Se si potesse non morire

di frencia92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cuore infranto ***
Capitolo 2: *** Ritorno dall'aldilà ***
Capitolo 3: *** Discorsi importanti ***
Capitolo 4: *** Segreti e gelosie ***
Capitolo 5: *** Istinto ***
Capitolo 6: *** Se si potesse non morire ***
Capitolo 7: *** Love, hope, despair ***
Capitolo 8: *** Blind ***
Capitolo 9: *** Dimissioni ***
Capitolo 10: *** Good cop, bad cop ***
Capitolo 11: *** Una piacevole distrazione ***
Capitolo 12: *** Uno strano odore famigliare ***
Capitolo 13: *** Una nuova vita che cresce ***
Capitolo 14: *** Cena speciale... con sorpresa! ***
Capitolo 15: *** Una telefonata importante ***
Capitolo 16: *** You see my sky ***



Capitolo 1
*** Cuore infranto ***



'E poi t' immagini se invece si potesse non morire
e se le stelle si vedessero col sole...'


Un sole pallido illumina il cielo azzurro di Washington, l'aria accarezza i visi segnati dalle lacrime, davanti a loro una bara coperta dalla bandiera americana cattura l'attenzione dei presenti, le foglie si muovono sugli alberi riempiendo di un dolce suono il silenzio di quel giardino così luminoso e pieno di vita.
Vestiti di tutto punto, si apprestano a dare l'ultimo saluto all'uomo che tanto ha fatto per loro, l'uomo che li aveva uniti come se fossero una famiglia, la SUA famiglia.
McGee stringe forte a se Abby che piange ininterrottamente, Ziva si fa coccolare da Ducky mentre Tony rimane leggermente in disparte, in rigoroso silenzio.
Con le dita accarezza il distintivo che tiene tra le mani, un distintivo che ora è suo di successione, un distintivo che dice 'Ora il capo sei tu', il distintivo di Gibbs.
I suoi occhi, coperti dagli occhiali da sole, hanno smesso di lacrimare da un po', alla fine della funzione si volta verso gli altri " Io vado... ci vediamo domani al lavoro... "
Ziva lo abbraccia, lui rimane freddo e gelido come nessuno lo aveva mai visto
"Tony? Vuoi che venga con te? Possiamo guardarci un film... " "No. Voglio rimanere solo... ti dispiace?"
Stacca bruscamente Ziva da sé, incredula e confusa dal suo atteggiamento, guarda di nuovo la bara e se ne va.

Cammina per strada mentre torna a casa, con gli occhi puntati all'asfalto ricorda bei momenti passati con Gibbs: il loro primo incontro a Baltimora, un incontro burrascoso che li ha portati subito alle mani, i primi giorni all'NCIS, le loro prime indagini, i numerosi scapellotti, le missioni sotto copertura, i ricordi dell'esplosione su quella nave che lo portò a dare le dimissioni per poi tornare in campo a pieno regime, tutte le volte che si sono salvati la vita a vicenda, la sua vicinanza paterna,... tutto riaffiora nella sua mente, soprattutto gli eventi che hanno portato alla morte del Suo capo.
Una tragica fatalità, pesti i piedi a persone importanti che scopri essere mafiosi russi che si vendicano su Gibbs e su chiunque altro metta mano al caso, un caso interrotto dall'esplosione della casa di Gibbs in cui era appena entrato. Ripensando a tutto ciò che è successo sente che qualcosa dentro di lui si è infranto, il suo cuore si è sbriciolato in mille pezzi per poi polverizzarsi in un soffio.
Un turbinio di sentimenti contrastanti e strazianti lo devastano dall'interno: rabbia, angoscia, delusione... non si da pace per ciò che è successo, per non essere riuscito a proteggerlo e a salvarlo come molte volte Gibbs lo aveva fatto per lui, per non essere stato alla sua altezza, per non aver lottato per lui... si sente morire, un dolore lacerante s'insinua nell'anima ferita di Tony, il pensiero di non poter rivedere il suo capo e di non poterlo più aiutare distrugge lentamente tutto ciò che rimane di lui, facendolo sentire debole e fragile.
I suoi occhi si riempiono nuovamente di lacrime che però non scendono, non scendono perché il suo cuore e il suo istinto gli ordinano di non farlo...
Gibbs non avrebbe mai voluto vederlo piangere, doveva essere forte ed autoritario, per Gibbs e per la sua squadra...
la sofferenza ora non è ammessa, non ora. Il suo cuore piange in silenzio mentre la mente riprende il controllo per non perdersi nell'oscurità, quello stato da cui non si torna indietro, quello stato in cui la tristezza e la malinconia prendono per sempre posto nel cuore e nella mente...

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Capitolo 2
*** Ritorno dall'aldilà ***


Cammina piano e stanco verso la porta di casa, pensando che, forse, con una bella dormita si sarebbe ripreso un po', smettendo di fingere che tutto vada bene, smettendo di pensare per un po' recuperando lucidità... apre con le chiavi la porta, con una calma snervante, gli occhi ancora bassi, persi nel vuoto, entra in casa e chiude la porta appoggiandoci lentamente la fronte.

Rimane immobile e in silenzio per qualche minuto implorando qualche santo in Paradiso di far smettere quel dolore così intenso che gli impedisce di pensare coerentemente.
Improvvisamente dietro di lui una voce calda e familiare gli toglie inconsciamente il respiro, una voce che lo manda in paranoia, che lo chiama incessantemente per destarlo dall'incubo che sta vivendo, una voce che lo immerge completamente nel dolore e nell'angoscia. Rimane ancora fermo, appoggiato alla porta, lo sguardo perso nell'oblio più profondo e scuro, le braccia ferme lungo i fianchi, le chiavi cadono dalle sue mani rompendo il silenzio in cui sta lentamente affogando.
Quella voce si avvicina a lui di qualche metro, gli pare di impazzire, crede che il dolore che porta del cuore lo stia uccidendo lentamente. Si ridesta piano dai suoi pensieri staccandosi dalla porta, si gira lento verso quella voce, alzando lo sguardo perso e abbandonato sull'unica persona che non avrebbe mai pensato di poter vedere: Gibbs lo guarda in piedi davanti a lui, lo sguardo sconvolto e spento di Tony lo sconvolge inevitabilmente.
Per la prima volta nella sua vita lo vede senza maschere, vede nel suo sguardo ciò che non avrebbe mai voluto vedere, mai. Rimane sconvolto dal suo silenzio così surreale, dalla sua freddezza quasi inquietante che lo terrorizza, qualcosa di inverosimile che il suo animo vuole fermare e che il suo cuore vuole curare.
Gli si avvicina lentamente mentre cerca di leggere i pensieri negli occhi lucidi di Tony, quegli occhi che lo turbano e che vorrebbe vedere raggianti come li vedeva qualche giorno prima, lo fissa per un istante per poi avvolgerlo in un caloroso abbraccio pieno di affetto.
Tony rimane gelido a questa rara dimostrazione affettuosa e paterna, cosa che a Gibbs non sfugge, così lo stringe più forte a a se come un padre abbraccia un figlio; con calma Tony riprende le sue facoltà, rispondendo all'abbraccio di Gibbs, lasciando uscire liberamente le lacrime oppresse da tempo.
Nasconde il viso tra le braccia forti di Gibbs lasciandosi coccolare, Gibbs lo tiene stretto a sé come se potesse sfuggire dalle sue mani perdendolo per sempre.
Quando lo sente piangere capisce quanto realmente soffrisse per lui e quale profondo legame si era instaurato nel tempo, gli accarezza dolcemente la testa per tranquillizzarlo placando quello sfogo sconvolgente e incessante che lo preoccupa non poco. Sente la presa di Tony stringersi tra le lacrime, così prova a calmarlo parlando "Tony... sono qui... smetti di piangere, ti prego!" 
Smette pian piano di piangere, cercando conforto nel suo abbraccio "Tony... ascolta... mi dispiace che tu sia stato tanto male per me... ma ora sono qui ed ho bisogno del tuo aiuto... sono venuto da te perché so che posso fidarmi cecamente, ora devi prendere controllo... sono nelle tue mani... "
Tony si stacca leggermente dall'abbraccio guardandolo dritto negli occhi, ora pieni di rabbia, e lo colpisce con un pugno al petto, mozzandogli il fiato "... perché...? "
"... sei un idiota, Gibbs! Cosa diavolo ti passa in quella testa vuota!? Stavo per morire quando ho saputo dell'esplosione... potevi anche avvertirmi, magari potevi farti vedere prima, così non sarei stato così male per tre fottutissimi giorni, ti pare? "
"Scusa... in quel momento non sapevo cosa fare... ma sappi che tutto ciò che hai passato non è inutile... il tuo stato ha garantito la mia copertura... comunque mi dispiace. Davvero."

Tony valutata con attenzione le sue parole, i suoi occhi riprendono vita mentre sfoggia uno dei suoi sorrisi più belli, un sorriso pieno di felicità. Sorprendendo Gibbs, Tony si getta su di lui abbracciandolo forte "Gibbs, che non ricapiti mai più... altrimenti sarò io ad ucciderti così soffrirò per qualcosa... sono disposto ad aiutarti, ovviamente, ma tu dovrai raccontarmi tutto senza tralasciare nulla e sarai mio ospite! "
Gibbs si stacca e sorride "Ok. Ricorda però che sono morto... nessuno, ripeto, NESSUNO dovrà sapere, d'accordo? "
Tony fa un cenno con la testa, lo afferra per un braccio e lo porta nella sua stanza "Tu puoi dormire qui... se vuoi nasconderti questo è il posto giusto... Fammi una lista di tutto quello che ti serve così te lo procuro. In cucina sono ben rifornito, in frigo tengo la mia riserva speciale di birra... non ho una cantina ma ho una televisione al plasma da 50 pollici e una vasta collezione di film con cui puoi passare il tempo. Se sei stanco puoi riposare mentre preparo la cena, poi mi racconterai tutto... "

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Capitolo 3
*** Discorsi importanti ***


Si mettono a tavola davanti ad un buon piatto di spaghetti alla carbonara, nessuno dei due parla, troppo dolore era passato nella mente di Tony e Gibbs lo rispetta, d'altronde è l'unico che sa che è vivo e non vuole impensierirlo più di quanto non sia già.

Non si guardano, Tony in particolare non vuole guardarlo, teme che dai suoi occhi possa leggere il suo tormento.
Ogni tanto Gibbs alza gli occhi su di lui per capire cosa pensi, inutilmente, anche se sa bene quanto difficile possa essere.
Finiscono di mangiare e, mentre si avviano in salotto, il cellulare di Tony inizia a squillare, così va a rispondere: è Ziva.
"Ciao, dimmi..."
"Ciao... volevo sapere come stavi... se vuoi possiamo incontrarci per fare due chiacchiere, se ti va..."
"No, Ziva... è tutto a posto, ci vediamo domani, ok? Ehi... non ti preoccupare, ok? Sto bene. Davvero."
"Ok, a domani... ma se hai bisogno sono qui per te..."
"Va bene. A domani."
Chiude la chiamata e rimane fermo col cellulare in mano, assorto nei suoi pensieri. Gibbs lo osserva preoccupato all'entrata del salotto, vede il suo smarrimento e sa che non capirà mai realmente fino in fondo quanto dolore possa aver provato e questo lo sconvolge, di solito sta sempre ciò che gli passa per la testa e sa prevedere le sue mosse, sa perfettamente come agire e reagire in situazioni particolari ed ha sempre avuto il controllo di tutto, ora si sente quasi impotente di fronte all'angoscia che ha spezzato cuore e anima di Tony, non può controllarlo.
Vedendolo ancora così pensieroso decide di avvicinarsi per capirne il motivo, lo sguardo perso fisso sul cellulare che tiene ancora tra le mani lo turba non poco, prende il cellulare dalle sue mani per rimetterlo dov'era, gli tiene le mani per dargli forza, per poter cominciare quella conversazione che Tony non vorrebbe ascoltare, quella conversazione che darà inizio ad una disastrosa tortura che sembra non finire mai. "Tony..." alza lo sguardo su Gibbs e lo accompagna in salotto, sul divano.

Continua a tenere lo sguardo basso mentre decide di farla finita, cominciando per primo questo doloroso discorso
"... cosa devo fare..." Gibbs lo guarda stupito da quelle parole e dal suo tono arrendevole con cui le ha pronunciate
"Devi seguire il caso senza pensare al mio coinvolgimento, devi essere te stesso, quello di sempre... ne hai bisogno tu come ne avranno bisogno gli altri per poter andare avanti... io ti aiuterò come posso da qui, sarò sempre a tua disposizione per qualunque cosa... però devi promettere che non dirai loro che sono qui, ne va della vostra vita, ok? "
Tony alza lo sguardo e annuisce, Gibbs rimane sconvolto nel vedere quegli occhi così spenti e privi di luce e speranza.
Decide così di rivelargli tutto ciò che sa e ciò che è realmente successo a casa sua "Quando sono tornato a casa ho notato un congegno strano attorno al muro accanto alla porta. Credo fosse un timer o qualcosa di simile... l'ho staccato buttandolo in giardino e sono entrato. Sentivo dei rumori provenire dal salotto e avvicinandomi ho visto un uomo piazzare sotto il tavolino davanti al divano un ordigno... l'ho sorpreso di spalle e gli ho spezzato il collo. Quando ho letto il conto alla rovescia sono sceso nel seminterrato. Sono rimasto nascosto laggiù tutto il giorno, poi sono risalito e la mia casa non c'era più. Saltata in aria completamente. Così ho finto la mia morte rimanendo nascosto fino a quando sei uscito, così mi sono nascosto qui... nessuno deve sapere o scoppieremo tutti in aria..."
Tony rimette insieme pian piano tutte le informazioni che Gibbs gli ha fornito e decide di mettere in atto un piano per salvare tutti, decide di tenere per se questa nuova idea per non impensierire Gibbs, appoggia una mano sulla sua spalla e sorride "Sono con te, Capo..."
Gibbs, alquanto sorpreso, capisce che gli sta nascondendo qualcosa, così decide di non fare domande, dopotutto è lui che deve salvarlo, perciò seguirà il suo istinto. Entrambi stanchi vanno a dormire, Tony sul divano e Gibbs nel suo letto.

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Capitolo 4
*** Segreti e gelosie ***


'Se potessi mantenere più promesse e in cambio avere la certezza
che le rose fioriranno senza spine...' 


Alle 5.00 Tony si alza e si veste pronto per andare al lavoro.
Il profumo di caffè sveglia Gibbs, ancora mezzo addormentato va in cucina, trovando Tony pronto per uscire
"Vai all'NCIS?" "Si"
"A quest'ora? Sei impazzito?"
"Si, a quest'ora, di solito vado a correre alle 5, per questo arrivo più tardi al lavoro. Io e McGee dobbiamo vederci prima, così possiamo confabulare in pace... "
"Oh... ok. Quando torni?"
"Scherzi, vero? Sarò a casa per le 2, come sempre... hai problemi di memoria? "
"No... è che... vederti andare al lavoro così presto è... strano... "
"Ehi, sto lavorando anche per te, non dimenticarlo... a proposito... non uscire, resta nascosto, se hai fame il frigo è pieno... domande? "
Gibbs, notando questa nuova sicurezza e autorità di Tony, sgrana gli occhi "No"
"Ottimo, a più tardi."

Arriva alla base alle 5.30, dopo aver preso un buon quantitativo di caffè per sé e per la sua squadra. Siede alla scrivania di Gibbs, ripensando a ciò che ore prima gli aveva rivelato; McGee arriva poco dopo, sbalordito dalla presenza di Tony in un orario per lui indecente.
"Ciao, Tony... ehm... volevo dire... Capo..."
"Buongiorno, Pivello. Non ti sforzare troppo... Hai qualcosa per me?"
"Ehm... si. Ho ricevuto dall'FBI alcuni identikit dei nostri amici russi... ma ancora ne io ne Abby siamo riusciti a cavare un ragno dal buco..."
"Ok. Lasciami le foto, chiederò a Ziva di aiutarmi a dare un nome ad ogni volto... ora dovresti fare un lavoretto per me... " "Cos'hai in mente?"
Con sguardo furbo Tony gli da ordini ben precisi, iniziando quasi a bisbigliare perché nessuno senta "Beh... vai a casa di Gibbs... sicuramente l'FBI a tralasciato prove fondamentali, in fondo noi siamo più in gamba... senza farti scoprire setaccia quel che rimane della casa... anche il giardino, tutto. Chiaro?"
"Certo. Credi davvero ci sia qualcosa?" "Si, ovvio."
"Istinto?" "Beh... si, chiamiamolo così..."
"Vado e torno, Capo..." McGee prende velocemente la sua roba e scompare in ascensore, il suo scopo non è solo chiudere il caso per vendicare Gibbs ma anche aiutare Tony a riprendersi dal lutto.
In un istante, si rende conto di quanto sia stato forte il legame tra Tony e Gibbs e capisce solo ora di esserne sempre stato geloso. Vola in auto a cercare prove, arrivato sulla scena del crimine, inizia a rilevare impronte e a cercare prove, trovando una bomba inesplosa dove prima c'era la camera da letto e, seguendo i consigli di Tony, trova un innesco in mezzo all'erba del giardino. Soddisfatto di se, torna alla base per far analizzare le prove ad Abby e per aggiornare Tony.

Nel frattempo alla base regnava il silenzio. Nessuno in ufficio osava disturbare uno strano e silenzioso Tony che sembrava lavorasse davvero per la prima volta con attenzione e grande impegno.
Dall'ascensore arriva Ziva, che nota subito questa nota malinconica e decide di parlare un pò con Tony "Ehi, mattiniero... eh?"
Tony non risponde, troppo concentrato a cercare gli uomini delle foto "Ehi... ma mi senti? Tony?" "... si, ti sento..."
"Oh... bene. Come ti senti? Sei riuscito a dormire?" "... si"
"Hai già mangiato?" "...si"
"Ed ora... ti senti meglio di ieri?" "...si" "Hai deciso di parlarmi in monosillabi per il resto della giornata?" "...si...eh?"
"Tony?" "Ehi... Tel'ho detto ieri al telefono... sto bene. Davvero."
A sentire le sue parole, Ziva inizia a sentire che qualcosa lo turba, che in realtà finga solamente di stare bene per tenere unita la squadra... o quel che ne rimane.
Conosce bene il legame che Tony e Gibbs avevano instaurato, perciò poteva capirlo. Però per lei è troppo strano, sta nascondendo qualcosa, ne è certa.
Forse riguarda il loro rapporto, forse è stanco di lei, forse Gibbs morendo ha spezzato l'inizio di quel piccolo legame che si era creato dopo l'incidente che li ha coinvolti... rimane pensierosa ed in silenzio, in piedi davanti a Tony, che la osserva di sottecchi preoccupato dal suo sguardo smarrito: che abbia capito? 
Tony si alza dalla poltrona di Gibbs e si avvicina a Ziva "Ehi... perché quello sguardo?"
"Devi dirmi qualcosa?"
Tony la guarda con sorpresa, pensando che forse sa già tutto "Cosa... cosa pensi di sapere?!"
Dal tono di voce Ziva capisce che le sta nascondendo qualcosa che per lui è importante, lo fissa con occhi tristi, immaginando che le chiederà di farsi da parte "Tony... c'è un'altra?"
lui la guarda sorpreso per queste parole, parole di una donna gelosa "Ma scherzi? No... assolutamente, perché dici questo?"
"Beh... non vuoi più stare con me, ti sei rifiutato due volte ieri di vederci... cosa dovrei pensare? "
Cerca di contenere le lacrime per sembrare più forte, Tony la guarda titubante. Ha promesso di non far parola ad anima viva del ritorno di Gibbs, ma ora stanno insieme, non può mentirle, il suo istinto gli grida di fidarsi di lei, che può aiutarlo, così la prende per un braccio portandola in una stanza isolata per poterle dire ciò che deve sapere "Ascolta... io devo mantenere una promessa... non dovrei dirti nulla ma non posso nasconderti nulla ora, stiamo insieme e non voglio ci siano fraintendimenti... "
"Di cosa stai parlando?"
"... Gibbs... è vivo." "No, è morto... eravamo al suo funerale "
"No... è vivo. Ora è a casa mia." "Cosa dici?"
"Ehi... ascolta. È vivo, a casa mia, in pericolo. Oltre a noi due non lo sa nessuno e nessuno dovrà venirlo a sapere. Sembra che Gibbs abbia pestato i piedi alle persone giuste nel momento meno opportuno... ora ho un piano ... mi ha parlato di un congegno che ha disattivato prima dell'esplosione, ho mandato McScout a cercarlo..."
"Ma lui non sa..."
"... no. Quell'aggeggio potrebbe fornirci indizi importanti, così scoveremo quei bastardi ed io in persona li farò fuori... o in alternativa li sbatto in gattabuia... farò come James Bond!"
 
 Ziva riflette attentamente sulle sue parole, rimanendo stupita dalla volontà e dal coraggio del compagno, tutto per salvare Gibbs... "Cosa posso fare?"
"Ottima domanda. Aiutami a beccare i russi... ovviamente la sera sarò con Gibbs, quindi non potremo stare insieme ma quando sarà tutto finito sarò tutto tuo!! Ah... un'altra cosa... Se dovesse succedermi qualcosa, ho bisogno che tu rimanga con Gibbs e lo tenga aggiornato... puoi farlo per me?"
"... certamente..."
Ziva capisce subito che Tony non è tranquillo, il suo istinto gli dice che succederà qualcosa per cui rischierà la vita...
Entrambi si capiscono in uno sguardo, Tony in qualche modo cerca di tranquillizzarla ma sa perfettamente che sarà tutto inutile.

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Capitolo 5
*** Istinto ***


'T'immagini se con un salto si potesse, si potesse anche volare...
se in un abbraccio si potesse scomparire...'


Passano i giorni e le indagini procedono per il meglio: come Tony già sapeva, sono state ritrovate alcune prove ed Abby ha trovato alcune impronte che ora sta analizzando, senza ancora riscontri utili.
Tony e Ziva hanno dato nomi e cognomi agli identikit di McGee, che cerca contatti elettronici dei mafiosi per rintracciare il loro rifugio. 
 
All'ora di pranzo, Tony torna a casa per stare il resto della giornata con Gibbs. Entra in casa senza far rumore, attacca la giacca al muro e appoggia sul tavolino pistola e distintivo, apre piano la porta della sua camera, trovando Gibbs ancora addormentato.
Sorride guardandolo dormire a quest'ora, richiude la porta dietro di se ed entra in bagno per farsi una doccia rilassante.

Il fruscio dell'acqua sveglia Gibbs, che si accorge di aver dormito a lungo osservando la sveglia 'wow... nemmeno da giovane mi svegliavo così tardi... devo essere impazzito...' pensa mentre sente l'acqua fermarsi.

Tony esce dal bagno vestito di abiti comodi, i capelli arruffati e umidi, entra in cucina ed inizia a preparare da mangiare. Quando Gibbs entra in cucina trova Tony indaffarato tra i fornelli, così si siede a guardarlo silenziosamente. Senza girarsi a guardarlo, Tony inizia a parlargli, stupendolo del suo udito "Buongiorno. Vedo che ti stai abituando alla vita sedentaria..." "Sono costretto... certo, non che mi dispiaccia... non ho mai dormito tanto in vita mia, per quello che ne so mi svegliavo alle 6 anche a quattro anni..."
Tony si volta a guardarlo, alza un sopracciglio e sorride "... non avevo dubbi... " Entrambi si guardano e ridono mentre Tony porta il cibo a tavola e si siede davanti a Gibbs, che cambia discorso "Allora? Come procede il caso?"
Tony lo fissa mentre il suo sorriso svanisce "Beh... abbastanza bene. Abbiamo trovato i nomi di alcuni mafiosi e McGee è andato a casa tua a cercare prove... " "E...?"
"E... abbiamo trovato una bomba inesplosa tra le macerie e il congegno che mi avevi detto... Abby ha rilevato le impronte di almeno tra persone che sta già analizzando, McGee invece sta cercando di rilevare tracce elettroniche per rintracciare i Russi..." Gibbs, fiero del lavoro di Tony, lo guarda fisso negli occhi, leggendo l'ansia e la preoccupazione che vedeva il giorno del funerale, capisce subito che qualcosa non va, qualcosa lo turba, così decide di andare al sodo
"Tony? Cosa c'è che non va?" Tony abbassa lo sguardo, appoggia le posate nel piatto quasi vuoto e rimane fermo
"... niente. È tutto a posto... davvero."
"Non sembrerebbe..." Tony si alza di scatto, sorprendendo Gibbs, prende il suo piatto e lo mette nel lavandino, poi, senza mai alzare lo sguardo su Gibbs, vai in salotto, siede pesantemente sul divano ed accende la tv per provare a distrarsi.

Ancora sbalordito dalla scena a cui ha assistito, Gibbs si alza da tavola profondamente scosso, incredulo dalla forte reazione di Tony alle sue parole.
Lo raggiunge in silenzio in salotto, appoggiandosi allo stipite della porta ad osservarlo. Sente che sta deliberatamente nascondendo qualcosa che per lui è importante, vede ancora l'agitazione negli occhi di Tony, così decide di aprirsi dedicandogli un pò di tempo per aiutarlo a calmarsi
"Tony... Sai bene che non puoi nascondermi nulla... cosa mi nascondi? Cosa ti preoccupa...? " si siede dolce accanto a lui mettendogli una mano sulla spalla per incoraggiarlo a parlare "... niente... solo che... " smette di parlare, chiude gli occhi e sospira pesantemente, appoggiando la testa allo schienale del divano "Tony... cosa dice il tuo istinto? " apre glì occhi e fissa quelli di Gibbs, sospirando di nuovo
"... non capisco, non so come interpretarlo... è come se mi avvisasse che sta per succedere qualcosa, però... non so cosa, e questo mi da sui nervi!"
"Da quanto senti questo?" Tony lo guarda con occhi tristi mentre riflette, cercando una risposta...
"... da quanto? Beh... dall' esplosione di casa tua..." "Perché non me ne hai parlato prima?" "Perché non so il motivo di queste... sensazioni... se non le capisco io, figurati tu!" la risposta leggermente ironica fa sorridere Gibbs mentre Tony rimane stranamente serio.
Gibbs si avvicina e lo abbraccia forte, sentendolo rigido come lo sentì dopo il funerale.
"Perché lo fai?!"
"Abbracciarti? Beh... perché so che ne hai bisogno, perché di solito un padre fa lo stesso con un figlio... anche se non lo sei, ti sento come se lo fossi, per questo..." Tony rimane piacevolmente sorpreso dalle sue parole, facendolo sorridere lievemente. Ricambia l'abbraccio sciogliendosi un po' "Grazie..."
"Ehi... Hai bisogno di tutto il mio sostegno. So che non lo dico spesso... anzi non lo dico mai, ma sappi che ti voglio bene... tu più di tutti sei la MIA famiglia, sei il figlio che avrei voluto avere, sei l'unica persona che riesce a farmi ridere e sorridere anche nei momenti più difficili... "

Una lacrima scende dagli occhi di Tony, le sue braccia lo stringono forte mentre entrambi sfoggiano il loro più bel sorriso, uno di quelli che guardandolo per un secondo ti migliora la giornata, illuminandoti. Rimangono abbracciati per qualche minuto, poi Tony rompe il silenzio che si era creato "Sai... mio padre non mi avrebbe mai detto nulla di simile... comunque grazie, anch'io ti ho sempre visto come un padre, certo, un pò burbero e sempre pronto a rimproverare chiunque, sempre pronto a mollare scappellotti, però... è quello che farebbe un padre... "
Ridono felici alla frase sarcastica, chiudendo gli occhi per assaporare quel bel momento che si è creato...

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Capitolo 6
*** Se si potesse non morire ***



Lo squillo del cellulare rompe la magia, facendo tornare Tony nel suo stato di ansia e agitazione, si stacca bruscamente da Gibbs e va a rispondere "DiNozzo..."
"Ciao Capo... ho trovato il rifugio dei Russi... cosa facciamo?"
"Chiama Fornell, ci serviranno rinforzi esterni... poi chiama Ziva, ci troviamo alla base tra cinque minuti... "
"D'accordo Capo. Faccio subito."
Spegne il cellulare e si volta verso Gibbs, che sta alle sue spalle in silenzio. Si guardando negli occhi senza bisogno di parlare, con i loro sguardi cercano di rassicurarsi a vicenda, Tony prende le sue cose ed esce di fretta.
Solo in quel momento Gibbs inizia a percepire lo stesso sentimento d'angoscia che prima sentiva Tony, sente con chiarezza che sta per accadere qualcosa, qualcosa che potrebbe segnare il meraviglioso rapporto che ha con Tony, qualcosa di devastante e sconvolgente a cui non ci sarà rimedio.

Tony, Ziva e McGee si trovano alla base ed insieme partono per catturare i mafiosi Russi.
Durante una sparatoria, McGee viene colpito da un proiettile alla spalla e Tony, nel tentativo di proteggere la SUA squadra, viene colpito alla testa. Cade a terra mentre sotto la testa si forma una chiazza di sangue, alcuni mafiosi riescono a fuggire mentre altri rimangono a terra feriti o uccisi.
Ziva, profondamente sconvolta, rimane con Tony fino a che non perde i sensi mentre le sirene dell'ambulanza si sentono più vicine.

Gibbs, a casa da solo, inizia seriamente a preoccuparsi: sono passati due giorni dall'ultima volta che ha visto Tony e ancora non è tornato e non risponde al cellulare.
Cammina avanti e indietro per la camera da letto, cercando di calmarsi pensando positivo 'sicuramente è impegnato... non sta succedendo nulla...' quando d'un tratto la porta di casa si apre, scruta dalla porta rimanendo ben nascosto vedendo entrare Ziva con un sacco trasparente contenente alcuni vestiti.
La osserva attentamente, notando il suo sguardo perso; si sente smarrita, entra in casa e appoggia le chiavi di Tony sul tavolino accanto, si appoggia di schiena alla porta e si lascia scivolare piano a terra.
Copre il viso con le mani mentre le lacrime le bagnano la pelle chiara, rimane ferma per qualche minuto, persa nei suoi pensieri, finché le torna in mente la promessa fatta a Tony qualche giorno prima 'SE DOVESSE SUCCEDERMI QUALCOSA HO BISOGNO CHE TU RIMANGA CON GIBBS E LO TENGA AGGIORNATO...' ricordando quelle parole capisce che lui sapeva già tutto, sapeva che avrebbe rischiato la vita per Gibbs e per la squadra.
Asciuga le lacrime con le mani, si alza e comincia a parlare "So tutto Gibbs... so che sei qui e che Tony ti teneva nascosto... mi ha chiesto lui di venire se fosse successo qualcosa... "
A quelle parole, Gibbs esce allarmato, guarda gli occhi pieni di lacrime di Ziva e capisce tutto.
Tony lo sapeva.
Le si avvicina piano mentre lei resta immobile, proprio come Tony qualche giorno prima, le appoggia le mani sulle spalle, cercando il suo sguardo sfuggente "Ziva... cos'è successo? Dov'è Tony? Perché sei qui?" a quelle domande non riesce più a controllare le lacrime, così si avvicina a Gibbs e lo abbraccia, in cerca di conforto.
Nel silenzio Gibbs capisce la gravità della situazione così cerca di forzare Ziva a parlare "Ziva... io devo sapere, ti prego..."
Alza lo sguardo arrendevole e sconvolto e lo guarda negli occhi "Qualche giorno fa, Tony mi ha detto che eri vivo e che ti stava nascondendo... lo ha fatto perché non rimanessi solo se fosse successo qualcosa. Due giorni fa ci siamo incontrati alla base, McGee aveva trovato il rifugio e siamo andati a cercarlo.
È iniziato un conflitto a fuoco, McGee è stato ferito alla spalla e Tony ci ha coperto. Poco dopo è stato colpito anche lui... ma... " si interrompe iniziando a singhiozzare tra le sue braccia, le accarezza dolcemente la schiena, così da aiutarla a star meglio, poi continua "Gli hanno sparato, Gibbs... un colpo alla fronte... sono rimasta con lui tutto il tempo... ha perso conoscenza mentre arrivava l'ambulanza... in ospedale lo hanno operato, ma ci hanno detto che... forse... non si sveglierà più... È in coma."
Gibbs l'abbraccia forte, conosce bene i suoi sentimenti nei confronti di Tony, sentimenti molto simili ai suoi... lacrime amare e dolorose scivolano veloci sul volto di Gibbs, consapevole che in parte sia colpa sua, consapevole che non può fare nulla... "Sai, li ha uccisi quasi tutti... erano in otto e noi solo tre.
È riuscito ad ucciderne cinque, uno è ferito e due sono scappati, ma Fornell li ha presi poco dopo... È stato coraggioso, ci ha salvato... " le parole di Ziva sono come pugnalate al petto per Gibbs, incredulo a tutto ciò che è successo a causa sua "Mi dispiace, è colpa mia..." Ziva lo guarda impressionata dalle parole laceranti di Gibbs
"Non è colpa tua... Tony non vorrebbe che pensassi questo. Lui avrebbe comunque agito in quel modo pur di salvarci... ho portato i suoi vestiti, sono pieni di sangue... devo portargliene di puliti... "
Si stacca da Gibbs, pietrificato dal dolore, recupera un pò di vestiti e torna la porta "Farò come mi ha chiesto... ti tengo aggiornato... tu resta nascosto, rimango io con Tony..."
"Grazie..."
Ziva esce, lasciando Gibbs nello sconforto più totale.

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Capitolo 7
*** Love, hope, despair ***


Avvilito, distrutto, smarrito... questo lo stato d'animo di chi pensa di aver perso tutto ciò per cui valeva la pena vivere e lottare, tutto ciò che conta veramente, tutto ciò che è stato, è e sempre sarà... siede immobile sul divano, tormentato dal pensiero fisso di non essere stato in grado di proteggerlo, nemmeno se gli fosse stato accanto in quel momento al posto di Ziva... avrebbe semplicemente peggiorato suo dolore.
Si sente soffocare dalla rabbia che vorrebbe uscire per scaricarsi su chi se lo merita, ma lui non vorrebbe... non vorrebbe che rischiasse la vita per lui, che ora forse non ne ha più una... gli spezza il cuore sapere che, almeno per un po', non potrà stargli accanto, fargli comunque sentire che c'è, che è li per lui perché è tutto vero: gli vuole bene. 
Mette le mani tra i capelli e chiude un momento gli occhi per ritrovare un pò di calma nella mente confusa e sconvolta. Rimane fermo fino a sera, seduto a pregare che tutto questo finisca presto, per non soffrire più 'TORNERÀ A CASA DA ME... NE SONO SICURO. LO ABBRACCERÒ ANCORA E NON LO LASCERÒ PIÙ SOLO' continua a pensare, sperando che qualcuno lassù ascolti le sue preghiere.

Intanto, in ospedale, McGee non riesce a stare fermo, gira avanti e indietro per i corridoi aspettando che qualcuno gli dia notizie sulle condizioni di Tony. Per due giorni non ha fatto altro che chiedere a medici e infermieri, ma nessuno si è degnato di rispondergli.
Solo Ziva, stranamente, arriva la possibilità di venire a conoscenza di ciò che succedeva in terapia intensiva.
Era uscita solo per prendere dei vestiti puliti per Tony, era fuori da più di un'ora e Tim non sapeva spiegarsi il motivo di tanti misteri. Ducky e Abby erano appena stati avvertiti dell'accaduto.

Entrando in ospedale, Ziva li vede correre verso di lei e si ferma "Hei, Ziva! Cos'è successo? Come sta? Cosa sta facendo? Forza, rispondi... ti prego! Ti prego! Ti prego!"
Le domande di Abby la rattristano e lei se ne accorge "Non volevo intristirti... scusami, sono stata troppo dura... " "Abby, non preoccuparti... lo sarei comunque... "
"Come sta Tony?" "Beh... Tony è stato colpito alla testa. L'hanno operato subito e l'unica cosa che mi hanno detto è che... è possibile che non si risvegli mai più. È in coma, forse irreversibile..."
Abby inizia a piangere disperata, abbraccia forte Ziva mentre Ducky cerca di tirarle un po' su "Mie care... non dovete sentirvi in colpa... Anthony non avrebbe mai voluto essere la causa delle vostre sofferenze, abbiate fede in lui, e un ragazzo forte, ce la farà! " entrambe grate delle rassicurazioni, abbracciano Ducky, che si lascia scappare una lacrima dagli occhi. 
 
Entrano in sala d'aspetto, trovando McGee alquanto agitato.
Abby gli si avvicina e lo abbraccia forte "Abby? Abby?? ABBY??? Il mio braccio... ti prego, lasciami!"
"Oh, scusa. Sono stata troppo avventata... "
"Non ti preoccupare... Ziva?" "Dimmi..."
"Ti prego, sono disperato! Dimmi di Tony... qui nessuno mi dice niente...!"
"Mcgee... Tony... è in coma. Il proiettile ha attraversato la tempia destra... potrebbe non risvegliarsi più.
I danni celebrali sono gravi, i dottori non credono in un possibile recupero..." le lacrime tornano a scorrere sul viso di Ziva, queste laceranti parole lasciano McGee turbato e incredulo, ripensa inevitabilmente agli ultimi giorni passati con lui, giorni che non torneranno più. 

Tutti tornano a casa, arresi davanti al destino atroce che in pochi giorni li ha separati da Gibbs e ora da Tony. Ziva, al contrario, rimane all'ospedale in attesa di un permesso per poter entrare nella stanza di Tony in modo da rimanergli accanto facendo sentire la sua presenza. Un Dottore la lascia finalmente entrare, così, senza far rumore, entra e siede accanto a lui, tenendogli forte la mano.
Le lacrime continuano a scorrere, appoggia la testa sul suo petto e chiude gli occhi, pregando che si rimetta presto, che torni da lei... che le regali ancora i suoi baci e i suoi abbracci.

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Capitolo 8
*** Blind ***


'Se si potesse camminare verso il cielo ad occhi chiusi
consapevole che non si smette mai di respirare...'
 

Mal di testa.
Un dolore atroce che gli impedisce di respirare.
Tony si risveglia ancora un pò stordito e confuso dai medicinali, alza una mano, sentendo un peso sul suo petto, accarezza la pelle morbida del viso di Ziva, risvegliandola dai suoi incubi.
Lo vede aprire piano gli occhi e sente mormorare il suo nome, lei accarezza il viso pallido di Tony per fargli sentire che è presente, accanto a lui nel bene e nel male, l'elettrocardiogramma impazzisce di colpo, spaventando Ziva, che esce dalla stanza per chiamare un medico.

Il risveglio di Tony, così improvviso e inaspettato, sorprende il medico che inizia a controllarlo.
Esce dalla stanza profondamente dispiaciuto per parlare con Ziva "Signorina David... Purtroppo le porto cattive notizie... il Signor DiNozzo, dopo il recente intervento piuttosto complicato e pericoloso, ha perso totalmente la vista. Tuttavia sta bene, reagisce bene ai farmaci e credo che domani mattina potrà tornare a casa, ma avrà bisogno di una guida... " "Grazie, dottore. Sarò io la sua guida." 
Ziva torna nella stanza, prendendo la mano di Tony stringendola forte "Tony? Sei sveglio?" "Si."
"Mi prenderò cura io di te... ti assicuro che starai meglio, domani mattina ti porto a casa, così potrai riposarti, penserò io a tutto... "
"Ziva... grazie. Mi basta sentirti per stare bene... visto che non posso vederti... "
Tony le sorride contento, facendo sorridere anche lei mentre ricomincia a piangere "Ehi, perché piangi?"
"Non puoi vedere, Tony... come puoi ancora sorridere?"
"Semplice. Ti amo. Questo mi basta. Siamo qui... insieme... cosa posso chiedere di meglio?"
Ridono entrambi tenendosi per mano, fino a quando il sonno prende il sopravvento.

La mattina dopo, Ziva chiama i colleghi per aggiornarli sulle condizioni di Tony, poi, insieme, vanno a casa di Tony.
Gibbs è steso sul letto con una birra in mano quando sente aprirsi la porta tra le risate di Ziva.
Incuriosito, sbircia nascosto dalla porta, vedendo entrare Tony. Rimane sulla porta a guardare mentre i due parlano "Ziva, non devi guardarmi. Conosco casa mia..."
"Oh, andiamo Tony! Non puoi ricordarti esattamente tutta la casa... prima o poi inciamperai...!"
"Ah ah... molto spiritosa... cosa fai?"
"Preparo qualcosa da mangiare..." da lontano Tony percepisce passi veloci e capisce che stanno arrivando i suoi colleghi... "Ziva? Li hai chiamati tu?" "Chi?"
"Loro... guarda fuori..." Ziva guarda fuori dalla finestra, vedendo in lontananza Abby, McGee e Ducky arrivare di corsa.
"Ma... come hai fatto...?"
"Ehi... ho perso la vista, non l'udito..."
Gibbs sente quelle parole e capisce ciò che sta succedendo, gli occhi iniziano a pungergli mentre cerca di non piangere. 
Dopo pochi secondi, Ziva accoglie i colleghi che, appena vedono Tony, si fiondano ad abbracciarlo, facendolo sorridere. "Ehi, ehi... state buoni! Il dottore ha detto che non deve sforzarsi e sopratutto sarebbe meglio parlare a bassa voce..." Abby interrompe Ziva, gettandosi tra le braccia di Tony "Oh, Ziva... mente prediche per oggi... Tony è vivo e dobbiamo festeggiare!!"
"Ok. Ma non fate rumore... "
Ziva si allontana per tornare ai fornelli, lasciando Tony tra i colleghi. Tutti lo abbracciano e lo baciano ma poco dopo la situazione degenera quando iniziano a discutere su ciò che può fare o meno senza vedere.

Le voci si alzano, Tony inizia a sentire fitte dolorose e sempre più forti alla testa, stringe gli occhi e si mette le mani sulle tempie, che sembrano scoppiargli.
Si appoggia al muro dietro di se mentre le voci aumentano di volume, si lascia scivolare a terra, finendo seduto con le ginocchia al petto e le mani a stringere forte la testa.
Appena Ziva si accorge della situazione, sgrida i colleghi, cacciandoli sedutastante, poi si siede accanto a Tony abbracciandolo dolcemente ed accarezzandogli delicatamente la testa.
Lo sente tremare tra le sue braccia, fragile e senza difese come non lo ha mai visto, lo culla dolcemente per calmarlo fino a quando lo sente addormentarsi, smettendo di tremare. Gibbs, che ha assistito a tutta la scena, esce dalla stanza e s'inginocchia davanti a Ziva
"Ehi... tutto bene?"
"No. Non va bene... ora non ci vede ma è comunque più forte di me... ha accettato la situazione come se non fosse nulla di grave... " "Hai ragione, è più forte, di tutti noi... questo perché ci siamo noi a sostenerlo e lui lo sa. È in gamba... ed è molto coraggioso" Gibbs la bacia sulla fronte, rassicurandola "Ce la farà! " prende delicatamente Tony in braccio è senza svegliarlo lo porta nella sua camera per lasciarlo riposare.

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Capitolo 9
*** Dimissioni ***


La mattina dopo Tony si sveglia di buon umore e, sentendo Ziva e Gibbs addormentati accanto a lui, decide di non svegliarli e a punta di piedi raggiunge la cucina per preparare la colazione per tutti.
Nonostante la cecità, riesce perfettamente a muoversi per casa come se vedesse. L'aroma del caffè sveglia Gibbs e Ziva di soprassalto, si preoccupano subito quando non vedono Tony a letto, così decidono di andare a controllare. Tony li sente arrivare da lontano, così riempie due tazze di caffè e le mette a tavola.

Entrando in cucina rimangono sbalorditi dalla destrezza di Tony così, senza fiatare, si siedono e fanno colazione con Tony, lo fissano a lungo per tentare di capire cosa pensi, Tony sente i loro sguardi su di se e inizia a parlare "Non c'è bisogno di fissarmi così intensamente..."
Gibbs e Ziva si guardano sorpresi di essere stati colti nel fatto così facilmente.
"Cosa vuoi fare oggi, Tony?"
"È naturale... andiamo all'NCIS... dobbiamo chiudere il caso, altrimenti Gibbs non potrà tornare al lavoro e non voglio che la squadra venga divisa..."
Ziva a questa risposta sgrana gli occhi, perplessa "Cosa vuoi dire? Perché dovrebbero dividere la squadra? E tu cosa vorresti fare... perché vuoi andare all'NCIS?"
Tony sospira scuotendo la testa "Voglio mettere dentro quei mafiosi, Ziva. So che Gibbs è stanco di star nascosto, solo mettendo fine a questa storia potrà uscire... riguardo alla divisione della squadra... lo scoprirai presto..."
Rimangono entrambi confusi dall'ultima frase di Tony, ma su una cosa ha ragione: Gibbs è stanco di non poter lavorare e di fingere, così decide di lasciar perdere il resto.
Finiscono velocemente di fare colazione poi si dirigono all'NCIS.

Al loro arrivo l'intero ufficio rimane incredulo del ritorno anticipato di Tony.
Tutti lo salutano con calore e affetto, anche McGee rimane alquanto sorpreso nel vederlo "Hei, Capo... cosa ci fai qui? Pensavo avresti riposato un po' prima... "
"... prima cosa, Mcgee? Non possiamo perdere tempo. Entro il weekend voglio chiudere il caso... muoviamoci! " "Si, Capo."
Con grande entusiasmo McGee i mette al lavoro "Capo... dalla sparatoria risultano 5 morti, un ferito e 2 fuggitivi, che l'FBI ha catturato subito dopo. Nessuno di loro vuole parlare... cosa facciamo?"
Tony riflette un'istante, poi parla con sicurezza "Voglio parlare con loro, tutti nella stessa stanza..." sorride mentre lo dice, un sorriso che mette i brividi a McGee, che forse ha capito il suo piano 'Malvagio'.
McGee e Ziva portano in sala interrogatori i tre sopravvissuti alla sparatoria mentre Tony sale le scale per parlare con Vance.

 Apre la porta senza bussare, Vance lo guarda sorpreso della visita "Agente DiNozzo, come mai da queste parti?" "Sono qui per chiudere il mio ultimo caso... "
Vance rimane sbigottito dalla risposta, alza lo sguardo sul suo agente e gli si avvicina "Cosa vorrebbe dire... perché sarebbe il suo ultimo caso? "
"Direttore... avrà certamente preso atto della mia situazione... " "... certo... "
"Questo significa che non posso fare bene il mio lavoro. La cecità mi ha portato a prendere una sofferta decisione... "
"Cos'ha deciso?" Rimane un attimo in silenzio per poter stampare nella sua memoria quest'ultimo doloroso momento che porrà fine a tutto.
"Direttore... alla conclusione di questo caso, visto la mia condizione, mi vedo costretto a dare le mie dimissioni."
Il silenzio invade la stanza, la sicurezza di Tony contrasta il timore e la tristezza del suo Direttore a quelle parole taglienti, che gli farebbero perdere un più che valido agente della sua agenzia.
Dopo quelle dure parole, Vance si dimostra più protettivo e comprensivo verso Tony per la sua decisione, appoggia dolcemente la mano sulla sua spalla e lo incoraggia "Tony... conosco bene la sua situazione e capisco possa sentirsi d'intralcio... accetto malvolentieri le sue dimissioni, ma sappia che può sempre cambiare idea o decidere di tornare a sua scelta. Mi dispiace perdere un valido componente del mio staff... le auguro di star meglio"
"La ringrazio della disponibilità, Direttore."
"Conti su di me per qualunque cosa... " "Grazie."
Esce dall'ufficio distrutto dalla terribile decisione presa che si avvia con decisione verso la sala interrogatori.

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Capitolo 10
*** Good cop, bad cop ***


Chiama con se McGee per far pressione sui tre mafiosi, che sorridono vedendo Tony entrare ad occhi chiusi "Hei, cieco!" Tony sorride senza reagire alle loro stupide provocazioni, McGee in qualche modo cerca di tenerli in riga "Ragazzi? Non vi conviene sfottere... vel'assicuro!! " risponde alle provocazioni con un certo timore. Tony rimane in silenzio, si siede davanti a loro incrociando le braccia.
McGee prova con le buone a farli parlare, ovviamente senza risultati. Ormai stanco di parlare a vuoto, si siede accanto a Tony, che improvvisamente sfodera un sorriso malvagio e sicuro, siede composto e appoggia con violenza la pistola sul tavolo, facendoli sobbalzare "Non crederai di farci paura con quella... non la userai mai... " continua a sorridere, gettandoli nel panico appena riprende in mano la pistola e la carica di proiettili, puntandogliela contro.
Terrorizzati dall'arma e dai silenzio snervante, confessano i vari omicidi commessi e tutte le loro malefatte.
Ancora tremanti di paura, si lasciano arrestare; Ziva, che ha assistito all'interrogatorio nella stanza accanto, rimane veramente impressionata dalla nuova tecnica d'interrogatorio usata dal suo compagno.

Guarda i tre mafiosi andarsene con le lacrime agli occhi per lo spavento e sorride sentendo le parole di Tony nell'altra stanza "Hei, Pivello... ti fai intimorire così facilmente? Pensavo che in questi anni avessi imparato qualcosa... " ancora sbalordito McGee gli risponde titubante
"Beh... in questi anni non ti avevo mai visto così... autoritario... dannazione! Li hai quasi fatti piangere!!"
"Beh, McFlaccido... ho utilizzato la tecnica 'Poliziotto buono, poliziotto cattivo', che tu hai compiuto alla perfezione... per questo ho chiamato te e non Ziva... Lei ti brucia vivo con un solo sguardo se vuole... "
McGee sorride alla battuta mentre tornano in ufficio, all'oscuro della decisione presa poc'anzi da Tony, che in questo modo ha voluto metterlo alla prova. 

Tony e Ziva tornano a casa dove Gibbs attende novità sul caso.
Entrano ridendo di gusto mentre Ziva si congratula con Tony per averla impressionata con la sua tecnica speciale d'interrogatorio.
"Allora? Ci sono novità?" "Certo, Gibbs. Ovviamente. Siamo alla fine dei giochi..."
Ziva, entusiasta, interrompe Tony "Dovevi vederlo, Gibbs! È rimasto seduto tranquillo davanti ai tre mafiosi mentre McGee dava fiato alle gengive cercando di farli confessare..."
"Ai denti, Ziva... dare fiato ai denti...! "
"Beh, come vuoi. Ad un certo punto, McGee si è seduto e Tony ha battuto la pistola sul tavolo. Quasi non ci credevo... i tre hanno cominciato a sfottere, pensando che fosse tutto una finta, invece Tony ha caricato l'arma e gliel'ha puntata contro! Tremavano, ci credi? In meno di un minuto hanno confessato e si sono fatti arrestare in lacrime... che scena stupenda!!"
Ridono di gusto immaginandosi la scena mentre Tony rimane accanto a loro in silenzio.
Gibbs lo osserva, smettendo di ridere vedendo la faccia scura di Tony "Hei, perché quella faccia? Non sei contento?" Tony scuote la testa e va a sedersi sul divano.
Rimane scioccato dal suo strano comportamento e lo raggiunge per chiarire le cose "Cos'hai, Tony?"
Tony rimane un momento fermo a riflettere sulle parole per potersi esprimere al meglio "Ricordi quando stamattina ho detto che il tuo ritorno eviterà la divisione della squadra?"
"Si, certo "
"Bene. Concluso il caso, tu tornerai a gestire la squadra con McGee e Ziva..."
"Cosa vuoi dire?"
Nel silenzio di Tony, Gibbs capisce che le cose cambieranno "Tony? Spiegati, ti prego..."
"Ho dato le mie dimissioni."
Ziva e Gibbs rimangono esterrefatti dalle parole pronunciate così duramente da Tony.
Gibbs si sente come se la terra gli stesse crollando sotto i piedi, impotente di fronte a questa assurda decisione
"Come ti è saltato in mente? "
"Sono cieco, Gibbs. Non vedi? Ci ho pensato bene prima di prendere questa decisione... non posso più lavorare per te, non posso più essere un agente! "
Capendo quanto doloroso sia stato decidere, Gibbs lo abbraccia forte, assicurandogli così la sua approvazione forzata.

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Capitolo 11
*** Una piacevole distrazione ***


'... Se anche i baci si potessero mangiare
ci sarebbe un po' più amore e meno fame
e non avremmo neanche il tempo di soffrire...'


Quella notte fu dura per tutti: Tony lottava contro l'emicrania causata dal proiettile, Gibbs rifletteva sul futuro della sua squadra senza Tony e Ziva... pensava a come aiutare Tony a sentirsi meglio, perché dentro di se sapeva che lui stava soffrendo per la sua decisione ed era tormentato dal pensiero di non poter più vedere... girando e rigirando per il divano accanto a dove dormiva Tony, decise che quello era il momento giusto... aveva già un piano e lo avrebbe attuato il giorno dopo, all'insaputa di tutti.

La giornata passò tra scartoffie varie in cui Tony fu aiutato a finire, poi, vedendolo così fustrato e abbattuto dalle imminenti dimissioni forzate, decise di prendersi un momento con lui per aiutarlo a stare meglio.
"McGee? Potresti finire tu di compilare questi rapporti? Me ne sono rimasti pochi..."
"Perché dovrei?"
"Voglio far rilassare un po' Tony... tra una cosa e l'altra, invece di riposarsi e di stare calmo, corre avanti e indietro come un matto senza fermarsi mai... puoi farlo per lui? Ti prego!!"
"Mh... d'accordo. Hai ragione. Ha bisogno di svagarsi.... dove lo porti? "
"Mah... a fare un giro... non so ancora..." mente spudoratamente all'amico ignaro del rapporto che lei ha con Tony.
Ziva raggiunge Tony nel laboratorio di Abby, dov'è andato per completare i rapporti sul caso "Ciao Abby! Posso rubarti Tony? Avrei bisogno..."
"Ma certo, qui abbiamo finito. Tony... se posso fare qualcosa per te, fammi sapere! "
"Ok. Ziva? Di cosa hai bisogno? "
"Beh... è una sorpresa... "
"Adoro le sorprese... "
Salutano Abby e scendono ai parcheggi, salgono in auto e Ziva lo porta a casa sua.

"Dove siamo?" "A casa mia... entra." "Perché siamo qui? "
"Quante domande... è una sorpresa!! " entrano in casa, Tony rimane fermo e confuso all'ingresso, Ziva gli si avvicina lentamente ed inizia a sbottonargli la camicia.
"Cosa fai?"
"Beh... Ho pensato che... magari... avevi bisogno di distrarti, così... " lascia la frase in sospeso, lui ha già chiaro e limpido ciò che vuole fare Ziva, così azzera la distanza tra loro e la bacia.
Un bacio dolce e leggero, un bacio che si trasforma in bisogno, passione, un bacio voluto e intenso.
Inizia a slacciarle la camicia e la fa scivolare a terra accarezzandole le spalle, Ziva fa scivolare velocemente la camicia di Tony con la sua, occupandosi presto dei jeans, Tony approfondisce quel bacio portandola più vicino tenendola per i fianchi.
Finiscono presto di togliersi i vestiti mentre Ziva guida Tony alla camera da letto, si sdraia delicatamente portandosi sopra Tony senza mai staccarsi dalle sue labbra, gli accarezza il viso per poi scendere allà schiena e al petto, Tony le accarezza dolcemente il seno, si stacca dalle sue labbra per scendere piano a baciarle il collo, il seno e la pancia.
La passione li travolge in fretta, a Tony non serviva di certo la vista in quel momento e tutto diventò più facile.
Torna sulle sue labbra incollandosi a lei col resto del corpo che chiedeva di più, entrambi sono felici, nessun pensiero, niente poteva rovinare quel momento... il loro momento più bello passato insieme. Decidono che è inutile nascondersi ancora, nascondere il loro rapporto agli altri, perché sono sicuri di amarsi e che sarà così per sempre.
Nulla potrà mai separarli.
Immersi in questo vortice di pensieri fanno l'amore, ancora e ancora, per tutto il pomeriggio.
Solo in quel momento, Tony capisce quanto possa essere importante l'amore, che può far dimenticare in un momento giorni d'angoscia di dolore.
Si ritrovano nudi sul letto di Ziva, abbracciati, il viso di lei sul suo petto ad ascoltare il battito del suo cuore, un cuore pieno d'amore solo per lei, sorridono ricordando il bel momento appena trascorso.
"Ziva?"
"Cosa c'è?"
"Grazie. Davvero."
"No, grazie a te... grazie del tuo sorriso, delle carezze, dei baci, del tuo amore... "
Sorridono entrambi a queste parole, accoccolati tra le coperte, pronti ad affrontare di nuovo il dolore con qualcosa di più: la sicurezza di essere sempre insieme. Si baciano nuovamente prima di staccarsi e prepararsi per tornare a casa da Gibbs.

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Capitolo 12
*** Uno strano odore famigliare ***


Tornano a casa sereni e sorridenti, così calmi e rilassati che anche Gibbs si stupisce vedendoli rientrare.
"Come mai siete così... contenti...? "
"Beh, abbiamo passato un buon pomeriggio, tutto qui... "
Tony risponde raggiante a Gibbs, che continua a guardarli perplessi.
"Hei, Ziva... cosa vuoi fare ora?"
"Non so... cosa consigli? "
"Oh... ti consiglio un bel film strappalacrime. 'Bodyguard' con Withney Huston e Kevin Costner, un film del '92 diretto da Mick Jackson, un capolavoro... parla di un ex agente della Cia, Frank Farmer, che viene reclutato come guardia del corpo per una bellissima cantante di successo, Rachel Marron, davvero fantastica. Lei s'innamorata di lui, che da gran bastardo, ci passa la notte insieme per poi illuderla... "
"Tony? Se me lo racconti, è inutile guardarlo... dov'è il DVD?"
"Primo scaffale a destra, il terzo verso la tv... "
Ziva accende il DVD e si siede sul divano accanto a Tony mentre Gibbs rimane sulla porta a guardarli perplessi.
Tony le fa posto, facendolo sedere tra le gambe, lei si stende appoggiandosi al petto di Tony, che la circonda con le braccia; rimangono immobili sul divano, Ziva guarda il film mentre Tony ascolta con attenzione, rimettendo così insieme i ricordi delle scene che aveva già visto.
Gibbs li osserva incantati, come se facesse da spettatore continua a guardarli, Ziva prende un braccio di Tony e lo stringe sé, non si nascondono più dagli occhi curiosi degli altri e soprattutto dagli occhi di Gibbs.
Verso la fine del film, Ziva s'addormenta tra le braccia di Tony, ascoltando il suo respiro regolare se ne accorge, così, senza far rumore e senza nuoversi, prende lentamente il telecomando e spegne la tv. Si addormenta tenendo Ziva tra le braccia, Gibbs siede su una poltrona li accanto e li fissa meravigliato per tutta la notte, come se fosse lo spettacolo più bello al mondo. 
La notte passa tranquilla, la luce del sole risveglia Gibbs, che si era da poco appisolato, trovandosi di nuovo a guardare dormire beatamente Tony e Ziva.

Sorride mentre li guarda, si alza e senza far rumore entra in cucina per preparare il caffè.
Tony si sveglia poco dopo, sentendo ancora su di se il corpo di Ziva, senza svegliarla la sposta leggermente, si alza e va in cucina.
Siede al tavolo, ascoltando Gibbs trafficare con tazze e caffè
"Buongiorno "
"Buongiorno a te, Tony. Dormito bene?" si stiracchia, poi risponde ancora assonnato "Si, beh... devo proprio cambiare divano... è scomodo. Mi è venuto mal di schiena... "
Gibbs allunga una tazza di caffè a Tony e lo guarda intensamente
"Come mai mi fissi?" alla domanda sorride, prende un sorso di caffè e si siede accanto a Tony "Da quanto va avanti?"
Tony alza la testa e accenna ad un sorriso "Di cosa parli? "
"Non puoi nasconderlo... parlo di te e Ziva... State insieme? "
Tony, come se non avesse ascoltato la domanda, fa finta di niente, continuando a sorseggiare lentamente il caffè bollente.
In quel momento appare Ziva, ancora assonnata, si guarda intorno un po' confusa, poi si siede al tavolo con gli altri a far colazione.

D'un tratto, Tony si accorge di un piccolo, strano particolare.
Smette di far colazione ed inizia ad annusare l'aria, Gibbs lo guarda perplesso e interviene "Hei, Tony!? Che succede?"
"Non lo so. Ziva? Cos'hai fatto?" lei alza di occhi su di lui un pò confusa "Di cosa parli?" T
ony rimane un attimo in silenzio, sembra turbato e confuso "Non riesco... a riconoscere il tuo odore... "
"Beh, forse perché abbiamo dormito sul divano..."
"No. Hai... un odore diverso. Sa di dolce... è un odore che non sento da anni... "
Ziva e Gibbs si guardano perplessi, aspettando curiosi che Tony riconosca quello 'strano' odore.
Tony chiude gli occhi e respira a fondo, rimanendo sconvolto nel capire cosa ricorda di quell'odore.
"Ziva... cos'hai fatto appena sveglia? "
"Beh... mi sono alzata e sono venuta qui... "
"L'ultima volta che ho sentito questo odore ero piccolo... sento lo stesso odore che aveva mia madre... "
Ziva lo guarda stupita, poi inizia ad annusarsi "Io non sento niente, Tony..."
"Infatti. Tu non puoi sentirlo."
Gibbs li ascolta silenziosamente, impressionato dalle capacità sensoriali di Tony. Ziva, anch'essa impressionata, inizia ad avere dei dubbi: perché riconosce in lei l'odore della madre?
Che possa significare qualcosa?

Senza più pensare, finiscono tutti di fare colazione, poi Tony e Ziva tornano al lavoro.

Tormentata dalle strane e recenti parole di Tony, inizia segretamente a cercare informazioni su internet, senza successo. Approfitta allora di una pausa per parlare un attimo con Ducky in obitorio "Oh, buongiorno Ziva. Cosa ti porta qui sotto? "
"Ducky? Devo farti una domanda... stamattina, mentre facevamo colazione, Tony hai iniziato ad annusare l'aria, dicendo che non riconosceva più il mio odore... "
"Oh, che storia interessante, mia cara! Continua..." "Beh... dice che ho un odore diverso, lo stesso odore che aveva sua madre... cosa può significare?"
Ducky riflette un secondo sull'enigmatica domanda "Come già sai, le persone che perdono uno dei cinque sensi sviluppano di più gli altri. Forse, il cambiamento del tuo odore lo ha allarmato, di solito si dice che si cambia di odore a seconda del cambiamento del proprio corpo... credo sia questione di ormoni! "
"Grazie delle informazioni, Ducky!"
"Di niente. Tienimi aggiornato riguardo questi odori... "
"D'accordo... " saluta Ducky e torna in ufficio.
Ripensa alla risposta di Ducky, accorgendosi che forse ha ragione: forse qualcosa sta cambiando. Riflette per tutto il pomeriggio, poi si prende una pausa per uscire a prendere qualcosa che potrà rispondere alle sue domande.

Entra in una farmacia e compra un test di gravidanza, velocemente e senza farsi notare torna alla base e si chiude nel bagno. Chiude gli occhi e sospira profondamente, prende il primo test e controlla se i suoi sospetti sono fondati...

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Capitolo 13
*** Una nuova vita che cresce ***


Legge le istruzioni del test, linea blu - non sei incinta, linea rosa - sei incinta.
Aspetta di controllare il primo test mentre l'agitazione prende il sopravvento.
Respira profondamente cercando di riprendere il controllo, prende in mano il test e controlla: LINEA ROSA.
Viene assalita dal panico, si siede a terra con le spalle al muro, gli occhi sbarrati a fissare il vuoto, pian piano prende coscienza di ciò che sta succedendo e il panico si trasforma in un'incontrollabile felicità "O MIO DIO... O MIO DIO...! Devo trovare Tony... ora capisco cosa voleva dire quando diceva di sentire lo stesso odore di sua madre... " nasconde tra i vestiti il test ed esce dal bagno per cercare Tony.

Arriva in ufficio quasi correndo, trovando Tony alla scrivania di Gibbs, accanto a lui Tim, che lo aiuta a completare i rapporti "Ciao Tim. Posso rubarti Tony un minuto?" "Certamente..."
"Tony? Puoi venire un attimo con me?"
"Si, certo."
Ziva lo prende per un braccio e lo trascina in ascensore, che blocca subito. "Cosa succede, Ziva?"
"Ti ricordi stamattina... quando dicevi che avevo un odore diverso? Beh... ho fatto qualche domanda a Ducky, così ho pensato che forse c'era un motivo per questo... cambiamento, e avevo ragione..."
"Spiegati meglio..."
Ziva rimane in silenzio a pensare alle parole giuste da dirgli, ancora un po' spaventata e scioccata dalla notizia.
Tony sente limpidamente il suo stato d'animo, così le stringe le mani per infonderle coraggio, accorgendosi che sta tremando "Hei, Ziva... cosa devi dirmi... "
"Io... ho paura. Non so come potresti reagire a ciò che devi sapere... "
"Ziva... guardami. Sono calmo e pronto a tutto. Se ci sono problemi li affronteremo insieme!"

Ziva lo guarda, riacquista la sicurezza di cui aveva bisogno e continua "Tony... sono incinta!"
Tony rimane fermo immobile davanti a lei, incantato da quelle parole, stringe forte le sue mani e sorride, mostrandole nel verde dei suoi occhi una nuova luce "Avevi paura di dirmi questo? Ma... È FANTASTICO!!!!! Avremo un piccolo DiNozzo che scorrazza per casa! È una notizia assolutamente meravigliosa, Guanciotte Dolci... non credo di essere mai stato tanto felice in tutta la mia vita... GRAZIE!"
Alle splendide parole di Tony, Ziva si lascia andare in un pianto liberatorio, pieno di gioia e felicità.
Tony la stringe forte in un abbraccio e sorride "Occhioni Belli... non devi piangere... dovresti saltare dalla gioia, piccola mia!" Si stacca leggermente dal suo abbraccio e lo bacia appassionatamente.
"Sai... dovremmo dirlo a tutti... cosa ne dici se stasera li invitiamo a casa per cena...?"
"Un'ottima idea, amore. Così approfittiamo della cena per far rivedere Gibbs..."
Si baciano ancora a lungo, poi si ricompongono velocemente e tornano in ufficio.
"Hei, Pivello?? Questa sera sei invitato a casa mia per cena. Non si accettano rifiuti, chiaro?"
McGee lo guarda esterrefatto "D'accordo Capo..."
"Già che ci sei... chiama anche gli altri... io sento il Direttore..."

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Capitolo 14
*** Cena speciale... con sorpresa! ***


Andarono a casa presto quel pomeriggio per prepararsi all'attesa cena.
Gibbs guarda con stupore i suoi sottoposti raggianti e s'incuriosisce "Hei, cosa succede? "
Tony gli si ferma davanti e gli appoggia una mano sulla spalla "Prepariamo la cena non vedi? "
"Per un plotone?? "
"No. Abbiamo organizzato una cena speciale... ci saranno tutti, anche Vance..."
"Perché?"
"Ma quanto sei curioso...! Lo saprai stasera a cena!! " rimane perplesso, guarda ancora il viso radioso di Tony e sorride "Posso fare qualcosa per aiutarvi con la cena?"
"Certo! Potresti preparare le tue famose bistecche al sangue?"
"Agli ordini, capo..." alla risposta Tony ride di gusto mentre torna da Ziva per aiutarla con le stoviglie.

Verso le otto la tavola è pronta, Gibbs cucina le sue bistecche rimanendo in cucina, Ziva finisce di apparecchiare e Tony attende ansioso gli ospiti.

"Sono arrivati! Ziva! Sono tutti qui!! " urla euforico facendola ridere, apre la porta e li fa accomodare in casa.
Tutti si accorgono che Tony non è del suo solito umore, Abby per prima rimane sbalordita dalla sua inarrestabile felicità, così inizia a fare domande "Hei, Tony? Come mai sei così euforico? Non stai fermo un attimo..."
"Oh, mi dispiace, ma oggi è così... ho un paio di sorprese per voi... " incuriositi, tutti si avvicinano per ascoltare Tony "Che sorprese ci sono? "
"Pivello... adesso non è il momento. Ancora pochi minuti e saprete... potete andare a tavola intanto, la cena è quasi pronta..." tutti si accodano, sempre più desiderosi di sapere le novità in arrivo che hanno reso Tony così felice.
Siede accanto a Ziva che lo guarda sorridendo, non lo aveva mai visto così luminoso e fiero.
Dal tavolo in salotto Tony urla "È pronto da cena? " tutti lo guardano confusi mentre vedono arrivare qualcuno dalla cucina con tra le mani un vassoio pieno di bistecche "Si, Tony. È pronto, stai calmo... "
Gibbs siete al tavolo ponendo al centro del tavolo il vassoio, tutti lo guardano con occhi sbarrati sconvolti dal vedere chi hanno davanti, Tony e Ziva ridono sottovoce assistendo alla cena "AAAAAAAAAH!!! O MIO DIOOOOOOO!! SEI VIVO, SEI ANCORA QUI CON NOI!!!" Abby si alza e si getta tra le braccia di Gibbs, che sorride felice abbracciandola
"Si, Abbs, sono ancora vivo... Tony mi ha tenuto qui perché ero in pericolo... " tutti, compreso Vance, si alzano e vanno a salutare Gibbs, parlano con lui per ore durante la cena, Tony e Ziva rimangono in silenzio a gustarsi quel magnifico momento.
"Hei, Tony? Glielo diciamo o aspettiamo? " a questa domanda tutti si zittiscono in un secondo, tenendo tutti gli occhi su Tony e Ziva
"Forse è meglio aspettare il dolce... sarà un duro colpo per tutti!! " risponde sorridendo.
Ziva si alza e prende il dolce per tutti... rimangono in silenzio aspettando che Tony e Ziva si decidano a parlare.
McGee perde le staffe, finisce in fretta il dolce e, spazientito, chiede "Adesso basta!! C'è qualcosa che dovete dirci?! Allora datevi una mossa, ok? "
"Hei, calma Pivello. È una notizia delicata... " tutti si avvicinano di più per sentire "Beh... per prima cosa... io e Ziva vogliamo farvi sapere.. che... "
"CHE???" chiedono in coro
"Che... STIAMO INSIEME!"
Abby inizia a saltellare per la stanza mentre McGee cerca di contenerla, Gibbs, curioso, inizia a fare domande "Da quanto state insieme? "
"Beh, circa da... 6 mesi... da quando mi sono risvegliato dal coma dopo l'incidente... "
Gibbs rimane esterrefatto "WOW... non me ne sono mai accorto... "
"Lo so. Volevamo farti capire che potevamo dividere privato e lavoro... comunque... non è questa la notizia principale..." tutti, anche Gibbs, rimangono in silenzio a bocca aperta, aspettando che parlino "Cosa devi dirci? Che notizia può esserci di più importante di questa...?"
Ziva sorride e prende la parola, stringendo la mano di Tony "Ci sono notizie più belle... ad esempio... quella che ha reso Tony così felice..."
"...ovvero?"
"... SONO INCINTA!"
Gibbs e McGee rimangono di sasso, a bocca aperta mentre Abby corre entusiasta ad abbracciare i futuri genitori e Vance e Ducky gli stringono la mano congratulandosi.
Gibbs li fissa sconcertato, lo avvolge un turbinio di emozioni, pensando che la persona che finora ha considerato come un figlio ora è cresciuto e sta per diventare padre.
Tony lo sente, capisce che per lui possa essere stato un colpo ricevere la notizia, così gli si avvicina e sorride "Hei, Gibbs... cosa c'è che non va? Pensavo saresti stato felice per noi... "
Gibbs lo guarda sorridere, risplende dalla gioia, si avvicina a lui e lo abbraccia stretto, come se potesse sfuggirgli dalle mani, Tony ride e lo abbraccia forte, rimanendo entrambi in silenzio.

"... stai per diventare padre... " interviene improvvisamente McGee, piuttosto triste e sconvolto, Tony si stacca da Gibbs e si avvicina a McGee "Si. Diventerò padre... perché sei così triste...?"
lo guarda avvilito mentre Tony gli appoggia una mano sulla spalla "Beh... ora non avrai più tempo per noi... quando hai dato le dimissioni ho capito quanto dura per te fosse stata la tua scelta e ne comprendevo i motivi... avremmo comunque potuto stare insieme fuori, ma... "
Tony ha capito tutto, sente la sua sofferenza. 
"Ti senti abbandonato, Pivello?"
McGee lo guarda incredulo, ha afferrato esattamente il suo stato d'animo, abbassa gli occhi pieno di vergogna per ciò che sente
"Hei, Tim. Io ci sarò sempre... anche se non sono in squadra e tra poco dovrò occuparmi di un figlio non significa che le cose tra noi cambieranno... forse andranno meglio di prima!! " risollevato dalle sue parole, McGee lo abbraccia forte, Tony sente chiaramente il legame indissolubile che li lega, un legame di vera fratellanza.

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Capitolo 15
*** Una telefonata importante ***


A fine serata tutti tornano a casa, Ziva ripulisce un po' la cucina mentre Gibbs si prende un attimo per fare due chiacchiere con Tony.
Siede accanto a lui sul divano e gli porge una birra "Cosa c'è, Gibbs?" lo guarda sorpreso per averlo anticipato, appoggia la schiena allo schienale del divano e parla sorridendo "Stai per diventare padre..." "Già..."
"Come ti senti?"
"Bene... Ne sono felice"
"Se... Ziva non fosse rimasta incinta... me lo avresti detto?"
"Cosa?"
"Di voi due..." "Si"
Gibbs lo guarda e capisce che non mente, Tony sorseggia la sua birra e parla "E tu? Cosa pensi di tutto questo?!"
"Beh... non mel'aspettavo... un figlio è importante, ne dovrai aver cura... Sono convinto che sarai un ottimo padre..."
"Come puoi saperlo?"
"Ho visto come ti sei comportato con McGee... è molto orgoglioso e geloso di te..."
"Tu dici?"
"Si... e... anch'io sono molto orgoglioso di te, di quello che sei e di quello che diventerai."
"Grazie. Sai...mio padre, nonostante ora andiamo d'accordo, non mi è molto vicino mentre tu ci sei sempre e mi tratti come un figlio..."
"È come se lo fossi..."
"Beh... allora... tu, in questo caso, diventerai nonno..."
"Già... non ci avevo pensato. Sai... sono felice per te e Ziva, ve la meritate un po' di felicità..."
"Grazie."

Il cellulare di Tony inizia a squillare, rovinando l'atmosfera meravigliosa che si era creata...
"Pronto?"
"Sig. DiNozzo? Sono il Dott. Carson. L'ho chiamata per farle sapere che abbiamo trovato il problema che l'ha resa cieco... dalle ultime lastre abbiamo trovato un grosso grumo di sangue vicino alla retina. Vorrei che venisse domani mattina per un intervento urgente... la opererò con un laser che toglierà il grumo... c'è la possibilità remota che possa tornare a vedere..."
Tony rimane a bocca aperta ad ascoltare mentre Gibbs e Ziva, appena arrivata, lo guardano preoccupati "Ok. D'accordo Dottore. Domani mattina sarò da lei... la ringrazio."
"Si figuri. A domani."

Spegne la chiamata e rimane fermo in silenzio.
Preoccupata, Ziva gli si avvicina e gli prende una mano "Tony? Che succede?"
"Era il Dott. Carson. Devo fare un intervento d'urgenza domani mattina... hanno trovato un grosso grumo di sangue vicino alla retina."
"Sarà pericoloso? "
"Forse... non lo so... "
"Vuoi che venga con te? "
"No. Tu vai al lavoro con Gibbs. Mi porta Ducky."
"Ok. Va bene... "
Gibbs gli accarezza la testa per dargli coraggio e va a dormire, Ziva si corica su Tony abbracciandolo forte e restando in silenzio.

Per la notizia non riescono a dormire, rimangono abbracciati fino al mattino, quando Ducky lo chiama al cellulare per fargli sapere che lo sta venendo a prendere per andare in ospedale.
"Hei, Piccola. Non preoccuparti, ok? Pensa a nostro figlio, io starò bene... promesso! "
Ziva lo guarda sorridere e scoppia a piangere tra le sue braccia "Promettimi che non ci lascerai... promettilo...! "
"Promesso. Hei, Occhioni Belli... basta piangere... vai all'NCIS... se qualcosa non va ti farò chiamare subito! "
"Va bene. "
Tony si prepara in fretta e va all'ospedale con Ducky mentre Ziva e Gibbs, tormentati dal pensiero di Tony e del suo intervento urgente, vanno all'NCIS e aspettano notizie.

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Capitolo 16
*** You see my sky ***


Arrivati all'NCIS, raccontano dell'intervento ai colleghi, che rimangono pietrificati. Rimangono seduti in silenzio ad aspettare che qualcuno porti notizie di Tony.
Il clima in ufficio si fa sempre più freddo, nessuno osa rivolgere loro la parola, Gibbs inizia ad agitarsi e diventa scontroso appena qualcuno osa solo guardarlo, Ziva cerca in qualche modo di contenersi mangiando barrette di cioccolato che Tony le ha fornito quando ha saputo che avrebbe avuto un erede.
McGee sta seduto alla scrivania picchiettando distrattamente sul tavolo con la matita, lo sguardo perso nel vuoto, la mente corre a pensare a Tony, sperando che stia bene e che l'intervento possa ridargli la vista.
 
Rimangono tutti sovrapensiero per ore, Abby li raggiunge preoccupata, cammina distrattamente avanti e indietro per l'ufficio mangiandosi le unghie, innervosendo ancora di più i colleghi.
Gibbs si alza di scatto sentendo tutti gli occhi puntati su di lui, prende Abby per le spalle e la blocca "Smettila, ti prego! Così non ci aiuti! " la lascia e torna a sedersi mentre Abby, dispiaciuta di averlo innervosito, va a sedersi accanto a McGee che, vedendola triste, l'abbraccia forte "Andiamo! Non dobbiamo preoccuparci... in fondo si tratta di Tony! È più forte di chiunque qui dentro... "
Gibbs lo guarda visibilmente sollevato da quelle parole, così si decide a fare qualcosa per distrarsi: apre i suoi cassetti cercando uno svago e trova la copia del fascicolo del caso dei mafiosi.
Lo legge per la prima volta, stupendosi dell'ottimo lavoro svolto da Tony al posto suo.
Si trova a riflettere sulla possibilità che ora Tony abbia superato davvero ogni sua aspettativa nel campo lavorativo, si rende conto che quando ci sono delle difficoltà solo Tony riesce a tener testa a tutti, dimostrandosi migliore anche di Gibbs in questi casi.
Meravigliato dei suoi stessi pensieri, sorride pensando che forse Tony è di gran lunga migliore di lui in tutti gli aspetti: lavorativi e sentimentali.
 
Proprio in quel momento appare dall'ascensore Tony, sfoggia con orgoglio gli occhiali da sole e un sorriso smagliante che abbaglia tutti, spiazzandoli.
Senza nemmeno salutare i colleghi, sale velocemente le scale per raggiungere l'ufficio del Direttore.
 
Entra senza bussare, cogliendo Vance di sorpresa e si siede davanti a lui "Buongiorno, Direttore...!"
"...DiNozzo!! Come mai questa visita? Ho saputo dell'intervento... spero sia andato bene... "
"Si, meravigliosamente... sono quì per riprendere il mio posto al fianco di Gibbs..."
"Oh... ne è sicuro? "
"Certamente... "
Toglie gli occhiali da sole, quello che Vance vede gli toglie il fiato, lasciandolo a bocca aperta.
"Il posto è suo, Agente DiNozzo..." "Grazie."
Stringe fiero la mano a Vance, rimette gli occhiali e scende in ufficio.
I colleghi lo fissano a bocca aperta, Tony si avvicina a Gibbs mettendogli una mano sulla spalla "Capo? La mia giacca blu firmata non ti si addice... " sorride mentre aspetta che Gibbs capisca ciò che ha voluto fargli capire. Sbarra gli occhi e lo guarda sorpreso, ripassandosi nella mente quelle parole.
Gli si avvicina, togliendo dal suo viso viso gli occhiali da sole, ritrovando nei suoi occhi verdi quel bagliore che li caratterizzava, una loro bellezza naturale che risplende sul suo viso, ritrova la vita e la gioia che aveva perso da tempo, che non vedeva dal giorno del funerale, quel suo sguardo così splendente e allegro lo fa sorridere, rimane incantato a guardare i suoi occhi luminosi, sperando di poterli rivedere per l'eternità, sperando di continuare a vivere solo per vedere quei meravigliosi smeraldi che ogni volta che li guarda lo portano in Paradiso.
Lo fissa per un po' finché si stacca dal suo sguardo divertito per abbracciarlo forte, la risata di Tony lo riporta alla vita, risollevandolo dalle paure e dai tormenti vissuti in quei terribili giorni.
Abby, Ziva e McGee lo guardano e sorridono, riscoprendo anche loro la vita negli occhi di Tony.
Appena Gibbs si stacca, Ziva salta in braccio a Tony e lo bacia con passione.
Tony ricambia il bacio stringendola a se "Ora ci vedi! "
"Si. Così potrò vedere nostro figlio... era l'unica cosa che speravo di poter fare!! "
Le lacrime di Ziva si uniscono alle risate divertite di Tony, Abby e McGee si uniscono a loro in un abbraccio di gruppo mentre Gibbs resta in disparte a guardarli sorridendo, scambiando sguardi orgogliosi e felici con Tony.
 
Come al solito non hanno bisogno di parole, basta uno sguardo per capirsi, uno sguardo di 'Bentornato' che dimostra ancora una volta quanto sia grande e indissolubile il loro rapporto, quel legame che si è fermato nel tempo, passo dopo passo, fino a potersi leggere nella mente, fino a fidarsi cecamente l'uno dell'altro, affidandosi alla vita dell'altro donandogli la propria.

'Se si potesse nascere ogni mese per risentire la dolcezza di una madre e un padre
dormire al buio senza più paure
mentre li fuori inizia un temporale'

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