un nobile o se discendeva da una antica famiglia, ma qualcosa mi spinse a non farlo.. glielo avrei chiesto durante la ricreazione. Arrivati nel cortile la stessa scena del giorno prima si ripete'. Tanti ragazzi parcheggiavano i loro motorini e baciavano le proprie ragazze. Una cosa che mi colpi' in quel momento fu il suo sguardo che a quelle scene si rattristo'. "chissà come mai'' pensai stupita. In quel momento Stefano prese il cellulare per controllare l'orario. Aveva l'iPhone . Con stupore mi resi conto che avevamo lo stesso cellulare. ''mancano 10 minuti al suono della campanella, ti va se ci sediamo su qualche panchina sotto quegli alberi?" mi chiese, e di colpo quel suo sguardo triste svani'. ''certo'' gli risposi incerta. Una volta seduti sotto un albero lontani da tutti, fui tentata di chiedergli se era un nobile , e rinunciai a volerglielo chiedere durante la ricreazione. Prima che lui potesse parlare cercai di formulare bene la domanda e con imbarazzo gli chiesi "Stefano forse la domanda puo' sembrarti stupida ma volevo sapere se tu sei un nobile oppure no.. cioè te lo chiedo perché' ieri andando a vedere nel tuo profilo ho visto alcune tue foto nelle quali eri in una stupenda villa, e ad alcuni amici avevi risposto che quella era la villa dei tuoi zii..'' dopo aver pronunciato tutto quel papiro diventai rossa e abbassai la testa sul prato. ''lui cerco'il mio viso con gli occhi e quando ci guardammo mi sorrise ''in verita' nobile no, pero' io e la mia famiglia discendiamo da una ricca famiglia borghese vissuta proprio qui a Firenze nel XVI secolo ed era in qualche modo amica dei medici'' disse senza distaccare i suoi occhi da miei.''allora perche' sei irlandese?" gli domandai senza capire . Stefano scoppio' a ridere e io fini' ancora di piu' per non capire ''non sono irlandese, entrambi i miei genitori sono italiani precisamente di milano, e prima di nascere si trasferirono per un certo periodo di tempo in Irlanda precisamente nella villa che in quel periodo avevano comprato i miei zii per festeggiare in seguito li il mio battesimo. E' una villa che risale al 1600 pero' non mi ricordo a quale nobile famiglia apparteneva. Ti ripeto lontanamente ma molto lontanamente discendiamo da quella ricca famiglia di borghesi.'' il suo sorriso non svaniva dalle sue labbra. "capisco'' ''credevi che fossi un principe ?" rise dinuovo '' vedendo quella villa e tutti quei mi piace avevo pensato che fossi un nobile'' lo stupore era ancora sul mio volto. Lui scosse lievemente il capo ''la maggior parte sono tutti irlandesi, ho vissuto 13 anni li poi io e i miei genitori ci siamo trasferiti qui a Firenze per motivi di lavoro di mio padre lavora come banchiere'' '' io mi sono trasferita 3 anni fa qui, e ho origini napoletane. Entrambi i miei genitori sono di Napoli , ci siamo trasferiti qui perche' mio padre insieme ad alcuni amici e' riuscito a fondarvi una ditta di elettrodomestici.'' non smettevo di guardarlo negli occhi. ''abbiamo davvero tante cose in comune io e te'' disse sorridendomi . proprio in quel momento suono' la campanella. Inizialmente non ce ne accorgemmo perche' restammo a guardarci negli occhi per un tempo che parve infinito. Sembrava che il tempo si fosse fermato per permettere di guardarci meglio. Scopri' nei suoi occhi un luccichio, di chi aveva voglia di vivere di chi si sentiva vivo dentro. Improvvisamente si alzo' e con un sorriso mi porse gentilmente una mano aiutandomi ad alzarmi. ''vieni andiamo, sono entrati quasi tutti.'' Non ci feci proprio caso alle sue parole poiche'fui pervasa di nuovo dalla stessa sensazione che avevo provato il giorno precedente ''quegli occhi li avevo gia' visti, ma non ricordavo dove''.. senza aggiungere altro ci dirigemmo in classe.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il suo primo regalo. ***


Entrati in classe per nostra fortuna non c'era nessun prof , ma tutta la classe inizio' a guardarci curiosi, persino quando ci sedemmo nei nostri banchi i loro sguardi erano ancora puntati su di noi, e cio' mi fece arrossire ''beh? cosa avete da guardare? qualcosa non va?" il tono di Stefano li spinse tutti a distogliere gli sguardi su di noi. Aveva una certa padronanza sugli altri . ''Certo che vi state conoscendo alla grande voi due..'' Mi disse vale con un sorriso ''Avete attirato l'attenzione di tutti su di voi'' Aggiunse ''Devo raccontarti molte cose infatti'' le dissi felice ''dopo durante la ricreazione mi dirai tutto'' era davvero curiosa di sapere cosa avevo da dirle . In quel momento entro' il nostro professore di matematica, si chiamava Fabio e aveva circa 50 anni. Appena ci vide ci saluto' cordialmente. Al contrario di tutti i classici professori di matematica severi e altezzosi lui era cordiale e modesto,un po' simile alla professoressa di inglese. Durante la ricreazione io a vale filammo subito nel cortile, e sedute su una panchina mentre mangiavano un panino iniziai a raccontarle tutto ''ieri dopo la scuola io e Stefano ce ne siamo andati insieme mi ha detto che abita dietro la chiesa di santa Maria novella, non e' distante da dove abito io. Mi ha accompagnata fin sotto il palazzo e mi ha chiesto il cognome per aggiungermi su facebook cosi per parlare..'' vale mi ascoltava attenta senza battere ciglio ''e poi?" mi chiese dando un morso al suo panino ''di sera mi ha aggiunto e per curiosita' sono andata nel suo profilo per scoprire qualcosa di lui, guardando tra le foto ho trovato un album nel quale ci sono alcune foto di circa 2 anni fa nelle quali c'e lui vestito con un abito nero in giacca e cravatta in una antica villa'' vale si fece ancora piu' attenta di prima ''e' un nobile?" disse quasi urlando e sgranando gli occhi ''questa mattina per non rimanere nel dubbio prima del suono della campanella glielo chiesto'' le dissi col cuore che batteva forte ''e allora? lo e'?" chiese senza rendesi conto che aveva alzato il tono della voce ''mi ha spiegato che discende molto lontanamente da una ricca famiglia borghese fiorentina in qualche modo amica ai medici, i suoi genitori sono milanesi, e la villa nella quale si trovava risale al 1600 l'hanno comprata i suoi zii prima della sua nascita. Infatti prima di nascere i suoi genitori si erano trasferiti li'' le parole mi uscirono dalla bocca come un fiume in piena ''oh dio santo, Iry sei stra fortunata hai a che fare con un nobile se cosi possiamo dire. ''mi ha detto che per 13 anni e' vissuto in Irlanda e circa 4 anni fa si e' trasferito con i genitori qui per motivi di lavoro del padre.'' le spiegai pensando a poco fa quando i nostri occhi si erano guardati a lungo come se li conoscessi da tempo. vale mi guardava a bocca aperta ''vale devo dirti una cosa che ieri non ero riuscita a dirti..'' queste parole sembrarono farla tornare sul pianeta terra ''dimmi'' ''quando ho visto i suoi occhi, ho provato una strana sensazione, come se li avessi gia' visti da qualche parte ma non ricordassi dove'' il mio sguardo si fece serio ''beh a volte capita sai? Si dice che quando una persona incontra per la prima volta qualcuno e crede di averlo gia' visto da qualche parte ma in realta' non l'ha mai visto probabilmente in una sua vita passata si sono incontrati e forse erano anche amici o fidanzati'' mi spiego' con un sorriso ''facebook?" le domandai seria alzando un sopracciglio ''no che dici, l'ho letto su internet, questo e' cio' che pensano i buddisti, o meglio la reincarnazione delle anime fa parte della loro religione.'' mi spiego' quasi infastidita ''resta il fatto che a queste cose non ci credo, e' impossibile che abbia gia' visto Stefano in un epoca passata o meglio in una mia vita passata'' rivolsi lo sguardo verso l'edificio della scuola, Stefano stava scherzando e ridendo con alcuni ragazzi metallari. ''se sta da 4 anni qui allora perche' non l'abbiamo mai visto nella nostra scuola?" mi chiese vale ''probabilmente prima studiava privatamente...'' dissi. Terminata l'ultima ora io e vale andammo nel cortile per cercare Antony e Noemi, ma non vedemmo nessuno dei due ''probabilmente questa mattina non sono venuti, stasera vado al ritrovo e cerco di capire il motivo'' le dissi guardandomi meglio intorno ''niente... Ah e' arrivato Francesco '' mi fece notare la mia amica ''vengo a salutarlo e' da un po che non lo vedo''. Insieme andammo da Francesco. stava sulla sua moto fuori al grande cancello verde del liceo. Appena ci vide arrivare si tolse da testa il casco, scese e dopo aver baciato la sua ragazza venne a salutarmi. "ciao fra'' lo salutai con una pacca sulla spalla ''ciao iry era da un po che non ci vedavamo vero?" mi domando' con un sorriso ''gia' e intanto ti sono cresciuti anche i capelli'' gli feci notare. Io e vale avevano gusti opposti. Il suo ragazzo aveva capelli biondi e occhi castano chiaro, e alto quasi 2 metri, infatti vale sembrava fargli quasi da bastone quando gli era accanto. ''gia' sembro un chitarrista con questi capelli , ah a proposito di musica come vanno le prove?" il suo sguardo si fece serio ''per il momento non stiamo provando, Anthony in questi giorni dovrebbe chiamare qualche pub per una serata, credo che sia meglio il sabato sera come abbiamo fatto quasi sempre'' spiegai ''bene, fatemi sapere quando iniziate a provare cosi vengo a farvi le foto e le carichiamo sul sito'' ''quale sito?" gli chiesi stupita ''ah gia' voi ancora non lo sapete, in pratica Lorenzo mi ha chiamato due giorni fa e mi ha detto che sta creando su internet un sito ufficiale per il vostro gruppo, doveva dirlo ad antony ma testa di zucca che ha si e' dimenticato'' mi spiego' ''wow e' figa l'idea del sito ufficiale, the dark Angels su internet, i dark angels si esibiranno ad un nuovo concerto yeee'' urlo' vale. noi la guardammo preoccupati ''ehm vale stai bene?" le chiese il ragazzo, ''ehm..'' lei si guardo' intorno e vide che alcuni ragazzi la stavano guardando ''si,sto bene, credo, meglio se c'e ne andiamo va'' disse notando la figura che aveva fatto. ''Ciao iry fammi sapere le novita'' mi disse una volta salita sulla moto ''certo ciao'' la salutai freneticamente ''anche a me sarebbe piaciuto avere un fidanzato che ti faceva stare bene, per il quale potevi sentirti importante, ma sopratutto libera'' una volta scomparsi dalla mia vista, rivolsi il mio sguardo verso il cortile, molti ragazzi stavano uscendo mentre altri restavano ancora a parlare tra di loro. Solo in quel momento Stefano stava uscendo dall'entrata della scuola, mi vide da lontano e sorridendomi mi venne incontro. ''hey per fortuna non sei scappata'' disse dandomi un lieve pizzicotto sulla guancia. ''Che tenero'' pensai, e naturalmente arrossi'. ''non sapevo che i pizzicotti sule guancie ti fanno arrossire '' disse ridendo e io fini' per arrossire ancora di piu' ''la smetti?" gli chiesi rivolgendo lo sguardo verso i negozi in modo da non farglielo notare. ''scherzo su'' passò dall'altro lato e io rivolsi lo sguardo davanti a me, a quel punto lui mi si paro' davanti e di nuovo i nostri occhi si incrociarono perdendosi gli uni negli altri.. ''cavolo perche' ha degli occhi cosi' belli?" chiese la mia coscienza. Mi sorrise dopodiché mi prese di nuovo di mano lo zaino ''ehm grazie'' dissi cercando di riprendermi. Appena mi perdevo nei suoi occhi sembrava di percorrere un lungo viaggio. Mentre attraversavamo una strada di periferia gli chiesi ''Stefano ma se tu in questa scuola non ci sei mai stato dove studiavi prima?" ''privatamente o meglio veniva un insegnate a casa mia e mi insegnava tutte le materie, e poi avevo anche un'insegnante di religione, 3 anni trascorsi in questo modo. Ma a un certo punto mi sono scocciato e ho spiegato ai miei che volevo frequentare la scuola pubblica e loro mi hanno iscritto a questo liceo senza esitazioni poiche' loro dicono che devo fare cio' che mi rende felice naturalmente evitare cose scorrette cosa che invece molti ragazzi oggi non fanno'' il suo sguardo si perse in lontananza come per fissare il vuoto. ''hai fatto bene credo che mi sarei scocciata anche io ad un certo punto. E' più bello stare tra le persone anche se oggi questa voglia un po cala, con la gente che ci ritroviamo'' notai ''hai ragione'' improvvisamente i miei occhi si posarono su una vetrina di bracciali borchiati e la stessa cosa fece Stefano ''quello a 3 fasce e' stupendo'' dissi con gli occhi lucidi di fronte ad una bellezza del genere. Non so quanto tempo restai a contemplare sbavando davanti a quella vetrina di oggetti preziosi perche' quando mi voltai alla mia destra c'era stefano con un sacchettino bianco in una mano ''tieni e' per te'' i miei occhi si posarono sul sacchettino e poi su di lui e di nuovo su quel sacchettino. lo presi e vidi che al suo interno c'era il bracciale borchiato che stavo contemplando. A quel gesto arrossi' ''non dovevi'' dissi con lo sguardo fisso a terra ''tranquilla'' mi fece l'occhiolino ''grazie ancora'' ero ancora rossa in viso uffaa! ''anche al fatto che un ragazzo possa farti dei regali non sei abituata!" mi fece notare scherzando ''il fatto e' che divento subito rossa e beh non so spiegarmelo neppure io'' dissi timida. i raggi del sole filtrarono nei suoi occhi rendendoli ancora piu' limpidi. Arrivati sotto casa mia restammo per qualche minuto in silenzio guardandoci di nuovo negli occhi. Il suo viso era cosi perfetto, sembrava appena scolpito da un artista . Nei suoi occhi leggevo tante emozioni ma senza capire quale in quel momento stesse provando. "Devo andare..'' dissi quasi persa in un sogno, mi sorrise. Stavo per aprire il portone quando mi senti' afferrare per un braccio ''iry.. volevo dirti che..'' ma si interruppe e di colpo volto' la testa di lato come in cerca delle parole giuste da esprimere ''cosa?" gli chiesi, intanto continuava a tenermi il braccio nella sua mano. Era calda e forte. ''nulla, tranquilla'' mi disse sorridendo'. Ammetto che quel momento non lo capi', ma feci finta di nulla. ''ok allora ci vediamo domani mattina''. Mi lascio' il braccio ''oppure stasera se ti trovo in chat'' il suo sorriso sera sempre bello. ''certo, ciao'' lo salutai ricambiando il sorriso.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il suo bacio. ***


Era trascorso ormai un mese e mezzo dall'inizio della scuola e molte cose in cosi' poco tempo erano cambiate, direi per il meglio. Stefano mi aveva chiesto di uscire, e quasi tutti i giorni veniva sotto casa con la sua moto una Yamaha nera e di sera andavamo a mangiare in pub. Oppure trascorrevamo pomeriggi tranquilli nei parchi, e seduti all'ombra ascoltavamo il suono e la tranquillità della natura. Intanto avevo scoperto di lui un lato molto divertente, sembrava non abbattersi e scoraggiarsi mai. Ci scambiammo anche i numeri di cell e ogni tanto mi telefonava. Una sera avevo indossato per la prima volta un vestitino bianco lungo fino alle caviglie,mi truccai semplice e avevo raccolto i capelli in una lunga treccia e appena mi vide di colpo spalanco' la bocca, ma subito la richiuse diventando rosso. Diventai rossa peggio di un pomodoro. In quel momento mi guardo' serio negli occhi ''sei bellissima'' mi disse con tono serio profondo, identico a quello degli attori quando nei film dicono alla ragazza che amano ''ti amo''. Intanto anche le prove andarono bene. Anthony ci informo' sulla nostra prossima esibizione, 3 novembre. ''Cavolo manca una settimana baby'' mi fece notare vale. Quel giorno era il 27 ottobre, e durante l'ora di educazione fisica stavamo come sempre parlando del più e del meno. L'ora di educazione fisica per noi era l'ora del gossip. Facevamo educazione fisica in una ampia palestra situata dietro l'edificio scolastico. Il suo interno poteva contenere 2 o 3 classi. C'erano molte attrezzature dai materassini alle trave. Io ero una vera schiappa in educazione fisica, e la professoressa Roberta una donna sulla trentina non so quante volte me lo faceva notare. Quel giorno anche Stefano si uni' alla nostra conversazione . Lui a mia differenza era molto bravo. Quando indossava le magliette a maniche corte si notavano le sue braccia muscolose. Una sera mi disse mentre parlavamo per telefono che faceva palestra. ''di cosa parlate?" ci chiese alzando un sopracciglio ''del loro prossimo concerto'' gli spiego' vale. Lui mi rivolse un sorriso ''quando vi esibirete la prossima volta?" ''il 3 novembre e' di sabato, ma il locale ancora non l'abbiamo scelto'' gli spiegai ''verro' a vedervi insieme ai miei amici'' di nuovo un altro sorriso. ''tu quando ti esibirai?" gli chiesi scherzosa alzando un sopracciglio ''mmmh per ora ancora no, ma a breve, ah ho visto su internet il vostro sito ufficiale, e'davvero bello, ho visto molte vostre foto sopratutto le tue'' a quel punto divenni rossa ''ma tu arrossisci sempre?" mi domando' accarezzandomi una guancia. Oddio la sua mano come era fresca sulla mia pelle. ''non ci posso far nulla se mi fai arrossire '' dissi imbarazzata. Sorrise dolce. ''quanto e'bello quando sorride in quel modo '' pensai felice. Non so il perche' ma quel giorno mi venne da pensare che io vicino a lui sembravo un pulcino e lui il padrone che se ne prendeva cura. Terminata anche quella giornata scolastica io,vale e Stefano ci dirigemmo nel cortile. Antony e Noemi ci stavano aspettando vicino al cancello. Tra di loro le cose andavano a gonfie vene e ne ero molto felice. Ultimamente ce ne andavamo tutti insieme al ritorno dalla scuola . Ai miei amici fece molto piacere conoscere Stefano. Un giorno mentre eravamo nello studio e io accordavo la mia chitarra , tutti avevano detto la stessa cosa ''e' davvero un bravo ragazzo'' in effetti era proprio cosi. Vale era convinta che presto ci saremmo messi insieme e questo mi sarebbe piaciuto davvero tanto, perché me ne stavo innamorando, e probabilmente anche lui. ''Ciao raga'' ci saluto' cordialmente Anthony. Rispondemmo tutti in coro tanto che scoppiammo a ridere. ''Chitarrista ricordati che stasera abbiamo le prove,domani che e' domenica non proviamo'' mi disse Anthony ''d'accordo'' ''che ne dite se ci avviamo? Non so voi ma ho una certa fame'' Ci fece notare vale ''guarda che anche noi abbiamo fame e tra un po finisco per mangiarti" gli disse Anthony mentre tutti insieme, un vero gruppo di amici seppur non completo tornavamo a casa. ''sei sempre simpatico'' gli disse vale dandogli una gomitata al braccio. Lui e Noemi camminavano mano nella mano e vale vicino scherzava con loro. Stefano ed io eravamo dietro di loro. I miei occhi erano fissi sulle loro mani unite tra di loro come se fosse un unica mano. Improvvisamente mi venne un nodo alla gola, i ricordi ritornarono vividi nella mente. Di colpo' ricordai quando per la prima volta Francesco fece scivolare la sua mano nella mia. Eravamo al parco degli uccelli, il piu' bel parco ai quei tempi. Tutti i giorni andavamo li, e seduti su una panchina all'ombra di un gran ciliegio mi bacio' mentre la sua mano stringeva forte la mia. Dopo che mi lascio' non ci passavo piu' per quel parco perche' sapevo che le lacrime avrebbero avuto la meglio su di me. "Iris stavo pensando se domani mattina volevi venire con me in un agriturismo, tutta la giornata io e te'' Stefano mi risveglio' di colpo dai ricordi e fissandolo in volto notai che mi sorrideva. ''tutta la giornata io e lui?" pensai col cuore che riaccese di colpo il motore a 350 km. Francesco una cosa del genere non me l'aveva mai chiesta. ''tutta la giornata?" gli chiesi cercando di non balbettare ''certo, andiamo all'agriturismo le macine e' abbastanza lontano ma non ci sono problemi possiamo andarci con la mia moto, se ti fa sempre piacere'' continuava a sorridermi ''le macine e' l'agriturismo piu' costoso di Firenze ma anche il piu' bello da come ne parlano alcuni miei compagni di classe'' pensai. Come potevo non accettare? Dopotutto saremmo stati soli, io e lui, sembrava più, intima la cosa a pensarci bene ma tanto eravamo amici cosa mai sarebbe potuto succedere quel giorno?! ''Certo mi farebbe davvero piacere'' accettai con un sorriso ''perfetto allora'' disse mentre i suoi occhi sembravano di nuovo quello strano vortice di emozioni. Mentre vale noemi e Anthony girarono a sinistra verso il viale Spartaco lavagnini io e Stefano girammo a destra verso la chiesa di santa Maria novella. Lui abitava precisamente a via della vigna nuova dietro la chiesa. Arrivati sotto il mio palazzo, iniziai a cercare le chiavi nello zaino. aperto il portone stavo per salutarlo ma di colpo' lui mi strinse delicatamente il braccio nella sua grande e forte mano. Mi spinse delicatamente nel palazzo finendo con la schiena contro un muro. Fu tutto cosi rapido. La sua mano inizio' ad accarezzarmi una guancia con dolcezza, mentre i nostri occhi si incrociarono. Restammo a guardarci a lungo, per un tempo che mi parve indefinito. Il tempo sembro' essersi fermato e l'unica cosa che percepivo era la sua mano che mi accarezzava. Di colpo' mi accorsi che i nostri visi erano molto vicini. riuscivo a sentire il suo respiro, forte e il mio cuore che batteva all'impazzata. Di colpo le sue labbra si posarono dolci sulle mie. Chiusi gli occhi, ricambiando con tanto desiderio quel bacio, atteso da molto tempo. Il sapore delle sue labbra mi riscaldo' il cuore, trasmettendomi energia in tutto il corpo. Eppure quel sapore mi parve lontanamente familiare. Mi parve di aver gia' provato un sapore del genere. Dolce e tiepido. Si stacco' piano dalle mie labbra. Io continuavo a sentirmi in una centrifuga. Diventai rossa quando mi accorsi che mi stava guardando di nuovo. Lui sorrise ''Allora domani posso venire a bussarti alle 9.30? Meglio se andiamo presto, e' abbastanza lontano da qui" il suo tono era sempre dolce. Non riusci' ad aprire la bocca per la troppa emozione e per questo mi limitai ad annuire. "'Allora a domani'' mi disse sorridendo ''a domani'' risposi timida. Appena arrivata a casa, non salutai neppure mia madre che corsi come un razzo in salotto, e dopo essere andata a sbattere con il ginocchio contro un armadietto evitando di dire qualche parolaccia ,digitai il numero di telefono di vale. Doveva sapere che Stefano mi aveva baciata.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Reincarnazione dell'anima. ***


'Pronto?" ''Vale sono io'' le dissi con la voce che mi tremava per l'emozione . ''hey come mai tutta questa gioia? non e' da te'' mi disse scherzando ''Devo dirti una cosa incredibile vale'' la mia voce si colmo' ancora di piu' di gioia. ''sono tutta orecchie, cosa e' successo?" Anche il suo tono di voce era felice ''Poco fa stefano mi ha baciata'' dissi quasi urlando per la felicita'. Sentii vale dall'altro capo telefonico emettere un lungo uuuuh. ''te l'avevo detto che sarebbe successo baby, e tu invece che non mi credevi. Iry, Stefano e' davvero innamorato di te'' Il suo tono si era fatto serio. ''Allora dai racconta come e' stato questo bacio? Lungo, breve, a stampo? Vi siete guardati appassionatamente negli occhi? Non mi dire che ti ha detto gia' ti amo come fanno molti.." ''Frena frena frena'' le dissi cercando di farla stare zitta ''E' stato bellissimo. Arrivati sotto il mio portone stavo cercando le chiavi per aprirlo, dopo averlo aperto di colpo mi afferra dolcemente per un braccio e mi spinge dentro il palazzo. Con la schiena finisco vicino al muro. Inizia ad accarezzarmi una guancia mentre ci guardiamo negli occhi. Dopo un po mi accorgo che i nostri visi sono vicinissimi tra loro, e di colpo lui mi bacia delicatamente. Non so quanto a lungo sia durato quel bacio, il tempo sembrava essersi fermato sotto i nostri occhi'' Le spiegai tutto d'un fiato ''respira baby, e' stato dolcissimo.'' Potevo immaginare l'espressione che aveva in quel momento vale. Al posto degli occhi aveva i cuoricini. "Prima e' successo una cosa strana, mentre lo baciavo il sapore delle sue labbra mi era familiare'' Le dissi sperando che lei mi avrebbe dato una risposta ''mmmh io te lo dico che tra te e lui c'e di mezzo la reincarnazione dell'anima. Iry io ne sono stra convinta , questa cosa esiste per davvero, e tra te e Stefano e' successo'' Il suo tono in un certo senso mi spavento'. ''E' impossibile vale. Se tu dici che la reincarnazione delle anime esiste davvero, allora dovrebbe succedere a tutti non solo a pochi essere umani su tutta la faccia della terra. Doveva succedere anche tra te e Francesco e poi penso che se la reincarnazione dell'anima esiste tutti dovremmo ricordare almeno in parte chi siamo stati e cosa abbiamo fatto nella nostra vita precedente, ma io non ricordo un bel niente'' Vale sembro' riflettere alle mie parole ''Facci caso, ti piacciono molto il XVI XVIIsecolo. Non ti piace tutto il periodo storico ma bensi' due epoche ben precise quindi e' possibile che tu in una vita precedente sei vissuta in uno di questi due secoli.'' Questo suo ragionamento mi fece riflettere ''Anche a Stefano piacciono questi due periodi storici'' dissi piu' rivolta a me che a lei. "'Ecco vedi?! Forse vi siete conosciuti in uno di questi due secoli'' ''Non e' che ci capisco tanto sulla reincarnazione delle anime.'' le spiegai sincera ''beh allora oggi vai su internet quando hai tempo e fatti un po di cultura. Poi un giorno mi dirai se ho ragione o meno'' Disse con quel tono saggio che ormai conoscevo bene. ''d'accordo ma resta comunque il fatto che io non ci credo. Ora devo andare ci sentiamo.'' ''ok baby''. Terminata la telefonata, senti' mia madre entrare in casa. Guardai l'orologio digitale sul tavolino in legno. Le 14. ''iry sei a casa?" domando' mia madre in cucina ''si mamma'' le risposi mentre andavo da lei spruzzando felicita' da tutti i pori.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** La dichiarazione. ***


Quel pomeriggio dopo i compiti decisi di fare qualche ricerca sulla reincarnazione dell'anima, giusto per capirne meglio. '' La reincarnazione sembra dare speranza per la continuazione dell'esistenza della persona, che può nelle vite successive avere maggiori possibilità di conseguire la liberazione. Appare come una fonte di conforto specialmente per coloro che cercano liberazione sulla base delle proprie possibilità interiori. D'altra parte, la reincarnazione è un modo per liberarsi dalla preoccupazione del giudizio finale da parte di un Dio imparziale, e dalle conseguenze eterne che avrebbero le proprie azioni se ci fosse una sola esistenza da vivere in questo mondo. Sono stati analizzati diversi casi di reincarnazione grazie allo studioso Ian Stevenson il quale aveva dato prove sicure di questo fenomeno. E' anche possibile secondo Stevenson che una persona e' convinta di conoscere un altra persona seppur l'ha vista per la prima volta. Tutto questo e' stato osservato e misurato attraverso l'ipnosi. I suoi pazienti attraverso il loro inconscio erano in grado di ricordare eventi di una loro vita precedente.'' Restai davanti al PC con gli occhi sgranati e la bocca spalancata '' mio dio non e' possibile, se sono vissuta in una vita precedente e forse nel XVI o XVII secolo come sostiene vale, solo con l'ipnosi sono in grado di ricordare qualche evento della mia vita precedente '' Di colpo' mi venne la pelle d'oca e una strana sensazione inizio'a mettermi paura. Spensi il PC. Guardai l'orologio, segnava le 19.00 alle 19.30 avevo le prove dovevo sbrigarmi. Mi affacciai al balcone per prenderne un po d'aria. Per fortuna quel pomeriggio faceva ancora caldo ed era una splendida gionata. Molta gente stava passeggiando in lontananza verso i negozi. Andai di corsa in bagno per rinfrescarmi dopodiche' indossai alla bella e buona un jeans chiaro e una maglietta dei system. Lasciai i capelli sciolti e dopo essermi truccata e indossato i bracciali borchiati piu' quello di Stefano corsi alle prove. ''Ciao mamma vado alle prove'' La salutai mentre era occupata a parlare al telefono con la nonna seduta sul divano ''Tesoro tua nonna vuole parlare con te'' Guardai l'espressione sconcertata di mia madre ''mamma non posso sono quasi in ritardo magari stasera. Scusa la nonna da parte mia. A dopo''. Scesi come un razzo le scale. Per fortuna avevo afferrato dal comodino l'MP3 . Ascoltando gli asking alexandria mi diressi allo studio. Non era poi cosi lontano, ma ci tenevo molto alla precisione e la puntualita' faceva parte di essa. Arrivai allo studio dopo aver ascoltato per la millessima volta not the american average. Salutai i miei amici. ''puntuale come sempre'' Anthony venne ad abbracciarmi ''la puntualita' fa parte di me '' gli dissi con tono saggio e presuntuoso '' non fare la presuntuosa non sarebbe da te'' scherzo' Noemi ''spiritosa'' le cacciai una linguaccia. C'erano anche Lorenzo e Paola . ''hey iry e' da un bel po che non ci si vede'' i due amici vennero a salutarmi con calorosi abbracci ''beh direi dall'ultimo concerto, prima dell'inizio della scuola'' feci loro notare. ''gia' ne e' passato un bel po di tempo'' mi disse Paola . Lorenzo e Paola erano fratelli gemelli. Entrambi avevano 19 anni. ''beh credo che possiamo iniziare a provare. Io e iris alle chitarre elettriche , Paola al basso, Lorenzo alla batteria, e tu piccola mia canti'' Anthony sembrava un maestro che guidava i suoi alunni. "Ma Francesco non doveva venire a fare le foto'' Chiese Paola mentre prendeva il basso. Di colpo la porta si spalanco' ''Eccomi qualcuno ha nominato il mio nome?" Tutti trasalimmo per lo spavento. ''Francesco ci hai fatto prendere un cavolo di spavento.'' Gli disse Noemi . ''chiedo scusa, dai non perdete altro tempo , inizio con le foto''. Una volta presi i propri posti Anthony urlo' con tutta la sua voce ''Within temptation Faster''.La musica parti', l'adrenalina inizio' a scorrere sempre piu' rapida nelle mie vene. Ad occhi chiusi suonavo tutti gli accordi . La voce di Noemi volava forte e energica in tutto lo studio mentre Francesco scattava le foto con la sua macchina fotografica. Lorenzo suonava sempre con piu' forza la sua batteria. Al momento dei rif scatenai tutta la velocita' che mi scorreva sulle punte delle dita. Quando suonavo mi sentivo finalmente libera. Al termine della canzone gridammo tutti in coro. ''siamo stati grandi ragazzi complimenti a tutti, spaccate proprio.'' Ci demmo tutti delle pacche sulle spalle. ''Vi faro' sapere meglio il pub dove suoneremo.'' Ci disse Anthony. In quel momento mi squillo' il cellulare , era Stefano . Il mio cuore inizio' a battere forte. ''ragazzi esco un attimo fuori'' dissi loro con un sorriso ''okay'' Rispose per tutti Paola. Appena fuori risposi. ''Stefano?" avevo la voce colma di gioia ''hey piccola, come stai?" il suo tono dolce mi riscaldo' il cuore ''bene, ho appena finito di provare, tu?" ''tutto bene, io sto in giro per alcuni negozi di musica con la mia band, dove si trova di preciso lo studio dove suonate? Vorrei presentarti i miei amici magari anche ai tuoi e poi...'' si interruppe forse sorridendo, io aspettai con ansia.. ''e poi vorrei vederti, non riesco ad aspettare a domani, ho bisogno di vedere i tuoi occhi, il tuo sorriso'' pronuncio' con dolcezza. Ok mi sentivo davvero mancare in quel momento, ma per fortuna non svenni. ''beh..il mio studio in verita' e' un garage'' gli spiegai ridendo ''si trova a via panzani, appena arrivate in questa via alla vostra sinistra c'e una casa abbandonata con sotto un garage, io sto li'' cercai di spiegargli nel modo piu' semplice possibile ''ah si si ho capito, siamo vicini allora, tra 5 minuti siamo li'' ''d'accordo a dopo'' ''a dopo piccola'' mi ha chiamato piccola, pensai iniziando a saltellare come una matta. ''iry la musica ti e' andata di testa?" Mi girai di scatto Noemi mi guardava preoccupata. ''nono sono felice, perche' Stefano sta venendo qui con la sua band ha detto che vuole presentarcela'' le spiegai con gli occhi lucidi ''uh vado subito ad avvisare gli altri'' Noemi corse come un razzo verso l'entrata dello studio, sembrava anche lei felice. Di colpo si fermo' e voltandosi verso di me mi chiese se stavo con Stefano io le spiegai che quel pomeriggio dopo la scuola mi aveva baciata ma non mi aveva chiesto di mettermi con lui.Noemi sorrise dolce ''voleva vedere se avresti ricambiato il suo bacio'' le sue parole fecero svanire di punto in bianco tutta la mia felicita' che avevo provato per tutto quel tempo ''cio' significa che non mi ha baciata perche' desiderava farlo ma solo per mettermi alla prova?" Avevo quasi urlato ''ma no che dici, i ragazzi a volte sono timidi e hanno paura di baciare le ragazze che amano, lui ti ha baciata sperando che quel bacio l'avresti ricambiato. Se non si e' ancora dichiarato vedrai lo fara' , quel bacio e' stato come dire una dimostrazione per entrambi di cio' che state provando tutto qui.'' il suo tono dolce mi tranquillizzo'. Di queste cose se ne intendeva abbastanza, io invece non ci capivo nulla, come la matematica. Va be meglio tralasciare l'argomento sulla matematica. Proprio in quel momento sentii qualcuno darmi un bacio sulla guancia, mi voltai e gli occhi di Stefano illuminarono il mio sorriso riempiendomi di nuovo di gioia. ''piccola eccoci, ti presento la mia band ovvero i miei amici, Tommaso, Luca , e Luigi. Tommaso e Luca sono fratelli gemelli e hanno 18 anni , luigi e' loro cugino e ha 17 anni. Tutti e 3 mi salutarono simpatici. Ricambiai il saluto allo stesso modo. Voltandomi verso l'entrata dello studio mi accorsi che Noemi non c'era piu'. Entrati dentro inizio' un lungo giro di presentazioni e di conversazioni per lo piu' sulla musica. Usci' dallo studio alle 21.30 insieme a Stefano che aveva deciso di accompagnarmi volentieri a casa, dopo aver salutato gli amici. Camminavamo vicini, tra i parchi di quelle zone. A quell'ora i negozi erano ancora aperti e c'era chi come noi passeggiava nei parchi. Erano per lo piu' fidanzati, ma a nostra differenza loro camminavano mano nella mano. ''quanto mi piacerebbe stringere forte tra le mie dita la sua mano, e sentirne tutto il calore'' pensai un po' triste. Improvvisamente mi prese per mano, e iniziando a correre nel parco mi spinse a fare la stessa cosa. ''Dove mi stai portando?" gli chiesi seria ''vieni'' mi rispose sorridendo. Ci sedemmo su una panchina. Restammo per un po senza parlare, guandando la grande fontana a forma sferica che costeggiava al centro del parco. Le persone che vi erano, erano tutte coppiette. Mentre ero persa con lo sguardo nei loro sorrisi, senti' una mano calda stringere la mia con dolcezza. Mi voltai verso Stefano, che mi stava fissando serio. I suoi occhi sotto i raggi chiari della luna assunsero una sfumatura argentata rendendoli ancora piu' chiari e limpidi ''C'e una cosa che vorrei dirti da un po di tempo, ma pensavo che era troppo presto per poter dire certe cose...'' Osservai attentamente la sua espressione. Era decisa ,determinata. Di solito i ragazzi quando devono confessare delle cose sopratutto sul campo dell'amore diventano timidi ed impacciati. Lui no. Lui era completamente l'opposto . ''Iris, io mi sono innamorato di te, sono follemente innamorato di te. Avrei voluto tanto dirtelo gia' dal primo giorno di scuola, quando i nostri occhi si sono visti per la prima volta nel cortile, ma pensavo che mi avresti considerato un pazzo . Senza di te da quando ti ho conosciuta e' come se dentro mi sentissi vuoto. Non mi era mai successo prima d'ora una cosa del genere. Eppure e' come se mi mancava da tempo una parte di me, e sapevo allo stesso tempo che questa meta' si trovava a Firenze. Quando ti vidi nel cortile di colpo mi senti' completare interiormente. Forse ti sembrera' strano questo che ti sto per dire ma quando ti vidi quella mattina, quando guardai i tuoi occhi, mi e' sembrato di conoscerli da una vita'' Le sue parole mi paralizzarono del tutto. ''Iris io ti amo''. Quelle parole finirono ancora di piu' di paralizzarmi. Stavo sognando o per davvero Stefano si era dichiarato?. Non riuscivo piu' a sentire il battito del mio cuore. La gioia che scorreva in tutto il mio corpo era tanta che mi avrebbe fatta scoppiare in lacrime se non mi sarei trattenuta. "'Stefano'' dissi con gli occhi lucidi ''iris, non prendermi per pazzo o per psicopatico'' disse prendendo tra le mani il suo viso. Di colpo mi parve cosi' piccolo tra le sue mani. ''certo che non lo faro'' Sorrisi dolce. I nostri visi si avvicinarono tra loro. I nostri respiri si fecero sempre piu' forti. Le nostre labbra si unirono di nuovo tra loro. Questa volta il bacio fu' passionale, carico di dolcezza , e piu' lungo. Proprio in quel momento, mentre ci scambiavamo quel delicato bacio, le foglie degli alberi si mossero al fruscio del vento, quasi volessero dichiarare attraverso una danza il nostro amore. Gia' l'amore, quel sentimento strano, complicato, difficile da comprendere a volte anche per il cuore. L'amore che seppur sia un sentimento complicato, unisce tra loro due corpi e due anime trasformandoli in un unica sostanza, che vive solo di felicita'. E quella sera anche noi fummo uniti dall'amore in quell'unica sostanza inseparabile. Anche io per la prima volta quella sera avevo provato la vera felicita'. Quale? Sapere che al mondo c'e una persona per la quale si e' speciali.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Un'intera giornata insieme. ***


Il giorno seguente la sveglia suono' alle 7.00. Mi alzai energica dal letto, e dopo essermi sgranchita bene, andai fuori al balcone per prendere un po d'aria. L'aria di prima mattina mi piaceva molto, era fresca e pulita dallo smog. Anche quella per fortuna era una bella giornata di sole, anche se il caldo non ne voleva sapere nulla di andarsene. Il lontananza il suono delle campane della chiesa annunicavano l'inizio della prima messa domenicale . Tornata in camera, suono' il cellulare sulla scrivania. Era un messaggio di Stefano. ''Buongiorno piccola, spero che sei sveglia, non vedo l'ora di condividere questa splendida giornata insieme a te''. Le sue parole mi fecero ripensare alla sera precedente, alla sua splendida dichiarazione, al suo tono serio e profondo e al suo sguardo determinato. A differenza di tutti i ragazzi stupidi e superficiali Stefano si era dichiarato come un vero e proprio uomo. Dopo che Francesco mi aveva lasciata promisi a me stessa di fidanzarmi con un ragazzo serio e responsabile . Stefano era proprio il tipo di ragazzo che sognavo ogni notte ad occhi aperti prima di andare a letto. Gli risposi, dopodiche' andai in bagno per lavarmi. Per fortuna paolo stava ancora dormendo. Tutte le domeniche si svegliava sempre alle 12.00. Dopo essermi lavata andai a vestirmi. Indossai un jeans leggero blu elettrico, e una lunga maglietta bianca a maniche corte con teschi neri. Mi truccai di nero sugli occhi e piastrai i capelli. Dopo essermi preparata scesi giu' in cucina per fare colazione. La sera precedente dopo essere tornata a casa mia madre aveva letto sul mio volto una strana emozione e io non potei non raccontarle di essermi fidanzata con Stefano. Lei subito divenne felice per la gioia, e di certo l'aveva raccontato anche a mio padre. In cucina lo vidi seduto a capo tavola che leggeva il giornale e mia madre che preparava il latte . "Buongiorno'' dissi con un sorriso. Di colpo fui pervasa dall'imbarazzo. Dovevo loro dire dove sarei andata quella mattina e con chi. ''Buongiorno tesoro'' Mi risposero i miei. ''Come mai ti sei preparata? Dove devi andare questa mattina?" chiese mia madre con un dolce sorriso ''Ecco beh..'' Come immaginavo l'imbarazzo non riusci' a farmi aprire bocca. Che cavolo ma perche' mi succedeva ogni volta che dovevo parlare di Stefano? I miei genitori mi guardarono con aria interrogativa , in attesa che continuassi . ''Questa mattina stefano viene a prendermi alle 9.30, vuole portarmi all'agriturismo le macine, me l'aveva chiesto gia' da un paio di giorni'' Riusci' a dire cercando di non balbettare. I miei genitori mi guardarono stupiti ''Le macine da come dicono molti e' il piu' bell'agriturismo presente qui a Firenze '' noto' mia madre ''e anche il piu' costoso'' Aggiunse mio padre ''gia'' pensai colma di felicita'. Mi sedetti a tavola facendo colazione con latte macchiato e brioche al cioccolato. ''Tesoro parlaci un po di questo ragazzo'' Fu mia madre a interrompere il silenzio con questa frase. Il mio cuore sussulto', pensando che se avrei loro raccontato chi era veramente sarebbero svenuti ''Stefano e' arrivato quest'anno nella mia classe. Parlando mi ha raccontato che la sua famiglia discende da una ricca famiglia di borghesi vissuti intorno al 1400 ed erano anche amici dei medici. I suoi zii prima della sua nascita avevano comprato una villa risalente al 1600, infatti i suoi genitori prima della sua nascita si trasferirono li, dove festeggiarono anche il suo battesimo'' I miei genitori mi guardavano a bocca aperta ''E' un nobile?"chiese mia madre con un filo di voce ''In un certo senso si, nella mia classe a quanto pare nessuno lo sa, penso che lo sanno solo i professori dal modo con cui si comportano con lui'' Quelle parole mi fecero venire stranamente la pelle d'oca. I miei genitori continuavano a guardarmi con stupore. Di certo dovevo avere la loro stessa espressione quando l'avevo scoperto per la prima volta. Proprio in quel momento suono' il citofono. Corsi a rispondere cercando di non andare a sbattere da nessuna parte. ''Piccola sono io, sei pronta?" La sua voce mi fece schizzare di gioia ''Sono prontissima, scendo subito''. Afferrai una felpa color crema dall'appendi abiti e salutando i miei genitori con baci sulle guancie corsi su per le scale. Appena mi vide arrivare, Stefano scese dalla sua moto e mi venne incontro. Quella mattina indossava un pantalone grigio scuro con una catenina nel lato, converse nere e una maglietta nera dei metallica. Era bellissimo. Vedendolo mi si mozzo' il fiato. Arrivato vicino a me, mi prese le mani stringendole con delicatezza, e con un sorriso mi guardava negli occhi. Perdendomi di nuovo nei suoi occhi il cuore inizio' a battere forte. Non sapetti resistere e lo baciai con foga. Stefano fece un verso seducente. Mentre lo baciavo la mia mente non faceva altro che ripetere ''mmmm e ancora mmm ''. ''Ti sei svegliata proprio di buon umore questa mattina" noto' accarezzandomi i capelli . Sorrisi. ''Dai andiamo, vedrai quando arriveremo nell'agriturismo resterai a bocca aperta'' il suo sorriso annunciava qualche sorpresa . Saliti sulla sua moto strinsi le mie braccia intorno alla sua vita e appoggiando la testa sulla sua schiena , assaporavo il fresco venticello che mi rinfrescava il viso scompigliandomi i morbidi capelli. Che bella quella sensazione. Che bello poter condividere la propria liberta' con la persona che si e' sempre desiderati poter incontrare un giorno nella propria vita. E' bello sentirsi liberi, ritrovarsi in quella liberta' pulita. Un po come gli uccelli, sono liberi di volare ovunque, e io al fianco di stefano mi sentivo libera proprio come un uccello. L'agriturismo le macine si trovava tra alcune colline, a circa 4 km dal centro storico di Firenze. Appena parcheggiammo la moto nel grande giardino che offriva, fui attirata dalla bellezza del posto. L'agriturismo era costruito in stile rinascimentale , infatti in lontananza notai alcune ville risalenti al 1400. Era costeggiato da tanti oliveti e frutteti dalle varie dimensioni. Sembrava di trovarsi in una villa. Talmente presa dalla bellezza di quel posto, non riuscivo a sentire la voce di Stefano, fino a quando mi prese per un braccio entrando nel mio campo visivo. ''Bello vero?" mi chiese con un sorriso ''Non ho parole Stefano, e' stupendo '' Non riuscivo a trattenere la gioia. ''Ho preferito venire qui visto che ad entrambi piace molto l'antichita', inoltre questo agriturismo e' stato costruito copiando alla perfezione l'arte rinascimentale'' Inizio' a dirmi mentre camminavamo mano nella mano verso l'entrata. La porta di ingresso era identica alle classiche porte rinascimentali, in legno lavorato. Anche l'interno era stupendo. Era una piccola sala molto accogliente, con divani e tavolini in legno sui quali c'erano dei giornali e riviste. Sembrava di ritrovarsi davvero nel 1400. Da dietro il banco della reception usci' una donna sulla 30. Indossava una camicia e una gonna elegante. La tipica divisa delle reception . Appena ci vide ci rivolse un caloroso saluto ''Salve ragazzi desiderate?" ''Salve, ho chiamato pochi giorni fa prenotando una giornata insieme alla mia ragazza" . Appena pronuncio' ''insieme alla mia ragazza" mi senti' svenire. ''Oh ma certo lei e' il figlio dei Gentile, prego non vi facciamo aspettare altro tempo, questo e' il programma che avete scelto'' La donna ci consegno' un figlio con il programma. ''Ho scelto io il programma di questo oggi spero non ti dispiaccia'' mi chiese un po triste ''nono tranquillo'' risposi con un sorriso. ''Perfetto allora iniziamo ad andare'' disse Stefano alla reception ''volete prenotare anche una camera?" quella sua domanda ci fece crollare nell'imbarazzo piu' assoluto. ''Nono grazie'' le rispose Stefano con il viso in fiamme. Ci dirigemmo in un altro giardino, molto piu' bello di quello precedente. Al centro c'era un enorme fontana di marmo, identica a quelle presenti nei giardini dei castelli. Tante aiuole e fiori erano sparsi nel giardino. C'erano vari tipi di fiori, e alcuni di quelli non li avevo mai visti. In lontananza davanti a noi c'era un secondo piano con tante finestre in legno. ''Li ci sono le stanze per riposare'' mi spiego' con un dolce sorriso. Tante colonne come nei giardini di corte sostenevano quel piano. Intorno alla fontana c'erano alcune panchine sulle quali ci si poteva sedere facendosi cullare dalla pace di quel posto. ''Come puoi notare questo agriturismo e' ubicato in un casale del XVI secolo'' mi spiego. ''E' molto antico'' Notai mentre continuavo a guardarmi intorno con stupore e meraviglia. ''Come mai non c'e ancora nessuno a quest'ora?" gli chiesi di colpo notando solo in quel momento che gli unici in quel agriturismo eravamo io e lui. ''Di mattina non viene quasi nessuno di pomeriggio e di sera c'e molta gente invece''. Improvvisamente caccio' dalla sua tasca un lungo panno di seta nera.''Cosa ci devi fare?" gli chiesi stupita ''shh, devo bendarti!" Mi disse posando un dito sulle mie labbra ''E' perche'?" ero ancora stupita ''Devi vedere una cosa" il suo sorriso era ancora sulle sue labbra. Mi lasciai bendare, e guidandomi con le mani sulle spalle camminammo per alcuni minuti verso non so dove. Mi tolse la benda ''apri' gli occhi" mi disse in un orecchio. Davanti ai miei occhi si estendeva una piccola cascata, la quale scorreva veloce e possente battendo sulle pietre. Tanti alberi si estendevano davanti a me, le cui foglie si muovevano pigre al dolce fruscio del vento. Stavo quasi per mettermi a piangere per l'emozione. Quel piccolo bosco era fantastico, e per la prima volta sembro' di trovarmi in paradiso. Le lacrime scivolarono dolci sulle mie guancie. ''Stefano e' bellissimo Dio santo'' Lo abbracciai forte. Lui stringendomi forte a se mi accarezzava i capelli . ''Ma e' troppo per me'' gli dissi restando tra le sue braccia ''Perche' dici cosi?" separandosi dal nostro abbraccio mi guardo' preoccupato. Divenni rossa per l'imbarazzo ''Beh, stiamo insieme da poco, e poi non ho mai ricevuto da un ragazzo un regalo del genere'' Di scatto voltai il viso verso la cascata. Altre lacrime stavano per uscire ma questa volta erano di dolore . ''Iris, per me e' come se ci conoscessimo da una vita, e poi c'e sempre una prima volta no?" mi chiese voltando il mio viso verso di lui. Lo guardai dritto negli occhi. Anche i suoi occhi erano lucidi. ''Ti amo Stefano" Lo baciai ad occhi chiusi. Lui mi strinse a se ricambiando con la stessa foga quel bacio ''Anche io piccola mia'' le sue parole risultarono calde al mio orecchio . ''Vediamo se riesci a prendermi" Di colpo le sue parole mi risvegliarono da un lungo sonno. ''Come hai..?" ma non riusci' a terminare la frase che subito inizio' a correre tra gli alberi come un bambino. ''Stefano aspettami'' gli gridai ridendo come una matta. Iniziammo a correre saltellando su alcuni enormi sassi, oltrepassando in questo modo la cascata. Correvamo tra gli alberi ridendo. Sembrava essere ritornati bambini. ''Non riuscirai a prendermi" continuava a ripetermi con le guance arrossate per la corsa. Ad un certo punto nonostante la stanchezza non mi arresi e aumentai la velocita'. Stavo quasi per prenderlo per la maglia ma subito perdemmo entrambi l'equilibrio cadendo su un enorme prato pieno di margherite e rose. Caddi su di lui tra le sue braccia. ''Preso'' dissi con aria di vittoria. ''Cosa vorresti come ricompensa?" mi chiese alzando le sopracciglia senza smettere di sorride. ''Voglio restare per sempre con te'' pronunciando quelle parole il mio cuore inizio' a battermi forte. Avevo sempre desiderato poter dire al ragazzo che avrei amato un giorno queste parole ma per paura non l'avevo mai fatto. Invece quel giorno riusci' a dirle come se niente fosse. Stefano mi strinse forte a se ''Cosi' sara' '' le sue parole mi riempirono gli occhi di lacrime. I suoi occhi si persero cosi' nei miei, percorrendo quel lungo viaggio che rende due persone speciali. Le nostre labbra si sfiorarono dolcemente. Quel sapore zuccheroso cosi familiare e lontano di colpo si fece cosi vicino attraversando le porte segrete del mio cuore. ''Resteremo inseme'' Il suo tono serio e deciso mi colpi' di una strana gioia. Cosi' restammo tra le braccia dell'altro sotto un caldo sole di prima mattina e tra il verde della natura.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Concerto. ***


Era passata una settimana da quella splendida giornata, e io, la portavo sempre nel mio cuore vivendola dentro di me ogni giorno. Il 3 novembre era arrivato e quella sera io e la mia band dovevamo esibirci al Dublin uno dei piu' alternativi pub di Firenze. Di pomeriggio ci incontrammo tutti nello studio intorno alle 16.00, il concerto iniziava alle 20.00. Tutti e 5 non vedevamo l'ora di iniziare a spaccare un po, anche se io morivo un po di ansia come tutte le altre volte. ''Bene ragazzi mancano solo 4 ore..'' Anthony fu interrotto da Lorenzo ''La batteria nel locale gia' c'e per fortuna dobbiamo portarci solo le chitarre'' ''E' il microfono?" chiese Noemi mentre si allacciava uno stivale nero in pelle, quella sera dovevamo essere tutti trasgressivi. ''C'e anche il microfono non ti preoccupare'' le rispose. Per quella serata indossai un pantalone nero lucido con una cintura borchiata, e una camicia sempre nera con teschi brillantinati in argento. Avevo piastrato alla perfezione i capelli rossi che andai a rifarmi qualche giorno prima, e truccai al solito modo. Naturalmente lo smalto nero e gli anelli non potevano mancare. Anche gli altri ragazzi si erano vestiti piu' o meno come me, eccezione per Paola che aveva indossato una gonna viola elettrico e un fuso' nero lucido. Dedicammo un po di tempo per accordare le chitarre, dopodiche' Francesco arrivato sempre in ritardo inizio' a farci qualche foto mentre fingevamo di suonare, e antony le carico all'istante sul nostro sito. Dopo 5 minuti gia' ebbero 100 visualizzazioni . Eravamo molto felici quella sera, del resto era cosi quando dovevamo esibirci. Stefano mi aspettava con alcuni suoi amici direttamente al locale. Arrivammo al Dublin alle 19.30. Era la prima volta che ci esibivamo li dentro. Era un locale moderno direi molto rock , frequentato dai soli giovani alternativi come noi. All'entrata c'erano tanti tavolini posti in due file a sinistra e a destra, molti dei quali erano occupati. In fondo c'era il barman . Appena videro arrivarci molti di loro ci applaudirono con sorrisi. Molti ragazzi antony li conosceva e per un po resto' a parlare con loro ''Non vedo l'ora che suonate , spaccate proprio'' gli disse un ragazzo emo. Mi guardai intorno con la speranza di trovare Stefano o qualche suo amico, ma non vidi nessuno. Cercai di non restarci male , di sicuro sarebbe arrivato. Senza pensarci piu' di tanto salimmo sul palco che avevano allestito fuori al giardino. Era coperto da un grande tendone da gazebo color blu elettrico. In fondo c'erano tanti tavoli e posti a sedere che di volta in volta venivano occupati da molti ragazzi. Alcuni di loro li riconobbi e li salutai con emozione. Altrettanto loro ricambiarono con la stessa enfasi . Mentre ci stavamo posizionando sul palco comparve Stefano sulla soglia con i suoi amici Tommaso Luigi e Paolo. Con loro c'era anche un altro ragazzo che non conoscevo. Mi salutarno emozionati di vedermi suonare. Era la prima volta che mi vedevano all'opera. Stefano mi saluto' con un sorriso. Quella sera sembrava ancora piu' bello delle altre volte. Indossava anche lui una camicia nera sbottonata ai primi due bottoni, un pantalone bianco con la solita catenina in un lato e le converse nere. Inoltre aveva piastrato alla perfezione i suoi splendidi capelli, tanto era lungo il ciuffo che gli copriva quasi l'occhio sinistro. Vederlo mi fece placare l'ansia. "Questa sera suoneranno i black angels''Grido' Anthony al microfono. Tutti applaudirono urlando di gioia, altri con versi metallari. "'Within temptation the last time'' Di nuovo applausi poi la musica parti. La voce di Noemi risuonava nel locale forte ed energica. Era sicura di se e cantando a volte sorrideva al pubblico. Io suonavo al fianco di Anthony come sempre con gli occhi chiusi. Ogni tanto li aprivo per vedere Stefano che da lontano seduto a un tavolino con gli amici mi sorrideva. Le mie mani sembravano muoversi da sole, con tanta energia. L'adrenalina scorreva nelle mie vene alla stato puro. Al momento del finale noi chitarristi saltammo sul palco concludendo la canzone con alcuni rif per colpire di piu' . Infatti tutti iniziarono ad applaudire con tanta energia. ''Prossima canzone rip of the wings of a butterfly'' Quella canzone fu apprezzata ancora di piu' perché' molti ragazzi si alzarono dai tavolini iniziando a ballare come matti. Suonavamo con tutta l'energia che ci scorreva nel sangue. Mi sentivo libera, come se attraverso la chitarra riuscivo a cacciare tutti i pensieri negativi dalla mia mente e a colmare i vuoti interiori. Anche Stefano si alzo' dal tavolo e inizio a ballare con gli amici. A stento riusci' a trattenere una risata. Anche quella canzone fu terminata con un lungo rif che feci da sola . Tutti mi applaudirono gridandomi "sei bravissima Iry'' Sorrisi soddisfatta. La canzone successiva come conclusione fu knights of cydonia dei muse cantata da antony . A tutti piacque appena l'aveva annunciata Anthony . A poco la volta molti si alzarono e spingendo indietro i tavolini iniziarono a saltare abbracciati. Stefano saltava come un matto e i suoi amici non erano da meno. In quel locale dovevano essere quasi 100 ragazzi. Ci furono alcune parti dove cantammo io e lui. Al momento dei rif scatenammo la nostra energia iniziando a saltare. La mia mano scivolava sulla tastiera come un razzo. Finito di suonare per loro suonammo anche un altra canzone notte the American average dei asking Alexandria. Anthony se la cavava bene anche con il growl. La parte al pianoforte fu messa sul CD. Era la mia parte preferita. Romantica e triste. In quel momento io e Stefano restammo a guardarci negli occhi, senza sorridere o fare gesti. I nostri occhi si persero tra loro comunicandosi tutto, sorrisi e lui ricambio. Al finale tutti ci applaudirono. Noi sul palco ricambiammo gridando in coro ''black angels'' scesi sul palco, i ragazzi ci vennero vicino abbracciandoci e gridando a causa della musica che avevano messo ''Siete stati forti complimenti'' ''i black Angeles avranno successo un giorno proprio come tutti i gruppi famosi'' urlo'una ragazza che era salita su una sedia. ''e' un po matta'' ci disse un ragazzo notando le nostre facce preoccupate. ''L'ho notato'' disse Paola mentre si aggiustava il piercing al labbro inferiore. Stefano mi venne incontro abbracciandomi forte ''sei stata bravvissima piccola mia'' mi disse felice. Non l'avevo mai visto cosi felice, persino le lacrime gli uscirono dagli occhi ''Stefano ma stai piangendo?" gli chiesi ridendo ''sono emozionato. Sai suonare benissimo, davvero sei brava.'' Mi bacio' stringendomi a se. Qualcuno vicino a noi ovvero i nostri amici gridarono un uuuuh e noi imbarazzati ci guardavamo intorno. Terminato il nostro concerto ci salutammo tutti all'uscita del locale. Era l'una e Stefano mi accompagnò a casa con la sua moto. Per le strade non c'era nessuno, soltanto ragazzi fuori ai locali. Arrivati sotto il mio palazzo, apri' il portone. Mi voltai verso Stefano che mi guardava con uno strano sorriso sulle labbra. Il cuore come al solito inizio' a battermi forte come una centrifuga. Nessuno dei due riusci' a resistere a quei sorrisi ricambiati. Di colpo mi ritrovai con la schiena appoggiata al muro, Stefano davanti a me teneva poggiate le mani sopra la mia testa. Continuavamo a guardarci intensamente negli occhi fino a quando le sue labbra non premettero con foga le mie. Quanto desiderai quel bacio. Lo strinsi a me mentre le sue mani mi accarezzavano dolci il viso fino a scivolare giù sul collo, a quel tocco senti un brivido per corrermi dietro la schiena. Le sue labbra continuavano a sfiorare dolci le mie. Dopo un po ci separammo da quel bacio. Mi sorrise accarezzandomi una guancia. Ricambiai quel sorriso cosi' protettivo e sicuro. ''Ti amo e non smettero' mai di dirtelo irys'' il suo tono cosi intenso e profondo mi fece venire la pelle d'oca. ''Ogni volta che guardo i tuoi occhi castani cosi dolci e caldi sembra di conoscerli da una vita, non so perché mi fai provare questa strana sensazione, e' come se io gia' ti avessi conosciuta molto tempo fa, ma in realta' non e' cosi.'' Quelle parole mi colpirono profondamente ''Stefano, anche a me e' successo la stessa cosa , ogni volta che guardo i tuoi occhi mi sembra di ricordarli, come se gia' li avessi visti ma in realta' e' la prima volta che li vedo'' le mie parole lo fecero riflettere ''forse io e te ci siamo incontrati in una vita passata iry. Forse nelle epoche che a noi picciano'' i suoi occhi si illuminarono di una strana luce ''gia' lo penso anche io'' risposi dandogli un bacio. Quella e' stata la serata piu' bella della mia vita, la piu' intensa serata trascorsa in compagnia e poche volte mi sentivo a mio agio tra tante persone. Solo ai concerti. La piu' bella serata trascorsa con Stefano.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** A casa di Stefano per la prima volta. ***


Era trascorso un mese dal concerto, il tempo sembrava trascorrere cosi velocemente impedendo alle persone quasi di vivere con piacere i propri momenti piu' belli. Io e Stefano ci innamoravamo sempre di piu' dell'altro. Le emozioni che provavo per lui non le avevo mai provate per nessun altro ragazzo.. Emozioni forti al tempo stesso strane, avevano colpito il mio cuore fin dal primo giorno che lo avevo visto nel cortile della scuola. Il desiderio di baciarlo, toccarlo, sembrava aumentare sempre di più. I suoi occhi cosi belli, avevano rapito il mio piccolo cuore innamorato. I suoi occhi sempre lucidi di emozioni mescolate tra loro, avevano illuminato la mia anima. Mi sentivo bene al suo fianco , protetta tra le sue braccia, e sicura quando ascoltavo il battito del suo cuore. Ero innamorata di lui. Lo ero davvero, e per la prima volta. Quel giorno era il 3 dicembre e Stefano decise di portarmi per la prima volta a casa sua. Appena me l'aveva detto durante la ricreazione stavo morendo per la gioia, persino vale aveva gli occhi lucidi. Dopo la scuola andai a mangiare a casa della mia migliore amica. Abitava nel viale donato giannotti, molto classico . Suo padre era imprenditore. ''Devi raccontarmi tutto tra te e lui, voglio sapere tutto cara mia'' mi disse mentre bussava il citofono. Il suo palazzo era diverso dal mio. Era molto piu' grande e le mura erano meno antiche di quelle del mio palazzo. ''Chi e'?" Chiese sua madre ''Mamma siamo io e iry, stiamo salendo". Mi piaceva molto casa sua. Non era a due piani come la mia , ma molto grande. Appena entrammo sua madre venne a salutarci con un caldo sorriso. Si chiamava Lorenza e aveva quasi 40 anni. ''Ciao lorenza'' salutai ricambiandole il sorriso ''ciao iry come stai?" mi chiese mentre si puliva gli occhiali con un fazzoletto ''bene e tu?" ''oh bene, per il pranzo ci vuole un po di tempo devo aspettare tua nonna. Oggi viene anche lei a mangiare da noi'' disse rivolta alla figlia ''tranquilla mamma, aspettiamo in camera mia''. Appena entrate in camera sua lasciai lo zaino vicino alla scrivania , gettandomi sul letto come un sacco di patate. La sua camera era arredata nel mio stesso stile. Aveva molti poster dei nostri gruppi musicali preferiti per lo piu' dei green day. ''Non rompermi il letto sacco di pulci'' mi disse mentre posava lo zaino vicino all'armadio ''io sacco di pulci? Non sono un cane'' le dissi facendo un broncio ''Scherzo scema, dai raccontami un po, aggiornami sulle news'' disse sedendosi sul letto. ''Ti puzzano i piedi'' le dissi scherzando ''Ah davvero? Vuoi odorare meglio i miei calzini?" Mi chiese con occhi socchiusi ''No non ci tengo grazie'' ''Allora? Dai raccontami" mi chiese spazientita ''Ma cosa ti devo raccontare se sai tutto?!" le feci notare alzando gli occhi al cielo. Vale inizio' a toccarsi una ciocca di capelli, e sorridendo maliziosa mi chiese ''Ci sono cose che devi raccontarmi'' io capi' subito cosa voleva intendere e arrabbiata le dissi di smetterla. ''Dai tra di voi non e' successo ancora nulla in quel senso?" Mi domando' curiosa. ''No, e poi stiamo solo da tre mesi insieme e' molto ma molto presto'' le dissi seria ''se con te un ragazzo morirebbe'' sbuffo'. Vale era davvero una brava ragazza, gentile educata onesta ma quando parlava di certi argomenti era una porca per eccellenza. ''Non posso farci nulla se non sono come te cara'' le dissi sbuffando questa volta io. ''Dai scherzo iry, lo sai, ognuno fa cio' che si sente di fare al momento giusto, non ti sto dicendo che devi farlo con lui se non te la senti, non mi permetterei mai di dirti una cosa del genere, tranquilla'' questa volta anche lei era diventata seria. ''Allora smettila di dire certe cose cara mia'' le dissi sorridendo ''OK promesso. Ah ma stamattina vi ho sentito parlare di una cosa che mi ha incuriosito tanto, devi andare a casa sua e non mi dici nulla eh? Meno male che non avevi news da raccontarmi'' disse alzandosi dal letto per prendere il cellulare dalla scrivania. ''Dovevo dirtelo per forza?" le chiesi alzando le sopracciaglia ''eh certo cara, io devo...'' ''sapere tutto'' conclusi io la frase. ''Viene a prenderti a casa mia?" mi chiese mentre scriveva un messaggio ''si, spero che non ti dispiace se gli ho detto il tuo indirizzo'' le chiesi improvvisamente assalita da un senso di colpa. ''No stai tranquilla, comunque anche io oggi non ci sono Francesco mi viene a prendere alle 17.00, vado da lui e poi di sera andiamo al cinema'' le si riempirono gli occhi di gioia tanto che inizio' a fantasticare dolcemente per un bel po mentre io alzavo di continuo gli occhi al cielo. ''Stefano viene a prendermi alle 16.30" le dissi appena aveva finito di sdolcinare da sola ''Perfetto ''. Sentimmo bussare alla porta della sua camera ''si?" La porta si apri' e sulla soglia comparve la madre ''Ragazze e' pronto se volete venire a mangiare , e' arrivata anche tua nonna'' il sorriso di Lorenza era sempre stato dolce e caloroso, non riuscivo ad immaginarla diversamente fredda o dura con la propria figlia. Non lo era mai stata. Alle 16.30 del pomeriggio Stefano venne a bussare al citofono di vale. Ando' a rispondere Lorenza mentre io e vale stavamo parlando fuori al terrazzo sedute su delle sedie da giardino. Lorenza comparve sul terrazzo avvisandomi che Stefano mi stava aspettando giu'. Anche lei sapeva che mi ero fidanzata. Andai a prendere lo zaino in cameretta, e dopo aver salutato anche la nonna di vale che era in cucina scesi giù per le scale , frenetica e con un gran desiderio di vedere casa sua. Appena mi vide corse a baciarmi. Gli gettai le braccia al collo ricambiando quel dolce bacio. Aveva indossato vestiti diversi rispetto a quella mattina. Indossava un jeans chiaro e una felpa dell hard rock bianca e converse azzurre. ''Già ti raccontai che avevo detto subito ai miei di essermi fidanzato con te, e loro proprio ieri avevano deciso di volerti vedere, per questo ho deciso che ti avrei presentata loro il giorno dopo. Non ti preoccupare i miei genitori non sono snob come forse hai pensato, sono esattamente come me'' rise a quella spiegazione e io non potei' non fare la stessa cosa. Salimmo sulla sua moto dopodiche' andammo verso casa sua. Il cuore mi batteva forte. Avevo l'ansia e allo stesso tempo ero pervasa da una strana sensazione di curiosita'. Parcheggio' la moto nel garage di casa sua. Era un garage davvero enorme, al suo interno c'erano due Audi una nera e un altra bianca. Di certo erano le auto dei suoi genitori. In lontananza vidi una chitarra elettrica nera. Doveva essere la sua visto che il nero era il suo colore preferito. Scesi dalla moto mi aiuto' a scendere prendendomi per mano. ''Andiamo?" mi chiese dandomi un piccolo bacio. Leggendo nei suoi occhi vidi che anche lui aveva un po di ansia e al tempo stesso una strana curiosita'. Io annui con un sorriso. La zona nella quale viveva era abitata dalle famiglie piu' ricche di Firenze, poiché li le case erano tante villette blu e rosse separate tra loro da piccoli giardini tutti diversi. La differenza si poteva notare anche dall'andatura e dal portamento di queste persone che passeggiavano tranquille nei parchi. Restai a bocca aperta. Sembrava un piccolo paradiso nascosto tra le mura di Firenze, al sicuro dalla società' che vi era intorno. ''Casa mia e' li vedi?" Mi indico' una villa diversa da tutte quelle che avevo visto. Per arrivarci bisognava percorrere una salita tra alcuni parchi. ''scommetto che avete il maggiordomo'' gli dissi arrivati poi davanti al cancello della sua villa. Sembrava davvero una di quelle ville nobili che avevo visto nei film. Avevo la bocca spalancata e forse piu' grande dell'imboccatura di un tunnel. Il grande cancello nero era circondato da tanti alberi di limone. La villa dall'esterno era davvero molto grande. Le sue mura erano di color bianco, e aveva grandi finestre perfettamente lucidate e pulite. Entrammo nel piccolo cortile. Mi guardavo intorno come se mi trovassi su il set di un film. Avevo gli occhi lucidi e di certo la tachicardia. Alla mia sinistra vidi un altalena da giardino e poco piu' distante un tavolino di marmo intorno al quale c'erano due sedie sempre di marmo. Alla mia destra vidi tante piccole aiuole di fiori per lo piu' rose e margherite e una piccola fontana per gli uccelli. Salimmo 3 scalini di marmo dopodiche' Stefano caccio' delle chiavi e apri' la grande porta in legno lavorato alla perfezione. ''Comunque no non abbiamo il maggiordomo , mia madre fa quasi tutto lei anche se non puo' sembrarti quando la vedrai. Abbiamo i domestici, quelli si ma mia madre adora aiutarli. Dice che bisogna essere umili e non approfittare esageratamente della propria posizione economica'' mi disse mentre apriva la porta. Dalla sua descrizione sua madre inzio' a piacermi. Appena la porta si apri' il cuore inizio' a martellarmi in petto. ''Andiamo piccola'' mi disse prendendomi di nuovo la mano. Appena entrammo le gambe mi iniziarono a barcollare alla vista di uno splendido salone tanto che stavo cadendo a terra. Stefano subito mi rialzo' ''Iris stai bene?" mi guardo' negli occhi preoccupato. Non gli avevo mai visto assumere un espressione cosi' seria e preoccupata nei miei riguardi. Io annui' ''si e' solo che non ho mai visto un salone del genere, cioè' si ma solo nei film.'' Stefano assunse di nuovo un aria felice. Mi guardai intorno cercando di non svenire. Era un grande salone arredato con mobili in legno. Alla mia sinistra c'era una grande libreria in vetro mentre alla mia destra c'era un camino in marmo vicino al quale c'erano due poltrone in tessuto rosso e al centro un piccolo tavolino con della argenteria . In alto al camino c'erano enormi quadri che ritraevano balli di fine 1600 oppure scene di caccia o di guerra. Dritto davanti ai nostri occhi occhi c'era un lungo corridoio che conduceva in altre stanze, illuminato dalla luce che filtrava dalle enormi vetrate. Proprio in quel corridoio sentimmo dei passi, e dopo poco comparvero due signori un uomo e una donna vestiti con classe. Dovevano avere suppergiu' l'eta' dei miei genitori perche'non erano anziani ma giovani. ''Salve'' dissero entrambi mentre si avvicinavano verso di noi. "Salve signori'' dissi in tono educato. Guardai meglio il loro aspetto. Il padre era vestito in giacca e cravatta e sua madre indossava un abito elegante color crema, e i suoi capelli castano chiaro risaltavano le sue guance ben truccate.Per un secondo fui assalita dall' idea di dovermi loro inchinare. La loro vicinanza mi imbarazzo' tantissimo. ''Non essere imbarazzata'' mi disse sua madre con tono dolce ma comunque aristocratico. Io sorrisi timida. ''Tu devi essere iris vero?" mi chiese suo padre con un sorriso ''si'' dissi sicura. ''E' un vero piacere per noi conoscerti iris,nostro figlio ci ha parlato di te, e aveva davvero ragione sei una ragazza molto educata'' questo complimento da parte di sua madre mi fece arrossire violentemente '' Io sono Elisabetta e mio marito si chiama Silvio '' continuo' a dirmi ''il piacere e' tutto mio signori'' dissi loro sempre con tono educato e con sguardo serio. ''Beh che ne dite di fare 4 chiacchiere insieme? possiamo andare in giardino a bere qualcosa '' propose Silvio ''per voi va bene ragazzi?" ci chiese Elisabetta mentre si sistemava una ciocca di capelli dietro un orecchio. ''Certamente'' rispondemmo noi. Insieme ai genitori ci dirigemmo nel giardino, situato dietro la villa.Era un po simile al cortile ma molto piu' grande e al centro c'era un enorme fontana. in lontananza si vedeva la Firenze cittadina. Ci sedemmo a un tavolino sotto un enorme ciliegio. I genitori fecero portare da un servitore una bottiglia di spumante e una di coca per noi. ''Allora iris parlaci un po di te'' il sorriso dei genitori era identico al suo, dolce, rassicurante e caldo. OK non sapevo perfettamente cosa raccontare di me e non sapevo neppure cosa aveva raccontato loro Stefano di me. Mettendo l'imbarazzo da parte raccontai loro un po di me. ''Abito di fronte alla chiesa di santa maria novella, mio padre e il capo di un impresa di elettrodomestici'' dissi loro ma subito fui interrotta dall'arrivo del domestico che aveva portato le bevande. come nei film indossava la classica divisa, pantalone nero e una camicia nera ben abbottonata. ''Conosciamo tuo padre, porta di cognome Esposito?" mi chiese sua madre ''si, come lo conoscete?" le domandai curiosa ''beh, a volte quando abbiamo cambiato qualche elettrodomestico siamo andati nella sua ditta, la piu' famosa di firenze ,abbiamo scambiato con lui qualche parola'' il suo sorriso mi riscaldo' il cuore come succede con stefano. ''capisco'' risposi ricambiando il sorriso ''A scuola vai bene iris? Stefano ci ha detto che vai bene'' questa volta fu suo padre a pormi una domanda. Dopo un sorso di Coca-Cola risposi che Stefano aveva detto la verita' ''ci fa piacere che vai bene, e' molto importante avere bei voti a scuola, ma non tanto per il voto, bisogna studiare per ampliare la propria cultura personale, più sai meglio e' e avrai piu' possibilita' di trovare un lavoro un domani'' questo suo ragionamento mi piacque molto. Silvio diede un occhiata al suo orologio ''ragazzi dovete scusarmi ma adesso devo lasciarvi devo andare a lavoro'' Si alzo' dalla sedia per venirmi a salutare. Mi alzai dalla sedia e ci salutammo con baci sulla guancia ''e' stato un piacere conoscerti iris, mi farebbe piacere rivederti qui'' ''il piacere e' tutto mio'' risposi con un sorriso ''anche io devo andare, Stefano ti dissi che oggi devo andare da Paola al centro per fare un po di spese '' ''certo mi ricordo'' le rispose stefano alzandosi anche lui. ''iris e' stato anche per me un piacere conoscerti, salutaci tuo padre quando torni a casa. Ah Stefano falle vedere un po la casa'' disse senza smettere di sorridere ''ok'' rispose prendendomi la mano. ''A presto ciao'' mi salutarono calorosamente e io ricambiai senza piu' alcun imbarazzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Forte emozione. ***


Aspettammo che si allontanassero, dopodiché' Stefano mi prese per mano e decise di farmi vedere casa sua sotto forma di giro turistico. La casa era ancora più' grande di quanto potevo immaginare e mi sembrava di aver viaggiato indietro nel tempo e di essermi ritrovata in una villa d'epoca. Mi fece vedere molte stanze, diverse tra di loro, persino la cucina avevo visto ed era l'unica stanza a distinguersi dalle altre per lo stile moderno con il quale era stata arredata. I mobili erano color crema mentre il tavolo era di vetro. Visitammo un altro ampio corridoio diverso per il colore giallo limone dei muri. Gli altri corridoi andavano per lo piu' in sfumature di blu o avorio. ''C'e una cosa che devo farti vedere'' mi disse mentre osservavamo il giardino da un ampia finestra. ''Cosa?" gli chiesi guardando i suoi occhi verdi. Mi prese per mano e con un sorriso mi porto' in un altra stanza. Era un grande salone diverso dagli altri per la grande quantità' di quadri appesi alle pareti color vedere scuro e per le poltrone rivestite di tessuto bianco vicino a una grande vetrata che affacciava sulla grande fontana nel giardino. ''Questi sono tutti i miei antenati'' mi disse tenendo stretta la mia mano. Guardavo tutti quei ritratti con grande meraviglia e stupore affascinata sopratutto dai loro splendidi abiti. Molti di quei suoi antenati si somigliavano tra di loro sebbene erano molti gli anni che li separavano. Mentre lui continuava a parlare dei suoi antenati spiegandomi che la sua famiglia risaliva precisamente al 1420 mi fermai davanti ai ritratti di due giovani . Il cuore inizio' a martellarmi in petto quando mi accorsi che somigliavano molto a me e a stefano. In quei ritratti dovevano avere solo qualche anno piu' di noi. Avevo gli occhi stranamente lucidi. Guardai attentamente gli occhi di quella ragazza, erano identici ai miei e quelli del ragazzo identici a quelli di Stefano pieni di vita e di determinazione . Stefano di colpo' si volto' verso di me smettendo di parlare. Con aria interrogativa si avvicinò a me e anche lui rivolse lo sguardo verso quei due ritratti ''Chi erano?" gli chiesi con voce tremante. Stefano parve riflettere con lo sguardo su quei volti identici ai nostri poi dopo un po disse con quel tono sicuro '' Loro due erano Greta e Federico vissuti nel tardo XV secolo. Erano lontani cugini appartenenti entrambi alla mia famiglia. Si sposarono giovani all'eta' di 20 anni, ed erano convinti che il loro amore dopo la morte sarebbe durato in eterno. Credevano alla reincarnazione proprio come noi,solo per quanto riguarda l'amore'' mi rivolse uno sguardo dolce. Di colpo il mio viso si illumino' ''Stefano, e se le loro anime si sono reincarnate nei nostri corpi? Guarda la loro somiglianza di viso come coincide con la nostra. Ecco perche' ci sembra ci conoscerci da una vita, Stefano loro siamo noi'' avevo le lacrime agli occhi per l'emozione. La reincarnazione esisteva per davvero. Stefano sorrise dolce e afferrandomi dolcemente per i fianchi mi bacio' appassionatamente. Quel bacio diventava sempre piu' appassionato, tanto che ci ritrovammo in camera sua, che avevo gia' visto prima. Mi stese dolcemente sul suo letto mentre lui su di me mi accarezzava con delicatezza i capelli. Le mie mani accarezzavano dolci il suo viso. Le sue labbra premevano sempre con piu' forza sulle mie scendendo sul collo, riempiendolo di baci. Improvvisamente mi ritrovai su di lui e a occhi chiusi continuavamo a baciarci con foga. Le sue mani scivolarono sotto la mia maglia accarezzandomi la schiena. Un dolce brivido scosse il mio corpo mentre le sue mani continuavano ad accarezzarmi delicatamente come se fossi un fiore pregiato. Continuando ad accarezzarsi ci sedemmo sul letto, e in questo modo mi tolse la maglia con fare dolce e con un sorriso apri' gli occhi guardando nei miei. Ricambiai il sorriso gettandogli le braccia al collo e continuando a baciarlo gli tolsi la felpa. Aveva un fisico spettacolare . La palestra faceva davvero buoni effetti su di lui. Subito tante emozioni iniziarono a mescolarsi dentro di me come una centrifuga. Mi sentivo come un fiume in piena gonfio di un'emozione che non avevo mai provato. Era una strana sensazione quella che stavo provando mentre gli accarezzavo i capelli, il petto e sfiorando le sue labbra gli occhi erano lucidi. Di colpo' si distacco' dal nostro bacio e accarezzandomi con un dito una guancia mi guardo' dritto negli occhi ''Ti amo da impazzire ''. A quelle parole le emozioni si fecero ancora piu' forti tanto che il cuore riprese a martellarmi in petto senza sosta. ''Anche io stefano'' gli dissi dandogli un bacio. "E tu sei mia'' disse ridendo stendendomi sul letto ''E anche tu sei mio'' gli dissi alzando le sopracciglia ''Farei qualsiasi cosa per te sai?" il suo tono era sempre serio. La luce che filtrava dalla finestra sopra dal suo letto gli illuminava gli occhi di un caldo bagliore rendendoli ancora piu' appassionati. Avrei dato qualsiasi cosa pur di vedere i suoi occhi in eterno. ''Qualsiasi cosa pur che tu sia felice, che provi la vera felicita', quella che ti fa star bene dentro e ti fa sentire finalmente libera'' sulle sue labbra comparve un sorriso. Lungo una mia guancia scivolo' una lacrima di gioia. Con la mano me l'asciugo' ''Non piangere'' mi disse stringendomi al suo petto. Senti' il profumo della sua pelle, cosi' fresca e dolce. Ascoltai il battito del suo cuore, cosi energico. Guardai i suoi occhi cosi pieni di vita. Sembravano conoscere ormai tutto della vita, come un grande saggio, e trasmettessero all'altro emozioni bellissime ma sopratutto voglia di vivere. Quel tipo di voglia che ti fa rinascere dentro, che ti rende una persona nuova, rinata e pronta ad affrontare con ottimismo le difficolta' che si incontrano nella vita quotidiana. Restammo per molto tempo abbracciati sul suo letto. Tra le sue braccia mi sentivo al sicuro , protetta. Guardavo il soffitto come persa in un sogno bellissimo mentre lui mi accarezzava i capelli. ''E' stato bellissimo'' la sua voce mi riporto' alla realtà . Quelle parole entrarono calde nel mio cuore quasi come una melodia. Il cuore inizio' a battermi forte per l'emozione. Certo non avevamo proprio fatto l'amore in senso completo ma cio' che avevamo fatto era stato bellissimo . ''Io penso che non conta il tempo quando stai con una persona soprattutto se la ami davvero per fare certe cose. Si fanno perche' ci si ama, solo per amore perche' ci si vuole bene... Non ho mai dato alcuna importanza al tempo'' dissi sedendomi sul bordo del letto. Senti' Stefano dietro di me sedersi anche lui e con le mani mi spinse all'indietro. La mia testa si poso' sulla sua spalla e restai a guardarlo in attesa che dicesse qualcosa. ''Anche io non ho mai dato importanza al tempo. Il tempo non fa altro che spaventare ogni giorno le persone. Si crede di avere sempre poco tempo a disposizione per fare qualcosa ed ecco che quella persona inizia a disperarsi. Non voglio pensare al tempo neppure nel campo dell'amore,perche' io penso che non e' il tempo a guidare o governare i due innamorati ma e' l'opposto. L'amore e' una cosa fantastica. Non conta il tempo ma conta soltanto l'amore che le due persone si manifestano. Il tempo puo' finire da un momento all'altro invece l'amore vive in eterno'' Le sue parole mi riempirono di lacrime gli occhi. Improvvisamente squillo' il mio cellulare. Lo presi dalla tasca dei jeans e lessi sul display del cellulare ''Casa''. Risposi incuriosita ''Pronto?" ''Tesoro a che ora vieni?" la voce di mia madre spezzo' quell'incantevole sogno durato poco. Guardai l'orologio fisso sulla scrivania di Stefano , segnava le 20. Cavolo il tempo come era volato ''Alle 21 sto a casa'' le dissi sperando che non avrebbe protestato ''d'accordo ma fatti accompagnare da Stefano mi racccomando'' il suo tono preoccupato mi rincuoro' ''Certo a dopo mamma" ''a dopo tesoro'' staccata la telefonata e rimettendo il telefono in tasca guardai Stefano che si arrotolava tra le dita una ciocca di capelli ''dove eravamo rimasti?" gli chiesi con un piccolo sorriso malizioso ''che farei qualsiasi cosa per te'' mi disse cingendomi la vita tra le sue braccia ''non stavamo parlando del tempo?" gli chiesi alzando un sopracciglio ''ma il tempo in amore non conta ti sei dimenticata?" questa volta fu lui ad alzare un sopracciglio. Sorrisi alla sua risposta dopodiche' senti' le sue labbra premere delicatamente sulle mie. Di nuovo quella strana emozione pervase tutto il mio corpo facendomi guidare dall'amore.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Amore 5 lettere, un significato intenso. ***


'Signorina Esposito vieni tu a tradurre questa frase, Rossi puoi andare a sederti, come al solito meriti il due''. Mentre mi alzavo guardai il viso abbattuto del mio amico Giancarlo che tornava al suo posto. Dopotutto cosa voleva se non studiava mai? Andai sicura di me stessa alla lavagna e tradussi la frase di greco. Ero molto brava a tradurre, mi piaceva tanto scoprire cosa c'era scritto dietro quelle frasi misteriose. ''Ottimo signorina, ecco cosi' doveva essere tradotta la frase ''la vita presenta molte difficolta' ma da queste bisogna essere forti e superarle con coraggio, Aristotele'' meriti un 8" Andai al mio posto col cuore accelerato per il nuovo bellissimo voto. Guardai Stefano seduto vicino a me al posto di vale che non stava venendo da due giorni a causa della febbre e mi rivolse un sorriso. ''Brava'' ''Grazie'' risposi ricambiando il sorriso. ''Professoressa mi scusi ma non mi sembra giusto che abbiate messo 8 a iris solo perche' ha tradotto una frase alla lavagna'' Cinzia il capo del gruppetto di oche mi guardava con odio. ''Invece mi sembra giusto perche' e' stata l'unica a tradurre la frase in questa classe. Era una frase semplice contenente tutte regole che ho spiegato quest'anno. Ragazzi non ci siamo'' Le sue parole infuriarono anche gli altri ragazzi della classe. Bene non solo gia' mi schifavano ci mancava solo questa. Peccato che Filippo non c'era quel giorno altrimenti avrebbe tradotto lui sempre a causa della febbre e nessuno avrebbe detto nulla. ''Ti odio iris'' il tono di Cinzia mi fece rabbrividire . Anche io la odiavo tanto, vale mi aveva riferito che quando mancavo in classe cercava di rimorchiare con Stefano durante la ricreazione e lei la scacciava via da lui come se fosse un brutto uccellaccio. Era la classica ragazza che se non otteneva cio' che desiderava era capace anche di uccidere qualcuno . Classico esempio di una persona eternamente infelice nonostante tutto cio' che ha. ''Se ti permetti di dirle di nuovo una cosa del genere, fai una brutta fine, ti ho avvisata.'' Le parole di Stefano la fecero trasalire dalla sedia, e senza guardami si giro' davanti. ''wow che tono minaccioso'' gli dissi a bassa voce ''E' ridicola'' disse con tono sprezzante quasi come se non mi avesse ascoltato . Al termine della giornata scolastica andai a casa di Stefano. Sarei restata con lui tutta la giornata facendo i compiti insieme. I genitori quel giorno non c'erano, erano andati a pranzo da alcuni amici e sarebbero tornati di sera. Arrivati a casa una cameriera sulla mia eta' ci attendeva nel salone, e educatamente prese i nostri zaini ''Ve li porto in camera'' ci disse con un sorriso forse un po imbarazzato. ''Ok grazie mille'' il sorriso di Stefano era sempre bello e solare. Appena se ne fu andata mentre andavano a mangiare in un ampio salone camminando in un lungo corridoio gli chiesi ''Come mai sorrideva imbarazzata quella ragazza?" ''Ha avuto una cotta per me qualche anno fa, ma non e' il mio tipo, preferisco le ragazze dolci e divertenti come te'' mi disse cingendomi la vita. Restammo per un po a guardarci negli occhi. Ebbi l'istinto di baciarlo con foga ma proprio in quel momento arrivo' un cameriere. Ci guardo' con imbarazzo ''Scusatemi ho interrotto un momento particolare'' Era un uomo sulla 50. Aveva i capelli bianchi tirati indietro perfettamente e un portamento quasi da maggiordomo ''Tranquillo Marco dimmi pure'' In quel momento Stefano assunse un portamento molto determinato. Non sembrava un ragazzo ma un uomo vero e proprio sopratutto per quella camicia bianca e il giubbotto nero di pelle. ''E' arrivata questa lettera poco fa appena i vostri genitori sono usciti di casa, e' da parte dei vostri zii d'Irlanda'' "Oh buone notizie allora'' disse prendendo dalle sue mani la lettera. Aveva uno strano sorriso sulle labbra. ''Col vostro permesso'' facendo un breve inchino usci' dal corridoio. ''Wow ci ha appena fatto un inchino '' dissi con occhi lucidi. Stefano sorrise mettendosi nel giubbotto la lettera. ''Anche lui appartiene a un antica famiglia discendente dal 1400 ma non ricca, pero' ha modi molto galanti e poi umanamente e' una persona molto buona'' Alle sue parole sorrisi anche io ''Dove eravamo rimasti?" mi chiese alzando le sopracciglia ''Ero sul punto di baciarti'' dissi con tono malizioso ''Mmmm allora voglio questo bacio'' anche lui assunse un tono malizioso. Lo baciai con foga, con tanto desiderio. Andai a sbattere con la schiena contro il muro e per un pelo non facemmo cadere un quadro. ''Oggi non ho una classica fame, ho fame di te'' Il suo tono mi fece toccare il cielo con un dito. Salimmo di corsa le scale che conducevano alla sua camera. Un'anziana cameriera ci insegui' faticosamente avvisandoci che il pranzo era pronto ''Laura non abbiamo fame, mangiate tutti voi nel salone, oggi siete liberi di trattarvi come nobili'' A quelle parole Laura si illumino' in volto e scendendo di corsa le scale gridava ''Ho sempre detto che siete un bravo e umile ragazzo proprio come i vostri genitori''. Stefano mi strinse la mano e guardandomi negli occhi entrammo in camera sua. Senza neppure aspettare che chiudesse la porta lo baciai con foga, lui diede un calcio alla porta chiudendola di botto. Scivolai dolce sul suo letto mentre le sue mi accarezzavano i capelli. Io gli accarezzavo il viso per poi scendere con le mani sul suo collo. Mi tolse la maglia con foga mentre le sue labbra continuavano a baciarmi. Iniziai a sbottonargli la camicia lentamente ad occhi chiusi assaporando ogni secondo di quel magico momento cosi irreale da sembrare solo un sogno. Gettai la camicia a terra senza neppure rendermene conto. Stefano venne su di me e abbassando le spalline del mio reggiseno mi riempiva di baci sul collo. Le miei mani scivolavano dai capelli alle sue braccia robuste per poi ritornare ai capelli. Mi volto' di lato iniziando a baciarmi lungo la schiena. Quel momento carico di amore speravo che sarebbe durato a lungo. Togliendomi il reggiseno inzio' a baciare il mio seno con piccoli baci. Provai un certo imbarazzo quando le sue labbra iniziarono a baciarmi il seno ma subito ando' via sostituito da forti emozioni identiche a quelle provate quasi un mese precedente. Dolci brividi dietro la schiena mi cullavano trasportando la mia anima al paradiso. Gli sbottonai la cintura dei suoi pantaloni e abbassandoglieli notai a stento che lui stava facendo la stessa cosa. Dopo un po riaprì gli occhi e mi accorsi che se li era tolti mentre il mio era solo sbottonato. Non riuscivamo a smettere dopotutto l'amore che ci univa era forte cosi intenso che niente e nessuno ci avrebbe mai fatto del male. A volte e' così strano, si conosce una persona per la prima volta e solo guardandola dritto negli occhi si e' convinti di conoscerla da un eternita'... Poi ci si frequenta per un po e questa persona ti confessa di essere innamorato di te dal primo giorno che ti ha vista, senza dare alcuna importanza al tempo perche' il tempo non ha alcuna importanza, il tempo non conta, conta solo una cosa, che l'amore che questa persona ti confessa sia sincero e per capirlo basta solo guardare con l'anima i suoi occhi e non con la mente, andare al di la' delle emozioni che esprimono ma scovare in essi la verita', quella verita' che puo' far male pungendo come un pezzo di vetro il tuo cuore, oppure puo' far bene facendo vivere e rinascere la tua anima. Perche' l'amore ti fa vivere perche' l'amore ti fa rinascere ti fa sentire una persona diversa. Quando si sta con la persona che si ama non si da più importanza a cio' che ti circonda, ma dai importanza solo alla persona al proprio fianco. Si l'amore fa questo effetto.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Gli zii d'Irlanda. ***


''Caro Stefano, io e tuo zio Ferdinando sentiamo molto la vostra mancanza , sopratutto di nostro nipote. Come ben sai ogni anno organizziamo una grande festa qui all'antico palazzo dei Venier e siamo molto lieti di invitarvi. Naturalmente anche quest'anno la festa e' ambientata nel 1700, una autentica festa di quell'epoca, alla quale parteciperanno i personaggi piu' famosi che noi Gentile conosciamo. Una novità e' presente, ci sara' un ballo quindi Stefano porta con te se vuoi una tua amica o fidanzata se ce l'hai, saremo lieti di conoscerla. La festa si terra' il 20 Gennaio, quando ti arrivera' questa lettera sara' esattamente un mese. A presto nipote, ti manda un dolce saluto anche lo zio. Saluta i tuoi da parte nostra. Tua zia Rosa.'' Stefano aveva appena finito di leggere la lettera con occhi lucidi, mentre io non credevo alle mie orecchie. ''Un ballo?" Chiesi piu' a me che rivolta a lui. Stefano si alzo' dalla sedia in legno della sua scrivania e inchinandosi a me prese la mia mano. Sembrava un ragazzo proprio di quell'epoca. ''Signorina Iris, sarebbe grata di partecipare ad un gran ballo stile 1700 con me un nobile cavaliere?" mi guardava con un mezzo sorriso sulle labbra. Capi' subito che era a momenti per scoppiare a ridere, trattenendomi anche io gli dissi ''come mai vuole invitare proprio me?" gli chiesi cercando di entrare in quella specie di gioco-realta'. ''perche' sono follemente innamorato di lei'' e prendendomi in braccio mi bacio' a lungo. Cingendo le braccia intorno al suo collo gli sorrisi ''Sono molto lieta di andare al ballo con voi, o nobile cavaliere'' a quelle parole da me pronunciate scoppiammo entrambi a ridere. ''Solo che c'e un problema ..." notai sedendomi su una sedia ''cosa?" mi chiese rtolandosi tra le dita una mia ciocca di capelli ''Piu' che un problema direi problemi '' continuai questa volta guardandolo negli occhi. Lui attese che continuassi. ''Non ho un vestito autentico del 1700 e poi ho questi capelli tinti non più' lisci direi'' guardandomi le ciocche notai che erano abbastanza ricce ma non tanto. ''e poi...'' mi morsi un labbro. Stefano inclinò' di lato la testa per guardarmi meglio negli occhi. ''Non ho mai ballato, per la precisione non conosco i passi dei balli di quell'epoca.'' Stefano sorrise ''tranquilla ti insegno io, credimi non e' difficile, si deve solo mantenere la postura, ma tu non hai questo problema anzi hai una postura perfetta'' sorrisi per il suo complimento ''per il vestito cercheremo qualche abito adatto per un ballo nello scantinato. Li c'e un armadio zeppo di vestiti del 1600 e 1700 alcuni persino del 1400. Erano dei miei antenati ognuno li ha tramandati per generazione in generazione, non sono molti ma perfettamente autentici, realizzati con stoffe d'epoca.'' Fischiai provando una forte emozione a indossare un autentico abito stile 1700. ''non posso crederci che un giorno come questo sarebbe arrivato. Essere invitata dal proprio ragazzo a un ballo d'epoca, per di più' nel 1700 l'epoca che a noi piace molto, e' come viaggiare indietro nel tempo sai?" la mia voce tremava cosi anche le mie mani sulla scrivania. Stefano le strinse tra le sue e il tremito fini'. ''Infatti anche per me sembra di viaggiare nel tempo. I miei zii organizzano ogni anno queste feste per ricordare le serate delle nostre famiglie antenate e viverle esattamente come facevano loro. Un giorno le famiglie a noi successive potranno fare la stessa cosa, organizzando chissa' anche balli da discoteca per loro ''antiche'' '' Stefano scoppio' a ridere e io feci lo stesso ''o i concerti rock e metal'' aggiunsi ''gia'' la sua mano accarezzava con far lento il mio braccio. Guardammo l'orologio. ''Oddio sono le 16 dobbiamo iniziare a studiare, domani compito di latino'' dissi balzando dalla sedia. ''Andrai benissimo sei uan pazza quando traduci'' Stefano era seduto sulla sedia e mi guardava con indifferenza impegnato con il cell. ''Saro' pure brava come dici ma bisogna esercitarsi con le versioni che abbiamo'' presi dallo zaino libro e quaderno. ''Agli ordini principessa'' Alzandosi dalla sedia mi diede un sonoro bacio sulla fronte, dopodiche' prese anche lui libro e quaderno dallo zaino. Mettendoci a studiare insieme sembrava volare il tempo, ma la cosa strana e' che taducevamo con molta piu' facilita'. Sara' stata l'emozione che provavo di partecipare per la prima volta a un ballo d'epoca. Era sempre stato il mio sogno poter partecipare un giorno a un ballo antico. Sembrava che tutti i miei sogni si stessero realizzando. Wow che bello. E' sempre meglio poterne approfittare alla meglio di questi momenti. ''Un ballo?" la voce di vale fini' quasi per stonarmi le orecchie. ''Abbassa la voce capra non voglio che qualcuno senta questa cosa'' diedi un attenta occhiata al cortile. Nessuno parve ascoltare le parole di vale tanto erano immersi nelle loro conversazioni. ''Quale ballo?'' Anthony apparve dietro di noi. Stavamo parlando all'impiedi vicino ad alcuni alberi. ''Niente'' dissi rapida, ma mi penti' subito di avergli detto quel ''niente''. ''Come niente?" Vale assunse un espressione stupita. Anthony mi guardava come se fosse in attesa di dirgli la verita'. "Tra un mese andro' a un ballo d'epoca, stile 1700" il cuore riprese a battere forte come un cavallo. ''Cosa?" Anthony sgrano' gli occhi gridando anche lui. ''Ora pure tu? Smettetela di gridare, non voglio che si venga a sapere'' dissi infuriata. ''Perche'?" mi chiesero stupiti ''perche' le persone sono gelose, non bisogna dire agli altri specie a gente che non si conosce cosa faremo tra un paio di giorni , le loro punzecchiate ti impediscono tutto'' questa volta assunsi un tono saggio. ''Classico modo di parlare della gente di Napoli, ignoranza, credete nelle secchia? scoccie? come si dice?" Mi chiese Anthony ''seccie e la tua osservazione la prendo come un offesa Anthony ..." dissi offesa. ''No io non volevo offenderti iry'' Questa volta sembro' lui avere un espressione dispiaciuta. ''Vado in classe'' fredda come un marmo mi diressi verso le scale. ''Aspetta iry'' salendo le scale feci finta di non ascoltalo. "Ahah, a quanto pare sembra che iris abbia litigato con antony'' ''O meglio un secondo fidanzato , guarda come la segue quando Stefano non viene a scuola'' Cinzia e Franco furono beccati da vale. ''Forse qui la poco di buono sei tu, che vuoi rimorchiare con Stefano, ma non ti vergogni? Lasciali in pace stronza'' il suo tono era molto aggressivo. Cinzia rise di gusto mentre franco entrava in classe insieme agli altri ragazzi riuniti in folle su per le scale. ''Stefano non deve stare con iris ma con me, e ti faro' vedere come diventera' mio quel bocconcino..'' vale divento' rossa per rabbia, Cinzia continuando a ridere afferrandola violentemente per un braccio aggiunse ''Se ti permetti solo di ostacolarmi ti ammazzo'' i suoi occhi colmi di cattiveria non impaurirono vale. ''Allora sono pronta per ucciderti troia'' le stava per suonarle uno schiaffo quando si senti' afferrare il polso. Si volto' e vide Anthony guardare con rabbia Cinzia. ''Lasciali in pace Cinzia altrimenti sarai una contro due a combattere '' A quelle parole Cinzia sorrise ed entro' in classe fiera. ''L'ammazzo giuro'' disse rivolta ad Anthony ''concordo'' aggiunse l'amico.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Regali per Natale. ***


La mattina prima della vigilia di Natale, fui svegliata dalla suoneria del mio cellulare. Panic station faceva proprio effetto appena svegli, perche' mi alzai di scatto, e corsi alla scrivania. Sul display lessi sconosciuto. ''Pronto?" chiesi con voce assonnata. ''Pronto siamo i carabinieri della finanza altissima onnipresente.." disse qualcuno con voce strana dall'altro capo telefonico. ''I chi?" chiesi questa volta piu' sveglia. La voce rise. ''E' uno scherzo questo?" chiesi minacciosa. ''Scema sono vale'' la mia amica grido' al tal punto che mi spaventati. ''Stavo dormendo...'' ''Lo so, e sono le 10.30, domani e' la vigilia, e stavo pensando se ti andava di uscire oggi pomeriggio con me per fare i regali agli altri e ai nostri ragazzi'' ''Mmm ottima idea, a che ora vogliamo uscire?" le chiesi estasiata ''facciamo alle 18.00 vicino la chiesa di santa Maria novella? '' ''d'accordo, a dopo tesoro'' ''a dopo baby e svegliati'' io risi ''va bene''. Terminata la telefonata usci' fuori al balcone con il mio favoloso pigiama nero con teschi bianchi. Quella mattina il cielo era un po nuvoloso in lontananza, sperai che non sarebbe venuto a piovere proprio durante il giorno di Natale. I negozi erano aperti e molte persone passeggiavano per il corso con tante buste e sacchetti colmi di regali. Sotto casa mia un gruppo di bambini si rincorreva felice. Le loro risate dolci e innocenti riuscivo a sentirle fin da me. E' fantastico osservare tutto cio' che ci circonda. E' stupendo vedere le persone felici chiacchierare animatamente tra loro, come se nella loro mente tutti i problemi che li assalgono vanno via, chissa' dove... Ecco la magia del Natale, ecco cosa rende magico questa festa. L'unione, la fratellanza, il bene prossimo, la felicita'. In fondo non c'e cosa piu' bella di vedere felici le persone sopratutto quelle che si amano, specie se siamo noi personalmente a renderle felici, anche con una banalita', un sorriso, una carezza, perche' le cose semplici sono quelle piu' belle, quelle che colpiscono di più. Come le persone speciali. Ognuno ha una persona speciale... Stefano era per me quella persona. Stefano l'unico ragazzo che mi aveva insegnato in cosi' poco tempo a vivere a cogliere anche nelle sciocchezze le cose piu' belle. Stefano era per me tutto, e senza di lui non so cosa mi sarebbe successo. Perderlo sarebbe stata la fine per me. Perche' l'amore che ci univa era forte, era... Ecco speciale, proprio come la magia del Natale. Dal basso senti' improvvisamente le grida di mia madre. Scesi nel soggiorno come un razzo. ''Cosa sta succedendo ?" chiese mio padre mentre usciva dalla cucina. ''Paolo ha rotto il vaso giapponese che ci ha regalato la famiglia De Luca di Napoli'' mia madre era davvero furiosa. Paolo cercava di raccogliere da terra i pezzi del vaso. ''Non l'ho fatto apposta, mi stavo girando e senza vedere il vaso l'ho fatto cadere col gomito. Ma non volevo farlo di proposito.'' Paolo era davvero dispiaciuto. ''Rimedio a cio' che ho fatto '' continuo' dando un bacio sulla fronte di mia madre. ''E come?" gli domando' mentre con la scopa cercava di togliere dal parquet il pezzi piu' piccoli. ''Vedrai, ora esco vado da Lorenza a mangiare torno stasera'' ci disse gioioso. Anche mio fratello si era fidanzato. Lorenza l'avevo vista ogni tanto da noi, e mi era sempre apparsa come una brava ragazza, molto dolce con lui. Paolo infatti aveva bisogno di una ragazza dolce. Dopo la morte dei nonni paterni, era nato in lui un vuoto interiore che neppure i nostri genitori riuscirono a colmare . Li aveva sempre considerati come secondi genitori. Da quando frequentava Lorenza, quel vuoto interiore sembrava quasi colmato dopo quasi 6 anni. Di pomeriggio scesi da casa, e alle 18 mi incontrai con vale sotto la chiesa di santa maria novella. Faceva davvero freddo quel pomeriggio. La chiesa davanti ai nostri occhi sembrava proteggerci dal freddo. Era davvero stupenda, vederla sui libri era un conto ma vederla dal vivo faceva un effetto diverso. Vale era seduta su una panchina che costeggiava di fronte alla chiesa. ''Eccoti'' mi disse venedomi incontro. "Fa proprio freddo'' mi disse mentre si stringeva nel suo cappotto nero. ''Già, se camminiamo sentiamo meno freddo'' dissi con mezzo sorriso. ''Qualcosa e' successo?" mi chiese mentre passeggiavamo tra i negozi affollati di gente. ''Mia madre si e' arrabbiata con Paolo oggi, per sbaglio ha fatto cadere un vaso giapponese che ci e' stato regalato da ha famiglia di Napoli. Ma non l'ha fatto apposta invece mia madre pensa che lui l'ha voluto rompere di proposito'' dissi un po triste. ''Secondo me come regalo di natale tuo fratello regalera' a tua madre un vaso e forse piu' bello di quello giapponese, era per caso quello con i fiori blu e bianchi?" mi chiese mentre guardavamo una vetrina di abbigliamento . ''Si'' ''Era bello, ma ce ne sono tanti altri stupendi'' il suo sorriso si rifletteva perfettamente sulla vetrina. ''Hai idea di cosa regalare a Stefano?" mi chiese passeggiando per una stradina piena di bancarelle. Amavo tanto quella stradina, sembrava di ritrovarsi a Sorrento o a Positano. ''Andiamo da Comix'' le dissi con un sorriso. ''Negozio di musica!?" ''Si'' afferrandola per un braccio svoltammo sulla destra. Appena arrivate davanti al negozio di musica piu' famoso di Firenze, restammo a bocca aperta. Le vetrine erano zeppe di CD musicali di gruppi che ascoltavo. Le nuove uscite. A Stefano decisi di regalargli 3 cd , uno dei muse uno degli slipknot e l'altro degli avenged il suo gruppo preferito. Anche vale decise di regalare al suo ragazzo 3 CD musicali, piu' un libro che comprammo nella libreria Mondadori di fronte al negozio di musica. Ai nostri amici invece regalammo magliette di gruppi musicali. Gli ultimi regali furono per i nostri genitori, per mio padre scelsi un libro di politica, suo genere preferito, per mio fratello un completo da sabato sera che poteva indossare quando usciva con la ragazza e per mia madre un vaso da soggiorno stile giapponese decorato con fiori bianchi e blu. Perfettamente identico a quello che avevamo in soggiorno. Averlo trovato risulto' un vero miracolo. Decisi infatti che sarebbe stato Paolo a regalarglielo. Avrebbe reso mia madre felice, e con quel regalo ci sarebbe riuscito. Non c'e cosa piu' bella che rende felice una persona per noi importante.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Dopo le feste Natalizie. ***


Le feste di natale furono trascorse una meraviglia, sopratutto quando io e Stefano ci vedemmo la mattina della vigilia. Mi aveva regalato una collana d'argento alla quale pendeva una goccia color blu come l'oceano, e un paio di orecchini anche essi a forma di goccia color blu. Appena avevo visto quella meraviglia stavo per svenire, e subito mi penti' di avergli regalo 3 CD musicali. ''Avrei dovuto farti un regalo migliore'' gli avevo detto quella mattina. Lui accarezaandomi una guancia mi disse che non contava il regalo ma il gesto, e il regalo che gli avevo fatto gli piaceva tantissimo. La scuola era ricominciata il 10 gennaio. Cinzia nonostante la figuraccia fatta dopo il concerto di Stefano aveva continuato a rimorchiare con lui. Un giorno pero', stavo per sentirmi male perché nel cortile durante la ricreazione mentre parolavo con vale e Noemi , sulle scale vedemmo Stefano cingere le spalle di Cinzia e le sorrideva. Le lacrime scivolarono sulle mie guance senza neppure rendermi conto, e come una furia corsi da Stefano con l'istinto di urlargli in faccia e di tempestarlo di pugni. Lui mi spiego' che cortesemente l'aveva mandata a quel paese minacciandola che l'avrebbe uccisa se sarebbe ritornata da lui per ''corteggiarlo di nuovo''. Mi senti' meglio quando avevo scoperto la verita'. Io e lui saremo sempre stati uniti... Era l'11 gennaio e quel pomeriggio dopo i compiti io e Stefano inziammo le nostre prove di ballo nella sala acustica. Anche quel giorno i suoi genitori non c'erano. Il padre era a lavoro, la madre da alcune amiche. Non avevo scelto ancora l'abito che avrei dovuto indossare per il ballo, e neppure Stefano sapeva quale abito indossare. In teoria dovevano essere autentici balli di inizio 1600. ''Mano a sinistra piede sinistro, mano destra piede destro'' mi ripeteva ormai da 1 ora e ancora mi confondevo. Nonostante era il mese di gennaio stavo sudando per tutti quei movimenti. "Ecco cosi, brava, finalmente dopo un ora ci sei riuscita geniaccio'' mi disse asciugandosi con un fazzoletto la fronte. Non aveva piu' i capelli lisci, ma arruffati e alcune ciocche gli cadevano davanti agli occhi. Il suo sorriso i suoi occhi seducenti il suo profilo scolpito, mi diedero carica e pku' concentrazione. ''lo so che non riesci a concentrarti perche' sei attratta dalla mia bellezza...'' inizio' a dire mentre ballava da solo un minuetto. Io lo guardavo con occhi socchiusi. ''Ma non e' vero, sei talmente brutto che non mi va proprio di guardarti'' dissi seria anche se avevo voglia di ridere. Lui facendo il broncio finse di piangere. Che tenero, sembra un bambino. "invece sei bellissimo'' gli dissi seria affondando le mie mani nelle sue. ''Anche tu lo sei, la ragazza piu' bella e incantevole che abbia mai visto.'' i suoi occhi penetrarono a fondo nei miei. Sorrisi timida . ''Timida, coraggiosa, forte, intelligente, speciale, dolce, il suo nome e' iris...." quelle parole mi fecero venire quasi le lacrime agli occhi. ''Ti sei commossa?!" noto' asciugandomi col pollice una lacrima. ''Mi fai sempre commuovere'' gli dissi abbracciandolo. Lui stringendomi a se sussuro' nel mio orecchio ''Piccola''. Improvvisamente si inchino' a me. ''Madame sarebbe lieta di ballare con me?" ''Ma certo nobile cavaliere ''. Ballammo un minuetto e poi un valzer. Stretta fra le sue braccia mi sentivo forte e sicura. La sua presenza mi dava energia, forza e coraggio. Mi meravigliai della mia capacita' di sapermi muovere cosi bene. Non sbagliavo piu' nessun passo e andavo a ritmo, seguendo quelli di Stefano. Sarei stata pronta per quel ballo, me lo sentivo. Avrei vissuto per un giorno nel 1600, io e Stefano saremo diventati due personaggi d'epoca. Il mio desiderio si stava realizzando, e tutto grazie a lui, perche' Stefano era il mio sogno diventato realta'.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Partenza. ***


Il 20 gennaio era arrivato finalmente. Il grande giorno più bello della mia vita era giunto. Convincere i miei genitori per andare in Irlanda insieme al mio ragazzo e ai suoi genitori non era stato difficile anzi facilissimo. Mi avevano detto subito si appena avevo parlato loro del ballo che si sarebbe tenuto nella ville dei suoi zii, e io presa dall'emozione avevo iniziato a ballare come una matta per tutta la casa. Il giorno prima avevo salutato i miei amici e insieme avevamo festeggiato andando a mangiare la sera in un locale. Insieme avevamo ballato e cantato a squarciagola al tal punto che molta gente nel locale ci aveva preso per pazzi da manicomio. Mi avevano avvisata che avrei dovuto loro farmi sentire e l'avevo giurato piu' di mille volte per convincerli che l'avrei fatto e che avrei mandato loro le foto del vestito prima del ballo. Partimmo la mattina presto. Stefano insieme ai suoi genitori vennero a prendermi alle 6.00 del mattino. Avevo portato con me una valigia non molto grande dopotutto sarei tornata il 22 a casa. Tre giorni senza scuola mi avrebbero fatto bene. Entrai nella loro Mercedes col cuore che mi batteva forte per l'emozione. Per la prima volta sarei andata in Irlanda, la mia terra preferita, per la prima volta avrei partecipato a un ballo d'epoca, e per di piu' avrei ballato con Stefano, il mio piu' grande amore che mi aveva resa felice. ''Buongiorno iris'' mi salutarono cordialmente i suoi genitori appena entrai nella grande auto nera. ''Buongiorno a voi, non so ancora come ringraziarvi per questo splendido invito'' dissi presa dalla troppa emozione. ''Non devi ringraziare noi ma gli zii di Stefano ovvero mio fratello e mia nuora'' disse suo padre sorridendo. Il suo sorriso era identico a quello del figlio. Stefano mi prese la mano e stringendola tra le sue dita mi chiese ''Pronta?" ''Quando vuoi'' risposi per la prima volta determinata. Giungemmo all'aeroporto di Milano intorno alle 10.00. Quando finimmo di prendere dall'auto le nostre valigie mi accorsi che i suoi genitori con noi non venivano. "Voi non venite?" chiesi loro stupita ''No purtroppo non possiamo, continuerete il viaggio insieme, con Stefano sei in buone mani'' mi dissero i suoi sorridendomi. Quando l'auto parti' Stefano mi prese la mano e insieme ci avviammo sul nostro aereo. Il viaggio in aereo fu bellissimo, emozionante. Mi sentivo l'adrenalina scorrere nel corpo come quando suonavo ai concerti o li andavo a vedere. L'Irlanda è una terra in cui il verde si confonde con il blu, il cielo grigio abbraccia l'oceano e le pecore tremano sulle scogliere. La natura di quella terra è fiabesca, l'aria irreale e il respiro, spesso, sospeso....La pace regna in questi luoghi, il silenzio t'invade e i paesaggi ti ammutoliscono. l’Irlanda che ti riserva sorprese nelle forme e colori, dove c'è sempre un fiumiciattolo che riflette i colori del cielo e delle case colorate che formano un arcobaleno. È l’Irlanda dei parchi, dei paesi di mare, della vita tranquilla e di quella frenetica di un est più avanzato e moderno. Prima di arrivare nella villa degli zii di Stefano non potevo non restare incantata dalla bellezza di quel luogo. Ogni cosa per i miei occhi aveva un proprio fascino, ogni cosa sembrava accendere nel mio cuore lontani ricordi, così lontani da averne una vaga idea confusa ma appena vedevo un particolare quel ricordo sembrava diventare cosi chiaro da viverlo. In quella terra c'ero gia' stata, ne ero certa. Io in quella terra ci avevo vissuto in una vita precedente, e probabilmente quando ero Greta. Tutti quei colori mescolandosi tra loro apparivano come un grande arcobaleno. Le case colorate i negozi colmi di cibo e oggetti riscaldarono profondamente il mio cuore. Sembrava di trovarmi a casa. Non ero mai stata cosi bene in una città, tanto quanto in Irlanda. Una terra cosi stupenda in mezzo all'oceano non aveva fatto altro che farmi sognare tutte lo notti ad occhi aperti da bambina. Per arrivare alla villa impiegammo un ora di cammino. Stefano aveva proposto più volte di prendere un tram ma avevo rifiutato dicendo che volevo osservare ogni angolo di Dublino. Quando arrivammo, il sole tramontava dietro alle colline, inondando di un opaco color arancione la radura che si estendeva a perdita d'occhio sul colle più alto. Al di sotto delle alture si espandeva un'immensa prateria, brulicante di pecore. L'erba cresceva incolta, ma gli alberi contornavano quella splendida vista come se fosse stato un parco curato. Gli uccellini contestavano, svolazzando da una albero all'altro. Alcuni contadini raccoglievano i frutti dai peri e dai meli. Da lontano i campi coltivati si intreccianovo a formare un mosaico dai colori caldi, in cui spiccavano l'oro del grano e il rosso dei papaveri, la cui bellezza mi lascio' estasiata. In lontananza la villa apparve potente e maestosa sotto i nostri occhi. Era una villa del 1600 e la cosa che mi lascio' senza fiato furono le sue dimensioni. Era davvero grande. Una classica villa d'epoca che avevo sempre visto nei film in quel momento si presentava sotto i miei occhi come se nulla fosse. ''Benvenuta principessa nella reggia dei Gentile'' mi disse appena arrivati davanti al grande cancello bianco della villa. Improvvisamente il cancello si apri' e il mio stupore fu ancora piu' grande quando vidi il giardino. Al centro c'era una grande fontana al centro della quale c'era una grande musa di marmo dalla cui bocca fuoriusciva zampillante l'acqua . Gli alberi per lo piu' castagni e ciliegi formavano due file perfette ai due lati lati della maestosa fontana. Mi senti' svenire quando feci il primo passo. Mi guardavo intorno come se non riuscissi a capire cio' che stava accadendo in quel momento. Mi sentivo come in un sogno, mi sentivo in Paradiso. Nonostante era inverno sembrava primavera, davanti ai miei occhi addolciti,macchie colorate danzavano con un venticello fresco,i fiori, eleganti e sinuosi erano come ballerine a creare un armonico ondulare. Era un pezzetto di paradiso rimasto in terra quel giardino. Arrivati davanti il grande ingresso restai stupita ancora di piu. Grandi scale di pietra portavano ad una grande porta di vetro. Di sicuro era stata sostituita con la classica entrata d'epoca per avere piu' sicurezza e il vetro doveva essere blindato. Mentre continuavo a guardarmi intorno stupefatta, da quella porta usci' una ragazzina suppergiu' sui 10 anni. ''Stefanooo'' grido' tutta felice. Stefano le corse incontro e abbracciandola l'alzo' da terra tenendola stretta tra le sue braccia. ''Silvana, quanto mi sei mancata'' le disse stringendola ancora piu' forte. La bambina rise ''Anche tu cuginone mio'' quando si distacco' dal suo abbraccio, sua cugina mi guardo' e con un sorriso timido mi chiese chi fossi, ma non feci in tempo a rispondere perche' subito mi precedette Stefano. ''Lei si chiama Iris ed'e la mia ragazza, ballera' con me questa sera'' e rivolgendomi un sorriso mi avvicinai alla bimba. ''Ciao piccola'' I suoi lunghi capelli color biondo oro emanavano bagliori arancio tanto da illuminarle il chiaro viso. Le sue guance color pesca non tradivano la sua eta'. ''Ciao iris'' disse con la sua vocina dolce. ''Dove sono gli zii?" le chiese Stefano. ''Dentro , sono indaffarati con i preparativi insieme ai domestici''. Appena entrammo in un ampio salone davvero mi senti' svenire tanto che dovetti appoggiarmi al braccio di Stefano. Era un salone ben rivestito di quadri e poltrone stile 1600. Il camino sulla sinistra risvegliava antiche serate trascorse a bere un bel vino, tra chiacchierate e allegre risate. Grandi vetrate affacciavano sulle splendide colline irlandesi, costeggiate tra il verde della natura e l'azzurro del cielo. ''Sono tornato'' disse Stefano e la sua voce risuono' come eco nel grande salone. Dopo un po da un ampio corridoio comparvero due signori. Erano vestiti in gran classe e non sembravano affatto anziani come avevo pensato, dovevano avere l'eta' dei nostri genitori.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Il ballo. ***


''Ciao Stefano, quanto sei cresciuto'' sua zia gli ando' incontro abbracciandolo calorosamente. Suo zio fece altrettanto. Stefano voltandosi verso di me, mi presento' ai suoi parenti. ''Zii, vi presento Iris, la mia ragazza e rispettiva dama di ballo per questa sera'' a quelle parole divenni rossa per l'imbarazzo. ''Salve signori'' riusci' a dire cercando di nascondere seppur inutilmente il mio imbarazzo. ''Ciao Iris e' un vero piacere conoscere la ragazza di nostro nipote, direi davvero che Stefano ha ottimi gusti'' il sorriso di sua zia era davvero dolce. Che famiglia stupenda, pensai. ''Il piacere e' tutto mio signori, vi ringrazio tantissimo per avermi invitata nella vostra splendida villa, davvero spettacolare'' avevo gli occhi lucidi al tal punto che sarei scoppiata a piangere per la forte emozione che stavo provando. I suoi zii risero di gusto. ''Tranquilla, non c'e bisogno di fare tutti questi complimenti, ora che tu ti sei presentata tocca a noi presentarsi, io sono Ludovica'' disse sua zia bonariamente.''E io sono Lorenzo'' suo zio mi rivolse un ampio sorriso il quale ricambiai educatamente. ''Beh iris che ne dici di venire con me? Sistemiamo le tue cose nella camera dove dormirai.'' Mi disse Ludovica mentre stendeva con una mano il suo abito azzurrino. ''Voi andate pure io e Stefano andiamo a parlare un po d'affari nello studio da veri uomini'' Suo zio ci rivolse un aria saggia. La zia sorrise e io insieme a lei mi diressi in quella che sarebbe stata la mia camera per due notti. Dopo aver salito ampie scale di legno , giungemmo nella mia camera. Appena dentro, mi si mozzo' il fiato. ''Oh mio dio'' dissi senza neppure rendermene conto. Ludovica rise. ''Bella vero?" ''Una camera del genere solo nei film l'ho vista'' le confessai senza smettere di essere stupita da tanta bellezza. Un letto a baldacchino era al centro della stanza, coperto da piumoni ricamati in tessuto d'orato. Un ampia vetrata affacciava sul giardino esterno della villa. Nella grande stanza c'erano anche grandi armadi in legno e un televisore al plasma era poggiato sul davanzale di un comodino. un tappeto rosso e bianco copriva in parte meta' parquet. Una camera del genere sarebbe costata una fortuna enorme. ''Puoi sistemare qui le tue cose, l'abito per stasera meglio se lo metti sul letto cosi prende aria, i capelli questa sera verra' a farteli una domestica molto brava. Come li vorresti? Come vedo sono castani e ricci molto belli" apprezzai molto il suo complimento ''Posso decidere stasera? Ora non ne sono ancora certa" ''Certo tranquilla, il ballo e' alle 21.30" con quelle parole usci' dalla mia nuova camera. Mi gettai sul letto stanca per il viaggio. Dopo un po decisi di mandare un messaggio a vale ''Vale qui e' fantastico, davvero, non so descrivere la forte emozione che sto provando, appena arrivata a Dublino mi sono persa con lo sguardo tra mille colori, sembra di trovarmi in paradiso, e la villa, non riesco a descriverla e' stupenda, sembra di essere andata indietro nel tempo. Gli zii di Stefano sono dolcissimi seppur aristocratici sembrano persone umili e mi hanno accolta calorosamente, ora ti mando la foto della mia camera'' quando le mandai la foto dopo 5 minuti ricevetti il suo messaggio. ''Oh mio dio Iris che camera, ti invidio tesoro, per due giorni vivrai da regina in una villa stupenda, divertiti tesoro, avviso anche gli altri che ti stai divertendo e faro' loro vedere la foto della tua nuova camera. Mandami la foto del vestito quando puoi''. Dopo il suo messaggio feci una veloce telefonata ai miei avvisandoli che ero arrivata e che stavo bene. Tornata alle mie cose, inziai a togliere gli abiti che avevo portato con me dalla valigia. L'abito per il ballo fu la prima cosa che sistemai sul letto. Era un vestito molto vaporoso color panna e finemente decorato con fiori azzurri. Il corsetto era decorato con piccole pietruzze di lapislazzuli e swarovski. La lunga gonna vaporosa era verso il basso di merletto color avorio. Era stupendo. L'abito portava con se un nastro azzurro che avrebbe dovuto raccogliermi i capelli.. Feci una foto al vestito e la mandai subito a vale e ai miei genitori. Ricevetti da loro subito i complimenti. Quelli di vale furono naturalmente quelli piu' esagerati. ''Porca zozza, ma e' stupendo, cavolo, voglio indossarlo pure io quando torni''. Dopo aver riposto il cel in tasca presi l'abito e iniziai a sfilare davanti al vetro della finestra. Sorrisi vedendomi per la prima volta con un abito del genere e dopo tanto tempo con i miei capelli naturali. Stefano mi aveva consigliato di tenerli naturali e quando mi aveva visto per la prima volta con i capelli ricci e castani aveva detto che ero bellissima cosi e non dovevo piu' tingerli. Li avrei rovinati. ''Sei bellissima'' una voce dietro le mie spalle mi fece trasalire. Voltadomi vidi Stefano raggiante come il sole. ''Stefano..'' abbassai la testa di lato diventando rossa. Ancora mi sembrava un sogno dover ballare con lui in una villa seicentesca, indossando abiti d'epoca. Mi sentivo un po' confusa, e in ansia per tutte le persone che quella sera avrei conosciuto. Personaggi importanti. Stefano prese dalle mie mani l'abito e con cura lo poso' sul letto. ''Devo dirti una cosa che ancora non ti ho detto riguardante il tuo abito...'' il suo tono tradiva una strana emozione. ''Cosa?" Prese le mie mani, le strinse forti. ''Quell'abito fu indossato da Greta proprio al suo primo ballo con Ludovico, era emozionata come te, quell'abito per lei era davvero prezioso, fu il primo regalo che ricevette dal suo ragazzo'' Mentre diceva quelle parole guardava il grande giardino che si poteva ammirare da quella camera. I suoi occhi sembravano viaggiare in realta' verso l'orizzonte. "'Come fai a sapere ciò?" gli chiesi inarcando le sopracciglia. ''Fu la mia bisnonna a dirmelo, quando era ancora viva'' i suoi occhi si velarono di tristezza e io lo strinsi forte a se. ''Quando stava per morire sul letto di morte mi disse che un giorno avrei dovuto innamorarmi di una ragazza identica a Greta dolce come lei, perche' era la ragazza giusta per me, e io con le lacrime agli occhi le giurai che l'avrei fatto. E come infatti quel giorno arrivo' e' ho trovato la ragazza che amero' per tutta la mia vita, Iris io ti amero' per sempre'' Mi dichiaro' queste parole piangendo. ''Oh Stefano...'' lui si strinse a me e io cercai in quel l'abbraccio di trasmettergli tutto l'amore che provavo per lui. L'avrei amato per sempre. In quel momento qualcuno busso' alla porta, lui mi sorrise dolce asciugandosi l'ultima lacrima. Sulla soglia comparve una donna sulla cinquantina, la quale appariva molto elegante nei suoi abiti da domestica. ''Signorina iris sono venuta per prepararla per il ballo'' ''Certo" dissi gentile ''Io esco vado a prepararmi a dopo tesoro'' dandomi un bacio sulla fronte Stefano usci' dalla stanza con le mani nelle tasche dei pantaloni. ''Come vuole i capelli?" mi chiese mentre mi sedevo davanti alla toilette color crema. ''Datemi del tu signora, tranquilla'' la domestica mi sorrise nello specchio. ''Vorrei tanti boccoli lavorati col ferro, rialzati con un nastro azzurro mentre alcune ciocche davanti agli occhi devono restare sciolte'' identica a Greta, pensai. ''Capito, non e' difficile come pettinatura''. Dopo quelle parole la domestica inizio' subito a lavorare con i miei capelli, con lacca e forcine, e dopo una ventina di minuti aveva gia' finito. ''Guardati nello specchio'' col cuore a mille mi guardai nello specchio e non potei trattenere un gridolino di gioia. ''Mio Dio sono sono bellissimi, lei e' una santa'' le dissi con occhi lucidi. ''No dai, mi e' sempre piaciuto lavorare con i capelli, dai ora passiamo al vestito tra un ora esatta c'e il ballo''. Quando indossai il vestito scarpe bianche col tacco, fui truccata e indossai il decolte' di Stefano, guardandomi nello specchio, non mi riconobbi. Davanti ai miei occhi non c'era la iris che conoscevo, quella di tutti i giorni, ma una iris del passato, ero Greta. Quando arrivo' l'ora del ballo, fui accompagnata dalla zia di Stefano nel grande salone situato al secondo piano della villa. Appena mi aveva vista avevo letto nei suoi occhi tanto stupore che mi spavento'. ''Sai, somigli a una nostra antenata'' mi aveva detto. ''Greta suppongo'' ''Come fai a conoscerla?" mi chiese meravigliata. ''Me ne ha parlato Stefano e a casa sua avevo visto un suo ritratto''. Quando entrammo nel salone, il mio sogno si realizzo' in tutte le sue sfumature. Tante persone vestite esattamente come noi chiacchieravano all'in piedi oppure seduti ai tavolini posti sulla sinistra del grande salone, i cui soffitti erano dipinti da vari affreschi e grandi vetrate. Sulla destra c'erano grandi arcate che portavano a un ampio terrazzo. In fondo c'era l'orchestra che stava suonando musica classica, quella suonata ai classici balli d'epoca. Proprio in quel momento quando entrai la musica termino' e tutti rivolsero gli sguardi verso di me. Mi senti' profondamente in imbarazzo. In lontananza vidi Stefano distaccarsi da suo zio e avanzare verso di me. Con mio stupore vidi che aveva indossato lo stesso abito che Ludovico aveva nel quadro che avevo visto calzoni bianchi, casacca e giacca verde ,e aveva legato i capelli, lasciando scivolare sulla fronte alcune ciocche nere. Sua zia si distacco' da me e Stefano prendendomi la mano avanzammo al centro della sala, fermandoci proprio sulla rosa dei venti. ''Signori e signori vi presento Iris, la mia dama di ballo e la mia ragazza'' Alle sue parole tutti applaudirono con gioia e sorrisi. Tutti quegli applausi erano rivolti a me. Mi senti' al settimo celo. Gli applausi continuarono per molto fino a quando i suoi zii annunciarono sul piccolo palco dove c'era l'orchestra che a breve si sarebbero aperte le danze. A quel punto Stefano prese la mia mano e uscimmo fuori al grande terrazzo mentre gli ospiti si avviavano verso i rinfreschi. Quella sera la luna piena rifletteva i suoi raggi argentati sulle colline che costeggiavano davanti ai nostri occhi. In lontananza le luci delle case di Dublino sembravano richiamare un antico villaggio medievale. ''Iris...'' disse stringendomi le mani. ''Stefano, ora sono io a dover parlare'' gli dissi posando un dito sulle sue labbra. lui inarco' le sopracciaglia aspettando che continuassi ''Ti ringrazio per tutto cio' che hai fatto per me, per tutto cio' che mi hai insegnato e fatto vivere, senza di te non saprei che vita avrei vissuto, senza di te non avrei vissuto in un sogno...'' avevo le lacrime agli occhi ma lui mi interrupe con un sorriso ''Iris non devi ringraziarmi io ti amo, ma c'e una cosa che devo dirti...'' a quel punto si fece serio. I raggi della luna filtrarono nei suoi occhi ''Iris un giorno vorrai sposarmi?". Giuro che stavo per svenire. Guardavo Stefano senza capire cosa stesse succedendo in quel momento. ''Ste...'' lui mi strinse a se e con piu' serieta' mi chiese ''Iris Esposito un giorno vorrai sposarmi?" sulle sue labbra si disegno' il suo sorriso di sempre quel sorriso che mi aveva fatto innamorare di lui, col cuore a mille e con il corpo che tremava per la forte emozione ''Si Stefano, voglio sposarti un giorno, e quel giorno sara' il più bello della mia vita''Calde lacrime di gioia scivolarono sul mio viso. Lui le asciugo' con tanti piccoli baci e guardandomi negli occhi mi disse ''Perche' il nostro amore durera' in eterno'' gia' l'amore dura per sempre, quando e' vero. Lo baciai con foga e per poco non cademmo a terra. In quel momento sentimmo gli zii annunciare le danze. Mano nella mano corremmo nel salone, verso quella che sarebbe stata la mia nuova vita, verso quel sogno diventato realta'.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1946741