Bleeding Love

di TheDarkLady97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a Mystic Falls ***
Capitolo 2: *** Stella Marie Gilbert ***
Capitolo 3: *** Pic-nic nel bosco! ***
Capitolo 4: *** Festa cittadina ***
Capitolo 5: *** You are important for me, Stellina!! ***
Capitolo 6: *** Vampires, Blood, Death... ***
Capitolo 7: *** Disturbed Mind ***
Capitolo 8: *** Secrets from the past. ***
Capitolo 9: *** Personality Change ***
Capitolo 10: *** Let Me Love You ***
Capitolo 11: *** Blood Binding ***
Capitolo 12: *** Fear of Losing ***
Capitolo 13: *** Bite me, Damon! ***



Capitolo 1
*** Ritorno a Mystic Falls ***


Eccomi con la nuova versione della mia storia, una volta intitolata ‘The Love of Vampire’. Spero vi piaccia come piace a me.
Buona lettura!

 





Capitolo 1
Welcome back to Mystic Falls!





La bambina aprì appena gli occhi e intorno a lei c’era solo l’oscurità, accompagnata da un forte scorrere di numerose voci sibilanti che le invadevano la testa.
Era semplicemente distesa su un altare di pietra e, intorno al suo corpo, vi erano disposte a cerchio diverse candele bianche che illuminavano il fitto bosco.
Non capiva una parola di ciò che le figure incappucciate biascicavano.
Sentì solo il corpo farsi pesante come un macigno e un calore avvolgerla tutta.
Per la bambina di appena dieci anni, quel vociare confuso parve divenire una ninnananna dolce e melodiosa, come quella che le cantavano sua madre e sua sorella ogni sera prima di farla addormentare.
<>
Da quel momento la bambina cadde in un sonno che durò 500 anni, sussurrando un ultimo nome.
<>


**********

Erano le dieci e mezza precise e Stella stava guidando la sua station-wagon ad una velocità impressionante.
Andava  a circa 100 chilometri orari sull’autostrada che l’avrebbe portata  a Mystic Falls, una piccola cittadina della Virginia che, pur essendo molto piccola, era ricca di storia.
Intorno era tutto buio, solo le stelle illuminavano il cielo notturno che era di un colore blu intenso.
Il vento caldo della notte le scompigliava i capelli di color castano. Aveva messo la musica talmente alta da permettere alle altre auto di ascoltarla. 
I dolorosi ricordi stavano avendo la meglio su di lei. Più la distanza tra lei e quella città diminuiva, più il suo cuore veniva stretto in una morsa, quasi soffocandola.
Era nata in quel posto cosi isolato ma interessante; lì aveva amici, parenti ma, soprattutto, molti anni prima, aveva assistito alla morte dei suoi genitori.
Ben presto si ritrovò ad un incrocio, dinanzi a due cartelli, su uno dei quali indicava la direzione per la sua città natale.
Andò verso la direzione di quest’ultimo e, dopo un po’, arrivò a destinazione. 
Mystic Falls era rimasta cosi com'era, una cittadina calma e tranquilla, diversa da New York che, al contrario era una città caotica e con una vita notturna molto movimentata.
Le strade erano avvolte dall’oscurità, deserte, illuminate solo dalla fievole luce proveniente da quei pochi lampioni sparsi qua e là.
<> Si fermò davanti ad un locale, decidendo di rilassarsi per un pò davanti ad un bel bicchiere di Bourbon.
Quel locale era davvero molto accogliente ed ospitava solo poche persone; chi sedeva sugli sgabelli a bere un whisky e chi cenava ai tavoli.
Una volta chiusa la porta alle spalle, si diresse verso il piano bar.
<< Cosa le porto, signorina?! >> Un ragazzo molto carino le si avvicinò, guardandola con un sorriso forzato stampato in faccia.
<< Bourbon, per favore. >> Con indifferenza gli pose i soldi sul bancone, accavallando le gambe con disinvoltura.
<< Arriva subito. >> Il barista afferrò la bottiglia di Bourbon sotto il bancone, versandolo velocemente in un bicchiere per poi porgerlo alla sconosciuta.
Stella prese il bicchiere con nonchalance per poi berlo tutto di un sorso sotto gli occhi meravigliati di lui.
Succedeva sempre cosi, non riusciva a comprenderne il motivo; solo perchè era una ragazza non voleva dire che non potesse bere alcolici. 
Maschilisti del cavolo!
Per lei era una delle cose più naturali del mondo e odiava fare distinzioni tra sessi, sia gli uomini che le donne erano perfettamene uguali.
<< Elena, come mai qui a quest'ora? E’ già terminata la scorta di liquori dei Salvatore?! >> Un'altro biondino dagli occhi cristallini la fissava sorpreso.
Ma allora erano un tormento!
Possibile che in quella città ci fossero solo ragazzi biondi dagli occhi azzurri?!
Stella lo fissò attentamente, guardandolo stranita e allo stesso tempo curiosa.
<< Forse mi hai scambiata per qualcun’altra, Tesoro…>>Rispose lei, poggiando il gomito sul bancone, marcando la parola 'Tesoro'.
<> Continuò lui, sconvolto di ritrovarsi Katherine proprio dinanzi agli occhi.
La vampira era partita, insieme alla sua oramai ritrovata figlia Nadia, in direzione di New York, una delle città più grandi e belle d’America. Era davvero strano, qualcosa avvertiva Matt di stare attento, c'era qualcosa di strano in quella ragazza. 
Se non era Elena e non era Katherine, chi diavolo era quella sconosciuta?! 
Era risaputo che la generazione delle Petrova terminava con Elena, l'ultimo ed unico doopelganger e Matt Donovan temeva che, presto, la ritrovata tranquillità sarebbe stata spazzata via.
<< Hai mai pensato di andare da uno strizza cervelli? Sai, credo che dovresti consultarne uno. >> La castana stava iniziando davvero a perdere la pazienza.
In quel posto le sembravano davvero tutti matti: prima il barista senza cuore, con la faccia simile a quella di uno zombie, poi quel biondino che continuava a chiamarla con nomi diversi.
Aveva solo bisogno di riposare, dopotutto il viaggio era stato molto stancante e, in quel momento, aveva solo bisogno di un letto.
Forse quello era solo uno strano sogno e presto si sarebbe svegliata nel suo letto a New York, doveva viveva con la sua oramai anziana zia Karen.
<> Il biondino continuava il suo interrogatorio, guardandola con attenzione, cercando di capirci qualcosa.
<> La castana si alzò velocemente, guardandolo con aria scontrosa.
A quelle parole, Matt rimase fermo a fissarla, cercando di trovare una spiegazione alla sua somiglianza con Elena e quella manipolatrice di Katherine.
Rimase in silenzio per attimi che gli sembrarono interminabili, continuando a fissarla, quasi come se fosse alla ricerca di qualche indizio, ma niente.
<< Perdonami, ti ho confusa con qualcun'altra. >> Finalmente riuscì a parlare, grattandosi la nuca in imbarazzo, rilassandosi, una volta resosi conto che non correva alcun pericolo.
Aveva fatto proprio la figura dell'idiota, malato di mente, cosa avrebbe pensato di lui?!
<> La castana si alzò sui bei decoltè neri che indossava ai piedi, afferrando la giacchetta rossa in pelle, poggiata sullo schienale dello sgabello.
<> Il biondo si voltò verso di lei, catturando nuovamente la sua attenzione prima che potesse uscire dalla porta.
<>
Adesso si che il mistero si complicava!
Non poteva essere una coincidenza, quella sconosciuta era identica ad Elena e per di più diceva di essere sua cugina.
Il biondo, un pò diffidente nei confronti di quella nuova Petrova, decise di giocare d'astuzia ed essere gentile; se Elena era in pericolo, l'avrebbe scoperto!
<> Continuò il biondino, poggiando lo straccio che aveva in mano sul bancone accanto a lui.
<> La voce le si fermò in gola, senza riuscire a terminare la frase.
Erano trascorsi 8 anni dalla morte dei suoi genitori, ma quel giorno l'aveva traumatizzata così nel profondo che ancora non era riuscita a superarlo, non riuscendo neanche a parlarne. 
Matt continuava a guardarla con sospetto, ma non c'era niente di strano in quella splendida fanciulla identica alla Gilbert di Mystic Falls.
Forse si stava solo preoccupando inutilmente, infondo, se la sconosciuta avrebbe voluto fargli del male, l'avrebbe già fatto.
In quel momento, invece, aveva uno sguardo triste, pieno di dolore.
Qualcosa l'aveva rattristata di colpo, riportando nella sua mente ricordi dolorosi e indimenticabili.
<> Lui si avvicinò con passo lento, prendendole il braccio con delicatezza.
Tutto d'un tratto Stella ritornò in se, mettendo nell'angolino più remoto del suo subconscio i ricordi di quella maledettissima notte.
Era da molto che non aveva un attacco di panico ma, come era tornata in quella maledetta cittadina, era stato come rivivere tutto di nuovo e la sua anima era di nuovo avvolta da quell'orribile sensazione di oscurità.
<>Non riuscì a terminare la frase, rendendosi conto di non conoscere ancora il nome del biondino.
<>
I due si avviarono verso l'uscita, raggiungendo il parcheggio del Grill.
<>


*********

Che splendie le stelle!
Elena adorava affacciarsi alla finestra di quella che oramai era la stanza sua e di Stefan. 
Quella notte, quei piccoli e luccicanti puntini erano sparsi ovunque nel cielo scuro.
<>La giovane Gilbert era al settimo cielo.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, poteva starsene in pace e tranquillità tra le braccia del suo Stefan, gustandosi un momento di dolcezza e intimità.
<>Il castano la zittì scherzosamente, stringendola di più a se.
Quanto lo amava! La sua vita non era vita senza Stefan, solo lui riusciva a farla stare bere, a farla sentire amata come non aveva mai fatto nessuno.
I loro occhi si persero l'uno nell'altra per qualche istante, fino a quando le loro labbra si unirono in un dolce e casto bacio.


**********

<>Disse Matt, una volta sceso dal suo pick-up, raggiungendo l'auto della castana che l'aveva seguito attentamente, cercando di non perdersi.
<>Lei lo ringraziò, dopodichè raggiunsr l'enorme portone dell'edificio, buassando con forza sul legno scuro.
Dopo alcuni minuti di attesa, Jeremy aprì la porta, stropicciandosi gli occhi ancora insonnolito.
Quando finalmente riuscì a mettere bene a fuoco, si ritrovò davanti Stella.
<>La guardò irritato per averlo svegliato inutilmente.
<> Esclamò Stella, gettandosi fra le braccia del cugino.
<>Qualcosa non andava in sua sorella, sicuramente aveva bevuto troppo e stava dando i numeri.
<>Stella cercò di spiegargli il motivo per cui non riuscisse a riconoscere sua cugina.
Nel frattempo Elena stava raggiungendo la porta, curiosa di sapere chi fosse cosi pazzo da disturbarli alle tre del mattino.
<>Chiese Elena, una volta giunta nell'atrio di casa.
<>Urlò Stella, allargando le braccia con fare teatrale.
<>Gridò Elena, incrociando le braccia nervosa.
Stella la guardò confusa, trovandosi davanti una ragazza esattamente identica a lei.
<>Quello si che era assurdo, come potevano essere cosi uguali lei e sua cugina?!
Accanto a Jeremy vi era una ragazza in tutto e per tutto identica a lei, una copia perfetta della sua persona.
<>
Le due si guardarono accigliate, senza sapere esattamente cosa dire o fare.
<>Esclamò la Gilbert di Mystic Falls, squadrandola scocciata, notando che non indossava più la collana che serviva a proteggerla dal sole e, proprio quando quella esatta copia di se stava per abbracciarla, notò una piccola stella blu incisa sulla sua pelle.
<> Le parole le uscirono in un flebile sussurro, mentre con la mente cercava una spiegazione a quello che le sembrava essere uno scherzo o solo il frutto della sua fervida immaginazione.
Magari uno specchio stregato dinanzi a lei.
<> Urlò Elena, incredula.
Nella sua mente, l’unica figura che le somigliava così tanto era Katherine o lo specchio della sua camera.
Era incerta Elena, si ritrovava dinanzi una ragazza identica a lei che affermava di essere sua cugina che non vedeva da almeno otto anni!
<> La gemella si gettò fra le braccia della Gilbert di Mystic Falls che ricambiò sorridendo.
Elena la fissò sgranando gli occhi, quando si accorse che Stella le si era gettata addosso per abbracciarla con naturalezza.
Il suo abbraccio era dolce e affettuoso e per lei era totalmente impossibile pensare che Katherine l’abbracciasse e soprattutto con tanta naturalezza e affettuosità.
Senza accorgersene ricambiò l’abbraccio e un sorriso le si stampò in viso. 
Aveva scartato l’idea che avesse nascosto il ciondolo protettivo sotto una maglia, poiché portava un top scollato che lasciava scoperte le spalle, il collo e il sovra petto.
<> Chiese incredulo Jeremy una volta chiusa la porta di casa.
Oh cielo! Quella era davvero, sua cugina Stella Marie Gilbert!!
<>Un giorno sarebbe impazzito di sicuro, c'aveva messo molto tempo per abituarsi all'idea che sua sorella Elena fosse la copia esatta di una delle vampire più stronze e manipolatrici che esistevano sulla faccia della terra, ma questo era troppo per lui.
<>Esclamò Stella, rivolgendosi al cugino mentre con un braccio circondava la nuca della Gilbert di Mystic Falls.
Senza perdere altro tempo i due Gilbert la invitarono a seguirli nel salotto in stile vittoriano della casa dei Salvatore dove Stella, entrando, rimase di sasso.
Era come affascinata.
Forse tutto d'un tratto era entrata in Paradiso!
Degli slendidi occhi di ghiaccio si posarono su di lei, facendole perdere la cognizione del tempo, dello spazio e della ragione.
Qualcosa nel bassoventre si accese e piccoli brividi le percorsero in tutto il corpo.
Damon era rimasto seduto tutto il tempo sulla sua poltrona continuando a bere il wisky ma, quando entrarono gli altri, si girò e la vide.
Nel vedere le due gemelle entrare a braccetto, Stefan rimase in silenzio a fissarle, mentre Damon roteava gli occhi irritato, alzandosi istintivamente dal divano per avvicinarsi a lei.
<>Il moro pronunciò quel nome con disprezzo.
<>Rispose Stella, un po’ irritata nel notare che tutti la trattavano male per il semplice motivo che somigliasse molto a quella fantomatica donna.
Dopo la sua risposta, il vampiro restò a guardarla, confuso.
<>Esclamò Elena, iniziando le presentazioni.
<>Chiese Stefan, intontito da quella strana situazione.
<>
<>Il moro si avvicinò a due centimetri dal viso della Gilbert di New York, facendola indietreggiare.
Erano cosi vicini da poter sentire l’uno il respiro dell’altro e, in quel momento, il moro percepì il profumo delizioso del suo sangue, prova della sua umanità.
<>Si intromise Stefan, allontanandolo con uno spintone per poi stringerle la mano dolcemente, mentre il moro si sedeva irritato.
<>Ricambiò la stretta di mano, guardando compiaciuta Elena.
Intanto, Damon non si mosse dal divano e continuò a bere il suo Bourbon, ignorando la situazione, anche se poco prima aveva sclerato alla notizia di una terza sosia di Katherine.
Insomma era in fase di rifiuto e fingeva che non gli importasse della faccenda.
Il vampiro era rimasto stupito nel constatare che la suddetta terza copia era entrata nel soggiorno di casa sua tranquillamente a braccetto con Elena e sorrideva così allegra che era impossibile paragonarla ad Elena o a Katherine.
Ma adesso che la guardava bene si era accorto che non somigliava cosi tanto alla Petrova: i suoi occhi erano più luminosi e solari, rispetto a quelli della vampira che brillavano di malizia e astuzia.
Non si aspettava che la cuginetta, non che fotocopia di Elena, fosse così peperina.
Quella ragazza era stupenda, non aveva nulla a che vedere con Elena e Katherine.
I suoi occhi erano diversi, brillavano di una spensieratezza mai vista nello sguardo delle altre due Petrova.
Non ci poteva credere, una terza probabile Petrova, entrava nella sua vita.
E questa volta, lei sarebbe stata sua, ad ogni costo, con qualsiasi mezzo, a qualsiasi compromesso.  
Il moro avvertì nuovamente il profumo del suo sangue, voleva assaggiarlo a tutti i costi anche se non sarebbe stata una cosa facile.
Per lui ora, era come una sfida con sé stesso.




Fine 1° capitolo.
Angolo Autrice: Ed ecco il primo capitolo della nuova versione di Stella e Damon.
Lo so, questa storia vi darà la nausia per le volte che l'avete letta, ma questa volta è la versione decisiva. Ho cambiato alcune scene ma questo primo capitolo è simile a quello che scrissi in precedenza.
Attendo con piacere le vostre opinioni.
Baci.
TheDarkLady97! 

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Capitolo 2
*** Stella Marie Gilbert ***


Rita Cap2

Capitolo II :  Stella Marie Gilbert.

 

-Piacere, Damon! Sono felice di conoscerti, come ha detto Elena, io sono Stella Marie Gilbert! -Esclamò Stella porgendo la mano al vampiro per salutarlo.

-Quindi tu ti chiami Stella! Che bel nome! E dimmi brilli anche tu, Stellina?-

Stella lo guardò con un sopracciglio alzato e sorrise maliziosa.

-Certo, anche di più!-

-Lo immaginavo!-Esclamò il moro prendendo la mano di Stella baciandogliela, col suo ghigno seducente e lo sguardo fisso nei suoi occhi nocciola.

Stella, era rimasta stupita dall’azione di Damon, che rispecchiava improvvisamente le gesta di un uomo d’altri tempi, e poi, l’aveva guardata con i suoi occhi azzurri e profondi e accattivanti facendola arrossire.

Dopo le presentazioni Stefan fece accomodare Stella, mentre lui si recava nella cucina con Elena, con la scusa di andar a prendere da bere.

Così, Damon e Stella, rimasero tutti e due seduti sulla poltrona che vi era nel salotto di casa Salvatore a parlare.

Era una casa enorme, e lei era stupita che in quella immensa dimora vivessero solo due persone.

Ma doveva ammettere che, i due abitanti, erano davvero MOLTO belli!

Erano proprio il genere d’ uomo che faceva per lei, ma aveva già notato che Stefan non l’avrebbe mai guardata, perché era preso da Elena e, quindi, lei avrebbe puntato tutto sul maggiore dei Salvatore.

-Stellina…Di dove sei?- Chiese Damon iniziando la conversazione.

-Ehi, non prenderti troppa confidenza bel moro! Io…Vengo da Miami, Florida!- Rispose Stella facendo sorridere il moro che si versò un po’ di Bourbon nel bicchiere.

-Ah-Ah! Allora avevo ragione, bella castana!-

-Ragione su cosa, carino? – chiese lei alzando un sopracciglio, Damon notò che quando lo faceva, la signorina diventava davvero sexy, in Elena non aveva mai notato quello sguardo, ma neppure in Katherine che era decisamente più tentatrice della Gilbert di Mistyc Falls.

-Non assomigli per niente a tua cugina, sai?!...Tu hai l’aria di una vera, ma vera “Bad Girl”...Ho sentito che a Miami le ragazze sono molto caparbie e non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno…- Disse Damon avvicinandosi a lei constatando che quello che il vampiro aveva detto era la pura verità, poiché Stella, non si era smossa di un millimetro, anzi aveva posato le mani sui fianchi, inclinato un ginocchio verso l’esterno e sorriso nel modo più hot che Damon avesse mai visto in 160 e più anni.

Lui lo capiva, era bravo a riconoscere le donne, lei era una ragazza ribelle, piena di se e molto presuntuosa, era il genere di ragazza che amava i vestiti firmati e fare shopping, quelle a cui tutto era dovuto, e di certo sapevano il fatto loro, specialmente con gli uomini.

E si, Stella Gilbert era davvero così.

 

Nel frattempo Stefan e Elena erano in cucina a parlare.

-Hai visto? E’ identica a Katherine ma… Non è lei!-Esclamò Elena guardando, Stefan che fissava il pavimento con sguardo perso.

-Hai ragione Elena… Lei non è Katherine! E’ davvero tua cugina? Ne sei sicura?-

-Si, cioè io... sono sicura di avere una cugina di nome Stella, ha vissuto a Miami con sua nonna, sono andata anche al funerale dei suoi genitori, suo padre era mio zio...ma...da piccole non eravamo... molto identiche... o almeno credo... non abbiamo sue foto...-Spiegò Elena cominciando ad andare avanti ed indietro per la stanza.

-Dobbiamo scoprire come mai è così uguale a te!...-Rispose lui versandosi un po’ di vino nel bicchiere.

-Beh… Dovremo indagare su questo? E se fosse una doppelganger!?... Oh mio dio... non capisco più!-Continuò Elena.

-Elena, devi mantenere la calma, troveremo una soluzione... Adesso dobbiamo tornare di là...-Disse Stefan prendendole il viso fra le mani.

La ragazza lo abbracciò di slancio, per poi uscire dalla cucina accompagnata dal vampiro che le stringeva la mano, ma quando arrivarono in salotto, quello che videro li sconvolse.

Damon era pericolosamente vicino a Stella, che aveva appoggiato le mani sottili sul petto forte di Damon.

Si guardavano intensamente, come se volessero sondarsi l’anima con gli occhi.

Ed improvvisamente una mano del vampiro era finita sul fianco di Stella, e con un gesto impulsivo l’aveva spinta contro di se.

Stefan sorpreso, ma anche sconvolto, tossicchiò per attirare l’attenzione dei due.

Stella, voltò il capo con un inclinazione sensuale che fece rimanere a bocca aperta Elena.

Ma che aveva Stella? Ci provava col suo Stefan...e con Damon?

-Ehi, siete arrivati finalmente!-Esclamò Stella guardando prima Elena e poi Stefan sempre restando a due centimetri dal corpo di Damon, che comunque non la mollava.

Il vampiro più grande, squadrò il corpo della Gilbert di Miami, e con l’audacia che lo caratterizzava, buttò lo sguardo nel generoso decolté di Stella, e sorrise godendosi il panorama, poi l’allontanò di qualche centimetro per dare un occhio alla pancia, sollevandogli senza alcun problema la maglietta.

-Ehi! Non mi piace andare subito al sodo sai, tesoro?-

Damon ridacchiò fregandosene dell’affermazione della fanciulla, e osservò ogni centimetro della pancia piatta della Gilbert, notando sul ventre, verso i fianchi, dove iniziavano i pantaloni c’era un tatuaggio.

-Ohoho... Cos’abbiamo qui...-Esclamò facendo scivolare una mano sul bordo del Jeans di Stella, per abbassarglielo.

Ma stavolta Stella, che per la maglietta non s’era infastidita affatto, lo bloccò.

-Ah-Ah Tesoro, qui è Offlimits!-

-Ma io voglio vedere questo bel tatuaggio...-

-Anche tu hai un tatuaggio?-Domandò Elena accigliata.

-Intendi questo?- Rispose Stella volteggiando fra le braccia di Damon e appoggiandosi con le spalle al suo petto, mentre si abbassava il pantalone scoprendo solo quanto bastava per mostrare un pezzo di pelle tatuata.

 -È una stella blu ! Guarda che ce l’ho da sempre...Non ti ricordi Elena?-Raccontò lei .

-Wow è molto bello… Ne ho uno anch’io... sul braccio...-

In quel momento Stella si staccò da Damon e si avvicinò a Stefan con passi sinuosi e sensuali, fino ad accostarsi al vampiro, tutto sotto lo sguardo confuso e stupito di Elena.

-Vuoi farmelo vedere, Stefan?-Chiese maliziosa, tanto che in quel momento tutti pensarono che si trattasse di Katherine, visto che era da lei fare certi doppi sensi, e comportarsi da maliziosa.

-Magari un’altra volta, Stella...-Rispose subito Stefan, arretrando di un passo, quando si accorse che la sosia della sua Elena gli stava per sfiorare il petto, e i bottoni della camicia.

Stella alzò un sopracciglio, e sorrise.

-Uh-Uh... te lo sei scelto proprio bello e fedele, Elena!-

La Gilbert di Mistyc Falls però era troppo a bocca aperta per rispondere.

Quella ragazza, che era sua cugina sembrava un’arpia mangia uomini!

Ma poi, si rese conto, che il male minore era proprio sua cugina: Damon guardava Stella con occhi infiammati.

Era come sedotto al primo sguardo, non faceva che fissarla.

-Stellina… Quindi tu rimarrai a Mistyc Falls per un po’?- Chiese il vampiro senza smettere di squadrare il fondoschiena della ragazza.

-In realtà… ho deciso di stabilirmi qui per sempre! In Florida non ho nessuno e se resto qui sarò in compagnia della mia cuginetta!-Precisò lei guardando la cugina con un occhiata ambigua che Elena non seppe decifrare.

Era strana, le ricordava troppo Katherine, e questo spaventava Elena ancor di più del fatto che le somigliasse fisicamente.

-Allora ci sarà da divertirsi!-Esclamò Damon guardandola con un sorriso scaltro stampato sulla faccia.

Lei ricambiò il sorriso, e durante tutta la permanenza a casa dei Salvatore, i due non smisero di fissarsi in modo provocante, come se volessero saltarsi a dosso da un momento all’altro.

Damon, la guardava come un pervertito scrutando ogni centimetro possibile, in modo da poter cogliere qualche somiglianza con le altre due Petrova.

E anche se ne stava tranquillo sulla sua poltrona, a poca distanza da Stella, lei non faceva altro che muoversi sinuosamente per attirare l’attenzione.

Quella ragazza era tremenda!

Alla fine, le due Gilbert decretarono che era giunto il momento di tornare a casa.

-Bè ci vediamo Stefan...-Sussurrò la ragazza di Miami con un sorriso, mentre i due Salvatore le accompagnavano alla porta.

Elena baciò Stefan un po’ più allungo del solito, un po’ per far capire a Stella che Stefan era decisamente solo suo.

Ma la fanciulla, non sembrò badarci più di tanto, anzi preferì puntare sull’altro fratello, e con una camminata sensuale passò dinanzi a Damon e con l’indice tracciò una linea orizzontale sul petto del vampiro.

-Ciao Tesoro...-Sussurrò lanciandogli un’ultima occhiata provocante, che mandò in fibrillazione Damon, tanto che gli ci volle un po’ per rendersi conto che le due erano già fuori dalla porta, e davanti a Stefan che lo guardava a bocca aperta, chiuse il portone buttando un occhiata al sedere di Stella che raggiungeva l’auto.

Si voltò per andarsene in camera, ma quando si accorse di come lo guardava Stefan si fermò.

-Che c’è? Cos’ho fatto stavolta?-

Stefan non smosse la sua espressione basita e parlò.

-Damon!?-

-Ehi! Ha un bel culo! Ed è decisamente più sexy di Elena!... Evviva un’altra Petrova!!!!-Esclamò scappando via da Stefan prima che potesse controbattere.  

*

Il primo giorno di scuola andò abbastanza bene per Stella che, pur conoscendo solo Matt e Stefan, aveva fatto subito amicizia essendo lei una tipa molto socievole e schietta.

Difatti, non appena incontrarono Matt fuori scuola, lei attaccò subito bottone.

Aveva una predilezione per i ragazzi, come se non riuscisse ad essere timida con loro, o ignorarli, e sembrava ci provasse con tutti e tutti cadessero ai suoi piedi per un niente.

Elena era strabiliata, quella non poteva davvero essere sua cugina!

Non le somigliava per niente!

-Come ti senti Stella?-Chiese Matt.

Si, anche lui era rimasto imbambolato davanti a Stella, che in modo affabile faceva la civetta con lui senza alcun problema, pavoneggiandosi.

-Oh... Un po’ nervosa...-Miagolò tirando su due occhioni da cucciolo, che ai ragazzi facevano perdere la testa, sempre e comunque.

-Non conosco nessuno... Ma me la caverò proprio perché ci siete voi! Sono certa che tu conosci bene la scuola...-

-Oh...Non preoccuparti!!! Se sarai in classe con me vedrai che ti sentirai a tuo agio, te lo garantisco!-Esclamò Matt, con un sorriso ebete sul viso.

Mentre loro parlavano, arrivarono due ragazze: una dai capelli castani, la pelle scura e gli occhi marroni e l’altra con i capelli biondi, la pelle chiara come porcellana e gli occhi azzurri, accompagnate da un ragazzo moro alto quanto Matt.

-Ehi!! Ragazzi! Elena!-Esclamò la mora.

-Ciao, Bonnie!-Rispose Elena correndo ad abbracciarla.

E mentre l’abbracciava, le sussurrò qualcosa guardando anche Caroline, sapendo che la bionda avrebbe sentito.

-Fate finta di nulla...-  

Dopo salutò Caroline che ricambiò l’abbraccio.

-C’è qualcosa che non va?-Chiese.

-Vi spiegherò dopo, ma non fate nulla...-

 Staccatasi dalla bionda,  portò i tre dalla cugina per presentarla.

-Ehi, ragazzi, questa è mia cugina Stella...-Disse lanciando sguardi eloquenti a Bonnie e Caroline.

-... Ha fatto ritorno da poco in città e questo è il suo primo giorno di scuola..-Spiegò la Gilbert di Mistyc Falls.

-Salve, ragazzi! Io sono Stella Marie Gilbert!!!-Stella porse la mano al ragazzo che le stava davanti, ignorando Caroline e Bonnie che avevano la bocca spalancata per la sorpresa, e fissavano prima Elena poi Stella senza sapere cosa dire.

-Tyler Lockwood, il figlio del sindaco della città, piacere di conoscerti...Bellezza!-Si presentò Tyler porgendo la mano alla ragazza guardandola come se fosse una dea.

-Ma che piacere, il figlio del Sindaco...-Mormorò lei facendo gli occhi dolci al Lockwood, dopodiché osservò con aria di sufficienza le due ragazze.

-Caroline Forbes...-Mormorò la vampira, porgendo molto lentamente la mano a Stella stringendole la mano titubante .

-Bonnie Bennet...-Anche Bonnie le strinse la mano, ma al contatto la strega non percepì quella sensazione che le faceva distinguere i Vampiri dagli Umani.

Tuttavia, percepì qualcosa di strano.

Qualcosa di oscuro e potente.

Stella Marie Gilbert di certo, non era una semplice umana.

Ma non era una vampira, quindi non poteva trattarsi di Katherine.

Tyler, nel frattempo, mentre le ragazze si scambiavano occhiate preoccupate, lui era concentrato a squadrare Stella, che in confronto ad Elena era decisamente più provocante, e il suo abbigliamento lo metteva ben in chiaro: Camicetta viola piena di strass e Swarovski che formavano un cuore, dove il primo bottone era sbottonato.

Il jeans era chiaro ed aderente e metteva in risalto i muscoli sodi e il sedere tondo.

Ai piedi un paio di stivaletti con tacco basso, scamosciati color viola.

Dio, che avrebbe fatto,  per uscire una sera con lei, e magari una notte.

Stella Gilbert era decisamente un bel bocconcino.

 

*

-Mmm… Io ho la lezione di storia, tu?-Chiese Elena alla cugina.

-Anch’ io! Che bello staremo insieme!! -Rispose Stella, contenta di essere finita in classe con Elena.

Subito dopo aver chiuso gli armadietti, le due si diressero verso l’aula di storia dove vi erano anche Caroline, Stefan, Tyler, Matt e Bonnie.

-Ragazzi… Oggi, prima di iniziare la lezione vorrei presentarvi la vostra nuova compagna… Stella Marie Gilbert!-Esclamò Alaric, che dopo un breve sms da parte di Elena, era riuscito a non svenire dinanzi alla vista della terza Doppelganger e impalarla scambiandola per Katherine.

Facendo cenno alla ragazza di alzarsi sotto gli occhi di tutti e avvicinarsi alla cattedra.

-Buongiorno a tutti! Vengo dalla Florida… Sono la cugina di Elena... Ma io, sono Single!-Disse lei facendo rimanere di stucco i compagni che si erano accorti dell’identicità di Stella con Elena.

Ma poi risero alla battuta della giovane, che senza vergogna sorrideva alla cattedra lanciando occhiate a tutti i ragazzi della classe.

-Ehi, prof! Adesso ce ne sono due di Elena! Così Stefan non sarà il più fortunato della classe!-Esclamò un ragazzo che fece scoppiare a ridere di nuovo gli altri tranne Elena, Stefan, Caroline e Bonnie.

-Puoi andare...-Anninciò Rick, invitando Stella a tornare a posto suo, e la ragazza con un sorrisetto soddisfatto, si andò a sedere accanto ad Elena, dove dietro di la Gilbert di Mystic Falls c’era Stefan.

-Ehi… Allora è questo il fidanzato di Jenna?-Chiese incuriosita Stella alla cugina, mentre Alaric cominciava la lezione.

-Si… -Mormorò Elena.

-Bel fusto...-Sussurrò aprendo il libro, con un alzata multipla di sopracciglia e un sorriso soddisfatto sul volto.

Elena e Stefan la guardarono stupiti.

Somigliava troppo a Katherine.

E non solo nell’aspetto, anche nel carattere, nei modi di fare, di parlare, nel puntare gli uomini.

Questo ormai era fin troppo chiaro.

Passate le cinque ore di lezione, suonò la campanella e tutti fecero ritorno a casa.

Entrata, Elena gettò la borsa della scuola sul divano e salì al piano di sopra, in camera sua per poter chiamare Stefan lontano dalla cugina, che era entrata in cucina lamentandosi di avere un languorino.

Stella aveva aperto il frigorifero per cercare qualcosa da mettere sotto i denti, e quando si ritrovò Damon davanti, saltò dalla paura, non aspettandosi l’improvvisa apparizione del vampiro, che era entrato senza farsi sentire.

-Ciao Stellina!-Salutò il ragazzo sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

-Damon!!! Ma vuoi farmi venire un infarto!!!!?-Strillò la Gilbert arrabbiata.

-Che c’è? Non ti avrò mica spaventata … Stellina? -Chiese ridendo Damon, alzando un sopracciglio e avanzando sempre di più verso lei che era diventata tutta rossa.

-N-no!… Non mi sono spaventata affatto! Piuttosto, che ci fai qui?- Chiese la ragazza girando la testa senza guardare il moro che la fissava con i suoi bellissimi occhi di ghiaccio imperscrutabile.

-Beh … sono venuto a vedere come ve la cavavate tu e Elena...-Rispose lui restando sul vago, mentre la osservava cercare qualcosa nel frigo.

-Beh…Ce la caviamo bene! Ora puoi andare… Ciao, Ciao Damon!-Rispose la ragazza facendogli cenno di saluto con la mano, sfottendolo.

-Ehi… Non così in fretta, Stellina…-Sussurrò avvicinandosi a lei, tanto che Stella si appoggiò contro il frigorifero.

Ci fu un momento in cui si ritrovarono così vicino da sentire ognuno il respiro dell’altro solleticarsi il viso.

Lei sentiva il battito del suo cuore diventare irregolare e non capiva il perché, di solito era sempre stata lei a mettere in soggezione gli uomini ma, sembrava che con Damon fosse il contrario e che lui, mettesse in agitazione lei.

Ma non era la tipica ragazza che cedeva per un paio di avance, non gli avrebbe fatto capire che era in fibrillazione.

Nemmeno Damon, dal canto suo sapeva cosa gli stava succedendo, era sempre stato uno a cui piaceva giocare con le ragazze, ed ora non gli interessava nessuna ragazza oltre a Elena.

Ma da quando Stella aveva messo piede in casa Salvatore, lui voleva assolutamente farla sua.

Forse perché era così identica ad Elena, che pian piano l’aveva fatto innamorare prendendo il posto di Katherine che aveva amato per 145.

Dopo la perdita di Katherine, era subentrata Elena, un’altra Petrova, che inevitabilmente lo catturava in una morsa autodistruttiva, frantumandolo poco a poco con due uniche parole: “Sempre Stefan”.

Era stata come una lunga maledizione per 150 anni, ma adesso tutto cambiava.

C’era un’altra Petrova.

Una che ancora non s’era innamorata di Stefan.

Una che aveva le fattezze delle donne che aveva amato, il carattere e lo stile di Katherine e gli occhi da cerbiatta di Elena che traspiravano dolcezza.

Era decisamente il passatempo perfetto.

All’improvviso,  l’atmosfera che si era creata svanì, Damon fu strappato dai suoi pensieri, grazie ad uno spintone che lei gli diede per allontanarlo.

-Mantieni le distanze di sicurezza Tesoro!-Esclamò lei, tirando fuori dal frigo una vaschetta alimentare.  

-Allora…Cosa vuoi davvero Damon?... Se fossi venuto per controllare qualcosa, perché sei ancora impalato a fissare me?- domandò lei poggiando il pollo sulla cucina, mentre un sorriso malizioso e provocante le si dipingeva sul viso.

-Oh dai, non essere così cattiva con me! Sono solo venuto a trovare, senza interesse...una visita di cortesia!-

-Ma io non ti credo!-Esclamò beffarda, guardandolo dritto negli occhi, mentre tirava fuori da un cassettone del pane.

-Conosco gli uomini come te… Che appena vedono una bella ragazza le corrono dietro...Solo mascalzoni! -Spiegò lei,  mentre prendeva un coltello dal cassettone delle posate.

Damon per un attimo sgranò gli occhi, era talmente seria e cupa, che il vampiro pensò che volesse provare ad ucciderlo!

In realtà stava cercando di tagliare del pane, ma ottenne solo che per tenere lo sguardo fisso su Damon, invece di tagliare la carne, finì tagliarsi ad un dito.

Gridò, lanciando il coltello in aria, e tirando il dito verso sé, portandoselo fra le labbra.

Damon in quel momento scattò in avanti verso di lei.

-Ehi! ti sei fatta male!?- Accorse lui prendendo la mano della giovane per controllarla.

-..Non è niente...un taglietto...-Rispose lei.

Ma lui, senza pensare alle parole di Stella continuava a fissare la ferita come fosse ipnotizzato.

Gli era uscito un bel po’ di sangue!

E si sapeva, i vampiri non resistono al sangue.

E quello di Stella era delizioso.

Ma la fanciulla lo guardò negli occhi, che erano diventati pieni di sangue e contornati da lievi vene.

-Damon … i tuoi occhi … -Disse scioccata lei.

-Non è niente! Và a disinfettarti!-Rispose lui, voltando il capo per non farsi scoprire, calmarsi, e tornare normale.

Così Stella, anche se dubbiosa, andò nel bagno a prendere la cassetta del pronto soccorso, medicarsi e tornare da Damon.

-Damon…?- chiamò Stella entrando in cucina, ma il moro non c’era più.

Era come sparito nel nulla, non vi era traccia di lui.

Da quando aveva mangiato si erano fatte le quattro e, Stella era stesa sul divano, e s’era addormentata.

Damon, a pomeriggio inoltrato tornò a casa Gilbert per assicurarsi che tutto andasse bene, ed quando vide Stella addormentata, la scrutò con quei bellissimi occhi azzurri e d’istinto le carezzò il viso.

Doveva ammettere a se stesso che era davvero diversa da Elena e sei anche più sexy, la sua Stellina pensò, assumendo un sorriso dolce.

All’improvviso ritornò in sé.

Ma cosa andava a pensare!

Lei non era per niente paragonabile alla sua dolce e bella Elena! Forse il sangue, la somiglianza, l’opportunità di avere una Petrova tutta sua gli aveva dato alla testa, pensò il vampiro, sentendosi confuso.

Nel frattempo, Elena stava scendendo a vedere che cosa faceva sua cugina, considerato che sparita subito dopo pranzo, Damon sentì subito i passi della ragazza, e corse via, con una velocità che solo i vampiri avevano.

-Stella! Ci sei?-Chiamava Elena mentre scendeva le scale e si affacciava per individuarla.

Nel sentire la voce della cugina, Stella si svegliò.

Elena si sedette sul divano insieme alla cugina, anche se era ancora un po’ esitante, quando si trovava sola con lei.

-Lo sai … ho fatto un sogno proprio strano!-Iniziò Stella accendendo la tv.

-Ah...allora dormivi...mi dispiace averti svegliato...-

-Non preoccuparti...-

-Allora...Cosa hai sognato?-Domandò Elena.

-Ho sognato che Damon ...-

-Allora più che un sogno dev’essere stato un incubo!-Esclamò la Gilbert di Mistyc Falls, facendo una smorfia stupita.

-Beh…no! In realtà ho sognato che lui  mi accarezzava una guancia, e mi guardava dolcemente...-Raccontò Stella con un sorriso biricchino sul viso, mentre Elena la fissava stupita.

-Sai.. Sto pensando di farlo cadere ai miei piedi, ma… Non è un tipo facile da sedurre! E come se lui fosse diverso dagli altri ragazzi, gli piace molto di più sedurre!..È più stronzo, ecco!-Spiegò Stella alla cugina, con uno sguardo malizioso, che preoccupò Elena, era dannatamente uguale a Katherine quando parlava in quel modo.

-Sta attenta, Stella... Damon non è come i ragazzi della nostra scuola, che ti sbavano dietro!…È davvero Stronzo se vuole, e credimi le ragazze sono solo un passatempo per lui!-Le spiegò Elena, posando una mano su quella della cugina.

Si sorprese, era il loro primo effettivo contatto dopo il primo abraccio che s’erano scambiate all’arrivo di Stella.

La prima sensazione che Elena provò, fu un brivido lungo la spina dorsale, poi una sorta di tepore le invase l’animo facendola sentire improvvisamente a suo agio come non era mai stata con la  cugina-sosia.

Non sapeva spiegarselo ma improvvisamente sentiva di potersi fidare completamente di Stella, di conoscerla da una vita, e si, sentiva che Stella era una brava ragazza nonostante il comportamento eccentrico.

-Mi piacciono i ragazzi così!-Ecco appunto, pensò Elena.

Passarono quasi tutto il pomeriggio insieme, a guardare gli album dei ricordi, la tv, ad ascoltare musica parlando dei loro gusti e preferenze fino a che non squillò il telefono di Elena, e la fanciulla si ritirò in camera sua, lasciando Stella al suo telefilm preferito.

 

L’indomani, Stefan, Elena ed Alaric tornarono insieme a casa Salvatore, per risolvere la questione “Seconda Doppelganger” e con una scusa, avevano mandato Stella a casa con Jeremy.

-Allora...-Inizò Damon versandosi il suo Bourbon in un bicchiere di cristallo.

-...Avete qualche novità, sulla nostra cara Stellina?-

-No... Non ne abbiamo idea, ieri ho passato un pomeriggio a parlare con lei, è una ragazza normalissima! È umana, ho le sue foto negli album di famiglia... non me ne ero mai accorta, ma è lei! È Davvero mia cugina... -Spiegò Elena.

-Si, ma ...Non si spiega come possa somigliarti tanto, visto che non è figlia di Isobel! A meno che... Isobel non abbia avuto non una figlia, ma due gemelline!-

-...Ma... questo è...Incredibile! Perché avrebbe dovuto separare le due bambine, se fossero gemelle!?-Chiese Alaric confuso dall’improvvisa ipotesi del vampiro moro.

-...Però se l’ipotesi di Damon fosse esatta... Stella è la gemella di Elena...e quindi...Figlia di John e Isobel!-

I volti di Elena ed Alaric in quel momento erano decisamente sbiancati e sconcertati.

Stella Marie Gilbert, poteva essere la sorella gemella di Elena?

Era assurdo!

-Indagheremo più affondo...questa storia non mi piace per niente, bastavano già due Doppelganger! La terza è decisamente misteriosa...-Continuò Damon, avviandosi verso la porta.

-Forse dovremmo contattare John Gilbert...-Azzardò Stefan, vendo subito fulminato da Damon ed Elena.

-No, non se ne parla...Stefan, aspetteremo qualche giorno poi, decideremo sul da farsi...Ora stella è a casa da sola e...-

Un attimo che Elena ebbe pronunciato quelle parole, la porta di casa si aprì e si richiuse in un nano secondo.

Damon era uscito, lasciando tutti basiti.

 

Nel frattempo, Stella, che era ritornata a casa, andò nella sua stanza, posò la borsa e decise di andare a fare una doccia.

Appoggiò i panni che aveva addosso sulla sedia, e si chiuse in bagno.

Passati dieci minuti, Stella uscì dal bagno avvolta in una asciugamano e, quando si girò verso la finestra quasi sobbalzando, vide Damon che la guardava.

-Damon… che cosa ci fai qui? Come diavolo sei entrato??-Gridò lei facendo un salto all’indietro sbattendo con il comodino.

-Oh… Stellina, non sapevo che fossi così sexy!-Eesclamò lui maliziosamente.

-Ovvio che sono sexy mio caro!-Rispose lei avvicinandosi al comodino per prendere gli indumenti intimi.

I capelli bagnati, ricadevano sulla pelle della schiena, tempestandola di goccioline d’acqua luccicanti.

Gli occhi di lei, erano concentrati su di lui, che la guardava attentamente, come se vedesse per la prima volta una donna coperta con un asciugamano.

-Smettila di mangiarmi con gli occhi, sembri un pervertito che non scopa da secoli!-Esclamò dando le spalle al vampiro, e dirigendosi verso il bagno sotto lo sguardo sorpreso di lui.

Quando Stella uscì, Damon era intento a frugare nel suo cassetto della biancheria.

-UUh... questo perizoma è carino, che ne dici di metterlo adesso?-

Stella alzò un sopracciglio, e si diresse verso l’armadio, sfilando in lingerie con il suo corpo perfetto, che mandava in visibilio il vampiro.

Damon la guardava dallo specchio, e se continuava così, presto le sarebbe saltato a dosso.

-No, non mi va... e poi tu non sei tanto meritevole di vedermi in perizoma, Tesoro...-

-Allora me ne vado...!!-Provocò il vampiro, lanciando un occhiata al sedere della Gilbert di Miami.

In quel momento, Stella voltò il capo con un sorriso malizioso, e gli occhi sottili e seducenti.

-Va pure, Tesoro...-Rispose languida e passionale, facendo trattenere il respiro a Damon, tanto da serrare la mascella.

E non appena l’attenzione della giovane fu nuovamente sull’armadio, Damon, fulmineo come solo un vampiro sapeva essere, saltò giù dalla finestra, svanendo nel tramonto.

Stella fissò la finestra, a bocca aperta, ma non ebbe il coraggio di andare a costatare se Damon si era rotto l’osso del collo.

Tuttavia, seppe che lui stava bene, udendo il motore della sua auto che sfrecciava via.

 

Elena era accoccolata sul divano, davanti la tv, parlando al cellulare con Stefan.

E-Pensi che troveremo una soluzione?-

S-...Non lo so Elena...Dobbiamo scoprire se Isobel ha avuto un’altra figlia oltre a te...-

E-Lo so, Stefan...Eppure...quando sono con lei, sento che posso fidarmi... sento che qualcosa ci lega, qualcosa che non ho mai provato, nemmeno trovandomi faccia a faccia con Katherine!-

S-Ti prometto che troveremo una soluzione...Elena, voglio che tu stia comunque molto attenta, non sappiamo che intenzioni abbia Stella perciò...-

E-Sarò Cauta!...Stefan...Grazie...-

S-Ti amo, Elena... Andrà tutto bene!-

E-Ti amo anch’io... E sai... non credo che andrà tutto bene...Domani c’è il pic-nic organizzato dalla Comunità Storica, e poi ancora altri eventi...Cucinerai con me vero?-Entrambi risero, godendosi quei piccoli momenti di serenità.

S-Certo...Ti chiamo più tardi...Ti amo!-

E-Va bene, Ti amo...A dopo!-  

-Evviva!! Un pic-nic organizzato dalla Comunità di Mystic Falls! Stando in una città come Miami c’è solo traffico e smog, invece qui si che si è a contatto con la natura! Sono invitata vero?-Disse Stella eccitata all’idea di passare un pomeriggio nella foresta di Mystic Falls, ricordava che suo padre, gliene parlava spesso, prima di morire.

Elena sobbalzò ritrovandosi la cugina alle spalle, appoggiata al divano, con le braccia che le imprigionavano i lati del capo, e il viso sorridente e con un espressione che le ricordò Katherine in modo incredibile.

-N-Naturalm-mente!-Mormorò alzandosi più in fretta possibile.

Quand’era arrivata così vicina al divano?

Cos’aveva sentito della conversazione con Stefan?

Stella, guardò la cugina con un sopracciglio alzato, e poi sorrise dolcemente.

-Non ho origliato, sono arrivata quando tu e il tuo Stefan avete cominciato a ripetervi “I Love You!”!!-Esclamò alzando gli occhi al cielo, e voltandosi con un elegante piroetta sensuale, per andare in cucina con passi leggeri.

-Siete così sdolcinati!...Forza, muovi il culetto, Elena, la cena non si prepara da sola!-

Elena rimase a bocca aperta, mentre la cugina svaniva nella cucina.

Forse Stefan aveva ragione, Stella era strana.

O forse si era fatta suggestionare dal suo fidanzato?

Non ne aveva minimamente idea, ma avrebbe tenuto d’occhio Stella.

 

Fine II Capitolo.

Angolo Autrice:

Buona sera, carissimi Fan *__*

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

Purtroppo c’è voluto un po’ per aggiornare, ma finalmente sono tornata! :D

Un ringraziamento speciale, a tutte le persone che hanno recensito, e a quelle che hanno aggiunto la storia nelle preferite e seguite.

Spero che continuerete a seguire questa fan fiction!

Baci The Dark Lady97 :3

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Capitolo 3
*** Pic-nic nel bosco! ***


 

Ed eccomi qui dopo moooooolto tempo con la nuova versione del capitolo 
3 di Stella e Damon. Lo so, sono una pessima scrittrice, ma spero mi perdoniate. 
Buona Lettura!! 





Capitolo 3
Pic-nic nel bosco.
 
 
 
-E’ tutto pronto per il pic-nic, ragazze?-Chiese Stefan, entrando nella cucina per controllare che tutto fosse in ordine.
-E’ tutto già nel portabagagli, Stef...-Rispose Elena, sorridente.
-Possiamo andare!-Esclamò Stella, entusiasta.
-Damon, a che stai?-Chiese il castano al fratello maggiore, andando in camera del vampiro a controllare se fosse pronto.
-Sono pronto Stefan! Cos’è tutta questa fretta?-Rispose Damon, sorridendo malignamente al fratello.
-Siamo tutti pronti, manchi solo tu e se non ti dispiace noi vorremmo andare…-Concluse Stefan, scocciato.
-Quanta fretta, caro fratellino! Di la verità, non vedi l’ora di trascorrere un pomeriggio con la tua dolce e bella Elena…-Continuò Damon, sfottendolo.
-Non sei per niente divertente! Prima di andare…beh, mettiamo in chiaro una cosa…-
-Cosa, Stef?-
-A questo pic-nic comportati bene, e occhio che ti controllo!-
-Cosa vuoi dire?-
-Stà lontano da Stella! Se solo provi a sfiorarla te la vedrai con me, fratellone!-
-Uuuh, che paura! Sto già tremando…-Rispose Damon, facendo finta di tremare per prendere in giro Stefan.
-Damon, ti ho avvertito!-
-Beh, fratellino! Tu non potrai impedirmi di avvicinarmi a Stella e se mi avvicinassi a lei di certo non avrei paura di quello che potresti farmi tu!-Esclamò il moro, avvicinandosi con passo svelto verso il fratello, guardandolo negli occhi verde smeraldo.
-Vedremo…- Concluse il minore dei due che non riuscì a terminare la frase, sentendo le due Gilbert chiamarli.
I due scesero al piano di sotto, raggiungendo le due all’uscita della Pensione per poi raggiungere insieme l’auto di Stella.
-Credevo non ce l’avremmo mai fatta a raggiungere questa maledetta auto!-Esclamò Stella, sempre più impaziente.
-Non fare così Stellina! Non è colpa mia se un certo ragazzo il cui nome inizia per “S” mi ha intrattenuto…-Rispose il moro, avanzando a passo felpato verso la ragazza, anch’essa avvicinandosi al moro per stuzzicarlo un po’.
-Non provare a dare la colpa a me…-Continuò Stefan, sgridando il fratello per poi andare a dare un bacio alla sua amata Elena che lo ricambiò dolcemente.
-Vabbene…ma adesso non litigate! Questo pic-nic è stato organizzato per trascorrere un bellissima giornata in pace e tranquillità…Non rovinate tutto altrimenti vi ammazzo!-Disse Stella, imitando una testa tagliata, guardando i due vampiri con sguardo assassino.
-Sono d’accordo con Stellina!! Stefan non rovinare sempre tutto…-Continuò Damon, incolpando per l’ennesima volta il fratello minore.
Era proprio buffo, tutto quello che Damon diceva era indirizzato a Stefan anche se non aveva nessuna colpa e, questo, a Stella sembrava davvero comico da parte di quel bel moro che tanto le piaceva.
-Ora però andiamo altrimenti non arriveremo mai…-Aggiunse poi Elena, entrando nella parte posteriore della macchina con Stefan.
Damon, invece, era intento a sedersi al posto del conducente quando si scontrò con Stella che, sorpresa, lo fermò.
-Dove credi di andare, Tesoro?-Chiese la Gilbert con fare sensuale, bloccando il braccio del moro che era appoggiato allo sportello dell’auto.
-Mi siedo al volante per partire…-Rispose il vampiro sorridendole, guardandola con i suoi bellissimi occhi azzurri.
-Mi dispiace ma questa è la mia auto e la guido io!-Esclamò la castana, cercando di sedersi al volante quando Damon la fermò e, per non prolungare la lite, fece sedere lui al volante, sedendosi accanto al vampiro che, una volta messa in moto l’auto, partì.
 
Passò un quarto d’ora da quando erano partiti dalla Pensione Salvatore per raggiungere la piccola radura dove si sarebbe svolto il pic-nic.
-Siamo arrivati?-Chiese Stella, ansiosa di vedere il luogo dove si sarebbe svolto il “famosissimo pic-nic”.
-Direi proprio di si, ragazze!-Rispose Damon sorridendo alle due, fermando la macchina per poi scendere e aprire la porta a Stella mentre Stefan l’apriva a Elena.
-Ah!Ce l’abbiamo fatta…Finalmente!-Esclamò la Gilbet di Miami, andando verso Damon per prendersi le chiavi dell’auto da mano al moro.
Si avviarono nel bosco, attraversando un sentiero fino ad arrivare in una piccola radura dove vi era una bellissima cascata che scendeva lungo l’altura e, un immenso prato verde tutto intorno cosparso di alberi e fiori.
-Wooow…-Disse Stella sorpresa da quel bellissimo paesaggio che le si presentava davanti.
Non aveva mai visto niente di più bello in vita sua. Di solito a Miami l’unica cosa bella che si vedeva era lo zoo, ma il resto era tutto smog e inquinamento.
-Su, andiamo a sederci accanto  a quell’albero…-Le invitò Stefan portando i cestini e tutto il necessario per il pic-nic verso l’albero, sedendosi sul prato.
Sistemarono per terra la tovaglia da pic-nic e vi poggiarono i vari cestini.
-Avete portato il cibo per un esercito!-Esclamò Damon, sbirciando in tutti i cestini per vedere cosa c’era da mangiare, anche se lui, avrebbe preferito gustare quella dolce e sexy castana che gli stava vicino.
Stella si era seduta accanto al moro che la guardava ammaliato mentre lei, con il suo bel decolté si muoveva sinuosamente verso di lui, stuzzicandolo.
-Ragazzi, io e Elena andiamo a fare due passi nel bosco…Fate i bravi!-Disse loro Stefan, guardando con occhi attenti Damon, che sorrideva felicemente e non vedeva l’ora che quei due ficcanaso se ne andassero.
-Certo, piccioncini! Rcevuto…Andate…-Risposero Damon e Stella, rimanendo seduti tranquillamente sul prato guardando i due fidanzati andarsene mano nella mano.
Damon sapeva perfettamente quali erano le intenzioni dei due vampiri, avrebbero cacciato qualche scoiattolo o cerbiatto, succhiando via tutto il sangue che avevano in corpo.
-Allora…Visto che siamo soli, cosa hai intenzione di fare, bel Moro?-Chiese la Gilbert di Miami, ridestandolo dai suoi pensieri mentre gli si avvicinava lentamente, come un serpente con la propria preda, facendolo stendere sul prato.
-Non saprei! Di solito cosa fate voi ragazze di Miami per divertirvi?-Rispose il vampiro, guardandola con fare provocante.
-Noi di solito ci divertiamo giocando…-Spiegò lei, alzandosi in piedi sotto gli occhi del vampiro per poi allontanarsi, correndo lentamente.
-Adoro giocare, Stellina…-Damon si alzò velocemente da terra, correndole in contro ridendo.
-Se riesci a prendermi avrai un premio, ma se non mi prendi…credo che sarò io ad avere un premio!-Spiegò lei, ridendo maliziosamente, iniziando a correre verso la cascata.
Ma Lei non sapeva che, con quello che aveva detto, Damon aveva recepito il messaggio alla lettera. Damon si rese conto che, da quel gioco, dipendeva la sua situazione con Stella e, per questo, si era deciso a prenderla a tutti i costi.
Così, Lui iniziò a correre verso di Lei che, mentre avanzava a passo svelto verso la cascata, ogni tanto si girava dietro a guardarlo, ridendo a crepapelle.
 
[Flashback]
Damon si ritrovava con suo fratello Stefan nel giardino della Pensione Salvatore quando, vide Katherine, vestita con quel suo bellissimo abito principesco, che correva con portamento dentro il giardino della casa, sperando di essere inseguita dai due fratelli.
-Chi riuscirà a prendermi avrà un premio altrimenti…Penitenza!-Disse Katherine, sussurrando dolcemente ai due che la guardavano ammaliati.
[Fine Flashback]
 
Damon si riprese dai ricordi e continuò a rincorrere Stella. Era strano, ma ogni volta che lei si girava a guardarlo, sembrava di stare con Katherine. Sapeva bene che Stella non era Katherine, ma era come se la conoscesse da tanto tempo.
Era troppo identica a lei, non solo fisicamente ma anche dal modo di comportarsi.
Finalmente, dopo un po’, il vampiro riuscì a raggiungerla afferrandola per un braccio, girandola verso di se.
-Ops…Mi hai presa!-Esclamò lei, abbracciandolo dolcemente, dondolandosi.
-Mi dispiace per te ma ora voglio la mia ricompensa, Dolce donzella!-Rispose il moro, avvicinandosi di più alla Gilbert che lo guardava fisso nei suoi bellissimi occhi azzurri.
Rimasero a fissarsi intensamente, l’uno tra le braccia dell’altro, respirando affannosamente dopo aver corso cosi faticosamente.
Erano talmente vicini da poter sentire il respiro dell’altro, nei loro occhi si poteva leggere benissimo il desiderio, la lussuria.
Il moro avanzò di qualche passo con l’intento di baciarla, ma senza accorgersene caddero in una profonda buca.
Appena toccato il terreno, i due si alzarono cercando di capire cosa fosse accaduto.
-Stellina stai bene?-Chiese il vampiro alla ragazza, aiutandola ad alzarsi.
-Credo di essermi slogata una caviglia…Cavolo, sto anche sanguinando!-Rispose lei alzandosi in piedi per poi cadere di nuovo, ma quando pensava che avrebbe toccato il suolo per la seconda volta, si sentì sospinta in aria e quando aprì gli occhi si ritrovò abbracciata al moro che cercava in tutti i modi di respingere l’impulso che lo persuadeva a morderla.
-Stai attenta, non puoi camminare in queste condizioni…- Continuò il moro,  tenendola stretta a sé per paura che, una volta lasciata andare, lei sarebbe scomparsa e l’avrebbe lasciato solo.
-Grazie, Damon! Ora però puoi lasciarmi andare…-Lo ringraziò lei, liberandosi dalla sua calda e accogliente stretta, cercando di reggersi in piedi da sola ma senza alcun risultato.
-Non fare la difficile con me!-Il moro la prese in braccio come uno sposo faceva con la propria sposa, guardandosi poi intorno per cercare una via d’uscita.
-Ora come facciamo ad uscire?-Chiese lei, guardandosi intorno preoccupata.
Di certo Damon non poteva uscire usando i suoi poteri da vampiro altrimenti Stella l’avrebbe scoperto e non poteva nemmeno usare la soggiogazione perché Elena, durante la notte, le aveva fatto bere la verbena di nascosto e adesso non sapeva proprio cosa fare.
Mentre si guardavano intorno scrutando bene ogni centimetro di parete che li circondava, vide un piccolo raggio di luce che fuoriusciva dalla parete e capì che ci doveva essere per forza una caverna.
-Forse ho trovato l’uscita, Stellina!-Esclamò il moro, andando verso la parete mettendosi a dare dei calci alla parete per abbattere il muro.
-Davvero? Grazie al cielo!-Rispose lei, tenendosi stretta a lui per paura di cadere.
Dopo un po’ il muro crollò e si aprì davanti ai due l’entrata di una caverna che, da come sembrava, era troppo luminosa per non avere un’altra uscita più avanti.
Mentre il moro avanzava, Stella scrutava ogni centimetro del suo bel volto: i suoi occhi azzurri che, quando la guardavano sembravano delle calamite, i suoi morbidi e splendidi capelli neri che, al tocco, erano setosi e lisci e la sua bocca sembrava morbida e carnosa che le faceva venire voglia di baciarlo.
Camminarono lungo un tunnel sotterraneo per circa mezz’ora. Damon aveva capito che quella non era una grotta qualsiasi, bensì era un passaggio segreto usato dalle streghe molti anni fa.
Sulle pareti vi erano incise molti simboli che il vampiro non riusciva a decifrare.
Dopo aver camminato per dieci minuti, i due arrivarono all’uscita del tunnel che li portò in una piccola radura coperta dagli alberi del bosco dove vi era un alto trono di pietra e, tutto intorno, vi erano resti di candele sciolte, segno che erano lì da molto tempo.
 
 
Nel frattempo, Elena e Stefan correvano a velocità vampiresca, inseguendo una coppia di cerbiatti.
Finalmente, si avventarono sulle piccole bestiole, affondando i canini nelle loro carotidi per poi succhiare tutto il sangue che avevano in corpo.
-Stefan, credi che abbiamo fatto male a lasciare Damon solo con Stella?-Chiese la vampira, pulendosi la bocca con la manica della maglietta.
-No, Elena…Sono sicuro che Damon non le farà niente!-
-E tu come fai a saperlo?-
-Lo so! Non le farà niente…Non credo che sopporterebbe di essere odiato da te…-Spiegò il vampiro alla fidanzata, dandole un bacio.
Così, lei si strinse a lui coccolandolo dolcemente, del tutto ignara di quello che stavano passando i due.
 
 
-Questo posto mi sembra familiare…-Disse Stella, poggiando i piedi a terra, avanzando verso il trono di pietra per poi sfiorarlo con le dita.
-Come?! Nessuno sa dell’esistenza di questo posto…Tranne noi, ora!-Rispose il moro, ridendo e andando verso la castana, mettendole una mano sulla testa facendole capire che forse era pazza.
S-Ho già visto questo posto, Damon! Solo..non ricordo quando o dove l’ho visto…-
D-Stellina, devi aver battuto davvero forte la testa!-
-Non ho battuto proprio niente, Damon! Forse avrò sognato questo posto ma...questo no!-Esclamò Stella, andando verso una pozzanghera di fango, prendendone un po’ da terra e lanciandolo in faccia a Damon.
-Stellina, non avresti dovuto farlo!-Esclamò lui, guardandola con un sorrisetto che poteva indicare sole una cosa, “ti faccio vedere io”.
-N-no…Damon che cosa hai intenzione di fare?-Chiese lei, indietreggiando spaventata.
-Ora lo vedrai!-Rispose lui, andando verso di lei per poi farla rotolare nel fango.
Poi prese un po’ di fango e lo lanciò addosso alla ragazza che rimase sconvolta ma, dopo essersi ripresa, contraccambiò.
Fecero una lotta di fango in piena regola. All’inizio erano arrabbiati l’uno con l’altra ma, dopo, sulle loro facce erano stampati dei sorrisi: si stavano divertendo!
Damon aveva lanciato il fango sui vestiti della ragazza e il secondo lancio la colpì in piena faccia.
Stella, invece, aveva preso del fango e lo aveva impiastricciato sulla camicia del moro che, arrabbiato ma allo stesso tempo divertito, contrattaccò.
Cercando di non farsi colpire, il moro le si avvicinò, la prese per i fianchi e se la mise addosso come un sacco di patate.
-Damon, no! Ti prego…I miei vestiti firmati, no…- Lei si dimenava ma la sua presa era troppo forte, quasi sovrumana.
-Vorrà dire che i tuoi vestiti firmati faranno un bagno di fango! Proprio come i miei…- Rispose il moro avanzando verso la pozzanghera.
Lei, non pensò più ai suoi vestiti perché non riusciva a smettere di ridere e di sentirsi protetta nella sua presa.
La gettò nel fango e glielo spruzzò tutto addosso.
Il vampiro la vedeva ridere e rotolarsi nel fango ed era felice. Non sapeva davvero cosa gli stesse succedendo ma, sapeva con certezza che con lei si sentiva libero di dire quello che voleva. Ora era inginocchiato accanto a lei che si rotolava ridendo nel fango sporcandosi anche i capelli.
In quel momento, mentre lui pensava, Stella lo afferrò per il braccio e lo fece scivolare nella pozzanghera con lei.
Ora si che era davvero fradicio, così riprendendosi si mise a rotolare nel fango con Stella che rideva sempre come una matta.
-No…non farmi rotolare ancora nel fango e…smettila di farmi il solletico!-Esclamò lei ridendo a crepapelle, abbracciandolo dolcemente.
Ma lui non l’ascoltava, anzi, si alzò per un momento, prese un po’ di fango e glielo mise nella maglia.
Ora era lui che rideva come un pazzo!
Era così buffa. Lei che  cercava di togliersi il fango dalla maglietta e, non riuscendo nell’intento, pensò di vendicarsi.
Prese un po’ di fanghiglia e glielo mise nelle scarpe.
Così lui fu costretto a togliersele e, lei, invece, fu costretta a togliersi la maglietta nera e a rimanere in canottiera che da bianca era diventata marrone, dove si intravedeva il reggiseno nero della ragazza.
Dopo un po’ lei gli tirò il fango nella camicia e, lui se la tolse e rimase senza maglia, solo in pantaloni neri.
Era strano, perché anche se era una fresca mattina di inizio primavera, loro non avevano freddo.
Lei si era tolta anche le scarpe e i calzini ed era rimasta in canottiera e pantalone.
Si continuavano a rotolare allegramente quando, i due si fermarono rimanendo uno sopra l’altro.
Stella se ne stava sotto di lui con la testa spiaccicata nella pozzanghera mentre lui, con la faccia sporca, la guardava imbambolato scrutando a malapena gli occhi castani di lei che si erano mimetizzati con il fango.
Stella rimase seria per qualche minuto cercando di reprimere la tentazione di sfiorare quelle morbide e, ora sporche, labbra di quel bel moro che l’aveva tanto ammaliata.
Senza rendersene conto, Damon stava accarezzando dolcemente la guancia sporca della fanciulla che lo guardava come ipnotizzata.
Nel frattempo, Stefan e Elena, se ne stavano accoccolati ad un albero fin quando decisero di tornare da Damon e Stella.
Quando arrivarono nel posto del pic-nic, non vi trovarono nessuno e, preoccupati per la sorte di Stella, iniziarono a cercarla.
Controllarono tutto intorno fino ad arrivare nelle vicinanze della cascata dove, Stefan, con il suo udito da vampiro, percepì il suono delle loro voci.
Ascoltando attentamente capì che quelli erano proprio Stella e Damon, ma non vedendoli, non riusciva a capire da dove provenissero le loro voci.
-Dove sono, Stefan? Non li vedo…-Disse Elena, guardandosi intorno preoccupata.
-Mmm…Ecco ci sono! Sono dietro la cascata!-Rispose il vampiro, ascoltando meglio, avvicinandosi poi verso le rocce della cascata dove vi trovò un’entrata.
Una volta oltrepassata la cascata, Stefan e Elena si ritrovarono nella radura dove vi erano anche Stella e Damon e, seguendo le voci, arrivarono al centro di essa dove videro i due tutti sporchi di fango, che rotolavano scherzosamente sul terreno sporco.
-Stella…Damon…Cosa fate?!-Chiese Elena, sorpresa della situazione in cui li aveva trovati.
Damon era steso su di lei, mentre la castana rideva cercando di non farsi fare il solletico.
Quando il moro e la castana si accorsero di Stefan e Elena, si alzarono diventando di nuovo seri.
-Ha cominciato lui!-Disse Stella, alzandosi per prendere i vestiti sparpagliati per terra, andando verso Elena.
-Ehi non è vero! Ha cominciato lei…-Rispose Damon, alzandosi anche lui per avanzare verso di loro tutto sporco.
-Come avete scoperto questo posto?-Chiese Stefan rivolto al fratello, preoccupato nel vedere quel misterioso e lugubre nascondiglio dietro la cascata.
-Io e Stellina siamo caduti per sbaglio in una buca e per uscire abbiamo trovato un tunnel che portava qui…-Spiegò il vampiro, cercando di pulire le scarpe dal fango.
 
 
 
 
 
Fine III capitolo!
 
Spero che vi sia piaciuto! Ho impiegato molto tempo per scrivere questo capitolo perché visto che mi piaceva volevo farlo venire bene.
La parte più bella di questo capitolo per me è stata quella del fango!! Se recensite, ditemi quale parte vi è piaciuta di più io ci conto!!
Scoprirete cosa faranno Damon e Stella con Elena e Stefan nel prossimo capitolo. Se vi ho incuriositi continuate a leggere la mia fanfic!!
Baci TheDarkLady97!!!
  
 
Ps: Perdonate gli errori di ortografia se ci sono xD Per la fretta sicuramente avrò fatto qualche piccolo errore >.<
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Festa cittadina ***


Ciao a tutti!! Sono ritornata con un nuovo capitolo pieno di sorprese…Spero vipiaccia anche questo capitolo e, che recensiate in tanti. Prima di iniziare a scrivere il capitolo vorrei ringraziare tutti quelli che hanno aggiunto questa fanfic nei preferiti, nelle seguite e nelle ricordate.
Un ringraziamento speciale soprattutto a:
-Flower Moon
-Annafyre
-Nefrit93
-Blufan94
-Stay_Strong
-Crudelia
-Serecullen92
-LadyHilary
…Che hanno recensito tutti i capitoli!!
E un grazie anche alle ragazze del gruppo che leggono sempre le mie fanfic!!!
Grazie mille e spero che continuiate a seguirmi… Credo di essermi dilungata abbastanza!! Ora…
Buona Lettura!!!
 
 

 

 

 
 

Festa Cittadina.

 
 
 
 
 
Era passata una settimana dal pic-nic.
In quella settimana era successo di tutto:
Katherine era tornata e si era trovata faccia a faccia con Elena che era stravolta, Caroline era stata ricattata dalla vampira, che la costringeva a portarle informazioni sul gruppo, in città aveva fatto ritorno Mason Loockwood, un licantropo, e Damon nel giro di pochi giorni se l’era già fatto nemico tentando di ucciderlo, mentre Elena e Stefan fingevano di essersi lasciati per ingannare Katherine.
Stella, fortunatamente, non aveva scoperto niente, ma era molto in ansia per la cugina, credeva davvero che si fosse lasciata con Stefan e questo la preoccupava non poco.
Elena era sempre triste e abbattuta come se non sapesse bene cosa fare.
 Stella oltre alla preoccupazione sentiva la rabbia invaderla come un fuoco.
Stefan era ambiguo, parlava di una certa Katherine che si metteva fra loro, che li faceva litigare mettendo in crisi la cugina.
Se scopriva che Stefan tradiva Elena gliel’avrebbe fatta pagare cara.
Sicuro, nessuna pietà per i traditori.
 Quella mattina, era una bellissima giornata di sole, la giornata perfetta per organizzare feste cittadine e, questo, era proprio quello che aveva in mente il Consiglio dei Fondatori.
Tutta la città si era radunata alla periferia dei boschi dove si sarebbe svolta la raccolta fondi per ristrutturare il nuovo parco giochi nel centro.
Da quando Stella era arrivata a Mystic Falls, si stava divertendo tantissimo partecipando a feste cittadine, a pic-nic e ad altre manifestazioni in compagnia della cugina, ma, soprattutto, in compagnia di quel affascinante moro che le faceva perdere la testa, Damon, nonostante ogni sguardo verso Stefan la infervorasse quanto un toro dinanzi al matador con la bandiera rossa.
Stefan, intanto, aveva intenzione di costringere Damon a far pace con Mason anche se non sarebbe stata una cosa semplice.
-Su dai, Damon! Devi cercare di non farti nemici…Ricordati che Mason non è venuto per farci del male, è qui solo per il funerale del sindaco Loockwood!-Disse Stefan trascinando con sé il fratello maggiore dirigendosi verso Mason per chiarire quello spiacevole malinteso.
-Oh, d’accordo Stefan! Farò come vuoi tu, ma se Lui mi provoca…-Rispose il vampiro con aria scocciata fermandosi davanti a Mason che lo guardava derisorio.
-Salve vampirelli! Cosa volete?-Domandò il licantropo guardando i vampiri arrabbiato.
-Senti Mason…So che noi siamo partiti col piede sbagliato e…vorremmo rimediare…-Spiegò Stefan.
-Beh, io credo che sia tardi! Non vedo perché dovrei perdonarvi…dopo che Damon ha cercato di uccidermi!-Rispose il castano guardando Damon con aria di sfida.
Era vero. Damon aveva sbagliato agendo in quel modo, ma Mason era davvero esagerato.
-Ascolta, Mason, noi siamo venuti per una tregua…Ti prometto che Damon non ti darà più fastidio…-Lo pregò Stefan riuscendo a convincere l’uomo che alla fine cedette.
Mentre i tre si chiarivano sopraggiunse Stella cogliendoli di sorpresa.
-Hey ragazzi! Di cosa parlate?-Domandò la castana tutta sorridente.
-Ehm, Stellina…Non credo che ti riguardi…-Rispose il moro dirigendosi verso la ragazza per abbracciarla quando, lei, vedendo il moro avvicinarsi, lo evitò, ignorandolo apposta, accostandosi a Stefan, facendo finta di non notare la sorpresa negli occhi di Damon a bocca aperta.
-Vi saluto, Salvatore, state tranquilli, è tutto sistemato…-Li salutò Mason, lanciando un occhiata eloquiente a Stefan, che annuì mentre il licantropo lasciava il trio.
-Stef, come va con Elena??-Gli domandò la Gilbert incrociando le braccia sul petto, con un cipiglio minaccioso.
-Va molto male, Stella! Io e Elena non siamo fatti per stare insieme…Almeno non ora! Forse ci sarà un’altra possibilità in futuro, ma…Per ora non ho intenzione di tornare con lei…-Rispose Stefan tristemente, sentendo l’angoscia e la preoccupazione invaderlo più di prima.
Non bastavano Mason e Damon ad impensierirlo, ma ci si mettevano anche Katherine e i suoi piani diabolici.
-Oh, Stef…Non dire queste cose!! Io so che Elena ti ama e che siete fatti per stare insieme solo…non capisco perché ti ostini a nasconderle qualcosa! Una’altra ragazza forse...-Concluse la ragazza dai capelli castani con lo sguardo infuocato dalla rabbia, Stefan abbassò lo sguardo, doveva mentire, non poteva dire la verità a Stella.
Ma il suo silenzio servì solo ad alterare ancor di più Stella, che arrabbiata, lo afferrò per il colletto della felpa.
-Senti tu! Lo so che ci conosciamo da poco e che Elena è quasi una sconosciuta per me, ma da bambine eravamo molto unite, lo sento, e non permetterò a nessuno di farla soffrire! Chiaro!?-Sbraitò scuotendolo con forza.
Stefan, sorpreso e con gli occhi strabuzzati, dovette fingere di soffrir le percosse come un ragazzo normale, lasciandosi strattonare come una bambola di pezza, per evitare di opporre una resistenza istintiva di fronte all’aggressione della fanciulla.
Damon, anch’esso sorpreso, ma anche divertito, sorrise sghembo apprezzando che la ragazza che aveva puntato era decisamente una vera peperina, e lo confermava ogni giorno di più.
Le piaceva, e questo sentimento cresceva attimo per attimo.
Ma Stella era troppo vicina a Stefan e questo non gli piaceva affatto.
Così decise di intervenire.
-Ehi, ragazzi, calma...-Disse lui infilandosi fra i due, sperando Stella che, molto bruscamente, abbandonò il bavero della maglia scoccando la lingua contro il palato.
-Non pensare che sia finita qui...-
-Ehi, e a me chi ci pensa se anche tu cominci a dedicarti a Santo Stefano??- Domandò sarcastico, alzando le braccia al cielo.
-Beh, non so Damon…Hai tante ammiratrici, vai a farti coccolare da una di loro!-Esclamò la Gilbert sdegnando con uno sguardo furioso.
La sua preoccupazione era esplosa tutta in una volta sfogando la sua rabbia contro Stefan.
Ma non finì con lui, Damon tentò di prenderla per un braccio, ma lei lo scansò con gesto violento colpendolo  sul naso.
-Ahi!-Esclamò coprendosi la parte colpita, mentre Stella si allontanava con passi pesanti e lo sguardo altezzoso.
 
-Oh, che rabbia! Questa ragazza mi farà impazzire, se fossi stato umano, avrebbe potuto farmi sanguinare, o rompermi il setto nasale!…-Disse il vampiro arrabbiato per il modo di comportarsi della ragazza, passava da momenti di felicità a momenti di rabbia estrema, e finiva sempre per andarci di mezzo lui!
-Damon, non farne un dramma!- Esclamò Stefan ridendo a crepapelle, scappando ad aiutare i Fell con la costruzione della bancarella di legno, dove vi avrebbero messo i cibi che avevano preparato per la beneficenza, per sottrarsi agli interrogatori di Damon sulla questione “Litigio”.
 
 
 
Nel frattempo, Stella aveva raggiunto Elena che se ne stava tranquillamente a parlare con Caroline dei suoi problemi con Stefan.
-Elena, io credo che Stefan ti perdonerà…lui non ama Katherine!-Esclamò rassicurante la bionda abbracciando l’amica, cercando di non far trapelare il suo disagio, considerando che si sentiva una traditrice.
-Non so, Car! Questa volta…credo sia davvero finita…-Rispose la Gilbert di Mystic Falls ricambiando l’abbraccio, e sopprimendo il desiderio di raccontarle che sapeva di lei e Katherine, aveva ben capito che la spia della perfida vampira era Caroline.
-E faresti bene a lasciarlo quel mammalucco!!-Esclamò la voce di Stella che comparve al fianco di Elena.
-Ciao Stella…-La salutò Caroline, mentre Elena la guardava con occhi confusi.
Stella si sedé accanto alla cugina.
-Elena, non posso vederti così!-Continuò Stella col broncio.
-Stella, non preoccuparti! Ce la farò… anzi, ora vado a parlarci!-
-Pessima idea!-
-Devo farlo...è l’unico modo...-Ribatté Elena alzandosi in fretta, doveva portare avanti il piano, sperando di non coinvolgere Stella.
-Oh fa come vuoi, sciocca...-Borbottò Stella risentita, sperava però, che infondo le cose si sistemassero senza che Elena ne soffrisse.
Elena raggiunse Stefan, mentre Stella e Caroline tornarono a dipingere la trave di legno a cui Caroline inizialmente stava lavorando, finché si unì a loro Damon, per osservare Elena e Stefan.
-Che problema ha?-Chiese il vampiro alla bionda, lei non lo degnò di uno sguardo nel rispondere.
-Non ti preoccupare!-
-Perché stai facendo la stronza con tua madre?-Sbottò lui a Caroline.
Il vampiro aveva appena terminato una conversazione con Liz.
-Non ti preoccupare!-Rispose ancora lei, voltandosi per dargli le spalle.
Stella incrociò le braccia al petto, sentendosi esclusa.
-Che ci fai qui Damon?-Chiese lei superandolo e piazzandosi davanti al moro, impedendogli di raggiungere Caroline.
-Se non l’avessi notato, sono qui per dare una mano...cosa che non fai tu Stellina!-Esclamò il vampiro spostando lo sguardo su Stefan ed Elena così come facevano Stella, adirata, e Caroline.
 
 
Elena aveva raggiunto Stefan e reclamava l’attenzione del giovane.
 
-Ti importa ancora di Katherine?-Domandò.
-Non farlo...Per favore, non farlo diventare qualcosa che non è!!-Esclamò il vampiro dai capelli castani fingendosi scioccato dall’insistenza di Elena.
-Quindi non è oggetto di discussione...è questo che stai dicendo?-
-No, sto dicendo che non è oggetto di discussone adesso perché ci stanno ascoltando!-Rispose lui incrociando le braccia al petto, ma mantenendo un tono di voce pacato.
Elena si voltò direzionando lo sguardo verso Caroline e Damon che li stavano ascoltando con il loro udito vampiresco mentre Stella continuava a fissarli con occhi furenti e minacciosi puntati per lo più su Stefan.
-Ok, quando?-Chiese ignorandoli.
-Non lo so...-Rispose evasivo Stefan, dando le spalle alla ragazza, nella speranza di poter tornare al suo lavoro.
-L’ho vista, Stefan...E’ come se fossimo la stessa persona...Come puoi odiare lei ed essere innamorato di me?-Chiese ancora Elena, senza guardarlo negli occhi per davvero.
-Ti stai arrampicando sugli specchi... io non sono...non sono Damon!-Esclmò Stefan tornando a guardarla negli occhi.
-Potremmo evitare di coinvolgere Damon nella discussione?!-
-Cioè...è che...non posso continuare così, Elena...-Annunciò Stefan esasperato.
Elena lo guardò sconvolta, ed annuì.
-Bene...Stefan...Come vuoi!-Disse allontanandosi con passi rapidi, abbandonando Stefan a se  stesso.
 
-Le relazioni si basano sulla comunicazione!-Esclamò Damon quasi cinico.
Caroline lo guardò male, e seguì subito Elena, mentre Stella assestava al vampiro una poderosa gomitata.
-Imbecille, tu e tuo fratello!-Esclamò lasciandolo a bocca aperta e solo mentre raggiungeva Caroline per seguire la cugina.
 
Elena si allontanava sempre più, continuando a pensare a Stefan, soffriva molto per l’impossibilità di toccarlo liberamente in pubblico, non poterlo baciare e dirgli “Ti amo” per paura di essere spiata da Caroline.
Quella finzione si stava rivelando dolorosa per entrambi.
Ma doveva resistere, poteva farcela. Doveva farlo per liberarsi una volta per sempre di Katherine, solo così sarebbero potuti essere felici.
 
Nel frattempo, Mason, continuava a cospirare contro i Salvatore, aveva un buon piano ed il complice perfetto.
Lo sceriffo Forbes.
Nei minuti precedenti, aveva raccontato alla donna la verità sui due fratelli, lei ovviamente non c’era cascata, ma lui le aveva chiesto di metterlo alla prova: Le avrebbe dimostrato che non mentiva, che i Salvatore erano davvero Vampiri.
Soprattutto il suo amico, fidato membro del consiglio, Damon.
Il licantropo si appostò in attesa del maggiore dei Salvatore, dianzi al bancone della limonata.
-Ciao, Mason!-Ecco che la preda abboccava.
-Ti dai da fare?-Domando lui in tono ironico.
-Faccio la mia parte..-Rispose lui cauto.
-Ho sentito che hai parlato con Stefan...-
-Un ragazzo gentile...-
-Si, molto più di me!-Disse il vampiro con un sorriso.
-Beh, la gentilezza è sopravvalutata...-Rimbeccò Mason enigmatico.
Damon fece una finta faccia sorpresa.
-E’ esattamente quello che stavo pensando io!-Esclamò così falso e beffardo da beccarsi un’occhiataccia da Mason.
-Buona giornata, Damon...-Disse il licantropo, abbandonando il bicchiere di limonata sul tavolino.
Damon lo guardò allontanarsi, mentre Stefan gli sbucava alle spalle.
-Ti prego, dimmi che stavate solo facendo amicizia...-
-Allora, cos’è questa storia...del finto dramma nella tua relazione?-
-Di che cosa stai parlando?-Fece il finto tonto Stafan.
-Oh, dai, Stefan...Tu ed Elena non litigate, soprattutto non a causa mia...-Spiegò il maggiore.
Stefan serrò la mascella, colpito ed affondato.
-Basta, smettila, Damon...-Disse solamente.
-Con Piacere!-Esclamò il moro con un sorriso ed un gesto plateale che allargava le braccia, mentre si voltava verso la bambina dietro il bancone delle limonate, che rapidamente, gli porgeva un bicchiere.
-Vuoi un po’ di limonata?-Domandò.
-Grazie tesoro!-Esclamò con un sorriso seducente, afferrando il bicchiere, ma quando ingerì la bevanda, subito la sputò sentendo gli effetti nocivi dell’erba.
-Che ti succede?!-Gli chiese il fratello, allarmato, vedendo che Damon tossiva e sputava limonata ovunque.
-Ver…Verbena!!...-
Stefan gli si avvicinò, porgendogli una bottiglietta d’acqua, soccorrendolo come meglio poteva.
Ma il vampiro era furioso e non ragionava.
-Lo ucciderò!-Riuscì a dire il vampiro dagli occhi azzurri, prima che Stefan gli si parasse dinanzi, bloccandolo.
-Damon, no, no, ehi! Ascoltami!-Disse il minore, cercando di placare il fratello, che rabbioso cercava di sfuggirli, ma Stefan fu più lesto.
-Siediti! Siediti! Siediti! Siediti!-Il castano lo spintonò sulla panchina, restandogli da vanti per bloccarlo.
-Non ascolterò più una sola parola delle tue cazzate sul cercare una soluzione pacifica!! E’ un uomo morto!-Sibilò fuori controllo, mentre cercava di svincolarsi dalla presa di Stefan.
-Ok! Non mi piace, ma ci sta minacciando...Potrebbe farci scoprire...dobbiamo eliminarlo...-Disse Stefan senza guardare Damon negli occhi.
Il moro, si prese una frazione di secondo per restare sorpreso dalle parole del fratello, ma poi annuì.
-Va bene facciamolo, guarda... Foresta. Rifiuti. Andiamo!-
Mason si stava dirigendo verso il centro del bosco per scaricare dei secchi d’immondizia, era la loro occasione.
 
 
In quello stesso momento, Stella, Elena e Caroline si erano fermate in un luogo più isolato, per  consolare Elena, quando Caroline vide sua madre dirigersi verso il bosco.
 La bionda capì subito che c’era qualcosa che non andava, sentiva strani rumori provenienti da quel punto.
Elena notò lo stato di inquietudine di Caroline immediatamente ma non disse nulla.
-Elena, non pensiamoci per adesso, potresti accompagnarmi da...mia madre?...-Fece Caroline alzandosi di scatto, fissando Elena con gli occhi sgranati.
La Gilbert di Mystic Falls la guardò senza capire, ma annuì.
-Stella, puoi aspettarci vicino al banco dei Signori Turner? Avranno di certo bisogno d’aiuto!-
-Oh, si, i Turner! C’è quel bel ragazzo di nome Josh ad aiutarli, accorro subito anch’io!-Sorrise maliziosa la giovane.
Nel frattempo, Damon e Stefan avevano raggiunto Mason.
-Non essere così sorpreso...-Disse Damon arrabbiato ed ingigliato, quando Mason si accorse della loro presenza e li guardò sbalordito.
-Lo sapevi che era inevitabile...Dai, su, scappa, ti do un po’ di vantaggio...-Continuò Damon con la voce colma di rancore.
Ma improvvisamente Mason si abbassò e si sentirono dei colpi di pistola che andarono a colpirono in pieno i due vampiri.
Più che colpi di piombo erano colpi di legno che, per un vampiro, potevano essere fatali.
Damon riuscì solo a vedere lo sceriffo con la pistola in mano e, subito dopo, il buio totale lo avvolse e svenne.
Erano stati scoperti e catturati.
 
 
 
Intanto, Caroline e Elena li stavano raggiungendo grazie all’udito da vampiro della bionda, mentre Stella, che aveva abbandonato il bancone dei Turner, non trovandovi Josh, sentendo lo sparo si allarmò, ed invece di correre a chiamare aiuto, più preoccupata per Elena e Caroline, che aveva visto dirigersi in quella direzione da dove sembravano provenire gli spari decise di andare a controllare addentrandosi nella boscaglia.
Per la castana era molto difficile camminare con quei tacchi che la facevano traballare, perciò li tolse velocemente, toglierseli proseguendo scalza.
-Elena…Caroline!-Le chiamò la Gilbert di Miami non trovando ne la cugina ne Caroline che, oramai, erano scomparse da parecchio dalla sua vista.
Non sapeva che le due erano impegnate nel tentativo di salvare Stefan e Damon che rischiavano la morte per mano della madre di Caroline.
 
Nel frattempo Elena e Caroline si erano imbattute in Mason, che aveva preso in ostaggio la castana, ma Caroline, sicura di se e veloce come il vento era riuscita a metter K.O. Mason in poco.
Ed ora erano giunte dinanzi alle rovine dei Lockwood.
Caroline si fermò un attimo cercando di sentire qualcosa con i suo superudito e, per sua fortuna, percepì la voce di sua madre che dava degli ordini ai suoi uomini.
-Oh, no!-Esclamò lei impaurita.
-Caroline, cosa succede?-Le chiese la Gilbert intimorita dal tono di voce dell’amica che non presagiva niente di buono.
-Mia madre sta per ucciderli…-Rispose lei guardando l’amica sconvolta.
-Cosa?-Continuò Elena andando verso l’entrata delle rovine.
-No, no, no…-Implorò la bionda bloccando l’amica per un braccio, facendola voltare verso di sé.
-Dobbiamo fermarli!-Esclamò Elena cercando di liberarsi dalla presa della bionda che, dopo un po’, la lasciò.
-No, non posso…Elena così mi scoprirà!-Cercò di farla ragionare Caroline, ma la castana avanzò ancora fino ad entrare in quelle rovine dove vi erano prigionieri Stefan e Damon.
-Elena, no…-Disse Caroline esitando prima di seguire l’amica dentro le rovine.
Mentre le due raggiungevano i due vampiri per liberarli, Stella era arrivata all’entrata della casa abbandonata e non tardò molto ad entrarvi.
Camminava a passo felpato cercando di non far rumore. Era troppo curiosa di esplorare quello strano posto. Non vi erano luoghi così a Miami e, Mystic Falls si faceva sempre più interessante.
Era strano vedere dei cancelli ancora intatti in quel posto così losco e oscuro.
Continuò la sua esplorazione fin quando non sentì la voce della cugina e dello sceriffo Forbes.
Così, raggiunse una porta aperta e, si fermò stupita a guardare la scena che aveva di fronte; Damon e Stefan erano stesi per terra privi di vita mentre Elena discuteva con lo sceriffo.
-Elena,cosa stai facendo?-Chiese la donna puntando la pistola verso i due vampiri inermi.
-Non puoi ucciderli…non te lo permetterò!-Rispose la ragazza mettendosi davanti ai ragazzi per difenderli, ma fu fermata dai poliziotti dello sceriffo.
Stella se ne stava in disparte senza capire cosa stesse succedendo. Perché lo sceriffo Forbes voleva uccidere Stefan e Damon?
Tutti quegli interrogativi senza risposta la incuriosirono ancora di più, così decise di rimanere a guardare per capirci meglio.
All’improvviso, nell’oscurità della stanza arrivò qualcuno che correva ad una velocità sovrumana.
-Cos’è stato?-Si domandò il vice sceriffo guardandosi intorno pronto a sparare.
-Chi altri c’è con te?-Aggiunse lo sceriffo guardando Elena. Nessuno riusciva a capire chi fosse e, con uno scatto, la sagoma si gettò sui due poliziotti mordendoli al collo per poi ucciderli.
Quando il mostro si mostrò alla luce del sole, lo sceriffo rimase di sasso nel vedere sua figlia tutta sporca di sangue; era un vampiro.
-Ciao mamma…-La salutò la bionda.
Ma la madre di Caroline non era l’unica ad essere stupita e spaventata. Stella, che aveva assistito alla scena, aveva visto Caroline vampira e, non tardò a gettare un urlo che diede loro la conferma della sua presenza.
-Stella…-La chiamò Elena andando verso di lei.
-Elena..Ma come? Lei è…Lei è un vampiro?-Le chiese la ragazza di Miami sbalordita. In un primo mento Stella si era spaventata nel vedere Caroline uccidere quei due poliziotti, ma poi si era rassicurata nel vedere che Elena stava bene.
-Ehm…cugina!E’ una lunga storia…-
-Damon…Stefan!-Esclamò all’improvviso Elena dirigendosi verso i due vampiri che giacevano ancora a terra.
-Ma cos’hanno??-Domandò la Gilbert di Miami spaventata.
-Ehm…Stella loro sono vampiri e…-
-Aspetta, cosa?? Anche loro sono vampiri?-
-Beh, si! E lo sceriffo Forbes li ha colpiti con delle pallottole di legno che sono nocive per i vampiri…-Le spiegò la cugina andando verso i due per cercare di togliere le pallottole.
Dopo un po’ do tempo, i due vampiri si ripresero.
-Elena, Barbie…Stella?!-Disse Damon massaggiandosi il petto dolente, guardando le amiche per poi gridare il nome di Stella sorpreso di vederla lì.
-Elena, cosa ci fa Stella qui?-Domandò poi Stefan alla castana curioso di sapere cosa fosse successo mentre loro non c’erano.
-Beh, è una lunga storia! Ve la racconterò dopo, ora riprendete le forze…-Concluse Elena.
-Devi bere un po’ di sangue del vice sceriffo!-Disse Damon al fratello pulendosi la bocca con la manica della camicia, guardando il fratello seduto per terra affamato.
Stella era sempre più sorpresa, ma allo stesso tempo, non era spaventata.
Non aveva paura di Stefan, soprattutto non aveva paura di Damon. Se Elena si fidava allora si sarebbe fidata anche lei.
E poi, se davvero fosse stata in pericolo, Elena non avrebbe rischiato tutto per salvarli dalla morte.
-Oh, no…me la caverò, mi servirà solo un po’ più di tempo!-Rispose dopo un po’ Stefan guardando il pavimento mentre Elena gli restava accanto accarrezzandogli i capelli.
-Damon ha ragione e lo sai…Se mai c’è stato un momento in cui interrompere la tua dieta…-Aggiunse Caroline dando ragione, per una volta, a Damon.
-Ha detto che non lo vuole, okay?-Rispose Elena guardando male i due per poi riabbassare lo sguardo su Stefan.
Una volta rimessi in forze rientrarono alla Pensione Salvatore e Stefan raccontò la loro storia a Stella.
-Beh, Stella…Tutto è iniziato nel 1864 quando io e Damon ci siamo innamorati di una vampira egoista e narcisista, Katherine… Lei ci trasformò in vampiri e quando quest’anno siamo ritornati in città abbiamo incontrato Elena che è identica a Katherine e… abbiamo scoperto che lei è la Doopelganger…-
-Che cos’è Elena?-Domandò la ragazza non capendo più nulla.
-Elena è una doopelganger…Cioè l’ultima discendente dei Petrova e, visto che tu sei identica a lei, pensiamo che anche tu sia una Doopelganger!!-Concluse il castano facendo rimanere impietrita la Gilbert di Miami.
-Come…Non è possibile!?-Rispose lei riprendendo fiato incredula.
-Beh…Mi dispiace ammetterlo ma è tutto vero! L’unica cosa che ti dico è che puoi fidarti di noi! Non ti faremo mai del male…-La rassicurò Stefan guardando prima Stella per poi mandare un’occhiata di rimprovero a Damon che lo guardò interrogativo.
Una volta raccontata tutta la storia Elena e Stella ritornarono a casa accompagnate da Caroline.
 
 
La sera...
-Elena…Lo sai è davvero pazzesco che Stefan e Damon siano vampiri!-Esclamò la ragazza felicemente. A Stella erano sempre piaciuti i vampiri, soprattutto andava pazza per Twilight.
-Beh si…A dire la verità, quando io l’ho scoperto non volevo più sapere niente…Ne di Stefan ne di Damon! Però poi ho cambiato idea…-Rispose Elena abbracciando la cugina sorridendole amorevolmente.
Elena, finalmente, poteva dirle tutto e non aveva più motivo di nascondere segreti alla sua amata cugina.
-D’accordo, ma ora andiamo a letto…-Concluse la Gilbert di Miami alzandosi, salutando la cugina per poi dirigersi nel bagno per lavarsi i denti mentre Elena lasciava la stanza per andare da Caroline.
 
 
 
Nel salotto di casa Gilbert…
Elena aveva raggiunto l’’amica che se ne stava seduta davanti al caminetto osservando tristemente il fuoco ardere.
-Vuoi che ti riporti a casa?-Le chiese la castana sedendosi affianco all’amica, sfiorandole la mano.
-Non posso andare a casa…-Rispose flebilmente Caroline continuando a guardare il caminetto.
-Perché no?-Continuò Elena preoccupata.
-Perché ho paura…-Sospirò la bionda terrorizzata. Era sul punto di piangere.
-Perché hai paura? Caroline puoi dirmi qualsiasi cosa…-Elena si inginocchiò davanti a lei prendendole il viso tra le mani in modo da guardarla negli occhi che, ora, erano colmi di tristezza.
- Perché a casa troverò Katherine…E vorrà che le racconti tutto quello che è successo oggi. Mi ha detto di spiarti e di farle rapporto…-
- Lo so…E ero arrabbiatissima con te, ma poi ho cercato di mettermi nei tuoi panni…per poter capire…perché mai faresti una cosa del genere a me e Stefan che è stato davvero un buon amico con te! Chi ha minacciato?-Spiegò la Gilbert pulendo le lacrime dal viso dell’amica che piangeva disperata.
-Matt…Ha minacciato Matt! E ho tantissima paura di lei…-Rispose la Forbes scoppiando definitivamente a piangere abbracciando l’amica.
-E dovresti averne! Caroline tutti noi dovremmo averne…-
-Perché lo sta facendo?? Cosa vuole??-
-Quella è la domanda da un milione di dollari…-Sospirò Elena tranquillizzando l’amica.
Dopo che Caroline si fu tranquillizzata e oramai aveva chiarito tutto con Elena se ne andò a casa.
 
 
Intanto, Stella, una volta uscita dal bagno, trovò qualcosa di inaspettato. Anzi, non qualcosa, ma Qualcuno!
-Sera Stellina…-La salutò il bel moro che se ne stava beatamente steso sul letto matrimoniale della ragazza.
-Cosa ci fai qui, Damon?!-Domandò esausta la castana.
-Beh…Stellina, sono venuto a darti la buonanotte! Non posso nemmeno venire a trovarti ogni tanto?-Rispose il ragazzo sarcastico restando comodamente steso sul letto.
-Oh, certo che puoi venirmi a trovare, ma…ti pregherei di venire durante il giorno…Ah, giusto! Tu sei un vampiro e…preferisci la notte!-Continuò lei scherzando.
-Stellina…ora che conosci il mio piccolo segreto…Potremmo condividere più cose!-Esclamò il vampiro sogghignando maliziosamente facendole segno di avvicinarsi a lui.
-Scordatelo Damon…Non potremo mai condividere niente!-Rispose Stella avvicinandosi all’altro lato del letto cercando di alzare le coperte per far precipitare Damon, ma lui era troppo pesante per lei.
Così decise di mettersi sotto le coperte e ignorare il bel moro fin quando non se ne fosse andato.
-Su, Stellina…già dormi?-Le chiese il moro facendo finta di essere triste.
-Si, Damon! Perché a differenza di certe persone…io di notte dormo!-Esclamò la ragazza sarcastica, riempiendo la stanza con una risata fresca che fece rimanere di sasso il moro.
A quella risata, Damon sentì qualcosa nel cuore, anche se tecnicamente non l’aveva, in quell’istante aveva avuto una strana sensazione di calore che non aveva mai provato con nessuna Petrova; né con Elena né con Katherine.
-Buonanotte…Damon!-Disse la Gilbert di Miami guardandolo dolcemente per poi schioccarle un caldo bacio sulla guancia che lo fece rimanere di sasso.
Questa volta, Stella l’aveva davvero stupito.
-Buonanotte, mia dolce Stellina!-Rispose poi Damon accarezzandole la guancia per poi guardarla addormentarsi.
Una volta addormentata, Damon la guardò per l’ultima volta per poi svanire nel nulla.
 
 
 
 
 
 
 
 




Fine Capitolo 4!!
 
Angolo Autrice: Saaaaalve.Eccomi finalmente con il capitolo 4!! Certo che ce n’è volo di tempo per postarlo, ma spero vi sia piaciuto…Spero proprio di si anche se non ci sono state molte scene tra Stella e Damon, ma vi anticipo che il prossimo capitolo sarà dedicato esclusivamente a loro… Spero lo leggeretee!! Grazie mille a tutti voi per aver letto questo capitolo…Per fortuna non dovrete aspettare molto per il capitolo 5 perché è già bello e pronto, deve essere solo ricontrollato e poi lo posterò!!
Ora vi lascio.
Bacioni…TheDarkLady97!!  :3

 

 

 
Spoiler prossimo capitolo:
Entrati in casa Stefan e Elena colsero l’occasione di essere soli per avere un po’ d’intimità e, così, iniziarono a baciarsi salendo al piano di sopra per andare in camera.
Nello stesso tempo, sul tetto Stella e Damon si stavano godendo uno spettacolo di luci e l’aria fresca della sera.
D-Stella…-
S-Si, che c’è Damon? –
D-Devo dirti una cosa…tu non sei come le altre ragazze e…per me sei molto importante! –
S-Oh…Damon io…-
D-Stasera, guardandoti ho capito che sei la cosa più importante che io abbia e…-
Non riuscì a finire la frase che, si avvicinò al viso di lei per poi baciarla facendola rimanere di stucco.
Era strano ma mentre si baciavano, Stella sentì una goccia caderle sulla guancia, una lacrima aveva bagnato il viso di Damon che se ne stava in silenzio con le labbra gelide attaccate a quelle calde di lei.
Ma durante lo scatto che aveva fatto Damon per baciare Stella, aveva fatto rumore sulle tegole.
-Cosa è stato? – chiese Elena scattando in piedi lasciando Stefan sul letto.
-Non ne ho idea ma sarà meglio controllare… - rispose Stefan.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** You are important for me, Stellina!! ***


Salveee!! Sono ritornata finalmente con un nuovo capitolo pieno di sorprese!!! Spero vi piaccia e che rimarrete felici di quello che leggerete in questo 5 capitolo!
Allora buona lettura…
 
 





 
Capitolo 5
You are very important for me, Stellina!

 
 
 
 

 
Sai mia bravissima Beta,
forse ero in un incubo,
dove nulla andava bene,
 dove nessuno mi voleva bene.
 Ma tu sei venuta in mio soccorso
 attraverso una lacrima...
dandomi fiducia ed amore..grazie, grazie.
 Per avermi rifatto sognare!!
 

 
 
 
 


Finalmente, dopo una settimana di freddo, era arrivata la primavera e, come tutti gli anni, le feste dei Fondatori di Mystic Falls erano alle porte.
Era mattino, il sole scintillava e gli uccelli volavano alti nel cielo.
La natura di Mystic Falls, che durante la stagione fredda era morta, ora era rigogliosa e verde.
I fiori coloravano i parchi e gli abeti rallegravano i boschi che erano pieni di vita.
Sembrava essere una bellissima giornata e, così, Stella si offrì di andare a fare la spesa al posto di Elena mentre lei rimaneva in casa ad aiutare Jenna.
Una volta uscita di casa mise in moto l’auto e dopo un po’ arrivò al supermercato.
Entrò e iniziò a fare la spesa.
Era arrivata nel reparto dei surgelati quando, mentre proseguiva in avanti, andò a sbattere in un altro carrello che era fermo davanti al frigorifero.
-Oh…mi scusi! Non volevo…-Si scusò la Gilbert di Miami mortificata, ma quando alzò la testa si ritrovò davanti proprio la persona che non voleva vedere, Damon.
-Oh, non preoccuparti, Stellina…-Rispose lui scherzoso, guardandola in modo provocante.
Quel sorriso la fece andare in escandescenza.
-Damon! Che ci fai qui?-Chiese la castana sorpresa di vedere proprio lui in un supermercato.
-Cosa pensi che faccia?- Rispose lui sarcastico, guardandosi intorno.
-Beh, non lo so! Mi stai pedinando forse?-Domandò ancora curiosa lei guardandolo con aria di sfida.
-Ma certo che no! Cosa ti salta in mente… Non avrei proprio tempo per una sciocchezza come questa!-Spiegò lui ribattendo.
-Ah…Scusami! Ma è solo che…è davvero strano che tu sia venuto a fare la spesa! Haha…-Si mise a ridere lei prendendolo in giro.
-Quando mai…io sono tanto servizievole! E poi perché non dovrei venire qui…- Controbatté lui fingendosi offeso, incrociando le braccia al petto, mettendo il muso.
-Beh…Non direi proprio! Comunque io ora continuo il mio giro! Ciaooo...- lo salutò Stella spostando il carrello, salutandolo con un cenno della mano.
-Ehi, Stellina! Aspetta…visto che ci siamo ti va di fare la spesa insieme? –Le chiese il moro maliziosamente continuando a camminare affianco alla castana che si fermò per ascoltarlo.
-Ma si, tanto andiamo dalla stessa parte…quindi…-Rispose lei pensandoci un po’ su, rimanendo a guardarlo negli occhi per poi riprendere a camminare insieme a lui.
Così fecero la spesa insieme come due fidanzati per poi pagare alla cassa e uscire.
-Stellina, vieni ti do un passaggio!-Esclamò lui, cingendole la vita per poi tirarla verso sé con tutta la spesa accorciando le distanze che vi erano tra di loro.
Stella si ritrovò schiacciata a lui che la teneva stretta senza mai lasciarla, guardandola con i suoi bellissimi occhi di ghiaccio che la fecero arrossire leggermente.
I loro visi erano a pochi centimetri di distanza e ognuno poteva sentire il respiro dell’altro.
Damon era rimasto immobile immerso in quelle iridi castane che lo guardavano a loro volta.
-Ok…così arrivo prima a casa… -Rispose lei abbassando lo sguardo, staccandosi definitivamente dal moro.
-E chi ti ha detto che ti accompagno a casa? –Ribatté lui con un ghigno mentre faceva salire la Gilbert in auto.
-Sentiamo…dove vorresti portarmi di bello?-Chiese lei guardandolo dolcemente e notando che era più dolce del solito.
-Beh…potrei portarti in un posto speciale…oserei dire...“magico” -Spiegò lui facendo partire l’auto dirigendosi verso il centro della città.
Dopo un mezz’ora di auto, la macchina si fermò davanti al cancello del parco di Mystic Falls.
Quello si che era un luogo magico, pieno di verde e che confinava con il bosco in modo che le coppiette potessero stare tranquille.
-Che cosa ci facciamo qua?-Gli chiese Stella sorpresa.
-Beh…te l’ho detto che ti portavo in un posto magico, ma ancora non hai visto il posto… -Rispose lui guardandola intensamente per percepire cosa provava lei in quel momento.
Dopo un po’ scesero dall’auto ed entrarono nel magnifico parco che era pieno di coppiette che passavano la mattinata insieme.
Camminarono allegramente come una coppietta felice sotto gli occhi di tutti fino ad arrivare davanti ad una parete ricoperta di rampicanti.
-E questo sarebbe il posto magico, un bel prato con una parete di roccia ricoperta di rampicanti? –Disse lei rimanendo delusa.
-Ma stai scherzando?! Su, entra…-Rispose Damon aprendo i rampicanti come una tenda e invitandola ad entrare nella parete che, in realtà, era l’entrata di una grotta.
Una volta entrati nella grotta camminarono per un po’ fino ad arrivare all’uscita e, lì, Stella vide uno spettacolo maestoso.
Vi era un bellissimo lago dall’acqua cristallina e tutt’intorno ombreggiavano sul prato verde gli alberi pieni di fiori.
-Wow, è…è bellissimo! Come hai fatto a scoprirlo?! –Esclamò lei abbracciandolo per la felicità.
-Beh…Non è stato difficile per me! Sai…Io sono un vampiro!-Esclamò lui orgoglioso di sé stesso per l’ottimo lavoro che aveva fatto nello scoprire quel posto così bello.
-Sei molto orgoglioso eh?!-Continuò lei rimanendo abbracciata a lui, guardandolo stizzita.
-Beh, si…Ehm, adesso puoi lasciarmi andare! So che sono irresistibile, ma…-Disse il moro dagli occhi di ghiaccio facendo notare alla ragazza che lo stava ancora abbracciando e, lei, non se ne era nemmeno accorta.
-Oh! Adesso non farti film mentali…-Rispose lei staccandosi bruscamente da lui che la guardò con un ghigno stampato in faccia.
-Comunque questo posto è stupendo come te! –Concluse lui mollandole un leggero schiaffo sul sedere.
-Ehi!! Non prendermi in giro… bel moro! Non sarebbe proprio il caso…- disse lei guardandolo con occhi di sfida.
-Ook…Su dai andiamoci a sedere sotto quell’albero lì…-Propose lui indicandole un albero di ciliegio che era a poca distanza dal lago.
Raggiunto l’albero, Stella si poggiò con la schiena verso il tronco del ciliegio mentre Damon, come se nulla fosse, si stese accanto a lei mettendosi con la sua testa sopra alle gambe di lei.
-Ehi, chi ti ha dato il permesso di sederti addosso a me?!-Domandò ironica la ragazza facendo ridere il moro.
-Nessuno, Stellina! Tanto so che non ti dispiace…-
-Damon…-Lei non riuscì a finire la frase che una strana sensazione di benessere le attraversò la schiena riscaldandola.
Da quel momento il silenzio calò sui due che non si accorsero di essere ancora seduti in quel modo che li faceva sembrare fidanzati.
Per fortuna quel luogo era segreto e l’unico a conoscerlo era Damon che l’aveva trovato andando a cercare Katherine.
-Damon. Perché sei così… -Disse Stella all’improvviso, rompendo il silenzio che si era regnato voltandosi a guardare il volto del vampiro dagli occhi di ghiaccio.
-Così come? –Rispose lui guardando in alto per incrociare il suo sguardo.
-A volte sei arrogante e ipocrita altre invece sei dolcissimo e…-Spiegò lei girando il capo malinconicamente.
Mentre Stella parlava Damon sentì dei singhiozzi espandersi tutto intorno e quando sentì una goccia che le bagnò il viso capì che lei stava piangendo.
Lui all’inizio voleva solo il suo sangue e giocare con lei, ma ora era tutto diverso.
-Ti prego non piangere! Io sono fatto così non ci posso fare niente… non volevo farti piangere... sei importante per me! –Rispose lui diventando triste.
Così si alzò e si mise dietro di lei. La prese tra le sue braccia stringendola forte mentre con una mana le prese delicatamente il mento girandola a sé, guardandola negli occhi arrossati per colpa delle lacrime per poi baciarla.
Era il loro primo bacio!
Stella non riusciva a comprendere le parole del giovane visto che era concentrata sui suoi sentimenti incompresi verso di lui.
Si era fermata alle parole “ Io sono fatto così non ci posso fare niente”, ma quando sentì il contatto delle sue labbra con quelle gelide del moro comprese che era tutto vero, lui ora la stava baciando.
Quel bacio, dolce e casto, le diede una sensazione che le attraversò la schiena e la fece rabbrividire, sentiva un po’ freddo.
Dopo quel bacio la Gilbert si sentiva stordita e, una volta ripresasi dallo shock, si sederono sul prato.
Si era fatta l’una e mezza, i due fecero come se nulla fosse successo e visto che erano lì decisero di usare la spesa che avevano fatto per mangiare.
Stella aveva preso dalla sua busta dei panini al prosciutto con un po’ di succo di frutta alla pera mentre Damon aveva tirato fuori una bottiglia di Bourbon e un’insalata in scatola già pronta.
Sistemarono tutto sopra alla giacca di Damon per poi iniziare a mangiare.
-Damon…scusami per prima io…non volevo… -Cercò di spiegare lei abbassando la testa.
-Non preoccuparti! Non è successo nulla! –La rassicurò lui.
Mentre loro mangiavano allegramente sotto l’albero fiorito in un bellissimo posto da favola squillò il telefono.
-Oh, è Elena! Lei non sa che sono qua e…per di più stiamo mangiando la spesa che sarebbe servita domani sera… per la festa dei fondatori di Mystic Falls!-Spiegò la ragazza rispondendo al telefono.
-Stella, ma dove sei finita!-Gridò Elena furiosa.
-Perdonai,Elena!! Mi sono completamente dimenticata di avvertirti…io non torno a casa perché sono in un posto con… Damon!-Esclamò Stella facendo sussultare la cugina che, ora, era arrabbiatissima con Damon e quando l’avrebbe visto gli avrebbe fatto una vera e propria ramanzina.
-Ah bene! Quindi tu non ci porti la spesa per stare con Damon...–Conitnuò Elena.
-Ti prego, Elena! Non abbiamo fatto niente di male…-Continuò Stella rassicurandola.
-Ok… però torna presto capito?-Concluse Elena riattaccando.
Dopo aver staccato il telefono, i due si rimisero a mangiare finché non finirono e misero tutto a posto.
Erano, oramai, quasi le quattro quando Stella si alzò facendo rimanere Damon senza parole.
-Perché ti sei alzata così di scatto? – chiese Damon.
-E’ meglio che andiamo, sono già le quattro e io devo aiutare Elena a scegliere il vestito per la festa dei fondatori…- Disse Stella girandosi a guardare per l’ultima volta quel posto che era stato tanto magico.
-Oh…perché…è così presto!!-Rispose Damon alzandosi e andando dietro di lei, prendendola in braccio cogliendola alla sprovvista.
-Ehi…Damon! Cosa vuoi fare?-Chiese lei ridendo.
-Ti va un bagno, Stellina?-Disse lui avanzando con lei in braccio verso la riva del lago.
Arrivato buttò Stella in acqua con tutti i vestiti che si inzupparono dopodiché si tuffò anche lui e si misero a giocare in acqua schizzandosi a vicenda.
I due si misero a giocare per qualche ora fin quando non uscirono e fecero ritorno alla macchina tutti zuppi d’acqua dalla testa ai piedi.
Stavano ancora ridendo tra di loro e sembravano davvero una coppia felice.
Entrati in macchina misero in moto e fecero ritorno a casa.
Arrivati fuori al vialetto di casa Gilbert, Stella scese dall’auto ancora zuppa d’acqua e si voltò per dirigersi all’interno dell’abitazione quando Damon la fermò afferrandola per un braccio.
-Hey, Stellina! Non si saluta nemmeno?!-
-Oh perdonami bel moro! Devo salutarti come si deve…-Rispose lei avvicinandosi a Damon che si era messo in posa per ricevere un bacio che, però, non arrivò.
Quando aprì gli occhi per vedere Stella vide che lei aveva raggiunto la porta di casa Gilbert ridendo a crepapelle.
-Stellina non si fanno queste cose!-Esclamò lui guardandola facendo la faccia da cucciolo che con lei, però, non funzionò.
-Ciao, Bel Moro!! Ci si vede…-Lo salutò infine lei facendogli la linguaccia per poi entrare finalmente in casa.
-Stella…ma cosa…?-Riuscì a dire Elena vedendo la cugina bagnata dalla testa ai piedi con la busta della spesa quasi vuota.
-Oh, Elena scusami per il ritardo, ma sono successe tante di quelle cose che…Beh, Mi perdoni? –Rispose lei sperando che la cugina non fosse arrabbiata.
-Ok, ti perdono! Ma solo perché sei tu e…che non si ripeta mai più!-
-Certo, capo!-Scherzò la Gilbert di Miami facendo un cenno con il braccio come un soldato fa con il proprio capo.
-Ti perdono solo se mi racconti cosa è successo!–Concluse infine Elena facendo la pettegola.
-Beh…è andata alla grandeeeee!!!!!! –Esclamò Stella felice.
-Ahhhhhhhhh… - Gridarono in coro le due Gilbert per l’emozione.
 
 
Nel frattempo fuori, Damon, aveva aspettato un po’ per sentire, con il suo super udito da vampiro, cosa avesse detto Stella a Elena.
Quando sentì le urla capì che a Stella era piaciuto stare con lui.
Così fece un sorriso e, subito dopo, mise in moto l’auto e se ne andò.
 
 
In casa Gilbert le due cugine andarono nella camera di Stella dove si cambiò i vestiti per poi dire tutti i dettagli di quella giornata a Elena che aspettava curiosa.
-Allora? –Chiese Elena stendendosi sul letto della cugina abbracciando un cuscino.
-Beh…Ti racconto dal principio…Io ero andata a fare la spesa e ho incontrato Damon che mi ha offerto un passaggio e poi lui mi ha portata al parco e abbiamo fatto un pic-nic romantico sotto un albero di ciliegio…e per di più…ci siamo BACIATI!! –Raccontò Stella alla cugina che ascoltava con attenzione esultando ogni tanto.
-Allora ti perdono per non aver avvisato e per aver mangiato le cose che servivano per la cena della festa dei fondatori della città, ma sta attenta…Damon non è molto affidabile…Rispose Elena abbracciandola.
-Beh, non preoccuparti cara cugina! Ho tutto sotto controllo e…credo proprio che la mia tattica di seduzione per farlo cadere ai miei piedi stia funzionando…-Continuò la ragazza eccitata.
-D’accordo, ma sta attenta lo stesso! Damon non è una facile preda…Non sai di cosa è capace…-Concluse infine Elena per poi alzarsi dal letto dirigendosi verso l’armadio.
Dopo quella conversazione, le due cugine gemelle iniziarono a scegliere il vestito d’epoca che avrebbero indossato il giorno dopo per la parata con i carri e quello per la cena che si sarebbe svolta di sera.
 
 
 
Nella pensione dei Salvatore…
-Damon…dove sei stato? E perché sei tutto bagnato??-Chiese Stefan al fratello maggiore che era appena rientrato.
-Sono stato fuori…non sono obbligato a darti spiegazioni, fratellino… ricordati che io sono il fratello maggiore, non tu!-Rispose lui versandosi un po’ di Bourbon nel bicchiere per poi andare nella sua camera.
-D’accordo, fratellone. Ma ricordati che se farai del male a qualcuno, te ne farò pentire… -Continuò Stefan riferendosi a Stella, posando il bicchiere di vino che stava bevendo per recandosi nella sua stanza mettendosi sul letto scrivendo sul suo diario.
 
 
Il resto della giornata volò e, finalmente, arrivò il fatidico giorno della sfilata in stile ottocentesco che avrebbe dato inizio alla lunghe settimane di festeggiamenti dei fondatori della città di Mystic Falls.
-Elena, immagino che il tuo cavaliere sia Stefan… -Affermò Stella guardando Elena che era più bella che mai.
-Ma, certo! E chi sarà il tuo cavaliere?-Rispose Elena.
-Beh… il mio cavaliere sarà Tyler visto che lui me l’ha chiesto e poi…Damon non mi ha pensata proprio! –Esclamò Stella aggiustandosi i capelli guardandosi allo specchio.
Dopo essersi preparate come si deve le due cugine andarono con la macchina di Stella verso il liceo di Mystic Falls dove sarebbero dovuti partire i carri con loro sopra.
Arrivate nel parcheggio della scuola, parcheggiarono l’auto e andarono nel cortile della scuola a cercare Stefan e Damon.
 -Ehi, Stefan…Damon! –Chiamarono in coro le due correndo vicino ai due fratelli.
Quando Damon e Stefan si girarono in direzione delle Gilbert, rimasero di stucco vedendo le due così uguali a Katherine con i loro vestiti d’epoca.
Stella, indossava un bellissimo abito del colore della notte che scendeva fino a terra e aveva i capelli mossi come al solito.
-Sei…stupenda! – disse Damon avanzando verso di lei che fece un inchino mentre lui le baciava la mano, proprio come si faceva nell’ottocento.
-Oh…grazie! –Rispose lei ridendo.
Quel sorriso, quegli occhi, quei capelli…Sembrava davvero Katherine e, questo, gli faceva tornare alla mente la sua vita nel 1864.
Tutto era così perfetto e, a quel tempo, aveva un legame indivisibile con Stefan che, però, era stato distrutto dall’arrivo di quella vampira ipocrita e capricciosa.
-Damon, Sei con noi?!-Disse Stella scuotendolo, ridestandolo dai suoi pensieri.
-Certo, Stellina! Mi ero solo fermato a pensare…-Rispose il moro sorridendo alla ragazza.
-Ehi…Stella! Lo sai che Tyler ha la febbre e non verrà oggi…-Aggiunse Caroline avvicinandosi per salutarli e farsi vedere con quel bellissimo vestito d’epoca addosso.
-Oh, no! E ora chi sarà il mio cavaliere…Elena, mi sa che non parteciperò alla sfilata!-Continuò lei guardando la cugina con aria abbattuta.
Elena sapeva quanto ci tenesse Stella a partecipare a quella sfilata che si svolgeva una volta all’anno e, chi poteva, aveva la possibilità di indossare dei vestiti così belli.
-Oh, beh…se ti fa piacere potrei essere io il tuo cavaliere…Stellina! –Si intromise Damon sogghignando, porgendole il braccio.
Quella era la sua occasione per stare con Stella e non se la sarebbe fatta sfuggire.
-D’accordo, Damon! Tu sei l’unico cavaliere che mi rimane!-
-Certo!-
-Ma non farti strane idee…-Concluse infine Stella che si avviò con Stefan, Elena e Caroline verso il carro su cui avrebbero dovuto sfilare seguita, non facendo caso al braccio di Damon che, subito dopo, le seguì.
Così le coppie, che ora erano formate, si apprestarono a salire su quel carro decorato con fiori e nastri.
La sfilata ebbe inizio e Stella e Elena erano felici di partecipare a quell’evento per l’apertura delle feste che sarebbero venute dopo, ma, soprattutto, erano felici di essere con Damon e Stefan.
Mentre il carro sfilava per le strade della città, Damon teneva stretta a sé Stella. Lui aveva messo una mano sulla vita della ragazza che con una mano salutava e l’altra mano la teneva sulla sua vita toccando quella di Damon.
Per un momento si girò a guardarlo e, quando lo vide, si perse in quei bellissimi occhi azzurri che erano felici e le davano un sensazione di gioia e di amore.
Nel frattempo Bonnie li salutava dalla strada ammirando la bellezza delle due gemelle.
Dopo la sfilata tutti andarono a mangiare al Grill.
-Come eravate belli sopra quel carro con quei vestiti addosso!-Esclamò Bonnie mentre si sedeva.
-Oh…grazie…-Dissero i quattro in coro.
-Prima che mi dimentichi, Stellina...vuoi venire al ballo di stasera con me?-Le chiese lui avvicinandosi alla ragazza, prendendole la mano per baciarla.
-Damon…così mi cogli alla sprovvista, ma…accetto di essere la tua dama al ballo dei fondatori di stasera!-Rispose Stella fiera.
Finito di pranzare, tutti fecero ritorno alle proprie case per prepararsi al grande evento della serata.
Entrate in casa le due Gilbert andarono al piano di sopra a scegliere gli abiti da sera e il trucco.
-Io penso che indosserò il vestito da sera rosso… -Iniziò a parlare Stella cercando nell’armadio il suo abito.
-Oh…io invece indosserò quello nero perché a Stefan piace molto questo colore!-Continuò Elena mandando un’occhiata divertita alla cugina.
-E poi…sono sicura che a Damon piace il rosso…”il rosso SANGUE”! –Aggiunse Stella imitando un vampiro, tirando il vestito dall’armadio per provarlo.
-E si! A Damon piace il rosso sangue. Non sai quanto…-Affermò Elena ridendo seguita dalla cugina che aveva capito a cosa si stesse riferendo lei.
Dopo il vestito, passarono alle scarpe.
Stella scelse delle scarpe con il tacco rosse che si addicevano perfettamente al vestito mentre Elena scelse delle scarpe nere da abbinare con il suo vestito.
Elena chiamò Stefan per darsi appuntamento.
-Ehi, Stef…come dobbiamo fare stasera?- chiese Elena.
-Beh, io credo che sia meglio che tu e Stella ci raggiungiate al ballo..Venite con Jenna e Rick!-Rispose Stefan.
-Oh, ok! Forse è meglio…allora noi ci andiamo a preparare ciao! –Lo salutò Elena mettendo giù la cornetta per poi andare in camera sua a mettersi l’abito da sera.
Finalmente, il ballo tanto atteso arrivò.
 
 
Nella residenza dei Loockwood…
-Ehi, Stef sei sicuro che stiano arrivando? -Chiese Damon impaziente, sistemandosi ogni cinque minuti la cravatta e le maniche della giacca nera, voltandosi a guardare verso l’entrata dell’enorme casa.
-Ma certo! Non sarà che hai voglia di vedere Stella?-Rispose Stefan alzando un sopracciglio, ridendo nel vedere il fratello così agitato.
Damon non era mai agitato in quel modo nemmeno quando dovevano andare al ballo con Katherine nel 1864 e, quello, era davvero molto strano.
-N-no…che cosa dici!! E poi chi se ne importa di una stupida umana, ma figurati… -Controbatté Damon tenendo lo sguardo fisso verso l’ingresso della sala da ballo.
E proprio mentre lui si era girato a guardare attentamente l’ingresso scorse una figura entrare dalla porta. Erano Stella e Elena!
Quando lui vide Stella rimase sbalordito dalla sua infinita bellezza.
Quel vestito le stava un incanto e la faceva apparire più bella del solito.
La musica si era fermata e, quando scese i due gradini che la separavano da lui, Damon le andò incontro porgendole il braccio.
Lo stesso fece Stefan che vedendo Elena aveva avuto la stessa reazione e le era andato incontro.
-Stellina, come siete bella stasera!–Esclamò Damon trattandola come una donna del 1864, accompagnandola al centro della pista da ballo.
-Oh, grazie signor Salvatore, ne sono onorata!-Rispose lei restando al gioco.
-Sono felice di essere qui con lei in questa notte meravigliosa! –Continuò lui portandola a se delicatamente per poi aspettare che la musica iniziasse.
-Oh, dai Damon! Smettila di trattarmi come una principessa!-Concluse infine lei iniziando a ballare, rompendo quel gioco.
Passato un po’ di tempo, tutti si fermarono di colpo per ammirare la bellezza di Stella con il suo vestito da sera che era da favola e per osservare lui con quel suo vestito elegante che lo faceva apparire come un principe che ballava con la sua principessa.
Tutto intorno a loro si era fermato, il tempo, la musica, le persone…
Vi erano solo loro due che ballavano come se stessero da soli in quella bellissima sala da ballo.
Lui la guardava affascinato da tanta bellezza e, quando la teneva tra le braccia, si sentiva benissimo.
Stella aveva l’impressione di essere Cenerentola che ballava con il suo amato principe.
Quando la musica finì, i due smisero di ballare e si diressero verso Stefan e Elena che stavano prendendo qualcosa da mangiare.
-Ehi, siete stati davvero forti! Tutti erano concentrati a vedervi ballare… -Si complimentò Stefan facendo l’occhiolino a Damon per poi abbracciare Elena.
-Ma, certo! Mi sembra di tornare nel passato!-Si lasciò scappare Damon facendo divertire Stefan che, per una frazione di secondo, era ritornato all’epoca in cui era felice con suo fratello.
-Stella vuoi qualcosa da bere? –Chiese Damon guardando la sua dama dritto negli occhi, cercando di cambiare discorso.
Quegli occhi di ghiaccio la fecero sciogliere.
-Ma si, offrimi qualcosa da bere! –Rispose Stella avvicinandosi al bancone del cibo intenta a mantenere il bicchiere mentre il vampiro le versava un po’ di champagne.
Subito dopo aver preso qualcosa da bere, i due, se ne andarono fuori al balcone lontani da tutti.
-Stellina…sei davvero stupenda stasera e non smetterò mai di dirlo… - affermò il moro abbracciandola da dietro per poi stringerla sempre di più a sè.
-Oh, Damon…grazie per il complimento ma…non sono poi così bella! –Rispose lei avvicinando la sua testa alla spalla di lui alzando lo sguardo per guardarlo.
Era davvero bellissimo.
In quel momento, la musica partì da dentro la sala.
-Oh…questa è la mia canzone preferita! Ehm…Stella vuoi avere l’onore di ballare con me? –Il vampiro prese la mano della Gilbert per farla girare verso di lui e poi iniziare a ballare.
Rimasero a ballare e a parlare per tutta la serata fino alla fine del ballo.
 
-Damon…io vado con Elena…Tu và pure con Stella! – spiegò Stefan al fratello avviandosi con Elena verso la macchina di lui mentre Damon si avviava con Stella verso l’auto della Gilbert.
-Allora ci vediamo a casa, fratellino…- rispose Damon vittorioso, salutando i due piccioncini che si avvicinavano allegri all’auto.
Così anche Stella e Damon se ne andarono.
Quando arrivarono a casa Gilbert, Elena e Stefan non erano ancora arrivati e la casa era vuota.
-Allora, Stellina...ora ti accompagno alla porta… -Affermò Damon aprendo la portiera dell’auto come un gentiluomo.
-Oh, come sei gentile! –Rispose lei sorridendo e comportandosi come una gentildonna.
-Anzi no, ti accompagno in camera! –Esclamò lui prendendola in braccio come una sposa.
Lei mise le sue braccia attorno al collo di lui mentre lui con un braccio manteneva le gambe e con l’altra la schiena.
-Non sapevo foste così galante, signor Salvatore!-La Gilbert di Miami lo guardò maliziosamente.
Una volta entrati, lui salì le scale e, entrati nella camera della ragazza, la posò delicatamente sul letto come fosse un neonato.
-Grazie per questa bellissima serata! Vorrei che durasse per sempre… -Aggiunse Stella dandogli un bacio sulla guancia facendo gioire il moro.
-Non c’è di che, io sono stato benissimo e vorrei stare ancora un po’ insieme a te! –Rispose lui sedendosi accanto a lei.
-Ho un’idea! –
-Cosa? –
-Su, vieni….ti porto nel posto in assoluto più bello della casa! –Continuò Stella prendendolo per mano e trascinandolo verso le scale che portavano alla soffitta cercando, ogni di tanto, di non cadere a terra inciampando nel lungo vestito che indossava.
Una volta entrati in soffitta, Stella aprì la finestra e salì sul tetto.
-Ehi, Stellina! Ma cosa credi di fare? –Chiese Damon divertito.
-Su, dai non fare tante storie…Credevo che a voi vampiri piacesse la notte! O sbaglio?-Rispose lei guardando il vampiro seguirla.
Una volta salito anche lui, si sederono sulle tegole del tetto e si misero a guardare il cielo.
-Questo è il mio posto preferito…Ricordo che da piccola mi rifugiavo sempre qui e ogni volta tutti mi cercavano dappertutto senza riuscire a trovarmi!! Solo Elena sapeva dove fossi…-Raccontò lei stendendosi sulle tegole per guardare meglio il cielo notturno che era tempestato di stelle.
-OH… e come mai me lo stai dicendo proprio a me? –Rispose Damon curioso, ma allo stesso tempo felice che lei stesse rivelando una cosa così proprio a lui.
-Be… perché mi fido di te e poi…vedo che anche a te piace il cielo notturno e quindi…volevo ammirare le stelle con te!-Continuò lei sorridendo, stringendosi nelle spalle con nonchalance.
 
 
Nel frattempo, anche Elena e Stefan erano arrivati a casa.
-Ah…Damon e Stella non sono ancora tornati a casa!-Esclamò Elena uscendo dall’auto per recarsi con Stefan in casa.
Stefan e Elena non avevano notato l’auto di Stella parcheggiata perché lei l’aveva messa nel garage che ora era chiuso.
Entrati in casa Stefan e Elena colsero l’occasione di essere soli per avere un po’ d’intimità e, così, iniziarono a baciarsi salendo al piano di sopra per andare in camera.
 
Nello stesso tempo, sul tetto Stella e Damon si stavano godendo uno spettacolo di luci e l’aria fresca della sera.
D-Stella…-
S-Si, che c’è Damon? –
D-Devo dirti una cosa…tu non sei come le altre ragazze e…per me sei molto importante! –
S-Oh…Damon io…-
D-Stasera, guardandoti ho capito che sei la cosa più importante che io abbia e…-
Non riuscì a finire la frase che, si avvicinò al viso di lei per poi baciarla facendola rimanere di stucco.
Stella sentì la lingua di lui insinuarsi nella sua bocca alla ricerca della sua e, una volta trovata, le loro lingue iniziarono una danza passionale, colma di mille emozioni messe insieme.  
Era strano ma mentre si baciavano, Stella sentì una goccia caderle sulla guancia, una lacrima aveva bagnato il viso di Damon che, ora, le aveva cinto la vita con le mani mentre lei aveva portato le sue mani nei capelli corvini di lui.
Ma durante lo scatto che aveva fatto Damon per baciare Stella, aveva fatto rumore sulle tegole.
 
 
-Cosa è stato?-Chiese Elena scattando in piedi lasciando Stefan sul letto.
-Non ne ho idea ma sarà meglio controllare…-Rispose Stefan uscendo dalla camera per poi seguire il rumore con il suo super udito da vampiro.
 
 
 
 
 

Ecco i vestiti che indossano durante il ballo: 
Damon: http://www.polyvore.com/damon_lt/set?id=47356796
Elena: 
http://www.polyvore.com/elena/set?id=47304791
Stella: http://www.polyvore.com/regalino_la_my_cucciola/set?id=47299407




Fine 5° capitolo.
 
 
Angolo Autrice: Allora… vi è piaciuto? Io sono rimasta soddisfatta di questo 5 capitolo. Pensate che l’ho letto tre volte!
(Mentre scrivevo le ultime due pagine ascoltavo la canzone “A drop in the Ocean” di Ron Pope)
Spero davvero che vi sia piaciuto e, vi prego commentate! L’ho scritto con tutto il mio cuore e, un ringraziamento speciale va alla mia amica e beta Serenity452  perché mi ha ispirato moltissimo! Lei è quella che mi aiuta sempre quando sono in difficoltà e corregge i miei “orrori”…
 Se siete curiosi di sapere cosa succederà tra Damon e Stella e cosa faranno Stefan e Elena dopo aver sentito il rumore sul tetto, leggete il prossimo capitolo e lo scoprirete!!
Ma soprattutto recensite perché sono curiosa di sapere cosa ne pensate di questa love story.
Ma più avanti ci saranno delle scoperte che nessuno si immagina!!
Kiss TheDarkLady97!!!

 

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Capitolo 6
*** Vampires, Blood, Death... ***


Cari lettori sono ritornata con un capitolo fresco, fresco!!! Spero che la storia stia proseguendo bene e che vi piaccia!!! Sapete, il mio trucco per ispirarmi è ascoltare canzoni mentre scrivo. Infatti sono le canzoni che mi ispirano, anche quelle più strampalate!!!
Ma ora vi lascio alla vostra lettura, godetevi il capitolo…
 
 




 
Capitolo 6: vampires, blood, death…
 

 
 
 
Stefan e Elena, avendo sentito il rumore provenire dal tetto, scesero dal letto e andarono a controllare.
-Speriamo non sia un vampiro!-Sussurrò Elena nell’orecchio del suo fidanzato che usciva dalla finestra della stanza per andare sul tetto seguito dalla ragazza più preoccupata che mai.
-Non preoccuparti, ci penso io a proteggerti…-Rispose poi il ragazzo oramai arrivato alla meta.
Ma, quando i due furono sul tetto, videro una scena che non si sarebbero mai aspettati.
Stella e Damon erano stesi sul tetto e, per di più, si stavano baciando.
Loro non si erano accorti di Stefan e Elena che, per lasciarli soli, decisero di ritornare in casa, ma mentre se ne stavano andando, fecero rumore sulle tegole e i due si accorsero della loro presenza.
Stella e Damon si alzarono di scatto e videro Stefan e Elena  che li guardavano divertiti.
-Oh…siete già tornati?-Chiese Damon alzandosi e pulendosi la bocca che aveva i segni del rossetto della ragazza che, a sua volta, rideva senza farsi vedere.
-Si…e voi? Che ci fate qui?-Rispose Elena guardando i due gioconda.
-N-niente…io gli stavo facendo vedere le stelle! -Spiegò Stella sistemandosi il vestito che le aveva scoperto un po’ di gamba mentre Damon si alzava in piedi.
-Oh, ma certo! Ci credo che gli stavi facendo vedere le stelle…- affermò Stefan guardando prima lei e poi il vampiro che se ne stava lì senza fiatare.
Dopo un po’, Stefan e Damon fecero ritorno alla pensione Salvatore e Stella e Elena si prepararono per andare a letto.
 
Il mattino seguente le due Gilbert si svegliarono di buon’ora e, così, decisero di andare a fare colazione lasciando Jeremy e Jenna dormire tranquilli.
-Stella…c’è qualcosa tra te e Damon?-Le chiese Elena curiosa di sapere cosa fosse successo tra lei e il moro la sera precedente.
-Ma no…ma che dici, n-non c’è niente tra noi! E anche se ci siamo baciati non significa che ci amiamo…-Rispose Stella entrando nella cucina di casa Gilbert per versarsi un po’ di latte nella tazza.
-Oh, andiamo! Ho visto come vi guardavate quando lui se né andato…Su avanti, a me puoi dirlo! -La incoraggiò Elena dandole una spintarella amichevole.
-Ok…Elena, credo di essermi innamorata di Damon!-Esclamò la ragazza arrossendo, abbassando lo sguardo preoccupata della reazione che avrebbe avuto la cugina nel sentire quelle parole.
-Oh…lo sapevo! Sei caduta nella tua stessa trappola, cuginetta…-
-Credo proprio che questa volta abbia ragione tu, Elena…Ma tu cosa ne pensi di questo?-
-Beh, so quello di cui è capace Damon…Non è perfettamente un bravo ragazzo, però se grazie a te lui ha la possibilità di cambiare ti appoggio…Ma, mi raccomando, sta attenta a non soffrire…- Continuò Elena abbracciando la gemella felice.
 
 
Dopo aver fatto colazione Elena, come ogni mattina, fece la webcam con Stefan.
Avevano appena finito di conversare quando entrò in camera sua Stella che le si avvicinò allegra.
-Ehi, cuginetta! Che fai di bello?-Le chiese la Gilbert di Miami sedendosi sul letto a mangiare un pacco di patatine.
-Ho appena fatto la webcam con Stefan!-Rispose Elena girandosi a parlare con lei sorridendole felicemente.
Era sempre di buon umore dopo aver dato il “buongiorno” al suo adorato Stefan.
 
 
 
Nel frattempo alla pensione Salvatore…
-Damon che cosa farai con Stella?-Chiese Stefan sedendosi accanto al fratello maggiore.
-Ti preferivo quando non te ne fregava niente di me e…comunque questi non sono affari tuoi, fratellino!-Rispose il vampiro buttando giù un bicchiere colmo di sangue.
-Damon, ho fatto solo una domanda!-Esclamò Stefan alzandosi e versandosi un po’ di vino nel bicchiere, cercando di non avvicinarsi molto a quello di Damon ancora sporco di sangue.
-Invece di parlare di me parliamo di te…-Continuò Damon mentre usava il computer del fratello minore per leggere la posta.
Non riuscendo a chiudere la chat di Stefan che era ancora aperta, lasciò perdere, ma, per caso, spinse il bottone che serviva ad attivare la webcam e mandò una videochiamata a Elena.
 
 
 
Nello stesso istante, Elena e Stella, che parlavano davanti al computer, videro la chiamata e accettarono.
Così sentirono la conversazione dei due fratelli Salvatore.
S-Su avanti Damon! Dimmi la verità…-
D-Quale verità?-
S-Ammettilo che dopo tanto tempo ti sei innamorato di nuovo! Ammetti di essere innamorato di Stella!-
 D-Ma cosa stai farneticando, a me non piace Stella!-
S-Oh, allora che ci facevate sul tetto voi due soli e…perché vi stavate baciando? –
D- Forse hai visto male caro fratellino…Credo proprio che gli scoiattoli ti siano arrivati in testa!-
S-Allora se non ti piace non ti dispiacerà sapere che c’è qualcuno che potrebbe provarci con lei?-
D- Ah, si?! Beh…a me non interessa…-
S- Allora non fa niente se non ti dico il nome... –
D-No…e poi chi potrebbe interessarsi a lei!?-
S-Allora ti interessa sapere il suo nome.-
A quelle parole, Damon scattò come un fulmine addosso a Stefan che andò a sbattere contro l’enorme libreria di legno del soggiorno facendo cadere molti libri.
S-Ehi…ehi…ok, te lo dico! Ma hai visto che avevo ragione?-
D-Ok…questa volta hai vinto Santo Stefano! E’ vero…ammetto che mi sto innamorando di Stella e che da quando è entrata qui in casa che ho sentito qualcosa qui…nel cuore…Pensavo non mi sarei mai più innamorato dopo Katherine, ma mi sbagliavo!! Adesso sei contento??-Gridò Damon toccandosi il petto per indicare il cuore che, tecnicamente, non batteva oramai da moltissimi anni.
Nel frattempo le due Gilbert avevano ascoltato tutto e quando Stella sentì la confessione di Damon le lacrime le bagnarono le guancie istintivamente.
Era felice di quello che aveva sentito e, soprattutto, sapeva per certo che quello che il vampiro provava per lei era ricambiato.
Dopo che si furono chiariti Stefan spense il computer senza accorgersi di quello che era successo mentre Stella e Elena, a casa, stavano preparando tutto per la sera dove avrebbero preso parte alla terza festa della settimana in onore dei fondatori di Mystic Falls che si sarebbe tenuta alla residenza dei Loockwood.
La giornata passò subito e la sera arrivò come un fulmine.
 
 
Alla Residenza dei Loockwood…
-Salve, Damon…Stefan!-Salutò Carol Loockwood.
-Oh…Buonasera, Carol!-Rispose Damon seguito da Stefan che salutò la donna con un cenno della mano.
Mentre i due salutavano gli invitati arrivarono Stella e Elena che li raggiunsero.
-Ehi…Stellina! Come sei bella stasera!!-Esclamò Damon andandole vicino.
-Oh…ciao Signor “mi sto innamorando”…-Lo salutò Stella facendo rimanere di sasso il moro che la trascinò subito fuori sul balcone senza capire a cosa avesse voluto alludere la ragazza chiamandolo in quel modo.
-Damon…Cosa ti prende?? Perché mi hai portato qui fuori?! La festa è dentro…-Disse la ragazza incuriosita dal comportamento del vampiro che sembrava essere molto agitato.
-Cosa hai detto? Puoi ripetere?-Chiese lui agitato.
Non riusciva a capire come facesse Stella a sapere quello che aveva detto a Stefan quella mattina.
Sicuramente era stato Stefan e, appena arrivati a casa, lo avrebbe picchiato furioso.
-Senti, Damon! Ho sentito quello che vi siete detti tu e Stefan e…-Iniziò lei, abbassando lo sguardo per non scorgere lo sguardo di lui, arrossendo.
-Come hai fatto a sentirci?? Non c’era nessuno tranne noi?!-
S-Beh, io e Elena eravamo vicino al computer quando ci è arrivata una videochiamata da Stefan, l’abbiamo accettata e vi abbiamo visti..Voi non vi siete accorti di niente!-
Stella non riusciva a guardarlo negli occhi, sentiva che quello era il momento giusto per dire al moro tutto quello che provava, ma non aveva il coraggio.
-Perché sei arrossita così adesso?-Chiese Damon posando lo sguardo su di lei notando che era arrossita.
S-Non sono arrossita!-
D-Sei nervosa?-
S- No…certo che no!-
D-Allora cosa ti succede, Stella?–
Era la prima volta da quando lei era a Mystic Falls che lui l’aveva chiamata Stella e non “Stellina”.
S-Perché devi essere tu? Non lo capisco…Sei un pervertito che mi irrita ogni volta!–La sua voce aveva iniziato a tremare e si stava innervosendo.
D-Stella…calmati, cosa stai dicendo?-Lui si avvicina pericolosamente a lei e le accarezza un braccio fino ad arrivare alla mano per poi stringerla.
S-Prima mi infastidisci con le tue battutine a sfondo sessuale poi…- Lei continua a guardare in basso mentre lui la osserva con uno sguardo che non ha mai avuto.
D- Cosa stai pensando?-
S- Perché il mio cuore batte così forte? E perché mi sento così sola quanto te ne vai? Perché mi provochi sempre?– Lei si porta istintivamente la mano libera al cuore.
D-Volevo vedere le tue espressioni più interessanti, ecco perché ti provocavo! I tuoi sorrisi improvvisi sono interessanti ma…abbastanza pericolosi da farmi battere il cuore che oramai non batte più da secoli!-
S-Damon…cosa?- Nel sentire quelle parole, la castana alzò lo sguardo e, finalmente, i loro sguardi si incrociarono.
D- Stavo pazientando per molte cose e quindi non posso farla breve…anche adesso…-
Quelle furono le ultime parole che Damon le diede prima di sfiorarle il viso con una mano per poi darle un bacio mentre, tutti al ballo, festeggiavano guardando i fuochi d’artificio fuori dalle vetrate.
Le loro lingue si cercavano fino a trovarsi per poi iniziare una danza. Un mix di emozioni si mischiavano insieme e, in quel momento, Stella e Damon desideravano solo rimanere così per sempre.
Dei brividi percorsero la loro schiena e un calore li invase. I loro sapori si mischiarono fino a diventare una cosa sola.
Quella serata fu il loro momento magico che sembrava durasse un’eternità finché Stella non sentì le labbra di Damon staccarsi dal suo viso e prenderla tra le braccia.
-Stellina…Da quando sei arrivata qui a Mystic Falls e hai messo piede nella mia casa ho sentito qualcosa di forte nel cuore…e ho capito che ti amo come non ho mai amato nessun altra!-Disse lui abbracciandola più forte, dandole un bacio sulla fronte.
-Oh…Damon…anch’io…anch’io ti amo! -Rispose lei ansante, ricambiando l’abbraccio.
Poco dopo, i due, rientrarono nella sala abbracciati facendo stupire tutti i loro amici.
-Ehi…come mai siete così attaccati, stasera? -Chiese Elena che, facendo finta di non aver capito cosa era successo tra i due, fece l’occhiolino a Stella che capì al volo.
Elena guardava Stella e Damon divertirsi e, non riuscendo a resistere nel sapere quello che era successo, trascinò Stella nel bagno insieme a Caroline e Bonnie per farsi raccontare tutto.
-Su, dai Stella…sputa il rospo…Ora noi tre vogliamo sapere!-La incitò Elena parlando a nome di tutte.
-Ok…pronte ragazze? Sto per darvi una notizia che vi sconvolgerà!-Rispose lei guardando le ragazze sorridente.
-Su, avanti non farci rimanere sulle spine!-Esclamò Caroline.
-Beh…Io e Damon…ci siamo messi insieme…-Confessò lei facendo urlare le ragazze dalla gioia.
-Che bella notizia, siamo felici per te!-Disse Bonnie a nome di tutte abbracciandola.
Dopo aver raccontato alle amiche tutto quello che era successo tra lei e Damon, uscirono dal bagno e rientrano nella sala dove le aspettavano i loro cavalieri.
Terminato la serata ritornarono a casa.
 
 
Da quella sera passarono tre giorni e il rapporto tra Damon e Stella filava a gonfie vele.
I due, a volte, per incontrarsi si davano appuntamento al posto del loro pic-nic dove rimanevano ore e ore a parlare e a fare smancerie da fidanzati.
-Non sapevo fossi così!-Esclamò Stella baciando il vampiro per la centesima volta.
-Beh…che ci vuoi fare, io sono un menefreghista ipocrita, ma….quando voglio so essere dolce Stellina…-Rispose lui abbracciandola e stendendosi sotto l’albero di ciliegio insieme a lei.
-Non so perché ma a me piace anche il tuo lato oscuro!-Spiegò lei appoggiando la testa sul petto del vampiro che se ne stava steso con la testa vicino al tronco dell’albero.
-Oh….ne sono onorato, Stellina! Anche se io non sarei tanto felice di questo mio lato…-Rispose lui abbracciandola per poi iniziare a farle il solletico.
Tra il parlare e le coccole i due si addormentarono tranquillamente.
Mentre Stella dormiva…
-“Aiuto un vampiro! Damon…ti prego aiutami!...”-
-“Voglio il tuo sangue, Stellina!”-
-“Oh.Mio.Dio!! Damon…cosa fai?! Non puoi farmi questo…Io ti amo!!”-
Nel vedere Damon morderla, Stella si svegliò di colpo.
-No…Damon…nooo!!!-Gridò lei aprendo gli occhi, ritrovandosi tra le braccia del moro che, svegliatosi, la strinse a sé facendola calmare.
-Ehi…Stellina! Calmati, cosa c’è che non va?-Chiese Damon alzandosi e strofinandosi gli occhi per la troppa luce.
-Scusami, Damon è solo che…ho fatto un brutto sogno, ma…ora non importa!-Gli spiegò lei calmandosi, baciandolo di impulso per scacciare quella brutta visione che aveva avuto, ma non sapeva che quello che aveva sognato, presto, sarebbe divenuto realtà.
-Ook…se lo dici tu!-Rispose il moro ricambiando il bacio ignaro di tutto.
Dopo quell’incubo che aveva fatto, Stella non riuscì a prendere più sonno e, quando si accorse che si era fatto tardi, vide che Damon stava ancora dormendo.
Così gli scrisse un biglietto e se ne andò.
Quando lei fu abbastanza lontano da non vederla più, Damon si svegliò e, aperti gli occhi, trovò il bigliettino e lo lesse.
“Damon, ti avviso che sono tornata a casa e voglio dirti per la centesima volta che “Ti Amo” e che ci sentiamo domani! Dormi bene”
                                                                              Stella.
 
-Stellina, sei la solita!-Esclamò il moro ridendo.
 
 
 
Era mercoledì sera e la scuola non sarebbe iniziata prima di due settimane a causa delle feste per i Fondatori della città.
Stella se ne stava beata nel suo letto quando sentì squillare il telefono.
Guardò il numero e vide che era un numero Sconosciuto, ma decise di rispondere lo stesso.
-Pronto, chi è?-Rispose Stella curiosa.
-Buongiorno, Stellina!-Salutò una voce dall’altro lato del telefono.
Nel sentire quella voce, le si gelò il sangue nelle vene constatando che quella era la voce di Damon.
-Ciao, Damon! Come…hai avuto il mio numero?-Gli chiese lei sorpresa di scoprire che il vampiro avesse il suo numero senza che gliel’avesse dato lei.
-Beh…questo non posso dirtelo…-Continuò il moro ridendo.
-Ook…comunque sono felice che tu mi abbia chiamata per darmi il buongiorno!-Confessò lei, felice di sentire quella voce che ogni volta la faceva sciogliere.
-Allora…Stellina, quando ci vediamo?-
-Non so se potrai vedermi molto presto, Damon! Io ho molte cose da fare soprattutto perché si avvicina la fine dell’anno…Dovrai aspettare…-
-Oh…non so se aspetterò! Lo sai che quando vedo una bella ragazza devo farmi notare…-
-Se davvero sono importante per te…fai un piccolo sforzo…-
-Come sei bella in short e canottiera, Stellina!-Esclamò lui.
-Ehi…come fai a sapere come sono vestita?-Chiese lei sconvolta.
Non si era accorta che, stando vicino alla finestra, lui era arrivato fuori nel cortile con la sua velocità da vampiro e la stava ammirando mentre parlavano a telefono.
-Guarda fuori dalla finestra e lo scoprirai…- A quelle parole Stella si girò.
Appena lei guardò giù vide Damon che la osservava e le sorrideva alzando un sopracciglio salutandola con la mano.
Così aprì la porta velocemente staccando la chiamata per poi parlare con lui da vicino.
-Adesso mi spii, Bel moro!?-Continuò lei prendendolo in giro.
-Ma certo che no…Non sono certo un vampiro maniaco!-Esclamò lui facendo il finto offeso.
A quelle parole lei si allontanò dalla finestra facendo rimanere di sasso il vampiro che, con un unico balzo, si ritrovò nella stanza della ragazza che rideva senza accorgersi della sua presenza.
-Non mi saluti nemmeno, Stellina?!-Disse il moro all’improvviso, facendo sussultare la ragazza che, quando si voltò per guardarlo, si ritrovò a pochi centimetri dalla sua faccia che la osservava con un sorriso malizioso stampato in faccia.
-C-come…-
-Non sottovalutare mai un vampiro…Adesso è l’ora dei saluti!-Concluse infine Damon avanzando verso di lei per baciarla sempre più appassionatamente, trasportandola sul letto.
Mentre i due si baciavano entrò Elena.
-Stella, è urgente! Stefan e Rick vogliono parlarci…sarà meglio che andia…-Disse tutto di un fiato la Gilbert di Mystic Falls che si zittì di colpo nel vedere i due sul letto.
-Ecco, siamo pronti!-Concluse infine Stella uscendo dalla camera per raggiungere l’esterno dell’abitazione seguita poi da Damon e Elena.
 
 
Arrivati a casa Salvatore trovarono Stefan, Alaric, Bonnie, Tyler, Matt, Caroline e Jeremy che li aspettavano impazienti.
-Siamo arrivati! Cosa c’è di così importante?-Domandò loro Damon sedendosi accanto a Stefan seguito dalle Gilbert.
-Beh, Damon…Noi abbiamo un problema, cioè quello di scoprire quale ruolo ha Stella in tutto questo e per saperlo dobbiamo tornare a Miami e cercare degli indizi e…abbiamo pensato che uno di noi potrebbe andare con Stella, per aiutarla…Chi si offre??-Spiegò Stefan guardando tutti i presenti che se ne stavano zitti ad ascoltare.
-Beh, se volete potrei andare io con Stella…-Si offrì Tyler guardando la ragazza maliziosamente facendosi notare da Damon che, subito, controbatté.
-No, no e no! Io sono il suo ragazzo e io andrò con lei...E questo non si discute!-Concluse infine il vampiro dagli occhi di ghiaccio che abbracciò Stella per far capire a Tyler una volta per tutte che lui non aveva nessuna chance con lei.
-Cosa?? Da quando sei fidanzata con questo sfruttatore di donne, cugina??-Domandò Jeremy a Stella, guardandola con un sopracciglio alzato squadrando con disgusto Damon.
-Ehi, non è così male come pensi…E’ magnifico! E comunque…dalla festa dei fondatori!-Rispose la castana stringendo la mano del moro che rise soddisfatto quando vide il volto invidioso di Tyler.
-Magnifico! Ora ho una cugina e una sorella fidanzate con dei vampiri…-Disse tra se e se il piccolo Gilbert, ironico.
-Allora è deciso! Damon andrà con Stella…Per te va bene??-Continuò Stefan rivolgendosi alla ragazza.
-Certo, Stef!! Anche io voglio conoscere la verità…Quando partiamo??-
-Beh io direi che potreste partire anche oggi pomeriggio…Rimanete a Miami il tempo necessario per trovare indizi e…appena trovate qualcosa tornate!!-Aggiunse Elena decisa.
-Certo, allora è tutto deciso… Oggi pomeriggio si parte…-Concluse infine Damon alzandosi con la sua fidanzata per andare a preparare le valigie.
 
 
 
 
 
Il resto della giornata passò in fretta e giunse l’ora della partenza.
-Allora, Stellina…sei pronta??-Le domandò Damon mettendo le loro valigie nel bagagliaio della sua auto mentre Stella vi entrava aspettando che lui salisse per poi partire.
Una volta partiti, Stella si sentì sollevata.
Le piaceva molto l’idea di passare dei giorni con Damon in completa solitudine senza qualcuno che li disturbasse ogni cinque minuti e, poi, era come se stessero in vacanza.
Il silenzio regnava sovrano nell’auto che correva sull’autostrada che li avrebbe portati alla città in cui era vissuta per tutto quel tempo Stella.
Ogni tanto, Stella osservava il moro con la coda dell’occhio senza farsi sentire.
-Perché mi guardi?-Le domandò poi il moro che rise nel vederla arrossire, abbassando lo sguardo di colpo.
-Così…Mi piace osservarti!-Rispose lei scherzosa.
-Oh, lo so che sono bellissimo! E’ naturale che tu mi voglia sempre guardare…-Continuò lui maliziosamente, facendole un occhiolino.
-Oh, certo!! E’ come dici tu… Quanto manca ancora??-Domandò lei diventando seria.
-Credo ancora un’oretta e saremo arrivati a destinazione!! Vedrai, l’hotel che ho prenotato ti piacerà tantissimo…Visto che ci siamo approfittiamone per fare una mini-vacanza…-Spiegò lui stringendole la mano dolcemente.
Arrivarono a destinazione la sera del giorno successivo e Stella rimase stupita nel vedere l’hotel.
Aveva ragione Damon, era bellissimo; Il vampiro aveva prenotato una suite matrimoniale di un hotel a cinque stelle.
Subito dopo aver preso le chiavi della camera si fiondarono al quinto piano, dove vi era la camera, e vi entrarono.
-Damon, è stupenda!! Sembra la stanza di una principessa…-Disse Stella gettando la valigia a terra per correre tra le braccia del suo amato moro.
-Certo, se possiamo trascorrere dei giorni insieme dobbiamo farlo nel migliore dei modi…-Rispose lui schioccando un bacio sulla fronte della ragazza che subito dopo, si fiondò sul letto.
Il vampiro la guardava rotolarsi come una bambina che ha appena ricevuto il regalo di Natale e, più la osservava, più capiva quanto la desiderava.
Non desiderava il suo sangue, bensì qualcos’altro.
Incantato ad osservarla, senza riuscire a resistere, le si avvicinò.
Lei si fermò rimanendo seduta sul letto, confusa.
-Cosa c’è che non va, bel Moro?? Perché mi fissi così?-Chiese lei ridendo, aggiustandosi una ciocca di capelli ribelli cadutole sulla faccia.
-Ti sto guardando perché…- fece una pausa, si fermò dritto davanti a lei e le sfiorò il viso con la mano destra. – Sei davvero bellissima!
Era davvero stupenda seduta sul letto, con i capelli lunghi e mossi tutti scompigliati, le labbra carnose che aspettavano solo di essere baciate, il corpo perfetto, gli occhi da cerbiatta.
Damon era immerso nei suoi pensieri e, solo quando si accorse del rossore che aveva colpito le guancie di lei, ritornò in sé.
Così si avvicinò a lei per darle un bacio.
Dapprima si diedero un lieve bacio a stampo che si tramutò in un bacio più passionale e le loro lingue iniziarono a danzare vorticosamente scatenando mille emozioni insieme.
Mentre si baciavano, scesero sempre di più fino a stendersi completamente sul letto.
Il moro si mise sopra di lei e iniziò a baciarle il collo, toccandole il sedere con le mani di lei mentre, lei, lo stringeva sempre di più a se passandogli le mani nei capelli corvini.
Quei baci infuocati durarono qualche minuto dopodiché lui portò le mani verso il bordo della  maglietta di lei mentre Stella giocava con i bottoni della sua camicia.
Sbottonò i primi bottoni dopodiché, per fare più in fretta, li strappò uno ad uno aprendo la camicia per poi esplorare gli addominali perfetti del moro che, a sua volta, le sfilò la maglietta e la gettò in un angolo della stanza insieme alla sua camicia.
Dalle labbra di lei passò a stuzzicarle il collo, era il suo punto debole.
Le baciò delicatamente la giugulare, sentendo il battito del cuore di lei diventare sempre più irregolare.
Dai baci passò a succhiare la pelle caffelatte del collo di lei, senza farle del male con i canini; Alcuni gemiti di piacere fuoriuscirono dalla bocca della ragazza che lo strinse sempre più abbassando la testa, chiudendo gli occhi.
Dopo un po’ Stella ribaltò la situazione e si mise sopra di lui iniziando a leccargli il collo sensualmente fino a scendere sul petto ed infine sulla pancia.
Damon ribaltò nuovamente la situazione ed, una volta che fu sotto di lui, iniziò a giocare con il gancetto del reggiseno che fu distrutto dalla sua forza.
Le sfilò velocemente il reggiseno iniziando ad accarezzare i seni di lei che gemette eccitata.
Non si era mai sentita così perché ad ogni tocco percepiva un calore invaderle e sapeva che non avrebbe resistito ancora per molto.
Il moro le stuzzicò i capelli, leccandoli fino a farli indurire.
Lei riusciva a percepire l’erezione gonfia di lui strusciare bramosa sul suo interno coscia.
Mentre lui continuava a toccarle il petto, lei raggiunse i bottoni dei suoi pantaloni e, una volta, sbottonati, gli sfilò i pantaloni facendolo rimanere in boxer.
E lui fece lo stesso con lei togliendole i pantaloncini.
-Sei…stupenda..Stellina!-Disse tra un sospiro e l’altro il moro.
Una volta rimasti in mutande, Stella lo fece stendere sotto di lei dopodiché avvicinò le mani ai suoi boxer per poi infilarle al loro interno, iniziando a giocare con il membro di lui che diventava sempre più gonfio.
Dei gemiti di piacere uscirono dalla bocca di Damon che, istintivamente, le strinse le mani sui glutei ancora coperti dagli slip.
Lei continuò quello che stava facendo fin quando lui, con la sua velocità vampiresca, ribaltò per l’ennesima volta la situazione e, una volta sopra di lei, le tolse gli slip e lei gli sfilò i boxer.
Ora erano completamente nudi e nessun tessuto li divideva.
I loro corpi erano infuocati, bramosi, eccitati.
Damon si mise sopra di lei appoggiandosi al letto con i gomiti per non pesarle sopra e si fermò a guardarla negli occhi per cercare il suo permesso.
Lei lo guardò e, quando lui scorse la voglia nei suoi occhi, proseguì.
Il suo membro scivolò nella sua intimità facendole gettare un urletto che riuscì a tappare baciandola.
Iniziò a muoversi ritmicamente, pian piano.
Ad ogni spinta lei gemeva dal piacere e dalla sua bocca uscivano solo versi strozzati.
Man mano che aumentarono le spinte, Stella si aggrappò con le mani alle spalle di lui graffiandolo, inarcando la schiena per l’immenso piacere che lui le stava procurando.
-Ti amo, Stellina!-Damon sussurrò quelle uniche parole all’orecchio di lei.
-Anche io…Ti amo, Damon…-Rispose la ragazza ansante per il piacere.
Le spinte continuarono fin quando entrambi raggiunsero l’apice del piacere e caddero sudati sul letto.
Quello era stato il momento più bello della loro vita e, sapevano per certo, che sarebbe vissuto per sempre nei loro cuori.
Una volta ripresi si addormentarono sotto le coperte l’uno abbracciato all’altro sognando felici quello che era successo poco prima.
 
 
Dopo una notte di passione arrivò il giorno e, quando Stella si svegliò tastando il lato del letto dove aveva dormito Damon e si accorse che lui non c’era, saltò in piedi preoccupata.
Voleva essere sicura che tutto quello che aveva vissuto la notte precedente fosse stato reale e non uno dei suoi soliti sogni, ma il suo dubbio si colmò quando vide Damon entrare nella camera con un vassoio in mano.
-Buongiorno, Stellina!!-La salutò lui poggiando il vassoio con la colazione sul comodino per poi sedersi accanto a lei e baciarla.
-Giorno, bel moro!! Pensavo che quello che è successo questa notte fosse solo un sogno, ma…sono felicissima che sia tutto reale!!-Esclamò lei sorridendo felice.
-Anche io ne sono felice...-Rispose lui accarezzandole una coscia scoperta.
-Su facciamo colazione…-
La castana si scoprì il petto lasciandosi guardare dal moro che si morse il labbro inferiore.
-Non vorrai mica rimanere così??-
-Perché che problema c’è?? Tanto tu oramai mi hai vista…-Rispose lei facendo spallucce.
-Si, ma sei troppo sexy per resistere e rischierei di saltarti addosso da un momento all’altro…Per favore vestiti!-
-D’accordo, Mr. Perdo il controllo!!-Esclamò lei alzandosi per prendere dei vestiti puliti dalla valigia.
Una volta vestita fecero colazione nella stanza senza nessuno che li disturbasse.
-Allora, da dove cominciamo le ricerche??-Le domandò il moro addentando un cornetto con la nutella.
-Beh, direi di iniziare dalla clinica in cui sono nata…-Rispose lei poggiando la tazza del caffè nel vassoio.
-Ottima idea!! Andiamoci subito…Non perdiamo altro tempo!!-Concluse infine Damon uscendo dalla camera seguito dalla Gilbert che gli diede un colpo sul fondoschiena ridendo divertita.
Subito dopo partirono recandosi verso l’ospedale.
Arrivati corsero all’interno dell’ospedale e chiesero alla segretaria che vi era all’entrata delle informazioni.
-Mi scusi, potremmo controllare gli archivi dei nomi di tutti i bambini che sono nati il 15 febbraio del 1994??-Chiese Damon alla segretaria che lo guardò seria prima di rispondergli.
-Mi dispiace, ma queste sono informazioni private e solo i dottori possono vederle…-Rispose loro la donna mettendosi a giocherellare con la tastiera del suo computer.
-Ma è di vitale importante!! Dobbiamo per forza controllare quegli archivi!!-Insistette Stella alzando un po’ la voce.
-E io le ripeto che non…-L’infermiera non riuscì a finire la frase che Damon le si avvicinò furioso soggiogandola.
-Adesso noi andremo a leggere quegli archivi e lei ci aiuterà a non farci scoprire!!-Concluse infine il vampiro seguendo la donna che li portò fino alla sala in cui vi erano tutti gli archivi dell’ospedale.
Mentre i due cercavano gli archivi giusti, l’infermiera faceva da palo per non farli scoprire.
-Ecco l’ho trovato!!-Esclamò felice Stella iniziando a sfogliare velocemente l’archivio, facendo scorrere il dito sull’elenco dei nomi dei bambini senza trovare il suo.
Controllarono ben dieci volte, ma senza risultato.
Quella era la conferma che Stella era stata adottata e, ora, ne era certa anche lei.
Dopo aver rimesso tutto apposto, raggiunsero l’entrata dell’ospedale soggiogando nuovamente la segretaria in modo da non farle ricordare nulla di quello che era successo.
Ma mentre Damon la soggiogava si sentì qualcuno parlare.
-Non può essere…Come fai ad essere viva?? L’ultima volta che ti ho visto eri addormentata sull’altare…-Disse un’anziana signora sulle sedie a rotelle che si era fermata a guardare Stella con uno sguardo impaurito.
-Cosa??-Continuò Damon più teso che mai.
Ma proprio nel momento in cui la signora stava per parlare arrivarono dei dottori che la portarono via lontana da loro.
-Scusate per mia nonna…Ha dei vuoti di memoria e..spesso farnetica!!-Si scusò una donna sulla ventina di anni che, subito dopo, seguì la vecchina.
-Damon, non c’è il mio nome e questo vuol dire che…io sono stata adottata!-Esclamò tristemente la Gilbert.
-Per esserne sicuri dobbiamo fare altre ricerche…Sai dove potremmo andare per cercare altre informazioni?? Non so…Nello studio dei tuoi genitori…-Aggiunse Damon dopo essere uscito dall’ospedale seguito da Stella.
-Ma certo!! Potremmo andare nella mia vecchia casa…Credo che i miei genitori vi tenessero della carte importanti…Su, andiamo!!-Concluse infine la ragazza salendo in macchina, partendo.
Così Damon e Stella si recarono a casa della ragazza.
Stella era felicissima di ritornare nella sua città natale anche se, adesso, adorava di più Mystic Falls; quella oscura e misteriosa cittadina della Virginia che le aveva fatto trovare l’amore.
Passato un quarto d’ora arrivarono in un quartiere pulito e ricco di case adornate.
-Ecco è quella!!-Disse Stella indicando una grande casa a due piani riverniciata di bianco all’esterno circondata da un bellissimo giardino che era invaso da statue rappresentati dei piccoli gnomi.
-Wow!! Di certo non potevi lamentarti…-Aggiunse il vampiro ironico, fermando l’auto per poi scendere e avvicinarsi alla porta d’ingresso dell’abitazione.
Stella si fermò a guardare l’esterno di quella casa, ricordando molti momenti trascorsi lì.
Dopo essere ritornata in sé aprì la porta ed entrò seguita da Damon che, però, rimase bloccato da una forza maggiore senza riuscire a varcare la soglia della casa.
-Damon, cosa ci fai ancora fuori dalla porta??-Gli domandò la castana guardandolo divertita.
-Ehm, Stellina…c’è un piccolo particolare, io sono un vampiro e visto che questa casa è di tua proprietà devo essere invitato ad entrare…-Spiegò lui poggiandosi al lato della porta scocciato.
-Oh, Damon entra pure…-
A quelle parole, Damon varcò l’entrata e seguì la ragazza salendo al piano di sopra.
La casa era tutta impolverata all’interno e tutti i mobili e i quadri erano abbattuti per terra.
Entrarono in ogni stanza, rovistando in qualsiasi posto, ma senza risultati.
-Uff…Non abbiamo trovato niente!!-Esclamò tristemente Stella chiudendo uno dei cassetti del comodino della stanza in cui, molti anni prima, dormivano i suoi presunti “genitori adottivi”.
-Non demoralizzarti, troveremo sicuramente qualcosa…-La rassicurò lui prendendole il viso tra le mani per poi baciarla delicatamente.
Dopo essersi dati un bacio a stampo, si guardarono negli occhi e poi ripresero a baciarsi con più foga andando a sbattere contro qualsiasi cosa fino a sbattere contro la libreria della stanza dalla quale cadde un libro.
Appena il libro toccò il pavimento si aprì e, da esso, cadde un foglietto incuriosendo molto i due.
-Cos’è questo…-Disse Damon prendendo il libro ed il foglietto.
-Non ne ho idea!! E’ la prima volta che vedo questo libro…-Aggiunse Stella curiosa almeno quanto lui di sapere cosa fosse quello strano libricino di cuoio.
Quando lo iniziarono a sfogliare, Damon capì che quello era uno dei diari dei Gilbert.
Così, incuriosito, aprì la bustina per scoprirne il contenuto e quando la lessero rimasero di sasso.
-Ma questo è…è…-Parlò Stella rimanendo fissa a guardare quel pezzo di carta che, inaspettatamente, le aveva fatto cadere una lacrima.
-L’attestato di adozione!!-Finì Damon la frase abbracciando la sua ragazza sconvolto più che mai.
Ora era tutto più chiaro; La somiglianza perfetta di Stella, Elena e Katherine e la loro certezza che potesse essere una Petrova.
Stella era stata adottata.
-Oh.Mio.Dio…Allora sono davvero stata adottata!-Continuò la ragazza sconvolta rimanendo con la sguardo fisso su quel foglietto che le aveva rivelato la verità.
Calde lacrime rigarono il viso di Stella che teneva lo sguardo fisso nel vuoto mentre mille pensieri e ricordi le oltrepassavano la testa.
Tutta la sua vita era stata una menzogna e quella che era la sua famiglia ora non lo era più.
-Stellina…Calmati, ti prego!! Non posso vederti così e non poter fare niente…-Cercò di tranquillizzarla Damon abbracciandola fortemente col tentativo di farla smettere di piangere.
-Da-mon…Non mi abbandonerai mai, vero??-Continuò lei poggiando la testa nell’incavo del suo collo assaporando il profumo di pino e menta che emanava.
-Ma certo, Stellina!! Io non ti lascerò mai…Su, ora torniamo in hotel…-Concluse infine il vampiro dagli occhi di ghiaccio, voltandosi a guardare Stella per asciugarle le lacrime.
Dopo quelle parole si era tranquillizzata; da quel momento, Stella aveva capito che doveva essere molto forte.
Una volta usciti dall’abitazione i due si recarono all’auto quando sentirono qualcuno parlare.
-Hey, Angelo sei proprio tu??-Disse la voce, decisamente da uomo, dietro di loro, facendo sorridere Stella che si girò di scatto.
-Carota, non posso credere di rivederti!!-Esclamò la castana correndo ad abbracciare un ragazzo dai capelli rossicci come le carote e gli occhi azzurri come il cielo d’estate.
-Angelo, ma dove sei stata tutto questo tempo?!-Continuò il ragazzo schioccando un bacio sulla guancia alla ragazza per poi darle un leggero schiaffo sul fondoschiena che rise divertita prima di dare un dolce pugno sul braccio di lui.
Damon, nel frattempo, li osservava stranito e vedendo il ragazzo toccare il sedere di Stella passò all’azione geloso.
-Hey, togli le mani dalla mia ragazza!!-Esclamò diretto il vampiro fulminando con lo sguardo il ragazzo che lo guardò presuntuoso.
-Su, dai Damon…Non fare così!! Ti presentò Mark…l’unico e il solo mio migliore compagno di avventure!!-Aggiunse Stella continuando ad abbracciare il ragazzo, scompigliandogli i capelli color carota.
-Ah, tu saresti il migliore amico della MIA Stellina?!-
-Certo…Il migliore!! Vero, Angelo…-Dopo quelle parole Mark schioccò un altro bacio a Stella, facendo irritare ancora di più Damon, che, pur sapendo che fosse il migliore amico della sua ragazza, odiava vederla tra le braccia di un altro.
Dopo quell’incontro, Stella sembrava stare meglio e tutta la tristezza che fino a poco fa la accompagnava era svanita grazie a quel ragazzo, Mark.
Passato il resto della mattinata a chiacchierare con Mark, si fece ora di pranzo e, così tornarono al Motel in cui alloggiavano.
Quella era stata una giornata davvero faticosa.
Arrivati al Motel si recarono immediatamente nella loro suite per riposarsi.
-Damon, cos’hai??-Gli domandò lei accortasi che per tutto il tragitto era pensieroso e non le rivolgeva la parola.
Continuava a tenere lo sguardo fisso in un punto indefinito; aveva uno sguardo freddo e distaccato che non lasciava trasparire nessun sentimento.
-Damon hai intenzione di non rispondermi per tutto il resto del tempo che staremo qui?! Ho fatto qualcosa di male?? Dimmelo perché non capisco proprio il perché di questo tuo comportamento infantile…-Continuò lei furiosa.
Si stava infuriando; Lei non sopportava le persone che non le parlavano per motivi che non conosceva.
-Ah, quindi io avrei un comportamento infantile?? E allora tu… che ti butti addosso a qualsiasi ragazzo che conosci e che non vedi da tanto tempo?! Tu sei proprio una bambina capricciosa…Anzi, sai una cosa?!-
-Damon…ma cosa stai dicendo?!-Stella lo guardava meravigliata.
Se ne stava ferma a guardarlo senza riuscire a dire niente. Intorno l’unico rumore era la voce di Damon che la insultava come se fosse qualcun altro e, quelle parole, la colpirono al cuore facendo fuoriuscire quelle lacrime che, prima, erano sparite.
-Perché non te ne vai dal tuo amichetto…come lo chiami?! Ah, si…Carota…-Concluse infine lui indicandole la porta, voltandosi a guardare la finestra della loro camera.
A quelle parole, Stella corse fuori dalla stanza per poi uscire dal Motel.
Correva così veloce che non si accorse delle persone che la guardavano sbalorditi.
Tutto quello che contava ora, era allontanarsi da quell’uomo che prima diceva di amarla e poi la trattava male.
Una volta uscita fuori dal motel si appoggiò ad un albero per riprendere fiato.
Dopo quella corsa era sfinita;Non riusciva a togliersi le parole di Damon che le rimbombavano nella testa provocandole un forte dolore.
Sentiva le gambe molle e fragili e sapeva per certo che se non si sarebbe seduta avrebbero ceduto.
Sentiva il corpo farsi pesante, come attraversato da mille lame che non le permettevano di respirare e sentiva i battiti del cuore farsi sempre più forti.
 
 
Nel frattempo, Damon se ne stava nella stanza arrabbiato.
-Cosa ho fatto…-Disse lui oramai ubriaco, terminando di bere la seconda bottiglia di Bourbon per poi prenderne un’altra.
Adesso era furioso con sé stesso. Come aveva potuto dire quelle cose alla sua Stellina.
Era sicuro che lei non l’avrebbe mai perdonato e, questo, lo uccideva.
Aveva fatto di tutto per stare con lei e ora che tutto andava bene doveva fare quella scenata.
Il moro era immerso nei suoi pensieri quando sentì il telefono squillare.
Una  luce di speranza si accese, ma si spense immediatamente quando guardò il display del telefono.
Sperava vivamente che Stella lo stesse chiamando, ma purtroppo non sarebbe stato possibile.
Sul display era scritto “Sconosciuto” e, curioso di sapere chi lo stesse disturbando, rispose alla chiamata.
-Pronto…?-Rispose il moro oramai completamente ubriaco.
-Ciao, Damon!! Da quanti secoli…Ti stai divertendo con la mia dolce copia?!-Disse la voce suadente che fece rabbrividire il moro.
-Katherine…Allora cosa vuoi da me??-Continuò il vampiro dagli occhi di ghiaccio, scocciato da quella telefonata.
-Volevo solo dirti che… i giochi continuano!!-Concluse la vampira attaccando la telefonata, facendo arrabbiare ancora di più il vampiro.
Non bastavano i suoi problemi con Stella, ora ci si metteva anche quella manipolatrice di Katherine.
Decise di non pensare a quella telefonata, ora, l’unica ragione della sua tristezza era Stella.
 
 
 
Stella era seduta sulla panchina da più di mezz’ora, senza proferire parola.
Si sentiva distrutta, non aveva più fiato e sentiva il cuore esploderle in gola senza permetterle di emettere nemmeno un suono.
Finalmente, dopo qualche attimo decise che doveva capire cosa era cambiato tra lei e Damon, perché lui le aveva detto tutte quelle cose brutte.
Se non lo avrebbe fatto adesso se ne sarebbe pentita per tutta la vita perché, quella, sarebbe stata la fine della loro storia.
Così si alzò con la poca forza che aveva in corpo e raggiunse la suite entrando bruscamente nella stanza che puzzava di alcool.
Damon si voltò a guardarla per poi alzarsi e avvicinarsi a lei.
Era talmente ubriaco da non riuscire a camminare decentemente; si trascinava verso di lei, appoggiandosi di tanto in tanto al muro.
Stella sentiva i suoi respiri forzati e quando lui le si avvicinò poté sentire il suo alito che puzzava di alcool.
-Stellina…T-tu n-non pu-oi lasciiiiiiarmi!!-Esclamò lui spingendo la ragazza verso il muro per poi imprigionarla con le braccia.
-Damon…Sei ubriaco!!-Rispose lei impaurita dalla scena che le si presentava davanti.
Quello non era Damon, ne era sicura.
Il vampiro le si avvicinò pericolosamente baciandola.
Dopo che le loro labbra si staccarono, Damon si fermò a guardare imbambolato il collo scoperto della ragazza e, pian piano, il suo volto cambiò mostrando i canini affilati e gli occhi neri con delle venature rosse.
-Damon, cosa…??-Stella non finì la frase che il vampiro si avvicinò al suo collo e, subito dopo, la morse.
I canini del vampiro le bucarono la pelle procurandole un bruciore immenso e un terrore la pervase.
Non riusciva ad urlare né a muoversi, ma aveva paura di quel mostro che le stava facendo del male.
Damon succhiava avidamente il dolce sangue che aveva tanto bramato.
Quel sapore afrodisiaco che solo il sangue umano gli aveva fatto perdere la testa e aveva perso il controllo.
Sentiva la sua Stellina respirare a fatica e, quando si staccò da lei rendendosi conto di quello che aveva fatto vide il volto in lacrime di lei che lo guardava con terrore.
Come aveva potuto farle questo, lui la amava.
Quando lui la liberò dalla sua presa, Stella prese le chiavi dell’auto e corse per la seconda volta fuori dal motel toccandosi la ferita che le aveva provocato Damon.
Una volta raggiunta l’auto mise in moto e partì.
Il sangue non smetteva di uscire e cominciava a sentirsi sempre più debole, ma la cosa che le faceva più male era rivivere nella sua mente quel momento così orribile.
Damon non l’amava, non l’aveva mai amata; L’unica cosa che voleva era il suo sangue, quello e nient’altro.
Mentre guidava, prese il cellulare dalla giacca che aveva addosso e compose il numero di Stefan.
-Pronto…Stella, sei tu??-Rispose il castano.
-Ste-fan…Damon…Io e Damon abbiamo litigato e…poi lui era ubriaco e…-Iniziò a raccontare lei tra i singhiozzi e i sospiri che fecero spaventare Stefan.
-Stella…Parla piano! Cosa ti ha fatto Damon??-Continuò Stefan agitatissimo.
-Damon mi ha morso, Stefan!! Capisci?! E’ un mostro senza sentimenti…ha il cuore di pietra!!!-Spiegò meglio la ragazza piangendo a dirotto.
-COSA?? Stella dimmi che stai bene…Ora dove sei??-
-Sono in auto…Sto…venendo a casa…-
Per l’agitazione Stella non si era accorta di aver accelerato e quando si accorse che qualcuno se ne stava fermo davanti a lei, voltò di scatto il manubrio facendo capovolgere l’auto.
-Stella cos’è stato?? Stella…-
-Ste-fan…A-IU-TOOO…-Furono le ultime parole della ragazza dopodiché svenne.
 

 
Fine capitolo 6!!
Angolo autrice: Che bello cel’ho fatta!! Pensavo di non poter mai arrivare alla fine di questo capitolo….L’ispirazione mi ha avvolta e ho iniziato a scrivere questo capitolo ricco di sorprese. Perdonate gli eventuali errori xDD Spero vi sia piaciuto!! Questi capitoli sono i più importanti della storia… Sono quelli da non perdere ù.ù Ci ho messo corpo ed anima e, sinceramente, per la prima volta sono soddisfatta di quello che ho scritto!! Ringrazio ancora tutte le persone che recensiscono sempre e anche quelli che leggono in silenzio o hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate…
Grazie mille!!
Baci.
TheDarkLady97!! :3
PS: Spero che non vi siate annoiate a leggere un capitolo così lungo xDD Non credo che gli altri saranno così v.v 

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Capitolo 7
*** Disturbed Mind ***


Ciaoo!!! Ed eccomi qui…Sono arrivata finalmente al capitolo sette di questa storia!! Non pensavo ci sarei mai arrivata xDD Prima di lasciarvi vorrei ringraziare la mia Beta che è sempre così disponibile con me e vorrei ringraziare tutti voi che recensite e anche chi legge in silenzio e..tutti quelli che mi hanno tra le preferite/seguite/ricordate!! GRAZIE A TUTTI!! *--*
Ed ora, buona lettura!!
 
 
 

 
 
Capitolo 7
Disturbed Mind.

 
 
 
 
Era mattina e i raggi del sole filtravano da una finestra della Pensione Salvatore, andando a poggiarsi sul viso addormentato di Stella.
Quando la Gilbert di Miami percepì il loro calore, aprì dolcemente gli occhi guardandosi intorno spaesata.
Si trovava nella stanza di Stefan senza nemmeno sapere come ci fosse arrivata.
Quando cercò di alzarsi dal letto sentì delle fitte forti alla testa e un dolore lancinante alla gamba.
-Hey, hey…Non alzarti!! Devi riposare…-Stefan le si avvicinò velocemente, facendola ristendere nel letto.
-Stefan, cosa è successo?? L’ultima cosa che ricordo è che io ero in macchina, poi c’era un uomo…l’ho investito e, infine, il buio totale…-Disse la ragazza frastornata, sfiorandosi con una mano la fronte ancora intrisa di sangue.
-Non preoccuparti, ora stai bene!! Quando non ti ho più sentito parlare mi sono preoccupato e…ho chiamato Damon che ti ha portato in salvo…Hai dormito per tre giorni…-Spiegò il vampiro dagli occhi smeraldo.
-Ti prego, Stefan!! Non nominare mai più quel nome…Io lo detesto con tutto il cuore!! Tutto quello che voleva era il mio sangue e lo ha ottenuto…-Lo pregò lei iniziando a piangere senza sosta, stringendo forte le lenzuola oramai bagnate.
A quel gesto, Stefan la attirò a sé, stringendola in un abbraccio.
-Stella, non devi avere paura..Ci siamo io e Elena a proteggerti!! Non permetteremo che Damon ti faccia del male di nuovo….-Le sussurrò lui accarezzandole i capelli amorevolmente.
-Lo spero, Stefan!! Pensavo che la nostra storia potesse funzionare, ma… era tutta un’illusione!!-
-Shh..Basta soffrire, Stella!!-
-Stefan…devo andarmene da questa casa!! Non voglio stare sotto il suo stesso tetto…-
-Tranquilla, Stella…Dopo averti portata qui è scappato e..non si è visto in questi tre giorni!!-
Fiumi di lacrime caddero nuovamente sul viso di Stella, il suo cuore era a pezzi e nella sua mente era ritornata l’immagine di quel mostro che credeva di amare.
Dopo tutto quello che avevano passato in quegli ultimi giorni, quella era la cosa più brutta che le potesse capitare.
-Ora basta piangere, Stella!! Dimenticati di lui e cerca di riposare.. Io vado a chiamare Elena…-Concluse infine Stefan, alzandosi dal letto per poi scendere al piano di sotto dove lo aspettava Elena.
Una volta che Stefan fu al piano di sotto, Stella decise di alzarsi.
Appena si sedette sul bordo del letto, il dolore alla gamba si fece sentire, ma, senza esitare, si alzò in piedi camminando aggrappata alla parete dell’enorme camera di Stefan.
Raggiunta la porta, uscì dalla camera e si diresse nell’enorme corridoio dove vi erano tutte  le stanze da letto della pensione.
Camminava senza una meta, immersa nei suoi pensieri.
Si fermò davanti alla porta di una camera, precisamente davanti alla porta della camera di Damon.
Appena si sporse per osservarla all’interno, vide che tutti i mobili erano sottosopra e il letto disfatto.
Dava l’impressione che un tornado fosse passato di lì.
Dopo aver osservato quella stanza, ritornò nella stanza di Stefan.
 
 
Nel frattempo, Stefan e Elena stavano parlando nel salotto di casa Salvatore.
-Elena, credo sia meglio andare da lei..Le farà piacere vederti! E dopo quello che le ha fatto Damon…ha bisogno di un po’ di gioia!-Disse Stefan avvicinandosi alla sua ragazza, sfiorandole la mano.
-Grazie, Stefan!! So, che potrò sempre contare su di te…-Rispose la castana alzandosi per poi salire al piano di sopra seguita dal vampiro.
Una volta saliti di sopra, raggiunsero Stella.
-Stella, come stai?-Le domandò Elena correndo ad abbracciarla.
-Sto bene, Elena…Le ferite corporee guariscono, sono quelle dell’anima che fanno male…-Rispose Stella sedendosi sul letto tristemente.
-Su, Stella…Adesso pensa solo a guarire le tue ferite…Fa vedere un po’!-Continuò la Gilbert di Mystic Falls avvicinandosi per controllare la gamba della cugina.
Quando le scoprì la gamba, rimase paralizzata nel vedere che tutti i graffi e le ferite profonde dapprima presenti erano scomparse.
Non capiva come questo fosse possibile finché un’idea le sfiorò la mente.
-Stefan, sei stato tu a guarirla? Le hai dato sangue di vampiro?-Gli chiese lei arrabbiata, ma allo stesso tempo curiosa.
-Ma, no Elena! Ti giuro che io non le ho dato niente…prima di venire da te la gamba era ricoperta di graffi e lividi e…non capisco proprio come sia potuta guarire in così poco tempo…-Rispose Stefan impaurito.
Quel mistero li aveva spaventati e sapevano che dovevano indagare più affondo per scoprire cosa ci fosse sotto.
Dopo aver rassicurato Stella, le due Gilbert fecero ritorno a casa.
Per tutto il giorno Stella non aveva proferito parola, non aveva toccato nemmeno un po’ di cibo e, per giunta, non aveva bevuto.
Calata la sera, si chiuse in camera sua con il suo adorato I-Pod e la sua amata musica.
Una volta stesa sul letto cliccò sul tasto “Play” e partì la canzone Far Away” di NickelBack.
Quella era proprio la canzone che non avrebbe voluto ascoltare visto che le ricordava moltissimo Damon, quel mostro che l’aveva solo usata per la sua brama di sangue.
Nel ripensare a lui, alcune lacrime le rigarono il volto.
 
 
 
Nel frattempo…
Damon era scomparso da quando aveva riportato Stella a Mystic Falls.
Non aveva il coraggio di farsi vedere da suo fratello, da Elena e soprattutto dalla sua Stellina che, ora, lo odiava e avrebbe preferito vederlo morto che davanti agli occhi.
Non poteva credere di essere stato così stupido da perderla per un errore commesso a causa di Katherine e di una sbronza.
Non ne combinava una giusta e ora si sentiva terribilmente in colpa.
Lui non era mai stato così male per una ragazza come lo era ora; nemmeno quando soffriva per Katherine o per Elena.
In cuor suo sapeva che Stella era diversa, era speciale e nessun’altra l’avrebbe potuta sostituire.
Adesso avrebbe dovuto vivere un’eternità di rimpianti e di sensi di colpa che lo avrebbero divorato poco a poco.
Se ne stava steso in mezzo alla strada senza preoccuparsi che arrivasse un auto e lo investisse, tanto gli avrebbe fatto solo il solletico.
Era immobile a fissare il cielo stellato che gli ricordava quella notte; quella notte in cui lui e la sua Stellina si erano baciati sul tetto e lei gli aveva rivelato che quello era il suo posto preferito da piccola.
Una lacrima gli rigò il volto per la prima volta e quegli occhi di ghiaccio divennero lucidi.
Se fosse stato umano, in quell’istante, il cuore gli si sarebbe fermato per il troppo dolore.
Era immerso nei suoi pensieri quando si sentì un forte stridio dietro di lui dopodiché una voce lo fece voltare.
-Hey, sei ferito?? Stai bene??-Gli chiese una bionda inginocchiandosi accanto a lui.
-No, non sto affatto bene…-Rispose lui voltandosi verso la bionda per poi afferrarla e spingerla con forza sulla portiera dell’auto.
Quando la donna scorse il suo volte si accorse che era mostruoso, gli occhi erano iniettati di sangue e i canini fuoriuscivano dalle labbra, aguzzi come coltelli.
-Non aver paura…-Le sussurrò guardandola dritta negli occhi, facendo allargare le pupille per soggiogarla.
La bionda tremava di paura, ma, per colpa del soggiogamento, non riusciva a gridare o a fuggire.
La sua paura era rimasta intrappolata nella sua testa e non poteva uscire.
Il vampiro le accarezzò dolcemente la guancia guardandola con malinconia, togliendole poi una ciocca ribelle dal viso.
-Ti prego non uccidermi…-Aggiunse lei con voce calma.
-Vedi, tesoro…Io sono un vampiro e noi vampiri siamo degli esseri spregevoli! Devo ucciderti per forza…fa parte della mia natura…-Le spiegò lui sfiorandole le labbra carnose con le dita.
Dopo un po’, il moro scoprì il collo della bionda e avvicinò i denti per affondarli nella pelle rosea della ragazza, ma, quando stava per morderla, gli ritornò in mente il volto terrorizzato della sua Stellina e si fermò.
Pian piano, alleggerì la stretta sulla bionda che aprì gli occhi stupita.
-Tesoro, mi sono reso conto che non posso farti del male…C’è chi mi odierebbe se lo facessi! Sali in macchina e corri…Non fermarti fino a che non sei a casa, al sicuro…E una volta che sarai arrivata a casa ti dimenticherai di questo spiacevole incontro!-Concluse infine il vampiro soggiogandola per l’ultima volta.
Così la ragazza salì in auto e fece come le aveva ordinata il moro e, mentre lei si allontanava sempre di più, Damon riprese a camminare per la strada senza una meta da raggiungere.
 
 
 
A casa Gilbert, regnava il silenzio fin quando non suonò il campanello.
-Hey, come sta??-Chiese Stefan alla fidanzata, scrutandola con sguardo preoccupato.
-Come vuoi che stia…Appena siamo arrivate a casa si è chiusa nella stanza tutta il giorno, non ha mangiato e non ha bevuto…-Rispose Elena tristemente, salendo le scale seguita dal vampiro.
-Ecco, giudica tu!-Aggiunse la castana aprendo la porta della stanza della cugina facendo avvicinare Stefan che intravide la sagoma di Stella sdraiata sul grande letto matrimoniale, con le cuffie nelle orecchie e gli occhi gonfi  e pieni di lacrime.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto, i capelli ricci in disordine, il trucco sbavato e le coperte per terra, segno di un’eminente lotta con esse.
Dopo aver passato qualche minuto ad osservarla, Stefan si chiuse la porta alle spalle.
-Sta davvero malissimo!-Esclamò guardando Elena.
-Eh, già…E’ iniziato tutto per gioco e alla fine lei si è scottata…e parecchio!!-Rispose la Gilbert aggiustandosi una ciocca ribelle dal viso portandosela dietro all’orecchio.
-Dobbiamo cercare di farla mangiare altrimenti perderà tutte le forze e dimagrirà sempre di più…-Stefan scese al piano di sotto a velocità vampiresca raggiungendo la cucina per poi prendere qualcosa da mangiare e, subito dopo, ritornò al piano di sopra cercando di non svegliare Jenna che stava già dormendo.
Dopodiché entrò nella camera di Stella seguito da Elena.
Quando aprirono la porta trovarono Stella seduta davanti allo specchio che si pettinava i capelli mantenendo uno sguardo assente, sembrava ipnotizzata.
Stefan le si avvicinò poggiando il vassoio con il mangiare davanti a lei che non lo degnò di uno sguardo; Elena era davvero spaventata nel vedere la cugina in quella situazione.
-Stella, ti prego…devi mangiare qualcosa altrimenti ti indebolirai!-Cercò di persuaderla Stefan, poggiandole una mano sulla spalla, ma nemmeno questo gesto la smosse.
-Tesoro, so che stai soffrendo moltissimo per quello che ha fatto Damon, ma…-Elena non riuscì a finire la frase, che, al solo pronunciare il nome di Damon, Stella si voltò di scatto verso di lei urlando.
-NON OSARE PRONUNCIARE QUEL NOME! LASCIATEMI IN PACE..NON HO FAME!!-Stella guardò Elena furiosa e, la ragazza, scorse sul suo volto gli occhi ricolmi di sangue con delle venature rosse sotto, assomigliavano a quelli di un vampiro e questo li spaventò.
Subito dopo, la Gilbert di Miami si scaraventò contro Stefan che cadde sbattendo fortemente contro l’armadio che vi era nella stanza e subito dopo si gettò sulla finestra chiusa, spaccando il vetro per la troppa forza cadendo giù senza farsi male.
Non sembrava lei ed Elena era rimasta sconvolta dopo aver visto quella faccia mostruosa che solo un vampiro possedeva.
Dopo essersi ripresa, Elena corse verso la finestra per assicurarsi che Stella stesse bene e, quando si affacciò, la Gilbert di Miami la guardò furiosa per un’ultima volta prima di iniziare a correre lontano dall’abitazione per le strade di Mystic Falls illuminate solo da pochi lampioni e dalla luce della luna e delle stelle.
Subito dopo, Elena si avvicinò velocemente a Stefan che aveva un pezzo di legno appartenente all’armadio conficcato nel fianco.
Dopo aver contato fino a tre, lo estrasse velocemente facendo emettere un piccolo grido.
-Stefan, l’hai vista?? Era un mostro…Ma come è possibile che sia così se è umana?! Dobbiamo cercarla altrimenti potrebbe trovarsi nei guai…-Disse tutto d’un fiato la castana lasciandosi scappare una lacrima che subito Stefan le asciugò.
-Non preoccuparti, Elena! Risolveremo tutto…Non ho idea di come sia potuto accadere, ma sono sicuro di una cosa…Riusciremo a risolvere anche questo problema! D’altronde se siamo insieme ne usciamo sempre illesi…-Concluse infine il vampiro abbracciando la fidanzata con dolcezza, accarezzandole i capelli per rasserenarla.
Purtroppo, però, quello non era il loro unico problema; sentendo il rumore del vetro che andava in frantumi, Jenna si svegliò di soprassalto e si diresse verso la camera di Stella dalla quale era provenuto il rumore.
Quando spalancò la porta, vide Stefan e Elena abbracciati, la finestra rotta e la stanza in disordine come se fosse passato un uragano.
Ma la cosa che la spaventò fu il sangue che imbrattava il fianco di Stefan.
La ferita che si era procurato poco prima era molto profonda e, anche se era un vampiro, vi avrebbe messo almeno un’ora per guarire.
-AHHHH!!-Solo il suono di terrore fuoriuscì dalla bocca di Jenna che si portò una mano alla bocca mentre rimaneva immobile ad osservare i due ragazzi che, sentendola, si voltarono paralizzati verso di lei.
-Zia Jenna…-Elena riuscì solo a pronunciare quelle due parole dopodiché le si avvicinò tremante.
-Elena, Lui. Sangue. Finestra.Rotta…-Jenna non riusciva a parlare.
-Jenna, sta tranquilla…Non è successo niente, qualche idiota ha tirato un sasso che ha mandato in pezzi la finestra e del vetro mi è finito addosso per questo sto sanguinando, ma non è niente di grave…Per quanto riguarda la stanza…Beh, Stella si è arrabbiata con Elena e se l’è presa con la stanza!!-Spiegò Stefan con tono calmo, sorridendo ogni tanto.
Nel sentire quella spiegazione, Jenna si tranquillizzò e dopo un po’ ritornò a dormire, infondo era solo l’una del mattino.
Dopo essersi assicurati che Jenna stesse dormendo, uscirono fuori di casa per iniziare la ricerca della Gilbert.
 
 
Intanto, Stella vagava per la città in balia della sua furia che l’avvolgeva come un mantello.
Correva ostinata attraversando la strada senza vedere, andando a sbattere addosso qualsiasi passante che si trovasse sulla sua strada.
Ma lei, questo, non importava.
Arrivò all’entrata del bosco, si fermò qualche istante a fissare gli alberi dopodiché si decise ad addentrarsi nella boscaglia immersa nell’oscurità.
Riprese a correre ad una velocità strabiliante e, ad ogni passo, andava a sbattere contro qualche albero provocandosi grosse ferite con varie schegge di legno conficcate nella pelle oramai ricoperta dal sangue.
Sentiva il dolore procuratole dalle dure cortecce dei tronchi, ma non le importava.
La cosa che importava era correre fino a che non si sarebbe sentita troppo stanca.
 
 
 
Damon aveva camminato per circa un’ora, ma non percepiva nessun segno di stanchezza nel suo corpo di non-morto.
Aveva sempre lo sguardo perso nel vuoto ed era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse di essersi addentrato nel bosco di Mystic Falls.
Il moro era arrivato al centro del bosco, si sedette qualche attimo su una roccia per pensare.
Non riusciva a capire perché fosse tornato a Mystic Falls se si era ripromesso di non mettervi più piede dopo avervi riportato Stella.
Quella città era come una calamita e lui ne era attratto più che mai; non poteva farne a meno.
Un misto di angoscia e tristezza si impossessò di lui che aveva solo un unico pensiero: La sua Stellina.
Non riusciva a cancellare quell’immagine dalla sua mente, adesso che l’aveva persa si era reso conto che l’amava più di quanto si aspettasse.
Era immerso nei suoi pensieri quando un rumore catturò la sua attenzione.
-Chi c’è?- Disse alzandosi dalla roccia, guardandosi intorno, ma nessuno rispose.
-Oh, avanti. Chiunque tu sia esci immediatamente allo scoperto altrimenti sarò costretto a tirati fuori io con le cattive…-Continuò il vampiro sorridendo ironicamente.
All’improvviso, udì un rumore dietro di sé, si voltò e quello che vide lo fece rimanere a bocca aperta.
Vi era la sagoma di una ragazza con i capelli sul volto, ricoperta dall’oscurità della notte.
Dopo qualche attimo di silenzio, la ragazza alzò leggermente il volto e poté intravedere nell’oscurità i suoi occhi rossi che luccicavano come brillanti e, subito dopo, si scagliò contro il moro che era immobile a fissarla.
Quando le arrivò addosso , con uno scatto, la immobilizzò trattenendola per la gola.
Il volto del moro si trasformò e la stringeva sempre con più forza.
D’un tratto la ragazza alzò la faccia guardandolo negli occhi e, istintivamente, il vampiro la lasciò cadere a terra guardandola con gli occhi sbarrati.
Non poteva credere che quel mostro che l’aveva attaccato potesse essere proprio la sua dolce Stellina.
Quella ragazza intrisa di sangue dalla testa ai piedi, mezza nuda, con lo sguardo di un vampiro e una forza sovrumana non poteva essere lei.
Sperava vivamente che quello fosse solo un orribile incubo e che appena avesse aperto gli occhi quel mostro sarebbe scomparso e tutto sarebbe tornato alla normalità.
Mentre lui la guardava con le lacrime agli occhi, lei si rialzò e si gettò nuovamente su di esso che non oppose resistenza.
-S-Stel-li-na…-Riuscì a dire solo il suo nome dopodiché si gettò a terra piegandosi dal dolore, sputando sangue dalla bocca.
Cercava in tutti i modi di capire cosa fosse successo alla sua amata, ma non riusciva proprio a capire, dall’odore del suo sangue capiva che era ancora umana, ma allo stesso tempo, aveva una forza sovrumana e si comportava come un vampiro.
Stella lo colpiva con tutta la forza che aveva; lo graffiava, gli dava pugni e calci.
Lui avrebbe potuto reagire, ma contro di lei non ce l’avrebbe mai fatta.
Dopo averlo picchiato e reso innocuo, si diresse verso un albero dal quale staccò un pezzo di legno appuntito poi raggiunse il moro che la guardava dolorosamente.
Lo afferrò per il colletto della giacca e lo sollevò trattenendolo per la gola, puntandogli il pezzo di legno allo stomaco.
-Stel-li-na…Ti p-prego…Questa…n-non…s-sei…tu!-Disse lui sforzandosi a parlare con l’intento di farla ragionare, ma senza riuscirci.
-Non parlare brutto bastardo!! Sei solo uno stronzo ipocrita che non sa fare altro che abbindolare le persone…DEVI MORIRE!!!-Rispose lei urlando con tutta la voce che aveva, premendo sempre di più il legno verso il suo stomaco, facendolo trasalire.
Sentiva il legno sfiorargli la pelle e sapeva che qualsiasi movimento sarebbe stato fatale.
Era calato il silenzio tra di loro, nessuna osava fiatare.
Si guardarono negli occhi e poté scrutare l’odio e la rabbia che Stella provava verso di lui e verso tutto quello che la circondava, ma la cosa che lo uccideva, era che tutto quello che le stava accadendo era colpa sua.
Rimasero per qualche attimo immobili e, dopo qualche minuto, arrivarono Stefan e Elena che li guardarono sbalorditi.
-Stella, abbassa quel pezzo di legno…-Disse Elena avvicinandosi lentamente alla cugina tenendo lo sguardo fisso sul pezzo di legno che la ragazza aveva in mano.
Stefan seguì la sua fidanzata e, Stella, vedendoli avvicinarsi, conficcò il pezzo di legno nello stomaco di Damon e subito dopo scappò lontano da loro.
I due si avvicinarono a Damon preoccupati e, dopo avergli sfilato il legno dallo stomaco, lo aiutarono ad alzarsi e fecero ritorno alla Pensione.
 
 
 
 
 

Fine 7° Capitolo!!
Angolo Autrice: Seraaaaaa a tutteee!! :3
Finalmente ho
 Concluso anche questo capitolo e spero davvero che vi sia piaciuto u.u Mi sono messa molto d’impegno e devo dire che mi sento molto soddisfatta :PP Non vedo l’ora di leggere  le vostre recensioni!!!
Baci.
TheDarkLady97 xx
 
PS: Perdonate gli eventuali orrori di ortografia xDD Ero talmente impaziente di aggiornare che non ho corretto u.u
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Secrets from the past. ***


Ciao a tutti!! Eccomi qui con il capitolo 8. Questo è uno dei capitoli più tragici della storia: Stella non è in sé, Damon fa finta di star bene, ma, in realtà, è a pezzi dopo aver avuto quell’orribile visione della sua Stellina, Stefan, Elena e tutti gli altri sono alla ricerca della Gilbert di Miami senza, però, riuscire a trovarla. Questo è il breve riepilogo del capitolo, spero vi piaccia!! 
Buona lettura!! =)
                     
 
 

 

Capitolo 8

 Secrets from the Past.

 
 

 ATTENZIONE!:
Le scritte in corsivo sono le visioni di Stella e
quelle normale sono riferite alla realtà.

 






Era l’alba di un nuovo giorno.
Stella continuava a vagare per la foresta di Mystic Falls senza una meta. Le sue gambe si muovevano involontariamente, avanzando sempre di più, calpestando il terreno tappezzato di foglie, sassi e radici di alberi secolari.
Era nuovamente ricoperta di sangue: i capelli erano sporchi, intrisi di quel liquido rosso, i vestiti si erano ridotti in piccoli pezzettini.
Ad ogni passo che compiva, un pezzo di stoffa abbandonava il suo corpo rimanendo attaccata ad un ramo, ma, questo, non le importava minimamente.
Le uniche parti ad essere coperte erano il seno e il bacino mentre il viso, le gambe, la pancia, la schiena e le braccia erano completamente nude, coperte solo dal sangue che fuoriusciva dalle profonde ferite provocatole dai rami.
Mentre camminava, gelide lacrime le rigarono il volto accidentalmente mescolandosi al sangue.
Stella sentiva il corpo farsi pesante, le gocce di pianto fuoriuscivano solitarie, l’unico dolore che riusciva a percepire era quello delle grosse ferite e non riusciva nemmeno a comprendere il motivo di quel pianto inaspettato.
Non riusciva a controllarsi: Rabbia, vendetta, dolore, tristezza, erano tutte emozioni che la pervasero facendola agitare per l’ennesima volta.
Per un momento, Stella si era calmata un po’ e con lei era svanita anche quella rabbia che fino a poco prima la stava corrodendo.
Immersa nei pensieri, non si rese conto di essere arrivata quasi alla fine del bosco, solo quando i raggi del sole le illuminarono il volto accecandola, se ne accorse.
Istintivamente, si portò una mano agli occhi infiammati e corse all’ombra, sedendosi, finalmente, su un enorme sasso per riposare.
 
 
 
Intanto, alla Pensione Salvatore, tutti erano in pensiero per la loro amica scomparsa.
Stefan ed Elena stavano facendo di tutto pur di rintracciarla, ma senza tanto successo.
-Stefan cosa facciamo?-Chiese la Gilbert ansiosa, muovendosi avanti e dietro nella speranza di trovare una soluzione che l’avrebbe aiutata a ritrovare la cugina.
-Per favore, calmati, Elena! Non serve a niente agitarsi…-Cercò di rassicurarla il vampiro con scarso risultato.
-Come posso stare calma sapendo che Stella è chissà dove in preda alla follia?! L’hai vista anche tu, Stefan…Quella creatura mostruosa non era lei…-Continuò la ragazza portandosi una mano nei capelli, aggiustando una ciocca dietro l’orecchio.
-So cosa hai visto! Troveremo una soluzione, ma…per farlo dobbiamo trovarla a tutti i costi…Ci sono troppi misteri da risolvere!-
-Hai, ragione! Prima la sua somiglianza con Katherine e me, poi la sua rapida guarigione e, come se non bastasse, questo…Sono disperata!-Elena abbracciò il suo ragazzo sfogandosi in un pianto liberatorio.
Il ragazzo la strinse forte a sé e rimase ad ascoltare il suo pianto, coccolandole i capelli per farla calmare.
-So che è difficile, ma devi farlo…Se non per te, fallo per Damon! So che è strano dirlo, ma penso che Damon la ami davvero…-Riprese a parlare il vampiro staccandosi per un istante da lei per guardarla negli occhi.
-Lo credo anch’io…-Disse lei tirando su col naso, asciugandosi gli occhi arrossati per colpa del pianto.
-Anche se dice di star bene, so che sta soffrendo come non lo ha mai fatto in vita sua…Hai visto anche tu la sua espressione mentre Stella stava per ucciderlo, perciò, ti prego! Fallo per lui, infondo so che gli vuoi bene…-Si avvicinò a lei, sfiorandole una guancia con la mano mentre lei lo guardava tristemente.
-D’accordo, Stefan! Lo farò, sarò forte…Sono sicura che la troveremo!-Esclamò lei sforzando un sorriso che, però, scomparve all’istante.
Mentre i due cercavano un sistema per trovare Stella, Damon fece la sua comparsa nel salone della Pensione interrompendo i due.
-Novità di Stella??-Domandò il moro poggiando la sua giacca sul divano per poi dirigersi al bancone dei drink per versarsi un po’ di Bourbon nel bicchiere.
Quello era l’unico modo per mantenere la calma, cercando di non impazzire pensando alla sua Stellina.
-Niente di niente…Bonnie e gli altri stanno provando a localizzarla con un incantesimo, ma non sanno ancora niente…E’ come scomparsa nel nulla!-Rispose Elena amareggiata.
-Ma come…? Dove potrebbe essere andata…?-Domandò il moro più a sé stesso che agli altri, sforzandosi di ricordare un posto in cui sarebbe potuta andare, ma niente.
-Potrebbe essere dappertutto! Dobbiamo solo sperare e continuare a cercare…-Concluse infine Stefan afferrando il telefono per poi comporre il numero di Bonnie per sapere a che punto erano gli altri.
-Beh…Vado a cercarla per conto mio! Se la trovate chiamate…-Damon indossò la giacca e uscì nuovamente dalla Pensione raggiungendo l’auto.
Mise in moto e si diresse al Grill con la speranza di trovarla lì.
Arrivato a destinazione, fece la sua comparsa all’interno del locale, ma, di Stella, nessuna traccia.
-Hey, Tyler! Hai visto per caso Stella??-Domandò il vampiro al giovane Lockwood.
-Mmm…Mi dispiace Damon, ma non l’ho proprio vista! L’ultima volta che l’ho vista siete partiti per Miami…-Rispose il licantropo finendo di bere il suo bicchiere di whisky.
-D’accordo…Grazie lo stesso per l’aiuto…-Il moro uscì dal Grill per raggiungere la seconda tappa, casa Gilbert.
Parcheggiò l’auto fuori il viale dell’abitazione e, velocemente, entrò sperando con tutto se stesso che fosse tornata a casa, ma, le sue speranze, svanirono quando vide Jenna seduta sul divano insieme ad Alaric, fermi in silenzio a guardare un punto qualsiasi.
-Damon! Ti prego…dimmi che hai notizie di Stella! Ieri sera è scomparsa e sono preoccupata che possa accaderle qualcosa di terribile…-Disse tutto d’un fiato Jenna alzandosi in piedi angosciata appena vide la figura del moro davanti alla porta.
-Mi dispiace, ma per ora non abbiamo notizie…Speravo fosse tornata a casa ma a quanto vedo neanche voi l’avete vista…-
-Cosa le sarà successo? Perché è scappata?!-Chiese Alaric tra se e se, più preoccupato che mai per la sorte della ragazza scomparsa.
-Beh…Ragazzi io continuo a cercarla, dovrà pur stare da qualche parte!-Concluse Damon uscendo dall’abitazione, accendendo nuovamente l’auto per poi dirigersi alla tappa successiva, il liceo.
Fece irruenza nel liceo facendo meno rumore possibile, raggiungendo l’aula di Alaric nella quale vi erano Bonnie, Jeremy e Caroline intenti a sperimentare un nuovo incantesimo.
-Allora, streghetta…Hai fatto l’incantesimo o il tuo radar non funziona??-Il moro si avvicinò bruscamente a Bonnie, impaziente di avere delle risposte da lei.
 -Dovrai aspettare ancora! La magia non è cosa da poco come quei giochetti del controllo che utilizzate voi vampirelli…Questa è una cosa seria e serve concentrazione…-
-Mi sa che dovrai concentrarti più in fretta, non abbiamo tutta la giornata!-Esclamò lui sarcastico.
-Mi concentrerei più velocemente se non ti avessi tra i piedi quindi ti invito ad andartene…Renditi utile se puoi e quando avremo notizie te lo diremo…-
-Fa come vuoi, io me ne vado! Lascia che ti dica una cosa…voi streghe siete proprio le persone più acide che io abbia mai conosciuto…-
Damon lasciò il liceo e si diresse alla centrale di polizia.
Entrò nell’ufficio dello sceriffo Forbes, sedendosi in attesa di qualche notizia dalla polizia.
-Buone notizie per te, Damon!-Esclamò lo sceriffo entrando nell’ufficizio con una cartellina tra le mani.
-Bene, Liz!! Dimmi tutto quello che hai scoperto…-Un sorriso comparve sulla faccia di Damon che guardava la bionda ansioso di avere qualche notizia di Stella.
-Ci sono stati segnalati degli avvistamenti di una presenza nel bosco di Mystic Falls…-
-Questa si che è una buona notizia…-Esultò il moro sorridente.
-Alcuni cittadini che abitano ai confini del bosco ci hanno detto che, durante la notte, è stata avvistata una persona che vagava per il bosco…Secondo loro si tratta di una donna, credo possa essere Stella…-Spiegò lo sceriffo porgendo al vampiro la cartella che aveva in mano nella quale vi era il resoconto ottenuto dai contadini.
-Lo credo anch’io…Beh, almeno sappiamo che è in città! Continuate a cercarla, io farò lo stesso…Grazie Liz!-Posò la cartella sulla scrivania, salutò la Forbes con una stretta di mano dopodiché scomparve oltre la porta.
Il maggiore dei Salvatore lasciò la centrale di polizia deciso a continuare le ricerche per conto suo.
 
 
 
Stella era ancora seduta, cercando di recuperare un po’ le forze che la stavano abbandonando pian piano.
La sua mente era offuscata dai ricordi di quella sera, di Damon che la guardava dolorante e la implorava di smettere, ma lei non lo ascoltava, del rumore provocato dal paletto una volta penetrato nello stomaco del vampiro.
Quegli occhi di ghiaccio l’avevano guardata penetrandola sempre più e non la lasciavano nemmeno per un secondo.
Il silenzio la circondava, finché un rumore catturò la sua attenzione.
Il rumore di foglie calpestate e di rami spezzati la fece spaventare.
Si alzò di scatto, guardandosi intorno terrorizzata.
-Chi è là??- Disse con voce tremante, guardando oltre gli alberi, ma non riusciva a vedere nulla.
Forse era Damon, o forse no.
Non riusciva a capire per quale  motivo, dopo che l’aveva distrutta, non faceva altro che pensare a lui.
In ogni cosa che faceva vi era quel dannato uomo dagli occhi di ghiaccio che la tormentavano da quando aveva messo piede in città.
Dal primo momento in cui lo vide alla Pensione, da quando i loro sguardi si incrociarono, capirono che erano fatti l’uno per l’altro.
Il suo cuore sapeva che era così, ma la sua testa non poteva dimenticare quello che le aveva fatto: dopo aver passato la notte insieme, l’aveva morsa assaporando il suo sangue utilizzando la violenza, l’aveva sgridata e distrutta con parole taglienti che l’avevano colpita dritta in faccia come un secchio d’acqua gelida.
 Era combattuta tra amore e odio, separati da un sottile filo che, in qualsiasi momento, poteva cedere.
Non riusciva a decidersi, non sapeva chi ascoltare; il cuore o la testa.
Pian piano si avvicinò in direzione del rumore e, dal fitto degli alberi, sbucò un capriolo che la spaventò facendola urlare.
Una volta ripresasi dallo spavento, fece un lungo sospiro dopodiché si mise a correre sforzando le sue gambe al massimo con la speranza di uscire dal bosco il prima possibile, ma, questo, non era concepibile viste le sue condizioni.
Le doleva tutto e ogni passo che compiva era come un ago conficcatole nella pelle.
Una volta uscita dal bosco, Stella si diresse in città passando per strade e scorciatoie con poche persone in circolazione, raggiungendo l’unico posto sicuro che conosceva: la radura scoperta da Damon nella quale i due andavano spesso a fare dei picnic.
Attraversò il parco passando inosservata e raggiunse il muro di rampicanti, li spostò ed entrò dentro la grotta, uscendo, dopo un po’, nella radura.
Raggiunse lentamente, quasi strisciando, il ciliegio per poi accasciarsi senza forze vicino al tronco.
La troppo perdita di sangue la stava uccidendo lentamente, se non sarebbe accorso qualcuno al più presto sarebbe stata la fine per lei.
La testa le pulsava in un modo incredibile e non riusciva più a distinguere l’ambiente circostante, il corpo intriso di sangue era sudato ed accaldato,le forze l’avevano abbandonata del tutto.
Non riusciva nemmeno a muovere le dita delle mani, né quelle dei piedi.
Istintivamente chiuse gli occhi e quando li aprì vide una bambina davanti a sé che la guardava senza proferire parola.
 Notò in lei qualcosa di familiare: aveva i suoi stessi occhi, gli stessi capelli.
Quando i loro sguardi si incontrarono delle scosse le invasero il corpo raggiungendo la testa, facendola sobbalzare come se avesse preso la corrente.
Chiuse gli occhi spaventata, aprendoli una volta che le scosse cessarono e, una volta aperti, comprese che la bambina di prima era ancora lì.
La piccola le si avvicinò silenziosa fino a sfiorarle il viso con la manina.
-Chi…sei..tu?-Sussurò Stella.
-Perché stai male? Ti prego, non chiudere gli occhi…-Disse la bimba con voce cristallina, guardandola con tristezza poi però si voltò sentendo qualcuno pronunciare il suo nome: Stella.
-Stella…Stella dove sei??-Una ragazza più grande sbucò dal nulla, correndo accanto alla bimba.
Dapprima Stella non si accorse tanto dell’aspetto di lei, ma, quando lo fece, si  rese conto che erano identiche.
-Sono qui sorellona…-Rispose subito la bimba correndo poi verso la ragazza più grande, saltandole il braccio impaurita.
La ragazza era la fotocopia di Stella, ma, sapeva che quella non era lei, era un’altra persona.
-Stella, quante volte ti ho detto di non allontanarti tanto! Potresti correre dei rischi…-La rimproverò la maggiore guardandola con sguardo torvo.
-Perché…si…chiama come…me?!-Continuò Stella, rivolgendosi alla ragazza che, però, sembrava non sentirla.
Era come se fosse invisibile, proprio come un fantasma: lei poteva vedere le due, ma loro non potevano fare altrettanto.
-Scusami, sorellona…Ti prometto che non lo farò più…-Rispose la bimba abbassando lo sguardo rattristata.
-Brava piccolina! E io ti prometto che, per questa volta, non dirò nulla alla mamma…Ora andiamo a casa!-
-D’accordo, Katherine…-Concluse la piccola Stella, scendendo dalle braccia della sorella per poi afferrarle una mano e stringerla nella sua minuscola.
Le due si allontanarono lasciando Stella da sola, ma, subito dopo, ricomparvero.
-Stella corri! Non fermarti per nessun motivo…-Gridò la grande correndo a per di fiato, tenendo per mano la sorellina.
-Perché stiamo scappando?-Chiese la piccola fermandosi di colpo, facendo fermare a sua volta anche la sorella.
-Scappiamo perché stiamo giocando insieme alla mamma e al papà…-Katherine si abbassò all’altezza della bimba per sorriderle dolcemente.
-A che gioco stiamo giocando, sorellona?? E dove sono la mamma e il papà??-La bambina si guardò intorno ridendo.
Intanto, Stella assisteva alla scena senza fiatare, sapendo che non potevano né sentirla né vederla.
-Stiamo giocando ad acchiapparello e se non ci sbrighiamo a correre, la mamma e il papà ci prenderanno…-Spiegò la maggiore guardando indietro terrorizzata.
-Allora, corriamo!-Concluse la bimba che, subito, si mise a correre insieme alla sorella.
Stavano scappando da qualcosa o qualcuno che le terrorizzava, ma Stella non riusciva a capire niente di quello che accadeva.
Le due apparivano e scomparivano come fantasmi.
Solo dopo un po’ si accorse di non essere più nella radura, ma era ai piedi di un albero nel bel mezzo di un bosco.
Davanti a sé vi era una piccola casetta bianca a due piani, con un piccolo portico in legno e una scalinata fatta dello stesso materiale.
Tutto intorno non vi erano altro che alberi, il silenzio regnava sovrano fin quando le due sorelle apparvero.
-Oh, una casa! Sia ringraziato il cielo…-Disse la maggiore raggiungendo la porta dell’abitazione per poi bussare fortemente alla porta.
-Vi prego…C’è nessuno? Aiutateci, fateci entrare, per favore!!-Katherine urlò con tutto il fiato che aveva in gola mentre la bimba la guardava senza parlare.
Dopo un po’ la porta si aprì e spuntò una donna sulla trentina d’anni, con capelli castani, occhi dello stesso colore dei capelli e pelle scura.
La donna studiò attentamente prima Katherine e poi la bambina dopodiché prese parola.
-Chi siete voi?? Come avete fatto ad arrivare qui??-La donna si rivolse alla maggiore che la guardò terrorizzata.
-La prego, ci aiuti! Siamo inseguite, vogliono ucciderci…-La implorò la castana, ma la donna non si mosse.
-Di grazia, chi vi sta inseguendo??-
-Il suo nome è…Niklaus!-
Stella ebbe dei brividi nell’udire quel nome: Niklaus.
Quel nome così agghiacciante, così misterioso e allo stesso tempo spaventoso.
Aveva paura.
Nel sentire quel nome la donna spalancò gli occhi tremante e subito chiuse la porta per non farle entrare, ma fu interrotta dalla ragazza che infilò un piede nella passaggio.
-Andate via! Non siete le benvenute in questa casa…Andatevene!!-Gridò la donna guardandole con disprezzo.
-La prego, non ci faccia questo…Almeno salvi lei!!-Katherine fece fare un passo avanti alla sorellina che, immobile, guardava la donna terrorizzata.
-Non pos…-la signora non terminò la frase che una ragazza apparve accanto a lei.
-Mamma, ti prego, prendi la bambina…-Cercò di convincere la madre, titubante.
-Ma, Kaitlen, non posso…Sono ricercate dal diavolo in persona!-
La Gilbert di Miami era immobile ad osservare la scena. Non riusciva a capire chi fossero quelle persone, cosa c’entrava lei con loro.
Non aveva la minima idea del perché fosse capitata lì.
La paura la pervase sentendo parlare di quell’uomo dal nome tanto pericoloso.
Sembrava di conoscerlo, ma non ricordava di aver mai udito quel nome in vita sua.
All’improvviso, tutte quelle persone che vi erano scomparvero e, al loro posto, apparve Damon.
Il moro si avvicinò a Stella accarezzandole i capelli insanguinati.
-Stellina, andrà tutto bene…-Il vampiro si stese accanto a lei facendola appoggiare sul suo petto.
-Perché mi perseguiti? Perché sei tu l’uomo di cui sono innamorata e non qualcun altro?? Non capisco…-La ragazza iniziò a piangere disperata, rimanendo però attaccata al petto di lui che non osava muoversi.
-Probabilmente perché siamo destinati a stare insieme…Il destino non può essere modificato!-
-Ma io ti odio! Ti odio con tutta me stessa…da quando ti ho incontrato ha avuto inizio la mia sofferenza…-
-No, non è vero..Tu non mi odi! Queste parole provengono dalla tua testa…il tuo cuore dice esattamente l’opposto…Non negarlo a te stessa, Stella!-
-Damon…io…-Non riuscì a finire la frase che il moro scomparve come per magia per poi ricomparire a qualche centimetro di distanza da lei.
I loro visi erano vicinissimi, potevano entrambi percepire il respiro dell’altro.
I loro occhi si spostavano fulminei dagli occhi alla bocca e viceversa, mancava poco e il vuoto che vi era tra di loro si sarebbe colmato.
 
 
 
Erano passate quasi due ore da quando Damon era uscito per cercare Stella e ancora nessuna traccia di lei.
Dopo aver chiesto all’ennesimo passante se l’avesse visto, entrò in macchina più furioso che mai, sbattendo pugni sul volante disperato.
Ma, proprio mentre prendeva a pugni il volante, gli venne in mente l’unico posto in cui non aveva controllato, la radura segreta.
Speranzoso, mise in moto e partì in direzione del parco pubblico.
Quella era la sua ultima opportunità di trovare Stella, sperava con tutto il cuore di trovarla lì.
Solo così sarebbe potuto essere felice, sapendo che la sua Stellina era finalmente sana e salva e non correva alcun pericolo.
Corse il più velocemente possibile e, una volta arrivato a destinazione, parcheggiò e corse all’entrata della grotta.
Arrivò nella radura e i suoi occhi esplorarono ogni singolo spazio esistente, voleva trovarla, doveva trovarla o non se lo sarebbe mai perdonato.
Dapprima guardò vicino la riva del lago, dietro gli alberi, dietro le rocce della cascata ed infine l’albero di ciliegio.
Quell’albero era pieno di bei ricordi, i loro ricordi.
Ricordava la prima volta in cui l’aveva portata lì e avevano fatto un picnic che si era concluso con schizzi e risate, quando tutti i pomeriggi andavano lì per restare da soli, per parlare e coccolarsi senza scocciatori, ricordava quando le aveva detto che lei era molto importante e si erano baciati, un bacio come quello delle favole, il bacio della loro favola.
Si era perso nei ricordi quando scorse una sagoma rannicchiata dietro il tronco del ciliegio, si intravedeva appena, ma riusciva a riconoscerla perfettamente, era lei.
Le corse incontro e quando la vide, la paura gli creò una morsa allo stomaco, vederla ricoperta di sangue, piena di ferite in ogni singola parte di pelle lo faceva star male.
-Stellina…Stellina…-La scosse leggermente facendole aprire gli occhi.
-Damon…Io ti…io ti odio…-
-Stai delirando! Stai male…ti porto subito a casa…-Esclamò il vampiro cercando di prenderla in braccio, ma si agitava sempre di più continuando a ripetergli che l’odiava.
Poi, improvvisamente, lei smise di parlare, lo afferrò bruscamente attirandolo a sé per poi azzerare le distanze che vi erano tra i loro visi.
Le loro labbra si scontrarono facendo scintille, un calore li pervase, ma, quando lei schiuse le labbra per concedergli il permesso di entrata alla sua lingua, egli si fermò staccandosi definitivamente da lei.
Sapeva che non era in sé, Stella non l’avrebbe mai fatto soprattutto dopo quello che era successo tra loro.
Anche se era triste, l’unica cosa che importava in quel momento era di riportarla a casa per curarla e farla stare di nuovo bene.
Utilizzando la forza da vampiro, la bloccò prendendola in braccio per poi correre verso l’auto, fuori dalla radura.
Arrivato in auto, la poggiò accanto a sé, le allacciò la cintura e partì.
Intanto, Stella si era calmata, ma, ogni tanto, apriva gli occhi e fuori dal finestrino vedeva ripetutamente l’immagine della bambina.
Però, questa volta, era ricoperta di sangue proprio come lei.
Vedendola, iniziò ad urlare terrorizzata agitandosi sempre di più, cercando di liberarsi della cintura, ma non aveva la forza per farlo.
Finalmente, dopo qualche attimo, arrivarono alla Pensione e il moro la portò all’interno di essa poggiandola sul divano sotto gli occhi di tutti gli amici.
-Co-sa…? Che.Cosa.Le.E’.Successo, Damon??-Domandò Elena correndo dalla cugina in lacrime nel vederla ricoperta di sangue.
-L’ho trovata in queste condizioni..Delira e…dice cose senza senso!!-Spiegò il moro guardandola preoccupato, ma allo stesso tempo sollevato per il semplice fatto che fosse lì e non da sola chissà dove.
Dopo un giorno di ricerca l’aveva trovata ed era felice di averla accanto.
 
 
 
 
 
Fine capitolo 8!!
Angolo Autrice: Yeah!! Sono arrivata anche alla fine di questo capitolo. >.< Non mi sembra vero che sia arrivata a questo punto. Tra quattro capitoli siamo a metà della storia. LoL Cooomunque…Cosa ne pensate?? Vi prego fatemi sapere cosa ve ne pare LPrima di andare, però, vorrei ringraziare Sognatrice95, Sweet Fairy, Flower Moon, Bina_Dobrev_Leto che seguono costantemente questa storia e recensiscono ogni capitolo. GRAZIE RAGAZZE!! <3
Ringrazio anche tutte le altre che recensiscono e tutti quelli che la leggono.
GRAZIE A TUTTI!! <3
Ora mi dileguo.
Baci.
TheDarkLady97!! xx
 
 

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Capitolo 9
*** Personality Change ***


Hellooo!! Dopo tanto tempo sono finalmente arrivata al capitolo 9!! Wow, MIRACLE!! xDD Prima di iniziare a leggere voglio ringraziare le ragazze che recensiscono ogni capitolo e anche tutti coloro che leggono semplicemente questa storia o che l’hanno inserita tra le preferite/seguite/ricordate…GRAZIE A TUTTI! :3
Buona Lettura!! ;)
 

 

 Capitolo 9

Personality Change.

 
 
 


Erano passati tre giorni e Stella non dava segni di vita, giaceva immobile nel suo letto quasi come se fosse in coma.
Ed ogni notte, quando tutti dormivano, Damon  entrava nella sua camera per vederla.
Era più forte di lui, aveva fatto di tutto pur di starle lontano, ma era come una calamita; sapeva che il suo posto era accanto a lei e, aveva deciso che, appena si fosse svegliata, avrebbe fatto di tutto pur di farsi perdonare.
Socchiuse la finestra senza fare rumore e si avvicinò lentamente al letto in cui giaceva la sua amata guardando il suo dolce volto addormentato.
In quel momento, il vampiro si sentiva tanto il principe che andava a risvegliare la sua principessa con un bacio, desiderava tanto che fosse così, ma purtroppo quella non era una favola; era la realtà.
Si distese accanto a Stella e le accarezzò i capelli iniziando a parlare sperando che lo sentisse.
-Stellina…Cosa ti è successo? Q-quella non eri tu, quel mostro senza cuore non era la ragazza dolce e presuntuosa che ho conosciuto! Tu…sei la mia dolce Stellina, Ti amo! Ed è proprio perché ti amo che lotterò per riaverti…So di averti ferita, ma non posso fare a meno di amarti ogni giorno di più…Ti sfido a lasciarmi essere tuo, il tuo solo ed unico…Ti prego svegliati, amore mio!-
Piccole e silenziose goccioline salate percorsero il volto perfetto del vampiro dando inizio ad un pianto colmo di disperazione e paura.
Si, il fratello cattivo stava piangendo per amore, per un’umana.
Pian Piano, le accarezzò il dorso della mano destra e sfiorò le labbra carnose della castana.
 
Nello stesso istante, Stella, che dormiva priva di sensi, sentì un calore avvolgerle la bocca fino ad espandersi in tutto il suo corpo freddo e immobile come la pietra.
“Stellina, q-quella non eri tu! Tu…Sei la mia dolce Stellina…Io ti amo!”
Udiva una voce, qualcuno le stava parlando.
“Combatterò per riaverti! So che ti ho ferita, ma…non posso fare a meno di amarti ogni giorno di più…Ti prego svegliati, amore mio!”
Solo dopo essere rimasta ad ascoltare quella voce, capì che si trattava di Damon.
Lentamente, il calore si faceva sempre più intenso, riusciva a sentire qualcosa di morbido sfiorarle le labbra quasi come se avesse paura di romperle e avvertiva i muscoli del corpo risvegliarsi da un lungo sonno.
 
Al contatto con la castana, Damon percepì il calore di quelle labbra, dei brividi gli percorsero la schiena diffondendosi in tutto il corpo, un sapore di fragola mescolato al sangue si disperse nella sua bocca ed il profumo di vaniglia gli penetrò le narici.
Tutte quelle emozioni riusciva a provarle solo con lei, con Stella  e nessun’altra.
Dopo qualche attimo, staccò le labbra da quelle di lei e si rimise a fissarla con sguardo perso fin quando fu distratto dalla mano di lei che si muoveva lentamente.
Finalmente, Stella si stava svegliando e un sorriso ebete gli si stampò in viso.
Ma la felicità di quel momento fu distrutta dalla paura che prese il sopravvento nel moro.
Doveva andarsene prima che avesse aperto gli occhi altrimenti avrebbe potuto spaventarsi e avrebbe perso anche la possibilità di riconquistarla, così, se ne andò con super velocità vampiresca, lasciandola sola.
Stella aprì gli occhi adagio e iniziò a guardarsi intorno spaesata, sfiorandosi delicatamente le labbra dalle quali poco prima si era sprigionato tutto quel calore.
Dopo qualche momento di silenzio, riconobbe la sua stanza, capì di essere nel suo letto e si ricordò tutto quello che era successo in quei giorni fino al suo svenimento: Ricordava la rabbia, la tristezza, Damon, quella bambina che aveva il suo stesso nome, quella ragazza identica a lei, la casetta nel bosco e i suoi abitanti.
Si portò istintivamente la mano destra al cuore titubante mentre tutti i ricordi prendevano forma nella sua mente e dopo essersi ripresa si stese nuovamente nel letto e chiuse gli occhi addormentandosi.
 
 
Arrivato il giorno, Stella si svegliò tranquilla e, dopo essersi fatta una doccia e essersi vestita, scese al piano di sotto dove Jeremy, Elena e Jenna stavano cercando di fare colazione senza riuscirci.
-Mmm…Buongiorno!-Esclamò varcando la porta della cucina stiracchiandosi ancora un po’ assonnata.
Nel vederla, Elena sorrise felicemente e le corse incontro allegra, gridando come una pazza.
-STELLAAAA!! OH, Stella…Ti sei svegliata finalmentee!! Eravamo così in pensiero per te…-Disse tutto d’un fiato la Gilbert di Mystic Falls stritolandola in un abbraccio fortissimo, quasi soffocandola.
-Ehm..Elena se non ti stacchi morirò soffocata!-Scherzò lei facendo notare alla cugina la sua stretta troppo forte.
-Ops, scusami…-Continuò la castana sciogliendo l’abbraccio.
-Stella, sei sicura di sentirti bene??- Aggiunse Jenna avvicinandosi alla nipote per controllare da sé.
-Si, zia Jenna! Sto…bene…-Concluse la ragazza sorridendo gioiosamente.
In realtà non stava tanto bene, tutta colpa degli spiacevoli avvenimenti di quegli ultimi giorni, ma non voleva farglielo capire e, inoltre, aveva deciso di essere forte.
-Certo che sta bene! E ora…voi due non assillatela altrimenti si sentirà davvero male!!-Esclamò Jeremy poggiando la tazza di caffè, uscendo velocemente dalla cucina lasciando le due a bocca aperta.
-Beh, direi che vi ha proprio lasciate senza parole! AHAHAHAH…-
Stella guardava le due divertita, portandosi un braccio al ventre dalle tante risate.
-Non c’è niente da ridere…Non è affatto divertente!-Jenna lasciò anch’essa la cucina inseguendo il piccolo Gilbert, lasciando sole le due cugine.
Stella si avvicinò al tavolo sul quale vi era la colazione e si versò un po’ di latte nella tazza sotto gli occhi indagatori di Elena.
-Allora…Stai davvero bene?!-Si decise a parlare Elena bevendo un sorso di cappuccino.
-Si, Elena! Mi sento meglio…-Rispose con voce lieve la castana.
-Sai che..insomma, se…Puoi parlare di tutto con me!-Continuò la Gilbert di Mystic Falls poggiandole una mano sulla spalla in segno di incoraggiamento.
-Lo, so…-
-Bene…-Sussurrò infine Elena poggiando la tazza sporca nel lavello per poi raggiungere la porta con l’intento di andarsene in camera, ma fu fermata dalla cugina.
-Elena…-
-Si?!-Si voltò verso Stella curiosa e allo stesso tempo felice che avesse deciso di parlare con lei.
-S-sono…successe delle…cose…-Iniziò Stella un po’ titubante, non sapendo se dire tutto alla cugina oppure no.
-Cosa intendi per cose??-Chiese sedendosi sullo sgabello accanto a quello su cui era seduta Stella, guardando la cugina incuriosita e allo stesso tempo preoccupata.
-Beh…Ricordo perfettamente tutto quello che è successo! Ricordo di aver perso il controllo, non ero in me…Era quasi come se fossi controllata da una forza più potente che mi faceva fare delle cose orribili…Ricordo la brama di sangue che si era insinuata in me e ricordo esattamente quella forza sovrumana che possedevo…Ricordo ogni singolo momento in cui la voglia di uccidere si faceva spazio dentro me, quando per poco non uccidevo Damon…-La castana iniziò a raccontare spiegando in modo dettagliato tutto ciò che ricordava.
Elena ascoltava con attenzione cercando di trovare una qualche soluzione al problema della cugina, ma non le veniva nulla in mente.
-In più ricordo che mentre stavo male ho fatto un sogno stranissimo!!-Esclamò Stella incuriosendo ancora di più la cugina.
-Che sogno??-Le chiese frettolosa Elena.
-Beh, ho sognato una bambina che mi stava fissando…dopo un po’ è arrivata una ragazza che l’ha chiamata per nome e, stranamente, si chiamava come me!! E non è tutto…-
-Cosa c’è ancora??-Elena era sempre più preoccupata, dopo tutto quello che era successo ne aveva tutto il diritto.
-La ragazza che l’aveva chiamata era identica a noi…Parlavano di un gioco, di scappare altrimenti le avrebbero prese e non so che altro…All’improvviso, mi sono ritrovata in un bosco nel quale vi era una casa e la ragazza e la bambina volevano entrare per mettersi al sicuro, ma…la padrona di casa non voleva farle entrare e…-
-E??-
-E poi buio totale!! Non ricordo niente di quello che è successo dopo…L’unica cosa che so è che mi sono risvegliata nel mio letto…-Concluse la Gilbert di Miami.
-Stella, grazie…Grazie per esserti confidata con me!! Risolveremo insieme questo problema, non preoccuparti…-La rassicurò la cugina abbracciandola amorevolmente.
-Certo, El…Ma, detto questo, ehm…Quanto ho dormito??-Le domandò la ragazza interessata.
-Mmmh…Direi che hai dormito solo tre giorni!!-Elena sorrise nel vedere la faccia sconvolta della cugina.
-T-tre…G-giorni?!-
-Si, sono davvero pochi…Dormigliona!! Ora scusami ma devo andare da Stef…Ci vediamo dopo!!-La salutò la cugina sorridendo felice.
-O-OK…-
-Ah, un’ultima cosa…Domani iniziando le lezione, purtroppo le vacanze sono finite!! Se non vuoi andarci non farti problemi…-Le fece l’occhiolino la cugina uscendo dalla cucina per raggiungere l’abitazione del suo ragazzo.
Intanto Stella era rimasta sola in casa e decise immediatamente di andare a fare un po’ di jogging per scaricare la tensione e lo stress subito negli ultimi giorni, ma, soprattutto, prepararsi mentalmente per la scuola.
 
Il resto dell’ultimo giorno di vacanza passò in fretta e tutti fecero ritorno a scuola.
Subito dopo le lezioni, come la maggior parte delle volte, si diressero al Grill per pranzare tutti insieme e cogliere l’occasione per parlare di tutte quelle cose strane che stavano accadendo.
-Beh, direi che ci siamo tutti…-Iniziò Alaric guardando i presenti uno ad uno.
-Si, siamo tutti presenti professore!!-Esclamò Caroline divertita.
-Già! Beh, propongo di iniziare dal principio, cioè facendo un quadro della situazione…Elena, a te la parola!-Continuò Alaric mentre gli altri lo ascoltavano in silenzio.
-Ecco…Iniziamo dal fatto che Stella è identica a me, questo ci porta a due opzione: è la mia sorella gemella oppure è una terza Doppelganger…-
-Potrebbe essere vero che io e Elena siamo sorelle…-Aggiunse Stella portando tutti gli sguardi su di se.
-Cosa intendi??-Chiese Stefan curioso.
-Quando sono andata a Miami con…Damon…ho scoperto delle cose…Sono andata nella clinica in cui sono nata e non c’è nessun documento che conferma la mia nascita in quell’ospedale e in più…c’è dell’altro!! Ho trovato nella mia vecchia abitazione un atto di adozione che portava il mio nome e le firme dei miei genitori…-La castana spiegò passo per passo tutto quello che aveva scoperto facendo rimanere tutti a bocca aperta.
-Oh, Mio Dio!! Allora potreste davvero essere sorelle!!-Esclamò Bonnie guardando le due Gilbert sbalordita.
-Non ne siamo ancora sicuri, Bonnie…Avanti, proseguiamo con la spiegazione!-Disse Alaric dando nuovamente la parola ad Elena.
-Il secondo problema è la strana guarigione di Stella…Com’è possibile che sia guarita così in fretta dopo aver fatto un incidente d’auto quasi mortale senza l’aiuto del sangue di un vampiro??-
-Questo si che è un dilemma…-Jeremy cercava di trovare una risposta a quella domanda, ma non gli veniva nulla in mente.
-E infine c’è da risolvere il problema dei poteri da vampiro, della sete di sangue e…Beh, c’è da risolvere il problema Vampiro!!-Concluse Elena torturandosi le mani nervosa.
-Bene, questi sono i tre punti della situazione…Per risolvere il primo punto propongo di chiamare John Gilbert!!-Propose Stefan, sapendo che quell’uomo era l’unico a conoscere la verità.
-M-ma…Stefan non voglio avere a che fare con lui…-Controbatté la Gilbert di Mystic Falls cercando di trovare un’altra soluzione per evitare di telefonare al suo padre biologico che, in tutta sincerità, odiava.
-Non vedo nessun’altra soluzione, mi dispiace Elena! Dobbiamo chiamarlo e solo tu hai il suo numero…-Stella voleva a tutti i costi sapere la verità e non avrebbe permesso ad Elena di rovinare tutto solo per il fatto che lei e suo padre non andavano d’accordo.
Dopo qualche minuto di discussione per convincere la Gilbert, prese il cellulare e, una volta trovato il numero di John nella rubrica, cliccò sul tasto di chiamata e diede il telefono a Stefan.
In quello stesso istante entrò nel Grill Damon che, vedendoli tutti riuniti, si avvicinò curioso.
-A quanto vedo qui c’è una riunione a cui non sono stato invitato!-Esclamò il moro sarcastico.
Quando Stella sentì quella voce, le si ghiacciò il sangue nelle vene, iniziò a tremare per il nervoso e si morse continuamente il labbro inferiore segno della sua preoccupazione.
Alzò immediatamente lo sguardo e si trovò dritta in quegli occhi di ghiaccio che la stavano guardando rendendola ancora più nervosa di com’era già.
-Ehm…Ragazzi, io devo andare! Ci vediamo a casa…Avvertitemi quando scoprite qualcosa!-Li salutò Stella camminando il più velocemente possibile verso l’uscita senza voltarsi mai indietro, sapendo che gli occhi del vampiro erano ancora puntati su di lei.
Una volta arrivata a casa, si distese sul letto cercando di non pensare ai giorni precedenti.
Dopo un’ora, il telefono di Stella vibrò dandole segno che era arrivato un messaggio, così lo aprì per poi leggerlo.
“Tesoro, se vuoi raggiungici qui al Grill…Damon è tornato a casa!! :D xx Elena.”
Damon.
Quel nome rimbombava nella sue mente come un’eco, non scompariva mai.
Stella aveva cercato di odiarlo con tutta se stessa, ma, purtroppo, lui era riuscito a penetrarle fin dentro le ossa, sotto la pelle, dentro il cuore e nell’anima.
Non era uno di quei ragazzi che lei sfruttava, lui era il suo vero amore.
Cercava di convincersi che quell’amore era sbagliato, era solo un errore come tanti, ma, ogni volta che ci pensava si rendeva conto sempre più che lo amava.
Mentre era immersa nei propri pensieri, un’idea la illuminò come una lampadina fulminata che si accende all’improvviso, senza l’aiuto di nessuno.
Visto che Elena si trovava al Grill avrebbe potuto farsi scambiare per lei e parlare con Damon.
Si, ecco quello che avrebbe fatto: prese dei vestiti dall’armadio della cugina per poi vestirsi di corsa dopodiché si passò la piastra rendendo i suoi capelli perfettamente lisci ed uscì raggiungendo a piedi la pensione.
Bussò dapprima titubante, ma dopo sempre più sicura fin quando la porta si spalancò facendo apparire l’immagine di Damon ubriaco fradicio.
-Ma chi è che…-Il moro non riuscì a finire la frase che si fermò a fissare la ragazza davanti a lui incuriosito.
-E-Elena…che ci fai qui?? Non eri con Stefan e gli altri?-Le chiese lui grattandosi la testa nervoso, non voleva che proprio lei lo vedesse in quello stato.
-Damon, dobbiamo parlare…Posso?-Disse decisa Stella cercando di imitare al meglio sua cugina sperando con tutta se stessa di non essere scoperta.
-Mmm…Ma certo…Accomodati!-Il padrone di casa la fece accomodare nel soggiorno sedendosi subito dopo di lei sulla sua poltrona preferita, con in mano l’ennesimo bicchiere di Bourbon.
Stella lo osservava in silenzio, non riusciva a capire cosa stesse facendo.
Solo adesso si era resa conto che aveva fatto davvero una stupidaggine a farsi scambiare per Elena solo per avere una scusa per stare con Damon.
-Di cosa volevi parlarmi?-Le domandò Damon bevendo un sorso dal suo bicchiere.
-Ecco, io…volevo chiederti come stai…In questi giorni ti ho visto assente e mi farebbe piacere parlare un po’ con te, sai che con me puoi parlare di qualsiasi cosa…-Rispose la castana spostandosi verso il moro con l’intento di confortarlo.
-Lo so, Elena! Ma sai…io sono quello egoista, menefreghista, sono il fratello Cattivo e tu non dovresti preoccuparti per me…Tuttavia, c’è solo una cosa che mi fa stare male e sai qual è?-Continuò lui ubriaco, agitando il bicchiere in aria. – E’ la mia dolce Stellina.
Nel sentire pronunciare il suo nome, si sentì svenire; non riusciva a credere a quello che aveva sentito.
Lei era sicura di quello che pensava, era sicura della malvagità del vampiro, ma, si chiedeva perché lo amasse ancora così tanto.
Anche dopo che l’aveva morsa, che l’aveva tratta malissimo i suoi sentimenti non erano cambiati di una virgola, anzi, erano aumentati a dismisura e stargli lontano diventava sempre più difficile.
-Le ho fatto tanto male…L’ho morsa e per di più l’ho tratta malissimo facendola sentire la ragazza peggiore dell’universo, sono stato un vero mostro!! Ma d’altronde cosa ci si può aspettare da uno stronzo psicopatico come me?!-
-Non dire così, Damon…Perché non provi a mostrare il buono che c’è in te??-Aggiunse Stella un po’ titubante.
-Non c’è niente di buono in me, Elena!! Sono un assassino e gli assassini non sanno fare altro che male alla gente, alle persone care, a tutti…Anzi, se devo sentirmi un vero mostro allora lascia che faccia questo…-Il maggiore dei Salvatore si alzò in piedi barcollando, avvicinandosi sempre di più alla ragazza che lo osservava senza muoversi.
Damon le si gettò addosso ritrovandosi ad un centimetro dalla sua bocca, ubriaco proprio come quella sera.
Nella mente di Stella presero vita le immagini della sera in cui il vampiro l’aveva morsa: lui era ubriaco, riusciva a sentire perfettamente la puzza di alcol che emanava e, proprio come ora, si trovavano a poca distanza l’uno dall’altra.
La castana non si dimenò, rimase a fissarlo negli occhi cercando di fargli comprendere la sua paura, ma lui continuava ad avvicinarsi.
Lei non riusciva a muoversi, non ne comprendeva il motivo; forse era per la paura oppure per il semplice fatto che voleva essere baciata, ma, quando si rese conto che Damon era convinto di baciare Elena, ritornò in sé.
Dopo qualche istante, il moro azzerò le distanze che vi erano tra di loro baciandola, ma, lei, subito lo spinse cercando di toglierselo di dosso mentre lui le si avvicinava sempre di più.
-Su, Elena…Tanto so che vuoi baciarmi!-
In quello stesso istante, entrarono nella pensione Stefan e Elena che rimasero sconvolti nel vederli.
 
 
 
 
 



Fine Capitolo 9!!
Angolo Autrice:
Yeee, anche questo capitolo è terminato!!! Spero davvero che vi sia piaciuto…Come vedete, i nostri protagonisti stanno cercando di risolvere i tre misteri di stella. Credo che ci vorrà molto tempo prima che riescano a trovare le rispose che cercano.
Non vedo l’ora di leggere le vostre recensioniii!!! *-*
Vabbe, adesso mi dileguo u.u
Baci.
TheDarkLady97!! :33

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Capitolo 10
*** Let Me Love You ***


Heilààà!! Sono tornata con il capitolo 10. Wow, non posso credere che manca un capitolo alla metà della storia xDD Mi sento fiera di me LoL Beh, non mi dilungo u.u
Spero che questo capitolo vi piaccia e non vedo l’ora di leggere le vostre recensioni!! *-*
Buona Lettura!! ;)
 
 
 

 



Capitolo 10

 Let Me Love You.

 
 
 
 


Elena era rimasta sconvolta nel vedere Stella e Damon così vicini. Era consapevole che il moro era ubriaco e non si rendeva conto di quello che faceva ma, quello che l’aveva sconvolto di più, era il fatto che Stella fosse lì con lui, oltretutto facendosi passare per lei.
Aveva udito il suo nome pronunciato dal vampiro e si era affrettata a spalancare la porta seguita da Stefan che era sconvolto quasi quanto lei.
La voce le si era fermata in gola e non riusciva ad uscire, il silenzio regnava sovrano nell’enorme salotto della pensione Salvatore  ma, dopo un po’, fu interrotto da Stefan che si decise a parlare.
-Cosa sta succedendo qui?-Domandò il castano catturando l’attenzione del fratello maggiore che si fermò a fissarlo divertito dopodiché passò a scrutare la ragazza al fianco del fratello e, solo quando realizzò che si trattava di Elena, si staccò velocemente da Stella rimanendo a guardarla impaurito.
-Elena, ma tu…Lei..non è te..-Il moro cercò di spiegare alla castana l’accaduto, senza riuscirvi.
-Stella…Cosa ci fai tu qui!? E soprattutto…perché farti passare per me??-Domandò la Gilbert di Mystic Falls alla cugina che guardava in basso senza proferire parola.
Dopo qualche attimo di silenzio, la ragazza alzò lo sguardo fissando gli occhi della cugina e, subito dopo, corse via.
Mentre si allontanava sempre più dalla Pensione, cercava di comprendere il vero motivo per il quale avesse fatto una cosa simile.
Le immagini di quei pochi minuti trascorsi con Damon le percorsero la mente come dei flashback facendola piangere per l’ennesima volta.
Da quando Stella era arrivata a Mystic Falls non faceva altro che piangere e soffrire, ma lei voleva cambiare.
Voleva dimenticarsi definitivamente di Damon che, per la millesima volta, le aveva dimostrato di non avere alcun interesse per lei; voleva rifarsi una vita e gettare il passato alle spalle.
 
 
Nel frattempo, alla Pensione Salvatore, tutti se ne stavano in silenzio senza proferire parola.
Damon continuava a fissare oltre l’ingresso, non riusciva a togliersi dalla mente quella ragazza che, sfortunatamente, gli aveva afferrato il cuore e non ne voleva sapere di lasciarlo andare.
Si sentiva uno stupido; Aveva nuovamente rovinato tutto e le possibilità che aveva di farsi perdonare dalla Gilbert di Miami erano andate in frantumi.
-Damon, mi…mi dispiace…-Disse Elena una volta avvicinatasi al moro per poi fissarlo negli occhi oramai lucidi e stringerlo in un confortante abbraccio.
Anche se non andavano molto d’accordo, riusciva a vedere chiaramente tutta la sofferenza che il moro cercava di mascherare con scarsi risultati; era la prima volta che lo vedeva in quello stato da quando lo aveva conosciuto e doveva ammetterlo.
Damon era cambiato, era cambiato per amore.
Il moro continuava a fissare il vuoto con gli occhi lucidi, sul punto di far fuoriuscire quelle piccole goccioline salate che tanto odiava.
Cercava con tutte le forze di non piangere, nessuno doveva vederlo versare lacrime d’amore tantomeno suo fratello ed Elena.
Quando, però, una lacrima silenziosa scese copiosa impregnandole una guancia, si lasciò andare e rispose all’abbraccio iniziando a singhiozzare silenziosamente sotto gli occhi tristi del fratello che li guardava senza fiatare.
Elena gli accarezzò la schiena cercando di tranquillizzarlo mentre lui se ne stava immobile, stringendola il più possibile.
Ora come ora aveva proprio bisogno di un’amica che lo sostenesse, che gli volesse bene e non l’odiasse come tutti gli altri.
Dopo qualche istante in completo silenzio, Damon sciolse l’abbraccio e si decise a parlare.
-Non fatene parola con nessuno! Voi…non avete visto niente!-Esclamò il moro tra i denti guardando minacciosamente i due.
-Non preoccuparti Damon…Non rovineremo la tua reputazione di cattivo ragazzo!-Lo rassicurò Stefan.
Il moro li fissò un’ultima volta dopodiché si avviò con passo lento al piano di sopra.
-Non mi importa niente di quella ragazzetta…-Sussurrò lui cercando di convincere più se stesso che gli altri.
Appena arrivato in camera, si appoggiò alla scrivania sulla quale trovò una foto.
Ella ritraeva lui e la sua dolce Stellina distesi sull’erba del loro posto segreto.
Ripensò a tutto quello che era successo negli ultimi giorni e, finalmente, decise di andare da lei.
Dovevano parlare, chiarire e, solo dopo averle dato delle spiegazioni, avrebbe smesso di provare a riconquistarla.
Così, uscì dalla finestra attento a non farsi scoprire da Stefan e Elena e corse con velocità vampiresca verso casa Gilbert, sicuro di trovarla lì.
 
 
Dopo una lunga corsa, Stella arrivò a casa e si chiuse in camera, rimanendo stesa sul letto immersa nei suoi pensieri.
Aveva il cuore che le batteva a mille, sia per la corsa che per la brutta figura che aveva appena fatto.
Quella non era lei, prima non avrebbe mai fatto quella pazzia per un ragazzo.
Lei usava i ragazzi a suo piacimento, non si innamorava.
Si, lei non si innamorava MAI.
Non riusciva a comprendere cosa le fosse successo; Quella città l’aveva cambiata, l’aveva resa debole e insignificante.
Aveva permesso a quel dannatissimo moro di rubarle il cuore e l’anima senza riuscire ad andarsene.
Era colpa sua, colpa di quell’amore sconveniente, di quell’amore fuori dal comune.
Se ne stava immobile, in balia dei suoi tormentosi pensieri.
All’improvviso, un rumore la fece sobbalzare, alzandosi di scatto per poi correre al piano di sotto e aprire lentamente il portone.
La aprì titubante, rimanendo sconvolta nel ritrovarsi davanti proprio la persona che sperava non incontrare mai più.
Una volta ripresasi dallo shock, sbatté la porta in faccia al moro e corse terrorizzata alla porta sul retro per poi uscire dall’abitazione, iniziando a correre a per di fiato in direzione del bosco.
Quando il vampiro si accorse della fuga, la seguì cercando ogni tanto di parlarle, di farla ragionare senza riuscirvi.
-Stella…Ti prego Stella,  fermati!! Fermati!!!-Urlò lui quasi raggiungendola.
La Gilbert continuava a correre ininterrottamente, senza pensare alle grida del moro che gli correva dietro come un ossesso.
Dopo una lunga corsa, Stella si ritrovò davanti ad una piccola chiesa e, senza pensarci due volte, vi entrò sempre seguita da Damon.
Si nascose dietro l’altare situato infondo all’edificio, respirando soavemente per non farsi sentire dal moro.
-Stella, non fare così…Non voglio farti del male! Sono solo qui per parlarti…-Disse Damon guardando tra le tante panche che vi erano all’interno della chiesa.
Sperava in una risposta da parte della castana, ma l’unica cosa che si udiva era il rimbombo delle sue parole echeggiare tutt’intorno.
-Bene, se non vuoi uscire vuol dire che parlerò lo stesso! So che ci sei, so che puoi sentirmi! Percepisco il battito del tuo cuore…L’unica cosa che mi importa è che tu mi ascolti ovunque sei…Mi dispiace! Mi dispiace per averti morsa, per averti fatta soffrire dicendoti delle cose che non pensavo realmente, di averti fatto credere che il nostro amore non fosse reale…E’ stato tutto un equivoco!-
Damon parlava a perdi fiato sperando con tutto il cuore che lei lo stesse ascoltando.
Stella rimaneva ferma dietro l’altare, ascoltava in silenzio le parole del vampiro che le provocarono una forte stretta allo stomaco.
-Quella volta, a Miami, io…io ero geloso! Hai sentito bene…Ero geloso di quel damerino! Non volevo che nessuno ti toccasse oltre me e ho perso la pazienza…Quella era l’unica ragione di tutte le cose brutte che ti ho detto…Voglio che tu sappia anche che…che ti ho morsa perché ero troppo ubriaco per accorgermi che fossi tu e non quella manipolatrice di Katherine! Ero arrabbiato con lei perché poco prima mi aveva chiamato e appena sei entrata…pensavo fossi lei!!-Mentre parlava, si avvicinava sempre di più all’altare seguendo i battiti accelerati della ragazza.
Dopo aver sentito quella confessione, le lacrime le percorsero nuovamente il viso e, solo dopo aver preso un respiro profondo, si fece coraggio ed uscì dal suo nascondiglio ritrovando il moro a pochi centimetri di distanza da lei.
Rimase paralizzata nel vedere le iridi ghiacciate del vampiro impregnate di piccole goccioline che gli solcavano il viso lentamente.
-Stella, io…Io ti amo! Ed è proprio perché ti amo che non potrei mai farti del male…Tu mi hai fatto qualcosa, mi hai cambiato…Mi hai reso migliore! Mi hai fatto capire che non incontrerò mai una ragazza come te…-Concluse il vampiro avvicinandosi ancora di più alla Gilbert di Miami, accarezzandole una guancia per poi asciugarle una lacrima.
Stella non riusciva a credere a quello che aveva sentito, non riusciva a credere che tutti gli avvenimenti di quei giorni erano stati frutto di tanti equivoci.
Damon l’amava, infondo l’aveva sempre saputo solo che non riusciva ad ammetterlo a sé stessa.
Dopo essersi persa negli occhi del moro, sorrise avvicinandosi a lui con lo scopo di accarezzargli una guancia per ritrovare il contatto della sua pelle marmorea.
Era da tanto che non sfiorava quella fredda e liscia pelle candida che tanto amava e che, in quel momento, era intrisa dalle lacrime.
Damon stava piangendo per lei.
-Damon, io…In questi giorni ho pensato molto a te, a noi e ho realizzato che la mia vita senza te è come cil cielo notturno privo della luna e delle stelle…Ho capito che ti amo, Damon! Ti amo!-Esclamò lei fiondandosi subito sulle labbra carnose del moro.
Appena sfiorò quelle del moro, mille brividi le percorsero la schiena.
Quelle labbra così morbide e sensuali le erano mancate terribilmente, lui le era mancato.
Non riusciva a capacitarsi di come avesse fatto a resistere per così tanto tempo senza sfiorarlo, senza baciarlo, senza vederlo.
Dischiuse le labbra in attesa che il moro approfondisse il bacio intrufolando la lingua nella sua bocca per poi farla intrecciare a quella di lei, dando inizio ad una danza passionale.
Si strinsero sempre di più, aumentando la passione.
Si desideravano da troppo tempo e non riuscivano più a resistere all’impulso di essere un tutt’ uno.
Con velocità vampiresca Damon la trascinò sull’altare, facendola sedere mentre lui si posizionò tra le gambe di lei continuando a baciarla con ardore, iniziando dalle labbra per poi scendere sul collo, succhiandolo avidamente lasciando baci focosi ovunque.
Subito dopo, scese alla clavicola sinistra che baciò dolcemente una volta spostato il cardigan che, dopo poco, volò da qualche parte nella chiesa, facendola rimanere solo in canottiera.
Mentre il moro le toglieva anche la canottiera facendola rimanere in reggiseno, Stella iniziò a mordergli il lobo dell’orecchio con fare sensuale dopodiché gli diede un bacio a stampo e scese a torturare il collo di lui, infine, sfilandogli la maglietta.
Stella sfiorò ogni singola parte di quella muscolatura perfetta, abbracciandolo per poi iniziare a baciargli la spalla dolcemente provocandogli brividi di piacere.
Più sfiorava la sua pelle con le labbra, più lui la stringeva a se facendole percepire la sua eccitazione diventare sempre più stretta nei pantaloni.
Dopo qualche secondo, con velocità vampiresca il moro le strappò i pantaloni dopodiché fu il turno della Gilbert che glieli sfilò sensualmente, facendolo eccitare ancora di più.
Adesso, l’unica cosa che li separava era la biancheria intima della quale ne furono privi entrambi.
Il moro scese a baciarle il seno, mordicchiandole un capezzolo mentre con l’altro giocava stringendolo con due dita facendole indurire.
Stella buttò la testa all’indietro emettendo gemiti di piacere, avvolgendo le gambe attorno al busto del moro facendo sfiorare le loro intimità oramai nude.
Entrambi percepivano il piacere crescere sempre più, tanto da non riuscire a resistere oltre.
Così, si posizionarono uno sopra l’altro sull’altare dopodiché il moro entrò in lei facendole inarcare la schiena dal piacere.
Dopo averla guardata negli occhi aspettando un segnale che non tardò ad arrivare, iniziò a spingere dapprima lentamente poi sempre più forte.
Continuarono fino a raggiungere insieme l’apice del piacere, dopodiché il vampiro si staccò da lei, stendendosi al suo fianco sull’altare.
-Mi sei mancato così tanto…-Sussurrò Stella appoggiandosi sul petto scolpito del moro che le accarezzava dolcemente i capelli.
-Anche tu, Stellina..Non sai quanto!  Vederti in quelle condizioni così disastrose è stata una vera tortura per me…-Rispose Damon stringendo le mani a pugno ripensando a tutte le atrocità che aveva subito la sua amata in quei giorni.
-Non fare così, ti prego! Ho già sofferto abbastanza…d’ora in poi voglio essere felice! Si, voglio essere felice insieme a Te…-Continuò la Gilbert di Miami scoccandogli un tenero bacio sulle labbra, sorridendo gioiosa.
-Ti prometto che non ti farò mai più soffrire…Adesso, però, è meglio tornare alla Pensione! Stefan e Elena saranno in pensiero per te…-Concluse il vampiro alzandosi per poi rivestirsi seguito subito dalla ragazza.
Dopo essersi vestiti, uscirono dalla chiesa e, con la velocità vampiresca del Salvatore, ritornarono alla Pensione entro pochi minuti.
Aprirono la porta ed entrarono mano nella mano, sorridendo a Stefan ed Elena che li fissavano sconvolti.
-Stella, Damon…Come mai sorridete?? E perché vi state mantenendo la mano??-Chiese subito Elena continuando a fissare le loro mani intrecciate.
-Ragazzi, dobbiamo dirvi una cosa…-Disse Stella sedendosi sul divano subito seguita dai Salvatore e da Elena.
-Quello che stiamo per dirvi vi causerà uno shock, ma non è niente di grave…Diciamo che è una piccola grande sorpresa!-Aggiunse Damon ridendo nel vedere le facce spaventate dei due, ansiosi di sapere cosa fosse la sorpresa.
-Su, che aspettate! Parlate o morirò dalla curiosità!-Esclamò la Gilbert di Mystic Falls rossa come un peperone.
-Io e Damon stiamo di nuovo insieme!-Disse tutto d’un fiato Stella stringendo la mano del moro.
-C-cosa?? C-come? Q-quando? P-Perché?-Elena iniziò a fare domande a raffica non riuscendo a trattenersi.
-Hey, hey, frena, Elena! Una domanda per volta…-La calmò Damon ridendo divertito dalla sua reazione.
-Ascoltate…So che ho detto di odiarlo, di non volerlo più vedere dopo tutto quello che mi ha fatto, ma ho scoperto che sono stati solo dei terribili malintesi! Damon non avrebbe mai voluto ferirmi, Lui mi ama…-Spiegò la ragazza specchiandosi negli occhi del moro che la fissava incantato.
Adesso che, finalmente, tutto si era risolto per il meglio Damon e Stella avrebbero ricominciato la loro storia da capo.
Non volevano più soffrire, volevano solo essere felice l’uno con l’altra e non avrebbero permesso a niente e nessuno di separarli.
Sarebbero stati uniti fino alla fine, nel bene e nel male; Infondo l’amore vinceva sempre e questo era amore vero.
Era quel tipo di amore che, anche dopo tutti gli errori commessi, ritornava più forte di prima.
Quella fiamma che bruciava infinita nei loro cuori non si sarebbe mai spenta, perché loro erano insieme.
 
 
 
 
 
 

Fine capitolo 10!!!
 
Angolo Autrice:
Evviva ce l’ho fattaaaa!! Perdonate il ritardo, ma non avevo molta ispirazione xDD Spero davvero che vi sia piaciutoo!!! >.< Io mi sono messa a piangere mentre scrivevo la scena della chiesa. Damon è dolcissimo e sono felicissima che Stella e Damon sono tornati insieme dopo tre capitoli di agonia :P Spero di leggere presto le vostre opinioni, sono davvero importanti per me!!!
GRAZIE A TUTTE!!!
Baci.
TheDarkLady97!!! :3

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Capitolo 11
*** Blood Binding ***


Et voilà!!! Ecco a voi il capitolo 11 xD Ok, sto sclerando. Non posso credere di essere arrivata a metà storiaaaa >.< E pensare che mancano altri 11 capitoli alla fine di Stella e Damon. Mi viene da piangere! :’)
Vabbè, adesso non ci pensiamo ;)
Buona Lettura!!


 

 Capitolo 11

Blood Binding.
 



ATTENZIONE:
Le parti scritte in corsivo sono
prese dall'episodio 2x07 "Masquerade".

 

 

 
 
 Erano trascorse due settimane da quando Stella e Damon  erano ritornati insieme e tutto sembrava andare per il verso giusto.
In quelle due settimane era successo di tutto: I fratelli Salvatore avevano scoperto che l’obbiettivo di Katherine era recuperare la pietra di luna, l’oggetto che avrebbe spezzato una volta per tutte la maledizione del sole e della luna, Damon aveva ucciso Mason Lockwood scatenando l’ira  di Katherine che aveva soggiogato Matt affinché incitasse Tyler Lockwood ad attivare la maledizione dei lupi mannari, Stefan e Elena, Matt e Caroline si erano lasciati e la bionda continuava ad essere la messaggera della vampira.
Stefan entrò di corsa nel soggiorno della Pensione dove lo attendevano Damon e Caroline.
-Cosa è successo??-Chiese loro il castano preoccupato, ma allo stesso tempo curioso.
-Diglielo! Gli piacerà…-Disse il moro sarcastico, incitando la bionda a parlare.
-Questa mattina ero al Grill e ho incontrato Katherine…Ero andata lì per vedere e importunare Matt e quando lui mi ha parlato, io gli ho detto che dovevo andare in bagno…-Iniziò la Forbes, bevendo un sorso del liquido rosso che vi era nel suo bicchiere.
-Salta la parte adolescenziale e arriva al dunque!-Esclamò Damon roteando gli occhi scocciato.
-Così sono andata in bagno anche se non dovevo andarci perché…perchè sono una cretina, mi sono guardata alla specchio e dopo un po’ è comparsa Katherine fingendosi Elena…-
-E cosa è successo??-Le chiese il minore dei Salvatore inarcando un sopracciglio.
-Ho cercato di scappare ma lei mi ha fermata e mi ha detto che aveva un messaggio per voi…-
-E qual è il messaggio?-Chiese insistente Stefan, restando in silenzio ad ascoltarla mentre Damon sorrideva ironicamente.
-Ha detto che vuole la pietra di luna o colpirà questa città fino a far piovere sangue…E la vuole stanotte, al ballo in maschera!-Concluse la bionda guardando il castano.
-Vuole farlo in pubblico! Uccidere Mason le ha fatto abbassare la guardia…-Disse Stefan iniziando a camminare per il soggiorno cercando un modo per risolvere quel problema.
-Con  Jenna ha fatto un gesto disperato…E’ a corto di trucchi!-Aggiunse Damon sorridendo vittorioso.
-Dobbiamo giocare più d’astuzia di lei…-Continuò Stefan scoccando due dita, segno che stava pensando.
-Non possiamo darle la pietra così che vada via?-Chiese loro Caroline, scuotendo le spalle.
-No…Katherine non avrà niente! Mi ha stancato…Andrò al ballo in maschera e la ucciderò, stanotte!-Esclamò Damon posizionandosi davanti a Caroline mentre Stefan se ne stava in silenzio a pensare sul da farsi, guardando i due con sguardo fiero dopo aver avuto una brillante idea.
-Non la ucciderai…-Lo interruppe il castano, serio.
-Non dirmi che devo fare il buono!-Controbatté il maggiore, guardandolo con aria di sfida.
-Non la ucciderai…-Continuò Stefan tranquillo, avanzando verso il fratello.
-Ma davvero?-
-Perché la uccido io!-Concluse il castano sorprendendo sia Caroline che Damon che lo guardavano soddisfatti e allo stesso tempo sorpresi da quelle parole che mai si sarebbero aspettati da lui.
I tre si guardarono sorridenti, assaporando già la vittoria contro la vampira.
 
 
Intanto a casa Gilbert, Elena e Stella stavano aspettando Jeremy e Matt che erano andati a prendere Jenna all’ospedale dopo essere stata dimessa.
L’inconveniente con il coltello non era stato affatto un incidente ed Elena lo sapeva bene, conosceva la colpevole e avrebbe fatto di tutto pur di annientarla, con o senza Stefan.
Katherine aveva oltrepassato il limite, poteva spingerla a lasciare Stefan ma non doveva toccare nessuno dei suoi familiari altrimenti gliel’avrebbe fatta pagare cara.
Dopo mezz’ora d’attesa, i tre entrarono in casa e fecero stendere Jenna sul divano.
-Jenna, sei sicura di stare bene??-Le chiese Elena sedendosi accanto a lei, preoccupata.
-Sto bene, Elena! Non preoccuparti..-La rassicurò la zia, accarezzandole una mano.
-Per qualsiasi cosa, chiama pure…-Aggiunse Stella sorridendole felice.
-Grazie, Stella…Mi sento un’invalida a restarmene qui sul divano senza fare niente! Ancora non riesco a capire come sia potuta essere così disattenta da ferirmi con il coltello…-Disse Jenna ridendo di sé stessa per l’accaduto del quale non aveva memoria.
La Gilbert di Mystic Falls recuperò la busta della spesa dalle mani di Matt e si recò in cucina subito seguita dal fratello.
-Ehm..Elena possiamo parlare un attimo??-Iniziò il piccolo Gilbert, abbassando immediatamente il tono di voce così da non farsi sentire dagli altri.
-Dimmi, Jer…-Lo incitò lei tenendo lo sguardo rivolto verso la busta della spesa.
-Allora che cosa facciamo?-Chiese Jeremy alla sorella, guardando Jenna distesa sul divano.
-Prepariamo il pranzo…-Rispose la ragazza riponendo le cose da mangiare sul tavolo della cucina.
-Con Katherine!-Esclamò Jeremy sottovoce.
-Noi non faremo niente, Jeremy!-
-Ha tentato di uccidere Jenna…Non può passarla liscia…-Continuò lui arrabbiato.
-Si che può! Se ci lascia stare, può passarla liscia…-
-E se prova a fare qualcos’altro?-Il piccolo Gilbert incrociò le braccia al petto, rimanendo a guardare la sorella.
-Non lo farà…Ha ferito Jenna perché io non ho fatto quello che voleva…Adesso lo sto facendo! Tra me e Stefan è finita…Ha vinto lei, fine!-Spiegò Elena interrompendo ciò che stava facendo.
-Sei ingenua e lo sai bene…-Concluse il fratello lasciandola sola, salendo al piano di sopra per raggiungere la propria camera da letto.
Elena era rimasta immobile a fissare la zia, la rabbia verso Katherine cresceva ogni minuto di più e Stella se n’era accorta.
Percepiva la tensione della gemella ma non riusciva a comprendere cosa le passasse per la testa, avrebbe tanto voluto aiutarla.
-Elena, lascia che ti aiuti…-Disse la Gilbert di Miami, guardandola in quegli occhi da cerbiatta colmi di tristezza e infelicità.
Era come un libro aperto per lei, tutto quello che Elena provava lei riusciva a scorgerlo in quegli occhi identici ai suoi.
Quella situazione la faceva stare male, soffriva nel vedere la cugina deprimersi, per colpa di una vampira di nome Katherine che era tornata in città per stravolgerle l’esistenza.
Avrebbe tanto voluto ritrovarsela davanti così da poterla uccidere con le proprie mani, anche se probabilmente sarebbe stata Katherine a farle del male essendo una succhiasangue.
-Stella, non preoccuparti! Sto bene…-La rassicurò lei con la voce di chi stava per scoppiare in un pianto disperato e Stella se ne accorse, così la abbracciò lasciando che Elena liberasse quelle lacrime che bramavano di uscire da chissà quanto tempo.
-Piangi, Elena…Vedrai che dopo ti sentirai un po’ meglio, spero…-Le sussurrò all’orecchio Stella mentre le accarezzava dolcemente i capelli, stringendola più forte che poteva a sé.
-Grazie, Stella…Grazie di tutto! Adesso non posso permettermi di piangere…Devo essere forte!-Esclamò Elena sciogliendo l’abbraccio, asciugandosi le lacrime dal viso con le dita per poi voltare lo sguardo sul tavolo della cucina.
-Mi aiuti a preparare per il pranzo?-Chiese la Gilbert di Mystic Falls alla cugina che annuì sorridente mentre afferrava pian piano gli alimenti e li riponeva negli appositi scomparti del frigorifero mentre Elena cucinava.
Le due sistemarono la cucina e prepararono il pranzo mentre Jeremy uscì di casa dicendo che non avrebbe mangiato, senza dare altre spiegazioni.
Mentre Elena sparecchiava, Stella decise di fare un salto alla Pensione per andare a trovare il proprio ragazzo e vedere come stava Stefan dopo la rottura con la cugina.
-Elena, io esco un attimo…Torno più tardi!-Concluse la Gilbert di Miami uscendo di casa per poi avviarsi con la sua amata station-wagon in direzione della Pensione dei Salvatore.
Una volta arrivata davanti all’enorme portone di legno della Pensione, senza nemmeno bussare, entrò ritrovandosi davanti un bellissima visione di Damon con solo un asciugamano avvolto alla vita.
-Mmm…Vedo che sono venuta proprio al momento giusto!-Esclamò la castana guardando il moro maliziosamente, squadrandolo da capo a piedi.
-Piccola, come mai qui?-Le chiese il vampiro, avvicinandosi per scoccarle un dolce bacio a fior di labbra.
-Sono venuta a trovare il mio bellissimo e tenebroso fidanzato ma…se ti da fastidio posso anche andarmene! C’è un ragazzo che mi aspetta al Grill…-Spiegò lei voltandosi poi verso la porta per andarsene quando lui la fermò per un braccio, attirandola a sé per stringerla tra le sue forti braccia.
-Ricorda, Stellina…Tu sei solo MIA! Non pensare di scappare da me…-Le sussurrò all’orecchio, facendole provare sensazioni indescrivibili dovuti al flebile respiro che le sfiorava la nuca.
I due rimasero in quella posizione per un tempo indefinito; lei se ne stava immobile con lo sguardo rivolto verso la porta mentre il moro, da dietro, la avvolgeva con le sue braccia, poggiando  il mento sulla spalla di lei facendole percepire il proprio respiro sul collo.
Con quella vicinanza, Stella avvertiva quel respiro diventare pesante, riusciva a percepire i muscoli ben definiti sotto la maglietta fina che aveva in dosso e, anche se non riusciva a vederlo in viso, era sicura che stesse sorridendo.
-Damon…come sta Stefan?-Gli chiese lei dopo qualche istante di silenzio, voltandosi  verso di lui senza sciogliere l’abbraccio.
Adesso erano uno di fronte all’altro, i loro visi erano a poca distanza dallo sfiorarsi ed erano persi l’uno nello sguardo dell’altra.
-Stellina, sempre a preoccuparti degli altri! Questo è uno dei motivi per cui mi piaci…Ti amo, piccola!-Esclamò il moro poggiando delicatamente e con molta dolcezza le proprie labbra su quelle della castana che chiuse gli occhi assaporando tutte le emozioni che il vampiro riusciva a trasmetterle.
Mentre le loro lingue si intrecciavano, assaporandosi, la castana gli sfiorò gli addominali con le dita tastando ogni singolo pezzo di quel petto così perfetto.
-Ehm…scusate l’interruzione…-Disse una voce, catturando l’attenzione dei due che si staccarono voltandosi verso la persona che aveva parlato, Jeremy.
-Cosa ci fai qui, Jeremy?-Gli chiese la cugina, sorpresa di vederlo alla Pensione e, allo stesso tempo, imbarazzata al pensiero che proprio lui li avesse visti in quella situazione.
-Stella, sei venuta qui per aiutarci?-Le rispose lui con un’altra domanda, facendo irrigidire il moro.
-A fare cosa?-Chiese senza capire, voltandosi poi verso il moro che si era innervosito di colpo.
-Ops…-
-Damon, mi spieghi cosa succede?-Continuò la castana non riuscendo a capire cosa stesse succedendo.
Sentiva che Damon le stava nascondendo qualcosa e Jeremy ne era a conoscenza.
-Piccola, non preoccuparti…Sono cose tra uomini!-Damon cercò di chiudere il discorso ancora  prima di iniziarlo ma, oramai, era troppo tardi.
-Jeremy, spiegami cosa sta succedendo prima che mi arrabbi sul serio!-Esclamò la Gilbert, alzando la voce di un’ottava, sempre più nervosa.
-Noi uccideremo Katherine, stanotte! Adesso, venite che Stefan vi aspetta…-Disse tutto d’un fiato Jeremy, dileguandosi immediatamente, temendo che Damon attentasse nuovamente alla sua vita.
I due salirono al piano di sopra, entrando nella camera da letto del vampiro che entrò nel bagno per infilarsi i boxer mentre la sua ragazza attendeva seduta sul letto a baldacchino.
-Damon, potresti spiegarmi cosa sta succedendo?? Cosa vuol dire che ucciderete Katherine?!-Domandò Stella al vampiro mentre, intanto, curiosava fra le sue cose.
-Quello che ti ha detto Jeremy! Noi uccideremo Katherine…Hai visto cos’ha fatto ad Elena e Stefan e sai anche che non si fermerà…L’unica soluzione è coglierla di sorpresa e piantarle un paletto nel cuore una volta per tutte!-Spiegò il moro uscendo dal bagno, afferrando i suoi jeans per poi indossarli.
-E in tutto questo, Elena non sa niente…Giusto??-Continuò lei, sfiorando con le dita dei vecchi quadernetti riposti su un tavolino di legno.
-Esatto! Mi raccomando, non devi dirle nulla…-
-Mmmh, vabbene! Ma ad una condizione…-Disse la castana, sorridendogli furbamente mentre lui inarcò un sopracciglio curioso di sentire quale fosse la condizione.
-Ok, spara…-Rispose semplicemente lui, incrociando le braccia al petto.
-Anche io avrò una parte in questo piano!-Esclamò lei elettrizzata.
-COSA? Stellina, mi dispiace ma non ti permetterò di prendere parte a questo pericoloso piano…Potresti farti del male e non me lo perdonerei mai…Tu starai a casa a controllare che Elena non esca, fine!-
-Damon Salvatore, io non sono fatta di porcellana e so badare a me stessa…Farò parte del piano e non me ne starò a casa mente voi avrete tutta l’azione!-Concluse  Stella, voltandosi per uscire dalla stanza furiosa.
Scese di corsa le scale seguita dal moro che tentava di farla ragione, ma con scarsi risultati, raggiungendo il soggiorno nel quale vi erano Stefan, Caroline, Jeremy e Alaric, intenti a maneggiare paletti di legno e balestre.
Nel vedere le armi, Stella rimase immobile a fissarle con uno sguardo misto fra entusiasmo e inquietudine, quasi fossero una minaccia per lei, mentre anche Bonnie si aggiungeva al gruppo.
-Cosa ci fa Stella, qui?-Bisbigliò Stefan al fratello maggiore che continuava a guardare la propria fidanzata che, a sua volta, gli lanciava piccole frecciatine facendogli capire che era ancora arrabbiata.
-Mi dispiace, fratello…Me la vedrò io con lei, adesso pensiamo al piano!-Rispose il moro.
-Allora, questo è il piano…Bonnie farà un incantesimo che intrappolerà Katherine per tutto il tempo che ci servirà per ucciderla, lo faremo in un stanza, isolati da tutti…E naturalmente Alaric rimarrà a casa a tenere d’occhio Elena!-Spiegò Stefan guardando gli altri con sguardo serio.
-Katherine non cadrà facilmente in trappola, come faremo a trascinarla in una stanza?-Chiese Caroline, riflettendo attentamente.
-E’ qui che entri in gioco tu, Caroline! L’attirerai nella stanza così noi potremo finirla…-
-Perfetto! Lo farò…-Rispose la bionda, entusiasta.
-Aspettate, Stefan e Damon combatteranno contro Katherine, Jeremy aiuterà Bonnie che farà un’incantesimo, Caroline attirerà Katherine in trappola e Alaric starà con Elena…Io che farò??-Chiese la Gilbert di Miami, facendo rimanere tutti di sasso.
-Te l’ho detto, Stellina…Tu rimarrai a casa, al sicuro! Permettimi di proteggerti e per una volta non essere testarda…-Concluse Damon, guardandola implorante sperando di impietosirla.
Stella era davvero furiosa con Damon, ma infondo sapeva che stava facendo tutto questo per proteggerla perché l’amava e non avrebbe sopportato che le avessero fatto del male, nel caso in cui il piano avesse fallito.
Dopo qualche attimo di silenzio, emise un lungo sospiro dopodiché lo abbracciò sotto gli occhi dei presenti.
-Starò a casa…Ma solo perché me l’hai detto tu!-Esclamò lei rassicurandolo, facendolo sorridere felice.
-Bene! Siamo pronti..Stanotte, Katherine avrà un paletto piantato nel cuore!-
 
 
 
Il resto del pomeriggio passò in fretta e la sera non tardò ad arrivare.
Stella e Alaric erano tornati a casa mentre gli altri si erano vestiti eleganti per andare al ballo in maschera alla villa dei Loockwood, dove Katherine li stava aspettando.
Giunti al ballo, Bonnie e Jeremy corsero nella stanza in cui avrebbero rinchiuso la vampira e i fratelli Salvatore mentre Damon, Stefan e Caroline vagavano per la villa in cerca della loro nemica.
-L’hai vista?-Domandò Damon al castano che continuava a guardarsi intorno cercando di scorgere tra la gente il viso di Katherine.
-Non ancora, ma si farà viva presto…-Rispose Stefan continuando a tenere gli occhi puntati sulla folla.
-Beh, lo spero! Non vedo l’ora di finire questa storia una volta per tutte…Io vado a vedere se la trovo all’interno, tu continua a cercare qui fuori!-Concluse il moro che subito si recò all’interno della villa, lasciando il fratello da solo.
All’interno dell’abitazione, Bonnie percepì una strana presenza che la condusse ad una ragazza mascherata.
-Scusa, ci conosciamo??-Le chiese curiosa e allo stesso tempo sorpresa.
-No, sono venuta qui ad accompagnare un’amica..Sono nuova del posto e non conosco nessuno! Adesso devo andare…-Spiegò la ragazza misteriosa, andandosene subito mentre Bonnie la seguiva con lo sguardo.
Tutto procedeva come previsto, Stefan continuava a guardarsi in giro alla ricerca della vampira, senza trovarla.
-Balla con me!-Esclamò una voce sensuale dietro di sé.
Riconoscendo la persona che aveva parlato, si voltò guardando la castana con un sorriso sfacciato stampato in viso.
-No…-Rispose poi il castano, sicuro.
-Dimmi chi devo uccidere? Quello lì, oppure quella ragazza?! Sembra così invitante…-Continuò la vampira leccandosi le labbra con la lingua mentre fissava i presenti, pronta a scattare in qualsiasi momento.
A quelle parole, Stefan emise uno scocco con la lingua e, senza avere scelta, le porse il braccio da bravo cavaliere, trascinandola sulla pista da ballo.
-E’ una bellissima notte…-Iniziò a parlare Katherine, mentre si muovevano lentamente a ritmo di musica.
-Perché questa commedia?!-Le chiese Stefan altessoso.
-Come sta Jenna? Non mi aspettavo sopravvivesse a quell’incidente! E’ stata davvero fortunata, ma anche goffa…come si fa a pugnalarsi da sola!!-Esclamò ironicamente la vampira, facendo irrigidire il castano.
-Katherine, voglio che non accada niente a nessuno stanotte…-
-Allora, dammi la pietra di luna e nessuno si farà male…-Concluse lei scuotendo la testa sensualmente, facendolo ridere.
Oramai Stefan conosceva a memoria i trucchi della Pierce e sapeva come comportarsi in sua presenza.
-Mi dispiace, al momento io non ce l’ho! Facciamo una cosa…più tardi l’andremo a prendere insieme!-Propose il vampiro stringendola di più a sé.
-Ho un’idea migliore…Tu la vai a prendere e io non ucciderò nessuno nel frattempo…-Controbattè la vampira sicura di sé.
-O si fa a modo mio o non avrai quello che vuoi!-
Mentre i due ballavano, arrivò una ragazza che fece dei complimenti a Katherine pensando fosse Elena e, la vampira, colse l’occasione per ucciderla, cogliendolo di sorpresa.
Il castano afferrò immediatamente la ragazza mentre guardava la vampira camminare verso l’interno della villa.
Dopo aver messo al sicuro il cadavere, Damon inviò un messaggio a Jeremy dandogli l’ordine di dare inizio al piano, così il piccolo Gilbert raggiunse Katherine e, come da copione, le disse che Stefan e Damon l’attendevano nel bosco e che avevano la pietra di luna.
 
 
Intanto, a casa Gilbert, Stella e Elena se ne stavano sedute sul divano con Alaric e Jenna.
-Jeremy non scende a mangiare?-Chiese la Gilbert di Mystic Falls all’uomo, voltandosi verso di lui.
-Ehm…No, è andato alla festa in maschera…-Rispose lui, senza guardarla negli occhi, continuando a preparare la cena.
-Cosa? Lui odia queste cose!-Esclamò Elena stizzita.
-Forse…forse aveva solo voglia di fare qualcosa di diverso…-Aggiunse Stella balbettando, catturando l’attenzione della cugina che la guardava con occhi sgranati.
-Voi due…mi state nascondendo qualcosa! Cosa?-La castana aggrottò le sopracciglia, incrociando le braccia al petto, segno che si stava innervosendo.
Senza proferire parola, Stella si alzò per andare ad aiutare Alaric sotto lo sguardo vigile di Elena che, dopo qualche attimo di silenzio, li raggiunse ponendosi davanti a loro, sbattendo le mani sul tavolo per farli voltare verso di sé.
-Ditemi cosa sta succedendo?! Dove sono gli altri?-Chiese loro sempre più irritata.
Mentre i due continuavano a tacere, il telefono di Alaric vibrò e, fortunatamente, lui l’afferrò prima di Elena infilandoselo nella tasca dei pantaloni.
-Bene…Allora non c’è nessun problema se vado anche io al ballo!-Esclamò lei, facendo finta di andarsene quando fu fermata dal professore.
Stella sospirò amaramente dopodiché si decise a parlare.
-Stefan ci ha chiesto di tenerti d’occhio mentre Jeremy e gli altri sistemavano la questione “Katherine”…-Spiegò la Gilbert di Miami, imitando le virgolette mentre pronunciava il nome della vampira.
-Cosa? Non posso crederci! Adesso li raggiungo…-Concluse Elena muovendo un passo per andarsene quando fu nuovamente bloccata da Alaric che la fece indietreggiare di un passo.
La Doopelganger stava iniziando veramente ad innervosirsi, tutto quello era un’assurdità. Non potevano ideare un piano contro Katherine e tenerla all’oscuro quando persino Stella lo sapeva.
-Elena, sanno quel che fanno…Per una volta, lascia stare!-Cercò di persuaderla Alaric.
-Uff, d’accordo…-La castana tornò a sedersi sul divano accanto a Jenna che, intanto stava dormendo tranquillamente.
Dopo la cena, Elena si alzò dicendo a tutti che andava a letto, raggiungendo invece la porta, afferrando le chiavi dell’auto quando le si parò davanti la gemella che la fece sobbalzare, spaventandola.
-Stella…Mi hai fatto spaventare…-Disse a bassa voce, rimproverandola.
-Dove credi di andare?-Le chiese la Gilbert di Miami, utilizzando lo stesso suo tono.
-Non posso restarmene qui mentre gli altri potrebbero essere in pericolo!-
-Elena, ti ho detto di lasciar stare…Se la caveranno alla grande!-Cercò di persuaderla Stella tormentata.
-E’ inutile, non cambierò idea! Fammi passare, Stella…-Controbatté la castana digrignando i denti.
-Mmh, vabbene! Ti lascio andare ma io vengo con te…-Concluse la Gilbert di Miami, aprendo la porta per far uscire la cugina dopodiché se la chiuse alle spalle, silenziosamente.
Con passo felpato, raggiunsero l’auto e si avviarono verso la villa.
-Sai, ho promesso a Damon che sarei rimasta a casa ma non potrei mai perdermi il divertimento!-Esclamò Stella ridendo divertita, coinvolgendo anche la cugina che rise a sua volta.
Il viaggio in macchina durò poco, arrivate alla villa, parcheggiarono l’auto e iniziarono a cercare i loro amici.
 
 
 
Era passata una mezz’ora e Katherine aveva raggiunto Caroline cercando di estrarle informazioni sul piano dei Salvatore che avevano cercata di attirarla nel bosco e la bionda stava fingendo alla perfezione, trascinandola al piano di sopra, isolata da tutti.
Intanto, Matt si stava ubriacando insieme a Tyler e due ragazze, nello studio del defunto sindaco Lockwood.
-Dimmi, dove sono adesso Stefan e Damon?-Le chiese la Petrova, afferrandole la gola con una mano per poi stringere sempre di più.
-Io…io..Non lo so!-Recitò la Forbes, piangendo.
Katherine strinse ancora di più  la stretta sul collo della vampira che, arrendendosi, le indicò la stanza.
Una volta entrata, la Petrova si voltò verso la bionda che rideva divertita.
-Ce l’ho fatta! Non credevo di riuscire ad imbrogliare proprio te ma…ce l’ho fatta!-Esclamò Caroline fiera di sé.
La vampira, furiosa, cercò di raggiungerla ma fu bloccata da una forza immaginaria che la teneva intrappolata in quella stanza.
Dopo essersi calmata, un ghigno le si stampò in viso voltandosi subito dopo verso Stefan, che le era apparso alle spalle con un paletto in mano, pronto per colpirla.
-Ciao, Katherine…-La salutò lui, freddo.
-Addio, Katherine!-La salutò Caroline, facendo un cenno con la mano per poi andarsene, lasciandoli soli.
 
 
 
Nel frattempo, al piano di sotto, Matt era ubriaco e stava mettendo in atto tutto ciò che gli aveva ordinato la Petrova.
Sotto lo sguardo perplesso e irritato di Tyler versò della vodka sulla foto del sindaco dopodiché la gettò a terra, facendo innervosire ancora di più il moro.
-Matt, smettila! Ma cosa ti prende?-Cercò di calmarlo il Lockwood, scuotendolo per il colletto della camicia, ma il biondo non era intenzionato a fermarsi, così gli sferrò un pugno in faccia.
Il moro si alzò con il naso sanguinante e, avendo perso la pazienza, si scaraventò verso l’amico, rispondendo ad ogni attacco da parte del biondo.
Mentre i due combattevano arrivò Caroline che li staccò con la sua forza vampiresca e, notando che Matt non aveva alcuna intenzione di arrendersi, gli lanciò un pugno facendolo svenire sotto gli occhi sorpresi di Tyler.
-Ma come…Come hai fatto?-Le chiese il moro, tenendo lo sguardo fisso sul corpo inerme dell’amico.
-Si riprenderà, non preoccuparti…Stai bene??-Rispose lei, sospirando.
Mentre i due parlavano, una ragazza, anch’essa soggiogata da Katherine, avanzò verso di Tyler con una matita conficcandola nel petto del Lockwood.
Il moro, con forza sovrumana, la spinse via facendole sbattere la nuca sullo spigolo della scrivania, uccidendola.
Estrasse la matita dal proprio torace dopodiché corse verso la ragazza, scuotendola per farla svegliare ma oramai il suo cuore non batteva più, era morta.
La disperazione e il senso di colpa lo avvolsero, le lacrime iniziarono a rigargli il viso e iniziò ad urlare disperato mentre la bionda cercava di calmarlo.
-Caroline, vattene…Vattene…-Le gridò contro lui, accasciandogli sul pavimento con il viso rivolto verso il basso.
-Tyler, non è stata colpa tua!-
-Caroline, ho detto vattene! Vai via…-Le gridò ancora una volta lui, alzando lo sguardo verso di lei, spaventandola quando vide i suoi occhi diventare gialli e i canini apparire.
La bionda si intimorì nel vederlo in quello stato e, proprio in quel momento, entrò nella stanza Stella.
Nel frattempo, Elena aveva raggiunto Jeremy e Bonnie facendosi spiegare bene il piano. Era sempre più preoccupata per quello che sarebbe potuto succedere a Stefan, non si fidava di Katherine e sapeva di cosa era capace pur di salvare sé stessa.
-Non posso credere che anche voi stiate prendendo parte a questa pazzia!-Esclamò la Gilbert di Mystic Falls, sedendosi su una sedia, poggiando i gomiti sul tavolo davanti a lei per poi portarsi le mani sul viso esasperata.
-Elena, sappiamo quel che facciamo…Non preoccuparti! Alla fine di questo ballo, Katherine avrà un paletto piantato nel cuore…-La rassicurò il fratello, avvolgendole un braccio intorno al collo.
 
 
 
-Non penserai di uccidermi con quello!-Esclamò Katherine indicando il paletto che il Salvatore aveva tra le mano.
-No…Ma lui si!-Rispose, indicando il fratello maggiore situato dietro di lei che, velocemente, le sparò un paletto nella schiena facendola piegare in avanti.
I tre iniziarono a lottare ferendo Katherine, sulle braccia anche se lei non sembrava arrendersi e continuava a lottare più arrabbiata che mai.
 
 
-Stella, cosa ci fai qui?-Le chiese la bionda sorpresa di vederla lì quando le era stato detto di restare a casa a vegliare su Elena.
-Mi dispiace, ma Elena ha scoperto tutto e così siamo venute qui…Stava scappando di nasco…AAAAAAAAAAHHHH!!!-La Gilbert non riuscì a terminare la frase che un dolore lacerante le pervase la schiena e le braccia, impregnandole subito dopo di rosso.
La castana si accasciò a terra urlando, sfiorando i punti doloranti con l’intento di far cessare tutta quella sofferenza senza riuscirvi.
-Stella…cosa succede? Stella…-Urlò Caroline, correndo dalla castana, senza curarsi di Tyler che, nel frattempo, si era calmato e stava osservando la scena.
-Io..io..Non lo so! Fa male, Caroline…-La Forbes rimase a fissare le ferite che continuavano ad allargarsi, perdendo sempre più sangue.
 
 
Nello stesso istante, anche Elena iniziò ad urlare dal dolore dopo che delle ferite le si erano aperte nel corpo. La maglia  si impregnò del liquido rosso sotto gli occhi spaventati di Bonnie e Jeremy che non avevano idea di cosa stesse succedendo alla Gilbert.
-Jeremy, è Katherine! Sono collegate…Vai a fermali, subito!-Esclamò la Bennett facendo sobbalzare il piccolo Gilbert che subito corse all’interno della villa per andare a fermarli prima che uccidessero la Petrova, togliendo la vita così anche a Elena.
Le ferite continuavano ad allargarsi facendo soffrire le due Gilbert che non riuscivano a comprendere il motivo di quel dolore improvviso.
Sia Caroline che Bonnie volevano aiutarle ma non sapevano cosa fare.
-Mi dispiace, Elena…Non conosco un incantesimo per far sparire il dolore, ma posso provare ad alleviarlo!-Spiegò la Bennett, afferrando la mano ferita per poi pronunciare parole incomprensibili.
Il dolore alla mano diveniva sempre più lieve grazie all’incantesimo della strega che, intanto, pensava a come fosse possibile tutto quello.
Non poteva trattarsi di una semplice coincidenza, inoltre era sicura che quella fosse opera della magia.
Pian piano giunse alla spiegazione più ovvia, c’era un’altra strega nei paraggi.
-Elena, resta qui…C’è un’altra strega nei paraggi e la troverò!-Esclamò la  Bennett andando alla ricerca della strega misteriosa mentre i fratelli Salvatore parlavano con Katherine, non potendola uccidere, e Caroline aiutava Stella.
Entrò nella villa e, seguendo quella strana aura dispersa per l’abitazione, raggiunse la strega misteriosa.
-Fermati!-Le ordinò la Bennett, catturando l’attenzione dell’altra strega che si voltò verso di lei con un sorriso compiaciuto.
-Dimmi pure, mia cara Bonnie!-Rispose la sconosciuta.
-Come conosci il mio nome? E per quale motivo stai aiutando Katherine? Sai che cos’è…-Chiese la castana, curiosa di conoscere il motivo per cui una strega potente come lei avesse a che fare con un vampiro.
Anche lei era dalla parte dei vampiri ma era per una buona causa mentre quella sconosciuta stava aiutando una vampira perfida e malvagia che avrebbe potuto giocarle un brutto tiro in qualsiasi momento.
-Sono qui perché devo un favore a un’amica…Adesso lascia che vada alla ricerca della pietra di luna!-Concluse la strega voltandosi per andarsene quando la Bennett l’afferrò per il polso, fermandola.
-Non pensare di scamparla…-Mentre parlava, una strana sensazione la pervase costringendola a lasciarla.
-Mmh, interessante! Hai tu la pietra…-Continuò l’altra strega, sorridendo vittoriosa.
Bonnie la guardò con aria di sfida, stringendo i pugni furiosa mentre l’altra la fissava immobile.
-Perché non la dai a me…Puoi fidarti, Bonnie! Infondo sai che è la cosa giusta da fare…-La persuase lei riuscendo, infine, a farsi dare la pietra per poi dirigersi nella stanza in cui erano rinchiusi Katherine e i Salvatore.
 
 
 
Dopo due ore…
 
Tutto era finito per il verso giusto: La strega aveva dato la pietra a Katherine che, dopo averla toccata, era caduta a terra addormentata, Stella e Elena avevano smesso di soffrire a causa della vampira e Caroline aveva aiutato Tyler a spiegare ciò che era successo poco prima.
Tutti sembravano felice, soprattutto Stefan.
Elena lo raggiunse nell’enorme giardino della villa, abbracciandolo.
-E’ davvero tutto finito?-Le chiese la castana, stringendolo forte a sé, rimanendo appoggiata alla sua spalla.
-Si, Elena! Katherine è stata rinchiusa nella cripta…Adesso possiamo stare insieme!-Esclamò felice il vampiro che le accarezzava dolcemente i lunghi capelli lisci, sfoggiando un sorriso ebete.
I due rimasero abbracciati, facendosi cullare dal dolce silenzio che regnava in quel luogo così romantico dopodiché si salutarono.
 
 
 
-Sicura di star bene, Stellina?-Chiese Damon alla Gilbert di Miami abbracciandola fortemente, quasi avesse paura che potesse scomparire da un momento all’altro.
-Sto bene, tranquillo!-Rispose la castana, tranquillizzandolo per l’ennesima volta.
-Ti avevo detto di restare a casa e tu, come al solito, non hai voluto ascoltare…Sei stata fortunata, avrei potuto perderti per sempre!-La sgridò il moro, accarezzandole le braccia, guardandola ancora spaventato.
-Perdonami, Damon…Sono stata una stupida, non essere arrabbiato con me! La verità…La verità è che, infondo, anche io temevo per la tua vita…Questo è il motivo principale per cui volevo stare al tuo fianco, non voglio essere un peso!-Spiegò la Gilbert rivolgendo lo sguardo verso le tante macchine parcheggiate intorno a loro, lasciando che qualche lacrima le rigasse il volto.
Quello che aveva detto era la pura verità, lei non voleva essere un peso per nessuno soprattutto per il suo bellissimo e sexy vampiro.
Il moro le afferrò il mento con le dita, facendola voltare verso di sé. Nel vedere quelle lacrime bagnare il bel viso della sua dolce Stellina, una fitta gli lacerò il cuore oramai morto.
Non voleva che quella dolce creatura, capace di renderlo felice stesse piangendo per colpa sua.
In silenzio, si abbassò verso di lei, baciandole una lacrima che scivolava lenta sulla guancia destra dopodiché passò alla guancia sinistra dandole un altro bacio.
-Stellina, non sei affatto un peso per me…Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata nell’ultimo decennio! Solo il pensiero di farti soffrire mi spaventa, io voglio renderti felice…Ti prego, mostrami quel sorriso sexy e sconvolgente che mi ha fatto innamorare di te! Mostrami la Stellina caparbia e spensierata che ho conosciuto…-Concluse il moro sorridendole dolcemente, coinvolgendola.
Dopo qualche istante di silenzio, si strofinò gli occhi rossi con il dorso delle mani per poi sfoggiare il sorriso più sincero di tutta la sua vita.
Anche lei voleva renderlo felice, avevano già sofferto abbastanza entrambi e, da quel momento, avrebbero dovuto vivere la proprio storia con serenità e spensieratezza.
-Ti.Amo…-Disse tra un bacio e l’altro, dondolandosi fra le braccia del moro che rideva divertito.
-Anche io, mia piccola Stellina…-Le sussurrò lui all’orecchio, facendola arrossire.
Le loro labbra si riunirono nell’ennesimo bacio ma, quando il moro stava per far intrecciare la lingua con la sua, la castana gli morse dolcemente il labbro inferiore.
-Sei una bambina cattiva!-Esclamò una volta staccatosi dalla Gilbert.
-Mmmh…le bambine cattive sono nate per stare con i bambini cattivi e tenebrosi…-Continuò lei leccandosi maliziosamente le labbra facendo eccitare il moro che la strinse di più a sé, facendole notare il rigonfiamento nei pantaloni.
La Gilbert sorrise vittoriosa, scoprendo l’effetto che riusciva a fargli solo parlando.
-Ops…adesso sarà meglio che vada a cercare Elena!-Concluse lei sciogliendo l’abbraccio per poi mandargli un bacio con la mano, andandosene in direzione del giardino.
Attraversò tutto il giardino senza riuscire a trovare sua cugina, sicuramente se ne stava ad amoreggiare con Stefan dopo giorni interminabili di solitudine a causa di Katherine.
Non trovandola, afferrò il telefono e chiamò Damon.
-Stellina, senti già la mia mancanza?!-Disse il vampiro sarcastico.
-Sempre…Ma in realtà volevo chiederti sei hai visto Elena, non riesco a trovarla!-Rispose lei, guardandosi intorno sperando di scorgere la Gilbert di Mystic Falls ma, sfortunatamente, era sola in quell’immensa distesa verde.
Il silenzio regnava sovrano, l’unico rumore che si udiva era l’eco della sua voce mentre parlava a telefono con il moro.
Continuava a guardarsi intorno con la speranza di trovare sua cugina per poi potersene ritornare a casa, poi però una mano le si poggiò sulla bocca impedendole di parlare.
La persona che era comparsa alle sue spalle, la strinse forte a se mentre la castana si dimenava con tutte le sue forze e Damon, dall’altro lato del telefono, urlava spaventato.
Sapeva che la sua Stellina era in pericolo.
-Damon, aiuto!-Urlò la Gilbert prima di svenire fra le braccia del suo aggressore.
Nell’udire le grida della castana, Damon uscì di casa e corse alla villa dei Lockwood.
 
 
Elena era giunta nel parcheggio della villa, dopo aver salutato il suo amato Stefan. Stava cercando Stella senza riuscire a trovarla.
Mentre si guardava intorno per scorgere la Gilbert di Miami, un rumore catturò la sua attenzione, facendola voltare.
-Stella…Stella, sei tu?-Si avvicinò con passo felpato verso il cespuglio da cui era provenuto il rumore.
Quando fu abbastanza vicino, un gatto sbucò dal groviglio facendola urlare spaventata per poi fare un passo indietro.
Dopo qualche istante di silenzio, qualcosa o meglio qualcuno la colpì in testa facendola svenire, poi se la trascinò con sé in auto e infine partì.
Il rapitore della Gilbert di Mystic Falls afferrò il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e compose un numero.
-Pronto?-Rispose la voce dall’altro lato del telefono.
-Missione compiuta…Ho preso la Doopelganger!-Esclamò il rapitore sorridendo malignamente, mentre guidava fuori dalla città.
 
 


 

Fine capitolo 11!!
Angolo Autrice: Wow, ce l’ho fatta!! xD So che questo capitolo è una specie di copia del telefilm ma è solo di passaggio. Come avrete notato, questa fanfic è collegata agli episodi solo che c’è Stella e le sue complicazioni. Spero vi sia piaciuto, anche perché è stato modificato da me u.u
Siete rimaste sorprese di vedere anche Stella soffrire insieme a Katherine e Elena?? Beh, tutto si direbbe che è stato a causa dell’incantesimo della strega di Kath, ma chi lo sa…Potrebbe trattarsi di qualcosa ancora più importante di questo :PP
Vabbene,  basta altrimenti vi spoilero tutta la storia >.< Grazie a tutte coloro che seguono questa storia e che recensiscono.
Alla prossima, baciii. <3
TheDarkLady97!! :33

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Capitolo 12
*** Fear of Losing ***


 

 

Capitolo 12

Fear of Losing.



 

 "Sarei perduto s'io vivessi un solo momento senza di te". 
-U.Foscolo

 



 


Era mattino, il sole levava alto nel cielo e tutto ero circondato dalla tiepida luce, proveniente da quella sfera infuocata che portava il nome di ‘sole’.
I raggi del sole si infiltrarono nelle spoglie e rovinose stanze di una piccola villa abbandonata nella boscaglia, raggiungendo i volti di Stella e Elena, distese su un antico baldacchino.
Quei piccoli fasci di luce accarezzarono delicatamente i loro lineamenti, riscaldandole fino a svegliarle da quel tranquillo sonno.
Le due si alzarono lentamente, portandosi una mano alle tempie, cercando di placare il terribile mal di testa che le stava tormentando.
-Stai bene, Elena?-Chiese la Gilbert di Miami alla cugina, avvicinandosi di più a lei per aiutarla ad alzarsi.
-Mmh, credo di si...Ma dove siamo??-Rispose la Gilbert di Mystic Falls, guardandosi intorno terrorizzata.
-Non ne ho idea...l’ultima cosa che ricordo è che ti stavo cercando in giardino, alla villa Lockwood, e qualcuno mi ha aggredita!-Spiegò Stella, raggiungendo l’enorme finestra della camera, per vedere all’esterno.
-Anche io ti stavo cercando quando qualcuno è comparso alle mie spalle e mi ha aggredita…Ho tanta paura, Stella!-Esclamò Elena terrorizzata mentre fissava l’enorme distesa di alberi che circondava la loro prigione.
Non si vedevano altro che alberi per circa un miglio di distanza, erano immerse nel nulla totale.
Mentre le due vagavano per la casa, cercando una via di fuga, udirono delle voci provenire dal piano terra, così scesero le scale per andare a controllare.
Seguirono il vocio fino a raggiunge un’enorme porta di legno, dietro la quale si trovavano i loro rapitori, pertanto le due rimasero a spiarli dal piccolo spiraglio provocato dalla porta socchiusa.
-Tra quanto sarà qui?-Chiese un uomo abbastanza alto, con i capelli biondi raccolti in un codino, rivolgendosi ad una donna.
-Abbi pazienza, Trevor! Elijah sarà qui a momenti ormai…-Rispose la rossa dai capelli corti, avvicinandosi tremante alla finestra, quasi fosse spaventata.
-Rose, pensi che ci darà quello che vogliamo dopo questo? Ci sono due Doopelganger e…non sappiamo quale sia quella giusta!-Esclamò quel tale chiamato Trevor.
-Sta tranquillo…Vedrai che Elijah non farà obbiezioni e noi finalmente potremo riavere la nostra libertà!-Concluse Rose, abbracciandolo dolcemente.
Le due gemelle erano immobili, chine sulla porta per sbirciare all’interno della stanza, quando qualcuno le afferrò per la nuca, trascinandole dai rapitori.
Rose e Trevor si voltarono verso il loro ospite e spalancarono gli occhi nel vedere il famoso Elijah tenere per il collo le due Doopelganger.
-E-elijah…t-ti stavamo aspettando…-Riuscì a dire la rossa, dopo qualche istante trascorso in completo silenzio.
-Vedo che le vostre ospiti erano ansiose di incontrarmi!-Esclamò l’antico, con un pizzico di sarcasmo, lasciando la presa sulle due che caddero a terra, gettando un urlo di dolore.
Le due Gilbert si massaggiarono i punti doloranti, restando sedute sul pavimento mentre i loro rapitori fissavano lo sconosciuto con aria terrorizzata.
Dai due sequestratori, posarono lo sguardo sull’affascinante uomo che le sovrastava, rimanendo immobili come statue, con il viso rivolto verso il basso, ad ammirarlo con la coda dell’occhio in ogni suo piccolo particolare.
Le gemelle notarono un fisico forte e scolpito, il viso virile e sensuale: aveva dei magnetici occhi color nocciola che le squadravano quasi volessero divorarle e le labbra erano salde e immobili.
Nessuna emozione trapelava da quel viso tanto seducente.
-Per quale motivo ce ne sono due?-Chiese Elijah, alla coppia di vampiri.
-Non ne abbiamo idea! Ci dev’essere stato un errore…Abbiamo seguito tutte e due pensando fosse sempre la stessa…-Cercò di spiegare Rose, insicura.
-Mmmh…capisco…Non preoccuparti dolce Rose, ti perdono!-Esclamò il castano, avvicinandosi alle due Gilbert per osservarle meglio.
Entrambe erano terrorizzate da tutto ciò che avrebbe potuto fare loro. Sentivano le gambe tremare, senza forze mentre nei loro occhi il terrore si faceva strada senza riuscire a contenersi.
Elijah si inginocchiò per arrivare alla loro altezza, dopodiché si avvicinò pericolosamente a Elena, respirando sul suo collo per riuscire a percepire l’odore del suo sangue.
Dopo essersi assicurato che fosse umana, fu il turno di Stella.
Il castano le sollevo il viso per incontrare i suoi occhi e, vedendola, la sua espressione cambiò completamente.
Lo sguardo freddo e distaccato lasciò il posto ad un’espressione sbigottita, quasi sconvolta.
-Katerina…-Disse l’antico, continuando a fissarla nelle sue iridi color cioccolato, spaventate e allo stesso tempo sorprese.
Nel sentire pronunciare quel nome, delle immagini sfocate comparvero nella mente della Gilbert di Miami.
Stella aveva la sensazione di aver già sentito quel nome da qualche parte, non riusciva però a ricordarsi dove. Era così familiare, le provocava brividi che non riusciva a spiegarsi.
Le immagini di una ragazza, le apparvero davanti agli occhi come in un sogno. In un momento non era più nella casa abbandonata da dio, ma si ritrovava da sola in un luogo a lei sconosciuto.
Dinanzi a lei si ergeva una bellissima villa, accanto al muro vi era fanciulla: alta, coi capelli castani e ondulati simili ai suoi.
Era voltato verso l’enorme abitazione e Stella non riusciva a vederla in viso.
Proprio quando la misteriosa ragazza stava per voltarsi nella sua direzione, il sogno svanì facendola ritornare alla realtà.
Fissò lo sguardo sorpreso e sconvolto di Elijah che se ne stava in silenzio ad osservarla, quasi rapito.
-Katerina…-Ripetè lui, sfiorandole il viso dolcemente.
-I-io non sono…Katerina…S-sono Stella…-Aggiunse balbettando la castana, cercando di sopprimere la paura che pian piano cresceva dentro di sé.
-E’ impossibile! Se non sei Katerina, perché non riesco a percepire il tuo cuore che batte?-Chiese interdetto il castano, sempre più sconvolto.
           
 
 
Era mattino e sia Damon che Stefan non si davano pace, continuando a cercare per tutta la città le loro fidanzate.
Non riuscivano a credere di averle perse, di averle lasciate nelle mani del nemico; di quel nemico del quale ne ignoravano l’esistenza.
Mille domande invadevano le loro menti. Avrebbero tanto voluto sapere quale motivo fossero state rapite, da chi e che cosa volesse.
Tutte domande che non avevano una risposta, solo il vuoto totale.
-Le hai trovate?-Chiese ansioso Damon al fratello, rispondendo velocemente al telefono.
-Ancora no…Non c’è traccia di Stella e Elena! Damon…se dovesse succedere loro qualcosa io…io…-Rispose Stefan, facendo avanti e indietro davanti all’entrata della scuola, sempre più preoccupato.
-Ti capisco, Stefan! In questo momento avrei solo voglio di prendere quel farabutto che ha osato rapire Stella e strappargli il cuore senza dargli il tempo di fiatare…-Continuò il moro, stringendo le mani a pugno, digrignando i denti per la rabbia.
-Ho preso una decisione…Cercherò Bonnie e le chiederò aiuto! Non potrà dirmi di no…Infondo si tratta di Elena e Stella!-Esclamò il castano mentre cercava con lo sguardo la Bennett fino a che la intravide fra il gruppo di studenti che gli stava passando di fronte.
-D’accordo, fratello! Io continuo a cercarle…Fammi sapere se scopri qualcosa…-Concluse la chiamata il maggiore dei Salvatore, riponendo subito dopo il cellulare nella tasca dei jeans.
Lo stesso fece Stefan, dopodiché si diresse in direzione della strega che lo fissava ambigua.
Quando notò che il castano le si stava avvicinando, aumentò il passo decisa a ignorarlo, ma in pochi attimi lui le fu davanti, fermandola.
-Bonnie, devi aiutarmi!-Esclamò lui in tono di supplica.
-Stefan, non so cosa sia successo ma…non voglio immischiarmi nelle tue questioni da vampiro!-Controbatté lei, fredda.
-Si…si tratta di Elena e Stella…-Riassunse il tutto in due nomi, sperando di farle cambiare idea.
Come previsto dal Salvatore, nel sentire pronunciare i nomi delle sue amiche, la strega lo guardò spaventata dopodiché gli fece cenno col capo di seguirla, entrando nell’istituto.
Attraversato il corridoio invaso dagli alunni, si diressero nell’aula di storia, essendo l’unica vuota per quell’ora, nella quale vi era Alaric che era intento a bere un caffè, comodamente seduto accanto alla cattedra.
-Cosa ci fate qui, ragazzi? Non dovreste essere a lezione?-Chiese loro, vedendoli entrare come un uragano, interrompendo il silenzio che regnava intorno a lui.
-Rick , c’è qualcosa che devo dirti…-Aggiunse Stefan, guardandolo con sguardo disperato.
-Coraggio, sputa il rospo! Voglio sapere cosa è successo, Stefan…-Continuò Bonnie, incitandolo a dare loro una spiegazione.
-Stella e Elena sono state rapite…Io e Damon abbiamo trascorso la notte a cercarle ma sembrano svanite nel nulla! Bonnie, ti prego…Potresti fare un incantesimo per localizzarle?-La pregò il vampiro, guardandola speranzoso.
Aveva bisogno assolutamente del suo aiuto, altrimenti non gli sarebbe stato facile scoprire il luogo in cui erano trattenute le due Gilbert.
Dopo aver saputo la notizia, Bonnie accettò di aiutarli, mandando Alaric a chiamare Jeremy visto che le serviva il sangue dei Gilbert.
Una volta, posizionato le candele attorno ad una mappa della Virginia, recitò delle parole sconosciute mentre procurava un piccolo taglietto al polso del piccolo Gilbert che serrò la mascella, cercando di non pensare al dolore.
Trascorsero alcuni minuti in completo silenzio, tenendo lo sguardo fisso sulla piccola macchiolina di sangue versata sulla mappa, con la speranza che l’incantesimo funzionasse.
Quando tutti avevano perso la speranza, la gocciolina rossa prese vita propria, iniziando a muoversi, segnando un percorso.
-Ragazzi, ci siamo!-Esclamò Bonnie, osservando il punto in cui il sangue si era fermato.
-Dove sono, Bonnie…-Aggiunse Stefan ansioso.
-Ecco, vedo Elena! E’ spaventata e…ferita! Ma non vedo Stella…non riesco a trovarla…-Un’espressione sorpresa comparve sul viso della strega mentre cercava di vedere anche Stella attraverso l’incantesimo.
-Come sarebbe che non riesci a trovarla? Ci sarà qualcosa che non ha funzionato nell’incantesimo!!-Esclamò Jeremy sempre più scombussolato, cercando di trovare una soluzione plausibile a quello che la Bennett gli aveva appena riferito.
-No, Jer…l’incantesimo ha funziona perfettamente!! Ho usato il tuo sangue, ovvero quello dei Gilbert, e ha rintracciato Elena e Stella…-
-Oh, mio Dio! Questo vuol dire che Stella non è una Gilbert?! Forse questo spiegherebbe il perché non riesci a vederla…-Aggiunse Stefan sempre più sorpreso, al pensiero di questo mistero che continuava a ingigantirsi, passo dopo passo.
Il mistero si infittiva sempre di più; un altro problema si aggiungeva al seguito.
Da quando quella ragazza era arrivata a Mystic Falls erano accadute cose inverosimili: prima si era trasformata in una specie di mezza vampira, poi poteva guarire senza l’aiuto del sangue di vampiro e per di più non poteva essere rintracciata usando il sangue dei Gilbert, il che significava solamente una cosa, Stella Marie Gilbert non faceva parte della famiglia che le aveva dato il cognome.
-Sono sicuro che siano insieme…Non perdiamo altro tempo! Spiegami esattamente dove sono…-Concluse Stefan.
-Secondo l’incantesimo, si trovano a due chilometri da Mystic Falls...Più precisamente in una foresta, penso sia sperduta…-Spiegò la castana, osservando attentamente la mappa per cercare di ricavare qualche altra informazione.
-Non c’è altro? Come facciamo a sapere qual è la foresta?-Chiese Stefan, pensieroso.
-Mmmh…c’è dell’altro! Percorsi due chilometri da Mystic Falls, non ci sono città vicine…Capirete subito qual è la foresta, è l’unica in vista da quelle parti!-Concluse la streghetta, chiudendo la mappa.
-Bene! Grazie mille, Bonnie…Chiamo subito Damon e corriamo a salvarle…-Il vampiro, diede un veloce bacio sulla guancia alla Bennett in segno di ringraziamento, poi scomparve dalla vista dei tre che ripresero le loro attività.
Corse con velocità vampiresca alla Pensione Salvatore dove Damon lo stava aspettando sempre più nervoso.
In pochi istanti, Stefan fu a casa e raggiunse Damon, intento a caricare delle strane casse in auto.
-Stefan, aiutami…Non startene lì impalato come una statua!-Esclamò sarcastico il moro, caricando la penultima cassa nel portabagagli della sua auto, aggiungendola a quella già caricata.
-Non capisco…a cosa ci servono queste casse? E cosa contengono?-Chiese Stefan al fratello mentre caricava l’ultima cassa.
-Fratellino, tieniti pronto per la nostra piccola festa…-Il moro lo fissò con uno sguardo ironico, dopodiché aprì una delle tre casse, scoprendo un intero rifornimento di dinamite.
-Damon…ma cosa…ma sei impazzito?!-Aggiunse il castano, sconvolto da quello che i suoi occhi stavano vedendo.
O suo fratello era uscito fuori di testa oppure si trovava in un incubo. Non riusciva a credere a quello che aveva intenzione di fare Damon, non ne capiva il motivo.
Essendo un vampiro, avrebbe potuto uccidere il rapitore delle due Gilbert con le proprie mani, ma evidentemente per lui non era abbastanza.
-Andiamo, fratellino!! Non dirmi che non hai pensato a nessun modo in cui uccidere quello schifoso pezzo di merda che ha rapito la tua Elena…Beh, io ci ho pensato e adesso…Andiamo!!-Concluse il moro, chiudendo il portabagagli per poi salire in auto, seguito dal castano che non osava fiatare.
Era troppo sconvolto da tutto ciò che gli aveva detto Damon per parlare, avrebbe voluto dire tante cose ma in quel momento niente gli sembrava appropriato.
Una volta partiti, si diressero a tutto gas fuori dalla città, pronti a riprendersi le loro amate.
 
 
 
Elena era davvero stupefatta dalle parole di Elijah. Non riusciva a trovare una spiegazione per quella situazione: Elijah non riusciva a sentire il battito del cuore di Stella, il che era impossibile visto che era umana.
Tutte queste stranezze la stavano mandando in confusione, facendola uscire pazza.
Avrebbe tanto voluto trovare le soluzioni a quel mistero che continuava ad infittirsi sempre di più.
Le domande principali che le ronzavano per la testa erano: Chi è veramente Stella? E’ realmente mia cugina, una Gilbert?
Dopo essere tornata alla realtà, distogliendosi dai propri pensieri, si voltò verso Elijah e Stella.
-Come fai a non sentire il suo battito?-Chiese prepotentemente Elena, fissando il castano con sguardo serio anche se la paura era lì sul punto di invaderla.
-Non ne sono sicuro! Lei è umana ma allo stesso tempo ha qualcosa di soprannaturale…e per di più non è la Doopelganger…Tu lo sei, mia cara Elena! Tu sei la ragazza che Klaus sta cercando…-Concluse Elijah, avvicinandosi nuovamente alla Gilbert di Mystic Falls, sorridendo malignamente.
-C-cosa? Chi è Klaus?-Chiese Elena terrorizzata nel ritrovarsi l’antico così vicino.
-Lo conoscerai presto, mia cara…Devo solo pazientare!-
-Elijah, visto che ti abbiamo portato la Doopelganger abbiamo diritto ad una ricompensa…-Aggiunse improvvisamente Trevor sicuro di sé.
-Certo! Rose sei perdontata…sei finalmente libera di fare quel che vuoi…-Disse Elijah, sorridendole.
-E io?-Chiese contrariato Trevor, attendendo una risposta.
-Anche tu, mio caro Trevor, sei perdonato…Tuttavia, ciò non toglie quello che hai fatto! Ci hai traditi per aiutare Katerine…-Il castano si avvicinò a Trevor dopodiché gli staccò la testa con solo il movimento fulmineo del braccio destro.
Nel vedere il suo migliore amico ucciso, Rose iniziò a gridare e le lacrime le rigarono il volto come un fiume in piena.
Il dolore si trasformò subito in rabbia; la voglia di uccidere quel bastardo di Elijah si insinuava sempre più rapidamente nella sua mente e proprio quando stava per colpirlo, lui la fermò, fissandola sorridente.
-Non adesso che hai ottenuto la libertà, piccola Rose…-Sussurrò lui, liberandole la mano dalla stretta ferrea in cui la racchiudeva per poi uscire dalla stanza e lasciarla sola, in compagnia delle due prigioniere che la fissavano in silenzio.
 
 
 
Dopo due ore di viaggio trascorso in auto, i fratelli Salvatore erano giunti nella foresta indicata da Bonnie e, dopo essersi riempiti di dinamite, pronti ad usarla contro il nemico, si incamminarono nella fitta boscaglia alla ricerca del nascondiglio in cui erano tenute prigioniere Stella e Elena.
-Proprio un bel posto per portare degli ostaggi!-Esclamò sarcastico Damon mentre guardava in ogni direzione con la speranza di trovare qualsiasi cosa potesse essergli d’aiuto.
-Non fare lo spiritoso, Damon! So che questo comportamento è dovuto al fatto che hai paura…-Continuò Stefan fermandolo per un braccio, catturando la sua attenzione.
-Ma cosa vai blaterando! Io paura?! Pff…-Controbattè il moro, sbuffando contrario.
-Si, hai paura…Ti conosco fin troppo bene per sapere quando hai realmente paura…Damon, ammettilo! Sei terrorizzato da quello che potrebbero aver fatto a Stella…-Continuò imperterrito il minore, alzando il tono di un’ottava.
A quelle parole, il moro strinse i pugni e digrignò i denti, furioso, facendo capire al fratello che non si sbagliava.
-Come vuoi, Santo Stefano! Lo ammetto…sono completamente terrorizzato all’idea che quel farabutto possa fare del male alla mia Stellina…E sai perché sono così terrorizzato, Stefan?! Perché io la amo come non ho mai amato nessun’altra in tutti i miei 160 anni di vita e non posso vivere senza di lei!!!-Gridò furioso Damon, afferrando il fratello per il colletto della maglietta per poi scuoterlo leggermente.
Stefan non oppose resistenza, sapeva che si stava sfogando, stava facendo uscire tutti i sentimenti che erano stati repressi tutta la notte.
Rimase un po’ sorpreso dalla reazione del fratello maggiore, non si sarebbe mai aspettato di vederlo in quelle condizioni per una ragazza.
Prima che arrivasse Stella era innamorato di Elena ma non le aveva mai dimostrato tutto il suo amore come stava facendo in quel momento per Stella.
Dopo lo sfogo del moro, in silenzio, proseguirono il cammino fino a ritrovarsi davanti ad un’enorme villa che sembrava essere abbandonata.
Finalmente erano arrivati a destinazione, erano sicuri che le loro amate si trovavano lì dentro, in attesa di essere salvate.
-Qual è il piano, fratello??-Chiese Stefan al moro, dopo aver scavalcato facilmente l’enorme muro che circondava la casa.
-Tu pensa alle ragazze, io vado a preparare la sorpresa e ti raggiungo…-Spiegò lui, correndo verso il retro della villa per poi piazzare la prima cassa di dinamite.
Piazzo una cassa in ogni angolo esterno della villa, circondandola dopodiché le collegò ad un telecomando che le avrebbe fatte esplodere tutte.
Intanto, Stefan era entrato in quella dimora abbandonata e cercò le ragazze in ogni stanza che vi era fino a sentire con il suo udito da vampiro le voci di Stella e Elena, provenienti da una stanza del secondo piano.
Salì lentamente le scale, con passo felpato e, una volta raggiunta la camera dalla quale provenivano le voci, entrò zittendole immediatamente entrambe prima che urlassero e lo facessero scoprire.
-Stef…-Elena non riuscì a terminare il suo nome che lui la zittì nuovamente, facendole intuire con dei segni che i suoi rapitori l’avrebbero sentita, essendo dei vampiri.
Così, la ragazza andò verso il piccolo bagno che vi era nella stanza, aprì il rubinetto ricoperto di polvere e iniziò a parlare.
-Stefan, portaci via da qui!-Esclamò spaventata Elena, abbracciando il proprio ragazzo, come per sentirsi al sicuro.
-Andremo via presto…Ma prima io e Damon daremo una bella lezione a questi mostri che hanno osato rapirvi!-Rispose il castano, accarezzandole dolcemente i capelli, trasmettendole un po’ della sua sicurezza.
-Dov’è Damon?-Chiese Stella dopo aver sentito il castano pronunciare il nome del moro.
-E’ fuori…Solo non so di preciso cosa abbia in mente e conoscendo Damon sarà qualcosa di catastrofico!-Esclamò sarcastico il vampiro, facendo ridere le due.
-Stefan, come faremo a scappare di qui? Loro sono in tre e voi siete in due…Ho paura di quello che potrebbero farvi…-Elena si strinse di più a lui.
-Non preoccuparti, Elena…Ho un piano e voi dovete aiutarmi…-
-Cosa dovremmo fare??-Chiese Stella, curiosa.
-Io distrarrò i cattivi mentre voi correrete il più velocemente possibile fuori dalla casa…-Concluse Stefan, con occhi vigili saldati sulla porta.
Proprio quando Stella stava per dire qualcosa, Rose aprì la porta, dando giusto il tempo a Stefan di scappare silenziosamente dalla finestra.
Dopo essersi assicurata che non vi fosse nessuno insieme alle due prigioniere, le trascinò al piano di sotto, al cospetto di Elijah.
-Non capisco! Cosa volete da noi??-Chiese loro Stella, gridando terrorizzata.
-Io voglio la Doopelganger, ma anche tu sei molto interessante…-Concluse il castano, avvolgendo Elena con un braccio per tenerla stretta a sé.
La rossa accompagnò l’ospite nell’atrio della villa abbandonata, quando un rumore sospetto catturò la loro attenzione.
Il silenzio li avvolse, l’unico rumore era quello dei passi veloci di due persone, sicuramente non-morte.
Sia Rose che Elijah si voltarono di scatto, seguendo quei movimenti velocissimi  che solo loro riuscivano a percepire.
Mentre erano concentrati a seguire quei suoni provocati da Damon, Stefan afferrò Elena portandola al riparo sulle scale.
Subito dopo, Stefan distrasse i nemici e fu il turno di Damon che si precipitò a salvare la sua Stellina, portandola da Elena.
Dopo qualche attimo di silenzio, Elijah si voltò nel punto in cui vi erano le Gilbert e un urlo d’ira uscì dalla sua bocca, dopo aver notato che erano scomparse.
-Voi, piccoli bastardi, ridatemi immediatamente le ragazze oppure le riprenderò con la forza! A voi la scelta…-Disse l’antico, guardandosi intorno sempre più irritato.
-Fate come dice Elijah se non volete fare una brutta fine!-Esclamò Rose, cercando di convincere i due.
A quelle parole, Stefan uscì allo scoperto, rimanendo immobile a guardare i due nemici.
-Mi dispiace, ma le nostre ragazze non  sono in vendita…Non so cosa volete ma per questa volta rimarrete a mani vuote!-Esclamò Stefan, più audace che mai.
-E’ decisamente il contrario…-Ribatté Elijah, scagliandosi verso il minore dei Salvatore che corse verso di lui, affrontandolo, mentre Damon raggiungeva le due Gilbert.
-Sono arrivati i soccorsi, ragazze!-Esclamò il moro con un sorrisetto sarcastico stampato in viso.
-Ce ne avete messo di tempo…-Rispose Stella, avvolgendo le braccia saldamente al collo del moro per poi scoccargli un rapido bacio.
-Scusa, dolcezza…-Scherzò Damon, ricambiando il bacio.
-Cosa dobbiamo fare, Damon?-Chiese Elena, curiosa.
-Al mio tre, voi correrete il più veloce possibile fuori di qui…Io e Stefan ci occuperemo di quei due…Abbiamo in serbo per loro una grossa sorpresa!-Esclamò il vampiro dagli occhi di ghiaccio, sorridendo maliziosamente alle due gemelle.
-D’accordo, siamo pronte!-Concluse Stella, staccandosi dal proprio ragazzo per poi posizionarsi al lato della scalinata, pronta a scappare via del suo segnale.
Damon corse ad aiutare il fratello: mentre lui si occupava di Elijah, Stefan teneva a bada Rose.
-1, 2, 3!!! Viaa…-Urlò a squarciagola il maggiore dei Salvatore, fermandosi a fissare le scale dalle quali sbucarono le due Gilbert che corsero con tutta la velocità che avevano verso la porta della villa.
Ma, proprio quando Damon credeva fossero al sicuro, sentì la sua Stellina urlare, catturando la sua attenzione.
Una volta girato nella sua direzione, vide la sua ragazza intrappolata fra le braccia di quel vampiro sconosciuto, che la stringeva sempre di più, facendola urlare dal dolore, mentre Stefan portava Elena al sicuro fuori dall’abitazione e Rose si dava alla fuga.
La rabbia lo avvolse, invadendo la sua mente. Chiuse le mani a pugni e le strinse talmente forte da far diventare le nocche bianche.
Nei suoi occhi di ghiaccio ardevano due piccole fiamme, accese a causa di quella stretta al cuore che lo stava logorando.
Vedere quell’essere così vicino alla sua Stellina, che la stringeva forte contro il suo corpo, ma che soprattutto era così vicino al suo collo da poter percepire l’odore del suo sangue delizioso.
-Fai un altro passo e lei morirà…-Lo minacciò Elijah, scoprendo i suoi canini, così vicini alla gola di lei, pronti per affondare nella sua tenera pelle caffelatte.
-Non oserai!-Esclamò il moro, digrignando i denti.
-Certo che lo farò...Se non posso avere la Doopelganger, avrò almeno la soddisfazione di aver ucciso una vera Petrova…-Concluse il castano, affondando poi i canini nel  collo della giovane Gilbert, lacerandole la pelle, succhiandole quel nettare che tutti i vampiri bramano con così tanta passione.
Nel sentire quel viscido verme, assaggiare il sangue di Stella, Damon afferrò un lungo pezzo di legno e con tutta la rabbia che aveva in corpo, si scaraventò sul nemico, trafiggendolo.
Assicuratosi che Elijah fosse davvero morto, si piegò sulle ginocchia, accarezzò dolcemente la ferita sul collo della ragazza dopodiché la sollevò con le braccia, trascinandola fuori da quell’orribile posto.
Il sole stava iniziando a calare, il giorno stava lentamente cedendo il suo posto all’oscurità della notte.
Quella giornata era stata molto faticosa per tutti, i due Salvatore erano felici di essere riusciti a salvare le loro ragazze.
Se fosse successo loro qualcosa non riuscivano a capacitarsi di cosa avrebbero potuto fare.
Damon raggiunse la sua auto nella quale l’aspettavano Stefan e Elena, poggiò Stella sul sedile posteriore dell’auto, affidandola alle dolci cure della cugina, mentre lui andava a terminare il suo piano.
Oramai quella vampira era scappata, ma rimaneva comunque quell’altro essere che aveva osato toccare la sua ragazza e, anche se era già morto, a Damon questo non importava, l’unica cosa importante era distruggerlo fino a riducere il suo corpo in un cumulo di polvere.
Rimase immobile davanti al cancello dell’abitazione,  sorrise malignamente nel pensare a quel lurido bastardo che adesso sicuramente si trovava dall’altro lato a causa sua e premette il pulsante di avvio sul suo telecomandino che, dopo qualche attimo in completo silenzio, fece azionare la dinamite che aveva posizionato nei lati della villa, facendola saltare in aria.
Finalmente il suo piano era completo: i nemici erano sistemati e le Gilbert erano sane e salve.
Così, salì in macchina e fecero ritorno a casa.
 
 
 
Dopo qualche ora…
Erano trascorse delle ore e il sole aveva ceduto il suo posto alla luna e alle stelle che illuminavano il bellissimo cielo notturno.
Stella aprì gli occhi, gettando un piccolo gridolino, ma subito smise nel ritrovarsi sul suo letto, a casa.
L’ultima cosa che ricordava erano i canini di quell’orrendo vampiro affondarle nel collo come piccole lame.
Era davvero sfortunata, si domandava quale fosse il motivo di quell’attrazione così forte per il suo sangue da parte di quei mostri succhia-sangue.
Si voltò verso l’altra parte del letto, scontrandosi con il viso marmoreo di Damon che dormiva tranquillamente accanto a lei.
Con passo felpato, si diresse davanti allo specchi per poi scoprire il punto in cui era stata morsa, sconvolgendosi nel notare che i la ferita era già guarita e la sua pelle era tornata come nuova, senza neanche un piccolo segno.
Spaventata e allo stesso tempo sorpresa, corse a svegliare Damon.
-Dam, Dam, svegliati…-Gli sussurrò nell’orecchio, facendogli aprire gli occhi che si scontrarono immediatamente con i suoi castani.
-Cosa c’è, Stellina?-Le chiese lui con la voce ancora impastata dal sonno.
-Damon, i segni sul collo sono svaniti! La mia pelle è tornata come prima, senza nemmeno un graffio, né un piccolo livido…-Spiegò la Gilbert di Miami, scoprendosi il collo per farlo esaminare al moro che spalancò gli occhi appena notò che tutto ciò che la sua ragazza aveva detto era la pura e semplice verità.
-Stellina, questo mistero mi piace sempre meno…Quello che sta succedendo non è affatto normale…-Continuò il moro, aggrottando le sopracciglia mentre pensava a qualche spiegazione plausibile a quella situazione così strana, sovrannaturale.
-Mmh…Troveremo le risposte a tutto questo, ma adesso non pensiamoci! Abbiamo altre cose a cui pensare….altre cose più importanti da fare…-Concluse la castana, iniziando a baciargli la mascella, scendendo subito dopo lungo il collo mentre con le mani giocava con il cavallo dei pantaloni, sfiorando l’erezione del moro che cresceva sempre di più.
Damon ricambiò le carezze, sfiorandole delicatamente la schiena, scendendo sempre più in basso, fino a raggiungere i fianchi, coperti solo dalla canottiera del pigiama che il moro le aveva fatto indossare mentre era senza sensi.
Le loro labbra si toccarono, dando vita ad un bacio passionale che li coinvolse in una vertiginosa danza sensuale.
Entrambi percepivano il desiderio crescere in loro come un fiume nel suo periodo di piena.
La castana rimase seduta a cavalcioni su di lui, mentre il moro le sfilava velocemente la canottiera facendola rimanere solo in intimo, visto che già da prima non indossava i pantaloni del pigiama.
Fra un bacio e l’altro, la Gilbert prese il controllo della situazione e colse l’occasione per strappargli di dosso la maglietta, gettandolo in un angolo della stanza.
Con  forza sovrumana, afferrò i polsi  del moro, tenendoli saldi sulla sua testa mentre lei scendeva a lasciargli scie di baci infuocati sul suo torace scolpito, facendogli scappare qualche gemito ogni tanto.
Dopo fu il turno di Damon che la portò sotto di sé, prendendo lui il controllo, sfilandole il reggiseno mentre lei gli apriva la lampo dei jeans per liberare la sua erezione, sempre più incontenibile.
Il moro la fissò dolcemente, accarezzandole le guance rosate per l’eccitazione, i capelli scompigliati a causa dei movimenti e le labbra calde e gonfie per colpa di quei baci così passionali.
Dal viso, passò ad accarezzarle il collo perfetto, poi scese verso il seno, accarezzandone la forma e subito dopo iniziare a giocare con i capelli, rendendoli turgidi.
Era davvero così bella, Damon amava vederla contorcersi dal piacere mentre lui aveva il pieno controllo su quel corpo così meraviglioso.
Non aveva mai provato delle sensazioni così forti per una donna, nemmeno quando andava a letto con Katherine.
Stella era diversa, aveva qualcosa nella sua persona che lo incantava e lo attirava come una calamita.
Per lui Stella era la droga più potente che potesse esistere al mondo, anche più forte della sete di sangue che tormentava qualsiasi vampiro.
-Damon, ti prego…-Lo implorò lei, stringendolo sempre più forte a sé, mentre con le mani cercava in tutti i modi di abbassargli le mutande per liberare l’erezione del moro che oramai non riusciva più a contenersi.
-Dillo, Stellina…Mi vuoi?-Le chiese il moro, accarezzandole la pancia  con mani ardenti di desiderio, arrivando al bordo dei slip, pronto per sfilarglieli.
-Si, Damon…Ti voglio, ora!!-Esclamò Stella, abbassandogli finalmente i boxer, facendoli volare in una parte della stanza.
Anche il moro fece lo stesso con gli slip della ragazza e si chinò a baciarla sulla bocca mentre posizionava il suo corpo su di lei, pronto a darle tutto il piacere che desiderava così ardentemente.
Mentre le loro lingue erano impegnate in una provocante danza passionale, il moro entrò lentamente a lei come se fosse la sua prima volta, come se fosse una bambola di cristallo che avrebbe potuto rompersi con troppa facilità.
Si staccarono per prendere fiato e, guardandosi negli occhi, il vampiro iniziò a muoversi lentamente dentro di lei, provocandole brividi di piacere.
Man mano che il ritmo aumentava, Stella inarcava la schiena oramai in estasi, fin quando un urlo non uscì dalla bocca della Gilbert di Miami che venne travolta insieme al moro da un’ondata di piacere così intensa da farli venire insieme.
-Ti amo, Stella…-Sussurò il Salvatore, scoccandole un dolce bacio a fior di labbra.
-Anche io ti amo, Damon…-Rispose la castana che ricambiò il bacio.
Damon si staccò da lei delicatamente, si stese al suo fianco e, accarezzandole i capelli, si addormentarono.
 
 
 
 
 
 
 
Fine Capitolo 12!!!
Angolo Autrice: Ollèèè. Finalmente ce l’ho fatta a terminare anche questo capitoloooo!!!! Non speravo più di farcela…Spero vi sia piaciuto. E’ricco di colpi di scena e d’avventura…Abbiamo visto l’arrivo di Elijah e di Rose. Damon ha incendiato la casa con Elijah dentro, ma siamo sicuri sia morto davvero?? E cosa succederà tra Stella e Damon?? E Rose??
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate. Aspetto con ansia una vostra recensione ;))
Baci.
TheDarkLady97!! :33
Ps: Perdonatemi se ci sono errori di distrazione xD 

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Capitolo 13
*** Bite me, Damon! ***







Capitolo 13
Bite me, Damon!
 

 
 
Erano trascorsi alcuni giorni dopo il rapimento delle due Gilbert e tutto era ritornato alla normalità, anche se il mistero che avvolgeva Stella era ancora molto cupo.
Il telefono di casa Gilbert squillò ripetutamente fin quando Elena si decise a rispondere, ancora assonnata.
-Chi è?-Chiese la castana, stropicciandosi gli occhi un paio di volte.
-Elena, tu e Stella dovete assolutamente venire alla Pensione…E’ qualcosa di davvero urgente!-Esclamò Stefan sbrigativo, senza nemmeno dare il tempo alla Gilbert di spiccicare parola.
-D’accordo, Stef…Arriviamo…-La Gilbert di Mystic Falls attaccò per poi correre a svegliare la cugina gemella.
Una volta pronte ad uscire, salirono sull’auto di Stella e si diressero alla Pensione Salvatore dove le attendeva una grande sorpresa.
Stella suonò il campanello e, senza attendere molto, Damon aprì loro la porta, facendole entrare.
-Cos’è tutta questa ansia, Damon?- Gli chiese Stella, curiosa e allo stesso tempo preoccupato nel vedere il suo ragazzo così agitato.
Era accaduto sicuramente qualcosa, qualcosa di grave per far agitare Damon in quel modo.
Le due entrarono nel salotto dove vi erano Stefan e…Rose.
-C-cosa ci fa lei qui?-Chiese intimidita Elena, facendo qualche passo indietro, pronta a scappare nel caso ce ne fosse stato bisogno.
-Non preoccuparti, Elena! Non vi farà del male…e’ semplicemente venuta per parlare…-La rassicurò Stefan, indicandole subito dopo il posto accanto a sé, facendole segno di sedersi.
Dopo qualche istante di silenzio, Elena si decise a sedersi accanto a Stefan, seguita da Stella che prese posto accanto a Damon.
-Bene! Adesso che siamo tutti seduti, siamo pronti ad ascoltare quello che hai da dire, Rose…-Aggiunse il minore dei Salvatore, incitando la rossa a parlare.
-Grazie, Stefan…Allora, io sono qui per spiegarvi ogni cosa, a partire dal perché ho rapito le due Gilbert…-Iniziò la vampira, catturando sempre di più l’attenzione dei presenti.
-Beh, che aspetti a raccontarci tutto!-Esclamò Stella che, ansiosa, stringeva sempre più forte la mano del moro che, intanto, le accarezzava i capelli per rassicurarla.
-Tutto è iniziato nel 1460, io vivevo in una piccola casa nel bosco, insieme al mio amico Trevor e un’anziana signora che avevo soggiogato…Un giorno qualcuno bussò alla porta e l’anziana signora andò ad aprire, ritrovandosi davanti una ragazza spaventata, ferita…Quella era Katerina Petrova! Dopo averla riconosciuta, la feci entrare e, con calma, mi spiegò che stava fuggendo da Klaus e…-Rose non riuscì a terminare il discorso che Elena la interruppe.
-Posso sapere chi è questo Klaus?? Anche quando ci avete rapite, quell’uomo…Elijah, ha pronunciato questo nome…-
-Klaus è la creatura più potente che esista al mondo…E’ metà lupo mannaro e metà vampiro, è quel che si dice un ibrido… Al momento non è proprio potente, per diventarlo deve spezzare la maledizione del sole e della luna…-Spiegò Rose, incuriosendo sempre di più i quattro.
-E a cosa serve la Doopelganger?-Chiese Damon preoccupato.
-Per spezzare la maledizione del sole e della luna c’è bisogno di cinque elementi: la pietra di luna, una strega che faccia l’incantesimo e un sacrificio che comprende un vampiro, un licantropo e la Doopelganger Petrova…-
A quelle parole, i quattro rimasero sconvolti da quelle notizie che la rossa stava dando loro.
Non riuscivano a credere a quello che stavano ascoltando, questo significava solo una cosa, che Elena era in pericolo e forse anche Stella.
-Anche Katherine è una Doopelganger, potremmo consegnarla a Klaus così che Elena sia salva…-Propose Stefan, pieno di sé.
-Temo non sarà possibile…Katherine non è più umana e a Klaus serve una Doopelganger umana, che abbia il cuore che batte…-Continuò Rose, facendo rattristare il castano.
-Quando Katherine era scappata e ferita, era umana! Come ha fatto a diventare vampira??-Chiese Stella, curiosa.  
-Quando arrivò in casa mia, dopo avermi raccontato tutto, io mi infuriai, avevo paura di Klaus e così presi la decisione di guarirla, dandole il mio sangue, per poi restituirla a lui, ma… Trevor non voleva, d'altronde come poteva lasciarla al suo destino quando l’amava! Mentre discutevamo, successe l’inevitabile….Katerina, avendo il mio sangue in circolo nel suo corpo, si impiccò, trasformandosi in un vampiro…-Terminò Rose, rimanendo in silenzio per qualche istante, pronta a rispondere alle loro domande.
-Aspetta, quindi stai dicendo che Katherine non serve più a niente ormai e che la creatura sovrannaturale più potente del mondo sta venendo a cercarmi per poi uccidermi durante un rituale che lo renderà più forte di quanto lo sia già?!-Riassunse Elena, sconvolta.
-Esatto! Klaus non si fermerà fin quando non ti avrà catturata…-
Il silenzio avvolse il soggiorno della Pensione Salvatore, mentre i presenti se ne stavano immobili a rimuginare su tutto quello che avevano scoperto.
I problemi aumentavano di giorno in giorno: non solo dovevano stare attenti che Katherine non riuscisse a fuggire dalla cripta in cui era rinchiusa e che Stella non si trasformasse nuovamente in una mezza vampira psicopatica, adesso dovevano stare attenti anche ad un ibrido pazzo che dava la caccia a Elena, per ucciderla.
-Ehm…d’accordo, ne ho abbastanza per oggi! Io me ne torno a casa…-Disse improvvisamente Stella, alzandosi con nonchalance sotto gli occhi di tutti, raggiungendo poi la porta.
-Andiamo, Elena…-La chiamò la Gilbert di Miami, alzando la voce di un ottava per farsi sentire.
Dopo qualche istante di attesa in completo silenzio, Elena raggiunse la cugina, accompagnata da Damon.
-Stellina, prima che te ne vada, sappi che questa sera sei invitata a cena…Qui, alla pensione! Alle nove…Mi raccomando, sii puntuale!-Esclamò il moro, scoccandole un dolce bacio a fior di labbra.
-Ma certo, bel moro! Sarò puntualissima, non preoccuparti…-Rispose la castana, facendogli l’occhiolino che il moro ricambiò con un  sorriso.
Dopo essersi salutati come si deve, le due Gilbert fecero ritorno a casa.
 
 
-Stefan, Stefan, sei in casa??-Damon chiamò il fratello minore, sperando di trovarlo in casa.
-Stefan è andato a caccia…-Disse Rose, uscendo dal soggiorno avvolta solo dall’asciugamano.
-Bene, visto che non c’è, lo dirò a te…Questa sera, trovatevi qualcos’altro da fare perché io sono impegnato!-Esclamò il moro, fissandola scocciato.
-Uhh, vedo che il vampiro fa sul serio con la discendente Petrova!-Scherzò Rose, ridendo divertita nel vedere la sua faccia irritata.
-Non sono affari che ti riguardano…E ti prego, mettiti qualcosa addosso, non sei a casa tua!-Concluse il moro, andandosene nella sua stanza furioso, lasciandola da sola.
-Sei davvero antipatico! Dovresti ringraziarmi, io ti ho dato le informazioni che vi servono prima che Klaus arrivi in città e uccida le vostre belle fidanzatine!-Rispose la rossa, indignata, andandosene subito dopo in una delle tante stanze degli ospiti.
Il moro si chiuse la porta alle spalle, dopodiché andò a farsi una doccia per poi preparare tutto per la cena più importante di tutta la sua vita.
 
 
 
-Stella, sei ancora senza vestiti!!-Esclamò Elena che, una volta entrata nella camera della cugina seguita da Caroline, l’aveva sorpresa ancora coperta solo e unicamente dall’intimo, mentre cercava nel suo armadio qualcosa di carino da indossare per la cena con Damon.
-Elena, Caroline, vi prego, aiutatemi o mi verrà una crisi isterica!! Non ho idea di cosa mettere e sono già le sette e mezza…-Rispose la castana, gettando sul pavimento tutti i vestiti che le sembravano obsoleti.
-Buttare a terra qualsiasi cosa ti capiti fra le mani, non ti aiuterà a trovare qualcosa da mettere…Fa vedere a me!-Continuò la bionda, facendola allontanare per poi mettersi a cercare un abito adatto alla serata.
-E’ inutile cercare un vestito in quest’armadio…Non troverai niente di bello…Ci vorrebbe solo un miracolo!-Aggiunse Stella, sedendosi sul letto, portandosi le mani alla faccia, in segno di disperazione.
-Un miracolo…Oppure un presito!-Esclamò Elena, correndo subito nella sua camera da letto, lasciando Stella e Caroline da sole, in attesa che lei tornasse.
Dopo qualche minuto di ricerca, tirò fuori dall’armadio il suo abito preferito, quasi nuovo, che aveva indossato solo due volte.
-Ecco, questo è perfetto!-Esclamò Elena, entrando nella camera di Stella, fiera di sé per aver trovato finalmente il vestito adatto alla cugina.
Infondo erano gemelle e se il vestito stava divinamente in dosso a Elena, sarebbe stato perfetto anche in dosso a Stella.
-Wow, Elena! E’…e’ davvero stupendo!-Stella era rimasta meravigliata da quel bellissimo abito.
-Sono sicura che Damon rimarrà senza parole…-Aggiunse Caroline,battendo le manie felicemente, facendole l’occhiolino.
-Grazie davvero, Elena! Voi che farete questa sera?-Chiese loro la Gilbert di Miami, curiosa di sapere come avrebbero trascorso la serata le sue amiche mentre lei era in paradiso.
-Io me ne starò con Stefan, vogliamo cercare di capire come fare a sconfiggere Klaus in caso si faccia vivo!-Spiegò Elena.
-Io…beh, non dovrei dirlo ma…aiuterò Tyler con la sua trasformazione, sapete questa sera c’è la luna piena e lui non ha nessuno che gli stia accanto in un momento così particolare e doloroso…-Rispose la Forbes, torturandosi le dita, tremendamente nervosa.
Era dal ballo in maschera che Caroline e Tyler avevano scoperto un’intesa che si era sempre più rafforzata nei giorni successivi.
Entrambi sapevano la loro vera natura ed erano pronti ad aiutarsi a vicenda.
-Care, so che è sbagliato aiutare il nemico, ma è Tyler…Solo stai attenta…-Concluse Elena, stringendo la mano della bionda, sorridendole felice.
 
 
Erano le nove precise e Damon attendeva nervoso l’arrivo della sua Stellina che, naturalmente, era in ritardo. Quella serata per lui era davvero importante perché le avrebbe fatto una proposta che non aveva fatto mai a nessuna ragazza, nemmeno a Katherine.
Si era persino messo in smoking per farla sembrare una cena romantica, tutto doveva assolutamente essere perfetto.
Subito dopo essersi guardato per l’ennesima volta allo specchio, si recò nel soggiorno nel quale avrebbero mangiato.
Quella stanza era stata modificata dal moro: i divani erano stati spostati lontano dal camino e al loro posto vi era un tavolo rotondo apparecchiato elegantemente.
Si accertò che la cena fosse pronta per essere servita dopodiché, il campanello suonò facendogli capire che Stella era finalmente arrivata.
Accese lo stereo, per rendere l’atmosfera ancora più romantica, e si precipitò ad aprire la porta.
-Buonase…-Il moro non riuscì a terminare la frase, ammutolendosi di colpo nel ritrovarsi completamente ipnotizzato dal fascino della sua ragazza.
Più la osservava, più non riusciva a credere che proprio lei, quella dolce e bellissima ragazza, avesse scelto proprio lui, il vampiro dal cuore di ghiaccio.
Anche la Gilbert di Miami era rimasta paralizzata nel vederlo così elegante.
Continuava a fissarlo, pensando nella sua testa quanto fosse sexy in smoking mentre la voglia di saltargli addosso era sempre più grande.
-Wow…Stellina, sei….sei davvero una favola!-Riuscì a dire il moro, dopo essersi ripreso dalla sorpresa, avvicinandosi lentamente a lei per poi far combaciare le loro labbra.
-Grazie….Anche tu sei davvero sexy vestito così, bel moro!-Esclamò la castana, facendogli l’occhiolino, ridendo divertita, contagiando anche il vampiro.
-Adesso che ci penso, sei leggermente in ritardo, non meriteresti nemmeno un bacio…-Aggiunse sarcastico Damon, facendo il finto offeso.
-Noo, ti prego! Perdonami, tesoro…Sai che non posso vivere senza le tue labbra, i tuoi baci…-Tra una parola e un’altra, la Gilbert si avvicinava sempre di più al moro, accarezzandogli le mani mentre azzerava la distanza che vi era rimasta, unendo le loro labbra in un bacio passionale.
Dopo essersi staccati, per prendere fiato, il moro la fece entrare, raggiungendo il soggiorno per poi farla accomodare su una delle sedie attorno alla tavola, dando ufficialmente inizio alla cena.
-E’ tutto davvero fantastico…La cena è squisita, il soggiorno è perfetto e c’è persino la musica da sottofondo…E poi ci sei tu, in smoking, bello e tenebroso come questa notte così speciale!-Esclamò la castana, sedendosi sul divano accanto al moro, poggiando la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi per assaporare meglio quel momento così importante per entrambi.
Si lasciò cullare per qualche istante dallo stupendo profumo che emanava il suo meraviglioso ragazzo vampiro.
-Stella, c’è un motivo per il quale ti ho invitata qui, questa sera…Ma prima, questo è per te…-Iniziò Damon, interrompendo il silenzio che si era creato.
-Per me? Che dolce che sei…-Rispose la castana, sorridendo felice, mentre scioglieva il fiocco che teneva chiusa la piccola scatola del regalo.
Stella aprì la scatola, ritrovandosi distesa sul divano con addosso una piccola palla di pelo che le leccava le guancie, facendole il solletico.
-Damon, è davvero bellissima!-Esclamò lei, accarezzando la dolce cagnolina che il moro le aveva regalata, portandosela sulle gambe, sedendosi composta.
-Sono felice che ti piaccia, Stellina…Appena l’ho vista nel negozio di animali, ho pensato a te…-Continuò il vampiro, accarezzando prima la castana e poi la cagnolina che abbaiava felice.
-Ma il regalo non è ancora finito!-Esclamò lui.
-Cosa? C’è dell’altro?-La Gilbert era davvero sorpresa.
Non riusciva a credere che proprio Damon le avesse fatto dei regali, non era da lui.
-Prima di darti il secondo regalo, devo dirti una cosa…-
-Spero non sia niente di brutto, non sopporterei di perderti, Damon...Sono pronta ad ascoltare qualsiasi cosa…-Rispose la ragazza, dopo essersi staccata da lui per guardarlo negli occhi.
-E’ tutto il giorno che cerco di trovare il modo per dirti tutto quello che provo per te…Ho scritto un discorso lungo due pagine, ma non sono sicuro sia buono! Ecco, io…Quello che sto cercando di dirti….Per me non è facile esprimermi, non l’ho mai fatto con nessuna ragazza….-Il ragazzo stava cercando di dirle quello che provava per lei, anche se sapeva che lei già ne era conoscenza.
-Non preoccuparti, Damon…Io sono qui per ascoltarti, quindi fai con calma…-Lo rassicurò lei, stringendogli una mana per incoraggiarlo.
-Ok…-Sospirò il moro. –Quello che sto cercando di dirti da mezz’ora è che tu sei la ragazza più speciale e meravigliosa che io abbia mai incontrato in tutta la mia vita...Appena ti ho vista, ho capito che dovevi essere mia e ho fatto di tutto per averti…Ti ho amata dal primo istante in cui tu hai messo piede in questo soggiorno! Non a caso ho deciso di cenare proprio qui…Ricordo il nostro primo incontro, ricordo il picnic il giorno del tuo compleanno, ricordo il nostro primo bacio…Beh, io ricordo tutti i momenti trascorsi con te! E sai perché li ricordo? Perché ti amo, Stella Marie Gilbert e non smetterò mai di dirlo…Questa sera, per me, è davvero speciale e significativa perché sto per fare qualcosa che non ho mai fatto prima d’ora…-Damon si alzò sotto gli occhi sorpresi della ragazza, tirando fuori dalla tasca delle giacca un  piccolo cofanetto blu.
-Stellina, vuoi essere ufficialmente la mia fidanzata??-Le chiese il moro, afferrandole la mano destra per poi infilarle l’anello nell’anulare.
Stella era rimasta immobile a fissarlo, con gli occhi lucidi per l’immensa gioia che stava provando in quel momento.
Aveva sempre desiderato che un ragazzo facesse qualcosa di così romantico per lei, ma non credeva che sarebbe stato Damon.
-Ti prego, dimmi qualcosa…qualsiasi cosa…-La implorò lui, nervoso e ansioso di sapere la sua risposta.
-Damon, sei davvero un tesoro…Sono rimasta colpita da questo regalo, pensavo non me l’avresti mai chiesto! Sono così felice…Anche io ti amo, Damon Salvatore e sarei felicissima di essere ufficialmente la tua ragazza, quindi la mia risposta è si!-Esclamò lei, sorridendo felice.
Il moro la strinse a sé, avvolgendola in un tenero e caloroso abbraccio, mentre lei, ad occhi chiusi, continuava a godersi quella serata paradisiaca.
-C’è un’ultima cosa, Stellina...So che sei in cerca di un appartamento e quindi ho pensato che potresti venire a vivere qui con me…Ti piacerebbe?-Chiese Damon alla ragazza, baciandole l’anello che le aveva regalato.
-Oh, Damon! Mi stai rendendo la ragazza più felice di tutto il mondo…Certo che mi piacerebbe! Si, accetto…-Concluse la fanciulla, gettandosi addosso a lui, facendolo stendere sul divano mentre lo baciava dolcemente.
Il moro sfiorò con la lingua le labbra della ragazza che le dischiuse leggermente, permettendo alla sua lingua di andare alla ricerca di quella di lei.
Quando le loro lingue si intrecciarono, diedero inizio ad una danza passionale, succhiandosi avidamente, assaporando il sapore l’uno dell’altra.
Mentre continuavano a baciarsi, il moro fece scivolare la mano sul fondoschiena della castana, scoperto a causa del vestito alzato e intanto lei gli accarezzava i capelli, tirandoli leggermente.
Il moro le morse il labbro inferiore, mentre lei si alzava trascinandolo con se per sfilargli la giacca e gettarla in un angolo buio del soggiorno, per poi ritornare sulle labbra di lui.
Dalle labbra, Damon scese a baciarle il collo, lasciandole scie di baci ma si staccò bruscamente, voltando la faccia di lato per non farsi vedere da lei.
Era davvero strano che si fosse trasformato, lui riusciva sempre a controllarsi e non aveva mai avuto problemi, neanche le altre volte che aveva fatto l’amore con Stella.
Quella volta era diverso, mentre la baciava aveva provato una sensazione davvero intensa, il cuore anche se morto aveva perso dei battiti, una strana sensazione gli aveva invaso lo stomaco e l’odore del suo sangue era ancora più intenso di tutte le altre volte.
Stella capì che si era trasformato, capiva perfettamente quello che gli stesse passando per la testa.
Lui aveva fatto davvero tanto per lei, la stava amando come non aveva mai fatto con nessuno e Stella riusciva a comprenderlo. Adesso voleva fare lei qualcosa per renderlo felice.
Gli afferrò il viso con le mani, cercando di voltarlo verso di lei, senza riuscirvi.
-Non preoccuparti…Io non ho paura di te, Damon! Ti prego, fatti vedere…-Lo implorò lei, sussurrandogli dolcemente nell’orecchio.
Il moro fece un lungo respiro dopodichè si voltò verso di lei, guardandola con gli occhi iniettati di sangue e i canini.
La castana portò le mani ai suoi occhi, sfiorando delicatamente con le dita le piccole vene che li circondavano, provando una strana sensazione.
Non riusciva a credere che prima quel viso la terrorizzava così tanto mentre adesso lo amava anche con quell’aspetto.
Era stupendo anche così, il suo vampiro dal cuore d’oro, che l’amava con tutto se stesso e rischiava sempre la sua vita per lei.
Subito dopo, passò a fissare i canini, quelle zanne che tempo fa le avevano bucato la pelle per succhiare avidamente tutto il suo sangue.
Sfiorò delicatamente i canini con i pollici, provocandogli piccoli brividi che gli oltrepassarono il corpo, donandogli piacere.
Il moro la osservava, era così bella mentre lo scrutava attentamente come una bambina che giocava con un giocattolo appena comprato.
-Damon, voglio…voglio fare qualcosa per te…-Disse lei, interrompendo il silenzio che si era creato fra di loro.
-Cosa…-Non riuscì a finire la frase che la castana si avvicinò a lui spostando i capelli ad un lato, lasciando coperto il collo.
-Mordimi, so che lo vuoi!-Esclamò lei, continuando a mostrare il collo.
-Stellina, non scherzare…io non posso, non voglio farti del male!-Rispose lui, guardandola negli occhi, terrorizzato all’idea di ferirla ancora una volta.
-Non mi farai del male…Io ti amo, tu mi ami…Io voglio essere tua in tutti i sensi, voglio che bevi il mio sangue come simbolo del nostro amore…-Spiegò Stella, afferrandogli il viso con le mani per poi baciarlo avidamente, infondendogli coraggio.
Dopo essersi staccati per prendere fiato, la castana lo strinse forte a se, portando il suo viso verso il collo.
-Ti amo, ricordalo…e adesso mordimi, Damon…-Sussurrò lei, trattenendolo per i capelli mentre lui le baciava delicatamente il collo, indeciso se morderla o meno anche se la voglia di farlo cresceva sempre di più.
Dopo qualche attimo di silenzio, il moro affondò delicatamente i canini nella carne della ragazza, facendola gemere.
Inizialmente Stella aveva provato dolore, simile alla puntura di una siringa, ma poi quel dolore si era tramutato in piacere.
Sentire Damon succhiarle il sangue, sentire i suoi canini dentro di lei, le provocava brividi di piacere.
Quella dolce sensazione di abbandono la pervase, permettendole di lasciarsi completamente al moro che aveva il pieno controllo di lei.
Il silenzio regnava sovrano attorno a loro, l’unico rumore udibile era quello dei canini del moro che succhiavano avidamente il delizioso sangue della fanciulla.
La castana avvolse le sue braccia intorno a quelle del moro, stampando un piccolo sorriso gioioso sul viso.
-Ti amo, Damon…-Sussurrò lei, mentre le forze l’abbandonavano sempre di più.
Damon si staccò subito da lei, nel momento in cui percepì i suoi battiti rallentare.
-Stai bene, Stellina?-Le chiese lui, facendola stendere sotto di se.
-Si, non preoccuparti…-Lo rassicurò lei, accarezzandogli una guancia, sorridendogli felice.
 
 
 


Fine capitolo 13!
Angolo Autrice: Hello People!! Sono tornata più veloce che mai HAHAHA Spero che questo capitolo vi sia piaciuto…Diciamo che è un po’ di passaggio e poi ci voleva un po’ di romanticismo tra Stella e Damon. Mentre scrivevo mi è venuta in mente l’idea di farla mordere dal moro. E’ davvero una cosa romanticaaa :’3
Vabbene non mi dilungo tanto xD
Grazie a tutti per le recensioni e per seguire sempre la mia storia. <3
VI AMOO!! :3
Baci.
TheDarkLady97!! <3

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