La storia degli Hunger games

di Hungergameslover
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Panem ***
Capitolo 2: *** Mietitura parte 1 ***
Capitolo 3: *** Mietitura parte 2 ***
Capitolo 4: *** Mietitura parte 3 ***
Capitolo 5: *** Mietitura parte 4 ***
Capitolo 6: *** Mietitura parte 5 ***
Capitolo 7: *** Mietitura parte 6 ***
Capitolo 8: *** Stanzette, vari incontri e mille pensieri... ***
Capitolo 9: *** Il mondo è un libro, e chi non viaggia legge solo una pagina. ***
Capitolo 10: *** Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato. ***



Capitolo 1
*** Panem ***


Panem

"Come già sappiamo, dopo la distruzione del Nord America nacque la nazione che conosciamo oggi con il nome di Panem, anche se da quella odierna a quella di allora c’erano molte differenze. 
A capo della nostra nazione c'era un regime totalitario con sede a Capitol City, mentre il resto del territorio era diviso in distretti, come oggi... " stava dicendo l'insegnante di storia ai ragazzi, quando venne interrotta dallo sbuffo sonoro di uno di essi che stava guardando dalla finestra.
"Ti stai annoiando, per caso?" chiese allora la profesoressa e il ragazzo colto in flagrante arrosì di colpo e disse "In realtà...." ma prima che potesse continuare l'insegnante disse "Ho capito.Volete sapere qualcosa degli Hunger Games...non è vero?"
Istintivamente la testa del ragazzo guizzò verso l'alto, improvvisamente interessato. Un sorriso si fece sul suo volto.
"Bhè, prima di parlare degli Hunger Games in se per se, è bene chiarirne le origini. Gli Hunger Games arrivarono in seguito ad un tentativo di rivolta dei 13 distretti contro Capitol. Consistevano in un combattimento mortale trasmesso in televisione ogni anno, e al quale ne partecipano ventiquattro ragazzi tra i dodici e i diciotto anni, dodici giovani uomini e dodici giovani donne scelti in maniera causale da ogni distretto. Il tredicesimo distretto era stato distrutto dopo la rivolta e quindi i ragazzi erano ventiquattro invece di ventisei. Se estratti erano costretti a partecipare e a lottare tra di loro, finchè solo uno ne rimanesse." 
Una ragazza discreta, che finora era stata in silenzio, alzò la mano e, dopo che l'insegnante le diede la parola, disse:
"Tutti noi conosciamo bene gli ultimi Hunger Games, ma io mi chiedo come sia stata la prima edizione, si sa qualcosa di questa?" l'insegnante allora rabbrividì, per poi sorridere. 
"Buona domanda! Nessuno finora me lo aveva chiesto, proprio perché non si sa molto di quegli anni, ma sei fortunata perché io ho vissuto in quel periodo, come sapete non sono più nel fiore degli anni, non in prima persona perchè all'epoca non ero ancora sorteggiabile per la mietitura. Mi ricordo che rimasi colpita da quell'evento, così tanto che decisi di annotare gli eventi di quel terribile anno in un diario". Calò un silenzio insolito mentre l'insegnante frugava nella sua borsa, tutti erano interessati.
La professoressa trovò finalmente il suo diario,conservato dopo tutti questi anni, lo aprì con calma e poi cominciò a leggere con una voce soave e chiara. E tutti gli alunni iniziarono a viaggiare con la mente nel passato.



Ecco la scheda che dovete completare e vi lascio un po' di tempo :) il 15 luglio é l'ultimo giorno disponibile per inviare la scheda alla mia e-mail        Hungergameslover@hotmail.it
Per partecipare scrivete una recensione scrivendo cosa pensate di questa storia e poi quale tributo vorreste fare e io vi risponderò dicendovi se é disponibile e per chi avesse dubbi non esitasse a contattarmi :)
 
* i dati della scheda sono del vostro personaggio immaginario 
 
 
NOME:
SESSO:
COGNOME:
DATA DI NASCITA:
ANNI:
ASPETTO FISICO:
CARATTERE:
DISTRETTO:
FAMIGLIA E AMICI:
VIZIO:
PAURA PIÙ GRANDE:
ARMA: 
SPECIALIZZAZIONE: 
VOTO ALLA SESSIONE INDIVIDUALE:
AMORE:
ALLEANZA:
MORTE:
VITA PRIMA DEGLI HUNGER GAMES:
FOTO:
 
Completate tutti punti con il maggior numero di dettagli per favore :) più saranno lunghi e ben fatti e più li apprezzerò.
E ricordatevi di mettere qualche difetto visto che nessuno è perfetto. Comunque per chi partecipa ho creato un gruppo su facebook che si chiama " La storia degli Gunger Games" aggiungetevi :)
 

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Capitolo 2
*** Mietitura parte 1 ***


                                    Mietitura parte 1                                                          

In quel periodo il clima era pesante,eravamo sfiniti e delusi per la sorte della guerra e i villaggi erano distrutti. Nonostante tutto eravamo contenti che la guerra fosse finita e si sperava in un periodo di pace anche se eravamo consapevoli che Capitol avrebbe fatto qualcosa per mostrare il proprio potere. Passò un anno in cui tutti i distretti cercarono di rialzarsi su e si pensava sul serio che Capitol non avrebbe fatto niente, tranne noi che siamo del distretto 1,2 e 4. A quanto pare gli altri distretti non erano stati coinvolti, forse perché noi siamo stati più vicini a Capitol durante i Giorni Bui, comunque capimmo che qualcosa di strano sarebbe successo quando subito dopo la fine della guerra (che coincide con la venuta del nuovo presidente chiamato Snow)tutti i ragazzi dai dodici ai diciotto anni dei distretti 1,2 e 4 furono invitati a entrare in un accademia. Non si sapeva molto cosa si faceva in quell'accademia ma nella lettera che avevamo ricevuto c'era scritto che era per il nostro bene. 
Capitol inventò una genialità come vendetta alla rivolta, un modo per separarci, eliminarci ma lasciandoci la speranza che é sempre l'ultima a morire quindi più forte di tutto. 
Si scoprì di cosa si trattava precisamente un anno dopo la fine della rivolta, in tv il presidente annunciò gli Hunger Games. Quel giorno come nei recenti giorni tutta la famiglia era in azione, mio padre riparava la casa, mia madre era andata a vendere dei gioielli e a comprare cibo mentre i miei fratelli maggiori erano in accademia. Sono molto legata a loro e abbiamo avuto sempre un ottimo rapporto, sono loro che mi hanno protetta durante i giorni bui senza essi non sarei ancora in questo mondo. Io invece ero piccola quindi non molto utile a casa e ero uscita a giocare con dei bambini della mia età. Quando rientrai per pranzo accesi la tv e sentii il discorso del presidente, a quanto pare quel discorso era in onda tutto il giorno e lo trasmettevano pure su dei grandi schermi sulle piazze di ogni distretto.
"Cari cittadini di Panem, io con i sindaci di ogni distretto abbiamo decretato che ogni anno si celebreranno gli Hunger Games in memoria dei Giorni Bui un giovane uomo e una giovane donna di ogni distretto dovrà combattere pubblicamente in uno scontro mortale. Il vincitore sarà invece ben premiato e porterà onore e ricchezze al proprio distretto". Tremai all'improvviso e capii subito il collegamento con l'accademia, é vero eravamo favoriti. 
I miei occhi si gonfiarono e presto uscirono delle lacrime calde mentre in testa la voce del presidente echeggiava. Una paura mai provata fin ora nacque in me, paura di perdere i miei fratelli ma anche paura per me anche se per ora non rischiavo niente.
La Mietitura, una parola nuova che non conoscevo prima che questa avvenisse ebbe luogo il giorno dopo.

Quella sera quando cenammo non feci a meno di chiedere domande, nella mia testa era confusa e tanto impaurita dal credere che fosse tutto un incubo ma volevo capire. Venni a sapere che il tredicesimo distretto fu completamente distrutto e che non ce n'erano più tracce, che gli Hunger Games erano un vero e proprio show televisivo ma dove la gente moriva sul serio e che il popolo era obbligato a vedere.
Penso che dev'essere particolarmente stressante essere i primi tributi.
La notte passo nonostante sembrava infinita ed era tormentata.
La mattina andai alla piazza principale del mio distretto, il primo. Uno dei più ricchi distretti di Panem dove si creano beni di alto lusso. 
La piazza era piena e tutti i ragazzi del distretto erano davanti divisi per età oltre che per il sesso. Io ero dietro ma vedevo tutto grazie a mio padre che mi portava sulle sue spalle.
Tutti gli sguardi erano vuoti e fissi in una posizione. Io cercavo con lo sguardo disperatamente i miei fratelli ma poi fu lanciato un video da Capitol e lo guardai.
La mietitura passò in fretta perché dopo il video una signora stramba cominciò a parlare e poi pescò un foglietto nella vasca delle ragazze.
Tutti avevano il fiato sospeso e c'era un silenzio tombale quando una voce squillante disse: "Mi offro volontaria".
Tutti si girarono verso di lei la quale avanzò sicura di se con un'aria seria e arrivò sul palco. Neanche un filo di paura traspariva dal suo viso perfetto.
La signora stramba sorpresa più di noi disse:
"Abbiamo una volontaria,straordinario! Bella ragazza, come ti chiami?"
"Rimmel Strass"rispose in tono secco
"E quanti anni hai?"
"17" rispose in modo altrettanto secco 
Rimmel era perfetta, indossava il suo bel vestito verde chiaro che gli era stato fornito dall'accademia, aveva lunghi capelli color miele con ciocche dorate e brillanti raccolti in una treccia laterale squadrata. Aveva grandi occhi verdi foresta con delle pagliuzze dorate vicino alla pupilla che esprimevano severità ma anche forza e un pizzico di dolcezza. Era alta e magra con la pelle ambrata. Le sue labbra erano carnose, il suo naso era piccolo e all'insù e le orecchie di media grandezza ma non a sventola.

"Bene! Ora é il turno dei maschi" disse la signora dopo aver visto con un po' d'invidia Rimmel che invece si guardava intorno tranquillamente.
Prese lentamente un foglietto dalla vasca dei maschi e poi sorpresa che non ci fossero volontari chiamò Chiffon Reynolds
Tirai un sospiro così sonoro che tutti si girarono. Poi vidi due mani lontane salutarmi e riconobbi i miei fratelli e gli sorrisi.
Intanto Chiffon era sul palco, anche lui aveva 17 anni ed un bel aspetto.
Alto e atletico con un fisico muscoloso e allo stesso tempo magro con degli occhi azzurri, dei capelli fluenti biondi e dei denti dritti e bianchi. 
Aveva lo sguardo un po' sperduto e dolce mentre si sentivano delle urla di tristezza. 
La signora stramba rimase impalata per qualche secondo e poi di scatto prese la mani dei due tributi e li portò all'interno del municipio.
La folla sollevata tornò a casa tranne una famiglia che invece si avvicinò al municipio per salutare il parente ma l'altra famiglia non c'era. Curiosa mi avvicinai e avvistai Mr. Reynolds, un commerciante di stoffe e un altro ragazzo che probabilmente era il fratello di Chiffon i quali entrarono nella stanza in cui c'era Chiffon mentre nessuno venne a salutare Rimmel.

Tornai di corsa a casa sperando che nessuno avrebbe notato la mia piccola assenza ma le mie speranze di tornare a casa tranquilla caddero in pochi secondi. 

Sentivo dei passi dietro di me, dei passi pesanti e veloci. Non ebbi il coraggio di girarmi a vedere chi fosse purtroppo intanto sapevo che mi avrebbe raggiunto, in fondo ero solo una bambina di dieci anni anche se ne dimostravo di più. 
Fui presa violentemente mentre io mi agitavo e urlavo a più non posso.
Lui mi mise una maschera sul viso e svenni di colpo giusto in tempo per riconoscere la divisa che portava, quella da Pacificatore.
Riaprii gli occhi dopo qualche ora e mi ritrovai dentro una stanzetta piccola e buia del municipio.
C'era una piccola tv accesa che trasmetteva le mietiture di ogni distretto e le seguii attentamente a una a una immaginandomici dentro.
Il distretto 2 fu il prossimo distretto ed anch'esso favorito.
Questo é il distretto dove vengono allenati la maggior parte dei Pacificatori ed é il distretto nel quale le armi più potenti vengono costruite, in origine era però specializzato solo nell'estrazione e il taglio delle rocce e della grafite.
Il distretto é pieno di miniere di diamanti per questo il distretto 2 é la nuova base militare di Capitol e si stabilisce all'interno di una montagna detta "Osso" dai ribelli perché é un osso duro.
Il 2 é il distretto più fedele a Capitol a cui non si é ribellato ma i minatori danno meno fedeltà a Snow e subiscono tanto quanto gli altri distretti.
La signora incaricata a pescare i foglietti era riempita di gioielli ed era più rifatta che vera. Sembrava sempre mezzo sorridente per quanto il suo viso fosse stato tirato.
Come in tutti i distretti la mietitura fu aperta con il video di Capitol.
Dopo aver detto quattro parole si avvicinò alla boccia di vetro in cui erano contenuti i nomi delle ragazze del distretto 2.
Nessuno sembrava troppo impaurito ma nessuno si offriva volontario.
Con la sua vocetta stridula chiamò Astrid Sparks.
Una ragazza con il fisico asciutto abbastanza alta e carina si avvicinò. 

Aveva un viso regolare, con gli zigomi pronunciati e due profondi occhi verdi.
I suoi capelli erano invidiabili perché lunghi e setosi che gli arrivavano fino al fondoschiena. Nonostante il suo aspetto fragile non sembrava preoccupata invece la gente la guardava provando pena.
Aveva 17 anni pure lei e per ora si sa solo questo di lei.

Poi la signora si mosse verso l'altra vasca di vetro e mentre camminava si sentivano i sui tacchi echeggiare.
"Qualcuno si offre volontario?" chiese prima di pescare.
A quel punto si alzarono una decina di mani. I ragazzi dei rispettivi bracci andarono sul palco e in una scatola furono messi dei bigliettini con scritto il loro nome.
Tutti i ragazzi erano possenti e terribilmente grandi tranne uno che sembrava pure scocciato di stare li mentre gli altri mostravano un apparente voglia di partecipare.

La signora soddisfatta del gran numero di volontari disse:
"Bene, ecco dei ragazzi che porteranno onore al nostro distretto,allora...(e scelse con calma quale biglietto prendere) Tristan Ohwr"
Tutti erano delusi visto che molti avevano diciotto anni ed era per loro l'unico anno possibile per fare gli hunger games mentre Tristan mostrò un'aria sorpresa, rassegnata e imponente allo stesso tempo invece Astrid lo osservava attentamente.
Per ora era il più giovane, aveva 16 anni.
Tristan era un ragazzo dall'aspetto comune, né troppo né poco: semplicemente il giusto.
Aveva i capelli biondi, gli occhi neri e la forma del viso leggermente tonda. Il fisico però era molto sviluppato perché aveva una massa muscolare degna di nota per un sedicenne e portava degli occhiali.
"Felici Hunger games e possa la fortuna essere sempre a vostro favore!" concluse così la mietitura la signora che brillava come un diamante sotto il sole mattutino.

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Capitolo 3
*** Mietitura parte 2 ***


                                          Mietitura parte 2                          





Una piccola pausa succedeva ogni mietitura.
Durante la prima pausa, mi guardai intorno. Dai vari ragionamenti che feci, dedussi che mi trovavo in una stanzetta della cantina nel palazzo di Giustizia. Sembrava una stanza di punizione.
La stanza non misurava più di 5 mq; al suo interno vi erano, oltre al televisore, un letto singolo ed un comodino con sopra una lampada che emanava una luce calda. I muri erano stati attaccati dall' umidità e dalla sporcizia. Vidi pure un foro nel muro, da cui fuoriuscivano delle grosse code, probabilmente era una tana di ratti. Mi girai di scatto, cercando di pensare ad altro. 
In quella stanza non riscaldata mi sentivo abbandonata. Il silenzio era quasi totale; si sentivano solo tre cose: il rumore dell' acqua che sgocciolava sul muro, il ronzio prodotto dalle ali di una mosca ed il battere impazzito del mio cuore. Mi focalizzai sul televisore che stava per trasmettere la mietitura del distretto 3. 
Il distretto 3 si basa sull' industria, la meccanica e l' eletteronica. Fu uno dei primi a ribellarsi contro il potere di Capitol City, creando non pochi problemi: tutti i prodotti elettronici usati dai capitolini provenivano da lì.
Di norma, i bambini già da piccoli trovavano lavoro in fabbrica.
L' accompagnatrice del distretto tre era vestita con sgarcianti abiti fluorescenti, ed era truccata pesantemente con trucchi che riprendevano le tonalità fluo dei suoi abiti. Masticava poco educatamente una gomma mentre sul suo viso compariva un sorriso idiota. I suoi capelli erano peggio curati della chioma di un cavallo imbizzarito. Sembravano il futto di una scossa elettrica.
La sua voce era quasi inudibile. Pescò stizzita e frettolosamente un biglietto, senza creare suspance, e chiamò Ashes Leji. Nessuno si mosse.
La capitolina spazientita chiamò quel nome più volte, strillando con una potenza inimmaginabile per lei e sbattendo i piedi ripetutamente.
Una ragazza dai lunghi capelli color platino meshati di azzurro, ormai scoloriti e sfibrati, salì sul palco. I suoi occhi erano di un verde pastello, ma esprimevano pazzia a causa delle striature rosse intorno all' iride.
Non era formosa, anzi. Era molto alta, magra arrivando a sfiorare l' anoressia; nonostante tutto però aveva delle braccia che sembravano forti, lunghe dita ossute un naso piccolo e labbra carnose.
Ashes rispose "che c'è? E poi si calmi" con un tono altrettanto seccato.
La signora la guardò malissimo. Due pacificatori si avvicinarono alla donna per l' evidente paura che trasudava dai suoi pori. 
"Cara Ashes, quanti anni hai?" disse la donna facendo finta che non fosse successo niente. Ashes sbuffò. Era chiaro che non volesse rispondere, ma i pacificatori le stavano addosso e capì che doveva rispondere. Disse quindi "18". Seguì un lungo silenzio. Ashes fissava il suolo, chiaramente a disagio, cominciando a mangiarsi violentemente le unghie, mentre i pacificatori la scrutavano con sguardo attento. La signora si allontanò da Ashes.
E si avvicinò all' altra boccia.
Pescò il biglietto sul quale c' era scritto il nome del "fortunato.
Lesse a gran voce il nome del neo-tributo: Razièl Kledi.
Razièl non era un ragazzo muscoloso, non era grasso e non era magro. Aveva una corporatura minuta: spalle strette e clavicole sporgenti.
Si incamminò verso il palco con passo leggero, così delicato da non produrre nemmeno un suono, sembrava quasi stesse per prendere il volo.
La delicatezza dei suoi movimenti si rifletteva anche sul suo viso: lineamenti dolci, naso a patata spruzzato di lentiggini.
Aveva un paio di occhi marroni, resi unici dalle pagliuzze dorate che si estendevano intorno alla pupilla. Erano contornati da lunghe ciglia e sopracciglia arcuate leggermente troppo folte.
I capelli erano portati leggermente più lunghi della norma, ricci e di un intenso color cioccolata
A rendere in sintonia questi tipi di marroni, differenti fra loro, vi era la pelle, perfettamente dorata.
Ashes lo scrutò con discrezione. Notai che alzò le sopracciglia e lo guardò a mò di sfida.
Razièl ricambiò l' occhiata in modo duro.
La donna oscillò la testa, squotendo i capelli e prendendo la mano dei ragazzi, per accompagnarli poi dentro il palazzo

La trasmissione si interruppe. Un' altra piccola pausa prima di passare alla quarta mietitura. Essendo io una persona molto attiva, ero stanca di restare chiusa in quel piccolo luogo angusto. 
Mi diressi verso la porta e cercai di aprirla invano. Sentii improvvisamente eccheggiare dei passi fuori dalla stanza.
Mi nascosi sotto il letto, attaccandomi alla brandina per essere più protetta alla vista. Il rumore della serratura che scattava confermò la mia teoria. "Ti sei svegliata piccola canaglia!" urlò il pacificatore. Non avevo molta simpatia per i pacificatori, avendo già avuto varie esperienze negative con essi. Cercai di evitare ogni movimento per non produrre nemmeno un suono, nonostante le mani mi facessero male, terribilmente. 
"Non ci posso credere, dov'è finita? E' più furba di quanto credessi. Un momento... come può essere scappata? E' praticamente impossibile!" mormorò ad alta voce il pacificatore.
Iniziò a perlustrare la stanza. Nel momento in cui si stava chinando per guardare sotto il letto, fu chiamato da un suo "collega".
Uscì richiudendosi la porta alle spalle, facendo scattare la serratura con una chiave.
Mollai la presa per finire poi sul pavimento, sbattendo la schiena. Mi rimisi sul letto, massaggiandomi le dita sanguinanti. Le immaggini del distretto 4 iniziarono a scorrere davanti ai miei occhi.
Il 4 è uno dei distretti favoriti, fra i più ricchi, e la sua economia si basa sulla pesca.
La capitolina in carica indossava un vestito celestino, molto semplice per gli standard di Capitol, ed un paio di calze a rete nere. Era truccata con un rossetto rosso sangue che rendeva le sue labbra più carnose, ed aveva un paio di lunghe ciglia brillantinate.
Dopo il video dei giorni bui, che avevo visto ormai quattro volte, la signora lesse un breve discorso scritto da lei precedentemente.
Venne il momento dell' estrazione ed ella si avvicinò alla boccia.
Prima che pescasse il biglietto, un potente urlo squarciò l' aria.
"Mi offro volontaria!" urlò una ragazza. La donna la scrutò dall' alto verso il basso, mentre lei avanzava verso il palco lentamente. Appena la vidi, mi diede l' idea del mare. Aveva gli occhi di un blu magnetico e travolgente, che variavano tonalità in base a come li colpiva la luce. I capelli erano un mare bruno, ondeggiato e ribelle, mentre la pelle abbronzata e lucente. Emanava un fascino fresco e genuino.
Un ragazzo uscì dalla sua fila, attirando l' attenzione di tutti. Guardava la volontaria con aria di rimprovero, e sembrava contenersi dal saltarle addosso fino a farla tornare nella mischia.
"Mi chiamo Wave High Tide" disse precedendo la capitolina.
"Bene signorina, quanti anni ha?" disse la donna.
"Indovina!" fu la risposta che ricevette. "Non posso saperlo, sta a te rispondere"
"Voi capitolini credete di sapere e conoscere tutto, ma non è così! 16, comunque..."
Tutti erano scossi, come se un' onda anomala avesse travolto la piazza. Ma il vero spettacolo doveva ancora arrivare. Il ragazzo di prima esplose di colpo. Raggiunse di corsa il palco ed urlò "Basta Wave, torna al tuo posto! Torna indietro, te lo scongiuro! Ti pentirai se non lo farai!"
Si inginocchiò davanti a lei e cominciò a piangere.
"Smettila, Alexander! Sono grande ormai e so prendere le mie decisioni. So che ce la farò, ed ormai è troppo tardi, non puoi fare nulla. Giuro che tornerò, e porterò onore al nostro distretto ed alla nostra famiglia!" disse Wave con sicurezza, scatenando uno scroscio di applausi.
"Ehi, ragazzo, contieniti e torna al tuo posto!" urlò la capitolina prendendolo per il braccio. 
Lui la spinse via ed abbracciò Wave. Arrivò di corsa un pacificatore, che staccò alexander da Wave e con un calcio lo fece inginocchiare. Estrasse dalla cintura una frusta e lo iniziò a frustare violentemente, facendolo svenire.
Wave non seppe controllarsi e presa dall' ira tirò un calcio al pacificatore, che urlò come una bestia ferita.
Accorsero altri pacificatori, che portarono di peso Wave dentro il Municipio, ancora assetata di vendetta.
Alexander fu tolto dal palco. Quando la gente si calmò, la capitolina riprese in mano la situazione e si diresse verso la boccia dei ragazzi.Si trovò davanti alla boccia maschile in pochi secondi. Rimase per un po' ipnotizzata davanti a quella moltitudine di foglietti.
Infine si decise, prese un biglietto che si trovava nel fondo e prima di leggere il nome sospirò.
"Nymer Reed" disse, scandendo bene ogni singola lettera da sembrare quasi ridicola.
Nymer aveva gli i capelli neri e gli occhi chiari. Aveva la forma del viso molto mascolina, con il mento spigoloso e la mascella squadrata. Era di statura media, ed aveva un certo charme.
Camminava con passo sicuro, lanciando occhiate intorno a lui, sorridendo e facendo occhiolini nella direzione delle ragazze. Alcune sembravano piuttosto disperate, si torcevano i capelli e piangevano.
Il suo fascino aveva colpito anche la capitolina, che sistemò nervosamente le pieghe del suo vestito, mentre Nymer saliva sul palco.
"Caro Nymer, come è bene sapere, ti pongo una domanda: quanti anni hai?"
Con aria fiera ed un po' misteriosa disse "14, signorina cara"
La capitolina era entusiasta, dopo il carattere forte ed un po' aggressivo di Wave era normale che Nymer sembrasse un angelo tenebroso.
"Bene bene, la mietitura è finita, quindi... Felici Hunger Games, e possa la fortuna sempre essere a vostro favore!" Disse con un po' di esitazione senza distogliere lo sguardo da Nymer.

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Capitolo 4
*** Mietitura parte 3 ***


                              Mietitura parte 3                     




Se prima avevo visto una sola mosca, in quel momento ne sentii una decina svolazzarmi intorno. Era attirati dalla mia persona quasi come fossi un animale: in quel momento compativo quelle povere creature. All' improvviso pensai alla mia famiglia nonostante il ronzio delle mosche continuasse a tormentarmi.
Saranno stati sicuramente in pensiero per me, erano passate circa due ore e mezza dalla fine della mietitura. Ma io me la sarei cavata, fino a quel momento ero riuscita a cavarmela in ogni situazione, non vedevo perchè preoccuparsi. Mi resi conto di essere spettinata dal riflesso sul televisore e raccolsi quindi i miei capelli biondo cenere in una treccia laterale.
Mi sistemai sul letto, rimanendo sconfortata per la sua durezza e quindi la sua scomodità.. Forse non mi sarei dovuta nascondere prima, almeno avrei potuto scusarmi. Ma per cosa poi? Ipotizzai che il pacificatore che mi aveva preso potesse essere quello a cui calpestai i piedi una volta, ma potevo assicurare che non era stato intenzionale! Inarcai le labbra in un sorriso pensando che mia madre mi diceva sempre che il mio carattere era dovuto al segno zodiacale sotto il quale ero nata. Diceva che in base al giorno in cui una persona nasceva, possedeva una costellazione che lo rappresentava. Mi raccontava che era una vecchia tradizione che si usava, e che io avevo un segno secondo il quale ero predisposta per cacciarmi nei guai, ma che sapevo anche risolverli.
Ma forse il pacificatore poteva anche essere quello che mi aveva sentito parlare male di Capitol o quello al quale avevo rubato la pistola per vincere una scommessa...
Sinceramente a causa di quelle maschere che portavano era impossibile distinguerli. Cercai invano un'ipotetica telecamera ma non trovai niente, quella stanza sembrava essere completamente sconnessa dal mondo. Per fortuna in quella stanza avevo trovato qualcosa da fare, un passatempo si potrebbe dire, altrimenti sarei sicuramente morta dalla noia e dalla solitudine: su di un piccolo tavolo era appoggiato un bloc-notes con attaccata una penna. Cominciai a scrivere i nomi e le descrizioni fisiche dei tributi, giusto per far passare il tempo. Poi finalmente la tv si riaccese e la mia curiosità si ravvivò.

Iniziai a guardare con lo stesso interesse e la stessa attenzione di prima questa mietitura, quella nel distretto 5. Su quel distretto ero molto poco informata. Sapevo solo che il distretto 5 si occupava delle scienze e delle ricerche.
Ovviamente anche lì era presente una capitolina, e mi chiesi se non fossero presenti in tutti i distretti. Le trovavo estremamente egocentriche: cercavano di farsi notare in tutti i modi, sopratutto con i vestiti stravaganti che indossavano. Nella mia ingenuità di bambina non potevo sapere che quella era la moda di Capitol City, e credevo che le capitoline volessero attirare l' attenzione con il loro vestire improbabile. Questa indossava un vestito che sembrava un tubo metallico argentato, largo sul busto tranne alla vita sulla quale era aderente. I capelli erano tenuti cortissimi e argentati, le scarpe erano senza tacco nere con il bordo bianco. Gli occhi invece erano presentemente truccati di nero e aveva un rossetto bianco neve. Dopo i soliti discorsi ed il video, arrivò il momento dell'estrazione dei biglietti e prima di farlo si fregò le mani con aria di superiorità. Chiamò una certa Nimue Ilvin. Le ragazze sembravano tutte sollevate, tranne una: Nimue. Si poteva chiamare ragazza a tutti gli effetti, anche se conservava dei tratti infantili, come per esempio i grandi occhi azzurri da cerbiatta. Aveva il naso dritto e perfetto con le narici un po' grandi. La sua bocca non era molto carnosa e teneva il broncio. Il viso era squadrato e la fronte molto alta incorniciata da corti capelli castani. Sembrava un po' denutrita ed era estremamente rigida. Camminò verso il palco tranquilla guardando fisso davanti a lei. Salii sul palco e dopo qualche secondo di puro silenzio strappò di mano il microfono della capitolina. Si schiarì la voce e cominciò a sorridere per poi parlare.
Tutti ascoltarono senza osare interromperla. Parlava in modo amaro ma con un velato spirito di ironia. Ringraziò tutti con un certo odio, ringraziò chi l'aveva fatta soffrire, quelli di Capitol e anche chi se ne fregava di lei. Da quegli occhi innocenti non si sarebbe mai detto che nascondesse tanto odio. Finì il suo discorso urlando che tornerà a casa e che nessuno riuscirà ad impedirglielo perché aveva intenzione di vincere: per se stessa. Rimasero tutti pietrificati ed a bocca aperta, nessuno sapeva che dire o che pensare. La capitolina si trovò a disagio ma con forza di volontà si decise a prendere delicatamente il microfono dalle mani di Nimue che non oppose resistenza. Sembrava essersi addolcita di colpo. "Quanti anni hai cara Nimue?" Disse la capitolina d' un tratto preoccupata dalla sua possibile reazione. "14 credo" rispose come se fosse assente. La capitolina non aggiunse altro e si allontanò da Nimue così da raggiungere l'altra boccia.
Con la stessa arietta di prima pescò il biglietto.
Prima di leggere il nome si guardò intorno.
"Julian Kies" esclamò
Questo nome rimbombò nelle orecchie di tutti, la gente era già rimasta colpita dalla precedente estrazione, ed anche solo l'idea di vedere un altro giovane obbligato a uccidere o a essere ucciso era troppo.
Julian era alto, ma conservava un aspetto infantile nonostante i tratti del viso molto duri.
I suoi occhi erano come profondi abissi neri, se lo fissavi ti dava sconforto e una sensazione di trovarsi perso nel buio.
Un cespuglio di capelli lisci biondo cenere gli ricoprivano la testa, mostrando una certa pigrizia nel sistemarli.
Era chiaramente spaventato: tremava leggermente, mentre parlava balbettava e suoi occhi erano lucidi come il petrolio. Era strano: nonostante tutto aveva diciassette anni e sembrava molto forte.
Nimue pareva più grande di lui nonostante la sua giovane età. Teneva un certo sorrisetto maligno e fissava Julian come un cacciatore punta la sua preda.
Julian invece non se ne rese conto e guardava fisso qualcuno che si trovava nella folla, ma non riuscii a identificare chi, visto che stava alternando sguardi pieni di odio in giro.
L'aria era tesa e il silenzio era solo un' impressione: nella piazza c'erano gli sguardi espressivi che ognuno emanava.
Dopo la solita frase "Felici Hunger Games...." la capitolina prese entrambele mani dei tributi, ma cacciò poi un urletto inaspettato e si liberò dalla presa di Julian.
"Ehi ragazzino stringi un po' meno forte" disse con veemenza.
"Scusate, non l'ho fatto volontariamente" rispose il ragazzo guardando per terra.
Nimue sembrava sorpresa, in effetti non pareva avesse preso la mano con forza o con l'intenzione di farle del male, forse aveva sottovalutato il compagno.

La vescica mi esplodeva. Era da un po' che sentivo il bisogno di andare in bagno, ma non potevo più trattenermi. Cercai disperatamente di attirare l' attenzione: inizia a graffiare la porta, a scalciare, insomma, volevo che qualcuno mi prestasse un po' d' attenzione, anche solo per dirgli che necessitavo di svuotare la vescica.
Battei banalmente sulla porta, sicuramente qualcuno mi avrebbe sentito. Infatti dopo poco sentii il "click" della chiave ed apparve un Pacificatore. Cominciai ad avere qualche dubbio: e se non mi avesse portata in bagno per la scenata di prima? Mi guardava storto, ed aveva tutte le ragioni per farlo. Sicuramente sembrai una pazza ai suoi occhi: camminavo su e giù per la stanzetta, mi tiravo i lembi del vestito ed avevo gli occhi lucidi.
Mi prese per la mano, e senza dire una parola e mi trascinò fuori fino ad arrivare ai bagni. Aveva capito che dovevo andare al bagno senza che gli dicessi una parola.
Non appena mi lasciò la mano, corsi all' interno del bagno e mi sentii sollevata. Uscii a testa bassa, sussarando all' uomo un "grazie" soffocato.
Mi riprese per mano gentilmente, e mi scortò fino alla stanza sempre senza proferire parola.
Lo guardai attentamente. Non poteva essere un Pacificatore come gli altri, ne ero più che sicura.
Stava per chiudere la porta ed andarsene, ma dissi una cosa stupidissima dettata dallo stare in quelle condizioni "Puoi restare qui con me?"
Mi aveva dato alla testa, la solitudine, io che chiedevo a pacificatore di restare con me! non era normale, anche se questo sembrava diverso. Lui mi guardò stupito e poi mi accarezzò. In seguito mi fece un segno negativo con la testa, e capii che non poteva. Mi chiesi perché non parlasse ma subito dopo mi risposi: se non parlava significava che non poteva. Doveva essere un senza voce a cui avevano tagliato la lingua. Magari era diventato pacificatore per salvarsi la pelle. Notai che non portava le scarpe della divisa ma un paio di scarpe semplici e usate, questo mi fece pensare che forse era un ribelle che non aveva accettato la sconfitta. Mi salutò e poi se ne andò lasciandomi di nuovo sola, stranamente vuota.
Mi resi conto che questa stanzetta puzzava, quasi più del bagno. Probabilmente della gente ci aveva urinato. Qualcosa nel mio cuore si mosse "non tutti i Pacificatori sono uguali e non é giusto giudicarli tutti male anche se la maggior parte di loro sono piuttosto arroganti" pensai.
 
Lo schermo si accese, pronto a mostrare la sesta mietitura. Il distretto 6 é quello impiegato nell'industria dei trasporti. La capitolina incaricata appariva leggermente più vecchia rispetto alle altre viste negli altri distretti. Portava un leggins e una maglietta molto aderenti metallizzati. Sopra i leggins aveva una gonna gonfia e trasparente con cuciti dentro dei fili elettrici. Aveva inoltre tre grosse trecce colorate una di rosso, una di giallo e una di verde: come i colori del semaforo. Naturalmente era molto truccata, pareva un clown. Come scarpe portava dei tacchi a spillo. La sua voce entrava nell'orecchio come un fischio.
Pescò il foglietto nel silenzio comune, anche se si sentivano i rumorosi treni e gli altri mezzi di trasporto che non abbandonavano mai il distretto.
"Venga qui la fortunata Gal Heathcliff, dai fatti vedere" disse la capitolina.
Una ragazza alta circa 175 cm, magra e dal fisico spigoloso si avvicinò.
Tutti la guardavano con fiducia.
Aveva i capelli castani e lisci, gli occhi color cioccolato fondente, che parevano felini e leggermente obliqui.
Aveva le gambe particolarmente lunghe e la carnagione leggermente olivastra.
Aveva stmpato sulle labbra un sorriso ambiguo e temerario mentre in mano teneva stretto un pezzo di scacchi, credo un pedone bianco.
"Quanti anni hai?" chiese la capitolina
"17 compiuti da poco" disse
"Ummm...questa ragazza sembra perfetta perfettissima! Credo che quest'anno il distretto 6 avrà glorie" disse allora la capitolina soddisfatta e tutti fecero un cenno di assenso con il capo ma senza scomporsi.
"Ok, vediamo chi sarà il ragazzo che la accompagnerà " disse ancora la capitolina.
"Pablo Diego Iosé....scusate José Francisco de Paula Juan Nepomuceno...Maria de los Remedios Cipriano....ma quanto é lungo questo nome...de la Santísima Trinidad Ruiz y Annibali Munoz"
Alcune risate si sentirono e poi si avvicinò il ragazzo.
"Chiamatemi pure semplicemente Pablo Munoz"
Pablo aveva i capelli color castani chiaro corti ma con un ciuffo che gli ricadeva sulla fronte.
Gli occhi erano sottili, color nocciola e vivaci.
Le labbra erano rosa e piegate in un sorriso a metà tra il divertito e il crudele.
"Indovina la domanda!" propose in tono ironico la capitolina.
"13 anni" rispose Pablo ridendo a crepapelle, quasi da sembrare sadico.
Era alto per la sua età, ma forse un po' esile.
Un sasso si trovava sul palco e Pablo non esitò a tirarvi un calcio.
Il calcio fu potente anche se lo tirò con naturalezza.
Il sasso colpì il microfono che cadde rumorosamente, il quale colpì un palo dopo l'altro.
Intanto che la struttura si distruggeva il sasso stava per finire dritto in fronte alla capitolina, ma Gal allungò il braccio velocemente e riuscì per un pelo a prenderlo.
Pablo sembrava un poco preoccupato ma sollevato del fatto che almeno la capitolina non fosse stata colpita.
"Oh santo cielo! Grazie Gal. Mi hai salvato la vita" disse biasciando la mano della sottoscritta.
Poi posò uno sguardo severo su Pablo che sorrideva, la piccola preoccupazione era passata e sembrava soddisfatto di quello che era appena accaduto.
"Bene, lo spettacolo é finito, Felici Hunger Games e possa la fortuna essere sempre a vostro favore" disse la capitolina agitando le mani per far cenno ai cameraman di chiudere la trasmissione.




Hey cari lettori e lettrici (sempre se ci sono ahaah) grazie per leggere e grazie mille per recensire :D <3
Ringrazio ancora perchè se lo merita pienamente MYSOUL perchè è una beta fantastica :)
Ci abbiamo messo un po' a pubblicare il capitolo ma il prossimo l'ho già scritto su carta ora lo deve rendere digitale e la mia cara amica lo sistemerà :)
Bene non so cosa dirvi oltre a spero vi piaccia :DDDD e recensite please :)
A presto hungergameslover <3 baci e buone vacanze a tutti :)

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Capitolo 5
*** Mietitura parte 4 ***


                           Mietitura parte 4                 


Che brutta cosa la solitudine.

Non solo ero sola ma pure rinchiusa, come un uccellino nella sua gabbia. Inoltre, io ero una che necessitava di molte attenzioni, quindi quella situazione era uno strazio.
Mi rendo conto che apparivo ridicola, ma per me quella situazione era tra le peggiori che avessi mai vissuto.
Durante la guerra, io e la mia famiglia eravamo nascosti a Capitol insieme ad altra gente dei distretti favoriti, quindi non avevo visto niente della guerra, non avevo patito la fame e non avevo vissuto in bilico tra la vita e la morte. Della guerra avevo solo il ricordo del distretto distrutto. Quindi, nonostante ci fosse stata la guerra, per me, essere rinchiusa in quel buco puzzolente era una tra le torture più grandi. In più i miei genitori erano iper protettivi con me, probabilmente perché ero la più piccola.
"Per quanto tempo pensano lasciarmi qui?" pensai ad alta voce, 
"E se mi tenessero qui per sempre?"... stavo iniziando leggermente ad agitarmi.
All'improvviso sentii un rumore esterno.
Mi attaccai alla parete e udii degli urli. 
Dopo un po' il silenzio ricadde.
Probabilmente qualcuno era stato sequestrato come me, visto che i rumori venivano da un posto vicino, se non sbagliavo proprio dalla stanzetta accanto.
Sembrava che qualcuno in cielo mi avesse aiutata, mi aveva dato un po' di compagnia e io dovevo prenderla al volo. 
Tirai dei calci al muro, che sembrava non molto resistente, ma purtroppo lo era lo stesso per la mia forza.
Continuai lo stesso e dopo po' sentii dei rumori: la persona mi aveva sentita e stava tirando calci pure lei.
Passai tutta la pausetta così. Il muro stava perdendo pezzi di cemento sottile, quando la tv si riaccese e mi sedetti sul letto. Pure il misterioso compagno si fermò.
Il mio piede era gonfio e viola perché pieno di lividi.
Dovevo trovare un'altro modo per raggiungerlo.
Intanto avrei guardato la prossima mietitura, e magari avrei trovato un modo.

Allora, il prossimo distretto é il 7, ovvero quello che si occupa della produzione di legna e carta. Infatti il distretto é localizzato su delle montagne ed é ricco di vegetazione, sopratutto pini.
La capitolina incaricata aveva la pelle chiarissima, bianca come un foglio di carta e le si vedevano un po' le vene. 
Era truccata di marrone con folti capelli castani.
Portava una maglietta verde foresta non aderente e dei pantaloni eleganti bianchi con abbinate degli stivaletti verdi.
Le unghie erano ben curate e molto lunghe, sembravano corteccia.
Immerse la mano nella boccia contenente nomi femminili e girò i bigliettini come un cucchiaio di legno gira un minestrone.
"L-I-L-I-A-N-E- -T-H-O-R-G-A-R-D" pronunciò come il ticchettio di una macchina da scrivere.
Una bella ragazza salì sul palco. Era alta e minuta.
Si toccò i capelli castano chiaro, lunghi e mossi che erano raccolti in una coda.
Sgranò gli occhi azzurro cielo: esprimevano sia terrore che sorpresa.
La gente del distretto cominciò a parlare e a far rumore: tutti erano sconvolti. Si sentirono pure alcuni piccoli urli d'angoscia.
La capitolina provava a parlare mail brusio copriva la sua voce e nessuno la voleva ascoltare, finché i Pacificatori suonarono una tromba e urlarono in un megafono di fare silenzio altrimenti sarebbero passati alla violenza.
Allora tutti si zittirono, impauriti e tremanti.
La capitolina tirò un sospiro e disse offesa "Siete stati davvero maleducati! Stavo parlando! Scommetto che nessuno mi ha sentita...quindi ripeto visto che una volta non basta. Quanti anni hai?"
"17, gliel' ho già detto due volte" rispose e la gente scoppiò in una risata.
"Signorina, non faccia l'insolente"
"Forza Liliane! Sei la più forte" si sentì dalla folla qua e là.
Liliane sorrideva furba, era chiaro che avrebbe fatto di tutto per vincere.
"Scusi" sussurrò divertita
"Ummm... Ora va meglio" disse la capitolina e continuò "Ora tocca al valoroso ragazzo... M-I-K-A-E-L--Y-E-P-O-V-I-Z"
Alto e robusto, era il ragazzo interpellato.
I suoi capelli erano di un biondo spento simile al colore della paglia mentre i suoi occhi erano color cenere.
Il fisico muscoloso e la carnagione abbronzata facevano un figurone.
Il suo passo era fiero e per passare spingeva la gente frustrato.
Tutti erano sconvolti ma restarono in uno strano silenzio.
Lo sguardo di Mikael era duro e odioso.
La capitolina lo guardò spaventata.
"Che aspetti a chiedere quanti anni ho?" chiese arrabbiato come una belva inferocita.
"Quanti anni hai?" rispose la capitolina cercando di imitare il suo tono
"18" disse, prima di scoppiare in una risata malefica.
La capitolina si tratteneva, era piena di odio verso noi dei distretti fin dall'inizio e la comparsa di questi due tributi le dava i nervi.
Chiamò i Pacificatori che presero per mano i tributi e se ne andò senza dire la frase finale.

Che tipetto quella capitolina pensai appena la tv si spense.
Subito dopo ripensai al mio compagno o compagna, chissà se anche lui o lei mi stava pensando.
Mi rimisi davanti al muro, era intatto.
All'improvviso sentii degli squittii dei ratti, e allora mi ricordai del buco che c'era nel muro opposto.
Deglutii: l'idea che mi era venuta era orribile ma mi sembrava l'unica via d'uscita.
Il buco era abbastanza grande quindi non avevo scuse, dovevo farlo.
Entrai con coraggio e mi ritrovai a gattonare in una specie di tunnel stretto e umido. Intanto i ratti scappavano ed emettevano brontolii.
Speravo con tutto il cuore due cose: che in quell'altra stanza ci fosse un buco e che i ratti non mi attaccassero.
I ratti avevano costruito un vero sistema stradale e cercai di orientarmi verso destra.
Di colpo un enorme ratto mi si piazzò davanti, aveva l'atteggiamento da maschio alfa. Emetteva forti brontolii e si avvicinò a me con aria minacciosa.
Mi attaccai da un lato e lo feci passare.
"Per ora tutto bene" mi dissi e continuai finché non mi ritrovai sulla destra una piccola tana con dentro una ratta e i suoi cuccioli. 
La ratta emise dei gridolini e all'improvviso mi sentii mordere il sedere.
Impanicata scivolai in un buco conn le lacrime agli occhi e mi ritrovai in una stanzetta simile alla mia.
Non era la mia perché il buco si trovava vicino al soffitto.
Stranamente l'atterraggio di sedere non mi aveva fatto male, o almeno non quanto il morso che mi aveva fatto piangere.
Mi alzai e trovai il ratto che mi aveva morso spiaccicato sul letto, morto. Capii che la caduta non mi aveva fatto male percvhè ero caduta sul ratto.
Stavo per vomitare ma cercai di guardare altrove.
Mi accorsi che la stanza era vuota e ci rimasi malissimo.
Non solo non avevo trovato compagnia ma ora rischiavo le botte per lo spostamento illegale.
Guardai il buco ma era troppo in alto.
Quando la tv si riaccese mi chiesi se fosse stata la mietitura 9 visto che avevo perso molto tempo, ma invece no, era la mietitura dell'ottavo distretto.
A quanto pare c'erano stati problemi tecnici.

Il distretto 8 é specializzato nell'industria tessile.
La capitolina portava un vestito di pezza e dava l'idea di essere una bambola vivente.
Capelli biondissimi boccolosi e guance morbide ben visibili la caratterizzavano.
Saltellando si avvicinò alla prima boccia.
Stranamente non era quella femminile.
"Io sono diversa, anzi speciale quindi prima i maschi perché sono più coraggiosi"
"Inventati una scusa migliore, mica i maschi sono più coraggiosi delle femmine!" mi rivolsi allo schermo, quasi come se lei potesse sentirmi. Ma in fondo non cambiava niente: sempre due nomi pescati, uno maschile e uno femminile.
"Caleb Kirano"
Il ragazzo si avvicinò rassegnato.
Non si capivano bene le sue emozioni: sembrava quasi portasse uno scudo per passare inosservato.
Le sue lunghe gambe magre avanzavano macchinamente.
Gli occhi smeraldini, i capelli lunghi e neri e la carnagione pallida lo descrivevano.
"Quanti anni hai bel giovanotto?" chiese accarezzandogli la spalla
"...17" disse il ragazzo guardandosi intorno e poi sospirando
Lo pronunciò con delicatezza e con un tono molto basso.
"Bene.Caro Caleb ti va di pescare il biglietto femminile?"
Caleb non rispose ma fece capire bene che non voleva.
"Era un ordine" disse la capitolina, improvvisamente scura in volto.
Emisero tutti un brusio di disapprovazione. Non si era mai sentita una cosa del genere.
Caleb si avvicinò alla boccia, rosso in viso.
La capitolina invece era soddisfatta dell'idea e attendeva curiosa non tanto il nome, piuttosto la persona a cui apparteneva.
"Mi offro volontaria" si sentì a malapena.
La ragazza era bellissima, quasi perfetta e il suo viso era velato da un timido sorriso.
Caleb la guardava con ammirazione e rigraziamento mentre lei ricambiava con un dolce sorriso.
"Mi chiamo Alyson Le Borges"
La capitolina era delusa più che mai e non ci vedeva più dalla rabbia,infatti i suoi occhi roteavano.

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Prima di tutto chiedo scusa del ritardo enorme >.<
Seconda cosa volevo dire che mi manca la scheda della ragazza del distretto 10 quindi qualcuno me la invii al più presto così pubblicherò in fretta in prossimo capitolo :)
Volevo poi ringraziare tutti i miei lettori,recensitori e tutte le persone che seguono la mia storia.
Ringrazio pure la mia Beta che come sempre mi ha aiutata.
E fatemi sapere cosa ne pensate :D

Vi accenno pure che accetto gli sponsor solo recensendo (nel caso bisogno pure commentare la storia in generale) o via messaggio privato nel capitolo 8.
I sponsor (in caso di pareggio sarò io a decidere) decideranno i dieci finalisti e poi la scelta delle morti sarà estratto a caso (perchè mi sembra più giusto e ogni tributo è stato creato con impegno da una ragazza/o su efp)
Vi ricordo che c'è il gruppo della storia su facebook e si potrà sposorizzare pure lì.
Tutti le preferenze prima del capitolo 8 non saranno valide.
A presto (speriamo) hungergameslover

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Capitolo 6
*** Mietitura parte 5 ***


                                  Mietitura parte 5                                    


Avevo male al sedere, al piede e sapevo che mi aspettavano peggiori mali per la cazzata appena compiuta.
Perché devo sempre cacciarmi nei guai?
Perché non sono rimasta bella tranquilla su quel letto?
Sentii all'improvviso dei rumori più forti dei miei pensieri: dei passi accompagnati da due voci che stavano discutendo.
Dovevo nascondermi.
Seguii il mio impulso e mi nascosi sotto il letto.
Ero contentissima, finalmente compagnia.
La porta si aprì e il Pacificatore buttò credo un ragazzo dalla voce famigliare e poi chiuse violentemente la porta.
Mi tenevo forte a costo di farmi male alle mani, non volevo sbattere il sedere e farlo soffrire più di quanto già lo stava facendo.
Il ragazzo sospirò e inseguito fece un rumore di disgusto, credo abbia visto il ratto.
Di colpo fui impaurita, volevo tanto la compagnia ma adesso ero bloccata. Chi mi assicurava il successo? 
Deciso di farmi vedere lo stesso, altrimenti per cosa ero venuta a fare?
Mi alzai e vidi il ragazzo che stava riposando sul letto triste e lo riconobbi subito "Wilkie! Sei tu?" urlai felicissima.
Wilkie si alzò di sobbalzo, gli avevo fatto prendere in colpo e mi strinse forte a se piangendo dalla gioia.
Anch'io piangevo.
Restammo abbracciati per un po' finché non mi fece sedere accanto a lui e parlammo.
"Chachacha mi hai fatto prendere un colpo ahaha sempre a combinarle una ahaha"
"Ehi smettila, io mi chiamo Sharise e lo sai benissimo che non combino guai" ribattei dandogli una pacca sulla spalla.
"Si certo sorellina! Ma che ti sei fatta?"
Adoro quando il mio fratellone si preoccupa per me ma non glielo faccio capire.
"Niente. Sono solo stata morsa da un ratto, ho il piede gonfio per i calci che ho dato al muro e ho male alle mani, sai mi ero attaccata sotto il letto"
"Ahaha non dirmi che sei passata per il buco ahaha sei una genia!"
"Ahaha lo so!" e ridemmo.
Poi mi accorsi che aveva l'occhio nero.
"Che ti sei fatto tu invece?"
"Beh ho provato a scappare quando il pacificatore mi stava portando al bagno. Volevo raggiungerti ma mi sono beccato un bel pugno.
Devo dire che stavolta sei stata più furba tu ahaha"
"Strano che lo ammetti ahaha"
"Adesso cosa pensi di fare cara genietta chachacha"
"Devo fare tutto io! Ahaha comportati da fratello maggiore per una volta"
"Mi stai facendo pentire di essere venuto a salvarti. Sarei potuto rimanere a casa tranquillo"
Su questo punto aveva ragione, sono stata un po' cattiva a dire questa frase.
"Hai ragione, grazie Willy Wonka ahahah"
"Non assomiglia al mio nome!"
"Neanche chachacha allora"
"Ahaha ok come vuoi"
"Comunque anche se non mi farai uscire da qui mi hai salvata dalla solitudine e lo sai che la odio" dissi senza pensarci e sorrisi.
Quanto é bello stare con mio fratello, non lo rivedevo da un anno visto che era stato in accademia.
Wilkie ricambiò il sorriso e poi guardammo la tv perché stava cominciando la mietitura nel nono distretto.

Il distretto 9 é il principale produttore di frumento di Panem.
Da questo distretto in poi troviamo i distretti più poveri di Panem.
La capitolina pareva una stella a confronto della popolazione che si trovava davanti. Le loro facce erano stanche e depresse.
Un clima completamente diverso da quello che si respira nel mio distretto.
La capitolina era riempita di perle luccicose e il colore principale del suo abbigliamento era il giallo.
Portava un grande e lussuoso cappello di paglia, utile per coprirsi dal sole potente del distretto. 
Guardò con pena la popolazione e dopo il video pescò il biglietto.
Guardò il nome per un po' prima di pronunciarlo.
Non sembrava apprezzare il suo ruolo, avrebbe preferito una vita tranquilla e lussuosa nella capitale.
"Artiënne Haesu"
"Che palle!" sospirò con forza Artiënne.
La ragazzina salì sul palco velocemente.
I suoi capelli erano disordinati di un bel color nocciola.
I suoi occhi erano infiammati di un azzurro limpido.
Sul visetto erano spruzzate un'indefinita quantità di lentiggini mentre la pelle era chiara. Aveva una particolare voglia color fragola sotto l'occhio destro.
"Mi chiamo Enne cazzo" disse in modo arrogante guardando malissimo la capitolina e poi grugnì.
"Oh scusami Enne, potresti dirmi quanti anni hai?"
"12"
La capitolina versò una lacrimuccia e se l'asciugò in fretta.
"Che ti piangi?"
"Non stavo piangendo" negò la capitolina
"Se se falsa come tutti quelli di Capitol City"
La capitolina si irrigidì e sorrise chiaramente a disagio.
Il sorriso fu ricambiato da Artiënne ma era un odioso sorrisetto sornione.
In seguito la capitolina si avvicinò all'altra boccia.
"Elijah Nigel Spencer si faccia vedere subito che voglio finire questa mietitura al più presto"
Il ragazzo si avvicinò velocemente sul palco.
Era molto alto con un fisico tonico, capelli rosso carota, occhi verdi e un accenno di barba sulle guance e sul mento.
"Quanti anni hai?"
"18,signorina"
Si sentirono dei urli, urli chiaramente di bambini.
Guardò in basso e sospirò trattenendosi dal piangere.
"State tranquilli fratellini miei, io tornerò vivo e vincitore. Non vi abbandonerei per nulla al mondo ma..."
La capitolina lo fermò dicendo la solita frase di conclusione e così finì la mietitura.

"Mi sono mancato la mietitura del distretto otto, mi potresti raccontare un po' qualcosa?"
"Si, certo" e aprii il mio quaderno d'appunti.
Gli raccontai in modo ironico (esagerando) la mietitura.
Ascoltava attento e rideva ogni tanto.
"Wow! Come mai ti sei fatta un quaderno con scritto le mietiture?"
"Boh!"
Ci fu qualche secondo di silenzio quando Wilkie lo ruppe.
"Che ne pensi di questi Hunger Games?"
Lo guardai bene e aveva l'aria filosofica che ogni tanto fa.
"Non saprei"
Wilkie si girò di scatto e mi guardò negli occhi severamente.
"Sharise, come fai a essere così indifferente. Non ti rendi conto che questi giochi sono un modo perfetto per Capitol per divertirsi e vendicarsi di noi. Ogni anno ventitré ragazzi moriranno uccisi tra loro e pensa che potresti essere tu o tua sorella Freya, te ne rendi conto?
Tu non sai cosa vuol dire perdere un caro"
Mi misi a piangere, aveva di nuovo ragione nonostante tutto gli Hunger Games mi attirassero non dovevo essere egoista perché sinceramente non mi piacerebbe perdere un caro o perdere la vita in questi giochi.
Facile essere spettatori.
Wilkie mi asciugò le lacrime con la mano e mi sussurrò parole confortanti.
Sentimmo poi dei passi.
"Dovresti tornare nella tua stanza"
"No, voglio rimanere qui con te e poi non mi va di essere morsa di nuovo da un ratto"
"Preferisci un morsi di ratto o che ti taglino la lingua o che ti picchino o chissà cosa"
Sbuffai, non potevo rimanere lì.
Wilkie mi portò sulle spalle e così raggiunsi il buco,poi mi baciò sulla fronte e disse "Vai chachacha, so che ce la puoi fare e a presto"
"Non mi va di stare da sola" brontolai
Non mi rispose, inseguito si sentii il rumore della porta e mi precipitai all'interno del tunnel.
Non vidi ratti in giro, credo fosse l'ora del riposo e percorsi il tunnel velocemente, ormai sapevo che strada prendere.
Questo viaggietto fu quasi perfetto, perfetto se non avessi calpestato con le mani faci di ratto.
Appena arrivata nella stanzetta sollevai il materasso e mi pulii la mano.
Sfortunatamente la porta si aprì in quel istante preciso e lasciai cadere il materasso.
Guardai il Pacificatore pietrificata.
"Eccoti qui canaglia. Bello scherzetto quello di nascondermi sotto il letto. Comunque, che cosa stavi facendo con il materasso?"
Non risposi, ero rimasta senza parole e speravo se ne andasse al più presto ma invece si avvicinò e sollevò il materasso.
"Che schifo! Guarda che ci sono i bagni basta chiederlo. Che modo é questo? Ahaha"
Che imbarazzo, diventai rossa di rabbia e sbottai.
"Non sono le mie feci!"
Rise a crepapelle e poi disse "E di chi sarebbero allora? Qui di sei solo tu ahaha"
"Di un ratto" avevo risposto così senza pensarci e avevo fatto male ma non sopporto chi accusa ingiustamente.
Mi guardò sospettoso e disse "Sei andata a far compagnia ai ratti e loro non hanno apprezzato per caso? Ahah"
"Ummm...più o meno"
"Sei proprio strana" disse, poi notò il mio quaderno sul comodino e inseguito lo prese.
"É mio" dissi cercando di strapparglielo dalle mani.
Mi scansò brutalmente ed lo aprì, lo sfogliò velocemente e poi lo buttò a terra. Pensò un attimo mentre io stavo immobile e lo fissavo intanto sudavo dalla paura.
Raccolse il quaderno e se n'andò.
Che bastardo! Avrei dovuto fare qualcosa ma non volevo combinare altri guai.
Volevo fare a pezzi qualcosa ma la tv mi distrae e mi concentrai sulla decima mietitura.

Il distretto 10 é basato sull'allenamento.
La capitolina incaricata portava un vestito particolare.
La gonna era ricoperta da penne di pavone ed il sopra era di velluto.
Aveva un uccellino finto sopra ai capelli neri lunghi fino alla spalla.
Le scarpe erano di pelle di coccodrillo e gli orecchini erano pendenti.
Al contrario del suo aspetto aveva una voce rauca.
"Pauleen Foster"
"Eccomi! Sono io e ho diciotto anni"
La ragazza era semplicemente ultra muscolosa e vestita in modo sportivo, aveva capelli corti e un viso da donna cresciuta.
Spruzzava energia da tutti i pori, su vedeva che era una ragazza in gamba.
La capitolina e Pauleen erano persone completamente diverse, la prima delicata d'aspetto e dura interiormente mentre la seconda dura di aspetto ma delicata d'animo.
"Cam Larsson"
Nessuno si mosse.
Quando finalmente un ragazzino, probabilmente di dodici anni, si mosse impaurito.
Uno come lui doveva affrontare ragazzi anche molto più grandi di lui, tipo la sua compagna di distretto e quindi non avrebbe avuto scampo.
Si avvicinò e si vide sul suo viso che stava sul punto di piangere.
"Mi offro volontario al posto suo" urlò un giovane.
Era basso di statura ma piuttosto robusto, infine aveva gli occhi grigi e i capelli castani.
Non era particolarmente bello a differenza della maggior parte degli altri tributi.
Si vedeva chiaramente che era il fratello maggiore ma a differenza del piccolo era sicuro anche se il suo sguardo era velato di malinconia.
"Come ti chiami coraggioso tributo?"
Tutti lo guardavano con ammirazione.
"Seth Larsson"
"Oh! Sei il fratello maggiore di Cam, vero?"
"Si"
Dei pacificatori portarono via Cam e lui sembrava pietrificato.
"Ho quattordici anni"
Anche lui non era tanto grande ma avuto il coraggio di offrirsi.
Dopo la solita frasetta si concluse anche questa mietitura e i tributi scomparirono nel municipio.
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Ehy :) eccomi qui con il nuovo capitolo non betato.
La mia beta-reader non mi risponde e avevo voglia di pubblicare il nuovo capitolo quindi abbiate pietà di me che ho appena scoperto di essere disortografica :O
Comunque grazie a tutti, sopratutto a chi recensisce ma anche a chi ha messo la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate e anche a chi legge semplicemente anche se le recensioni sono gradite :)
Poi che ne pensate della nuova grafica? 
Oggi ho ripreso la scuola :O e voi?
Fatemi sapere se ci sono errori così li correggo e se qualcuno è disposto ad aiutarmi mi farebbe piacere :)
okey ho finito :') 
A presto hungergameslover :)

 

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Capitolo 7
*** Mietitura parte 6 ***


                                   Mietitura parte 6                                       



Non mi potei annotare niente visto che il mio quaderno mi era stato ingiustamente sequestrato.
Pensai a Wilkie, chissà cosa voleva il Pacificatore che venne quando me ne stavo andando.
La porta si aprì di nuovo. Io che mi annoiavo tanto non mi rendevo conto che stavo passando un momento con molte avventure del solito.
Era il senza voce di prima. Aveva fretta. Mi prese e di corsa arrivammo in una grande sala.
In mezzo alla sala c'era un grande tavolo mentre hai lati c'erano molti Pacificatori che controllavano i carcerati.
Vidi Wilkie e corsi subito da lui. 
Stava mangiando del pane duro.
"Ehi eccoti qua! Come mai in ritardo?"
"In ritardo?"
"Sai il Pacificatore che é venuto quando te ne stavi andando?"
"Si"
"Lui mi ha portato qui. Ho dunque visto la decima mietitura qui mentre facevo la fila per un pezzo di pane.
Quel Pacificatore era incaricato a portare tutti in questa sala. Non é venuto da te?"
"Si,ma mi ha solo preso il quaderno" e feci una faccia triste
"Che stronzo!"
"Ahaha é quello che pensavo"
"Hanno chiuso i banconi comunque. Credo che dovrai rimanere a digiuno. Forse quel Pacificatore l'ha fatto apposta"
"Maledetto" e la mia pancia gargulió 
Wilkie tirò fuori dalla tasca un'altro pezzo di pane.
"Ne ho presi due" e me lo porse
Lo divorai in pochi secondi e poi guardai Wilkie che ancora non aveva finito il suo.
"Grazie"
"Ahahaha prego. Vedo che lo hai apprezzato!"
"Si ne avevo bisogno. Sai chi sono questa gente?"
"Alcuni sono carcerati di guerra e altri tipo noi. Pensa ho conosciuto quel tipo lì (e me lo indicò), ha visto morire i suoi parenti e sa che lo uccideranno questo pomeriggio"
"Ma noi non eravamo alleati con Capitol?"
"Per convenienza. Capitol non ci ha mai considerati alleati ma sudditi"
Una tromba suonò forte e un grande schermo si illuminò, la penultima mietitura era in onda su tutti gli schermi di Panem.

Il distretto 11 si basa sull'agricoltura in generale, dagli ortaggi agli alberi da frutto. 
Wilkie mi sussurrò allora "Sai lì i Pacificatori opprimono la popolazione in un modo assurdo"
Nonostante sia un distretto ricco di cibo la gente é obbligata a vivere delle sole tessere date da Capitol City consegnando tutto il resto. È uno dei distretti più poveri.
La capitolina era altissima e con quei tacchi sembrava una giraffa.
Era snella con però una curvatura di grasso sotto la vita che gli dava la forma di una pera.
Era scura di pelle e indossava una gonna stretta e lunga fino alla caviglia bianco che diventava sempre più trasparente con dei merletti delicati.
Maglietta semplice bianca con dei palloncini sulle spalle trasparenti e truccata con colori non appariscenti.
Finito il video aveva già un biglietto in mano.
"Althea Lannistark"
Una ragazzina molto bella dal viso molto dolce si mosse dalla folla.
Aveva i capelli castani boccolosi, gli occhi color nocciola e la pelle estremamente chiara il quale é insolito del distretto.
Il viso era coperto di lentiggini e trasmetteva innocenza e purezza.
Faceva effetto vederla accanto alla capitolina.
"Quanti anni hai carina?"
"13"
Althea si mordeva il labbro inferiore ed i suoi bei occhioni teneri si posavano qua e là.
Un pacificatore la guardò ridendo mentre Althea sembrava ignorarlo.
Di nuovo fui sorpresa perché mentre guardavo Althea la capitolina era andata velocemente a prendere il biglietto.
"Dan Rid"
Stranamente anche lui era Chieti ma comunque abbronzato dai roventi raggi del sole e resa dura e rovinata dal vento.
Le labbra erano carnose e gli occhi verde oliva.
Con il suo fisico temprato avanzò come un soldato chiamato a combattere (che in fondo era)
"A rapporto 178XZ9" disse confuso
Althea lo guardò con occhi dolce leggermente terrorizzati.
Mentre la capitolina era sorpresa dalla sua entrata lui non si rese conto delle occhiate e i suoi occhi sottili erano enigmamente decisi.
"Quanti anni hai?"
"15"
Si vedeva che aveva un duro passato (non com me ahaha) e fui molto curiosa.
La mietitura finì in fretta. La gente guardava i tributi con speranza sapevano che se avrebbero vinto avrebbero avuto una buona annata.
I tributi alzarono le mani per salutare e se ne andarono. 

Finita la trasmissione vennero vari Pacificatori, uno per uno ci portarono nelle rispettive stanze.
Salutai Wilkie con lo sguardo e lo guardai finché non sparì nella sua stanzetta. Stavo per entrare nella mia quando un Pacificatore fermò il Pacificatore che mi teneva. 
"Questa ragazzina deve venire con me, gli spetta una bella sorpresina, ordini del presidente Snow (il padre del presidente dei settantaquattresimi Hunger Games)" disse e il Pacificatore che mi teneva lasciò la presa e si ritirò.
Cosa stava succedendo? Cosa voleva il presidente da me?
"Paura canaglia eh"
"Ma tu sei quello che mi perseguita!"
"Si sono io ahaha E sai perché?"
"No sinceramente"
"Sai non sembri del distretto 1. Sono i barbari dei distretti più poveri che si comportano come te"
"Io mi comporto come voglio"
"Questo lo vedremo ahaha"
Arrivammo in una sala lussuosa con un grande computer.
Il Pacificatore mi fece sedere in una sedia, mi legò alla sedia con dei bracciali elettrici, accese il computer e se n'andò.
Provai a muovere la gamba sinistra ma una scossa elettrica mi percorse.
Comparve sullo schermo all'improvviso il presidente.
"Bene. Quindi tu saresti Sharise Powell. Distretto 1. Figlia dei ex nobili Abbey Cox e Tom Powell. Ragazza con già alcune denuncia per reati non gravi in passato e beccata questa mattina con il fratello Wilkie Powell a creare scompiglio vicino alla piazza dopo la mietitura"
"Non é vero! Insomma é tutto vero tranne quest'ultima accusa"
"Non mi interrompa cara.
Ha 11 anni ed é qui adesso perché il Pacificatore 6753 ti ha denunciata. Mi ha pure mostrato un certo quaderno e mi é venuta un'idea.Ti incarico Mentore dei ventiquattro ragazzi"
"Cosa? Non é questione"
"Mai dire no al presidente cara. Sai potrebbero succedere cose brutte, per esempio al tuo fratellino..."
"Ok ok accetto. A condizione che lo lasciate libero"
"Buona scelta! E visto che mi sarai utile lo lascerò libero il tuo caro fratellino. Ricordati però che ora lavori per me e dovrai seguire le mie istruzioni, sai il ruolo di Mentore é molto importante"
"Ho capito. Ma perché proprio me?"
"Da come mi hanno raccontato hai delle abilità, sei riuscita a raggiungere tuo fratello tramite la tana dei ratti ahaha chi oltre a te ci avrebbe pensato?"
Risi solo per biasimarlo.
Provai poi disgusto e paura nel sapere che lui mi controllava.
Il soffitto si aprì e cadde il quaderno.
"Bene per ora goditi l'ultima mietitura e poi ti farò sapere tutto.
A presto cara Sharise" concluse e lo schermo si spense.
"Sono Mentore" ripetei più volte in testa mia.
Non ci potevo credere, perché io?
E poi cosa deve fare il mentore?
In ogni caso non mi piaceva l'idea che Capitol mi comandasse a bacchetta ma sapevo che sarebbe stato così fino alla fine dei giochi.
Lo schermo si riaccese e mostrò l'ultima mietitura.

Il distretto 12 é diviso secondo la ricchezza della popolazione: c'è la piccola cittadina che é abbastanza agiata (commercianti al servizio dei Pacificatori) ma la maggior parte della popolazione viene dal Giacimento abitato da minatori.
L'intero distretto é circondato da una recensione elettrificata a intermittenza.
La capitolina portava lunghissimi capelli biondo con delle meches rosa.
Mini gonna in jeans, tacchi e viso rifatto che la facevano sembrare barbie in persona.
Con la sua voce falsa zuccherata chiamò qualcuno.
La gente del distretto dodici erano tristi e poveri, mi facevano una strana impressione.
"Jolanda Repovik"
La ragazza avanzò spaesata. Come aspetto aveva la pelle olivastra, occhi a mandorla grigio scuro e capelli neri e lisci tipico delle ragazze del giacimento.
Era gracile e abbastanza bassa con varie cicatrici.
La gente la guardava con pena ma era contenta di non trovarsi al suo posto.
Jolanda aveva lo sguardo freddo e sembrava congelata.
"Jolanda, quanti anni hai?"
"12"
"Ehi cara non fare quella faccia"
"Quale faccia?" rispose aggressivamente 
"Emm.. Intendevo che non ti devi preoccupare e ...."
"E cosa? Mi chiamano per questi Hunger Games e io non dovrei preoccuparmi neanche un po'. Vorrei vedere te come saresti al posto mio"
Si fece un silenzio.
"Allora andiamo avanti... ora é il turno dei maschietti"
"Mi offro volontario" sbraitò un ragazzo
Tutti lo guardarono sorpresi mentre Jolanda lo guardava male.
"Wow ecco un giovane volontario, come ti chiami e quanti anni hai?"
"Samuel Bianchi e ho 14 anni"
"Bene,bene"
"Male male invece" rispose Jolanda
La capitolina la ignorò e disse "Ecco i tributi del dodici e felici Hunger Games e possa la fortuna essere sempre a vostro favore"
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Eccomi qui con un'altro capitolo :) sta volta avete aspettato pochissimo e visto che il capitolo era già pronto ho deciso di pubblicarlo subito :)
RECENSITE PER FAVORE :) ditemi qualcosa qualsiasi e aiutatemi :)
Se ci sono errori ditemelo così li correggerò :)
Comunque abbiamo finalmente finito le mietiture :P nel prossimo capitolo si attiveranno gli sponsors quindi preparatevi :)
Nel prossimo capitolo ci saranno gli incontri di tutti i tributi con i famigliari e amici :)
Lo so che questo capitolo è un po' corto ma non è facile descrivere 24 mietiture e pensare di fare 24 avventure a Capitol (interviste,sfilata e altro) mi fa tremare ma ce la farò (almeno spero).
A presto :3
hungergameslover

 

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Capitolo 8
*** Stanzette, vari incontri e mille pensieri... ***


                                   Stanzette, vari incontri e mille pensieri


     Pv Rimmel Strass
Mi metto una mano al cuore, ok ci sta e batte forte.
Dovevo propormi e mi ero preparata mentalmente e fisicamente é per questo che sono tranquilla.
In accademia hanno deciso me, proprio me e quindi mi sono offerta volontaria.
Avevano deciso anche un ragazzo che doveva offrirsi ma non l'ha fatto, chissà cosa gli succederà? Probabilmente l'anno prossimo farà gli Hunger Games comunque non é giusto perché avrà un anno in più per prepararsi e saprà come sono gli Hunger Games mentre adesso nessuno ha un'idea precisa dello svolgimento di essi.
Mi ritrovo in una stanzetta in cui dovrebbero venire i miei amici e famigliari ma non ce gli ho perché sono... non ci voglio pensare. Ora sono una ragazza normale in carne e ossa.
Dovrei farcela se faccio bene i calcoli. All'accademia mi hanno insegnato tutte le tecniche possibili e io mi sono allenata con impegno: é per questo che mi hanno scelta.
Mi hanno insegnato a essere cattiva così potrò vincere per il distretto e fare qualcosa di onorevole della "mia" carne e della mia vita che non ha senso.

  Pv Chiffon Reynolds
Batto i piedi nervoso e cerco di controllarmi finché mi portano in una stanzetta.
Prima di arrivare lì ho notato una ragazzina che ci seguiva, credo di averla già vista in giro per il distretto, ecco é quella che se la prende con i Pacificatori: chissà cosa voleva.
Che palle però. Doveva venirci quel tizio che avevamo scelto e invece a colpa della sua vigliaccheria mi ritrovi qui al posto suo.
Ora che sono qui farò del mio meglio e ho intenzione di uccidere tutti senza pietà perché é l'unico modo per vincere.
Gli unici che inizialmente non ucciderò sono gli altri favoriti, così ci hanno detto di fare e in effetti é conveniente: siamo i più forti.
La porta si apre e vedo comparire mio padre allegro come sempre, forse non voleva tirarmi giù.
L'ultima volta che l'ho visto é alla morte di Diamond, la mia mamma, e non sa che sono cambiato durante l'accademia. Ora sono forte e determinato.
Mio padre mi ricorda sempre le sue abilità dicendo che probabilmente le avrò pure io in qualità di figlio e che é sicuro che io sarò il vincitore: sa quanto sono competitivo.
Mi da una pacca sulla spalla d'intera e poi viene portato via da un Pacificatore. 
Adesso é il turno del mio fratello maggiore Zircon.
Con una piccola rincorsa battiamo i nostri petti e poi ridiamo felici.
"Da quanto tempo piccolo Shiff!"
"Si da quanto tempo! Dovresti vedere quanto sono forte ora e te lo posso dimostrare"
"Non ne ho dubbi. Ora non c'è tempo, ti chiedo solo come ti senti"
"Beh ero un po' spaesato alla mietitura perché non me lo aspettavo diciamo che non era previsto"
"Ti ho visto infatti e mi sono preoccupato"
"Ma ora sono determinato a vincere e farò il possibile"
"Così mi piaci e ricordati di usare tutte le tue forze"
"Certo contaci"
E il Pacificatore portò via anche lui.
Assaporo il silenzio e la calma per radunare le forze: sono pronto... Sono nato per vincere.

    Pv Astrid Sparks
Odio il fatto che tutti mi guardino con pena. Non sono solo un bel faccino come dicono tutti e questo mi manda in bestia.
Devo vedere il lato positivo di questo incubo: potrò dimostrare a tutti quanto valgo.
Sono stata addestrata per questi giochi e ho intenzione di vincerli: qualsiasi difficoltà l'affronterò.
La porta si apre piano e sono sorpresa perché mi ritrovo davanti a Spencer.
Mi sento una fitta al cuore, solo alla vista del mio fratellino mi viene ribrezzo, diciamo che non l'ho mai perdonato per aver ucciso nostra madre anche se era involontariamente.
"Papà non é potuto venire ma sono venuto lo stesso nonostante tu non provi simpatia per me, in fondo quando sono stato male mi sei stata vicina e ora tocca a me"
"Non ne ho bisogno" sbuffo
"È vero, lo so quanto puoi essere vendicativa e astuta ma pensavo che magari volevi un'abbraccio e un po' di affetto"
"Invece non ne ho bisogno grazie"
"Ok Astrid buona fortuna"
Sono di nuovo sola e devo dire che sono sorpresa. La gente é così strana, imprevedibile é per questo che non ho amici ne nessun tipo di rapporto con nessuno.
Solo Lea é mia amica, almeno credo ma a quanto pare non é venuta.
Non è facile stringere amicizie e nemmeno fidarsi degli altri infatti bisogna contare solo ed esclusivamente su se stessi perché già nella vita quotidiana ma peggio in situazioni difficili vince solo chi é indipendente e forte/furbo.

   Pv Tristan Ohwr
Mi sistemo gli occhiali. Forse mi daranno fastidio nei giochi e scommetto che sono l'unico che c'è gli ha. 
Mi hanno obbligato a offrirmi i miei genitori, é ovvio che quello che vogliono é arricchirsi, mi hanno sempre visto come il modo per raggiungere il loro obbiettivo.
Io non fatto resistenza perché in fondo é il modo perfetto per morire, io voglio morire.
"Tra poco vi raggiungo" urlo pensando ai miei angeli. Si ho degli angeli, due ragazze morte giovani ed ingiustamente: mia sorella e la mia ragazza.
"Non sapete quanto mi mancate"
La porta si apre ed entrano i miei genitori. Si felicitano per essermi offerto ed esultano già sulla mia futura vittoria mentre io li biasimo.
Non ho intenzione di mostrarmi debole e morire subito, non voglio disonorare il distretto e la famiglia. Nessuno mi fa paura e so di essere forte quindi combatterò e ucciderò.
Intanto la vita é momentanea e non ha senso. Bisogna solo godersi i bei momenti e scordarsi i brutti, ma io non ci riesco più.

   Pv Ashes Lejl
Mi hanno obbligata a partecipare alla mietitura e poi mi pescano.
Odio la gente di Capitol City e tutti suoi schiavi o lavoratori.
Sono nervosa, ho bisogno di fumare per calmarmi. Per fortuna ho sempre un pacchetto pieno di sigarette nella tasca.
Mi ritrovo in una stanzetta aspettando chissà cosa. Forse lo fanno per farti calmare un po', se é per questo funziona.
Mi riempio i polmoni di fumo e penso alle mie qualità. Sono tante e l'importante é farlo capire a tutti anzi gli altri dovranno credere che sono molto di più di quello che sono realmente.
Potevo stare tranquilla nel mio laboratorio a fare i miei esperimenti con cavie animali o umane ahahah invece sono qui obbligata a "giocare". Questo verbo mi fa sclerare tanto che mi brucio la lingua e non mi rendo conto di chi fosse quello appena entrato nella stanzetta finché non parla. 
"Ehi Ashes non ti sembra che questi Hunger Games assomigliano al Kagome" 
È il mio fratello gemello Nathaniel che parla, é matto quanto me perché lo sia o diventati insieme.
"Ehi zitto tu che ti strangolo ahaha"
Odio quando mi ricorda i brutti tempi.
"Vattene" gli urlo "Pensavo che eri morto. Perché sei sparito dopo la fuga dal laboratorio?
Adesso che sei ricomparso non credere che mi hai fatto soffrire già ci avevano pensato i nostri"
Mi prende di colpo la sigaretta, fa un tiro e poi me la ripassa.
"Sai invece quanto ti ho odiato per avermi coinvolto alla rivolta nel laboratorio. Mi hai cacciato in molti guai per questo sono sparito"
"E allora adesso che ci fai qui?"
Il Pacificatore lo prende non lasciandolo parlare.
Sbotto, vorrei sapere cosa mi avrebbe detto. Non trovo niente per sfogarmi e presa dalla follia mi strappo i vestiti.
Niente é più difficile di un bel rapporto oltre al saper essere felici.

   Pv Razièl Kledi
Amo ballare ma sembra che il destino odi che la gente sia felice.
Ho sempre ballato da quando avevo tre anni.
Ballare mi rilassa e mi fa scordare le schifezze della vita.
Durante la guerra ballavo e rallegravo la gente del mio distretto ma sfortunatamente mio padre morì e rimasi circondato da donne, ho sette sorelle purtroppo. Ho continuato a ballare per il distretto anche dopo visto che mi apprezzavano.
Tutte le mie sorelle ballano nella più famosa compagnia teatrale di Capitol tranne due e mi hanno sempre incoraggiato. Ho fatto dunque l'audizione ma sfortunatamente mi sono rotto il ginocchio. Non pensiamo a mia "madre", mi fa schifo pensarla in tale qualità, lei è solo una prostituta di merda.
Sputo a terra violentemente, tutto questo mi sta di traverso e come se non bastasse devo fare questi giochi del cavolo. Quella Ashes sembra una svitata, mi chiedo come saranno gli altri.
Vorrei scappare da questa stanzetta e raggiungere il teatro per rifare le audizioni ma sono qui.
La porta si apre e compaiono tutte le donne della mia famiglia.
Mara mi abbraccia e mi accarezza i capelli dolcemente, lo so che non é carino chiamare la propria madre con il nome ma non riesco a chiamarla "mamma" o in qualsiasi altro modo.
Le mie sorelle mi circondano ballando e cantando mentre Mara mi rassicura.
Non vedo l'ora che se ne vadano. Un Pacificatore le porta finalmente via mentre loro urlano come galline. Rimango poi solo.
Mi tocco il ginocchio, non so perché ma mi sento fragilissimo come una vaso di terracotta sul bordo di un tavolo, ad un soffio dal cadere.
Oh muse non ho ancora trovato la mia armonia potete ispirarmi per favore.

   Pv Wave Hight Tide
Mi chiudono violentemente in una stanzetta.
Ho forse esagerato ma sicuramente non me ne pento. Quel Pacificatore se lo meritava.
Non capisco pienamente mio fratello, ok preoccuparsi un po' ma nessuno mi ferma questo é chiaro e limpido.
Ho deciso di partecipare ai giochi il primo giorno in Accademia non so perché ma sento che vincerò ma anche se non vincessi sento che mi perderei qualcosa di importante se non lo facessi.
Mi piace la libertà e faccio in modo di averla sempre, odio il fatto che mi si comandi infatti in Accademia seguivo i corsi che volevo io quando volevo.
Per quanto tempo pensano lasciarmi qui? Credo finché non mi saltano i nervi.
La porta si apre e compare Mat,l'amore mio.
Gli salto addosso e lo bacio calorosamente abbracciandolo forte.
"Che ci fai qui amore?"
"Non mi gradisci per caso?" dice offeso ironicamente
"Certo che ti gradisco sciocchino"
Mi accarezza dolcemente la guancia e io gli concedo i miei migliori sorrisi.
"Sei proprio testarda e spero che questo ti farà vincere. Nessuno ti può fermare"
"Ben detto"
"Lo sai che senza di te non sono niente quindi vedi di non farmi soffrire  troppo" e poi mi riempie il collo di baci.
Il Pacificatore all'improvviso lo prende e lo porta via velocemente senza lasciarmi il tempo di reagire.
Qualcuno altro é venuto a farmi visita, é mio fratello Alexander.
Sono felice perché si é ripreso anche se sembra molto debole.
Mi da tutti i consigli possibili, mi abbraccia e mi ricorda di quanto sono cocciuta e impulsiva.
Viene portato via anche lui.
Meglio una vita spericolata e corta che una lunga vita noiosa e tranquilla.

   Pv Nymer Reed
Quante ragazze staranno piangendo ma la vita é così, sono stato scelto e ora non si può tornare indietro.
Mi tocco i capelli spostandoli indietro, é una specie di mio vizio.
Come fisico e abilità non credo di essere il migliore ma potrei sfruttare le mie abilità di simpaticone e conquistatore magari trovo alleate e tanti sponsor: se tutto va bene.
La porta si apre ed entrano tutti i miei amici, insieme a loro mi mostrò forte e divertente. Quando se ne vanno arrivano le ragazze tristi e io le conforto con parole dolci.
Infine é il turno del mio fratello maggiore. Con lui mi comporto come mi comporto con gli amici.
Nessuno sa che sono buono, tutti pensano che sono figo spaccone divertente e sexy.
Le apparenze mi soffocano. Capitol City e i suoi giochi non mi aiuteranno a trovare il vero.

   Pv Nimue Ilvin
C'è qualcosa che non va in me e nella mia vita.
Mi ritrovo in una situazione che farebbe impazzire chiunque, sotto il controllo dei Capitolini.
Andrò in televisione,questa cosa mi suona strano,io che nel distretto sono la strana da evitare.
Sono il peso della famiglia,il buco nero,bello eh.
L'odio é ricambiato,non c'è nessuno che sopporti.
Fry,mia sorella maggiore,é una perfettina del cazzo,con lei non ho un rapporto. Insomma sono il suo contrario: lei é la classica brava ragazza mentre io mi faccio nottate da sballo,mi drogo e faccio la prostituta.
A Lucinda non le se addice il ruolo da madre perché lascia tutto il lavoro a Fry ed una puttana pure lei ahah
Mio padre invece é un coglione, un Pacificatore che entra in casa solo per bere e stare sul divano senza molle aspettandosi di essere servito dalle donne della famiglia.
La porta si apre,viene stranamente a vedermi la mia madre, credo per formalità. Ci parliamo un po' e poi un so perché ma cominciò a fare la stronza. Lei che cercava di essere gentile aveva in risposta degli insulti e delle ingiurie.
Se ne va delusa e arrabbiata,chi é il mostro ora?
Voglio della droga a tutti i costi. Ne vedo una bustina accanto alla porta, mia madre me ne aveva portata.
La ringrazio e me la sniffo velocemente. 
Sollevata dalla droga penso di togliere i problemi ma quando l'effetto sparisce i problemi tornano più forti che mai.

  Pv Julian Kies
Non sono mai riuscito a badare a me stesso neanche a scuola pensa un po' solo in un'arena. 
L'unico mio punto forte é la forza.
Nimue assomiglia tanto alla mia ragazza fisicamente ma caratterialmente sono l'opposto.
Devo trovarmi un alleato o sarò spacciato,sicuramente non Nimue.
Mi rannicchio la testa contro le ginocchia e cerco di stare tranquillo.
Sono abituato a cacciare a mani nude ed ho una forza bruta dovrò solo applicarla contro un uomo.
Ho un po' paura,paura di ritrovarmi nell'arena spiazzato e impreparato.
La porta si apre e vedo la mia ragazza. Piango e lei mi consola, sa sempre come tirarmi su.
Quando la portano via arrivano i miei. Mi riempiono di consigli e aiuti generali mentre io le memorizzo.
Quando se ne vanno mi sento più deciso che mai.

     Pv Gal Heathcliff 
Quel Pablo nanana Munoz sembra molto sadico e molto forza e poco cervello.
Non mi dispiace affatto essere stata estratta perché questi giochi sono per me come un'ennesima sfida a scacchi e in qualità di Chessmaster ho intenzione di giocarmeli bene.
Dovrei al più presto conoscere tutti i pezzi del gioco e classificarli nelle categorie degli scacchi: i pedoni, gli alfieri, i cavalli, i re, le regine e le torri) per poi preparare il mio gioco.
Negli scacchi vince il più furbo ma visto che gli Hunger Games assumono un coinvolgimento totale chi viene "mangiato" muore per sempre e quindi bisogna essere pure crudeli e io sono perfetta.
Intelligenza e forza (eh si grazie a mio nonno che mi istruita nelle arti marziali) ho, cosa mi manca?
La porta si apre, e vedo davanti a me piazzata la mia famiglia.
Con i miei genitori ho un semplice rapporto di cordialità e anche in questa occasione.
Mia sorella invece é la mia unica fonte d'affetto dopo la morte del nonno.
Io sono una regina, ho piena libertà di movimento e condiziono le sorti del gioco. Non posso morire o farei vincere il nemico.

    Pv Pablo Munoz
Sto in una stanzetta solo per chissà quanto tempo.
Non riesco a stare fermo per molto quindi comincio a correre su é giù per la stanza. Mi arrampico sul soffitto e penso.
Sono stato un grande, con un sasso sono riuscito a creare un casino pensa un po' con le armi quante vittime faccio ahahaha
La faccia della capitolina é un spettacolo ahaha
Infondo essere tributi non é male perché anche se combinano guai non ti sfigurano perché hanno bisogno di te per il loro stupido show.
Quella Gal nasconde qualcosa, secondo me é bel tipetto ma la fermerò.
Ripenso ai giorni bui, alla prima volta che ho ucciso disperatamente ho scoperto che é piacevole infatti sono contento di stare qui.
La porta si apre e compaiono il mio babbo Manuel e la mia zia Consuelo.
Consuelo é scandalizzata dopo il suo vecchio trauma deve vedere il suo caro nipote in tv a uccidere o essere ucciso.
Non ci parliamo perché non sapevamo che dirci.
Solo alla fine Manuel mi salutò dicendomi di tornare presto.
Il mondo é pieno di colori freddi e caldi.

  Pv Lilian Isabelle Thorgard
Sono sola in una stanzetta dopo essere stata estratta ai giochi della fame.
Mi hanno molto incoraggiata ma non sono sicura di essere all'altezza.
É vero che sono molto forte e abile ma non credo proprio che riuscirò ad uccidere.
E se gli altri tributi sono più grossi e forti di me?
Mille paure mi frullano nella testa, tipo quella di non poter rivedere mai più la mia famiglia e ... il mio amore segreto.
Non voglio morire, voglio rivedere a tutti i costi Fred.
Lui non vedermi in tv quindi se muoio e come se lo abbandonassi e non voglio lasciarlo lì solo nella sua grotta.
Poi proprio alla prima edizione dovevo capitare!
Non ho la più pallida idea di ciò che mi aspetta e questo mi infastidisce.
La porta si apre chi sarà? 
Sono mio padre Jerman e mio fratello Vincent. Mi sfogo con loro mentre mio fratello mi ricorda i modi maschili che mi ha sempre insegnato "solo se sarai rude vincerai"
Quando se ne vanno arrivano le mie amiche fidate Virginia, Hannabel, Julianne e Corinne. Con loro mi diverto e le rassicuro: loro mi ammirano per la mia forza d'animo non posso deluderle.
Dopo la visita di altri amici e alcuni ragazzi che mi sbavano dietro aspetto e spero il mio amore anche se so che non potrà venire, é un ricercato!
Bella e forte ma la stessa paura comune: MORIRE e lo stesso scopo: VINCERE.

  Pv Mikael Yepoviz
Mi piace scrocchiarmi le nocche, lo faccio di continuo e mi da un'aria di superiorità e potenza.
Odio tutti ma non per questo non sono innamorato. Purtroppo la freccia dell'amore ha colpito pure me e non posso farci niente, sono innamorato di Tanisha, la mia sorellastra e lei neanche lo sa.
Non vorrei morire lasciandola all'ignoranza del mio amore.
Non sono fatto per stare con gli altri e meno ancora per i giochi di squadra.
La porta si apre e mi ritrovo davanti a mia madre Kaileen e al mio fratellino Olaf.
Olaf mi sta addosso e ci tiene a me mentre io lo trovo fastidioso e insopportabile.
Dopo anche mio padre viene, é arrabbiato.
Perdere un figlio in questi giochi era ridicolo, ora dovrà lavorare da solo.
Lo spingo e dico "Chi ti ha detto che morirò?!"
"Hai una possibilità su ventiquattro di vivere e non credo sarai tu il fortunato"
"Ti odio" queste sono le uniche parole che mi escono dalla bocca
"Lo sai una cosa? Tanisha sembrava dispiaciuta"
Il Pacificatore lo porta via mentre io rifletto su questa ultima frase.
Perché allora non é venuta a salutarmi?
Una lacrima esce dal mio occhio.
Anche i più duri sono umani  come gli altri ma induriti con il tempo e il soffrire.

   Pv Alyson Le Borges
Mi sono offerta volontaria nonostante non abbia nessuna possibilità di vincere.
In primo luogo non volevo permettere a quella capitolina di compiere i suoi sadici piani e poi diciamo che quel ragazzo...é carino.
Mi batte il cuore non solo per la paura ma anche per qualcosa di diverso, quel qualcosa che mi ha spinto a offrirmi.
Mi sento le farfalle nello stomaco ogni volta che penso a lui e questo da quando l'ho conosciuto.
La mia famiglia ha un negozietto e due anni fa i miei decisero di cambiare fornitore e mi hanno incaricata a trovarne uno nuovo. Fu in quell'anno che conobbi Caleb, in verità conobbi Gene e divenne una specie di amico.
Un giorno mi disse che era fidanzato, e mi confidò di essere omosessuale.
Io gli dissi che mi serviva un fornitore di vestiti per il mio negozio e mi presentò Yumei che parlò con questo Caleb che non conoscevo ancora.
Tutto fu accordato tra i nostri genitori ma vidi più volte quando andavo a casa sua per ritirare i vestiti ma non so se mi ha mai notata, credo che lui abbia molti clienti visto che i loro vestiti sono pregiati.
La porta della stanza in cui mi trovo si apre e compaiono le mie amiche. Sono sempre così allegre e sicure di se che un po' le invidio ma grazie a loro riesco sempre a distrarmi un po'.
In seguito arrivano i miei e parliamo, non capiscono proprio la mia scelta: ma come possono capirmi se neanche io so bene perché l'ho fatto.
Mi hanno sempre detto di credere in me e ascoltare il mio cuore ed é quello che ho fatto.

   Pv Caleb Kirano
Sono in una stanzetta e mi mangiucchio le unghie.
Sono abbastanza nervoso. Non sono fatto per gli Hunger Games, sono un sarto non un mostro.
Quella ragazza, Alyson é bellissima e pure buona mi ha salvato dal senso di colpa che avrei provato verso la ragazza che avrei pescato.
Le devo qualcosa.
So che morirò e finché io sarò vivo la proteggerò.
Mi prendo uno spavento perché all'improvviso la porta si apre.
Sono Gao, Lavine e Calia, cioè rispettivamente mio padre,mia madre e la mia sorella gemella.
Mio padre é un allevatore di pecore, mia madre si occupa della filatura e dell'intessitura mentre io e mia sorella siamo dei sarti: abbiamo infatti una piccola impresa di famiglia che produce lana pregiata.
Sono molto preoccupati per me, hanno ragione perché sicuramente non tornerò mai più a casa e questo pensiero mi fa rabbrividire.
Dopo poche chiacchiere e abbracci tocca a Yumei, la mia amica più fidata e Gene suo fratello.
Occhiate di intesa e poi Yumei parla "Mi mancherai. Senza di te non sarò più la modella dei tuoi capolavori"
"Anche tu"
"Vedi di tornare presto" disse duro Gene.
Diciamo che ho avuto una specie di relazione con lui, ma non entriamo nei dettagli.
Dopo la visita di altri amici rimangono solo e so che questa é stata l'ultima volta che li vedrò.
Gli anni passano, gli attimi restano, le gioie svaniscono e le paure ritornano.

   Aartiënne Haesu
Ripenso ai miei cari, questi giochi del cazzo potrebbero separarmi da loro per sempre.
Proprio adesso doveva capitare, ultimamente io e Jean-Carlos ci stavamo avvicinando.
Jean-Carlos é un amico, diciamo più di un amico (lo so non riesco a mentire) con lui sto proprio bene come non sto con nessun altro.
Quella capitolina é proprio una stronza, giuro che gli sarei saltato addosso ma mi sono contenuta in questa mietitura.
Non ho paura, li stendo tutti con due pugni ma mi da fastidio stare sotto i giochi di Capitol.
Adesso che farò questi giochi non si scorderanno e libereranno facilmente di me.
Tornerò a casa e saranno tutti fieri di me ahaha
La porta si apre e mi giro di scatto.
Sono i miei, Tabitha e Zeead avanzano e mi abbracciano.
"Scatenati nell'arena, non dovrebbe essere un problema perché intanto lo fai sempre" dice mamma
"Si certo" e faccio a pugni con papà 
"Senza pietà Enne e stai attenta a tutto"
"Si si non ti preoccupare"
Quando se ne vanno vedo comparire Selene e Jean-Carlos.
Sono contentissima e in pace quando li vedo.
Gli salto addosso e corriamo dappertutto, insomma approfittiamo del poco tempo disponibile per divertirci.
"Ci mancherai" urla alla fine Selene, la mia migliore amica.
"Ti giuro che tornerò: nessuno può fermare l'uragano in persona"
Sono l'incarnazione della furia della natura che si abbatterà sui sfortunati prescelti.

   Pv Elijah Nigel
La mia vita non poteva andare peggio di così, insomma ho la vita che vorrebbero tutti!
Le lacrime mi escono senza che io le possa controllare, il mio cuore batte a mille e la mia testa é confusa.
Come faranno i miei fratellini senza di me?
I miei genitori sono due ubriaconi drogati e non si occupano mai di nulla, di solito mi occupo di tutto io.
Sono abituato a soffrire e questo magari mi aiuterà, mio padre sfogava le sue ire su di me, mi prendeva spesso a cinghiate e mi picchiava a sangue e adesso ho paura che si sfogherà su Virginia, la mia adorata sorella gemella.
Lei mi ha sempre salvato curando mi ogni volta le ferite e aiutandomi nel bisogno.
Virginia per me é molto più che una semplice sorella, io la amo.
Abbiamo infatti una relazione incestuosa all'oscuro di tutti ovviamente.
I miei pensieri si fermano quando compaiono i miei fratelli.
Sono commosso, sono venuti tutti quanti: pure le piccole Riley e Temperance.
Quanto vorrei restare con loro e proteggerli ma purtroppo non posso.
Dopo gli abbracci, i baci e le promesse vengono portati via.
La mia vita si sta sbriciolando sempre di più verso un futuro nullo.

   Pv Pauleen Foster
Non mi aspettavo tutto questo, non era programmato ma non mi spaventa molto l'idea nonostante é crudele e senza un vero scopo: perché uccidersi a vicenda? Per uno show? Non ne vale la pena ma l'unico modo per sopravvivere é uccidere o saranno gli altri a ucciderti.
Potrò mettere in pratica tutti i miei sforzi di allenamento intensivo personale.
E poi quel Cam lo conosco, é il mio vicino ed é stata una coincidenza perché io non conosco molta gente.
Passo le mie giornate a lavorare ed ad allenarmi con mio padre, lui e mia madre hanno sempre voluto avere un figlio maschio.
Sono abituata a uccidere animali, sai in un allevamento di animali si finisce sempre per uccidere gli animali, però non credo ci sia molta differenza nell'uccidere un uomo.
Dovremmo allearci e rivoltarci, ma che dico? Così ci sarebbe ancora la guerra e la guerra é peggio di tutto pure di questi maledetti Hunger Games.
Non ci sono speranze, mi tocca.
Non sapevo che Cam avesse un fratello, anzi me lo aveva detto che aveva un fratello gemello ma sinceramente Seth sembra più grande.
Lo ammiro quel ragazzo, sarei interessata a conoscerlo ma si sa che gli Hunger Games non ti lasciano niente.
La porta si apre e una luce accecante mi travolge. In questa stanzetta fa davvero buio.
Sono i miei genitori. 
L'importante é: mai preoccuparsi del problema ma concentrarsi sempre sulla soluzione.

   Pv Seth Larsson
Sono sempre stato considerato il figlio maggiore nonostante Cam ha la mia stessa età.
Mi sono messo nei guai al posto del mio caro fratello, ne sono consapevole che non ho possibilità di farcela ma sicuramente ne ho più di lui.
Non offrirsi al suo posto sarebbe stato crudele e tutti mi avrebbero guardato con sdegno per chissà quanto tempo invece così sarò ricordato come uno valoroso.
Cam viene sempre chiamato con l'aggettivo "piccolo" perché é piccolo d'aspetto ma anche di pensiero e atteggiamento.
É molto legato a nostra sorella Freia che ha cinque anni e spesso giocano insieme mentre io passo la maggior parte del tempo a lavorare nella macelleria.
Tutti noi lavoriamo sodo ma siamo comunque molto poveri, se vincessi sarebbe fantastico.
Mi vengono a trovare la mia famiglia: Iulia,mia madre e il suo compito é allevare i bovini, Neeve,mio padre é un macellaio, Cam lavora al negozio e Freia.
C'è anche Telos, il mio migliore amico e lavora nella nostra macelleria.
Lui non ha famiglia infatti per me é un fratello.
Carpe diem: credo nel presente, pesando al passato e vivendo nel futuro.

   Pv Althea Lannistark 
Si, io sono la dolce e ingenua Althea, quella con gli occhi dolci e l'aspetto bello e fragile.
Mi hanno sempre detto che ero solo un bel faccino e poi lo sono diventato davvero.
Odio tutti da quando quel traditore di mio fratello per salvarsi la pelle mi ha gettata tra le mani di un cretino di Pacificatore. Stavamo rubando nei campi quando ci beccarono e lì senza farsi scrupoli mi donò (come se fossi di sua proprietà) in cambio della sua vita.
E pensare che ci tenevo a lui!
Quel pacificatore che rideva a crepapelle durante la mietitura é quello che abusa di me.
Mi chiama come mi chiamava mio fratello: farfallina.
In questi anni sono diventata una buona attrice e mi farò passare per la dolce piccola e ingenua Althea così da fregare tutti, in fondo non mi conviene mostrarmi forte perché fisicamente non lo sono.
Mai fermarsi alle apparenze perché ingannano.
Ora devo solo trovare le mie vittime.
Io quello che voglio lo ottengo sempre, con le buone e se é necessario con le cattive.

   Pv Dan Rid
Quella ragazza del mio distretto é inadeguata, insomma é piccola e indifesa.
Sono deciso, deciso a giocare, a uccidere e a vincere.
Sono in questa stanzetta in attesa del combattimento.
Io so combattere, purtroppo l'ho imparato a Capotol.
In verità non mi chiamo Dan Rid, il mio nome originale non lo ricordo.
Il nome Dan Rid me lo ha dato il mio caro amico Amyas: al solo ricordo mi viene da piangere perché purtroppo é morto durante il combattimento contro Capitol, lui era il nostro idolo.
Mi compaiono adesso sfumati i miei ricordi della mia vita prima del rapimento.
Vedo un campo, il sole caldo.
Sudo, sono perso e mi manca il respiro.
Sono depresso, non ce la faccio più.....Capitol mi ha rovinato la vita, prima durante la guerra mi rapisce e mi fa scordare tutto per istruirmi contro i ribelli e adesso gli Hunger Games.
Da quando Amyas é morto non ho più nessuno, solo non si sta così male.
Ora devo pensare solo ai giochi che mi aspettano e dimostrerò nuovamente a Capitol che non sono la pedina dei loro giochi.
A volte nella vita ti ritrovi a fare scelte, a fare cose che non vorresti fare, diciamo che queste volte capitano spesso.

  Pv Jolanda Repovik
Ho preso otto tessere, era necessario altrimenti saremo letteralmente morti di fame.
Sono vissuta nel giacimento badando sempre a me stessa e purtroppo devo badare pure ai miei quattro fratellini visto che mio padre lavora tutto il giorno in miniera mentre mia madre Meg é completamente svitata.
Odio quel Samuel, lo conosco dalle elementari, é uno che si accolla e non ha carattere.
Odio pure e sopratutto Capitol, chi si credono di essere?
Avrei tanto voluto partecipare alla rivolta ma i miei genitori erano contrari e quindi ho solo sperato con tutto il cuore che Capitol fosse rovesciata.
Di solito sono una che se ne frega di tutto e di tutti ma da quando una bomba di Capitol colpì la mia casa e uccise i miei zii, le mie due e uniche sorelle e uno dei miei fratelli sono peggio di un cane con la rabbia.
La porta si apre, chi sarà?
Compare allora Adelaid, la mia Amica con la "a" maiuscola, lo siamo sempre state e ci siamo sempre aiutate a vicenda con le nostre famiglie problematiche.
"Ehy Jo! Sta volta non posso fare niente per aiutarti.
Non sai quanto vorrei venire con te nell'arena, credi sia legittimo?
Insomma noi siamo la stessa persona divisa in due corpi ahaha"
"Ad! Hai già fatto fin troppo per me e te ne sarò sempre grata, non mi hai mai abbandonata neanche quando avevo il vizio di rubare dalla borsa di quella stronza di quella professoressa e per punizione mi costringeva a bere dell'acqua saponata e io per tutta risposta gliela sputavo in faccia ahaha 
Poi sono stata espulsa e pochi giorni dopo mi ritrovo con proprio questa rompiscatole adesso presente nel nostro nuovo lavoro, grazie per non avermi lasciata da sola"
"Non é niente! Chissà quante cose hai fatto tu per me. E poi era divertente fare la cameriera del sindaco, almeno era sicuramente meglio di studiare!"
"Questo è poco ma sicuro"
Ridiamo di gusto ma poi arriva il Pacificatore che ci stacca a forza mentre lei si agita e cerca di colpirlo.
Arrivano rinforzi e la portano via.
Tornerò a casa, per lei.
Ora é il turno dei miei parenti.
Non temo di morire, in fondo ho sempre lottato per vivere.

  Pv Samuel Bianchi
Lavoro in miniera, ho un bel fisico e dei bei occhi, cosa mi manca? Perché Jolanda mi respinge sempre?
Lavoro con suo padre e mi dice spesso che ha un carattere difficile perché poverina a sofferto molto.
Io sono stato (per modo di dire) con tutte le ragazze del giacimento tranne con lei, mi sono offerto apposta per cercare di conquistarla e se non ce la farò morirò fisicamente che é sicuramente meglio di morire di vergogna.
Io sono considerato sfigato solo perché ho un leggere ritardo mentale e i ragazzi più fighi della scuola mi hanno detto che se fossi stato con tutte le ragazze del Giacimento mi accetteranno nel loro gruppetto per questo ci provo con Jolanda.
Abito in castelli di "se" costruiti su fondamenta di "ma" crollati sotto il peso dei "forse".

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Bao a tutti :D
Ecco a voi tutti i tributi della prima edizione degli Hunger Games :)
Chi sponsorizzate? Fatemelo sapere via recensione o messaggio privato......quindi dichiaro aperto la sponsorizzazione e che sarà chiusa già quando pubblicherò il prossimo capitolo quindi sbrigatevi :)
Vi ricordo che voi deciderete i dieci finalisti ma poi sarà la sorte a decidere muahahah :)
Se ci sono errori ditemelo :)
E grazie per tutti quelli che stanno leggendo, seguendo e recensendo.
In particolare grazie a Tinkerbell92, JD Jaden e GhostShark che hanno recensito il mio scorso capitolo :)
Si possono sponsorizzare massimo tre tributi a persona e si può sponsorizzare il proprio tributo :)
Bene buone cose a tutti e sia la fortuna sempre a vostro favore :)

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Capitolo 9
*** Il mondo è un libro, e chi non viaggia legge solo una pagina. ***


                                          Il mondo è un libro, e chi non viaggia legge solo una pagina.

                 

Uscivo dal municipio accompagnata da due Pacificatori che mi portavano chissà dove, questo non mi preoccupava poiché ormai sapevo di essere nelle loro mani.
Quello che mi preoccupava erano le parole del presidente e cercavo di fissarmele bene in testa.
"Ti consiglio di fare come ti ho appena detto altrimenti di addio alla tua lingua".
Mi girava la testa e avevo poche energie visto che non avevo mangiato molto.
"Devi spiegare a loro come devono fare per sopravvivere e prepararli nelle fasi che dovranno compiere a Capitol prima dei giochi. Devi saper tirare fuori la personalità di ogni tributo cercando di valorizzarla".
Tutto questo era troppo per me, in fondo ero solo una ragazzina, una normale ragazzina di undici anni.
Ma purtroppo dovevo ubbidire altrimenti avrebbero usato le maniere forti per farmi ubbidire.
Una lacrima uscì dal mio occhio, la guerra non era servita a niente anzi aveva solo peggiorato le cose.
"Dipendono da te, la loro sopravvivenza é nelle tue mani".
Questa frase mi faceva male al cuore, io avrei voluto aiutare tutti, ma ventitré sarebbero morti lo stesso, non per colpa mia ma per colpa sua.
Cercai di pensare a Wilkie, che sarebbe dovuto essere arrivato a casa a momenti. 
Mi ritrovai dentro un treno di lusso.
Mi avevano tenuta ancora per qualche giorno: avevano detto che avrebbero mandato un treno in tutti i distretti che avrebbe prelevato i tributi dai vari distretti. Aggiunsero inltre che, una volta presi tutti i tributi - anche io - il treno si sarebbe recato a Capitol City.
Dopo che salii, il treno partì.
"Appena il treno partirà dovrai raggiungere il primo vagone e cominciare il tuo lavoro, ricordati che non hai tanto tempo e ogni giorno devi visitare i tributi di ogni distretto".
Che lavoro impegnativo!
Sbuffai e mi guardai intorno, la sala era grande e luccicava per quanto era pulita e decorata con pietre di lusso.
Le parole del presidente erano piantate nella mia testa come un chiodo.

Avevo lo sguardo perso nel vuoto, battei la mano sul davanzale che mi stava accanto e il vaso che era poggiato lì cadde e si frantumò con un suono cristallino.
Questo mi fece tornare con i piedi sulla terra: avevo rotto un vaso!
Presa dal panico raccolsi velocemente i pezzi del vaso e li poggiai sul tavolo.
"Che faccio ora?" pensai.
Li presi di nuovo e li buttai dalla finestra.
Mi guardai intorno, speravo che nessuno se ne fosse accorto.
"Allora, verso dove devo andare?" chiesi ad alta voce, visto che avevo sentito una presenza alle mie spalle.
"Verso la porta in direzione opposta al senso del treno in movimento e poi sempre dritto"
Mi girai di colpo, quella era la voce di Snow!
Tremai all'idea di essere osservata continuamente.
"Sei il presidente Snow?" chiesi al giovane che avevo davanti.
"In persona. Sa,i ho visto quello che hai fatto al vaso"
Che rabbia, quello Snow era peggio di uno stalker.
"É stato un'incidente" mi giustificai.
"Forse, ma potevi non buttare i pezzi dal finestrino ed essere meno impulsiva"
"Forse, ma ora devo andare" risposi col coraggio di un leone e mi mossi verso la porta mentre si sentiva la sua risatina.

Entrai in una stanzetta altrettanto grande e lussuosa di quella precedente, ma i muri erano gialli non come quella di prima, che era bianca.
La capitolina seduta sul divano si alzò di scatto.
"Eccoti qui, in ritardo ma ora ci sei piccolina. Quindi tu saresti Sharise Powell?"
"Certo che sono io, chi vuoi che sia?" risposi.
Questa capitolina era strana, l'avevo sempre pensato e mi trattava da bamboccia: ma io ero il Mentore dei tributi di quell'edizione! Mica poco direi per una ragazzina di undici anni!
"Potrebbe chiamare i tributi per favore, sa ho poco tempo disponibile"
"Aww... La piccola che si comporta da grande"
Questo era troppo.
"Basta trattarmi da neonata! Mi porti i tributi qui, e subito!"
"Non si fanno i capricci, te lo hanno insegnato i tuoi genitori?"
1...2...3... Cercavo di mantenere la calma contando quando Chiffon e Rimmel entrarono nella sala.
Chiffon mi guardava con aria sorpresa e interrogatoria.
Rimmel gli stava accanto e anche lei mi guardava ma non riuscivo a interpretare le sue emozioni, il suo sguardo era duro e fermo e i suoi occhi inespressivi come quelli delle bambole.
Si sederono e la capitolina cominciò a parlare a sproposito.
"Non sapete quanto siete fortunati, tutto questo lusso che vi viene concesso e poi diventerete famosi e qui il cibo é buonissimo. 
Non vi da adrenalina tutto questo, questi giochi sono meglio dei vecchi reality, quando uno sta per morire o sa che rischia di morire si comporta istintivamente e questo crea molta suspance. Pensate che tra circa due settimane sarete tutti morti" fece poi una risata nervosa e divertita "Comunque non preoccupatevi i giochi sono divertenti...."
"Che ci fai qui Sharise?" interruppe Chiffon. 
Per fortuna che lo aveva fatto perché quella capitolina avrebbe continuato per ore.
"Prima di tutto come fai a conoscermi? Secondo sono il vostro Mentore"
"Il nostro che?" chiese Rimmel.
"Sei conosciuta nel distretto, sei la combina guai di servizio " disse Chiffon ridendo in contemporanea con la domanda che fece Rimmel.
"Non combino guai" sbuffai "Mentore, quindi portatemi rispetto, il mio ruolo é aiutarvi nella preparazione ai giochi"
"Tu devi aiutare noi?! Ma fammi il piacere" disse Chiffon e rise, anche Rimmel rise ma senza scomporsi.
"Si io, quindi ti conviene mostrarti simpatico così da sperare che aiuti più te che gli altri, quindi non ti scavare la fossa da solo"
Chiffon mi guardò divertito ma tacque.
"Mica sta scavando?" disse Rimmel.
Ridemmo tutti tranne lei, che sembrava spaesata.
"Bella battuta Rimmel" disse Chiffon facendo l'occhiolino a Rimmel.
"Bando alle chiacchiere. Passiamo alle cose serie, vi spiego un po' come funzionerà la prima fase dei giochi"
Spiegai tutto senza tralasciare i dettagli, parlai della sfilata, dell'intervista, dell'addestramento e del voto individuale.
Riuscii a spiegare tutto e Chiffon mi interrompeva occasionalmente chiedendo approfondimenti mentre Rimmel se ne stava pacata e silenziosa.
"Rimmel, hai qualche domanda? Tutto chiaro?"
"Si, ma non capisco come tu ci possa aiutare in senso pratico"
"Vi guiderò in queste fasi a Capitol ma in arena dovrete cavarvela da soli, ricordatevi di sembrare simpatici, è importante trovare sponsor, perché sono gli unici che vi potranno aiutare durante i giochi stessi.
Comunque domani ci sarà la sfilata, quindi andate con i vostri stilisti a decidere la tenuta e pensate alle vostre capacità e ai vostri difetti, così poi ne parliamo e mi direte cosa avete intenzione di fare, ok?"
"Ok" risposero in coro i ragazzi.
"Bene, io vado! A domani."

Pv neutra
I ragazzi rimasero da soli, almeno apparentemente perché sapevano benissimo che delle telecamere erano sistemate ovunque ma ora non ci pensavano.
"Alleati, vero?" chiese il ragazzo
"Sicuramente. Come ci hanno detto di fare" rispose la ragazza decisa.
"Tu fai sempre quello che ti ordinano?"
"Certo. Per funzionare bisogna avere certe istruzioni e regole"
" Ho sempre pensato che tu fossi una ragazza fredda e insensibile, sai all'accademia davi questa impressione, tutti ti temevano ma credo che..." disse Chiffon sospirando.
"Sono così infatti" aggiunse la ragazza dura come sempre.
"Non ti credo. Lo ti si legge negli occhi"
I suoi occhioni verdi erano lucidi ed era incapace di aprire bocca.
"Non volevo metterti in imbarazzo, scusami. Vorrei solo conoscerti"
"Quindi essere in imbarazzo è questo. É quando diventi rossa in volto e ti si blocca il cuore con mescolata una sensazione di disagio? Vero?"
"Si"
Lui la guardò negli occhi mentre lei evitò il suo sguardo.
"Non ho voglia di parlare, non mi sto sentendo bene"
Stava per andarsene ma il ragazzo la prese per un braccio.
"Ti va se per un momento non siamo nemici? Lasciamo da parte gli Hunger Games"
"Non è possibile! É inutile legarsi, intanto dovremo ucciderci, che tu lo voglia o no, quindi non rendere le cose difficili" la ragazza pronunciò questa frase e poi si diresse verso la sua stanza.
Non capiva cosa le succedeva, perché il suo cuore batteva così forte, lei che pensava di essere cattiva e insensibile?
Il ragazzo era confuso, Rimmel era riuscita a tirar fuori la parte dolce di Chiffon che pensava aver annientato all'Accademia.
"Mai più una debolezza del genere" si ripromise Chiffon tornando in camera.

pv Sharise
'E uno! Si, uno su dodici...devo spiegare le stesse cose ancora undici volte. Non potrei sopportare di fare l'insegnante.
Eccomi in un lampo nel secondo vagone! Arrivo Tributi!'
La capitolina tutta finta era davanti allo specchio e si ammirava.
"Abbiamo visite vedo" disse con la sua voce stridula
"Sono Sharise Powell, il Mentore dei tributi"
"Ahh si! Ne ero al corrente! I ragazzi stanno lì seduti"
"Ok vado...Ciao ragazzi!" dissi agitando la mano.
"Ciaooooo" disse in modo ridicolo Tristan: lo faceva per prendermi in giro.
"Che ci fai qui Sharise?" chiese Astrid.
"Cosa? Mi conosci pure tu?"
"No, ma ti sei presentata alla capitolina e non sono sorda" mi rispose la ragazza.
"Se non sei sorda avrai sicuramente sentito che sono il vostro Mentore, quindi perché mi chiedi che ci faccio qui?"
Tristan scoppiò in una sonora risata mentre Astrid mi fissava.
"Mi sono sbagliata. Avrei dovuto impostare la domanda in maniera differente"
"Si è vero, magari con meno arroganza la quale caratterizza pure il tuo compagno"
Tristan stava per ridere ma nel sentire l'ultima parte della frase si fermò e disse " Senti ragazzina, sarai pure la cocca del Presidente, ma a noi non ce ne frega un beato cavolo, vedi di abbassare i toni pure te"
Questa era come una frustata.
"Abbiamo iniziato male. Scusiamoci a vicenda e poi lasciamo parlare Sharise" disse poco dopo Astrid.
"Ok scusatemi" dissi.
"Scusami pure tu" rispose Astrid e poi guardammo Tristan, che pareva non voleva scusarsi.
"Perché mi guardate? Io non ho fatto niente" disse lui sulla difensiva.
"Per favore Tristan"
"Ok, scusa se ti ho fatto capire quanto sei superficiale, quasi come Macie, la capitolina" disse il ragazzo.
"Ho sentito il mio nome o sbaglio?" disse allora Macie, che si stava facendo la manicure.
"No, sei così egoista che pensi di stare sempre al centro dell'attenzione" Tristan stava esagerando.
"Senti...." iniziò Macie
"Basta!" urlai.
Spiegai tutto urlando
"Chiaro?" conclusi rossa in volto.
"Si" dissero i ragazzi titubanti.
"Ok preparatevi, io devo andare. A domani!"
Ed uscii di fretta, volevo finire al più presto, ma sapevo che ancora avevo molto da fare.

Pv neutra
"Che tipetta Sharise, si vede che è del distretto 1" abbordò il ragazzo.
"Non siamo obbligati a parlare, sai certe volte è molte meglio il silenzio che sentirr certe cavolate"
"Hai ragione" rispose sospirando.
"Perché ti sei offerto?" ruppe il silenzio la ragazza
"Meglio il silenzio che fare l'impicciona"
"Ok come vuoi"
Fra i due si era creata tensione.
"Ma ero considerato sfigato in accademia?" chiese Tristan
"Direi di si" rispose sincera Astrid.
"Cosa dicevano di me?"
"Figlio di papà depresso per un caz--"
"Ok, ho capito" liquidò prima che potesse finire la frase.
"Io penso che nessuno sia depresso per niente"
"É vero, li odio quelli in accademia, sempre a giudicare.
Comunque anche se mi hanno obbligato i miei genitori non mi dispiace partecipare ai giochi" e abbassò lo sguardo.
"Ti capisco"
Gli occhi del ragazzo si illuminarono.
"Davvero?"
"Si"

Dovevo trovare una tattica migliore.
Aggiornai il mio quaderno, mi diedi una sistemata ai capelli e sospirai.
Ero pronta.
Un'altra stanzetta, due tributi e la stessa storia da raccontare.
Sapevo di non essere paziente, ma che ci potevo fare?
La capitolina appena mi vide mi venne incontro, il suono della sua gomma da masticare era rivoltante.
"sei in in ritardo clamoroso, il mio super orologio tecnologico dice che sei in ritardo di venti minuti! Cominciamo male signorina e questo lo dirò al presidente!" disse alitandomi in faccia un odore pungente di frutti, che identificai come tropicali.
"Non si azzardi" risposi fermamente.
"Cosa? Ripeta se ne ha il coraggio"
"Tipregonondirgliniente" supplicai da bambina qual' ero.
"Mi dispiace ma con me nessuno la passa liscia, le cose vanno fatte bene"
'Anche i suoi capelli andrebbero sistemati' avrei voluto risponderle, ma non mi andava di litigare.
"Scusi. Dove sono i tributi?" chiesi non vedendo nessuno.
"Ho concesso loro un po' di tempo libero visto che ritardavi. Guarda gli schermi lì in fondo, Razièl sta in camera sua e sta ballando, diciamo che ci sta provando - efece una risata tra il divertito ed il crudele - mentre Ashes sta in cucina e... aspetta cosa sta combinando?"
Si sentì un botto e del fumo uscì da una porta semiaperta.
"Direi che ha fatto in modo di mettere sotto sopra la cucina" affermai io.
"Questo l'ho potuto vedere benissimo pure io! Aspetta che la vado a prendere per dirgliene quattro" la capitolina si allontanò sui tacchi rumoreggianti.
Non potei resistere, volevo vedermi la scena. Per una volta che non ero io quella rimproverata me la sarei goduta.
La capitolina aprì la porta violentemente e urlò "Che accipicchia hai combinato?"
"Io?....ah ah ah...ma cosa è successo?....ah ricordo qualcosa aspetta"
Ashes che era chiara di pelle era macchiata di fuliggine nera da sembrare una ragazza di colore ed i capelli erano inceneriti.
"Sei completamente pazza! Come ti sei permessa di fare tutto ciò? Ora dammi una valida motivazione!" urlò la capitolina in preda all' isteria.
"Stavo facendo un esperimento... credo... ma non ricordo"
Si girò e mi vide.
"Che ci fai qui tu?" Mi volete far impazzire vedo" e girò i tacchi.
"Vieni con me Ashes" dissi.
"E... e... e.. tu-tu chi saresti?"
La presi per mano "Niente domande per ora, vieni con me prima che succedano guai..."
"Ho vinto il Kakome" ripeteva più volte ridendo.
Andammo nella stanza di Razièl. Bussai più volte quando finalmente Razièl aprì la porta, era sudato e si asciugò la fronte con un asciugamano.
"Che c'è?" chiese.
"Caro Razièl devi venire con me"
"Perché?" eraestremamente confuso.
"Ci sono pure io ehii" Ashes sventolava la mano per attirare l' attenzione.
"Non fare domande e vieni, mentre tu, cara Ashes, non ti preoccupare, so che ci sei"
Mi seguirono senza fiatare, nel senso senza parlare perchè sospiravano molto.
Ecco che arrivammo nella sala principale del vagone del distretto, c'era la capitolina che parlava con dei Pacificatori.
"Uhh eccoli lì tutti insieme appassionatamente!" urlò di gioia.
"Si e vorremo iniziare" dissi.
"Adesso volete iniziare eh, mi dispiace ma ora è troppo tardi, per punizione adesso Sharise se ne va nel prossimo vagone senza aiutarvi e sarete svantaggiati" e rise in modo crudele.
"Non é giusto" brontolò Razièl 
"Non é giusto lo dice lui" disse Ashes
"Bene Sharise ora puoi andartene"
Razièl mi guardava supplichevole e io dissi loro "Preparatevi che domani c'è la sfilata ed è importante fare buona figura per avere sponsor, domani vi spiegherò meglio".
Poi fui cacciata.

Pv neutra
"L'hai combinata grossa complimenti! Ora siamo svantaggiati per colpa tua" urlò il ragazzo appena la sala si svuotò, c'erano solo i due, anche se la ragazza era assente.
"No...ma... ehy... ma che dici?"
"Ma che dici tu! Ma per favore" Razièl era infuriato.
"Mamma mia! Sei sempre così stressante per caso?!"
"E tu sempre così svitata?!"
"Bene ora ci conosciamo" fece la ragazza.
"Per niente! A voi donne non vi capirò mai" rispose il moro ancora sudato
"Mi dà fastidio che mi paragoni alle altre, io sono unica!" ashes pareva quasi offesa.
"Fidati che non lo sei" 
"Sappi che ti comporti da cane bastonato e non ho altro da aggiungere"
E se andò.
"Aspetta. Perché devi avere te l'ultima parola?!" ringhiò Razièl ma Ashes era già uscita dalla stanza.
Razièl si sentì una nullità, pensava di essere destinato perdere.
Detestava questa situazione di svantaggio e impotenza, non voleva perdere tempo, e corse dal suo stilista.
Ashes invece era tranquilla, era contenta di aver trovato un modo semplice per creare un esplosione, bastava aggiungere la dose giusta della polverina che aveva in tasca per creare un esplosione fatale.

Per la prima volta arrivai in anticipo.
La bellissima sala era vuota e regnava il silenzio.
La grande tavola da pranzo era apparecchiata per tre e si poteva odorare nell' aria un profumino di arrosto e patate.
Mi saliva l'acquolina in bocca, ma era pur logico: avevo solo mangiato del pane scaduto circa due ore prima.
Erano le due meno un quarto, sarei dovuta essere ancora nel vagone tre. Ripensai a Razièl, mi dispiacque, perché lui sarebbe stato disposto ad ascoltarmi.
Mi guardai intorno quando entrò una cameriera, che non era chiaramente una senza voce per come era vestita.
"Tu sei Sharise?" mi chiese la ragazza dai capelli ricci.
"Si"
"Sei già qui? Comunque ora vado ad avvertire subito Annabel"
E sparì. Dopo un minuto la porta si aprì e la capitolina Annabel apparve.
"Ecco ti qui! Come mai così in anticipo?" mi domandò sorpresa.
"Adesso sono meno cinque, quindi non è poi così presto" ribattei pestando un piede.
"Si invece"
Che sfortuna! La capitolina super precisa mi era capitata quando ero in ritardo, mentre quella rilassata quando ero in anticipo. Ovviamente con la mia fortuna non poteva andare altrimenti.
"Lei per caso ha già mangiato?" chiesi speranzosa.
"No. Non vedi che stanno preparando il pranzo" Annabel sembrava confusa e scocciata.
"Si lo vedo, ma non capisco perché sia apparecchiato per tre, noi siamo quattro"
"Signorina, non sapevo che lei fosse così golosa, mi pare che lei abbia già mangiato"
"Io? Non è vero. Che dice?" quella sua frase mi aveva fatto restare di stucco.
"Me lo ha detto il presidente, quindi non insista"
"Allora dica al presidente che se non mi fa mangiare io non lavoro"
La capitolina mi guardò di traverso e prese una specie di telefono super moderno e scrisse qualcosa, dopo un poco disse "2737 vieni".
La cameriera di prima apparse "Cosa desidera signorina?"
"Aggiungi un posto a tavola cara" disse gesticolando.
"Ok come desidera" e corse in cucina.
"Il tuo desiderio è stato avverato ora ti tocca lavorare sodo, sai il presidente si aspetta molto da te" questa frase mi suonò più come una minaccia che altro.
Sussurrai una frase un po' volgare contro il presidente, e mi accorsi dalla faccia che Annabel aveva che mi aveva sentita.
"Perché? Ti ha fatto un favore, signorinella" disse con un tono disapprovatorio.
"É vero, per una volta si ma comunque..."
"Meglio tralasciare" e detto questo si aggiustò il cerone che aveva sulla faccia.
Una campanella suonò e Annabel mi fece segno di accomodarmi a tavola.
La tavola era enorme e ben apparecchiata con posate di lusso.
Al centro della tavola c'era una fontana di cioccolato e la tovaglia era accuratamente ridefinita.
Passarono ben dieci minuti sui trenta disponibili prima che Wave e Nymer comparissero.
Insieme a loro arrivarono gli antipasti di mare.
"Che delizia!" disse Wave contenta osservando i calamari in salsa di ostriche.
"Si, assolutamente vero! É quasi delizioso come te, sicuramente di meno, perché niente può essere paragonato a te" disse Nymer facendo un occhiolino in direzione della ragazza.
"Ragazzi sentitemi, non abbiamo molto tempo quindi dobbiamo parlare di cose serie" dissi, attirando l' attenzione.
"Scusami ma chi saresti?"chiese Wave
"Il vostro Mentore e vi dirò cosa fare"
"Nessuno mi dice cosa devo fare" mi rispose Wave in tono di sfida.
Nymer prese la situazione al volo.
"Mi scusi amabile signorina, questa ragazza -a cui mancano le buone maniere- intendeva dire che adesso ti ascolteremo" disse.
"Nymer ma che cavolo dici, non intendevo per niente quello!" urlò Wave, e tirò un pezzo di pane in faccia a quest' ultimo, che si levò delle briciole dai capelli.
Raccontai dello svolgimento dei giochi.
Wave mangiava in fretta e furia assaporando con gusto ogni pietanza che si trovava sul suo piatto, mentre Nymer mangiava con calma, svuotando in maniera pulita il piatto.
"Grazie per i consigli, adesso vedrò come fare: anzi ho intenzione di fare tutto istintivamente e di non programmare niente" mi apostrofò Wave con la bocca piena.
"Fai come vuoi cara, sono i tuoi giochi" risposi mentre ci servivano delle ciambelline calde da inzuppare nella fontana.
"Io invece accetto volentieri dei consigli" disse Nymer congiungendo le mani ed incrociando le dita.
"Bene Nymer, pensa un po' a quello che sai fare e hai tuoi difetti e poi mi dirai, ti aiuterò a trovare una tattica"
"Grazie mille cucciola" mi disse con uno sguardo che mi fece avvampare
"Cucciola?" disse Wave ridendo per la mia faccia.
L'orologio suonò le due e mezza e mi alzai da tavola.
"A domani ragazzi"
"A domani" risposero in coro.

Pv neutra
I tre finirono di mangiare in silenzio quando Wave cominciò a parlare.
"Ti credi tanto figo e bello, ma ti sbagli caro. E non pensare che non mi sono accorta che ci provi con tutte" Wave era quasi arrabbiata con Nymer.
"Tu sei tanto sicura di quello fai, ma credimi, non basterà per farti vincere" rispose Nymer all' insulto.
"Provarci con tutte neanche, credimi"
"Ragazzi per favore, non si alza la voce a tavola" disse Annabel con una tranquillità quasi comica.
"Sta zitta tu!" era stavolta Nymer ad urlare.
"Come? Senti..." Annabel era chiaramente messa a dura prova da quei due tributi.
"Io faccio quello che voglio, non sei l'unica che può farlo cara Wave" disse Nymer guardando nella direzione di Wave
"Allora non avete capito, voi non potete fare quello che volete. Io sono la vostra responsabile quindi..."
"Infatti, se vuoi fallo. Io ti ho solo avvisato in qualche modo di non provarci con me che mi irrita" Wave riprendeva in mano il controllo della situazione
"Non ci stavo provando, te lo sei immaginata" rispose Nymer sulla difensiva
"Ma fammi il piacere di non raccontare baggianate"
"Ragazzi mi avete sentita o no?" Annabel aveva serrato i pugni, ma teneva ancora duro.
"Spero che la tua testa cocciuta si frantumi con il colpo di cannone che sentenzierà l' inizio dei giochi!!!" urlò Nymer con rabbia.
"Ah si?! Io spero che il tuo sorrisino da provocatore che hai sul volto sia rimpiazzato da urla di di dolore che ti farò provare nell' arena!!!" urlò Wave lanciando un piatto verso Nymer che schivò abilmente, mostrando pronti riflessi.
"Ragazzi basta!!! Vi scatenerete nell' arena, ma qui bisogna avere un comportamento civile come a Capitol City!!!" urlò Annabel con tutto il fiato che aveva in gola
"Non me ne frega un cazzo di Capitol!"grugnì Wave.
Nymer prese una ciambella con sopra della cioccolata calda e la gettò per sbaglio sulla capitolina.
"Nymer che hai fatto?" disse Annabel che si era ricomposta ma che stava per mettersi a piangere: il suo nuovo completo verdo muschio si era rovinato!
"Miravi me per caso?"disse ferocemente Wave prendendo un'altra ciambella e tirandogliela addosso, non riuscendo a prenderlo nemmeno sta volta.
"Si, e sta volta ti prendo" e prese tre ciambelle.
La guerra a colpi di ciambelle si scatenò tra le lacrime e gli urli della capitolina, che si lamentava che il suo prezioso vestito era macchiato e che le stava colando il trucco.


Non ero arrivata nemmeno alla metà dei tributi che mi sentivo indolenzita e sonnolente.
Questa storia di essere mentore era davvero stressante.
Ma almeno ero sazia. 
Ripensai al presidente, a quando mi era comparso di fronte all'inizio del viaggio, così giovane, forte, regale e bello... si, era decisamente un ventenne molto bello. E poi quando mi aveva permesso di mangiare era stato così gentile... Ma che stavo dicendo? Ero forse impazzita? Forse stare in mezzo a tutti quei matti mi sta facendo male.
Arrivai nel vagone del distretto 5 e mi ritrovai faccia a faccia con i due tributi. Nimue e Julian si guardarono con un segno d'intesa. Ammetto che mi fecero un po' paura.
"Ummm...ummm... Li-be-ra-mi"sentii, era la capitolina che scalciava in un' anta dell' armadio.
"Adesso mi dovete delle spiegazione" dissi mettendomi le mani sui fianchi cercando di assumere un' aria autoritaria.
"Subito... ti dirà tutto Nimue" mi rispose Julian che rideva come un matto.
"Beh diciamo che abbiamo legato la capitolina perché ci stava decisamente rompendo. Vuoi fare la sua fine?" aggiunse Nimue con un' alzata di sopraccigli.
ero veramente spaventata, divenni rossa ed iniziai a sudare.
"No" risposi, ed uscii dalla stanza correndo con la mia lentezza da lumaca handicappata. Riuscii a sentire Nimue ordinare a Julian di prendermi.
In pochi secondi Julian mi raggiunse e con una forza incredibile mi prese e mi sollevò. Avevo fatto in tempo però ad urlare il nome del presidente.
Mi ritrovai nel vagone del quinto distretto con le braccia legate.
"Come mai così tranquilla piccola Mentore" disse Nimue.
Non parlai, anzi non respirai.
"Rispondi cazzo" disse Julian
"Cosa dovrei fare?" chiesi io.
"Magari provare a liberarti, sarà più divertente da vedere" fece Nimue sollevando gli angoli della bocca.
"Io non ho paura" 
"Ma brava, che piccola soldatina" disse Julian osservandomi da vicino.
"Dicci come fare per vincere" disse con tono di minaccia.
"No" sussurrai velenosamente.
La porta si aprì di colpo e comparvero una decina di Pacificatori ed il presidente Snow.
Nimue era rossa dalla rabbia, il suo piano stava, fallendo mentre Julian alzò subito le mani in segno di arresa.
Il presidente mi si avvicinò e mi liberò personalmente.
"Cosa facciamo a questi maleducati?" chiesero i Pacificatori al presidente appena lui ebbe liberato la capitolina.
"Direi una punizione esemplare" disse la capitolina irritata ed estremamente spettinata.
"Che ne dice signorina Powell?" chiese allora il presidente rivolgendosi direttamente a me.
"Ma che ne so... Non sono mica io il presidente" risposi e il presidente rise.
"Perché non un handicap nei giochi? O un digiuno? O possiamo tagliar loro la lingua forse?" disse la capitolina improvvisamente vivace.
"Sono contraria. Già partecipare ai giochi è una punizione in sè e per sè" dissi
"Lei è troppo buona signorina. Volevano farle del male, quei due, non vorrebbe forse farglielo lei stessa?" mi chiese il presidente, sussurrando la frase con una voce suadente.
"No" risposi ferma ignorando i brividi che mi percorrevano la schiena.
"Bene facciamo come vuole allora. Ragazzi ringraziatela perché per questa volta la passate liscia,quindi sarete solo seguiti da un Pacificatore ognuno ventiquattro ore su ventiquattro. Ora possiamo andarcene... se ti serve aiuto Sharise chiamami" mi disse il presidente con tono improvvisamente confidenziale.
I pacificatori lasciarono i ragazzi e se ne andarono... tutti tranne due ovviamente.
"Vi meritavate una tortura sappiatelo" disse la capitolina "sono veramente delusa"
Nimue di colpo saltò addosso alla capitolina ma fu fermata con una sedativa sparato dal Pacificatore.
"Ummm... Bene. Non rimane molto tempo quindi ascoltami Julian e poi racconterai tutto a Nimue. Ok?"
"Ok" rispose turcidandomi con gli occhi,e spiegai tutto.
"L'orologio é suonato ora vado. A domani."conclusi dopo aver parlato per un quarto d'ora di fila senza essere interrotta. 

Pv neutra 
Nimue si svegliò massaggiandosi il punto della schiena dove si era ficcato il dardo sedativo e guardò confusa Julian che era corso nella stanza di Nimue appena potè.
Julian era in piedi e la guardava dura.
"Cosa cosa é su-successo?" chiese Nimue intontita.
"Il tuo piano non ha funzionato. Siamo sul treno diretto per Capitol ed abbiamo rischiato grosso"
"Davvero?! Ahahahaha"
"Perché ridi?" Julian era basito.
"Perché non ci hanno fatto niente" disse la ragazza con una scrollata di spalle.
"Ti va di sapere cosa ci ha detto il nostro mentore?" prose Julian
"Cosa?" Nimue era incuriosita.
"Il funzionamento dei giochi e dei consigli"
"Ok dimmi" disse con voce pacata rialzandosi grazie alla mano di Julian, tesa appositamente per lei.
"Non ti dirò niente" rispose Julian con una pacca sulla schiena della ragazza, che rischiò di cadere per la forza che ci aveva messo il ragazzo.
"Perché?" Chiese Nimue arrabbiata.
Julian non rispose e stava per andarsene, ma Nimue lo prese per la maglietta e lo fece cadere a terra.
"Ora mi dici tutto, parola per parola" lo minacciò Nimue avvicinando la sua faccia a quella del ragazzo.
"Scherzavo. Stavo facendo finta di andarmene" disse Julian ridendo mentre si rialzava.
Nimue tolse il piede che aveva messo sopra il suo torace per tenerlo ferme e rise di gusto.


Il mondo é popolato da pazzi, sono gli umani. Ne ero convinta da quel giorno, chissà perché?! Comunque avevo fatto meno della metà ma ero distrutta. Pensai al presidente, le sue parole mi rimanevano sempre impresse, non so perché. "Se ti serve aiuto Sharise chiamami"
'Basta pensare a lui, non se lo merita, é una persona cattiva anche se in fondo é un umano e ha diritto di sbagliare.'
Rimmel, Chiffon, Astrid, Tristan, Ashes, Razièl, Wave, Nymer, Nimue, Julian e ora Gal e Pablo ma poi pure altre dodici persone che avrei dovuto aiutare per poi vederli morire a uno uno tra di loro, tutto questo mi sembrava un miraggio irreale ed era, secondo me, meglio prenderla come un gioco per non soffrire troppo. 'Quanto vorrei stare al distretto a fare le mie birichinate e stare con la mia famiglia...'
Un'altro vagone, una sala di lusso e la capitolina che mi viene incontro.
"Ohh eccoti qui piccola Charis"disse
"Mi chiamo Sharise signora"
"Ah scusa Saris"
"SHARISE"
"Non urlare cara, ci sento benissimo e mi chiami signorina perché non sono sposata anche se ormai ho un bel po' di anni" 
"Quanti?" chiesi chinando il capo con fare innocente.
"Ehi. Non ti hanno insegnato le buone maniere, non si chiede l'età ad una donna"
"Scusa, non lo sapevo"
"Scatto matto" disse ad un tratto Gal alzandosi dalla sedia del tavolino in fondo alla sedia.
Il Pacificatore di fronte alla ragazza rimase perplesso per qualche minuto e poi si ritirò a testa china.
"Quindi tu saresti il nostro mentore. Piacere di conoscerti Sharise"
"Piacere mio" risposi stringendole la mano
"Vado a chiamare il giovane Pablo" disse la capitolina 
"Ho notato le tue abilità nel giocare a scacchi" dissi guardando la scacchiera.
"Si, me la cavo"
Si sentì un tonfo, "Ma che succede?" chiedo preoccupata
"Non ti preoccupare. Niente di grave. Si tratterà solo di una mossa poco ragionata. Cavallo"
"Cavallo?"
(Cavallo: possibilità di movimento particolare e vantaggioso se si sa come usare le proprie abilità altrimenti facile da annientare)
"Scusi stavo pensando ad alta voce. Comunque secondo me Pablo a colpito in pieno la capitolina"
"Che vuoi dire?"chiesi
"Voglio dire che se qualcuno non interviene perderemo il nostro tempo senza combinare niente di utile"
"Vado a vedere allora"
"Stai attenta, prima di entrare nella stanza aspetta un altro tonfo. A te la scelta, credermi o no"
Mi avviai verso la stanza di Pablo pensando a quanto fosse strana Gal ma non so perché quando arrivai davanti alla porta aspettai l'ipotetico tonfo. Dopo pochi secondi ci fu veramente e solo allora aprii la porta. Uno scatolone era piazzato davanti all'ingresso e non mi permetteva mi vedere l'interno.
"Pablo! Ci sei?"
"Si. Chi è?"
"Il tuo Mentore"
"Ah sei Charis!"
"No sono Sharise"
"Ah davvero la vecchia mi ha detto diversamente"
"A proposito della vecchia, dov'è?"
Il ragazzo all'improvviso atterrò sulla scatola davanti a me proveniente da chissà dove lassù.
"Non l'ho vista. Perché?"
"Diciamo che é sparita cercandoti"
"Ma che ne so che fine a fatto, magari e morta di vecchiaia mentre andava al bagno"
"Ahaha no. Comunque vieni con e poi parliamo di quello che stavi combinando"
"Per prima cosa manco nei tuoi sogni seconda stavo solo esplorando"
"Ti conviene venire perché tra pochi secondi io vado nel salotto e dico tutto quello che bisogna sapere suo giochi che tu ci sia o no"
Ripensai alla frase di Gal e superai il primo scatolone. Lui mi guardava perplesso. Mi venne un colpo al cuore, la capitolina era spiaccicata sotto un altro scatolone altrettanto grosso senza specificare il sangue che c'eta intorno e la pelle della sfortunata che era diventata viola.
""É stato un incidente" soffiò.
Questa risposta mi ricordò la mia quando avevo rotto il vaso.
"Forse, ma ti rendi conto della gravità della situazione?"
"Si ma ripeto che é stato un incidente"
"Potevi almeno dirmelo subito invece di far finta di niente"
Non mi rispose e ripensai a Gal, come faceva a sapere quello che era successo? Poi mi immagininai al posto della capitolina, quella sarebbe stata la mia fine se non avessi creduto a Gal
"Vieni Pablo" dissi in modo tranquillo che Pablo ne approfittò obbedendomi, magari si sarebbe salvato da punizioni o da una ramanzina.
"Ah eccovi qui finalmente" disse Gal appena arrivammo nella sala.
Spiegai loro tutto quello che dovevo dire.
"Ragionate bene su quello che ho detto e a domani" conclusi.


Pv neutra
La ragazza non voleva che ci fosse troppo svantaggio quindi cominciò a dire "Sai che ti ritrovi a giocare contro una regina"
"Ma che dici!"
"Ti senti in grado?"
"Stai tentando di intimidirmi! Sappi che non funziona"
"Non vedo l'ora di giocare"
"Anche io"
"Bene. Sarà una partita interessante"
"Si credimi"
La ragazza si avviò verso la sua stanza e poco dopo anche Pablo.
Pablo aveva trovato cose molte interessanti e utili che mostrerà solo nel momento adeguato.



Ehy eccomi con un nuovo capitolo completo quindi recensite e fatemi sapere cosa ne pensate :) 
La sponsorizzazione è terminata e ho anche fatto l'estrazione quindi so già le sorti del gioco e mentre voi per saperle vi tocca leggere :)
Ringrazio mysoul per essere tornata ad aiutarmi e le chiede di scusarmi se la stresso ma ci tengo a che non passi troppo tempo.
Grazie a tutti per la vostra pazienza e perchè state leggendo e recensendo la mia storia.

Comunque vi spiego la scelta dell'immagine: diaciamo che il pesce mi ha fatto pensare a Sharise che deve andare da un vagone all'altro ahah :)
a presto hungergameslover

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Capitolo 10
*** Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato. ***


                                                             
 
 
La mia mano tremava, dovevo avvisare il presidente dell'accaduto... ma non volevo che Pablo passasse guai, in fondo lo capivo!
2-1-8-6-4-3-1-9-0-2..........drin.....drin....drin.... il telefono squillava...
"Pronto Sharise. Che succede?" mi rispose la voce baritonale del presidente
"Pronto signor Presidente. Volevo solo avvisarla che..."
"Mi dica?"
"Per sbaglio, non l'ho fatto apposta, adesso le spiego..." la mia voce era tremolante ed insicura
"Che hai combinato?" mi chiese
"Ho fatto cadere uno scatolone" risposi mentendo
"Hai fatto cadere uno scatolone? Ma che dici! E scommetto pure che é morto qualcuno! invece di scherzare dovresti lavorare ed essere sincera" mi rispose il presidente ridendo.
"Ummm.. Diciamo che ha azzeccato per una parte" dissi facendo poi una risata nervosa
"É morto qualcuno?" il presidente era diventato improvvisamente serio
"Si purtroppo"
"Sei stata tu?" Disse con tono cupo e triste
"Si" risposi mentendo
Il presidente riattaccò. 'Chissà cosa mi succederà?' pensai tremante.
Saltellai, non perché ero felice ma per cercare di sentirmi in forma e allegra... poteva essere l'ultima volta.
Arrivai nel settimo vagone e sentii delle voci.
"Conosci quella piccola ragazzina che se la sente matta?" disse una voce maschile
"Si certo Sharise" rispose una voce zuccherosa da capitolina.
"Ecco, non mi sembra all'altezza del ruolo che generosamente gli ha affidato il presidente"
"Aspetta ho sentito un rumore" disse la capitolina e la vidi comparire dietro l'armadio.
Si stava affacciando e appena mi vide tirò uno strilletto.
"Cosa stava facendo dietro l'armadio signorina? E poi fatti vedere tu, so che c'è ancora qualcuno lì dietro!" dissi io mettendo le mani sui fianchi immaturi.
"Non c'è nessuno dietro l'armadio! e poi tanto per sapere anche se dovresti farti gli affari tuoi stavo solo raccogliendo il bracciale" mi rispose ella.
"Si certo" e mi avvicinai all'armadio.
Il Pacificatore, quel Pacificatore odioso, sbalzò fuori di colpo facendomi prendere uno spavento mentre la capitolina rideva.
"Non mi pare un comportamento molto degno quello che facevate, non credo siate in grado di rappresentare un distretto" affermai con grande audacia io
"Non si permetta" mi apostrofò la capitolina.
"Almeno le cose le dico in faccia" dissi con un tono della voce leggermente alto
Il Pacificatore mi mollò uno schiaffo talmente potente da farmi cadere.
Mi accasciai a terra portando la mano sulla guancia indolenzita e rimasi in silenzio.
Mi guardavano, si aspettavano una reazione ma non ci fu.
"Che bambina obbediente" disse ironicamente il Pacificatore
"Approfittiamone allora" sussurrò la capitolina.
"Allora... Diciamo che tu non hai visto ne sentito niente... Chiaro?"
"Vi sbagliate"
Il Pacificatore mi mollò un altro ceffone ma sull'altra guancia e stavolta emisi un gemito. Mi portai un dito al lato delle labbra, proprio dove avevo sentito che il sangue era iniziato a fluire fuori.
Il telefono del Pacificatore suonò e lui si affrettò a prenderlo.
Poco dopo se n'andò lasciando perplessa la capitolina.
Mi asciugai le lacrime e mi alzai. 
"Dove vai?" mi chiese con un sopracciglio alzato
"Dov'è il bagno?" chiesi
"Sulla sinistra"
Arrivata mi sciacquai il viso, tamponai la piccola ferita e presi un respiro profondo.
La porta di una delle stanzette con i bagni si aprì e rimasi pietrificata. Era Mikael.
"Che ci fai nel bagno dei maschi?"
"Mmm...non sapevo fosse quello maschi. Ora esco... e tu vieni con me"
"Ma sei una piccola pedofila?" mi chiese quel bel ragazzo ridendo.
"Ti pare? "chiesi io ridendo.
"Ma che ne so. Esco dal cesso e vedo una ragazzina nel bagno dei maschi ridotta piuttosto male che mi dice di seguirla e cosa dovrei pensare? Chi sei? Che ci fai qui?" tutte quelle domande erano assurde.
"Il tuo Mentore" risposi tagliando corto
"Sei tu allora Sharise" disse Liliane che comparve nel bagno con tutta la sua bellezza abbagliante .
"Si. Ora seguitemi ragazzi, meglio se parliamo di la"
"Ma che cambia?"
"Dai andiamo bro" disse Liliane dando una forte pacca sulla spalla di Mikael che ne rimase sorpreso.
"Eccoti qui Sharise ascoltami" mi venne incontro la capitolina "Ah ma ci sono anche loro" aggiunse vedendo i ragazzi 
"Si e li devo aiutare... quindi se mi deve dire qualcosa,me la dica ora e in fretta o mai più"
"Um..um... É importante che nessuno sappia quello che tu sai" disse portando un dito alle labbra con fare misterioso.
"Sta forse intendendo la sua relazione con il Pacificatore?" chiese Mikael.
La capitolina diventò bianca in volto e le mancò l'aria.
"Co...come fa...fai a sa...sape...perlo" 
"Non esiste privacy in questo treno... lo sanno tutti" borbottò Liliane divertita
"Non a caso questo è il treno dei tributi degli Hunger Games, show televisivo in diretta in tutta la nazione, ci controllano in ogni momento" disse Mikael. La capitolina era agitata, si stava quasi tirando i capelli mentre io ripensai subito al presidente, gli avevo mentito e lui probabilmente lo sapeva.
"Che ti prende Sharise? Sembri quasi la capitolina! Sei uscita con un Pacificatore di nascosto per caso?" disse Liliane con aria interessata e sospetta.
"No no. Ti pare?! Comunque ora vi devo spiegare come..."
Mi interruppe la voce al microfono, la voce del presidente.
"La signorina Sharise Powell é desiderata nella sua stanza"
"Ma ho da fare" urlai
"É un ordine cara" mi rispose la voce. Che cosa comica.
Si sentì al microfono la voce di una schiava "il signorino Coriolanus sta piangendo a dirotto, che fare?"
"Per ora anche io ho da fare, quindi mi raggiunga quando ha finito" disse infine il presidente e ci fu silenzio.
"Spiegaci un po' come funzionano questi giochi e come prepararci" ruppe il silenzio Liliane.
Spiegai tutto e me ne andai.

Pv neutra 
La ragazza sputò violentemente a terra e si sedette a gambe aperte sulla sedia appoggiando le mani sulle ginocchia.
"Questi non sono modi che ti si addicono! Hai un bel aspetto femminile, ma dei terribili modi maschili, tutto questo mi sembra contraddittoria come cosa" disse la capitolina acidamente.
"Sono fatta così che ti piaccia o no"
Il ragazzo tirò un calcio al tavolo.
"Che ti prende?" chiese allora la ragazza
"Niente e tu che fai?" grugnì
"Sto pensando...che credi di fare?"
"Che pensi che te lo vado a dire a te!" stava per scoppiare una lite.
"L' unione fa la forza"
"Non sono fatto per stare in squadra" rispose il tributo
"Ok... peccato"
"Mi dispiace per te, ma io me la cavo pure da solo" disse il ragazzo con superiorità
"Non ti preoccupare caro" aggiunse la ragazza con un sorrisetto beffardo
"Non mi mi sto mica preoccupando?! Chi credi di essere? Qui non siamo nel distretto e non sei speciale"
"Gli Hunger Games mi renderanno solo più perfetta e speciale di quanto già lo sono" disse Liliane cercando di autoconvincers.i
"Nessuno é perfetto, scommetto che tu nascondi qualcosa"
"Invece no" disse alzandosi e avvicinandosi a Mikael 
"Come Sharise tu nascondi qualcosa"ed arrivarono a toccarsi le punte dei nasi
"Sharise non nasconde niente allora"
"Non ti credo. Ma ora non voglio perdere tempo" disse e girò i tacchi.

pv Sharise

Avevo il magone, chissà cosa mi avrebbe fatto il presidente. Meglio non pensarci.
Perché non mi aveva detto niente quando gli avevo mentito? Che ancora non sapesse niente mi pare poco probabile, in effetti aveva un'aria triste... ma non capivo il perché.
'Che vuole da me questo Presidente? Non so neanche come si chiama se ci penso, Snow ma questo é il suo cognome' pensai grattandomi la nuca
"Sharise calma, ti manca meno della metà" mi dissi ad alta voce.
Con calma mi ritrovai di fronte alla bambola capitolina che era piantata davanti alla porta.
"Ei Sharise la bugiarda" disse la capitolina tutta finta
"Io...." quella sua frase mi aveva spiazzata.
"Approfittatrice e bugiarda"
"A Capitol gli insulti partono subito... ma guai a farne uno a loro" dissi più che altro a me stessa.
"Esatto. Comunque tu sei complice della morte di una capitolina, tu semplice ragazzina del distretto 1, mi fai ribrezzo" disse facendo finta di piangere ed allontanandosi da me.
Cercai di tenere i nervi a freno, già stavo nei guai ed era meglio non influire maggiormente.
"Mi faccia passare ora" dissi con tono freddo, e mi pareva strano perché non lo avevo mai usato prima di all'ora.
"Sai che passerai dolorosi guai mocciosa"
Mi faceva paura quella tizia, e lo si vedeva dalla mia espressione facciale.
"Fai bene a preoccuparti bimba e pensa che a Pablo invece non gli cambierà niente questa sua svista... intanto già deve morire, e invece per colpa tua morirà qualcuno a te caro... o forse una punizione su te stessa, non saprei, dipende dall'ispirazione del presidente quando ti punirà" mi disse ridacchiando.
"Il presidente non mi punirà" dissi fermamente
"Perché? tu credi questo,ma non sei speciale cara mia..."
"Perché..." le parole non mi venivano in mente.
"Ti sbagli Sharise" si sentì da un aggeggio tecnologico che mi stava accanto, era il presidente.
Queste parole mi ferirono e non capivo il perché.
Dopo aver goduto della mia sofferenza la capitolina disse "Odio essere comune, quindi adesso tu farai esattamente quello che ti dico"
"Sono io il mentore"
"Ancora per poco ahaha" 
Un odio profondo mi stava prendendo il cuore e avrei voluto mollargli un ceffone.
"Tu dovrai dire ai tributi dell'Otto il contrario di quello che devi dire, in poche parole devi ingannarli dicendogli menzogne" mi disse giocando con i suoi boccoli perfetti.
"Ma questo non é giusto" dissi io mentre pestavo un piede sul suolo.
"Non importa... tu farai quello che ti ho detto io, con le buone o con le cattive, sen sarà necessario"
Il sorriso della bambola malefica era diventato terrificante.
"Ok" e abbassai la testa.
"Bene, adesso possiamo andare" e il suo tono tornò falsamente dolciastro.
Alyson era in piedi affacciata al finestrino e una lacrima copriva il suo volto, che era veramente dolce.
Appena ci vide si asciugò in fretta la lacrima e si sedette sul divano.
Guardai la capitolina: era evidente che era pronta per divertirsi, mi immaginavo quanto si sarebbe divertita nel vedere i giochi veri e propri, ma era troppo inquietante per provare a pensarci.
Arrivò poi Caleb un po' spaesato e impaurito, si guardò intorno e poi si sedette accanto ad Alyson.
"Um..am...um ... Siamo nel mondo del contrario, ricordato che qui tutto è al contrario!" canticchiai in modo stupido mentre tutti gli sguardi erano puntati su di me, quello di Caleb interrogatorio, quello di Alyson sorpreso e in cerca di spiegazione e quello fulminante della capitolina.
"Vede di essere seria per favore" disse la capitolina mostrandosi falsamente tranquilla
"Seria o bugiar..."
"Faccia quello che le conviene" mi disse interrompendomi.
I due ragazzi non ci ascoltavano, erano immersi nei loro pensieri e si scambiavano fugaci sguardi timidi.
"Bi...biso...sogna, quando vi troverete nell'arena, accendere un fuoco per riscaldarvi"
E continuai esitando a dire cavolate, mentre il mio cuore piangeva... stavo per mollare ma la capitolina mi cacciò a calci con la scusa che il tempo era scaduto, e casualmente il tempo era davvero scaduto.

Pv neutra
Dopo l'uscita sofferta di Sharise la capitolina li squadrò ridendo sotto i baffi e poi li lasciò soli con la coscienza sporca.
Gli sguardi dei ragazzi si rincontrarono, e per un po' non si lasciarono.
"Perché?"disse timidamente ed a bassa voce il ragazzo
"Perché cosa?"
"Perché ti....ti sei.....offerta"
"Sinceramente non lo so" rispose la ragazza con un leggero sorriso
"Non trovi che Sharise si sia comportata in maniera strana?" riattaccò dopo un po' il ragazzo
"In effetti si, voglio dire... quella sua titubanza.. la capitolina... la frase che ha detto all' inizio!"
"Secondo me c'é qualcosa di strano. Se tutto quello che ci ha detto fosse falso?! Infondo metà delle cose non avevano senso"
"Giusta osservazione, ci ha detto esattamente il contrario della verità secondo me"
"Oh tutto questo é molto plausibile, si spiega perchè ha detto allora 'Siamo nel mondo del contrario'"
"Si, hai ragione" rispose con un sorriso.
I ragazzi risero, erano complici e per un momento erano davvero felici, era una vera sintonia.
Quando si rifece silenzio Alyson aveva un aria un po' cupa.
"Cos'hai?"
"Ti confesso che ho paura" disse lei.
"Non devi averla. Ti proteggerò io"
Gli occhi nella ragazza si illuminarono, era commossa e questa frase le aveva stravolto il suo dolce cuore.
"Perché?"
"Perché te lo devo"
"Ah solo per quello" la ragazza sembrava delusa
Il ragazzo era rosso come un peperone in faccia... qualcosa di strano gli succedeva, lui che credeva di essere di un diverso orientamento sessuale, adesso si sentì come se non lo fosse mai stato.

pv Sharise

'Che maniere! Che odio! Giuro che la prossima volta non mi lascerò fare, che vergogna! Che stress!' nella mia testa frullavano mille pensieri
Mi stavano a male due cose, quella bambolaccia e la frase del presidente "ti sbagli Sharise".
Ero distrutta fisicamente e moralmente.
Aprii la porta malgrado io non volessi e suonò una campanella leggera.
La capitolina che stava leggendo si alzò saltellando verso di me.
"Come mai quel viso lungo cara?" mi chiese dolcemente
"Finalmente qualcuno che si preoccupa per me"
"Portate un bicchiere di succo e una caramella alla bambina"
"Siii" risposi saltando su e giù.
"Come mai i ragazzi non sono qui? Lii avevo chiaramente pregati di venire appena avrebbero sentito la campanella"
"Li vado a chiamare io"
"Uhh grazie, che a me non mi ascoltano"
Mentre mi assaporavo la caramella capitolina mi avviai nella stanza di Artiënne, aprii la porta ma la stanza era vuota, andai in cucina ma non c'era, e poi nella stanza di Elijah. ma anche quella era vuota.
Dov'erano finiti?
Cominciavo a preoccuparmi quando mi confermò il dramma un Pacificatore che mi venne incontro di corsa.
"I tributi sono scappati"
Il pacificatore aveva un livido in viso ed era seriamente preoccupato, decisi di non dirgli e chiedergli niente, ma che fare?
Il pacificatore sperava che io trovassi qualcosa ma arrivarono altri pacificatori che lo presero.
Lui sudava e faceva resistenza perché sapeva che cosa gli sarebbe successo. 
"Che succede?" urlai spaventata.
"Lo stiamo per frustare e questo potrebbe succedere anche a te"
"Ma perché qui davanti a me?" mi chiesi
Mi avviai verso la porta più vicina ma un pacificatore mi fermò "tu resti qui"
Panico totale, una paura immaginabile mi condusse alla disperazione.
Cominciai a frignare come una bambina capricciosa prima che gli facessero qualcosa, volevo scocciarli a tal punto che per fermarmi farebbero di tutto, pure lasciarmi andare via.
Fu inutile, un pacificatore lo spogliò e lo frustò violentemente.
La scena era orribile, mi è ancora impressa oggi con un segno indelebile. Fu la prima volta che vidi una cosa del genere.
Due uomini, due pacificatori in situazioni opposte ma tutti e due sudano, il primo per lo sforzo il secondo dal dolore.
Urli di dolore mi riempirono le orecchie e facevano battere forte il mio cuore.
Chiusi gli occhi, ma non si possono chiudere le orecchie.
Dopo un po' ci fu silenzio e i Pacificatori se ne andarono e quindi aprii gli occhi e vidi il corpo della povera vittima, non era ancora morto, ma direi quasi. 
Respirava affannosamente e alla vista della sua schiena mi sentii male che svennii. L'odore del sangue era forte.

Pv neutra 
La ragazzina bussò alla porta nel compagno di sventura, ma lui non sembrava voler aprire. Lei insistette, e comincio a bussare violentemente come una matta.
Il ragazzo aprì scocciato la porta.
"Che ci fai qui?"
"Ti va di scappare?!" chiese la dodicenne
"Sei matta! É inutile!"
La ragazza sbuffò offesa "É una buona idea invece. Potresti tornare dai tuoi cari fratelli... e poi non mi lasciare da sola, sono piccola pure io" e fece la faccia più docle che potesse fare.
"Furbetta e persuasiva la ragazza. hai toccato la mia parte dolente"
"Lo so" rispose consapevolmente
"Come pensi di fare?" chiese il ragazzo
"é un si, quindi, vero?"
"Si"
"Yuppi nananana" Enne saltellava e canticchiava
"Lo sai che ci osservano continuamente e quindi non credo potremo scappare"
La ragazza tirò fuori dalla tasca una telecamera sradicata, e fece un sorrisetto furbo.
"Wow" fece il ragazzo veramente colpito
"Bene seguimi"
Lo prese per mano e lo trascinò in una stanzetta.
"E ora?"
"Vedi quel sportello li sopra? dobbiamo aprirlo e uscire"
"Ma poi ci ritroveremo sopra il treno a velocità massima, rischiamo la vita"
"Ma no fifone" disse e poi prese una scala impolverata.
"Sali" disse ancora lei e lui le obbedì.
Elijah aprì lo sportello e uscì.
Artiënne stava per salire quando la porta si aprì e comparve il Pacificatore. In pochi minuti si ritrovò davanti a lei e lei d'impulso gli mollò un potente pugno da rimanerci secco.
Non perse tempo e in un batter d'occhio era su e chiuse lo sportello.
"Vieni qui e al tre buttati"
"No"
"Invece si altrimenti resti bloccato qui ahaha"
Il ragazzo si rese conto che non era stata una buona idea seguirla.
"1...2...e...3"
I ragazzi si buttarono. Si erano tuffati, ritrovandosi in un laghetto.


Pv Sharise

Mi risvegliai due ore dopo su un lettino di un'infermeria.

Ero fradicia di sudore e il cuore mi batteva ancora forte.
"Ah ti sei svegliata, meno male"
Mi girai di colpo, era il presidente e la sua presenza mi faceva uno strano effetto, era chiaramente preoccupato per me, piccole gocce di sudore le aveva pure lui.
"Sono stato troppo duro mi dispiace ma io dovevo..."
"Stronzo" sputai velenosamente quella parola come avrebbe fatto una vipera.
"Me lo merito" disse, e sembrava davvero pentito ma non potevo perdonarlo, lui era la colpa di tutta la mia sofferenza.
"Sono viva non ti preoccupare... torno a lavorare al più presto" dissi ancora molto freddamente
"Ma...ma io ero davvero preoccupato per te" aggiunse lui aggrottando le sopracciglia.
"Che vuoi dire? Senso di colpa per caso?"
"Si ma anche qualcos'altro"
"Cosa?" chiesi scetticamente incuriosita 
La porta si aprì ed entrò un uomo.
"Ah, è qui Maximus Rufus. Che ci fa qui?"
"Oh signore! Mi stavo solo assicurando che la signorina torni a lavorare al più presto, le mancano ancora tre paia di tributi da visitare"
"Lo sapevo" urlai con rabbia.
"Lo so. E cosa facciamo con gli evasivi? E che prende alla bambina?"
"Seguimi in ufficio" disse il presidente di cui avevo appena scoperto il nome.
"Ok subito"
"E tu signorina segua le indicazioni di K" concluse prima di uscire di scena.
Una signora non tardò ad arrivare con una vassoio pieno di dolcetti di ogni genere, una pioggia di colori e gusti erano mischiati in un piccolo vassoio d' argento. Assaporai amareggiata i dolci sapori.
"É fortunata cara, lo sa?" disse la cameriera dai tratti orientali
"Perché fortunata? Ho subito una violenza visuale"
"Di solito non tratta così bene le persone" disse, riferita al presidente.
'Che mostro' pensai.
Quel presidente mi faceva impazzire, da un lato sembrava buono dall'altro un vero e proprio mostro.
K mi viziò in tutti i modi ma passata una mezz'ora mi portò nella sala principale del vagone del distretto 10.
Non potevo sottrarmi al mio dovere, l'unico modo era la morte, ma ero troppo giovane per morire.
"Bene, le consiglio di fare in modo che non succeda più niente... direi che per oggi ne ha combinate abbastanza, quindi veda di lavorare seriamente" disse K prima di andarsene.
'Facile da dire!' pensai ' Non é colpa mia se i tributi fanno delle stupidaggini'. 
Aprii la porta di malavoglia e trovai Pauleen che stava fissando il suo orologio da polso.
"Non sono abituata a lavorare in ritardo e tu, il mio coach, hai fatto un ritardo notevole, cosa é successo?" mi chiese la ragazza, che aveva cambiato i suoi abiti da mietitura con un completo sportivo che faceva trasparire i suoi muscoli.
"Beh c'è stato un imprevisto"
"Era immaginabile ma cosa esattamente"
"Sono stata punita" dissi con l' amaro in bocca
"Ma é vero che é morta una capitolina?" mi domandò incredula
"Si"
"E tu centri qualcosa?"
La porta si aprì, era Seth e pareva piuttosto arrabbiato.
"Finalmente ti sei degnata di venire" mi urlò avvicinandosi fin troppo a me, ma Pauleen intervenne staccandolo.
"Seth calmati é venuta il prima possibile" disse difendendomi
"Non mi pare" sembrava ringhiarmi contro
"Si invece, il presidente l'ha punita e..."
"Bella scusa! Tutti sappiamo che sei la cocca del presidente"
"Ma non é vero !"
"Non sempre i gossip sono veri" disse Pauleen
"Bugiarda! Razzista! Il distretto dieci vale come il tuo cara ficcatelo in testa"
"Non sono razzista" dissi, colpendo involontariamente i miei bellissimi capelli biondi, in quel momento lerci e sudati.
"Certo e scommetto che non sei Sharise, e che non vieni dal distretto 1, come hai appena dimostrato mostrando i tuoi capelli biondi!"
"Razzista o no é il tuo coach e senza di lei siamo spacciati" disse Pauleen
"Io detto quello che penso... ora ho finito e a lei gli tocca aiutarci" sputò velenosamente Seth
"Se mi va" risposi
"Ti tocca e basta"
"Ok allora aspetto che il tempo passa e poi me ne vado" dissi con un sorriso furbetto
"Un soldato ha bisogno di istruzioni per combattere però" disse Pauleen in maniera naturale.
"Eccomi ragazzi" disse la capitolina appena sbarcata nella stanza.
"Mancava una bella presenza femminile nella sala" aggiunse e la guardai male mentre Pauleen non ne fu colpita.
"Allora Sharise aiutali"
"Ummmm"
"Dai coraggio" mi stava quasi supplicando
"Ok" e spiegai tutto.
La capitolina portava una costosa pelliccia autentica e se la accarezzava soddisfatta, mi dava il nervoso il rumore che faceva.
"Capito?"
"Si signore" rispose sull'attento Pauleen mentre Seth accennò un si con la testa.
"Se ha del tempo libero potrebbe venire qui da me per fare lavoro extra" disse poi Pauleen 
"Non ho tempo libero"
"Ti prego. Possiamo aiutarci a vicenda"
"Come puoi aiutarmi tu?" chiesi curiosa
"Beh é sempre bello avere qualcuno su cui contare e confidare"
"Ummm passerò se posso"
"Grazie coach"
"Tu Seth vuoi allenarti con me?" chiese Pauleen
"Non mi serve. Sono spacciato lo stesso" il suo sguardo era rivolto vero il basso e io me ne andai prima che potesse succedere qualcosa.

Pv neutra
"Non dire così. Se ti alleni chiunque c'è la puoi fare"
"No, non é vero. La sfortuna é dalla mia parte" urlò con disperazione e per sfogo
"Ehy amico tranquillo c'è la caveremo"
"Io non dovrei neanche stare qui" disse il ragazzo.
"Sei stato coraggioso infatti... non mollare, a casa ti aspettano"lo incitò Pauleen.
"Lo so ma...niente lascia stare e scusa per il disturbo" 
"Fa niente" e si piegò sulle ginocchia iniziando a fare degli esercizi ginnici.
"Sei una brava persona. Cam mi parlava di te" il suo viso era coperto da una lacrima quasi invisibile
"Non lo sono. Cam lo é invece ed é tanto insicuro hai fatto bene a sostituirlo tu sei in gamba"
"Come fai a dire questo"
"Beh per quello che fai in macelleria e per la famiglia"
"Parlavate spesso tu e Cam?"
"Abbastanza. Ma niente di organizzato. Cam va sempre ai campi il pomeriggio e io sto li vicino per allenarmi"
"Cam Cam Cam, il piccolo Cam"
"Che ti prende?" domandò Pauleen
"Cam é sempre stato al centro dell'attenzione di tutti e tutti lo considerano il più piccolo nonostante siamo gemelli"
"Ma ora basta parlare di lui. Io vado a preparami" aggiunse Seth
"Pure io"
"A domani allora"
"A domani"

pv Sharise

Meno due, non vi credevo, ma era così. E poi la cosa positiva era che non erano successi casini nel precedente distretto.
Ero sfibrata e l'idea di poter aver qualcuno con cui parlare umanamente mi piaceva per questo avevo diciamo accettato la proposta di Pauleen, ma era lecito? Ne avevo le forze e la voglia?
Era pomeriggio inoltrato e dalla mattina di quel preciso giorno erano successe davvero troppe cose, mi pareva almeno una settimana di vita.
Mi venne in mente la mia famiglia, Wilkie! Era vero, chissà se lo avevano liberato. 
Lo dovevo scoprire, ma come?
"Ummm buongiorno ragazzina" disse Dan interrompendo i miei piani
"Uh! Ciao"
"Scommetto che sei Sharise! Comunque che ti prende?"
"Si sono io. no, tranquillo, non ho niente..."
"Ma dai... te lo si legge in faccia che stai pianificando qualcosa!" e fece un sorriso che non riuscii a decifrare.
Althea sbucò dalla porta incuriosita dal sentire parlare esterno, e ci guardò senza aprire bocca.
"Allora?" disse Dan
"Vorrei scoprire una cosa" confermai io.
"Cosa?" chiesero in coro i ragazzi
"Niente che vi riguarda"
"Per favore" disse Althea con una voce così tenera che mi convinse a dirle quello che era successo
"Devo, anzi voglio scoprire che fine ha fatto mio fratello e come sta, insomma ho bisogno di andare nell'ufficio del presidente"
"Ohhh questa potrebbe essere una missione" pensò ad alta voce Althea, congiungendo le mani e portandole al mento
"MISSIONE!? Si si una missione. Ti aiutiamo noi!" disse Dan, estremamente eccitato.
"Si era una missione ma non pensavo farla sul serio"
"Perché no?!" chiese il soldato
"É troppo rischioso" disse Althea rimpiangendo di aver dato l'idea
"Ma dai. Io ci vado con o senza di voi. Ho un mio motivo, anch'io devo scoprire qualcosa"
"In effetti anche io avrei qualcosa da fare" disse Althea, facendo per un momento un sorriso che mi parve molto furbo ma anche perfido, prima di tornare al suo solito sorriso dolce.
"Ragazzi calma. Meglio lasciare stare le nostre curiosità e non cacciarci nei guai, io ci sto già fino al collo" dissi io rimpiangendo la mia lingua lunga.
"Che ti frega allora? Uno in più o uno in meno non cambierà la tua situazione"
Si sentì la voce della capitolina, che ci chiamava. La porta stava per aprirsi, quando Dan ci prese e finimmo dietro la porta. Trattenemmo il respiro mentre la capitolina spaesata e preoccupata ci cercava.
"Azione" disse Dan quando la capitolina sparì.
"Sharise conducici tu, noi non sappiamo dove si trova il nostro obbiettivo" disse Althea con una voce che non sembrava nemmeno la sua.
"Ok capitano" dissi ingenuamente
"Dan non é il capitano. Sei tu Sharise" mi corresse Althea
"Ha ragione il tributo F11" Dan guardò Althea
"Non mi chiamare così" gli rispose lei mettendo su un piccolo broncio
"Silenzio" sussurrai quando ci avvicinammo all'ingresso.
'Perché mi caccio sempre nei guai? Questo me lo chiedo sempre' pensai.
Camminavo sulle punte con passo felpato, quando la porta si aprì prima che io potessi fare niente per aprirla. Ovviamente per mia sfortuna vi era dentro il presidente.
"Sharise?! Che ci fai qui?" mi chiese 
Mi girai e i tributi erano spariti.
"Ummm..."
"Hai bisogno di aiuto? Qualche problema?" mi domandò facendomi un sorriso che mi fece arrossire per un piccolo momento.
"Si. Diciamo che..."
"Dai entra nel mio ufficio" mi disse gesticolando.
Lo seguii nel suo lussuosissimo comparto fino ad arrivare al ricercato ufficio.
Il telefono squillò ed il presidente lo prese. Dopo qualche minuto riattaccò e mi disse "Senti sono un attimo occupato, questione di qualche minuto, se vuoi aspettami qui altrimenti torna a fare il tuo lavoro se non é urgente"
"Ok grazie"
E filò fuori dopo avermi sorriso.
Ero nel luogo della missione, da sola, ma non riuscivo a muovermi, un forte senso di colpa mi bloccava.
Mi sbloccò l'entrata di un senza voce che lasciò una lettera sul tavolo.
Quando se n'andò lanciai un'occhiata alla lettera e c'era scritto "per Sharise". Lo presi subito e lessi, erano Althea e Dan che mi ricordavano la missione. Per mio fratello: dovevo farlo per lui, e non volevano essere dimenticati fuori. Aprii la porta ed entrarono velocemente
"Finalmente" disse Dan sospirando.
"C'è qualcuno?" chiese Althea guardandosi velocemente intorno.
"Per ora no ma non si può mai sapere" risposi io.
"Andiamo soldati" disse Dan precipitandosi su dei documenti mentre Althea su altri.
"Ragazzi per favore fate in fretta e silenziosamente"
"Si si non ti preoccupare tu pensa al tuo obbiettivo" rispose Dan mentre Althea trafficava con il computer.
"Guarda questo documento e poi ti lascio il computer" mi disse Althea e io mi misi frettolosamente a cercare il numero del capo dei Pacificatori del 12.
La mia ansia e paura erano al massimo, quello che stavo facendo era illegale e ingiusto... e si pagano sempre gli errori.
"Fatto" ridacchiò Althea e mi chiese l'email del Pacificatore e poi fece tutto lei.
Era passato un quarto d'ora e ancora non c'era l'ombra di nessuno ma lo stress saliva.
Si sentirono dei passi e la porta si aprì, i ragazzi ebbero giusto il tempo di buttarsi a terra così da non essere visti in lontananza, ma sentivo arrivare il peggio.
"Ah sei ancora qui cara" disse il presidente chiudendosi la porta dietro.
Mi guardava con occhi dolci, ma mi immaginavo i suoi occhi come quelli di un lupo affamato ancora mansueto, ma pronto all'attacco.
Volevo morire subito sul colpo, la tensione era massima e vedevo attraverso lo specchio a parete le facce preoccupate di Dan e Althea.
"Ah aspetta mi sono dimenticato una cosa" disse il presidente e uscì velocemente dalla stanza.
Non ci potevo credere ma fu così, il destino mi voleva ancora in vita. Tirai un sospiro e il mio cuore si calmò.
"Ok sgommare" dissi 
Althea si alzò subito, raccolse la cartella appena stampata, correndo leggermente e velocemente fuori dallo studio, mentre Dan riprese a guardare fra i documenti.
"Dan: fuori" sussurrai con autorità.
"No. Non sono riuscito a trovare il mio.... Quello che cerco" e mi guardò supplicante.
Gli presi dalle mani i documenti e lo guardai fisso con severità.
Tirò un calcio e sospirò qualcosa che non ricordo, facendo cadere una pila di libri e poi scappò.
Raccolsi e sistemai tutto cercando di renderlo come se nessuno fosse passato per di qui, e ricomparve il presidente.
"Che stai facendo Shari?"
Shari? "Niente signor presidente! Per sbaglio ho fatto cadere dei libri e li stavo raccogliendo"
"Per te sono Max cara" mi disse lui.
Max? Cos'è tutta questa confidenza? 
"Oh certo signor presid.... Max"
"Mi dica cara"
"Allora io volevo....- cosa mi invento....panico totale ...che dire?-...ringraziarla per essersi, insomma, preoccupato per me e per..."
"Ah sei venuta qui solo per questo! Sappi che l'ho fatto per piac... Perché era giusto così" e il ventenne si sedette su una poltrona.
"Ho apprezzato anche i dolcetti" dissi diventando rossa
"Um um um" sembrava in imbarazzo "ora vada pure a lavorare"
"Si si certo signor presidente" dissi scappando dalla sala.

Pv neutra
Dan correva nel corridoio facendo attenzione a non farsi scoprire quando raggiunse Althea.
"Aspetta" disse 
Althea si girò e lo guardò con i suoi bei occhioni.
"Sei riuscita a fare quello che dovevi?" chiese freddo Dan
"Si e tu?" rispose lei tutt' altro che fredda, anzi, molto confidenziale.
"Non é giusto maledizione!"
"Direi che questo significa un no"
"Brava" disse prendendola in giro
"Che cercavi?" chiese quindi Althea 
Dan la guardò storto e non rispose, il suo era un segreto ben custodito.
La ragazza abbassò lo sguardo 
"terribile il destino" sospirò la tredicenne.
"Si é vero" rispose invece il soldato
"La vita al distretto non é facile se in più ci si mette..."
"Capitol" disse sfuriando Dan
"Si e la sua maled...."
"Guerra" finì la frase Dan.
"Sai cosa sono riuscita a fare oggi?" iniziò Althea, assumendo quell' aria furba che stonava sul suo viso angelico.
"Cosa?" chiese incuriosito il quindicenne.
"Beh ho potuto vendicarmi di chi ha sempre approfittato di me"
"Un Pacificatore scommetto" provò Dan.
"Esatto"
"Io cercavo invece informazioni su di me e la mia famiglia ... ma non ho trovato niente"
"Ah capisco" rispose Althea, che assunse un' aria che sembrava seriamente dispiaciuta

pv Sharise

Sentivo le farfalle nello stomaco e il cuore che mi batteva a mille, che mi succedeva? Corsi e arrivai in un batter d'occhio nella sala principale del vagone del 12.
"Oddio che schifo!" urlò la capitolina che sembrava una barbie
"Oddio che c'è?" chiesi spaventata.
"Sei TUTTA sudata" disse schifata, quasi sembrando che si stava sentendo male
"Oh my god!" dissi con tono tragico per imitarla, mettendomi le mani fra i capelli.
"Fai a farti una doccia" mi disse indicandomi il fondo del vagone.
"Non se ne parla" disse Jolanda comparendo nella sala seguita da Samuel.
"Sono le 7.30 direi che non c'è tempo da perdere" disse Samuel cercando ammirazione nello sguardo di Jolanda.
"Cercherò di sopravvivere" dissi scherzando mentre la capitolina uscì disapprovandomi.
Jolanda mi guardava impaziente con sguardo freddo mentre Samuel guardava lei.
"SHARISE vuoi dirci quello che cazzo ci devi dire o aspetti che si faccia notte?!" urlò
"Giusto che aspetti?" fece eco Samuel
"Calma"
"Calma a chi?" urlò Jolanda
"La cena é servita" disse una serva dalla carnagione chiarissima e la stavo perseguire quando Jolanda mi afferrò per un braccio "ferma qui! Nessuno mangerà quella merda capitolina"
"Io si poi tu fai come vuoi" dissi sedendomi
"Tu farai quello che ha detto" e mi prese per l'altro braccio
"Non é giusto" protestai pestando i piedi.
La capitolina riapparì e si diresse verso la sala pranzo, camminava come una papera e disse strillando "per me il menù super light, devo perdere un chilo e mezzo!".
Sull'orlo della porta si accorse di noi e ci disse "ragazzi che ci fate qui? Venite a mangiare"
"Non ne abbiamo voglia" rispose Jolanda mentre Samuel mi tappava la bocca
"Neanche tu Sharise?"
"Neanche lei" rispose di nuovo Jolanda 
Quando se n'andò spiegai tutto e alle otto precise finii e Jolanda scappò via chissà dove seguita da Samuel, mentre io mi avviai finalmente verso il mio compatimento.
Mi sdraiai sul letto morbido, la stanza profumava di lavanda e si sentiva il rumore delle ruote sulle rotaie quando fu soffocato da un rumore assordante, un fischio.

Pv neutra
"Che fai? Mi stai seguendo per caso?" chiese Jolanda piuttosto scocciata 
"Ti pare?" rispose Samuel
La ragazza avanzò di un passo e lo fece anche Samuel.
"Mi pare proprio"
"Lo sai che mi sono offerto solo per te" disse il ragazzo guardandola con i suoi bellissimi occhi.
"Non é vero! Vuoi solo darmi la colpa"
"Si che é colpa tua"
"No"
"Si"
"No"
"Si"
"No ho detto di No"
Samuel si zittì.
"Basta seguirmi e basta parlarci"
"Perché? Che ti ho fatto di male?"
"Ho i miei motivi" disse lei.
"Io ti amo"
"Non sai il significato di amare... come puoi allora provare questo sentimento? Per favore smettila... e buona fortuna per i giochi" disse Jolanda correndo via e questa volta Samuel non la seguì.

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