Kinjiraretai ai.

di HikaRin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Chapter 1 ***
Capitolo 3: *** Chapter 2 ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Documento senza titolo

Eccomi con una nuova fic!
Essendo una AU spero davvero vi piaccia, perchè è la prima in assoluto che scrivo ed ho paura di incasinarmi. xD
Mi scuso se non aggiornerò spesso, ma con la scuola e tutto sono parecchio piena.

Enjoy! ^^

Kinjirareta ai - Prologue

“Andremo in viaggio d'affari in Giappone.”

Il moro alzò lo sguardo dalle sue carte, un po' stupito. Erano nel bel mezzo di un meeting di lavoro, discutevano del destino della compagnia. Ma tutto si era aspettato, tranne che il Giappone.
Posò il suo sguardo su Reita, suo collega e buon amico, e alzò un sopracciglio.

“Prego?”

Il ragazzo biondo lo guardò con aria divertita. “In Giappone, Aoi.”
Disse, per poi riprendere a spiegare i loro piani al resto dei presenti. Il moro rimase a fissarlo, ancora non capiva perché mai avesse scelto quel paese. Certo, sapeva che Reita l'aveva già visitato, ma non avrebbe pensato che l'avrebbe preso in considerazione come luogo dove far sorgere nuove “sedi”. Infondo, era quasi ancora una nazione medievale, che aveva appena aperto le porte al resto del mondo.

“E perché il Giappone?”

Interruppe di nuovo, e a quel punto l'altro sospirò. Finì di parlare e liquidò il resto dei presenti nella sala, aspettando che fossero usciti tutti, prima di parlare.
Raccolse tutte le sue carte, documenti vari e poi si girò verso Aoi, che ancora lo guardava in attesa di una spiegazione.

“Il mercato sta cambiando. Dobbiamo iniziare a muoverci anche noi, o gli americani ci anticiperanno di troppo. E noi non vogliamo questo, o sbaglio?”
Aoi sospirò, rilassandosi contro lo schienale della sedia che occupava. “Immagino di no.”
Reita sorrise e si alzò, appoggiando una mano sulla spalla dell'altro.

“Comincia ad avvisare tua moglie. Fidati di me, non vorrai più tornare.”

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Capitolo 2
*** Chapter 1 ***


Documento senza titolo

Chapter 1

“Benvenuto nel paese del Sol Levante, Aoi!”
Il moro guardava Reita sorridere mentre passeggiavano per le strade di Kyoto. Il biondo ogni tanto si fermava ad inchinarsi e salutare persone che aveva conosciuto nei suoi precedenti viaggi, e Aoi si guardava in giro spaesato. Non era abituato, in Europa le persone non si inchinavano più da secoli!

La città non era come si era aspettato. Sicuramente ancora erano parecchio arretrati –le uniche auto che aveva visto da quando erano arrivati erano state quelle dei soldati americani- ma era parecchio affascinante. Case completamente costruite in legno, inquinamento quasi inesistente anche se avrebbe cominciato presto ad esserci, con tutte le fabbriche che volevano importare. Quasi gli dispiaceva.
Reita aveva ragione, quel paese lo aveva affascinato appena sceso dall'aereo. Ora capiva perché il biondo continuava a tornarci.
Mentre camminavano Reita gli illustrava le varie parti della città, spiegava come era la vita per gli abitanti del posto e anche i suoi piani per la loro compagnia.
Ascoltò tutto con attenzione, ma, guardandosi in giro, non potè che sorgergli una domanda spontanea.

“Reita.. Chi sono quelle donne che indossano il kimono? Ne ho viste alcune, sono molto diverse rispetto alle altre..” Aveva già visto i kimono, era diventata quasi una moda negli anni passati in Europa, ma là erano indossati dalle donne più benestanti.

Il biondo sorrise, Aoi già aveva dimostrato parecchio interesse. Sapeva di aver avuto ragione, lo conosceva fin troppo bene. “Sono geisha, e prima che tu possa dire qualsiasi cosa. No, non sono prostitute. Quelle sono solo dicerie infondate. Sono donne bellissime, con un enorme talento e cultura. Per fartela breve, intrattenitrici.”
Sorrise, voltando lo sguardo su una di loro che passava in quel momento. “Gli americani quando sono arrivati qui credevano di trovare donne pronte a sottomettersi a loro e a compiacerli.” Rise poi, scuotendo il capo. “Farebbero meglio ad informarsi, prima di tutto.”

Aoi sorrise a sua volta all'amico. In effetti aveva sentito di queste ragazze, e infatti anche lui si aspettava delle prostitute, per quello non capì chi fossero. Forse era meglio dimenticare tutto quello che aveva sentito e continuare ad ascoltare Reita.

Ad un tratto vide due di queste ragazze –probabilmente le più belle che aveva visto fino a quel momento- camminare nella direzione opposta alla loro. Avevano un trucco molto più sobrio di tutte quelle che aveva visto quel giorno, una aveva i capelli castani mentre quelli dell'altra erano di un biondo miele dolcissimo, ed entrambe portavano delle, assolutamente belle, acconciature elaborate.
Fu quella dai capelli più chiari a colpirlo maggiormente, era semplicemente perfetta. Così elegante, il suo kimono aderiva perfettamente alle sue forme divine lasciando intravedere quella giusta porzione di pelle –che alla vista sembrava morbida e vellutata– e la faceva sembrare ancora più desiderabile. Le sue dita lunghe e sottili avvolgevano delicatamente il finemente decorato manico di un parasole e il suo sorriso appariva ai suoi occhi semplicemente stupendo, illuminava tutti come un raggio di sole in un giorno di pioggia.

**

“Uruha, guarda.”
“Cosa, Saga-chan?” Il biondo voltò lo sguardo verso il punto indicato dall'altro ragazzo. “Oh, Reita-san. Chissà perché è tornato, Saga..” Disse, sorridendo malizioso. Saga sbuffò e tornò a guardare i due uomini che gli venivano incontro.
“Parecchio attraente il suo amico.. E sembra anche un po' spaesato.” A questo, Uruha rise. Era vero, l'uomo si guardava attorno con l'aria da chi si sente un po' fuori luogo, ma anche molto interessato.
“Una vera geisha dovrebbe saper mettere in ginocchio un uomo come quello con un solo sguardo, Uruha-chan.. Solo uno.” Disse Saga maliziosamente, con un certo tono di sfida, accennando ad Aoi. Uruha gli sorrise di rimando e affrettò il passo. “Sarà divertente.” Affermò convinto.

Il ragazzo a quel punto cercò con gli occhi il volto del moro, e quando i loro sguardi si incrociarono li tenne uniti per una frazione di secondo per poi subito abbassarlo, sempre sorridendo. Notò appena che l'aveva distratto talmente tanto, che non si accorse nemmeno che Reita si era fermato.

“Cosa ti avevo detto?”

**

Era talmente affascinato da quella bellezza –che l'aveva fissato negli occhi e gli sorrideva dolcemente, sorriso che lo faceva sembrare la creatura più bella di questo mondo-, e non si rese nemmeno conto che Reita si era fermato e si era inchinato più del solito. Infatti gli finì addosso, e cadde rovinosamente a terra.
Alzò lo sguardo per vedere le due ragazze ridere. La prima rideva apertamente, mentre l'altra si nascondeva dietro la mano. Non si era nemmeno accorto che si erano fermate anche loro, e che era per loro che Reita si era inchinato.
“Aoi! Stai bene?” Il biondo lo aiutò ad alzarsi, e il moro cercò di togliersi la polvere dai pantaloni il meglio possibile.

“Sembra che il vostro amico sia rimasto abbagliato dalla bellezza di Uruha, Reita-sama.” Disse la ragazza dai capelli castani. Un momento.. Ragazza?! Aveva una voce troppo profonda per essere una ragazza!
Si voltò a guardarle –o meglio, guardarli- ed ancora sorridevano. Reita rise di gusto prima di rispondere all'affermazione del.. Ragazzo?
“La cosa non mi sorprende affatto. Aoi, vorrei presentarti due persone. Lui è Saga. E si, prima che tu lo chieda, è un uomo. La bellezza che ti ha abbagliato invece è Uruha. Felice di rivederti.” Il biondo fece un altro piccolo inchino, al quale la ragazza bionda rispose con un altro inchino a sua volta.
“Felice di conoscervi.” Disse Aoi gentilmente, prima di fare un inchino a sua volta. Il biondo rise ancora e posò una mano sulla spalla dell'amico.

“Perdonatelo, ancora si deve abituare alle tradizioni giapponesi. Siamo arrivati ieri sera tardi.” Saga sorrise a questo.
“Spero abbiate fatto un buon viaggio.” Disse, sorridendo dolcemente ai due.
“Assolutamente, grazie.” Dagli sguardi che si scambiavano, Aoi capì che probabilmente Saga e Reita si conoscevano da molto.
“Noi dovremmo andare ora, vogliate scusarci.” Le due geisha fecero un altro piccolo inchino e poi continuarono per la loro strada, senza prima non sorridere ai due uomini e continuare a ridacchiare.

Dopo che si furono allontanate, Reita ruppe il silenzio. “Amico mio, hai appena conosciuto le due geisha più famose di tutta la città. E devo dedurre che ti sei interessato alla più bella e più dotata di tutte.”
“Non ho mai visto una donna così bella in vita mia..” Disse il moro in un sospiro, mentre ancora le guardava allontanarsi.
“Lo credo bene, Aoi.” Disse Reita, con un sorriso. “E' la più richiesta, ma forse posso riuscire a farle fare da intrattenitrice a te. E' così che si passa la maggior parte delle serate, qui.” Mise un braccio attorno alle spalle dell'altro. “Ora, volevo farti vedere il palazzo...”

Ad Aoi si illuminarono gli occhi.

**

Uruha e Saga, invece, stavano tornando all'okiya. Il biondo era rimasto colpito da Aoi, così decise di chiedere a Saga. Era sicuro che l'altro ragazzo gli avrebbe risposto dettagliatamente, sembrava avere sempre una risposta alle domande di Uruha.

“Saga-chan, sai qualcosa di Aoi-san?” Chiese quasi in un sussurro, mentre entrambi rientravano all'okiya e si dirigevano nelle loro stanze. L'altro ragazzo gli sorrise dolcemente. “Parecchio, a dir la verità.”
Uruha lo guardò sorpreso, mentre si inginocchiavano l'uno di fronte all'altro e Saga cominciava a struccarlo.

“Reita-sama mi ha parlato di lui in diverse occasioni, è un suo caro amico.” Sorrise leggermente il ragazzo dai capelli castani. “Me l'ha descritto come gentile, educato, dolce. Anche se a volte è un po'..Particolare.”
Il biondo alzò un sopracciglio a questo. “Particolare?” Chiese, con un espressione confusa che fece ridere Saga.
“Diciamo che gli piace divertirsi. Comunque, ha una famiglia.” Sentendo l'ultima parola, l'espressione di Uruha si indurì. “Una moglie molto bella e un figlio. Però.. Il figlio non è suo, la moglie lo ha avuto da un altro uomo.”
“Oh..” Uruha si intristì un poco alla notizia, avere un figlio e sapere che non è davvero tuo doveva essere sicuramente molto doloroso.
“Si, ma questo non gli ha mai impedito di essere un ottimo padre.. Dice che il piccolo lo ha cresciuto lui, e anche se non è il vero padre, resta comunque suo figlio.” Entrambi sorrisero amaramente, ed Uruha si convinse che era davvero una brava persona.
A questo punto Saga aveva cominciato a truccarlo di nuovo. “Stai fermo, ora. In ogni caso Reita-sama mi aveva detto che lo avrebbe portato con sé nel suo prossimo viaggio, l'ultima volta che lo vidi. Voleva mostrargli il nostro paese, ma voleva anche una scusa per allontanarlo dalla famiglia. Il figlio sta diventando grande, è consapevole del fatto che Aoi-san non è il suo vero padre e vuole conoscere il suo vero genitore. Aoi-san sta soffrendo per questo.”

Uruha ascoltava senza fare una piega, e con ogni parola che veniva detta dall'altro ragazzo si interessava di più in quel uomo che a malapena aveva conosciuto.
“Reita-sama è molto dolce, ogni volta che mi parlava di Aoi-san lo faceva con un tono premuroso e preoccupato.” Sorrise dolcemente Saga, e vedendo quell'espressione Uruha non potè non mordersi il labbro, mentre cominciava a sua volta a struccare il castano.
“Uruha! Ho appena finito di truccarti, stai attento.” Disse Saga, mettendo un piccolo broncio. Ma Uruha non disse niente, aveva un'altra domanda che gli frullava per la mente.

“Saga-chan.. Ami molto Reita-san, non è vero?” Saga chiuse gli occhi, mentre riprendeva a sorridere e lentamente accennava con la testa ad un .
“Com'è.. Essere innamorati? Come ci si sente?” Chiese il biondo in un sussurro, mentre appoggiava ciò che aveva in mano a terra, volendo concentrarsi totalmente sulla risposta.
Notò che senza trucco, quello speciale bagliore negli occhi dell'altro ragazzo quando parlava di Reita si notava molto di più.

“Una geisha non deve mai innamorarsi. Non è questa una delle prime cose che ci insegnano?” Disse Saga, quasi in un sospiro. “Come possono nasconderci una cosa così bella? E' la sensazione più splendida al mondo, Uruha-chan. Ogni tuo pensiero va al tuo amore quando è lontano, è sempre nella tua testa. E quando finalmente è con te, essere tra le sue braccia ti da una sensazione di sicurezza e calore indescrivibile.” Mentre parlava, il sorriso del ragazzo si faceva sempre più bello, più vivo. Si avvicinò ad Uruha e lo abbracciò, posando la testa sulla sua spalla.
“Conti i giorni che ti dividono da lui, e quando finalmente puoi stare con lui di nuovo sembra che il cuore debba scoppiarti dalla felicità da un momento all'altro.” Il biondo sorrise e si abbassò a baciare una guancia al ragazzo abbracciato a lui. “Non immagini quanto ho desiderato che arrivasse questo giorno, Uruha-chan.”

Saga prese un lungo respiro e si separò dal biondo, non smettendo di sorridergli dolcemente. “Ora finisci di truccarmi, tra poco dobbiamo uscire.” Uruha annuì e riprese a fare quello che aveva interrotto poco prima.
“Ed ho come il presentimento che domani sera sarà una di quelle serate che non dimenticherai facilmente.”

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Capitolo 3
*** Chapter 2 ***


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Grazie a chi a commentato! <3
Ecco il secondo capitolo.

Enjoy!

Chapter 2

La sera seguente Reita ed Aoi stavano aspettando nella sala da tè l’arrivo delle due geisha. Il biondo era riuscito ad organizzare una serata per lui ed Aoi solamente, con le due più richieste della città.
La loro popolarità era, probabilmente, dettata dal fatto che erano due rappresentanti dei pochi uomini geisha che erano rimasti in tutto il paese. Ed ovviamente, anche perché erano due creature semplicemente stupende.
C’era solo un piccolo problema: Aoi ancora non sapeva che Uruha era un uomo. Ma l’avrebbe scoperto molto presto, di questo Reita era sicuro.

Il moro, da quando aveva posato lo sguardo su Uruha, non era più riuscito a smettere di pensare a lui. E non vedeva l’ora di poterlo –o poterla, come credeva lui- conoscere di più. Era arrivato in Giappone da due giorni, eppure era già riuscito a lasciare da parte la sua vita che era rimasta in Europa. E Reita non poteva esserne più felice, in soli due giorni lo aveva visto sorridere genuinamente, come non faceva da anni.

Il biondo era intento a spiegargli come avrebbero passato la serata, dato che questa sarebbe stata la prima volta per Aoi. Ma la sua mente era da tutt’altra parte, non riusciva a deviare lo sguardo dal viso angelico di Uruha.
“Aoi. Ma mi stai ascoltando? Aoi!” Reita fece schioccare le dita davanti al viso del moro per richiamare la sua attenzione, ma anche quel gesto non risultò molto efficace.
“Uh? Ah, si..Certo..” Disse, e giusto in quel momento la porta si aprì, e Reita si affrettò a far alzare Aoi in piedi e a farlo inchinare per salutare le due geisha.

Quando alzarono lo sguardo se le ritrovarono davanti, con un piccolo sorriso su entrambi i loro volti, e più belle che mai.
Saga indossava un kimono rosso, decorato da disegni di fiori di ciliegio. I capelli erano legati in un’acconciatura più elaborata del solito, e alcune ciocche più lunghe e non legate ricadevano dolcemente sulle sue spalle e ai lati del viso.
Uruha, invece, aveva un kimono bianco e rosso –leggermente più chiaro di quello dell’altro ragazzo- decorato con disegni che Aoi non riusciva a definire. I suoi capelli biondi, infine, erano acconciati in modo che cadessero attorno a tutta la sua testa fino a poco prima delle spalle, una ciocca gli copriva leggermente un occhio e altre due, molto più lunghe delle altre, ricadevano lungo le sue spalle e il suo torso.

Fecero un piccolo inchino appena entrate, poi Reita si accomodò al tavolino piazzato al centro della stanza, segnalando ad Aoi di seguirlo.
“Buonasera Saga, Uruha.” Disse il biondo, e Aoi fece un cenno con la testa e rivolse un piccolo sorriso ai due.
Le due geisha si avvicinarono e si sedettero accanto ai due uomini.
“Buona sera Reita-sama.” Disse Saga, sorridendo al biondo. Poi si voltò verso il moro. “Aoi-san.” E inchinò il capo, così come fece Uruha appena dopo che si fu seduto accanto a lui.

Parecchie tazze di tè e sake dopo, i quattro si erano lasciati andare. Reita aveva anche preso Saga tra le braccia, e il castano si era accomodato tra le sue gambe e accoccolato contro il petto del biondo.
Uruha ancora non aveva parlato. Aveva riso un paio di volte, ma si era limitato ad annuire a tutte le domande che gli venivano poste. Oppure volgeva lo sguardo verso Saga, che rispondeva al posto suo.

“Uruha, non vorrei sembrare indiscreto.. Ma per quale motivo non parli?” Ad un certo punto Aoi non era riuscito a non rivolgere questa domanda alla geisha, che arrossì un poco e guardò per l’ennesima volta Saga.
Questo stava ridacchiando, accompagnato da Reita. “Devo dedurre che non gli abbiate detto nulla, Reita-sama?”
Il biondo scoppiò definitivamente a ridere e scosse il capo in cenno di dissenso. “No, ma credo sia ora che lo scopra.” Disse poi, lanciando uno sguardo d’incoraggiamento in direzione di Uruha. Nel frattempo Aoi osservava questo scambio di sguardi completamente confuso.

La geisha bionda abbassò lo sguardo, e con voce flebile cominciò a parlare. “Anche io.. Sono un uomo, Aoi-san.”

Beh, senza dubbio lo era. Quella voce profonda non avrebbe potuto di certo appartenere ad una donna! Eppure Aoi aveva creduto di aver avuto davanti la donna più bella che aveva visto in tutta la sua vita. Invece, era l’uomo più bello che aveva mai visto in vita sua. Eppure, si ritrovò ad essere ancora più intrigato da Uruha, e sorrise dolcemente.
“Devo ammettere che non me lo aspettavo. Però ora che lo so, se devo essere sincero sono ancora più incuriosito da te.” Disse al biondo, il quale arrossì involontariamente.

“Ooh.” Reita aveva un’espressione stupita stampata in viso, che presto fu però sostituita da un sorriso. “Forse è meglio se li lasciamo soli, Saga-chan. Mi accompagneresti a fare una passeggiata in giardino?” Disse, porgendo la mano al castano che lo guardava con occhi sognanti.
“Con piacere.” Regalò un dolce sorriso al biondo e si fece aiutare ad alzarsi, per poi essere condotto fuori da Reita.

Appena i due furono usciti, Aoi si voltò verso Uruha e gli sorrise. Gli sfiorò lievemente una mano per invitarlo a guardarlo, e quando i loro sguardi si incontrarono Uruha arrossì ancora.
“Mi dispiace di non avervelo detto subito, Aoi-san.” Disse il biondo, abbassando lo sguardo. Aoi sfiorò ancora la sua mano, per guardarlo un’altra volta negli occhi.
“Non preoccuparti, non c’è problema.” Il suo sorriso si allargò ancora un po’. “Posso essere sincero con te, Uruha?” Chiese poi, e quando vide la geisha annuire posò definitivamente il suo palmo sul dorso della mano del biondo.
“Sei la creatura più bella che io abbia mai incontrato. Non importa che tu sia uomo o donna, dalla prima volta che ti ho visto sento il desiderio di volerti conoscere di più. Potrai esaudire questo desiderio?”

Uruha questa volta arrossì violentemente. Certo, era abituato ai complimenti, ma Aoi voleva davvero imparare a conoscerlo? Era una cosa che non gli era mai capitata. Scostò lo sguardo, e un piccolo sorriso si fece strada sul suo volto.
“Non so davvero cosa dire, le vostre parole mi lusingano e mi rendono davvero felice, grazie Aoi-san. E anche a me piacerebbe imparare a conoscervi meglio.” Poi abbassò la voce. “Non dovrei dirlo, ma.. Anche voi mi incuriosite molto.”
Detto ciò prese la teiera e versò un’altra tazza di tè al moro, facendo intravedere una porzione di pelle del suo polso come ringraziamento.

**

Reita e Saga erano usciti in giardino, e il biondo camminò per un momento prima di decidere di sedersi a terra, sapendo che Saga stava camminando leggermente dietro di lui.
La geisha fece altrettanto, si inginocchiò accanto a Reita e venne subito stretta da due forti braccia. Reita gli posò una mano su di una guancia e gli fece alzare lo sguardo, per poi posargli un piccolo bacio sulla fronte.
“Mi sei mancato, Saga.” Il castano si strinse forte a Reita, allacciando le braccia attorno alla vita del biondo.

“Anche voi, Reita-sama.” Reita sorrise e scosse la testa leggermente, avvicinandosi per far toccare la sua fronte con quella di Saga. “Ogni volta che torno qui, ti dimentichi sempre che quando siamo soli non devi rivolgerti a me in quel modo.” Anche Saga sorrise, mentre alcune lacrime cominciavano a formarsi nei suoi occhi. Portò le braccia attorno al collo del biondo, mentre alcune lacrime cominciavano a scendere lentamente.
“Anche tu, Reita, anche tu.” Chiuse gli occhi mentre Reita gli asciugava le lacrime dal viso. “Credevo di impazzire, se non ti avessi rivisto al più presto.”

Reita lo fece accomodare tra le sue gambe e lo strinse contro il suo corpo. “Ma ora sono qui, no?” Saga annuì, con la testa premuta contro il petto del biondo, cosa che fece ridere Reita. “E devo confessarti una cosa.. Se tutto va come previsto, presto arriverà il giorno in cui staremo insieme per sempre, Saga.”
A queste parole la geisha alzò lo sguardo improvvisamente, guardando il biondo con occhi spalancati e pieni di curiosità. Il suo trucco era stato leggermente rovinato dalle lacrime, e Reita sorrise. “Guarda cosa hai fatto.. Hai rovinato un lavoro così perfetto per piangere per uno come me.”

“Parli sul serio?” Saga appoggiò il capo sulla spalla del biondo e con voce più bassa continuò. “Staremo insieme per.. Sempre?” Reita si abbassò e baciò un’altra volta la fronte del castano.
“Sono quasi certo che alla fine di questo viaggio Aoi non vorrà più andarsene, Saga. Ed allora tutto andrà al posto giusto.”

Saga alzò la testa e guardò il biondo negli occhi, il suo sguardo era colmo di speranza. “Lo credi davvero?” Chiese leggermente, e Reita sospirò abbozzando un sorriso. “Lo spero.” Poi cominciò a sporgersi in avanti lentamente, facendo indietreggiare la geisha con la schiena fino a fargliela appoggiare a terra.
“Se vuoi possiamo passare la prima notte insieme da quando sono tornato a parlare di cose di cui ora non devi preoccuparti.. Ma io preferirei passarla nello stesso modo in cui abbiamo passato l’ultima notte prima di essere partito l’ultima volta.”

Il sorriso di Saga si allargò notevolmente, avvolse di nuovo il colo di Reita con le sue braccia e lo attirò a sé. Quando le loro labbra erano ad un soffio le une dalle altre, si fermò per sussurrare qualcosa. “Mi siete mancato incredibilmente, Reita-sama.”
Non ricevette una risposta, ma solo due labbra che si posarono sulle sue, labbra che aveva aspettato di poter assaggiare di nuovo per moltissimo tempo.

**

Si era fatto abbastanza tardi, Aoi ed Uruha avevano passato un paio d’ore da soli ed entrambi avevano apprezzato parecchio la compagnia dell’altro. Avevano avuto l’opportunità di conoscersi meglio ed erano entranti in confidenza piuttosto velocemente.
Uruha sapeva che Saga non sarebbe tornato molto presto quella sera, quindi decise di tornare all’okiya da solo, ed Aoi insisteva per accompagnarlo.

“Non mi piace l’idea di farti camminare per le strade da solo a quest’ora, Uruha, Lascia che ti accompagni.”
Il biondo lo guardava con aria corrucciata, scuotendo il capo. “Aoi-san, davvero non è il caso. E non ce n’è bisogno, non vi preoccupate.” Disse quasi sottovoce. Infatti, sapere che Aoi si preoccupava così tanto per lui lo lusingava davvero molto. Ma non poteva di certo farsi riaccompagnare all’okiya da un cliente! Però.. Se non lo avrebbero visto, forse..
“Si che ce n’è bisogno! E se ti succede qualcosa?” Aoi si era avvicinato e gli aveva preso le mani tra le sue, guardandolo quasi supplicante. Ed Uruha cedette.
“Va bene.. Ma non vi devono vedere, Aoi-san, per nessun motivo.” Il moro sorrise ed annuì, ed i due uscirono diretti all’okiya.

Il tragitto lo percorsero in totale silenzio, per qualche strano motivo si era creata un’atmosfera tesa che nessuno dei due voleva spezzare. Qualche metro prima di arrivare all’okiya Uruha si fermò e si voltò verso Aoi.
“Siamo arrivati. E’ meglio che gli ultimi metri li faccia da solo, Aoi-san.” Disse il biondo con un piccolo sorriso. Il moro annuì e rispose al sorriso. “E’ stata una serata magnifica, Uruha. Sono felice di averti conosciuto e non mi dispiacerebbe continuare a farlo.”
La geisha lo guardò sorpreso, arrossendo vagamente. “Siete sincero?” Chiese dolcemente, poi.
“Mai stato più sincero di ora.” Disse, avvicinandosi di qualche passo al biondo, sempre sorridendo.
Il biondo si inchinò. “Anche io sono felice di avervi conosciuto, ed ho passato una splendida serata in vostra compagnia.” Anche Aoi si inchinò, ed Uruha rise leggermente. “Dovete fare un po’ di pratica con gli inchini, Aoi-san. Ora è meglio che vada. Buonanotte..” Rivolse un ultimo, dolce sorriso ad Aoi e poi si voltò, ricominciando a camminare. Aoi lo osservò fino a che non fu entrato nell’okiya, e poi tornò sui suoi passi.

“Buonanotte? Sarà una splendida notte.”

**

“Saga..”

Il biondo si mise a sedere sul futon, dei rumori lo avevano svegliato. La geisha si avvicinò e si inginocchiò accanto a Reita.
“Devo andare, mi dispiace.” Scostò i capelli biondi dal viso di Reita e gli posò un casto bacio sulle labbra. Questi gli legò un braccio attorno alla a vita e lo strinse a sé, possessivamente. “Odio quando arriva questa parte della serata.” Saga sorrise amaramente, odiava anche lui doversene andare nel bel mezzo della notte per tornarsene all’okiya.
Reita gli prese il volto con la mano libera e lo baciò, mettendoci tutto il sentimento possibile. Nessuno dei due voleva separarsi dal calore dell’altro, ma dovettero farlo per mancanza d’aria.
“Ti amo, Saga.” Il castano sorrise, ma poi si allontanò dal biondo. Lo fece sdraiare nuovamente e lo fece mettere sotto le coperte, per poi prendere ad accarezzargli il viso.

“Dormi, ora. Buonanotte.. Ti amo anche io, Reita.”

Detto ciò si alzò, raccolse le sue cose ed uscì dalla stanza.

**

Saga rientrò all’okiya quasi alle tre del mattino, ma Uruha era ancora sveglio ad aspettarlo. Infatti, quando il castano entrò nella loro stanza il più silenziosamente possibile, lo trovò nel suo futon che lo guardava con un’espressione divertita.
“Dove sei stato fin ora, Saga-chan?” Chiese ridacchiando Uruha, ricevendo uno sbuffo in risposta. Si alzò poi, ed andò ad aiutare Saga a spogliarsi del kimono e a struccarlo.

“Com’è andata con Aoi-san, piuttosto?” Chiese il castano, mentre entrambi erano intenti a togliere il kimono dal suo corpo. Sentì Uruha sospirare leggermente, e un sorriso si fece strada sul suo volto.
“Fin troppo bene. Ha voluto persino accompagnarmi fino qui, l’avresti mai immaginato?” Chiese, il sorriso evidente nella voce. “Ed ha detto che ha passato una splendida serata, che è felice di avermi conosciuto e che vorrebbe continuare a farlo!” Continuò, eccitandosi di più ad ogni parola. Saga rise, non aveva mai visto Uruha così felice dopo una serata con dei clienti.

“Per quello sei ancora sveglio?” Chiese, voltandosi a guardarlo, sorridendogli. Uruha di impulso lo abbracciò e annuì vigorosamente.
“Mi ha trattato così gentilmente, Saga-chan.. Non mi ero mai sentito così prima d’ora con nessuno.” Il castano ricambiò l’abbraccio, stringendo il biondo a sé. Improvvisamente, però, Uruha si allontanò e lo guardò con occhi colmi di curiosità.
“Ma basta parlare di me, come è andata con Reita-san?” Chiese, prima di cominciare a struccare l’altra geisha.

Saga sorrise. “Quando siamo usciti in giardino abbiamo parlato un po’. Volevo semplicemente sentire ancora la sensazione che mi da lo stare tra le sue braccia, quello di cui ti ho parlato.” Uruha annuì lentamente e non disse niente, silenziosamente invitando l’altro a continuare. “Era così bello essere con lui di nuovo. Poi, però, ha detto che voleva passare stanotte allo stesso modo in cui passammo l’ultima notte insieme prima di partire.” Saga rise al ricordo delle parole di Reita, e Uruha lo guardò confuso.
“Mi ha sdraiato sul prato, Uruha.. Da li è cominciato tutto.” Spiegò il castano, che subito scoppiò a ridere alla reazione di Uruha. Il biondo infatti era diventato completamente rosso.
“Oh.” Fu l’unica cosa che disse, prima che Saga gli baciasse una guancia e andasse a mettersi nel suo futon.
Anche il biondo tornò nel suo futon, e ci fu un attimo di silenzio prima che Uruha parlasse di nuovo.
“Fa.. Molto male quando se ne va?” Chiese a bassissima voce, aveva paura di ferire Saga, ma aveva anche bisogno di sapere.

Saga fece passare un attimo prima di rispondere.. “E’ come se ti portassero via una parte del tuo cuore, Uruha-chan. Immagina come dev’essere vivere, senza quella parte del tuo cuore.” A questo il biondo non rispose, si limitò a sdraiarsi definitivamente e mettersi sotto le coperte.
“Non preoccuparti di questo però, ora. Lascia che gli eventi scorrano, e apprezza ciò che la vita ti sta regalando in questo momento.”

“Grazie.. Buonanotte, Saga-chan.” Il castano spense la lampada ad olio che si trovava vicino al suo letto.

“Buonanotte, Uruha-chan.”

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