Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Salve a tutti!!!!!!
Allora, volevo prima di tutto presentarmi, sono Sammy, ed è la prima volta che
pubblico su EFP.
Bene, passiamo alla fanfic: anche se nei primi capitoli Draco non apparirà,
questa è una DRACO/GINNY. Chi non è interessato a leggere fic di questo genere,
quindi,può anche non cominciare a leggere…dal momento che all’inizio non si
capiva, e che magari qualcuno ci rimaneva male quando notava che questa era una
fic ficer, preferisco specificarlo all’inizio. Spero che vi piaccia! Buona
lettura
Eccomi di nuovo qui! Allora, come promesso, sono già tornata
da voi, carissimi lettori, cn il nuovo capitoletto di For Eternity. Per
prima cosa vorrei chiedere scusa hai lettori che tanto hanno aspettato, ma il
pc mi ha cancellato un bel po’ di capitoli, perciò ho dovuto ricominciare
daccapo a scriverlo…spero che questo non vi abbia fatto passare la voglia di
leggere.
Ho due notizie, una buona ed una cattiva: la buona è che ho
delineato nella mia mente la trama della fanfic, la cattiva è che è lunghissima
e prevede anche 1 seguito! Cattiva x voi che dovrete sorbirvela, non certo x
me, io adoro scrivere. Vi dico solo che “For Eternity” parlerà degli ultimi
anni di scuola di Ginny, e contando che per il momento siamo solo al quarto e
ne mancano altri tre…. Be’, spero che resterete qui fino alla fine. Un bacione
e buona lettura!
Sammy
Capitolo 2. THE DREAM
Ginny era infuriata. Quel bastardo aveva ignorato
palesemente tutte le cose che lei gli aveva detto! Com’era possibile essere
tanto insensibili? Lei non riusciva proprio a capire.
Era da quella mattina a colazione che era in quelle
condizioni. Chiuse di scatto il libro e si stiracchiò sulla sedia del lungo
tavolo della biblioteca, chiudendo gli occhi per rilassarsi un po’.
-Stanca?- una voce dietro di lei la fece sussultare. Si
voltò di scatto, per ritrovarsi di fronte il volto sorridente di Dean. In un
primo momento pensò di sfogarsi con lui, ma alla fine decise di non assillarlo
con i suoi problemi di cuore.
-Be’, sì, ho un po’ di sonno. Diciamo che questo è l’effetto
che normalmente ha su di me la trasfigurazione- gli rispose accennando con la
testa al libro che aveva davanti, Trasfigurazioni di livello medio –vol.B-.
-Devo ammettere che suscita anche in me le stesse reazioni!-
disse Dean, ridendo. Non riusciva a non essere allegro accanto a lei. Quando
fissava i suoi occhi azzurri come il cielo e profondi come il mare, le
lentiggini sulle guance rosee, i lunghi capelli rossi e setosi, non poteva far
altro che sentirsi felice e a suo agio.
Ogni volta che la vedeva sentiva dentro di sé una felicità
immensa ed una voglia incontenibile di stringerla a sé. Doveva ammetterlo,
stava perdendo la testa per quella ragazza. Ma questo l’avrebbe fatto soffrire.
Senza dubbio. Insomma, lei non pensava affatto a lui in quel senso…o no? Eppure
avrebbe dovuto dirglielo. Tenere tutto per sé sarebbe stata una stupidaggine.
Ma anche dirglielo, in effetti, se tanto lei avrebbe detto di no, che per lei
era solo un amico…
-Uff…basta, mi rassegno, tanto non imparerò nient’altro per
questa sera, neanche se passassi sui libri altre tre ore. Che ne dici di andare
a fare un giretto? Ho bisogno di rilassarmi un po’-
Mio Dio, e se poi se glielo dico mi prende per stupido e comincia a ridere
di me? Potrebbe anche succedere. Ma non credo sia il tipo…No, non lo è affatto.
Gin è così sensibile…sì, va bene, le rivelerò tutto.
Ma se lei mi dice di no e rovino anche la nostra amicizia
con la mia uscita del cavolo? No, no, no…
Lasciamo stare.
- Dean? Ci sei?-
Ma io non riesco a lasciar stare! Come si fa a lasciar
stare la ragazza che ami più di ogni cosa al mondo? Io per Ginevra ho perso la
testa! Ok. Glielo dico. Come va, va. Mi gioco tutto. Tanto se mi dice di no, è
meglio mandare al diavolo la nostra amicizia. Non riuscirei ad essere simpatico
e cordiale con lei sapendo che ha preferito rimanere con quel cretino di Corner
che nemmeno ama piuttosto che stare con me…
-Cavolo Dean, ma mi stai ascoltando?-
Il ragazzo sussultò. Si era praticamente perso nei suoi
pensieri, smettendo di ascoltare la ragazza.
La rossa sorrise. Le piaceva moltissimo il modo di fare un
po’ svampito del suo amico.
-Ti ho chiesto se ti andava di fare un giro con me intorno
alla scuola-
Sì! Sì che mi va! Ora, subito, adesso, che aspettiamo???
-Va bene!-
…………….
I due ragazzi camminavano uno accanto all’altra, stranamente
silenziosi, per i corridoi di Hogwarts.
Dean non riusciva a parlare, non sapeva assolutamente come
attaccare discorso, come dirle ciò che voleva assolutamente dirle. Per fortuna,
ad un certo punto fu Ginny a parlare.
-Mi hai detto che ultimamente sei un po’ con la testa fra le
nuvole…hai qualcosa che ti preoccupa?-
Dean girò il viso ed incontrò lo sguardo preoccupato e
dolcissimo della ragazza.
-No…è che…problemi di cuore.-
-Problemi di cuore?-
A Ginny questa risposta non piacque. Se Dean aveva problemi
di cuore, allora aveva anche una ragazza. O no?
-Be’, sì. Ci sarebbe una ragazza che mi piace, ma non mi
pensa affatto.-
-Dev’essere davvero stupida per perdersi un ragazzo
fantastico come te- disse lei, un po’ tristemente.
-No. Affatto. Non è per niente stupida. Non SEI per niente
stupida.-
……………..
Ginny non doveva aver capito bene. Aveva detto SEI? Vuol
dire che alludeva a lei? Ma come poteva essere possibile?
LUI, Dean Thomas…amava LEI?
Quando realizzò quello che il ragazzo aveva appena detto,
Ginevra sentì le guance in fiamme. Cosa doveva fare? In cuor suo era
felicissima, però…
Però c’è Michael. Cosa dico a Michael? Certo, io non lo
amo, è un bel po’ che penso soltanto a Dean, però sto con Michael. Non posso
far finta di niente.
Ma in fondo a me cosa importa? Lui non mi ama, non fa
altro che maltrattarmi, è ovvio che con me si diverte soltanto.
……………….
Ginny chiuse gli occhi e avvicinò il suo volto a quello del
ragazzo.
……………….
Dean era settimo cielo. La ragazza che adorava lo stava
baciando. Ed era un bacio dolce e passionale allo stesso tempo, che trasudava
amore.
La strinse forte a sé, possessivamente. Non l’avrebbe mai
lasciata andare. Sarebbero stati stretti l’uno all’altro per sempre. Nessuno
gliel’avrebbe mai portata via. Mai.
……………….
Hogwarts Express
-Ginny, amore, io non riuscirò a stare senza di te per tutte
le vacanze.-
-A chi lo dici-
La rossa era tristissima, aveva l’aria distrutta. Era lì,
nel treno, stretta a Dean, e già ne sentiva la mancanza.
Ma d’altra parte che cosa avrebbe potuto fare? Non poteva
certamente potuto invitarlo alla Tana! O no?
Si sarebbe sentita terribilmente in imbarazzo…e anche lui…ma
Ron sapeva tutto! Avrebbe potuto fingere che l’avesse invitato lui…no, non
stava in piedi. I genitori sapevano che non erano così amici da passare insieme
le vacanze…
Ma a lei cosa importava? Loro due si amavano, e prima o poi
avrebbe dovuto dirlo alla madre.
-Vieni a stare un po’ da me. Magari la settimana prossima, o
fra due settimane…o a agosto. Non puoi lasciarmi sola tutta l’estate!-
lo disse con un’aria tanto buffa che il ragazzo scoppiò a
ridere. Ma non voleva deriderla, anzi. Era felicissimo della proposta. Voleva
assolutamente stare con lei.
Però c’era tutta la famiglia di Ginny…i suoi fratelli…erano
TANTI…e se erano tutti possessivi come Ron, era davvero messo male.
Be’, però Ron lo conosceva, perciò non si sarebbe mai sognato
di ostacolarlo.
-Va bene! Basta che trattieni i tuoi fratelli dallo
strangolarmi…-
Ginny rise.
-Non preoccuparti, li terrò tutti sottocontrollo.-
………………
La Tana
Cara Ginny,
non ti preoccupare, posso venire per il primo agosto da
te.
Sono felice che i tuoi l’abbiano presa bene. Piccola, mi
dispiace che tu ti sia sentita in imbarazzo a dir loro una cosa simile, e ti
capisco, anche per me non è stato propriamente facile.
Comunque…non vedo l’ora di stare con te, e di stringerti
forte. Penso che tu possa immaginare quanto mi sei mancata in tutto questo
tempo.
Ti amo da impazzire
Dean
Ginny si rigirò la lettera del suo ragazzo fra le mani, poi
chiuse gli occhi.
Presto sarebbe stato lì con lei.
Sorrise. Quanto amava quel ragazzo.
Ancora qualche giorno, e sarebbero stati insieme.
Con questi pensieri, la giovane si assopì, stesa sul letto
della sua stanza.
Era ad Hogwarts.
Il corridoio davanti a lei era lungo e freddo. Ginny si strinse il maglione
della divisa per cercare di farsi un po’ più di caldo, ma fu totalmente
inutile.
Era tardi, ed
era stanca, riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti. Stava anche male,
sentiva la febbre che saliva, saliva…e lei non aveva idea di come tornare nel
suo dormitorio. Maledizione, ma perché era uscita così, da sola? Era vero, non
riusciva a dormire, ma sapeva di non stare molto bene, come le era venuto in
mente di girare da sola per la scuola? Si sentiva una sciocca, adesso. Per non
aver previsto d potersi sentire male, per essersi persa come una stupida
all’interno di un castello in cui praticamente viveva da cinque anni…
Camminò
lentamente lungo il corridoio, guardandosi intorno nel tentativo di capire dove
fosse.
Ma non era mai
stata lì. O, se ci era stata, di certo aveva avuto la testa da un’altra parte.
All’improvviso
sentì un fortissimo giramento di testa. Si appoggiò al muro, nel tentativo di
riprendersi, ma fu inutile. Sentì le gambe cederle, e si lasciò andare
all’indietro. Ma non cadde. Due braccia forti l’afferrarono da dietro.
Non sapeva di
chi fossero. Tentò di girarsi per vedere chi l’avesse aiutata, ma non ci
riuscì, era completamente senza forze. Chiuse gli occhi, e l’ultima cosa che
sentì prima di svenire fu un delicato e piacevole odore di menta.
Ginny riaprì gli occhi, un po’ scossa. Si guardò intono, e
realizzò di trovarsi a casa sua, nella sua camera. Niente Hogwarts, niente
corridoio, niente febbre. E soprattutto niente salvatore dal profumo di menta.
Peccato. Fra le sue braccia era stata davvero bene. Nemmeno
con Dean si era mai sentita così.
Si diede mentalmente della stupida. Era soltanto un sogno,
accidenti!
Si strofinò gli occhi e riafferrò la lettera del suo
ragazzo, e subito sul suo volto si disegnò un sorrisetto un po’ ebete.
Finalmente sono riuscita a finire questo capitolo!
Devo dire che ricominciare tutto daccapo non è stato facile, inoltre è venuta
fuori una cosa completamente diversa da quella iniziale che avevo perso per
colpa di questo stupido computer…comunque credo che sia stato meglio, mi piace
di più il risultato finale, se devo essere sincera!
Spero che anche a voi sia piaciuto abbastanza.
Cmq, per tutti quelli che si staranno chiedendo (praticamente
nessuno…^_^) il significato del sogno…be’, dovrete aspettare qualche altro
capitolo per scoprirlo.
Per il momento ringrazio Sphinx e
Lunastorta90 per aver recensito.
Spero di ricevere qlc recensioncina anche per questo
capitoletto…non deludetemi ragazzi! Vi voglio un mondo di bene.
Salve amici! Allora….nonostante nessuno abbia recensito
l’ultimo capitolo (me tapina, come sono incompresa….) vi posto il nuovo,
sperando che non faccia proprio schifo…. Vabbè dai, ora è meglio passare
direttamente alla storia, senza annoiarvi + di tanto. Buona lettura!
Capitolo 3. ODORE DI MENTA
Draco sbuffò. Si stava annoiando da morire, chiuso nella sua
stanza, e il caldo afoso non faceva nulla per alleviare la sua sofferenza.
Sentiva distintamente la voce del padre che urlava come un ossesso. Meno male
che nessuno doveva sapere che era a Malfoy Manor in quel momento, dato che era
latitante…per come stava strillando, era fortunato se in Brasile non l’avevano
sentito.
Ce l’aveva con sua madre, come al solito. Draco avrebbe
voluto prenderlo a pugni, in quel momento. Odiava Lucius quando se la prendeva
con Narcissa…in poche parole lo odiava sempre. Perché lui, appena metteva piede
a casa, cominciava a maltrattarla. Era terribile. E lei non gli rispondeva
neppure, subiva e basta; ormai le era passata la voglia, o meglio la forza, di
opporsi alla volontà del marito.
Io non mi ridurrò così. Non sarò mai un simile mostro. Draco
non faceva che ripeterselo. Ma aveva paura. Una tremenda paura di essere
sopraffatto da se stesso, da quella parte di sé che somigliava terribilmente,
incredibilmente a Lucius Malfoy.
Basta. Ci riuscirò, sarò diverso da lui. Perché io NON
sono come lui. Non ho nulla da temere.
Chiuse gli occhi, nella speranza di riuscire ad
addormentarsi nonostante le urla provenienti dal piano inferiore.
………………..
-dai Ginny, la vuoi smettere di tenermi il muso? Te l’ho
detto, stavo scherzando! Hanna Abbot non è mica carina come te! E lo sai
benissimo, non ha mica tutti i corteggiatori che hai tu!-
Ginny si girò verso il suo ragazzo, accigliata. –A me non
importa niente degli altri ragazzi, a me importa di te. E si dà il caso che tu,
e non gli altri ragazzi, TU, abbia fatto quei bei commentucci su Hanna quando
l’abbiamo incontrata!-
-amore mio, ma ti rendi conto che se avessi voluto fare sul
serio non l’avrei fatto con te davanti?- Dean non sapeva più a cosa
appigliarsi. Certo che Ginevra era davvero testarda!
-Io quelle cose le ho sentite per caso! Non ero con te e gli
altri, quando le hai dette.- -Hai detto bene, gli ALTRI!- il giovane era
esasperato. Ma perché continuava a non capire? –ho parlato con TUO FRATELLO! E
non con un fratello qualsiasi, dei sette, ma con RON! Sai quanto è geloso, no?
Se avessi voluto dire sul serio quelle cose non l’avrei certo fatto davanti a
lui.-
…………………
Draco aveva il
cuore a mille per la preoccupazione. Non riusciva a capire il perché, ma era
per lui insopportabile vedere quella figurina distesa sofferente sul letto.
Continuava a chiedersi il motivo della sua agitazione, ma non era in grado di
trovare una risposta a questa domanda. Eppure….eppure non sapeva neanche chi ci
fosse su quel letto! Certo, aveva portato lui quella persona in infermeria, ma
non riusciva a vedere chi era. Distingueva solo la figura, era come se non
avesse un volto. Era un ragazza, questa era l’unica cosa di cui era certa. Era
troppo piccola per essere un ragazzo. Ma chi poteva essere? In un primo momento
pensò a sua madre, ma sua madre era più alta, e poi che cosa ci avrebbe fatto
Narcissa Malfoy in un letto dell’infermeria di Hogwarts? Pansy, forse?
Impossibile. Lui non sopportava la Parkinson, anche se era costretto a
trascinarsela dietro, e di certo non sarebbe stato tanto preoccupato se lei
fosse stata male. M allora chi diavolo poteva essere? Chiuse molto lentamente
gli occhi e sospirò.
Chi è, chi è, chi è?
Ma non riuscì a
capire. Sapeva soltanto che stava male per lei.
…………………
Il giovane Malfoy aprì gli occhi di scatto, con il cuore che
batteva fortissimo nel petto. Si portò una mano alla fronte e cominciò a
pensare al sogno. Che c’era di tanto inquietante? Nulla! Eppure era in
agitazione.
Che sensazione terribile!
Si alzò e si vestì in fretta e furia, poi scese al piano di
sotto, senza nemmeno guardare il salotto sottosopra. Oramai era abituato alla
follia del padre, che quando era arrabbiato scaraventava tutto lontano da sé.
Per fortuna ha smesso di urlare pensò.
Aprì il portone di Malfoy Manor e uscì di casa, con
l’intento di andare il più lontano possibile da quella “casa”. Già, casa.
Quando mai lui aveva pensato in questo modo a Malfoy Manor? Per lui era solo un
posto. Un posto triste, tetro, legato a ricordi orribili. Come avrebbe voluto
fuggire di lì! Ma già sapeva che non sarebbe stato possibile. Almeno per il
momento…
………………….
-Allora, avete smesso di gridarvi contro, voi due?- chiese
Harry divertito. La rossa sbuffò, ma poi lanciò uno sguardo dolce al suo
ragazzo, prima di sedersi vicino ai suoi amici. –Be’, sì, diciamo che questa gliel’ho
perdonata. Però se ci riprova…- -Ma dai, Gin, stavo solo scherzando, sai che
vivo per te!- Hermione storse la bocca, tutte quelle smancerie le mettevano lo
stomaco un po’ sottosopra, eppure doveva ammettere che quei due erano
effettivamente carini insieme. Insomma, Dean era sempre meglio di quel musone
di Michael Corner, no?
-Sì, tesoro, certo,lo so che stavi scherzando…è Hanna che
non scherza, purtroppo!- -Ma chi se la prende a quella!- Disse Ron, con
un’espressione talmente buffa da far ridere tutti, tranne Hermione, che aveva
appena finito di litigare con il rosso e non aveva intenzione di dargli corda.
-Che si fa?- disse Dean, tutto a un tratto. Ora che aveva
fatto pace con Ginny si sentiva attivo, e non riusciva a stare chiuso in una
gelateria a parlare, doveva muoversi, camminare.
-Io devo comprare ancora qualche libro- disse Harry –vi va
di accompagnarmi? Così mi tolgo questa scocciatura da davanti.-
-Ok, andiamo.- I cinque ragazzi si incamminarono verso la
libreria, ridendo e scherzando.
……………………
-Finalmente sta per cominciare un nuovo anno! Ci pensi Gin,
saremo soli soletti, nel nostro dormitorio…-disse il brunetto, maliziosamente.
–Non farti strane idee, carino, perché anche se saremo soli soletti le tue
manine se ne staranno al loro posticino! È già tanto se ti concedo qualche
bacio, signorinello, quindi è inutile se provi ad alzare la posta in gioco. –
Dean assunse un’espressione ferita ed offesa e voltò le
spalle alla ragazza, che dal canto suo finse di non importarsene èiù di tanto.
Afferrò la borsa a cominciò a scendere giù per le scale, per raggiungere il
resto della famiglia. Dean prese le sue ultime cose e le corse dietro, sempre
ostentando un’aria arrabbiata.
……………………..
-Allora cari, siete pronti a partire?- chiese dolcemente la
signora Weasley. –Spero di rivederti presto, tesoro- disse in direzione di
Dean, che aveva oramai preso in simpatia. –Lo spero anch’io, signora Weasley,
sono stato benissimo con voi. La ringrazio ancora per tutto quello che ha fatto
per me. E grazie mille anche a lei, signor Arthur, mi saluti i suoi figli.-
-certo figliolo- rispose il signor Weasley, sorridente, mentre i ragazzi
salivano sull’Hogwarts Express.
……………………...
L’aveva sognato di nuovo. Che strano. Ginny ancora non
riusciva a capire il significato di quel sogno che ormai faceva tutte le notti.
Avrebbe voluto parlarne con qualcuno, ma qualcosa glielo impediva.
Sentiva di avere uno strano e stretto rapporto con il
ragazzo del sogno (perché di ragazzo si trattava, aveva sentito il fisico
possente quando l’aveva afferrata da dietro), il giovane dal sapore di menta,
per cui non avrebbe mai dovuto tradire il loro segreto. Sapeva che era una cosa
stupida, ma a tutti capita di fare sciocchezze. E lei ci credeva, anche se
sapeva che era solo una cavolata.
Odore di menta. Già, ormai le sembrava di poter sentire
quell’odore anche ad occhi aperti. Era come se il ragazzo del sogno le stesse
costantemente accanto, quando era con la sua famiglia, con gli amici, sola con
Dean…a volte si sentiva persino in colpa nei confronti di quest’ultimo. Ma
questa era davvero una sciocchezza. Non mantenere il segreto, ma sentirsi in
colpa. Era un sogno! E Dean era reale, e lei lo amava, non lo avrebbe mai
tradito, e quindi dov’era il problema? Da nessuna parte, non c’era nessun
problema. Il ragazzo di menta la accompagnava nei sogni, mentre Dean nella
vita, ed era la vita ciò che contava, non il sogno.
Doveva smetterla di farsi problemi per tutto. Se avesse raccontato quella
storia a Dean, lui si sarebbe messo a ridere, perciò il problema non
sussisteva. Chiuse per un attimo gli occhi, per poi riaprirli sul suo ragazzo.
Ecco, era finito tutto. Niente più sogno. Niente più
tradimento. Solo Dean. Ed un forte, avvolgente, dolcissimo odore di menta.
Maledizione.
Ecco qui il terzo capitolo! Purtroppo non è molto lungo, a
causa dello studio che mi riempie intere giornate, ma proverò a rimediare,
tentando di aggiornare al più presto, e magari con due capitoli, invece di uno.
Vorrei ringraziare pubblicamente la mia beta-reader Mitika_viola
(sei grande tesò!) dato che grazie a lei ho deciso di continuare e di non
mollare la fanfic, nonostante un momento decisamente “no”.
Inoltre spero che a qualcuno venga la voglia di
“recensire” (ke parola strana, eh????) questo capitolo.
Dal prossimo Dracuccio sarà molto più presente, anzi,
forse sarà quasi totalmente dedicato a lui, anche se non ne sono sicura al
100%.
Per quanto riguarda il sogno…credetemi, non è facile come può sembrare la
situazione…scoprirete che la questione è più “ingrippata” di quanto voi
possiate immaginare. Ma per sapere come va a finire il tutto, vi consiglio di
continuare a leggere! A prestissimo (almeno spero ^_^)
Salve a tutti ragazzi! Scusate tanto per il ritardo, ma la
mia adorata manina mi aveva abbandonato,mi ero storta il polso giocando a pallavolo,
perciò non ho potuto scrivere per parecchio. Ora, però, sono di nuovo fra di
voi. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento! Ancora non so qnt sarà
lungo, la mano mi fa ancora male, perciò potrebbe non resistere per molto, ma
spero di far uscire qualcosa di decente…vedremo! Ora vi lascio….
Capitolo 4. A NEW SUNSHINE
Passando davanti a quella porta gli fu inevitabile fermarsi.
La stava sognando tutte le notti, ormai. L’infermeria di Hogwarts.
Ormai era quasi sicuro di non poter dire che si trattava di un semplice sogno.
Com’era possibile? Erano mesi che, appena si addormentava, si ritrovava in
quella stanza, e il cuore gli si fermava ad ogni respiro, sospiro, gemito della
ragazza dolorante stesa sul letto di fronte a lui. Ma nemmeno dopo tutto quel
tempo riusciva a capire che fosse quella misteriosa ragazza che era oramai
diventata un’ossessione.
Ma guardare la porta chiusa dell’infermeria era inutile, non
l’avrebbe di certo aiutato a scoprire l’identità della giovane, perciò si
incamminò verso l’aula di Storia della Magia, rassegnato. Non avrebbe mai
conosciuto la bella ragazza del “sogno”.
…………………….
Non ce la faceva più. Dean stava diventando insopportabile.
Oddio, in realtà non è che stesse facendo chissà cosa, anzi, si comportava come
sempre. Solo che quel “come sempre” non le piaceva più, anzi, la infastidiva
non poco. Quel suo ronzarle sempre intorno, quel suo atteggiarsi ad adulto mentre
alla fine si comportava come un bambino di tre anni, l’essere sempre
disponibile quando lei aveva bisogno, e non lasciarle mai fare nulla da sola,
come se non ne fosse stata in grado…tutto l’irritava da impazzire.
Non era così, all’inizio. Un tempo le piaceva essere
riempita di attenzioni, le piaceva ascoltare i melensi discorsi sul loro
“futuro insieme” che il ragazzo intavolava ogni volta che erano da soli, si
sentiva onorata, e non le dispiaceva affatto avere un ragazzo che scherzava e
giocava come un bambino piccolo.
Ma adesso….adesso era diversissimo. Non trovava più nemmeno
UN buon motivo per restare con il suo ragazzo. Non ne cercava tanti, ma uno
solo, eppure non era capace di trovarlo. Persino i suoi baci, timidi davanti
agli altri, più spinti quand’erano da soli, che un tempo le facevano girare la
testa, ora erano diventati qualcosa che la rossa avrebbe volentieri cancellato
dalla sua vita.
Non ne poteva più.
……………………
-Ehi Gin, hai notato che quel tizio non ti toglie gli occhi
di dosso?-
Gin si voltò verso Meryl Reagan, una sua compagna di classe,
con aria interrogativa. –Di chi stai parlando?- -Di quello lì, quel ragazzo
bruno, alto, laggiù! Cavolo quant’è carino! Fossi in te, un pensierino ce lo
farei, mi sembra meglio del tuo Dean. Senza offesa, eh!- Ginny si voltò in
direzione del ragazzo. In effetti non era niente male. Anzi. Definirlo carino,
come aveva fatto Meryl, era a dir poco riduttivo. Doveva ammettere che era
davvero bello. Aveva gli occhi azzurri e vispi, la carnagione chiara ed un
sorriso che metteva decisamente ko. –Comunque sono in crisi con Dean- disse
Ginny, più a se stessa che all’amica. Doveva darsi una giustificazione per cui
guardare quel ragazzo non era peccato.
-Se tra te e Dean va male, perché non vai a fare “amicizia”
con quello lì? Io non me lo lascerei scappare.-
-Hai ragione, dopo al limite gli parlo. Però adesso finiamo
questa benedetta ricerca di pozioni, altrimenti mi devo solo suicidare, se non
voglio che sia Piton ad uccidermi.-
………………………
-Harry! Hey Harry, ti devo parlare, hai un momento?- Il
ragazzo si voltò, trovandosi di fronte Dean. –Dimmi, che c’è?- -Senti, Harry,
io…non capisco più Ginny, è come se ogni cosa che faccio non le andasse bene,
le desse fastidio. Per caso sai qualcosa di più?-
Harry aveva notato che Ginny ultimamente era come
infastidita da Dean, e che non aveva mai voglia di parlarne, però era convinto
che l’amico stesse già abbastanza male per sapere che anche lui aveva la sua
stessa impressione, e poinon gli
andava di mettersi in mezzo. La situazione era già abbastanza complicata di per
sé. –No, Dean, mi spiace. Magari provo a chiedere a Hermione se hanno parlato,
ma non credo, altrimenti lo saprei. Comunque ti faccio sapere.- -Grazie Harry,
sei un amico. –
Cavolo pensò Harry La cosa si mette male. Qualcosa
mi dice che il povero Dean non ricaverà niente di buono da questa situazione.
……………………….
-Ciao!- disse Ginevra, sfoderando uno dei suoi sorrisi più
belli –ho visto che mi guardavi prima. Per caso devi dirmi qualcosa?- Il
ragazzo di fronte a lei arrossì terribilmente. Cavoli, questo sembra Ron.
Però resta bello comunque! –Ehm…ecco…io… mi chiamo Maxwell Sundler…però
puoi chiamarmi Max, eh! Comunque…volevo chiederti se ti piacerebbe venire a
fare un giro con me ad Hogsmeade, un giorno di questi. Cioè…sabato. Sì, sabato,
sì! Oh, ma che sciocco, sarai fidanzata. Sei fidanzata, vero? Come ho fatto a
non pensarci prima? Una ragazza come te…- -frena, frena, frena!- Ginny era
parecchio divertita dalla situazione. Il ragazzo era timidissimo, però le
piaceva. Le piaceva TANTO. –Non sono fidanzata. O meglio, sì, ma siamo in
crisi, e dubito che la nostra storia durerà fino a stasera. Anzi, sai che ti
dico? Appena lo vedo lo mollo. Così poi posso venire con te. Sempre che tu
voglia ancora!- Il giovane sorrise, un sorriso tra il timido e il felice.
–Certo che voglio! A-allora a sabato!- -Ok, a sabato!-
Forse è un po’ troppo timido…però è buffo! Pensò la
rossa e poi è tanto tenero! Credo che mi troverò bene con lui, e poi
riuscirò a fargli riprendere un po’ di fiducia in se stesso.
…………………………
Stava malissimo, le girava la testa da impazzire. Non
riusciva a capire chi la stesse portando in braccio. Era avvolta da quel
delicato odore di menta, l’unica cosa che riusciva a distinguere chiaramente.
Aprì la bocca due o tre volte, nel tentativo di parlare, ma non riusciva ad
emettere alcun suono, la gola le bruciava in maniera tremenda.
Vide la porta
dell’infermeria aprirsi davanti a sé, e poi si senti stendere sul letto.
L’odore di menta le si allontanò un po’, e lei sentì il forte bisogno di
avvertirlo nuovamente vicinissimo. La faceva stare meglio.
All’improvviso
cominciò a far fatica a respirare. Si ritrovò a gemere, tirare su col naso…il
dolore alle tempie era fortissimo, e non sentiva più nulla al di fuori di esso.
Anche l’odore di menta era scomparso.
Avvertì il tocco
dolce di una mano sulla sua fronte, e poi sentì la voce di Madama Chips che
diceva qualcosa, a lei incomprensibile, a qualcuno, presumibilmente al ragazzo
che l’aveva portata lì.
Poi il nulla.
…………………………
Aprì gli occhi di scatto, come tutte le notti da oltre due
mesi. Solo che questa volta il sogno non era lo stesso. O meglio, era il
seguito di quello che l’aveva tormentata per tanto tempo.
E di nuovo quella sensazione, oramai familiare, di bisogno.
Bisogno di sentire da vicino, e non solo in sogno, quel dolce odore di menta. E
di essere stretta fra le braccia forti e muscolose del ragazzo del sogno. Poi
pensò a lui. Max. Ma non si sentiva in colpa, come con Dean. Era come…possibile
che fosse lui? Ma Max non profumava di menta. Però…non era detto che doveva
portare sempre lo stesso profumo. Max…forse. Chissà. Di certo non le sarebbe
dispiaciuto, anzi.
………………………….
Draco guardò in direzione di Emily Constance. La ragazza gli
sorrise civettuola. Quant’è carina si ritrovò a pensare. Mica come
quel mostro di Pansy. Era da qualche settimana che la brunetta ci provava spudoratamente
con lui, e non gli dispiaceva per niente. Era anche piuttosto intelligente, per
gli standard di Serpeverde.
Si alzò e le si avvicinò. –Ciao piccolina, come va dalle tue
parti?- -Oh, il quinto anno non è per niente facile. Tutti che ti rompono per ‘sta
storia degli esami! Ma come hai fatto a passarli?- Lui le sorrise –Non sono tanto
difficili, sai? Anche io sono arrivato distrutto e terrorizzato alla fine dell’anno,
e poi li ho passati davvero facilmente. Non ascoltare i prof, se studi, non
avrai problemi.- -Tu dici? Be’, in questo caso mi sento più tranquilla. Uhm,
cos’è questo profumo?- -Mah, un regalo di mia madre. È a menta, ti piace?- -Da
morire- rispose lei, maliziosamente –già sento di non poterne più fare a meno.-
-Hai da fare sabato?- Lei divenne rossa, ma riprese quasi subito
la sua sicurezza. –Che c’è, il nostro bel principino Draco Malfoy mi sta invitando
ad uscire? Quale onore! Comunque sono libera, sentiamo, dove mi porti?- -Hanno aperto
un nuovo locale, vorrei andare a vedere un po’ com’è.- -Perfetto, già so che ci
divertiremo.- Lui le diede un bacio delicato sulla guancia sinistra –contaci, piccoletta!-
Eccomi qui, nuovo capitolo terminato! Ancora una volta mi scuso per il mostruoso
ritardo, dovuto a cause di forza maggiore e non certo alla mia volontà. Che
dire, spero che non sia venuto proprio male, anche se non si può certo dire che
sia chissà quale meraviglia. In effetti si tratta di un capitolo di
transizione, nulla di che.
Bene, adesso ringrazio la grande Meimi per il
commento entusiasta che mi ha lasciato. Thank you very much, tesoro! Spero che
anche questo ti sia piaciuto e che tu voglia continuare a leggere, e mi scuso
nuovamente (sarà la decima volta) per il ritardo. Commenta anche questo, mi
raccomando!
Ah, e poi il doveroso ringraziamente alla mia beta-reader, la rompiscatole
mitika_viola, che è a letto con l’influenza (Poverinaaaaaaa!!!!!!!!!! Guarisci
presto, a scuola è 1 mortorio senza di te!).
Carissimi….eccomi nuovamente qui, un po’ prima rispetto al
solito. Eh già, stavolta mi sono messa d’impegno!
Allora….diciamo che, dato che non ho scuse da fare per il
ritardo…. Vi lascio subito al capitolo!
Capitolo 5. NOTTE STREGATA
Quel sabato faceva un freddo tremendo. Ginny era stretta nel
suo cappotto e aveva la punta del naso completamente gelata e i capelli
scompigliati per il vento. A Max, però, piaceva lo stesso. E si vedeva
benissimo.
Quel ragazzo era davvero trasparente, Ginny capiva subito
tutto ciò che pensava, che voleva. Non era tanto facile, con Dean. Aveva
sbagliato spesso, con lui. Poveretto, aveva preso davvero male l’uscita di
Ginny. Non capiva perché lei l’avesse voluto lasciare, così, all’improvviso.
Certo, avevano dei problemi, ma se avessero voluto li avrebbero risolti
facilmente, insieme. E invece no. Lei non ci aveva voluto provare. Aveva
preferito dare un taglio netto alla loro storia e uscire con un tizio di cui a
malapena conosceva il nome. Dean non era mai stato tanto male in vita sua.
Invece Ginny stava bene. Max era dolce e simpatico, ed era
una persona diversa da quelle che conosceva. Già, perché a lei tutti sembravano
sbruffoni e so-tutto-io, molto più sfrontati di lei, mentre il ragazzo non
voleva a tutti i costi sembrare diverso da com’era, migliore. Semplicemente si
accettava. E a Ginny piaceva un sacco com’era Max.
……………………
-Mamma che freddo! E tu certo non aiuti, eh Draco?-
-Vorresti dire che sono freddo, Emily? Potrei prendermela e andare da Pansy,
sai? È sempre disponibile.- La brunetta rise. –che lei è sempre disponibile lo
so BENISSIMO. Ma so anche che tu preferiresti farti impiccare piuttosto che
stare da solo con lei. Il che significa che resterai tutta la serata con me.
Questo locale?-
Draco le stampò un bacio sulle labbra e la condusse
all’entrata di un locale, La Notte Stregata.
……………………
-Senti Max, ho sentito che hanno aperto un nuovo locale, La
Notte Stregata, ti va di andare a vedere com’è? Magari è simpatico, no?
Altrimenti andiamo a fare un giretto così, ve bene?- -D’accordo-
Il posto non era niente male. A Ginny metteva addosso una
grande allegria, anche se non avrebbe saputo esattamente spiegare il perché.
Era ancora presto, perciò la musica non era eccessivamente alta. Si sentiva un
profumino davvero invitante, che fece venire una fame da lupi alla rossa, che
afferrò il braccio del suo accompagnatore e lo trascinò su un tavolino poco
lontano dallungo bancone.
-Cosa prendete, ragazzi?- chiese un giovane di non più di
diciotto anni, biondo e tremendamente abbronzato. Ginny si bloccò un attimo a
guardarlo. Gli ricordava Bill d’estate. Già, ma era inverno…quanti soldi aveva
speso quel tizio per abbronzarsi così? Tutta la paga, probabilmente! Non che a
lei importasse. Aveva quel brutto vizio di squadrare le persone! Voleva
toglierselo, era una cosa insopportabile.
-Io prendo…un succo di zucca, e tu Max?-
-Ah, be’…anch’io, sì anch’io.-
Quando il cameriere si allontanò da loro, non dimenticando
di lanciare un’occhiata da pesce lesso a Ginny, la quale per tutta risposta lanciò
a Max un sorriso esageratamente sdolcinato, Max le disse –Senti io…mi dispiace
di averti invitata ad uscire così, vedi, io avrei voluto conoscerti meglio,
ma…- -Be’, possiamo conoscerci meglio adesso, non trovi? Non mi sembra che ci
sia qualcosa di tanto strano.- -Ma è che…vedi io…non ho mai avuto una ragazza,
perché sai, ho sempre paura di sbagliare e…- -E in che dovresti sbagliare? Dai,
su, andrà tutto bene, vedrai! Mi piaci davvero moltissimo.- e non stava affatto
scherzando. Di quel ragazzo le piaceva tutto. Forse era un po’ troppo timido,
però…diciamo che era convinta che sarebbe riuscita a scioglierlo.
……………………..
-Wow, che posticino carino! Non è niente male, Draco, sul
serio! Hai davvero degli ottimi gusti!-
-I miei gusti c’entrano poco qui, piccoletta. Non c’ero mai
stato, è tutta curiosità. E devo dire che siamo capitati davvero bene! Allora,
ci sediamo?-
Si accomodarono su un tavolino piuttosto appartato, il
biondino aveva una gran voglia di divertirsi, quella sera, e nel divertimento
erano inclusi soltanto lui ed Emily. Nessun altro.
-Di’ un po’, ma come hai fatto a sopportare la Parkinson per
tutto questo tempo, eh? Io mi sarei suicidata!-
-Non avevo voglia di sentire i miei genitori che si
lamentavano perché avevo trattato male la figlia dei Parkinson, tutto qui. Però
tu sei un acquisto molto migliore anche per loro, Emily, perciò non mi
preoccupo affatto. Quando sei arrivata ad Hogwarts pensavo fossi un’ochetta
come tutte le altre. Invece non è affatto così, sei diversa.-
-Hai detto bene, SONO. Ma i primi anni ero una papera
terribile. Sono contenta di essere maturata, anche perché, altrimenti, non ti
sarei mai piaciuta! Sai che io ti vengo dietro dal primo anno, caro Malfoy?-
Draco sorrise sfrontato –Tutte le ragazze di Serpeverde mi vengono
dietro da quando sono entrate ad Hogwarts. E oserei dire che neanche le
Corvonero sono immuni al mio fascino. Grifondoro e Tassorosso spero vivamente
che non mi calcolino, altrimenti dovrei soltanto andare a nascondermi.-
-Ma dai, Draco, ci sono ragazze carine tra i Grifondoro e i
Tassorosso! Prendi Silvie Rosenthal del quarto anno di Tassorosso, o Jennifer
Gallager, del quinto. E poi tra i Grifondoro ce ne sono parecchie niente male!
La piccola di casa Weasley, ad esempio, è considerata una delle ragazze più
belle della scuola!-
-La Weasley? Ma per piacere, ma ti rendi conto di quello che
hai detto?- commentò Malfoy, sprezzante – E poi quella di quarto di Tassorosso
è una tappetta. Forse quella Gallager è accettabile, ma ha un’aria un po’
troppo stupida per i miei gusti.-
-Sarà, io le trovo tutte molto carine!- -Non come te,
cherie!- disse lui, galantemente, passandole dolcemente una mano fra i lunghi
capelli neri.
……………………
-Io non ce la faccio a stare senza di lei, capite, è
impossibile! Ma perché, dico io, perché? Harry, quando hai rotto con la Chang
cosa hai fatto per dimenticarla?- Harry arrossì. Che doveva dire? Non era certo
in grado di dargli consigli decenti! Cavolo. –Ehm, ecco, io…è successo e basta
Dean! Devi solo aspettare-
Ron, dal canto suo, era contentissimo. Non si sa per quale
motivo, ma aveva la convinzione che Ginny avesse lasciato il suo ragazzo perché
era ancora innamorata di Harry. Peccato che non era affatto così.
-Ci pensate, oggi è uscita già con un altro!- Il rosso si
alzò di scatto. –CHE COSA HA FATTO MIA SORELLA?- -Te l’ha appena detto Dean,
Ron, è uscita con un altro- gli rispose Hermione –è inutile scaldarsi tanto.-
-Ma…ma…potrebbe essere chiunque! Un pazzo, un
folle…addirittura un SERPEVERDE!- -Datti una calmata, Ronald! Non vedi che fai
stare soltanto peggio il povero Dean? Smettila una buona volta, su! E poi
dubito che quel ragazzo sia pericoloso! Si tratta di Maxwell Sundler di
Tassorosso, è del nostro anno, dovresti conoscerlo, no? È timidissimo, non
parla quasi mai!-
-Ma…Maxwell Sundler hai detto? E chi ti dice che non abbia
dei disturbi psichici? Magari è per questo che non parla mai e…--Ron!- -potrebbe aver delle turbe sessuali…o
povera Ginny- -Ron!- -E se ha provato a metterle le mani addosso?- -RON! LA
VUOI FINIRE O NO? Lascia in pace tua sorella e smettila di pensare male di quel
poverino di Sundler!- dopo aver strillato Ron, la ragazza si rivolse a Dean,
parlandogli con voce dolce –magari è solo una sbandata, Dean! Oppure è uscita
con quello un po’ per…come dire…per vendetta! Le hai fatto qualcosa?- Dean la
guardò tristemente –No, non le ho fatto proprio nulla! O almeno, non me ne sono
accorto…Cavolo, ci sto malissimo Hermione, ti prego, perché non le parli tu?
Cerca almeno di capire se con questo tizio è una cosa seria!- -Va bene, Dean.
Ci proverò.-
…………………
Pansy Parkinson individuò Draco e la sua ragazza appena
entrata nel locale. Cavolo, come odiava quella papera! Ma come aveva osato
strapparle Draco! E lo stava anche prendendo in giro…se solo lui avesse saputo
la verità….che la Constance stava con lui soltanto perché voleva rovinarle l’esistenza….perché
lei ne era certa, quella lì non poteva amare il SUO Draco. E Draco non poteva
amare lei. Era troppo intelligente per mettersi con una stupida come Emily
Constance, anche se era figlia di Frank e Rose Constance, due dei Mangiamorte
più in vista durante la prima guerra, e che erano eroicamente morti per salvare
l’Oscuro Signore da Silente. A Lucius Malfoy quella ragazzina andava bene, ma
il figlio era più intelligente, no? Lei era molto meglio di quella cretinetta.
……………………
Quando Emily notò la Parkinson, storse la bocca. Possibile
che quella sia sempre tra i piedi? –Draco non ce la faccio più a stare chiusa
qui dentro. Cominciano a farmi male le gambe a forza di stare seduta!-
-Va bene tesoro, usciamo!- il biondo la prese per mano e la
portò alla cassa, per pagare la consumazione, urtando di proposito la schiena
di Ginny Weasley, così, tanto per infastidirla.
……………………
Ginny stava cominciando a stancarsi. La compagnia di Max era
fantastica, ma lei non era tipo da stare per troppo tempo chiusa nello stesso
locale. –Ti va di andarcene, Max? Comincio ad essere stanca della musica!- -va
bene Gin, andiamo!-
Cominciarono ad alzarsi, quando qualcosa, o meglio,
qualcuno, spinse violentemente Ginny. Ma non fu questo ad attirare l’attenzione
della ragazza. Fu un fortissimo, avvolgente odore di menta.
La rossa si girò, per tentare di capire chi emanasse quel
profumo. Purtroppo la sala era gremita di giovani, e così le fu impossibile
capire chi fosse. Si voltò in direzione di Max, per tentare di capire se lui
avesse visto qualcosa, ma si accorse che era troppo preso a prendere i soldi
per pagare il conto per accorgersi di qualcosa. Peccato! Ma ora una cosa era
certa: quel ragazzo non era solo un sogno. E non era nemmeno tanto lontano da
lei. Con un po’ di fortuna l’avrebbe potuto rincontrare prima di tornare al
castello. Chissà?
Finito! Spero che vi sia piaciuto…non è una meraviglia, lo
ammetto, ma il bello arriverà nel settimo capitolo, è una promessa! Sopportate
un altro capitolo di noia assoluta, indispensabile però alla storia, e poi vi
divertirete! Almeno spero…
Be’, che dirvi ragazzi, un bacione a tutti quanti e spero
di ricevere qualche recensione, non come nel capitolo precedente! Ah, tanti
auguri di buon compleanno a Mitika_viola!!!!!!!!!! AUGURI TESO!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi dispiace che passi a letto il tuo complex, ma verrò a trovarti cmq!
Insomma, finito anche il saluto d’obbligo (non vorrei
xdere la mia beta-reader ^_^) vi saluto tutti e vi do appuntamento alla prossima!
Kissoni
Ciao a
tutti!!! Scusate tanto il ritardo, ma purtroppo la scuola mi sta togliendo
anche il tempo per respirare… Comunque sono qui con un nuovo capitolo, spero
che vi piaccia!
Capitolo 6.
INSIEME
Max la stava guardando da circa mezz’ora, ma lei non se ne rendeva
nemmeno conto. Continuava a voltare la testa a destra e a sinistra, e ogni
tanto odorava persino l’aria…certo che era strana! E buffa anche. Ma a lui
piaceva anche per questo. Peccato che in quel modo lo stesse palesemente
ignorando. E questo gli piaceva un po’ meno.
-Ginny? Sei ancora tra noi?- Ginevra si voltò di scatto
verso il ragazzo, arrossendo vistosamente. Non doveva essergli sembrata molto
educata. Cavolo, stava rovinando il suo primo appuntamento con un ragazzo che
le piaceva da morire, e per che cosa? Per un sogno. Uno stupidissimo sogno,
niente di più. Un sogno che, però, la metteva parecchio in agitazione.
-Scusami tanto, Max… mi sono comportata malissimo, scusa!-
Max la fissò nei profondi occhi azzurri. Sembrava sincera. –è che…. Lo so,
sembra una cavolata, ma….avevo sognato un tizio con un profumo strano, ed ora
ho sentito lo stesso odore….sì, sì sono matta. Ma se vuoi avere a che fare con
me ti ci devi abituare, caro!- Meglio buttarla sul ridere pensò altrimenti
posso realmente digli addio.
Il brunetto le sorrise dolcemente –non preoccuparti, mi
piaci proprio così, matta da legare. Non farti problemi, con me devi essere il
più naturale possibile.-
………………….
-Draco fa un freddo cane. Che ne dici di tornarcene ad
Hogwarts? Lo so, sono noiosa, ma non vorrei prendermi una polmonite.-
Il biondino sentiva molto freddo, ma non tanto da voler
tornare a scuola, e poi avrebbe voluto stare ancora un po’ con la ragazza, però
non voleva nemmeno obbligarla. E poi nel dormitorio dei Serpeverde non c’era
nessuno, tranne i ragazzini dei primi due anni, che lui si sarebbe levato di
torno molto facilmente, perciò decise di avviarsi verso il castello.
Emily si portò dietro alle orecchie un ciuffo di lunghi
capelli ribelli, quella sera arricciati a regola d’arte, e si strinse al corpo
muscoloso del suo accompagnatore. –in vena di coccole, eh, Emily?- -Quando ci
sei tu sono sempre in vena di coccole, Draco!- Lui le passò delicatamente una
mano fra i riccioli, poi le diede un bacio dolcissimo, stringendola possessivamente
a sé.
A Emily non sembrava vero. Piacere a Draco Malfoy, ma ci
pensate? Lei non ci aveva mai nemmeno provato! I Constance erano una famiglia
piuttosto importante, ma non al livello dei Malfoy, e lei aveva sempre pensato
di vedere Draco solo ed esclusivamente in compagnia di quell’antipatica della
Parkinson. Suo padre aveva provato a farla uscire con Tiger e Goyle, ma per
fortuna lei era riuscita a scansare tale eventualità. E poi si era presa un
bella cotta per il “principino”. E lui si era preso una bella cotta per lei. Le
sembrava di essere in paradiso. Ed era anche un onore incredibile! E poi,
vedere Pansy Parkinson morire d’invidia le faceva decisamente bene. Quella non
l’aveva mai sopportata.
…………………
Era tornato al castello. Non ce la faceva più a stare ad
Hogsmeade e a vedere i suoi amici ridere e scherzare, mentre lui stava
malissimo. Avevano persino incrociato un paio di volte Ginny con il nuovo
ragazzo, e lei non si era nemmeno resa conto di essergli passata accanto, tanto
era presa dal suo “nuovo acquisto”.
Seduto sul letto a baldacchino, Dean sfogliava un album di
fotografie, dove apparivano quasi esclusivamente immagini sue e di Ginny.
Questo lo faceva stare peggio, però a lui, in un certo senso, piaceva. Era
masochista, verissimo. Ma non poteva farci nulla.
Una foto scattata il giorno in cui lui e Ginny si erano
fidanzati, nel campo da Quidditch, teneramente abbracciati. Lei aveva la faccia
un po’ preoccupata. Aveva paura della reazione di Corner. Non sapeva come
dirglielo.
-Dean,Michael è
terribilmente geloso, tu non fare cavolate, potrebbe diventare manesco!-
-Gin, dai, sono
il doppio di Corner! E poi di cosa ti preoccupi? Ami me, e lui si deve
rassegnare. Ti ha perso per colpa sua, non può farci niente.-
Era tanto bella…e tanto innamorata di lui. Come aveva
fatto a non accorgersi di lei, prima?
Un'altra pagina, un’altra foto. Loro due strettissimi
nell’Hogwarts Express. E poi un’altra, pochi secondi dopo. Un dolcissimo bacio.
-E dai Gin, non
vuoi immortalare il nostro primo viaggio da fidanzati sull’Hogwarts Express?-
-Non ti sembra
di essere un po’ troppo romatico?-
-Secondo me è
semplicemente un modo per non perderci nulla della nostra storia.-
-E va bene,
d’accordo, facciamoci questa foto.-
-Queste, vorrai
dire!-
-Una sola!-
-Tre-
-Due al
massimo!-
-E due sia!-
E andò a chiamare Colin Canon, il loro “fotografo
ufficiale”
Di sarebbe stato fotografo ufficiale Colin, d’ora in poi?
Avrebbe mai fatto una foto a Gin e Sundler? Preferiva non pensarci.
Una nuova fotografia. Al mare, quell’estate. Com’era bella
in costume. Aveva fatto l’impossibile per scattarle quella foto, lei non voleva
assolutamente. Non le piaceva essere ritratta in costume.
Voltò la pagina. Un’immagine bellissima. Il concerto delle Sorelle
Stravagarie. Loro due strettissimi, Harry, Ron, Hermione, i due gemelli Weasley
e persino Bill. Tutti con la stessa maglietta gialla con l’enorme scritta
arancione Sorelle Stravagarie in Tour.
E poi ancora foto, e foto, e foto, con lui e Ginevra, felici
e sorridenti…momenti passati, ormai lontani, ricordati non più con allegria, ma
con tristezza. Che non erano più piccole gocce in un mare d’amore, ma enormi
macigni in un oceano di sofferenza.
E una lacrima, una sola, scese sulla guancia del moro. Seguita
da molte altre. Innumerevoli, infinite. Non aveva mai pianto tanto in vita sua.
…………………
Era stato molto bene quella sera. Emily era davvero una
ragazza fantastica, non si poteva dire diversamente.
Già. Eppure…sentiva che mancava qualcosa. Ma cosa? L’avrebbe
mai saputo? Forse no. Forse sì. E se sì, forse tardi. E forse prima di quanto
si sarebbe mai aspettato.
Era felice. Per
cosa? Non riusciva a capirlo, però era felice. Stava camminando per i corridoi,
quando sentì una voce dolce, leggermente squillante e molto familiare. Già,
però non riusciva a capire di chi fosse. Sapeva solo che il suono di quella
voce lo rendeva ancora più felice. Svoltò l’angolo.
Ecco di chi era
la voce. Della ragazza che aveva portato in infermeria. E che era uscita da poco.
Avrebbe riconosciuto fra mille quel profilo. Eppure non riusciva a distinguerne
i tratti del volto.
Era con un
ragazzo. Lui lo vedeva bene. E lo aveva anche riconosciuto. Maxwell Sundler,
Tassorosso, frequentava il suo sesto anno. Si era svegliato da poco, un tempo
non parlava quasi mai. Si diceva che fosse stata la sua ragazza a fargli
prendere un po’ di fiducia in se stesso. Ma chi era la sua ragazza? Draco non
ne aveva idea. I pettegolezzi non l’avevano mai interessato, a parte quelli su
Potter, ovviamente.
Doveva essere la
ragazza dell’infermeria, a giudicare dal fatto che stavano così vicini…ma
perché gli dava tanto fastidio?
Avrebbe voluto
allontanarli, prenderlo a pugni, afferrare la ragazza e baciarla. Ma non ne
aveva il diritto.
La vide mentre
si avvicinava al ragazzo e lo baciava, stringendosi forte a lui. E una rabbia
terribile lo assalì.
Che razza di sogno. Ma possibile che non riuscisse a capire
chi era quella ragazza? E perché aveva la strana e assurda sensazione che
esistesse davvero?
Però tutti quei discorsi su Sundler…lui non si era certo
svegliato! E da quel che ne sapeva non aveva nemmeno la ragazza. E poi LUI,
Draco Malfoy, che si innamorava della ragazza di un perdente come quello?
Impossibile.
Forse era la rappresentazione della paura di essere abbandonato da Emily…no,
non era ancora arrivato a quel punto. Emily gli piaceva, ma non era così
geloso. E poi era certissimo che fosse innamorata persa di lui. E quella
ragazza aveva un fisico diverso da quello della bella Serpeverde. Era un po’
più alta e aveva un fisico atletico, più sottile di quello della sua ragazza, e
con le curve leggermente più accentuate. Effettivamente una tipa così non gli
sarebbe dispiaciuta… ma quando una ragazza tanto carina si sarebbe messa con un
deficiente come Sundler? Mai e poi mai!
Era solo un sogno. Solo ed esclusivamente un sogno.
………………
Meryl Reagan non faceva altro che tempestarla di domande da
quando era entrata nella sua stanza. “Com’è andata”, “Com’è lui”, “Cosa pensa”,
“Come bacia”, “Perché non vi siete baciati”, “Uscirete ancora” ecc ecc.
L’avrebbe volentieri uccisa.
Era stata meravigliosamente bene, però da quando aveva
sentito quell’odore di menta oramai tanto familiare aveva quasi del tutto
smesso di pensare al suo compagno. Per quello non si era fatta baciare,
probabilmente. Era troppo impegnata a pensare al misterioso ragazzo del sogno
per provare ad approfondire la loro conoscenza. E lui era troppo timido per
prendere l’iniziativa. Comunque di una cosa era più che certa: sarebbero usciti
di nuovo. Lui le piaceva da morire.
Alla prossima uscita ad Hogsmeade gli avrebbe fatto sapere
che non poteva più fare a meno di lui. E magari anche prima. Sì, magari gli
avrebbe parlato ad Hogwarts. Già. Forse il giorno dopo. A dire il vero sarebbe
andata volentieri a cercarlo in quel preciso istante, però non poteva. Doveva
aspettare la mattina seguente. Allora si spogliò e si buttò sul letto.
Quella notte non sognò il misterioso cavaliere dal profumo
di menta. Sognò solo Max.
Fine del sesto capitolo! Come vi è sembrato????
Spero di non avervi deluso…mi scuso ancora per il
ritardo, però ho avuto poco tempo e quello che riuscivo a fare non mi piaceva
più di tanto, perciò ho dovuto tentare di salvare un po’ la situazione.
Vorrei solo chiarire un dubbio che magari è sorto a
qualcuno di voi, come alle mie cuginette Catee Gioia (che saluto): Ginny aveva solo una cotta per Dean, ma per Max è
diverso, è innamorata davvero, e questo renderà difficile l’avvicinamento del
nostro bel tenebroso e della rossa. Per quanto riguarda Draco ed Emily, lei è
cotta davvero, anche se magari possono esservi sorti dei dubbi. Sta con lui
anche per altri motivi, però prova davvero qualcosa di profondo per lui.
Malfoy, invece, è ancora un po’ confuso, non sa benissimo cosa prova, e lo
scoprirete insieme a lui.
Ora però, è meglio passare ai ringraziamenti!
Un bacione stratosferico a goten e a **Mary87** per i
commenti entusiasti e per il bel voto. Siete davvero troppo buoni! E, come
sempre, un grazie 1000 alla mia beta-reader Mitika_viola.
Ciao a tutti!!!!! Sono tornata con un nuovo capitoletto di
“4 eternity”. Spero vivamente che vi piaccia, io ci ho messo il meglio di me!
Sammy
Capitolo 7. OUR FIRST KISS
Non riusciva a togliersi quel sogno dalla mente. Di solito,
bene o male, ce la faceva a dimenticarlo, ma questa volta era impossibile. E
lui sapeva anche bene il perché. Aveva avuto una vita infelice, e solo Dio
sapeva quante volte era stato arrabbiato, anzi no, furioso. Ma mai aveva
provato una rabbia forte come quella del sogno. Il vedere quella ragazza
misteriosa abbracciata ad un ragazzo che non fosse lui lo faceva soffrire
tremendamente. Erano oramai tre notti che non faceva che sognare la stessa
scena, e il giorno non pensava che a quello. Aveva anche litigato con Emily per
colpa di quel sogno. Diceva che lui non la calcolava. Logico! Con quelle
immagini del cavolo costantemente davanti agli occhi!
Doveva sapere chi era lei. Doveva scoprire chi fosse la
fidanzata di Maxwell Sundler. E non sarebbe stato difficile, con a disposizione
un’informatrice come Pansy Parkinson… Avrebbe torchiato la ragazza fino a
scoprire tutto sulla misteriosa giovane dell’infermeria, che da mesi oramai lo
tormentava.
Ricordava benissimo i primi sogni fatti e le sensazioni che
la vicinanza di quella figura indefinita era riuscita a trasmettergli. Non
erano belle sensazioni, questo no. Erano negative, ma intense. E di certo
avrebbe saputo renderlo felice. Per questo doveva trovarla. Perché dentro di sé
sapeva che, chiunque fosse quella ragazza, gli avrebbe dato un motivo valido
per sorridere. Cosa che lui non aveva da anni. Nemmeno Emily riusciva a farlo
stare tanto bene.
…………………
-Ti giuro Nicole, non so cosa gli stia succedendo! Non pensa
più a me, non mi ascolta…all’inizio era così romantico! Non pensavo che la
passione gli sarebbe passata tanto velocemente.-
-Odio dirlo, Emily, ma ti avevo avvertito che rischiavi
grosso con Draco Malfoy. Sai benissimo che alla fine si sposerà con la
Parkinson, e lo sa anche lui, ti pare che s’imbarcherebbe mai in una storia
seria?-
-Ma di solito si vede che sta solo giocando con una ragazza,
con me era diverso!- La bruna serpeverde non sapeva cosa fare. Sentiva il suo
ragazzo allontanarsi, lentamente ma inesorabilmente, da lei, e sapeva di non
poterci fare nulla. Aveva un grande bisogno di lui, sentiva di non poterne più
fare a meno, e proprio ora che era diventata Draco-dipendente, lui le voltava
le spalle. Ma forse era stato proprio questo il suo errore. Fargli capire
quanto era importante per lei. Evidentemente il giovane si era spaventato e
aveva preferito lasciar perdere. Ma allora perché non dirglielo apertamente?
Cavoli, non era scema, si rendeva conto perfettamente che lui non provava più
gli stessi sentimenti nei suoi confronti, per quale motivo lui doveva
continuare ad illuderla?
Non pensava che fosse tanto insensibile. Ma ci doveva per
forza essere qualcosa sotto. Non era il tipo da mollare tutto così ne era
sicura; era certa al cento per cento di conoscerlo meglio di chiunque altro.
Loro si amavano. Doveva per forza essere successo qualcosa.
…………………
-insomma Pansy, vuoi dirmi se sai chi è la ragazza di
Sundler?-
-Cosa ci guadagno a dirtelo?- fece lei, guardandolo
maliziosamente. Quand’è che capirà che mi fa impressione anche solo
rivolgerle la parola? Pensò il biondino –Ci guadagni la mia stima, piccola
approfittatrice, e io premio sempre le persone che stimo- le rispose. –Quand’è
così…- replicò lei, civettuola –comunque credimi, non vale affatto la pena di
saperlo. Fra tutti e due fanno a chi è più perdente. Solo quello poteva prendersi
la Weasley. Che bella coppietta che sono!-
Draco sbiancò. La Weasley? Impossibile. Forse il sogno si
riferiva ad un’altra ragazza, magari Sundler avrebbe presto mollato quella
disgustosa babbanofila per la giovane del sogno… Ma certo, era sicuramente
così. Lui e la Weasley? Non esisteva cosa più impossibile. Assolutamente.
…………………
Quella mattina Ginny era davvero di ottimo umore. Era
sabato, quindi niente lezioni, avrebbe passato l’intera giornata con Max.
Peccato che non era in programma per quel giorno la gita ad Hogsmeade! Il tempo
era bello, non faceva nemmeno la metà del freddo della volta precedente, e di
certo le cose sarebbero andate molto meglio. E lei avrebbe di gran lunga
preferito “concretizzare” il loro rapporto nei viali innevati del villaggio,
piuttosto che ad Hogwarts, ma andava bene così. Ogni volta che c’era Max tutto
intorno a lei spariva. Era capace di creare, dal nulla, la più romantica delle
atmosfere.
Stava pensando a tutti i bei momenti passati insieme, in
quelle poche settimane. Non si erano mai baciati, non avevano mai fatto
progetti, non si consideravano ancora fidanzati. Però si volevano indubbiamente
bene. Lui era troppo timido, quindi spettava a lei smuovere un po’ la
situazione.
Ma come avrebbe messo in mezzo il discorso? Non lo sapeva,
non ne aveva idea. Non aveva mai dovuto farlo lei. Erano sempre stati i ragazzi
a fare il primo passo, lei aveva solo accettato e declinato “l’offerta”. Be’,
qualcosa le sarebbe venuto in mente, non potevano continuare così! Erano innamorati,
si vedeva lontano un miglio. Era la prima volta che provava un sentimento tanto
forte. Doveva assolutamente dirgli quanto era importante per lei, altrimenti
non sarebbe riuscita a vivere. Era diventata una questione di un peso enorme.
Ma come aveva fatto a scambiare la cotta per Harry, quella per Michael e quella
per Dean in “vero amore”? Se mai esisteva l’Amore, quello con la A maiuscola,
era ciò che provava per Max.
All’improvviso qualcosa la scosse dai suoi pensieri. Odore
di menta. Proveniva da un corridoio che iniziava pochi metri più avanti. Corse
a vedere di chi fosse quel dolce profumo. Ma il corridoio era vuoto.
Completamente. E l’odore andava lentamente diminuendo. Era arrivata troppo
tardi. O forse no…
Si diresse verso la prima porta del corridoio, per vedere
chi c’era dentro, quando si sentì chiamare. Max. E, improvvisamente, dimenticò
tutto.
…………………
Draco Malfoy uscì velocemente dalla vecchia aula di Storia
della Magia, oramai in disuso da anni, lasciandosi dietro un’allibita e
alquanto delusa Pansy, che sperava ardentemente di ricevere un premio per la
sua indiscrezione, speranza che risultò invece vana.
Il biondo serpeverde doveva distrarsi. Già, ma come?
Quidditch? No, assolutamente. Non era in vena, in quel momento. Ci sarebbe
voluto un amico…peccato che non ne aveva. Chi lo avrebbe fatto stare meglio? Ma
certo!
Emily.
Era giunto il momento di farsi perdonare dalla ragazza a cui
tanto voleva bene, che gli faceva toccare il cielo con un dito.
Merlino, come aveva fatto a non pensarci prima? Si diresse
velocemente verso la sala grande. Erano le dieci e mezzo, a quell’ora la
ragazza si ritrovava lì con la sua migliore amica Nicole. Era terribilmente
abitudinaria, la sua fidanzata. Ma non era quello il problema. Era Nicole. Una
persona peggiore il ragazzo non l’aveva mai conosciuta. Viscida, odiosa,
disgustosa…probabilmente come LUI appariva agli occhi della maggior parte delle
persone. Ma lei lo superava di gran lunga. Aveva fatto di tutto per convincere
Emily a non accettare di uscire con lui quando, finalmente, era riuscito a
trovare il coraggio di levarsi Pansy di torno e di provare a fare una cosa
seria con una ragazza. Le avrebbe volentieri scagliato contro un bell’Avada
Kedavra. Peccato che non poteva proprio.
……………………
Il bel volto di Emily si illuminò quando Draco apparve nella
sala grande. –Guarda chi c’è!- commentò acida Nicole.
Draco stava venendo proprio verso di lei. Le sorrideva
dolcemente, sembrava essere tornato il Draco di una volta, dolce, gentile e
affettuoso.
-Buongiorno principessina, dormito bene?- le chiese, dandole
un sensuale bacio sulle labbra. Le labbra di Nicole assunsero un’espressione
disgustata.
-Sì Draco. E tu? Ultimamente sei un po’ strano.- Lui la
guardò con i suoi occhi profondissimi, che non lasciavano trasparire alcuna
emozione. Però il sorriso disegnato sul suo volto faceva intendere che fosse
sereno. O almeno fu questo il pensiero di Emily. Il biondo non era proprio
dello stesso avviso, ma non gli piaceva far vedere agli altri ciò che provava,
lo avrebbe reso debole. Ed un Malfoy non sarà mai debole.
-Non ti preoccupare bambina, sto meravigliosamente bene.
Ultimamente ero stressato, ecco il perché del nervosismo. Ma adesso mi sento
meglio, e sono tutto per te.-
Lei lo strinse forte fra le sue braccia e abbandonò la testa
sulla spalla di lui. Draco le accarezzò dolcemente i capelli, cercando di
provare le stesse emozioni di un tempo. Ma non riusciva a provare altro che
disgusto nei confronti di Ginny Weasley. Continuava ad avere davanti agli occhi
il volto della ragazzina che sorrideva a Sundler, poi lo baciava… orribile. No,
non poteva, non DOVEVA essere lei. Non la Weasley. Per carità.
Proprio in quel momento entrò nella sala grande la rossa,
abbracciata al tassorosso. Non è vero. Ditemi che sto sognando.
Il biondino chiuse gli occhi, ma quando li riaprì la scena
non era migliorata, anzi. Era di gran lunga peggiorata. I due si stavano
baciando. Per evitare di guardare, alzò lentamente il volto della sua ragazza e
prese a baciarla, provocando un conato di vomito in Nicole, che si alzò e
lasciò il tavolo. Così, quando il ragazzo si staccò dalla brunetta, ebbe la
visuale ancora più libera. E una scena ancor più patetica davanti agli occhi.
Il perdente che piangeva di felicità. Disgustoso.
…………………
Ecco. Ora avrebbe dovuto dirglielo. Il cuore prese a
martellarle nel petto più velocemente che mai. Sospirò. –Max io…ti devo
assolutamente parlare.- Lui si voltò, e prese a guardarla con le sua solita
espressione dolcissima. –Dimmi pure, Ginny-
-Ecco Max, vedi, io… - un altro sospiro. Sperava che la
facessero sentire meglio, ma fece un buco nell’acqua. –Ti volevo dire…Tu mi
piaci Max. Tantissimo. Io…non credo di aver mai voluto tanto bene ad una
persona.- Cavolo! Era nel pieno centro della sala grande! Non si era accorta di
trovarsi lì, tant’era presa dal suo patetico discorso. Che figura. E se
qualcuno aveva sentito la sua ridicola dichiarazione? Si voltò un attimo, e
vide che c’erano solo Malfoy e due ragazze seduti al tavolo di Serpeverde, e di
certo non l’avevano sentita, altrimenti lui sarebbe già stato lì a deriderla.
Tornò a guardare il ragazzo, totalmente rossa in viso. Lui aveva l’aria
commossa. Era terribilmente tenero con quell’espressione dolce sul volto, e la
rossa non riuscì più a trattenersi, avvicinò il viso a quello del ragazzo e
poggiò delicatamente le labbra contro le sue, in quello che fu un bacio timido,
ma carico di emozioni e tanto, tanto desiderato. Quando lei si staccò per
riprendere fiato, il ragazzo aveva le guance rigate di lacrime. Ma non sembravano
lacrime di gioia. Sembrava più che altro triste. Ma dopo un po’ riprese la sua
espressione felice e questa volta fu lui a prendere l’iniziativa e a stringere
a sé la rossa, baciandola con molta più passione di prima. Una volta
allontanate le sue labbra da quelle della ragazza, Max la strinse forte a sé,
poi lanciò un’occhiata obliqua verso il tavolo dei Serpeverde ed incrociò lo
sguardo disgustato di Draco Malfoy.
Non la merita. Non la merita affatto. Si ritrovò a
pensare. E decise di mettere da parte ogni indugio, per tornare a baciare la
ragazza che amava più della sua stessa vita.
…………………
Qualcun altro oltre al bel Malfoy aveva visto la scena. Dietro
la grande porta della sala grande, Dean Thomas aveva assistito allo scambio di
effusioni di Ginny e del bellimbusto.
Gli avrebbe volentieri cambiato i connotati. Chissà se con il
naso rotto sarebbe piaciuto ancora a Ginny. A dire il vero, il moro ancora non
capiva cosa potesse piacerle di Sundler. Era un tipo timido e riservato, e ne
lui ne Corner lo erano…insomma, aveva sempre creduto che a Ginny piacessero i
ragazzi sicuri di sé….lui invece era diverso. E poi sembrava così lontano da
tutto e da tutti….se alla piccola Weasley piacevano ragazzi del genere, lui non
aveva alcuna possibilità di riconquistarla. Ma non poteva aver cambiato gusti
così velocemente, per la miseria! Sarebbe riuscito a tornare con lei, a costo di
cancellare Maxwell Sundler dalla faccia della Terra. E avrebbe avuto Ron dalla
sua parte. Non sarebbe stato difficile metterlo contro un tipo riservato come
Max. L’avrebbe convinto che era pericoloso per la sua indifesa sorellina e,
ZAC, si sarebbe ritrovato Ginny fra le braccia. Perché loro due erano fatti per
stare insieme, Santa Morgana! Nessuno poteva dividerli, men che mai un ragazzo
squallido come Max. se la sarebbe ripresa. Ad ogni costo.
Eccoci qui! Ed è finito un altro bel capitoletto. Questa volta mi sono
impegnata molto e ve l’ho fatto arrivare presto, spero che siate felici e che,
soprattutto, vi sia piaciuto!
Come al solito ringrazio i miei fedeli goten e **Mary87**
per il commentuccio e la mia amiketta nonkè beta-reader Mitika_viola per l’aiuto
e, soprattutto, per la mail entusiasta che mi ha lasciato!
Bene, vi mando un bacione e rinnovo l’appuntamento al
prossimo capitolo. Fatevi trovare qui, mi raccomando!
Ok, va bene, allora questa è proprio sfortuna!!!! Avevo
finito in tutta velocità il settimo capitolo, vado su EFP per inserirlo e
niente! Allora mi dico “è arrivato il momento di postare la fanfic su
fanfiction.it”. E –Vai!– off-line anke quella! Non è affatto il mio xiodo
fortunato, no, no! Cmq….ora quello è postato, tocca a questo. Ancora nn so cosa
ne uscirà, spero solo d non deludervi!
Sam
Capitolo 8.
HAPPY
CHRISTMAS parte I
-DANNAZIONE! MA PERCHE’ NON RIESCO A LEVARMI DALLA TESTA
QUEI DUE INSETTI DELLA WEASLEY E DI SUNDLER?-
L’urlo di Draco riecheggiò nella stanza. Fortunatamente era
sabato, tutti i suoi compagni erano ad Hogsmeade e i ragazzini più piccoli
erano fuori a godersi la neve natalizia.
Lui, invece, aveva preferito restare rintanato in stanza.
Emily era rimasta a studiare, e in quel momento era, probabilmente, in
biblioteca con quella vipera di Nicole. Di conseguenza, se fosse andato con i
suoi compagni, Draco sarebbe stato costretto a rimanere tutto il giorno insieme
a quei rompiscatole decelebrati di Tiger e Goyle, e dal momento che lui era già
abbastanza nervoso per la questione del sogno, non gli andava di sopportare una
compagnia tanto irritante.
In quel momento stava steso sul letto a baldacchino, gli
occhi chiusi, le braccia piegate sotto il capo, che provava con tutte le sue
forze a pensare a qualcosa che non fosse Ginevra Weasley. Ma né Emily, né il
Quidditch, né il compito di Trasfigurazione che avrebbe affrontato il lunedì
successivo erano riusciti a distrarlo. Niente da fare. Aveva sempre davanti
l’immagine dei due che si baciavano nel mezzo della sala grande, tranne qualche
volta che gli venivano in mente degli spezzoni dei sogni che da mesi lo
perseguitavano. Erano una cosa veramente terribile, e non riusciva a trovare
alcun modo per migliorare la situazione. Doveva solo aspettare lo svolgersi
degli eventi.
…………………
Ginny continuava a girare intorno al bel vestito rosso di
lana che le era stato appena portato da un bel gufetto allegro, ma non certo
sbadato come Leo. “È da parecchio che non ci sentiamo, eh Ginevra? So che
hai deciso di restare a scuola per Natale, perciò ho pensato di mandarti prima
il mio regalo, in modo che lo potrai indossare la notte del 25 alla festa che
Silente ha intenzione di organizzare per allentare la tensione e che però sarà
una sorpresa, per cui io non ti dirò assolutamente nulla…Be’, spero che potremo
vederci presto, anche se questa visita è andata un po’ a vuoto dato che non ho
potuto riabbracciare la mia nipotina preferita. Comunque, l’importante è che tu
stia bene e ti diverta. Un milione di baci e di auguri. Zia Felia”
La cara zia Felia! Non la vedeva da una vita! Felia Weasley,
era sempre stata il suo mito. Simpaticissima, costantemente allegra… Viveva
negli Stati Uniti ed era Auror da una vita, era generale, eppure aveva più che
altro l’aspetto di un’adolescente scanzonata. Era totalmente diversa dal cugino
Arthur, però i due erano sempre stati legati, e quando Ginny era piccola e la
donna viveva ancora a Londra, stava sempre a casa loro. L’aveva sempre vista
come un’anti-mamma. Erano davvero l’una il contrario dell’altra, le due, eppure
si volevano un gran bene. Gin e i suoi fratelli si chiedevano spesso come la
signora Weasley e Felia potessero essere tanto unite. Ma, d’altra parte, chi è
che non faceva subito amicizia con Felia?
Insieme alla lettera e al pacco, la zia aveva mandato a
Ginny una fotografia. Un vialetto innevato che portava ad una graziosa casetta
addobbata a festa, con davanti la zia Felia, bellissima come sempre, con i
capelli rossi tagliati corti e gli occhi azzurri scintillanti come due stelle,
ed il sorriso costantemente sulle labbra. Stretto a lei stava Jonathan. Cavolo,
quant’era bello! Alto, i capelli biondissimi che gli ricadevano scomposti sul
viso abbronzato, nonostante fosse dicembre, i vivaci occhi verdi rivolti verso
la compagna. Non si erano mai voluti sposare, i due. Dicevano che essere
fidanzati era molto più romantico. Eppure erano tutti sicuri che, prima o poi,
sarebbero convolati a nozze. Jonathan l’avrebbe voluto, si vedeva. Era Felia quella
che non accettava di lasciarsi l’adolescenza totalmente alle spalle.
La rossa girò la fotografia “ questa è casa nostra. Spero
che verrai a trovarci presto!”.
Felia aveva sempre adorato Ginny. L’amava come la figlia che
lei, sterile, non avrebbe mai potuto avere.
Due lacrime rigarono le guance della ragazza. Le succedeva
sempre, quando pensava a Felia. Morgana, quanto le mancava. Eppure non sentì
affatto la voglia di tornare a casa per vedere la zia. Preferiva di gran lunga
stare con il suo ragazzo. Finalmente aveva trovato qualcosa per cui valeva la
pena vivere.
Una festa di Natale, eh? Però, ottima idea aveva avuto
Silente. E ancor migliore quella della zia di regalarle quell’abito stupendo.
L’avrebbe indossato solo per Max.
Con questo pensiero si alzò ed uscì dalla camera,
starnutendo per il terribile raffreddore.
…………………
Draco si strinse la sciarpa grigio-verde intorno al collo,
per poi passarsi la mano destra sul naso gelato. Faceva un freddo del cavolo,
quella mattina. Avrebbe dato qualsiasi cosa per stare a casa sua davanti al
camino, da solo, e invece no, era costretto a stare a scuola.
Quando si era scocciato di stare nella sua stanza era sceso in sala comune, ma
manco a dirlo era piena di ragazzini casinisti e bambinette urlanti che gli davano
sui nervi. Per questo era andato alla ricerca di Emily, e l’aveva trovata
subito, peccato fosse in compagnia della vipera. Allora decise di andare a fare
un giro nel giardino, a dispetto del freddo pungente. Peccato che ora se ne
stesse pentendo. Lanciò uno sguardo al cielo, poi si voltò in direzione del
castello. Non l’avrebbe lasciato, quell’anno. La madre non voleva vedere
nessuno da quando Lucius era stato arrestato, e aveva proibito a Draco di
tornare a casa. Il biondino sospirò. Avrebbe tanto voluto aiutare la madre,
pensare che fosse sola in quell’enorme maniero era tristissimo. Doveva essersi
svuotata totalmente, o almeno questo era ciò che gli era stato detto. Tremendo.
Camminò in direzione della foresta proibita, sperando che
gli alberi l’avrebbero un po’ riparato dal freddo. Solo che, purtroppo, il suo
angolino preferito era già occupato da una ragazza. Fece per andarsene, quando
poi decise di rivendicare il diritto che aveva su quel posto. Aveva deciso che
era solo suo e NESSUN ALTRO poteva metterci piede. Era un Malfoy, lui, e
dovevano rispettarlo tutti.
Si avvicinò alla figurina accoccolata a terra, appoggiata ad
un grande albero, pronto per urlarle in faccia di andarsene. Ma si bloccò
quando si accorse di chi aveva di fronte. Ginny Weasley.
La rossa stava sfogliando un logoro libro di Incantesimi, ma
era evidentemente con la testa fra le nuvole. I capelli le incorniciavano in
maniera piuttosto scomposta il bel volto pallido, le cui gote erano lievemente
arrossate per il freddo. Un dolce sorriso le increspava le labbra.
Sembra felice pensò Draco e spensierata. Lui
non era spensierato da tanto. Non ricordava nemmeno quand’era l’ultima volta
che si era alzato dal letto senza avvertire un fastidioso peso sullo stomaco.
Avrebbe voluto rivolgerle parole dure, ma non ci riusciva.
Non trovava la forza di cominciare il confronto che da tempo desiderava, ma che
non era stato ancora programmato. –Weasley- riuscì a dire, per poi richiudere
la bocca velocemente, maledicendosi per aver parlato. Non avrebbe fatto meglio
ad andarsene? Sì, ma lui doveva sempre fare le cose senza ragionare!
La giovane si risvegliò dai suoi pensieri e si girò di
scatto, incontrando lo sguardo spaesato del serpeverde. –Malfoy- disse –che
vuoi? Sappi che non sono in vena di litigare con te, quindi se vuoi rompere
dillo subito, che me ne vado.-
Draco non sapeva cosa fare. Avrebbe voluto comportarsi in
maniera normale, ma non ci riusciva, non trovava la forza di insultare quella
ragazza, nonostante volesse con tutte le sue forze punire la ragazza che, nel
sogno, lo faceva star bene ma allo stesso tempo soffrire tanto.
-Che c’è, Malfoy, ti sei imbambolato?- chiese lei con voce
sprezzante.
-No, Weasley, è solo che non mi va di parlare con te-
-più acido del solito, Malfoy! Ma non ti preoccupare, il
sentimento è assolutamente reciproco.-
-Non avevo dubbi, ragazzina.-
-Sai, mi chiedo quale sia il tuo problema, Malfoy. Perché di
certo ne hai uno. E anche grande.-
-Fatti i fatti tuoi, pezzente!- strillò lui –e va’ via,
voglio stare da solo.-
-Se la metti così, resto solo per infastidirti. Questo posto
non è tuo- e così dicendo si sedette a terra, come prima.
Draco arrossì per la rabbia. –lurida pezzente –sibilò –se
non vuoi che ti metta le mani addosso ti consiglio di sparire –
Ginny lo guardò con aria di sfida. Non aveva alcuna
intenzione di andarsene.
…………………
-Sundler!-
Max si girò e si trovò di fronte Ronald Weasley e Dean
Thomas, con delle facce tutt’altro che rassicuranti. Comunque decise di non far
vedere la sua preoccupazione e rispose sorridendo –Ciao! Tutto bene ragazzi?-
-Tutto bene un corno, Sundler. Lascia stare mia sorella.-
Max assunse un’aria sorpresa. Ginny? Cosa c’entrava? Non le
aveva fatto assolutamente nulla di male, che cavolo volevano quei due?
-Già Sundler, sappiamo che vuoi solo divertirti con Gin, e
sappiamo anche che non sei il bravo ragazzo che tutti credono! Questa storia
dura da troppo tempo, bisogna finirla! O lasci stare Ginny o te la vedrai con
noi-
-Io non ho fatto assolutamente nulla a Ginny- Cavolo, lei non
gli aveva mai detto che Dean fosse uno squilibrato. Su Ron aveva dei dubbi, ma
l’altro gli era sempre sembrato normale, almeno fino a quel momento.
I due gli si avvicinarono pericolosamente. Merda. Le cose
si mettono male. –Non ho fatto nulla a Ginny, chiedeteglielo se non mi
credete. E smettetela di prendervela con la gente per delle sciocchezze.-
-Ah, così mia sorella sarebbe una sciocchezza?- Ron era
diventato paonazzo.
-Ma no che non è una sciocchezza! Io amo Ginevra. Non la sto
prendendo in giro, assolutamente.-
…………………
-Weasley, piantala di sfidarmi, altrimenti potrei farti
davvero male!-
-E allora perché non lo fai, Malfoy? Io non mi sto certo
opponendo! O devo pensare che tu sei tanto sbruffone solo a parole?-
Draco si lanciò verso la ragazza, afferrandola per un polso.
Ginny sentì un dolore lancinante, il biondino era molto più forte di quanto
sembrasse. In un secondo si ritrovò con la schiena buttata violentemente contro
il tronco dell’albero e Malfoy a pochi centimetri di distanza, con un’espressione
minacciosa in volto, la mano destra ancora intorno al polso della sua
“prigioniera”, l’altra che serrava con forza il collo della ragazza.
Lei chiuse gli occhi di scatto, aspettandosi che da un
momento all’altro il giovane mettesse in atto le sue minacce. Ma si sentì
inaspettatamente liberare dalla stretta.
-Va’ via, Weasley. Altrimenti potrei pentirmi di averti
lasciata e tornare sui miei passi.-
Ginny lo guardò dritto negli occhi. Piano piano stava
recuperando la forza di parlare. Si schiarì la voce, ancora leggermente rauca a
causa della stretta del ragazzo. –Vedi Malfoy? Tu non sei cattivo, altrimenti
mi avresti fatto male sul serio. Allora perché devi fare così?-
Detto questo si voltò e corse in direzione del castello,
lasciando Draco esterrefatto. Ma come? Per poco lui non l’ammazzava di botte e
lei gli diceva che non era cattivo? Si passò una mano fra i capelli,
sospirando, poi si rese conto che gli era passata tutta la voglie di stare lì
fuori al gelo e decise di imitare la rossa, avviandosi anche lui verso la
scuola.
Devo finire la chiacchierata con la Weasley si disse Credo
che potrebbe uscirne fuori qualcosa d’interessante.
………………
-Insomma, la volete finire di dire cavolate voi due?- Max
non ce la faceva più. Quei due stavano diventando insopportabili, e Ron aveva
un’aria a dir poco inquietante. Di certo non aveva buone intenzioni, senza
contare che era circa il doppio di Max.
-E piantala di fare il santarellino, Sundler! Io e Ron
sappiamo benissimo che per te Gin è un giocattolo! Lasciala stare, lei merita
di più!-
-Più di che cosa, Dean?-
I tre ragazzi si voltarono di scatto, per poi trovarsi di
fronte Ginny Weasley, con uno sguardo incredibilmente irritato. –Come diavolo
vi siete permessi di venire ad importunare il mio ragazzo? Siete davvero
patetici! Dean, sappi che se anche dovessi rompere con Max non tornerei certo
da te! E tu, Ron…sei assolutamente disgustoso!-
Detto ciò, camminò a passo spedito verso Max, prendendolo
per un braccio ed avviandosi verso la biblioteca. –Aiutami a studiare, Max-
…………………
Ma come hanno potuto? Merlino mio, ma si rendono conto di
quanto sono ridicoli? Ginny non riusciva ancora a credere che Ron e Dean si
fossero realmente comportati realmente in modo tanto ridicolo.
Era da sola in sala grande, rigirando le pagine del libro di
Difesa contro le Arti Oscure, e ripensando agli avvenimenti del giorno
precedente.
-Guarda un po’ chi abbiamo qui! Baby Weasley!-
Ginny si voltò, trovandosi faccia a faccia con Draco Malfoy.
Oh no! Di nuovo lui! Che cavolo vorrà ora?
-Malfoy smamma, sto tentando di studiare!-
-Ma come, ti do fastidio bimba? Eppure mi sembrava che mi
avessi detto che non sono cattivo, no?-
-Già, non sei cattivo, ma di certo sei rompiscatole! Vedi di
andartene quindi, perché non ho assolutamente tempo da perdere con te.-
Il biondino sorrise sarcastico. –Di cattivo umore, eh?-
-Da cosa l’hai notato?- rispose lei, chiudendo il libro di
scatto e alzandosi nel tentativo di lasciare la sala. Purtroppo, però, Draco
non aveva intenzione di lasciarla andare. Aveva deciso di finire di parlare con
lei, e avrebbero finito di parlare. Non poteva credere di riuscire a cavarsela
così.
Le passò una mano dietro la nuca e avvicinò le labbra al suo orecchio. –ho solo
voglia di fare una chiacchieratine, Weasley, niente di più. Credo che le cose
che mi hai detto ieri siano piuttosto interessanti, e vorrei discuterne con
te.-
Quando si allontanò da lei, si accorse che la ragazza era
incredibilmente arrossita, e aveva un’espressione più che stupita sul volto.
-Malfoy, piantala di prendermi in giro-
-non ti sto prendendo in giro, Weasley, assolutamente.
Voglio solo parlare, te l’ho detto.-
La prese per mano e la condusse fuori dalla sala grande, per
un lungo corridoio e poi la spinse in una vecchia aula.
-Che diamine vuoi?- Ginny cominciava ad avere paura, il
comportamento del ragazzo non era normale.
-Cosa ti dice che non sono cattivo, Weasley?-
Lei rimase per un momento bloccata, non sapendo esattamente
come comportarsi, poi decise di rispondere –Lo vedo dal tuo sguardo-
-Cos’avrebbe di strano il mio sguardo?-
-Non è quello di una persona malvagia, Malfoy-
-Che ne sai tu di persone malvagie, Weasley?-
-Ne ho incontrate parecchie- rispose lei, abbassando lo
sguardo.
Era improvvisamente diventata vulnerabile, perdendo la fierezza
che fino a quel momento l’aveva contraddistinta. Draco si ritrovò, senza sapere
bene come, ad accarezzarle dolcemente il volto, spingendola a guardarlo negli
occhi. –Come può una ragazza adorabile come te aver incontrato delle persone
malvagie, Weasley?-
Ginny arrossì, poi disse –Sai benissimo che ne ho incontrate
parecchie Malfoy. Non fare il finto tonto. E poi non sono tanto adorabile!-
-Sei una peperina, Weasley, e se fossi al posto di Sundler
farei fatica a sopportarti, però in fondo non sei male. E poi hai davvero
l’aria adorabile-
-Piantala Malfoy!- rispose lei, acida. Draco le lanciò uno sguardo
duro. –Era un complimento, Weasley- così dicendo, uscì dalla vecchia aula
lasciando Ginny dentro, da sola.
FINE VIII CAPITOLO!
Allora, cosa ne pensate? Non mi sembra poi tanto male…il
prox, xò, sarà migliore, o almeno dovrebbe essere tale.
Spero vivamente di non avervi deluso!
Cmq passo hai ringraziamenti:
**Mary87**_ Sempre meravigliosa, cara! Ti ringrazio!!!
malesia_Ciao!!!!!!!! Sono immensamente felice che la mia fanfic ti piaccia,
tesoro! ^_____^ (Me fa i salti di gioia per la stanza…). Comunque non ti
preoccupare, è ASSOLUTAMENTE una Ginny/Draco, Dean, come avrai cominciato a
capire, è presente solo per rendere la vita impossibile alla nostra cara
Weasleina. Spero che il nuovo capitolo ti sia piaciuto!
Mitika_viola _la mia beta-reader ufficiale!!!!!!!!!!!!!
Allora, come sempre ti ringrazio per aver sopportato le mie lagne! Fra 1 po’ ti
mando il prox capitolo! Deb_dolcissima! spero di non averti deluso
Sono tornata! Non vi dico molto, perché sarebbe una
crudeltà farvi aspettare ancora di più, perciò vi auguro buona lettura!
Ringraziamenti e scuse alla fine.
Sammy
Capitolo 9 (finalmente!). cambiamenti
-Sei una peperina, Weasley, e se fossi al posto
di Sundler farei fatica a sopportarti, però in fondo non sei male. E poi hai
davvero l’aria adorabile-
Ma come aveva potuto dirle una cosa simile?
Doveva essere assolutamente impazzito! Aveva sempre odiato quella stupida
ragazzina ed ora si metteva a fare lo sdolcinato con lei? Gli era andato di
volta il cervello. E poi, per quale diavolo di motivo si era arrabbiato quando
lei gli aveva risposto male? Loro due non facevano altro che maltrattarsi, come
poteva pretendere che lei lo trattasse bene? E poi, cosa gli importava del
comportamento di quell’insulsa babbanofila? Draco non riusciva assolutamente a
spiegarselo, sapeva solo che in quel momento si era sentito terribilmente
arrabbiato, addirittura furioso, e solo perché lei gli aveva risposto male. Il
mondo stava andando alla rovescia!
Doveva smettere di perdere tempo dietro a quella
bambinetta e tornare a godersi la vita. Stava di nuovo trascurando la sua
Emily, che ovviamente se l’era presa in maniera incredibile, e solo per pensare
ad una Weasley. Non poteva permetterle di rovinargli la vita. Non poteva
assolutamente.
…………………
Il tramonto era davvero stupendo. Gli ultimi
raggi di sole facevano brillare la neve che ricopriva il giardino di Hogwarts,
producendo uno splendido effetto rossastro. – La vede la neve? Ricorda le tue
guance quando arrossisci- le aveva detto Max. Com’era dolce!
Doveva fare piuttosto freddo, visto che gli altri ragazzi che passeggiavano nel
parco tremavano. Lei però stava bene, non avvertiva il freddo. Il forte
abbraccio di Max la riscaldava. Erano lì, in quella posizione, seduti sul
soffice manto di neve, stretti l’un l’altra, da circa un’ora, e da una
mezz’oretta erano in silenzio assoluto. Guardavano il tramonto, rivolgendosi
ogni tanto tenere occhiate. Non avevano bisogno di parole. Anzi, in quel
momento così romantico sarebbero state veramente superflue.
Ginny si voltò verso il suo ragazzo, che
continuava a fissare un punto indefinito sull’orizzonte. Si era fatto
improvvisamente serio. Forse anche un po’ triste. Chissà a cosa stava pensando…
avrebbe voluto chiederglielo, ma le parole non le uscirono di bocca, come se la
sua voce volesse impedirle di spezzare quell’idillio. Allora avvicinò le labbra
alla guancia destra di lui e vi posò un lieve bacio. Max si voltò verso di lei
e le sorrise, un sorriso dolce e pieno d’amore. Accostò il suo volto a quello
della ragazza e, dopo averle sussurrato un tenero “Ti amo”, la baciò.
…………………
L’annuncio di Silente aveva messo in subbuglio i
quattro tavoli. Probabilmente solo Draco era rimasto totalmente impassibile di
fronte alla novità. Un ballo? Bene. E se non ci fosse stato, sarebbe andato
bene lo stesso. A lui che importava? Aveva cose migliori a cui pensare.
Afferrò il libro di pozioni ed iniziò a ripetere
la lezione, ignorando palesemente gli sguardi adoranti che gli rivolgeva Pansy
Parkinson. Stupida oca fu il suo unico pensiero.
…………………
-Non avrai intenzione di andare al ballo con
Sundler, vero?-
Ginny fulminò con uno sguardo il fratello.
–Dalle mie parti si saluta, quando s’incontra una persona, Ron. Non si comincia
direttamente a parlare. E soprattutto non con questo tono.-
-Io uso il tono che voglio quando parlo con te,
perché sei mia sorella e sei più piccola-
-Non mi risulta che Charlie si rivolga così a
te. Eppure è tuo fratello, ed è di parecchio più grande di te.-
-Sì, ma tu sei ancora una bambina!- -Non più di
quanto lo sia tu!- Ginny si era veramente innervosita –e con questo considero
chiuso il discorso, Ronald. Smettila di trattarmi come se avessi due anni. Ne
ho quindici e so perfettamente cavarmela da sola! E poi Max è un ragazzo
fantastico e non trovo nemmeno un buon motivo per cui tu possa permetterti di
impedirmi di vederlo.-
Detto questo, la rossa si alzò e abbandonò la
sala comune. Doveva stare più attenta ed evitare d’incontrare Ron quando non
era sotto la “supervisione” di Harry e di Hermione, altrimenti avrebbe
ricominciato con quella solfa. E difficilmente lei sarebbe riuscita a
trattenersi. Probabilmente l’avrebbe schiantato, se non di peggio.
Maledicendo Ron, si infilò sotto le coperte e, dopo aver salutato le compagne
di stanza, chiuse gli occhi. Faticò un po’ ad addormentarsi, però bene o male
riuscì a togliersi il fratello dalla testa e ad abbandonarsi tra le braccia di
Morfeo.
La Sala Grande era allegra e il
vociferare di tutti i suoi compagni la metteva di buon umore. Max si era appena
allontanato per andare a prenderle da bere, dopo averle ripetuto per la
millesima volta quanto fosse bella con l’abito che le aveva donato la zia
Felia.
Lei cominciò a vagare per il salone,
ripetendo “Buon Natale” una decina di volte almeno. Si era appena fermata a
parlare con Neville Paciock, quando sentì un forte, avvolgente odore di mente.
Si voltò, e si ritrovò di fronte un ragazzo. Era sempre lo stesso, lo sentiva,
però come al solito non riusciva a vederne il volto. –Vieni fuori, dobbiamo
parlare-
Lei lo seguì subito, come rapita, e
uscì in giardino, lasciando Max da solo. –Che cosa dovevi dirmi?- Lui era di
spalle, sulla riva del lago. –Ancora non abbiamo terminato il nostro discorso.
Hai la capacità di lasciare sempre tutto a metà.-
Lentamente, la forma del ragazzo
cominciava a diventare sempre più definita, e la figura acquisiva colore. Aveva
il mantello che lo copriva interamente, però, capelli compresi. Per fortuna, si
stava girando. Finalmente avrebbe potuto sapere chi era…
-Ginny! Svegliati, è tardissimo! Devi muoverti,
o noi scendiamo e mangiamo tutto, e tu resti senza colazione.-
Era Margareth, una sua compagna di stanza, che a
quanto pare stava provando a svegliarla da parecchio tempo.
Cavolo, nemmeno stavolta ho scoperto chi era.
Però, a quanto sembra lo saprò al ballo!
Non vedeva l’ora di scoprirlo.
…………………
Ginny Weasley. Stavano insieme da pochi mesi, ma
era come se fosse sempre stata sua. Come se fosse nata per essere sua. Ma non
era così, e lui lo sapeva bene. Ginny Weasley non era di Max Sundler. Non lo
sarebbe mai stata. Lei era di un altro, e lui aveva il compito di spingerla fra
le braccia di quest’altro. Un altro che non la meritava, un altro che l’avrebbe
fatta soffrire. Un altro che non era lui. Ma perché il mondo è tanto ingiusto?
Per quale motivo non sarebbe potuto restare tutto così com’era? No, tutto
doveva modificarsi, perché la vita è ingiusta, è orrenda, e fa soffrire,
nessuno sulla faccia della Terra è felice: soffrono tutti. Non sarebbe stato
più facile rendere tutti felici? Perché lui e Ginny avrebbero dovuto soffrire?
Già, ma se lei avesse sofferto sarebbe stata
anche colpa sua. Non avrebbe mai dovuto rivelarle i suoi sentimenti. Cosa gli
era passato per la testa? Mai e poi mai avrebbe dovuto diventare il ragazzo di
Ginny. Avrebbe dovuto trovare una scusa per lasciarla. Ma con che coraggio? Non
ci sarebbe mai riuscito.La sua vita,
senza di lei, non sarebbe stata la stessa. Sarebbe stata cupa, triste,
squallida. Ma poi, dov’era scritto che Ginny doveva stare con questo tizio e
non con lui? Non poteva esserci un errore?
Basta, non l’avrebbe lasciata. Sarebbe stato
ingiusto, avrebbero sofferto entrambi senza un reale motivo. Per una volta
nella sua vita si sarebbe comportato egoisticamente.
Fine nono capitolo! Mi dispiace molto che sia
tanto corto, ma come vi ho detto il mio pc si blocca dopo due minuti e mi è
impossibile scrivere capitoli molto lunghi. Comunque vi giuro che troverò il
modo di scrivere un decimo capitolo decentemente lungo, giurin giurello!
Allora, prima di tutto dedico questo capitolo al
mio nuovo amore Christian (anche se effettivamente non è che sia un capolavoro
di capitolo). Poi rivolgo un ringraziamento generale a tutti coloro che hanno
recensito l’ottavo capitolo e che ringrazierò in maniera migliore nel decimo
cap. (giuro anche questo!)
Spero che non vi abbia fatto proprio pena e
ringrazio tutti i lettori che, passando sopra alla mia assenza, hanno deciso di
leggere l’aggiornamento, e spero tanto che vogliano lasciare una bella
recensione.
Spero di potervi sentire al più presto.
Ciao!!!!!!! Allora, non perdo l’occasione per scusarmi
nuovamente per il pasticcio dell’altra volta, ho fatto passare un casino di
tempo per postare un capitolo men che mediocre, ma purtroppo non mi è stato
possibile scrivere di più e meglio, a causa della ribellione del mio pc.
Comunque spero vivamente che questa volta il risultato sia leggermente
superiore a quello del decimo capitolo. Buona lettura!
Sammy
N.B. d’ora in poi i sogni di Draco e Ginny saranno
indicati in carattere diverso, arial corsivo – questo –, poiché il
computer da cui posto i capitoli, quello di mio padre, è un windows XP che, non
si sa bene per quale astruso motivo, non mi legge il Garamond, il carattere che
avevo normalmente usato per quella parte della storia.
Capitolo 10. SILENT
NIGHT
Quando
Draco si recò all’appuntamento con Emily, la vecchia aula di Babbanologia era
ancora vuota. Il ragazzo, allora, nell’attesa della bella Corvonero, prese a
girare per la classe ormai in disuso, giocherellando con strani oggetti
babbani. Afferrò un aggeggio dall’aria piuttosto insolita, una specie di
scatola con due fessure sulla parte superiore e, su di un lato, un’etichetta
attaccata grossolanamente, con su scritto “tostapane”. Dopo aver fatto
una smorfia, il biondino posò l’oggetto ed andò a sedersi su una sedia, che
però scricchiolò fortemente sotto il suo peso, così decise di andare ad
accomodarsi sulla cattedra, continuando a guardarsi intorno e lanciando, di
tanto in tanto, uno sguardo fugace verso la porta dell’aula.
Circa
dieci minuti dopo, quella porta si aprì, lasciando entrare la ragazza. Lui
sorrise, si era agghindata come se fosse dovuta andare ad una festa. I lunghi
capelli castani scuri erano stati meticolosamente arricciati e raccolti in una
coda alta, una lunga linea nera sulle palpebre le faceva risaltare gli occhioni
color nocciola, sorridenti come al solito, ed un leggero strato i lucidalabbra
le faceva brillare la bocca. Indossava un maglioncino rosa a collo alto ed una
minigonna di jeans tempestata di strass, e calze velate e stivali neri.
Draco
scese dalla cattedra e le andò incontro, prendendola fra le forti braccia.
–Buona sera, Emily. Come mai tanto carina?-
…………………
Mancavano cinque ore al ballo, e Ginny stava guardando
per la millesima volta il vestito donatole dalla zia, per vedere se c’era
bisogno di qualche aggiustatina. Tuttavia sembrava perfetto, pronto per essere
indossato. Le sue compagne di stanza ancora non si erano fatte vedere,
probabilmente avrebbero cominciato a prepararsi mezz’ora prima dell’inizio
della festa, per essere poi pronte due ore dopo. Ginny non avrebbe mai fatto
aspettare Max. A costo di iniziare in quel preciso istante, per le nove meno un
quarto, l’ora dell’appuntamento, sarebbe stata prontissima.
…………………
Neville tentava per la decima volta di annodarsi la
cravatta, ottenendo come unico risultato di scatenare l’ilarità dei suoi
compagni di stanza, in particolare di Seamus, a causa dell’aggrovigliamento che
era stato capace di creare. Possibile che a sedici anni suonati dovesse farsi
sistemare la cravatta dai compagni di stanza? Harry, intanto, continuava a
guardare le scarpe che di lì a poco avrebbe dovuto indossare, notando solo in
quel momento quanto fossero sporche. Ron, invece, era già pronto, almeno
secondo i suoi canoni: i capelli totalmente arruffati facevano concorrenza a
quelli del migliore amico, la scarpa sinistra era ancora slacciata, cosa di cui
lui non s’importava minimamente nonostante avesse rischiato già varie volte di
cadere, e la camicia era terribilmente stropicciata (Harry, per un momento,
aveva pensato alla faccia che Molly Waesley avrebbe fatto vedendo il minore dei
figli in quello stato ed era scoppiato a ridere, apparentemente senza un
motivo, scioccando gli amici). D’altra parte, il rosso ancora non riusciva a
trovare un solo buon motivo per andare a quello stupidissimo ballo. Hermione,
remore della litigata dell’anno prima a causa di Krum, aveva deciso di andare
al ballo con un altro, sicura che tanto Ronald si sarebbe offerto come suo
accompagnatore solo in casi estremi, e così il ragazzo aveva finito per
accoppiarsi con una tipa di Tassorosso, Natalie Fester, che non aveva mai visto
prima ma che era parente di Neville. Be’, almeno il ragazzo serviva a qualcosa!
Dean non smise un secondo di guardarsi allo specchio,
sistemandosi i capelli neri nel tentativo di sembrare affascinante agli occhi
di Ginny. Per un secondo si immobilizzò, cercando di ricordare il nome della
sua compagna, ma non ci riuscì, tuttavia non se ne interessò più di tanto.
Avrebbe evitato di chiamarla per nome, ecco tutto. Non sarebbe stato così
difficile.
Erano le otto e mezza quando i ragazzi cominciarono a
scendere in Sala Comune, nonostante non avessero la benché minima speranza di
vedere scendere le loro ragazze, di lì a un’ora. Ron si annoiava di
allontanarsi da Harry per raggiungere il dormitorio di Tassorosso e decise così
di aspettare prima di andare da Natalie.
…………………
Hermione si era accampata nella stanza delle studentesse
del quinto anno, pur di non sentir più starnazzare Lavanda, però la situazione
non era cambiata molto. Però, per fortuna, ora era appoggiata da Ginny.
Le due,
chiacchierando del più e del meno, si erano preparate al meglio per la serata.
La bruna stava legandosi i capelli in una coda alta quando bussarono alla
porta. Ginny, infilandosi in bocca la matita per gli occhi, allo scopo di avere
almeno una delle mani libere, mentre l’altra era occupata dalla lacca, andò ad
aprire, trovandosi davanti una Calì disperata, che si lamentava perché l’abito
non le donava. La rossa, a dire il vero, non ci trovava assolutamente nulla di
strano, però la ragazza era paranoica, si sapeva benissimo, e così decise di
aiutarla, pur di levarsela da davanti. La fece sedere sul suo letto (cosa che
infastidì non poco Hermione. “Ma è una persecuzione! Me le ritrovo
dappertutto!”) e cominciò a squadrarla, apportando piccole modifiche che
rendevano ancora più bello l’abito. Alla fine, Calì non era totalmente
convinta, ma il fatto che ci avesse messo le mani Ginny la rassicurava non
poco. Questo però non portò l’ospite indesiderato ad andarsene, anzi! La spinse
a restare a vedere come si preparava la piccola Weasley. Questa, dal canto suo,
cercò di apparire il meno scocciata possibile (cosa che, invece, Hermione non
provò assolutamente a fare. Continuò a prepararsi senza proferire parola,
guardando torva la compagna di tanto in tanto).
Alla fine, dopo circa sei ore di estenuanti preparativi, il
gruppo si decise a scendere dai ragazzi, che dal canto loro stavano ancora
aspettando, chi pazientemente chi un po’ meno, le loro accompagnatrici.
…………………
Draco non aveva nessunissima voglia di andare al ballo,
nemmeno la prospettiva di una serata con Emily lo faceva stare meglio. Avrebbe
potuto impiegare quel tempo in modi molto più divertenti, con o senza la sua
ragazza. Aveva in mente almeno una quarantina di occupazioni che lo
interessavano di più che ballare tutta la serata fra una marea di gente.
Si alzò e si sistemò velocemente i capelli biondissimi di
fronte allo specchio, per poi uscire dalla camera sperando di trovare già fuori
dal dormitorio dei Corvonero la sua Emily. Ma, ovviamente, non fu così.
Diavolo. Avrebbe anche dovuto aspettare. La serata non cominciava per niente
bene.
…………………
E così sto per scoprire chi è il famoso ragazzo del sogno!
Ginny era emozionata ed intimorita al tempo stesso. Era
stretta al braccio sinistro di Max e camminavano abbracciati verso la Sala
Grande, ma non riusciva a non pensare a nulla al di fuori del sogno. Era
eccitata ed intimorita allo stesso tempo. Avrebbe potuto essere chiunque. E
avrebbe anche potuto non essere. Già. Chi le diceva che il sogno si sarebbe
avverato? Non aveva mai creduto in queste stupidaggini! Stava diventando
patetica… E, oltretutto, perché gli altri sogni non si sono avverati?Be’,
magari cronologicamente gli avvenimenti erano successivi… In fondo, non
riusciva a credere che non sarebbe accaduto nulla, quella notte. E, se non
fosse successo niente, lei ci sarebbe rimasta malissimo, anche se continuava a
ripetersi che, in fin dei conti, non le importava poi tanto.
Giunta davanti all’enorme porta della Sala Grande, prima di
varcare la soglia Ginny inspirò a fondo e chiuse gli occhi. Quella sera avrebbe
potuto sconvolgerle la vita.
…………………
Draco strinse forte la mano di Emily. Dato che era
obbligato, almeno per il momento, a stare in quello che, al momento, gli
sembrava un patibolo, voleva godersi il più possibile quegli attimi. Anche se
gli sembrava quasi impossibile “godere” in mezzo a tutto quel casino. Le
ragazzine più piccole strillavano come paperelle impazzite, soprattutto quelle
le novelline, al loro primissimo ballo ad Hogwarts. Che ci troveranno poi di
tanto speciale? Non poteva fare a meno di chiedersi il biondino. Un
inferno. Ecco cos’era per lui. Il Natale avrebbe dovuto essere un momento
felice, allora perché fare di tutto per rovinarglielo?
…………………
La
Sala Grande era allegra e il vociferare di tutti i suoi compagni la metteva di
buon umore. Tutto come nel sogno. Non faceva altro che ripeterselo. Max
era terribilmente dolce, la stringeva forte a sé, ma, per la prima volta da
quando si erano innamorati, la sua mente non era concentrata su di lui, ma su
qualcos’altro. Sempre lo stesso “qualcos’altro”, in effetti. Il ragazzo le si
staccò lentamente, guardandola in maniera piuttosto strana. Se n’è accorto! Pensò lei, con aria colpevole. Ma, d’altra parte, avere la testa fra
le nuvole non era certo un reato… Il brunetto le sorrise, prima di stamparle un
dolce bacio sulla guancia destra, leggermente imporporata.
-Vado a prendere da bere-
Il cuore di Ginny perse un battito. Come nel sogno. Di nuovo. Avrebbe
preferito morire. Improvvisamente, aveva paura. Avrebbe voluto non trovarsi lì,
non aver mai fatto quei sogni…e invece era lì, e non riusciva a fare nemmeno un
passo per uscire dalla Sala Grande, pur sapendo che era la cosa migliore da
fare. Il cervello continuava a ripeterle di rispondere di no, che non aveva
sete, che voleva ballare con lui ancora un po’, ma la sua bocca sembrava
totalmente autonoma, in quel momento. –Va bene- rispose, e vide il ragazzo
allontanarsi da lei. Cavolo.
Non doveva andare così. Lei e Max avrebbero dovuto essere per sempre felici e
contenti. E invece no. Ci si metteva di mezzo un sogno a rovinarle la vita.
Prima non vedeva l’ora di scoprire chi fosse il misterioso ragazzo, adesso
avrebbe preferito morire pur di venirlo a sapere. Si era fatta strada in lei la
consapevolezza che quel ragazzo l’avrebbe probabilmente allontanata da Max. E
non era ciò che voleva lei. O sì? Se si fosse allontanata da Max, sarebbe stato
perché non lo amava più. Non aveva mai pensato a quest’eventualità. Loro due si
amavano, non si sarebbero mai potuti lasciare. O almeno, questo era quello che
lei aveva sempre pensato. Fino a quel momento, almeno. Ora stava cominciando a
rendersi conto del fatto che non era detto che il loro amore fosse eterno. Lei
avrebbe potuto trovare di meglio. LUI avrebbe potuto trovare di meglio. NO! No, non riusciva ad accettarlo,
non poteva accettarlo. Sarebbero stati insieme per sempre. Già. Chissà perché
il suo cuore le diceva il contrario.
Non riusciva più a stare ferma, così cominciò a vagare per il salone, proprio come
era accaduto nel sogno, ripetendo “Buon Natale” a tutti i conoscenti che
incrociava. Si sentiva nervosa, voleva scappare, uscire dalla Sala Grande, ma
non si sa per quale motivo si stava dirigendo da tutt’altra parte. Da Neville
Paciock, per l’esattezza. Perché nel sogno lei aveva parlato con Neville. E
allora, perché non farlo? –ciao Neville!- disse, per poi darsi mentalmente
della deficiente. Voleva che il suo sogno rimanesse tale, eppure stava facendo
di tutto pur di farlo avverare. Però, ormai era fatta. Stava parlando del più e
del meno con l’amico, pur non essendo mentalmente presente, quando,
all’improvviso…
…………………
Emily
era rimasta tutto il tempo attaccata a Nicole. Ma era possibile? Era andata al
ballo con lui, non con quella zecca dell’amica, diamine! Draco, seduto intorno
ad uno dei tavolini circolari che Silente aveva fatto apparire nella Sala
Grande appositamente per la festa, chiuse forte gli occhi, nel tentativo di
estraniarsi per pochi secondi dal resto del mondo. Tutto inutile. La voce della
sua ragazza che chiacchierava insistentemente con la migliore amica continuava
a giungergli chiaramente alle orecchie, così come quelle di tutti gli altri alunni
di Hogwarts. Si alzò di scatto, senza nemmeno degnare di un’occhiata la sua
accompagnatrice, e cominciò a passeggiare per il salone. Provò a raggiungere
l’uscita, ma gli fu impossibile. Una barriera umana gli impedì di
avvicinarvisi. Così prese a vagare senza una meta precisa. Gli bastava stare
lontano da quelle due, al momento. Era imbestialito. Come si permetteva di
ignorarlo così palesemente? Non voleva pensarci. Doveva trovare qualcosa da
fare… Improvvisamente, il suo sguardo si posò su una persona a cui aveva
dedicato la maggior parte dei suoi pensieri, negli ultimi tempi, e a cui,
proprio quel giorno, non avrebbe voluto pensare. Ginny Weasley.
…………………
Odore
di menta. Fortissimo, avvolgente odore di menta. Proprio quello del sogno, così
caldo, dolce… Si voltò di scatto, anche se un po’ intimorita. D’altro canto
avrebbe potuto ritrovarsi di fronte chiunque, anche…Draco Malfoy. Che cosa significa? Ginny sbiancò improvvisamente,
trovandosi di fronte il biondo serpeverde. –Baby Weasley! Ti senti male? Sembra
che tu abbia visto un fantasma!- le chiese, sempre con quel suo ghigno
insopportabile-Ma…Malfoy!- balbettò lei, ancora incredula. No, non era
possibile. Malfoy il ragazzo del sogno? Inspirò profondamente, nel tentativo di
capire da cosa provenisse il profumo incriminato. Non c’erano dubbi. Era la
pelle di Draco ad emanarlo. Chiuse gli occhi per riprendersi un po’, non poteva
comportarsi come un pesce lesso, aveva pur sempre di fronte Malfoy! Se non
fosse stata pronta, lui l’avrebbe di certo umiliata. – Che c’è, Malfoy, non hai
niente di meglio da fare che perdere tempo con me, stasera? La tua ragazza ti
ha lasciato in bianco?- Lui divenne rosso. Diavolo, l’aveva fatto arrabbiare. E
tanto, anche! Cavolo, cavolo, cavolo. Pensò.
…………………
-La
tua ragazza ti ha lasciato in bianco?-
L’avrebbe
uccisa, lì, all’istante. Stupida pezzente. Cosa ne sapeva lei, di lui ed Emily?
Lurida babbanofila. E lui, avrebbe dovuto innamorarsi di lei? Schifosa
puttanella. Gliel’avrebbe fatta pagare. Quando mai aveva creduto ai sogni, lui?
Ed ora, per colpa di uno stupido sogno era andato lì a farsi insultare da
quella…quella….aveva probabilmente finito tutti gli insulti possibili, cosicché
si trovò ad apostrofarla nuovamente “lurida pezzente”.
-Vieni
fuori, Weasley. Dobbiamo parlare.-
Le
avrebbe fatto ingoiare tutto quello che aveva detto.
…………………
-Vieni
fuori, Weasley. Dobbiamo parlare.-
Questa
semplice frase la terrorizzò, per due sostanziali motivi: 1- il tono di Malfoy
era tutt’altro che rassicurante
2-
il ragazzo del sogno diceva esattamente la stessa cosa. Certo che il modo in
cui le si era rivolto nel sogno era totalmente diverso… Fatto sta che lei
decise di seguirlo.
Lui
la guidò fuori, nell’enorme parco del castello, e camminarono un bel po’, in silenzio.
Dopo un po’, lui si fermò, e Ginny, finalmente, si decise a parlare, dato che il
serpeverde non sembrava ancora disposto a farlo. Se devo morire, meglio
farlo in fretta. Pensò la rossa. –Che cosa dovevi dirmi?- Lui era di
spalle, sulla riva del lago. –Ancora non abbiamo terminato il nostro discorso.
Hai la capacità di lasciare sempre tutto a metà.-
WOW!!!!!! Ho finalmente terminato anche il decimo
capitolo!!!!!!!!! Mi scuso per il ritardo, anche se di sicuro è meno dell’altra
volta…purtroppo per Natale sono stata piuttosto impegnata, tra gita scolastica,
regali, problemucci con il mio ragazzo, il tempo è volato…Comunque sono di
nuovo qui, per augurarvi un Natale con i fiocchi!!!!!!!!!!!!
Per scaramanzia, non dico anche “Buon Anno”… nella speranza di riuscire a
dirvelo nell’undicesimo capitolo!
Un bacione a tutti i lettori, e mi raccomando, lasciate
un commentuccio, eh?
Eccomi di nuovo qui da voi, con l’undicesimo capitolo
Eccomi di nuovo qui da voi, con l’undicesimo
capitolo!!!!!! Finalmente, direte….be’, che dire, se non aggiorno tardi non
sono io! Cmq, vi chiedo scusa, anche se oramai sarete annoiati dalle mie
richieste di perdono!
Ah…prima di tutto…BUON ANNO!!!!! Sperando che il 2005 veda realizzati tutti i
vostri (e magari anche i miei) desideri. Ora, vi lascio alla fanfic, ma prima
volevo dirvi che questo capitolo sarà completamente incentrato su Draco e
Ginny. Spero che vi piaccia!
Buon divertimento!
Sammy
Capitolo 11. L’’AMORE, VERAMENTE
**-Vieni fuori, Weasley. Dobbiamo parlare.-
Questa semplice frase la terrorizzò, per due
sostanziali motivi: 1- il tono di Malfoy era tutt’altro che rassicurante
2- il ragazzo del sogno diceva esattamente la
stessa cosa. Certo che il modo in cui le si era rivolto nel sogno era
totalmente diverso… Fatto sta che lei decise di seguirlo.
Lui la guidò fuori, nell’enorme parco del
castello, e camminarono un bel po’, in silenzio. Dopo un po’, lui si fermò, e
Ginny, finalmente, si decise a parlare, dato che il serpeverde non sembrava
ancora disposto a farlo. Se devo morire, meglio farlo in fretta. Pensò
la rossa. –Che cosa dovevi dirmi?- Lui era di spalle, sulla riva del lago.
–Ancora non abbiamo terminato il nostro discorso. Hai la capacità di lasciare
sempre tutto a metà.-**
-Discorso? Di quale discorso parli, Malfoy?-
Ginny guardò Draco con sguardo interrogativo. Lui sbuffò. Quella sciocca
veramente non aveva capito di cosa lui stesse parlando. Ma perché non si faceva
una bella cura di fosforo? Probabilmente loro due avevano fatto solo quel
discorso insieme, insomma, dubitava di essersi mai soffermato a rivolgerle più
di due parole intelligenti, che andassero oltre lo “stupida grifondoro” o il
“lurida pezzente”.
-Cavolo Weasley, memoria zero tu, eh? Ti dicono
nulla le frasi *vedi Malfoy, tu non sei cattivo* e *il tuo sguardo non è quello
di una persona malvagia*?-
Ginny si bloccò per un secondo, tanto le bastò
per rendersi conto che quella “chiacchierata” con Malfoy non le sarebbe
piaciuta per nulla, meno di quanto si sarebbe aspettata.
-Ehm… scusa, ma non capisco cosa tu voglia
sapere… è la terza volta che torni su questo discorso, che io, a dire il vero,
consideravo chiuso da un pezzo.-
-Be’, Weasley, se sono tornato un’altra volta a
parlartene è perché le tue risposte non sono state esaurienti.-
-Per quel che mi riguarda puoi anche andar via,
perché non avrai risposte differenti, stasera, Malfoy. –
-Ed io invece non ho intenzione di andarmene.
Mia cara, sei già stata così maleducata da offendermi dopo che ti avevo fatto
un complimento ed ora hai anche il coraggio di cacciarmi, da un posto che,
oltretutto, non è nemmeno di tua proprietà e in cui io ho ogni diritto di
stare? Mi sorprendi, ragazzina, credevo che i tuoi genitori, pur non avendoti
offerto molte cose a causa delle vostre…come le chiamate voi?…ah, sì,
ristrettezze economiche, fossero stati in grado di darti un’educazione. Ma, a
quanto pare, mi sbagliavo-
La rossa lo guardò con una faccia a metà fra il
disgustato ed il furioso. Gli avrebbe volentieri spaccato la faccia, ma non era
il caso di provarci, lui era sicuramente più grande e più forte di lei…doveva
controllarsi. Ma cosa fare? Non voleva stare ad ascoltare altri insulti rivolti
a lei o alla sua famiglia, e sapeva che gli unici due modi di zittirlo erano
continuare il discorso o squagliarsela. Ma, piuttosto che mettere in atto il
primo, si sarebbe lasciata scagliare un’avada kedavra contro senza opporre
resistenza. Il punto era che lui non l’avrebbe certo lasciata fuggire tanto
facilmente! Eppure, optò per questa opzione. Si girò e se ne andò correndo il
più velocemente possibile. Peccato che il suo “più velocemente” non fosse
abbastanza veloce da levarsi Draco Malfoy dalle scatole.
-Che cosa hai intenzione di fare, Weasley? Eh?
Che c’è, non sei nemmeno in grado di rispondere a tono alle provocazioni?
Preferisci girarti e correre via? Ragazzina, vedi di finirla, è chiaro? La
gente come te mi da la nausea.-
-Se ti do la nausea, allora per quale astruso
motivo non mi lasci in pace e non mi fai andare via?- Gin aveva urlato, così
tanto da sentire un forte dolore alla gola. Eppure lui non sembrava affatto
scosso.
-Perché, nonostante tu mi dia la nausea, trovo
che abbia delle idee grandiose, forse strane, anzi stranissime, ma grandiose,
in quella testolina rossa che ti ritrovi. Mi fa piacere stare ad ascoltarti.
Quando tu me ne dai l’occasione senza metterti a urlare e a scappare, è ovvio-
Le lasciò il braccio, tanto era certo che lei
non avrebbe cercato di andarsene di nuovo. E infatti non si mosse di un
centimetro. Non perché non lo volesse, no, ma perché era troppo spiazzata dalle
parole del ragazzo. –Allora, Weasley. SO che hai vissuto momenti difficili, ti
sei ritrovata ad avere a che fare con persone malvagie, probabilmente le
peggiori del mondo…ma io credo che non tutte le persone malvagie abbiano lo
stesso sguardo.-
Lei rimase in silenzio per qualche secondo. Non
sapeva se rispondere o no. – Weasley? Io sto aspettando –
-E’ vero, non tutte le persone malvagie hanno lo
stesso sguardo, ma io non ho mai detto questo. Penso però che abbiano dei
tratti comuni, delle…come dire?…espressioni comuni. E non vedo, nei tuoi occhi,
queste espressioni, Malfoy. A dire la verità, in passato le ho viste. Ma ora
non più. Forse perché sei maturato abbastanza da smettere di copiare tuo padre
in tutto e per tutto, e quindi non assumi più quei ridicoli modi di fare di
quando non eri che un bamboccio viziato.-
-Secondo certe persone io sono ancora un
bamboccio viziato. E ti ricordo che fra queste persone ci sono anche tutti i
tuoi ridicoli amichetti.-
Ginny storse la bocca. –Se con “ridicoli
amichetti” intendi mio fratello e company, be’, ti sbagli di grosso. Io non ho
molto a che fare con loro. E, sinceramente, trovo che loro etichettino le
persone non meno di quanto lo faccia tu, Malfoy, per questo non mi va di
passare molto tempo con loro.-
-Oh oh oh! La piccola Weasley si ribella alla
famiglia! Cos’ha fatto il fratellone per meritarsi questo?-
-Cos’ha fatto? A me nulla, a parte provare in
ogni modo a manipolarmi. Però non è questo il problema. Non mi va giù
l’atteggiamento che hanno nei confronti degli altri…loro sono un circolo chiuso
e le altre persone hanno tutte qualche “difetto” che impedisce loro di farvi
parte. È come se, per loro, la vera amicizia non possa andare oltre i confini
del “magico trio”. Non so se mi spiego.-
-Ti spieghi meravigliosamente.- Draco era
interessato al discorso, e gli piaceva la piega che stava prendendo. E così a
baby Weasley non andava giù il modo di fare del fratello e degli amici. Bene
bene bene. La cosa era piuttosto interessante.
-Non è un fatto di gelosia, come si potrebbe
pensare- precisò la rossa –non vorrei assolutamente avere un rapporto stretto
con loro. Non sono il tipo di ragazzi che normalmente avrei frequentato.
Nemmeno mio fratello.-
-Capisco…nemmeno io frequenterei molto
volentieri tuo fratello!-
Ginny diventò rossa di rabbia. –Ma come,
Weasley, ti arrabbi? Il fatto che sia tuo fratello non ti da certo l’esclusiva
di offenderlo!- Il biondino rise, di fronte all’espressione buffa della
ragazza, un misto fra la rabbia, lo stupore e l’indecisione su come avrebbe
dovuto rispondere…d’altro canto, Malfoy aveva perfettamente ragione… il fatto
che lei fosse la sorella di Ron non le dava più diritto di offendere il ragazzo
di quanto non ne avesse il serpeverde, e di certo non era una scusante per la
rabbia che ora provava per il compagno, che la guardava ridendo. E questo suo
atteggiamento la faceva stare ancora peggio!
Dovevo restare dentro con Max… ma perché ho
seguito Malfoy, eh? Mi devo essere bevuta il cervello…
Voltò il capo verso l’entrata, nel tentativo di
scorgere il suo ragazzo.
-Chi cerchi, baby Weasley?- Ginny tornò a
guardare il biondo, che stava ancora ghignando. –Aspetti che il tuo principe
azzurro, Sundler lo sfigato, venga a salvarti?-
Non avrebbe dovuto dirlo. Sicuramente era la
cosa peggiore da dire a Ginevra Weasley in quel momento. Era già furiosa di
suo, mettersi ad offendere Max era stata una mossa sbagliata. E Malfoy se ne
rese conto.
-COME HAI OSATO? TU NON CONOSCI MAX E NON TI
DEVI PERMETTERE DI OFFENDERLO! LUI E’ UNA PERSONA MERAVIGLIOSA, L’UNICA IN
GRADO DI CAPIRMI, E NON TOLLERO CHE VENGA OFFESO DA UN DISGUSTOSO FURETTO COME
TE!-
Ecco, ci risiamo. Si era rimessa ad urlare. Ma
per quale dannato motivo quella stupida ragazzina doveva alterarsi
immediatamente? Lui aveva solo detto la verità, no? Sundler non era proprio il
tipo tutto “amici e divertimento”, anzi, probabilmente Ginny Weasley era
l’unica persona con cui avesse dei rapporti che andassero oltre la civile
sopportazione. Certo, indubbiamente se l’era scelta bene, sempre da solo, senza
amici, e poi si accaparrava la più carina della scuola. Ma questo non cambiava
la situazione. Quel tizio restava uno sfigato.
-Weasley, ragiona: quanti amici ha il tuo ragazzo?
Nessuno, se non vado errato. Va d’accordo con parecchie persone, ma non ha
nemmeno un vero amico. È uno sfigato.-
-Be’, Malfoy, lo ammetto, hai ragione. Ma non
puoi negare di essere sulla sua stessa barca! Anzi, no. Dato che LUI, almeno,
va d’accordo con qualcuno, mentre tu sei odiato dalla maggior parte delle
persone che ti conoscono.-
Colpito e affondato. Effettivamente, a parte
Emily, chi altro aveva Draco? Nessuno. Ma… aveva davvero Emily? Ultimamente,
gli sembrava di vederla sempre più lontana, e distante. Probabilmente, anzi,
sicuramente, la colpa era sua, non della ragazza. Lui la trascurava da
impazzire.
Sì, era vero, Ginny Weasley aveva ragione. Draco
Malfoy era davvero solo. L’unica differenza, fra lui e Maxwell Sundler, era che
il primo non avrebbe mai assunto quell’atteggiamento da sfigato che
caratterizzava il secondo.
-Allora, Malfoy, non rispondi?-
Lui si girò e fece per andarsene. Quella
discussione stava andando troppo oltre, non voleva scoprirsi troppo con
quell’odiosa e petulante ragazzina.
Però, questa volta, fu lei a fermarlo. Draco non
se lo aspettava. Credeva che anche lei volesse chiudere quella dannata
conversazione, e invece…probabilmente voleva assaporare il sapore della
vittoria, vederlo sconfitto ed umiliato. Già. Benissimo. Ma, purtroppo, non ci
sarebbe mai riuscita. Lui era più forte. Lui era più forte. Lui era più forte.
Vero?
Lui era più forte. Vero?
E allora, se era più forte…per quale motivo
sentiva le guance bagnate di lacrime?
Lei tentò di farlo voltare, ma non ci riuscì.
Allora, gli passò di fronte. Voleva vederlo in volto… ma non si sarebbe mai
aspettata di vederlo piangere. –Malfoy…-
-Weasley sparisci- era stato duro, ma deciso. Ma
lei non voleva andarsene, non voleva ignorarlo. Erano troppe le persone che lo
ignoravano, non ci si doveva mettere anche lei. Se un altro avesse attraversato
un momento simile, lei sarebbe stata lì ad aiutarlo. Allora perché non farlo
con lui?
-Malfoy, ascolta, io…- -Weasley, ti ho detto di
sparire!- -Aspetta, non ti voglio prendere in giro, né voglio esultare. Voglio
aiutarti. Hai bisogno di aiuto, no? Te ne rendi conto, vero?- -L’UNICA COSA DI
CUI MI RENDO CONTO, WEASLEY, E’ CHE TU SEI UNA PERSONA INSOPPORTABILE ED
IMPICCIONA. NON HO BISOGNO DEL TUO AIUTO, NE’ DI QUELLO DI QUALCUN ALTRO,
PERCIO’ VEDI DI SCOMPARIRE IMMEDIATAMENTE DALLA MIA VISTA!!!-
Non avrebbe voluto urlare così. Sapeva che
sarebbe sembrato ancor più vulnerabile. Ginny non mosse un solo passo. Continuò
a guardarlo in volto, con un’espressione dolce. Dolce? Come dolce? Perché
dolce?
-Che hai da guardarmi così, Weasley? Ti faccio
tenerezza?-
Lei ridacchiò. –Sì, Malfoy, in effetti sì. Un
po’ di tenerezza la fai-
Tenerezza? Tenerezza? L’avrebbe strangolata. Ma
stava scherzando? Lui non faceva tenerezza a nessuno, men che meno ad una
Weasley. Anche se… per farsi rivolgere un altro sguardo simile da lei avrebbe
pagato oro…
Ma che diavolo sto pensando?
Già, che diavolo stava pensando? Era una
Weasley, una Weasley. Però, era anche la ragazza più carina della scuola. E il
sogno…be’, qualcosa avrà pur voluto dire, no? NO?
In quel momento, provava la stessa stretta al
cuore che sentiva nel sogno, quel bisogno fortissimo di abbracciare quella
ragazzina odiosa e petulante che aveva di fronte. L’avrebbe riempita di baci,
senza lasciarla mai. Emily? Emily non l’aveva mai fatto sentire così. Cavolo,
avevano passato bei momenti, ne era stato innamorato, e tanto, ma bisognava
essere realisti. La loro storia era evidentemente finita. E lui, altrettanto
evidentemente, ne avrebbe volentieri cominciata un’altra con la ragazza che
aveva che, in quel momento, lo stava facendo impazzire.
Ma lei era una Grifondoro, e lui un Serpeverde.
Be’, che importava?
Ma lei era una Weasley, e lui un Malfoy. A dire
il vero, non gli importava nulla nemmeno di quello.
Ma lei aveva un altro, e lo amava da impazzire.
Ecco, questo non era un particolare trascurabile. Non avrebbe mai tradito
Sundler con lui, e lui non avrebbe mai accettato di essere “l’amante”, ma ancor
di meno lei avrebbe lasciato il suo ragazzo per Draco Malfoy.
Ecco, quello era il vero ostacolo. Maxwell
Sundler. Una persona che mai Draco Malfoy avrebbe degnato di uno sguardo,
nemmeno per deriderlo. Troppo anonimo, per avere a che fare con lui.
Evidentemente, però, per Ginny era abbastanza “non anonimo” per starci insieme.
Già… Ma perché?
Malfoy aveva un’aria strana. Le lacrime avevano
smesso di scorrere dai suoi occhi arrossati, ma lui era ancora scosso dai
singhiozzi. D’istinto, allungò una mano verso il volto del ragazzo, e
l’accarezzò, in maniera incredibilmente dolce. Nemmeno con Max aveva mai usato
tanta dolcezza…
Il biondo serpeverde alzò lo sguardo su di lei.
Uno sguardo a metà fra lo sconvolto e l’interrogativo. Fu un attimo. La rossa
si ritrovò a baciarlo, dolcemente. Durò tutto pochi secondi, poi si staccò da
lui, sconvolta. Come aveva potuto fare una cosa simile a Max? Con Malfoy, per
giunta! Inoltre, adesso il ragazzo gliel’avrebbe fatta pagare… Cavolo!
Peccato che Draco non fosse dello stesso avviso.
Fargliela pagare? E perché mai? Veramente, avrebbe avuto volentieri il bis. E
lo ebbe. Un bis molto più passionale del primo. Mentre lei si stava
allontanando, lui l’aveva nuovamente attirata a sé. Non l’avrebbe mai lasciata
andar via.
Ginny si era irrigidita da far paura, ma di
fronte alla dolce passionalità del ragazzo si era lasciata andare.
Le sue dita erano salite lentamente sulla nuca
di Draco, andando a scompigliargli i capelli biondi. Lui la strinse ancor più
forte, accarezzandole piano la schiena e facendo poi scendere le mani in basso,
sempre più in basso.
Si staccò un attimo, per riprendere fiato, ma
tornò subito a baciarla, per paura di vederla fuggire. Lei, però, non diede
segno di volersi allontanare da lui. Mai. Avrebbe fatto continuare quel bacio
all’infinito. Max? Be’… con lui era diverso…
I sensi di colpa la assalirono nuovamente, ma il
suo cuore le diceva di stare lì, stretta al ragazzo. La stessa sensazione del
sogno. Quell’amore così forte, totale, impossibile da cancellare. E quell’odore
di menta, che adesso non era più solo sul corpo del ragazzo, ma anche sul suo.
Stava andando tutto come nel sogno. Avrebbe dovuto lasciare Max? Ma lei lo
amava… No, non ne era più tanto sicura. Per Max provava un affetto profondo,
con Draco Malfoy era amore. Amore? Come poteva essere amore? L’amore non nasce
così, da un momento all’altro. Eppure… a lei sembrava proprio amore.
Quell’amore che ti fa venire la voglia di mandare al diavolo ogni altra cosa,
solo per stare con la persona a cui tieni di più. E lei, in quel momento, era
certa che la persona a cui teneva di più fosse Draco Malfoy.
Di malavoglia, i due ragazzi interruppero il
loro bacio, e Draco provò nuovamente quella sgradevole sensazione di paura.
Paura che lei se ne andasse, lo lasciasse lì, come uno stupido, a riempirsi la
testa di ridicole ed inutili domande, del tipo “perché?” “come?” e robe simili…
Lei, invece, restò immobile, lì davanti a lui,
con lo sguardo basso e il volto coperto dai lunghi capelli rossi.
Draco le posò una mano sulla testa,
scompigliandole i ricci che già da soli erano piuttosto ribelli. Lei, allora,
tornò a guardarlo.
La mano del ragazzo scese sullo zigomo destro di
lei, che continuò a restare ferma, lasciandosi accarezzare.
-Mi piaci, Weasley…Ginny.-
L’aveva detto con un groppo in gola ed il cuore
in mano.
Lei sorrise. –Anche tu mi piaci, Malfoy. Tanto.-
Il ragazzo abbassò la testa, lasciando andare la
pesante tenda ed allontanandosi dalla finestra. Si fermò un secondo, per
decidere se rimanere alla festa o salire in camera. In nessuno dei due casi
avrebbe di certo incontrato la sua ormai ex-ragazza. Lei sarebbe sicuramente
rimasta fuori con il suo nuovo “lui”.
Però, Max non aveva voglia di restare alla
festa, così salì velocemente le scale che portavano al suo dormitorio.
Non mi posso arrabbiare, sapevo che sarebbe
finita così. Ho sbagliato io ad innamorarmi di lei, quando avrei dovuto
spingerla fra le braccia di Malfoy. Già, ma la vita ha in ogni modo fatto il
suo corso. Ora Ginny starà con lui. Ed io… io non devo fare altro che
dimenticarla. Da domani la ignorerò, non devo più avere nulla a che fare con
lei. La amo troppo per continuare a starle accanto, ignorando Malfoy.
*****
AH!!!!!!!! Sono riuscita a terminare anche l’undicesimo
capitolo! INCREDIBILE!!!!!!! Non pensavo di arrivarci… Certo, altri autori ci
sarebbero arrivati molto prima, io però ho bisogno dei miei tempi…la mia
creatività deve riposarsi… ok, ok, sono tutte scuse, lo ammetto, sono io che
son pigra…
Non posso nemmeno dar la colpa alla creatività, lei,
poverina, non c’entra nulla, io la storia ce l’ho già tutta in mente, quindi
lei il suo lavoro l’ha fatto (nonostante io sia un pessimo soggetto!).
Allora, vi è piaciuto il nuovo capitolo???? Tutto sui
nostri protagonisti, finalmente! Bene bene bene, adesso verrà il bello, cari
lettori!
Ora, passiamo ai ringraziamenti: GOTEN!!!!! Grazie, grazie, grazie di essere
tornata a recensire, ti sono incredibilmente grata, mi prostro ai tuoi piedi,
sei così magnanima!!!!!!!!! E sono felice che ti faccia piacere leggere la mia storia,
mi sento realmente lusingata, sai, a volte mi sembra di essere quasi
analfabeta, tanto mi fa senso ciò che scrivo, mentre altre volte sono di sicuro
più contenta del mio lavoro. Di questo capitolo vado fiera, più che altro perché
sono riuscito a farlo di una lunghezza decente nonostante siano presenti solo
due personaggi (povero Max, non lo calcola nessuno…effettivamente, il suo
mini-pezzettino è più che altro da intro al dodicesimo capitolo!). A te come è
sembrato??? Mi raccomando, aspetto le tue impressioni!
Spero vivamente che qualcuno voglia recensire…Non mi
deludete!
Salve a tutti! Eccomi qui, pronta a farvi leggere il
dodicesimo capitolo….finalmente Draco e Ginny hanno fatto qualcosa, il che
significa che la storia diventa più interessante….allora perché state ancora
qui? Correte a leggere!!!!!
Capitolo 12. And Now?
**
Mi piaci, Weasley….Ginny **
Da
dove gli erano uscite quelle parole? E quei pensieri folli, sull’amore, la
passione…quella paura di perderla…era Ginny Weasley, una stupida ragazzina
insopportabile, petulante, saccente e con dei ridicoli capelli rossi.
Be’, non che fossero davvero tanto ridicoli… erano belli, ramati, riflettevano
la luce del sole…
E
poi, lei tanto insopportabile non lo era. Bene o male stava simpatica a tutta
la scuola, fatta eccezione per i serpeverde. Petulante… sì, petulante forse
sì. Anzi, sicuramente. Non sta mai zitta. Pensò, sorridendo. Quella ragazza
era adorabile.
Emily…con
Emily era tutta un’altra cosa. E poi, guardiamo in faccia la realtà. Tra loro
due era tutto finito da un pezzo.
Ma
Ginny aveva il ragazzo… anche se il giorno prima si era lasciata andare,
probabilmente aveva già cambiato idea, in preda ai rimorsi. Nel 99,9% delle
probabilità, lei in quel momento stava appartata in qualche angolino con
Sundler.
Questo pensiero non gli piaceva per niente…per niente
**
Anche tu mi piaci, Malfoy, tanto **
Ma
se lui le piaceva davvero tanto, per quale motivo non se n’era accorta prima?
Fino ai dieci minuti precedenti al loro bacio (e che bacio!) lei era convinta
di amare Max….
Anche
quando provava quella strana sensazione di calore pensando al ragazzo del
sogno, lei era sicura che il suo amore per Max fosse rimasto immutato…solo,
forse, era un po’ diminuita la passione…d’altro canto, succede sempre così, no?
Non può essere sempre come il primo giorno. Ma, forse, lei non era stata in
grado di cogliere dei segnali che le spiegavano che quella non era solo
diminuzione di passione. Solo che, anche ora, non riusciva a trovarli, questi
segnali…ma che cosa poteva voler dire? Non lo sapeva, sentiva soltanto di AMARE
Draco Malfoy, e questo, doveva ammetterlo, la spaventava non poco. C’erano
milioni di complicazioni… Max, le loro famiglie (Ron in particolare, l’avrebbe
uccisa), i loro amici… sarebbe stato mille volte più facile restare con Max,
non avrebbe nemmeno dovuto lasciarlo. E poi, lui era stato sempre così dolce e
gentile con lei… glielo doveva!
Ma Draco? Draco l’amava, e lei non poteva cancellare le sensazioni provate la
sera prima.
……………
Ginny
si strofinò velocemente le mani sugli occhi, che le bruciavano da impazzire.
Era stanca morta, quella notte non era riuscita a chiudere occhio, ma da brava
stupida si era fatta incastrare da Hermione che voleva aiutarla a studiare
(Alle otto e mezza il 25 dicembre? Ma come si fa?) ed ora era con l’amica in
biblioteca, sommersa dai libri.
Con
la mano sinistra prese a mantenersi la fronte che le doleva da quando, la sera
prima, Draco l’aveva lasciata sola. Era a pezzi, e la voce stridula dell’amica
non faceva altro che peggiorare la situazione. Tentò di mettersi in una
posizione leggermente più eretta, anche se il suo corpo indolenzito non era
molto d’accordo con lei. Sentì le vertebre scricchiolare e storse la bocca. Era
tutta un dolore, se non avesse avuto Hermione fra i piedi sarebbe corsa in
infermeria.
Non
stava prestando la benché minima attenzione alla compagna che, in quel momento,
stava blaterando qualcosa d’incomprensibile sulle pozioni antilupo, anzi,
tentava di non pensarci, perché tutto quello studio le faceva peggiorare
l’emicrania.
Improvvisamente
avvertì un’orribile sensazione alla bocca dello stomaco.
Non
era la ragazza di Draco, quella appena entrata, con l’amica sotto al braccio?
Aspetta, come si chiamava? Emily –qualcosa-, se non si sbagliava.
I
loro sguardi s’incrociarono, e Ginny si sentì malissimo. Non aveva pensato a
lei, il giorno prima, ma solo a Max. Ecco i sensi di colpa di ritorno. Chiuse
gli occhi, per tentare di scacciare l’immagine della corvonero dalla sua mente,
ma non ci riuscì. E, oltretutto, riaperti gli occhi la ritrovò lì, seduta al
tavolo accanto al loro. Stava parlando con l’amica del cuore, Nicole
vattelapesca.
Lei
poteva sentire perfettamente tutto. E, ovviamente, parlavano di Draco. Avrebbe
preferito morire!
*
com’è bello Draco *
*
com’è dolce Draco *
*
Draco mi ha regalato un mazzo di fiori! Com’è dolce! *
La
rossa fu assalita dalla nausea. Tentò di dominarla, ma fu tutto inutile. Si
alzò di scatto dal tavolo, senza dire nulla all’amica, nel tentativo di
raggiungere un bagno, ma ricadde sulla sedia. La testa cominciò a girarle
vorticosamente. La voce di Hermione che le chiedeva cosa le stava succedendo le
giunse lontana, poco riconoscibile. Tentò di nuovo di alzarsi, ma l’unica cosa
che riuscì a fare fu perdere l’equilibrio e cadere a terra, con tutta la sedia.
……………
-Ginny!
Finalmente ti sei ripresa! Come stai?-
Ginny
aprì gli occhi e si trovò di fronte un Ron preoccupatissimo. –Sto bene, grazie.
Non ti preoccupare, davvero. È stato solo…-
-L’influenza,
Gin. Madama Chips l’avrà ripetuto almeno una trentina di volte a tuo fratello,
ma chissà per quale astruso motivo lui si è messo in testa che tu abbia chissà
quale rara malattia.- Hermione guardò severa l’amico, provocando l’ilarità di
Ginny.
-Ah,
non preoccuparti Ronald, va tutto bene, davvero. Erano un po’ di giorni che non
stavo bene…-
-Vabbe’,
fingerò di crederti – disse lui, simulando un’aria scettica. A quanto pare quel
testone si era finalmente convinto del fatto che Ginny non fosse in punto di
morte!
Parlarono
ancora un po’, ma poi la rossa cominciò a non sopportare più la presenza
invadente del fratello, che le faceva continue domande su lei e su Max (che,
oltretutto, non si era fatto vedere… e Hermione aveva detto di non averlo
visto, quindi in infermeria non era proprio andato dato che la ragazza non
l’aveva lasciata sola un attimo), facendole ricordare la sera prima e facendola
sentire incredibilmente in colpa. Fu così che prese a lamentarsi di un mal di
testa immaginario (d’altro canto, era convinta di non avere nemmeno
l’influenza… erano stati i sensi di colpa a farla stare male, ne era quasi
sicura, anche perché in quel momento dolori fisici non ne provava), riuscendo a
liberarsi dei due scocciatori.
**Finalmente
sola! Non ce la facevo più…**
All’improvviso,
la porta dell’infermeria si aprì, e Gin sospirò. Ok, niente pace. Per un po’ ci
aveva sperato… si voltò e si ritrovò davanti Harry.
-Ciao
Ginny, scusa se ti disturbo, Ron mi ha detto che sei stata male, ma non ho
capito bene cos’è successo, mi ha fatto un quadro un po’ tragico dell’accaduto
e quindi sono venuto ad informarmi meglio-
-Hai
fatto benone, Harry! Non preoccuparti, non è niente. Solo influenza, e
finalmente se n’è convinto anche Ron. Va tutto bene, davvero. Comunque se fossi
arrivato poco fa avresti incontrato lui e Hermione. –
-Mi
ero staccato da loro di proposito, mi dispiace dirlo ma tuo fratello era
diventato insopportabile, così ho deciso di venire a trovarti dopo.-
Ginny
si rese conto che stare con Harry la distraeva, non le faceva ricordare i suoi
problemi, perciò, anche se non aveva molta voglia di parlare con lui, decise di
farlo, pur di non sentirsi di nuovo male.
……………
-Che
diavolo vuoi da me, Sundler?-
Cavolo.
Probabilmente Ginny, in preda ai rimorsi, gli aveva detto tutto…Meraviglioso!
Nulla di meglio di un fidanzato geloso per cominciare bene la giornata!
-Non
agitarti, Malfoy, non sono qui per prenderti a pugni, anche se a dire il vero
dovrei farlo. Volevo parlarti di te e Ginny, questo l’avrai già capito-
-Che
c’è, quella santarellina si è sentita in colpa e ti ha detto tutto?-
Max
strinse forte i pugni, cercando di non mollargli un destro sul suo bel faccino.
–Non mi ha detto niente lei. Vi ho visti. E sono qui per dirti che te la
lascio, voi due dovete stare insieme. Però non voglio più avere a che fare con
lei. Non per rabbia, ma perché le voglio troppo bene, soffrirei nel vedervi
insieme. Tu dille che non sono arrabbiato ma che non mi va di parlarle. E dille
che la ami, Malfoy. Altrimenti la perdi.-
-Ma
che cazzo stai dicendo?-
Ok,
questa non era la frase più fine che potesse dire in quel momento…però,
cavolo!, quello stava sparando delle stupidaggini mai viste! Lui e Gin DOVEVANO
stare insieme e lui DOVEVA dirle che la amava…ma da dove le prendeva certe
cose? Sapeva che quel tizio non era totalmente normale, ma arrivare a questo
punto! Provò a fargli altre domande, ma lui lo salutò e si allontanò, dopo
avergli detto di andare a trovarla in infermeria.
IN
INFERMERIA? Ginevra stava male?
Draco
corse come un pazzo fino all’infermeria ed aprì la porta di scatto…e vide Gin
stesa in un letto, che parlava tranquillamente con Potter!
I
due si girarono a guardarlo. Harry storse il naso alla sua vista mentre Ginny…
Ginny era semplicemente scioccata. Divenne improvvisamente color porpora e
spalancò bocca ed occhi, non si sarebbe aspettata di ritrovarsi davanti Draco,
anche se, effettivamente, sarebbe stato abbastanza logico.
-Che
c’è Malfoy, vuoi rompere?-
-Quello
che rompe, qui, sei tu Potter. Va’ via, devo parlare con laWeasley-
Harry
si alzò, ma la ragazza lo bloccò. –Ehm, Harry…sarebbe meglio che tu andassi,
devo davvero parlare con lui. Ok? Comunque dici pure a mio fratello che
probabilmente uscirò in giornata, va bene? Mi sento molto meglio.-
Il
ragazzo non era totalmente sicuro, ma alla fine decise di andarsene, lei non
era una bambina, e se non aveva paura di Malfoy e voleva restare da sola a
parlare con lui voleva dire che non sarebbe successo niente…
Draco
e Ginny rimasero soli.
-Stai
bene davvero?-
il
serpeverde si avvicinò al letto della rossa.
-Sì,
sto bene. Sono stati solo i sensi di colpa, credo. Ho visto la tua ragazza.-
-E
tu per questo ti sei sentita male?- lui cominciò a ridere. A ridere di lei!
L’avrebbe preso a schiaffi…anzi, veramente aveva più che altro voglia di
baciarlo. Ma non doveva assolutamente pensarci. Non doveva farlo, per Max, per
la loro storia…
-L’ho
lasciata un’ora fa. E il tuo ragazzo ha lasciato te.-
-No!-
Ma che diavolo stava dicendo?
-Ci
ha visti, ieri sera. Me l’ha detto. E ha detto…ha detto di non avercela con te.
Però si vergognava di parlarti, o che so io, perciò preferirebbe che
v’ignoriate d’ora in poi. –
Il
volto di lei divenne paonazzo –LA PIANTI DI DIRE CAVOLATE MALFOY? SE VUOI STARE
CON ME CHIEDIMI DI LASCIARLO, MA NON RACCONTARMI BALLE!-
-Non
è una bugia, Ginny, vedrai da come si comporta-
-Vai
via-
Draco
rimase spiazzato. Era convinto che l’avrebbe insultato, ma non mandato via
così! –Ginny, io…-
-Malfoy,
non mi sembra di averti detto di chiamarmi Ginny. Ed ora lasciami in pace, ho
mal di testa e sono stanca, voglio stare da sola.-
Draco
si voltò e se ne andò. Non poteva permettere a nessuno di trattarlo così!
Quella ragazzina non era altro che una stupida, lurida e babbanofila
grifondoro, non aveva alcun diritto di rivolgersi a lui con quel tono
maleducato ed autoritario.
Ginny
si coprì fino sul naso con le coperte e chiuse gli occhi. Voleva solo dormire,
e dimenticare tutto. Probabilmente avrebbe fatto meglio a fingere di avere
l’influenza. Almeno avrebbe evitato Draco per un po’.
E
Max? Quello che il biondo le aveva detto non poteva che essere totalmente
falso.
Finalmente sono riuscita a concludere questo capitolo, che
ho riscritto una ventina di volte, senza mai trovare una forma che mi piacesse.
Questo è il motivo per cui è corto, purtroppo non avrei avuto il tempo di
scriverlo più lungo, controllarlo e ricontrollarlo, sistemarlo eccetera…
Comunque spero che vi sia piaciuto almeno un pochino, anche
se io non sono totalmente soddisfatta…
Magari qualcuno si starà chiedendo che fine ha fatto Dean
(in verità se lo sta chiedendo la mia amica Viola, così le rispondo):
semplicissimo, Dean è tutto solo ad escogitare un modo per
tornare con Ginny e ricomincerà a fare casini, ma questo fra due capitoli. Nel
prossimo Ginny avrà già abbastanza problemi, non me la sono sentita di metterci
in mezzo pure Dean (ok, diciamo la verità, non avrei nemmeno saputo come
diavolo infilarcelo… ehm! ^_- ).
Be’, ora mi attocca studiare matematica, perciò vi abbandono
tutti, nella speranza di trovare qualche belle recensioncina, domani. Vi prego,
vi prego, vi prego!!!!!!
Lo so, lo so, con i miei ritardi sono
davvero imperdonabile! Purtroppo, però, la colpa non è mia, o almeno non
del tutto. Sapete dei miei numerosissimi problemi con il pc,
no? Tremendo… io, per non rimanere indietro con la storia e perché,
essenzialmente, adoro scrivere, comincio a buttar giù qualcosa su dei foglietti
o dei quaderni, appena posso, con l’intento di riprenderli in mano il prima
possibile per poi trascrivere il tutto a computer, ma puntualmente li perdo, e
quindi devo ricominciare daccapo. Per questo non ho scusanti,
la colpa è effettivamente tutta del mio MOSTRUOSO disordine (che poi
chiamarlo mostruoso è poco, credetemi. Ho da poco scoperto la presenza, sotto al mio letto, di un orrido buco nero che risucchia tutto
quello che può appena io mi volto, così da farmi perdere un numero incredibile
di cose). Be’, spero di essere
più veloce la prossima volta!
Buona Lettura.
àSammyß
Capitolo 13. DIFFICOLTA’ DA AFFRONTARE
Quello che il biondo le aveva detto
non poteva che essere totalmente falso. Certo, era ovvio, non poteva essere
diversamente, no?
No?
E
allora, per quale astruso motivo Max non era andato a trovarla in infermeria,
diamine? Era lì dentro da tre giorni…e lei era la sua ragazza…
Stava male. Ma male per quale motivo? Aveva tradito
Max e capito di non amarlo affatto, di vivere per DracoMalfoy, per il bastardo DracoMalfoy, per quando quello stronzo le sorrideva, per quando la maltrattava. E allora, perché il fatto che lui non andava a trovarla la
faceva stare così male? E, soprattutto, per quale
cavolo di motivo, dopo tre giorni, era ancora in infermeria fingendosi malata,
pur non avendo un bel niente? Era un comportamento davvero
ridicolo, lo sapeva benissimo. Ma non poteva
farci assolutamente nulla. Non aveva la forza di dichiararsi guarita e
ricominciare la vita di tutti i giorni. Di ritrovarsi di
fronte Draco, di guardare in faccia Max e avere la
certezza che lui non la amava più. Era una sofferenza terribile. Non era mai stata tanto male in vita sua, si sentiva cattiva,
ridicola, sciocca, bastarda, tutto contemporaneamente. Chiuse gli occhi.
Dormire l’avrebbe allontanata per un po’ dalla sofferenza.
*****
Ginny
non c’era nemmeno oggi. Doveva essere ancora in infermeria. Ma
questo avrebbe significato che, quando gli aveva detto di essere là dentro solo
perché stava male psicologicamente, non era vero. Altrimenti Madama Chips se ne sarebbe accorta,no?
Oddio, Gin stava molto male davvero, anche se non era qualcosa di fisico,
perciò l’infermiera, che certo non era un’indovina, non poteva capire che la
ragazza non aveva l’influenza…
In ogni caso, era un comportamento stupido da
parte della rossa. Perché rimanere chiusa là dentro?
La situazione non migliorava certo, se lei si ostinava a rimanere buttata sotto
le coperte! Oppure…perché mentirgli? Se stava male davvero perché dirgli che era solo una
questione di sensi di colpa? Per non farlo preoccupare? Cavoli, un’influenza
l’avrebbe fatto di certo preoccupare di meno. Non poteva pensare a lei,
sdraiata su di un letto, a soffrire pensando a Sundler,
e al bacio, e a lui e a chissà quante altre idiozie simili.
MALEDIZIONE!
Maledizione, maledizione, maledizione. Aveva
detto che con lei aveva chiuso, che non voleva avere nulla a che fare con
quella ragazzina rompiscatole e arrogante che si era permessa di alzare la voce
con lui.
Eppure, eccolo lì, a
struggersi d’amore per lei. Di
nuovo maledizione.
Si alzò dal tavolo ed uscì dalla Sala Grande,
correndo verso l’infermeria. Doveva parlarle, farle capire che scappare non
serviva a nulla, che doveva prendere una decisione. O
io o lui, le avrebbe detto. O io o lui. E se avesse scelto Sundler? Perché lei, con il 99,9% delle probabilità, avrebbe scelto Sundler. E lui? Sarebbe
morto di crepacuore, certamente. Ma lei sarebbe stata
meglio, e questo era importante. Anche se, a suo avviso, Ginny sarebbe stata felice solo accanto a lui.
Cos’aveva da offrirle Sundler? Le solite cose squallide: un mucchio di bambini saltellanti, una casetta
piena di fiori, un giardino minuscolo con un’altalena sola che i novecento
pargoli (avrebbero avuto sangue Weasley, no? Allora
dovevano necessariamente essere in un numero spropositato) non avrebbero fatto
altro che litigarsi…a Natale, una cena in famiglia, con tutta la tribù Weasley e i membri (certamente meno numerosi) della
famiglia Sundler, in estate una settimana o due a
mare… una vita squallida, che chiunque avrebbe potuto
darle, lavorando un poco. Con lui, invece, sarebbe stato diverso. Lui
avrebbe…già. Cos’avrebbe fatto lui? Non l’avrebbe mica chiusa in un castello
macabro come aveva fatto suo padre con sua madre, no, sarebbe stato diverso.
Già. Ma…ma sarebbe stato simile a quello che aveva
immaginato per Sundler. Non era possibile.
AH!
Stava vaneggiando. Cavoli, aveva sedici anni e
con GinnyWeasley non aveva
fatto niente, NIENTE, si erano soltanto baciati, una volta sola, per di più, e
lui già stava lì a pensare a quello che avrebbero fatto da sposati.
Incredibile. E nauseante, oltretutto. Non pensava che
si sarebbe rimbecillito tanto. Ma che ci poteva fare?
Amava una come Ginny!
*****
Che
ore erano? Le nove e mezza. Ok,
ormai era fatta, la prima ora era andata, l’aveva
saltata. E a quel punto sarebbe stato inutile seguire
le altre, no? Seguire, poi… non avrebbe capito una parola, nella sua testa
c’era soltanto Ginny! No, no, meglio darsi malato. Per un paio di giorni, magari, per essere più credibile.
Solo per essere più credibile, però, mica perché non
aveva voglia di studiare, no… non aveva intenzione di passare un altro
pomeriggio a pensare unicamente al suo cuore spezzato.
Per Merlino, gli era andato il cervello in pappa.
**Voi due dovete stare insieme**
Ma
come gli era venuto di mollare tutto così, eh? Amava Ginny,
e avrebbe dovuto lottare per stare con lei, e invece… e invece aveva lasciato
perdere tutto, come uno stupido, si era fatto da parte ed ora non avrebbe più
potuto abbracciarla, baciarla, non avrebbe più ascoltato la sua voce dolce, non
avrebbe visto il suo sorriso sbarazzino…aveva perso l’unica persona che davvero
lo amava e per cui lui avrebbe dato tutto.
Una lacrima gli scese sulla guancia sinistra. Una lacrima
triste e solitaria, proprio com’era lui in quel preciso istante. Fece di
tutto per non pensarci, ma i ricordi di quei bei momenti passati insieme gli
tornarono davanti agli occhi, vividi. Perché perdere
ogni cosa? Perché l’aveva lasciata andare? Per colpa
di un sogno, poi!
Si sentiva tremendamente triste, ma non sapeva per
quale motivo. Si guardò intorno lentamente, come per paura di spezzare
l’incantesimo che lo circondava, e che rendeva tutto silenzioso. In uno
specchio era riflessa la sua immagine. L’immagine di un ragazzo bello, aitante,
di circa vent’anni. Forse un po’ di più. Di sicuro,
caratterialmente ne dimostrava molti di più. Era un ragazzo provato dalla vita,
da numerose sofferenze.
La porta della stanza si spalancò, facendo entrare un
professor Silente invecchiato, stanco e triste, ed una McGrannit
sconsolata.
-Il destino di Ginnyera con DracoMalfoy.-
diceva.
E Silente assentiva.
–Sì, Minerva. Se fosse stata con Draco, se il destino
avesse seguito il suo VERO corso, Ginevra Weasley non
sarebbe morta.-
E Max sapeva che era
vero, che era così. Lui non doveva stare con Ginny.
A quel punto, Silente voltò lo sguardo verso il
ragazzo. –Sai cosa devi fare, Max.Ginny non deve morire. Lei DEVE stare con DracoMalfoy.-
Max chiuse gli occhi. Ginny…poteva
salvarla. Poteva farlo, stando lontano da lei. Annuì. Aveva capito.
Era solo un sogno…eppure ci aveva creduto,
eccome. Ma perché? Perché si
era lasciato condizionare tanto? Forse era perché gli sembrava di essere
realmente in quella stanza, di avvertire il caldo afoso e la puzza di chiuso
nella vecchia aula…o forse perché, quando lui aveva fatto quel sogno, ancora
non sapeva che esistesse una ragazza di nome GinnyWeasley.
Già…ma restava pur sempre un sogno. Cavolo, lui
AMAVA Ginevra Weasley. E da
questo che male poteva derivare?
Si alzò e cominciò a correre. Doveva parlarle, fare pace con lei.
*****
La porta si aprì di scatto e un ragazzo biondo e
sudato entrò nell’infermeria.
-SIGNOR MALFOY!-
Ecco, di nuovo. Era da parecchio che Madama Chips non urlava. Ed ora rieccola…insopportabile!
Ginny
non si mosse, sperava che l’infermiera avrebbe scacciato Draco.
Non voleva vederlo, o parlargli. Non voleva sentire altre stupidaggini, o
litigare di nuovo con lui, e soffrire, piangere…
-la signorina Weasleysta riposando, non vede? Torni più tardi-
-Ma devo andare a lezione, starò un minuto e basta-
-Signor Malfoy…-
Sì, sì, sì, lo cacci via, per favore, per
favore, per favore. Non voglio parlargli. Per favore!
-Io devo uscire, quando torno non voglio
trovarla qui. È chiaro? Non più di un minuto.-
La porta si chiuse, e la rossa cominciò a
sudare.
-So che sei sveglia, Gin-
Avrebbe voluto rispondergli, ma sarebbe stato
inutile. Si mise lentamente a sedere, senza alzare lo sguardo su di lui.
Magari, in questo modo, si sarebbe scocciato e se ne sarebbe andato via subito.
Ma
no, lui non sembrava intenzionato a lasciarla in pace.
-Gin, ascolta. Non è così che cambierai la
situazione, soffrirai ancora di più. Devi affrontare le difficoltà.-
-…-
Caspita! Aveva deciso di fare il gioco del
silenzio? Ah, gli faceva venire un nervoso…!
Era davvero infantile. Lui voleva fare un
discorso serio, e lui se ne stava lì, zitta, come una bambina imbronciata. Ma
non si rendeva conto di essere ridicola?
-Ginny!
REAGISCI!-
-LA SMETTI DI URLARE?-
Ecco, era scoppiata. Lo sapeva, ma non pensava
di cedere tanto in fretta. Quel ragazzo la faceva morire!
-Che cosa pensi di risolvere, stando buttata a
letto così?-
-Io non ho nulla da risolvere-
Abbassò di nuovo lo sguardo.
-Sembri una bambina di
due anni- fu il commento di Draco
di fronte a quel gesto.
-Ti prego, lasciami in
pace-
-Provaci, Gin. Esci da qui, la situazione non
sarà tragica come immagini. E io ti starò accanto-
-E se io non ti volessi
accanto?- gli rispose, aspra. Forse un po’ troppo aspra. Ma
in fondo, chi se ne frega? Era lui che si stava impicciando dei fatti suoi, no?
-Non importa, dal momento che tu MI VUOI accanto-
Ginny
rimase zitta. Sapeva che il serpeverde aveva ragione,
sotto ogni punto di vista. Sospirò. –Me lo giuri?-
Lui la guardò interdetto. –Cosa
dovrei giurare?-
-Di starmi accanto.-
Draco
sorrise. –Te lo giuro.-
*****
-Gin, vuoi uscire dal bagno?-
-E
tu vuoi che io esca da quest’infermeria? Be’, non lo
farò certo mascherata da zombie!-
Draco
sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Ma che diamine
aveva nel cervello quella ragazza? Stava in bagno da due ore! Per fortuna
Madama Chips non era ancora tornata…
-Tadadadan!-
Lui la guardò sconcertato. –Ehm…sei impazzita?-
-Uffa! Volevo farti vedere che ero pronta!-
-Me ne sarei accorto comunque,
sai?-
-Uffa, perché devi essere sempre scortese?-
-Ma
chi è scortese! Sei tu che pensi sempre che tutti ti vogliano male!-
Ginny
aprì la porta dell’infermeria e fece un passo verso il corridoio, ma si bloccò.
Max.
Alleluia! Sono riuscita a finire questo capitolo! Scusate
il ritardo, ma il pc si bloccava
ogni volta che mi mettevo a scrivere, così perdevo sempre tutto…è per questo
che il capitolo non è tra i più lunghi, però credo sia accettabile…
Be’, spero tanto che voi
apprezziate la faticaccia che ho fatto per finire questo benedetto capitolo. Be’, se lo fate…RECENSITE!!!!!!
Leo chan: Scusa tanto per averti
fatto aspettare! Purtroppo ho avuto i miei soliti problemi con il pc (AH!!!!! KE RABBIA!!!!!!!). Be’, vedo che hai
compreso perfettamente la mia storia! Sono stracontenta,
davvero, il tuo commento entusiasta mi ha fatto veramente superpiacere,
a dire il vero non mi aspettavo tanto. Purtroppo non ho potuto inserire una
parte troppo bella di un litigio con Ron, dato che ho dovuto accorciare notevolmente il capitolo…Peccato!
Comunque voglio mettercelo nel successivo, o in quello
dopo, ancora non lo so con esattezza, perché ora devo trovare un’altra
occasione in cui una scena simile c’entri qualcosa.
Spero che tu abbia trovato il mio commento alla tua fanfic! È davvero, bello, complimentoni!
Mi raccomando, fammi trovare una tua recenzione anche per questo capitolo! Bacioni
Goten: AH!!!!!!!!!!!
Che bello, mi sei mancata!!!!!!!! Come va? Spero bene!
Sono stata felice di trovare la tua recenzione. Concordo
con quanto hai detto...ma come vedi anche Ginny ha
capito che Malfoy non è poi da buttar via!
Spero di leggere un commentuccio anche per questo
capitolo! Kisskiss da
Sammy
Lolitalola: Una nuova
commentatrice! Che bello!!!!!!!!!!!! Per la tua
curiosità…continua a leggere e lo scoprirai!
Grazie a tutti! Kisskiss
Siamo arrivati all’ultimo capitolo di For Eternity
Siamo arrivati all’ultimo capitolo di For Eternity.
Ovviamente ci sarà un seguito (e anche un seguito del seguito, se è per
questo…). In realtà non avevo intenzione di chiudere qui, ma mi sono resa conto
che era meglio dividere in due parti la storia. Spero che quest’ultimo capitolo
non vi dispiaccia.
Sammy
Capitolo 14
Era stato terribile.
Max aveva cambiato colore, era diventato pallidissimo.
Le aveva lanciato uno sguardo triste…il volto di Draco, invece, era diventato
paonazzo.
-Avevi
detto che ti facevi da parte- sibilò.
Max
sembrò riprendersi. Ma solo per un attimo, perché subito dopo perse di nuovo la
testa. Questa volta, però, arrabbiandosi come il serpeverde, se non di più.
-Non
puoi decidere per me. E se io non volessi lasciare Ginny?-
La
rossa, per istinto, aveva afferrato Draco per il braccio, temendo che potesse
far del male al ragazzo. Lui la strattonò per allontanarla, e questo fece
partire il pugno di Max. Draco era a terra, il labbro sanguinante. L’altro si
massaggiava la mano.
Il
biondo rimase sul pavimento solo una frazione di secondo, poi si rialzò e seguì
l’esempio del rivale, spaccandogli il sopracciglio. Ginevra urlò. Non capiva
nulla, vedeva tutto come dal di fuori, come se non avesse avuto nulla a che
fare con se stessa o con i ragazzi che si stavano picchiando. Sentì il suo urlo
come se, a lanciarlo, fosse stato qualcun altro. Piangeva, le lacrime le
rigavano copiose le guance arrossate.
-SMETTETELA!
BASTA, BASTA, PER FAVORE, NON FATE COSI’!
Non
c’era alcun motivo per lanciarsi l’uno contro l’altro in quel modo. Ma quei due
non lo capivano.
Ora, Draco era seduto in Sala Grande, con Ginny accanto,
che non gli rivolgeva la parola. Era arrabbiata da impazzire con lui. Però era
preoccupata per la ferita al labbro e per un livido che troneggiava fiero sullo
zigomo del ragazzo.
-Se
vuoi andartene fai pure.
Il
serpeverde era di pessimo umore.
-Non
me ne voglio andare. Voglio solo capire perché lo hai fatto. Perché ti sei
arrabbiato quando lo hai visto.
-Aveva
detto che gettava la spugna.
-Sì,
ma se poi ha cambiato idea? Cavolo, a te doveva importare solo che alla fine io
avevo scelto te.
-Mi
da sui nervi, mi ha sempre dato sui nervi quel tizio.
-Be’,
io invece gli voglio bene, tengo a lui, anche se non ne sono più innamorata,
quindi vedi di non picchiarlo mai più, se vuoi stare con me. Tu stai qui e stai
bene, lui è quasi mezzo morto!
-Dovrebbe
giocare a Quidditch, gli farebbe bene.
-Cretino.
Ginny
si alzò e se ne andò, arrabbiata. Non infuriata, e questo Draco lo sapeva bene.
Sarebbe tornata. E infatti, due ore dopo, erano insieme, nel grande parco,
abbracciati. Lei era ancora un po’ offesa, ma i baci roventi del ragazzo le
fecero dimenticare ogni cosa.
***
L’odore di menta, fortissimo, come sempre. Lui, di fronte
a lei, girato di spalle. Era più grande, però. Ginny sentì di provare una
rabbia furiosa nei suoi confronti. Gli si avvicinò. Il biondo si voltò.
-Mi stai lasciando, Ginevra?
-Sì, Draco
Lui storse la bocca. –Sai che stai facendo il più grave
errore della tua vita?
-Quello l’ho fatto quando ho mandato all’aria la mia storia
con Max per mettermi con te.
-Non sai quello che stai facendo
La sua calma era impressionante. Lei aveva voglia di
prenderlo a schiaffi.
-Sei uno stronzo, un bastardo! Draco, tra noi è finita, non
voglio mai più vederti.
Gli occhi del serpeverde diventarono lucidi. Stava per
piangere. Se ne rese conto anche lui stesso, tant’è vero che corse via, per non
farsi vedere.
Lei lo vide uscire dalla stanza sbattendo la porta. Era finita davvero, questa
volta. Non era uno dei soliti litigi. Draco aveva sbagliato, lei non lo amava
più. Lei amava….
Ginny si svegliò. Non ebbe la possibilità di “percepire”
di chi fosse innamorata nel sogno. Ma non le interessava gran che. L’unica cosa
a cui riusciva a pensare era che si sarebbe lasciata con Draco, che la loro
storia sarebbe finita, e anche malissimo. Che cosa avrebbe fatto di tanto grave
il ragazzo per farsi odiare tanto da lei? Ginny chiuse gli occhi, e una lacrima
le scivolò silenziosa sulla guancia destra.
Sperò
vivamente che il sogno si fosse sbagliato.Ma sapeva che non sarebbe successo.
Si era mai sbagliato prima? No.
Draco….
Lo so, è un capitolo schifosamente corto, ma è per
lasciare la suspance….presto arriverà il continuò, che ho già iniziato a
scrivere e che è di sicuro una delle cose migliori che io abbia mai scritto.
Non so ancora come si chiamerà, fatto sta che arriverà
presto.
Fra un po’ aggiungerò anche un ringraziamento a tutti i
commentatori.