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di AlbaAC99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sto arrivando,Roma! ***
Capitolo 2: *** In giro per Roma ***



Capitolo 1
*** Sto arrivando,Roma! ***


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Sto arrivando,Roma!

 

A quei tempi avevo quindici anni, ero uno spirito libero. Dopo tanta fatica e impegno ero riuscita a convincere i miei genitori a mandarmi a Roma, da sola. Era un lunedì mattina e stavo preparando la valigia.
<< Non credo che manchi più nient’altro, o forse sì… Le cuffie! Stavo per dimenticarle, non sarei sopravvissuta senza.>> Due ore e quaranta minuti senza musica, no, no…Mi sarei sentita male. Il mio nome è Denise, per gli amici Deny. Avevo finito la scuola l’altro ieri, frequentavo il liceo classico Cesare Beccaria di Milano. Per Roma sarei partita da sola, con amici. Eravamo un gruppo di 7 persone, inclusa me; per adesso vi dirò solo i nomi, in seguito vi parlerò di ciascuno di loro: Carmen, Luca, Valentina, Kekko, Sasha e Emy. Luca e Kekko sono gli unici maschi della ‘’gang’’ .
Roma è sempre stato il mio sogno, sin da quand'ero bambina...Non so cosa abbia di tanto speciale,forse è l'idea che una delle città che esiste da più tempo...Ah,l'antica Roma... Però a interrompere i miei pensieri furono le urla di mia madre. Oh, quella donna non riusciva a dire una parola senza dover urlare.
Mamma/m: Deny, sei pronta?- disse prolungando la 'A'.
Io: Mamma, sì… Scendo subito-
Mamma, nel frattempo, ordinò a Simone di salire a prendere le mie valigie e di caricarle in macchina, lui cercò di liberarsi dell’incarico con qualche scusa , ma mamma difficilmente crede alle balle e così dovette acconsentire. Aprì violentemente la porta della mia camera, mi lanciò un occhiata e prese con tutta furia le mie valigie. 
Era arrivato il momento di mettere l’auto in moto e partire! Ci fu un imprevisto in autostrada, non chiedetemi dovuto a cosa perché in quel momento pensavo solo ai miei amici davanti al Colosseo, o a sorseggiare una bibita in un bar di Roma, senza di me che avevo fatto tardi e avevo perso il volo. Non c’era niente da fare, i fortunati in quel momento erano le persone con i motorini, perché riuscivano a infilarsi in diversi spazzi, decisamente piccoli. Per non so quale grazia del Signore alle 10.14 il traffico cominciò a dissolversi . Il 14 è sempre stato il mio numero fortunato e in quel momento lo era ancora diventato ancora di più. Alle 10.28 fui davanti all’aereoporto. Quando accesi il cellulare , mentre correvo in aereoporto con Mamma, Papà e Simone che trascinavano le mie valigie dappertutto, avevo 23 messaggi, 8 chiamate perse, 9 messaggi su whatsapp e diverse chiamate su Viber, uhmm..Forse si chiedevano dove fossi finita. 
Da lontano sentii chiamarmi
X: Denyyy!-
X2: Siamo qui!-
X3: Cavolo Deny, dov’eri?-
Erano loro. Avevano facce decisamente preoccupate… Di solito quello a fare tardi era Kekko che quel giorno fu puntualissimo. Mi venne incontro…
Kekko/k: E’ successo qualcosa?- disse salutandomi
Io. Confusione in autostrada..-
Alle 10.35 ,dopo aver posato tutti i bagagli, salimmo sull’aereo. Roma aspettava solo noi!

A quei tempi avevo quindici anni, ero uno spirito libero. Dopo tanta fatica e impegno ero riuscita a convincere i miei genitori a mandarmi a Roma, da sola. Era un lunedì mattina e stavo preparando la valigia.

<< Non credo che manchi più nient’altro, o forse sì… Le cuffie! Stavo per dimenticarle, non sarei sopravvissuta senza.>> Due ore e quaranta minuti senza musica, no, no…Mi sarei sentita male. Il mio nome è Denise, per gli amici Deny. Avevo finito la scuola l’altro ieri, frequentavo il liceo classico Cesare Beccaria di Milano. Per Roma sarei partita da sola, con amici. Eravamo un gruppo di 7 persone, inclusa me; per adesso vi dirò solo i nomi, in seguito vi parlerò di ciascuno di loro: Carmen, Luca, Valentina, Kekko, Sasha e Emy. Luca e Kekko sono gli unici maschi della ‘’gang’’ . <> pensai tra me e me… 

Roma è sempre stato il mio sogno, sin da quand'ero bambina...Non so cosa abbia di tanto speciale,forse è l'idea che una delle città che esiste da più tempo...Ah,l'antica Roma... Però a interrompere i miei pensieri furono le urla di mia madre. Oh, quella donna non riusciva a dire una parola senza dover urlare.

Mamma/m: Deny, sei pronta?- disse prolungando la 'A'.

Io: Mamma, sì… Scendo subito-

Mamma, nel frattempo, ordinò a Simone di salire a prendere le mie valigie e di caricarle in macchina, lui cercò di liberarsi dell’incarico con qualche scusa , ma mamma difficilmente crede alle balle e così dovette acconsentire. Aprì violentemente la porta della mia camera, mi lanciò un occhiata e prese con tutta furia le mie valigie. 

Era arrivato il momento di mettere l’auto in moto e partire! Ci fu un imprevisto in autostrada, non chiedetemi dovuto a cosa perché in quel momento pensavo solo ai miei amici davanti al Colosseo, o a sorseggiare una bibita in un bar di Roma, senza di me che avevo fatto tardi e avevo perso il volo. Non c’era niente da fare, i fortunati in quel momento erano le persone con i motorini, perché riuscivano a infilarsi in diversi spazzi, decisamente piccoli. Per non so quale grazia del Signore alle 10.14 il traffico cominciò a dissolversi (sperosidicacosì). Il 14 è sempre stato il mio numero fortunato e in quel momento lo era ancora diventato ancora di più. Alle 10.28 fui davanti all’aereoporto. Quando accesi il cellulare , mentre correvo in aereoporto con Mamma, Papà e Simone che trascinavano le mie valigie dappertutto, avevo 23 messaggi, 8 chiamate perse, 9 messaggi su whatsapp e diverse chiamate su Viber, uhmm..Forse si chiedevano dove fossi finita. 


Da lontano sentii chiamarmi

X: Denyyy!-

X2: Siamo qui!-

X3: Cavolo Deny, dov’eri?-

Erano loro. Avevano facce decisamente preoccupate… Di solito quello a fare tardi era Kekko che quel giorno fu puntualissimo. Mi venne incontro…

Kekko/k: E’ successo qualcosa?- disse salutandomi

Io. Confusione in autostrada..-

Alle 10.35 ,dopo aver posato tutti i bagagli, salimmo sull’aereo. Roma aspettava solo noi!

 

 

A quei tempi avevo quindici anni, ero uno spirito libero. Dopo tanta fatica e impegno ero riuscita a convincere i miei genitori a mandarmi a Roma, da sola. Era un lunedì mattina e stavo preparando la valigia.
<< Non credo che manchi più nient’altro, o forse sì… Le cuffie! Stavo per dimenticarle, non sarei sopravvissuta senza.>> Due ore e quaranta minuti senza musica, no, no…Mi sarei sentita male. Il mio nome è Denise, per gli amici Deny. Avevo finito la scuola l’altro ieri, frequentavo il liceo classico Cesare Beccaria di Milano. Per Roma sarei partita da sola, con amici. Eravamo un gruppo di 7 persone, inclusa me; per adesso vi dirò solo i nomi, in seguito vi parlerò di ciascuno di loro: Carmen, Luca, Valentina, Kekko, Sasha e Emy. Luca e Kekko sono gli unici maschi della ‘’gang’’ . <> pensai tra me e me… 
Roma è sempre stato il mio sogno, sin da quand'ero bambina...Non so cosa abbia di tanto speciale,forse è l'idea che una delle città che esiste da più tempo...Ah,l'antica Roma... Però a interrompere i miei pensieri furono le urla di mia madre. Oh, quella donna non riusciva a dire una parola senza dover urlare.
Mamma/m: Deny, sei pronta?- disse prolungando la 'A'.
Io: Mamma, sì… Scendo subito-
Mamma, nel frattempo, ordinò a Simone di salire a prendere le mie valigie e di caricarle in macchina, lui cercò di liberarsi dell’incarico con qualche scusa , ma mamma difficilmente crede alle balle e così dovette acconsentire. Aprì violentemente la porta della mia camera, mi lanciò un occhiata e prese con tutta furia le mie valigie. 
Era arrivato il momento di mettere l’auto in moto e partire! Ci fu un imprevisto in autostrada, non chiedetemi dovuto a cosa perché in quel momento pensavo solo ai miei amici davanti al Colosseo, o a sorseggiare una bibita in un bar di Roma, senza di me che avevo fatto tardi e avevo perso il volo. Non c’era niente da fare, i fortunati in quel momento erano le persone con i motorini, perché riuscivano a infilarsi in diversi spazzi, decisamente piccoli. Per non so quale grazia del Signore alle 10.14 il traffico cominciò a dissolversi (sperosidicacosì). Il 14 è sempre stato il mio numero fortunato e in quel momento lo era ancora diventato ancora di più. Alle 10.28 fui davanti all’aereoporto. Quando accesi il cellulare , mentre correvo in aereoporto con Mamma, Papà e Simone che trascinavano le mie valigie dappertutto, avevo 23 messaggi, 8 chiamate perse, 9 messaggi su whatsapp e diverse chiamate su Viber, uhmm..Forse si chiedevano dove fossi finita. 
Da lontano sentii chiamarmi
X: Denyyy!-
X2: Siamo qui!-
X3: Cavolo Deny, dov’eri?-
Erano loro. Avevano facce decisamente preoccupate… Di solito quello a fare tardi era Kekko che quel giorno fu puntualissimo. Mi venne incontro…
Kekko/k: E’ successo qualcosa?- disse salutandomi
Io. Confusione in autostrada..-
Alle 10.35 ,dopo aver posato tutti i bagagli, salimmo sull’aereo. Roma aspettava solo noi!

Ricordo che venni spinta da migliaia di persone, gente affaticata che cercava di prendere posto accanto al finestrino dell’aereo. Tutti i miei amici presero posto, ed io rimasi sola… Mi guardai un po’ attorno e mi accorsi che Kekko era da solo: stava inserendo il cavo delle cuffie nello spazio apposito del mp3, mi avvicinai a lui.

Io: Kekko,è occupato qui? –

K: Assolutamente no,vieni..Siediti!-

Tutti erano convinti che Kekko avesse un debole per me, ma io ci credevo poco e niente. Sul resto del volo non so dirvi nient’altro perché mi addormentai e mi svegliai solo quando una voce mi chiamò: era Kekko.

K: Hey, Deny…Siamo a Roma- sorrise.

Io: Cosa? R-r-roma?!-

K: Esatto,dai andiamo..-

Io e la mia ‘gang’  scendemmo dall’aereo e prendemmo l’autobus che ci portò in albergo…

X: Via Ferdinando Maggiore , ripeto Via Ferdinando Maggiore ultima fermata per Via Ferdinando Maggiore-

Eravamo arrivati davanti all’albergo.

Affaticati, stanchi e insonnoliti ci recammo alla reception ..

X: Salve, come posso aiutarvi?-

K: Salve, abbiamo prenotato tre stanze, a nome del signor. Falloppi –

X: Un attimo che controllo………Oh,si si, ci risulta perfettamente la prenotazione. Allora ,le camere sono una accanto all’altra e sono al secondo piano, 365,366 e la 367. Il mio nome è Carlos Ravini , potete darmi del tu e chiamarmi Carlos ,se volete-

K: D’accordo ,per me va bene Carlos. Allora…Beh, grazie, ci vediamo nel pomeriggio-

Luca e Kekko andarono nella loro camera, Carmen e Sasha nella loro ed io andai con Valentina ed Emy.

Sono sempre stata più legata a Valentina, è quella che conoscevo da più tempo, frequentavamo la scuola materna insieme; mentre tutti gli altri li avevo conosciuti all’inizio dell’anno scolastico. Vale era innamorata di Luca , e Luca di lei…Solo che nessuno dei due si era accorto che l’altro lo voleva.

367,la nostra era l’ultima suite, con tanto di salone, bagno e camera da letto, con tre letti singoli. Era arredata molto bene, ricordo ancora l’odore che sentii appena entrata…Un odore di fresco, pulito…Quello era l’odore di Roma, delle mie due settimane lì. Un odore che non dimenticherò mai.

Emy/E: Allora, io scelgo il letto a sinistra- disse gettando le sue valigie ..

Valentina/Vale: Io quello al centro, non si sa mai…Qualcuno potrebbe attaccarci- disse anch’egli stendendosi sul letto-

A me toccava il letto che ,sinceramente, preferivo…Quello a destra ,dove c’era un enorme portafinestra che dava sul paesaggio romano.  Il balcone delle nostre tre suite era unito.  L’albergo era a tre piani, nel terzo piano (il nostro) c’erano due scale, una infondo a desta e un’altra infondo a sinistra, che portavano a due diverse terrazze. Ci spiegò Carlos che la terrazza a destra aveva l’idromassaggio , un piccolo chiosco ed era sempre affollata. Quella a sinistra ,invece, era stata costruita prima. C’erano dondoli e piante, nient’altro. Una cosa la differenziava dalla terrazza di destra: la vista. Carlos ci disse che alle persone non importava la gran vista della terrazza a sinistra, benché piuttosto preferivano l’idromassaggio e i confort della destra. Ciò mi fece riflettere molto… Il confort era passato in primo piano rispetto alla cultura e ai bei paesaggi…….

 

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Capitolo 2
*** In giro per Roma ***


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In giro per Roma.

Luca invitò Valentina a prendere un gelato, magari quella poteva essere la volta buona perché entrambi aprissero gli occhi. Emy, invece, andò a fare shopping con Sasha e Carmen. "Bene, un po’ di relax…" pensai…

Non feci in tempo a finire quella frase che qualcuno bussò alla porta della mia suite; andai ad aprire. Era Kekko.

K: Ciao Deny,senti… Volevo chiederti se magari ti va uscire un po’ dall’ hotel, per andare a prendere qualcosa in un bar di Roma…-

A quel punto non accettare mi sembrava una cosa un po’ troppo cattiva, ci sarebbe rimasto male…

Io: Mmmh, ok! – sorrisi e poi mi chiusi la porta alle spalle – dove andiamo,Kè?-

K: Buh, giriamo… E poi andiamo a mangiare qualcosa..-

Io: D’accordo!-

Il mio sogno stava per realizzarsi: girare per le strade di Roma. Sono una ragazza semplice; a New York, la California, Las Vegas o Los Angeles preferisco  le cittadine del mio staterello! Roma è una città ‘’alla mano’’, le strade sono piene di storia, ed è questo che mi piace. Il Colosseo, gli edifici vecchi… Roma ciò che sogno sin da piccola… Vorrei essere proprio come lei, vi chiederete: questa ragazza vuole essere come una città? Sì! Io vorrei esserlo. Una città che esiste da secoli, che ha visto i cambiamenti delle generazioni più di chiunque altro. Dalle spade di Giulio Cesare, ai poeti del ‘700, ai buffi abiti del ‘800; dai pantaloni a vita alta degli anni ’90, ad oggi. E mi chiedevo ,a quei tempi, ‘’Come sarebbe Roma se fosse una persona?’’ . Me la immagino robustella ,una donna di classe, saggia, che saprebbe consigliarti su tutto. Però Roma è una città e questo non può farlo.

K: Guarda ,lì c’è il carro di Roma-

K: E lì il Colosseeeeeo! Domani ci andiamo con tutti gli altri!-

K: Oddio, e quello cos’è? Hei, qui è dove hanno girato una puntata dei Cesaroni-

Insomma, Kekko era super felice di essere a Roma e ogni cosa, banale o originale che fosse, lo stupiva. Quello che non mi piaceva, di Kekko, era il voler fin troppo: videogame, cellullari e computer ultimo modello, ragazze BEN ‘’dotate’’. Per il resto era un bravo ragazzo, ma non faceva per me.

 

 

 Mentre passeggiavamo un ragazzo su una vespa ci tagliò la strada. Ci sono alcune strade, a Roma, dove non ci sono i marciapiedi e quindi se c’era un incrocio, anche in stradine molto piccole, bisognava fare attenzione. E quella era la volta in cui bisognava fare attenzione!

Io: Idiota, vieni qui e rifallo se ne hai il coraggio! Torna ,torna, che ti tagliò le braccia- minacciai alla figura che ormai era quasi svanita; tanto lontana per non vedermi, ma abbastanza vicina per sentirmi.

K: Hei, basta… Lascia perdere, non ne vale la pena-

Io: E certo che non ne vale la pena per un  -

K: Evitiamo di fare rissa, non dire nulla..-

''Che gente che c’è qui a Roma…'' pensai tra me e me …

Io e Kekko andammo a fare colazione, ci sedemmo in un tavolo e aspettammo l’arrivo di un cameriere.

K: Allora Dè, come ti stai trovando a Roma?-

Io: Non posso darti un parere perché abbiamo passeggiato davvero poco. Ma posso dirti una cosa: non mi piace la gente di qui-

K: Vabè, fregatene. Roma è Roma-

Io: E già… Roma è il mio sogno…-

Mentre chiacchieravamo, uscì dalla porta della cucina di quel mini-ristorante un cameriere con i capelli arruffati e la divisa scombinata , la cravatta messa in malo modo e il blocco degli appunti  tutto stropicciato.

X: S-s-salve,posso aiutarvi?-

Quei vestiti. Li avevo già visti da qualche parte…

 

Dopo che dissi l’ordinazione il cameriere si allontanò. L’avevo già visto da qualche parte, solo che non ricordavo dove. Presi il cellulare ed entrai su Ask, avevo 3 domande, tutte da un anonimo.

‘’ Le rose sono rosse , le viole sono blu…Tutto ciò che ho da dirti è I love You. ‘’

‘’ Sei bellissima…Ti amo ‘’

‘’ Non so se hai capito chi sono, non se hai capito che ti amo, non so se hai capito che sei tutto ciò di cui ho bisogno.’’

Risposi a tutte ‘’Invece di fare il romanticone su Ask, vediamoci quando torno a Milano’’. Mi davano sui nervi queste cose. Questi ammiratori segreti che ti facevano pensare ininterrottamente a loro: ''E chi potrebbe essere? E se mi ama davvero? Se non scoprirò mai la sua vera identità?''. Quei pensieri mi torturarono per quasi l’intera mattinata, mentre passeggiavo con Kekko per le strade di Roma.

K: Deny, a che pensi?

Io: ..

K: Deny?

Io: Oh, ehm… Si si—

K: Dicevo, a che pensi?-

Io: A niente..-

K: Ti conosco bene ,anche se da poco, e so che c’è qualcosa che ti turba-

Come diavolo faceva a capire sempre quando c’era qualcosa che non andava?!

Io: Ok… Te lo dico. C’è una persona su Ask che dice di amarmi e che è il mio ammiratore segreto-

K: Ah, beh… Secondo me dovresti cercare di capire chi è, guardarti in torno, secondo te chi è?-

Io: Secondo me è qualcuno di Roma ,perché queste domande  sono iniziate ad arrivare da quando sono a Roma-

K: Uh,uh…-

Kekko con quel verso, quel ''Uh,uh'' , mi fece riconsiderare tutte quelle idee che mi ero fatta. Quel verso era tipo un ‘ secondo me non è così, però voglio darti ragione perché sennò ci rimani male ‘ ,racchiuso in quattro lettere e due parole.  Quando tornammo in hotel c’erano centinaia e migliaia di persone fuori ,la maggior parte gridava e protestava, altri invece erano semplicemente perplessi. E poi c’era chi, come me, che desiderava soltanto sapere cosa fosse successo e tornare nella propria suite a riposare. Mi avvicinai a Carlos, che aveva la cravatta e la giacca stropicciate; probabilmente era stato strattonato da diverse persone.

Io: Carlos che succede?-

C: Oh, mio Dio cara. Non sai cos’ è successo?-

Io: No… Non sono stata in hotel –

C: E’ avvenuto un furto!-

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