Le parole che non ti ho detto

di Shine_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 4: *** Terzo Capitolo ***
Capitolo 5: *** Quarto Capitolo ***
Capitolo 6: *** Quinto Capitolo ***
Capitolo 7: *** Sesto Capitolo ***
Capitolo 8: *** Settimo Capitolo ***
Capitolo 9: *** Ottavo Capitolo ***
Capitolo 10: *** Nono Capitolo ***
Capitolo 11: *** Decimo Capitolo ***
Capitolo 12: *** Undicesimo Capitolo ***
Capitolo 13: *** Dodicesimo Capitolo ***
Capitolo 14: *** Tredicesimo Capitolo ***
Capitolo 15: *** Quattordicesimo Capitolo ***
Capitolo 16: *** Quindicesimo Capitolo ***
Capitolo 17: *** Sedicesimo Capitolo ***
Capitolo 18: *** Diciassettesimo Capitolo ***
Capitolo 19: *** Diciottesimo Capitolo ***
Capitolo 20: *** Diciannovesimo Capitolo ***
Capitolo 21: *** Ventesimo Capitolo ***
Capitolo 22: *** Ventunesimo Capitolo ***
Capitolo 23: *** Ventiduesimo capitolo ***
Capitolo 24: *** Ventriteesimo Capitolo ***
Capitolo 25: *** Ventiquattresimo Capitolo ***
Capitolo 26: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

Prologo.

 

 

- E con questo siamo a dieci.- sussurrò tra sé e sé Zayn sistemando il mazzo di fiori con cura nel vaso sul mobile della cucina del piccolo ma comodo appartamento nella periferia di Bradford.

Accarezzò i petali dei fiori colorati, il suo sguardo pensieroso fisso sulla strada su cui si affacciava la finestra.

Dieci mesi e ancora non sapeva chi faceva recapitare quei mazzi di fiori nella scuola in cui insegnava. La prima volta, finito il suo orario di lezioni nella scuola elementare della città, aveva raggiunto il fiorista indicato sul biglietto ma quello non aveva aperto bocca. Aveva solo ripetuto, fino allo sfinimento, “segreto professionale” e altre cose assurde.
Poi però aveva detto una frase che l’aveva fatto arrendere e tornare a casa con la coda tra le gambe e il mazzo di fiori in mano.

“Se non si è firmato vuol dire che vuole restare anonimo, chi sono io per farlo uscire allo scoperto?”

E da quel giorno li aveva accettati senza fare storie, anzi li aspettava con ansia solo per leggere quel biglietto non firmato che gli rendeva più semplice ricominciare il mese con quei bambini casinisti.

 

 

 

 

 

- Liaaaaaam!- Aprì la porta di casa sospirando quando sentì che sua madre l’aveva già riconosciuto. Si lasciò abbracciare mentre il fratellino più piccolo non voleva saperne di lasciare la sua gamba.

- Come mai questo ritardo?- domandò solo suo padre senza mostrare altro interesse.

- Il treno ha fatto ritardo, sono passato dal fiorista ed ho preso il traffico di fine giornata.- rispose subito tenendo lo stesso tono duro del padre.

- Non c’era bisogno di comprarmi dei fiori, te lo ripeto ogni mese ma tu non mi ascolti.- lo rimproverò la madre prendendo ugualmente il mazzo che Liam teneva in una mano
- ma li accetto con molto piacere.- gli lasciò un bacio rumoroso sulla guancia e si allontanò tutta felice annusando i fiori.

- Non capisco come mai sprechi i pochi soldi che guadagni da quel fiorista pazzo con le idee strambe.- grugnì ancora il padre andandosi a sedere di nuovo sul divano con il suo giornale.

- Non lo capisco nemmeno io. - sospirò Liam cercando di non badare al fatto che suo padre non l’aveva nemmeno salutato, come ogni altra volta.

- Allora, hai fatto il bravo oggi?- chiese prendendo in braccio il fratello che continuava a richiedere le sue attenzioni. Non doveva farsi condizionare dal carattere del padre, ma era sempre così difficile passare sopra a tutte quelle mancanze.

Il bambino tra le sue braccia iniziò a ridere e poi iniziò a raccontare di come il “maestro Zayn” era arrossito accettando un mazzo di fiori.

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Nulla da dire su questa..cosa. 
Il titolo richiama quello di un libro di Nicholas Sparks (che in realtà è quello che meno mi ispira e piace..)

Questo è solo il prologo, ho già pronti 15 (QUINDICI!) capitoli. E pubblicherò un capitolo a settimana. 

Sono mesi che ammuffisce nella mia chiavetta e visto che non ho nulla da fare in questo momento mi son detta: "Perché no?" e quindi eccoci qui. :)

Lasciate commenti, perplessità, critiche e quant'altro cliccando il bel bottoncino là sopra ;)

Un ringraziamento a chi avrà il coraggio di leggere e sopportarmi <3 

Vi voglio già bene :D

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Capitolo 2
*** Primo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

Primo capitolo:

 

 

 

- Allora, come sono andate le vacanze?- Zayn si pentì della domanda fatta nel momento in cui un ammasso di voci tentarono in ogni modo di attirare la sua attenzione.

Era un insegnante ma odiava come tutti gli studenti il primo giorno di scuola. Tutto così chiassoso dopo tre interi mesi passati nel silenzio e nella tranquillità.

- Brian non ci interessa quanti ragni pericolosi hai allevato.- iniziò sperando di bloccare almeno qualche bambino.

- e Dan, devi raccontarci sul serio come hai fatto spaventare tua nonna mandandola all’ospedale? Non è una cosa molto bella da dire in giro. - rispose ad un altro bambino particolarmente chiassoso facendo ridere tutti i bambini e guadagnandosi finalmente la loro attenzione.

- Bene, ora che ci siamo calmati possiamo ricominciare a parlare.. uno alla volta- aggiunse sentendo già le prime tre voci intrecciarsi - Dan non vogliamo sapere di tua nonna, Brian non voglio sentir parlare di ragni e robe simili, ho appena mangiato, e Tom togli le mani dal tuo naso. -

Le bambine iniziarono a fare dei versi disgustati mentre altri iniziarono a ridacchiare parlando col compagno di banco. E si ricominciava con il casino.

Zayn si lasciò andare contro allo schienale della sedia, l’unica cosa positiva dell’inizio dell’anno era quel biglietto che lo aspettava a meno di due settimane. L’importante era resistere fino a quel momento.

- E lei, maestro Zayn, come le ha passate le vacanze?- si fece sentire una vocina tra le file laterali.

- Grazie dell’interessamento, Michael, ma non sfuggirete alla prima lezione della giornata come l’anno scorso.- sentì i primi brusii e dissensi mentre nuove mani si alzavano per fargli le più svariate domande  - quindi tirate fuori i quaderni che si inizia. Non voglio sentir lamentele laggiù Laurence.-

- Non può parlarci della sua ragazza, maestro Zayn?-

- Q-Quale ragazza? Non ho nessuna ragazza.- arrossì evitando lo sguardo delle bambine nelle prime file che lo fissavano sognanti

- Quella che le manda i fiori ogni volta.- evitò di correggere dicendo che non glieli mandava proprio “ogni volta” ma solo una volta al mese. Quello agli occhi dei bambini sarebbe stata una semplice conferma dell’esistenza di una possibile ragazza.. e ora della fine della giornata sarebbero già iniziate a girare voci di un suo fidanzamento.

Meglio evitare una cosa del genere, i colleghi erano anche più pettegoli dei suoi alunni.

- Non dovrebbero essere le ragazze a ricevere fiori?- rigirò quindi la domanda sicuro di risolvere la questione e poter dirottare il discorso da quel discorso imbarazzante.

- Magari la sua ragazza è un maschiaccio.- Zayn sospirò sconfitto certo di dover ormai dare una qualsiasi risposta per bloccare tutto quell’interesse  - Un maschiaccio come Sam. - ringraziò il bambino nella sua mente che aveva dato inizio alla solita lotta maschi contro femmine.

Per questa volta era riuscito a scamparla.

 

 

 

 

 

 

 

Liam sbuffò frustato stringendo la matita tra le dita, aveva provato e riprovato quella partitura ma si fermava sempre sullo stesso punto.  C’era qualcosa che mancava, magari era solo una semplice nota che doveva essere aggiunta o tolta ma non riusciva a concentrarsi abbastanza per scoprirlo.

Il suo sguardo finiva sempre su quella raccolta di poesie che aveva preso da uno scaffale impolverato della libreria e che ora risaltava sul nero del pianoforte.

Respirò piano, chiuse gli occhi e si lasciò prendere di nuovo dalla melodia.

Ed ecco che arrivava sempre allo stesso punto e si fermava.

Afferrò il libro che continuava a richiamare fastidiosamente la sua attenzione, passò le dita sulla copertina rigida spolverandolo. Il nome ‘Hermann Hesse’ spiccava in giallo su sfondo blu, sorrise tracciando lentamente ogni lettera.

L’aveva visto un giorno con un libro di quell’autore tra le mani, seduto sul prato e concentrato nella lettura. Così concentrato e perso nel suo mondo da non accorgersi di lui che non aveva smesso un secondo di fissarlo.

Scacciò via quei ricordi aprendo il volume in una pagina a caso, la prima poesia su cui si posò il suo sguardo gli mandò un’altra scia di ricordi agro-dolci.

Lui che senza farsi vedere gli lasciava biglietti anonimi nell’armadietto, lui che fingendosi tutto concentrato a mettere la combinazione fissava con la coda dell’occhio il sorriso che man mano compariva sulle labbra di quel ragazzo.

Ricordava di non essere riuscito a scegliere, per quella volta, una semplice frase di una poesia ma l’aveva dovuta scrivere tutta.

Troppo bella e vera per essere catturata in un’unica frase.

Gli era entrata così in testa che la ricordava ancora a  memoria.

«Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l'anima tua son venuto a rubare.

Ora lei è mia - del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.»

Ogni parola che rileggeva gli accendeva un nuovo ricordo. Quei capelli neri, un giorno sistemati in un ciuffo e il giorno dopo lasciati ricadere sulla fronte; quegli occhi scuri nascosti dietro ad occhiali da vista che usava solo per leggere; quelle labbra rosee e piene che si piegavano in un sorriso quando trovava l’ennesimo bigliettino tra i suoi libri di scuola; quella mandibola forte in contrasto con la dolcezza dei suoi occhi e quella pelle un po’ scura che avrebbe solo voluto toccare almeno con la punta delle dita.

Non aveva mai avuto il coraggio di dirgliele in faccia quelle cose, si erano parlati due o tre volte senza nemmeno presentarsi.

Ma Liam sapeva tutto di lui e si sentiva quasi sporco a conoscerlo così tanto.

Ma non avrebbe avuto il coraggio di aprir bocca, per questo si limitava a riportare su fogli di carta pezzi di poesie che racchiudevano tutto quello che provava, e non avrebbe mai smesso di provare, per Zayn Malik.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Ed ecco a voi il primo capitolo :)

Avendone già un bel po' pronti ho deciso che pubblicherò due volte alla settimana: mercoledì e sabato.

Non credevo potesse piacere a così tanta gente e..mi avete commossa :’)

Grazie ancora per i commenti, per chi l'ha inserita nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate.

Ci sentiamo mercoledì col secondo capitolo ;)

 

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Capitolo 3
*** Secondo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

 

Secondo capitolo:

 

 

 

 

 

 

- Ed eccolo qui.- lo accolse la risata allegra di Harry che stava tenendo il loro tavolo occupato al solito bar. Lo raggiunse sfilandosi il cappotto e sedendosi con un tonfo.

Era solo la fine di settembre ma già non ce la faceva più, tra la scuola e l’essere sempre indietro con le bollette da pagare stava per avere un esaurimento.

- Immagino l’ammiratore segreto abbia colpito ancora, eh?- iniziò subito il riccio senza nemmeno dargli il tempo di aprire il menu per scegliere una cosa qualsiasi da mangiare.

- Hai sempre il solito sorrisino.- continuò a spiegare il suo amico senza dargli il tempo di fare la domanda. Annuì e continuò a leggere l’elenco dei panini mentre si mordeva le labbra cercando di nascondere il sorriso troppo euforico.

- Oh, andiamo!- lo sentì sbuffare impaziente e si lasciò andare in una risata - Malik, non fare lo stronzo. Cosa ti ha scritto e che fiori sono. Ho aspettato un mese intero questo momento.- Zayn tornò con lo sguardo sul menu ridacchiando quando lo sentì imprecare ancora.

- Odio questa stupida cosa che va avanti da quando abbiamo sedici anni. -

- Certo, Harold.- lo chiamò col nome intero vedendolo rabbrividire - l’importante è che ci creda tu.. lo sappiamo entrambi che sei il più romantico tra i due.-

- Ma peccato che non sono io che da quando ha sedici anni riceve poesie d’amore e che, da quando è riuscito a trovare un posto di lavoro che gli paghi le bollette, riceve mazzi di fiori e poesie.. una volta al mese. - sollevò lo sguardo vedendo gli occhi verdi del ragazzo su di lui

- Sul serio, Zayn, sono passati anni. - parlò con calma Harry perché ricordava bene la lite che si era scatenata quando quell’argomento era saltato fuori - non vuoi davvero saperlo chi è?-

- Certo che voglio saperlo!- sospirò i gomiti appoggiati al legno del tavolo e il volto nascosto tra le mani - ma è anonimo, capisci?- l’altro scosse il capo e lui sbuffò continuando - Se non si è mai firmato, non ha mai lasciato qualche indizio, vuol dire che non vuole farsi scoprire.- restò in silenzio per qualche secondo poi continuò - Non posso certo andare a cercarlo e poi..- iniziò a scuotere il capo arrossendo - E poi, magari, è tutto uno stupido scherzo.-

- Uno scherzo non può andare avanti così tanto.- intervenne subito il riccio passandosi poi un dito sul mento - Oppure è un pazzo.-

- Sì, oppure è un pazzo.- acconsentì Zayn tornando  con lo sguardo sul menu mentre un sorriso spuntava di nuovo sulle sue labbra.

- Ehi!- protestò quando Harry glielo rubò dalle mani

- Tanto prendi sempre il solito.- spiegò nascondendo il foglio dietro la schiena - Ora voglio sapere che fiori sono e che cosa ti ha scritto.-

- Un solo fiore, un asfodelo.. sono già andato a guardare e vuol dire ‘rimpianto’.. e la poesia era una che mi aveva scritto quando frequentavamo l’ultimo anno. -

 

 

 

 

 

Liam sospirò fissando il soffitto della sua piccola camera, era sdraiato sul letto e non voleva alzarsi. Forse con l’ultimo gesto aveva osato troppo, forse stava davvero diventando patetico come continuava a ripetersi mentre scriveva quelle note.

Forse doveva smettere sul serio. Forse doveva lasciarsi alle spalle quell’infatuazione e ricominciare a vivere. Frequentare gente, innamorarsi e portare a casa finalmente una ragazza. Almeno sua madre avrebbe smesso di metterlo sotto interrogatorio ogni volta fine mese, e suo padre avrebbe smesso di guardarlo come un buono a nulla.

Sì, doveva smetterla.

Doveva smetterla con i fiori, con i messaggi nascosti, con i biglietti anonimi.
Doveva smetterla con Zayn.

Doveva lasciarsi il passato alle spalle e riprendere in mano la sua vita.

Niente più fiori, niente più biglietti, niente più Zayn.

Era tutto così semplice da dire e pensare.

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Come promesso oggi è mercoledì ed ho aggiornato :)

Che dire? Entra in gioco un nuovo personaggio; i biglietti anonimi non sono una novità per Zayn; Liam vuole dare un taglio a tutto quanto.

Aggiorno sabato, se non mi uccidete prima ;)

Un grazie enorme a chi ha recensito e inserito la storia nelle ricordate/preferite/seguite e anche a chi ha solo letto.

Grazie davvero.

Ps: comunque questo è l’asfodelo

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Capitolo 4
*** Terzo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

Terzo capitolo:

 

 

- Zayn?- chiamò piano Harry aprendo la porta della villetta ed entrando in quella casa troppo silenziosa

- Zayn, mi stai spaventando. Dai non fare l’idiota!- accese la luce facendo poi un salto tenendosi una mano sul cuore quando vide una persona seduta sul divano immobile.

- Dio, Malik, ti odio. - si lamentò cercando di respirare normalmente, il cuore che batteva sempre più forte. S’incuriosì però quando il suo amico restò seduto sul divano, le ginocchia al petto e il viso nascosto.

- Zayn?- lo chiamò ancora avvicinandosi al divano preoccupandosi quando lo sentì singhiozzare

- Zayn che succede?- si inginocchiò di fronte a lui prendendogli le caviglie tra le mani. Erano le otto di sera ed era in pigiama, segno che non si era mosso da quel divano per chissà quante ore.

Tutte le situazioni più terribili iniziarono a presentarsi nella sua mente.

- Zayn? La tua famiglia.. è tutto..-

Zayn sollevò di scatto il volto guardandolo attraverso la patina di lacrime -Niente!- gli gridò contro facendolo cadere sul tappeto per lo spavento.

- Cosa nien..-

- Niente di niente!- continuò ad esclamare Zayn con la voce roca - niente stupidi e bruttissimi fiori!-

- Vuoi dirmi che non hai risposto alle mie chiamate, ai miei messaggi, che mi hai fatto prendere un colpo stando lì sul divano immobile per un semplice mazzo di fiori?- domandò non sapendo se essere arrabbiato o ridere per la situazione.

- Giusto, è un semplice mazzo di fiori - ricominciò a parlare Zayn con un tono acido - sicuramente se lo sarà dimenticato, troppo impegnato ad organizzare la festa d’anniversario con sua moglie.-

- C-cosa? Hai scoperto chi è?- l’occhiata di Zayn lo fece zittire di colpo

- Forse stai correndo un po’ troppo.- continuò ignorando le lamentele del moro - e poi perché dovrebbe avere una moglie? Sul fatto che sia un uomo ormai non te lo metto più in dubbio visto come mi hai fatto spaventare l’altra volta..- Zayn lo fissò scettico e lui continuò - Hai conservato tutti, tutti, i foglietti. Dal primo all’ultimo. E hai studiato la sua scrittura. Non so se essere preoccupato più per te o per l’altro.-

- Perché non dovrebbe avere una ragazza, una fidanzata o una moglie? È praticamente il ragazzo perfetto!- esclamò Zayn appoggiandosi contro lo schienale e fissando il soffitto perso nei suoi strani ragionamenti che Harry non voleva sapere.

- Però una volta al mese manda fiori a te. - tentò di consolarlo ottenendo però l’esatto opposto.

- Oh, e guarda chi non ha ricevuto fiori oggi!-

- Zayn, stai diventando isterico.. sono solo dei fiori, andiamo. Per un mese può essersi semplicemente dimenticato.. magari non aveva più soldi oppure..-

- Non sono dei semplici fiori.- lo bloccò Zayn calcando su ogni parola

- Za..-

- No, tu non capisci.- lo zittì subito muovendo le mani - è un mese che aspetto questo momento, va bene? Ed è ormai un anno che puntualmente ho un mazzo di fiori in casa.. ed un biglietto da leggere..- si cancellò le lacrime stringendosi poi il ciuffo di capelli che cadeva sulla fronte. - E io credevo di.. credevo di aver ritrovato lui e .. sono uno stupido.- finì in un sussurro stringendo le ginocchia al petto.

- Zayn, non sei stupido.. dai vieni qui..- Harry allungò le braccia lasciando che l’amico s’inginocchiasse accanto a lui stringendoglisi contro.

- Magari ha perso l’indirizzo di casa tua.- lo rassicurò parlando contro ai suoi capelli neri, ricevendo solo uno strano verso come risposta.

- Oppure.. oppure..- iniziò a pensare muovendo le mani contro alle braccia fredde dell’altro. - Ha un cane.. e il cane gli ha mangiato i fiori.. e anche il foglio con scritto l’indirizzo.. e quando è uscito a comprarli di nuovo..- la risata di Zayn lo interruppe nel bel mezzo del racconto.

- Sei un idiota.- borbottò continuando comunque a ridere.

- Sono un idiota ma mi vuoi bene.- specificò Harry sentendolo annuire sotto al suo mento poggiato sulla sua testa. - E ora forza, ti cucino qualcosa io. Scommetto non hai mangiato niente per aspettare la dichiarazione d’amore del tuo principe.- lo tirò su per le braccia e se lo trascinò in cucina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Liam si sentiva male, si sentiva malissimo, per non aver rispettato una tradizione che ormai andava avanti da un anno.

Stava andando bene: era riuscito a tenersi lontano da quel negozio, era riuscito a non pensare a Zayn per tutto il giorno e poi la notte si ritrovava raggomitolato sotto alle coperte non riuscendo a prendere sonno.

Si tolse con uno scatto il lenzuolo e si alzò infilandosi un paio di pantaloni a caso e una maglietta a maniche corte.

Doveva uscire da quella stanza, doveva allontanarsi da tutti quei pensieri.

- Che diavolo fai in piedi, Li?- la voce assonnata del suo coinquilino lo fece fermare con una mano sulla maniglia della porta.

- Vado solo a fare una corsa. Torna a dormire, Louis.-

- Una corsa? A quest’ora della notte? Liam, sono le due!-

- Devo pensare, torna a dormire.-

- Sei l’unico che pensa correndo e alle due di notte.- lo sentì borbottare e muoversi nel letto - E quando torni non fare casino che domani ho lezione presto.-

Sbatté la porta alle sue spalle solo per sentirlo inveire di nuovo contro di lui e la sua strana abitudine.

Raggiunse il parco ed iniziò a correre senza pensare a nulla, solo il rumore delle foglie sul sentiero che scricchiolavano sotto alla sua scarpa.

Quando però si fermò di fronte al laghetto per riprendere fiato raddrizzò di colpo la schiena fissando le orchidee.

Orchidea.. totale dedizione.

Si passò una mano tra i capelli corti sperando di riuscire a fermare tutti i pensieri che erano magicamente tornati. Tutta colpa di quegli stupidi fiori.

Tutta colpa di quello stupido libro se si era lasciato coinvolgere di nuovo in quella storia.

Voleva solo comprare dei fiori per il compleanno di sua mamma, quel fiorista con le rotelle fuori posto gli aveva regalato quel libro, era arrivato a casa e aveva scoperto che suo fratello aveva un nuovo insegnate che altri non era che Zayn Malik e il suo cervello si era completamente liquefatto e aveva agito da solo.

Il giorno dopo era di nuovo da quel fiorista a scrivere, come anni prima, un biglietto anonimo con in allegato un mazzo di orchidee che secondo quel libro vecchio erano appunto simbolo di “amore eterno”.

Gli era sembrata un’idea carina che poi però si era trasformata in un’abitudine dolorosa.

Rispolverare nei vecchi ricordi, dipendere di nuovo dal sorriso di quel ragazzo ormai cresciuto.

Quel ragazzo che non sapeva nemmeno della sua esistenza, quel ragazzo di cui si era innamorato.

Ma era troppo tardi per fare una mossa e parlargli ora, erano passati troppi anni e lui non voleva saltare fuori come un demone dal passato.

Ed era per questo se quel mese non gli aveva mandato niente, magari Zayn non li voleva nemmeno i suoi fiori. E forse era per quello se insisteva così tanto a voler restare anonimo.

Perché così Zayn non avrebbe mai potuto rifiutarlo e lui poteva continuare a sperare che il suo era un amore corrisposto. Che se avesse preso coraggio Zayn non l’avrebbe rifiutato.

Restando anonimo poteva continuare a sognare un futuro con quel ragazzo che preferiva star seduto lontano da tutti a leggere, quel ragazzo che era l’amore della sua vita ma non lo sapeva.

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Vi giuro che nel prossimo capitolo c’è l’incontro Zayn/Liam.

Non sono pronta per foto Zerrie sul balcone di Romeo e Giulietta. Voglio una foto Ziam su quel balcone :’(

A mercoledì, grazie a tutti quanti.

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Capitolo 5
*** Quarto Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

 

Quarto capitolo:

 

 

 

- Liaaaam!-

Era tornato a casa per qualche giorno e le grida di sua madre si erano subito fatte sentire, si stiracchiò sul divano non ancora pronto ad alzarsi.

La fine di un altro mese ed era riuscito a tenersi lontano da quel posto; aveva però chiaro nella mente cos’avrebbe fatto per quella volta.

Quella volta era speciale. Era nel mese di novembre infatti che aveva preso il coraggio, anni prima, e gli aveva scritto il primo biglietto.

Ricordava ancora come gli batteva forte il cuore quando aveva infilato tra le fessure dell’armadietto quel foglio tutto spiegazzato.

Ricordava l’ansia e il guardarsi perennemente alle spalle con la paura di essere beccato.

Ricordava l’espressione confusa di Zayn e come aveva nascosto subito il foglietto quando il suo unico amico Harry aveva tentato di leggerlo.

Ricordava di averlo visto durante l’ora di matematica tirarlo fuori e leggerlo in silenzio con il sorriso che prendeva posto sulle labbra vicino ad un lieve rossore.

Ricordava tutto di quel giorno ed era forse questo che faceva più male.

Qualsiasi cosa avesse fatto, qualsiasi cosa avesse provato, non sarebbe mai riuscito a dimenticarsi di Zayn Malik e del suo sorriso.

Per questo nella sua mente s’immaginava già da quel fiorista a comprare una sola rosa color lavanda, simbolo dell’amore a prima vista, ed un biglietto con i primi versi della poesia di Pablo Neruda “il tuo sorriso”.

«Toglimi il pane, se vuoi,
 toglimi l' aria, ma
 non togliermi il tuo sorriso.»

Le stesse parole che gli aveva scritto quel giorno, con però in allegato quel fiore. E sicuramente Zayn avrebbe capito che chi riempiva il suo armadietto di note era lo stesso che ora lo riempiva di fiori.

Sospirò premendo il cuscino del divano sul volto.

Poteva anche non fargli recapitare più fiori ma l’amore che provava per lui non se ne andava così in fretta come aveva ingenuamente sperato.

Niente più poesie, niente più fiori ma sicuramente non niente più Zayn.

Riuscire a dimenticare Zayn Malik era dannatamente impossibile, e gliel’avrebbe detto di sicuro la prima volta che l’avrebbe avuto a meno di un metro di distanza.

- Liam!- si sedette sul divano di scatto vedendo la madre che batteva i piedi sul pavimento irritata - Ti ho chiamato mille volte! Devi andare a prendere tuo fratello, io e tuo padre non possiamo.-

Magari gliel’avrebbe detto un altro giorno, sì. Non intendeva certo dire quel giorno, più avanti. Forse.

Afferrò il giubbino dall’appendiabiti, prese le chiavi di casa e si chiuse la porta alle spalle camminando lungo il marciapiede come un condannato si avvicina al patibolo.

 

 

 

Arrivò affannato davanti all’aula del fratello, non sapeva né come né  perché si era trovato davanti al fiorista ed aveva dovuto correre per arrivare ugualmente in stra-ritardo.

Delle risate provenienti dalla stanza lo incuriosirono, aprì piano la porta trovando suo fratello e Zayn seduti sullo stesso banco a ridere e scherzare.

Cercò di indietreggiare e bussare per rivelare la sua presenza ma proprio in quel momento Zayn decise di girarsi verso la porta ed i loro occhi s’incontrarono lasciando Liam senza fiato.

Era la prima volta dopo anni che gli era di nuovo così vicino, ed il suo cuore agì di conseguenza rendendogli le guance ancora più rosse e il respiro ancora più affannato.

Zayn gli rivolse un sorriso, che gli fece tremare le ginocchia, e saltò giù dal banco aiutando anche il bambino che tutto felice corse da Liam saltandogli in braccio.

- Ehi, campione.- gli lasciò un bacio tra i capelli sentendo le braccia esili del fratello stringersi alle sue spalle - Hai fatto il bravo oggi?- lo sentì annuire e poi staccarsi dal suo petto guardandolo negli occhi.

- Pensavo che eri tornato a Londra dopo la litigata di ieri con papà. - vide gli occhi azzurri riempirsi di lacrime e lo strinse più forte.

- Ti ho promesso che sarei rimasto e sono qui.- tentò di consolarlo rimettendolo poi a terra e prendendogli la mano. - Mamma e papà non sono a casa, che ne dici di andarci a prendere un frullato come qualche anno fa?- propose inginocchiandosi davanti al fratello, le mani a stringergli le spalle per dargli un qualche conforto.

- Possiamo?- domandò tutto felice, gli occhi ancora più luminosi per i lucciconi.

- Certo che possiamo.- rispose sicuro cancellandogli una lacrima - Non dobbiamo dire niente a nessuno però.. sarà un nostro piccolo segreto.- gli porse il mignolo che il fratello strinse col suo mentre un sorriso sempre più grande compariva sul suo viso.

- Ma Zayn!- esclamò il bambino voltandosi verso il ventunenne che li fissava con un sorriso

- Lui lo sa. - continuò parlando all’orecchio del fratello senza però abbassare la voce.

- Non dirò niente.- s’intromise Zayn facendo un passo avanti - Croce sul cuore.- fece il simbolo sul suo petto sorridendo divertito.

- Dobbiamo fidarci?- riprese il bambino guardando il fratello maggiore che aveva un leggero colorito rossastro sulle guance.

- Tu ti fidi?- rigirò la domanda stando al gioco e fingendosi sospettoso mentre squadrava dall’alto in basso il ragazzo che si mordeva le labbra trattenendo la risata.

- Potrebbe essere una spia. - spiegò il bambino stringendo tra le dita la maglia di Liam e tirandola.

- Ho giurato, se rompo la promessa potrebbe succedermi qualcosa di brutto.- tentò di difendersi Zayn con logica incrociando le braccia al petto e fingendosi offeso.

- E se aveva le dita incrociate?- replicò il bambino rivolgendosi al fratello maggiore che annuì fissando il ragazzo che ripeté il gesto con l’altra mano bene in vista.

- E le dita dei piedi?- continuò imperterrito provocando al risata divertita di entrambi i ragazzi.

- Stai scherzando, spero!- si riprese Zayn vedendo però che il suo alunno lo fissava in attesa - Non mi toglierò le scarpe.. e non le riesco nemmeno ad incrociare le dita dei piedi.- continuò divertito - E poi devo scappare, e sono già in ritardo.- concluse mettendosi la tracolla ed avvicinandosi alla porta seguito dagli altri due.

- Deve uscire con la sua ragazza?- Liam si strozzò con la sua saliva e Zayn si bloccò sulla soglia voltandosi di scatto.

- Q-Quale ragazza? Non ho nessuna ragazza.- poi si rivolse a Liam e continuò - Questi bambini si lasciano sempre andare con la fantasia..- non sapeva perché si stava giustificando con lui ma gli sembrava la cosa più ovvia da fare.

- Vi siete lasciati? Per questo non le regala più i fiori? Ha trovato un’altra ragazza?- iniziò a tempestarlo di domande continuando a camminare con la mano stretta attorno a quella del fratello che era perso nei suoi pensieri.

- Non ho mai avuto una ragazza e sicuramente non ne ho trovata un’altra.. per quanto riguarda i fiori.. non so cos’è successo.. ora scusatemi ma devo proprio scappare. È stato un piacere conoscere il fratello del mio alunno preferito.. ci vediamo domani noi due.. e cerca di fare i compiti oltre ad ingozzarti di frullato.- lo guardarono mentre lui si allontanava velocemente uscendo dall’istituto.

- è triste perché la sua ragazza l’ha lasciato.- commentò certo il bambino riprendendo poi a camminare.

- Ha.. aveva una ragazza?- gli domandò Liam sempre più agitato vedendo il fratello annuire.

- E gli regalava sempre mazzi enormi di fiori.- allargò le braccia per far capire al fratello quanto fossero grandi le dimensioni di quei mazzi.

Liam sospirò sollevato continuando a camminare con un peso in meno sul cuore ed una domanda in più nella mente.

Zayn Malik era triste per colpa sua?

In un certo senso era quindi riuscito ad entrare nella sua vita?

Scosse il capo continuando a camminare col fratello che aveva iniziato a straparlare sul nuovo videogioco che i suoi compagni avevano e che lui voleva provare.

Si stava illudendo di nuovo come uno stupido.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era il due dicembre e Zayn si trovava davanti al negozio di fiori, e si sentiva incredibilmente stupido.

Era mattina, aveva un appuntamento con Harry e sprecava il suo tempo a fissare le vetrine colorate di quel posto.

Cosa sperava di ottenere? Sicuramente non sarebbe uscito nessuno da quel posto, e non con un mazzo destinato a lui.

Intravide una figura ferma con lo sguardo su un vaso pieno di viole colorate. Senza pensarci due volte varcò la soglia e salutò con un cenno il proprietario che stava spostando lo sguardo velocemente da uno all’altro come in attesa.

L’aveva sempre detto che quel tipo era strambo.

- Non dovresti insegnare a tuo fratello a mentire.- il ragazzo fece un salto voltandosi verso di lui tenendosi una mano sul cuore.

- Dio, mi hai spaventato a morte.- lo sentì dire in un sussurro.

- Non ho detto niente, comunque. Ho tenuto la bocca chiusa.- lo rassicurò subito Zayn, senza alcun motivo.

- Era mio fratello che non si fidava.-

Zayn lo fissò scettico, da dove saltava fuori tutto quel nervosismo?

- E volevo specificare, di nuovo, che non ho nessuna ragazza.. non so nemmeno perché ci tengo tanto a dirtelo..- si ricordò all’improvviso che non sapeva nemmeno come si chiamava. Sapeva solo che Mattew parlava sempre di suo fratello e del fatto che tornava a casa solo alla fine del mese. Ma non aveva mai accennato al suo nome.

- Liam. - si presentò subito quello porgendogli la mano.

- Piacere di conoscerti finalmente, io sono Zayn. - gliela strinse continuando a sorridere.

- Tuo fratello non smette un attimo di parlare di te. - si affrettò a spiegare vedendo l’espressione confusa negli occhi marroni del ragazzo.

- In una famiglia esiste sempre la persona che ti apprezza incondizionatamente, no?-

- Cosa vorresti dire?- domandò curioso vedendo gli occhi dell’altro illuminarsi di una sfumatura triste.

- Niente.. niente.. lascia perdere.. sono cose stupide che ogni tanto pensi..- continuò a guardare il ragazzo che abbassava sempre più la voce con gli occhi fissi sulle viole blu.

- E cosa ci fai in un negozio di fiori?- si sentiva quasi un disperato a voler per forza avere una conversazione con quel ragazzo. Lo capiva perfettamente che lui non voleva avere vicino nessuno in quel momento ma Zayn proprio non riusciva ad uscire da lì e a lasciarselo alle spalle.

- Mi aiuta a riflettere.- quasi grugnì frustrato quando quello rispose ancora con una sola frase bloccando ogni possibilità di dialogo.

- Sai che ogni fiore ha un significato?- iniziò allora vedendo la schiena di Liam irrigidirsi senza alcun motivo.

- E le viole blu che stai fissando sono il simbolo della fedeltà.- continuò avvicinandosi e prendendone una annusandola - Mi piace l’odore dei fiori.. ognuno ha un suo particolare profumo, è sorprendente.-

- In questo momento prenderei solo un tulipano giallo.-lo sentì borbottare al suo fianco, sollevò lo sguardo e incrociò i suoi occhi marroni.

- Amore disperato?- tentò di metterla sul ridere mentre il suo cuore batteva sempre più forte mentre l’altro annuiva velocemente distogliendo lo sguardo.

- Ne vuoi.. ne vuoi parlare?- domandò tentennando sempre più nervoso.

- Ecco in realtà.. io..-

- Sì, scusa.. non volevo essere così invadente.. cioè ci conosciamo da quasi ventiquattr’ore e sto decisamente superando ogni limite.- iniziò a darsi dell’idiota man mano portava avanti quel discorso.

- No, non è quello.- sospirò di sollievo quando sentì l’altro interromperlo con così tanta enfasi. - è che dovrei essere a casa.. non so perché sono entrato in questo negozio a perdere tempo..- E più parlava più Zayn s’incuriosiva. Quel ragazzo aveva attorno a sé un alone così misterioso.

- Oh, cavolo! Giusto.- si colpì la fronte con una mano ricordandosi del suo appuntamento. - Devo scappare anche io..- guardò l’orologio del cellulare e spalancò gli occhi, non pensava di essersi fermato così tanto - E sono in ritardo.. scusa davvero, devo scappare.-

Aveva iniziato  a correre come un forsennato da qualche minuto quando sentì gridare il suo nome, si fermò voltandosi verso il ragazzo che l’aveva raggiunto e tentava di riprendere fiato.

Spalancò gli occhi ed arrossì subito dopo quando Liam gli porse una rosa color lavanda.

- Ehm.. g-grazie..- balbettò prendendola tra le dita arrossendo ancora di più quando il ragazzo gli sorrise.

- Hai detto che ti piace il profumo di qualsiasi fiore..- annuì velocemente vedendo il sorriso di Liam ingrandirsi - è un piccolo premio per non aver aperto bocca.- scoppiò a ridere, salutandolo di nuovo ed allontanandosi verso il bar dove Harry lo aspettava da almeno venti minuti.

La rosa color lavanda che ogni tanto avvicinava al naso per riuscire a coglierne ogni più piccola fragranza.

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

TADAAAAAAN.

SI SONO INCONTRATI! SI SONO INCONTRATI!

Vi ho fatto sudare per quattro capitoli ma è servito a qualcosa, giusto?

E Liam gli ha già regalato un fiorellino :’)

(Rosa color lavanda)

Che amori che sono <3

Ci sentiamo sabato, grazie mille a tutti quanti.

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Capitolo 6
*** Quinto Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

 

 

Quinto capitolo:

 

 

 

 

- un’ora, Zayn Malik!- lo accolse la voce irritata del suo migliore amico nel momento in cui varcò la soglia del bar.

- Mi hai fatto aspettare, qui da solo, come una stupida ragazzina al suo primo appuntamento per un’ora inter..- si sedette di fronte a lui fissandolo interrogativo. Strano che avesse già finito di lamentarsi, di solito andava avanti per intere giornate.

- Oh mio Dio. - continuò a guardarlo togliendosi la sciarpa di lana.

- Zayn!- si voltò cercando il punto che Harry stava indicando con una mano tremante

- Non lì! Qui. Zayn. Qui!- esclamò indicando la sua sciarpa che Zayn subito sollevò porgendogliela

- Harry è una semplice sciarpa, e va bene è quella che mi hai prestato anni fa. - Harry non aveva mai voluto le sue cose indietro, doveva essere davvero affezionato a quella roba se si lamentava così. - Se proprio la rivuoi prenditela.- continuò porgendogliela vedendo come l’altro lo fissava sempre più incredulo.

- Lo stai facendo apposta?-

- Cosa? Non scherzo! Prendila Harry.. Dio mio, per una semplice sciarpa.. che tra l’altro ti ho preso anni fa..-

- Zayn, stai scherzando.-

- No, Harry, no!- esclamò sempre più innervosito - Prenditela e smettila.- gliela lanciò addosso ed incrociò le braccia fissandolo arrabbiato - Ti rendi conto che stai facendo tutto questo casino per .. quando ti vengono queste fisse mi dai sui nervi.-

- Zayn! Il fiore! La rosa! Cazzo, ma sei scemo? Entri in un bar tutto tranquillo con una cazzo di rosa color lavanda in mano e speri che io non dica niente?!- spostò lo sguardo sulla rosa che aveva appoggiato sul tavolo e sorrise.

- Oh, la rosa?- domandò calmo con un sorrisetto - Vuoi sapere chi me l’ha regalata?- continuò portandosela alle labbra per nascondere il sorriso.

- Cazzo, l’hai visto? Cioè, te lo sei trovato davanti alla porta di casa in ginocchio che ti chiedeva perdono per i due mesi di assenza? Aveva davvero un cane, vero? Ci scommetto che è colpa del cane..- questa volta non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere di gusto.

- Zayn, vaffanculo. Mi sento una ragazzina che legge uno stupido e sdolcinato romanzo rosa.- iniziò ad infastidirlo con la rosa continuando a ridere.

- Zayn, muoviti! Parla. Ora.- lo minacciò l’altro allungando una mano per rubargli il fiore.

- Ho incontrato il fratello di un mio alunno dal fiorista.. lui me l’ha regalata.- spiegò facendo spallucce mentre accarezzava i petali della rosa.

- E questo fratello del tuo alunno ha un nome?-

- Liam.- rispose fissando il fiore con un sorriso.

- Liam.. e ..-

- Liam Payne.- disse sicuro vedendo il riccio spostarsi un ciuffo dalla fronte pensieroso mentre continuava a ripeter sottovoce quel nome.

- Zayn!- esclamò di colpo facendolo spaventare. - Liam! Liam Payne!-

- Esatto, Liam Payne. E allora?-

- Sei un coglione, lo sai? Liam Payne!-

- Harry, o parli o stai zitto. Sì, è Liam Payne e allora?-

- Liam Payne veniva a scuola con noi! Ci ho parlato un bel po’ di volte, era simpatico ed amico di tutti.. ho tentato di presentartelo alcune volte ma tu preferivi rintanarti a leggere.- riabbassò lo sguardo sulla rosa studiandola.

- Liam?- domandò come aspettandosi una qualche risposta dal fiore che teneva tra le mani.

- Ora posso dirtelo.. ho sempre sospettato avesse una cotta per te. - Zayn sollevò lo sguardo arrossendo.

- Ma non avrebbe senso e poi..-

- Zayn?- lo bloccò subito il riccio - Sai qual è il significato di una rosa di quel tipo?-

- Amore a prima vista.- sussurrò riportando lo sguardo su quell’oggetto prezioso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Liam aprì la porta dell’aula con uno scatto.

- Giuro che non sono sempre in ritardo.- iniziò subito a parlare fermandosi davanti alla scena di suo fratello in lacrime con uno Zayn in ginocchio che tentava di consolarlo.

- Visto, Mattew, te l’avevo detto che non se n’era andato.- parlò per primo Zayn alzandosi in piedi e spolverandosi i pantaloni con una mano.

- Che cosa.. che cosa è successo?- domandò quando il fratello si aggrappò alle sue gambe non intenzionato a diminuire la presa.

- Ha sentito la litigata tra te e tuo padre e quando non ti ha visto ne ha tratto le sue conclusioni.- spiegò calmò prendendo la tracolla ed indicando la porta con un dito.

Liam annuì prendendo per mano il fratello e seguendo il moro che continuò a spiegare.

- Ho cercato di dirgli che era tutto normale e che saresti arrivato a minuti ma più passava il tempo più peggiorava.-

- N-non trovavo.. non trovavo più le chiavi di casa e ..- tentò di giustificarsi vedendo il ragazzo annuire e rivolgersi al bambino.

- Che ti avevo detto? Tuo fratello è uno smemorato.- lo prese in giro Zayn sorridendogli subito dopo.

Liam arrossì guardando gli alberi di fronte a sé, troppo imbarazzato per pensare al ragazzo che teneva l’altra mano di suo fratello nella sua.

- Quindi..- lo sentì dire ancora - .. deve offrirci un gelato per farsi perdonare, vero?-

- Un gelato? A dicembre?- domandò voltandosi verso i due che si guardarono ed annuirono complici.

- Vi prenderete qualcosa ma se proprio insistete..- riprese Liam venendo però interrotto da Zayn che disse solo - Ci scalderai tu. -

Frase che aveva avuto il potere di farlo arrossire ancora di più, le risatine dei due nelle orecchie.

 

 

 

 

 

 

 

- Non ti ho ancora ringraziato per la rosa.- gli sussurrò mentre erano seduti al tavolo di un bar, le cioccolate fumanti davanti ai loro visi.

- Non era nulla.. un piccolo gesto per ringraziarti..- farfugliò Liam, lo sguardo fisso sul liquido caldo che mescolava col cucchiaino.

- Apprezzo i piccoli gesti.- riprese Zayn sorridendo dietro alla tazza. - Anche se avrei preferito dei bucaneve.- decise di osare di più vedendolo arrossire e slacciarsi i primi bottoni della camicia.

- Bucaneve?- annuì mordendosi le labbra.

- Un bel mazzetto di bucaneve.- sorrise quando lo vide ancora più in imbarazzo.

- Per quelli devi aspettare che finisca l’inverno e..-

- Posso aspettare.- lo interruppe troppo euforico per potersi trattenere.

Uno starnuto si fece sentire vicino al loro tavolo, si voltarono entrambi vedendo un bambino completamente bagnato, dalla punta dei capelli marroni fino alle scarpe, che li fissava con un sorrisetto.

- Ho vinto.- mostrò loro le dita in segno di vittoria saltando poi in braccio a Liam che iniziò a lamentarsi ed agitarsi.

- Li ho battuti tutti quanti, erano delle schiappe a giocare a palle di neve. - si pavoneggiò finendo la cioccolata del fratello in un sorso.

- Matt! Sei completamente bagnato! La mamma mi uccide. Questa volta mi uccide.-

- Se vuoi.. casa mia è qui vicino.. proprio dietro l’angolo..- arrossì quando entrambi i fratelli Payne spostarono il loro sguardo su di lui.

- N-non credo che..- iniziò il più grande venendo però interrotto dal più piccolo che saltò in piedi sulla sedia indicandolo.

- Liaaaam!- iniziò a ridacchiare - il maestro Zayn vuole..- Zayn prontamente si allungò verso di lui mettendo una mano davanti alla bocca del bambino, arrossendo sempre più imbarazzato.

- Scendi dalla sedia, potresti farti male. E questo sarebbe seriamente come chiedere a mamma di uccidermi.- lo salvò lo stesso Liam, alzandosi e prendendo per mano il fratello.

- Grazie per la.. proposta? Ma è meglio.. se torniamo a casa.. ora.. prima che diventi troppo buio.- continuò  a parlare Liam mentre si allontanavano verso l’uscita dopo aver posato i soldi sul tavolo.

- Figurati.. è il minimo..- iniziò a farfugliare Zayn seguendoli ed infilandosi il cappello di lana - Anche se ti avrò sulla coscienza quando verrai brutalmente ucciso dalla signora Payne.- continuò ridendo divertito insieme al bambino.

- Vorrà dire che non entrerò dalla porta principale, ma mi arrampicherò fino alla finestra.-

- Un piccolo ribelle?- domandò sempre più divertito

- E non sai cosa facevo quand’ero piccolo.- continuò Liam ormai troppo preso da quei flirt scherzosi per ricordarsi del fratello che li fissava - Ero l’incubo del vicinato.-

- Liam Payne, l’incubo del vicinato? Mi dispiace ma non ho mai sentito parlare di te. - replicò pronto Zayn infilandosi i guanti ed uscendo per primo dalla porta che Liam gli stava tenendo aperta.

- Questo perché sono anni che non esercito più la professione.- spiegò ovvio aprendo l’ombrello quando uscirono di nuovo nella tempesta di neve.

- E, sentiamo, cosa facevi di così terribile?- gli domandò bloccandosi di fronte a lui e costringendolo a fare lo stesso.

- Nessun criminale rivela i suoi segreti.- rispose in tono saccente muovendo l’indice.

- E cosa devo fare per farmi dire i tuoi segreti?- continuò imperterrito Zayn, i suoi occhi fissi in quelli del ragazzo che si era di colpo ammutolito e stava arrossendo sempre di più.

- Se volete baciarvi posso chiudere gli occhi?- fecero insieme un passo indietro arrossendo alle parole del bambino.

- L-La mia casa..- si schiarì la voce ed indicò alle sue spalle - ..è da quella parte.. quindi vi saluto e grazie di tutto.- porse la mano a Liam e, quando gliela strinse, si maledì di aver indossato i guanti e di non poter sentire il suo calore. - È stato un piacere, Liam. - sorrise sentendo come suonasse bene quel nome sulle sue labbra.

 - E tu, piccolo birbante, vedi di non dimenticarti più l’astuccio a casa. - si rivolse al bambino che scoppiò a ridere correndo lontano da loro e facendogli una linguaccia.

- P-Potremmo..- Liam deglutì quando Zayn riportò i suoi occhi chiari su di lui. - Potremmo uscire insieme, come amici.. qualche volta.. potrei svelarti giusto quei due o tre segreti.. se proprio ci tieni.- man mano che continuava a parlare si sentiva stupido ed abbassava sempre più la voce.

- Sarebbe grandioso.- si lasciò sfuggire Zayn in un sussurro, una scintilla ad illuminare le sue iridi color dell’ambra. - Aspetta.. dovrei avere una penna.. da qualche parte..- iniziò a rovistare nella tracolla mostrandogli poi con un sorriso la penna blu. - E, se sono fortunato, ho anche un foglio.. un attimo..- infilò la penna in bocca, stringendola tra i denti, mentre apriva cerniere su cerniere.

- Puoi scrivere sulla mia mano.. non credo riuscirai a trovare qualcosa in quel casino..- propose Liam dopo aver dato un veloce sguardo a tutti i libri che spuntavano fuori dalla borsa.

Zayn sorrise togliendo la penna dalle labbra e prendendogli la mano. - Non si è mai troppo vecchi per scrivere il proprio numero sulla mano di qualche bel ragazzo.-

Liam arrossì e puntò lo sguardo sul fratello che aveva iniziato a togliere la neve dai cespugli secchi.

- Ecco fatto, signor Payne.- scoppiò a ridere infilando la mano nella tasca dei jeans.

Aveva il numero di Zayn Malik.

- Basta che mi invia un messaggio quando più le aggrada e sarò lieto di rendermi disponibile per una confessione dei suoi crimini.- Zayn gli fece l’occhiolino, fece un cenno con la mano al bambino poco più avanti e si girò incamminandosi verso casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Aggiorno oggi perché non so se domani riesco.
Ed è anche un piccolo regalino per tutte voi che state seguendo questa storia.
(Siete davvero tantissime, o almeno io non mi aspetto una cosa del genere)

Non so cosa dire, sul serio.. Io.. vi amo <3

So che Liam poteva benissimo tirar fuori il cellulare e segnarlo lì sopra il numero ma.. è un ragazzo vecchio stile che scrive ancora bigliettini anonimi! Dovete capirlo il poverino.

Poi..poi..poi.. la questione bucaneve è importante.

Il bucaneve è simbolo della speranza e fiorisce con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Salterà fuori più avanti e credo di aver fatto di quel fiore il fulcro della storia.

Spero possa piacervi anche questo.

Un GRAZIE a tutti quanti. Sia a chi commenta che a chi legge soltanto (sappiate che non mordo se scrivete qualcosa. Liberissime/i di fare quel che volete)

Mi mettete addosso un’allegria ed un sorriso enorme :D

A mercoledì ;)

 

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Capitolo 7
*** Sesto Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

Sesto capitolo:

 

 

 

Zayn si stupì quando Mattew non intervenì nemmeno una volta durante la sua lezione, era una cosa a dir poco impossibile. Era il suo alunno preferito proprio perché saltava fuori con spunti geniali e battutine divertenti. E invece quel giorno era stranamente sulle sue.

Quando suonò la campanella dell’intervallo tutti i bambini uscirono, tranne lui.
Mattew era rimasto seduto al suo banco, la matita tra le dita che muoveva sul foglio in strani ghirigori.

- Matt?- lo chiamò avvicinandosi ed inginocchiandosi di fianco a lui per poter essere alla sua altezza. - Che succede oggi? Stai bene?- iniziò a domandare vedendo la testolina marrone scuotersi velocemente.

- Cos’è successo? Stai male? Vuoi tornare a casa?- continuò a riempirlo di domande spostandogli poi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.

- Mattew?- lo chiamò sempre più preoccupato vedendolo singhiozzare.

- Liam mi odia.- lo sentì bisbigliare piano.

- Perché dovrebbe odiarti? È tuo fratello e ti vuole ben..- lo fissò stranito quando quello scosse ancora la testa.

- Ha detto che ci odia tutti in quella casa.. e che non vuole più tornarci..- appoggiò un gomito al banco e lo fissò mentre il bambino si cancellava le lacrime con i palmi bagnati. - E oggi è tornato a scuola e ha detto che non ci vuole tornare a casa per le vacanze.-

- È tornato a Londra?- domandò tentando di non dar peso all’improvvisa stretta al cuore. Era passata una settimana da quando gli aveva scritto il suo numero e ancora non aveva ricevuto una chiamata o un messaggio da un numero che non aveva in rubrica.

 Vide il bambino annuire e si costrinse a non rattristarsi per quella notizia.

- Tuo papà e tuo fratello litigano spesso?- domandò vedendolo annuire. - E sai anche tu che quando sei arrabbiato dici cose di cui poi ti penti, vero?- il bambino annuì di nuovo fissandolo con i suoi occhi azzurri pieni di lacrime. - Vedrai che a Natale te lo troverai davanti alla porta con un pacco enorme solo per te, per farsi perdonare.- gli pizzicò il fianco facendolo ridere.

- Signor Malik?- Zayn si girò di colpo, il respiro in gola quando si ritrovò tra le mani tre fiori bianchi simili a stelle, un foglietto legato al gambo.

«Per dire cos’ hai fatto
di me, non ho parole.»

- È tornato all’attacco l’ammiratore, eh?- lo prese in giro l’uomo prima di girarsi ed uscire dall’aula, lasciandosi alle spalle uno Zayn completamente rosso, col cuore a mille e il respiro affannato.

 

 

 

 

- Zayn?- chiamò Harry aprendo la porta di quella casa in cui passava quasi metà delle sue giornate.

- Quale sarebbe questa questione urgente?- continuò a gridare saltando poi dallo spavento quando una mano si posò sulla sua spalla.

- Prima o poi ti ammazzo, Malik. Prima o poi avrò la mia vendetta.- borbottò lasciandosi trascinare lungo il corridoio diretto chissà dove.

- Zayn, ti prego, dimmi che questi foglietti non sono..- iniziò venendo interrotto però dall’amico che lo fece sedere con una spinta sul divano.

- Che cazzo di fiore è?- domandò il moro ignorando i suoi lamenti e porgendogli un fiore bianco.

- una margherita?-

- Stai scherzando? La vedi la forma? I petali sono solo cinque.. è come una stella..- continuò senza degnare di un’occhiata l’amico che lo fissava sempre più preoccupato.

Gli passò il portatile facendogli vedere tutte le pagine che aveva aperto.

- Ho cercato ‘fiore a stella’.. e credo sia questo..- indicò con l’indice un’immagine piccola. - Ma non c’è scritto che fiore è.. ti prego, Harry, devo saperlo.-

Il riccio lo fissò per qualche secondo e sospirò iniziando a scrivere cose a caso sulla barra di ricerca mentre l’amico cercava di vedere oltre alla sua spalla.

- Non credo sia una stella di natale.- disse scettico Zayn guadagnandosi un’occhiataccia.

- Le sto provando tutte, va bene? E mi stai mettendo ansia.- si lamentò l’altro ragazzo togliendosi il giubbino.

- Stella di broad.. stella di Betlemme? Non credo che..è quella! Oddio, Harry. Grazie. Grazie. Grazie.- lo abbracciò continuando a ripetere la stessa parola.

- E cosa vuol dire? Quale significato ha?- s’interessò il riccio allungando una mano verso il volume che aveva consultato tutto l’anno precedente.

- Stella.. stella.. stella di Betlemme.. riconciliazione?- si fissarono subito dopo con lo stesso sopracciglio inarcato.

- Vuole farsi perdonare?- domandò Harry vedendo il moro sospirare e lasciarsi cadere contro allo schienale del divano.

- Non lo so.. non capisco più niente. Prima Matt che piange e dice che Liam lo odia, poi Liam che parte per Londra e non mi chiama neppure e ora questo..-

- Frena un attimo.- lo bloccò Harry prendendogli le mani che continuavano ad agitarsi. - Chi è Matt e che c’entra Liam con lui? E perché Liam dovrebbe chiamarti?- aggiunse poi alzando la voce.

- Potrei aver scritto il mio numero sulla sua mano qualche giorno fa.. e Matt è il fratello di Liam.-

- Hai fatto cosa? Gli hai dato il tuo numero? E non ti ha ancora chiamato?- Zayn chiuse gli occhi e scosse il capo.

- Ma non è normale.. cioè ti viene dietro da una vita e ora che ha il tuo numero..-

- Harry..-

- Ma certo! Per questo ti ha inviato questi fiori.. riconciliazione.. perché non ci ho pensato prima? è per chiederti scusa per non averti chiamato, no?-

- Harry..-

- E tutto quadra.. forse ha bisogno di tempo per prendere coraggio e ..-

- Harry, smettila!- Zayn si alzò di scatto in piedi. - Liam non c’entra niente con..- indicò tutti i foglietti dietro di lui e sospirò. - Non c’entra niente con tutto questo.-

- Ma se fino all’altra volta..-

- No, sei sempre stato tu quello convinto fosse Liam. - lo interruppe risedendosi poi sul divano.

- E perché non potrebbe esserlo?- continuò Harry voltandosi verso di lui. - Veniva alla nostra scuola, dove è iniziata tutta la storia dei messaggini d’amore. Tralasciamo la parte dove ti convinco che ha una cotta per te perché tanto non mi credi.- borbottò alzando poi un altro dito quando l’altro cercò di parlare. - Viene a casa una volta al mese, giusto?- lo vide annuire e sorrise vittorioso. - E guarda caso proprio alla fine del mese.. senza contare che quando l’hai incontrato nel negozio di fiori ti ha regalato una rosa color lavanda!-

- Zayn! Rosa color lavanda!- prese il libro aprendolo sulla pagina interessata iniziando a picchiettare sull’immagine. - Amore a prima vista! Zayn, ti prego, fidati di me. È lui.-

- E se non fosse lui?- ribadì il moro facendo sbuffare l’amico.

- La prossima volta che lo vedi rubagli un quaderno e confronta le scritture.- propose come se fosse la cosa più semplice del mondo.

- Se lo rivedrò.- bisbigliò Zayn prendendo un biglietto tra le dita studiandolo.

- E se la calligrafia fosse diversa? Se Liam non fosse il ‘lui’?- continuò tenendo comunque la voce bassa.

- Ti piace Liam?- gli domandò a bruciapelo il riccio

Zayn sospirò passandosi una mano tra i capelli spettinati. - A chi non piace?- mugugnò prendendo un altro foglio.

- Bene, tutto risolto. A te piace Liam, Liam è super-cotto di te. Tu ricevi fiori e Liam te li manda. È tutto così semplice.. aspetta qualche giorno, Liam prenderà coraggio, ti rivelerà tutto ed eccoti il tuo lieto fine.-

- Se Liam e chi mi manda i pezzi di poesie e i fiori sono la stessa persona sarebbe grandioso, sul serio. Ma..-

- Ma?-

- Ma se non fosse così? Dobbiamo essere realisti, Harry, quante possibilità abbiamo che siano la stessa persona? Tutte le prove che mi hai dato potrebbero essere semplici coincidenze. Magari Liam prova davvero qualcosa per me, ma se non fosse lui che mi manda queste cose?-

- Cambierebbe quello che provi per lui?-

- Non ci sono uscito nemmeno una volta! Come faccio a sapere quello che provo per lui?-

- Cosa ti piace di Liam?-

- È simpatico, divertente.. dolce?-

- Cambierebbe qualcosa se fosse lui quello che ti invia queste cose?-

Zayn restò un momento in silenzio scuotendo poi lentamente il capo.

- Vedi? Tutto risolto. Ti piace Liam e anche se non fosse lui chi ti manda tutto questo ti piacerebbe lo stesso.-

- Ma è proprio questo Harry!- esclamò coprendosi gli occhi con le mani. - Mi sento in colpa, va bene?-

- In colpa?-

- Sì, in colpa. Se mi piacesse Liam e lui non fosse quella persona.. è come se lo stessi tradendo..-

- Tradendo chi?- chiese preoccupato il riccio. Più cercava di capire l’amico più non lo capiva affatto.

- La persona che mi scrive quelle cose da quando ho sedici anni?- spiegò scocciato di dover ripetere così tante volte un concetto.

- Zayn? Sei sicuro di stare bene? Forse ti è venuta la febbre..- Zayn ricacciò la mano dell’amico e continuò.

- Mi sentirei in colpa. Dannazione, Harry, è il mio passato. Non posso semplicemente far finta che non sia mai esistito e ..-

- Forse è arrivato il momento di lasciarlo alle spalle. Zayn quello è il passato, e Liam è il presente.- spiegò con calma muovendo poi un braccio del moro. -Esci con Liam e vedrai ti divertirai e ti dimenticherai di tutte queste paranoie.-

- Se Liam mi chiamasse.- borbottò lasciandosi abbracciare dal riccio ed appoggiando la testa sul suo petto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Vuoi fissare ancora per molto quel cellulare?- Liam sobbalzò facendo cadere il telefono a terra, lo raccolse subito evitando di guardare il ragazzo seduto di fronte nel tavolo della biblioteca.

- Liam, te l’ho detto mille volte.- ricominciò quello sbuffando esasperato. - Mandagli un messaggio ‘sono a Londra, nevica e mi manchi’ e risolvi tutto.-

- Non credo sia autorizzato a scrivergli quelle cose, Louis, visto che non stanno insieme e non sono nemmeno amici.-

- E sentiamo, irlandese, hai qualche geniale idea tu?-

- Se ne avessi sarebbero sicuramente più realistiche delle tue.-

- Niall..- tentò di richiamarlo Liam vedendo l’occhiata che la bibliotecaria aveva rivolto loro.

- Stai dicendo che le mie idee sono stupide?-

- Louis..-

- È esattamente quello che sto dicendo.-

- Questa è una biblioteca se volete fare del chiasso siete pregati di uscire.-

Si ritrovarono in un lampo con le borse sulle spalle, i libri in mano e la porta della biblioteca sbattuta in faccia.

- Grandioso!- esclamò Liam - Era l’unico posto dove potevo studiare in pace, e stasera ho anche il turno al bar. Grazie mille! A tutti e due!- continuò a gridare dando poi loro le spalle, allontanandosi alla ricerca di un posto tranquillo.

- Dovevi per forza tirare fuori l’argomento ‘Zayn Malik’?-

- Giuro che prima o poi gli ruberò quel cellulare e invierò io il messaggio.- borbottò l’altro prendendo la strada opposta a quella di Liam voltandosi poi per gridare al biondo ancora fermo. - E tu sarai il primo a ringraziarmi, folletto!-

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Mercoledì e nuovo capitolo. Puntuale come un orologio svizzero u.u

Che dire di questo capitolo? (Mi sto ancora riprendendo dagli ultimi momenti ziam)

Abbiamo un nuovo fiore e una nuova poesia (Canzone d’amore di Hermann Hesse).

Abbiamo Zayn e le sue mille paturnie.

Abbiamo Liam che non si decide ad inviare un semplice messaggino.

Abbiamo le new entry Niall e Louis.

(No, ma seriamente. Avete visto il video dove, alla fine di LFK Liam abbraccia Zayn e se lo trascina sul pavimento? Si sono baciati, cazzo. Si capisce. Dalla nuova inquadratura si intuisce che c’è stato qualcosa. Anche perché poi Zayn si tira su col sorrisetto soddisfatto. Oh vaffanculo Malik. E anche a te, Payne. Mi state facendo rincretinire.)

Louis <3 è <3 un <3 rompicoglioni <3 assurdo <3 in <3 questa <3 fanfiction <3

Però se non ci fosse lui, ahhh santo Louis Tommo Tomlinson Capitano dello Ziam.

Vorrei abbracciarvi tutte/i (non so ancora se c’è qualche maschietto che legge) perché siete tantissimi! Ogni volta che vedo i numeri mi fate emozionare :’)

Ci vediamo sabato.

E sabato avrete l’attesissima telefonata Zayn/Liam. :D

 

Ps: Se qualcuno di voi volesse leggere altre mie storie abbiamo:

- You said I love like the stars above, I’ll love you ‘till I die

Liam che guarda il tag zerrie per farsi del male perché è un idiota. Ed è ambientato durante le loro due date in Italia perché avevo una paura incredibile di beccarmi il bacio sul balcone. Quindi vorrei ringraziare chiunque non gliel’abbia fatto fare perché sarei morta stecchita.

- Car Wash

Zayn, diciassette anni, super cotto di Liam, diciannove/vent’anni, che lavora all’autolavaggio per pagarsi le rette universitarie.

 -> E PER TUTTI QUELLI CHE MI HANNO CHIESTO IL CONTINUO :D

Arriverà a breve :P

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Capitolo 8
*** Settimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

Settimo capitolo:

 

Louis sorrise nel buio, le sue dita si mossero agili sulla tastiera.

- Invia a..- parlò ad alta voce. -.. Zayn. -

- LOUIS!- lanciò il cellulare con un urletto stridulo.

- Che cos’hai fatto?!- continuò ad esclamare l’altro ragazzo iniziando a cliccare tasti su tasti.

- Ho solo scritto quello che volevi scrivergli tu. -

- Cosa gli hai scritto?- una testa bionda saltò fuori dal letto di fronte a loro spaventandoli a morte.

- Gli ha scritto..- iniziò Liam scorrendo nei messaggi inviati. - Mi manchi! Gli hai scritto ‘mi manchi’!  E ci hai messo pure una ‘x’! Io ti ammazzo, Louis! Appena ti fermi ti uccido!- continuò a gridare inseguendolo per tutta la camera.

 

 

- E questo cos’è?- chiese Harry che stava spiando come ogni venerdì sera il suo cellulare.

- Niente..- arrossì tentando di riprenderselo.

- Un messaggio che ho ricevuto ieri alle due di notte..- continuò a spiegare sdraiandosi di nuovo sul divano dopo i tentavi inutili per riappropriarsi di quel segreto.

- Dimmi che hai risposto, ti prego.- Zayn arrossì ancora di più nascondendo il viso nel cuscino.

- E cosa devo rispondere? ‘Anche tu’? Sarebbe.. Harry?!- esclamò isterico sentendo il rumore dei tasti.

- Fatto.- rispose quello porgendogli il cellulare con un sorriso. - Ho aggiunto una ‘x’. Lui te l’ha messa, sarebbe stato cattivo non ricambiare.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Liam stava giocando come ogni venerdì sera alla FIFA con il suo amico Niall, mentre Louis se ne stava spaparanzato sul divano a lamentarsi di ogni cosa.

Sentì il cellulare vibrare sul tavolino ma non lo ascoltò, troppo preso a parare un colpo dell’irlandese e a ripartire all’attacco.

- Liam. - sentì la voce acuta di Louis e non gli diede ascolto. La vibrazione del cellulare ancora in sottofondo.

- Liam. - continuò a chiamarlo Louis alzando al voce, ed iniziando anche a toccargli la gamba con il piede.

- Liam!- tentò di trattenere la calma quando con un calcio Louis gli fece perdere l’occasione d’oro per pareggiare.

- Liam! Cazzo, Liam!-

- Che vuoi!- gridò voltandosi e trovandosi faccia a faccia con il suo cellulare.

ID chiamata: Zayn Malik.

- Che cos’hai fatto, Louis?- domandò prendendo il telefono e guardando male l’amico che continuava a scuotere la testa nervoso quanto lui.

- Non ho fatto niente, questa volta, te lo giuro..- si fermò un attimo e poi riprese. - Forse ho risposto ad un messaggio che ti aveva inviato.. ti aveva risposto al mio ‘mi manchi’ con un ‘anche tu’ e mi è sembrato opportuno continuare con un ‘a me di più’. Non pensavo avrebbe chiamato.- tentò di giustificarsi chiudendo gli occhi.

Liam deglutì fissando il cellulare. - Devo rispondere?- domandò a nessuno in particolare.

- Cosa stai aspettando? È il momento per dirgli che hai un amico idiota, no?- s’intromise Niall che aveva messo in pausa il gioco e lo fissava divertito.

Cliccò il tasto con la cornetta verde e delle grida lo obbligarono ad allontanare il telefono.

- .. ridammi quel cellulare, Harry, o giuro che ti uccid..-

- Zayn?- sentì una risata e poi un - è per te, Zayn.-

- Oddio. Liam, scusa. Ho un amico completamente idiota. Non ti ho scritto io quel messaggio.. Harry sta zitto..scusa sul serio.. la prossima volta lo metto al guinzaglio e ..- sentì dei rumori e poi altre grida nell’orecchio. - NON CREDERGLI LIAM! TI AMA ALLA FOLL.. Amico idiota, sul serio.. mi dispiace così tanto, Liam. -

- Mi fa piacere che abbiamo due amici idioti quindi.. perché sai anche il mio..- staccò la mano di Louis e si alzò dal divano. - quel messaggio di ieri, non l’ho scritto io.. non so perché ha iniziato a scrivere cavolate a tutte le persone che avevo nella rubrica e..-

- Ah.. bene.. cioè meglio, no? È stata tutta una serie di equivoci- una risatina nervosa dall’altra parte della linea mentre sentiva dei “diglielo” che venivano continuamente placati da uno “stai zitto, Harry”.

- Senti posso.. ehm.. posso parlarti un secondo? Cioè sei libero?-

Liam annuì aggiungendo poi un - Certo.- quando si ricordò che Zayn non poteva vederlo.

- Ecco.. si tratta di tuo fratello..- iniziò attirando la sua completa attenzione.

- È successo qualcosa?- domandò subito con ansia.

- Oh, no. Solo che.. non è proprio nel migliore dei suoi modi..da quando.. da quando sei andato via.. dice che tu.. lo odi? E che non tornerai a casa per le vacanze di Natale.. non voglio intromettermi in queste cose ma forse è meglio se lo chiami.. so che sei arrabbiato con tuo padre, per non so quale motivo.. e non mi devi spiegare niente.. ma ecco.. forse potresti fare un’eccezione e assicurarti di chiamare per parlare con Matt? Ci tengo davvero tanto a quel bambino e ..-

- sì, certo. Lo farò sicuramente domani mattina.-

- .. oh.. va bene.. grazie mille.. non voglio sembrare un’impiccione ma vorrei davvero che..-

- E comunque torno a casa per le vacanze.. sai sono le cose che dici quando sei così arrabbiato che non capisci quello che esce dalla tua bocca..-

- .. bene.. grandioso..-

-.. e possiamo.. uscire? Te l’avevo promesso, no?-

- ehm.. sì.. dovrei.. dovrei essere libero.. LIAM! L’HAI FATTO ARROSSIRE.. Sta zitto, Harry! Scusami, sul serio.. gli comprerò una museruola .. sarà il mio regalo di natale, Harry! Così ti scordi tutta quella lista che mi hai mandato neanche fossi babbo natale..-

- Allora ci vediamo quando torno?-

- certo.. assolutamente sì.. potresti venire a prendere Mattew e poi possiamo andare da qualche parte.. oppure non lo so.. scegli tu..-

“sei tenero quando arrossisci, Zayn” “Sta zitto, Harry”

- Mi sembra perfetto.. così posso fare una sorpresa a mio fratello.. e anche a te.- aggiunse in un momento di spavalderia sentendo gli ululati di Niall e Louis alle sue spalle.

- Zayn?- lo chiamò quando non sentì più niente dall’altra parte

- Liam! Me l’hai ucciso.. Harry dammi il telefono!.. però ti manda tanti, tanti.. HARRY!.. baci.. spero di conoscerti presto perché sei una leggenda.. devo mettere giù. Ci vediamo presto, bell’ammiratore segreto.-

Liam fissò il telefono confuso, aveva riattaccato sul serio.

- Perché quella faccia, Li?-

Si voltò velocemente verso i due che lo fissavano con i gomiti appoggiati alla spalliera del divano e
 - Il suo amico mi ha chiamato ‘ammiratore segreto’.. e se avesse capito tutto? Dei fiori e di tutto il resto? E se l’avesse detto a Zayn? Non vorrà più parlarmi. E si arrabbierà tantissimo e..-

- Liaaaam.- si lamentò Louis mentre il biondino ridacchiava sgranocchiando delle patatine.

- Corri sempre troppo..- continuò con lo stesso tono annoiato di voce. - .. dovresti fare un bel respiro e rilassarti..e poi manca ancora una settimana al tuo ritorno a Bradford..- fece un gesto teatrale e proprio quando stava per riprendere il discorso Liam sentì il cellulare vibrare nella sua mano.

- Oddio. Oddio. - saltellò sul posto passando poi il cellulare ai due che lo fissavano divertiti e preoccupati. - Leggilo tu.. o Niall.. non m’importa chi.. leggetelo voi..-

- Sempre Zayn, ovviamente..- iniziò Louis col suo solito modo di fare. -.. e ti ha scritto solo.. vuoi saperlo davvero?-

- Ti ha scritto ‘giuro che l’ho ucciso’.- s’intromise il biondino leggendo da sopra la spalla dell’altro.

- Niall!- esclamò quest’ultimo irritato. - La tensione! Quante volte ti ho detto che devi lasciare il tempo giusto per farla crescere?-

- E poi il suo amico che inizia per H ha aggiunto tra parentesi una ‘x’ e un ‘sono riuscito a rubargli il telefono prima che lo inviasse’.- continuò Niall ignorando l’occhiata d’odio di quello schiacciato contro al divano.

- Dovevo leggerlo io. L’ha chiesto prima a me.- si lamentò venendo però zittito dalle parole dell’altro. - Ha aggiunto ‘ o Niall’. Tu non ti muovevi, lui stava collassando sul pavimento.. ho fatto un favore a tutti.-

 

 

 

 

 

 

 

 

- Vuoi tenermi il muso per tutta la settimana?-

Zayn non rispose continuando a camminare, le mani nelle tasche del giaccone pesante.

- Lo sai, vero, che tra meno di due giorni Liam sarà davanti alla tua classe e tu non potrai usare i consigli del tuo migliore amico?- continuò l’altro che lo seguiva con un sorriso allegro.

- Non ho bisogno dei tuoi consigli.- gli tenne testa senza nemmeno guardarlo.

- Te li do ugualmente..- replicò il riccio calcandosi meglio il cappello in testa. -.. allora visto che c’è un bambino con voi, eviterei tutte le varie smancerie.. non portarlo a casa tua, non fare niente.. è ancora troppo presto.. magari un bacio ma nulla di più.. non vorrei si montasse la testa..- Zayn trattenne la risata costringendo le labbra in un’espressione seria.

- .. Oh! Mi raccomando. Questo è importante e fondamentale.- il moro spostò lo sguardo sull’amico curioso. - Evita i fiori, non sbuffare con me Zayn! È importante sul serio!-

- Devi stare alla larga dai negozi di fiori quando sei con lui.-

- E cosa potrebbe farmi? Uccidermi con il petalo di una margherita?- lo prese in giro ridacchiando.

- Voglio proprio vedere come riderai quando ti regalerà una rosa muscosa o una color borgogna.-

- Perché? Che significati hanno?- s’interessò subito Zayn bloccandosi sul marciapiede coperto di neve.

- Ti ho sempre detto di stare attento alle rose. Rosa muscosa, confessione d’amore mentre rosa color borgogna bellezza. Poi ci sarebbe anche la rosa balsamina che indica la semplicità ma non è importante. La cosa principale..-

- Harry, seriamente, se mi regalasse un fiore.. non credo saprei riconoscere la differenza tra un girasole e una margherita.- lo interruppe arrossendo nascondendosi poi nella sciarpa calda.

- Se ti regala un fiore tu vieni da me e lo scopriamo insieme.- lo rassicurò passandogli una mano attorno alle spalle.

- Stare lontano dai negozi di fiori.. credo sia l’unico consiglio che metterò in pratica. Ed è anche l’unico ser..-

- Vuoi dirmi che lascerai entrare uno sconosciuto nel tuo letto? Sono queste le cose che ho insegnato al mio bambino?-

- Non ho mai detto di volerlo portare a casa, mammina.-

- Quello che le mie orecchie hanno sentito è stato ‘sarà l’unico consiglio che metterò in pratica’. E io ti ho anche consigliato di non fare smancerie..- iniziò sollevando un dito. - non portarlo a casa tua, e dargli, se sei così disperato, un semplice bacio.. sulla guancia.-

- Sei serio? No, non lo porterò a casa mia..- replicò Zayn contando sulle punta delle dita imitando l’amico. - .. e non sono così disperato da volere un bacio.-

- Vienimelo a dire quando te lo troverai sulla porta con le braccia aperte solo per te.-

- Vaffanculo, Harry.- lo spinse aumentando il passo

- Niente smancerie davanti ai bambini!- gridò l’altro facendo girare le poche persone in piedi in quella mattina fredda.

Scoppiò a ridere quando il moro sollevò solo il medio continuando a camminare verso l’edificio scolastico.

 

 

 

- Zayn! Maestro Zayn!- si bloccò a qualche metro dal cancello vedendo un bambino che correva verso di lui cercando in ogni modo di richiamare la sua attenzione.

- Buongiorno, Mattew.- sorrise aprendo il cancello e lasciandolo passare. - Passato bene il week-end?-

Il bambino annuì tutto contento. - Liam ha chiamato sabato e mi ha detto che non mi odia.-

- Ti ha chiamato? - domandò mentre un leggero rossore gli colorava le guance.

La testolina marrone si mosse velocemente annuendo. - E ha detto che l’ultimo giorno di scuola mi viene a prendere e mi porta in un posto speciale.-

- I-In un.. in un posto speciale?- il bambino continuò ad annuire saltellando verso il portone.

- Vuole venire anche lei, maestro Zayn?- arrossì ancora di più quando gli occhietti azzurri del suo alunno lo fissarono.

- E-Ecco.. io.. non so se.. ecco..-

- Ti preeeego.- Zayn tentò di non farsi convincere dalle suppliche di quel bambino ma si era anche aggrappato alla sua mano e lo stava scuotendo.

- Dipende.. cioè.. se Liam vuole stare solo con te..-

- Lo convinco io Liam.. ti prego. Ti prego.-

- Se lo convinci tu allora..- il bambino gridò contento lasciandogli la mano e salutandolo.

Tenersi lontano dai negozi di fiori. Era la frase che continuò a ripetersi per tutta la giornata.

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Sabato e aggiornamento u.u

Finalmente Liam si decide a chiamare Zayn, diciamo che il merito è tutto del Larry.

Quindi un grande applauso ai due cupidi <3

Nel prossimo capitolo avrete già l’appuntamento (hdjahsj)

Comunque ripeto: senza Harry, Louis e Mattew i due scemi non andrebbero da nessuna parte.

UAAH SIETE TANTISSIMI *W*

Vi amo tutti quanti <3

Grazie mille :’)

Ci sentiamo mercoledì, sempre puntuale ;)

Ps: la seconda parte di car wash l’ho pubblicata mercoledì se non l’avete ancora letta (teach me how to dream). E sto già lavorando sulla terza parte. Non riesco a smettere di scrivere. Tutta colpa di questi due che fanno gli idioti sul palco.

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Capitolo 9
*** Ottavo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

Ottavo capitolo:

 

 

 

 

Zayn si sistemò meglio gli occhiali sul naso mentre gli occhi continuavano a scorrere sulle parole di quel volume vecchio.

L’ultima lezione prima delle vacanze era finita da almeno dieci minuti ma non poteva andare a casa, prima di tutto perché un suo alunno era ancora nell’edificio scolastico, e seconda cosa doveva uscire con questo alunno e con il fratello.

Doveva uscire con Liam.

Si accorse di essere completamente perso e sulle nuvole quando rilesse per la decima volta la stessa frase senza capirla.

Appoggiò il viso sulle pagine scritte e distese le braccia lungo la cattedra.

- È un nuovo modo di leggere? -

Si sollevò di scatto rimettendosi a posto gli occhiali che erano caduti in modo strano sul naso.

- Sbaglio o l’altra volta hai detto qualcosa simile a “non sono mai in ritardo”?- lo prese in giro chiudendo il libro e mettendolo nella borsa.

- Ed è per questo che..- arrossì quando lo vide avvicinarsi e spostare la mano da dietro la schiena porgendogli un fiore.

-.. stavo passando davanti al fiorista e mi sono ricordato che ti piace il profumo di ogni tipo di fiori .. e visto che ero già in ritardo..- Zayn continuava ad annuire anche se non capiva assolutamente niente di quello che stava uscendo da quelle labbra.

Teneva tra le dita la margherita e la sua mente non ne voleva sapere di collaborare.

L’unica frase che continuava a ripetersi ancora era: stai lontano dai negozi di fiori.

- N-non ti piace?-

Zayn iniziò ad annuire e scuotere il capo insieme mentre parole confuse continuavano a lasciare la sua bocca. -N-no.. sì, sì.. cioè no.. mi piace.. davvero.. grazie..-

- È da tanto che non ti vedevo con gli occhiali. Credevo non li usassi più..-

Zayn lo fissò inarcando un sopracciglio. - Li uso solo per leggere.- spiegò semplicemente togliendoseli e rimettendoli nella custodia.

- E visto che tu non mi hai mai visto leggere in questi pochi giorni.. come fai a sapere che li uso?- continuò curioso, la soluzione in realtà gliel’aveva già data Harry ma sentirlo dire dal diretto interessato sarebbe stata la conferma che stava aspettando.

- Liam!- si accasciò contro alla sedia quando vide il bambino saltare in braccio al fratello che era riuscito a liberarsi da una confessione scomoda.

- Che cos’hai in mano, maestro Zayn?- si risvegliò mostrandogli il fiore con un sorriso furbo.

- Tuo fratello me l’ha regalato per scusarsi del ritardo.- spiegò poi vedendo lo stesso sorriso dipingersi sulle labbra del bambino.

- Lo sai, Liam..- iniziò quest’ultimo col tono da saputello. - .. che la mamma dice sempre che se regali un fiore a qualcuno vuol dire che sei inn..mpf -

- Vogliamo andare?- s’intromise subito Liam tenendo saldamente una mano sulla bocca del fratellino.

- Certo.- prese la tracolla e sorrise al bambino che faceva finta di chiudersi la bocca e lanciare il lucchetto. - Ma hai intenzione di dirmi dove stiamo andando o..-

- È un posto speciale.-  spiegò Mattew saltellando fuori dall’aula tutto felice.

- Guarda che non sei obbligato a portarti dietro anche me.. se è un posto così speciale forse è meglio se vai solo con lui.. e poi noi due possiamo uscire un’altra volta insieme..- il “da soli” lo tenne solo per sé, non voleva rendersi ancora più ridicolo.

- Non volevi scoprire tutti i miei segreti?- gli domandò Liam con un pizzico d’ironia, Zayn arrossì ancora di più tenendosi impegnato ad annusare il fiore nella sua mano.

- Magari questo è il posto giusto per iniziare.- Zayn sollevò il volto vedendo Liam tutto impegnato a rigirarsi tra le dita le chiavi di una macchina.

- Non andiamo a piedi?- domandò curioso vedendo subito l’altro scuotere la testa con un sorriso appena accennato.

- Mattew è sempre stanco al ritorno e non voglio portarmelo sulle spalle come facevamo quand’ero ancora ragazzino.-

- Quindi è un posto in cui andate spesso?- continuò l’interrogatorio troppo interessato a qualsiasi particolare della vita di Liam.

- Sì e no.- rispose criptico l’altro aprendo la macchina da lontano permettendo così al fratello di sgattaiolare all’interno della vettura. - Diciamo che ci andavamo molto spesso fino a qualche anno fa, poi ho iniziato l’università a Londra e..-

- Torni a casa solo alla fine del mese, lo so. - si voltò verso il coetaneo e il suo improvviso silenzio e vide una scintilla di panico nei suoi occhi marroni. - Me l’ha detto tuo fratello, parla spesso di te. - spiegò  vedendolo rilassarsi notevolmente dopo l’ultima confessione.

Liam annuì sospirando. - Lo ammetto, un po’ l’ho abbandonato.. ma non è che.. mi dispiace davvero tanto per lui ma.. sai quando non ti senti del tutto accettato, in alcuni casi proprio per niente..- borbottò sottovoce. - .. meno tempo passi con queste persone più stai meglio, e lui in un certo senso c’è finito in mezzo.-

Zayn annuì aprendo la portiera del passeggero, c’erano così tante cose di Liam che avrebbe voluto sapere e conoscere.

 

 

 

 

 

- Pista di pattinaggio?- iniziò Zayn quando vide Liam tornare verso di lui con due bicchieri fumanti, ne prese uno sorridendo.

Liam annuì bevendo qualche sorso. - In questo periodo è anche all’aperto e lui si diverte, un regalo di natale in anticipo.-

- È anche molto bravo.- replicò Zayn guardando il bambino che si muoveva con agilità sul ghiaccio.

- Per qualche anno ha fatto anche parte della squadra di hockey.. poi ha abbandonato perché “non aveva più voglia”.- mimò Liam con una mano le virgolette sospirando.

- E il vero motivo è..- lo invitò a continuare spostando lo sguardo dal bambino al ventunenne al suo fianco.

- Con l’università, gli esami e i corsi, non riuscivo a tornare a casa per vederlo giocare e così un giorno ha deciso, di punto in bianco, che non gli piaceva più.. un vero peccato, era bravo e l’allenatore ha insistito tanto per fargli cambiare idea ma lui ormai non ne voleva più sapere.- spiegò appoggiandosi con i gomiti alla staccionata.

- Quindi oltre a sentirti in colpa per passare da casa solo alla fine del mese, ti senti responsabile del fatto che ha abbandonato il suo sogno per te. - azzardò Zayn appoggiandosi con la schiena al legno, il volto un po’ spostato di lato per poter guardare il profilo del ragazzo accanto.

Lo vide contrarre il volto in una smorfia e stringere le dita attorno al bicchiere di cartone.

- Se vogliamo essere sinceri, sì. Mi sento tremendamente in colpa.- si avvicinò di più ed appoggiò una mano sul suo braccio sentendolo sussultare.

- Credo che a Mattew importi più aver accanto suo fratello.- iniziò muovendo piano la mano come per rassicurarlo. - E se quello era davvero il suo sogno non se ne andrà, potrà benissimo ricominciare in qualsiasi momento.- concluse con un lieve sorriso sulle labbra.

- Mi sento comunque in colpa.- borbottò Liam, finendo con un sorso il the bollente. Gli occhi di Zayn fissi sulla voglia che quasi si muoveva mentre Liam deglutiva.

 

 

 

 

 

 

 

 

Zayn fissò con un sorriso i due che continuavano a pattinare mano nella mano sulla pista; Liam gli aveva proposto di seguirli ma lui non voleva certo rendersi ridicolo, erano anni che non metteva ai piedi dei pattini.

Il cellulare gli vibrò nella tasca dei pantaloni e sbuffò quando vide il mittente.

Da: Harry
A: Zayn
Ore: 18:45

“Sono le sette e non mi hai ancora chiamato. Le soluzioni sono due. A: sei morto perché si è inginocchiato davanti a te (puoi vedere tutti i sottintesi che vuoi). B: l’hai portato a casa e vi state ancora intrattenendo piacevolmente con una tazza di the e dei biscotti. In entrambi i casi informerò mamma Trisha del tuo comportamento inaccettabile.”

Da: Zayn
A: Harry
Ore: 18:50

“Anzitutto non sono ancora le sette. Non ho portato a casa mia nessuno. Provaci a dire qualcosa a mia mamma e non sai cosa ti succederà. E devi cercarmi il significato di un fiore”

Il cellulare gli vibrò subito dopo sorprendendolo.

Da: Harry
A: Zayn
Ore: 18:52

“Sei un coglione. Coglione. Cosa ti avevo detto? Zayn, ma mi ascolti quando ti parlo? No negozi di fiori. NO NEGOZI DI FIORI! Cosa ti ha regalato? Viole? Un bouquet di rose rosse?”

Da: Zayn
A: Harry
Ore: 18:55

“Quel consiglio dovrai darlo a lui. Perché è lui che si è presentato davanti alla porta della mia aula con una dannatissima margherita in mano.”

Da: Harry
A: Zayn
Ore: 19:00

“Margherita = purezza, innocenza.. PAZIENZA. E, ti prego, per la mia sanità mentale digli di confessare tutto e smetterla con tutti questi segreti! Ti viene dietro da quando ha sedici anni e non trova il coraggio di dirti che sei la luce dei suoi occhi e che non riesce a vivere senza di te? E odio anche te, Zayn, perché avrai quel sorriso innamorato la prossima volta che ci vedremo”

- A chi stai scrivendo?- chiuse velocemente tutto rimettendosi il cellulare in tasca, Liam era davanti al suo viso, pochi centimetri a separarli, e teneva le mani sulla staccionata con un sorriso sulle labbra.

- Nessuno di importante.- rispose quando si accorse di non avergli ancora dato una risposta, troppo perso in quel sorriso per pensare ad una scusa migliore.

- Sei sicuro di non voler fare un giro?- gli domandò Liam facendolo arrossire.

- Sicuro.- confermò annuendo. - Preferisco avere i piedi ben piantati a terra, e non su quei cosi traballanti.- indicò i piedi di Liam che strinse le mani attorno al legno avvicinandosi di più.

- Nemmeno se ti tengo per mano?- Zayn arrossì ancora di più ringraziando il colore della sua pelle e il cielo scuro che nascondeva almeno in parte il rossore.

- La prossima volta riuscirò a convincerti!- scoppiò a ridere e scosse il capo.

- Non credo tu abbia chissà quale arma per farmi ricredere su una cosa da cui mi tengo lontano da anni. - spiegò tranquillamente Zayn non riuscendo ad indietreggiare quando Liam gli strinse le mani tra le sue.

- Ho le mie tecniche di conquista, non preoccuparti.- sentiva il suo fiato sul collo e le labbra che sfioravano il suo orecchio.

Lo guardò allontanarsi mentre la sua mente era ancora sottosopra, riprese di nuovo il cellulare e scrisse velocemente un messaggio.

Da: Zayn
A: Harry
Ore: 19:15

“ ‘Ho le mie tecniche di conquista’. ??? ”

Da: Harry
A: Zayn
Ore: 19:18

“E va bene, chiamami stasera.”

Da: Harry
A: Zayn
Ore: 19:20

“Ma vi odio, tutti e due.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Bonjour a tut le mond

Mercoledì e nuovo capitolo. Questi pochi giorni son passati con una lentezza esasperante.

Ma, eccoci qui, con l’appuntamento e un nuovo fiorellino *w*

Liam puoi gentilmente lasciar perdere Zay e raggiungermi? Grazie.

Non ho altro d’aggiungere quindi, passo e chiudo, ci sentiamo sabato.

 

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Capitolo 10
*** Nono Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

 

Nono capitolo:

 

 

 

 

 

- Harry.- mugugnò tirando un calcio al ragazzo che se ne stava appollaiato dall’altra parte del divano. - Secondo te..-

Il ragazzo iniziò a grugnire agitando le gambe. - Non voglio parlare di quanto potrebbero essere morbidi i suoi capelli o di che forma ha la sua voglia. Zayn, lasciami dormire in pace. - mugugnò poi affondando il volto nel cuscino del divano.

- Sai che questo è il mio divano, che questa è casa mia e che tu, essendo il mio migliore amico, dovresti perlomeno ascoltarmi?-

- Ti ho ascoltato al telefono per due ore, Zayn. - brontolò Harry calciando via le mani dell’amico che tentavano di scuoterlo. - E poi sono scappato dalla finestra della mia camera per venire fin qui perché tu, Zayn, hai praticamente collezionato tutti i fiori..-

- Non ho collezionato tutti i fiori.-

- No, giusto. Di alcuni hai collezionato solo i petali.- specificò cercando di trattenere le risatine quando l’amico iniziò a fargli il solletico. - E sei convinto ci sia un messaggio nascosto e..-

- Quindi tu sei convinto questa persona anonima sia Liam?- lo bloccò Zayn sedendosi sui piedi di Harry che iniziò ad agitarsi.

- Sì, Zayn. Sì! Continuerò a dirlo finché non mi ucciderai, e a quel punto tornerò come fantasma, è lui! Ha una cotta per te, da quel poco che so io, da quando ha sedici anni, potrebbe anche risalire a qualche anno prima, e ti ha scritto quei foglietti e ti ha mandato tutti quei fiori.-

- Ma lui..-

- Ti ha regalato una rosa che simboleggia l’amore a prima vista, e oggi ti ha regalato una margherita che è simbolo della pazienza.- spiegò calmo sedendosi e guardando l’amico negli occhi.

- Sì, ma..-

- “Sì, ma” niente.- sbuffò mettendogli le mani sulle spalle. - quando diventerete più intimi, tu sbircerai tra i suoi quaderni e confronterai le scritture. E tutto risolto.-

- Non voglio agire alle sue spalle.-

- E allora parlagli, Zayn! Accenna qualcosa, introduci il discorso ma parlagli di questo maledetto anonimo.-

- Bene.-

- Vuoi parlargli sul serio? Sia ringraziato il fiore! E quando hai intenzione di..-

- Ho detto: bene. Quando riuscirò a fargli scrivere qualcosa confronterò le scritture.-

Harry sbuffò cadendo a peso morto sul divano coprendosi poi il volto con le mani.

- Ho come l’impressione che tra tutti e due andremo avanti per tanto, tanto, tempo.-

 

 

- Buongiorno.- Liam sbadigliò sedendosi a tavola, la madre gli porse un piatto colmo di cibo mentre il padre borbottò una risposta con gli occhi incollati sul giornale.

- Dov’è Mattew?- domandò inghiottendo un pezzo di pancetta abbrustolita

- È andato a giocare a palla con i suoi amici.- rispose semplicemente la madre continuando a lavare i piatti lanciando di tanto in tanto un’occhiata al televisore acceso.

- Quindi..- iniziò l’uomo con i capelli un po’ ingrigiti dal tempo chiudendo il giornale. - ..Mattew non c’è e siamo soli..-

- George.- lo ammonì la moglie ritirandogli la tazza di caffè ormai vuota.

- No, Kate, è grande e deve prendersi le sue responsabilità.-

- Vuoi davvero ricominciare questa discussione?- parlò subito dopo lei incrociando le braccia al petto con lo straccio tra le mani. - Sono le vacanze di natale, George, possiamo evitare inutili discussioni?-

Liam finì la sua colazione in silenzio e poi si alzò deciso a chiudersi in camera sua per tutta la mattinata.

- Dove stai andando, signorino? Qui non abbiamo ancora finito.- sbuffò girandosi ed appoggiando i palmi delle mani sul tavolo.

- Rispondo a tutte le tue domande ora così puoi avere ancora una ragione per essere arrabbiato con me. - vide di sfuggita la madre sospirare e continuò. - No, non abbandono l’università. Sì, lavoro ancora in quello sporco bar puzzolente e no, non mi piace ma guadagno i soldi necessari per pagarmi l’affitto dell’appartamento che TU..- esclamò indicandolo e tremando per la rabbia. -.. non vuoi pagare. E non mi lamento, ho scelto io di andare fino a Londra ma non sopporto.. non sopporto tornare a casa ed avere questo clima soffocante addosso. Tutti i soldi che spendo sono i soldi che guadagno IO. -

- Puoi spendere tutti i soldi che vuoi.- ricominciò calmo il padre facendolo arrabbiare ancora di più. - Ma resto del parere che quel ramo che hai scelto non ti offrirà un futuro.. e nemmeno un lavoro.-

- Non mi interessa!- esclamò iniziando a perdere la pazienza. - Perché non vuoi capire che è quello che piace a me, perché non lo accetti?- si allontanò con uno scatto uscendo dalla cucina.

- Questa discussione non finisce qui!-

Prese il giubbino e si chiuse la porta alle spalle con un tonfo.

 

 

 

 

 

 

Continuò a camminare ignorando la neve che si posava sui suoi capelli e quella che gli bagnava i pantaloni della tuta.

- Liam! Liam!- si bloccò in mezzo al marciapiede osservando il ragazzo fermo davanti a lui che cercava di prendere fiato.

- Ti ho.. visto.. ero al bar e.. andavi di corsa.. è successo.. è successo qualcosa?- riuscì a concludere il ragazzo dopo qualche minuto.

- Niente di importante.. soliti litigi in famiglia.- spiegò molto semplicemente vedendo l’espressione curiosa di Zayn.

- Vuoi.. vuoi parlarne?- gli domandò quest’ultimo dopo aver preso coraggio, Liam scosse la testa ricacciando indietro le lacrime.

- Te l’ho detto.. non è importante.. non sono importante.- mugugnò l’ultima parte sollevando le spalle.

- Facciamo qualche passo?- Zayn indicò il marciapiede pieno di gente che si affrettava per le compere natalizie e Liam annuì seguendolo.

- Io e mio papà.. non è che andiamo molto d’accordo..- iniziò a raccontare senza nemmeno accorgersene. -.. qualsiasi cosa faccio è sbagliata..ed è una cosa che va avanti da quando ho tredici anni, anche se lui si ostina a dire che è colpa della mia scelta di essere andato a vivere a Londra e di non averlo aiutato con la sua ditta..- Liam sbuffò stringendo le braccia contro al suo corpo in un tentativo quasi stupido di tenere insieme tutti i pezzi.

- È frustrante tornare a casa e dover difendere ogni volta le tue scelte..- sospirò passandosi una mano tra i capelli bagnati. - .. e in questi ultimi anni non riesco più a stare zitto e ad ascoltare annuendo.. e quindi scoppio e mio papà è sempre così.. calmo.. non lo sopporto.-

- Non so nemmeno perché te lo sto dicendo.. sicuramente non ti interessa nulla, ti sto solo annoiando.- continuò scusandosi e sentendosi ancora più stupido.

- Non mi annoi, e poi te l’ho chiesto io di raccontarmelo.- lo rassicurò Zayn sfiorandogli il cappotto con la punta delle dita. - Guarda.. questa vetrina è piena di fiori.. non è il fiorista dove ci siamo trovati l’altra volta ma sono sempre fiori.. vuoi entrare?- gli propose con un sorriso.

Liam si lasciò guidare nel negozio venendo subito accolto dal calduccio invitante della serra, ogni tipo di fiore di ogni colore e dimensione creava un’atmosfera quasi esotica.

- Buongiorno, volete un consiglio per qualche regalo?- li accolse la voce amichevole della commessa che li fissava con un sorriso dolce.

- Diamo solo un’occhiata, possiamo?- chiese Zayn mentre con una mano lo stava già trascinando verso uno scaffale pieno di vasi in terracotta.

- Certo, fate pure. Se avete bisogno di una mano..- non riuscì a sentire il resto del discorso perché Zayn aveva svoltato in un altro scaffale facendoli allontanare in quella grande serra.

- Lo conosci bene questo posto.- tentò di iniziare un discorso Liam sperando di riuscire a non pensare alla mano attorno al suo polso che sembrava essere stata creata apposta solo per lui.

- Mio papà mi portava sempre qui quand’ero piccolo.- spiegò Zayn voltandosi leggermente e sorridendogli. - Poi ci siamo trasferiti a Londra e credevo avessero chiuso  e invece..-

- Davvero? Sei andato a vivere a Londra? Per quanto tempo?- iniziò a domandare Liam, capendo il motivo della sua improvvisa scomparsa dalla città.

- Lavoro di mio padre, ho finito l’università molto velocemente e poi ho sentito che si era liberato un posto come insegnante a Bradford e sono tornato.- spiegò fermandosi davanti ad una distesa di gerani di ogni colore.

- E la tua famiglia è ancora a Londra?- Zayn annuì guardandosi intorno e strappando un rametto di geranio rosso fiamma.

- Che stai facendo, Zayn?- lo ammonì voltandosi alle sue spalle, aveva il presentimento che quella donna sarebbe spuntata da un momento all’altro beccandolo con il fiore in mano.

Si girò di nuovo trovandosi davanti agli occhi il fiore e il sorriso di Zayn, il suo cuore che aveva iniziato a battere sempre più forte.

- Mi piace il profumo dei fiori.- spiegò semplicemente quello porgendoglielo. - Prendilo, te lo regalo.-

- In realtà l’hai rubato e, Zayn, come speri possa uscire senza farmi vedere con que..- il resto della parola incastrata nella gola quando lo vide avvicinarsi e sentì il rumore della zip della sua tasca che veniva aperta.

- Qui non lo vedrà nessuno, Liam. - spiegò con un sussurro Zayn prendendo il fiore dalle sue mani, mettendolo nella tasca e richiudendola subito dopo.

Gli fece l’occhiolino e si allontanò fischiettando.

La mente di Liam che ancora stava facendo tutti i suoi collegamenti.

Regalare un geranio rosso fiamma era come voler dire “ti preferisco”.
Zayn gli aveva regalato un geranio di quel colore.
Zayn sapeva che ogni fiore aveva un suo significato, l’aveva detto la prima volta che si erano incontrati da quel fiorista.
Zayn l’aveva portato di proposito in quel pezzo di negozio.
Zayn voleva regalargli un geranio.
Zayn voleva mandargli un messaggio.

- Liam!- arrossì e si voltò verso Zayn che lo incitava a muoversi. - Non vorrai farti beccare sul luogo del misfatto, spero. Non so se questo posto ha delle telecamere ma..-

Liam lo raggiunse velocemente prendendolo per un braccio e trascinandolo via.

- Andiamocene da questo posto prima che arrivi la polizia.-

- Per un semplice fiorellino, Liam?- scherzò Zayn lasciandosi guidare fuori da quel posto, rivolgendo alla commessa un enorme sorriso.

 

 

Angolo Shine:

Sabato, aggiornamento e per molte di voi la scuola è finita :D

(Beate le superiore. Mi mancano.)

Si scopre un po’ di più sullo strano rapporto Liam/padre, e vorrei davvero sapere quali sono le vostre opinioni al riguardo :3

Poi.. uhm.. sempre il solito Harry che prima o poi ucciderà Zayn.

E, udite udite, Zayn regala un fiore a Liam! <3

Ok, dopo questa mi ritiro.

Grazie mille a tutti quanti, vi voglio bene.

Ci sentiamo mercoledì :)

Ps: per la terza parte di Car wash ci sto ancora lavorando ma sto puntando a concluderla entro settimana prossima.

 

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Capitolo 11
*** Decimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

 

Decimo capitolo:

 

 

 

 

 

 

Avevano lasciato il negozio alle loro spalle e si stavano incamminando sul marciapiede affollato, la neve che continuava a cadere e loro troppo impegnati a parlare per preoccuparsi di essere ormai completamente fradici.

- Se vuoi..- iniziò Zayn fermandosi accanto ad una piccola villetta che indicò indeciso con un dito. -.. questa è casa mia.. se vuoi entrare.. posso darti qualche mio vestito.. oppure puoi aspettare che si asciughino i tuoi..- continuò incerto spostando il peso del corpo da un piede all’altro.

- Ehm.. ecco..- Liam pensò ad una qualsiasi scusa ma non gli venne in mente nient’altro se non: questa è la casa di Zayn. Sospirò ed annuì, un leggero rossore gli colorò le guance quando vide il sorriso di Zayn illuminargli anche gli occhi.

- Dovrei avere qualche cosa che può andarti bene.. oppure posso prestarti quelli di Harry.- Liam annuì seguendolo mentre una strana gelosia gli chiudeva lo stomaco. Possibile che quel riccio dovesse entrare in ogni loro discorso, anche quando andavano a scuola insieme tutto quello che sapeva era che l’unica persona che poteva avvicinarsi a Zayn era solo ed esclusivamente Harry.

Harry, Harry e ancora Harry.

- Ed eccoci qui.- Zayn aprì la porta lasciandolo entrare per primo. Si sentiva quasi come il primo uomo che aveva messo piede sulla luna, stava per entrare nella casa di Zayn Malik. Per quanti anni ci aveva fantasticato sopra? Ed ora era in casa sua, a pochi passi da lui ed aveva il suo numero salvato nel cellulare..e Zayn gli aveva regalato un fiore di geranio.

- Carina.- usò il primo aggettivo che gli venne in mente troppo impegnato a memorizzare ogni particolare di quella casa che potesse fornirgli nuove informazioni sulla vita di Zayn.

Zayn arrossì e borbottò un “grazie” indicando poi le scale.

- La porta più in fondo a destra.- spiegò togliendosi la sciarpa e il giubbino. - Vado a cercare se ho qualcosa che possa andarti bene.- continuò poi salendo le scale con lui ma voltando a sinistra indicando ancora una volta la porta del bagno.

 

 

 

 

 

Liam si chiuse la porta alle spalle appoggiandosi poi con la schiena.

Era in casa di Zayn Malik, il ragazzo di cui era innamorato da una vita ormai.
Era nel bagno di Zayn. Nel suo bagno, e la doccia era proprio di fronte a lui. La doccia dove chissà quante volte Zayn si era..

Arrossì di colpo coprendosi la faccia con le mani. - Smettila di pensarci.- si rimproverò da solo sottovoce.

Per completare quella giornata ci mancava giusto un’erezione nei pantaloni.

Lasciò vagare lo sguardo per la stanza cercando di togliersi dalla testa l'immagine di Zayn in boxer con quell'espressione addormentata sul viso che aveva di solito la mattina, se chiudeva gli occhi sapeva per certo di trovarlo raffigurato particolarmente bene.

Aveva una mezza idea di chiamare Louis per un qualche aiuto ma cambiò subito idea quando la conversazione del giorno prima gli tornò alla memoria.

- Allora? Non racconti niente al tuo amico? Com'è andato il tuo appuntamento con Zaynie? -

- Non ti racconto niente proprio perché sei  Louis, so come sei fatto e non mi vado certo a mettere nei casini da sol..-

-Dai Liaaaaam! Racconti solo una cosa. Faccio il bravo, e quando ti vedo a Gennaio non dirò niente di questa conversazione. -

- Sono promesse che non mantieni mai, Lou. Ti conosco bene, la prossima volta che ci vediamo continuerai a fare battutine solo su questa telefonata.-

- Non mi vuoi dire niente perché hai fatto una figuraccia dietro l'altra?-

- Smettila di ridere! E comunque, no, non ho fatto nessuna figuraccia..forse ho esagerato comprandogli una margherita..- aveva poi aggiunto sottovoce sentendo immediatamente le risatine dall'altro capo del telefono.

- Una margherita, come sei dolce Lili.- aveva colto subito l'occasione per prenderlo in giro l'altro.

- La prossima volta devi comprare un boquet di rose rosse e inginocchiarti davanti a lui e dirgli: Oh, Zaynie, luce dei miei occhi, non riesco a vivere un solo giorno senza pensare al tuo sorr..-

- Ah ah ah. Ancora non capisco perché sono tuo amico..-

- Perché ti serviva qualcuno con cui dividere le spese dell'affitto e la compagnia del folletto.-

- Grazie per ricordarmelo ogni volta.-

- Figurati, gli amici servono a questo.- aveva ribattuto con lo stesso tono fintamente serio.

- Devo andare a cenare, non vorrei dare a mio padre un'altra scusa per odiarmi. Ci vediamo a Gennaio e ..-

- Ricordati di invitarmi al tuo matrimonio! Prima o poi riuscirò a vedere il tuo Zaynie, per ora l'ho visto solo sulle foto del suo profilo che quasi ogni giorno tu..-

- Ciao Louis, ci vediamo dopo le vacanze.-

Liam sospirò allontanandosi dalla porta ed avvicinandosi allo specchio. Era completamente fradicio, la maglietta gli aderiva completamente al petto e i pantaloni gli cadevano ancora di più lungo i fianchi per il peso della stoffa bagnata.

Studiò attentamente il suo volto, i capelli da cui partivano goccioline d'acqua che scorrevano lungo le sue guance rosse.

Inarcò le sopracciglia quando vide un foglietto incastrato nell'angolo dello specchio, si alzò in punta di piedi per poterlo leggere meglio e arrossì ancora di più.

Perché Zayn teneva il pezzo della poesia di Neruda in quel posto? Perché aveva ancora il primo foglietto che gli aveva scritto? Perché non l'aveva buttato?

Forse Zayn ricambiava i suoi sentimenti? Ma come poteva ricambiarli se non sapeva nemmeno l'identità di quella persona che non lo lasciava in pace da anni? Non sapeva nemmeno il suo nome, come poteva provare la stessa cosa che sentiva lui?

Un leggero bussare alla porta lo trascinò fuori dai suoi pensieri.

- Liam? - il cuore iniziò a battergli più forte quando sentì la voce delicata di Zayn. Possibile che anche lui.. - Posso entrare?-

Annuì e poi si avvicinò alla porta aprendola trovandosi davanti il ventunenne che aveva sulle guance una leggera sfumatura rossastra che si confondeva con la sua carnagione.

- Ehm.. Ti ho portato..questi..credo possano andare bene e poi nel primo cassetto ci sono gli asciugamani. Usane pure quanti ne vuoi e..tieni.-  Liam prese i vestiti che l'altro gli stava porgendo e non riuscì a ringraziarlo perché era già scomparso chiudendo la porta.

La fissò per qualche minuto perplesso riportando poi l'attenzione sui vestiti tra le sue mani, si sfilò la maglietta e l'appoggiò sul lavandino. Rabbrividì per il freddo e infilò la maglia asciutta sorridendo poi quando sentì il profumo particolare di menta e fumo, tipico di Zayn.

Si tolse anche i pantaloni della tuta ringraziando ogni divinità esistente che gli avesse lasciato perlomeno dei boxer accettabilmente asciutti. Fissò indeciso i pantaloni neri, dovevano essere di Zayn anche quelli, e, visto che non poteva assolutamente scendere né con indumenti bagnati né con soli i boxer, li infilò ed arrossì quando riuscì a cogliere di sfuggita il suo riflesso nello specchio.

Era nel bagno di Zayn ed indossava i suoi vestiti.

Nemmeno nei suoi sogni più particolari era arrivato a tanto, tutt'al più si concludevano o iniziavano tutti con uno Zayn Malik sotto di lui nel materasso. Ed era così disperato che si stava eccitando al solo pensiero. Sapere che quella camera, su cui più volte aveva fantasticato, era lì a pochi passi lo rendeva inquieto e allo stesso tempo euforico.

Piegò i vestiti bagnati e li appoggiò su uno sgabello, uscì dal bagno deciso a lasciarsi alle spalle tutti i problemi ma, mentre scendeva le scale, iniziò a soffermarsi sulle varie fotografie che abbellivano il muro. Uno Zayn piccolo con le sue sorelle, da quanto riusciva a ricordare ne aveva tre; Zayn con tutta la sua famiglia vicino ad un lago; Zayn con suo padre; Zayn con Harry, il suo stomaco si contorse ancora vedendo quei ricci e quegli occhi verdi.

Si fermò di colpo sul penultimo gradino quando vide una scrittura famigliare, si avvicinò di più strabuzzando gli occhi quando riconobbe l'ultimo biglietto che gli aveva inviato in una cornice con il suo rispettivo fiore.

Sorrise anche se dentro di lui il panico stava tornando. E se Zayn lo sapeva? E se aveva capito tutto?

Sentì un colpo di tosse forzato e fece un piccolo saltello sul gradino alle sue spalle. Zayn lo stava fissando, le guance rosse proprio come le sue.

- Stavo guardando e ..- iniziò a spiegare Liam senza sapere dove andare a parare. - ..originale l'idea di abbinare un fiore ad una poesia.- concluse poi desiderando solo di essere inghiottito da una voragine quando Zayn lo studiò con i suoi occhi chiari.

- Non è proprio mia l'idea.- lo sentì dire dopo un momento durato un'eternità. - è una storia davvero lunga questa..- vide quasi gli ingranaggi nel suo cervello muoversi velocemente e poi sembrò convincersi della sua idea e aggiunse, distogliendo per un momento lo sguardo. - Se vuoi ho messo su del the..posso raccontarti tutto seduti ad un tavolo.-

Liam annuì e lo seguì nella piccola cucina guardando un'ultima volta quel quadretto che sembrava quasi una reliquia.

 

 

 

 

 

 

Zayn sospirò allungando le gambe sul divano, coprendosi subito dopo il viso con le mani. Aveva fatto la cazzata più grande di tutta la sua vita ed aveva fatto scappare Liam. Quando l’aveva accompagnato alla porta aveva visto nei suoi occhi marroni una strana sfumatura di terrore, quasi. Ed aveva capito che si era giocato tutte le sue carte raccontandogli di quell’anonimo che era riuscito a ridargli il sorriso.

Perché diavolo aveva voluto raccontargli tutto? Perché non aveva detto una semplice bugia?

Perché quell’idiota di Harry gli aveva giurato che era Liam l’anonimo, e ora Liam era uscito da casa sua in preda al panico.

Perché di sicuro Liam aveva visto il biglietto incastrato nello specchio che ogni mattina lo aiutava a buttarsi nel caos di Bradford con un sorriso.

E aveva visto il piccolo quadretto che aveva fatto con le stelle di Betlemme e quella frase che gli era entrata nel cuore e glielo faceva battere più forte ogni volta che la rileggeva.

Si era completamente fottuto con le sue mani, e per cosa? Per dei semplici biglietti e fiori.

Spostò le mani dal viso e ne portò una tra i capelli mentre l’altra stava appoggiata sullo stomaco.

Liam non avrebbe voluto vederlo mai più, sicuramente lo credeva un pazzo. D’altronde quale persona sana di mente si illuminava tutta raccontando di un misterioso ammiratore che non voleva farsi trovare?

Sbuffò e con la mano tastò il tavolino alla ricerca del pacchetto di sigarette e dell’accendino, si allungò per raccoglierlo da terra e focalizzò la sua attenzione su una parte del tavolino in vetro sotto cui aveva posizionato i petali dei vari fiori. La rosa color lavanda spiccava al centro di quel collage quasi risaltando su tutti gli altri.

- Che cosa mi hai fatto Liam?- mugugnò continuando a fissare il fiore, la sigaretta tra le labbra e l’accendino tra le dita che tremavano.

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Buon mercoledì :)

Che dire di questo capitolo?

Liam finalmente entra nella casa del lupo, Zayn gli racconta tutto e Liam si fa prendere dal panico.

Non aggiungo altro perché lo ziam mi sta seriamente incasinando il cervello con tutti questi momento. E son sicura che prima o poi ci scapperà un bacio o una seconda Chicago. (Non sono pronta per una seconda Chicago.)

Ci sentiamo sabato, grazie a tutti quanti.

Sia a quelli che commentano con fantastiche recensioni sia a quelli che leggono soltanto.

 

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Capitolo 12
*** Undicesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

Undicesimo capitolo:

 

 

 

 

 

Liam sospirò allontanando il telefono dall’orecchio. Sapeva anche lui di aver fatto una delle più grandi cazzate a scappare via ma le urla di Louis non avrebbero cambiato niente. E lui non era proprio in vena di sentirle, non dopo aver discusso per l’ennesima volta con il padre.

- .. e tu invece cosa fai? Scappi! Scappi sempre, Liam! Cazzo, quanto ci voleva a tirare fuori un briciolo di coraggio e confessargli che sei sempre stato tu? Cosa stai aspettando? Che si trovi qualcuno? Io non ci sarò sempre ad offrirti una spalla su cui piangere come una femminuccia!-

Strinse le ginocchia al petto, le labbra tra i denti per trattenere le lacrime e i singhiozzi mentre sentiva dall’altro lato del telefono le grida del suo migliore amico.

Ma non erano quelle le grida che continuavano a rimbombargli nella testa.

Sei un dannatissimo errore.

Non fai mai niente di utile per questa famiglia.

Era proprio una lagna a piangere così, per nulla. Aveva ragione suo padre quando diceva che era un peso che non serviva a nulla se non ad appesantire ulteriormente tutto quanto.

-.. e poi potevi anche pensare a lui, se davvero lo ami così tanto! Ma a te non importa un cazzo di nessuno! Vuoi solo avere tutti sotto al tuo pugno..-

Sei un irresponsabile che pensa solo a se stesso.

Pensi solo a raggiungere il tuo sogno mentre la tua famiglia ha solo bisogno di una mano.

- Louis..- lo chiamò con un filo di voce chiudendo gli occhi e lasciando cadere delle lacrime lungo la guancia.

- No, Liam! Ora mi ascolti, d’accordo? Hai pensato solo a te stesso e non a quel ragazzo che chissà come c’è stato di merda a vederti scappare via terrorizzato..-

- Devo andare..io..-

- Sì, bravo. Metti giù! Tanto è l’unica cosa che sai fare! Scappare e non ascoltare nessuno!-

- Scusa..- mugugnò sottovoce premendo il rosso e lasciando cadere il telefono sul copriletto.

Ora scappa e chiuditi in camera tua! È l’unica cosa che sai fare.

Si asciugò con rabbia le tracce bagnate sulle guance e con la coda dell’occhio vide la foto sul comodino. La girò di colpo verso il legno del mobile e fissò un punto contro alla parete.

Non riuscirai mai a prenderti le tue responsabilità finché vivrai nel tuo mondo fatto di sogni.

Appoggiò i gomiti alle ginocchia e premette i pugni contro agli occhi cercando di bloccare le lacrime.

Sentì un leggero bussare alla porta e grugnì quando la voce di sua madre lo chiamò dolcemente.

- Non voglio vedere nessuno.- rispose semplicemente nascondendosi ancora di più quando sentì i passi avvicinarsi al letto.

- Liam, sai che non voleva dire niente del genere..- sbuffò in risposta e si sdraiò nel letto, la faccia contro al cuscino.

- era solo molto arrabbiato, oggi non è stata nemmeno una buona giornata in ufficio ed è molto stanco..-

- Non devi giustificarlo.- la bloccò stringendo la stoffa tra le dita per sfogare la rabbia che sarebbe esplosa in singhiozzi disperati.

-..ma tu devi ricordarti che ti vuole bene ..- lei aveva fatto finta di non sentirlo e aveva continuato a parlare. - ..sei il suo primogenito e sei molto speciale per..-

- Non dirlo.- esalò tra i denti sedendosi di scatto e guardandola attraverso la patina di lacrime.

- Liam..-

- No, non voglio sentire nulla. E lasciami solo, per favore.- continuò a parlare con voce fredda per riuscire a trattenere il pianto.

- Liam..- tentò ancora sua madre poggiando una mano sulla sua spalla nell’intento di confortarlo non aspettandosi la reazione del figlio che si alzò dal letto con uno scatto e raggiunse la porta.

- Dove vuoi andare?-

- Se non vuoi lasciarmi solo nella mia stanza me ne vado io. -

Scese velocemente i gradini sentendo le lamentele di sua mamma alle spalle, si infilò velocemente il cappotto sentendo lo sguardo del padre addosso.

- Dove vorresti andare a quest’ora?- sentì un’altra ondata di rabbia e prese le chiavi mettendosele nella tasca del giubbino.

- Fuori.- rispose solo con lo stesso tono di voce calcolato e freddo. - Ho le chiavi, non aspettatemi in piedi.-

Si chiuse la porta alle spalle ignorando i richiami della madre.

 

 

 

 

 

Harry stava camminando velocemente nel parco, era notte fonda e c’era una bufera di neve che gli stava gelando la faccia, anche il calore della sciarpa era inutile.

Il parco che usava come scorciatoia per tornare a casa più in fretta era completamente deserto, non c’era anima viva in circolazione. Senza calcolare il ragazzo che se ne stava seduto sulla panchina a fissare il vuoto.

Harry rallentò il passo man mano si avvicinava a lui: aveva i capelli ricoperti da uno strato sottile di neve, doveva essere sicuramente lì da molto tempo e doveva essere a dir poco congelato.

Più si avvicinava più gli sembrava di conoscerlo, aveva quella strana sensazione che gli diceva di fermarsi e parlare con quell’estraneo.

Qualcosa sembrò accendersi nella sua mente e - Liam? Liam Payne?- quello sembrò risvegliarsi dal coma e spostò lo sguardo su di lui.

- Sono Harry, Harry Styl..-

- L'amico di Zayn, lo so. Mi ricordo.- lo interruppe il ragazzo con le guance rosse per il freddo.

- Bene, mi fa piacere che ricordi ancora qualcosa di quegli anni.- riprese Harry ricordandosi le condizioni in cui aveva lasciato il migliore amico. Avevano litigato per colpa di quel ragazzo che non aveva il coraggio di ammettere una cosa che sapevano persino i muri della loro vecchia scuola.

- Se sei qui per ricordarmi quanto sia stato idiota e smidollato oggi puoi anche andare.- lo sentì parlare mentre vedeva i suoi denti tremare dal freddo.

Harry avrebbe tanto voluto dargli le spalle e raggiungere casa per potersi buttare sotto alle coperte calde ma non poteva semplicemente lasciarlo lì a gelare. In quel momento voleva solo riempirlo di cazzotti ma non poteva lasciarlo lì a morir di freddo.

- Da quanto tempo sei qui fuori?- domandò quindi iniziando già a pensare ad un modo per convincerlo a tornare a casa.

- Non abbastanza.- rispose semplicemente l'altro fissando un punto lontano tra gli alberi innevati.

-..per morire congelato manca davvero poco- aggiunse Harry vedendolo fare spallucce indifferente.

- A nessuno importerebbe. Farei solo un favore a tutti quanti.- spiegò appoggiando il mento sulle ginocchia - A mio padre prima di tutto.- aggiunse sottovoce stringendo le braccia attorno alle gambe.

- Non so cosa succede con tuo padre ma..-

- Andiamo! Sappiamo entrambi che mi odi. Hai fatto la tua buona azione, ora torna a casa.- farfugliò Liam allontanandosi dalla mano del riccio che stava tentando di togliergli la neve dai capelli.

- Non posso lasciarti qui, Liam! Ma ti sei fatto qualcosa? Non posso lasciarti qui nella bufera!-

- Fai come vuoi, non m'importa.- continuò testardo tracciando delle linee sulla neve della panchina.

- Dai, vieni. Ti riporto a casa.- tentò di prenderlo per un braccio ma l'altro si scansò velocemente.

- Non ci torno a casa! Questa volta non ci torno!- gli gridò contro prima di alzarsi ed allontanarsi da lui.

Harry si alzò seguendolo e sentì il suo cellulare squillare.

- Zayn?-

- Mi dispiace, Harry. Mi dispiace davvero tanto. Non volevo dirti tutte quelle cose. Ero arrabbiato e tu..eri semplicemente lì e ti ho buttato addosso cose che nemmeno penso..-

- è passato, non importa..-

- Non è vero, sono stato uno stronzo e..-

- Che diavolo stai facendo!- gridò al ragazzo che si era sdraiato su una panchina coperta di neve ed aveva chiuso gli occhi.

- Ho sonno.- rispose semplicemente quello facendolo spaventare ancora di più quando iniziò a tremare.

- T-tu..c-con-tinua pure..a p-p-parl-are col tuo ragaz-zo..-

- Il mio ragazzo? Non è il mio ragazzo, razza d'imbecille!-

- Harry? Dove sei? Non sei ancora arrivato a casa?-

Respirò cercando di mantenere la calma.

- Sei con qualcuno? Ti ho disturbato?-

- Scom-met-to c-c-che..v-voi due sc-copate t-t-tut-to il g-gior-no e ..i-io m-mi sono in-namorato c-come un co..coglione..- lo sentì parlare ancora mentre lo vedeva tremare sempre più forte. Stava sparando un sacco di stronzate, ma almeno parlava. Quello era sicuramente positivo.

- Piccolo incidente, lo risolvo e poi ti richiamo.- disse sperando di poter riattaccare in fretta.

- Anche io..per fortuna il vetro del tavolino non si è completamente rotto..non posso dire la stessa cosa della mia mano ma..-

- E me lo dici così! Con questo tono tranquillo!-

- Smet-tila di..p-p-parlare v-vog-lio d-dormire..-

- E come dovevo dirtelo? Quando sei uscito ho tirato calci ovunque e alla fine il mio pugno si è scontrato con la superficie del tavolino? Nulla di grave solo qualche scheggia nelle nocche che ho già tolto..così va meglio?-

- Passo da casa tua appena finisco qui e..-

- No, Harry. Volevo solo scusarmi..non venire..voglio restare solo..ti prego..-

- Va bene..non fare altre cazzate.- riattaccò prendendo poi con forza il braccio del ragazzo sdraiato costringendolo ad alzarsi.

-..l-l-lasciami..- mugugnò quello agitandosi

- Ora mi ascolti bene!- gli prese i polsi stringendoli - Noi andiamo a casa tua, ti metti sotto alle coperte e mi prometti che non farai mai più una cosa simile.-

Liam scosse il capo tremando. - n-non imp-orta a nes-suno.-

- A me importa!- iniziò trascinandolo verso l'uscita più vicina del parco.

- N-non v-v-voglio t-t-tornare a casa.- balbettò l'altro tentando di opporre resistenza.

- Stai congelando, Liam! Hai già le dita quasi blu! Vuoi morire qui? È questo che vuoi?- gridò perdendo la pazienza.

Liam iniziò a scuotere freneticamente il capo.

- Non voglio tornare a casa..- mugugnò socchiudendo gli occhi.

- Non ci provare a chiudere gli occhi!- gli prese la testa tra le mani scuotendola - O giuro che dico a Zayn che sei tu che gli mandi i fiori!-

- Tanto m-mi odia.- replicò cercando di sedersi su una panchina ma venendo bloccato da Harry che lo trascinò fuori dal parco e lungo la via.

 

 

 

 

 

- Mi fan-no m-male i piedi.- brontolò per la terza volta Liam cercando di fermare la camminata troppo veloce del riccio.

- Siamo quasi arrivati, Li..posso chiamarti così, vero?- tentò di mettere su una conversazione per farlo continuare a camminare. Erano quasi arrivati non potevano arrendersi ora.

- Louis mi c-chiama c-c-così.- balbettò tirando la mano di Harry per farlo fermare. Voleva solo addormentarsi, qualsiasi posto gli andava bene.

- E questo Louis chi sarebbe? Il tuo ragazzo?- lo incitò a continuare più preoccupato a raggiungere la casa che altro.

- è il mio migliore amico..m-mi odia anche lui..-

- Ti odiano tutti, insomma.- replicò muovendo il pollice contro al dorso della mano dell'altro che era fredda e dura come il ghiaccio. - Potevi almeno metterti dei guanti.- borbottò aumentando il passo.

- Pos-siamo f-fermarci..m-mi fan-no m-male i p-piedi.-

- No! Guarda, siamo arrivati!- lo trascinò velocemente sui quattro gradini ed iniziò a bussare alla porta e a suonare il campanello.

Sentì dei rumori all'interno e la porta si aprì.

- Harry, ti avevo detto che..Liam? Cos'è successo? Liam?- il proprietario della casa alzò la voce continuando a spostare lo sguardo tra i due ragazzi fermi sulla soglia.

Il primo a fare una mossa fu proprio il ragazzo congelato che si avvicinò al moro e si strinse contro al suo corpo infilando le mani sotto alla maglietta sospirando poi felice.

Zayn saltò per la sorpresa mugugnando qualcosa.

- Sei gelato! Che hai combinato?- gli accarezzò piano la schiena guardando oltre alla sua spalla Harry che chiudeva la porta ed andava verso la cucina.

- T-tu sei c-c-caldo.- balbettò il ragazzo tra le sue braccia che stava anche strofinando il viso freddo contro al suo collo.

- Per fortuna passavo di lì! Perché se non lo trovavo io..- spostò lo sguardo su Harry che agitava una bustina di the tutto preoccupato.

- Z-Zee.- riportò la sua attenzione su Liam che tremava e gemeva di dolore. -M-mi fan-no m-male i p-piedi.-

Zayn guardò il suo amico sentendosi ad un passo dall'andare nel panico.

- Ho tutto sotto controllo, Zayn. Portalo in un luogo caldo, dagli dei vestiti asciutti e caldi..tienilo al caldo. Io preparo un the e poi ti raggiungo. Sono o non sono il figlio dell'infermiera più bella?- gli sorrise e tornò in cucina sbucando poi con la testa. - Non preoccuparti, Zayn.-

Liam starnutì e tremò tra le sue braccia risvegliandolo.

- Appoggiati a me, d'accordo? Andiamo in camera mia e poi Harry ci raggiunge.-

Liam annuì e salì lentamente i gradini.

- Zee, mi f-fan-no m-male anche le m-mani.-

- Lo so, ma ora passa..guarda.- arrivò in cima alle scale e gli chiuse le mani tra le sue. - Va meglio?-

Liam scosse il capo appoggiando il volto contro alla spalla del moro. - Ho sonno.- mormorò solamente chiudendo gli occhi, lasciandosi cullare dal profumo del ragazzo che lo stava stringendo e guidando verso una stanza.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Non ho molto tempo, dico solo una cosa: dopo anni in cui ti senti dire quelle cose è naturale che ci sia un crollo del genere.

E poi, spero possa piacervi con tutto questo grigiore.. ma era necessario.

Ora avete Liam a casa di Zayn ;)

A mercoledì, grazie mille a tutti quelli che hanno letto o recensito.

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Capitolo 13
*** Dodicesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

Dodicesimo capitolo:

 

 

 

- E cosa ci faceva lì?-

- Non lo so, Zayn. Ero più preoccupato a portarlo via da quel parco che ascoltare i suoi discorsi deliranti.-

Liam si agitò nel sonno mormorando qualcosa di incomprensibile, sentì qualcosa di freddo e bagnato sulla sua fronte e tentò di aprire gli occhi.

- Sicuro che sia tutto nella norma.. gli è salita la febbre e ..-

- Ho chiamato mamma prima e mi ha detto che la febbre è il minimo dopo tutto il freddo che ha preso. Rilassati, vado a preparare qualcosa per la colazione nel caso si svegliasse e avesse fame.. immagino vuoi stare qui con lui, eh?-

Liam strofinò il viso contro il cuscino e il profumo di fresco e menta gli entrò nelle narici, sentì una risata, i passi di qualcuno allontanarsi e il rumore di una porta che si chiudeva.

- Liam?-

Mugugnò lasciandosi toccare la guancia dalle mani delicate del ragazzo, allungò quasi il collo per poter stare più vicino a quella freschezza piacevole.

- Liam, sei sveglio?-

Annuì tenendo comunque gli occhi chiusi, era troppo stanco per aprirli, e appoggiò una mano sotto al cuscino sdraiandosi su un fianco.

- Stai meglio?-

Annuì di nuovo sentendo l’altro borbottare qualcosa su un fazzoletto bagnato che era già asciutto.

- Stanotte mi hai spaventato..- sentì ancora la mano tra i suoi capelli e sorrise. -..continuavi a tremare e poi ti è salita la febbre.. fortuna c’era Harry.. non avrei saputo cosa fare e.. Liam?- fece un verso invitandolo a continuare, sentiva la gola secca e sicuramente non sarebbe riuscito a dire una parola senza tossire.

- Perché l’hai fatto?- lo sentì domandare con un filo di voce, scosse la testa e aprì piano gli occhi abituandosi alla luce.

- Insomma, so che le cose con tuo padre non vanno per niente bene ma spingersi fino a quel punto..-

La mattina Zayn aveva gli occhi ancora più luminosi, un nocciola che sembrava quasi giallo. E Liam non poteva seguire il suo discorso se quegli occhi erano puntati nei suoi e lo fissavano con quella traccia di preoccupazione data dalle sopracciglia corrugate.

-.. come l’altra volta. Mi intrometto sempre in discorsi che non mi riguardano affatto. Non voglio obbligarti a rispondermi voglio solo cercare di capirti un po’ di più. Sei così misterioso.. ci sono momenti in cui credo di conoscerti alla perfezione, strano visto che ci siamo praticamente appena conosciuti, e poi fai qualcosa di così assurdo che..- seguì il movimento della mano tra quei capelli neri e restò imbambolato per qualche secondo a fissare la mandibola su cui risaltava un accenno di barba.

Zayn Malik la mattina era particolarmente irresistibile.

Ed era accanto a lui, seduto nel letto accanto a lui, e Liam era nel letto di Zayn.

Liam era nel letto di Zayn, con Zayn, nella stanza di Zayn.

Zayn. Zayn. Zayn.

Non sapeva se stava per morire d’infarto, il cuore batteva troppo forte, o se stava per gridare dalla felicità, aveva dovuto mordersi le labbra per trattenere il sorriso.

Era nello stesso letto con Zayn! Tutto quello che aveva sempre e solo sognato poteva realizzarsi con un solo..

- Mi stai ascoltando?-

Riportò lo sguardo sul viso del moro, non sapeva né come né perché ma stava fissando da chissà quanto tempo l’elastico dei pantaloni della tuta che il ragazzo stava indossando.

 

- Vuoi dirmi che ho fatto un discorso di mezz’ora parlando praticamente da solo?- domandò non riuscendo a nascondere la nota divertita nella voce, soprattutto quando Liam lo guardò con i suoi occhi marroni incassando la testa nel collo.

- Per dir cos’hai fatto di me non ho parole.- citò Zayn sottovoce, lo sguardo assorto sulla ciocca di capelli marroni che stava spostando dalla fronte calda.

- C-Come? Cosa?- strabuzzò gli occhi riportando la sua attenzione su quello che, per la febbre o per altro, aveva le guance rosse ed era estremamente adorabile sdraiato nel suo letto con quegli occhi che lo fissavano sperduti.

- Nulla, solo una frase che mi è venuta in mente.- tentò di sviare il discorso ricordandosi benissimo la reazione che aveva avuto qualche ora prima su quell’argomento. - Ogni tanto capita a noi lettori incalliti.. ti vengono in mente all’improvviso frasi di libri che hai letto e non riesci a stare zitto e devi per forza..-

- Mi ricordo.. una volta durante l’ora di letteratura eri in un mondo tutto tuo e quando la professoressa ti ha fatto una domanda hai ripetuto una frase che hai detto continuava a girarti per la mente..- continuò a fissarlo mentre l’altro sorrideva tranquillamente. -.. era qualcosa come: ‘Ciò che non abbiamo osato..-

- .. abbiamo certamente perduto’.- concluse insieme a lui con un’espressione sempre più incredula.

- E, se non ricordo male, è una frase di Oscar Wilde dal libro ‘divagazioni sulla felicità’ o qualcosa di simile..-

Zayn annuì, la bocca leggermente aperta mentre un fiume di domande lo trascinava nella corrente.

- Lo stavi leggendo durante l’ora di pranzo, forse per questo ce l’avevi ancora in mente..- il moro continuò ad annuire non sapendo cosa dire. Erano passati anni, anni!, come faceva Liam a ricordarsi tutti quei particolari?

- Bel testo, comunque. Mi piace molto la parte in cui dice che tutti gli uomini incontrano la fortuna ma non tutti sanno riconoscerla, siamo troppo impegnati a guardare da altre parti. Con nostalgia al passato o tutti rivolti al futuro.-

- Liam..- tentò di chiamarlo quando riuscì a ricollegare il cervello alla lingua.

- Ed è vero, no? Siamo sempre così impegnati a pensare a quanto faccia schifo la nostra vita che non ci accorgiamo delle opportunità che ci vengono messe davanti..-

- Liam, posso chiederti una..-

-..e i più grandi artisti ci hanno sempre insegnato che si deve cogliere l’attimo. Carpe diem, no?-

- L-Liam?- balbettò quando incrociò gli occhi marroni del ragazzo, erano ancora più scuri e sembravano gridare qualcosa che non riusciva a capire. Che voleva capire, ma non poteva.

- Posso restare qui ancora un po’?-

- Certo.. sì.. tutto il tempo che vuoi.. finché non ti riprendi.. non posso lasciarti uscire al freddo con la febbre.- iniziò a straparlare agitando le mani mentre le labbra di Liam si piegavano in un sorriso intenerito che lo faceva sciogliere e perdere nel discorso ancora di più.

- Grazie, Zayn.- arrossì sotto allo sguardo sincero dell'altro - Grazie di avermi ospitato a casa tua e tutto il resto. Grazie davvero.-

- N-non potevo lasciarti..eri completamente ghiacciato e..- fece un respiro riprendendo in mano ogni cosa e disse - Nessun disturbo, Liam.-

Gli sorrise di nuovo facendolo arrossire e lo vide picchiettare la mano sul materasso. - Sdraiati pure, scommetto che stanotte non hai dormito per colpa mia.-

- Oh, no! No..non è che..va bene.- si arrese nel momento stesso in cui incrociò quegli occhi marroni che gli chiedevano solo di non abbandonarlo.

Si sdraiò fissando il soffitto bianco, mille e più pensieri per la testa. Sospirò e guardò di sfuggita il castano che accanto a lui canticchiava con gli occhi chiusi.

- Quindi..- si schiarì la voce e seguì il movimento delle sue stesse mani contro al copriletto pesante. -..andavamo a scuola insieme, eh?-

Tra tutto quello che voleva chiedere gli era sfuggita dalle labbra la più stupida.

- Ehm..sì..mi son dimenticato di accennartelo?-

Zayn annuì decidendo per il suo bene di non guardare il ragazzo accanto a lui.

 

 

 

 

 

 

Harry stava cercando tra gli armadietti della cucina dello sciroppo d’acero da mettere sulle frittelle. Zayn aveva una cucina piccola ma le cose sembravano sparirgli da sotto il naso. Sentì una musichetta e la seguì trovandosi in sala, veniva dal cappotto di Liam. Dopo un momento d'indecisione cercò nelle tasche e tirò fuori un cellulare che aveva smesso di squillare ma aveva almeno venti chiamate nell'ultima ora. Tolse il blocco tasti ed aprì il registro delle chiamate perse, dopo avrebbe pensato a tutti i messaggi. Riprese a squillare così all'improvviso che per sbaglio, cliccando un tasto, rispose.

- SEI UN IDIOTA!- fissò il telefono nelle sue mani stupito di poter sentire la voce dell'interlocutore da quella distanza.

- DOVE SEI, LIAM? TI PREGO DIMMELO CHE VENGO AD UCCIDERTI!-

Harry non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere portandosi il cellulare all'orecchio.

- Ora ti metti anche a ridere? Cazzo, Liam! Tua mamma mi ha chiamato disperata stamattina perché ha visto che non eri rientrato. E ho iniziato a chiamarti ma non rispondevi!-

Effettivamente potevano chiamare casa di Liam per avvisare i genitori, pensò Harry. Ma erano così presi dal cercare di fare qualcosa per fermare il tremare incessante di Liam che era sfuggito dalla mente di entrambi.

- Tu non sai come mi hai fatto preoccupare! E poi ieri sera potevi dirmelo che era successo tutto quel casino con tuo padre! Non ti avrei urlato dietro come ho fatto e..- lo sentì deglutire e avvicinò di più il telefono all’orecchio per poter ascoltare meglio.

- .. Liam mi dispiace davvero.. Lo sai che tutte quelle cose le ho dette preso dalla foga e.. e nemmeno tuo padre.. sai che non lo pensa davvero nemmeno lui..-

Harry restò in silenzio tentando di capire da solo cosa poteva aver detto di così terribile da spingere il figlio a morire congelato.

- Liam? Puoi dirmi qualcosa? Qualsiasi cosa. Dimmi che sono un idiota, che non vuoi più avermi come amico, che sono uno stronzo. Ma dimmi qualcosa.-

- Ecco..-

- Tu non sei Liam..-

Il riccio scosse la testa aggiungendo un - Risposta esatta.. Louis, immagino.-

- Chi sei e cos’hai fatto a Liam?-

Ridacchiò al tono improvvisamente protettivo che aveva assunto e sentendo l’altro iniziare ad irritarsi rispose - Io? Proprio niente.. Liam sta dormendo nel letto di..-

- CHE CAZZO HAI FATTO A LIAM?- fu costretto ad allontanare il cellulare dal suo orecchio quando l’altro gridò ancora. - Ieri poteva essere disperato, te lo concedo, ma non si scopa gli sconosciuti! È il mio migliore amico e, giuro, se gli hai fatto qualcosa ti ucciderò con le mie stesse mani!-

- Lo terrò a mente.- scherzò non riuscendo a trattenersi, quel tipo strambo lo faceva divertire con i suoi sbalzi d’umore. - Vorrei passarti Liam per farti dire direttamente da lui che non ho, in alcun modo, approfittato del suo corpo ma ora è nel letto di Zayn e starà sicuramente dormendo visto che ieri sera..-

- ZAYN? ZAYN MALIK?-

- Immagino di non doverti chiedere spiegazioni del perché conosci il mio migliore amico..-

- Non ti conviene chiedere.. quindi tu sei ricci belli?-

- Ricci belli?-

- Ricci belli, bei ricci. Un piccolo nomignolo che ho dovuto darti per evitare di continuare a chiamarti quell’Harry Styles che è sempre con il mio Zayn. -

- Geloso il tuo amico, eh?-

- E quella era la versione leggera..ti risparmio le altre.-

- Molto gentile da parte tua.- continuò con un sorriso tornando in cucina, non aveva ancora fatto le frittelle e se Zayn non mangiava la mattina diventava irritante. Erano quelle cose che sapeva dopo averci passato insieme tutta la vita.

- Senti, Louis..- calcò sul suo nome cercando di attirare completamente la sua attenzione. -.. tu sei il migliore amico di Liam, io di Zayn. Sappiamo entrambi tutto, no? Potremmo far qualcosa per quei..-

- Tanto hanno già risolto, no? Liam ha passato la notte lì da Zayn. Avranno già chiarito.-

- Ha passato la notte qui con almeno quaranta di febbre perché ha avuto la brillante idea di stare fuori al freddo per non so quante ore. - spiegò velocemente aprendo il frigorifero prendendo poi le uova.

- Quindi noi due potremmo..-

- Posso parlare con Liam?- sentì domandare con un filo di voce dall’altra parte del telefono.

- Te l’ho detto, ora starà dormendo. Stanotte non ha smesso un attimo di tremare.. e anche Zayn non è messo proprio bene. Non voglio disturbarli ma..-

- Quando si sveglia puoi dirgli che ho chiamato?- continuò l’altro con un tono completamente diverso dall’inizio della conversazione, sembrava quasi spento.

- Certo, appena si sveglia..-

- E che gli voglio bene e niente di quello che gli ho detto lo penso davvero.-

Harry annuì, stava per rispondere qualcos’altro quando lo interruppe ancora il suo interlocutore. - Ora devo andare, ricordati di dirlo a Liam. - annuì ancora - m’inventerò io una scusa con i suoi.. è stato un piacere aver parlato con bei ricci.-

- Piacere tutto mio, Louis.-

Ed il sorriso sulle sue labbra non lo lasciò nemmeno quando bruciò, per la prima volta in vita sua, le frittelle.

 

 

 

 

Angolo Shine:

…. DODICI RECENSIONI ALL’ULTIMO CAPITOLO?

Mi vien da piangere. Ma quante siete? çmç

Che poi questa storia non mi sarei mai decisa a pubblicarla se Silvia non avesse insistito tanto.. e .. non so cosa dire. Mi fate emozionare :’)

Tornando al capitolo c’è un piccolo passo avanti (per il bene dell’umanità) e Liam si frega con le parole e gli fa capire di conoscerlo dalle superiori.

Poiiiiiiii la telefonata <3

Vi giuro, mi diverto troppo a scrivere le telefonate, non si nota.

E avete un microscopico Larry e l’ultima-ultima-ultima frase ha bisogno di una spiegazione.

Non so quante di voi hanno visto “Sabrina” (non vita da strega) quello con Audrey Hepburn, quando la spediscono a Parigi alla scuola di cucina c’è una frase che dice un vecchio barone e mi piaceva l’idea di riprenderla.

Ed era qualcosa come: “Quando sei innamorata bruci le cose, se invece il tuo amore fa soffrire ti dimentichi di accendere il forno”

E quindi è un modo per farvi capire che Harry è come se si fosse già “innamorato” di Louis, no?

Vi prego ditemi che avete capito la mia idea malsana .-.

Null’altro da aggiungere, grazie (grazie grazie grazie grazie grazie) a tutti quelli che leggono e recensiscono.

Io adoro tutte le vostre recensioni <3

 


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Capitolo 14
*** Tredicesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

 

 

Tredicesimo capitolo:

 

 

 

 

- Zayn?-

Brontolò quando una mano continuò a scuotergli il braccio, Harry sapeva benissimo che odiava essere svegliato ma continuava ad insistere nonostante tutto.

- Ti ho fatto le frittelle che ti piacciono tanto.- si raggomitolò ancora di più contro al materasso strizzando gli occhi e sperando di potersi così riaddormentare. - E te le ho anche portate qui in camera, non sono un bravo amico?- scosse la testa contro alla superficie morbida respirando subito dopo in un profumo che non aveva mai sentito ma che non gli era del tutto estraneo.

Sorrise stringendo le dita attorno alla stoffa del lenzuolo, o almeno così pensava, e rispose tenendo il viso premuto contro alla cosa da cui proveniva quell’odore particolare. - Voglio dormire, Harry. Lasciami dormire. Poi faccio tutto quello che vuoi.-

- Molto più comodo il letto oggi, vero?- non badò al divertimento nella voce dell’amico e annuì contro a quello che credeva fosse il cuscino.

- Sentito, Liam? Sei più comodo del letto.- inarcò un sopracciglio confuso tenendo comunque gli occhi chiusi.

- Cosa c’entra ora L..- tentò di parlare venendo interrotto sempre da Harry

- Zayn non vuole dormire nel letto, non è così Zay? - si strinse ancora di più contro al profumo e sbuffò sentendo un dito pizzicargli la guancia. - Vuole dormire stretto stretto al suo ragazzo. Come sei carino così tutto abbracciato a lui.-

- Smet..-

- Non sono il suo ragazzo.- sentì la cosa sotto di lui vibrare al ritmo con le parole, spalancò gli occhi staccandosi un po’ e accorgendosi così che Harry non scherzava per nulla.

Non era più sdraiato accanto a Liam ma sopra di lui: con una gamba gli circondava il fianco, il viso era premuto contro al suo petto, con una mano stringeva la stoffa della maglietta mentre l’altra era appoggiata sul cuscino, le dita che sfioravano quei capelli marroni che non riusciva a smettere di toccare.

E fortunatamente non era eccitato perché quella parte del suo corpo era completamente schiacciata contro alla gamba di Liam.

Le cose si sarebbero fatte ancora più imbarazzanti con un’erezione da spiegare.

- Il mio amico Zayn sembra pensarla diversamente da..- si allontanò di colpo cadendo quasi dal letto, non fosse stato per Liam che gli circondò la vita appoggiando le mani contro alla sua schiena. Perché all’improvviso aveva incredibilmente caldo? Quei palmi appoggiati sulla sua maglietta emettevano troppo calore.

Sollevò timidamente il viso incontrando gli occhi di Liam a metà strada. Da quella distanza erano così intensi che gli veniva voglia di baciarlo. Arrossì immediatamente al solo pensiero e si sedette riuscendo a mettere più spazio tra loro e, soprattutto, a liberarsi di quella braccia che lo stringevano.

Si schiarì la gola fingendo una calma che non aveva, dentro di lui era tutto un vortice di pensieri che andava dal “cosa devo fare, devo scusarmi, come faccio a scusarmi” al “Liam la mattina è ancora più bello”.

- .. Louis ma non volevo disturbarti quindi..- non stava seguendo per nulla il discorso di Harry, era troppo concentrato a guardare la mano di Liam accanto alla sua, le loro due tonalità risaltavano così bene insieme che avrebbe voluto stringerla per vedere di più il contrasto.

-.. sempre così la mattina, credimi. E questo non è ancora niente, ci son quelle volte in cui fissa il muro e..-

Strinse i denti sul labbro inferiore per non far notare il sorriso quando si ricordò che quella mano l’aveva stretta la sera prima, e Liam non l’aveva lasciata neppure quando si era addormentato.

- Zayn?- sbatté velocemente le palpebre scuotendo il capo,  quando ritornò in sé due persone lo fissavano in attesa.

- Liam stava dicendo che dovrebbe tornare a casa quindi..-

- sì, sì..giusto..certo..- iniziò a straparlare alzandosi dal letto e muovendo le mani sui pantaloni non sapendo bene cosa fare.

- Zayn? Dove hai messo i vestiti di Liam? Sei tu che..-

- ah, sì.. è vero.. sono..sono nella lavatrice ma..ci sono quelli dell’altra volta..e..- evitò di guardare Harry e si concentrò su Liam che era arrossito come lui. -..non sapevo come fare a portarteli visto che non so nemmeno dove abiti..- si tenne occupato a cercare nell’armadio i vestiti di Liam, consapevole di avere due paia di occhi puntati sulla schiena.

- Ecco, tieni.- gli porse il paio di pantaloni e la maglietta arrossendo ancora di più quando l’altro li prese sfiorandogli accidentalmente le dita.

- Vado a cambiarmi e poi.. vado.- Zayn annuì non sapendo cos’altro fare e fissò la schiena di Liam che si allontanava dal letto ed usciva dalla camera.

- Hai tenuto i suoi vestiti nell’armadio?- si buttò a peso morto sul letto nascondendo la testa nel cuscino, il profumo di Liam che ormai era ovunque. - Ci mancava solo che ti facevi trovare con quelli addosso.-

All’ultima frase di Harry seguì il silenzio e Zayn arrossì ancora di più desiderando solo di sprofondare nel materasso.

- Ti prego dimmi che non li hai indossati sul serio.-

- N-non è che.. non li ho tenuti per molto.- riuscì a spiegare dopo qualche minuto sentendo la risata di Harry alle sue spalle.

- Erano comodi, va bene?- si alzò di scatto cercando di fare valere la sua opinione. - Ed avevano anche un buon profumo.- concluse sollevando il mento.

- Hai dormito bene, eh?-

Non ci pensò due volte, prese il cuscino e lo lanciò contro al riccio che scoppiò di nuovo a ridere.

 

 

 

 

 

 

 

 

Liam si era cambiato in fretta, aveva salutato velocemente Zayn ringraziandolo altre mille volte ed aveva rifiutato la colazione, che dal profumo doveva essere squisita. Ma l’unica cosa che voleva fare era tornare a casa, perché più tempo passava fuori più l’agonia si prolungava. Ed era molto meglio per tutti non rimandare troppo, non aveva la forza di un’altra discussione con suo padre che gli ricordava quando fosse inutile sprecare i suoi anni nella facoltà di musica.

Non era però riuscito ad evitare di farsi accompagnare fin sotto casa da quell’Harry che non aveva fatto altro che insinuare cose. Ma era troppo stanco per rispondere o per negare ed aveva quindi fatto tutta la strada chiuso nel suo silenzio.

Lo salutò un’ultima volta e lo ringraziò sinceramente, poteva anche non sopportarlo per il legame che aveva con Zayn ma si era comunque dimostrato una persona con un gran cuore.

Non solo non l’aveva abbandonato in quel parco, come gli aveva più volte chiesto, ma ora l’aveva accompagnato fin sotto casa nonostante abitasse dall’altra parte della città.

- Liam!- si voltò con la mano sul cancellino pronto ad entrare in quella casa e a difendere ancora una volta le sue scelte. - Cerca di non cacciarti nei guai ora o Zayn non me lo perdona.-  Harry gli fece l’occhiolino e lui sorrise salutandolo ancora una volta.

Prese un respiro e percorse a grandi passi il viale. Aprì la porta, si voltò un’ultima volta verso l’altro ragazzo ed entrò.

-..fuori e noi non sappiamo nemmeno dove sia!- le urla di sua mamma venivano dalla cucina. Non aveva bisogno di controllare per capire che stava discutendo ancora con suo padre per colpa sua.

- Se non riesce ad accettare le mie opinioni come credi potrà accettare..- e suo padre, ovviamente, era calmo. Sempre così dannatamente sicuro di sé.

-Liam?-

Non prestò più attenzione al discorso che stava avvenendo nella cucina perché si trovò davanti due occhioni azzurri che lo fissavano incerti.

- Matthew.- si piegò sulle ginocchia per poter essere al suo stesso livello e gli scompigliò i capelli. - allora? ti sei divertito con John? Scommetto che non avete dormito tutta la notte per giocare con quel nuovo videogioco.-

- Dove sei stato?- sbatté per un attimo gli occhi quando vide il fratello, braccia incrociate, che lo fissava con un’espressione seria.

- D-Da Louis?- tentennò mentre una parte di lui s’innervosiva a dover dare spiegazioni ad un bambino.

- Lo sai che la mamma ha pianto tutto il giorno per colpa tua? La mamma piange sempre per colpa tua.-

- Dì a mamma e papà che sono tornato.- disse solamente Liam rialzandosi ed incamminandosi verso la camera.

- Papà dice che non meriti nemmeno una lacrima di mamma.-

Si bloccò sui suoi passi sospirando un -Lo so.- e poi si chiuse la porta alle spalle buttandosi nel letto, il profumo di menta che gli era rimasto sottopelle come un marchio.

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Come sempre, son qui.

In questo capitolo avete il solito fluff, ma non sono riuscita ad evitare l’angst della fine.

Non odiatemi, vi prego.

Vi dico subito, per farmi perdonare, che nel prossimo Zayn va a casa di Liam çmç

A mercoledì, grazie a tutti quanti.

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Capitolo 15
*** Quattordicesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

 

Quattordicesimo capitolo:

 

 

 

 

 

 

- Liam? Stai meglio?-

Cercò di rispondere ma aveva tutta la gola in fiamme, aprì gli occhi vedendo sua madre china su di lui che gli porgeva un bicchiere pieno d’acqua. Si fece aiutare per sedersi e bevve un lungo sorso con le mani che tremavano.

- Hai qualche linea di febbre ma passerà con un po’ di riposo.- annuì e si sdraiò di nuovo nel letto lasciandosi accarezzare i capelli. Era una cosa che riusciva a calmarlo, fin da quando era piccolo. Bastava che sua mamma gli toccasse i capelli e gli passava ogni tipo di dolore.

- Tuo padre non te lo dirà mai ma si è sentito in colpa tutta la notte, non riusciva ad addormentarsi e l’ho dovuto obbligare a raggiungermi in camera. Non si è mosso dal divano per ore.-

Si tirò le coperte fin sopra al mento rannicchiandosi su un lato, dando così le spalle alla donna che sospirò sedendosi sul letto.

- Sai che non è bravo a mostrare i suoi sentimenti.- continuò lei spostandogli i capelli dalla fronte sudata. - ma ti vuole bene, anche se non lo dimostra spesso.-

Liam grugnì spostandosi ancora di più dalla madre; voleva solo restare solo, non aveva bisogno di sentire quanto si sentisse in colpa suo padre.

- Spero lo capirai presto..perché questa cosa tra voi due sta superando i limiti.-

- Dillo a lui.-  si lamentò, la voce roca e la mano stretta attorno al cuscino.

- L’ho già detto a lui.-  replicò subito alzandosi dal letto. - E ora l’ho detto anche a te. Il prossimo passo dovete farlo voi perché io mi son stancata del vostro comportamento immaturo.- si allontanò e si chiuse la porta alle spalle.

 

Si mosse nel letto cercando di trovare una posizione comoda, sentiva caldo e la testa gli stava scoppiando.

- Liam?- suo fratello si era avvicinato al letto e lo guardava coi suoi occhi azzurri innocenti.

- Ti ho fatto questo..- prese il foglio che Matthew gli porgeva e sorrise.

- Siamo io e te.- spiegò ancora il bambino indicando le due figure disegnate. - Quando ti senti meglio ci torniamo a pattinare, Li?-

Annuì passandogli una mano tra i capelli. - Passeremo le vacanze sul ghiaccio, ti va?-

Matthew batté le mani tutto eccitato prendendo il disegno ed appoggiandolo sul comodino. Si sedette sul letto in ginocchio fissando serio il fratello maggiore.

- Liam?- lo chiamò iniziando a toccarsi le mani nervoso. - Sono ancora il tuo fratello preferito? Anche se ti ho detto tutte quelle cose brutte? Mamma ha detto che devo farmi perdonare.-

- Sarai sempre il mio fratellino preferito, Matt. E non hai fatto nulla di male, anzi hai fatto bene a sgridarmi. Ogni tanto anche le persone grandi sbagliano e io ho sbagliato..dai vieni qui.- lasciò raggomitolare il bambino contro di lui, e appoggiò le labbra contro ai suoi capelli sorridendo.

- Mamma ha detto se vuoi venire giù a mangiare.- lo sentì mormorare contro alla sua maglia che stringeva tra le dita piccole.

- Non ho molta fame..preferisco dormire.- rispose iniziando a muovere le dita sui fianchi del fratellino facendolo allontanare da lui tra le risate. - E tu invece devi andare giù perché se non mangi nulla resti piccolo..e tu non vuoi restare piccolo per sempre, vero?-

Matthew gli lasciò un bacio sulla guancia scappando poi verso la porta.

- Ma quando ho finito posso tornare qui da te?-  chiese voltandosi ancora verso Liam che annuì facendo comparire un sorriso ancora più grande sulle labbra del bambino.

 

 

Zayn fece scrocchiare per la terza volta le dita fissando indeciso il campanello. Aveva fatto tutta quella strada a piedi, era stupido tornare indietro ora. Ormai era lì.

Stava per suonarlo ma poi cambiò di nuovo idea e diede le spalle alla porta ritornando sul vialetto.

- Andiamo, Zayn. Non fare il codardo. Vai dentro e t’informi solo sulla sua salute. Tutto qui. Solo un come stai e poi sei fuori.- ritornò velocemente alla posizione di prima suonando senza ulteriori riflessioni il campanello.

Tentò di nuovo di scappare ma uno - Zayn?- pronunciato lentamente lo bloccò sul posto.

Si voltò piano trovando sulla porta proprio la persona che stava cercando, indossava dei pantaloni della tuta e una maglia a maniche lunghe.

- E-ehi! Ero passato solo per..come stai?-

- Vuoi entrare?-

Avevano parlato insieme e ora Liam lo fissava in attesa.

Non c'era nulla di male ad entrare, giusto? E poi se Liam stava ancora male non poteva certo lasciarlo lì fuori sulla veranda con quel freddo.

Ci pensò ancora per  meno di un minuto e poi annuì. E con cinque grandi passi era dentro.

- wow.- si lasciò sfuggire dopo aver dato una veloce occhiata in giro.

- I miei non ci sono, sono andati da qualche parte con mio fratello.- riportò la sua attenzione sul ragazzo che non aveva distolto lo sguardo da lui e sorrise intenerito quando quello si passò una mano tra i capelli, negli occhi marroni una sfumatura di stanchezza che gli faceva venir voglia solo di abbracciarlo.

- Volevo solo sapere se stavi bene..sono passati due giorni e..-

- Posso offrirti qualcosa da bere?- lo interruppe Liam muovendosi già verso quella che doveva essere la cucina senza aspettare una risposta, e Zayn lo seguì non sapendo come comportarsi in quella casa troppo grande.

- Non voglio disturbare, e poi devi essere stanchissimo. Sul serio, lascia stare. Voglio solo sapere se stai bene e poi vado via..- continuò ad insistere mentre lo seguiva ed entrava in una cucina che era quasi il doppio della sua.

- Lo sai che un ospite non può rifiutare niente? È maleducazione non accettare i servizi del padrone di casa.- lo bloccò Liam concludendo il tutto con un occhiolino che lo fece arrossire, soprattutto perché la frase appena pronunciata stava prendendo tutt’altra piega nella sua mente.

- Allora va bene un semplice bicchiere d’acqua.- riuscì a rispondere quando vide l’altro dargli le spalle e aprire gli sportelli dell’armadio.

- Solo un bicchiere d’acqua? Sei serio?- lo prese in giro il castano scuotendo il capo. - Voglio un the, tu vuoi un the? Bene, vada per il the.-

Stava per rispondere alla domanda ma Liam aveva fatto tutto da solo lasciandolo fermo accanto al tavolo con un’espressione confusa.

 

 

- Puoi sederti, sai?- gli fece un cenno verso le sedie non riuscendo a trattenere il sorriso divertito quando vide Zayn iniziare a farneticare prendendo immediatamente posto su uno sgabello di fronte al bancone della cucina.

- E comunque non sono poi così stanco..- si appoggiò al mobile sorridendo al moro che stava combattendo col giubbino e la sciarpa. -..sono due giorni che non ho rapporti con esseri umani, esclusa la mia famiglia, quindi sei più che benvenuto.-

- Non stai sentendo Lo..Loris? Lewis?-

- Louis?- Zayn annuì appoggiando sciarpa, guanti e giacca sullo sgabello accanto.

- Mi ha chiamato, non ho risposto ed ora credo stia aspettando la mia mossa.- sospirò e iniziò a giocare con la corda dei pantaloni. - Cosa che sa benissimo non farò mai..-

- Harry continua a parlare di questo..Louis.- si morse il labbro inferiore quando vide l’altro socchiudere gli occhi concentrato ad indovinare il nome.

- Conquista un po’ tutti, anche se dopo diventa una grande palla al piede. Te lo posso assicurare.-

- Mi converrà avvisare Harry perché..-

- Decisamente sì, avvisalo. È una cosa insopportabile, quando si mette in testa una cosa..potrei andare avanti per ore a parlare delle manie di Louis Tomlinson ma tu non sei qui per questo, giusto?-

Zayn continuò ad osservarlo mentre l’altro si allontanava dal bancone a cui era appoggiato per avvicinarsi a lui, portò quasi indietro la testa quando Liam si sporse riducendo la distanza.

- Quello che mi sto chiedendo da quando ti ho visto sulla soglia di casa mia è.. cioè una delle cose che mi sono chiesto..- aveva abbassato la voce e continuava a studiarlo. I suoi occhi marroni che quasi bruciavano in quelli nocciola di Zayn.

- Come hai fatto a trovar.. ah, giusto. Te l’ha detto Harry, non è così?- continuò a parlare tenendo le braccia puntate sul mobile per avvicinarsi sempre di più a quello che continuava ad arrossire.

- N-no.. i-io..- aveva scosso velocemente il capo ed aveva iniziato a balbettare mentre Liam aveva inarcato un sopracciglio e lo fissava in attesa di una risposta. - Sono andato a scuola perché avevano bisogno di..di una cosa.- iniziò restando sul vago stringendo le dita sulla stoffa dei jeans per poter sciogliere un po’ di tensione.

- Una cosa?- incalzò Liam solo per il piacere di vederlo arrossire.

- Sì, dovevo firmare dei..moduli..- Zayn tentennò spostando lo sguardo sui fornelli alle spalle del castano dove si stava scaldando l’acqua per il the.

- Dei moduli?- lo sentì ridacchiare e quando riportò gli occhi di fronte a sé lo vide con il viso appoggiato sui pugni, il peso del corpo sostenuto dai gomiti sul bancone ed un sorriso divertito sulle labbra.

Zayn annuì - E visto che ero già lì ho pensato di chiedere l’indirizzo di questo mio alunno che..-

- E scommetto te l’hanno dato con piacere, tutte quelle baggianate sulla privacy non..-

- E va bene.- lo interruppe sollevando le braccia. - Colpevole. Sono riuscito a distrarle ed ho cercato io quello che mi serviva.- concluse rispecchiando il sorriso del castano.

Scoppiarono a ridere insieme e quando riuscirono a calmarsi la distanza tra i loro visi era notevolmente diminuita. Zayn seduto sull’angolo dello sgabello tutto proteso in avanti e Liam con il corpo premuto contro al bancone in legno.

Si guardarono, l’indecisione negli occhi di entrambi, e poi il fischio del bollitore li riportò in quella grande cucina rompendo la bolla che avevano creato. Zayn si spostò con uno scatto sedendosi meglio sullo sgabello e Liam si voltò spegnendo il fuoco.

 

 

 

 

 

- Ma è..è..non ci credo!- scoppiò a ridere quando Zayn incrociò le braccia al petto appoggiandosi meglio allo schienale del divano.

- Dev’essere stato..- continuò coprendosi la bocca con le mani per trattenere la risata.

- Imbarazzante, sì molto.- riprese il moro concludendo la frase lasciata in sospeso dall’altro.

- Tuo padre che..- non riuscì a continuare perché il suo corpo si scosse in un’altra risata. - che.. che..-

- Che entra nella mia stanza mentre guardo un video porno.. gay.- concluse di nuovo per lui, sulle guance una sfumatura rossiccia. - Non mi ricordo più nemmeno cosa gli ho detto. Ho iniziato ad inventarmi una scusa dietro l’altra. Ho tirato dentro anche Harry ed un progetto scolastico.. e non ridere!- esclamò spingendolo e scoppiando a ridere lui stesso quando lo vide perdere l’equilibrio e cadere dal divano.

- Un progetto scolastico?- domandò quello a terra che non aveva smesso di sghignazzare.

- Non sapevo che altro dire!- si difese cercando di mantenere un’espressione offesa, senza riuscirci.

- Questo è un pessimo, pessimo modo per dire ai tuoi genitori che non hai alcuna intenzione di mandare avanti il nome della tua famiglia.- ridacchiò riprendendo posto sul divano. - E come l’hanno presa?- domandò curioso piegando una gamba per poter guardare Zayn in viso.

- Non sono riuscito a guardarlo in faccia per almeno un mese.- iniziò a spiegare provocando un altro scoppio di risa da parte del castano. - Non condivide molto la mia scelta ma è sempre mio padre e finché son felice io a lui va bene tutto.-

- Non è andata poi così male.- gli appoggiò una mano sulla spalla per cercare di consolarlo, quegli occhi nocciola si erano all’improvviso fatti più spenti.

- No..non è andata male.. ho dovuto lottare per arrivare fin lì.. ed è grazie a mio nonno se..- si bloccò deglutendo e fissò un punto sul tappeto. - E tu invece?- domandò all’improvviso riportando i suoi occhi chiari sul coetaneo che continuava a guardarlo.

- Io cosa?- chiese non trovando un nesso tra il discorso che stavano affrontando e la domanda di Zayn.

- Come hai fatto a dirlo ai tuoi?- insistette guardandolo attraverso le sue ciglia che gli davano quasi un aspetto femminile.

- Non ho mai detto nulla su quello, ho già abbastanza problemi sulla mia scelta universitaria..se mio padre dovesse scoprire che..- scosse il capo non volendo pensare a quella situazione.

- Ma tu sei.. insomma..- riprese Zayn non volendo far cadere quel discorso.

- Mi piace una persona.- iniziò guardando solo per un momento gli occhi del moro che annuì invitandolo a continuare. - Mi piace da.. un sacco di tempo.- sospirò l’ultima parte come un gran peso che gli veniva tolto dallo stomaco. - Ma probabilmente non sa nemmeno che esisto.-

Non sapeva, corresse nella sua mente muovendo le mani sudate sui pantaloni.

- Forse dovresti prendere coraggio e dirglielo, no? Insomma non può andare peggio di così..- tentò di scherzarci sopra mentre dentro di lui sentiva lo stomaco agitarsi solo all’idea di quel ragazzo abbracciato a qualcun altro.

Quello che seguì fu solo il silenzio, Zayn riusciva a sentire l’orologio sopra al camino che ticchettava e scandiva il battito del suo cuore.

- Mi hanno detto che per le vacanze di natale al cinema fanno rivedere tutti i film di Batman.- ricominciò a parlare Liam grattandosi il collo. - Vorresti venirci? Con me?- domandò lanciando una veloce occhiata al moro che arrossì ed annuì.

- Molto volentieri.- lo sentì rispondere con un filo di voce. - E poi a Batman non si può dire di no.-

- No, a Batman non si dice di no.- ridacchiò insieme a lui sentendo tutta la tensione lasciare le sue spalle velocemente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

 

Uohh. Siamo già al 14 çmç

Mi sembra ieri di aver iniziato a pubblicare e ora.. mi sembra di veder crescere il mio piccoletto :’)

 

Ok, torniamo serie.

Anzitutto io non so come ringraziarvi perché siete davvero tantissime e, non lo so, mi fate sentire apprezzata e altre smancerie che ora salterò bellamente per non scavarmi da sola la fossa dell’imbarazzo :’)

 

Tutte voi che aspettate il bacio e non sapete quanto vi farò penare ancora :’D

Dio, quanto mi sento potente ò.ò

(Che poi credo la maggior parte di voi sappia che arriverà nel 18, con tutto il resto. Dovete resistere 4 capitoli, su.)

 

 

Dopo quello spoiler vorrete ammazzarmi. ^^’

 

Ci vediamo sabato, grazie ancora.

 

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Capitolo 16
*** Quindicesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quindicesimo capitolo:

 

 

 

 

Zayn diede un altro morso al panino evitando lo sguardo del ragazzo di fronte a lui che continuava a parlargli di cose assurde, con riferimenti ad improbabili appuntamenti al cinema.

- Non è un appuntamento.- ripeté scocciato dopo aver bevuto un lungo sorso della sua bibita. - è solo una semplice.. uscita? Tra amici.. per vedere dei film di un supereroe. Seriamente, Harry, non è un appuntamento. Voleva solo qualcuno con cui vedere dei film, tutto qui.-

- Tutto qui?- annuì passando il dito sul bordo del bicchiere in vetro. - Ma tu vorresti..-

- Gli piace una persona, va bene?- lo interruppe riuscendo a liberarsi di quel peso che non l’aveva fatto dormire tutta la notte. - Gli piace da un sacco di tempo e io non..-

- Non stai per dire che non sei tu, vero?- sbuffò incrociando le braccia al petto ed appoggiandosi allo schienale.

- Devi smetterla di mettermi in testa queste idee.- mugugnò guardando fuori dalla finestra per evitare di guardare l’amico che roteava gli occhi scocciato.

- E va bene, avevi indovinato sul fatto che andavamo a scuola insieme ma sul fatto che è lui che mi manda i fiori o che.. che gli piaccio hai completamente torto.- si affrettò ad aggiungere bloccando ogni tentativo del riccio di far valere le sue opinioni.

- Dovevi vedere come s’illuminava tutto quando parlava di quel Loris.- aggiunse con un tono che non doveva uscire così acido.

- Louis.- sentì la correzione del ragazzo e sbuffò

- è la stessa cosa.- borbottò piegando le braccia sul tavolo e nascondendoci dentro il viso. - Lo odio già. Posso odiarlo, vero?- lo guardò con i suoi occhi chiari e il labbro un po’ all’infuori ricevendo in risposta solo delle risate.

- Liam conosce Louis da quando si è trasferito a Londra. Quindi esattamente.. tre anni fa, più o meno.- continuò a fissarlo con la guancia appoggiata sul braccio. - Sai da quando tempo conosce te, Zayn? Da quando ha dodici anni. Chi conosce da più tempo?-

- Magari per lui tre anni son tanti.- rispose solo spostando il viso per nascondersi meglio contro al suo braccio.

- La mattina in cui eri amorevolmente abbracciato al tuo Liam..- grugnì quando sentì Harry riprendere ancora lo stesso discorso. -.. ho risposto alla chiamata di questo Louis e ti posso assicurare che mi ha fatto capire che Liam ti viene dietro.-

- Non ci crederò finché non me lo dirà lui.- affermò deciso Zayn risedendosi contro allo schienale con un sorriso.

- E ora perché fai così?- i lati delle sue labbra si sollevarono ancora di più e gli era venuta una gran voglia di ridere. Improvvisamente si sentiva molto più felice.

- Sai quanti giorni mancano alla fine del mese?- domandò euforico saltellando quasi sulla sedia.

- Oh, no. Non di nuovo.- scoppiò a ridere quando vide il riccio sbattere la testa contro al tavolo con fare esasperato.

 

 

 

 

 

 

 

 

Liam continuò a camminare, lo sguardo puntato sulla strada innevata, le guance tutte rosse ed una sensazione strana alla bocca dello stomaco ogni volta che le sue dita sfioravano accidentalmente quelle ricoperte dai guanti del ragazzo al suo fianco.

Era ormai passata la mezzanotte e stava ripercorrendo la strada di qualche ora prima per riaccompagnare Zayn a casa dopo quella sottospecie di appuntamento mascherato.

Aveva lasciato la macchina sotto casa sua, quando era arrivato aveva smesso di nevicare e Zayn aveva insistito per raggiungere la loro destinazione a piedi. Non aveva obbiettato, più che contento di passare ancora più tempo con il giovane di cui era ormai completamente innamorato.

La tensione si era sciolta dopo almeno dieci minuti di cammino, entrambi si erano chiusi nel loro silenzio, e Liam aveva dovuto tenere a freno la lingua. Parlare con Zayn, poter finalmente parlare con lui, gli faceva sempre uno strano effetto. Doveva sempre stare attento, troppo attento, a qualsiasi cosa gli sfuggisse dalle labbra. Si era già fatto sfuggire troppe cose: da problemi familiari al fatto che andavano a scuola insieme, per poi concludere solo qualche giorno prima nel migliore dei modi svelandogli che aveva una cotta pazzesca. L’unico tassello che mancava era svelargli l’identità di quella persona e svelarsi come l’anonimo che gli mandava fiori e bigliettini.

- Mi sono divertito davvero tanto, grazie Liam.- spostò lo sguardo sul ragazzo che aveva parlato e che aveva una leggera sfumatura rossastra sulle guance, gli occhi che sembravano illuminare le stradine buie di Bradford ed un sorriso dolce che lo stava facendo sciogliere.

Era una cosa così ingiusta essere innamorato di un ragazzo così.. bello.

Ed era una cosa ancora più orrenda essere a conoscenza di tutti i particolari che rendevano quel ventunenne così speciale con la sicurezza di non poter dire la stessa cosa dell’altro. Perché Zayn non sapeva nulla di lui e Liam non sapeva nemmeno se avrebbe trovato il coraggio di aprirsi.

Come poteva confessargli di essere innamorato di lui da quando l’aveva visto varcare la soglia dell’aula al primo anno? Come poteva confessargli tutto e non farlo fuggire spaventato?

E sì, da quello che gli aveva raccontato quasi una settimana prima, Zayn sembrava apprezzare tutti quei biglietti.

Sembrava tenerci anche fin troppo, come se fossero arrivati in un momento della sua vita in cui..

Scosse la testa calciando un sassolino che iniziò a scivolare sulla pozzanghera ghiacciata.

Doveva togliersi quelle idee dalla testa. Zayn poteva anche apprezzare tutto quello, d’altronde chi non gioisce quando scopre di avere un ammiratore?

Ma sarebbe cambiato tutto quanto nel momento in cui l’ammiratore sarebbe diventato una persona in carne ed ossa, una persona vera e non più fatta di parole d’inchiostro.

Una persona vera come lui, Liam.

Liam che aveva tutti i difetti del mondo;
Liam che aveva solo ventuno anni ed un sogno impossibile come il suo amore.

 

 

 

 

 

 

 

Zayn continuò a fissare il soffitto bianco della sua stanza, mille domande che gli vorticavano nella testa.

L’uscita al cinema con Liam era andata benissimo: avevano raggiunto il posto a piedi, avevano guardato il film anticipando qualche battuta e poi l’aveva riaccompagnato sotto casa.

Non c’era stato nessun bacio da film.

E Zayn lo sapeva che non poteva esserci perché, continuava a ripeterselo, era ancora troppo presto. Non poteva però nascondere, nemmeno a se stesso, che c’era rimasto male quando Liam l’aveva salutato con un cenno del capo, un semplice cenno.

Non un stretta di mano, un abbraccio, un bacio sulla guancia.
Nulla. Solo un semplice cenno.

E poi l’aveva visto rintanarsi nella macchina e scappare via.  Scappare via da lui che era rimasto sulla veranda a fissarlo chiedendosi se avesse fatto qualcosa di male.

Stava andando tutto bene fin quando Liam non si era chiuso in uno strano mutismo con le sopracciglia aggrottate perso in un mondo tutto suo in cui Zayn non era invitato.

Avevano camminato per una ventina di minuti nel silenzio più totale, il solo rumore dello scricchiolio della neve sotto ai piedi.

Si girò su un fianco sperando di riuscire a prendere sonno ma c’era quel quadernetto che sembrava fissarlo in attesa, la luce fioca della luna ad illuminarlo.

Chiuse gli occhi e iniziò a pensare a tutt’altro. All’avvicinarsi del natale, alla sua famiglia, all’avvicinarsi della sua partenza per Londra.

Riaprì gli occhi e sbuffò spazientito afferrando la piccola agenda. Incrociò le gambe sul letto e iniziò a sfogliare le pagine trovando il biglietto che non riusciva a lasciarlo in pace.

«Lentamente muore chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si
permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
»

Lesse lentamente sfiorando con le dita quella scrittura che ormai sapeva riconoscere a menadito.

«Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.»

Sospirò appoggiandosi contro alla testata del letto.

Quello era uno degli ultimi biglietti che aveva ricevuto prima della fine della scuola, prima della sua partenza per Londra.

Ricordava molto bene come aveva insistito e pregato i suoi genitori per non andarsene da Bradford, senza alcun risultato. E poi aveva aperto il suo armadietto e aveva visto il foglietto cadere a terra. L’aveva raccolto, letto ed era quasi scoppiato a piangere davanti ad Harry quando quello l’aveva raggiunto con un sorriso passandogli un braccio attorno alle spalle.

L’ode alla Vita di Neruda era una delle poesie più importanti per lui.

Era stato suo nonno a fargliela conoscere.

Se lo ricordava anche quello, di giorno. Era andato all’ospedale a trovarlo e gli aveva passato quel grande volume che gli indicava con un dito sottile, l’aveva osservato attentamente sfogliare le pagine e picchiettare un dito su una poesia in particolare invitandolo con un cenno a leggere.

Si era messo a piangere quando era tornato a casa sua, il viso contro il cuscino, i pugni stretti e i singhiozzi che non voleva nemmeno fermare. E il giorno dopo suo nonno non c’era più, se n’era andato in una giornata troppo calda d’Agosto.

Si passò una mano sugli occhi lucidi e guardò ancora una volta il biglietto.

Dopo qualche mese dalla morte di suo nonno aveva iniziato a trovare quei fogli, e lui si sentiva ogni volta sempre più legato a quella persona che si nascondeva dietro a delle parole.

Avrebbe solo voluto incontrarlo e ringraziarlo. Ringraziarlo solamente per essergli stato accanto, in un modo tutto suo, in tutti quegli anni.

Ma il suo “ammiratore”, come più volte l’aveva definito Harry, non ne voleva sapere di farsi trovare. Preferiva restare nell’anonimato e farsi amare in silenzio.

Sospirò passandosi una mano tra il ciuffo di capelli neri che gli cadeva sulla fronte, prese la matita dal comodino ed iniziò ad abbozzare il profilo di un viso concentrandosi particolarmente sugli occhi grandi e dolci.

Quando sbadigliò per la quarta volta in poco tempo guardò la sveglia che segnava quasi le 3 di notte e decise di chiudere tutto. Rimise al suo posto il foglietto tra le due pagine piene di margherite disegnate e un nome ripetuto.

Chiuse l’agenda riappoggiandola sul mobile insieme alla matita e si sdraiò di nuovo sotto alle coperte calde.

Si rannicchiò su un fianco e sorrise quando riuscì a sentire l’odore di Liam sulla federa del cuscino.

 

 

 

 

Angolo Shine:

Eccomi qui, non ho molto tempo.

Voglio solo ringraziare di nuovo tutto l’amore che state mettendo per questa storia, vi voglio davvero bene. <3

E devo scappare, grazie ancora.

 

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Capitolo 17
*** Sedicesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

Sedicesimo capitolo:

 

 

 

 

 

Liam continuò a muovere lentamente le dita sui tasti del pianoforte, gli occhi chiusi perso nella melodia dolce creata da Debussy appositamente per quello strumento.

Sbuffò infastidito quando sentì bussare insistentemente alla porta, aprì gli occhi incrociando le braccia e fissando con stizza il punto da cui veniva il rumore.

- Liam?- si trattenne dal lanciare qualcosa contro alla faccia del fratellino che gli sorrideva entrando nella stanza.

- Matthew.- disse il suo nome piano trattenendo la rabbia. - Ti ho detto mille volte..- continuò esasperato passandosi una mano tra i capelli per poi strofinarsi il volto stanco. -..quando sono in questa stanza tu non devi..-

- Ma hai un ospite!- lo sentì esclamare, guardò il fratello confuso mentre quello faceva un gesto frettoloso con la mano ed invitava Zayn ad entrare.

Zayn. In casa sua. Di nuovo.

 - Vi lascio soli.- sentì dire dal fratello con una risatina mentre scappava via chiudendo la porta.

Non rispose alla provocazione e restò seduto a fissare il ragazzo che spostava il peso del corpo da un piede all’altro guardandosi di tanto in tanto intorno curioso.

- Suoni?- domandò il moro portandolo fuori dal trance e rompendo il silenzio durato qualche minuto.

- Una delle cose che mio padre odia.- disse spostando le dita su alcuni tasti accarezzandoli. - Non ha mai perdonato mia zia per questo piccolo regalo.- continuò sollevando poi lo sguardo con un sorriso amaro.

- Puoi suonare ancora?- arrossì annuendo riempiendo poi di nuovo la stanza di quelle note.

Era così preso dalla musica, gli occhi chiusi e un sorriso rilassato sulle labbra, che sbagliò nota quando sentì delle dita percorrere la sua guancia.

- Non volevo interromperti.. scusa.- scoppiò a ridere per l’espressione triste di Zayn ma si sentiva nervoso per la sua vicinanza. Sì, avevano dormito insieme e si era svegliato con quel ragazzo addosso ma questa era tutta un’altra cosa. Zayn lo stava guardando in un momento in cui abbandonava ogni corazza lasciandosi prendere dall’armonia. E si sentiva indifeso sotto a quegli occhi nocciola.

- Posso provare?- gli aveva domandato avvicinandosi ancora, lo stomaco del moro quasi contro al suo viso. Sollevò lo sguardo ed arrossì per tutto quello che quegli occhi gli stavano trasmettendo.

Gli prese una mano senza badare al battito del cuore sempre più veloce e l’appoggiò sui tasti muovendogli le dita per ricreare la stessa melodia di poco prima.

- Era quella che hai suonato prima?- annuì sorridendo alla domanda sussurrata del ragazzo, sembrava aver paura di rompere l’atmosfera creata da quelle note leggere.

- E cos’è?- gli lasciò immediatamente la mano quando il moro iniziò a muovere il pollice in una carezza, finse di spostarsi una ciocca di capelli e rispose. - Valse romantique.-

- Sarebbe?- domandò ancora Zayn facendolo ridere per l’espressione concentrata che aveva sul viso mentre muoveva le dita cercando di imitare il modo in cui lui gliele aveva mosse poco prima.

- Debussy.- rispose con un sorriso spostandogli un dito sul tasto corretto.

- Non sono un esperto di musica..preferisco..-

- ..leggere, lo so.- lo interruppe riprendendo a suonare per poi bloccarsi e voltarsi verso Zayn che lo fissava con le sopracciglia corrugate studiandolo.

- Quindi..perché sei qui?- domandò sperando di liberarsi di tutte quelle attenzioni.

- Volevo solo..domani parto. Torno a Londra.- aveva ricominciato a suonare e quando aveva sentito quelle parole aveva premuto troppo forte sui tasti producendo un rumore grave. Si voltò del tutto verso il ragazzo cercando di fermare il battito del cuore.

- A Londra?- domandò con un tono di voce più alto del normale. - Non devi concludere prima tutto l’anno scolastico?- continuò cercando di portare validi motivi per cui restare a Bradford era la soluzione migliore.

Lo guardò confuso quando scoppiò a ridere appoggiando una mano sul pianoforte.

- Non devo trasferirmi, stupido.- voleva offendersi per come l’aveva chiamato ma poi Zayn gli aveva rivolto un sorriso dolce e gli aveva passato una mano tra i capelli facendogli dimenticare ogni cosa, anche come respirare.

- I miei vogliono sempre avermi a casa per le vacanze di natale..cenoni di famiglia, domande sulle mie relazioni inesistenti, sesso sicuro.. ma.. non sono qui per raccontarti questo..- arrossì distogliendo lo sguardo per fissarlo sul maglione del moro.

- .. devo tornare per forza per capodanno. Harry mi trascina sempre a questa stupida festa e.. mi chiedevo..se venissi anche tu..- si costrinse a tenere le mani sulle ginocchia per non farle scorrere sulla pelle sotto a quel maglione rosso.

-..non è poi così noiosa come festa..cioè ti ubriachi, qualche sveltina in bagno.. ma.. oddio..- riportò velocemente lo sguardo su Zayn che era arrossito e si copriva il viso con una mano. - Non ti sto dicendo di ubriacarti e.. è tutta gente sconosciuta, sarebbe meglio se lo facessi con me ma.. ti prego, fermami prima che mi renda ancora più ridicolo.-

Scoppiò a ridere spingendolo con un pugno sullo stomaco per potersi alzare dallo sgabello del piano.

- Mi hai convinto. Verrò a capodanno a questa stupida e noiosa festa.- continuò a ridere quando lo vide aprire e chiudere più volte la bocca.

- T-ti farò sapere..l’ora e..il posto.- annuì con le guance un po’ rosse mentre l’altro gesticolava.

 

 

 

 

 

 

- Quindi vieni? Non è che poi mi dai buca e..- continuò a parlare fermo sulla soglia di casa Payne con un Liam esasperato di fronte e un Matthew che cercava in ogni modo di nascondersi per spiarli.

- Sì, per la centesima volta. Mi farò trovare lì puntuale, non m’intratterrò con sconosciuti e passerò tutta la serata con te per non farti annoiare.- sorrise euforico prendendo il viso del ragazzo tra le mani schioccandogli un bacio rumoroso sulla guancia.

- Grazie, sei la mia salvezza.- mormorò scompigliandogli i capelli, salutando con un cenno il bambino che era scoppiato a ridere buttandosi sul pavimento. Si allontanò lasciando dietro di sé un Liam Payne completamente rosso.

Quando superò il cancellino e fu abbastanza lontano da quella casa, fece uno strano urletto accompagnato da un salto. Tirò fuori il cellulare e compose un numero.

- Non indovinerai mai cos’ho avuto il coraggio di fare!- gridò facendo voltare qualche passante nella sua direzione.

- Domani parto, Harry.- si lamentò continuando a camminare velocemente. - Al solito bar, muoviti. Ho bisogno del mio migliore amico.-

 

 

 

 

 

 

 

- Liaaaaaam.- continuò a fissare il legno della porta ancora incredulo. - Sei arrossito! Sei tutto rosso!- si riprese sentendo le risatine del fratello e si allontanò salendo le scale.

- Liam è innamorato! Liam è innamorato!- canticchiò suo fratello seguendolo e saltellandogli intorno.

- Sei come il maestro Zayn che arrossisce per i fiori!- gridò canticchiando.

- Oh.- si fermò sulle scale guardando Matthew che si era zittito all’improvviso tutto concentrato. - A mamma regali sempre i fiori quando.. ma allora..- spalancò gli occhi abbassandosi per poter essere all’altezza del fratello.

- Matthew, ascoltami.- gli appoggiò le mani sulle spalle guardandolo serio negli occhi azzurri. - Non devi dirlo a nessuno, d’accordo? Non devi dirlo nemmeno a Zayn.-

Contro ogni sua aspettativa quello scoppiò a ridere riprendendo a saltellare come prima.

- Siete due scemi innamorati, tu e il maestro Zayn.- canticchiò poi chiudendosi in camera lasciando il fratello maggiore sulle scale, la bocca leggermente spalancata e un’espressione inebetita in viso.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

QUESTO. E’. IL. MIO. CAPITOLO. PREFERITO.

 

 

 

 

Ok. Appurato tutto questo possiamo passare a mettere in luce qual cosina che magari non è molto chiara.

L’ultima parte soprattutto, non so quanti di voi ricordano che nel prologo la madre di Liam lo “sgrida” per regalargli ogni fine del mese un mazzo di fiori. Questo perché oltre a comprare quelli per il bel maestro ne compra un bel mazzetto anche per la mammina. <3

(Liam è tanto dolce. <3)

E Matthew ha fatto due calcoli nella sua mente diabolica ed è arrivato alla soluzione u.u

Amo il mio piccolo scricciolo. :’)

Poi, il resto non credo abbia bisogno di chissà quali spieg-…….. ditemi che non sono l’unica ad avere come OTP Liam e il pianoforte. (Liamorte? Piam?)

 

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Ascoltate musica classica. Ascoltate tanto Beethoven che crescerete bene come me :’)

La Valse Romantique è.. magica.. çmç e immaginarsi Liam al piano a suonare quella mi ha completamente distrutta. Del tipo che quando descrivevo le scene avevo il fazzoletto pronto, e “Liam, perché sei così perfetto”.

Ormai avete capito che non ho più speranze.

Oh, e sabato mattina presto parto.. e sto via una settimana.. quindi il capitolo 18 che state tutti quanti aspettando .. ehm.. come dire.. scala?

Sono ancora indecisa se pubblicarvi il 17 di venerd-.. o preferite aspettare?

 

Alla prossima, grazie mille per tutto l’amore che state dando a questi due “scemi innamorati” (cit. del preferito di questa fan fiction) e a me. Vi voglio bene. <3

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Capitolo 18
*** Diciassettesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

Diciassettesimo capitolo:

 

 

 

 

 

- ..e lui ha detto di sì!- esclamò attirando l’occhiata curiosa del barista.

- Nemmeno gli avessi chiesto di sposarlo.- finse di non sentire il suo amico e continuò ancora troppo preso dall’emozione.

- E sai cosa si dice di capodanno, no? E poi..- fece uno strano verso facendo ridere il ragazzo seduto di fronte e continuò. -.. suona il pianoforte e..devi vedere come lo suona..ha quest’espressione tutta concentrata sulla musica e.. sembra faccia l’amore con..-

- l’amore?- annuì sicuro e sbuffò quando vide che l’altro non l’aveva capito.

- Sesso.- sussurrò per non farsi sentire dagli altri clienti del bar. - Sembra ci faccia sesso.-

- E tu come fai a sapere che sembra che..-

- Perché vorrei tanto vederlo così quando mi scoperà e..-

- Rallenta un attimo!- si bloccò guardando Harry confuso. - Da quando hai messo da parte tutte le paranoie e hai accettato di lasciarti andare?-

- Da quando l’ho visto suonare il pianoforte.- rispose con ovvietà. - Non so cosa mi è preso ma.. si lascia travolgere dalla musica e..-

- E tu vuoi essere travolto da lui.- arrossì incrociando le braccia al petto con un broncio offeso. - L’hai detto tu poco fa che vuoi..-

- Io l’avevo detto in modo più romantico.- replicò con fare saccente sollevando il mento.

- Quindi, oltre a Liam e al suo sesso con i pianoforti, vuoi dirmi altro prima di partire?-

- Io ti confesso una cosa così importante per me e tu..- si finse deluso ed offeso portando una mano al cuore.

- E io lo scrivo a Doniya, l’altra volta mi ha chiesto novità su questo ragazzo che riesce a sopportare suo fratello.-

- Cosa?!- esclamò terrorizzato cercando di prendere il cellulare che il suo amico gli mostrava vittorioso. - No, Harry. Non essere così stronzo!- si allungò sul tavolo mentre l’altro si allontanava con un sorriso divertito.

- Lei vuole essere informata sulla tua vita, essendo la tua sorella maggiore e..-

- Sai benissimo che ora non farà altro che rompere per tutta la settimana!- mugugnò appoggiando la testa sul tavolo.

 

 

 

 

 

 

 

Liam fissò il soffitto per qualche altro minuto poi si decise, prese il telefono, se lo portò all’orecchio ed aspettò.

-  Guarda un po’ chi si decide a chiamare.-

- Scusa.- mormorò sentendo la risata del suo migliore amico dall’altra parte della linea.

- Sì, va bene, Liam. Non posso avercela con te.-

- Come vanno le vacanze?- domandò quando si riprese dalla risata liberatoria.

- Non mi hai chiamato per sentirmi lamentare di quegli impiastri delle mie sorelle, vero? Perché ne ho per molto, molto, molto, molto..-

- Capito. Capito.- lo bloccò sospirando. - Zayn è stato qui..e mi ha invitato ad una festa..e io ho accettato..oddio.. perché ho accettato?-

- Non farti prendere dal panico.- annuì respirando piano. - E divertiti, tu che puoi.- lo sentì sospirare con fare teatrale e - Perché devo avere quattro sorelle? No, seriamente, Liam! Va bene, quattro potevano anche andare bene ma le due gemelle! Non mi hanno lasciato solo un attimo! No, non voglio giocare con voi alla casa delle bambole!- lo sentì gridare poi verso le due bambine.

- Ma è perché non ti vedono da tanto e..-

- No, è perché non sanno far altro che rompere e.. fantastico. Una degli incubi è andata a piangere da mamma, devo andare. Mi chiamerai più spesso o ..-

- Ti chiamerò più spesso, promesso. Sai come se la sta cavando Niall?-

- Alla grande! Come sempre! Perché lui è un dannato folletto figlio unico!- scoppiò a ridere non riuscendo a trattenersi

- Ci sentiamo più avanti..e ti racconterò della festa.-

- Salutami Harry!- 

- Poi mi spiegherai perché sei passato col nemico.- lo sentì ridere e chiuse la chiamata ributtandosi nel letto a fissare il soffitto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quel 28 Dicembre Liam entrò nel negozio di fiori più agitato delle altre volte, non ne capiva il motivo ma si sentiva quasi sudare mentre sfiorava di tanto in tanto il biglietto che teneva in tasca.

- Posso aiutarti?- sorrise al vecchio padrone del negozio e si avvicinò al bancone.

- Può fare consegne per domani?- chiese un po’ affannato per la corsa.

- Nessun problema, già scelto il fiore?-

- Un vaso di amaryllis.- indicò quelli alle sue spalle arrossendo quando il vecchio gli rivolse un sorriso ancora più allegro.

- Quelle rosse?- annuì deglutendo prendendo poi dal solito posto un foglio con l’intestazione del negozio, tirò fuori il biglietto con la frase dalla tasca ed iniziò a riscriverla.

 

 

 

 

 

Zayn aprì fischiettando la porta di casa sua, finalmente era a Bradford.

Appoggiò le chiavi sul mobiletto e camminò tranquillamente verso le scale.

- Bentornato a casa!- fece un salto indietro stringendo le dita attorno al laccio del borsone che teneva sulla spalla.

- Tu sei completamente matto, Harry!- esclamò quando riuscì a calmarsi e a riprendere fiato.

- Mi son solo vendicato per tutte le altre volte.- lo spinse via e fece le scale buttando poi il borsone a terra nella sua camera.

- Perché sei qui?- domandò raggiungendolo sul divano dove se ne stava sdraiato. - Fai come se fossi a casa tua, eh.- borbottò prendendogli i piedi e buttandoglieli giù dal divano.

- Passavo di qui e c’era un tipo che voleva consegnarti una cosa..-

- U-una..cosa..per me?- domandò incerto iniziando a guardarsi intorno.

- Li ho messi in cucina, un vaso di..- non lo lasciò finire che si catapultò in cucina trovando sul tavolo un vaso di fiori rossi.

- Amaryllis. Se sono rosse indicano l’amore forte e sicuro ma allo stesso tempo timido.- sentì la voce di Harry in lontananza anche se l’aveva seguito in quella stanza.

- E il..- fece un gesto con gli occhi lucidi fissi su quei fiori.

- Qui.- spostò lo sguardo sul foglio che il riccio gli stava porgendo e si cancellò velocemente le lacrime per poter leggere.

- Non l’ho letta, so che certe poesie vuoi tenerle solo per te e..- annuì sfilando dalla busta il foglio. Il cuore che batteva sempre più veloce mentre riconosceva quella scrittura che l’aveva accompagnato per tutti quegli anni.

Seguì avido ogni lettera senza preoccuparsi di cancellare le lacrime che scorrevano liberamente lungo le sue guance.

- Così brutto quello che c’è scritto?- si cancellò le lacrime scuotendo il capo e sorridendo.

- Sicuro?- annuì ancora porgendogli il foglio mentre con le dita accarezzava i fiori e annusava il loro profumo dolce.

- Ciò che non abbiamo osato, abbiamo certamente perduto, mentre rischiando avremmo solo avuto più o meno probabilità di perdere.-  chiuse gli occhi concentrandosi sulle parole che Harry stava leggendo. - Impieghiamo ogni giorno come se fosse l’ultimo della nostra esistenza, come se dovessimo fare un bottino per l’eternità, viviamo intensamente ogni minuto, scopriamo ogni recondito piacere che può offrirsi a noi, amiamo con tutto il cuore ciò che ci circonda: Carpe Diem.-

- Oscar Wilde, divagazioni sulla felicità.- rispose prima di sentire la domanda di Harry. - E Liam l’altro giorno mi ha citato tutta la frase e..-

- Ti stai convincendo che sia lui?-

- Se non fossero la stessa persona a questo punto ci resterei davvero male, Harry. Non voglio scegliere tra Liam e..e..questo.- concluse la frase tremando, gli occhi ancora lucidi.

- So che è stupido ma.. a questa persona..mi sono legato e..t-tu non capisci.. m-mi ha aiutato..- si lasciò stringere dalle braccia del riccio piangendo contro alla sua maglietta.

- Io..v-voglio Liam..m-mi piace davvero ma..n-non voglio rinunciare a t-tutto questo.- continuò a singhiozzare rilassandosi man mano mentre Harry gli strofinava piano la schiena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Credo di avere una crisi, Louis.-

- Buongiorno anche a te, Liam. Sì, ho passato bene il natale. Sai no, le solite cose con le gemelle che correvano attorno all’albero gridando..-

- Louis! Sono serio! Io non ci vado. Perché ho accettato di andare? Gli dico che..Matthew si è sentito male o..m’invento una scusa ma non vado.-

- Stiamo parlando della festa, quindi?-

- No, stiamo parlando del: certo che vengo a quella stupida festa organizzata da quello stupido Harry, ma prima fammi comprare uno stupido vaso con degli stupidi fiori e..-

- Non mi piace il tono indisponente che stai usando, quello posso usarlo solo io.-

- Questa volta l’ha capito. Perché gli ho scritto proprio quella citazione? Ne potevo usare tantissime altre e invece ho usato quella stupida frase di..-

- Ti piacerà sapere che da questa parte non hanno senso le tue parole.-

- Qualche giorno fa gli ho fatto arrivare a casa un vaso di amaryllis e..-

- Sarebbe?-

- Fiori che vendono in questo periodo, simbolo dell’amore forte ma timido e nascosto. Ma quello che è importante..-

- Che romanticone che sei. Quando ti deciderai a passare alle rose?-

- Quello che è importante!- esclamò richiamando l’attenzione sull’argomento principale. - Gli ho scritto una frase che gli avevo citato quando mi aveva ospitato da lui e..-

- Non abbiamo ancora parlato di..-

- Louis! L’ha capito sicuramente! Perché gli ho scritto proprio..-

- Forse perché in fondo vuoi farti scoprire?-

- Non sei utile.-

- Sto dicendo solo che magari vuoi che lui ti scopra così non devi fare tu la fatica di prendere il coraggio e dirglielo.-

- Ma io..-

- Liam, fidati, ti sentirai meglio quando non avrai tutta questa paura.-

- Quindi devo andare alla festa?-

- Vai alla festa, baci Zayn davanti a tutti e gli gridi che lo ami mentre gli porgi un mazzo di rose rosse.-

- Vado alla festa, e basta.-

- Potresti baciarlo davanti ad Harry, no? So che ti piace quest’idea.-

- Per quanto mi piaccia, non è fattibile in questo momento.-

- L’importante è che tu ci stia pensando..divertiti alla festa e salutami Harry.-

- Non ti ho ancora perdonato di essere passato al lato oscuro.-

- Certo, Liam. Ma se io prendo il riccio ti libero Zayn, no?-

Fissò in silenzio il soffitto e poi sorrise. - Ti saluto Harry, e ti chiamo appena torno.-

- Che bell’amico che sei! Ricordami ancora una volta che mentre tu ti ubriacherai io giocherò a tombola con la mia bella e grande famiglia! Grazie.-

Scoppiò a ridere e sentì la risposta ancora più irritata dell’altro che chiuse la chiamata lasciandolo a ridere da solo sul letto.

 

 

 

Angolo Shine:

Sono brava e ho ascoltato le vostre preghiere u.u

(Anche perché non voglio avere nessuno sulla coscienza quando torno..)

E tra una settimana avrete il botto del capitolo 18 :’)

Uhm.. in questo capitolo non succede granché.. solo i nostri “scemi innamorati” che si sfogano con i loro poveri migliori amici.

Tranne il nuovo fiorellino.. Liam è un amore <3

Per non farvi morire d’ansia vi dico che: sì, ci va alla festa.

E, bon, non ho altro da aggiungere.

Ci risentiamo tra una settimana, grazie di tutto.

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Capitolo 19
*** Diciottesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

Diciottesimo capitolo:

 

 

 

 

Liam continuò a camminare velocemente sperando di lasciarsi alle spalle le domande e le  insicurezze che l’avevano tormentato per tutto il giorno. Da quando Zayn gli aveva mandato quel messaggio non aveva fatto altro che pensare e pensare. Gli aveva scritto l’orario della festa e dove si sarebbe svolta concludendo il tutto con un “spero di vederti”.

Infilò le mani nelle tasche della giacca per ripararsi dal freddo pungente di fine dicembre.

Si sentiva strano quella sera, come se sapesse dovesse succedere qualcosa che avrebbe ribaltato le carte in tavola.

Arrivò all’entrata del locale, lasciò la giacca alla ragazza che gli passò il numerino per poterla ritirare dopo e superò l’altra porta trovandosi in mezzo alla musica e a corpi che si muovevano intrecciandosi tra loro.

Riuscì ad arrivare al bancone del bar, ordinò un drink ed iniziò a pentirsi di aver accettato l’invito. Di Zayn non vedeva nemmeno l’ombra, era da solo in mezzo ad un’orda di persone che preferivano festeggiare la fine dell’anno passato agitandosi con quella musica troppo alta.

- Ciao bellezza.- iniziò a tossire quando un braccio gli circondò le spalle ed una colonia maschile troppo forte gli penetrò il cervello.

- Come mai qui tutto solo?- Liam si guardò intorno sperando di riuscire a scorgere quei capelli neri che l’avrebbero salvato dal tipo insistente.

- Non sono solo. Il mio.. amico.. è qui..da qualche parte..dovrebbe tornare a momenti.- rispose trattenendo uno sbuffo frustrato quando lo sentì dire. - Pago io per questa dolcezza.-

- Allora? Vuoi dirmi qualcosa di te?- questa volta non riuscì a trattenere la smorfia e il verso scocciato.

- Almeno il nome? Poi ti lascio in pace.-

- Liam.- rispose velocemente sperando di liberarsi in fretta di quel ragazzo che doveva avere qualche anno in più.

- Quindi Liam..-

- Non avevi detto che mi lasciavi in pace?- domandò scocciato allontanandosi dal bancone ma venendo fermato da una mano sul suo braccio.

- Non posso lasciarmi sfuggire una delizia del..-

- Liam!- un braccio gli circondò la vita costringendolo a fare un passo indietro ed appoggiare la schiena contro ad un petto solido.

- Tu saresti?- domandò quello che gli stringeva ancora il braccio studiando il ragazzo che sorrideva strafottente con il viso appoggiato sulla spalla di Liam.

- Zayn.- cercò di rallentare il battito del cuore quando quello alle sue spalle appoggiò il palmo della mano sulla sua camicia blu spiegazzando la stoffa. - E questo è Liam, ma vedo che avete già fatto le presentazioni quindi..- deglutì quando l’altra mano di Zayn entrò nel suo campo visivo e lo osservò quasi incantato mentre liberava il suo braccio, dita dopo dita, dalla mano dell’altro.

- E ora, scusaci..- arrossì quando il ragazzo alle sue spalle continuò a parlare intrecciando le loro dita come se nulla fosse. -..ma vedi, Liam, mi ha promesso di passare tutta la serata con me. È stato un vero piacere conoscerti..no, non mi interessa il tuo nome. Andiamo, Li?- annuì con il cuore che continuava a battere velocemente, lo sguardo sulle loro dita intrecciate e sulla schiena del moro che lo guidava in mezzo alla pista.

- Scusa per la scenata di gelosia.- deglutì scuotendo il capo mentre l’altro iniziava a muoversi seguendo il ritmo della musica e gridava per farsi sentire.

- Quello pensava già di averti tra le mani.- si morse le labbra trattenendo un sorriso quando vide il moro avvicinarsi di più e stringere le dita sull’orlo della camicia sfiorandogli con le nocche i passanti dei jeans chiari.

- Ti ho promesso che sarei stato tutto tuo per non farti annoiare.- Liam si fece coraggio e gli parlò all’orecchio usando un tono di voce normale che, rispetto al volume della musica, doveva essere poco più di un sussurro.

Arrossì quando allontanandosi un po’ col viso si trovò davanti il sorriso di Zayn, il buio nella stanza rendeva ancora più bianchi i denti che quelle labbra non nascondevano più.

- Mi piacciono i tuoi capelli.- e per rimarcare la frase sentì una mano tra i suoi capelli che aveva cercato di modellare in una piccola cresta.

- Ehm..grazie.- mormorò con le guance tutte rosse mentre cercava di non badare all’eccessiva vicinanza del ragazzo. - Anche i tuoi non sono male.- borbottò indicandoli mentre il moro non faceva che continuare a sorridere e stringersi a lui aiutandosi con la mano tra i suoi capelli e sulla sua camicia.

- Grazie.- fece un gesto con il capo abbozzando un sorriso. - Mia sorella mi ha legato ad una sedia per tagliarmeli.- ridacchiò sentendo la tensione lasciare velocemente le sue spalle, gli strinse i fianchi con le mani cercando di seguire il ritmo della musica.

- Sembri più giovane.- spiegò poi arrossendo in imbarazzo quando l’altro sollevò un sopracciglio. - Nel senso.. li portavi così quando andavamo al quarto..poi li hai fatti crescere..ai lati e..ora tua sorella li ha tagliati come qualche anno fa e ..sembri lo Zayn che stava seduto, durante la pausa pranzo, a leggere da solo contro alla quercia.- non riuscì a fermare nessuna parola. Forse per il poco alcool che aveva bevuto o forse perché si stava tenendo da troppo tempo tutte quelle cose chiuse dentro.

- Vorrei ricordarmi di te, Liam, ma..-

- Non è importante.- lo interruppe subito sfiorandogli per sbaglio la pelle del fianco. - Seriamente, Zayn, non importa.-

- Harry ha detto che voleva..farci incontrare?- annuì spostando le mani un po’ sopra alla vita del moro per non rischiare altri incidenti. La morbidezza del maglione  nero che indossava gli faceva venir solo voglia di avvicinarsi di più e stringersi a lui.

- Una volta gli ho chiesto una cosa e si è messo in testa strane idee e..- cercò di rispondere coerentemente mentre una mano di Zayn si muoveva piano tra i capelli alla base del collo e l’altra aveva lasciato la zona neutra del tessuto e si muoveva lungo la sua schiena.

- Harry si mette sempre in testa strane  idee.- ormai il cuore gli batteva quasi nella gola, soprattutto quando sentì un paio di labbra sfiorargli il collo, il respiro caldo del ragazzo che gli stava per strappare un gemito dalla sorpresa.

- Va bene tutto questo?- respirò e deglutì insieme  stringendo le dita sulla stoffa del maglione  mentre Zayn gli lasciava baci leggeri sullo stesso punto.

- Va bene, Liam?- annuì non riuscendo a parlare quando incontrò gli occhi del ragazzo che erano scuri, quasi neri.

- Dimmelo, Liam.- cercò di regolare il battito del cuore e il respiro accelerato ma Zayn che non faceva che ripetere il suo nome e spingerlo più vicino con la mano sulla sua nuca non aiutavano.

- S-sì.. sì, va bene. Va bene..Zayn.- il nome del ventunenne gli era uscito come un gemito perché quello gli aveva stretto un lembo di pelle tra i denti succhiandolo poi tra le sue labbra.

- Z-Zayn.- infilò le mani sotto al suo maglione e alla maglietta nascondendo il viso contro alla sua spalla respirando velocemente.

- Tutto quello che vuoi, Liam.- grugnì quando sentì il tono di voce sicuro del moro che aveva spostato una mano sul suo petto percorrendogli tutti gli addominali con un sorriso che nascondeva contro al suo collo.

- Portami a c-casa.- sbuffò quando Zayn si allontanò di colpo. - A casa tua.- specificò sbuffando ancora quando sul viso dell’altro comparve un sorriso ancora più arrogante e sicuro di sé.

Spostò le mani dalla sua schiena stringendo poi le dita tra i suoi capelli neri facendo scontrare le loro labbra in un bacio voluto da troppo tempo.

- Casa mia..subito..ora..- lo sentì mormorare contro la sua bocca ogni volta che si allontanavano per poi ritrovarsi. 

Entrambi sembrarono ricordarsi di essere al centro del locale con corpi che si agitavano accanto a loro e la musica troppo alta.

Si lasciò trascinare fuori dalla massa, la mano stretta attorno a quella di Zayn, ritirarono i loro cappotti e poi uscirono nell’aria gelida di dicembre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Zayn tamburellò le dita su un ginocchio, nervoso.

Avevano deciso di chiamare un taxi, nonostante lui avesse insistito per andare a piedi, e, come aveva pensato, li aveva raggiunti con quasi un’ora di ritardo.

Non che era stata un’ora persa perché l’avevano riempita di baci e piccoli tocchi che lo stavano facendo impazzire. Voleva Liam e lo voleva subito.

Ma quel taxista sembrava si stesse divertendo a mantenere i limiti di velocità e a frenare ogni tre per due.

- Non può proprio andare più veloce?- sbottò non riuscendo a trattenersi sentendo la risatina del ragazzo al suo fianco.

- Non so se ha notato, ragazzino, ma c’è il ghiaccio in mezzo alla strada.-

Stava per ribattere ma Liam aveva intrecciato le loro dita muovendo il pollice in una lenta carezza, si voltò trovandolo intento a guardare fuori dal finestrino con le guance di un adorabile color rosso.

- Te l’avevo detto che avremmo fatto prima ad andare a piedi.- mormorò lamentandosi come un bambino ricevendo l’occhiata stralunata dell’autista e un sorriso del castano che strinse la presa attorno alla sua mano.

 

 

 

 

- La prossima..volta..niente taxi..a capodanno..- insistette Zayn continuando a baciare l’altro ragazzo schiacciato sotto di lui sul divano, la camicia slacciata e la giacca abbandonata a terra.

- La prossima volta?- annuì spostando le sue attenzioni sul collo passando più volte la lingua sulla voglia scura.

- L’anno prossimo..niente taxi..a capodanno.- mugugnò baciandogli più volte i segni rossi che gli aveva lasciato sulla pelle pallida.

- Non è durato poi così tanto il viaggio.- lo sentì dire mentre gli accarezzava la schiena lentamente facendolo impazzire ancora di più.

- È durato troppo.- replicò cercando di far valere la sua opinione, si avvicinò al suo viso reggendosi con le mani accanto alla sua testa e lo baciò piano assaporando ogni dettaglio di quelle labbra.

Lo sentì agitarsi sotto di lui e riaprì gli occhi fissando quelli grandi e marroni di Liam.

- N-non è che..- gli accarezzò una guancia rossa con il dorso di due dita e si sedette a cavalcioni con le mani sul petto dell’altro che si alzava ed abbassava velocemente.

- Camera?- domandò vedendolo annuire deciso, gli sorrise e continuò a baciarlo stringendo le gambe attorno alla sua vita e le braccia attorno al suo collo quando Liam si alzò dal divano tenendolo con le mani sotto alle sue cosce.

- Vuoi fare tutte le scale con me in braccio?- domandò divertito mordicchiandogli il mento e stringendo le gambe per essere più al sicuro contro il suo corpo.

- Non sei pesante.. anche fin troppo leggero.- ridacchiò baciandogli la mandibola mentre le dita si muovevano tra i suoi capelli morbidi e corti.

- Colpa dei bambini..mi fanno correre da una parte all’altra dell’aula.- sospirò con teatralità appoggiando la guancia sulla spalla del ragazzo, che saliva un gradino per volta le scale, per poter studiare meglio il suo volto.

- Anche Matthew?-

Avvicinò le labbra all’orecchio del castano e sussurrò. - Matthew ha questo fratello così bello che..- non riuscì a concludere la frase che si trovò con la schiena contro il materasso e il corpo di Liam su di lui.

- Fai così con tutti i fratelli dei tuoi alunni?- fece scorrere un dito sul profilo del naso del castano e sorrise.

- Sei l’unico fratello grande, gli altri son tutti troppo piccoli.- scoppiò a ridere agitandosi nel letto quando l’altro iniziò a muovere le mani sui suoi fianchi sotto al maglione facendogli il solletico.

- Li..Liam.- gemette quando gli strinse un capezzolo tra le dita, lo aiutò a farsi sfilare sia maglione che maglietta e sospirò quando iniziò a baciargli il petto soffermandosi sui suoi tatuaggi.

- Liam.- strinse una mano tra i suoi capelli e allargò lo spazio tra le gambe quando mugugnò qualcosa contro alla pelle del suo fianco dove spiccava il cuore nero.

Inarcò la schiena dal materasso quando sentì una mano sui suoi pantaloni stringere la sua erezione. Appoggiò un braccio sulla fronte guardando Liam attraverso le sue ciglia.

- Sei bellissimo.- non riuscì a rispondere perché la sensazione della lingua ruvida del castano sul suo capezzolo lo costrinse a chiudere gli occhi e a gemere ancora senza alcun imbarazzo.

- Zayn.- sollevò la schiena dal materasso permettendo all’altro di sfilargli i pantaloni, respirò a fatica quando sentì la mano stringersi attorno a lui, solo il tessuto dei boxer a separarli. - Zayn?- aprì piano gli occhi specchiandosi in quelli del ragazzo che lo fissava respirando contro al suo stomaco.

Annuì quando iniziò a muovere l’elastico dei boxer con le dita, lo sguardo fisso su di lui e quegli occhi marroni che lasciavano trasparire un affetto sincero e quasi adorante.

- Aspetta..aspetta.- Liam si bloccò immediatamente guardandolo dispiaciuto e quasi colpevole.

- Se non vuoi io..- gli prese il viso tra le mani riportando le loro labbra a contatto in un bacio guidato dalla lussuria.

- Voglio ma..- s’interruppe per succhiargli un altro marchio sul collo e poi si spostò a mordergli una spalla sfilandogli lentamente la camicia. -..hai troppi vestiti, Liam. Troppi vestiti.- mugugnò sentendolo subito agitarsi per liberarsi del pezzo sopra che lasciò scivolare dalle spalle facendolo diventare poi un garbuglio stropicciato sul pavimento della stanza.

- Anche i pantaloni.- sussurrò nel suo orecchio sorridendo quando gli vide le guance colorarsi di rosso. - Puoi togliere anche quelli?- continuò divertito dell’imbarazzo dell’altro, gli succhiò il lobo dell’orecchio interrompendosi qualche secondo per morderlo.

Sentì la testa del ventunenne muoversi velocemente in un cenno affermativo, gli lasciò dei baci lungo la mandibola e il collo spostando le mani sul bottone dei jeans per aiutarlo.

Il calore della mano di Liam sulla sua gli fece perdere un battito, grugnì quando si alzò dal letto per lasciarlo solo su quel materasso ora troppo freddo.

Si lamentò e allungò anche una mano per riprenderlo e riportarlo al suo posto sopra di lui, ma si bloccò e si tirò su a sedere, con i piedi ben piantati sul pavimento freddo, quando lo vide lasciar scivolare i jeans lungo le gambe muscolose che, unito all’immagine del ragazzo quasi nudo illuminato dalla luce della luna piena, lo lasciarono per qualche secondo con un’espressione completamente stupita in volto.

- Vieni qui.- riuscì a dire quando si fu ripreso, poggiò i palmi delle mani sulla sua schiena sentendolo rabbrividire e prendere posto tra le sue gambe. - Tu sei bellissimo, Liam.- mormorò lanciando un veloce sguardo al ragazzo che lo fissava dall’alto con un’espressione pensierosa, appoggiò le labbra sul suo addome chiudendo gli occhi per godere del calore e del cuore che batteva incessante sotto a quella pelle.

Sollevò le palpebre e inchiodò Liam, che sembrava non riuscire a respirare, con lo sguardo; mantenne il contatto visivo e fece scorrere la lingua con cura attorno all’ombelico lasciandola poi indugiare all’interno con un sorriso soddisfatto quando lo sentì prendere un respiro profondo e infilzare la pelle della sua spalla con le unghie.

Strinse un lembo di pelle tra i denti per vendetta succhiandolo e lasciando dei segni sulla schiena del castano, sorrise contro al suo stomaco quando lo sentì respirare velocemente contro ai suoi capelli.

- Za..Zayn. - continuò a lasciargli nuovi marchi sulla pelle pallida spingendosi con il bacino contro alla gamba per trovare un qualche sollievo all’erezione contenuta nei boxer. Si lasciò toccare e tirare i capelli mordendo più forte quando Liam usava eccessiva forza e lui sentiva i capelli quasi staccarsi sotto a quelle dita.

Si lasciò guidare dalle mani sulle sue spalle a sdraiarsi di nuovo con la schiena contro al materasso e allungò il collo lasciando spazio a quel paio di labbra che aveva provato solo qualche minuto prima e da cui stava già diventando dipendente.

 

 

- Ti voglio dentro di me.- riuscì a dire trovando il coraggio ma arrossendo quando Zayn gemette spingendo il bacino contro al suo.

- Ho aspettato.. per tanto tempo..- continuò non riuscendo a fermarsi. -..ho bisogno di sentirti dentro di me, ti prego..- non riuscì a dire il nome del ragazzo che si trovò schiacciato tra lui e il letto.

- Zayn..- iniziò a protestare venendo fermato da un bacio sulle labbra che gli fece dimenticare ogni cosa.

- Shhh.- accarezzò il collo e la schiena di Zayn mentre lui continuava a parlargli. - Ho capito, Li. Ma non parlare più in quel modo o non durerò tanto.- annuì mordendosi le labbra per trattenere il gemito quando lo sentì strusciarsi contro di lui.

- E hai due occhi così..- si lasciò accarezzare le tempie arrossendo sotto allo sguardo intenso del moro. -.. e sei.. sei.. dove sei stato tutto questo tempo?-

- Accanto a te.- rispose subito senza pensare sentendo il cuore stringersi in una morsa di paura. Riuscì a rilassarsi solo quando venne coinvolto nell’ennesimo bacio e gli sembrò quasi di sentire la voce di Zayn sussurrare contro le labbra “lo so”.

Incastrò le dita tra i capelli neri del ragazzo sopra di lui che gli stava leccando un capezzolo, interrompendosi per soffiarci sopra, e giocava con l’altro con le dita della mano non impegnata ad oltrepassare il confine dei boxer per muoversi lentamente sul suo membro eretto e duro.

Ripeté il suo nome come una cantilena e proprio quando stava per pregarlo, supplicarlo, di fare qualcosa di più, una mano gli coprì le labbra riducendo tutte le sue parole a dei borbottii incomprensibili.

La morse e la leccò quando si accorse che tutte quelle attenzioni non facevano che far stringere di più la mano che si muoveva sul suo membro.

- Fammi prendere..- rabbrividì d’anticipazione quando lo vide allungarsi verso il mobiletto accanto al letto, aprire un cassetto e tirar fuori una bottiglietta di lubrificante e un preservativo.

- Sei sicuro che..- annuì prendendogli il viso tra le mani sfiorandogli le labbra con le sue.

Deglutì nervoso quando sentì il tessuto dei boxer scivolare via, ogni volta che la pelle di Zayn toccava la sua sentiva delle scariche elettriche che gli facevano trattenere il fiato per qualche secondo.

- Liam?- sbatté velocemente le palpebre trovando gli occhi del moro vicino al suo viso, teneva la fronte appoggiata alla sua e gli stava accarezzando il petto. - Dimmi se è troppo.- annuì e strinse il braccio tatuato di Zayn quando sentì un dito penetrarlo lentamente.

- N-non ti f-fermare.- mugugnò cercando di abituarsi a quella sensazione sentendo le labbra del moro sulla fronte. - Però tu devi rilassarti.- annuì chiudendo gli occhi e sorrise quando la bocca del ventunenne si spostò sulle sue palpebre dove lasciò una serie di baci uniti a sussurri.

 - Sei stupendo, Liam.- affondò il capo nel cuscino stringendo le lenzuola quando dentro di lui si muovevano già tre dita, continue scariche di piacere che gli imperlavano la fronte di sudore e lo facevano gemere senza ritegno assecondando i movimenti per averle più in profondità.

- Z-Zayn. Za..ayn.-  allargò ancora di più le gambe, gli occhi chiusi e quel volere ancora di più, tutto quello che il moro poteva offrirgli.

- Sicuro?- annuì con il respiro accelerato pronto a lamentarsi quando si sentì all’improvviso vuoto seguito subito dopo da un forte bruciore che lo lasciò senza fiato con gli occhi spalancati e lucidi.

- Ora..passa..Liam.- si concentrò sul respiro affannato dell’altro contro al suo collo. - Non credevo..sei così..stretto.- continuò a prendere dei respiri profondi piegando le labbra in una smorfia quando il ragazzo sopra di lui si mosse leggermente aumentando per un secondo il bruciore.

- Puoi..m-muoverti.. se vuoi..- riprese a parlare quando il dolore raggiunse un livello sopportabile, Zayn si spinse contro di lui continuando a guardarlo.

- N-non.. non voglio farti del.. male.- scosse il capo cercando di sorridere ma fallendo miseramente al sentire la sua pelle quasi squarciarsi in due.

- Non potrai mai..farmi del male... tu.- riuscì a parlare quando dopo una spinta avvertì insieme al dolore un piacere leggero.

Aprì piano gli occhi quando lo sentì fermare ogni movimento ed immobilizzarsi dentro di lui, Zayn lo fissava, una strana luce negli occhi più grandi per la sorpresa.

Non si aspettava il repentino cambio degli eventi quando il moro gli prese le gambe avvolgendole attorno alla sua vita per spingersi dentro di lui sempre più veloce e con più forza.

Gli strinse i capelli coinvolgendolo in un bacio in cui i loro denti continuarono a cozzare tra loro, il bruciore diminuito notevolmente quando il membro di Zayn colpì la sua prostata facendogli portare indietro il capo con un grido.

Aveva la mente completamente annebbiata mentre il moro concentrava le spinte sempre sullo stesso punto facendolo gridare e stringere le dita sui suoi capelli gemendo il suo nome.

Inarcò la schiena e si sporcò il petto con il suo stesso sperma che schizzava dal suo membro, che aveva sfregato ad ogni spinta contro all’addome di Zayn, intrappolato tra i loro petti.

- Liam!- riaprì gli occhi godendo della vista dell’orgasmo che travolgeva il moro dandogli una nuova aurea di bellezza, gocce di sudore che scorrevano lungo la fronte e rendevano la sua pelle quasi luminosa. Non l’avrebbe mai scordato com’era in quel momento: due pozze scure al posto degli occhi, il respiro accelerato, i capelli scomposti e quelle labbra rosse per i baci che continuavano a ripetere il suo nome.

Fece una smorfia quando non lo sentì più dentro di lui e continuò a guardarlo mentre si toglieva il preservativo e lo buttava nel cestino, il respiro ancora affannato e la schiena imperlata di sudore.

Lo osservò quando si alzò dal letto ed uscì dalla stanza senza dire niente, solo un sorriso quando si voltò sulla soglia della porta verso di lui.

Chiuse gli occhi prendendo dei respiri per riprendersi dall’orgasmo e li riaprì velocemente quando sentì qualcosa di bagnato strofinare sul suo petto.

- C-che..- cercò di dire venendo zittito dal bacio del moro che si sporse verso di lui sorridendogli.

- Voglio le coccole.- arrossì al tono innocente usato da Zayn e si spostò per lasciarlo sdraiare al suo fianco.

Cercò di bloccare il battito del cuore quando il ragazzo di cui era innamorato da una vita sfregò il viso contro il suo petto sbadigliando subito dopo sulla sua pelle.

- Notte, Li.- sorrise quando si strinse meglio contro di lui prendendogli una mano e spostandola dietro alla sua schiena per farsi abbracciare.

- Buonanotte, amore mio.- mormorò non riuscendo a fermarsi lasciandogli un bacio tra i capelli, lo sentì muoversi contro di lui e poi si scontrò con i suoi occhi nocciola ancora più luminosi.

- Buon anno, Liam.- gli accarezzò la schiena e voltò lo sguardo verso la finestra notando i fuochi artificiali che avevano cominciato ad illuminare il cielo.

- Buon anno.- strinse le braccia contro il corpo del ragazzo che mugugnò qualche altra parola addormentandosi.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Quante persone mi odiano per il bottom!Liam? :’3

 

 

Grazie a tutti quanti, alla prossima.

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Capitolo 20
*** Diciannovesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

Diciannovesimo capitolo:

 

 

 

 

Liam aprì piano gli occhi e la prima cosa che vide fu il sorriso soddisfatto di uno Zayn ancora completamente addormentato.

Tutti i ricordi della notte prima lo bombardarono immediatamente, e quelli uniti al corpo caldo e nudo del moro stretto contro di lui lo fecero sentire quasi in gabbia.

Non riusciva a respirare, si sentiva intrappolato e voleva solo scappare.

Che stava pensando la sera prima? Non riusciva a capire se si stava pentendo di aver passato la notte con Zayn o se fosse solo un momento di panico passeggero.

In entrambi i casi si alzò lentamente cercando di non svegliare il ragazzo accanto a lui e di non badare al dolore alla schiena. Indossò velocemente i suoi vestiti cercando di non soffermarsi con lo sguardo su tutti i segni che gli avrebbero ricordato per alcuni giorni quella notte.

Si voltò sulla soglia della porta per guardare un’ultima volta quel ragazzo che ora aveva il viso premuto contro al cuscino dove prima c’era la sua testa.

- Liam.- si bloccò irrigidendosi pensando di essere stato scoperto e di dover inventare una serie di scuse e bugie che avrebbero fatto male ad entrambi. Quando però si rese conto che Zayn aveva solo parlato nel sonno sentì di nuovo quella sensazione orrenda. Non riusciva a stare in quella stanza, era troppo e sentiva quasi la testa scoppiare con tutte le sue paranoie.

Scese velocemente i gradini, più si allontanava da quella stanza più si sentiva meglio. Prese la sua giacca che Zayn aveva buttato a terra la sera prima e raggiunse il portone pensando già a quanto sarebbe stato meglio una volta raggiunta casa sua.

- Te ne vai così? Senza salutare?- si voltò di scatto sospirando di sollievo quando si accorse che era solo Harry. Poi un’ondata di gelosia lo colse. Perché quel riccio era ovunque?

- Non pensavo fossi così, Payne. Prendi quello che vuoi e poi scappi?- non rispose alla provocazione e si voltò di nuovo aprendo la porta. Più stava in quella casa più probabilità aveva di dover parlare con Zayn. E in quel momento proprio non se la sentiva di affrontare quel discorso.

- Sei proprio un bastardo.- deglutì e continuò a camminare senza voltarsi indietro.

 

 

 

 

 

 

 

 

Zayn si svegliò lentamente stiracchiandosi, i ricordi della notte lo fecero sorridere ancora di più contro il cuscino. Aprì gli occhi piegando le labbra in un broncio quando non trovò Liam accanto a lui.

Eppure ricordava bene di non averlo cacciato di casa dopo averci fatto.. sesso.

Si spostò i capelli dalla fronte continuando a sorridere quando tutto quello che era successo il giorno prima inondò la sua mente.

Le labbra morbide di Liam contro le sue, la pelle del castano sotto alle sue dita, quella voglia che sembrava quasi un cuore tra i suoi denti e poi i suoi gemiti e poi ancora quell’appagante sensazione di essere dentro di lui. Sapere di essere dentro Liam, circondato dal suo calore, schiacciato contro al suo corpo.

Infilò una mano sotto al cuscino e respirò l’odore di Liam, ora non se ne sarebbe andato via più. Quell’odore così suo sarebbe rimasto indelebile in quella stanza, così come lo stesso Liam nel suo cuore.

E, se avesse scoperto che chi lo riempiva di fiori e bigliettini non era quel ragazzo, Zayn sapeva che l’avrebbe scelto comunque.

Poteva vivere bene anche senza quei fiori colorati che gli riempivano la casa ma non poteva rinunciare alle braccia di Liam attorno al suo corpo, che lo stringevano e sembravano proteggerlo dal resto del mondo.

Dei rumori provenienti dalla cucina lo fecero tirar su di colpo dal letto, infilò il paio di boxer che trovò ai piedi del letto, arrossendo al ricordo di Liam che glieli sfilava lentamente con un’espressione adorante, e scese velocemente le scale entrando nella stanza.

- Liam! Credevo fossi..- si bloccò di colpo fissando la schiena del suo migliore amico che si muoveva velocemente tra gli armadi con movimenti decisi.

- Perché..che cosa ci fai qui?- domandò guardandosi intorno per cercare l’unico ragazzo che voleva in quel momento. Sentiva una strana sensazione alla bocca dello stomaco e l’unica cosa che l’avrebbe calmato era rintanarsi contro al petto di Liam e farsi stringere dalle sue braccia.

- Ero venuto per..non mi ricordo nemmeno più perché son venuto da te! Perché quel coglione..- strinse le braccia attorno al suo stomaco sentendo il tono arrabbiato di Harry, preparandosi al peggio.

- Liam..- pronunciò quel nome e si scontrò con gli occhi verdi ed infuriati del suo migliore amico.

- Se n’è andato un’ora fa. Tutto soddisfatto di aver ottenuto la sua scopata di fine anno.- scosse il capo incredulo allontanandosi sempre più dal riccio che si avvicinava.

- E invece sì, Zayn. L’ho visto scappare via come un codardo. Avevi ragione a non fidarti di lui, e io come un idiota..-

- Lui non è..-

- Stai ancora cercando di difenderlo?- si fermò fronteggiando il ragazzo che lo fissava quasi deluso. - Ti ha usato e se n’è andato senza guardarsi indietro! Ti ha lasciato solo dopo averti usato per i suoi comodi!-

- Chiariamo una cosa.- iniziò calmo non lasciandosi intimidire dalle urla dell’amico. - Siamo entrambi adulti, eravamo entrambi consenzienti e se lui vuole andarsene la mattina dopo può farlo.-

- Smettila di mostrarti così forte, sappiamo benissimo entrambi che in realtà..-

- No!- gridò spingendolo con le mani sulle sue spalle. - Non sai nulla di Liam! Non sai niente di quello che è successo ieri! Se Liam voleva solo sesso poteva prenderlo! Non mi ha promesso nulla! Era libero di fare qualunque cosa!-

- Sappiamo entrambi che ci stai di merda, Zayn! Smettila di fingere!-

- Ci sto di merda ma sono solo cazzi miei!- gridò di rimando prendendo poi un respiro per calmarsi. - Sono..deluso, sì. Ma Liam non mi doveva niente. Ha preso quello che voleva, ho ottenuto quello che volevo e ora..lasciami solo, Harry. Voglio..restare da solo. Non ho bisogno di te, ora.-

Lo vide spegnersi di colpo ed annuire e quando sentì la porta d’ingresso che veniva chiusa si appoggiò al muro e si lasciò scivolare a terra iniziando a piangere.

Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e nascose il viso tra le mani lasciando libero sfogo alle lacrime e ai singhiozzi.

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

 

Visto che sono tanto buona e voi siete stati tanto bravi ad aspettare una settimana senza di me ho deciso di aggiornare oggi e anche sabato.

E.. ve l’avevo detto che dovevate aspettarvi qualcosa del genere.

Le cose si stanno man mano risolvendo, i nodi stanno venendo al pettine ma Liam ha bisogno ancora del suo tempo.

 

Ci sentiamo sabato, e prometto che avrete del fluff ziam u.u

Grazie a tutti.

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Capitolo 21
*** Ventesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

Ventesimo capitolo:

 

 

 

 

Zayn fece un altro respiro profondo e poi entrò nel negozio di fiori. Erano passati quattro giorni e finalmente aveva preso coraggio e si era deciso ad uscire di casa e a riprendere in mano quella situazione.

- Posso esserle utile?- lo accolse la voce di una ragazzina al bancone che doveva avere dodici anni, due trecce ed un sorriso vispo.

- Sto cercando il proprietario del negozio.. è qui?- si avvicinò al bancone vedendo la ragazzina annuire e correre nel retrobottega.

- Il nonno arriva, sta sistemando delle cose.- annuì iniziando a picchiettare nervoso le dita sul legno.

- Mi stavi cercando?- si voltò velocemente trovandosi davanti quell’uomo stempiato, pochi capelli bianchi e l’aria da saggio.

- Senta io..tutta questa storia..- fece un gesto con la mano e continuò. -..non credo di riuscire a sopportarla ancora per molto. Ho bisogno di sapere. È passato più di un anno e io credo di aver raggiunto il limite di sopportazione e..-

- E come l’altra volta io le dirò: non è mio dovere svelare una cosa che vuol restare nascosta agli occhi di tutti.- sbuffò massaggiandosi il collo esasperato.

- Può almeno giurarmi che non è uno stupido scherzo di un ragazzino?- domandò sperando di ottenere almeno una risposta alle mille domande che non lo lasciavano in pace.

- Non è uno scherzo, e non è un ragazzino.- una certezza ed un nuovo indizio.

- Ed è un uomo, giusto?- insistette ancora sperando di avvicinarsi ancora di più alla soluzione. O almeno alla prova che quello che stava pensando da giorni fosse corretto.

- Non è una donna.- grugnì trattenendosi dal prendere quel vecchio per le spalle e scuoterlo. Sentì la risata divertita della ragazzina al bancone e si voltò verso di lei.

- Anche tu sai chi è?- domandò con gli occhi spalancati per la sorpresa quando quella annuì tutta sorridente.

- Ti pago, giuro che ti pago se me lo dici.- si avvicinò di nuovo al bancone iniziando a tirare fuori il portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans quando il proprietario del negozio lo fermò prendendogli il braccio.

- Non sono cose che possono essere comprate col denaro. È tutto troppo puro per essere inquinato da..-

- Ma io devo sapere. Devo sapere perché sto impazzendo. Ho bisogno di un nome! Non ce la faccio più con tutti questi segret..-

- Liiiiam.- si voltò di scatto verso la ragazzina che sorrideva ed indicava qualcosa alle sue spalle.

- Iris.- sentì quella voce alle sue spalle e si girò di scatto vedendolo deglutire e..- Zayn.- ricambiò il cenno di saluto e poi tornò a guardare l’anziano che teneva un’espressione neutra ed imperscrutabile.

- Grazie per l’aiuto.- mormorò lasciando poi velocemente il negozio buttandosi sulla strada affollata della città.

- Zayn!- si fermò di colpo cercando di rallentare il battito del cuore, fece una smorfia quando si trovò davanti Liam che gli porgeva un fiore.

- Stai scherzando?- fu la prima cosa che riuscì a dire sentendo già le lacrime spingere per uscire. Liam scosse il capo continuando a fissarlo indeciso. - Un tulipano giallo?- fece un’altra domanda ottenendo un altro movimento del capo del castano.

- C-Ci sono..così tante cose che devo dirti.- annuì invitandolo a continuare. - Ma non so da dove iniziare. Non volevo scappare via così quella mattina, io..- Zayn sollevò un sopracciglio fissandolo scettico. -.. sì, volevo scappare via così quella mattina.- si corresse Liam fissando il ragazzo che invece non distoglieva lo sguardo dal fiore. - Ma.. quando mi sono svegliato..era troppo, Zayn. Mi sentivo soffocare e..-

- E hai deciso che la soluzione migliore era lasciarmi lì come un idiota senza scrivermi nemmeno un biglietto, davvero geniale.- borbottò maledicendosi per la voce che indicava già un pianto imminente.

- Non capisci. Tu non puoi capire.- sollevò le spalle e poi guardò qualche passante per distogliere la sua attenzione da quel discorso così da evitare di scoppiare a piangere proprio davanti all’ultima persona che doveva vederlo in quello stato.

- L’ho voluto per..ti ho voluto per così tanto tempo. Zayn, non puoi capire. Aver ottenuto tutto così all’improvviso. Non mi sono pentito. È stata la miglior serata di tutta la mia vita e lo rifarei ancora ma..-

- Anche per me.- mormorò non riuscendo a fermarsi. - è stata la miglior serata anche per me.- spiegò meglio riportando per un momento lo sguardo sul castano che gli sorrideva dolcemente.

- Non so come spiegarti meglio ma.. ci sono cose che non ti ho detto e..non mi sento ancora pronto per..-

- Ti prego, Liam.- non si era nemmeno reso conto che stava piangendo, non fin quando l’altro ragazzo gli aveva accarezzato una guancia avvicinandosi ancora di più.

- Non riesco a trovare il coraggio di dirtelo.- chiuse gli occhi lasciando cadere nuove lacrime quando sentì quella frase sussurrata contro alla sua guancia. - Ho paura, Zayn.- si lasciò sfuggire un singhiozzo stringendo le mani sulle braccia di Liam che gli tratteneva il viso tra le sue. - So che è stupido e che ormai sappiamo entrambi che..sappiamo entrambi tutta la storia.. ma ho paura.- annuì sentendo le labbra di quel ragazzo sulla guancia a raccogliergli le lacrime.

- M-Mi sei m-mancato.- strinse le dita ancora di più contro alla stoffa della giacca del castano e aprì gli occhi rivelando due macchie nocciola bagnate di lacrime.

- Non piangere per questo.- Zayn scosse il capo chiudendo di nuovo gli occhi quando sentì una mano di Liam tra i suoi capelli.

- E tu..p-prometti che c-ci metterai..p-poco.- balbettò tra i singhiozzi inchiodandolo sul posto quando rivelò di nuovo i suoi occhi chiari.

- A risolvere tutto questo casino?- scosse di nuovo il capo lasciando un braccio di Liam per cancellarsi le lacrime, l’altra mano che teneva il fiore e il ragazzo con la paura di perdere entrambi.

- A t-trovare il c-coraggio.- il sorriso che gli rivolse gli fece perdere qualche battito del cuore e lo costrinse a ricambiare il gesto.

- Se tu prometti di aspettarmi.-

Annuì velocemente stringendogli una ciocca di capelli tra le dita per poterlo avvicinare ancora di più. - Per sempre, Liam. Ti aspetterò per sempre, se è necessario.-

Sospirò felice quando sentì quelle braccia attorno alla sua vita e strofinò il viso contro al collo del ragazzo rabbrividendo quando quello iniziò a lasciargli dei baci sui capelli.

- Tu non hai idea, Zayn, di quello che mi fai.- sorrise contro al suo collo stringendo il tulipano e la giacca di Liam.

- Amore disperato.- mormorò contro alla sua pelle riempiendola subito dopo di baci mentre il castano lo stringeva ancora di più.

- Avrei voluto darti un bucaneve ma non è ancora il periodo giusto.-

- Posso aspettare.- disse sicuro allontanandosi un poco per guardarlo negli occhi. - Te l’ho detto che posso aspettare..anche per quello.-

 

Liam annuì spostando una mano dalla schiena del ragazzo per potergli accarezzare una guancia.

- Non ti farò aspettare ancora per molto.- sussurrò contro al suo orecchio arrossendo e muovendo piano la mano tra i suoi capelli neri.

- Non importa, Liam.- lo sentì dire contro alla sua spalla. - Posso aspettare fino alla fine del mese, posso aspettare tutto il tempo in cui mi hai osservato in silenzio. Posso farlo perché voglio aspettare te.- appoggiò le mani sulle sue spalle allontanandolo.

- Tu.. tu sei..- gli prese il viso tra le mani e appoggiò le labbra sulle sue in un gesto disperato.

Continuò a baciarlo con sempre più foga quando lo sentì ricambiare il gesto e stringere le dita di una mano tra i suoi capelli mentre l’altra che teneva il tulipano stava appoggiata sul suo collo facendolo rabbrividire.

- Vorrei..- iniziò staccandosi per riprendere fiato appoggiando la fronte contro quella del moro che continuava a sorridere. -..dirti tutto, ora..ma non..- venne zittito da un altro bacio e fece scorrere le mani fredde sotto alla maglietta del ragazzo che tremò contro di lui.

- E ora devo proprio andare perché..i miei.. non voglio scatenare l’ennesima guerra e..- lo vide annuire e lo baciò un’altra volta sentendo il suo sorriso contro le labbra.

- Ma possiamo continuare a vederci, e mandarci messaggi e fare questo.- continuò non riuscendo a staccarsi da quel corpo che s’incastrava perfettamente con il suo.

Lo strinse un’ultima volta, gli lasciò un bacio sulla fronte e s’incamminò verso casa venendo però fermato dal moro che lo chiamò raggiungendolo.

Lo guardò mentre quello aveva un’espressione strana e pensierosa in viso.

- Perché i fiori?- gli domandò dopo qualche minuto, il tulipano che rigirava tra le dita.

- Perché riescono a parlare al posto mio.- rispose come se fosse la cosa più semplice del mondo, l’altro annuì alzandosi sulle punte per baciarlo ancora.

- Il geranio rosso.- gli mormorò contro alle labbra Zayn. - Te l’ho regalato per un motivo.- arrossì ed annuì piano quando si ritrovò di nuovo specchiato in quegli occhi nocciola.

Zayn sorrise, gli lasciò un altro bacio sulle labbra soffermandosi più volte a mordergli il labbro inferiore e poi lo salutò con un bacio sulla guancia lasciandolo solo con gli sguardi curiosi dei passanti.

 

 

 

 

Angolo Shine:

 

Come promesso, sabato ed ho aggiornato.

Spero con questo briciolo di fluff possiate perdonarmi :’(

 

A mercoledì, grazie a tutti.

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Capitolo 22
*** Ventunesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

Ventunesimo capitolo:

 

 

 

 

 

Liam si grattò il mento con la matita, la mente persa nei suoi strani ragionamenti completamente diversi da quanto stava scritto sul libro che doveva studiare.

- .. e quindi ho deciso di continuare con il corso post-laurea in teatro ma..-

Louis continuava a parlare, stava parlando da solo da una buona mezz’ora, ma lui non riusciva ad ascoltarlo perché l’unica cosa che riusciva a pensare era solo un nome: Zayn. E alla sera di qualche settimana prima, alla sensazione di avere quel ragazzo dentro di lui, a quel muoversi insieme come in una danza e ai loro gemiti che s’intrecciavano.

-.. non dovrebbe essere difficile dopo tutta la mia esperienza ..-

E poi la mattina dopo era scappato via come un vigliacco e dopo qualche giorno si erano incontrati al negozio di fiori e.. e lo sapeva che Zayn ormai aveva capito tutto. Ma non riusciva ancora a confessare tutto. C’era qualcosa di stupido che lo bloccava, gli mancava un briciolo di coraggio che..

- Liam?- sollevò di colpo la testa facendo cadere a terra la matita. - So che non vuoi ascoltarmi ma almeno fingi meglio.- si mosse sulla sedia nervoso guadagnandosi un’occhiata da parte del suo amico.

- Sono due giorni che ti osservo e ho notato che c’è qualcosa che non va in te.- deglutì e finse un sorriso quando l’altro lo indicò con la penna mordendola subito dopo concentrato.

- E credo abbia a che fare con la festa, no? Non mi hai più chiamato e detto nulla.- si abbassò per raccogliere la matita e continuò a sottolineare fingendosi concentrato in quello che non stava nemmeno leggendo.

- Festa noiosa, davvero. Me ne sono andato quasi subito perché c’erano solo trentenni pieni d’alcool.- si difese sentendo però il suo tono di voce tremare per la bugia.

- E sei scappato via senza trovare il tuo Zaynie? Non gli hai lasciato nemmeno la scarpetta?- gli lanciò un’occhiata irritata e poi tornò di nuovo al suo libro di storia della musica.

- Oppure!- ricominciò l’altro alzando il tono di voce e venendo subito ripreso dagli altri studenti nella biblioteca.

- Oppure è successo qualcosa, magari anche qualcosa di particolarmente importante, ma non vuoi dire nulla.- continuò quello abbassando il tono di voce e fissando Liam che nascose subito i suoi occhi sulle parole scritte.

- Liam?- sbuffò lasciando rotolare la matita sulla pagina.

- Sono andato a casa sua.- iniziò a raccontare evitando d’incrociare lo sguardo di Louis. - Ero arrivato alla festa da..nemmeno mezz’ora..e abbiamo iniziato a ballare e l’ho baciato.- sospirò prendendo il viso tra le mani. - Mi sono fatto portare a casa sua e.. capito, no?- arrossì tenendo gli occhi puntati sul legno del tavolo.

- Conoscendoti potete aver visto solo un film alla televisione.- si grattò il collo imbarazzato sentendo la risata dell’amico che gli aveva fatto guadagnare un’occhiata severa della bibliotecaria.

- Quindi avete scopato, giusto?- annuì guardandosi intorno per essere sicuro di non avere orecchie indiscrete sulla conversazione. - Ed ora è il tuo.. ragazzo?- scosse il capo velocemente arrossendo ancora di più.

- Sono scappato la mattina dopo.-

- Liam!- incassò la testa nelle spalle grattando l’unghia sul bordo di legno inciso da altri studenti.

- Avevo paura.- borbottò in difesa sentendo lo sbuffo scocciato dell’altro.

- E di cosa? Di dirgli “ehi, sai i bigliettini che ti piacciono tanto con quei bei fiorellini? Sono io”. Hai paura di questo? Perché è una cosa stupida e te l’avrò detto centinaia di volte ma tu..-

- Come fanno a piacergli tanto? Sono una specie di pazzo che non lo lascia in pace da almeno cinque anni!- alzò la voce chiudendo con un tonfo il libro.

- Non tutti sono sicuri come te. - disse con tono gelido alzandosi in piedi tenendo il volume sottobraccio. - Non ce l’ho quel briciolo di coraggio per dirgli “ehi, sei la mia vita da quando ho dodici anni”. Non ce l’ho, va bene? Non ho bisogno del suo “sei patetico”.- continuò a parlare abbassando il tono di voce per farsi sentire solo dal ragazzo che lo fissava sorpreso e quasi ferito.

- Vuole i biglietti anonimi e tutto il resto? Bene, posso darglieli ancora. Ma non questo..- s’indicò sentendo il groppo in gola. - Non riesco a dargli questo.-

- E se lui non lo volesse più qualcuno di anonimo? Se lui volesse te? Se lui volesse il Liam insicuro?- strinse il libro al petto scuotendo il capo con un sorriso triste.

- Non lo vuole nessuno.- gli diede le spalle prima di sentire una risposta e scappò fuori dalla biblioteca.

 

 

 

Da: Zayn
A: Liam
Ore: 02:35

“Non mi hai ancora rivelato i tuoi segreti, o almeno nessuno di così importante. Tu conosci così tanto di me e io così poco. Non riesco a dormire perché il tuo odore è ovunque in questa stanza ma non basta per farmi stare tranquillo. Vorrei solo stare tra le tue braccia, non m’importa nient’altro”

 

 

Continuò a rileggere il messaggio soffocando i singhiozzi contro il cuscino riuscendo ad addormentarsi con i pugni stretti sulla federa.

 

 

 

 

 

Zayn suonò il campanello infilando di nuovo le mani nelle tasche, il freddo della terza settimana di gennaio si faceva sentire pungente.

- Anne.- salutò la donna con un sorriso indicando poi all’interno dell’abitazione.

- Harry è..- iniziò tentennando cercando di guardare oltre le sue spalle.

- Harry sta studiando, chiuso in camera sua e mi ha esplicitamente detto di non voler vedere nessun ragazzo dai capelli neri e..-

- Devo.. devo assolutamente vederlo perché devo scusarmi e..- sollevò gli occhi quando una mano si posò sulla sua spalla stringendola.

- Quando mai ti ho buttato fuori da casa mia, Zay?- arrossì con un piccolo sorriso sulle labbra percorrendo velocemente il corridoio e bussando ad una porta con cartelli enormi che riportavano scritte come “NON PASSARE”.

- Harry?- chiamò piano entrando nella stanza e vedendo subito il suo migliore amico chino sulla scrivania.

- Non voglio vederti.- sospirò avvicinandosi ugualmente e sedendosi sul letto.

- Harry, ho bisogno del mio migliore amico.- l’improvviso scatto del ragazzo lo fece sussultare.

- Ora hai bisogno di me? Prima ti fai trattare da schifo da quel bastardo e ora..-

- Non è un bastardo e non mi ha trattato da schifo.- replicò bloccandolo.

- Davvero? Se sei qui per difenderlo, di nuovo, puoi uscire da questa casa.- sbuffò massaggiandosi le palpebre chiuse.

- Abbiamo chiarito io e Liam su quel punto, perché è una cosa che riguarda noi due e..-

- E non capisco cosa tu voglia da me.- appoggiò i gomiti sulle gambe fissando la schiena del riccio che si ributtava sulla sedia.

- Voglio il mio migliore amico.- s’impuntò alzandosi in piedi ed avvicinandosi alla scrivania.

- È sempre qui, ma non vuole vederti distruggere dietro a Liam come hai fatto per quei fiori.- appoggiò le mani sulle spalle del ragazzo costringendolo a guardarlo.

- Mio nonno è morto ad agosto e a novembre ho trovato il primo biglietto nell’armadietto.- confessò sentendo già gli occhi lucidi. - Mi sentivo malissimo ma ogni volta, ogni singola volta, avevo un foglio strappato con una frase di una mia poesia preferita.- continuò fissando gli occhi verdi del riccio.

- Mi ha aiutato in modi che neanche immagini, potrei citarti ogni foglietto legandolo ad un momento della mia vita. E se Liam fosse quella.. e Liam è quella persona. E ora che ne sono sicuro non puoi dirmi di lasciarlo perdere, Harry. Non puoi dirmi di lasciarmi sfuggire il ragazzo che sto aspettando da anni.- si passò una mano sugli occhi lucidi sentendo una mano accarezzargli il braccio.

- Non mi avevi mai raccontato..- scosse il capo tentando di offrirgli un sorriso.

- Non voglio scegliere tra te e Liam.- mugugnò lasciandosi abbracciare. - Perché tu sei il mio migliore amico ma lui è.. è Liam. E io voglio qualcuno che mi dica che ne è valsa la pena aspettare.- continuò a parlare contro alla spalla di Harry.

- Vale la pena aspettarlo?- annuì staccandosi e sorridendo tra le lacrime.

- Mi ha regalato un tulipano giallo quando ci siamo visti settimana scorsa.- replicò tutto contento arrossendo.

 - Amore disperato?- annuì facendo spallucce e buttandosi sul letto.

- Appena me l’ha dato avrei voluto buttarlo a terra e schiacciarlo ma poi.. è Liam, no?- fissò il soffitto con un sorriso sentendo l’amico sdraiarsi accanto a lui.

- E com’è stato..-

- Il sesso?- domandò voltandosi verso il riccio con un sorriso enorme e il rossore sulle guance.

- Magico.- sospirò sognante portando le mani dietro alla testa. - E credo mi abbia chiamato ‘amore mio’ alla fine ma forse ero già completamente rincoglionito dall’orgasmo e me lo sono immaginato.-

- Mi sembra il tipo che dice cose del genere.- annuì voltandosi su un lato e calciando la gamba dell’amico con la sua.

- Quindi noi due siamo a posto?-

- Sempre stati a posto noi due.-

- E quando Liam torna gli chiederai scusa per come ti sei comportato?-

- Io? Era lui che stava scappando dopo aver intaccato la virtù del mio miglior..- gli colpì la testa con un cuscino ridendo.

 

 

 

Da: Liam
A: Zayn
Ore: 07:45

“Se sicuro di volerlo?”

 

Zayn sorrise quando la mattina dopo si svegliò con quel messaggio sullo schermo, digitò velocemente la parola ‘bucaneve’ e si strinse contro al cuscino respirando l’odore di Liam.

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

 

Perché ormai avrete imparato a conoscermi e sapete bene che dopo il fluff arriva l’angst.:3

Per il resto non credo ci sia nulla da spiegare, solo ribadire che il bucaneve è simbolo della speranza. E questa storia ci sta girando attorno praticamente dall’inizio. çmç

Oh, e mancano QUATTRO capitoli alla fine.. sto già male :’(

Il prossimo capitolo sarà con Lilo e Zouis quindi non odiatemi. E nel 23 ci sarà solo LARRY.

A sabato, grazie a tutti.

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Capitolo 23
*** Ventiduesimo capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

Ventiduesimo capitolo:

 

 

 

 

Liam continuò a fissare il soffitto indeciso, il cellulare tra le mani con il numero di Zayn selezionato e pronto per la chiamata.

Chiuse tutto e lo lasciò cadere sul letto sospirando sconfitto, era proprio un idiota se non riusciva a fare una dannatissima telefonata per sentire la persona che amava.

Aveva ragione suo padre, aveva ragione Louis, aveva ragione persino Harry.

Era un bastardo egoista.

Grugnì frustrato e scalciò i piedi sul materasso nascondendo il viso con le braccia quando sentì la porta della camera aprirsi.

- Dobbiamo parlare.- fece una risata amara muovendo la mano in un cenno per invitare Louis ad entrare.

- Sono serio, Liam. Mi sono rotto di vederti così per questa cazzata.- si morse forte le labbra per non lasciarsi sfuggire nulla e respirò lentamente per riprendere il controllo di tutto.

- Settimana prossima è la fine del mese, giusto? Pensa a qualcosa di carino e fatti trovare davanti a casa sua e gli racconti tutto quanto.- scosse la testa prendendo il cuscino per coprirsi il viso.

- Sono un coglione.- farfugliò contro la stoffa stringendo le dita sulla federa e sentendo il corpo dell’amico al suo fianco che gli accarezzava i capelli.

- Non è vero, Li.- scosse la testa mugugnando: - Sono uno smidollato senza coraggio.-

Restò immobile lasciandosi abbracciare dall’altro che si era sdraiato al suo fianco e ridacchiò quando lo sentì dire: - Apprezza tutto questo affetto, sai che non lo faccio spesso.-

Si lasciò stringere dal ragazzo chiudendo gli occhi: - Sono un idiota, Lou.-

- Non sei idiota, hai solo paura.- fece un verso mentre l’altro gli accarezzava i capelli.

- Ma non so nemmeno io di cosa ho paura.- mugugnò guardandolo negli occhi. - So che lui sa tutto, non devo confessare un bel niente ma..-

- Forse hai paura di quello che potrebbe succedere dopo.- aggrottò le sopracciglia fissandolo confuso.

- Non credo di aver paura di essere rifiutato..- continuò a guardarlo mentre l’altro scuoteva la testa.

- Di quello che succederà durante la vostra relazione.- gli fece un cenno invitandolo a continuare. - Ti stai riempiendo la testa di mille preoccupazioni sul “e se poi andrà male?”..- lo osservò interessato mentre mimava le virgolette con le dita. -..stai già pensando al dopo, Li. Invece devi pensare all’adesso. A come potresti essere felice a poterlo finalmente stringere tra le braccia, a..-

- E se poi ci lasciamo?- domandò all’improvviso facendo sbuffare l’amico che fece un gesto con la mano mormorando: - Ecco.-

- Ma è vero! Se poi va male e lui mi lascia? Se capisce che non ne vale la pena di star dietro ad uno come me? - sputò fuori sedendosi sul letto a gambe incrociate.

- Smettila di pensare queste cose di te.- sospirò scuotendo la testa, spostò l’attenzione sul cellulare e si cancellò con rabbia una lacrima.

- Ma è vero, ha ragione..-

- Non ci provare a dirlo.- lo bloccò subito l’altro puntandogli un dito contro.

- .. mio padre.- concluse cocciuto. - M’importa solo di quel cazzo di pianoforte, potrebbero morire tutti quanti e a me non importerebbe.- ripeté le parole che si sentiva dire ogni fine del mese stringendo i pugni. - E poi hai ragione anche tu, se lo amo davvero non lo farei stare così male.-

- Non rigirare quello che ti ho detto a tuo favore.- strinse le ginocchia al petto con gli occhi lucidi ascoltandolo. - Quel giorno mi hai fatto incazzare, va bene? Perché gli muori dietro da una vita ma non ti decidi a fare una mossa, e ogni volta che ne hai l’occasione scappi.- annuì passandosi una mano nei capelli corti.

- Ma io..- si zittì quando l’amico lo fulminò con un’occhiata muovendo una mano.

- Ti ho detto quelle cose perché volevo capissi che cazzate stai facendo, va bene? Te lo stai facendo scappare, Li. Solo perché hai paura di qualcosa che magari non succederà mai e..-

- Chi te lo dice? Un sacco di coppie si lasciano e..-

- Un sacco di coppie restano insieme.- sbuffò appoggiando i gomiti sulle ginocchia.

- Magari Zayn..-

- Liam.- bloccò tutto il resto della frase al richiamo di Louis. - Per quanto assurdo possa sembrarti c’è qualcuno a cui quelle cose sdolcinate piacciono. C’è qualcuno che sta aspettando solo una parola per trovare l’idiota che gli riempiva l’armadietto di biglietti.-

- Ma se..-

- Togli tutti i ‘ma’ e i ‘se’ e buttati.- guardò ancora una volta il cellulare scuotendo la testa.

- Posso chiederti una cosa?- sollevò gli occhi su un Louis che gongolava felice e sospirò: - Lo sapevo che volevi altro.-

- Grazie, Liam. Ora mi sento.. offeso. È così che tratti un amico che ti ha consolato nel momento del bisogno e..-

- Che vuoi?- domandò bloccando il monologo dell’altro che sorrise ancora di più affermando tranquillamente: - Ho bisogno del numero di bei ricci.-

- Perché vuoi il numero di quello?-

- Perché sì.-

- Dammi una giusta motivazione.-

- Dammelo, Li.-

- Non ce l’ho il numero di quello Styles, e anche se ce l’avessi non l’avrei dato a te.- borbottò alzandosi dal letto e prendendo le partiture.

- Vado a fare delle prove, di solito a quest’ora l’aula è vuota.- mormorò uscendo dalla stanza lasciando sul letto il cellulare, non accorgendosi del sorriso enorme dell’amico che lo prendeva e lo nascondeva dietro alla schiena salutandolo innocentemente.

 

 

 

 

Zayn se ne stava tranquillamente sdraiato sul divano a leggere quando sentì il suo cellulare vibrare sul tavolino. Lo afferrò cercando di non fermare lo sguardo su tutti quei fiori e quasi non lo lanciò a terra quando il nome “Lee <3” apparve sullo schermo.

Prese due grossi respiri, schiacciò il verde e rispose con un flebile: - Liam?-

- Sbagliato, ritenta di nuovo.- spostò il cellulare dall’orecchio fissandolo con le sopracciglia aggrottate. - Sono Louis e mi stavo chiedendo..- alzò gli occhi al cielo sentendo la parlantina sciolta dell’altro, poteva capire perfettamente perché Harry si fosse preso quella cotta improvvisa. Era insopportabile come lui.

- L’amichetto di Liam?- domandò con una punta di gelosia sentendo la risatina irritante di quello che dopo qualche secondo stava già scalando la vetta della sua lista nera.

- Il migliore amico, vorrei specificare.- sbuffò lasciandosi cadere a peso morto sul divano.

- E cosa vuoi da me, migliore amico di Liam?- domandò annoiato sperando di concludere in fretta quella chiamata e tornare al suo adorato libro.

- Ti ho detto che mi chiamo Louis.-

- Dovrebbe importarmene qualcosa?-

Sospirò felice quando sentì il silenzio dall’altra parte ed era pronto a riattaccare quando la voce dell’altro tutta eccitata gli trapanò le orecchie: - MA IO TI AMO, TI PREGO DIMENTICA LIAM E SPOSIAMOCI.-

Arrossì fissando scioccato il cellulare e iniziò a balbettare cose senza senso.

- Scusa, non tutti riescono a tenermi testa così. Oddio. Son contento di averti trovato, sei il mio nuovo migliore amico e..-

- Puoi dirmi velocemente perché hai chiamato? Il mio dito è molto, ma davvero tanto, vicino al tastino rosso che..-

- Ti giuro che se Liam non ti sposa lo faccio io.-

- Inizia a preparare tutto quanto allora, io faccio una lista degli invitati.- rispose annoiato prendendo con la mano libera il libro lasciando scorrere gli occhi sulle parole per ritrovare il punto in cui era stato interrotto.

- Meglio di no, non voglio scatenare l’ira di Liam.- fece spallucce riprendendo a leggere tranquillamente. - Dico, hai visto i muscoletti che ha messo su? Quello mi distrugge se s’incazza.-

- Oh, sì. Li ho visti perfettamente i muscoletti che ha messo su.- ripeté con i ricordi della notte di capodanno che gli stava inondando la mente.

- Non dovrei dirlo a nessuno, soprattutto a te, ma ogni tanto li faccio dei pensieri su di lui.- scosse la testa fissando il soffitto chiedendosi il motivo di tutta quella sfortuna.

- Perché lo dici a me quindi?-

- Perché sei l’unico che può capirmi.- lasciò perdere il libro concentrandosi sulla chiamata. - Dimmi se sbaglio ma secondo me potrebbe scoparti benissimo contro un muro tenendoti su con un solo braccio.-

- Purtroppo non ho ancora sperimentato questo lato di lui.- si morse le labbra trattenendo la risatina.

- Lo sperimenterai presto.- annuì sorridendo e mormorando: - Lo spero davvero.-

- Ti stai eccitando?- arrossì imbarazzato rispondendo con un tono acido: - Hai chiamato per farti una sega pensando al corpo del tuo migliore amico?-

- Non lo farei mai.- sbuffò riprendendo in mano il libro deciso a chiudere la telefonata. - Sei tu che mi hai dirottato su questo argomento, io volevo solo il numero del tuo migliore amico.-

- Di Harry?- domandò curioso interrompendosi di nuovo sulla stessa parola.

- Esatto, allora?- si morse le labbra indeciso e poi rispose: - Non credo sia una buona idea.. e so che me ne pentirò per sempre.- sentì la risata allegra dell’altro e iniziò a dettare il numero.

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Lo Zouis mi fa morir dal ridere. :’D

Non ho altro da dire.. ma ora ad ogni capitolo devo fare il conteggio finale? Tipo MENO TRE. Ma poi vi spaventate :/

Il prossimo sarà l’attesissimo capitolo Larry u.u

 

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Capitolo 24
*** Ventriteesimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

Ventitreesimo capitolo:

 

 

 

 

 

Harry era sdraiato sul letto e stava lanciando un piccolo pallone nel canestro appeso sulla porta quando il suo cellulare iniziò a squillare.

Si allungò per prenderlo dal comodino e fissò perplesso lo schermo su cui compariva un numero sconosciuto.

Rispose con voce insicura e confusa sentendo subito il: - Ci risentiamo, bei ricci.- che fece comparire sul suo volto un sorriso enorme.

- Come stai?- domandò cercando di mantenere un minimo di contegno mentre il suo cuore batteva sempre più forte.

- Sto bene.. solite cose. Liam che non si decide a dire tutto, corsi di teatro, Liam che non si da una mossa, uno spettacolo da preparare. Tu?-

Restò per qualche minuto in silenzio e poi si decise a rispondere: - Zayn che non vuole ascoltarmi, corsi stupidi da frequentare, Zayn che non si decide a fare una chiamata, un esame da preparare.-

- Perfetto! Hai bisogno di distrarti un po’!- sorrise mettendosi seduto e mormorando: - Cos’hai in mente?-

- Ti va un gelato?-

- Non credo lo facciano in questo periodo dell’anno.- mormorò confuso sentendo la risatina dell’altro subito dopo.

- Oh, giusto. Questo caldo non è per la stagione.- scoppiò a ridere non riuscendo a trattenersi.

- Questa era pessima!- esclamò buttandosi sul letto scosso dalla risata.

- Ci ho provato.- scosse la testa divertito sentendolo aggiungere: - E una cioccolata?-

- Voglio solo capire come facciamo ad uscire insieme se tu sei a Londra e io a Bradford.-

- Ma non dobbiamo uscire insieme! Andiamo ognuno in un bar diverso e stiamo al telefono assieme.- aggrottò le sopracciglia sedendosi a gambe incrociate spostandosi i ricci con una mano.

- Questa è l’idea più..-

- E’ fantastica! Lo so!-  scosse ancora la testa con un sorriso divertito e scoppiò a ridere di nuovo quando lo sentì dire: - Allora? Quanto ci metti per prepararti?-

- Credo sia l’appuntamento più strano che abbia mai avuto.- replicò alzandosi velocemente, prendendo il cappotto ed uscendo di casa.

 

 

 

 

 

Louis tornò nell’appartamento in comune con i suoi amici fischiettando felice non accorgendosi del biondino seduto sul divano col computer sulle gambe che lo fissava confuso.

- Quest’aria stranamente allegra a cosa è dovuta?- sobbalzò facendo spallucce.

- Non sono cose che vado a dire ad un’irlandese.- borbottò aprendo il frigorifero e prendendo una bottiglietta d’acqua.

- Tanto lo so che sei uscito con Harry.- iniziò a tossire arrossendo.

- Chi è uscito con Harry?!- borbottò qualche parola confusa cercando di trovare una via di fuga e di evitare l’interrogatori di quello che era comparso battendo i piedi sul pavimento.

- Come hai fatto ad avere il suo numero, Louis?- fece spallucce sorridendo al suo migliore amico che lo guardava in attesa con le braccia incrociate.

- Ho fatto i miei giri di telefonate e..-

- Quindi è per questo se c’è una chiamata che io non ho mai fatto a Zayn.- sorrise dando un colpetto sulla spalla del ragazzo superandolo.

- Mi ha supplicato di sposarlo..- ridacchiò voltandosi verso di lui. -.. nel caso in cui tu non ti decidessi a fare la mossa. Dice che è super cotto di me e..- si riparò il volto con le braccia quando gli arrivarono addosso due cuscini.

 

 

 

 

 

 

- E se Liam non si decidesse mai a darsi una mossa? Non ce la faccio più a vedere Zayn così.. sto male per lui e sta aspettando da tantissimo tempo e..-

- Non preoccuparti, ci penso io a farlo smuovere.-

- Sicuro di riuscirci? Sono quasi dieci anni che resta nascosto..forse non lo troverà mai il coraggio e..-

- Fidati di me. Buonanotte, bei ricci.-

- Notte, Louis. E grazie per la.. cioccolata in diretta telefonica.-

- Quando vuoi.. magari la prossima volta ne beviamo una guardandoci negli occhi.-

- Non vedo l’ora.-

- Anch’io.-

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Bonjour :3

Eccovi il capitolo Larry, non è molto lungo ma.. SONO RIUSCITA A SCRIVERE LARRY!

Non ci credo çwç sono fiera di me.

 

A sabato, con l’attesissimo Ziam u.u

Vi voglio tanto bene, senza di voi tutta questa fan fiction non avrebbe senso. <3

 

Oh, e non leggo etero. (l’unico etero che leggevo erano le originali di fallsofarc. <3 Dove sei? EFP ha bisogno di te, il mondo ha bisogno di te.)

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Capitolo 25
*** Ventiquattresimo Capitolo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

 

 

Ventiquattresimo capitolo:

 

 

 

 

 

Liam cercò di prendere dei grossi respiri per calmarsi, il pacco tra le sue mani che sembrava pesare come piombo.

Era il primo di febbraio, era tornato a casa e ci aveva pensato tutta la notte al discorso di Louis e al fatto che si stava “fasciando la testa prima di rompersela”. La mattina si era svegliato deciso e prima che potessero iniziare le sue paturnie era corso a prendere quella cosa importante che ora stringeva tra le mani.

Suonò il campanello sentendo il cuore in gola al: - Arrivo.-  gridato dal padrone di casa, spostò il peso del corpo da un piede all’altro arrossendo nel momento in cui la porta si aprì rivelando uno Zayn assonnato con una maglietta a maniche corte e dei pantaloni della tuta che gli andavano larghi.

- Oh.- lo vide sbarrare gli occhi e spostarsi invitandolo ad entrare.

- Devo.. devo parlarti.- mormorò tenendo lo sguardo sul pacco ancora troppo nervoso per incontrare gli occhi nocciola del moro.

- V-Va bene.. quel.. quel pacco.. vuoi darlo.. a me?- annuì porgendoglielo con un sorriso tirato mentre l’altro sussurrava tra sé e sé: - Dobbiamo sederci assolutamente. Non riuscirò a reggermi in piedi.-

Lo seguì nel salotto osservando meravigliato il tavolino che non aveva mai avuto occasione di vedere, la rosa color lavanda al centro di tutto. Il primo fiore che gli aveva regalato come Liam e non come anonimo che sembrava risaltare su tutti gli altri.

Spostò lo sguardo su Zayn che metteva il pacco sul tavolino senza aprirlo e appoggiava la testa contro la spalliera del divano chiudendo gli occhi.

- Ho.. credo di aver bisogno di.. un momento per..- annuì slacciandosi il giubbino per posarlo sulla poltrona. - No, non importa. Ho aspettato troppo.- si morse le labbra fissando gli occhi quasi lucidi dell’altro che aspettava le sue parole.

- Io.. non so.. da dove cominciare..- mormorò spostando lo sguardo su uno strano soprammobile.

- Dimmi quello che..- mosse una mano interrompendolo e borbottò: - Non m’interrompere o non riuscirò a concludere nulla.-

Quando il moro annuì prese un altro respiro e si decise a parlare: - è una storia davvero molto lunga. Andavamo a scuola insieme, e questo ormai l’hai capito.- ridacchiò nervoso passandosi una mano nei capelli corti. - Sei entrato con due minuti di ritardo durante la prima lezione di matematica, e ti sei seduto nell’unico posto rimasto libero davanti alla cattedra.-

- Come fai a ric..-

- Ed è stupido, è la cosa più stupida di questo universo ma la stanza si è.. illuminata quando sei entrato tu.- si passò una mano sul viso completamente rosso e continuò: - Ho una cotta per te da quando sei entrato in quell’aula con due minuti di ritardo, tutto affannato per la corsa, perché avevi perso l’autobus.-

Fissò la rosa color lavanda con un sorriso e riprese a parlare non riuscendo più a fermarsi: - Ti ho osservato in silenzio per anni, Zayn. Solo al quarto ho deciso di fare qualcosa perché.. volevo vederti sorridere.. non.. non so cos’era successo ma eri.. spento. E io volevo solo vedere quel sorriso che mi aveva fatto innamorare di te. Sono innamorato di te, sono completamente innamorato di te.- si avvicinò a lui inginocchiandosi tra le sue gambe sorridendo tra le lacrime.

- D-Davvero?- annuì stringendogli le mani e rispose: - Mi dispiace di averti fatto aspettare tutto questo tempo, mi dispiace di non aver trovato il coraggio prima, mi dis..- si bloccò perché Zayn si era lasciato scivolare giù dal divano per essere di fronte a lui e lo stava abbracciando.

- Sei tu che mi hai riempito l’armadietto di bigliettini?- lo guardò negli occhi passandogli una mano sulla guancia bagnata.

- Sì, Zayn.-

- Sei tu che mi hai mandato fiori tutto lo scorso anno e questo?- strinse le dita tra i suoi capelli neri appoggiando la fronte contro la sua.

- Sì, sono io.- sussurrò contro le sue labbra accarezzandogliele dolcemente con le sue.

Lo osservò mentre si staccava e si cancellava le lacrime con il pugno indicando il pacco sul tavolino.

- E quello cos’è?- si allungò prendendolo e porgendoglielo con un sorriso.

- Aprilo e lo scoprirai.- lo guardò attentamente mentre annuiva indeciso scartandolo.

- Potrei avere una.. strana reazione.. quando.. scoprirò cosa.. cosa c’è dentro..- mosse le dita tra i suoi capelli sedendosi sul tappeto subito seguito dall’altro che tolse il coperchio saltandogli nel momento successivo tra le braccia.

- Ti piacciono?- chiese sentendolo annuire velocemente contro il suo petto e singhiozzare: - I bucaneve.-

Gli prese il mento tra le dita obbligandolo a staccarsi dalla sua spalla, gli cancellò le lacrime con una manica e gli baciò le palpebre.

- Non devi piangere, Zayn.-  sussurrò muovendo il pollice sulla sua mascella.

- Non ci riesco.. tu sei.. sei la persona che..sto aspettando da tutta la vita e..- lo abbracciò forte lasciandolo piangere e bagnargli tutta la maglietta mentre gli accarezzava dolcemente la schiena per calmarlo.

 

 

 

Dopo una mezz’ora di pianto erano accoccolati sul divano, Zayn che continuava a parlare sdraiato sopra a Liam che soffocava le risate contro i suoi capelli.

- La professoressa Dover non era male, però..- scosse la testa accarezzando il petto del moro che guardò oltre la sua spalla con un’espressione confusa.

- Perché tu amavi disegnare e lei amava te.- spiegò baciandogli il collo sentendolo agitarsi tra le sue braccia trovandolo subito dopo con il petto contro il suo.

- Ed eri anche in quell’aula.- annuì nonostante il ragazzo non l’avesse posta come domanda ma come semplice affermazione. - E io non ti ho mai visto. Perché non ti ho mai visto?- fece spallucce lasciandosi accarezzare le guance dall’ormai ventiduenne che sorrideva felice.

- Mi sono sempre nascosto anch’io.. la colpa è di entrambi.- strinse le braccia attorno al collo di quello che iniziò a succhiargli il mento strusciandosi.

- Vogliamo recuperare?- sorrise divertito quando l’altro sgusciò via dalle sue braccia facendogli l’occhiolino.

- Qui?- lo osservò mentre scuoteva la testa indicando le scale alle sue spalle: - C’è un letto che non sa più di te.-

Scosse la testa quando lo vide salire velocemente i gradini, lo raggiunse sedendosi a cavalcioni su di lui baciandogli dolcemente il collo sentendolo sospirare ed aggrapparsi alle sue spalle mentre lo spingeva a sdraiarsi.

- Però questa volta..- lo zittì con un bacio staccandosi ed annuendo: - Faccio io.-

Gli sfilò la maglietta lasciandosi togliere la sua e gli abbassò i pantaloni mentre l’altro lo aiutava sollevando il bacino.

- Però io non sono..- lo interruppe succhiandogli il labbro inferiore e seguì con la lingua la fila di denti.

Si slacciò i jeans spingendoli fino alle caviglie, si tolse le scarpe e lo sentì ridacchiare quando iniziò ad ondeggiare su una gamba perdendo quasi l’equilibrio.

Aprì lo stesso cassetto del mese prima prendendo il lubrificante e un pacchetto di preservativi vedendo l’occhiata confusa del moro a cui rispose con un semplice: - Dobbiamo recuperare.-

Gli tolse i boxer bianchi liberandosi velocemente anche dei suoi, lo penetrò direttamente con due dita fredde ottenendo delle grida e dei graffi sulle spalle.

- Liam! Sono anni che non faccio passivo!- sorrise soddisfatto quando spingendo le dita in profondità riuscì a colpirgli il punto che lo lasciò con la bocca spalancata e un gemito spezzato.

Scartò un preservativo infilandoselo ed allargando le gambe del ragazzo che iniziò a lamentarsi non appena tolse le dita. Entrò in lui subito dopo sentendolo stringersi attorno a lui e gemere sprofondando la testa nei cuscini.

Si mosse lentamente dentro di lui, lo sguardo sul suo membro che veniva accolto dal moro che si lasciava sfuggire gemiti sempre più rochi mentre muoveva il bacino per seguire il ritmo delle spinte.

Sospirò estasiato quando raggiunse l’orgasmo, uscì lentamente da lui sfilandosi il preservativo e buttandolo nel cestino accanto al letto.

- è stato.. intenso e.. intimo.- lo sentì ridacchiare mentre gli leccava il petto per pulirlo.

- Ti direi di esser pronto per il round due e tre ma.. credo tu mi abbia appena fottuto il cervello per sempre.- sorrise puntando le braccia accanto alla sua testa baciandolo teneramente.

- Puoi dormire, se vuoi.- mormorò spostando le sue attenzioni sul collo.

- Tu non scappi?- scosse la testa strofinando il naso contro la sua guancia e sussurrò: - Non me ne vado mai più.-

Non riuscì a smettere di sorridere quando Zayn si addormentò stringendogli un braccio.

 

 

 

 

Zayn si stiracchiò nel letto guardando la radiosveglia, era pomeriggio tardi ed era nudo e appiccicoso nel suo letto.

Si voltò verso il lato vuoto del letto sorridendo quando trovò un foglio con quella scrittura troppo famigliare.

« Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno. »

La finì di leggere con gli occhi lucidi, si trascinò fin nella doccia non riuscendo a smettere di sorridere nonostante gli fosse finito dello shampoo in bocca.

S’infilò un paio di boxer puliti e un paio di pantaloni della tuta che aveva rubato ad Harry anni prima e gli andavano ancora larghi e scese le scale raggiungendo la cucina.

Si avvicinò al ragazzo che stava trafficando tra i fornelli a petto nudo con solo le mutande addosso e strinse le braccia attorno al suo collo lasciandogli dei piccoli baci gongolando felice quando sentì il profumo del suo bagnoschiuma su quel ragazzo perfetto e suo.

- Non volevo svegliarti.- annuì spostando le braccia sullo stomaco del castano appoggiando le labbra sulla sua schiena muscolosa.

- Ti amo anch’io.- sussurrò contro la sua pelle riprendendo subito dopo a baciarla.

Allentò la stretta sentendolo girarsi tra le sue braccia e: - Mi dispiace di aver aspettato tutto questo tempo.-

Sorrise scuotendo la testa replicando sicuro: - Ora sei qui, è questo che conta.-

- E non me ne vado.- si alzò sulle punte ricambiando il bacio e in poco tempo si trovò seduto sul bancone della cucina con Liam che gli riempiva il petto di succhiotti e morsi mentre lui si aggrappava ai suoi capelli corti.

- Lo sapevo!- si staccarono velocemente trovandosi davanti un Harry tutto sorridente che li indicava ghignando: - Louis aveva ragione!-

Sentì Liam sbuffare e nascondere il viso contro il suo petto mormorando: - Deve per forza stare qui?-

Ridacchiò appoggiando le braccia sulle sue spalle accarezzandogli la schiena, sorrise al suo migliore amico e gli fece un cenno per invitarlo a lasciarli soli.

- Va bene, me ne vado.- baciò una spalla del castano quando lo sentì borbottare contro  la sua clavicola. - Però volevo solo complimentarmi con Liam che dopo.. all’incirca dieci anni si è deciso a..- prese un cucchiaio di legno lanciandolo al riccio che si ritirò velocemente lamentandosi.

- Liam?- sussurrò contro i suoi capelli sentendo un verso come invito a continuare. - Come hai fatto a trovare il coraggio?-

- Io..- lo guardò negli occhi curioso quando si staccò arrossendo e guardando le piastrelle. -.. ho capito che sei tu il mio coraggio.- strinse le braccia attorno al suo collo avvicinandolo di nuovo al suo corpo.

- Ti amo.- confessò contro il suo collo. - E ti ho aspettato per anni, e sono felice che tu sia qui.-

 

 

 

 

Angolo Shine:

Mi scuso dal profondo del mio cuore ziam per non aver aggiornato ieri.

Poi spero Liam si sia fatto perdonare, e la poesia che gli dedica questa volta è il sonetto XVII di  Neruda.

Il prossimo è l’epilogo.. çmç

Oh, e i bucaneve sono simbolo di speranza

Ci sentiamo mercoledì çmç

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Capitolo 26
*** Epilogo ***


Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

 

 

Epilogo

 

 

 

Era un tranquillo sabato mattina e Zayn era ancora rannicchiato sotto alle coperte nello spazio occupato qualche ora prima da Liam.

Erano passati due anni e stavano ancora insieme, nonostante l’opposizione ferma del padre del castano che aveva convinto quest’ultimo a trasferirsi nella piccola villetta nella periferia di Bradford.

Avevano avuto le loro litigate, i loro alti e bassi, ma dopo due anni erano ancora insieme più forti di prima.

Il suono insistente del campanello svegliò il moro che indossò velocemente un paio di boxer, probabilmente di Liam, e una maglietta che gli stava troppo grande.

Saltò gli ultimi gradini e raggiunse la porta aprendola trovandosi subito dopo con un mazzo di tulipani rossi tra le braccia.

Restò per un momento inebetito fissandoli, erano anni che non riceveva fiori e quando notò il foglietto non riuscì a bloccare il sorriso e il gridolino eccitato.

Lo tolse dalla busta leggendo incantato le parole :

«Quando io ti amo e tu mi ami, siamo l’uno come lo specchio dell’altro,
e riflettendoci l’uno nello specchio dell’altro, vediamo l’infinito.»

Riportando l’attenzione sul mazzo di tulipani rossi, che nel linguaggio dei fiori rappresentavano una dichiarazione d’amore, si accorse del tulipano giallo che sembrava scomparire in mezzo all’altro colore. Lo sfilò sentendo il cuore perdere un battito nel momento in cui vide una piccola scatolina legata al gambo.

- Oh Dio.- si lasciò sfuggire sorpreso correndo poi in salotto, con tutto quanto tra le braccia, cercando il telefono tra i cuscini del divano.

Compose velocemente il numero con le dita che tremavano dall’emozione e attese impazientemente che l’altro accettasse la chiamata.

- Harry!- gridò quando sentì la voce assonnata dell’amico. - Cazzo, Harry! Sono sceso di corsa e.. i fiori! E poi c’era anche un biglietto e..-

- Sono le undici della mattina! Lasciami dormire!- scosse la testa continuando a sorridere eccitato.

- Ho bisogno di te, ti prego.- mormorò cercando di usare un tono di voce dolce per ottenere l’attenzione dell’amico che sbuffando gli chiese di raccontargli tutto.

- Ho paura ad aprire la scatola.- iniziò sentendo subito il: - Quale scatola?- del riccio che gli stava sicuramente tirando dietro ogni tipo di maledizione.

- La scatola attaccata al tulipano giallo.- replicò con ovvietà facendo avanti e indietro nella stanza col telefono stretto tra le mani e lo sguardo fisso sul tavolino.

- Perché hai un tulipano tra le mani?-

- Perché mi è appena arrivato un mazzo di tulipani, Harry!- gridò eccitato sentendo un’altra voce borbottare: - Fallo stare zitto.-

- Dì a Louis che se in questa scatolina c’è quello che penso potremo finalmente chiudere quello strano patto.-

Ridacchiò divertito quando sentì rispondere: - Oh, grazie. Non riuscivo più a dormire la notte.-

- Sapete dov’è?- domandò stritolando tra le dita la maglietta che sapeva ancora di Liam.

 Si morse le labbra ed annuì quando sentì Louis dire: - Sai benissimo che il sabato mattina è sacro per lui e le prove.-

- Allora io vado.- riattaccò quando li sentì dire insieme: - Tu provaci a chiamare di nuovo il sabato mat..-

Risalì velocemente le scale e s’infilò nella doccia per togliersi di dosso tutto l’odore di sesso, quando una mezz’ora dopo era pronto prese le chiavi di casa e la scatolina infilandola nella tasca della giacca. Ed uscì nel freddo pungente di gennaio.

 

 

 

 

 

 

Erano ormai ore che Liam continuava a provare quella partitura, non che non gli venissero delle note ma era una melodia rilassante che gli scorreva dalle punta delle dita fin dentro alle ossa.

Muoveva le dita lentamente con gli occhi chiusi e un piccolo sorriso sulle labbra, completamente preso dal pianoforte e dalle note che produceva per accorgersi del ragazzo che lo stava ascoltando appoggiato allo stipite della porta.

Quando arrivò alla fine riaprì gli occhi notando il moro che si era avvicinato e gli passava dolcemente una mano tra i capelli con un sorriso orgoglioso.

- Ehi.- sussurrò per non rompere l’atmosfera che gravava in quella stanza, appoggiò le labbra sulle sue lasciandolo sedere al suo fianco sul piccolo sgabello.

- Mi hai fatto svegliare presto.- lo sentì lamentarsi contro la sua spalla mentre riprendeva a suonare con le dita di Zayn che gli accarezzavano il braccio.

- Sono arrivati?- s’informò vedendolo annuire e passargli la scatolina in velluto con gli occhi lucidi e un sorriso.

- Vuoi le cose fatte bene?- l’altro annuì solamente, un sorriso più grande quando lo fece sedere dall’altra parte rispetto al pianoforte e s’inginocchiò di fronte a lui.

- Come due anni fa ho trovato il coraggio di confessarti tutto quanto.- iniziò non distogliendo lo sguardo dagli occhi del moro che diventavano sempre più lucidi e brillanti.

- E ti amo come due anni fa..- strinse la scatolina tra le dita sorridendo. -.. ti amo più di due anni fa, più di dodici anni fa, e ti amerò ogni giorno sempre di più.-

- E mi renderesti l’uomo più felice sulla faccia di questa terra se tu, Zayn Malik, accettassi di essere mio per sempre.- la aprì rivelando un piccolo anello argentato e lo guardò negli occhi deciso: - Vuoi sposarmi?-

L’altro annuì soltanto tra le lacrime schiarendosi poi la voce e: - Sì, Liam. Voglio.. voglio sposarti. Voglio passare il resto della mia vita al tuo fianco.. voglio invecchiare con te.. creare una famiglia con te..- si tirò su velocemente abbracciandolo sentendolo aggrapparsi alla sua camicia e ridere e piangere insieme.

- Ti amo, Li.- si staccò cancellandogli le lacrime e gli prese la mano sinistra infilandogli il piccolo gioiello all’anulare.

 Lo baciò di nuovo appoggiando poi la fronte contro quella del moro e si sorrisero tra le lacrime per un tempo indefinito.

Quando si ripresero Liam prese posto sullo sgabello appoggiando il petto contro la schiena del moro, la testa sulla sua spalla e le dita sui tasti del piano a creare improvvisazioni e melodie dolci.

- Sei pronto per il concerto di domani?- annuì baciandogli il collo e mormorando: - Ho parlato con papà qualche giorno fa.-

- Perché non me l’hai detto?- scosse la testa appoggiando le braccia sulle sue spalle e circondandogli il collo per averlo più vicino.

- Non volevo farti preoccupare.. oggi mi ha chiesto un appuntamento per questo sono uscito prima e non ti ho svegliato.- spiegò sentendolo annuire e posizionarsi meglio contro di lui.

- E com’è andata?- nascose il viso contro il suo collo sospirando: - La prima volta da schifo.-

- Dovevi dirmelo! Potevo venire con te! Come quella volta in cui..- lo strinse più forte scuotendo la testa.

- E’ una cosa che dovevamo risolvere io e lui.. scusa, non volevo tenerti nascosto nulla..- quando lo sentì annuire continuò: - Mi ha buttato addosso di tutto, e un po’ ha ragione..- lo vide pronto a ribattere e lo interruppe velocemente: - Non mi faccio sentire da anni, Zayn. È pur sempre mio padre, e..-

- Un padre che ti ha trattato da schifo in tutti questi anni.- appoggiò la fronte contro la sua spalla sentendolo accendersi velocemente. - Ha detto che sei un errore, che non voleva vederti in quella casa, che..-

- Zayn.- mugugnò cercando di fermarlo. - è stato male quando me ne sono andato, ha avuto un infarto e ha rischiato di morire e io non ero lì e..- si sentì stringere dalle braccia del moro che aveva il busto girato verso di lui e gli accarezzava la schiena.

- Abbiamo.. abbiamo parlato civilmente oggi e.. voglio recuperare il mio rapporto con lui, Zayn. È mio padre e..- lo sentì annuire e sussurrare: - Va bene, Li. Lo faremo insieme.-

- Come sta Matthew?- fece spallucce sorridendo contro il suo collo: - Papà mi ha detto che li fa disperare, esce ogni giorno con una ragazzina diversa e..- si bloccò con una smorfia, gli occhi che pizzicavano per le nuove lacrime.

- Recupereremo anche con lui, recupereremo con tutti.- annuì e ridacchiò quando l’altro aggiunse: - Sempre detto che era un bambino intelligente.-

Restarono abbracciati in quel modo strano e scomodo per altri dieci minuti e poi Zayn si staccò lasciandogli un bacio sulle labbra: - Fammi sentire di nuovo quello che stavi provando.-

- È Debussy.. questa volta..- iniziò a spiegare posizionando già le dita sui tasti venendo interrotto dal: - Rêverie, lo so.- 

Sorrise baciandogli una guancia e lo sentì dire: - E la poesia che mi hai dedicato oggi.. non l’avevo mai letta, chi è?-

- Leo Buscaglia, stavo leggendo un suo libro l’altro giorno e ho trovato quella frase e mi sembrava perfetta.- spiegò iniziando a muovere le dita producendo una dolce melodia.

- Era quello il libro che mi stavi nascondendo?- annuì appoggiando la testa sulla sua spalla, chiuse gli occhi e si lasciò prendere dalla musica, piegò le labbra in un sorriso quando lo sentì sussurrare nel suo orecchio: - Ti amo.-

 

 



Angolo Shine:

...

Ho bisogno di un attimo.

Questa storia e questi personaggi mi hanno tenuto compagnia da febbraio fino a inizio luglio, è un po’ difficile lasciarli.

Ci sono stati giorni in cui volevo solo cancellare tutto, partendo dal fatto che per decidermi a pubblicare ci ho messo i mesi. E quando sono riuscita ad arrivare all’epilogo.. sono soddisfatta del risultato finale. Credo sia una delle storie più belle che abbia mai scritto, soprattutto conclusa, contando anche tutti i manoscritti, quanto fa figo dire manoscritti?, salvati nella chiavetta.

E quindi, nulla, mi mancheranno loro. Mi mancherete voi con le vostre recensioni. E ora ho i mercoledì e i sabati da riempire.

Sicuramente torneranno con qualche spin off. Ne ho un po’ in mente, alcune cose che devo chiarire come la questione del padre o del primo incontro Larry.

Il mazzo di tulipani rossi con uno giallo era una cosa carina che avevo in mente dall’inizio e sono riuscita a trovargli una degna collocazione, spero.

Poi Rêverie perché è stupenda e rilassante e Liam al pianoforte è il mio OTP. (Liamorte <3 )

Tulipano rosso = dichiarazione d’amore;

tulipano giallo = amore disperato.

E la frase che ho inserito l’ho trovato non so come su Internet e nomina lo specchio (Mirrors di JT è la canzone dello Ziam) e poi l’infinito (“To infinity and beyond” che è una frase puramente Ziam).

La sto tirando per le lunghe ma ormai è finita.

Grazie per tutti questi mesi in cui avete pazientemente aspettato, grazie per le recensioni, grazie per aver letto, grazie per avermi dato tutta questa fiducia.

Bon, passo e chiudo.

Grazie ancora,

Shine.

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