I've lost myself in your eyes di chemical_kira (/viewuser.php?uid=34993)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Love at first sight ***
Capitolo 2: *** drowning lesson ***
Capitolo 3: *** cigarette break ***
Capitolo 4: *** Hi! ***
Capitolo 5: *** Asshole! ***
Capitolo 6: *** I don't know your name... ***
Capitolo 7: *** Rain ***
Capitolo 8: *** MoonLight ***
Capitolo 9: *** It's my last opportunity ***
Capitolo 10: *** Two idiots ***
Capitolo 11: *** La descrizione di un attimo ***
Capitolo 12: *** Epilogue ***
Capitolo 1 *** Love at first sight ***
Noia.
Immancabile,
irrefrenable,
inestinguibile noia.
Sconfitto
sbuffo tentando
di distrarre il mio amico Ray dal suo libro di biologia che non esito
a considerare noioso come il mio.
“ Sai Ray ieri sono
uscito con una ragazza...”
indirizzo
il mo sguardo
verso di lui ma la sua chioma riccioluta non da segni di volermi
concedere le attenzioni che imploro.
“ Mmmssiii...mi racconti
dopo.”
forse
dovrei solo rendere
più affascinanti le mie storie, immergerle di gossip e
mistero
quel tanto che mi serve per competere con Napoleone e il suo fottuto
esercito.
“ Sai Ray ieri mi sono
fatto la prof di storia..anche se ha 70 anni è in
gamba..”
spio
di nuovo la reazione
di Ray, speranzoso che la mia storia sia abbastanza appetibile questa
volta
“ Mmmssiii..mi racconti
dopo”
spalanco
gli occhi. Non mi
ascolta! Sento la mia anima ignorata, sento la mia noia crescere e le
mie viscere annodarsi.
Odio
tutto di questo
posto.
Questa
stupida biblioteca
scolastica che ci incatena a questa scuola anche oltre l'orario di
apertura. Questi stupidi libri che raccontano di cose inutili senza
svelarti che in realtà ti stanno solo fregando tempo,
tentando
di occupare la tua mente con diversivi di modo da poterti fottere
meglio approfittando della tua distrazione.
Sconfitto
lascio vagare il
mio sguardo per la biblioteca, analizzando le figure sparse dei
ragazzi intorno a me. Anime in pena che come me passano la loro vita
tra queste mura sognando il giorno in cui tutto finirà e
potremo quindi cominciare a vivere.
Vivere
sul serio.
Tra
i volti senza senso
che popolano questo luogo vedo un'ombra comparire nel mio campo
visivo e occupare il tavolo di fronte al nostro.
Concentro
la mia
attenzione sulla sua figura inerme posta davanti a me, fisso i miei
occhi sulla sua pelle bianca, il viso leggermente paffuto, i capelli
corvini, il naso perfetto.
Sono
come incantato,
incatenato alla bellezza di quel corpo che si offre al mio sguardo
senza difese, se non un insensata lontananza.
Come
può la
perfezione esistere sul serio?
Incapace
del minimo
pensiero assesto una gomitata al mio vicino, ho il bisogno impellente
di parlare, far uscire fuori il cumulo di pensieri che ingorga il mio
cervello.
“ Che vuoi Frank?”
“ Guarda che carino quel
ragazzo!”
Lui
mi fissa annoiato, poi
guarda la figura seduta di fronte a noi prima di volgersi nuovamente
a me.
“ Ma chi? Il vampiro?”
il
tono di scherno con cui
pronuncia la frase mi annoda le viscere facendogli guadagnare un
occhiataccia da parte mia.
“ Non usare quel tono
schifato, è bellissimo!”
“ convinto tu...”
gli
riservo un'altra
occhiataccia prima di tornare a posare il mio sguardo sul
meraviglioso essere che si trova davanti a me.
Quando
alzo lo sguardo
però trovo i suoi occhi ad accogliermi, la sua espressione
è
dura. Cazzo. Ci avrà sentiti?
Trovo
asilo nelle sue
iridi verdi mentre una vocina mi sta urlando di smetterla di
fissarlo, ma non riesco, è una droga che si è
impossessata del mio essere, pochissimo tempo di incubazione per la
diffusione della malattia.
Alla
fine, imbarazzato, è
lui a interrompere il nostro contatto visivo, nei suoi occhi scorgo
fastidio. D' improvviso la consapevolezza di sembrargli un idiota
prende il sopravvento costringendomi a mutare la direzione del mio
sguardo e appoggiarlo stancamente alla parete.
Ma
non ce la faccio.
Multo
virtualmente il mio
autocontrollo per non essere stato in grado di ammanettare i miei
occhi e tenerli lontani dal suo corpo.
Mi
perdo nei particolari
questa volta. Concedo alla mia retina di posarsi senza ritegno sulla
personificazione della perfezione.
Colgo
la presenza delle
sue unghie nere, in perfetto contrasto con la sua pelle candida.
L'origine di un anima inquieta si rispecchia nelle toppe e spillette
con cui è rivestita la sua borsa. Le all star nere sbucano
alla fine di gambe sinuose intrappolate in jeans stretti. Mordicchia
leggermente le dita affondando i suoi occhi tra le pagine stampate
del suo libro, la mano ticchetta nervosa contro il tavolo.
“ Ragazzi la biblioteca
chiude”
Getto
un occhiata fuori
dalla finestra accorgendomi solo ora del buio che si è
impadronito del cielo là fuori.
I
pochi secondi in cui
permetto al mio sguardo di spostarsi dalla sua nuova dimora mi
ripagano con la scomparsa del ragazzo che stavo osservando.
Impreco
lasciando sfogo
alla mia rabbia di esprimersi, consapevole di avere di nuovo tutta la
attenzione di Ray.
“ Ma cazzo! Avrei dovuto
fermarlo! Parlarci! Stuprarlo! Insomma qualcosa! “
la
risata leggera di Ray
riempie lo spazio intorno, donando al brusio di sottofondo un colore
in più. Io intanto lascio disciogliere la mia disperazione
in
nuvole di nicotina.
“ Ehy! Guardalo là
il vampiro!”
Volto
automaticamente il
volto verso la direzione indicata da Ray per trovarmi davanti alla
peggiore delle ipotesi. Il mio futuro sposo abbracciato a un insulso
e insignificante ragazzino biondo slavato e con gli occhiali.
La
nicotina non basta a
contenere il mio nervosismo ma sento le palpebre riempirsi di lacrime
mentre il mio sguardo è ancora fisso sulla figura di quelle
due figure che, dopo essersi staccate, si siedono nella macchina e
scompaiono nella polvere.
Dio,
non lo conosco
neanche, come posso essermi già perso?
Eheh!!
Lo so sembro nata
solo per scrivere Frerard..ma non è vero! Ogni tanto ci
infil
anche Bert...eheh, ma non stavolta, non preoccupatevi!
Comunque
nel caso in cui
non ve ne siate accorti questo è il Frank POW, e chi
sarà
mai il vampiro??
Beh,
che dire? Sono le 2
di notte e io dovrei andare a dormire, tra 10 giorni ho un esame e
che faccio? Ma scrivo fanfic a notte fonda ovviamente..giusto no??
Bah..mi
raccomando
recensite!!!
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Capitolo 2 *** drowning lesson ***
Avete
mai sentito il peso della routine? Vi siete mai sentiti incapaci di
tollerare l'agonizzante scorrere del tempo che scorre senza emozioni?
Febbraio
si srotola lentamente scandendo il tempo che ci separa dal ritorno
della primavera.
Ciondolo
lentamente per i corridoi della scuola cercando un senso al mio
essere ancora qui. Ogni tanto mi perdo riassaporando le sensazioni
provate quel pomeriggio di qualche settimana fa quando l' immagine di
quel ragazzo, ormai soprannominato “ il vampiro”,
occupava la mia
iride.
Sospiro
amaramente ripassando davanti alla porta della biblioteca, da quel
freddo pomeriggio di gennaio non l' ho più rivisto.
Un
timido sole fa capolino da dietro un banco di nuvole, perso
nell'alienazione più esasperante lascio il mio sguardo a
fissarlo.
È
l'unica cosa che riesce a strapparmi un sorriso.
**
Noia.
Belleville
è noiosa, specie con questo cielo grigio a farle da cupola.
Resto a osservarla dalla mia finestra, cercando di fuggire a quel
libro di chimica che, malefico, tenta di attirarmi a se.
Consumo
i miei pensieri in nuvole di nicotina e attendo un segno del destino
che mi strappi a questa routine e mi conceda un pò di quella
vita che a tutti dovrebbe toccare.
Il
suono nervoso del mio cellulare mi riscuote dai miei pensieri, un
messaggio.
Apro
il messaggio senza riporre molta speranza nelle parole che
conterrà,
effettivamente il destino potave impegnarsi un pò di
più
per convincermi della sua buona fede.
“
Indovina
con chi mi sono ritrovato in classe oggi? Con il tuo bel vampiro! E
senza biondini tra i piedi!”
il
sorriso mi si allarga mentre rispondo al messaggio di Ray.
“
Alla
prossima vengo anche io!”
**
“
Ray,
sono nervoso!”
il
mio amico si gira a guardarmi, l'espressione sul suo volto è
pericolosamente in bilico tra l'essere semplicemente contrariata e
l'essere seriamente incazzata. Ma non mi importa.
Sono
nervoso e, ok, so che asfaltare di lamentele chi mi sta a fianco non
mi renderà meno agitato ma il mio nervosismo ha bisogno di
valvole di sfogo.
“
Ray,
sto bene così?”
Il
passo veloce del mio amico si ferma di colpo, si volta guardandomi.
“
Frank...stai
benissimo! Non preoccuparti!”
Credere
alle sue parole mi farebbe piacere, ma noto nella sua voce una vena
di impazienza che mi fa dubitare della sua sincerità. Decido
quindi di fissare la mia figura nella vetrina di un negozio e
segmentare la mia immagine riflessa per trovare tracce reali delle
sue parole.
Lo
vedo scuotere la testa e allontanarsi, costringendomi a correre per
stargli dietro.
Quando
arriviamo nei pressi dell'aula troviamo ad aspettarci sulla porta
Bob, un nostro caro amico. Entriamo nell'aula di arte accomodandoci
davanti a tre tele vicine.
Fisso
il mio sguardo nel bianco davanti a me, attento a contenere il mio
nervosismo che ormai ha raggiunto le mie mani e le fa tremare
notevolmente.
Le
parole che Bob e Ray mi rivolgono si disperdono nell'aria lasciandomi
completamente inerte alle loro battute. Tutta la mia attenzione
è
rivolta alla porta dell'aula che vede entrare studenti anonimi senza
concedermi il lusso di vedere entrare lui.
Esercito
una forte pressione sulla massa di gente che, speranzosa, tenta di
dirigersi verso la tela vuota di fianco a me. La mia espressione dura
li scoraggia e li convince a cambiare direzione, non ho alcuna
intenzione di cedere il passo a nessuno.
Lui
deve essere mio.
Mi
distraggo un attimo, attirato dalle risate intense di Ray e Bob
quando una voce roca si materializza alle mie spalle.
“
Scusa,
è libero qui?”
senza
neanche voltarmi a controllare l'identità della voce
rispondo
contrariato a quell' intrusione
“
No
che non lo è! Lo tengo per un amico!”
“
Ah..ok!”
il
profumo della voce mi si insinua nelle narici, vedo scivolare la sua
figura nera al mio fianco in cerca di altre tele da occupare.
Lo
vedo e capisco il mio madornale errore.
Osservo
la sua anima elegante vagare alla ricerca di un posto e sono tentato
di corrergli dietro, posare la mia mano sul suo braccio magro e
dirgli che il posto era libero, era suo, suo come qualsiasi cosa mi
avesse chiesto.
Suo
come il mio cuore.
Ma
mentre sono ormai a pochi passi da lui vedo la sua espressione
cambiare e trasformarsi in un sorriso, non rivolto a me.
“
Matt!”
il
suo tono di voce tradisce un emozione che non è rivolta a
me,
seguo il suo sguardo per trovarmi davanti un ragazzo assolutamente
insipido che lo fissa come se lo volesse mangiarselo con gli occhi.
“
Ti
ho conservato un posto”
gli
dice smieloso.
Lo
odio.
Prepotentemente
lo odio.
L'entrata
del professore in aula mi distrae dall'osservazione del suo volto.
Torno
a sedermi fissando nei miei occhi la sua immagine che si trova a
pochi metri davani a me.
L'appello
scandisce il lento scorrere del tempo. Mi concentro attentamente sul
lento incedere dei nomi per sapere almeno a che nome appartiene
quell'essere meraviglioso.
L'
elenco finisce senza che lui abbia pronunciato il nome del mio
prossimo sposo.
Quando
alza gli occhi dal registro li fissa nei suoi, il volto gli si
arriccia in un sorriso
“
Che
stupido! Ti ho saltato! Ecco ora rimedio subito!”
sto
per voltarmi disperato verso Ray e dirgli che il destino giocava
contro di me perchè non mi permetteva neanche di sapere il
nome della mia metà della mela quando sentii la voce del
professore rincorremi
“
E
lei lì in penultima fila chi è? Ho saltato anche
lei?”
timidamente
sillabo un si riverente. Sento lo sguardo di tutti i presenti
bruciarmi addosso, ma è solo uno quello che mi scava dentro
senza tatto, ed è il suo. Quello del vampiro.
“
beh,
come si chiama?”
“
F-Frank
Iero!”
si
risistema gli occhiali sul naso mentre la classe si gira di nuovo
verso la cattedra.
“
Uhm..non
la vedo signor Iero”
sento
le guance imporporarsi. Maledetto vecchietto coi baffi.
“
E-ehm..ma
non è che io sia proprio iscritto a questo corso..ma, ecco,
non posso restare lo stesso?”
lo
guardo con gli occhi pieni di speranza. Non può cacciarmi
via
dall'osservazione del mio uomo, non può distruggere
così
la mia vita.
E
invece le sue paroel troncano tutte le mie speranze.
“
Mi
dispiace signor Iero, le devo chiedere di andarsene.”
sento
la mia anima svuotarsi mentre raccolgo le mie poche cose. La voce
monotona del professore intanto riempie l'aria intorno. Nella mia
lista nera mentale segno anche il suo nome insieme a quello del
biondino slavato e del fantomatico Matt.
Mi
volto per salutare Ray e Bob e permetto al mio sguardo di posarsi per
l'ultima volta sul suo corpo. Colgo ogni particolare da imprimermi
nella memoria per costruire un ricordo a cui pensare quando ne
sentirò la mancanza.
Mi
dirigo piano verso la porta, l'ultimo sguardo è ancora per
lui.
CIAOOOO!!
Chiedo
scusa per il tempo con cui è arrivato questo secondo
capitolo
ma sono in periodo esami, cioè in un momento nel quale devo
ridurre al minimo tutte le informazioni da incamerare e gli sforzi
mentali da fare perchè potrebbero rubare il posto alle cose
chi ho studiato..sisi ho dei problemi!!
Aniway
spero vi piaccia anche questo secondo capitolo...
Anna94_17:
grazie
mille per gli auguri! Spero mi portino bene! Aniway sono contenta ti
sia piaciuta..
Pink_me :
eheh..grazie!
Non ti preoccupare, ho tutte le intenzioni di continuarla..
My cHeM
VaVV@: eheh..siamo
in due allora! Anche io adoro le Frerard, anche perchè,
Frank
e Gee sono fantastici insieme!!
blaise_sl_tr07:
ciao
cara! Ma che bello ritrovarti ad ogni mia storia! Beh, si, il vampiro
è Gee ma per l'identità del biondino ci
sarà
ancora da aspettare, comunque non è Bert, brava! ( Senti
stavo
pensando una cosa, ti andrebbe di scambiarci i
contatti
msn? Ho
così
pochi
amici che supportano i mychem come me...aniway il mio è
dianablu84mi@yahoo.it!
Ci
conto!)
giuxbouvier:
eh
già! La notte porta consiglio! C'è un silenzio e
un
senso di tranquillità che di giorno non riesci a
trovare...comunque anche secondo me Gee è un vampiro..sisi
cenereInafferrabile:
eheh!
Già Frank è già partito per la
tangente,
poveraccio! Ray si è un secchione, comunque secondo me
quando
scoprirai chi è il biondino non vorrai più
ucciderlo...
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Capitolo 3 *** cigarette break ***
Lunedì
mattina.
Ogni settimana la
stessa storia, ipnotizzato dal dolce fascino del week-end non riesci
mai a realizzare che quell'angolo di paradiso è solo
un'effimera eccezione alla realtà di tutti i giorni.
Percorro la solita
strada che mi separa da scuola arreso all'inevitabile ripresa delle
lezioni. Concedo alla mia mente di perdersi tra pensieri confusi fino
a che la vibrazione del mio cellulare non li distrae. Estraggo il
telefono dalla tasca e leggo il messaggio che mi è appena
arrivato.
“
Vampiro. Scale
posteriori scuola. No biondo. No altro tizio. CORRI!!!”
sorrido e mi
annoto mentalmente di dover ringraziare profondamente Ray per questo
avviso. Abbandono il mio passo lento e strascinato e consumo le mie
allstar rosse correndo per il pezzo di strada che mi separa da
scuola.
Quando arrivo alle
scale posteriori trovo Ray in compagnia di Bob, stanno ridendo
amabilmente discutendo di qualcosa. Mi guardo intorno con attenzione
sezionando ogni anfratto dello spazio intorno a me e finalmente lo
vedo. È seduto a qualche gradino di distanza da me e sta
bevendo un caffè.
Ma non è
solo.
Seduto di fianco
al mio angelo c'è ancora lui. Quel ragazzino biondo e
insignificante che si arroga il diritto di stargli appiccicato mentre
io posso solo ammirarlo da lontano.
Rivolgo uno
sguardo infuriato a Ray, lui mi aveva promesso che sarebbe stato
solo! Quasi come se mi leggesse nel pensiero il ricciolo mi dice:
“
Cinque minuti
prima e lo avresti trovato completamente solo..l'amico è
appena arrivato!”
Grugnisco, ma non
posso avercela con lui, in fondo non lo avrei neanche visto se non
fosse stato per lui.
Percorro con lo
sguardo la lunghezza delle sue dita avvolte intorno a una sigaretta,
l'eleganza dei modi, il suo volto timido.
“
Ehy! Frank sei
tra noi?”
Bob mi sta
fastidiosamente muovendo le mani davanti, cercando di distrarmi dalla
mia visione ma non glie lo concedo.
“
Ma avete visto
quanto è bello?”
Loro mi guardano
sbuffando, non mi importa cosa pensano. L'unica cosa a cui sono
interessato ora è perdermi nell'osservazione del suo volto.
Mentre lo fisso
alza lo sguardo verso di me, arrossisco al contatto ma non riesco a
smettere di fissarlo. È lui ad interrompere il contatto
visivo, distogliendo i suoi occhi e mordendosi leggermente le labbra.
Lo vedo voltarsi verso il ragazzo al suo fianco e dirgli qualcosa,
probabilmente su di me percgè il biondino slavato mi rivolge
un'occhiata infastidita prima di allacciare la sua mano con quella
del mio angelo e portarselo via.
Prima di entrare
nell'edificio però lo vedo voltarsi verso di me e
sorridermi.
Sbarro gli occhi
sconvolto.
Mi ha sorriso!
Ha sorriso a me!
Dio che bel
sorriso!
E per me!!
Lascio che un
immenso sorriso si accomodi sul mio volto, probabilmente visto da
fuori sembrerò un'idiota.
Ma non mi importa.
**
Giorni.
Settimane.
Mesi.
Aprile.
Le tanto agognate
vacanze di Pasqua fanno il loro ingresso nella mia vita. Per la prima
volta nella mia insulsa vita sono triste per il fatto di non dover
venire a scuola.
Oggi è
l'ultimo giorno prima di queste due settimane di vacanza.
Da domani non
vedrò più la perfezione fatta a uomo.
Non vedrò
più il volto su cui ho consumato le mie pupille, consapevole
di essere sgamato in pieno ogni volta ma incapace di resistere
all'attrazione da parte di quegli occhi verdi.
I capelli neri che
incorniciano la bellezza di un volto che niente riesce a intaccare.
Il più
perfetto dei volti preso in affitto da un aria furba e tenera allo
stesso tempo, uno sguardo che trasuda insicurezza ma che si staglia
contro al mondo con fierezza.
Uno stile visivo
di netta opposizione a questo mondo, che lo avvolge di nero.
Stamattina la
pausa sigaretta sulle scale superiori è stata teatro di un
continuo scambio di sguardi.
Che lui si fosse
accorto di me era abbastanza ovvio.
Ogni tanto il suo
sguardo si stagliava su di me, bellissimo e inquisitore.
Un mezzo sorriso
abozzato, come a dire “ Ti vedo che mi guardi, che
facciamo?”
Tra l'altro ho
anche constatato che oltre a un viso splendido il nostro ragazzo ha
anche un meraviglioso fondoschiena.
Quando sono
entrati a scuola mi è passato davanti e mi ha nuovamente
sorriso.
Il suo sguardo
sembrava in attesa, forse si aspettava un mio segno che però
non c'è stato.
Davanti a quel
sorriso non ho potuto far altro che restare imbambolato, incantato
dalla bellezza di quel momento.
E ora?
Beh ora solo il
destino può darmi una mano dato che da domani non
verrò
più a scuola per due settimane.
Forse dovrei
cercare di vendere un velo sulla sua esistenza ma il problema
è
che non riesco a togliermi dalla testa il suo volto.
E il peggio arriva
di notte, i miei sogni sono tutti per lui.
Mi odio per la mia
scarsa intraprendenza.
Ma perchè
sono fatto così?
Capitolo di
passaggio...I Know...nel prossimo le cose inizieranno a girare un
pò
più velocemente..it's a promise!!
Noto che il biondo
incuriosisce un pò tutti eh? Eppure a me sembrava
così
banale la sua identità...
blaise_sl_tr07:e
invece cara mia il mio odio per Matt è nato proprio dalla
tua
storia, sinceramente prima non ne avevo un'idea precisa..sapevo che
prima c'era e poi non c'era più!!
idra_31:
uao!!! Una compagna di cotte!! Per descrivere Frank e le sue
sensazioni ho pescato nella mia esperienza personale..anche se io
faccio di peggio, tipo pedinare la gente..ehm...
OoglOO:
cara ma è ovvio che Frank soffrirà anche in
questa
storia..sai che la mia vena sadica è inesauribile..ahahah
SadSong:Frank
ormai è completamente andato...secondo me non lo recupera
più
nessuno..
Anna94_17:
mi
sa che l'odio per Matt è un odio generalizzato..grazie per i
complimenti nè..
giuxbouvier:
si
sfigatissimo il nostro frankie...e gerard beh è misterioso,
però fossi in lui con sto tizio che mi fissa mi sentirei un
pò
inquietato...
ElfoMikey: eeh
si è vero che Mike era biondo e con gli occhiali..ma non
posso
anticipare nulla..sorry!!
|
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Capitolo 4 *** Hi! ***
Passano
i giorni ma la situazione peggiora sempre di più.
Ogni
mattina quando apre gli occhi gli ultimi scampoli di sogno che
restano imprigionati nella mia testa sono legati al vampiro.
È
come se ormai la mia fase Rem fosse stata occupata da lui, come se
nel mio database non ci fosse spazio per null'altro che non sia lui.
A
volte, passando davanti alla scuola, mi imbambolo ad immaginarmelo a
rivivere i momenti in cui lui era lì, appoggiato a quel muro
a
fumare.
Sono
ossessionato come non mi era mai capitato in vita mia.
**
Mi
alzo avvolto dalla solita noia e, come al solito, il primo gesto con
cui avvio la giornata è accendere il computer e connettermi
a
internet.
Ma
oggi il mondo mi rema contro, internet non funziona. E pensare che
nella mia agenda avevo concesso oggi come il giorno da sacrificare
per la mia ricerca di storia. E ora?
Sbuffando
chiamo Ray implorandolo di farmi usare il suo computer ma il
secchione è in biblioteca.
“ Vieni
qui! Ci sono dei computer che puoi usare liberamente!”
Sbuffo
di nuovo prima di arrendermi all'inevitabile e raggiungere la
biblioteca cittadina.
L'enorme
struttura mi accoglie silenziosa inglobandomi nel suo ventre.
Ticchetto
senza voglia la mia tastiera mentre vago per l'immenso mondo di
internet alla ricerca di nomi appartenenti a persone morte da
centinaia di anni e ormai ridotte a polvere. Ma perchè devo
sprecare il mio tempo a imparare le loro vite? In fondo io ho la mia
da vivere!
Quando
l'orologio segna le cinque decido che la mia retina ne ha avuto
abbastanza dello stare davanti a un computer.
Mi
avvio a fare un giro tra gli enormi scaffali di libri che abitano la
biblioteca alla ricerca dei miei amici. Quando li vedo per poco il
mio cuore non manca un colpo, e devo censurarmi per impedirmi di
urlare.
Alzo
gli occhi e rivolgo un grazie mentale all' inquilino del superattico
celeste, nonostante tra noi le cose non siano mai andate
granchè
bene.
Mi
avvicino al tavolo dei miei amici costringendo Ray a cambiare di
posto per avere la minore distanza possibile dal corpo di quel
semi-dio che qualcuno ha avuto il buon cuore di lanciare sulla terra
per colorare la mia vita.
Appena
gli altri si accorgono della sua presenza e della mia posizione
strategica mi guardano scuotendo la testa, e sento persino Ray
sussurrare “ Sei senza speranza”
Che
poi non è vero, io sono pieno di speranza. Insomma, provate
voi a stare davanti al vostro futuro marito e ad avere un radioso
futuro da condividere insieme pieno di gioia e felicità e
amore. Provateci, vi dico, e poi possiamo discutere ancora di chi
è
senza speranza.
Ecco,
nella mia agenda dei sogni però c'è solo un
piccolissimo particolare da sistemare, quasi insignificante direi.
Conoscerlo, parlarci, farlo innamorare pazzamente di me e infine
sposarlo.
Mentre
mi perdo nei miei progetti di vita cercando di bearmi della sua
presenza a così poca distanza da me, anche se di spalle, una
figura arriva a rovinare la bellezza del momento.
È
ancora quel ragazzo senza senso che quella volta nell'aula di arte mi
aveva tolto l'opportunità di scusarmi con lui che, ancora
una
volta, inquina l'aria intorno a lui.
Cerco
di distrarmi concentrandomi sul bersaglio originale della giornata,
ovvero la mia fantastica ricerca di storia ma come si fa a concedere
attenzione a delle parole senza vita su un foglio quando le mie
orecchie si riempiono del suono cristallino della voce di un essere
perfetto? Non si può, ve lo assicuro.
“
Ma quindi, in definitiva, come dovrebbe
essere il tuo
ragazzo ideale?”
la
frase che colgo mi manda il sangue alla testa. Mi alzo veloce
cercando una scusa con cui potermi perdere lontano da lui, disperdo
ogni fibra del mio essere lontana dalle loro due presenze.
Sento
addosso la pressione di uno sguardo che mi segue in ogni mio
movimento, mi volto convinto che sia Ray a osservarmi così
insistentemente e invece rimango di sasso incrociando i suoi occhi.
Mi
sorride, ancora, mi sorride.
Al
suo fianco quell' inutilità fatta a uomo sbuffa deluso
lanciandomi un occhiata sprezzante. Abbasso lo sguardo imbarazzato,
ma faccio in tempo a leggere il labbiale del mio angelo mentre
risponde al suo vicino
“
Stavo scherzando..non
prendertela!”
**
Sono
frustrato. Anche oggi tutta la mia decisione si è dissolta
nel
nulla alla sua presenza. Mentre abbandono la biblioteca affiancato da
Ray e Bob continuo a imprecare tra me e me dandomi mentalmente del
deficiente.
Appena
usciti dalla biblioteca lo noto appoggiato al muro impegnato a
fornire ai suoi polmoni nicotina. Alzo lievemente lo sguardo verso di
lui, un' ultima occhiata per avere più particolari da
abbinare
nei miei sogni nella costituzione di un suo alter-ego onirico.
E
poi succede.
Mi
guarda.
E
le sue labbra si schiudono.
“
Ciao”
Lo
guardo impietrito.
Mi
ha salutato?
Ha
salutato me?
Giro
la testa guardandomi intorno cercando altre persone a cui abbia
potuto rivolgere il suo saluto ma oltre a me e ai miei amici non
c'è
nessuno.
Quando
mi volto di nuovo verso di lui i suoi indicibili occhi sono ancora
lì
ad accogliermi in quell' indescrivibile fusione di grigio e verde,
“
Ciao!”
lo
ripete sorridendomi.
Ossigeno.
Ho
bisogno di ossigeno.
“
Ciao”
mi
stupisco nel sentire la mia stessa voce parlare.
Sembra
che la mia mente abbia dato la licenza al mio corpo di arrangiarsi da
solo per una volta, senza attendere ordini da chi, come la mia mente,
è troppo impegnata a contemplare la bellezza.
Mi
volto e scappo via raggiungendo Ray e Bob mentre alle mie spalle la
risata odiosa di quel Matt mi rincorre fastidiosa.
Ma
non mi importa.
Mi
ha salutato.
“
Probabilmente avrà semplicemente
pensato :” Mah
salutiamo il pazzo maniaco che mi segue sempre e mi guarda con occhi
vogliosi!”
mi
stuzzica Ray ma io mi volto verso di lui con un sorriso a 36 denti.
“
Dici sul serio? È
fantastico!!”
Bene,
ora posso morire felice.
**
La
mattina non mi è mai sembrata così bella.
Non
ho mai avuto così tanta voglia di uscire dal letto.
Non
ho mai salutato senza rimpianti i miei sogni come oggi.
Fuori
piove, ma fa nulla, io sorrido.
L'autobus
ha un ritardo di 20 minuti ma fa nulla, io sorrido.
Una
vibrazione del cellulare mi avvisa che un altra forma di vita mi sta
pensando.
Ray,
gli farò una statua prima o poi.
“
E' arrivato! Secondo tavolo a
sinistra..”
Sorrido.
Come
faccio a non farlo?
Quando
entro nella immensa sala studio riconosco all'istante la sua sagoma
concentrata nello studio.
Vai
Frank è il tuo momento.
Training
autogeno mattutino, il migliore.
Respiro
profondamente e mi preparo un sorriso con cui fare la mia entrata in
scena.
“
Ciao”
lo
saluto.
Lui
alza lentamente il suo sguardo dal libro e quando la mia anima trova
spazio nelle sue iridi verdi mi sento morire, le gambe che cedono.
Quando
arriccia le sue labbra in un sorriso e mi sorride di rimando credo di
non riuscire più a contenere le mie emozioni, ho bisogno di
urlare.
Ma
mi trattengo.
“
Ciao”
mi
risponde tenendo gli occhi fissi nei miei.
Con
le mie forze residue e sfruttando ai miei pochi neuroni ancora in
grado di ragionare un ultimo sforzo cerco di completare una frase
completa.
Soggetto,
verbo, complemento oggetto.
Avanti
Frank Iero, non è difficile.
“
Ehm..posso sedermi qui?”
Lui
sorride, i suoi occhi ancora legati a me.
“
Certo!”
con
un sonoro tonfo lascio il mio zaino e i miei libri al tavolo prima di
correre via e andare da Ray e Bob.
Arrivo
trafelato e paonazzo in volto.
“
Sono al tavolo con lui! Sono al tavolo con
lui! Sono al
tavolo con lui!”
non
riesco a smettere di parlare istericamente, nè a sorridere.
Mi
siedo stravolto, devo calmarmi.
**
Ciao
ciao...
ehm..lo
so, lo so, è tutto ancora troppo lento ma, come dire, io non
me lo vedo Gee che va da lui senza vergogna, nè Frank a
questo
punto.
Comunque
nel prossimo capitolo le cose evolveranno..e poi andranno avanti un
pò più velocemente..credo!
Aniway
grazie a tutti per le recensioni e scusate per questa sofferenza...
blaise_sl_tr07:
PARDOONN!!! Scusa se è ancora tutto un pò al
rallentatore ma..ecco..velocizzerò, promesso!!
giuxbouvier:
si anche io andrei da Frank se mi fissasse, e mi sa che non parlerei
neanche, lo stuprerei e basta...ok, sono fuori pure io! Ma, insomma,
gli ormoni sono ormoni..eheh
SadSong:
no no..che rompiballe! Hai ragionissima! Infatti dopo aver letto la
tua recensione ho corretto quel pezzo, non so da dove mi siano venuti
fuori gli occhi azzurri a ge...boohh!! In ogni caso il biondino non
è
quinn..
Anna94_17:
nuuu...non sono sadica io, è la vita! E comunque per forza
Gee
se ne è accorto, Frank lo fissa come un maniaco!
Idra_31:
eheh..Frank è deciso a darsi una mossa, perlomeno nella sua
testa...comunque il fatto che sia uguale a te vuol dire che tu sei
uguale a me..wwaaahhh!! Ciao amica di pedinamenti/cose
strane/figure/fissaggi di gente..mi fa piacere non essere l'unica al
mondo a fare queste cose quando si prende una cotta...
|
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Capitolo 5 *** Asshole! ***
Il
monologo isterico con cui ho intrattenuto Ray e Bob trova una degna
conclusione solo dopo una decina di minuti, quando mi cacciano dal
tavolo rivendicando il loro diritto allo studio.
Con
il cuore che pompa a un voltaggio decisamente troppo elevato rispetto
a quello che dovrebbe essere la normalità, spero solo che il
suo rumore incessante non sia troppo udibile ora che sto per sedermi
al mio tavolo.
Non
appena mi avvicino alla sedia lo vedo alzare lo sguardo dal libro e
faccio fatica a non perdermi ancora in quegli occhi verdi.
“ Come
va?”
la
voce che esce dalle sue labbra è morbida e carezzevole, mi
ci
perdo in quel suono.
Ci
metto qualche secondo più del dovuto a rispondere, e infatti
il suo sguardo fisso su di me si preoccupa di ripetere la domanda al
mio indirizzo, risentire di nuovo quel suono e pensare che sia stato
mandato a vagare nell'aria esplicitamente per me mi rende strano.
Questa
volta però riesco a riattivare i miei neuroni e inizio anzi
a
parlare a raffica, sovrastando qualunque altro rumore
“ Si,
io tutto a posto e tu? Che studi di bello? Io ho una noiosissima
ricerca di storia da portare avanti, ho iniziato ieri ma sono in alto
mare. È per questo che vengo qui a studiare, a casa mi
distraggo troppo. Tu invece come mai vieni qui? Io abito a
Belleville, e tu?”
mi
blocco dandomi dell' idiota, lo guardo timoroso che possa
considerarmi pazzo. Se non ha pensato fino ad ora che io fossi pazzo
allora lo penserà sicuramente ora.
Ma
invece quando i miei occhi incontrano i suoi lui mi sorride
dolcemente, sorrido di rimando cercando di ignorare il calore che
invade il mio volto e che sicuramente ha dotato le mie guancie di una
tonalità di rosso acceso.
“ Io
abito a Newark invece. Vengo a studiare qui con un amico di solito,
insieme combiniamo di più che da soli..”
annuisco
leggermente prima di raccogliere il coraggio e riprendere a parlare
con lui, ma un'ombra alle mie spalle mi fa voltare.
“ Matt!”
non
appena i miei occhi si scontrano con i suoi vedo un lampo di odio e
sdegno impossessarsi di quel castano. Non appena si scostano dai miei
per incontrare quelli del ragazzo moro seduto davanti a me
però
cambiano espressione diventando dolci.
Quando
si siede il moro si rivolge di nuovo a me
“ lui
è l'amico di cui ti parlavo, oggi dovremmo ripetere quindi
magari faremo un pò di rumore. Tu non ti preoccupare, se ti
diamo fastidio diccelo pure che la smettiamo immediatamente,
ok?”
lo
guardo perdendomi ancora in quegli occhi e in quel sorriso prima di
anuire lentamente e dirgli un ok.
Poi
il sorrisetto di quell' essere che osa sconfinare nel mio terreno mi
invade facendomi venire i brividi.
“ Guarda
che faremo rumore davvero e molto probabilmente ti daremo fastidio!
Forse è meglio se vai a cercarti un posto..intendo ora, sia
magari dopo si riempirà e non troverai più
posto..”
starà
anche sorridendo ma lo sguardo con cui mi punta non promette nulla di
buono. Lo fronteggio esibendo la mia aria più minacciosa e
il
mio sorriso più sarcastico prima di rispondere.
“ Ah,
ma non preoccuparti..non mi darete fastidio! Sono abituato a studiare
con la musica e comunque faccio sempre a tempo e spostarmi
dopo..grazie del pensiero comunque..”
sta
per riaprire bocca ma viene bloccato dal vampiro che gli appoggia una
mano sul braccio prima di voltarsi verso di me con sguardo
dispiaciuto.
“ Non
starlo a sentire..caso mai ti dessimo fasidio cambieremmo noi di
posto.”
gli
sorrido, sinceramente, perchè l'anima gentile che popola
questo involucro perfetto non può meritarsi nulla di diverso
dalla sincerità.
“ D'accordo
grazie..”
La
mattina scorre in preda a una tensione imperante. Ogni volta che
provo ad alzare gli occhi verso l'uomo dei miei sogni gli occhi
cattivi e minacciosi di Matt mi impediscono la mia missione. Non
riesco neanche a osservarlo, figuriamoci parlarci.
Eppure
mi basta il suono della sua voce, il profumo del suo corpo, la sua
esistenza per sentirmi bene con me stesso. Anche se mi sento ancora
dannatamente impotente e l'aria che respiro è pesantemente
inquinata dalla presenza di quel tamarro del suo amico è la
sua sola presenza a avvolgermi tutto e regalarmi un profondo senso di
pace.
Le
ore si disperdono, e con la sua immagine fissa sulla retina, che vedo
vessata dai patetici e continui tentativi di approccio da parte del
suo amico, arriva l'ora di chiusura.
Il
mio futuro marito e il suo amico odioso si alzano dal tavolo
salutandomi, rispondo al loro commiato nello stesso modo in cui si
sono proposti a me. Ovvero sorrisetto tirato e sguardo d'odio per
Matt, e sorriso sincero e occhi felici per il mio amore.
Li
vedo sparire oltre le porte della biblioteca mentre alle mie spalle
arrivano Bob e Ray.
“ Allora
Casanova come è andata?”
Mi
rivolgo a loro lasciando fluire tutta la frustrazione che mi ha
attanagliato per l'intera giornata ma che non ho potuto liberare
prima.
“ Io
odio quella sottospecie di cozza coi muscoli!”
Ray
mi guarda accigliandosi “ Cozza? Non l'ho visto bene ma non
mi
sembrava così brutto..”
Gli
rivolgo un occhiataccia piena di odio prima di spiegare la mia
affermazione sbottando.
“ Non
è una cozza perchè è brutto!
È una cozza
perchè si è attaccato tipo cozza al mio scoglio,
cazzo
lo ha seguito persino al cesso! E poi è stato tutto il tempo
a
provarci, a dirgli “ ma come sei carino, ma quanto sei bravo,
bella
questa maglia, perchè non studiamo da me domani?”
Ma cazzo!
Lo vedi che non ci sta, smettila!! Dio, è insopportabile,
non
so come fa il mio uomo a sopportarlo senza mandarlo a
fanculo!”
“ Il
tuo uomo?” mi chiede Bob ironico.
“ Si!
Sono lungimirante io!”
Le
porte della biblioteca si chiudono alle nostre spalle, regalandoci
all' aria fresca di aprile. Saluto i miei due amici mentre io mi
allontano verso la fermata del bus, facendo un resoconto mentale
della giornata e continuando a mandare in replay quei dieci minuti
iniziali in cui abbiamo parlato. Prima dell'arrivo della cozza.
Sto
seriamente valutando l'idea di dare a questa giornata un segno
positivo, dato che l'autobus pare essere stato risucchiato dal
triangolo delle bermuda e non da segni di voler arrivare.
Sono
perso in questi pensieri quando una voce mi riscuote dai miei
pensieri, mi volto verso la fonte del rumore e vedo spuntare la testa
del mio uomo da un finestrino.
“ Ehy..”
mi
dice
“ Ehy..ciao!”
rispondo.
“ Vuoi
un passaggio?”
Si!
dì di si, avanti muoviti! Rispondi! Dì di si!
Cavolo
aspetti, non ci hai già pensato troppo? Avanti Frank parla...
“ si!”
dico sorridendo.
Un
secondo dopo sono nella sua auto.
**
Alle
volte quando sogni qualcosa di cui non conosci la reale natura gli
cuci addosso un anima perfetta che molto spesso si rivela un utopia.
Quasi sempre quando ci si innamora di un sogno quando poi la
realtà
si sovrappone allo stesso è correlato a una delusione. Alle
volte però capita che la realtà sia diversa dal
sogno,
ma ugualmente piacevole. E allora ti senti sopraffatto, e non sai se
crederci perchè le cose troppo belle spevantano, non
riusciamo
a crederle possibili.
Abbiamo
appena abbandonato Newark e ci stiamo dirigendo verso Belleville, il
discorso di è spostato sulla musica. Non appena ho
riconosciuto le note dei Misfits non ho potuto fare a meno di
emettere un gridolino compiaciuto.
Il
vampiro si è messo a ridere, “ Sei buffo
sai?” mi ha detto
prima di infilarsi gli occhiali da sole e negarmi l'accesso a quei
due fasci di luce verde che albergano sul suo volto. Dovrebbe essere
punibile per legge coprire un tale spettacolo.
Lo
vedo tichettare con le dita sul volante mentre siamo fermi a un
semaforo rosso. Non riesco a smettere di sorridere, forse
penserà
che sono scemo ma proprio non ce la faccio. Mi guardo intorno,
cercando qualcosa che mi distragga dal fissarlo impunemente, un
minimo di contegno cazzo. Gli occhi mi cadono su una cassetta
abbandonata sul cruscotto.
Un
incerta scrittura riempie la custodia bianca
“ Demolition
Lovers”
la
prendo tra le mani e la osservo. Cerco di collegarla a qualunque cosa
di conosciuto ma non mi viene in mente niente.
Lui
si accorge dell' oggetto che tengo tra le mani e sorride di nuovo,
potrei dire un pò imbarazzato ma non potendo osservare i
suoi
occhi non ne sono sicuro.
“ Quella
è una canzone incisa dal mio gruppo..”
“ E
il tuo ragazzo suona con te?”
e
nello stesso istante in cui le parole abbandonano le tue labbra la
mente è già al lavoro nel mostrarti i vari
scenari che
potrebbero aprirsi davanti a te, tutti ugualmente tragici. E nel
brusio che i meccanismi del funzionamento dei tuoi neuroni producono
c'è un'unico suono che resta costante e urla sullo sfondo,
è
una voce crudele che non smette di ripeterti che sei un'idiota. E tu
resti zitto in silenzio ad ascoltare perchè sai che ha
ragione
e non puoi ribattere niente. Ma dico, tra tutti i vari interventi e
spunti di conversazione che potevano nascere dal fatto di sapere che
lui avesse un gruppo cosa mi viene in mente di chiedere? Che idiota!
Raccolgo
il coraggio per fissare di nuovo le sue iridi verdi che sembrano
perse nel vuoto.
“ Ragazzo?
Ma io non ho un ragazzo..”
il
mio cuore perde un battito, forse non tutto è perduto.
“ E-e
m-ma al-lora Matt?”
lui
mi rivolge uno sguardo ancora più intontito e perso, mentre
esclama
“ Matt?
Ma lui è solo il mio amico simpatico con cui studio. E si,
lui
suona la batteria con me!”
la
felicità che mi coglie nel sapere questa notizia viene
denigrata dall' imbarazzo per questa figura da idiota che ho appena
fatto.
“ E'
qui vero?”
Quando
la macchina si ferma davanti al mio portone la prendo come una
salvezza e voltandomi a malapena verso di lui lo ringrazio
velocemente prima di scappare verso la mia porta.
Appena
dentro mi affaccio alla finestra, sono un idiota.
Osservo
la sua macchina allontanarsi e mi do mentalmente dell' idiota per
essermi lasciato scappare quest'occasione. Poi mi fermo a riflettere
un attimo, non so ancora il suo nome
Alzi
la mano chi appartiene a quel gruppo di persone che quando si trova
da sola con il ragazzo che gli piace non si sa come, nè
soprattutto perchè, diventa il centro mondiale delle cazzate
e
mostra una ininvidiabile capacità di dire tutte le cose
più
sbagliate nel momento più sbagliato. Ecco, io sono
così..spero
per voi di essere un caso isolato, ma nel caso in cui ci fossero
altri strani esseri come me mi sentirei forse meno sola, e meno
idiota..
La
storia va un pò a rilento ma io voglio tenerla volutamente a
questi ritmi..insomma, ogni tanto pure loro dovranno rodersi un
pò
il fegato o no?
ad
ogni modo spero che il capitolo vi sia piaciuto..come al solito
ringrazio chi legge e chi recensisce...vi adoro ragazze!!
Ultima
nota, la colonna sonora usata per scrivere questo capitlo è
stata “ 40 secondi di niente” dei Verdena..
giuxbouvier:
grazie cara...beh una piccola evoluzione l'hanno avuta...spero tu non
me ne voglia ma il ritmo è ancora lento..spero ti piaccia
anche questo capitolo..
blaise_sl_tr07:
è passato un sacco da quando ho aggiornato l'ultima volta,
spero che in questo tempo tu sia riuscita a conoscere il tipo che ti
piace..comunque stando a quello che sostengono i miei amici maschi
una ragazza non fa mai una figura di merda se dal nulla va a
conoscere un ragazzo, io non sono d'accordo ma loro dicono
così...quindi forza e coraggio!
Re_i:
grazie per il tuo amore cara! Ma non me lo merito dato che ho
aggiornato questa storia in tempi scandalosi, quindi chiedo venia! In
ogni caso spero continui a piacerti...
elfomikey: beh, non tantissimo
ma un pò di dialogo lo hanno fatto, spero
che ti piaccia anche questo...
Idra_31:
anche io me lo chiedo sempre perchè a me non succede di
vedermi Gerard davanti che mi saluta e mi sorride...da sveglia
intendo!
Anna_94_17:
awww!! Grazie cara!! In effetti Frank inquieterebbe anche me, ma alla
fine anche io mi comporto bene o male nello stesso modo...spero ti
piaccia anche questo!
|
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Capitolo 6 *** I don't know your name... ***
“ E
quindi mi ha offerto un passaggio a casa e poi..”
Ray
e Bob alzano gli occhi al cielo, sbuffando leggermente. Gli riservo
un'occhiataccia prima di ricominciare a raccontare, schiavo di un
entusiasmo del tutto insensato e padrone di un sorriso ebete che mi
si è schiantato in volto da quando sono sceso da quella
macchina.
“
Allora io sono salito nella sua macchina,
che era
bellissima, ed è partita una canzone dei Misfits e allora io
ho cacciato un gridolino perchè era la mia preferita e
lui..”
le
imponenti mura ricoperte di libri offrono lo sfondo al resoconto
della mia giornata, mi accorgo di catalizzare l'attenzione di ogni
essere vivente su di me, probabilmente perchè mi sto
agitando
sulla sedia come un furetto impazzito. Ma non mi importa.
“
E ha una band!! vi rendete conto!!! E hanno
fatto questa
canzone che si chiama “Demolition lovers” e non
pensate anche voi
che già dal titolo si capisca la poesia? Che persona
romantica
il mio uomo..”
Mentre
inietto parole a ripetizione nel discorso distorto che sto facendo la
voce di Bob interrompe la mia cronaca con una domanda.
“
Aspetta, com'è che si chiama la
band? Magari li
conosco”
abbasso
lo sguardo, ma il sorriso ebete ancora permane.
“
Ehm..non lo so”
Ray
accorre a dare man forte al suo amico omaggiandomi di un' altra
domanda.
“
Ma lui cosa fa nella band, lo
sai?”
Scuoto
ancora la testa.
“
Beh ma quanti anni hanno? Saranno
più grandi di
noi, magari potremmo avere qualche amico in comune..”
ancora
una volta mi ritrovo a dover sussurrare un no come risposta. Loro mi
guardano sarcastici, come se fossi un povero pazzo.
“
Almeno il nome lo sai? Quello del vampiro
intendo..”
“
ecco..veramente non glie l'ho
chiesto..”
alzo
lo sguardo imbarazzato dalla superficie nera del tavolo per
incontrare i loro due pieni di irritante scherno.
“
Frank!!! Ma ti ha riportato a casa e non
gli hai neanche
chiesto come si chiama?”
Effettivamente
sembra una cosa stupida detta così.
“
Beh ma, non potevo chiederglielo!”
tento
di difendermi, sperando di resistere al duplice attacco.
“
E perchè no? Non mi sembra una
cosa tanto strana
chiedere un nome..” mi chiede Bob con ancora un sorrisetto
sarcastico sul volto.
“
Si ma stavamo parlando da un sacco, non
potevo
interrompere a metà al conversazione e dirgli : “
Senti,
parliamo da ore ma non so come ti chiami, me lo dici?” avrei
fatto
la figura dell'idiota!”
“
Hai ragione molto meglio così
eh?”
“
Ehy!! Guarda che era la prima volta che ci
parlavo!!”
“
Appunto!” ridacchia Ray
“ Sai come si chiama il suo
batterista e la loro prima canzone ma non hai idea del suo nome, del
suo ruolo e del nome della band, nè di che età
abbia o
in che classe sia..mi spiace dirtelo ma queste sono domande che si
fanno la prima volta che si incontra una persona! Non si aspettano
mesi a farle!”
Lo
guardo improvvisamente senza più buonumore da ostentare. Poi
lo guardo dritto negli occhi, incline a fornire l'ultima notizia
degna di nota che so sul vampiro.
“
Abita a Newark!”
Ray
alza un sopracciglio al mio inidirizzo. La sua indifferenza condita
con quella di Bob.
“
E allora?”
“
Beh, non è un informazione
cruciale?”
li
guardo pieni di speranza ma loro mi rifilano un secco no come
risposta. Li odio, ora mi sento accarezzato dalle fredde mani della
depressione, hanno distrutto tutte le mie convinzioni su quello che
la giornata di ieri ha rappresentato.
Ma
non mi lascerò convincere da loro alla resa, quel ragazzo
sarà
mio!
Il
nostro semplice borbottare viene interrotto dal suo arrivo, si
posiziona al tavolo davanti al nostro salutandomi con una mano.
La
visione della sua sagoma mi riporta di forza nel mondo dei sogni,
l'unico posto in cui bellezze del genere possono davvero esistere.
Mi
alzo, trascinato dalla incoscienza che anima da secoli le anime degli
innamorati e mi avvicino a lui.
Il
suo sorriso non fa altro che aumentare la mia instabilità
emotiva. Ma mi impongo di controllare il mio tremore sedendomi
davanti a lui e velando la nota di invadente imbarazzo che accompagna
la mia voce.
“
Ieri non ti ho neanche chiesto il tuo
nome..”
lui
mi sorride, le sue guance acquistano un brivido di colore prima di
rispondermi.
“
Già, hai ragione..io mi chiamo
Gerard, tu?”
“
F-Frank..”
**
Gerard,
la mia ossessione
si chiama Gerard. Il vampiro che mi ha ossessionato per dei mesi ha
un nome, ha una vita e un carattere. Un identità. Una voce.
Smettere di pensare a lui come a un’entità
soprannaturale
posta sulla terra per allietare il mio senso estetico è
difficile, di colpo la fiducia in me stesso e la sicurezza mi hanno
di nuovo abbandonato. Ritrascinato nel circolo del vorrei ma non
posso ho ripreso a comportarmi come un povero cretino, vivendo nei
sogni e soffrendo nella realtà, immobile ogni qual volta lo
vedo.
Quell'
uomo odioso, la
cozza, invece lo tallona senza ritegno, consapevole del peso che le
sue occhiatacce hanno su di me, riesce a intimorirmi come poche
persone. Non dovrei dargli tanto potere sulle mie azioni ma mi
inquieta, non ho abbastanza forza per affrontare entrambi.
Non
dovrei, e lo so.
Questa
volta ho fatto di
tutto per poter avere accesso alla sua vita, e dopo i fantastici
passi in avanti fatti giovedì scorso eccomi a vanificare il
lavoro fatto in pochi attimi. E il tempo mi corre dietro. Un
frenetico conto alla rovescia riempie di ansia lo scorrere del mio
tempo, avevo giurato che mai più un uomo avrebbe deciso il
grado di felicità delle mie giornate e invece pare proprio
che
le cose vadano ancora una volta in questo modo. Se almeno lui venisse
regolarmente, avrei del tempo per essere pronto alla sua presenza, ma
così non ho neanche il tempo di abituarmi al fatto che lui
ci
sia che la biblioteca chiude. Uffa. Perché va tutto a caso,
un
giorno ti convinci che ci sia un motivo al perché le cose
vadano così, poi invece tutto crolla di nuovo.
Forse
punto davvero troppo
in alto, forse posso farcela, certo è che vorrei che fosse
mio. Vorrei poter posare gli occhi sulla sua perfezione senza
sentirmi un mitomane, vorrei poter accarezzare il suo volto, sentire
che sapore ha la sua pelle.
Vorrei
baciarlo.
Vorrei
che le nostre
solitudini si intrecciassero in un'unica, perfetta, vita.
Farei
di tutto per averlo,
vorrei non dover pagare così caro il mio errore di ieri,
vorrei rivederlo almeno una volta prima che parta ma so che non
succederà.
Lui
partirà per un
tour con la sua band martedì.
Ci
sono tre possibili
giorni in cui potrò vederlo ma le speranza sono veramente
pochissime. Forse dovrei andare a cercarlo nei luoghi di cui mi ha
parlato, forse dovrei andare in giro per Newark a cercarlo, forse,
forse, forse.
Il
destino potrebbe
aiutarmi ma in fondo non credo più di tanto neanche a lui,
ho
in testa solo una disarmante realtà. Ho dato un calcio alla
fortuna, mi sono bevuto l’unica possibile cartuccia che avevo
in
canna, e non avrò altre possibilità.
In
fondo basta sognare.
Non
avrò altre
occasioni, magari la prossima volta che lo vedo sta con la cozza.
E
poi, lui di certo per me
non proverà nulla, perché a differenza mia lui sa
benissimo dove tovarmi.
Che
stupido, continuo ad
immaginarmi come il protagonista di uno shojo manga, solo che questa
è la realtà, e queste cose non succedono.
Non
a me perlomeno, mai.
Dimentichiamoci
di lui,
per favore, non voglio più pensarci.
Ma
ciao!! Festeggiamo tutte la primavera, il carico di ormoni che la
accompagna, le giornate al parco, le coppiette che si formano ( ieri
in una sera tre nuove coppie!! Viva il gossip!! M aperchè io
no??? Maledetto idiota...n.d.a.: ignorate il mio sclero, please!)
Eccomi
qua con la fic più lenta che io abbia mai scritto, ma ho
delle
giustificazioni, tipo che ne sto scrivendo 4 contemporaneamente, ma
non so se vi basta come scusa...
Ad
ogni modo lo sapete bene girls, il rirmo di questa storia è
mooolllttoo lento, potremmo lanciare un nuovo filone, dopo lo
slow-food, le slow-fiction..ecco ignorate anche questa..
Passo
ai ringraziamenti prima di continuare a scrivere cazzate e togliervi
così ogni residuo dubbio sulla mia insanità
mentale,
tra l'altro avete commentato in tantissime lo scorso capitolo, grazie
grazie grazie ( come direbbe ville..)
poetictragedy:
eh già, diciamo che tra tutti e due non sono molto
svegli..ma
la primavera magari aiuterà anche loro..
Fallen:
ma ciao cara, è sempre un piacere averti tra le mie
lettrici,
mi fa piacere ti piaccia ma per questa dovrai abituarti a tempi di
lunga attesa tra un capitolo e l'altro..
Mcr_girl:
Mikey comparirà presto, non appena Frank e Gee cominceranno
a
parlare un pò di più...
Anna_94_17:
eheh, allora siamo in due ad uscire di testa davanti a qualcuno che
ci piace..meno male che non sono sola! Gee è adorabile,
difficile non amarlo...
pogo:
eheh, poveri tutti e tre dico io, mi ci metto in mezzo anche io, eheh
felice di averti fatto
ridere...
linkin
park: ecco, la speranza di un mio aggiornamento rapido
è
ovviamente naufragata nel nulla, sorry! Si Matt è un idiota
e
intolleraabile, non avrei mai potuto spedire Gee tra le sue braccia!
Guidus:
grazie dei complimenti! Si, Frank è il tipico ragazzino
innamorato, mille paranoie e poi momenti di assoluta sfronatezza,
corredati di seghe mentali...ahh l'amour!
blaise_sl_tr07:
si la storia procede molto a rilento, in tutti i sensi, sia come
velocità do aggiornamento che come trama...spero che la mia
blaise non se la prenda troppo a male..comunque la primavere potrebbe
portare svolte un pò a chiunque, mai dire mai, nè
per
questa storia nè per il tuo pseudo-ray, che poi se ha i
capelli come quelli di ray sei fortunata che non può neanche
nascondersi
giuxbouvier:
si si Matt ci prova e basta, non riuscirei mai a consegnarli gerard
tra le braccia, non se lo merita no no no...
OoglOO:
Ti perdono non preoccuparti cara! Eheh, non so perchè ma non
mi riesce difficile crederti...ahahah ( ovviamente scherzo, non
prendertela!), è che sei talmente piena di energia da essere
altamente esposta alle figure di merda, questo dal mio punto di vista
è un complimento...
SadSong:
eheh, si si, condivido le tue idee su tutti i
personaggi...però
Frank oltre ad essere rimbambito è anche tenero no??
|
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Capitolo 7 *** Rain ***
Sono
parole vuote quelle che riempiono l'aria intorno a me, e la pioggia
che batte violenta sui vetri pare darmi ragione. Rivolge tutta la
sua rabbia contro le finestre, picchiandole, stridendo contro di
loro, chiedendo che il supplizio abbia una fine. Ma nulla da fare, la
tortura non si placa, la prof continua a spiegare e le parole
continuano a rotolarmi addosso senza mai colpirmi davvero.
Un
tuono segna un disappunto del cielo, mi è sempre piaciuta la
pioggia. O meglio, ho sempre amato i temporali, quelli che ti
costrigono a cercare un rifugio, quelli che sfogano tutta la rabbia
del cielo e del mondo. Mi scuotono, ogni volta. Mi spostano dal
torpore in cui navigo, mi costringono a guardarli, a sentirli. Mi
impongono di alzare lo sguardo verso il cielo.
Sorrido,
riemergendo alla vita quando alla vista delle gocce che aggrediscono
il vetro si sovrappone quella virtuale di un volto, il suo volto. Una
delle poche altre cose che mi costringono alla resurrezione. Una di
quelle poche cose che ti obbligano ad appropiarti della tua vita,
impedendole di scivolarti tra le dita senza un senso.
O
perlomeno, a volte.
A
volte invece il pensare a lui è così intenso da
imprimere nel mio corpo una tale dose di malinconia da portarmi a
pensare che senza di lui nulla abbia senso. E lui non mi appartiene.
Frammenti
di pensieri mi inondano il cervello, e sono talmente confusi da
variare alternatamente tra positivi e negativi, l'unica costante
è
un paio di occhi verdi che risplendono sullo sfondo.
Il
suono della campanella copre i pensieri della mia mente inquieta con
un altro che li sovrasta tutti: “ Finalmente!”
Esco
dall'aula che occupo con questi sconosciuti, facce anonime che mi
vivono intorno senza neanche notare la mia esistenza. Ma non mi
importa, è una sola la presenza che bramo, quella che anelo
a
completamento della mia anima.
Mi
alzo lentamente mentre intorno a me tutti si muovono velocemente,
come se gli fosse offerta l'unica possibilità di fuga da un
carcere di massima sicurezza. Illusi, penso, perchè le porte
si riapriranno domani, per inglobarci nuovamente nel suo ventre.
Mentre
la pioggia continuerà a farci ancora compagnia.
Frammenti
di colore si staccano dalla struttura per affrontare la pioggia.
Urlando, correndo, saltando. Resto a fare da spettatore mentre mi
isolo dal mondo inforcando el cuffie e alzando il cappuccio. Non
appena le note dei Misfits inondano le mie orecchie mi mischio alla
folla di frammenti, aggiungendo il nero come colore a quelli
presenti.
Le
gocce cadono pesanti, scalfendo la stoffa, lottando con le note che
mi invadono.
Adoro
questa sensazione.
Improvvisamente
non avverto più il loro peso addosso, alzo lo sguardo
scoprendo di avere ora un ombrello a farmi da cupola al posto del
cielo. Mi volto infastidito ma mi blocco non appena mi scontro con
due occhi verdi.
Le
sue labbra si schiudono in un saluto, non colgo la sua voce ma il
loro intento mi pare chiaro. Impedisco ai Misfits di urlarmi addosso
ancora schiacciando stop e liberandomi delle cuffie.
“
Ciao!” mi ritrovo a rispondere
con tono eccitato in un
impeto di vitale incredulità. Poi mi guardo intorno, avrei
voglia di scappare. Correre via e trovare un angolo buio in cui
calmarmi, dire al mio battito di rallentare e imporre un sorriso sul
mio volto. Vorrei non avere 15 anni e non ritrovarmi ad arrossire
ogni volta che mi parla.
“
ehm..sto andando a prendere un
caffè allo
Starbucks..”
mi
informa mentre l'ombra del suo ombrello nero continua ad impedire
alla pioggia di toccarci, mentre il suo rumore battente fa da sfondo
al mio imbarazzo e scheggie impazzite ci corrono intorno.
“
Vengo con te!”
mi
sento sbottare con voce entusiasta e in falsetto e vedo le sue
pupille dilatarsi dalla sorpresa. Cazzo! Magari era un modo per
congedarmi, di certo non un invito! Ma perchè sono
così
idiota? Cazzo sono nato nei giorno dei saldi dell'idiozia?
Abbasso
lo sguardo a fissarmi i piedi, focalizzando l'attenzione sui miei
jeans pregni d'acqua e cerco di correggere le mie parole, fingendo di
essere una persona normale.
“
Cioè ti faccio compagnia, se ti
fa piacere...”
alzo
timidamente il viso e quando incontro il suo ci trovo un sorriso ad
attendermi.
“
Ma certo! Però dovremmo
stringerci sotto
l'ombrello..è un pò piccolo!”
**
Se
chiudo gli occhi penso ancora alla sua figura., al mio corpo
imprigionato nella sedia di fronta alla sua, l'odore di tabacco che
ci accompagnava, le emozioni provate in quei brevissimi cinque
minuti passati dalla scuola allo Starbucks stretti sotto l'ombrello.
Eh
già, alla fine mi sono disperato così tanto che
qualcuno lassù deve essersi intenerito e mi ha portato oggi
il
mio uomo a scuola.
Le
sensazioni dei nostri corpi abbracciati, la consistenza del tessuto
della sua maglia tra le mie mani. Il suo respiro che sentivo
così
forte nonostante la pioggia ce la mettesse tutta per distrarmi.
I
brevi venti minuti passati a sorseggiare un caffè hanno dato
alla mia giornata uan sferzata di dolce vitalità. Le parole
che ci siamo scambiati hanno costruito un labirinto confuso di
passioni e odi e idee del tutto simili, un affinità latente
che aspettava solo di essere scoperta. La bellezza della sua voce, la
risata che contornava il suo volto, la sensualità della
sigaretta tra le sue labbra.
E
poi i suoi occhi, quei due inenarrabili pezzi di meraviglia piantati
sul suo volto. Da togliere il fiato.
Al
momento del congedo ci siamo salutati con un imbarazzo crescente, o
perlomeno io lo ero. La voglia che mi opprimeva era quella di
baciarlo ma forse sarebbe stato prematuro. E anche se avessi voluto
sfiorare le sue guance con le mie labbra l'idea di avvicinarmi
così
tanto a lui mi inchiodava, mi sembrava un gesto troppo immenso per
poter davvero essere fatto.
Così
ho cercato parole con cui interrompere il predominio del ticchettio
delle gocce che ancora bagnavano la città. Gli ho chiesto
quando lo avrei rivisto, se sarebbe passato dalla biblioteca magari.
Mi dice che non sa quando può, perchè ha le prove
della
band e non sono mai nello stesso giorno. Poi una sua frase mi lancia
nel vuoto.
“
Dimmi quando vai tu. Se so che ci sei tu
farò di
tutto per venire..”
Balbetto
qualcosa di incomprensibile che poi riesco a comporre nel nome di un
giorno della settimana.
“
Mercoledì..”
Lui
sorride, e il suo cellulare arriva a rubarmi la sua attenzione. Lo
vedo osservare lo schermo, probabilmente legge un messaggio, poi si
volta di nuovo verso di me.
“
Sono già in ritardo, devo
andare. A mercoledì
allora?”
Annuisco
velocemente con la testa mentre l'imbarazzo su come vada salutato mi
avvolge ancora. Agito una mano salutandolo come un bambino, lui
ricambia e pronunciando un “ Ciao!” si allontana da
me verso la
sua macchina.
Lo
vedo sfrecciare verso la città e sparire dalla mia visuale.
Un
sorriso ebete mi si stampa sulla faccia.
“
Se
so che ci sei tu farò di tutto per venire.”.
Questa
frase mi risuona nella testa, non so se lui è una persona
che
mantiene le speranze, lo scoprirò mercoledì
prossimo.
È
veramente assurdo pensare che io sia andato a fare merenda con il
vampiro, conoscendomi non lo avrei mai creduto possibile.
E
invece, credo proprio che questa volta posso farcela a vivere una
vera storia d’amore. Mi sento come una ragazzina che conosce
il più
figo della scuola.
Gerard,
devo ricordarmelo che so il nome. Gerard.
Ciau...ecco
un altro capitoletto della storia più lenta della
sottoscritta. L'ho scritta durante l'unica lezione che ho seguito
oggi in università. Eh già, una studentessa
modello,
salto tre ore di lezione perchè le considero troppo
mattiniere, quelle che poi decido di fare per mettere a tacere la
coscienza le passo a scrivere fanfiction..
Per
l'ispirazione che è tornata ringraziate Torino, ieri sono
stata lì a fare un tour esoterico con i miei amici ( che
figata!) e ogni volta che vedo quella città non posso fare a
meno di pensare che la amo...aaawww!! Se vivessi lì sarei
costantemente ispirata...che meraviglia!
Ora
passo ai ringraziamenti:
guidus:
ciau amica sotto mentite spoglie..eheh! Beh dai questa volta ho
aggiornato un pò prima eh...ù
Anna_94_17:
eheh, il tuo ragionamento non fa una piega, Gee è Gee e
Frankie è Frankie.. Frank un idolo? A me sembra un'idiota in
questa fic..eheh..
blaise_sl_tr07:
si hai ragione, infatti ho corretto quel pezzo scritto al
femminile..che dici? Mi sono identificata troppo?? Ahaha...Spero
anche io che la tua ispirazione venga a farti visita, magari ti
appare in sogno..eheh..ci sentiamo su msn..visto che ho aggionato
anche questa? Contenta?
Giuxbouvier:
SII!!! Brava!! Abbasso la cozza!! Abbasso tutte le cozze del mondo
che vogliono gli scogli che non gli appartengono!! Eccoti il nuovo
capitolo...
OoglOO:
Ohi! Abbi rispetto per gli anziani tu! E poi dato che l'errore era
tutto tuo che hai sbagliato a commentare direi proprio che dovresti
scusarti...sisi!
Fallen:
eheh, beh dai stavolta ho postato un pò prima rispetto
all'ultima...spero ti piaccia anche questo capitoletto..
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Capitolo 8 *** MoonLight ***
La
luna ruba lo sfondo ai miei pensieri, l'unica luce che anima la mia
mente attraversata da pensieri bui e depressi. La luna mi rimanda
alla sua bellezza, al fascino della sua pelle pallida, dei suoi
colori tenui, all'immane bellezza che anima le cose semplici. Mi
sento talmente stupido questa sera. Ingenuo, sprovveduto, illuso.
È
martedì, e lui non è venuto. È
martedì, e
le mie illusioni si sono infrante. È martedì e ad
ogni
minuto che passava mi sono sentito sempre più stupido, ogni
secondo passato a sezionare ogni persona entrasse nella speranza
fosse lui, ogni sguardo di compassione che Ray e Bob si scambiavano
vedendomi svuotato da ogni entusiasmo. Tutto questo mi ha ucciso. E
la debole speranza che ha ricoperto ogni fottutissima molecola del
mio corpo per tutta la giornata è scomparsa senza
pietà
quando la biblioteca ha chiuso.
“
E' uno stronzo..”
la
voce di Ray è arrivata chiara a fine giornata, tentando di
liberarmi dall'angoscia, come se sentire offendere la persona che
desideri ti facesse improvvisamente abbandonare ogni sogno.
Non
è così, non lo è mai stato.
Non
ci si può arrendere alla sterilità solo
perchè
sono gli altri a consigliartelo, anche se magari hanno ragione, e
anche se tu sai che non c'è nulla di più vero di
quello
che ti dicono, non ce la fai. Devi sbatterci contro, veder sparire
ogni possibile motivazione per cui le cose possano essere andate in
quel modo, devi non avere vie di fuga oltre alla realtà, la
verità deve essere lampante e innegabile. Solo
così,
forse, si riesce a capire di essere imprigionato in un errore
più
grande di noi. Perchè fino a che quel momento in cui il tuo
sogno non ha più vie di fuga per farsi accettare, quando la
realtà è talmente potente da contaminarlo con la
sua
ignobile banalità, fino a quando non ti devi arrendere resti
sospeso in un mondo in cui puoi eludere la realtà. E
fiondarti
in una nuvola di sogni in cui ogni obiezione è bloccata dal
pensiero suicida.
“
Si, ma..”
E
quel ma apre un mondo di ipotesi, sfaccettature, giustificazioni. E
tu te lo giostri come vuoi questo immenso potenziale di scuse con cui
poterti illudere. Perchè la realtà non ha senso
per te,
quello che vuoi è la persona che desideri, e se non puoi
averla allora te la costruisci, la immagini, la sogni. E il suo
perdurare nella tua mente la rende più reale, meno onirica.
Svuoto
la mente in compagnia di una birra solitaria, la dedico alla luna, al
suo pallore.
E
alla persona che mi fa tornare in mente.
**
Il
tempo segue un circolo nel suo scorrere, si ripropone scandito dalle
stesse lezioni. Nulla ti fa cristallizzare il tempo più
dell'andare a scuola.
Oggi
è martedì.
Un
altro martedì, arrivato esattamente dopo la promessa di un
incontro che non c'è stato. E per quanto questa settimana
sia
stata pesante, impegnata, ingombrante; per quanto questi giorni siano
passati in modo assolutamente disinvolto il suo pensiero è
stato opprimente comunque. Ha imprigionato ogni secondo in una
spasmodica ricerca della sua figura nel gregge di persone anonime che
popolano la scuola. Ha costretto il mio corpo a restare chiuso in una
biblioteca a tentare di studiare mentre al di fuori di quelle pareti
giornate piene di sole si consumavano leggere. Ha avvelenato i miei
sogni eppure non riesco a non pensare che quegli occhi verdi siano la
migliore sostanza stupefacente mai provata.
Migliore
della nicotina che distende i miei nervi in questo momento. Anche se
la dipendenza chimica che mi forniscono è la stessa. Sbarro
gli occhi, il mondo che sto osservando da questa finestra mi svela la
sua presenza. Circondato da anonime presenze lo vedo appoggiato ad un
lampione con una sigaretta intrappolata tra le labbra, gli occhi che
mi condannano imprigionati dietro un paio di occhiali da sole. La
voglia di correre da lui mi colpisce forte e sto per assecondarla
quando quel che vedo mi blocca. Nel cortile si avvicina a lui la
cozza, e a qualche secondo di distanza anche il biondino slavato.
E
lo osservo ridere, e lo vedo sorridere, e parlare, e sfiorare gli
altri, e pensare, e abbracciarli. E ogni sua azione, ogni suo gesto
mi fa male. Un colpo diretto al cuore. E non è gelosia,
è
probabilmente la muta delusione del rendersi conto che la sua vita
esiste anche senza di me. Che probabilmente io per lui sono solo un
rumore di fondo a cui non è necessario prestare attenzione
se
non ce ne è bisogno. E mi fa male il pensare che per me non
sia così. Il non riuscire a classificarlo solo come qualcosa
di accidentale capitato sul mio cammino. Mi fa rabbia pensare che
mentre lui ride felice io sono qui a fissarlo da due piani
più
su senza nessuna voglia di ridere. Con le ginocchia pesanti e gli
occhi lucidi.
Forse
questa volta la realtà sta bussando troppo forte per
riuscire
a zittirla ancora.
**
Le
mattine sono tutte uguali. La sveglia suona, tu ti alzi e sai che il
luogo in cui arriverai sarà lo stesso in cui sei andato
ieri.
Le mattine sono anche stronze perchè quando ti svegliano non
ti avvisano che quella giornata che stai per vivere potrebbe essere
definita bella. Sono stronze perchè ti lascianno
nell'ignoranza, e quindi tu assecondi il tuo umore nella scelta dei
vestiti, e ovviamente dato che sei scazzato con il mondo intero opti
per una soluzione che renda noto a tutti il tuo stato d'animo.
Risultato: sembri un barbone. Ma non ti importa, tanto da una
giornata come questa non ti aspetti nulla.
Le
mattine sono stronze perchè quando decidono di poter fare
uno
strappo alla regola e dirti cosa sta per avvenire, non riescono mai
ad avvertirti in tempo utile perchè tu possa organizzarti
decentemente. E l'unico risultato che producono è prolungare
la tua agonia, perchè è troppo tardi per darti un
aspetto decente, ma troppo presto per non inizare a pensare a quali
sono le tue condizioni. E più ci pensi e più
tramuti la
tua immagine in quella di un essere orribile, e più ci pensi
e
più ti agiti, e più diventi insicuro e
più sei
nervoso. Guardi ancora lampeggiare il messaggio sullo schermo. Hai
appena preso il pullman per andare in biblioteca, sei consapevole di
non poter scendere e prenderne un altro e soprattutto sai cosa
nasconde quel messaggio. Lo sai perchè Ray non ti
scriverebbe
mai a quest'ora se non per dirti una cosa.
“
C'è il vampiro in
isu...solo!!”
Lo
leggi e mentre ti perdi nella catastrofica analisi di te stesso il
pullman si ferma davanti alla biblioteca. Cerchi di mettere a tacere
i neuroni, interrompere la via sinaptica che porta i messaggi in giro
per il tuo corpo. Ma non ci riesci.
Incerto
e traballante varchi la soglia, e quando una sagoma scura risplende
tra gli scaffali di libri non sai cosa fare. In tutti i giorni
passati a crogiolarti nella depressione non hai mai pensato a
costruirti una posizione su questa storia. Ti lasci trascinare dagli
eventi, senza controllo, in un inquieta altalena di stati d'animo
opposti.
Individui
Ray e Bob a qualche tavolo di distanza, gli concedi un occhiata
distratta anche se in realtà vorresti correre da loro.
Arrivare al loro tavolo, sbattere la testa contro la superficie nera
e farti consolare, magari anche scoppiare in lacrime. Il motivo non
ti è del tutto chiaro, ma sospetti che sia quel tappo di
emozioni che ti chiude la bocca dello stomaco che lotta per uscire a
farti venire voglia di piangere.
Ma
poi l'incoscienza prevale di nuovo, e con il tuo carico di confusione
ti avvicini all' oggetto dei tuoi desideri. La voce che esce flebile
dalle tue labbra si articola in una forma leggiadra di saluto.
“
Ciao!”
E
quando lui risponde al saluto e ti punta quei due fari verdi addosso
senti il respiro mancarti.
E
un unico pensiero riesce ad attraversarti la mente.
Sono
di nuovo fottuto.
Ciaooo!!!
Non mi scuserò per il ritardo tanto ci siete abituate no??
Passo
veloce ai ringraziamenti...e vi comunico che qui piove...noioso eh?
Ex_90:
Ciauuuu!! Grazie mille dei complimenti, per questo hai dovuto
aspettare un pò ma spero ne sia valsa la pena..
Anna94_17:
no, hai perfettamente ragione invece..non credo che Frank sia idiota
in questo modo anche nella realtà...e poi è
troppo
tenero per essere qualcosa di diverso dall'adorabile..aawww
OoglOO:
ahinoi! Ciao studentessa modello..sai che pensavo oggi? Che la storia
di sp la stiamo mandando avanti da prima del concerto degli Him,
quindi da più di un mese...è uan catastrofe!!!
Comunque
non posso aggiornare questa storia più in fretta...il sacro
templare dell'ispirazione non vuole..
Fallen:
se mi regali il biglietto per torino mi piazzo sul pò e te
la
finisco la storia...eheh, spero ti piaccia anche questo..
blaise_sl_tr07:
ehm..nn sono usciti insieme..come noti avevano un appuntamento in
biblio e Gee non è andato, pensi ancora che quella frase sia
sdolcinatissima? Beh, lo sarebbe se fosse vera..comunque io ancora
non dispero per il lieto fine..p.s: l'hai letta hysteria?
|
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Capitolo 9 *** It's my last opportunity ***
Vorrei
urlare. Davvero, vorrei farlo, ma le mie labbra restano sigillate, e
il rancore e la delusione covano inespressi nel mio corpo. Inglobo la
mia delusione in un angolo remoto del cervello, non riesco a cavare
fuori uno solo dei pensieri che mi hanno molestato in questi giorni
per sbatterglielo in faccia. Davanti a quei due occhi verdi non
riesco più a pensare a nulla.
“
Come
va?”
mugugno
un bene prima di sedermi accanto a lui e tirare fuori dallo zaino i
miei libri. Evito con caparbia di incrociare i miei occhi con i
suoi, anche se sento il suo sguardo bruciarmi addosso. Mi
interstardisco nel dare tutta la mia attenzione al libro che mi
è
davanti, anche se il cuore che pompa come un dannato per la sua
vicinanza pare non essere d'accordo.
Percepisco
lo scorrrere di ogni singolo secondo come la agonizzante attesa di un
momento che non arriverà mai e che non ho il coraggio di
richiedere. Come dirgli che la sua mancata promessa ha avuto un
effetto devastante su di me, in fondo siamo poco più che
conoscenti, lui non mi deve niente.
E
io questo lo so, perfettamente.
So
di non poter pretendere, so di non poter parlare, di non potergli
chiedere niente perchè tra noi non esiste niente. E anche se
la sua vicinanza mi investe con potenza quello che vorrei sarebbe non
donargli così tanto delle mie energie.
“
Ti
va un caffè?”
mi
riscuoto qualche secondo, strappato dalla finta indifferenza con cui
tento di ricoprirmi studiando. Incontro i suoi occhi verdi,
perdendomi dentro di loro con involontaria confusione.
“
Si!”
mi
sorride e ci avviamo in silenzio fuori dalla biblioteca. Nel percorso
mi volto a guardare verso il tavolo di Ray e Bob che mi sorridono e
alzano un cartello con la scritta “ Go! Frankie
Go!”
sghignazzando come due cretini, mi volto di scatto sperando che il
vampiro non li veda. Ma perchè due idioti del genere
dovevano
capitare giusto a me? Perchè?
Lo
Starbucks ci accoglie appena al di là della strada, con la
sua
calda atmosfera e le sue canzoncine pop in filodiffusione. Ordiniamo
i nostri due caffè e attendiamo che arrivino, cerco di
dissolvere il mio nervosismo affidandomi a una marlboro rossa ma non
ha un effetto sufficiente.
“
Oggi
sei molto concentrato sui libri eh? “
Mugugno
un assenso incomprensibile, lui mi scruta pensoso un attimo e poi
ricomincia a parlare.
“
Tra
tre giorni ho l'ultimo test e poi la consegna dei diplomi..Sono
tesissimo!”
abozza
un sorriso nella mia direzione mentre io sento il respiro mancarmi,
inizio a boccheggiare non appena mi rendo conto che questa potrebbe
essere l'ultima occasione che il destino mi ha concesso. Dovrei
sfruttarla, e invece sono solo in grado di balbettare.
“
D-diplomi?”
“
Già, sono all'ultimo
anno..ancora qualche giorno
e sarò fuori da quell' inferno di scuola. Non vedo
l'ora!”
Conclude
la sua breve dichiarazione con un sorriso mentre i caffè
arrivano al nostro tavolo trasportati da una graziosa cameriera.
Il
mio sguardo si perde, ancora, nel vuoto. E ancora vorrei urlare,e
sbattere i pugni a terra e scuoterlo e pregarlo di accorgersi di me,
della mia esistenza. Ma ancora una volta non lo faccio, lascio solo
che la mia tristezza si mischi al sapore amaro del caffè.
È
la tua ultima occasione Frank.
E
la stai buttando via.
**
Inspiegabilmente
quando torniamo in biblioteca la loquacità è
tornata a
farmi compagnia,
ha
ridipinto di entusiasmo la nostra connessione, rendendo piacevoli
questi ultimi minuti in sua compagnia.
La
morsa che mi stringe lo stomaco diventa più forte ogni volta
che penso che questi siano gli ultimi attimi in cui ho la
possibilità
di stare con lui. E il pensiero che sia giunto il momento di fare
qualcosa di più mi sta martellando le meningi. Mi perdo a
osservarlo, ora che stiamo ridendo insieme non riesco neanche a
ricordarmi di quanto mi abbia fatto stare male per aver saltato
quella specie di appuntamento che ci eravamo dati.
Raccolgo
il coraggio e cerco delle parole per preparare il mio piano di morte.
Avrò l'animo del kamikaze ma voglio una fine.
Ora
e subito.
Si
o no.
Respiro
forte prima di pararmi davanti a lui.
“
Gerard, senti..”
Mi
guarda sgranando i suoi grandi occhi verdi, ancora pieni della nota
di allegria appena svanita con le nostre risate.
Ho
tutta la sua attenzione ora, sto per continuare quando una voce alle
mie spalle lo distrae.
“
Gee! Eccoti!”
Mi
volto e quello che vedo conferma i miei timori, la cozza è
ancora tra noi. Pronta a rovinare i miei piani e riservarmi le sue
occhiate inceneritrici. Lo odio!
Mi
dirigo a malincuore verso il tavolo di Ray e Bob, in evidente bisogno
di appoggio morale. Arrivo al loro tavolo e lascio andare la mia
testa a sbattere sul tavolo, vorrei ripetere la stessa azione con la
testa della cozza ma sono una persona civile, cerco di ricordarmi.
“
Ehy, che ti succede?” mi chiede
Ray, preoccupato.
“
Cozza e vampiro a ore 10” gli
risponde Bob,
ridacchiando. Pare proprio che la mia odissea amorosa li diverta
alquanto.
Per
tutta risposta dò un altra capocciata al tavolo, sperando di
farmi del male, ma ovviamente sono troppo vigliacco anche per darne
una come si deve.
“
Uao! Certo che si è propio
accozzato! Guarda là,
sembra un polipo!”
Mi
volto a guardarli, e il sangue mi sale alla testa. Ma come si
permette quell' essere di stargli così vicino? E la mano sul
suo schienale? Dico, vogliamo parlarne??
“
Comunque, se ti fa piacere secondo me
stamattina, quando
è arrivato, stava cercando te...”
Mi
volto speranzoso verso Ray, “ Eh?”
Lui
mi sorride, paterno.
“
Si, è arrivato e si è
fatto un paio di
volte il giro della biblioteca guardandosi intorno, poi è
rimasto a fissarci per qualche secondo e alla fine si è
seduto.”
Mugugno
di delusione.
“
Beh, magari cercava la cozza..”
“
Beh, poteva chiamarlo..”
“
Allora cercava un posto..”
“
stamattina la biblioteca era
vuota!”
“
Ah!”
Allora
forse hanno ragione, penso già pronto a partire per il mondo
delle favole ma poi lancio un altra occhiata in direzione del suo
tavolo e mi sento crollare al suolo. Sono stufo di accontentarmi dei
sogni, se non posso averlo a cosa serve sperare?
******
Ciaoooooo!!!!
Eccomi qua! per chi se lo chiedesse non sono sparita del tutto; mi sono
solo lanciata nella vita notturna milanese stando fuori quasi tutte le
sere e alla fine di queste settimane di overdose di vita sociale mi
sono ritrovata senza soldi e con l'influenza...oggi è il
primo giorno in cui sono tornata alla normalità, anche se
qualche brivido mi resta, e ho pensato di scrivere un nuovo capitoletto
di questa storia! Comunque dal prossimo le cose inizieranno a darsi una
mossa. Boh, spero vi piaccia.. In ogni caso sappiate che ho la testa
che mi scoppia, per cui la non bellezza di questo capitolo
piò esser legato a quello...
Grazie
a tutte quelle che commentano e anche a chi legge solamente...e grazie
alle 18 persone che hanno messo questa storia tra i
preferiti....uaoooo!! Non me l'aspettavo mica....
Beh,
ora vado, da me e dal mio mal di testa tanti saluti!! baci baci
|
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Capitolo 10 *** Two idiots ***
La
sveglia squilla impazzita, esattamente dentro le mie orecchie
appannate dal sonno. Mi alzo irrequieto, oggi è il giorno.
Mi
giro verso la sveglia, i numeri in rosso lampeggiano in tutta la loro
crudeltà, raggiungo il cellulare e compongo automaticamente
il
numero di Ray, lasciando le mie dita libere di muoversi veloci nella
sequenza di numeri che ormai conoscono a memoria. Dopo brevi squilli
una voce assonnata mi risponde.
“
Mmmmhhh...ssi?”
“
Ray?
Mi serve un consiglio...secondo te devo andare oggi?”
lo
sento sbuffare prima di rispondermi con una voce impastata di sonno.
“
Frank..hai
rotto le scatole a tutti per mesi, ora per favore vai e provaci e
liberaci dalla tua ossessione!”
Click.
Guardo la cornetta leggermente confuso, poi riguardo la sveglia che
segna le 7:30, mi chiedo perchè Ray debba essere
così
antipatico già a quest'ora del mattino. Scuoto la testa e mi
infilo nell'armadio alla ricerca del mio abbigliamento da guerra.
**
Il
sole illumina il teatro della mia pazzia, sono un vero maestro nel
lasciar passare le occasioni che mi si presentano senza tentare e poi
invece cercare di combinare qualcosa quando neanche un miracolo
potrebbe aiutarmi.
Passeggio
per il cortile della scuola, in questo giorno di festa sono
circondato da genitori festanti e bambini pestiferi e iperattivi che
si rincorrono nel prato. Mi avvio verso la pedana, i diplomandi sono
già tutti lì. Li osservo nella loro alienante
toga blu,
tutti con un sorriso stampato in volto, la cui origine non si capisce
bene se sia imposta da questioni di etichetta o sincera espressione
di gioia. Individuo nella folla il ragazzino biondo che si alterna
con la cozza nel circondare il mio uomo, accanto a lui una signora
bionda e una leggermente più anziana e molto elegante. Mi
siedo qualche fila dietro di loro, cercando di identificare nella
folla di studenti la mia ossessione.
E
lo vedo.
È
di fianco alla cozza e sta sorridendo, parlando con lui, ancora una
volta una morsa di gelosia mi stringe lo stomaco. La cerimonia
è
solenne, nella cornice della scuola numerosi puntini blu si alternano
nell'andare verso il palco da cui il preside chiama il loro nome.
“
Way
Gerard!”
lo
vedo avanzare lentamente verso il palco, mi perdo nel seguire
l'innaturale eleganza del suo passo sciatto.
Quando
la cerimonia finisce il cortile vede rompere la calma innaturale che
aveva accompagnato la consegna dei diplomi e si colora di voci. Il
segnale che da l'inizio al disordine è il lancio dei
cappelli
dei diplomandi che corrono verso il cielo ricadendo poco dopo a
terra, riportati da una severa forza alla realtà.
Nell'insieme
confuso di abbracci e congatulazioni e visi sorridenti noto farsi
spazio a fatica quello che è il mio futuro marito. Vedo il
biondino corrergli incontro e investirlo con un abbraccio, mi perdo
nell'immaginare me al suo posto, perso nelle sue braccia con lui che
mi scompiglia i capelli sorridendo. Successivamente lo vedo dedicare
baci a abbracci anche alle due donne che accompagnano il biondo
slavato.
Saltello
nervoso da un piede all'altro, ancora indeciso sul da farsi. Sto per
chiamare Ray di nuovo in cerca di conforto e di una risposta ai miei
dubbi ma quando rialzo gli occhi noto che si è accorto di me
e mi sta fissando da qualche metro di distanza. Deglutisco
rumorosamente mentre lo vedo avvicinarsi a me. Quando mi arriva
vicino vengo investito dalla luce del suo sorriso.
Inevitabilmente
le mie funzioni vitali subiscono una battuta d'arresto quando si
ferma davanti a me e mi punta addosso quei due fari verdi, conditi da
un allegria testimoniata anche da un sorriso sincero che lo illumina
rendendolo ancora più affascinante.
“
Che fai qui?”
mi
chiede con tono vagamente canzonatorio non levandomi mai quel suo
sorriso di dosso.
“
Passavo di qui...”
mento
con un tono innocente che mi fa registrare di essere un idiota nello
stesso momento in cui apro bocca, lui coglie la falsità
della
mia affermazione e mi riserva un sorrisetto macchiato di indisponente
ironia. Gli riservo un pensiero di odio, se te ne sei accorto puoi
anche evitare di prendermi in giro, ma il mio fastidio non emerge dal
volto ancora plastificato dall'imbarazzo.
“
Ero in biblioteca e siccome avevo voglia di
fare una
pausa...”
lascio
la frase incompleta, sperando di avere fornito un alibi non troppo
stupido alla mia presenza qui, ma la vena sarcastica ancora non
accenna ad abbandonare il suo volto.
Piega
leggermente il volto da un lato e continua a guardarmi con sguardo
indagatore e sarcastico.
“
Davvero? E ti vesti sempre così
quando vai in
biblioteca?”
Arrossisco
violentemente. Abbasso il volto dando un occhiata ai miei vestiti
ricercati con tanta attenzione stamattina e che ora mi strapperei di
dosso per avere la mia felpa nera con il cappuccio e sottrarmi al suo
sguardo derisorio.
“
b-beh...”
cazzo!
Sto balbettando, ti prego Gerard smettila, penso e forse questo
pensiero arriva agli occhi e si trasmette nei suoi perchè la
frase che arriva dopo è pregna di umanità, una
mano per
aiutarmi a tornare al suo livello.
“
Beh anche io in effetti mi vesto sempre
così per
venire a scuola...”
fissiamo
entrambi la sua tonaca blu e scoppiamo a ridere in coro.
“
Gerard tesoro vieni a fare le
foto!”
una
donna bionda arriva a rubarlo alla mia attenzione. Mi rivolge una
breve occhiata di scuse prima di allontanarsi.
“
scusami...ci
vediamo dopo?”
mi
chiede con quella che sembra una punta di speranza nella voce.
Sorrido e annuisco lui mi sorride di rimando e lo vedo scomparire
nell' abbraccio di parenti e amici, mi sento fuori luogo.
Mi
guardo intorno e noto che tutti sono stretti in abbracci, avvolti da
risate, parole, battute. Poi torno a guardare lui, sta sorridendo,
abbracciato al solito ragazzino biondo che lo seguo dappertutto come
un ombra, forse anche lui ha perso la sua ragione mentale in quegli
occhi verdi come me. Poi è il turno della cozza a mettere le
sue mani sulla sua vita per abbracciarlo, mentre io da lontano
osservo la loro festa, la sua festa e mi rendo conto che non
è
solo l'imbarazzo a mantenermi immobile ma piuttosto la consapevolezza
della figura patetica che sto facendo.
Sembro
un imbucato a una festa.
Stringo
i pugni e il dolore delle unghie impresse nella pelle mi risveglia e
mi fa decidere che io qui non ci voglio più stare. Mi
avvicino
a lui con un sorriso, non mi importa se questa è l'ultima
occasione che ho, non mi interessa se potrei non rivederlo
più.
L'unica cosa che so al momento è che non voglio stare
più
qui, voglio scappare.
Toggo
leggermente il suo braccio coperto dalla stoffa blu e mi stupisce il
sentire il contatto con il tessuto, unica testimonianza che anche io
faccio parte della scena, anche se sono solo una comparsa.
“
Io vado..”
lui
perde per un attimo il sorriso, ma lo rimpiazza subito con uno
identico. Sento la mia mente sbuffare, probabilmente quell'attimo di
incertezza era semplicemente studiato per non farmi capire che la mia
assenza è del tutto irrilevante nella sua vita.
“
Di già?”
lo
sento esclamare con tono che potrebbe sembrare deluso. Ma non mi
scuote dalla mia decisione, ho bisogno di urlare e farlo qui non mi
sembra la soluzione adatta per evitarmi un ulteriore figura di merda.
“
Eh si, ho un impegno con Ray e devo
andare...”
“
Ok..”
bisbiglia
a bassa voce prima di avvicinarsi e lasciarmi due baci stampati sulle
guance per salutarmi. Quando si allontana mi perdo nel suo odore
avvolgente che si allontana.
“
Magari se organizzo una festa te lo faccio
sapere..”
mi
informa, io annuisco con la testa senza avere le forze per esprimere
lo stesso concetto a parole, troppo impegnato a sperare che il
battito del cuore non si senta da fuori per tanto è forte.
Sto
per andarmene quando la parola sembra tornarmi, intenzionata a non
farmi buttare via così la mia ultima occasione.
“
Ok...come?”
“
Con il tuo numero...se me lo
dai..”
mi
spiega con un sorriso che giurerei essere corrotto da un ombra di
imbarazzo.
“
Si...allora il mio numero
è..”
mi
piazza una mano davanti e mi rivolge un sorriso di scuse
“
Beh in genere ho un cellulare ma oggi con
la toga e
tutto...aspetta che recupero della carta e una penna..”
inizia
a guardarsi intorno mentre io sono solamente inebetito dalla
meraviglia di questo istante, non riesco a fare a meno di sorridere,
e anche se ora cerco di contenermi non posso fare a meno di essere
sicuro che appena gli volterò le spalle un sorriso ebete
abiterà il mio volto per lungo tempo.
Il
ragazzino biondo si avvicina a noi, pronto a guastarmi il buonumore.
Non appena lo vede Gerard si distende in un sorriso.
“
Ehy fratellino! Vammi a cercare una
penna..”
Fratellino?
Fratellino? Ora sono consapevole che non riuscirò
più a
mascherare il sorriso idiota sul mio volto. Ecco perchè
tornavano sempre insieme e arrivavano sempre insieme a scuola. Ecco
perchè erano così in confidenza. Ecco
perchè
stavano sempre insieme.
Il
biondino intanto lo guarda interrogativo e poi guarda verso di me,
sorridendo e allontandosi senza fare altre domande, come se avesse
avuto accesso a una verità che aspettava da tempo. Io
intanto
sento il buonumore avvicinarsi pericolosamente a livelli troppo
elevati, uno dei personaggi che consideravo ostacoli da superare
è
in realtà suo fratello. Sono così felice che la
voglia
di urlare che avevo è ancora più potente, ma
quelle che
voglio sono urla di gioia ora.
“
Ecco Gee!”
esclama
il fratellino quando ritorna a interrompere il silenzio che si era
impossessato di noi. Inizio a dettare il numero mentre noto che nello
scriversi il numero sul palmo la sua mano trema vistosamente.
Quando
finisce di scrivere il fratellino lo guarda preoccupato.
“
Appena troviamo la mamma ci facciamo dare
il cellulare
perchè se no ti si cancella..”
lui
lo ignora e torna a puntare i suoi occhi verdi su di me.
“
allora ti chiamo..”
sorrido
di rimando..
“
Si, quando vuoi..”
mi
sorride e io mi perdo un solo secondo nelle sue iridi prima di
voltarmi e andarmene, consapevole che nella mia lenta e elegante
camminata verso l'uscita il suo sguardo mi è incollato
addosso.
Appena
varco il cancello inizio a sorridere e estraggo il cellulare dalla
tasca. Appena dall'altro lato della cornetta sento la voce di Ray
esplodo in urla isteriche.
“
Si ciao anche a te Frank, che
succede?”
“
Mi ha chiesto il numero!”
esclamo
urlando e gesticolando come un pazzo per la strada.
“
Alleluia! E tu glie lo hai dato?”
si
informa.
“
Siiii!!!”
esclamo
urlando e ridendo.
“
Bene, quindi se lo è salvato sul
cellulare e ti
chiamerà..”
perdo
un pò della mia euforia mentre rispondo..
“
Non esattamente, non aveva il cell
dietro..quindi se lo
è scritto sulla mano..”
sento
uno sbuffo dall'altro lato e mi immagino Ray massaggiarsi le tempie
“
Cosa? Almeno sul dorso della mano
spero..”
“
Ehm..no, sul palmo..”
“
Oh dio! Ma è un idiota! Ma tra
tutti gli esseri
al mondo giusto uno cretino dovevi prenderti?”
“
Ma scusa..non aveva il cell!”
tento
di giustificarlo mentre Ray sta pian piano distruggendo il mio
buonumore.
“
Vabè, almeno tu hai il
suo...vero?”
Guardo
a terra, cercando di sfuggire alla risposta ma il silenzio mi
informa che aspetta una risposta.
“
Ehm..no..”
“
Frank!!!”
urla
“
Ma scusa, lui ha il mio...mi chiama lui,
quando mi
chiamerà avrò il suo numero!”
“
Uff! Una coppia di idioti siete! Almeno ce
ne fosse uno
normale tra voi due avreste grandi possibilità ma
così
siete due cretini! Non avevate un fottutissimo pezzo di carta per
quel numero? Svampito com'è andrà a lavarsi le
mani e
addio al tuo numero!”
mi
fermo in mezzo alla strada, improvvisamente mi rendo conto di avere
una pressione sulla spalla, mi guardo e noto lo zaino sulle spalle.
Ecco, questo forse è meglio non dirlo a Ray.
“
Uff! Eddai lasciami la mia gioia Ray, mi ha
chiesto il
numero!! Ti rendi conto? È quasi fatta! Deve solo
chiamarmi!”
lo
sento sospirare.
“
OK, sono felice per te Frank.. vuol dire
che almeno un
pò gli piaci se ti ha chiesto il numero...”
Sorrido
mentre mi fermo alla fermata dell'autobus.
“
Eh già, te lo dicevo io che era
il mio futuro
marito no?”
lo
sento ridere dall'altro lato.
“
Si Frank, si. “
Ciaooooo!!!
Sono tornata!!!!!!!! Spero vi piaccia questo capitolo...passo subito
ai ringraziamenti che devo tornare subitissimo a studiare..maledetta
università, tutti in vacanza e io a studiare!!!UFFAAAAAA!!!
SweetPandemonium:
ho aggiornato visto?? mi fa piacere che ti piaccia!!
Desentized:
Scusami hai ragione, ci ho messo tantissimo ad aggiornare..spero di
riuscire a farlo più velocemente la prossima volta...
Stregatta:
ma ciao!! guarda chi arriva direttamente dalla sacra causa del
mollamy!! Uao, sono contentissima che ti piaccia, soprattutto data la
tua scarsa affinità con i mychem, questo vuol dire che
è
proprio la storia a piacerti...che bello!
blaise_sl_tr07:
ciao la mia compagnuccia blaise!! Come va? Immagino tu sia immersa
negli studi preesame..forza e coraggio che poi hai la fine della
superiori davanti a te!! evvai!!
Re
i: Uao! Povero omino dell'autobus, chissà che
pensava con
te che lo guardavi male ogni mattina...eheh, aniway spero ti piaccia
il capitolo..
Fallen:
eh lo so, ma io ho sempre avvisato che questa fic è lenta,
lenta e paranoica..
OoglOO:
le cozze rovinano sempre tutto...bisognerebbe sterminarle insieme
alle copie di superman...bacio bacio teen friend... Ah! Non sai cosa
ho visto ieri a un concerto, c'era un ragazzo con una maglia su cui
c'era scritto. “ I've spent a night in Paris..Do you wanna
see the
video?” Ovviamente ho pensato subito a Petey! Ahah!!
_Crystal-Hearth
_ : lo so che la storia è lentina...comunque mi fa
piacere
che ti piaccia!!
|
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Capitolo 11 *** La descrizione di un attimo ***
Mi
sono sempre chiesto cosa sarebbero le calamite se non avessero un
pezzo di ferro a cui tendere. Non sarebbero altro che pezzi inanimati
e senza senso. Perderebbero il loro fascino. Forse è per
questo che si dice che quando gli esseri umani siano innamorati sono
più belli. Perchè abbiamo qualcosa a cui tendere.
Ma a
differenza delle calamite il nostro mondo ha troppe sfumature
perchè
la semplice attrazione possa essere qualcosa di semplice. Siamo
dannatamente complicati, e quando il ferro a cui tendere svanisce non
ci limitiamo a perdere uno scopo, ma ci dibattiamo in un senso di
completa e totale insoddisfazione. E non c'è nulla che ci
smuova, è solo il tempo che smussa gli angoli della nostra
ossessione. Ma mentre aspettiamo che il tempo passi non ci sono
alternative, dobbiamo restare a consumarci nel tentativo di volare
dopo che ci hanno amputato le ali.
*
“
Vuoi
che ti presenti tutti i miei amici o solo quelli carini e
single?”
mi
propone un entusiasta Bob in piena rotta verso l'ubriacatura del
secolo. Sorrido dicendogli che voglio conoscere solo amici carini e
disponibili, tutto pur di togliermi di dosso questa sensazione di
delusione che mi si è cucita addosso.
Sono
passate settimane senza che alcuna telefonata del vampiro sia
arrivata sul mio cellulare. Ed ogni giorno che passava era un passo
verso il fondo, una riserva di autostima saccheggiata, una speranza
violentata.
Mi
faccio strada tra la gente sudata che anima la festa di Bob fino a
che non mi ritrovo davanti un volto sorridente condito da due occhi
azzurri e abbinato a un fisico prestante. Sorrido di rimando mentre
Bob si indaraffa nella presentazione, ma è inutile, basta
uno
sguardo per capirci.
“
Ti
va da bere?”
mi
chiede celando malamente il desiderio nei suoi occhi.
“
Si!”
rispondo
urlando tentando di imprimere la mia voce a un tono maggiore del
casino. Mi porge la mano e mentre il suo nome si perde tra i meandri
nebulosi della mia testa innaffiata da alcool quello che resta vivido
è il contatto delle sue mani con il mio corpo. E la lingua
che
mi inonda la bocca. E mentre incoraggio il mio corpo a rispondere e
riprendersi quella autostima che merita, penso che questo bacio non
ha neanche il sapore delle sue parole. Non sono brividi quelli che mi
attraversano ma al momento non mi interessa.
Ho
un nome da ricordare io.
Paul.
E
a questo nome legherò la mia rinascita. Sperando che quegli
occhi verdi spariscano per sempre lasciando docili il posto a quelli
azzurri del ragazzo che mi sta baciando ora.
*
E'
un estate pregna di divertimento quella che sto vivendo. Non posso
permettermi di lasciare Belleville ma non mi pesa il restare in
città, in fondo il mare non è così
lontano e poi
ho con me Ray e Bob. E soprattutto ho con me Paul.
Sorrido
nella penombra della sua camera mentre ci godiamo l'appartamento
enorme in cui vive e che in questa settimana è completamente
assoggettato ai nostri desideri dato che i suoi non ci sono.
È
una bella sensazione quella di avere il suo profumo addosso, lava
tutta l'amarezza che ho coltivato negli ultimi mesi quando dedicavo
ogni mio singolo secondo di vita all'adorazione ingiustificata di un
mezzo sconosciuto.
Non
era amore vero, me ne rendo conto di aver vissuto quella che in molti
definirebbero una mera cotta adolescenziale ma allora non me ne
rendevo conto.
E
anche ora, ad essere sincero, quegli occhi verdi si insinuano
melliflui nel mio database emozionale e ne prendono dimora.
Ho
bisogno solo delle carezze di Paul per andare avanti.
“
Ehy piccolo che fai?”
mi
stacco dall'osservazione della luna e mi avvicino al letto in cui
riposa il mio ragazzo. Mi accoccolo contro il suo petto e sorrido,
lasciando la mia malinconia rinchiusa nei ricordi.
*
Le
luci si spengono, facendomi ricongiungere alla realtà,
strappato dal mio viaggio ultraterreno con la sua voce come unica
costante e le note malinconiche che la accompagnavano a fare da
sottofondo.
Il
destino è strano, deve avere una strana connessione con il
sistema di distribuzione delle poste, ti riporta davanti ai tuoi
desideri nel momento più sbagliato del mondo. Quando pensavi
di aver superato tutto, di aver relegato tutto il tuo sentimento al
passato.
Ma
poi ti accorgi che non è vero.
Quando
due occhi verdi tornano nel tuo campo visivo capisci che non
è
vero.
Mi
eclisso tra la folla, lasciando intenzionalmente la mano di Paul e
allontanandomi da lui di qualche metro. Ammiro da lontano il sorriso
pregno di sicurezza che si è impadronito del suo volto. Non
speravo di rivederlo. Mi sembrava un desiderio troppo grande per
poter essere realizzabile.
Eppure
è qui, che riversa parole dense in un microfono incantando
chi
lo guarda.
“
Thank
you!”
le
noti finali fanno da sottofondo all'applauso di rito che sancisce la
fine della loro esibizione. La cozza, che mi era stata nascosta
durante tutta l'esibizione dall'ingombro sterico della batteria, si
rimaterializza per devastare la mia pace. Lo osservo strusciarsi sul
mio uomo, osando abbracciarlo e ridere con lui. Oltre a loro noto
anche la presenza del biondino su cui ho riversato ingiustamente
troppo odio.
Respiro
a fondo, cercando di mettere a tacere le voci impazzite che mi si
agitano in testa e raccolgo i residui di coraggio non ancora
intaccati dal mio nervosismo e mi avvicino al suo tavolo.
Mi
faccio strada tra la folla fino a raggiungerlo, nel momento in cui i
suoi occhi incontrano la mia figura incerta vedo un sorriso sporgere
dai suoi tratti.
Gli
sorrido a mia volta mentre lui abbandona il suo tavolo per venirmi a
salutare. E mentre una voce mi urla che sto sbagliando tutto non
riesco a resistere all'incanto di quello che quegli occhi mi
riportano alla mente.
“
Ehy..che fai qui?”
Sorrido,
scorrendo tutte le risposte che riesco a inventare e che escludano la
parola fidanzato nella loro composizione.
“
Beh, sono venuto a farmi una
birra..”
un
sorriso malizioso increspa le sue labbra mentre tiene fisso il suo
sguardo su di me.
“
Da solo?”
beccato!
Mugugno una risposta incomprensibile mentre tento di sotterrarmi per
la vergogna, odiandolo per il modo in cui indaga senza tatto nella
mia vita. Eppure dovrei essere io a rinfacciargli il fatto di non
avermi chiamato. Dovrei essere io ad essere sarcastico nei suoi
confronti. Io a fargli pesare l'angoscia di questi mesi. E invece non
riesco a fare altro che incantarmi davanti ai suoi occhi. Come un
idiota.
“
Ah! Eccoti tesoro!”
mi
sento abbracciare da dietro e nello stesso esatto momento in cui
questo avviene sono atterrito dal sapere a chi queste mani
appartengono. Ovviamente a Paul.
“
Ehm...già...ero qui...”
mugugno
imbarazzato mentre lo vedo fissare il suo sguardo su Gerard, perdendo
momentaneamente il sorriso che lo contraddistingue. Probabilmente
colpito dalla tensione che elettrizza lo spazio tra me e il vampiro.
“
Lui è un mio amico...non ci
vedevamo da tanto e
così..”
vedo
Gerard tendergli la mano e poi allontanarsi immediatamente dopo la
presentazione, riservandomi solo un mezzo sorriso prima di
abbandonarmi per l'ennesima volta.
“
Non è molto socievole
vero?”
mi
chiede Paul appoggiando la testa sulla mia spalla.
“
Già..”
confermo,
con una nota di tristezza nella voce.
“Però
ha un bel culo!”
fosse
l'unica cosa, penso.
**
L'acqua
ghiacciata è l'unica cosa che riesce a stemperare il
nervosimo
e la mia voglia di scappare. Continuo a immergere nel liquido le mie
mani per riempirle d'acqua e poi buttarmela in faccia, starei qui
all'infinito. Tutto tranne uscire da questo bagno e ritrovarmi nella
folla, stretto tra le braccia di Paul ma con cuore e mente
intrappolati dal corpo di Gerard.
“
Resisti, resisti,resisti..”
sussurro
a bassa voce come se stessi recitando un mantra. Devo solo arrivare
alla fine della serata, poi il vampiro scomparirà di nuovo e
io potrò continuare a stare tranquillamente tra le braccia
di
Paul.
“
Parli da solo?”
alzo
lo sguardo e attraverso lo specchio riconosco una figura familiare
fissarmi da dietro. Mi volto di scatto verso di lui, esclamando con
voce isterica.
“
Gerard!”
“
In persona..”
risponde
mentre non accenna a rinunciare al suo sguardo fisso su di me.
“
E così quello è il
tuo ragazzo eh?”
annuisco
imbarazzato, mentre percepisco le mie guance tingersi fastidiosamente
di rosso al solo vederlo avvicinarsi a me e occupare il lavandino
accanto a me.
“
da quanto state insieme?”
“
giugno...un paio di mesi più o
meno..”
esclamo
ancora in preda all'imbarazzo mentre lui abbandona l'osservazione del
suo volto perfetto nello specchio per avvicinarsi a me.
“
Capisco..”
mi
dice e io annuisco ancora, sembro un idiota e lo so ma lo stare con
lui mi svuota di ogni forza e mi rende uno stupido ragazzino adorante
sopraffatto dal suo amore. Si stacca dalla fredda ceramica del
lavandino e fa per uscire ma in un folle attacco suicida arpiono il
suo braccio e lo costringo a voltarsi verso di me. Vedo lo
smarrimento nei suoi occhi ma non mi imprta, non voglio più
essere immobile. Rimpiangerei questo momento per tutta la vita se non
lo facessi.
Mi
avvicino a lui, raccogliendo il suo volto tra le mani e appoggiando
le mie labbra sulle sue. Passa qualche secondo e sento le sue
schiudersi e la sua lingua infiltrarsi curiosa nella mia
cavità.
Il cuore inizia a pompare fortissimo, tanto che sembra esplodermi nel
petto. Il nostro abbraccio diventa un groviglio di mani che si
avventano senza freno sul corpo dell'altro, mentre le nostre lingue
si assaggiano impunemente.
Quando
ci stacchiamo privi di fiato lui mi sorride dolce. Così
dolce
come compariva nei miei sogni, così bello da non sembrare
vero.
Mi
scompiglia i capelli affettuosamente prima di piegarsi e sussurrarmi
all'orecchio.
“
Non immagini neanche quanto lo abbia
desiderato..”
chiudo
gli occhi beandomi del suo tono di voce suadente e caldo che mi
invade senza alcuna difesa da parte mia.
“
Domani parto per New York..”
sgrano
gli occhi, facendo fatica a realizzare quanto mi ha appena detto.
Avverto il suo calore allontanarsi dal mio corpo e qualche secondo
dopo incamero come rumore di sottofondo il rumore della porta che si
chiude.
Resto
immobile contro la parete fredda del bagno mentre tento di recuperare
il respiro.
Ciao!!!
Scusate per il lunghissimo tempo di attesa...comunque ho una notizia!
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo...contente?
Scusatemi
ma non ho le forze per rispondere ai commenti, o meglio non ho le
forze per rimanere davanti a questo aggeggio malefico sparacalore un
secondo di più...
Però
vi ringrazio tutto e sappiate che la vostra kiretta vi vuole tanto
bene...
Baci
baci
Kira
|
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Capitolo 12 *** Epilogue ***
12
Non
c'è nulla da fare. Il tempo scorre. E anche se preghi ogni
secondo che la smetta di correre e di allontanarti da momenti che
vorresti rivivere all'inifinto, non c'è proprio nulla da
fare.
Lui va. E tu puoi solamente adeguarti alle sue ragioni, e mentre lui
procede spedito tu obbligatoriamente lo accompagni. E nella corsa
della lancette dimentichi i momenti, conservi dei ricordi ma le
emozioni provate si appiattiscono nella memoria, sono grigi, sono
tristi. E non sono reali. Il tempo ti aiuta a dimenticare, ma non
sempre i ricordi che selezioni per consacrarli alla bacheca della
memoria sono quelli giusti. Alle volte possono darti un senso
distorto di quello che ti è successo. Ma a te va bene, in
fondo. Perchè non è mai la verità
quella che
cerchi, quello che cerchi è un paliativo che ti faccia
continaure a vivere senza troppi problemi. E seguendo questa logica
non c'è molto di cui stupirsi del mondo che ti gravita
attorno, alla fine anche tu ne sei un piccolo frammento. E come gli
altri anche tu persegui un tuo benessere. Vedi ciò che vuoi,
cestini la verità. Rinunci a pensare. Davvero, se tutti
fanno
come te non c'è da stupirsi di questo mondo.
**
Percorro
la mensa immersa nel casino alla ricerca dei miei amici. Vedo
spuntare l'inconfondibile massa di capelli di Ray tra la massa e mi
dirigo convinto verso il tavolo.
“
Ehy
Frankie! Come va?”
“
Una
merda! Mi hanno ridato il compito di matematica e ho preso una f!
Cazzo, preferirei finire sotto un treno piuttosto che tornare a casa
e dirlo ai miei!”
esclamo
mentre mi siedo sbuffando su una sedia e fisso con malcelato disgusto
il cibo davanti a Ray, consapevole che ben presto finirà
anche
nel mio piatto.
“
Ciao
ragazzi!”
ci
voltiamo verso la voce alle nostre spalle. Sorrido riconoscendo
l'esile figura di Mikey Way, il fratellino della mia ossessione. Si
siede con noi armato anche lui di un vassoio colmo di cibo
inguardabile. E inizia una conversazione farcita di battute e risate.
Dopo
che Gerard si è diplomato io e Mike abbiamo iniziato a
frequentarci, come amici intendo. È l'unico contatto rimasto
con il mio sogno infranto. Sono passati solo pochi mesi ma ormai la
sua presenza sembra relegata a un passato lontano, e Mikey è
l'unico anello di congiungimento a quel mondo. Notizie frammentarie
mi arrivano dai suoi discorsi, e così dalle sue parole la
mia
mente si adopera nella ricostruzione di una figura avvolta dalla
solitudine in una città e in una scuola estranee. Dai
racconti
di Mike si evince che suo fratello non stia passando propriamente un
bel periodo a New York, non riesce a integrarsi, non riesce a
socializzare. E questo non fa altro che aumentare la mia malinconia,
forse se avessi saputo che stava bene e magari si era anche fidanzato
avrei sofferto di più, ma alla fine avrei voltato pagina.
Così
invece la pena che provo per lui costituisce solo un aggravante ai
miei sentimenti che non riesco ad addormentare. Nonostante lui non
sia qui.
“
Ciao
Frank...come va?”
mi
volto di nuovo verso la voce imbarazzata, e ci scorgo i due occhi
azzurri di Paul.
“
bene,
e tu?”
“
bene
grazie...ora vado, ci vediamo eh?”
annuisco
leggermente prima di tornare a volgere attenzione ai miei amici, che
però mi guardano straniti.
“
beh,
che c'è?”
esclamo
stizzito. Odio le occhiate di disapprovazione che mi lancia Ray ogni
volta che incrociamo Paul da qualche parte.
“
non
ti capisco Frank...insomma, dove ne trovi un altro così?
Fedele, simpatico, bello e che ti adora più di ogni altra
cosa?”
Sbuffo.
Abbiamo già fatto questo discorso più di una
volta, e
ormai ne sono annoiato. Il motivo per cui ho lasciato Paul è
lampante nella mia mente, ma purtroppo non riesco a renderlo chiaro
anche agli altri. Io ho lasciato Paul per una semplice ragione, non
è
Gerard. E io nello stargli accanto non ho mai provato nulla di
paragonabile a quello che provavo per Gee. E mi dispiace davvero
avergli spezzato il cuore ma non potevo continuare a fingere.
“
Frank...devi
rassegnarti..” la voce di Ray si è fatta
più
accomodante mentre posa le sue mani sulle mie, come a coprirle.
“
Dimenticalo, sai anche tu che ormai è
impossibile..dimenticati
di lui..”
Vedo
Mikey sussultare al mio fianco, spero solo che non abbia capito che
la persona di cui stiamo parlando è suo fratello. Ma dal
silenzio che cala su di noi ho i miei dubbi.
**
“
Frank,
ehy Frank!”
mi
volto verso la voce e vedo Mikey arrancarmi dietro. Mi fermo e
aspetto che mi raggiunga, e si riprenda dal fiatone.
“
Devo
parlarti..”
Ci
infiliamo nel primo Starbucks sulla strada, sedendoci all'ultimo
tavolo in fondo.
“
Di
cosa vuoi parlarmi?”
“
Beh..”
lo vedo guardarsi intorno con lo sguardo perso. “ Ecco, la
persona
di cui parlava oggi Ray è Gerard per caso?”
arrossisco
di colpo e inizio a negare con voce isterica provocando le sue
risate.
“
Tieni..”
esclama porgendomi un foglietto tra una risata e l'altra mentre
sorseggia lentamente il suo caffè appena arrivato.
Apro
il foglietto, leggendo quello che c'è scritto sopra, sembra
un
indirizzo. Alzo esterefatto gli occhi dal foglio a Mike che mi guarda
ancora sorridendo.
“
é
l'indirizzo del college di Gee, fanne ciò che
vuoi.”
**
“
Fanne
ciò che vuoi”
le
parole di Mikey mi vorticano in testa, mentre ancora fisso le lettere
ordinate che abitano il foglietto. Abbandono la fronte contro il
vetro freddo del finestrino mentre il treno continua la sua corsa
verso New York. Ho agito di impulso e adesso sono qui a corrodermi
dal dubbio di che scusa userò quando me lo
troverò
davanti. “ Passavo di qui” non credo
costituirà una valida
scusa sul perchè mi trovo lì. Mentre sono perso
nella
mia mente il treno arriva in stazione a New York, la grande mela, il
rifugio in cui si trova il mio futuro marito.
Mi
avventuro per le strade di New York quando alla mia vista compare
l'enorme struttura della scuola d'arte. Mi guardo intorno
meravigliato dalla grandezza della scuola, cammino per gli enormi
corridoi fino a ritrovarmi davanti alla porta che porta lo stesso
numero riportato sul foglietto datomi da Mike. Sono incerto sul
bussare o meno, sono tentato di chiamare Ray per avere la mia dose di
incoraggiamento ma poi lascio perdere e decido di bussare. Al rumore
sordo dei battiti segue un breve silenzio in cui mi viene fortissima la
tentazione di andare via. Ma prima che metta in atto la mia idea
la porta mi si apre davanti e in quel momento mi si inchiodano
addosso i suoi occhi verdi. Ci sono dei frammenti di silenzio prima
che uno dei due si decida a parlare.
“
Frank...ma
sei proprio tu?”
sono
come immobilizzato, l'unica parte del mio volto che si muove sono le
labbra che si distendono in un sorriso. Annuisco in fretta.
“
Ciao
Gerard..”
si
sposta dal ciglio della porta e mi lascia entrare nella sua stanza,
mi guardo intorno immerso nella meraviglia del vedere come le
passioni e i sogni di Gerard tappezzano le mura. Mi disincanto quando
sento delle braccia cingermi e mi ritrovo il suo fiato sul collo. Mi
volto lentamente, restando nel suo abbraccio, di modo da
fronteggiarlo in volto fissando gli occhi nei suoi, perdendomi in
quel verde.
“
Gerard...”
sospiro,
perdendo il fiato nel sentire le sue labbra sulla pelle. Mi guardo
intorno cercando un punto di appoggio ma non ne trovo, se non il
letto a qualche metro di distanza. Infilo le mani sotto l'orlo della
maglietta e lo privo della sua copertura, poi lo spingo verso il
letto e gli rotolo addosso, perdendomi nel suo sapore. Perdendomi nei
suoi baci e nei nostri sospiri.
**
A
volte sognare fa bene. Perchè se il sogno diventa
realtà
il tempo passato a desiderarlo aumenta la soddisfazione per quello
che è avvenuto. Sognare fa bene perchè tiene
accesa la
speranza e ti da la carica per imbarcarti in pazzie che altrimenti
non avresti mai il coraggio di fare.
Sognare
fa bene, ma svegliarti e capire che il tuo sogno è
sconfinato
nella realtà e che ora ti dorme a fianco, beh, questo ti
rende
felice.
Sono
sveglio da qualche minuto ad osservare la perfetta figura del mio
uomo addormentato, i capelli scomposti gli ricadono sul volto, mentre
le sue braccia sono ancora incastrate su di me. Gli lascio un bacio
sul collo, quello stesso collo che ho martoriato di baci stamattina
mentre facevamo l'amore. Mentre rivestivamo ogni singolo centimetro
di pelle di desiderio finalmente libero di esprimersi.
Lo
sento mugugnare e dopo qualche secondo sguinzaglia la bellezza dei
suoi occhi verdi su di me, e io ne sono incantato. Poi mi sorride e
si alza verso di me per darmi un bacio a fior di labbra.
“
Buongiorno
piccolo”
sorrido
di rimando anche io e ricambio il bacio, impedendogli di allontanarsi
troppo da me.
“
Ciao
amore..”
Restiamo
come due cretini a guardarci negli occhi e ridere, felici come solo
due innamorati sanno essere. Fuori dalla finestra il mondo continua a
scorrere indifferente ma dentro di me questo non ha senso. L'unica
cosa che ne ha è la sua pelle su di me, è il
tocco
delle sue labbra, il sudore del suo corpo. L'unica cosa che ha senso
per me è il nostro amore che piano piano si consuma,
finalmente libero di esprimersi in ogni sua forma.
Fuori
è un mondo troppo fragile per badargli ora.
Ora
tutto ciò a cui voglio pensare sei tu.
E'
finita!!!! Beh, dite la verità..non ve lo aspettavate il
lieto
fine eh?? Beh, e invece eccolo qui. Volevo ringraziare tutti per
aver seguito la storia, mi sa che tra quelle che ho scritto questa
è
una delle più amate. E poi vorrei dedicarla a una persona
che,
anche se sicuramente non la leggerà mai, in
realtà è
la persona che me l'ha ispirata e anche se per noi un lieto fine non
c' è stato, io glie la dedico comunque.
Bah,
ora passo ai ringraziamenti...
Desentized:
mi dispiace ma questa è proprio la fine! I colpi di scena
del
capitolo scorso qui trovano la loro conclusione...spero la fine sia
di tuo gradimento!!
blaise_sl_tr07:
spero che nonostante le conseguenze dell'aver letto la mia storia
l'esame sia andato bene, comunque frank e gee si sono messi insieme e
saranno innamorati nei secoli dei secoli amen..contenta? Piuttosti
hai visto che brava? Addirittura un lieto fine, lo credevi possibile?
Fallen:
ehm...eh già, tutte le ff hanno una fine, spero che almeno
ti
piaccia come fine..
Anna94_17:
eheh...beh, alla fine però tutto si risolve per il meglio
no?
OoglOO:
eheh...bellissima la tua recensione...spero che almeno la fine ti
abbia fatto riprendere dallo shock del cap precedente..e Paul
è
sparito, visto??
Ringrazio
anche chi mi ha messo tra i preferiti, ovvero un sacco di persone...
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