Are opposites really opposites?

di SaMiNa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** II ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo


“Cara Ally
Amo la stazione. È sempre in movimento, specie a quest’ora. Gente che parte, gente che arriva, gente che semplicemente compra un biglietto ‘sola andata per Londra’. Tutti a Londra, ce ne fosse uno che a mezzogiorno compra un biglietto per, che ne so, Bristol. Ma amo Newcastle  per questo.
Amo la stazione inoltre perché si possono fare sempre incontri nuovi. Come quello che ho avuto oggi. Stavo scendendo dal treno, ero appena tornata da una gara di ballo (Sono arrivata seconda ;) ) a Manchester, quando mi sono scontrata con un ragazzo, che come me stava scendendo dal vagone. Non abbiamo parlato ci siamo guardati negli occhi, per tipo 10 secondi, ma sono stati i 10 secondi più belli di tutta la mia vita. Quel ragazzo ha gli occhi più belli che abbia mai visto in vita mia, azzurro cielo. Ma che dico? Il cielo è invidioso dei suoi occhi. Erano così profondi, guardarli mi ha fatto nascere un brivido lungo tutta la schiena, l’unico difetto che hanno è che sono freddi.
Ma sinceramente non mi importa. Spero di riuscire ad incontrarlo di nuovo.
Tu hai fatto qualche incontro ultimamente? La piccola Steffy come sta?
Mi manchi amica mia, spero di rivederti presto
Tua, Jade”

Riletta una seconda volta, misi lalettera nella busta ed uscii di casa. Allyson Smith è una mia carissima amica, che si è trasferita l’anno scorso in un piccolo paesino sulla costa, dove ancora non è arrivata l’elettricità, nelle sue lettere mi dice di come le manca Newcastle e che presto tornerà, non appena i suoi genitori decideranno di farla tornare a casa. Quando hanno scoperto che la loro piccolina non era più tanto piccola e che sarebbero diventati nonni prima del previsto, l’hanno spedita senza tanti ripensamenti a casa della nonna, una graziosissima vecchietta di 92 anni.
Sospiro, quanto mi manca. Ho scoperto la passione della danza grazie a lei.
Se non mi avesse iscritto quel giorno a quella ‘stupida’ lezione di Hip Hop a quest’ora non sarei vicecampionessa regionale.
-scusami non ti avevo visto-  quando sposto lo sguardo verso il ragazzo con cui sono andata a sbattere, rimango a bocca aperta. È lui, ma con le pupille dilatate.
'Oh no!'
Il ragazzo misterioso mi guarda dall’alto al basso, per un paio di volte, sbattendo le palpebre e facendo una smorfia strana per poi sparire in un angolo.
Inarcai un sopracciglio, che cosa strana.
Lasciato perdere lo strano ragazzo, e con un peso sul cuore, mi diressi verso l’ufficio postale per imbucare la lettera per Allyson.
Una volta imbucata presi una via interna, mi sentivo strana e non capivo perché. Girato a destra per il parco, mi ritrovai il ragazzo di prima disteso a terra con una siringa conficcata nella vena.  Il cuore iniziò ad accelerare e senza pensarci due volte chiamai un’ambulanza. Nell’attesa mi accasciai a terra e presi tra le mani il suo volto e iniziando a piangere.
‘Non di nuovo, ti prego’ gli accarezzavo le gote pallide e gli tolsi quell’attrezzo infernale dal braccio. ‘Ti prego, apri gli occhi’. L’ambulanza arrivò subito e caricò il ragazzo per portarlo all’ospedale, salii anche io con lui e mentre i paramedici si adottavano per fare una sottospecie di massaggio cardiaco io pregavo con tutta me stessa che riuscisse a salvarsi. Giunti all’ospedale aprì gli occhi e si guardava intorno spaesato.
Gli sorrisi.
-che ci faccio qui?- dice con una flebile voce prima di riaddormentarsi.
Era vivo, non lo avrei lasciato.
Questa volta non ho intenzione di tapparmi gli occhi.




Da dove iniziare?
Non so come comemntare lo schifo che ho appena scritto xD
Inanzitutto c'è da dire che, molto probabilmente, non ci saranno né i ragazzi né le ragazze  ad eccezione ovviamente di Jade e Louis.
Non chiedetemi il motivo...perché non lo so neanche io :3
Spero solo che non vi abbia fatto del tutto schifo.
Mi lasciate una recensione per sapere dove migliorare, cosa vi piace, cosa vi fa schifo ecc..
Grazie mille per averlo letto ad ogni modo :)
Baci, ci sentiamo presto :)
Sara
P.S. Aurora grazie per il Banner :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


I

-scusa, ma perché vieni sempre a trovarmi?-
-perché voglio assicurarmi che tu guarisca-
-Guarisca da che? Sto bene e non ho bisogno di una babysitter- alzai gli occhi al cielo. Ogni giorno la stessa storia. Aveva sempre qualcosa da replicare. Da quando l’ho raccolto in quel vicolo lo vengo a trovare ogni giorno. L’immagine di lui disteso sulla strada con quella siringa sul braccio tormenta ogni notte i miei sogni. Sospirai.
-Louis Tomlinson so io se stai bene oppure no…e a giudicare da come ti comporti direi proprio di no…- dissi girandomi verso il ragazzo dagli occhi più intensi che avessi mai visto. Questa volta fu lui ad alzare gli occhi al cielo.
-ma non hai nulla di meglio da fare?-
-sì, farti mangiare-  dissi prendendo il vassoio poggiato sul suo comodino. Ormai era diventato freddo, e sicuramente era la cosa più disgustosa che si potesse ingerire, ma visto che il signorino non vuole mangiare quando le infermiere gli portano il cibo caldo deve attaccarsi.
-posso farlo benissimo da solo- “da solo” ed ecco qui che ritorna quella maledetta parola “solo”. Perché si ostina a voler fare tutto senza l’aiuto di nessuno. Non vuole aiuto. Non vuole persone che gli stiano a fianco. Non vuole le infermiere,non vuole me, non vuole la sua famiglia, non vuole i suoi amici, non vuole la sua ragazza….sempre che ce l’abbia. Posai il cucchiaio di quella che un tempo era un passato di verdure.
-allora mangia- lui sbuffò e inizio a mangiare quell’intruglio verdastro. La sua espressione mi fece capire che non era affatto buono. Lo guardai finché non ingoiò l’ultima cucchiaiata e non bevve un sorso d’acqua. Quando si alzò lo guardai. Era notevolmente dimagrito rispetto alla prima volta che lo vidi. Si diresse verso il suo cappotto alla ricerca di qualcosa nella tasca. Sospirai.
-dove sono?- disse girandosi furioso verso di me, cercando le sue sigarette.
-le ho buttate quando sei arrivato qui insieme a tutta l’altra robaccia che tenevi in quelle tasche-  i suoi occhi mi scrutarono furiosi, le braccia e le gambe iniziarono a tremare… cazzo si è arrabbiato e anche tanto.
-Dimmi.Che.Scherzi- disse serrando i denti e avvicinandosi lentamente a me… era veramente arrabbiato
-No- non so con quale coraggio gli risposi. Ero terrorizzata. Mi sbatté contro la porta del bagno ‘appoggiando’ le mani ai lati della mia testa e mi guardava, sempre più arrabbiato. Non ho mai visto nessuno infuriarsi così a parte…
-Sei impazzita per caso?- mi urlò contro. Sul collo gli si erse una vena e le braccia tremavano per quanto erano tese. Deglutii. Me la stavo facendo letteralmente sotto. Perché non mi sono fatta gli affari miei? –sai quanto costa quella roba?-
-perché la compri allora?- ‘sta zitta scema, non peggiorare la situazione’. Diede un pugno alla porta alle mie spalle. Chiusi gli occhi. Cerai di trattenere le lacrime… non ho mai avuto così tanta paura in vita mia.
-Non sono affari tuoi…non sei nessuno, non fai parte della mia vita, a mala pena so come ti chiami…-strinsi i pugni.  E cercai, senza successo di trattenere le lacrime. Quella frase. Troppe volte l’ho sentita. Troppe volte.
-fottiti Tomlinson.. volevo solo aiutarti a non sfasciarti la vita- 
-la vita è la mia, non la tua…-
-ma voglio aiutarti-
-e chi ha chiesto il tuo aiuto? Nessuno.- gli diedi uno schiaffo. Mio fratello era morto a causa della droga e io non feci nulla all’epoca. Lo guardavo inerme, senza fare nulla, mentre lentamente ogni giorno si rovinava sempre di più fino a quando si sparò quell’ultima siringa che me lo portò via per sempre. Forse Louis ha ragione, forse dovrei farmi gli affari miei, ma quando quel giorno lo vidi  alla stazione i suoi occhi mi ricordarono tanto quelli di Will che silenziosamente mi chiedevano aiuto, un aiuto che, tuttavia, non seppi dargli.
-Hai ragione… scusa…non dovevo intromettermi- dissi con voce tremante, tra i singhiozzi mi liberai dalla presa di Louis e mi diressi sul suo letto per prendere la borsa e l’ombrello. Sentivo i suoi occhi guardarmi. Non mi girai mentre mi dirigevo verso la porta. Non volevo mostrargli le mie lacrime –volevo solo aiutarti-
Lo sentii sbuffare e poi rimettersi seduto. Sospirai.
Uscii dalla stanza pronta a chiudere gli occhi, di nuovo.


Angolo Autrice
Ecco il 1° capitolo e stranamente sono stata puntuale nel pubblicarlo, mi sorprendo di me stessa HAAHAHA
Okey a parte questo..che ne pensate? Vi ha deluso? Ha confermato quello che pensavate? Non vi ha fatto né caldo né freddo?
Fatemi sapere tutto quello che pensate di questo coso..
Lo so è corto, ma credo (?) che gli altri saranno più lunghi...almeno spero xD
Ora ho bisogno del vostro aiuto, voi Lou lo vedete meglio a suonare la chitarra o la batteria?
Vi prego rispondete nelle recensioni, mi serve per la storia e sono indecisa AHAHAH
Ok detto questo grazie mille per aver letto fin qui
Un bacio
-Sara XX

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Capitolo 3
*** II ***






II

È una settimana, una fottutissima settimana che piove, cazzo è Maggio. In Italia o in Spagna o in qualsiasi altra fottutissima nazione che non sia il Regno Unito, durante questo mese fa caldo. E noi? Noi stiamo a maniche lunghe e tanti portano i cappelli di lana, c’è chi va a maniche corte, ma porta comunque una giacca sopra e tutti, tutti hanno quel fottutissimo ombrello aperto. Tutti ad ogni modo vanno in giro, a me invece tocca stare rinchiuso dentro questa stanza che puzza di chiuso. Per colpa di chi? Di quella ragazza che non riesce a farsi i fatti suoi: Jade Thilrwall.
Se ne avessi la possibilità ora mi sparerei un po’ di eroina nelle vene, così per trovare un po’ di pace. Uno spasmo attraversò il mio corpo al solo pensiero.  Sono giorni che non provo più l’ebbrezza di sentire la punta ghiacciata della siringa perforarmi le vene e iniettarmi nel sangue quel liquido che nel giro di pochi minuti mi da felicità.  Ma ovviamente non posso perché sono imprigionato in questa sottospecie di centro di riabilitazione. Una prigione sarebbe stata meglio. Magari mi sarei dovuto far beccare mentre spacciavo. Invece no. Quella ragazzina mi ha dovuto trovare nel mio momento di solitudine sociale. Cazzo.
Devo evadere da qui, non resisto un minuto di più. Prendo il telefono, almeno quello me l’hanno lasciato, e scorro i numeri sulla rubrica e, quando vedo il numero che cercavo, premo il pulsante verde.
-Pronto?- una voce rauca e scocciata mi rispose dall’altro capo, guardai l’orologio. Era mezzogiorno. Probabilmente si è appena addormentato.
-Rex? Sono Louis- lo sentii sospirare, dopotutto è una settimana anche più che non mi faccio sentire.
-Coglione che fine hai fatto? Si dice in giro che sei stato beccato da una ragazza- sbuffai. Le voci corrono in paesi piccoli come questo. Che palle.
-Sono stato occupato… senti mi fai trovare un po’ roba pronta per le 5:00?- ridacchiò. Ma che hanno tutti da ridere qui? Odio ridere, rido solo quando sono fatto, ma credo che sia più un sorriso perché non capisco veramente quello che ho intorno che perché voglio ridere veramente
-Amico, con calma sai come vanno queste cose- sbuffai di nuovo. Odio i suoi stupidi giochetti. Stavo iniziando ad innervosirmi, sapeva che ne avevo bisogno più dell’ossigeno per respirare. Stavo perdendo la pazienza. In quei giorni mi capitava spesso.
-Rex non rompere il cazzo, ho bisogno di quella fottutissima roba, sono 10 giorni che mi rimpinzano robaccia tipo metadone scadente ho bisogno di eroina. Alle 5:00 vengo da te e la voglio pronta.-  rise e riagganciò la chiamata. Bene. Non permetto a nessuno di manipolarmi.
Qualcuno bussò alla porta qualche minuto dopo la chiamata. Sapevo che Jade sarebbe tornata.
-Signor Tomlinson le ho portato il pranzo- a quanto pare no. La sfuriata dell’altro giorno era servita allora. Quando vidi i suoi occhi bagnarsi, mi sentii un po’ in colpa, ma non accetto che qualcuno scelga per me. Guardo la cameriera posare il vassoio, con quello che credo sia zuppa di pollo, sulla scrivania per poi uscire silenziosamente dalla stanza. Di nuovo zuppa di pollo, ma qui non conoscono altro? Che schifo. Se c’è una cosa che odio, forse più dell’essere comandato, è la zuppa. Non riesco proprio a mandarla giù. Prendo il piatto guardando con disgusto il liquido giallastro al suo interno e butto il contenuto nel lavandino. Solo l’odore mi fa venire la nausea. Ho voglia di big mac, e cibo spazzatura. Prendo i miei pochi oggetti ed esco dalla stanza. A quest’ora in portineria non c’è nessuno quindi posso uscire dalla porta principale senza problemi, sono senza forze non riuscirei ad arrampicarmi dalla finestra.
-Scusa hai da accendere?-  Malboro. Il meglio del meglio. Accesi  la sigaretta e inspirai lasciando che la nicotina iniziasse a fare il suo effetto calmante. Espirai il fumo dai polmoni e ripresi a camminare. Presi nuovamente il telefono
-Ehi piccola, andiamo a pranzo insieme? A tra poco- il bello di avere amiche puttane, pur di avere 10 minuti di divertimento sarebbero disposte a pagarti il pranzo in uno dei ristoranti più costosi del paese. Tanto meglio per me.
 

***

Mi feci una doccia e uscii, senza dire nulla, dal modesto appartamento in cui mi aveva portato la ragazza dai capelli verdi, il suo nome è poco importante, anche se lei si arrabbia ogni volta che lo sbaglio, pazienza.
Sono le 4:30. L’incontro con Rex è sempre più vicino e finalmente dopo giorni di agonia potrò trovare un po’ di pace.  Vado di corsa verso la stazione fregandomene di coloro contro cui vado a sbattere. Che si fottano.
Puntuale come sempre, Rex è sul vicolo che mi aspetta sorridente. A vederlo sembra più vecchio dei suoi 25 anni, la barba incolta sul suo volto gli da un’aria più matura e  il completo che porta lo fa apparire come un importante uomo d’affari. Sorrido, per lui questi sono affari. Rex viene da me a braccia aperte, segno che voleva essere abbracciato. Mi scansai dalla sua traiettoria. Nessuno poteva toccarmi.
-Rex non tirarla per le lunghe, dammi quello che ti ho chiesto- ride e mi ci ritiriamo nella penombra del posto.  Pagai tutta la droga che mi ha recuperato, la misi in tasca e con un cenno del capo lo salutai andando verso i bagni. Mi rinchiudo dentro uno e tiro fuori un bicchiere riempiendolo d’acqua dentro la quale poi metto la cocaina a sciogliere. Prendo la siringa per prendere il liquido appena formato, tiro in su la manica della camicia per poi riprendere in mano la siringa e bucare la pelle lasciando che il liquido scorra nelle mie vene. È una sensazione così rilassante. Tutti i nervi che ho accumulato in questi giorni stanno svanendo: niente zuppa di pollo, niente stanza puzzolente, niente infermiere, niente metadone, nessuna ragazzina ficcanaso.
-C’è nessuno qui?- però i rompiballe sono rimasti a quanto pare.
Apro di scatto la porta del bagno dopo aver messo apposto tutte le mie cose ed esco, trovandomi un fottuto sbirro davanti ai miei occhi. Sorride. Odio i sorrisi.


Marcel ♥
Ok, prima di parlare del capitolo, che oltretutto è scritto male, parliamo di quanto è perfetto il video di Best Song Ever.
Sono fottutamente innamorata di quel video, voglio dire sono loro, i soliti cretini.
Loro che 'ballano' e fanno cazzate ♥
Veronica, Leeroy, Jonny, Harvey, il mio Marcel (Sì sono innamorata di lui HAHAHH )
MA quanto sono perfetti?
Il ballo alla fine con tutti i loro passi e lo sculettamento (?)?
LI AMO
Ok ora passiamo al capitolo...
non potete capire quanto sia felice di sapere che qesta storia vi stia piacendo, davvero leggere le vostre recensioni mi ha  fatto piacere.
Grazie per i consigli che mi avete dato :)
Spero di non avervi deluso con questo capitolo
Vi voglio Bene
Grazie.
-Sara Xx

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***



 

III

Mio padre non torna, di solito a quest’ora è seduto al tavolo mettendo fretta a me o a mia madre per sbrigarci a preparare la cena.
-Si sarà fatto tardi a lavoro- mia madre ceca di mostrarsi calma, la verità è che ha paura che sia successo qualcosa, proprio come me.  Da quando mio fratello Will è morto viviamo nella costante paura di perdere qualcun altro a cui teniamo.
-Jade, vienimi ad aiutare ti  prego- la voce di mio padre riecheggia nel silenzio che era sceso qualche attimo prima e la tranquillità è riapparsa sul volto di mia madre. Raggiungendo mio padre all’ingresso incontrai due occhi azzurri, che ormai da tempo tormentano, costantemente, i miei sogni. –Aiutami a reggerlo- affianco Louis e, come mio padre, prendo Louis sottobraccio. Lentamente portiamo il castano in sala e lo facciamo allungare sul divano e mentre lui dorme andiamo in cucina a mangiare. 
-Papà che significa?- l’ultima volta che l’ho visto era al centro di disintossicazione, perché ora è disteso sul divano di casa mia?
-L’ho trovato nei bagni della stazione, si era appena fatto di cocaina o eroina… lo stanno cercando da una settimana?-
-Chi lo cerca?-
-Il centro di disintossicazione dal quale è scappato, visto che quelli non sono in grado di prendersene cura ci penseremo noi-
-Non puoi dirlo sul serio!- non volevo avere Louis in giro per casa. Non voleva essere aiutato, perché dovevo ospitarlo anche?
-La decisione è presa.  Aiuteremo questo povero ragazzo a rifarsi una vita- sbuffando me ne risalgo in camera. A quanto pare è destino che Louis faccia parte della mia vita. Dovrei aiutarlo? Quando mi ha chiuso la porta in faccia mi sono sentita come calpestata e maltratta. Perché ora dovrebbe essere diverso?
Will perché non sei qui ad aiutarmi?

***

-Ho fame, cucina qualcosa, donna- dal libro poso lo sguardo sul ragazzo appoggiato allo stipite della porta, che mi guarda, strafottente, con quei suoi maledetti occhi azzurri.
-puoi scordarti che io cucini per te, Tomlinson- cucino a mala pena per i miei, può scordarsi che cucini per lui che è praticamente uno sconosciuto. Si avvicina al mio letto e fa un sorriso tirato, ma dal sopracciglio alzato posso intuire che è sorpreso. Evidentemente è la prima volta che si sente dire di no. -Ho fame, sono a casa tua è compito tuo sfamarmi- questa volta sono io ad alzare il sopracciglio, ma con chi crede di avere a che fare? Se pensa che io stia ai suoi comodi tranquillamente, si sbaglia di grosso.
-Sei a casa mia solo perché mio padre ti ci ha portato di forza, se fosse stato per me, saresti rimasto in cella-
-Qualche settimana fa però non la pensavi così- chiudo il libro, tanto ho capito che riuscirò mai a finirlo con lui in giro.
-Già, ma una settimana fa qualcuno mi ha praticamente cacciato dalla sua vita e quindi ho deciso di lasciar perdere- alza un sopracciglio e si siede sul mio letto incastrando il suo sguardo nei miei occhi. Cielo che occhi. Azzurri così azzurri non li ho mai visti, l’azzurro del cielo dovrebbe esserne invidioso. L’unico difetto è che sono tristi e spenti. Tutto è triste in lui. Mi domando perché.
-Senti non ho voglia di scherzare, ho fame, per colpa tua ho dovuto mangiare brodo di pollo per un mese e ora ho bisogno di qualcosa di più sostanzioso- lo dice accendendosi una sigaretta  guardandomi negli occhi. Ricambiai il suo sguardo di sfida scendendo dal letto, aprendo la finestra e rimettendomi seduta sul letto.
-Sotto c’è un po’ di pane, c’è del prosciutto se non sbaglio, alzati da questo letto e vatti a preparare un panino- si morde il labbro segno che si sta innervosendo.
Fece un tiro per poi espirare il fumo addosso a me. So che lo ha fatto apposta. Bastardo. Non gliela do vinta comunque. Ora abiti in questa casa e stai alle nostre regole.
Continuo a guardarlo dritto negli occhi fino a quando non si alza e sbuffando chiude la porta. Un giorno intero solo con lui credo che non lo sopporterò.
Ho bisogno di un aiuto.

***

-Parks smettila-  Callum Parks, il ragazzo più affascinante di tutta York, bello, moro, occhi azzurri, pelle chiara, dolce, molto dolce,  è il mio migliore amico fin dall’asilo, sa praticamente tutto di me, sa anche troppo di me.
È con lui che ho perso la verginità, siamo stati insieme per tipo due anni fino in quinto liceo, ma poi si è scoperto che ha altri interessi sessuali. Il giorno che mi lasciò pensai che fosse una scusa per non dirmi che non ero interessante e non parlammo fino a quando due settimane dopo lo beccai mentre  si baciava con Alex Creek un giocatore della squadra di Hockey. Da lì siamo tornati più amici di prima.
-Non penso proprio Thirwall- ed ecco che un’altra nocciolina mi finisce nella scollatura.
-Smettila, mi sta nascendo un campo di noccioline nel reggiseno-  amo quando Callum ride. La sua risata riempie ogni centimetro della stanza e sarebbe capace di far smettere di piovere. Gli lanciai un cuscino per farlo smettere, per colpa sua ero arrivata ad una quarta di reggiseno… una quarta piena di noccioline.
-Si può sapere che stai facendo? Sto cercando di…dormire- Louis posa il suo sguardo sul mio amico che arrossisce leggermente. Anche lui deve essere rimasto colpito dai suoi occhi. –e tu sei?-
-Nessuno che debba interessarti Tomlinson- non mi va che indaghi troppo sulla mia vita, ha voluto uscirci e ora rimane fuori. Mi guarda con aria di superficialità.
-Non sono affari miei..io esco- dice chiudendosi la porta alle spalle.  Osservo Callum, leggermente arrossito, guardare la porta da dove Louis è appena uscito.
-Parks non pensarci neanche- lui mi guarda, quasi shockato, puntandomi un dito contro. Quando si comporta così è inquietante.
-Tu vorresti dirmi che quel tipo non ti fa né caldo né freddo?- 
-Esattamente…-  so che sto mentendo, perché quando incontro i suoi occhi solo Dio sa il casino che si viene a creare nella mia testa, ma lui non mi vuole e mai mi vorrà, lo ha detto qualche settimana fa. Sono una ragazzina per lui.
 Se solo Will fosse qui in questo momento, probabilmente non avrei mal di testa a causa di Louis Tomlinson.


Eccomi tornata :D
Sinceramente non so che pensare di questo capitolo è tipo una sorta di amore e odio.
Mi piace solo perché ho introdotto Callum, che boh amo questo pargoletto
HAAHAH
Ad ogni modo gli altri erano leggermente scritti meglio...però va beh a me non piace mai quello che scrivo quindi lascio a voi il giudizio.
Ditemi cosa ne pensate accetto tutto u.u
Vi prometto che il prossimo sarà meglio, per lo meno a me piace un po' di più..
Se vi ho deluso scusate veramente tanto.
Ci sentiamo presto pipol ♥
-Sara Xx

Ah Grazie mille per le 11 recensioni alla storia..
Vi amo ♥

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Capitolo 5
*** IV ***




IV
Devo andarmene da questa casa, quella ragazzina mi farà diventare pazzo ne sono certo. Sono controllato 24 ore su 24 non tocco droghe da almeno due giorni se escludiamo quel poco di metadone che la madre di Jade si è fatta dare dalla clinica in cui lavora. Dannazione potevo capitare in una famiglia peggio?  Mi trattano come se fossi incapace di intendere e di volere. Merda ho quasi 22 anni e non posso scegliere per me. Fottuta legge. Scendo in cucina cercando qualcosa d sgranocchiare e noto Jade al telefono mentre si arriccia una ciocca di capelli. Ha un’aria innocente e rilassata. Al contrario di quando è con me.  Ridendo si gira verso di me e i miei occhi azzurri si incontrarono con i suoi scuri. Sospirando mi dirigo verso il frigorifero.
-Okay, Call a domani- dopo aver riattaccato si sedette a tavola prendendo una rivista, non degnandomi di uno sguardo.  Senza troppa voglia prendo del prosciutto del giorno prima e del pane. Mentre preparo il panino sento lo sguardo di Jade addosso. Quella ragazza mi mette in soggezione. E so anche il motivo.
-Puoi smetterla di fissarmi?- continuo a darle di spalle, non reggerei un altro ‘scontro visivo’.  Non avrei mai voluto incontrarla. Da quando le nostre vite si sono incrociate la mia ‘normalità’ è andata a farsi benedire. Fottuta ragazza.
-La casa è mia- ‘La casa è mia’ ‘La casa è mia’ non fa altro che ripetere queste insulse parole. Vorrei risponderle, ma poi iniziano a salirmi i sensi di colpa, come quando l’ho cacciata dalla clinica. So il motivo per cui ci teneva tanto ad aiutarmi. Il punto è che: io non voglio essere aiutato.
-Sbattimi fuori casa- andare sotto un ponte sarebbe stato preferibile. Mi giro con cautela e la sorprendo a guardare una rivista di moto. I suoi occhi sono lucidi, le labbra tremano. Quella è la rivista preferita del fratello, ci metterei la mano sul fuoco.
Mi avvicino con cautela alla ragazza: perché sento il dovere di abbracciarla?
Fortunatamente prima di compiere quel passo, lei si gira verso di me, puntandomi quei suoi occhi accusatori, incastrando i miei azzurri.
-Se non fosse per la promessa che mi sono fatta qualche anno fa… lo farei volentieri Tomlinson- alzandosi, la sedia cade, riempiendo il silenzio che si era creato. Una volta raccolta, Jade esce dalla stanza, mentre io rimango a fissare il punto da dove è uscita, con l’immagine dei suoi occhi davanti. Di quale promessa parla? Cercando di non darle peso inizio a mangiare silenziosamente continuando ad avere davanti le immagini di quelle iridi scure.
 I suoi occhi, i suoi dannati occhi scuri, mi ricordano tremendamente quelli di Will. Hanno la stessa intensità, anche se forse quelli di Jade, sono più profondi… meno spenti rispetto a quelli del fratello.
 ‘Proprio tua sorella dovevo incontrare?’ imprecando contro Will e tutta la sua famiglia vado in camera iniziando a cercare qualche rimanenza di qualche sostanza dentro le tasche del mio cappotto. Non mi era mai capitato, per stare 'bene’ di cercare tra gli avanzi. Sono caduto in basso.
Devo trovare un modo per andarmene da qui.
***
Fortunatamente Rex ha accettato ad incontrarci questa sera. Ho bisogno di svagarmi un po’ e non pensare a nulla, non pensare a Will, non pensare a Jade.
A casa non c’è nessuno, benedetti battesimi. Quindi posso uscire liberamente, senza ricevere mille domande. Dopo essermi accertato di aver chiuso tutto esco di casa e solo allora mi rendo conto che casa Thirwall è parecchio lontana dalla stazione. Imprecando inizio a guardarmi intorno e noto la porta del garage aperta. Sorridendo entro e noto una bellissima auto sportiva nera. Se non fosse per alcuni graffi sullo sportello del passeggero,  alcune bozze in quello del guidatore  e la targa quasi completamente sporca di fango, penserei fosse un auto nuova. Provo ad aprirla, ma, ovviamente, è chiusa per tanto inizio a cercare un piede di porco pronto a scassinarla, ma a quanto pare in questa casa non esiste. Decido di tornare dentro l’abitazione per cercare le chiavi di quella bellezza.  Per mia grande fortuna erano l’unico paio di chiavi rimaste in casa. Prendendole il cuore iniziò ad accelerare vedendo il portachiavi. Una ‘W’ d’acciaio. Sento il sangue gelare. Quel portachiavi l’avevo regalato a Will per il suo compleanno.  Scendendo di nuovo in garage mi maledico per non aver riconosciuto immediatamente ‘l’amore’ di Will.
Salito in auto e  inizio a sistemare gli specchietti con un forte peso sul cuore. Se non fosse stato necessario per la mia ‘sopravvivenza’ sarei immediatamente sceso dall’auto e tornato in casa. Dopo essermi fatto coraggio misi in moto e in 20 minuti neanche raggiunsi la stazione. Normalmente il sabato è pieno di puttanelle in giro, ma essendo a malapena le nove di sera, il centro è pieno di famiglie felici che passeggiano.  Guardo con un po’ d’invidia  una coppia di innamorati, e mi sale l’amaro in bocca. Perché l’unico motivo per cui le ragazze si avvicinano a me è per passare una notte di follia?  
Raggiunsi Rex nel solito punto oscuro di quel posto.  Era, come al solito, circondato da galline pronte ad elemosinare un po’ di droga gratis. Che pena. Tutto questo mi faceva schifo, ma era la mia normalità, la mia sicurezza. Perché cambiarla?
Non appena mi vede Rex congeda le due ragazze, facendo in modo di rimanere solo con me.  Mi avvicino con cautela al ragazzo di fronte a me. Con lui non si sa mai. Mi siedo al suo fianco in attesa che mi dia quello per cui ero venuto.
-Ho un paio di clienti prima, poi ti darò quello che cerchi- sbuffando mi misi in un angolo guardandolo spacciare. Rex è il più abile commerciante che conosca. Se può essere chiamato ‘commerciante’ uno spacciatore. Ero meravigliato dalle sue abilità di contrabbando. Una volta finito iniziammo a parlare, mentre, da bravi tossici quali eravamo, ci preparavamo una bella striscia di cocaina.
-Mi danno roba scadente in quella casa- dico scocciato. Come al solito Rex voleva fare la prima sniffata. E io odiavo questa cosa. Non ero secondo a nessuno io.
-Fa capire loro chi è il capo- fosse facile.
-Sono la famiglia di Will, Will Thirwall…sono la famiglia di Stinco-  ammetto abbassando lo sguardo. Sento lo sguardo di Rex addosso. Nonostante tutto, è una brava persona, eccentrico, ma non cattivo. –Ad ogni modo è la sorella, il vero problema- o meglio gli occhi della sorella.
-perché non le dici che conoscevi suo fratello?-
-così mi ammazza subito, Rex..io ero presente quando suo fratello è morto- quella notte non me la scorderò mai; ho ancora gli incubi a causa di quelle ore.
No, non posso dire a Jade che sono io l’assassino di suo fratello.



Scusate l'immmenso ritardo nel postare il capitolo, ma ho avuto un po' di 'problemi' e poca voglia di pubblicare, ma fortunattamente è tornata HAHAHAHA...come avete visto c'è un nuovo Banner, che è bellissimo *v*, ma personalmente amo anche l'altro quindi da ora in poi userò questo nei capitoli narrati da Lou e l'altro in quelli narrati da Jade, così facciamo tutti felici HAHHHAHAHA
Che ne pensate di questo capitolo? Lo preferisco a quello precedente, la fine mi piace di questo. Non so perché. HAHAHA
Comunque i giudici sietevoi HAHAH, fatemi sapere cosa ne pensate
E un Grazie infinite per le 15 recensioni alla storia. Sì lo so che ci sono persone che ricevono 15 recensioni a capitolo, ma a me sembrano già tante 15 a tutta la storia :D
Grazie mille
Vi voglio Bene
-Sara Xx

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***





V

Mi sveglio con Callum al mio fianco, mentre dorme ha uno sguardo tenerissimo, sembra un panda. E non lo dico solo per i contorni neri intorno agli occhi,  che gli ho fatto durante la notte.  Cerco di alzarmi senza svegliarlo. Ieri è venuto in lacrime a casa mia, i suoi hanno scoperto la sua omosessualità e non l’hanno presa bene. Per quanto Callum cerchi di dimostrarsi menefreghista, tiene molto al parere dei suoi genitori. Chi non lo farebbe? Non devo neanche pormi la domanda: Louis Tomlinson. 
-Buongiorno bambina mia, dormito bene?- mia madre, la donna più importante della mia vita, è sempre radiosa e con un sorriso magico. Mi era mancato quel sorriso, non lo vedevo da tempo… dalla morte di Will precisamente.  Ricambio il sorriso che mi ha rivolto e prendo la mia solita tazza con la mucca e la riempio di latte e cereali. La domenica mi drogo di latte e cereali.
-Come sta Callum?- ora capisco perché Cal è ‘geloso’ dei miei. Al contrario dei suoi genitori mettono la felicità dei propri figli al primo posto, non ci hanno mai fatto mancare l’affetto di cui abbiamo bisogno.  Will me lo ripeteva in continuazione ‘Loro ci vogliono veramente bene, non essere arrabbiata con loro’  me lo diceva sempre prima di andare a dormire, indipendentemente dal fatto che avessi litigato con loro o meno. E ancora non lo capisco.
-Beh i suoi genitori gli hanno detto in faccia che non accetteranno mai quello che è…sta che è una meraviglia- non so perché mi è uscita questa risposta acida con lui, dopotutto si è solo preoccupato per il mio migliore amico.
-Per quanto mi riguarda, può restare qui tutto il tempo che vuole-
-Ci mancherebbe, fate stare qui un perfetto sconosciuto-  questa acidità mattutina non è da me specie contro i miei genitori, ma non riesco a fermare la rabbia che provo.
-Parli di me bambina?- parli del diavolo… non lo perdonerò mai per aver preso la macchina di Will per riportarla in uno stato pietoso. Tra lui e la macchina non si sa chi era messo peggio ieri sera. Lo detesto.  E i miei continuano ad insistere per tenerlo qui. In questa casa. Sbuffando esco dalla cucina. La sua vista mi fa ribollire il sangue. Torno in camera notando Calum seduto sul mio letto con il computer tra le gambe.
-Che stai facendo Parks?- lui gira lo schermo verso di me, mostrandomi il link di un sito di incontri.  –Non sarai intenzionato ad iscriverti lì vero?- lui ride scuotendo la testa. Quest’azione mi fa rilassare, per un attimo credevo che il mio amico avesse perso la ragione.
-Ci ho iscritto te- mi cade lo zaino di mano a quell’affermazione.  Guardo duramente il mio amico, se ancora posso considerarlo tale. Esco furiosa dalla stanza controllando in ogni stanza se ci fosse ancora traccia di qualcuno. Dopo essermi accertata che la casa fosse completamente vuota torno in camera mia saltando addosso a Calum pronta a strozzarlo con le mie stesse mani.
-SEI IMPAZZITO?- gli urlo mentre cerco di picchiarlo, ma con agilità lui mi blocca sotto di lui. –Parks, per tua sfortuna sei uomo quindi anche in questa posizione posso farti del male- lui continua a ridere.
-Andiamo Jade sarà divertente vedere vecchi arrapati che ci provano con te- ma oggi vuole proprio morire
-Io non ci trovo niente di divertente però-
-Quand’è che vi baciate?- Cal ed io ci giriamo nello stesso momento verso la porta notando il sorriso strafottente di Louis. Da dove è uscito?
-Louis che cazzo vuoi?- oggi sono più acida del solito, me ne rendo conto, ma sono particolarmente incazzata, specie con lui.
-Semplicemente godermi lo spettacolo- Calum si toglie da sopra di me imbarazzato, mai visto così rosso in vita mia. Scendo dal letto e raggiungo il castano iniziando a spingerlo per mandarlo via, lui ride. Bastardo. –Ma non eri gay?- Calum lo guarda.
-Mai stato più gay di così- continua a guardarlo, anzi a mangiarselo con gli occhi e non posso credere che ad un angelo come Calum possa piacere un demone come Louis. La scena è disgustosa. Devo assolutamente fare un discorso a Cal e pregare che Louis gli stia lontano. O che il moro stia lontano al castano. Insomma quei due non devono avvicinarsi. 
Cogliendolo in un momento di disattenzione lo faccio uscire dalla stanza.
-Louis, so qual è il tuo piano. Sta lontano da Calum, lui è puro-  lui ride ancora più forte
-Hai sbagliato di grosso-
-Io non credo- dico girandomi furiosa per andare via, ma lui mi prende per un polso incastrando il mio corpo tra il suo e la fredda parete di camera ‘sua’.  Ha uno sguardo che non mi piace. Mi fa quasi paura. Mi ricorda quel pomeriggio al centro di disintossicazione. Quel giorno che mi ha cacciato dalla sua vita. Poso lo sguardo sulle sue braccia e vedo alcuni ematomi, segno che recentemente di è bucato di nuovo. Mentre fa presa con il suo corpo mi costringe a guardare i suoi occhi. Azzurri, come sempre, ma oggi hanno una luce particolare, mi perdo a guardarli. Sono così particolari, come può un deficiente come lui avere occhi così belli?
-Non mi piace dare piacere ai ragazzi, se capisci cosa intendo- il ribrezzo verso di lui ritorna, nel momento esatto in cui quella frase esce dalle sue labbra sottili e la sua mano blocca i miei polsi sopra la testa.
-Lasciami Tomlinson!- bofonchia qualcosa di incomprensibile mentre mi accarezza le labbra con un dito. Sto iniziando ad avere paura, non vorrà osare vero? Le gambe iniziano a tremare quando la sua mano accarezza il mio fianco –Ti prego lasciami- anche la voce si fa tremante. E gli occhi lucidi. Le sue labbra si avvicinano alle mie sfiorandole di poco.
-Perché dovrei? Tutte lo vogliono- fa leggermente presa sui miei polsi costringendomi a rilasciare qualche lacrima. Bastardo. 
-Will, ti prego, fallo per Will- il dolore cessa in quel momento. Alzo lo sguardo. è pallido in volto, lo sguardo perso e quasi terrorizzato. Le sue mani tremano quasi quanto le sue gambe.  Vorrei correre in camera e rifugiarmi al sicuro, ma quella scena mi porta ad urlare una sola verità –Lo conoscevi!- ecco perché si comporta come se fosse a casa sua. Chissà quante volte lui ci è entrato. Ecco chi era quella L. che si era tatuato mio fratello. Ecco chi era questo famoso ‘migliore amico’. Dalle descrizioni che mi faceva dovevo riconoscere subito Louis. I suoi occhi così familiari. È lui. È lui il ragazzo che faceva brillare gli occhi di Will. È lui il ragazzo al quale Will ha dedicato la sua canzone. 
‘They Don’t Know about us’.
Cosa non sappiamo Will?
–Lo conoscevi.-  ripeto, questa volta con un filo di voce. Lui piange e mi urla di andare via, ma io rimango immobile a guardarlo e ad interrogarmi. Perché non me lo ha mai detto? Perché è stato sempre in silenzio? Perché ora sta piangendo? Perché?
Lo sento ripetere ‘Mi dispiace’, ma non capisco: Louis Tomlinson cosa c’era tra te e Will?




Ed eccomi tornata!
Mi dispaice per il ritardo, ma sono stata molto indecisa con questo capitolo l'ho tipo riscritto 3 volte, non mi convinceva mai, alla fine ho pensato di far andare avanti un po' la storia e quindi far capire alla nostra Jade che effettivamente Louis conosceva suo fratello.
In che rapporti erano secondo voi?
Voglio dire nel capitolo precedente il nostro Lou fa una confessione piuttosto scioccante mentre qui Jade dice qualcos'altro...
Voglio spare le vostre teorie e cosa ne pensate del capitolo, secondo voi in cosa devo migliorare?
Mi vorrei scusare per non aver risposto alle recensioni, ma ho avuto problemi con la connessione, ad ogni modo grazie mille per averne lasciate...
Ora scappo.
Grazie mille ancora,
Baci
-Sara Xx

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