Vorrei ricordassi tra i drammi più brutti che il sole esiste per tutti.

di Tommos_bum
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** TRAILER ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** TRAILER ***


VI PREGO, VI IMPLORO DI GUARDARE IL TRAILER E DIRMI ANCHE SE VI PIACE C': http://www.youtube.com/watch?v=2i9E10c-O9M

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


 

Capitolo 1


Ero seduta al bancone della cucina che facevo zapping col telecomando tra i canali della tv.

Ogni canale che giravano c'erano i soliti programmi di culinaria, cribio ma credono che non siamo in grado di combinare nulla?

Arrivò mia madre dal piano di sopra vestita e truccata.

-Eva io vado a dare il benvenuto ai nuovi vicini di casa, perchè non vieni anche tu?-

-Devo per forza?- scesi dallo sgabello

-Si, magari hanno una figlia, così fai amicizia-

-Salgo a mettermi le scarpe-

Seduto sulle scale a giocare c'era il mio fratellino Brad

-Eva, Eva!- cercò di attirare la mia attenzione trandomi la maglietta

-Vai con mamma? Posso giocare in camera tua?-

-Certo che puoi, ma non mettermi sotto sopra i panni nei cassetti-

Mi seguì nella stanza e si stese sul tappeto

Infilai le ballerine blu e mi abbassai alla sua altezza per lasciargli un bacio sulla fronte

-Quindi rimani a casa da solo? Fai il bravo ometto, noi siamo nella casa affianco-

-Vabene, ciao!-

Scesi giù e insieme a mia madre entrammo nel giardino dei nuovi vicini.

Bussammo alla porta e ci venne ad aprire una signora bassina, biondina e per fortuna dall'aria simpatica.

-Salve sono Beatrice, la sua nuova vicina di casa- disse mia madre

-Ma prego entrate, io sono Karen-

Ci fece accomodare in cucina e offrì subito un caffè a mia madre.

La casa era quasi del tutto sistemata, c'era solo uno scatolone nel soggiorno.

-Com'è questa zona di Wolverhampton?- Domandò Karen

-Molto tranquilla e ci conosciamo un po' tutti, ma proprio di fronte casa nostra c'è una signora anzianotta molto arzilla e anche pettegola- rispose mamma

-Ah quelle ce ne sono da per tutto- rise -Avete solo Eva come figlia?- continuò

-No, anche un bibmo di sei anni. E lei?-

-Due femmine che sono andate a vivere con i loro fidanzati, e un figlio maschio che vive con noi ma in questo momento non so che fine abbia fatto-

In quello stesso istante uscì da una stanza un ragazzo dai capelli castano chiaro.

Rimase un secondo interdetto osservado me e mia madre.

-Che fai, rimani imbambolato o ti presenti?- disse sua madre

-Piacere sono Liam- strinse ci strinse la mano.

-Stavi uscendo?- gli chiese sua madre

-Si volevo fare un giretto in zona, ma non so come orientarmi..-

-Ma se vuoi può farti Eva da guida!- perchè mia madre parlava sempre così tanto?

-Se non ha nulla in contrario sarebbe perfetto no?- internevve anche sua madre.

Stavo per inventare una scusa ma mamma mi fulminò con lo sguardo

-Si.. per me va-vabene-

Iniziammo a camminare lungo il marciapiede.

-Quindi ti chiami Eva?- mi chiese

-Si... ehm.. da dove venite?-

-Dall'altra parte della città... dove mi porti?-

-Non so... vuoi andare a vedere il centro, vuoi andare nei quartieri affianco..?-

-Non c'è una palestra da queste parti?-

-In centro-

-Allora ti va di accompagnarmi?-

-Vabene- risposi.

-Quanti anni hai?-

-Quindici, te?-

-Quasi diciannove- quando alzai lo sguardo vidi che faceva strane e contorte mosse con la bocca per cercare di non ridere.

-Perchè ridi?-

-Sei bassina... sembra di parlare da un grattacielo e guardare giù hahahha-

Effettivamente ero molto più bassa rispetto a lui, ma... ma mi voleva prenere per il culo?

Lo guardai male e lui smise di ridere.

-Fai qualche sport?- cercò di cambiare argomento

Scossi la testa.

-Io sono un corridore da anni, ho fatto molte gare e ho praticato anche la box...- cominciò a parlare della sua profonda e ottima carriera dai princìpi e di quante gare avesse vinto.Sembrava un drogato di sport.

Finalmente arrivammo a quella benedetta palestra.

-Salve, vorrei iscrivermi- disse

-Si prego, compili questo foglio con i suoi dati- una signora da dietro al bancone gli passò una scheda e una penna.

-Si deve iscrivere anche la sua fidanzata?- mi guardai intorno non sapendo a chi si stesse riferendo la signora

-Lei? Hahahah lei non è la mia ragazza-

Ma che minchia rideva? Mister tutto muscoli e alto un metro e una giraffa non era per niente simpatico.

Dopo essersi iscritto ci incamminammo di nuovo verso casa.

-Hei Eva dai spero adesso di non starti antipatico dopo quelle battute- disse

-Antipatico? Mannò, sei un ragazzo molto, molto, ma mooolto schietto!- cercai di dargli una pacca forte sulle spalle ma mi feci più male io che lui.

Vidi finalmente mia madre uscire da casa di Liam e venirci incontro

-Dove siete andati ragazzi?- Domandò

-Sua figlia mi ha accompagnato in centro, per qualsiasi cosa posso ricorrere di nuovo a te?- mi guardò come se non fosse successo nulla.

-Se devi proprio- risposi indifferente

-Puoi venire a bussare a casa quando vuoi!- dovevo spiegare a mia madre il significato di 'chiudere quel cesso di bocca'.

-Grazie, allora ciao Eva-

Senza risponderlo voltai le spalle e tornai a casa mia sorbendomi le lamentele di mia madre verso il mio comportamento troppo antipatico.

Ma l'antipatica ero io o il ragazzo di un metro e una giraffa?

 


 

Spazio autrice:

Salve peopleee! Sono ritornata con questa nuova ff su Liam che sarà fdkjsa.

So che il primo capitolo non è chissà cosa, ma appena la storia inizierà a svilupparsi sarà tutto più bello :D

Se vi va di fare due chiacchiere questo è il mio nick di twitter: @IwannasaveLOU

a presto x

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


 

Capitolo 2

Passai il pomeriggio in ufficio con papà per aiutarlo a mettere a posto documenti e carte.

Dopo aver cenato, anche se erano appena le dieci avevo davvero troppo sonno, così decisi di andare a letto.

Presi il pigiama da sotto il cuscino, prima di spogliarmi andai a verso la finestra per chiudere la tapparella.

Dalla finestra vedevo una stanza della casa dei nuovi vicini, era proprio quella di Liam, le nostre camere combaciavano.

Era al centro della stanza mentre scavava in un mobile. Mi vide.

Mi fece un occhiolino e si sfilò la maglietta mostrando il petto notevolmente muscoloso. Sentì le guancie riscaldarsi e subito abbassai la tapparella.

Mi stesi sul letto nascondendo la faccia tra i cuscini con le fodere fresche, che figuraccia.

 

                                                                                                                                                 ***

 


-Eva! Svegliati daii!- sentivo in lontananza la voce di mio fratello, ero in uno stato di dormiveglia e non capivo nulla.

Mi misi a sedere e stropicciai gli occhi. Brad era ai piedi del letto seduto su qualcuno in braccio.

Dopo aver sbadigliato stropicciai di nuovo gli occhi e vidi l'altra persona, ero convinta fosse mio padre.

-CHE CI FAI QUI?- urlai contro Liam

Lui e mio fratello risero

-USCITE IMMEDIATAMENTE!- Li spinsi fuori dalla stanza.

Come cazzo era entrato Liam? E perchè mio fratello lo ha portato in camera?

Continuando a lamentarmi mi vestì e scesi al piano di sotto per cerlarli.

Erano seduti sulla poltrona in cucina.

-Ora mi spieghi perchè sei qui. E tu perchè piccola peste lo hai fatto entrare in camera?- sgridai Brad.

-Brad non ha fatto nulla. Sono venuto a casa proprio metre tua madre stava uscendo, volevo chiederti un favore e lei mi ha detto che potevo aspettarti. Sono io che volevo svegliarti- aveva sempre quel sorrisetto sfacciato stampato sulle labbra.

Perchè mia madre faceva così? Le avrei fatto testa e muro.

-Vabene okay, lasciamo stare- prese il pacco dei biscotti. -vuoi?- glielo porsi

-No grazie già ho mangiato il cornetto con Brad- Gli scopigliò i capelli.

-E' avanzato un cornetto per me vero?-

-Mi sa di no...-

Liam aveva mangiato il mio cornetto. Il MIO cornetto. Cercai di mantenere la calma.

-Va tutto bene? Sei sbiancata- disse

-Si va tutto benissimo- sorrisi istericamente. -Che favore volevi chiedermi?-

-Se potevi riaccompagnarmi in palestra-

-La sai benissimo la strada- risposti scocciata.

-Ma magari mi porti in un negozio sportivo-

-Vacci da solo- accesi la tv.

Non solo era entrato nella mia stanza, aveva mangiato il mio cornetto, pretendeva anche che lo accompagnassi?

-Mmmh magari mi accompagni quando sei più calma, che dici?- poggiò la mano sulla mia spalla.

Lo fulminai con lo sguardo e subitò la ritirò.

-Comunque carino il pigiama con le pecorelle- rise

-SPARISCI!- gli indicai la porta.

-Vabene vaaado- camminò lentamente verso la porta. -Molto belli anche i capelli arruffati-

Corsi verso di lui stringendo il pugno ma uscì di casa ridendo e correndo via.

Borbottando in aramaico antico mi ributtai sul divano e mi accertai se non fosse già iniziata la puntata di 'The O.C.'

Bussarono di nuovo alla porta

Mi alzai.

-Ancora? Che c'è?-

-Se non vuoi vedermi almeno fammi giocare con Brad- disse Liam

-Seh, magari un'altra volta eh? Ora, come ogni mattina io e mio fratello vediamo O.C. Quindi sparisci- richiusi la porta.

Ritornai sul divano dal mio fratellino.

-Preferisci guardare O.C con me o giocare con Liam?- gli chiesi

-Tutte e due!- rispose

Mh... lasciamo perdere.

Suonò ancora una volta la porta.

Mi alzai stizzata e urlai arrabbiata

-MADONNA LIAM MA CHE MERDA VUOI?- solo dopo mi accorsi che oltre Liam c'era anche mia madre

-Eva! Ma quando mai sei stata così scostumata?! Liam è stato così gentile ad aspettarti e tu lo cacci via? Giuro che non sembri mia figlia!-

-Mamma ho delle buone ragioni per...-

-Zitta non voglio sentire nulla e ora accompagna Liam in centro!-

-Si, vabene, VABENE!- sbuffai.

 

Afferrai Liam per il braccio e lo trascinai in strada.

 

-Questa me la paghi!- ringhiai

-La prossima volta non facevi tanto la preziosa- rispose con il suo tono tranquillo che a me dava sui nervi.-Sei qui solo da due giorni e già non ti posso vedere-

-Facci l'abitudine. Mia madre e tua madre prenderanno il the tutti i pomeriggi insieme- sorrise mostrando i denti ed un sorriso perfetto.

Mi alzai sulle punte, non gli arrivavo nemmeno alle spalle ma lo guardai diritto negli occhi

-TI. STACCO. LA. TESTA.-

Liam mi guardò dalla testa ai piedi ridendo. Non mi accorsi nemmeno della nostra vicinanza.

Ma mi accorsi che dalla finestra di una casa, la nostra vicina ci stava spiando.

-Dove devo accompagnarti?- mi arresi.

-Da un negozio adidas-

-Qui vicino c'è la Nike store, non ti vabene?-

-Voglio andare da Adidas.- protestò

-Ma il negozio Adidas si trova nel centro commerciale, non ci possiamo arrivare a piedi!- Cercai di nascondere il fatto che lui mi irritasse tanto da prenderlo a calci.

-Andiamo con la mia moto- mi fece segno di andare nel retro del giardino.

Aprì la serranda del garage e da sotto un telone uscì una stupenda Yamaha nera e grigia.

-Non ci salgo su quel bestione, e per di più non mi fido di te!- Mi passò un casco senza dire nulla.

-Ti ho detto che non vengo!-

-Stai un po' zitta diamine!- fece rombare il motore e si sedette sopra indietreggiando fino in strada.

Mi arresi per la seconda volta e provai a mettermi il casco.

Dopo vari tentativi dovetti farmi allacciare il casco da Liam

-Avanti sali e reggiti a me-

-Giura che vai piano- chiusi le mie braccia attorno al suo busto.

-Giuro, tu dimmi solo la strada- caricò la marcia e iniziò già a correre.

Non volevo fare la fiugura della paurosa, chiusi gli occhi e strinsi più forte Liam.

Sentivo le risate che si tratteneva perchè il petto tremolava, per ripicca gli diedi un pizzicotto.

Ma cosa poteva mai essere un pizzicotto per un ragazzo di un metro e una giraffa?

-SIAMO ARRIVAAATIII GIRA QUAAA- urlai.

Parcheggiammo e entrammo nel centro commerciale.

Lo portai direttamente al negozio.

Andammo verso il reparto scarpe.

-Sono più belle queste o quelle?- indicò un paio di scarpe simili, tranne per il colore.

-Sono orrende entrambe-

-Mamma mia cara ragazza tu spezzi proprio l'entusiasmo alla gente- ruotò gli occhi.

-A me piace questa- continuò

-E allora che me lo chiedi a fare?-

Non mi rispose, continuava a fissare lo scaffale

-Queste qui sono carine...- dissi mostrandogliele

-Si, sono belle- le osservò sfilandosi la sua scarpa.

-Che numero porti?- mi abbassai verso gli scatoli

-43. Se non c'è prendi 43 e mezzo-

-Piccolo piedo che hai- gli passai la scarpa

-Perchè tu quanto porti?-

-39. E ora non trovare difetti anche sul mio piede-

Andò verso lo specchio e stette circa 10 minuti a vedere come gli stavano.

-Vanno benissimo- disse

-Okay, ora che la tortura è finita possiamo tornare a casa?- feci un sorrisetto scocciato

-Ma mi serve qualche tuta e qualche maglietta-

-Sembri una ragazzina adolescente in crisi- lo trascinai nel reparto vesititi

-Ti piacciono questi short?-

Annuì anche se non erano chissà quanta bellezza.

-Posso sceglierti io una maglietta da abbinare?-

-Mh.. vediamo che sai fare- disse.

Ne presi una semplice , blu, con lo stemma dell'adidas.

-Questo abbinamento lo sapevo fare anch'io- mi guardò male

-Non commentare sempre tutto quello che faccio- gli feci una boccaccia

-Vado a provarmeli- entrò in un camerino. -Uffa il pantalone mi sembra stretto- si lamentò

-Posso aprire? Così vedo come ti sta- in un batter d'occhio mi tirò nel camerino.

-Mi fa il culo grasso- disse come se fosse la cosa più naturale del mondo.

-Ma quando mai, ti stanno bene- …..oh cazzo, che avevo appena detto?

Questo voleva significare che gli stavo fissando il culo e che gli avevo fatto un complimento.

-Okay, esci che mi cambio- fortunatamente era così babbeo da non arrivarci.

Liam uscì dal camerino e mi diede tutta la sua roba in mano, neanche fossi la cameriera.

-Come siete carini tu e la tua ragazza- disse una commessa, era la seconda volta che ci scambiavano per fidanzati.

-Io non sto con questa nanetta- rispose.

Per poco non mi cadeva la mascella a terra.

Gli buttai tutta la roba addosso e corsi verso l'uscita.

Non sapevo nemmeno perchè avevo reaggito così, lui per me non era nessuno.

Pochi minuti dopo uscì con una busta gigante in mano e un piccolo sacchetto.

-Abbiamo fatto una figura di merda lo sai?- quasi mi sgridò

-Mi passa per il cazzo! Perchè sei così cattivo? Ma proprio acido nel cuore-

-Anche tu non sei da meno-

Non risposi. Si okay forse non ero la dea della simpatia in persona ma ero così con in maschi in generale.

-Okay scusa... ti ho preso un cornetto- mi allungò la bustina piccolina

-Non lo voglio, non ho fame.- 

-Vabene... sali, ritorniamo a casa-

-Io con te non vado da nessuna parte- lo guardai con rabbia.

-Ah si? Allora stai bene qui. Ciao- Si infilò il casco e partì.

Lo vidi allontanarsi, che stronzo.

Mi andai a sedere sul muretto, e estrassi il cellulare dalla tasca per chiamare un taxi.

Proprio in quell'istante Liam girò da dietro il muro e si fermò di nuovo da vanti a me.

-Avanti sali.-

Senza dire nulla legai il casco e salì sulla moto.

Per tutto il tragitto non mi mantenni a Liam, lo salutai a malapena quando arrivammo a casa.

C'ero rimasta male.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Quella mattina mi svegliai con un mal di testa terribile e una voglia di prendere a schiaffi Liam. Andai a fare un paio di servizi con mamma, e per fortuna non lo vidi per tutta la mattinata.

-Beatrice vuoi un aiuto?- eccolo la che faceva il lecchino con mia madre per portare la spesa dentro. Mi faceva salire i nervi.

-Eva posso parlarti?- mi chiese.

-Lo sai già facendo- gli risposi.

Mia madre mi mandò un occhiataccia.

-Vabene andiamo fuori-

Andammo in giardino

-Che vuoi?-

-Volevo chiederti... si insomma.. non volevo offenderti ieri..- mi sembrava pentito davvero, ma proprio non riuscivo a placare la voglia di prenderlo a cazzotti.

-Okay-

-Come okay? Non dici nulla?- sembrò sorpreso

-Che devo dirti? Non voglio le tue scuse, che me ne fotte- cercai di non far trasparire che c'ero davvero rimasta male.

-Ma la smetti di fare la dura? Sei poco viziata eh eva?-

-Ah si? Se io sono viziata tu sei troppo perfettino Liam! Non ti sopporto, ti prenderei a sberle!- mi trattenni da non dargli un calcio nelle palle.

-Facciamo le persone civili e ricominciamo da capo, vabene?-

-NO.-

-Mmmmmmhh e come la fai pesante- borbottò.

-Invece di fare i due fidanzatini in crisi mi accompagnate al parco?- Brad spuntò dietro di me. Per la terza volta la gente credeva che io e lui stessimo insieme.

-E tu cosa ne vuoi sapere tu? Goditi la tua età e non permettere a nessuno di mangiare i tuoi cornetti- lo avvertì.

-Mi accompagnate al parco?-riprovò

Io e Liam ci guardammo negli occhi.

-Riuscirai a sopportarmi per un pomeriggio intero?- disse

-Riuscirò a non strozzarti?- continuai io sarcastica.

***

-Rifallo! Rifallo di nuovo!- urlò mio fratello alla vista di una capriola fatta da Liam.

Io me ne stavo seduta scocciata su una panchina.

Iniziarono a giocare a pallone e mi colpirono tipo trenta volte.

E secondo me Liam lo faceva anche apposta, come per attirare l'attenzione.

L'unica cosa che gli avrei tirato io sarebbe stato un calcio in culo.

Eppure c'era quel qualcosa che mi... mi faceva sentire diversa da quando l'avevo conosciuto.

Non un cambiamento estetico, ma proprio qualcosa dentro.

Forse era quel modo di fare tra il portettivo, il dolce, l'acido, il demente.

Ma proprio l'acido muriatico.

Anche se era la prima volta che lo vedevo giocare con mio fratello, adoravo quando correva più piano o faceva di tutto per farlo vincere.

Quando rideva, rideva divertito insieme a lui e ai giochi da bimbi.

Mi divertiva litigare con lui e in qualche modo riuscivo sempre ad avere l'ultima parola. Mi piaceva vedere che Liam per non continuare a discutere su sciocchezze non replicava, e in qualche strano modo la dava vinta a me.

A interrompere i miei pensieri fu proprio lui che mi tirò giù dalla panchina per farmi giocare con loro.

-Dai fallo per Brad, divertiti un po'! Scommetto che sei bellissima quando sorridi-


 

(Liam:)

Quando la tirai verso il prato si aprirono gli annaffiatoi automatici del parco.

Tutta la gente, le coppie, gli altri bambini, correvano per non bagnarsi.

In quell'istante sembrava ci fossimo solo io e lei.

Ci guardammo negli occhi mentre l'acqua ci bagnava, proprio nell'istante in cui inciampammo entrambi.

Ed era vero. Quando sorrideva era proprio bella.

Avevo la fronte bagnata di sudore e la maglietta umida per l'acqua.

Rimanemmo per un attimo a osservarci come se fosse la prima volta.

Ed era la prima volta che mi accorgevo di quanto fosse perfetta.

Sulla sua pelle chiara si notava subito il leggero rossore delle guance. Gli occhi celeste chiaro brillavano al contatto con i miei e al sole i suoi capelli sembravano più biondi del solito.

Le nostre mani erano poggiate l'una sull'altra e i nostri sguardi si spostarono proprio su quello.

Si alzò subito da terra e lo feci anch'io.

-....Allora, noi due campioni non ci meritiamo un bacio?- dissi.

-Solo al mio piccolo Brad- Lo strinse in un abbraccio

Mi avvicinai ad entrambi e stampai un bacio molto rumoroso sulla fronte di Eva.

-Bleah... smettila altrimenti mi metto ad urlare se non mi lasci!-

-Come sei carina quando ti arrabbi- Le sorrisi.

Rimase a bocca aperta, rimasi sorpreso anch'io dal mio comportamento.

Ritornammo a casa e Brad corse dentro.

-Comunque grazie per aver fatto divertire Brad-

-Tu ti sei divertita?-

-A far che? Mi avete lasciata sola sulla panchina- piegò la testa su un lato

-E' stato divertente quando mi sei caduta addosso- la provocai

-Non ti sono caduta addosso! Sei tu che inciampando mi hai tirato a terra- rispose infastidita

-Seh dicono tutte così- risi irritandola ancora di più

-Tutte chi?-

-In generale.. date sempre la colpa di tutto a noi uomini-

-Smettila di fare la parte del ragazzo duro con uno sciame di ragazze dietro, che non ti si addice proprio- disse guardandomi negli occhi.

-Che ne sai di quante ragazze ho avuto?-

-Secondo i tuoi gusti penso proprio poche...-

-E quali sarebbero i miei gusti?- feci qualche passo in avanti

-Una è troppo bassa, l'altra troppo alta, l'altra ancora non è soportiva...- mi fece una smorifia. -Ti piacciono le sfide?- La zittì

-no.- rispose secca.

-Perfetto- mi avvicinai al suo orecchio e iniziai a parlare sottovoce. -Facciamo così; parliamo al telefono, usciamo insieme, giochiamo e scherziamo-

-E poi?- con la coda dell'occhio incrociai il suo sguardo.

-Il primo che s'innamora perde. Ci stai?- Continuai.

Non sapevo neanche che stavo facendo, d'un tratto mi sentivo troppo preso da lei, da questi nostri litigi, da 'noi'.

-Ti odio Payne- si allontanò ed entrò in casa.

Mi veniva da ridere quando riuscivo a farla innervosire.

Dopo qualche minuto mi trillò il cellulare in tasca, era lei: 'Che il gioco abbia inizio.'


 

Spazio autrice:

Adoro.questo.capitolo.

Sadjdsa sono troppo un genio, lo so non acclamatemi (?)

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


 

Capitolo 4


(Eva:)

Appena uscita dalla doccia mi avvolsi l'asciugamano addosso e una a mo' di turbante in testa.

Infilai l'intimo e andai in camera mia.

Urlai vedendo Liam seduto alla mia scrivania.

-Calmati, mi copro gli occho okay?- se la rideva lui, io ero morta di paura.

-Girati dall'altro lato e spiegami come cazzo sei entrato visto che in casa non c'è nessuno!-

-Avevi la finestra aperta-

Mi misi un pantalone nero e una maglietta a monospalla.

-Okay sono vestita- annunciai

-Devi uscire?-

-Vado a cena dai miei zii.. i miei mi passeranno a prendere a momenti- sospirai scocciata

-Non ti va di andarci?-

-Uffa che palle non c'è nemmeno mia cugina-

-Potrei salvarti chiedendoti di passare la serata insieme ma non te lo chiedo- disse

-Sei uno stronzo-

-Perchè tu accetteresti?-

-Pur di non fare nulla una serata intera sarei capace di sopportarti-

-Allora ti va di.. boh uscire?-

-Aspetta avverto i miei-

Dopo aver chiamato i miei infilai le scarpe e uscimmo.

Tutte le sere, soprattuto ora che era arrivata l'estate, la città era popolata.

Le discotece animate più che mai, i pub pieni di ragazzi e le strade zeppe di amici, coppie, e anche qualche anziano che si godeva l'aria fresca seduti sulle panchine.

-Visto che l'altra volta eri arrabbiata con me e non hai voluto il cornetto, posso offrirtelo ora?- disse mostrando il suo sorriso più bello

-Vabene accetto- entrammo in una bar.

-Tre cornetti alla nutella per favore- ordinò

-Prechè tre?- bisbigliai.

-Il terzo lo dividiamo a metà-

Dopo aver pagato uscimmo in cerca di un posto con meno caos per mangiare in pace i cornetti.

Lo portai in un piccolo parchetto con le giostrine. Stesi a terra con gli asciugamani c'era qualche coppia di fidanzati.

Noi andammo verso le altalene.

-Mi sento a disagio qui- disse

-Perchè?-

-Qui ci sono tutte coppiette che si sbaciucchiano- si guardò intorno cercando di trovare un punto libero per guardare senza vedere qualcuno che amoreggiava.

Risi addentando il cornetto.

-Guarda quei due stanno per scopare. Oddio siamo circondati- continuò

Io continuai a ridere.

-Ma che ridi? E' una situazione oscena!-

Finito il primo cornetto passammo al secondo.

-Un morso tu e un morso io okay?-

Annuì

-Ma lo mordo prima io, tu potresti finirtelo- Mi guardò sospetto

Più che morso si divorò tutto il cornetto, lasciandomi un pezzettino senza nutella.

Rimasi a bocca aperta

-Non avevamo detto come dovevano essere i morsi- rise

Nella bustina c'era un po' di nutella, la presi con il dito e gliela sparsi tra i capelli.

-Così impari!-

Lui non sembrava arrabbiato, anzi. Più cercavo di sporcarlo, lui più cercava di ripulirsi mentre rideva.

Faceva sorridere anche me

-Vedi che ridi anche tu? Dai infondo non sono male, ammettilo- mi bloccò per i polsi

-Ti odio più di prima Payne-

Sbadigliai.

-Hai sonno?- si alzò

-Un pò-

-Sono le undici, se vuoi dormire ti riaccompagno a casa-

Ripercorremmo le strade fatte qualche ora prima e arrivati fuori casa ci salutammo.

Mamma e papà erano tornati, Brad già dormiva.

Salì in camera mia e accesi la luce, l'accese anche Liam in camera sua.

Lo salutai con la mano. Prese dei fogli e iniziò a scriverci sopra:

'Vai già a dormire?'

Presi anch'io dei fogli

'Posso rimanere in piedi ancora per poco'

'Si vede che stai crollando'

Gli sorrisi

'Brad?' scrisse

'Sta dormendo.. se vuoi domani puoi giocare con lui'

'E' più simpatico di te' scrisse ridendo

Gli alzai il dito medio e abbassai la tapparella.

Come prima 'uscita' insieme non era andata molto male.


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


 

Capitolo 5


(Liam:)

Stavo giocando con il fratellino di Eva da circa un quarto d'ora, speravo che a momenti scendesse anche lei.

Stavo insegnando a Brad come giocare a basket e lui imparava molto velocemente. Mi dava soddisfazioni, potevo diventare davvero un grande allenatore.

Finalmente vidi Eva sbucare dal nulla, mi sentì come una botta nello stomaco..

Cos'era? Ero felice di vederla?

-Buongiorno- diede un bacio a Brad.

A me sorrise. -Che stavate facendo?-

-Insegnavo a Brad come giocare a Basket-

-E sta andando bene?-

-Si, molto bene-

Rimanemmo un attimo in silenzio. D'un tratto mi venne una bella idea.

Chiesi ad entrambi se volessero giocare a chi faceva più canestri. Io e Brad eravamo nella stessa squadra.

Brad aveva fatto due canestri, io cinque e Eva nemmeno uno.

Il piccolo fece un altro canestro, gli schiacciai il cinque.

-Avete deciso di complottare contro di me?- sbuffò lei.

Si posizionò per l'ennesima volta davanti al canestro e lo guardò attentamente.

Troppo alto. Lei troppo bassa. Ero sicuro che anche se stavamo giocando si sentiva morire dentro.

Mi piegai a terra e la presi per le gambe alzandola, la reggevo stretta sotto le ginocchia. Mi guardò come se non capise il perchè del mio gesto.

-Adesso puoi fare canestro- le dissi quasi orgoglioso del mio gesto.

Fece canestro e la vidi esultare. La feci scendere a terra.

Ci guardammo per un istante negli occhi, sembrava mi dicesse 'grazie'.

Guardai l'orario sull'orologio al polso, 7e30.

Beatrice venne a chiamare Brad, rimanemmo in guardino io e Eva.

-Ti va di uscire più tardi?- le domando.

-Mmh.. si, non ho nulla da fare-

-Ti fanno andare in discoteca o sei troppo piccola?- sorrido ammicante, sapevo benissimo come farla innervosire.

-Ah- ah- ah. Si mi fanno andare, non c'è nessun problema-

-Un problema c'è... se mi faccio vedere in giro con te mi rovino la reputazione- forse stavo scherzando un po' troppo.

Voleva urlarmi contro e prendermi a calci, glielo si leggeva in faccia.

Invece rimase calma -Non faceva parte della sfida uscire insieme?-

-Giusto, lo faccio solo perchè mi divertirà vederti cadere ai miei piedi- mi bagnai le labbra con la lingua.

La vidi mormorare tra se e se.

-A che ora?-

-Alle nove ti faccio uno squillo.-


 

(Eva:)

Andai in bagno per lavarmi e prepararmi. Misi un vestito che arrivava sulle ginocchia di colore blu.

Un paio di tacchi dello stesso colore e lasciai i capelli sciolti.

In meno di mezz'ora ero pronta e come d'accordo Liam mi chiamò alle nove.

Uscì fuori e lo trovai parcheggiato davanti casa con la sua bellissima motocicletta.

Mi fissò e sorrise maliziosamente.

-Visto Payne? Sono ancora bassa?-

Rise e mi passò un casco. Salì su e mi ressi a lui per tutto il tragitto.

 

***


 

Già da fuori si poteva sentire il forte caos, e la musica sparata a mille.

Liam mi fece cenno di seguirlo, non entrammo dall'entrata principale ma bensì dal retro.

-Perchè siamo entrati da qui?-

-Un mio cugino di non so quale grado è figlio del propretario di questo locale, mi dice sempre di entrare da qui-

Attraversammo un lungo corridoio poi Liam aprì una porta e ci trovammo in mezzo a tutta quella bolgia di ragazzi.

C'era da un lato della sala ragazze che si strisciavano contro tutti e gente che amoreggiava sui divani. Dall'altro, il lato dov'era anche il bar era molto più tranquillo. C'erano ragazzi sotto i 18 anni, che beveva tranquillamente o che ballava da gente civile.

Liam poggiò una mano sulla mia spalla -Bevi qualcosa?-

Scossi la testa, lui mi sfiorò il collo con il pollice, forse neanche se ne accorse al brivido che mi percorse la schiena.

-Nemmeno tu?-

-Io non posso bere... potrei ma meglio di no...-

Mi sentivo stranamente in disagio... in discoteca c'ero andata con le mie amiche, mia con un ragazzo.

Il DJ aumentò il volume, a malapena sentivo la mia di voce. Liam mi parlava ma non capivo nulla.

Partì una canzone nuovissima, ma già l'avevo sentita. Mi pareva si chiamasse “Pompeii”

Liam passò la sua mano dalla mia spalla al mio braccio e mi portò al centro della bolgia di ragazzi.

Fece qualche passo strambo, forse non ero l'unica a non saper ballare.

Prese la mia mano e mi fece fare una giravolta, quando mi voltai ero tra le sue braccia.

-But if you close your eyes...- mi sussurrò all'orecchio. Passò la sua mano sui miei occhi e li chiuse.

-Lasciati andare- continuò.

La musica era altissima, mi stonava. Liam fece correre le sue mani lungo la mia schiena, abbracciandomi.

Mi morse la guancia, io gli misi una mano sul viso.

-A me sembra il contrario- urlai per farmi sentire

-Che cosa?-

-Sei tu che stai perdendo la scommessa-

-E'... questa è... è una tattica!- non mi stava più abbracciando

-Vedremo Payne-

 

***

 

Quella sera Liam era bellissimo, era diverso.... O forse ero io che stavo cambiando il modo di vedere le cose?

Perchè mentre mi abbracciava non avevo fatto scenate o non mi ero opposta?

Perchè, ora che eravamo fuori la veranda di casa mia, gli fissavo le labbra e avevo solo voglia di baciarle?

Ma non era proprio possibile, lui è uno troppo pieno di se, troppo alto, troppo...

era troppo tutto.

Troppo acido.

Troppo strano.

Troppo bello.

Troppo perfettino.

Troppo antipatico.

Troppo occhi dolci e sorriso smagliante.

Troppo dolce quando giocava con mio fratello.

Troppo 'hei tu sei una nanetta, non sei il mio tipo'

Troppo vicino al mio viso da non accorgermi che anche lui fissava la mia bocca.

Spostò la sua faccia lateralmente e mi baciò la guancia.

-Buonanotte- risposi frettolosamente.

Chiusi la porta di casa e andai a farmi una doccia gelida. Era così fredda che mi sarebbe dovuta passare la stupida idea che potesse piacermi Liam Payne\ragazzo un metro e una giraffa.


 

Spazio autrice:

Mi lasciate una recensione? Così mi dite se vi è piaciuto il capitolo:)

Volevo dirvi  che domani vado in viaggio di istruzione e quindi non posso aggiornare per un po' anche perchè a breve ci sarà il concerto dei ragazzi e io non voglio accendere il pc per un paio di giorni, cercate di capirmi... io non sarò li da loro.....

Spero di aggiorare prima del 19, ciao x


 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6


(Liam:)

Correvo, correvo velocissimo. Neanche mi accorgevo del dolore ai polpacci.

Correvo sulla pista del palazzetto dello sport e il mister mi cronometrava.

Sette, otto, nove giri completi del campo, sulla corsia numero due.

Avrei fatto altri venti giri se correre mi avrebbe aiutato a pensare.

Avrei corso fino allo sfinimento, sentivo i contunui elogi tel mister ogni volta che gli passavo accanto.

Il cuore mi espoldeva in petto, ma dovevo continuare a correre e a distrarmi. Dovevo pensare.

Giorno dopo giorno mi accorgevo che il mio comportamento nei confronti di Eva stava letteralmente cambiando. Il mio modo di vederla stava cambiando.

Lei era la mia sfida, io ero la sua.

In fin dei conti non pensavo proprio più a quello che facevo quando ero con lei.

Era bello resistere alla tentazione di qualcosa in più. Ma io lo volevo davvero?

Mi sentivo attratto da lei, anche se si mostrava sempre antipatica.

Volevo scoprire sempre di più su di lei, volevo passare 24 ore su 24 con lei.

Ma oggi no. Dovevo chiarire con la mia mente.

Ieri l'avevo abbracciata, l'avevo stretta a me. Lei non aveva opposto resistenza come solito, e a me aveva fatto piacere.

Era ovvio, Eva mi piaceva.

E adesso? Che avrei fatto?

Dovevo aspettare che facesse lei il primo passo? Perchè io non volevo proprio dargli la soddisfazione di vincere la scommessa.

Smisi di correre e rallentai fino a fermarmi.

-Non so a chi o a cosa stavi pensando ma contina a farlo, sei andato alla grande!- disse il mister.

Sorrisi guardando il terreno rosso a terra, abbassandomi sulle ginocchia per riprendere fiato.

-24 giri di campo in 5 minuti e 38 secondi-

Mi diressi verso lo spogliatoio e feci una doccia, buttai la tuta nel borsone e presi i vestiti puliti.

Uscì con i capelli umidi, l'aria era molto calda.

Infilai gli auricolari e feci partire la musica dall'ipod. Camminai verso la periferia, dove c'era più tranquillità. Senza rendermene conto era già mezzanotte e mi ero allontanato di parecchio.

Quando ritornai a casa rimasi giù in giardino, presi il pallone da basket e palleggiai. Mentre segnavo infiniti canestri ricordai il pomeriggio della settimana scorsa quando giocavo con Brad e Eva. Il suo sorriso felice mi riscaldava.

Sentì dei passi dietro di me. Era Eva.

-Payne! Sono le due di notte e tu giochi a basket?-

-Davvero è così tardi?-

-Si! E mi hai fatto pure svegliare con tutti questi palleggi- precisò

-Nessuno è venuto a lamentarsi a parte te, forse hai l'udito più sviluppado del normale-

-Sisi, come no- brontolò

-Domani hai da fare?- le domandai

-Credo di no- disse alzando le spalle

-Allora andiamo in piscina-

-Non ti ho detto mica che voglio andare in piscina- anche se al buio, vidi lo stesso i suoi occhi azzurri.

-Ci vieni e basta-

-Potresti anche chiedermelo gentilmente! Non mi va di litigare anche di notte-

-Neanche a me- gli baciai la guancia. -Vai a dormire, ti busso domani alle undici-

-Va... vabene- Entrammo ogniuno nelle proprie case. Dopo la corsa di oggi avevo qualche dubbio di come si sapesse galleggiare, ero stanco morto.


 

Spazio autrice:

Lo so che questo capitolo è una cagata, scusate çç

Non mi è uscito nulla di meglio perchè non ho molta ispirazione e molte di voi credo capiranno il perchè....

Ringrazio tutte quelle che continuano a leggere i miei obbrobri di capitoli lol

Credo che aggiornerò quando i ragazzi saranno andati via da qui. Vi auguro di non stare troppo male, come me....


 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


 

Capitolo 7


(Eva:)

Era mattina, e io ero in super ritardo. Mi erano arrivati 4 messaggi di Liam che era giù. 'Muoviti' 'Sbrigati, come sei lenta!' 'Un diamine di costume devi metterti' 'AAAAH MI STAI FACENDO SCENDERE IL LATTE MUOVITIIII'

-Mandami un altro messaggio e te lo lancio in fonte il cellulare!- urlai dalla finestra. La vicina ficcanaso mi avrebbe preso per pazza.

Presi i panini che mi aveva preparato mamma, li buttai nello zaino insieme alla protezione solare e la bottiglia d'acqua, salutai Brad e corsi fuori.

-Eccomi qui! Ecccomi signore padrone onnipotente!- dissi esasperata a braccia perte.

Mi allacciò il casco, sapeva che io e quel casco non avevamo un bel rapporto, e mise in moto.

In mezz'ora arrivammo in questa famosa piscina.

-Ma l'entrata è di là- gli feci notare

-In questa piscina ci lavora un mio amico, tranquilla entriamo di qua- rispose

Ma la conosceva solo lui la gente che possedeva locali o cose simili?

Accedemmo subito dov'era la piscina. Era enorme, le sedie a sdraio nuove, sistemate, tutto pulito, anche l'acqua. C'era la piscinetta per i bimbi, gli scivoli altissimi dall'altro lato tipo 'parco acquatico' e anche un bar che emanava un forte odore di cornetti.

-Ci sistemiamo qui oppure dove c'è l'erba più in la?-

-Qui va bene- ci appropriammo di tre sedie a sdraio, dove su una poggiammo tutta la nosra roba.

Aveva un costume bianco e rosso che arrivava gli arrivava sopra le ginocchia. Mi soffermai a notare i suoi pettorali anche se non era la prima volta che li vedevo.

Appoggiai sulla mia sedia la mia asciugamano e iniziai a prendere la crema solare. Se non l'avessi messa sarei tornata come un peperone a casa.

-Mi raccomando, mettitela pure sulle punte dei capelli- disse Liam prima di entrare lentamente in acqua.

-Ah, quindi anche il signore padrone trova l'acqua un po' fredda- rimisi la crema nello zaino e mi avvicinai al bordo, sedendomi.

-Nah-

-Ma se stai tremando- continuai

Mi schizzò l'acqua con la punta delle dita. -Smettila- lo ammunì.

-Non vuoi provare?- continuò a schizzarmi.

-Fammi prima abbituare alla...- non ebbi il tempo di finire che mi tirò giù. Quel punto della piscina non era neanche molto alto quindi andai a sbattere con il tallone, mi trattenni dall'imprecare.

-...temperatura-terminai guardandolo socchiudendo gli occhi.

Lui mi rise in faccia e schizzandolo gli feci entrare una marea di acqua in bocca. A sua volta mi schizzò di nuovo. Indietreggiai fin dove la pisciana era più bassa e arrivai con metà corpo fuori. Lui rimase lì, ci guardavamo endrambi.

-Stai guardando proprio me oppure quella signora che per poco non inondiamo d'acqua?-

-Il mondo non gira intorno a te, Liam-

-Ammettilo che muori dalla voglia di baciarmi, Eva-

D'un tratto sbiancai, forse più bianca di quanto ero.

-ma non ne hai il coraggio, vero?- si contornò il viso di un sorrisetto da sbruffone. Come sempre l'avrei preso a sberle.

-Non ci conterei molto- risposi

-Voglio proprio vedere- proprio mentre pronunciava quelle parole presi la rincorsa fino ad andargli contro, lo buttai sott'acqua. Mi strinse per i fianchi e io mi aggrappai attorno a lui.

Nuotò un po' più in su finchè non mi buttò completamente a spalle contro il muro, stringendomi fino a farmi quasi male.

Le nostre labbra iniziarono a lottare tra di loro, come per vedere chi avrebbe avuto la meglio. E io lo sapevo benissimo. Più si prolungava il bacio, più Liam mi abbracciava con delicatezza. Mi staccai io per prima senza più fiato.

-Hai perso- mi guardò le labbra che ormai sapevano di lui.

-Dalla mia bocca non sono uscite le parole 'mi sono innamorata di te'- bhe, tanto ormai che parlavo a fare, lo avevo baciato. O lui aveva baciato me? -e poi sei tu che hai preso l'iniziativa-

-Ammettiamolo che abbiamo perso entrambi già da un bel po'- mi ribacia di nuovo le labbra, con una dolcezza che pensavo non gli appartenesse.

Lo guardai per una frazione di secondo, sentivo le guance andare a fuoco e così immersi la testa sott'acqua.

Quando risalì lo vidi mordersi il labbro inferiore e poi ridendo mi schizzò di nuovo.

-Insomma ma la smettete voi due? Mi state bagnando persino il lettino!- urlò una signora alle nostre spalle

-Si ha perfettamente ragione. La mia ragazza non capisce che quando è troppo è troppo- le rispose Liam

-La mia cosa?- ripetei incredula. Sorrise a trentadue denti, sentivo mancarmi il respiro. Mi sollevò e mi fece sedere sul bordo della piscina dov'ero prima

-Beh... anche le nane riescono a rubarmi il cuore-

Era innamorato di me, lo aveva appena detto. Ci eravamo appena messi insieme, roba di appena tre secondi fa, non ci credevo.

-Si ma ti odio lo stesso, Payne-

-Odiami fino ad amarmi, Mason- mi strinse di nuovo i fianchi, io abbassai la testa per baciarlo. Non poteva essere vero.

Si tirò su anche lui e mi baciò la guancia prima di alzarsi e andarsi a sdraiare al sole.

Rimasi con i piedi nell'acqua guardando giù e massacrandomi le labbra con i denti. Sentivo i mammut attraversarmi lo stomaco.

Mi alzai anch'io dopo poco e ritornando al nostro posto vidi i lettini attaccati.

Liam stava prendendo il sole e aveva il petto bagnato dalle goccioline che scivolavano. Mi sdraiai anch'io, lui aprì prima un occhio e poi un altro, infine si girò verso di me.

Mi appropriai delle sue lenti rayban nere -ma come le stanno bene questi occhiali signorina- mise una mano dietro la mia schiena facendo in modo di tirarmi più a se.

-Sono del mio ragazzo- gli presi la mano e feci intrecciare le nostre dita.

-Ah si? E sentiamo un po', è attraente quanto me?-

risi -E' alto un metro ed una giraffa, i capelli castano chiaro con una piccola cresta penosa aggiungerei, acido ma allo stesso tempo dolce, bello ma stronzo. E' un tipo sportivo, ama correre e giocare a basket ed è innamorato del mio fratellino-

-Anche io ho una ragazza- disse alzando gli occhi al cielo e sorridendo un po'-Ha la carnagione chiara come la porcellana, gli occhi celesti ed è una nanetta stronzetta-

Gli presi il viso con le mani ridendo a fior di labbra, gli diedi un bacio a stampo.

-ah, è la mia nanetta- aggiunse mentre rotolavamo uno sopra l'altro.


 


 

Spazio autrice:


 

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH FJDAKJS FINALMENTE SI SONO FIDANZATI *----*

Questo capitolo lo trovo troppo dolce e ieldfsa <3

Vi prego recensite senno poi non sono motivata a scrivere cwc

Adesso credo che aggiornerò non spessissimo perchè ho gli esami a breve..QUINDI PREGATE PER ME HAHAHAH a presto x


 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


 

Capitolo 8


Era già passata una settimana da quando io e Liam eravamo insieme ed era un continuo nascondersi dalle nostre madri, che si incontravano ogni pomeriggio per prendere il tè insieme, e dalla vicina ficcanaso che guardava anche attraverso i muri.

Per non parlare di mio fratello, se mamma usciva Brad doveva rimanere con me.

Non che mio fratello fosse un peso, anzi, lo amo. Era tutta la mia vita quel bambino, ma io e Liam volevamo passare solo un po' di tempo soli, in santa pace.

-Dopo andiamo in discoteca Eva?- Liam era a casa mia dall'ora di pranzo visto che i nostri genitori avevano mangiato insieme e dopo io, lui, e Brad eravamo andati da me.

-Posso venire anch'io?-

-Hhahaha Brad! Magari tra qualche anno si- gli accarezzo i capelli biondi proprio come i miei. -Avanti, uscite dalla mia stanza che inizio a preparami-

Misi un vestito con la scollatura a cuore, sotto aveva dei veli color rosa cipria e sopra, appunto sulla scollatura, era ricamato in pizzo nero. Un paio di tacchi che fregai a mia madre e aggiustai i capelli facendoli mossi.

Quando tornai da loro c'era solo Brad

-E Liam dov'è?-

-E' andato a cambiarsi, ha detto che ti chiama appena finisce-

-Dove andate tu e Liam?- mia madre sbucò all'improvviso dietro di me

-A... a ballare...-

-Ma non dicevi di odiarlo?-

-Mamma smettila- mi feci completamente rossa.

Mi squillò il cellulare tra le mani, per poco non lo facevo volare.

-E' Liam, io vado-

-Eva massimo mezzanotte e mezza! Non farmi trovare mille scuse con tuo padre perchè torni tardi, capito?-

Sbuffai.

-Eva non contraddirmi!-

-Mamma ma è piena estate!

-....L'una meno un quarto- ruotò gli occhi

-All'ora in quest'arco di tempo tu e papà impegnatevi a farmi un altro fratellino- sparai

-EVA!- mi strillò, che faccia epica che aveva, era rossa pure lei.

-Ciao mammaaaa!- aprì la porta e corsi per il giardino.

Anche se avevo chiuso il portone sentì urlare: -Se per l'una non ti sento rientrare ti vengo a prendere per le orecchieee!-

Liam stava, come dire, 'coccolando' la sella della moto, poi alzò lo sguardo e mi sorrise.

-Bellissima amore- Stava per baciarmi quando gli mollai una sberla.

-Se la pettegola di fronte, o mia madre ci vede, sarò costretta a trasferirmi in una baita dispersa in una montagna- lui mi guardò stranito mentre mi allacciava il casco.

Montammo su e Liam mise in moto. Come sempre, correva.

***

Mi piaceva ballare, e se c'era Liam ancora di più. Non mi lasciava mai, dov'ero io era lui. Un altro po' veniva anche al cesso con me.

Da come mi parlava avevo intuito che era un tipo protettivo, ma che si fosse accorto di qualcosa?

Non credo che abbia visto quelle vecchie foto... vecchie poi, risalivano ad appena due anni e mezzo fa.

Non avevo mai preso le medicine davanti a lui, ma sapevo che lui aveva intuito qualcosa.

Ma basta, non potevo pensarci di continuo! Dopo tutti quegli anni passati a soffrire avevo il diritto di vivere al mia adolescenza meglio che potevo.

Eravamo ad una festa di 18 anni di una ragazza che nemmeno conoscevo, forse era un'amica di Liam, oppure neanche lui sapeva chi fosse.

Il DJ mise DNA una canzone molto famosa delle Little mix, richiesta dalla festeggiata.

Era ormai mezz'ora buona che io e Liam non smettevamo di ballare.

Sembrava fossimo una cosa sola, in mezzo a tutta quella gente, a tutto quel casino.

-Belle tette- Liam mi morse il labbro inferiore guardando con gli occhi il mio seno.

A me veniva da ridere, e sapevo che era riuscito a farmi arrossire per l'ennesima volta.

Mi strinse con le braccia dietro la schiena -andiamo di la- mi disse nell'orecchio

Mi fece correre con i trampoli per tutto lo stabile, c'era gente ovunque. OVUNQUE. Un altro po' anche sul soffitto.

Arrivammo non so dove, in una specie di corridoio, dove forse si accedeva dal lato della discoteca pubblica, e non la sala affittata dove eravamo prima noi.

Mi mise conto il muro e io infilai le mani tra i suoi capelli. Mi baciava con passione, senza mai respirare.

E fu all'improvviso che ebbi un forte giramento di testa, mi sembrava sentire il cuore rallentare...

Liam lo notò subito.

-Eva, oh Eva!-

Non riuscivo a parlare, vedevo tutto grigio e tutto girava, sentivo che avrei vomitato a breve. Riuscì a riprendermi quando Liam mi colpì sulla guancia.

Ero con la testa poggiata sulle sue ginocchia, distesa a terra. Non me ne ero nemmeno accorta. Battei forte le palpebre e respirai a pieni polmoni.

-Eva ti senti meglio? Cristo sei sbiancata d'un tratto-

-Sono svenuta?-

-Non proprio, stavi per perdere i sensi... Tesoro scusami per lo schiaffo non sapevo che fare- mi accarezzò dove mi aveva colpito prima

Scossi la testa come per dire che era tutto okay.

-Adesso ti riporto a casa amore- mi alzò da terra, barcollai. Tolsi i tacchi e sorretta da Liam passammo di nuovo tra tutta quella gente e uscimmo fuori.

Poggiai la testa sul petto di Liam, sentivo le gambe tremare. Lui si piegò alla mia altezza e mi prese in braccio.

-Ho paura di portarti in moto....- disse facendomi sedere sulla sella.

-E come facciamo?-

-Dobbiamo per forza tornare con questa. Eva devi stringerti bene a me, capito? Qualsiasi cosa, un giramento di testa, se hai voglia di vomitare tu stringimi il braccio perchè se parli non sento. Intesi?-

Annuì.

Mi allacciò il casco e ripetè -stringiti forte- E così feci. Arrivammo in meno di 20 minuti. Andò tutto bene.

-Vuoi che venga con te?-

-Nono tranquillo...-

-Okay, stai tu tranquilla ci vediamo domani piccolina- mi bacia la guancia e mi abbraccia. Dondoliamo.

-Liam, scusami, ti prego rimani stanotte-

-Rimango anche tutta la vita se ti fa piacere-

Aprì la porta di casa e sgattaiolammo di sopra in camera mia.

Chiamai mamma sul cellulare

-Mamma sono arrivata, sto in camera-

-Si ti ho sentito arrivare, ma perchè mi chiami qui? Non sai muovere le gambe e arrivare nella mia stanza?-

-Si hai ragione, ora vado a dormire- Attaccai.

-Liam girati che mi cambio- Misi velocemente il pigiama e lo raggiunsi nel lettino.

Mi addormentai praticamente addosso a lui, sommersa delle coperte anche in piena estate.

Per qualche ora riuscì a prendere sonno anche se mi svegliai verso le 5.30, con quel pensiero che mi martellava in testa.

Sapevo benissimo a cosa era dovuto quel malore. Speravo con tutto il cuore che non fosse il mio incubo peggiore, l'incubo che mi ha accompagnato per gran parte della mia infanzia.

Non poteva tornare di nuovo.... si che poteva.


 

Spazio autrice:

Salve people! Questo capitolo lo trovo molto importante per la storia, proprio perchè Eva capisce che purtroppo, la sua battaglia non l'ha vinta del tutto.

Di quale battaglia stai parlando? Vi starete chiedendo.

Si saprà tutto nel prossimo capitolo. Che cosa nasconde Eva a Liam? Cosa non gli ha mai raccontato?

Cosa sarà questo grande incubo?

Spero di avervi incuriosito, al prossimo capitolo x


 


 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


 

Capitolo 9

 


 

 

Mi alzai piano piano dal letto per non svegliare Liam e mi diressi in bagno. Rimasi una buona mezz'ora sotto la doccia, sentivo solo il rumore dell'acqua e il silenzio che racchiudeva l'intera casa. Mi vestì con dei panni presi a caso e legai i capelli in uno chignon. Ritornai da Liam, aveva un braccio penzolante e la bocca semiaperta.

 

Aprì un po' la finestra e andai a sdraiarmi di nuovo accanto a lui. Avevamo dormito tutta la notte abbracciati visto che il lettino era una sola piazza.

 

Gli spostai il ciuffetto dei capelli dietro l'orecchio e lui girò il viso verso di me.

 

-Buongiorno-subito un sorriso si aprì sulle sue labbra, non potei fare a meno di sorridere anche io.

 

-Hai dormito tranquilla?-

 

-Si bene-

 

-Ho fame- si alzò

 

-Scendiamo giù allora- mi accarezzò la spalla e mi lasciò un bacio sulla guancia.

 

Durante la colazione non parlammo affatto del mio malore improvviso di ieri sera, anzi, non parlammo affatto.

 

Andai a sedermi sulla poltroncina per guardare The OC.

 

-Vado un attimo al bagno- disse uscendo dalla cucina.

 


 

 

(Liam:)

 

Ritornando dal bagno, camminai per il corridoio e mi fermai vicino ad un mobile con tante foto.

 

Beatrice e suo marito al loro matrimonio. Il primo compleanno di Brad. Eva insieme ad un' altra bambina. Brad e Eva. Mi soffermai sull'ultima foto, mi soffermai su di Eva.

 

Aveva dei tubicini nel naso, e una bandana in testa. I capelli.... i capelli non li vedevo.

 

Quanto poteva avere in quella foto? 10 anni?

 

C'era un'altra foto ancora, Eva che scendeva dalla macchina di suo padre, aveva un sorriso enorme, aveva una mano stretta in quella di Brad e con l'altra faceva l'okay con il dito. La pelle più bianca di sempre e i capelli.... aveva un taglio maschile, come se fossero rasati.

 

-Amore sei caduto nella tazza?- sentì la sua voce provenire dall'altro lato del corridoio, e infatti eccola lì.

 

Ci guardammo. Arrivò a piccoli passi verso di me e poggiò la sua mano sul mio braccio.

 

-Stavi guardando queste?-disse riferendosi alle fotografie. Annuii.

 

-Forse dovrei... devo raccontarti una cosa-

 

Prese quelle due foto dove era caduta maggiormente la mia attenzione e insieme ritornammo in cucina.

 

Mi sedetti sulla poltroncina e lei sulle mie gambe, era così bimba in quel momento.

 

-Torniamo indietro nel tempo, a sette anni fa..- Iniziò a parlare, doveva essere qualcosa di davvero difficile da raccontare e da ricordare. Gli strinsi la mano.

 

-Era primavera, ricordo che a scuola avevo sempre tanto sonno, ero così stanca, la mattina non riuscivo ad alzarmi dal letto, mi ammalavo spesso.. Un sabato mattina mamma mi venne a svegliare, come sempre, da settimane io non riuscivo ad alzarmi. Spogliandomi notò delle.....- si fermò un attimo, poi riprese subito guardando a terra. -macchie... segni più o meno rossi, violacei su tutta la mia schiena e..... avevo solo otto anni quando i medici mi diagnosticarono il cancro-

 

Vidi le lacrime rotolare sulle sue guance, era la prima volta che la vedevo piangere. Mi sentì incredibilmente piccolo e impotente.

 

-....piccola- le asciugai le lacrime e strinsi la sua mano. Deglutì e continuò a raccontare. -Iniziai subito le cure, operazioni su operazioni, continue chemio, a soli otto anni mi trovai a lottare contro qualcosa più grande di me... passato un anno e mezzo peggiorai, mi diedero altri 5 mesi di vita. Invece quando seppi che mamma aspettava un bambino non so come, non so il perchè ma trovai la forza di combattere. Forse perchè io volevo veder nascere Brad, forse perchè volevo crescerlo io.- mi sorrise, e le sorrisi anch'io spostandole il ciuffo dei capelli all'indietro per baciarle la fronte.

 

-Il mio fu proprio un miracolo. Mi ripresi, le cure facevano effetto e a dodici anni sconfissi il cancro- Indicò la foto dove scendeva dalla macchina -qui è il ritorno dall'ospedale il giorno in cui mi hanno dimessa- adesso aveva un grande sorriso e mi strinse forte.

 

-Sei la ragazza più forte che io conosca. Ci sarò sempre per te Eva, te lo prometto-

 

-Ti amo Liam- era... si quella era la prima volta che mi diceva ti amo. Sorrisi al suono di quelle parole mentre lei arrossì.

 

I miei occhi si fecero lucidi. -Piccola tra i drammi più brutti ricorda che il sole esiste per tutti. Ora ci sono io e rimarrò qui. Siamo noi due, il nostro amore, non ti accadrà mai più nulla di male.-

 

Promisi a me stesso e sul nostro amore che l'avrei protetta da tutto, e soprattutto da questo mondo schifoso dove ormai c'è così tanto dolore. Perchè lei era un essere speciale ed io avrei avuto cura di lei.

 

Il cancro dovrebbe essere solo un segno zodiacale”

 


 

 


 

 

Spazio autrice:

 

Bellissime come state? Vi è piaciuto questo capitolo?

 

Finalmente Eva racconta cosa gli è accaduto quando era solo una bambina. E così ora lo sapete anche voi. Ve lo immaginavate? Oppure pensavate ad altro?

 

Volevo chiedervi se cortesemente potevate “pubblicizzare” questa ff, non so, magari su twitter o tra qualche vostra amica. Perchè ricevo pochissime recensioni e non so se continuare o meno....

 

Le ragazze che si cagano ancora gli obbrobri che scrivo sono troppo dolci *-* vi voglio bene pimpe c:

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

(Eva:)

Dovetti raccontare per forza dello svenimento a mia madre, e non la prese affatto bene. Si arrabbiò tantissimo perchè non glielo avevo detto prima. Nello stesso giorno insieme a mio padre, mamma e Brad andammo in ospedale per le visite. Prelievi del sangue, vari test, esami.... era proprio come l'ultima volta, ma l'ultima mi confermò che il cancro era andato via.                                                                                                                        Eravamo tutti in sala d'attesa, il tempo sembrava non passare mai. Non ero d'accordo sul fatto che lì ci fosse anche Brad, non volevo che lui sapesse. Finalmente da lontano vidi una dottoressa camminare verso di noi. -I signori Mason?-                                                                                                   -Si siamo noi- disse velocemente mio padre. La dottoressa si accomodò sulla sedia difronte a noi e aprì la cartellina che aveva in mano. -Allora, ho analizzato il suo emocromo. Eva ha i leucociti molto bassi, presenta anche un 14% di promielociti e un 4% di blasti che è indice di una sindrome leucemica-                                                                                                                                                                                               -Leucemica?- spalancai gli occhi. La dottoressa annuì, -cancro.- In quel momento? Che successe in quell'esatto momento? Non capì nulla. Mamma pianse, papà rimase rigido come il marmo. Brad... forse era l'unico che non capì nulla. Pochi secondi dopo svenni.

                                                                                                                                                    ***

Mi svegliai che era ormai sera. Ero in un lettino bianco dell'ospedale, lo stesso ospedale dove passai metà della mia infanzia. C'era mamma accanto a me, mi stringeva la mano e mi sorrideva anche se era un sorriso spento.                                                                                                                          -Eva, piccola...-'piccola' pensai subito a Liam. Non lo vedevo da ieri. Come avrei fatto a dirgli tutto ciò? -Mamma.....-mi strinsi forte alle sue spalle e iniziai a piangere. Perchè? Perchè a me?!                                                                                                                                                                           -La dottoressa ha detto che è diciamo “appena nato” si può curare. Eva non sarà come l'altra volta, basterà un anno, vedrai....-                     -Ma io non ce la faccio!-singhiozzai. -non è giusto-                                                                                                                                                       -Tesoro, chi è stato malato di leucemia una prima volta, è sicuro al 99% che ritorni, ma non è mai come la prima-mi accarezzò i capelli. Quei capelli che per una donna dovrebbero essere un vanto sarebbero caduti nel giro di 3 mesi.                                                                                      -Stanotte dormiamo qui... è solo per sicurezza, tranquilla- mamma si sdraiò nel lettino affianco al mio, spense la lucina del mobiletto e si addormentò poco dopo. Silenziosamente presi il cellulare e lo accesi. C'era una sola chiamata persa da Liam, lo chiamai.                                     -Amore ciao-mi alzai e andai verso la finestra, pioveva.                                                                                                                                                    -Eva a casa c'è solo Brad e tuo padre, tutto okay? Dove sei? Va tutto bene?                                                                                                                                                                                                                                      -Si.. va... va tutto bene. Io e mamma siamo in ospedale...-                                                                                                                                        -Perchè? Che è successo?-chiese allarmato                                                                                                                                                                    -Nulla è solo che ho dovuto fare delle visite, tranquillo sto bene-ci fu un tuono. -Non sei uscito stasera?-                                                            -Senza di te mi scoccio-scommetto che aveva messo il labbruccio. -Ci vediamo domani allora-                                                                            -Buonanotte piccola nana-attaccai con un groppo alla gola. Il cancro mi aveva impedito la crescita, lo sviluppo completo. Ero alta un metro e cinquanta dalla 4° elementare e forse lo sarei stato per sempre. Ho avuto il mio primo ciclo a 14 anni, i medici dicono che forse non potrò mai avere una gravidanza, o almeno non sicura.                                                                                                                                                                            Questa volta chi mi diceva che sarebbe andato tutto bene? Ce l'avrei fatta di nuovo? Sopravvivere con chissà quali condizioni, uscirne bene o male.... o non uscirne proprio. Purtroppo Liam poteva farmi evitare tutte le cattiverie del mondo ma non avrebbe mai trovato una cura per il mio cancro.              Perchè quella notte non decisi di aprire quella dannata finestra e fare un volo fin giù? Pensai al mio ragazzo forse, ma per quanto mi sforzassi non trovato la voglia di continuare a vivere.                                                                                                                                                                   Mi girai verso mamma, lei non meritava tutto questo. Meritava una bella e brava figlia, non una testarda, malata. Non un peso come me.                      Mamma scusami se ti ho fatto vivere, e ti sto facendo vivere gli anni più brutti della tua vita. Sei una donna fantastica, meriti di meglio.                        E io? Scusa cara me se non hai un corpo perfetto, se ti sei dovuta ammalare così presto.                                                                            Scusami se non trovi la forza per combattere di nuovo.                                                                            Scusami se ti sei innamorata di un ragazzo che non si sa per quanto tempo ancora potrai vedere il suo splendido sorriso.                                               Scusami che se per colpa di questa maledetta malattia non potrai vivere fino all'ultimo il tuo primo amore.                                                                    Ma più di tutto, scusa cara me perchè non trovi il coraggio di aprire quella finestra e farla finita. Scusa.


Spazio autrice:

Sto piangendo, giuro. Piango per le cose che scrivo io. Non sto bene.

Che ve ne pare di questo capitolo? Ve l'aspettavate? Lasciate una recensione dai! Omg il 13 inizio gli esami, omg omg omgggg. Ansia. Ansia. Ansia. Help.

Ora vi lascio, sennò mi prendete per pazza hahhaha

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Di pomeriggio, dopo essere tornata dall'ospedale, andai a casa di Liam

-Hei bellissima entra- venne ad aprire alla porta sua madre

-Cercavo Liam-

-E' appena tornato dalla palestra, sta in camera sua-

Mi diressi nella sua stanza, vuota. Evidentemente era in bagno visto che c'erano dei vestiti sparsi sul pavimento. Mi accomodai alla sedia della scrivania e lo aspetta.

Entrò poco dopo con l'asciugamano avvolta intorno alla vita e con il petto nudo.

Perfetto. Era perfetto. Quel corpo scolpito, quegli occhi dolci, quella crestina penosa che si faceva ogni mattina. Quello era davvero il mio ragazzo.

-La smetti di stuprarmi con gli occhi oppure procedi normalmente?- si levò l'asciugamano, peccato che era in boxer. Mi diede un bacio a stampo e aprì l'anta dell'armadio.

-Passiamo il pomeriggio insieme?- chiesi speranzosa, volevo godermelo finchè potevo.

-Veramente io avrei un appuntamento...-

-ah.....- sospirai

Mi alzò il viso e rise – Amore scherzavo certo che lo passiamo insieme-

Feci un sorriso a 360° e lo abbracciai. Indossò un pantalone corto di jeans e una maglia bianca con sopra una camicia a quadri.

Non so perchè, non so il come, ma arrivammo al parco dove andammo alla nostra prima uscita, con la differenza che ora anche noi eravamo una coppia.

Ci andammo a sedere sulle stesse altalene, ci mancavano solo i cornetti. Dondolavo piano piano fissando il terreno -Come mai sei così muta oggi?-

-No, nulla.. il letto dell'ospedale era un po' scomodo e non ho dormito bene- Non si meritava tutte queste bugie, ma non meritava di sapere nemmeno la triste verità.

-Eva stai pensando a quello che penso io?- assunse il suo solito e bellissimo sorriso

-Forse- cercai di fare l'indifferente quando per poco non avevo i lacrimoni.

-Nemmeno tre settimane fa ci odiavamo a morte, mi volevi prendere sempre a sberle e invece sei stata proprio tu a dirmi per prima ti amo-

-Ti odio lo stesso Payne-

-Si come no- mi fece una boccaccia imitandomi

-Piantala che ti do una sberla!- scoppiò a ridere.

Si alzò in piedi davanti a me -Sei troppo perfettino Payne, non ti sopporto! Ti prenderei a sberle- mi imitò di nuovo e io lo guardai male.

-Guarda che adesso un calcio nei coglioni, per come stai, farà molto male-

Continuò a ridere e si sedette sull'erba -vieni qui-


 

(Liam:)

Appena aprì le braccia si fiondò dentro come una bimba. La strinsi a me e le sussurrai all'orecchio tutto l'amore che avevo.

-starei ore ed ore abbracciata a te, Liam,-

-a volte un abbraccio è tutto quello di cui abbiamo bisogno-

-A me ne basta uno tuo per stare bene-

Strofinò il suo naso nell'incavo del mio collo. Mi lasciò un piccolo bacio.

-Non l’avrei mai detto che una come te potesse far innamorare uno come me. E, forse, anche viceversa-

-Te sei perfetto, sta' zitto-

-Io? Tu sei la cosa più bella che la vita potesse regalarmi- rimase senza parole, mi guardò negli occhi.

-Ti amo. Amo stare con te,e amo ogni secondo del tempo passato insieme. Amo quando fai la bimba offesa e arrabbiata. Amo vederti felice. Amo vedere quello che in poco tempo abbiamo costruito. Amo tutto di te e soprattutto, amo quello che sono diventato da quando stiamo insieme. Amo quando è la gente a dirci che insieme, siamo perfetti. Ti amo per tutto, anche per il minimo difetto. Ti amo quando ci metti due ore per prepararti e ti devo chiamare di continuo. Ti amo quando riesci a farmi ridere e piangere dalla gioia, come ora. Ti amo. Ti amo davvero. - quelle cose mi erano uscite dal cuore. Eravamo commossi entrambi, lei di più.

Eravamo insieme da così poco tempo eppure mi ero affezionato così tanto a lei. Forse non lo sapeva, ma era la mia vita. Era davvero la cosa più importante che avessi mai potuto avere. Si, perchè lei era mia. Era la mia ragazza.

Mi avvicinai ancora una volta al suo orecchio, le strinsi la mano e dissi – Non voglio gridare al mondo quanto ti amo, voglio sussurrarlo al tuo orecchio e sapere che tu ricambi questo amore.-


 

Spazio autrice:

Io. mi. Sento. Male. Questo ragazzo è la dolcezza, cribbio!

All'inizio questa storia aveva appena due recensioni e qualche visita, invece ora ci sono un sacco di ragazze che continuano a spronarmi e a dirmi di continuare jfdksajf vi amo c: Scusate se è corto solo che tra studio, esami e un po' di stress non ho molta fantasia :c a presto x

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


 

Capitolo 12


 

(Eva:)

Passai un pomeriggio indimenticabile con Liam, addirittura volle tornare al centro commerciale per dire alla commessa dell'adidas che eravamo fidanzati, volle dirlo alla segretaria della palestra, lo disse a tutti. Vedeva qualcuno camminare, mi baciava e diceva 'questa è la mia ragazza sai?' e io che arrossivo e scoppiavo a ridere. Quel ragazzo era incredibile, speciale, era vita.

L'avevo convinto a salire dalla finestra, per l'ennesima volta, per dormire insieme.

-hahahhahahaha Liam smettila di farmi il solletico!- gli dissi cercando di allontanargli le mani da me .

-Sei troppo bella quando ridi non posso smettere mi dispiace-

-Nnononono smettila hahahhahahha sei... hahahha-

-sono?- aumentò con il solletico

-uno sshhahahah stronhahazoohhahaa Davvero smettila! Hahaha i miei ci sentono!-

-Vabene la smetto- mi diede un bacio appiccicoso sulla guancia

-uh che caldo- mi sventolo con la mano

-è perchè sono hot, vero? Sono io che ti faccio quest'effetto- mi guardò malizioso.

-ma smettila coglione!- lo spinsi quasi fuori dal lettino.

Vedemmo d'un tratto la porta aprirsi, era Brad. Trottò verso di noi, fortunatamente non domandò nulla i imbarazzante.

Liam mi guardò incitandomi a dire qualcosa

-Ehmm Brad che c'è? Non riesci a dormire?-

-Ho fatto un brutto sogno-

-Fallo dormire con noi- sussurrò Liam

-Vieni qui piccolo- lo presi in braccio e lo passai a Liam che se lo sistemò sul petto, sembrava un vero papà.

Loro si addormentarono poco dopo, io rimasi a guardarli, ad accarezzarli. Erano due creature stupende. Qualsiasi cosa fosse successa loro sarebbero stati gli unici uomini della mia vita, quelli che ho amato davvero. Senza Brad non avrei trovato la forza per continuare a vivere e non avrei conosciuto Liam. E senza Liam ora, forse, non sarei qui a guardarli dormire ma mi sarei buttata giù quella notte.

Quel giorno mi dedicai completamente a loro due. Andammo al parco giochi, giocammo insieme a calcio, anche se avevo i piedi 'a banana' come diceva Liam, segnai qualche goal.

Mi godetti quel giorno come se fosse l'ultimo della mia vita, con loro.

Riportammo Brad a mia madre e dopo Liam mi chiese di rimanere un altro po' insieme.

-Ti fidi di me Eva?-

-Certo, che domande sono?-

-Allora sali con me sul tetto- disse come se fosse la cosa più naturale del mondo

E se mi fossi sentita male mentre salivo? E se mi fosse girata la testa? Io volevo salirci però

-Ho un po' paura però-

-Dobbiamo andare sul balcone della mia camera, fare un salto e appenderci alla grondaia, poi saliamo sul tetto- Entrammo in casa sua e andammo appunto sul balcone

Guardai attentamente i movimenti di Liam, salì facilmente.

Feci un salto e mi aggrappai alla grondaia, Liam mi tese la mano e l'afferrai con cautela. Mi tirò subito su.

Mi sdraiai con la testa sul suo petto e mi lasciai accarezzare i capelli.

-Che bello il cielo stanotte- disse

-Contiamo le stelle?- sparai

-Contare le stelle? Hahahah ma ne sono tantissime-

-Ma io voglio contarle!- mi imposi come una bimba

-Vabene bimba, contiamole. Una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, ot..-

-Uffa basta mi scoccio-

-HAHAHAHAHA ma quanto sei bimba?- era bellissimo sentirlo ridere, ero io a farlo ridere. Mi accarezzò la spalla e fece lo stesso con la mia guancia. Avvicinai le mie labbra alle sue, avevo voglia di assaporarle.

Guardammo il cielo per un po' senza dire nulla.

Era tutto perfetto. La luna ci offriva un'atmosfera perfetta. Lui era perfetto. Il nostro amore era perfetto.

-Voglio fare l'amore con te- gli sussurrai all'orecchio.

Mi guardò intensamente negli occhi quando rispose -Anche io Eva- mi sorrise dolcemente -non sai quanto mi hai reso felice dicendo questo-

Gli sorrisi anch'io e mi accoccolai di più a lui.

-Domani andiamo nella mia vecchia casa, okay?- sussurrò

-A far che?- alzai un sopracciglio non capendo bene a cosa alludesse

-Come a far che? Hhahahhaah-

Capì subito dopo e scoppiai a ridere anch'io -Ma che vuoi? Non ridere dai, sono stanca e non capisco più nulla- misi un finto broncio.

Continuò a ridere finchè non scendemmo da lì.

-Dai vai a dormire bimba- mi diede un colpetto sul sedere mentre mi avviavo alla porta di casa. Gli feci la linguaccia

-Ci vediamo domani Liam-

Rise di nuovo ricordando l'accaduto di prima

-Si, domani sarà proprio una bella giornata- si morse il labbro

-Buonanotte- arrossì

-Ti amo bimba- sorrise e uscì dal mio giardino di casa.

Non vedevo l'ora che fosse domani.


 

Spazio autrice

CHE VE NE PAREEE? FDSJKAFJS OGGGI HO FATTO L'ESAME ORALE. SONO ANDATA UNA BOOOMBA *----* FINALMENTE ANCHE IO SONO IN VACANZAAAAAA YEEEEEEEEAH! Okay la smetto di urlare. Ciao pimpe!x

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


 

Mi svegliai incredibilmente di buon umore e piena di forze, quasi come se nona vessi il…cancro.

Feci un bagno con l’acqua tiepida e rimasi in “ammollo” per più di un’ora, ero stranamente felice. Liam come sempre mi mandò il messaggio del buongiorno.  Erano le 12e20 quando venne a bussare.

Legai i capelli in uno chignon e uscì.

-Sei più bella del solito oggi-

-aaaw- mi alzai sulle punte e lui mi baciò la fronte.

-Oggi ci ammazziamo di cornetti e pizzette vabene?- disse

-Certo!- mi feci legare il casco e aspettai, come sempre, che facesse retromarcia dal garage.

Andammo al centro commerciale, prima mangiammo perché per tutto il viaggio il mio stomaco non smetteva di lamentarsi.

Dopo pranzo lo accompagnai a scegliere un paio di scarpe nuove.

-Che ne dici di un bel paio di blaizer?- proposi

-Mh okay!- si avvicinò ad un commesso  –Scusi di blaizer numero 43 che colori ci sono?-

-Guarda ragazzo, stanno su quello scafale lì tutte esposte. Comunque credo quasi tutti i colori tranne grigie, rosse e beige-

-Ah vabene grazie-

Ritornò da me e andammo verso lo scaffale.

Come qualche settimana prima  lui si sedette su quei divanetti e a me mandava avanti e indietro per prendere e posare scarpe.

-Queste verdi come vanno amore?- domandò per la centomillesima volta

-Si, sono belle-

-Tesoro, non è che puoi prendermi quelle blu col baffo bianco?- Lo guardai con uno sguardo omicida.

-Si Payne, te le prendo subito-

Cercai il numero tra gli scatoloni, era alto e io non ci arrivavo. Cercavo di saltare, di mettermi sulle punte ma nulla.

-Accidenti, stupida altezza- borbottai. Due braccia forti mi presero per le gambe sollevandomi e portandomi in alto.

-Liam mettimi giù che cado!-

-Avanti, prendi le scarpe!- adoravo quando faceva di tutto per non farmi pesare il fatto che ero una nanetta, come lui mi chiamava.

Presi lo scatolo e mi fece scendere.

-Dopo tutta questa fatica spero vivamente che tu prenda queste- quasi lo minacciai .

-Si queste mi piacciono molto!-

Subito dopo andammo alla cassa a pagare e uscimmo.

Camminavo più avanti di lui e mi sentivo parecchio osservata. Infatti…

-Liam cazzo! Smettila di fissarmi come uno stalker!-

-Sono il tuo ragazzo e faccio quello che voglio!-

Feci qualche passo e poi mi girai all’improvviso

-Mi stavi fissando il sedere, ahah beccato!-

-IO? FISSARTI IL SEDERE? nononono. Mi hai offeso-  mise un finto broncio.

-Dai cammina scemo- lo tirai per un braccio

-No- incrociò le braccia.

-Ti odio-

-Chiedimi scusa-

-io? scusa a te? sei tu che mi fissavi il fondoschiena-

-Non ci sono testimoni e io posso negarlo!-

-E menomale che non ci sono testimoni! Perché se ti stacco la testa vado pure in galera-

-nanetta-

-Sei un bambino che vuole averla sempre vinta-

-Nono, qui la bimba sei tu- mi tirò a se prendendomi per i polsi –quella che vince sempre sei tu, ma solo perché lo voglio io.-

Lo abbracciai mettendo le braccia dietro il suo collo –Se penso che tra poco…-

Non gli feci continuare la frase capendo benissimo quello che voleva dire

-Smettila di fare pensieri perversi!- mi scoppiò a ridere nell’orecchio.

-Ti amo nana-

-Anche io amore-

-Hei comunque sei…. sicura?- Annuii sorridendogli.  Mi infilai il casco e partimmo.

Prendemmo, credo, un’autostrada. Mi strinsi fortissimo a lui anche perché mi dava fastidio il vento. Sentì la sua risata partire dallo stomaco.

-MA CHE CAZZ?- gli sentì urlare

-COSA C’E’?-

-NON CAPISCO STO COGLIONE DI DIETRO CHE MINCHIA VUOLE FARE-

Girai di poco la testa indietro e vidi che appunto il tizio con la macchina aumentava sempre di più la velocita e correva a zig zag. Di conseguenza anche Liam era costretto a correre di più.

Il signore c’era ormai dietro, continuava a non guidare diritto e d’un tratto Liam perse completamente il controllo della moto. Ci fu uno spintone, la moto volò completamente, e anche noi.



 

-Liam-

Mi ritrovai al centro della strada, aprì lentamente gli occhi e vidi che si erano fermati tutti. La gente scendeva dalle auto, vidi la macchina di quel pazzo ribaltata su un lato.

Io non sentivo molto dolore, fortunatamente ero rotolato e il casco lo avevo ancora in testa. Una donna strillò fortissimo. Quell’urlo mi fece alzare da terra allarmato. Avevo le gambe sbucciate e anche un braccio. Continuavano ad urlare. Mi girai in direzione delle urla: Eva.

Era non molto lontano da me, con la moto rovesciata sopra il suo corpo. Non aveva il casco.

Cristo, non l’aveva allacciato bene.

Corsi come un matto e con una forza disumana le spostai la moto da dosso. Era ferma, immobile, piena di sangue.

Urlai il suo nome, urlai aiuto. 

Piangevo, non sapevo che fare, non rispondeva e respirava pochissimo.

-L-liam-bisbigliò

Io tremavo, non riuscivo a fermarmi, non ero lucido. –Eva mi senti vero?! Sono qui, adesso ti porteranno in ospedale-

-Io non ce la faccio, Liam- disse

-Nono tu ce la fai! Tu ce la farai!-

-No Liam….-sospirò

La guardai mentre continuavo a piangere

-L’AMBULANZA STA PER ARRIVARE- urlò un uomo. girai la testa verso di esso e poi di nuovo verso Eva, continuando a piangere.

-sto per morire-

Mimai un ‘no’ con le labbra, non poteva andare così.

-Ti prego Eva non mi lasciare, non puoi-

-Liam devi lasciarmi andare tu…. se non morrò stanotte morirò a breve di cancro-

-Che cosa stai dicendo?- singhiozzai

-La mia è una malattia che non perdona Liam… io devo andare-

La sentì quasi scomparire tra le mie braccia. Prima di chiudere gli occhi mi sembrò di sentire –Ti amerò per sempre-

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO- urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni, fu un urlo straziante che esplose nei miei stessi timpani.

Due uomini mi tirarono in piedi, io urlai ancora –EVAAAA-

Dei dottori presero lei, altri me. In due ambulanze diverse.

Chiamarono le nostre famiglie e io non la smettevo di piangere.

***

La corsa in ospedale fu inutile, Eva morì quella notte. Ma io sapevo benissimo che era morta tra le mie braccia.

Se ne andò…

Se ne andò senza aver capito quanto per me fosse importante la sua presenza.

Se ne andò via da me.

Forse perché a questo mondo non possono vivere gli angeli come lei.

Dio mi aveva tolto Eva con la stessa velocità di come l’aveva fatta entrare nella mia vita.

Anche se lei non c’era più, non avrei mai dimenticato come il tono della sua voce, lo sfiorarsi delle nostre mani, mi mandava in tilt.

Desideravo di morire anch’io come non mai, volevo raggiungerla.

L’avevo amata. Non era attrazione fisica. Era amore. Lei era la mia bimba.

Fissavo la parete bianca della stanza dell’ospedale, non avevo il coraggio di andare nella sala mortuaria.

Nella mia mente, per me, era ancora li. Eravamo sempre noi, io e lei. La nostra storia sarebbe continuata per sempre.

Però quella notte mi feci una promessa. Non avrei mai più affidato la mia vita a nessuno. Perché Dio chiamandola al suo fianco, come l’angelo più bello del paradiso, aveva portato con se un pezzo di me. Anzi, ormai io ero lì solo fisicamente.



 

La stessa notte di otto mesi dopo la sognai. Otto mesi passati a piangere, a ricordare quelle giornate passate a giocare, scherzare e litigare con lei. Otto mesi passati in camera mia a fissare la finestra della sua stanza, mentre la vita andava avanti. Per tutti, ma non per me.

La sognai, eravamo al parco, avvolti da un bianco infinito.

-Amore mio- disse accarezzandomi la guancia. Era bellissima, i suoi occhioni azzurri guardavano i miei.

-Non piangere più, non posso vederti così-

-Questo dolore mi sta consumando Eva, non ce la faccio più-

-Amore devi andare avanti. La vita continua.. I miei genitori si stanno facendo forza, hanno Brad..-

-Io non ho più nessuno Eva, la mia vita eri tu-

Sentì ancora una volta le sue labbra premere contro le mie, sembrava tutto così vero.

-Ti starò sempre accanto Liam, ritroverai anche tu la felicità di una volta- si allontanò di nuovo dalle mia braccia, camminava all’indietro e mi sorrideva.

-Eva non andare di nuovo! Aspettami, voglio venire con te- corsi, ma lei si allontanava sempre di più.

-Liam il tuo destino è un altro… Mi raggiungerai quando sarai ormai vecchio, quando avrai vissuto tutte le cose belle che la vita ti regalerà-

-L’unica cosa bella eri tu, e la vita me l’ha tolta- Lei scosse la testa sorridendo.

-Ora devo andare, ti amerò per sempre Liam…-



 

Il destino volle che pochi giorni dopo il sogno incontrai un’altra ragazza. Bassina, bionda e con gli occhioni azzurri. La mia Eva? No, ma imparai ad amarla e lei amò me, come faceva la mia piccolina.

Quella ragazza con il passare degli anni, diventò  mia moglie e madre dei miei figli.

Ogni volta che la vedevo accanto a me, mi ricordavo di quella bellissima quindicenne che mi rubò il cuore. E sorridevo, consapevole che lei sarebbe sempre stata la mia nanetta e l’avrei sempre amata.

La mia prima bambina la chiamai proprio come lei, Eva.

Gli anni passavano, e sul mio viso si intravedevano le prime rughe, segno che ormai la mia giovinezza era passata. I miei nipotini passavano sempre la domenica a casa mia, i miei figli erano felici con le loro famiglie, era passata una vita intera.

E arrivò quel giorno d’estate, esattamente cinquantotto anni dopo la morte di Eva, in cui Dio decise di chiamare anche me.

E finalmente, dopo cinquantotto anni di distanza, la raggiunsi. Eravamo sempre noi, nel parco dove entrambi ci innamorammo per la prima volta. Quei due adolescenti. Ero di nuovo quel diciannovenne innamorato e lei la ragazzina quindicenne di sempre.

Non avevo potuto salvarle la vita, ma lei… si, lei la mia l’aveva salvata in tutti i sensi e in tutti i modi in cui una persona può essere salvata.

E il nostro amore, come mi disse lei nel sogno, fu eterno.



 

fine.

Spazio autrice:

Voi non potete capire come io stia piangendo. Avrei potuto decidere di far finire questa storia in modo diverso, perché in tutte le favole c’è il lieto fine. Ma il lieto fine questi due ragazzi l’ho hanno avuto. Staranno insieme per sempre, cosa c’è di più bello?

Voglio dirvi che a breve ritornerò con un'altra storia, e voglio anche ringraziare tutte le persone che hanno letto questa storia e mi hanno incitato a continuare. Grazie mille, davvero.

Angi.

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