Vampires

di beljectjoner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Justin ***
Capitolo 3: *** Una nuova casa ***
Capitolo 4: *** La caccia ***
Capitolo 5: *** Attrazione ***
Capitolo 6: *** Conoscenze ***
Capitolo 7: *** Il risveglio ***
Capitolo 8: *** La scomparsa ***
Capitolo 9: *** - PERSONAGGI - ***
Capitolo 10: *** Punizione ***
Capitolo 11: *** Gita ***
Capitolo 12: *** Confessioni ***
Capitolo 13: *** La verità ***
Capitolo 14: *** Il primo giorno ***
Capitolo 15: *** Messaggi ***
Capitolo 16: *** Insieme ***
Capitolo 17: *** Nuovi Arrivi ***
Capitolo 18: *** Avviso ***
Capitolo 19: *** Il nemico ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo


Non sono mai stata una tipa disponibile. A me è sempre piaciuto il silenzio, la solitudine. Per farmi felice, bastava indossare un paio di cuffie, o semplicemente aprire un libro. Non ho mai amato le persone che cercano in tutti i modi di essere tua amica, e solo perché sei la figlia del sindaco della piccolissima citta in cui vivi. Forse è per questo che stare sola, perché le uniche persone che vogliono stare al mio fianco è solo per un loro interesse personale. Questo tipo di persona io le chiamo in un modo solo: false.
La mia mamma ha sempre detto che sono ‘troppo’ matura per i miei soli diciassette anni, e questo secondo lei è un bene. Bhé, in effetti non è male, dato che mi ha procurato sempre voti massimi a scuola, e non mi ha fatto mai avere problemi con i professori o con chiunque altro. Mio padre, come ho già detto prima, è il sindaco della città in cui vivo io: Alice. E questo mi fa la ragazza più popolare di Volterra, e lo odio. Non amo stare al centro dell’attenzione. Volterra è un piccolo paesino in collina, dove il numero delle persone non supera gli undici mila. Una persona normale non conoscerebbe proprio tutti, ma io non sono proprio una persona normale come avrete capito. In provincia di Siena, in Toscana, Volterra la ritengo una delle mie città preferite di tutta Italia, non che abbia viaggiato molto, si intende. Qui ci è nato mio padre, mio nonno, i miei bisnonni, e tutto il resto della discendenza di mio padre. Mia madre è di tutt’altra parte: della Campania, e precisamente, è napoletana. Sono stata una volta in questa città meravigliosa, a fare visita ai miei nonni prima che morissero. Avevo circa otto anni. Non ricordo molto, anzi, l’unica cosa che ricordo è quel stupendo mare blu che si vedeva dalla terrazza della casa dei miei nonni. Volterra, a differenza grande Napoli, è piccolissima. Ormai conosco ogni pietra di questa città. È stupenda, non c’è dubbio, ma a volte vorrei scappare. La cosa che mi piace di più di questo luogo è la storia. È ricca di storia antica, antiche costruzioni. Grazie a dio sono curiosa, ed ho fatto un sacco di ricerche di questa città, e una cosa che ho scoperto è la presenza, o almeno l’esistenza, dei Vampiri. Questi demoni della notte che sopravvivono con il nutrimento di sangue umano.. mi affascinano. Ho studiato così tante cose su di loro, vere o false che siano, che se ne vedessi uno davanti a me, forse riuscirei a captare la sua diversità con gli umani. Io credo nei vampiri, loro esistono. Forse un giorno ne incontrerò uno, oppure le persone penseranno se sono pazza, e mi rinchiuderanno in un manicomio..
Secondo molte ricerche che ho fatto personalmente, i vampiri esistono, e ce ne sono anche qui, proprio a Volterra. Forse quella scrittrice, che aveva scritto un libro dove parlava di vampiri a Volterra aveva ragione. Ma qui a Volterra non accade mai nulla, che mi abbia mai minimamente fatto pensare della presenza dei demoni della notte. Almeno fino al suo arrivo. O ritorno.


Ciao a tutte (?) Questa FF è nuova nuova.. Ed è quella che mi sta più a cuore.! Spero che mi lasciate qualche recensione anche piccola per capire se vi piace o no?
Allora.. cosa ne pensate? Vampiri.. uuuh!

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Capitolo 2
*** Justin ***






1

Justin


Legenda: Justin ; Alice


- Hey mamma, io vado a lavoro. Ci vediamo stasera..
- Va bene, tesoro.
Il mio lavoro non è nulla di che; sono una semplice impiegata nell’ufficio di mio padre, in comune. Ho questo lavoro perché è stato mio padre a trovarmelo ovviamente. Non lo faccio per soldi, perché quelli non mi mancano, ma mi annoio a stare a casa tutti i giorni a non fare nulla, quindi.. è solo un lavoretto temporaneo, prima che io abbia la possibilità di fare quello che sogno di fare da una vita: viaggiare. Vedere tutti i paesi del mondo: da Parigi, a Londra, a Tokio.. al Belgio! E tutto il resto del mondo. Ma sono ancora piccola, la mamma dice che devo avere almeno diciotto anni, e la capisco, perché anche quando compierò diciotto anni, tra poco, io per lei resterò sempre la sua piccolina. Al lavoro non succede mai niente, a parte quando arriva qualche nuovo abitante, o nasce qualche bambino. Ma succede raramente. Finchè non è arrivato lui: Justin. La storia comincia dal suo arrivo.

 

 

***


Ero comodamente seduta alla mia scrivania, a riempire come al solito qualche scartoffia che mi aveva dato mio padre, quando mi ritrovo un ragazzo davanti a me. All’inizio faccio finta di nulla, sperando che chiede a qualcun altro, ma non lo fa, ed ovviamente comincia a parlare.
-Scusi, posso chiedere a lei?
Sbuffando, poso i fogli da mano e alzo lo sguardo per guardarlo in faccia e risponderlo.
-Dimmi pure.
Era abbastanza alto, almeno così sembrava dalla posizione in cui mi trovavo, seduta alla scrivania. I suoi capelli erano biondo scuro.. e il suo sorriso sembrava quello di un angelo.. o quello di un demone. Ecco, comincio a fare i miei soliti filmini mentali. I suoi occhi non riesco a vederli, ha gli occhiali da sole, neri, come il colore del resto dei suoi vestiti.
-Bhè, sono appena arrivato in città, e..
-E vuoi registrare la tua residenza.. certo, seguimi.
Mi alzo dalla scrivania, ed effettivamente è più alto di me, di una decina di centimetri. Mentre camminiamo verso lo studio di mio padre, lo guardo con la coda dell’occhio. È molto carino, e non capisco perchè uno come lui venga a vivere proprio qui. Con la sua bellezza dovrebbe vivere a New York e fare un lavoro importante, come il modello ad esempio. All’improvviso si gira verso di me, e di scatto abbasso lo sguardo, imbarazzata. Avrà pensato sicuramente ‘perché questa mi fissa?’..
-Non sei troppo giovane per lavorare in un posto come questo?
Nessuno mi aveva mai fatto una domanda del genere, forse perché se ne fregavano..
-No, quando tuo padre è il sindaco della città..
Aspetta, perché glielo avevo detto? Odiavo far sapere alla gente quella mia particolare informazione personale.. e poi non lo conosco nemmeno questo!
-Ah, capisco..
Volevo chiedere qualcosa su di lui, ero curiosa. Ma.. troppo tardi, sono già davanti alla porta dell’ufficio del sindaco. Busso, ed entriamo, dopo aver chiesto il consenso.
-Pap..ehm, signor Sindaco, questo ragazzo è appena arrivato in città, vorrebbe registrarsi.
-Ah, capisco. Vieni Alice, aiutami.
Fantastico, ora lui conosceva anche il mio nome. Ma di lì a poco anche io avrei saputo qualcosa su di lui..
-Allora, come ti chiami ragazzo?- chiede gentilmente mio padre a quello nuovo. Io seduta alle spalle del giovane sconosciuto, aspetto che lui risponda, per annotarlo.
-Justin, signore. Justin Bieber.
Che strano nome. Non è per niente di queste parti. Secondo me non è nemmeno italiano questo qui.. anche se parla molto bene la nostra lingua. Annoto tutto quello che dice: diciannove anni, capelli biondo scuro, occhi.. castani. Da uno come lui mi sarei aspettato dei bei occhi azzurri. Forse è per questo che non fa il modello… Non che non mi piacciano i ragazzi con gli occhi azzurri. Però preferisco quelli con gli occhi castani, perché li trovo.. normali. Quelli azzurri, sono troppo appariscenti. Ecco un altro mio difetto, però mi piacciono troppo i miei occhi, l’unica cosa decente in me. A parte la curiosità.
-Bhé, Justin, benvenuto in città!
Mio padre si alza e porge una stretta di mano al ragazzo, che ricambia. Si gira verso la porta e dopo avermi fatto l’occhiolino, esce dalla porta, e se ne va.



 

*SPAZIO AUTRICE*
Ciaoo (?) Questo è il primo capitolo! Finalmente direte voi.. è che dopo le poche recensioni che mi avete lasciato, ho deciso di continuare, dato che le recensioni erano tutte positive. Viva meee! (?) Ok, basta. Spero che vi piaccia, e so che penserete che sono cattiva, ma non pubblicherò il prossimo capitolo, prima di almeno
5 recensioni! Fatelo per me, per sapere se vi piace o no! Grazie mille! <3

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Capitolo 3
*** Una nuova casa ***







2
Una nuova casa


Legenda: Justin ; Alice

Che strano ragazzo.. E poi perché mi aveva fatto l’occhiolino? Cinque minuti che lo ‘conosco’, e già non ci capisco più niente. Dopo che Justin se n’è andato, ritorno al lavoro che stavo facendo prima che arrivasse lui. E la giornata continua così; a parte l’episodio del ragazzo nuovo, non succede più niente.
Sono circa le 17:59, ed esattamente tra un minuto l’orologio posto sul muro di fronte a me scoccherà le sei, ed io potrò finalmente andarmene a fare i soliti giri che faccio tutti i giorni. Ormai è una mia abitudine, e non riesco a farne senza.
Le sei. Finalmente, mi ero stancata di stare seduta su quella sedia, che ogni giorno sembra essere sempre più scomoda. Esco dal comune dopo aver salutato cortesemente mio padre ed il resto di quei pochi colleghi che erano rimasti.
Sto per andarmene quando si piazza improvvisamente uno davanti a me. Quasi urlo dalla paura. Alzo lo sguardo per guardare meglio chi è. Justin.
-Scusa, ti ho spaventata?
Rimetto in moto il cervello, dopo che mi si è spento guardando il suo splendido sorriso… Ok, basta Alice!
-Ah.. a dire il vero, si!
-Scusa, non volevo..
-Che ci fai ancora qui?
-A dire il vero.. aspettavo te..
-Aspettare me? Perché? E per tutto questo tempo?
-Quante domande signorina..
-Bhè anche tu ti faresti delle domande, se una persona ti aspettasse mezza giornata fuori dal lavoro.. Non è che sei una serial killer, o qualcosa del genere..?
-Con ‘qualcosa del genere’ cosa intendi..?
-Nulla.. comunque, cosa ti serve?- ancora? Precisai nella mia mente.
-Bhè sono nuovi di qui, e tu sei l’unica che già parla con me.. quindi diciamo che ti considero già una mia amica.. Potresti farmi vedere un po’ il posto.. E anche la via di casa mia.. Io non la conosco..
Sembra leggermente imbarazzato. Bhè non è tutti i giorni che arrivi in una citta e non sai nemmeno dove è la tua casa.
-Va bene, come si chiama la strada?
-L’ho.. scritta su questo bigliettino..
Mi porge un piccolo foglietto piegato a metà; lo apro e ne leggo il contenuto. È una strada non molto lontana da qui, ormai la conosco a memoria.
-So dov’è ovviamente. Allora facciamo così. Per ora ti faccio vedere dove è casa tua, poi penseremo al giro in città.
-Grazie. Pero io ho l’auto parcheggiata lì, dove dentro ci sono le mie valigie.
Fa segno verso la sua auto. Una.. Porsche (?) credo. Non me ne intendo proprio tanto di auto, ma una cosa che so è che questo tipo di macchine sono molto costose.
-Io non ci vengo con te in auto..!
-E perché mai?
-Non te l’hanno mai detto? Una persona intelligente non sale in macchina con uno sconosciuto!
-Pensavo che ormai fossimo passati ad un livello più alto dello sconosciuto..
-Si, ma non abbastanza da farmi salire in auto con te.
-Ho capito. Va bene, allora facciamo che ci andiamo insieme a piedi alla mia nuova casa, dovunque sia, e poi dopo che ho imparato la strada, vengo a prendermela da solo.
-Ecco, ora si che ci intendiamo.
Gli sorrido leggermente, e lui ricambia con uno dei suoi magnifici sorrisi. Incominciamo a incamminarci per le strade di Volterra. Potrei camminare tra quelle piccole stradine anche ad occhi chiusi ormai. Ci mettiamo circa dieci minuti a piedi, e finalmente arriviamo. Come pensavo, è la casa abbandonata. La mia preferita, perché si dice che sia infestato da fantasmi e vampiri.. Luogo perfetto per me.
-È strano che uno come te venga a vivere in questa casa..
-Perché?- mi domanda mentre dalla tasca posteriore caccia un paio di chiavi, sicuramente quelle di casa.
-Non sai cosa si dice su questa casa? Si dice che tutte le persone che ci hanno abitato, sono stati infastiditi da fantasmi, e addirittura dai vampiri.. Ecco perché è stata sempre abbandonata. Bhè fino ad oggi almeno..
-Davvero? Vampiri?
-Si.. Non ne hai mai sentito parlare? Come li chiami tu? Succhiasangue? Bevitori di sangue?
-Li chiamo anche io vampiri..!
-E allora perché ti sembra così strano che io abbia detto quella parola?
-Perché non pensavo che ti piacessero questo tipo di storie. Vampiri, fantasmi, storie dell’orrore..
-Bhè ancora non sai nulla su di me.
-Allora spero di saperne di più.
In un secondo me li ritrovo a pochi centimetri da me, col suo dito sotto al mio mento. Il cuore batte all’impazzata, mentre il suo sembra che non batti proprio.. Dopo qualche minuto che mi ha squadrata, si stacca da me, e inserisce le chiavi nella serratura arrugginita. La porta si apre, e ci ritroviamo in un salone enorme con due stanze nel lato. Al centro di questo salone ci sono delle scali enormi. Il tutto è coperto da una quantità illimitata di polvere.
-Wow, è enorme questa casa. E ci vivi da solo?
-Ehm, si.. credo.
-Credo?
Non mi risponde, e comincia a salire le scale per guardare il resto delle stanze. Entro nella stanza a destra delle scale, sembra un mini salottino con un divano, molto antico e un tavolino di vetro di fronte. Vado per girarmi e tornare indietro, quando mi ritrovo Justin a pochi centimetri da me. È possibile che deve comparire così all’improvviso?
-Sarà meglio che tu ora te ne vada.. Grazie per avermi fatto vedere la strada.
-Andarmene? Scusa non volevi fare un giro della città?
-Ora non posso, devo andare a prendere l’auto, e rimettere a nuovo questo posto.
-Ma.. solo tu? Se vuoi posso darti una mano..
-No!.. Cioè, non ne ho bisogno ma grazie comunque.
Mi prende di spalle mi trascina fuori dalla casa, e mi chiude la porta in faccia. Ma che.. stronzo! Non solo l’ho aiutato a trovare casa sua, mi caccia anche. Che cretino, meglio lasciarlo perdere..

 

*Spazio Autrice*
Allooora (?) Dopo ben
12 recensioni, ho postato il nuovo capitolo! Yee (?) Si, vabbè.. Questo Justin è proprio strano.. prima la invita.. poi la caccia, ma un bello da puara. secondo lei! Come al capitolo precedente, posterò solo quando ci saranno almeno 7 recensioni. Compiatitemi ragazze! Peace & Love, girls!
N.

Se volete contattarmi questo è il mio account twitter! @Hugme_Hazza ..<3

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Capitolo 4
*** La caccia ***




3
La caccia

Legenda: Justin ; Alice

JUSTIN’S POV:
Finalmente ero arrivato nella mia nuova casa. Dopo essere scappato per secoli e secoli, sembra che forse riuscirò a farmi una nuova vita, a Volterra. Ci mancavo.. da quando? Cento..venti anni? Da quando..
Non devo pensarci. Ora l’unica cosa che devo pensare.. è alla fame. Ma è troppo presto, e troppo chiaro, essendo ancora giorno. Vado a prendere l’auto e la porto a casa, prendo le valigie e le porto in una delle camere che si trova al piano di sopra della casa. Così perdo un po’ di tempo. Dovrò anche rimettere a posto tutta la casa: ripulirla dalla polvere, comprare i mobili. Fortunatamente i soldi non mi mancano. Dopo aver messo in ordine la casa, noto che ormai si è fatto buio. È il mio momento.
Esco, sperandodi trovare qualcuno per la strada. Mentre cammino per le strade, noto una donna, sulla ventina. Bene, giovane. Così posso ‘predarla facilmente. Mi ci avvicino. Comincia la mia ‘cena’.
-Scusa, sai per caso dove posso trovare il supermercato più vicino? Sai sono nuovo di qui e..
-Certo, capisco. Puoi trovarlo poco lontano da qui dopo quella svolta a sinistra.
Mi è di spalle. È il mio turno. Il cacciatore che è in me si risveglia e si avvicina lentamente alla sua prossima vittima. Le mette una mano sulla bocca, e la ragazza incomincia ad avere paura e cerca di urlare.
-Non avere paura. Non ti succederà nulla..
Il cacciatore ormai ha preso il sopravvento, e affamato, morde la ragazza. Ci mette qualche minuto per dissanguarla completamente. Dopo aver finito toglie di mezzo il corpo, nascondendolo nel primo luogo che trova, e torna a casa.
Entro nella mia nuova camera, e vado verso lo specchio. Guardo i miei occhi, come faccio ogni volta che mi nutro. Succede a tutti quelli come me. Dopo aver assaporato il dolce gusto del sangue, gli occhi si riempiono del suo stesso colore. Rossi e accesi. Fortunatamente dura solo per qualche ora, giusto il tempo che il sangue fluisca dentro di me. La fame ormai è stata assopita, quindi mi faccio velocemente una doccia, e dopo aver pensato alla mia nuova vita, decido di dormire un po’. La ragazza di stamattina, mi ha attirato molto. Sembra normale sotto qualche aspetto, ma non sa cosa la aspetta. Non avrei pensato che facesse ricerche sui vampiri, e spero per il suo bene, che non scopra mai la verità. Che non scopra che io.. sono un Vampiro.
Il giorno dopo mi sveglio, e guardandomi allo specchio noto che i miei occhi sono tornati alla normalità. La notte è bastata a far fluire il sangue nel mio corpo. Ora mi sento più forte.  Scendo le scale e andando in cucina, apro il frigo, ma non c’è nulla. Ho dimenticato di fare la spesa. Bhè almeno mi terrò impegnato per un po’. Fortunatamente noi vampiri della realtà siamo diversi da quelli dei libri e dei film. Non moriamo alla luce del sole, ed è un bene, dato che io non riuscirei a stare chiuso in casa nemmeno per un minuto, figuriamoci un giorno intero. Possiamo mangiare anche il cibo normale, che a volte aiuta ad abbassare la voglia di fame.. o sete, per precisare. Esco da casa, che ancora non ho messo a posto, ma non è importante, tanto ci metto cinque minuti. Ricordo che la ragazza della sera prima, quello che ho ucciso a sangue freddo, mi ha detto che c’è un supermercato non lontano da lì. Circa cento anni fa, non c’erano. Ne i supermercati, ne i negozi. Nulla. Ricordo come se fosse ieri.

*flashback*
-Figliolo!
La voce di mio padre mi fa sobbalzare dai miei pensieri, mi volto verso la voce, e vado da lui, da mio padre. Era un uomo molto severo. Ma chi non lo era a quell’epoca. Avevo solo diciannove anni, ma mi considerava già un uomo, al punto da farmi fare i lavori che tutti gli uomini fanno. Tutti i giorni mi svegliavo e obbedivo a lui, tagliando la legna, portando messaggi a chi dovevo. E a volte facevo anche qualche commissione per mia madre, prima che morisse, quando avevo diciotto anni. Ormai era passato un anno e qualche mese, da quel giorno che ci aveva lasciato a causa di una malattia. Non succedeva mai nulla a Volterra, e cosa poteva succedere in una città così piccola. Non avrei mai pensato che quel giorno, sarebbe davvero cambiato tutto. Mi dirigo verso mio padre, affannato, a causa della mia corsa, per trovarlo.
-Sempre stanco, eh? Un uomo non è mai stanco!- una delle solite ramanzine di mio padre, ormai mi ci ero abituato.
-Scusatemi, padre. Mi avete chiamato. Avete bisogno di qualcosa’
Poco lontano si sentirono dei rumori, di carrozza. Si fermò davanti a noi, e dopo che il cocchiere aprì la portiera, aspettai di vedere chi mai fosse sceso dalla carrozza.

 
Noto il supermercato alla mia sinistra, ed entro. Cerco di prendere il poco essenziale. Qualche busta di patatine per la maggior parte, che mi piace tanto mangiarle, e… qualcosa di alcolico. Mi fa più che bene, per mantenere ferma la sete. A volte è meglio del cibo.
 
ALICE’S POV:
Mi sveglio. Anzi, sono obbligata, perché mia madre mi ha chiesto di andare a comprare il caffe. Proprio stamattina che non ho lavoro, e che posso dormire per tutto il giorno, doveva finire il caffè? Uff..
Mi alzo dal letto, e dopo aver fatto una doccia veloce, mi vesto, ed esco. Il giorno prima era andato diversamente da tutti gli altri giorni. Avevo conosciuto un ragazzo strano, mi aveva aspettato fuori al comune per circa tre ore solo per sapere dove si trovava casa sua, e dopo che l’aveva trovata.. mi ha cacciata. Non riuscivo a capire il suo atteggiamento. Prima si comportava da amico.. e poi mi caccia di casa?
Entro nel supermercato, e cerco velocemente lo scaffale dove si trova il caffe. Cazzo. Troppo in alto, e non c’è nessuno nelle vicinanze che può aiutarmi. Guardo un po’ in giro, per vedere se qualche buon’anima mi aiuta, ma niente. Che, sono scomparsi tutti?
-Cercavi di prendere questo?
Sobbalzo, e girandomi noto Justin, con un pacco di caffe in mano. Da dove era sbucato?
-Dove sei uscito tu? Non c’era nessuno.. e ora.. sei qui.
-Ero proprio laggiù, ti ho vista che cercavi di prendere questo e che non ci riuscivi, e sono venuto in tuo soccorso.
-Strano, io non ti avevo visto.. Comunque grazie per l’aiuto.
-Grazie a te, per ieri.. e scusa per come mi sono comportato alla fine. Non avrei dovuto cacciarti da casa dopo l’aiuto che mi avevi dato.
-Non fa niente anche se non capisco perché ti eri comportato in quel modo.. ma non fa niente.
Il carrello al suo fianco non è molto pieno. In effetti ci sono solo qualche busta di patatine e qualche bottiglia di vodka.
-Wow, questo è quello che hai comprato? Che fai una festa e non mi hai invitata?
-Ah, no.. questo è quello che mangio..
-Questo? Mai sentito di pasta.. o carne?
-Non mi piace molto.. e poi sono uno che mangia poco..
-Bhè si vede..
Il suo fisico è molto piccolo, per la sua altezza, ma anche se è magro, sembra abbastanza forte da prendere un auto e lanciarla in aria. E poi è cosi.. pallido.
-Sicuro di stare bene?
-Si.. perché?
-Ti vedo più pallido del solito.. ieri non eri così.. sicuro di mangiare abbastanza?
Cerca di trattenere una risatina isterica, e senza rispondermi, si avvia verso la cassa. Paga tutto velocemente ed esce di corsa. Anche io faccio tutto velocemente e esco fuori dal supermercato, per cercarlo. Ma non c'è più..

 

*Spazio Autrice*
Ciao a tutti! Ecco finalmente un nuovo capitolo, tutto per voi, visto che in molti mi hanno chiesto di aggiornare presto. E ne sono contenta, perchè questo che significa che la storia piace! :D Qui vediamo uno Justin.. 'affamato' lol che uccide la prima persona che incontra.. Vabbè ora vi lascio, spero di ricevere almeno 5 recensioni prima di aggiornare. Cosa che farò presto, non preoccupatevi. Ancora grazie! <3

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Capitolo 5
*** Attrazione ***





5
Attrazione


Legenda: Justin ; Clelia ; Alex ; Alice

JUSTIN’S POV:

Ma che sto facendo? Non posso credere di aver parlato di nuovo con quella ragazza. Io non posso essere un suo amico. Sono un vampiro, e lei ne sa abbastanza da farsi già qualche domanda, se non ha già capito cosa sono. Ma, Alice.. mi attrae così tanto.. Ma io e lei non possiamo stare insieme. E se le facessi del male? Non potrei mai pensare a questo. Mi sentirei così in colpa, se le facessi del male..
Ma se imparassi a conoscerla? E se per lei, io riuscirei a trattenermi dalla voglia di.. ucciderla? No. Non posso metterla in pericolo, ma non riesco nemmeno a starle lontano…
Appena torno a casa, caccio dalla busta una delle bottiglie di vodka che ho comprato, e me la bevo in un minuto… Che cosa devo fare? Starle accanto e rischiare.. o evitarla? Se solo sapesse.. forse scapperebbe. O peggio ancora.. si avvicinerebbe ancora di più.
 

***

Ormai erano due settimane che non uscivo di casa. Giusto quella volta che ero andata a fare scorta di sacche di sangue all’ospedale, cosi da nutrirmi. Non mi piaceva uccidere persone, anche se era la mia natura, ormai. Ricordo quando conobbi la mia ‘creatrice’.

*flashback*
Dalla carrozza, che era appena arrivata davanti alla casa di mio padre, uscì una donna, con dei lineamenti infantili. Era molto diversa da me e mio padre. Era pallida, forse era malata. Lei e la sua domestica vennero verso di noi. I suoi occhi erano di un azzurro, mescolato con qualche macchia di verde, ed aveva un sorriso bellissimo.
-Justin, lei è la signorina Clelia, la figlia di un mio amico. Purtroppo lui è fuori per lavoro, e visto che la figlia doveva stare tutta sola a casa, ho deciso di invitarla da noi per un po’, finchè il padre non ritornerà.
-Benvenuta signorina Clelia.
Mi porgo in avanti, e le poso un leggero bacio sulla guancia.
-È un piacere conoscerla, signor Bieber. Una cosa che mi sono sempre domandata, è come fate ad avere questo particolare cognome…
-La mia famiglia, i mei bisnonni precisamente, non erano di qui, ma del nuovo mondo. Dopo un po’ decisero di scoprire i magnifici luoghi del vecchio mondo. Quando arrivarono qui, furono così ammaliati da questo luogo, che vollero rimanere qui. Dove mio padre è nato, e dove è nata mia madre, ed infine me.
-Che storia interessante..
-Invece voi di dove siete, se permettete..
Ormai eravamo rimasti solo io e lei, la domestica ci aveva lasciati soli, per andare a posare le loro valigie, e mio padre era andata a controllare se le camere per le nostre nuove ospiti erano pronte. Ci incamminammo verso il giardino.
-Io vengo dalla vecchia Londra, mia madre è morta in un incendio, e mio padre non lo vedo quasi mai a causa del lavoro. Posso dire che la mia unica famiglia, ormai, è la mia domestica Bonnie. Anche lei è di Londra. La trovai a vagare per strada, mi fece pena. Le andai incontro, e decisi che da quel momento in poi sarebbe stata la mia domestica, e dama di compagnia. Lei ovviamente accettò subito. Sempre meglio che restare per terra a morire di fame e di freddo.
La sua storia mi ammaliava.. il suo sguardo, il suo sorriso, la sua voce…


Un colpo mi fece sobbalzare dal letto, dove avevo preso di nuovo sonno. Scesi le scale, e sentivo che non ero solo. C’era un altro odore nella casa, ma non era nuovo per me. Sembrava tanto l’odore di..
-Hey, Justin, da quanto tempo!
Mi girai per vedere chi era..
-Alex? Che ci fai tu qui?
Mi avviai verso di lei, e le diedi un caloroso abbraccio. Alex la conobbi quando io ero un novellino. Dopo essermene andato da Volterra, e girovagato per un po’, nella lontana Bulgaria conobbi lei. Anche Alex era alle prime armi, e quindi decidemmo di aiutarci a vicenda, per capire le nostre nuove capacità e la nostra nuova vita. Lei sapeva tutto di me: la mia storia, come mi sono trasformato, ed io sapevo tutto di lei. Era la mia migliore amica, ci vedevamo ogni  volta che potevamo, ma quasi sempre ad intervalli di cinque o sei anni. Ma se avevamo bisogno di aiuto, non ci avremmo pensato due volte per chiamarci a vicenda.
-Bhè sono venuta a vedere come sta il mio migliore amico.. e poi domani è una data speciale..
-Domani?
-Dai non dirmi che te ne sei dimenticato? Domani è il venticinque agosto. Esattamente..
-Cento anni che ci conosciamo
-Ecco! Allora non te ne sei dimenticato!
-Scusa Alex, è che ho così tanti pensieri per la testa..
-Che c’è? La tuo ‘nuova’ vita, nella città dove sei nato, e da dove sei scappato per circa un secolo e mezzo, non va come speravi?
-Ho conosciuto una ragazza.
Mi guarda con aria interrogativa, poi si avvia verso il salotto, e sprofonda su una delle poltrone che ho fatto mettere, al posto del divano.
-Raccontami tutto.
 Mi siedo sull’altra poltrona, affianco ad Alex, e le racconto tutto quello che mi è successo nelle ultime settimane.
-C’è questa ragazza.. Si chiama Alice, ha circa diciassette anni.. E.. ama le storie di vampiri..
-Wow.. ti piace una ragazza.. e questa ama i vampiri. Siete perfetti insieme.
-Già, sembra facile per te. Ma ho paura.. di farle del male, all’improvviso. E se scoprisse cosa sono. Prima o poi lo scoprirà.. Se non l’ha già capito. Non è stupida, è molto intelligente, e io adoro questa cosa di lei.
-Stammi a sentire Justin. La ami?
-Non lo so.. So solo che mi attira molto, e che voglio conoscerla.
-Allora ti piace?
-Si, ma..
-E vuoi conoscerla?
-Si, ma..
-Niente ma, Justin! Stalle vicino, conoscila meglio, e cerca di capire cosa provi davvero per lei! Tu hai un sacco di ‘anni’. Riuscirai a trattenerti. Ti conosco bene, non le farai mai del male.
-E se venisse a sapere che cosa sono? Un mostro..
Sprofondo nella poltrona, alzando la testa e guardando verso il soffitto. Non voglio che Alice sia in pericolo per colpa mia.
-Quando lo scoprirà.. e se lo scoprirà.. Penseremo cosa fare. Ma per il momento stalle vicino e divertiti. Sei stanco più di cento anni a viaggiare senza mai fermarti, senza mai conoscere nessuno, a parte me. Nemmeno una donna che hai visto ti interessava. Ora hai visto lei, e potresti trovare finalmente la tua compagna. E poi potrai finalmente dimenticarti di quella stronza di Clelia. Non dimenticarti cosa ti ha fatto quella..
Già, ero perdutamente innamorato di Clelia, finchè non scoprii cosa era davvero. E cosa voleva.
 
*flashback*
Era sera, ma avevo una voglia pazzesca di incontrare Clelia, dopo il bacio che mi aveva dato quella stessa mattina. Ormai erano passati tre mesi da quando viveva con noi. E finalmente dopo tutto questo tempo, ero riuscito a dirle cosa provo per lei. La mia felicità aumentò quando lei mi rispose che ricambiava. Andai nella sua stanza, sperando che non dormiva ancora, e che era sola, senza la sua dama di compagnia. Era notte fonda, non si vedeva quasi nulla. Ma ormai quella casa la sapevo a memoria, tanto da camminare per le stanze e i corridoi anche ad occhi chiusi. Arrivato davanti la sua stanza, bussai.
-Clelia, siete sveglia?
…Nessuna risposta. Forse dormiva. Ma decisi comunque di entrare. Aprii lentamente la porta, mi sarebbe bastato anche guardarla per un secondo, e poi sarei anche potuto andare a dormire. Mi avvicinai al letto dove dormiva, ma con mia grande sorpresa.. lei non c’era. Mi guardai intorno per capire cosa stava succedendo, quando all’improvviso sentii un lieve urlo provenire da fuori. Mi affacciai al balcone e vidi una cosa strana. Una donna, che si scoprì essere Clelia, e un’altra persona stesa a terra, che però non riuscivo a riconoscere. Scesi subito le scale e mi avviai verso il giardino, luogo dove stava accadendo qualcosa che non avevo ancora capito. Mi avvicinai al corpo a terra, senza nemmeno guardare Clelia. Rimasi inorridito da quella scena. Era uno dei nostri servi a terra, completamente dissanguato. Alzai lo sguardo verso la donna che amavo, per chiederle cosa era successo. Ma quella non era la mia Clelia, oppure si.. I suoi occhi erano di un rosso acceso, ed era completamente sporca di sangue. Per la prima volta ebbi paura di quella, cosa.. che non sapevo nemmeno più come chiamare. Poi successe tutto in un secondo. Dolore, e poi buio.


-Hey, Justin!?
La mano di Alex che svolazza davanti al mio volto, mi fa ritornare con i piedi per terra.
-Scusa, stavo pensando..
-Ultimamente pensi troppo. Sai ora cosa facciamo? Io ora vado sopra, poso le mie cose in una delle stanze degli ospiti sperando che ce ne sia una, e poi mi faccio una bella doccia. Tu nel frattempo esci, vai a fare un giro, e cerchi di incontrare Alice. Forza muoviti!
Mi prende di spalle e mi spinge lontano dalla poltrona, obbligandomi ad alzare.
-Va bene, va bene.. Vado a fare un giro.
-E incontri Alice!
-..e incontro Alice..
Mi sorride, e con la sua velocità da vampiro, scompare. Mi preparo mentalmente, ed esco di casa.
 
ALICE’S POV
Sono due settimane che non vedo Justin, effettivamente non lo vede nessuno. Da quanto ho capito non è uscito nemmeno un giorno dalla sua nuova casa. Forse perché la stava rimettendo a posto, oppure perché non gli andava di uscire. Ma un po’ mi mancava. Era l’unico ragazzo con cui abbia mai parlato, e che non mi abbia chiesto di parlare di me. Non che abbiamo parlato molto. Quindi mi sono fatta coraggio, ed esattamente in questo momento, sto andando verso casa sua. Sperando che mi cacci di nuovo da casa. Da lontano noto un ragazzo. È lui, Justin. Mi ero dimenticata di quanto fosse bello, gli corro incontro.
-Hey, Justin!
-Hey.. Alice!? Che ci fai qui?
-Bhè.. è che da un po’ non ti vedevo e.. mi mancavi, ecco.
-Davvero? T-ti mancavo.?
-Si, sei l’unico amico che ho…
 Che cosa imbarazzante.. Ci ho parlato si e no, un paio di volte, ed ora gli sto dicendo che era mio amico e mi mancava..
-Anche tu mi sei mancata.
Il suo sorriso, quanto mi piace… Anche io sono mancata a lui, che dolce!
-Bhè… Visto che finalmente sei uscito dalla casa dei fantasmi.. cosa vogliamo fare?
-Veramente stavo pensando di fare quel giro di Volterra che mi avevi promesso!
-Va bene! Preparati, ci saranno molte cose da vedere, e saranno una più belle dell’altro!
Incominciamo a girovagare per la bellissima Volterra. Gli faccio vedere ogni minimo luogo e costruzione antica, il Duomo,  la Porta dell’Arco, il Teatro Romano…
-Vieni Justin voglio farti vedere una cosa.!
-Dove mi stai portando?
Stringo la mia mano nella sua  e incominciamo a correre verso un piccola collinetta poco lontano dal paesino. Ci mettiamo qualche minuto a salire, ma ne vale la pena.


*Spazio Autrice*
Eccomi ritornata pipol (?) Allora, c'è questa nuova new entry(?) lol. la migliore amica di Justin, a me piace un casino, e a voi? 10 recensioni nel capitolo precedente? Vi ho mai detto che vi amo? Comunque spero che anche questo capitolo avrà almeno 10 recensioni, così da poter andare avanti.. Grazie! <3

P.s. potete dirmi se vi piace o vi da fastidio il fatto che ad ognuno di loro quando parlo dia un colore? io lo faccio solo per farvi capire a voi, ma se riuscite a capire chi parla in quel momento anche senza la legenda, io non 'coloro' (?) più. Grazie mille se lo fate =)

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Capitolo 6
*** Conoscenze ***




6
Conoscenze

Legenda: Justin; Alice; Alex

ALICE’S POV
Finalmente siamo arrivati sulla collinetta. Adoro quel luogo, credo che sia il mio preferito. Da lì si vede l’intera citta. Dal comune a casa mia, alla casa di Justin.
-Wow è bellissimo!
Gli piace, i suoi occhi sono più accesi del solito, e non ha il colorito pallido dell’ultima volta. Ora la sua pelle è più rosea. È così bello. Non ho mai conosciuto uno come lui…
-Devi vederlo di sera, quando è buio. Tutte le luci delle case accese, e i lampioni con la loro luce splendente.. sembrano delle tante piccole stelle.
-È magnifico.
‘Proprio come te, Justin’ avrei tanto voluto dirgli. Ma era troppo, lui avrebbe pensato che sia pazza.
-Ora voglio portarti io da una parte.
Lo guardo, non capendo che intende. Mi prende per mano, come io avevo fatto precedentemente con la sua, e scendiamo dalla collina. Ci avviamo fra le strade di Volterra liberamente, sembrava che le sapesse a memoria, come se ci fosse sempre abitato, ma era lì da solo un paio di settimane.
-Justin, dove mi porti?
-A casa mia!
-E perché mi porteresti a casa tua?
Nemmeno il tempo di farlo rispondere che già siamo davanti casa sua. Apre la porta, e mi invita ad entrare. All’inizio sono un po’ titubante, ma dopo aver visto il suo sorriso, decido di entrare. La casa non sembra più quella abbandonata. Ora le scale che portano al piano superiore sono pulite, e al centro del tetto c’è uno di quei lampadari antichi con al centro la luce, e tutt’attorno piccole pietre, che la luce illumina. Sembrano diamanti. è molto luminosa, rispetto all’ultima volta che ero entrata in quella parte di stanza. Guardo Justin che mi fa cenno di seguirlo; mi porta dove prima c’era quel divano ormai non più utilizzabile. Ora ci sono due poltrone fatte di legno scuro, con i rivestimenti azzurri, come il colore delle mura. A sinistra della stanza ci sono delle enormi biblioteche, con centinaia, se non migliaia, di libri. Il posto ideale per me.
Usciamo da quello che risulta essere il salotto, ed entriamo nell’altra stanza a sinistra. La cucina; lo capisco dal frigo che si trova alla mia destra appena entro. Al centro della stanza c’è un bancone, dove sicuramente Justin farà colazione. Una piccola cucina attaccata al muro, un lavandino proprio lì vicino, e dei piccoli banconi dove appoggiare qualcosa. Sulla parete sinistra c’è un enorme finestrone, dove si può vedere il giardino all’esterno. Non ci avevo mai fatto caso. Il giardino è tutto verde, con qualsiasi tipo di fiore: rose, calle, margherite, viole.. e tanti altri che non ne conosco il nome.
-Vuoi vedere anche il piano di sopra?
-Certo.
Ci avviamo verso le enormi scale, e noto che più in profondità, quasi sotto le gradinate c’è una piccola porta. Cosa ci sarà all’interno? Forse è solo la cantina..
Saliamo le scale e mi guardo intorno. A sinistra ci sono tre porte, mentre a  destra ce ne sono ben cinque.
-Wow, quante stanze! E le usi tutte tu?
Fa un lieve sorriso e poi mi guarda, aspettando la sua risposta.
-Non proprio..
All’improvviso sento il rumore di una porta che si chiude, facendomi sobbalzare. Mi giro, e vedo una.. ragazza? E questa da dove esce?
-Alice, lei è Alex, la mia migliore amica. È arrivata stamattina in città, e rimarrà un po’ qui con me.
Alex.. è bellissima. I capelli biondi e lisci che sembrano seta, le arrivano fino alla metà della schiena. I suoi occhi sono di un verde acceso, sembrano quasi smeraldi.. ed è stranamente pallida, molto di più di quella volta che ho visto Justin in quello stato. Era alta quanto me, se non qualche centimetro in più, ed era molto magra.. quasi come una foto modella, o una ballerina di danza classica.
-Tu sei Alice? Justin aveva ragione sei proprio carina!
Abbasso lo sguardo, per non dare a vedere che sto arrossendo.. Davvero Justin le aveva detto che sono carina? Già, potevo anche essere anche carina, ma mai quanto quell’angelo biondo che avevo al mio fianco.
-Grazie.. Comunque si, sono Alice. Piacere!
Dopo la presentazione.. silenzio imbarazzante. È lei infine a rompere il ghiaccio.
-Va bene, mentre voi, finite di vedere la casa.. io vado a mangiare!
L’ultima frase la sottolinea, guardando divertita Justin. Cosa c’è di divertente nel mangiare?
-Non fare guai!
Non fare guai? Cosa potrebbe succedere mentre mangia chissà cosa? Lo guardo con uno sguardo interrogativo, aspettando che capisca, che voglio una spiegazione, credo.
-Ehm, potrebbe mettermi sottosopra la cucina. È magra, ma mangia un sacco!
-E cosa potrebbe mangiarsi? Le patatine che hai comprato due settimane fa? Ce ne sono ancora?
Cerca di cambiare discorso, trascinandomi verso le altre stanze, per farmele vedere. La prima che mi fa vedere, è una stanza enorme, dove appena entri , ti ritrovi un letto matrimoniale di faccia, mentre a sinistra c’è il bagno, senza nemmeno una porta, completamente aperta.
-Questa è la mia stanza.
-Wow, è..
-Enorme?
Mi scappa una risata, e lui si unisce a me.
-Si, enorme!
-Bhè è quella più grande, e mi ci trovo bene!
-Ah, capisco..
Usciamo da quella stanza, e continuiamo con il nostro ‘tour’ della casa. Il resto sono tutte stanze come quelle di Justin, ma più piccole, e più luminose. Uno è il bagno, che è più grande della stanza di Justin, con le piastrelle bianche e azzurre, una vasca enorme, e tutto il resto.
Scendiamo le scale, ormai si è fatto tardi, ed è ora per me di tornare a casa. Prima di uscire vedo Alessandra uscire dalla porta che ho visto prima, quella sotto le scale.
-Te ne vai di già? Spero di rivederti presto. Ciao!
Mi si avvicina, e mi abbraccia. Ricambio, educatamente, dopodichè sale di nuovo al piano di sopra, e scompare.
-Cosa c’è dietro quella porta?
-Nulla, è la cantina.
-E perché Alex è appena uscita da una cantina se aveva fame?
Ci mette un po’ per rispondere, come se stesse cercando una scusa plausibile.
-Li ci ho nascosto le bottiglie di vodka che ho comprato l’altra volta.
-Ah, ho capito. Si è fatto tardi, sarà meglio che io vada, prima che mamma, chieda alle persone che fine abbia fatto. Ci vediamo.. domani?
-Certo, domani.
-Ciao
-Ciao
Si avvicina a me, e mi lascia un dolce bacio sulla guancia, facendomi arrossire come un peperone. Esco velocemente da casa sua. Il mio cuore batte a mille. Ho passato un’intera giornata con lui, e non mi sono mai sentita meglio. Mi avvio verso casa, pensando che questo è stato uno dei miei giorni migliori.

 

*Spazio Autrice*
Ciau a tutte! (ri)eccomi qui con un nuovo capitolo! Dovete scusarmi per il ritardo, ultimamente non ho avuto tempo di scrivere. Ma ora, ecco qui! Allora, sembra essere stata una bella giornata per Alice. Voi ci avete creduto alla storia delle bottiglie di vodka in cantina?
Mi farebbe piacere leggere qualche bella vostra recensione. Fatemi sapere se vi piace, o se vi fa schifo (?).. Comunque lasciate qualche recensione.. Grazie! N. Xx

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Capitolo 7
*** Il risveglio ***




7
Il risveglio

 

Legenda: Justin; Alice; Bonnie

JUSTIN’S POV
Passare la giornata con Alice, mi ha fatto bene e non ho pensato minimamente al fatto che… volevo ucciderla. Le è piaciuta la mia casa, e anche Alex. Le è sembrata simpatica. E quel giro della città, anche se la conosco ormai a memoria. Per poi portarmi sulla collina… Dopo aver vissuto per ben diciannove anni in quel posto, non avevo mai fatto vedere a nessuno quel luogo, e nessuno lo aveva mai scoperto. Alice deve essere stata la prima, dopo di me, a conoscere quel mini-paradiso. Ma in fondo cosa posso saperne io.
Decido di uscire un po’, ma prima bevo un po’ di sangue, perché è da un po’ che non mi nutro. Quello nelle sacche che rubo nell’ospedale, non è buono quanto a quello bevuto da una vena; se mordi una persona, il sangue è molto più fresco, e buono. Ma odio uccidere le persone, e non posso nemmeno rimanerle in vita, perché se le mordo e non le uccido, diventano dei mostri come me. E non voglio che facciano la mia stessa fine. Prima di uscire di casa, come è mio solito, mi guardo allo specchio, per guardare i miei occhi, che si tingono di rosso. È come una specie di rito per me, guardarli ogni volta che si ‘trasformano’ in quel modo. Anche se sono gli occhi di un mostro. Esco di casa, con quegli occhi, ma indossando gli occhiali, casomai incontrassi qualcuno per strada. Potrebbe prendermi per pazzo vedendomi con gli occhiali, ma sempre meglio che farli morire di paura a causa dei miei occhi. Ricordo ancora quando li vidi per la prima volta.
 
*flashback*
Luce. Finalmente dopo tutto quel buio, e quel dolore allucinante in tutto il corpo, mi sono svegliato. Per quanto ho dormito? Uno, due giorni? Mi guardo intorno. Vedo tutto.. migliore. Come se il mondo si fosse pulito. Vedo ogni foglia degli alberi, anche quelle più nascoste. I granelli di polvere nell’aria, e i piccoli animaletti che mi camminano intorno. Sono disteso su un prato verde, alla luce del sole.
-Ti senti bene?
Mi giro, e c’è.. Bonnie, la domestica di Clelia.
-Che cosa sta succedendo? Perché sono qui? L’ultima cosa che ricordo è..
-È Clelia. È stata lei a trasformarti, dopo che tu l’hai vista, ha deciso di morderti e di ucciderti. Ma le tue urla hanno svegliato tuo padre, e lei non ha avuto il tempo di farlo. Ed ora, eccoti qui.
-Trasformarmi? Mordermi? Ma che stai dicendo?
-Vieni con me, ti spiegherò ogni cosa.
Mi alzo, in una velocità pazzesca, e decido di seguirla. La gola mi brucia terribilmente, e non ne capisco il perché. Dopo qualche minuto, ci ritroviamo davanti ad una piccola casa. Entriamo nella sala da pranzo, e mi fa accomodare su una delle sedie.
-Torno subito, vado a prenderti qualcosa.. da mangiare.
Annuisco, e lei esce dalla stanza. Forse è per questo che la gola brucia. Devo aver dormito molto, ed ora ho sete. Bonnie ci mette circa un paio di minuti per ritornare, con un bicchiere in mano. È pieno di uno strano liquido rosso. Vino? Oppure..
-Che cos’è?
Le chiedo mentre annuso. Ha un buon odore.
-Sangue. Forza, bevi. Ti farà bene. Sei pallido.
-Che cosa? Sangue?
-Bevi. E ti spiego tutto
Avvicino il bicchiere alla bocca, l’odore è troppo buono, e non riuscendo a resistere, mi disseto di quel liquido. È buono, così tanto da berlo tutto in un sol sorso.
-Buono, vero? Ora, e per sempre, ti nutrirai principalmente di questo.
La mascella incomincia a farmi male.
-Che mi succede?
-Ti sei trasformato. Ora sei un vampiro.
 
Pensare mi ha fatto perdere tutto il cammino verso la mia meta. Sono arrivato alla collina, dove quella stessa mattina, mi aveva portato Alice, e dove, a parte questo giorno, non venivo da ben centovent’anni. Mi mancava questo posto. Mi stendo sul prato e, come facevo prima che la mia vita cambiasse, guardo verso l’altro a guardare le stelle.
 
ALICE’S POV:
Non riesco a dormire. Questo giorno è stato così perfetto, che voglio farlo finire in bellezza. Esco dalla mia stanza, dopo aver indossato semplicemente una maglietta e un pantalone, con le mie immancabili Converse bianche. Senza farmi sentire dai miei genitori; apro la porta di casa, e sgattaiolo fuori. Mi avvio verso il mio luogo preferito, dove stamattina ho portato il ragazzo del quale credo di avere una cotta. Salgo, e c’è qualcuno disteso sul prato. E può essere solo una persona.
-Justin?
Si alza di scatto, con la bocca spalancata. Porta gli occhiali? A quest’ora? In un attimo si alza e viene verso di me.
-Alice, che ci fai qui?
-Bhè, potrei chiederti la stessa cosa!
-Sono venuto a fare un giro, ma me ne stavo per andare…
Mi sorpassa e se ne sta per andare, quando lo prendo per il braccio.
-Aspetta se vuoi puoi rimanere, con me..
-Scusa, ma devo tornare a casa…
-Oh andiamo, non puoi rimanere, ancora un pò.. E poi perché hai gli occhiali, andiamo togliteli..
-No!
E un secondo dopo… non c’è più. Mi guardo intorno, ma c’è troppo buio.
-Scusa.
La sua voce melodiosa mi fa sobbalzare, ma non riesco comunque a vederlo.
-Ma come hai.. fatto? Eri davanti a me, ed ora.. dove sei?
-Devo andare ora.. Ciao.
-No Justin, aspetta!
Un filo di vento, e poi nulla.
-Justin?
Lo chiamo a vuoto, ormai, e non so come cavolo abbia fatto, se n’è andato. È stato velocissimo. Non riesco a capire. Mi stendo sul prato a guardare le stelle, dove esattamente qualche minuto prima c’era Justin. E mentre vedo il cielo scuro, vedo il buio.

*Spazio Autrice*
Allora, visto che in molte mi hanno chiesto di continuare, e in solo DUE giorno mi avete lasciato ben TREDICI recensioni, ho deciso di regalarvi un nuovo capitolo! In questo nuovo capitolo Justin è mooolto strano.. perchè secondo voi? Rispondetemi se vi va! Grazie ancora per le recensioni, e vorrei averne almeno dieci per continuare. Grazie mille! N. Xx

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Capitolo 8
*** La scomparsa ***




8
La scomparsa


Legenda: Justin; Alice; Alex

ALICE’S POV:
Apro gli occhi lentamente, e vedo che ormai le stelle non ci sono più. Il cielo è azzurro, ed il sole è quasi al centro del cielo. Ormai è mattina, e ho dormito tutta la notte qui fuori. Mi alzo, mentre con una mano copro gli occhi, infastiditi dalla luce accecante del sole. Mi sento completamente indolenzita, e ci metto qualche minuto a mettermi completamente in piedi. Mentre ritorno velocemente a casa, per non far preoccupare i miei, penso a quello che è successo la sera prima: Justin si era comportato in un modo molto strano. Troppo, dato che portava gli occhiali di notte, e che appena mi ha visto è scomparso in pochi secondo. Letteralmente.
Sono arrivata davanti casa, e appena apro la porta, trovo mia madre in lacrime, con mio padre al suo fianco, e un paio di poliziotti. Ben otto occhi mi fissano, col terrore e allo stesso tempo sollievo.
-Mamma, Papà.. che succede?
Il suono dello schiaffo di mia madre rimbomba in tutta la stanza. Che dolore, sicuramente mi uscirà la forma della sua mano.
-Si può sapere dove sei stata? Eravamo così preoccupati per te!
Mio padre poggia le sue mani sopra le spalle della mamma per confortarla. Ho quasi le lacrime agli occhi; non ho mai visto la mamma in quello stato.
-Scusate.. sono andata sulla collinetta, e ho perso la condizione del tempo. Mi sono addormentata, solo ora mi sono svegliata..
Il viso della mamma si calma leggermente, per poi venire verso di me e abbracciarmi.
-Eravamo così preoccupati per te. Scusa per lo schiaffo.
-Non fa niente.. Però non pensavo che arrivaste al punto di chiamare la polizia!
-Non sono qui per te tesoro, sono venuti a parlare con tuo padre.. Vieni, andiamo in cucina. Facciamo colazione.
-Va bene.
I poliziotti, dopo aver parlato con papà, salutano educatamente, e vanno via.
-Tu, signorina, sei in punizione. Per tutta la settimana non uscirai, così impari a sgattaiolare fuori di casa nel cuore della notte.
-Va bene papà.. e scusa ancora.
Una settimana intera chiusa in casa.. sai che novità. Già ci rimanevo la maggior parte del tempo. Anche se oggi dovevo andare da Justin. Ma non ne avevo più tanta voglia, dopo il modo che si era comportato la sera precedente. Mi tuffo nella tazza di latte al cioccolato che mi ha preparato la mamma, prima di domandare qualcosa a papà.
-Cosa volevano i poliziotti?
-Hanno trovato il corpo di una donna, nella cava, poco lontano da qui. Era morta da circa due o tre settimane. Non sappiamo la data precisa.
Era morta una donna? E come?
-Sapete com’è morta?
-Ancora no. L’ospedale sta cercando di capirlo.. quello che sappiamo è che era completamente dissanguata.
-Wow, mette i brividi.
-Quando sono andata a vedere che non c’eri nel tuo letto, ho subito chiamato tuo padre. E poi l’arrivo della polizia.. Ho avuto così tanta paura..
-Scusa mamma, non lo farò più. Ora vado in camera mia.
Mi alzo dal tavolo e vado verso la porta.
-E non uscirne capito?
-Va bene, papà!
Salgo le scale, e appena sono in camera mia, mi distendo sul letto. Anche se ero un po’ arrabbiata con Justin, mi dispiaceva non andare da lui. E non avevo nemmeno il suo numero per avvisarlo. Non fa nulla, cosa sarà una settimana senza di lui? Una sola parola: tragica.
 
JUSTIN’S POV
Mi sveglio dal mio sonno profondo. Anzi, è Alex che mi sveglia.
-Forza dormiglione! Oggi è il nostro giorno! E dobbiamo festeggiare!
-Mmmh, Alex..
-Se non ti alzi, ti metto la casa sotto sopra..
-No! No.. mi sto.. alzando..
A malavoglia, mi alzo, e vado verso il bagno. Mi sciacquo la faccia, e preparo la vasca da bagno. Dopo essermi lavato, indosso i boxer, e vado verso l’armadio. Prendo una maglietta bianca e un paio di jeans stretti. E come scarpe, le mie Supra. Scendo al piano di sotto, ma non trovo Alex, e noto che la porta che si trova sotto le scale è aperta. Entro e scendo in profondità, fino alla cantina.
-Alex, così mi finirai tutta la scorta!
Stava bevendo, come al solito. Ormai le sacche di sangue che avevo conservato nella cella frigorifera, che avevo posizionato in cantina, dove nessuno poteva vederlo, stavano finendo. Di lì a poco, avrei dovuto fare una nuova scorta all’ospedale, sperando che nessuno se ne accorgesse.
-Scusa Justin, ma non avevo fatto colazione.. Va bene, andiamo!
-Allora, dove mi porti?
-Al concerto della nostra band preferita.!
-I Green Day?
-Esatto, faranno un concerto proprio stasera a Milano! Noi andiamo lì, passiamo la giornata insieme aspettando che cominci, e poi stasera ritorniamo.
-Va bene.. e che Green Day sia!
Aspetta.. Alice aveva detto che sarebbe venuta. Però dopo quello che era successo la sera prima. Dovevo andare a casa sua e chiederle scusa.
-Senti Alex, però prima dobbiamo fare una deviazione.
-Da Alice? Non ci sono problemi!
-Tu si che mi capisci subito!
-Ovvio, se no che amica sarei?
Ci avviamo verso la mia moto, comprata una settimana dopo essere arrivata a Volterra. Era la prima volta che la usavo, anche perché non è ho proprio bisogno. Dopo aver chiesto a qualcuno dove fosse la casa del sindaco, arrivo. Alex rimane vicino alla moto, mentre mi avvio verso la porta. Busso, e aspetto che qualcuno mi apra, sperando che sia Alice.
-Chi è?-, sento dire mentre la porta si apre. È una donna, sulla quarantina circa, con gli occhi azzurro cielo e i capelli castani ricci. Gli occhi sono gli stessi di Alice.
-Buongiorno, signora. Sono un amico di Alice, è in casa?
-Si, ma purtroppo è in punizione, e non può ricevere nessuno.
-Ah, capisco. E.. per quanto sarà..?
-Per una settimana.
-Va bene, grazie comunque. Arrivederci.
-Arrivederci.
La donna mi sorride, ed infine chiude la porta. Una settimana. Troppo per me. Guardo in alto, e decido di fare una cazzata.

 *Spazio Autrice*
Allora, ecco un nuovo capitolo.. una settimana in punizione -.- io morirei, e che tipo di cazzata vorrà fare Justin? Tutto nella prossima puntata (?) no ok.
p.s. lasciate almeno 10 recensioni per avere il prossimo capitolo.. lo so sono una stronza lol.. Ciao! N. Xx

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Capitolo 9
*** - PERSONAGGI - ***


Qualcuno mi ha chiesto se potevo mettere le immagini dei protagonisti, e dopo aver finalmente capito come si inseriscono le foto (sono senza speranze lol) eccole qui. Ci saranno foto di personaggi che ancora non conoscete, ma che si faranno vivi mooolto presto! Spero che sia di vostro gradimento, grazie! ;) N. Xx

Cominciamo con la protagonista, Alice! ;D



Il suo bel vampiro, Justin..



..e la sua bella migliore amica, Alex..!




Lei, è Clelia, la 'creatrice' di Justin



E lei è Bonnie, la strega che lo ha aiutato (non mi criticate se ho copiato la strega di tvd, e l'unico vampiro di cui non avevo nessuna ispirazione lol) :)





 
Da qui in poi ci saranno personaggi ancora non presenti nella storia, quindi se non volete vederli, non scendete. Se poi siete curiose.. Prego! 





Questo bel giovanotto (?) è Max, lo conoscerete molto presto ve lo assicuro.. ;)




Lei è una vampira misteriosa, anche lei fara parte della storia, e capirete presto il perchè..






Infine lui è Riley, e non vi dico nulla su di lui! (sono stronza lo so! lol)


P.s. voglio ricordarvi, che potrebbero uscire altri protagonisti, e che se mai esistessero, li aggiungerò.. per favore non mi odiate u.u Grazie mille! <3

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Capitolo 10
*** Punizione ***



9
Punizione


Legenda: Justin; Alice; Alex


ALICE’S POV
Mentre sono distesa sul letto a leggere un libro, sento il campanello suonare. Incuriosita scendo le scale, e vedo mia madre che saluta qualcuno, che non riesco a vedere, perché lei ha già chiuso la porta.
-Mamma, chi era?
-Era un ragazzo, che cercava te..
-Me?
-Si. Però gli ho detto che tu sei in punizione per una settimana, e che quindi non può vederti.. sembrava dispiaciuto.
-Ah, capito.
Un ragazzo. Poteva essere solo Justin. Per era venuto a casa mia? Forse voleva chiedermi scusa.. che dolce.. Entro in camera mia e chiudo la porta.
-In punizione, eh?
Sobbalzo dalla paura, e girandomi, vedo Justin steso sul mio letto, col sorrisetto da divertito sul volto.
-J-Justin!? Che cavolo ci fai qui? Come sei salito?
-Dal balcone. Visto che non posso vederti ufficialmente, sono salito di nascosto.
-E perché saresti qui?
Improvvisamente si alza dal letto, e lentamente viene di me. Dopodiché prende le mie mani, e le intreccia con le sue, facendo battere forte il mio cuore.
-Una settimana era troppo.. volevo chiederti scusa, per quello che è successo ieri sera. È.. complicato da spiegare..
-Complicato? Portavi gli occhiali da sole nel cuore della notte, quando ho cercato di toglierteli sei sparito!
-Si, lo so. Non mi sarei dovuto comportare in quel modo. Mi perdoni?
Perdonarlo.. o no? Era stato un completo maleducato la sera precedente. Ma è venuto fino a casa mia per scusarsi. E dato che non poteva entrare dalla porta, è entrato per la finestra.. Come faccio a non perdonarlo?
-Va bene, scuse accettate..
Sul suo volto scompare lo sguardo preoccupato, che fa spazio ad un enorme sorriso, quelli che piacciono a me. Ricambio con un sorriso, il più bello che riesco a fare.
-Senti, ora devo andare, c’è Alex che mi aspetta giù.
-Andate da qualche parte?
-Bhè.. sono.. dieci anni che ci conosciamo, e lei vuole festeggiarlo. Andiamo a fare un giro fuori città.
-Capisco.. divertitevi!
-Grazie.. Posso tornare domani?
-Certo!
Sorride ancora, e prima di andarsene, mi lascia un bacio sulla guancia. Poi in un secondo esce dalla finestra, e si sente un rombo di macchina, o moto, che parte, e si allontana.

JUSTIN’S POV
-Sei salito dal balcone?
-Avevo bisogno di vederla, e di chiederle scusa per ieri..
-Capisco.. Ora possiamo andare?
-Ora possiamo andare!
Salgo in sella alla moto, e dopo averla accesa, parto.  In circa tre ore, arriviamo a Milano. Prima che il concerto cominci, facciamo un giro per Milano. Erano cinque anni che non ci mettevo piede. Mentre giriamo per i negozi, dove Alex compra un mucchio di roba, noto in una vetrina di una gioielleria, un braccialetto, con un pendete a forma di stella. Mi ricordava tanto Alice, quindi decido di comprarglielo. Sicuramente gli sarebbe piaciuto. La sera andiamo al concerto, e ci divertiamo come pazzi, e dopo la fine del concerto ci mettiamo in viaggio, non prima di aver mangiato.
-Dai Justin, ho fame!
-Puoi mangiare quando arriviamo a casa.
-Tra tre ore!? Tu sei pazzo! Senti, io ora trovo qualcuno da uccidere, se tu vuoi unirti bene, se no mangerai quando andrai a casa!
L’ultima frase la imita con la mia voce. Ha ragione, anche io ho fame, e per stare vicino ad Alice, devo nutrirmi abbastanza, oppure potrebbe succedere qualcosa.. di cui potrei pentirmi. Mi unisco a lei, e, mentre facciamo un breve giro della città, troviamo in un piccolo vicolo due barboni. Perfetti, nessuno noterà la loro assenza. Ci nutriamo velocemente, e dopodiché bruciamo i corpi, senza farci notare da nessuno. Saliamo in moto, e partiamo per tornare a casa.
 
IL GIORNO DOPO..
ALICE’S POV
Justin è tornato anche il giorno dopo, e il giorno dopo ancora, restando con me per tutto il resto della settimana. Veniva appena gli era possibile, e rimanevamo stesi sul mio letto abbracciati, e parlavamo del più e del meno. Non gli ho chiesto nemmeno una volta perché si era comportato in quel modo quella sera, ma prima o poi l’avrei fatto. Mi ha raccontato qualcosa su di lui, dicendomi che i suoi genitori sono morti quando era piccolo, e di lui si è preso cura un lontano zio, e che appena è diventato maggiorenne ha cominciato a viaggiare un po’.. ed ora eccolo qui, davanti a me. Il ragazzo più bello.. e strano che io abbia mai conosciuto. Gli racconto anche qualcosa di me, e mentre gli spiego gran parte della mia vita, mi guarda come se rimanesse affascinato.
-Non hai nemmeno un amico?
-No, finché non sei arrivato tu..
-Sono degli stupidi, se non vogliono fare amicizia con te!
Mi faceva sentire.. libera. Anche se ero in punizione! Ma stare tutta la settimana chiusa in camera, col ragazzo che mi piace.. Si, perché passare del tempo con lui, mi ha fatto capire. Justin mi piace, è l’unico che mi capisce, e poi è cosi bello, dolce, gentile.. anche con le sue stranezze. Il problema è capire se i sentimenti che provo, li prova anche lui..

 

*10 recensioni, per continuare, please? c:*

 

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Capitolo 11
*** Gita ***




10
Gita


Legenda: Justin; Alice
 
JUSTIN’S POV:
Finalmente la settimana era passata. Adoravo stare con Alice, tutto il giorno abbracciati e parlare del più e del meno. Anche se gli avevo mentito sulla mia vera storia. Oggi è il primo giorno che finalmente può uscire, aveva detto che sarebbe venuto a casa. Io ho deciso di farle una sorpresa.
Il campanello suona, è sicuramente lei. Vado velocemente alla porta, e apro. In tutto il suo splendore, fa uno dei suoi più bei sorrisi, e mi saluta. La invito ad entrare dentro, e la faccio accomodare in cucina.
-Cosa devi fare con questa borsa?
 -Ti porto al lago, ovvio.!
-Al lago?
-Si, ce n’è uno a una mezz’oretta da qui, ci andremo con la mia moto, dato che la borsa è piccola.
-Ma non ho nulla con me! Il costume, l’asciugamano..
-Ho tutto io! Mi sono fatto dare un costume da Alessandra, e ci sono anche le asciugamani.. e tanta roba da mangiare!
-Wow, stai dicendo che finalmente ti vedrò mangiare qualcosa?
Il suo sarcasmo mi fa scoppiare a ridere, e lei si unisce a me. Prendiamo la borsa da sopra il bancone, ed usciamo fuori, avviandoci verso il garage dove c’è la moto. La aiuto ad indossare il casco, e dopo esser saliti, le dico di stringersi forte a me, e di mantenersi. Finalmente partiamo, e come avevo previsto, dopo circa trenta minuti siamo arrivati al lago.
 
ALICE’S POV:
Justin mi aveva portato al lago. Mentre eravamo sulla moto, avevo una paura matta di cadere, e mi stringevo sempre di più a lui, cercando di non farlo affogare. E Justin cercava di non andare troppo veloce. Quando siamo arrivati, vidi il paradiso. Il lago era abbastanza grande, di un colore azzurro, quasi come i miei occhi, e tutt’attorno c’erano degli alberi, dove ti potevi perfettamente coprire dal sole, e are un bel pisolino senza che nessuno ti disturbi. Non c’era nessuno in quel momento, a parte me e Justin. Mi aiutò a scendere dalla moto, che parcheggio sotto uno degli alberi, e mi porse la borsa.
-Qui dentro c’è tutto quello che ti serve. Se vuoi indossare il costume, puoi nasconderti dietro quegli alberi. Non preoccuparti non guarderò, e non ci sono animali, che possano farti paura. Io ti aspetto sotto quell’albero laggiù.. quando ha fatto vieni!
-Tu il costume non lo metti?
-Già, ce l’ho. L’ho.. indossato a casa.
-Capisco.. Lasciami cinque minuti!
-Va bene.
Mi sorride, e si allontana, andandosi a posizionare dove mi aveva spiegato prima, sotto uno di quegli alberi poco lontani da quello dove IO mi sarei spogliata. Che imbarazzo, anche se non poteva vedermi, sapevo che lui era lì ad aspettarmi. Mi spoglio velocemente, e cerco il costume dalla borsa. È un due pezzi.. ti pareva. Però non è tanto male, è color rosa chiaro, con qualche striscia viola scuro. Lo indosso velocemente, e metto i miei vestiti tutti attorcigliati fra loro nella borsa. La prendo sulle spalle, faccio un bel respiro, ed esco da dietro l’albero, andando verso Justin, in un imbarazzo enorme.
-Wow, stai benissimo!
-G-grazie..
Si alza da terra, ed incomincia a spogliarsi. Ed io non riesco a togliergli gli occhi di dosso. Ha un fisico.. perfetto. Appena finisce, rimane solo col costume, e distolgo lo sguardo, anche se penso che abbia capito che lo stavo fissando. Ma come si fa a non guardarlo?
-Hey, Alice, forza! Posa la borsa e andiamo a tuffarci!
Mi sorride e comincia a correre verso il lago. Dopo aver posato la borsa, lo seguo velocemente. Improvvisamente si ferma, e io gli vado addosso.
-Ahia! Justin, ma che ti prende?
-Guarda laggiù!
Guardo verso il punto che indica con la mano: appeso ad un albero c’è una corda.
-Oh, Justin, io non credo..
Non mi da il tempo di farmi finire la frase, che mi prende per mano e mi accompagna all’albero dove si trova la corda.
-Allora, io mi butto per primo, e dopo è il tuo turno.
-Justin, non saprei..
-Non dirmi che hai paura? Fifona!
-Non sono fifona!
Mette il suo braccio dietro la mia schiena, facendomi rabbrividire. Non avevo mai notato che è freddo come il marmo. Mi avvicina a lui, e mi sussurra all’orecchio.
-Allora ti aspetto in acqua..
Mi guarda con un sorriso malizioso, dopodiché prende la corda, e salta in acqua, imitando l’urlo di Tarzan, facendomi ridere come un’ebete. Ora è il mio turno, e Justin mi incita a tuffarmi. Faccio un bel respiro, e prendo la corda tra le mani.
1..2..3…!
Sento il freddo dell’acqua coprirmi tutto il corpo, cerco di tirarmi su, ma solo in quel momento ricordo che non sono molto brava a nuotare. Fortunatamente c’è Justin al mio fianco, che mi aiuta ad uscire dall’acqua.
-Hey, tutto bene?
-S-si.. è stato.. divertente..
-Lo vedo..
Mi aggrappo a lui per qualche minuto, e dopo un po’ apro gli occhi, chiusi precedentemente per la ‘piccola’ paura che avevo fatto. Il mio viso è a qualche centimetro di distanza da Justin, i suoi occhi mi fissano, e io fisso lui. Dopo un po’ mi allontano da lui. Il tempo passa, mentre io e Justin scherziamo nell’acqua, schizzandoci a vicenda. Cerco ovviamente di non fare la fine di qualche minuto prima, anche se c’è Justin all’erta e attento al mio fianco. Dopo un po’ decidiamo di uscire dall’acqua, e andiamo verso l’albero dove sono le nostre cose. Prendiamo un paio di asciugamani da dentro alla borsa e le stendiamo a terra, cercando di unirle il più possibile. Ci sediamo , e Justin prende dei panini dalla borsa. Uno è per lui, e l’altro lo porge a me. Ed incominciamo a mangiare, in silenzio..

 

*Spazio Autrice*
Allora, scusate se vi ho fatto aspettare.. ma eccolo qui! il nuovo capitolo. E voglio regalarvi un'anticipazione del prossimo. Vi dico solo che sarà quello decisivo. E prima di postarlo vorrei almeno
10 recensioni.. Grazie.
P.s. Da ora in avanti voglio lasciarvi con una domanda, per conoscerci meglio..! Sapete nuotare? lol

 ..io si.. ;)

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Capitolo 12
*** Confessioni ***




11
Confessioni


Legenda: Justin; Alice
 
ALICE’S POV:
Dopo aver finito di mangiare, ci stendiamo sulle nostre rispettive asciugamano, e rimaniamo in silenzio per un po’.
-Questo posto.. è bellissimo..
-Lo so..
-Come lo conoscevi?
-Ehm.. l’ho visto la settimana scorsa, quando sono andato a fare un giro con Alessandra..
-Ah, capisco..
È il momento. Voglio, e devo chiedergli perché si era comportato in quel modo quella notte di una settimana fa.
-Perché.. ti sei comportato in quel modo, quella sera?
Giro il viso verso di lui, il suo sguardo è serio e rigido. Perdo le speranze, non mi dirà mai cosa gli succede davvero.
-Capisco.. va bene, non fa niente se non vuoi dirmelo..
-No, è che…
Il suo sguardo si posa su di me. I nostri sguardi sono uniti, e il mio cuore batte sempre di più. Più lui comincia ad avvicinarsi, più non capisco più niente, finché non annullo la nostra distanza, unendo le nostre labbra. Improvvisamente il bacio diventa più passionale, e mi metto a cavalcioni su di lui. Continuiamo a baciarci, finché la posizione non cambia. Ora è lui sopra di me.
-No..
Finalmente ci dividiamo, e ci guardiamo ancora negli occhi.
-Scusa..
-Scusa? È stato il miglior bacio di sempre!
Sorrido alla sua affermazione, e lo fa anche lui.. Rimaniamo n po’ in quella posizione, pensando al bacio che ci siamo dati. Il più bello di tutti.
-Che ore sono?
Si allunga verso la borsa per prendere il cellulare, e dopo aver acceso la schermata, guarda l’orario.
-Sono le sei
-Vorrei rimanere ancora un po’, ma sarà meglio tornare a casa. È solo il mio primo giorno di libertà, e non vorrei fare un’altra di settimana di punizione.
-Va bene.. forza vestiti, che andiamo..
-Justin?
-Si?
-Non posso farlo, se non ti togli da dosso!
-Mmh..
Mi bacia di nuovo. Dio quanto mi piace… Dopo un ultimo bacio, si alza da dosso a me, e prende i miei vestiti dalla borsa, porgendomeli. Mi vesto velocemente, e lui fa lo stesso. Infine ci avviamo verso la moto, e dopo un ulteriore aiuto per salirci su, partiamo, per tornare a casa. Dopo una mezz’oretta, siamo davanti casa sua, entriamo, e mi fa segno di aspettare all’entrata, mentre lui, va sopra a posare la borsa. Mi guardo un po’ in giro, per vedere se c’è Alex. Ma il mio sguardo si posa su ben altro. La porta. Quella che ho visto l’ultima volta che sono entrata in quella casa, circa una settimana fa. Justin ancora non è sceso.. ed io sono leggermente curiosa. Mi avvicino alla porta, e giro la maniglia per capire se è chiusa a chiave. Non lo è; la apro leggermente, e mi affaccio. È buio pesto lì dentro, ma vicino al muro c’è un interruttore; lo premo, ed una piccola luce si accende. Ci sono delle scale, ed incomincio a scendere, fino ad arrivare in un piccolo corridoio, dove in fondo a tutto c’è una porta, chiusa con una specie di lucchetto. Incomincio a camminare verso la porta, quando noto che più avanti sulla destra c’è un’altra stanza. Mi affaccio, e noto che c’è uno scaffale, con un sacco di bottiglie.. di vino, credo. In fondo alla stanza c’è un mobile, sembra un frigorifero. Forse è li che tiene le bottiglie di vodka. Mi ci avvicino, e lo apro. Quello che vedo è.. orribile. Decine, e decine di sacche. Piene di sangue. Non è possibile.. perché? Chiudo il frigo con forza, e scappo dalla cantina. Sono davanti alla porta di entrata, quando sento la sua voce alle mie spalle.
-Alice? Dove stai andando?
Mi giro, cercando di non far trapelare la paura che provo dopo quello che ho visto.
-Eeh, ha chiamato mia madre.. devo andare. Scusa, ciao..
Ed esco velocemente da quella casa, dove dentro c’è il ragazzo che mi piace, e che mi mente su qualcosa che credo sia troppo grande per me.
 
JUSTIN’S POV:
Scendo le scale, e Alice sta per andarsene, la madre l’ha chiamata, e deve tornare a casa. Va di fretta, c’è qualcosa di strano in lei. Mi saluta, e se ne va. Non capisco cosa le abbia preso. Quando, all’improvviso, noto la porta della cantina aperta. Oh, merda.
Esco dalla porta, e le vado incontro.
-Alice! Aspetta!
Incomincia a camminare più velocemente, finché non comincia a correre.
-Aspetta, Alice! Ti posso spiegare!
-Lasciami in pace, Justin!
Non si ferma, ed ormai la mia copertura è saltata. Devo dirle la verità, e spero che non la prenda troppo male. Certo, come dovrebbe prenderla, quando le dirò ‘sai Alice, sono un vampiro..’?
Uso la mia velocità, e in un attimo sono davanti a lei.
-Aspetta, ti prego Alice!
-Lasciami in pace! Ti prego non farmi del male!
La metto con le spalle al muro, e cerco di calmarla.
-Ti prego, io non voglio farti del male! Ti prego!
Si calma un po’, ma vedo ancora la sua paura negli occhi.
-Non ti voglio farti del male. Voglio solo, dirti la verità. Ti prego vieni con me.. a casa.
-Ho paura, Justin.
Incomincia a piangere, e l’abbraccio. Ricambia. Significa che in fondo non gli faccio poi così paura; forse perché ancora non gli ho detto nulla.
-Lo so, scusami. Vieni  andiamo..
La prendo per mano, ha qualche ripensamento forse. Ma dopo qualche minuto, mi segue. Torniamo dentro, e mi chiudo la porta alle spalle. È ora della verità.
 
ALICE’S POV:
Ho paura. Non so Justin cosa ha da dirmi, ma, dopo tutte le ricerche che ho fatto su quel posto, credo già cosa voglia dirmi. A meno ché non continui a mentirmi, dicendomi qualche altra bugia.
-Allora, me la dici la verità, o no?
Ora la paura si sta dissolvendo, e la nuova emozione che sta nascendo in me mi fa sentire strana: sono arrabbiata. Forse.. perché mi ha mentito?
-Non ho bisogno di dirtelo.. la sai già..
-Voglio sentirla uscire dalla tua bocca.. non potete.. esistere! Io vi ho cercati per tanto tempo, ed ora tu sei davanti a me! Io, avevo perso le speranze di trovare un..
-Avanti.. dillo. Hai paura di dire quella parola?
-Dimmelo tu. Che cosa sei? Justin, dimmi che cosa sei!
-Un vampiro!.. sono un vampiro. Ora che l’hai sentito dirmelo, cosa farai? Mi ucciderai?
-No, non voglio ucciderti.. anche perché esistono tante storie su come uccidervi.. e non so quale sia quella vera..
Incomincio ad andare avanti e indietro, pensando a tutto quelle stranezze in lui.
-Ecco perché ti comportavi stranamente, non mangi.. o almeno non mangi molto.. cibo. Portavi gli occhiali, e questo non ho ancora capito il perché. Però esci alla luce del sole, e quindi il sole non vi fa niente.. il corpo dissanguato.. sei stato tu? L’hai uccisa tu, quella donna?
-Si..  ma è successo quando ancora.. non avevo le sacche..
-O mio Dio.. Raccontami tutto Justin.. Voglio sapere tutto, su di te. E sui vampiri.

*Spazio Autrice*
Ecco il fatidico capitolo (?) Ora Alice finalmente sa tutto! Spero solo che non sia stata troppo frettolosa, e questo capitolo vi piaccia! :D Non vi dico quante recensioni voglio, vorrei solo che siano molte prima di continuare..! Ditemi cosa ne pensate! ;)


P.s. *Domanda del giorno (?)*
Se un vampiro vi chiedesse di trasformarvi, voi cosa fareste? Vampiro, o umani?

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Capitolo 13
*** La verità ***




12
La verità


Legenda: Justin; Alice; Bonnie; Alex


JUSTIN’S POV:
Ormai Alice aveva scoperto tutto, ed ora è il momento di raccontarle tutto. Quello era il mio più grande segreto, ma lei ora sapeva, e non voglio più mentirle su nulla. Mi avvio verso il salone, con lei che mi segue alle spalle. La faccio accomodare su una delle poltrone, mentre io mi dirigo verso la libreria. Cerco un libro specifico, grande, che narra la storia di una famiglia del fine Ottocento. La storia della mia famiglia. Non ci metto molto a cercarlo, perché ricordo perfettamente dove l’ho messo. L’ho nascosto bene, per farsi che nessuno lo trovasse. Lo prendo, e andando verso Alice, poggio il libro sul tavolino di fronte a noi.
-Che cos’è?
-Un libro.. della mia famiglia.
Gli faccio cenno di prenderlo, e lei, incuriosita, comincia a dargli un’occhiata. Rimane in silenzio per qualche minuti, finché non sgrana quei suoi splendidi occhi azzurri.
-1874?
-Si.. primo marzo del milleottocento settantaquattro.. è la mia data di nascita. Mio padre e mia madre volevano tanto un figlio, ma non ci riuscivano. Ormai avevano perso le speranze. Poi un giorno mia madre capì di essere incinta. Mio padre mi diceva che quello fu il giorno più bello della loro vita. Quando nacqui io, tutti erano felici. L’intera Volterra sapeva cosa avevano passato i miei genitori per avermi, e la mia nascita fu quasi.. un miracolo.
-Aspetta.. che cosa? Volterra? Tu.. sei nato qui?
-Sono nato qui.. ho vissuto la mia vita qui.. finché non sono.. quasi morto.
-E allora, quella volta.. che mi hai chiesto  di fare un giro della città? La conoscevi già?
-Bhè diciamo di si.. io conosco la Volterra di centovent’anni fa, e quella di oggi.. è molto diversa da come la ricordavo io, a quei tempi..
-Continua la storia.. deve essere successo qualcosa un giorno..
-Sei intelligente per essere una diciassettenne.. comunque si.. Avevo diciannove anni quando conobbi Clelia; era la figlia di mio padre che venne a vivere da noi, dato che suo padre era fuori per lavoro..
Le racconto tutto. Dell’incontro di Clelia, di quando ero colpita da quella donna, e di quanto l’amassi.
-È lei la donna che..
-Si, proprio lei..
Le racconto di quando tutta la mia vita andò in frantumi. Quando vidi Clelia che si nutriva di un uomo innocente.
-Quando mi risvegliai, non capivo nulla. Mi sentivo.. diverso, ma non riuscivo a capirne il motivo. Per mia fortuna al mio fianco mi ritrovai Bonnie, che mi raccontò tutto quello che mi era successo, e mi insegnò come.. andare avanti.
..me lo ricordo come se fosse ieri..

*flashback*
-Andiamo Justin! Non è così difficile..
-È che.. è impossibile! Non ci riesco.
-Ma se non ci hai nemmeno provato! Allora ora ti spiego di nuovo come devi fare. Parte tutto dalla mente. Chiudi gli occhi, e corri. Corri come non hai mai fatto prima..
Faccio come dice Bonnie. Chiudo gli occhi, e svuoto la mente, facendo intensamente quello che devo cercare di fare. Un secondo dopo, un fruscio di vento, e apro gli occhi, sentendo la voce di Bonnie in lontananza.
-Justin? Justin!
Mi guardo intorno, e riesco a scovare tra gli alberi il corpo di esile di Bonnie. Senza nemmeno pensarci due volte, vado verso di lei, e non riuscendomi a controllare ancora bene, le vado addosso. Sembra che abbia fatto un solo passo per andare da lei.
-Visto!? Sapevo che ci saresti riuscito.
-Wow! È incredibile Bonnie..
-Già..

 
-Quindi è stata questa.. Bonnie, ad aiutarti?
-Si, mi insegnò a controllarmi.
-E Clelia? Che fine aveva fatto?
-Era scappata. Non voleva essere scoperta, e mi lasciò nelle mani di Bonnie.
-Wow, che stronza..
-Già, io l’amavo. Ma lei no, a quanto pare. Mi rovinò la vita, ed ora eccomi qui.
-E tuo padre..?
-Mio padre fu la cosa più brutta che dovetti mollare della mia vecchia vita. Non volevo metterlo in pericolo, e poi sicuramente si sarebbe spaventato di me. In quegli anni le storie sui vampiri circolavano molto, e quello non era un buon posto.. per un novellino.
Annuisce, comprendendo quello che dico. Feci pensare a mio padre, che fossi scappato, così non mi avrebbe mai cercato. Ed anche se lo avrebbe fatto, non mi avrebbe mai trovato.

-Non ha mai pensato, di fare una specie di.. dieta? Come nei film, con quei vampiri che odiano essere dei mostri, e quindi bevono sangue.. animale?
-Una volta ci ho provato. Per dieci anni ho bevuto sangue animale, pensavo di riuscire a vivere in quel modo. Ma alle prima goccia di sangue umano, persi il controllo. Ero in una cittadina al nord del Canada. Avevo sete, e decisi di entrare in un bar per bere qualcosa di forte, per non pensarci troppo. Anche se era da stupidi entrare in un bar piene di persone, ricche di sangue, quando hai fame.
Sorrisi leggermente, anche se non ci azzecca niente in questo momento.
-Cosa successe?
-Mi accomodai al bancone, dove chiesi uno scotch. Mentre bevevo, notai che duo uomini stavano litigando, ma non ci feci molto caso, anche perché non volevo essere partecipe di una stupida rissa. Stavo per alzarmi dallo sgabello per andarmene, quando uno dei due uomini si armo di una bottiglia vuota. La spacco in mille pezzi, e trafisse l’uomo di fronte a lui. Non riuscii a resistere; il sangue era troppo, ed ormai avevo già capito che il sangue animale non mi bastava più. Avevo fame, e così avanzai verso di loro. C’erano circa ventidue persone in quel bar, e non diedi loro nemmeno il tempo di capire costa stava succedendo. Li uccisi uno ad uno. Ormai ero fuori controllo. Quando Alessandra mi trovò i quelle condizioni, fu lei ad aiutarmi a ristabilirmi. Se non fosse stato per lei…
Non finisco la frase, e guardo verso di lei. Le si legge la sorpresa negli occhi. Non sembra più impaurita.
-Quindi anche Alex è..?
-Si.. ha quasi la mia stessa.. età
-E quella ragazza, Bonnie?
-Bonnie.. era una strega. Quando mi aiutò le fui grata, e la salutai, lasciandole vivere la sua vita. Solo un paio di anni dopo scoprii che bruciò sul rogo. Scoprirono cosa era e.. le streghe sono sinonimo di demonio.
-Se tu fossi rimasto con lei, forse avrebbe vissuto la sua vita
-Lo so, ma non sarebbe stato lo stesso. Lei.. voleva proteggermi! Anche se non me ne sarei andato di mia spontanea volontà, mi avrebbe obbligato lei. Era diventata come una sorella maggiore, per me.. e quando conobbi Alessandra, e le chiesi di venire a fare un giro qui per capire come stanno le cose, lo scoprì. Quando me lo disse.. ne fui distrutto.
Rimane in silenzio, pensando a chissà cosa.
-L’hai mai cercata? Clelia, intendo..
-Si, all’inizio la cercai. Volevo sapere perché mi aveva fatto quello. Ma dopo un po’ capii che era inutile.
Dopo qualche altro minuto di silenzio, all’improvviso Alice si alza dalla poltrona dove era seduta, e posando il libro narrante la storia della mia famiglia, fa un sospiro, e viene verso di me.
-Ti ho dato la possibilità di raccontare, ed io ti ho ascoltata. Ora sarà meglio che torni a casa. Devo pensare a tutto quello che è successo in questo giorno.. pazzesco?
-Va bene.. so che sembrerà una domanda stupida.. ma vuoi che ti accompagni?
-No, vado a piedi. Non preoccuparti, non dirò niente a.. nessuno.
Mi sorride leggermente, e mentre esce dalla porta, spero con tutto il cuore che non si allontani da me.
 
ALICE’S POV:
Non so.. come sentirmi.. Sono appena uscita dalla casa dove vivono due vampiri. Dove fino a cinque minuti fa il ragazzo che mi piace, e che credo di amare –nonché uno dei vampiri della casa- mi ha raccontato che ha quasi centocinquant’anni, e di come, e da chi, è stato morso. Penserete voi, che sia sconvolta, impaurita, e che vorrei scappare il più lontano possibile da Justin, dato che ho appena scoperto che è il mostro di cui ho tanto cercato e ricercato. Invece.. no. Non ho avuto paura mentre mi raccontava la sua storia; forse ero un po’ sconvolta, e sorpresa. Ma non impaurita. Anzi, mi faccio paura da sola a dirlo, ma ne ero.. affascinata. Vivere per tutto quel tempo, viaggiando in ogni singola parte del mondo.. anche se però vedevi tutte le persone a te care morire davanti a te. Mentre loro invecchiavano, tu rimanevi per sempre giovane. Cavolo, il ragazzo che mi piace dice di essere un vampiro, e non solo sono leggermente arrabbiata con lui, perché non me lo aveva detto prima, ma stavo pensando anche che la sua vita è magnifica, e che vorrei essere… no! Io.. non posso nemmeno pensarlo..
Torno a casa, sono circa le otto, ma fortunatamente stamattina ho mandato un messaggio ai miei dicendo che sarei andato al lago con Justin. Non avevano risposto, quindi poteva indicare solo due cose: o non sapevano rispondere al messaggio dato la loro minima intelligenza nell’usare i cellulari, oppure mi avrebbero fatto la ramanzina appena sarei entrata per la porta di casa.
Apro lentamente, e sento che la tv nel salotto è accesa, e sicuramente sono i miei genitori. E chi altro poteva essere se no?
-Mamma, papà? Sono tornata!
-Tesoro, buonasera!
Che strano.. non erano arrabbiati..
-Ehm, vado in camera, sono molto stanca. Buonanotte!
Mi mandano entrambi il bacio della buonanotte, e salgo frettolosamente le scale, per poi entrare in camera mia, e chiudere a chiave la porta. Perché l’ho fatto, non saprei. Ritornare in quella stanza, mi faceva ricordare alla settimana passata sul letto a coccolarmi insieme a Justin, a parlare e scherzare per ore ed ore, finché non usciva dalla finestra.
‘ora capisco perché era così facile salire fino alla finestra’ penso tra me e me.
Indosso il pigiama, e prima di andare a dormire sono indecisa se chiudere la finestra o meno, nel caso Justin sarebbe venuto durante la notte. Infine decido di rimanerla aperta, anche se trovo improbabile che venga, dopo che gli ho chiesto di lasciarmi, un po’ sola, per pensare..
Ma a cosa dovevo pensare!? A me Justin piace, e molto anche! E spero con tutto il cuore che all’improvviso mi piombi davanti entrando dalla finestra, e che mi baci, come aveva fatto quella mattina stessa..
 
JUSTIN’S POV:
Ormai sono passate un paio d’ore da quando Alice è tornata a casa. Fortunatamente so che è al sicuro, dato che l’unica cosa pericolosa in quella città sono io, a parte Alessandra. Spero con tutto il cuore che Alice, non ce l’avesse con me, o che, peggio ancora, avesse paura di starmi accanto. Sono disteso sul letto nella mia stanza, quando sento la porta aprirsi.
-Hey, Justin..
-Hey..
-Qualcosa non va?
Alessandra si che è una vera amica. Mi capisce al volo.
-No, va tutto bene.. A parte il fatto che quando io e Alice, siamo tornati dalla nostra gita al lago, lei è entrata in cantina, mentre io ero su in bagno a buttare delle fottute asciugamani nel cesto dei panni sporchi!
-Puoi spiegarti meglio?
-Ha visto le sacche di sangue..
Dalla bocca di Alessandra, ne esce solo un leggero ‘ooh’, mentre aspetta che continuassi a raccontarle dell’accaduto.
-Quando sono sceso dal piano superiore, ho visto che stava uscendo di casa. Aveva usato la scusa della mamma arrabbiata del suo ritardo..
Sorrido a quel ricordo. Era così bella, anche quando mentiva. Racconto il resto della storia, dino al ritorno a casa di Alice, facendola rimanere a bocca aperta.
-Così sa tutto.. E sa anche che io sono un vampiro?
-Si, lo sa. E anche se non gliel’avrei detto, avrebbe capito da sola. Scusa..
-Non preoccuparti. Non fa niente. Però quello che voglio sapere ora, è come è andata stamattina al lago. Dai raccontamelo!
-Bhè, siamo andati al lago in moto.. ci siamo divertiti.. e ci siamo.. baciati…
-Oddio, davvero!? E com’è stato?
-E stato.. incredibile. Alice, mi piace tanto. Anzi, credo quasi.. di amarla.
-Si! Finalmente! Justin, innamorato! Questa devo segnarmela!
Incomincia a scherzare e prendermi in giro, e per vendicarmi, le lancio un cuscino sul suo viso. Lei ovviamente ricambia, lanciandomene uno in faccia. Incominciamo una piccola battaglia con i cuscini, finché non ci accasciamo entrambi sul letto, ormai esausti. E finiamo per addormentarci insieme.

 

*Spazio Autrice*
Scusate il ritardo sorelle mie, ma ultimamente sto passando più tempo con la mia migliore amica, dato che domenica parte per un mese :'(..
Comunque ecco il nuovo capitolo, spero che vi piaccia! Grazie. <3

P.s.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2016825&i=1 Questa è una mia nuova FF, e vorrei tanto che voi passaste, grazie se lo fate.
https://twitter.com/_beljectjoner Questo invece è il account Twitter; se volete chiedermi qualsiasi cosa.
Ancora Grazie Mille! <3

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Capitolo 14
*** Il primo giorno ***




13
Il primo giorno


Legenda: Alice; Justin; Alex
 
Driin! Driin!
La sveglia sul comodino comincia a suonare, intonando la canzone di Pink, So What. Ho deciso di impostare quella canzone perché mi dà carica, cosa che serve molto alle sei del mattino. La sera precedente mi sono completamente di impostarla. Ma fortunatamente –o, secondo me, sfortunatamente- è stata la mia mamma ad impostarla. Mi ero abituata a svegliarmi sempre tardi, anche se nell’ultima settimana avevo cominciato ad alzarmi dal letto non più tardi delle nove, essendo troppo elettrizzata dall’incontro segreto con Justin, nella mia stanza. Ovviamente i miei genitori non sapevano nulla delle mie giornate passate sul letto accoccolate a Justin, il ragazzo vampiro che amo. Ed era meglio che continuassero a non sapere. Mi ero completamente dimenticata di questo giorno, fatale per me. Forse è per questo che era finito nel mio angolino –dentro la mia testa- delle cose che non volevo ricordare. Prendo i primi vestiti che trovo, dato che non ho avuto il tempo la sera precedente, apro il cassetto vicino al mio letto, e lo apro, per prendere un reggiseno, uno slip azzurro, e un paio di calzini colorati, da abbinare al pantalone blu chiaro, ed alla maglietta bianca con la scritta ‘forever young’. Le mie Converse bianche, e mi fiondo nel bagno; dopo aver poggiato i miei vestiti sul mobile, accendo l’acqua, e aspetto che esca quella calda. Nel frattempo, penso a Justin, e al fatto che, ovviamente, non era venuto. Aveva rispettato il mio desiderio di rimanere sola, anche se avrei tanto voluto averlo al mio fianco. Purtroppo non ho il suo numero di cellulare, perché avrei potuto benissimo mandargli di un messaggio, scrivendogli che non ero arrabbiata con lui, e che soprattutto, non avevo paura di lui.
L’acqua ormai è calda, mi spoglio completamente, e prima di entrare dentro la doccia, con un codino lego i miei lunghi capelli in uno chignon per non farli bagnare. Niente cuffie sul capo. Le odio; mi danno fastidio, e mi fa il segno della molla attorno al capo, che ci vuol un secolo per toglierlo. Mi passo la spugna, intrisa di bagnoschiuma alla lavanda su tutto il corpo, e dopo un po’ mi risciacquo. Esco dalla doccia, e dopo essermi asciugata, incomincio a vestirmi. Entro in camera mia, prendo la borsa, e prima di scendere in cucina, mi guardo allo specchio: lo chignon mi sta bene, facendo cadere qualche piccola ciocca sulle mie guance, quindi lo rimango così com’è. E niente trucco. Lo odio, mi stanco di farlo, e poi non sono nemmeno brava a metterlo. Finalmente scendo le scale, e guardando l’orologio in cucina, noto che sono già le sette e un quarto. Ma è presto per incamminarmi. La mamma mi viene vicino e mi porge una tazza, con il latte e i cereali che galleggiano nel liquido bianco, con il caffè. Non mi piace molto il latte, infatti non lo prendo mai senza il caffè, oppure mi sentirei male.
-Grazie mamma.
Incomincio ad ingerire qualche boccone mentre guardo ‘Spongebob’ alla Tv. Già diciassette anni e guardo ancora i cartoni animati. Ognuno ha le proprie stranezze, e questa è la mia. A parte il fatto che ho come fidanzato un vampiro..
Aspetta, noi non siamo fidanzati. Ma che importa, spero che me lo chiedere presto però. Non faccio che pensare a lui; ma soprattutto a quello che è. Ho capito che a me non importa chi, o cosa sia. Per me l’importante è che mi ami, come io amo lui…
Eppure non avevo mai pensato di incontrarne uno.. Ormai avevo perso le speranze, ma l’arrivo di quello strano ragazzo mi fece ripensare su tutto. Quello che so, è che ho incontrato il migliore di tutti…
La mamma mi riporta con i piedi per terra, gesticolando con la sua mano davanti al mio viso.
-Alice, ti sbrighi, sono quasi le otto..
Guardo verso l’orologio in cucina. Le sette e cinquanta. Cavolo ero in ritardo! Salii velocemente verso le scale, e mi fiondai in bagno.  Un’ultima ripulita al viso, e una sciacquata ai denti, basta per farmi ‘presentabile’.  Scendo le scale, dove trovo mamma con la mia borsa in mano. Me la porge, e mi saluta con un bacio sulla guancia.
-Buona giornata, tesoro!
-Ciao mamma..
Esco di casa, e mi dirigo verso il luogo che odio di più…
 
JUSTIN’S POV:
Le urla di Alessandra mi fanno svegliare di colpo. Apro gli occhi e la vedo che corre avanti e indietro come una pazza. Mi alzo dal letto mezzo assonnato, e le vado incontro.
-Alex, ma che cavolo ti prende?
-Hai visto che ore sono? Le sette e mezza! Abbiamo meno di mezz’ora per prepararci!
-Prepararci per cosa?
-Justin Drew Bieber! Non mi dire che ti sei dimenticato che giorno è? È lunedi! Ed è il giorno in cui noi…
Faccio mente locale per ricordarmi cosa avrei dovuto fare quella mattina, e.. cavolo. Ora ricordo! Mi fiondo in camera, e dato che è tardi, riesco a malapena a sciacquarmi la faccia e a lavarmi i denti. Fortunatamente ho fatto la doccia la sera prima. Esco di casa, seguita a ruota da Alessandra, e ci incamminiamo verso l’edificio odiato da tutti…
 
ALICE’S POV:
Finalmente sono arrivata: oggi è il mio primo giorno di scuola. Odio la scuola, ma solo perché ci sono quegli idioti dei miei compagni che mi stanno sempre ai piedi.. Sono esattamente le otto, ed entro, come tutti gli anni, sola, senza nemmeno qualcuno al mio fianco. All’improvviso sento due mani che mi cingono la vita, e sobbalzo. Mi giro per vedere chi è: Justin, e al suo fianco c’è anche Alex.
-Ciao, scusa se.. ti ho spaventata.
-No, non mi hai spaventata. Ciao anche a te comunque.
-Va.. tutto bene?
Capisco subito che si riferisce alla sera precedente, e a dire il vero, mi sento benissimo.
-Si, va tutto.. benissimo.
Gli sorrido, e lui ovviamente ricambia con uno dei suoi sorrisi da angelo.. anche se è il diavolo.
-Ciao, Alice!
-Ciao Alex.. non pensavo che voi…- stavo per dire vampiri, ma fortunatamente il mio istinto mi ha fermato- veniste a scuola.
-Bhè Justin ha diciannove anni, ed è stato bocciato un paio di volte, e quindi sta ancora all’ultimo anno. Mentre io, sono ferma ai diciotto anni, e quindi, come te, e Justin, faccio l’ultimo anno. Staremo sicuramente in classe insieme, evviva!
Alex sembrava così contenta di andare a scuola.. quanto avrei voluto avere la sua stessa felicità.
Entriamo tutti e tre nella scuola, c’è un gran baccano, ma appena entriamo noi.. il silenzio. Le ragazze guardano Justin, e i ragazzi ovviamente Alex. Fra poco a tutti esce la bava dalla bocca. Dopo un po’ capiscono che ci sentiamo in imbarazzo, e ricominciano a parlare fra di loro..
‘Hai visto i due nuovi..?’
‘Già, che gran fighi.. ma perché stanno con la figlia del sindaco?’
‘Bhò, forse sono le sue guardie del corpo!’
Justin rideva per tutto quello che dicevano i ragazzi. Ma con lui alla mia destra, e Alex alla mia sinistra, sembravano davvero due bodyguard, che si sarebbero presi anche una pallottola nel petto per me. Il lato positivo, però, è che nessuno dei due si sarebbe fatto male.
Arriviamo davanti ad una classe, che presumiamo sia la nostra, ed entriamo. Non ci sono ancora molti alunni, quindi possiamo benissimo scegliere il posto che ci piace di più.
-Oh, Alice posso mettermi vicino a te, ti prego! Non voglio stare con qualche sfigato, o nerd, ti prego!
-Certo, non ci sono problemi..
-Grazie mille! Justin mi dispiace per te, ma dovrai scegliere qualche altro compagno.
-Già.. sicuramente cercherò qualche bella ragazza..
Lo fulmino con lo sguardo, ed alza le mani in segno di difesa.
-Scherzavo, anche perché la ragazza che mi piace di più qui sei tu..
Oh, quanto è dolce! Si avvicina lentamente, e mi lascia un dolce bacio sulle labbra, che io ricambio ovviamente. Si stacca da me, dopo qualche minuto, e si siede al banco davanti al mio e di Alessandra. Anche se Justin scherzava, spero che vicino a lui non si sieda qualche stupida ragazzina che gli sbava addosso. Ormai la classe è ormai piena, e un ragazzo, si avvicina a Justin.
-Posso sedermi qui, amico?
-Certo, nessun problema.
Justin gli sorride gentilmente, e lui ricambia. Sembra un ragazzo a posto. Lo conosco, non così tanto però. Non ricordo nemmeno il suo nome. E mentre io e Alessandra parliamo un po’, entra il professore. Comincia il primo giorno di scuola.

*Spazio Autrice*
Vorrei scusarmi per il ritardo del capitolo, ultimamente sono stata assente. Vorrei dire alcune cose:
1. Voglio ENORMEMENTE ringraziarvi per le vostre tantissime recensioni, o anche solo per le visualizzazioni. Siete fantastici, grazie mille.
2. Voglio ENORMEMENTE ringraziare le 38 persone che hanno inserito la mia storia nelle seguite, le 10 nelle ricordare e le 28 nelle preferite, vi Amo.
Spero che questo capitolo vi piaccia c:

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Capitolo 15
*** Messaggi ***




14
Messaggi

Legenda: Justin; Alice; Alex

ALICE’S POV:
Il primo giorno di scuola non è andato tanto male, ma solo perché al mio fianco ora ci sono Justin e Alex. Dopo il suono della campana, che ci avvisa che è ora finalmente di ritornare a casa, io, Justin e Alex ci avviamo verso casa.
-Non è tanto male questa scuola..
-Già, è vero! Tra tutte quelle che ho frequentato, questa è quella.. più calma.
La sua affermazione mi fa sorridere.. ‘tra tutte quelle che ho frequentato..’; quante volte aveva frequentato il quinto anno? E Justin? Ci sono tante cose che avrei voluto chiedergli.
-Ragazzi, io mi avvio! Ciao, Alice.. Justin ci vediamo più tardi!
-Ciao…
..l’ha fatto apposta. Per farmi rimanere sola con Justin, e per parlare. Adoro Alex.
Siamo quasi arrivati a casa mia, quando Justin si ferma, ed io insieme a lui.
-Va tutto bene?
-Si.. perché?
-Bhè.. dopo quello che è successo ieri..
A cosa si riferisce, al fatto che ci siamo baciati, o che ho scoperto che è un vampiro?
-Allora, se ti riferisci al fatto che ci siamo.. baciati, è stata la cosa più bella e dolce che mi potesse capitare. Anche stamattina l’hai fatto, e giuro che ho sentito le farfalle nello stomaco, quando ti sei avvicinato.
-Io non mi riferivo a quello..
-Lo so.. era un modo per farti capire che mi piaci.. e tanto anche.
Sorride, avvicinandosi lentamente a me, finché le sue labbra non sono sopra le mie.
-Anche tu mi piaci molto..
Sorrido, e arrossisco per quello che ha appena detto.
-E riguardo a quello che.. sei. Non m’importa.
-Non.. t’importa?
-No.. la cosa importante per me è che ti piaccio. Solo questo conta.
-Non hai paura che io.. ti faccia del male?
-Non lo faresti mai..
Stavolta sono io che mi avvicino a lui, e lo bacio. Dopo essere arrivati davanti casa mia, mi saluta, e se ne va. Entro in casa, e saluto la mamma, e sedendomi a tavola, comincio a pranzare.
 
JUSTIN’S POV:
Sono circa le sei, quando disteso sul mio letto, ho una voglia matta di parlare con Alice. Ma ho appena finito di nutrirmi, e non voglio che lei vede i miei occhi. Non ora almeno. Però come un cretino, non le ho nemmeno chiesto il numero di cellulare. Essendo annoiato, esco dalla mia camera, e scendo in cucina, dove trovo Alex a rovistare tra i mobili.
-Alex, che cavolo fai?
-Cerco qualcosa da mangiare.. cavolo! Ma in questa casa oltre il sangue non c’è più niente?
-A dire il vero, no. Devo ricordarmi di fare la spesa.
-Vabbè, ci perdo le speranze.. tu che fai?
-Penso che dovrei, ma soprattutto vorrei mandare un messaggio ad Alice..
-Eh.. perché non lo fai?
-Perché non ho il suo numero!
-Tutto qui? Ce l’ho io! Me lo ha dato perché gliel’ho chiesto..
-Grazie!
Alex, migliore amica in tutto, mi detta il numero di Alice, e finalmente posso mandarle un messaggio.
 
ALICE’S POV:
Sono seduta sulla mia scomoda sedia alla scrivania, in camera mia (perché tutte le sedie sono scomode ancora non l’ho capito!) a fare i compiti che mi hanno dato il primo giorno di scuola. Ma ci rendiamo conto? I compiti, il primo giorno di scuola!?
Cerco in tutti i modi di concentrarmi sullo studio, quando il mio cellulare comincia a suonare. La tipica suoneria da messaggio. Raccolgo il cellulare che ho lasciato precedentemente sul letto, ed apro il messaggio.

Da: Sconosciuto
Hey! ;)

A: Sconosciuto
Hey! :)

Non so completamente chi è.. Anzi, a qualcuno penso in questo momento.. E ricordo benissimo di aver dato il mio numero ad una sua certa migliore amica.

Da: Sconosciuto
Già capito chi sono?

A: Sconosciuto
A dire il vero mi sono appena ricordata di aver dato il numero alla tua migliore amica.. quindi si, Justin.. so chi sei! :P

Mentre aspetto che mi risponda, salvo il suo numero nel mio cellulare.

Da: Justin
Oh, che peccato! Mi sarebbe piaciuto prenderti un po’ in giro! :/

A: Justin
Mi dispiace, ma sono troppo intelligente u.u

Da: Justin
Ahahahahaha

A: Justin
;)

Da: Justin
Cosa fai? ;)

A: Justin
Cercavo di fare i compiti tu?

Da: Justin
Steso sul letto a non fare nulla..

A: Justin
E tu i compiti non li fai?

Da: Justin
Non sono un tipo da compiti.

Il pomeriggio passa così, tra i messaggi di Justin, e qualche minuto di studio. Il primo giorno di scuola, non è stato poi così male, anzi.. per essere stato il primo giorno con Justin, è stato il migliore..

 

*Spazio Autrice*

Eccomi qui con un nuovo capitolo, scusatemi se ho postato tardi, ma non ho avuto tempo, e proprio ieri il pc ha fatto i capricci :/
Ma ora eccomi qui. Allora, questo è solo un capitolo di passaggio, ma già i prossimi capitoli saranno più fruttuosi (?) LOL
Grazie mille alle persone che ogni volta mi lasciano recensioni, inseriscono la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate. E grazie anche alle
lettrici silenziose (Vi osservo OuO)
Nuova Domanda del giorno (?) - Qual'è il vostro hobby? :*

p.s. continuo a dieci recensioni (Odiatemi Bitch!)

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Capitolo 16
*** Insieme ***


15
Insieme

Legenda: Justin; Alice; Alex

JUSTIN’S POV:
-Su dormigliona! È ora di svegliarsi e andare a scuola.. Dov’è finito tutto quell’entusiasmo di ieri?
Continuo ad agitare Alex per farla svegliare. Sembra che si sia completamente dimenticata della scuola. Finalmente si sveglia, e mi fissa.
-Che palle Justin, ho sonno!
-Lo so tesoro.. ma dobbiamo andare a scuola. Alice ci starà già aspettando.
Borbotta qualcosa, mentre incomincia ad alzarsi finalmente dal letto. Ci prepariamo velocemente ed usciamo di casa.
-Oggi non prendere impegni, perché dobbiamo andare a fare la spesa.
-Non puoi andare solo tu?
-No, perché lo sai che come sono fatta io, compro mezzo supermercato.
Incominciamo a ridere insieme, quando da lontano noto che c’è Alice; viene verso di noi appena ci vede.
-Hey Alex, Justin..
-Ciao piccola..
Mi avvicino a lei, e la bacio dolcemente. Anche se erano  passate solo delle ore, mi mancavano le sue labbra, il suo profumo…
Dopo esserci salutati, incominciamo ad avviarci verso la scuola. Qualcuno continua a guardarci, ma non come il giorno precedente. Forse si sono abituati già ai nuovi, misteriosi abitanti della piccola Volterra. Prima di entrare in aula, mi avvicino ad Alice, e ci allontaniamo un po’ dall’aula.
 
ALICE’S POV:
-Aspetta, prima di entrare.. voglio darti una cosa…
Justin mette una mano in una delle tasche del suo pantalone, e ne caccia una scatoletta blu scuro di pelle, e me la porge.
-Che cos’è?
-È una piccola cosa che ho comprato quando sono andato a Milano con Alez. Prima del concerto abbiamo fatto un giretto per negozi, ho notato questo.. e ho subito pensato a te.
Accenno un sorriso, ed incuriosita, apro la scatoletta. È un braccialetto con una stella come pendente. Luccica molto, ed è..
-Justin, è.. bellissima. Grazie..
Mi butto con le braccia intorno al suo collo, e lo abbraccio forte.
-Sono contento che ti piaccia. Quando ho visto la stellina, ho pensato alla mia stella.. tu.
Che dolce che è.. come si fa a non amarlo? Vorrei tanto dirgli quello che provo per lui. Che lo amo, con tutte le mie forze. Ma ho paura di un suo rifiuto, ho paura di andare troppo di fretta. Rimaniamo per tutto il tempo abbracciati, finché non suona la campanella. Justin mi aiuta a mettere il suo regalo, ed entriamo velocemente in classe.
 
JUSTIN’S POV:
Le cinque ore scolastiche passano velocemente. Sono contento che ad Alice il mio regalo le sia piaciuto, mi piace farla contenta. Ma lo è davvero, con me al suo fianco? E se un giorno perdessi il controllo, e lei avrebbe paura di me?..
..oh andiamo Justin! Tu non le faresti mai del male. Tu la ami, e vuoi solo il bene per lei..
 
***
-Justin?
-Si?
La voce di Alice mi fa ritornare al presente; da quando sono uscito da scuola, non faccio che pensare al fatto che potrei farle del male. Alla persona che amo..
Ora siamo sul prato, uno di fianco all’altro. Dopo aver fatto la spesa con Alex, abbiamo deciso di trascorrere il pomeriggio, solo io e lei, nel nostro luogo preferito, sulla collina che solo noi conosciamo. È davvero bello il panorama che c’è da quassù, me ne ero dimenticato completamente di quanto  è bella la mia città natale: Volterra.
-Cosa si prova.. a vivere per sempre, intendo?
-Non capisco..
-Andiamo! Cioè, hai quasi centocinquant’anni! Cosa hai fatto tutto questo tempo?
-Bhé.. Ho viaggiato..- ‘e ho ucciso gente’. Meglio non aggiungere questa informazione.
-Viaggiare.. spero che la mia minima e insignificante vita basti, per riuscire a vedere tutti i paesi che ho in programma di visitare.
-Certo che ci riuscirai..
-È ovvio che non ci riuscirò mai.. La mia vita non è illimitata come la tua..
-Cosa intendi, scusa.?
-Nulla, sto dicendo solo stupidaggini…
Non può davvero pensare a questo. È per questo che non ha paura di me? Perché vuole vivere per sempre? Vuole diventare.. come me? Un vampiro? Un mostro?
-Posso chiederti una cosa?
-Dimmi..
Mi giro verso di lei, e la guardo negli occhi. Sembra essere pentita di quello che ha detto qualche minuto fa.
-Perché non hai paura di me? qualsiasi altra persona sarebbe scappata a gambe levate.. Ma tu, tu sei rimasta. Perché?
Mi guarda, sembra che voglia leggermi dentro, nell’anima. Quella che io penso di non avere più.
-Perché ti amo..
..’perché ti amo..’ quelle tre parole cominciano a rimbombarmi nella testa. Mi ama. Nonostante sappia che io sono un.. mostro! Di scatto mi alzo, spezzando il nostro legame visivo.
-Come fai ad amarmi? Io sono un mostro.. uccido le persone! Io non merito il tuo amore..
-Tu non sei un mostro! Potrai anche aver ucciso delle persone, ma non volevi farlo. L’hai dovuto fare per sopravvivere!
Siamo uno di fronte all’altro, ma non riesco a guardarla negli occhi. Sono così disgustato di me stesso..
-Hey, Justin, guardami.. hey!
Prende il mio volto tra le sue mani e lo obbliga a girarsi verso di lei. I miei occhi si incontrano con i suoi.. è così bella..
-Justin, io ti amo. E non importa se tu sei un vampiro. Tu per me non sei un mostro, e mai lo sarai.
Si avvicina a me, e posa le sue labbra sulle mie. La avvicino di più a me e le cingo i fianchi, ricambiando il bacio. Restiamo per qualche minuto in questa posizione, dopodiché ci stacchiamo per prendere fiato.
-Promettimi una cosa..
-Farò qualsiasi cosa per te..
-Promettiti che non mi lascerai, qualsiasi cosa accada.. Dimmi che mi ami, e che rimarrai con me.. per sempre.
So benissimo che quel ‘per sempre’ non può essere reale, a meno che lei non fosse diventata immortale.. La prendo tra le mie braccia, e le accarezzo i capelli.
-Alice, io ti amo. E non ti lascerò mai. Rimarremo insieme.. per sempre.
So che sto mentendo, ma lei deve vivere la sua vita; non potrei mai perdonarmi, se dovesse diventare come me.
 
ALICE’S POV:
stiamo scendendo dalla collina, e ci dirigiamo verso casa di Justin.
-Voglio farti vedere una cosa.. da vampiro.
-V-va bene.
Ancora non capisco cosa voglia farmi vedere, e non ne ho la più pallida idea. So solo che sarà qualcosa di fantastico.. e soprannaturale.
Entriamo in casa, e ci dirigiamo entrambi verso la cantina, dove nasconde.. il sangue. L’ultima volta che le ho visto, ero quasi morta di paura. Justin si avvicina al frigo, e aprendolo, prende una delle sacche.
-C’è una cosa che succede.. quando bevo del sangue. Ricordi quando quella sera, sulla collina, portavo gli occhiali?
-Certo, eri così strano..
-Ecco, perché mi ero appena nutrito. I miei occhi cambiano, diventando.. non so come spiegarti. Vorrei fartelo vedere, ma ho il timore.. che tu ti spaventi.
-Voglio vederlo, Justin. Ti ricordi quando quella sera scoprii tutto? Avevi detto che mi avresti detto, e fatto vedere tutto. Quindi non avere paura per me. Io non ne ho di te.
Mi guarda con sguardo compassionevole. Ed apre una delle sacche, incominciando a bere. In qualche minuto, la svuota, e la getta. Ha lo sguardo verso il basso e gli occhi chiusi. Mi avvicino a lui e gli alzo il viso, aspettando che i suoi occhi si aprano.
-Justin non avere paura.. Apri gli occhi.
Li apre in un attimo, e.. i suoi occhi. Non sono più di quel color caramello che io amo tanto. Sono rossi. Rossi come il sangue. Ma non ho paura, perché so che quella persona è sempre Justin. Il mio Justin. Lo bacio, e lui ricambia. Il bacio diventa più passionale, finché in un attimo non ci ritroviamo nella stanza di Justin. I nostri vestiti volano sul pavimento, uno dopo l’altro.. e la serata non poteva finire meglio di così..

*Spazio Autrice*
Eccomi qui.. dopo quasi una settimana, lo so. Scusatemi.
Allora, sembra che Alice cominci a pensare alla propria umanità, e al fatto che non può vivere con Justin per sempre, a meno che lui non la trasformi. Ma per lei l'importante è che si amino, per sempre.
Cosa ne pensate voi?
Se avete qualche consiglio ditemelo pure!

P.s. Continuo a dieci recensioni.

Peace & Love Bitches!

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Capitolo 17
*** Nuovi Arrivi ***


17
Nuovi Arrivi


Prima di leggere il prossimo capitolo, volevo scusarmi per l'enorme ritardo. Ho avuto problemi di scuola (?) ma soprattutto problemi con me stessa.. Non avevo voglia di scrivere. Ma sapendo che a qualcuno di voi ci tiene davvero a questa storia ho continuato. Prometto che non ci saranno più ritardi di questo genere. Grazie mille per aver letto, e buona lettura! N.

Justin; Alice; Alex

-Hey Alice, ti va di fare un po’ di shopping oggi pomeriggio? Per domani non abbiamo compiti.
-Certo, perché no! Dove andiamo?
-Bhè sicuramente fuori Volterra! Qui non c’è nemmeno un negozio!
-Va bene, avviso i miei genitori prima.
-Hey Justin, ti unisci a noi?
Justin guarda davanti, seduto al suo solito banco davanti a noi, con le mani dietro la nuca.
-Guardare voi ragazze per ore ed ore girare per i negozi a provarsi qualsiasi vestito che vediate? No, per stavolta passo.
-Bhé, uno in meno.. E allora, shopping.
-Che shopping sia!
 
Sono passati ormai due mesi dalla sera in cui io e Justin siamo stati per la prima volta insieme. Sono stati i mesi più felici da quando sono nata. Justin è l’amore della mia vita, ed io della sua. Siamo fatti per stare insieme. Non ho mai amato una persona come amo Justin, anche perché ho avuto solo un fidanzato prima di lui.. Mi fa stare bene, mi fa capire che lui c’è, nei momenti belli e nei momenti brutti. Con lui, sono finalmente felice.
-Hey Alice, a che ora oggi?
Alex mi riporta alla realtà. Le ore passano velocemente, con lei e Justin al mio fianco. Non potevo incontrare persone, se così vogliamo chiamarle, più fantastiche di loro.
 
***
 
Sono circa le quattro, e mi sto avvicinando verso casa di Justin, dove Alex mi sta aspettando per fare un po’ di compere solo noi ragazze. La conosco abbastanza bene ormai, da considerarla come una migliore amica. Mi aveva anche raccontato la sua storia, e di come fosse diventata una vampira
 
*flashback*
ALEX’S POV:
-Sai Alice, voglio raccontarti la mia storia. Ovviamente il finale non è ‘vissero per sempre felici e contenti’. A chi di noi vampiri finisce così?
Non ho nulla da fare, sono in casa con Alice, mentre Justin è andato a fare scorta di sacche di sangue. Quindi ho deciso di raccontarle la mia vita, dato che ormai sa tutto. Voglio che lei sappia tutta la verità.
-Era il 1911, io sono nata in quell’anno. Precisamente il venticinque agosto. Io e la mia famiglia abitavamo in un piccolo paesino, in Germania. Avevo due fratelli gemelli, più piccoli di me. Li volevo così bene, compravo loro qualsiasi cosa, giocattoli, caramelle.. oppure li portavo in giro per la città, o a fare passeggiate nei parchi vicino casa nostra. Li.. viziavo, ecco. Alla mamma dava fastidio, perché poi diventavano troppo viziati, ma mi piaceva. A me importava solo farli felice. Avevo un fidanzato, Aaron. Stavamo insieme da quando avevo quattordici anni, mentre lui ne aveva già diciassette. Lo amavo così tanto, avevamo addirittura intenzione di sposarci. Ma a mio padre però non andava giù che la sua prima figlia si sposasse a soli diciotto anni. Io e Aaron decidemmo di scappare, avevamo abbastanza soldi da poter vivere un mesetto, il tempo di trovare un lavoro che ci aiutasse a sopravvivere. Stavamo camminando per le strade di Liverpool. Erano passate due settimane da quando eravamo andati via da casa, senza dire nulla a nessuno. Non avevo lasciato nemmeno una lettera per i miei genitori, per salutarli almeno, o per dirgli che li volevo bene. Purtroppo ancora non avevamo trovato lavoro, ma fortunatamente avevamo una casa, grazie ad un amico di Aaron che viveva da quelle parti. Era piccola, un monolocale, ma bastava per entrambi. Era buio per strada, riuscivamo a vedere a malapena. Sentimmo dei rumori, dietro di noi riuscimmo a notare che c’era una donna. Era bellissima, coi capelli mossi color rame; ci osservava profondamente, e ci sorrideva. Aaron le si avvicinò pensando che le servisse una mano.
‘Le serve aiuto, signorina?’
‘A dire il vero.. ho bisogno di voi.’
Aveva una voce molto suadente.. In un secondo me la ritrovai davanti, e mi morse. Sentii una fitta incredibile, e poi.. il vuoto.

Faccio una piccola pausa, per lasciar Alice comprendere tutto quello che le ho appena raccontato. Non sa ancora nulla dell’intera storia, del tragico finale che ha avuto la mia vita. Ripensare a quello che accadde, mi fa scendere una lacrima. Alice mi guarda in modo confuso. Così decido di continuare.
-Mi risvegliai nella mia casa, dove vivevo con Aaron. Mi guardai intorno, ora era tutto più.. ‘nuovo’. Riuscivo a sentire meglio, a guardare meglio. Mi sentivo bene, anche se leggermente strana. All’improvviso sentii il rumore della porta, e vidi entrare Aaron. Mi si avvicinò, e notai che aveva gli occhi gonfi, forse perché aveva pianto. Mi chiese se stavo bene, e gli risposi che non mi ero mai sentita meglio. Mi raccontò tutto: ero stata morsa da quella vampira sconosciuta, e quando lui capì quello che stava succedendo, prese una lastra d’acciaio che trovo poco lontano dal luogo dove eravamo. Glielo conficco dritto nel cuore, prima che mi uccidesse del tutto. Io caddi a terra, e notò che respiravo ancora, e così mi aveva riportato a casa. Ero felice di essere ancora viva, anche se mi sentivo strana. Andai verso di lui e lo abbracciai, ma.. sentii il suo battito leggermente accelerato, e guardando il suo collo, mi sentii come se avevo tanta fame..
In un secondo affondai i miei denti nella sua carne: non sapevo nemmeno quello che stava succedendo, figuriamoci quello che stavo facendo. Solo dopo averlo ucciso capii tutto. Vedere il suo corpo morto, lì a terra, davanti ai miei occhi…
Ero un mostro. Appiccai un incendio nella casa, così che non avrebbero trovato il cadavere. Poco prima di abbandonare del tutto la mia precedente vita, tornai a casa mia, senza però farmi vedere da nessuno. I miei fratellini stavano giocando nel giardino, quando mi videro. Prima che potessero avvisare i miei, scomparii per sempre. Non li vidi più, ma so che hanno avuto una bella vita, dei figli, dei nipoti..
Durante la mia vita, ho incontrato una seconda volta la mia.. ‘creatrice’, se è così che vogliamo chiamarla. Quando mi vide, si ricordò subito di me, ma non volle uccidermi. Riusciva a leggere nel pensiero, e scoprì quello che avevo fatto all’uomo che aveva cercato di ucciderla. Mi disse che dovevo vivere con quel rimorso, per sempre.

Alice ha le lacrime agli occhi, ed anche io. Solo una persona sapeva tutta la verità: Justin.
-Quando conobbi Justin, non ero molto.. esperta. Ma grazie a lui, capii come doveva fare, e come ‘sopravvivere’ senza fare troppo.. errori. Lui mi ricorda tanto i miei fratelli. Spensierato, e vivace, proprio come loro.
Le lacrime dal viso di Alice sono scomparse, ora ha un bel sorriso stampato sul volto.
-Sono felice. Non fraintendermi, sarai stata malissimo, per quello che hai fatto.. al tuo ragazzo. Però dopo quello che ti è successo, hai avuto Justin al tuo fianco. E forse penserai che io sia egoista.. ma se tu non avessi incontrato Justin, forse io e te ora non saremmo qui a parlare.
Le nostre risate rimbombano nella stanza. Alice è davvero una buona amica.

 
ALICE’S POV:
Finalmente sono arrivata, busso alla porta, e dopo un po’ viene ad aprirmi Justin.
-Hey, piccola..
Mi cinge i fianchi e mi bacia.
-Vieni, Alex è in garage.
Ci dirigiamo verso il garage. Vedo Alex seduta su una moto, pronta a partire.
-Ehm, non avete un auto? Per forza con la moto?
-L’altra volta al lago siamo andati con quella!
-Si, e avevo una paura tremenda. Pensavo lo avessi capito da come mi stringevo forte a te.
-Oh, andiamo Alice! Sono una vampira centenaria, e molto forte. Se capitasse qualcosa, tu saresti al sicuro.
La sua affermazione mi fa rabbrividire. Le avevo promesso che avremmo fatto shopping, e stranamente, i miei genitori mi avevano dato il permesso. Non posso rifiutarmi proprio ora.
-Va bene, andiamo.
Dopo aver salutato Justin con un bacio, salgo sulla moto e stringo forte Alex.
-Tieni forte, si parte!
 Il viaggio dura almeno mezz’ora, e quando arriviamo nel paese più vicino, parcheggiamo la moto, incominciando a gironzolare un po’ per i negozi.
 
***
 
Mentre Alex sta provando dei vestiti, mi allontano verso lo scompartimento degli accessori, quando un ragazzo si avvicina a me..
-Carini, vero?
-Si, molto belli, ma costano troppo per me.
Il venditore si avvicina a noi e ci chiede se vogliamo comprare qualcosa. Il ragazzo misterioso prende una collana con la mia inziale, e me la porge, pagandola al posto mio.
-Tieni è un regalo, e non puoi rifiutare..
-Ehm, grazie..
Ora che lo osservo meglio, è molto carino. I suoi occhi sono un azzurro, che sembra quasi ghiaccio, ed ha i capelli castano. Il suo sorriso è.. spettacolare. Mi aiuta ad indossare il ciondolo.
-Come fai a sapere come mi chiamo?
-Scusami?
-Il ciondolo.. la A, è la mia iniziale. Mi chiamo Alice.
-Oh, Alice, ma che bel nome. Io mi chiamo Max, piacere.

JUSTIN’S POV:
Dopo che Alice è andata via con Alex, esco anche io un po’ da casa, e mi avvio verso il supermercato, a fare la spesa. Fortunatamente per noi la spesa basta farla anche solo una volta al mese. Bhè, quando si tratta di cibo umano, si intenda. Velocemente torno a casa con la piccola busta piena di qualsiasi cibo che piace soprattutto ad Alex, e incomincio a posarle negli appositi cassetti. All’improvviso, mentre sto salendo le scale, sento dei rumori provenienti dal salotto. Scendo, e lentamente cammino verso il rumore che ho appena sentito. In salotto non c’è nulla, però ero sicuro di aver sentito qualcosa.
-Carina la casa. È quella in cui abitavi quando eri ancora umano?
Qualcuno è dietro di me, e so molto bene chi è. La persona da cui sto scappando da quasi sessant’anni. L’uomo a cui ho distrutto la vita. E che ora vuole distruggere la mia. Riley.

 

*Spazio Autrice*
Dopo più di un mese, o meno non so, rieccomi qui. Allora, due nuove reclute (?) lol.
Riley.. e Max. Chi saranno questi due bei giovincelli? Amici.. o nemici?
Lasciatemi qualche recensione, grazie... e alla prossima! :*

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Capitolo 18
*** Avviso ***


Ciaoo! So che vi aspettavate il capitolo. Questo però è solo un avviso. Ma non preoccupatevi non scrivo per dirvi che non continuerò a scrivere.. Ma purtroppo non posso aggiornare al momento dato che non ho internet al pc. Aggiornerò appena potrò. Spero che pazientirete un altro po. Scusate ancora! ♥

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Capitolo 19
*** Il nemico ***


18
Il nemico


Justin; Alice; Alex; Max


ALEX’S POV:
-Alice!?
Mentre finisco di provare dei vestiti, esco dal camerino, e noto che Alice non c’è. Comincio a cercarla e a chiamarla, quando la vedo vicino ad un ragazzo che sorride e scherza.
-..bhè, non ti ho mai vista da queste parti.. Di dove sei?
-Non siamo di qui, e basta saperti questo.
Notano che ci sono anche io vicino a loro, e il ragazzo mi fissa. È molto carino, se non bellissimo, anche se, non ne capisco il perché, non mi fido di lui. Si avvicina a me, e mi porge la mano.
-Piacere, sono Max.
Ricambio, e gli stringo la mano. È freddo, proprio come.. Divento subito seria.
-Chi sei?
Lascio la sua mano, e in un secondo sono vicino ad Alice.
-Alex, ma che..
-Alice, incomincia ad andare vicino alla moto, io arrivo subito.
-E lo shopping?
-Per oggi abbiamo finito con lo shopping.
-Va bene.. allora, ciao Max.
-Alice..
Max sorride ad Alice, e continua a fissarla mentre lei si allontana. Lo prendo per il collo e lo allontano da li, per non farci vedere da nessuno. Lo sbatto contro il muro, e stringo di più la mano intorno al suo collo.
-Hey dolcezza, se vuoi qualcosa di più da me, non credo che sia il posto adatto non credi?
-Prima ti ho fatto una domanda, e non mi hai ancora risposto. Allora, chi sei?
-Sono solo un vampiro innocente che stava facendo un giro. Ho visto quella ragazza così carina, e avevo pensato di provarci. Non volevo mica mangiarmela.
Incomincia a ridere. Questo tipo è proprio un idiota se pensa di saper fare battutine.
-Perché il mio sesto senso mi dice che non devo crederti?
-Perché io sono proprio come te e il tuo amichetto, bevo dalle sacche. Anche se come te, vorrei tanto farlo da una vena.
Mentre lo ascolto parlare, la situazione si capovolge. Ora è lui che mi sta strangolando, ed è anche molto forte.
-Come fai a sapere che..
Mi stringe così forte il collo che non riesco nemmeno a parlare. Fottuto stronzo. Dopo un po’ capisce che sta incominciando a farmi male, e così si stacca da me, facendomi cadere in ginocchio davanti ai suoi piedi.
-Perché ho una specie di.. potere. Posso conoscere tutta la tua storia nel momento esatto in cui ti guardo negli occhi.
Ci guardiamo di nuovo negli occhi, per poi andarsene, e lasciarmi sola lì a terra.
-Ah, mi dispiace, per il tuo fidanzato..
 
JUSTIN’S POV:
-Tu che ci fai qui?
-Bhè potrei chiederti la stessa cosa.
Riley lo conosco da quasi settant’anni. Sono scappato così tanto tempo da lui.. che ormai sono stanco.
-Sono stanco di scappare.. Ora cosa farai, mi ucciderai?
-No, sono stanco.. facciamo pace.
-Tu che fai pace con me? Dov’è il trucco?
-Nessun trucco..
Mi sorride. Quel sorriso falso ormai l’ho imparato molto tempo fa. Riley mi ha sempre odiato per quello che gli ho fatto, non vuole fare pace. Ha qualcosa in mente.
-Dopo quello che ti ho fatto, e dopo che mi hai promesso che mi avresti cercato per l’eternità in qualsiasi luogo, tu vuoi perdonarmi?
-Bhè si.. hai ucciso mi sorella, e fatto quasi fuori anche me, ma non possiamo passare il resto della nostra vita, cioè l’eternità a scontrarci e ad odiarci, non credi?
-Sei qui da solo?
-Cambi discorso.. comunque se intendi se in questa precisa città, e in questo preciso momento sono solo o in compagnia.. no. Sto con un amico, che credo abbia già conosciuto le tue.. amiche.
Incomincio a sbiancare, mentre lui continua a ridere. Velocemente prendo il cellulare, e digito il numero di Alice. Il cellulare suona a vuoto, finché non sento la voce di Alice, che mi calma.
 
ALICE’S POV:
-Pronto Justin?
Justin mi ha appena chiamato, ma dopo aver risposto lui non parla, non dice nulla.
-Justin, tutto bene?
-S-si va tutto bene, voi? Fatto compere, conosciuto.. qualcuno?
Come faceva a sapere che avevo conosciuto Max? O forse me lo aveva chiesto così, per curiosità.
-Bhè, abbiamo fatto compere, e ho conosciuto un ragazzo molto carino.. ma non essere geloso, io amo solo te.. Comunque ora è con Alex, chissà cosa staranno facendo insieme.
-Tu dove sei?
-Vicino alla moto, sto aspettando Alex che torna.. perché? Justin, si può sapere che succede?
-Niente, aspettami lì, arrivo tra poco.
Justin stacca velocemente, quindi riposo il cellulare in tasca. Ma perché era così nervoso? E Alex che fine ha fatto? Poso le buste sulla moto, e vado a cercarla. Dove l’avevo lasciata prima con Max, ora non c’è più. Né lei, né lui. Continuo a cercare, ma niente. Decido di ascoltare Justin e torno alla moto, aspettando che lui arrivi. Sono sola, e ho una fottuta paura.
 
JUSTIN’S POV:
Alice sta bene, ma il problema è che Alex non si trova. Prendo la giacca in camera mia, e vado verso la Porche che ho in garage. Entro in macchina e la metto in moto, quando al mio fianco si posiziona Riley.
-Sei un bastardo..
-Ah-ah, piano con le parole amico, non sei nella posizione giusta per insultarmi.
-Quella della pace era solo un pretesto per dare tempo al tuo amico di prendere la mia migliore amica.
-No, non è vero..
-E allora cos’hai intenzione di fare?
-..mmh, questo!
Rieccomiii!
Dopo tanto tanto tanto.. tanto (?) tempo, sono ritornata!
un IMMENSO mi dispiace per non aver più aggiornato, ma la promozione internet era finita, e per problemi economici non potevo permettermela in quel momento..
ma ora sono di nuovo qui, e spero che continuiate a leggere la mia storia. Fatemi sapere! Ciaoo ((:

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