Nessun passo importante

di Hypnotic Poison
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima storia ***
Capitolo 2: *** Seconda Storia ***
Capitolo 3: *** Terza Storia ***
Capitolo 4: *** Quarta Storia ***
Capitolo 5: *** Quinta Storia ***
Capitolo 6: *** Sesta Storia ***
Capitolo 7: *** Sette ***
Capitolo 8: *** Otto ***
Capitolo 9: *** Nove ***
Capitolo 10: *** Dieci ***
Capitolo 11: *** Undici ***
Capitolo 12: *** Dodici ***
Capitolo 13: *** Tredici ***
Capitolo 14: *** Quattordici ***
Capitolo 15: *** Quindici ***
Capitolo 16: *** Sedici ***
Capitolo 17: *** Diciassette ***
Capitolo 18: *** Diciotto ***
Capitolo 19: *** Diciannove ***
Capitolo 20: *** Venti ***



Capitolo 1
*** Prima storia ***


Nessun passo importante

Nessun passo importante

 

 

 

Prima storia

 

“Shirogane-kun… potresti spiegarmelo un’altra volta?”

Chiudo gli occhi e cerco di trattenermi da non sbottare. Guarda, lo faccio solo per te!

“Ichigo, è semplice: basta che premi questo pulsante qui, e poi giri questa manopola fino alla freccia!”

Tu annuisci, facendo sballottare di qua e di là i due codini che porti sempre.

È la terza volta che ti spiego come usare questo elettrodomestico, ma tu proprio non riesci a capire. E dire che sei stata proprio tu ad insistere per comprarlo!

Ci sono soltanto due possibilità perché tu non riesca ad accenderlo.

La prima: quella tua testolina bacata sta pensando -ahimè- ad Aoyama.

La seconda: sei veramente senza speranza.

Vorrei, ti giuro, che fosse la seconda. So che è brutto dirlo, ma è proprio così!

Mi viene da ridere mentre ti guardo armeggiare convinta, gli occhi socchiusi, la lingua tra i denti.

Poi, quando finalmente quell’affare si mette in moto, sorridi felice come una bambina e mi guardi trionfante.

“E brava la nostra piccola gattina…” esclamo, scompigliandoti i capelli.

E prima che tu possa arrabbiarti, mi allontano da te, le mani in tasca che ancora odorano del tuo profumo.

Vorrei poterti dire tutto, Ichigo, tutto quello che accade dentro di me a sentire quell’aroma… ma purtroppo, ancora, non posso…

 

 

Fine

 

 

 

Bene, probabilmente questa storia vi sarà sembrata un po’ strana, ma non vi preoccupate, sono qui per spiegarvi tutto ^___^

 

Nessun passo importante è una raccolta di storie (drabble, shot, song fic eccetera) tutte incentrate su Ryo ed Ichigo, e tutte auto-conclusive.

 

Le ho scritte davvero tanto tempo fa, hanno ormai più di un anno, ma solo adesso ho deciso di pubblicarne, anche perché ne ho scritte diciotto e mezza e quindi posso rifornirvi ^^

 

Probabilmente sarà una fic sempre in evoluzione, quindi forse non leggerete mai la parola completa XD E forse un po’ ci sperate XD

 

Allora, prima di chiudere colgo l’occasione per ringraziare chi ha commentato Cinque giorni:

 

stezietta w: ehm.. forse ci sarà un seguito. Forse. XD Grazie di tutto!

 

ECA90: è sempre bello risentirti ^^ Grazie davvero

 

Killkenny: ti faccio sempre star male eheh. Ma dai, su con la vita, che sto già pensando ad un seguito. ^^

 

Soledad: che bel nick ^^ Grazie anche per averla aggiunta ai preferiti XD

 

Izayoi007: sister, visto che brava?!? Mo ne hai due da leggere e commentare su HSM!! Forza, vai! Perdonami, ma che è un new-dandy?? E poi, scusa, che ne sai che finirà male?? Oh, non ti fidare mai. Comunque, i capelli alla Vany me li sono già fatti a giugno XD Ma adesso li faccio crescere XD. A presto! Baci

 

 

Spero nei vostri commenti anche per questa fic, e prometto che pubblicherò la seconda storiella molto presto!

 

Un bacione grande,

 

la vostra

 

Hypnotic Poison, che lentamente sta tornando.  

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Capitolo 2
*** Seconda Storia ***


La musica riempie il locale affollato, creando un’atmosfera carica d’energia.

È stata una buona idea quella di dare una festa qui al Caffè, spedendo volantini in giro per la città.

Ora, infatti, è tutto pieno, ed è difficile camminare.

Non che non mi piacciano le feste, ma perché non mi avete fatto rimanere nel silenzio della mia stanza?

Mi faccio largo tra la folla, ignorando gli sguardi languidi delle ragazze. Accidenti a queste luci particolari che Keiichiro e Minto hanno voluto installare: così metà delle persone presenti ha i capelli rossi!

Afferro al volo un cocktail da un vassoio sorretto da chissà chi. Devo stare attento, oppure qui finiranno per fregarci tutto…

Finalmente, riesco a raggiungere il bancone, dove Kei sta servendo drink in quantità.

“Ciao Ryo!” esclama forte, per superare il volume della musica “Sta riuscendo proprio bene, vero?”

Annuisco e sorrido. Odio questo tipo di feste…

Dallo sgabello del bancone posso godere di un’ottima visuale del locale.

Vedo gente che non conosco; vedo ragazze abituali del Caffè; vedo Retasu e Purin che chiacchierano; vedo Zakuro e Minto che ballano, attorniate da uno stuolo di ragazzi; ed infine vedo te, con il tuo adorato Aoyama, che ridi felicemente.

Sei davvero bella ‘stasera, Ichigo, con quel corto vestito bianco che indossi.

Sorrido, guardandoti da lontano, ed il mio umore un po’ si risolleva.

Kei mi lancia un’occhiata divertita: lui sa a cosa sto pensando.

“Ryo, almeno per ‘stasera…” mi supplica, con una nota ironica nella voce.

Cerco di ricompormi, drizzando la schiena: “Cosa stai dicendo, Kei? Non capisco…”

Lo vedo ridere e versare un mojito ad una ragazza.

Rido anch’io ed inizio ad avvicinarmi a te. Non penso che tu mi veda. Sei troppo concentrata con Aoyama per accorgertene.

Così, ti sto facendo una sorpresa. Infatti, quando mi hai visto, hai sobbalzato e sei arrossita. Neanche avessimo mai fatto qualcosa di male (purtroppo)…

“Shirogane-kun!” balbetti intimidita.

Ti sorrido e non degno di un’occhiata il tuo ragazzo: “Ciao, Ichigo. Come va?” ti chiedo.

Sei leggermente stupita dalla cortesia con cui mi rivolgo a te: “T-Tutto bene, grazie. È davvero una bella festa…”

“L’hai organizzata tu?” Aoyama s’intromette nel discorso, dedicandomi un’enorme (e viscido, a mio parere) sorriso.

Lo guardo seriamente e spero di intimidirlo, facendogli capire che non mi va che mi s’interrompa: “Io ho solo dato la disponibilità del locale. Hanno fatto tutto le ragazze…”

Continua a sorridere e dà un morso ad un tramezzino. Prosciutto e formaggio? Tipico…

Che combinazione, Ichigo. La musica è cambiata. Chissà chi è che ha messo un lento…

Mi volgo indietro, verso lo stereo. Zakuro se n’è impossessata e ora mi guarda impassibile. Grazie, Fujiwara-san…

Mi giro verso di te con un sorriso e ti porgo la mano, accennando anche un piccolo inchino: “Allora, Ichigo-chan. Ti va di ballare?”

Vederti cambiare espressione è uno spasso. Prima di tutto, quando ti ho chiamata per la prima volta con quel nomignolo, hai spalancato la bocca e sei arrossita sulle guance. E quando ti ho posto la fatidica domanda, hai cambiato nuovamente colore, diventando fucsia.

Lanci una fugace occhiata al tuo Masaya, che ha stritolato quello che è rimasto del suo tramezzino, e accetti la mia mano. L’ho capita, quell’occhiata. Era un po’ tra il “ti prego, perdonami” e il “lo faccio solo perché è il mio capo, un povero sfigato orfano”. Ma non me ne importa più di tanto.

Ti trascino nel mezzo della pista, lontano dal tuo campione di kendo.

Prendo la tua piccola mano destra e la stringo forte, poi appoggio l’altra mano sul tuo fianco.

“Ti ricordi come si fa, vero?” ti sussurro all’orecchio.

Mi viene da ridere a sentire le tue guance troppo calde per l’emozione, e la tua voce che trema: “Certo…non sono mica stupida…”

Ridacchio sotto voce, cominciando a muovermi.

Tu sei calda, bollente, ma penso che il tuo ragazzo sia di ghiaccio.

Lo vedo, lontano, che ci guarda impietrito, le braccia rigide lungo i fianchi, i pugni serrati, la mascella contratta.

Così, per farlo arrabbiare ancora di più (quanto mi piace!!), mi sposto in mezzo alla folla, scomparendo dalla sua vista. Tanto, tu sei a mia completa disposizione…

La musica è cambiata, ma è sempre dolce. Penso che Zakuro stia terrorizzando il dee-jay per permettersi (o permettermi?) queste canzoni ad una festa movimentata come questa.

E per di più, quella grande donna che è lei, che mi capisce al volo, ha mandato un canzone che conosco benissimo. Potrebbe quasi essere la mia biografia, per certi versi. Soprattutto quando dice “But you only want the ones that you can't get”…

Quasi automaticamente, lascio la tua mano per posare la mia sul tuo fianco, e stringerti più forte. Tu, da brava bambina, incroci le tua braccia dietro al mio collo. Che questo sia un sogno?

You better let somebody love you before it's too late…” ti canto nell’orecchio a bassa voce.

Stai tremando, Ichigo, sulle note sfumanti della canzone che termina. (*)

Sciogliamo la nostra presa e ti guardo negli occhi: sei tutta rossa, e bellissima. Ma non sei per me.

Prima che possa perdere il controllo di me stesso, ti sorrido e ti scompiglio i capelli, come faccio sempre: “Grazie per aver ballato con me, Ichigo. Ora puoi tornare dal tuo cavaliere…”

Esiti un attimo, come per dire qualcosa. Non ho mai desiderato tanto che tu te ne vada; non posso prevedere cosa succederà se continuerai a guardarmi.

Poi chiudi la bocca e sorridi, senza aggiungere niente. Ti giri e cominci a camminare per raggiungere Aoyama.

Ti guardo allontanarti, mentre la musica ritorna movimentata. Per stasera, ho già fatto la mia parte.

E mi basta. Perché ti ho tenuto stretta per dieci, effimeri, minuti. Ma sono bastati per pensare che non fosse solo un sogno.

 

 

(*) Ma tu vuoi solo quello che non puoi avere

E’ meglio che lasci che qualcuno ti ami, prima che sia troppo tardi.

Sono due strofe di Desperado degli Eagles.

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Capitolo 3
*** Terza Storia ***


Qualcuno bussa alla mia porta.

“Avanti!” dico con la voce roca. Ho la gola in fiamme.

Zakuro entra reggendo in mano un vassoio con una tazza fumante.

“Keiichiro mi ha detto di portarti questo. Ti farà stare meglio!” esordisce, posando il cabaret sul mio comodino.

“Ah. Grazie, Zakuro…” gracchio.

La debole luce che filtra dalla porta mi dà fastidio agli occhi.

Sto da cani… non avrei mai immaginato che avrei potuto stare così male…

Comincio a tossire senza sosta, e in un atto di bontà, la “mia” Mew Viola mi sistema i cuscini dietro la testa.

La ringrazio con un cenno della testa e comincio a bere il tè che mi ha portato. Che goduria, per la mia povera gola infiammata!

Finisco di bere e poggio di nuovo la tazza sul vassoio. La testa mi rimbomba dolorosamente, ed ogni movimento mi provoca fitte dappertutto.

Mi stendo meglio sul letto e chiudo gli occhi.

 

Il tocco di una mano fresca mi ha svegliato, ma non riesco ancora ad aprire gli occhi.

Infine, ne apro solo uno: sei per caso un angelo?

Già, un angelo che sobbalza spaventato e arrossisce: “Ehm…ecco, io ero venuta a riprendere la tazza…” balbetti.

Non riesco neanche a sorridere: troppa fatica...

Ma una battutina posso anche farla: sono sempre Ryo Shirogane, con la febbre o no: “Non sapevo che la mia fronte fosse una tazza…”

Tu, offesa, ritiri subito la mano, ma riesco (per miracolo) a scattare e a bloccarti: “No, Ichigo, scusa.” borbotto “Ti prego, rimani a farmi da infermierina premurosa…”

Devo stare proprio male per dire queste parole. In condizioni normali, non mi sarei “abbassato” a tanto, neanche con te.

Tu, però, sorridi (arrossendo, naturalmente. Ormai posso fare anche a meno di dirlo…) e posi nuovamente la tua piccola mano sulla mia fronte.

“Scotti proprio, Shirogane-kun…” mormori preoccupata.

Mentre ti allontani, temo per un secondo di non vederti più. Per fortuna, sei soltanto andata a prendere il termometro.

Prodigi della tecnica: è uno di quelli automatici, che in due secondi misurano la temperatura.

Vedo i tuoi occhi sgranarsi ed i tuoi denti mordere quel petalo di rosa che è il tuo labbro inferiore: “Caspita… 40 e 2!”

Mi lamento piano. Ma che scherziamo? Vi sembra febbre, questa? Non sono mica una fornace!

Dalla porta chiami piano Kei, che in un attimo arriva, reggendo una valigetta da medico.

Dopo avermi “visitato”, ti allunga una pastiglia e mi dice: “Riposo totale e al caldo. Mi sa che hai buscato una bella influenza… Ichigo, puoi pensarci tu?”

Kei, ti prometto che innalzerò una statua in tuo onore…

“Nessun problema, Akasaka-san. Sarà la mia occasione di vendetta!” scherzi.

Il mio amico sorride e ci saluta, chiudendo la porta.

Tu, amorevolmente, mi rimbocchi le coperte: “Ora sarebbe meglio che dormissi, Shirogane-kun. Così ti riprenderai più in fretta!”

Non c’è neanche bisogno di dirlo. Una parte del mio cervello sta lottando per farmi dormire (mentre l’altra vuole rimanere sveglia per godere di ogni momento con te).

 

Penso di aver dormito per dodici ore filate.

Ichigo è già qui, cambiata. Non indossa la divisa, ma un bel vestitino a fiori. Se deve uscire con Aoyama adesso, le dimezzo lo stipendio…

“Buongiorno, Shirogane-kun!” esclami felicemente “Come ti senti?”

La febbre non è per niente scesa, e le due fazioni del mio cervello litigano di nuovo. So la risposta che devo darti, so che devo dirti ‘Non molto bene, grazie ’, ma dalla mia bocca escono invece le parole: “Cavoli e spinaci…”

Ho detto una cosa stupida, vero? L’ho vedo dall’espressione con cui mi guardi.

Dio, adesso sto anche delirando. Come sono messo male…

“Ehm… penso che sia meglio chiamare un medico…”

Senza darmi il tempo di ribattere (tanto, chi ne ha la forza?) componi un numero e incominci a parlare al cellulare.

Tempo dieci minuti -durante i quali non ho fatto altro che ascoltare i deliri del mio cervello alle tue domande- ed il medico arriva infervorato, reggendo una borsa molto simile a quella di Kei.

Tu scatti in piedi come una molla e sorridi: “Shirogane-kun, lui è il dottor Aoyama, il padre di Masaya!”

Cosacosacosa??? È un’altra allucinazione, vero?!? Vi prego, ditemi che è un sogno!

“Buongiorno, giovanotto. Febbre alta, eh?”

Punto primo: giovanotto lo dici a tuo figlio!

Punto secondo: a parer suo, cosa me ne sto a fare a letto a delirare?!

Quel medico mi si avvicina e mi appoggia il termometro sulla fronte: “Però…” esclama “Quarantuno…”

Si siede sul mio letto (no, scusi, chi le ha detto che può farlo?) e apre la borsa, frugandoci dentro.

Poi, all’improvviso, comincia a parlare: “Allora, signorina Ichigo…come va con mio figlio?”

Giuro che se non fossi ammalato, lo ammazzerei con le mie mani.

Tu arrossisci e sorridi: “Tutto bene, grazie…”

Perché capitano tutte a me? Cosa ho fatto di male nella mia vita precedente?

Il dottor Aoyama (grr…) finisce di visitarmi e dichiara la sua sentenza: “E’ una normale influenza, a cui è aggiunto un po’ troppo stress. Niente di preoccupante, comunque. Vita movimentata, eh giovanotto?”

Come ho già detto:

Punto primo: l’occhiolino lo vada a fare a qualcun altro;

Punto secondo: qualunque pensiero sconcio lei stia facendo, mi rammarico che non sia così.

Dio, e adesso pensare che potrebbe raccontare tutto a quell’ameba…

Parlotta ancora un po’ con te, allungandoti delle medicine, poi saluta e se ne va.

Tu ti avvicini sorridendo: “E’ simpatico il dottor Aoyama, vero?”

Ichigo, piccola mia, possibile che tu sia così ottusa? Come si fa a chiedere a me se un Aoyama è simpatico?

Sorrido forzatamente e annuisco. Perché in questi giorni vince sempre la parte buona del mio cervello??

Il tuo sorriso si allarga e fresca come una rosa passi una mano sulla mia fronte: “Bene! Ora io devo andare! Ho un appuntamento con Aoyama-kun! Dirò ad Akasaka-san quello che ha detto il medico! A domani, Shirogane-kun!”

No, aspetta Ichigo!! Ooh, perchèèèè?? Non è giusto…

Gemo piano, ma tanto nessuno mi sente.

L’avevo promesso, Ichigo: ora hai lo stipendio dimezzato…

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Capitolo 4
*** Quarta Storia ***


Corro con la moto sotto il cielo luminoso. Il vento fischia forte contro il casco, la strada corre veloce. Ma non mi spaventa: è l’unico modo che ho per scacciare i pensieri.

“Ouff…” sospiro. È un’abitudine che devo perdere, soprattutto quando sono in moto. Rischio seriamente di appannare il casco…

Il cellulare in tasca inizia a vibrare. Perché non riesco mai ad avere un attimo di pace?

Accosto e rispondo. È Kei: ciò significa che è una vera emergenza.

“Ryo, c’è bisogno di te. Ichigo e Minto hanno iniziato a litigare e il locale è sovraffollato!”

Come volevasi dimostrare: “Va bene, Kei. Arrivo.”

Inverto la marcia -forse non rispettando le regole del Codice Stradale- e mi dirigo velocemente verso il Caffè.

Parcheggio vicino al gairdino e tendo l’orecchio. Già, questa è proprio la voce di Ichigo che strepita. Normale routine, dopotutto.

Entro dalla porta sul retro (quando il locale è pieno, meglio non farsi notare troppo) e raggiungo la cucina, dove si sta svolgendo la seguente scena:

Ichigo: “Tu non hai il diritto di trattarmi dall’alto in basso!”

Minto: “Io ti tratto come mi pare e piace, brutta scansafatiche che non sei altro!”

Ichigo: “Rimangiati subito quello che hai detto!”

Minto: “Non ci penso nemmeno!”

Sospiro, passandomi una mano sul viso. Come si fa ad andare avanti così?

“Oh, Shirogane-san, meno male che sei arrivato!” esclama all’improvviso Retasu, comparendomi davanti reggendo una pila di piatti “I clienti aspettano e si lamentano!”

La guardo stranito: cosa vorrebbe dirmi?

Senza darci peso, entro in cucina: “Allora? Cosa sta succedendo qui?” grido, tentando di superare il frastuono.

Le due litiganti si girano in contemporanea verso di me e ricominciano ad urlare. Inutile, sono senza speranza.

Tento di calmarle, ma loro hanno già ripreso a litigare tra loro.

Pazienza, Ryo, ci vuole pazienza. Conta fino a dieci…

“IO FACCIO SCIOPERO!”

Ecco, almeno su questo, quelle due sono d’accordo.

Non tento neanche di ribattere. So che sarebbe impossibile.

Lancio un’occhiata aldilà della porta bianca. Ma quanta gente c’è?!?

Qualcosa di bianco compare davanti a me: uno straccio?

Guardo verso Kei, che me lo sta porgendo: “Benvenuto nel mondo del Caffè, Ryo!” esclama felicemente, con uno strano sorriso in faccia “C’è la creme brûle per il tavolo cinque, per favore!”
Lo guardo, confuso e leggermente spaventato. Ho capito cos’è quell’affare che tiene in mano.

Dio, fa’ che si tratti di un incubo…

 

Corro avanti e indietro per il locale, portando ordini, piatti sporchi, conti e soldi. Per di più, devo anche ignorare i commenti delle clienti.

Oltrepasso sfinito la porta e poso una pila di piatti sporchi sul lavandino.

Ichigo mi guarda di sottecchi e sorride piano. Penso sia felice perché sto faticando quanto fatica lei tutti i giorni. Ma almeno lei è pagata…

Incrocio lo sguardo divertito di Kei, che impasta felicemente un dolce.

Volete sapere cos’ha il coraggio di dirmi?

Smile, Ryo, smile!”

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Capitolo 5
*** Quinta Storia ***


Auguri di buona Pasqua a tutti :) Mangiate tanto cioccolato, mi raccomando! E se vi va, lasciate una recensione che fa sempre piacere ;) A presto, Hypnotic Poison 



“Momomiya Ichigo, posa subito quella fetta di dolce!”

L’urlo di Minto rimbomba per la cucina. Fortuna che il locale è chiuso…

Ichigo sorride sadica e, senza dar ascolto alla sua amica, le lancia la fetta di torta alla panna rubata dai resti della giornata.

Non vorrei essere nei tuoi panni, gattina, dopo lo sguardo che Minto ti ha lanciato. È interamente coperta di panna e pan di Spagna, e il suo viso è completamente rosso di rabbia. Dobbiamo soltanto ringraziare che indossa ancora la divisa e non uno dei suoi deliziosi completini.

“Sei. Morta.” due parole che mi sembra non ti facciano effetto, visto che inizi a ridere come una scema.

Ma mai ignorare le minacce di Minto Aizawa. Soprattutto quand’è furiosa.

La Mew bird comincia a rincorrerti per tutta la cucina, brandendo un mestolo di legno.

Tu ridi e scappi, cercando una via di fuga.

E io, divertito spettatore, vi guardo nascosto dall’angolo del muro.

Ma, chissà come, mentre tenti la fuga, ti schianti contro di me.

“Shirogane-kun!” esclami, ancora divertita “Non ti avevo visto!”

Le tue piccole manine si aggrappano alla mia maglietta nera. Che progressi, Ichigo…

Ad interrompere questo (bel) momento, fa la sua comparsa la tua “nemica”.

Tu lanci un gridolino acuto e ti nascondi dietro di me: “Aiuto!”

Perché mi mettete sempre in mezzo? Voglio essere neutrale (e salvo) io!

Tu ti sporgi, rimanendomi sempre attaccata, e rivolgi a Minto una linguaccia: “Ora non mi puoi colpire!”

Sospiro. Lo vorresti, vero, Ichigo, che facessi la parte del cavaliere salvatore? Ma, per, ehm, ‘difendere’ la mia ‘fama’, non posso accontentarti.

Così, sotto i tuoi occhi allibiti, ti stacco da me e, prendendoti per le spalle, ti sollevo leggermente da terra, quanto basta per trascinarti davanti alla nostra amica armata di mestolo.

“Ecco qui, Minto. Ora è tutta tua!” esclamo con voce annoiata, mettendo le mani in tasca.

Vedo un sorriso sadico comparire sulle labbra della Mew blu: “Grazie mille, Ryo…”

Alzo una mano per salutarvi, e mentre me ne vado ti lancio un’occhiata. Mi stai guardando con occhi pieni di odio, e a conferma di questo, mormori: “Sei un crudele deficiente, Shirogane-kun…”

Può darsi, Ichigo…può darsi…soprattutto riguardo me stesso…

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Capitolo 6
*** Sesta Storia ***


Tempo di esami, all'università. Per fortuna che queste fic sono state scritte anni ed anni fa e non hanno bisogno di sforzi mentali ;) Enjoy!

“Chi è che ha mangiato metà della torta di oggi?”

Kei guarda una per una tutte e cinque le Mew Mew che si sono riunite in cucina.

Vogliamo andare per esclusione, amico? Vediamo…

Minto e Zakuro sicuramente no: troppo attaccate alla linea…

Retasu non penso che si sognerebbe mai di fare/dire/mangiare qualcosa senza permesso.

Rimangono solo Purin e Ichigo.

La logica mi dice che quest’ultima è la potenziale colpevole, visto che è una ‘pregiudicata’ in queste cose.

“Ehi, non guardate me!” esclama subito lei, sentendosi accusata “Sono a dieta!”

Le lancio un’occhiata ‘scannerizzante’. Io l’ho sempre detto che sei pienotta, Ichigo…

Così, ci giriamo tutti verso la piccola Purin, che non ha un colorito molto sano e si tiene una mano sulla pancia.

“Purin…hai mangiato tu la torta di crema?” le chiede gentilmente Kei.

La piccola biondina fa su e giù con la testa. È un sì, ovviamente.

“Era così buona…” si giustifica “Però penso di averne mangiata troppa…adesso a Purin fa male il pancino!”

Mentre Kei si prodiga a darle qualcosa per la digestione, Ichigo lancia le braccia verso l’alto, stiracchiandosi, ed esclama: “Il troppo scoppia!”

Io, Minto e Zakuro la guardiamo incuriositi. Che ha detto?

Lei apre gli occhi e vedendo le nostre facce, chiede: “Perché mi guardate in quel modo? Non va bene in questi casi dire ‘il troppo scoppia’?”

Ora ho capito ciò che intendevi. Ma come al solito, hai detto qualcosa di sbagliato.

“Il troppo stroppia, Ichigo, non scoppia!” ti spiego.

Tu spalanchi la bocca con aria stupita, e rimani in silenzio.

“Mi raccomando, lascia qualche mosca anche per noi, eh?” ti prendo in giro, allontanandomi.

Conto i secondi che ci separano dal momento in cui tu capirai la mia battuta.

Tre, due, uno…

“RYO SHIROGANE, SEI UNO STUPIDO!!!”

 

La piccola Purin è stata rimandata a casa. L’indigestione era davvero forte, così Kei ha deciso di darle il resto della giornata libera.

Il sottoscritto, come al solito, non è stato interpellato…

Il locale è davvero pieno, sarà perché sono iniziate le vacanze estive. In ogni caso, tutte queste frotte di ragazze sospiranti mi innervosiscono.

Ma attenzione: ho sentito la sua voce acuta che riecheggia oltre gli ordini dei clienti.

“Ma te l’ho detto, Mowe! Ho sbagliato io, da sola! Mi sono tirata la scarpa sui piedi!” esclama.

Penso di non aver capito bene l’ultima frase. E neanche la tua amica, a quante pare.

Sospiro e ti passo dietro, esclamandoti rassegnato: “Quella è la zappa, Ichigo, non la scarpa!”

Silenzio di tomba che cade su di te. Devi anche pensarci?

“Nessuno ti ha chiesto un aiuto!!” strilli arrabbiata, mentre la tua amica tenta di fermarti.

Ma tanto, ormai, chi ti ascolta più?

 

“I proverbi di Ichigo”. Se ne potrebbe fare un libro. Hai detto tante di quelle cretinate oggi, che sarebbe un successone.

Un assaggio? Quando il gatto non c’è, i topi mangiano; la calma è la virtù dei porci; tutto è bene quel che finisce male; chi va piano va sano e va a Milano e via così.

Non sono valse a nulla le minacce di Minto per farti chiudere la bocca, e nemmeno la Santa Pazienza di Keiichiro, che ha tentato in tutti i modi di farti capire che tu non li conosci, i modi di dire.

“Tu cosa ne dici, Shirogane-kun? È vero che non so i proverbi?”

Ti guardo senza espressione particolare. Devo essere diretto e crudele oppure più morbido?

La primaaaa… eheh…

“Ichigo… tu non sai né i proverbi, né altro…”

Passi velocemente dal rosato, al rosso tenue, al peperone. So già che starai per urlarmi di tutto, così me la filo velocemente (anche perché ho visto quelle insopportabili lacrimucce fare capolino nei tuoi occhi).

Salgo le scale e sento sbattere la porta d’ingresso: evidentemente te ne sei andata di corsa.

Non ho intenzione di scusarmi, però. Oggi sono di cattivo umore…

Kei mi raggiunge e mi posa una mano sulla spalla per fermarmi: “Ryo, potevi essere più gentile con lei…”

Lo guardo negli occhi. Tu la sai già, la risposta, amico. E sai anche che non uscirà mai dalla mia bocca…

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Capitolo 7
*** Sette ***


Anche Ryo, come me, sente la primavera in questa storia. Spero sia arrivata anche da voi, nonostante questo caldo mi sconvolga e mi invogli già a studiare di meno ;)
Grazie come sempre a chi spende dieci minuti preziosi a leggere e commentare, e fanno la gioia di noi scrittori :)

A presto :)

 

Accendo la luce sul comodino e guardo l’orario sulla sveglia elettronica. Le quattro del mattino.

E mi sono addormentato un’ora fa…

È mai possibile che debba ridurmi a trascorrere notti insonni? Non me ne chiedo neanche la ragione, talmente è logica.

Mi siedo sul letto e poggio i piedi a terra, sospirando. Se fossi una donna, al mio risveglio dovrei usare chili di fondotinta per nascondere le occhiaie. Ma io sono Ryo Shirogane, e preferisco di gran lunga gli occhiali da sole.

Mi passo una mano tra capelli.

Ormai è una settimana che va avanti così. E, coincidenza delle coincidenze, corrisponde proprio al periodo in cui tu sei partita per le vacanze con i tuoi genitori.

Ho provato di tutto: bagni, latte caldo (che, tra l’altro, mi fa schifo), camomilla, piedi sul cuscino e tecniche del genere. Tutto inutile.

Mi sto riducendo ad uno straccio. Di notte non dormo perché di giorno non ti vedo.

Ma devo ancora durare poco: entro sei ore potrò risentire la tua risata cristallina ed assistere impotente ai disastri che combini.

Mi alzo e apro le tende: una fioca luce incomincia ad illuminare l’orizzonte di un pallido rosa. L’alba.

Mi è sempre piaciuta, fin da quando ero bambino. A quel tempo, però, ero io che mi alzavo di nascosto per vederla sorgere. Non ne ero costretto dall’insonnia!

Chiudo bene la finestra e mi rimetto a letto. Se sono fortunato, riprenderò sonno in pochi minuti. Non assillarmi anche in sogno, te ne prego. Perché il mio autocontrollo ha un limite, ed è così facile oltrepassarlo…

 

“Sono tornata!!”

L’hanno capito anche in Australia, Ichigo, con l’urlo che hai fatto. Perchè, perché? Stavo dormendo così bene!

Purin ti salta addosso rumorosamente e ti abbraccia.

Preferisco di gran lunga il saluto silenzioso di Zakuro e Retasu, con il mal di testa che ho.

Sono appoggiato alla colonna vicino alla cucina, e vi osservo da lontano.

Sei abbronzata, Ichigo. Chissà se c’era anche il tuo Aoyama-kun… ma penso che con l’intelligenza che ha, tuo padre non ti abbia permesso di portarlo in vacanza con te.

“Ciao, Shirogane-kun!” esclami infine, accorgendoti di me.

Ti saluto con un cenno della testa, poi ti indico la tua divisa, ordinatamente appoggiata su un tavolino: “E’ ora, Ichigo. Il pavimento ti aspetta!”

Kei mi lancia un’occhiata divertita: “Andiamo, Ryo! È appena tornata dalle vacanze!” e rivolgendosi a te, continua: “Per oggi puoi anche evitare di lavorare!”

Mi fai una linguaccia e ti lanci in cucina, pronta ad assaggiare le nuove creazioni di Keiichiro.

Io alzo le spalle e sorrido. Bentornata, gattina…

 

Apro gli occhi: la luce forte del Sole mi ha svegliato. L’orologio segna le dieci del mattino.

Però: ho dormito per undici ore filate!

E, guarda caso, ieri mattina sei tornata… a sconvolgermi la vita ed il sonno…

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Capitolo 8
*** Otto ***


Ritorno "di fiamma" di Aoyama, e infatti oggi il Sole non c'è ;) Anche Ryo si deve sfogare in qualche modo... Buona lettura :)

Meno male che esistono i fast food e gli hamburger.

Sono tra le poche cose che mi aiutano a risollevare l’umore quando è veramente basso (in questo periodo, cinque giorni su sette…).

Bevo un sorso di Coca e casualmente guardo fuori dalla finestra.

Penso veramente che la mia vita sia una candid camera. Oppure un reality show.

Sì, esatto, è proprio Ichigo quella che cammina per strada abbracciata a quello che si ostinano a chiamare uomo.

Lui non è altro che l’anello di congiunzione tra una spugna e un ameba!

Che faccio? Intervengo o non intervengo? Mi diverto oppure no??

Poso dei soldi sul bancone ed esco (mi dispiace, ragazze, non potrete più godere della mia visuale… eheh).

Faccio il giro largo, così da trovarmi faccia a faccia con la ‘coppia più felice’ del mondo.

Penso che il tuo ragazzo mi abbia notato, visto come ha cambiato espressione.

Te ne sei accorta anche tu, del suo comportamento, perciò ti guardi intorno per vederne la causa.

E quando mi scorgi, ti immobilizzi.

Mi sforzo di non sorridere e vi raggiungo.

“Ciao, Ichigo!” esclamo.

Tu sorridi imbarazzata: “Uhm…ciao, Shirogane-kun…”

L’atmosfera si sta facendo pesante…

Il vitello tonnato sorride: “Salve, Ryo!”

Mi giro verso di lui: “Ehi… Masaya…”

Se fossi un leone, sarei pronto a sbranarlo… ma purtroppo, posso diventare solo un gatto…

Tu tieni gli occhi bassi,e sei tutta rossa in volto. Penso sia meglio andare.

“Ci vediamo dopo, Ichigo…” esclamo, e ti passo a fianco.

Sembra che il tuo principe azzurro si stia rilassando…

E allora alzo una mano e ti scompiglio un po’ i capelli…

Se non fosse una mortadella, penso vorrebbe prendermi a pugni…

Sorrido di nascosto e me ne vado, senza girarmi indietro.

 

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Capitolo 9
*** Nove ***


Questa è classica, Shakespeariana e moooolto, molto romantica. Ma oggi sembra Novembre, quindi ci sta. Anche Ryo, ogni tanto, ha dei cali di pressione che lo portano ad essere "mieloso", ovviamente per quanto lo possa essere ;)
Grazie come sempre a chi legge e recensisce! A presto :)
Hypnotic Poison
PS: ma il programma NVU fa impazzire solo me??? 

 

“Ti sei dato alla letteratura occidentale, Shirogane-kun?”
Distolgo gli occhi dal mio libro, e ti vedo davanti a me, bella e fresca come una rosa, tutta sorridente.
“Io non sono un ignorante come te, Ichigo…” replico.
Stranamente, non ti arrabbi; sospiri solamente e dici: “Oggi sono di buon umore, e cercherò di essere sempre gentile con tutti. Quindi, non ti darò la soddisfazione di litigare con me! Cosa leggi?”
Torno a guardarti. Sei proprio insistente, a volte!
“E’ Shakespeare…”
Fai una faccia stupita: “Oooh!” mormori “E di cosa parla?”
Sbuffo e chiudo il libro. Ho capito che non te ne andrai tra poco: “Di un po’ di tutto. Aforismi, poesie… amore…”
Sembri sinceramente interessata, specialmente per quell’ultimo argomento, tanto che esclami: “Leggimi qualcosa!”
Anche? E va bene, solo per tenerti qui con me.
Apro il libro a caso… ma guarda te, proprio il sonetto 75 (LXXV) mi doveva capitare? Sospiro di nuovo e ti avviso: “Mi raccomando, Ichigo, ascolta bene!”
E mentre ti accomodi su una sedia, inizio a leggere:

Tu sei per la mia mente come il cibo per la vita,
Come le piogge di primavera sono per la terra;
E per goderti in pace combatto la stessa guerra
Che conduce un avaro per accumular ricchezza.
Prima orgoglioso di possedere e, subito dopo,
Roso dal dubbio che il tempo gli scippi il tesoro;
Prima voglioso di restare solo con te,
Poi orgoglioso che il mondo veda il mio piacere.
Talvolta sazio di banchettare del tuo sguardo,
Subito dopo affamato di una tua occhiata:
Non possiedo né perseguo alcun piacere
Se non ciò che ho da te o da te io posso avere.
Così ogni giorno soffro di fame e sazietà,
Di tutto ghiotto e di ogni cosa privo.

“Piaciuta?” ti domando.
Tu sei come in trance, ed annuisci muovendo in su e in giù la testa.
Io sorrido, mi alzo e faccio per uscire. Prima di andarmene, però, ti scompiglio un po’ i capelli. È come un rituale scaramantico, ormai. Dopo essermi esporto troppo, lo faccio per… scaricare un po’ di energia. E magari farti entrare in quella tua testolina bacata ciò che provo per te.
Ma la tua voce mi ferma prima che io abbia oltrepassato la porta: “Shirogane-kun… posso prendere in prestito il libro? Magari ci trovo qualche bella frase da mandare ad Aoyama-kun!”
Mi si blocca il cuore per un attimo. Giusto. Esiste anche Masaya Aoyama a questo mondo. Non me n’ero proprio accorto, nooo…
“Riportamelo domani, però!” ti ammonisco.
Tu scatti in piedi, stringendoti il volume sul petto: “Certo! E grazie di tutto!” e oltrepassandomi corri via, diretta a casa, pronta a studiare come non mai per far felice quel pollo fortunato.
Non potrai mai capire quanto quei versi mi rispecchiano. Quanto è dura questa realtà che sto vivendo.
Perché sono talvolta sazio di banchettare del tuo sguardo, subito dopo affamato di una tua occhiata…

Il mio libro di Shakespeare è tornato al suo posto nella libreria, e probabilmente è lì che resterà per i prossimi vent’anni. Finché non potrò dedicare il Sonetto 75 a qualcun’altra.
Scendo le scale: il Caffè ha appena chiuso, e voi state terminando di mettere a posto.
Ti guardo afflosciarti su una sedia, reggendo lo spazzolone in mano, e con aria grave (un po’ da Minto) esclami: “Aaah… come sono stanca…”
È certo che sarai stanco amore, perché è tutto il giorno che cammini nella mia testa…   

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Capitolo 10
*** Dieci ***


Sono in fase tristezza post-vacanza / depressione da esami / ansia da "Non-ho-studiato-nulla-sono-troppo-indietro-aiuto." E invece questa fic mi fa ridere, non mi ricordavo nemmeno di averla scritta. Spero risollevi l'umore anche a voi :)

A presto, xoxo

Cammini verso di me, indossando solo una corta camicia da notte.

Ti fermi, mi accarezzi una guancia e mormori: “Ti amo, Shirogane-kun…”

Eeeh?? Cosaaa?? Ho capito bene?

Ma, allora perché guardi alle mie spalle?

Ti giri -ed io con te- e vai leggiadra verso il merluzzo (da dove è spuntato?!?) e ripeti lo stesso gesto e le stesse parole che hai detto a me: “Ti amo, Aoyama-kun…”

Ma che sei impazzita completamente?!?
Ichigo, vedi di ragionare, per l’amor del Cielo!

Che fai? Chi è quell’altro figuro nell’ombra?

Oh porca vacca: anche lui. L’alieno più rincoglionito che ci sia. Ho come la sensazione di sapere già cosa accadrà…

Ed infatti: “Amo anche te, Ikisatashi-kun…” mormori.

Bene, e adesso che siamo un bel quadrato amoroso che vogliamo fare?

No, ti prego, dimmi che non è quello che penso…

Sorridi: “Forza, venite… il mio letto è grande per tutti…”


Mi sveglio completamente sudato. Ma… ma che razza di sogno ho fatto?!?

Cioè, diciamo la verità, non è certo la prima volta che sogno Ichigo così (s)vestita, ma questo è completamente fuori dalla normalità!

Oh, andiamo, Ryo, dovresti davvero smetterla!! Ha solo 15 anni, porca paletta!!

E allora?!?

Ci mancava solo la vocetta interiore…

Scuoto la testa velocemente, per schiarirmi le idee.

Sembra facile…

Ho bisogno di calma… molto calma…

Mi vesto lentamente, tentando di non pensare al sogno e soprattutto, non ad Ichigo.

Il Caffè è già pieno… mi sono scordato che è domenica, e le frotte di ragazze arrivano appena cinque minuti dopo l’apertura.

Mi siedo sul mio solito sgabello, e mi guardo intorno.

Devo dire che mi sento sempre molto osservato, stando quassù… trovare pace è impossibile!

Dio, che mal di testa…

Appoggio il braccio al bancone, e la testa su una mano: devo calmarmi… assolutamente…

“Ti senti male, Shirogane-kun?”

Sobbalzo. Oddio. Questa è una congiura contro di me!
Possibile che l’unica domenica in cui non ho poi così tanta voglia di vederti, tu arrivi puntualissima??

Mi sorridi, mentre prendi il resto dalla cassa. Sembri felice. Chissà cosa ti ha detto il tuo adorato principe azzurro

“Mi sembri stanco! Hai dormito poco, stanotte?”
Mi si blocca il respiro in gola, e rischio seriamente di strozzarmi.

Mannaggia, Ichigo, comincia a tacere!!

“Uff, che caldo che fa…” brontoli, allentandoti il grembiule.

No, Ichigo, no! Basta!!! I miei nervi non sono ancora così saldi!

Inevitabilmente, mi ritorna in testa il sogno di stanotte… perché, perché! Cosa ho fatto di male??

“Ma…Shirogane-kun, sei sicuro di stare bene?” in un impeto di coraggio, forse, e di preoccupazione, appoggi la tua mano sulla mia fronte.

Ecco. L’ultima goccia che fa traboccare il vaso.

Salto giù dallo sgabello e ti scosto leggermente: “Sì, sì, Ichigo, n-non ti preoccupare!” e salgo velocemente le scale.

Mi appoggio al muro e cerco di respirare normalmente. Ci mancava soltanto il balbettio…

Sento qualcuno salire le scale e fermarsi vicino a me: “Proprio tu, Ryo, perdi il controllo?”

Zakuro ha voglia di fare sarcasmo. Io per niente.

“Insomma, ormai sei grande… certe cose dovresti saperle controllare…” la guardo: ha un sorrisetto ironico sul volto, come pochissime volte ho visto.

“Vai, Zakuro, vai…” mormoro fra i denti.

Lei sorride di nuovo e s’incammina di nuovo giù in sala.

Mi stanno, lentamente, distruggendo…

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Capitolo 11
*** Undici ***


Tempo triste, fic triste, mi sembra ovvio ;) Ci stiamo avvicinando alla fine della serie, a meno che non mi venga un'ulteriore spunto di ispirazione... vedremo ;) Intanto godetevi questa!
Grazie a chi legge, commenta, inserisce nelle preferite/ricordate/seguite :) A presto!



And I put my cold feet on the floor


Il suono della sveglia mi fa aprire lentamente gli occhi.

Faccio fatica a focalizzare il bianco soffitto della mia camera, le palpebre e la testa sono pesanti.

Non riesco a ricordare il sogno che ho fatto; l’unica memoria è qualcosa di molto confuso e non troppo felice.

Mi siedo sul letto, poggiando i piedi a terra. Devo ricordarmi di comprare un paio di ciabatte; ho sempre odiato il freddo del pavimento.

Passo una mano tra i capelli, scostando la frangia dal viso.

Non so perché, ma ho come la sensazione che questa non sarà una bella giornata…


A little taste of hypocrisy


Mi vesto, e mi controllo allo specchio.

Sistemo il colletto della camicia, e un bottone di troppo.

Dovrei essere perfetto. Dovrei esserne felice. Già, come no… la solita solfa che mi ripeto every day

Qualcuno bussa alla porta: “Ryo! Sei già sveglio? Come va?”

Sospiro: “Bene, Kei, grazie… adesso scendo…”

Tutto benissimo, certo… non dovrebbero più chiamarmi Ryo, ma Pinocchio…


Even tough you’re so close to me

You’re still so distant


Siete già arrivate tutte: evidentemente ho fatto più tardi del solito.

Mi salutate una alla volta, man mano che mi vedete.

Tu, come al solito, per ultima, tutta presa dal tuo lavoro e dai soliti pensieri su Aoyama.

Che, guarda caso, è seduto al tavolo là in fondo, che ti guarda sorridente.

Se ci fossi stato io, non sarebbe entrato. Devo ricordarmi di mettere un cartello. Vietato l’ingresso ai merluzzi, alle amebe e alle facce da culo…

“Ciao, Shirogane-kun!” esclami comparendo in cucina con un vassoio di piatti sporchi.

Ti rispondo con un gesto del capo, e continuo ad osservarti in silenzio.

Poggi il vassoio sul lavandino e aspetti un attimo, ferma. Sembra che tu stia pensando…

Poi, con le braccia lungo il corpo, ti giri verso di me: “Ehm… Shirogane-kun… non è che oggi potrei staccare prima? Vedi, è il compleanno di Aoyama-kun e noi vorremmo…”

Continui a parlare, ma ormai io non ti sto più ascoltano. Mi limito a guardarti.

Sei così vicina, Ichigo, che mi basterebbe allungare un braccio per prenderti per mano e portarti via con me, lontano da tutto e tutti. Mi basterebbe alzarmi in piedi e baciarti, e dirti ciò che provo per te. Però non posso. Perché tu stai pensando solamente al tuo adorato fidanzato, che ti sta aspettando di là.

“Va bene, va bene, Ichigo, puoi uscire…” t’interrompo scocciato “Basta che oggi pomeriggio tu sia qui puntuale!”

Sorridi radiosa: “Certo! Grazie, Shirogane-kun!” e iniziano a slacciarti il grembiule corri via.

M’immagino già come sarai puntuale, oggi…


The sound of your voice

Painted on my memories


Mi alzo di scatto, la fronte completamente sudata. Di nuovo un incubo… peccato che questo sia avvenuto nella mezz’ora in cui ho dormito dopo pranzo. I geni di gatto mi fanno male…

Scuoto la testa per scacciare i pensieri.

Questa volta mi ricordo perfettamente il sogno tormentato che ho fatto: la tua voce mi stava chiamando, dicendo cose a volte senza senso.

Poi ripetevi il suo nome, tante volte, una dopo l’altra, sorridendo… e infine dicevi il mio in tante forme diverse… arrabbiata, felice, spaventata…

Vado verso il bagno e mi faccio una doccia bollente, così calda che quasi mi scotto.

Tanto, ormai, soffrire di più o soffrire di meno non fa differenza…

Esco avvolto in una nuvola di vapore che appanna tutto.

Nel silenzio che regna nella stanza, riesco a sentire il rumore proveniente dal Caffè: sì, Retasu è arrivata ed ha appena rotto l’ennesimo piatto; sì, Purin ha già iniziato il suo spettacolo da circo; e sì, sei arrivata anche tu, lo sento dalla voce che sbraita contro Minto perché sta bevendo il tè.

All’improvviso, comincio a fare tutto più velocemente, per scendere prima.

Sono ridotto proprio male…


Even if you’re not with me

I’m with you


Raggiungo la sala, e mi guardo intorno per cercare te.

E vedo, là in fondo, al tavolo dieci, la tua testolina rossa sovrastata da una crestina bianca, il sorriso che ti illumina il volto ma che non è niente in confronto a quelli che talvolta ti ho visto fare.

Sempre per qualcun altro. Sempre per lui.

Vivo di quelli, ormai. Sono la droga che mi costringe ad andare avanti, la falsa speranza che il domani possa essere migliore.

Sento che ci sei, ti vedo, e posso così godere indisturbato della tua presenza, tanto so che non ti distrarrò mai da lui; mi basterà guardarti ogni giorno da lontano. Mi basterà anche soltanto raccoglierti le chiavi ed aiutarti per sentirti mia.


You/Now I see/ Keeping everything inside

You/Now I see/ Even when I close my eyes


Ti guardo correre da un tavolo all’altro, poi in cucina ed infine alla cassa. Non sei mai stata così metodica. Tavolo, tavolo, cucina, cassa. Tavolo, tavolo, cucina, cassa. Tavolo, tavolo, cucina, cassa. E via dicendo, sempre così.

Mi fai sorridere. L’unica emozione che non voglio reprimere dentro di me, insieme a tutte le altre. L’unica che mi permetto di mostrare, perché nessuno potrà mai ricavarne ciò che provo per te. O almeno spero…

Sposto la frangetta dagli occhi, e mi appoggio con la testa al muro.

God, I’m so tired… non so per quanto riuscirò a resistere, senza dormire né alla notte né al pomeriggio per gli incubi che faccio.

Ogni volta che accenno a chiudere gli occhi, sbadabum!, arrivi tu in sogno, cominciando a rincretinirmi con le tue parole. Che a volte sono dolci, altre arrabbiate, disperate, calde, sensuali…

Ma il più delle volte, anche nel mio mondo onirico, sono piene di astio nei miei confronti. Sai che novità…


I hit you and you hit me back


Sorrido di nuovo nel pensare alle nostre litigate quotidiane. La routine che scandisce le mie giornate. Nessuno dei due può più farne a meno, vero? Cerchiamo ogni singolo, futile motivo per dirci addosso.

La verità è che ci divertiamo. Troppo. Tanto, con una parola, od uno sguardo, tutti i cocci si rimettono a posto. Ed il gioco ricomincia, giorno dopo giorno.

Nessuno dei due vorrà più smettere, nessuno dei due terminerà per primo. Tutta questione di orgoglio…


Now I’m trapped in this memory


Probabilmente, quando il progetto Mew sarà terminato, e la vita tornerà a scorrere normale, mi ricorderò di te come sei quando litighiamo.

Non quando piangi, non quando combatti, non quando sorridi a qualcun altro che non sia io.

Ma rivedrò il tuo viso rosso e contratto dalla rabbia, le guance gonfie, gli occhi sfavillanti d’ira. Bellissima, anche in questo frangente. Magnetica. Irraggiungibile.

E ricorderò quei pochi baci che ti ho rubato controvoglia, quel tuo rossore diffuso, l’imbarazzo che ti padroneggiava.

Rimuoverò ogni tassello doloroso, e ricorderò soltanto te.


Even if you’re not with me

I’m with you


Il Caffé sta chiudendo. Tu mi passi accanto, diretta in cucina, e mi rivolgi un timido sorriso. Di cortesia. Forse di rispetto, chissà, e magari anche con una punta di simpatia. Punto. Niente altro. Diversamente da me.

Per quanto possa negarlo, per quanto possa combatterlo, non c’è e probabilmente non ci sarà mai niente da fare.

Scendo dal mio sgabello e apro la cassa. Oggi è giorno di stipendio, per voi.

Prendo l’incasso e comincio a contarlo, separandolo in cinque mazzetti diversi, uno a testa.

Voi vi mettete rumorosamente in fila, già cambiate, impazienti soltanto di prendere la vostra paga e tornare a casa.

Distribuisco i soldi lentamente, lasciandoti per ultima. Sei impaziente, lo so. Continui a guardare l’orologio.

Probabilmente sta per iniziare il tuo programma preferito. Oppure devi uscire con lo scarafaggio.

“Tieni, Ichigo. Anche se non penso che tu te li sia proprio meritati…” esclamo.

Tu li afferri veloce, facendomi una linguaccia: “Non è vero! Sei proprio antipatico, Shirogane-kun… beh, adesso devo andare! Ciao, a domani!” e ti dilegui fuori, con i due codini rossi che sobbalzano da una parte e dall’altra.

Mi scappa da ridere. Sei proprio antipatico, Shirogane-kun… non lo pensavi veramente, ti ho sentita. Eri troppo felice per pensarlo.

Ma anche se così, non m’importa. Ciò che conta per me è essere nei tuoi pensieri, in qualunque modo. Anche solo per un secondo.

“Ci vediamo domani, Ryo…” Zakuro mi passa accanto, il cappello da cowboy calato sugli occhi per non farsi riconoscere, un sorriso complice sulla labbra. Raro. Ma per me sempre più visibile.

Le rispondo con un cenno del capo. Non provare neanche a prendermi in giro, Zakuro… please…

Mi è tornato il sonno, ed è scomparsa la voglia di cenare. Mi sveglierò nel bel mezzo della notte, come minimo, e prenderò qualche cosa da mangiare.

La luce in cucina è ancora accesa; Kei non deve ancora aver finito.

Infatti, quando mi affaccio, lo vedo intento ad asciugare gli ultimi piatti e a riporli nell’apposito scaffale.

“Hai bisogno di una mano?” domando.

Lui sorride appena: “No, ti ringrazio, Ryo. Come mai tutto questo altruismo, oggi?”

Sbuffo. È proprio il vostro passatempo preferito, vero, prendermi per il, ehm, per i fondelli!

“Non so di cosa tu stia parlando, Kei…”

Si gira, dandomi le spalle. Lo so, non vuoi che veda che ridi come un matto: “Va bene, come non detto… sei stato gentile, stamattina, con Ichigo… non è da te darle un permesso…”
M’irrigidisco. Prego, continuate, trattatemi sempre così. Come se avessi scritto in fronte sono un cretino innamorato della persona sbagliata, prego prendere in giro!

“Dove vuoi arrivare?” mormoro tra i denti.

“Io? Da nessuna parte!” si asciuga le mani e mi oltrepassa “Buonanotte, Ryo…”

Lo seguo con lo sguardo. Ormai l’hanno capito tutti, tranne lei.

Beh, meglio così… potrò ancora osservarla e volerla da lontano…


With you



“With you”, Linkin Park


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Capitolo 12
*** Dodici ***


Questa è felice! Quindi non vi potete lamentare ^_^ Il tempo fa schifo quindi ci vuole un po' di allegria, soprattutto in fase esami. Grazie a chi legge, commenta, ecc ecc :) A presto!

Festa. Possibile che in questo locale non si faccia altro?!?

E la festa di compleanno dei fratellini di Purin, e l’anno del locale, e l’anniversario del fidanzamento di Ichigo, e l’anniversario della prima lotta contro gli alieni, e il compleanno di questo, quello e quell’altro.

Voglia di lavorare = 0,0000000001.

Oggi, ad esempio, quelle quattro cretine (Zakuro non c’è. Servizio fotografico da qualche parte…) hanno deciso che vogliono cucinare.

Nel mio locale.

Con la mia spesa.

Pagata con i miei soldi.

Mi serve un analista…

Da chi saranno mai capitanate le deficienti di turno? Esatto… Ichigo. Non so come, ha convinto anche Minto. Probabilmente l’avrà sbeffeggiata con qualcosa del tipo “Ah, io lo so fare e tu no…

Robe da bambini…

E adesso, sono tutte riunite in cucina, naturalmente sotto la supervisione di Keichiiro, a paciugare con tutto ciò che capita loro sotto mano.

Povero me… speriamo di non confondere i loro dolci con quelli da vendere ai clienti…


Well baby I surrender
To the strawberry ice cream


“Shirogane-kuuuun! Puoi venire un attimoooo???”

Ecco. Ti pareva. Chissà che cos’hanno combinato.

Sospiro, ed entro in cucina quasi impaurito. Ti prego, dammi la forza…

Apro lentamente gli occhi, pronto a vedere un macello terribile, invece… miracolo.

La cucina è intonsa, bianca, perfettamente pulita ed in ordine. Ma allora hanno cucinato o hanno giocato a carte?!?

Purin mi si avvicina reggendo una vaschetta di vetro: “Siamo state brave, vero Shirogane-kun?”

“Mi aspettavo di peggio…” rispondo sincero. Mai stato così felice di entrare in cucina, giuro!

“Allora assaggia questo! È gelato!” mi allunga la vaschetta.

Io ci guardo dentro, titubante (non si sa mai): è rosa. Dall’aspetto non deve essere male… solo dall’aspetto, però…

“Ehm… a che gusto è?” domando.

“Alla fragola!! E l’ha fatto proprio Ichigo-chan! Io l’ho fatto al cioccolato, ma l’ha assaggiato Kei ed ha detto che è molto buono; Minto-chan invece…”
Lascio che la piccola Purin continui a parlare e ti guardo: sei leggermente rossa in volto, e tieni gli occhi bassi. Ti vergogni anche soltanto perché la tua amica vuole che assaggi il tuo gelato?!? E se io fossi Aoyama (urgh, che bestemmia…) allora che faresti? Moriresti sul colpo?!?

“Allora, lo assaggi o no?!?” m’incita la Mew Gialla.

Io sospiro e prendo la ciotolina e il cucchiaino che mi porge. Poi faccio il giro della stanza e mi appoggio al tavolo, vicino a te.

“Mi fido, Ichigo?” ti domando.

Diventi rosso fuoco: “Certo che sì! Ma per chi mi hai presa??”

Sorrido: “Va bene, okay. Kei, se per caso dovesse succedere qualcosa, il mio testamento è nel terzo cassetto dell’armadio. Un, due , tre… via!”

Prendo una grande cucchiaiata e la metto in bocca. È terribilmente gelido…

Però il sapore è buono, devo dire.

Lo inghiotto lentamente, tentando di scaldarlo, e quando finalmente riesco a parlare: “Uhm… sì, dai, Ichigo, in fondo non è così male. Certo, se tu avessi usato delle fragole un po’ meno asprigne e un pizzico di zucchero in più, forse sarebbe stato meglio, comunque direi che va bene…”
Che bel sorriso che mi rivolgi, luminoso come non mai. Se è davvero così facile farti felice…

“Hai visto, Minto? So fare un buon gelato!” esclami, facendole la linguaccia.

“Umpf! Io non mi abbasso a certe cose! Non ho bisogno di prepararmi un gelato da sola, io. Posso chiederlo al cuoco come e quando voglio!” risponde lei dandoti le spalle. Non ha neanche tutti i torti.

Senza neanche accorgermene, ho continuato a mangiare la tua creazione fino a finirla.

Incrocio lo sguardo compiaciuto di Kei, malizioso.

Alzo le spalle per fargli capire che non me ne importa niente, adesso, e metto la ciotola nel lavandino.

Sento le ragazze che escono, ma tu invece ti avvicini timorosa. Ti faccio ancora così paura?!?

“Ehm… ti.. ti è piaciuto sul serio, Shirogane-kun?” domandi titubante.

Sospiro: “Mi hai mai sentito raccontare balle, Ichigo?” Sì, io sì…

Sorridi appena: “Allora grazie, Shirogane-kun…” e te ne vai.

Il mio sguardo si sposta sul lavandino, dove prima c’era la tua mano: ora c’è un piccolo sacchettino, chiuso con un nastro.

Con un sorriso, lo apro, e scopro qualche biscotto. Sono ancora tiepidi.

Non si fa, Ichigo… i biscotti vanno lasciati nella teglia finché non sono freddi…



“Accidentally in love”, Counting Crows


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Capitolo 13
*** Tredici ***


Dolce e melensa come piace a voi. Ogni volta che pubblico qualcosa, piove. Invece nella fic nevica, che è meglio, almeno per me. Ovviamente, l'ho scritta a Natale di tanti, tanti, tanti anni fa. E mi fa sentire estremamente vecchia, perché ricordo esattamente il momento in cui l'ho scritta xD Grazie a chi c'è sempre, e chi ci sarà.
Bacioni!


Fuori nevica.

È strano. Per quanto possa dirmi che è stupido, spesso non riesco a staccarmi dalla finestra e non guardare i fiocchi che cadono.

È bella la sensazione del freddo fuori e del caldo dentro. Anche se ogni tanto mi chiedo se sia più freddo dentro di me o in giardino…

Mancano due giorni a Natale. Da oggi cominciano le ferie, per voi. La solita noia, per me.

Ammucchiati sul tavolo ci sono cinque pacchetti regalo: idea di Kei, naturalmente! Io non ne avevo né il tempo, né la voglia. E poi, detta sinceramente, non è proprio il mio campo scegliere regali per cinque adolescenti piene di ormoni incazzosi…

Sento Kei mi chiama.

È ora di trasformarsi in Babbi Natale, yuppi! Che felicità…

Vado lentamente verso la sala, vuota. Abbiamo chiuso in anticipo, eh? Fate pure…

Le ragazze sono già pronte per andare, imbacuccate in piumini, sciarpe, guanti e cappelli.

“Ragazze, scusate se vi tratteniamo per qualche altro minuto, ma io e Ryo abbiamo qualcosa per voi!” esclama Kei.

No, scusa, ma io che c’entro? Perché dovete sempre mettermi in mezzo?? Preferisco essere il ‘cattivo’, in certe situazioni!!

Voi cominciate a mormorare e sorridere compiaciute. Non ditemi che ve lo aspettavate, eh!

Il nostro amico torna con la cesta dei pacchetti, e le ragazze cominciano a rumoreggiare felici.

Quanto apprezzo Zakuro, in questo momento: silenziosa, accenna solamente ad un sorriso.

In due minuti, per fortuna, la tortura dei regali è finita, e cominciate ad uscire senza smettere un attimo di chiacchierare.

Mi meraviglio che abbiate resistito alla tentazione di aprirli subito!

“Ryo, esco un attimo per comprare le ultime cose prima di Natale, okay? Ci vediamo dopo!” mi saluta Kei, uscendo dal retro.

Bye bye…” mormoro ormai alla porta chiusa.

Faccio per salire le scale e ritornare in camera mia, quando il rumore del campanello sopra la porta d’ingresso mi fa fermare.

L’hai voluto proprio tu, ed ora è lui che ti ha ‘tradito’…

Mi giro, e ti vedo, seminascosta dietro il legno rosato, con le guance arrossate, un po’ per il freddo, un po’ per la timidezza.

“Ehm… Shirogane-kun… io…” mormori.

Ritorno sui miei passi, ed incrocio le braccia: “Cosa c’è, Ichigo? Hai scordato la borsa per l’ennesima volta?”

Un’ombra passa nei tuoi occhi cioccolato: “No, ecco… io volevo darti una cosa…”

Il mio cuore dà un battito più forte, e le gambe partono da sole, avvicinandomi a te.

Dio, quanto sei bella in questo momento: arrossata, imbarazzata, qualche fiocco di neve tra i capelli. Se solo potessi dirtelo…

Frughi nella borsa a me così familiare per tutte le volte che l’ho vista in cucina, o nello spogliatoio, e ti ho aspettato per ridartela; poi, tiri fuori un piccolo pacchetto avvolto in carta dorata e me lo porgi.

“Io… io non so se ti piacerà, non sapevo cosa volessi per Natale, però mi è sembrato carino, ecco, allora ho pensato ‘Perché no’, e…” cominci a blaterare senza sosta, poi mi sorridi “Ed eccolo qui!”

Lo soppeso tra le mani. Chissà cos’è…

“Beh, grazie, Ichigo, non dovevi disturbarti.” ti rispondo.

Tu non fai altro che annuire, poi pianti lo sguardo su una piastrella. Lo sapevo. Ci sei rimasta male.

Pensavo forse che ti avrei fatto un regalo?

“Ichigo…” ti chiamo piano, richiamando la tua attenzione.

Con un cenno del capo, ti indico uno dei tavoli più lontani ed appartati.

Pensavi bene.

Ti illumini, e corri a prendere il pacchetto che ti ho lasciato. Okay, lo so, sono una persona molto incoerente.

“Grazie, Shirogane-kun! Grazie mille! Buon Natale, allora! Ciao!” e veloce come eri tornata, te ne vai sorridente e felice.

Vado in camera mia, e poggio il tuo regalo sul tavolo.

Non so perché, ma mi sento meglio. C’è una nuova sensazione nell’aria. Che però, non potrà mai combattere tutto il resto.

Hai detto che non sapevi cosa volessi per Natale.

La risposta è una sola.

All I want for Christmas is you

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Capitolo 14
*** Quattordici ***


Sì, lo so che ho un esame tra due giorni. E che non so nulla. Ma vabbè ;) Fa freddo solo da me o anche da voi? Direi che questa fic si inserisce bene nel contesto di questi giorni!
See ya soon :)

Ecco qui il mio regalo di Natale di Kei.

Ha fatto installare sul retro del Caffè un canestro.

Sono secoli che non gioco a basket, e francamente non so neanche perché l’abbia fatto.

Okay, è stato un gesto carino, ma se pensa che potrò sconfiggere il mio malumore tirando una palla in un cesto, si sbaglia.

Credo.

Sbuffo e raccolgo la sfera arancione da terra, soppesandola tra le mani.

Certo, non è proprio il massimo giocare con il piumino il 26 di dicembre, ma visto che non ho niente altro da fare…

Prendo la mira e lancio la palla.

Neanche a dirlo. Canestro…

Non trovo il divertimento, in questo: da soli è davvero una scocciatura. Devo pure andarmi a riprendere la palla…

All’improvviso, sento delle risate provenire dal parco circostante.

Impossibile non riconoscerle.

Mi convinco sempre più di avere scritto in fronte Prego, sfortuna, colpisci qui!

Entro pochi secondi, e vedo due codini rossi saltellare qua e là, come la loro proprietaria, abbrancata al braccio di un disgraziato magrolino dai capelli neri ed un sorriso ebete in faccia.

Ed ecco a voi la coppia perfetta: Mister Mi_viene_voglia_di_tirargli_un_cazzotto_ogni_volta_che_lo_vedo e… lei.

Non riesco a definirla in un altro modo. Semplicemente lei, semplicemente Ichigo.

Non esiste un aggettivo per descriverla, come non esiste una persona che possa assomigliarle.

Bah… comincio a diventare sentimentale. Non è una buona cosa…

Prendete il sentiero che passa proprio davanti al ‘campetto’, e non appena mi vedete, il merluzzo mi sorride e mi saluta addirittura per primo (quale onore…).

“Ehilà, Ryo! Come te la passi? Stai giocando a basket, vedo!”

Io accenno ad un sorriso, e gli faccio un cenno col capo. Che spirito d’osservazione. Cosa potrebbe mai fare una persona in mezzo ad un campetto di cemento con una palla in mano e un canestro??

Poi, all’improvviso, mi illumino.

Guardo il pallone che tengo in mano, poi mi volto verso di lui e sorridendo esclamo: “Già, Aoyama. Che dici, hai voglia di fare due tiri?”


Altro che due tiri.

Sarà anche bravo negli sport, ma i miei 20 punti di vantaggio non me li toglie nessuno.

“Tutta fortuna!” gli esclamo alla fine, passandomi la palla da una mano all’altra, perfettamente in forma.

Aoyama, invece, ha il fiatone, ed è pure un po’ sudato. Poverino… che fisicuccio…

Mi volto verso Ichigo, seduta su una panchina, con l’aria un po’ preoccupata. Chissà, forse ho esagerato un po’… eheh…

“Ichigo, vediamo cosa riesci a fare tu! Se fai canestro al primo colpo… domani hai mezza giornata libera!” ti sfido.

Tu arrossisci e pianti su il cipiglio solito di quando ti arrabbi: “Ah sì? Ora vedrai, Shirogane-kun, di cosa sono capace!”

Arrivi a grandi passi verso di me e mi strappi il pallone dalla mani.

Poi ti pianti davanti al canestro, addirittura fuori dall’area, e ti prepari. Come inizio non c’è male, devo dire. Peccato che lanci la palla dal petto con tutte e due le mani.

Tiro troppo basso, che rimbalza contro il muro.

“Ahia… niente giornata libera, Ichigo. Resterai al Caffè a lavorare!” ti prendo in giro.

Tu gonfi le guance: “Sei davvero antipatico…”
Io sorrido e mi avvicino a te, porgendoti la palla.

Poi mi metto dietro di te, e ti sistemo le mani sopra la sfera, avvicinando il mio volto al tuo.

Sei arrossita, lo sento dal calore che proviene dalle tue guance.

“Ora ti insegno come si fa…” ti sussurro.

Tu deglutisci rumorosamente. Chissà che faccia sta facendo quel merluzzo…

Con movimenti lenti, ti sistemo e poi ti aiuto a lanciare. Punto.

Mi stacco sorridendo: “Visto com’è facile? È tutta una questione di polso!”

Tu annuisci: “Già… di polso…”

Raccolgo il pallone e vi saluto con un gesto della mano: “A domani, Ichigo…”

E mentre sento che il tuo ragazzo si precipita a ‘recuperarti’, ritorno a chiudermi nel mio piccolo rifugio, fatto d’illusioni…

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Capitolo 15
*** Quindici ***


Siccome non ho voglia di studiare (anche se dovrei, davvero, perchè il prossimo è l'esame più difficile del semestre e, se Dio vuole, anche l'ultimo), aggiorno.
Aggiorno anche se questa fic, ve lo devo confessare, non mi fa impazzire. E' corta e non mi entusiasma. Sicuro risale al 2007 perchè era il periodo in cui ero fissata con High School Musical, ed infatti ci ho infilato pezzetti di canzoni del primo e del secondo. Ma ve la pubblico lo stesso perchè questa è l'ultima di quelle scritte una vita fa, e me ne rimangono solo tre scritte in questi ultimi mesi... e purtroppo l'ispirazione non mi arriva (lo so, non sto aggiornando nulla, scusate xD).
Ma ora ho parlato troppo e viene fuori una nota più lunga della storia stessa, perciò... hope you like it :)


Ho davvero voglia di scoprire perché questa sera siamo tutti qui al Caffè a festeggiare.

No, non ditemelo: come minimo è il compleanno del vestito di Minto.

Come non celebrarlo…

Per di più, mi hanno anche costretto a stare con loro, seduto al tavolo anche un’ora dopo aver finito di mangiare. Ed io che aspiravo alla mia cameretta…

Ma la cosa più terribile, è quella che stanno facendo adesso le ragazze: il karaoke.

Se c’è una cosa che odio di questo Paese, è proprio l’amore per il karaoke. Non lo riesco a sopportare.

Perché, perché dei poveri folli stonati devono rendersi ridicoli, spaccando i timpani del povero pubblico che li ascolta?? Evidentemente, questa cosa piace…

E così, Purin -pur essendo di origini cinesi- ha deciso di farlo, e la tortura è iniziata.

La piccola Mew Gialla si è esibita in una canzone rock di cui sapeva tre parole e di cui urlava le altre.

Minto si è rifiutata categoricamente, perché dice che non sono cose adatte ad una signora del suo rango.

Zakuro ha gelato tutti con lo sguardo, e non sono servite scuse.

E adesso si sta esibendo Retasu.

Sarebbe davvero molto carino se si ricordasse di respirare, ogni tanto, mentre sussurra il testo. Sta diventando viola per la carenza d’ossigeno…

Mi passo una mano sul viso. Spesso mi chiedo in che posto sono capitato… e Kei non fa una piega, anzi, si diverte pure!

La povera Mew Verde ha finito, e mentre scende dal palco improvvisato (sempre portato da Purin, certo), s’inciampa e quasi si ammazza.

“Forza, Ichigo, ora tocca a te!” urla la più piccola.

Io sorrido: “No, Ichigo, per favore, risparmiaci questa sofferenza!”

Tu mi fai una linguaccia e afferri il microfono, più spavalda di prima.

Quando la musica attacca, mi sorprendo di quanto tu sia brava. Non l’avrei mai detto, vista la voce con cui di solito strepiti contro di me.

Ma quello che più mi stupisce è che tu, pur non sapendo una cicca d’inglese, riesci a seguire il testo così bene. Con ogni probabilità conoscevi già la canzone…

Termini con un inchino e un’altra smorfia verso di me: “Allora, Shirogane-kun?”

“Sono stato fortunato, Ichigo!” ti ribatto “Ho perso l’uso del solo orecchio destro!”

Sorridi anche tu, e raggiungi di nuovo le tue amiche. Chissà se hai capito cosa voleva dire la canzone… e cosa significhi per me ‘and because of you, I’ve got the strength to start…


Why am I feeling so wrong?

My head’s in the game but my heart’s in that song

She makes this feels alright


Tiro la palla e, di nuovo, per l’ennesima volta, non faccio canestro.

Ma che cavolo succede??

Lo so io. Non riesco a smettere di pensare a ieri sera. A quella stupida canzone.

Sono un cretino. Un emerito cretino.

Lancio la palla con forza contro il terreno, e questa rimbalza così tanto che va a schiantarsi contro il muro del Caffè.

Kei si affaccia alla finestra: “Non sapevo volessi demolire il locale!” osserva ironico.

Gli lancio un’occhiataccia: “Hai finito?”

Lui sospira e chiude i vetri.

Io mi passo una mano nei capelli e continuo ad insultarmi.

La devi smettere, Ryo. Devi piantarla di pensare a lei. You’re going to be crazy!

Non è vero. Sono già pazzo. Pazzo di lei…

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Capitolo 16
*** Sedici ***


Buongiorno, mie care. Per molte di voi sarà un'ora prestissima, ma per quelle come me che stanno disperatamente evitando lo studio, è già tardi. Ma io vi aggiorno questa, dopo avervi aggiornato anche Mele, perchè farei di tutto per non aprire di nuovo quel libro maledetto. xD

Questa è la prima delle "nuove", scritta qualche mese fa in treno, con l'iPod a palla sulla canzone, mentre tornavo nella mia casetta da studentessa fuorisede. Un po' triste, però c'è Zakuro, perchè sapete che mi piace scrivere dell'amicizia tra lei e Ryo. 

Spero che vi piaccia :) A presto!

 

 

   

  

 

It's the way I'm feeling, I just can't deny

But I've gotta let it go


Come stai, Ryo?”

Alzo gli occhi dal registro dei conti davanti a me. Zakuro mi osserva in un modo che mi mette quasi a disagio.

Faccio spallucce: “Bene, perché?”

Lei alza un sopracciglio, come a dirmi Non prendermi in giro tanto non funziona e fa un cenno con la testa rivolto ad Ichigo che, sulla porta del Caffè, ridacchia insieme a merluzzo-Aoyama.

Io sospiro: “Dovevi proprio farmelo notare?”

L'avevi già notato, infatti sono dieci minuti che sei fermo a quella divisione.” constata lei, stoica.

Damn you, Zakuro.

So io cosa dividere...

Chiudo il registro con uno scatto e sospiro: “D'accordo, Fujiwara, cosa vuoi? Pago sia te che lei per lavorare, e nessuna lo sta facendo.”

Sono venuta a darti queste,” mi porge un plico di cartellette con la scrittura di Kei “E poi ti ho visto qui.”

Sto solo chiudendo i conti di questa settimana.” cerco di vagheggiare, come se non sapessi che con lei è del tutto inutile.

Lo sappiamo tutti, Ryo. È inutile cercare di fingere.”

Beh, lei invece non lo sa!” sibilo di botto, spostandomi i capelli dal volto “Ed è meglio che rimanga così. Non posso farci niente se questo è ciò che provo, Zakuro. Ma sto cercando di smettere.”

Lei mi guarda, cercando il perché della mia risposta, un perché che è molto semplice.

Perché non posso rischiare di perderti del tutto.
Perché non posso compiere nessun passo importante, e rovinare tutto.
Anche quello che ancora non c'è.




We found love”, Calvin Harris ft Rihanna 

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Capitolo 17
*** Diciassette ***


Lo so, ho aggiornato presto - lo so, dopo vi arrabbierete perchè la prossima ci metterà un po' di più. Ma sarà un weekend incasinato, quindi meglio oggi che mai ;)
Di questa non vi dico niente. ;)


 
 
 

Oggi è il mio compleanno. Un giorno come un altro, per me, ma evidentemente non per coloro che mi stanno accanto.

Sono fortunatamente riuscito ad impedire che Kei organizzasse chissà quale tipo di festa. Ce ne sono già troppe, qui al Caffè, e io non sono decisamente dell'umore giusto per festeggiare. Non lo sono mai stato.

Così, avrà probabilmente fatto passaparola con le ragazze, visto che Purin si è limitata a lanciarmisi addosso, stamattina, Retasu mi ha fatto un cortese inchino, e Minto e Zakuro mi hanno soltanto sorriso.

Manchi solo tu, gattina. Ma forse avrai scelto di ignorarmi, visto la nostra solita litigata di ieri sera.

Ma figurati se mai ti avrei fatto uscire con Aoyama proprio il giorno del mio compleanno.

Bene ragazze, allora ci vediamo domani,” sento Kei che vi saluta allegramente, ma decido di non muovermi. Non ho voglia di ricevere altri auguri, preferisco rimanermene qui in cucina a leggere un vecchio libro e a spizzicare i rimasugli del pranzo.

Però sento un rumore sulla soglia della stanza (devo dire che almeno a questo i geni del gatto sono utili), e alzo lo sguardo. Tu sei lì, timorosa, seminascosta dietro la porta.

Ehm... posso, Shirogane-kun?” mi domandi, mordendoti il labbro inferiore.

Io alzo un sopracciglio. Perché sei così nervosa, oggi? “Certo, Ichigo.”

Ti avvicini lentamente, lo sguardo verso il basso, le mani nascoste dietro la schiena: “Ehm.. senti, lo so che avevi detto di non voler festeggiare e che avremmo dovuto fare finta che oggi fosse un giorno come un altro, però, io... ecco, sì, mi dispiaceva non regalarti nulla, perciò mi sono presa la libertà di regalarti questo!” blateri tutto ciò a bassa voce e così in fretta che faccio quasi fatica a capirti, poi con un inchino mi porgi un pacchetto dorato.

Io ridacchio: “Ah, Momomiya, tu proprio non ce la fai a darmi retta, vero?”

Sorridi e mi guardi, quasi preoccupata, mentre scarto il tuo regalo. E' una cornice con dentro la foto che Kei ci ha costretti a scattare il giorno di Natale. “E' molto bello, Ichigo. Grazie.”

I tuoi occhioni si illuminano: “Davvero ti piace?!”

Io annuisco, e tu riprendi a parlare a vanvera: “Sono contenta! Sai, ci ho messo un sacco a trovarti un regalo, ho pensato ad un sacco di cose ma nemmeno una mi sembrava giusta, sei impossibile anche in quello, Shirogane-kun.”

Mi offendi anche il giorno del mio compleanno?” ti stuzzico, e tu mi lanci un'occhiata storta.

Non ti stavo offendendo, è la verità.”

Va bene,” sorrido e ti scompiglio i capelli “Grazie ancora, ragazzina.”

Tu ti mordi di un nuovo il labbro: “Allora... buon compleanno, Shirogane-kun.”

E poi, all'improvviso, ti alzi sulle punte dei piedi e le tue labbra toccano le mie, leggere.

Sono completamente immobilizzato, il mio corpo non mi risponde, e prima che io possa solo battere le ciglia, tu ti sei allontanata e stai correndo fuori dal Caffè.

Se non sentissi ancora il tuo sapore sulle labbra, penserei che sia stato solo frutto della mia immaginazione.

E invece no.

Ryo? Va tutto bene?” Kei entra in cucina e mi guarda perplesso. “Hai una faccia un po' scioccata.”

Scioccato è il minimo.

Mi schiarisco la gola e mi passo una mano tra i capelli: “Ehm...sì, non preoccuparti. Senti, fammi un favore, appendi questa in cucina, che ne dici?”

Prende la cornice dalle mie mani: “Oh, che bella sorpresa! E' stata Ichigo?”

Io annuisco, e lui continua a scrutarmi: “Ma sei sicuro che vada tutto bene?”

Sono solo un po' stanco...” comincio a salire le scale, poi mi giro. Tanto vale far contento un amico, a questo punto “Senti, mi riposo un po' e poi andiamo a mangiare qualcosa fuori, okay? Offro io.”

Kei sorride: “Molto volentieri, Ryo.”

Abbozzo un sorriso, ed annuisco.

Mille pensieri affollano la mia mente, ma non ho la forza di affrontarli, in questo momento.

L'unica cosa a cui posso pensare, prima di addormentarmi, è che forse, da adesso, il mio compleanno comincerà a piacermi un pochino di più.


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Capitolo 18
*** Diciotto ***


She'll tear a hole in you, the one you can't repair
But I still love her, I don't really care


Da quel giorno, Ichigo non mi rivolge più la parola. Beh, in realtà me la rivolge soltanto per rispondere alle mie battutine “d'incoraggiamento”, ma questo è tutto. Non riesce nemmeno a guardarmi, e se per caso accade, arrossisce più del dovuto. Kei continua a chiedermi cosa le ho fatto, ma per una volta non è mica colpa mia!

Ha fatto tutto da sola, di testa sua, quindi non capisco perché ve la dobbiate sempre prendere con me.

Sì, esatto, anche il mio caratteraccio degli ultimi giorni dipende da quello. Ma cosa vi aspettavate, in fondo? Che io saltellassi allegramente vomitando arcobaleni?

No, grazie.

Anzi, se proprio lo volete sapere, sto anche peggio di prima.

Vorrei vedere come stareste voi se la ragazza di cui siete innamorato da secoli vi baciasse, così, dal nulla, il giorno del vostro compleanno, per poi ignorarvi per le due settimane successive.

Appunto.

Quindi sì, scusatemi se vorrei prendere tutti a schiaffi, ma fa male.


It's better to feel pain, than nothing at all
The opposite of love's indifference


Ecco, l'ho ammesso, siete contenti?

Io, Ryo Shirogane, sto male. Come un cane. O un gatto, nel mio caso.

Sto male per una stupida ragazzina che continua a giocare con i miei sentimenti come se fossero biglie, facendole cozzare l'una contro l'altra senza nessun riguardo. Ed io continuo ad amarla senza speranza.

Eppure, ciò paradossalmente mi fa stare bene.

Sospiro. Forse dovrei parlarle, dirle che non fa nulla, che se vuole posso far finta che non sia mai successo niente e che tutto deve tornare com'era prima.

Perché non riesco a sopportare la sua indifferenza.

Ma dico, mi sentite?

Mi sto trasformando in un lagnoso sentimentalone.

E non lo posso essere. E voi sapete benissimo perchè.


So keep your head up





Stubborn love”, The Lumineers

 

 

 

 

............ooops :D Lo so, mi starete odiando in questo momento, starete pensando "Oh ma che cavolo, questi fanno un passo avanti e cinquantamila indietro, Hypnotic, datti una calmata!" ahahah Ma lo sapete come sono fatti.... e poi mi piace un sacco la canzone, e credo che per loro sia un buon match ;) Quindi perdonatemi ^_^
Comunque, nuntio vobis che ho terminato di scrivere questa raccolta, che si concluderà al 20esimo capitolo, perchè a me piacciono i numeri pari e belli tondi ^_^ Chissàààà cosa succederà.... per scoprirlo dovete solo continuare a leggere ;) 

Un bacione, la vostra

Hypnotic Poison

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Capitolo 19
*** Diciannove ***


Neanche una parola

A giustificare il male che mi fai


“Potresti aiutarmi un momento, Ryo?”

Zakuro mi si avvicina, un pacchetto tra le mani, la solita aria distaccata in volto.

Rimango in silenzio, nel mio angolo al bancone da cui posso osservare tutto, così lei continua: “Dovresti portare questo ad Ichigo, da parte di Kei, dice che le farà bene. Io devo servire i cienti.”

La guardo come se fosse matta, e lei sostiene il mio sguardo, poi fa qualcosa che le ho visto fare poche volte.

Prende un respiro profondo, si passa una mano sulla fronte, appoggia con forza le mani sul legno chiaro: “Ascoltami bene,” sibila, in un modo che fa quasi paura anche a me “Non ho la minima idea di che cosa stia succedendo tra te e Ichigo, ma è chiaro che è dal giorno del tuo compleanno che qualcosa non va. Sono dieci minuti che è rinchiusa nello spogliatoio, e questo soltanto oggi. Per non parlare del tuo solito caratteraccio, che è ancora più insopportabile, e mi costa davvero tanto non prenderti a ceffoni.”

Fa scivolare il pacchetto più vicino a me, fissandomi con sguardo omicida: “Non mi interessa sapere cosa sia successo, né di chi sia la colpa. Just get your ass up and fix it. Mi state facendo venire un esaurimento!”

La fisso, sbattendo le palpebre un paio di volte, e poi, lentamente, inizio a ridere. Oh, Zakuro, che farei senza di te?
“D'accordo, ma solo perché me lo hai chiesto così
gentilmente.”

Sospiro, e prendo il pacchetto, avvolto in panno di cotone bianco chiuso da un fiocchetto. È pesante. Scommetto che è una piccola torta panna e fragole, la sua preferita.

Scendo dal mio sgabello, avviandomi verso lo spogliatoio delle ragazze, con la faccia di uno che è condannato al patibolo.

Sono tre giorni che non ti degni di parlarmi. Tre settimane che non mi concedi neanche un minuto.

Non chiedo che tu mi spieghi il perché del tuo gesto; piuttosto, vorrei sapere il perché del tuo comportamento.

“Ichigo,” chiamo, bussando due volte alla porta “Vieni qua.”

Mi apri con aria scocciata a causa del tono della mia voce, ma anche con una punta di apprensione nei tuoi begli occhioni: “Cosa c'è?” mi abbai contro. È questo il gioco che vuoi giocare, allora?

Raddrizzo le spalle, la pazienza ormai andata a quel paese: “Ascoltami bene, ragazzina. Prima di tutto, non parlarmi con questo tono, io sono il tuo capo e tu ti stai prendendo pause che nessuno ti ha concesso. Seconda cosa, neanche a me va da farti da postino, quindi prenditi il tuo pacchetto e torna a lavorare!”

Mi guardi con astio, e prendi in mano la confezione bianca: “Che cos’è?”

Alzo le spalle: “Non lo so. Me l’ha dato Kei, a quanto pare è preoccupato per te e dice che ti farà bene.”

Poi comunque non capisco perché si debba preoccupare sempre per te e mai per me.

“Digli che lo ringrazio.” accenni ad un inchino, per poi ritornare dentro lo spogliatoio ed infilare il pacchetto nel tuo armadietto.

Io rimango sulla porta; all'apparenza, è per controllare che tu torni al lavoro.

“Guarda che non c'è bisogno che rimani a farmi il cane da guardia, sai.” sbatti l'armadietto con forza.

“Sei ancora qui a perdere tempo.”

Fai per superarmi ed uscire dalla stanza, ma ti afferro il braccio: “Mi vuoi spiegare che ti prende?”

Tieni la testa bassa, così che il tuo viso sia coperto dai tuoi capelli rossi: “In che senso?” sussurri.

Sbuffo: “Perché sei arrabbiata con me?”


Come vorrei unire i nostri battiti

Colmare le distanze come nei miracoli

E trovarti più vicino a me


Mi guardi, gli occhi grandi come quelli di un cerbiatto. Sei così vicina che posso sentire il tuo respiro sulla mia pelle. È da quel giorno che non siamo così stretti.

Io...io...” boccheggi, poi all'improvviso le tue guance s'infiammano e strattoni il braccio “Oh, Shirogane, non capisci proprio niente!” strilli.

Rimango interdetto lì, sulla porta. Da lontano, Zakuro mi guarda e io alzo le spalle.

Ci ho provato, ma come al solito Ichigo è ingestibile.

Sospiro, mi ravvivo i capelli, e salgo lentamente le scale per andare in camera mia. Non ho voglia di interagire con la gente, meno del solito.

Ormai le ho provate tutte, con lei. Sinceramente, sono stanco di essere sempre il cattivo della situazione.

Mi stendo sul letto. Davvero, non ho mai voluto tante cose nella vita. Non capisco perché debba sempre essere così difficile.

Senza accorgermene, mi addormento per qualche ora.

Al mio risveglio, il Caffè è già in orario di chiusura, sento le voci delle ragazze che salutano Kei.

Mi alzo, e decido che almeno lui, la verità dovrebbe conoscerla. Giusto perché così smetterà di prendere le sue difese.

Quando apro la porta, ai miei piedi giace un pacchetto di biscotti.






Ora basta”, Giorgia




Penultimo capitolo! Oh mamma, sono quasi emozionata, sono anni che non termino una long! Anche se questa non è propriamente una long, ma vabbè, mi avete capita ;)

Questa fic era originariamente una delle vecchie, che però non ero riuscita a finire – ho deciso quindi di rimetterla a posto perché mi sembrava adatta. L'accenno ai biscotti sarà (credo) meglio comprensibile se vi rileggete velocemente la storia #12 :)

Un bacione e al prossimo, ultimo capitolo :)

Hypnotic Poison

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Capitolo 20
*** Venti ***


Appendo alla porta principale il cartello con scritto “Chiuso”, do un ultimo giro di chiave, poi mi infilo il mazzo in tasca.

Rimarremo chiusi per circa due settimane; ci meritiamo tutti una pausa, e Tokyo è più bella che mai con i ciliegi in fiore, quindi credo sia giusto così.

Io e Kei abbiamo deciso di prenderci una vacanza – ritorniamo in patria, un po' per affari, un po' perché entrambi abbiamo bisogno di vero, sano cibo americano. Un po' anche perché a volte mi sento stupido a parlami in inglese da solo.

Le cose stanno andando bene, da qualche mese a questa parte, però ho comunque bisogno di staccare.

Shirogane-kun!”

Mi giro, e vedo due codini rossi saltellare verso di me.

Hey, Ichigo. Che ci fai qui?”

La corsetta che hai fatto ti ha arrossato le guance, e devi riprendere fiato prima di parlare: “Ieri non sono riuscita a salutarti, e siccome stiamo partendo tutti e due, volevo farlo adesso.”

Alzo un sopracciglio per la sorpresa: ti sei scomodata per me?

Non è che non siamo in buoni rapporti... solo che è comunque rimasto tutto molto teso dal giorno del mio compleanno. Non è più insopportabile come all'inizio, però lo sappiamo entrambi, che qualcosa non è come prima.

Dove vai di bello?” ti domando, iniziando a camminare lungo il sentiero che porta all'uscita del parco, spingendo la moto.

Tu trotterelli accanto a me, le mani allacciate dietro la schiena: “Io e i miei genitori andiamo a trovare i miei nonni a Kyoto, e faremo un giro per i monumenti storici dell'antica città. È da quando sono piccola che non ci andiamo, quindi adesso è il momento perfetto. Invece tu e Akasaka-san?”

Un po' a New York, un po' a Washington. Spero di riuscire a infilarci un paio di giorni in Florida, così per un po' di surf.”

So che in Florida c'è il più grande parco della Disney!” i tuoi occhi si illuminano “Ho visitato quello che c'è qui, ma vorrei tanto andare a Disneyworld!”

Ti ci posso portare un giorno, se vuoi.”

Mi mordo la lingua non appena le parole mi escono di bocca. Ma che cosa mi viene in mente!?

Oh.” arrossisci e fissi per un istante le tue scarpe “Be', sì, mi piacerebbe molto, Shirogane-kun!”

Il sorriso che mi mandi fa arrossire pure me.

Mi schiarisco la gola; siamo arrivati alla fine del parco, ed è un po' un sollievo e un dispiacere allo stesso momento.

Appoggio la moto sul cavalletto, mi giro per guardarti: “Allora... ci vediamo tra due settimane, ragazzina.”

Tu annuisci, poi mi passi le braccia intorno alla schiena e posi la tua guancia sul mio petto: “Divertiti, Shirogane-kun.”

Ricambio l'abbraccio, forse stringendoti più del dovuto, ma non mi importa. I tuoi capelli mi solleticano il mento, e sento il tuo cuore battere forte contro di me.

Mandami una cartolina, d'accordo?”

Rido, e come al solito, non posso lasciarti andare senza averti scompigliato la frangetta: “Va bene, va bene, se me lo chiedi con così tanta gentilezza...”

Mi fai una smorfia e poi ti stacchi da me, correndo dalla parte opposta alla mia. Ti fermi, mi saluti con una mano, e poi riprendi.

Credo che non ti capirò mai, Ichigo. Credo che sia questo uno dei motivi per cui sono innamorato di te. Ma credo anche che qualcosa cambierà.

E al nostro ritorno, allora, forse farò un passo importante.

 

 

 

  

Ragazze, è finita :D Un po' mi dispiace, ma tutte le cose belle finiscono prima o poi, ed è sempre una conquista in più nel mio "curriculum di scrittrice" :)

So di aver aggiornato davvero prestissimo, ma purtroppo questo weekend non avrò assolutamente tempo perché non sarò a casa, quindi non volevo farvi attendere troppo :) Spero che la fine vi abbia soddisfatte, chi mi conosce sa che non sono un'amante dei lieto fine troppo a lieto fine ;)

Grazie a tutti coloro che hanno letto, recensito, inserito nei preferiti e quant'altro :) Ci rivediamo nei capitoli finali di Mele e Caramelle :)

Vostra, 

Hypnotic Poison

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