Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia

di samaralove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Il piano di Elisabeth e l’arrivo del re ***
Capitolo 3: *** ... Elisabeth a cena con il Re ... ***
Capitolo 4: *** A caccia con il Re ... e la sincerità. ***
Capitolo 5: *** Il Segreto viene svelato … ***
Capitolo 6: *** La mia nuova vita … un nuovo inizio … come una rosa rossa con le spine. ***
Capitolo 7: *** La Preda ... ***
Capitolo 8: *** Gelosie ... ***
Capitolo 9: *** amicizie ... ***
Capitolo 10: *** L'amore... ***
Capitolo 11: *** La partenza ... ***
Capitolo 12: *** ll viaggio ... ***
Capitolo 13: *** Arrivo a corte, con benvenuto ... ***
Capitolo 14: *** La corte ... ***
Capitolo 15: *** Elisabeth alla corte ... ***
Capitolo 16: *** Il roseto... ***
Capitolo 17: *** Preparazioni : il palazzo in subbuglio ... ***
Capitolo 18: *** Il ballo ... ***
Capitolo 19: *** Il valzer ... ***
Capitolo 20: *** Le malelingue... ***
Capitolo 21: *** Robert e la festa di San Valentino ... ***



Capitolo 1
*** prologo ***


 




 

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …
 

Prologo


Come tutto ebbe inizio ...


***

       
L'eta della fanciulleza è il periodo più bello della vita umana. L'eta dove i doveri e le decisioni non lasciano segni indelebili nell'anima. Dove una decisione sbagliata può essere modificata e un dolore dimenticato. In quell'eta si pensa solo a giocare, correre e ridere come se fosse l'ultima volta.Le emozioni e i sentimenti sono amplificati da una visione pura e semplice, quella sterile dell'infazia. E' così che ricordo con amore la mia infanzia, dove il potere e l'ambizione non aveva avvelenato la mia famiglia. Dove i miei fratelli ed io potevamo sperare in un futuro tutto nostro, felice e libero. Ma con un padre che amava picchiare i figli e maltrattare la moglie, perchè di casta inferiore, non potevamo sperare a qualcosa di diverso di matrimoni combinati dove l'unico collante era la ricchezza e non un sentimento di amore o di amicizia.
Ricordo ancora le corse nei prati, con mio fratello più grande di me di tre anni. Ma soprattutto ricordo le volte che mi ha difeso prendendole al mio posto. Per me lui era tutto , un fratello , un amico e un padre. Il sentimento che ci legava era unico e indistruttibile. La felicità dell'uno, rendeva felice l'altro. Come fratello maggiore desiderava proteggermi e vedermi felice. Il nostro motto era insieme per sempre. Sapevamo che poi con il tempo tutto sarebbe cambiato, tutto cambia. Ma il nostro volerci bene no, mai. Anche da lontano il sentimento non sarebbe cambiato. L'arrivo di Maria ci unì ancora di più, era una creatura così piccola e fragile, sembrava un angelo bisognoso di protezione. La piccola doveva essere protetta e solo Enrico ed io potevamo, nostra madre era troppo debole e fragile per contrastare nostro padre.
Enrico era un bambino, dolce e premuroso con un grande cuore. Un bellissimo bambino, sin da tenera età. Aveva capelli neri e occhi chiari.
Maria sin dalla nascita era bellissima, sembrava un angelo. I suoi capelli erano biondi come il grano e i suoi occhi azzurri come il cielo in estate. La sua pelle era candida e perfetta. Lei era l'angelo di casa. Da bambina perfetta, passò molto velocemente a ragazza perfetta per il matrimonio. Non si poteva non amarla, la sua dolcezza non aveva eguali.
Mia madre Cristina, è una donna bellissima, di basso rango rispetto a mio padre, bella ma debole, che non è mai riuscita a contrastare mio padre, ma solo a subire. Ma in fondo è nostra madre e per quello che ha potuto c'è stata accanto e ci ha amato con tutto il cuore. E' una donna magra dalla carnagione chiara, capelli biondi e occhi chiari, con un viso dolcissimo.
Mio padre William Enrico Bennet è un uomo burbero dagli occhi scuri e capelli scuri. Un bell' uomo , se non si considera il suo carattere e la sua indole.
E' un mostro, non ha cuore, ma c'e di peggio, no? Si c'è di peggio, ma io ancora non ne ero a conoscenza, il mio destino stava per bussare alla porta ed io dovevo rispondere, contenta o no questa è un’altra storia.
Io sono sempre stata una bambina ribelle, che amava cavalcare e giocare come se fosse un maschio. Io ero la ribelle, la strega sedotta dal demonio, perché contrastava il volere di nostro padre. Prima per gioco, poi per passatempo e infine, dovere, per proteggere i miei fratelli. Infondo cosa ci si poteva aspettare, da una bambina dalla pelle diafana, occhi azzurri cosi chiari da sembrare ghiaccio e capelli neri come la pece, ricci e ribelli, che con un solo sguardo può gelarti il sangue.
Mio padre diceva che ero carina, ma solo se stavo zitta, peccato che non lo accontentavo mai.
Amavo andare a caccia e cavalcare con il mio fidato cavallo Aria, insieme a mio fratello, lo so non è molto da signore, ma che importa.
Senza badare agli alti e bassi nella nostra famiglia, non stavamo male, in fondo eravamo una famiglia nobile di campagna e nulla ci mancava. Bè se non contavi la mancanza della libertà, peccato che il mio unico desiderio era proprio quello. Non desideravo l'amore né una famiglia. Ma non avevo fatto i conti con il destino. Un destino tessuto alla mia nascita, più grande di me, che non poteva essere cambiato e che io non avrei volevo cambiare, ma questa è un’altra storia. Io sono una semplice ragazza a cui sta stretto il mondo che la circonda. Dove ti viene imposto cosa dire e fare, chi amare e sposare perchè sei donna, qui si usa così. Gli uomini sono padre padrone, passi sotto la podestà del padre per finire in quella del marito, che ovviamente non ti sei scelta. Io non voglio questo. IO voglio essere libera.
Ma ancora non sapevo che amare é essere liberi... l'amore è un’altra faccia della libertà... ma andiamo per gradi.
Il tempo passava e i figli Bennet crescevano e da bambini diventarono ragazzi. Enrico diventò un bellissimo uomo con un corpo snello e atletico, incorniciato da occhi penetranti e un sorriso che scioglie il cuore. I suoi lineamenti erano marcati e perfetti. Amava andare a caccia e vestirsi con abiti comodi. Indossava sempre pantaloni di pelle e camicie bianche che lo rendevono molto intrigante e sensuale.
Maria è Maria, un angelo, non si poteva dire altro. Era fine ed educata, riusciva a incantare con la sua dolcezza e bellezza chiunque, come si poteva dirgli di no.
Io bè ero sempre la solita, capelli ricci al vento ,indomabili e lunghi che incorniciavano una ragazza forte e ribelle. Ero considerata bella, molto bella ma, c'e sempre un ma con me: troppo testarda e capricciosa non adatta per il matrimonio, come se a me importasse qualcosa.
Il mio nome è Elisabeth Bennet la ribelle e questa e la mia storia...
Poi un bel giorno, per così dire, tutto cambiò. Avevo appena compiuto sedici anni e in tutto il regno giunse voce che il Re avrebbe fatto visita a ogni feudo, per allacciare amicizia e alleanze. Il Re era succeduto al fratello, dopo la morte di quest’ultimo, sopraggiunta a causa di una ferita mortale ricevuta durante una guerra sanguinosa, senza vincitori né vinti per una terra che non ci apparteneva. Una guerra che ha ucciso tantissimi fratelli in nome di un Re senza spina dorsale né cervello e probabilmente anche questo Re non era da meno. Ma tutti sapevano qual era il vero motivo della venuta del Sovrano. Il vero motivo era di consolidare il suo potere appena ricevuto e di trovare moglie. A quanto pareva le donne a corte non erano di suo gusto. Oppure avendole già provate, aveva voglia di carne fresca.
Ma non è questo il punto, non volevo che venisse perché immaginavo cosa sarebbe successo con la sua venuta.
Dopo aver visitato ben tre nobili, arrivò il nostro turno, per la felicità di nostro padre.
Era mattina e fui convocata in biblioteca, da lui. Cosa che portava sempre guai, per chi era convocato.

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Studio del signor Bennet ...

Arrivai davanti alla porta e bussai...

<< Entra Elisabeth ho bisogno di parlarti ... >> Disse mio padre, felice, con una luce strana negli occhi.

<< Ditemi padre, che cosa è successo? Se è per ricordarmi che tra poco arriverà il Re e dovrò fare la brava, lo so già, non vi dovete preoccupare. >>. Dissi guardandomi attorno, la situazione non mi piaceva per niente.

<< Non è per questo che ti ho convocato. Quando arriverà dovrai essere gentile con lui e accontentarlo su ogni cosa. Hai capito cosa intendo... su ogni cosa... >>. Mi disse con fervore.

<< Cosa? Non credo di aver capito, cosa mi state chiedendo! Volete che diventi la sgualdrina del re? >> Risposi indignata .

Vedendo che non rispondeva cominciai ad urlare...

<< No. No, non lo farò padre. E' immorale e sbagliato, ho detto di no e non lo farò! >> Dissi infuriata, urlando.

Mio padre infuriato, a causa della piega che aveva preso il discorso si avvicinò e mi schiaffeggiò facendomi cadere a terra...

<< Non ti permetto di parlarmi così. Tu farai quello che ti ho detto, che ti piaccia o no. Sono stato chiaro? >> Disse infuriato ad alta voce mio padre.

<< Tu non sai che prestigio riceverà il nostro casato, se diventerai la sua amante. Poi ti farà sposare con un conte e sarai ricchissima, tu non capisci... se Maria fosse una po’ più grande... >> Disse risoluto.

Infuriata e stufa dei discorsi di mio padre, risposi senza che finisse di parlare...

<< Chiedo scusa, non volevo, mancarvi di rispetto padre. Farò quello che mi avete ordinato... a modo mio però... >> Dissi uscendo dalla biblioteca senza aspettare la risposta.

Uscita dalla porta corsi in camera di mio fratello, sperando che fosse solo. Ultimamente stava facendo strage di cuori.

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Camera di Enrico...

Arrivata bussai.

Dopo pochi minuti mio fratello aprì e vedendomi con un taglio sul labbro mi fece entrare in camera sua, infuriato, maledicendo nostro padre e nostra madre che lo permetteva. Entrata mi sedetti sul suo letto e lui mi stinse a se come usavamo fare da piccoli. La camera era grande con un armadio di noce coloniale a due ante e un baule, entrambi strapieni di vestiti. Vicino alla finestra c'era una scrivania in noce, dove vi erano posati fogli e libri da lettura. Il letto a due piazze si trovava al centro della stanza vicino alla finestra. In estate quella stanza era il nostro ritrovo per la lettura.

<< Tesoro, che cosa è successo questa volta? Ho una voglia matta di ucciderlo, non sai quanto. >> Mi disse premuroso.

<< Vuole che diventi la sgualdrina del re … >> Dissi fissandolo.

<< Cosa? >> Chiese mio fratello non riuscendo a capire.

<< Sì, ma il gioco è nelle mie mani ... non otterrà niente di quello che desidera. >> Risposi risoluta e sicura di me.

Detto, questo esco dalla stanza e vado alla ricerca di mia madre...

La trovai nella stanza del cucito...  

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Stanza del cucito ...

Appena mi vide entrare ...

Vedendo il labbro gonfio mi si avvicina …

<< Che cosa é successo tesoro? >> Mi chiese mia madre preccupata , esaminando il danno.

<< Papà vuole che diventi la sgualdrina del re … >> Dissi a bruciapelo.

Non udendo nessuna risposta da mia madre...

<< Tu sapevi madre come puoi accettarlo... fai qualcosa ti prego... >> Continuai pregandola.

<< Non posso tesoro... sai come è tuo padre... se Maria fosse più grande... >> Rispose triste.

Udendo queste parole cominciai ad urlare...

<< Madre cosa dite? Non potete dire questo... poi di Maria ... è così fragile... non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico... a Maria poi... non ci posso nemmeno pensare... meglio me ... io so difendermi... so cosa devo fare... >> 
Dissi furiosa. Con questo uscì dalla stanza ... dove stava per entrare Maria incredula che io avessi alzato la voce con nostra madre, non lo avevo mai fatto.

<< E’ questo il problema >> Rispose, ma non capì mai cosa intendeva con quelle due parole...

I giorni passarono velocemente mentre il mio piano prendeva forma e si consolidava. Sembrava intelligente e ben articolato... un piano semplice ed efficace... infatti, un ottimo piano, riuscito alla perfezione tranne che...

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Continua ...




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Le foto dei personaggi:


    Elisabeth Bennet        Enrico Bennet       Maria Bennet




    Cristina Bennet        Wiliam Enrico Bennet

 




 

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Capitolo 2
*** Il piano di Elisabeth e l’arrivo del re ***


 





Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

Capitolo 1

 Il piano di Elisabeth e l'arrivo del re ...

***

     

 

I giorni passano e l’arrivo del Re si avvicina. Qui nella tenuta sono tutti in fermento, chi lucida l’argenteria, chi pulisce i lampadari e sostituisce le candele consumate.Tutti non vedono l’ora, di conoscere il Re ,l’unica che vorrebbe che il tempo si fermasse sono io. Nella mia camera, sono comparsi misteriosamente nuovi abiti di bellissimo broccato e pizzo, degni di una principessa. Abiti che non erano mai finiti in camera mia, neanche per sbaglio. Gli abiti migliori erano sempre destinati a mia sorella Maria, non che la cosa mi disturbasse. Non ero fatta, per abiti di lusso, io ero sempre di corsa e a cavallo, ero tutt’altro che una principessina. Ma adesso erano tutti sul mio letto e la mia nuova cameriera cercava di sistemarli nel mio armadio. La mia piccola libertà, dove potevo indossare abiti comodi per cavalcare stava per finire. Per dare il via alla nuova Elisabeth, desiderata da mio padre, che mi voleva come la sgualdrina del Re. Ma il desiderio di mio padre non si sarebbe mai realizzato. Infatti, insieme a mio fratello avevo progettato un piano, per far scappare il Re dalla tenuta in meno di tre giorni. In fondo, sono una semplice ragazzina, perché doveva proprio volere me come sua sgualdrina. Vi erano così tante ragazze, molte più carine di me, desiderose di accontentarlo. Perché proprio io che non desideravo farlo? Se mostravo il mio lato più selvaggio, la mia bellezza si sarebbe offuscata, da divenire indegna di tale onore.Ovviamente parlavo senza conoscere la vera indole del re. In fondo, nessuno nelle campagne lo aveva mai conosciuto. Solo quelli della corte avrebbero potuto ridire del mio pensiero e per sfortuna non potevano avvertirmi del mio grosso abbaglio. Soprattutto perché il Re non cercava né moglie né amante o almeno era quello che il lui credeva. Mi stavo preparando in modo esemplare, avrei proposto di andare a caccia, in nome del sovrano. Ovviamente avrei partecipato mostrando la mia grande bravura, probabilmente superiore di quella del Re e cavalcando da sola. Entrambe sconvenienti per una futura donna e sua possibile sgualdrina. Maria, era contraria a tutto ciò. Perché riteneva che il piano fosse troppo pericoloso e che avrei subito delle conseguenze. Quanto aveva ragione , ma non sono un tipo che si piange addosso. Soprattutto perché una decisione sbagliata, a volte, può portarti sulla retta via. Dato che il Re sarebbe potuto arrivare da un momento all’altro, ero stata obbligata, a indossare da subito i nuovi abiti, con l’aiuto della mia nuova cameriera di nome Sara.
Quegli abiti, erano una tortura. Erano stretti in vita e al seno, mi sentivo soffocare. Tutto ciò solo per mostre una vita sottile e un bel decolté.

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Nella camera di Elisabeth...

Com’era rituale i miei pomeriggi più caldi, dove era impossibile restare fuori di casa senza soffocare dal caldo, li passavo nella mia camera insieme ai miei fratelli. Questi pomeriggi, venivano passati ad ascoltare Enrico leggere racconti su storie d’amore di altri tempi, mentre io intrecciavo i capelli di Maria, come a lei piaceva. La mia camera era molto spaziosa e piena di luce. Le finestre coprivano un' intera parete, facendo giochi di luce meravigliosi. Come i miei fratelli, avevo un armadio a due ante e un baule, dove riponevo i miei abiti. Il mio letto era un matrimoniale. Era un letto a baldaccchino. Le tende del baldacchino erano viola, il mio colore preferito. La mia scrivania era piena di libri, amavo leggere. Eravamo seduti sul mio grande tappeto morbido sotto la finestra. La tenda della finestra era aperta, per far entrare maggior luce possibile senza far entrare il caldo.

<< Enrico, questa storia è sublime. Vorrei anch’io un amore così >> Disse la piccola Maria felice.

<< Maria, sai che questi sono solo libri. Non è la realtà. Non illuderti di poter avere un amore idilliaco come il loro. Non esiste un amore così. Prima lo capirai e meglio sarà per te. >> Gli risposi acida.

<< Lizza, come sei negativa oggi! Che ti succede, tesoro? >> Mi disse mio fratello , un pò sconcertato dalle mie parole.

<< Non lo so! Mi sento strana. Sento che sta per succedere qualcosa. Un qualcosa che non mi piacerà. Di questo sono certa. >> Continuai stranita. Sapevo che stava per succedere qualcosa.

<< Lizza, così mi fai preoccupare. Lo sai, di solito quando lo dici, succede davvero. >> Disse Enrico preuccupato.

<< Lizza? >> Mi chiamò Maria, preuccupata anche lei.

<< Tranquilla. Ci sono io con te. Non ti succederà nulla te lo prometto. Hai la mia parola. >> Dissi sicura.

Mi ero imposta che il mio unico compito nella vita sarebbe stato solo uno, per rimediare a una promessa non mantenuta. Una promessa dettata dal cuore, che non era stata mantenuta perché ero assente nel momento che accadde il terribile disastro . Anche se fossi stata presente non avrei potuto fare nulla per impedire quel che accadde quel pomeriggio di tanti anni fa. Mi sentivo responsabile dell’accaduto, anche se non ero io la causa del suo dolore. Perché una piccola anima era stata distrutta, rendendola ancora più fragile e in cerca d’aiuto, come un naufrago in mare aperto. Mi sentivo indegna di provare un po’ di felicità, perché non ero riuscita a proteggerla. Ma allora non sapevo che la mia felicità avrebbe portato felicità anche ad altri. Perché l’amore è come una catena, più dai e più ricevi. Ringrazio il destino che mi ha voluto bene. Ovviamente, quello che stava per succedere non poteva essere né impedito né rallentato. Era il destino che stava facendo capolino nella nostra vita. L’avrebbe cambiata per sempre, basta poco per travolgerti e portarti lontano. Il destino, è come un tornado o un uragano: passa e porta via, lasciando morte, detriti e distruzione. Solo l’amore, può far risorgere e guarire le ferite imposte da piccoli, da un padre violento che sporca l’anima, nel profondo. Dove solo l’amore di un uomo giusto, la tua vera anima gemella, può cancellare il tutto e farti rinascere. Avvolte l’apparenza inganna. Ma il cuore non puoi mai ingannarlo. Puoi non ascoltarlo o non seguirlo, ma lui non ti tradirà mai. Perché lui sa verità che il cervello non può sapere né riconoscere. Può un solo sguardo cambiare il destino, di mille o cento vite ? Sì, può, io l’ho scoperto. Ringrazio la mia buona stella per il percorso intrapreso quel pomeriggio, che mi ha portato alla conoscenza di me e del mio cuore. Può, un cuore trafitto e sanguinante risorgere e riuscire ad amare ancora? Può una persona, che non è né un genitore né un fratello o sorella, ma un estraneo , salvarti e diventare più importante della tua vita? Si può rinunciare a tutto, anche ai propri desideri per la persona che si ama? Scoprendo che, in realtà l’unico desiderio reale, giusto e distruttivo nello stesso tempo, è l’unica cosa egoista che ti porta alla felicità. Che ti porta a credere, nelle storie d’amore d' altri tempi, a cui fino ad ora non hai mai creduto. Dove il tuo rammarico del passato e stato solo uno: non averci creduto. Infatti, verso metà pomeriggio, arrivò il messaggero del Re che ci informava del suo arrivo. In quell’attimo, persi un battito. Con la coda dell’occhio intravidi il passaggio di una colomba. Di solito associata a una buona notizia. Ci sperai, con tutto il cuore. Dopo il restauro, come lo chiamo io, alla mia persona da parte di Sara, fui pronta per ricevere l’arrivo del Re. Ci disponemmo tutti in fila. Da una parte i nobili e dall’altra parte i nostri collaboratori. Maria, terrorizzata, mi stingeva la mano destra ed Enrico mi dava forza stringendomi la sinistra. Mio padre non stava più nella pelle. Già pregustava l’avanzamento di prestigio della nostra famiglia, dopo la vendita della propria figlia. Ma solo in seguito capì che l’unica che aveva capito qualcosa di tutto questo, era mia sorella. Come io percepivo i cambiamenti, lei ci vedeva lungo. Capì, che bastava una spinta al momento giusto e tutto sarebbe andato per il meglio. Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto ad indirizzarmi sulla retta via.

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All'entrata...

Il rumore della ghiaia mossa dagli zoccoli dei cavalli ci annunciò l' arrivo del Re.
Odiavo quell’uomo e ancora non lo conoscevo. Avevo sperato così tanto che non arrivasse mai. Ma una parte di me era curiosa. Per questo odiavo anche me stessa, per la mia stupidità.Il Re era un uomo fiero, dritto sul suo cavallo nero come la pece. Aveva uno sguardo così simile al mio. Uno sguardo di un uomo che aveva sofferto e che sta ancora soffrendo.
Era bellissimo, capelli neri come la notte e due occhi da favola, azzurri come i miei. Un mare di ghiaccio, dove avrei voluto annegare.
Mi maledissi mentalmente. Come potevo essere attratta da quell’uomo. Io, che non avevo mai provato attrazione per nessuno. Stavo diventando pazza. Ma ancora doveva arrivare il bello. Quando scese da cavallo e si girò dalla mia parte, i nostri occhi s’incontrarono. Ghiaccio in ghiaccio. Il tempo si fermò, ricevendo brividi in tutto il corpo, unito con un senso di riconoscimento che durò un attimo, lasciandoci senza respiro, entrambi. Ma alloranon gli detti molta importanza. Ma una persona lo notò e ne fu sinceramente felice.

Il Re si avvicinò a mio padre per presentarsi.

<< Salve, voi dovete essere William Enrico Bennet, sono lieto di fare la vostra conoscenza, il mio nome è Robert >> Disse sorridendo.

<< Salve a voi Re Robert, benvenuto nella nostra casa. Tutto quello che è mio è vostro. Fate come se foste a casa vostra. >> Disse mio padre entusiasta.

<< Vi ringrazio William! Vi posso chiamare William vero? >> Continuò il Re.

<< Certamente Sire >> Rispose remissivo.

<< Venite, vi presento la mia famiglia … >> Disse mio padre mentre si avvicinava per presentarci al Re.

<< Questa è mia moglie Caterina >>

<< Buon arrivato Sire, piacere di conoscervi >> Rispose gentile mia madre.

<< Il piacere è mio signora, grazie >> Disse sorridendo Robert.

<< Questo, è mio figlio Enrico ,il primogenito >>.

<< Piacere Sire>> Rispose mio fratello .

<< Invece, questa è Elisabeth, la mia secondogenita, non è bellissima?>>.

<< Piacere, di conoscervi mio Signore, ben arrivato >> Intimidita dallo sguardo penetrante del Re, risposi timidamente. Atteggiamento molto strano da parte mia. Non sono mai stata timida in tutta la mia vita. Infatti, mio fratello si girò subito dalla mia parte stranito dalla cosa.

<< Il piacere è tutto mio ... grazie >> Rispose il ragazzo guardandomi. O meglio mangiandomi con gli occhi.

<< E sì, vostra figlia è incantevole … mi ha stregato con un solo sguardo … >> Continuò.

<< E questa è l’altra mia figlia Maria, la più piccola >>.

<< Salve a voi mio Signore e piacere di fare la vostra conoscenza e ben arrivato … >> Rispose sicura di sè per la prima volta. Dopo tanto tempo vidi Maria contenta, sembrava che il Re gli fosse simpatico. Forse lo era ,chi lo sà.

Per tutto il tempo mi sentì osservata da mio fratello. Sembrava geloso. Ma in quel momento non riuscì a capire il motivo, solo dopo una lunga chiacchierata con lui capì il perché.
Il destino si era messo in moto. Ora bisognava solo intraprendere la strada designata ed io ero terrorizzata. Solo Maria sembrava sicura dell’avvenire. Che avesse visto quello che sarebbe successo o pure no, dopo questo incontro non mi è dato saperlo, ma questo sicuramente era solo l’inizio ….

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Continua ….

 

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Questo è Re Robert:




 

 

      

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Capitolo 3
*** ... Elisabeth a cena con il Re ... ***


 


 

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

  

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

Capitolo 2


Elisabeth a cena con il Re ...

 

*** 

    

Nella camera di Enrico...


L’arrivo del Re mi aveva completamente messo fuori fase. Il suo sguardo magnetico e penetrante aveva messo dubbi e paure dentro di me, senza nessun motivo apparente o almeno cosi credevo. Dopo le presentazioni mio padre condusse il Re in casa per mostrargli la tenuta e la stanza appositamente sistemata per lui. Subito dopo spariti nella tenuta, mio fratello Enrico mi afferrò per un braccio e mi condusse nella sua camera. Era furioso.

<< Elisabeth cosa ti prende? Da quando sei timida? Non ti ho mai visto così. Sembravi fragile e in balia del Re. Proprio come una ragazzina sciocca, alla sua prima cotta. >> Mi disse Enrico a denti stretti.

<< Ma cosa dici Enrico ? E' solo che … il Re mi guardava in un modo che … uffa non so neanche io come spiegarti …>> Risposi imbarazzata.

<< Provaci perché proprio non capisco. Sembravi un'altra persona e ora addirittura balbetti quasi. Ma che ti prende ,maledizione? >> Mi chiese il moro esasperato.

<< Enrico! IO NON BALBETTO! E SOPRATTUTTO NON SONO UNA RAGAZZINA SCIOCCA ALLA SUA PRIMA COTTA. >> Risposi infuriata.

<< E allora che ti è preso? >> Continuò il ragazzo.

<< Te l’ho detto. Il Re mi guardava in un modo strano. Come se riuscisse a leggermi dentro. Mi sentivo nuda sotto il suo sguardo e imbarazzata, ma allo stesso tempo lusingata. Non mi era mai successo in vita mia di sentirmi così. Capisci? >> Risposi sincera.

<< Capisco solo che lui ti mangiava con gli occhi, con la felicità e l’approvazione di nostro padre. Che schifo. Io mi sentivo inutile, perché non potevo proteggerti da tutto ciò. >> Disse mio fratello triste.

<< Scusa fratello se ho alzato la voce. Mi sento confusa. Non so cosa sta succedendo dentro di me. >> Dissi rascegnata e triste nello stesso tempo.

<< Scusami te Elisabeth, non volevo farti del male ,lo sai, io voglio solo proteggerti. >> Continuò il ragazzo.

<< Lo so. Ti voglio bene fratello >> Dissi sorridendo felice.

<< Anch’io sorellina >> Rispose abbracciandomi.

<< Io di più >> Risposi facendo la linguaccia.

Cominciammo a ridere come dei matti, era sempre così quando noi discutevamo.

<< Sori , anche te hai notato lo strano comportamento di nostra sorella al cospetto del Re? Era regale e sicura di sé. Cosa avrà in mente? Da quella notte non ha mai sorriso così a nessuno, neanche a me! Di solito, i suoi sorrisi erano sono indirizzati a te. >> Continuò Enrico triste. Sapevo che la cosa lo faceva soffrire.

<< Non lo so, Enrico. Ma di una cosa sono certa. Non permetterò che si faccia male e poi sono o non sono la sua sorella preferita e unica? A me dirà tutto . >> Dissi scerzando .

<< Lo spero … >> Rispose a bassa voce Enrico.

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Nel corridoio...

Dopo aver finito di parlare con mio fratello uscì dalla sua camera e vidi Sara venirmi incontro.

<< Signorina Elisabeth ho l’ordine di sistemarla per stasera. Nella vostra camera è tutto pronto. Un bagno caldo e un nuovo vestito da indossare l'aspettano. >> Disse la ragazza sorridendomi.

<< Arrivo subito. Perché, perché proprio io devo subire questa tortura? Perché non sono nata uomo? Non smetterò mai di chiedermelo … >> Dissi triste e malinconica.

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Nella mia stanza...

Nella mia stanza oltre alla tinozza piena di acqua calda e profumata e il vestito da indossare, c’era una lettera da parte di mio padre.

Diceva :

Cara Elisabeth

Ti scrivo per dirti che stasera dovrai farti bella e sederti accanto al Re. Ho già sistemato tutto, devi solo compiacerlo. Sarà più semplice di quanto immaginavo, non ha occhi che per te. Brava la mia piccola, sapevo che la tua bellezza mi sarebbe servità a qualcosa. Mi raccomando fa la brava.
Tuo padre.

Non posso crederci, è proprio un bastardo. Mi dispiace padre questa volta non l’avrai vinta. Dopo che mi lavarono, truccarono e vestirono fui pronta per la cena e quindi scesi le scale che mi avrebbero portato all’inizio della mia nuova vita.

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Nella sala da pranzo ...

Appena arrivai in sala, con il mio vestito di broccato bianco che arrivava fino a terra con maniche a conchiglia e l’acconciatura perfetta, il rumore delle chiacchiere maschili cessò di botto. Avevo lasciato tutti di stucco. Nessuno era abituato a vedermi vestita di tutto punto, come una vera signora.

Senza neanche accorgermene, i miei occhi vagarono per la sala scontrandosi poco dopo con occhi uguali ai miei. Il Re mi stava fissando di nuovo senza pudore, come se avesse davanti una visione e non una semplice donna.

Mi venne incontro salutandomi.

<< Salve Elisabeth, sono felice di rivedervi >> Mi disse l'uomo sorridendomi malizioso.

<< Salve a voi mio Re. >> Risposi cordiale.

<< No, ti prego non chiamatemi Re. Chiamami Robert semplicemente vi prego. >> Mi chiese dolce, abbassando lo sguardo.

<< Se è quello che desiderate mio R … ahm Robert lo farò … >> Dissi sorridendo. Divertita dalla situazione. Divertita soprattutto dalla sua timidezza e dolcezza nei miei confronti.

<< Perfetto. Venite vi accompagno al tavolo. Vostro padre mi ha appena informato che sederete accanto a me. >> Rispose freddo Robert, dopo aver notato il mio divertimento.

<< E’ cosi a quanto pare >> Risposi ancora divertita.

Intanto che raggiungiamo il tavolo, mia sorella sorrideva raggiante e felice verso la nostra direzione. Non riesco a capirne il motivo. Quando rimarremo sole, dovrà chiarire molte cose.

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Intanto al tavolo …

<< Robert, sapete che i boschi qui intorno sono molto generosi di prede da caccia? Sono a conoscenza della vostra bravura. La vostra fama vi precede. Dovremo, inaugurare una battuta di caccia nel vostro nome. Vi prego padre facciamolo. >> Dissi rivolta a Robert e indirettamente a mio padre. Perché fosse obbligato ad accettare.

<< Beh siete gentile, Elisabeth. Se vostro padre acconsentirà ne sarei lusingato. >> Rispose il ragazzo.

<< Sarà fatto mio Signore >> Rispose mio padre non molto contento.

<< Potrei accompagnarvi io durante la caccia. Sono molto abile a cavallo e a caccia. >> Risposi con un mezzo sorriso.

<< Ne sarei onorato Elisabeth. >> Rispose Robert visibilmente meravigliato.

Durante la cena Robert provò abilmente a parlarmi.

<< Ah! Elisabeth, non siete mai venuta a corte? Ora si spiega perché non vi abbia mai visto prima d’ora, con mio rammarico. >> Mi disse sincero.

<< Eh sì, mai stata. >> Risposi in soggezione.

<< Dobbiamo rimediare. Dovete venire a corte immediatamente. Non potete perdervi i nostri giardini, oppure le serate di teatro, sono sicuro che vi piacerebbero. >> Continuò il bel moro.

<< Ne sono sicura … >> Risposi curiosa.

<< E poi sareste una bella vista per gli occhi di ogni uomo che risiede a corte. >> Disse malizioso Robert.

<< Robert mi lusingate. Probabilmente a corte bastano questi giochetti per far cadere ai vostri piedi una donna. Ma siamo in campagna e le donne di qui richiedono più impegno e inventiva e questi trucchetti non funzionano con noi. >> Risposi con malizia.

E finii in bellezza dicendo:

<< Se cercate una donna per maritarvi qui in campagna, dovete faticare un po’ di più. Fortunatamente per voi, io sono solo una prova e il vostro intento non era di corteggiarmi. Buona notte mio Signore. >> E cosi mi dileguai con un sorriso. Era solo la prima sera ed ero ha 1 per me e 0 per

Robert. Facevo progressi no?

L’unica che notò la faccia stranita e fiera del Re fu Maria, che intonò una preghiera a Dio sperando che il suo piano avesse funzionato.

Mi ero ritrovata da ragazza ribelle e libera a ragazza desiderata in un solo giorno.

Non sapevo che il giorno seguente la mia vita sarebbe stata segnata per sempre. E che un dolore molto profondo, mai ricucito di due persone si sarebbe rimarginato. Una ferita dalla vita ingiusta e una dalla crudeltà subita sulla pelle. Dove solo un cuore che ha già sofferto può capire, ascoltare e proteggere. Un giorno dove tutti i segreti potranno venire a galla e far soffrire, ma riemergere come un naufrago in balia delle onde che avvista la terra, la speranza di salvezza.

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Continua ...



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Capitolo 4
*** A caccia con il Re ... e la sincerità. ***


 


 

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

  

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

Capitolo 3


A caccia con il Re... e la sincerità.

 

*** 

    

Nella stalla ...

Dopo una notte trascorsa in bianco, a pensare a due occhi azzurri penetranti, caldi e magnetici mi sono alzata più stanca che mai.
Oggi era il giorno di caccia, mi attendeva finalmente una lunga cavalcata con Aria, il mio cavallo.
Vestita nel modo più consono per una donna in età da marito per la caccia, scesi presto per dirigermi alle scuderie e preparare il mio cavallo. Indossavo un abito rosso sangue, stretto in vita e maniche lisce lunghe. La gonna era lunga quasi fino a terra dritta e poco pomposa. Il tutto era rifinito con una giacchetta e un cappelino dello stesso colore. Consapevole che non era un comportamento consono per una signora, raggiunsi la scuderia sorridendo. Arrivata alla scuderia, trovai Robert in compagnia del suo cavallo. Indossava dei pantaloni neri di pelle, una camicia bianca e una giacca lunga marrone dal fondo viola. Era meraviglioso. Inconsapevole della mia presenza, il Re continuò a spazzolare il suo cavallo mentre lo aggiornava degli avvenimenti della sera prima.

<< Sai Ares ho conosciuto una ragazza. Dire che è meravigliosa è dir poco. Sono sicuro che ti piacerebbe. Ma hai altro per la testa, vero? Vedo che anche tu hai conosciuto una ragazza. E' sì è proprio bella, complimenti. >> Disse mentre sorrideva guardando il mio cavallo.

<< Almeno tu non hai problemi con le donne. Io invece, vengo completamente ignorato dall’unica donna che mi sia mai interessata in vita mia. Ares cosa ho di sbagliato? >> Chiese triste al proprio cavallo.

<< Beh è bellissima, perché dovrebbe interessarsi a me? Non certo perché sono Re. Lei non è come le altre donne, non è interessata al titolo di Re né ai miei soldi. Lei è diversa. Probabilmente ha un altro che la ama e lei ricambia. >> Disse sconsolato Robert.

Sgranai gli occhi, era possibile che parlasse di me ...
Mi sorpresi a pensare che la cosa non mi sarebbe per niente dispiaciuta.
Poi decisi di aver ascoltato fin troppo e che dovevo far sentire la mia presenza. Tornai indietro, rientrai e urlai per farmi sentire.

<< C’è qualcuno? Marcus ci sei? Beh non importa posso sellare da sola il mio cavallo, l’ho fatto già mille volte! Probabilmente Marcus ha pensato che volessi farlo da sola. Infatti! >> Dissi fingendo di non sapere che Robert fosse lì.

<< Aria, oggi faremo una bella corsa, sai? Contenta? >> Dissi prendendo il necessario per spazzolarla e sellarla. >> Continuai facendo finta di essere sola.

<< Oh! Che spavento. Non sapevo che foste qui, scusatemi. Volete che torni più tardi? >> Dissi fingendomi spaventata e sorpresa della sua presenza.

<< Oh! No Elisabeth, rimanete ve ne prego. Fatemi compagnia. >> Disse Robert imbarazzato.

<< D’accordo Robert, se è quello che desiderate . >> Dissi risoluta ma felice.

Detto questo spazzolai e sellai una felice Aria. Anche lei non vedeva l’ora di uscire a correre. Il Re guardava il tutto incantato, probabilmente ero la prima donna nobile che vedeva occuparsi del proprio cavallo. Sorrisi, il piano stava funzionando, ma non come credevo, al contrario.

<< Con chi cavalcherete, Elisabeth, durante la caccia? >> Chiese curioso il moro.

<< Vi state proponendo Sire? Vi ringrazio, ma io cavalco da sola. >> Dissi sorridente.

<< Affascinate, non ho mai visto una donna in vita mia che spazzolasse, imbrigliasse e cavalcasse da sola il proprio cavallo. Siete unica Elisabeth. >> Disse il ragazzo con affetto, sorprendendomi.

<< C’è sempre una prima volta per tutto! Ora andiamo ci aspettano. >> Dissi sorridendo.

Infatti, tutti erano fuori ad attenderci. Quello dette il via alla caccia, ma non sapevo che la preda ero io.


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Nel bosco, durante la caccia ...

Cacciamo molti animali : cervi, conigli, lepri e quaglie. Molti furono uccisi da me per la cena. Una cena che io non avrei consumato, perche non mangio carne . Infatti …

<< Elisabeth, toglietemi un dubbio. Perché lo fate? Non metto in dubbio la vostra bravura a cavalcare all’amazzone, per giunta e nel cacciare siete abilissima più di molti uomini, anche più di me. Avete battuto tutti qui oggi. Ma perché? Voi non mangiate nemmeno la carne. >> Mi chiese interessato.

<< L’avete notato. Si sono vegetariana, non mangio carne animale ma solo frutta e verdura. Volete sapere perché? Preferisco cacciare io, perché colpendo dei punti precisi, muoiono senza soffrire inutilmente. Come avrete notato colpisco direttamente negli occhi o al cuore. Una cosa che vuoi uomini amanti della carne fresca non pensate minimamente. >> Dissi sicura di me.

<< Avete ragione Elisabeth, noi uomini siamo così. Ma perché non ce ne accorgiamo e soprattutto non ci facciamo caso a queste cose. Per questo e per tante altre cose che abbiamo bisogno di voi donne. >> disse un Robert dispiaciuto

Detto questo spronò il cavallo per andare a vedere cosa stava succedendo davanti. Io accelerai per stargli dietro.
Arrivati a una boscaglia fitta, ci disponemmo per uccidere un altro povero animale. Quando vidi lo sfortunato di turno, mi si riempirono gli occhi di lacrime. Era un piccolo cervo, doveva avere sì e no appena qualche giorno. Guardandolo ebbi un déjà vu. Ricordai mia sorella piccola e fragile e malridotta e scattai …

<< Vi prego Robert risparmiatelo, è ancora un cucciolo. Con la sua carne non riuscirete neanche a fare un piatto. Abbiamo cacciato in abbondanza, vi prego fatelo per me. Risparmiatelo! Quando sarà grande potrete tornare per ucciderlo ed io vi accompagnerò. Vi prego. >> Dissi piangendo a Robert senza che gli altri se ne accorgessero. Sapevo di aver fatto una stupidaggine, nessuno lo avrebbe risparmiato neanche mio fratello e invece …

<< D’accordo Elisabeth, ti prendo in parola … >> Mi disse piano Robert.

<< Fermi, andiamocene la caccia è finita. >> Urlò agli altri.

<< Vi ringrazio con tutto il cuore mio Signore >> Dissi asciugandomi le lacrime.
Capì all’istante che non era come lo avevo immaginato e mi sentì subito in colpa per tutte le parole arroganti dette.

<< Robert, se vi va ora, potremmo fare una passeggiata insieme, cosi potremmo parlare. Conosco un posto bellissimo … >> Stavo dicendo, ma non mi fece finire che disse freddo.

<< Non ho bisogno della vostra pena, Elisabeth! >>

<< Nessuna pena. Voglio solo passare qualche minuto da sola con voi, per parlare se a voi non disturba. A me farebbe molto piacere. >> Dissi sincera e un pò alterata.

<< Che sia allora, Elisabeth! Aspettate qui che sistemo il tutto e poi possiamo andare. >> Mi disse piano.


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Sola con Robert ...

Il Re parlò con i suoi uomini, riferendogli che dovevano tornare alla tenuta, tutti compreso mio fratello. Quando tutti se ne andarono Robert parlò.

<< Elisabeth, perché volevi rimanere solo con me? Cosa mi dovevate dire d’importante? >> Mi disse guardandomi negli occhi.

<< Andate diritto al sodo voi! Bene voglio essere sincera, sembrate una brava persona. Quindi … Io non voglio essere la vostra sgualdrina. Né ora né mai, non importa cosa dice mio padre, è immorale ed io non voglio! >> Dissi sicura

<< Ecco l’arcano! Elisabeth, non ho intrapreso questo viaggio per cercare moglie o una sgualdrina. Sono da poco Re come ben sai, cerco solo di fare alleanze. >> Disse sincero.

<< Ma si dice …>>

<< Sono sole menzogne, Elisabeth … >>

<< Vi chiedo scusa allora … sono mortificata. >> Dissi imbarazzata

<< Bene … ora che abbiamo chiarito potremmo ricominciare … >>.

<< Piacere io sono Robert! Lieto di conoscerla signorina. >> Disse sorridendo.

<< Il piacere è mio. Io sono Elisabeth, la pazza pentita e mortificata … >>.

<< Adesso se ti va Elisabeth, potremmo essere amici. >>.

<< Certo che mi va Robert, ne sarei felice. >> Risposi troppo velocemente senza pensare. No, non avrei mai potuto essere solo un’amica per lui e con il passare del tempo la cosa fu chiara a entrambi.

<< Robert perché i tuoi occhi sono tristi e vuoti ? >> Chiesi.

<< Potrei farti la stessa domanda, sai? >> Rispose sincero prima di iniziare a raccontare la sua storia. Una storia che non aveva raccontato mai a nessuno. Un passato che confidò solo a me e a nessun altro, perché si fidava di me e solo di me.

<< Come ben sai io sono il secondogenito della famiglia reale. Un figlio inutile. Il Re, mio padre, aveva già un erede alla mia nascita, che l’avrebbe succeduto alla sua morte. Il mio destino era un altro. Chi sa quale. Sono divenuto Re, perché mio fratello è deceduto durante una guerra in cui non credevo e forse nemmeno lui.
Sai da piccolo venivo ignorato. Mio padre non sapeva che farsene di me. Fossi nata femmina sarebbe stato tutto più facile. Avrebbe potuto usarmi per un matrimonio combinato, per creare alleanze e pace con altri regni. Mio padre non era perfetto e sinceramente non m’importava molto di lui. Volevo scappare, andarmene dal regno ed essere finalmente felice, ma c’era mia sorella, non potevo lasciarla sola. Alla fine rimasi per lei. Ma una terribile malattia la portò alla morte. Sapete era bella e forte come voi. Sareste andate d’accorto sicuramente. La mia salita al potere è stata la morte della mia anima. Non cerco moglie né amante, perché stare con me porterebbe solo dolore e sofferenza. Non è facile essere Re o Regina. Ma mi piacerebbe essere tuo amico Elisabeth, perché sei diversa da ogni donna che ho conosciuto. >>. Mi raccontò Robert.

<< La mia vita non è stata molto migliore della tua. Ho una madre debole, che non sa difendere i propri figli ne se stessa. Un padre violento, che mi picchia da sempre. La prima volta avevo quattro anni. Lo fa senza motivo e la cosa lo diverte. L’unico che mi ha sempre protetto e voluto bene è mio fratello. Mi ha sempre difeso e spesso ne ha prese al mio posto. E’ la persona più importante della mia vita insieme a Maria. Anch’io come te volevo andarmene, ma come potevo lasciare Maria? E’ una creatura fragile, indifesa, docile e devo difenderla a ogni costo. Io sono sempre stata considerata una ribelle, che nessuno avrebbe mai sposato o voluto. Maria la perfetta figlia per un matrimonio combinato ed Enrico l’erede. Se fossi nata morta non sarebbe cambiato nulla. Poi tutto è cambiato. Appena ha saputo del vostro arrivo, voleva sfruttarmi vendendovi a voi per avere più prestigio e potere nel regno. E’ per questo che vi odiavo, quando ci siamo conosciuti. Ma ora ho capito che voi non siete come la maggior parte degli uomini. Mi farebbe molto piacere essere vostra amica. >> Dissi sicura.

<< Bene, mi dovete una battuta di caccia e l’onore di una visita a corte, non potevo chiedere di meglio. >>

Poi parlammo e ridemmo come pazzi. Fu il pomeriggio più bello della mia vita. La giornata però non era ancora finita.

Stavamo tornando alla tenuta, quando vedemmo Andrè, uno dei miei domestici, venirci incontro tutto preoccupato …


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Davanti alla tenuta ...

<< Signorina Elisabeth, è successo un disastro alla tenuta … >> Disse tremante.

<< Andrè è successo qualcosa a Maria o a Enrico? Ti prego dimmelo! >> Urlai con le lacrime agli occhi. Mentre Robert mi stringeva a se per darmi forza.

<< Il signorino sta bene. Ma Maria è scomparsa. E' da stamattina che nessuno la vede. Siamo tutti preoccupati non è da lei scomparire così. Abbiamo appena iniziato a cercarla … >> Rispose Andrè.

<< Cosa? E avete iniziato ora a cercarla? Oh mio Dio, dobbiamo trovarla! >> Dissi staccandomi da Robert.

<< Scusami Robert, devo andare … >> Lo guardai negli occhi.

<< Vengo con te! >> Mi disse prendendomi la mano.

<< Non sei obbligato a farlo. >>

<< Lo so, ma mi sta simpatica Maria e voglio aiutarti, andiamo. >> Mi disse dolcemente.

Percorremmo per lungo e per largo la tenuta. Poi decisi di andare anche nel bosco al santuario.

<< Potrebbe essere nel bosco … >> Dissi

<< No Elisabeth, è pericoloso non puoi andare al santuario è vietato. E’ il luogo dove risiedono gli spiriti erranti che non trovano pace, morti uccisi. >> Disse Enrico.

<< D’accordo non andrò … >> Dissi a Enrico.


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Nel bosco santuario ...

Appena Enrico si rimise a cercare Maria lontano da me, mi avviai verso il santuario. Stavo correndo a perdifiato sapevo che era successo qualcosa, lo sentivo. Sentì dei passi dietro di me, così mi fermai a controllare … era Robert.

<< Non ti lascio andare da sola. Non fare storie. Sapevo che saresti venuta qui e ti ho seguito, andiamo, Maria ci aspetta. >> Mi disse provato.

<< Non dovresti essere qui è pericoloso … >> Dissi a Robert.

<< Anche per te ! andiamo sbrighiamoci … >> Mi rispose stringendomi una mano.

Entrammo nel bosco santuario per gli spiriti irrequieti. Qui tutto era strano, si udivano rumori di combattimenti con le spade e donne, uomini e bambini che urlano chiedendo aiuto. Un luogo deserto dove le anime che non riescono a darsi pace rivivono gli ultimi atti della loro morte in eterno. Era un luogo deserto, lì c'erano solo creature che non potevi vedere ma sentire, gli spiriti.
Sentì un rumore, poi un urlo … era Maria. Corsi verso di lei … quando arrivai, urlai.

<< Maria, Maria no! >>

Era ferita … qualcuno l’aveva ferita. Qualcuno o qualcosa l’aveva condotta lì e l’aveva ferita. Non poteva essere venuta lì per conto suo. Qualcuno l’aveva costretta, lei non si sarebbe mai inoltrata nel bosco da sola, ne era terrorizzata.
Dovevo portarla via di lì, era pericoloso e dovevo curarla, Non avrebbe permesso a nessuno di toccarla. Lo lasciva fare solo a me. Ero l’unica di cui si fidasse, sapeva che avrei preferito morire che fargli del male. Provai a prenderla in braccio ma non riuscivo a sollevarla.

Robert si avvicinò …

<< Elisabeth posso portarla io, non puoi farcela da sola … >> Mi disse stringendomi una spalla.

<< Non capisci, non si farà toccare da te e nemmeno da un dottore … >> Dissi tra le lacrime.

Robert si avvicinò a Maria molto delicatamente …

<< Maria, sono Robert sei ferita e hai bisogno di cure. Non possiamo curarti qui e rimanere è pericoloso. Elisabeth non può prenderti in braccio, la strada è troppo lunga per riuscirci. Permettimi di condurti alla tenuta, non ti farò male, te lo prometto, fidati di me. >> Disse dolce il ragazzo.

Stranamente questa volta si fidò e permise a Robert di prenderla tra le braccia e condurla alla tenuta. Cercò la mia mano e la strinse senza aprire neanche gli occhi.
Robert mi guardò in modo eloquente. Dopo avrei dovuto spiegargli il perché di tutto, ma ora avevo altro per la testa.

Appena arrivati alla tenuta, ordinai ai domestici acqua calda, ago e filo, un pugnale, coperte, garze e il fuoco acceso. Mio fratello guardò stranito il Re, perché Robert era riuscito dove lui aveva fallito. Mia sorella non aveva mai permesso a Enrico di prenderla tra le braccia. Ma non si arrabbiò, capì che se noi ci fidavano di Robert, poteva farlo anche lui. E poi aveva notato lo scambio di sguardi tra me e Robert sia durante la caccia, che ora. Completamente diversi dal giorno prima, molto più intimi e sinceri. Sperava solo che non soffrissi. Voleva solo la felicità mia e di Maria.


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Continua ….



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Capitolo 5
*** Il Segreto viene svelato … ***


 


 

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

  

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

Capitolo 4


Il segreto viene svelato ...

 

*** 

    

Alla tenuta...


Arrivati a destinazione, si creò il putiferio. La piccola era in braccio a Robert che la cullava a ogni passo verso la villa. Il sangue aveva imbrattato sia il mio vestito che quello di Robert e ciò significava che aveva perso tanto sangue. Dovevamo sbrigarci o sarebbe stato troppo tardi. Era sofferente, la freccia si era conficcata nella sua piccola spalla passando dall’altra parte.

<< Emily, procurati subito dell’acqua calda e un coltello affilato e pulito, degli asciugamani e delle fasce e soprattutto tanto alcool. >> Dissi risoluta.

<< Andrè, vai ad accendere il fuoco nella camera di Maria corri … >> Continuai, sforzandomi di essere forte, per poi avvicinarmi a Robert per accarezzarla con le lacrime agli occhi.

<< Maria, sono qui non ti lascio. Ora sfileremo la freccia e farà male. >> Dissi dolcemente a Maria, mentre fissavo il moro per ringraziarlo. Ma non c'era bisogno di dire nulla, il mio sguardo diceva tutto.

<< Robert dobbiamo portarla su, vieni … >> Dissi salendo le scale.

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Nella camera di Maria...

Arrivati nella camera, Robert l'adagiò dolcemente sul letto lasciandomi spazio di manovra. Cominciai a spogliarla, gli lasciai addosso solo la sottoveste e la feci sollevare, mentre mio fratello guardava il tutto con apprensione. Ruppi la punta della freccia e dall’altra parte la sfilai, ma continuava a perdere sangue e a urlare di dolore. Presi due bocce di alcool. Una la passai a Robert, perché la facesse bere a Maria. L’altra la svuotai nell’acqua calda, per poterci ammollare un asciugamano e ripulire la ferita dallo sporco e dal sangue. Infine, impugnai il coltello e lo rosolai nel fuoco, perché diventasse rovente. Quella era la parte più difficile e la più dolorosa. Dovevo appoggiare la punta rovente del coltello sulla ferita di Maria. Sapevo che avrebbe urlato per il dolore, così chiesi ai ragazzi di tenerla ferma e gli posizionai un asciugamano in bocca da poter mordere. Era cosi piccola e così dolorante sembrava ancora più piccola. Senza che lei se ne accorgesse mi avvicinai con la lama e la bruciai per disinfettare la ferita. Maria svenne poco dopo, cadendo in un sonno movimentato, ma almeno era viva. Alla fine la fasciai. Dopo averla lavata, la rivestì e la misi sotto le coperte. Intanto Robert stava ridando vita al fuoco morente.

<< Dovresti andare a riposarti Elisabeth, dopo tutto quello che hai fatto sarai distrutta >> Disse Enrico avvicinandosi.

<< No, Enrico non la lascio vai tu. >> Dissi prendendo la mano di Maria mente mi sedevo sulla sedia posta al lato del letto.

Enrico impotente usci dalla stanza, si sentiva in colpa, ma lui non c’entrava nulla. Gli avrei parlato dopo, ora avevo altro per la testa.
Sentì chiudere la porta e spostare una sedia accanto alla mia. Era Robert.

<< Mi dispiace Robert, sono mortificata, ho reso una giornata perfetta un disastro. >> Dissi guardando per terra imbarazzata. Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi.

<< Guardami Elisabeth, tu non hai fatto nulla. Anzi sei stata meravigliosa. >> Disse Robert sollevando il mio viso per potermi guardare negli occhi.

<< Grazie Robert, davvero … >>

<< Di nulla, l’ho fatto con il cuore … >> Disse Robert fissandomi.

<< Lo so … >> Risposi a bassa voce.

<< Dovresti andare a riposarti Robert, è stato un pomeriggio movimentato. >> Dissi guardandolo.

<< E’ qui che voglio stare, con te e Maria, fino a quando ne avrete bisogno, sempre. >> Mi disse prima di abbracciarmi e darmi forza.

Nel suo abbraccio mi sentì protetta e a casa.

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Nella camera di Maria ...

Vegliammo Maria tutta la notte. Ma solo la mattina seguente si risvegliò.
Durante la veglia Robert mi fece una sola domanda. Una domanda lecita ma dolorosa da raccontare e da ricordare …

<< Elisabeth, perché? Che cosa è successo a Maria? >> Mi disse stringendomi la mano, per darmi forza.
E così cominciai a raccontare cosa successe quel pomeriggio.

<< Era un pomeriggio di primavera, Enrico ed io stavamo tornando da una battuta di caccia. Lei era rimasta a casa, perché non adatta a cavalcare per ore e per cacciare. Doveva aspettarci in camera mia per la solita lettura tra fratelli. Ovvero mio fratello leggeva ed io intrecciavo i capelli di mia sorella, mentre ascoltavamo. Arrivati alla tenuta, sentimmo delle urla provenire dallo studio di nostro padre. Corremmo in quella direzione con il cuore in gola. Sentivo che qualcosa di brutto stava succedendo. Entrammo nello studio e davanti ai nostri occhi vedemmo la scena più brutta mai immaginata. Maria era per terra con tutti gli abiti strappati. La causa era nostro padre, l’aveva ripetutamente picchiata e strappato l’abito. Arrivammo in tempo per impedire a nostro padre di violentarla. Era chino su di lei e la stava toccando, mentre lei urlava e cercava di scappare. Quel giorno mi odiai, perché non riuscì a impedire tutto questo. Io che gli avevo promesso che l’avrei protetta da tutto da tutti, ho fallito. Allora e oggi. Sono un mostro Robert, sei sicuro di voler essere mio amico? >> Dissi piangendo ancora più forte. Mi chiesi se si poteva finire ogni lacrima non versata e tutte le lacrime contenute in un corpo. Quel giorno piansi cosi tanto che non riuscivo più a respirare.

<< Elisabeth, tu non hai fatto nulla. Non potevi fare nulla. Tuo padre è un mostro. Ti giuro che se oserà di nuovo toccarvi, lo ucciderò con le mie stesse mani. Lei non t’incolpa. Ti vuole bene e si fida solo di te. Ed io sono onorato di essere tuo amico. Tu sei meravigliosa su tutti i fronti ricordalo sempre. >> Risse Robert stringendomi in un abbraccio.

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Nella camera di Maria ...

La mattina seguente quando Maria si risvegliò ero al settimo cielo. Avevo avuto una tremenda paura che non si sarebbe più risvegliata. Riuscì a superare la notte solo e grazie a Robert che mi diede tanta forza e tanto amore. Un amore che solo lui era capace di darmi.

<< Maria … >> Dissi e la abbracciai forte, felice.

<< Come stai ? Come ti senti ? >> Gli chiesi apprensiva, come avrebbe fatto una madre. Una vera madre.

<< Sto bene Lizzy, sono solo affamata non preoccuparti. >> Mi rispose Maria sorridendo.

<< Allora vado a prendere qualcosa da mangiare, resta qui. >> Dissi come se lei avesse potuto alzarsi dal letto. Sorrisi a Robert . Era tutto arruffato e indossava ancora il vestito tutto insanguinato, del resto anch’io non mi ero cambiata. Indossavo quell’abito da più di ventiquattro ore. Uscì dalla stanza e mi fiondai nelle cucine.

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Intanto nella camera di Maria...

<< Mio Signore, siete rimasto sveglio per assistermi con mio sorella, vero? >> Disse Maria. Non era una domanda non c’era bisogno di una risposta bastava guardare il suo abito.

<< Grazie davvero, anche se non dovevate disturbarvi. Grazie di essere rimasto per me e grazie per aver consolato Elisabeth, ne aveva bisogno. >> Disse sicura di sè.

<< L’ho fatto con piacere, davvero non devi ringraziarmi. >> Disse il ragazzo.

<< Lo so, siete una persona meravigliosa, perfetta per mia sorella. Ma lei non sarà mai la vostra amante. Se l’amate e sappiamo che è così dovete farvi avanti. Perché lei non lo farà mai. E' troppo orgogliosa. Ma vi ama . >> Disse prima che io rientrai.

Credettero che io non avessi sentito nulla, ma non era così.
Mi sedetti sulla sedia e poggiai il vassoio pieno di cibo sulle ginocchia di Maria perché mangiasse.

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Quando Ebbe finito …

<< Maria cosa è successo? Perché eri al santuario? Sai che è proibito e pericoloso? >> Chiesi apprensiva.

<< Non posso dirtelo. Non voglio che ti arrabbi di nuovo. >> Disse Maria senza guardarmi. Io capì all’istante.

<< Sai almeno chi ti ha colpito? >> Continuai il mio interrogatorio furiosa. Robert cominciò a fissarmi, senza capire il mio cambiamento repentino di umore.

<< Un’anima errante … >> Disse Maria.

<< Bene, ora che ti sei svegliata e hai mangiato devi riposare. Più tardi torno a vedere come stai. ok? >> Dissi seria.

<< Ok a dopo Lizzy e arrivederci Sire. >> Mi rispose Maria.

Ero furiosa, ma sapevo che fare …
Corsi in camera mia per cambiarmi.
Dopo corsi nello studio di mio padre e spalancai la porta.

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Nello studio ...

Nello studio di mio padre c’era il fattore che appena mi vide si alzò e usci con la scusa che si stava facendo tardi.

<< Elisabeth che ti prende? Sembravi una pazza! Hai spaventato il nostro fattore. Che cosa penserà il Re? >> Disse avvicinandosi arrabbiato.

<< Non deve interessarti cosa penserà Robert, ora. Hai saputo che tua figlia era scomparsa? E non solo, era pure ferita? A quanto pare non era importante. Sei un bastardo. Come hai potuto rifarlo di nuovo? Volevi continuare quello che avevi già iniziato padre? >> Urlai

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Nel corridoio...

Intanto Robert la stava cercando. Scendendo le scale vide Enrico.

<< Enrico sai, dove è tua sorella Elisabeth? Non riesco a trovarla. Ho paura che succeda qualcosa di brutto. >> Disse Robert preoccupato.

<< Non l’ ho vista da ieri sera! Stavo venendo a vedere come stavano le mie due sorelline ! >> Disse Enrico.

<< Maria sta bene. Elisabeth era strana stamattina. Per questo sono preoccupato. >> Disse il Re.

<< Allora dobbiamo trovarla … >> Concluse Enrico.

Poi sentirono urlare dallo studio e si fiondarono in quella direzione per vedere cosa stava succedendo.

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Nello studio intanto …

<< Non ti permetto di parlarmi cosi ! >> Tuonò mio padre.

<< E cosa vuoi fare, provare a violentare anche me, padre? >> Continuai furiosa.

Mio padre si avvicinò per picchiarmi. In quell’istante entrò Robert. Robert senza pensaci fermò il braccio di mio padre a mezz’aria.

<< Se osate toccarla vi uccido. Lo prometto. >> Disse Robert furioso.

<< Da oggi in poi non possedete più nessun diritto sui vostri figli. Saranno sotto la mia tutela. Sono stato chiaro? Ho visto e sentito troppo. >> Disse Robert indignato. Mi prese tra le braccia e mi condusse fuori.

<< Tranquilla, ci sono io ora qui con te … shhhh >> Cerco Robert di tranquillizzarmi.

<< E' per colpa sua se Maria era nel santuario, vero? >> Mi chiese Robert.

<< Sì >> Risposi tra le sue braccia.

<< Cosa? Ancora? Non posso crederci Io, io lo uccido! >> urlò Enrico correndo verso la camera di Maria.

<< Elisabeth, perche tremi? >> Mi chiese Robert.

<< Perché ancora niente è finito. Non mi picchierà finche sarete qui. Poi tutto tornerà come prima. >> Dissi nascosta tra le sue braccia.

<< No non lo farà più. Sai perché? Semplice tu e i tuoi fratelli verrete con me a corte. Lì lui non potrà entrare per farvi male. Se vostra madre vorrà venire, non ci sarà problemi. Lui no, è bandito dalla corte e dalla vostra vita. Vi farò preparare tre stanze a corte e risiederete lì finche vorrete, anche per sempre. >> Disse risoluto Robert.

<< Perché? Perché lo fate Robert ? >> Chiesi in un sussurro.

<< Perche vi amo Elisabeth. Vi ho amato sin dal primo momento che vi ho vista. Amo tutto di voi. Amo il vostro coraggio, la vostra forza. Ma amo soprattutto il vostro cuore che é grandissimo. Vi Amo Elisabeth con tutto il cuore. Venite a corte con me vi prego, per sempre. Vi prego ditemi qualcosa. >> Mi disse Robert stringendomi tra le braccia.

<< Io … Robert io … >> Non riuscivo a parlare, cosi agì d’istinto. Mi alzai in punta di piedi e lo baciai.
Fu bellissimo, prima dolce e delicato poi brutale e passionale. Era il mio primo bacio. Sentivo tutto il mio corpo andare in fiamme. La sensazione più bella della mia vita. Per la prima volta ero nel posto giusto al momento giusto. Le nostre lingue si cercavano freneticamente, avevano fame l’uno dell’altro. Si muovevano come se si conoscessero da sempre. Le mie mani erano ancorate tra suoi bellissimi capelli. Le sue mani erano sui miei fianchi e mi stringevano a se come segno di possesso.

<< Dobbiamo fermarci o non riuscirò più a farlo, Elisabeth. Non ho mai desiderato una donna come desidero te adesso. Questo bacio significa che ricambi i miei sentimenti, Elisabeth? Ti prego rispondi ? >> Mi chiese Robert fissandomi.

La mia bocca andava a fuoco grazie ai baci passionali di Robert e le mie gambe erano di gelatina. Se lui non mi avesse stretto a sè sarei caduta.

<< Robert, anch’io ti amo e ti amerò sempre. Non avevo mai sognato l’amore, né ci avevo mai creduto. Tu mi hai cambiato la vita per sempre. Ti amo da morire. Sì verrò con te a corte. Spero che anche i miei fratelli facciano lo stesso. Io non potrei stare lontano da te ora. >> Dissi felice.

<< E se dovrò essere la tua sgualdrina per stare con te lo farò ! >> Continuai sicura.

<< No. No, non voglio che tu sia la mia sgualdrina. Io voglio che tu sia mia moglie. Sarà duro per te all’inizio perché diventeraì Regina, lo so, ma ti starò accanto e ti aiuterò, dandoti tutto me stesso. >> Disse Robert

<< Sposami Elisabeth. Sposami ti prego. >> Disse Robert prima di inginocchiarsi e dire:

<< Elisabeth Bennet vuoi farmi l’onore di sposarmi e divenire la mia amata moglie finchè morte, non ci separi? >> Disse Robert ancora in ginocchio.

Attendeva la mia risposta, con amore e passione, come solo lui sapeva regalarmi. In solo tre giorni aveva cambiato tutto. Il mio mondo era completamente cambiato e anch’io lo ero. Si può amare cosi un uomo appena conosciuto? Prima di ora avrei tranquillamente risposto: non è possibile.

Solo nei libri. Il mio destino aveva già scelto, ora toccava solo a me fare l’ultima mossa. Una mossa che avrebbe cambiato la vita a tutti, non solo a me per sempre.

<< Io … >> iniziai a dire …

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Continua …




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Capitolo 6
*** La mia nuova vita … un nuovo inizio … come una rosa rossa con le spine. ***


 

 

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

  

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

Capitolo 5


La mia nuova vita ... un nuovo inizio ... come una rosa rossa con le spine.

 

*** 

    

<< Non voglio che tu sia la mia sgualdrina. Io voglio che tu sia mia moglie. Sarà dura per te all’inizio perché diventerai Regina, lo so, ma ti starò accanto e ti aiuterò, dandoti tutto me stesso. >> Disse Robert felice.

<< Sposami Elisabeth. Sposami ti prego. >> Continuò prima di inginocchiarsi e dire:

<< Elisabeth Bennet vuoi farmi l’onore di sposarmi e divenire la mia amata moglie finché morte non ci separi? >> Disse Robert ancora in ginocchio.
Attendeva la mia risposta, con amore e passione, come solo lui sapeva regalarmi.

In solo tre giorni aveva cambiato tutto. Il mio mondo era completamente cambiato e anch’io lo ero. Si può amare cosi un uomo appena conosciuto? Prima di ora avrei tranquillamente risposto: Non è possibile.
Solo nei libri. Il mio destino aveva già scelto ora toccava solo a me fare l’ultima mossa. Una mossa che avrebbe cambiato la vita a tutti, non solo a me per sempre.

<< Io … >> Iniziai a dire …

<< Sì Robert! Mille volte sì! >> Risposi abbracciandolo.

<< Ti amo, ti amo e ti amo ancora Elisabeth, per sempre. >> Disse baciandomi con passione e ardore.
Amavo le sue mani delicate che mi sfioravano il viso o la vita con possesso. Quando mi baciava o toccava non capivo più nulla. Ma non ero la sola a essere messa tanto male.

<< Andiamo nel nostro posticino? >> disse Robert appena finì di baciarmi.
I suoi occhi ardevano di una luce che avrei imparato ad amare, come amavo lui. Quella luce parlava da sola. Raccontava una storia senza tempo. Era puro amore e ardore, tutto destinato a me e solo a me. La sua bocca morbida e insaziabile non riusciva a non toccarmi e baciarmi come se fossi una droga.

<< Si andiamo alla cascata … >> Dissi sorridendo. Presila sua mano e lo condussi alla stalla.

Arrivati alla stalla sellammo Aria e Ares, felici di poter uscire per una cavalcata. Anche loro come noi andavano d’accordo. Come noi loro erano simili e diversi come il giorno e la notte. In fondo i diversi si attraggono, no?
Aria era un cavallo femmina, bianca e selvaggia. Aria per rappresentare la libertà.
Ares era un cavallo nero, nero come la notte e fiero e letale in ogni suo movimento, sicuro e possente come il padrone. Ares per rappresentare la guerra, ma soprattutto la passione e l’ardore. Eh sì, eravamo identici ai nostri cavalli in tutto e per tutto.

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Alla cascata...

Arrivati alla cascata, il luogo del chiarimento, dell’amicizia e dell’amore. Ricorderò per sempre quel posto nel cuore. Fu l’inizio di tutto.

<< Eccoci finalmente … >> Dissi tutta contenta.

<< Sì finalmente. Sai, amo questo posto. Questo è il nostro posto! Il luogo del nostro amore! >> Disse Robert stendendo per terra il suo mantello come un telo per poterci distendere sopra.

<< Vieni ! >> Disse tirandomi verso di lui sul mantello.

<< Sai ,sei bellissima! >> Continuò.

<< Non è vero! Sei un bugiardo. >> Dissi ridendo tra un bacio e l’altro.

<< No, dico davvero >> Continuò Robert baciandomi prima sulla fronte, poi sul naso e sulle guance , continuando a ripetermi << bellissima >> e infine sulla bocca. Come le altre volte, quando mi bacia tutto il resto scompare.

<< Tesoro … sei felice? >> Mi chiese Robert

<< Sì, come potrei non esserlo? Non chiamarmi tesoro … è una parola cosi vuota … >> Dissi felice.

<< Come vuoi che ti chiami? >> Continuò Robert divertito.

<< Non so … chiamami angelo, amore o anima quando sei felice e quando sei arrabbiato moglie adorata, cosi capirò che ho sbagliato e che sono stata cattiva. >> Continuai felice.

<< Perfetto! Angelo, così ti chiamerò quando sono felice, e amore anima mia quando sarò super felice e mia adorata moglie quando sarò arrabbiato. >> Continuò stando al gioco.

<< E tu come mi chiamerai? >> Mi chiese sussurrandomi nell’orecchio, il suo profumo era afrodisiaco sapeva di bosco e menta.

<< Vediamo, mio dolce amore in privato, amore tra amici , mio Signore marito in pubblico e Mio Re quando sarò furiosa. >> Dissi tra un bacio e l’altro

<< Accettabile … >> Disse Robert prima di baciarmi e portarmi in un'altra dimensione.

<< Sai angelo, non riesco a fermarmi. Ti amo e ti desidero così tanto, che muoio se non ti riempio di baci. Questo è solo l’inizio. >> Disse cominciando a farmi il solletico.

<< Beh chi ti ha chiesto ti fermarti ! >> Risposi finta offesa, tra una risata e l'altra.

Tra baci, chiacchiere e risa passammo un altro pomeriggio da sogno. Poi fu l’ora di tornare.

<< Angelo, devi dire ai tuoi fratelli di preparare le valige e anche tu devi farlo. Tra pochi giorni dovremmo partire. Ci aspetta il tuo vicino che è a cinque giorni da qui. Prima partiamo e prima arriviamo a corte. Appena arrivati a corte, annuncerò il nostro fidanzamento. Dovrò mandare una lettera alla famiglia River perché preparino tre stanze in più al nostro arrivo. Presto Amore saremo una cosa sola, marito e moglie. Sono felicissimo amore, anima mia. >> Disse guardandomi dolcemente negli occhi.

Partimmo dalla cascata insieme ai nostri cavalli per rientrare. Arrivati alla tenuta trovai mio fratello e mia sorella ad aspettarci.

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Alla tenuta ...

<< Tutto bene Lizzy? >> Mi chiese mio fratello.

<< Si divinamente. Devo parlarvi, è importante tutti in camera mia. Anche tu ! >> Dissi afferrando per mano Robert.

Vidi mia sorella sorridere con tanto amore. Lei aveva tifato per noi sin dall’inizio, forse anche prima che Robert ed io ci incontrammo. Forse mia sorella aveva il dono di poter vedere il futuro, ma non mi era dato saperlo.

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Nella mia camera ...

Arrivati in camera mia, ci chiudemmo dentro. Mia sorella si accomodò subito sul letto e mio fratello sulla sedia posta davanti al mio scrittoio. Robert si adagiò davanti alla porta, in versione Dio greco. Se continuava così sarei morta giovane, non era facile resistergli. Il bello era che diceva che ero io che lo tentavo di continuo.

<< Ho una bellissima notizia da darvi. Robert mi ha chiesto di sposarlo! >> Dissi a bruciapelo.

<< Spero che tu abbia risposto di sì. O ti uccido sorella. >> Disse sorridendo mia sorella e abbracciandomi felicissima.

<< Ovvio che ha risposto di si. Non sarei qui così felice altrimenti. Vero angelo? >> Disse Robert in risposta a Maria guardandomi con tanto amore.

<< Che carini, si sono dati anche dei soprannomi … >> Disse Maria super felice.

<< Sei sicura, Elisabeth? Lo ami davvero ? >> Chiese Enrico serio.

<< Sì, da morire. E sì, sono sicura di volerlo sposare. >> Dissi felice.

<< Bene non potevo sperare di meglio, sono felice per te sorellina >> Disse abbracciandomi.

<< Robert mi raccomando, falla felice. Altrimenti ti uccido. Re o non Re! >> Disse a Robert divertito, ma serio nello stesso tempo.

<< Lo giuro sul mio onore. La amerò più della mia stessa vita e farò qualunque cosa per renderla felice. >> Disse serio Robert.

<< Lo so, ma dovevo dirlo sono il fratello maggiore, no? >> Disse Enrico facendo spallucce e dando la mano a Robert felice.

<< Ovviamente vivremo a corte e anche voi come me. Tra qualche giorno si parte. Dobbiamo prima passare dai River e poi si va a corte. Lì ufficeremo il nostro fidanzamento. >> Dissi felice.

<< D’accordo, comincio a fare le valige … >> Disse felice Maria.

<< Ma come faremo con nostro padre? Non lo permetterà! >> Disse pratico mio fratello

<< Non dobbiamo dirlo appunto. Nemmeno alla mamma! Sapranno tutto solo quando saremo in procinto di partire, già sul cavallo. La mamma potrà venire a corte quando vorrà. Nostro padre è bandito dalla corte e dalla nostra vita. Ordine del Re! >> Dissi risoluta.

<< Già usi il mio nome per dettare legge? Bene e non sei ancora Regina … >> Disse divertito Robert abbracciandomi.

<< Perfetto. Diteci posto e ora e ci saremo! Vero Maria ? >> Disse rivolto a nostra sorella.

<< Dici bene fratello. >> La piccola era raggiante.

<< Bene, spero che Sara sia fidata, deve aiutarci a preparare tutto. >> Dissi con un mezzo sorriso.

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Nella mia camera ...

Quando tutti uscirono, dopo altri mille baci con Robert rimasi sola e convocai Sara nella mia stanza.

<< Sara, ho bisogno del tuo aiuto e del tuo silenzio. Sarai pagata molto bene. Mi aiuterai? >> Dissi ferma.

<< Ditemi mia signora, se posso, vi aiuterò >> Disse la ragazza.

<< Sedetevi con me qui e non chiamatemi Signora, ma Elisabeth! Abbiamo la stessa età, no ? >> Dissi sorridendole, indicandole il posto accanto al mio.

<< Allora, devi aiutarmi a preparare i bagagli, per me e per i miei fratelli, per partire con Robert... ehm Il Re in segreto. Mia madre e mio padre non devono sapere nulla. Se vuoi, puoi venire con me a Corte ed essere la mia cameriera, ancora. Sarai ricompensata a dovere. sia che rimani qui o che tu venga con noi. Tutto quello che ti sto dicendo, deve rimanere qui. >> Dissi seria.

<< Vi aiuterò, ricompensa o no. So cosa avete passato tu e i tuoi fratelli. Soprattutto tua sorella. Tuo padre ha violentato anche me. La prima sera che arrivai qua. Sono felice che voi e il Re vi amiate. Vi chiedo scusa se ho assistito alla richiesta del matrimonio, ma non l’ho fatto apposta davvero.

E sarei onorata di continuare a fare la vostra cameriera. Se volete, inizierò subito per la preparazione di tutto. Tutti qui mi aiuteranno perché vi vogliono bene Elisabeth e vostro padre non saprà nulla ,ve lo giuro. Tutti sono felici per voi. Spero che questo matrimonio vi faccia felice, lo meritate.

>> Disse sicura.

<< Mi dispiace non sapevo. Ma avrei dovuto immaginarlo, mio padre ha questo vizio infame. Anch’io sarei felice se sarai ancora la mia cameriera. >> Dissi felice.

<< Perfetto iniziamo i preparativi, mia futura Regina. >>

Cominciammo con l’aiuto di tutto il personale della casa a preparare i bagagli per la partenza.
Tutto in gran segreto. O meglio all’insaputa di mio padre.

I giorni passarono rapidamente, senza intoppi e finalmente arrivò il giorno della partenza.

<< Mio Re mi spiace che dobbiate partire. Speravo che sareste rimasto di più. >> Disse Il signor Bennet.

<< Vi ringrazio, ma è ora di partire. >> Rispose freddo Robert.

<< Moglie! Ma dove sono i miei figli, perché non sono qui a salutare il Re? >> Disse Il signor Bennet.

<< Non lo so mio caro, è da stamattina che non li vedo. >> Rispose mia madre abbassando gli occhi .

<< Siamo qui padre! >> Risposi fiera.

<< Dove diavolo eravate? >> Disse mio padre

<< A prepararci per la partenza! >> Risposi

<< Partenza? >> Chiese stranito.

<< Sì, i vostri figli partano con me. Adesso come già sapete, sono sotto la mia podestà e non più sotto la vostra. Verranno con me a corte. A proposito, Elisabeth ed io ci sposeremo a breve. Ovviamente non siete invitato. E soprattutto bandito alla corte. Voi invece signora sarete la benvenuta sempre. >> Disse fiero Robert venendo verso di me per aiutarmi a salire su Aria per poi baciarmi sulle labbra davanti a tutti. Per dire a tutti che io ero sua.

<< Addio padre … >> Dissi e il mio nuovo mondo e destino si aprì davanti a me.

Il viaggio verso la tenuta River era molto lungo, e il tempo non era dei migliori.

La neve stava scendendo senza nessun riguardo per il nostro viaggio. Faceva cosi freddo che né io né Maria riuscivamo a cavalcare. Così fummo costretti a fermarci molte volte ed a comprare una carrozza chiusa. Adoravo rimanere dentro la carrozza con i miei fratelli e stretta tra le braccia di Robert. Il tempo non passava mai.

La strada era ardua e difficile per il passaggio. Ma alla fine riuscimmo ad arrivare.

Arrivati alla tenuta, fummo accolti dalla famiglia River.

La famiglia River era composta da :Il signor River, una persona socievole e simpatica. Un uomo alto con i capelli lunghi e bianchi. Da giovane doveva essere stato un bell’uomo.

Il primogenito Daniel, all’incirca l’età di mio fratello ,biondo con gli occhi azzurri, molto carino e carismatico. Decisamente molto simpatico, ma forse un po’ chiuso. Solo dopo avrei imparato a conoscerlo e a volergli bene.

Il secondogenito Marcus, ragazzo della mia età, bello dalla parlantina facile. Amatore delle donne e consapevole di essere bello. Simpatico direi.

Però l’apparenza inganna ,solo in seguito avrei potuto capire e valutare meglio le persone appena conosciute.

Non mi sarei mai immaginata che arrivata qui, avrei cominciato ad avere nuovi amici e nemici. Un buon inizio per il mio futuro da Regina, no?

Ma questo fu solo l’inizio di quello che accadde in quella tenuta.

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Continua …



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Capitolo 7
*** La Preda ... ***


 


 

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

  

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

Capitolo 6


La preda ...

 

*** 

    

Alla Tenuta Bennet:

Cristina, seduta su una poltrona di broccato blu cielo, leggeva una lettera, versando lacrime di felicità.


Cara Madre,


Mi mancate molto, spero che tutto vada bene alla tenuta. Spero vivamente che mio padre, vostro marito, non abbia infierito su di voi a causa nostra. Quando vi arriverà questa lettera il nostro viaggio verso la tenuta River sarà agli sgoccioli. Il tempo non è stato molto clemente con noi, il freddo e il gelo ci hanno messo in difficoltà, soprattutto Maria ed io, che non riuscivamo nemmeno a cavalcare.
Ma Robert ha rimediato subito, non ci ha mai fatto mancare nulla. Per il freddo ha acquistato una carrozza chiusa, dove potevamo chiuderci per ripararci dalla pioggia e dalla neve.
La notte e molte cene le abbiamo passate in taverne calde e accoglienti. Avvolte , quando il tempo lo permetteva abbiamo anche cacciato e cucinato.
Madre sono felice. Felice come non lo sono mai stata in tutta la mia vita. Amo Robert più della mia stessa vita. E udite udite sono ricambiata, con passione e ardore. Cosa potrei desiderare di più?
Dovresti vedre Maria, è felice e spensierata , come non lo è mai stata. Le sue paure si stanno assopendo. Adesso si lascia abbracciare anche da Enrico oltre a me. Lui è felicissimo, perchè sa che è un bel passo avanti verso la salvezza e la felicità. Dovrà lottare ancora molto per essere libera dalle paure e dal dolore subito, ma con il nostro aiuto riuscirà ad andare avanti.
Le giornate passano tra rise e tanto, tanto amore. Enrico e Maria hanno accettanto di buon grado l'amore tra me e Robert.
Maria lo ha adorato sin dall'inzio, per lei non è stato difficile. Le piace ridere e scherzare con Robert. Avvolte non sò chi è più piccolo tra loro. Lui la tratta come una sorella.
Le vuole molto bene, gli ricorda costantemente una persona molto importante del suo passato, la sua sorellina scomparsa tanto tempo fà. Anche lei era fragile e il destino non è stato molto clemente con lei.
Una grave malattia l'ha condotta a miglior vita. E per questo che tutti noi vogliamo proteggerla dal male che ci circonda, perché questa fragilità potrebbe condurla alla morte.
Anche Enrico e Robert vanno molto d'accordo, forse anche troppo. Sono gelosa. Mio fratello da qunado ha conosciuto Robert hanno legato molto. Molte volte si coalizzano contro di me. Non è giusto tutta questa coalizzazione tra uomini. Scherzi a parte, come vedi tutto procede nel migliore dei modi. Amo passare ore e ore con i miei fratelli e Robert. Bhè, a volte sento un pò la mancanza di qualche ora da sola con Robert. Ma poi penso che avremo tutta una vita insieme e mi torna il sorriso. Non vedo l'ora di arrivare alla tenuta Rivers e di fare nuove conoscenze. E ancora di più di arrivare a corte, dove ufficializzaremo il nostro fidanzamento. Ora ti devo salutare, tutti mi aspettano giù per la cena. Vi auguro tanto amore e felicità, Madre.


Con amore vostra figlia Elisabeth.


PS. Per ogni cosa sapete dove trovarci. Io, Robert , Enrico e Maria saremmo felici di aiutarvi in ogni modo.


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Alla tenuta Bennet...

<< Moglie, eccovi vi stavo cercando! >> Disse il signor Bennet


<< Spero che non sia una lettera di Elisabeth! >> Continuò alterato come sempre negli ultimi giorni, dalla partenza del Re.

<< No, è una lettera di mia sorella! >> Mententì la signora.

<< Perché mi cercavate, è successo qualcosa? >> Continuò La signora Bennet.

<< No moglie, tutto bene! Sto soltanto pensando a come punire i vostri figli per il torto subito. Me la pagheranno, ne puoi essere sicura! >> Rispose serio il signor Bennet.

E per la prima volta in tutta la sua vita, la signora Bennet sperò in una morte prematura per suo marito. Non era molto da credenti, ma non riusciva più a tollerarlo da quando i ragazzi se ne erano andati.

Come poteva criticarli per la scelta di partire, lo avrebbe fatto anche lei se avesse potuto.


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Intanto nella carrozza di Re Robert.

<< Finalmente manca poco per la tenuta dei River! Ho creduto che non saremmo mai arrivati! >> conclusi tutta euforica.

<< Eh sì, meno male, questo freddo mi sta uccidendo ! >> Continuò Maria tremando .

<< Dai pensa positivo sorellina! Incontrerai dei nuovi ragazzi! Ti potresti innamorare ! Incontrare l'uomo della tua vita e sposarti !>> Dissi ridendo stretta tra le braccia di Robert.

<< Disse la donna che non voleva innamorarsi nè sposarsi! Elisabeth sembri una di quelle madri petulanti in cerca di un marito per la propria figlia! Orrore! Per fortuna i Rivers non hanno figlie femmine o avresti cercato di maritarmi! >> Disse Enrico divertito dalle mie parole.

<< Sono solo felice fratello e voglio che lo siate presto anche voi! E' sbagliato questo? >> Chiesi sorridendo.

<< No amore, anima mia. E' che sono abbastanza grandi per cavarsela da soli, non credi? >> Cominciò per poi baciarmi sulle labbra dolcemente con tutto l'amore che provava per me. E anche questa volta , come tutte le volte che mi baciava, tutto il resto scomparve.

<< Vi prego, per la mia salute mentale, smettetela di baciarvi così davanti a me! Sono sempre tuo fratello! Non posso guardare e non dire nulla ! >> Sorrise imbarazzato mio fratello.

<< Come sei pudico fratello! Ma se sei il primo che si sbaciucchia a destra e a manca! E poi cosa farai quando sarà il turno di Maria? >> Criticai dopo aver terminato di controvoglia il bacio con Robert.

<< Non posso pensarci ora ... è meglio! >> Lo disse tirandosi i capelli per simboleggiare che sarebbe divenuto pazzo.

<< Guardate! Siamo arrivati! Quella è la tenuta dei Rivers! >> Urlò felice Maria.


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Villa Rivers...

Arrivammo davanti alla tenuta e la carrozza si fermò. Robert scese per primo e aiutò me e Maria a scendere.

<< Benvenuto mio Re ... >> Disse un uomo sulla sessantina di anni capelli e barba lunghi e bianchi come la neve.

E io ebbi un déjà vu.

<< Salve a voi, Questi sono Elisabeth Bennet ,Maria Bennet e Enrico Bennet. Viaggiono con me verso la corte come miei ospiti. Spero di non aver recato disturbo con la loro presenza >> Rispose come solo un Re poteva fare, con forza e potere.

<< Ma no mio Signore, sono felice della loro presenza. Sono anche miei vicini. Venite vi presento i miei figli >> Concluse Cristian River.

<< Questi sono i miei figli! Lui e Daniel il mio primogenito. Lui invece è Marcus. >> Ci riferì affettuoso il signor River.

Invidiavo questi ragazzi, avevano un padre adorabile. Un padre che amava i propri figli. Sapevo che la Signora River era morta dando alla luce Marcus. E dopo la morte di quest'ultima la vita di questi tre uomini era stata dura , ma l'amore che li univa era stato un buon analgesico per le loro ferite.

<< Salve a voi Re ! >> Dissero contemporaneamente i due fratelli. Ma i loro occhi erano fissi su di me che ero dietro a Robert.

<< Salve a voi ragazzi >> Rispose Robert.

Daniel era un ragazzo bellissimo. Molto alto con un fsico asciutto. Aveva capelli biondi e occhi verdi. Occhi molto penetranti ma nello stesso tempo timidi. Doveva essere un ragazzo dolce. Molto simpatico direi. Indossava pantaloni marroni abbinati a una camicia blu elettrico che risaltava il

colore dei suoi occhi.

Marcus era un ragazzo molto, molto bello, e così dicevo ben poco. Un ragazzo che quanlunque donna o ragazza che sia, lo avrebbe immaginato come il principe azzurro. Alto occhi azzurri e capelli biondi. Un Dio. Indossava un pantalone nero e una camicia bianca che risaltava tutta la sua bellezza.

Appena mi accorsi che mi stavano fissando abbasai gli occhi timida. Non ero abituata ad essere notata.

<< Mio Re venite, vi mostro la tenuta. >> Disse il signor River cordiale.

<< Certamente ... >> Acconsentì Robert.

<< Voi siete Elisabeth ? >> Mi chiese Marcus.

<< Sì, io sono Elisabeth, piacere! >> Risposi prima che Marcus sollevasse la mia mano per un baciamano.

<< Piacere di conoscervi ... posso mostrarvi la bibblioteca? Non per vantarmi ma vi sono riposti i più belli libri del mondo ... >> Disse Marcus

<< Si grazie, mi farebbe piacere... >> Sorrisi in risposta seguendolo. Lasciando dietro i miei fratelli con Daniel.

<< Venite vi mostro la tenuta ... >> Disse Daniel rivolto a miei fratelli mentre guardava me che scomparivo nella tenuta insieme a Marcus.


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Nella bibblioteca.

<< Oh ma sono bellissimi... vorrei leggerli tutti ! >> Esclamai euforica , mentre Marcus mi scrutava mettendomi in agitazione.

Ero così rigida che mi sarei potuta frantumare dalla tensione.

<< Spero di non disturbare! >> Disse Daniel entrando nella biblioteca con i miei fratelli.

<< Certo che no ... questa è la vostra casa! >> Sorrisi in risposta verso la sua direzione già più tranquilla. La presenza di Daniel mi dava sicurezza e protezione. Mentre quella di Marcus metteva tutti i miei sensi in allerta. Però non riuscivo a capire il perché.

<< Bene ... >> Rispose Daniel.

Si avvicinò e mi disse senza che gli altri ascoltassero:

<< Attenta, Marcus non è quello che sembra ! >> Mi riferì a bassa voce Daniel.

Non riuscì a capire il perché. Di chi dovevo fidarmi? Di Daniel o di Marcus?

Il mio unico desiderio era di correre tra le braccia di Robert.

<< Signorina Elisabeth, è tutto pronto. I bauli sono stati disfatti e sistemati, nelle rispettive stanze. >> Mi riferì Sara

<< Grazie Sara >> Risposi sorridendo alla mia cameriera

<< Signorina avete bisogno di altro? Un bagno caldo? Qualcosa da mangiare o da bere? E voi signorina Maria? >> Ci chiese Sara.

<< Sì , Sara ho proprio bisogno di un bel bagno caldo, grazie ! >>

<< Oh , si anch'io ne ho proprio bisogno! Grazie! >> Acconsentì Maria.

<< Perfetto, tra pochi minuti tutto sarà pronto! >> Disse Sara prima di uscire dalla biblioteca.

<< Allora Elisabeth ci vediamo dopo a cena! >> Mi disse Marcus prima di uscire anche lui.


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Continua ...



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Capitolo 8
*** Gelosie ... ***


 


 

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

  

 

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Capitolo 7


Gelosie...

 

*** 

    

Nella camera di Elisabeth.

<< Elisabeth, che cosa avete? Siete strana. C'è qualcosa che la disturba? Ne vuole parlare? >> Mi chiese a raffica Sara, un po' preuccupata.

<< Sara, qui tutto è strano , diverso ! Mi sento strana, come se stesse per succedere qualcosa ... >> Parlai pensierosa.

<< Non si preoccupi, presto partiremo per la corte e tutto andrà per il meglio >> Rispose tranquilla.

<< Lo spero, Sara, lo spero. >>

Tra chiacchiere e risate iniziai a cambiarmi per la cena.

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Nella camera di Robert ...

TOC TOC.

Sentendo bussare Robert aprì la porta.

<< Maria, che succede, stai male? Elisabeth? Enrico? >> Chiese preuccupato.

<< No tranquillo, tutto bene... è che ho una brutta senzazione. Sono preuccupata per Elisabeth. Non mi piace come la guardano Marcus e Daniel. Soprattutto come la mangia con gli occhi Marus >> Continuò stranita.

<< Ti prego proteggila ... >> Disse Maria scappando via.

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Nel corridoio ...

Qualche ora dopo...

<< Maria, Elisabeth dov'è? >> Chiese Enrico

<< Non lo so. Sarà con Sara a prepararsi, credo. >> Rispose Maria

<< E' in ritardo, non è da lei . >> Continuò Enrico guardando Robert.

<< Eccomi! Scusate il ritardo >> Arrivai correndo.

<< Scusate Signore, è colpa mia se Elisabeth è in ritardo... non si ripeterà. >> Si scusò Sara.

<< Tranquilla Sara, non è successo nulla , può capitare . Conosciamo Elisabeth ... non gli va bene mai nulla ... >> Disse Robert prendendomi in giro mentre mi baciava e baciava.

<< Simpatico, davvero ... >> Mi finsi offesa

<< Andiamo si stà facendo tardi.>> Disse Enrico.

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Sala per il pranzo ...

Arrivammo nella sala da cena e trovammo tutti ad attenderci. La sala era meravigliosa, era grande e molto areata, grazie alle grandi vetrate sulla sinistra che davano sul parco, dove si trovava una bellissima fontana e un roseto. Le tende erano di broccato blu, tappezzate intorno alle finestre. Al centro della stanza c'era un grandissimo tavolo di noce massiccio, imbandito a festa. Piatti di porcellana e posate d'argento e candele accese al centro del tavolo. Dalla parte opposta delle finestre cerano dei grossi mobili sempre di legno noce massiccio, che coprivano interamente la parte bassa della parete. Nella parte alta invece c'erano dei bellissimi arazi, attimi di caccia e ritratti di famiglia. Sopra i grossi mobili vi erano posate grandi caraffe di vino rosso, bianco e acqua. Non solo, anche ogni tipo di alcool esistente. I camerieri erano tutti al loro posto, pronti a servire i loro padroni al loro segnale. Il cibo era abbondante e di ottima qualità. C'erano quaglie , conigli ,pesci ... proprio un banchetto da Re. Peccato che io fossi vegetariana e non mangiavo carne. Ci sedemmo tutti al proprio posto. Io ero seduta tra Robert e Marcus, Maria tra Enrico e Daniel di fronte a noi, a capo tavola c'era il padrone di casa. Il signor River aveva cercato invano di cedere il suo posto a Robert, ma lui aveva rifiutato, con la scusa che era un ospite. In realtà lo aveva fatto solo per potersi mettere accanto a me. La cena stava andando meravigliosamente, tra chiacchiere e risa fino a quando ...

<< Signorina Elisabeth, ma voi non avete toccato cibo.>> Disse il signor River preuccupato.

<< Vi chiedo scusa, sicuramente sarà tutto squisito. Ma io sono vegetariana, non mangio carne . >> Risposi.

<< Non capisco... >> Continuò il signor River.

<< Significa che lei si ciba solo di verdura, non mangia nulla che provenga dagli animali. >> Spiegò Robert al Signor River , sorridendomi..

<< Sì, ma non si preoccupi, sto mangiando il pane e le patate lesse e i piselli, squisiti davvero. Non voglio disturbare. >>

<< Scusatemi davvero Elisabeth , non lo sapevo, da domani vi verrà servito tutto quello che desiderate. Dovete solo chiedere. Intanto vi faccio portare qualcos altro? >> Mi chiese premuroso, con un sorriso paterno.

<< Non si preuccupi, io non mangio molto. Sto bene così. La ringrazio davvero. >> Risposi con un sorriso

<< Ora capisco perché siete cosi magra. Ma vi posso assicurare che vi dona. Siete bellissima. >> Disse il signor River affettuoso e gentile.

Si può adorare un uomo così? Perché mio padre non è come lui? Misteri della vita! MAH!

<< Elisabeth, parlatemi un pò di voi. Sei cosi misteriosa. Vorrei scoprire tutto di te! >> Disse malizioso Marcus.

<< C'è poco da dire ... Sono la secondogenita dei Bennet e sono in viaggio per la corte. >> Dissi in breve.

<< E siete vegetariana ... cosa molto intrigante ... >> Continuò Marcus .

<< Perfetto, ora che abbiamo finito di cenare, noi uomini ci possiamo ritirare un attimo nel mio studio, per un bicchierino e un sigaro. Così le donne intanto possono andare nel salottino adiacente e rilassarsi con qualche gioco. Ci vediamo tra poco Elisabeth e Maria. >>

<< Sarebbe perfetto ! >> Esclamò Robert.

<< Lasciala stare Marcus. Non è pane per i tuoi denti! Non è una cameriera o una popolana. E' una nobile ricordatelo. >> Disse Daniel infuriato.

<< So che è una nobile. E' carina. Molto carina. Viaggia con il Re, ti ho detto già tutto, no? Voglio che sia mia. Cosa c'è di male ... >> Disse divertito Marcus.

<< Non credo che sia quello che pensi. Stagli lontano ti prego >> Continuò Daniel.

<< Cos'è ti sei innamorato? Oh piccolo, il cuoricino di mio fratello batte forte per Elisabeth >> Marcus scoppiò in una fragorosa risata, guadagnandosi uno sguardo truce dal fratello.

Detto questo, si avvicinò a Elisabeth facendo infuriare Daniel.

<< Siete bellissima stasera Elisabeth ... non smetterò mai di dirvelo. >> Le disse ad alta voce.

A quelle parole la fanciulla arrossì e sia Robert che Daniel si irritarono . A nessuno dei due piaceva il comportamento lascivo di Marcus.

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Nel salottino ...

Quando rimasero sole Maria e Elisabeth ...

<< Sorella, dovete stare attenta. Non mi piace Marcus . >> Disse Maria

<< Nenache a me ... >>

Poco dopo, ci raggiunsero gli uomini nel salottino .

Daniel mi si avvicinò sorridendo.

<< Vi chiedo scusa , posso ? >> Mi disse Daniel.

<< Certo, ditemi >>

<< Volevo chiedervi ... se poteva farvi piacere, domani, fare una passeggiata a cavallo con me per la tenuta . >> Mi chiese imbarazzato.

<< Mi farebbe molto piacere, grazie >> Risposi sincera.

<< Può venire anche sua sorella, se le va ... >> Continuò gentile .

<< Non credo che accetterà , a lei non piace andare a cavallo >> Dissi sorridendo .

<< Che peccato ... bhè, vorrà dire che vi inviterò anche per una passeggiata nel roseto . Qui sua sorella non potrà disertare >> Disse gentile .

<< Ne sono sicura. Per questo vi amerà . >> Dissi ridendo.

<< Accidenti, per così poco ? Sono lusingato >> Disse ridendo .

Il nostro dialogo non passò inosservato , sia a Robert che a Marcus ed entambi non ne furono molto contenti.

Se l'arrivo di Robert tutto cambiò ,l'arrivo di Daniel tutto incasinò ...

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Quando Robert e Elisabeth rimasero soli :

<< Che cos' era ... cosa sta succedendo tra te e Daniel? >> Mi chiese Robert geloso.

<< Cos'era? Non capisco? Cosa intendi Robert? Sii chiaro... >> Risposi ammiccando e avvicinandomi a lui.

<< Sai cosa intendo... Le vostre risate e la vosta gentilezza ... >> Lasciò la frase in sospeso, con un'evidente irritazione.

<< Siete geloso, Robert? Mi piace... >> Ridacchiai,ammiccando maliziosa..

<< Non sono geloso! Beh, sì un pochino lo sono... Sì, lo sono tanto, va bene? E' che non sono abituato ... a queste emozioni e sentimenti ... devi essere paziente con me, sai? >> Robert addolcì lo sguardo, sembrando quasi un cucciolo.

<< Robert, io ti amo ... ti amo. Ti può bastare? >> Sussurrai, avvicinandomi alle sue labbra.

<< Mi basta per sempre ... ti amo Elisabeth, più di ogni altra cosa >> Mi disse con fermezza,prima di baciarmi .

Come sempre, appena mi baciò tutto scomparì e restammo solo noi. Ma non eravamo soli, qualcuno vide tutto, e a quella visione gli spuntò un sorriso sadico.

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Continua ...




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Capitolo 9
*** amicizie ... ***


 


 

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

  

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

Capitolo 8


Amicizie ...

 

*** 

    

Nella camera di Maria.

<< Maria, Daniel ci ha invitate per una cavalcata, vieni? >>

<< Daniel? Quando? >>

<< Sì, Daniel. Quando?Specifica! Intendi dire... quando l'ha proposto o quando avverrà la cavalcata? >> Chiesi divertita.

<< Sai cosa intendo! >> Mi rispose imbroncianta e impaziente.

<< Ieri l'ha proposto. Io, te e Daniel. Oggi pomeriggio! >> Continuai.

<< Senti Elisabeth io ... >> Iniziò Maria.

<< Lo sapevo sai? >> La canzonai, sorniona.

<< Allora, perche l'hai chiesto? >> Mi chiese Maria.

<< Perché Daniel, dopo che gli ho riferito che non ti piace cavalcare ... ha proposto prima passeggiata al roseto e poi cavalcata. >> Risposi.

<< Non poi rifiutare! >> Continuai.

<< Allora, passeggiata al roseto sia! >> Accettò Maria.

toc toc.
 
<< Sorelle! >> Enrico entrò euforico e sorridente.

<< Buon giorno, fratello ! >> Salutò la piccola.

<< Buon giorno a te, Maria! >> Ricambiò il moro.

<< Che ci fai qui? >> Chiesi.

<< Buon giorno anche a te sorella! Quanto sei acida! Sono qui perché il tuo ragazzo ti cerca ... è nel giardino dietro la casa... >> Mi informò.

<< Bene, allora vado ... >> Dissi uscendo dalla camera.

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Nel giardino.

<< Robert! >> Chiamai.

<< Sono qui, vieni! >> Parlò dolcemente.

<< Ciao Amore! >> Felice mi avvicinai.

<< Ciao a te , amore mio >> Rispose Robert.

<< Abbracciami ... >> Dissi

<< Con piacere... >> Disse sorridendo, mente mi baciava dietro l'orecchio sinistro. Oh Oh le mie ginocchia si stanno sciogliendo.

La sua voce soave e i sorrisi caldi e pieni di amore, uniti alle sue bellissime mani esperte, lo rendevano favoloso ai miei occhi.

<< Elisabeth, ti amo da morire e sono geloso! >> Mi disse.

<< E perché? >> Chiesi.

<< Oggi passerai una intera giornata senza di me! Che tristezza! >> Disse Robert.

<< Si , già mi manchi ... >> Continuai .

Passammo delle ore fantastiche insieme... poi fu l'ora di tornare per la passeggiata nel roseto.

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Davanti alla tenuta.

<< Maria, tutto bene? >> Chiesi .

<< Certo. >> Rispose Maria.

<< Eccovi, andiamo? >> Disse Daniel offrendoci il braccio.

<< Certo! >> rispondemmo io e Maria.

<< Maria, Elisabeth mi ha riferito che non amate andare a cavallo ... se vi va potremmo prendere il calesse... >> Propose gentile Daniel, aspettando una risposta.

<< Vi ringrazio, ma non vi dovete preoccupare per me ... andate e divertitevi. >> Disse Maria sorridendo.

<< Il suoi petali sono rosso scuro , rosso come il sangue. Bella vero? >> Chiese Daniel, mostrandomi una delle tante rose che si ergevano dinanzi ai nostri occhi.

<< Sì è bellissima... >> Dissi.

<< Maria, siete timida? Non avete parlato molto... >> Disse Daniel.

<< Scusate, è che sono molto stanca, devo andare... >> Disse Maria allontanandosi ... il suo cuore batteva a mille...

<< Cosa ho detto di sbagliato, Elisabeth? >> Chiese triste Daniel.

<< No, non avete detto nulla ... era solo stanca... >> Mentii.
Cosa succedeva a mia sorella?

<< Ah! Meno male. Volete andare anche voi a riposarvi o iniziamo la cavalcata? >> Chiese Daniel.

<< Cavalcata ... >> Risposi.

<< Cavalcata, sia! >> Disse sorridendo.
 
Prendemmo i cavalli e visitammo per lungo e per largo la tenuta Rivers.

<< Venite Elisabeth, sediamoci qui! >> Disse Daniel scendendo da cavallo e tendendo la mano per aiutarmi a scendere.

<< Vi prego parlatemi di voi! >> Continuò Daniel.

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Intanto alla nella tenuta Rivers.

<< Elisabeth? >> Chiese Robert.

<< E' con Daniel! >> Rispose Maria.

<< Come state? >> Chiese Robert preoccupato dalla faccia triste di Maria.

<< Tutto bene grazie! >> Rispose la ragazza

<< Scusa, devo andare ! >> Disse mentre saliva le scale verso la sua camera.

<< Ma che succede? >> Chiese Robert , senza ricevere nessuna risposta .

In quel momento scese Enrico.

<< Robert, vi va una partita a carte? >> Chiese Enrico.

<< Molto volentieri ... >> Rispose Robert.

<< Senza Elisabeth nei paraggi sembrate un cagnolino abbandonato ... senza offesa fratello ! >> Disse sorridendo Enrico a Robert.

<< Ahah! Simpatico. E' vero l'ho vista poche ore fa, ma già mi manca. >> Disse Robert rassegnato.

<< Ah l'amor >> Disse Enrico.

<< E tu con l'amore? Ho notato come la guardi ... >> Disse Robert .

<< E' così evidente? Sono proprio messo male ... >> Disse triste Enrico.

<< Ma no! Non c'è niente di male... è l'amor >> Lo canzonò il Re, ripagandolo con la stessa moneta.

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Intanto Elisabeth e Daniel.

<< Davvero? Oh mio dio ... Dite davvero? >> Dissi

<< Lo giuro , dico la verità .>> Disse Daniel.

<< Siamo arrivati ... >> Continuò.

Salutai Daniel e mi recai in biblioteca.

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Nella biblioteca ...

Mentre sceglievo un libro da leggere sentì aprire e chiudere la porta della biblioteca a chiave...


Mi girai di scatto e lo vidi. Con li suo sorriso malefico.

<< Bene , bene ora ci divertiamo ... >> Disse l'uomo misterioso.

<< Stai lontano da me ? Dissi impaurita della situazione.

<< Non credo proprio! Ora ti dico cosa faremo! Ci divertiremo te lo prometto. Non puoi rifiutare! >>

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Continua ....



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Capitolo 10
*** L'amore... ***


 


 

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

  

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

Capitolo 9


L'amore ...

 

*** 

    


Nella biblioteca ...

Mentre sceglievo un libro da leggere ... sentì aprire e chiudere la porta della biblioteca a chiave...
Mi girai di scatto e lo vidi. Con li suo sorriso malefico.

<< Bene , bene ora ci divertiamo ... >> Disse l'uomo misterioso.

<< Stai lontano da me >> Urlai impaurita della situazione.

<< Non credo proprio. Ora ti dico cosa faremo. Ci divertiremo te lo prometto. Non puoi rifiutare! >>

<< No, vattene o urlo... >> Il respiro mi si mozzò in gola di fronte a quello sguardo da esalutato.

Sapevo quali erano le sue intenzioni ... Continuando a non perderlo di vista mi allontanai e afferai un fermacarte a forma di cavallo, pronta a difendermi.

<< Urla pure, nessuno accorrerà n tuo aiuto ... >> Ghignò divertito, guardandomi come se fossi una povera pazza.
Si stava addirittura prendendo gioco di me.

<< E poi, cosa ti lamenti ... ti farò divertire... sono molto più bravo di qel pivello del Re, a letto. E sì , il Re si è scelto proprio una bella sgualdrina come amante... bella e selvaggia. >>

<< Io non sono la sua squaldrina ... >> Urlai., furiosa per le sue orribili insinuazioni. Come osava infangare l'amore che c'era fra me e Robert?
Come osava trattarmi come una donnetta ?

<< A no? E che cosa sei? Perchè viaggi con lui allora? Ha intrapreso questo viaggio per trovarsi una sgualdrina ... >>

<< Non è cosi! >> Risposi decisa, indietreggiando ad ogni suo passo.
Ma fu inutile.

Si avvicinò e afferò i miei polsi chiudendomi tra lui e il muro. Ero spaventata, piangevo e urlavo ... la mia unica possibilita era il fermacarte. Alzai la mano e lo colpii. Il colpo lo prese in pieno. La sua testa sanguinava, ma non si dava per vinto...

<< Sarai mia Elisabeth! >>

<< NO! Lasciala Marcus ! >> Tuonò Daniel appena entrato.

Daniel, dopo aver condotto i cavalli nella scuderia, si era avviato verso la camera, felice del pomeriggio passato con Elisabeth. Passando dalla biblioteca aveva sentito delle urla e preuccupato aveva buttato giù la porta. Appena entrato nella biblioteca vide la scena piu brutta della sua vita ... Vide un Marcus sanguinate tirare per i capelli Elisabeth che cercava di scappare ... l'abito di Elisabeth era strappato e voleva dire solo una cosa. La furia prese il sopravvento in Daniel... riusciva a pensare solo ad una cosa ... Elisabeth no, lei no.

<< Vieni fratello ... potremmo divertici entrambi... so che ti piace ... >> Disse Marcus

<< NO , ti ho detto di lasciarla ... >> Disse Daniel furioso ...

Daniel si avvicinò al fratello e lo colpì così tante volte che la sua faccia era ricoperta di sangue...

<< Fermo ... così lo uccidi... >> Dissi imapurita.

<< Vattene dalla mia vista... ora ... o ti uccido ... hai la mia parola... >> Disse Daniel furioso al fratello...

Marcus si alzò e scappò imapurito e furioso...

<< Come stai? >> Chiesi avvicinandomi.
Nel suo sguardo leggevo l'angoscia e il disprezzo per il suo stesso fratello.

Ero sporca, ferita ... ma salva. Daniel mi aveva salvato ... aveva salvato sia il mio corpo che la mia anima. Era arrivato in tempo, prima che suo fratello mi violentasse ...

<< Tu come stai? Sei ferita? Non è riuscito nel suo intento, vero? >> Mi chiese Daniel avvicinandosi e abbracciandomi...

<< Scusa ... io... >> Continuò Daniel.

<< Sto bene... non preuccuparti... grazie ... >> Risposi ricambiando l'abbraccio.

Anche questa volta le mie senziazioni avevano visto giusto. Tra le braccie di Daniel mi sentivo felice e protetta.

<< Robert... >> Dissi in un sussurro ... avevo bisogno di lui.

<< Lo faccio chiamare tranquilla... >> Mi dissse Daniel sciogliendo l'abbraccio e avvicinandosi alla porta per chiamare un servitore, ma senza allontanarsi.

In quel momento capì che Daniel mi era entrato dentro... e vi sarebbe rimasto per sempre ... come ci era riuscito Robert. Amavo Robert, ma amavo anche Daniel. Due amori diversi, ma potenti e forti di ugual misura. Capii anche che si poteva amare due persone contemporaneamente.

<< Elisabeth, sta arrivando ... >> Mi comunicò Daniel , accarezzandomi una guancia.

<< Elisabeth! Amore mio, che cosa è successo? >> Chiese subito Robert, entrando come una furia in biblioteca ... correndo ad abbracciarmi.

<< Marcus... >> Cominciai a dire prima di scoppiare a piangere. Avevo resistito fino ad ora, facendomi forza per non piangere, per non essere debole... ma appena fui tra le sue braccia mi sentii a casa e tutte le mie paure e miei dolori scomparirono...

A quella visione Daniel stava per andarsene, quando Robert lo fermo con ...

<< Grazie amico per tutto... per averla protetta e per avermi chiamato ... te ne sono grato ... >> Disse sincero, Robert.

<< Non devi ringraziarmi... l'ho fatto per lei ... >> Disse Daniel prima di uscire dalla stanza.

Dopo quelle parole tutto fu chiaro ... Daniel era innamorato di me... io lo sapevo , Robert lo sapeva.... come Daniel sapeva che io e Robert ci amavamo... e che non ero la sua sgualdrina ma la sua futura moglie. Lo aveva capito già da tempo ... era palese, in fondo bastava guardare come ci cercavamo di continuo con le mani e con gli occhi e oggi aveva avuto la conferma attraverso gli occhi di Robert.

Questo fu solo l'inizio della nostra storia ...

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Dopo Robert mi accompagnò nella mia camera, per lasciarmi nelle mani amorevoli di Sara.

<< Elisabeth... come state? >> Chiese spaventata Sara

Aveva le lacrime agli occhi ... forse perchè rammentava quello che era successo a lei ... o forse perchè aveva imaprato a volermi bene come io ne volevo a lei ...

<< Sto bene! >> Dissi sicura.

<< Ti ha violentata? >> Chiese diretta Sara. Sapeva che tale domanda non si poteva fare in modo nè educato nè delicato.

<< No, Daniel è arrivato intempo ... mi ha salvato. >> Risposi sospirando.

<< Lo sapevo che Marcus era un bastardo... e questa ne è la prova. Che Dio benedica Daniel,che bravo ragazzo... >> Disse Sara.

<< Che Dio lo benedica ... >> Risposi senza fiato.

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Nello studio del Signor Rivers...

<< Se trovo Marcus, le prometto che lo uccido con le mie mani >> Disse Robert entrando nello studio ,furioso e senza alcun preavviso.

<< Che cosa è successo, Sire? >> Il signor River sobbalzò , preso in contropiede e il suo sguardo parve subito allarmato.

<< Succede che vostro figlio Marcus ha cercato di violentare Elisabeth ... Elisabeth la mia futura moglie ... se non fosse stato per Daniel , lei ora... >> Iniziò a dire Robert prima che la sua voce si inclinasse dalla rabbia.

<< Domani mattina partiremo... >> Detto questo Robert uscì dalla stanza.

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Nella camera di Enrico...


<< Cosa? Sara, stai dicendo che Marcus ha quasi violentato Elisabeth? Io lo uccido ... >> Enrico era diventato paonazzo, la rabbia montava prepotentemente in lui istante dopo istante.

<< Mettiti in fila fratello ... >> Disse Robert entrando.

<< Come sta? >> Chiese Robert a Sara.

<< Ora sta dormendo ... l'ha presa meglio di quanto immaginassi . Credevo che avrebbe urlato ,pianto e fatto pazzie... come ho fatto io. Ma lei è una donna forte , supererà anche questo. E' stata fortunata , se non fosse arrivato Daniel... non oso nemeno pensarci... so come ci si sente dopo uno stupro. Sono felice che lei non abbia subito tale dolore. >> Disse sincera Sara.

<< Dov'è Maria? >> Chiese ancora Robert.

<< E' con lei, non ha voluto lasciarla... >> Rispose Sara.

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Nella camera di Elisabeth...

<< Sorella ti voglio tanto bene... mi dispiace tanto ... >> Disse Maria accarezzandomi mentre il sonno pian piano mi prendeva con sè.

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Nella taverna vicina...

<< Maledizione... il mio viso... me la pagherai Elisabeth me la pagherai ... fosse l'ultima cosa che faccio ... >> Disse Marcus furioso mentre si stava medicando la faccia martoriata....

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Continua...



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Capitolo 11
*** La partenza ... ***


 


 

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

  

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

Capitolo 10


La partenza ...

 

*** 

    

Nella camera di Elisabeth...

Al mio risveglio trovai mia sorella al mio capezzale. La piccola Maria era rannicchiata su una poltrona, addormentata vicino al mio letto. La sua piccola e fragile manina stringeva la mia con amore. Aveva vegliato tutta la notte, insieme a Sara, rannicchiata sull'altra sedia. Sara, non era come le altre serve, era dolce e comprensiva. In poco tempo l'avevo adorata e tenevo a lei più come una sorella che come un'amica. Anche lei come Maria, si era preoccupata e presa cura di me, come avrebbe fatto una mamma. Mia madre , non era male anche se poco presente e poco protettiva verso i propri figli. Appena cominciai a muovermi, Sara si svegliò sorridendomi felice.

<< Elisabeth, state bene? Avete bisogno di qualcosa? >> Chiese la mia cameriera apprensiva, ma felice di vedermi sveglia e informa.

<< Grazie, Sara. Sto bene. Anche se ... ho un pochino di fame. >> Risposi sorridendo.

<< Certamente, vado a cercare qualcosa ... >> Rispose la ragazza, affrettandosi a uscire dalla camera per cercarmi del cibo.

<< Sorella, siete sveglia... come state? >> Mi chiese la piccola Maria.

<< Sto bene Maria, non preoccuparti ... >> Stavo dicendo mentre mia sorella, mi piombò addosso per abbracciarmi.

<< Come sono felice ... >> Mi disse stringendomi.

<< Sono felice anche io , ma se mi fai respirare starò meglio >> Risposi divertita.

Dopo poco tornò Sara con la colazione. La colazione era composta da pane tostato, marmellata e frutta fresca, il tutto accompagnato da una fumante tazza chi the. La mia preferita. La stanza era in ordine e profumava di spezie. In fondo al letto c'era il mio baule. Tutto il contenuto dell'armadio e tutto il mio avere era riposto in esso.

<< Sara, che succede? Perché tutte le mie cosa sono nel baule? Partiamo? >> Chiesi smarrita.

<< Il Re mi ha chiesto di preparare il vostro baule e quello della signorina Maria. Perché sia tutto pronto per la partenza, dopo il vostro risveglio. >> Rispose Sara sincera.

<< Perché? >> Chiesi , ma mi risposi da sola.

<< Per quello che è successo ieri sera? >> Continuai

<< Sì, signorina. >> Rispose la ragazza.

<< Capisco ... >> Risposi triste.

<< Presto verrà a trovarvi sia vostro fratello che il Re. Volete che vi vesta prima? >> Chiese gentile Sara.

<< Sì, grazie. >> Risposi.

Sara mi aiutò a indossare un abito verde bosco. Era merlettato sul davanti, all'altezza del petto di un verde tenue, che si univa attraverso file di perle al tessuto morbido di broccato verde bosco. Le maniche erano gonfie e morbide , dello stesso tessuto del corpetto. La gonna era ampia e dava molta possibilità di movimento. Il tutto era abbinato con una giacchetta verde bosco , da un ombrellino in tinta e della borsetta da mano. Lo riconobbi come un mio abito da viaggio.

Dopo poco arrivarono Sia Robert che Enrico.

<< Sorellina, come ti senti? >> Chiese apprensivo mio fratello.

<< STO.BENE. >> Risposi un po’ alterata, era la ventesima volta che mi veniva fatta la stessa domanda.

<< Sì, sta bene... adesso ho avuto la prova. >> Rispose divertito Enrico, sorridendo prima a me e poi a Sara.

Robert era seduto sul mio letto, e mi teneva stretta tra le sue braccia. Il paradiso direi.

Passarono ore poi fu il momento di partire .

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Sulle scale ...

<< Elisabeth ... >> Mi sentii chiamare. Riconobbi subito a chi apparteneva quella voce.

<< Daniel ... >> Risposi voltandomi.

<< Come state? Siete riuscita a dormire ? >> Mi chiese dolcemente , avvicinandosi e sfiorandomi la guancia con dita delicate e piene d'amore.

<< Daniel, sto bene , non dovete preoccuparvi. >> Risposi godendomi quell'attimo.

<< Ne sono felice, ma non potete chiedermi di non preoccuparmi , è come chiedermi di non respirare. >> Disse il ragazzo sorridendo.

<< Quindi, partite? >> Continuò Daniel triste.

<< Si, partiremo tra pochi minuti ... >> Risposi guardandolo.

<< Mi mancherete , Elisabeth. Sempre. >> Disse sincero .

<< Allora partite con noi, ne sarei felice . >> Risposi senza neanche rendermene conto.

<< Se è quello che desiderate, vi accontenterò. >> Rispose felice.

<< Lo desidero. >> Risposi sicura.

<< Vado a chiedere il permesso a mio padre e a Re Robert. >> Continuò sorridendo, fissandomi negli occhi.

Poi Daniel si allontanò e ne sentii subito la mancanza. Con Robert mi sentivo amata, capita e a casa. Nelle sue braccia c'era il paradiso, sentivo che l'amavo e che non sarei mai riuscita a vivere senza di lui. Per me era come l'aria, era entrata dentro di me e aveva lasciato il suo marchio indelebile nella mia anima per sempre. Con Daniel, mi sentivo amata , libera di essere me stessa. Nelle sue braccia c'era comprensione e amore, sentivo che l'amavo e come Robert aveva lasciato un marchio nella mia anima. Amavo due uomini, completamente diversi, in due modi completamente diversi, ma simili nello stesso tempo. Sapevo che avrei dovuto scegliere un giorno. Come sapevo che il mio cuore aveva già scelto prima della mia testa.

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Alla porta principale della tenuta...


Dopo le parole scambiate con Daniel, ero confusa ma felice. Percorsi tutto il corridoio per arrivare alla porta. Dove mi attendeva Maria e Enrico.

<< Elisabeth, dove eri finita? >> Mi chiese scoraggiato Enrico.

<< Non sei mai stata in ritardo in vita tua ,ma ultimamente sei sempre con la testa tra le nuvole ... e arrivi sempre tardi. Per caso e dico per caso, questo cambiamento è dovuto a Robert? >> Chiese divertito mio fratello sorridendo. In quel momento notai dove cadeva sempre il suo sguardo, e ne fui felice.

<< Dov' è Robert? >> Chiesi divertita e felice.

<< Dovrebbe arrivare a momenti ... >> Rispose Sara, che era rimasta in disparte mentre Maria, Enrico ed io parlavamo.

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Alla porta della biblioteca...

<< Signore . >> Chiamò Daniel , Robert.

<< Daniel, che succede? >> Chiese Robert neutro.

<< Volevo chiedevi il permesso di unirmi a voi. Preferisco non trovarmi qui, quando mio fratello tornerà. Immagino che capiate. >> Disse Daniel sicuro di sé.

<< Si, capisco eccome. Avete chiesto a vostro padre? Per me non ci sono problemi. >> Rispose sincero il Re.

<< Mio padre ha capito e ha acconsentito. >> Rispose risoluto il ragazzo.

<< Perfetto preparatevi. Vi aspettiamo. >> Rispose Robert.

<< E' già tutto pronto. Non sarei rimasto qui in ogni caso. >> Rispose Daniel fermando Robert con le sue parole.

<< Perfetto, allora andiamo, la corte ci aspetta. >> Rispose Robert, sereno.

<< Spero, che la vostra presenza possa aiutarmi a proteggere Elisabeth da ogni sofferenza e dolore. Posso contare su di voi? La vita per Elisabeth sarà molto dura a corte. >> Chiese serio Robert.

<< Può contare su di me Signore . >> Rispose sincero Daniel.

Quello sarà l'inizio di una grande amicizia, che durerà nel tempo.

I ragazzi si avviarono , verso l'entrata.

<< Ragazzi , abbiamo un nuovo componente nel nostro gruppo. >> Disse risoluto Robert.

A quelle parole Elisabeth sorrise.

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Continua ...



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Capitolo 12
*** ll viaggio ... ***


 


 

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

  

 

Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …

Capitolo 11


Il viaggio  ...

 

*** 

    

Alla tenuta Rivers...

<< Ragazzi , abbiamo un nuovo componente nel nostro gruppo. >> Disse risoluto Robert.

A quelle parole sorrisi.

Dopo quelle parole, Robert si avviò verso il signor River per i saluti finali. Così decisi di affiancarmi a Daniel.

<< L'avete fatto... partite con noi come avevate detto. >> Dissi sorridente.

<< Ogni vostro desiderio è un ordine Elisabeth, lo sapete! >> Disse Daniel avvicinandosi di più.

<< Sono felice, che veniate con noi! >> Continuai felice.

<< Anch'io... se voi siete felice. La vostra felicità è la mia felicità. >> Mi disse Daniel , non solo a parole ma anche attraverso occhi e cuore.

Ero felice, egoisticamente ero felice. Entrambi gli uomini che amavo erano con me. Questo dialogo non rimase segreto. Maria, sentì e vide tutto. E lesse tra le righe.

Dopo i grandi saluti, partimmo per la corte. Gli uomini, presero i cavalli e le donne si nascosero nella carrozza al riparo del freddo pungente.


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Nella carrozza...

<< Che cosa significa? Cosa stai facendo Elisabeth? Cosa succede tra te e Daniel? Ti ricordo che stiamo andando a corte per il tuo matrimonio con Robert! >> Disse Maria, fredda.

<< Voglio bene a Robert, non voglio che tu gli spezzi il cuore... >> Continfissandomi seria.

<< Cosa? Tra me e Daniel non c'è niente. Siamo solo amici. Ti ricordo, che mi ha salvato da suo fratello. E io non voglio spezzare il cuore di Robert. Io lo amo. Perché mi dici questo? >> Chiesi alterandomi.

<< Tra te e Daniel c'è troppa complicità... sai delle malelingue! Sai cosa diranno a corte... diranno che tra te e lui c'è qualcosa e ti impediranno di sposare Robert. Già, sarà difficile di suo , non complicare ancora di più la situazione ,ti prego! >> Disse mia sorella seria.

Sapevo che aveva ragione, che avrei dovuto darmi una regolata... lo avrei fatto ... dopo arrivati a corte. Sara, ascoltava senza dire una parola. Era fidata, non mi avrebbe mai e poi mai tradito.


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Alla locanda...

Appena arrivati alla locanda, mi avvicinai a Enrico e lo fermai.

<< Da quando hai una cotta per Sara? >> Chiesi diretta al mio fratellone.

<< Shhh... non urlare, ma come ... non importa, si mi sono innamorato di Sara. Lo so è sbagliato ... >> Stava dicendo triste mio fratello , prima che prendessi la parola prepotentemente.

<< Non è sbagliato... ma cosa dici. Sara è meravigliosa... >> Dissi felice, abbracciandolo.

<< Lo pensi davvero? Anche se è una cameriera? >> Mi chiese felice.

<< Sì, adoro Sara, lo sai. E' perfetta per te. Parlerò io con Robert, se lui combinerà il matrimonio e gli regalerà un titolo... non ci sarà nessun problema. >> Dissi felice.

<< Beh... sarebbe favoloso. Ma non corri troppo Elisabeth? Io non so ancora se lei ricambia >> Disse sconsolato Enrico.

<< Ma Enrico, non vedi come ti guarda? Lei è sempre stata innamorata si te! Sveglia fratellone! >> Dissi ridendo.

<< Elisabeth, dove sei amore? >> Mi chiamò Robert.

<< Sono qui amore, eccomi! >> Dissi avvicinandomi a lui e baciandolo sulle labbra. Mi dimenticai della presenza di Daniel completamente.

Infatti, questa visione intristì terribilmente Daniel. Maria, leggendo il suo dolore gli si avvicinò.

<< Daniel, tutto bene? Venite accompagnatemi al tavolo. Ho una fame da lupi! >> Disse la ragazza dolcemente.

<< Certamente. Grazie Maria. >> Disse il biondino sorridendo alla ragazza.

Quando mi accorsi di quello che avevo fatto, senza pensare, ringraziai mentalmente la mia sorellina, che aveva salvato la situazione, in modo molto semplice e accurato.

La serata, passò tra risate e chiacchiere, come se fossimo amici di lunga data. Durante la cena, Robert ed io sedemmo accanto e ci comportammo come una coppia di sposini. Per tutto il tempo mi sentì fissare da Daniel, che parlava dolcemente con mia sorella. E improvvisamente mi sentì gelosa della loro vicinanza. Ma quando Robert mi prese la mano sotto il tavolo il suo dolce tocco mi fece dimenticare tutto quello che ci circondava. C'eravamo solo noi , come sempre quando eravamo insieme. Le sue labbra e le sue mani erano fuoco liquido sul mio corpo. A ogni suo contatto bruciavo di passione.

Dopo la cena Daniel disse che era stanco e si sarebbe ritirato per la notte. Prima di recarsi nella sua stanza, accompagnò Maria. Enrico e Sara scomparirono , a quanto pare mio fratello si era deciso a parlarle...
Invece Robert ed io decidemmo di uscire un po’ fuori per vedere le stelle. Si procurò un telo e una bottiglia di vino da consumare fuori mentre eravamo distesi a guardare le stelle.

Arrivati nella terrazza della locanda, Robert distese il telo e si sedette sopra.

<< Viene amore ... >> Disse il ragazzo con amore.

<< Eccomi... >> Dissi fiondandomi felice tra le sue braccia. Quel momento era solo nostro, i problemi , le paure e i dubbi sarebbero tornati domani.

Era bellissimo, il cielo era pieno di stelle. Io ero con Robert, tra le sue braccia, cosa avrei potuto desiderare di più? Robert era vestito elegante come sempre, con una camicia bianca e morbida, pantaloni azzurri con una giacca dello stesso colore. Il tutto lo rendeva ancora più bello, il blu risaltava ancora di più i suoi occhi bellissimi. Io ero vestita con un abito da viaggio di color crema, che faceva risaltare la mia pelle diafana e i miei capelli neri come la notte.

Il bel moro, mi teneva tra le braccia, riempiendomi di baci, lasciando scie di fuoco puro sulla mia pelle. Amavo quando mi toccava e mi amava. La sua bocca era famelica sulla mia. Con la lingua la stuzzicava, richiedendone l'accesso.Socchiusi le labbra perché entrasse e giocasse con la mia lingua. I suoi baci erano esperi, come le sue mani che vagavano sul mio corpo. In quei momenti avrei voluto andare avanti senza fermarmi, senza pensieri e senza costrizioni. Adoravo quando la sua lingua esplorava i punti più sensibili del mio corpo, nessuno avrebbe potuto eguagliarlo.

<< Elisabeth, dobbiamo fermarci... o non riuscipiù a resistere.Sai che ti desidero,più di ogni altra cosa. Ma non possiamo ora... non siamo ancora sposati. Voglio fare tutto per bene, amore. >> Disse ansimando il Re.

Sentivo il suo desiderio premere sulle mie concie, avrei voluto fregarmene delle leggi ... ma non potevo. Se fossi arrivata non vergine, avrebbero potuto ridire della nostra unione...

<< Certo amore, ti amo. >> Dissi fissandolo con amore sincero.

<< Anch' io amore mio, ti amo. >> Rispose Robert

Passammo delle ore ad ammirare le stelle, prima di scendere ognuno nella propria stanza.


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Villa River...

<< Dove sono andati tutti? >> Chiese Marcus al padre.

<< Se ne sono andati... era scontato dopo quello che stavi per fare. Elisabeth non è una come le altre ragazze. Lei è la futura sposa del Re e futura Regina. Sei stato stupido. >> Disse il padre.

<< Dov'è mio fratello ? >> Disse il ragazzo.

<< Sono partiti tutti verso la corte. Non ti avvicinare o morirai >> Disse il padre.


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Nella taverna...

<< Notte , amore >> Disse Robert baciandomi sulle labbra.

<< Notte anche a te amore. >> Risposi prima di entrare nella mia stanza,

Il giorno seguente sarebbero ripartiti verso la corte.


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Continua




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Capitolo 13
*** Arrivo a corte, con benvenuto ... ***


 
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Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia … 

 


Capitolo 12

Arrivo a corte, con benvenuto ...



***


Villa Rivers ...

<< Non dovete preoccuparvi, la vostra vendetta sarà saziata... >>

<< Bene, è quello che volevo sentire. >> Con queste parole Marcus si congedò dall'uomo che si trovava davanti.

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Nella carrozza ...

L'indomani partirmmo tutti felici verso la corte, la loro nuova dimora. Il tempo non era dei migliori, il cielo era grigio e pieno di nuvoloni e io mi sentivo strana. In fondo al mio cuore sapevo che sarebbe successo qualcosa. Un qualcosa che non mi sarebbe piaciuto . La mattinata non era cominciata per niente bene. Maria non era riuscita a dormire, perché nella camera accanto avevano urlato tutta la notte. Enrico e Sara avevano litigato e non si parlavano. Dovevo fare un discorsetto a mio fratello, deve comportarsi bene con Sara o l'uccido con le mie mani. Daniel, era triste per via di quello che aveva visto ieri sera. Eh sì, sarebbe stata una favolosa giornata. E non solo, avremmo viaggiato tutti nella stessa carrozza. Appena seduta iniziai a perdermi nel paesaggio che vedevo attraverso il finestrino.

<< Elisabeth , tutto bene? >>

<< Sì fratello, non preoccuparti. >> La mia risposta non fu molto esaustiva, infatti...

<< Ripeto, che succede sorella? >> Richiese un po’ irritato.

<< Ok,ma non arrabbiarti. Mi sento strana. Sta per succedere qualcosa, lo sento. >> Con quelle parole decisi di distogliere il mio sguardo dal paesaggio e soffermarlo su mio fratello.

<< Elisabeth, vuoi che ci fermiamo? >> Mi strinse dolcemente Robert, mentre pronunciava la domanda.

<< Sì , sarebbe meglio. Ho bisogno di un po’ di aria. >> Stavo soffocando, le situazioni sospese che ci univano tutti in un groviglio di anime mi rendevano ansiosa.

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Nel bosco ...

Il bel moro alle mie parole ordinò ai suoi uomini di fermarsi. Ci fermammo vicino ad un laghetto. La vegetazione lo incorniciava come in una favola. Sembrava di essere in un mondo incantato. Cominciai a guardarmi intorno. La mia ansia stava aumentando. Non riuscivo più a respirare.

Poco dopo scoprimmo il motivo del mio malessere. Prima udimmo la rottura di rami secchi e poi le punte di spada. Eravamo stati accerchiati.

<< Che belle creature. Voglio la mora. >> Pronunciò in modo viscido il bandito.

I ragazzi si posizionarono subito in nostra difesa per aiutare i soldati di scorta al Re. Ma i banditi erano troppi e ben armati.

<< Se cercate oro, predetelo è vostro. >> Disse Robert allungando il suo borsellino al bandito capo.

<< Non è il vostro oro che vogliamo. E' lei che vogliamo! >> Riferirono indicandomi

<< Cosa? >> Urlò Sara preoccupata, posizionandosi davanti a me, come se, ingenuamente, pensasse di potermi proteggere,

<< No, non lo permetterò! >> Urlò furente il bel moro buttandosi sul bandito.

<< Robert no! >> Esclamai impaurita, fiondandomi in suo aiuto.

Tutto fu veloce. Vidi Robert parare con la spada l'attacco del bandito, che nel frattempo aveva impugnato un coltello nella mancina. Repentina cercai di fermare il braccio, ma non fui abbastanza veloce. Il coltello l'avrebbe pugnalato a morte se Daniel non avesse attaccato a sua volta. Nel difendere Robert non vide la lama che lo ferì al fianco. Il colpo era stato inflitto da un altro bandito, subito ucciso da mio fratello. Fu un combattimento duro, ma riuscimmo a sopravvivere. Perché è questo che facemmo.

<< Daniel! >> Urlai a causa del sangue che usciva dal suo corpo.

<< Daniel, non dormire. Resta qui. Non andartene. E' finita. Ora ti medicheremo. >> Parlai risoluta e sicura. Perché era di questo che lui aveva bisogno in questo momento.

<< Come stai Elisabeth? Sei ferita? >>

<< Stai sanguinando e tu mi chiedi come sto e se sono ferita? >> Gli urlai scioccata dalle sue parole.

<< Sì, sono strano forte. >> Disse sorridendo, cercando di sdrammatizzare la situazione.

<< No, non sei strano. Sei pazzo è diverso! >> sorrisi felice che non fosse molto grave.

<< Venite che curiamo la ferita, signore. >> Parlò il medico di corte.

Riluttante lasciai Daniel per fiondarmi tra le braccia di Robert.

<< Ho avuto una paura tremenda. Ho creduto che ti avrebbe ucciso. >> Tra una lacrima e l'altra riuscì a dire. Nelle sue braccia mi sentivo a casa e protetta. Il mio bozzolo di felicità.

<< Shhh. Tranquilla è tutto finito. >> Mi rincuorò il bel moro, stringendomi ancora di più.

Dopo che Daniel e alcuni soldati furono visti e curati dal medico, decidemmo di ripartire. Mancavano ancora poche miglia e saremmo stati protetti dalle alte mura del castello.

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In una camera nella taverna ...

<< Avete fallito. Siete dei buoni a nulla. Andatevene. Ora. >> Urlò il ragazzo rivolto al bandito.

<< Devo sempre fare tutto da me. Mai nessuno che riesce a sbrigare un compito a lui assegnato. Il piano era semplice. Assalta la carrozza del Re e rapisci Elisabeth. >> Continuò il ragazzo.

<< Chiedo scusa. Non si ripeterà Signore. >> Si scusò il bandito.

<< Sì ,hai ragione non si ripeterà. >> Disse prima di pugnalarlo.

<< Bene, morto un capo se ne fa un altro, non credete? Tu! Vieni! Sei stato alzato di grado. Ora sei tu il capo. >> Decise, prendendo un bandito a caso nella banda.

<< Ora ti spiego il piano, vieni. >>

<< Sì mio signore. >> Lo seguì impaurito il nuovo capo.

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Nel bosco, prima della partenza...

Appena vidi Daniel solo mi avvicinai.

<< Daniel ,state bene ora? >> Chiesi dolce e preoccupata.

<< Adesso sì. Perché siete con me. >> Rispose il biondo.

<< Daniel, presto mi sposerò con Robert. Io lo amo. Non dovete fare così. Vi prego. Non voglio che soffriate. >> Parlai sincera.

<< Sì amate Robert. Ma amate anche me. Non potete negarlo . Anche Robert l'ha capito. >>

<< Negarlo o no , non cambia la situazione. Rimane la stessa. E l'unico a soffrire sarete voi. >>

<< No, se sceglierete me. >>

<< Io, ho già scelto. >>

<< Non siete già sposata, posso ancora farvi cambiare idea. >> Continuò sicuro, i suoi occhi raccontavano verità non cancellabili.

<< Perché lo fate? >> Chiesi impaurita della risposta.

<< Non mi dite che non è chiaro. E' cosi chiaro e limpido che tutti già lo sanno. >>

<< Volete che ve lo dica? Io vi amo. >>

<< Non potete amarmi. Io sono di un'altro. >> Dissi prima di correre via.

<< Per ora. Tutto può cambiare. >>

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Poco dopo la mia chiacchierata con Daniel ripartimmo. Constatai che Sara e Enrico avevano fatto pace e che Maria era irrequieta. Mi domandai se la causa ero io. Forse mia sorella provava qualcosa per Daniel. Avrei dovuto chiederlo, ma ritenni che non fossi la persona più adatta. A causa dei sentimenti che provavo per Daniel. Avrei parlato con Sara. Forse lei ci avrebbe aiutato. La mia paura più grande era perdere Maria, non lo avrei sopportato.
Dopo poco arrivammo al cospetto del giardino reale che conduceva alla reggia vera e propria. Era favoloso. Robert aveva ragione. Avrei amato il bosco nel regno. Probabilmente Robert stava pensando la stessa cosa. Perché mi guardò e sorrise. Oggi è l'inizio di una nuova vita. La nascita di una nuova Elisabeth. In breve tempo la vecchia Elisabeth stava morendo per dare vita a quella nuova. Ma gli ideali e le passioni e soprattutto la mia forza non sarebbero morte. Sarebbero rimaste lì finché non le avrei richiamate.

<< Oh! Quello è il Castello Veritas? >> Chiese Maria incantata dalla sua bellezza

<< Sì >> Rispose Robert.

<< E' bellissimo... >> Esclamai esterrefatta dalla sua bellezza.

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Intanto nella nel castello...

<< il Re è tornato. Devo conquistarlo, prima che una sciacquetta arrivi prima. >> Parlò la ragazza guardandosi allo specchio.

<< Ci riuscirete di sicuro, mia signora. Siete la donna più bella del regno. Ma che dico più bella del mondo! >> Si complimentò la cameriera.

<< Si hai ragione. >>

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Continua ....



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Capitolo 14
*** La corte ... ***


 
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Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia … 

 


 
Capitolo 13

La corte ...

***

L'arrivo a corte...

Il palazzo era in stile Tudor, bello da togliere il fiato. L'entrata era composta da un portone a due ante di oro massiccio, di due metri per due, a ogni lato vi erono due colonne corinzie per cornice. La porta era sorvegliata da due uomini in uniforme, che al nostro arrivo si inchinarono per omaggiare Robert. Qui tutto era bello , ovunque guardassi. I miei occhi vagavono meravigliati da tanta bellezza. Mia sorella ed io eravamo incantate delle statue e dipinti riprodotti su soffitti e pareti. Il soffitto era un' unione di colori caldi e freddi, che creavano contrasti cromatici armoniosi e simmetrici. Vi era dipinto il paradiso di Dante, con i suoi angeli e cherubini che incorniciavano il paesaggio piu magico e celestiale mai visto. Alle pareti vi erano dipinte scene di caccia e di festa. Quel posto era magico, Robert aveva ragione, la corte mi avrebbe stregato.
Il ragazzo vedendomi incantata si avvicinò e mi strinse la mano nella sua per incoraggiarmi, il mio destino sarebbe iniziato da ora. Il mio cuore batteva all'impazzata. Tutti mi fissavano cercando di capire il motivo della dolcezza e gentilezza dimostrata apertamente dal Re. Sapevo che il mio cammino sarebbe stato difficile, ma non sapevo quanto. Ero intimidita, impaurita, sarei voluta scappare e tornare nel nostro angolino di paradiso alle cascate dietro la tenuta Bennet.
Le donne indossavono bellissimi vestiti dai colori più dinamici e appariscenti mai visti. Io che di solito indossavo colori monocromatici che andavano dalle varie scalature del verde fino all' azzurro o dall'avorio fino al marrone. Invece qui indossavano il rosso , il giallo, l'arancione e il viola in mille scalature mai immaginate. Ovviamente erano di materiale pregiato e costosissimo come satin, velluto e pizzo creando composizioni da sogno, che venivano caratterizzati da accessori come fiori o perle di varie forme e colori. Gli uomini indossavano completi finemente rifiniti di vari colori e disegni. Tutti avevano la giacca , il panciotto e quei ridicoli pantaloni al ginocchio che si trasformavano in calze, il tutto incorniciato da scarpe dal tacco alto, con fibbie sgargianti e pompose. Noi Bennet a loro confronto sembravamo dei pazzi fuori moda senza un soldo. Noi eravamo vestiti in modo semplice e pratico con colori che risaltavano la nostra carnagione o i nostri occhi. Mai colori troppo forti ne troppo appariscenti. Anche i materiali erano inferiori, noi indossavamo cotone e pizzo. Guardando loro, capì all'istante perchè Robert era rimasto affascinato e stranito dalla mia unicità. Io non ero come loro. Quindi la mia domanda era: Sarei mai riuscita ad ambientarmi e ritenere questa casa mia ? Solo il tempo avrebbe potuto rispondere o chiarire tutto quello che avenne nel corso dei giorni.
Mentre continuavo ad osservare impaurita quello che mi circondava, avvertì una presenza estranea alla mia sinistra.
<< La prima volta che sono finito qui, mia signora, avevo la vostra stessa faccia, sapete? Poi ci si abitua. Spero che voi non lo facciate , perché siete bellissima così come siete! >> Sussurrò un ragazzo, con accento simpatico e una voce roca ma dolce nello stesso tempo, vicino al mio orecchio facendomi sussultare.
Era bellissimo, capelli castano scuro e occhi azzurri come il cielo. I suoi lineamenti erano dolci ma spigolosi allo stesso tempo. Anche lui come me , non amava vestirsi in modo appariscente. Indossava abiti semplici anche se confezionati con tessuti pregiati e raffinati. Rimasi colpita dal suo sorriso carismatico e contagioso. Infatti a mia volta mi trovai a sorridere senza motivo.
<< Lo spero anche io, signore. Tutti questi colori mi faranno uscire pazza. >> Riuscì a dire tra una risata e l'altra. La sua dolcezza e forza mi ricordavano qualcuno.
<< Cugino, appena arrivato e ci provi con la ragazza piu bella della corte? Non sarai troppo viziato dal sottoscritto? >> Parlò Robert, abbracciando con amore e calore il ragazzo con cui avevo parlato pochi attimi fà.
<< Bè cugino, non potevo non farlo. Gli occhi sono stati creati per ammirare la bellezza. E questa ragazza è bellissima. >> Si scusò il ragazzo, sorridendomi, per poi prendermi la mano per un baciamano. Le sue labbra erano calde e delicate. Quel contatto mi procurò un brivido, dolce in tutto il corpo.
<< Piano cugino, questa è Elisabeth. Ti ho scritto di lei, ricordi. Lei è la mia fidanzata. Quindi giù le mani. Siamo intesi? >> Protestò il mio promesso sposo per gioco , facendoci ridere tutti. Adoravo quando era geloso. I suoi occhi si accendevano e diventavano ardenti come fiaccole nella notte.
<< Piacere di conoscervi Elisabeth. Posso chiamarvi Liza? Che peccato che siete già fidanzata. Ero già innamorato di voi! Per la cronaca, io sono Philip. Cugino di primo gardo del vostro promesso sposo. A vostro servizio! >> Si presentò, concludendo con un inchino. Rimasi colpita in modo positivo. Sapevo che saremmo diventati grandi amici.
<< Il piacere è mio, signore. >> Sorrisi, felice della nuova amicizia appena fatta.
<< Questi invece sono Enrico e Maria , i suoi fratelli. >> Presentò Robert al cugino, conducendolo verso di loro.
Io gurdavo il tutto felice. Robert e Philip sembravano affiatati, come due fratelli.
<< Piacere, signore ... >> Si presentò con un inchino mia sorella.
<< Il piacere é tutto mio. La vostra bellezza mi ha tolto il fiato signorina. Voi non siete fidanzata, vero? >> Chiese sfacciato il ragazzo, facendo arrossire mia sorella, mentre le baciava la mano in modo provocante, appoggiando la lingua prima delle labbre.
<< Philip, ti prego, non essere sfacciato. >> Lo rimproverò il Re.
<< Piacere, signore. >> Riferì mio fratello, per togliere dall'imbarazzo mio sorella, ancora rossa in viso.
<< Piacere >> Rispose Philip stringendogli la mano.
<< Questo invece è Daniel, un amico appena conosciuto. >> Presentò indicando Daniel.
<< Piacere >> Parlarono entrambi stringendosi la mano.
<< Questa è Sara, la dama di compagnia di Elisabeth. >> Indicò la ragazza, mentendo sulla professione dell' amica.
<< Piacere, signore. >> Si inchinò rispettosa Sara.
Durante le presentazioni tutta la corte origliava e ascoltava i nostri discorsi. Tra un pettegolezzo e l'altro tutti si avvicinarono per dare omaggio al Re. Gli occhi di tutti erano su di me. Mi squadravano e mi studiavano, curiosi della mia presenza e vicinanza con Robert. Durante tutto l'incontro Robert mi strinse la mano. Chiaro segno di intimità tra di noi. Questo, catturò l'attenzione di tutti e diede il via ai pettegolezzi, che poi furono confermati da Robert stesso, quando proclamò il nostro fidanzamento. Era stato impulsivo ,avrebbe dovuto aspettare di discuterne con i suoi consiglieri e dare un ballo. Questo era il consueto modo di dare una notizia di questa importanza. Ma Robert era troppo impulsivo. Non voleva più nascondere al mondo il nostro amore.
Questa notizia lasciò tutti a bocca aperta, chi più chi meno. Entro la serata saremmo stati sulla bocca di tutti. Tutti avrebbero spettegolato e detto la loro. Sia positivamente che negativamente.
Tra la corte una ragazza sussultò. Infuriata uscì dalla stanza e corse nella propria.
Mentre saliva le scale della reggia urlava isterica incurante delle guardie, che la guardavano straniti.
<< Non è possibile! Mi sono impegnata così tanto! Che cos'ha di così speciale quella? E' una semplice ragazzina di campagna! Non sarà mai adatta a regnare o ad essere la moglie del Re! Farò di tutto per impedire questo matrimonio! Di tutto ! >> Parlava tra una lacrima e l'altra. Katherina, sognava di sposare il Re da quando aveva cinque anni. Il loro primo incontro era accaduto una mattina, quando lei era caduta e grossi lacrimoni scendevano dai suoi dolci occhi di bambina. Robert la vide e si avvicinò sorridendo e le disse : " Bella bambina, non dovete piangere. Alzatevi e sorridete. Dai venite a giocare con noi. " Dal quel giorno, il suo unico desiderio era essere la sua compagna nella vita. Lei non lo voleva per il trono. Lei voleva l'uomo. Re o non Re.
Giunta nella camera, entrò cercando il supporto della sua cameriera.
<< Giulia, dove siete? >> Riuscì a dire tra un sighiozzo e l'altro.
<< Signorina, cosa è successo? Perchè piangete? >> Parlò la ragazza correndo verso l'amica, per poi abbracciarla come farebbe una sorella.
<< Robert ha annunciato il suo fidanzamento! Con una campagnola! Non ci posso credere! >> Urlò disperata, il suo mondo si stava sgretolando.
<< Shshsh, piccola mia, non piangete, troveremo una soluzione. Ve lo prometto. >> Cercò di calmarla la ragazza.

Tenuta Bennet ...

Nella tenuta Bennet, tutto proseguiva senza nessun rimpianto per la perdita di non uno, ma ben tre figli. La signora Bennett era sempre più triste, sentiva la mancanza dei figli come un pesce fuori dall'acqua. Sentiva soprattutto la mancanza della chiassosa Elisabeth. La sua bambina riusciava a far sorridere anche il più musone del mondo. La sua forza e dolcezza la rendeva unica. Poi c'era la piccola e dolce Maria, con cui passava ore ed ore a cucire e rammendare. Riusciva a parlare di tutto con lei, grazie al suo animo gentile. Poi c'era Enrico, il dolce Enrico protettivo e fedele, che avrebbe fatto di tutto per le sue sorelline. Il signor Bennett, passava giornate a rimuginare su come vendicarsi, ma non aveva fatto conto che non era il solo a cercare vendetta.
Una mattina si presentò alla tenuta Marcus River per un accordo molto vantagioso per entrambi. Quella stanza era stata testimone di enormi crimini. Da violenze a percosse. Ora, anche di accordi e vendette.
<< Buon giorno, signor Bennet. Sono qui per proporvi un'accordo. >> Parlò l'uomo.
<< Voglio vendicarmi di Elisabeth e di Robert. Voi potete aiutarmi. Acconsentite di farlo? >> Continuò il ragazzo sicuro della riuscita.
<< Sono tutto orecchi, racconta il piano. Io ti aiuterò >> Rispose felice della situazione.


Continua ...

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Capitolo 15
*** Elisabeth alla corte ... ***


 

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Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia … 

 



 

 
Capitolo 14

Elisabeth alla corte...

***



La corte...

 

Ero arrivata da poche ore e già l'argomento principale della giornata ero io e il matrimonio. Robert era stato troppo impulsivo e poco razionale. Qui tutti parlavano di noi. La domanda principale era: come è riuscita una campagnola a ottenere tutto, dove tutti avevano fallito? Questa domanda vagava da bocca a bocca e da corridoio a corridoio. Mi sentivo osservata , spiata un vero fenomeno da baraccone.
Robert dopo l'annuncio si era ritirato con il suo consiglio, con la promessa di tornare presto da me. Ero spaventata, tesa e inquieta. Sapevo di cosa avrebbero parlato nella riunione. Il consiglio sicuramente avrebbe votato contro la nostra unione. In fondo Robert è un Re, io invece una semplice nobile di campagna. Sicuramente c'erano pretendenti più altolocate di me. Probabilmente anche più belle e inclini ad essere buone mogli e Regine di me. Chi vogliamo prendere in giro. Io sono una ragazzina, senza arte ne parte. So appena cucire o cucinare, non sono una brava signora di casa e probabilmente non sarei capace nè come moglie nè come Regina. Le mie qualità si fermano a un bel faccino e una buona dose di coraggio e di arroganza. Qualità che attirano gli uomini, ma che non riescono a trattenerli. Un uomo cerca una donna che non parli molto e che sia facile da sottomettere. Io sono tutto l'opposto. Io sono impetuosa, ribelle e temeraria, una che non chiude mai la bocca. Che dice sempre troppo . Che non si sottomette mai a nessuno, nè a un padre nè a un marito. Ancora oggi mi chiedo cosa ci abbia trovato in me Robert. E' un mistero.
Anche mia sorella era inquieta. Tutta la gioia di arrivare a corte si era smarrita nel momento esatto in cui oltrepassammo la porta principale e le nostre suole toccarono accidentalmente il pavimento di marmo della corte.
Il nostro unico desiderio era scappare o nasconderci agli occhi inquisitori. Il mio unico freno per una ritirata plateale era che presto avrei potuto riabbracciare il mio Robert. Daniel, mi osservata preoccupato sapeva che tutto questo mi faceva male e voleva proteggermi. Mio fratello era impacciato, avrebbe voluto proteggerci ma non vi era nessuna possibilità di riuscita.
Probabilmente fummo salvati dalla mia innata arroganza di prevalere sugli altri, per proteggere il mio io più fragile e indifeso di quanto si poteva immaginare.
Stanca e irritata affrontai le persone che mi trovavo vicino prima con gli occhi e poi con le parole. Con la consapevolezza che quelle parole avrebbero vagato per tutto il regno come un etichetta sulla mia personalità.
Non sapevo che tale sfacciataggine mi avrebbe potuto portare amore, felicità e appartenenza a qualcosa più grande di me.
Senza rendermene nemmeno conto parlai a voce alta e sicura, da vera padrona di casa.
<< Allora, avete finito di guardare, studiare e confabulare? Sì Robert mi ha chiesto in moglie! E io ho accettato. Non ho paura di voi o di qualche burocrate da quattro soldi. Io non sono il tipo che si fa spaventare da quattro bell'imbusti, con indosso ridicoli vestiti dai colori più improbabili, senza arte ne parte! Quindi smettetela di fissare e di seguirci. Ora spero di essere stata chiara. >>
In quel momento la corte e i suoi abitanti ebbero un impatto imprevisto con la mia dura mole, un impatto che avrebbe cambiato il modo di vedere a molte persone. Un cambiamento radicale mai avvenuto. Partì prima nell’ abbigliamento e fini con il vedere veramente quello che c'era davanti a noi.
Le persone che udirono questo sfogo di coraggio, approvarono e rimasero incantati. Queste parole spiegarono e risposero totalmente alla domanda che tutti si erano fatti al nostro arrivo.
<< Lizza, sapete che ogni minuto che passa mi innamoro di voi più che mai? Non ditelo a mio cugino o mi scuoierà! >> Parlò divertito Philip arrivato in tempo ad assistere al mio sfogo. Sorrideva e approvava. Il mio cuore perse un battito. Ero felice di essere approvata. Era la prima volta che qualcuno pensava che quello che avevo fatto o detto era giusto. Da quel giorno diventai la ragazza di campagna che aveva riportato nuova luce nel buio incombente della corte, ma questa è un altra storia.
<< Philip, sono felice di vedervi. Io ... >> Provai a parlare, cercando il suo aiuto. Passavo da essere una ragazza forte e temeraria a una ragazza fragile e bisognosa di sostegno. Due delle mie sfaccettature. Il mio carattere era un prisma d'infinite sfaccettature dai mille colori, dai più sfacciati a quelli più dolci.
<< Sono lusingato. Non dovete cambiare e non dovete fingere di essere un altra persona. Siete perfetta così come siete. >> Continuò il ragazzo sorridendomi sincero. Era un caro ragazzo. Capivo perché Robert l'adorava.
Il ragazzo non riusciva a togliere gli occhi di dosso alla mia sorellina. Anche lei aveva percepito il suo insistente sguardo , portandola ad arrossire ripetutamente. Ma questo lusingava il ragazzo e faceva sì che il gioco continuasse.
<< Venite, vi mostro le vostre stanze. Lizza, la vostra e quella di vostra sorella sono nell' ala sud vicino alla camera di Robert e alla mia. Voi Sara, occuperete la stanza adiacente di Lizza, che le divide da una porta sempre aperta. Creata appositamente per essere occupata dalle dame di compagnia della padrona della stanza. Invece voi Enrico e Daniel, le vostre stanze sono nell'ala nord vicino al boschetto. Maria, sapete che dalla vostra terrazza si può ammirare lo splendore del roseto sottostante? Vi piacerà ! >>Riferì il ragazzo prima di condurci nelle nostre rispettive stanze.
Dopo il tour nella corte, arrivammo finalmente nella mia stanza. Appena oltrepassata la soglia mi fiondai sul letto distrutta dagli avvenimenti.
<< Elisabeth, volete riposare? Posso togliervi l'abito se volete. Mente dormite disferò le valige >> Parlò la ragazza, preoccupata per me.
<< Ti ringrazio, sono stanchissima. >> Risposi con gli occhi chiusi, quasi addormentata.
Sara mi aiutò a spogliarmi e finalmente riuscì a riposarmi veramente senza pensieri e paure.

Nella stanza delle riunioni ...

Robert era appena entrato e tutti si fiondarono verso il di lui con mille domande , che richiedevano una risposta esaustiva.
Robert, divertito dalla cosa, tuonò con parole ferme e autoritarie da Re. << Silenzio. Se continuate così non avrete nessuna risposta! Uno alla volta. >>
<< Mio signore, Perche lei? Vi erano mille pretendenti, che sarebbero andate meglio! Perché? >> Chiese un uomo brizzolato con evidenti problemi di calvizia. Mentre parlava il suo corpo grassoccio si muoveva a destra e a sinistra.
<< Semplice: l'amo. L'amo come non ho amato nessuno. Voglio lei come moglie. Voglio lei come Regina. Il popolo l'amerà, come io l'amo. E' inevitabile, non si può non amarla. E' bellissima, dolce , forte, una guerriera dal cuore dolce e comprensivo. Lei vede il mondo diversamente da noi. Vede ogni sfumatura di vita e di passione che ci circonda. Come un pittore mentre disegna. La sua realizzazione è reale e meglio della realtà, perché non contaminata da effetti esterni.
<< Se lei sarà Regina dobbiamo prepararla a dovere. Dovrà farsi amare sia dal popolo che dalla corte. Non deve fallire! >> Parlò un uomo biondo di bell'aspetto.
<< Non si tratta di fallire o no! Noi ci amiamo! >> Urlò furioso Robert serrando i pugni. Era la prima volta in assoluto che Il ragazzo si infuriava così. Neanche alla morte della sorella o all'incoronazione non desiderata, ma imposta.
<< Ma voi siete Re, ricordatelo! Siete sotto l'occhi di tutti. Molti vi amano, ma molti vogliono usurpare il vostro trono. >> Continuò un altro uomo del consiglio, razionale e freddo.
<< Allora che lo faccino... non ho mai voluto questo titolo. Io amo Elisabeth e la sposerò con o senza la vostra approvazione! >> Finì il Re uscendo dalla stanza e sbattendo la porta infuriato, diretto dalla persona più importante della sua vita.

Nella corte ...

Maria stava passeggiando per un lungo corridoio, con sguardo ammirato. Troppo impegnata a ammirare la bellezza generale finì a dosso a un uomo che stava arrivando da un altro corridoio laterale. Non era un qualsiasi uomo. Il ragazzo preso alla sprovvista si blocco e la strinse a se per non farla cadere.
<< Mi scusi signore, non l'avevo vista. Ero soprappensiero. Tu? >> Disse Maria sgranando gli occhi dalla sorpresa.
<< Si signorina... sono proprio io. >> Confermò il moro, sorridendo.
<< Scusami, non volevo essere scortese. >> Continuò la ragazza mortificata, tirandosi i capelli riccioli sul davanti. Tutte le volte che era tesa la piccola cominciava a tirare e tormentare i suoi bellissimi ricci color dell'oro.
<< Per farvi perdonare... venite con me al roseto. Sarà divertente. >> Rispose furbo il ragazzo, sorridendo come un ebete.
<< Acconsento Philip. Solo perché siete voi. >> Ammiccò Maria, divertita dalla situazione.
Il tutto osservato da un Daniel stranito. Cosa aveva di speciale quel ragazzo? Perché tutti lo trovavano simpatico? Era semplicemente un ragazzino sfacciato che amava lusingare le donne. Ma non sapeva che era molto di più di quello che sembrava. Con il tempo avrebbe imparato a volergli bene come un fratello.

Nella camera di Elisabeth...

Ero così stanca del viaggio e delle tensioni esterne che avevo finito di addormentarmi a metà pomeriggio. Strano da parte mia, essendo sempre stata super attiva. Non ero una donna da cucito o da lettura. Amavo correre e cavalcare al vento con la mia Aria. Ero ancora nel dormiveglia quando udii bussare alla porta. Sara, appena sentì il leggero bussare, andò a controllare chi fosse.
<< Salve, mio Signore. La signorina sta dormendo. Ma probabilmente tra pochi minuti si risveglierà. Se vuole può attendere qui. >> Parlò sorridente Sara, invitandolo ad entrare. Consapevole che era poco consono all'etichetta. Ma sicura che fosse il mio desiderio. In fondo nessuno rispettava l'etichetta tra loro. Sara era passata da cameriera a amica e poi a dama di compagnia. Aveva appena cominciato una storia con Enrico, lui nobile lei una cameriera. Era una cosa normale a quel tempo, ma per loro sarebbe stato diverso. Diverso , perché io avevo parlato con il Re.
Robert era intenzionato a donare un titolo a Sara dopo il matrimonio regale e prometterla in sposa a Enrico. Il tutto sarebbe stato meraviglioso. Il suo unico pensiero era il mio stano comportamento. Aveva notato il rapporto speciale tra me e Daniel. Tutto ciò non era consono. Soprattutto perché presto mi sarei sposata con Robert in un matrimonio d'amore.
<< Si volentieri, grazie. >> Acconsentì il ragazzo, entrando felice. Mentre si stava avvicinando mi svegliai.
<< Robert... >> Parlai assonnata. Avevo sentito la sua voce e il mio corpo e la mia mente si erano svegliati bisognosi di amore e affetto. Un amore e un affetto che solo lui sapeva darmi incondizionatamente.
<< Sono qui, tesoro. >> Disse il bel moro avvicinandosi per abbracciarmi. Finalmente mi sentivo a casa. Lui era la mia casa.
Sara in disparte sorrideva felice. Era felice per me. Mi voleva bene come una sorella. Avrebbe fatto di tutto per me. E con il tempo lo avrei capito.
<< Robert, quando sei andato via è stato orribile... tutti mi fissavano. Parlavano di me. Eh..ehm ... io sono andata fuori di testa. Scusami . >> Sussurrai a bassa voce, triste e scoraggiata.
<< Lo so... Se ne parla per tutta la corte. >> Confermò sorridendo, mentre mi stringeva a sè.
<< Io, scusa, sono stata una stupida. >> Continuai prossima al pianto.
<< Non dispiacerti. Il tuo temperamento e carattere è piaciuto moltissimo. Ora capiscono perché ho perso la testa per te. Lo so, all'inizio sarà difficile. Ma ti starò sempre accanto e ti aiuterò sempre. Ti amo. >> Continuo Robert prima di baciarmi.
Ero felicissima. Sia perché ero piaciuta alla corte e Robert era soddisfatto. Ma soprattutto perchè le sue labbra erano sulle mie. Amavo quando mi baciava. Ne avevo bisogno .Ne avevo bisogno come un naufrago assetato in mezzo al nulla. Spensi tutto, e pensai a godermi solo il bacio. Sarebbe stato uno dei tanti che avrei ricevuto dall'uomo che amavo. Sapevo che fuori non sarebbe migliorato nulla, ma avrei combattuto. Non mi sarei fatta sottomettere da nessuno. Mai.

Nella corte …

I cortigiani erano tutti riuniti nella sala delle cerimonie in piccoli gruppi. L’argomento principale era uno. La presenza della campagnola e il futuro matrimonio.
<< Quella Elisabeth, sembra una ragazza a modo. Ha un bel caratterino. E poi è bellissima. La sua presenza dà luce alla stanza. Non so se sarà una buona Regina. Ma sicuramente sarà una Regina maestosa e bella. >> Stava dicendo un uomo a una donna e ad un altro uomo, come se fosse un argomento di vita o morte.
<< Non lo so, ma forse se usa il suo fuoco e passione nelle decisioni del regno, potrebbe essere un valido aiuto. Non mi sembra che sia una ragazza che si lasci sottomettere. Forse è proprio questo che ha colpito e affondato il nostro Re. Gli auguro ogni felicità. E soprattutto figli maschi. Ma guardandoli, probabilmente non ci sarà bisogno. Avremo un erede tra poco. >> Parlò l’altro uomo sicuro e arrogante come solo un nobile poteva essere.
Enrico ascoltava e memorizzava. Era felice, la prima comparsa di sua sorella era stata positiva. Ci sarebbero state vari lotte ma alla fine ci sarebbero riusciti.





Continua ...



Foto personaggi :

http://sceglilfilm.antanet.it/media/k2/items/cache/93200bbca2dd89eefd66bb802147d712_XL.jpg   Signor Cristian River

 http://www.studenti.it/pictures/20110427/pettyfer.jpeg   Daniel          

  http://sueterryvoices.com/images/news/bradley-james.jpg   Marcus      

http://images2.wikia.nocookie.net/__cb20120409221761/glee/de/images/c/c1/Matthewbomer7.jpg   Philip            


   Katherina



Foto ricordo   Robert x Elisabeth


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Capitolo 16
*** Il roseto... ***


 

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Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia … 

 
Capitolo 15

Il roseto ...

***



 

Nella camera di Elisabeth...

Ero felicissima. Sia perché ero piaciuta alla corte e Robert era soddisfatto, ma soprattutto perché le sue labbra erano sulle mie. Amavo quando mi baciava. Ne avevo bisogno .Ne avevo bisogno come un naufrago assetato in mezzo al nulla. Spensi tutto e pensai a godermi solo il bacio.
Sarebbe stato uno dei tanti che avrei ricevuto dall'uomo che amavo. Sapevo che fuori non sarebbe migliorato nulla, ma avrei combattuto. Non mi sarei fatta sottomettere da nessuno. Mai. Poi avevo dei validi aiutanti: mia sorella Maria, mio fratello Enrico e Philip. Loro non mi avrebbero tradito mai.
<< Amore ho intenzione di dare un ballo in tuo onore. Così tutti potranno conoscerti e amarti come ti amo io. >> Parlò serio il Re.
<< Speriamo di no! Se tutti mi amassero come te, avresti molti rivali. >> Scherzai prendendolo in giro. Sapevo che era serio, ma avevo bisogno di un po' di leggerezza. Il mio amore capì all'istante.
<< Pensa come sarà sontuoso il palazzo e tutti i vestiti che vedrai. Il tuo sarà sicuramente il più bello. Conoscerai nuova gente e ti divertirai. Sarà il giorno più bello della tua vita! Beh non proprio. Il primo sarà la nascita di nostro figlio quando avverrà. Il secondo il nostro matrimonio. Il terzo la giornata alle cascate dietro casa tua, il nostro angolo di paradiso,il nostro posto. Poi il ballo a tuo nome. E il quarto posto per ora, però potrebbe perdere punti nella classifica. >> Scherzò ridendo della sua battuta. Come farebbe un bambino.
Lo ignorai convocando Sara.
<< Sara dovrai confezionare un nuovo vestito per me. Presto ci sarà un ballo a mio nome e dovrò essere fantastica. >> Dissi scherzando. << Sarete bellissima come sempre. >> Parlò pacata e seria Sara.
<< Perfetto, ora devo andare... Ci vediamo dopo, amore. >> Disse prima di baciarmi sorridendo.
<< Di già? Come? Non puoi restare ancora con me? >> Chiesi dolcemente sbattendo gli occhi per convincerlo. Ma il mio piano non funzionò. Uffa!
<< È inutile che sbatti gli occhi. Devo lavorare, cucciola. Sarei rimasto volentieri. Pensa a come organizzare la festa e al discorso. Io intanto propongo l'evento al consiglio. Ciao amore. >> Finì baciandomi per poi uscire dalla camera.
<< Come scusa? Un discorso? Oh mio Dio! >> Dissi parlando al nulla. Robert se ne era già andato. Aveva buttato lì la cosa e poi era scappato. Tipico degli uomini.
<< Devi aiutarmi Sara, non so nemmeno da dove iniziare! >> La mia voce tremava. Avevo paura di sbagliare. E non potevo.
<< Non preoccupatevi, vi aiuterò io. >> Rispose dolce la mia cameriera e nuova dama di compagnia.

Al Roseto ...

<< Siamo arrivati. Questo è il roseto. Vi piace? >> Parlò soddisfatto Philip. Sperava proprio di fare colpo.
<< Ma è bellissimo qui! >>
<< Sì mi piace tanto qui. Grazie. >> Continuò la bionda sorridendo.
Maria guardava incantata. Era un parco enorme. Vi erano infiniti fiori. Così tanti che ne conosceva appena la metà. Una parte era tutta all'aperto, l'altra invece era completamente chiusa con vetrate per far passare la luce, ma non l'acqua e il freddo. Questo era stato costruito per difendere le piante più delicate dall'inverno. Maria era estasiata. Era il roseto più bello mai visto. Sarebbe piaciuto sicuramente a sua sorella. Era felice di aver accettato l'invito di Philip. Lui era sempre così gentile, affabile.
<< Grazie davvero. Qui tutto è bellissimo. >> Disse la ragazza prima di baciare la guancia del bel moro.
<< Ve l'ho già detto, ogni vostro desiderio è un ordine per me ! >> Rispose ammiccando il ragazzo. E Maria diventò nuovamente un peperone. Stava diventando un vizio.

Daniel ...

Il ragazzo vagava annoiato per i corridoi, sperando d'incontrare Elisabeth per puro caso. Già gli mancava. Gli mancava tutto di lei. Il suo sorriso, la sua dolcezza e la sua forza. Mentre stava pensando alla dolce mora, Robert uscì dalla camera di Elisabeth.
<< La mia sfortuna avrà mai fine? Amare una donna da condividere con un altro >>. Parlò al vento allontanandosi triste alla ricerca di Enrico.
<< Enrico mi sto annoiando a morte! Ti va una partita a carte? >> Chiese triste.
<< A chi lo dici! Qui è un mortorio! >> rispose Enrico, capendo perfettamente l'amico.
<< Non lo sarà per molto, amici. Presto si terrà un ballo di benvenuto per la nostra Elisabeth. Tutti devono conoscerla. >> Parlò soddisfatto Robert, passando vicino ai due.
<< Che cosa? >> Chiese Enrico stranito.
<< Un ballo per celebrare Elisabeth. >> Chiarì freddo Daniel.
La situazione lo rendeva ancora più acido e furioso.
<< Scusami, ma non mi sento bene. Ci vediamo dopo. >> Disse Daniel andandosene.
<< E il gioco a carte? E io che faccio? >> Parlò al vento il ragazzo.
<< Beh andrò da mia sorella Lizza. >> Disse andando verso la camera della sorella.

Katherine...

La ragazza ascoltava schifata. Non riusciva a capire cosa riuscivano a vedere di così speciale in quella. Era una campagnola. Vestiva in modo non appropriato. Non era né fine né elegante. Doveva trovare qualcosa per fargli perdere punti. Odiava vedere la corte cambiare modo di fare e di vestire per eguagliare quella pidocchiosa. Odiava che ne parlassero bene. Aveva un piano. L'avrebbe annullata. È sarebbe diventata lei regina.
<< Tremate, tremate Elisabeth, la strega cattiva vi mangerà in un sol boccone! >> Cantò sotto voce Katherine, contenta del suo piano malefico.

Intanto Marcus...

Il ragazzo si trovava poco lontano dalla corte, in una taverna piena di ubriachi puzzolenti. Era l’unico ben vestito e ricco. Gli altri uomini erano per lo più contadini e povera gente , che lo guardava con odio e invidia. La visita con il signor Bennet aveva dato buoni frutti. Il piano stava per iniziare.
<< Bene, bene Elisabeth, sto arrivando. >> Parlò il ragazzo sicuro, incurante degli sguardi sprezzanti.
<< Buona sera, mio signore vuole ordinare qualcosa? >> Chiese la cameriera mostrando il suo decolté molto prosperoso al ragazzo. Speranzosa per una notte di sesso e guadagno sicuro.
<< Sì: te! Camera 101. Ti aspetto. Porta tanto vino. Se devo fare sesso con te devo essere molto ubriaco. >> Rispose Acido il ragazzo. Adesso aveva un chiodo fisso. Voleva Elisabeth a tutti i costi. Ora cercava prostitute o ragazze da violentare, che assomigliavano a lei. More, occhi chiari e corpo da urlo. Donne così erano rare, quindi doveva accontentarsi di quello che trovava. Quindi per son accorgersi della differenza beveva. L’ultima volta aveva chiamato la serva con cui aveva fatto sesso, l’aveva ripetutamente chiamata Elisabeth. Stava diventando un ossessione.
La ragazza freddata dalla risposta, sorrise e si allontanò per prepararsi alla più brutta serata della sua vita. Quell' uomo era pazzo. Doveva mettere del sonnifero nel vino. Così si sarebbe addormentato e avrebbe guadagnato soldi facili, molto facili.
Ma non sapeva che lui era un uomo scaltro e bastardo. Allora non sapeva che quella sarebbe stata la sua ultima notte di vita. Nell’ultimo periodo oltre che a violentarle aveva preso gusto ad ucciderle. Immaginava che fossero Elisabeth. Il suo unico desiderio era la vendetta. Violentarla e poi sentirla supplicare di lasciarla in vita. Per poi ucciderla a sangue freddo. Diciamo che con quelle donne stava facendo pratica.

Philip …

Il ragazzo guardava ammirato la ragazza. Maria era un angelo. Quando le sue lebbre si appoggiarono sulla sue guancia ebbe un fremito. Elisabeth era bellissima, ma nemmeno Maria era da meno.
<< Ve l'ho già detto, ogni vostro desiderio è un ordine per me ! >> Rispose ammiccando il ragazzo. E Maria diventò nuovamente un peperone. Stava diventando un vizio.
Si avvicinò e la prese a braccetto. Adorava quando arrossiva. La rendeva ancora più bella. Se era possibile.
<< Venite, vi accompagno nella vostra camera, sarete stanca. >> Parlò servizievole il moro.
<< Siete gentile, grazie. >> Rispose ancora rossa in viso la bella bionda.

Enrico …

Il ragazzo davanti alla camera di Lizza esitò. Ma cosa stava succedendo? Cosa aveva Daniel? Che si fosse innamorato anche lui di Elisabeth? Se era questo, erano tutti nei casini. Doveva parlarne con Elisabeth in privato.
Toc Toc.
<< Elisabeth son io, Enrico, posso entrare? >> Chiese urlando il ragazzo, perché sua sorella potesse sentire.
<< Entra >>
A quelle parole la porte si aprì e comparve Sara. Bella da togliere il fiato, come sempre.
<< Ciao Sara. >> Parlò dolce il ragazzo. La loro storia stava andando a rilento. Ma per ora andava a gonfie vele.
<< Ciao, Enrico. Entra >> Disse sorridendo felice.
Che la lunga chiacchierata abbia inizio …

Nella camera di Elisabeth.

Il ragazzo entrò nella camera attraverso la porta lasciata aperta da Sara. Entrando rimase sbalordito. La camera era bellissima. Era grande e spaziosa. Nella parte sinistra vi era l’angolo rinfresco, composto da una vasca in porcellana stile liberty con gambe placcate oro nella parte centrale. Vicino alla finestra cera la toilette, composta da uno specchio tondo e una vasca rotonda in porcellana tutto unito attraverso intrecci di ferro battuto nero. Dall’altro lato c’era il separé in velluto blu, con varie assi per appoggiare gli abiti. Nella parte destra, invece vi era posizionato sotto l’altra finestra uno scrittoio di legno massello, con tutto l’occorrente alla scrittura. Dopo la finestra vi era posto un grandissima libreria, stracolma di libri. Nella parte centrale invece era posizionato un grande letto a due piazze e mezzo a baldacchino. Le tende erano di seta blu intonate con le tende della finestra, del separé e del copriletto. Quella stanza era stata fatta su misura per Elisabeth. Il blu era il suo colore preferito. In fondo al letto vi era il baule degli accessori, nella parete di fronte al letto c’era il grande armadio di noce, dove era riposto gli abiti. Accanto all’armadio, nascosta, c’era la porta di servizio che collegava la camera di Elisabeth a quella di Sara.
Affascinato dalla bella camera, si avvicinò a Elisabeth.
<< Elisabeth, che succede? Daniel è strano … sembra geloso. Geloso di te! Che sta succedendo? >> Mi chiese serio fissandomi sicuro.
<< Non so cosa dire … non l’ho notato. Perché dici questo? >> Risposi, fingendo di non notare l’aria sbalordita di Sara. Ero molto brava a mentire o meglio a mostrare meraviglia su una scoperta non saputa che invece era più che nota. Mio fratello mi guardava stranito. Sapeva che stavo divagando e che non stavo rispondendo egregiamente alla sua domanda. Sentiva che c’era qualcosa, che io sapevo o che io ne ero a conoscenza. Ma non sapeva come arrivare al punto e scoprire qualcosa.
Quindi, senza indugiare cambiai discorso.
<< Fratellino, potresti aiutarmi a preparare la festa in mio onore? Ti prego! Sara non potrà aiutarmi, perché la creazione del vestito gli ruberà tutto il tempo. Io, tu e Maria, se ci mettiamo d’impegno ci riusciremo. Dobbiamo organizzare la stanza. Con decorazioni, musiche e buffè. Quindi dobbiamo indirizzare i servitori su come agire. Dobbiamo preparare gli inviti, i fiori e tutto il resto. Ma soprattutto devi aiutarmi con il discorso! >> Parlai gesticolando e camminando su e giù nella stanza, come un invasata. Ero tesa, causa ballo e domande dolorose, ancora senza risposta. Io amavo Robert, volevo sposarlo e vivere con lui per sempre, con figli e nipoti a carico. Ma amavo anche Daniel. Questo amore doveva scomparire, evaporare, finire prima possibile. Ma come? Come potevo cancellare i miei sentimenti per Daniel? Avevo bisogno di tempo e di coraggio. L’avrei trovato? Dovevo trovarlo, punto.
<< Certo, sorellina. Nessun problema. Come iniziamo? >> Mi chiese dolce il fratello migliore del mondo, almeno per me.
<< Vieni, cerchiamo Maria. Sara, a dopo. Non preoccuparti di nulla. Pensa solo al vestito. Al resto ci pensiamo noi. Tutto deve essere meraviglioso. >> Dissi prima di uscire dalla camera insieme a mio fratello.
Che i preparativi del ballo abbiano inizio …



Continua... 

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Capitolo 17
*** Preparazioni : il palazzo in subbuglio ... ***


elisabeth


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Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia … 

 
Capitolo 16

Preparazioni : il palazzo in subbuglio ...

***


 La città.

Ero agitatissima, il ballo si sarebbe tenuto tra un giorno e tutto doveva essere preparato. Quindi chiesi aiuto alle persone di cui mi fidavo di più. Ovviamente chiamai all'appello i miei fratelli e il mio nuovo amico Philip, che accettò subito di buon grado di aiutarci. Il primo compito da portare a termine era comprare gli addobbi. Volevo che tutto fosse blu e ghiaccio. Quindi avevamo bisogno di tende, tovaglie, fiocchi e candele tutto blu. Sicuramente in città avremmo trovato tutto quello di cui avevamo bisogno. Tutti felici e contenti partimmo per la città.
La città principale si trovava a poche miglia dal castello. Prendemmo il calesse e partimmo per l'avventura...
La città era composta da varie vie che si congiungevano tutte in quella centrale dove veniva svolto il mercato. Vi erano bancherelle di ogni genere, dalla frutta alla verdura, dagli animali all'abbigliamento e infine banchi di stoffe. Il proprietario era un uomo brizzolato molto simpatico, dalla parlantina svelta e sicura.
<< Buon giorno, signori, benvenuti, posso aiutarvi? Ho stoffe di ogni colore e materiale! Chiedete e vi sarà dato! >> Esclamò euforico l'uomo.
<< Buon giorno, dobbiamo preparare una festa. Può aiutarci? >> Chiesi speranzosa.
<< Mia bella signorina, sono a vostro servizio. Voi siete Elisabeth, vero? Le mie labbra sono sigillate! Qui già tutti parlano di voi. >> Continuò il commerciante.
<< Parlano di me? Cosa dicono? >> Parlai allarmata. Se non piacevo al popolo ero finita.
<< Beh dicono che siete diversa. Che non siete come gli altri nobili. Ma ancora non sanno come siete. Devono conoscervi. Vi consiglio di farvi amare, è il miglior modo. Allora torniamo a noi, una festa di che genere? >> Mi chiese iniziando a cercare tra le stoffe.
<< Beh in realtà è un ballo in mio onore. Voglio che sia tutto bellissimo. Semplice ma bello. Tutto blu . Pensi di poter aiutarmi? >> Spiegai sincera.
<< Quindi vediamo, hai bisogno di tintura per colorare le tende della stanza, tovaglie e candele? Allora per la tintura può pensarci Carlos! Carlos ho un lavoro per te, muoviti! Le tovaglie posso cucirle io insieme a mia moglie e alle candele ci penserà mia figlia. Le rimane solo il cibo. Cosa ne pensate di qualcosa di esotico? Venite, conosco io chi fa per voi! >> Mi disse radunando molte persone intorno a me che mi avrebbero aiutato.
<< Grazie, mia signora, per aver chiesto a noi umili uomini aiuto per una festa così importante! Non potremmo essere lì con il corpo ma ci saremo con il cuore. Avreste potuto organizzare tutto tramite servitori, invece avete preferito fare tutto di persona , venendo qui a conoscere il vostro futuro popolo. Mai nessuna Regina o futura che sia, lo aveva fatto! Grazie. >> Mi parlò con il cuore in mano l'uomo.
L'uomo si chiamava William, e da ora in poi sarebbe divenuto il mio arredatore e aiutante nelle grandi feste di palazzo. Conobbi così tanta gente , i nomi si mescolarono nella mia testa rendendomi confusa e stranita della situazione. Tutti erano curiosi di conoscermi, ma non erano invadenti come i nobili di corte, anzi. Tra tutti conobbi una piccola bambina di nome Cristine che mi regalò un fiore da mettere tra i capelli. Tutta quella gente era gentile e cordiale. Erano straniti che una nobile fosse venuta di persona al mercato per l'ordinazione di cibi e accessori per un ballo. Probabilmente qui le cose erano diverse che dalle mie parti. Le poche volte che nostro padre inaugurava feste o balli , mia madre si recava la mercato portandomi con lei per la creazione dell'evento. Tra ordini e incarichi il tempo volò e arrivò la sera. Fummo invitati alla festa del raccolto che si sarebbe tenuta in piazza, curiosi accettammo l'invito incuranti del tempo che passava...

Alla corte...

Dopo l'incontro e il programma ballo, il Re fu convocato in riunione come già annunciato. La riunione fu noiosa e pesante, il ragazzo dovette fare scelte molto impegnative e drastiche che solo un Re poteva fare. Il suo unico desiderio era uscire di lì e correre dalla sua bella Elisabeth. Non vedeva l'ora di sposarla e di vivere per sempre con lei. L'amore...
<< Mio signore , si sente bene? >> Chiese il primo ministro, stranito dal comportamento del ragazzo.
<< Scusate ero sovrappensiero. Avete altro da proporre in questa seduta? >> Chiese il moro tornando ad essere il Re freddo e autoritario che fingeva di essere.
Tra il Re e il ragazzo Robert c'erano un milione di differenze. Il Re era freddo scostante, rigido e autoritario, senza sorriso e belle parole. Robert il ragazzo era dolce, comprensivo dal cuore d'oro. L'uomo che aveva fatto perdere la testa alla testarda e capricciosa Elisabeth.
<< No, mio signore. >> Rispose il segretario.
<< Bene, allora domani sera si terrà un ballo in onore di Elisabeth, siete invitati. La seduta e tolta. >> Parlò prima di uscire dalla porta per raggiungere la donna più bella della sua vita.
Il Ragazzo raggiunse la camera di Elisabeth, sperando di trovarla li. Quindi bussò.
toc toc
<< Elisabeth, sono Robert! >>
<< Mio signore, se cercate Elisabeth, non è qui e sono ore che non la vedo. E' uscita alla ricerca di Maria e Philip e non è ancora tornata! >> Disse Sara dopo aver aperto la porta..
<< Cosa? Vi ringrazio Sara, sicuramente sarà in giro nel palazzo e non si sarà accorta del tempo che passava. >> Disse il Re salutandola.
Camminando per il corridoio incontrò Daniel.
<< Daniel, avete per caso visto Elisabeth? L'ho cercata dappertutto , non riesco a trovarla. >> Chiese speranzoso il ragazzo.
<< Robert, è da stamattina che non la vedo , mi dispiace >> Rispose preoccupato.
<< Dobbiamo trovarla , inizio ad essere preoccupato. >>
Vagarono per tutto il palazzo senza trovarla.
<< Mio signore, cosa è successo? Vi vedo preoccupato, posso esservi utile? >> Chiese gentile Katherine al Re.
<< Sto cercando Elisabeth , ma non so dove sia >> Rispose educatamente alla ragazza.
<< Io l'ho vista uscire stamattina con i fratelli e Philip per andare in città. Non è ancora tornata? >> Insinuò la ragazza per sottolineare l'imprudenza e la stupidaggine della rivale.
<< Cosa? >> Rispose terrorizzato. La sua unica richiesta era rivolta Dio. Ti prego fai che stia bene...

In Città...

La festa popolana era favolosa. Stava scendendo la sera e il tramonto era da togliere il fiato. Tutta la via del mercato era adornata di fiori e c'era una graziosa ragazza a cantare al centro di un palco per intonare il ballo del raccolto.
La festa del raccolto era un momento di gioia dove la gente portava cibo in piazza per dividerlo con gli altri mentre ammiravano i giovani ballare alla ricerca dell'amore. Ogni ragazzo e ogni ragazza dovevano indossare una maschera e scrivere il proprio nome su un foglio e inserirlo in un anfora per il sorteggio del ballo. Solo alla fine del ballo poteva essere tolta la maschera e rivelato il proprio volto. Ovviamente i nomi della coppia erano un segreto. Ne era a conoscenza solo il rappresentante che creava le coppie. La deliziosa figlia di William ci prestò una maschera ciascuno per poter partecipare. A me e a Maria ci raccolse i capelli, lasciandone cadere solo alcuni in un' acconciatura sbarazzina. Infine incastrò tra i riccioli qualche fiore per rappresentare le regine del raccolto. Eravamo bellissime, avrei dovuto copiare l'acconciatura per il ballo. In fondo io ero così, non ero perfetta, ero una nobile ma nel cuore ero una popolana come questa gente e non volevo cambiare. Arrivati in piazza ci mettemmo in fila per il sorteggio, incuranti del tempo che passava. Mio fratello fu accoppiato con una bellissima ragazza mora dagli occhi da cerbiatto, ma mio fratello riusciva a vedere solo una bella ragazza bionda: la sua Sara. Invece alla mia sorellina non andò troppo male, fu abbinata a un Philip super felice.
Però così non vale, per loro non c'è segreto e scoperta. Io invece già immagino la faccia del ragazzo che dovrà ballare con me, quando sfilerò la maschera e vedrà chi sono. Il mio partner era un ragazzo carino, biondo con gli occhi azzurri, dalla parlantina facile.
<< Buona sera, signorina. A quanto pare io e voi siamo destinati a ballare insieme. Si dice che la festa del raccolto ispiri matrimoni. Forse i prossimi potremmo essere noi . >> Parlò il ragazzo, ammiccandomi.
<< Non credo proprio. Sono già promessa sposa e amo il mio futuro marito. >> Risposi sulla difensiva. Non mi piaceva il suo modo un po' viscido.
<< Beh lui non è qui con voi, e non siete ancora sposata quindi ho ancora tempo. >> Continuò sfacciato.
Quel modo di fare sfacciato e maleducato stava per rovinarmi la festa. Furiosa stavo per schiaffeggiarlo quando...
<< Signore credo che dovrebbe andare. Mi sembra di vedere che non siete molto ben voluto, arrivederci. >> Disse lo sconosciuto allontanando il maleducato e posizionandosi al suo posto per ballare con me.
<< Vi ringrazio signore, mi avete salvato la vita. >> Ringraziai, felice del suo arrivo.
<< Non dovete ringraziarmi, l'ho fatto per poter ballare con voi, era una scusa. >> Confessò sincero il ragazzo.
Durante tutto il ballo ebbi come l'impressione di ballare con qualcuno che già conoscevo, ma probabilmente fu solo una mia falsa sensazione.
La piazza era bellissima, era cosi colorata e primaverile e dopo tanto freddo e neve era una boccata di aria fresca. La ragazza che cantava era dolcissima. La sua voce era cosi bella e meravigliosa da incantare. Sì, avrebbe lavorato per me anche lei. Mi promisi mentalmente di parlarne con William. Giunta la mezzanotte, i ragazzi e le ragazze si sfilarono la maschera per rivelare il proprio volto. Quindi senza pensarci un attimo sciolsi il fiocco e rivelai la mia identità, lasciando tutti di stucco. C'era chi applaudiva, chi era rimasto a bocca aperta senza saper che dire.
Sì, fu una bellissima serata. Quando mi voltai per vedere chi avesse ballato con me tutta la sera, scoprì la sua assenza. Finito il ballo e la festa io e miei amici salutammo la famiglia di William con l'appuntamento nel pomeriggio per gli ultimi ritocchi prima del ballo.

Intanto, nascosto nell'ombra ,il ragazzo con la maschera era intento a fissare Elisabeth, con una sola idea in testa: la vendetta.
Con un sorriso sadico sciolse il fiocco della maschera per sfilarsela. Il salvatore , l'uomo misterioso era il peggior nemico di Elisabeth e Robert : Marcus.
<< Cara Elisabeth, eri a un soffio dalle mie mani. Non ti preoccupare presto sarai mia. >> Disse al vento, andandosene.

Alla corte...

Stanchi e assonnati arrivammo finalmente a corte. Alla porta d'entrata trovammo un Robert spaventato , arrabbiato e sollevato insieme. Il ragazzo mi si avvicinò e parlò:
<< Elisabeth, dove siete stata? Sono stato in pena tutto il giorno. State bene? E' successo qualcosa? >> Chiese apprensivo il ragazzo, fissandomi.
<< Ero in città per l'organizzazione del ballo e abbiamo perso la cognizione del tempo. Mi dispiace, davvero. E' tutto pronto per domani. >> Risposi sincera e con amore.
<< Non è questo il punto, mi sono preoccupato a morte. Credevo ti fosse successo qualcosa! Per organizzare il ballo avresti dovuto delegare un valletto, uscire è pericoloso senza scorta. >> Mi disse Robert per poi abbracciarmi e rilassarsi
<< Scusa, non avevo calcolato il pericolo. >> Mi scusai triste, non volevo che si arrabbiasse o fosse triste.
<< Non importa. Non importa ma non farlo più! Adesso andiamo a letto. >> Disse il Re accompagnandomi verso la mia camera dove mi attendeva una Sara preoccupata.
Davanti alla porta della mia camera, salutai Robert con un bacio augurandogli la buona notte con un bacio. Entrai e alla vista di Sara, sorrisi e dissi euforica:
<< Sara, sono successe cosi tante cose, devo raccontarti tutto! >> Esclamai felice.

A questa visione Katherine sorrise compiaciuta. Era sicura che alla fine Robert si sarebbe stancato del comportamento di Elisabeth e l'avrebbe lasciata.
Invece a questa visione Daniel si intristì di più. Qui aveva poche speranze di conquistarla.

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Capitolo 18
*** Il ballo ... ***


4


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Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia … 

 
Capitolo 17

Il ballo ...

***



I preparativi...

Dopo una giornata indimenticabile e una nottata agitata causata dalla tensione per il ballo, mi svegliai più stanca di quando mi ero coricata. Ero agitata, impaziente e impaurita, quella era la prima volta che preparavo un ballo. Ma non sapevo che a mio servizio c'erano i miglior allestitori di balli, i miei amici della città. Come promesso William alla prime luce dell'alba si era messo all'opera. Aveva creato meravigliose tovaglie di seta blu con decori di foglie rosse come rifinitura. Arazzi dalla foggia romantica e semplice, dove erano dipinti paesaggi di campagna per vezzeggiare il mio passato da nobile di campagna. Le tende erano state colorate in varie tinte diverse di blu, sembrava di essere in un Oceano. Tutto fantastico. I centrotavola con le candele erano bellissimi anche essi ricamati con foglie rosse. Grazie alla lettera che gli avevo lasciato, come riconoscimento e permesso ad entrare, aveva ricreato il mio ballo da sogno. I tavoli erano stati posizionati ai lati della grandissima sala, per avere un buono e ampio spazio per le danze. Insieme al mio amico c'era Micon, un uomo dalla pelle abbronzata e un accento particolare.
<< Elisabeth, lui è Micon, ci aiuterà per i rinfreschi. Lui è di origine indiana. Cucinerà pietanze dal gusto delicato ma suggestive e afrodisiache . Tutto sarà a base di pesce, per rimanere in tema mare. >> Parlò a raffica l'uomo, elettrizzato di aiutare la futura Regina.
<< E' tutto meraviglioso... Ti adoro, sarà la festa più bella del mondo ... >> Dissi abbracciando e depositando un dolce bacio sulla guancia dell'uomo.
Tutto era quasi pronto. Anche i cortigiani rimasero sbalorditi da quello che vedevano. Sì, era il mio stile. L'abito era composto da stoffe bellissime, pizzi , merletti e seta del blu più bello mai visto. Aveva una scollatura a cuore sul davanti e rettangolare di dietro. Le maniche erano a sbuffo e la gonna era lunga fino ai piedi, gonfia e voluminosa. Il corpetto ero lavorato con perle e pizzo tutto di color beige. Tutto sarebbe stato perfetto, Robert sarebbe stato orgoglioso di me.
<< Elisabeth, chi sono queste persone? Che succede? >> Mi chiese Robert. Il mio pensiero si fece sostanza facendolo arrivare a me con mille domande da pormi.
<< Questi sono i miei amici della città. Sono favolosi. Hanno realizzato il mio sogno. >> Risposi felice girando intorno a un Robert sbalordito.
<< Non trovate che abbiano fatto un ottimo lavoro? Voglio loro come gran maestri di feste . Ti prego , amore. >> Domandai speranzosa per una risposta positiva. Oltre a ottenere amici e fedeli aiutanti, aiutavo delle famiglie a migliorare il loro tenore di vita.
<< Che sia, domani creeremo un contratto apposito. Capisco perché ieri ti sei attardata tanto, allora. Ringrazio la tua buona stella ,amore, che ha vegliato su tutti voi. >> Mi disse il Re baciandomi nel modo più dolce e tenero mai visto o provato.
<< Ora devo andare, ci vediamo dopo per il ballo. Passerò dalla tua camera prima dell'inizio della festa, per le presentazioni pubbliche. Mi raccomando che tutto sia finito prima dell'arrivo degli invitati. >> Si raccomandò prima di andarsene, Robert era l'uomo più bello e gentile mai visto e io l'amavo.
<< E' fortunato il Re... non poteva trovare moglie migliore. >> Mi parlò sottovoce Wiliam con fare cospiratorio.
<< Cosi mi lusingate, signore... >> Risposi dopo aver riso di gusto. Quell' uomo era adorabile.

Gli ultimi ritocchi ...

Tutto era pronto, i camerieri erano in posizione, le pietanze preparate e i musicisti pronti. I miei amici avevano fatto un buon lavoro, ora toccava a me. Ringraziai tutti di cuore con la promessa di rincontrarci per il contratto il giorno dopo. Ora dovevo solo prepararmi, sia fisicamente che psicologicamente. Tra Maria e Enrico, non sapevo chi aveva ripetuto di più " stai calma Lizzy " in quella giornata, avevo perso il conto. Ora dovevo raggingere Sara per prepararmi. Dovevo indossare l'abito e acconciarmi i capelli, prima che Robert arrivasse per l'incontro ufficiale con la corte. Le domande che mi rimbombavano nella testa senza sosta erano: " Sarei piaciuta alla corte? Sarei riuscita a essere una buona regina e una buona moglie? ". Se non fosse stato per Sara sarei impazzita.
<< Elisabeth, andrà bene, non dovete preoccuparvi. >> Diceva mentre mi pettinava i capelli. << Tutti vi adoreranno. Siete bellissima e gentilissima. Siete intelligente e furba. Avete un cuore d'oro. >> Continuò incurante delle mie smorfie. << Il popolo già vi ama. Avete sentito Wiliam? Stasera farete una bellissima figura. Dovete solo indossare questo abito ed essere voi stessa e tutto andrà bene. >> Finì la ragazza di parlare in contemporanea all'acconciatura.
<< Guardate... siete bellissima! >> Esclamò felice del suo lavoro.
<< Sei sempre gentilissima con me Sara. Non sono bellissima. Sono solo passabile. E' la tua bravura che mi fa apparire carina. Spero che le tue parole non siano solo parole di conforto, ma anche la verità. >> Commentai triste e sconsolata.
<< Su, su tiratevi su... sta per arrivare il vostro uomo... dovete essere affascinante. Non vorrete mica che cada nelle grinfie di Katherine vero? >> Mi chiese furba ed emigmatica. Lei ne sapeva sempre una più del diavolo.
<< Certo che no! Robert è mio! >> Esclamai in difesa. A quelle parole sentimmo bussare... "Parli del diavolo e spuntano le corna..." infatti ...
<< Elisabeth, siete pronta? Sono Robert. >> Udimmo al di là della porta. Sia io che Sara non riuscimmo a trattenerci dal ridere, era troppo comica la situazione. Udendoci ridere come delle pazze, Robert entrò e rimase basito, sia per il nostro comportamento , che dal mio abbigliamento.
<< Che succede? Perché state ridendo come delle pazze? Vuoi che ti sentano? >> Mi chiese prima di rimanere senza parole, dopo avermi visto nella tenuta da ballo.
<< Siete bellissima, Elisabeth. Sono senza parole... >> Continuò il ragazzo mentre mi ammirava e mi scrutava in ogni piccolo particolare.
<< Un giorno ti racconterò tutto . >> Risposi emigmatica, ammiccando al mio futuro sposo.
<< Siete state bravissime ... Sara, le tue mani sono d'oro. L'abito è favoloso. Amore, la sala è bellissima. Hai fatto un ottimo lavoro con quegli uomini. Troppi uomini. >> Parlò soddisfatto e un po' geloso.
<< Robert, siete geloso? Sara è bravissima come sarta. Riesce a rendere bella anche una normale come me. >> Risposi triste.
<< Normale? Tu? Amore, ma tu sei bellissima. Non vedi come ti guardano gli uomini? Io sì e sono gelosissimo! Mi devo ancora abituare ad avere come fidanzata la donna più bella del regno. Sono un uomo fortunato! >> Esclamò avvicinandosi per baciarmi.
<< No, amore, sono io la fortunata! >> Risposi pronta, prima di deliziarmi con i suoi baci.
<< Dobbiamo andare, amore. La corte e il ballo ci aspettano. >> Parlò il bel moro.
<< Sara, vieni con noi? Sei già pronta? Potresti scendere con Enrico e Maria. Sei la dama di compagnia di una futura Regina, adesso. Sei all'altezza di ogni nobile qui, ora. >> Disse sorridendogli , invitandola. Era l'uomo più dolce e gentile che esistesse ed era mio.
Percorremmo il corridoio, dove ci aspettavano una deliziosa Maria a braccietto con Philip , Enrico sorridente e bellissimo e un Daniel da togliere il fiato. In quell' istante mi chiesi come avevo fatto ad innamorarmi ed a far innamorare due uomini come loro. Erano bellissimi, gentili e unici. Erano l'opposto dell'altro. Robert era moro, con occhi di ghiaccio come i miei, pelle chiara e zigomi pronunciati. Daniel era biondo, occhi marroni-verdi , pelle chiara e viso d'angelo. Il giorno e la notte. Il Sole e la Luna. Io ero le Stelle sempre presenti e vicine . Presenti durante il giorno vicine al Sole, quasi invisibili al suo cospetto. Presenti durate la notte vicine alla Luna, un po' più visibili ma sempre invisibile al suo cospetto come per il Sole. Come loro, scomparivo dietro la bellezza di quegli uomini. Quindi la domanda era: " Cosa avevo di speciale?" .
Arrivammo al palco e tutti scesero tranne io e Robert. Dovevamo dare il via al ballo, con la mia presentazione e il via delle danze, con il nostro primo valzer in pubblico e come coppia. Che il Ballo abbia inizio ...

Il ballo... la presentazione e il valzer.

Eravamo entrambi nascosti dietro delle pesanti tende blu, in procinto di un' entrata spettacolare nella sala. Mi mancava il fiato.
<< Elisabeth, calmati. Ci sono io con te. Non ti succederà nulla. Te lo prometto. Sarai fantastica. >> Disse prima di baciarmi e darmi la forza di uscire e diventare la futura Regina.
<< Andiamo >> Esclamai per darmi forza.
Entrammo e la musia e il chiacchericcio cessò di botto. Avevo mille occhi puntati su di me. Ero tesa e imapurita , ma all'esterno sembravo sicura e salda. A volte l'apparenza inganna.
<< Buona sera. Questo ballo è stato inaugurato per la presentazione della mia futura moglie e futura vostra Regina. Tutto è stato allestito con amore dalla mia dolcissima fidanzata. Che ne dite, non è stata bravissima? >> Parlò sicuro e regale come solo un Re poteva fare. La corte sorrise, continuando a fissarmi. Erano estasiati dal mio vestito. Era un vestito unico. Stavo dando una nuova moda a corte. Notai con piacere che i colori eccentrici erano stati eliminati e tutta la corte era vestita in modo molto più sobrio. Che avessi cambiato la corte senza accorgermene?
Presi un grosso respiro e mi avvicinai più alla balaustra perché tutti mi potessero vedere meglio e iniziare il mio discorso.
<< Salve, buona sera. Spero che l'allestimento sia di vostro gradimento. Come vedete il mio colore preferito è il blu. Quindi ho creato il ballo all'insegna del mare. Spero che possiate divertirvi e raccontare felici i miei errori o stravaganze. Perché è questo che sono. Una donna come voi, un po' pazza che ama divertirsi. Che ama circondarsi di amici, di ogni razza e classe sociale senza distinzione. Forse penserete che non sono adatta a regnare. Forse avete ragione, ma ci proverò e cercherò di essere la migliore Regina possibile, ve lo prometto. Scusate, sono emozionata. Avevo preparato un discorso ... ma come vedete non lo sto seguendo. L'ho dimenticato. Vi sto parlando con il cuore. Una mia cara amica mi ha detto: " Vai e sii te stessa e tutto andrà bene." Lo sto facendo, ma non so se aveva ragione. So solo che vi sto parlando con il cuore in mano. E vi dico che se diventerò una buona Regina sarà solo grazie a voi , perché siete voi, ognuno di voi , il Re e la Regina giusta che rende reali e giusti noi. Tutta la sera potrete ballare, giocare come più vi aggrada. Il tavolo delle cibarie ci porta in ogni angolo del mondo. Il mio cuoco ha viaggiato il mondo. Le sue pietanze ci faranno ripercorrere i suoi viaggi. Ci porteranno in Italia, in Francia, Africa e in India. Quindi, con queste parole, apro le danze e via al divertimento... Musica! >>
Dopo queste parole Robert mi condusse giù per il nostro primo ballo. Arrivati al centro della sala, posizionò la sua mano dietro la mia schiena e mi prese la mano destra per iniziare il valzer a tempo di musica. Mi sorrise ,si avvicinò al mio orecchio per una conversazione privata.
<< Complimenti, amore, li hai conquistati tutti. >> Disse soddisfatto e felice stringendomi ancora di più in modo possessivo.
A quelle parole percepì l'arrivo di altre coppie intorno a noi che iniziarono a ballare al nostro fianco.
Non mi accorsi di due paia di occhi che mi fissavano. Uno furioso e indignato, l'altro scoraggiato e triste. Ma qualcun' altro lo notò ...

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Capitolo 19
*** Il valzer ... ***


6

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Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia … 

 
Capitolo 18

Il Valzer ...

***


La serata era iniziata nei migliori dei modi, Robert era soddisfatto, tutto era perfetto. Come mio primo incarico da futura Regina era andato alla perfezione. Ovviamente avevo avuto il miglior aiuto in assoluto. E per mia fortuna, tale aiuto sarebbe rimasto per sempre, per così dire, a mio servizio. Il popolo era stato gentile e premuroso, senza sapere all'inizio che ero Elisabeth, quella Elisabeth. Dopo averlo scoperto non era cambiato nulla, perché avevano conosciuto la vera me, non l'apparizione pubblica o la maschera. Questo era quello che volevo. Volevo che mi rispettassero e mi amassero per quello che ero. Non per quello che i consiglieri volevano che io fossi. Il Regno del mio futuro marito avrà una bella stoccata, sarà in balia della mia pazzia, dove non ci sarà più distinzione tra popolo della città, o popolo della corte. Oggi hanno già avuto un assaggio, non mi sembravano relativamente schifati, anzi. Avevano approvato positivamente la cucina particolare di Micon e amato l'allestimento di William. La corte stava accettando positivamente il cambiamento, già gli abiti meno appariscenti ne erano la prova. Mi sentivo felice, ero felice che le mie idee e pensieri venissero ascoltati, soprattutto ero felice di essere tra le braccia del mio e solo mio Robert. Robert mi portava così dolcemente attraverso la musica, da farmi toccare con un dito il cielo. Le sue braccia erano ancorate possessivamente. Una mi stringeva la vita, l'altra la mia mano. Il mio corpo era in subbuglio, voleva cose mai provate, desiderate ogni volta che le sue dolci e premurose mani mi sfioravano esperte. Stava divenendo un chiodo fisso. Tutte le volte che rimanevamo da soli il mio unico desiderio erano le sue labbra possessive e vogliose, che lambivano le mie labbra e poi che scendevano verso la scollatura. Ogni volta era sempre più difficile fermarsi. Il desiderio per entrambi era travolgente e dolce amaro. Dolce perché presto sarebbe stato appagato. Amaro perché ancora non poteva essere appagato. Robert era un signore, anche se mi desiderava avrebbe aspettato la nostra notte di nozze. Sembrava che non arrivasse mai.
A quei pensieri cosi caldi e eccitanti le mie guance si tinsero di rosso scarlatto.
<< Tesoro, cosa pensa di così peccaminoso la tua dolce testolina? >> Mi chiese malizioso, probabilmente consapevole dei miei pensieri.
Beccata e affondata.
<< Non chiedere... è meglio per entrambi. >> Risposi evasiva, come ogni volta si cadeva nel discorso prima notte di nozze.
<< Sognare non fa male, amore. Provarlo ancora meno. >> Rispose stringendomi ancora di più.
<< Allora non vedo l'ora di provarlo. Del sogno sono già stanca. >> Risposi allusiva, consapevole che già la mia scollatura stava colpendolo in modo molto provocatorio. Aggiunto al mio desiderio e alle mie parole lo rendevo pasta sfoglia tra le mie mani.
<< Non stuzzicare il can che dorme, Elisabeth. Già il vestito fa la sua parte. >> Rispose soave nel mio orecchio, mandandomi in subbuglio.
Infatti, che dicevo?
Stavo imparando l'arte della seduzione sulla pelle di Robert. Il risultato non era tanto male. Questa qualità mi sarebbe servita molto durante il nostro matrimonio. Dovevo o no mantenere il desiderio di mio marito attivo? E se lui desidera davvero cinque figli dovevamo darci da fare. Quanto sono dispiaciuta. Si vede?
Tutti ci guardavano compiaciuti . Eravamo stati accettati come coppia. Credevano nel nostro amore, era già un passo avanti no? Con nostro gran disappunto la musica terminò per dare il via dello scambio di coppia.
Il mio prossimo ballo sarebbe stato con Philip, che aveva ballato dolcemente con Maria.
<< Posso avere l'onore di questo ballo, Elisabeth? >> Mi chiese Philip, però chiedendo conferma al mio fidanzato, che acconsentì prima sorridendo poi prendendo mia sorella tra le braccia.
<< Certo, l'onore è mio, cugino! >> Esclamai, adoravo questo ragazzo.
<< Come è bello detto da voi! Cugino! Mi piace! >> Esclamò divertito, sorridendomi come farebbe un fratello.
<< Smettetela di lusingarmi... potrei abituarmi. >> Parlai ridendo divertita dalla sua dolcezza.
<< Ma dovete abituarvi! Siete la futura Regina. Ma che fa mio cugino? Non vi riempie di complimenti? Non venera la vostra bellezza? Non vi lusinga? Ebbene io e mio cugino dobbiamo fare un discorsetto. Subito! >> Esclamò divertito fingendo di essere seccato dalle mancanze di Robert. Mancanze completamente assenti.
<< Cugino, sì fatevi sentire! Questa è una cosa sconsiderata! Come si può non venerare la mia bellezza. E' un insulto alla bellezza stessa non elogiare tale status quo! >> Risposi stando al gioco del ragazzo.
A Quelle parole scoppiammo entrambi a ridere, incuranti degli sguardi della corte. Ero passata dal rossore molto evidente e dal fiato corto al ridere in modo evidente. E sì, non mi facevo mancare proprio nulla.
<< Sapete Elisabeth, siete una manna dal cielo. Siete la felicità di mio cugino e la salvezza del nostro Regno. La vostra freschezza e dolcezza cambierà il nostro modo di vedere! >> Disse prima di lasciarmi tra le braccia di mio fratello Enrico.
<< Il piccoletto ci sa fare! Prima con Maria ora con te! Devo farmi insegnare come fa, non credi? Questa serata é meravigliosa, sorella. Sono orgoglioso. Sono felice per te e Robert, meritate il meglio. Voi siete il meglio dell'altro. >> Parlò gentile mio fratello dandomi la forza per continuare ed amare, come farebbe un padre.
<< Grazie , fratello, tu sai sempre cosa dire e quando. Ti voglio bene. Lo sai vero? Sì, devi farti insegnare a lusingare le donne e a farle ridere! Ne sarà felice Sara >> Risposi , facendogli l'occhiolino. Ero felice per lui e Sara. Erano perfetti insieme. Adoravo Sara. Amavo mio fratello. Volevo solo la loro felicità. Sarebbe arrivata a breve. Come la mia.
<< Anche io ti voglio bene. Sempre. Non scordarlo mai. Sarò sempre dalla tua parte. Qualunque cosa succedesse. Sempre. >> Disse Prima di lasciarmi tra le braccia di Daniel, un po' imbarazzato.
<< Elisabeth, siete bellissima. Ma penso che ormai già lo sappiate. Tutti l'hanno notato e fatto notare ormai. Come state? >> Mi chiese triste e rassegnato, guardandomi negli occhi.
<< Grazie, sei gentilissimo. Sto benissimo. Voi come state? >> Chiesi desideriosa di abbracciarlo e confortarlo. Non mi piaceva che soffrisse.
Non ebbe tempo di rispondere che Robert tornò per reclamare la sua donna.
<< Posso? >> Chiese prima di riconquistare possesso del mio corpo e di ogni mio pensiero.
<< Finalmente siete di nuovo mia. Mi siete mancata. >> Disse Robert sorridendo con tutto l'amore che provava per me.
<< Siete accaldata, volete bere qualcosa? O mangiare qualcosa? >> Chiese premuroso il Re, con fare gentile da vero gentil man.
<< Sì, ho bisogno di mangiare e bere qualcosa, grazie. >> Risposi un po' frastornata dagli ultimi due balli. Quello con Daniel e quello con Robert. Non potevo continuare così.
Mi avvicinai alle cibarie. Tutto era squisito. Vi era ogni tipo di pesce. Cucinato in vari modi diversi secondo la località di provenienza.
<< E' tutto buonissimo, complimenti hai conquistato tutti! >> Esclamò felice il moro.
<< Vi va una passeggiata? >> Continuò stringendomi la mano mentre la sfiorava con il pollice. A ogni passaggio il mio corpo vibrava d'anticipazione.
<< Volentieri. >> Risposi accettando il braccio che mi porse.
Mi condusse nel giardino , per poi finire nel gazebo di rose. Era bellissimo e appartato. Finalmente potevamo rimanere un po' soli.
<< Finalmente un po' soli . >> Disse Robert avvicinandosi e abbracciandomi. Finalmente ero a casa.
Mi guardò negli occhi e mi accarezzò entrambe le guance e infine la bocca. Poi al posto delle dita fui accarezzata dalle sue labbra. Quando le sue labbra toccarono le mie il mio corpo reagì di conseguenza ricambiando con ardore.
<< Robert, non possiamo. Non ancora almeno. >> Parlai con il cuore in gola, balbettando.
<< Tranquilla, qualche bacio, niente di più. Siamo soli. >> Continuò accarezzandomi e respirando vicino alla mia bocca con la sua voce roca e sensuale.
<< E' questo il problema. Quando ci sono i miei fratelli o i nostri amici resisto alla tentazione di baciarti e di averti. Ma, se non ci sono non c'è nulla che mi fermi, all'eccezione del buon senso. E quando mi baci così, io... sento che il buon senso scivola via. >> Dissi allontanandomi. Il mio cuore batteva a mille. Era udibile a miglia. Il mio corpo lo desiderava. Il mio corpo impazziva per le sue carezze, i suoi baci e le sue promesse.
<< Ci sarà tempo poi. Scusami non volevo farti soffrire. Non era la mia intenzione. Di solito non ti dispiaceva. >> Parlò triste e sconsolato, guardando la Luna.
<< E' questo il punto, Robert. Non mi dispiace, vorrei sempre di più. Vorrei non fermarmi, ed essere tua in tutti i sensi. Ma non possiamo. Non siamo ancora sposati. Se non arrivassi vergine all'altare non mi permetterebbero di sposarti. E sì, dopo ci sarà tutto il temo del mondo. Ti amo Robert. Ti amerò per sempre. >> Parlai per poi finire tra le sue braccia accoglienti. Non avrei mai finito di amarlo. Mai.
<< Anche io ti amo. Non dimenticarlo mai. Tu sei la mia vita adesso. Non posso più vivere senza di te. Ti amo, Elisabeth. >> Rispose stingendomi a se.
Dopo mano nella mano, tornammo verso il ballo.
La serata si concluse nel migliore dei modi, tutti furono soddisfatti. Le pietanze terminate e adorate. Tutto era stato accettato e adorato. Il mio cuoco ricevette varie proposte di lavoro, ma rispose a tutti che non poteva accettare , lui era il mio personale cuoco. Gli fui grata. Perché sapevo che non era per i soldi o l'incarico, ma per me. Perché sapevo che lui, Wiliam e la sua famiglia credevano in me.
Ma ancora le prove non erano terminate. Una più dolorosa delle altre stava per giungermi , ma ancora non ne ero a conoscenza.


Continua ....







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Capitolo 20
*** Le malelingue... ***


7

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Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia … 

 
Capitolo 19

Le malelingue ...

*** 

Mentre Robert e Elisabeth erano fuori , Katherina fù affiancata da un giovane uomo di bell'aspetto che indossava una mascherina a celare la sua identità. Indossava un abito di alta sartoria, cucito con le migliori stoffe sul mercato. Il completo era azzeccato con lo sfondo, era blu mare. Probabilmente scelto per non essere notato. L'uomo la prese e la condusse in un luogo appartato.
<< Come vi permettete! Non è da gentiluomo comportarsi così, cosa penserà la gente? >> Urlò inviperita la ragazza, lisciandosi l'abito per mantenere una compostezza persa in partenza a causa del nuovo venuto. Vedendo che l'uomo non preferiva parola, si arrabbiò ancora di più se possibile.
<< Chi siete voi? Non vi ho mai visto. Parlate ora ! >> Continuò guardinga alterata e maestosa, da nobile quale era.
<< Calmatevi, signorina. Il mio nome è Marcus River. Come voi il mio desiderio più grande è dividere Robert e Elisabeth. Se ci uniremo in questa missione saremo vincitori. >> Esclamò a bassa voce il ragazzo fissandola negli occhi. Doveva convincerla. Il piano iniziava da quello.
<< Anche voi siete un altro preso all'amo dalla bella e esotica Elisabeth! Mettetevi in fila. Dopo Robert, dovrete battervi con vostro fratello e con Philip. Questa è una battaglia persa. >> Finì la ragazza indignata per essere stata condotta via dalla festa così senza nessun motivo.
<< Provare non può far male, non credete? Collaboriamo, non avete niente da perdere voi >> Concluse con il pensiero di aver già vinto.
<< Non vi prometto nulla. Ora devo andare. >> Disse prima di rientrare nella sala, libera dalla presenza ingombrante e malefica di quell'uomo. Si chiese cosa avesse fatto Elisabeth per suscitare interesse in un uomo viscido e portatore di sventura. Per la prima volta non ne fù invidiosa.
Rientrando nella sala capì che la serata era terminata, quindi era l'ora di ritirarsi nella propria camera. Prese il corridoio laterale e salì le scale che la condussero in un enorme corridoio dai mobili di buon fattura e rigorosamente ben puliti. Conosceva la governante del Re. Era una donna rigorosa, che sapeva farsi rispettare. Probabilmente era proprio per quello che si trovava cosi in alto per essere solamente una popolana. L'ammirava, un giorno voleva divenire forte come lei. Arrivata davanti alla sua porta entrò senza invito, trovando la sua cameriera pronta ad attenderla.
<< E' stata una serata istruttiva! >> Esclàmò la ragazza sedendosi davanti alla toilet, mentre la cameriera iniziava a toglierle collane e fermagli per la notte.
<< Cosa intendete mia signora? >> Chiese la donna gentilmente. L'amava come una sorella, anzi come una madre e avrebbe fatto qualunque cosa per lei.
<< Ho conosciuto Marcus River, il fratello di Daniel, niente a che fare con il fratello, è rozzo e maleducato. Ma è nemico giurato di Elisabeth! Non ho capito se la desidera o vuole impedire che stia con Robert semplicemente. >> Continuò guardando la sua cameriera attraverso il riflesso dello specchio. Si fidava di quella donna, l'aveva cresciuta e amata, diversamente dai propri genitori.
<< Ma questo non deve importarvi, mia signora. L'importante è che i due si dividano! >> Esclamò aiutandola ad alzarsi per la svestizione.
<< Se non è giusta per lui devono dividersi se no... dobbiamo elaborare un piano. >> Disse fermando la donna.
<< Cosa c'è di meglio di qualche malelingua... Possiamo mettere una voce sul suo disdicevole comportamento per farla giungere a Robert, e una voce che raggiunga Elisabeth dove si dice che Robert ci crede e voglia lasciarla. Lei è orgogliosa non chiederà mai spiegazione e il gioco è fatto. Mi permetta di agire in suo volere, non la deluderò! >> Disse la donna sorridendo prima di riiniziare a svestire la padrona per la notte.
La ragazza guardò fuori la finestra dove alloggiava la Luna. Sperò che quell'impedimento portasse a un chiarimento di cuore e di dovere. Il suo intento era solo uno: la felicità di Robert. Se lei stava giocando doveva andarsene.
Consapevole che l'indomani nuovi voci su la futura Regina sarebbero passate di bocca in bocca, si distese sul morbido letto per abbracciare Morfeo e un caldo sonno riparatore.
Appena sveglia incontrò gli occhi della sua cameriera, consona che il piano era già in moto.
<< Allora raccontate! >> Esclamò cinguettando, alzandosi per poi mettersi seduta sul letto.
<< Mi signora, nella corte girano voci nuove! Si racconta che Elisabeth mentre il Re non vede si accompagni con Daniel. Si dice anche che la sua verginità sia stata già raccolta da Daniel stesso. Questo porta a pensare che il suo amore per il Re sia solo una facciata per divenire Regina. Che scandalo. Dopo tutto il gran lavoro di ieri sera. Che spreco. Povero il nostro Re.>> Parlo fingendo di essere colpita dalle scoperte appena udite. Come se non fosse stata lei a divulgarle.
<< Il Re? >> Chiese stando al gioco, sorridendo.
<< Gira voce che il Re sia furioso e che voglia annullare il matrimonio. >> Rispose ancor più sconsolata.
<< Ottimo lavoro. >> Rispose alzandosi per il bagno mattutino, prima di pranzo.
Maria, appena udito le voci sul conto della sorella corse a riferirle. Bussò alla porta e non aspettò di essere invitata.
<< Sorella, avete udito le voci sul vostro conto che girano nel palazzo? >> Chiese senza più fiato e con tanta preoccupazione.
<< Che voci, sorella? Che succede? Calmatevi ! >> Rispose avvicinandosi alla sorella.
<< Si dice che voi abbiate una tresca con Daniel, che non siete più vergine. Si dice anche che Robert creda a queste chiacchiere perché a sua volta ha notato i vostri sguardi. Per questo voglia troncare il fidanzamento. La più papabile come rimpiazzo è la sua amica di infanzia Katherine. >> Concluse tutto senza riprendere fiato, mentre la fissava basita.
<< Cosa? Ma sono calugne! Non è vero! Robert ci crede? >> Chiese al vento alzandosi percorrendo la camera in lungo e in largo. << Bene, voi non siete obbligati ad andarvene. Robert vi permetterà di rimanere. Tu Sara diverrai la cameriera di Maria. Io chiederò aiuto ai miei amici di città. Wiliam troverà sicuramente un posto e un lavoro per me! Vai, avverti Enrico. >> Parlò rassegnata uscendo dalla stanza senza udire neanche una parola pronunciata dalla sorella.
<< Elisabeth, dovete parlare con Robert e chiarire... >> Ma furono parole al vento .
Maria, sapeva che l'unica persona che poteva avvicinarsi ora a Elisabeth era Daniel, così decise di trovarlo.
Percorse tutto il palazzo in lungo e in largo alla ricerca del ragazzo, poi lo trovò nella biblioteca ignaro di tutto.
<< Daniel, avete sentito cosa si dice in giro? >> Chiese la ragazza diretta. Ormai aveva un rapporto ben stretto con il ragazzo e non amava i giri di parole.
<< Probabilemente che Elisabeth è stata magnifica ieri? >> Rispose stranito dalla domanda, guardandola interrogativo.
<< Magari... no si dice che voi e mia sorella abbiate una tresca, e che abbia perso la verginità con voi! >> Parlò soffermandosi sulle parole " tresca " e "Verginità" perché capisse.
<< Ma è assurdo! Cosa dice Robert? Non crederà mica a questa menzogna! >> Poruppe indignato.
<< Non l' ho ancora visto, ma si dice che lui ci creda e che voglia rompere il fidanzamento! >> Concluse la ragazza scoraggiata senza più forze.
<< Come sta Elisabeth! Deve parlare subito con il Re e sistemare le cose o lo perderà per sempre, come perderà la dignità e l'orgoglio! E' tutta colpa mia, non sarei dovuto venire, mi dispiace. Non voglio che Elisabeth soffra. >> Concluse il ragazzo angosciato.
<< Andate da lei e fatela ragionare. Deve assolutamente parlare con Robert ! >> Disse seria e convincente.
<< Sarà fatto! >> Rispose sicuro per poi alzarsi dalla poltrona dove era seduto e accorrere in aiuto di Elisabeth. A quella visione Maria sorrise, consapevole che quello era l'effetto di Elisabeth sugli uomini.
Il ragazzo cercò Elisabeth per tutta la corte. Infine la trovò al roseto, seduta di schiena all'entrata, ricurva e triste. Sì avvicinò e per poi sedersi alla sinistra della ragazza.
Osservandola notò gli occhi rossi e gonfi di pianto e i capelli al vento senza nessuna acconciatura, ribelli. Era bellissima. Come sempre per il ragazzo.
<< Elisabeth, non fatevi abbattere dalle bugie della gente. Noi sappiamo che sono false. E anche Robert lo sa. Dovete parlarne con lui e chiarire. Non credo che vi lascerà mai. Vi ama. >> Le parlò il ragazzo con il cuore in mano.
<< Lui non mi vuole parlare... mi avrebbe cercato se avesse voluto. >> Rispose tra le lacrime.
<< Non avete pensato che forse è impegnato in questioni di stato . Forse è per questo che non vi ha cercato. Non avete pensato che quelle parole fossero solo bugie per allontanare voi e Robert? Sapete che prima di voi c'erano moltissime aspiranti. >> Continuò non sapendo cosa altro dire, per tirarla su.
<< Elisabeth, sapete che vi amo. Ma odio vedervi così. Voglio solo la vostra felicità. Basta, vi prego. O tornate da Robert per chiarire o verrete via con me. Non siete obbligata a sposarmi, la mia casa è sempre aperta per voi e per i vostri fratelli. >> Finì il biondo, fissandola. Vedendo che non reagiva decise di agire. Si avvicinò e la baciò. Assaporò prima le sue labbra e poi approfondì il bacio. Era un bacio dolce e un pò salato a causa delle lacrime. Fu un bel bacio, ma entrambi capirono che non era quello che cercavano. Non c'era passione nè ardore. Entrambi eravano attratti dall'altro , ma non era amore. Con quello fu tutto più chiaro. Non eravano fatti per stare insieme. Entrambi ora ne eravano a conoscenza. Sorridendo Elisabeth interruppe il bacio.
<< Devo trovarlo... grazie davvero Daniel. Devo andare adesso . >> Disse prima di scappare dal roseto, lasciando un Daniel consapevole e felice.
Daniel aveva finalmente capito a chi apparteneva veramente. Ora finalmente capiva i suoi attacchi di gelosia. Ora che era tutto più chiaro, riusciva a vedere molto meglio quello che accadeva intorno a lui e dentro di lui. Con questa consapevolezza raggiunse la persona in questione.
Intanto, vagai  per il palazzo alla ricerca di Robert. Finalmente dopo mi imbattèi in lui. Era con Wiliam, il mio amico della città. Che appena mi vide mi salutò con affetto mostrandomi il contratto appena stipulato di lavoro. Ne fui contenta, almeno lui non aveva avuto conseguenze. Appena si allontanò fissì Robert e parlì.
<< Devo parlarti è importante. >>
<< Sarei venuto io stesso a cercarti, dopo aver finito con William. >> Parlò il ragazzo.
Impaurita che volesse dirle che non la amava più, parlò a raffica.
<< Robert, io ... non è vero quello che dicono. Io non ho nessuna tresca con Daniel. Lo sapete che io amo voi! Sono vergine e una seduta con il dottore potrebbe confermarlo ... io non... >> Stavo dicendo o meglio farfugliando, prima che mi interrompesse.
<< Calmati! Per questo stavo venendoti a cercare. Sarei venuto prima, ma tra la riunione e i contratti di lavoro, non ho avuto tempo. Amore, io ti credo. So che mi ami e non credo alle bugie diffuse in corte per screditarti. >> Parlò sicuro prima bloccandomi per parlare e poi abbracciandomi per calmarmi. La sua voce era un balsamo per le mie ferite.
<< Ma , dicevano che mi volevi lasciare... che non mi amavi più perché ti avevo tradito... io... >> Continuì farfugliando.
<< Amore, niente è vero. Come le bugie sul tuo conto. Ora è tutto chiarito. Siamo insieme. E' quello che conta. Volevano metterci alla prova. Hanno perso. >> Finì prima di baciarmi. Un bacio che sapeva di amore e felicità un bacio che non avrei mai dimenticato.
Finito il bacio mi ricondusse nella mia stanza. Ero felice. Tutto si era chiarito.

Nell'ombra tutto era stato spiato, senza che i due ragazzi se ne accorgessero.



Continua ...

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Capitolo 21
*** Robert e la festa di San Valentino ... ***


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Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia … 

 
Capitolo 20


Robert e la festa di San Valentino ...
... La città ti cambia dentro ...

*** 

Dopo il giorno più brutto della mia vita , dove avevo creduto di aver perso per sempre l'uomo più importante della mia vita, le giornate scivolarono via così velocemente che ci trovammo senza accorgersene alle porte di San Valentino. Quello era il nostro primo San Valentino e volevo che fosse bellissimo e unico. Il suggerimento più intelligente fu proposto dal favoloso e dolcissimo Philip. Anche lui come me aveva adorato passare la giornata nella città insieme a Wiliam. Era sicurissimo che sarebbe stato bellissimo passare la festa tra balli e canti . Infatti nella città, come per ogni festa di calendario, era stato programmato un ballo. Il ballo consisteva nel travestirsi con abiti altrui, stando ben attenti che non si capisse bene quale era il tuo vero abito sociale. Per una volta nella loro vista potevano essere un' altra persona. Potevano fingere di essere un nobile, una cantante , un soldato e moti altri lavori conosciuti. Decisa a passare una giornata diversa dalle altre e sola con il mio Robert, programmai il tutto nei più piccoli particolari. Infatti dalla troppa tensione non riuscì a riposare. Quella mattina mi svegliai presto e con il sostegno di Sara fui pronta in pochi minuti. Come programmato in precedenza, lasciando all'oscuro Robert, informai i consiglieri che quel giorno io e Robert saremmo stati assenti per tutta la giornata. Una carrozza portata da William ci attendeva davanti all'uscita secondaria della corte. Appena uscita dalla mia camera raggiunsi velocemente la camera di Robert e bussai. Non riuscivo a non ridere ed ad essere felice. Avevamo bisogno di questa giornata. Era troppo tempo che non ritagliavamo un attimo solo per noi. La corte avrebbe dovuto sopravvivere senza di noi per un giorno, Philip avrebbe pensato a tutto. In fondo era il cugino del Re, consigliere fidato e un bravissimo e intelligente ragazzo, eravamo in buone mani. Come si poteva non adorarlo.
TOC TOC
<< Robert, ci sei? >> Chiesi alzando la voce perché mi sentisse al di là della porta. Non riuscivo a stare ferma, le mie mani stiravano l'abito già perfettamente liscio e perfetto freneticamente.
<< Elisabeth, sei tu? Cosa è successo? >> Udì dall'altra parte della porta, mentre Robert stava venendo ad aprirmi. Doveva essersi appena svegliato, dato che indossava solo una camicia non completamente abbottonata e un paio di pantaloni. Capì dal suo sguardo che non si aspettava la mia venuta. Infatti era la prima volta che mi recavo nella sua camera, di solito era lui che veniva da me.
<< Amore, vieni poi ti spiego... >> Dissi prima di correre verso la carrozza. Il mio piano era di fargli una sorpresa. Sarebbe salito sulla carrozza inconsapevole della destinazione e del piano. Robert era una persona troppo responsabile, non avrebbe mai accettato di sua iniziativa, ma avrebbe amato poi questa giornata ne ero completamente sicura.
<< Elisabeth, vuoi dirmi che succede? Non capisco, dove stiamo andando? Mi sto preoccupando! >> Parlò a corto di fiato mentre mi seguiva, non riuscendo a stare al mio passo.
Arrivata alla carrozza salii e così fece anche lui. Appena ci sedemmo la carrozza parti, lasciando di stucco Robert.
<< Cosa succede? Dove stiamo andando? >> Mi chiese smarrito, fissandomi.
Non riuscendo a trattenere un sorriso, sbuffai e iniziai a spiegare lasciando un Robert basito e stranito allo stesso tempo. Non avrebbe mai pensato che ne sarei stata capace... e invece. Intanto la carrozza si avvicinava sempre di più alla nostra meta.
<< Buon San Valentino, amore. Non preoccuparti era uno scherzo per condurti verso la carrozza! >> Esclamai abbracciandolo e poi baciandolo.
<< Anche a te amore! >> Rispose ricambiando il bacio.
<< Mi dispiace , ma non possiamo andare via. Ho delle riunioni importanti oggi. >> Continuò triste, accarezzandomi.
<< Non hai nessuna riunione oggi. Ci ho pensato io. Tu eri l' unico all'oscuro di tutto. Philip oggi ti sostituirà. >> Esclamai tutta contenta come una bambina nel giorno di natale davanti al suo regalo tanto desiderato.
<< Tu sei pazza...ma ti amo lo stesso. Forse amo anche la tua pazzia dopo tutto. >> Mi disse sorridendo, prima di baciarmi come solo lui sapeva fare.
Il tempo volò tra le bracca del mio uomo e presto arrivammo a destinazione.
<< Ragazzi siamo arrivati. >> Esclamò divertito William.
Al nostro arrivo Cristina, la figlia di Wiliam, mi corse in contro per abbracciarmi felice. Adoravo quella ragazzina, era appena più piccola di Maria ed aveva un cuore d'oro .
<< Benvenuta Ely, come sono felice che siete qui. Mi siete mancata. >> Parlò dolcemente, felice di aver ritrovato la sua amica.
<< Allora siamo in due >> Esclamai euforica.
<< Avete chiesto a vostra madre? >> Continuai fissandola, inclinando la testa in attesa della sua risposta.
<< Sì, ha detto di sì. Posso divenire la vostra dama di compagnia. Sono felicissima. >> Rispose saltellando.
Robert guardava la scena soddisfatto e felice della mia felicità.
<< Adesso lasciala in pace , è qui per festeggiare la festa di San valentino con il Re. >> Parlò dolcemente alla figlia, William.
<< Certo, ci vediamo nella piazza, a stasera! >> Disse prima di baciarmi sulla guancia e scappare via.
<< Vi adora, Elisabeth! Non fa altro che parlare di voi! >> Esclamò l'uomo prima di lasciarci soli.
<< E adesso che si fa, Ely? >> Mi chiese Robert prendendosi gioco di me, prima di stringermi a sè e baciarmi.
<< Be' questo è un buon inizio non credete, mio signore? >> Risposi stando al gioco mentre ricambiavo i baci.
<< Stiamo dando spettacolo... vieni visitiamo la città! >> Esclami felice.
Mano nella mano percorremmo in lungo e in largo la città, come due innamorati qualsiasi. Tutti notarono la nostra presenza, ma finsero di non averci riconosciuto per lasciarci tutto lo spazio disponibile. Gabriel, il capo dei soldati della città, informato da William della nostra presenza, come accordato ci seguì a distanza per prevenire ogni tipo di problema. Ma non ci fu bisogno di nessun suo coinvolgimento, perché tutti si comportarono egregiamente come nella mia ultima visita. In fondo la città era sicura e ben seguita, grazie a un Re giusto e da soldati qualificati. Fu una giornata bellissima che condusse ad una serata spettacolare. Nessuno di noi due avrebbe mai dimenticato questo giorno e questa sera per il resto della nostra vita.
Arrivò infine l'ora della festa in piazza e felici e spensierati raggiungemmo la casa di Wiliam, dove ci attendeva Cristina con gli abiti da indossare.
<< Eccovi, venite tutto è pronto. Mio signore, mio fratello Andreas vi aiuterà a vestirvi, mentre io aiuterò Elisabeth! >> Ci informò tutta eccitata la ragazza.
<< Facci strada, tesoro. >> Risposi abbracciandola come se fosse mia sorella.
Dopo un ultimo baci lasciai andare Robert con Andreas per la preparazione.
<< Sarete una attrice, che interpreta la Dea Athena . Sarete bellissima con questo abito bianco stile impero, corredato di un Longbow, arco scozzese con frecce , tutto di color oro , come la Dea della caccia e della sapienza.
Con i vostri lunghissimi capelli ricci sciolti al vento e la vostra candida pelle sarete perfetta. Robert rimarrà incantato. >> Mi riferì la ragazza, finendomi di preparare.
Lei indossava un abito azzurro, rappresentava una principessa, bellissima con i suoi capelli biondi come il grano, occhi verdi come il bosco e pelle lattea come la mia : bellissima.
Finito la preparazione scendemmo e rimasi incantata alla vista del mio futuro marito.
Lui era stato vestito da cavaliere. Indossava pantaloni di pelle, una camicia bianca. Sopra alla camicia indossava una cotta di maglia e un mantello lungo fino a terra, rosso. Era bellissimo . Appena riuscì a svegliarmi dall'incanto notai che lui non era da meno. Dovevo essere incantevole anche io dal modo in cui mi mangiava con gli occhi. Infatti ...
<< Sei bellissima ... >> Riuscì a dire sbalordito dalla visione, tale comportamento fece scaturire un sorriso generale alle persone che ci stavano ospitando. Ormai facevano parte della famiglia .
Dopo vari complimeti e sorrisi, raggiungemmo la piazza della festa. Come l'altra volta molti giovani erano riuniti per ballare insieme all'innamorato. Diversamente dell'altra volta qui solo i non accompagnati venivano accoppiati attraverso l'estrazione. Gli altri erano stati invitati a raggiungere il centro della piazza per iniziare a ballare e a divertirsi.
Fu tutto bellissimo, per la prima volta fummo due ragazzi che si amavano semplicemente e non Robert e Elisabeth , il Re e la futura Regina. Ballammo spensierati ma consapevoli che attimi come quelli sarebbero stati rari. In quella notte sugellammo il nostro amore e promettemmo ai nostri cuori e alle nostre anime di non lasciarci mai , per sempre.
Ma come avviene sempre il mattino diventa giorno e il giorno diventa sera, facendo sì che arrivasse l'ora di rientrare. Era tarda notte, stanchi ma felici per un San Valentino unico tutto per noi.





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