Who did you call a fag?!

di HeartBreath
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chili di troppo e pantaloni aderenti ***
Capitolo 2: *** Accecante luce ***
Capitolo 3: *** Da quattro anni ***
Capitolo 4: *** Libro aperto ***
Capitolo 5: *** Esse emme esse ***
Capitolo 6: *** Mai prima ***
Capitolo 7: *** Credo di averne un'idea ***
Capitolo 8: *** Alle luci dell'alba ***
Capitolo 9: *** Un altro tipo di uomo ***
Capitolo 10: *** Risate, birra, long island, verità ***
Capitolo 11: *** Inconscio ***
Capitolo 12: *** La sensualità della musica ***
Capitolo 13: *** Le feste di casa Way ***
Capitolo 14: *** Silly ménage à trois ***
Capitolo 15: *** Canzone da sgabello ***
Capitolo 16: *** Sorriso sognante ***
Capitolo 17: *** Colpo di grazia ***
Capitolo 18: *** Ti prego ***
Capitolo 19: *** In trappola ***
Capitolo 20: *** Miele ***
Capitolo 21: *** Come qualcosa di sbagliato ***
Capitolo 22: *** Fiamme ***
Capitolo 23: *** Di gioia e disperazione ***
Capitolo 24: *** Comoda bugia ***
Capitolo 25: *** Meravigliosi occhi marroni ***
Capitolo 26: *** Ossigeno e apnea ***
Capitolo 27: *** Come lui ***
Capitolo 28: *** La parte di quello maturo ***
Capitolo 29: *** Appuntamento ***
Capitolo 30: *** Perché è la verità ***
Capitolo 31: *** Bowling ***



Capitolo 1
*** Chili di troppo e pantaloni aderenti ***


Ancora immersa nell'MCR-atmosfera, torno anche troppo presto a pubblicare una nuova storia: la mia prima long Frerard. Che emozione!!! :D
Metto subito in chiaro che sono incastrata in mezzo a due schiere: su una c'è la bandiera della Black Parade e sull'altra la bandiera Glambert. Voglio specificare, in proposito, che io sono una grande fan sia dei My Chemical Romance che di Adam Lambert. Tuttavia, nonostante io adori Adam, non so molto bene come venga ritratto pubblicamente: il mio Adam è di pura invenzione (infatti l'OOC è stato per, scusate il francesismo, pararsi il culo ahahahah). Spero davvero di non offendere o alterare nessuno con quello che scriverò (anche se non intendo insultare nessun personaggio in particolare, per carità).
L'idea mi è venuta per il desiderio di fare una cosa mai provata prima: una crossover. E' stata solo una combinazione se, mentre ci pensavo, è partita Never close your eyes di Adam Lambert nella riproduzione casuale del cellulare, ma devo ammettere che da quel momento mi sono balenate in testa idee niente male... Beh, giudicherete voi stessi :')
Devo ringraziare la mia nuova-vecchia amica LondonRiver16, per avermi fatto tornare la voglia di scrivere qualcosa in questo sito.
Basta, ho parlato anche troppo.
Datemi un parere su questo bizzarro esperimento :D

V










Fare colazione insieme – del tipo “Mi passi i cereali?”, “Chi ha finito il latte!?” - faceva sentire e, non di meno, sembrare i My Chemical Romance come fratellini che mangiano prima di andare a scuola. Succedeva durante i tour e la mattina del giorno di un concerto. La differenza sostanziale tra mattine del genere e quel mattino? I concerti iniziavano la sera: i membri della band erano liberi di alzarsi tardi e fare colazione all'ora di pranzo.

Quel mattino no. Loro malgrado, Jess – il nuovo regista – non era tipo da aspettare i pigri.

Jess era un tipo apposto. Professionale, incredibilmente bravo nel suo lavoro, capace addirittura di raccontare un paio di barzellette decenti. Ma era abbastanza serio perché tutti sapessero che, se diceva “Alle 8:00 in punto”, intendeva le 8:00 in punto.

Regista pignolo a parte, oggi era la data di inizio del nuovo video. Prima delle riprese era necessario registrare la canzone, ma Jess non sembrava voler perdere tempo.

Erano le 7:45.

E di Gerard Way nemmeno l'ombra.

Mentre sgranocchiava un biscotto all'uvetta, seduto ad un tavolo da picnic assieme agli altri, Mikey pregò perché arrivasse entro cinque secondi. In poche cose i fratelli Way erano due poli opposti e una era questa: uno sempre in ritardo, l'altro che soffriva di indigestione per i ritardi. L'idea di non poter fare qualunque cosa all'ora prestabilita, provocava a Mikey l'orticaria, senza un motivo preciso.

Ma quando scorse il maggiore fare capolino dal parcheggio, prese un respiro di sollievo al pensiero che, per una volta, Dio o chi per lui sembrava averlo ascoltato.

Gerard si buttò su una sedia insieme a loro e la sua espressione allucinata uccise ogni senso di calma di una colazione in mezzo ad un prato la mattina presto.

Capirono subito tutti, solo guardando in quegli occhi verdi segnati dalle occhiaie, che Gerard non aveva intenzione di augurargli un buongiorno.

Indovina cos'ho fatto ieri notte, Frankie” sibilò, infatti, con il tono che avrebbe uno psicopatico.

Eri con me al pub sulla quinta” intervenne Mikey.

Intendevo dopo”

Ci siamo salutati alle 4:00!”

Chiudi la bocca Mike, non l'ho chiesto a te” si spazientì Gerard e tornò a guardare Frank. “Allora?”

Ehm...” boccheggiò il chitarrista, posando la tazza sul tavolo - come a rassegnarsi che il suo amico non l'avrebbe lasciato fare colazione in pace, senza una risposta. “A giudicare dai tuoi occhi, non sei andato a dormire”

Non ci riuscivo” gracchiò Gerard. “Continuava a martellarmi in testa quello che mi avevi detto ieri. Così sono stato incollato al computer tutta la notte a...”

Oh mio Dio, ti prego no! Non mentre mangio!” sbottò Ray, con la bocca piena di biscotti.

Il cantante alzò gli occhi al cielo e tornò al suo discorso: “... A cercare informazioni su questo ragazzo, Adam come-si-chiama

Nessuna sorpresa che a Gerard non andasse a genio l'idea di dover dividere la scena con un altro cantante. Ma nessuno immaginava che la discussione di ieri riguardo al loro nuovo, temporaneo collega si sarebbe prolungata dopo il “Ciao, a domani”. Con tutta evidenza, la cocciutaggine di Gerard Way era capace di superare qualunque aspettativa.

Come hai fatto a cercarlo su internet, se non ricordi il suo nome?” lo sfidò Frank.

Okay, me lo ricordo il suo nome. La smettete di interrompermi!?”

Con una risatina, incitò Gerard a continuare. Soltanto lui riusciva a smontare il suo delirio di onnipotenza, e a buttarlo giù a calci dal piedistallo.

Non c'è granché disponibile, pare che non si sia fatto vedere granché fin ora”

Se fosse Shirley Temple non avrebbe bisogno di fare un video con noi, Gee” fece Mikey e affogò le sue razionali in un sorso di latte scremato.

Però” sottolineò Gerard. “ho trovato diversi video musicali, qualche registrazione delle aperture che ha fatto a concerti di altri artisti... Ne avete mai visti?”

Frank, Mikey e Ray scossero la testa all'unisono.

Diciamo che spicca subito una cosa in quel tipo”

Gerard poggiò i gomiti sul tavolo e incrociò le dita per poterci poggiare il mento.

Cioè?”

E' una gigantesca, oscena checca”

E, sempre all'unisono, i membri della band rotearono gli occhi con esasperazione. Gerard li ignorò e tornò al suo punto di partenza:

Ho capito perché ne parlavi tanto bene, ieri” esultò totalmente convinto, dando una pacca sulla schiena di Frank. “Ti senti in sintonia!”

Vaffanculo, Gee” grugnì lui, improvvisamente rosso in viso. “Non sapevo fosse gay, l'ho solo sentito cantare in un demo. Ed è bravo. Cristo santo, ti è così difficile accettare che un altro essere umano sulla Terra abbia una bella voce?”

Gerard era indubbiamente, senza riserve, il migliore amico di Frank. L'unico suo problema – a parte l'amore sfrenato per l'alcool, l'aggressività, l'egocentrismo, la perversione, la superbia, il vizio di non lavarsi spesso i capelli... Okay, no: Gerard non aveva solo un problema. Ma Frank li accettava tutti, dal primo all'ultimo, perché gli voleva bene - già, più che bene... Eppure, una cosa non riusciva a sopportarla: l'omofobia. Gerard non aveva niente contro i gay, ma da quando Frank si era dichiarato tale, lui non aveva fatto altro che gettargli addosso prese in giro e teorie sugli stereotipi totalmente fuori luogo.

Certo che no! Ma l'idea di averlo qui ti entusiasmava così tanto, che ho pensato...”

Che volessi sbattermelo? Non è per niente plausibile che fossi contento di lavorare con lui perché è un bravo cantate, no? Ovvio, io non potrei dare mai importanza al mio lavoro, sono troppo occupato a trivellare i culi altrui!”

Calmati, dai! Non volevo insinuare nulla”

Frank aprì bocca per ribattere, ma alle sue spalle comparve Jess, che li chiamò a raccolta per iniziare a lavorare.

Gerard non ha fatto colazione” ribatté Ray.

L'interpellato si alzò dalla sedia con una certa svogliatezza.

Non ho fame. Forza, andiamo a conoscere questo usignolo canterino”

Frank lo fulminò, ma tacque, si pulì la bocca col tovagliolo e si avviò insieme agli altri. Assurdo. Un parere disinteressato su un ragazzo, per combinazione, gay e Gerard già li vedeva a scopare dietro le quinte. Con un pesante sospiro, decise di passarci sopra e seguì Jess come faceva il resto della band.

Gerard cercò di far finta di niente, quando il suo stomaco ruggì roco ed esigente. Scorgere rabbia negli occhi da cerbiatto di Frank gli bloccava lo stomaco, questa era la verità, non aveva importanza che non mangiasse dal pomeriggio precedente.

Continuò a camminare noncurante, finché non si trovò davanti il set in tutta la sua dinamica magnificenza. C'era un continuo viavai di gente, impegnata in lavori di cui lui non sapeva nulla: esistevano tanti dettagli necessari per far funzionare una ripresa video, di cui lui ignorava completamente l'esistenza. Gli tornò alla mente il giorno in cui Albert, tecnico delle luci, gli aveva insegnato cosa fare quando si rompe un riflettore sopra un palcoscenico. Non che Gerard avesse mai dovuto pensarci da solo, ma il giorno in cui si ruppe quel riflettore proprio sopra la sua testa, si era alzato di umore iperattivo. Si era rifiutato semplicemente di stare fermo a non far nulla mentre Albert risolveva il problema e si era fatto insegnare come aggiustare un riflettore.

Che brav'uomo era Albert, si ritrovò a pensare Gerard. Chissà che fine aveva fatto.

Quelle riflessioni lo distolsero tanto dalla realtà, che quasi non si accorse quando Jess si fermò in un punto preciso del set e disse:

Ragazzi, vi presento Adam, il vostro collega per le prossime settimane”

Un ragazzo in un piccolo gruppo di membri della troupe, sentendosi chiamare, si divise dagli altri e sorrise amichevolmente.

Aveva un che di bizzarro vedere dal vivo la faccia di qualcuno che aveva ballato davanti a lui tutta la notte sullo schermo di un computer. Il risultato fu che Gerard riconobbe subito la figura di Adam-usignolo-Lambert. Ciuffo scuro di capelli folti che quasi gli coprivano il viso, lineamenti e curve del corpo che suggerivano un dimagrimento recente – ma Gerard era l'ultima persona a poter giudicare un passato con qualche chilo di troppo -, sorriso con un non-so-che di innocente. Se solo lui non l'avesse visto sculettare in modo poco pudico durante l'apertura dei concerti... Adam portava abiti molto semplici, diversi da quegli osceni vestiti ricoperti di lustrini che lui gli aveva visto addosso: maglia verde militare e giacca sportiva grigio scuro con le maniche lunghe fino al gomito. Certo, c'erano da contare anche i jeans aderenti, ma erano un'altra cosa che Gerard non aveva il diritto di criticare.

Adam, loro sono...”

Oh, so chi sono loro”

Adam aveva allargato il sorriso e interrotto Jess, porgendo la mano per stringerla ad ognuno di loro.

Frank Iero... Ray Toro... Gerard e Mikey Way”

Gerard trovò la stretta di quel ragazzino piuttosto salda. Forse non era così femminuccia come aveva pensato.

Non avete idea di che piacere sia per me conoscervi, ragazzi!” stridette lui, e si coprì la bocca con la mano per soffocare un verso acuto.

O forse sì.

Posso immaginarlo” ridacchiò Gerard e i suoi compagni pregarono perché Adam non avesse notato la punta di presunzione nella sua voce. Lui non conosceva ancora il frontman dei My Chemical Romance, non sapeva di dover prendere con le molle molto di quello che diceva.

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Capitolo 2
*** Accecante luce ***


Non ho resistito: dovevo pubblicare qualcosa, o non sarei riuscita a tornare a scrivere. Sono un tornado da quando ho iniziato a pensare a questa fanfic, provate a fermarmi!!!
Ringrazio tutti i miei recensori e in generale chi sta seguendo questa storia, inizio ad avere paura di annoiarvi e deludervi ç__ç
Eccovi il secondo capitolo e un link che potrebbe esservi utile alla fine!
Baci e abbracci,
Gossip G- EMH CIOE'

V











My Chemical Romance ft. Adam Lambert.

Non suonava male. Ma l'avrebbero pensato anche i fan? Più di una volta Frank si era ritrovato a chiedersi se non fosse un salto nel buio troppo avventato registrare una canzone con lui. Si parlava di due generi e due stili completamente diversi, incompatibili: chi si sarebbe adattato a chi? La canzone in questione era nata dalla geniale testa di Mikey, quindi la risposta avrebbe dovuto essere scontata. Ma Jess aveva già accennato a “qualche eventuale piccolo cambiamento”. Fu la cautela con cui lo disse ad allarmare Frank.

Nella sala di registrazione, stavano conversando Leonard – l'agente dei My Chemical Romance -, il tecnico del suono seduto alla sua postazione e un'altra donna mai vista prima.

Eccoli”

Leonard indicò la porta con lo sguardo e salutò con la mano la band.

Jordan, loro sono i miei ragazzi”

La sconosciuta in tailleur si voltò verso di loro e li salutò con un cenno del capo. Era una di quelle donne in carriera con le unghie finte, i capelli piombati e un blackberry sempre in mano.

Salve a tutti. E' un piacere conoscere i My Chemical Romance”

Quando notò Adam dietro di loro, gli fece segno di avvicinarsi e strinse le sue ampie spalle tra le dita affusolate delle mani.

E lui è il mio gioiello. Adam, questo è Leonard, l'agente della band”

Era sempre lo stesso teatrino tra gli agenti delle star: chi ha allevato il cucciolo più promettente per le mostre canine?

L'uomo seduto alla console batté le mani e le sfregò, come per attirare l'attenzione di tutti. “Allora, vogliamo lavorare a questo nuovo successo?”

Gerard aveva già un piede nella saletta di registrazione, quando Jess iniziò a fantasticare:

Prima di qualunque cosa, vorrei sentire Adam”

Il ragazzo si guardò intorno disorientato. “Sentire? E che cosa?”

Te”

Non mi avevi già... uhm... ascoltato nei demo?”

Sì, è vero. Il mio è solo un capriccio: quello che vorrei sapere è quanto si possa giocare con la tua voce. Vai un attimo al microfono e facciamo una prova, ti va?”

Adam fece quanto gli era stato detto. Si fece largo tra gli altri in quel piccolo spazio, accennando un cortese “Permesso” quando oltrepassò Gerard per entrare in saletta.

A labbra strette per ciò che avrebbe voluto rispondere a quel ragazzino, Gerard chiuse la porta e lo osservò attraverso il vetro mentre si sistemava le cuffie sulle tempie.

Jess si piegò sulla console e scandì bene ogni parola: “Ora ascoltami bene. Voglio che tu mi faccia sentire qualcosa di forte. Voglio sentire il limite della tua voce, così sapremo dove spingerci in questo pezzo. Non voglio nessuna canzone in particolare, sbizzarrisciti con ciò che vuoi, basta che sia forte. Immagina di doverti far sentire da ogni angolo del pianeta con soltanto quel microfono”

Adam sembrò colto di sorpresa da quella richiesta, ma colse la sfida. Chiuse gli occhi, prese un bel respiro e ritrasse le labbra di sfuggita per inumidirle. Dalla sua bocca, inizialmente socchiusa, uscì un suono flebile e roco, vellutato. E d'improvviso sorrise, riaprì gli occhi con un che di sadico nello sguardo, come un giocatore di poker con una scala reale tra le mani. Quando prese sufficiente fiducia nella propria voce, il suono che provocò diventò via via più deciso, più potente, più alto. Finché non fece restare tutti a bocca spalancata con uno di quegli acuti strappa applausi che, probabilmente, venti persone al mondo sapevano riprodurre.*

Gerard, in particolare, rimase senza una risposta nemmeno per sé stesso. Qualunque cosa avesse pensato per convincersi che la presenza di Adam fosse inutile, venne annullata da quella micidiale nota che il ragazzo reggeva da sette secondi.

Otto.

Nove.

Diec- E che cazzo!

Aveva dei polmoni disumani. Quel suono, poi. Squillante, eppure in qualche modo morbido. Era come una frustata e una carezza insieme. Gelido e bollente, fulmineo ed eterno.

Un moto di gelosia mandò a fuoco lo stomaco di Gerard.

Quando il fiato di Adam andò a mancare e lui si zittì, partì un applauso e qualche ovazione.

Ecco! E' esattamente di questo che parlavo!” rise di soddisfazione Jess.

Fortunatamente Adam fu troppo occupato a prendere acclamazioni e complimenti, per accorgersi degli occhi gelidi che Gerard Way gli puntava addosso.

 

 

 

Il frontman dei My Chemical Romance arrancò fuori da quella piccola e soffocante stanza con un muso tanto lungo da toccare terra. Gli sembrava di non respirare da ore. Come una fiamma, Lambert e la sua aura di fottuta magnificenza avevano bruciato tutto l'ossigeno della sala di registrazione.

In quella prima giornata di lavoro, Gerard aveva scoperto che le sue battute nella canzone, effettivamente, erano di più rispetto a quelle di Adam. E questo avrebbe dovuto essere soddisfacente, giusto?

Sbagliatissimo.

Nelle poche strofe che spettavano ad Adam come assoli, si riaccendeva quella maledetta luce che incantava chiunque e accecava Gerard. Lui si divertiva a fare su e giù con la voce e la band lo seguiva a ruota suonando con più trasporto di prima, cavalcando l'onda di una nota perfetta e limpida. E come se non bastasse, a Gerard non era concesso andare troppo in alto mentre cantava: la sua voce era famosa per essere capace di cambiare in un attimo, dallo stridulo al roco, all'incrinato, al soft. Jess gli aveva espressamente chiesto di evitare toni troppo stridenti, così da formare un equilibrio tra le due voci di quel duetto. In altre parole, lui era ingabbiato in determinati moduli, mentre la superstar poteva giocare secondo le regole che s'inventava sul momento. Maledetto Jess. Maledetta canzone. Maledetto Lambert.

Gerard aveva solo voglia di mandar giù il primo sorso di una birra ghiacciata e dimenticare quella giornata.

Gee, dove vai?”

Ma mai una volta che riuscisse a sfuggire alla sua seconda mamma.

A sbronzarmi Mike, fino a dimenticarmi come mi chiamo” ringhiò, senza rallentare il passo.

Se vuoi bere”. Mikey lo afferrò per la manica e lo costrinse a fermarsi. “perché non vieni con noi? Adam ci ha proposto di andare in un pub di sua conoscenza e...”

Vi ha proposto”

L'ha proposto a tutti, Gerard. Tu sei solo corso via prima di poterlo sentire”

Dalle labbra del cantante uscì un sospiro di esasperazione. Passare un altro minuto – no anzi, tutta la sera – in compagnia dell'accecante luce di Lambert? Era molto più di quanto potesse sopportare.

Come da copione, Mikey intuì i suoi pensieri.

E' chiaro che Adam non ti piace. Lo guardi in cagnesco da stamattina. Ma fammi un favore: non affrettare i tuoi giudizi, per una volta. Vieni a farti una birra con noi e cerca di conoscerlo meglio, okay?”

Gerard portò le mani sui fianchi e abbassò la testa. Si arrese alla razionalità onnipresente di suo fratello.

Ehi, ragazzi!”

Oltrepassando Mikey con lo sguardo, scorse Frank che si separava da Adam e Ray – i quali sembravano scherzare amichevolmente - e gli veniva incontro a grandi passi. Si accorse solo in quel momento che il chitarrista aveva tutta l'aria di aver recuperato il buon umore, dopo la discussione di quella mattina. E quale poteva essere il motivo di ciò? Lo stesso per cui Ray, a cinque metri da loro, rideva a crepapelle: Adam Lambert.

Che palle.

Allora, andiamo a bagnare l'ugola?” propose gioiosamente Frank.

Mikey, per tutta risposta, rivolse a Gerard un sorriso ammiccante.

Il fratello maggiore sospirò ancora una volta. “D'accordo, andiamo”






* Per darvi un'idea di quello che fa la voce del nostro Adam:

http://www.youtube.com/watch?v=ov5V7d0pdcw&feature=share&list=PLpwh1lBr5wxvqlsVGjTS6eTJ7Dxznwovz

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Capitolo 3
*** Da quattro anni ***


Ed eccomi di nuovo. Ho già scritto metà del prossimo capitolo, perché nei prossimi giorni sarò un po' impegnata, quindi ho pensato di avvantaggiarmi. Spero di riuscire a finirlo e pubblicarlo presto, perché le cose si stanno facendo interessanti ;)
V









Il pub in cui Adam portò i suoi colleghi aveva un arredamento in stile medievale piuttosto intrigante. Erano esibite diverse armi di altri tempi, appese ai muri e la porta d'ingresso era costituita da un pesante tendone di velluto rosso.

Frank la considerò subito una trovata geniale.

Lascialo perdere Adam, è fissato con la roba da museo” lo schernì Ray, quando si sedettero ad un tavolo circolare di legno.

Lo capisco benissimo! E' per questo che adoro questo posto: la roba da museo” gli fece il verso Adam, come avrebbe fatto con un amico di vecchia data. “E, detto tra noi, qui lavora un barista che una volta sono venuto a prendere alla fine del turno e ho portato a casa mia”

E allora? Vuoi un secondo appuntamento?” gli domandò Mikey con una risatina maliziosa che fece rivoltare le viscere al fratello.

Se per 'secondo appuntamento' intendi 'assaggiare di nuovo una delle migliori scopate della mia vita', allora sì”

Gerard si chiese perché e, soprattutto, come facessero tutti gli altri a ridere a quelle parole, quando lui invece non sapeva se arrossire come una verginella o rabbrividire.

Cosa prendete? Vado a chiedere al bancone” si offrì Adam e nell'alzarsi tirò fuori il portafogli.

Frank lo notò subito: “Ehi, che pensi di fare?”

Il primo giro lo offro io, ovviamente” gli sorrise lui.

E ammiccò.

Ammiccò.

Gerard era pericolosamente vicino a staccargli la giugulare a morsi.

Il modo in cui Frank ricambiò il sorriso, il modo in cui accettò che Adam gli strizzasse l'occhio con quel fare allusivo, fece andare Gerard fuori di sé. Non lo diede a vedere naturalmente, per un attimo fu davvero sul punto di alzarsi e dirne quattro a Frank Iero.

Perché si era così alterato quella mattina? Perché aveva fatto sentire in colpa Gerard fino al digiuno, se quei sospetti nei suoi confronti si erano rivelati, tutto sommato, fondati?

Per un istante, Gerard pensò di odiare Frank. L'istante dopo, fu subito pronto ad accettare che non avrebbe mai potuto odiarlo.

Gerard. Gerard!”

Eh? Sì! Ci sono”

Cadde dalle nuvole per atterrare sull'espressione stranita che il fratello gli rivolgeva.

Ti abbiamo chiesto cosa vuoi da bere”

Ah. Una birra”

Idem”

Anche per me”

Quattro birre, grazie Adam”

Il ragazzo si allontanò dal tavolo per andare al bancone. Sembrava non riuscire a smettere di sorridere: si stava divertendo, forse? O c'era dell'altro?

Quattro birre, grazie Adam” ripeté a pappagallo Gerard, in una ridicola imitazione di Frank.

Il suo migliore amico lo guardò male. “Qual è il tuo problema?”

Il mio problema?! Mi chiedo con che coraggio ti arrabbi con me quando ho sempre avuto ragione su te e Adam. Ormai è chiaro”

E da cosa sarebbe chiaro?”

Ho visto come lo guardi”

Ma che cazzo stai dicendo?! Lo conosco da dieci ore, in che modo dovrei guardarlo?” urlò stizzito Frank. Stava davvero perdendo la pazienza con quell'idiota.

Non urlate!” lo riprese Ray, il quale iniziava a sentire gli sguardi di rimprovero della gente intorno a loro.

No, ancora meglio: smettetela di parlarne” concluse Mikey. “Stiamo passando una tranquilla serata, ci stiamo divertendo e stiamo per ubriacarci. Non vedo nessun motivo abbastanza valido per rovinare tutto questo”

Neanche Frank che fa il provolone con Lambert?”

E Frank tornò a guardare Gerard in cagnesco. “Io non facci-”

Dateci un taglio, ho detto! Sul serio ragazzi, sono stanco, ho lavorato tutto il giorno, posso godermi una birra e quattro chiacchiere tra amici in santa pace?” si lagnò Mikey, facendo crollare le spalle sullo schienale.

I due si scambiarono un'ultima occhiata furiosa, ma nessuno disse più nulla.

Come se qualcuno gli avesse dato il vialibera, Adam tornò al tavolo in quel momento con cinque bottiglie di birra, e ovviamente davanti a lui nessuno fece parola di quanto accaduto.

La serata passò in modo piuttosto scorrevole – stranamente persino per Gerard -, tra discorsi seri, altri stupidi, racconti di esperienze divertenti e imbarazzanti, barzellette sporche e cinque giri di drink.

Ma, anche quando Adam iniziò ad elencare i migliori giochi di parole fatti per i titoli dei film porno, Gerard non riuscì a dimenticare quanto lo odiasse. Quella perfezione – un po' angelica e un po' diabolica – che Lambert sprizzava da ogni poro, gli dava ancora troppo fastidio perché i fiumi dell'alcool e qualche risata potessero cambiare le cose.

Non ci credo”

Una voce nuova in quella serata attirò l'attenzione di Gerard. Gli bastò spostare lo sguardo verso destra per guardare in faccia chi avesse parlato. E quella faccia lo lasciò senza fiato.

Ray balzò in piedi quando la vide, e così anche gli altri membri della band.

Linz!?”

Guarda se non ho davanti quei morti di figa dei My Chemical Romance!”

La sua voce era acuta e piena di vita come Gerard la ricordava. Abbastanza da fargli schizzare tutto il sangue dritto alle orecchie e fargli sentire il proprio – frenetico – battito cardiaco sulle tempie.

La sua figura era anni luce lontana da qualunque ricordo. L'immagine di lei che Gerard aveva fisso in testa come una fotografia, non poteva rendere giustizia a ciò che aveva davanti.

Quel visetto a punta, quelle labbra rosse, il sorriso vispo, il bagliore nei suoi occhi...

Dannazione, Linz era stupenda.

Quando anche Mikey si alzò in piedi, accanto a lui, finalmente Gerard riuscì a sbattere le palpebre.

Linz sorrise raggiante strinse forte Mikey.

Tesoro! Come sta il secondo miglior bassista del mondo?”
“Uhm non saprei, glielo chiedo: come stai?”
Linz finse di fulminarlo. “Molto divertente”
Tra un abbraccio e l'altro, finalmente notò che Gerard la fissava. Ma, soprattutto, notò Gerard. E il suo viso parve illuminarsi ancora di più.
“Gerard Way, alza il tuo culo da quella sedia e vieni ad abbracciarmi!” rise.
Cercando di ricominciare a respirare normalmente, il frontman si alzò e oltrepassò il tavolo per arrivare a Linz. Lei gli buttò le braccia al collo senza tanti complimenti.
“Che fine avevi fatto? Sono mesi che provo a mandarti messaggi ma non rispondevi più”
“Scusa, la scorsa estate ho perso il cellulare e tutti i miei numeri con lui”
Gerard ricordava di essersi disperato per settimane quando perse ogni mezzo di comunicazione con Linz. Aveva amato profondamente le ore passate a scambiarsi sms, lo considerava come portarla con sé ovunque andasse. Per non parlare della velocità con cui il cuore prendeva a battergli quando la suoneria lo avvertiva che era arrivato un suo messaggio.
Ancora aggrappata alle spalle di Gerard, Linz incrociò lo sguardo di Adam, l'unico rimasto seduto al tavolo.
“E chi è questo zuccherino? Un nuovo acquisto della band?”
Gerard corrugò la fronte e quasi ringhiò.
“Lui è Adam Lambert, sta lavorando ad una canzone con noi” intervenne Frank.
La ragazza si allungò sul tavolo e gli strinse la mano. “E' un piacere Adam, io sono Linz”
“Piacere mio!”
“Bello, adoro i tuoi capelli!”
“Uhm... Ti ringrazio”
Linz ridacchiò nel vederlo imbarazzato da quell'improvviso complimento. “Mi ricordi Gee quando ci siamo conosciuti”
Dietro di lei, Gerard avvampò di rabbia.
“Oh mio Dio, hai ragione!” berciò Mikey, con tanto trasporto da rendere palese la presa in giro.
“Sì Gee, non portavi anche tu i capelli con un taglio simile, quattro anni fa?” s'intromise Frank, dandogli una pacca sulla schiena. Accostò la bocca al suo orecchio sinistri e sussurrò: “Magari anche tu ti senti in sintonia”
Gerard incenerì il suo migliore amico senza nemmeno guardarlo in faccia.
“Ti fermi a bere qualcosa con noi, Linz?” le domandò, decidendo di ignorare quelle battutine.
“Grazie, ma mi stanno aspettando degli amici”
La gioia di Gerard si spense come un fiammifero consumato.
“Ted?” azzardò.
“Oh no, ho mollato quell'idiota sei mesi fa!”
Un incendio prese il posto del fiammifero.
Linz tirò fuori dalla borsa un foglietto che aveva l'aria di essere un biglietto da visita. Lo porse a Gerard.
“Non lo perdere, stavolta. Sto in città per un po', magari ci rivediamo, ragazzi. Alla prossima!”
“A presto”
“Ciao Linz”
“E' stato un piacere, Adam”
Il ragazzo le sorrise con cortesia. “Anche per me”
Le dita di Gerard assaporarono il contatto di quel foglio come il palato avrebbe assaporato una torta Sacher. Si affrettò a memorizzare il numero nel telefono, ma questa volta avrebbe conservato il biglietto su cui era scritto.
Mikey si sporse tra la folla di gente nel bar per assicurarsi che Linz si fosse allontanata abbastanza: era sparita. Allora sorrise ammiccante a Ray e Frank. I quattro ragazzi si sedettero di nuovo al tavolo e cominciò lo spettacolo.
Gerard Way, alza il tuo culo da quella sedia e portalo dove io possa metterci le mani sopra” cinguettò Ray, con una voce volutamente stridula.
Che fine avevi fatto? Mi mancano le nostre scopate al telefono!
Non perdere il mio numero stavolta, magari ci vediamo un giorno e facciamo porcherie insieme
Mikey diede a Frank una piccola spinta sulla spalla. “Andiamo amico, puoi fare di meglio!”
“Non sono di molta inventiva con tre litri di birra in circolo nel mio organismo” farfugliò il chitarrista, improvvisamente ombroso.
“Coglioni” brontolò Gerard, rosso fino alla punta dei capelli.
“Mi sembra di capire che Linz non sia solo un'amica” ricapitolò Adam in un tono malizioso che avrebbe dovuto infastidire il frontman, eppure stranamente non gli importò.
“Lo è” rispose Ray. “ma Gerard ha sempre voluto molto di più”
“Diciamo piuttosto che ha una spaventosa cotta per lei da quattro anni”
“Credevo ti fosse passata” mormorò Frank, sforzandosi di tenere un tono neutro.
Adam studiò per un attimo la sua espressione, riducendo gli occhi a fessura senza farsi notare...
“Infatti è così” provò a dire Gerard, prendendo un sorso di birra.
“Ma ti prego” sputò Mikey. “Sei entrato in trance quando l'hai vista”
“Pensavo fosse così” si corresse, allora. “fino a cinque minuti fa...”
Ray scavò nella ciotola di noccioline e ne sgranocchiò qualcuna. “Beh, a quanto pare Ted si è tolto dai coglioni, no? E' la tua occasione per uscire dalla zona-amici”
“Non fartela scappare stavolta” fu il consiglio che gli diede il fratello, accompagnato a una pacca sulla spalla.
La giornata di Gerard, dopotutto, non sembrava essere così terribile.

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Capitolo 4
*** Libro aperto ***


FINALMENTE! Non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo, soprattutto perché sono giorni che non mi faccio sentire e di questo chiedo scusa, ma ho avuto problemi vari.
Ho diverse cose da dirvi:
1. So che il nome di Lyn-Z tecnicamente non si scrive come faccio io, ma è un dettaglio voluto in realtà. Ho solo pensato che tra amici gli artisti si chiamassero in modo più personale...
2. Giorni fa ho comprato una canottiera bellissima e volevo farvela vedere. GUARDATE QUANT'E' BELLA! *O*

I'm so proud ç__ç
3. Mi sono appena resa conto che il titolo del capitolo è lo stesso di un capitolo di Twilight ahahahahah :')
4. Ovviamente, ditemi cosa pensate di questa nuova piega della storia!
Felice di essere tornata.

V










Le 5:00 del mattino.
Due cuori non riuscivano a prendere sonno, a Los Angeles. Gli occhi di due persone non accettavano di restare chiusi, due corpi si giravano e rigiravano nei loro letti.
Uno di questi cuori accesi e pulsanti in piena notte, apparteneva a Gerard.
Per quanto si sforzasse, non riusciva a smettere di pensare al sorriso di Linz. Non avrebbe mai creduto che l'avrebbe rivista. E di esserne ancora innamorato. Eppure sapeva quanto i sentimenti per lei fossero sempre stati travolgenti: l'aveva amata prima vista, quando ai My Chemical Romance venne presentata la band a cui avrebbero aperto i concerti del prossimo tour. Non importava che allora Linz fosse fidanzata. Non importava che anche lui lo fosse. Si era innamorato del suo viso, la sua risata, il suo modo di camminare, il suo vocabolario meravigliosamente scurrile, le sue dita che danzavano sinuosamente sulle corde del basso.
Dal momento in cui si era infilato sotto le coperte, Gerard non aveva staccato gli occhi al cellulare.
Avrebbe dovuto chiamarla? Chissà se soffriva ancora di insonnia. Probabilmente avrebbe dovuto aspettare un'ora più decente. Ma aspettare era dura e la pazienza non era una delle qualità per cui Gerard spiccava.
Dopo ore fatte solo di questi pensieri, non riuscì più a resistere. Afferrò il telefono e lo sollevò sopra la testa, poggiato al materasso con la schiena.

To: Lyn-Z

Dormi?

Si pentì di quel gesto un secondo esatto dopo aver inviato l'sms. Improvvisamente il panico si impadronì di lui: era stato troppo avventato? Troppo disperato? Magari lei aveva preso a bestemmiare per il semplice suono del cellulare che l'aveva svegliata. E magari...
Din din!
Il cuore di Gerard fece un salto fino all'esofago. Si comportava come un quattordicenne cotto della compagna di banco, ma non si preoccupò nemmeno di vergognarsi di questo, quando lesse sulla schermata il nome di Linz.
Sorrise.



Le 5:00 del mattino.
Due cuori non riuscivano a prendere sonno, a Los Angeles.
Uno di questi era un cuore in pezzi.
Perché proprio ora?, pensò Frank. Perché il destino ha voluto che Linz Ballato ricomparisse proprio quando stavo per...
Non sapeva nemmeno come terminare quel pensiero. Cosa avrebbe fatto, se Gerard non avesse rivisto Linz? Gerard era etero, e lui lo sapeva, quindi perché continuava ad illudersi?
Perché Frank aveva meritato un master, in quegli anni, per l'innata capacità di farsi del male. Aveva continuato a ripetersi “Questi suoi sorrisi significano qualcosa”, fino ad arrivare a “Se faccio coming out e compio il primo passo, anche lui si muoverà verso di me”. Possibile che avesse visto solo ciò che voleva vedere, per tutto il tempo? Possibile che l'amore scorto negli occhi di Gerard fosse solo il riflesso del suo sguardo?
E dire che con altre persone intorno, non si permetteva mai di pensare a certe cose: il suo viso era come un libro aperto e aveva il terrore che qualcuno leggesse un capitolo di troppo. Eppure, non era riuscito a trattenersi dal sentirsi una merda, dopo l'incontro con Linz, abbastanza da far annullare qualunque cosa: addirittura le battute di una piacevole serata tra amici.
Aveva fissi nella mente gli occhi di Gerard, paralizzati alla vista di Linz. Aveva capito al primo sguardo che lui non l'aveva mai dimenticata.
L'ultima cosa di cui Frank aveva bisogno era che Gerard trovasse un motivo per essere etero.
Ma forse, nemmeno serviva. Magari non aveva semplicemente motivi per non essere etero.
Perché aveva seguito Adam in quel bar? Perché non aveva proposto a Gerard una delle loro serate da soli, dovunque ma non dove avrebbero incontrato Linz?

 

 

 

Con uno sbadiglio che gli fece lacrimare gli occhi, Frank scese dalla macchina e si diresse verso l'uscita del parcheggio.

Ormai era tardi per la colazione, mancavano poco più di cinque minuti all'appuntamento con Jess. Pensò che, d'altronde, non facesse differenza: il suo stomaco era bloccato da un macigno di due tonnellate. Non aveva voglia di mangiare nulla. In realtà non aveva voglia di fare nulla. Camminare, guidare, suonare, prepararsi per uscire, o anche solo respirare. Nemmeno ricordava l'ultima volta che si era sentito così spossato. La vita stessa lo rendeva stanco.

Frank!” gli urlò dietro qualcuno.

Si voltò e, trovando Adam, si costrinse a sorridere.

Buongiorno” gli disse, facendo finta di nulla.

Adam sembrava contento di vederlo, eppure cambiò totalmente espressione quando fu abbastanza vicino a lui.

Ti senti bene? Non hai una bella cera”

Già. Un libro aperto.

Sto alla grande” mentì Frank. “Ho solo dormito poco”

Una piacevole compagnia?”

Sbuffò con una smorfia sognante. “Magari...”

Vuoi il mio correttore? Me lo porto sempre dietro, non si sa mai...”

Adam aveva già le mani nella tracolla, ma Frank gli disse che non ce n'era bisogno.

Sicuro?”

Scrollò le spalle. “Alcuni fan pensano che io sia un vampiro. Se qualcuno mi fotografasse, gli farei ancora più paura”

Le risate che ne seguirono, sembrarono ad entrambi piuttosto forzate. Come se stessero provando la scena di una scadente recita scolastica e si rendessero conto lentamente di non essere affatto convincenti.

Quella messa in scena fu interrotta da una suoneria tecno. Frank vide distrattamente Adam tirare un iPhone fuori dalla tasca. Senza nemmeno pensare di non avere il diritto di farlo, lesse sullo schermo una frase.

 

From: Him

Sei solo?

 

Adam sospirò silenziosamente e infilò di nuovo il telefono nella tasca.

Scusa, è solo... uno”

Uno?” fece eco Frank, con tono piatto.

Per la prima volta da quando lo conosceva, quel ragazzo non sembrò in vena di sorridere o dire qualcosa di accomodante per sdrammatizzare.

Sì, lui... quando mi chiede se sono solo, è perché vuole chiamarmi”

E perché non ti chiama e basta?”

Perché evidentemente deve parlarmi di qualcosa di serio e ha paura di disturbarmi. Insomma, non vuole aprire la chiamata con me che gli dico che non è un buon momento per parlare” disse Adam. “E penso di averglielo detto un po' troppo spesso...”

Ah sì?”

Frank trovava Adam piuttosto simpatico. Ma, per la prima volta, lo vide sotto una luce poco simpatica. Ignorava gli sms, liquidava spesso le telefonate del suo “uno”... Come amico non sembrava malaccio, ma in trenta secondi si era rivelato un partner pessimo. Nonostante ciò, Frank tentava di esprimere i suoi commenti in un tono neutro e distaccato: non voleva giudicarlo. E, più di ogni altra cosa, si sforzò di non fare un parallelismo con Gerard.

Però doveva ammettere che quel comportamento somigliava a quello che Gerard aveva con tutte le sue ragazze. Questo aveva sempre preoccupato Frank, al pensiero che il suo più grande desiderio fosse trovarsi al posto di quelle ragazze. Eppure, dall'altra parte, doveva ammettere anche che Gerard non si era mai comportato così con lui. Certe volte era come se Frank fosse il suo piccolo gioiello, l'eccezione a tutte le stronzate di Gerard Fucking Way nelle relazioni personali. Beh, quasi tutte: ieri, per esempio, aveva dato dimostrazione del suo innato talento nel fare l'idiota.

Ma questo ragazzo... è il tuo ragazzo?” indagò.

Non proprio. Non lo so, in realtà. Sono piuttosto confuso negli ultimi tempi e credo che lui non riesca a capirlo... Più che altro lui è il tipo da relazione seria. Io tutto il contrario. Non ci sono abituato, capisci?”

Avrebbe dovuto annuire, ma per qualche motivo non ci riuscì. La verità era che no: non capiva.

E non pensi che per lui ne valga la pena?”

Sì, ma mi ci vuole tempo per abituarmi...”

E sai quale sarebbe un buon inizio per abituarti?”

Quale?”

Rispondere a quel cazzo di messaggio”

Solo dopo che le parole furono uscite a razzo dalla sua bocca, si rese conto di quello che aveva detto e con quanta rabbia l'aveva fatto. Incrociò gli occhi chiari di Adam e si aspettò di vedere indispettimento, irritazione, magari un'improvvisa collera. Invece il ragazzo, totalmente sereno, sembrò piuttosto notare qualcosa. Capì improvvisamente che Frank non stava parlando a lui, che non era realmente arrabbiato con lui.

Sei sicuro di stare bene?” domandò a bruciapelo Adam.

Non sapeva bene per quale motivo, ma Frank fu preso dal panico. Sentì il cuore pompare più forte per la paura che Adam avesse appena intuito troppo. Probabilmente se lui non avesse parlato, Adam non avrebbe mai potuto collegare tutto a Gerard, e anche se l'avesse fatto non era detto che lo rivelasse in giro. Eppure, Frank non riusciva a zittire l'irrazionale terrore che qualcuno gli leggesse dentro, capisse ciò che lui aveva nascosto con tanta fatica. Frank Iero non era mai riuscito a trovare naturale la confidenza con qualcuno, il parlare, dirsi i segreti. Non sapeva cosa volesse dire sfogarsi e questa ignoranza lo stava logorando.

Sì, certo” rispose soltanto, con l'acqua alla gola.

Frank”

Il tono di Adam suonò quasi rimbombante nelle orecchie del chitarrista. Sentire il proprio nome in quel modo, con quel tono consapevole, fu abbastanza per far crollare ogni residuo di finzione.

Frank prese a guardarsi le scarpe. “Preferirei non parlarne...”

Dicono che non faccia bene tenersi tutto dentro”

Non mi tengo tutto dentro”

I suoi occhi da cucciolo – così li definivano sempre nelle fanpage – si finsero onesti ancora una volta.

C'è qualcuno con cui puoi parlarne, quindi?”

Quando annuì, Adam lo scrutò poco convinto. Ma d'altronde, cosa avrebbe potuto fare per convincerlo a fidarsi? Si conoscevano da ventiquattr'ore.

Cosa c'è?” si stranì Frank, arrossendo leggermente per quello sguardo indagatore.

Nulla. Su, andiamo”

Per il resto del tragitto, nessuno dei due disse una parola. Il silenzio che calò era fatto di parole che si dimenavano per uscire, altre che si sbracciavano nella speranza di essere notate. Alcune sarebbero state dette solo ad un amico sincero. Altre, semplicemente erano celate al mondo intero.

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Capitolo 5
*** Esse emme esse ***


Din din!

Din din!

Din din!

Din din!

Questo ritornello andava avanti da tutta la mattina, con un ritmo snervante e spedito: ogni tre minuti netti, nella sala prove si sentiva la suoneria del telefono di Gerard. E lui ogni volta leggeva il messaggio arrivatogli, ridacchiava e batteva sui tasti del cellulare per rispondere.

Sembravano le telefonate dell'amante di Tom Buchanan dell'ora di cena, nel libro de Il grande Gatsby. Almeno fu questo il modo in cui Frank definì tra sé quella suoneria: l'insistente presenza di un ospite di troppo. Curioso che il suono in questione fosse squillante come la voce di Linz Ballato. Non poteva saperlo ovviamente, ma c'avrebbe messo la mano sul fuoco che quegli sms fossero suoi. Lo leggeva nel sorriso ridicolo e giocoso di Gerard.

Dopo il cinquantesimo sms per cui il frontman abbassava lo sguardo e smetteva di ascoltare ciò che gli veniva detto, finalmente la sua seconda mamma intervenne.

Sono a tanto così dal buttare quell'affare dalla finestra”

Gerard fulminò il fratello senza troppi convenevoli. “Falla finita Mike, eravamo in stanza insieme quando quella tipa della lavanderia ti chiamava nel cuore della notte”

E' successo nove anni fa! Ora stiamo decidendo cose importanti riguardo al video, quindi metti via il telefono”

Non posso. Mi sta finalmente raccontando di come ha rotto con Ted”

Frank crollò esasperato sul primo sgabello che trovò. Non bastava stare chiuso in una sala prove senz'aria in una giornata di svogliatezza e malumore, era anche costretto a sorbirsi l'esaltazione di Gerard nel ricevere quei messaggi.

Poi, improvvisamente, ricordò che anche lui e gli altri avevano memorizzato il numero di Linz.

 

To: Lyn-Z

Ehi Linzie, qui parla Frank :) Perdonami per questo, ma Gerard forse è troppo cortese per dirti che stiamo lavorando alla nuova canzone. Ci serve la concentrazione del nostro frontman, capisci? Non ti offendere per favore, ma abbiamo bisogno della testa bacata di Gee accesa per qualche ora...

 

Mentre rileggeva l'sms, sentì Mikey lamentarsi anche dell'attenzione che lui dava al cellulare. Frank lo zittì con uno sguardo complice, come a dirgli di fidarsi di lui.

Dopo appena un minuto, gli arrivò l'sms di risposta.

 

From: Lyn-Z

Oddio, scusatemi ragazzi :((( Non sapevo steste lavorando, mi dispiace!!! Grazie per avermelo detto Frankie, un bacione!

 

E quasi in contemporanea, il Din din! annunciò a Gerard l'ennesimo sms.

 

From: Lyn-Z

Potevi dirmelo che state lavorando!!! Io parlo tranquillamente e ci sei tu che dovresti ascoltare loro... Ci becchiamo dopo, zuccherino ;)

 

To: Lyn-Z

Come sai che sto lavorando?

 

From: Lyn-Z

Me l'ha detto Frankie. A dopo <3

 

Gerard alzò gli occhi dallo schermo e perforò la testa di Frank.

E' troppo chiederti di farti un pacco di cazzi tuoi, Frank? Mi stava raccontando di una cosa che l'ha fatta soffrire molto, non potevo abbandonarla così nel mezzo del discorso!”

Se non altro, in questo Gerard non sembrava essere come Adam: ai messaggi rispondeva. Peccato che venissero dalla persona sbagliata.

A Frank uscì una risata incredula. “Non posso credere che tu sia così paraculo. Non raccontare storie, non la stai facendo sfogare. Quattro anni fa non vedevi l'ora che Linz mandasse al diavolo Ted, stai solo godendo. Se sembri avere una fottuta dipendenza da questi sms con la tua donna, non è per fare un favore a lei, ma perché muori dalla voglia di passare ogni ora di veglia a parlare con lei”

Gerard gli si avvicinò a grandi passi quasi come se volesse pestarlo, e istintivamente Frank si alzò di scatto dallo sgabello.

Mikey piazzò le mani in mezzo ai toraci dei due.

Proprio non riuscite a capire quando avete già rotto i coglioni a sufficienza con le vostre discussioni, eh?” si intromise.

Frank era pericolosamente vicino ad accoltellare tutti sulla faccia della Terra.

Per cortesia Mikey, spiegami perché mi incolpi sempre in queste situazioni, visto che tutto quello che faccio è rispondere a questo idiota e alle sue accuse insensate”

Io vorrei solo che ogni interazione tra voi non si trasformi in un litigio” si lamentò il bassista.

Sarebbe facile, se Iero non se la prendesse per ogni stronzata”

Sarebbe facile, se Way la piantasse con le battute omofobiche”

Per la seconda volta, Frank aveva parlato senza rendersene conto. Quando qualcosa faceva scattare la sua rabbia, non aveva più il controllo delle sue parole. E non avere il controllo di qualcosa lo metteva profondamente a disagio.

Adam corrugò la fronte interrogativo, Gerard lo notò e arrossì di vergogna e rabbia.

Di che cazzo parli?”

Non credo tu voglia che lo dica adesso” sibilò Frank, fuori di sé oramai.

E di colpo il cieco furore di Gerard sembrò iniziare a riacquistare la vista. Nei suoi occhi Frank vide un certo, improvviso rammarico. Quello sguardo che lui assunse, smeraldino e innocente, gli svuotò la mente da ogni cosa.

Ti ha dato fastidio?” gli domandò Gerard pacatamente.

No Gee, mi ha dato al cazzo, è diverso!”

...”

Che c'è ora?” fece Frank, col tono di una minaccia più che di una domanda.

Gerard non la piantava di starsene lì in piedi, fermo, senza una parola. E soprattutto non la piantava di guardarlo in quel modo disarmante.

Poi, dopo svariati secondi, si sporse in avanti e allungò il braccio in un gesto troppo veloce perché Frank potesse rendersene conto. Lo afferrò per la spalla tirandolo a sé, e lo strinse in un abbraccio da orso.

Il cuore di Frank impazzì e allora poté solo nascondere il viso nel petto di Gerard, così da non far sbirciare a nessuno le pagine stampate sopra.

Gerard sapeva di dopobarba, di sapone all'arancia – il preferito di entrambi -, di caffè. Il suo odore poi, quello della sua pelle, era dolce-amaro, caldo e pieno di vitalità. Non spariva mai, nemmeno quando il frontman sudava senza ritegno per come si scatenava sul palcoscenico.

Tutto il malumore di Frank sparì in quell'istante. Non esisteva più Linz, la sera precedente era stata cancellata dalla storia della specie umana, seguita a ruota dalla notte trascorsa in bianco.

Scusami, Frankie” sussurrò il cantante. “Non scherzerei mai con cattiveria su certe cose, lo sai”

Le braccia tremanti di Frank andarono ad avvolgere la schiena dell'amico.

Lo so”

Non esisteva sbaglio o catastrofe capace di contaminare quel momento, renderlo meno perfetto.

Gerard ci teneva a lui. Ci teneva davvero...

Awww” ugiolò Adam vicino a loro.

Benvenuto nel nostro mondo, Adam” gli disse Ray. “Se non possiamo lavorare per i loro llitigi, non possiamo lavorare per le loro effusioni”

Adam scoppiò a ridere e anche Mikey si lasciò andare alle risate, nonostante l'onnipresente domanda “Cosa devo fare con questi due scemi?”.

 

 

 

To: Lyn-Z

Scusa per stamattina...

 

From: Lyn-Z

Per aver dovuto smettere di scrivermi o per non averlo fatto prima? ;)

 

To: Lyn-Z

Entrambe le cose

 

To: Lyn-Z

Ahahahahahahahah! Ti perdono, ma solo perché sei carino ;))))

 

From: Lyn-Z

Neanche tu sei male, devo ammettere...

 

To: Lyn-Z

Che c'è Way, mi stai facendo la corte?

 

To: Lyn-Z

Sei stata tu a cominciare u_u

 

From: Lyn-Z

Colpevole! Dove sei adesso?

 

To: Lyn-Z

Sto andando a prendere la mia macchina al parcheggio. Per oggi abbiamo finito

 

To: Lyn-Z

Ti va una birra?

 

From: Lyn-Z

Dimmi solo l'ora e il posto

 

To: Lyn-Z

Hudson Hotel. Tra venti minuti

 

To: Lyn-Z

Un hotel? Il TUO hotel?

 

From: Lyn-Z

Quarto piano, stanza 341.

 

Il respiro di Gerard si arrestò per un attimo.

Tutto questo stava davvero succedendo? Non stava sognando, vero?

Cercando di controllare il tremore delle mani, riprese a scrivere sulla tastiera del cellulare.

 

To: Lyn-Z

Arrivo









Lo so, lo so. Anche il mio cuore Frerard sta palpitando çWç Però c'è da dire che ho resistito per quattro capitoli prima di farli abbandonare ad una scena di tenerezza e FrerardFrerardFrerard
Frerard u_u
Questo capitolo, stranamente, si è scritto da solo. L'ho steso a mano stamattina, finito di trascrivere al computer dieci minuti fa, riletto, corretto e voilà!
Spero vi sia piaciuto ^^

V

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Capitolo 6
*** Mai prima ***


Uno squillo. Due squilli.

Rispose una voce vellutata e pungente.

Ehi, forestiero”

Scusa se non ho risposto al messaggio” disse Adam frettoloso, chiudendosi dietro le spalle la porta di casa e buttando le chiavi su un comodino dell'ingresso. “Ho avuto una giornata un po' incasinata”

E' successo qualcosa?”

Nah, solo una discussione tra i membri della band”

Parlando di cose importanti: me lo fai avere un autografo?”

Ridacchiò, crollando sulla poltrona di pelle nera. “Dopo avermi rotto le palle per settimane parlando ossessivamente di loro, non te lo meriteresti. Con tutto quello che sapevo per colpa tua, ho fatto la figura del fan esaltato quando me li hanno presentati”

Sentì quella sua squisita risata attraverso il telefono.

Non ridere scemo, è stato umiliante”

E che combinate insieme?”

Lavoriamo, cos'altro dovremmo fare?”

Sono simpatici?”

Parecchio. Soltanto Gerard sembra poco contento della mia presenza, ma forse è solo una mia impressione...”

Oddio, parli di Gerard Way, vero? Non riesco a capacitarmi che tu ce l'abbia avuto davanti e non abbia iniziato a sbavare!”

Mah... Non è male, ma ho visto di meglio”

Scherzi?! E' l'uomo più figo del mondo!”

Ehi!” berciò indignato. “Come sarebbe!?”

Geloso?”

Forse. Stavo solo pensando a quando lo dicevi di me”

Oh beh, è solo colpa tua. Sei stato tu ad andartene e lasciarmi qui con l'influenza. Mi sento solo, tu non ci sei, invece la foto di Gerard Way è sempre qui, nel mio computer...”

Puttanella”

Mi manchi”

Sospirò con un sorriso triste. “Sì, anche tu... Cosa indossi?”

Maniaco”

Dai, dimmelo”

Uhm... il pigiama”

Per pigiama intendi... i boxer?”

Un sorriso. “Tu sì che mi conosci”

Come vorrei essere lì a giocherellare con l'elastico...”

Ti stai eccitando pensando ai miei boxer, per caso?”

Pensando di abbassarteli, piuttosto. Inizio ad odiare Sacramento”

Perché?”

Perché ti tiene lontano da me...”

Oh, ma io sono lì, tesoro. La mano nei tuoi pantaloni in realtà è la mia”

Adam sfilò la mano dai jeans. “Come lo sai?”

Riuscì a sentire pienamente tutta la malizia del ghigno dall'altra parte della linea. “Ricordati che anche io conosco te, Adam”

 

 

 

Le coperte si mossero timidamente e così due corpi sudati e insoddisfatti si separarono con un certo impaccio. E quando la situazione divenne di stasi e Gerard si trovò nudo, fermo, in silenzio con accanto Linz, desiderò con ogni fibra di sé morire in quell'istante. Non riusciva a credere, per quanto si sforzasse, di avere a portata di mano il tanto sognato corpo di Linz Ballato e non sapere cosa farne.

Lei lo guardò comprensiva e affettuosa. Il che, per quanto fosse dolce da parte sua, era l'ultimo tra tutti gli sguardi che avrebbe dovuto rivolgere al suo amante dopo la fine.

Non rimuginarci sopra Gee, non è un problema” disse. “Non è la prima volta che succede, tanto che inizio a pensare di avere io qualcosa che non va...”

Gerard si alzò a sedere a infilò le dita tra i capelli. “No, tu sei perfetta. Cazzo Linz, sei il mio sogno erotico da quattro anni. Non so cosa mi prenda, non mi era mai capitato prima... Mi dispiace un casino”

E' tutto okay”

Sentì Linz dietro di lui più vicina e le sue mani calde sulla schiena.

Ora la cosa importante è che non ci pensi, perché se inizi a farne un problema, lo diventerà davvero”

Ti rendi conto di quanto abbia sognato questo momento? Hai una minima idea di tutto il tempo che ho passato ad immaginare come sarebbe stato? Dannazione, se so distinguere la voglia di una scopata dal desiderio di fare l'amore, è grazie a te”

Linz ridacchiò teneramente. “E' la cosa più dolce e perversa che mi abbiano mai detto”

Gerard l'aveva saputo sin dall'inizio: era troppo bello per essere vero. Erano bastati due giorni di riconciliazione perché Linz lo invitasse nella suite del suo albergo. Dopo un'ora riempita di fumo in una stanza chiusa, birra e chiacchiere, erano già passati ai baci e – caspita – se era stato eccitante. Eccitante quasi quanto il fiato corto di Linz nel proporre di spostarsi in camera da letto.

Tutto perfetto. Troppo bello.

Non poteva credere che esistesse sulla faccia della Terra qualcuno di tanto sfigato. E non poteva credere di essere quello sfigato.

E' meglio che vada” disse senza nemmeno rendersene conto. Scostò le coperte per scivolare fuori dal letto e riprese dal pavimento i vestiti.

Non vuoi restare stanotte?”

Due ore fa, Gerard avrebbe dato qualunque cosa per sentirsi dire una frase del genere da lei. Ma non riusciva a sostenere la propria presenza in quella stanza senza morire di vergogna.

Credimi, non è una buona idea. Non sono una bella compagnia in questi casi”

Avevi detto che non ti era mai capitato prima”

Gerard sospirò profondamente. “Intendo in un caso in cui non ottengo ciò che voglio ardentemente”

Linz si infilò una vestaglia e lo raggiunse aggirando il letto. Mentre lui era in procinto di infilarsi i pantaloni, la ragazza gli cinse il collo con le braccia.

Chiamami quando hai voglia di un secondo tentativo” sussurrò, lasciandogli il tepore di un morbido bacio sulle labbra.

Gerard non avrebbe mai smesso di baciare Linz: era come respirare per la prima volta dopo un'esistenza in apnea. Esattamente come aveva immaginato che sarebbe stato.

Dopo essersi rimesso la maglia, andò in salotto a recuperare la giacca di pelle e chiese distrattamente:

Che ore sono?”

Le 22:20” rispose Linz, dando un'occhiata all'orologio a muro.

Non è poi così tardi, si disse lui.

C'era una sola persona a cui avrebbe parlato di un problema del genere.

Ti telefono domani”

Ci conto” sorrise la ragazza, restando sullo stipite dell'ingresso, guardando Gerard allontanarsi.

 

 

 

Frank avrebbe saputo recitare ogni episodio di Lost a memoria. Lui e Gerard ne erano diventati dipendenti anni fa, così decisero di guardare insieme ogni episodio di ogni stagione fino a vomitare solo all'idea di rivederli.

La full immersion funzionò ed entrambi si liberarono da quella droga.

Per la prima volta da mesi e mesi, Frank riprese il cofanetto e sprofondò nel divano guardando quelle raccapriccianti scene. Non sapeva esattamente quale fosse il motivo. Forse per noia in una tranquilla serata di maggio, o per rivivere quello che aveva provato in altre serate guardando Lost col suo migliore amico.

Si sentì un vecchio pensionato quando guardò l'orologio e si accorse che non erano nemmeno le 23:00.

Prese il cellulare per l'ennesima volta, sapendo che l'avrebbe infilato di nuovo in tasca una volta arrivato all'opzione “Nuovo messaggio”.

Era buffo come in certi giorni sentisse il proprio cuore di pietra e fosse convinto di essere indifferente a tutto, e in altri avesse il bruciante bisogno di avere Gerard lì con sé. In giorni come questi, a volte cedeva, altre no. Fortunatamente, quando lo chiamava, Gerard pensava solo che volesse passare del tempo con un buon amico. Fortunatamente, il desiderio di Frank era troppo malato, troppo perverso e sbagliato perché qualcuno potesse sospettarne l'esistenza.

Frank non riusciva a disintossicarsi da Gerard, nemmeno con una full immersion. E l'astinenza era fuori questione, lavorando entrambi nella stessa band. Da Gerard e i suoi incantevoli occhi verdi, non c'era scampo.

Proprio nel momento in cui Frank prese abbastanza coraggio da andare oltre l'opzione “Nuovo messaggio” e cercare in rubrica il numero di Gerard, il campanello suonò.

E' indescrivibile lo stupore che provò nel trovarsi davanti proprio lui. Aprì la porta e incrociò quel viso incredibilmente bello che gli sorrideva debolmente. Che razza di scherzo del destino era questo? Magari Gerard aveva un radar nel cervello di cui nessuno sapeva nulla, e sentiva quando Frank aveva bisogno di vederlo.

Ciao” disse soltanto, allargando un poco quel sorriso adorabile.

Ehi, come sei entrato?”

Il portiere. Ormai mi conosce, mi ha aperto senza che dicessi una parola. Posso... entrare?”

Senza pensarci un istante, Frank annuì. Forse, persino con troppo trasporto: sembrò rispondere ad una proposta di matrimonio.

S-sì, certo”









Amanti della Frerard: pensavate davvero che vi abbandonassi così? Ahahahahahahah! Parlando seriamente, quando ho pubblicato lo scorso capitolo non avevo intenzione di far...andare...COSI' la serata di Gerard, mi è venuto in mente dopo. Improvvisamente mi sono messa a scrivere questa scena di totale imbarazzo pensando tipo "Ehhhhh volevi fartela, vero Gee? E invece no muahahahahahahahahahah!"
Nah, non sono sclerata.
Okay, forse un pochino.
A breve il prossimo capitolo, perché in teoria sarebbe quasi pronto: ho continuato a scrivere per altre due pagine senza rendermi conto di aver raggiunto la lunghezza giusta per pubblicare, così l'ho tagliato a metà.
Spero di avervi reso felici con questo colpo di scena.
Sempre vostra,

V

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Capitolo 7
*** Credo di averne un'idea ***


"Ma questa qua è tornata dopo sole tredici ore a rompere le scatole?!"
Eh già. Proprio così: di me non ci si libera.
Mi sono appena resa conto che in sette capitoli (per ora ventuno pagine, per intenderci) ho ricostruito un'ambientazione di appena... due giorni..? O_o Di solito in ventuno pagine faccio passare settimane! Mi faccio paura da quando ho iniziato quest fanfic. Abbiate paura anche voi.

V















Istintivamente, Gerard si mosse in quella casa come fosse la sua. Il che aveva senso, perché in certi periodi passava più tempo lì che nel proprio appartamento. Perché sapeva, senza bisogno di chiederlo, di poter contare su Frank quando si sentiva solo, o quando aveva un problema.

Indubbiamente, senza riserve, Frank Iero era una di quelle rare persone che mantenevano la promessa di non abbandonare mai un amico.

Come mai qui a quest'ora?”

Con le mani nelle tasche e il collo protetto dalle larghe spalle chiuse, Gerard si voltò verso di lui e lo guardò. A lungo.

Gee, è tutto okay?” ritentò il chitarrista.

Ho avuto un problema piuttosto... strano”

Un problema di che tipo?”

Di sesso”

Prendo lo scotch”

Con una risatina rincuorata, Gerard capì di essere libero di accomodarsi. Si sedette sul divano e solo allora notò il fermo immagine sullo schermo del televisore.

Episodio due della terza stagione: La ballerina di vetro” gongolò ad alta voce.

Nerd del cazzo” gli urlò Frank dalla cucina.

Un attimo dopo, ricomparve in salone con una bottiglia di vetro e due bicchieri. Si sedette accanto a Gerard e gli versò lo scotch con una cura quasi maniacale.

Che è successo, hanno chiuso il tuo sito porno preferito?”

Peggio”

Frank notò subito che il frontman non l'aveva mandato cordialmente al diavolo: la faccenda non doveva essere leggera. Così diventò sempre più curioso.

Linz mi aveva invitato nella sua suite, stasera”

Sperò vivamente che Gerard non avesse sentito l'immediato crack nel suo petto al suono di quelle parole. Mantenne un'espressione neutra, o almeno tentò di farlo, perché stavolta non esistevano angoli o muri per nascondere il proprio viso. Era come un'auto in fase di collaudo al suo primo scontro: l'airbag era stato abbastanza veloce a scattare?

Lo incitò a continuare: “E...?”

Gerard deglutì. “E così sono andato da lei. Abbiamo parlato come sempre, bevuto qualche birra... e poi lei mi ha baciato” si fermò un attimo, come per riprendere il fiato che un semplice ricordo gli toglieva. Bevve dal suo bicchiere freneticamente, come se lo scotch gli desse coraggio. “Ti giuro, è stato uno dei momenti più sconvolgenti e perfetti della mia vita. Quando si è avvicinata a me e ha passato lo sguardo tra i miei occhi e le mie labbra... il mio cuore si è fermato. Hai presente quando guardi in faccia una persona e ti arrendi all'idea che è quella perfetta per te, senza che tu possa fare nulla per impedirlo?”

Le labbra di Frank si strinsero, così come il suo cuore, che mandava sempre più veleno in circolo ad ogni battito.

Credo di averne un'idea, sì”

Gli occhi di Gerard erano accesi di una luce crescente. E quella luce era una pugnalata dritta al petto, per Frank.

Siamo andati in camera sua, ci siamo spogliati e...”

Il chitarrista alzò le mani a mo' di difesa. Almeno adesso aveva la scusa del pudore. “Non voglio conoscere tutti i dettagli, grazie”

Per farla breve, era tutto magnifico. Lei era bellissima, sensuale, terribilmente arrapante. Ma al dunque io non...”

Non sentendolo continuare, Frank si accigliò. “Non...?”

Non sono riuscito a...”

Si illuminò. “Oh”

Già”

Oh

Questa faccenda sembrava confondere e far vergognare enormemente Gerard. Era sbagliato, crudele, ignobile. Eppure Frank non poté impedirsi di godere come un cane.

Forse una speranza c'era. Forse Gerard non era riuscito a concludere con Linz perché...

Perché mi guardi così?”

Sbatté le palpebre per tornare alla realtà. “Ehm... Mi stavo solo chiedendo il motivo di questo... blocco

Non ne ho idea” ammise Gerard con un sospiro, e buttò giù un ampio sorso di scotch. Digrignò i denti per la dose pungente ingerita. “Lei mi piace e mi piaceva anche il modo in cui mi invitava a sbatterla sul materasso. Cosa diavolo ho che non va?”

Nulla, sei perfetto. “Ansia da prestazione, magari. Era tanto tempo che la desideravi, no?”

Ecco, questa è la cosa mi rode di più! Mi odio così tanto in questo momento, che razza di idiota devo esserle sembrato...”

Era delusa?”

E' stata molto comprensiva, a dire il vero” sospirò il più grande. Scuotendo il bicchiere di vetro, fece segno a Frank di dargli altro scotch.

Con un risolino, l'amico ubbidì. E appena Gerard ebbe a portata di mano altro alcool, ne ingerì il quantitativo datogli in un solo sorso.

Ehi! Piano, tigre. Non mi sembra così grave, sicuramente Linz ha capito”

Beata lei, perché io non ho capito un accidente”

Calò un silenzio di diversi secondi, interrotto solo dallo scotch che scorreva dalla bottiglia ai bicchieri.

Perché guardavi Lost?”

Frank si bloccò per un attimo col bicchiere accostato alle labbra. “Uhm... Non so, non avevo nulla da fare”

Ti dispiace se lo... guardo con te?”

E così lasciò andare i lati della bocca, che avevano tremato per tutto il tempo per potersi stirare in un sorriso. Senza dire nulla, prese il telecomando dal tavolino lì davanti e andò al menu del dvd.

Si misero entrambi comodi sul sofà in modo da vedere lo schermo. E Frank ricordò con piacere l'abitudine che aveva Gerard sedendosi su un qualunque divano: stendere il braccio sopra allo schienale, dietro alla nuca di chi aveva accanto. Questo gesto insignificante, dava sempre a Frank l'impressione di essere protetto da qualunque cosa. Avrebbe anche potuto prenderlo in pieno un missile: vicino a Gerard, era indistruttibile.

Ti ho mai ringraziato per tutto l'aiuto che mi hai dato in questi anni?”

Sorrise di nuovo, nel pensare che, forse, la disintossicazione poteva aspettare un altro giorno. “Figurati”

Nessuno dei due guardò l'altro.

 

 

 

Meglio che vada a casa...”

Frank si chiese distrattamente perché reggesse litri di alcool di ogni genere, ma non un paio di giri di scotch. Fortunatamente non aveva avuto occasione di berne di più: Gerard si era scolato tre quarti della bottiglia.

Gee, sei ubriaco”

Gerard tentò di alzarsi dal divano, ma senza alcun dubbio nella sua testa tutto girava troppo per poter dare un senso a ciò che aveva intorno.

Le femminucce si ubriacano con qualche bicchierino. Tu sei ubriaco, Frankie”

Io ho bevuto qualche bicchierino, tu mi hai finito lo scotch” ridacchiò Frank, strattonandolo per la maglietta per evitare che si alzasse e cascasse faccia a terra. “Non riesci a stare in piedi, figurati a guidare. Parcheggiati qui per stanotte. Ti prendo una coperta”

Con lo sguardo vitreo e la bocca semiaperta, si alzò dal divano e andò in camera da letto a prendere una trapunta. Passò davanti ad uno specchio a muro e scrutò per qualche secondo la sua faccia. Era un po' distrutta, un po' estasiata, un po' preoccupata, un po' assente. Già, era brillo.

Non l'hai presa come una battuta omofobica, vero? Eri una femminuccia anche prima di diventare gay” sentì Gerard dal salotto.

Da sobrio non avrebbe saputo spiegare perché, ma in quel momento scoppiò a ridere. Si affrettò a raggiungere di nuovo il frontman, che si era già steso sul divano. Con una premura sorprendente, lo coprì con la trapunta.

Non si diventa gay, si scopre e basta”

Gerard mugugnò qualcosa di incomprensibile e strusciò la guancia contro il cuscino del divano. Che scena indescrivibilmente tenera...

Tante persone non capiscono per anni di essere gay” aggiunse Frank, quasi come se lo dicesse più a sé stesso che a lui.

Mi sono sempre chiesto come debba essere”

Che cosa?”

Svegliarsi un giorno e dire 'Porca vacca, mi piacciono gli uomini!'”

Rise ancora. “Sono più frequenti i casi di persone che si scoprono... innamorate di qualcuno dello stesso sesso, più che attratti dal genere e basta”

E tu di chi sei innamorato, Frankie?” sghignazzò Gerard.

Per una frazione di secondo, Frank ebbe l'istinto di rispondere sinceramente. Ma sarebbe stato lo sbaglio più grande di sempre, non importava quanto avessero entrambi alzato il gomito.

Ho detto che sono casi frequenti, non che sia successo a me. Che ne sai che non mi sono svegliato un mattino e non abbia avuto la divina rivelazione che mi piace il cazzo?”

Gerard rise innocentemente. Frank avrebbe voluto registrarlo e rivedere quella scena adorabile nel prossimo momento di solitudine. Amava i momenti in cui Gerard metteva da parte il brutto carattere che tutti vedevano, e lasciava il posto ad un bambino affettuoso e consapevole di cosa contasse davvero nella sua vita. E pensare di essere una di quelle cose, riempiva d'orgoglio il cuore di Frank.

Che ore sono?”

Guardò l'orologio da polso. “Le 2:30”

Cazzo, dobbiamo svegliarci tra quattro ore...” grugnì l'altro.

Meglio fare colazione qui a casa, così avrai un aspetto lontanamente decente quando arriveremo sul set”

Le iridi smeraldine di Gerard sparirono dietro alle palpebre come un sipario chiude il palcoscenico di uno spettacolo sublime.

A malincuore, Frank si diresse in camera da letto.

Mmh...”

Buonanotte anche a te, Gee”

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Capitolo 8
*** Alle luci dell'alba ***


Erano le 6:30, quando la sveglia ricordò a Frank che Gerard dormiva nel suo salotto. Nonostante la stanchezza gli annebbiasse la vista, si alzò subito e corse a passi felpati fino all'altra stanza.

Gerard era ancora là, dove l'aveva lasciato. Russava tanto rumorosamente che Frank non aveva idea di come non avesse potuto sentirlo prima. Probabilmente l'insonnia dell'altro ieri e l'ora in cui era andato a letto la scorsa notte, avevano aiutato molto il suo sonno. Il cuscino su cui era poggiata la guancia di Gerard gli deformava il viso in una smorfia ridicola, dalla sua bocca uscivano rantolii sordi, il braccio penzolava dal divano. Eppure? Frank non avrebbe saputo nominare un uomo più bello, più adorabile, più perfettamente imperfetto.

Percorse con lo sguardo ogni centimetro , linea, curva del viso di Gerard. I suoi occhi accarezzarono quel morbido corpo, invidiati dalle mani, frementi di poter fare lo stesso.

Perché il destino era così crudele da permettere che uomini gay avessero amici tanto belli? Perché rendeva tanto facile per il mondo innamorarsi di Gerard Way?

Frank sbatté le palpebre come mani che battono per riportare qualcuno alla realtà. Oltrepassò il salotto e andò in cucina iniziando ad armeggiare con i fornelli.

Gli balenò in testa il motivo per cui Gerard era venuto lì ieri sera e, senza poterlo evitare, cominciò ad immaginare la scena nella mancata scopata con Linz. Si concesse di riderci su, solo un po', ora che Gerard non poteva vedere il suo egoistico compiacimento. A quelle risatine seguì subito un improvviso tepore all'altezza dello stomaco, quando si rese conto che Gerard era venuto proprio a casa sua. Dopo non essere riuscito a raggiungere l'intimità con una donna, era corso da lui. Aveva trovato tremendamente imbarazzante solo l'idea di restare a dormire da Linz, e cercato il rassicurante rifugio della presenza di Frank, di una notte in casa sua.

Non c'avevo pensato, notò il chitarrista.

In momenti come questi, si chiedeva come fosse possibile che Gerard non avesse ancora dichiarato apertamente di essere innamorato di lui. Non era nemmeno la prima volta che quello scorbutico bambinone gli dimostrava che lui era al primo posto.

Frank apparecchiò al tavolo della cucina con due piatti piccoli, due tazze, zucchero, caffè, pane, biscotti, latte, e qualunque cosa potesse essere utilizzata per la colazione. Versando l'interno di un uovo sulla padella, senza nemmeno accorgersene, iniziò a canticchiare. [1]

I know it's late, I know you're weary, I know your plans don't include me. Still here we are, both of us lonely, longing for shelter from all that we see... Why should we worry? No one will care... Look at the stars so far away. We've got ton-

Mmm...”

Fu interrotto da un lamento roco alle sue spalle, quindi si voltò.

Frank per favore, mi scoppia la testa...”

Trovò Gerard poggiato – anzi, abbandonato – allo stipite dell'arco che collegava il salotto e la cucina. Aveva la faccia di uno sul punto di vomitare l'anima.

Canto così male?”

Se fosse così, ti avrei cacciato a calci fuori dalla band molto tempo fa” mormorò, con le labbra che luccicavano umide nei movimenti lenti di quelle parole. “Mi rimbomba tutto nel cervello...”

Gerard non cambiava mai. Beveva spesso, volentieri e senza ritegno, e la mattina dopo sembrava sempre moribondo. Non usava imparare dai suoi errori, in altre parole.

Siediti idiota, il caffè è già lì, per le uova bastano pochi minuti” ridacchiò affettuosamente Frank.

Il cantante crollò sulla sedia e si avventò sul caffè come se fosse il nettare della vita. In realtà, tra i My Chemical Romance il caffè era il nettare della vita.

Frank lo beveva solo nero e amaro. Per questo Gerard si fermò un attimo e notò, anche nella totale confusione della sua testa, che sul tavolo c'erano zucchero e latte. Frank ricordava che lui prendeva il caffè dolce e leggermente macchiato? [2]

Fece scivolare lo sguardo fino alla figura del chitarrista, occupato a lavorare con la padella. Vide nel profilo del suo viso - ignaro di essere osservato – il pensiero disinteressato di qualcuno che conosceva veramente il suo migliore amico. Gerard non sapeva perché, ma rimase attonito: per un attimo, non seppe nemmeno cosa pensare. Perché lo confondeva così tanto un solo, insignificante gesto gentile? Non era nemmeno la prima volta che Frank faceva qualcosa di carino per lui senza alcun motivo.

Il martellare nella sua testa lo costrinse a distrarsi da quel pensiero, così si versò una quantità industriale di caffè nella tazza.

Perché cantavi We've got tonight?”

Frank si strinse nelle spalle e portò a tavola le uova all'occhio di bue. Ne servì una all'amico.

Non lo so, è stata la prima canzone che mi è venuta in mente”

Pensavo fosse per prendermi in giro” borbottò.

E allora Frank ricordò. “Ah già, il karaoke al compleanno di tua madre”

Nonostante sia stata una strega a costringermi a cantare proprio quella lagna, mi manca il karaoke. E' quasi più divertente di un concerto” ammise Gerard.

L'altro si sedette a mangiare le sue uova e si versò il caffè.

Solo che in un concerto la tua band non ti fischia contro tanto per prenderti per il culo” rise.

Siete delle merde viventi, lo dico sempre”

Per tutta risposta, Frank ammiccò e gli mandò un bacio a distanza con fare giocoso.

In un minuto, Gerard aveva spazzolato le uova nel piatto che aveva davanti.

Ti dispiace se mi faccio una doccia?”

Mi dispiacerebbe se non lo facessi, sembri essertela fatta col mio scotch”

Come mai stamattina rompi così tanto i coglioni?”

Frank fece di nuovo spallucce. “Sono di buon umore”

Risero sotto i baffi entrambi, prima che Gerard raccogliesse tutto ciò che rimaneva delle sue forze per andare in bagno.

Dopo aver ingoiato gli ultimi bocconi di uova e aver finito il caffè, Frank sparecchiò velocemente la tavola. Mentre buttava piatti, tazze e posate nel lavandino con noncuranza, sentì Gerard cantare sotto la doccia. Gli uscì un risolino, l'ennesimo di quella mattinata così limpida.

Era sempre stato spaventato dalla capacità di Gerard di cambiare il suo umore così drasticamente, come fosse niente. Eppure, in momenti come questi – totalmente di loro proprietà -, smetteva persino di importargli.

Colto dalla curiosità, si avvicinò alla sua stanza – comunicante col bagno – per ascoltare.

Accompagnato dall'eco del bagno e il sottofondo del getto d'acqua, Gerard cantava Smells like teen spirit.

Non si sarebbe mai abituato alla sua voce. Da quel punto di vista, Gerard Way era il suo cantante preferito come quello di chiunque altro tra i milioni di fan che aveva. E si sentiva sempre così fiero di essere parte della magia che Gerard riusciva a creare su un palcoscenico.

Frank si sfilò di dosso il pigiama e tirò fuori dall'armadio un paio di jeans color cenere e una maglietta rossa.

Non si accorse nemmeno che Gerard aveva smesso di canticchiare, e l'acqua di scorrere. Continuava a pensare a ieri sera...

Fu svegliato dallo scatto della porta.

Ahhh, molto megl- Ehi, mi stavi aspettando, per caso?” sentì dire da Gerard.

E appena realizzò di essere in camera da letto, in boxer, con il suo migliore amico nudo e bagnato sulla soglia della camera... si sentì svenire.

Gerard scoppiò a ridere, mentre si sfregava i capelli con l'unico asciugamano che aveva trovato in bagno. “Dovresti vedere la tua faccia, Frankie! Dai, stavo solo scherzando”

L-lo so” rantolò Frank, cercando di ricomporsi. “E' solo che... che mi stai bagnando la moquette”

Non è colpa mia se non hai rifornito il bagno di asciugamani!” disse, per poi ridere ancora: “Sei rosso come un papavero appena sbocciato”

Come negare che lo facesse impazzire vedere quel corpo perfetto senza il minimo velo e imperlato d'acqua, per giunta? Frank cercò di non fissarlo troppo per non lasciar trasparire nulla e soprattutto pregò perché non si notasse un'improvviso, leggero rigonfiamento nei suoi boxer.

Povero cucciolo imbarazzato!” lo prese in giro Gerard, per poi allargare le braccia. “Vieni qui”

Il chitarrista lo guardò stranito. “Non ci penso nemmeno”

Lui gli si avvicinò arrogante. “Avanti, si chiama abbraccio nudo e bagnato, l'ho inventato adesso!”

Stammi lontano con quel corpo flaccido”

Avanti Frankie, è per togliere l'imbarazzo!” insistette, scattando in avanti.

Frank indietreggiò ma non servì a nulla. Tentò di spingerlo via tenendolo a distanza con una mano sul suo petto, ma Gerard rispose afferrandogli il polso e tirandolo a sé, esattamente come aveva fatto ieri. Solo che stavolta non era una scena dolce e spontanea, era ridicola e fastidiosa. E – dannazione -, eccitante. Frank cercava disperatamente di respingere Gerard e far cessare quella squisita tortura, ma era tutto inutile.

Togliti dal cazzo!” urlò, quando il cantante lo intrappolò tra le braccia e il suo corpo massiccio. E, nonostante tutto, gli sfuggì una risatina. “Ti prego Gee, sei fradicio”

Ora lo sei anche tu! Così impari a non farti la doccia al mattino” sghignazzò l'amico.

L'ho fatta ieri prima che arrivassi, coglione!”

Si trovarono a ridere e bisticciare come due ragazzini. Più avanti, Frank avrebbe trovato il tutto ancora più imbarazzante di quanto non lo trovasse in quel momento. Tuttavia, non sarebbe stato capace di ricordare il momento in cui smise di pensare, e iniziò a ridere per il gusto di farlo. Quando capì che non si sarebbe liberato delle braccia di Gerard, il motivo per cui continuò a dimenarsi fu semplicemente perché così lui non avrebbe smesso di tenerlo stretto.

Almeno abbiamo ovviato al problema: sei tu il mio asciugamano, adesso”

Vaffanculo, Gee!”

Gerard incassò una gomitata dritta nello stomaco e nel farlo, le sue gambe incontrarono la panca ai piedi del letto e lui inciampò. Cadde all'indietro, sbattendo la schiena sul letto e il fondoschiena sul legno della panca. Imprecò per il dolore, ma solo dopo interi secondi di rese conto di essersi portato dietro Frank.

Il chitarrista si paralizzò lì dove si trovava: steso sopra Gerard. Mancò il fiato ad entrambi per un momento, e tutto ciò che fecero fu guardarsi negli occhi ad un palmo di distanza.

Gee”

Sì?”

Sei... arrapato”

... Anche tu”

Silenzio.

Aprirono bocca entrambi: “Il mattino” concordarono, e nello stesso momento Frank si affrettò ad alzarsi e allontanarsi il più possibile dall'istante in cui si era trovato a tanto così dal baciare Gerard.

Non sapeva dove avesse trovato la forza di volontà per evitarlo, ma non si fermò troppo a chiederselo. Pensò solo a rivestirsi e a togliersi quella fastidiosa eccitazione dal bacino.










Eccomi di nuovo a voi. Mi sentivo in vena di qualcosa senza veli oggi, così i veli li ho tolti a Gerard (a chi altrimenti?)... Contenti? :D Preciso che una buona metà di una scena del genere mi è successa veramente, ho solo voluto ridere un po' sulle cose imbarazzanti che mi accadono talvolta (sempre T-T)

Andiamo alle note:
1: La canzone in questione io la conosco grazie a Glee (
http://www.youtube.com/watch?v=athsXZUaxpg), il mio è stato un piccolo omaggio al cantante maschile, Cory Monteith, deceduto pochi giorni fa. Sob..
2: Altro riferimento a Glee (
http://fc04.deviantart.net/fs70/i/2011/038/0/c/my_coffee_order_by_chadthefab-d391jll.jpg), inizialmente involontario, me ne sono accorta dopo. Non è una sorpresa che questa serie sia sempre nei miei pensieri ohohohohohohohohoh *.*

Date voce ai vostri pensieri mi raccomando, vedo gente che segue i capitoli ma che rimane nell'ombra in silenzio u_u Fatti vedereeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!
Un bacione Frerard a tutti!

V

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Capitolo 9
*** Un altro tipo di uomo ***


Jess lasciò Adam nelle mani del costumista e la truccatrice come un assistente sociale che affida un orfano a nuovi genitori adottivi.

Come mai sono qui?” domandò il ragazzo, passando lo sguardo tra le quattro pareti della roulotte con fare spaesato.

Perché oggi iniziamo a lavorare concretamente sulla registrazione del video” rispose Jess, fiero di poterlo dire dopo una sola settimana di lavoro.

Di già?”

La canzone è quasi perfetta, meglio avvantaggiarsi la seconda parte dell'operato” disse, dandogli una pacca sulla spalla. “Conosco bene lo stile dei ragazzi, e con Gregory abbiamo selezionato alcuni vestiti che si intonerebbero bene a quello che indosseranno loro. Decidete insieme quale completo metterai nel video”

Durante questa breve spiegazione, Adam strinse la mano a Gregory, il costumista, che gli sorrise ammiccante. Quell'uomo lo guardava come se già pregustasse il piacere fisico di vedergli addosso chissà quale favoloso completo. Gran parte della troupe trattava Adam come fosse una specie di figliol prodigo, una benedizione arrivata dal cielo, la ciliegina essenziale a quella torta per essere completa. In parte questo atteggiamento lo imbarazzava, in parte lo compiaceva. Mai, in tutta la sua vita, gli era dispiaciuto essere al centro dell'attenzione, anzi: nonostante da bambino non gli fosse mai capitato, una volta provato il calore incandescente delle luci della ribalta, si era immediatamente abituato. Come se quel ragazzo fosse nato per essere illuminato dai riflettori di un palcoscenico.

Per quanto riguarda il make up” continuò Jess. “Kathline sarà il tuo genio della lampada”

Genio della lampada?”

La ragazza magrissima e bionda accanto a Gregory si esibì in un plateale inchino. “Ogni tuo desiderio è un ordine”

Adam rise incredulo. “Sul serio..?”

Jordan mi ha detto che sei un intenditore di make up, quindi ti do carta bianca. Dì a Kathline qual è il tuo stile di trucco e lei eseguirà. Si occuperà solo della tonalità giusta di fondotinta per fare in modo che le luci di scena non ti sbattano

Adam si morse il labbro inferiore, cercando di non esplodere letteralmente di gioia.

Sicuro che non stoni troppo con il modo in cui appariranno gli altri?”

Questo video serve anche a farti conoscere, o sbaglio? Devi mostrarti per ciò che vuoi essere, un domani, davanti alle telecamere di tutto il mondo”

Allora niente riuscì a trattenere il sorriso elettrizzato a trentadue denti del cantante. Jess faceva sembrare i suoi sogni così presenti, così vicini. Era come se volesse dirgli continuamente che la chiave del suo successo era dentro di lui, che non gli serviva nient'altro, nemmeno aspettare. Era tutto lì, a portata di mano, Adam era già una star agli occhi del suo regista.

Vi lascio al vostro lavoro, ragazzi”

Con questo, Jess si congedò e il ragazzo si voltò definitivamente verso i due esperti del look.

Gregory poggiò il mento tra due dita e protese le labbra in una smorfia pensierosa.

Direi di cominciare dai vestiti, gioia. Così potrai regolare il colore del make up con ciò che indosserai”

Adam sorrise di nuovo, sempre più gasato.

 

 

 

 

 

Adam?”

Mh?”

Il ragazzo rivolse uno sguardo sfuggente a Frank, poi alla spalla che aveva accostata alla sua. Le schiene di entrambi erano poggiate contro un muro del set, le braccia di entrambi erano incrociate. Guardavano entrambi dritto davanti a sé, fermi come statue, aspettando che arrivasse il momento di iniziare a girare – i tecnici erano un po' in ritardo. In ritardo di tre ore e mezza.

Se faccio un commento, mi credi se ti dico che è totalmente disinteressato?”

Spara”

Sei un gran figo col gel sui capelli”

Ancora prima di reagire a quel complimento, il cervello di Adam lanciò uno sguardo a Gerard, seduto a quattro metri da loro assieme a Ray e Mikey. Il frontman gli dava le spalle, quindi non poté vedere la sua espressione, ma scorse la sua testa scattare quasi impercettibilmente, le orecchie tendersi, la schiena irrigidirsi.

Ridacchiò divertito e finse che fosse per quello che aveva detto Frank.

Beh, grazie!”

Appena Adam era stato pronto per girare il video – vestito e truccato -, Kathline gli aveva chiesto il permesso di fare un esperimento con i capelli. E per la mezz'ora successiva, il ragazzo aveva sentito quelle dita scivolare tra le sue ciocche, ammorbidendo ogni movimento con una buona dose di gel. Kathline li aveva acconciati splendidamente: tirati su, con le punte che ondeggiavano sinuosamente all'indietro, tranne un ciuffo della frangia che gli andava davanti alla fronte. Una nuvola di lacca, ed era pronto. Era perfetto. Ora il suo viso era più limpido, più scoperto, sembrava persino più sottile.

Adam si staccò da quel muro e si diresse verso i colleghi. Trovò un rifugio poggiandosi con la mano allo schienale della sedia di Ray e parlò dopo essersi assicurato che Frank l'avesse seguito:

Ho un'amica che stasera inaugura il suo nuovo locale. Mi ha invitato, che ne dite di unirvi a me?”

Ray si grattò la nuca, sollevando la criniera di capelli ricci. “Scusa Adam, ma stasera ho un impegno”

Anche io e Mikey: cena di famiglia dai nostri genitori” sbuffò Gerard. Incrociò le braccia e crollò sullo schienale della sua sedia con una certa rassegnazione. Non gli dispiaceva affatto dire di no ad Adam, ma non sapeva se – potendo scegliere – l'avrebbe scambiato con una serata in compagnia delle opprimenti critiche di suo padre. E proprio quando pensava che l'assenza dei fratelli Way avesse appena annullato i piani di Lambert...

Io ci sto”

Frank si intromise.

Davvero?”

Certo, non ho nulla da fare!” esultò il chitarrista. “Ho veramente voglia di stare fuori”

Gerard abbassò la testa e prese a giocherellare con i fili di troppo dei jeans stracciati. E non riuscì a fermare la sua lingua.

Sicuro di volerti far vedere in giro con uno conciato così, Frank?”

Indubbiamente, Adam se l'aspettava. Ad ogni sua libera iniziativa di parola, di qualsiasi genere, Gerard rispondeva sempre con qualche battutina acida. Andava avanti così da una settimana, e ormai il suo odio era palese. Il motivo? Ancora più palese.

Hai qualcosa da dire sul mio look, Gerard?”

Quando mai ho qualcosa da dire, io?” fece lui, sarcastico.

Adam mise le braccia conserte e aprì bocca ancora: “Non nascondere la mano, se hai appena lanciato un sasso. Non è molto di classe”

E tu che ne sai della classe?”

So che non ne hai abbastanza da parlare al di fuori delle frecciatine”

Oh-oh!” esclamò Ray, come lo spettatore di un incontro di box.

Gerard scattò in piedi e si mise di fronte al più giovane. Gli occhi di smeraldo sfidarono quelli di cristallo ad una guerra all'ultimo sangue.

Okay. Se davvero lo vuoi saper-”

Ragazzi, andiamo. C'è n'è davvero bisogno?”

Gerard ignorò Mikey senza troppi complimenti: era stanco di essere zittito solo perché a lui non andavano a genio i conflitti.

Se davvero lo vuoi sapere, trovo ridicolo il modo in cui ti combini” confessò, squadrando il suo viso.

Parli del make up?” incalzò Adam, inarcando un sopracciglio. “Conosco qualcuno che tiene nell'agenda una tua foto, con tre strati di cipria che ti fanno sembrare un cadavere e gli occhi circondati di nero”

Quello era per fare scena, dovevo sembrare un uomo malato di cancro. Tu che scusa hai per truccarti regolarmente come una donna?”

Stava per rispondere, ma Gerard continuò:

Anzi, no. Dimmi, piuttosto, come tu riesca a rimediare qualcuno. Sul serio, spiegamelo: i gay di solito non vanno in cerca di... altri uomini?”

Per cui io non sarei un uomo?”

Il frontman sorrise perfido. “Anatomicamente parlando, forse. Senza offesa” disse, col tipico tono da “Voglio offenderti”.

E' divertente che tu pensi di poter essere tanto importante da offendermi, Gerard” sorrise di rimando Adam. “Io la vedo in modo più semplice: tu sei un tipo di uomo, e io un altro” [1]

L'ultima persona ad averlo detto è stata una donna” gli ricordò Frank con un risolino.

Adam sapeva di poter attaccare Gerard in molti modi: non era un uomo difficile da far scattare, la sua rabbia era perfettamente manipolabile. Eppure, per un attimo – un solo attimo – decise di lasciar stare tutte le volte che aveva mantenuto la calma e non aveva risposto alle sue provocazioni. Decise di essere crudele e di incarnare la dose.

Rivolse a Frank, alle sue spalle, un sorriso languido e complice. “Amo che tu abbia colto la citazione, Frankie”

Cosa avrebbe potuto far incazzare Gerard Way più dell'ennesima traccia di confidenza tra Frank e Adam?

Quando Jess si avvicinò a loro per chiamare tutti a lavorare, inizialmente nessuno lo notò. Solo nel momento in cui vociò un “Siamo pronti, tocca a voi”, Adam si svegliò da quella scenetta di ripicca.

Finalmente, non vedevo l'ora di cantare ancora con te” ironizzò, dando a Gerard una pacca sul braccio. Lo oltrepassò senza dire altro e senza riuscire a levarsi di dosso la soddisfazione di aver vinto quel round.










Note (anzi, notA):
1: La citazione è del film Victor Victoria, che tra parentesi io amo alla follia.

Ora che ci siamo tolti le scocciature, posso dire di essere gasatissima per questa parte della storia, perché è la prima scena che mi è venuta in mente quando ho pensato all'idea di questa crossover. In altre parole, era il momento che aspettavo ardentemente!
Ne approfitto per ringraziare le splendide anime che tolgono tempo alle loro vite per leggere ciò che scrivo çWç

V



Ci vediamo al prossimo capitolo tra 3... 2... 1...

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Capitolo 10
*** Risate, birra, long island, verità ***


Opplalà! Eccomi qui dopo il tempo di un caricamento di pagina (è pur vero che, se state usando Internet Explorer è più o meno il solito spazio di tempo tra un mio capitolo e l'altro.......)
Perché pubblico due capitoli insieme? Beh, semplice: dovevo ASSOLUTAMENTE scrivere di questa parte adesso che c'ero così vicina, e se avessi messo tutto insieme sarebbe venuto un capitolo di cinque pagine ._."
Ci vediamo alla fine del capitolo, baci!










"Tocca a me”

"Vai”

Frank rigirò il collo della bottiglia vuota tra le mani come fosse una grossa trottola e assunse per un istante un'espressione pensierosa tanto esagerata da sembrare un cartone animato.

Mmm... Raccontami della tua prima cotta”

Adam prese un lungo sorso del suo long island, prima di avere il coraggio di ripensarci.

Avevo undici anni... credo, lei si chiamava Samantha, era una mia compagna di classe. Non c'è molto da dire, ho solo creduto di essere innamorato di lei perché una notte ho sognato di abbracciarla – tutto qui, solo abbracciarla – e la mattina mi sono svegliato sporco di sperma!”

Frank scoppiò in una copiosa risata, che meritò le occhiatacce di diversa gente intorno a loro in quel locale, specialmente della gente sedutagli vicino al bancone.

E' stata la notte in cui ho raggiunto la pubertà, capisci? Quando ne sono andato a parlare con mio padre e ho capito cos'era successo, ho pensato di essere venuto per lei. Avrei potuto sognare un tostapane e credere di essermi arrapato per lui! Le sono andato dietro per mesi, finché...”

Sentendolo interrompersi, Frank lo incitò: “Finché cosa?”

Finché non ho visto Ron Clancy farsi la doccia negli spogliatoi della scuola e mi sono reso conto” s'interruppe ancora, e sospirò. “di non riuscire a smettere di guardarlo”

A undici anni!?”

Sono sempre stato molto precoce”

Altre risate. Quella serata, che ormai da quasi un'ora era fatta di questo strano gioco della verità, era piena di risate spensierate, di quelle innocenti, prese come venivano, come un mosaico della perfetta idea di divertimento.

La domanda sta a te” ricordò Frank ad Adam.

Il cantante mise le dita a piramide e cercò di recuperare con la memoria una domanda che gli era venuta in mente mentre rispondeva un attimo fa.

Voglio sapere un tuo fetish”

Oddio” rise ancora Frank, abbandonando la fronte contro la mano. “Perché le tue domande sono sempre sul sesso?”

Sono le verità più interessanti. Ora rispondi!”

Uhm... Il cibo”

Il cibo?!” fece eco Adam, strabuzzando gli occhi.

Già. Adoro i brividi che dà il gelato sulla pelle... il suono dello spruzzo di panna montata che fai cadere sullo stomaco dell'altra persona... quando ti metti a letto, ti ritrovi le lenzuola sporche di nutella e ripensi alla notte precedente... il profumo di arancia...”

Ti eccita il profumo di arancia?” sghignazzò Adam.

Non so perché” mentì Frank. “ma vado matto per il sapone all'arancia. Ora dimmi il tuo fetish!”

Lui sospirò con finta rassegnazione. “Okay, me lo sono meritato. Ma ti avverto: è parecchio strano”

Oddio, non vedo l'ora di sentirlo”

Risate, risate, sempre risate.

Adam prese coraggio e, dopo svariati secondi di suspense, lo disse: “Il glitter”

Eh?!

Hai capito bene. Ogni volta che appaio in concerto, ho il bisogno fisico di mettere glitter sui vestiti, sul viso... me ne ricoprirei, letteralmente!”

Ci volle qualche secondo prima che Frank riuscisse a non scoppiare a ridere per più di due secondi e poter prendere l'ultimo goccio di birra dalla sua bottiglia. Ne chiese un'altra distrattamente al barista e tornò a guardare Adam.

Se la cosa riguarda solo quello che ti metti addosso tu, non è un fetish, è una mania”

Anche se non resisti alla voglia di mordere e leccare le labbra del tuo Lui solo perché sono ricoperte di rossetto glitterato?” lo sfidò lui. [1]

Frank si sentì avvampare, ma pensò che probabilmente era perché stava ridendo troppo.

Ti riferisci a... quel 'Lui'? Him?”

Adam ritrasse le labbra e annuì.

Anche lui è un fanatico del make up?”

Anche più di me! Vedessi come sta bene con l'ombretto viola...” mugolò, sognante.

Il barista diede a Frank la sua quinta birra.

Qual è il soprannome più imbarazzante che ti abbiano mai dato?”

Si grattò la tempia con una smorfia indecifrabile. “Uhm... Pansy. Erano i bulli del mio liceo a chiamarmi così e per molto tempo mi ha fatto stare di merda quel soprannome”

Ma non è... il nome scritto sulla tua chitarra?”

Esatto: ho trovato un modo per ironizzare la cosa e riderci su, non trovi?”

Adam sorrise sbalordito. Al primo sguardo, Frank appariva come un tipo qualunque, un amante degli scherzi amichevoli e le battute tra amici. Conoscendolo, molti lati ben più significativi venivano fuori. Frank era una persona estremamente disponibile, un ottimo amico, un ragazzo che sapeva fare buon viso a cattivo gioco, e forte. Soprattutto forte.

Ecco la mia domanda: il nero dei tuoi capelli è... naturale?”

Adam batté una mano sul bancone. “Ma dai! Non puoi essere gay e non riconoscere una tinta per capelli, così mi deludi Frankie!”

Allora qual è il colore naturale?”

Scosse la testa crudelmente. “Niente da fare, la tua domanda l'hai fatta”

Non è giusto, era solo una parte della domanda vera e propria!”

Ridacchiò, vedendo l'amico fare storie come un ragazzino. “Okay, indovina allora”

A Frank tornò il sorriso immediatamente: amava le sfide.

Uhm, vediamo... Castano?”

Adam scosse la testa.

Biondo?”

Voglio anche la tonalità, altrimenti è troppo facile”

Biondo platino?”

No”

Bruno mogano?”

Acqua”

Allora qual è?!”

Il sorriso di Adam si fece impaziente e allusivo. “Pel di carota”

...”

Vedendo la sua faccia sbigottita, scoppiò di nuovo a ridere senza ritegno.

Stai scherzando”

No, è vero”

Oh Cristo santo!” esclamò Frank. “Non ti ci vedo minimamente”

Su quest'argomento rimasero a ridere scompostamente per minuti interi, di quegli sghignazzi che si spengono e ricominciano appena ci si guarda negli occhi. A Frank iniziò a far male la pancia e Adam per poco non cominciò a piangere.

Quando l'umorismo si esaurì e ricominciarono a bere in silenzio, Adam decise di lasciar passare ancora qualche secondo per allontanare entrambi dall'atmosfera di spirito. Allora chiese:

La mia domanda è: come fai a sopportare di stare vicino a Gerard?”

Frank non fu sorpreso di sentirglielo chiedere, dopo la discussione di quella mattina. Era scontato che Adam, per quanto si fosse sforzato di andare d'accordo con lui in quei giorni, non ne potesse più di Gerard e dell'antipatia nei suoi confronti.

Ma d'altronde, Gerard era pur sempre il suo migliore amico. Non poteva negare di trovare in lui molti pregi, a cavallo dei difetti. Così, disse solo:

E' facile, se gli si vuole bene”

Frank avrebbe sempre ricordato quell'istante - quella risposta che diede, lo sguardo che tenne senza motivo sulle proprie braccia poggiate sul bancone – come l'ultimo istante di innocenza del rapporto con Adam.

Il cantante cercò il suo sguardo e quegli occhi di cristallo scrutarono Frank con una serietà innaturale.

Non parlo dal punto di vista di chi lo odia” disse. “intendevo per chi ne è innamorato”










Unica noticina solitaria anche qui:
1: Ho voluto seguire la corrente, perché ho letto in diverse fanfic di questo amore di Adam per il glitter, così ho deciso di mettercelo anche io xD Messaggio diretto per LondonRiver16: la storia di stamattina sullo swiffer col rossetto glitterato mi ha sconcertato, perché me l'hai scritto nell'esatto momento in cui stavo per iniziare questa scena. Non te l'ho detto per non spoilerarti nulla, ma giuro che c'ho pensato da prima XD

Ok, basta con le note che mi stanno proprio QUA.
Spero che questa mia prima immagine della fanfic (ahhh quando era ancora in fasce e diceva le prime parole in carattere Constantia.... -w-) sia stata di vostro gradimento.
Ditemi che ne pensate, sono ancora più curiosa del solito!!!!
Sempre vostra,

V

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Capitolo 11
*** Inconscio ***


La risposta è no: non riesco ad aspettare. Mi diverto troppo a scrivere questa storia, e anche... se vogliamo dire le cose come stanno, adoro parlarne (scriverne) come facevo due anni fa. Quando mi ero appena innamorata dei My Chemical Romance, e loro erano ben lontani dal lasciarci. Mi fa ritrovare il sorriso, davvero ^^
 

Ne approfitto per avvertire di una cosa letta tra i capitoli di Im_Not_Okay e LondonRiver16:

http://www.change.org/en-GB/petitions/my-chemical-romance-have-one-last-world-tour-to-say-goodbye-to-their-fans#share

E' una petizione per far tornare i My Chemical Romance per UN TOUR D'ADDIO. Personalmente, per quanto li ami e li rispetti, direi che ce lo devono. Dopo aver annunciato lo scioglimento con un post su internet, non aver mai spiegato il motivo vero e aver fatto tutto così all'improvviso, senza se e senza ma... E' stata una vera delusione, qualunque fosse la ragione.

DAI, MANCA DAVVERO POCO PER ARRIVARE AL NUMERO DI FIRME VOLUTO!

 

Con questo, direi che posso lasciarvi al capitolo :D

Grazie per le recensioni e un grazie speciale a LondonRiver16, la stella che splende e veglia su di me, per aver messo la mia fanfic tra i consigli nella classifica del programma recensioni ç___ç I'm crying.

V











D-di che stai p-”

Ti prego Frank, non negarlo. Almeno con me, con chi è certo di ciò che dice: non negarlo”

Tutto il buonumore di Frank sparì all'istante. Da una parte c'era il suo cuore, che pompava di un'eco tanto forte da arrivare alle orecchie. Dall'altra, la rabbia dell'improvvisa serietà e la sicurezza di Adam.

Lo sfidò.

E come faresti ad esserne certo?”

Si vede e basta. Da come lo guardi, come gli sorridi... Ascolta, io non voglio sparare giudizi su qualcuno che non conosco bene, ma l'unica cosa che mi permetto di dire su di lui è che deve essere davvero cieco se non l'ha mai notato”

Arrossì violentemente, e distolse lo sguardo, inviperito. Dunque, era successo. La sua copertura era saltata, adesso era nudo, vulnerabile. Adam aveva letto il capitolo di troppo sul suo viso – da come guardava Gerard, da come gli sorrideva... -, e lo odiò per il modo spietato con cui l'aveva privato di tutte le sue preziose bugie. Adam non poteva capire quanto quella finzione fosse importante per lui: lo faceva andare avanti da anni, gli faceva sopportare ogni giorno anche senza l'amore di Gerard. Chi era lui, arrivato nelle loro vite da una misera settimana, per smascherarlo così, da un momento all'altro?

Perché mi stai dicendo questo?” gli chiese, con voce piatta.

Adam cercò nuovamente il suo sguardo, ma non trovò altro che rifiuto e ostilità.

So che non sono affari miei, ma è una situazione che ho già visto in prima persona, sotto diverse angolazioni. Trovo ridicolo che due parti di un accordo si evitino perché credono di non poter concludere nulla...”

Frank finalmente lo guardò, stranito e confuso. “Non ho capito una parola”

Frank”

Adam pronunciò il suo nome esattamente come quella mattina nel parcheggio, giorni fa: come qualcuno che veglia da lontano e sa già tutto del mondo in cui vive.

Anche Gerard è innamorato perso di te”

Un groppo annodò la gola di Frank e dovette sforzarsi di deglutire pesantemente – e tornare a respirare – per cacciarlo giù.

Non è vero, n-non puoi saperlo”

Adam sorrise sghembo, leggendo sul suo viso qualcosa di simile a “Dammi un morivo per avere torto”.

Credimi. E' pazzo di te” scandì. “solo che non si rende conto di essere frocio tanto quanto te e me”

Non credo...”

Vuoi dirmi che non hai mai sospettato che lo fosse?”

Frank sospirò ad occhi bassi. “... A dire il vero sì. E' il motivo per cui ho fatto coming out: fargli capire che, se fosse stato segretamente innamorato di me, avrebbe potuto dirmelo senza problemi”

E..?”

E poi è arrivata Linz” ringhiò sordo. “Ormai l'avrai capito: è la donna dei suoi sogni da anni”

Adam incrociò le braccia sopra il bancone e aggrottò le sopracciglia. “Credo che Linz lo tenga aggrappato a ciò che pensa di essere. So di cosa parlo: se non fosse stato per il sogno su Samantha, probabilmente mi sarei reso conto molto prima di essere gay. Essere concentrato su di lei mi distoglieva anche solo dal sospetto che potessero piacermi i ragazzi, capisci?”

Mettiamo che sia vero: non posso andare da lui e dirgli 'Gee, penso che tu sia innamorato di me'”

A quella considerazione, Adam si morse il labbro inferiore. “No, hai ragione. Quello di cui ha bisogno è una piccola... spintarella

Che intendi?”

E' innegabile che entrambi siate gelosi fin dentro le ossa. Tra tutti e due, è una bella gara! Tu di Linz e Gerard di... me”

Di t- eh!?

Si bloccò dal suo ragionamento e fissò Frank per capire se stesse scherzando o meno.

Non dirmi che non l'avevi notato”

N-no, io non...”

Perché credi che mi odi così tanto?”

Perché è un idiota egocentrico e vuole l'attenzione su di sé”

Gli scappò una risata secca. “Concordo, ma c'è dell'altro. Non hai visto che scatta sempre quando parlo con te? Ciò che odia più in me è che sembro piacerti, ti sto simpatico”

... Pensa ancora che stiamo flirtando”

Già”

Aspetta un attimo: quando mi hai sorriso in quel modo stamattina, mi hai chiamato Frankie... l'hai fatto apposta?!” lo accusò Frank.

Adam fece spallucce e ridacchiò vispo. “Ho apprezzato davvero che avessi riconosciuto la citazione di Victor Victoria”

Frank gli rivolse un'occhiata di rimprovero. “Volevi farlo ingelosire”

Lo ammetto: volevo colpirlo. E il modo migliore per farlo era essere carino con te. Mi aveva rotto le palle...”

Per quanto Frank fosse contrariato, e per quanto fosse disorientato per tutte quelle rivelazioni, non poteva negare che Adam avesse tutte le ragioni per voler zittire Gerard una volta per sempre.

Sospirò e gli chiese cosa avesse in mente.

Adam allora riprese il discorso che aveva interrotto:

Gerard nasconde la gelosia dietro altri possibili motivi per odiarmi. Mi considera insopportabile semplicemente perché il suo cervello sta cercando di proteggerlo: hai notato che mi insulta in modo del tutto incoerente? Ha criticato diverse cose che, in realtà, ha in comune con me. Perché sono tutte scuse! Potrei salvarlo dall'abbraccio della morte e continuerebbe a non sopportarmi”

Insomma, secondo te sarebbe un processo inconscio”

Esatto” annuì. “L'unica maniera per liberarlo dalle storie che si racconta, è fargli capire ciò che prova al livello conscio. E' geloso senza saperlo, no?”

Allora?”

Il cantante sorrise in modo ben poco innocente. “Allora la soluzione potrebbe essere dargli esattamente ciò che si aspetta”

 

 

 

Potreste passarmi il sale, per cortesia?”

Non importava che il tono fosse gentile o del tutto neutro, quando Donald Way parlava, la sua voce suonava sempre come il possente ruggito di un leone nella sua savana. Specialmente se si trovava a capotavola a scrutare ogni espressione e movimento del suo branco- cioè, della sua famiglia. Il modo in cui vegliava su tutti loro, lo sguardo di superiorità che non staccava da quello scenario nemmeno mentre mangiava, irritava Gerard fino alla voglia di strapparsi i capelli.

La saliera era esattamente davanti al suo piatto, così la prese e gliela lanciò con un movimento sciolto e leggero del polso.

Donald afferrò la saliera con entrambe le mani prima che finisse dritta tra i broccoli e il purè di patate nel suo piatto.

Gerard! Che modo è di passare il sale?!” lo rimproverò.

E' solo la forza dell'abitudine, papà” lo giustificò Mikey. “Quando mangiamo con la band e la troupe, c'è sempre qualcuno che ah bisogno di qualcosa. Così gliela tiriamo, tutto qua”

Avrebbe potuto dare la saliera a te come qualunque persona civile”

Gerard roteò gli occhi esasperato, ma non emise un fiato, sapeva che sarebbe stato del tutto inutile.

Donna Way si versò un altro goccio di vino bianco, e si rivolse ai figli, seduti di fronte a lei.

Allora ragazzi, come va il video musicale?”

Non male” rispose Mikey, ingoiando velocemente il boccone di broccoli per parlare. “Il regista sembra molto soddisfatto”

E come stanno Ray e Frank? E' tanto che non li vediamo”

Era tanto che non vedevamo nemmeno voi, a dire il vero” precisò Donald.

Chissà perché..., pensò Gerard, mentre la sua forchetta giocherellava col purè. “Stanno tutti bene” rispose invece.

In quel momento, senza saperne il motivo, gli venne in mente Frank. Sì, lui sicuramente stava alla grande. Probabilmente si stava divertendo. Perché bruciava così tanto nello stomaco il pensiero di non essere lì a sentirlo gridare per sovrastare la musica di un locale per parlare, sentire la sua risata, di essere il motivo di quella risata?

A proposito di Ray e Frank” ricapitolò Donna, assumendo improvvisamente un sorriso strano che spaventò non poco Gerard. “Sapete che giorno è martedì prossimo?”

Il maggiore degli Way strabuzzò gli occhi. Ovviamente l'aveva completamente dimenticato.

No, mamma. Se stai per proporre quello che penso, mi butto in piscina e mi annego da solo seduta stante” rantolò, terrorizzato.

Dovresti portare più rispetto a tua madre, ragazzo” lo pungolò Donald.

Lascia stare, caro. Sai che a Gee non sono mai andate a genio le mie feste di compleanno” disse comprensiva e affettuosa sua moglie. “Ciò non toglie che sono ansiosa di rivedere quei due tesori dei vostri amici”

Non sono i nostri compagni di classe o quelli con cui giochiamo in cortile, mamma” sbuffò Gerard. “Sono i nostri colleghi. Non gliene importa nulla di venire alle tue feste”

A me sembra che l'anno scorso si fosse divertiti parecchio” intervenne Mikey.

Con lentezza studiata, Gerard voltò la testa al suo fianco per fulminare il fratello.

Martedì sera alle 20:30, nel nostro giardino. Chiamatemi domani e fatemi sapere se possono venire”

Cosa poteva esserci di peggio?

Mamy, ricordi quando ti ho detto che in questo video avrebbe lavorato con noi un cantante esterno? Di recente sta passando molto tempo con noi, sarebbe carino se...”

Oh certo tesoro! Invita anche lui”

Mai, mai farsi una domanda del genere. Serviva solo ad attirare la sfiga.

Gerard afferrò il colletto della camicia di Mikey e lo attirò ad un palmo della sua espressione infuriata.

Michael James Way, tu stasera aspiri al suicidio, non è vero?” ringhiò.

Accanto a lui, Donald afferrò Mikey per una spalla e lo liberò senza problemi dalla presa del fratello.

Non fate i bambini, siamo a tavola”

Scusa, papà” mormorò Mikey, mettendosi a posto la camicia scura. “A Gee non sta particolarmente simpatico questo nuovo collega”

Donna sollevò le sopracciglia sotto la leggera frangia tinta di biondo. “Oh, come mai?”

Il bassista alzò le spalle e ricominciò a mangiare con sguardo basso. “C'è mai veramente un motivo per meritare il suo odio?”

Un motivo per meritare un pugno sui denti, però, sarebbero certi commenti” rispose a tono Gerard.

Donna allungò il braccio sulla tavola imbandita e posò una mano dolcemente su quella del primogenito.

Tuo fratello ha ragione, Gee. Se questo ragazzo sta passando molto tempo in vostra compagnia, escluderlo dall'invito sarebbe scortese”

Gerard conosceva quella sceneggiata. Usandola, sua madre l'aveva convinto a mettere un orrendo smoking per il matrimonio della zia quando aveva quindici anni, e a finire il liceo senza mandare apertamente a 'fanculo il professore di arte incapace di capire il suo talento. Riusciva sempre a spronarlo a fare la cosa giusta. Mikey aveva preso tutto da lei: dai capelli biondastri, alla miopia, al bisogno di far cessare i conflitti. Odiava tanta maturità in una sola persona, per questo non sopportava Mikey quando faceva il primo della classe. Non si sentiva libero di essere lo stronzo che non riusciva a smettere di essere, quando c'era sua madre o suo fratello nelle vicinanze.

Sai quale sarebbe la soluzione? Escludere tutti dall'invito!”

Donna sospirò e ritrasse la mano. Ma non smise di guardare il figlio con quegli occhi languidi di cui lui conosceva a memoria ogni sfumatura di amore materno.

Non potresti fare uno sforzo? Per il mio compleanno?”

Gerard fece crollare le spalle, sconfitto anche quest'anno. Storcendo le labbra sottili, annuì. Con la coda dell'occhio, fu capace di vedere un sorriso soddisfatto sul viso del fratello e un pollice all'insù rivolto alla madre.

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Capitolo 12
*** La sensualità della musica ***


Mi sono appena resa conto che questa è la scena più lunga che abbia mai scritto in questa fanfic.
Oh beh: enjoy :D











From: Adam L

Sono sotto casa tua fra due minuti esatti.

 

Nel momento in cui ricevette questo sms, Frank stava rivoltando l'appartamento come un calzino, in cerca dell'unico paio di scarpe che stesse bene con la camicia a righe che aveva comprato apposta per la serata. Cambiare look era totalmente fuori questione – non dopo aver gioito come una checca isterica per due giorni all'idea di aver comprato quella camicia -, così il messaggio di Adam l'aveva mandato nel panico. Ecco il suo ultimatum: due minuti.

Quando trovò le scarpe rosse – quelle su cui i bordi lunghi dei suoi jeans preferiti ricadevano meravigliosamente -, tirò un enorme sospiro di sollievo e si precipitò al piano di sotto. E, nonostante l'ascensore fosse guasto e le scale fossero come un percorso ad ostacoli per un trasloco in corso, quando Frank arrivò al cancello, di Adam nemmeno l'ombra.

Aspettò lì altri cinque minuti, prima di veder sfrecciare sull'asfalto una decappottabile rosso fuoco. Era troppo lontano per scorgere se quello al volante fosse Adam o un qualunque pirata della strada, ma un presentimento – più che altro un brivido di terrore - gli disse che l'auto sgargiante cercava proprio lui. Infatti, fu davvero Adam ad accostare la macchina, facendola passare da settanta chilometri orari a zero in una frazione di secondo. Si fermò esattamente davanti a Frank, sorridendo a lui invece di essere sicuro di non tamponare la macchina parcheggiatagli davanti.

Non sono ancora salito in auto e già mi sono pentito di aver accettato un passaggio da te” deglutì Frank.

Adam si allungò sul sedile anteriore e aprì la portiera.

Avanti, Giulietta. Romeo ti aspetta alla grande festa”

Con un sospiro – l'ennesimo tirato per rassegnazione, da quando avevano fatto il programma della serata – Frank si posizionò in macchina accanto ad Adam e lo fulminò.

Quindi tu chi saresti? Frate Lorenzo?”

Adam accarezzò con un gesto apparentemente ossessivo il volante, e rise. “Queste gioie violente hanno fine violenta, e muoiono nel loro trionfo. Come il fuoco e la polvere, che si distruggono al primo bacio...

Oh andiamo, non è possibile che tu conosca i versi!” imprecò Frank, sbattendo volutamente la nuca contro il poggiatesta del suo sedile.

Perché no?”

Senza offesa, ma non sembri esattamente il tipo da... teatro classico...”

Allora ti sorprenderà sapere che ho iniziato la mia carriera come attore” disse il ragazzo, girando la chiave per accendere il motore.

La macchina ripartì, in direzione di casa Way, portandosi dietro l'espressione sbalordita di Frank.

Sul serio?!”

Sul serio. Ho recitato molto anche al liceo. Proprio Romeo e Giulietta, per questo conosco l'opera a memoria. Capita che mi scordi a casa le chiavi o di fare gli auguri per il compleanno di qualcuno, ma ricordo ogni parola di qualunque spettacolo a cui abbia preso parte”

Dalle labbra di Frank scappò una risatina incredula. Sapeva che gli artisti sono spesso fuori dal comune, specialmente quelli teatrali, ma non sarebbe mai stato capace di immaginare Adam recitare la scena del balcone. Iniziava seriamente ad adorare questo suo lato imprevedibile. D'altronde, pensò che era questo che dovrebbero fare gli amici: sorprenderti.

E perché sarei io Giulietta?!”

Adam distolse lo sguardo dalla strada e fissò Frank con saccenteria.

Che c'è?”

I suoi occhi tornarono a puntare di fronte a sé, ma Frank continuò a sentire addosso quello sguardo giudicatore.

Forse perché sei tremendamente passivo”

Ma che cazzo dici?!”

Per favore, Frankie! Appena ho preso coscienza del teatrino di 'Soli amici' che portate avanti tu e Gerard, sono subito riuscito a vedere le tue chiappe strette intorno al suo-”

Ho afferrato il concetto” incalzò bruscamente Frank, arrossendo di vergogna.

Calò un silenzio di qualche minuto, interrotto solo dall'occasionale rumore delle sgommate di Adam.

Com'è possibile che tu abbia fatto tardi, se guidi come un pazzo?”

Il ragazzo lasciò andare il volante con la mano sinistra e poggiò il gomito sullo sportello dell'auto.

Perché sono uscito di casa nel momento in cui ti ho mandato l'sms”

E perché?”

Perché dobbiamo arrivare in ritardo, per assicurarci che Gerard sia già lì e ci veda arrivare insieme”

E poi?”

Poi staremo a vedere”

Non avevi detto di avere un piano?”

Ce l'ho”

E quale sarebbe?” si indispettì Frank, esasperato da tutte quelle risposte allusive.

Preferisco non dirtelo, per ora. Meglio che sembri tutto più naturale, visto che sei pericolosamente incapace di mentire”

Abbandonò la schiena contro il sedile e tirò un sospiro irritato tanto forte da sovrastare il suono della macchina che andava a razzo sulla strada.

L'importante è che, qualunque cosa io dica o faccia, tu continui a ripetere a Gerard che tra noi non c'è assolutamente nulla”

Perché?”

Perché tanto non ci crederà mai

E allora perché dovrei dirglielo?

Perché diventerà matto a furia di pensarci!” scandì Adam, come se fosse la cosa più ovvia al mondo. “Dobbiamo confonderlo, mandargli letteralmente in tilt il cervello. E' un modo per ripulirgli la mente: fidati di me, se alimentiamo la sua gelosia, prima o poi si chiederà perché gli importi così tanto”

Quindi tu... fingerai di provarci con me?”

Adam annuì senza alcun imbarazzo. “Essenzialmente parlando sì, diciamo di sì”

A Frank uscì un verso strano, che somigliava vagamente ad un risolino.

Il ragazzo inarcò un sopracciglio. “Cosa c'è?”

Ho discusso con Gerard fino alla voglia di staccargli al testa, per convincerlo che due uomini gay possono stare tranquillamente nella stessa stanza senza saltarsi addosso. Ma adesso, da questa prospettiva, se non fosse per il tuo Lui, persino io sospetterei che tu-”

Frankie Frankie Frankie Frankie” lo interruppe Adam con un tono di plateale umorismo. “Te lo dirò col cuore in mano: ti voglio bene. Sul serio, io capisco in fretta certe cose e tu sei un amico fantastico. Ma...”

Ma..?”

Alla fine Adam si rassegnò e lo disse: “Ma potrei farti un elenco di motivi per cui non potresti mai piacermi come uomo”

Frank si fermò a riflettere su quelle parole, prima di rispondere. Si rese conto che, nonostante probabilmente avrebbe dovuto sentirsi offeso, la cosa lo lasciava indifferente. No, anzi: lo sollevava. Non che avesse pensato seriamente che Adam facesse finta di corteggiarlo per corteggiarlo sul serio, ma sentirselo dire era una garanzia non da poco. In fondo, da quanto conosceva quel ragazzo? Cosa avrebbe potuto sapere delle sue intenzioni? Se solo Frank non avesse avuto il brutto vizio di fidarsi della gente...

Anche io, in un certo senso”

Inizia tu” lo sfidò Adam, e d'improvviso erano tornati al gioco della verità.

Il primo motivo tra tutti?

Sei troppo giovane per me”

Il cantante scoppiò a ridere, inaspettatamente. “Oh, ma dai! Per molti sarebbe un vantaggio, scoparsi uno più giovane”

Per me sarebbe solo imbarazzante” confessò Frank, cauto nella voce. Ma Adam non sembrava minimamente offeso. “E il tuo primo motivo?”

Preferisco i bassisti”

Cosa?! Questo è il tuo primo motivo? Vuol dire che ti scoperesti Mikey?”

Adam portò di nuovo lo sguardo su Frank, solo per un istante. “Prometti di non dirglielo?”

Te lo scoperesti?!”

Tirò un respiro profondo e col vago sentore di frustrazione, e tacque.

Frank saltò sul sedile, tanto forte fu la risata che gli uscì.

Non giudicarmi, è solo un altro dei miei fetish”

Non ti sto giudicando” sghignazzò senza ritegno. “Sto pensando alla faccia che farebbe Mikey se lo sapesse”

Ho detto che me lo ripasserei, non che lo porterei all'altare”

Ma cos'ha di così allettante?”

Era chiaro che lo stesse prendendo in giro. Eppure, Adam raccolse la sfida e provò a pensare al motivo per cui si era trovato, un paio di volte, a fissare le dita di Mikey Way sulle corde del suo basso.

Fece notare a Frank quanta gerarchia esistesse tra i membri della band: il frontman è davanti a tutti, ma il chitarrista anche viene sempre notato, perché senza di lui non si sentirebbe la melodia. Senza la batteria, niente ritmo. Ma il bassista?

Spesso rimane invisibile. Il suono del basso difficilmente si distingue dal resto della composizione musicale, così il bassista passa inosservato. Molti non si rendono conto che, senza il contributo del basso, la musica farebbe schifo” disse, con voce curiosamente piatta. “Io sono del parere che molti bassisti si siano immedesimati così tanto nel ruolo di invisibili, che non ci provano neanche più a spiccare tra gli altri. Fanno il loro lavoro e basta, senza gloria, con pochissimi riconoscimenti. Stanno in fondo alla folla, in silenzio. Per questo mi piacciono: questa caratteristica gli dà un non-so-che di misterioso, è... affascinante. Io ho un debole per i tipi così”

Frank era scioccato da quanto Adam avesse ragione. Innumerevoli volte lui e gli altri si erano chiesti perché Mikey spiccicasse una parola o due appena quando apparivano in televisione, e si esprimesse veramente soltanto in presenza esclusiva dei suoi amici. Pubblicamente, a volte Mikey avrebbe anche potuto non esistere. In quel momento Frank si chiese, con desolazione, se il mondo fosse veramente a conoscenza di quanto Mikey Way fosse straordinario.

Non crederai che io sia così profondo? C'è anche un lato perverso, in questo” sentì dire ad Adam.

Allora tornò a ridere. “Sarebbe?”

Hai mai provato a sentire le mani di un bassista su di te? Quelle dei chitarristi sono forti, ma hanno il vizio di essere veloci. A volte anche troppo veloci, per i miei gusti. Il contributo di un basso è più generale nella base musicale, quindi le dita del bassista si soffermano più sull'intensità che sulla velocità. Immagina delle dita del genere che ti toccano, dita capaci di suonarti con tanta passione che tu ti sciogli se solo ti sfiorano...”

Frank non poté non essere divertito dal tono coinvolto e nostalgico di Adam. Si chiese del tocco di quale bassista in particolare sentisse la mancanza.

Te l'ha mai detto nessuno che sei un genio perverso?”

Se avessi un dollaro per ogni volta che me l'hanno detto, Frankie...” sospirò. “Vuoi sapere cosa c'è di erotico in un cantante? Se siamo fortunati, in futuro ne godrai anche tu”

Il chitarrista alzò gli occhi al cielo, ma annuì abbastanza visibilmente perché Adam potesse notarlo.

Un cantante è fin troppo abituato ad esprimersi ogni volta che può: sono pronto a scommettere che Gerard urla come un matto mentre fa sesso. E la cosa divertente è che difficilmente farà silenzio”

Lo dici perché anche tu sei così?”

Ovviamente”

Era incredibile con quanta spontaneità Adam parlasse di certe cose. Chiacchierava tranquillamente sui propri gusti e le proprie abitudini sessuali come se fossero parte delle conversazioni di tutti i giorni. Frank non pensava male di lui per questo: non era un maniaco, era solo onesto. Considerava la sessualità come uno dei tanti, normalissimi aspetti della vita.

Non che io sia un'anima pia e pura – tutt'altro -, ma non avevo mai visto il lavoro dei musicisti in questo frangente”

Nella musica c'è più erotismo di quanto l'uomo stesso possa immaginare. Anche per questo l'amo” disse Adam, come se stesse recitando il mantra della sua esistenza. “Ricordatelo quando arriverà quel fortunato giorno per te e Gerard. Perché nel momento in cui lo avrai nudo e ansimante nel tuo letto, lui prenderà il posto di Pansy. E se sei un bravo musicista come lo sei sul palco... saprai fargli uscire esattamente il suono che desideri”












Piccola specificazione essenziale perché io continui a respirare: IO SO BENISSIMO quanto Mikey sia straordinario. Gli ho voluto fare un piccolo omaggio in questo discorso proprio perché so quale sia il suo valore, quanto sia simpatico, bello e perfetto, anche se a volte preferisce tacere davanti alle telecamere. I love Mikey <3
Purtroppo la storia dell'invisibilità dei bassisti non è farina del mio sacco, quindi vorrei ringraziare il bassista (oh ma guarda!) di mia conoscenza che mi ha messo davanti a questa realtà, a suo tempo. Ovviamente lo tengo nell'anonimato ed è difficile che lui venga a leggere qui, ma nel dubbio, lo ringrazio :3

Già, ormai è chiaro che il nostro Adam sia un genio del male, ma fidatevi: non sapete ancora quanto ;)
Ringrazio tutte le deliziose recensioni che ho trovato fin ora, ma CONTINUATE AD AUMENTARE se mi volete bene *^*

Ripropongo la petizione per il tour d'addio dei My Chemical Romance, che non fa mai male:

http://www.change.org/en-GB/petitions/my-chemical-romance-have-one-last-world-tour-to-say-goodbye-to-their-fans

Love you, guys.
V

 

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Capitolo 13
*** Le feste di casa Way ***


Niente da fare, ho iniziato a portarmi la pennetta col testo a lavoro, a scrivere nei momenti in cui non mi danno niente da fare, a tentare la sorte con un portatile mezzo rotto che si spegne di botto se si batte troppo sui tasti.
Questa storia mi sta prendendo in un modo allucinante, non so voi.
Senza ulteriori indugi, a voi il tredicesimo capitolo :D

V












Quando si era trovato da solo con Mikey in cucina per prendere gli ultimi due vassoi di vivande - sotto richiesta della madre -, Gerard si rese conto – senza particolare sorpresa – che il minore si era offerto di aiutarlo solo per poterlo interrogare. Mikey, infatti, gli chiese immediatamente se Linz fosse stata invitata alla festa.

Definitivamente, assolutamente, decisamente no. Gerard non sarebbe mai stato così spietato da condannare anche la sua Linz ad una serata del genere. Anzi, non aveva la minima intenzione di presentarla ai genitori. Se non avessero saputo della sua esistenza, non avrebbero potuto farla scappare a gambe levate da chiunque fosse imparentato con loro. Linz non sarebbe mai rimasta schiacciata sotto l'imbarazzo delle feste della signora Way e, peggio, le fredde e continue domande del signor Way.

Vuol dire che non gliela presenterai... mai?” ragionò Mikey, fissandolo incredulo attraverso la barriera della sua razionalità e dei suoi occhiali da vista.

Gerard alzò le spalle. “Quando gli arriverà l'invito per il matrimonio, afferreranno il concetto”

Trovava strano pensare, tutto d'un tratto, a cose come il matrimonio. Eppure, doveva ammettere a sé stesso che la semplice parola gli fosse passata per la testa diverse volte nell'ultima settimana. Probabilmente era ancora in preda all'euforia di aver rivisto Linz per puro caso. Gerard non era tipo da matrimonio. Ma, d'altra parte, non era nemmeno il tipo che s'innamorava.

Sospirando silenziosamente, Gerard prese l'ultimo vassoio rimasto in cucina. Un ulteriore motivo per non aver invitato Linz era il velo d'imbarazzo che non riusciva a evitare quando pensava sì, di essere innamorato di lei, ma di non averci ancora fatto sesso. E questa era una cosa inconcepibile. Essere innamorato di una donna, presentarla ai genitori e non averci ancora fatto sesso, poi, sarebbe stata una follia. Ma questo, ovviamente, non poteva dirlo a Mikey.

Facendosi spazio tra gli invitati, i due fratelli raggiunsero il giardino, dove era radunato il cibo. Tutto lo spazio era ricoperto di decorazioni, tavolini usciti da chissà dove erano sparsi per il prato, e il perimetro della piscina era circondato da lettini-sdraio.

La popolarità delle feste in casa Way si riduceva a due motivi essenziali.

La varietà di intrattenimenti e la varietà di persone a cui erano destinati. La grande piscina per chi volesse nuotare o rilassarsi sulle sdraio, l'angolo del giardino riservato al cricket, quello delle freccette, l'angolo del birra-pong, il forno a legna - dove lo zio Albert insegnava a fare la pizza a chiunque fosse interessato -, il piccolo palcoscenico in fondo al prato, l'xbox in salotto, lo spettacolo di marionette per i bambini in camera da pranzo. Tutto era finalizzato affinché qualunque invitato – di qualunque tipo o età – riuscisse a trovare qualcosa per passare il tempo. Perché Donna Way era fatta così: quando invitava qualcuno a lei caro, invitava automaticamente chiunque caro a quella persona, e così il numero di invitati finiva per triplicarsi. Quella sera, la famiglia Way si ritrovò in casa membri del country club di Donald, i genitori dei compagni di liceo di Mikey – con annessi figli -, ovviamente una larga cerchia di familiari, qualche VIP, i compagni di trekking di Donna, i suoi colleghi con le loro famiglie. E ora, grazie a Mikey e Gerard, anche rockstar. Straordinariamente, Donna era sempre riuscita a tenere sotto controllo le sue feste, senza che ragazzi ubriachi andassero a disturbare i bambini che si divertivano con le marionette, o che qualcuno distruggesse l'xbox di Mikey.

Quando Donna vide i figli arrivare in giardino, li accolse con un tenero sorriso di riconoscenza.

Ecco i miei due angeli custodi” disse, annunciandoli alle due donne con cui stava conversando vicino al tavolo delle vivande.

I due fratelli posarono al loro posto i vassoi e si rivolsero cortesi alle donne – senza bisogno di dirlo, Mikey con più convinzione del maggiore.

Vi ricordate di Mildred e Medeleine, vero ragazzi?”

Come dimenticarle? Buonasera, signore” salutò Gerard, fingendo la più convincente gioia possibile nel venire esibito dalla madre come un trofeo, esattamente come quando aveva dieci anni.

Gerard e Mikey si erano trovati davanti le gemelle Milly e Meddie continuamente, da quando ne avevano memoria. Erano state loro vicine di casa e grandi amiche di Donna. E, nonostante la costante presenza forzata di quelle due, non erano mai riusciti a trovarle simpatiche. Sarà stato per il modo eccentrico con cui entrambe si vestivano e parlavano, oppure i pizzicotti sulle guance che gli riservavano sempre da bambini.

Gerard” lo chiamò la madre. “ti dispiacerebbe andare a dire alla zia Nora che devo parlarle? Credo sia in soggiorno”

Anche quest'anno hai intenzione di ingaggiarmi come facchino personale, vero?” si lamentò lui, un po' serio, un po' per scherzo.

Dirigendosi verso il salotto e cercando il volto severo e rugoso della sorella di suo padre, Gerard rizzò le orecchie quando passò davanti all'ingresso e sentì una voce familiare appena oltre la soglia di casa.

Nome?”

Andiamo Bernie, sono Frank! Il migliore amico di tuo cugino, ti dice niente?”

Gerard fece immediatamente dietrofront e spalancò la porta d'ingresso accostata.

Il migliore amico di suo cugino è in ritardo” disse. E l'espressione allegra dipintagli in volto morì all'istante, quando visualizzò la faccia di Adam subito accanto a quella di Frank.

Adam sorrise di rimando, come se vedendolo il sorriso di Gerard si fosse allargato anziché spento, come se fosse una risposta. Lo era? Una risposta a cosa, al fastidio che gli annodava le viscere vedendoli insieme?

Scusa Gerard, è colpa mia. Dovevo passare a prendere Frank e ho fatto tardi” spiegò il ragazzino, con un velato tono compiaciuto che fece salire al cervello tutto il sangue in circolo nel corpo di Gerard.

Il frontman si fece da parte per far passare i due sulla soglia. “Prego, entrate. Bernard, vacci piano con la lista degli invitati, non sei il buttafuori di una discoteca hollywoodiana”

Il cugino lo fulminò senza dire una parola, Gerard lo ignorò volutamente e seguì Frank e Adam in casa.

Fate come se foste a casa vostra” gli disse. “Ray si è buttato a capofitto sul gioco a freccette in giardino, Mikey è in giro a leccare il culo alla mamma... E io vado a cercare mia zia: ci vediamo dopo”

Odiava l'idea di lasciarli soli, ma non sapeva come trattenere Frank e andare a stanare la zia Nora contemporaneamente. Si limitò a scervellarsi sulla miriade di motivi per cui Adam avrebbe dovuto offrirsi di dare un passaggio ad uno che conosceva la strada a memoria e con l'auto perfettamente funzionante. E perché questi, poi, avrebbe dovuto accettare?

Adam e Frank andavano a letto insieme? Oppure erano solo amici? Erano davvero amici?! Quale ipotesi spaventava di più Gerard? Cos'era successo la sera in cui Adam aveva portato Frank all'inaugurazione di quel locale, giovedì scorso? Se Frank non gliene aveva parlato, significava che aveva smesso di confidarsi con lui? L'aveva sostituito con Adam? Eppure, Gerard l'aveva sentito chiaramente prima: “Il migliore amico di tuo cugino”. Era ancora il suo migliore amico, vero?

 

 

 

Credi che abbia funzionato?”

Adam guardò assieme all'amico l'angolo della casa in cui Gerard era sparito, come se in quel punto fosse rimasta l'ombra della sua gelosia, dopodiché sogghignò in risposta a Frank:

Scherzi?! Non hai visto com'era verde di rabbia?”

Frank alzò le spalle. Non aveva notato nulla di particolare, in effetti, era accaduto tutto troppo in fretta. Nell'arco di un minuto, Gerard li aveva fatti accomodare e si era dileguato. Gli balenò persino in testa l'ipotesi che non gliene importasse nulla, o – peggio – che la presenza di Adam rendesse del tutto invivibile la loro antica amicizia. Magari Gerard non credeva valesse la pena passare il tempo con Frank, se Adam era incluso nel pacchetto. Significava, forse, che il loro legame non era poi forte come aveva sempre pensato? Eppure, Gerard aveva sentito chiaramente Frank chiamarlo “il suo migliore amico”, l'aveva persino ripetuto. Era ancora il suo migliore amico, vero?

A che pensi?” gli domandò Adam, distogliendolo da quelle domande.

Frank sbatté gli occhi per tornare alla realtà. “A quale sia il tuo piano”

Prevedibilmente, Adam non riuscì a credere che quella fosse la verità. Niente da fare: Frank non sapeva dire bugie. In ogni caso, decise di averlo smascherato fin troppe volte, e che fosse meglio non indagare.

Ora inizia una nuova fase. Tu non devi fare altro che starmi vicino. E con vicino, intendo incollato. Okay, Frank? Immagina che tutta questa gente sia un esercito di zombie, e che io sia l'unico umano rimasto con una pistola carica di colpi: dove vado io, vai tu. O anche viceversa, se ti fa piacere”

Vuol dire che non posso parlare con nessuno zombie?”

Ridacchiò. “Nah, quello sì. Possiamo stare assieme a Ray e Mikey, o con chiunque altro tu voglia, sei libero di presentarmi tutti gli altri irritanti parenti degli Way. Possiamo fare tutto ciò che vuoi, basta che tu ti arrenda ad una sola realtà: se vuoi che il piano funzioni, non devi staccarti da me per tutta la serata”

Frank faticava ad avere una vaga idea di come quella proceduta l'avrebbe aiutato con Gerard. Fissò Adam piuttosto stranito.

Fidati di me” lo incoraggiò l'altro.

Mi sarebbe più facile fidarmi se conoscessi il tuo piano”

Quello non è fidarsi, è verificare. Se ti fidi, non hai bisogno di prove. Ti prometto che entro la fine della serata, ti sarà tutto chiaro”

L'ennesimo sospiro di rassegnazione uscì dalle labbra del chitarrista. “Ecco un altro motivo per cui non funzionerebbe tra noi: sei troppo diabolico”

E tu hai troppi tatuaggi” scherzò Adam, avviandosi senza meta per la grande casa.

Come lui gli aveva detto, Frank lo seguì a ruota. “Anche tu ne hai!”

Ma tu ne sei ricoperto, Cristo santo!”

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Capitolo 14
*** Silly ménage à trois ***


Seguire Adam era più difficile di quanto Frank si aspettasse. Non perché trovasse la sua compagnia stancante, figuriamoci. Stargli dietro, quella era la parte complicata. Ogni volta che Adam gli chiedeva “Cosa ti va di fare?” e Frank rispondeva che per lui non faceva differenza, il ragazzo partiva per qualche angolo della casa a parlare con un estraneo o provare una delle attività disponibili. Chiacchierava con gente mai vista prima come se la conoscesse da tutta la vita, imparava con piacere nuovi giochi, si divertiva come un bambino.

Frank non era mai stato ad una festa assieme a lui, quindi non poteva saperlo, ma Adam Lambert era un'autentica forza della natura. Non stava fermo un attimo, non si stancava mai di fare e raccontare, appena sembrava vedere qualcosa di nuovo nella sua vita lo voleva. Voleva tutto e subito.

Cavolo, Frank si sentiva così vecchio, quando era a contatto con la spensieratezza e la freschezza di Adam. Aveva l'impressione che non sarebbe riuscito a sopravvivere nemmeno un'ora nel corpo traboccante d'energia di quel ragazzo.

Finalmente, Gerard sembrò essersi scollato di dosso gli incarichi di sua madre e fu libero di trovare “casualmente” i due mentre girava tra la folla.

Ehi, ragazzi” li salutò con una strana, finta allegria. “Vi divertite?”

Frank si alzò dal divanetto di vimini del giardino su cui erano crollati entrambi. “Ho lisciato la testa di Mikey con una freccetta e Adam ha stracciato tuo zio Albert a birra-pong. Se non è divertimento questo...”

Sarà divertente vederlo insegnare ai bambini come si prepara una pizza completamente ubriaco” commentò Gerard.

Adam riuscì a scorgere nel suo fare amichevole una sola, ossessiva preghiera: “Ditemi che vi annoiate a morte e che non siete così in sintonia come sembrate”. Non riuscì a nascondere un ghigno divertito, avendo davanti la realizzazione delle sue previsioni. E, doveva ammetterlo, far bollire Gerard nel suo stesso brodo era una prospettiva allettante, una vendetta con cui Adam stava prendendo sempre più gusto da quando si era accorto dei suoi sentimenti per Frank. Era come se avesse tra le mani una statuina di cristallo, bellissima, preziosa, dannatamente fragile. Quella statua apparteneva a Gerard, i suoi occhi verdi riflettevano continuamente lo scintillio di quelle meravigliose sfaccettature cristalline. Aveva bisogno di riavere per sé la sua statuina, che ora era in balia di Adam. Questi avrebbe potuto farla cadere e frantumarla in mille pezzi, o semplicemente portarsela via. E la paura che esattamente questo accadesse, oramai invadeva lo sguardo di Gerard Way. Se solo avesse saputo che Adam non aveva la minima intenzione di fare nulla di tutto ciò... Era questo ad essere spaventosamente divertente: Gerard non sapeva che Adam voleva solo trattenere abbastanza la statuina da fargli capire quanto ci tenesse, per poi restituirgliela senza se e senza ma. In un certo senso, si poteva dire che volesse vedere Gerard felice... dopo averlo torturato un po'.

Una voce acuta e aggraziata chiamò da lontano il frontman.

Tutti e tre si voltarono in direzione di quella voce: era una donna. Sulla cinquantina probabilmente, dai capelli biondi e il corpo slanciato. Si avvicinò posando una mano sulla spalla alta di Gerard, ma appena notò Frank si illuminò in viso.

Donna!”

Ciao Frank! Che piacere vederti, quando sei arrivato?”

I due si abbracciarono come fossero madre e figlio.

Circa tre quarti d'ora fa. Scusami, non riuscivo a trovarti da nessuna parte. Tanti auguri!”

Adam inarcò le sopracciglia. “Lei, quindi, è la festeggiata? La madre di Mikey e Gerard?”

In persona, ragazzo. E tu sei..?”

Si alzò immediatamente dal divano e le porse il palmo della mano rivolto verso l'alto. Quando lei gliela strinse, si portò la sua mano alle labbra.

Adam Lambert. E' un vero piacere conoscerla, signora Way”

Lei ritrasse la mano con una risata imbarazzata e sbalordita, e si portò al petto l'altra. “Oh tesoro, chiamami Donna, ti prego!”

Donna” annuì Adam educatamente. “Non oserei mai chiederle quanti anni compie, ma le faccio comunque i miei migliori auguri. Grazie di avermi invitato stasera”

Donna sembrava esterrefatta da tanta galanteria in un ragazzo così giovane e dall'aspetto così singolare. “Grazie a te per essere venuto” sorrise, e poi si rivolse al figlio. “Gee, gli invitati non fanno altro che chiedermi di convincerti a cantare qualcosa”

Gerard alzò gli occhi al cielo. “Lo sapevo. No mamma, non se ne parla. L'ultima volta Leonard mi ha scuoiato vivo per essermi esibito senza la sua approvazione”

Non è un'esibizione, siamo tutti amici!”

Amici con cellulari collegati a internet”

Andiamo, parlo io con Leonard come prima cosa domattina” lo pregò la madre. “L'intrattenimento è stato pagato fino alle 22:00, adesso serve il karaoke per far continuare lo spettacolo. Puoi anche fare uno dei vostri pezzi punk, una canzone triste, scatenata, quello che vuoi. Basta che canti, angelo mio”

Gerard squadrò con espressione impassibile gli occhi imploranti della madre e le sue mani, che aveva praticamente artigliate alla manica della maglietta.

Sospirò. “Non adesso, okay? Ho sbrigato i tuoi lavoretti fin ora, dammi un secondo di respiro”

E ad Adam si accese una lampadina.

Se posso” si intromise. “vorrei offrirmi. Il karaoke mette in soggezione, serve qualcuno che rompa il ghiaccio, così poi lei avrà volontari a non finire”

Donna sorrise raggiante. “Perfetto!” esultò, per poi girare i tacchi e precedere i ragazzi verso il palco.

Come se non lo facessi solo per avere l'attenzione su di te” bisbigliò Gerard alle spalle della madre, rivolgendosi ad Adam.

Il più giovane sogghignò come poco prima, senza staccare gli occhi dalla direzione dove camminava. “Dipende dall'attenzione di chi voglio solo per me” sussurrò in risposta, e subito si salvò da una replica raggiungendo Donna. “Cosa vuole che canti?”

Posso scegliere?”

E' il suo compleanno: ogni suo desiderio è un ordine”

E' possibile qualcosa di... ritmato? Vorrei convincere mio marito a schiodare i piedi da terra e ballare con me”

Adam sogghignò ancora, nel vuoto. Perfetto. “Sarà fatto”

Salito sul piccolo palco, andò dal DJ a prendere il microfono.

Cosa ti metto, capo?” chiese questo, con le dita pronte sul computer accanto alla console.

Adam tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una pennetta. “La seconda traccia, per favore” disse soltanto, afferrando il microfono come fosse la cosa più familiare al mondo.

Notò che si era radunata una piccola folla davanti al palco, la cui prima fila era occupata da Gerard, Mikey, Ray... e Frank.

Sapeva già cosa fare.

Buonasera. Sono Adam, e stasera vi farò ascoltare un pezzo su cui lavoro da un po' di tempo. Non è ancora ultimato, ma-”

Coraggio ragazzo, fallo e basta!” rise ululante qualcuno dal pubblico.

Adam rise nel microfono e annuì, facendo cenno al DJ di far partire la base.

 

 

 

Frank vide quel pazzo dare le spalle al pubblico, posizionandosi in fondo al palco. Partì una musica dal ritmo molto presente e con un che di... peccaminoso? Frank non avrebbe saputo dirlo, perché la canzone era di Adam, era originale. Eppure, aveva l'impressione che quella base preannunciasse un testo spinto. Era curioso di sentire una sua creazione, ma più di ogni altra cosa era curioso di capire il motivo del sorrisetto maligno che gli aveva visto in faccia quando si era proposto per cantare.

Il piede di Adam teneva il tempo, mentre Donna, in fondo alla folla, afferrava Donald per un braccio e lo portava in mezzo all'improvvisata pista da ballo.

Nel momento in cui Adam si portò il microfono alle labbra e iniziò a cantare, si voltò verso il pubblico.

There he goes: my baby walks so slow, sexual tic-tac-toe! Yeah, I know we both know it isn't time... But could you be m-mine?

Frank ebbe l'impressione che Adam indicasse... proprio lui.

Su quel palco si muoveva in modo osceno, eppure in qualche modo ipnotico, sempre in tempo, era come se il ritmo prendesse la sua anima e lo manovrasse.

Ciò che successe allora, fu molto veloce, tanto che quasi Frank non riuscì a percepirlo.

We'll never get too far. Just you” Adam lo indicò. “me” indicò sé stesso. “and the bar. Silly ménage à trois sometimes

Continuava a cercarlo con lo sguardo, a puntare su di lui quelle strane mosse di ballo, a dedicargli quelle parole.

Istintivamente, lo sguardo di Frank andò su Gerard, a due metri di distanza da lui. Anche da lontano, trovò l'Inferno nei suoi occhi. Non erano più verde smeraldo, erano rossi come un incendio di ferocia e – chi l'avrebbe mai detto? -, pura, palesatissima gelosia. Gerard fissava la testa di Adam come se fosse capace di perforarla con lo sguardo. Una parte di Frank era intimorita dal vedere il suo migliore amico così adirato. L'altra parte, avrebbe voluto buttargli le braccia al collo e gridargli che non c'era motivo di essere geloso. Perché Frank era suo, inscindibilmente ed eternamente suo. Ma pensò che forse era troppo presto: meglio seguire il piano di Adam, o tutti i suoi sforzi sarebbero stati vani.

Era ammirato dalla facilità con cui quel bizzarro ragazzo fingesse di volere proprio lui per uno “sciocco ménage à trois con un bar” o un “piacevole ménage à trois con un cielo stellato”.

Perché Adam aveva optato per una canzone che parlava di una botta e via, di rimorchiare, piuttosto che di una canzone che fosse una dichiarazione d'amore? Che questo, nel suo cervello diabolico, fosse un modo più efficace – parlare di sesso più che di amore platonico?

Era già passato il secondo ritornello e gran parte della canzone, quando Adam saltò letteralmente giù dal palco per avvicinarsi alla piccola folla che teneva il tempo di quell'accattivante ritmo.

Oh baby, your light's on, but your mom's not home. I'm sick of laying down alone... with this fever, fever, yeah!

Oh no, fu l'unico pensiero che oltrepassò la testa di Frank, quando si rese conto che Adam gli stava venendo incontro. La parte impaurita di lui iniziò davvero a temere che la testa di Gerard esplodesse e diventasse un vulcano e anche il compiacimento si affievolì notevolmente, quando si rese conto che metà degli invitati guardava lui e Adam.

Il ragazzo continuava ad avvicinarsi a lui a passo di danza, finché con un veloce, movimento secco, non gli si strusciò addosso, per poi allontanarsi di nuovo. Frank lo fissò sconvolto – forse aveva un po' esagerato -, ma Adam non se ne curò: ammiccò complice e concluse la sua performance.

My one and own... I wanna get you alone, give you a fever, fever! Yeah!

Sull'ultima nota, si avvicinò nuovamente a Frank, afferrando il suo polso e strattonandolo, cosicché si trovasse bloccato ad un palmo da lui.

Il chitarrista si sentì rosso fino alla punta dei capelli, per gli occhi della folla, quelli di Adam fin troppo vicini ai suoi, persino quelli di Gerard – più presenti di qualunque altra cosa al mondo. Era come se fosse stato parte della scenografia per Adam, uno dei suoi ballerini. Anche adesso, avrebbe dovuto sentirsi offeso, anzi: usato. Invece, era solo in imbarazzato, anche se divertito e impressionato dalla bravura di Adam nel dare spettacolo.

Senza alcun dubbio, era nato per rapire chiunque lo guardasse. Un carisma del genere, Frank non l'aveva mai visto.

Nello stesso momento in cui gli scappò una risatina dalle labbra, partì un applauso generale, anche da parte di chi non aveva assistito da vicino all'esibizione. A quanto pare, il pubblico non era d'accordo con Frank sull'esagerazione della performance.

Il ragazzo strinse la presa sul suo polso e si allungò in avanti, sussurrandogli all'orecchio:

Allontanami come se ti stessi facendo una proposta oscena”

Tutta la tua canzone è stata una proposta oscena” rispose, cercando di mantenere la sua espressione seria. “Non sarebbe credibile se ti respingessi adesso”

Hai ragione. Proviamo in un altro modo”

Prima che Frank potesse solo chiedersi cosa significasse, sentì la veloce e calda lingua di Adam sul lobo. Istintivamente, lo spintonò via e si passò la manica sull'orecchio freneticamente.

Coglione” sibilò, infastidito.

Adam non gli diede peso, e gli fece la linguaccia con un sorriso dispettoso. Riuscì a vedere con la coda dell'occhio Gerard a pochi metri da loro, che scattava verso di lui.

Una mano si insinuò sul petto del frontman, e Donna uscì in quel momento dalla folla.

Tesoro, tocca a te” gli disse. “Non farti pregare!”

Gerard tenne la bocca aperta a mezz'aria per alcuni istanti. Cosa fare prima, salire sul palco o spaccare la faccia a Lambert?

Passò lo sguardo tra lui, sua madre e Frank.

Va bene” annuì. “ma ad una condizione”

Senza che nessuno avesse chiesto nulla, molta della gente radunata lì intorno si zittì per ascoltarlo. Anzi, l'intero pianeta Terra sembrò essersi fermato, quando lui disse...

Voglio cantare con Frank”

Difficilmente Adam riuscì a trattenere l'ennesimo sorriso soddisfatto, dovette dare fondo a tutta la sua capacità di concentrazione. L'istante che seguì fu come un momento di silenzio in uno spettacolo teatrale, in cui si cerca disperatamente di pensare a cose deprimenti per non scoppiare a ridere. Così cercò di concentrarsi sugli occhioni di Frank, vaganti e attoniti. Ogni sua reazione in quella serata era totalmente naturale, come aveva previsto.

Io...”

Avanti, Frankie” lo incoraggiò Gerard, offrendogli la mano. “facciamo vedere a questo ragazzino come si fa un vero spettacolo”

Se solo Adam non fosse stato costretto a “restare nel personaggio”, avrebbe spinto personalmente Frank tra quelle braccia. Fortunatamente, dovette aspettare solo qualche altro secondo, prima che si decidesse da solo a prendere la mano di Gerard e farsi condurre sul palco.

Cosa ci cantate?” chiese il DJ.

Gerard rispose senza alcuna esitazione.

Never gonna leave this bed, Maroon 5”











Okay, lo ammetto: questa scena (e la prossima, ovviamente) fa molto Glee (per non dire High School Musical). E tra l'altro questo pezzo è più lungo di quanto non dovrebbe, ma dovevo assolutamente finire con questa precisazione, poi vi spiegherò perché.

Vogliatemi bene: sono quasi le 2:00, devo svegliarmi alle 8:00 e sono qui a pubblicare il capitolo.
..Nahhhh, in realtà l'ho fatto per me: sentivo il bisogno fisico di finire questa scena.
Comunque, per chi non ci fosse arrivato, la canzone cantata da Adam è Fever (
http://www.youtube.com/watch?v=0DKVGiCL7yo) e, visto che siamo in argomento, lo specifico: nel caso ci fossero altri riferimenti ai lavori di Adam o degli MCR, è improbabile che segua il filo logico degli eventi. Fever è uscita ben dopo l'inizio della carriera di Adam, era già piuttosto conosciuto all'epoca. Ma che posso farci? L'ho trovata subito perfetta per questa provocante performance xD

Un grazie (con annesso abbraccione) a tutti quelli che stanno recensendo i miei capitoli veloci come Ferrari (e chi mi ferma più ormai?)

See ya,
V

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Capitolo 15
*** Canzone da sgabello ***


So che alcuni di voi sono andati filati ad ascoltare la canzone che andranno a cantare i nostri Frankie e Gee, ma meglio che vi avverta: la versione di cui ho scritto io non è così... dinamica.

L'ho immaginata più come la cover fatta da Michael Henry e Justin Robinett: http://www.youtube.com/watch?v=8TpuRkGDh8o. Gli faccio anche pubblicità volentieri, perché amo le loro cover, questi due ragazzi sono dei geni assoluti.

Vi dico, inoltre, che per non fare confusione ho messo una cosa del tutto inutile, ma che mi andava di inserire, quindi abbiate pazienza e vogliatemi bene lo stesso: ho segnato il coro col nero, la voce di Gerard col rosso e quella di Frank col blu.

Tutto questo fa davvero troppo High School Musical.

Bando alle ciance: vi lascio al capitolo.










Never gonna leave this bed? Come mai?”

Gerard prese dalla postazione del DJ entrambi i microfoni e ne porse uno a Frank dietro di lui, con uno dei suoi sorrisi mozzafiato.

E' una delle tue canzoni preferite, no?”

Gee, lo sai che non sono un granché come cantante...” bisbigliò il più piccolo. Una parte di lui – sì, quella timorosa – avrebbe voluto che lui gli concedesse di scendere subito da quel palco e andare ad elaborare tutto ciò che era successo fino a quel momento – era ancora alquanto frastornato. La parte di lui che reagiva esclusivamente a ciò che Gerard faceva, pregava perché lui non smettesse mai di guardarlo in quel modo.

Gli occhi di Gerard erano strani, molto strani. Era come se, tutto d'un tratto, si trovassero in una commedia romantica per adolescenti. Come se stesse cercando di attirare l'attenzione di Frank, di conquistarlo quasi.

Di conquistarlo?

Sul serio?

No, non è possibile...

Oppure lo era?

Frank si sentì andare in iperventilazione.

Vide di sfuggita Gerard prendere due sgabelli di legno e metterli al centro del palco, uno accanto all'altro.

Solo in quel momento Frank lo ricordò, e sorrise nel farlo. Never gonna leave this bed era quella che Gerard aveva sempre definito “una canzone da sgabello”. Era una di quelle canzoni che andavano trattate bene, con cautela, come una cosa preziosa, vissuta nel modo giusto mentre la si cantava. Una così emozionante da dover essere cantata su uno sgabello, per darle le giuste, solide basi.

Seduto come su un trespolo, Frank si schiarì la gola e coprì il microfono col palmo della mano, per poter chiedere a Gerard:

C-come ce la dividiamo?”

Il cantante parve deglutire bene per essere sicuro di non avere la gola secca.

Seguimi nel primo testo, io seguo te nel secondo, facciamo insieme i ritornelli... e ti lascio il canone principale della parte finale”

Frank sbatté le palpebre diverse volte, in segno di nervosismo.

Smettila di preoccuparti, andrà bene” gli assicurò Gerard.

Facile per te, hai cantato di fronte a migliaia di persone”

E tu hai suonato di fronte a migliaia di persone”

Non avrei mai osato, se non fossi stato sicuro della mia bravura co-”

Gerard lo zittì facendo cenno al DJ di attaccare la base, per poi rivolgere all'amico un sorriso sornione. Frank gli trafisse la testa con un'occhiataccia. Quella sera, si sentiva manipolato, continuamente e da tutti. Sembrava che a quella festa la sua opinione non contasse nulla: veniva manovrato e ammutolito ogni due per tre.

Doveva ammettere, tuttavia, che essere manovrato da Gerard era un'idea piuttosto allettante. Inutile raccontarsi storie: l'avrebbe seguito in capo al mondo, avrebbe fatto qualunque cosa, purché glielo chiedesse con quel sorriso vispo e candido.

Nel più totale panico, allungò lo sguardo fino ad Adam, tra il pubblico. Sapeva che era ridicolo pensarlo... ma dopo tutti i modi con cui l'aveva lasciato a bocca aperta quella sera, sperava che quel ragazzo avesse un asso nella manica, un coniglio nel cappello, qualcosa per salvarlo da quella situazione. Invece, quando Adam incrociò i suoi occhi spaventati, alzò il pollice in segno di incoraggiamento. Sembrava quasi... che se lo aspettasse.

Davvero era ciò che voleva ottenere? L'aveva programmato? Ma perché mai? Si trattava solo di una canzone, non di una proposta di matrimonio.

Ancora prima che Frank se ne rendesse conto, Gerard aveva attaccato a cantare.

You push me. I don't have the...

Strength to...

Resist or...

Control you

Take me down... Take me down

Se Frank non avesse lavorato con un cantante professionista per anni, non avrebbe nemmeno saputo cosa volesse dire “stare dietro” a qualcuno in un duetto. Tutto ciò che doveva fare nel primo testo della canzone – tutto ciò che precedeva il primo ritornello – era unirsi a Gerard per cantare a metà di ogni frase, o quasi. Era pur sempre un'improvvisazione, non era granché importante quando e se accompagnava la voce principale.

Per questo, probabilmente nessuno lo notò, quando Frank incrociò gli occhi di Gerard e gli uscì dalle labbra l'intera frase:

But do I deserve this? You make me so nervous...

Le loro due voci scivolarono nel ritornello, come fosse la cosa più spontanea e familiare di entrambe. Come se fossero state create per questo, come se lo facessero da sempre. Le labbra di Gerard e Frank si muovevano morbide e sinuose in una perfetta sincronia, in una specie di bacio senza contatto.

Dopo quel primo ritornello, Frank si sentiva abbastanza fiducioso nella propria voce da condurre la musica, e lasciare che fosse Gerard a seguire lui.

So come here and never leave...

This place

Ti prego Gee, non guardarmi così...
Era così imbarazzato e – cavolo – emozionato che non poté sostenere lo sguardo di Gerard, quando dovette intonare:

Perfection of your face slows me down... Slows me down

Eppure, non riusciva nemmeno a smettere di sorridere.

Wake you up in the middle of the night to say 'I will never walk away again, I'm never gonna leave this bed'.You say 'Go, it isn't working', and I say 'No, it is perfect'. So I stay and stand... I'm never gonna leave this bed

Per quei tre minuti, per il tempo di quella performance, non esistette nessuno nell'universo al di fuori di Frank Iero e Gerard Way. Nemmeno il DJ che controllava il computer su cui era impostata la base musicale, nemmeno Adam - che vegliava su di loro, lì per assicurarsi che niente e nessuno gli portasse via quei tre minuti. Quel momento, quella canzone, quella sintonia apparteneva a loro e solo a loro.

Take it, take it all, take all that I have...

I'm never gonna leave this bed...

Take it, take it all, take all that I have...

I'm never gonna leave this bed

 

 

 

Nell'istante in cui si trovò senza più parole cantate da pronunciare, nella gola di Gerard si ammassarono altre parole, parole che non conosceva, come se non fossero sue. Sentiva di dover dire qualcosa, voleva dire qualcosa. La felicità negli occhi di Frank meritava e pretendeva una risposta, una spiegazione, un qualcosa qualunque. No, anzi: un qualcosa di specifico, le parole che ostruivano la gola di Gerard. Se solo fosse riuscito a capire - nella frenesia di quell'istante - cosa fosse che, nel più profondo di sé stesso, aveva bisogno di dire...

Un applauso caloroso fece schiodare la sua attenzione dagli occhi chiari di Frank.

Sua madre, naturalmente, era davanti al resto del pubblico a battere le mani sopra alla testa. Dopo un inchino appena accennato, i due riconsegnarono i microfoni e scesero dal palco.

La prima ad arrivare a loro fu Donna. Usò entrambe le braccia per stringerli forte, ringraziandoli per la bellissima scena.

Col collo della madre di Gerard tra loro, i due si fecero l'occhiolino a vicenda.

Devo ammetterlo” irruppe Adam con la sua voce ad annunciarsi. “è stato notevole”

Gerard sciolse l'abbraccio con sua madre e fissò il ragazzo con soddisfazione ma diffidenza, come se si aspettasse un “Ma”. Invece, quello sembrava un vero complimento. Un complimento senza riserve da quell'arrogante reginetta di bellezza: impressionante.

Donna tirò suo figlio dal braccio. “Vieni, Gee. Voglio presentare ai miei amici il mio adorabile usignolo”

Quasi in contemporanea, Adam afferrò Frank, con tutta l'aria di volerlo allontanare da Gerard.

Ho promesso a una certa Nina di fare una partita a Mortal Kombat con lei. Mi accompagni, Frankie?”

Frank passò lo sguardo tra lui e Gerard. Aveva qualcosa di strano negli occhi, sembrava confuso.

Ehm... Certo...”

Un ago di metallo punzecchiò qualcosa all'altezza del petto di Gerard. Non sapeva cosa diavolo gli stesse prendendo all'improvviso, ma il suo istinto voleva che lui rubasse Frank dalle grinfie di Adam e lo trattenesse a sé. Sentiva di aver lasciato qualcosa in sospeso: le parole che non conosceva e non riusciva a tirare fuori.

Donna lo portò via rivolgendo agli altri due uno sfuggente “A dopo, ragazzi”, e l'ultima cosa che lui vide di Frank fu il braccio di Adam che gli avvolgeva le spalle e lo spingeva dalla parte opposta.

Dopo essere tornato alla soglia della porta sul retro di casa Way, Adam si guardò indietro per controllare se Gerard fosse ancora visibile. Era sparito tra gli invitati assieme alla madre. Solo allora lasciò andare Frank, liberandolo dalla stretta intorno alle sue spalle. Non fece in tempo ad interrompere il contatto con lui, che se lo ritrovò addosso: Frank gli buttò le braccia al collo a tradimento.

Ehi! Cosa c'è?” rise sbalordito.

Grazie” mormorò Frank, battendogli la mano sulla schiena e staccandosi quasi subito da lui.

Adam non gli avrebbe mai e poi mai risparmiato un'espressione di rinfaccio e finto rimprovero.

Ah, grazie? Pensavo di essere un coglione”

Lo sei. Ma sei anche un genio. Come facevi a sapere che Gerard mi avrebbe chiesto di cantare con lui?”

Il ragazzo gli fece segno di seguirlo dentro casa, in un angolo tranquillo. Si stanziarono sulla scalinata che portava al piano superiore e allora Adam gli spiegò tutto.

Agli occhi di Gerard, tutto questo si è appena trasformato in una guerra per il tuo cuore. Un duetto romantico è la cosa più ovvia per conquistare qualcuno attraverso la musica, lo so anche io. Ho deciso di proposito di optare per un assolo scottante”

... Così a lui sarebbe rimasta l'alternativa vincente”

Esattamente” annuì. “Quello che ha fatto infuriare Gerard, senza dubbio, è stato vedere che per me saresti stato niente più di un divertimento. Era quello il messaggio della canzone, no? Spero di essere riuscito a farlo riflettere su cosa sei per lui, invece...”

Sei stato fantastico. E la tua canzone è davvero mitica”

Sorriso soddisfatto, ma non disse nulla che facesse intendere che era perfettamente consapevole di essere bravo. “Grazie Frankie... Ma, pensandoci, avrei potuto evitare di avvolgerti il lobo dell'orecchio con-”

Sì, avresti potuto” sorrise sarcastico Frank. “Sembrava che Gerard volesse sfondarti il naso”

Probabilmente l'avrebbe fatto. Non è stata una mossa furba”

Ed è stato imbarazzante, mi sono sentito un oggetto di scena. Non sono la tua troietta, Lambert”

Adam scoppiò in una fragorosa risata e scompigliò i capelli di Frank con la mano.

Oh Frankie, non hai ancora capito che io sono la tua?”

Le loro risate si mescolarono e confusero tra loro, riempiendo le orecchie di entrambi. Era così ingenuo, genuino il loro rapporto, eppure contorto. L'amicizia che condividevano era bizzarra: com'era iniziata, il motivo per cui per cui era stata approfondita fino a quel punto... Negli ultimi giorni, spesso Frank si era fermato a chiedersi cosa sarebbe successo se Jess avesse chiamato qualcun altro per cantare insieme a Gerard in quel nuovo video. Ogni speranza di Frank per avere Gerard sarebbe andata in fumo, e – non meno importante – non avrebbe mai conosciuto Adam. Conosciuto per il puro gusto di farlo, conoscerlo come amico.

E Adam Lambert era una di quelle persone che devono essere conosciute, che riempiono le vite come l'acqua riempie i vasi.

Hai visto che le mie idee funzionano, o sbaglio?” lo interrogò il ragazzo.

Frank si sentì come se stesse per fare un patto col diavolo. E se quella di Adam fosse stata solo fortuna?

Nonostante tutti i dubbi e i timori che gli stavano montando in petto, annuì senza pensare.

Ora hai verificato che so quello che faccio”

Credo di sì...”

Farai quel che ti dico senza dubitare più di me?”

Frank deglutì.

Lo prendo come un sì” concluse il ragazzo, con una faccia compiaciuta che niente sarebbe riuscito a togliergli, nemmeno le stronzate di Gerard Way.











Forse forse Gerard inizia a farsi qualche domanda, eh? Siete contenti? Fatemelo sapere in una recensione, mi raccomando!

Ho deciso di iniziare a inserire immagini Frerard nei capitoli, tanto perché sono la cosa più bella del mondo.
T'oh:




E dai.... insomma..... non sono perfetti? ç____ç

Basta scleri per oggi.
Vi voglio bene,


V

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Capitolo 16
*** Sorriso sognante ***


Più ci si avvicinava alla mezzanotte, più bicchieri pieni di alcol si vedevano in giro. Sembrava davvero impossibile che nessuno fosse ancora uscito di testa rompendo qualcosa o dicendo una parola di troppo alla persona sbagliata. Le feste organizzate da Donna Way erano come fuori dal mondo, con alcolici, gente di ogni tipo e niente danni. E nella testa dei sobri martellava sempre la domanda “Ma come diavolo fa?”.

E in mezzo a quel caos calmo, su una delle due poltrone del soggiorno, Adam Lambert lacrimava dalle risate.

Aspetta, aspetta, fammi capire... Lui ti ha tirato sul letto e sei finito sopra il suo corpo?”

Le gote di Frank si arrossarono tutto d'un tratto. “Non mi ha tirato, è inciampato mentre mi abbracciava”

Ma era nudo”

Già”

E tu anche”

Ero in boxer”

E gliel'hai sentito duro”

Frank si morse il labbro, ma cercò di non farlo fino a sentire sulla punta della lingua un sapore di metallo e sale, come quando aveva ripensato a quella mattina in momenti di solitudine.

Oh Gesù Cristo onnipotente, mi sento male!”

Adam si stava letteralmente piegando in due dalle risate. Con scatti quasi regolari, passava dal mettersi la testa tra le ginocchia allo stendersi su quella poltrona. E rideva, rideva come mai in vita sua.

Non avevo capito che la situazione fosse così disperata! Non dovrebbe nemmeno esserci bisogno del mio aiuto: come fa a non capire di essere gay dopo aver avuto un'erezione in bella vista piazzata sotto di te?!”

Frank rispose scuotendo lentamente il capo e stringendosi nelle spalle allo stesso tempo.

E come mai era a casa tua quella notte?”

Stava per rispondere, ma si ammutolì subito.

Cosa c'è?”

Non posso dirtelo” mormorò infine, rammaricato. “E' venuto da me per un... problema confidenziale. Non sarebbe giusto se ne parlassi a qualcuno”

Ad un'aria stupita, seguì subito un sorriso sghembo e comprensivo sul viso di Adam. “Quel figlio di puttana è davvero fortunato”

Frank non poté che ricambiare il sorriso, lusingato per l'idea che l'amico aveva di lui. In realtà, non si era mai considerato nulla di speciale. Per Gerard, non faceva nulla più di quanto non desiderasse ardentemente fare. E ciò che desiderava era essere un buon amico per lui, il suo confidente, una persona di cui Gerard si sarebbe potuto fidare senza battere ciglio. Desiderava essere sempre migliore, per l'uomo di cui era innamorato.

Una vibrazione piuttosto rumorosa interruppe quei pensieri e quella conversazione. Adam tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il cellulare e si morse il labbro inferiore leggendo sullo schermo.

E' Lui?” intuì Frank.

Il ragazzo annuì, fissando il telefono vibrante.

Rispondi, prima che ti prenda a schiaffi” gli intimò scherzosamente.

Adam fece una smorfia divertita e accostò il cellulare all'orecchio.

Ehi, piccolo?”

Il sorriso di Frank si allargò. Con il mento appoggiato ai pugni uniti e i gomiti sulle ginocchia, si mise a osservare la scena che aveva davanti. Osservò lo sguardo di Adam che vagava come se cercasse la persona di cui sentiva la voce nel telefono, i denti che continuavano a mordicchiare le labbra ogni volta che non parlava, l'impossibilità del suo corpo di stare fermo nella stessa posizione per più di quattro secondi. E improvvisamente Frank poté dire di essere sicuro al cento percento che Adam non gli stesse sul serio facendo la corte: a lui non aveva mai sorriso in quel modo sognante, imbarazzantemente tenero. Anzi, a nessuno aveva mai sorriso così, eppure sembrava la cosa più naturale che gli si potesse vedere addosso, come se quel sorriso fosse il suo vestito preferito.

Come ti senti?” domandò Adam al suo Lui. “Sai già quando ti dimetteranno?”

Frank si accigliò. Him era in ospedale?

Va' a dormire adesso, devi riposare... Ti chiamo domani, okay?” un attimo di silenzio, e una risatina. “Sì, promesso”

Quando Adam allontanò il cellulare dalla tempia e rimase solo con le labbra accostate ad esso, sussurrò un suadente e roco “Sogni d'oro, TJ”, come se quella morbida bocca si trovasse proprio a contatto con l'orecchio del diretto interessato. Frank poté giurare di riuscire a sentire il fremito lungo la schiena di questo TJ.

Adam attaccò il telefono e solo allora notò il sorriso sornione di Frank.

Alzò le spalle. “Che c'è?”

L'altro assunse un'espressione di plateale dolcezza. “Quanto sei tenero!”

Tenero quanto un pescecane”

Alzò gli occhi al cielo. Certo: il Latin Lover aveva una reputazione da difendere.

Mi è venuto in mente che abbiamo passato gli ultimi giorni a parlare solo di Gerard. Perché non mi parli un po' del tuo Lui?”

Adam lo scrutò spaesato, e Frank ebbe persino l'impressione che fosse arrossito. “Cosa vuoi sapere?”

Per la prima volta da quando si erano conosciuti, fu Frank a guardare lui con un ghigno quasi malefico.

Ogni cosa”

 

 

 

Adam era appena uscito dalla finale di American Idol, quando gli chiesero di esibirsi ai Music Awards del 2009. Non molto tempo prima lui e Jordan avevano messo insieme qualche bravo musicista per accompagnare la sua voce, ma Adam non aveva avuto granché occasioni per fare conoscenza con la sua nuova band.

Confessò a Frank, con non poco imbarazzo, di essere stato piuttosto nervoso per quell'esibizione e di aver tentato di rilassarsi con qualche drink. Con tutta evidenza aveva esagerato, e quando salì sul palco si trovò travolto dall'euforia, l'adrenalina, la perdita istantanea di ogni inibizione. Su quel palco, fu ancora più scatenato e scioccante di quanto non avrebbe dovuto essere. Abbastanza da stampare un bacio al suo bassista senza alcuna ragione particolare.

Una volta sceso dal palco si scusò col ragazzo, gli chiese se quel gesto improvviso gli avesse dato fastidio.

Ricordava ancora le esatte parole della sua risposta.

Nah, non troppo. Dovremmo rifarlo qualche volta”

Probabilmente fu il momento in cui quel ragazzino lo disse - strizzandogli l'occhio da dietro il ciuffo biondo platino -, che Adam capì di aver perso la testa per lui. Non che non avesse conosciuto altri tipi intraprendenti a Los Angeles. Ma quello là aveva qualcosa di strano nell'atteggiamento, qualcosa di speciale che non riusciva a definire pienamente.

Il suo nome era Thomas, Tommy Joe per gli amici.

Passarono altre tre settimane prima che Adam trovasse il coraggio di chiedergli di uscire. A Frank disse di aver sempre avuto il coraggio, ma di non capire i segnali che il ragazzo gli lanciava quando erano a lavoro – Frank non ci credette nemmeno un po'.

I loro appuntamenti si trasformarono in una gara di resistenza contro il tempo: quanto potevano restare fuori senza che qualcuno proponesse di andare a casa e farsi una sana scopata? Il loro problema era un'innegabile tensione sessuale . Si trovavano irresistibilmente seducenti a vicenda, qualunque cosa stessero facendo. Uscirono dalle sale di diversi cinema lasciando i film a metà, e consumarono decine di cene tanto velocemente da rischiare di strozzarsi - senza dolce o caffè, solo il conto e poi dritti in camera. Il loro record? Un'ora e mezza.

Non che Adam avesse problemi a basare una relazione sul sesso – tutt'altro -, ma era addirittura imbarazzato dalla propria incapacità di controllarsi. Perché Tommy aveva un effetto simile su di lui?

Forse perché è bello?” ipotizzò Frank. “Lo è?”

Adam serrò gli occhi per un istante, come per sforzarsi di non cadere a capofitto e perdersi nel buco nero di un ricordo. “Non immagini nemmeno quanto

Tommy Joe non era solo questo. Il suo fascino sbarazzino - a volte quasi femminile - mozzava il fiato. Il suo temperamento ribelle istigava a volerlo domare, a insegnargli a non rispondere mai a tono ad Adam Lambert – e la cosa più eccitante era la difficoltà con cui sembrava impararlo. La sua voce era calda, agrodolce, intrigante come un perfetto assolo di batteria. Le sue mani erano pallide, morbide e bellissime – ora Frank capiva a quale bassista Adam si riferisse. E poi c'erano i suoi occhi... Perfidi quando ne avevano l'occasione, dolci quando gli conveniva.

Non ci volle molto prima che ad Adam iniziasse a piacere un po' troppo tutto questo. Troppo per stare lontano da Tommy Joe più di quattro ore. I loro corpi insieme aderivano così bene, così spontaneamente – come le tessere di un puzzle –, che per Adam divenne una vera dipendenza. Col tempo, smise di provare a battere il record di quell'ora e mezza.

Ma Tommy sembrava volersi sforzare ancora. Continuava a trattenere fuori casa Adam più che poteva, ma senza particolari risultati. Adesso non si trattava più di combattere contro il proprio desiderio, ma anche contro quello di Adam Lambert: bell'impresa. Spesso cedeva, altre volte si arrabbiava.

Sì, immaginavo che più o meno così la situazione” commentò Frank, con un tono forse troppo ingiurioso.

Così come?”

Incrociò lo sguardo di Adam e si sentì in colpa per l'espressione seria che gli rivolse, contro quella innocente del ragazzo. Ma parlò lo stesso.

Lui vuole qualcosa di più serio da te, tu sei palesemente pazzo di lui ma non sembri volerti impegnare. L'hai detto tu stesso quando ci siamo conosciuti: non sei abituato”

Adam non sembrò volersi tirare indietro da quell'accusa, ma non avrebbe nemmeno risposto a tono. Forse si rammaricava che quella fosse la verità, dopotutto.

E' vero, l'ho detto. Al momento, stiamo cercando di elaborare la cosa e risolverla, per capire cosa vogliamo davvero da questo rapporto”

Frank aveva la fastidiosa impressione che il suo Tommy Joe sapesse benissimo cosa voleva da quel rapporto, ma che fosse qualcosa di nuovo e spaventoso per Adam. Però stavolta tacque: non aveva intenzione di giudicare pesantemente chi stava facendo così tanto per aiutarlo.

Adam gli raccontò altro su Tommy Joe. Attualmente era ricoverato in ospedale per un'appendicite che credevano tutti fosse semplice influenza. Aveva un golden retriever col manto della stessa tonalità di biondo dei suoi capelli, e addirittura con gli stessi occhioni indifesi. Suonava basso, chitarra, tastier a e chissà che altro: la musica era la sua intera vita, l'unica grande ragione di tutto, la risposta ad ogni problema.

Ama soprattutto la vostra di musica” disse Adam, quasi come se la cosa lo irritasse.

Frank inarcò le sopracciglia. “Sul serio?”

Il ragazzo annuì. “E vi trova tutti 'da stupro', come se non bastasse. Sarai felice di sapere che il mio uomo si fa seghe guardando le foto del tuo”

Avrebbe dovuto dare – anzi, dava – fastidio ad entrambi, ma non riuscirono a evitare di ridere di quell'ironia.

Frank era indubbiamente felice di sapere finalmente qualcosa su Adam, sulla sua vita, il suo ragazzo. Sentirlo parlare di sé lo faceva sembrare più umano, più incline alle debolezze dei comuni mortali di quanto non sembrasse, abbastanza vulnerabile da innamorarsi, in balia di guai contro cui nemmeno il suo carisma poteva nulla.










Eh già, la vostra amica ViVi si è decisa e ha svelato l'identità di Him. Come ho già detto, non avrei mai osato inventarmi dal nulla un ragazzo per Adam. Lui appartiene a Tommy Joe, e su questo non si discute ù_u
Per chi non avesse idea di che cosa io stia dicendo, ecco a voi l'evento scottante degli American Music Awards di cui si parla:


Eh già, è successo davvero. La brutta notizia è che, per quanto si possa fangirlizzarci su, quello di Adam Lambert è semplice fanservice: pare che Tommy Joe sia etero e pure fidanzato ç___ç *BrokenHeart* Ma d'altronde, noi siamo qui per sognare sulle coppie che più amiamo, no? Quindi non smettete di sperare (io non lo farò di sicuro)
Vi consiglio di vedere l'esibizione dei Music Awards, a proposito: è fantastica e a me fa morire dalle risate pensare che fosse veramente ubriaco!

Visto che siamo in tema, vi metto anche del fanservice Frerard:


Queste still mi fanno morire XD Come si fa a non amarli!?
Okay, basta chiacchiere, ci vediamo al prossimo capitolo!


V

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Capitolo 17
*** Colpo di grazia ***


Non potete capire quanto abbia riso mentre scrivevo questo capitolo.

 

 

Lascio a voi il resto delle risate e dei commenti (perché ne farete di commenti, veeeero?)

 

Lettori deceduti tra tre... due...














C'era un lato positivo nella presenza di Adam a quella festa, agli occhi di Gerard. Semmai quella checca canterina si fosse imbattuta in Donald Way, non sarebbe più tornata a dare fastidio in quella casa. Prima di tutto perché il signor Way sarebbe rimasto inorridito da un essere così stravagante, e sicuramente non l'avrebbe nascosto, quindi – secondo punto – Adam si sarebbe offeso a morte e rifiutato di tornare per altre feste.

 

Donald non aveva mai perdonato a Mikey e Gerard di aver lasciato le loro strade lavorative e intrapreso quella delle rockstar. Anzi, ancora meglio: non aveva mai perdonato Gerard per – A – aver voluto frequentare un'inutile scuola d'arte, - B – aver lasciato anche quella, - C – aver deciso di diventare un cantante e – D – aver corrotto il fratello facendosi seguire in quella stupida follia. Insomma, oltre ad essere un maniaco del controllo e più un generale marine che un padre, Donald era un tipo all'antica: non riusciva a sopportare i modi di fare bizzarri che i suoi figli avevano sul palco, quindi come avrebbe reagito trovandosi davanti un ragazzo coperto di lustrini e trucco da drag queen?

Proprio mentre quell'idea gli tornava in testa, Gerard avvertì nelle orecchie la risata del padre, quella che sentiva circa due volte l'anno. Interruppe qualunque cosa stesse facendo e girò i tacchi, andando in direzione di quella risata.

Trovò Donald vicino al tavolo da ping pong, con una mano a reggere un bicchiere e l'altra in procinto di uscire dalla tasca dei pantaloni e andare sullo stomaco. Rideva a crepapelle, come probabilmente nessuno al mondo l'aveva mai sentito. E quando notò il ciuffo da frocio di Adam davanti a Donald, Gerard non sapeva cosa pensare, come reagire, dove sbattere la testa. Lambert stava facendo ridere suo padre!?

Provò a capire se stesse dormendo o se fosse troppo sbronzo per vederci chiaramente, ma gli amici di Donna che volevano essere presentati al suo figlio perfetto l'avevano tenuto lontano da ogni singola goccia d'alcol.

Sì, quello era davvero Adam che raccontava una barzelletta a quel pezzo di legno di Donald Way.

Si avvicinò e, oltre la figura di Adam, riuscì a notare Frank accanto a lui. La situazione era ancora più snervante: perché li trovava sempre appiccicati?

Frank fu il primo a notare Gerard e si accese in un sorriso quasi sollevato.

Che c'è, Frankie? E' così terribile ridere fino alle lacrime assieme al tuo amichetto? Perché sembri felice di vedermi?

Che combinate, qui?” domandò per annunciarsi.

Gerard, perché non mi hai presentato prima il tuo amico Adam?” esultò Donald, senza riuscire a smettere di ridere.

Quella risata isterica rimbombava nella testa di suo figlio, fino a farlo diventare pazzo.

Dici che avrei dovuto?”

Senz'altro! Questo ragazzo è della vecchia scuola, mi stava raccontando del suo incontro con Freddie Mercury”

Non sapevo ti piacesse Freddie Mercury” bofonchiò, protendendo le labbra in una smorfia. Aveva l'espressione di qualcuno che sta per implodere.

E' una passione nata per caso parecchi anni fa, ho iniziato ad ascoltarlo perché c'era una sua canzone alla radio la notte in cui sei stato concepito tu”

Ora aveva l'espressione di qualcuno che sta per dare di stomaco sul tavolo da ping pong.

Sul serio, quando ci hai parlato di questo collega esterno al gruppo, non pensavo fosse così eccezionale”

Oh, mi creda signor Way, Gerard è un uomo migliore di quanto io non sarò mai” disse Adam, suonando straordinariamente sincero. “Ha intorno tante persone che gli vogliono bene e ci mette il cuore nel suo lavoro. E io non posso che ammirarlo per questo”

Intonando l'ultima nota di violino, rivolse uno sguardo indecifrabile a Gerard. Stava cercando di sembrare umile davanti a Donald o pensava davvero ciò che aveva detto?

W-wow... Grazie, Adam...” mormorò, spaesato.

Che parole altisonanti” commentò Donald, seguito a ruota da Frank:

Già, sono totalmente d'accordo”

Quello con cui era d'accordo era che Gerard fosse una persona straordinaria, eppure era Adam che lui guardò con commossa ammirazione.

Oh. Ora era chiaro. Non era Donald che Adam cercava di impressionare.

Dannato bastardo, ci sono quasi cascato!

Improvvisamente, Donald chiese che ore fossero. Gerard lesse sullo schermo del cellulare che era l'1:10, quindi era ufficialmente il compleanno di Donna.

Mh, immagino già come ci trascineremo a lavoro domani...” ridacchiò Adam. Fortunatamente, da un paio di giorni l'appuntamento sul set era stato spostato alle 11:30.

Vuoi che andiamo via?” si allarmò Frank.

Ci mancò poco perché l'altro scoppiasse a ridere lì davanti a tutti. Era di proposito che gliel'aveva chiesto con quel tono da mogliettina apprensiva, o nemmeno si rendeva conto di mandare fuori di testa Gerard?

Se Adam vuole andare, posso riaccompagnarti io a casa” si offrì quest'ultimo, riducendo gli occhi a fessura.

Non era una proposta per Frank. Quella suonava più come una sfida per Adam.

No, non c'è bisogno. Mi sto divertendo, perché andare via?”

Avrebbe potuto consegnare la statuina di cristallo nelle mani di Gerard in quel momento, anche perché era Gerard stesso a pretenderla. Ma non era sufficiente: doveva desiderarlo, desiderarlo sul serio.

In ogni caso, casa mia è più vicina a quella di Frank, ti libero volentieri dal disturbo”

Adam decise di tentare la sorte ancora una volta. Come per allontanarlo da Gerard prima, circondò col braccio le spalle di Frank.

Nessun disturbo, davvero”

Donald sembrò aver capito qualcosa, o almeno questo era ciò che Gerard e Adam avrebbero letto sulla sua espressione se avessero interrotto il duello con i loro reciproci sguardi. Sicuramente, ormai era chiaro che Adam voleva Frank, e non lo era solo a Gerard. Quello era un effetto collaterale: forse un domani anche altri avrebbero chiesto a Frank se si fosse messo insieme ad Adam.

Gerard aprì bocca per dire qualcosa, ma il ragazzo lo batté sul tempo:

Ti va una partita a birra-pong, Gerard?”

Lui rimase un attimo sbigottito, senza una vera risposta. Elaborò quell'offerta, chiedendosene il motivo e perché proprio adesso. Le sue labbra si mossero appena quando disse:

Perché no?”

Adam chiese cortesemente a Frank di andare a prendere i bicchieri di carta e qualche birra sul ripiano delle vivande, liberandolo solo allora dal suo braccio.

Donald lasciò i ragazzi alle “loro scorribande” - così disse – e andò a chiacchierare con qualcuno a bordo piscina.

Adam si avvicinò a Gerard come se dovesse dirgli un segreto molto compromettente e mise le braccia conserte.

Rendiamola interessante, che ne dici? Una sfida amichevole, niente di serio...”

Fu la parte “amichevole” a mettere in dubbio Gerard.

Chi vince” scandì Adam. “si carica il 'disturbo' e porta a casa Frankie”

Giocarsi il suo migliore amico? Sarebbe stato orrendamente meschino.

Ci sto”

 

 

 

Fu una sfilza continua di battute pungenti urlate dall'altra parte del campo da ping pong. Ogni volta che la pallina finiva in uno dei bicchieri di Gerard, Adam diceva qualcosa come “Quante volte manco la tazza del cesso, Way? Eh? Prova ad indovinare!”, oppure “C'è più birra che sangue nel tuo corpo, ormai”.

Ed era vero, probabilmente. Perché in meno di mezz'ora, Adam aveva centrato senza problemi i bicchieri di Gerard quasi ad ogni tiro. E ad ogni punto segnato da quel moccioso arrogante, l'adrenalina di Gerard saliva di più, così come la fremente rabbia, la paura, e la sbornia.

Non poteva accettare che Adam andasse via con Frank. Non dopo quello che gli aveva detto al terzo punto segnato. Aveva aggirato il tavolo per andare a riprendere la pallina e tirare un'altra volta – come bonus per il punto appena fatto – e aveva sussurrato a Gerard.

Sii sportivo e guarda il lato positivo. Se vinco io, almeno uno di noi due farà qualcosa stanotte”

Gli occhi di Gerard saettarono feroci su Adam. E il sorriso del ragazzo divenne più allusivo e perverso, godendosi il rancore del suo sguardo.

Ho detto che l'avrei riaccompagnato a casa, non ho mai parlato di quale casa”

No. Gerard non poteva lasciarlo vincere. Ma non riusciva a fermare il tremore della propria mano quando pensava a quelle parole, a come quello stronzo lo stava schiacciando ogni giorno di più, al modo sfacciato in cui gli stava portando via tutto, a cosa avrebbe fatto a Frank una volta soli...

E, puntualmente, la pallina rimbalzava sul bordo del bicchiere e andava a finire lontano dall'obiettivo e da ogni speranza di Gerard di vincere quella cazzo di sfida.

Adam aveva ingurgitato giusto due giri di birra, mentre la mente del suo avversario era annebbiata da quasi un'intera piramide di bicchieri eliminati.

Ti ho mai raccontato del mio sedicesimo compleanno, Gerard?”

Il frontman corrugò la fronte, e Adam lo prese come un no. Si passò tra le mani la pallina leggermente umida – nonostante ad ogni punto segnato venisse ripulita.

Non so bene per quale motivo, ma quando compii sedici anni, mio padre mi regalò un M24. Niente proiettili veri ovviamente, ma la mattina dopo mi svegliò per insegnarmi a sparare pallini da quella bestia. Passammo ore di giorni interi a mirare ai barattoli vuoti, come si vede nei film”

Mentre parlava, prese la mira e centrò il terzultimo bicchiere di Gerard. Appoggiato con una mano sul bordo del tavolo, alzò di nuovo lo sguardo verso di lui con un che di vispo negli occhi.

Forse avrei dovuto dirtelo prima”

 

 

 

Tanti auguri a te... Tanti auguri a te... Tanti auguri a Donna! Tanti auguri a te!

Solo dopo essersi unito a tutti gli invitati in quella cantilena, aver aspettato che Donna soffiasse sulle candeline, andato ad abbracciarla, ringraziarla per la festa e salutarla, Adam poté ritenersi soddisfatto della serata sotto ogni fronte. Così, si avviò verso l'uscita. Si portò dietro Frank solo per annunciargli che stava andando a casa.

Stai? Aspetta, hai vinto contro Gerard, non dovrei venire con te?”

Tirò un profondo respiro di sollievo: finalmente poteva rivelargli tutto.

Dì a Gerard quello che ho detto a sua madre: c'è stata un'emergenza e sono dovuto correre a casa di mio fratello”

Hai un fratello?”

Concentrati, Frank!” gli intimò, fin troppo elettrizzato dall'esito di quella serata e del suo piano. “Ora spetta a te riportare a casa Gerard”

A me..?”

E' completamente ubriaco! Dopo che l'ho stracciato e umiliato a birra-pong, l'ho visto bere di nuovo per la frustrazione, il che è un imprevisto ancora più perfetto. Così tu hai un'auto, un passaggio per tornare a casa e un ragazzo vulnerabile, confuso e sbronzo di cui prenderti cura. Cosa vuoi di più?” rise di soddisfazione.

Frank continuava a non avere chiaro il motivo di tanta euforia.

Ragionaci su, Frank. E' tutta la sera che manipolo la sua rabbia, che lo provoco, che flirto con te. Gli ho permesso di rendermi pan per focaccia cantando insieme a te, e mentre lo faceva ha vissuto probabilmente il momento più intenso e confusionario della sua intera vita” spiegava Adam, tutto d'un fiato. “E io non gli ho dato il tempo di elaborare ciò che provava, perché ti ho subito trascinato via con me: così facendo, ho reso istintivo il suo desiderio che tu rimanessi lì con lui, ho strappato l'amore per te dal suo inconscio. Come quando lanci qualcosa contro una persona e lei alza le mani: è un istinto, e io ho tirato fuori da quell'idiota l'istinto di rubarti a me. Mi segui?”

Frank annuì, incapace di dire un cazzo che avesse senso, di fronte a tanta genialità. Era scioccato.

Da lì in poi non ho fatto altro che continuare a giocare con i suoi nervi. Gli ho fatto capire le mie intenzioni con te, l'ho fatto sentire impotente di fronte alla prospettiva che tu saresti stato mio... Gli ho detto esplicitamente che, se avessi vinto la partita di birra-pong, stanotte io e te avremmo scopato”

Che cosa hai fatto?!

Adam ridacchiò, ignorando volutamente la sua reazione. “In questo momento, sta rimuginando sulla catastrofe che potrebbe avvenire stanotte, capisci? E, quando tu gli andrai a dire che me ne sono andato abbandonandoti qui, non potrà non chiedersi perché la cosa lo renda così felice”

Frank non trovava le parole, aveva improvvisamente dimenticato il procedimento di funzione della lingua. Solo dopo venti secondi buoni, riuscì a farsi uscire un rantolo strozzato:

L'hai fatto ubriacare di proposito, vero?”

Adam incrociò le braccia, compiaciuto come non mai. “Vedo che inizi a capire. Il colpo di grazia è stato togliergli ogni inibizione con l'alcol. Non si chiederà se sia giusto fare o dire qualunque cosa: si scioglierà, nella mente, nella parola, e magari anche nel corpo” fantasticò e lì divenne improvvisamente serio, fissando Frank di sottecchi. “Senti, non dico che stanotte farete l'amore. Potrebbe anche darsi, ma non è questo il mio obiettivo specifico. Voglio soltanto che smetta di mentire a sé stesso e a te. E che te lo dimostri, così da non poter più scappare da ciò che, in fondo, desidera lui per primo. Il modo in cui lo dimostrerà, per ora è irrilevante”

Con la bocca aperta a mezz'aria, Frank scosse la testa con studiata lentezza. “Non riesco ancora a crederci... Perché hai fatto tutto questo?”

Il ragazzo prese un bel respiro col naso prima di rispondere. “Non lo so... Forse perché mi rende enormemente triste vedere due anime gemelle che non posso completarsi a vicenda”

Adesso meno che mai l'amico riusciva a trovare qualcosa da dire. Ma i suoi occhi, grande e limpidi, erano pieni zeppi di gratitudine, e questo Adam lo lesse benissimo.

A domani, Frankie” disse nell'uscire di casa, facendo sembrare il mattino tanto distante quanto pieno di nuovi colori.





... Uno. Deceduti? Fatemelo sapere!
Esprimo la mia solidarietà per Gerard, perché anch'io sono una sega a birra-pong XD
Eccovi il VOSTRO colpo di grazia, ora:


Don't hate me, I love you u_u

Inizio a preoccuparmi però, perché il capitolo più recensito in assoluto è quello precedente, ovvero L'UNICO non Frerard O_o Vi piace l'Adommy, ragazzi? Potevate dirlo subito! (No, non smetterò di buttarvi addosso Frerard in ogni caso, li amo troppo per farlo)
Comunque comunque comunque GRAZIE a tutti quelli che hanno recensito, il motivo non importa. Insomma, mi state dimostrando in ogni capitolo che, per un motivo che ancora non mi spiego (boh, sarete tutti matti u_u), vi piace quello che scrivo... Grazie davvero per tutte le vostre parole bellissime, vi adoro ^//////^


V

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Capitolo 18
*** Ti prego ***


Questa notte non finirà mai ._."







Per la prima volta dall'inizio di quel diabolico piano, Frank si ritrovava solo e libero di camminare per il percorso che preferiva. Adam aveva lasciato la sua mano – che immagine imbarazzante per un uomo della sua età -, ora toccava a lui sbrigarsela, e da solo. Ora ogni risultato e conseguenza erano nelle sue mani, e si sentiva sollevato per questo, anche se un po' intimorito. Non sarebbe mai arrivato a quel punto se non fosse stato per Adam, e se senza di lui non fosse capace di muovere un passo?

 

Si scrollò di dosso la paura e decise di godersi il resto della notte come se quei progetti d'amore non esistessero: era pur sempre una festa, no? Almeno fino al momento di tornare a casa, ciò che doveva fare, essenzialmente, era continuare a divertirsi.

Iniziò a girare senza meta per la casa, finendo di nuovo in giardino, con le mani nelle tasche dei jeans e lo sguardo vagante.

In un angolo del prato, gli sembrò di vedere... Sì, era proprio Gerard. Gli dava le spalle, riusciva a vedere la sua mano aperta sul tronco di un albero come se volesse riuscire a circondarlo con le dita. E, mentre sembrava in procinto di allontanarsi da quell'albero e iniziare a trascinarsi da qualche parte, Frank gli si avvicinò. Aprì bocca per parlare e farsi sentire...

Quando, improvvisamente, Gerard cadde a terra a peso morto.

Frank sbatté gli occhi un paio di volte per visualizzare cosa fosse successo. E, d'istinto, scattò in corsa verso di lui. Gli si inginocchiò davanti nello stesso momento in cui si erano avvicinati altri invitati. Lo fece voltare col viso rivolto verso l'alto: gli occhi erano serrati, come crollati per la stanchezza.

Gee! Gee, svegliati” gli urlò, terrorizzato. “Andiamo, amico! Sveglia! Che cazzo ti succede?”

Lo scosse, lo schiaffeggiò con le dita tremanti, lo chiamò per nome più forte che poteva, mentre qualcuno urlava di chiamare un'ambulanza.

Gerard! GERARD!”

 

 

 

Tu sei un parente?” gli chiese il paramedico che lo vide entrare nel retro dell'ambulanza.

Frank lo fissò nel panico, come se non avesse una risposta per qualcosa che non fosse di strafottuta urgenza.

N-no, io sono...”

Ci serve almeno un parente”

Frank si voltò in quel piccolo spazio e si sporse fuori dal furgone, cercando Mikey con lo sguardo: era al limite del marciapiede, insieme ai genitori.

Lo chiamò a gran voce, e a lui non servì altro per capire. Rivolse a Donna e Donald uno sguardo pieno di un misto tra rassicurazione e terrore.

Facciamo sgomberare casa e vi raggiungiamo” vociò Donna.

Frank afferrò il braccio di Mikey per aiutarlo a salire sull'ambulanza ed entrambi si sedettero sulla panca accostata alla barella dove Gerard era steso.

Il paramedico chiese a Mikey di tenere sollevate le gambe di Gerard, mentre si sporgeva verso la parte anteriore del furgone e diceva qualcosa all'uomo al volante.

Sapete se ha preso qualcosa che potrebbe avergli fatto male?” domandò poi.

Voleva sapere se Gerard avesse assunto droghe.

Che io sappia, no. L'ho visto mezz'ora fa e stava bene, aveva solo bevuto un po'” rispose Frank, ma lui sembrò non ascoltarlo nemmeno: continuava a guardare Mikey.

Questi, sentendosi osservato, scosse la testa. “No, è stato a portata d'occhio quasi tutta la sera”

Frank non poté non notare che Mikey ne parlava come se Gerard fosse qualcuno da controllare. In lui non era mai sparita la paura che il fratello ricominciasse a farsi.

Intolleranze? Allergie?”

Agli acari” risposero in contemporanea i due.

Mikey guardò Frank, ma lui non riuscì a sostenere lo sguardo di qualcuno che si stava chiedendo come facesse a sapere così bene una cosa tanto irrilevante.

Fr... Frank...”

Il suo cuore si bloccò in quell'istante. Dalle labbra di Gerard era uscito il suo nome. Non sembrava sveglio, eppure aveva parlato. L'aveva chiamato.

Meno che mai ora sarebbe riuscito a sostenere lo sguardo di Mikey, quindi semplicemente lo evitò e continuò a fissare Gerard, implorante e speranzoso.

Si era svegliato?

Ragazzo, riesci a sentirmi?” lo interrogò il paramedico e, non ottenendo risposta, prese una piccola torcia dalla cintura e puntò la luce sugli occhi di Gerard, sollevandogli le palpebre col pollice.

I suoi grandi occhi verdi vennero illuminati per diversi secondi, ma non sembrarono neanche notare la luce.

Sta parlando senza saperlo” concluse il paramedico.

Fr... ank...”

Il chitarrista boccheggiò, rosso in viso per la vergogna. Sentiva un enorme riflettore sopra la sua testa, del tutto diverso da quelli di un palcoscenico. Era lo stesso che aveva sentito addosso quando Adam gli aveva detto di sapere tutto sui suoi sentimenti per Gerard: era come se quella luce dall'alto lo spogliasse in pubblico.

Frank...” continuava a mormorare Gerard.

Gee?” provò lui a rispondere.

Niente. Gerard non parlava con coscienza, non poteva sentirlo. Allora perché diavolo continuava a pronunciare il suo nome?

Sei il suo ragazzo?” s'intromise il paramedico.

Mikey e Frank strabuzzarono gli occhi in contemporanea.

N-no! Sono il suo migliore amico”

Posò di nuovo lo sguardo su Gerard.

Almeno era quello che credevo...

 

 

 

Frank entrò nella stanza, con due caffè bollenti in mano. Ne porse uno a Mikey, seduto su una poltrona dalla squallida tappezzeria. Aveva gli occhi fissi sul fratello, sdraiato in un letto dall'aria non particolarmente comoda. Guardò a malapena Frank quando prese in mano l'enorme tazza di cartone.

Grazie, amico”

Ti hanno detto qualcosa?”

Mikey scosse la testa. “Niente di nuovo, dicono che tutto dipende da quando si sveglierà”

Frank lo vide prosciugare quella tazza di caffè in appena due sorsi. Sembrava che, in certi giorni, ne avesse bisogno per tenersi in vita, lucido, sano di mente. Fissava il vuoto, inespressivo. Sembrava in pezzi.

Che stesse ancora pensando a ciò che Gerard aveva detto in ambulanza?

Frank sospirò. “Mikey, io...”

Il bassista balzò in piedi proprio in quel momento. “Vado a chiamare mamma e papà, e chiedergli fra quanto saranno qui”

Serrò le labbra e si ammutolì. Mikey non aveva voglia di ascoltarlo.

Quando lui uscì da quella stanza, Frank si sentì più solo che mai. Nonostante ci fosse Gerard ad un metro da lui, lo invase comunque un senso di vuoto nel non avere nessuno con cui parlare. Si era così abituato a confidare le sue preoccupazioni a qualcuno negli ultimi giorni, che non avere Adam lì con lui lo stava catapultando in una vera crisi d'astinenza.

Qualcosa nel suo cervello batteva e batteva martelli contro le tempie, la testa era sul punto di esplodere, le orecchie stavano per iniziare a fumare come in un cartone animato.

E se davvero Gerard avesse assunto droga? Se, per la disperazione dell'esito di quella serata, ci fosse ricaduto? Se, per colpa di Frank, si fosse di nuovo rovinato la vita? Sapeva che avrebbe dovuto dire ad Adam di smetterla con i giochi psicologici prima di ridurre in pappa la psiche di Gerard, ma era stato troppo egoista per curarsene. E ora il suo migliore amico, il suo unico amore era lì, su un letto d'ospedale, privo di sensi e chissà per quanto.

Senza pensare, infilò la mano tra le dita immobili di Gerard.

Ti prego, Gee... Ti prego, svegliati...”

 

 

 

La prima cosa che Gerard sentì – ancora prima della stoffa leggera che gli circondava il corpo, ancora prima dell'aria tiepida di quello spazio sconosciuto – fu una mano calda a contatto con la sua.

Alle sue orecchie arrivò una voce familiare ma in una lingua che non conosceva. Riconobbe solo un suono che sembrava quello del suo nome.

La mano che stringeva la sua sparì improvvisamente, insieme al suo piacevole tepore, ma prima che potesse chiedersi cosa stesse succedendo, sentì un chiaro e forte “Maledizione!”, in contemporanea al rumore di un tonfo. Come se qualcuno avesse dato un calcio a qualcosa.

E allora, senza un senso logico a spiegare perché proprio in quel momento, capì che quella voce era di Frank.

Percepì un respiro affannoso, o forse... lacrime. Frank stava piangendo?

Una risata, in mezzo ai singhiozzi: “T-tu non hai idea di q... quanto vorrei fare l'amore con te, in questo momento...”

Il suo udito era ancora addormentato o aveva capito bene?

Non che questa sia una situazione eccitante, anzi... m-me la sto facendo sotto... Ma è proprio questo il punto. Ho bisogno di sentirti comunicare con me, Gee... ho-ho bisogno che tu sia tanto a contatto con me da farmi essere sicuro che stai bene”

Non aveva la minima idea di come rispondere ad una dichiarazione del genere, quindi si risparmiò persino di tentare di ricordare come si parlasse, e restò immobile.

Ho bisogno di sentirti mio, per farti capire quanto sarei perso se ti succedesse qualcosa. Cazzo!”

Un altro colpo contro qualcosa di inanimato.

Non posso credere di essere stato così egoista, così stupido da non vedere quanto ti stessi facendo soffrire. Avrei dovuto dire ad Adam di fermarsi... E se tu avessi ricominciato davvero a farti di qualcosa, io... io non riuscirei mai a perdonarmelo, perché ricordo bene gli sforzi che hai fatto per uscirne, e... e... e sarebbe tutta colpa mia...”

Gerard sentì di nuovo il caldo contatto delle dita di Frank, stavolta di entrambe le mani. Strinsero la sua come se questo potesse ridare vita ad un cadavere.

La stanchezza invase di nuovo la sua mente. Si sentiva ancora tremendamente inebetito, tanto che si chiese se non stesse soltanto sognando di udire quelle parole da Frank. Non aveva nemmeno la forza di trovare bizzarro che quelle mani lo facessero stare così bene. Quasi senza accorgersene, lasciò che il capogiro e la confusione nella sua testa si placassero, e scivolò di nuovo nell'incoscienza.

 

 

 

 

Il Dr. Kean – una donna dalla straordinaria capacità di parlare alla velocità della luce – aveva chiamato i signori Way in corridoio per spiegare i più probabili motivi dello svenimento del figlio, e ovviamente Mikey e Frank si erano uniti a quella conversazione.

Appena Gerard si sveglierà, faremo i dovuti esami, ma se poteste dirci qualcos'altro di rilevante – magari sulle sue abitudini alimentali o lavorative – risparmieremmo tempo”

Dottoressa” si sentì alle spalle della donna.

Lei si voltò verso l'infermiera che aveva appena fatto capolino dalla stanza di Gerard.

Credo che le interesserebbe vedere questo”

Oh mio Dio” rantolò Donna, portandosi una mano al cuore. “Cos'è successo?”

Stia tranquilla, signora Way” le ordinò l'infermiera. “può constatare lei stessa quanto suo figlio stia bene

Pensarono tutti immediatamente che Gerard si fosse svegliato, così si spostarono in massa nella sua stanza.

E Frank capì improvvisamente perché l'infermiera fosse sembrata così stizzita nel dire che c'erano dei cambiamenti in Gerard.

Il ragazzo sdraiato nel letto, sotto gli occhi di tutti, stava rumorosamente russando.

Calò un silenzio quasi lugubre in quella camera. Nessuno sapeva bene come spiegarsi quella situazione, né tanto meno cosa dire.

Fu Mikey il primo a parlare:

Credo che lo ammazzerò”

Quand'è, esattamente, che è passato dall'essere privo di sensi al ronfare?” berciò Donald Way rivolgendosi alla dottoressa, quasi fosse colpa sua.

Il Dr. Kean fece volare i lunghi capelli rossi per lo scatto della testa, quando si voltò a guardare Mikey e Frank.

Ragazzi, siete sicuri che fosse svenuto?”

E' crollato a terra da un momento all'altro e gli occhi non hanno reagito alla luce di una torcia” scandì Mikey. “certo che era svenuto!”

La dottoressa, allora, si avvicinò al letto di Gerard e lo scosse leggermente per la spalla.

Gli occhi del ragazzo si aprirono lentamente, come se le palpebre fossero fin troppo pesanti. La luce nella stanza sembrò ferirli, ma che essi lottassero per mettere comunque a fuoco le immagini circostanti.

Dove... dove mi trovo?” chiese muovendo appena le labbra sottili, la voce incrinata e roca.

Il Dr. Kean cercò il suo sguardo e gli disse che era caduto a terra privo di sensi, e che era stato portato in ospedale circa due ore prima.

Come ti chiami?”

Gerard Way...”

Che giorno è oggi?”

Il compleanno di mia madre... Gli auguri peggiori della storia...”

Dalle labbra della dottoressa e da quelle di Donna uscì un risolino.

Ricordi cosa stavi facendo prima di svenire?”

Lo sguardo di Gerard vagò per la stanza come se cercasse qualcosa di molto importante, come se perdendo i sensi avesse abbandonato in quella casa qualcosa di estremamente importante.

Ehm... Ero seduto ad uno dei divani del giardino, perché non mi sentivo granché bene... Ma c'era un tizio che, dall'altro divano, continuava a fissarmi senza dire niente... mi fissava e basta... Mi dava fastidio quello sguardo, così mi sono alzato per cercare un posto dove non ci fosse nessuno a guardarmi in quel modo... E' l'ultima cosa che ricordo”

E non ricordi, per caso, di esserti svegliato ad un certo punto?”

Proprio nel momento in cui lei pronunciò la parola “svegliato”, gli occhi vagabondi di Gerard si bloccarono su Frank. Erano vitrei, fissi, come se non riuscissero a vedere il viso che stavano così persistentemente fissando.

No... Anzi, credo di sì... Ma... ma mi è sembrato più un sogno...”

E cosa succedeva in questo sogno?”

Non riuscivo ad aprire gli occhi... Intorno a me sentivo voci che parlavano a raffica con parole che non capivo, c'erano solo suoni confusi, le voci, il caos... Ero troppo disorientato ed esausto, così mi sono addormentato...”

Mikey avrebbe voluto essere incazzato e mollare al fratello tanti pugni quanto i minuti che avevano tutti passato a preoccuparsi mentre lui dormiva. Ma – porca puttana - non poté in nessun modo evitare di essere immensamente felice di vederlo di nuovo sveglio.












Non uccidetemi, pls *^*
Lo so che sto facendo penare da morire Gerard, Frank, il povero Adam e tutti voi, ma prometto che ne varrà la pena. Promesso promesso promesso promesso!
Ecco, cerco di farmi perdonare almeno in parte:


A questo giro vi pubblico una fan art giusto perché l'ho ritrovata dopo tanto tempo. Non so di chi sia ma l'ho scoperta due anni fa vagando su internet ed è stata lo sfondo del mio computer per settimane! Potete immaginare perché mio fratello abbia improvvisamente smesso di chiedermi il permesso di mandare email XD

Recensite, mi raccomando, anche per mandarmi sonoramente al diavolo......so di meritarmelo TwT
Ma io continuo ad amarvi.
Pace!

V

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Capitolo 19
*** In trappola ***


La vibrazione del telefono fece un rumore stressante contro la superficie del comodino.

Il braccio di Adam si stirò oltre il materasso e, a tentoni, arrivò fino all'iPhone. Non provò nemmeno ad aprire gli occhi: le palpebre erano pesanti come piombo. Nel buio della sua stanza, spezzò il silenzio mormorando un “Pronto?” appena accennato.

Adam..?”

Ehi...” fece con voce roca per il sonno. “Non eri andato a dormire?”

Sentì Tommy tirare su col naso e provare a parlare ancora: “Ho... ho fatto di nuovo quel sogno...”

Quale, quello del pesce nella boccia o..?”

L'altro”

Ah” fu tutto ciò che riuscì a dire. “Tua madre...”

Era sempre la stessa sequenza di eventi: la bomba, il palazzo che crolla, le sirene dell'ambulanza e della polizia che mi fanno un male cane alle orecchie...”

Sentendo la sua voce spezzarsi per i singhiozzi, Adam prese a sussurrare:

Shhh... Era un sogno TJ, uno stupido incubo... Sei sveglio adesso, va tutto bene”

Mi dispiace averti svegliato...”

Ehi” ripeté, come per attirare la sua attenzione. Aprì gli occhi, sollevò la schiena dal materasso e si sforzò di assumere il tono più sveglio e presente possibile. “sono stato io a dirti che potevi chiamarmi se avessi fatto di nuovo quel sogno”

Udì Tommy soffiarsi il naso e provare a calmare il respiro. Un moto di tenerezza e – ma guarda! - nostalgia gli fece scaldare il cuore a fuoco lento.

Cazzo...”

Cosa c'è?”

Mi sento così impotente... Di solito non c'è più di qualche chilometro a separarci, sarei saltato in macchina e venuto in ospedale”

E gli infermieri non ti avrebbero lasciato passare”

Pensi che questo mi avrebbe fermato dallo sdraiarmi nel letto e fare i cucchiai con te?”

Finalmente, sentì un sorriso dall'altro capo del telefono.

Tu fai il mestolo?”

E tu il cucchiaino da caffè” sussurrò, mordendosi il labbro inferiore.

E, come ogni volta che nelle sue orecchie risuonava la risata di Tommy Joe, il resto smetteva di esistere.

 

 

 

Frank avrebbe voluto chiamare Adam, ma pensò di non disturbarlo nel cuore della notte per qualcosa di non urgente. Gerard si era svegliato e sembrava in procinto di riacquistare le forze. Quindi, perché chiamare Adam? Per farlo sentire in colpa? Non sarebbe stato giusto scaricargli addosso tutta la responsabilità: se avesse voluto, Frank avrebbe benissimo potuto farlo desistere dalle sue macchinazioni. La verità era che nessuno dei due aveva realmente pensato alle conseguenze di quella pazzia.

No, Frank voleva soltanto parlargli, come ormai era abituato a fare da quasi due settimane. Aveva bisogno di raccontargli dello shock di vedere Gerard privo di sensi, di quanto avrebbe voluto pestare di pugni il paramedico – anche se non se ne spiegava pienamente il motivo -, del comportamento singolare di Mikey e della paura che avesse capito qualcosa. E di quanto gli fosse piaciuto il tono bisognoso e innocente con cui Gerard aveva mormorato il suo nome mentre era svenuto.

Concluse che avrebbe aspettato un'ora più decente per sfogarsi con Adam, visto che probabilmente l'appuntamento di lavoro delle 11:30, senza la voce principale, sarebbe saltato. Almeno per quella notte – che ormai arrancava verso l'alba -, Gerard sarebbe dovuto restare in ospedale. Ancora non era chiaro perché si fosse sentito così male, ma il Dr. Kean ritenne una buona idea parlarne al mattino e lasciar riposare il suo paziente.

Dopo aver soffocato il figlio di abbracci e baci, Donna disse che sarebbero tornati in ospedale per allora.

Quando venne il turno di Mikey di salutare il fratello, si avvicinò a quel letto con le mani nelle tasche della felpa e la mascella pronunciata ben serrata in un'espressione di pietra.

Sei un idiota”

Lo so” annuì Gerard, pacato.

No, sul serio: sei il più grande pezzo di merda io abbia mai conosciuto” lo attaccò ancora, facendo qualche passo aggressivo verso di lui.

Gli occhi di Gerard lo guardarono comprensivi e sinceri. “Non vado da nessuna parte, Mike”

Un istante di silenzio e di sguardi pieni di parole. Mikey sembrò dover registrare quel che lui aveva detto, rendersene pienamente conto, ma subito afferrò la sua spalla e lo tirò a sé.

Cristo...” ansimò tra le sue braccia. “Non farmi questi scherzi...”

Mai più, promesso”

L'abbraccio si sciolse sotto gli sguardi commossi dei loro genitori, di Frank e della dottoressa.

Vorrei parlare da solo con Frank, adesso. Se non vi dispiace...” tossì Gerard.

Il chitarrista si accigliò, curioso: non gli aveva quasi rivolto la parola da quando era rinvenuto, cosa c'era di così importante da dirgli adesso? Prima che potesse provare a darsi qualunque risposta, tutti gli altri erano già usciti dalla stanza.

Vide Gerard scostarsi le coperte di dosso e, stancamente, provare ad alzarsi.

Scattò subito in avanti, afferrando l'aria con le mani protese in avanti. “Gee! Devi riprenderti, non dovresti alz-”

Puoi chiudere la porta?” lo interruppe Gerard, come se non l'avesse nemmeno sentito parlare.

Una vocina in fondo al suo stomaco sconsigliò a Frank di ubbidire, ma lui lo fece lo stesso, forse perché troppo disorientato per impuntarsi.

Aveva ancora la mano sulla maniglia e la schiena verso Gerard, quando questi disse:

Non ho assunto droghe”

La vocina risalì lo stomaco di Frank fino ad arrivare al petto e far bloccare il cuore sul colpo. Fissò la porta senza realmente vedere niente, e tentò in ogni modo di convincersi razionalmente che era perfettamente normale l'affermazione di Gerard. Che non c'entrava con quello che gli aveva detto mentre era privo di sensi.

In secondo luogo, però, sentirglielo dire significava togliersi un gran peso di dosso.

Davvero?”

Non me l'hanno chiesto, ma so che domattina lo faranno come prima cosa. L'ho letto negli occhi della dottoressa, scommetto che ha già la polizia tra le chiamate rapide”

Come se si trovassero in un film horror, quando Frank si voltò di nuovo trovò Gerard molto più vicino di quanto non fosse prima. Aveva percorso quei tre metri silenziosamente, senza problemi e in un attimo. Come faceva ad essere di nuovo così in forze, se fino a venti minuti prima era ansimante, sul punto di riaddormentarsi di nuovo e con difficoltà a parlare?

E' stato solo alcol” aggiunse Gerard, facendo qualche altro passo.

Alcol? Come diavolo è possibile?”

Lo sai che soffro di pressione bassa... Può capitare, in una situazione di disagio o forte stress, bevendo tanto e a stomaco vuoto”

Eri a stomaco vuoto?”

Gerard aveva un che di lugubre nello sguardo, nel modo di muoversi, di parlare. Era serio, eppure sembrava che stesse prendendo l'amico in giro. Era semplicemente un comportamento fin troppo inusuale per essere preso sul serio – o essere considerato normale.

Non mangio niente da... circa ventiquattr'ore”

Frank sollevò le sopracciglia. Prese di nuovo in mano la maniglia alle sue spalle e fece per aprire la porta:

Oh, allora vado a prenderti qualcosa in caffet-”

Gli saltò il cuore in gola quando Gerard fece scattare il braccio in avanti – esattamente accanto alla sua testa – e sbattere la porta per chiuderla nuovamente. Con cautela – e una punta di irrazionale paura – tornò a guardarlo negli occhi.

Non riuscivo a smettere di pensare a quello che vedo ogni volta che tu e Lambert state insieme, sai?” boccheggiò il più grande. “Per questo non ho mangiato nulla. Quando si tratta di te... basta un nonnulla di negativo per chiudermi lo stomaco. Ripugno il cibo come una fottuta quindicenne anoressica”

Non capiva perché, ma Frank comprendeva solo la metà di quelle parole. Non riusciva a metterle insieme, dargli un senso compiuto. Esattamente come non era mai riuscito a capire i segnali che rendevano palese l'amore di Gerard per lui, quelli che Adam invece aveva afferrato in pochissimo tempo. Ma, in mezzo a quel totale caos, una parte di lui volle sorridere, ricordando la perdita di appetito dopo la notte insonne passata per Gerard, due settimane fa. I motivi di sintonia tra loro sembravano non esaurirsi mai.

Ho bevuto davvero tanto, stanotte” mormorò il frontman. “Probabilmente dopo la partita di birra-pong non avrei dovuto continuare...”

Frank tentò un'ultima volta di fare il finto tonto, ma in contemporanea studiò le iridi smeraldine di Gerard per capire cosa diavolo gli prendesse.

Ehm... Sì, in effetti hai-”

Frank”

Sentendolo pronunciare il suo nome e scandire bene ogni colpa nascosta dietro di esso, Frank si sentì nudo ancora più di quando era stato smascherato da Adam, ancora più di quando gli occhi di un paramedico e di uno dei suoi migliori amici erano stati puntati su di lui senza pietà.

Frank vide la sua fine nelle braccia di Gerard – tese, con le mani poggiate al muro e alla porta dietro le spalle del più piccolo. Non sapeva perché, ma improvvisamente il suo migliore amico lo intimoriva. Quel corpo che lo circondava senza toccarlo, lo faceva sentire in trappola.

Gli occhi fermi e severi di Gerard furono improvvisamente chiari. Frank poté leggerci sopra le esatte parole che lui stava andando a proferire.

Da cosa avresti dovuto dire ad Adam di fermarsi?”













Magari Gerard non è strafatto, ma ricordiamo che è pur sempre ubriaco fradicio XD
Lo so, sono una cattiva persona per aver interrotto tutto qui, ma almeno adesso sapete che quello per cui Adam ha lavorato tanto non è andato completamente perso ;)
Ah, piccola parentesi: so che state troppo Frerardizzando per ricordarvi cosa avete letto qualche rigo fa, ma la storia dei cucchiai l'ho presa da How I met your mother. Si tratta solo di un abbraccio pancia contro schiena in posizione orizzontale, così che due corpi aderiscano insieme bene come cucchiai -w- *so sweet*
Eccovi la vostra Frerardissima immagine:


Non so voi, ma io li trovo perfetti.
Ringrazio dal profondo del cuore chi segue questa storia, la recensisce, chi l'ha messa tra i preferiti e tra le ricordate. Non ho parole, davvero ç___ç


V

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Capitolo 20
*** Miele ***


Prima che prenda a tutti un ictus per l'ansia, ecco il seguito di quell'interruzione improvvisa e scottante xD
Ho dimenticato di specificare una cosa alla fine di quel capitolo: la spiegazione data da Gerard per il suo mancamento è totalmente inventata, io stessa soffro di pressione bassa e non credo si possa perdere i sensi per più di qualche secondo in quel caso. Ho solo pensato: E chi se ne frega? :D
Ci vediamo di sotto!















Ed eccolo lì, l'istante sospeso tra una normale amicizia e la morte di Frank Iero. Tutto aveva appena perso ogni velo, il momento della verità era arrivato molto prima di quanto credesse e nel modo peggiore che potesse immaginare. Dunque era vero che senza Adam era capace solo di rovinare tutto. Un paio d'ore passate ad agire da solo e tutta l'operazione era stata scoperta. Nell'arco di tre secondi circa sessanta volte arrivò a maledirsi per aver parlato a Gerard mentre pensava non ascoltasse.

Credeva che il suo cuore sarebbe esploso: non sapeva se fosse più forte l'impulso di svenire o vomitare. Era lì, davanti a Gerard – anzi, ad un palmo da Gerard – a boccheggiare come un idiota.

I-io non... non posso dirtelo...”

La risposta più stupida che potesse venirgli in mente: così la catalogò.

Le palpebre di Gerard si strinsero di più intorno alle iridi smeraldine, e il mirino puntò con più precisione il suo bersaglio. Frank non seppe dire se si trattasse del suo cuore terrorizzato o il libro aperto nei suoi occhi chiari.

Riprovò:

E' una... cosa tra me e Adam”

Ah sì?”

Alla paura si aggiunse anche una – microscopica, quasi impercettibile – punta di eccitazione, quando la mano destra di Gerard si staccò dal muro e le nocche presero a scivolare su e giù dalla sua spalla al suo braccio. Un secondo fa sembrava che volesse mollargli un pugno e adesso lo stava accarezzando.

Quanto, esattamente, aveva bevuto a quella festa?

E le cose tra me e te? Non contano più nulla?”

Gerard tornò a guardare Frank, e allora il suo sguardo non era più furente. Era qualcosa di molto più spaventoso, sottile e subdolo: lo stava fissando dolcemente. Ma dietro a quell'espressione improvvisamente bisognosa e tenera, Frank percepiva ancora con chiarezza la rabbia e la pazzia che, fino all'istante precedente, quegli occhi avevano trasmesso. Si sentiva Georgie che allungava il braccio per riprendere la sua barchetta dalle mani del clown, nel film di IT. Quello sguardo, così innocente e pericoloso insieme, era come una ninnananna cantata da Satana in persona.

No, in nessun modo poteva negare di trovare stimolante quello scenario. La paura sembrava inaspettatamente aver preso per mano l'eccitazione e portarla con sé. Così, più la paura cresceva...

Certo... certo che contano... Ma non sarebbe giusto togliere niente a nessuno dei due per dare qualcosa all'altro”

Credette per un attimo di esserci riuscito: aveva ingoiato l'ansia e detto qualcosa di corretto, maturo e razionale. Così tentò il tutto per tutto e fece per liberarsi dal braccio destro di Gerard e sgusciare fuori da quella gabbia umana.

Ma lui fu molto veloce a prenderlo per le spalle e rimetterlo più o meno dove si trovava: lo bloccò poco più verso il muro, perché il gomito di Frank si scontrò sull'interruttore della luce.

Buio: sembrava definitivamente la scena di un film horror.

Ma non c'hai pensato due volte a permettere ad Adam di togliermi te” sibilò Gerard, tornando a guardarlo con durezza.

L'importante è che, qualunque cosa io dica o faccia, tu continui a ripetere a Gerard che tra noi non c'è assolutamente nulla”, così aveva detto Adam. Tutto era mirato a mandarlo fuori di testa, ma Frank era improvvisamente poco convinto di voler mandare Gerard fuori di testa. All'inizio di quella serata, non aveva capito che la reazione potesse essere così inquietante.

Eppure, senza alcun motivo sensato, lo fece:

Di che stai parlando?”

Non prendermi per il culo, Frankie” ringhiò Gerard. “Voglio sapere cosa diavolo fate tu e Lambert alle mie spalle”

Te l'ho detto, non sono affari tuoi...”

Quelle parole erano senz'altro coraggiose, ma il suo tono fu debole e gli occhi sfuggenti: il suo sguardo si mise in cerca di qualcos'altro su cui focalizzare l'attenzione.

In un movimento molto veloce, Gerard usò un braccio per avvolgere la vita di Frank e pollice e indice della mano libera per afferrare il suo mento e sollevargli la testa. Lo costrinse a guardarlo ancora negli occhi, gli occhi che ora sprigionavano un'oscura, inquietante passione.

Le labbra di Gerard si avvicinarono pericolosamente a quelle di Frank, e il respiro del più piccolo morì all'istante.

Scommetti che riesco a convincerti a dirmelo?” sussurrò suadente.

Frank dovette dare fondo a tutte le forze che aveva, per parlare.

G-Gee, sei ubriaco...”

Gerard afferrò di nuovo le sue spalle, e con un gesto fulmineo lo scaraventò sul letto.

Frank cercò, senza successo, di riprendersi dal tuffo al cuore che l'aveva quasi fatto collassare sul colpo, mentre fissava esterrefatto il suo migliore amico che si avvicinava al letto, con fare minaccioso.

Puoi dirlo forte, Honey”

 

 

 

Furono due cose piuttosto fastidiose a interrompere il sonno di Frank. Un braccio addormentato e una dolorosa erezione.

Il braccio sinistro era invaso da un odioso formicolio perché schiacciato dal corpo di Gerard. E l'erezione, beh... anche quella, era senza dubbio colpa di Gerard.

Il chiarore rossastro che aveva scorto dalla finestra prima di addormentarsi, ormai era stato sostituito da un cielo azzurro e il bianco delle nuvole.

Col braccio libero afferrò il telefono di Gerard sul comodino accanto al letto. Erano le 8:40. Aveva dormito poco più di un paio d'ore.

Quand'era successo, esattamente? Non avrebbe saputo dirlo. Ricordava il corpo del suo migliore amico che, da sopra di lui, crollava su un fianco sull'unico spicchio di letto disponibile. Da quella posizione, non aveva smesso placidamente di baciarlo e passare le mani sulla sua pelle finché non erano caduti entrambi in un sonno inevitabile.

Oh mio Dio, mi ha baciato...

Questo fu il primo pensiero passato per la testa di Frank. Non era ancora abbastanza lucido per prestare attenzione anche al resto del quadretto – quelle dita che facevano su e giù sul suo corpo, quel caldo respiro, la pulsante durezza che sentiva a contatto con la sua attraverso l'intimo...

Ma il bacio, quello era stato tanto d'impatto da essere visualizzato anche ora, da una mente esausta e parzialmente ancora immersa nel sonno. Non un bacio, non due, ma infiniti. Continui, eterni istanti di onde morbide che le loro labbra avevano disegnato insieme. Un piacere che sembrava non finire mai e non durare mai abbastanza. Dio, avrebbe potuto cadere nell'abbraccio del più dolce degli amplessi, solo grazie a quei baci. Ma Gerard era chiaramente troppo stanco e ubriaco per trasformare quei preliminari in sesso vero e proprio. Sì, ciò che Frank ricordava chiaramente era di essersi lasciato andare alla sonnolenza solo dopo aver visto le palpebre di Gerard cedere per prime.

Il chitarrista si prese un momento per osservare quella figura mezza nuda che riposava beata accanto a lui.

Meno che mai nell'ultimo periodo esistevano certezze nella vita di Frank Iero, eccetto una: non si sarebbe mai stancato di guardare il viso di Gerard. Anzi, era addirittura inevitabile che lo guardasse. I suoi occhi lo cercavano sempre, ogni giorno, anche quando lui non c'era. Passavano da un volto all'altro per strada, trovando sollievo e dimora solo nel momento in cui lo incrociavano nuovamente.

Era stato così che Frank aveva capito di essere innamorato del suo migliore amico. Una sera come tante, seduto con la band al tavolo di un bar, Gerard l'aveva guardato stranito e gli aveva chiesto “Amico, si può sapere perché mi fissi?”. Ovviamente Frank era cascato dalle nuvole e aveva cercato di non ricadere nella stessa scena imbarazzante.

E fu lì che dovette arrendersi all'evidenza: non riusciva davvero a smettere di fissare Gerard. Il suo sguardo ci finiva sempre davanti, irrimediabilmente. Insomma, era talmente bello...

Frank si chiese distrattamente se avesse in faccia la stessa espressione rapita che aveva Adam quando gli disse quanto Him fosse bello – com'è che si chiamava..?

Stranamente, Gerard non stava russando. Sembrava addirittura troppo in pace per emettere alcun rumore. Era strano pensare che, più razionalmente, non dormisse abbastanza profondamente: quando Frank sfilò il braccio da sotto la sua schiena, il suo sonno non venne smosso nemmeno un po'.

Cercando di essere silenzioso, si alzò dal materasso e si tirò su i pantaloni – rimasti sotto le ginocchia per gran parte del tempo passato su quel letto. Prese da terra la camicia che adorava, ma di cui non gli era importato assolutamente nulla nel momento in cui Gerard aveva iniziato a spogliarlo.

Con un sospiro, guardò un'ultima volta l'uomo appisolato nel letto e desiderò dargli il buongiorno con un altro bacio, e continuare a farlo fino all'ora del bacio della buonanotte.

Scosse la testa, tentando di trovare la forza di uscire da quella stanza. Era giusto che Gerard si schiarisse le idee e che lo facesse per conto proprio. Non era cosa da tutti i giorni accettare al livello conscio di essere gay, doveva prendersi il suo tempo, e svegliarsi con accanto un uomo mezzo nudo non sarebbe servito. Inoltre, se fossero arrivati i signori Way trovando Frank lì in quello stato, non sarebbe stata una piacevole sorpresa.

Anche Frank aveva bisogno di mettersi a posto le idee, di riprendersi da quella assurda notte, di riposare, magari di farsi una maledetta sega – perché Dio santissimo, stava impazzendo dopo quello che Gerard gli aveva fatto e non fatto solo due ore fa.

Cercò di sistemarsi i capelli scuri, tanto per non sembrare uno che aveva appena scopato. Sfregò le dita sul viso in un disperato tentativo di apparire sveglio. Dopodiché si fece coraggio e uscì a passi felpati dalla stanza d'ospedale.

Appena chiuse la porta e si voltò, trovò gli occhi felini del Dr. Kean ad attenderlo. Spaventato, soffocò un urlo e si portò una mano al cuore.

Dottoressa! Mi ha fatto prendere un infarto...”

Lei è il signor Iero, giusto?” chiese lei, ignorando completamente ciò che aveva detto.

Uhm... Sì, esatto...”

Cercherò di essere chiara” parlò a voce estremamente bassa, come per passare inosservato in un corridoio pieno di medici, infermieri e persone malate. “So che deve essere stato uno shock l'improvviso mancamento del suo partner. Ma se fa di nuovo sesso con un mio paziente qui dentro, la farò arrestare. Mi sono spiegata bene?”

Non l'aveva detto con collera. Anzi, era stato il suo tono totalmente calmo a intimorire Frank.

Si grattò la nuca con fare imbarazzato. “Si è spiegata egregiamente, dottoressa...”

Ottimo. Le auguro una buona giornata”

E così com'era apparsa, si dileguò, svanendo tra il resto del personale ospedaliero in un edificio che sembrava non rallentare mai.

Anche Frank prese la sua strada, andando verso l'uscita, ripensando di sfuggita a quanto calzasse bene la parola “partner” a Gerard Way.












Ahhhhhhhh -w- *sollievo*
Voi non avete idea di quanto abbia aspettato di poter scrivere di un po' di sano Frerard! Stavo letteralmente impazzendo!!! E scommetto che anche voi vi eravate rotti le scatole di aspettare i miei comodi xD
Ah, tra l'altro è stata una liberazione senza fine far cominciare Gerard a chiamare Honey il nostro Frank. Io AMO quel soprannome, gliel'ho pure fregato per usarlo io con chi di dovere, era un dolore fisico per me che non avessero ancora il tipo di rapporto che lo permettesse!!! *sclero totale*
Ve l'avevo detto che ne sarebbe valsa la pena, o no?
Io direi di festeggiare con i faccini dei nostri cuccioli preferiti.
Guardate come sono contenti, pure loro!


Grazie per tutto il vostro sostegno, non avrei mai pensato che qualcosa scritto da me potesse piacere tanto *^*
Ci rivediamo per gli sviluppi di questa storia strampalata!


V

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Capitolo 21
*** Come qualcosa di sbagliato ***


Perdono perdono perdono, non ho potuto aggiornare con i tempi regolari perché sono partita e ho dovuto girare tutto il paese in cui sono per trovare una connessione internet. E NEL FRATEMPO ho finito e strafinito il capitolo.


Spero che quello che vedete sopra e quello che leggerete sotto sia abbastanza per farmi perdonare l'attesa UwU

V

















Erano almeno sei secondi che dalla cornetta non si sentiva altro oltre al respiro di Adam.

Ci sei anco-”

Sai Frank, se non avessi passato la maggior parte della serata insieme a voi e non fossi stato io la causa del mancamento di Gerard, direi che è la storia più assurda che abbia mai sentito”

Senza dubbio è la notte più assurda che io abbia mai vissuto

Dici che dovrei chiamarlo? Cazzo, non credevo di fare tanto casino con una partita a birra-pong...”

Non credo sia una buona idea, solo a sentire la tua voce darebbe un escandescenze. Avresti dovuto vedere com'era furioso parlando di te”

Allora, tutto sommato, abbiamo ottenuto l'effetto desiderato”

Sì, se non fosse che l'hai quasi fatto entrare in coma”

Esagerato! Dimmi una cosa, piuttosto...”

Uhm?”

Avvertì attraverso il telefono tutta la malizia del sorriso di Adam. “E' stato eccitante?”

La schiena di Frank crollò sul muro più vicino. Si torturò il labbro con i denti come aveva fatto tutto il giorno.

Avrò raggiunto il lieto fine quattro volte pensandoci... e me ne sono andato dall'ospedale sette ore fa”

Adam non si risparmiò una fragorosa risata. “Quindi, alla fine, gli hai detto del nostro piano?”

A dire il vero, credo si sia fatto prendere dal momento, oppure se n'è dimenticato...”

Non ne avete più parlato?”

Non abbiamo parlato e basta”

Che sporcaccioni” fu il suo commento. “Mi dispiace davvero per quello che è successo a Gerard, tuttavia sono sollevato che la giornata di lavoro sia saltata: non ho chiuso occhio ieri notte”

Come mai?”

Sono anni che Tommy fa sempre lo stesso incubo: un qualcosa che lo spaventa a morte. Quando gli capita, mi telefona sempre”

Risalì per lo stomaco di Frank un moto di tenerezza. Gli sembrò improvvisamente assurdo che fino a ieri sera Adam non gli avesse mai detto nulla su Tommy – ecco qual era il suo nome! -, quando adesso era così naturale, quasi inevitabile che discorsi del genere uscissero fuori.

E' un sogno ricorrente?”

Non posso dirti di più, Frankie. Non credo che l'abbia raccontato a nessuno, a parte me...”

Sorrise. “A quanto pare Gerard non è l'unico fortunato ad avere qualcuno come me”

 

 

 

Il Dr. Kean aveva fatto irruzione nella stanza di Gerard Way consigliandogli vivamente di rimettersi il camice: presto sarebbe tornata la sua famiglia.

Il paziente aveva annuito svogliatamente senza muovere nessun altro muscolo, come se fosse più intontito di quando si era svegliato dallo svenimento.

Quando posò la pila di cartelle sul bancone del terzo piano e prese una penna per aggiornarle, una voce alle sue spalle cercò di attirare la sua attenzione. E la donna si arrese all'impossibilità di avere un momento di pace quella mattina.

Trovò a guardarla una ragazza sulla trentina, piuttosto bassa e con un naso aquilino capace di occultare qualunque bellezza delle labbra perfette.

Lei è il Dr. Kean, vero? Mi hanno detto di venirla a cercare, sono la ragazza di Gerard Way”

Gli occhiali della dottoressa crollarono fino alla punta del naso, e i suoi occhi miopi fissarono la sconosciuta piuttosto sorpresi.

La sua ragazza?”

Posso vederlo?”

... Certo. In fondo al corridoio, stanza 36”

Mentre osservava la ragazza allontanarsi di tutta fretta, il Dr. Kean scosse la testa e tornò alle sue cartelle: con queste bravate giovanili non voleva avere nulla a che fare.

 

 

 

Gerard era ancora così in bilico tra il sogno e la realtà, che quando sentì la porta della stanza aprirsi, credette di esserselo immaginato.

Ma quando sentì una voce familiare chiamarlo dolcemente, spalancò gli occhi e affrontò la concretezza dell'inizio di quel dopo sbronza.

Linz!”

La ragazza si accese in uno dei suoi migliori splendenti sorrisi, ma che aveva un che di amaro agli occhi di quel nuovo giorno. Gerard si chiese perché...

Mikey mi ha chiamata stamattina e mi ha detto quello che è successo” spiegò lei, avvicinandosi fino a poterlo abbracciare. “Come ti senti?”

Gerard si chiese perché proprio Mikey avesse chiamato Linz – quasi come se lei fosse già sua moglie – e, tra le braccia di lei, cercò disperatamente di ricordare cosa fosse successo ieri sera.

Uhm... Mi scoppia la testa in realtà. Postumi da sbornia...”

Linz gli rivolse uno sguardo quasi di rimprovero. “Che hai combinato ieri notte?”

E mentre pensava alla risposta, il frontman ricordò tutto. Dei flash sconnessi e confusi iniziarono a invadergli la mente. La sua mano che afferrava una pallina da ping pong togliendola dal bicchiere da cui avrebbe dovuto bere... Il sorriso arrogante di Lambert... Il gin tonic, e poi il Jack Daniels, e poi la tequila, e poi altra birra... Il tizio che lo fissava vitreo dal divanetto... La mano di-

Frank.

Frank!

Frank! Frank! Frank! Frank! Frank! Frank!

Quelle mani tremanti che lo toccavano dappertutto, quegli occhi che brillavano di piacere nel buio, e poi i gemiti, la sua voce che sussurrava “Gee... Gee”...

Oh merda, realizzò a fatica Gerard. Sono andato a letto col mio migliore amico.

Tesoro, qualcosa non va?”

Linz.

Oh cazzo, Linz.

Gerard stava con Linz, finalmente stava con Linz, cosa diavolo gli era saltato in testa?! Gerard era etero, di questo era sempre stato sicuro, cos'era cambiato?

No... Sono solo esausto” si costrinse a dire. Costringendosi anche a sorridere. “Ma sono felice che tu sia qui”

Godendosi l'ennesimo grande sorriso della sua ragazza, con ancora le sue braccia avvinghiate al collo, la baciò nella speranza di dimenticare quello che aveva fatto. E ringraziò mentalmente il Dr. Kean per avergli ricordato di rivestirsi poco fa.

 

 

 

Sei pronto, amore?”

Mikey guardò la madre e annuì, infilandosi la giacca e riponendo il cellulare in tasca.

I genitori avevano insistito perché rimanesse a dormire nella sua vecchia stanza, almeno per quella notte, e lui aveva accettato per stare vicino alla madre e per cercare di far sparire i residui della sua ansia. Ma non era riuscito a prendere sonno: continuava a martellargli in testa l'immagine del fratello incosciente che mormorava il nome di Frank, e l'espressione imbarazzata e impaurita dell'interpellato – come uno scolaretto che viene beccato impreparato all'interrogazione.

Si diede dello stupido da solo per non esserne accorto prima, e si chiese da quanto tempo quest'oscenità andasse avanti. Insomma, Gerard e Frank erano sempre stati molto uniti, anche imbarazzantemente affettuosi, ma non aveva mai pensato che...

Eppure, era talmente evidente.

E nonostante questo, Gerard si era fidanzato con Linz. Che senso aveva tutto ciò? Che razza di pseudo relazione stavano portando avanti lui e Frank?

Negli anni, Mikey aveva assistito alle peggiori forme di idiozia nel fratello maggiore, ma tradire non era una cosa di cui l'aveva ritenuto capace.

Si sentiva in colpa per aver chiamato Linz?

Forse.

Ma di certo non avrebbe lasciato che quella cosa – qualunque cosa fosse – continuasse.

Mikey salì sul sedile posteriore della macchina dei suoi genitori come quando aveva undici anni.

Ancora non riesco a crederci”

Non ricominciare, Donald” lo riprese Donna, facendo partire il motore dell'auto.

Stava dormendo! Tutti noi siamo quasi morti dallo spavento, e lui stava dormendo”

Tuo figlio è svenuto in mezzo al giardino e ora è in ospedale. Che sia rimasto privo di sensi una o due ore non è importante”

Combina solo disastri”

Forse perché tu ti aspetti solo che li combini”

Mikey inarcò le sopracciglia, ma tacque. Non aveva mai sentito sua madre rispondere così al padre.

Donald sospirò, ciononostante nemmeno lui disse nulla.

 

 

 

Ho bisogno che tu sia sincero con me, Gerard” disse il Dr. Kean, col supporto dei suoi occhi di seducente cristallo e freddo ghiaccio a rafforzare il concetto. “Hai assunto droghe nelle ultime dodici ore?”

No” rispose secco il cantante, col supporto delle mani - l'una dentro sul grembo - a dare segno di tranquillità. “Non faccio uso di droghe da anni, ormai”

Gli occhi della dottoressa, già piccoli, si ridussero alle dimensioni di due spilli.

Ho avuto problemi con la droga, circa quattro anni fa, poco dopo che la mia band è stata fondata. Ho fatto patire a me stesso e alle persone a me care le pene dell'Inferno per costringermi a smettere, e per nulla al mondo tornerei a quei giorni. Quindi può credermi: sono pulito”

E' possibile che ieri sera tu abbia mangiato una pietanza avariata, o che tu sia intollerante a qualcosa?”

Non ho mangiato niente di niente”

E da quanto non mangi qualcosa?”

Uhm... Da ieri mattina”

Ecco qualcosa capace di stupire la dottoressa: quella risposta.

Oh. Ti faccio subito portare la colazione”

Non serve” mormorò Gerard, svogliato. La stretta rovente nel petto lo costrinse ad abbassare lo sguardo. “Ho lo stomaco chiuso...”

Gerard, devi mangiare qualcosa per rimetterti in forze. Non è sano stare così tanto a digiuno”

Rassegnato, annuì.

Ora c'è una domanda un po' delicata che dovrei farti...”

Deglutì, improvvisamente in ansia. Il suo cervello visualizzò spontaneamente il peccato commesso solo qualche ora prima, e il ragazzo venne invaso dal terrore che qualcuno dicesse ad alta voce il nome di Frank come qualcosa di sbagliato.

Ammetto di non aver immaginato che si trattasse di assenza di zuccheri, ma...” la donna s'interruppe e ritrasse le labbra un istante. “Hai mai sofferto di anoressia o bulimia?”

Bulimia” confessò Gerard. “Al liceo. Ero piuttosto sovrappeso”

Non amava ricordare quel periodo della sua vita, e solo pensare che delle tracce dei problemi di allora potessero essere rimasti in lui, lo faceva rabbrividire. Non voleva nemmeno supporre di poter essere di nuovo così infelice.

Lo era?

Lo sono?

Allora è possibile che sia stato davvero l'improvviso calo di zuccheri a farti scaricare completamente le batterie. Posso farti un'altra domanda?”

Senza pensare, Gerard annuì: si stava ancora arrovellando sul concetto di felicità.

Perché non hai mangiato per ventiquattr'ore?”

Alzò gli occhi, sentendo dentro di nuovo il panico di essere stato scoperto. E quello che incrociò gli diede la conferma che temeva: lo sguardo del Dr. Kean voleva essere rassicurante e comprensivo, ma lui si vergognava lo stesso come un ladro. Era come se quella donna fosse consapevole che dei motivi per comportarsi così li aveva eccome.

Ascolta, non devi dirmelo per forza. Voglio solo sapere se è per motivi personali o per altro: è necessario per le analisi che devo fare”

Boccheggiò per qualche secondo, gli occhi imploranti di essere lasciati in pace. “Personali” riuscì a dire alla fine.

Il Dr. Kean annuì e non disse o fece altro. Era evidente che non volesse mettere il paziente ulteriormente a disagio.

Vuoi che dica alla tua famiglia cosa-”

No” scattò immediatamente Gerard. “Vorrei spiegare tutto io quando avrete fatto le dovute analisi, se non è un problema”

La donna non si scompose e non si sorprese neanche, per quella reazione. Gerard non era un quindicenne venuto lì per un ginocchio rotto giocando a calcio: era un uomo adulto, e la dottoressa aveva il dovere di rispettare il segreto professionale.

Posso fare una telefonata, adesso?”

Non sei in galera, Gerard. Puoi fare tutte le telefonate che vuoi” lo rassicurò, e gli fece un veloce occhiolino, lasciandolo solo.

Gerard era grato di tutta quella premura. Era nel panico e nella confusione più totale al mondo: più alleati aveva, meglio era.

Prese il telefono dal comodino lì accanto e compose il numero che conosceva a memoria da anni.

Rispose una voce che, con tutta evidenza, cercava di trattenere un'impetuosa emozione.

Frankie? Ciao... Vorrei parlare un po' di... di ieri notte. Potresti tornare in ospedale, diciamo, verso le 18:00? Ti raggiungerei io, ma devono ancora farmi diversi esami...”

Certo! Certo, ci sarò”

Grazie. A dopo allora” si morse il labbro per il tono nervoso con cui l'aveva detto.

Uhm... A dopo...”

Merda. Frank l'aveva notato.

Gerard chiuse la chiamata prima di combinare altri guai e si preparò mentalmente un discorso da fare.

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Capitolo 22
*** Fiamme ***


Quando finalmente Frank bussò alla porta della sua stanza, Gerard sentì il cuore salirgli in gola. Deglutì per rimetterlo al suo posto, e si sforzò di essere determinato. O, almeno, di sembrarlo.

Ciao” fu il salutò insicuro di Frank.

Lui rispose allo stesso modo, e per i successivi dieci secondi regnò un imbarazzatissimo silenzio.

Frank, io... ti chiedo scusa”

Il più piccolo parve cadere dalle nuvole. “Scusa per cosa?”

Gerard sospirò e lì tutto ebbe inizio. “Ricordo ben poco di ieri notte, ma ho fissa in testa un'immagine in cui ti costringo contro un muro e ti minaccio con rabbia”

No, tu non hai-”

E, non so bene quando, la rabbia si è trasformata in passione. Mi dispiace per il modo in cui ti ho trattato, come se fossi un pezzo di carne da possedere. Ma tu sei... sei il mio migliore amico. E questo è più importante di qualunque cosa”

Aspetta aspetta aspetta” lo interruppe Frank, alzando le mani. “Che cavolo stai facendo?”

Stavolta fu Gerard a cadere dalle nuvole. Fissò Frank come se lui lo stesse accusando di aver sbagliato le battute di un copione teatrale.

Ti sto facendo le mie scuse...”

Davvero? Perché questo sembra tanto un modo cauto e paraculo per mollarmi” sputò con arroganza.

Mollarti!? Frank, io e te non stiamo-”

Insieme? Stavi per dire 'non stiamo insieme'?” incalzò, furioso. “Perché, quando hai parlato delle cose 'tra me e te' che Adam non avrebbe mai potuto capire, non sembravi pensarla così. Quando mi hai sbattuto su quel letto non sembravi pensarla così! Non stiamo parlando di uno stupro Gerard, non ti sei approfittato del mio corpo. Ci siamo baciati, toccati, goduti a vicenda perché volevamo farlo”

Gerard distolse lo sguardo quando lui parlò di “baciare, toccare, godere”, quasi come se ne fosse... disgustato?

La voglia di picchiarlo si fece avanti in Frank forte e chiara.

Frank, io non sono gay”

Ah, no? Perché il tuo cazzo duro contro il mio non era granché d'accordo! Già il fatto che tu non sia riuscito a piazzarlo a Linz dovrebbe dirti qualcosa”

Il cantante arrossì visibilmente, di gelosia e rabbia.

Improvvisamente è chiaro perché Mikey abbia avvertito Linz che sono in ospedale. Voleva ricordarmi ciò che è davvero importante, evidentemente”

Il cuore ardente di furore di Frank si spezzò in quell'istante, e le fiamme divamparono anche sulle crepe e sulla carne scoperte e sanguinante.

Mikey ha... fatto cosa..?”

Io sono innamorato di Linz, Frank” continuò Gerard, approfittando del suo improvviso silenzio. “Non voglio rovinare le cose con lei. Ieri notte non è mai esistita, chiaro?”

L'ultima cosa che vide di Frank fu uno sguardo glaciale, disgustato, senza più parole che potessero commentare tutta la merda appena uscita dalla sua bocca.

Frank Iero marciò fuori da quell'ospedale, con la piena certezza di dove sarebbe andato adesso.

 

 

 

Non appena la porta venne aperta in risposta al suono del campanello, le braccia di Frank si mossero da sole e si buttarono su Mikey in uno spintone.

Approfittando dell'indietreggiamento del bassista per quello scontro, Frank avanzò fino ad entrare in casa sua.

Ma che ti prende?”

Hai detto a Linz che Gerard era in ospedale perché lui mi ha chiamato nel sonno!?”

Mikey fu svelto ad aggirarlo e andare a chiudere la porta d'ingresso, tanto per non rendere tutto il vicinato partecipe di quella discussione.

La domanda dovrebbe essere: da quanto ti scopi mio fratello?”

Frank corrugò ancora di più la fronte. “Di che diavolo stai parlando?”

Lo sai benissimo”

Da un minuto in cui Gerard aveva invocato il nome di Frank, Mikey aveva intuito che andassero a letto insieme?!

E poi anche se fosse stato vero...

Nessuno ti ha mai insegnato a farti i cazzi tuoi, Mike?”

Sono cazzi miei, perché il fratello è il mio. Sai quante volte sono stato tradito io, Frank? Hai idea di quanto possa essere offensivo per uno come me tutto questo?”

Cosa c'entra con me il fatto che tutte le tue ex fossero delle troie?” lo sfidò il chitarrista.

Gee sta con Linz! Tutto questo è terribilmente sbagliato nei suoi confronti. Gerard deve scegliere: lei o te”

Frank rimase paralizzato, quasi sul punto di scoppiare in un'isterica risata.

Sei un coglione...”

Mikey si indispettì più di quanto non lo fosse già: “Come, prego?”

Non hai capito un cazzo”

Perché non ti tieni tutti questi cazzi nel culo e non lasci stare quello di mio fratello?”

Frank sapeva che Mikey, per quanto riflessivo e indulgente, se si infuriava non rispondeva più di sé. Altroché se lo sapeva. E avrebbe dovuto prenderne atto, ma la discussione con Gerard l'aveva caricato di troppa rabbia.

Perse ogni controllo e partì un'altra spinta. Mikey rispose prontamente spingendolo a sua volta. E, quando gli arrivò il primo pugno in pieno naso, ne caricò uno che puntò Frank.

Lui fu molto veloce ad abbassarsi, e il colpo di Mikey finì dritto sul muro.

Dopo, solo un crack.

Porca puttana! PORCA PUTTANA!”

 

 

 

Pronto?”

Jess, ciao”

Ehi, Leonard. Che succede?”

Uhm... Ho delle pessime notizie...”

Oh Gesù, Gerard come sta?”

Lui sta bene, è appena stato dimesso. Ma Mikey è al pronto soccorso...”

Eh?! Anche lui?! Ma che fanno tutto il giorno questi ragazzi? Che gli è successo?”

Ha dato un pugno contro un muro”

L'istante prima di dirlo apertamente sembrò infinito ad entrambi.

... Si è rotto una mano”

 

 

 

Quando udì lo squillante suono del citofono, a fatica Frank alzò il fondo-schiena dal divano. Arrancò verso la cornetta attaccata al muro, se la accostò all'orecchio e chiese a chiunque lo stesse disturbando di identificarsi.

Sono Adam. Fammi salire!”

Non se l'aspettava di certo, specie alle 21:00 passate, ma gli aprì lo stesso.

Secondo piano” disse nel citofono.

In meno di un minuto, Adam bussò alla porta con una confezione da sei di birra in mano e uno dei suoi soliti sorrisi accattivanti in volto.

E' questa la dimora dello sterminatore di membri della famiglia Way?”

Frank alzò gli occhi al cielo e accarezzò l'idea di sbattergli al porta in faccia. Ma gli sarebbe costato troppa fatica: si limitò a tornare sul divano e fargli cenno di chiudere la porta d'ingresso.

Non mi merito questo titolo, hai mandato tu Gerard all'ospedale”

Ma far patire ad un povero muro il colpo del pugno che meritavi tu, è decisamente peggio” rise con noncuranza Adam, seguendolo a ruota.

Frank lo notò posare sul comodino accanto al divano tutto ciò che aveva in tasca, come fosse un'abitudine fin troppo preziosa.

Il ragazzo gli diede un'occhiata precisa e lunga, lo scrutò da cima a fondo. “Amico, da quanto tempo è che non esci di casa?”

Frank alzò le spalle, per poi farle crollare di nuovo: troppa fatica. “Da quando ho mollato Mikey davanti al pronto soccorso”

Adam ovviamente sapeva già tutto. Due giorni fa, Frank si era assicurato di aggiornarlo sull'idiozia di entrambi i fratelli Way – in realtà, aveva solo bisogno di sfogarsi. Dopodiché il chitarrista aveva chiesto espressamente di essere lasciato solo.

Gerard sembrava non averlo ascoltato, perché sul cellulare di Frank lampeggiava ancora il segnale dell'ultima chiamata senza risposta. La quattordicesima.

Agli occhi di Adam, quel Frank dai vestiti sgualciti, gli occhi rossi e la barba sfatta sembrava in qualche modo stanco. Non stanco nel senso di assonnato: tutto il suo essere gridava alla ritirata. Dava l'impressione di essersi arreso, di aver alzato bandiera bianca. Di non volerne più sapere di nessuno dei coglioni fuori da quella porta.

Adam aveva provato più volte a dirgli che Gerard aveva reagito in quel modo solo perché tutto era accaduto troppo in fretta, e quell'idiota se la stava facendo sotto. Forse, se Linz non fosse arrivata in ospedale proprio in quel momento e gli avesse dato il tempo di focalizzare quanto accaduto la notte prima...

Ma Frank non aveva voluto ascoltarlo. Era stanco persino di giustificare Gerard, di immaginare che dietro quell'ammasso di infantilità ed egocentrismo ci fosse un uomo giudizioso, e di continuare a correre a perdifiato nella speranza di raggiungere quell'uomo. Era stanco. Stanco di provarci, stanco di mettersi in ridicolo, stanco di parlarne, stanco di pensarci.

Aveva combattuto per Gerard e fallito miseramente. Fine della storia.

Adam non si era presentato da lui, quella sera, per tentare di persuaderlo ancora a reagire. Era lì per fare qualunque cosa Frank volesse, che fosse parlarne, non parlarne, parlare o non dire una sola parola, farlo piangere, dire la battuta che l'avrebbe fatto ridere, o magari farlo ubriacare fino a farlo – finalmente – addormentare. Non aveva idea di come dare a Frank il sostegno di cui aveva bisogno, così il nuovo piano era di lasciare il timone a lui e alla birra che sembrava volersi scolare tutta d'un fiato.

Sono andato a trovare Mikey, oggi” disse Adam, esclusivamente perché conosceva abbastanza Frank da sapere che, sotto sotto, gli importava di avergli fatto male.

I suoi occhioni gli chiesero di andare avanti.

Gli ho... firmato il gesso”

La schiena di Frank crollò sul divano. “Oh, cazzo...”

Già. Per il prossimo mese, dovrà usare la sinistra per masturbarsi”

Inaspettatamente, questo bastò per far uscire dalle labbra di Frank una flebile risata e farlo allontanare per un secondo dal senso di colpa.

Immaginavo che fosse tanto grave, quando ha detto di non riuscire a muovere le dita... Jess si è incazzato tanto?”

Uhm... Sì, abbastanza. E' riuscito a spostare le date per le riprese del video, ma la nuova canzone dovrebbe comunque uscire per tempo, quindi va assolutamente finita per la prossima settimana...”

Mi sembra una buona notizia, no? In questo modo, basta solo cercare un altro bassista che finisca con noi la registrazione”

Sì...” sospirò Adam. “Se non fosse che non si riesce a trovare nessuno di disponibile”

Preferì non dirgli che Leonard aveva offerto il lavoro anche a Linz Ballato, pensò di risparmiargli un ulteriore fastidio, dato che, al momento, nemmeno la ragazza era libera di lavorare con qualcuno che non fosse la sua band.

Notò la testa di Frank scattare verso l'alto, e il suo corpo raddrizzarsi sul divano come fosse un burattino mosso da fili invisibili.

Adam”

Uhm?”

Perché non lo chiedi a Tommy?”

Il ragazzo strabuzzò gli occhi, dandosi dello stupido per non averci pensato prima e non aver escluso l'ipotesi prima.

Non credo sia una buona idea...” farfugliò.

Perché no? Hai detto che è stato dimesso due giorni fa, e che se non fosse stato per l'appendicite sarebbe venuto a Los Angeles con te!”

Adam si rabbuiò. “Deve risposare, e riprendersi, prima di fare un simile viaggio. E poi non penso riuscirebbe a lavorare con voi: siete i suoi idoli, inizierebbe a strepitare come una teenager in calore”

Frank lo fissò di sbieco. “Sicuro che non ti vada a genio l'idea solo per gelosia?”

Lo sguardo con cui rispose lui fu ancora più perforante. “Sì, sono sicuro. Non m'importa se Tommy Joe sbava per Gerard-asshole-Way. Ma non credo sia la persona giusta per questo lavoro. Caso chiuso”

Il chitarrista stava per replicare, ma Adam alzò l'indice davanti al suo viso per zittirlo.

Ho detto, caso chiuso”

E il discorso finì lì.

Passarono le ore tra chiacchiere più innocue, barzellette stupide, e tre birre a testa.

Quando Adam tracannò l'ultimo sorso della sua ultima bottiglia, chiese a al padrone di casa dove fosse il bagno.

Frank non riusciva a togliersi dalla testa la determinazione con cui Adam aveva rifiutato di offrire il lavoro al suo bassista. Perché prendersela in questo modo?

Una sola spiegazione poté dare: i viaggi di coppia erano qualcosa che apparteneva al mondo dei fidanzati, e Adam non era sicuro di essere pronto a impegnarsi con qualcuno.

Senza pensare se fosse giusto o no, Frank adocchiò il cellulare di Adam – quello che lui aveva lasciato sul comodino insieme al portafogli e le chiavi -, e lo afferrò.

Più in fretta che poté - nel terrore che il proprietario dell'iPhone lo sorprendesse uscendo dal bagno -, cercò il numero che corrispondeva al nome Him.
















Andiamo, ragazzi, Pensavate DAVVERO che fosse tutto finito qui? E vissero tutti in**lati e contenti? No, no. Perché è adesso che inizia il vero e proprio gioco -w- E sapete perché? Perché arriva Tommy Joe!! *Applauso dal pubblico mentre Tommy sale sul palco* *okay la smetto*

Lo so, sono sadica con i miei personaggi: non avrei voluto che Mikey si rompesse una mano, sul serio. Nonostante sia un ficcanaso che salta alle conclusioni come nulla fosse, è sempre un grande e lo sappiamo tutti, non importa che abbia rovinato un bel FrerardMoment u__u Eh su, eh su u__u



Vi lascio con questi porn!eyes e la promessa di aggiornare il prima possibile (sto scrivendo tutto sotto lo stand di una fiera in riva al lago e col sole a picco, per intenderci, e poi dite che non vi voglio bene u___u)

V

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Capitolo 23
*** Di gioia e disperazione ***


Pronto?”

La sua voce era bassa, ma aveva un che di giovanile, quasi fanciullesco, come se appartenesse ad uno sbarbatello che cerca di farsi dare da bere con un documento falso.

Frank si rese conto solo allora, anche dopo aver riflettuto per ore se fosse giusto o meno fare quella telefonata, di non essersi preparato un vero discorso. Così si ritrovò spiazzato da quel semplice invito a parlare, e boccheggiò per qualche istante.

Io... Ehm... Parlo con Tommy?”

Sono io, lei chi è?”

Aveva la voce di chi non aveva interrotto nulla per rispondere. Come se avesse tutto il tempo del mondo. Senza alcun motivo preciso, questo tranquillizzò Frank e gli diede coraggio.

Mi chiamo Frank, noi non ci conosciamo: sono il chitarrista della band con cui sta lavorando Adam, e-”

Oh Gesù”

Dopo quell'interruzione, Frank non sentì altro dall'altro capo del telefono. Per un attimo pensò che fosse caduta la linea, che Tommy avesse riattaccato, che fosse morto sul colpo, oppure...

Band... Chitarrista... Adam... T-tu non sei Frank Iero. No, no, no, no... Oddio, non sei lui. Se sei lui, potrei collassare in questo momento...”

Non collassare, ti prego...” farfugliò Frank con un velo d'imbarazzo.

OH MIO DIO!”

Dovette allontanare l'orecchio dal cellulare per non venire assordato. Forse, in parte, Adam aveva ragione sui suoi atteggiamenti da fanatico. Ma era sicuro che potesse abituarsi, col tempo: tutti gli artisti famosi incontrano altri artisti famosi.

Tommy, stammi a sentire adesso” gli disse, cercando di equilibrare decisione e gentilezza nella voce. “Posso capire la tua euforia, Adam mi ha detto che sei un fan della band, ma-”

Un fan della band?! Siete i miei idoli! Amico, non puoi assolutamente capire che cosa significhi questa telefonata per me..!” esclamò, per poi zittirsi di colpo. “Aspetta, come hai avuto il mio numero?”

E' esattamente di questo che vorrei parlarti. Ho preso il tuo numero dal cellulare di Adam... e lui... ehm... non lo sa”

Il silenzio di Tommy sembrò cambiare completamente forma: l'emozione se n'era come andata dall'atmosfera della conversazione.

Gli è successo qualcosa?” chiese con cautela, senza nemmeno provare a nascondere il terrore di una particolare risposta.

Quel ragazzo appariva estremamente emotivo ed estroverso.

No, sta alla grande. Mi ha parlato tanto di te...”

Cose positive, spero...” mormorò, ora improvvisamente timido. Già, emotivo ed estroverso. Frank non credeva che potesse esistere un libro più aperto di lui.

Sorrise in modo che si sentisse attraverso il telefono. “Molto. Andrò dritto al punto, se non ti dispiace. Nelle ultime settimane, Adam si è fatto in quattro per aiutarmi con i miei... chiamiamoli affari di cuore. E, ora che ne ho la possibilità, vorrei ricambiare il favore. Ma non ho intenzione di immischiarmi più di quanto non mi sia consentito, quindi vorrei chiederti il permesso di iniziare a fare ciò che ho mente”

Uhm...” balbettò Tommy, frastornato. “Perché, cos'è che avresti in mente..?”

Offrirti un lavoro”

C-come, scusa?”

Ti prego di tenere quest'informazione per te – la stampa non è ancora stata informata: il nostro bassista, M-”

Mikey Way”

Stavolta Frank ridacchiò. Forse il suo fanatismo era esagerato, ma per niente fastidioso.

Sì, lui. Mikey ha avuto un piccolo incidente, si è rotto la mano destra e per il prossimo mese sarà impossibile per lui suonare”

Oh, cazzo”

Già, esattamente quello che ho detto io. Il nostro regista non riesce a trovare un sostituto, e io credo che tu saresti perfetto. L'ho sentito il tuo stile nei demo di Adam: sei davvero bravo. La canzone che stiamo registrando è quasi finita, ci serve solo qualche altro giorno di prove”

Ecco, io...”

Cosa c'è?”

Sentì Tommy sospirare. “Non penso che dovrei accettare. Sarebbe un sogno lavorare con i My Chemical Romance, ma... Quando mi sono ammalato, Adam sembrava quasi... sollevato che non venissi con lui a Los Angeles. Col tempo ho imparato che se Adam Lambert vuole qualcosa, la chiede esplicitamente. Se Frank Iero ha dovuto prendere di nascosto il mio numero dal suo cellulare, significa che lui non mi vuole lì...”

Un moto di compassione si strinse come un cappio intorno al cuore di Frank. Chi meglio di lui poteva capire l'amaro senso di rifiuto da parte della persona che amava di più al mondo?

Io sono innamorato di Linz, Frank”

Scosse la testa per scacciare quel ricordo, che bruciava ancora come succo di limone su una ferita aperta.

Tommy” disse, con la convinzione che solo il proprio dolore poteva dargli. “So benissimo quanto alcuni uomini possano essere stupidi. Credimi. Ma io ho sentito come Adam parla di te, l'ho osservato mentre chiacchieravate al telefono l'altra sera... Puoi fidarti quando ti dico che ci tiene a te. Ha solo una paura fottuta della vulnerabilità. Mi ha detto proprio lui di avere solo bisogno di abituarsi all'idea. Il fatto è che... lui ha aiutato la persona di cui sono innamorato ad abituarsi alla stessa idea”

E si è abituata?” chiese curioso Tommy, come se gli stessero raccontando una favola della buonanotte.

... No, lui ha... ha deciso per la via più facile. Ma solo perché io non ho avuto il mio lieto fine, non vuol dire che anche Adam debba rinunciarci. Io credo che abbia solo bisogno di una piccola spintarella” fece, usando le stesse parole con cui Adam aveva parlato di Gerard.

No-non saprei...”

Ascolta, non intendo forzarti. Ma significherebbe molto per me se accettassi di aiutarmi a sdebitarmi con Adam. Ti assicuro che, una volta spinto, cadrà con piacere tra le tue braccia”

Era una piacevole ventata d'aria fresca poter parlare ancora dell'amore come una speranza di gioia, una porta per tutte le possibilità che la vita poteva offrire. E improvvisamente Frank capì cosa intendesse Adam quando diceva di essere triste vedendo due anime gemelle che non potevano completarsi a vicenda. Solo quando promise a Tommy la felicità insieme ad Adam, comprese appieno il desiderio di poter mantenere quella promessa.

... Accetto”

Accetti?!”

Accetto”

Fantastico! Sei... sei sicuro?”

Tommy parve sorridere. “Non mi capiterà mai un'offerta allettante come quella di Frank Iero”

Senza saperne bene il motivo, Frank scoppiò a ridere. Era la prima volta che rideva così sonoramente e pienamente, da quando Gerard Way gli aveva rovinato la vita.

Allora ti mando il numero del regista via sms, dì al tuo agente di chiamarlo per fissare un appuntamento. Fammi sapere quando avrai comprato il biglietto aereo, e... Tommy?”

Sì?”

Non dirlo ad Adam” sorrise ancora, inevitabilmente. “Fagli una sorpresa”

 

 

 

To: Ray; Adam L; Gee

Jess mi ha incaricato di avvertirvi della data di ripresa del lavoro, lunedì alle 9:30. Abbiamo trovato un sostituto temporaneo per Mikey.

Buon week end,

F.

 

From: Adam L

Scommetto il culo che se non fosse stato un messaggio collettivo indirizzato anche a G, avresti scritto “Ci becchiamo lunedì, yoh!” :)

 

A stento Frank riuscì a trattenere un sorriso emozionato, al pensiero della faccia che Adam avrebbe fatto nel vedere Tommy arrivare sul set. L'agente del ragazzo aveva inviato a Jess diversi video del suo repertorio. Tralasciando la disperazione del regista e la sua fretta di trovare un nuovo bassista, sembrava piacevolmente sorpreso del talento di Tommy. E questi aveva chiamato immediatamente Frank per avvertirlo che sarebbe arrivato a Los Angeles la notte di domenica prossima.

 

To: Adam L

Attento a svendere quel culo, qualcuno potrebbe approfittarne

 

From: Adam L

Che c'è, ora mi fai offerte strane? Che fine ha fatto la tua lista di motivi per cui non potrei piacerti? ;)

 

To: Adam L

Non parlavo di me -.-” Io ho chiuso con quella roba

 

From: Adam L

Sei diventato etero?! Orrore! :S Non sai che gli etero sono uno scherzo della natura, figli di Satana, povere anime malate, ecc. ecc.?

 

To: Adam L

Nah, ma per un po' ho chiuso con i culi altrui

 

From: Adam L

Okay, ma il giorno in cui andrai in giro a cercare qualche vagina, ti affogherò nell'acqua santa u_u

 

Stava per rispondergli, quando il telefono suonò per un altro sms in arrivo. Aprì la cartella dei messaggi, e...

 

From: Gee

Allora il tuo cellulare funziona.

 

E del sorriso sul suo volto restò solo l'ombra. Si sentì improvvisamente scoperto, come se Gerard potesse vedere la sua espressione in quel momento. Era impreparato come uno studente che passa dalla prima media alla maturità in un giorno. Cominciò a dubitare di riuscire a stare nella stessa stanza con Gerard senza impazzire, e a temere l'imminente lunedì. Eppure aveva indossato così saldamente tutti i componimenti della sua armatura, prima di inviare quell'sms collettivo...

Fissò le cinque parole di quel messaggio, uscì dalla cartella dei messaggi, posò il telefono, lo riprese in mano, tornò a leggere quelle cinque parole, le lesse, le lesse, le rilesse...

Il cuore pompava a mille, il sangue in circolo era gelido come acqua appena sopra gli zero gradi.

Avrebbe voluto essere abbastanza forte da cancellare il messaggio. Avrebbe voluto rispondergli. Avrebbe voluto che la faccia con cui si era scontrato il suo pugno, la scorsa settimana, fosse stata quella di Gerard e non quella di Mikey. Avrebbe voluto poterlo abbracciare come quando erano ancora amici. Avrebbe voluto dirgli, gridargli quanto disperatamente lo amasse. Avrebbe voluto non essere mai uscito allo scoperto.

Avrebbe voluto smettere di esistere in quell'istante.
















Inizio a pensare di metterci un po' di troppo di.... ME nelle storie "teoricamente" di totale invenzione. Non so voi, ma io non vedo l'ora di veder entrare in scena Tommy Joe in tutta la sua figaggine e puchosità ^w^
Cosa vi metto oggi come immagine? Mmmmmmmmmmm... Che ne dite di questo?



Ma sì dai, un po' di *hot* per consolare me, voi e Frank x)
Ah, tra parentesi mi sento in dovere di ringraziare (e sarebbe ora) la pagina Facebook My Frerard Romance (
https://www.facebook.com/MyFrerardRomance), perché quasi tutte le immagini che metto nei capitoli le trovo lì: ce ne sono a centinaia, santo Dio!

Ragazzi (o ragazze? Siete tutte ragazze? Mmmm dopo più di venti capitoli credo che dovrei saperlo.....), vi ringrazio da morire perché mi gasate e fate commuovere di più ogni giorno che passa. L'ho già detto nella risposta di una recensione oggi: anche quando inizio la giornata col piede storto (esempio casuale: alzarmi mezza influenzata e dover correre a fare un bonifico dall'altro capo del paese E SOTTO AL SOLE DI MEZZODI' per poi scoprire che la banca oggi chiudeva prima grrrrrrrrrrr..) leggo quello che mi scrivete voi e... ahhhhhh *sollievo* va di nuovo tutto alla grande.
Quindi, grazie. Grazie grazie grazie, non sapete quanto mi facciate felice!

Okay, basta ringraziamenti stile palco degli Oscar *effffff*,
a prestissimissimo!


V

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Capitolo 24
*** Comoda bugia ***


Adam e Gerard si sistemarono le cuffie sulle orecchie nello stesso istante, come fossero sincronizzati.

Alle loro spalle, Ray e Frank provavano qualche nota con le rispettive chitarre, per assicurarsi che fossero accordate.

E, mentre Frank accarezzava le corde di Pansy, i suoi occhi tornarono sulla nuca di Gerard. Per la dodicesima volta. Ed erano lì dentro da cinque minuti.

Era arrabbiato. No, di più: era furioso. No, peggio: era distrutto. Eppure, non poteva impedirsi di guardarlo. Perché, per quanto Gerard fosse stronzo, restava uno stronzo terribilmente bello. E, già, anche lo stronzo terribilmente bello di cui era innamorato perdutamente.

Quella mattina, l'aveva trovato puntuale – per la prima volta in vita sua – a colazione. Non l'aveva considerato un segno di qualche genere, né qualcosa di significativo. Non gli importava. Si era limitato ad abbassare gli occhi, sedersi a tavola con lui, Adam e Ray, e mangiare in silenzio.

Nel momento in cui si erano diretti tutti, come studenti in gita scolastica, verso lo studio di registrazione, Gerard aveva rallentato il passo per affiancarsi a Frank. Adam, vicino a lui – come sempre -, aveva provato a dargli un momento di intimità e aveva accelerato, andando a chiedere a Ray qualcosa di casuale.

Per quanto ancora continuerai a tenere il muso?” aveva mormorato con tono piatto il frontman.

Per quanto ancora continuerai ad essere un pezzo di merda?” aveva risposto a denti stretti Frank, sentendo risalire fino al cervello tutto il veleno che gli scorreva nel sangue da giorni.

La conversazione finì lì. Nessuno dei due disse più una parola all'altro.

Ed eccoli là, a fingere che l'altro non esistesse, a fingere di prestare attenzione al proprio lavoro quando entrambi sapevano benissimo ciò che passava per la testa dell'altro.

Per quanto ancora si andrà avanti così?, si chiedevano. Di solito, l'orgoglio dei loro litigi resisteva un'ora, due quella volta che Frank aveva detto a Gerard che, per quanto si sforzasse, non sapeva cucinare. Ma qual era il tempo massimo per un cuore spezzato?

Probabilmente Gerard nemmeno sapeva di aver fatto così male a Frank. Avevano parlato di affinità, omosessualità, amicizia, passione, ebrezza ma mai di amore. E Frank non aveva intenzione di mostrarsi ancora più patetico, più vulnerabile di quanto non fosse già, agli occhi di Gerard.

La porta dello stanzino di registrazione era aperta, così i ragazzi furono in grado di sentire la voce di Jess forte e chiara quando esultò:

Oh, eccolo qua!”

Alzarono tutti gli occhi nello stesso momento per guardare oltre il vetro.

L'unico che non perse più di un paio di secondi a fissare il nuovo bassista fu Frank. Osservò senza dubbio il suo aspetto, confrontandolo con quello che aveva immaginato dalla sua voce e quello che Adam gli aveva detto – come la sua magrezza impressionante, il modo in cui gli occhi marroni sembravano invadere tutto il viso, la postura di un bambino con arti troppo lunghi per sapere bene cosa farne.

Ma, dopo quella breve occhiata, il suo sguardo scattò subito su Adam. O meglio, sulla statua che Adam era improvvisamente diventato. Fissava la figura di Tommy Joe con due occhi stravolti degni di un cartone animato.

La statua si animò solo per storcere il collo e voltarsi a guardare Frank. Anzi, fulminare Frank.

Quale parte di 'Caso chiuso' non era chiara, Frank?” sibilò, allontanando le labbra dal microfono per non farsi sentire da orecchie indiscrete.

Gerard corrugò la fronte, curioso.

Jess condusse il nuovo bassista nella saletta di registrazione, con una mano a spingerlo gentilmente dietro la schiena.

Ragazzi, vi presento il sostituto di Mikey per i prossimi giorni...”

Thomas Joseph Ratliff” scandì Adam, con l'espressione più neutra che gli riuscisse.

T-Tommy Joe” lo corresse il ragazzo, a mo' di presentazione.

Lo conosci”

Quella di Gerard non era una domanda.

E' il mio bassista” rispose storcendo le labbra in un mezzo sorriso. Pensò che, tutto sommato, poteva strappare le palle a Frank più tardi. In quel momento si limitò ad allungare un braccio e fare segno a Tommy Joe di avvicinarsi.

Il biondino avanzò timidamente, e appena Adam lo ebbe a portata di mano, lo afferrò per il braccio e lo tirò finché questo non sbatté contro il suo petto. Lo abbracciò, cercando di nascondere l'impaccio di entrambi.

In mezzo ai suoi miti viventi, il povero Tommy sembrava sentirsi così piccolo. Era evidente quanto si stesse sforzando per mantenere la calma quando gli vennero presentati formalmente tutti. Frank gli fece l'occhiolino con fare complice e amichevole, ma non servì molto a farlo sentire meno teso. E, quando arrivò a stringere la mano a Gerard Way in persona, lasciò la propria tra le sue dita, sentendo ogni singolo muscolo abbandonarlo.

Che gli prende?” chiese Gerard rivolto ad Adam, un po' preoccupato per quello sguardo imbambolato che Tommy gli rivolgeva.

Nulla, vorrebbe solo sbatterti contro un muro: tutto normale” scherzò Adam.

Tommy Joe si svegliò da quel sogno per lanciargli un'occhiataccia, e gli rifilò una gomitata nello stomaco. Il suo viso era completamente colorato da un rosso acceso.

Sapeva perché Adam l'aveva detto. In parte, si sentiva probabilmente in dovere di vendicarsi di essere stato colto di sorpresa. In parte, per gelosia. In parte, amava perversamente vederlo arrossire.

 

 

 

Ray non si fece problemi a definire Tommy Joe “un bassista coi controcazzi”. Sembrava quasi un bambino, seduto sullo sgabello troppo alto e con lo strumento tra le braccia magre. Eppure, quelle dita affusolate sapevano il fatto loro. In due giorni, aveva già imparato gli accordi da fare, e quando provò una prima volta l'intero pezzo da solo, Frank non poté non notare gli occhi di Adam fissi sulle sue dita. Per non parlare del modo in cui continuava a deglutire come se avesse improvvisamente la gola secca.

Frank alzò gli occhi al cielo con un sorriso leggermente divertito, sempre più convinto di aver fatto la cosa giusta. Tralasciando la soddisfacente riconciliazione di due anime gemelle, vedere il favoloso e impassibile Adam Lambert sbavare per qualcuno senza ritegno, era uno spettacolo impagabile.

Le prove di quella prima giornata con Tommy non andarono male, anche se lui continuava a non riuscire a nascondere del tutto l'emozione di trovarsi lì con i My Chemical Romance. Nemmeno quando era concentrato sulle note da riprodurre col basso, quel sorrisone elettrizzato accennava a spegnersi di un solo watt.

Io dico che dobbiamo portare questo fenomeno a bere qualcosa” rise Ray, non appena furono tutti congedati quella sera.

Voi andate avanti” disse Adam. Ecco l'unica frase capace di spegnere il sorriso di Tommy Joe. Ma lui lo notò subito e gli diede un buffetto sulla guancia, per tranquillizzarlo. “Io arrivo subito. Ci vediamo al parcheggio”

I colleghi annuirono e ripresero a camminare verso l'uscita del set.

Adam afferrò prontamente il colletto della polo di Frank. “Tu vieni con me” ringhiò a bassa voce. Senza farsi notare, lo trascinò dietro alle roulotte e, senza tanti complimenti, lo strattonò tanto da fargli sbattere la schiena contro una di queste.

Ehi! Qual è il tuo problema?”

Il mio problema?! Il tuo, piuttosto. Cosa c'è di tanto difficile nel capire che, se dico che portare Tommy qui non è una buona idea, vuol dire che non lo è?”

Perché, ti sembra che stia andando così male?”

No Frank, ma non era quello che intendevo”

Vuoi smetterla, per carità di Dio, di fare tante storie?! Sembri un marmocchio viziato, Adam, sul serio! So che sei felice di vedere Tommy, te l'ho letto in faccia. Perché combatti la tua stessa voglia di stare con lui? Di cosa hai paura?”

Di cosa ho-” fece eco Adam, per poi interrompersi e uscirsene con una risata secca e sarcastica. Nascose un sorriso aspro dietro le mani giunte appoggiate alle labbra. “Frank, hai mai pensato che potesse esserci qualche altro motivo per cui non volevo Tommy qui con noi, oltre a quelli che ti sei costruito nella tua testa di innamorato frustrato?”

Frank avvampò di rabbia. “Non è che tu mi abbia dato molte motivazioni sensate su cui lavorare”

Dovevi solo fidarti di me, dannazione! Mi hai detto di non nominare Gerard – perché non volevi sentire il suo nome - e io, per non farlo, non ho potuto dirti perché era meglio che Tommy Joe non venisse a Los Angeles!”

Frank inarcò un sopracciglio e abbassò l'altro. “Ma l'hai nominato. Gerard-asshole-Way, ricordi?”

Mi avevi fatto innervosire, mi è scappato di bocca...” mormorò il ragazzo, incrociando le braccia davanti al petto.

Okay” concluse Frank, più pacatamente. “Adam: perché non eri d'accordo all'idea che Tommy venisse a Los Angeles?”

Gli occhi colore del ghiaccio di Adam sembrarono ancora più freddi, in quel momento.

Perché non sa che ho finto di flirtare con te nelle ultime settimane”

 

 

 

Dimmi che stai scherzando” fu il rantolò che uscì dalle labbra di Frank, dopo ben dieci secondi di silenzio glaciale.

Purtroppo no”

Oh, che cazzo Adam!” esplose. “Come puoi fare una cosa del genere per un amico quando stai con qualcun altro e non dirgli una sola parola?! Quindi Tommy non sa che mi hai dedicato Fever

No”

O che hai fatto credere a Gerard che mi avresti portato a casa tua dopo la festa di Donna”

No”

O che mi hai passato la lingua sull'orecchio”

Nemmeno”

Sei consapevole di essere un coglione, vero?”

Parla il genio che ha portato qui il ragazzo con cui esco mentre fingo di uscire con lui!”

Avresti potuto anche parlarmi di questo piccolo dettaglio!”

E come facevo a sapere che avresti fatto di testa tua e che l'avresti invitato qui?!”

Frank abbandonò le spalle contro la roulotte dietro di lui. Buttò indietro la testa e si coprì gli occhi con i palmi delle mani.

Cazzo. Cazzo. Cazzo! Adam”

Mh?”

Devi dirglielo”

Nemmeno morto!”

Scostò le mani dagli occhi per potergli esprimere in uno sguardo tutto il tuo disappunto.

Io so che con te non ho mai avuto cattive intenzioni, no? Ma persino tu hai avuto bisogno che te lo dicessi ad alta voce, secondo te come reagirebbe lui?!”

Si incazzerebbe, e avrebbe pienamente ragione” berciò Frank, sconcertato da quel discorso assurdo. “La prima cosa in un rapporto è la sincerità”

O una bugia comoda per entrambi. Risparmio a lui rabbia e sofferenza e a me una discussione fastidiosa”

E tutte le solite storie su 'meglio una brutta verità che una bella menzogna'?”

Stronzate” disse scuotendo la testa, orrendamente convinto. “Tutte stronzate”

Frank non credeva alle proprie orecchie. Era quello il ragazzo che sembrava saperne più di chiunque altro su amore, desiderio, psicologia, uomini? Era lui il guru che aveva seguito ciecamente per conquistare l'amore della sua vita? Quell'idiota insensibile, bugiardo e manipolatore?! Davvero una persona così eccezionale era capace di pensare che fosse giusta una cosa tanto ignobile?

In quel momento, l'iPhone di Adam vibrò. Sulla schermata trovò un messaggio di Tommy Joe.

 

From: Him

I ragazzi mi hanno detto di dirvi che, se non vi sbrigate, vi lasciamo qui u_u Poi se scappo via con Gerard Way, non dare la colpa a me! xP

 

In un altro momento, Adam avrebbe sorriso arrogantemente e pensato ai possibili modi per punire il suo dispettoso Tommy per quell'sms. Ma gli occhi accusatori e inorriditi di Frank avevano spento ogni voglia di scherzare, in lui.

Di sfuggita, come la prima volta che era comparso il nome Him sullo schermo di quel telefono in sua presenza, lesse il messaggio.

Non lo meriti” fu ciò che la rabbia gli fece scappare dalla gola. In futuro si sarebbe pentito di averlo detto, e già era consapevole di questo. Ma subito dopo aver sentito tutte le quelle sciocchezze uscire dalla bocca dell'amico, non poteva altro che oltrepassarlo e incamminarsi per contro proprio verso il parcheggio.














Potreste farmi un favore, voi che recensite? Dedicate uno spazietto per dirmi quanto vi stia facendo schifo il comportamento di Adam, quanto sia brutto e sbagliato fare cose del genere. Perché, mi chiederete. Perché ho un amico che sta facendo pressappoco la stessa cosa con la sua ragazza. Avevo già in mente di far fare ad Adam qualcosa del genere, ma dopo aver sentito parlare il mio amico, ho preso le sue esatte parole e le ho spiattellate su EFP. Così impara a non ascoltarmi quando lo prendo a calci in c**o. Forse a voi darà ascolto: ditelo ad Adam, e io farò arrivare il messaggio sia a lui che a quell'altro scemo di mia conoscenza U___U

Okay, basta rabbia. Vi piace Tommy Joe? A me tanto, voglio abbracciarlo forte forte attraverso la pagina di Word ^w^
Fatemi sapere questo e altro in un commentino, pls *^*

In cambio, ecco a voi l'immaginina Frerard del giorno:


E' partita Wake me up when september ends mentre cercavo tra le immagini, è un segno: Iddio ne vuole una in cui Gee indossa una felpa dei Green Day u______u
... Cristo, amo i suoi occhioni
Sclero finito.
PEACE!


V

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Capitolo 25
*** Meravigliosi occhi marroni ***




Gente, a questo giro l'immagine Frerard l'ho postata prima di subito, per il semplice fatto che non credo ricorderete più chi siano, questi due che ronfano alla grande, alla fine del capitolo, e questo perché *rullo di tamburi*...

Devo avvertire di un temporaneo
RAITING ARANCIONE.
Buona lettura, divertitevi! Ci vediamo giù *like a boss*




















Vediamo se il mio programma ti piace”

Tommy Joe si voltò verso Adam con le braccia alzate a mezz'aria, le mani a reggere la giacca per posarla sull'appendiabiti.

Quale programma?”

Adam si avvicinò a Tommy lentamente. Il suo sguardo non era uno di quelli che viaggia per far visita ad altri occhi: quelle iridi nocciola erano una dimora, un rifugio che le sue - colore del cielo - conoscevano meglio di qualunque altro luogo. Con fin troppo agio e frequenza le raggiungevano, sapendo già che difficilmente avrebbero avuto il coraggio di abbandonare il tepore di quella familiarità. Gli occhi di Adam Lambert erano quelli di un ragazzo che ha cercato per tutta la vita un nascondiglio così ospitale, e non importava quanto si sforzasse per nasconderlo: Tommy Joe lo sapeva. Lo sapeva eccome.

Le dita di Adam scivolarono dietro la sua vita, tanto delicatamente che lui quasi non se ne rese conto. Poi, da un momento all'altro, quella mano lo spinse con forza verso il più grande.

Il programma della serata” respirò sul suo viso lui.

Oh” mormorò Tommy Joe, sorridendo sornione. “Spara, allora”

Ordiniamo cinese, Ghost in DVD, e poi dritti a letto. Che ne dici?”

Il suo cibo preferito e il suo film preferito? Adam cercava di viziarlo. E quando lo faceva, significava che la tappa “letto” non avrebbe incluso l'addormentarsi almeno per qualche ora.

Pensandoci, ancora più soddisfatto, annuì in modo quasi frenetico.

 

 

 

Solo quando la testa di Tommy Joe si arrese alla stanchezza sulla sua spalla, Adam capì che la paziente attesa era finita.

Sei stanco?” chiese, col tono più innocente che potesse riuscirgli.

Un po'... Forse ho bevuto troppo vino...”

Avrei dovuto ricordare che non ti fa un bell'effetto” si scusò, sforzandosi di nascondere un maligno sorriso.

Mmmh...” mugolò il suo gattino.

Dai, tirati su. Così ti butti a letto” lo incitò, e vedendo che non si muoveva, aggiunse: “Vuoi che ti porti io come una principessina?”

Tommy avvampò e cercò di ignorare l'ebrezza, la stanchezza e l'ignavia, così da alzarsi in piedi e si diresse nella camera di Adam.

Non entrava in quell'attico da quasi un anno: gli era mancato. Era davvero un bell'appartamento...

Adam, alle sue spalle, cercò di non fare troppo rumore nel chiudere la porta della stanza. Ovviamente Tommy Joe se ne sarebbe accorto, ma non voleva farlo sembrare un gesto plateale e significativo.

Come se questo gli costasse una fatica e una concentrazione smisurate, il biondino si sfilò di dosso jeans, maglia e scarpe, restando in boxer: il suo pigiama.

Adam si leccò le labbra lascivamente senza farsi notare, pensando che trattenersi dal prenderlo ora e subito sarebbe stato più difficile del previsto. Ma avrebbe resistito: doveva fare le cose per bene.

Si spogliò a sua volta, ma completamente, prendendo da sotto il proprio cuscino – quello di destra, come ogni volta che doveva dividere il letto con qualcuno – i pantaloni del pigiama. Tommy Joe andava letteralmente fuori di testa sentendo la parte inferiore del suo corpo avvolta solo da quel tessuto morbido, ben poco restrittivo, così facile da togliere...

E farlo andare fuori di testa era esattamente ciò che voleva.

Si tenne comunque i pantaloni vicino al letto per una ragione precisa.

Adam?”

Sì?” reagì salendo sul letto a carponi, fino a stendersi su un fianco accanto a Tommy, il quale, ignaro e stanco, teneva gli occhi chiusi.

C'è qualcosa di diverso in questa stanza... ma non riesco a capire cosa”

Davvero non ci riesci? Prova a indovinare” disse dolcemente.

Uhm... Non lo so... L'armadio?”

Acqua”

La carta da parati?”

No”

Quanto ci sono vicino?”

A stento riuscì a non far scappare dalle labbra una risposta come “Non ne hai idea”, pensando spontaneamente alla domanda “Quanto sono vicino a farmi violentare a sangue?”.

Nemmeno un po'” rispose infine.

Uff... Dammi un indizio, almeno!”

E' sopra la tua testa”

Tommy Joe spalancò quei meravigliosi occhi e scrutò il soffitto. Sempre bianco. E anche il lampadario era lo stesso che si era trovato a fissare decine di volte mentre ansimava sotto il corpo di Adam.

Ho detto sopra la tua testa, genio: sei in posizione orizzontale” ridacchiò il cantante.

Con un imbarazzato “Oh”, Tommy Joe buttò la testa all'indietro quel che bastava per vedere oltre. Nel buio, scorse una spalliera diversa di quella lastra di legno beige che aveva sempre visto. Questa era fatta da ghirigori formati da sbatte di metallo.

E nella sua memoria riaffiorò un ricordo in particolare...

Adam, ma questa non è...”

Quando il suo sguardo tornò su Adam, incrociò uno sguardo perfido che lo zittì all'istante. Notò la mano del cantante fare capolino da dietro il materasso, dove aveva appena sfilato la cintura dai passanti dei pantaloni.

Come quella di Saint Simon, sì” sibilò.

Fu molto veloce a saltare letteralmente su Tommy, fino a intrappolarlo con le gambe intorno alla sua vita. Gli afferrò i polsi con una mano, assicurando la cintura alla spalliera con l'altra. Gli legò i polsi, stringendo la fibbia abbastanza da essere certo che non si sarebbe liberato, ma non tanto da fargli male.

Durante un viaggio per raggiungere una cittadina francese in cui Adam avrebbe dovuto esibirsi, il pullman della band si era fermato in mezzo alla strada alle 2:00 di notte. Il motore era andato. A un chilometro da lì, c'era un paesino di campagna – Saint Simon -, in cui Adam, il conducente e la band cercarono un letto che non fosse un sedile di pelle e un meccanico per il mattino seguente. L'unico posto disponibile per dormire sembrava l'albergo di un convento – e già questo aveva fatto venire il voltastomaco ad Adam, ma non aveva molta scelta. In parole povere, notando la spalliera di ferro dei letti di quelle stanze, era sgattaiolato nel cuore della notte nella camera di Tommy Joe, l'aveva legato al letto e...

Insomma, Adam Lambert era fiero di poter dire di essersi scopato un uomo in un convento senza che Dio lo punisse per questo. Quindi, forse, l'omosessualità non equivaleva alla dannazione eterna.

Adam aveva cercato in ogni catalogo dell'Ikea in circolazione, per trovare una spalliera simile. Voleva fare una piccola sorpresa a Tommy qualora fossero tornati nella casa di Los Angeles insieme, ma non sapeva che per allora avrebbe avuto una vendetta da compiere.

Perché ho l'impressione che dovrei avere paura?” commentò il più piccolo.

Adam si mosse da sopra il suo corpo ma ne rimase accostato sul materasso. Avvicinò le labbra al suo orecchio.

Perché mi conosci troppo bene, TJ” sussurrò.

Il suo respiro caldo fece visibilmente rabbrividire Tommy.

Mi dispiace” continuò a parlare da quella posizione. “So che hai fatto un lungo viaggio, e che sei stanco. E se avessi saputo del tuo arrivo, mi sarei preparato per conto mio, così da non avere tentazioni troppo forti con te qui. E la prima notte ti avrei lasciato riposare, soprattutto alla luce del fatto che dobbiamo essere a lavoro domattina presto”

Ma..?” azzardò Tommy Joe.

Sulle labbra di Adam si dipinse un sorrisetto nascosto dietro l'orecchio del ragazzo. “Ma tu ti sei fatto vivo oggi, così, all'improvviso... Mi hai sbattuto davanti quei bellissimi occhioni marroni...”

Una mano andò ad accarezzare il torso di Tommy, poi lo stomaco piatto e liscio, poi i fianchi di poco più morbidi. Le dita di Adam sfioravano appena quella carne deliziosa: facevano il solletico. Un solletico mortalmente eccitante.

... Gli stessi occhi che hanno fissato Gerard tutto il giorno... Gli stessi occhi che hanno ricontrollato la grammatica di quell'sms prima di inviarmelo...”

Per un secondo, pensando a quel momento, gli tornò in mente la discussione con Frank. Scacciò immediatamente quei pensieri bene poco adatti a quella situazione.

E improvvisamente Tommy capì che quella serata non andava migliorando.

Oh, andiamo! Era una battuta, non l'avrei fatto sul serio!”

Adam alzò la testa e i suoi occhi scintillarono di lussuriosa gelosia. “E credi di poter scherzare con me così, impunemente?”

Mi vuoi punire, quindi?” lo sfidò Tommy Joe.

Il suo viso si avvicinò a quello del biondino, finché non rimasero che pochi centimetri di distanza tra di loro.

Ti voglio educare

Senza aggiungere altro, prese a baciare la pelle candida e delicata del collo di Tommy Joe. Intanto la mano andò ad accarezzare il fianco opposto, cosicché il gomito si strusciasse contro il bacino di Tommy. Era un gesto in parte finalizzato a fargli sentire un contatto – anche se leggero – contro i boxer, e in parte spinto dalla curiosità di controllare se la semplice prospettiva di quella nottata l'avesse già fatto reagire. E l'aveva fatto, sì. Ma ovviamente ad Adam non bastava.

Voleva possederlo in ogni senso conosciuto e sconosciuto dagli esseri umani, gli Dei, gli animali, chiunque mai stato in vita. Voleva tracciare coi denti e la lingua ogni centimetro di quel corpo meraviglioso, cosicché anche un cieco potesse capire, in presenza di Tommy, che lui apparteneva ad Adam Lambert. E cosicché anche Tommy lo capisse una volta per tutte, e non si azzardasse più nemmeno a sfiorare con lo sguardo qualcun altro – men che meno Gerard Way. Voleva violare ogni dettaglio e segreto della sua carne, scoprire e torturare ogni punto sensibile, far tremare, agitare, gridare, piangere e riempire di piacere quel corpo che tanto amava.

Per svariati minuti, Adam sembrò dimenticarsi dell'erezione crescente del ragazzo. Le labbra si occupavano avidamente della sua bocca di rosa, e le mani passavano freneticamente per tutto il suo corpo – quasi come se volessero fargli da coperta in ogni centimetro contemporaneamente.

Sotto il suo tocco, i muscoli delle braccia di Tommy Joe si tesero, e le mani provarono a muoversi, pur sapendo di non poterlo fare. Non era un tentativo di liberarsi, era solo istinto di sopravvivenza. Adam continuava a frustrarlo in quel modo, e le mani di Tommy avrebbero tanto voluto alleviarla un poco.

Gemette inappagato contro le labbra di Adam.

A lui bastò allontanarsi un po' dal suo viso e guardarlo negli occhi per capire cosa essi stessero urlando.

Prendimi!”

Sogghignò, smisuratamente divertito. “Lo so micetto mio, lo so... Anche io lo vorrei, credimi. Ma dobbiamo entrambi essere pazienti”

Si mise in ginocchio sul materasso, come per avere una panoramica più completa di Tommy Joe in tutta la sua perfezione fremente. Il suo sorriso si allargò, tanto che mordersi le labbra sembrò un bisogno di qualche genere.

Sì... Vorrei tanto non dover fare tutto con calma...”

Si piegò sulla pancia del più piccolo, e ci soffiò sopra, facendo rabbrividire tutto il suo corpo.

Oh, Tommy...”

Da sopra i boxer dolorosamente stretti, passò la lingua su tutta la lunghezza di Tommy Joe, la quale, in risposta, sobbalzò. E il povero ragazzo gemette molto più forte di prima.

Prima di finire la frase, Adam si assicurò di avere il contatto dei suoi occhi bisognosi e spaventati. “Non hai idea di cosa ti farò"













Vorrei proporvi un sondaggio, se vi interessa u__u
Il capitolo in cui Adam parla di Tommy Joe per la prima volta, I don't know why, è il più recensito fin ora. Quindi vi do la possibilità di scegliere cosa conterrà il seguito. Ovvero, voglio che voi mi scriviate in una recensione, se volete che:
- Il prossimo capitolo sia dedicato interamente ai progetti di Adam per questa notte folle (e credo che fareste felice il piccolo Tommy Joe *Tommy accanto a lei annuisce puchosamente*)
- Si torni alla trama subitissimamente parlando della mattina dopo, degli sviluppi della storia, le bugie svelate e non svelate, i litigi, ecc.

Votate (*Tommy alza lo striscione "VOTE FOR ADOMMY" dietro di lei*) e ditemi cosa volete io scriva. Ogni vostro desiderio è un ordine, per me *riverenza*
Ora è il 17 agosto e sono le 19:10, quindi diciamo che metto come termine le 9:00 della mattina del 19 agosto (prima avevo scritto la sera del 18, ma ho appena scoperto che a quell'ora sarò in viaggio per tornare a casa e così tanto vale passare alla mattina successiva). Resisterò fino ad allora alla tentazione di scrivere il prossimo capitolo, se voi mi permettete di fare questo piccolo esperimento.

Comunque vada, vi ringrazio per tutto il sostegno che mi date capitolo per capitolo, siete meravigliosi! <3

I love you, guys


V

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Capitolo 26
*** Ossigeno e apnea ***


Sono stata anche abbastanza lenta a scrivere questo capitolo, e mi perdonerete se è un po' proporzionato - troppo lungo -, ma già ho dovuto tagliare un po' di cose e non sarei riuscita ad esprimere altrimenti tutta la scena rendendola ancora più breve.

Già, mi scuso con chi avrebbe preferito passare subito al seguito della trama vera e propria, ma la maggioranza ha deciso per la scena Adommy, per cui... u___u
Ah, ovviamente vige la legge
RAITING ROSSO.

Vi lascio anche lo striscione fatto dal dolcissimo Tommy Joe, che tra parentesi vi ringrazia ^^

http://sketchtoy.com/48626393


Spero di non aver deluso clamorosamente le vostre aspettative ç___ç
Grazie per aver votato in ogni caso, aver espresso il vostro parere, aver recensito e avermi permesso di fare questo piccolo esperimento.



























Stringere i denti e sperare che tutto finisse al più presto si rivelò subito un piano di sopravvivenza piuttosto ingenuo, soprattutto perché una parte di Tommy Joe adorava ciò che stava succedendo. L'inventiva perversa di Adam sembrava non avere limiti, conosceva sempre il modo giusto per farlo impazzire. Ci riusciva ogni volta, ma era ilcome e il quanto a cambiare.

Quella notte, Adam sembrava volersi concentrare più del solito su quell'eccitante solletico che conoscevano bene entrambi. Era uno dei loro giochi preferiti, stuzzicare l'altro solo sfiorandogli la pelle con le dita. E, senza nemmeno bisogno di dirlo, entrambi conoscevano il punto più sensibile dell'altro. Quello di Adam era la pelle intorno all'ombelico, mentre quella di Tommy...

Mh..!”

L'interno coscia.

Iniziò a dimenare le gambe, quando Adam prese a torturarle con quel gioco. Eraesattamente come il solletico: piacevole e insopportabile allo stesso tempo.

Sta' fermo, Tommy...” gli intimò lui, come se stesse parlando ad un bambino che gioca troppo irrequietamente.

Il bassista nemmeno lo ascoltò. Non ci riusciva, era impossibile resistere e restare calmo. I nervi venivano seviziati senza pietà, la pelle come elettrificata.

Adam interruppe il suo lavoro, spazientito e gli rivolse un'occhiata severa. “Vuoi che ti leghi anche le caviglie?”

Non puoi, a meno che tu non voglia rinunciare a scoparmi” lo sfidò Tommy Joe. Eccolo, il temperamento ribelle che Adam adorava, l'insistenza con cui cercava di tenergli testa nonostante fosse legato come un salame e alla sua completa mercé.

E chi ha detto che avrai il privilegio di essere soddisfatto da me, stanotte?” sorrise perfido Adam.

Prima di tutto perché hai l'aria di uno che ha bisogno di scopare il più presto possibile” riepilogò, indicando con lo sguardo il rigonfiamento inconfondibile che spuntava dai pantaloni del pigiama di Adam. Dopodiché agitò i polsi come per ricordargli della sua situazione di prigionia. “E io non sono nelle condizioni di farti una sega, al momento”

Gli occhi del cantante sorrisero, come se avessero appena avvistato l'inizio della guerra.

C'è sempre la tua boccuccia di rosa” ricordò a Tommy Joe.

Il più piccolo inarcò il sopracciglio, supponente. “Ti mordo. Sei avvertito”

Per tutta risposta, Adam piazzò le gambe intorno alla sua coscia destra, per bloccare almeno quella. E le sue dita presero di nuovo d'assalto quel punto ipersensibile, sfiorando occasionalmente i genitali col pollice e con le nocche.

Adam... ah!” gemette Tommy. “Ah... 'Ddio, smettila..!”

Rise sonoramente, come il cattivo di un cartone animato. “Perché?” mugolò, con finto dispiacere. “Io ho appena iniziato”

Tommy Joe digrignò i denti e afferrò le sbarre della spalliera con le mani.

Quello, invece, era il loro gioco preferito in assoluto. Il padrone spietato e lo schiavo indisciplinato, in continua lotta, un tira e molla senza fine. Per quanto la situazione fosse disperata, per quanto pietosamente Tommy Joe stesse perdendo la guerra contro la propria feroce eccitazione, non avrebbe mai smesso di combattere e opporsi a quello schiavista. E Adam, puntualmente, avrebbe rincarato la dose delle torture. Non esisteva mai un vero vincitore, perché Tommy Joe non lasciava godere la vittoria ad Adam per più di venti secondi, prima di tornare a sfidarlo.

Adam poté contare circa un'ora, trascorsa a passare le dita sul corpo magro e perfetto del suo micetto. Tommy, probabilmente, poteva contare un'eternità.

Si stese su di lui a tradimento, divaricando un po' le gambe. Appena fu di nuovo vicino alle labbra di Tommy Joe, le baciò lascivamente. Le loro lingue s'intrecciarono, girando su sé stesse come farfalle in primavera. In quell'epica battaglia tra gli iceberg del polo e le fiamme dell'Inferno, le labbra erano il terreno neutro, l'unica cosa su cui si trovavano d'accordo e che era di dominio comune. I baci, erano la loro tregua preferita, anche se temporanea.

Per quanto mi riguarda” sussurrò Adam. “sono state le tre settimane più lunghe della mia vita”

Ti è mancato tormentarmi, eh?”

Mi sei mancato tu. “Non hai idea di quanto...” sogghignò di rimando.

Inclinò la testa per andare a baciare il collo del ragazzo steso sotto di lui, E, senza preavviso, il suo bacino iniziò a muoversi contro quello di Tommy Joe. Avanti, indietro, avanti, indietro...

Si prese un attimo per tornare a guardare i suoi occhi, ora supplichevoli di qualcosa come “Non fermarti, non fermarti”. Comprensibile, essendo il primo sollievo diretto ricevuto da più di un'ora. Ma sapevano entrambi che non sarebbe durato. Non gliel'avrebbe resa facile, e Tommy di questo era perfettamente consapevole.

 

 

 

Aveva l'impressione di non cogliere più il trascorrere del tempo. Aveva perso la sensibilità alle braccia diverse ore fa, ma tutto il resto era in completa tensione. E non si trattava solo della pulsante erezione con cui, solo a volte, Adam si divertiva: tutto il suo corpo reagiva con un fremito impossibile da nascondere, ad un semplice tocco del cantante. Ogni fibra di Tommy gridava di desiderio, e non faceva in tempo a riprendersi dall'ultimo attacco di Adam – della sua lingua, delle sue mani, la sua pelle, i suoi denti – che veniva toccata di nuovo.

Adam sapeva perfettamente quando, come e dove agire per ottenere ciò che voleva. Il suo obiettivo era far sparire da Tommy Joe qualunque cosa – ragione, orgoglio, il bisogno di altro a parte quello -, e fargli restare solo un bruciante desiderio di lui.

E ci stava riuscendo.

Tommy era stremato, senza più risorse ormai, ma il suo corpo non si placava: non l'avrebbe fatto, prima di aver ottenuto ciò che Adam gli negava da tutta la notte.

Adam...”

Dal basso delle sue gambe, Adam allontanò le labbra dall'interno coscia – dove era occupato a lasciare un succhiotto della permanenza di un tatuaggio – e lo guardò come se fosse sorpreso di trovarlo ancora vivo.

Sì?”

Potrei venire per una tua carezza. Ti prego, ti prego, ti prego... smettila di girarci intorno e fallo!”

Il più grande si separò definitivamente dalle sue gambe, lo aggirò sul materasso con la lentezza spaventosa di un leone che accerchia una gazzella e si stese su un fianco accanto a lui come all'inizio di quella nottata. Lasciò sprofondare il gomito nel materasso e poggiò la testa sulla mano.

Senti senti...” sussurrò suadente. La mano libera andò incontro al viso di Tommy, e prese il suo mento tra le dita per costringerlo a voltare la testa e guardarlo. “Lo vuoi davvero?”

Tommy Joe annuì con la frenesia di qualcuno in apnea a cui chiedono se ha bisogno di ossigeno.

Il viso di Adam si avvicinò di nuovo. “Quanto?”

Le sue iridi nocciola ormai erano più nude del suo corpo. Inermi, senza più difese. Imploranti.

Da morire”

Con un sospiro di fasullo sacrificio, Adam lasciò andare il suo viso. “Penso che ti accontenterò, sì”

Tommy Joe si morse la lingua nel momento in cui gli passò per la testa di fargli notare quanto anche lui fosse eccitato. Sapeva che Adam stava solo facendo lo spaccone, e che fremeva dal desiderio tanto quanto lui. Ma non voleva mandare tutto al diavolo e ricominciare da capo ora che stava per ottenere ciò di cui aveva bisogno.

Alla resa dei conti, era sempre Adam ad averla vinta sull'orgoglio. Ma era Tommy a godere senza freno né ritegno.

Quando Adam si liberò dei pantaloni che lui tanto adorava e diede libertà a qualcosa che lui adorava ancora di più, la sua testa si svuotò completamente. Pregustò già la sensazione di quel meraviglioso membro eretto dentro di sé, e si sorprese a leccarsi le labbra.

Adam se ne accorse e, naturalmente, sorrise di nuovo. Prese il lubrificante e un preservativo dal secondo cassetto del comodino e lo raggiunse di nuovo.

I boxer di Tommy Joe erano già ai piedi del letto da un paio d'ore, quindi non vi era più alcun ostacolo tra di loro.

Adam non smise di fissare i suoi occhi per un solo istante, mentre intingeva generosamente le dita nella confezione di vaselina. Sollevò le sue gambe sulle proprie spalle, e le dita si mossero verso il punto desiderato.

Tommy quasi non sentì l'entrata dell'indice di Adam dentro la sua apertura. L'eccitazione, mantenuta insopportabilmente costante nelle ultime ore, avevano reso tutto ovattato. Per questo disse subito ad Adam di essere pronto per il secondo dito.

Il cantante sembrava divertito da tanta impazienza, ma non disse nulla. Si limitò a muovere le dita dentro il suo bellissimo Tommy, prima con lentezza, ma questo fece uscire dalla bocca dell'altro solo lamenti insoddisfatti. Ridacchiò, ancora più divertito, e usò più decisione per preparare quella stretta apertura.

Il terzo dito sembrò senza dubbio il più gradito. I gemiti di Tommy si fecero più frequenti, ma ancora non era sufficiente.

Non ce la faccio più...” si lagnò.

Tu non hai la minima idea di quanto mi piaccia il mio micetto in calore” ridacchiò ancora Adam, baciando dolcemente il polpaccio accostato al suo viso.

Fallo, per l'amor di Dio, fallo!”

Non se lo fece ripetere due volte: s'infilò il preservativo a tempo di record, buttando chissà dove la plastica della confezione. Avvicinò il bacino a Tommy Joe speditamente, e il più piccolo poté già sentire quella magnifica lunghezza sfiorarlo...

Solo un attimo”

Tommy Joe fulminò Adam come non aveva mai fatto. Lui rise senza pietà per quella reazione. Allargò le gambe di Tommy allontanandole dalle proprie spalle e si allungò per sdraiarsi sopra di lui.

Ovviamente il più piccolo impazzì per l'improvviso sfregamento delle loro erezioni.

Adam gli sorrise subdolo. Passò uno o due istanti a godersi la sua espressione furiosa, poi accostò le labbra al suo orecchio sinistro e sussurrò roco:

Dimmi che nessuno ti ha mai fatto eccitare tanto”

Sai di essere un idiota, vero?” soffiò il suo gattino.

Dillo”

No, nessuno mi ha mai fatto eccitare tanto...” recitò.

Hai mai desiderato così tanto sentire qualcuno dentro di te?” gli chiese Adam con molta enfasi nella voce, muovendo il bacino in profondità.

Quella pressione, quella voce suadente, quell'attesa, tutto quello scenario tolse il respiro a Tommy Joe.

No...” mugolò.

Nessuno?”

No Adam... no... voglio soltanto te...”

Nemmeno Gerard?”

E lì tutto si bloccò.

Aspetta un attimo, hai fatto tutto questo solo per costringermi a dire che ti voglio più di quanto voglia Gerard Way?!”

L'hai sempre saputo: te l'ho detto ore fa”

Sì, ma non credevo ci stessi ancora pensando!”

Adam lo guardò di nuovo negli occhi, e la freddezza del ghiaccio si scontrò per l'ennesima volta col fuoco del desiderio. “A me basta che tu non ci stessi ancora pensando”

Tommy Joe sospirò e lanciò un'occhiata supplichevole al soffitto, come a chiedere a chiunque fosse lassù perché gli avesse dato un ragazzo tanto sciocco.

Adam, io sono tuo. Voglio te, ti voglio sempre, ti voglio – cazzo – disperatamente! Ora, ti prego, smettila di pensare a Gerard, no anzi: smettila di pensare a qualunque cosa, e scopami. Scopami fino a farmi dimenticare come mi chiamo”

Sulle labbra di Adam si accese un sorriso strano, come se si fosse ricordato solo adesso perché adorasse tanto quel ragazzino. Gli lasciò un bacio umido e pieno di promesse sulle labbra, e tornò dov'era prima.

 

 

 

Un'onda di calore partì dal bacino di Tommy Joe e, come un'incandescente scarica elettrica, si espanse fino alla sua anima. Lo avvolse, lo abbracciò, lo soggiogò, lo sottrasse al mondo dei mortali per un tempo indefinito. Il suo cuore pompò sangue e adrenalina a razzo in un corpo tanto scosso da avere le convulsioni. Il piacere si era concentrato ed era esploso in una frazione di secondo, che sembrava essere durato un'eternità.

E, ciliegina sulla torta, aveva le orecchie piene delle urla e i gemiti di Adam, vittima dello stesso disarmante godimento proprio in quell'istante.

Quando tutto cessò, le sue gambe - totalmente prive di forza - vennero spostate da Adam con facilità. Lui gli si accasciò accanto – anzi, gli crollò accanto.

Non rimaneva altro che il respiro affannoso di entrambi, i loro corpi sporchi, stanchi e sudati che smaltivano gli ultimi residui di adrenalina, e il chiarore del cielo che preannunciava l'alba oltre la figura di Tommy, fuori dalla finestra.

Per una manciata di minuti, nessuno disse nulla. Il silenzio riempì le orecchie di entrambi come le urla poco prima.

Poi, un suono provenire dal salotto. La suoneria del cellulare di Adam.

Chi diavolo chiama a quest'ora?” imprecò Tommy.

Adam aveva poche paranoie. Una di queste era rispondere sempre al telefono in piena notte: se qualcuno chiamava ad un'ora indecente, era probabile che fosse un'emergenza.

Si alzò di corsa dal letto e fece per andare a recuperare il cellulare.

Ehi!” gli urlò dietro Tommy Joe. “Ti dispiacerebbe slegarmi adesso?”

Adam si voltò di sfuggita verso di lui. Sorrise. “Nah, rimani lì ancora un po'... Sei così carino”

ADAM!”

Ridacchiò nel portarsi dietro le imprecazioni e le urla di Tommy Joe. Andò in salotto, dove aveva lasciato il telefono.

Il suo buonumore scomparve quando lesse il nome del mittente di un sms appena arrivato.

 

From: Frank

Scusa l'ora, ma continuo a svegliarmi, a rigirarmi nel letto, a pensare alla discussione di ieri. Ne dobbiamo riparlare, Adam.

 

Le sue dita si strinsero intorno all'iPhone. No, non voleva parlare di ieri. Non voleva pensarci, non voleva avere di nuovo davanti lo sguardo inorridito di Frank.

Buttò il telefono sul divano, il quale contro i cuscini fece un rumore sordo e ovattato, che non soddisfò per niente la sua voglia di rompere qualcosa e sentirne la distruzione nelle orecchie. La stessa distruzione che sentiva scatenarsi dentro pensando a cosa sarebbe successo se Tommy avesse scoperto tutto.

Tornò in camera, e trovò il suo micetto arruffato e imbronciato lì dove l'aveva lasciato. A grandi passi raggiunse il letto, lo liberò dalla presa della cintura senza dire una parola. Si stese sul materasso e, mentre Tommy Joe si metteva a sedere e si massaggiava i polsi, gli picchiettò sulla spalla per attirare la sua attenzione.

Quegli occhi nocciola, placati ed esausti, si posarono su di lui e gli fecero trovare di nuovo la dimora accogliente di cui aveva bisogno.

Vieni qui” sussurrò.

Perché?” chiese diffidente Tommy.

Vieni e non rompere”

Sbuffando, si stese accanto ad Adam, ma a lui non sembrò bastare: gli avvolse le spalle col braccio e lo spinse verso di sé. Lo costrinse con la testa sopra il suo torace, e lo circondò con entrambe le braccia, accarezzandogli i capelli con una mano.

Solo di sfuggita il biondino si chiese cosa gli prendesse improvvisamente: preferiva godersi quell'abbraccio. Si addormentò in pochi minuti, grazie al ritmo rilassato e rassicurante del battito del cuore che aveva sotto la testa.

Adam non riuscì a prendere sonno nemmeno nel poco tempo rimastogli per riposare. Come se ci fosse una qualche sorta di mostro che incombeva fuori da quella stanza, continuò a stringere tra le braccia Tommy Joe perfettamente vigile. Aveva questo irrazionale desiderio di sapere che era ancora lì, era ancora suo. Aveva bisogno di proteggerlo da ciò che c'era oltre quel letto, dal contenuto di quell'sms, dal giorno in cui avrebbe potuto volerlo lasciare.

Così non smise mai di stringerlo, né di fissare l'alba crescente fuori dalla finestra con terrore, come se essa cosse capace di strappare quel fantastico ragazzo dalle sue braccia.

















Questa sembra fatta apposta: guardate come vi giudicano, severi e irritati perché li avete dimenticati *l'ipocrisia di V*

Vabbuò, ora penso di poter accontentare anche chi è ansioso di conoscere gli sviluppi della trama, ma direi di essere riuscita anche a farci entrare qualcosina sulla psicologia di Adam e del motivo per cui non vuole dire a Tommy Joe di ciò che ha fatto nelle ultime settimane. Insomma, non è stato solo sporco sesso, almeno non del tutto *^* Ma ovviamente lascio giudicare a voi: ditemi che ne pensate **
Ancora grazie per le recensioni (l'ho già detto, ma per quello che mi date voi non ci sono mai abbastanza ringraziamenti)


V

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Capitolo 27
*** Come lui ***


Chiedo perdono per la (relativa) eternità che c'ho messo a scrivere questo capitolo.  Avverto, inoltre, che non so quanti capitoli potrò pubblicare prima dell'inizio di settembre, perché il 27 partirò per Parigi e tornerò a fine mese.
MA torniamo a noi! Ho scritto praticamente tutto il capitolo usando come colonna sonora Creep dei Radiohead, quindi ve la passo perché la trovo geniale: 
http://www.youtube.com/watch?v=XFkzRNyygfk

Un'immagine Frerard? Vi va? Io ne ho proprio bisogno ora come ora, se devo essere sincera...


Ahhhh ora va decisamente meglio -w-

Grazie per le vostre recensioni e per aver fatto di questa storia quello che è. Se vi piace, è grazie a voi, perché io senza di voi chi diavolo sarei?


V





















"Per quanto riguarda la seconda parte della canzone, dovresti indugiare di più sulle note alla fine delle strofe, perché il ritmo si fa meno dinamico rispetto all'inizio, e... Tommy?"

Le palpebre di Tommy Joe sbatterono un paio di volte con uno sforzo enorme: erano pesanti come macigni. Si raddrizzò sullo sgabello e tornò a prestare attenzione a Jess.

"Sì"

"Sei con noi?"

"Assolutamente" disse con convinzione, ma si tradì non riuscendo a trattenere uno sbadiglio che arrivò a tradimento.

Ognuno dalla sua postazione nella sala di registrazione ridacchiò, persino il tecnico del suolo oltre il vetro. E Tommy Joe arrossì violentemente.

"Non hai una bella cera ragazzino, ti senti bene?" lo schernì Gerard, dandogli una gomitata amichevole sul braccio.

"Sì, ho solo dormito poco ieri notte..."

Nessuno notò Adam sistemarsi meglio le cuffie sulle tempie e mordersi il labbro inferiore per mascherare un sorriso. Eccetto Frank. Lui conosceva bene quel sorriso, Adam ce l'aveva stampato in faccia ogni volta che gli aveva parlato di Tommy Joe.

Spalancò la bocca nel muto rimprovero di un'espressione sconcertata.

Non ha le palle per dire la verità a Tommy, ma intanto gli fa passare una notte in bianco tranquillamente. Che razza di figlio di puttana è?

Irrimediabilmente, Frank passò il resto della giornata a cercare il momento giusto per parlare ancora con Adam.

Si presentò l'occasione a pranzo, quando il ragazzo si congedò per andare in bagno. Frank accantonò una scusa a cui non prestò nemmeno attenzione, e lo seguì a ruota.

Una volta fuori dal campo visivo degli altri, lontano dal punto di ristoro del set, Frank scattò dietro Adam e gli afferrò il braccio per fermarlo.

Il cantante si mise sulla difensiva ancora prima che lui aprisse bocca:

"Non sono in vena Frank, scusa"

Provò a riprendere la sua strada con noncuranza, ma Frank non gli permise di andare via: lo tirò di nuovo.

"Però per montare Tommy tutta la notte, sei in vena eccome"

I muscoli di Adam si irrigidirono, i pugni si strinsero e lui si voltò di scattò a fulminare Frank.

"Quel che faccio con lui non sono affari tuoi"

"Ma quello che faccio con Gerard, invece è di legittimo dominio di Lady Lambert, giusto?" rispose a tono lui.

"Non mi sembra che tu abbia rifiutato il mio aiuto con Gerard. Io, invece, ti ringrazio e declino gentilmente l'offerta e passo oltre"

"Non ci arrivi, vero Adam? Non te ne sarebbe importato nulla se Gerard avesse detto a te le stesse cose che tu ora dici a me"

Adam aggrottò la fronte, dubbioso su ciò che lui volesse dire.

"Tu non hai cercato di aiutare Gerard, ma me. E io adesso non cerco di aiutare te, perché non sei tu la vittima in tutto questo casino. E' Tommy. E' lui che sto aiutando"

I suoi occhi si accesero di rabbia. "Mi stai forse paragonando a Gerard?"

"Oh, sì" lo provocò Frank, fermo. "Nella tua versione dei fatti, ora Gerard starebbe facendo il coglione mentendo a me e a sé stesso, negando i suoi veri sentimenti in nome dell'orgoglio e della paura. E dimmi, Adam" scandì. "tu cosa stai facendo, invece?"

Il ragazzo tacque. Frank poté scorgere le sue labbra retratte e la mascella serrata.

"Non fai che criticarlo da quando sei arrivato. Ma sei esattamente come lui"

Adam distolse lo sguardo, senza sapere bene cosa pensare. Avrebbe tanto voluto rispondere a Frank, ma dicendo cosa?

"Sei innamorato di lui, Adam"

Non serviva specificare nessun nome: la sua mente collegò immediatamente quella frase a quel volto, quel sorriso mozzafiato, la dimora di quegli occhi nocciola.

Tornò a guardare Frank, il cui sguardo intanto si era placato. Ora gli rivolgeva un'espressione comprensiva, consapevole, sicura di quel che diceva.

"Sai come faccio a saperlo?"

Non lasciò ad Adam il tempo di rispondere.

Sorrise. "Perché se non fosse vero, avresti reagito nel momento in cui l'ho detto ad alta voce"

Adam abbassò di nuovo gli occhi, odiandosi per essersi lasciato disarmare in quel modo.

Frank s'infilò le mani nelle tasche della felpa e indietreggiò di un paio di passi, prima di voltarsi e andarsene.

"Pensaci" disse soltanto, lasciandolo lì dov'era.

 

 

 

"Posso farti una domanda?"

Adam non prestò attenzione alla voce di Gerard: anche se non si fosse trovato troppo lontano per ascoltarlo bene, Gerard Way era l'ultimo dei suoi problemi.

"Certo"

... A meno che la domanda non fosse rivolta a Tommy Joe.

Li vide a chiacchierare tranquillamente, seduti ai tavoli del punto ristoro. Frank non li stava nemmeno ascoltando, era occupato a parlare con Ray. Ma, anche se così non fosse stato, chi poteva dire ad Adam che sarebbe intervenuto?

"Tu e Adam sembrate così in sintonia... Se non sono indiscreto, voi due..?"

Come se l'avesse chiamato, lo sguardo di Tommy Joe andò a cercare Adam. Lo trovò in fondo a quello spazio, troppo lontano per cogliere tutte le preoccupazioni che lo tormentavano. Anzi, non sembrava nemmeno vederlo veramente: aveva l'aria di qualcuno che stava ammirando un'opera d'arte, per cercare di definire pienamente ciò che gli suscitava.

Adam si avvicinò a grandi passi al loro tavolo, ma a quel punto Tommy aveva già iniziato a parlare.

"Beh... S-sì, noi... noi usciamo insieme, per così dire..."

Quando arrivò a loro, Adam non trovò nulla di sensato da dire. Non aveva idea di cosa sarebbe successo, si sentiva come mezzo addormentato, come se tutto improvvisamente fosse ovattato. Era così che ci si sentiva, vedendo la fine di tutto?

Tommy spezzò quel silenzio imbarazzante come una risatina. "Adam è sempre timido sul lavoro, riguardo a noi..."

Uno sguardo smeraldino e velenoso andò a posarsi su Adam. Gerard sorrise nella sua nuova consapevolezza, ma non aveva l'aria di qualcuno che avrebbe agito di fretta.

Sì, inizio a capire perché” sogghignò.

 

 

 

I cellulari di Frank, Gerard e Ray erano suonati in contemporanea nel bel mezzo delle prove, quel pomeriggio.

 

From: Lyn-Z

E' richiesta la presenza dei My Chemical Romance ad una serata di beneficenza organizzata da Jason (ve lo ricordate Jason, no?) :D Stasera, ore 22:00, al Glass. Portate chi volete, ovviamente!

LB

 

Ovviamente, Gerard per nulla al mondo sarebbe mancato, e Ray si mostrò così entusiasta da insistere per far venire anche Tommy e Adam.

E Frank? Disse di avere da fare quella sera, senza preoccuparsi nemmeno di nascondere che il motivo reale potesse essere la presenza di Linz. E di Gerard, senza dubbio. Nessuno se la sentì di insistere per fargli cambiare idea. Persino a Ray – l'unico ignaro di tutti i guai affrontati dagli altri nelle ultime settimane – sembrò troppo di cattivo umore per poterlo convincere a venire a divertirsi.

Alla fine di quella giornata di lavoro, erano tutti d'accordo di andare a casa a darsi una ripulita e rivedersi al locale.

Chissà come avranno fatto a prenotare al Glass” rifletté ad alta voce Tommy Joe, chiudendosi alle spalle la porta d'ingresso dell'appartamento di Adam. “So che è richiestissimo, tra la gente di Los Angeles...”

Adam riusciva a malapena ad ascoltarlo. La sua testa era rimasta fissa sul sorriso complice di Gerard, su cosa significasse il suo silenzio, su cosa potesse aver intenzione di fare. E su ciò che Frank gli aveva detto poco prima.

Adam?”

Mi faccio una doccia” parlò in fretta, perché le parole gli erano schizzate fuori dalle labbra ancora prima di capire che Tommy Joe l'aveva chiamato.

Iniziò a camminare verso la sua camera, e l'altro gli venne dietro:

L'abbiamo fatta stamattina...”

Non si fermò, arrivò al bagno comunicante con la sua stanza e, senza guardarsi indietro, mormorò:

Ho bisogno di sentirmi acqua addosso. Ci metto un attimo”

Chiuse la porta bianca, e i suoi occhi di ghiaccio si incrociarono da soli, nello specchio sopra il lavandino. Si avvicinò al proprio riflesso e non si riconobbe. Quando, esattamente, la sua vita era diventata un tale casino? Come aveva fatto Frank Iero, da solo, a farlo dubitare di sé? Com'era riuscito a turbare l'animo sicuro di Adam Lambert abbastanza da farlo sentire uno schifo in quel momento?

Che diavolo ti sta succedendo, Lambert?

Il ragazzo scrutò ogni centimetro del viso che conosceva da tutta la vita, sentendosi intrappolato, anche se non sapeva esattamente in cosa, come o perché. Aveva l'impressione che lo spazio intorno a sé diminuisse sempre di più, e che presto l'avrebbe soffocato.

Prese un lungo, profondo respiro solo per essere sicuro di poterlo ancora fare.

Ora tu ti fai una bella doccia rinfrescante, torni là fuori, sorridi al tuo Tommy, passi una bella serata con i tuoi colleghi, poi prendi una pala, la sbatti un testa a Gerard finché non lo metti KO, seppellisci il corpo da qualche par-

Prese un altro respiro, grattandosi la nuca. No, quella sceneggiata non poteva continuare oltre.

Le sue gambe si mossero da sole a lo trascinarono fuori da quel bagno.

C’erano innumerevoli buoni motivi per dire la verità a Tommy Joe, e farlo ora. Eppure, l’unico motivo che fu capace aprire di nuovo la porta bianca fu che, se Adam non avesse sputato il rospo subito, non ne avrebbe mai avuto più il coraggio.

Tommy”

L’interpellato era intento ad abbottonarsi una camicia bianca che aderiva perfettamente al suo corpo magro. Spostò l'attenzione dai bottoni a lui. “Non dovevi fare una doccia?”

Ho bisogno di parlarti”

Solo allora parve notare la serietà negli occhi del suo compagno. “Riguardo a che cosa?” “Possiamo sederci?” propose Adam, indicando il letto con lo sguardo.

Adam, cos’è successo?”

Improvvisamente, il viso di Tommy Joe fu invaso dal panico e da un’irrazionale rabbia, come se tutto fosse uno scherzo di cattivo gusto che lo stava spaventando a morte. Incredibile quanto l’atmosfera fosse cambiata in un istante, come se si trovassero in un altro universo rispetto a due minuti prima.

Adam inspirò tutta la forza che potesse trattenere nei polmoni. Parlò. “Sta’ tranquillo, non è successo nulla… di male. Non si tratta di niente di allarmante, credimi: è solo qualcosa di cui avrei dovuto parlarti tempo fa”

Tommy Joe gli fece segno col capo di continuare, ma quell’espressione impaurita e tesa sembrava non volerlo abbandonare.

Lui si inumidì le labbra, cercando di articolare le parole giuste. “Questa è un’informazione strettamente riservata, ma… Frank è innamorato di Gerard”

Il bassista sgranò gli occhi e corrugò la fronte contemporaneamente: lo stupore di quella notizia non l’aveva distolto dalla sensazione che quel discorso c’entrasse, in qualche modo, con loro due.

Me ne sono accorto appena ho messo piede sul set, e la cosa più assurda è che sono fermamente convinto che Gerard lo ricambi in pieno. Ma lui è… è molto diverso da come appare nelle interviste che hai letto tu, Tommy. E’ un idiota pieno di sé, che vive dell’orgoglio di essere Gerard Way…”

Tommy Joe incrociò le braccia, spazientito. “Mi ricorda tanto un tizio che vive dell’orgoglio di essere Adam Lambert”

Adam sospirò, irritato. Non ne poteva più di sentirsi paragonare a lui. “Gerard rifiuta l’idea di essere innamorato di Frank perché è terrorizzato dalla possibilità di essere gay. Sono anni che Frank soffre per questo, così… quando ne abbiamo parlato, gli ho offerto il mio aiuto. Abbiamo messo in scena un… finto… flirt - per così dire -, per provocare la sua gelosia e costringerlo ad accettare che Frank è l’unico capace di renderlo felice”

Le parole uscivano fuori dalla sua bocca come un vomito di frasi che, solo dopo aver buttato fuori, riusciva a capire.

Tu hai… hai finto di stare con Frank..?” rantolò Tommy Joe, come sull’orlo di una crisi – che fosse di pianto o isterica, non era chiaro.

No” scattò subito Adam. “Ho finto io di provarci con lui, solo per aiutarlo con Gerard”

L'espressione di Tommy era così piena di tutto da essere indecifrabile. Confusione, rabbia, disgusto forse, paura – anzi, panico -, delusione, sbigottimento... Innumerevoli emozioni si leggevano su quel viso.

Adam fece un passo verso di lui e allungò le mani verso il vuoto. “Tommy, ti assicuro che n-”

Vado a fare due passi”

Tommy non ci mise nulla a interromperlo, oltrepassarlo per uscire dalla stanza, spezzargli il cuore in due.

Tommy..!”

Fissò Adam sulla soglia della camera, scegliendo la delusione tra tutte le emozioni che avrebbero potuto prendere il sopravvento nei suoi occhi.

Ho... ho bisogno di schiarirmi le idee. Ci vediamo al Glass

Se ne andò, lasciando ad Adam solo il rumore della porta che sbatteva e la realizzazione di ogni sua paura.

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Capitolo 28
*** La parte di quello maturo ***


C'è solo una parola per descrivermi: imperdonabile.
In viaggio ho avuto meno tempo del previsto per mettere insieme due righe, e in questi giorni sono stata inglobata dalle conseguenze del ritorno a casa.
Probabilmente, essendo una che aggiorna ogni mezz'ora, mi avrete data per dispersa.
Ma eccomi qui, resuscitata, tutta vostra, e con una bella immagine a precedere il capitolo:



















Frank parcheggiò l'auto nel vialetto, trovandolo libero dalla macchina di Mikey. Le possibilità erano due: non era in casa, oppure aveva piazzato la Cabriolet nel parcheggio perché si era segregato in casa.

Frank lo conosceva abbastanza da dare più probabilità alla seconda ipotesi. Potendo scegliere, Mikey aveva sempre preferito passare le giornate sprofondando nel suo amato divano a leggere e guardare la televisione.

Aveva detto la verità sviando l'invito di Linz a quella serata per impegni propri. Non che gli andasse particolarmente a genio l'idea di vederla insieme a Gerard, ma erano giorni che rimandava il momento di far visita a Mikey e vedere come se la passasse. Aveva voglia di vederlo quasi quanto aveva voglia di vedere il fratello, ma il senso di colpa lo stava trascinando ancora più violentemente verso il baratro che Gerard Way aveva scavato apposta per lui.

Fermo sulla proprietà di quella casa, abbandonò per un minuto la fronte contro il volante. Indubbiamente, era esausto. Esausto. Non riusciva più a sopportare la pesantezza che sentiva nello stomaco. Ogni giorno sembrava durare anni interi, ogni respiro era un prezzo troppo alto. Era improbabile che esistesse qualcuno a cui piacesse soffrire, ma Frank odiava sentirsi così in modo particolare. Era riuscito a sopportare la nostalgia per tutte le persone care che gli si erano allontanate nella sua vita, il senso di solitudine occasionale, la sensazione di essere impotente di fronte alle ingiustizie del mondo, tutte le volte in cui si era sentito debole, geloso, furioso. Non aveva mai avuto problemi ad accettare qualunque emozione. Ma soffrire per amore era troppo, davvero troppo per lui.

Cercò un'ultima volta il sostegno del volante stringendolo più forte tra le dita, per poi usarlo come slancio: una mano lo mollò per aggrapparsi alla maniglia di apertura della portiera, e Frank si costrinse ad uscire da quell'auto.

Gli sembrò infinito il tempo che ci mise Mikey ad aprire la porta, dopo che lui ebbe suonato il campanello. Ma, alla fine, gli occhi stanchi del bassista incontrarono i suoi, separati solo da pochi metri e un paio di lenti.

Mikey sembrò sorpreso di vederlo. Passò un secondo o due a fissarlo senza dire nulla, poi il suo sguardo si fece rassegnato. Sapeva perché Frank era venuto lì.

“Cosa c'è?” sospirò.

“Sono venuto a trovarti” disse Frank, cercando di apparire innocente. “Per sapere come stessi...”

Un altro sospiro, che stavolta sembrò molto più pesante e dolente. Mikey guardò Frank da sotto le sopracciglia aggrottate e gli fece segno di entrare in casa.

Si sedettero entrambi in cucina, di un chiarore leggero da catalogo dell'Ikea. Frank posò entrambi gli avambracci sul tavolo, intrecciando le dita con un nervosismo che cercava di nascondere.

“Dì la verità: sei mai uscito da questa casa da quando sei tornato dal pronto soccorso?”

“Certo, per andare a comprare patatine e birra” rispose Mikey, scherzando ma senza il velo di un sorriso. “A proposito, posso offrirti qualcosa?”

Il chitarrista scosse la testa, forse con troppa frenesia. “No, grazie”

Il silenzio piombò come un macigno tra loro, e durò anche più di quanto Frank avrebbe voluto permettere.

Si passò la lingua tra le labbra, e si costrinse ad andare avanti come aveva fatto per uscire dalla macchina.

“Mi dispiace veramente, Mike. Non avevo intenzione di farti rompere una mano, l'unico motivo per cui mi sono spostato è-”

“Non farti colpire in pieno, lo so” annuì Mikey.

Stavolta fu Frank a sospirare. “Scusami”

“E' tutto okay. Lo so che non l'hai fatto di proposito, eri solo arrabbiato”

“Sono venuto qui anche per un altro motivo” disse d'improvviso, incalzando sul ricordo di quel giorno. “Sono stato troppo impulsivo e aggressivo in quel momento, ma vorrei spiegarti com'è veramente andata tra me e Gerard”

Le sopracciglia di Mikey si abbassarono di poco sotto i ciuffi castani, ma lui tacque e aspettò che l'altro continuasse.

“Non ti dirò che non è vero ciò che hai notato. Solo che hai... frainteso. Io sono” si interruppe, e deglutì. “innamorato di Gee, ho scoperto di essere gay passando le giornate a fissarlo. Ma lui non lo sa. Cioè, non ne aveva idea fino alla notte in cui è stato ricoverato. Ho sempre tentato di tenere tutto segreto, ma con tutta evidenza lui prova le stesse cose senza volerlo accettare. Mentre era in ospedale, lui... beh, meglio non spiegarti tutti i dettagli” scosse la testa, e quando si rese conto di sentirsi scottare il viso s'imbarazzò ancora di più. “Diciamo che mi ha fatto capire di essere, in qualche modo, inter-”

“Avete scopato” sentenziò Mikey, severo nello sguardo.

Frank annuì mordendosi il labbro per la vergogna. “In quel caso, ammetto di aver sbagliato. Non ero in me, e nemmeno Gee lo era. Non è stato giusto nei confronti di Linz...”

Il bassista mostrò una smorfia di assenso.

“Ma nemmeno tu sei stato corretto a fare la paternale a me. La ragazza non è la mia, io non ho tradito nessuno”

“Tranquillo, ho sgridato anche lui”

Lì Frank si bloccò. “Davvero?”

“Non mi ha detto nulla di tutto questo, ma mi ha interrotto a metà del mio discorso come se non volesse più nemmeno pensarci, e mi ha detto... di aver già scelto”

L'opprimente senso di vuoto attaccò ancora Frank senza pietà, come se si trovasse improvvisamente di nuovo davanti a Gerard quando gli aveva detto di essere innamorato di Linz e solo di Linz. Mikey non sapeva, non poteva immaginare di aver appena mandato una lama a riaprire la ferita intenta a cicatrizzarsi, dentro Frank. E lui cercò di non darlo a vedere, anche se con scarsi risultati.

“Comunque, c'è differenza tra farlo in un attimo di debolezza e condurre una relazione nello stesso momento in cui Gerard sta anche con un'altra” ammise Mikey, in un mormorio. “Non sapevo che le cose stessero così. Mi dispiace”

“A me importa solo che siamo ancora amici”

Finalmente, sul suo volto allungato comparve un sorriso, quello che Frank aspettava da giorni. “Di quello non penso dovrai mai preoccuparti”

Calò un altro silenzio, ben più rilassato del precedente, fatto di sorrisi amichevoli e cocci di un vecchio legame che venivano incollati di nuovo insieme.

Improvvisamente, lo sguardo di Mikey si fece cauto e ancora serio – ma non in collera. “Visto che siamo in vena di confessioni, Frankie... Io non credo che Gee abbia fatto la scelta giusta”

Sulle labbra si Frank apparì e scomparve un sorriso, veloce come un lampo in un temporale. “Grazie, Gerard sembra l'unico a pensare di averlo fatto, ma purtroppo il suo è l'unico parere rilevante...”

“Penso che tu abbia ragione nel dire che ha paura. Dentro di me, è probabile che lo sapessi da tempo che tiene a te in un modo diverso da quello di cui è convinto. Perché lo conosco, meglio di chiunque altro. E ho visto il panico nei suoi occhi, quando gli ho detto di sapere tutto riguardo a voi due. Penso che ci siano diverse cose non dette tra voi, e forse sarebbe ora di tirarle fuori. Vi volete troppo bene per lasciar andare tutto così, senza una parola”

“In realtà, lui di parole ne ha dette” rispose Frank con sguardo duro. “Peccato che fossero stronzate”

“Oh, andiamo!” lo riprese l'amico, sorridendo in modo strano. “Non l'hai ancora capito che mio fratello è un coglione?”

“Forse mi sono stancato di stare dietro a lui per questo”

“Non importa che siate amici o qualcosa di più, Frank: tu sarai sempre la parte che farà il primo passo, nella maggioranza delle situazioni. E' sempre così, in un rapporto è sempre una delle due parti a venire incontro all'altra e a capire cos'è davvero importante” [1]

“Forse mi sono stancato anche di fare quello maturo”

Mikey scosse la testa. “Non è vero”

Il chitarrista si accigliò, interrogativo.

“Non ti sei stancato. Credi di dover smettere di combattere, solo perché sei uscito allo scoperto, e se adesso tu andassi a cercare di ristabilire un contatto col tuo migliore amico, tutti lo saprebbero. Per la prima volta, il tuo amore per lui non è un segreto, e questo spaventa te. Se fallissi di nuovo, sarebbe sotto gli occhi di tutti, a nessuno sarebbe celata la tua sofferenza. E saresti umiliato, oltre che sconfitto”

La sua mascella era crollata, lasciandolo lì a bocca aperta davanti a Mikey Way, l'uomo che sembrava non sapere nulla, e invece aveva capito più di lui in quell'assurda situazione. Senza nemmeno doverci riflettere, Frank si arrese al fatto che quella era la verità.

Se avesse tentato di parlare con Gerard, di convincerlo della realtà dei fatti, se avesse fallito... Non si sarebbe potuto nascondere da nessuna parte. Tutti avrebbero saputo quanto lui soffrisse nel profondo, perché per la prima volta in vita sua si era confidato con qualcuno, per la prima volta aveva detto ad alta voce di essere innamorato di Gerard Way.

“Non puoi rimproverare a Gee di farsi bloccare dalla paura, se anche tu fai la stessa cosa. Liberati dei tuoi demoni, va' alla serata di Linz e parlagli. Lo devi a te stesso e a ciò che provi per lui”

Era sempre più sbalordito dalle parole di Mikey. Fino a mezz'ora fa era convinto che fosse solo un ficcanaso, impulsivo e magari anche omofobico. Alla resa dei conti, tornava il ragazzino che aveva conosciuto anni prima della fondazione dei My Chemical Romance, quello magrolino con gli occhialoni e un profondo senso di moralità. Una persona eccezionale.

“Tu non vieni?” gli chiese Frank, alzandosi dalla sedia.

Mikey ammiccò. “Nah, fra venti minuti inizia il terzo film de Lo squalo

L'amico ridacchiò, facendosi accompagnare alla porta d'ingresso. Lo ringraziò, e di cuore, ripensando di sfuggita a quanto c'era voluto per convincersi ad avere quella conversazione con lui. Forse, allora, anche una conversazione apparentemente spiacevole con Gerard poteva avere risvolti inaspettati.

 

 

 

La tensione era talmente palpabile, che Adam era convinto la potesse notare anche una testa di rapa come Gerard. Il frontman, infatti, guardava circospetto lui e Tommy Joe da tutta la sera. Tommy, dal canto suo, era stato molto in compagnia di Gerard, Ray, Linz – che aveva appena conosciuto. Faceva di tutto per non rimanere da solo con Adam, e questo sembrava dirla lunga su come avesse reagito alla sua confessione.

Era arrivato alla festa prima di Adam, gli aveva sorriso in un modo vuoto e senza significato, e non aveva fatto parola di quanto si erano detti prima. Come se non fosse successo nulla. Forse stava ancora elaborando la cosa, o forse si portava dentro una scenata tanto terribile da non volerla iniziare in pubblico.

“Quindi Frank non verrà?” disse d'improvviso il bassista con una punta di delusione nella voce.

Gerard sospirò. “Pare di no, non credo abbia cambiato programmi”

Adam vide Tommy Joe analizzare quella risposta e l'espressione di Gerard con uno sguardo indecifrabile. Chissà cosa pensava, coinvolgimento di Adam a parte, di tutta quella strana faccenda.

“Vado a fumarmi una sigaretta” mormorò Adam, nemmeno del tutto sicuro che, tra la musica e le chiacchiere della gente, si fosse sentito, ma non gli importava molto. Aveva bisogno di aria, aria e fumo.

Si fece spazio tra gli invitati per raggiungere l'uscita, e solo una volta che si fu allontanato anche dalla piccola folla davanti all'ingresso del Glass, si rese conto di essere seguito.

“Ehi, Lambert!” gli urlò dietro la voce di Gerard, dal tono per niente rassicurante.




















1: Il discorso che fa Mikey è una rielaborazione di una citazione di Scrubs, "Le coppie veramente giuste sguazzano in mezzo alla stessa merda di tutti gli altri, e la grossa differenza è che non si lasciano sommergere. Uno dei due si farà forza e, ogni volta che occorre, lotterà per quel rapporto. Se è giusto e se sono molto fortunati... uno dei due dirà qualcosa". Bah non so voi ma io amo questo concetto, è straziatamente vero. Mi sembrava l'esempio perfetto per il tipo di rapporto che hanno Gerard e Frank.

Mi sono fatta perdonare? Fatemelo sapere, mi mancano da morire le vostre recensioni!!!


V

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Capitolo 29
*** Appuntamento ***


Il mostro dell'aggiornamento è tornato!
Nah, la verità è che questa scena l'avevo già scritta da tempo, era troppo allettante per aspettare. L'ispirazione mi è stata data dal mash-up di Glee delle canzoni Bye bye bye e I want it that way *dopo la sessantesima volta, sono riuscita a non piangere guardando il video* *mi manchi Cory..*
Che dire? Godetevelo :D E, ovviamente, ditemi che ne pensate!


V






















Togliendo la mano dalla tasca in cui teneva le sigarette, Adam si voltò e si concesse di rivolgere a Gerard un'espressione neutra, nonostante fosse già chiaro come stessero per andare le cose.

“Per caso sai qualcosa su Frank che io non so?” chiese a bruciapelo il frontman.

Ovviamente si riferiva a dove Frank fosse – e di questo Adam non aveva la minima idea. Eppure, non poté trattenere un sorrisetto beffardo. “Non saprei nemmeno da dove cominciare, elencando tutte le cose che tu non sai e io sì, riguardo a Frank”

“E questo che vorrebbe dire?”

“Fidati: non vuoi sentirlo” tagliò corto, tornando per la sua strada, dandogli le spalle.

“E se fosse Tommy a sentire?” sibilò Gerard. “Scommetto che sarebbe curioso di sentire qualcosa su come hai passato il tempo qui”

Adam si bloccò di nuovo sul posto, sentendo l'asfalto strusciare sotto le suole. Rise verso il cielo nero, illuminato solo dagli alti lampioni di Los Angeles.

“Vorresti ricattarmi? Mi dispiace essere io a dirtelo, ma la nave è salpata da un pezzo, Gerard. E' inutile, non riesci a stare al passo: sono sempre davanti a te” disse. “Ho già detto tutto a Tommy Joe”

“Tutto cosa?”

Non c'era motivo di reagire a quella domanda: implicitamente, Gerard l'aveva fatta diverse volte. Forse era solo stanco di sentirla, era stanco di tacere di fronte a tanta spregevole stupidità.

Fu quello, il momento in cui Adam fissò il vuoto davanti a sé chiedendosi cosa ci fosse. Nel suo domani, ci sarebbe stata una qualsiasi amicizia con Frank Iero? Probabilmente no. Allora perché continuare a dire tutte quelle bugie?

Si voltò un'ultima volta verso la conseguenza del suo passato, promettendo a sé stesso che dopo aver concluso quella conversazione non l'avrebbe mai più fatto.

“Vuoi davvero sapere la verità?”

Il frontman allargò le braccia come ad invitarlo – anzi, sfidarlo – a farlo, finalmente.

Il viso di Adam si indurì a dismisura, e il suo cuore prese a galoppare per una rabbia che non credeva Gerard Way potesse provocargli. Si odiò per avergli permesso di diventare tanto importante da provare qualcosa di diverso dall'indifferenza, per lui. Si odiò perché, arrivati a quel punto, non riusciva a non odiare Gerard.

“Sì, è vero: ho un ragazzo. O almeno lo avevo prima che Frank decidesse di trasformarmi in un fidanzatino onesto. Ho omesso alcune verità con Tommy, ma non l'ho mai tradito. Perché la verità è che io non ho mai fatto né voluto fare niente con Frank. Era una messa in scena. Mi sono offerto di aiutarlo a... a farti ingelosire”

Gerard spalancò gli occhi ma tenne comunque la fronte corrugata, e ne uscì un'espressione ancora più inferocita.

“Far ingelosire me?!”

Il sorriso che si allargò sul viso di Adam aveva un che di inquietante. Da una parte si spaventava da solo e avrebbe voluto tacere, dall'altra sentiva le parole salirgli alla gola e ammassarsi per uscire.

“Hai intenzione di negarlo ancora? Perché, onestamente, le tue cazzate mi hanno stancato. Gerard, tu non mi odi perché hai paura che ti rubi la scena, la tua popolarità, i riflettori, o gli amici. Io ho cercato di portarti via Frank, o almeno è quello che credevi fino a questo istante. Per questo non riesci a sopportarmi: la gelosia ti logora dal primo momento che ho posato lo sguardo su Frank. E al motivo credo che tu possa arrivare da solo”

L'intero corpo di Gerard era impietrito. Probabilmente non stava nemmeno respirando.

“Vuoi davvero che lo dica io?”

Aprì bocca per parlare, ma Adam stavolta non glielo lasciò fare:

“Sei gay, Gerard. Già, hai sentito bene! Gay” accarezzò quelle parole sul palato, improvvisamente godendo così tanto nell'essere lui a dirgliele. Così le scandì attentamente, gli fece prendere il loro tempo cosicché ognuna colpisse Gerard sui tasti giusti e lo mettesse K.O. “Sei una gigantesca, oscena checca tanto quanto me”

A quelle parole, Gerard parve reagire – quasi impercettibilmente, ma lo fece.

“Oh sì, Frank me l'ha detto” sorrise Adam, ancora più amaro – se possibile. “Mi ha detto ogni cosa. Della deliziosa erezione che ti si è risvegliata avendolo steso su di te, della scenata di gelosia che gli hai fatto in ospedale, di come tutto quella notte si sia - chissà come! - trasformato in bollenti preliminari. Anche se non avessi capito che sei frocio al primo sguardo, tutto questo mi sembra renda la situazione abbastanza chiara. Il modo in cui nascondevi la verità, tutte le stronzate che ti raccontavi, si riversavano su Frank, facendolo soffrire come un cane. Per questo ho deciso di aiutarlo. Perché, per un motivo a me ancora sconosciuto...” s'interruppe un istante e gli uscì una risatina secca e stupefatta. “è insanabilmente, fottutamente perso per te”

Un'altra reazione, in cui gli occhi di Gerard si riempirono di confusione e mortificazione.

Per un istante, Adam pensò di aver esagerato tirando in gioco anche i sentimenti – forse ancora segreti – di Frank. Ma era troppo arrabbiato con Gerard e con lui per i guai che gli aveva provocato con Tommy Joe: non si controllava più.

“Tu continui a fartela sotto, senza vergogna” sospirò, in un inaspettato tono di delusione. “Non riesci ad accettarti per quello che sei, ed è questo che mi dà sui nervi. E' la pura verità Way, non sposerai mai la donna dei tuoi sogni, perché ti piace il cazzo. E perché sei innamorato del tuo migliore amico”

Per un istante, il silenzio. Poi si sentì sul marciapiede il suono dei passi di Gerard. Arrivato vicino ad Adam, lo fissò duramente, ma tacque ancora. Lo oltrepassò passandogli accanto, e fece per allontanarsi da lui.

Adam fece in tempo a voltarsi per guardarlo andare via con la coda dell'occhio, che si trovò colpire in pieno viso.

L'impatto lo fece barcollare e quasi cadere a terra. Con la testa che improvvisamente gli girava per il sangue appena schizzato al cervello, tornò a puntare Gerard.

Lui gli stava davanti, spalando e infuriato, a pugni stretti.

“Avanti, ragazzino. Abbiamo questo appuntamento sin dall'inizio, e lo sai”

E Adam non se lo sarebbe fatto ripetere due volte.

 

 

 

Lui non mi ha tradito, si ripeté Tommy Joe come un mantra. Ha fatto tutto per aiutare un amico. Allora perché è così difficile passarci sopra?

Cosa c'era da perdonare? Una bugia, solo una bugia. Nemmeno fosse la prima.

Forse era questo il problema: Adam aveva già mentito. Continuava a mentire. Continuava a pensare che omettere la verità fosse la strada giusta, incondizionatamente. Persino in una relazione.

La loro era una vera relazione, poi? Qualunque fosse la verità sui suoi sentimenti, Adam stava omettendo anche quella.

Davanti a quel bloody mary vuoto – no, non pieno – per metà, Tommy Joe si chiese cosa veramente avessero fatto negli ultimi due anni. Cos'erano loro? Cosa sarebbero stati domani?

Sentendo un generoso sorso pizzicargli la gola, pensò che forse quello che gli dava fastidio era che Adam avesse flirtato con un altro ragazzo. Non importava chi, non importava se per finta.

Sì. Sentì dentro di sé di essere risalito all'origine della rabbia che sentiva nelle viscere, le stesse che stava bagnando di vodka da tutta la sera. Era semplicemente geloso, dunque?

D'altronde, l'aveva sempre saputo che prima o poi Adam avrebbe guardato in quel modo qualcun altro. Ma non gli passò per testa che potesse essere un errore di Adam, che fosse colpa della sua incapacità di impegnarsi.

Certo. Lui è l'affascinante e famoso Adam Lambert, si disse. E io?

Ovvio che fosse geloso: viveva costantemente nella paura che qualcuno di più carino, più simpatico, più affascinante attirasse l'attenzione di Adam e che lui prendesse altre strade. Qualcuno che non sentisse il bisogno di assillarlo con venti telefonate al giorno, qualcuno senza problemi come sogni ricorrenti e traumi, qualcuno più adatto alla superficiale realtà della vita da superstar.

Eppure, non riusciva a lasciar andare Adam, non di propria volontà. Sarebbe stato, parlando banalmente, come rinunciare all'ossigeno spontaneamente.

Vuotando ciò che rimaneva nel bicchiere in un sorso, si allontanò dal balcone e cercò l'uscita. Era il momento di dare un senso a tutta la confusione che aveva in testa.

Uscendo dal locale, trovò gente che fumava e chiacchierava in completi costosi e abiti da sera. Nessuna faccia conosciuta.

Ma, oltre la testa di una signora, qualcosa attirò la sua attenzione. Due uomini che se le stavano dando di santa ragione dall'altra parte della strada.

Gli ci volle un istante per riconoscere Adam e Gerard.

“Oh, merda...”

Scattò attraversando la strada, proprio nel momento in cui Gerard aveva buttato a terra Adam afferrandolo per la giacca.

Il ragazzo atterrò esattamente ai piedi di Tommy Joe, il quale lo aiutò a tirarsi su. Tuttavia, non riuscì a dire nulla, perché Adam nemmeno lo guardò: ripartì buttandosi su Gerard e ricominciando a prenderlo a pugni.

“Ehi! Siete usciti di testa?!”

Appena Adam mandò al tappeto Gerard con un pugno e lo afferrò subito per la camicia per averlo a portata di altri colpi, Tommy provò a mettersi tra loro e a farsi dare retta dal suo ragazzo.

“Cristo, Adam! Piantala!”

Fece per tirarlo per un braccio, ma Adam non ci mise nulla a scrollarselo di dosso e ricominciare a picchiare Gerard.

“Adam!”

“Vattene, Tommy” gli ringhiò contro, guardandolo solo per una frazione di secondo. E lì il più piccolo poté scorgere diversi segni scuri sul suo viso. “Non voglio che tu ti faccia male”

“Ma guarda, stavo per dirti la stessa cosa!” berciò il biondino. “Smettetela, andiamo!”

Niente. Non avevano intenzione di ascoltarlo. Continuavano a pestarsi e nessun altro davanti al Glass sembrava accorgersene – Che gente, quella di Los Angeles...

Tommy Joe si rimboccò le maniche e tornò su di loro, a tentare in ogni modo di separarli. Adam se lo scostò di dosso ancora e ancora, e Gerard, dal canto suo, faceva come se lui non esistesse e continuava a picchiare il suo ragazzo. Appena Tommy provava a trattenerne uno, l'altro partiva all'attacco come se avesse davanti un indifeso sacco da box: così non faceva altro che metterne in difficoltà uno, perché nessuno dei due intendeva dare all'altro tregua.

Per un istante valutò l'idea di lasciare lì quei due bambini immaturi, ma non ne sarebbe stato capace. Per quanto Adam si dimostrasse un idiota certe volte, non era capace di lasciarlo solo con i suoi guai, nemmeno quando era lui stesso a volerli affrontare senza nessun aiuto. Non era capace di abbandonarlo.

Finalmente, la salvezza: una macchina parcheggiò poco lontano da lì e vide Frank scendere dal sedile del conducente.

Oh, grazie al cielo... “Frank! Frank!”

Il chitarrista si guardò intorno in cerca dell'origine di quell'urlo, finché non lo notò e sgranò gli occhi.

Tommy Joe si mise in mostra, lì in mezzo ai due energumeni a cui prudevano le mani.

“Avrei bisogno di aiuto”

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Capitolo 30
*** Perché è la verità ***


Tommy Joe si chiese come fosse finito a doversi occupare di Gerard: il più piccolo a cercare di bloccare il più grosso.

“Dammi solo un attimo” gli aveva chiesto Frank, afferrando Adam e portandolo qualche metro più lontano.

Doveva ammettere che questo non aveva fatto altro che accrescere la sua gelosia – irrazionale, fuori controllo -, ma se non altro il risultato andò sulla sua presa su Gerard, rendendola più ferrea.

“Potresti anche lasciarmi andare, ora” gli ricordò Gerard, con le braccia bloccate dalle sue.

Alle sue spalle, tenendolo stretto, Tommy scosse la testa. “Non finché sei così incazzato”

“Non lo sono”

“Balle”

Gerard alzò gli occhi al cielo con rassegnazione e tacque.

“Come hai potuto farlo?”

Ci mise un secondo o due per elaborare quella domanda. “Fare cosa?”

“Questo - tutto questo -, a Frank” mormorò Tommy Joe.

“Sembra che io fossi l'unico a non averlo capito...”

“Smettila Gerard, l'avevi capito benissimo. Non sei un idiota, io so che non lo sei”

“Forse ti illudi che non lo sia, esattamente come Frank...”

“Comodo nascondersi dietro l'incapacità di capire, eh?”

“...”

“Eri il mio idolo” sospirò amaramente il ragazzo. “Se non avessi visto tutto questo e me ne avessero parlato, non ci avrei creduto”

“Mi dispiace averti deluso” rispose Gerard, ancora più amaro di lui.

Il bassista fece scivolare le braccia lontane dal busto di Gerard e lo spinse via debolmente. “Non è a me che devi chiedere scusa”

 

 

 

Frank si trascinò Adam avvinghiato al suo braccio finché non furono abbastanza lontani, e allora lo strattonò senza preoccuparsi di fargli male.

“E io che credevo fossi un cretino normale. Ora è tutto chiaro: sei un coglione patentato!”

Adam aprì bocca, ancora in preda al furore, ma Frank alzò l'indice davanti ai suoi occhi per zittirlo.

“Non ho finito” vociò. “Non posso credere di aver provocato una scazzottata lasciandovi da soli per una sera: avete otto anni, per caso?! Sapevo già che non eravate capaci di portare avanti una conversazione normale senza insultarvi, ma questo va oltre ogni mia aspettativa”

“Mi spieghi perché mi stai facendo la predica? Tutto un tratto sei diventato mia madre?”

Frank si inumidì le labbra, preparandosi mentalmente a rispondere anche a quello. “Perché ti sto facendo la predica? Perché sono incazzato nero! E sai perché? Perché io pendevo dalle tue labbra fino a due giorni fa, Adam. Ho preso per vera ogni parola da te pronunciata, mi sono fidato della tua maturità e delle tue idee, e - cazzo – per un momento ti ho persino preso come esempio! Quindi me lo devi, almeno di restare abbastanza calmo da non prendere a pugni l'uomo con cui cercavi di farmi mettere insieme!”

Il cantante incrociò le braccia davanti al torace. “Sai che questo discorso non ha senso, vero?”

“Non m'importa se pensi che abbia senso o no” disse Frank, avanzando verso di lui minacciosamente. Lo guardò dritto in quegli occhi di cristallo. “Non provare a toccare ancora Gerard. Mi hai capito?”

Per un attimo Adam pensò di rispondere, magari prendere a pugni anche lui – il formicolio alle mani non se n'era ancora andato del tutto, d'altronde. Ma si fermò a pensare a cosa avrebbe fatto se avesse trovato Frank a picchiare Tommy.

Già, sarebbe andato fuori di testa, ridotto esattamente come il suo amico ora.

Sospirò, tranquillizzando il cuore – che ancora tremava di rabbia. Annuì a testa bassa.

Frank non disse nemmeno un'altra parola: girò i tacchi e tornò da Tommy Joe e Gerard.

Trovandosi tutti e quattro gli uni davanti agli altri, per un attimo nessuno ebbe la minima idea di cosa dire. Persino Frank – così sicuro della propria rabbia e della propria frustrazione – inizialmente non seppe quale fosse la prossima mossa. Lo capì quando incrociò il viso di Gerard e notò tutti i lividi e gli arrossamenti lasciati da Adam.

Ovviamente la prossima mossa includeva arrabbiarsi ancora di più.

“Andiamo” disse soltanto, prendendo il frontman per il polso.

Gerard non sembrava volersi ribellare a quell'ordine, e lo seguì docilmente, senza espressioni in volto, né nella voce quando domandò:

“Dove andiamo?”

“A sbatterti in testa la mia valigetta del pronto soccorso. Almeno ne farò qualcosa di utile”

Sapeva che il suo migliore amico era veramente in collera. Tuttavia, tra quei burberi ringhi riconobbe il suo protettivo e capriccioso Frankie, e non poté che sorridere tra sé per questo.

 

 

 

Dalle labbra di Gerard fuggì un lamento in risposta al bruciante contatto del cotone impregnato di disinfettante. Ritirò la mano dalla stretta di Frank, il quale lo guardò severo. Eppure, paradossalmente, si sentiva soccorso da quello sguardo così gelido – anche più che dal disinfettante o dalla busta di ghiaccio che teneva sulla tempia. Si sentiva amato. E per un attimo pensò che una sensazione così bella poteva anche superare la vergogna e la paura di tutto il resto.

Non si vergognava di Frank, ma di sé stesso. Ancora non riusciva ad arrivarci nel pieno del proprio processo logico, ma aveva l'orrenda impressione di aver sbagliato tutto. Sentiva che ogni suo passo nelle ultime settimane – forse negli ultimi anni, forse in tutta la sua vita – era stato nella direzione sbagliata. Perché, qualunque direzione facesse soffrire Frank, era la peggiore che esistesse.

Il chitarrista gli prese di nuovo la mano e continuò noncurante a tamponare le nocche pallide – ora colorite di un doloroso rosso scuro – col pezzo di cotone. Gerard si sforzò di resistere al bruciore, concentrandosi invece sul fresco contro la sua testa: strinse di più le dita intorno alla busta di ghiaccio per farsi forza. Poggiò i piedi sul piolo, muovendo timidamente le gambe prima lasciate a penzoloni dallo sgabello.

Frank non lo degnò più di un singolo sguardo, neanche minimo. Lavorava con cura e attenzione sui tagli superficiali alle nocche di Gerard, provocati dalla foga con cui aveva preso a pugni Lambert.

Forse perché non si sentiva addosso i suoi occhi perfetti e letali, fatto sta che in quel momento riuscì a dirlo.

“Sono un idiota”

“Lo so”

Si prese un istante per stupirsi di quella risposta. Non di essa in sé – quella era prevedibile -, piuttosto della facilità con cui Frank lo disse. Secco, tranquillo, senza rancore o remore. Come se non esistesse cosa più ovvia nell'universo conosciuto.

Riconobbe a sé stesso di esserselo meritato, e andò avanti, pregando che a lungo andare diventasse più facile parlare.

“Non avrei dovuto dare il primo pugno”

“Non avresti dovuto”

Sempre lo stesso tono, sempre la stessa indifferenza, nonché la stessa pienezza di attenzione sui tagli alle sue nocche.

Ci riprovò: “E non avrei dovuto dirti quelle cose, in ospedale...”

“No, decisamente”

Respirò profondamente. “Sono stato uno stronzo”

“Lo sei stato”

“Quello che ho fatto... è stato meschino...”

“Lo è stato”

“E mortificante”

“Anche”

“E orrendo nei tuoi confronti”

“Già”

“Ti amo”

Finalmente. Finalmente, Frank alzò la testa. Gerard si sentì sollevato ad un livello irrazionale, ma allo stesso tempo si rese conto di ciò che aveva detto.

Concluse che fosse colpa dell'auto di Frank. Da quando c'erano saliti in direzione di casa sua, il cuore di Gerard aveva pompato sangue a mille in quel corpo dolorante, per la voglia di dirlo ad alta voce. Non ne comprendeva il motivo, né della fretta né di un desiderio così presente così all'improvviso. Ma nel momento in cui si liberò di quelle parole così pesanti, si sentì un po' meno in colpa per tutti i problemi creati a Frank. Non perché fosse una sorta di modo per farlo contento: dopo aver accarezzato sul palato quella frase, capì quanta verità potesse esserci dietro. La verità era solo una, ed estremamente semplice: il suo “Ti amo” era più grande di qualsiasi colpa, qualsiasi insicurezza, qualsiasi difetto. Era come se quelle parole avessero cancellato qualunque cosa avvenuta prima.

E il modo in cui Frank lo stava fissando gli fece credere che fosse veramente così, che il mondo si fosse resettato. Nemmeno nei loro più teneri momenti l'aveva guardato in quel modo. La luce che irradiavano quegli occhi limpidi era indecifrabile, mai vista prima probabilmente da alcun essere umano.

Senza poterlo impedire, Gerard sorrise. “Finalmente mi dai retta”

Frank riuscì a sbattere le palpebre solo dopo dieci secondi buoni, allora distolse lo sguardo con smarrimento, forse addirittura con panico.

“L-lo dici perché ti senti in colpa...”

Gerard non capì se quella fosse una domanda a bruciapelo o un'accusa spietata. Non sapeva in quale delle due sperare. In ogni caso, decise di rispondere.

La sua mano svicolò dalla presa di Frank – improvvisamente tremante e incerta -, e si unì all'altra nel prendere il viso del suo migliore amico, in una morsa dolce e senza scampo. Le sfaccettature dei due smeraldi negli occhi di Gerard brillarono alla luce che irradiavano quelli di Frank. E – anche nel caos di emozioni e domande di quel frenetico istante – nessuno dei due avrebbe esitato nel dire che non esistesse sintonia più vera e perfetta al mondo.

“Lo dico perché è la verità”

 

 

 

Ci furono così tante cose – così tanto – dopo quel momento, che persino nei giorni seguenti Frank ne riuscì ad avere solo un'immagine confusa. Nella sua testa, era tutto un unico vortice di pura perfezione, tanto da non sembrare appartenere al mondo umano, tanto da sfocare ogni ricordo.

Non sapevo quel che stavo dicendo”... Quelle labbra, quelle labbra perfette... L'emozione che non credeva di sentire di nuovo avendole addosso... “Non sapevo cosa desideravo veramente, a chi tenessi veramente”... Le mani ingorde di trovare il suo viso, sempre e continuamente... “So di non avere il diritto di chiedere una seconda possibilità, ma...”... Il profumo all'arancia... “Perdonami”... Il petto, che traboccava, che esplodeva, che finalmente respirava... Le dita, bisognose di intrecciarsi ancora e ancora... Il sapore di entrambi, entrambi, insieme... “Ti amo”... “Ti amo”... “Ti amo”... “Ti amo”... “Anch'io ti amo, Gerard”

Nient'altro era esistito prima, come non sarebbe esistito mai.

































Morte per diabete, eh? Lo so, lo so, non sono un granché con le scene romantiche.
Devo riferire, con rammarico, che questo è stato il penultimo capitolo. Il prossimo sarà l'epilogo, quindi ne approfitto per darvi questo. E' la canzone che dedico all'amore di Frank, rimasto segreto fin ora (forse avrei dovuto metterla prima, ma.... sentite, io non sono normale, OKAY?)
E ci allego anche l'immagine Frerard, tanto perché di Frerard non ce n'è mai troppo.


Su My Frerard Romance lo chiamano "the famous kiss". Mi sembrava adatto al capitolo, ecco u.u
Cristo, mi mancherà da morire questa storia quando finirà... e mi mancherete voi *inizia a mumble mumblare (?!) su un'altra fanfic Frerard* *dipendenza*
I really love you, guys.


V

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Capitolo 31
*** Bowling ***


No, non voglio crederci che sto per cliccare sulla casella "Storia completa". Non è completa. Non lo sarà mai. Dio, quanto vorrei avere una trama per continuarne a scrivere all'infinito............ Come vorrei tornare a quando ho pubblicato il primo capitolo ç____ç
Vi amo.

No seriamente, I'm fucking crying.
Vi amo.

Cosa dovrei dire? Grazie di tutto? E' banale forse, ma obbligatorio. Grazie a chi ha recensito, a chi ha incasellato questa fanfic in una qualunque categoria di EFP che la potesse rendere importante. Grazie, ad ogni singola persona che ha dedicato minuti interi della sua esistenza per leggere la mia storia, la storia di una conosciuta, che magari in un'altra circostanza nemmeno avrebbe mai incrociato.
Cavolo, vi amo.

Questa storia mi ha davvero aiutato a sopravvivere all'estate, perché non ho fatto altro che annoiarmi, lavorare e cercare di non pensare a quanti guai mi aspettassero una volta arrivato settembre. Mi ha fatto divertire da morire, commuovere, mi ha spezzato il cuore *ricordiamoci che l'hai scritta tu, broccola*, mi ha fatto rivivere la magia dei My Chemical Romance come se esistessero ancora da qualche altra parte al di fuori dei nostri cuori, mi ha fatto innamorare ancora e per sempre di Frank e Gerard. Ah, per non dire che mi ha fatto avvicinare molto più di quanto non fossi prima ad Adam e Tommy, che ora amo più che mai.

Mi permetto di fare un piccolo spam esclusivamente perché si tratta del fandom che amiamo tutti: ho appena iniziato una nuova Frerard, e non aggiungerò altro per non sembrare una tizia delle televendite Eminflex. Era solo a titolo informativo u_u

Okay, vi lascio all'epilogo, perché dopo non avrò il coraggio di aggiungere altro di più appropriato che il personale saluto Adommy e Frerard.
Ultime immagini, che stavolta penso sia sacrosanto postare di entrambe le coppie, ho ragione?

    

L'ho già detto che vi amo?
Ah, OVVIAMENTE, come a inizio fanfic, devo ringraziare LondonRiver16 per aver fatto iniziare tutto questo. Senza di lei, non l'avrei nemmeno cercata un'idea per una storia.
Grazie ancora ragazzi. Di tutto.


V







































Tommy doveva ammettere che non era affatto facile leggere, con quel fracasso fuori dalla porta. Aveva bisogno di distrarsi dopo quella stressante serata, e per farlo stava usando un articolo su Antonio Banderas. Ma la sua attenzione veniva continuamente deviata da dei fastidiosi colpi contro la porta d'ingresso.

“Andiamo TJ, apri” si lagnava Adam dal corridoio del palazzo.

Continuava a dare pugni alla porta, andava avanti da più di un'ora, ma Tommy Joe non aveva intenzione di rispondere.

“So che sei arrabbiato, ma dovresti dirmi cosa pensi o urlarmi in faccia, non chiudermi fuori da casa mia!”

Era stato più facile di quanto avesse pensato: prendere le chiavi dalle mani intorpidite e doloranti di Adam, spingerlo il più lontano possibile dalla porta e chiudersi dentro. Non aveva mai fatto nulla di tanto impulsivo e infantile. Ma non gli importava, poiché era stato un aiuto non indifferente allo sfogo del suo risentimento.

“Ti prego, aprimi. Parlami”

E tu sta' zitto, avrebbe voluto dirgli Tommy, ma non aprì bocca.

“Ti prego...”

E dopo aver posto fine alla sua relazione, sembra essersi concesso una lussuosa vacanza ai Caraibi”... E la foto in costume da bagno dov'è?

Non era ancora pronto a lasciar stare quella faccenda. E non aveva voglia di fingere di non essere furioso, non stavolta. Non sarebbe stata la prima: Tommy Joe si riteneva irrimediabilmente incapace di restare a lungo arrabbiato con Adam. Gli bastava perdersi nei suoi occhi chiari, e sentiva la mancanza della dolcezza con cui lo inondava in ogni istante della loro relazione – o la loro qualunque-cosa-fosse. Tommy odiava essere sempre così debole, non avere un briciolo di orgoglio, considerare la serenità tra loro più importante di quanto non lo fosse per Adam. Considerare loro più importanti di quanto non fossero per Adam.

Erano passate poche ore, eppure Tommy Joe non riusciva a ricordare cosa esattamente l'avesse spinto ad uscire dal Glass e andare a parlare con lui. Vederlo prendere a pugni Gerard aveva spento nel suo animo ogni bagliore di decisione, di ottimismo, di spirito d'iniziativa. Non avrebbe nemmeno saputo dire perché. Ma era così.

“Hai intenzione di lasciarmi qui fuori tutta la notte?”

In quel momento sentiva che avrebbe potuto lasciarlo lì fuori tutta la vita.

In fondo Tommy Joe sapeva che quello era un tentativo disperato e irrazionale di tenere la presenza di Adam lontana, di non dover affrontare subito le conseguenze dei suoi pensieri.

Come posso gestire un tale uragano di immaturità? Perché dovrei farlo, poi? Certe volte, Adam è capace di far vedere il peggio di sé, ogni sfaccettatura della sua negatività contemporaneamente. Non posso farcela... Non riesco a guardarlo in faccia...

La delusione divampava dentro di lui, facendogli venire voglia di prendere a pugni qualcosa, oppure gridare, o magari entrambe le cose. Non era angosciato, era infuriato. Quella serata l'aveva privato persino della passiva, nuda e innocente sofferenza pensando a ciò che era successo.

“E se dovessi andare in bagno? Me la fai fare sulle scale? Anzi: sulla porta della vicina, l'ho sempre odiata”

Nessuna risposta, nessuna reazione.

“Magari nemmeno mi stai sentendo. Ti sarai raggomitolato nel mio letto, tranquillo e beato, mentre io sto qui seduto a terra” lì Adam s'interruppe e si sentì un sospiro oltre la porta. “Va bene... Spero che almeno serva per farti trovare le parole per dirmi cosa pensi... Io aspetto qui, okay? Non mi muovo di qui finché non apri – dove altro potrei andare, tanto?”

Da fuori, suoni ovattati contro la moquette del corridoio.

“Buonanotte, TJ...”

E il silenzio che ne seguì fu abbastanza per convincere le labbra di Tommy a stirarsi in un sorriso.

 

 

 

Sobbalzando come se stesse cadendo dal ciglio di un precipizio, Gerard spalancò gli occhi e si trovò sveglio, al buio. Per un istante faticò a ricordare perché non avesse ripreso conoscenza nella sua familiare stanza, poi riconobbe le pareti bianche di quella di Frank.

Spostò la testa verso sinistra, trovando il corpo minuto, tatuato e rigorosamente nudo di Frank steso accanto a lui. Era abbandonato con la schiena sul materasso, e Gerard non riusciva a vedere altro che i contorni del suo profilo con quel buio. Già, non l'aveva notato prima: da un po' di tempo, quando Frank sapeva che entrambi avrebbero dormito lì, prima di andare a letto abbassava le persiane delle finestre. Gerard ricordava bene che lui preferiva farsi svegliare dalla luce mattutina, era un'abitudine che aveva da sempre. Invece Gerard odiava che il sole disturbasse il suo sonno così sfacciatamente.

In quella camera era così buio perché nemmeno il bagliore della luna filtrava: Frank aveva abbassato le persiane per fare un favore a Gerard.

Pensandoci, il frontman sorrise tra sé.

Si mise di nuovo comodo sul materasso, tentando di rallentare il battito – che stava smaltendo il colpo per il modo brusco con cui Gerard si era svegliato.

Tentò di ricordare perché fosse stato strappato via all'incoscienza così d'improvviso, ma sapeva essere inutile: non ricordava mai nulla dei propri sogni. L'unica cosa di cui era certo era che non fosse stato un incubo. La sensazione che gli pulsava nel petto non era d'angoscia. Non era stato un brutto sogno, semplicemente uno... pieno di colpi al cuore. Emozionante.

Respirò profondamente, tornando a guardare alla propria sinistra. Un'altra cosa che sapeva di Frank era che aveva il sonno molto leggero. Era impossibile che Gerard non avesse svegliato anche lui, saltando sul letto in quel modo.

Sapeva che era sveglio. E Frank probabilmente sapeva che lo sapeva.

Non era chiaro per quale motivo nemmeno a lui, ma da un momento all'altro Gerard iniziò a canticchiare, a labbra serrate. Nel silenzio tombale della notte fonda, irruppe il suono della sua voce in onde morbide e sinuose.

Bastarono due o tre secondi perché Frank riconoscesse quella melodia.

“Oh no, ti prego: non farlo” si lagnò.

“Che cosa?” fece il finto tonto Gerard, ma una risata che gli scappò dalle labbra subito dopo lo tradì.

“Non dirlo”

“Che cosa?” ripeté, ridacchiando ancora – volutamente stavolta. Si mosse tra le lenzuola, arrivando ad avvolgere il corpo di Frank con le braccia.

“Piantala, lo sai”

Baciò il lobo dell'orecchio del più piccolo, e sussurrò: “Che non lascerò mai più questo letto?”

“Oddio sta' zitto, mi sta venendo il diabete!” si lamentò il chitarrista, cercando di allontanare il corpo di Gerard da sé – senza desiderare propriamente di avere successo nel farlo, ovvio.

Il più grande, infatti, lo ignorò e gli schioccò un bacio sulla tempia, e Frank reagì come se gli avesse fatto schifo.

“Sei un idiota”

“E tu sei innamorato perso di me”

Frank guardò storto Gerard, pur non riuscendo a vederlo veramente. “E questa stronzata chi te l'ha detta?”

“Uhm... Il vento”

“Baciami”

“Agli ordini”

L'unione delle loro labbra sembrò essere una connessione radio, che fece risuonare nelle menti di entrambi Never gonna leave this bed dei Maroon 5.

 

 

 

“Adam..?”

Ehi Gerard!”

“A cosa devo questa chiamata?”

Il cellulare di Frank è staccato. Ho un problema e forse voi potete aiutarmi: Tommy pretende di passare la serata a casa a guardare film con Meg Ryan. Io odio Meg Ryan e lui sarebbe ben felice di godersi la sua maratona senza le mie continue critiche, quindi... per caso a te e Frank andrebbe di andare al bowling? Ho un buono che scade domani”

“Uhm... Non saprei, Frank ha un impegno di famiglia stasera, quindi...”

Beh, allora vieni tu”

“... Io e te?”

Certo! Una serata a due, da uomo a uomo”

“Vuoi dire da uomo a finocchio?”

Vedo che hai capito... Passo a prenderti alle 20:00. A dopo finocchio!”

Gerard aprì bocca per replicare, ma Adam aveva già attaccato la chiamata.

“Dannazione” ringhiò contro la linea vuota, troppo orgoglioso per evitare quantomeno di sforzarsi di trattenere un sorriso.

 

Fine.

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