Shikamaru + Ino

di Layla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) Ti amo, ma ogni tanto vorrei ucciderti. ***
Capitolo 2: *** 2)Parenti serpenti, nei litigi non lenti. ***
Capitolo 3: *** 3)Yeah after all this time, I’m still into you ***



Capitolo 1
*** 1) Ti amo, ma ogni tanto vorrei ucciderti. ***


1) Ti amo, ma ogni tanto vorrei ucciderti.

Can’t count the years one hand
That we’ve been together
I need the other one to hold you.
Make you feel, make you feel better.
It’s not a walk in the park
To love each other.
But when our fingers interlock,
Can’t deny, can’t deny you’re worth it

 

Ci sono certe giornate che sono pesanti come macigni.
Oggi è una di queste, ho lavorato come una matta tutto il giorno per creare delle composizioni con certi fiori destinati a un matrimonio e, quando finalmente ho finito, la sposa ha detto che  non le piacevano più.
L’avrei uccisa seduta stante, ma il negozio è ancora di mia madre non mio e come Yamanaka siamo costretti a tenere un profilo alto.
Il motto è: “Il cliente ha sempre ragione.”, io lo correggerei con: “Ha sempre ragione, ma talvolta è un terribile rompicoglioni che merita di essere preso a sprangate sulle gengive.”
Ruminando questi pensieri, io – Ino Yamanaka – me ne torno all’appartamento dove vivo da poco con Shikamaru.
Lo amo, ma a volte non è facile vivere con lui: si dimentica delle cose essenziali o è troppo pigro per farle ed è fin troppo preso dallo shoji o dal guardare le nuvole.
Arrivata davanti allo stabile in cui abitiamo noto che le luci di casa mia sono tutte spente, chissà perché, forse Shika non è a casa?
Salgo le scale con le buste della spesa in mano e trovo la porta aperta, non capisco perché quel disastro di ragazzo non abbia acceso le luci.
Allungo una mano verso l’interruttore e lo schiaccio, non cambia niente. Alzo un sopracciglio e ripeto l’operazione più volte finché non è evidente che le luci non vanno.
Sospirano, tiro fuori dal mio grembiule un accendino, ho un brutto presentimento. Mi dirigo verso la mensola oltre la porta e tasto con le mani alla ricerca di qualcosa, alla fine trovo un pacco di carta che corrisponde alla bollette da pagare per la luce e per il gas.
Non pagate.
Shika  non le ha pagate e quindi ci hanno staccato la luce e ho come il sospetto che il riscaldamento non vada.
“Shikamaru!”
Urlo come una furia, un flebile “sì?” arriva da una delle stanze e lo trovo che gioca a shoji alla luce di una candela.
“Shika, non hai pagato le bollette! Perché?”
Lui alza le spalle senza nemmeno guardarmi.
“Boh, me ne sono dimenticato, non era importante!”
“NON ERA IMPORTANTE?! SIAMO SENZA LUCE E GAS PERCHE’ CE LI HANNO TAGLIATI!”
Lui alza di nuovo le spalle.
“Domani andrai a pagarle.”
“Ma possibile che non te ne freghi niente di niente?
Sei un idiota!”
Questa volta per rendere chiaro il concetto gli scompiglio completamente la scacchiera e poi me ne vado sbattendo la porta.
Quando è troppo è troppo!
Mi piacciono anche questi lati del suo carattere, ma ogni tanto diventano esasperanti, soprattutto perché, come in questo caso, tocca a me porre rimedio alle sue dimenticanza.
Ormai è ora di cena, il mio stomaco me lo ricorda con un sordo brontolio e devo cercare un posto dove mangiare. I miei piedi si dirigono automaticamente verso l’Ichiraku ramen e una volta scostate le tendine che ci sono davanti alla porta, un odore di cibo mi fa sentire a casa. Questo è sempre stato il ristorante preferito da quelli del mio anno.
A un tavolo stanno mangiando Naruto e Hinata, lei ha un sorriso che va dall’orecchio all’altro, non ha ancora realizzato davvero che Naruto è il suo ragazzo. Dopo la grande guerra si sono messi insieme con buona pace del padre di lei che preferiva vederla sposata a qualcun altro.
Io mi siedo all’ultimo tavolo rimasto libero con un sospiro, mi sono sempre presa cura di quell’impiastro e di Choji fin da quanto posso ricordare.
I nostri padri erano amici, facevano parte della stessa squadra quindi per noi era naturale giocare insieme, anche se io cercavo di darmi delle arie dentro di me sapevo che loro erano le uniche persone che contavano per me oltre a Sakura.
Per uno strano caso del destino siamo finiti nella stessa squadra e per sancire ancora di più l’unità che ci ha sempre legato ci siamo bucati le orecchie tutti e tre e ci siamo messi gli stessi orecchini.
Il trio Ino-Shika-Cho si era tramandato di padre in figlio e così l’amicizia. Abbiamo raggiunto insieme il grado di chunin e cambiato orecchini, delle sferette al posto degli orecchini a indicare che eravamo più vicini alla perfezione.
Abbiamo pianto come un solo corpo quando Asuma-sensei è morto e insieme abbiamo portato a termine la nostra vendetta.
Credo che il mio amore per Shikamaru sia nato da tutte queste cose condivise e che lentamente abbia soppiantato la mia cotta infantile per Sasuke Uchiha. Volendo essere obbiettivi Sasuke era sempre stato di Sakura e sarà sempre di Sakura perché anche se in modo spesso distorto – alla maniera del suo clan di matti – si è sempre interessato a lei e a tenuto a distanza prima me e poi Karin.
Era ovvio che prima o poi la mia cotta per lui sarebbe sparita e Shikamaru era lì a raccogliere il mio amore. In mezzo a tutte le cose terribili che ci erano capitate e che avevano rivoluzionato la nostra vita avevamo scoperto di amarci.
Il giorno in cui me l’ha detto – con la sua solita nonchalance – il mio cuore ha saltato un battito e sono riuscita a dirgli che lo amavo anche io solo con un filo di voce da tanto che ero emozionata.
Lui mi amava, io lo amavo, la nostra coppia era formata e io sapevo benissimo di che morte avevo scelto di morire.
“Ino?”
La figlia del proprietario dell’Ichiraku mi guarda interrogativa con il blocchetto delle ordinazioni in mano.
“Ciao, scusa.
Allora, prendo del ramen e una bella grigliata di carne con dei funghi.”
“Va bene.”
Io sorrido e poi il mio sguardo cade sul quartetto di gente che è appena entrata: Temari, Choji, Suigetsu e Karin.
Mi vedono e si siedono con me senza che io gli abbia dato il permesso, ma è inutile arrabbiarsi con delle pazze come Temari e Karin, con quest’ultima soprattutto visto che ha ereditato in toto la vena di follia degli Uzumaki,
“Come mai qui, Ino?”
Mi domanda Choji.
“Shikamaru si è dimenticato di pagare le bollette.”
Borbotto io.
“Immagino gli avrai fatto una bella sfuriata, siete sull’orlo della rottura?”
Io la fulmino con un’occhiataccia, Shikamaru le è sempre interessato e io non l’ho mai sopportata per questo.
“No, e anche se fosse non dovrebbe interessarti dato che hai Choji, fallo soffrire e ti strappo quei quattro cespugli che hai al posto dei capelli.”
Lei ride.
“Voi cosa ci fate qui?”
“Siamo appena stati a trovare Sakura, la sua gravidanza procede bene, ma lei è intrattabile.”
Esatto
, Fronte spaziosa è incinta ed è riuscita a far capitolare Sasuke e a fargli mettere in atto il suo vecchio progetto di rivitalizzare il clan.
Non che sia stato facile, quando lui è tornato tra i nostri dopo la grande guerra Sakura ha tentato di prenderlo a pugni in ogni modo e poi si è arresa a lui.
Dopo che sarà nato il bambino probabilmente si sposeranno e sarà uno spasso vederli litigare o vedere la reazione di Karin.
“Ino, è arrivato da mangiare, ci sei?”
Io annuisco e sorrido alla cameriera, che mi appoggia il ramen davanti,  ha un profumino invitante e io lo mangio avidamente sotto lo sguardo divertito di Temari.
“Cosa ha fatto Shikamaru questa volta?”
“Si è dimenticato di pagare le bollette, così siamo al buio e al freddo. Domani toccherà a me pagarle, come al solito.
Sembra non gliene freghi nulla di niente che non sia lo shoji o le nuvole, mi chiedo perché stia con me, certe volte!”
“Perché ti ama!”
Mi risponde rapido Choji evitando a Temari di aprire bocca, chissà che risposta mi avrebbe dato quella.
“Ha un modo strano per dimostrarlo.”
Finisco gli spaghettini e passo al brodo: divino, Teuchi fa il ramen migliore del mondo per me.
“Sono sicuro che quando tornerai a casa avrà pronta una sorpresa.”
“O tu potresti chiudere le gambe, a nessun uomo piace che la propria donna chiuda le gambe!”
Il commento ironico di Suigetsu mi mancava.
“Grazie Suigetsu, adesso sì che sto meglio.”
Karin dà un pugno allucinante al suo ragazzo che gli fa attraversare volando tutto il locale.
“Grazie, Karin, ma non c’era bisogno di ucciderlo, dico sul serio!”
“No, se lo merita.”
Io non dico nulla, ho paura che decida di far secca anche me.
Fortunatamente arriva quello che hanno ordinato e sul tavolo carica il silenzio, non so se sarei stata in grado di sostenere una conversazione.
Suigetsu se ne torna mesto al tavolo chiedendosi sottovoce perché mai tra tutte le ragazze normali si è scelto una pazza come Karin.
Io ridacchio mettendomi una mano davanti alla bocca e stando bene attenta che Karin non mi veda, non voglio che Suigetsu le prenda ancora per colpa mia.
Quando arriva la carne i miei occhi si illuminano: pancia mia fatti capanna e fanculo la dieta per un giorno.
Domani mi allenerò di più per compensare!
Io e miei inaspettati compagni di tavola mangiamo con gusto, Karin racconta nel suo solito modo acido le paranoie di Sakura, le voglie, il suo incedere come un’oca per colpa della pancia e io rido immaginandomi quel ghiacciolo di Sasuke subirsi questa tempesta emotiva.
Per me sta dando di matto perché non  capisce che diavolo sta succedendo alla sua donna e sta pensando se non ci sia stato uno scambio di persone tra lei e la sua gemella malvagia.
Dopo aver mangiato anche il dolce me ne vado e li saluto, Suigetsu vuole ubriacarsi, io non sono in vena.
Cammino per le strade del villaggio e mi accorgo che fa freddo, così mi stringo di più nella felpa, ci mancava anche questa!
Arrivata a casa , non appena apro la porta trovo il salotto tutto pieno di candele, ma dai!
Rimango a fissarle imbambolata come una ragazzina senza sapere cosa fare o cosa pensare, non è molto da Shikamaru questo, tipico di lui sarebbe andare a letto al buio.
Cammino piuttosto scettica e mi chiedo cosa sia successo.
“Ino?”
Il mio svogliato ragazzo fa la sua comparsa con un enorme mazzo di fiori in mano e me li porge piuttosto impacciato.
“Scusa per non aver pagato le bollette, mi dispiace.
Scusa per essere sempre così svogliato e per pensare solo allo shoji, alle nuvole e a leggere i miei libri, so che a volte sono esasperante.
Scusami.”
Io sorrido, annuso i fiori e mi chiedo dove li abbia presi.
“Li ho rubati da un’aiuola, se fanno schifo non è colpa mia!”
Io rido, li metto in un bicchiere e poi lo bacio.
Ora so perché sto con lui.
 

Cause after all this time.
I’m still into you
I should be over all the butterflies
But i’m into you (I’m in to you)


La mattina dopo mi sveglio abbracciata a lui, è un bel modo di iniziare la giornata.

Ci svegliamo sbadigliando e io vado a preparare la colazione: latte, brioches e pane e marmellata.

Oggi dobbiamo allenarci e poi oggi pomeriggio lavorerò al negozio dei miei.

La colazione e l’allenamento sono stati buoni, anche se non c’è il sensei ormai sappiamo cosa fare e come perfezionarci, Shika è un ottimo maestro.

Mangio di nuovo all’Ichiraku – solo ramen questa volta – e poi raggiungo mia madre al negozio, non vede l’ora  di andarsene.

“Mi raccomando, Ino! Sii carina con i clienti!

“Sì, mamma! Eviterò di ucciderli, stai tranquilla!”

“INO!

“Mamma, non urlare! Sono reduce da un allenamento e mi fa male la testa!”

Lei mi consegna una pastiglia bianca con l’ordine tassativo di prenderla – cosa che faccio – e poi apro il negozio.

Torno di nuovo a preparare i maledetti fiori per la maledetta sposa, sperando che non cambi ancora idea.

Non succede, ma succede qualcosa di peggio, al negozio arriva Sai.

Non capisco come mi sia potuto piacere di essermi presa una cotta per un viscido come lui, adesso non lo posso vedere.

“Ciao, Ino.”
Ciao, Sai! Quale buon vento!

“Voglio dei fiori per la mia ragazza.”

“Rose?”

“Sì, significano amore, giusto?

Me lo sono annotato nel mio libro dei sentimenti.”

“Sì, significano amore e poi dovresti smetterla con questo libro, i sentimenti non si imparano sui libri.”

Lui fa il suo sorriso odioso e io preparo le rose, evitando per un pelo di dargli il mazzo in testa.

“Perché non ti sei messa con me?

Sono centomila volte meglio di lui, cosa ci trovi in Shikamaru?”

“Quello che tu non avrai mai, caro il mio uomo della radice: sentimenti.

Queste sono le tue rose, fanno venti soldi.”

Lui paga senza aggiungere altro, buon per lui.

Con lui fuori dalle scatole riprendo a lavorare sulle composizioni floreali per la sposa, lei arriva a prenderli quasi all’orario di chiusura e questa volta li apprezza.

“Sono proprio quelli che volevo, grazie mille Ino!”

“Prego, figurati. Sono contenta che ti piacciano.”

Me li paga e poco dopo chiudo il negozio, sulla strada per casa incontro Ten Ten. Ha una pancia gigantesca per essere una donna al sesto mese – mi chiedo se  Neji non li abbi lasciato come ultimo regalo due gemelli – e ha in mano una katana.

“Ciao, Ten Ten.”

“Ciao Ino.”

“Cosa ci fai in giro con quella spada?”

“Devo lasciarla a qualcuno, sto togliendo tutte le armi da casa mia in vista del piccolo in arrivo, ma questa non so a chi lasciarla.”

“Dalla a me. Quando tuo figlio sarà grande abbastanza da non tentare di uccidersi con una katana te la ridarò.”

Gli occhi le si illuminano.

“Grazie Ino!”

Mi abbraccia e mi consegna la spada, io vado a casa mia. Questa volta le luci sono accese, visto che ho pagato le bollette.

Peccato che questa volta trovi qualcosa di peggio che le luci spente o le bollette non pagate, questa volta trovo una Temari discinta  praticamente addosso a Shikamaru.

“Temari!”

Sibilo infuriata.

“Vattene, prima che ti infili questa spada da qualche parte.”

Lei cerca di ricomporsi.

“Non è successo niente.”

“Esci da questa casa prima che la mia pazienza finisca.”

Lei non se lo fa ripetere due volte e infila la porta di casa mia con più velocità di quella che usa normalmente.

“Aspetto spiegazioni, Shikamaru.

“Non è successo niente. Le ho solo chiesto cosa potevo fare per conquistarti, visto che è una donna anche lei e poi semplicemente la birra le è finita sul vestito e si è macchiata.

Mi ha chiesto di smacchiargliela e ho rifiutato e poi mi è semplicemente caduta addosso, no ho fatto nulla, giuro!”

Il suo sguardo è quello che di solito usano i gatti per farti passare l’arrabbiatura, oggi però non ho molta voglia di vedere sguardi felini.

Con la spada gli indico la porta.

“Tu stanotte dormi nella cuccia del cane.”

“Non abbiamo un cane.”

“Fai finta che ce l’abbiamo.”

Lui esce scuotendo la testa e borbottando a bassa voce, io invece mi butto sotto la doccia di pessimo umore: vorrei strozzare Temari.

Esco e mi metto a cucinare qualcosa – del riso alla cantonese – ogni tanto sbircio dalla finestra, Shikamaru è ancora in giardino.

Forse aspetta che cambi idea, in tal caso rimarrà deluso, non voglio vederlo fino a domani mattina.

Mangio svogliatamente il mio riso e poi decido che è arrivato il momento di andare a letto, sono troppo stanca.

Un’ultima occhiata alla finestra mi svela che Shikamaru se ne è andato, io raggiungo la nostra camera e mi butto sul letto.

Immediatamente crollo in un sonno senza sogni che mi porta dritta fino al mattino dopo quando suona la sveglia. La spengo con un colpo secco e poi me ne vado in cucina: Shikamaru è tranquillamente seduto al tavolo con una tazza di caffè in mano.

“Ti sei calmata?

Mi credi?”

IO mi siedo e lui mi allunga un’altra tazza già piena di caffè.

“Sì, sono calma e sì, ti credo, ma vedi di non prenderti troppe libertà con Temari.”

Lui sbuffa.

“Non mi interessa quella matta, mi interessi tu, che sei matta , ma lo sei meno di lei.”

“Grazie!”

Rispondo io con una smorfia, lui ride.

Ci facciamo una doccia e poi ci cambiamo per gli allenamenti, Choji è già arrivato al solito posto e ha la faccia di chi ha passato la notte in bianco.

“Ehi, Ino, la prossima volta che litighi con Shikamru non mandarlo da me. Forse non lo sai, ma quando litiga con te diventa fin troppo chiacchierone,  non mi ha lasciato chiudere occhio questa notte.”

Io squadro Choji.

“Preparati a sopportarlo anche la prossima volta, perché è da te che deve finire non da Temari.”

Choji sospira.

“Ino sei veramente un osso duro, lo comandi a bacchetta.”

“Ha bisogno di una persona così o altrimenti non vive.”

Choji sospira e iniziamo ad allenarci, io sono segretamente contenta che Shika parli di me quando litighiamo: significa che gli importa di me e che mi ama.

Gli altri si chiedono perché stiamo insieme, la risposta è semplice: ci amiamo e ce lo dimostriamo nel nostro strano modo fatto di litigi e riappacificazioni.

Io senza Shikamaru non so stare e lui non sa stare senza di me. Siamo come due calamite che si attraggono anche dopo le nostre peggiori notti  e i nostri peggiori litigi.

Sì, purtroppo per me sono totalmente presa dal vortice Shikamaru e non ne uscirò presto, io spero di uscirci solo quando la morte ci coglierà insieme.

Sarebbe bellissimo se finisse così.

 

And baby even on our worst nights
I’m into you (I’m into you)
Let em wonder how we got this far
Cause I don’t really need to wonder at all
Yeah after all this time
I’m still into you


 

 

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Capitolo 2
*** 2)Parenti serpenti, nei litigi non lenti. ***


2)Parenti serpenti, nei litigi non lenti.

 

Recount the night that I first 
Met your mother
And on the drive back to my house
I told you that, I told you that I loved ya.
You felt the weight of the world
Fall off your shoulder
And to your favorite song
We sang along to the start of forever

Ci sono serate in cui devi fare tutto di fretta o rischi di arrivare in ritardo a qualcosa che avrebbe gradito la puntualità.
Andare in cena dai miei è una di queste cose, devo correre sennò mio padre inizierà a lamentarsi, Shikamaru è invece comodamente sdraiato sul divano e mi guarda divertito fare avanti indietro ogni volta con un vestito diverso che ogni volta viene scartato da me ancora prima che lui possa aprire bocca.
Lui sembra accettare con serenità il fatto che a mio padre non vada a genio, non l’ho mai visto sforzarsi di cambiare un po’ o replicare a una delle accuse che gli fa. Credo lo consideri terribilmente seccante e che non si meriti una risposta.
D’altronde non è mai andata bene tra di loro.
{Questa è una serata cruciale, io e Shikamaru annunceremo a mio padre che andremo a vivere insieme e non ho idea di come la prenderà lui.
Shika dal canto suo sembra totalmente disinteressato alla questione, è qui seduto accanto a me che guarda tranquillamente il tramonto con un filo d’erba in bocca.
“Shikamaru, tra poco dovremo dire ai miei che andremo a vivere insieme, possibile che tu non abbia paura?”
Lui si toglie l’erba dalla bocca e mi guarda.
“No, qualsiasi cosa dica tuo padre tu domani vieni a vivere con me. Ci ho pensato a lungo e qualsiasi argomentazione porterà sarà irrilevante.”
Io lo guardo perplessa, ma mi fido di lui.
Alle sette siamo tutti seduti a tavola e c’è un silenzio talmente carico di tensione che si può tagliare con un coltello.
“Allora, tu andrai a vivere con mia figlia.”
Sputa acido mio padre, guardando un serafico Shikamaru che mangia.
“Sì, andrò a vivere con lei.”
“Sei sicuro di poterle dare tutte le comodità che si merita?”
“Abbastanza sicuro, le missioni sono una gran seccatura, ma sono pagate bene.”
Mio padre lo fulmina con un’occhiataccia.
“Sei sicuro?”
“Vuole vedere i miei conti bancari?”
“Voglio solo sapere se affiderò mia figlia a una persona che se la merita e non a un ragazzino a caso.”
Il mio ragazzo di pulisce la bocca con il tovagliolo.
“Me la merito e le darò tutte le comodità che posso permettermi e un po’, molto, amore, adesso possiamo riprendere a mangiare?”
Mio padre tace stizzito, finita la ce ne andiamo senza dire nulla, Shikamaru mi porta al lago di Konoha e ci sediamo a guardare la luna.
Io sono incredula, tutto quello che ha detto poco prima mi sembra semplicemente perfetto.
“Shikamaru?”
“Sì?”
“Ti amo.”
Gli dico timida, facendolo sorridere.
“Anche io.”
Mi risponde tranquillamente, poi mi attira a sé ed entrambi riprendiamo a guardare il lago.}
All’improvviso, durante l’ennesimo cambio d’abito, Shika muta per un attimo la sua espressione e poi parla.
“Ino, mi sono dimenticato di una cosa. Oggi viene anche mia madre dai tuoi, mi ha avvisato lei poco fa.”
Io lancio un urlo belluino che lo fa trasalire e poi mi lancio su di lui.
“E tu così me lo dici?
Lo sai che non mi sopporta! Ahhh! Che cazzo mi metto??”
Torno di nuovo in camera mia e tiro fuori dall’armadio il mio abito migliore: è corto, rosso fuoco e con una scollatura non esagerata davanti, ma profonda sulla schiena.
Quando torno di là il mio ragazzo mi lancia un fischio di ammirazione.
“Stai benissimo! Come mai sfoderi l’artiglieria pesante?”
“Perché tua madre dice che con te sono troppo buona che non ti tengo abbastanza in riga.
Devo dimostrarle il contrario.”
Lui sbuffa e impreca a bassa voce.
“Solo mia madre poteva pensare una cosa simile, ma d’altronde lei è sempre stata una fan di Temari, non ha mai capito nulla.”
Con fare svogliato si alza dal divano e si cambia, mettendosi un vestito abbastanza elegante in modo che il mio non sfiguri o risulti eccessivo, che Dio ce la mandi buona.

 

And after all this time.
I’m still into you
I should be over all the butterflies
But i’m into you (I’m in to you)

 

La casa dei miei  è parata a festa in modo ansiogeno.
Mia madre ha messo dei fiori e delle candele in giardino per indicare a tutti la via per la porta di casa nostra, non ha mai gradito che la madre di Shikamaru mi trattasse con sufficienza.
“Questa sarà una guerra, non una cena.”
Borbotta Shikamaru, mano nella mano ci avviamo verso la porta di casa mia e bussiamo, mia madre  ci accoglie con un sorriso di plastica.
“Ragazzi benvenuti! Mancavate solo voi!”
“Ciao, mamma!”
Entriamo e troviamo Inoichi con una faccia un po’ triste – forse pensa al suo vecchio amico e compagno di tante avventure, Shikato –  la madre di Shikamaru dal canto suo sta ispezionando con piglio militaresco la casa dei miei.
“Buonasera!”
Esordisco timida, lei mi guarda e con una sola occhiata boccia il mio vestito.
Obbiettivo fallito, Ino!”
“Benarrivati! Sei in ritardo come al solito Shikamaru, Ino dovrebbe impedirti di farlo, è maleducazione fare aspettare le persone.”
Vorrei farle notare che anche osservare in questo modo una casa è piuttosto maleducato, ma decido di lasciar perdere, quando sono davanti alla madre del mio ragazzo perdo tutta la mia faccia tosta.
“Temari sarebbe stata migliore per te!”
Sentenzia ancora, mio padre  si gira verso di lei offeso.
“Non ti permetto di parlare così di mia figlia!”
“Non è colpa mia se tu hai allevato una figlia senza spina dorsale!”
“Yoshino, non ti permettere!”
Io mi metto tra i due prima che finiscano a botte.
“Dai, papà. Non te la prendere!
Signora, si comporti educatamente in case altrui prima di lamentarsi della maleducazione altrui.”
Lei tace e mi fulmina con un’occhiataccia.
“Che c’è da mangiare?”
“Faremo un barbecue, adesso io e Shikamatu andiamo a cucinare.”
“Arrivo!”
Il mio ragazzo coglie la palla al balzo e mi lascia da sola tra due tigri, una contro l’altra.
“Yoshino, ti trovo bene.”
La battaglia ha inizio con il commento acido di mia madre, Yoshino sta tutto fuorché bene: è vestita in modo dimesso ed è piuttosto pallida.
“Grazie, anche io ti trovo bene, Meiko.
Non che la cosa mi sorprenda perché non fai molto lungo il giorno.”
“Tiro semplicemente avanti un negozio. Tu che fai?
Spii i vicini e ti annoti i loro vizi?”
“No, tengo in ordine la mia casa tutti i giorni, non solo quando viene qualcuno in visita.”
Mia madre è un passo dal darle in testa un vaso di fiori.
“Ino, ti somiglia molto, ha la tua stessa attitudine a non far nulla e travia mio figlio!”
Non voglio sentire la replica di mia madre, a passo veloce mi dirigo in giardino dove ci sono i due uomini di casa.
“Ino, come mai qui?”
Mi chiede il mio ragazzo.
“Perché là dentro tua madre e mia madre si stanno facendo a pezzi rinfacciandosi i propri vizi e tutto perché a tua madre non vado a genio.”
Lui alza gli occhi al cielo.
“Stai qui, allora. Ci sarà tutta la cena per sopportarle.”
“Ma perché fanno così?”
“Mia madre  non ha ancora digerito il fatto che non chiamerà nuora Temari.”
“Io  non la sopporto, Temari.”
Una terza voce – precisamente quella di Inoichi – si inserisce nella conversazione, facencoci sobbalzare.
“Non lo sapevo, signore.”
“Quella ragazza è tropo decisa, con lei staresti male, figliolo, e poi a tuo padre non sarebbe affatto piaciuta.
Ino mi sembra molto più adatta a te, ma tua madre difficilmente ammetterà di aver sbagliato.”
“Lo so, lo so, signor Inoichi.
Però non potrà far la guerra a vita a Ino tutta la vita, no?”
“Potrebbe."
Il mio ragazzo aggrotta la fronte.
“Se lo farà chiederò un incarico diplomatico a Suna.”
Io lo guardo sconvolta, mi sembra terribilmente serio, io però non voglio seppellirmi in un villaggio in mezzo al deserto.
“Shi-shika?”
Lui mi accarezza i capelli.
“Ne parliamo meglio a casa.”
“Va bene. Non farai una cosa del genere senza prima avermi consultato!”
“Ovviamente.”
“Gente, il cibo è pronto!”
L’urlo di mio padre interrompe la nostra discussione.
“Dovremmo chiamare Meiko e Yoshino. Questa volta vai tu Shikamaru!”
Lui annuisce e poco dopo esce di nuovo seguito dalle due donne che si guardano in cagnesco.
Questa cena promette bene.
Ci sediamo tutti al nostro tavolo grande all’aperto e i due uomini ci depositano sopra una casseruola piena di carne.
Io prendo uno spiedino e comincio a mangiarlo con calma, Inoichi e Shikamaru si buttano sulle costine senza ritegno, Meiko e Yukiko prendono una salamelle entrambe.
“Come procede la convivenza?”
Mia madre è la prima a parlare.
“Bene, fino ad ora non abbiamo tentato di ucciderci l’uno l’altro.”
“Come vanno le missioni, Shikamaru?”
La madre del mio ragazzo fa subito slittare la conversazione su altri argomenti.
“Vanno.”
Lei fa cadere rumorosamente la forchetta sul piatto ponendo fine al chiacchiericcio fra mio padre e Shika.
“Vuol dire che ce ne sono.”
“Le porti a termine bene, vero?
Non vorrei che questa pigrona ti avesse infiacchito!”
“Mia figlia non è pigra, si spacca la schiena tutti i giorni nel nostro negozio!
Non osare mai più darle delle pigra, Yoshino!
Non è colpa sua se nessun posto ha accettato la tua domanda di lavoro!”
Shikamaru mi fa un rapido cenno e, mentre tutti sono impegnati a discutere e sono al limite del tiro piatti, io e lui ce la battiamo.
Approfittiamo di un buco della siepe che collega da sempre casa mia alla casa di Choji  e poi  bussiamo per farci aprire il cancello.
Il nostro amico scuote la testa, in lontananza si sentono ancora le urla dei nostri.
“Direi che la vostra cena di famiglia sta degenerando in rissa.”
“Sì, Choji. È per questo che ce ne andiamo, adesso andiamo a mangiare da qualche altra parte.”
Mano nella mano raggiungiamo l’affollata via centrale di Konoha e ci infiliamo nell’Ichiraku sperando di trovare un posticino solo per noi.
Lo troviamo ed ordiamo subito del ramen e degli spiedini di pollo, io ho una fame allucinante, non mi sono ingozzata prima che tutto andasse in malora.
“Dici che riusciremo a far convivere pacificamente le nostre famiglie?”
Mi chiede Shikamaru, io ci penso un attimo.
“Inizio a pensare che forse Suna non sia poi così male come idea, anche se sinceramente non muoio dalla voglia di seppellirmi in un villaggio in mezzo al deserto.”
Lui ride.
“Nemmeno io, ma sono anche stufo di sentirli litigare ogni santa volta che decidono di ritrovarsi.”
“Concordo.”
Intanto ho già fatto fuori il mio ramen e la mia pancia me ne è grata, visto che la tensione ha triplicato la fame.
“Spero che prima o poi tua madre ceda e decida di darmi una possibilità.”
“Le parlerò, magari riesce a convincerla. Quanto mi manca mio padre, lui sarebbe di sicuri riuscito a farlo.”
“Me lo auguro. Mi tratta come se fossi una gatta morta che ti ha irretito e a me non va perché non è così, accidenti!”
Sbatto i pugni sul tavolo attirando gli sguardi di tutti al nostro tavolo.
Merda, mi sa che ho esagerato nello sfogarmi!
Il casino che ho fatto attira verso di noi l’ultima persona che pensavo potesse venire: Sasuke Uchiha.
Ha in mano una birra e sembra di umore nero
“Buonasera.”
“Buonasera, Sasuke. Quale buon vento?”
“Vento di tempesta.”
Fai lui funereo, io lo guardo senza capire.
“Sakura, Ino, Sakura!
Da quando è incinta è diventata una dittatrice intrattabile, mi spedisce in giro a tutte le ore alla ricerca delle cose più disparate. Oggi mi ha chiesto del cocco?
Dove lo trovo io del cocco?”
“Dal fruttivendolo?”
Azzarda Shikamaru.
“Non è stagione!”
Sasuke batte il pugno sul tavolo.
“L’ha dovuto fare arrivare apposta, mi è costato uno sproposito e ne ha mangiato pochissimo!”
“Sasuke, le donne incinte sono così.”
Dico io cercando di calmarlo, ma tutto quello che ottengo è una sua occhiata velenosa.
“Non ci posso credere!”
“Credici invece, in molti libri descrivono benissimo le condizioni delle donne incinte, diventano estremamente pericolose. Fossi in te filerei a casa, invece di stare qui a tentare di ubriacarti.”
“Figuriamoci, non verrà certo qui a cercarmi.”
Shikamaru gli sorride condiscendente, io conto i secondi che ci separano dall’apparizione di Sakura: secondo me sono molto pochi.
Un minuto dopo la porta dell’Ichiraku si apre violentemente e la mia amica fa il suo ingresso trionfale, si guarda intorno fino a che non trova Sasuke.
Lo sguardo che gli rivolge è uno dei peggiori da riservare a un essere umano, Sasuke deglutisce vistosamente e la guarda avanzare minacciosa verso di lui.
“Ciao, Sakura.”
“Sasuke, cosa ci fai qui? Non dovevi portarmi una papaya?”
Io e Shika mettiamo in salvo il cibo e l’alcool, si prevedono sviluppi pericolosi.
“Non ne avevano in negozio, le hanno ordinate, arriveranno domani!”
“Domani? Per colpa tua tuo figlio potrebbe avere una macchia a forma di papaya sulla faccia e poi cosa ci fai con della birra in mano?”
“Il piano era di berla, se non ti fa niente.”
Sakura lo  squadra per un solo secondo, poi lo prende per il bavero e lo lancia contro il nostro tavolo, che va in pezzi, cosi come il bicchiere di Sasuke.
Fortunatamente il nostro cibo e il nostro beveraggio e al sicuro, Sakura trascina via Sasuke e Teuchi osserva costernato il disastro che è successo nel suo locale.
“Ragazzi, venite. Vi do un altro tavolo, questo è inutilizzabile.
Uchiha, portano solo guai!”
Io rido sotto i baffi e seguo Teuchi che sta brontolando sottovoce, ci fa accomodare a un tavolo ben protetto da un separé, io e Shika riprendiamo a mangiare il nostro ramen e, una volta finito quello, gli spiedini di pollo.
Fortunatamente nessuno ci interrompe e non vanno in pezzi altri angoli del locale di Teuchi, Sakura è davvero messa male. Quasi quasi domani le faccio visita, previo aver indossato una bella armatura di ferro.
“Vero che quando sarai incinta non ti comporterai così?”
“Shika, l’hai detto tu che tutte le donne incinte sono così.”
Lui addenta uno spiedino.
“Io non sono pronto, tra un po’, Ino.
Io ce l’ho già un clan e ce l’hai anche tu.”
Io rido.
“Sono d’accordo, non mi sento pronta a essere mamma, sinceramente.
Credo che anche il bambino di Sakura e Sasuke sia arrivato un po’ per caso.”
“Ho il sospetto che per le prossime scopate Sasuke si metterà due preservativi, non uno.”
Io rido.
“Questa gravidanza lo sta traumatizzando, speriamo almeno che il bambino non abbia il carattere di Sakura o impazziranno.”
Lui annuisce, ormai la cena è finita e non ci rimane che pagare, scusarsi con Teuchi – che alza una mano, come a dire che ci è abituato – e andare a casa.
Domani chiederò a mia madre come è andata la rissa, sono sicura che sarà stato qualcosa di epico.
Arrivati a casa ci buttiamo a letto, io scalcio via con autentico sollievo le mie scarpe con il tacco, sono state una tortura per tutta sera. Le dita rattrappite dei miei piedi si stendono in libertà e mi danno delle leggere fitte di dolore.
Gatta morta io che non riesco a  sopportare i tacchi perché giro sempre con i sandali ninja, la madre del mio ragazzo non ha mai capito nulla.
“Domani vado a trovare Sakura.”
Lui si  sdraia accanto a me con una sigaretta in bocca.
“Vacci con un’armatura o potresti tornare a pezzettini, la tua amica mi sembra meno stabile del solito.”
“Sì, me la procurerò, voglio uscire viva da quella casa.”
“Chissà come l’hanno presa i genitori di Sakura?”
“Il padre ha dato di matto e ha obbligato Sasuke a riconoscere il bambino, sennò l’avrebbe ammazzato. Deve essere stato piuttosto convincente.”
“Quasi quasi Sasuke mi fa pena.”
Io gli rubo un tiro.
“No se lo merita, dopo il casino che ha combinato. Deve ringraziare la bontà dell’Hokage che l’ha perdonato, altrimenti sarebbe marcito in galera o morto.”
“Giusto.”
Lui sbadiglia vistosamente.
“Io ho sonno, basta parlare di Sasuke e Sakura, a domani.”
Finisce la sigaretta e si infila sotto le coperte in mutande, io lo imito poco dopo, lui mi attira immediatamente a sé.
“Vedi di non impazzire come Sakura quando sarai incinta di nostro figlio o a Suna ci vado da solo.”
“E io ti vengo a cercare con la katana che mi ha dato Ten Ten e ti riconduco alla ragione.”
“Io scherzavo.”
“Io no.”
Lo sento sbuffare.
“Che seccatura!”
Eccolo lo Shikamaru che conosco e che amo: l’eterno brontolone che ama giocare a shoji sotto un cielo in cui le nuvole corrono veloci.
Eccolo qui, il ragazzo che amo.
Ora posso dormire serena.

 

And baby even on our worst nights
I’m into you (I’m into you)


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Capitolo 3
*** 3)Yeah after all this time, I’m still into you ***


3)Yeah after all this time, I’m still into you

 

Let em wonder how we got this far
Cause I don’t really need to wonder at all
Yeah after all this time
I’m still into you


La mattina dopo è sabato e non vado al negozio di fiori.
Mia madre mi ha avvisato che oggi sarebbe stato chiuso perché non si sente molto bene, il che significa che ieri sera se le sono date di santa ragione. Più tardi passerò da lei per vedere come sta.
Non ci sono nemmeno gli allenamenti e io decido che oggi è la giornata giusta per andare da Sakura per vedere come procede la sua gravidanza, sperando che non mi uccida.
“Shikamaru, io vado da Sakura. Vuoi venire?”
Lui mi guarda come se fossi impazzita di colpo.
“No, ho dei rapporti per l’Hokage da scrivere, mi dispiace.”
“Rapporti, eh?”
Gli dico sarcastica.
“Rapporti.”
Mi risponde imperturbabile facendomi sospirare.
“Va bene, vado da sola.”
“Che i Kami ti assistano.”
Io esco di casa, sperando davvero che qualche divinità mi assista, tanto per cominciare perché Sakura vive nel quartiere degli Uchiha e onestamente mi fa un po’ paura.
Dopo che Itachi ha sterminato il suo clan nessuno ha più voluto vivere in quelle villette, che hanno una stranissima aria sinistra anche in pieno giorno. Se non mi prendessero tutti per pazza dichiarerei davanti all’intero villaggio che sono infestati dai fantasmi.
Vabeh, con circospezione cammino per la strada, la villa di Sasuke  è in fondo a creare un vicolo chiuso.
Una volta arrivata davanti suono il campanello e la voce della mia amica mi invita ad entrare, io spingo il grande cancello e mi trovo davanti ad un viale con a lato un giardino abbastanza curato.
Sasuke è vicino alla porta chino, chissà cosa sta facendo?
“Che fai, Sasuke?”
“Oh, ciao Ino! Raccolgo delle fragoline per Sakura e devo farlo il più alla svelta possibile o diventa violenta.”
Io deglutisco ed entro nella casa vera e propria, trovo Sakura stravaccata sul divano del salotto davanti alla tv.
“Buongiorno, fronte spaziosa! Come procede la gravidanza?”
“Zitta, Ino – pig! Procede una merda, ho la nausea a tutte le ore del giorno e della notte, mi fa male la schiena, il bambino scalcia come un dannato e ho sempre voglia di qualcosa che Sasuke non riesce a trovare.”
“Beh, devi dargli atto che ce la mette tutta, ma non è facile trovare della papaya adesso.”
“Palle, se volesse saprebbe dove trovarla.”
Meglio non replicare.
“È un maschio o una femmina?”
“Maschio.”
“Avete già pensato al nome?”
Lei allunga le mani verso un sacchetto di patatine e ne mangia una generosa quantità.
“Probabilmente sarà Itachi, sperando che il nome non gli porti sfiga.”
“Lo spero per te.”
“Spero non mi ammazzi nel sonno o giuro che lo tormenterò dall’aldilà. Si pentirà di avermi uccisa!”
Io ridacchio imbarazzata, grazie al cielo arriva Sasuke con le fragoline a togliermi d’impaccio.
Non avrei saputo cosa rispondere a Sakura, da quando vive qui mi sembra più paranoica del solito, quasi quasi espongo a Sasuke la mia teoria sui fantasmi.
“Tu come stai?”
Mi chiede Sakura.
“Bene.”
“La tua storia con Shikamaru come va?”
“Benissimo, ogni tanto litighiamo, ma poi si risolve tutto.”
“Pensavo lo avresti mollato subito, ti vedevo bene con Sai.”
Io scuoto la testa.
“Per carità, è matto quello.”
“Io ancora non capisco come facciate a stare insieme voi due.”
“Non fa niente, Sakura. Non importa, l’importante è che ci rimaniamo.”
Lei mangia le sue fragoline con aria pensosa.
“Non so, vi vedo troppo diversi.”
Io sospiro.
“È per quello che funziona, Sakura.
Siamo diversi e ci completiamo a vicenda.”
Chiacchieriamo un alto po’, poi me ne vado seguita da Sasuke.
“Hai mai pensato di cambiare casa e quartiere? Questo mi sembra infestato dai fantasmi.”
Lui rimane un attimo in silenzio.
“Sì, ci ho pensato e sì, ci sono i fantasmi, ma non so dove andare.
Con il mio stipendio non possiamo permetterci il trasloco e poi penso che i fantasmi che abitano qui non la prenderebbero bene.”
Io deglutisco.
“Beh, forse è meglio che me ne vada allora, verrò ancora a fare visita a Sakura, sperando che la tua dolce metà non si lamenti ancora del fatto che io sto Shika.”
Lui sbuffa.
“Non darle retta, ultimamente sembra una vecchia zitella acida.”
“Ok, buona fortuna, Sasuke.”
“Grazie.”
Mi risponde monocorde lui, io me ne vado camminando più veloce del dovuto, il pensiero rivolto alle parole dell’Uchiha.
Fantasmi, brr!
Solo quando sono fuori dal quartiere degli Uchiha tiro un sospiro di sollievo, mi sento meglio e quella cappa di angoscia strisciante è sparita.
Adesso mangio qualcosa – un dolcetto – e poi vado da mia madre.
Mi fermo da Teuchi e prendo un dolcetto a forma di pesce e lo mangio con gusto bevendoci insieme un bel bicchiere di latte.
Adesso mi sento meglio, la paura degli spiriti se ne è andata e devo solo parlare con mia madre, sperando che non sia troppo di cattivo umore o conciata male.
Com’è possibile che una semplice cena sia degenerata così?
Io non lo so, mi sembrano tutti abbastanza adulti da risolvere le loro questioni in modo civile, si vede che mi sono sbagliata.
Pensierosa mi avvio verso la casa della mia famiglia, invidiando il mio ragazzo che è rimasto a casa a compilare scartoffie, questo la dice lunga sul mio stato.
Mi faccio abbastanza pena da sola.

 

Some things just, 
Some things just make sense
And one of those is you and I
Some things just,

Some things just make sense

 

Arrivo davanti alla casa dei miei e la trovo piuttosto silenziosa.
Strano, di solito mio padre a quest’ora è già in giardino a fare qualcosa per i suoi fiori e mia madre lo spia dalla finestra urlando ogni due per tre per correggere le sue azioni sbagliate.
Suono il campanello e mia madre mi invita a entrare, io eseguo e trovo entrambi i miei genitori in salotto, mio padre guarda la tv, mamma cuce.
Entrambi hanno un’aria malmessa: mio padre ha un occhio nero e qualche taglio sul volto, mia madre ha entrambi gli occhi pesti e un labbro distrutto.
“Cosa diavolo avete combinato ieri sera?”
Chiedo incredula, sedendomi su una delle sedie.
“Niente, io e la famiglia Nara abbiamo chiarito delle questioni che avevamo in sospeso da tempo.”
“E non potevate risolverla in modo più civile?
Siete conciati da far schifo, avete fatto colazione?”
Mio padre sbuffa.
“No, tua madre dice che non ce la fa.”
“Ve la faccio io.”
Vado in cucina e preparo caffè per tutti e due e poi cerco i biscotti e le brioches nel mobile in cucina, nel frattempo i miei si sono seduti al tavolo.
“Grazie Ino.”
“Prego, ditemi com’è finita ieri sera.”
Mio padre scuote la testa.
“Yoshino ha esagerato un po’ troppo persino per i suoi standard da acida cronica. Ha etto un sacco di cose non vere su di te e tutte cattive.”
Io sospiro.
“Non c’era bisogno di pestarla.”
“Dice che sei una puttana succhia soldi.”
“Spero li abbiate pestati per bene!”
Mia madre sorride.
“Oh, il mio destro Yoshino l’ha sentito! Ha fatto un bel rumore contro la sua mascella!”
“Perché la madre di Shikamaru mi odia così tanto?”
Mio padre addenta con gusto una brioches.
“Perché soffre di manie di controllo. Non ha accettato che il figlio scegliesse una ragazza diversa da quella che lei aveva in mente. Adesso capisco meglio i lamenti di Shikato e Shikamaru, è davvero una donna terribile.
Non so come faccia a sopportarla, la mia Meiko è cento volte meglio.”
Mia madre gli rivolge un sorriso dolcissimo.
“Credete che smetterà mai di farmi la guerra?”
“Dopo ieri sera penso che ci penserà due volte prima di parlare. Scusa il gioco di parole.”
“Non fa niente. Speriamo che le cose cambino.”
Lei annuisce.
“Shikamaru dov’è?”
“A casa deve scrivere rapporti per l’Hokage, per me non voleva venire da Sakura.”
“Oh, come sta Sakura?”
Chiede mia madre.
“Sulla via della pazzia. La gravidanza l’ha fatta diventare una dittatrice isterica che vuole tutto e subito da Sasuke. Il poveretto non ce la fa più.”
“Le donne in gravidanza possono diventare terribili, anche tua madre era così, poi si è risolto tutto.”
“Per fortuna.”
Chiacchieriamo un altro po’, poi io me ne torno a casa pensando che a volte i genitori possono essere veramente strani. Finire a botte alla loro età è strano, per non parlare dell’acidità di Yoshino nei miei confronti. Chissà cosa diavolo le ho fatto?
Chissà perché crede che sia una che si fa mantenere da Shikamaru?
Rimugino sulle sue accusa fino a quando arrivo a casa mia, stranamente la porta è chiusa, così suono il campanello.
“Mamma, vattene! Non voglio più sentire le tue stronzate!”
“Sono Ino!”
Dall’altra parte sento Shikamaru alzarsi dal divano e poi aprire la porta, ha una faccia più scocciata del solito.
“Che succede?”
“Succede che mia madre è venuta a fare casino a casa nostra. Ecco cosa succede e la detesto immensamente quando fa così.”
Io sbuffo e mi siedo sul divano con la testa tra le mani.
“I miei e i tuoi ieri sera sono venuti alle mani seriamente e tua madre è convinta che io sia una puttana succhia soldi.”
“Lo so, è venuta per dirmelo. L’ho cacciata di casa e le ho detto che finché non cambierà opinione di non farsi più vedere.”
“Immagino che non l’abbia presa bene.”
Lui scuote la testa.
“Me ne ha dette di tutti colori, incluso che sono uno scemo che non sa vedere più in là del proprio naso, ma se davvero ha intenzione di continuare così preferisco non vederla che sorbirmi le sue stronzate.”
“Mi dici come ci siamo arrivati a questo?”
Lui si siede accanto a me, mi abbraccia e mi bacia.
“Non lo so e non mi interessa. So solo che non ho intenzione di lasciarti andare via per nessuna ragione al mondo.”
Io sorrido.
“E tu sarai per sempre mio, ricordatelo, Nara.”
“Direi che è perfetto. Perché non andiamo a controllare quell’asta del letto che dicevi essere rotta.”
Mi fa malizioso.
“Con piacere.”
Rispondo io provocante.
Mi prende per mano e mi porta in camera nostra, per un po’ di tempo il mondo starà fuori da quella stanza e ci saremo solo noi.
Noi e i nostro baci, i gemiti,  le carezze, i sospiri, le spinte e urlare il suo nome alla fine.
Mi sembra un buon programma per il sabato mattina, quasi perfetto.
Ci sono poche cose al mondo che hanno senso e una di queste siamo noi, come coppia, come amici, come Shika e Ino e fanculo il resto.

And even after all this time
I’m into You
Baby not a day goes by that
I’m not into you

I nostri sabato sera sono sempre molto calmi, ma non stasera.
In occasione dell’o-bon il villaggio ha organizzato una festa estiva prima del rito vero e proprio e Choji e Temari ci hanno invitato a mangiare.
Ci saranno anche tutti gli altri probabilmente, Cho ha fatto i nomi di Sakura e Sasuke (brrr) e di Hinata e Naruto.
Alle sette io sono pronta – indosso la mia yukata migliore e i geta – Shika è ancora impegnato in una partita a shoji. Con uno sbuffo di impazienza gli ribalto la scacchiera, lui mi guarda male, ma alla fine si prepara.
“Che bisogno c’era di rovinarmi la partita?”
Mi chiede una volta fuori casa.
“Tu non ti preparavi e noi siamo in ritardo, caso mai tu non lo abbia notato.”
“Non c’era bisogno di..”
“SHIKA! Ti saresti staccato da quella scacchiera?”
“No.”
Io sbuffo.
“Ecco, allora avevo bisogno di rovinarti la partita per avere la tua piena attenzione.”
“Voi donne siete strane.”
Borbotta appena fuori dall’Ichiraku, io apro la porta e mi guardo intorno, Choji mi fa un cenno e ci dirigiamo al tavolo: sono già tutti lì.
Tutte le squadre del nostro anno,Ten Ten, Lee, Temari e Hanabi sono sedute a un grande tavolo e chiacchierano allegramente.
“Eccoli i ritardatari!”
Tuona acido Sasuke.
“Scusate, non si schiodava da una partita di shoji.”
“E lei ha deciso di scombinarmi la scacchiera.”
“A mali estremi, estremi rimedi.”
Ci sediamo, i miei occhi finiscono immediatamente sulla coppia più strana della tavolata: Hanabi e Kiba.
“Cosa dice suo padre a riguardo?”
Non posso fare a meno di chiederglielo, lo so che è da pettegole ed è invadente da morire, ma la domanda mi brucia sulla punta della lingua.
“Niente. Cioè, quando l’ha scoperto ha urlato da far cadere la casa, ma poi si è rassegnato, dice che non devo toccarla però.”
“Non ha tutti i torti.”
Interviene il mio ragazzo.
“Lei ha quindici anni e tu ne hai venti.”
Kiba sbuffa.
“Non ho intenzione di violentarla, stai tranquillo.”
“Ragazzi ordiniamo!”
Urla Ten Ten per troncare una conversazione che si sta facendo imbarazzante per tutti.
“Va bene.”
C’è leggermente casino perché dati gli elementi presenti c’è un gara a chi urla di più per farsi sentire dalla cameriera.
La poverina è molto in difficoltà, alla fine se ne con le ordinazione,credo però non sia convinta di averle azzeccate.
“Rega, potevate fare meno casino.”
Li sgrida Sakura.
“Dai, Sakura-chan, è una festa!”
Naruto tenta di rabbonirla, ma fallisce miseramente.
“E allora? Non c’è bisogno di comportarsi come scimmie!”
Naruto guarda Sasuke, lui scuote la testa, così il biondo tace e la questione viene lasciata cadere.
Chiacchieriamo di missioni e gente che conosciamo, ricordiamo la grande guerra – Sasuke tace e giurerei che le sue orecchie siano diventate rosse tutto d’un colpo – e i morti.
Quello è un brutto argomento, abbiamo perso tante persone che meritavamo di continuare a vivere. Il silenzio cala all’improvviso e ci ricordiamo tutti che festa sia l’o-bon, in fondo è una festa triste per quante feste estive farcciano per abbellirla.
Arriva il cibo e iniziamo a mangiare con gusto, la conversazione si azzera per lasciare spazio alla cena che è deliziosa come al solito.
“Il cibo di Teuchi è sempre in grado di tirare sul il morale a tutti, vero?”
Mi sussurra il mio ragazzo.
“Sì, fortunatamente sì. È quasi una magia.”
Io sorriso e riprendo a mangiare in silenzio, è bello vederli così. Naruto che mangia come un dannato, Hinata che lo guarda sorridendo, Temari e Choji che chiacchierano e sorridono, Sakura che sta sgridando Sasuke, Lee che spiega a Ten Ten una mossa, Kiba e Hanabi che fanno i piccioncini, Sai e la sua strana ragazza.
“La ragazza di Sai fa paura.”
“Shika annuisce.
“Beh, ha fatto parte della radice anche lei, è sciroccata.”
“Facciamo finta di niente.”
Finiamo di mangiare, paghiamo e poi ci dirigiamo alla festa, le strade di Konoha sono affollate di gente felice.
Alla bancarella del tiro con il cerchio guardo implorante Shika, voglio assolutamente che mi vinca il peluches a forma di kappa. Lui sbuffa.
“Dai, Ino, è una cavolata! Cosa te ne fai?”
“Vincimelo, non fare lo stronzo!”
Alla fine sospira e prende in mano un anello.
“Perché non te lo vinci da sola? Sei brava in queste cose!”
“Perché me lo devi vincere tu che sei il mio ragazzo!”
Lui lancia l’anello e lo vince senza problemi: il pupazzo è mio!
Mio, mio, mio!
“Grazie, Shikamaru!”
Gli salto in braccio e lui quasi crolla a terra dalla sorpresa, il gestore della bancarella ride di gusto.
“Che bella coppia che siete, ragazzi!”
“Grazie!”
Ce ne andiamo, Shika con le mani incrociate dietro il collo, io con il peluches su una spalla.
Dopo aver gironzolato per le bancarelle arriviamo davanti al lago, sia io che Shikamaru prendiamo il foglio di carta che ci offre Kurenai-sensei e scriviamo qualcosa per i nostri morti.
Io scrivo ad Asuma, ringraziandolo per avere messo definitivamente sulla mia strada Choji e soprattutto Nara.
Fatto quello Kurenai avvolge il foglio intorno alla mia lanterna e la accende, io la deposito lentamente sull’acqua.
Maestro, mi sto ancora prendendo cura di loro e sono innamorata di Shikamaru. Stiamo insieme, è contento?
Scommetto che lo sapeva che sarebbe finita così, vero?
Siamo felici ora.
La lanterna si allontana lentamente, Shikamaru si avvicina a me e mi prende per mano sorridendo.
“Lui ne sarebbe felice.”
“Molto felice.”
E sono felice anche io di essere ancora e per sempre nel tunnel Shikamaru, non ne voglio più uscire.
Dopo tutti questi mesi per me è ancora come il primo giorno e non c’è niente di meglio che possa desiderare.
Sono in pace finalmente.

 

I should be over all the butterflies
But i’m into you (I’m in to you)
And baby even on our worst nights

I’m into you (I’m into you)
Let em wonder how we got this far
Cause I don’t really need to wonder at all
Yeah after all this time
I’m still into you
I’m still into you
I’m still into you

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