Wake me up when september ends

di Nejisfan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Febbraio e l'alcol ***
Capitolo 2: *** Andare avanti ***



Capitolo 1
*** Febbraio e l'alcol ***


Wake me up when september ends.
 
 
Capitolo 1. Febbraio e l'Alcol.
 
Suigestu tiene in bilico la stecca da biliardo mentre osserva ciò che avviene in quello squallido bar di periferia.
"Ti muovi, Sui?" gli urla Juugo, forse perché sta vincendo la partita e la vuole finire.
Il ragazzo non risponde, e allora l'altro aspetta.
Nessuno sa perché, ma dopo quel ventiquattro settembre pare che lui sia diventato il capo della sua banda, o, almeno, si comportano tutti come se lo fosse.
Se non gioca, è perché è impegnato a fissare la ragazza seduta al bancone del bar: reagisce come lui, beve.
Butta giù un sacco di shot in modo impeccabile, restando ferma al bancone, senza urlare o dare nell'occhio.
Non beve per divertirsi, beve e basta.
La stecca da biliardo viene appoggiata su un tavolo, mentre decide di andare da lei.
Juugo finirà la sua partita con qualcun altro.
 
 
Temari chiude gli occhi e ricorda ancora il suo dolore.
Si vede che non ha bevuto abbastanza.
Piangerebbe, se non fosse lei: la ragazza che non è mai fragile, che reagisce sempre.
"Quindici" dice d'un tratto una voce profonda.
La Sabaku si gira, trovandosi a fissare un ragazzo dagli abbaglianti capelli blu.
"E' il numero di shot che ho bevuto io qualche giorno fa. Mi sono svegliato in ospedale".
Suigestu ha uno strano modo di dire le cose, proprio come lei: le dice così, come se parlasse di gossip, senza perdere neanche per un secondo la sua aria da duro.
Anche lui è uno che deve sempre reagire.
"Fottiti" mormora lei, piano.
Non sa perché, non le ha fatto niente, ma vuole che se ne vada.
"Ti fotterei volentieri" risponde, volgare, lui.
E' sempre stato un maestro dell'ironia, anche nei momenti meno opportuni. Serve a sembrare poco coinvolti.
Temari appoggia la fronte sul bancone, le lacrime le pizzicano gli occhi.
"Andiamo, Sabaku, non mi dirai che piangi!" ghigna il giovane, ma in un modo strano, un po' sofferto, un po' innaturale.
Lei si gira e gli tira uno schiaffo che fa un sacco di rumore.
 
 
24 settembre.
Ore 02: 56.
 
Sasuke sbuffa, annoiato.
"Questa festa fa schifo. Andiamocene".
Quando dice qualcosa, qualunque cosa, tutti scattano, pronti ad obbedire.
"Ok. Ma Suigestu...lui ha la macchina ed è..." Karin balbetta e si maledice: è da sempre sicurissima di se', ma con Sasuke diventa timorosa e scema.
"Quel coglione è con Temari, eh?" capta al volo l'Uchiha.
Kankuro, dall'altra parte della sala, sbadiglia: essere l'autista, quello che non beve, è noioso.
Gaara lo osserva e si guarda intorno: la festa non è un granché, e anche lui ha voglia di tornarsene a casa.
"Se Temari tornasse con Suigestu e noi venissimo con voi, andrebbe bene?" chiede Karin al castano non appena lo nota.
"Si può fare" risponde placido Kankuro, e poi sbadiglia ancora.
 
 
 
"Tutto ok?" domanda, preoccupato, un ragazzino di cui Suigestu non ricorda nemmeno il nome.
In tutta risposta il "capo" inarca le sopracciglia e lo guarda di traverso: ha preso uno schiaffo, non è successo altro.
"Certo" dice, senza scomporsi "vai a giocare con Juugo".
Il ragazzino se ne va correndo e obbedisce.
"Sei il capo della banda, tu?" domanda Temari, scuotendo la testa.
"Già" annuisce lui "lo so che è assurdo, ma pare sia così".
Stare accanto a Suigestu è una sofferenza per la bionda, e sa che la cosa è ricambiata.
Perché erano vicinissimi, quel ventiquattro settembre, in un cesso di una discoteca.
Perché sarebbero dovuti tornare con gli altri anche loro.
Perché salvarsi, in una situazione del genere, equivale a morire dentro.
 
Kankuro chiude gli occhi un secondo, il sonno lo avvolge giusto un attimo.
E' strano come nella vita contino gli attimi.
In quello, un camion arriva a tutta velocità, contromano e fuori controllo.
In quello, la loro macchina non si scansa.
Poi c'è un grande buio, un' esplosione.
L'autista del camion viene scaraventato fuori: è ubriaco e pieno di sensi di colpa, ha una gamba rotta e la testa che sanguina, ma scappa.
In un moto incontrollato delle sue gambe, scappa. 
Lo ritroveranno dopo due giorni, dissanguato, poco più in là.
Kankuro continua il suo sonno, non si accorge di niente.
Gaara esala l'ultimo respiro con un vetro del finestrino conficcato nel ventre.
Karin si stringe a Sasuke: sono rimasti entrambi nella macchina capovolta, e a lei manca il respiro.
Gli prende una mano, prima di morire: solo in quel momento ha il coraggio di farlo.
La mano che afferra è fredda: Sasuke se n'è andato prima di lei.
 
 
"Puoi lasciarmi in pace?" chiede la Sabaku al ragazzo che ha accanto, ancora.
"Vorrei" risponde lui "ma non si può".
"Perché non si può?".
"Perché il dolore fa male, anche se fuori facciamo quelli forti. Reagiamo allo stesso modo, Temari. Ma non si può tenere tutto dentro, e tu sei l'unica che sa cosa provo, e io so cosa provi tu".
Nessuno ha mai sentito Suigestu che fa un discorso serio, perché lui è quello che sdrammatizza.
Lo è sempre stato, come se non avesse il diritto di essere triste o incazzato anche lui.
Temari, invece, è quella forte, la ragazza di strada, quella che non prova sentimenti.
All'apparenza, loro sono questo.
La bionda, all'improvviso, scoppia a piangere.
Piange in un modo duro, senza singhiozzare, lasciando solo che le lacrime le scavino solchi sulle guance, senza sforzarsi di pulirle.
Si sta sfogando, finalmente.
Sta condividendo il dolore.
Suigestu la guarda, impotente.
Dovrebbe prenderla in giro per le lacrime, ma non lo fa.
Ordina uno shot per se', e lo butta giù, poi si avvicina alla ragazza e la abbraccia.
Restano così per un sacco di tempo.




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Allora:
Questa fic ha partecipato al "Naruto Couples: Surprise Paring Contest" 
Indetto da Sakura_e_Ino (che ringrazio davvero), e si è classificata terza, vincendo anche il premio lacrima.

Sono molto contenta del risultato, e anche di aver scritto una cosa tanto deprimente, che non rientra nei mie schemi.
La coppia poi, mi ha messo alla prova, ma sono contenta di esserne uscita.
C'è un breve secondo capitolo che pubblicherò appena possibile.
Intanto, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe piacere^^
Grazie in anticipo
Frà

 

ps: il titolo, viene dalla canzone dei Green Day, ovviamente.

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Capitolo 2
*** Andare avanti ***


Capitolo 2. Andare avanti.

 

Il calendario segna il ventiquattro settembre, Temari lo guarda e sospira: è sempre dura.

"Grande gita al funerale, oggi, eh?" ride Suigestu, con la risata che fa quando è nervoso.

Lei lo guarda divorare i suoi cereali: ha imparato a conoscerlo.

Quando fa così non è perché soffre di meno, anzi.

"Vestiti, coglione, non vorrai mica venire così?" gli urla.

Lui, rigido, risponde: "signor si, signora!" ed entrambi ridono.

Due risate nervose che si mischiano.

 

 

Le lapidi sono vicine, scure, tristi.

Temari non ha pensato ai fiori, e neanche Suigestu.

Poco importa: tanto ai morti cosa interessa?

I due si siedono in silenzio.

E' passato un anno, un anno a darsi la colpa, un anno a sentire mancanze.

"Andate a fanculo, stronzi" sbotta il ragazzo, rivolto alle tombe.

La bionda non dice niente.

Dopo un'ora di silenzio, Temari stringe la mano di Suigestu.

"Andiamo" gli sussurra all'orecchio.

Il dolore c'è anche quando non si vede.

 

 

"Non posso fare il capo. Il capo è Sasuke" .

Mentre parla così, Suigestu fissa lo sguardo in quello di Juugo.

"Sasuke è morto, Sui. Devi andare avanti".

"Appunto. Non posso prendere il suo posto" .

Juugo si accende una sigaretta "Non è il suo posto, nessuno te lo chiede. E' il tuo".

Suigestu si volta, fissando i ragazzini che da poco escono con loro, che lo acclamano come se fosse un esempio.

"Lo sai che Suigestu una volta ha picchiato uno perché gli intralciava il passaggio?" sta dicendo uno ad un altro.

Deve andare avanti, Juugo ha ragione.

E quello è il suo posto.

 

Vive con Temari da quasi un anno: è successo in modo lento e graduato.

Non se lo sono mai detti, ma stanno insieme.

Hanno bisogno di questo, entrambi, nello stesso modo.

Il ventiquattro settembre ha uno strano effetto su tutti e due: lei si mette a cucinare, lui compra un dolce.

Cose normali, cose mai fatte.

Si sorridono, mentre lui la prende in giro come sempre, e lei risponde male come sempre.

Non si dicono che si amano, non con le parole, ma lo fanno con i gesti.

Quando l'orologio segna mezzanotte e uno, Temari si siede sulle gambe di Suigestu, e lui la bacia.

"Resti, vero?" chiede lei, mostrando un minimo di quell'insicurezza che racchiude dentro di se'.

Lui sa cosa intende, vuole sapere se resta per sempre.

Lo capisce: neanche lui vuole vedere più nessuno che se ne va.

"Non vado da nessuna parte" mormora e lei annuisce.

"E ora...che ne dici di toglierci i vestiti?" sdrammatizza, sorridendo.

"Mmmh" finge di pensarci lei "ok, se proprio insisti..."

 

 

 


E' l'ultimo giorno di settembre, quando Temari scopre di essere incinta.

Solo qualche mese dopo le dicono che si tratta di una femmina.

Suigestu sdrammatizza, ma trema per l'emozione, e lei piange, anche se è quella che non piange mai.

 

Karin nasce in un caldissimo pomeriggio di luglio: ha gli occhi della mamma, e un buffo ciuffo rosso che ricorda lo zio.

E' una bambina bellissima, proprio come la ragazza di cui porta il nome.

Temari e Suigestu ricominciano da lì.

Da lei.

 


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Ok, ho concluso.
Spero che qualcuno la apprezzi e che qualcuno  mi faccia sapere qualcosa.
Mando un bacio a tutti, e ringrazio ancora il giudice del contest.
Frà

 

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