Shikamaru + Ino di Layla (/viewuser.php?uid=34356)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) Ti amo, ma ogni tanto vorrei ucciderti. ***
Capitolo 2: *** 2)Parenti serpenti, nei litigi non lenti. ***
Capitolo 3: *** 3)Yeah after all this time, I’m still into you ***
Capitolo 1 *** 1) Ti amo, ma ogni tanto vorrei ucciderti. ***
1)
Ti amo, ma ogni tanto vorrei ucciderti.
Can’t count the years
one hand
That
we’ve been together
I
need the other one to hold you.
Make
you feel, make you feel better.
It’s
not a walk in the park
To
love each other.
But
when our fingers interlock,
Can’t
deny, can’t deny you’re worth it
Ci
sono certe giornate che
sono pesanti come macigni.
Oggi è una di queste, ho
lavorato come una matta tutto il giorno per creare delle composizioni
con certi
fiori destinati a un matrimonio e, quando finalmente ho finito, la
sposa ha
detto che non le
piacevano più.
L’avrei uccisa seduta
stante, ma il negozio è ancora di mia madre non mio e come
Yamanaka siamo
costretti a tenere un profilo alto.
Il motto è: “Il cliente ha
sempre ragione.”, io lo correggerei con: “Ha sempre
ragione, ma talvolta è un terribile
rompicoglioni che merita di essere preso a sprangate sulle
gengive.”
Ruminando questi pensieri,
io – Ino Yamanaka – me ne torno
all’appartamento dove vivo da poco con
Shikamaru.
Lo amo, ma a volte non è
facile vivere con lui: si dimentica delle cose essenziali o
è troppo pigro per
farle ed è fin troppo preso dallo shoji o dal guardare le
nuvole.
Arrivata davanti allo
stabile in cui abitiamo noto che le luci di casa mia sono tutte spente,
chissà
perché, forse Shika non è a casa?
Salgo le scale con le
buste della spesa in mano e trovo la porta aperta, non capisco
perché quel
disastro di ragazzo non abbia acceso le luci.
Allungo una mano verso
l’interruttore e lo schiaccio, non cambia niente. Alzo un
sopracciglio e ripeto
l’operazione più volte finché non
è evidente che le luci non vanno.
Sospirano, tiro fuori dal
mio grembiule un accendino, ho un brutto presentimento. Mi dirigo verso
la
mensola oltre la porta e tasto con le mani alla ricerca di qualcosa,
alla fine
trovo un pacco di carta che corrisponde alla bollette da pagare per la
luce e
per il gas.
Non pagate.
Shika non le ha
pagate e quindi ci hanno staccato
la luce e ho come il sospetto che il riscaldamento non vada.
“Shikamaru!”
Urlo come una furia, un
flebile “sì?” arriva da una delle stanze
e lo trovo che gioca a shoji alla luce
di una candela.
“Shika, non hai pagato le
bollette! Perché?”
Lui alza le spalle senza
nemmeno guardarmi.
“Boh, me ne sono
dimenticato, non era importante!”
“NON ERA IMPORTANTE?!
SIAMO SENZA LUCE E GAS PERCHE’ CE LI HANNO
TAGLIATI!”
Lui alza di nuovo le
spalle.
“Domani andrai a pagarle.”
“Ma possibile che non te
ne freghi niente di niente?
Sei un idiota!”
Questa volta per rendere
chiaro il concetto gli scompiglio completamente la scacchiera e poi me
ne vado
sbattendo la porta.
Quando è troppo è troppo!
Mi piacciono anche questi
lati del suo carattere, ma ogni tanto diventano esasperanti,
soprattutto
perché, come in questo caso, tocca a me porre rimedio alle
sue dimenticanza.
Ormai è ora di cena, il
mio stomaco me lo ricorda con un sordo brontolio e devo cercare un
posto dove
mangiare. I miei piedi si dirigono automaticamente verso
l’Ichiraku ramen e una
volta scostate le tendine che ci sono davanti alla porta, un odore di
cibo mi
fa sentire a casa. Questo è sempre stato il ristorante
preferito da quelli del
mio anno.
A un tavolo stanno
mangiando Naruto e Hinata, lei ha un sorriso che va
dall’orecchio all’altro,
non ha ancora realizzato davvero che Naruto è il suo
ragazzo. Dopo la grande
guerra si sono messi insieme con buona pace del padre di lei che
preferiva
vederla sposata a qualcun altro.
Io mi siedo all’ultimo
tavolo rimasto libero con un sospiro, mi sono sempre presa cura di
quell’impiastro e di Choji fin da quanto posso ricordare.
I nostri padri erano
amici, facevano parte della stessa squadra quindi per noi era naturale
giocare
insieme, anche se io cercavo di darmi delle arie dentro di me sapevo
che loro
erano le uniche persone che contavano per me oltre a Sakura.
Per uno strano caso del
destino siamo finiti nella stessa squadra e per sancire ancora di
più l’unità
che ci ha sempre legato ci siamo bucati le orecchie tutti e tre e ci
siamo
messi gli stessi orecchini.
Il trio Ino-Shika-Cho si
era tramandato di padre in figlio e così
l’amicizia. Abbiamo raggiunto insieme
il grado di chunin e cambiato orecchini, delle sferette al posto degli
orecchini a indicare che eravamo più vicini alla perfezione.
Abbiamo pianto come un
solo corpo quando Asuma-sensei è morto e insieme abbiamo
portato a termine la
nostra vendetta.
Credo che il mio amore per
Shikamaru sia nato da tutte queste cose condivise e che lentamente
abbia
soppiantato la mia cotta infantile per Sasuke Uchiha. Volendo essere
obbiettivi
Sasuke era sempre stato di Sakura e sarà sempre di Sakura
perché anche se in
modo spesso distorto – alla maniera del suo clan di matti
– si è sempre
interessato a lei e a tenuto a distanza prima me e poi Karin.
Era ovvio che prima o poi
la mia cotta per lui sarebbe sparita e Shikamaru era lì a
raccogliere il mio
amore. In mezzo a tutte le cose terribili che ci erano capitate e che
avevano
rivoluzionato la nostra vita avevamo scoperto di amarci.
Il giorno in cui me l’ha
detto – con la sua solita nonchalance – il mio
cuore ha saltato un battito e
sono riuscita a dirgli che lo amavo anche io solo con un filo di voce
da tanto
che ero emozionata.
Lui mi amava, io lo amavo,
la nostra coppia era formata e io sapevo benissimo di che morte avevo
scelto di
morire.
“Ino?”
La figlia del proprietario
dell’Ichiraku mi guarda interrogativa con il blocchetto delle
ordinazioni in
mano.
“Ciao, scusa.
Allora, prendo del ramen e
una bella grigliata di carne con dei funghi.”
“Va bene.”
Io sorrido e poi il mio
sguardo cade sul quartetto di gente che è appena entrata:
Temari, Choji,
Suigetsu e Karin.
Mi vedono e si siedono con
me senza che io gli abbia dato il permesso, ma è inutile
arrabbiarsi con delle
pazze come Temari e Karin, con quest’ultima soprattutto visto
che ha ereditato
in toto la vena di follia degli Uzumaki,
“Come mai qui, Ino?”
Mi domanda Choji.
“Shikamaru si è
dimenticato di pagare le bollette.”
Borbotto io.
“Immagino gli avrai fatto
una bella sfuriata, siete sull’orlo della rottura?”
Io la fulmino con
un’occhiataccia, Shikamaru le è sempre interessato
e io non l’ho mai sopportata
per questo.
“No, e anche se fosse non
dovrebbe interessarti dato che hai Choji, fallo soffrire e ti strappo
quei
quattro cespugli che hai al posto dei capelli.”
Lei ride.
“Voi cosa ci fate qui?”
“Siamo appena stati a
trovare Sakura, la sua gravidanza procede bene, ma lei è
intrattabile.”
Esatto,
Fronte
spaziosa è incinta ed è riuscita a far
capitolare Sasuke e a fargli mettere in atto il suo vecchio progetto di
rivitalizzare il clan.
Non che sia stato facile,
quando lui è tornato tra i nostri dopo la grande guerra
Sakura ha tentato di prenderlo
a pugni in ogni modo e poi si è arresa a lui.
Dopo che sarà nato il
bambino probabilmente si sposeranno e sarà uno spasso
vederli litigare o vedere
la reazione di Karin.
“Ino, è arrivato da
mangiare, ci sei?”
Io annuisco e sorrido alla
cameriera, che mi appoggia il ramen davanti,
ha un profumino invitante e io lo mangio avidamente sotto
lo sguardo
divertito di Temari.
“Cosa ha fatto Shikamaru
questa volta?”
“Si è dimenticato di
pagare le bollette, così siamo al buio e al freddo. Domani
toccherà a me
pagarle, come al solito.
Sembra non gliene freghi
nulla di niente che non sia lo shoji o le nuvole, mi chiedo
perché stia con me,
certe volte!”
“Perché ti ama!”
Mi risponde rapido Choji
evitando a Temari di aprire bocca, chissà che risposta mi
avrebbe dato quella.
“Ha un modo strano per
dimostrarlo.”
Finisco gli spaghettini e
passo al brodo: divino, Teuchi fa il ramen migliore del mondo per me.
“Sono sicuro che quando
tornerai a casa avrà pronta una sorpresa.”
“O tu potresti chiudere le
gambe, a nessun uomo piace che la propria donna chiuda le
gambe!”
Il commento ironico di
Suigetsu mi mancava.
“Grazie Suigetsu, adesso
sì che sto meglio.”
Karin dà un pugno
allucinante al suo ragazzo che gli fa attraversare volando tutto il
locale.
“Grazie, Karin, ma non
c’era bisogno di ucciderlo, dico sul serio!”
“No, se lo merita.”
Io non dico nulla, ho
paura che decida di far secca anche me.
Fortunatamente arriva
quello che hanno ordinato e sul tavolo carica il silenzio, non so se
sarei
stata in grado di sostenere una conversazione.
Suigetsu se ne torna mesto
al tavolo chiedendosi sottovoce perché mai tra tutte le
ragazze normali si è
scelto una pazza come Karin.
Io ridacchio mettendomi
una mano davanti alla bocca e stando bene attenta che Karin non mi
veda, non
voglio che Suigetsu le prenda ancora per colpa mia.
Quando arriva la carne i
miei occhi si illuminano: pancia mia fatti capanna e fanculo la dieta
per un
giorno.
Domani mi allenerò di più
per compensare!
Io e miei inaspettati compagni
di tavola mangiamo con gusto, Karin racconta nel suo solito modo acido
le
paranoie di Sakura, le voglie, il suo incedere come un’oca
per colpa della
pancia e io rido immaginandomi quel ghiacciolo di Sasuke subirsi questa
tempesta emotiva.
Per me sta dando di matto
perché non capisce
che diavolo sta
succedendo alla sua donna e sta pensando se non ci sia stato uno
scambio di
persone tra lei e la sua gemella malvagia.
Dopo aver mangiato anche
il dolce me ne vado e li saluto, Suigetsu vuole ubriacarsi, io non sono
in
vena.
Cammino per le strade del
villaggio e mi accorgo che fa freddo, così mi stringo di
più nella felpa, ci
mancava anche questa!
Arrivata a casa , non
appena apro la porta trovo il salotto tutto pieno di candele, ma dai!
Rimango a fissarle
imbambolata come una ragazzina senza sapere cosa fare o cosa pensare,
non è
molto da Shikamaru questo, tipico di lui sarebbe andare a letto al buio.
Cammino piuttosto scettica
e mi chiedo cosa sia successo.
“Ino?”
Il mio svogliato ragazzo
fa la sua comparsa con un enorme mazzo di fiori in mano e me li porge
piuttosto
impacciato.
“Scusa per non aver pagato
le bollette, mi dispiace.
Scusa per essere sempre
così svogliato e per pensare solo allo shoji, alle nuvole e
a leggere i miei
libri, so che a volte sono esasperante.
Scusami.”
Io sorrido, annuso i fiori
e mi chiedo dove li abbia presi.
“Li ho rubati da
un’aiuola, se fanno schifo non è colpa
mia!”
Io rido, li metto in un
bicchiere e poi lo bacio.
Ora so perché sto con lui.
‘Cause
after all this time.
I’m
still into you
I
should be over all the butterflies
But
i’m into you (I’m in to you)
La
mattina dopo mi
sveglio abbracciata a lui, è un bel modo di iniziare la
giornata.
Ci
svegliamo sbadigliando e io vado a preparare la colazione: latte,
brioches e
pane e marmellata.
Oggi
dobbiamo allenarci e poi oggi pomeriggio lavorerò al negozio
dei miei.
La
colazione e l’allenamento sono stati buoni, anche se non
c’è il sensei ormai
sappiamo cosa fare e come perfezionarci, Shika è un ottimo
maestro.
Mangio
di
nuovo all’Ichiraku – solo ramen questa volta
– e poi raggiungo mia madre al
negozio, non vede l’ora
di andarsene.
“Mi
raccomando, Ino! Sii carina con i clienti!
“Sì,
mamma! Eviterò di ucciderli, stai tranquilla!”
“INO!
“Mamma,
non urlare! Sono reduce da un allenamento e mi fa male la
testa!”
Lei
mi
consegna una pastiglia bianca con l’ordine tassativo di
prenderla – cosa che
faccio – e poi apro il negozio.
Torno
di
nuovo a preparare i maledetti fiori per la maledetta sposa, sperando
che non
cambi ancora idea.
Non
succede, ma succede qualcosa di peggio, al negozio arriva Sai.
Non
capisco come mi sia potuto piacere di essermi presa una cotta per un
viscido
come lui, adesso non lo posso vedere.
“Ciao,
Ino.”
Ciao, Sai! Quale buon vento!
“Voglio
dei fiori per la mia ragazza.”
“Rose?”
“Sì,
significano amore, giusto?
Me
lo
sono annotato nel mio libro dei sentimenti.”
“Sì,
significano amore e poi dovresti smetterla con questo libro, i
sentimenti non
si imparano sui libri.”
Lui
fa il
suo sorriso odioso e io preparo le rose, evitando per un pelo di dargli
il
mazzo in testa.
“Perché
non ti sei messa con me?
Sono
centomila volte meglio di lui, cosa ci trovi in Shikamaru?”
“Quello
che tu non avrai mai, caro il mio uomo della radice: sentimenti.
Queste
sono le tue rose, fanno venti soldi.”
Lui
paga
senza aggiungere altro, buon per lui.
Con
lui
fuori dalle scatole riprendo a lavorare sulle composizioni floreali per
la
sposa, lei arriva a prenderli quasi all’orario di chiusura e
questa volta li
apprezza.
“Sono
proprio quelli che volevo, grazie mille Ino!”
“Prego,
figurati. Sono contenta che ti piacciano.”
Me
li
paga e poco dopo chiudo il negozio, sulla strada per casa incontro Ten
Ten. Ha
una pancia gigantesca per essere una donna al sesto mese – mi
chiedo se Neji non
li abbi lasciato come ultimo regalo
due gemelli – e ha in mano una katana.
“Ciao, Ten Ten.”
“Ciao Ino.”
“Cosa
ci
fai in giro con quella spada?”
“Devo
lasciarla a qualcuno, sto togliendo tutte le armi da casa mia in vista
del
piccolo in arrivo, ma questa non so a chi lasciarla.”
“Dalla
a
me. Quando tuo figlio sarà grande abbastanza da non tentare
di uccidersi con
una katana te la ridarò.”
Gli
occhi
le si illuminano.
“Grazie
Ino!”
Mi
abbraccia e mi consegna la spada, io vado a casa mia. Questa volta le
luci sono
accese, visto che ho pagato le bollette.
Peccato
che questa volta trovi qualcosa di peggio che le luci spente o le
bollette non
pagate, questa volta trovo una Temari discinta
praticamente addosso a Shikamaru.
“Temari!”
Sibilo
infuriata.
“Vattene,
prima che ti infili questa spada da qualche parte.”
Lei
cerca
di ricomporsi.
“Non
è
successo niente.”
“Esci
da
questa casa prima che la mia pazienza finisca.”
Lei
non
se lo fa ripetere due volte e infila la porta di casa mia con
più velocità di
quella che usa normalmente.
“Aspetto
spiegazioni, Shikamaru.
“Non
è
successo niente. Le ho solo chiesto cosa potevo fare per conquistarti,
visto
che è una donna anche lei e poi semplicemente la birra le
è finita sul vestito
e si è macchiata.
Mi
ha
chiesto di smacchiargliela e ho rifiutato e poi mi è
semplicemente caduta
addosso, no ho fatto nulla, giuro!”
Il
suo
sguardo è quello che di solito usano i gatti per farti
passare l’arrabbiatura,
oggi però non ho molta voglia di vedere sguardi felini.
Con
la
spada gli indico la porta.
“Tu
stanotte dormi nella cuccia del cane.”
“Non
abbiamo un cane.”
“Fai
finta che ce l’abbiamo.”
Lui
esce
scuotendo la testa e borbottando a bassa voce, io invece mi butto sotto
la
doccia di pessimo umore: vorrei strozzare Temari.
Esco
e mi
metto a cucinare qualcosa – del riso alla cantonese
– ogni tanto sbircio dalla finestra,
Shikamaru è ancora in giardino.
Forse
aspetta che cambi idea, in tal caso rimarrà deluso, non
voglio vederlo fino a
domani mattina.
Mangio
svogliatamente il mio riso e poi decido che è arrivato il
momento di andare a
letto, sono troppo stanca.
Un’ultima
occhiata alla finestra mi svela che Shikamaru se ne è
andato, io raggiungo la
nostra camera e mi butto sul letto.
Immediatamente
crollo in un sonno senza sogni che mi porta dritta fino al mattino dopo
quando
suona la sveglia. La spengo con un colpo secco e poi me ne vado in
cucina:
Shikamaru è tranquillamente seduto al tavolo con una tazza
di caffè in mano.
“Ti
sei
calmata?
Mi
credi?”
IO
mi
siedo e lui mi allunga un’altra tazza già piena di
caffè.
“Sì,
sono
calma e sì, ti credo, ma vedi di non prenderti troppe
libertà con Temari.”
Lui
sbuffa.
“Non
mi
interessa quella matta, mi interessi tu, che sei matta , ma lo sei meno
di
lei.”
“Grazie!”
Rispondo
io con una smorfia, lui ride.
Ci
facciamo una doccia e poi ci cambiamo per gli allenamenti, Choji
è già arrivato
al solito posto e ha la faccia di chi ha passato la notte in bianco.
“Ehi,
Ino, la prossima volta che litighi con Shikamru non mandarlo da me.
Forse non
lo sai, ma quando litiga con te diventa fin troppo chiacchierone, non mi ha lasciato
chiudere occhio questa
notte.”
Io
squadro Choji.
“Preparati
a sopportarlo anche la prossima volta, perché è
da te che deve finire non da
Temari.”
Choji
sospira.
“Ino
sei
veramente un osso duro, lo comandi a bacchetta.”
“Ha
bisogno di una persona così o altrimenti non vive.”
Choji
sospira e iniziamo ad allenarci, io sono segretamente contenta che
Shika parli
di me quando litighiamo: significa che gli importa di me e che mi ama.
Gli
altri
si chiedono perché stiamo insieme, la risposta è
semplice: ci amiamo e ce lo
dimostriamo nel nostro strano modo fatto di litigi e riappacificazioni.
Io
senza
Shikamaru non so stare e lui non sa stare senza di me. Siamo come due
calamite
che si attraggono anche dopo le nostre peggiori notti
e i nostri peggiori litigi.
Sì,
purtroppo per me sono totalmente presa dal vortice Shikamaru e non ne
uscirò
presto, io spero di uscirci solo quando la morte ci coglierà
insieme.
Sarebbe
bellissimo se finisse così.
And baby even on our
worst nights
I’m
into you (I’m into you)
Let
em wonder how we got this far
Cause
I don’t really need to wonder at all
Yeah
after all this time
I’m
still into you
|
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Capitolo 2 *** 2)Parenti serpenti, nei litigi non lenti. ***
2)Parenti
serpenti, nei litigi non lenti.
Recount the night that
I first
Met
your mother
And
on the drive back to my house
I
told you that, I told you that I loved ya.
You
felt the weight of the world
Fall
off your shoulder
And
to your favorite song
We
sang along to the start of forever
Ci
sono serate in cui devi fare tutto di fretta o rischi di arrivare in
ritardo a qualcosa che avrebbe gradito la puntualità.
Andare in
cena dai miei è una di queste cose, devo correre
sennò mio padre inizierà a
lamentarsi, Shikamaru è invece comodamente sdraiato sul
divano e mi guarda
divertito fare avanti indietro ogni volta con un vestito diverso che
ogni volta
viene scartato da me ancora prima che lui possa aprire bocca.
Lui
sembra accettare con serenità il fatto che a mio padre non
vada a genio, non
l’ho mai visto sforzarsi di cambiare un po’ o
replicare a una delle accuse che
gli fa. Credo lo consideri terribilmente seccante e che non si meriti
una
risposta.
D’altronde
non è mai andata bene tra di loro.
{Questa è
una serata cruciale, io e Shikamaru annunceremo a mio padre che andremo
a
vivere insieme e non ho idea di come la prenderà lui.
Shika dal
canto suo sembra totalmente disinteressato alla questione, è
qui seduto accanto
a me che guarda tranquillamente il tramonto con un filo
d’erba in bocca.
“Shikamaru,
tra poco dovremo dire ai miei che andremo a vivere insieme, possibile
che tu
non abbia paura?”
Lui si
toglie l’erba dalla bocca e mi guarda.
“No,
qualsiasi cosa dica tuo padre tu domani vieni a vivere con me. Ci ho
pensato a
lungo e qualsiasi argomentazione porterà sarà
irrilevante.”
Io lo
guardo perplessa, ma mi fido di lui.
Alle
sette siamo tutti seduti a tavola e c’è un
silenzio talmente carico di tensione
che si può tagliare con un coltello.
“Allora,
tu andrai a vivere con mia figlia.”
Sputa acido mio padre,
guardando un serafico Shikamaru che mangia.
“Sì,
andrò a vivere con lei.”
“Sei
sicuro di poterle dare tutte le comodità che si
merita?”
“Abbastanza
sicuro, le missioni sono una gran seccatura, ma sono pagate
bene.”
Mio padre
lo fulmina con un’occhiataccia.
“Sei
sicuro?”
“Vuole
vedere i miei conti bancari?”
“Voglio
solo sapere se affiderò mia figlia a una persona che se la
merita e non a un
ragazzino a caso.”
Il mio
ragazzo di pulisce la bocca con il tovagliolo.
“Me la
merito e le darò tutte le comodità che posso
permettermi e un po’, molto,
amore, adesso possiamo riprendere a mangiare?”
Mio padre
tace stizzito, finita la ce ne andiamo senza dire nulla, Shikamaru mi
porta al
lago di Konoha e ci sediamo a guardare la luna.
Io sono
incredula, tutto quello che ha detto poco prima mi sembra semplicemente
perfetto.
“Shikamaru?”
“Sì?”
“Ti
amo.”
Gli dico
timida, facendolo sorridere.
“Anche
io.”
Mi
risponde tranquillamente, poi mi attira a sé ed entrambi
riprendiamo a guardare
il lago.}
All’improvviso, durante l’ennesimo cambio
d’abito, Shika muta per un attimo la sua espressione e poi
parla.
“Ino, mi
sono dimenticato di una cosa. Oggi viene anche mia madre dai tuoi, mi
ha
avvisato lei poco fa.”
Io lancio
un urlo belluino che lo fa trasalire e poi mi lancio su di lui.
“E tu
così me lo dici?
Lo sai
che non mi sopporta! Ahhh! Che cazzo mi metto??”
Torno di
nuovo in camera mia e tiro fuori dall’armadio il mio abito
migliore: è corto,
rosso fuoco e con una scollatura non esagerata davanti, ma profonda
sulla
schiena.
Quando
torno di là il mio ragazzo mi lancia un fischio di
ammirazione.
“Stai
benissimo! Come mai sfoderi l’artiglieria pesante?”
“Perché
tua madre dice che con te sono troppo buona che non ti tengo abbastanza
in
riga.
Devo
dimostrarle il contrario.”
Lui
sbuffa e impreca a bassa voce.
“Solo mia
madre poteva pensare una cosa simile, ma d’altronde lei
è sempre stata una fan
di Temari, non ha mai capito nulla.”
Con fare
svogliato si alza dal divano e si cambia, mettendosi un vestito
abbastanza
elegante in modo che il mio non sfiguri o risulti eccessivo, che Dio ce
la
mandi buona.
And after all this
time.
I’m
still into you
I
should be over all the butterflies
But
i’m into you (I’m in to you)
La casa dei miei
è parata a festa in modo ansiogeno.
Mia madre ha messo dei
fiori e delle candele in giardino per indicare a tutti la via per la
porta di
casa nostra, non ha mai gradito che la madre di Shikamaru mi trattasse
con
sufficienza.
“Questa sarà una guerra,
non una cena.”
Borbotta Shikamaru, mano
nella mano ci avviamo verso la porta di casa mia e bussiamo, mia madre ci accoglie con un sorriso
di plastica.
“Ragazzi benvenuti!
Mancavate solo voi!”
“Ciao, mamma!”
Entriamo e troviamo
Inoichi con una faccia un po’ triste – forse pensa
al suo vecchio amico e
compagno di tante avventure, Shikato – la
madre di Shikamaru dal canto suo sta
ispezionando con piglio militaresco la casa dei miei.
“Buonasera!”
Esordisco timida, lei mi
guarda e con una sola occhiata boccia il mio vestito.
Obbiettivo fallito, Ino!”
“Benarrivati! Sei in
ritardo come al solito Shikamaru, Ino dovrebbe impedirti di farlo,
è
maleducazione fare aspettare le persone.”
Vorrei farle notare che
anche osservare in questo modo una casa è piuttosto
maleducato, ma decido di
lasciar perdere, quando sono davanti alla madre del mio ragazzo perdo
tutta la
mia faccia tosta.
“Temari sarebbe stata
migliore per te!”
Sentenzia ancora, mio
padre si gira verso
di lei offeso.
“Non ti permetto di
parlare così di mia figlia!”
“Non è colpa mia se tu hai
allevato una figlia senza spina dorsale!”
“Yoshino, non ti
permettere!”
Io mi metto tra i due
prima che finiscano a botte.
“Dai, papà. Non te la
prendere!
Signora, si comporti
educatamente in case altrui prima di lamentarsi della maleducazione
altrui.”
Lei tace e mi fulmina con
un’occhiataccia.
“Che c’è da mangiare?”
“Faremo un barbecue,
adesso io e Shikamatu andiamo a cucinare.”
“Arrivo!”
Il mio ragazzo coglie la
palla al balzo e mi lascia da sola tra due tigri, una contro
l’altra.
“Yoshino, ti trovo bene.”
La battaglia ha inizio con
il commento acido di mia madre, Yoshino sta tutto fuorché
bene: è vestita in
modo dimesso ed è piuttosto pallida.
“Grazie, anche io ti trovo
bene, Meiko.
Non che la cosa mi
sorprenda perché non fai molto lungo il giorno.”
“Tiro semplicemente avanti
un negozio. Tu che fai?
Spii i vicini e ti annoti
i loro vizi?”
“No, tengo in ordine la
mia casa tutti i giorni, non solo quando viene qualcuno in
visita.”
Mia madre è un passo dal
darle in testa un vaso di fiori.
“Ino, ti somiglia molto,
ha la tua stessa attitudine a non far nulla e travia mio
figlio!”
Non voglio sentire la
replica di mia madre, a passo veloce mi dirigo in giardino dove ci sono
i due
uomini di casa.
“Ino, come mai qui?”
Mi chiede il mio ragazzo.
“Perché là dentro tua
madre e mia madre si stanno facendo a pezzi rinfacciandosi i propri
vizi e
tutto perché a tua madre non vado a genio.”
Lui alza gli occhi al
cielo.
“Stai qui, allora. Ci sarà
tutta la cena per sopportarle.”
“Ma perché fanno così?”
“Mia madre non
ha ancora digerito il fatto che non
chiamerà nuora Temari.”
“Io non
la sopporto, Temari.”
Una terza voce –
precisamente quella di Inoichi – si inserisce nella
conversazione, facencoci
sobbalzare.
“Non lo sapevo, signore.”
“Quella ragazza è tropo
decisa, con lei staresti male, figliolo, e poi a tuo padre non sarebbe
affatto
piaciuta.
Ino mi sembra molto più
adatta a te, ma tua madre difficilmente ammetterà di aver
sbagliato.”
“Lo so, lo so, signor
Inoichi.
Però non potrà far la
guerra a vita a Ino tutta la vita, no?”
“Potrebbe."
Il mio ragazzo aggrotta la
fronte.
“Se lo farà chiederò un
incarico diplomatico a Suna.”
Io lo guardo sconvolta, mi
sembra terribilmente serio, io però non voglio seppellirmi
in un villaggio in
mezzo al deserto.
“Shi-shika?”
Lui mi accarezza i
capelli.
“Ne parliamo meglio a
casa.”
“Va bene. Non farai una
cosa del genere senza prima avermi consultato!”
“Ovviamente.”
“Gente, il cibo è pronto!”
L’urlo di mio padre
interrompe la nostra discussione.
“Dovremmo chiamare Meiko e
Yoshino. Questa volta vai tu Shikamaru!”
Lui annuisce e poco dopo
esce di nuovo seguito dalle due donne che si guardano in cagnesco.
Questa cena promette bene.
Ci sediamo tutti al nostro
tavolo grande all’aperto e i due uomini ci depositano sopra
una casseruola
piena di carne.
Io prendo uno spiedino e
comincio a mangiarlo con calma, Inoichi e Shikamaru si buttano sulle
costine
senza ritegno, Meiko e Yukiko prendono una salamelle entrambe.
“Come procede la
convivenza?”
Mia madre è la prima a
parlare.
“Bene, fino ad ora non
abbiamo tentato di ucciderci l’uno
l’altro.”
“Come vanno le missioni,
Shikamaru?”
La madre del mio ragazzo
fa subito slittare la conversazione su altri argomenti.
“Vanno.”
Lei fa cadere
rumorosamente la forchetta sul piatto ponendo fine al chiacchiericcio
fra mio
padre e Shika.
“Vuol dire che ce ne
sono.”
“Le porti a termine bene,
vero?
Non vorrei che questa
pigrona ti avesse infiacchito!”
“Mia figlia non è pigra, si
spacca la schiena tutti i giorni nel nostro negozio!
Non osare mai più darle
delle pigra, Yoshino!
Non è colpa sua se nessun
posto ha accettato la tua domanda di lavoro!”
Shikamaru mi fa un rapido
cenno e, mentre tutti sono impegnati a discutere e sono al limite del
tiro
piatti, io e lui ce la battiamo.
Approfittiamo di un buco
della siepe che collega da sempre casa mia alla casa di Choji e poi
bussiamo per farci aprire il cancello.
Il nostro amico scuote la
testa, in lontananza si sentono ancora le urla dei nostri.
“Direi che la vostra cena
di famiglia sta degenerando in rissa.”
“Sì, Choji. È per questo
che ce ne andiamo, adesso andiamo a mangiare da qualche altra
parte.”
Mano nella mano
raggiungiamo l’affollata via centrale di Konoha e ci
infiliamo nell’Ichiraku
sperando di trovare un posticino solo per noi.
Lo troviamo ed ordiamo
subito del ramen e degli spiedini di pollo, io ho una fame allucinante,
non mi
sono ingozzata prima che tutto andasse in malora.
“Dici che riusciremo a far
convivere pacificamente le nostre famiglie?”
Mi chiede Shikamaru, io ci
penso un attimo.
“Inizio a pensare che
forse Suna non sia poi così male come idea, anche se
sinceramente non muoio
dalla voglia di seppellirmi in un villaggio in mezzo al
deserto.”
Lui ride.
“Nemmeno io, ma sono anche
stufo di sentirli litigare ogni santa volta che decidono di
ritrovarsi.”
“Concordo.”
Intanto ho già fatto fuori
il mio ramen e la mia pancia me ne è grata, visto che la
tensione ha triplicato
la fame.
“Spero che prima o poi tua
madre ceda e decida di darmi una possibilità.”
“Le parlerò, magari riesce
a convincerla. Quanto mi manca mio padre, lui sarebbe di sicuri
riuscito a
farlo.”
“Me lo auguro. Mi tratta
come se fossi una gatta morta che ti ha irretito e a me non va
perché non è
così, accidenti!”
Sbatto i pugni sul tavolo
attirando gli sguardi di tutti al nostro tavolo.
Merda, mi sa che ho
esagerato nello sfogarmi!
Il casino che ho fatto
attira verso di noi l’ultima persona che pensavo potesse
venire: Sasuke Uchiha.
Ha in mano una birra e
sembra di umore nero
“Buonasera.”
“Buonasera, Sasuke. Quale
buon vento?”
“Vento di tempesta.”
Fai lui funereo, io lo
guardo senza capire.
“Sakura, Ino, Sakura!
Da quando è incinta è
diventata una dittatrice intrattabile, mi spedisce in giro a tutte le
ore alla
ricerca delle cose più disparate. Oggi mi ha chiesto del
cocco?
Dove lo trovo io del
cocco?”
“Dal fruttivendolo?”
Azzarda Shikamaru.
“Non è stagione!”
Sasuke batte il pugno sul
tavolo.
“L’ha dovuto fare arrivare
apposta, mi è costato uno sproposito e ne ha mangiato
pochissimo!”
“Sasuke, le donne incinte
sono così.”
Dico io cercando di
calmarlo, ma tutto quello che ottengo è una sua occhiata
velenosa.
“Non ci posso credere!”
“Credici invece, in molti
libri descrivono benissimo le condizioni delle donne incinte, diventano
estremamente pericolose. Fossi in te filerei a casa, invece di stare
qui a
tentare di ubriacarti.”
“Figuriamoci, non verrà
certo qui a cercarmi.”
Shikamaru gli sorride
condiscendente, io conto i secondi che ci separano
dall’apparizione di Sakura:
secondo me sono molto pochi.
Un minuto dopo la porta
dell’Ichiraku si apre violentemente e la mia amica fa il suo
ingresso
trionfale, si guarda intorno fino a che non trova Sasuke.
Lo sguardo che gli rivolge
è uno dei peggiori da riservare a un essere umano, Sasuke
deglutisce
vistosamente e la guarda avanzare minacciosa verso di lui.
“Ciao, Sakura.”
“Sasuke, cosa ci fai qui? Non
dovevi portarmi una papaya?”
Io e Shika mettiamo in
salvo il cibo e l’alcool, si prevedono sviluppi pericolosi.
“Non ne avevano in
negozio, le hanno ordinate, arriveranno domani!”
“Domani? Per colpa tua tuo
figlio potrebbe avere una macchia a forma di papaya sulla faccia e poi
cosa ci
fai con della birra in mano?”
“Il piano era di berla, se
non ti fa niente.”
Sakura lo squadra
per un solo secondo, poi lo prende
per il bavero e lo lancia contro il nostro tavolo, che va in pezzi,
cosi come
il bicchiere di Sasuke.
Fortunatamente il nostro
cibo e il nostro beveraggio e al sicuro, Sakura trascina via Sasuke e
Teuchi
osserva costernato il disastro che è successo nel suo locale.
“Ragazzi, venite. Vi do un
altro tavolo, questo è inutilizzabile.
Uchiha, portano solo
guai!”
Io rido sotto i baffi e
seguo Teuchi che sta brontolando sottovoce, ci fa accomodare a un
tavolo ben
protetto da un separé, io e Shika riprendiamo a mangiare il
nostro ramen e, una
volta finito quello, gli spiedini di pollo.
Fortunatamente nessuno ci
interrompe e non vanno in pezzi altri angoli del locale di Teuchi,
Sakura è
davvero messa male. Quasi quasi domani le faccio visita, previo aver
indossato
una bella armatura di ferro.
“Vero che quando sarai
incinta non ti comporterai così?”
“Shika, l’hai detto tu che
tutte le donne incinte sono così.”
Lui addenta uno spiedino.
“Io non sono pronto, tra
un po’, Ino.
Io ce l’ho già un clan e
ce l’hai anche tu.”
Io rido.
“Sono d’accordo, non mi
sento pronta a essere mamma, sinceramente.
Credo che anche il bambino
di Sakura e Sasuke sia arrivato un po’ per caso.”
“Ho il sospetto che per le
prossime scopate Sasuke si metterà due preservativi, non
uno.”
Io rido.
“Questa gravidanza lo sta
traumatizzando, speriamo almeno che il bambino non abbia il carattere
di Sakura
o impazziranno.”
Lui annuisce, ormai la
cena è finita e non ci rimane che pagare, scusarsi con
Teuchi – che alza una
mano, come a dire che ci è abituato – e andare a
casa.
Domani chiederò a mia
madre come è andata la rissa, sono sicura che
sarà stato qualcosa di epico.
Arrivati a casa ci
buttiamo a letto, io scalcio via con autentico sollievo le mie scarpe
con il
tacco, sono state una tortura per tutta sera. Le dita rattrappite dei
miei
piedi si stendono in libertà e mi danno delle leggere fitte
di dolore.
Gatta morta io che non
riesco a sopportare
i tacchi perché giro
sempre con i sandali ninja, la madre del mio ragazzo non ha mai capito
nulla.
“Domani vado a trovare
Sakura.”
Lui si sdraia
accanto a me con una sigaretta in
bocca.
“Vacci con un’armatura o
potresti tornare a pezzettini, la tua amica mi sembra meno stabile del
solito.”
“Sì, me la procurerò,
voglio uscire viva da quella casa.”
“Chissà come l’hanno presa
i genitori di Sakura?”
“Il padre ha dato di matto
e ha obbligato Sasuke a riconoscere il bambino, sennò
l’avrebbe ammazzato. Deve
essere stato piuttosto convincente.”
“Quasi quasi Sasuke mi fa
pena.”
Io gli rubo un tiro.
“No se lo merita, dopo il
casino che ha combinato. Deve ringraziare la bontà
dell’Hokage che l’ha
perdonato, altrimenti sarebbe marcito in galera o morto.”
“Giusto.”
Lui sbadiglia
vistosamente.
“Io ho sonno, basta
parlare di Sasuke e Sakura, a domani.”
Finisce la sigaretta e si
infila sotto le coperte in mutande, io lo imito poco dopo, lui mi
attira
immediatamente a sé.
“Vedi di non impazzire
come Sakura quando sarai incinta di nostro figlio o a Suna ci vado da
solo.”
“E io ti vengo a cercare
con la katana che mi ha dato Ten Ten e ti riconduco alla
ragione.”
“Io scherzavo.”
“Io no.”
Lo sento sbuffare.
“Che seccatura!”
Eccolo lo Shikamaru che
conosco e che amo: l’eterno brontolone che ama giocare a
shoji sotto un cielo
in cui le nuvole corrono veloci.
Eccolo qui, il ragazzo che
amo.
Ora posso dormire serena.
And baby even on our
worst nights
I’m
into you (I’m into you)
|
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Capitolo 3 *** 3)Yeah after all this time, I’m still into you ***
3)Yeah
after all this time,
I’m still into you
Let em wonder how we
got this far
Cause
I don’t really need to wonder at all
Yeah
after all this time
I’m
still into you
La
mattina dopo è sabato
e non vado al negozio di fiori.
Mia madre
mi ha avvisato che oggi sarebbe stato chiuso perché non si
sente molto bene, il
che significa che ieri sera se le sono date di santa ragione.
Più tardi passerò
da lei per vedere come sta.
Non ci
sono nemmeno gli allenamenti e io decido che oggi è la
giornata giusta per
andare da Sakura per vedere come procede la sua gravidanza, sperando
che non mi
uccida.
“Shikamaru,
io vado da Sakura. Vuoi venire?”
Lui mi
guarda come se fossi impazzita di colpo.
“No, ho
dei rapporti per l’Hokage da scrivere, mi dispiace.”
“Rapporti,
eh?”
Gli dico
sarcastica.
“Rapporti.”
Mi
risponde imperturbabile facendomi sospirare.
“Va bene,
vado da sola.”
“Che i
Kami ti assistano.”
Io esco
di casa, sperando davvero che qualche divinità mi assista,
tanto per cominciare
perché Sakura vive nel quartiere degli Uchiha e onestamente
mi fa un po’ paura.
Dopo che
Itachi ha sterminato il suo clan nessuno ha più voluto
vivere in quelle
villette, che hanno una stranissima aria sinistra anche in pieno
giorno. Se non
mi prendessero tutti per pazza dichiarerei davanti all’intero
villaggio che
sono infestati dai fantasmi.
Vabeh,
con circospezione cammino per la strada, la villa di Sasuke è in fondo a
creare un vicolo chiuso.
Una volta
arrivata davanti suono il campanello e la voce della mia amica mi
invita ad
entrare, io spingo il grande cancello e mi trovo davanti ad un viale
con a lato
un giardino abbastanza curato.
Sasuke è
vicino alla porta chino, chissà cosa sta facendo?
“Che fai,
Sasuke?”
“Oh, ciao
Ino! Raccolgo delle fragoline per Sakura e devo farlo il più
alla svelta
possibile o diventa violenta.”
Io
deglutisco ed entro nella casa vera e propria, trovo Sakura stravaccata
sul
divano del salotto davanti alla tv.
“Buongiorno,
fronte spaziosa! Come procede la gravidanza?”
“Zitta,
Ino – pig! Procede una merda, ho la nausea a tutte le ore del
giorno e della
notte, mi fa male la schiena, il bambino scalcia come un dannato e ho
sempre
voglia di qualcosa che Sasuke non riesce a trovare.”
“Beh,
devi dargli atto che ce la mette tutta, ma non è facile
trovare della papaya
adesso.”
“Palle,
se volesse saprebbe dove trovarla.”
Meglio non
replicare.
“È un
maschio o una femmina?”
“Maschio.”
“Avete
già pensato al nome?”
Lei
allunga le mani verso un sacchetto di patatine e ne mangia una generosa
quantità.
“Probabilmente
sarà Itachi, sperando che il nome non gli porti
sfiga.”
“Lo spero
per te.”
“Spero
non mi ammazzi nel sonno o giuro che lo tormenterò
dall’aldilà. Si pentirà di
avermi uccisa!”
Io
ridacchio imbarazzata, grazie al cielo arriva Sasuke con le fragoline a
togliermi d’impaccio.
Non avrei
saputo cosa rispondere a Sakura, da quando vive qui mi sembra
più paranoica del
solito, quasi quasi espongo a Sasuke la mia teoria sui fantasmi.
“Tu come
stai?”
Mi chiede
Sakura.
“Bene.”
“La tua
storia con Shikamaru come va?”
“Benissimo,
ogni tanto litighiamo, ma poi si risolve tutto.”
“Pensavo
lo avresti mollato subito, ti vedevo bene con Sai.”
Io scuoto
la testa.
“Per
carità, è matto quello.”
“Io
ancora non capisco come facciate a stare insieme voi due.”
“Non fa
niente, Sakura. Non importa, l’importante è che ci
rimaniamo.”
Lei
mangia le sue fragoline con aria pensosa.
“Non so,
vi vedo troppo diversi.”
Io
sospiro.
“È per
quello che funziona, Sakura.
Siamo
diversi e ci completiamo a vicenda.”
Chiacchieriamo
un alto po’, poi me ne vado seguita da Sasuke.
“Hai mai
pensato di cambiare casa e quartiere? Questo mi sembra infestato dai
fantasmi.”
Lui
rimane un attimo in silenzio.
“Sì, ci
ho pensato e sì, ci sono i fantasmi, ma non so dove andare.
Con il
mio stipendio non possiamo permetterci il trasloco e poi penso che i
fantasmi
che abitano qui non la prenderebbero bene.”
Io
deglutisco.
“Beh,
forse è meglio che me ne vada allora, verrò
ancora a fare visita a Sakura,
sperando che la tua dolce metà non si lamenti ancora del
fatto che io sto
Shika.”
Lui
sbuffa.
“Non
darle retta, ultimamente sembra una vecchia zitella acida.”
“Ok,
buona fortuna, Sasuke.”
“Grazie.”
Mi
risponde monocorde lui, io me ne vado camminando più veloce
del dovuto, il
pensiero rivolto alle parole dell’Uchiha.
Fantasmi,
brr!
Solo
quando sono fuori dal quartiere degli Uchiha tiro un sospiro di
sollievo, mi
sento meglio e quella cappa di angoscia strisciante è
sparita.
Adesso
mangio qualcosa – un dolcetto – e poi vado da mia
madre.
Mi fermo
da Teuchi e prendo un dolcetto a forma di pesce e lo mangio con gusto
bevendoci
insieme un bel bicchiere di latte.
Adesso mi
sento meglio, la paura degli spiriti se ne è andata e devo
solo parlare con mia
madre, sperando che non sia troppo di cattivo umore o conciata male.
Com’è
possibile che una semplice cena sia degenerata così?
Io non lo
so, mi sembrano tutti abbastanza adulti da risolvere le loro questioni
in modo
civile, si vede che mi sono sbagliata.
Pensierosa
mi avvio verso la casa della mia famiglia, invidiando il mio ragazzo
che è
rimasto a casa a compilare scartoffie, questo la dice lunga sul mio
stato.
Mi faccio
abbastanza pena da sola.
Some things just,
Some
things just make sense
And
one of those is you and I
Some
things just,
Some things just make
sense
Arrivo
davanti alla casa dei miei e la trovo piuttosto silenziosa.
Strano,
di solito mio padre a quest’ora è già
in giardino a fare qualcosa per i suoi
fiori e mia madre lo spia dalla finestra urlando ogni due per tre per
correggere le sue azioni sbagliate.
Suono il
campanello e mia madre mi invita a entrare, io eseguo e trovo entrambi
i miei
genitori in salotto, mio padre guarda la tv, mamma cuce.
Entrambi
hanno un’aria malmessa: mio padre ha un occhio nero e qualche
taglio sul volto,
mia madre ha entrambi gli occhi pesti e un labbro distrutto.
“Cosa
diavolo avete combinato ieri sera?”
Chiedo
incredula, sedendomi su una delle sedie.
“Niente,
io e la famiglia Nara abbiamo chiarito delle questioni che avevamo in
sospeso
da tempo.”
“E non
potevate risolverla in modo più civile?
Siete
conciati da far schifo, avete fatto colazione?”
Mio padre
sbuffa.
“No, tua
madre dice che non ce la fa.”
“Ve la
faccio io.”
Vado in
cucina e preparo caffè per tutti e due e poi cerco i
biscotti e le brioches nel
mobile in cucina, nel frattempo i miei si sono seduti al tavolo.
“Grazie
Ino.”
“Prego,
ditemi com’è finita ieri sera.”
Mio padre
scuote la testa.
“Yoshino
ha esagerato un po’ troppo persino per i suoi standard da
acida cronica. Ha
etto un sacco di cose non vere su di te e tutte cattive.”
Io
sospiro.
“Non
c’era bisogno di pestarla.”
“Dice che
sei una puttana succhia soldi.”
“Spero li
abbiate pestati per bene!”
Mia madre
sorride.
“Oh, il
mio destro Yoshino l’ha sentito! Ha fatto un bel rumore
contro la sua
mascella!”
“Perché
la madre di Shikamaru mi odia così tanto?”
Mio padre
addenta con gusto una brioches.
“Perché
soffre di manie di controllo. Non ha accettato che il figlio scegliesse
una
ragazza diversa da quella che lei aveva in mente. Adesso capisco meglio
i
lamenti di Shikato e Shikamaru, è davvero una donna
terribile.
Non so
come faccia a sopportarla, la mia Meiko è cento volte
meglio.”
Mia madre
gli rivolge un sorriso dolcissimo.
“Credete
che smetterà mai di farmi la guerra?”
“Dopo
ieri sera penso che ci penserà due volte prima di parlare.
Scusa il gioco di
parole.”
“Non fa
niente. Speriamo che le cose cambino.”
Lei
annuisce.
“Shikamaru
dov’è?”
“A casa
deve scrivere rapporti per l’Hokage, per me non voleva venire
da Sakura.”
“Oh, come
sta Sakura?”
Chiede
mia madre.
“Sulla
via della pazzia. La gravidanza l’ha fatta diventare una
dittatrice isterica
che vuole tutto e subito da Sasuke. Il poveretto non ce la fa
più.”
“Le donne
in gravidanza possono diventare terribili, anche tua madre era
così, poi si è
risolto tutto.”
“Per
fortuna.”
Chiacchieriamo
un altro po’, poi io me ne torno a casa pensando che a volte
i genitori possono
essere veramente strani. Finire a botte alla loro età
è strano, per non parlare
dell’acidità di Yoshino nei miei confronti.
Chissà cosa diavolo le ho fatto?
Chissà
perché crede che sia una che si fa mantenere da Shikamaru?
Rimugino
sulle sue accusa fino a quando arrivo a casa mia, stranamente la porta
è chiusa,
così suono il campanello.
“Mamma,
vattene! Non voglio più sentire le tue stronzate!”
“Sono
Ino!”
Dall’altra
parte sento Shikamaru alzarsi dal divano e poi aprire la porta, ha una
faccia
più scocciata del solito.
“Che
succede?”
“Succede
che mia madre è venuta a fare casino a casa nostra. Ecco
cosa succede e la
detesto immensamente quando fa così.”
Io sbuffo
e mi siedo sul divano con la testa tra le mani.
“I miei e
i tuoi ieri sera sono venuti alle mani seriamente e tua madre
è convinta che io
sia una puttana succhia soldi.”
“Lo so, è
venuta per dirmelo. L’ho cacciata di casa e le ho detto che
finché non cambierà
opinione di non farsi più vedere.”
“Immagino
che non l’abbia presa bene.”
Lui
scuote la testa.
“Me ne ha
dette di tutti colori, incluso che sono uno scemo che non sa vedere
più in là
del proprio naso, ma se davvero ha intenzione di continuare
così preferisco non
vederla che sorbirmi le sue stronzate.”
“Mi dici
come ci siamo arrivati a questo?”
Lui si
siede accanto a me, mi abbraccia e mi bacia.
“Non lo
so e non mi interessa. So solo che non ho intenzione di lasciarti
andare via
per nessuna ragione al mondo.”
Io
sorrido.
“E tu
sarai per sempre mio, ricordatelo, Nara.”
“Direi
che è perfetto. Perché non andiamo a controllare
quell’asta del letto che
dicevi essere rotta.”
Mi fa
malizioso.
“Con
piacere.”
Rispondo
io provocante.
Mi prende
per mano e mi porta in camera nostra, per un po’ di tempo il
mondo starà fuori
da quella stanza e ci saremo solo noi.
Noi e i
nostro baci, i gemiti, le
carezze, i
sospiri, le spinte e urlare il suo nome alla fine.
Mi sembra
un buon programma per il sabato mattina, quasi perfetto.
Ci sono
poche cose al mondo che hanno senso e una di queste siamo noi, come
coppia,
come amici, come Shika e Ino e fanculo il resto.
And even after all this
time
I’m
into You
Baby
not a day goes by that
I’m
not into you
I nostri sabato sera sono
sempre molto calmi, ma non stasera.
In occasione dell’o-bon il
villaggio ha organizzato una festa estiva prima del rito vero e proprio
e Choji
e Temari ci hanno invitato a mangiare.
Ci saranno anche tutti gli
altri probabilmente, Cho ha fatto i nomi di Sakura e Sasuke (brrr) e di
Hinata
e Naruto.
Alle sette io sono pronta
– indosso la mia yukata migliore e i geta – Shika
è ancora impegnato in una
partita a shoji. Con uno sbuffo di impazienza gli ribalto la
scacchiera, lui mi
guarda male, ma alla fine si prepara.
“Che bisogno c’era di
rovinarmi la partita?”
Mi chiede una volta fuori
casa.
“Tu non ti preparavi e noi
siamo in ritardo, caso mai tu non lo abbia notato.”
“Non c’era bisogno di..”
“SHIKA! Ti saresti staccato da quella scacchiera?”
“No.”
Io sbuffo.
“Ecco, allora avevo
bisogno di rovinarti la partita per avere la tua piena
attenzione.”
“Voi donne siete strane.”
Borbotta appena fuori
dall’Ichiraku, io apro la porta e mi guardo intorno, Choji mi
fa un cenno e ci
dirigiamo al tavolo: sono già tutti lì.
Tutte le squadre del
nostro anno,Ten Ten, Lee, Temari e Hanabi sono sedute a un grande
tavolo e
chiacchierano allegramente.
“Eccoli i ritardatari!”
Tuona acido Sasuke.
“Scusate, non si schiodava
da una partita di shoji.”
“E lei ha deciso di
scombinarmi la scacchiera.”
“A mali estremi, estremi
rimedi.”
Ci sediamo, i miei occhi
finiscono immediatamente sulla coppia più strana della
tavolata: Hanabi e Kiba.
“Cosa dice suo padre a
riguardo?”
Non posso fare a meno di
chiederglielo, lo so che è da pettegole ed è
invadente da morire, ma la domanda
mi brucia sulla punta della lingua.
“Niente. Cioè, quando l’ha
scoperto ha urlato da far cadere la casa, ma poi si è
rassegnato, dice che non
devo toccarla però.”
“Non ha tutti i torti.”
Interviene il mio ragazzo.
“Lei ha quindici anni e tu
ne hai venti.”
Kiba sbuffa.
“Non ho intenzione di
violentarla, stai tranquillo.”
“Ragazzi ordiniamo!”
Urla Ten Ten per troncare
una conversazione che si sta facendo imbarazzante per tutti.
“Va bene.”
C’è leggermente casino perché
dati gli elementi presenti c’è un gara a chi urla
di più per farsi sentire
dalla cameriera.
La poverina è molto in
difficoltà, alla fine se ne con le ordinazione,credo
però non sia convinta di
averle azzeccate.
“Rega, potevate fare meno casino.”
Li sgrida Sakura.
“Dai, Sakura-chan, è una
festa!”
Naruto tenta di
rabbonirla, ma fallisce miseramente.
“E allora? Non c’è bisogno
di comportarsi come scimmie!”
Naruto guarda Sasuke, lui
scuote la testa, così il biondo tace e la questione viene
lasciata cadere.
Chiacchieriamo di missioni
e gente che conosciamo, ricordiamo la grande guerra – Sasuke
tace e giurerei
che le sue orecchie siano diventate rosse tutto d’un colpo
– e i morti.
Quello è un brutto
argomento, abbiamo perso tante persone che meritavamo di continuare a
vivere.
Il silenzio cala all’improvviso e ci ricordiamo tutti che
festa sia l’o-bon, in
fondo è una festa triste per quante feste estive farcciano
per abbellirla.
Arriva il cibo e iniziamo
a mangiare con gusto, la conversazione si azzera per lasciare spazio
alla cena
che è deliziosa come al solito.
“Il cibo di Teuchi è
sempre in grado di tirare sul il morale a tutti, vero?”
Mi sussurra il mio
ragazzo.
“Sì, fortunatamente sì. È
quasi una magia.”
Io sorriso e riprendo a
mangiare in silenzio, è bello vederli così.
Naruto che mangia come un dannato,
Hinata che lo guarda sorridendo, Temari e Choji che chiacchierano e
sorridono,
Sakura che sta sgridando Sasuke, Lee che spiega a Ten Ten una mossa,
Kiba e
Hanabi che fanno i piccioncini, Sai e la sua strana ragazza.
“La ragazza di Sai fa
paura.”
“Shika annuisce.
“Beh, ha fatto parte della
radice anche lei, è sciroccata.”
“Facciamo finta di
niente.”
Finiamo di mangiare,
paghiamo e poi ci dirigiamo alla festa, le strade di Konoha sono
affollate di
gente felice.
Alla bancarella del tiro
con il cerchio guardo implorante Shika, voglio assolutamente che mi
vinca il
peluches a forma di kappa. Lui sbuffa.
“Dai, Ino, è una cavolata!
Cosa te ne fai?”
“Vincimelo, non fare lo
stronzo!”
Alla fine sospira e prende
in mano un anello.
“Perché non te lo vinci da
sola? Sei brava in queste cose!”
“Perché me lo devi vincere
tu che sei il mio ragazzo!”
Lui lancia l’anello e lo
vince senza problemi: il pupazzo è mio!
Mio, mio, mio!
“Grazie, Shikamaru!”
Gli salto in braccio e lui
quasi crolla a terra dalla sorpresa, il gestore della bancarella ride
di gusto.
“Che bella coppia che
siete, ragazzi!”
“Grazie!”
Ce ne andiamo, Shika con
le mani incrociate dietro il collo, io con il peluches su una spalla.
Dopo aver gironzolato per
le bancarelle arriviamo davanti al lago, sia io che Shikamaru prendiamo
il
foglio di carta che ci offre Kurenai-sensei e scriviamo qualcosa per i
nostri
morti.
Io scrivo ad Asuma,
ringraziandolo per avere messo definitivamente sulla mia strada Choji e
soprattutto Nara.
Fatto quello Kurenai
avvolge il foglio intorno alla mia lanterna e la accende, io la
deposito
lentamente sull’acqua.
Maestro, mi sto ancora
prendendo cura di loro e sono innamorata di Shikamaru. Stiamo insieme,
è contento?
Scommetto che lo sapeva
che sarebbe finita così, vero?
Siamo felici ora.
La lanterna si allontana
lentamente, Shikamaru si avvicina a me e mi prende per mano sorridendo.
“Lui ne sarebbe felice.”
“Molto felice.”
E sono felice anche io di
essere ancora e per sempre nel tunnel Shikamaru, non ne voglio
più uscire.
Dopo tutti questi mesi per
me è ancora come il primo giorno e non
c’è niente di meglio che possa
desiderare.
Sono in pace finalmente.
I should be over all
the butterflies
But
i’m into you (I’m in to you)
And baby even on our worst nights
I’m
into you (I’m into you)
Let
em wonder how we got this far
Cause
I don’t really need to wonder at all
Yeah
after all this time
I’m
still into you
I’m
still into you
I’m
still into you
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