Sometime around midnight di annya (/viewuser.php?uid=407543)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
Choi
Minho è il classico
uomo troppo pieno di se, pieno di amarezza e di quella sana dose di
cinismo tipico di chi, superati i trenta, non riesce ad avere un
equilibrio interiore e sentimentale, data dai troppi rapporti
sbagliati scelti negli anni, gli stessi errori riproposti e nella
quale è caduto senza rendersene conto, troppo sicuro del
fatto che,
con l'esperienza, certe cose si possono affrontare meglio o meglio
ancora, si possano evitare.
Anche
questa sera, il mondo
sembra essergli caduto addosso. Quando riceve una brutta notizia,
quando l'ennesima relazione si rompe proprio con la stessa
facilità
con la quale è iniziata, quasi ride, invece che disperarsi.
Quattro
anni della sua vita
buttati nel nulla, e senza la possibilità di chiedere
spiegazioni,
con la freddezza che solo un apparecchio telefonico può
trasmetterti.
Ha
quasi dato per scontato
che, tutte le persone incontrate nella sua vita, sono state mandate
lì solo per fargli capire quanto, in realtà, la
solitudine non è
poi una cosa così cattiva.
A
peggiorare la situazione
già piuttosto imbarazzante, c'è la sua auto, che
ha deciso di
abbandonarlo in una stradina piuttosto desolata alla periferia di
Seoul. La strada che usa di solito per andare dalla sua ultima
fiamma, nella villetta piuttosto solitaria ed isolata in mezzo a
quello che sembra essere un parco naturale.
Ora
è solo, in quella
strada non battuta da nessuno, con l'auto in panne e la sua quasi
nulla capacità di poter riparare il danno, qualsiasi esso
sia.
Per
questo motivo,
sconsolato, ha deciso di incamminarsi verso un qualsiasi edificio
nelle vicinanze in cui c'è un telefono, con cui chiamare il
soccorso
stradale o uno dei suoi amici super-uomini che vengono in aiuto per
far ripartire il suo bolide. Non trova molto, se non un agglomerato
di edifici piuttosto malandati e grigi, in un orizzonte troppo
lontano.
Non ha
mai fatto caso al
quartiere, ai locali piuttosto squallidi, ma per quello che deve fare
lui, un locale come quello basta e avanza.
Un
luogo che cerca
disperatamente di imitare i locali visti nei telefilm americani di
quarto ordine, dai banconi in legno e dai grossi boccali di birra
servita fredda, con troppa schiuma, con un bicchiere dal bordo troppo
spesso...un inferno in terra, per uno come lui abituato a bere nei
locali di lusso, tra persone che profumano di aromi francesi e
nell'intimità di un albergo, fanno così
più scabrose di quelle
fatte dalla ballerina di quel locale, che si contorce sensualmente in
una pertica lucida, nella quale gli uomini si immedesimano.
Nessuno lo degna di uno
sguardo, se non qualche ragazza dalla gonna troppo corta, molto
simile alla sua ormai ex fidanzata Soonkyu, tanto che gli balena in
testa l'idea di poterla trovare lì, tanto per arrotondare o
trovare
un altro pollo da spennare.
C'è
anche qualche ragazzo,
appostato proprio al bancone del locale, con i gomiti poggiati sul
legno scuro e inciso con i coltellini dei clienti, tanto per mostrare
la pelle nascosta sotto la maglia corta o nei tavolini singoli ai
lati della sala, nei posti migliori per osservare il via vai di gente
e poter agire con più furbizia, dopo aver puntato
l'obbiettivo.
Anche
il ragazzo accanto a
se sembra uno di quei tipi, stretto in un jeans scuro e in una maglia
bianca, stretta anch'essa. Il viso pulito e delicato, con i
lineamenti ben marcati e morbidi, quasi come quelli di una donna,
minuto e dallo sguardo quasi innocente, perso nel nulla, che
però
cambia una volta notato lo sguardo di qualcuno su di se. Non sa come
mai, ma da quando lo ha visto, gli risulta impossibile distogliere lo
sguardo.
“hai bisogno di un aiuto?”
“ho la faccia di uno che ha bisogno di
aiuto?”
“si...o di un bicchiere di qualcosa di molto
forte”
“ah!si...non te lo nascondo, mi ci vorrebbe qualcosa
da bere, ma
temo che non ci sia niente di decente, qui dentro.”
“...non ti do torto. Mi offriresti
qualcosa?”
“perché dovrei offrire da bere ad un
ragazzo?”
“...pensavo avessi bisogno di compagnia”
“hai pensato male, la solitudine non mi
dispiace.”
“come preferisci...”.
Stare
in quel locale, con
quella musica assordante e di pessimo gusto, dal forte odore di
chiuso misto a quello che sembra polvere ed alcolici di pessima
qualità. Il telefono pubblico gli è servito, ha
chiamato il suo
fedele amico che gli ha promesso di venirlo a prendere il prima
possibile, nel frattempo avrebbe dovuto aspettare lì, al
riparo dal
freddo, ma nonostante questo, forse è meglio morire fuori,
in
strada.
Tanto,
cosa gli potrebbe
capitare? È molto più in pericolo in quel locale,
magari la povertà
è una malattia contagiosa e non lo sa, potrebbe morire,
piuttosto
che diventare come quei morti di fame.
Intanto
il ragazzo accanto a
se, alla quale dedica la sua attenzione data la noia della serata,
continua a rifiutare le attenzioni di un camionista grosso almeno due
volte lui, che propone cose oscene senza un minimo di buon gusto,
almeno per le orecchie degli altri presenti costretti a starlo a
sentire. Per non parlare poi dell'alito emanato da quella bocca
schiumosa e maleodorante di tabacco.
Uomo
che viene gentilmente
accompagnato fuori dal bellimbusto della Security dopo un gesto
appena percettibile del proprietario. Lasciando da solo il ragazzino
dalle sembianze minorenni.
“ho
cambiato idea,
voglio offrirti da bere! Cosa prendi?”
“anche
se sono un
ragazzo?”
“direi
di si”
“e
la solitudine che
non ti faceva tanto schifo fino a venti minuti fa?”
“avere
un po' di
compagnia non mi dispiacerebbe, potrebbe servire ad entrambi”
“in
fin dei conti,
potresti avere ragione...birra?”
“vada
per due birre.
Come ti chiami? Posso almeno saperlo?”
“Tae.
E tu? Sembra
quasi che abbia sbagliato locale, stasera...”
“ho
la macchina fuori
uso, sto aspettando che un mio amico venga a prendermi.”
“hai
problemi con
l'auto? Mio padre faceva il meccanico, ho imparato qualcosa
aiutandolo in officina, se vuoi, posso provare a vedere il
motore...”
“posso
fidarmi?”
“ti
sembro uno capace
di fare del male ad un altro uomo? Se riesco a sistemarti l'auto, mi
devi un favore.”
“non
so cosa possa
darti, per ripagarti.”
“qualcosa
la troveremo,
non preoccuparti...”.
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Capitolo 2 *** 2 ***
“adesso
che vuoi?”
“fuori
fa freddo”.
“e
questo cos'ha a che
fare con me?”
“facciamo
così...tu mi
tieni al caldo, in casa tua, questa notte...ed io penserò a
scaldare
te...”.
Quante
volte si è trovato
in quella situazione? Con il ballerino conosciuto in quella bettola?
Tra le varie cose assurde di tutta quella storia, l'unica cosa che lo
fa uscire di testa è la strana consapevolezza di attendere
con
impazienza il suo ritorno, ogni volta che va via di casa in quel modo
indifferente, come se non gliene importasse nulla.
Potevano
passare giorni,
settimane, a volte anche qualche mese, ma ad ogni suono di
campanello, ogni insolita chiamata nel cuore della notte, il pensiero
vola al suo sguardo, a quel ragazzo...di nuovo lui.
Nuovamente
la sua voce
calda, la risata leggermente sguaiata ma sincera ed il tono della sua
voce che cambia, quando fa proposte che difficilmente potrebbe
rifiutare, chiunque soprattutto un uomo debole e liso dalla lussuria
come lui.
Eppure,
ha sempre sperato
che ci fosse qualcosa sotto quelle telefonate languide, quelle
richieste così schiette. Ha smesso di chiedergli soldi in
cambio di
parecchie ore di scabrosi atti irripetibili in quel miscuglio di
sudore ed umori che si scambiano sul suo letto matrimoniale.
Ha
sempre sperato che ci
fosse qualcosa sotto tutti quei sorrisi, quelle coccole improvvise,
sotto tutto quelle richieste esaudite con lasciva voluttà.
Quel
ragazzo tanto più
piccolo di lui eppure così malizioso, da dove prende la
sfrontatezza
per telefonargli, presentarsi alla sua porta a quell'ora di notte,
istigandolo in quel modo fino a farlo cedere e cadere nel
più
sublime dei tranelli.
La sue
labbra perfettamente
disegnate, gli occhi da gatto e il nasino perfetto che svetta in
alto, soprattutto l'espressione rilassata e dolce che assume il suo
viso quando, sfinito, si accascia tra le sue braccia, addormentato
come un bambino stanco dai troppi giochi, fin troppo sereno e
pacifico per trovarsi tra le lenzuola di un semplice cliente.
Minho
si è sempre chiesto
come facesse a fidarsi così tanto di lui, tanto da gustarsi
il sonno
dei giusti nel suo letto, usando il suo petto come cuscino caldo.
Preso
dallo sconforto per
aver ceduto ancora una volta a questi occhi color nocciola matura,
anche questa volta, in cerca di una risposta sincera e non evasiva
come la stessa domanda, lecita, al suo interlocutore silenzioso.
“perché
sei così
curioso? La mia vita non è affatto interessante”
“ah
questo fallo
decretare al sottoscritto. È lecito sapere almeno...che ne
so? Le
generalità dell'uomo che mi porto a letto, o no?”
“ragazzo
prego...non
sono ancora così grande da essere chiamato 'uomo'”
“è
tanto importante
per te? Sembri legato a cose stupide”
“anche
tu...tu e le tue
generalità...”
“Tae
è il tuo vero
nome?”
“...”
“ho
capito, posso
chiamarti in altri modi se vuoi, tipo 'furia' o 'folletto'...trovo
che siano nomi adatti a te.”
“folletto?”
“si...come
l'aspirapolvere...”
“...”
“non
ti piacciono?”
“Taemin...Lee
Taemin.
Ho 21 anni e faccio il ballerino, non nel locale dove mi hai
incontrato, ci tengo a precisarlo.”
“quindi
hai un vero
nome ed un lavoro onesto?”
“ti
stupisce così
tanto?”
“per
come mi hai
abbordato, si. Credevo fossi più avvezzo a trastullarti con
gli
uomini per una lauta ricompensa”
“è
capitato...e li
valgo tutti, quei soldi...”
“fino
all'ultimo
centesimo”
“allora
non lamentarti”
la
sigaretta rubata dalle
sue labbra per smorzare quella situazione imbarazzante, ogni volta
che qualcosa non va o il discorso diventa più personale, il
ragazzo
sembra voler sfuggire da lui, diventando quasi invisibile per evitare
chissà cosa...forse litigare? Dal caratterino terribile e
dalla
risposta velenosa, immagina che sia questo il motivo principale della
sua propensione a non volersi confrontare.
“e
comunque...non farti
veramente strane idee, sono un bravo ragazzo, per quanto strano possa
sembrarti”
“pensi
che abbia una
brutta idea su di te?”
“non
mi sono certo
presentato come il migliore dei personaggi.”
“allora
lo ammetti!!!”
“quella
sera ne avevo
bisogno...”
“...in
realtà, anche
io...”.
È il
suo turno di rubare quello che ormai è diventato il
mozzicone di una
sigaretta post-coito, soddisfacente e sfiancante.
“
e dimmi Taemin, come
mai ne avevi bisogno?”
“questo
te lo dirò un
altro giorno. Per oggi hai già scoperto troppo, non trovi?
Poi perdi
interesse nei miei confronti, se ti dico tutto e subito...”.
Un
sorriso dolce, quasi
divertito dalla sfrontatezza dimostrata, dal suo modo di fare deciso
e per nulla intimorito dalla vicinanza con un suo hyung.
In fin
dei conti, avrebbe
continuato a cedere volentieri ad ogni suo capriccio o ricatto
morale.
“ora,
vecchietto mio,
ho fame...che ne dici di preparare qualcosa e mangiare?”
“okay...ma
resta nudo,
voglio guardarti”
Nyan-Nyan=
Volevo
ringraziare tutte le persone che hanno letto il mio primo tentativo
di ff ispirata agli SHINee. Grazie mille per i commenti e spero che
vi piaccia anche questo capitolo, piuttosto breve, pardon.
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Capitolo 3 *** 3 ***
Si
possono amare tante
persone nella propria vita.
Magari
i ragazzini ingenui,
quelli che piacciono di solito a lui, con gli occhi pieni di speranza
peri il futuro, nella quale luccica l'innocenza ed il romanticismo
tipico dell'età dell'incoscienza, quelle persone possono
continuare
a sognare, a credere di poter amare una sola persona, che ci sia un
solo amore nella misera e lunga vita di un uomo.
Per lui
non è assolutamente
vero, ci si può innamorare tante volte quanto sorge il sole,
ed ogni
volta si torna a provare la stessa sensazione strana, quel misto di
senso di onnipotenza e l'insicurezza di chi non ha nulla di certo tra
le mani, quella bella ansia da prestazione che si avverte prima di un
esame importante all'università, dalla quale dipende tutta
la tua
esistenza.
L'amore
è contraddittorio,
irrazionale e da dipendenza.
La
felicità da dipendenza,
per questo motivo tutti la ricercano dopo averla provata per
pochissimo tempo, anche solo per un attimo. Anche le persone che non
hanno mai avuto la fortuna di essere felici, sentendo gli altri
ciarlare su quello che si prova quando si ha tra le mani un
sentimento così effimero, sulla pienezza dei sentimenti e
dell'amore
verso se stessi e il prossimo, forse per curiosità o per
invidia, si
tuffano nella ricerca di quello che, probabilmente, non avranno mai.
È
la droga peggiore perché
è legalizzata anzi, il governo ti illude di poterla ricevere
il
cambio di soldi, di lavoro in un azienda famosa e cose di questo
genere.
Chimere
di passaggio.
Qualcuno
dovrebbe istituire
dei corsi statali per aprire gli occhi delle persone.
Nessuno
cerca la serenità o
l'equilibrio interiore, quelle sono solo frasi che si dicono al primo
appuntamento per far credere alla persona seduta di fronte a te, di
trovarsi con una persona capace di accontentarsi di poco, di farla
rilassare e illuderla di poter già immaginare un futuro
insieme.
Perché
accontentarsi di
sentimenti noiosi come la serenità, quando si può
avere l'ebbrezza
di provare la felicità? Seppure per brevi momenti, alternati
con la
disperazione?
Lui,
Choi Minho, è di
questo parere.
Ama
l'amore, ama
l'innamorarsi e il non pensare a nient'altro se non a quella bella
sensazione che prova mentre stringe a se la sua innamorata, ma
soprattutto, grazie alla sua leggerissima vena masochista, ama la
sofferenza della rottura.
Lo ha
scoperto da poco.
Adora
lo stimolo che gli
nasce dentro ogni volta che deve raccogliere i cocci di se stesso,
incollarli e notare quanto la superficie del suo corpo e della sua
anima siano cambiati, come se indossasse una pelle diversa.
Una
sorta di lifting
emozionale.
Principalmente
perché,
quando una storia finisce, è il cuore di due persone a
spezzarsi, e
nel momento in cui si è costretti a fare il punto della
situazione,
a ricostruire se stessi dopo la disperazione iniziale, in quel
momento ci si accorge di aver raccolto anche qualche coccio del cuore
altrui, che combacia perfettamente con la tua parte mancante.
Ed ecco
che in quel momento
hai la consapevolezza di essere cambiato irrimediabilmente.
Dalla
sua ex ha raccolto il
'coccio dell'abbandono relazionale', ha capito di
dover
ritagliare del tempo per le cose e le persone importanti,
perché non
è detto che queste siano sempre lì ad aspettarti,
quando tornerai
dal lavoro.
Da
quella prima ancora, ha
trovato il 'coccio della parola espressa', ha
imparato ad
esternare i propri sentimenti, del resto si sa, non a molte persone
è
stato dato il potere di leggere nella mente, e 'il coccio
dell'errare' che gli ha insegnato a non tradire mai la
propria
compagna, se la si considerare una probabile amante per la vita. Non
potrai fare lo stesso errore due volte.
Più
in generale, non
bisogna mai tradire la fiducia di qualcuno a cui si son dette le
fatidiche parole magiche.
Vorrebbe
mettere queste cose
in pratica, in effetti. Però si rende conto di non avere una
vera e
propria relazione con il ragazzo fisso che pernotta nel suo letto.
Ragazzo
placidamente
addormentato accanto a se, con le labbra piene e sapientemente
disegnate con colori pastello da madre natura. Le ciglia lunghe e
sottili chiuse tra loro.
L'espressione
rilassata,
abbandonata tra le coperte candide ed ormai troppo stropicciate dalle
passate attività. Le spalle nude, la pelle liscia e
sbiancata dai
raggi della luna, i muscoli ben delineati seppur non eccessivi,
tipici di chi ha sudato veramente per averli, senza l'aiuto
dell'alchimia moderna.
Se sono
non fosse stato
nudo, lo avrebbe scambiato per un angelo candido, innocente come
pochi altri, innocente come non lo è più da molto
tempo, immagina.
Non
riesce a vedere la
realtà dei fatti, nonostante si presenti in tutte le
sfumature
proprio di fronte ai suoi occhi, è un sintomo di quanto quel
ragazzino stia cercando, teme involontariamente, di entrare a far
parte della sua quotidianità. Con le sue entrate in scena
impreviste, con la sua violenza psicologica e la sua presenza calda
in quelle notti così gelide da far impallidire anche la
morte.
In
effetti non avrebbe
saputo come fare, nei giorni subito dopo la separazione con la donna
con cui aveva trascorso gli ultimi anni della sua esistenza, se non
fosse arrivato lui ed il suo caratterino tutto particolare a
distrarlo in quel modo affettuoso.
Dato
che al momento sono
chiusi, è facile per lui poterlo guardare attentamente in
viso, se
deve essere sincero, a volte non ci riesce. Quando è sveglio
e punta
gli occhioni su di lui ha la capacità di farlo sentire nudo,
di
fargli credere di essere amato o di mandarlo negli inferi dalla
disperazione in un attimo dopo.
Quegli
occhi nocciola che
nascondono dietro di se un carattere capriccioso ed egoista come solo
un bambino può essere.
I suoi
occhi richiedono
attenzioni, coccole, lodi, passione, vizi, ma a volte, quando il
discorso tra di loro diventa serio e c'è bisogno di
accantonare le
frivolezze, ecco che quello sguardo cambia, diventando quello di un
adulto, di una persona saggia ed intelligente.
Riesce
a capirlo, seppure
non si conoscono, Taemin riesce a capirlo o, per lo meno, si sforza
di non giudicarlo male quando cede al vortice della lamentela e
srotola il papiro nascosto nella sua mente, iniziando ad elencare una
ad una le donne che gli hanno rovinato la vita tanto da cambiarlo, da
renderlo il mostro insensibile dei giorni nostri.
In quei
momenti, i suoi
occhi non smettono mai di seguirlo e le sue mani di accarezzargli il
capo.
Per
molte persone la
risposta ai loro malesseri è una chiacchierata dallo
strizzacervelli, qualche antidepressivo ingoiato al mattino e alla
sera, che scandisce il tempo che passa, separando il giorno dalla
notte, spegnendo ed accendendo il cervello all'occorrenza.
Per lui
è diverso.
Lui ha
scoperto che la
soluzione a tutti i suoi problemi è il pensiero.
Più
rifletti su una cosa e
più essa diventa facile, no? Il modo migliore per vivere
è
ponderare sulle scelte compiute o da compiere. Ma l'unico modo in cui
riesce a farlo, in cui riesce ad arrivare ad una soluzione plausibile
per ogni dilemma da affrontare, è poggiare la testa sulle
gambe del
ragazzo.
Taemin.
Ha
smesso di considerarlo
come una prostituta abbordata in un bar di periferia, è
troppo
sofisticato per esserlo, è troppo attento ai particolari per
essere
solo un ragazzo che arrotonda le sue entrare come ballerino teatrale.
Minho
ha abbastanza
prestigio ed una buona dose di conoscenze per aver fatto delle
ricerche su di lui, sul suo passato, nonostante le leggi vigenti
sulla privacy.
Passato
non dei più rosei,
ma al mondo c'è di peggio infondo, se l'è cavata
solo con qualche
lutto, qualche turbolenza adolescenziale, ma niente di così
grave o
difficile da digerire. Niente che giustifichi quegli occhi,
però.
Ne
è quasi ossessionato, se
ne rende conto, lo stanno torturando, seppur chiusi a riposare.
“se
continui a
fissarmi, non riuscirò mai a dormire, lo sai?”
“ti
ho svegliato?”
“i
tuoi pensieri sono
così chiassosi da tenermi sveglio”
“mi
dispiace! Non
sapevo riuscissi a leggermi dentro con tanta
facilità”
“non
ci riesco infatti.
È solo che, quando sono con te, finisco sempre col
preoccuparmi di
qualcosa. È come se l'ansia che ti affligge iniziasse a
corrodere
anche me, inevitabilmente”
“sono
parole molto
forti, si può sapere cosa te lo fa dire?”
Un
altro gesto che non
perdonerà mai al suo interlocutore è la
capacità di calmarlo in un
solo secondo, con un solo gesto gentile, un tocco delicato ed
inaspettato.
Ormai
lo conosce, dovrebbe
riuscire a prevedere le sue mosse, come ha sempre fatto con tutti gli
altri, eppure nonostante gli schemi comportamentali ben precisi nella
sua testa, l'altro pare essere in grado di stupirlo, per la
tempistica di ogni abbraccio, ogni gesto o frase.
Anche
in questo momento lo
ha spiazzato, con una sola carezza, lenta e calda sulla sua mano,
tanto intima da convolare in una stretta languida, in una catena di
dita, intrecciate in modo lieve le une con le altre.
“non
voglio litigare
con te...quello che intendevo non è negativo...è
più come un
'sento che si sta struggendo per qualcosa...chissà
cos'è di così
importante da non farlo riposare, chissà perché
non mi sveglia e
non ne parla con me come fa di solito'...è questo quello
che...beh
si, quello che intendo”
“ah”
“scusami...ho
ancora
sonno e non so quello che dico. Ma non volevo litigare con
te...”
“grazie.
Ma non c'è
nulla in particolare che mi tiene sveglio”
“nulla?”
“ti
guardavo...è come
se ogni volta ti vedessi per la prima volta, sai? Riesco a trovarti
sempre più bello eppure non c'è niente di nuovo
nel tuo viso. ...è
una strana sensazione, la mia. Come se riuscissi a trovarmi a mio
agio, come se ti conoscessi da sempre e ti avessi incontrato ogni
giorno per la prima volta”
“questa
volta non ti
capisco...almeno è una bella sensazione?”
“si...si,
lo è. Credo
proprio che sia molto bella.”
“allora
mi accontento
di questo.”
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Capitolo 4 *** 4 ***
Il
campanello ha suonato,
nel cuore della notte.
Non
è la prima volta.
Quella settimana è già successo parecchie volte e
non ha per nulla
voglia di incontrare la persona dietro il portoncino.
Ma a
chi vuole darla a bere?
Ha già suonato quattro giorni su sei, prima del solito
campanello è
stata la volta del telefono, un ora prima dell'arrivo della persona
in questione in quella casa.
Ovviamente
non ha risposto.
Non
è mai stato bravo in
queste cose, ma ha avuto un amico che si è disintossicato
dall'eroina, e dai suoi racconti, seguendo le sue esperienze, ha
capito che può farcela anche lui ad uscire dal tunnel della
droga.
La sua,
al momento, si
chiama Lee Taemin ed i sintomi che lascia sono grandi sorrisi ebeti
per la quale i suoi amici hanno già chiesto delucidazioni in
merito
e l'irresistibile voglia di cedere sempre e comunque a quegli occhi
da cucciolo.
Ha
deciso di smettere con
tutto questo.
Con le
coccole notturne
senza un perché, con le telefonate interminabili, le
relazioni senza
un nome e che lo porteranno ad impazzire.
Ha
deciso di dare un taglio
a tutta questa felicità passeggera, del resto a lui, il buon
vecchio, acido e solo Minho, piaceva. Anche tanto.
Tornerà
ad essere quello di
un tempo, si, non sentirà più il profumo della
pelle giovane e
profumata del suo saltuario amante, non sentirà la mancanza
dei suoi
racconti sotto le lenzuola, post-sesso, con quella voce sempre
più
abbandonata e rilassata dal sonno che a breve lo avrebbe preso di
sorpresa.
Basta
anche ai bacini teneri
che ultimamente riceveva prima di svegliarsi, prima di decidere di
ordinare qualcosa da asporto piuttosto che alzarsi dal letto ed
andare al ristorante, o di cedere a quei capricci stupidi, tipo voler
andare ad ogni costo al luna park, come una semplice coppia di
adolescenti invece che andare in posti ben più eleganti e
costosi.
Sono
tutte idiozie di cui
può fare a meno, se ci pensa bene poi, doveva capirlo sin da
subito.
Il
ragazzino non ha mai
fatto per se, è bello per carità, ma lui ha
sempre preferito le
donne ,molto femminili e disinibite.
Non sa
quasi nulla del suo
passato, eccetto le poche informazioni avute da qualche amico e che
si è fatto fare 'un prestito' da lui la prima sera,
indimenticabile
sera, promettendogli di pagargli gli interessi in natura e il resto
gli saranno resi prima o poi...quel poi, secondo lui, equivale ad un
molto poi al confine col mai. Al momento però non gli
importa, non
sa quante persone si sono avvicinate e gli son state al suo fianco
solo per rubargli regali costosi, approfittare del suo buon cuore per
estorcergli denaro, in modo più o meno carino, quel ragazzo
è solo
l'ennesima prova che tutto va meglio, se è solo.
Peccato
che quel suono
sembra incessante, la voce di quel bel micino abbandonato gli riempie
le orecchie, facendolo sentire come uno di quei padroni incoscienti
che prendono un cucciolo al negozio di animali o al gattile, ci
giocano per qualche mese e poi lo buttano via, quando ormai
è troppo
cresciuto per trovare una famiglia con prole che badi a lui.
Si
sente il peggiore degli
uomini, e probabilmente lo è, quando guarda il profilo
triste del
suo piccolo micio indifeso, da uno spiraglio aperto nella tenda,
sollevando la stoffa come una vecchia comare impicciona e ben
mimetizzata con la finestra.
I suoi
capelli morbidi da
accarezzare sembrano appena più umidi per via della leggera
pioggerellina caduta fino a poco tempo prima.
Quante
volte ha toccato
quegli stessi capelli umidi dopo una doccia calda in hotel o nella
sua stessa casa?
Quanto
saranno freddi al
tatto, adesso?
Sicuramente
avrà freddo in
quel cappottino nero e leggero, tagliato all'altezza dei fianchi, di
pelle morbida.
I
pantaloni tenuti dentro le
scarpe, gli fa piacere che abbia capito la lezione dopo quella volta
in cui lo ha rimproverato per avergli sporcato tutto il pavimento con
l'orlo dei pantaloni bagnati e lo ha fatto spogliare, come punizione.
La
punta del nasino è
rossa, cerca riparo tra la sciarpa legata al colo, rossa e di
cachemire, un suo regalo.
Il
giorno in cui gliel'ha
regalata, per quello che doveva essere il suo compleanno, aveva gli
occhi lucidi e gli aveva promesso di tenerla sempre con se, come il
ricordo di uno dei compleanni più belli mai vissuti.
All'epoca
ha creduto che
fosse solo il classico gioco da arrampicatore sociale, fare i
complimenti a qualcuno per ingraziarsi i futuri favori e poi buttare
via i regali come se fossero carta straccia, per lo meno era sincero
quando si emozionava.
Era
felice in quei giorni,
sembrava ancora più piccolo, un moccioso, nonostante adesso,
stretto
tra i vestiti bagnati, dietro il suo cancello, sembra quasi un
ragazzino sperduto, abbandonato da tutti, con il capo abbassato a
fissare il suolo e le mani strette intorno al manico di una busta
blue, di una pasticceria.
La sua
pasticceria preferita
in effetti, però non è nessun evento particolare,
non un
anniversario, non un compleanno o una festa nazionale.
Un
piccolo movimento della
mano e tutta la cattiveria, tutta la buona volontà di Minho
va farsi
benedire.
Basta
solo che Taemin, fuori
dalla porta, porti il braccio piegato all'altezza degli occhi per
spingerlo ad andare contro ogni sua più fervida convinzione.
Gli ha
aperto ed ha mandato
a quel paese la sua coscienza.
Ha
permesso alla sua droga
di avere la meglio sulla sua vita ed ora lo vede correre verso la
porta d'ingresso socchiusa, lo vede attraversare il corridoio di
ciottoli bagnati e scivolosi in fretta, tra i fiori preferiti del suo
giardiniere che ormai ha smesso di chiedergli il permesso di
aggiungere piante e fiori tropicali, brillantissimi, in quello che
ormai è una giungla, non un semplice giardino.
Lo vede
arrivare da se,
all'ingresso piccolo e caldo rispetto alla temperatura esterna.
Lo vede
lì e sorride, del
resto non ha mai resistito alle lacrime.
“Minho
tu...”
“scusami”
“perché?
È da giorni
che ti cerco...”
“lo
so...”
“non
hai risposto...non
mi hai chiamato...non...non...”
“avevo
bisogno di
pensare.”
“...non
potevi farlo
dopo o prima di farti sentire?”
“lo
so...ho sbagliato.
È solo che ho capito adesso...pochi minuti fa”
“ah
si? E cosa avresti
capito? Sentiamo...”
“che
è tardi per
tornare indietro”
“...”
“non
riesco a stare
senza di te...non che mi piaccia ammetterlo, non sai quanto me ne
pentirò prima o poi...ma è quello che
provo.”
Nessuna
lacrima, nessun
dramma da stereotipo gay. Solo una vicinanza casta, la fronte sulla
sua spalla e l'unico gesto che smentisce la sua proverbiale freddezza
da moccioso troppo orgoglioso per far capire la propria
felicità, è
costituita dalla sua mano, stretta intorno alla giacca da camera di
Choi, all'altezza del cuore, tremante, tenera.
“c'era
freddo”
“ti
sento...sei
gelido!!”
“no...c'era
freddo,
senza di te. Senza i tuoi abbracci, senza le nostre chiacchierate o i
nostri battibecchi...c'era freddo, ed era insopportabile...non farlo
mai più”
“ci
proverò, giuro...”
“Hyung?
stanotte...hai
tempo? Credo che sia arrivato il momento di raccontarti tutto di
me...”
Nyan: Ciao a tutte
e grazie per aver letto fino a questo capitolo, per aver commentato e
per averla seguita, sono felice<3. I miei personaggi sono molto
paranoici, lo so ù_ù cercate di perdonarli...! Il
prossimo capitolo forse sarà l'ultimo! nyan<3 Un
bacione a tutti.
|
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Capitolo 5 *** 5 ***
“Quindi
hai vissuto con
lui per tutto questo tempo?”
“si,
da quando avevo
17anni circa, sono sempre stato una persona molto passionale. Quando
mi metto in testa una cosa, nessuno riesce a farmi cambiare
idea.”
“e
tua madre? Mi hai
detto della sua personalità molto apprensiva...come l'ha
presa?”
“mah,
inizialmente era
disperata. Ero pur sempre il suo piccolo e stupido figlio che ha
deciso di scappare di casa con un uomo più grande di lui
di...20
anni...”
“in
effetti è troppo a
quell'età”
“lo
so, mia madre si è
colpevolizzata per un luongo periodo di tempo. Si dava la colpa per
tutto, anche per il non avermi dato un padre. Imputava a questo la
mia voglia di stare con un uomo più adulto.”
“non
pensi che sia un
motivo valido? Psicologicamente parlando, intendo...”
“non
ne capisco molto
di psicologia, ma sono sicuro di non voler fare certe cose con mio
padre... mi piacciono gli uomini più grandi, tutto
qui”
“noi
abbiamo solo 10
anni di differenza, dopotutto.”
“non
sono molti”
“vuol
dire che mi
lascerai alla prima occasione? Non dirmi che devo temere ogni volta
che passiamo accanto ad uno ospizio...”
“scemo...”
Qualche
risatina ed un
cuscino volante, pigramente lanciato dall'inquisito all'inquisitore,
che mangia pezzi di short cake alle fragole direttamente con le mani,
come una piccola scimmia ammaestrata male, dato il trambusto che
combina, tra risate, dita sporche di crema bianca e il cadavere di
una torta innocente spappolata sul suo vassoio di cartoncino bianco
ed il costoso copriletto nero della sua camera.
I loro
vestiti in terra
creano un atmosfera intima e passionale, un quadretto perfetto che
però ancora non si è realizzato del tutto, data
la volontà del suo
piccolo amante di parlare, assecondare ogni suo desiderio, ogni sua
curiosità sulla vita trascorsa fino ad allora.
Minho
non è abituato a
tutto questo, di solito le dinamiche con un uomo sono molto
più
fisiche, senza interazioni di vario genere ma per una volta, non gli
sembra così brutta la prospettiva di udire ancora una volta
la sua
voce, per tanto tempo, rivelando la verità che ha sempre
anelato
sapere.
“come
lo hai
conosciuto?”
“quando
avevo 16 anni
ho partecipato ad un provino per una parte, in un musical. All'epoca
ero molto pieno di me...”
“più
di ora?”
“...ora
sembro un
tenero agnellino in confronto. Pensa che questa compagnia era
già
piuttosto affermata e cercavano un ballerino per la parte di
Mercuzio, in Romeno e Giulietta...lui era uno dei giudici”
“quindi
hai sedotto uno
dei giudici per una parte?”
“non
fare mai una cosa
del genere, che ti salta in mente? Sono una persona seria nel
lavoro...quella parte non è mai stata mia, ovviamente. In
compenso,
però, mi ha fermato dietro le quinte, dicendomi che
conosceva una
compagnia emergente e che il regista era un suo amico, mi avrebbe
raccomandato a lui, se fossi stato interessato.”
“e
tu lo eri, giusto?”
“è
sempre stato il mio
sogno, quindi ho accettato. La settimana dopo mi ha portato in un
piccolo teatro di periferia a conoscere quella che poi è
diventata
la mia attuale compagnia...e la stessa sera, sotto casa, mi ha fatto
promettere di andare a cena con lui, dandomi un bacio
mozzafiato”
“...si
meriterebbe il
carcere...”
“
si...si, lo so...ma
all'epoca era una cosa strana, nessun ragazzo della mia età
avrebbe
mai pensato di essere così diretto. L'ho apprezzato. Poi era
tutto
così strano, lui non temeva il giudizio degli altri e mi
accompagnava in ogni posto che volevo, mi portava ai grandi
magazzini, ai ristoranti di lusso, a vedere spettacoli teatrali e
conoscere gli attori, i primi ballerini...era il mio sogno. Mentre i
ragazzi della mia età si scandalizzavano anche a scambiarsi
un bacio
con me quando i loro genitori stavano al piano inferiore, era un
altro mondo...ed io avevo fretta di crescere.”
“così
hai deciso di
vivere con lui?”
“è
successo, casa sua
era immensa e vicino la scuola di danza. Poi sai come vanno certe
cose, no? Se uno dei due ha un lavoro fisso è impossibile
vedersi,
così abbiamo approfittato di questa scusa per passare del
tempo
insieme. È durata, tra alti e bassi, circa quattro
anni.”
“e
poi?”
“poi
ha trovato un
ragazzo migliore di me, pare. Al suo stesso livello sociale o
stronzate simili, fatto sta che mi ha buttato fuori di casa, senza
pensarci due volte. Per questo motivo avevo bisogno di soldi e ti ho
sfruttato. Ma sto già racimolando la somma per
restituirtela.”
“non
c'è bisogno,
pensavo lo avessi capito...”
“no,
non mi piace avere
debiti con il ragazzo che mi porto a letto, voglio essere
indipendente. Poi è squallido dare un prezzo a qualcosa che
ti fa
stare bene. Ho la mente semplice e solidi valori morali, cosa
credi?”
Il
sorrisino morbido e delicato dipintosi sul suo volto sembra quasi
prendersi a cazzotti con lo sguardo tagliente che sfavilla, le sue
iridi profonde come le sabbie mobili irretiscono Minho, la quale si
farebbe sprofondare senza opporre resistenza in quell'abisso di
incertezze. Abbandonate ogni speranza oh voi che entrate, recitavano
in un libro letto tantissimo tempo prima, e lui lo fa, abbandonando
la speranza di poter anche non soffrire per una volta. Certo che da
quell'angelo dalla perfetta curva vertebrale e dal sedere tornito e
sodo si farebbe straziare l'anima.
“e
tu invece? Mi sei
sembrato il classico stronzo a cui tutto è dovuto...beh,
solo a
primo impatto, al bancone...”
“è
proprio vero, sono
uno stronzo! La prima impressione solitamente è quella
veritiera. E
ti dirò di più, sono il peggiore degli
stronzi...”
“quindi
sei il classico
bocconcino tanto ambito dalle donne?”
“si...ma
sono anche il
classico esemplare di stronzo che viene lasciato dalle donne. A volte
temo di aver perso tutto il mio fascino, non riesco più a
tenermele
strette come una volta...”
“hanno
mai cercato di
cambiarti?”
“l'ultima...l'ultima
si, e c'era quasi riuscita. Avevo intenzione di chiederle di
sposarmi, di costruire una famiglia con lei, le avrei anche dato un
bambino, se avesse voluto, solo per farla felice. Invece niente, mi
ha lasciato comunque e mi ha spiegato le motivazioni tramite
telefono”
“non
è stato un modo
delicato per farlo...”
“non
è stata delicata
neanche a farsi mettere incinta da un altro, mentre aveva una
relazione con me. La sera in cui ti ho conosciuto avevo rotto con
lei, mi aveva mandato una semplice email al cellulare, stavo andando
a trovarla per parlarle, sarei stato disposto pure a mettere da parte
il mio orgoglio, ma l'auto mi ha impedito di non essere fedele a me
stesso.”
“beh...non
ti è andata
così male, no? Hai conosciuto me...non so se mi spiego. Sono
un
bravo ragazzo, non voglio cambiare le persone, non posso avere figli
anche volendo, non so fare ricatti morali con le lacrime, al massimo
posso rifiutarmi di farti qualche pratica sessuale, ma non sono bravo
neanche in quello, perché cedo più che
volentieri...e non ridere di
me, sono pur sempre un uomo”.
“già...già.
In fin
dei conti non è andata poi così male. Anche se
non ti conviene
rivelarmi i tuoi punti deboli, saprei sfruttarli a mio
favore”.
Le mani
sapienti e agili del piccoletto cercano di fermare quelle grandi e
forti dello stronzo di prima categoria, che si avventano su di lui
con la ferocia della tigre tanto decantata da William Blake.
Quel
paragone lo ha fatto
Taemin qualche notte prima notando i suoi occhi pieni di passione
mentre si muoveva sopra il suo bacino, come una piccola amazzone
armata di intenzioni belliche e la possibilità di domare una
bestia
insaziabile. Ha adorato il suo modo sensuale di esporre la poesia tra i
tremolii della voce ed il ritmo incalzante dell'amplesso, stare
con un ballerino ha dei risvolti positivi. Chi ama l'arte, in ogni
sfaccettatura, sicuramente non disdegna la lettura e Minho si ritrova
ad amare sempre di più quell'efebo ragazzo dagli occhi caldi
come la
terra. Ama quel modo di ridere in modo sguaiato e la sua
passività
degli atteggiamenti. Per quanto si atteggi a belva indomabile, sembra
quasi più un gattino bisognoso d'affetto, un micio pronto a
sfoderare gli artigli velenosi solo per allontanare chi potrebbe
ferirlo.
L'istinto
gli fa dire di
potersi fidare di quel ragazzo più grande di lui e molto
solitario,
si dice sempre che l'amore è fatto da due solitudini che si
incontrano, no? E vuole credergli perché in fondo
è molto più
semplice così, credere alle banalità piuttosto
che scervellarsi.
Taemin vuole crederci ancora, in fin dei conti 21 anni sono veramente
troppo pochi per rinunciare del tutto all'amore e all'idea di essere
felice accanto a qualcuno.
Anche
Minho vuole stargli
vicino, sentire l'odore della sua anima, il profumo del suo sudore
dopo gli allenamenti, sentire il profumo della primavera che
abbandona il suo corpo, piano piano. Gli piacerebbe passare il resto
della vita con un ragazzo della quale impara a scoprire le cose piano
piano, quel suo caratterino piuttosto forte ed orgoglioso lo
stuzzica. Anche solo per sapere il suo nome ha dovuto soffrire almeno
due mesi e...e si rende conto di non riuscire a pensare ad altro
durante la sua intera giornata. Il volto di Taemin e l'incertezza del
poterlo avere con lui o meno gli rode il cervello, come un piccolo
tarlo che corrode ed entra sempre di più all'interno dei
suoi
pensieri, tormentandolo con quei sorrisi, con quelle assenze. Non si
è mai sentito usato da lui, neanche quando gli lasciava una
lauta
ricompensa per le coccole consumate con irruenza e poca carineria.
Le
risate di Taemin
rimbombano nella stanza vuota, da troppo tempo solitaria e fredda, le
pareti sembrano quasi riempirsi di colore, come se le pareti di un
tenue color beige si sciogliessero pian piano mostrando la bellezza
di un paesaggio primaverile nonostante fuori, in realtà, ci
sia una
pioggia torrenziale che cerca di affogare le malefatte del mondo in
un abbraccio freddo e scrosciante. Sorride ancora, da quando conosce
quel ragazzo si sente diverso, riesce a vedere il bicchiere mezzo
pieno anche durante una sbronza collettiva. Lo guarda.
Perderebbe
ore a guardarlo
sorridere in quel modo.
Si
sdraia su di lui,
bloccandolo con le braccia sopra la sua testa, nota le costole
sporgenti su quel corpo bianchissimo come piccoli delfini che salgono
in superficie, le anche sporgono e sbattono contro le sue, sono nudi
e non hanno fatto ancora l'amore, eppure Minho non vorrebbe fare
l'amore con lui abbandonando tutto alle proprie spalle, al momento
vuole tormentarlo dolcemente, fino a farsi dire quello che desidera
da tanto tempo.
“sei
un ragazzino
scapestrato! Immagino di non essere in grado di metterti il
guinzaglio”
“uhmm,
vuoi fare certi
giochini? vecchietto perverso”
“aish...piccolo
impertinente, ora ti punisco” Si
mette a ridere, dimenticandosi gli anni passati in banca dietro
quell'enorme scrivania di mogano, a conteggiare numeri su numeri e
dare un prezzo ad ogni persona, svuotandola di ogni scintilla umana.
Taemin lo sta riempiendo di calore. Lo riempie anche di giochi
stupidi, come se stesse tornando bambino infatti con una mano scura
afferra la restante torta alla panna e fragole, spalmandola sul suo
viso diafano e niveo, scivolando poi verso il basso fino
all'intimità
che non insudicia, per tenere il sesso lontano dai discorsi seri e
profondi. Non che riuscirebbe a pensare al sesso date le urla del
più
piccolo, con l'argento vivo addosso si dibatte sotto di se nel vano
tentativo di liberarsi da quella morsa.
“è
inutile che ti
dimeni tanto, questa è la giusta punizione per esserti preso
gioco
delle mie parole, era l'inizio di una dichiarazione seria, la
mia...voi ragazzi moderni dovreste imparare a trattare i più
grandi
in modo serio e rispettoso. Tsk.”
“pff...ti
innervosisci
per niente”
“non
è vero, stupido”
“allora
perché non mi
liberi le mani e parliamo seriamente?” sussurra
leccandosi appena le labbra, lasciando ogni forma di malizia lontana
da quel gesto, semplicemente ha voglia di sentire il sapore della
panna sciogliersi dentro la sua bocca, sentire le papille gustative
in festa, far si che il senso del gusto si svegli aspettando la
dolcezza di un altro momento che arriverà a breve. Minho si
lascia
corrompere da quegli occhi dal colore indefinito, non perché
abbia
un colore strano o particolare, semplicemente perché non ha
mai
visto un colore di occhi così bello. Lo libera non
aspettandosi una
mossa così sensuale del suo piccolo carcerato che si fionda
con le
braccia intorno al suo collo, sollevandosi di peso e spalmando il suo
corpo su quello muscoloso dell'altro, il viso va a cozzare dolcemente
su quello più scuro e mascolino, ammorbidendo il suo colore
olivastro con la soffice panna simile tanto al colore della sua cute,
la panna ed i resti del pandispagna vengono divisi equamente tra lo
stupore del più grande, ingenuo, e le risate soddisfatte del
più
piccolo orgoglioso della propria vendetta culinaria. Non l'avrebbe
mai fatta una cosa del genere e ne è sconvolto, Minho
è veramente
sconvolto dal fatto di non essere neanche arrabbiato, né per
il
copriletto pagato profumatamente, né per il suo corpo fatto
di
schifezze. Sta tra le braccia di Taemin ed il resto importa sempre
meno.
“ti
ho lasciato senza
parole? Uhmm sono proprio bravo”
“rispondimi”
“quanto
sei noioso
stasera...”
“alla
fine vincerò io,
lo sai anche tu...ne Taemin? Ehi Taemin”.
Il
ragazzino solleva lo sguardo al cielo, l'ombra di una ragnatela si
muove leggiadramente su quel soffitto cullato da un leggero spiffero
d'aria. Taemin approfitta della posizione per sfiorargli le spalle
ampie, la schiena muscolosa e la vita sottile, se chiude gli occhi
riesce a vederlo, focalizzando tutta la sua attenzione, riesce
benissimo ad immaginare i loro corpi abbracciati, scaldarsi a
vicenda, sporchi ed appiccicosi. Sorride, finalmente.
“odio
i collari...odio i guinzagli e tutte le cose capaci di legare solo
me. io...faccio l'amore solo con te Minho, credimi, non ho nessun
altro, né voglio un nuovo compagno. Però non
allontanarmi più in
quel modo”
“io
odio non dare un nome alle cose, fin quando non trovo un posto adatto
a tutte le cose, la mente continua a lavorare e la soluzione a volte
è...inevitabile.” il
loro discorso è diventato quasi un sussurro, spossati da
tutte
quelle risate e lotte, si lasciano scivolare placidamente sul lettone
uno dietro l'altro, il mento del banchiere si incastra perfettamente
nell'incavo del collo del piccolo ballerino, i loro respiri sono
quasi in perfetta sincronia. Taemin decide di fare le cose per bene
come nei film, intreccia le loro dita e lecca i residui di panna tra
di esse, sono appiccicosi e sofferenti ma il discorso sembra essere
più doloroso di ogni fastidio fisico.
“vuoi
lasciarmi?”
“dovrei
stare prima con
te, non credi?”
“vuoi
stare con me?”
“sto
cercando di
fartelo capire”
“oh....dovresti
chiedermelo in modo epocale, sai? Come nei film, mettendoti in
ginocchio, non cospargendomi di torta”
“oggi
sei
esuberante...così rischi di farmi sentire un
ragazzino”
“hai
solo 30anni eh,
non sei mica con un piede nella fossa, dovresti smettere di pensare
troppo e goderti il momento. Sei qui con me”
Minho
sorride ancora una vota, bloccando il ragazzo sotto di se, immobile e
passivo come una foglia che si lascia trasportare dalle onde
dell'oceano. Gli poggia le labbra su una natica tonda e pallida
proprio come la luna nascosta dietro quei nuvoloni neri, la
mordicchia e lascia un segno rosso ciliegia. Un livido grande e
doloroso così può benissimo ricordarsi di lui
ogni volta che si
siede, ogni volta che danza, ogni volta che si sfiora sotto la
doccia. Dopo averlo marchiato in quel modo si rimette comodo dietro
di lui come due cucchiai perfettamente incastrati in una cassettiera.
“ti
farò trovare una
copia delle chiavi di casa mia, così puoi restare dentro
casa mia
quando piove come oggi, se sono ancora fuori per lavoro”.
“è
un tentativo di
dichiarazione? Pensavo che i tristoni come te fossero più
fantasiosi”
Il più
grande ride, ride della situazione e ride di se stesso. Taemin invece
incrocia nuovamente le dita alle sue, baciandole, tutta questa
dolcezza lo fa sentire strano, si immagina già in una
copertina di
un harmony in braccio al suo amante dal corpo perfetto. Ridacchia
voltandosi per poterlo abbracciare, come se fosse uno specchio
riflette le azioni fatte dal banchiere dai folti capelli nerissimi e
lucidi, lascia un grosso succhiotto sul collo olivastro che si
ritrova d'avanti. La sua opera d'arte sembra quasi una macchia del
test di Rorschach, un angelo con le ali spiegate, ecco cosa vede in
quel succhiotto.
“verrò
qui prima che
questo segno vada via, per rimarcarti. Fin quando avrai questo segno
non potrai toccare nessun altro uomo, te lo impedisco.”
Chi
potrebbe dire di no a quegli occhi languidi da cerbiatto e a quelle
mani di fata che sfiorano la sua intimità per svegliarla,
parlando
con entrambe le menti del suo uomo per avere una confessione
generale, sentita. Il paranoico maggiore lo spinge dolcemente con le
spalle sul letto lasciando che le gambe di Taemin si schiudano come
un fiore di fronte ad un raggio di sole, caldo e nutriente.
L'invasione è sempre più lenta ed intima, il
caldo dei loro corpi
culla quell'atto carico di significati, le loro mani si stringono in
una morsa possessiva ed abbandonata sul cuscino dalla fodera nera,
lucida. Non c'è nessun grido, nessuna espressione di
lussuria.
Si
osservano, quegli occhi si scrutano fino in fondo all'anima fin
quando non è il più grande dei due a cedere ed
abbassare lo
sguardo, sconfitto.
“Vorrei
comunque solo
te, per questo motivo...amami!”.
Nota:
Finita la
mia prima ff sulla
2min. Il finale non mi è piaciuto particolarmente ma ormai
sono
spedita a scriverne una lunghissima su tutti...che bello il cazzeggio
da post-laurea.
Comunque
grazie a tutti quelli
che hanno letto e commentato fino ad ora, spero vi sia piaciuta e che
vorrete seguire anche le altre. Mi ha fatto piacere leggere i vostri
commenti. Awwnn<3.
Un bacio a
tutte<3.
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