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Chiudo gli occhi e cerco di
trattenermi da non sbottare. Guarda, lo faccio solo per te!
“Ichigo, è semplice: basta
che premi questo pulsante qui, e poi giri questa manopola fino alla freccia!”
Tu annuisci, facendo
sballottare di qua e di là i due codini che porti sempre.
È la terza volta che ti
spiego come usare questo elettrodomestico, ma tu proprio non riesci a capire. E
dire che sei stata proprio tu ad insistere per comprarlo!
Ci sono soltanto due
possibilità perché tu non riesca ad accenderlo.
La prima: quella tua
testolina bacata sta pensando -ahimè- ad Aoyama.
La seconda: sei veramente
senza speranza.
Vorrei, ti giuro, che fosse
la seconda. So che è brutto dirlo, ma è proprio così!
Mi viene da ridere mentre ti
guardo armeggiare convinta, gli occhi socchiusi, la lingua tra i denti.
Poi, quando finalmente
quell’affare si mette in moto, sorridi felice come una bambina e mi guardi
trionfante.
“E brava la nostra piccola
gattina…” esclamo, scompigliandoti i capelli.
E prima che tu possa
arrabbiarti, mi allontano da te, le mani in tasca che ancora odorano del tuo
profumo.
Vorrei poterti dire tutto,
Ichigo, tutto quello che accade dentro di me a sentire quell’aroma… ma
purtroppo, ancora, non posso…
Fine
Bene,
probabilmente questa storia vi sarà sembrata un po’ strana, ma non vi
preoccupate, sono qui per spiegarvi tutto ^___^
Nessun passo
importante è una raccolta di storie (drabble, shot, song fic eccetera)
tutte incentrate su Ryo ed Ichigo, e tutte auto-conclusive.
Le
ho scritte davvero tanto tempo fa, hanno ormai più di un anno, ma solo adesso
ho deciso di pubblicarne, anche perché ne ho scritte diciotto e mezza e quindi
posso rifornirvi ^^
Probabilmente
sarà una fic sempre in evoluzione, quindi forse non leggerete mai la parola completa XD E forse un po’ ci sperate XD
Allora,
prima di chiudere colgo l’occasione per ringraziare chi ha commentato Cinque giorni:
stezietta w: ehm.. forse ci sarà
un seguito. Forse. XD Grazie di
tutto!
ECA90: è sempre bello
risentirti ^^ Grazie davvero
Killkenny: ti faccio sempre star
male eheh. Ma dai, su con la vita, che sto già pensando ad un seguito. ^^
Soledad: che bel nick ^^
Grazie anche per averla aggiunta ai preferiti XD
Izayoi007: sister, visto che
brava?!? Mo ne hai due da leggere e commentare su HSM!! Forza, vai! Perdonami,
ma che è un new-dandy?? E poi, scusa,
che ne sai che finirà male?? Oh, non ti fidare mai. Comunque, i capelli alla
Vany me li sono già fatti a giugno XD Ma adesso li faccio crescere XD. A
presto! Baci
Spero
nei vostri commenti anche per questa fic, e prometto che pubblicherò la seconda
storiella molto presto!
La musica riempie il locale affollato, creando un’atmosfera carica d’energia.
È stata una buona idea quella di dare una festa qui al Caffè, spedendo volantini in giro per la città.
Ora, infatti, è tutto pieno, ed è difficile camminare.
Non che non mi piacciano le feste, ma perché non mi avete fatto rimanere nel silenzio della mia stanza?
Mi faccio largo tra la folla, ignorando gli sguardi languidi delle ragazze. Accidenti a queste luci particolari che Keiichiro e Minto hanno voluto installare: così metà delle persone presenti ha i capelli rossi!
Afferro al volo un cocktail da un vassoio sorretto da chissà chi. Devo stare attento, oppure qui finiranno per fregarci tutto…
Finalmente, riesco a raggiungere il bancone, dove Kei sta servendo drink in quantità.
“Ciao Ryo!” esclama forte, per superare il volume della musica “Sta riuscendo proprio bene, vero?”
Annuisco e sorrido. Odio questo tipo di feste…
Dallo sgabello del bancone posso godere di un’ottima visuale del locale.
Vedo gente che non conosco; vedo ragazze abituali del Caffè; vedo Retasu e Purin che chiacchierano; vedo Zakuro e Minto che ballano, attorniate da uno stuolo di ragazzi; ed infine vedo te, con il tuo adorato Aoyama, che ridi felicemente.
Sei davvero bella ‘stasera, Ichigo, con quel corto vestito bianco che indossi.
Sorrido, guardandoti da lontano, ed il mio umore un po’ si risolleva.
Kei mi lancia un’occhiata divertita: lui sa a cosa sto pensando.
“Ryo, almeno per ‘stasera…” mi supplica, con una nota ironica nella voce.
Cerco di ricompormi, drizzando la schiena: “Cosa stai dicendo, Kei? Non capisco…”
Lo vedo ridere e versare un mojito ad una ragazza.
Rido anch’io ed inizio ad avvicinarmi a te. Non penso che tu mi veda. Sei troppo concentrata con Aoyama per accorgertene.
Così, ti sto facendo una sorpresa. Infatti, quando mi hai visto, hai sobbalzato e sei arrossita. Neanche avessimo mai fatto qualcosa di male (purtroppo)…
“Shirogane-kun!” balbetti intimidita.
Ti sorrido e non degno di un’occhiata il tuo ragazzo: “Ciao, Ichigo. Come va?” ti chiedo.
Sei leggermente stupita dalla cortesia con cui mi rivolgo a te: “T-Tutto bene, grazie. È davvero una bella festa…”
“L’hai organizzata tu?” Aoyama s’intromette nel discorso, dedicandomi un’enorme (e viscido, a mio parere) sorriso.
Lo guardo seriamente e spero di intimidirlo, facendogli capire che non mi va che mi s’interrompa: “Io ho solo dato la disponibilità del locale. Hanno fatto tutto le ragazze…”
Continua a sorridere e dà un morso ad un tramezzino. Prosciutto e formaggio? Tipico…
Che combinazione, Ichigo. La musica è cambiata. Chissà chi è che ha messo un lento…
Mi volgo indietro, verso lo stereo. Zakuro se n’è impossessata e ora mi guarda impassibile. Grazie, Fujiwara-san…
Mi giro verso di te con un sorriso e ti porgo la mano, accennando anche un piccolo inchino: “Allora, Ichigo-chan. Ti va di ballare?”
Vederti cambiare espressione è uno spasso. Prima di tutto, quando ti ho chiamata per la prima volta con quel nomignolo, hai spalancato la bocca e sei arrossita sulle guance. E quando ti ho posto la fatidica domanda, hai cambiato nuovamente colore, diventando fucsia.
Lanci una fugace occhiata al tuo Masaya, che ha stritolato quello che è rimasto del suo tramezzino, e accetti la mia mano. L’ho capita, quell’occhiata. Era un po’ tra il “ti prego, perdonami” e il “lo faccio solo perché è il mio capo, un povero sfigato orfano”. Ma non me ne importa più di tanto.
Ti trascino nel mezzo della pista, lontano dal tuo campione di kendo.
Prendo la tua piccola mano destra e la stringo forte, poi appoggio l’altra mano sul tuo fianco.
“Ti ricordi come si fa, vero?” ti sussurro all’orecchio.
Mi viene da ridere a sentire le tue guance troppo calde per l’emozione, e la tua voce che trema: “Certo…non sono mica stupida…”
Ridacchio sotto voce, cominciando a muovermi.
Tu sei calda, bollente, ma penso che il tuo ragazzo sia di ghiaccio.
Lo vedo, lontano, che ci guarda impietrito, le braccia rigide lungo i fianchi, i pugni serrati, la mascella contratta.
Così, per farlo arrabbiare ancora di più (quanto mi piace!!), mi sposto in mezzo alla folla, scomparendo dalla sua vista. Tanto, tu sei a mia completa disposizione…
La musica è cambiata, ma è sempre dolce. Penso che Zakuro stia terrorizzando il dee-jay per permettersi (o permettermi?) queste canzoni ad una festa movimentata come questa.
E per di più, quella grande donna che è lei, che mi capisce al volo, ha mandato un canzone che conosco benissimo. Potrebbe quasi essere la mia biografia, per certi versi. Soprattutto quando dice “But you only want the ones that you can't get”…
Quasi automaticamente, lascio la tua mano per posare la mia sul tuo fianco, e stringerti più forte. Tu, da brava bambina, incroci le tua braccia dietro al mio collo. Che questo sia un sogno?
“You better let somebody love you before it's too late…” ti canto nell’orecchio a bassa voce.
Stai tremando, Ichigo, sulle note sfumanti della canzone che termina. (*)
Sciogliamo la nostra presa e ti guardo negli occhi: sei tutta rossa, e bellissima. Ma non sei per me.
Prima che possa perdere il controllo di me stesso, ti sorrido e ti scompiglio i capelli, come faccio sempre: “Grazie per aver ballato con me, Ichigo. Ora puoi tornare dal tuo cavaliere…”
Esiti un attimo, come per dire qualcosa. Non ho mai desiderato tanto che tu te ne vada; non posso prevedere cosa succederà se continuerai a guardarmi.
Poi chiudi la bocca e sorridi, senza aggiungere niente. Ti giri e cominci a camminare per raggiungere Aoyama.
Ti guardo allontanarti, mentre la musica ritorna movimentata. Per stasera, ho già fatto la mia parte.
E mi basta. Perché ti ho tenuto stretta per dieci, effimeri, minuti. Ma sono bastati per pensare che non fosse solo un sogno.
(*) Ma tu vuoi solo quello che non puoi avere
E’ meglio che lasci che qualcuno ti ami, prima che sia troppo tardi.
“Avanti!” dico con la voce roca. Ho la gola in fiamme.
Zakuro entra reggendo in mano un vassoio con una tazza fumante.
“Keiichiro mi ha detto di portarti questo. Ti farà stare meglio!” esordisce, posando il cabaret sul mio comodino.
“Ah. Grazie, Zakuro…” gracchio.
La debole luce che filtra dalla porta mi dà fastidio agli occhi.
Sto da cani… non avrei mai immaginato che avrei potuto stare così male…
Comincio a tossire senza sosta, e in un atto di bontà, la “mia” Mew Viola mi sistema i cuscini dietro la testa.
La ringrazio con un cenno della testa e comincio a bere il tè che mi ha portato. Che goduria, per la mia povera gola infiammata!
Finisco di bere e poggio di nuovo la tazza sul vassoio. La testa mi rimbomba dolorosamente, ed ogni movimento mi provoca fitte dappertutto.
Mi stendo meglio sul letto e chiudo gli occhi.
Il tocco di una mano fresca mi ha svegliato, ma non riesco ancora ad aprire gli occhi.
Infine, ne apro solo uno: sei per caso un angelo?
Già, un angelo che sobbalza spaventato e arrossisce: “Ehm…ecco, io ero venuta a riprendere la tazza…” balbetti.
Non riesco neanche a sorridere: troppa fatica...
Ma una battutina posso anche farla: sono sempre Ryo Shirogane, con la febbre o no: “Non sapevo che la mia fronte fosse una tazza…”
Tu, offesa, ritiri subito la mano, ma riesco (per miracolo) a scattare e a bloccarti: “No, Ichigo, scusa.” borbotto “Ti prego, rimani a farmi da infermierina premurosa…”
Devo stare proprio male per dire queste parole. In condizioni normali, non mi sarei “abbassato” a tanto, neanche con te.
Tu, però, sorridi (arrossendo, naturalmente. Ormai posso fare anche a meno di dirlo…) e posi nuovamente la tua piccola mano sulla mia fronte.
Mentre ti allontani, temo per un secondo di non vederti più. Per fortuna, sei soltanto andata a prendere il termometro.
Prodigi della tecnica: è uno di quelli automatici, che in due secondi misurano la temperatura.
Vedo i tuoi occhi sgranarsi ed i tuoi denti mordere quel petalo di rosa che è il tuo labbro inferiore: “Caspita… 40 e 2!”
Mi lamento piano. Ma che scherziamo? Vi sembra febbre, questa? Non sono mica una fornace!
Dalla porta chiami piano Kei, che in un attimo arriva, reggendo una valigetta da medico.
Dopo avermi “visitato”, ti allunga una pastiglia e mi dice: “Riposo totale e al caldo. Mi sa che hai buscato una bella influenza… Ichigo, puoi pensarci tu?”
Kei, ti prometto che innalzerò una statua in tuo onore…
“Nessun problema, Akasaka-san. Sarà la mia occasione di vendetta!” scherzi.
Il mio amico sorride e ci saluta, chiudendo la porta.
Tu, amorevolmente, mi rimbocchi le coperte: “Ora sarebbe meglio che dormissi, Shirogane-kun. Così ti riprenderai più in fretta!”
Non c’è neanche bisogno di dirlo. Una parte del mio cervello sta lottando per farmi dormire (mentre l’altra vuole rimanere sveglia per godere di ogni momento con te).
Penso di aver dormito per dodici ore filate.
Ichigo è già qui, cambiata. Non indossa la divisa, ma un bel vestitino a fiori. Se deve uscire con Aoyama adesso, le dimezzo lo stipendio…
“Buongiorno, Shirogane-kun!” esclami felicemente “Come ti senti?”
La febbre non è per niente scesa, e le due fazioni del mio cervello litigano di nuovo. So la risposta che devo darti, so che devo dirti ‘Non molto bene, grazie ’, ma dalla mia bocca escono invece le parole: “Cavoli e spinaci…”
Ho detto una cosa stupida, vero? L’ho vedo dall’espressione con cui mi guardi.
Dio, adesso sto anche delirando. Come sono messo male…
“Ehm… penso che sia meglio chiamare un medico…”
Senza darmi il tempo di ribattere (tanto, chi ne ha la forza?) componi un numero e incominci a parlare al cellulare.
Tempo dieci minuti -durante i quali non ho fatto altro che ascoltare i deliri del mio cervello alle tue domande- ed il medico arriva infervorato, reggendo una borsa molto simile a quella di Kei.
Tu scatti in piedi come una molla e sorridi: “Shirogane-kun, lui è il dottor Aoyama, il padre di Masaya!”
Cosacosacosa??? È un’altra allucinazione, vero?!? Vi prego, ditemi che è un sogno!
“Buongiorno, giovanotto. Febbre alta, eh?”
Punto primo: giovanotto lo dici a tuo figlio!
Punto secondo: a parer suo, cosa me ne sto a fare a letto a delirare?!
Quel medico mi si avvicina e mi appoggia il termometro sulla fronte: “Però…” esclama “Quarantuno…”
Si siede sul mio letto (no, scusi, chi le ha detto che può farlo?) e apre la borsa, frugandoci dentro.
Poi, all’improvviso, comincia a parlare: “Allora, signorina Ichigo…come va con mio figlio?”
Giuro che se non fossi ammalato, lo ammazzerei con le mie mani.
Tu arrossisci e sorridi: “Tutto bene, grazie…”
Perché capitano tutte a me? Cosa ho fatto di male nella mia vita precedente?
Il dottor Aoyama (grr…) finisce di visitarmi e dichiara la sua sentenza: “E’ una normale influenza, a cui è aggiunto un po’ troppo stress. Niente di preoccupante, comunque. Vita movimentata, eh giovanotto?”
Come ho già detto:
Punto primo: l’occhiolino lo vada a fare a qualcun altro;
Punto secondo: qualunque pensiero sconcio lei stia facendo, mi rammarico che non sia così.
Dio, e adesso pensare che potrebbe raccontare tutto a quell’ameba…
Parlotta ancora un po’ con te, allungandoti delle medicine, poi saluta e se ne va.
Tu ti avvicini sorridendo: “E’ simpatico il dottor Aoyama, vero?”
Ichigo, piccola mia, possibile che tu sia così ottusa? Come si fa a chiedere a me se un Aoyama è simpatico?
Sorrido forzatamente e annuisco. Perché in questi giorni vince sempre la parte buona del mio cervello??
Il tuo sorriso si allarga e fresca come una rosa passi una mano sulla mia fronte: “Bene! Ora io devo andare! Ho un appuntamento con Aoyama-kun! Dirò ad Akasaka-san quello che ha detto il medico! A domani, Shirogane-kun!”
No, aspetta Ichigo!! Ooh, perchèèèè?? Non è giusto…
Gemo piano, ma tanto nessuno mi sente.
L’avevo promesso, Ichigo: ora hai lo stipendio dimezzato…
Corro con la moto sotto il cielo luminoso. Il vento fischia forte contro il casco, la strada corre veloce. Ma non mi spaventa: è l’unico modo che ho per scacciare i pensieri.
“Ouff…” sospiro. È un’abitudine che devo perdere, soprattutto quando sono in moto. Rischio seriamente di appannare il casco…
Il cellulare in tasca inizia a vibrare. Perché non riesco mai ad avere un attimo di pace?
Accosto e rispondo. È Kei: ciò significa che è una vera emergenza.
“Ryo, c’è bisogno di te. Ichigo e Minto hanno iniziato a litigare e il locale è sovraffollato!”
Come volevasi dimostrare: “Va bene, Kei. Arrivo.”
Inverto la marcia -forse non rispettando le regole del Codice Stradale- e mi dirigo velocemente verso il Caffè.
Parcheggio vicino al gairdino e tendo l’orecchio. Già, questa è proprio la voce di Ichigo che strepita. Normale routine, dopotutto.
Entro dalla porta sul retro (quando il locale è pieno, meglio non farsi notare troppo) e raggiungo la cucina, dove si sta svolgendo la seguente scena:
Ichigo: “Tu non hai il diritto di trattarmi dall’alto in basso!”
Minto: “Io ti tratto come mi pare e piace, brutta scansafatiche che non sei altro!”
Ichigo: “Rimangiati subito quello che hai detto!”
Minto: “Non ci penso nemmeno!”
Sospiro, passandomi una mano sul viso. Come si fa ad andare avanti così?
“Oh, Shirogane-san, meno male che sei arrivato!” esclama all’improvviso Retasu, comparendomi davanti reggendo una pila di piatti “I clienti aspettano e si lamentano!”
La guardo stranito: cosa vorrebbe dirmi?
Senza darci peso, entro in cucina: “Allora? Cosa sta succedendo qui?” grido, tentando di superare il frastuono.
Le due litiganti si girano in contemporanea verso di me e ricominciano ad urlare. Inutile, sono senza speranza.
Tento di calmarle, ma loro hanno già ripreso a litigare tra loro.
Pazienza, Ryo, ci vuole pazienza. Conta fino a dieci…
“IO FACCIO SCIOPERO!”
Ecco, almeno su questo, quelle due sono d’accordo.
Non tento neanche di ribattere. So che sarebbe impossibile.
Lancio un’occhiata aldilà della porta bianca. Ma quanta gente c’è?!?
Qualcosa di bianco compare davanti a me: uno straccio?
Guardo verso Kei, che me lo sta porgendo: “Benvenuto nel mondo del Caffè, Ryo!” esclama felicemente, con uno strano sorriso in faccia “C’è la creme brûle per il tavolo cinque, per favore!”
Lo guardo, confuso e leggermente spaventato. Ho capito cos’è quell’affare che tiene in mano.
Dio, fa’ che si tratti di un incubo…
Corro avanti e indietro per il locale, portando ordini, piatti sporchi, conti e soldi. Per di più, devo anche ignorare i commenti delle clienti.
Oltrepasso sfinito la porta e poso una pila di piatti sporchi sul lavandino.
Ichigo mi guarda di sottecchi e sorride piano. Penso sia felice perché sto faticando quanto fatica lei tutti i giorni. Ma almeno lei è pagata…
Incrocio lo sguardo divertito di Kei, che impasta felicemente un dolce.
Auguri di buona Pasqua a tutti :) Mangiate tanto cioccolato, mi raccomando! E se vi va, lasciate una recensione che fa sempre piacere ;) A presto, Hypnotic Poison
“Momomiya Ichigo, posa subito quella fetta di dolce!”
L’urlo di Minto rimbomba per la cucina. Fortuna che il locale è chiuso…
Ichigo sorride sadica e, senza dar ascolto alla sua amica, le lancia la fetta di torta alla panna rubata dai resti della giornata.
Non vorrei essere nei tuoi panni, gattina, dopo lo sguardo che Minto ti ha lanciato. È interamente coperta di panna e pan di Spagna, e il suo viso è completamente rosso di rabbia. Dobbiamo soltanto ringraziare che indossa ancora la divisa e non uno dei suoi deliziosi completini.
“Sei. Morta.” due parole che mi sembra non ti facciano effetto, visto che inizi a ridere come una scema.
Ma mai ignorare le minacce di Minto Aizawa. Soprattutto quand’è furiosa.
La Mew bird comincia a rincorrerti per tutta la cucina, brandendo un mestolo di legno.
Tu ridi e scappi, cercando una via di fuga.
E io, divertito spettatore, vi guardo nascosto dall’angolo del muro.
Ma, chissà come, mentre tenti la fuga, ti schianti contro di me.
“Shirogane-kun!” esclami, ancora divertita “Non ti avevo visto!”
Le tue piccole manine si aggrappano alla mia maglietta nera. Che progressi, Ichigo…
Ad interrompere questo (bel) momento, fa la sua comparsa la tua “nemica”.
Tu lanci un gridolino acuto e ti nascondi dietro di me: “Aiuto!”
Perché mi mettete sempre in mezzo? Voglio essere neutrale (e salvo) io!
Tu ti sporgi, rimanendomi sempre attaccata, e rivolgi a Minto una linguaccia: “Ora non mi puoi colpire!”
Sospiro. Lo vorresti, vero, Ichigo, che facessi la parte del cavaliere salvatore? Ma, per, ehm, ‘difendere’ la mia ‘fama’, non posso accontentarti.
Così, sotto i tuoi occhi allibiti, ti stacco da me e, prendendoti per le spalle, ti sollevo leggermente da terra, quanto basta per trascinarti davanti alla nostra amica armata di mestolo.
“Ecco qui, Minto. Ora è tutta tua!” esclamo con voce annoiata, mettendo le mani in tasca.
Vedo un sorriso sadico comparire sulle labbra della Mew blu: “Grazie mille, Ryo…”
Alzo una mano per salutarvi, e mentre me ne vado ti lancio un’occhiata. Mi stai guardando con occhi pieni di odio, e a conferma di questo, mormori: “Sei un crudele deficiente, Shirogane-kun…”
Può darsi, Ichigo…può darsi…soprattutto riguardo me stesso…
Tempo di esami, all'università. Per fortuna che queste fic sono state scritte anni ed anni fa e non hanno bisogno di sforzi mentali ;) Enjoy!
“Chi è che ha mangiato metà della torta di oggi?”
Kei guarda una per una tutte e cinque le Mew Mew che si sono riunite in cucina.
Vogliamo andare per esclusione, amico? Vediamo…
Minto e Zakuro sicuramente no: troppo attaccate alla linea…
Retasu non penso che si sognerebbe mai di fare/dire/mangiare qualcosa senza permesso.
Rimangono solo Purin e Ichigo.
La logica mi dice che quest’ultima è la potenziale colpevole, visto che è una ‘pregiudicata’ in queste cose.
“Ehi, non guardate me!” esclama subito lei, sentendosi accusata “Sono a dieta!”
Le lancio un’occhiata ‘scannerizzante’. Io l’ho sempre detto che sei pienotta, Ichigo…
Così, ci giriamo tutti verso la piccola Purin, che non ha un colorito molto sano e si tiene una mano sulla pancia.
“Purin…hai mangiato tu la torta di crema?” le chiede gentilmente Kei.
La piccola biondina fa su e giù con la testa. È un sì, ovviamente.
“Era così buona…” si giustifica “Però penso di averne mangiata troppa…adesso a Purin fa male il pancino!”
Mentre Kei si prodiga a darle qualcosa per la digestione, Ichigo lancia le braccia verso l’alto, stiracchiandosi, ed esclama: “Il troppo scoppia!”
Io, Minto e Zakuro la guardiamo incuriositi. Che ha detto?
Lei apre gli occhi e vedendo le nostre facce, chiede: “Perché mi guardate in quel modo? Non va bene in questi casi dire ‘il troppo scoppia’?”
Ora ho capito ciò che intendevi. Ma come al solito, hai detto qualcosa di sbagliato.
“Il troppo stroppia, Ichigo, non scoppia!” ti spiego.
Tu spalanchi la bocca con aria stupita, e rimani in silenzio.
“Mi raccomando, lascia qualche mosca anche per noi, eh?” ti prendo in giro, allontanandomi.
Conto i secondi che ci separano dal momento in cui tu capirai la mia battuta.
Tre, due, uno…
“RYO SHIROGANE, SEI UNO STUPIDO!!!”
La piccola Purin è stata rimandata a casa. L’indigestione era davvero forte, così Kei ha deciso di darle il resto della giornata libera.
Il sottoscritto, come al solito, non è stato interpellato…
Il locale è davvero pieno, sarà perché sono iniziate le vacanze estive. In ogni caso, tutte queste frotte di ragazze sospiranti mi innervosiscono.
Ma attenzione: ho sentito la sua voce acuta che riecheggia oltre gli ordini dei clienti.
“Ma te l’ho detto, Mowe! Ho sbagliato io, da sola! Mi sono tirata la scarpa sui piedi!” esclama.
Penso di non aver capito bene l’ultima frase. E neanche la tua amica, a quante pare.
Sospiro e ti passo dietro, esclamandoti rassegnato: “Quella è la zappa, Ichigo, non la scarpa!”
Silenzio di tomba che cade su di te. Devi anche pensarci?
“Nessuno ti ha chiesto un aiuto!!” strilli arrabbiata, mentre la tua amica tenta di fermarti.
Ma tanto, ormai, chi ti ascolta più?
“I proverbi di Ichigo”. Se ne potrebbe fare un libro. Hai detto tante di quelle cretinate oggi, che sarebbe un successone.
Un assaggio? Quando il gatto non c’è, i topi mangiano; la calma è la virtù dei porci; tutto è bene quel che finisce male; chi va piano va sano e va a Milano e via così.
Non sono valse a nulla le minacce di Minto per farti chiudere la bocca, e nemmeno la Santa Pazienza di Keiichiro, che ha tentato in tutti i modi di farti capire che tu non li conosci, i modi di dire.
“Tu cosa ne dici, Shirogane-kun? È vero che non so i proverbi?”
Ti guardo senza espressione particolare. Devo essere diretto e crudele oppure più morbido?
La primaaaa… eheh…
“Ichigo… tu non sai né i proverbi, né altro…”
Passi velocemente dal rosato, al rosso tenue, al peperone. So già che starai per urlarmi di tutto, così me la filo velocemente (anche perché ho visto quelle insopportabili lacrimucce fare capolino nei tuoi occhi).
Salgo le scale e sento sbattere la porta d’ingresso: evidentemente te ne sei andata di corsa.
Non ho intenzione di scusarmi, però. Oggi sono di cattivo umore…
Kei mi raggiunge e mi posa una mano sulla spalla per fermarmi: “Ryo, potevi essere più gentile con lei…”
Lo guardo negli occhi. Tu la sai già, la risposta, amico. E sai anche che non uscirà mai dalla mia bocca…
Anche Ryo, come me, sente la primavera in questa storia. Spero sia arrivata anche da voi, nonostante questo caldo mi sconvolga e mi invogli già a studiare di meno ;) Grazie come sempre a chi spende dieci minuti preziosi a leggere e commentare, e fanno la gioia di noi scrittori :)
A presto :)
Accendo la luce sul comodino e guardo l’orario sulla sveglia elettronica. Le quattro del mattino.
E mi sono addormentato un’ora fa…
È mai possibile che debba ridurmi a trascorrere notti insonni? Non me ne chiedo neanche la ragione, talmente è logica.
Mi siedo sul letto e poggio i piedi a terra, sospirando. Se fossi una donna, al mio risveglio dovrei usare chili di fondotinta per nascondere le occhiaie. Ma io sono Ryo Shirogane, e preferisco di gran lunga gli occhiali da sole.
Mi passo una mano tra capelli.
Ormai è una settimana che va avanti così. E, coincidenza delle coincidenze, corrisponde proprio al periodo in cui tu sei partita per le vacanze con i tuoi genitori.
Ho provato di tutto: bagni, latte caldo (che, tra l’altro, mi fa schifo), camomilla, piedi sul cuscino e tecniche del genere. Tutto inutile.
Mi sto riducendo ad uno straccio. Di notte non dormo perché di giorno non ti vedo.
Ma devo ancora durare poco: entro sei ore potrò risentire la tua risata cristallina ed assistere impotente ai disastri che combini.
Mi alzo e apro le tende: una fioca luce incomincia ad illuminare l’orizzonte di un pallido rosa. L’alba.
Mi è sempre piaciuta, fin da quando ero bambino. A quel tempo, però, ero io che mi alzavo di nascosto per vederla sorgere. Non ne ero costretto dall’insonnia!
Chiudo bene la finestra e mi rimetto a letto. Se sono fortunato, riprenderò sonno in pochi minuti. Non assillarmi anche in sogno, te ne prego. Perché il mio autocontrollo ha un limite, ed è così facile oltrepassarlo…
“Sono tornata!!”
L’hanno capito anche in Australia, Ichigo, con l’urlo che hai fatto. Perchè, perché? Stavo dormendo così bene!
Purin ti salta addosso rumorosamente e ti abbraccia.
Preferisco di gran lunga il saluto silenzioso di Zakuro e Retasu, con il mal di testa che ho.
Sono appoggiato alla colonna vicino alla cucina, e vi osservo da lontano.
Sei abbronzata, Ichigo. Chissà se c’era anche il tuo Aoyama-kun… ma penso che con l’intelligenza che ha, tuo padre non ti abbia permesso di portarlo in vacanza con te.
“Ciao, Shirogane-kun!” esclami infine, accorgendoti di me.
Ti saluto con un cenno della testa, poi ti indico la tua divisa, ordinatamente appoggiata su un tavolino: “E’ ora, Ichigo. Il pavimento ti aspetta!”
Kei mi lancia un’occhiata divertita: “Andiamo, Ryo! È appena tornata dalle vacanze!” e rivolgendosi a te, continua: “Per oggi puoi anche evitare di lavorare!”
Mi fai una linguaccia e ti lanci in cucina, pronta ad assaggiare le nuove creazioni di Keiichiro.
Io alzo le spalle e sorrido. Bentornata, gattina…
Apro gli occhi: la luce forte del Sole mi ha svegliato. L’orologio segna le dieci del mattino.
Però: ho dormito per undici ore filate!
E, guarda caso, ieri mattina sei tornata… a sconvolgermi la vita ed il sonno…
Questa è classica, Shakespeariana e moooolto, molto romantica. Ma oggi sembra Novembre, quindi ci sta. Anche Ryo, ogni tanto, ha dei cali di pressione che lo portano ad essere "mieloso", ovviamente per quanto lo possa essere ;)
Grazie come sempre a chi legge e recensisce! A presto :) Hypnotic Poison
PS: ma il programma NVU fa impazzire solo me???
“Ti sei dato alla letteratura occidentale, Shirogane-kun?”
Distolgo gli occhi dal mio libro, e ti vedo davanti a me, bella e fresca come una rosa, tutta sorridente.
“Io non sono un ignorante come te, Ichigo…” replico.
Stranamente, non ti arrabbi; sospiri solamente e dici: “Oggi sono di buon umore, e cercherò di essere sempre gentile con tutti. Quindi, non ti darò la soddisfazione di litigare con me! Cosa leggi?”
Torno a guardarti. Sei proprio insistente, a volte!
“E’ Shakespeare…”
Fai una faccia stupita: “Oooh!” mormori “E di cosa parla?”
Sbuffo e chiudo il libro. Ho capito che non te ne andrai tra poco: “Di un po’ di tutto. Aforismi, poesie… amore…”
Sembri sinceramente interessata, specialmente per quell’ultimo argomento, tanto che esclami: “Leggimi qualcosa!”
Anche? E va bene, solo per tenerti qui con me.
Apro il libro a caso… ma guarda te, proprio il sonetto 75 (LXXV) mi doveva capitare? Sospiro di nuovo e ti avviso: “Mi raccomando, Ichigo, ascolta bene!”
E mentre ti accomodi su una sedia, inizio a leggere:
Tu sei per la mia mente come il cibo per la vita, Come le piogge di primavera sono per la terra; E per goderti in pace combatto la stessa guerra Che conduce un avaro per accumular ricchezza. Prima orgoglioso di possedere e, subito dopo, Roso dal dubbio che il tempo gli scippi il tesoro; Prima voglioso di restare solo con te, Poi orgoglioso che il mondo veda il mio piacere. Talvolta sazio di banchettare del tuo sguardo, Subito dopo affamato di una tua occhiata: Non possiedo né perseguo alcun piacere Se non ciò che ho da te o da te io posso avere. Così ogni giorno soffro di fame e sazietà, Di tutto ghiotto e di ogni cosa privo.
“Piaciuta?” ti domando.
Tu sei come in trance, ed annuisci muovendo in su e in giù la testa.
Io sorrido, mi alzo e faccio per uscire. Prima di andarmene, però, ti scompiglio un po’ i capelli. È come un rituale scaramantico, ormai. Dopo essermi esporto troppo, lo faccio per… scaricare un po’ di energia. E magari farti entrare in quella tua testolina bacata ciò che provo per te.
Ma la tua voce mi ferma prima che io abbia oltrepassato la porta: “Shirogane-kun… posso prendere in prestito il libro? Magari ci trovo qualche bella frase da mandare ad Aoyama-kun!”
Mi si blocca il cuore per un attimo. Giusto. Esiste anche Masaya Aoyama a questo mondo. Non me n’ero proprio accorto, nooo…
“Riportamelo domani, però!” ti ammonisco.
Tu scatti in piedi, stringendoti il volume sul petto: “Certo! E grazie di tutto!” e oltrepassandomi corri via, diretta a casa, pronta a studiare come non mai per far felice quel pollo fortunato.
Non potrai mai capire quanto quei versi mi rispecchiano. Quanto è dura questa realtà che sto vivendo.
Perché sono talvolta sazio di banchettare del tuo sguardo, subito dopo affamato di una tua occhiata…
Il mio libro di Shakespeare è tornato al suo posto nella libreria, e probabilmente è lì che resterà per i prossimi vent’anni. Finché non potrò dedicare il Sonetto 75 a qualcun’altra.
Scendo le scale: il Caffè ha appena chiuso, e voi state terminando di mettere a posto.
Ti guardo afflosciarti su una sedia, reggendo lo spazzolone in mano, e con aria grave (un po’ da Minto) esclami: “Aaah… come sono stanca…”
È certo che saraistanco amore, perché è tutto il giorno che cammini nella mia testa…
Sono in fase tristezza
post-vacanza / depressione da esami / ansia da
"Non-ho-studiato-nulla-sono-troppo-indietro-aiuto." E invece questa fic
mi fa ridere, non mi ricordavo nemmeno di averla scritta. Spero
risollevi l'umore anche a voi :)
A
presto, xoxo
Cammini
verso di me, indossando solo
una corta camicia da notte.
Ti
fermi, mi accarezzi una guancia e
mormori: “Ti amo, Shirogane-kun…”
Eeeh??
Cosaaa?? Ho capito bene?
Ma,
allora perché guardi alle mie
spalle?
Ti
giri -ed io con te- e vai
leggiadra verso il merluzzo (da dove è spuntato?!?) e ripeti
lo
stesso gesto e le stesse parole che hai detto a me: “Ti amo,
Aoyama-kun…”
Ma
che sei impazzita
completamente?!?
Ichigo, vedi di ragionare, per l’amor del
Cielo!
Che
fai? Chi è quell’altro figuro
nell’ombra?
Oh
porca vacca: anche lui.
L’alieno più rincoglionito che ci sia. Ho come la
sensazione di
sapere già cosa accadrà…
Ed
infatti: “Amo anche te,
Ikisatashi-kun…” mormori.
Bene,
e adesso che siamo un bel
quadrato amoroso che vogliamo fare?
No,
ti prego, dimmi che non è
quello che penso…
Sorridi:
“Forza, venite… il mio
letto è grande per tutti…”
Mi
sveglio completamente sudato. Ma…
ma che razza di sogno ho fatto?!?
Cioè,
diciamo la verità, non è certo
la prima volta che sogno Ichigo così (s)vestita,
ma questo è
completamente fuori dalla normalità!
Oh,
andiamo, Ryo, dovresti davvero
smetterla!! Ha solo 15 anni, porca paletta!!
E
allora?!?
Ci
mancava solo la vocetta interiore…
Scuoto
la testa velocemente, per
schiarirmi le idee.
Sembra
facile…
Ho
bisogno di calma… molto calma…
Mi
vesto lentamente, tentando di non
pensare al sogno e soprattutto, non ad Ichigo.
Il
Caffè è già pieno… mi sono
scordato che è domenica, e le frotte di ragazze arrivano
appena
cinque minuti dopo l’apertura.
Mi
siedo sul mio solito sgabello, e mi
guardo intorno.
Devo
dire che mi sento sempre molto
osservato, stando quassù… trovare pace
è impossibile!
Dio,
che mal di testa…
Appoggio
il braccio al bancone, e la
testa su una mano: devo calmarmi… assolutamente…
“Ti
senti male, Shirogane-kun?”
Sobbalzo.
Oddio. Questa è una congiura
contro di me!
Possibile che l’unica domenica in cui non ho poi
così tanta voglia di vederti, tu arrivi
puntualissima??
Mi
sorridi, mentre prendi il resto
dalla cassa. Sembri felice. Chissà cosa ti ha detto il tuo adorato
principe azzurro…
“Mi
sembri stanco! Hai dormito poco,
stanotte?”
Mi si blocca il respiro in gola, e rischio seriamente
di strozzarmi.
Mannaggia,
Ichigo, comincia a tacere!!
“Uff,
che caldo che fa…”
brontoli, allentandoti il grembiule.
No,
Ichigo, no! Basta!!! I miei nervi
non sono ancora così saldi!
Inevitabilmente,
mi ritorna in testa il
sogno di stanotte… perché, perché!
Cosa ho fatto di male??
“Ma…Shirogane-kun,
sei sicuro di
stare bene?” in un impeto di coraggio,
forse, e di
preoccupazione, appoggi la tua mano sulla mia fronte.
Ecco.
L’ultima goccia che fa
traboccare il vaso.
Salto
giù dallo sgabello e ti scosto
leggermente: “Sì, sì, Ichigo, n-non ti
preoccupare!” e salgo
velocemente le scale.
Mi
appoggio al muro e cerco di
respirare normalmente. Ci mancava soltanto il balbettio…
Sento
qualcuno salire le scale e
fermarsi vicino a me: “Proprio tu, Ryo, perdi il
controllo?”
Zakuro
ha voglia di fare sarcasmo. Io
per niente.
“Insomma,
ormai sei grande… certe
cose dovresti saperle controllare…” la guardo: ha
un sorrisetto
ironico sul volto, come pochissime volte ho visto.
“Vai,
Zakuro, vai…” mormoro fra i
denti.
Lei
sorride di nuovo e s’incammina di
nuovo giù in sala.
Tempo
triste, fic triste, mi
sembra ovvio ;) Ci stiamo avvicinando alla fine della serie, a meno che
non mi venga un'ulteriore spunto di ispirazione... vedremo ;) Intanto
godetevi questa! Grazie a chi legge,
commenta, inserisce nelle preferite/ricordate/seguite :) A presto!
And
I put my cold feet on the floor
Il
suono della
sveglia mi fa aprire lentamente gli occhi.
Faccio
fatica a
focalizzare il bianco soffitto della mia camera, le palpebre e la
testa sono pesanti.
Non
riesco a
ricordare il sogno che ho fatto; l’unica memoria è
qualcosa di
molto confuso e non troppo felice.
Mi
siedo sul
letto, poggiando i piedi a terra. Devo ricordarmi di comprare un paio
di ciabatte; ho sempre odiato il freddo del pavimento.
Passo
una mano
tra i capelli, scostando la frangia dal viso.
Non
so perché,
ma ho come la sensazione che questa non sarà una bella
giornata…
A
little taste
of hypocrisy
Mi
vesto, e mi
controllo allo specchio.
Sistemo
il
colletto della camicia, e un bottone di troppo.
Dovrei
essere
perfetto. Dovrei esserne felice. Già, come no… la
solita solfa che
mi ripeto every day…
Qualcuno
bussa
alla porta: “Ryo! Sei già sveglio? Come
va?”
Sospiro:
“Bene,
Kei, grazie… adesso scendo…”
Tutto
benissimo,
certo… non dovrebbero più chiamarmi Ryo, ma
Pinocchio…
Even
tough
you’re so close to me
You’re
still
so distant
Siete
già
arrivate tutte: evidentemente ho fatto più tardi del solito.
Mi
salutate una
alla volta, man mano che mi vedete.
Tu,
come al
solito, per ultima, tutta presa dal tuo lavoro e dai soliti pensieri
su Aoyama.
Che,
guarda caso,
è seduto al tavolo là in fondo, che ti guarda
sorridente.
Se
ci fossi stato
io, non sarebbe entrato. Devo ricordarmi di mettere un cartello.
Vietato l’ingresso ai merluzzi, alle amebe e alle
facce da culo…
“Ciao,
Shirogane-kun!” esclami comparendo in cucina con un vassoio
di
piatti sporchi.
Ti
rispondo con
un gesto del capo, e continuo ad osservarti in silenzio.
Poggi
il vassoio
sul lavandino e aspetti un attimo, ferma. Sembra che tu stia
pensando…
Poi,
con le
braccia lungo il corpo, ti giri verso di me: “Ehm…
Shirogane-kun…
non è che oggi potrei staccare prima? Vedi, è il
compleanno di
Aoyama-kun e noi vorremmo…”
Continui
a
parlare, ma ormai io non ti sto più ascoltano. Mi limito a
guardarti.
Sei
così vicina,
Ichigo, che mi basterebbe allungare un braccio per prenderti per mano
e portarti via con me, lontano da tutto e tutti. Mi basterebbe
alzarmi in piedi e baciarti, e dirti ciò che provo per te.
Però non
posso. Perché tu stai pensando solamente al tuo adorato
fidanzato,
che ti sta aspettando di là.
“Va
bene, va
bene, Ichigo, puoi uscire…” t’interrompo
scocciato “Basta che
oggi pomeriggio tu sia qui puntuale!”
Sorridi
radiosa:
“Certo! Grazie, Shirogane-kun!” e iniziano a
slacciarti il
grembiule corri via.
M’immagino
già
come sarai puntuale, oggi…
The
sound of your voice
Painted
on my memories
Mi
alzo di
scatto, la fronte completamente sudata. Di nuovo un incubo…
peccato
che questo sia avvenuto nella mezz’ora in cui ho dormito dopo
pranzo. I geni di gatto mi fanno male…
Scuoto
la testa
per scacciare i pensieri.
Questa
volta mi
ricordo perfettamente il sogno tormentato che ho fatto: la tua voce
mi stava chiamando, dicendo cose a volte senza senso.
Poi
ripetevi il
suo nome, tante volte, una dopo l’altra,
sorridendo… e infine
dicevi il mio in tante forme diverse… arrabbiata, felice,
spaventata…
Vado
verso il
bagno e mi faccio una doccia bollente, così calda che quasi
mi
scotto.
Tanto,
ormai,
soffrire di più o soffrire di meno non fa
differenza…
Esco
avvolto in
una nuvola di vapore che appanna tutto.
Nel
silenzio che
regna nella stanza, riesco a sentire il rumore proveniente dal
Caffè:
sì, Retasu è arrivata ed ha appena rotto
l’ennesimo piatto; sì,
Purin ha già iniziato il suo spettacolo da circo; e
sì, sei
arrivata anche tu, lo sento dalla voce che sbraita contro Minto
perché sta bevendo il tè.
All’improvviso,
comincio a fare tutto più velocemente, per scendere prima.
Sono
ridotto
proprio male…
Even
if you’re not with me
I’m
with you
Raggiungo
la
sala, e mi guardo intorno per cercare te.
E
vedo, là in
fondo, al tavolo dieci, la tua testolina rossa sovrastata da una
crestina bianca, il sorriso che ti illumina il volto ma che non
è
niente in confronto a quelli che talvolta ti ho visto fare.
Sempre
per
qualcun altro. Sempre per lui.
Vivo
di quelli,
ormai. Sono la droga che mi costringe ad andare avanti, la falsa
speranza che il domani possa essere migliore.
Sento
che ci sei,
ti vedo, e posso così godere indisturbato della tua
presenza, tanto
so che non ti distrarrò mai da lui; mi basterà
guardarti ogni
giorno da lontano. Mi basterà anche soltanto raccoglierti le
chiavi
ed aiutarti per sentirti mia.
You/Now
I see/
Keeping everything inside
You/Now
I see/
Even when I close my eyes
Ti
guardo correre
da un tavolo all’altro, poi in cucina ed infine alla cassa.
Non sei
mai stata così metodica. Tavolo, tavolo, cucina, cassa.
Tavolo,
tavolo, cucina, cassa. Tavolo, tavolo, cucina, cassa. E via dicendo,
sempre così.
Mi
fai sorridere.
L’unica emozione che non voglio reprimere dentro di me,
insieme a
tutte le altre. L’unica che mi permetto di mostrare,
perché
nessuno potrà mai ricavarne ciò che provo per te.
O almeno spero…
Sposto
la
frangetta dagli occhi, e mi appoggio con la testa al muro.
God,
I’m so
tired… non so per quanto riuscirò a
resistere, senza dormire
né alla notte né al pomeriggio per gli incubi che
faccio.
Ogni
volta che
accenno a chiudere gli occhi, sbadabum!, arrivi tu
in sogno,
cominciando a rincretinirmi con le tue parole. Che a volte sono
dolci, altre arrabbiate, disperate, calde, sensuali…
Ma
il più delle
volte, anche nel mio mondo onirico, sono piene di astio nei miei
confronti. Sai che novità…
I
hit you and
you hit me back
Sorrido
di nuovo
nel pensare alle nostre litigate quotidiane. La routine che scandisce
le mie giornate. Nessuno dei due può più farne a
meno, vero?
Cerchiamo ogni singolo, futile motivo per dirci addosso.
La
verità è che
ci divertiamo. Troppo. Tanto, con una parola, od uno sguardo, tutti i
cocci si rimettono a posto. Ed il gioco ricomincia, giorno dopo
giorno.
Nessuno
dei due
vorrà più smettere, nessuno dei due
terminerà per primo. Tutta
questione di orgoglio…
Now
I’m trapped in this memory
Probabilmente,
quando il progetto Mew sarà terminato, e la vita
tornerà a scorrere
normale, mi ricorderò di te come sei quando litighiamo.
Non
quando
piangi, non quando combatti, non quando sorridi a qualcun altro che
non sia io.
Ma
rivedrò il
tuo viso rosso e contratto dalla rabbia, le guance gonfie, gli occhi
sfavillanti d’ira. Bellissima, anche in questo frangente.
Magnetica. Irraggiungibile.
E
ricorderò quei
pochi baci che ti ho rubato controvoglia, quel tuo rossore diffuso,
l’imbarazzo che ti padroneggiava.
Rimuoverò
ogni
tassello doloroso, e ricorderò soltanto te.
Even
if you’re
not with me
I’m
with you
Il
Caffé sta
chiudendo. Tu mi passi accanto, diretta in cucina, e mi rivolgi un
timido sorriso. Di cortesia. Forse di rispetto, chissà, e
magari
anche con una punta di simpatia. Punto. Niente altro. Diversamente da
me.
Per
quanto possa
negarlo, per quanto possa combatterlo, non c’è e
probabilmente non
ci sarà mai niente da fare.
Scendo
dal mio
sgabello e apro la cassa. Oggi è giorno di stipendio, per
voi.
Prendo
l’incasso
e comincio a contarlo, separandolo in cinque mazzetti diversi, uno a
testa.
Voi
vi mettete
rumorosamente in fila, già cambiate, impazienti soltanto di
prendere
la vostra paga e tornare a casa.
Distribuisco
i
soldi lentamente, lasciandoti per ultima. Sei impaziente, lo so.
Continui a guardare l’orologio.
Probabilmente
sta
per iniziare il tuo programma preferito. Oppure devi uscire con lo
scarafaggio.
“Tieni,
Ichigo.
Anche se non penso che tu te li sia proprio
meritati…” esclamo.
Tu
li afferri
veloce, facendomi una linguaccia: “Non è vero! Sei
proprio
antipatico, Shirogane-kun… beh, adesso devo andare! Ciao, a
domani!” e ti dilegui fuori, con i due codini rossi che
sobbalzano
da una parte e dall’altra.
Mi
scappa da
ridere. Sei proprio antipatico, Shirogane-kun…
non lo
pensavi veramente, ti ho sentita. Eri troppo felice per pensarlo.
Ma
anche se così, non m’importa. Ciò che
conta per me è essere nei tuoi
pensieri, in qualunque modo. Anche solo per un secondo.
“Ci
vediamo
domani, Ryo…” Zakuro mi passa accanto, il cappello
da cowboy
calato sugli occhi per non farsi riconoscere, un sorriso complice
sulla labbra. Raro. Ma per me sempre più visibile.
Le
rispondo con
un cenno del capo. Non provare neanche a prendermi in giro,
Zakuro…
please…
Mi
è tornato il
sonno, ed è scomparsa la voglia di cenare. Mi
sveglierò nel bel
mezzo della notte, come minimo, e prenderò qualche cosa da
mangiare.
La
luce in cucina
è ancora accesa; Kei non deve ancora aver finito.
Infatti,
quando
mi affaccio, lo vedo intento ad asciugare gli ultimi piatti e a
riporli nell’apposito scaffale.
“Hai
bisogno di
una mano?” domando.
Lui
sorride
appena: “No, ti ringrazio, Ryo. Come mai tutto questo
altruismo,
oggi?”
Sbuffo.
È
proprio il vostro passatempo preferito, vero, prendermi per il, ehm,
per i fondelli!
“Non
so di cosa
tu stia parlando, Kei…”
Si
gira, dandomi
le spalle. Lo so, non vuoi che veda che ridi come un matto:
“Va
bene, come non detto… sei stato gentile, stamattina, con
Ichigo…
non è da te darle un permesso…”
M’irrigidisco. Prego,
continuate, trattatemi sempre così. Come se avessi scritto
in fronte
sono un cretino innamorato della persona sbagliata, prego
prendere
in giro!
“Dove
vuoi
arrivare?” mormoro tra i denti.
“Io?
Da nessuna
parte!” si asciuga le mani e mi oltrepassa
“Buonanotte, Ryo…”
Lo
seguo con lo
sguardo. Ormai l’hanno capito tutti, tranne lei.
Beh,
meglio così…
potrò ancora osservarla e volerla da lontano…
Questa
è felice! Quindi non vi potete lamentare ^_^ Il tempo fa
schifo quindi ci vuole un po' di allegria, soprattutto in fase esami.
Grazie a chi legge, commenta, ecc ecc :) A presto!
Festa.
Possibile che in questo locale
non si faccia altro?!?
E
la festa di compleanno dei fratellini
di Purin, e l’anno del locale, e l’anniversario del
fidanzamento
di Ichigo, e l’anniversario della prima lotta contro gli
alieni, e
il compleanno di questo, quello e quell’altro.
Voglia
di lavorare = 0,0000000001.
Oggi,
ad esempio, quelle quattro
cretine (Zakuro non c’è. Servizio fotografico da
qualche parte…)
hanno deciso che vogliono cucinare.
Nel
mio locale.
Con
la mia spesa.
Pagata
con i miei soldi.
Mi
serve un analista…
Da
chi saranno mai capitanate le
deficienti di turno? Esatto… Ichigo. Non so come, ha
convinto anche
Minto. Probabilmente l’avrà sbeffeggiata con
qualcosa del tipo
“Ah, io lo so fare e tu no…”
Robe
da bambini…
E
adesso, sono tutte riunite in cucina,
naturalmente sotto la supervisione di Keichiiro, a paciugare con
tutto ciò che capita loro sotto mano.
Povero
me… speriamo di non confondere
i loro dolci con quelli da vendere ai clienti…
Well
baby I surrender
To the
strawberry ice cream
“Shirogane-kuuuun!
Puoi venire un
attimoooo???”
Ecco.
Ti pareva. Chissà che cos’hanno
combinato.
Sospiro,
ed entro in cucina quasi
impaurito. Ti prego, dammi la forza…
Apro
lentamente gli occhi, pronto a
vedere un macello terribile, invece… miracolo.
La
cucina è intonsa, bianca,
perfettamente pulita ed in ordine. Ma allora hanno cucinato o hanno
giocato a carte?!?
Purin
mi si avvicina reggendo una
vaschetta di vetro: “Siamo state brave, vero
Shirogane-kun?”
“Mi
aspettavo di peggio…”
rispondo sincero. Mai stato così felice di entrare in
cucina, giuro!
“Allora
assaggia questo! È gelato!”
mi allunga la vaschetta.
Io
ci guardo dentro, titubante (non si
sa mai): è rosa. Dall’aspetto non deve essere
male… solo
dall’aspetto, però…
“Ehm…
a che gusto è?” domando.
“Alla
fragola!! E l’ha fatto
proprio Ichigo-chan! Io l’ho fatto al cioccolato, ma
l’ha
assaggiato Kei ed ha detto che è molto buono; Minto-chan
invece…”
Lascio che la piccola Purin continui a parlare e ti
guardo: sei leggermente rossa in volto, e tieni gli occhi bassi. Ti
vergogni anche soltanto perché la tua amica vuole che
assaggi il tuo
gelato?!? E se io fossi Aoyama (urgh, che bestemmia…) allora
che
faresti? Moriresti sul colpo?!?
“Allora,
lo assaggi o no?!?”
m’incita la Mew Gialla.
Io
sospiro e prendo la ciotolina e il
cucchiaino che mi porge. Poi faccio il giro della stanza e mi
appoggio al tavolo, vicino a te.
“Mi
fido, Ichigo?” ti domando.
Diventi
rosso fuoco: “Certo che sì!
Ma per chi mi hai presa??”
Sorrido:
“Va bene, okay. Kei, se per
caso dovesse succedere qualcosa, il mio testamento è nel
terzo
cassetto dell’armadio. Un, due , tre…
via!”
Prendo
una grande cucchiaiata e la
metto in bocca. È terribilmente gelido…
Però
il sapore è buono, devo dire.
Lo
inghiotto lentamente, tentando di
scaldarlo, e quando finalmente riesco a parlare:
“Uhm… sì, dai,
Ichigo, in fondo non è così male. Certo, se tu
avessi usato delle
fragole un po’ meno asprigne e un pizzico di zucchero in
più,
forse sarebbe stato meglio, comunque direi che va
bene…”
Che
bel sorriso che mi rivolgi, luminoso come non mai. Se è
davvero così
facile farti felice…
“Hai
visto, Minto? So fare un buon
gelato!” esclami, facendole la linguaccia.
“Umpf!
Io non mi abbasso a certe
cose! Non ho bisogno di prepararmi un gelato da sola, io.
Posso chiederlo al cuoco come e quando voglio!” risponde lei
dandoti le spalle. Non ha neanche tutti i torti.
Senza
neanche accorgermene, ho
continuato a mangiare la tua creazione fino a finirla.
Incrocio
lo sguardo compiaciuto di Kei,
malizioso.
Alzo
le spalle per fargli capire che
non me ne importa niente, adesso, e metto la ciotola nel lavandino.
Sento
le ragazze che escono, ma tu
invece ti avvicini timorosa. Ti faccio ancora così paura?!?
“Ehm…
ti.. ti è piaciuto sul
serio, Shirogane-kun?” domandi titubante.
Sospiro:
“Mi hai mai sentito
raccontare balle, Ichigo?” Sì, io
sì…
Sorridi
appena: “Allora grazie,
Shirogane-kun…” e te ne vai.
Il
mio sguardo si sposta sul lavandino,
dove prima c’era la tua mano: ora c’è un
piccolo sacchettino,
chiuso con un nastro.
Con
un sorriso, lo apro, e scopro
qualche biscotto. Sono ancora tiepidi.
Non
si fa, Ichigo… i biscotti vanno
lasciati nella teglia finché non sono freddi…
Dolce e
melensa come piace a voi. Ogni volta che pubblico qualcosa, piove.
Invece nella fic nevica, che è meglio, almeno per me.
Ovviamente, l'ho scritta a Natale di tanti, tanti, tanti anni fa. E mi
fa sentire estremamente vecchia, perché ricordo esattamente
il momento in cui l'ho scritta xD Grazie a chi c'è sempre, e
chi ci sarà. Bacioni!
Fuori
nevica.
È
strano. Per quanto possa dirmi che è
stupido, spesso non riesco a staccarmi dalla finestra e non guardare
i fiocchi che cadono.
È
bella la sensazione del freddo fuori
e del caldo dentro. Anche se ogni tanto mi chiedo se sia più
freddo
dentro di me o in giardino…
Mancano
due giorni a Natale. Da oggi
cominciano le ferie, per voi. La solita noia, per me.
Ammucchiati
sul tavolo ci sono cinque
pacchetti regalo: idea di Kei, naturalmente! Io non ne avevo
né il
tempo, né la voglia. E poi, detta sinceramente, non
è proprio il
mio campo scegliere regali per cinque adolescenti piene di ormoni
incazzosi…
Sento
Kei mi chiama.
È
ora di trasformarsi in Babbi Natale,
yuppi! Che felicità…
Vado
lentamente verso la sala, vuota.
Abbiamo chiuso in anticipo, eh? Fate pure…
Le
ragazze sono già pronte per andare,
imbacuccate in piumini, sciarpe, guanti e cappelli.
“Ragazze,
scusate se vi tratteniamo
per qualche altro minuto, ma io e Ryo abbiamo qualcosa per
voi!”
esclama Kei.
No,
scusa, ma io che c’entro? Perché
dovete sempre mettermi in mezzo?? Preferisco essere il
‘cattivo’,
in certe situazioni!!
Voi
cominciate a mormorare e sorridere
compiaciute. Non ditemi che ve lo aspettavate, eh!
Il
nostro amico torna con la cesta dei
pacchetti, e le ragazze cominciano a rumoreggiare felici.
Quanto
apprezzo Zakuro, in questo
momento: silenziosa, accenna solamente ad un sorriso.
In
due minuti, per fortuna, la tortura
dei regali è finita, e cominciate ad uscire senza smettere
un attimo
di chiacchierare.
Mi
meraviglio che abbiate resistito
alla tentazione di aprirli subito!
“Ryo,
esco un attimo per
comprare le ultime cose prima di Natale, okay? Ci vediamo
dopo!” mi
saluta Kei, uscendo dal retro.
“Bye
bye…” mormoro ormai
alla porta chiusa.
Faccio
per salire le scale e ritornare
in camera mia, quando il rumore del campanello sopra la porta
d’ingresso mi fa fermare.
L’hai
voluto proprio tu, ed ora è
lui che ti ha ‘tradito’…
Mi
giro, e ti vedo, seminascosta dietro
il legno rosato, con le guance arrossate, un po’ per il
freddo, un
po’ per la timidezza.
“Ehm…
Shirogane-kun… io…”
mormori.
Ritorno
sui miei passi, ed incrocio le
braccia: “Cosa c’è, Ichigo? Hai scordato
la borsa per l’ennesima
volta?”
Un’ombra
passa nei tuoi occhi
cioccolato: “No, ecco… io volevo darti una
cosa…”
Il
mio cuore dà un battito più forte,
e le gambe partono da sole, avvicinandomi a te.
Dio,
quanto sei bella in questo
momento: arrossata, imbarazzata, qualche fiocco di neve tra i
capelli. Se solo potessi dirtelo…
Frughi
nella borsa a me così familiare
per tutte le volte che l’ho vista in cucina, o nello
spogliatoio, e
ti ho aspettato per ridartela; poi, tiri fuori un piccolo pacchetto
avvolto in carta dorata e me lo porgi.
“Io…
io non so se ti piacerà, non
sapevo cosa volessi per Natale, però mi è
sembrato carino, ecco,
allora ho pensato ‘Perché no’,
e…” cominci a blaterare senza
sosta, poi mi sorridi “Ed eccolo qui!”
Lo
soppeso tra le mani. Chissà
cos’è…
“Beh,
grazie, Ichigo, non dovevi
disturbarti.” ti rispondo.
Tu
non fai altro che annuire, poi
pianti lo sguardo su una piastrella. Lo sapevo. Ci sei rimasta male.
Pensavo
forse che ti avrei fatto un
regalo?
“Ichigo…”
ti chiamo piano,
richiamando la tua attenzione.
Con
un cenno del capo, ti indico uno
dei tavoli più lontani ed appartati.
Pensavi
bene.
Ti
illumini, e corri a prendere il
pacchetto che ti ho lasciato. Okay, lo so, sono una persona molto
incoerente.
“Grazie,
Shirogane-kun! Grazie mille!
Buon Natale, allora! Ciao!” e veloce come eri tornata, te ne
vai
sorridente e felice.
Vado
in camera mia, e poggio il tuo
regalo sul tavolo.
Non
so perché, ma mi sento meglio. C’è
una nuova sensazione nell’aria. Che però, non
potrà mai
combattere tutto il resto.
Sì,
lo so che ho un esame tra due giorni. E che non so nulla. Ma
vabbè ;) Fa freddo solo da me o anche da voi? Direi che
questa fic si inserisce bene nel contesto di questi giorni! See ya
soon :)
Ecco
qui il mio regalo di Natale di
Kei.
Ha
fatto installare sul retro del Caffè
un canestro.
Sono
secoli che non gioco a basket, e
francamente non so neanche perché l’abbia fatto.
Okay,
è stato un gesto carino, ma se
pensa che potrò sconfiggere il mio malumore tirando una
palla in un
cesto, si sbaglia.
Credo.
Sbuffo
e raccolgo la sfera arancione da
terra, soppesandola tra le mani.
Certo,
non è proprio il massimo
giocare con il piumino il 26 di dicembre, ma visto che non ho niente
altro da fare…
Prendo
la mira e lancio la palla.
Neanche
a dirlo. Canestro…
Non
trovo il divertimento, in questo:
da soli è davvero una scocciatura. Devo pure andarmi a
riprendere la
palla…
All’improvviso,
sento delle risate
provenire dal parco circostante.
Impossibile
non riconoscerle.
Mi
convinco sempre più di avere
scritto in fronte Prego, sfortuna, colpisci qui!
Entro
pochi secondi, e vedo due codini
rossi saltellare qua e là, come la loro proprietaria,
abbrancata al
braccio di un disgraziato magrolino dai capelli neri ed un sorriso
ebete in faccia.
Ed
ecco a voi la coppia perfetta:
Mister Mi_viene_voglia_di_tirargli_un_cazzotto_ogni_volta_che_lo_vedo
e… lei.
Non
riesco a definirla in un altro
modo. Semplicemente lei, semplicemente Ichigo.
Non
esiste un aggettivo per
descriverla, come non esiste una persona che possa assomigliarle.
Bah…
comincio a diventare
sentimentale. Non è una buona cosa…
Prendete
il sentiero che passa proprio
davanti al ‘campetto’, e non appena mi vedete, il
merluzzo mi
sorride e mi saluta addirittura per primo (quale
onore…).
“Ehilà,
Ryo! Come te la passi? Stai
giocando a basket, vedo!”
Io
accenno ad un sorriso, e gli faccio
un cenno col capo. Che spirito d’osservazione. Cosa
potrebbe mai
fare una persona in mezzo ad un campetto di cemento con una palla in
mano e un canestro??
Poi,
all’improvviso, mi illumino.
Guardo
il pallone che tengo in mano,
poi mi volto verso di lui e sorridendo esclamo:
“Già, Aoyama. Che
dici, hai voglia di fare due tiri?”
Altro
che due tiri.
Sarà
anche bravo negli sport, ma i
miei 20 punti di vantaggio non me li toglie nessuno.
“Tutta
fortuna!” gli esclamo alla
fine, passandomi la palla da una mano all’altra,
perfettamente in
forma.
Aoyama,
invece, ha il fiatone, ed è
pure un po’ sudato. Poverino… che
fisicuccio…
Mi
volto verso Ichigo, seduta su una
panchina, con l’aria un po’ preoccupata.
Chissà, forse ho
esagerato un po’… eheh…
“Ichigo,
vediamo cosa riesci a fare
tu! Se fai canestro al primo colpo… domani hai mezza
giornata
libera!” ti sfido.
Tu
arrossisci e pianti su il cipiglio
solito di quando ti arrabbi: “Ah sì? Ora vedrai,
Shirogane-kun, di
cosa sono capace!”
Arrivi
a grandi passi verso di me e mi
strappi il pallone dalla mani.
Poi
ti pianti davanti al canestro,
addirittura fuori dall’area, e ti prepari. Come inizio non
c’è
male, devo dire. Peccato che lanci la palla dal petto con tutte e due
le mani.
Tiro
troppo basso, che rimbalza contro
il muro.
“Ahia…
niente giornata libera,
Ichigo. Resterai al Caffè a lavorare!” ti prendo
in giro.
Tu
gonfi le guance: “Sei davvero
antipatico…”
Io sorrido e mi avvicino a te, porgendoti la
palla.
Poi
mi metto dietro di te, e ti sistemo
le mani sopra la sfera, avvicinando il mio volto al tuo.
Sei
arrossita, lo sento dal calore che
proviene dalle tue guance.
“Ora
ti insegno come si fa…” ti
sussurro.
Tu
deglutisci rumorosamente. Chissà
che faccia sta facendo quel merluzzo…
Con
movimenti lenti, ti sistemo e poi
ti aiuto a lanciare. Punto.
Mi
stacco sorridendo: “Visto com’è
facile? È tutta una questione di polso!”
Tu
annuisci: “Già… di
polso…”
Raccolgo
il pallone e vi saluto con un
gesto della mano: “A domani, Ichigo…”
E
mentre sento che il tuo ragazzo si
precipita a ‘recuperarti’, ritorno a chiudermi nel
mio piccolo
rifugio, fatto d’illusioni…
Siccome
non ho voglia di studiare (anche se dovrei, davvero, perchè
il prossimo è l'esame più difficile del semestre
e, se Dio vuole, anche l'ultimo), aggiorno. Aggiorno
anche se questa fic, ve lo devo confessare, non mi fa impazzire. E'
corta e non mi entusiasma. Sicuro risale al 2007 perchè era
il periodo in cui ero fissata con High School Musical, ed infatti ci ho
infilato pezzetti di canzoni del primo e del secondo. Ma ve la pubblico
lo stesso perchè questa è l'ultima di quelle
scritte una vita fa, e me ne rimangono solo tre scritte in questi
ultimi mesi... e purtroppo l'ispirazione non mi arriva (lo so, non sto
aggiornando nulla, scusate xD). Ma
ora ho parlato troppo e viene fuori una nota più lunga della
storia stessa, perciò... hope
you like it :)
Ho
davvero voglia di scoprire perché
questa sera siamo tutti qui al Caffè a festeggiare.
No,
non ditemelo: come minimo è il
compleanno del vestito di Minto.
Come
non celebrarlo…
Per
di più, mi hanno anche costretto a
stare con loro, seduto al tavolo anche un’ora dopo aver
finito di
mangiare. Ed io che aspiravo alla mia cameretta…
Ma
la cosa più terribile, è quella
che stanno facendo adesso le ragazze: il karaoke.
Se
c’è una cosa che odio di questo
Paese, è proprio l’amore per il karaoke. Non lo
riesco a
sopportare.
Perché,
perché dei poveri folli
stonati devono rendersi ridicoli, spaccando i timpani del povero
pubblico che li ascolta?? Evidentemente, questa cosa piace…
E
così, Purin -pur essendo di origini
cinesi- ha deciso di farlo, e la tortura è iniziata.
La
piccola Mew Gialla si è esibita in
una canzone rock di cui sapeva tre parole e di cui urlava le altre.
Minto
si è rifiutata categoricamente,
perché dice che non sono cose adatte ad una signora del suo
rango.
Zakuro
ha gelato tutti con lo sguardo,
e non sono servite scuse.
E
adesso si sta esibendo Retasu.
Sarebbe
davvero molto carino se si
ricordasse di respirare, ogni tanto, mentre sussurra il testo. Sta
diventando viola per la carenza d’ossigeno…
Mi
passo una mano sul viso. Spesso mi
chiedo in che posto sono capitato… e Kei non fa una piega,
anzi, si
diverte pure!
La
povera Mew Verde ha finito, e mentre
scende dal palco improvvisato (sempre portato da Purin, certo),
s’inciampa e quasi si ammazza.
“Forza,
Ichigo, ora tocca a te!”
urla la più piccola.
Io
sorrido: “No, Ichigo, per favore,
risparmiaci questa sofferenza!”
Tu
mi fai una linguaccia e afferri il
microfono, più spavalda di prima.
Quando
la musica attacca, mi sorprendo
di quanto tu sia brava. Non l’avrei mai detto, vista la voce
con
cui di solito strepiti contro di me.
Ma
quello che più mi stupisce è che
tu, pur non sapendo una cicca d’inglese, riesci a seguire il
testo
così bene. Con ogni probabilità conoscevi
già la canzone…
Termini
con un inchino e un’altra
smorfia verso di me: “Allora, Shirogane-kun?”
“Sono
stato fortunato, Ichigo!” ti
ribatto “Ho perso l’uso del solo orecchio
destro!”
Sorridi
anche tu, e raggiungi di nuovo
le tue amiche. Chissà se hai capito cosa voleva dire la
canzone… e
cosa significhi per me ‘and because of you,
I’ve got the
strength to start…
Why am I feeling so
wrong?
My
head’s in the game but my
heart’s in that song
She makes this feels
alright
Tiro
la palla e, di nuovo, per
l’ennesima volta, non faccio canestro.
Ma
che cavolo succede??
Lo
so io. Non riesco a smettere di
pensare a ieri sera. A quella stupida canzone.
Sono
un cretino. Un emerito cretino.
Lancio
la palla con forza contro il
terreno, e questa rimbalza così tanto che va a schiantarsi
contro il
muro del Caffè.
Kei
si affaccia alla finestra: “Non
sapevo volessi demolire il locale!” osserva ironico.
Gli
lancio un’occhiataccia: “Hai
finito?”
Lui
sospira e chiude i vetri.
Io
mi passo una mano nei capelli e
continuo ad insultarmi.
La
devi smettere, Ryo. Devi piantarla
di pensare a lei. You’re
going to be crazy!
Buongiorno, mie care. Per
molte di voi sarà un'ora prestissima, ma per quelle come me
che stanno disperatamente evitando lo studio, è
già tardi. Ma io vi aggiorno questa, dopo avervi aggiornato
anche Mele, perchè farei di tutto per non aprire di nuovo
quel libro maledetto. xD
Questa è la prima
delle "nuove", scritta qualche mese fa in treno, con l'iPod a palla
sulla canzone, mentre tornavo nella mia casetta da studentessa
fuorisede. Un po' triste, però c'è Zakuro,
perchè sapete che mi piace scrivere dell'amicizia tra lei e
Ryo.
Spero che vi piaccia :) A
presto!
It's
the way I'm feeling, I just
can't deny
But
I've gotta let it go
“Come
stai, Ryo?”
Alzo
gli occhi dal
registro dei conti davanti a me. Zakuro mi osserva in un modo che mi
mette quasi a disagio.
Faccio
spallucce: “Bene, perché?”
Lei
alza un sopracciglio, come a dirmi
Non prendermi in giro tanto non funziona e
fa un cenno con la testa rivolto ad Ichigo che, sulla porta del
Caffè, ridacchia insieme a merluzzo-Aoyama.
Io
sospiro: “Dovevi
proprio farmelo notare?”
“L'avevi
già notato, infatti sono dieci minuti che sei fermo a quella
divisione.” constata lei, stoica.
Damn
you, Zakuro.
So
io cosa
dividere...
Chiudo
il registro
con uno scatto e sospiro: “D'accordo, Fujiwara, cosa vuoi?
Pago sia
te che lei per lavorare, e nessuna lo sta facendo.”
“Sono
venuta a darti queste,” mi porge un plico di cartellette con
la
scrittura di Kei “E poi ti ho visto qui.”
“Sto
solo chiudendo i conti di questa settimana.” cerco di
vagheggiare,
come se non sapessi che con lei è del tutto inutile.
“Lo
sappiamo tutti, Ryo. È inutile cercare di fingere.”
“Beh,
lei invece non lo sa!” sibilo di botto, spostandomi i capelli
dal
volto “Ed è meglio che rimanga così.
Non posso farci niente se
questo è ciò che provo, Zakuro. Ma sto cercando
di smettere.”
Lei
mi guarda,
cercando il perché della mia risposta, un perché
che è molto
semplice.
Perché
non posso rischiare di perderti del tutto.
Perché non posso
compiere nessun passo importante, e rovinare tutto.
Anche quello
che ancora non c'è.
Lo so, ho aggiornato presto -
lo so, dopo vi arrabbierete perchè la prossima ci
metterà un po' di più. Ma sarà un
weekend incasinato, quindi meglio oggi che mai ;) Di questa non vi dico
niente. ;)
Oggi
è il mio compleanno. Un giorno
come un altro, per me, ma evidentemente non per coloro che mi stanno
accanto.
Sono
fortunatamente riuscito ad
impedire che Kei organizzasse chissà quale tipo di festa. Ce
ne sono
già troppe, qui al Caffè, e io non sono
decisamente dell'umore
giusto per festeggiare. Non lo sono mai stato.
Così,
avrà probabilmente fatto
passaparola con le ragazze, visto che Purin si è limitata
a lanciarmisi
addosso, stamattina, Retasu mi ha fatto un cortese
inchino, e Minto e Zakuro mi hanno soltanto sorriso.
Manchi
solo tu,
gattina. Ma forse avrai scelto di ignorarmi, visto la nostra solita
litigata di ieri sera.
Ma
figurati se mai ti avrei fatto
uscire con Aoyama proprio il giorno del mio compleanno.
“Bene
ragazze, allora ci vediamo domani,” sento Kei che vi saluta
allegramente, ma decido di non muovermi. Non ho voglia di ricevere
altri auguri, preferisco rimanermene qui in cucina a leggere un
vecchio libro e a spizzicare i rimasugli del pranzo.
Però
sento un
rumore sulla soglia della stanza (devo dire che almeno a questo i
geni del gatto sono utili), e alzo lo sguardo. Tu sei lì,
timorosa,
seminascosta dietro la porta.
“Ehm...
posso, Shirogane-kun?” mi domandi, mordendoti il labbro
inferiore.
Io
alzo un
sopracciglio. Perché sei così nervosa, oggi?
“Certo, Ichigo.”
Ti
avvicini
lentamente, lo sguardo verso il basso, le mani nascoste dietro la
schiena: “Ehm.. senti, lo so che avevi detto di non voler
festeggiare e che avremmo dovuto fare finta che oggi fosse un giorno
come un altro, però, io... ecco, sì, mi
dispiaceva non regalarti
nulla, perciò mi sono presa la libertà di
regalarti questo!”
blateri tutto ciò a bassa voce e così in fretta
che faccio quasi
fatica a capirti, poi con un inchino mi porgi un pacchetto dorato.
Io
ridacchio: “Ah,
Momomiya, tu proprio non ce la fai a darmi retta, vero?”
Sorridi
e mi
guardi, quasi preoccupata, mentre scarto il tuo regalo. E' una
cornice con dentro la foto che Kei ci ha costretti a scattare il
giorno di Natale. “E' molto bello, Ichigo. Grazie.”
I
tuoi occhioni si
illuminano: “Davvero ti piace?!”
Io
annuisco, e tu
riprendi a parlare a vanvera: “Sono contenta! Sai, ci ho
messo un
sacco a trovarti un regalo, ho pensato ad un sacco di cose ma nemmeno
una mi sembrava giusta, sei impossibile anche in quello,
Shirogane-kun.”
“Mi
offendi anche il giorno del mio compleanno?” ti stuzzico, e
tu mi
lanci un'occhiata storta.
“Non
ti stavo offendendo, è la verità.”
“Va
bene,” sorrido e ti scompiglio i capelli “Grazie
ancora,
ragazzina.”
Tu
ti mordi di un
nuovo il labbro: “Allora... buon compleanno,
Shirogane-kun.”
E
poi,
all'improvviso, ti alzi sulle punte dei piedi e le tue labbra toccano
le mie, leggere.
Sono
completamente
immobilizzato, il mio corpo non mi risponde, e prima che io possa
solo battere le ciglia, tu ti sei allontanata e stai correndo fuori
dal Caffè.
Se
non sentissi
ancora il tuo sapore sulle labbra, penserei che sia stato solo frutto
della mia immaginazione.
E
invece no.
“Ryo?
Va tutto bene?” Kei entra in cucina e mi guarda perplesso.
“Hai
una faccia un po' scioccata.”
Scioccato
è il minimo.
Mi
schiarisco la
gola e mi passo una mano tra i capelli: “Ehm...sì,
non
preoccuparti. Senti, fammi un favore, appendi questa in cucina, che
ne dici?”
Prende
la cornice
dalle mie mani: “Oh, che bella sorpresa! E' stata
Ichigo?”
Io
annuisco, e lui
continua a scrutarmi: “Ma sei sicuro che vada tutto
bene?”
“Sono
solo un po' stanco...” comincio a salire le scale, poi mi
giro.
Tanto vale far contento un amico, a questo punto “Senti, mi
riposo
un po' e poi andiamo a mangiare qualcosa fuori, okay? Offro
io.”
Kei
sorride: “Molto
volentieri, Ryo.”
Abbozzo
un sorriso,
ed annuisco.
Mille
pensieri
affollano la mia mente, ma non ho la forza di affrontarli, in questo
momento.
L'unica
cosa a cui
posso pensare, prima di addormentarmi, è che forse, da
adesso, il
mio compleanno comincerà a piacermi un pochino di
più.
She'll
tear a hole in you, the one you can't repair But
I still love her, I don't really care
Da
quel
giorno,
Ichigo non mi rivolge più la parola. Beh, in
realtà me la rivolge
soltanto per rispondere alle mie battutine
“d'incoraggiamento”,
ma questo è tutto. Non riesce nemmeno a guardarmi, e se per
caso
accade, arrossisce più del dovuto. Kei continua a chiedermi
cosa le
ho fatto, ma per
una volta
non è mica colpa mia!
Ha
fatto tutto da sola, di testa sua, quindi non capisco perché
ve la
dobbiate sempre prendere con me.
Sì,
esatto, anche il mio caratteraccio degli ultimi giorni dipende da
quello. Ma cosa vi aspettavate, in fondo? Che io saltellassi
allegramente vomitando arcobaleni?
No,
grazie.
Anzi,
se proprio lo volete sapere, sto anche peggio di prima.
Vorrei
vedere come stareste voi se la ragazza di cui siete innamorato da
secoli vi baciasse, così,
dal nulla,
il giorno del vostro compleanno, per poi ignorarvi per le due
settimane successive.
Appunto.
Quindi
sì, scusatemi se vorrei prendere tutti a schiaffi, ma fa
male.
It's
better to feel pain, than nothing at all The
opposite of love's indifference
Ecco,
l'ho ammesso, siete contenti?
Io,
Ryo Shirogane, sto male. Come un cane. O un gatto, nel mio caso.
Sto
male per una stupida ragazzina che continua a giocare con i miei
sentimenti come se fossero biglie, facendole cozzare l'una contro
l'altra senza nessun riguardo. Ed io continuo ad amarla senza
speranza.
Eppure,
ciò paradossalmente mi fa stare bene.
Sospiro.
Forse dovrei parlarle, dirle che non fa nulla, che se vuole posso far
finta che non sia mai successo niente e che tutto deve tornare
com'era prima.
Perché
non riesco a sopportare la sua indifferenza.
Ma
dico, mi sentite?
Mi
sto trasformando in un lagnoso sentimentalone.
E
non lo posso essere. E voi sapete benissimo perchè.
So
keep your head up
“Stubborn
love”, The Lumineers
............ooops
:D Lo so, mi starete odiando in questo momento, starete pensando "Oh ma
che cavolo, questi fanno un passo avanti e cinquantamila indietro,
Hypnotic, datti una calmata!" ahahah Ma lo sapete come sono fatti.... e
poi mi piace un sacco la canzone, e credo che per loro sia un buon
match ;) Quindi perdonatemi ^_^
Comunque, nuntio vobis che ho terminato di scrivere questa raccolta,
che si concluderà al 20esimo capitolo, perchè a
me piacciono i numeri pari e belli tondi ^_^
Chissàààà cosa
succederà.... per scoprirlo dovete solo continuare a leggere
;)
Zakuro
mi si avvicina, un pacchetto tra
le mani, la solita aria distaccata in volto.
Rimango
in silenzio, nel mio angolo al
bancone da cui posso osservare tutto, così lei continua:
“Dovresti
portare questo ad Ichigo, da parte di Kei, dice che le farà
bene. Io
devo servire i cienti.”
La
guardo come se fosse matta, e lei
sostiene il mio sguardo, poi fa qualcosa che le ho visto fare poche
volte.
Prende
un respiro profondo, si passa
una mano sulla fronte, appoggia con forza le mani sul legno chiaro:
“Ascoltami bene,” sibila, in un modo che fa quasi
paura anche a
me “Non ho la minima idea di che cosa stia succedendo tra te
e
Ichigo, ma è chiaro che è dal giorno del tuo
compleanno che
qualcosa non va. Sono dieci minuti che è rinchiusa nello
spogliatoio, e questo soltanto oggi. Per non parlare del tuo solito
caratteraccio, che è ancora più insopportabile, e
mi costa davvero
tanto non prenderti a ceffoni.”
Fa
scivolare il pacchetto più vicino a
me, fissandomi con sguardo omicida: “Non mi interessa sapere
cosa
sia successo, né di chi sia la colpa. Just get
your ass up and
fix it. Mi
state facendo venire
un esaurimento!”
La
fisso, sbattendo le palpebre un paio di volte, e poi, lentamente,
inizio a ridere. Oh, Zakuro, che farei senza di te?
“D'accordo,
ma solo perché me lo hai chiesto così gentilmente.”
Sospiro,
e prendo il pacchetto, avvolto
in panno di cotone bianco chiuso da un fiocchetto. È
pesante.
Scommetto che è una piccola torta panna e fragole, la sua
preferita.
Scendo
dal mio sgabello, avviandomi
verso lo spogliatoio delle ragazze, con la faccia di uno che
è
condannato al patibolo.
Sono
tre giorni che non ti degni di
parlarmi. Tre settimane che non mi concedi neanche un minuto.
Non
chiedo che tu mi spieghi il perché
del tuo gesto; piuttosto, vorrei sapere il perché del tuo
comportamento.
“Ichigo,”
chiamo, bussando due
volte alla porta “Vieni qua.”
Mi
apri con aria scocciata a causa del
tono della mia voce, ma anche con una punta di apprensione nei tuoi
begli occhioni: “Cosa c'è?” mi abbai
contro. È questo il gioco
che vuoi giocare, allora?
Raddrizzo
le spalle, la pazienza ormai
andata a quel paese: “Ascoltami bene, ragazzina. Prima di
tutto,
non parlarmi con questo tono, io sono il tuo capo e tu ti stai
prendendo pause che nessuno ti ha concesso. Seconda cosa, neanche a
me va da farti da postino, quindi prenditi il tuo pacchetto e torna a
lavorare!”
Mi
guardi con astio, e prendi in mano
la confezione bianca: “Che
cos’è?”
Alzo
le spalle: “Non lo so. Me l’ha
dato Kei, a quanto pare è preoccupato per te e dice che ti
farà
bene.”
Poi
comunque non capisco perché si
debba preoccupare sempre per te e mai per me.
“Digli
che lo ringrazio.” accenni
ad un inchino, per poi ritornare dentro lo spogliatoio ed infilare il
pacchetto nel tuo armadietto.
Io
rimango sulla porta; all'apparenza,
è per controllare che tu torni al lavoro.
“Guarda
che non c'è bisogno che
rimani a farmi il cane da guardia, sai.” sbatti l'armadietto
con
forza.
“Sei
ancora qui a perdere tempo.”
Fai
per superarmi ed uscire dalla
stanza, ma ti afferro il braccio: “Mi vuoi spiegare che ti
prende?”
Tieni
la testa bassa, così che il tuo
viso sia coperto dai tuoi capelli rossi: “In che
senso?”
sussurri.
Sbuffo:
“Perché sei arrabbiata con
me?”
Come
vorrei unire i nostri battiti
Colmare
le distanze come nei
miracoli
E
trovarti più vicino a me
Mi
guardi, gli occhi grandi come quelli di un cerbiatto. Sei
così
vicina che posso sentire il tuo respiro sulla mia pelle. È
da quel
giorno che non
siamo così
stretti.
“Io...io...”
boccheggi, poi all'improvviso le tue guance s'infiammano e strattoni
il braccio “Oh, Shirogane, non capisci proprio
niente!” strilli.
Rimango
interdetto
lì, sulla porta. Da lontano, Zakuro mi guarda e io alzo le
spalle.
Ci
ho provato, ma
come al solito Ichigo è ingestibile.
Sospiro,
mi ravvivo
i capelli, e salgo lentamente le scale per andare in camera mia. Non
ho voglia di interagire con la gente, meno del solito.
Ormai
le ho provate
tutte, con lei. Sinceramente, sono stanco di essere sempre il cattivo
della situazione.
Mi
stendo sul
letto. Davvero, non ho mai voluto tante cose nella vita. Non capisco
perché debba sempre essere così difficile.
Senza
accorgermene,
mi addormento per qualche ora.
Al
mio risveglio,
il Caffè è già in orario di chiusura,
sento le voci delle ragazze
che salutano Kei.
Mi
alzo, e decido che almeno lui, la verità dovrebbe
conoscerla. Giusto
perché così smetterà di prendere le sue
difese.
Quando
apro la
porta, ai miei piedi giace un pacchetto di biscotti.
“Ora
basta”, Giorgia
Penultimo
capitolo! Oh mamma, sono quasi emozionata, sono anni che non termino
una long! Anche se questa non è propriamente una long, ma
vabbè, mi
avete capita ;)
Questa
fic era originariamente una delle vecchie, che però non ero
riuscita
a finire – ho deciso quindi di rimetterla a posto
perché mi
sembrava adatta. L'accenno ai biscotti sarà (credo) meglio
comprensibile se vi rileggete velocemente la storia #12 :)
Appendo
alla porta principale il cartello con scritto
“Chiuso”, do un
ultimo giro di chiave, poi mi infilo il mazzo in tasca.
Rimarremo
chiusi per circa due settimane; ci meritiamo tutti una pausa, e Tokyo
è più bella che mai con i ciliegi in fiore,
quindi credo sia giusto
così.
Io
e Kei abbiamo deciso di prenderci una vacanza – ritorniamo in
patria, un po' per affari, un po' perché entrambi abbiamo
bisogno di
vero, sano
cibo americano. Un po' anche perché a volte mi sento stupido
a
parlami in inglese da solo.
Le
cose stanno andando bene, da qualche mese a questa parte,
però ho
comunque bisogno di staccare.
“Shirogane-kun!”
Mi
giro, e vedo due codini rossi saltellare verso di me.
“Hey,
Ichigo. Che ci fai qui?”
La
corsetta che hai fatto ti ha arrossato le guance, e devi riprendere
fiato prima di parlare: “Ieri non sono riuscita a salutarti,
e
siccome stiamo partendo tutti e due, volevo farlo adesso.”
Alzo
un sopracciglio per la sorpresa: ti sei scomodata per me?
Non
è che non siamo in buoni rapporti... solo che è
comunque rimasto
tutto molto teso dal giorno del mio compleanno. Non è
più
insopportabile come all'inizio, però lo sappiamo entrambi,
che
qualcosa non è come prima.
“Dove
vai di bello?” ti domando, iniziando a camminare lungo il
sentiero
che porta all'uscita del parco, spingendo la moto.
Tu
trotterelli accanto a me, le mani allacciate dietro la schiena:
“Io
e i miei genitori andiamo a trovare i miei nonni a Kyoto, e faremo un
giro per i monumenti storici dell'antica città. È
da quando sono
piccola che non ci andiamo, quindi adesso è il momento
perfetto.
Invece tu e Akasaka-san?”
“Un
po' a New York, un po' a Washington. Spero di riuscire a infilarci un
paio di giorni in Florida, così per un po' di
surf.”
“So
che in Florida c'è il più grande parco della
Disney!” i tuoi
occhi si illuminano “Ho visitato quello che c'è
qui, ma vorrei
tanto andare a Disneyworld!”
“Ti
ci posso portare un giorno, se vuoi.”
Mi
mordo la lingua non appena le parole mi escono di bocca. Ma che cosa
mi viene in mente!?
“Oh.”
arrossisci e fissi per un istante le tue scarpe “Be',
sì, mi
piacerebbe molto, Shirogane-kun!”
Il
sorriso che mi mandi fa arrossire pure me.
Mi
schiarisco la gola; siamo arrivati alla fine del parco, ed è
un po'
un sollievo e un dispiacere allo stesso momento.
Appoggio
la moto sul cavalletto, mi giro per guardarti: “Allora... ci
vediamo tra due settimane, ragazzina.”
Tu
annuisci, poi mi passi le braccia intorno alla schiena e posi la tua
guancia sul mio petto: “Divertiti, Shirogane-kun.”
Ricambio
l'abbraccio, forse stringendoti più del dovuto, ma non mi
importa. I
tuoi capelli mi solleticano il mento, e sento il tuo cuore battere
forte contro di me.
“Mandami
una cartolina, d'accordo?”
Rido,
e come al solito, non posso lasciarti andare senza averti
scompigliato la frangetta: “Va bene, va bene, se me lo chiedi
con
così tanta gentilezza...”
Mi
fai una smorfia e poi ti stacchi da me, correndo dalla parte opposta
alla mia. Ti fermi, mi saluti con una mano, e poi riprendi.
Credo
che non ti capirò mai, Ichigo. Credo che sia questo uno dei
motivi
per cui sono innamorato di te. Ma credo anche che qualcosa
cambierà.
E
al nostro ritorno, allora, forse farò un passo importante.
Ragazze, è finita
:D Un po' mi dispiace, ma tutte le cose belle finiscono prima o poi, ed
è sempre una conquista in più nel mio "curriculum
di scrittrice" :)
So di aver aggiornato davvero
prestissimo, ma purtroppo questo weekend non avrò
assolutamente tempo perché non sarò a casa,
quindi non volevo farvi attendere troppo :) Spero che la fine vi abbia
soddisfatte, chi mi conosce sa che non sono un'amante dei lieto fine troppo a lieto
fine ;)
Grazie a tutti coloro che
hanno letto, recensito, inserito nei preferiti e quant'altro :) Ci
rivediamo nei capitoli finali di Mele
e Caramelle :)