Diario di una sopravvissuta { Momentaneamente Sospesa }

di AmeliaRose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 04 Febbraio 2013 ***
Capitolo 3: *** 07 Febbraio 2013 ***
Capitolo 4: *** 08 Febbraio 2013 ***
Capitolo 5: *** 15 febbraio 2013 - Prima Parte ***
Capitolo 6: *** 15 Febbraio 2013 - Seconda Parte ***
Capitolo 7: *** 16 Febbraio 2013 - Prima Parte ***
Capitolo 8: *** 16 Febbraio 2013 - Seconda Parte ***
Capitolo 9: *** 20 Febbraio 2013 ***
Capitolo 10: *** 24 Febbraio 2013 ***
Capitolo 11: *** 25 Febbraio 2013 ***
Capitolo 12: *** 26 Febbraio 2013 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo


 

 

20 Gennaio 2013
Oldham, Regno Unito.
 
 
"Interrompiamo il programma per una notizia dell'ultimo minuto. Dopo i recenti episodi di attacchi da persone infette, il nostro governo e i governi del resto del mondo hanno preso una decisione drastica e dolorosa. Per evitare che simili episodi avvengano anche in altri paesi, hanno deciso di alzare le barriere attorno al Regno Unito e quinti mettere in quarantena l'intera area infetta per evitare che il virus contagi anche le persone di altri paesi. I nostri scienziati hanno confermato che il virus che ancora oggi non ha un nome, sia nato qui visto che simili episodi sono avvenuti solo nel nostro paese. I nostri scienziati non sanno come sia avvenuto questo contagio, se tramite cibo o acqua ma escludono categoricamente il contagio per via aerea. Inoltre consigliano di evitare contatti con le persone infette, di stare attenti a non venire morsi da loro. Credono che il contagio tra persona infetta a persona sana avvenga tramite la saliva. Le autorità invece avvisano che chiunque provi ad oltrepassare le barriere verrà uccisa a vista. Nessuno può più scappare, gli aeroporti sono stati chiusi così come i porti navali. Le autorità però consigliano di fare provviste di beni primari e di barricarsi in casa fino al nuovo ordine. Questo notizia finisce qui e che Dio ci salvi tutti".
 
Angolo Autrice:
Salve a tutti. Ebbene si, ci voglio provare.
Sono una fanatica di film Zombie e di The Walking Dead (telefilm che adoro) e volevo provare questo progetto che avevo in testa da parecchi giorni. Questa fan fiction sarà vista dal punto di Billie, o almeno è scritta dal punto di vista di Billie.
Questo prologo non è sotto forma di diario, ma credo che sia giusto farlo così per farvi capire cosa abbiamo a che fare e come hanno deciso di evitare che il virus esca dal Regno Unito.
Spero che la mia idea vi piaccia, sebbene siamo solo al prologo.
A presto.

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Capitolo 2
*** 04 Febbraio 2013 ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo


 

 

04 Febbraio 2013.
Middleton, Regno Unito
 
Caro Diario,
sarò sincera. Non ho mai speso del tempo a scrivere le mie memorie giornaliere su un diario. Credo che sia per il semplice fatto che non ne sentivo il bisogno. Che per sfogarmi dalle delusioni mi bastava solamente chiamare un'amica e parlarne davanti a un barattolo di gelato al cioccolato. Ma solo ora comprendo il perché molta gente spendesse del tempo a scrivere su un diario. Perché forse si sentivano sole e non avevano nessuno con cui parlare. Credo che sia per questo che ora scrivo qui. Sono sola. E' passata solo una settimana da quel servizio del tg che annunciava la nostra quarantena dal resto del mondo. E in una settimana ho perso tutto.
Ho perso tutti. Familiari, amici e colleghi. I miei genitori sono stati i primi ad andarsene.
Il primo è stato mio padre, era uscito per andare a comperare le provviste e non è più tornato. Mamma ha pianto tantissimo quella sera, quando comprese che papà era o morto o era stato infettato. Io stranamente non piansi, speravo che si fosse salvato da un attacco da parte degli infetti che magari aveva trovato un rifugio sicuro da qualche parte. Insomma, per me la speranza è l'ultima a morire e vista la nostra situazione, la speranza è l'unica cosa che ci è rimasta.
Non scorderò mai le grida di terrore che sentivo penetrare dalle fessure della porta. Urla che se ci ripenso mi fanno gelare il sangue. E sono state per colpa di queste urla che mia madre se ne andò. Ricordo ancora quel momento, ero nascosta dietro alle tende di velluto nero intenta a guardare quello che accadeva in strada.
Persone e persone sporche di sangue che vagavano per la strada. La vidi uscire e scendere i scalini. Quelle creature appena la videro le saltarono addosso come dei leoni su una loro preda. Non feci niente per aiutarla, ero bloccata dal terrore. L'unica cosa che facevo in quel momento era di coprirmi la bocca con entrambe le mani per non far uscire nessun suono o singhiozzo. Quando finirono con lei, non era più mia madre. Quello che rimaneva di lei era del sangue sull'asfalto, brandelli di pelle e qualche osso qua e là. Passai giorni chiusa in casa finché stanca di tutto questo non decisi di farla finita una volta per tutte.
Mi feci coraggio e uscii di casa, c'erano due infetti in strada in quel momento e quando mi videro corsero verso di me. Ricordo i loro volti, non li avevo mai visti prima. Bocca sporca di sangue e occhi bianchi. Morti che camminano. Ma non fecero in tempo a prendermi che qualcuno gli aveva sparato. Un militare, il comandante Eccleston mi aveva salvato la vita. Mi portò con sè a Middleton in una base dove raccoglievano i superstiti. Davano loro cibo, acqua calda e sicurezza. In quel posto scambiai qualche parola con altri superstiti, Karen e Arthur. Sono sposati da poco tempo e anche loro come me hanno perso tutto quello che amavano.
Ma dopo queste nostre esperienze abbiamo capito una cosa. Da oggi in poi non dovremmo più affezionarci a qualcuno, dobbiamo imparare a bastarci da soli, dobbiamo diventare amici di noi stessi e basta. E fortunatamente non sono sola. Ho te mio caro diario. Il diario di una sopravvissuta.  

Angolo Autrice:
Ed eccoci qui, questo è il primo capitolo della mia nuova fan fiction.
Spero vi piaccia l'idea di un amore tra gli zombie :3
Al prossimo capitolo :)

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Capitolo 3
*** 07 Febbraio 2013 ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo


 

 

07 Febbraio 2013
Middleton, Regno Unito
 
Caro diario,
eccomi nuovamente qui da te, pronta per sfogarmi e pronta a sgomberare nuovamente la mente.
Sono passati solamente tre giorni dall'ultima volta che ti ho scritto e nonostante siano passati pochi giorni, ho da raccontarti tantissime novità. Per prima cosa, ho fatto amicizia con il comandante Eccleston. Si, lo so, avevo detto che non era il caso di stringere amicizia con qualcuno, specialmente di questi tempi ma è impossibile non stringere amicizia con lui. Ogni volta che mi rivolge la parola mi sento al sicuro e il suo tono caldo e gentile tranquillizza tutti.
A volte passo del tempo con lui sul tetto della base. Se tu caro diario fossi una persona in carne e ossa saresti terrorizzato da quello che vedresti da quassù. Attorno alla base c'è un vasto prato pieno di cespugli e alberi da frutto. Il paesaggio è bellissimo ma ogni tanto si avvicinano due o tre infetti assieme, come se si muovessero in gruppo, e i soldati muniti con delle armi a silenziatore gli sparano in testa. Poi una volta uccisi i soldati li prendono e li ammucchiano uno sopra all'altro, li cospargono di benzina e gli danno fuoco. E' uno spettacolo orribile nonostante uccidono e mangino le persone  sane, provo pietà per loro. Non sono stati loro di chiedere di essere infettati, non hanno chiesto loro di morire in quel modo e non hanno di certo chiesto loro di uccidere e infettare altra gente.
Alla fine sono vittime come noi, anche loro hanno perso qualcuno che amavano.
Caro diario, si può provare pietà per le bestie persone che hanno ucciso mia madre?
Per quelle bestie persone che hanno, molto probabilmente, ucciso mio padre? Dio mio, quanto mi mancano! Se fossero ancora qui con me mi starebbero abbracciando e consolando, sussurrandomi all'orecchio che tutto finirà e ritorneremo una famiglia felice e spensierata.
Credo che sia il caso di cambiare discorso. Ti accennerò le altre novità. La seconda novità è che dopo un esame di routine, hanno scoperto che Karen aspetta un bambino! Arthur era felicissimo quando l'ha saputo, Karen si è anche messa a piangere. Anzi, tutti hanno pianto, compresa me! Ci serviva proprio una bella notizia. L'ultima notizia invece, riguarda gli altri superstiti. Alcuni militari hanno avvertito la base che stavano arrivando assieme ad altri superstiti provenienti da Prestwich e da Bury. Inutile dire che sono agitata, conosco tantissime persone provenire da quei posti. Spero che qualcuno di loro sia sopravvissuto.
Mi manca vedere qualche faccia amica. Mi manca parlare con persone che conosco. Mi manca sentire l'abbraccio e il calore di una persona con cui ho condiviso del tempo. 
Per ora caro diario è tutto.
A presto.

Angolo Autrice:
Salve a tutti. Finalmente ho aggiornato la storia. Sono consapevole che non è il massimo ma per ora è così. Volevo avvisarvi che tra poco traslocherò e se non vedete un aggiornamento dopo tre o quattro settimane dall'ultimo capitolo vuol dire che ho traslocato. Purtroppo non so quanto ci vorrà per il trasferimento della linea internet dalla vecchia alla nuova casa. Spero presto.
Comunque, spero che il capitolo vi piaccia.
A presto. 

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Capitolo 4
*** 08 Febbraio 2013 ***



'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo

 

 

08 Febbraio 2013
Middleton, Regno Unito
Ore 4:30.
 
Caro diario,
sono già sveglia. Ed è strano per me dato che sono la solita dormigliona, quella che durante i giorni liberi dal lavoro si sveglia a mezzogiorno anche se il giorno prima è andata a letto alle nove di sera. Sono agitata, sono curiosa di sapere l'identità dei superstiti che verranno qui oggi, vedrò finalmente delle facce amiche o no? E se non vedessi nessuna faccia amica? So già che entrerei in depressione, non che non lo sia già, questa cosa è da suicidio. E se non vedessi mai più le persone che ho avuto il piacere di conoscere? Basta Billie, basta pensare a questo! E' peggio! Cambiando discorso, ho notato che Eccleston è piuttosto teso da quando ha saputo dei nuovi superstiti. Conoscerà qualcuno che proviene da quei posti? Ora che ci penso, non ha mai detto di avere moglie e figli. E se li avesse? Spero solo che non siano morti, nessuno merita di perdere i propri cari soprattutto lui, Eccleston che da la sua vita per proteggerci dagli infetti! Spero che questo mistero venga presto svelato. Credo che me ne andrò nuovamente a letto, a più tardi caro diario.
 

08 Febbraio 2013
Middleton, Regno Unito
Ore 11:30.
 
Caro diario, 
eccomi di nuovo qui. Due ore fa sono arrivati i nuovi superstiti. Sorpresa sorpresa, una mia vecchia conoscenza era tra loro! Jenna Louise Coleman, una mia vecchia amica d'infanzia. Ho urlato di gioia appena l'ho vista e così ha fatto anche lei. Sembravamo due vecchie amiche che si erano ritrovate dopo tanto tempo, cosa esatta però. Dopo un lungo, interminabile abbraccio ci siamo raccontante un po' le nostre "avventure". Ci è rimasta veramente male quando ha saputo la fine tragica di mia madre e la possibile morte di mio padre. Lei invece mi ha raccontato che i suoi genitori si sono trasformati davanti a lei e che li ha uccisi subito dopo la trasformazione. Che coraggio ha avuto Jenna a farlo, io personalmente non l'avrei mai fatto, anche se erano infetti erano sempre i miei genitori. Come potevo ucciderli? Non potevo, anche se si trattava di mettere in salvo la mia vita. Mi ha raccontato che dopo averli uccisi ha pianto per giorni e giorni finché non ha preso coraggio ed è uscita da quella casa piena di ricordi dolorosi munita di una vecchia pistola e di un grosso coltello da cucina. Ha salvato una decina di persone dagli infetti, ammiro il suo coraggio che purtroppo a me manca. A volte mi immagino di essere un eroina e di salvare centinaia di persone da loro con addosso una tutina attillata nera stile Catwoman con in entrambe le mani due pistole stile Lara Croft. Ma è solo immaginazione, faccio fatica a uccidere una mosca figurarsi un infetto con una vita umana alle spalle. 
Tralasciando le mie fantasie, devo dirti che oggi ci hanno dato due notizie, una bella e una brutta. La bella notizia è che tra i superstiti c'erano anche la moglie del Capitano Eccleston e i loro due figli, Carol e Daryl. E' stata una scena commovente, Eccleston appena vide la sua famiglia pianse molte lacrime, si è inginocchiato a terra e ha abbracciato i suoi figli. Gli ha stretti a se, baciato le loro testoline e abbracciato nuovamente. Sua moglie Catherine invece ha guardato la scena da lontano e quando suo marito l'ha guardata è scoppiata a piangere, l'ha raggiunto, l'ha abbracciato forte e l'ha baciato appassionatamente. Tutti abbiamo sorriso davanti a questa scena, era davvero commovente. Ma purtroppo c'è anche una brutta notizia, tra pochi giorni dovremmo partire per raggiungere l'altra base. Alcuni militari hanno detto che un numeroso gruppo di infetti sta raggiungendo la base e per la nostra incolumità ci devono trasferire a una base lontana. Spero di rincontrare qualche faccia amica in quella base, lo spero davvero. Ora vado, voglio stare un po' con Jenna. 
Ci sentiamo presto.


Angolo Autrice:
Salve a tutti e Buona Domenica a tutti :3
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, finalmente la nostra cara Billie ha ritrovato una sua vecchia amica con tanto di sorpresa per il nostro comandante preferito. Ho scelto i nomi Carol e Daryl per i suoi figli, un piccolo tributo per i miei personaggi preferiti del telefilm "The Walking Dead".
A presto.

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Capitolo 5
*** 15 febbraio 2013 - Prima Parte ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo


 

15 febbraio 2013.
Middleton, Regno Unito.
Ore 6:30
 
Caro diario,
è da una settimana che non ti aggiorno sulle novità che accadono ogni giorno. Se devo essere sincera, mi sei mancato. Mi è mancata quella sensazione di potermi sfogare sulla carta, di poter scrivere quello che mi passava per la testa senza essere giudicata. Sono pazza vero? Jenna dice di no, secondo lei tu sei una mia valvola di sfogo, credo che lei abbia ragione. Ma passiamo alle novità, oggi quando farà più chiaro partiremo per la nuova base, Bolton.
E' lontana solo un paio di chilometri, faremo presto. Secondo me, l'dea di Eccleston era quella di spostarsi verso il mare perché gli infetti stranamente non si avvicinano all'acqua (Paura forse? Bisogna scoprirlo), ma poi si è ricordato delle barriere e del comando di sparare a vista e ha cambiato idea, più o meno. Ci avvicineremo all'acqua ma stando a una certa distanza per la nostra sicurezza. Purtroppo questa base non è più sicura, gli infetti che a quanto pare stavano venendo dalla nostra parte si sono sparpagliati un po' di qua e un po' di là, cambiando direzione. Questo, chiamiamolo così, colpo di fortuna ci ha dato la possibilità di prepararci meglio per l'imminente trasferimento.
Ma oltre a questo, due o tre infetti si fanno vedere ogni tanto e ogni volta vengono abbattuti. Secondo Eccleston loro stanno migrando altrove per il fatto che nei paesi da dove loro provengono non ci sono più "prede" per loro. Ma questo non vuol dire che ci sia ancora qualche superstite nascosto da qualche parte, tipo chiuso in casa o in cantina ed è per questo che gruppi di soldati sono andati a controllare per sicurezza. Purtroppo molti di loro non sono più tornati. Ogni sera, prima di cena, facciamo un minuto di silenzio e preghiamo per i soldati morti o dilaniati dagli infetti durante le missioni di soccorso. Ogni volta che memoriamo i soldati vedo Catherine toccare la fede che porta al dito. Non posso neanche immaginare il dolore e la paura che prova quella donna. La paura di vedere il proprio marito partire in missione e vedere che non torna, con la notizia che è stato ucciso da loro. No, non posso neanche immaginare quello che prova. 
Un'altra novità invece è quella che, assieme a Jenna, mi sono offerta volontaria per diventare una Protettrice. In poche parole Eccleston è preoccupato per noi visto le continue morti dei suoi uomini e ha deciso di prendere diverse persone maggiorenni, si perché con noi ci sono anche dei minorenni, e di testare la loro capacità visiva. Se riuscivi a centrare tutti i bersagli allora fai parte dei Protettori. Io e Jenna siamo le uniche due donne che ne fanno parte e siamo felici di servire a qualcosa. Eccleston ci ha dato delle pistole che useremo nel momento del bisogno. Anche Arthur è stato preso tra i Protettori ma a Karen non è andata giù. E ci credo, aspetta un figlio da lui e ha una paura allucinante di perdere entrambi. Ma alla fine Arthur ha accettato lo stesso, mi ha anche spiegato il perché. Lo fa solo per sua moglie e per il bambino che porta in grembo, per salvarli sarebbe disposto a morire. Con questa scelta Arthur è diventato a tutti gli effetti un marito esemplare, pronto a difendere la propria famiglia da ogni pericolo. Ma c'è anche il rovescio della medaglia, se si distrae per un momento, anche un secondo, perderà tutto ciò che ama. Lo terrò d'occhio, non voglio che Karen diventi una vedova così giovane, specialmente ora che è in uno stato così delicato. Dopo tutto quello che ho sentito, dopo quello che ho visto non voglio più vedere nessuno piangere o urlare dal dolore.
Tra poco le luci si riaccenderanno quindi ti devo lasciare. Un'ultima cosa però, Jenna attende con ansia l'arrivo della partenza. A quanto pare pensa che nell'altra base ci sia la persona che ama. Spero per lei che ci sia. Ora vado. A presto.
Tua Billie.

Angolo Autrice:
Ed eccomi qui con questo capitolo. Spero che sia di vostro gradimento :3
Vi devo avvisare di una cosa però, forse questo sarà l'ultimo capitolo del mese perché tra un paio di giorni faccio il trasloco finale e non avrò più internet.
Spero di aggiornare presto e spero di riverdervi tutti.
Comunque, avete visto il nuovo Dottore? A me piaceun sacco! Non vedo l'ora di vederlo in azione!
A presto.

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Capitolo 6
*** 15 Febbraio 2013 - Seconda Parte ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


 
15 Febbraio 2013
Bolton
Ore 15:30


Caro diario,
eccomi  nuovamente qui a scriverti, però in un'altra base. Siamo nella base di Bolton che è tre volte più grande della base di Middleton ed è una fortuna visto quante persone siamo ora. La nuova base è un edificio a tre piani con una sola entrata (così nessun infetto ci potrà sorprendere entrando da un'entrata secondaria) e un'uscita d'emergenza che si trova nel pian terreno che non è altro che una botola. I militari di questa base ci hanno spiegato che la botola porta a un cunicolo sotterraneo che a sua volta porta alla base più vicina dandoci la possibilità di scappare dagli infetti. Durante il viaggio assieme agli altri due "Protettori" abbiamo parlato con il Comandante Eccleston, ci ha annunciato che potremmo "lavorare sul campo". Ci porterà in varie cittadine quasi deserte a caccia di superstiti. Non era nei patti ma abbiamo accettato dopo aver chiesto il perché di questa sua decisione. Ci ha informato che il Capitano della base di Bolton, un certo Noel Clarke, non ha dato il permesso ai suoi uomini di andare in cerca di superstiti. Per me è un atto disdicevole per una persona con un grado così alto. Per farla breve, il nostro Comandante vuole che andiamo con lui. Sono più che lieta di far parte di questa missione così importante, ammetto di aver paura ma chi non ce l'avrebbe? Ma chissà quanta paura avranno quelle persone che sono sopravvissute, da sole in casa, con la paura anche di respirare perché temono di essere scoperti dagli infetti. E per di più senza armi con cui difendersi. Persone come me quando ero senza speranza. In questi pochissimi giorni sono maturata tantissimo, in poco tempo ho imparato a non farmi sottomettere dalla paura. Ho imparato a usare un'arma che se usata bene può diventare mortale. Sto diventando quella eroina  che tanto sognavo di diventare. Tu, persona che stai leggendo il mio diario sappi che in una settimana, un mese o in un anno puoi diventare così , perché di questi tempi oscuri devi mettere da parte la persona cara e dolce che eri, purtroppo qui si dovrà vivere così (no, non sto impazzendo! Amo pensare che se un giorno dovessi morire per mano degli infetti questo diario verrà letto da qualcuno che lo troverà per caso e che magari incuriosito comincerà a leggerlo. O magari nessuno lo leggerà diventando così un vecchio diario dalle pagine ingiallite dal tempo con l'inchiostro sbiadito. Che tristezza, purtroppo devo siamo tutti costretti a pensare alla nostra morte. Nessuno è al sicuro). Ma ritorniamo a noi. Jenna in questa base non ha trovato chi cercava, quando ha appreso questo ha cominciato a piangere e a singhiozzare. Quando l'ho vista in quelle condizioni mi è venuto da star male. Fortunatamente Karen è venuta in mio aiuto dicendo che la persona che cercava poteva essere ancora viva chiusa in qualche casa al "sicuro" e non necessariamente morta. A queste parole Jenna si è un po' calmata! Ora scusami, il nostro Comandante ha chiamato i "Protettori" per un colloquio privato. Ti farò sapere presto.
A presto.




15 Febbraio 2013
Bolton
Ore 20:30


Come promesso eccomi qui a rivelarti quello che il Comandante ci ha detto. Domani all'alba partiremo alla ricerca dei due soldati che un paio di ore fa hanno lanciato un S.O.S. Da quello che ho capito di cognome fanno Smith e Tennant, sono bloccati in una struttura a più piani con attorno una trentina di zombie e loro hanno finito le munizioni. Partiremo domani mattina con la speranza che gli infetti siano diminuiti di numero. Ogni ora ci mandano un messaggio via radio per farci sapere come stanno. Credo che uno dei due soldati sia la persona che cerca Jenna, appena ha sentito i cognomi dei due soldati ha tipo sobbalzato. Che sia uno di loro il suo innamorato? Spero di scoprirlo domani. Ora ti lascio, vado a studiare la zona per la missione di domani. Meglio essere un po' più preparati.
A domani (spero) caro diario.


Tua
Billie.


Angolo Autrice:
Ed eccomi ritornata! Il capitolo dovevo postarlo due giorni fa, appena avuta la linea Internet ma purtroppo ero ancora stanca per il trasloco. Spero che il capitolo vi piaccia.
A presto.

 
 
 

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Capitolo 7
*** 16 Febbraio 2013 - Prima Parte ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


16 Febbraio 2013
Bolton, Regno Unito.
Ore 04:30

Caro diario,
tra pochi minuti partiremo per Lostock. Fortunatamente non è molto lontano da qui e se va tutto bene saremo di ritorno tra pochissime ore. Nessuno dei Protettori ha dormito bene stanotte. E come darci torto, Jenna non faceva altro che girarsi e rigirarsi nel letto, Arthur invece accarezzava il ventre della moglie con lo sguardo perso nel vuoto. Io invece fingevo di dormire, non riuscivo a pensare ad altro che a quello che avrei combinato una volta entrata in azione. Avrei ucciso uno di loro? O forse di più? Qualcuno dei miei compagni verrà morso o peggio ucciso? E se i soldati che stavamo andando a salvare fossero morti perché gli infetti sono riusciti ad entrare nell'edificio? Inutile dire che la paura ha preso il sopravvento, ma non solo a me, a tutti. Il Comandante Eccleston prima di andare a dormire ci ha detto che andrà tutto bene solo se saremo lucidi e calmi. Speriamo che si, vada tutto bene ma è una parola essere lucidi e calmi davanti a quello che vedremo. Magari con il tempo sarà così perché ci faremo l'abitudine, ma ora come ora sarà tutto il contrario. E per di più avevo promesso a me stessa e a Karen che avrei tenuto d'occhio Arthur. Non mi perdonerei mai se dovesse accadergli qualcosa. Sai caro diario, ci hanno anche "ordinato" di indossare le uniformi militari. Devo dire che dopo un attenta analisi allo specchio dire che l'uniforme mi doni è a dir poco. Tornando ai soldati, sono curiosissima di vederli. Specialmente quel Smith, Jenna ha sempre avuto un ottimo gusto in fatto di uomini. So già che sarà fantastico. 
Bene caro diario ora ti lascio, vado con Arthur a lucidare e a sistemare le ami. Non vorrei che nel momento del bisogno si inceppi. Purtroppo non ti posso portare con me, sarebbe fuori luogo e troppo ingombrante. Ti affiderò a Karen.
Nella speranza di riscriverti ti lascio con un "A presto".

Tua
Billie.

Angolo Autrice: 
Ed eccomi con il nuovo capitolo. Si lo so, è cortissimo ma visto che il prossimo sarà molto lungo (e quasi finito) ho deciso di dividere in due parti questa giornata. Spero che vi sia piaciuto :)
A presto.
 

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Capitolo 8
*** 16 Febbraio 2013 - Seconda Parte ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 

 
16 Febbraio 2013
Bolton, Regno Unito.
Ore 21:30
 
Caro diario,
eccomi nuovamente qui assieme a te, felicissima di poterti riaggiornare.
bbene si, ho rischiato veramente il punto di non ritorno. Ma ora ti racconto per filo e per segno quello che è successo a Lostock. Siamo arrivati dopo un mezz'ora buona di auto nel luogo dove i militari ci inviarono la loro richiesta di aiuto, la strada era stranamente sgombra, nessun zombie ci disturbava o rompeva il silenzio paradisiaco che si era creato in quel posto. Il Comandante Eccleston aveva tirato fuori la pistola ugualmente, così per sicurezza. Io e gli altri due Protettori lo abbiamo imitato dopo aver visto una decina di infetti morti davanti all'entrata dell'edificio. Il Comandante disse di tenere gli occhi bene aperti perché non potevano essere stati i due militari a sparare dato che le munizioni che avevano non sarebbero bastate. Entrammo nella struttura e data la scarsa luminosità dovuto alle assi di legno inchiodate alle finestre accendemmo le nostre torce e controllammo ogni stanza prima di dividerci in due gruppi. Il primo gruppo formato da quattro militari sarebbe stato al pian terreno per controllare l'unica porta non sprangata, attenti a non far entrare nessun infetto e per cercare provviste perché in una stanza si trovava una di quelle macchinette da snack da ufficio.
Il secondo gruppo, ovvero io, Jenna, Arthur, il Comandante Eccleston e due militari avremo perlustrato gli altri due piani in cerca dei soldati e di altre provviste necessarie sperando anche di trovare dei farmaci che ci potessero servire in un futuro non troppo lontano.  
Salimmo le scale in silenzio e una volta arrivati al secondo piano cominciammo a perlustrare l'intera area. Nelle due stanze che perlustrai trovai delle borse con delle pastiglie contenente della penicillina e le misi in tasca. Poi il panico, sentì dei spari e corsi fuori dalla stanza e vidi Arthur che sparava a uno zombie, un unico colpo in mezzo agli occhi. Quando abbassò la pistola mi guardò, era senza espressione. Quando ci raggiunse Eccleston e vide quello che Arthur aveva fatto gli diede una pacca sulla spalla e disse solo un "Vedrai, in futuro sarà più facile sparare a questi infetti".
Cercai anch'io di consolarlo, in fondo sarebbe toccato anche lui di far togliere la vita a qualcuno, infetto o "umano" che sia. Una volta che Arthur si riprese salimmo all'ultimo piano. Trovammo due stanze e una grande stanza in centro chiusa però da un'alta e larga  porta di metallo. Il Comandante Eccleston dopo cinque secondi di esitazione bussò.
Dopo un breve silenzio sentimmo tutti un debole "Chi va là?", in quel momento Jenna alzò lo sguardo stupita verso la porta. Era la voce dell'uomo che amava? Eccleston si identificò specificando che non c'era nessun infetto tra noi e la porta si aprì rivelando un uomo alto, snello dallo sguardo da "birbantello"*, due occhi nocciola e un taglio di capelli classico con la riga di lato. Non avrà avuto più di trent'anni. Ci fece entrare e quando vide Jenna la strinse forte a sé e una volta staccati si presentò, Matt Smith.
Ci fece cenno di seguirlo, ci disse che ci avrebbe portato dal suo compagno. Non avrei mai immaginato che dietro a una porta del genere ci fosse un lungo corridoio con diverse piccole stanze sia a destra che a sinistra.
Matt ci spiegò che la struttura era una casa farmaceutica indipendente nata un anno fa, avevano costruito diverse stanze dove avrebbero sperimentato diversi vaccini e ci raccontò che avevano trovato dei diari dove dei medici spiegavano che stavano cercando di creare un vaccino contro questa "malattia" che stava infestando la maggior parte della popolazione britannica ma senza successo. Nell'ultima pagina scrissero che si sarebbero trasferiti in una struttura più grande e che non smetteranno di cercare una cura per i due problemi ovvero, cercare una cura per guarire gli infetti e un vaccino per i "sani" per evitare che possano prenderlo in qualsiasi modo visto che non sanno ancora come si trasmette.
Arrivati  nella stanza dove lui e il suo compagno avevano passato la notte trovammo l'uomo che si presentò come David Tennant. L'uomo mi colpì subito. Più basso di Matt, snello, occhi nocciola, viso perfetto e capelli che qualsiasi donna vorrebbe accarezzare. Eccleston dopo aver stretto la mano a Tennant chiese come era possibile che ci siano così morti davanti alla struttura e spiegarono che durante la notte un camion passò davanti con i fanali accesi e si fermò quando il guidatore notò gli  infetti, uscirono degli uomini dal retro del camion e cominciarono a sparare verso di loro. Per quanto li riguardava, potevano essere delle persone che amavano fare questo tipo di cose. Il Comandate dopo aver appreso questo chiese a me e a Jenna di girarci perché i due militari dovevano spogliarsi, voleva essere sicuro che nessuno dei due fosse stato morso e l'unico modo per verificarlo era questo. Obbedimmo, ci girammo e dopo cinque minuti ci informarono che erano puliti.
Jenna a quella notizia sorrise, chi non lo avrebbe fatto? Quando i due soldati furono pronti, scendemmo e ritornammo dal primo gruppo. Avevano trovato altre provviste e anche loro in varie borse dimenticate qua avevano trovato dei farmaci utili. In totale avevamo riempito due sacchi con cibo e pochi farmaci. Dopo aver controllato la strada uscimmo ma senza abbassare le armi, David camminava vicino a me e dal suo sguardo si capiva benissimo che era felice di poter uscire dal quel posto buio e piccolo.
Ma qui siamo nella vita reale e in un apocalisse non sarà mai tutto rose e fiori. Raggiungemmo la jeep senza problemi, caricammo le buste e da dietro un cassonetto vicino alla struttura farmaceutica uscirono un paio di zombie. In quel momento caro diario, il mio cervello si spense. Il mio cuore batteva più velocemente e mi faceva male per quanto battesse, vedevo i miei "colleghi" aprire bocca ma non sentivo nessun suono, non sentivo nemmeno i rumori degli spari e delle pallottole che andavano a segno uccidendo quei zombie. Quando vidi uno zombie venire verso di me il mio corpo si mosse da solo, il braccio si alzò e sparai in testa a quell'uomo infetto. Senti qualcuno prendermi per mano e trascinarmi lontano da quel punto, Jenna mi superò e sparò verso di loro.
Alla fine ritornai me stessa, il cuore smise di battermi così forte da farmi male e a risentire i suoni e scoprì che la persona che mi aveva trascinato era David. Cercai Arthur e lo trovai salvo e senza morsi e mi avvicinai a lui sperando di non bloccarmi nuovamente e di proteggerlo. Eccleston uccise l'ultimo zombie in vista e ci intimò di salire immediatamente sulla jeep che saremmo partiti subito prima che altri di loro vengano a rovinarci la festa. Salimmo tutti sulla jeep tranne un soldato, Eccleston che nel frattempo era salito scese e gli andò vicino. Non sentì quello che si dicevano, ero troppo lontana ma vidi che si tirava su la manica e la mostrò a lui.
Vidi del sangue e capì, era stato morso. Ma com'era possibile poi, lui che era abituato a sparare e a non farsi toccare dai nemici? In quel momento vidi un'altro Eccleston, il suo viso non lo scorderò mai, così freddo, distante. Prese la pistola e disse qualcosa, il soldato chiuse gli occhi e sorrise e in quel momento il Comandante sparò in testa al soldato.
Guardò il suo cadavere per pochi secondi e tornò da noi.  Partimmo e nessuno disse niente, eravamo tutti stupiti da quello che era successo, non eravamo pronti per questo, nessuno lo era.
Arrivammo alla base verso l'ora di pranzo, Karen e Catherine aspettavano i loro mariti con ansia e appena li videro tirarono un lungo sospiro di sollievo e li riabbracciarono.
Passai l'intero pomeriggio ad addestrarmi con la pistola, non dovrà più accadere una cosa del genere, MAI PIU
Ora caro diario, me ne vado a letto, sono stanchissima.
Spero di aggiornarti presto. 
 
Tua 
Billie

Scusate per la faccia da birbantello ma quella è stata la mia prima impressione su di lui, non è un offesa, che sia chiaro.

Angolo Autrice:
Ed eccoci con il nuovo capitolo, capitolo più lungo dei precedenti.
Mi scuso per il ritardo ma tra febbre, sistemare casa e altro ho avuto molto poco tempo.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ^-^
A presto.

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Capitolo 9
*** 20 Febbraio 2013 ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 



 
20 Febbraio 2013
Bolton, Regno Unito.
Ore 17:00

Caro diario,
sono passati pochi giorni dalla missione di salvataggio dei due soldati e sono ancora agitata e impaurita. Molto impaurita. Ho paura che se un giorno, non troppo lontano, la base dovesse venire attaccata dagli infetti io mi blocchi ancora una volta, facendo così rischiare la vita ad altra gente. Dopo il ritorno alla base, mi sono chiusa in me stessa, parlando solo se venivo interpellata o quando qualcuno mi faceva qualche domanda. David, il militare che "abbiamo" salvato, ogni tanto mi parla e mi fa qualche domanda. Io non facevo che ascoltare e ad accennare. Eccleston ha notato per primo il mio comportamento (anche se credo sia stato l'unico), mi ha chiesto di seguirlo nella sua stanza e una volta chiusa la porta mi ha parlato, risposi sinceramente a ogni sua risposta, in fondo lui mi aveva salvato la vita e non volevo mentirgli. Mi disse che il mio comportamento era normale ma che se avessi continuato a reagire così sarebbe stato dannoso per me e per le persone che mi stavano attorno. Mi ha consigliato di agire, di eliminare questa mia paura. E più facile dirlo che a farsi a essere sincera. Anche se dopo quel giorno ho cominciato ad allenarmi ogni giorno con la pistola, quando ci addestriamo con le armi usiamo quelle a pallini, giusto per risparmiare le pallottole, non si sa mai, magari in un futuro non troppo lontano tutte le pallottole finiranno. Quindi ci addestriamo con questo tipo di pallottole. 
Ma parliamo di altro, Jenna è più felice da quando ha ritrovato Matt. E' più spensierata e lui non smette di stringerla stretta a se. Deve essere una bella sensazione questa, ho dimenticato cosa si sente quando qualcuno che ti ama ti abbraccia, sentire quel particolare calore. Ora ti lascio, vado ad addestrarmi un'altro po'.
A più tardi.

Tua 
Billie.


Nascosi come sempre il diario sotto al cuscino, mi alzai e presi la pistola dal cassetto della scrivania, cassetto che per sicurezza viene chiuso a chiave. Uscii dalla stanza e camminai lungo il corridoio spoglio e pieno di persone, madri che stringevano le mani dei figli con la paura che qualche infetto appaia all'improvviso. Arrivata al salone principale salutai i due militari che facevano la guardia all'unica entrata della base e uscii. Il clima non era così terribile, un po' freddo si ma non così tanto da tremare. Non si sentiva nessun suono, non si vedeva nessun animale neanche un uccellino. Le persone definirebbero paradisiaco questo silenzio, anch'io all'inizio lo definii così anche perché il silenzio è il nostro miglior amico, con il silenzio possiamo sentire uno degli infetti che si avvicina a noi visto che loro fanno un baccano assurdo. Ma a lungo andare questo silenzio per me è diventato insopportabile, darei qualsiasi cosa per risentire il rumore del caos giornaliero della città, il rumore delle auto quando passano vicino casa, il mormorio dei passanti che entrava dalle finestre. Ma più passa il tempo e più capisco che mai potrò risentirlo. Arrivai nella zona di addestramento senza rendermene conto, mi guardai attorno e come sempre nulla era fuori posto. La staccionata a dieci metri dalla linea di tiro aveva già i barattoli di alluminio postati sopra, il tavolo a pochi metri dalla linea di tiro con sopra la varie pistole e vari sacchetti pieni di pallini gialli, arancioni e verde fosforescente. Presi la pistola, la caricai e andai alla linea che non era altro che un lungo bastone di ferro nero.
Non c'era vento a sfavore e nemmeno a mio favore, non male. Guardai i barattoli con decisione, alzai il braccio e presi la mira. Sparai uno, due, tre volte ma con mio grande dispiacere nessun colpo andò a segno. Sbuffai infastidita, non mi era mai capitato di sbagliare durante le sessioni di addestramento.

-Non ti buttare giù, tutti sbagliano" disse una voce dietro di me. Mi voltai e vidi David che mi osservava.

-Peccato che con quei cosi in giro io non possa sbagliare" dissi mentre ricaricavo l'arma. Sentii i passi di David che si facevano man mano più vicini a me.

-Certo ma non prendertela per un errore. Se ti arrabbi per un colpo non andato a segno perdi la concentrazione, senza concentrazione sbagli mira facendoti dubitare di te stessa. Ci sono passato anche io. Poi ricordati che quando si vanno a fare le perlustrazioni si è sempre in gruppo" disse calmo.

-Quando hai delle responsabilità verso una persona è difficile non arrabbiarsi se si sbaglia un colpo" dissi sempre irritata ma senza guardarlo.

-Pensi che io e i miei colleghi non abbiamo responsabilità del genere?" chiese "Tutti hanno la responsabilità verso qualcuno! Madri e padri verso i propri figli, soldati verso i civili" aggiunse ad alta voce. Che si sia arrabbiato? "L'importante è mettercela tutta, se fallisci potrai almeno dire che hai fatto tutto quello che potevi e che quello che è successo è dovuto accadere ma non per colpa tua". Lo guardai per qualche secondo e lui sorrise.

-Non ho fallito" dissi "Non ancora" aggiunsi dopo qualche secondo. Mi voltai verso i barattoli, presi nuovamente la mira e li colpii tutti. Sorrisi e mi voltai nuovamente verso di lui. 

-Prima ero solo agitata, piena di pensieri forse. Come sempre, ho colpito ogni bersaglio da me mirato. Bé, quasi sempre" dissi ricordando il piccolo fallimento di prima. David sorrise nuovamente  e abbassò lo sguardo.

-Il comandante Eccleston parla molto bene di te" disse con un po' di imbarazzo.

-Mi fa piacere" dissi sorpresa. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere.

-Sembri sorpresa" disse con un timido sorriso "Da come parla di te sembra che provi un qualche sentimento" aggiunse facendomi l'occhiolino. Scossi la testa.

-Avrai sicuramente frainteso" dissi sicura. "E' sposato con figli" aggiunsi, come se questo potesse in qualche modo sistemare la cosa.

-Il fatto che abbia dei figli e che porti ancora la fede, non vuol dire che sia felicemente sposato e che possa in qualche modo provare dei sentimenti verso di te" disse con un alzata di spalle. 

-Tennant" urlò una voce lontana, David si girò e vedemmo un soldato che correva dalla nostra parte. "Clarke vuole vederla, è urgente" disse una volta arrivato da noi. David mi guardò e sorrise.

-E' stato un piacere parlare con te oggi" disse "A più tardi" mi fece l'occhiolino e seguì il soldato fin dentro alla base. Alzai le spalle, David si comportava diversamente con me, non osservava mai gli altri soldati o protettori addestrarsi, tanto meno li guardava da lontano. Che Eccleston gli abbia chiesto di osservarmi? Sbuffai e ricaricai l'arma, in questo momento ho solo il bisogno di scaricare la mia rabbia. Mi voltai verso i barattoli e scaricai l'arma.


 
 
Mi allenai per almeno un ora e una volta buttato giù anche l'ultimo barattolo sorrisi soddisfatta. Come avevo già detto a David, ero solamente agitata. Nulla di più. Devo solo imparare a svuotare la mente.

-Colpiti tutti, sono fiero di te signorina Piper" mi voltai e vidi il comandante Eccleston che mi fissava, come aveva fatto David un ora fa. Coincidenza? Lasciai correre, evidentemente nessuno aveva da fare oggi.

-La ringrazio signore" dissi un po' contenta.

-Chiamami Christopher, te l'avrò detto un centinaio di volte" disse sorridendo. "Ho notato che da quando è qua, David non smette di osservarti". Lo guardai per qualche secondo in silenzio.

-Ho notato anch'io questo suo comportamento" ammisi.

-Se dovessi fare un ipotesi, potrebbe essere interessato a te" disse con un sorriso.

-E' la seconda volta oggi che sento questa frase" dissi sospirando "Potrebbe essere interessato a te" dissi imitando la voce di David. "E' impossibile, non ci siamo parlati molto" ammisi. Christopher mi fece cenno di seguirlo verso la base. Obbedii.

-Magari gli piaci, gli piace come ti comporti. Magari è affascinato da te anche se non avete parlato molto. Mai sentito parlare dei colpi di fulmine?" chiese facendomi  l'occhiolino. "Se mi posso permettere, chi è stato il primo a dirti questa frase?" mi chiese curioso.

-David" dissi dopo un breve silenzio.

-E per lui, chi sarebbe il tuo ammiratore?"

-Tu" dissi semplicemente. "Ed è buffa questa coincidenza, prima David mi dice che tu provi qualcosa per me e dopo tu dici che lui prova qualcosa per me". Christopher cominciò a ridere.

-Ha frainteso sicuramente, sei la mia prediletta Billie. Sei la sorella che non ho mai avuto". Sorrisi a quelle parole. Entrammo nella base in silenzio e vidi il militare, che un ora fa aveva chiamato David, venire nella nostra parte.

-Comandante Eccleston, Clarke la vuole vedere" disse tutto di un fiato. Strano, due chiamate nello stesso giorno. Devo preoccuparmi? Evidentemente si!

-La seguo subito. Billie credo che tu debba andare a mangiare, non voglio che tu rischi di svenire mentre qualche infetto ci attacchi"Annuii e Christopher mi diede una pacca sulla spalla. Il suo sguardo era strano, sembrava triste. E se veramente David avesse ragione?


Angolo Autrice:
E dopo quasi due mesi di assenza (per cui chiedo perdono in ginocchio) ecco qui un capitolo molto diverso dai precedenti. Sarà diviso in due parti, la prima parte sotto forma di diario e la seconda "dal vivo" se così possiamo definirla. Spero che l'idea vi piaccia.
Vi auguro Buon Natale e se non ci "leggiamo" prima Buone Feste.

 

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Capitolo 10
*** 24 Febbraio 2013 ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo


 

24 Febbraio 2013
Bolton, Regno Unito.
Ore 14:30


La mensa era già piena zeppa di persone che non facevano altro che sussurrare parole colme di paura. Un'ora fa il comandante Eccleston e l'ammiraglio Clark diedero l'ordine di riunirci tutti in sala mensa per comunicarci informazioni importanti che, a detta dei militari, erano informazioni che ci avrebbero portato sia gioia che dolore. Quindi non è stato un caso l'assemblea durata quattro giorni di cui hanno fatto parte la maggior parte dei soldati, compresi Tennant e Smith. 
David e Matt entrarono nella stanza con un espressione dura in volto, nulla di buono a quanto pare! David si sedette vicino a me e accennò un sorriso.

-Che diamine sta succedendo?" mi sussurrò Arthur seduto di fianco a me.

-Non ne ho idea" risposi con un alzata di spalle. "Ma non è una cosa buona" aggiunsi. Arthur annuii. Il Comandante e l'Ammiraglio entrarono nella stanza e di colpo calò il silenzio. L'Ammiraglio prese posto dietro a un tavolino posto davanti a noi.


-Buon pomeriggio a tutti. Ci scusiamo se solo ora siamo riusciti ad arrivare a una decisione. Quattro giorni fa abbiamo ricevuto una notizia allarmante." Ci guardò tutti, analizzando ogni nostra espressione. "La notizia arriva dall'esterno. E' una notizia spaventosa a mio parere. Purtroppo le barriere non sono servite a nulla, il virus o quello che è, ha infettato mezza Europa e gran parte degli Stati Uniti, intere città sono andate distrutte". Mi guardai attorno, se prima la gente era spaventata ora è terrorizzata! "Di comune accordo abbiamo preso una decisione. Le barriere non verranno riaperte ma abbiamo avuto l'ordine di uccidere a vista gli infetti. Faremo una pulizia completa finché non troveranno una cura". Sempre se ne troveranno una, pensai. "Abbiamo parlato con altre basi del Regno Unito e abbiamo deciso di portare i civili a Millom. In poco più di un mese sono riusciti a creare un'altissima e massiccia barriera che circonda l'intera area. Hanno confermato che non c'è nessun infetto, nessun pericolo. Hanno cibo, alloggio e assistenza sanitaria. Mi hanno confermato più di una volta che quei figli di puttana non entreranno mai!". Di nuovo silenzio. "Con noi resteranno i militari, tranne per quelli che accompagneranno i civili fino al nuovo posto sicuro. Qualche domanda?". Alcuni alzarono la mano, me compresa. Clarke indicò una persona davanti a lui.

-E se qualche infetto riuscisse a entrare?"

-E' impossibile. Ripeto, le barriere sono altissime e spessissime"

-Ma se un uomo infetto ma non completamente trasformato riuscisse a entrare?" chiese Karen preoccupata.

-Impossibile. Prima di farvi entrare vi faranno un veloce e sicuro test del sangue. Chi è infetto non potrà entrare, verrà eliminato sul posto" rispose freddo.

-Ci staremo tutti? Nel senso, Millom è un paesino di ottomila anime e dubito che ci staremo tutti" disse un uomo  dalle prime file.

-Stiamo cercando altri punti di raccolta per i sopravvissuti. Ovviamente no, non ci starete tutti ma faremo del nostro meglio per sistemare la cosa il più presto possibile". Clarke ci guardò tutti. "Ovviamente c'è ancora da chiarire il come si trasmette questo virus. Ogni settimana verrete sottoposti a dei test del sangue. Altre domande?". Tutti mormorarono qualcosa ma nessuno alzò la mano. "Bene, partirete domani mattina, alle prime luci dell'alba. Il viaggio sarà purtroppo molto lungo. E' meglio che ora andiate a preparare i bagagli". Si alzò e uscì dalla mensa a grandi passi. Eccleston lo seguì con la testa bassa, evidentemente non la pensava come il suo superiore. Guardai David.

-Cosa ne pensi di questa situazione?" chiesi curiosa mentre ci incamminavamo verso le nostre camere.

-Il posto sembra sicuro. Ma dalla tua espressione noto che non ne sembri molto convinta".

-Vedi bene. Non è sicuro! Nessun posto è più sicuro ormai. Le barriere possono salvarci certo, ma se un'uomo dovesse infettarsi mentre è dentro la barriera? E se si trasformasse in poche ore e cominciasse a sua volta a infettare la gente? Quel posto è una sicurezza ma anche una gabbia." dissi decisa. David mi guardò in silenzio. "Non sono pessimista, solo realista" aggiunsi.

-Abbi fede, tutto andrà  per il bene. La sfortuna non potrà essere sempre dalla nostra parte" disse fermandosi davanti alla mia porta.

-Mi piacerebbe pensarla come te" ammisi. "Ora vado, ci vediamo più tardi" aggiunsi. David annuii ed entrai in camera.

 

 
Tutti dormono più tranquillamente, si capisce dal troppo silenzio. Io invece non riesco a dormire, trasferirmi nella nuova base mi preoccupa molto. Mi alzai e mi guardai attorno, Karen e Arthur, i miei compagni di stanza, dormono abbracciati. Uscii dalla camera senza fare rumore e percorsi a passi lenti e felpati il corridoio. Salutai i due soldati che facevano da sentinella ed entrai in cucina. Le luci erano ancora accese ma la stanza era vuota. Mi andai a sedere su una sedia vicina e sospirai. Mancavano poche ore alla partenza e sapere che me ne dovrò andare mi lascia con l'amaro in bocca. Lasciare Eccleston mi fa star male, non servo a nulla per ora ma sapere che molto probabilmente non potrò più vederlo mi si spezza il cuore. Mi aveva salvato la vita, sono in debito con lui e purtroppo non potrò mai ripagarlo.

-Già in piedi signorina?" mi chiese una voce fin troppo famigliare. Sorrisi.

-Faccio fatica a dormire purtroppo. I cambiamenti non mi piacciono molto" ammisi. Eccleston si sedette di fianco a me.

-Non sei sicura di Mallom, giusto?" mi chiese. Annuii.

-Se andiamo in quel posto possiamo definirci come topi in trappola. Sappiamo entrambi cosa può accadere se un test dovesse dare un falso positivo". Lo guardai negli occhi.

-Se devo essere sincero, la penso come te". 

-Ma non si è opposto a questo" obiettai.

-Non potevo. Clarke decide, io non ho voce in capitolo" disse freddo.

-Già. Ma anche sua moglie e i suoi figli verranno portati in quel posto. Aveva tutto il diritto di opporsi a questa scelta". Lo guardai irritata, come poteva mettere in pericolo la vita della sua famiglia? Eccleston scosse la testa.

-Non puoi capire. Nonostante sia contrario a questa scelta, hanno più possibilità di vivere in quel posto che qui! Siamo troppo vicini alle città, qui c'è più possibilità di venire attaccati da gruppi di infetti". Eccleston si alzò. Rimasi in silenzio, incapace di dire qualcosa per consolarlo. Certamente deve essere difficile fare una scelta così rischiosa, allontanarsi per un lungo periodo dalla propria famiglia. "So che farai un ottimo lavoro come protettrice" disse lui. Sorrisi nuovamente rincuorata. Mi alzai e lo guardai.

-Grazie signore. Lei mi ha salvato la vita e non potrò mai ripagarla per questo. Ma forse ora potrò ripagarla un pochino proteggendo la sua famiglia". Eccleston sorrise e mi accarezzò la guancia. Arrossì a quell'intimo gesto.

-Il mio lavoro consiste nel salvare la gente Billie, non mi devi niente" disse lui sicuro. Eccleston si avvicinò al mio viso e mi baciò. Per qualche secondo rimasi immobile e poi, chissà per quale motivo, ricambiai il bacio non una ma più volte. Eccleston staccò le sue labbra dalle mie e mi guardò negli occhi. "Spero vivamente di poterti incontrare nuovamente in futuro. Stai attenta Billie, sii forte e vedrai che tutto andrà per il meglio". Mi baciò la fronte e dopo una rapida carezza alla mia mano lasciò la stanza lasciandomi sola con i sensi di colpa.

Angolo Autrice:
Salve a tutti :)

Dopo un mese e un giorno ecco qui l'aggiornamento.
Spero veramente che il capitolo vi piaccia, specialmente il finale! 
In questo capitolo non c'è la parte "diario" ma ritornerà nel prossimo capitolo.
A presto, spero :)

 
 

 
 
 

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Capitolo 11
*** 25 Febbraio 2013 ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


 
25 Febbraio 2013
Millom, Regno Unito

La fila per entrare nella fortezza di Millom è lunga. Ripetono il test del sangue tre volte prima di far entrare una persona. E questa precauzione è necessaria ma la gente ha paura di stare fuori ad aspettare. Ma di questo non mi preoccupo visto che la mia testa è altrove. Eccleston e il suo stupido bacio mi rendono poco obiettiva e lucida. Perché diamine l'ha fatto? E perché  ho ricambiato con passione il bacio?

-A cosa stai pensando?" mi chiese a bassa voce David. Lo guardai per qualche secondo, non mi ero accorta della sua presenza di fianco a me.

-Che ci stanno mettendo troppo" mentii guardando un punto impreciso davanti a me.

-Precauzioni" rispose lui con un alzata di spalle.

-Certo" risposi secca "Intanto noi siamo fuori dalla zona sicura con pochi militari a proteggerci. Le probabilità di venire attaccati da un gruppo di zombie è altissimo! E può benissimo capitare in qualsiasi momento".

-Lo so, ma prova a essere positiva Billie" disse David con un sorriso. Non capisco il perché ma sembrava un rimprovero. Lo guardai negli occhi.

-Secondo te saremo al sicuro qui?".

-Questo posto è abbastanza sicuro. Fanno test ogni dieci giorni. E' sempre controllato". Disse lui cercando di calmarmi e forse rassicurarmi.

-Abbastanza sicuro" gli ricordai. David mi guardò per qualche secondo e sorrise.

-Cambiando discorso, per te sarà difficile ora vista la situazione" disse guardando davanti a se.

-In che senso?" chiesi confusa.

-Involontariamente ti ho vista con Eccleston alla mensa" disse con un filo di voce. Rimasi in silenzio. "Siete belli insieme" aggiunse senza guardarmi.

-Non stiamo insieme" risposi fredda notando con sollievo che la fila davanti a noi si stava muovendo.

-Dal modo in cui vi siete baciati sembra il contrario".

-E' successo. Non provo nulla per lui e poi non devo dare spiegazioni a nessuno, tanto meno  a te."Uscii dalla fila e tornai indietro affiancandomi ad Arthur e Karen.

-E' successo qualcosa?" mi chiese Arthur. Evidentemente aveva notato fin troppo bene la mia espressione infastidita.

-Nulla di preoccupante. C'è solo gente che non è capace di farsi gli affari propri".

Per la terza volta il test risultò negativo permettendomi così l'accesso. Fortunatamente nessuno era positivo, calmando all'istante l'intero gruppo. I militari ci fecero strada attraverso la piccola comunità, le barriere che ci dividevano dal resto del mondo non erano molto lontane da noi ed era un peccato visto che Millom era una cittadina con vista mare. Più ci avvicinavamo al centro, più mi perdevo in questo posto. Sembra surreale, sembra di essere in un sogno! Le case ben dipinte con impeccabili giardini ben curati potevano ospitare, da quello che ci hanno detto, più di sei persone. Ma non tutti giustamente potevano alloggiarci. Nelle case potevano andarci solamente quelli che avevano problemi fisici, gli altri invece potevano stare in tende fornite di un letto per ogni persona. Staremo stretti certo, ma vivi. Arrivammo finalmente nella piazza centrale, davanti a noi un enorme chiesa dai colori chiari era piena di persone che uscivano ed entravano guardandoci incuriositi.  Molto probabilmente per loro non era una novità avere sopravvissuti visto che sono una delle poche cittadine sicure. Ma evidentemente il fascino del forestiero ammaliava anche in questi tetri momenti. Un uomo dal colorito troppo pallido e vestito in modo impeccabile si avvicinò al nostro gruppo con un sorriso.

-Salve a tutti! Io sono il sindaco Capaldi, ma tutti potete chiamarmi Peter! Vi do il benvenuto in questa cittadina. Spero che il vostro soggiorno qui duri il più a lungo possibile. La prima cosa che faremo sarà quella di sistemarvi in una casa o in una tenda e dopo vi faremo alcune domande per capire quale lavoro socialmente utile potrete svolgere. Perché si, siamo in tanti e per non affaticarci troppo faremo tutti dei turni per permettere alla cittadina e ai cittadini di vivere in modo tranquillo" disse l'uomo guardandoci uno per uno "Inoltre Padre Martin mi ha chiesto di dirvi che la sua porta e quella del Signore è sempre aperta per chiunque voglia parlare, confidarsi o sfogarsi. Ha aggiunto anche di non preoccuparvi di dire se avete o meno ucciso uno di quelle creature. Lui non vi giudicherà". Arthur abbassò la testa e Karen gli strinse la mano dandoli poi un leggero colpo di spalla sulla sua. "Ora, Colton e Dan" disse indicando due soldati poco lontani da noi "Vi divideranno in due gruppi e poi vi faranno alcune domande per il lavoro. Questo è tutto per ora. Sono contento di vedere altre persone sopravvissute. Fa sempre piacere vedere tale miracolo" si congedò con un cenno del capo e con un sorriso. I due militari si avvicinarono a noi seri, li guardai attentamente. Colton era un ragazzo di colore abbastanza giovane, molto probabilmente più piccolo di me, dagli occhi scuri e fisico palestrato, Dan invece era una soldato di mezza età dai capelli rossi e occhi azzurri.

-Bene signori e signore, prima di portarvi nei vostri nuovi alloggi dovrò dividervi in due gruppi. In uno ci andrà quello con problemi motori invece nell'altro quelli che non hanno problemi di nessun tipo. Ora dividetevi". Il gruppo si divise in due in silenzio, il gruppo più numeroso era il mio ovviamente. 

-Signora, lei dovrebbe andare nell'altro gruppo" disse Dan guardando Karen.

-Ma non ho problemi motori" disse la rossa incrociando le braccia al petto. Il soldato alzò un sopracciglio.

-Ma è incinta!". Karen guardò Arthur per qualche secondo.

-Non mi sposto senza lui" disse stringendo il braccio del marito. Dan e Colton si guardarono per qualche secondo e il più vecchio annuì.

-E va bene allora. Può venire anche lui" disse infine rassegnato. Infondo Arthur meritava anche lui di stare nelle case.

-Il gruppo delle tende mi segua" urlò Colton, Arthur mi guardò e sorrise.

-A più tardi Billie". Sorrisi e lo salutai facendogli l'occhiolino. Lo invidiai all'istante, lui e il suo maledettissimo e comodissimo nuovo letto.
 
Le tende potevano ospitare al massimo quattro posti letto ben distanziati tra loro, permettendo così oltre a un po' di spazio personale un comodino personale dove poter appoggiare degli oggetti personali. Ai piedi del letto invece si trova un baule dove potevi mettere i pochi vestiti e una borsa o una cartella. Per non so quanto, condividerò la tenda con altre tre donne che non avevo mai visto prima, evidentemente facevano parte di un altro gruppo di sopravvissuti. Ma non importa, sicuramente faremo amicizia prima o poi, sembra inevitabile come cosa. Tralasciando le barriere che si potevano vedere a chilometri di distanza il posto in cui avevano posizionato le barriere non era male. Le avevano postate in un vasto parco verde dove i numerosi alberi erano prossimi a riempirsi di nuove foglie. Vista da un altra prospettiva, sembrava di stare al campeggio. E questa cosa non era male, anzi, ti faceva dimenticare per qualche minuto la situazione in cui tutti eravamo.

-Signorina Piper?" Colton entrò nella tenda e mi guardò.

-Si?"

-Ho qualche domanda da farle, riguarda il lavoro". Annuii. "Allora, secondo lei quale lavoro le se addice di più?". Ci pensai attentamente. Ovviamente non la cucina, l'ultima volta che avevo preso in mano una pentola avevo rischiato veramente di bruciare la cucina.

-Forse sono brava a stare con i bambini" dissi con tono incerto. Da quanto ho potuto vedere qui di bambini non ci sono. Oppure ci sono ma sono nascosti nelle loro case.

-Interessante" disse guardandomi negli occhi. "Bambini? In che senso pensa di essere portata? Badare a loro o insegnarli qualcosa?"

-Entrambe le cose se posso" dissi sollevata, se non aveva obiettato voleva dire solo buone notizie.

-E quale materia vorrebbe insegnare?"

-Letteratura" dissi senza pensarci un secondo.

-E' laureata in questa materia?" Annuii triste, sembravano passati secoli dalla mia laurea. "Bene, ho una notizia buona e una notizia cattiva. Quale vuole sentire per prima?" mi chiese con un sorriso.

-La cattiva". Meglio lasciare la buona per ultima, magari chissà, riesce a tirarmi su di morale.

-Ok. I bambini hanno già l'insegnante di letteratura".

-E la buona notizia?" chiesi confusa.

-La buona notizia è che quelli del liceo no. Hanno solamente due insegnanti" Lo guardai dubbiosa. "Non è una buona notizia per lei? Sentirsi utile facendo il mestiere che lei ha studiato per anni?" mi chiese con dolcezza. Non aveva torto in effetti. Annuii con un sorriso. Il militare guardò l'orologio e sospirò. "Le lezioni sono finite da un pezzo, inizierà domani mattina allora". Colton mi porse una cartellina rossa che aveva pescato da una borsa che non avevo notato avesse e ne guardai il contenuto. Conteneva una mappa completa del posto con tanto di scritte dove potevo trovare la scuola, la biblioteca, i bagni, la mensa e così via. 

-Un momento" dissi all'improvviso, ricordando un piccolo dettaglio che avevo trascurato. "Quanti alunni avrò? Il liceo non è di certo piccolo". Il militare abbassò lo sguardo per qualche secondo.

-In realtà sono pochi" disse senza alzare lo sguardo.

-Quanti?"

-Trenta". Rimasi a bocca aperta. Era uno scherzo? E perché teneva lo sguardo basso?

-Perché così pochi?". Il militare sospirò e mi guardò negli occhi.

-Tutte le classi del liceo avevano vinto una specie di gita premio e partirono una settimana prima del contagio. Ma più passava il tempo più le speranze di vederli vivi si faceva sempre più vana. Poi una notte sentimmo gli autobus che suonavano per entrare, tutta la cittadina si precipitò alle barriere per vedere se i loro figli erano vivi ed erano contenti. Tutti tranne il Colonnello e il Sindaco. Non volevano permettere che un infetto entrasse e contagiasse la gente".

-All'epoca non avevate ancora ideato il test, giusto?" chiesi guardandolo negli occhi di rimando. Il militare scosse la testa silenzioso. "Li avete uccisi, non è così?" chiesi sperando in una risposta negativa.

-E' stato orrendo" disse chiudendo gli occhi "Ci hanno costretti a farlo, non avevamo altra scelta. Nessuna fottuta scelta". Rimasi in silenzio elaborando la notizia. Avevano una scelta, quella di opporsi al massacro di innocenti.

-E gli altri trenta? Perché non sono andati con gli altri?" 

-Non avevano i soldi per pagare tutte le spese del viaggio" disse a bassa voce. "La loro condizione economica gli ha salvati". Guardai la mappa tra le mie mani e sospirai. Dovevo uscire dalla tenda e prendere una boccata d'aria.

-Credo che andrò in biblioteca. Visto che domani avrò lezione è giusto scegliere un libro con cui iniziare" dissi guardandolo. Il militare annuii.

-Passi una bella giornata, signorina Piper" mi salutò con un cenno del capo e uscì dalla tenda. Rimasi in silenzio e immobile per qualche secondo, avevano ucciso tantissimi ragazzi per paura di un possibile contagio. Al posto di controllare se avessero morsi in qualche parte del corpo avevano agitato usando la strada più facile e veloce. Uno schifo. Uscii dalla tenda con uno strano sapore in bocca e mi incamminai verso la biblioteca. Uscii dal parco e salii sul marciapiede. Tutte le case avevano le porte aperte, la gente parlava beata sotto ai loro portici con in mano un bicchiere di qualche bevanda calda. Questo posto è così tranquillo, così calmo, così... normale. La gente sembrava non ricordare quello che c'è dietro le barricate, sembravano non sentire il pericolo di una possibile invasione da parte degli infetti. Sembra come se nulla fosse accaduto, come se questa cittadina facesse parte di un altro mondo.


Angolo Autrice:
Eh lo so, sono cinque mesi che non aggiorno.
Molto probabilmente nessuno è rimasto a leggere ma non importa >.<
Comunque sia mi scuso con tutti, ho avuto così tanti impegni che ho praticamente trascurato le fan fiction.
Scusate ancora!
A presto, spero.
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** 26 Febbraio 2013 ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


 
Entrai nella piccola aula tremando come una foglia, i miei trenta alunni mi guardavano con occhi sbarrati e curiosi, come un branco di leoni che osservavano la propria preda prima di attaccarla. Raggiunsi il centro della stanza e li osservai attentamente. 

-Salve a tutti, mi chiamo Billie Piper e sarò la vostra insegnante di lettere" dissi con un sorriso incoraggiante. Nessuno parlò e sospirai cercando il coraggio di continuare. "So che troverete inutile la scuola visto quello che sta accadendo la fuori ma sono sicura che i soldati e gli scienziati troveranno presto una cura" dissi guardando negli occhi ogni alunno cercando di essere il più sicura possibile.

-Certo, intanto però siamo chiusi dentro a quattro mura. Siamo facili bersagli per quei cosi nel caso dovessero entrare in città" disse ad alta voce un alunno da in fondo l'aula. Mi avvicinai al ragazzo, un mingherlino piccolo uomo dai capelli biondi e occhi nocciola.

-Dicono che questo è un posto sicuro. Se non fosse così di certo non ci avrebbero trasferiti" dissi con un sorriso. Il ragazzo cominciò a ridere e si scambiò qualche occhiata con il suo vicino di banco, un ragazzo dai folti capelli neri e occhi verdi.

-È quello che dicono? Fammi indovinare, non vi hanno informato delle novità?" chiese distogliendo lo sguardo da me. Rimasi in silenzio, di cosa parlava?

-Se lo hanno fatto non l'hanno detto a noi ma ai militari che ci accompagnavano. Ma se vuoi illuminarmi su questa novità, ti sarei molto grata". Il ragazzo cominciò a giocherellare con una matita, era nervoso, si vedeva.

-Una settimana fa io e alcuni miei amici stavamo camminando a fianco della barriera e dalle sentinelle postate in alto, i cecchini, abbiamo sentito dire che quei cosi si stanno avvicinando a grandi gruppi verso di noi. È solo questione di tempo prima che accada un invasione" disse piano "Questo virus, o qualsiasi cosa sia, ha infettato le più grandi e piccole città del mondo. Perché qui dovrebbe essere diverso?" abbassò lo sguardo e nella stanza cominciò a regnare il silenzio più assoluto.

-Siamo sopravvissuti tutti alla prima ondata di infezione, nonostante quello che sono diventati hanno un corpo umano. Prima o poi dovranno perire per sete o fame" dissi sicura. Ora che ci penso è la verità, sono comunque umani e prima o poi dovranno morire per questo.

-Mi sta dicendo che com'è venuto se ne va da solo?" chiese un ragazzo seduto ai primi banchi. Mi voltai verso di lui e sorrisi.

-Non è da escludere questa possibilità" dissi avvicinandomi alla cattedra. "Potrebbero trovare una cura domani o tra un anno. Ma non bisogna mai perdere la speranza, perché la speranza è l'ultima a morire ed è l'unica cosa che ci spinge ad andare avanti".

-Perché ho l'impressione che lei abbia perso più di una persona cara?". Mi avvicinai alla lavagna voltando le spalle alla classe.

-Chi non ha perso qualcuno in questo inferno?"


La classe uscì alla svelta dall'aula e rimasi un bel po' seduta sulla sedia a pensare. Non avevo dato compiti, non era il caso. Avevamo passato cinque ore in totale silenzio, dando a loro un tema dove dovevano parlare di quello che avrebbero fatto una volta che tutto questo sarà finito. Presi la penna e cominciai a leggere il primo tema. La calligrafia era fortunatamente leggibile, questo alunno, un certo Brian Bailey ha raccontato che una volta trovata una cura sarebbe partito per visitare varie città del mondo beandosi della loro bellezza e della loro storia. Corressi qualche errore e passai al tema successivo. Sarah Levitt raccontò che sarebbe andata in paesi più poveri per aiutare a ricostruire le strutture socialmente utili andate distrutte dai ribelli. Joseph Fingerman invece scrisse che tutto questo non avrà mai fine, che secondo lui il tutto era stato creato in laboratorio da un paese nemico. Che forse era un virus creato per eliminare più gente possibile per via della sovrappopolazione. Scrisse che dieci giorni prima del contagio tutti i politici e presidenti importanti del mondo erano scomparsi. Abbassai la penna e appoggiai la schiena alla sedia. In effetti non era errato, avevo notato che molti politici e altra gente molto ricca era sparita dalla faccia della terra prima del contagio. E il fatto della sovrappopolazione dava un punto in più in questa teoria. Sentii bussare alla porta e mi voltai verso di essa. David entrò in aula con in mano un vassoio pieno di cibo. Sorrisi. A quanto pare l'ora del pranzo era già passato da un pezzo.

-Pensavo che avessi fame" disse mentre appoggiava il vassoio sulla cattedra.

-Ho una fame da lupi, grazie" dissi afferrando famelica il tramezzino al tonno. "Ti devo delle scuse. In questo ultimo periodo ti ho trattato malissimo e mi dispiace" dissi sincera. David si andò a sedere in un banco davanti alla cattedra e sorrise.

-Non ti preoccupare, ti capisco. È un momento allucinante per tutti. Non ti devi scusare". Sorrisi e addentai nuovamente il tramezzino. "Comunque, com'è andato il primo giorno di scuola?" mi chiese vagamente interessato.

-È stata al di sopra delle mie aspettative vista la situazione" dissi sincera. Lo guardai e le parole di un mio alunno mi balzarono in testa. Dovevo provarci! "Oggi in classe un alunno mi ha riferito una cosa abbastanza spiacevole". David mi guardò per qualche secondo.

-Che cosa?"

-Ha sentito alcuni cecchini dire che più passa il tempo e più gruppi di zombie si avvicinano alla barriera. È vero?" chiesi fissandolo attentamente. David abbassò lo sguardo dando più importanza al banco che a me. "È vero?".

-Si. Ci hanno informato di questo al nostro arrivo. Sono attratti dal rumore degli spari" disse semplicemente. Sembrava anche irritato della cosa.

-Potevano informaci prima" dissi fredda.

-Ehi, non sei l'unica indignata qui. Persino Eccleston si è arrabbiato quando gli abbiamo riferito la notizia". Il mio cuore perse un battito. Eccleston.

-Come sta?" chiesi sinceramente preoccupata. David si passò una mano tra i capelli.

-Non bene. Due giorni dopo la nostra partenza sono andati a recuperare dei viveri in una cittadina vicina. Ha perso tre soldati".

-È stato morso?"

-No, lui no. Sta bene anche se è combattuto per quello che è successo" disse. 

-Ha dato altri ordini? Non so, di spostarsi in un posto più sicuro?" chiesi speranzosa. Essere rinchiusa in una cittadina con un orda di zombie che si avvicinavano mi metteva più paura di quanto credessi.

-Nessuno per ora. Anche se Eccleston ha qualche idea" disse alzandosi. Lo imitai prendendo con me il vassoio.

-Quale?" 

-Vorrebbe spostarci su delle navi e prendere il largo. Secondo loro è più sicuro così, non si correrebbe nessun pericolo. Ogni tot di tempo andrebbero a prendere delle provviste per i civili e ogni tanto si potrebbe fare delle soste in altri paesi per il carburante".

-Ma non possiamo uscire! Ci sono delle barriere con dei cecchini!" dissi. Eccleston lo sapeva bene! Perché rischiare? David si affiancò a me mentre percorrevamo il corridoio.

-È l'unico modo per portare al sicuro i superstiti senza avere paura del contagio. E Billie, le barriere si abbattono".

-E i cecchini?" David mi guardò con aria strana, come se fosse indeciso se rispondere o meno.

-Si uccidono".

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