Matter of points of view/ Erika

di Ilarix96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 4 Maggio 2000 ***
Capitolo 2: *** 5/ 6 Maggio ***
Capitolo 3: *** 7 Maggio ***
Capitolo 4: *** 9 Maggio ***
Capitolo 5: *** 10/11 Maggio ***
Capitolo 6: *** 13 Maggio ***
Capitolo 7: *** 14 maggio ***
Capitolo 8: *** 15 Maggio ***
Capitolo 9: *** 16 Maggio ***
Capitolo 10: *** 17 Maggio ***
Capitolo 11: *** 18 Maggio ***
Capitolo 12: *** 19 Maggio ***
Capitolo 13: *** 20/21/22 Maggio ***
Capitolo 14: *** 24 maggio ***
Capitolo 15: *** 27 Maggio ***
Capitolo 16: *** 30 Maggio ***
Capitolo 17: *** 2 Giugno ***
Capitolo 18: *** 4 Giugno ***
Capitolo 19: *** 5 Giugno ***
Capitolo 20: *** 7/ 8 Giugno ***
Capitolo 21: *** 10 Giugno ***
Capitolo 22: *** 13/14 Giugno ***
Capitolo 23: *** 16 Giugno ***
Capitolo 24: *** 18/ 19 Giugno ***
Capitolo 25: *** 21/ 22 Giugno ***
Capitolo 26: *** 24/26 Giugno ***
Capitolo 27: *** 27 Giugno ***
Capitolo 28: *** 29 Giugno ***
Capitolo 29: *** 2 Luglio ***
Capitolo 30: *** 4 luglio ***
Capitolo 31: *** 6/7 luglio ***
Capitolo 32: *** 10 Luglio ***
Capitolo 33: *** 12 Luglio ***
Capitolo 34: *** 14/19 Luglio ***
Capitolo 35: *** 20 Luglio ***
Capitolo 36: *** 21/22 Luglio ***
Capitolo 37: *** 24 Luglio ***
Capitolo 38: *** 25/27/28 Luglio ***
Capitolo 39: *** 29 Luglio ***
Capitolo 40: *** 31 Luglio/ 1 Agosto ***
Capitolo 41: *** 8/10/11/13 Agosto ***



Capitolo 1
*** 4 Maggio 2000 ***


 4 maggio 2000
-Erika! Scendi! La colazione è pronta da un pezzo!- questo è stato il dolce risveglio di questa mattina. Mi sono alzata pigramente dal letto e ho controllato l’ora. Erano le 9. Era tardissimo! Il tutore stava per arrivare ed io ero ancora in camicia da notte! Mary, la domestica è arrivata in camera e ha aperto la finestra. Era una bellissima giornata. -La signorina non si vuole alzare?- -Certo, adesso mi alzo. Uff, è un peccato dover andare dal maestro con questo bel tempo.- -Avanti , Erika, non sia pigra!- -Ma una giornata di sole così in Inghilterra capita ogni morte di Papa!- -Avanti,non faccia la bambina, magari dopo aver fatto i compiti potrà uscire.-
Quanto mi manca lo Schloss dove abitavamo in Germania….era bellissimo.Non dico che questa villa sia brutta,anzi mi piace. È una villa molto grande con 19 stanze.
È bianca ed ha una grande piscina da usare in estate quando e se c’è il sole. Ha una cucina immensa, per la gioia di mia madre ed ha un bel salotto moderno con la televisione ultimo modello(che conoscendo mio padre cambierà ben presto con una più recente ancora.), la mia stanza è abbastanza grande, con un bel armadio di quercia che ricopre tutta una parete, una grande scrivania con un computer, un affare che occupa tutto il lato corto.
Di fianco c’è una porta finestra che ha un balcone enorme di marmo. La camera dei miei genitori è la più grande della casa. Ha un letto ha due piazze e una cabina armadio gigantesca(praticamente se la sgombrassero verrebbe fuori una seconda camera da letto). Ha delle tende rosse e pesanti e anche questa ha un balcone. La mia camera invece, ha le tende azzurro cielo, queste un po’ più leggere.
Chi legge penserà che sono una principessa ma mio padre fa il ricercatore e mia madre lavora in una troupe cinematografica e ci tengono molto a mostrare che una grande decenza. In compenso siamo una famiglia molto unita. Tutte le volte che papà o mamma devono andare da qualche parte per lavoro ci spostiamo tutti insieme. Per esempio, adesso siamo qui perché mia madre sta lavorando a un film in Inghilterra e mio padre fa delle ricerche in uno studio. Hanno assunto un maestro per farmi imparare l’inglese bene, in modo che sia perfettamente bilingue. Mia madre è tedesca e mio padre inglese, perciò vogliono che sappia bene entrambe le lingue .
Adesso faccio le lezioni in inglese ma mamma insiste con il parlarmi in tedesco.
Arriviamo al sodo, però. Perché  ho scelto di scrivere il diario? La prima risposta è non lo so. No, non è proprio così: L’ho scritto perché sento il bisogno di sfogarmi con qualcuno. Oggi mio padre è entrato a casa con una notizia che secondo lui è fenomenale, cioè la proposta di andare in Afganistan. In Afghanistan. Ma stiamo scherzando? Invece papà ha già programmato tutto, mamma deve finire di montare le scene di un film là e io? io devo diventare una specie di crocerossina che aiuta nell’ospedale del posto. Oh, mio padre e le sue idee idiote!
Sappiamo anche quando si parte: tra due settimane. É terribile! Io non voglio lasciare questo paese per andare in uno dove non sanno neanche cosa significhi la parola pace!
Adesso vado sennò i miei si insospettiscono e pensano che io mi senta male.
Buonanotte
Erika


Note:
Ed ecco arrivato anche il secondo capitolo, come promesso. :) Come al solito le mie note sono molto corte. 
Comunque spero che la storia vi piaccia

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Capitolo 2
*** 5/ 6 Maggio ***


                                                                                                                      5 maggio 2000
Signore, papà non desiste dalla sua idea!
Quindi è probabile che partiremo e lui è sempre  più eccitato. E ha come alleata la mamma. Potrei stare a casa da sola, tanto ci sono i domestici e poi so cucinare, ma no! dovremo stare in Afghanistan per 3 mesi e i domestici sono più contenti di me di ciò.
Poi i mesi si trasformeranno in anni e io dopo cosa farò? É stato così per l’Inghilterra,ma almeno è interessante e poi quali distrazioni ci possono essere in Afghanistan? Non mi posso portare nemmeno il mio computer per parlare con i miei amici! Sarà un incubo! E poi se devo portare il burqua? Non ci penso nemmeno a mettermi quel velo che non ti lascia né vedere,né respirare!
La mamma invece è letteralmente entusiasta, non vede l’ora di portarsi dietro tutta la troupe e di vederela guerra. Lì sì che non avrà bisogno di effetti speciali!
Chi li capisce i miei?
Buonanotte, sta passando Mary!
LadisperataErika
 
 
                                                                                                        6 maggio
Oggi il mio tutore mi ha fatto leggere il diario di Anna Frank e mi è venuta un’idea.
E se dessi un nome anch’io a questo diario? Non serve solo essere rinchiusi in una casa/cubicolo perché si possano dare i nomi a un diario.
Gli potrei dare un nome maschile…Andry può andare bene. Si, Andry mi piace!
Mio Dio, ho iniziato il diario da due giorni e non mi sono neanche descritta!
Tipico. Beh, cosa posso dire in fondo…ho i capelli color rame. Ho gli occhi grigi. Non dico di essere una brutta ragazza, mi trovo anche discreta ma i ragazzi che mi notano sono molto pochi. Forse perché cercano altre bellezze o forse perché sono molto solitaria, non amo la confusione, però ho degli amici, creati un po’ forzatamente forse.
Infatti sono tutti i figli dei ricercatori, colleghi di mio padre. I nostri incontri sono avvenuti quando noi eravamo ancora piccoli, perciò in un modo o nell’altro siamo diventati amici. Mi ricordo solo serate imbarazzanti con i miei genitori che mi chiamavano giù e mi presentavano a questi bambini e passavamo tutta la serata a squadrarci dall’alto in basso.
Sono sia tedeschi che inglesi, quindi un altro motivo in più per imparare il tedesco e l’inglese. Non so neanche qual è la mia lingua!
Alcuni hanno seguito le orme dei genitori e sono diventati proprio ODIOSI. Non si può dire niente con loro che saltano fuori con le bizzarre leggi della fisica.
Al di fuori di questi non ho altri amici. Anche se ho già preso un soprannome dalla gente del luogo.”La ragazza fantasma”, perché non esco quasi mai, se non per fare lo stretto necessario. Ah, ho 17 anni, tra poco 18
Mia madre, Anne Schneider è alta e ha delle labbra rosso scarlatto anche senza bisogno del rossetto. Ha una fisionomia elegante e quando deve andare a première o cose del genere ha sempre dei vestiti da fare invidia alla più bella modella. Ha delle gambe lunghe e magre, eleganti anch’esse, gli occhi azzurro cielo, grandi ma non troppo e i capelli biondi dorati. L’ideale di bellezza per i tedeschi.
Ha un’aria gentile e sempre giovane.Però se c’è qualcosa che non va diventa dura come il ghiaccio. Viene da Monaco.
La sua personalità è un po’ come la mia. Riservata, non le piace avere troppa gente in casa, eppure si diverte da matti sul set.
Mio padre, John Kelly, ha gli occhi verdi tendenti al grigio, gli occhiali, e i capelli bruni.
Dire che è curioso è dire poco. Quando vede qualcosa che non ha ancora visto fa una lista, cerca su internet le sue caratteristiche e confronta il tutto con i suoi colleghi. É attratto dai posti più ostili del pianeta ed è un perfezionista cronico. No, non esagero, quando vede il minimo dettaglio fuori posto lo corregge alla velocità della luce.
Un po’ sono così anch’io, in camera mia sembra che non ci sia mai entrato nessuno.
Mia madre invece è il contrario. Bella e elegante quanto si vuole, ma se deve ordinare il suo armadio, piuttosto…
Abbiamo anche un gatto che è una minuscola palla di pelo che mi sta sempre appiccicato come se fossi una calamita.
Da queste prime tre pagine tutti si saranno fatti l’idea di una che vive sugli allori, che è pigra e che uscirebbe solo se accompagnata da un domestico. Ma io….sono proprio così! e non mi importa molto di quello che pensano gli altri.
Non si pensi che io sono una di quelle ragazze tutte”Sai io non faccio niente dalla mattina alla sera! In casa mia non devo fare niente e sono servita e riverita come una regina! Da grande aprirò una catena di negozi senza neanche aver aperto un libro.Tanto a che servono? Sono ammassi di carta legati.” NO, io quelle ragazze le detesto. Sono quelle che ogni tanto mi suonano alla porta per chiedermi di usare la piscina, dicendo che la loro piscina era rotta(non so come)  oppure mandavano dei
messaggi a dei ragazzi molto carini per chiedere di vederle in perizoma. Che schifo!
Oh, mio Dio è tardissimo. Mary sarà già passata da un pezzo!
Buonanotte
Erika


Note: 
ok, devo ammettere che fa proprio schifo questa parte. Magari per il momento questa Erika sembrerà una persona insopportabile, ma spero che prossimamente cambierete idea..

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Capitolo 3
*** 7 Maggio ***


7 maggio
Caro Andry
Oggi è stata una giornata bellissima! É il mio compleanno! Ho ricevuto e-mail e telefonate da tutti i conoscenti e i miei mi hanno portato a Londra per festeggiare. Infine, oggi mentre eravamo a cena mio padre mi ha sorriso e mi ha detto che aveva qualcosa di speciale per me. I miei genitori si sono scambiati uno sguardo d’intesa e lui ha tirato fuori un pacco regalo avvolto con carta celeste (se non si è capito l’azzurro è il mio colore preferito).
L’ho aperto ed era un computer portatile! Così posso chattare con i miei 3 amici anche quando sarò in Afghanistan.
L’ho detto alla mia amica che c’è rimasta un po’ male ma mi ha incoraggiato dicendomi che può resistere e che ce la potevo fare anche io.
E così se me ne vado almeno potrò parlare con i miei amici e con te ovviamente, ti porterò con me e ti spiegherò tutto.
Sarah, è cosi che si chiama una delle mie tre amiche, è praticamente il tramite tra me e il resto del mondo. É lei che mi racconta tutti i cosiddetti “gossip”.
Lei va alla scuola pubblica, ed è per questo che è sempre informata. Io ci ho provato a chiedere ai miei se potevo frecuentare la stessa scuola e loro o non mi rispondevano mai oppure si limitavano a sospirare, mi guardavano oppure mio padre mi diceva :”Ma non sei contenta così? Te l’ho raccontato mille volte quello  che mi è successo. Non voglio che si ripeta anche per te.”
Devi sapere che mio padre ha avuto un’esperienza terribile quando andava a scuola.
I suoi genitori l’hanno costretto a mettersi gli occhiali e l’apparecchio. Solo che gli  occhiali erano giganteschi e rotondi e l’apparecchio gli impediva di parlare bene  quindi sputacchiava sempre e non riusciva a dire la “S” e la “R”.
I suoi vecchi compagni gliene hanno fatte di tutti i colori. Una volta, quando aveva 8 anni l’hanno appeso a una porta e ci è rimasto due ore. Era disperato, poverino. C’è da dire anche che era piccolo di statura più degli altri e, tra le altre cose, lo prendevano in giro anche per quello. E lui ha paura che nella scuola ci siano i figli dei suoi compagni e che prendano in giro me perché sono la figlia dello “sgorbio”. Penso che siano tutte sciocchezze, perché è impossibile che si ricordino di lui, ma quando glielo dico mi risponde stizzito ”Allora? Non ti va bene così? Con tutto quello che paghiamo!”…Come non detto.
Ora è meglio che vada. Buonanotte!
Ery
 

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Capitolo 4
*** 9 Maggio ***


                                                                                                           9 maggio
Carissimo Andry
Oh,mio Dio! Ho passato forse la serata e la notte più movimentate e meravigliose della mia vita!
Ieri mattina la mia migliore amica, Amy, mi ha chiesto se volevo andare a casa sua, io naturalmente ho accettato anche perché non ho molto da fare durante la giornata.
Quando sono arrivata tutto era chiuso e ho pensato di essermi sbagliata giorno,ma mentre stavo per andarmene sua madre è arrivata e mi ha chiesto se volevo entrare in casa.
Quando siamo entrate mi ha detto di andare nel salotto perché Amy sarebbe stata lì a momenti. Sono entrata e, appena ho acceso la luce Amy e un sacco di persone sono sbucate dal nulla e mi hanno abbracciato.
Poi ho visto le loro facce e mi sono accorta che conoscevo solo Amy. Ma perché mi hanno abbracciato allora?
Mi guardavano tutte come se fosse stato concesso loro di vedere il papa. Poi Amy me le ha presentate tutte e mi ha svelato anche una cosa che mi ha fatto un po’ innervosire. Loro sono le sue compagne di scuola e mi hanno abbracciato così, perché lei ha raccontato tutto di me o loro si nascondevano quando con la telecamera parlavamo via computer. Perché l’ha fatto non lo so…secondo me non ha nessun senso…Così loro si sono fatte gli affari miei!
E come si è giustificata? -Insomma, Erika, vuoi rimanere segregata in casa per sempre? Esci dal guscio!!- ho capito che sono un po’ chiusa, ma non pensavo così tanto!!!
Loro sono gentilissime e anche simpatiche. Dopo aver parlato abbiamo visto un film che il padre di Mary aveva noleggiato (era carino, ma non certo il mio genere, pieno di balletti,  di ragazzi innamorati, non mi ricordo neanche come si chiamava) ci siamo cambiate(nel frattempo i miei genitori mi avevano portato la camicia da notte)e abbiamo parlato di tutto e di più. Loro si sono fatte manicure, pedicure , dandosi gli smalti più appariscenti che avessi mai visto, maschere di bellezza fatte di fango o di cetriolo o di qualsiasi verdura(non riesco a pensare di mettermi quella roba in faccia!), ci siamo tirate i cuscini(anche se devo confessare che la prima volta che mi è arrivato un cuscino addosso, perché naturalmente ero io il primo bersaglio, mi è sembrato più un dispetto che uno scherzo e la prima reazione è stata quella di vendicarmi, scatenando le risate irrefrenabili delle mie nuove amiche e di Mary che mi ha detto che sono antica, poi quando ho visto che se lo tiravano tra di loro e ridevano ho capito che era solo un gioco) e, dopo essere emerse da un mare di piume, abbiamo parlato di Jessie Evans, un ragazzo molto carino, da come me l’hanno descritto e della sua ragazza, una che ha suscitato subito il loro disgusto e il loro commenti del tipo “Quella biondina con Jessie! ha di meglio da fare di certo! E poi ha due anni in meno”,(anche se, con questi discorsi, sembrava che noi fossimo delle quattordicenni, non delle diciottenni) poi sono stata considerata nel discorso”Ma tu lo conosci?””Viene mai alla tua piscina? Li hai mai visti insieme?”( come se avessi una piscina pubblica…però, potrebbe essere una idea! Farei pagare il biglietto a chi entra…)a cui io non sapevo rispondere dato che non so neanche che faccia abbia.
Sono andate avanti con questi pettegolezzi fino alle tre di notte. Poi, come per incanto, ci siamo tutte addormentate, una a una. Io sono stata l’ultima, credo.
La mattina ci siamo svegliate e ad aspettarci di sotto c’era una tavola enorme con ogni genere di brioche, paste, bibite… C’era anche un quintale di Nutella.
Veramente,sembrava un paradiso(io sono anche molto golosa,anche se dicono tutti che non si vede). Anche Mary sembrava stupita. Poi sono comparsi i suoi genitori e hanno detto”oh! Ragazze siete già sveglie? Se sapevo così mettevo un po’ a posto! Questa doveva essere una sorpresa!”qualcuna di noi ha risposto”Questa non è una sorpresa, è un sogno!””vi sarà costata un patrimonio tutta questa roba!”
“Oh! Cosa vuoi dire! mi avevate detto che era una festa di addio per Erika e anche per il suo compleanno e ho voluto festeggiare per il meglio!””Forza, andatevi a preparare, quando tornerete sarà tutto pronto!”Abbiamo fatto quello che ci era stato richiesto e tornate giù abbiamo trovato la tavola apparecchiata di tutto punto: tovaglia bianca con dei fiocchi azzurri, bicchieri di cristallo e posate d’argento. C’era anche un centrotavola con rose rosse e tulipani. Sembrava di essere a colazione nel palazzo del re o a casa mia nelle occasioni importanti(non voglio essere snob però). Bisogna riconoscere che i genitori della mia amica sono molto ordinati e hanno dei gusti molto raffinati.
Anche lei è ricca sfondata. Suo padre è banchiere e sua madre lavora con mio padre.
I piatti erano di ceramica italiana, ognuno diverso e tutti molto belli.
Dopo aver fatto colazione mi hanno dato anche una torta. Era gigantesca! Il tempo di andar via è arrivato in fretta e ho dovuto lasciare a malincuore quel paradiso.
Oddio! È tardissimo!Meglio che vada
Baci

Note:
Ok, devo dire che in questa pagina sembra che Erika abbia veramente 15 anni...ma il capitolo mi è venuto in uno scatto di follia... Spero che vi sia piaciuto lo stesso :)

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Capitolo 5
*** 10/11 Maggio ***


                                                                           10 maggio
Caro Andry
Ormai manca una settimana alla fatidica partenza. Non è che io scoppi dalla voglia di andarmene, ma i miei genitori hanno già fatto le valigie e ogni volta che pronuncio una parola che inizia con la A loro si mettono subito a urlare Afghanistan!
Non vedono l’ora di entrare in contatto con la gente caritatevole del posto e che fa tanta tenerezza. Non ho parole. A volte sembrano più bambini di me.
Però voglio loro bene.
Non voglio che nessuno veda questo diario, perché non voglio che le persone,( anche i miei genitori) si facciano i miei affari.
Ciao
 
                                                                                                                                    
 
 11 maggio
I miei non mi possono fare questo! Mi hanno detto che la partenza sarà fissata il 13 maggio! Tra due giorni! Non ho neanche il tempo di vedere i miei amici un’ultima volta! Questa volta i miei genitori non potevano farla più grossa! Io non voglio partire! E in più domani vogliono andare a fare un giro nei migliori outlet per comprare dei vestiti.
Oddio, così mi devo sorbire anche i colleghi di mia mamma che tutte le volte che mi vedono dicono ”Oh,com’è cresciuta e com’è bella!”oppure se mi conoscono già”Oh, ma sei diventata altissima in pochi giorni! Che cosa mi racconti?” E chi la ha mai vista questa gente?
Oltre a questo non ho molto altro da dire. Magari per non fare tutte queste lettere così corte posso descrivere un po’ i miei amici.
Partiamo da Mary, la mia migliore amica, di cui ho già parlato. Lei ha i capelli molto scuri e gli occhi verdi, è abbastanza alta e ha un naso piccolo e abbastanza schiacciato, ma non è brutta.
È molto affascinata dai paesi, al contrario di me ed è anche molto ricca. Infatti ha una casa gigantesca!
È molto solare, le piace la musica, farebbe feste tutti i giorni e adora le sorprese.
Non c’è molto altro da dire. Quando eravamo in Germania lei era la mia vicina di casa e facciamo sempre in modo di essere insieme o essere vicine. Ma questa volta lei non verrà…in teoria sarei sola come un cane. Unici miei compagni sarebbero forse gli attori della troupe di mia madre. Oh signore! Per fortuna che ho questo diario, sennò preferirei farmi 48 ore non-stop con il mio tutore!
Comunque, proseguiamo con la descrizione dei miei amici, almeno così sai con chi sto parlando.
Therry è l’unico amico maschio che non sia fissato con la chimica e la biologia. Però è estremamente pignolo e permaloso. Se gli dici qualcosa contro le sue idee o lo critichi ti fa delle scenate tremende…Si è particolarmente attaccato a me, perché quando eravamo piccoli l’ho difeso da un altro bambino che lo prendeva in giro  e lo picchiava. Non l’ha più dimenticato.
Devo cercare un modo carino per dirgli che parto. Ci rimarrà sicuramente male. Cavolo, sto pensando di nuovo alla partenza! Oggi non ce la posso fare…comunque Therry  è un po’ insicuro e introverso  e ha pochi amici come me. É questo che ci accomuna.
Se devo essere sincera, devo ammettere che è carino. Ha una bellezza un po’ particolare.
Ha i capelli lunghi e rossi scuri, e occhi color azzurro, più verso il grigio.
Ok , fare così è una noia mortale e dato che dopodomani devo andare via presto, è meglio che vada a letto per non essere distrutta, fisicamente e psicologicamente.
Buona notte Andry


Note
Scusate per il ritardo, ma ero andata in gita :) Spero di farmi perdonare con questo capitolo...

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Capitolo 6
*** 13 Maggio ***


13 maggio
Caro Andry
E così ,sono in viaggio. La data che temevo è arrivata e un jet mi sta trasportando verso la meta. Mia madre sta seduta al tavolino di fronte a me e non fa che sorridere e stringersi nelle spalle, arrossendo come una bambina.
Qualche volta parlotta con papà o con i suoi colleghi, e si rivolge a me dicendo:”Non sei eccitata? Hai un viso cosi triste! L’altra volta non vedevi l’ora di arrivare!”.
Mio padre è in piene discussioni con i suoi colleghi su diversi argomenti: la  geografia del territorio,la sua gente…..
Un cameriere, spuntato da chissà dove, ci porta dei drink e ci invita a sederci su comodi divanetti viola.
Tutti non se lo fanno ripetere due volte. Io non vorrei andare ma loro mi chiamano a venire lì con loro.
Una signora , o forse è meglio dire signorina, dato che è giovanissima, mi parla.
-Ciao, tu sei Erika,vero? La figlia di Anne... Io sono Christina, ma puoi chiamarmi Christie.- -Molto piacere…- -Mamma mia che modi cortesi! Devi essere stata una delle più brave a scuola!- -Io non vado a scuola, ho un tutore…- -AH, scusa. Quanti anni hai?- - 18, tu?- -19- -è da tanto che fai l’attrice?- -Si, ho avuto una piccola parte in un film e una come protagonista in un altro.- -Wow…- -Cosa vorresti fare tu?- -Non lo so, c’è ancora tempo per pensarci.- -Hai ragione, sai?- -Non mi hai ancora detto che parte fai in questo film…- -Sono una ragazza che si chiama Mary Ann- -Ha un ruolo importante?- -Abbastanza-  a quel punto è arrivata mia madre con i suoi modi esagerati -Oh, oh che bello! La mia ERY che parla con Christie!!!!!!!!!!!!! Meraviglioso!! Johnny!!!!!!!Guarda! Ma tu non sei eccitata di andare in Afghanistan? Io sono quasi commossa! Vieni qua PICCOLA MIA!- incredibile, ha usato in una sola frase i due soprannomi che detesto di più. E in più davanti a tutti! Anche mio padre è arrivato- -ERY, cosa hai fatto? Perchè sei diventata tutta rossa?- -Niente, papà. - devo trovare un diversivo, non volevo rimanere in quela stanza un minuto di più
 -Oh, tutte queste turbolenze mi danno un gran fastidio, vado a stendermi un po’ da qualche parte- era un bugia che non restava in piedi, perché non c’era un filo di vento, così, naturalmente i miei hanno continuato –Ma cosa dici cara? Non tira una neanche bava di vento! E poi se ti vuoi stendere, puoi farlo anche qui.- .
Uffa, potevo inventarmi una scusa più decente! Adesso mi tocca sentire tutto quello  che dicono.
Poi mi si è avvicinata un’altra signora, più vecchia con un cappellino che faceva uscire dei riccioli bianchi -Oh, ma tu sei Erika!- mi ha stretto la mano così forte che sembrava che non volesse che la togliessi.-Molto piacere,molto…- -Ehm... tutto mio- ero riuscita a liberarmi dalla stretta. La mia mano era diventata rossa. Poi mi si è aggrappata alle spalle e ha detto -Assomigli proprio a mia nipote, sai?-
-Ah…davvero?- dovevo fingere interesse me ero più che altro imbarazzata. Poi  è arrivata mia mamma(questa volta per fortuna!)e si sono messe a parlare.
-Signora Madelene,come sta?!- -Oh,bene, cara! Quella è vostra Figliola?- FIGLIOLA????!!!! ma come parla questa gente ? Questa signora sembra uscita da un romanzo dell’800! -Si, lei è la mia Erika.- -Che bella!!!- -Già, è un fiore. E i vostri nipoti?- -…-me ne sono andata, non potevo sentire più una di queste parole zuccherose.
Così, stanca di tutto questo, stavo andando a stendermi su un letto-brandina.
Avevo appena aperto il portello quando è arrivata un’altra persona
-Beh, che fai, ci abbandoni? Dai, vieni a sederti qui con noi- ci mancava solo questo!
-Non ti ricordi di me?- -Ehm….sinceramente no.- -Come Erika, non ti ricordi dello zio Jack?- -Jack?- -Si, passavamo tutti i pomeriggi insieme, con i tuoi genitori quando eri piccola. Ero il tuo preferito!- mi ha accarezzato la guancia e ha fatto un sorriso orribile, da lupo. Lui, il mio preferito???!!! Non è possibile! D’accordo che da piccola avevo dei gusti strani,ma non credevo di abbassarmi a tanto!
-Aahh…ora ricordo.- -Non ricordi niente vero? Eri così anche da piccola, non eri brava a dire bugie.- Grazie molte del complimento -Oh, non è mica il caso che arrossisci con lo zio Jack!- con lo sguardo cercavo mia madre,ma lei era ancora immersa nel pieno di una discussione con la signora Madelene e un altro attore.
Mi aveva preso il braccio e mi stava portando verso qualche posto. Io l’ho guardato e lui mi ha sorriso ancora con quella smorfia orribile. E se mi trovassi di fronte a un pedofilo? -Allora, cosa mi racconti?- -Niente di molto interessante- -Sai, io ho un figlio e anche una figlia- poveretti! -Sono proprio come te, timidi, educati e dicono sempre e solo la verità, ma sanno mantenere anche i segreti…- dovrei considerarlo un complimento? E lui prosegue –Potrei scoprire se anche tu hai questo talento…- Disse toccandomdissi una gamba. Mi sentii rabbrividire e lo scacciai con una mano. Il sorriso sul suo volto si spense -Sai ti vedrei bene come giornalista o scrittrice, un giorno.- disse, cambiando discorso. -Sei così seria, che dai l’idea di poter fare dei lavori importanti. Hai già pensato cosa fare? Avanti dillo allo zio Jack!..- giuro che se diceva ancora “zio Jack” gli mollavo un pugno! Ho aperto la bocca per dire qualcosa quando una voce dietro di me ha detto -Erika, non stare a sentire lo “zio Jack”. Fa sempre così, il buffone.- Mi sono girata ed era Christie -Christie, non mi sembrava il caso! Non è più una bambina!- -Appunto! Ti sta comportando come se fossi davanti a una bambina di 5 anni! Vieni cara, lasciamolo perdere- grazie al cielo è arrivata lei! Appena allontanate un attimo dall’uomo/lupo l’ho ringraziata -Ma di cosa? Mi sembravi così timida che ho pensato che avessi bisogno di aiuto!- -Se devo dirla tutta era perché quell’uomo non mi piaceva per niente e poi chi era?- -Come, mi hanno detto che è un collaboratore secolare di tua madre! É lo sceneggiatore e, al contrario di come sembri, è molto bravo. Per quanto riguarda il comportamento…Oh, a tutti sembra così la prima volta, ma poi dopo è molto più simpatico. Io l’ho incontrato quando avevo la tua età e la mia prima reazione è stata dargli un pugno- Strane coincidenze? Mi è scappata una risata -Davvero?- -Sul mio onore. Ci è rimasto malissimo!- -Ah, ci credo! Con quel suo bel modo di fare sembra un pedofilo!- -Dai, ma che dici!! Vieni, andiamoci a sedere lontano da tutti- -Ottima idea- -Io ho sempre delle ottime idee.- disse ridendo. Questa volta siamo riusciti ad arrivare alla meta indisturbate. Ci siamo sedute a un tavolino vicino a un oblò e lei ha preso fuori un computer come il mio -Anche tu ce l’hai?- -Il computer?- -Si, me l’ha regalato il mio fidanzato.- -E’ molto bello- -Tua madre mi ha detto che l’hanno regalato anche a te- -É vero, sennò non saprei come passare questi mesi…. o anni- -Ti consiglio di andartene quando puoi, l’Afghanistan non è proprio un bel posto dove vivere.- -In teoria potrei, dato che ho diciotto anni, ma sono troppo attaccata ai miei genitori… Lo so che è da bambini, ma mia madre ci rimarrebbe malissimo…dopotutto non ho neanche un lavoro… Spero solo che non duri a lungo…- -Dai, sarà breve, ce lo auguriamo tutti.- -Speriamo…- -Quindi hai un fidanzato?- -Sì, si chiama Ryan, è un amore.- -Avete figli?- -No magar…- non aveva neanche finito la frase che disse -Ciao, amore come va?- -Tesoro, come stai là?- -Non sono ancora arrivata…- avevo visto per un attimo il viso dell’uomo e devo dire che non era niente male!!! Dato che non potevo più inserirmi nella conversazione,né potevo esserne coinvolta, mi sono messa gli auricolari.
Ho visto Christie arrossire, ridere, gesticolare….era tutta per il suo fidanzato. Secondo me sarebbero una bellissima coppia insieme, anche Christie è molto carina.
Poi, ha chiuso il computer in una borsa di pelle, se l’è messo in spalla con aria sognante e mi ha fatto un gesto, sembrava in trance. Certo che sono tutti strani in questo aereo! Mi sono alzata e lei si è messa a parlare senza sosta del suo fidanzato e dei loro progetti e di un sacco di altra roba…..per poi scusarsi alla fine e dire che era la prima volta che viaggiava senza di lui e si sentiva sola. Abbiamo fatto un giro per l’aereo, poi, come se avesse deciso dove voleva andare, si è diretta velocemente verso le cuccette. A vederci sembravamo due vecchie amiche, lei mi teneva per mano ed era talmente immersa nel suo discorso che si avvicinava a tratti a me e diventava rossa. Sembrava che avesse la febbre. Nessuno sembrava accorgersi di noi due, erano tutti immersi nei loro discorsi e in sala regnava un gran caos.
Siamo entrate e lei si è buttata di peso sulla prima cuccetta che aveva trovato. Sembrava stanchissima. Mi sono stesa sul letto, avevo appena tirato fuori il diario, che ho sentito dei singhiozzi. Ho acceso una luce e sono stata lì a guardarla come un’ ebete. Non sono capace di consolare le persone, proprio non ci riesco, così siamo state così un po’, poi lei si è accorta che la stavo guardando
-Oh, scusa, ma è perché il mio fidanzato mi manca talmente tanto che…- e si è gettata tra le mie braccia. Io, che come ho detto non so come tirare su il morale alle persone e sono insensibile, sono rimasta con le mani sui fianchi, poi ho fatto un piccolo sforzo e le ho dato una pacca sulla spalla. Wow…avrei voluto vedermi, dovevo avere una faccia inorridita, ma per fortuna Christie era immersa nella sua disperazione
-Io…oh..mi stanno succedendo tante cose orribili…mia madre non sta molto bene…ma non posso tornare indietro….perderei tutto…ma Ryan….e poi mia sorella Kate…oh è tutto un casino….un fottuto casino….- e io con la mano, pat, pat. Proprio come nei film. Poi non ha fatto più alcun movimento. Cavolo, cominciava a pesare un bel po’! Molto DELICATAMENTE l’ho messa su una branda. Accertata che stesse dormendo, ho acceso una torcia e ho cominciato a scrivere sul diario quello che ti ho detto fino ad adesso.
Improvvisamente, ho sentito uno sbadiglio, mi sono girata di scatto e l’ho vista che mi stava guardando con gli occhi semichiusi. Si è accorta che la stavo osservando e ha sgranato gli occhi. Erano rossissimi.
-Scusa! Non volevo spiarti, mi sono svegliata e ho visto che c’era la luce accesa. Stai scrivendo una storia?- -No, è il mio diario- -Ah, anch’io da piccola ne avevo uno.- -Poi?- -Poi ho cominciato a pensare ai ragazzi e non ho più scritto una parola- una pausa -Tu ci pensi?- -Non ancora, non ho avuto l’occasione di conoscere quelli giusti. E poi penso che i ragazzi non servano che a rovinare la vita- -Ahah! Cambierai, fidati- -Non ne sono molto sicura- -Beh, sei molto carina, qualcuno sicuramente lo farai innamorare.- -Io faccio innamorare quelli più schifosi! Adesso comincio ad essere stanca..- dissi per togliermi dall’imbarazzo -Ok, notte!- -Ma è notte o giorno?- -Se è giorno è verso tarda ora- -Ok, buona notte-
 

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Capitolo 7
*** 14 maggio ***


14 maggio
Caro Andry
-Ery, Ery! Svegliati, stiamo atterrando!!- ma perché tutte le volte devo svegliarmi così! -Mamma…- -Macchè, mamma! Sono Christie!- -Christie, cos’è tutta questa fretta?- dissi con voce assonnata -Stiamo atterrando,non ti puoi alzare già a terra!- -Oh no, ti prego! Christie..- non si poteva fare altro, così mi sono alzata. Ho aperto la porta facendo un grosso sbadiglio. -Oh, ma guarda chi si vede!- mia mamma mi corse incontro -Come hai dormito, dormigliona? Ti sei addormentata prima di tutti e ti sei svegliata per ultima!- ha cominciato a riempirmi di baci -Mamma….- detestavo queste dimostrazioni di affetto in pubblico. -Che c’è? Non ti piace?- NO, non mi piace che tu mi stia abbracciando davanti a tutti! Mio padre, come se mi avesse letto nel pensiero -Dai, Anne, lasciala andare, queste dimostrazioni di affetto si possono fare anche un’altra volta!- Grazie papà! Dopo questa scena imbarazzante (come se il viaggio non lo fosse stato abbastanza)mi sono avvicinata a un tavolo pieno di cibo. Ma come fanno a procurarselo in un aereo? Ho guardato fuori dal finestrino. Era una giornata bellissima, il sole era abbagliante. Si potevano vedere le pianure e montagne. Il paesaggio era desertico, ogni tanto c’era qualche campo.”Così è questo il posto dove andrò a vivere. Che tristezza.” ho pensato.
Mia mamma, che era eccitata alla morte  mi incitava a vestirmi in fretta, andava in su e in giù per la stanza mandando sguardi a tutti. A un certo punto si è sentito uno strano rumore, che non posso rifare e la voce del capitano che chiedeva di mettersi seduti per l’atterraggio. Alla parola “atterraggio”i miei genitori hanno fatto un urletto e si sono abbracciati. Davvero patetici. Io mi misi la cintura con moolta calma. Si è sentita una botta e poi ho sentito una vertigine e una sensazione di vuoto nello stomaco. Finalmente potevo uscire da quel posto. All’aria aperta sono stata colta da un senso di malinconia infinito: infinite distese di sabbia si allargavano a vista d’occhio e l’”aeroporto”,se così si poteva chiamare era un’insieme di baracchette che non si tenevano in piedi.
C’era pochissima gente, anzi, non c’era anima viva. Non sembrava un posto molto accogliente. Faceva un caldo bestiale e c’era un sole che sembrava concentrasse tutta la sua forza e energia in quel luogo. Un uomo basso con la barba ispida e grigia ci ha accolto. Teneva un mitragliatore sulla schiena e aveva un velo blu che gli lasciava scoperta la faccia. Quando parlava si vedevano dei denti ingialliti e storti. Che orrore!
Ci ha guardato e ha cominciato a parlare con un altro dietro di noi, vestito con giacca e pantaloni color kaki e un altro mitra in mano. Poi ci hanno guardati si sono scambiati un sorriso e  ci hanno detto,in un pessimo inglese: -Benvenuti in Afghanistan. Prima di andare, mettere voi contro quel muro, a controllarvi.- Avevano preso un oggetto enorme, una antica forma di metal detector sembra, poi ci hanno controllato da cima a fondo. Finita questa operazione, ci hanno spinto verso una navetta blindata. Non c’erano finestrini a eccezione di quello del guidatore. Sembrava un cassonetto ambulante. Era tutto così triste che anche l’eccitazione dei mie genitori per un attimo era scomparsa.
Il viaggio è durato un quarto d’ora. Tra scossoni e rumori metallici, siamo arrivati, finalmente. Mio padre è saltato giù e mi ha chiamato”Ery,guarda un po’ dove ti abbiamo portato!”alzando gli occhi al cielo sono scesa con un tonfo e ho guardato. All’inizio si vedeva solo un boschetto. Guardando bene c’era anche una stradina. Abbiamo percorso quest’ultima  e dopo un paio di minuti di camminata, siamo sbucati in una casa in campagna, molto carina, devo ammetterlo: non ci sono tutte le comodità a cui ero abituata, ma appena sono scesa ho subito sentito una sensazione piacevole. Sembrava una casa italiana(eh sì, nel mio vagabondare per il mondo sono stata anche lì): con una veranda con seggiole e un tavolino…solo il tetto era diverso, era un terrazzo o qualcosa del genere. All’interno non ci sono molte decorazioni e i muri non sono dipinti, però sembra tutto abbastanza nuovo.
Ci sono dei mobili di legno…Al piano di sopra ci sono cinque camere. Ho subito scelto camera mia: spaziosa e con una grande finestra. Il balcone è un po’ instabile, ogni volta che mi muovo fa un rumore sinistro.
I miei come al solito hanno una camera enorme e si sono fatti portare, direttamente dall’America, una vasca idromassaggio, che sembra più una piscina, tanto è grande.
Per il resto è molto semplice: la cucina è abbastanza grande e con dei bei mobili antichi con decorazioni orientali, il frigorifero l’abbiamo dovuto portare dall’Europa perché qui sono piuttosto scadenti. Ah, vorrei anche vedere! da un paese in guerra non è che escano vasche Jacuzzi! Per di più era povero anche prima. Beh, è un bel cambiamento, adesso mi trovo qui e prima…no, non ci devo pensare.Ho sempre alcuni lussi qui. Ci sono tre o quattro camere da letto per gli ospiti, un bagno abbastanza nuovo, uno studio/biblioteca per mio padre e una terrazza che fa da tetto con delle piantine e sedie sdraio. Ci hanno detto che lì non potremo andarci molto perché se vedono delle persone dall’alto potrebbero prenderci di mira. Insomma,non è esattamente quello che mi aspettavo.
Adesso vado,mia madre mi chiama
 

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Capitolo 8
*** 15 Maggio ***


15 maggio
Caro Andry
I miei adesso lavorano tutto i giorno, lasciandomi a casa da sola. É una vera e propria pacchia, non hanno trovato neanche un insegnante che mi faccia lezione! Ogni tanto si sentono i fischi dei razzi ma, a quanto ci hanno detto, siamo in una zona protetta. Immersi nel verde e mimetizzati, chi mai ci potrà vedere? Dunque, dicevo che oggi starò sempre da sola, ma mi hanno dato degli incarichi: portare dentro i mobili aiutata da un facchino, preparare i letti, controllare che non entrino persone estranee e se non se ne vanno, minacciarle con un fucile attaccato a una parete del salotto, ecc…Adesso vado, devo iniziare.
 
 
 
Oh, sono stanchissima! Ho le braccia distrutte per tutto quello che ho portato dentro, su e giù per le scale. Capirsi con il facchino è stato difficile, ma dopo un po’ di tempo ce l’abbiamo fatta. All’inizio si faceva capire solo a gesti ed è stata questa la grande difficoltà. Sa parlare solo l’arabo e, in parte il francese e lo stretto necessario di inglese. Quando gli parlavo sembrava che avessi parlato in una lingua aliena, perché mi guardava stranito e non rispondeva, anche se era inglese. Alla fine, abbiamo iniziato a capirci anche con i segni e con qualche parola detta in arabo(solo il suo nome), in inglese e in francese.
Ogni tanto faceva dei commenti nella sua lingua, forse bestemmiava contro la mia assoluta imbranataggine.
Adesso penso che andrò a dormire.
 
 
Mi sono risvegliata distesa dall’altra parte de letto con il diario in mano e la biro a pochi centimetri dal mio naso. Tenevo stretto il quadernetto. Era già buio fuori e si sentivano delle voci fuori dalla mia finestra. Non capendo ancora che  cosa stava succedendo e che fossimo già a sera, sono corsa di sotto con la piega del lenzuolo ancora stampata su una guancia. Ho preso il fucile di corsa e, con gli occhi semichiusi, sono piombata nella veranda. Ho imbracciato il fucile e i tre individui che parlavano si sono girati di scatto e hanno fatto silenzio. Ho detto con una voce molto impastata ”Chi va là?” e loro sono scoppiati a ridere. Quando mi miei occhi si sono abituati al buio, ho visto che non erano altro che mio padre e mia madre. Stavano parlando in arabo con un signore alto e magro, con i baffi neri e le sopracciglia grosse e scure.     
Dove avevano imparato i miei a parlare l’arabo? Perchè non mi hanno detto niente? -Ery, cara, cosa ci fai fuori con quel fucile? Non ci riconosci?- -Mamma, dove avete imparato a parlare l’arabo?-dissi cambiando discorso. Volevo glissare sulla figuraccia appena fatta -Bah, cosa credi ? che delle persone di mondo come noi…-
-Niente balle- -Ma…ok ,ok, va bene. Ehm, noi sapevamo da un po’ più di tempo di te che ci dovevamo trasferire.In previsione di questo abbiamo imparato un po’ la lingua…- -Coooosa? E perché non mi avete detto niente?- -Beh, insomma, avevamo paura che tu la prendessi male…dopotutto ti trovavi bene..- -NON MI PARE UN BUON MOTIVO!- -Ery, non urlare davanti a Karmas!- -E CHI SAREBBE QUESTO KARMAS?!- -Adesso te lo presento, ma smetti di urlare, per favore.- -COME FAI A PRESENTARMELO, CHE NON PARLO NEANCHE LA SUA LINGUA?!- ero  furibonda. Il signore ci lanciava delle occhiate interrogative -Erika ti prego…mi dispiace che lo abbia saputo così, te l’avremmo detto quando ti saresti inserita meglio- stavolta ho sussurrato -Secondo te mi troverò mai bene qui?- -Lo vedremo domani- -Perché? Cos’è che non mi avete detto ancora?- -Ery, ti prego stai calma, lui sarà il tuo tutore- -LUI?- -Sì, sa parlare anche la nostra lingua, molto bene.- -Oh, mio Dio, vuoi dire c-che…- -Lui ha capito tutte le cose che hai detto- mi mancava l’aria. Mi sono portata le mani al viso in un gesto disperato. Che figuraccia!!! Lui aveva sentito ogni singola parola. Mi sono avvicinata e ho cercato di sorridere timidamente .-Lei, ehm, è ….Karmas?- mia madre intanto si era avvicinata.-Si, e tu sei Erika, vero?- -Ehm, sì- sapevo la bufera che mi aspettava in casa.
E come previsto, appena ho chiuso la porta, ho sentito i passi decisi che mamma fa quando è arrabbiata. É entrata sbattendo la porta e mi ha preso prima che potessi cercare una via di salvezza in camera mia.
-Eh no! Tu resti qui Erika!- mi sono girata lentamente -Tu! Vieni qui! Ti devo parlare.- qui deve già suonare un campanello d’allarme.-Che cosa ti è passato per la testa?! Sbraitare così davanti a uno sconosciuto! Ti rendi conto del casino che hai fatto! Ti hanno sentito anche  in città!- a quel punto ho sentito qualcosa crescere dentro di me. Non ho mai risposto a mia madre se non poche volte,quando era arrabbiata così. Senza rendermene bene conto ho cominciato a urlare<

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Capitolo 9
*** 16 Maggio ***


16 maggio
caro Andry
Oggi giornata nera. Io e mia madre ci lanciavamo sguardi di fuoco. Tutte le volte che ci trovavamo nella stessa stanza dovevamo uscire o stavamo una da una parte e l’altra dall’altra. Anche mio padre mi sopportava malvolentieri e ogni tanto esclamava -Santo Dio, Erika devi cacciarti sempre in questi casini?- alla decima critica me ne sono andata ad ascoltare la musica. Sono scesa solo per lo stretto necessario, per il resto ho guardato la televisione e chattato e naturalmente, scritto il diario.
 
 
Era ancora pomeriggio quando ho sentito dei passi fuori dalla porta. Pensavo proseguissero, invece si sono fermati e ho sentito bussare -Erika! Erika! Posso entrare?- -Vuoi continuare?- -No, dai Erika!- -Sicura?- Dissi, girando la chiave tra le mani -ERIKA! Apri questa porta immediatamente.- -Va bene, va bene!- mia madre aveva gli occhi rossi dal pianto -Vuoi, vuoi venire sul tetto?- all’inizio pensavo di restare in camera, poi ho ceduto -Che vuoi? Farci impallinare tutte insieme appassionatamente?- -Primo, non mi parli così, sono tua madre!- Già, Anne, e io ho diciotto anni, non sono una bambina.- -Senti, adesso rilassati- -Sto meglio in piedi.- -Siediti, ho detto- -Se devo…- dissi, sedendomi pigramente -Eh Erika, Erika, perché hai questo caratteraccio?- -Perché è la prima volta che litighiamo così- -Sì, ma ultimamente mi pare che ti sia oscurata- -Eh, si cresce…poi sono sempre stata così- -Si, ma adesso di più.- -Mamma, smettila, sembriamo die bambine- -Ok, ok lo so che sei molto arrabbiata…- -Lo sapevo che avresti ricominciato- -Smettila di interrompermi! Sto cercando di parlarti da persona civile!- -Allora non parlarmene proprio.- -Volevo solo chiederti scusa..- -Va bene, va bene, scuse accettate.-dissi sgarbatamente -Hai già finito? Dai vieni un po’ qui- Lo sapevo,mia madre non riesce a essere arrabbiata più di mezza giornata.
 Valeva la pena perdonarla o fare l’aria imbronciata e non dimenticare? Alla fine ho deciso di perdonarla, tenere il broncio è da bambini piccoli, anche se i miei atteggiamenti, ultimamente, non sono da meno...
-Almeno aspetta, mi vado a mettere qualcosa di più fresco-
Dopo mi sono immersa nella piscina calda, ma mia madre continuava a guardarmi -Cosa c’è? Vuoi venire anche tu?- -Eh, magari…- Il pomeriggio così è passato in fretta. A cena mio padre mi guardava stranito -Beh, che vi succede? Stamattina vi scannavate con gli occhi!- -Si cambia nella vita!- ha risposto mia madre tutta piccata.-Mah, io le donne non le capisco e non le capirò mai!- Dopo questo me ne sono andata a letto.
Scusa ma adesso sono sfinita
 

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Capitolo 10
*** 17 Maggio ***


17 maggio
Caro Andry
Alle tre di stamattina un rumore di ferraglia e di un motore vecchio mi hanno svegliato. Mi sono affacciata dal balcone e ho visto i miei che stavano partendo su una specie di camioncino militare di quelli che ci avevano portato alla casa con delle attrezzature -Shh, così sveglierete la ragazza!- poi sono partiti e io sono tornata a letto.
Alle nove, stamattina è arrivato il mio tutore
-Ciao- -Ciao Erika. Stamattina cominceremo le lezioni di arabo. Non abbiamo iniziato nel migliore dei modi, comunque mi chiamo Karmas, se non l’hai ancora capito.- Ahah, che simpaticone -e a breve ti troverò un lavoro.- coosa? -Un l-lavoro?- -Si, pensavo ad un programma di volontariato. Devi parlare abbastanza in arabo, ma ci sono ragazze inglesi o di altri paesi come te-per di più non pagato! -Cosa?- -Si, ho già fatto la richiesta e la stanno valutando- Io? A lavorare?!
Ho cominciato a parlare un pochino di arabo e a scrivere. Ovviamente devo portare il velo, perchéci sono pene severe per chi non lo fa. Ma i risultati sono stati disastrosi. Con il burqua inciampavo sempre e non vedevo a un palmo dal naso. In più era un caldo soffocante e sotto il velo stavo bollendo. Alla fine Karmas mi ha fatto mettere solo il velo semplice, scrivendomi un certo certificato che dovevo portare sempre con me.
Stranamente, i miei non si sono ancora decisi a tornare.
 

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Capitolo 11
*** 18 Maggio ***


                                                                                                         18 maggio
Caro Andry
Oggi ho visitato Kabul e sono andata vicino a un campo militare. Ho anche incontrato che aveva l’aria di uno che si dava un sacco di arie. Avrà anche avuto un fisico interessante ma non era niente di che. Di certo ha interpretato la mia espressione in modo sbagliato, perché mi si è avvicinato e mi ha detto -Heilà cocca come ti chiami?- -Erika. Tu?- dissi, cercando di ignorare l’orribile appellativo
-Kurt….Sembri sola e indifesa,  hai bisogno di aiuto? Io con questi>>indicava i suoi muscoli -posso fare molto- -No grazie, sto aspettando una persona- che pessimo modo per rimorchiare -Chi?- -Non ti interessa.- Ma che impiccione! Ma perché mi devo cacciare sempre in queste situazioni? Il mio insegante era andato a fare spese
-Forse è meglio che lo vada a cercare- -Ti accompagno.- Oh, ma non me ne libero più da questo qui! -Ma tu, dimmi, ce l’hai il ragazzo?- -Per il momento non mi interessa- -Oh, ti interesserà presto. Sai io sono single…forse perché sei timida.- Guardavo disperatamente l’uscita del negozio e ho visto Karmas che stava pagando.
Ho tirato un sospiro di sollievo, poi sono girata e lui era ancora lì e mi stava parlando -Hey, tu! Erika! MI senti? Capisco l’emozione, ma almeno rispondimi!- che ego che aveva questo qui! Non sapendo cosa dire, dato che non sapevo neanche cosa mi avesse chiesto ho risposto distrattamente –Si- -Oh, benissimo. Allora ci vediamo- Improvvisamente ho capito. Mi aveva chiesto di diventare la sua fidanzata! Potevo almeno chiedergli cosa aveva detto! Mi sono girata per chiarirmi ma era già lontano. Pochi secondi dopo è arrivato  Karmas e sono tornata a casa.
Mi sono stesa sul letto e mi sono messa a pensare: Che diavolo avevo fatto? Come potevo uscire dall’impiccio? Dovevo troncare la cosa sul nascere o aspettare? Forse ci avrebbe ripensato. O forse no….Cavolo mi dispero perché mi fidanzo con qualcuno? Che cosa stupida…eppure è così. E poi sarei diventata come tutte le ragazze della mia età, sdolcinata. Oh, non ci voglio neppure pensare! Sembro una ragazzina di undici anni o una snob, ma io non voglio diventare come gli altri, voglio essere solo me stessa.
Improvvisamente mi sono risvegliata da questi pensieri e ho guardato la sveglia. Erano già le tre! Avevo saltato il pranzo! Ma che importa, non ho fame.
Magari dormo un po’.
 
Mi sono svegliata appena in tempo per la cena. L’unica compagnia è la voce dei conduttori del telegiornale in  salotto. I miei non sono ancora tornati. Certo che si devono divertire molto per avere dimenticato la loro figlia.

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Capitolo 12
*** 19 Maggio ***


19 maggio
Caro Andry
Come  al solito alle nove è arrivato Karmas  e mi ha detto che avevo il lavoro. Inizio? Oggi stesso.
Mentre andavo al mio nuovo lavoro indovina chi ho incontrato? Kurt. Ho cercato in tutti i modi di nascondermi dietro il velo, ma è stato inutile, mi ha riconosciuto all’istante e si è avvicinato -Hey ciccina! Come va la vita? Senti, dato che ormai siamo fidanzati, che ne diresti di darmi un bacetto?- Oh, mio Dio, che schifo! -Veramente sono di fretta, devo andare a lavorare…- -Oh lavori?- -Sì- -Dove?- -Laggiù- e ho indicato il luogo. Non l’avessi mai fatto! Ha sorriso maliziosamente e mi ha detto
-Bene, se non ti posso portare, vorrà dire che ti verrò a prendere. E ricordati, mi devi un bacio, ok? Se non me lo darai la prossima volta, vedrai quanto mi incazzerò…- sono scappata nell’ospedale. Al mio ingresso tutte le donne si sono girate a guardarmi. Per mascherare l’imbarazzo mi sono messa a ordinare delle garze, lavoro lasciato a metà da una di loro. Una ragazza mi si è avvicinata -Sai, ti ho visto con quello lì e non aveva l’aria proprio amichevole: sicura che vada tutto bene?- -Perfettamente grazie, è il mio fidanzato…- Dissi con nonchalance. Ha avuto un sussulto -Cosa? Lui? Guarda, io lo conosco, è uno stronzo di prima categoria.- -Me ne sono accorta da sola…- -Scusa, magari lo ami e io ti sto distruggendo tutte le buone idee che hai di lui- -Senti, io lo odio, chiaro?- dissi, un po’ troppo bruscamente -Ok, sta calma…abbiamo iniziato male. Io sono Summer MacAbbot, tu come ti chiami?- mi ha teso una mano e mi ha dato una stretta forse un po’ troppo vigorosa. –Erika- -Tedesca?- -Mia madre- -Ah, io sono scozzese. Sapessi quanto mi manca il mio paese…Tu dove vivi, o meglio dove vivevi?- -Vicino a Londra, ma non ho un luogo fisso i miei si spostano sempre- -Ti hanno detto che era una vacanza, vero?-
-Come?- -Quella qui, in Afghanistan.- -Si- -Povera illusa…Anche i miei hanno detto così, eppure eccomi qui dopo due anni.- -Quindi dici che non tornerò più in Europa?- -Eh..questo posto ti intrappola…O ti muore qualcuno e tu sei troppo giovane per muoverti da sola o cominci a lavorare per sbarcare il lunario e non riesci ad avere i soldi per andartene o…- un pensiero orribile mi è balenato per la testa:e se i miei fossero morti? Non li vedo da tre giorni…è arrivata una donnona che mi ha distolto da questi pensieri -Hey, tu! Stai mettendo male i tamponi! Tu, vieni con me.>>si rivolgeva a me -Ecco, ti prenderai cura di lui. Devi fasciarlo alla testa- Non sapendo da che parte iniziare, ho preso un rotolo di fasce. Intanto la donna continuava a fissarmi.
   Quando ho cominciato a mettere le bende sulla testa e il paziente ha fatto una specie di mugolio. Alla fine ha sospirato e ha detto -Bene, mi sembri pronta- Solo per una benda? Quando sono uscita dalla sala, Summer era ancora lì -Allora, che ti ha detto? Ti ha mangiato la faccia?- -No- -No? Non ci credo: non le va mai bene niente!- mi ha guardato dall’alto in basso -Wow, sei sulla strada per diventare la sua cocchina!- -Ne ho già uno che mi chiama cocca, non ti ci mettere anche tu!- -Oh si, la sua cocchina! Ahahah- -No, ti prego…- -Dai che scherzo!- E così è cominciata la mia amicizia con Summer. Ma non è stato un inizio tutto rose e fiori. Ho individuato una ragazza antipatica al primo sguardo. Devo ammettere che è molto bella, mora, occhi azzurro cielo e abbastanza magra ma è talmente vanitosa che tra lei e Kurt non so chi è peggio. Ogni dieci minuti va in bagno per sistemarsi il trucco, porta dei tacchi che sembrano dei trampoli e tutte le volte che mi guarda storce il naso. Insopportabile.

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Capitolo 13
*** 20/21/22 Maggio ***


 
                                                                                                         20 maggio
Caro Andry
è stata una giornata lavorativa buona non fosse che, tornando a casa ho incontrato di nuovo Kurt -Ma sei sempre fuori?- -Si cocca, sto facendo una ricognizione- -Ma non mi dire!- -Allora, te la ricordi la promessa?- sono rabbrividita -Adesso non ho tempo- Improvvisamente mi ha afferrato per un braccio mi ha attirato molto vicino a sé -Se non mi baci adesso ti do tante di quelle botte che i tuoi non ti riconoscono più- Mi ha letteralmente infilato la lingua in gola. Improvvisamente mi è venuta un’idea: gli ho dato un morso. Ha fatto un urlo terribile e io mi sono trovata la bocca piena di sangue. Prima che potesse reagire sono scattata verso la macchina di Karmas. Mentre aprivo lo sportello ho sentito che inveiva contro di me. Questa volta sì che mi avrebbe picchiato…Karmas deve aver visto la mia faccia preoccupata perché mi ha chiesto -Cos’è successo Erika? Hai la faccia di uno che ha visto un fantasma!- -Oh, niente Karmas, non vi preoccupate! Ho una domanda strana da farvi: Conoscete qualcuno che possa insegnare arti marziali?- -Perché cara?-
-Curiosità- -Posso provare a contattarne uno. É un mio amico ma è da tanto tempo che non lo vedo- -Grazie molte- Così mi sarei difesa.
 
                                                                                                                                21 maggio
Andry
Adesso ho cominciato ad occuparmi direttamente dei pazienti. Presto per un’infermiera eh? L’importante è che la Smith sia contenta di me. Fortunatamente sono sempre nella stessa stanza di Summer così parliamo.
Chissà che fine hanno fatto i miei….aspetta! Sento dei rumori
 
MI sono trovata davanti mia madre coperta di fango da capo a piedi e mio padre con il camice rosso, diventato marrone -Ma che fine avevate fatto?- -Eh, Erika…sapessi- -Sì, voglio sapere- subito dopo è arrivato un operaio pieno di attrezzature -Beh,come sai, le riprese si sono spostate a Herat- -Veramente non lo sapevo- -Vabbè, fai finta di saperlo. Fortunatamente, tuo padre doveva fare un progetto in quella zona, così siamo partiti- -Potevate almeno avvisare- -Hai ragione tesoro, è stato così improvviso!- -Sì come l’altra volta…- -Oh, ho una fame da lupi- La pancia di mio padre ha dimostrato che non mentiva. Durante la cena hanno parlato della loro bella gita.
 
                                                                                                             22 maggio
Caro Andry
Oggi quella strega è arrivata con una minigonna che faceva più da intimo. Ci avevano messo ad ordinare degli asciugamani e lei stava a tre metri di distanza da me, quando, malauguratamente, ho preso un suo asciugamano, lei l’ha messo da parte come se fosse un fazzoletto sporco. A questo punto ho sbottato -Ma hai qualche problema?- -Si, non mi piace che tu tocchi la mia roba- Almeno è sincera! - Oh, scusa, allora cercherò di non farlo più- -Non fare la sarcastica con me, non attacca- -Oh, parla la regina delle persone serie!- -Ti ho detto di tacere! Una cosa è certa: con te non ci lavoro- -Guarda, è reciproco- -Ma che stronza,figlia di puttana..- -Senti, esci subito da questa stanza! Io non lavoro con delle troiette come te!- Se n’è andata sbattendo la porta. Subito dopo è arrivata la Smith -Bene…ma dov’è Karoline?- -Si è rifiutata di lavorare ed è andata a casa- Vendetta servita su un piatto d’argento! Così saprà con chi ha a che fare -Beh, da quando in qua si va via prima della fine del turno! Domani le farò un bel discorsino, ne va del suo posto- se n’è andata. Avrei fatto un balletto, ma non era il caso. Mi è andata peggio dopo: stavo uscendo e ho visto Kurt. Mi guardava con un’aria truce e aveva un grosso cerotto su un labbro. Sono corsa verso la macchina di Karmas e gli ho detto di filare a casa immediatamente. Karmas, sempre più sorpreso del mio comportamento ha eseguito gli ordini.
I miei sono rientrati molto tardi.                                                                                                   
                                                                                                                                   
                                                                                                

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Capitolo 14
*** 24 maggio ***


24 maggio
Caro Andry
Ma perchè tutti gli adolescenti(me compresa) sono così irrimediabilmente violenti o stupidi? Si sentono o meglio, ci sentiamo i padroni del mondo,vogliamo cambiare tutto per far piacere solo a noi e non vogliamo che nessuno complichi i nostri piani.
Oggi ero seduta su una panchina durante una pausa. Lo vedo arrivare. Non è solo: ci sono un generale e circa dieci soldati. Un un ghigno malefico gli si allargava sul viso -É quella, Kurt? É proprio un bel pezzo da quaranta!- -Sì è lei- -Perché non la facciamo spassare un po’?-parlava in un linguaggio che si poteva a stento chiamare inglese. Guardando bene, ho visto che in mano avevano una canna e una sigaretta. Probabilmente se le sarebbero fumate contemporaneamente…Kurt si è avvicinato -Monta su, ti devo parlare- -Sto lavorando- -Non mi sembra. Forza, sali!- -No- -Guarda che ti prendo in braccio eh?- le mie compagne mi guardavano terrorizzate. Summer,che era vicino a me mi ha sussurrato -Forza sali, se non vuoi che ti pesti a sangue- Ho sentito una voce alle mie spalle -Beh, che succede qui?- è intervenuta Karoline -Ha pianificato una fuga con il suo fidanzato, per non lavorare- -Signorina, da lei non me l’aspettavo!- Kurt mi ha preso in braccio e velocemente siamo filati sul furgone. Io continuavo a dimenarmi per liberarmi dalla presa ma lui mi stringeva sempre più forte. Sul camioncino, il generale -Bene, bene, chi abbiamo qui?- -Lei è Erika, signore- Mi ha scaricato sul posto davanti. Ha cominciato a fumare mentre guidava. Siamo entrati nel centro di Kabul. C’era una gran fila. Kurt ha bestemmiato e si è girato verso di me -Allora, tu mi hai mancato di rispetto e sai cosa succede a chi lo fa…- Mi ha tappato la bocca perché non urlassi, tanto poi chi mi avrebbe sentito,e mi ha dato una gran scarica di calci e di pugni. A un certo punto non ho più resistito e sono svenuta.
Mi sono risvegliata ancora lì, scoprendo molti lividi e ferite. Per fortuna non mi aveva rotto niente, o almeno credevo. Mi usciva sangue dalla bocca.
Lui era ancora lì e non si era accorto  del mio risveglio.
Si è fermato ed è saltato giù dal furgoncino. Dove eravamo? I suoi compari c’erano ancora. Si sentivano delle voci che sussurravano. -Lei dov’è?- -L’ho sistemata a puntino. Vedrai quanti”tatuaggi”le ho fatto- -Grande…- una voce di un altro ragazzo è intervenuta -Scusa, non mi sembra giusto….- -Zitto, pivello, se non vuoi che pesti anche te- era buio e non si vedeva niente, ma di una cosa ero certa: non ero più in città.
Cosa avrebbero detto i miei non trovandomi a casa? Quei soldati mi avrebbero scaricato in un posto e sarei rimasta lì? Eravamo in piena campagna, se così si poteva chiamare. Sembrava un deserto: ogni tanto c’erano dei ciuffi di erba che sembravano verde scuro alla luce della luna e c’erano cactus disseminati qua e là. Poi Kurt è risalito prima che potessi chiudere gli occhi -Bene, bene…la nostra cara ospite si è svegliata! Ehy ragazzi venite a vedere come l’ho conciata! Poveriiina!- Ho preso tutto il coraggio che avevo in corpo  e mi sono messa a sbraitare -Dove mi state portando? Sentite, fatemi tornare subito da dove sono venuta! Immediatamente!- si sono guardati e si sono messi a ridere -L’avete sentita? Vuole tornare da mammina!- -Senti tu! Guarda, ti denuncio!- -Oh, ma che paura! Ti ricordo carina, che  siamo soldati! Non ci puoi mettere in prigione, siamo al servizio dell’America e dell’Europa!- -Servizio o non servizio vi metto in prigione io! Il mio lavoro potrebbe essere andato a puttane per colpa vostra e tua, Kurt!- non avevo mai usato quelle parole -Oh, quanto mi dispiace!- -Vaffanculo!- ho sparato più parolacce di un camionista. Sono entrata nel furgoncino.
Sentivo che gli altri ridevano e mi prendevano in giro. -L’hai sentita”il mio lavoro è andato a puttane per colpa vostra!”ahahah!- e altre cose simili. -Hey, pivello dove stai andando? Dalla damigella indifesa? Ahahahah!- Improvvisamente la porta del furgone si è aperta ed è entrato il soldato -Tutto bene? Hai bisogno di aiuto?-
-No, grazie.- -Sei la fidanzata di Kurt quindi?- -Sé, sé, fidanzata, oggetto forse!- -Senti, Kurt è fatto così, non ci puoi far niente. Se vuoi ti posso dare una mano- -No, grazie- -Come ti chiami?- -Erika e tu?- -Kile- -Bene, Kile puoi tornare dai tuoi amici- -Non sono miei amici, hai sentito come mi chiamavano? Pivello qui…pivello lì…non c’è mai tregua- -Deve essere terribile stare con loro tutto il giorno- -Già, ma dopo questa missione cambio gruppo- -Vuoi dire che siamo in missione?- -Certo, cosa pensavi? Un generale non sta qui certo per giocare a poker!- -Ma è corrotto?- -Sì, è un amico di lunga data di Kurt- -Da quanto è qui?- -Chi, Kurt o il generale?- -Kurt, ovviamente- -Ha cominciato due anni fa, me lo ricordo perché c’ero anch’io- -É sempre stato così?- -Sì, ma all’inizio lo era di meno, forse perché era tra i più piccoli e allora tutti lo prendevano in giro.- -Quando c’è stata la trasformazione?- -Oh, da alcuni mesi a questa parte. Ha visto che sono arrivati dei ragazzi più giovani di lui  ha sfruttato questo per sentirsi figo- -Bella faccia tosta…- -Guarda che prima o poi si diventa così, qui.- -Tu non mi sembri molto il tipo…- -Per adesso non ancora- -E…quando ritorneremo?- -Domattina- -Ma dovete solo andare a fare dei giri intorno alla città?- -Guarda che essere soldato è un compito difficile, eh! Devi stare attento se vedi nemici che ti potrebbero sparare da un momento all’altro- -Ma è terribile!- -É la guerra cara- A quel punto uno dei soldati ha aperto il furgone -Oh, ma guarda guarda, ti sei fatto la fidanzatina pivello?- -Come no!- -Dobbiamo ripartire. Tu devi andare davanti, Kurt ti vuole tutta per sé, muahahah- ho sbuffato. Si è affacciato proprio Kurt -Beh, non vieni? Guarda che se stai con loro è peggio, forse- questo forse mi ha fatto tremare da capo a piedi. Non era già abbastanza tremendo? Sono salita nel posto davanti. Dal nervosismo mi sono messa ad aprire tutto quello che trovavo, alla ricerca forse di un’ancora di salvezza. Mi sono riaddormentata per svegliarmi il giorno dopo ancora a Kabul. Dato che gli altri stavano dormendo ho colto l’occasione per scendere da quell’inferno e sono tornata all’ospedale.
Tutti mi guardavano come se avessi fatto una cosa fuori dal comune, poi ho capito perché: dappertutto c’erano dei foglietti con una mia foto e una scritta in arabo e in inglese ”Non troviamo più questa ragazza, se la vedete per favore chiamateci a questo numero :021456824” Sono andata in bagno e mi sono guardata allo specchio. La mia faccia e il corpo erano pieni di macchie scure.Avevo un taglio sopra l’occhio destro e il labbro spaccato.
La Smith mi ha visto e ha urlato -Santissimo Iddio! Signorina Kelly! Cosa le è successo? Sapesse i suoi com’erano preoccupati!- -Niente, signora, sono solo caduta- -Macchè caduta! Si vede lontano un miglio che l’hanno picchiata! Su, forza, mi dica chi è stato!- -É stato il mio….fidanzato- -Ma i fidanzati non picchiano così chi amano…è stato quello che ti è venuto a prendere?- -Sì- -Oh, signore! Tutti sanno da queste parti che lui è un bastardo! Non immaginavo che proprio tu…- -Mi ha costretto a fidanzarmi con lui, signora-Non volevo parlare proprio di questocon il mio capo. -Avanti, vai a casa dai tuoi. Sono preoccupatissimi!- Sono uscita di corsa e ho preso il primo taxi che c’era. Arrivata al boschetto, ho corso più veloce che ho potuto e sono arrivata nel viale. C’erano entrambe le macchine parcheggiate e dentro casa si sentivano dei singhiozzi -Potrebbe essere morta!- -Avanti Anne, non essere così pessimista- -Ma lo devo essere se non ritorna! Oh mio Dio!>>Sono entrata. Si è sentito un silenzio di tomba poi mia mamma è arrivata ed è scoppiata a piangere più di prima, ma dalla gioia forse -Erika! Ma dove ti eri cacciata! Ci siamo talmente preoccupati!- poi è arrivato mio padre, attirato dagli urli di mia madre -Vedi Anne! Si è sistemato tutto per il meglio! Ma cosa sono queste ferite?- -Sono caduta- -Ma è impossibile, a meno che non sia caduta in un cespuglio di rovi! No, no qui c’è qualcuno che ti ha picchiato- ancora! -P-picchiato?- -E va bene, un soldato dell’esercito mi ha picchiato.- -E..perchè?- -Beh, mi ha costretto a essere la sua fidanzata, ma io non volevo, così mi ha picchiato- -Oh mio Dio!- -Adesso vado in camera mia…dimenticate questa storia, ok?-
 Adesso vado,anche se ho dormito molto, sono stanca.

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Capitolo 15
*** 27 Maggio ***


  27 maggio
Caro Andry
Ultimamente non succede niente che valga la pena raccontare. Karmas era molto preoccupato per me, dato che mi doveva venire a prendere e non mi aveva visto ritornare. Quando sono arrivata in macchina, anzi, non ero neanche salita , che mi ha chiesto -Erika, stai bene? Ho visto i tuoi genitori riempire di biglietti tutta Kabul! Erano preoccupatissimi e tua madre era in lacrime! Ma che ti è successo?- -Un ragazzo dell’esercito mi ha picchiato- -Sei scappata con i soldati?! Ma lo sanno tutti che ci sono tipi poco raccomandabili! Allah, quanti lividi! ma…ecco a cosa ti serviva imparare arti di difesa!- -Hai sentito dal tuo amico, per caso?- -Sì e, data la situazione, devi incominciare subito!- -Perfetto- Adesso giro praticamente con la scorta: Karmas mi porta proprio all’entrata dell’ospedale, ma, sfortunatamente, c’è sempre la mia cara amica Karoline appollaiata sul muretto di marmo delle scale, che quando entro mi sillaba -Ti fai portare da mammina, adesso? Ahahah- -Guarda, ne ho conosciuti di bastardi e, fidati, di te non me ne importa molto, sai? Poi, ti consiglio di metterti gli occhiali, quella non era mia mamma, ma un uomo- Dentro però, c’è Summer che mi dice sempre -Ben fatto! Prima o poi quella gallina la smetterà.- sembra una recita che dura da due giorni ed è sempre uguale. Summer mi ha svelato che anche Karoline è qui da poco, è arrivata alcuni mesi prima di me, solo che pensa di essere ancora negli Stati Uniti e crede di essere la reginetta del posto, soprattutto sfotte chi non viene dagli States come lei, che in questo momento sono “il paese dominante su tutto il mondo”. Il suo fidanzato, ovviamente, è americano, simbolo del razzismo di Karoline, che disprezzava tutti gli Europei, figurarsi gli Asiatici e Australiani. Il suo fidanzato era fatto a sua immagine e somiglianza, con la differenza che era un maschio. Aveva anche lui i capelli biondo scuro con delle ciocche chiare, che gli arrivavano alle spalle e gli occhi azzurro cielo, era abbronzato , aveva un gran bel fisico e, naturalmente, era mozzafiato. Se non l’ho già descritta , lei  ha dei capelli dorati e gli occhi azzurro ghiaccio. Ha due labbra perfette, che sembrano rifatte e rosse come il sangue, è magra però ha un seno enorme che fa girare la testa a molto uomini, ma si rovina il viso dandosi degli strati di trucco, con l’effetto di una che è stata al sole troppo tempo. Tutta la sua cerchia di amici è costituita da americani, decisamente più simpatici di lei, ma che si muovono sempre in gruppo e vengono inaciditi dalla  presenza di Karoline, che cerca di diffondere al mondo le sue idee. Allora perché è venuta qui? I suoi sono ricchi sfondati e suo padre èmercante d’armi. Certo, se restavano negli Stati Uniti era meglio! Ma Summer mi ha dato una notizia meravigliosa: tra un mese torna nel suo paese, i suoi piani futuri sono molto incerti, ma c’è da sperare. Dopo andrà tutto liscio e non mi dovrò preoccupare di niente. Magari con l’ultima scenata ho messo a posto anche Kurt! É da due giorni che non lo vedo, forse ha davvero deciso di lasciare perdere. Speriamo…non ho altro da raccontare quindi penso che andrò a dormire

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Capitolo 16
*** 30 Maggio ***


30 maggio
Caro andry
Oggi ho fatto il mio primo turno, è stata durissima! Non riuscivo a tenere gli occhi aperti alle tre di mattina. Dovevo aiutare un medico a soccorrere un ferito da una bomba, a cui si era infilata una scheggia nel cranio. La situazione era disastrosa. Dovevo corre da tutte le parti per prendere quello che gli serviva e per poco non inciampavo sul lettino dell’ospedale -Ma cosa stai facendo? Vieni qui, piuttosto! Tampona questa ferita, presto!- Feci come mi era stato ordinato -Ora vai a prendere delle pinzette, ma piccole ok?- -Va bene, dove le trovo?- -Lì sul  banco!-Ho preso le pinzette che trovavo e mi sono avvicinata. Qualcuna di esse dovrà pur andar bene, no? Eravamo coperti di sangue -Prendi bende, garze e tutto quello che trovi, presto!- Li ho presi e dopo la ferita si è rimarginata. Cavolo, questo non è proprio il mio lavoro! Io odio il sangue e vedere i corpi che vengono aperti come carne da macello e richiusi! Era orribile, avevo tanto di quel sangue addosso, che il profumo mi faceva vomitare. -Ti ripeto, stai attenta e fai veloce…ma cos’hai fatto?- -Niente, va tutto bene…- -No, dico perché sei così addormentata?- -É la prima volta che faccio il turno di notte.- -Faresti meglio a svegliarti un po’- Come scusa? É la prima volta ch faccio un turno e mi viene a dire “faresti meglio a svegliarti un po’”?
Alla fine siamo riusciti a salvarlo. -Visto, matricola? Alla fine ce l’abbiamo fatta.- -Ma che bello…- dissi con l’entusiasmo di un lombrico. Ero stanchissima, ho fatto appena in tempo a sedermi vicino alla segreteria, che è arrivato un altro dottorotto tarchiato che mi voleva -Signorina, che sta facendo lì seduta? Niente? Beh, allora venga con me.- Stavolta il caso era di uno che era caduto nell’acqua ghiacciata di non so che cosa e si era preso una grossa polmonite. Tremava convulsamente e aveva a sua disposizione un intero armamentario di fazzoletti.Tossicchiava, ma a lui dovevo dare solo delle medicine e fare un controllo ai polmoni. Doveva essere uno molto apprensivo,perché mi chiedeva ogni dieci secondi -E’ molto g-grave? Morirò? -Non è molto grave signore, non si preoccupi- mentre gli stavo dando una medicina, sono arrivati i risultati dell’esame ai polmoni. Il medico mi ha preso da parte e mi ha detto -Adesso devi dirgli, in modo carino mi raccomando, che la situazione è peggiore di quello che si pensava?- -Cosa? Non è una normale polmonite?- -Lo sarebbe, ma lui è pieno di acqua nei polmoni e gliela dobbiamo togliere senza danneggiare niente- in quel preciso istante, ha dato due grossi colpi di tosse e si è messo a sputacchiare acqua, poi all’improvviso è diventato viola e ha cominciato a farmi dei segni strani. Il medico di fianco a me è corso -Presto, lo dobbiamo salvare! Portatelo nella sala operazioni!- Più veloci di un lampo ci siamo spostati nell’altra sala e il medico si è messo in fretta tutto l’armamentario. Gli ha fatto una puntura e si è addormentato all’istante a occhi aperti però -Ma…è morto signore?- -No, il suo cuore batte ancora,presto, non stia li impalata, mi passi quella siringa!- -Subito- ma sono tutti così i medici? Sono sgarbati come pochi! Oppure sono stata io a beccar male? Alla fine gli abbiamo aperto in due la gola e l’abbiamo liberato dall’acqua, che se n’era andata dai polmoni ed era finita nella gola. Era tutto un confondersi di acqua e sangue e io ancora una volta stavo per vomitare. -Forza, forza, svegliati ragazza mia!- Ma ce l’hanno tutti con me oggi? Mio Dio, sarebbe stanco anche lui se fosse la prima volta che lavora di notte! Dopo un’ora il paziente ha sputacchiato un po’ di sangue e ha ripreso il respiro. Aveva degli occhi spalancati, che sembravano palline da golf -S-sono vivo? Che cosa è successo? Mi hanno ucciso?- -Signore, stia calmo…- -No, che non sto calmo, cosa è successo?- -Adesso va tutto bene, le abbiamo curato la polmonite- -Cosa? Non ho più niente! Ma stavo per morire!- a questo punto è intervenuto il medico –Senta signore, mi ascolti. Non le è successo niente di grave, adesso è in perfetta salute- guardandoci diffidente,quel signore se n’è andato.Ho guardato l’orologio:erano le quattro di mattina. Tra mezz’ora sarei tornata a casa. Ultima paziente del giorno, una donna incinta. Si è sentito un urlo, che per un momento ha agghiacciato tutti i presenti e poi un altro dottore mi ha preso con sé mi ha portato di corsa dove proveniva lo strillo. Quando siamo arrivati,c’era una donna piegata a metà sul lettino -Dottore! Penso che mi si siano…Ahhhh rotte le acque- -Esattamente così, signora- L’abbiamo soccorsa, ma il travaglio è durato molto, quindi a un certo punto sono dovuta andare via perché il turno era finito
-Ehm, signore?- -Sì,matricola?- -Dovrei andare, il turno è finito- -Va bene, quando passi dalla segreteria, chiama un’altra infermiera-
Sono uscita, ma c’era un piccolo dettaglio, chi mi sarebbe venuto a prendere? Chiamare i miei era fuori discussione, non mi avrebbero risposto. Karmas starà dormendo….all’improvviso, ho visto una macchina avvicinarsi. Era un arabo ovviamente. Peccato che io sappia veramente poco la lingua. Ho cominciato a parlare in inglese -Mi scusi, posso salire?- mi ha guardato sorridendomi e in modo interrogativo. A questo punto ho parlato un po’ in arabo e a gesti. Questa volta ha capito un po’ di più. Sono salita -Dove va la signorina?- non sapevo come rispondere -Fuori Kabul- -Nella città?- -No, in campagna- non ho capito casa mi ha detto dopo. Mi ha fatto dei gesti. Voleva sapere dove andare . Gli indicavo con la mano la strada da prendere e, dopo una mezz’ora faticosissima, sono arrivata davanti al boschetto. Non ci ero mai passata al buio e non avevo torce, ma conoscevo il percorso a memoria. Alla fine sono arrivata a casa e sono entrata senza far rumore, poi sono filata a letto e ho dormito fino alle tre di oggi pomeriggio. La sera, i miei sono arrivati a casa e mia madre appena mi ha visto è diventata di tutti i colori -Ma dov’eri andata? Stavo per riattaccare i fogli! Anche questa volta con i soldati?-
-Mamma, ti avevo detto che cominciavo i turni!- -Ah, già è vero! Com’è andata?-
-Bene- papà aveva sempre quell’aria da uomo onnisciente e ha detto a mia mamma ancora una volta -Vedi cara? Te l’avevo detto che lavorava!- -Tu mi dici sempre tutto, vero?-
 

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Capitolo 17
*** 2 Giugno ***


  2 giugno
Anche Summer è nel mio turno di notte. E’ arrivata con delle occhiaie enormi e ha detto alcune frasi sconnesse come -Il panino…il letto- e ha farfugliato qualcosa.
Io per un po’ me ne sono stata seduta a non far niente, mentre lei subito è entrata in una sala operatoria. Poi è arrivata una dottoressa bionda e riccia che mi ha detto -Signorina, venga con me, devo mettere a posto alcune pratiche e lei mi deve aiutare- -Subito- Siamo arrivate in uno stanzino dove  al centro c’era un grande tavolo con sopra una montagna di cartelle ammucchiate. La dottoressa ha acceso una trista lucetta e si è seduta da un lato del tavolo. -Ecco, adesso mi devi passare tutte quella dove c’è scritta una A grande e viola e quando ti dico di cambiare mi passi la B e via dicendo…ci sono anche dei numeri e devi fare la stessa cosa dall’1 al 9, ok?- -Capito- dovevo rovistare in quel  ….non so come definirlo, c’erano talmente tante cartelle che sembrava un monte vero e proprio.Vedendo la mia faccia scioccata mi ha detto -Lo so, sono moltissime....tutti i ragazzi le guardano così la prima volta…volevo convincere quei bastardi a fare questo lavoro ogni settimana,ma hanno detto sempre di no…in più mi ci gioco anche il cartellino- ha guardato in direzione della segreteria, poi ha guardato me e mi ha sorriso -Beh, cercheremo di rendere tutto meno pesante e cercheremo di finire in fretta, d’accordo?- -Ho trovato tutte le lettere A- -Bene, passamele- continuando così ho finito tre ore dopo -Puoi andare,- sono ritornata alla mia postazione. Summer è arrivata dopo poco -Ma dov’eri finita? Qui non c’è un’attimo di pace! Madonna, mi sono trovata uno dei dottori più musi lunghi dell’intero ospedale! Poi me ne sono beccata un’altra, questa pure molto scontrosa…sarà la notte…ma tu dimmi, dove sei stata, non ti ho vista più- -Ho messo a posto delle pratiche, non ti dico quante erano…un’infinità!- Non ho finito di dire l’ultima parola quando un chirurgo è arrivato -Lei, signorina venga con me- indicava me. Subito dopo, Summer ha seguito un altro dottore poi si è chiusa la porta e non ho più visto niente -Allora, matricola, mi hanno detto che ha già fatto un paio di esperienze qui- -…- -Si? Allora mi può aiutare- -Certamente- -Deve fare solo quello che le dico di fare e dev’essere V-E-L-O-C-E- mi ha scandito bene bene la parola
-Capito? Bene cominciamo: questa paziente ha ingerito per sbaglio uno spillo- -Uno spillo?- -Si, stava cucendo quando è esplosa la casa di un vicino,e l’onda d’urto le ha fatto volare uno spillo in bocca-mah… -Ma se avesse ingerito lo spillo, avrebbe lacerato tutti i vasi respiratori o digestivi per cui è passato!- -Vedo che ne sai, sapientona, ma l’ha ingerito verticalmente e noi lo dobbiamo estrarre facendo mooolta attenzione- -Agli ordini…- dissi con molto poco entusiasmo -Passami una pinza- dopo siamo riusciti ad estrarlo e la paziente è riuscita a parlare, anche se non aveva molta voce e il suo colorito era ancora ceruleo. Ma forse era la sua voce naturale, perché era molto vecchia. Sono ritornata di nuovo al mio posto. Erano solo le 2, eppure mi sembrava di essere lì dalle 9 della mattina precedente.
           Stavo per chiudere gli occhi, quando ho visto un gruppo di medici che parlavano accorati -Le condizioni sono critiche…- -E’ la terza crisi in due giorni…- -Alla quarta morirà,se non interveniamo in tempo…- -Dobbiamo dargli….- poi ha detto dei nomi di medicine  che non ho capito -Ci dobbiamo sbrigare, il massimo di crisi che si può avere in una settimana sono 2, tra l’altro queste sono anche molto forti, dobbiamo fare qualcosa…è un miracolo che sia scampato alla terza- -Forza, andate nella sua stanza- e si sono separati. Uno passando mi ha detto -Infermiera, venga con me- Siamo scesi nei sotterranei, dove c’era un’atmosfera tombale, su un cartello c’era scritto ”malati terminali e cancro”. Questo faceva venire ancora di più la pelle d’oca. Dalle stanze aperte si vedevano persone bianche come lenzuoli con delle occhiaie nere e gli occhi, a volte, spalancati. Alcuni erano calvi, per il cancro. Siamo  entrati in una di quelle stanze e ho visto uno con l’aspetto di quelli che vi ho descritto, che dormiva. Un medico ha detto -Ecco ora gli faremo un’iniezione. Mi raccomando,fate silenzio, potrebbe accadere qualcosa da un momento all’altro- Mentre stavamo prendendo l‘occorrente si è sentita una botta e il paziente si è girato di fronte, con gli occhi spalancati che sembravano posseduti.Il dottore ha gridato -No! No! Fategli l’iniezione, presto!- l’ago era quasi infilato quando ha cominciato a tremare, come un foglia e a sudare. -Lasciate perdere, ormai…..- Il malato urlava -Lasciatemi!- poi ad un certo punto -Vedo tutto bianco!- Si è paralizzato ed è caduto indietro ad occhi spalancati. Una delle dottoresse gli ha sentito il polso e ha detto -E’ andato- fece un gesto con le mani per dire che era morto all’istante. Io istintivamente mi sono portato una mano alla bocca.  Una dottoressa con i capelli rossi e riccissimi si è avvicinata e mi ha detto -Certo, non sei stata molto fortunata a venire qui. Noi ci siamo abituati a vedere queste morti qui, ma per te dev’essere stato a dir poco impressionante…- disse, ma la sua voce era fredda. Ho annuito -Mi auguro che tu non venga più qua- mi ha sorriso e se n’è andata. Io sono tornata lentamente di sopra, pensando a quello che avevo appena visto. É stato un attimo, ma un attimo
sconvolgente! Penso che non scriverò più di quello che faccio all’ospedale: a ripensarci mi si chiude lo stomaco ancora di più.
            Buonanotte

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Capitolo 18
*** 4 Giugno ***


4 giugno
          Caro Andry
            A tutti capita di avere dei giorni noiosi, dove non sai cosa fare…al massimo ti vai a fare un giro ecc. Beh, qui in Afghanistan è tutto amplificato. Se ti annoi,non puoi uscire e quindi ti  annoi di brutto e quando sai cosa fare, devi fare altre centocinquanta mila cose in una volta. In questi due giorni ho avuto l’occasione di sentire i miei amici: prima ho sentito Amy, poi Therry, infine Melissa, di cui non ho ancora parlato.
-Hey, Ery, da quanto tempo!- -Ciao Amy, come va?- -Benissimo,tra poco finisce la scuola e mi devo decidere per il college. Ho fatto domanda a Cambridge.- -Wow, addirittura!- sentii una stretta al cuore -Guarda che sono brava, che ti credi? Ahahah Tu come vai?- -Ah, una meraviglia…lavoro…- -Di già? Ma hai solo 18 anni!- -Qui i ragazzi cominciamo a lavorare da molto giovani- -Ma che lavoro fai?- -Lavoro in un ospedale- -Wow, devi prendere molto allora- -Mah, quello che equivale da voi 150 sterline a settimana, non è un granchè, ma può bastare- -Beh, pensa anche ai tuoi, sono ricchi sfondati!- -Si, non esageriamo…Come va lì?- -Oh, come sempre- -Non so cosa darei per stare lì con voi…-dissi malinconica. -Scusa, adesso devo andare,sono arrivati ospiti- -Ciao-
seconda conversazione con Therry -Hey Therry!- -Hey Erika….lo sai che ci sono rimasto male perché non mi hai chiamato e non sei venuta, almeno volevo dirti addio! Adesso qui è una noia mortale!- -Dai Therry non fare il tragico! Quando avrò abbastanza soldi me ne andrò da qui- -Dicono tutti così e poi si affezionano al posto- -All’Afghanistan? Mai! É un inferno! Come va la scuola?- -Bene, ovviamente,pensavo di iscrivermi a Oxford- -Per studiare scienze?- -Si…tutti parlano bene di Oxford- -Beh, sono tutte grandi università…- -Tu che fai?- -Io lavoro- -Lavori?ma va?Dove?- -In un ospedale- -Fiigo- -Mah, mica tanto!- -Se potessi fare cambio..- -Vuoi? Io corro in Inghilterra alla velocità della luce!- -Si, peccato che non possa.- -Lo so che non puoi, non posso neanch’io- -Va beh, prima o poi ci si vedrà- -Ciao-
Poi Melissa, la mia migliore amica tedesca. É bruna e ha gli occhi marroni. Diciamo che è una tedesca un po’ anomala, perché molti tedeschi hanno capelli biondi e occhi azzurri, ma ciò si spiega perché sua madre è italiana. Prima che Melissa nascesse i suoi genitori sono andati a vivere in Germania, a Monaco, dove abitava il marito.
Melissa è molto timida e di poche parole, però è simpatica
-Hallo Erika!- -Ciao, Melissa!- -Come va?- -Tutto bene e te?- -Tutto bene. Come va in Inghilterra?- -Ah, non ti avevo detto che mi sono spostata in Afghanistan?- -In Afghanistan? Ma è lontanissimo!- -Eh, lo so, ma i miei adesso lavorano qua- -Poi c’è anche la guerra! Come ti trovi?- -Abbastanza bene- -Lavori?- -Sì, in un ospedale- -Ah- -Come va lì?- -Mah, non c’è niente di nuovo, devo iscrivermi all’università, solo che non so quale scegliere. Mi piace arte ma i miei genitori vogliono che faccia scienze, come mio padre….- -Oh, è un peccato- -Forse riesco a raggiungere un compromesso facendo lingue. I miei dicono che la scuola di arte è poco seria, ma a me piace molto- Dovete sapere che Melissa disegna benissimo e fa dei ritratti molto belli -Poi per mio padre sarebbe una delusione se sua figlia diventasse un’artista da quattro soldi, vuole che diventi uno scienziato naturalista come lui- -E tua madre non dice niente?- -Lei gli da ragione, anche se lei ha fatto arte ed ora è una designer, ma vuole per me qualcosa di più certo- -Mi dispiace- -Comunque adesso devo andare, ciao- -Ciao- La sera del sabato mia madre mi ha annunciato che il giorno dopo sarebbe venuto a cena il cast e tutto il resto -Coosa?- -Eh, mi sono dimenticata di dirtelo, comunque è domani. Ma non sei contenta? Incontri di nuovo Christie!- -Ok, ma anche “lo zio Jack”!- -Ma lui non è un problema. Come facevo a dirtelo, o non ci sei te o non ci siamo noi! E poi è una tradizione- -Scusa, quanti tuoi film hanno superato i dieci milioni di sterline?- -Ancora nessuno, ma la carriera e lunga e questo film sta venendo stupendo!-
Comunque salto subito alla sera dopo perché la domenica è stata occupata nei preparativi. Gli invitati si sono presentati alle otto, i miei ovviamente non erano ancora pronti e ho dovuto intrattenerli e portare drink. Poi è arrivata mia mamma, che è scesa dalla scala con un atteggiamento da film e sull’ultimo gradino ha esordito con un bel -Voilà, eccomi qua bella gente-tutti si sono girati e devo dire che era proprio molto bella: aveva un vestito azzurro senza spalline con gli orli oro. Portava i capelli raccolti in una spilla d’argento, lasciandone ricadere alcuni davanti. C’è stato un attimo di silenzio e poi si è sentito un commento -Guarda che non siamo mica a una premiére, eh?- -Infatti, è solo una cena tra amici- Poi è arrivato mio padre -Anne, esageri sempre!- -Dici?- -Si…comunque avete già preso i drink ?- -Sì, ce li ha dati tua figlia- -Bene, allora possiamo cominciare, tutti a tavola!- Christie si è seduta di fronte a me. Aveva un vestito rosa molto leggero e un velo di trucco. Stava bene. Accanto a me si sono seduti due signori, che dopo ho capito essere il regista e il cameraman. -Allora, come va?- -Bene…- -Mi hanno detto che lavori in ospedale e che hai fatto carriera- -Mah, insomma- -Non essere modesta. Come ti trovi?- -Bene, ma c’è una certa persona che mi da fastidio solo nominare- -Ahah…mi hanno detto della scappatella con i soldati…è vero che ti sei fatta il fidanzato?- -A mia madre non è scappato proprio niente, eh? Ebbene,si, ho un fidanzato, ma siamo in punto di rottura, almeno io l’ho lasciato perdere da un pezzo- -Ahah…e la scappatella?- -Mi aveva rapito!- perché non mi crede nessuno? -Il tuo fidanzato?!- -Esatto. Mi sono fidanzata quasi per forza, mi ha costretto lui!- -Ah, questi soldati! Si credono dei gran fighi- la sera è proseguita così, finchè, a mezzanotte non se ne sono andati via tutti. Mia madre per copletare il film li ha salutati con un fazzoletto che si è tirata fuori da chissà dove. -Adieu, mon amis!- mi chiedo se sia così stupida anche sul set -Brigitte Bardot, vieni a letto!-
 
 
 

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Capitolo 19
*** 5 Giugno ***


5 giugno
caro Andry
Oggi ho visto di nuovo Kurt, dopo alcuni giorn -<Ma dove sei  stata,eh? I giorni scorsi ti ho aspettato ma te non uscivi, cercavi forse di fare la furba?- -No, non so se lo sai, ma lavoro anche di notte- -Oh, ma che peccato! Così non potrò più venirti a prendere!- -Senti è per colpa tua che giro con la scorta, se non vuoi che mettano anche delle persone dietro ogni angolo per controllarmi…per controllarci. Tu lo sai che se ti vedono i miei sono capaci di mandarti in prigione da un momento all’altro, quindi non ti conviene farmi più niente. Sono stata abbastanza chiara?- -Hey, hey, frena…- -Senti vattene e stai lontano da me, hai visto cosa ti ho fatto l’altra volta, non vorrai che ti ricapiti ancora!- poi mi è venuta un’idea. Potevo presentargli davvero Karoline! Davanti a questa prospettiva gli ho sorriso, l’ho perfino baciato e me ne sono andata. Poi sono andata da Summer -Hey, ho un piano per scrollarmi di dosso per sempre Kurt- -Spara!- -C’è una ragazza o un ragazzo del gruppo di americani che è parla anche a noi?- -Mmm..fammi pensare…ma sì , Eleonor- -Perfetto, dobbiamo cercare di convincere Karoline ad uscire quando c’è lui….- -Bella idea, ma Erika, c’è un problema: lui è tedesco e lei non si innamorerà mai di uno che non sia americano- -Tranquilla, gli parlerò- -Ohh, mi piace questo piano!- Quella mattina abbiamo messo in atto la prima parte del progetto. Abbiamo preso separatamente Eleonor e le abbiamo detto -Eleonor, tu conosci Kurt?- -Kurt Cobain?- -No, non lui, il soldato dell’esercito- -No, mai visto…in spicci, che volete?- -Come vanno i rapporti fra Karoline e il suo fidanzato?- -Mi sembra bene…no aspetta, forse ogni tanto litigano, ma è normale- io e Summer ci siamo guardate e abbiamo fatto un sorriso smagliante -Perfetto…che ne dici di trovare un altro amico a Karoline?- -Beh, mi sembra che con Chris vada tutto bene- -Se l’operazione va bene ti prometto che avrai Chris, d’accordo?-lei era cotta di Chris e, forse il sentimento era un po’ corrisposto -Va bene, che cosa devo fare?- -Quando vedi questo qui- ho tirato fuori una sua foto -per strada, devi fare in modo che Karoline lo incontri- -Ahah, bene, ma perché proprio questo qui?- -Te lo spiegheremo più avanti, ci siamo intese? Ah, e non farne parola con nessuno, è un segreto!- ha fatto il segno di cucirsi la bocca. Mi stavo avvicinando alla mia liberazione -Ma, Ery, Karoline sa chi è il tuo fidanzato- -E allora?- -Non si metterà mai con lui- -Basta che gli dica che mi ha picchiato più volte per dispetto ed eccola conquistata- -E come la metti col fatto del tedesco?- -Quando lo vedo, prima dell’appuntamento, lo faccio bere un po’ e mentre beve lo stordisco e gli faccio dire che è americano- -Ahah…hai pensato a tutto nei minimi particolari- -Guarda che se devo fare una cosa, la faccio bene io!- -Non vedo l’ora di vedere cosa succede- e con il piano in mente sono tornata a casa. Possibile che non ci avessi pensato prima! Era evidente che Kurt e Karoline sono fatti l’uno per l’altra!
 

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Capitolo 20
*** 7/ 8 Giugno ***


7 giugno  
 
Caro Andry
Penso che oggi siano arrivati i nuovi soldati, anzi ne sono certa. Il turno è andato come sempre. Con Summer abbiamo curato sempre di più il piano, tanto che adesso è perfetto, o quasi. C’è solo da sperare che riesca.
Come dicevo prima, sono arrivati i nuovi soldati. Come lo so? 1.me l’ha detto Summer: ogni anno in questo giorno arrivano dei nuovi soldati da tutto il mondo occidentale. 2.Stamattina mi sono svegliata dal mio sonno profondo grazie al rumore ripetitivo di jeep che sfrecciavano per la strada. Maledizione, come se non ce ne fossero abbastanza di soldati stronzi! Stasera i miei sono tornati entrambi con un sorriso smagliante -Il film sta venendo benissimo!- -Abbiamo scoperto come si può rigenerare un raro tipo di pianta!- -Oh, fantastico….- come se me ne importasse qualcosa. Mi guardarono alzando un sopracciglio -Dico sul serio, è fantastico. Ma, una volta finito qui ci sposteremo ancora, vero?- -Certo tesoro, le première non possiamo farle mica qui!- -Non possiamo certo comunicare le nostre importanti scoperte con la gente del posto! Ma tu con il lavoro…- -Basta dire che ce ne potremo andare- -giusto, giusto, bene…-
E se ne sono andati
                                                                                                                 
 
 
8 giugno
Caro Andry
Oggi era il giorno adatto per far funzionare il piano. Kurt era lì che gironzolava, in attesa evidente di me, perché quando sono uscita ha alzato gli occhi. Mi sono avvicinata a lui e gli ho detto -Hey, che ne dici di andare a bere qualcosa insieme? il mio turno è finito- lui è rimasto piuttosto sorpreso -C-certo. Ma cos’è tutta questa gentilezza oggi?- -Niente, hai sempre detto che ti odiavo e pensavo di rendermi un po’ più gentile- Summer da lontano mi guardava e rideva, fingendo di parlare con le altre. Ci siamo incamminati verso un bar e ci siamo seduti. Alla vista di qualcosa altamente alcolico ha detto, -Prendo questo- Io gli ho sorriso. Fin qui il piano andava a gonfie vele. Dopo un bicchiere era già ubriaco, allora mi sono messa a parlargli –Senti Kurt, mi potresti fare un piccolo favorino?- -Certo bambola, ma prima devo andare i bagno- approfittando del momento, ho preso un medicinale che mi ero portata dietro ,che aiutava a far sentire meno dolore ai pazienti, confondendoli un po’. Quando è tornato, vedendo che c’era ancora un goccio, se l’è scolato e mi ha guardato con occhi languidi e decisamente non intelligenti. Mi sembrava il momento giusto di agire -Dicevo, tu vieni dall’America o dalla Germania?- -Non lo so- -Allora te lo dico io: vieni dagli Stati Uniti- -Davvero? Forte!- era totalmente rimbambito -Lo devi dire a chi lo chiede, non devi dire che vieni dalla Germania, ma degli Stati Uniti, da New York, intesi? E io non ti sto molto simpatica e mi hai picchiato più volte. Ah, devi dire anche a una certa ragazza con i capelli biondi che odi tutti quelli che non sono americani come te e che lei è bellissima, ok? Quindi da dove vieni?-Dall’ America, da New York- disse mettendo particolare enfasi su New -Bravo, chi odi?-
-Quelli che non sono americani come me- -Odi una persona in particolare?- -Si, si chiama Erika- -Perfetto, riesci ad alzarti?- -Penso di sì- -Proviamo-,si è alzato,ma sembrava che dovesse cadere da un momento all’altro -Forse è meglio stare a sedere ancora un po’- -Ok- siamo tornati al posto di partenza. A un segno convenuto, ho visto Eleonor avvicinarsi a Karoline e parlarle -Ti devo presentare una certa persona- -Adesso, Ele?- -Si, adesso- -Prima mi hai tenuto qui, poi adesso vuoi che conosca un perfetto sconosciuto!- -Dai vieni, fidati, ti piacerà!- -Va bene- io mi sono nascosta. Quando ha visto Kurt, ha detto -Hey, ma quello non è il fidanzato di Erika?- -Chi, lui? no!- -Ma è uguale!- -Ce ne sono di persone simili nel mondo! Allora, che ne dici?- -Guardandolo da vicino, sembra carino- -Ciao- -Ciao, chi sei?- -Sono Kurt- -Ah, Kurt..Ma non sei quello che stava con Erika?- -Chi, quella puttanella? Mai! Tu chi sei?- non mi sentii minimamente offesa. -Io sono Karoline…innanzi tutto, da dove vieni?- -Dagli Stati Uniti, da New York- -Mmmm…interessante, è una delle città più cool, dopo Los Angeles, ovviamente- -Si, ma prima di Las Vegas e Washington- -Hai le mie stesse idee, sai? mi piaci !- -Che ne diresti se ti portassi da qualche parte, come primo appuntamento?- -Mi dispiace, ma sono già imp…- -Ah, allora vado…- -No, aspetta- ha guardato che non ci fosse il fidanzato nei paraggi e ha detto -Dai, andiamo- -Ma se hai detto..- -Non conta, ultimamente abbiamo avuto un po’ da dire….capisci cosa intendo, vero?- -Ahah…beh, magari in me puoi trovare una seconda possibilità- e se ne sono andati. Bingo! Forse riesco a liberarmi di lui! Sono andata da Eleonor -Ecco, Chris è tutto tuo- É andata da Chris –Hey ciao, non vorrei dirti niente, ma Karoline ti sta tradendo con un altro- -Cosa? Stai scherzando, spero!- -No, vieni- Summer e io eravamo raggianti di gioia. Li abbiamo seguiti da lontano e li abbiamo visti dirigersi nel bar dov’ero anch’io poco prima. Chris ha guardato dentro,ha visto Karoline e in un paio di falcate l’ha raggiunta. Karoline si è alzata subito e Kurt è scappato. Eleonor ci ha raggiunto in fretta. –Tu e quel ragazzo! Cosa stavate facendo?- -Chris, ti prego, non stavamo facendo niente!- -Guarda che l’ho vista la scena. Adesso mi spieghi tutto per bene- -Eleonor mi ha presentato questa persona e per conoscerci meglio, avevamo deciso di berci un bicchiere- -Non ti credo- -mio Dio, ma è vero! Io amo te, lui è solo un amico!- -Dicono tutti così!- -Ma per me è diverso! è veramente così! Io ti amo anche se ultimamente litighiamo molto!- -Invece io credo che tu mi usi per mostrare che hai un ragazzo! Perchè, è così, per te io sono un oggetto- una sensazione familiare -Senti, stammi a sentire: io non amo quello là, amo solo te e smettila di dire queste cazzate, chiaro?- - Veramente sono qui…- -Va bene, ma se ti scopro un’altra volta con lui, meno te e meno anche lui- Eleonor guardava la scena con gli occhi sgranati ed era diventata bianca come un cencio. Mi sentivo veramente una stronza-Hey, tutto bene?- -Ho paura che adesso ce l’abbiano con me- -Scusa se ti abbiamo coinvolto, ma io non ce la facevo più a stare con quel… quel… non so come chiamarlo. Hai visto cosa mi ha fatto?- -No- le ho fatto vedere tutti i lividi che avevo. Si è messa una mano davanti alla bocca -N-non credevo che…- -Che arrivasse a fare questo? Ma scusa, poi perché gliel’hai detto?- -Perché volevo che la loro storia finisse, così Chris poteva stare con me. Non so se lo sapete, ma Chris prima era il mio fidanzato, poi è arrivata Karoline e me l’ha portato via- -Lo sappiamo che è una stronza, ma adesso metterà nei casini te e anche noi, se Kurt le dice qualcosa. L’amore è la cosa più assurda che io abbia mai sentito ed è anche la più complicata, non fa per me- -Però ti sei fidanzata- -Ah, bella roba!- -Sentite, che ne dite di uscir da questo nascondiglio? Penso che le mie gambe si stiano addormentando- -Ma che ore sono?- -Sono le 5 e tre quarti- -Oddio, è tardissimo, chissà cosa starà pensando Karmas! Se va a dire di nuovo ai miei che sono scomparsa, penso che si prendano di nuovo  un bell’accidente!- .Sono corsa alla macchina. -Ma dov’eri finita? Stavo per andarmene- -Ho avuto un contrattempo con il lavoro- -Un contrattempo, eh? Tu, ragazza, hai troppi segreti- -Cerco di mantenerli nascosti più che posso.- -Ma più li tieni dentro, più crescono e si moltiplicano come i frutti di un albero- -Ok, adesso basta, torniamo a casa,prima che i miei tornino- -Ai suoi ordini, signorina-
Per fortuna non era ancora arrivato nessuno così ho fatto con calma.
Per il resto, cos’è che non ho ancora detto? Niente, mi pare. Intense le mie giornate, eh?

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Capitolo 21
*** 10 Giugno ***


10 giugno
caro Andry
Come al solito nei week-ends non succede niente  di speciale. Casa, casa e solo casa. Stavolta non c’erano cene né inviti a cena, è stato proprio un week-end vuoto.
Ho riempito il tempo bevendo tè e pensando a cosa fare nel caso che Kurt riprenda la memoria completamente. E se avesse detto qualcosa a Karoline? Sarei morta. Mi dovevo preparare per affrontare entrambe le situazioni, o forse dovevo solo sopportare Kurt. Ma non ho proprio niente da raccontare? Non so se te l’ho detto, ma ho cominciato a fare Karate. La palestra era in centro città e sembrava l’unica cosa che fosse rimasta integra nella guerra. Il mio insegnante è tutt’altro di quello che ci si può immaginare. Ha i capelli scuri e gli occhi marroni e soprattutto è inglese. Quando sono entrata ho chiesto informazioni a una segretaria per trovare il mio insegnante, quando,improvvisamente mi sono girata e mi sono trovata un ragazzo che più o meno avrà vent’anni -Hey, chi stai cercando?- -Il mio nuovo istruttore- -Sei Erika?- -Si, tu sei l’amico di Karmas?- -Piacere, Ryan- come faceva quello ad essere l’amico di Karmas? Karmas avrà avuto dieci, se non vent’anni in più! -Puoi andare allo spogliatoio. Ti aspetto in palestra tra dieci minuti- e se n’è andato con un asciugamano sulle spalle. La sorpresa ancora più grande è stata quando ho visto Chris che insegnava. Ho fatto finta di niente, tanto lui non mi aveva mai visto e non sapeva neanche chi ero. Ma mentre stavo facendo lezione si è avvicinato dicendo –Scusa Ryan, posso rubarti l’allieva per un secondo?- -Fai pure- mi si sono drizzati i capelli. Deve aver visto che ero tesa, così mi ha detto -Calmati, non ti voglio mangiare- -Come fai a conoscermi?- -Oh, che inizio drastico! Ebbene, Karoline mi ha parlato di te, Erika. Ma come posso negare l’idea che a volte lei sia un po’, non solo un po’ e neanche a volte, insopportabile. Ma devi sapere che lei viene da una famiglia ricchissima: lui è un banchiere e lei un’attrice famosa.- dove voleva arrivare a parare?  -Ah, ma non mi dire...Non cambia la mia idea di lei però.- e così stava con lei solo per i suoi soldi? -É abituata a vivere nel lusso più incredibile e tra poco se ne va.- -Davvero?- -Sì, torna a casa- -Potrei ballare di gioia, ma non posso. Arriva al sodo- -Ti chiedo di ignorare tutte le cattiverie che fa per il quieto vivere suo e di tutti- -Chiedile di fare lo stesso- -Affare fatto . Ciao- -Ciao.- e la lezione è proseguita come se niente fosse. Alla fine Ryan mi ha detto -Certo che per essere la prima volta te la cavi bene! Sembravi una tipa che  doveva diventare ballerina e invece….- -Oh, ti prego, io detesto ballare- -Bene, ci vediamo la prossima volta allora.- così è finita la prima lezione.Se mi voglio difendere almeno ho qualche arma. Beh, non ho altro da raccontare.
Erika

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Capitolo 22
*** 13/14 Giugno ***


13 giugno
 
Caro Andry
C’è una novità, hanno installato delle televisioni(anche se vecchissime)per cui si può conoscere cosa accade nel mondo circostante.                            
Sono arrivati una vagonata di soldati e guardando la tv ho scoperto il perché: in questi giorni i sovietici hanno intensificato i loro attacchi e hanno lanciato una gran quantità di bombe, causando molti morti, tra civili e non.
Stanotte era tutto un via vai. Ogni minuto si sentivano le sirene delle ambulanze portare feriti di qua e di là. Mi chiedo: ma chi ha davvero ragione in questa guerra?
Noi o gli altri? Ma la cosa non ci importa più di tanto, io devo continuare a fare il mio lavoro comunque. Dev’essere scoppiata una bomba in un negozio, perché sono arrivati un commesso e alcuni civili, più i soldati che erano nelle vie vicine. Questa volta io e Summer non riuscivamo a parlarci mai perché eravamo impegnate in una o nell’altra sala. É stata na notte lunga e faticosa.
Erika
 
 
                                                                                                                     14 giugno
 
Caro Andry
Oggi, mentre stavo facendo la mia solita pausa con le altre, ho visto un ragazzo che mi guardava come se avesse visto un alieno. Tutte le mie compagne l’avevano  visto, avevano notato che guardava proprio me e facevano delle risatine nervose. -Hai qualche problema?- ha fatto un gesto con la mano per dire che era tutto a posto e se n’è andato. Dopo sono fioccati i commenti -Hai visto come ti guardava? Sembrava che fossi diventata verde!- -Chi è quello, il tuo prossimo fidanzato? Che rubacuori che sei!- -Ma sta zitta, speriamo di no, di grane ne ho già abbastanza!- Summer aveva ripreso a ridere e tra una risata e l’altra faceva  -Uuhh, ti ci vedo sai, ti ci vedo!- sembrava ubriaca -Penso che quello sia uno dei soldati nuovi- -Davvero?-
-Certo, sennò  non ti avrebbe guardato così! Poi non l’ho mai visto prima- -Perché, tu conosci tutti quelli de campo?- -Certo, ci sono degli amici miei- poi è arrivata fuori la Smith che ci ha chiamate dentro.
Erika
                                                                                                                   

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Capitolo 23
*** 16 Giugno ***


                                                                                                                                          16 giugno
 
Caro Andry
Ieri, sono arrivata prima per il turno, perché mi dovevo incontrare con Summer e con alcune ragazze che lavorano con noi. E indovina chi ho incontrato? Ancora il ragazzo di ieri. Vedendolo da vicino non è male: è alto, ha i capelli castano chiaro e gli occhi verdi. Ha anche un bel fisico. Non mi sorprenderei se fosse americano. Dopo un momento di esitazione, mi si è avvicinato. –Ciao- -Ciao- -Scusa se ieri ti guardavo, è da poco che sono in missione e una ragazza bianca non la vedo tutti i giorni!- -Guarda che non sono l’unica- -Beh, ieri ho visto te. Come ti chiami?- -Erika,tu?- -Andrew, ma tutti mi chiamano Andry- Andry? Come il mio diario! -Wow, Andry?- -Si, perché?- -No, lascia perdere- -Da dove vieni?- -Di preciso non lo so…- -Come non lo sai!- -No, i miei si spostano sempre.- -E adesso sei qui….poveretta.- -Già- -Che lavoro fai?- -Lavoro nel centro di assistenza qui vicino.- -Ah,ok,scusa,ma quanti anni hai?- -18, perché?- -Niente, mi sembrava che avessi 20 anni, però eri abbastanza lontana. Sei fidanzata?- -Teoricamente si, ma praticamente non vorrei- -Che strana risposta…sei una depressa per caso?- -Ma certo che no!- -Scusa, i depressi parlano così. Ma è uno dell’esercito?- -Purtroppo si, ma lo detesto!- -Che strana storia…- -Si, mi ha costretto lui a fidanzarmi, così, senza conoscermi nemmeno un po’…Così adesso mi trovo in questo casino….sei nuovo?- -Si, appena arrivato,ma già odio questo posto. In confronto a casa mia è un paradiso, ovvio, ma  è orribile- -Perché, non ti piace il posto da dove vieni?- -Non il posto, la gente, in particolare i miei- -Ma da dove vieni scusa?- -Dal Texas- -Dal Texas?! E ti lamenti anche!- -Senti, tu non vivi con degli stronzi che ti trattano da mattina a sera come se fossi il loro schiavo!- disse innervosendosi -E chi sono questi?- -I miei- -I tuoi?!- -Quando hanno scoperto che da me non tiravano fuori niente mi hanno spedito nella Marina- -Ah…- -Già, ah…scommetto che invece nella vostra famiglia siete tutti felici e contenti- -Beh, in effetti….- -Eri brava?- -Eh?- -Dico a scuola- -Non ci andavo, avevo lezioni private- -Ah, una figlia di papà, allora.- -Come, scusa?- -Lascia perdere. Sarà meglio che vada o il generale se la prenderà con me un’altra volta. Ci si vede!- non ho fatto in tempo a rispondergli che se n’era già andato. Senza rendercene conto eravamo arrivati al luogo dove avevo l’appuntamento. Le mie amiche mi stavano aspettando -Ma dov’eri finita? Ti stavamo per venire a cercare, ma…chi era quello? Era lui? Oh si, era lui! Ne hai pescato un altro, Erika? Avete visto? É carino!- -ok, si era lui, ma ha iniziato lui!- mentre Andry si allontanava, sentivo una strana sensazione,come se avessi dimenticato qualcosa. Poi si chiama come te! Devo ammettere che è piuttosto carino, ma anche un bastardo fa bella figura , confrontato a Kurt. Andry è stato il principale argomento della serata e della nottata, quando ci fermavamo -Quel ragazzo è proprio carino, veramente, stareste benissimo insieme….quel ragazzo di qua…….quel ragazzo di là….- erano tutti puntati su di me, come se si aspettassero chissà cosa. 
Ho riletto, giusto per curiosità , quello che avevo scritto all’inizio di questo diario e devo dire che sono cambiata molto! All’inizio non avrei detto neanche una parolaccia a morire, invece in queste ultime pagine sembro un camionista! Sarà il posto….
Anche oggi ho fatto la mia lezione di karate. E anche questa volta c’era Chris, che mi lanciava delle occhiate di fuoco. Il mio insegnante, in compenso, mi ha detto che sono portata per questo sport. Certo che è strano: cosa ci viene a fare un inglese qui ad insegnare karate? Deve essere una pazzia.
Erika

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Capitolo 24
*** 18/ 19 Giugno ***


18 giugno
Caro Andry(diario)          
Kurt  oggi  mi ha visto ancora. Sembra non essersi dimenticato di me, ma neanche di Karoline. Mi si è avvicinato, ma non aveva un’aria per niente calma.
-Chi era quello?- -Chi?- -Lo sai chi.- -Avanti, non si può neanche parlare con uno? Poi avevi detto che questo rapporto doveva fare da copertina, solo per rendere uguali i piatti della bilancia- -Senti, però mi da fastidio- -Non sai quanto a me! Non hai capito che stiamo insieme “per finta”? L’hai detto tu.- -Certo che te la metti sempre sulla difensiva- -Sei tu che sei aggressivo- -Vuoi vedere il mio lato dolce?- -Lato dolce?!…non volevo dire…..- mi ha stretto in un abbraccio micidiale, mi ha sollevato la testa e mi ha baciata. Colta di sorpresa, l’ho lasciato fare, ma intanto il mio pensiero andava continuamente verso un punto preciso: Andry. Chissà perché tutto il mio corpo insisteva così, a me neanche piace! Ok, forse un pochino. Sono ritornata bruscamente alla realtà. Ero ancora avvinghiata a lui. -Piaciuto?- non ho risposto, ho balbettato un attimo e me ne sono andata. ‘Sto qua è proprio fuori di testa! Ma se Andry fosse un suo amico? Non avrebbe fatto tutta questa scenata. Ma perché penso sempre e costantemente a Andry? Lo devo dimenticare.
Erika
    
                                                                                                                          19 giugno
Oggi Andry ha voluto rischiare molto grosso. Mentre ero andata un attimo fuori, lui mi ha raggiunto da dietro -E così sei la fidanzata di Kurt.- -Ma che….? Oddio, mi hai fatto prendere uno spavento! Si…è così. Ma come hai fatto a scoprirlo?- -Me l’ha detto lui di persona- -Ti ha parlato di me?!- -Certo, ieri ci ha visti insieme e….oh, eccolo.- Infatti c’era Kurt, ma non ci stava ancora guardando, poi ha visto Andry e si è girato. Aveva degli occhi che lanciavano delle fiammate, sia a me che a lui. -Ti avevo detto di starle lontana- -Vi prego…andiamo da un’altra parte- -Va bene, ma dopo zitta. Fino ad adesso sono stato buono con te, ma hai fatto un passo falso- -Buono?! Picchiarmi secondo te è buono?!- -Senti, tu non c’entri, fammi sbrigare la faccenda con lui- -Te con la mia ragazza non ci parli, CHIARO?- -Io parlo con chi voglio senza che me lo dica tu. Erika, torna dentro- non me lo sono fatto ripetere due volte. Ma invece di tornare dentro sono rimasta dietro l’angolo. -Così ti stavi rimorchiando la mia ragazza eh? Ti avevo detto di starle lontano.- -Mio caro, tu ti confondi le idee. Rimorchiare non è uguale a parlare. Ma dato che tu hai un cervello che funziona persino meno del mio, forse non hai compreso- -Io? Stai parlando a me?- -Si, proprio a te- -Vediamo allora come me la cavo con il corpo.- sono rimasta lì per alcuni secondi e poi sono uscita fuori correndo per vedere come stava andando, dato che non si sentiva più niente. Kurt era andato a finire contro delle casse di legno vuote, si è rialzato e si è scagliato contro Andry. Sembravano due pantere. Alla fine si è sentito un rumore di ossa fratturate e subito dopo c’era Kurt per terra, grondante sangue. Ma non era il solo. Andry era dall’altra parte della strada , steso per terra, sembrava che non respirasse più. Mi sono avvicinata -Andry? Andry? Mi senti?- -Credo di sì- contemporaneamente anche Kurt si era rialzato e ha bestemmiato. Poi è arrivato un generale -Ma che cazzo succede qua? Cos’è tutto questo casino? Sullivan, ancora tu?- -Signore!- si è girato verso di me -E tu chi sei?- -Stavo passando di qui quando è successo il fatto e ho visto tutto- -Forza allora.- -Sembra che loro due  non siano in buoni rapporti- -E allora?- -Oggi quel ragazzo là ha incontrato l’altro e l’ha picchiato. Il colpo era stato molto forte, tanto da fargli un occhio nero. Molto sfortunatamente il ragazzo che aveva “attaccato” per primo, ha dato una grossa botta contro quelle scatole là, le vede?- -Perché l’altro gli ha risposto- -No, no! L’altro era steso a terra! Si vede che era molto inebriato dalla vittoria, da non accorgersi delle casse- -Mah….- l’ho guardato con occhi molto convincenti -Andrew, sei salvo, PER QUESTA VOLTA- era una scusa formidabile. Una volta che se n’era andato il generale e anche Kurt, Andry mi ha molto ringraziato. Ma cosa mi sta succedendo?  Non sono mai stata così! Io voglio restare la Erika che sono sempre stata! Non si è mai visto che io salvassi una persona che quasi non conosco dall’essere spedita a casa a calci! Devo avere la febbre. Si, decisamente.
Erika Note:

Ok, spero che i capitoli fino a questo momento vi siano piaciuti. Pubblicherò degli altri capitoli solo tra un mese però, perchè devo andare via...spero che continuerete a seguire la storia :)

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Capitolo 25
*** 21/ 22 Giugno ***


21 giugno
Penso proprio di avere la febbre, eppure tutte le volte che me la provo non ho niente. Ma come è possibile? Penso molto spesso a Andry, e tutte le volte sento del calore che cresce dentro di me. Che mi sia innamorata? No, no non è possibile! Io l’amore lo disprezzo, penso che sia una cosa per chi vuole complicarsi troppo la vita e vuole soffrire, ma io non sono per la quale. Eppure sono immersa in un affare moolto complicato fino al collo e non so come venirne fuori. Sono contesa tra due soldati, uno lo odio e l’altro…..meglio non parlarne. Se  lascio quello che odio quello mi picchia a sangue, se lascio quello che ……(stendiamo un velo pietoso)perdo una grande opportunità  e mi troverei legata mani e piedi all’altro …Ad ogni modo, cambiamo discorso. Oppure finiamo direttamente questa pagina.
 Erika
 
                                                                                                                     
                                                                                                   22 giugno
                                 
Oggi, quando sono uscita dal lavoro ho avvisato Karmas che mi sarei trattenuta ancora un po’ in città perché mentre stavo uscendo, ho incontrato Kyle. Dopo le solite domande, mi ha detto che era in tenda con uno nuovo, che si chiamava Andry e gli faceva paura, perché aveva picchiato Kurt. Quando me l’ha detto, non ho potuto fare a meno che  ridere. Mi ha chiesto come andava con Kurt e gli ho risposto che era quasi finita e che non vedevo l’ora che finisse del tutto. Poi mi ha invitato al campo e, dato che era un’occasione per vedere Andry, ho accettato. Oh no, l’ho fatto ancora! Non posso pensarci continuamente! Ad ogni modo l’ho incontrato mentre stava uscendo da una tenda da dove provenivano degli urli e strepiti di ragazzi ubriachi. Mi ha sorriso, in un misto tra sorpresa e scusa -Erika, come mai sei qui?- -Conosco Kyle, qui nel campo- Kyle, che era lì vicino a me mi guardava sorpreso -Ah, il mio nuovo compagno di tenda- -Quelli chi sono?- -Amici- -Amici?- -Sì, e molto ubriachi anche- -Questo si è sentito.Va beh, vado un attimo con lui- -Magari ci vediamo dopo.- -Certo- quando me ne sono andata, si è levato un coro di fischi. -Ma come fai a conoscerlo?- -Tutto dovuto a una serie di circostanze non molto piacevoli- -Quindi non ti sta simpatico?- -No, no, al contrario, al momento non è lui il problema- proprio in quell’istante stava passando KURT, ma non si era accorto di me. Kyle così ha capito di chi stavo parlando. -Quando riuscirò a capire il mondo femminile, mi sa che diventerò un genio- abbiamo sorriso entrambi e io sono arrossita. Sono così difficile da capire? Tutti dicono il contrario. Comunque, ci siamo messi fuori dalla tenda di Kyle e quando arrivava il generale, dovevo rientrare precipitosamente, perché non è permesso ad estranei di stare lì. Dopo un po’ è arrivato anche Andry. Abbiamo cominciato a parlare e ho scoperto molte cose: lui ha una fidanzata, che però l’ha tradito. Quando tornerà faranno la resa dei conti per mollarsi definitivamente. In Texas era tra i fighi della scuola e tanto altro….
Tra questi discorsi e altro si sono fatte le sei di sera. Sono filata via dal campo, i miei dovevano essere già tornati. E infatti…
Mia madre mi aspettava fuori dalla porta con le braccia conserte e una faccia da paura -Erika! Vieni qui. Sei andata via un’altra volta?- -Ma ero nel bosco a farmi un giro, mamma- possibile che mi controllasse come se avessi 13 anni? -Com’è possibile, non ti abbiamo visto quando siamo entrati con il furgoncino!- -Il bosco è grande mamma….- -Se eri di nuovo con quei soldati, ti proibisco di avvicinarti ancora una volta a loro, chiaro?- -Ma se ero nel bosco! Possibile che non mi creda  mai nessuno quando dico la verità?- -Perché si vede lontano un miglio quando menti- sono filata di sopra. E poi sarei io quella difficile da capire?
Erika
 
Note:
Eccomi tornata! Scusate per l'attesa! Spero di farmi perdonare :)

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Capitolo 26
*** 24/26 Giugno ***


24 giugno
Oggi stavo dormendo placidamente quando sono stata svegliata dal campanello che suonava insistentemente.
Quando ho aperto mi sono trovata davanti Summer in lacrime -Ma cosa è successo?- -La mia casa….i miei…tutto crollato!- -Cosa?- -Una bomba….la mia casa….e i miei sono…per fortuna che mio fratello non c’era!- -Adesso calmati e respira. Cosa è successo?- dopo un po’ ha risposto -Mi sono vista crollare la casa davanti. I miei erano dentro e non so se siano morti, fatto sta che ho visto ad un tratto tutte le ambulanze portarli via- -Hai un posto dove andare?- che domanda stupida. CASA MIA era il posto dove andare -E…come sapevi dove abito?- -Me l’ha detto Kyle- -Hai visto Kyle?- -Si, era tra quelli che ci hanno tirato fuori- -Hai con te della roba?- -Si, tutte queste valige sono mie.- -Vieni, dormirai nella camera degli ospiti. E tuo fratello? Hai un fratello?! Non me l’avevi mai detto.- -Oh, lui va a dormire da un suo amico, poi lui tra un po’ torna a casa nostra in Scozia- -C’è un altro problema adesso. I miei non sanno niente. Chissà come la prenderanno…- -Mi serve solo per poco,al massimo torno in Scozia con mio fratello.- l’ho aiutata a portare di sopra le valige. Ho provato a chiamare i miei genitori, ma avevano entrambi i cellulari staccati. Va beh, avrebbero trovato la sorpresa. Mentre Summer faceva una doccia, io le ho sistemato la valigia in camera. Sulla valigia c’era una foto di lei con, probabilmente, la sua famiglia. E indovina chi è suo fratello? Il mio insegnante di karate!
Devono essere qui da un po’ di più che due anni. A cena i miei si sono molto sorpresi di trovare una nuova coinquilina, ma quando gli ha raccontato la sua triste storia, loro si sono commossi e hanno detto che poteva stare quanto voleva. Dopo le ho chiesto da quanto tempo veramente loro erano in Afghanistan e lei questa volta mi ha detto che era lì da cinque anni. All’inizio non voleva dirmelo perché aveva paura che io ci soffrissi, dato che ero lì da poco. Siamo state un po’ sul mio letto a parlare e lei mi ha ringraziato molto per averla salvata….Adesso vado, non mi sento molto bene.
Erika
 
                                                                                                                   26 giugno
Ho deciso che non scriverò più “caro Andry”. Faccio solo confusione. E poi questo mi fa inevitabilmente pensare all’altro Andry.
Questo week-end almeno è stato un po’ più movimentato. Ho fatto vedere a Summer il bosco e, sia io che i miei, abbiamo cercato di farle dimenticare l’accaduto. Vedendo la piscina, si era  molto meravigliata. I suoi erano abbastanza ricchi, ma non si potevano permettere di avere una piscina con tanto di idromassaggio, diceva. La prima cosa che ha fatto la mattina è stata perquisire(e non è uno scherzo)tutta la casa sotto gli occhi meravigliati dei miei genitori -Scusate, non sono riuscita a trattenermi…wow…ha una cabina armadio gigantesca!-
Oggi i miei avevano deciso di fare un picnic in uno dei luoghi dove la guerra non imperversava. Summer sembrava entusiasta, non faceva che ridere per tutto il tempo e, tra un panino e l’altro, ci raccontava della sua vita. I miei sembravano all’inizio un po’ sulle spine, ma dopo si sono rilassati e fatti prendere dalle chiacchiere ininterrotte di Summer. Non posso nascondere che sia stato stancante, ma mi sono divertita. Adesso vado a letto.
Erika 

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Capitolo 27
*** 27 Giugno ***


        27 giugno
Stamattina mi sono svegliata alle cinque. O meglio, da qualcuno che alle cinque di mattina ha avuto la brillante idea di fare una doccia, accendendo tutte le luci della casa(la mia compresa). Ci siamo svegliati tutti terrorizzati dal gran baccano, poi siamo arrivati in bagno e ci siamo trovati Summer che cercava di armeggiare con la vasca idromassaggio, che nel frattempo andava a tutta birra facendo delle bolle pazzesche e anche un gran rumore. Avevamo tutti i cerchi attorno agli occhi e gli occhi iniettati di sangue. Summer ci ha guardato e ha sorriso, io invece sono quasi esplosa -Che cosa ti passa per la testa?! Fare il bagno con idromassaggio alle cinque di mattina!- -Adesso ti spiego: mi sono svegliata ma non riuscivo più ad addormentarmi. Per rilassarmi avevo pensato di farmi una bella doccia, ma poi ho visto la vasca idromassaggio e ho voluto provarla, ma non so come funziona- disse con voce calma e innocente -E se ti addormentavi nella vasca mentre l’acqua andava? Vuoi per caso suicidarti?- mia mamma era preoccupata -Sei la prima persona che conosco che fa la doccia alle cinque di mattina! Prima di mettere l’idromassaggio potevi almeno chiedere come si faceva! Avevamo paura che ci avessero trovato!- -Scusate, ora potete tornare a dormire- ci siamo avviati alle nostre camere brontolando. Io sono caduta di peso su letto, anzi, sul tappeto e mi sono risvegliata che ero metà per terra e metà sulla coperta. Durante la colazione nessuno parlava per il rintontimento generale. Si sentiva solo il rumore di piattini che sbattevano l’uno contro l’altro. Mi è venuto a prendere Karmas, che era rimasto stupito dal vedere che non ero l’unica a salire in macchina. Quando l’ha visto, Summer ha commentato -Wow, avete anche l’autista!- -Ehm, Summer, quello non è il mio autista, ma il mio insegnante- -Hey ma…Quello è Karmas!- -Lo conosci?- -Si, certo, era il mio insegnante e di mio fratello!- Quando Karmas l’ha riconosciuta, le ha fatto dei gran saluti. Summer durante il viaggio non faceva che ripetere -Oh, ma che combinazione!- a eccezione delle volte in cui lui le faceva delle domande. A quella su come stavano i suoi, lei si è rabbuiata e ha detto che erano stati colpiti da una bomba e non sapeva quante speranze avessero di sopravvivere. Karmas sembrava molto triste -Ah, la bomba dell’altro giorno. Aveva colpito vicino, ma non immaginavo….è molto triste. Adesso quindi vivi con Erika?- -Sì- poi la conversazione si è volta su di me ed è arrivata a piccole frasi, finchè non siamo arrivati a destinazione -Beh, piccola Sum, ci si vede…speriamo che i tuoi si riprendano presto.- quando se n’è andato non mi sono trattenuta -Piccola Sum?- Summer è arrossita -Lui è stato il mio insegnante quando ero pic….quando sono arrivata,cinque anni fa. Gli avevo chiesto io di chiamarmi così- vedendo la mia faccia divertita ha detto velocemente -Cioè, non gli ho detto di chiamarmi “piccola Sum” ma di darmi un soprannome.- -OK, va bene- sfortunatamente, qualcun altro aveva sentito: la mia cara Karoline. Era piegata in due dal ridere -Ahah, piccola Sum! Ma li avete sentiti! Oh, che bel soprannome! Posso usarlo?- Stavo sussurrando a Summer di non ascoltarla, ma non era facile. Summer era furente. Aveva dei tic nervosi e tremava da capo a piedi. Balbettava -Come t-ti permetti, vipera! F-fatti i cazzi tuoi, hai capito?- -E dimmi, piccola Sum, come mai siete arrivate insieme, te e l’altra?- -Ti ho detto di farti i cazzi tuoi, chiaro?- -Ooooh, si sta  arrabbiando- -Tra un po’ quella che finisce su una bara sei tu e non i miei!- -I tuoi?- -Sì, i miei. Cazzo, vattene!- dato che  non accennava a spostarsi di un millimetro dalla porta di ingresso, Summer diede un gran spintone che per poco non l’ha fatta cadere per terra, ma rovesciò secchio d’acqua, lasciata lì da un addetto alle pulizie, che stava pulendo i vetri e che le inveì contro.  Si infradiciò tutta. -Questa me la pagate!- la risata è stata immediata, da parte di tutti, anche dei suoi amici, che non riuscivano a nascondere l’ilarità. Stavolta è stata Summer ad essere quella forte. Tutti dentro ridacchiavano e sussurravano ”Brava! Brava!”ma Summer non ci badava. Andava a passo deciso verso un dottore -Signore, voglio sapere dove sono i miei genitori.- -Spiacente, non può vederli- -Me lo dica, per favore- l’ha guardato con occhi che avrebbero smosso anche il più duro dei batardi
-Ah, va bene. Ma questa è la prima e ultima volta- Siamo arrivati in una stanza dei sotterranei, cioè una di quelle dove avevo avuto quella orribile esperienza. Io sono voluta rimanere fuori. Lei forse non sapeva che quello ara il reparto per malati terminali e molto gravi, ma dopo poco, è uscita sorridente dicendo che ci sono delle speranze. Ho preferito non dirle che non ne avevano quasi nessuna. Tornando dal lavoro ho detto a Summer che andavo un attimo da Kyle e di dire ai miei, se tornavano, che ero stata trattenuta dal lavoro. Così ho incontrato di nuovo Andry -Hey, ciao- -Ciao- -Mi ha detto Kyle che ha salvato una tua amica che è venuta a vivere con te- -É una soluzione temporanea- -Ahah….come mai da queste parti?- -Così…per farmi un giro- dissi con troppo finta noncuranza -Dai, lo so che volevi vedermi- -Ma non è vero!- -Si, si , come se non si vedesse- -Forse è meglio che vada- la mia voce tremò un poco -Sei stata così poco?- -Sì, devo tornare a casa prima che tornino i miei, sennò non mi faranno più uscire- -Beh, ci si vede allora- -Ciao- in realtà stavo scoppiando dalla vergogna. Sono tornata a casa di corsa e sono riuscita ad evitare le domande dei miei genitori.
Erika

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Capitolo 28
*** 29 Giugno ***


29 giugno
Caro Andry
É un caldo terribile. In due giorni si è scatenato un caldo soffocante e nell’ospedale i ventilatori sono attaccati dappertutto, tanto che molte volte è facile inciampare. Lavorare con questo caldo è ancora più difficile, sembra di morire da un momento all’altro. L’unica che sembra a suo agio anche soffocando è Summer e tutte le volte che qualcuno le chiedeva come faceva a resistere rispondeva ”Se mi hanno dato questo nome ci sarà un motivo, no?” però questo le faceva irrimediabilmente pensare ai suoi genitori e si rattristava. Anche questa notte ha passato lungo tempo nella stanza dai suoi, facendo protestare tutto il personale. Faceva delle lunghe chiacchierate nella speranza che i suoi rispondessero o dessero segni di vita, ma ogni tentativo falliva e se ne andava via sconsolata. A un certo punto della notte è arrivato anche suo fratello, che, vedendomi ha fatto un’esclamazione di sorpresa. Summer mi guardava interrogativamente -Lui è il mio maestro di karate- -Coosa? Ecco cosa hai fatto due pomeriggi fa!- -Esatto- -Beh, Ryan me lo potevi dire- devo dire che a vederli vicini la somiglianza era impressionante. Si vedeva che erano fratelli. Assorta nei miei pensieri, non mi ero accorta che mi stavano parlando -Erika?! Sveglia!- -Si, ci sono- -Ryan dice che sei brava- -Oh…grazie- dissi, arrossendo sia dalla vergogna del momento, sia per il complimento -Adesso vado. Ciao Sum, ci vediamo sabato, Erika- quando si era allontanato ho chiesto a Summer quanti anni aveva. Mi ha detto che aveva 19 anni. Adesso vado. Summer mi sta chiamando.
 
Summer era alle prese con la vasca , DI NUOVO. -Non me la farò dar vinta da una vasca! Devo farlo!- -Summer, ma che diavolo…?- non riuscivo a trattenere le risate -Io questo idromassaggio lo devo provare senza che mi spari dei sassi nel corpo- -Summer calmati….non sono sassi, sono bolle…però devo ammettere che in questo momento sembrano qualcosa di solido…se vuoi ti insegno io- -Grazie- aveva una mano nel buco dal quale uscivano delle bolle gigantesche che facevano tremare tutto. Quando ha lasciato la presa si è sentito un grande “plop” e la vasca ha cominciato a bollire come l’acqua in pentola -Allora, prima che tu mi inondi il bagno…devi schiacciare questo pulsante e se non ti va bene puoi abbassare così….per fermarla basta spingere di nuovo su quel pulsante ed è fatta- -Tutto qui? Io avevo spinto solo quella freccia e atri due pulsanti- -Per questo era partito a palla.- -Ahhhh…grazie- ogni tanto si sentivano i gridolini di piacere. Io invece sono uscita bagnata come un pulcino.
 
Dopo un’ora, Summer non era ancora uscita. Preoccupata, sono andata a vedere cosa aveva fatto e l’ho trovata addormentata nella vasca da bagno. L’acqua colava sul pavimento e la vasca era colma .Per un attimo ho pensato che Summer fosse morta. Non muoveva un muscolo e per di più era sotto l’acqua. Presa dal panico mi sono messa a scuotere tutto, ho lasciato che l’acqua andasse giù per il tubo e ho spento l’idromassaggio. Mi sono messa a urlare -Summer! Summer!-
Quando anche l’ultima bolla era scoppiata, Summer si è svegliata di colpo -Ma che cosa fai?! Hai spento l’idromassaggio?! Non c’è più acqua! No!- -Ma sei fuori di testa? Ti ho appena salvato dall’annegare in una vasca da bagno, mi dovresti ringraziare!- -Cosa? Mi sono addormentata nella vasca da bagno?- -Esatto- -Cavolo….ma si stava così bene…..- -Bene, e ora rivestiti. D’ora in poi farai soltanto la doccia, non voglio trovarmi un morto nel bagno . Chiaro?- -Certo, scusa- -Senti se ti vuoi suicidare, non farlo qui. Capisco che ti manchino i tuoi, ma non farlo .Non vogliamo grane e la polizia che ci gira intorno, ok?- Non so che intenzioni avesse. Si voleva davvero suicidare? Che tipo era Summer? Mentre mi facevo queste domande fissavo Summer e lei fissava me, come per dire “Questa è impazzita” -Ma, che cosa stai dicendo?- -Avanti, è ovvio! Prima ti alzi alle 5 di mattina per farti un bagno, in modo che ti addormentassi e quando io e miei ci saremmo svegliati ti avremmo trovata morta. Poi adesso ce l’avevi quasi fatta e meno male che sono intervenuta! Credimi, i tuoi sopravvivranno! Lo so che è dura da credere, ma è così! Quindi ti prego, non farlo mai più!- -ma…io non avevo nessuna intenzione di fare niente!- -Summer!- -Ok, ok, mi hai beccato….è solo che non posso fare a meno di pensarci! É che spero che vivano davvero! Io gli voglio molto bene, sai?- -Tutti vogliamo bene ai nostri genitori- tranne uno, Andry…Ancora lui? -Ma ti prego, se sei venuta a casa della tua amica solo per ucciderti , ripensaci! Adesso vado a letto. Non ci provare ancora, capito?- me ne sono tornata in camera.

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Capitolo 29
*** 2 Luglio ***


2 luglio
Oggi abbiamo aspettato che Karmas ci venisse a prendere, ma non si è fatto vivo nessuno. I miei se n’erano già andati e io e Summer abbiamo aspettato una mezz’ora buona fuori. Alla fine abbiamo deciso di andare in autostop o a piedi, ma anche in questo caso non passava un cane e così siamo tornate a casa. La Smith ci ha telefonato, molto arrabbiata e noi le abbiamo spiegato il motivo dell’assenza. Lei ha continuato dicendo che non eravamo più scolarette e che dovevamo assumerci le nostre responsabilità. Rischiavamo di essere licenziate per delle cose del genere, ma per fortuna io sono una delle favorite della Smith, così ci ha dato solo una lavata di capo. Non potevamo fare altro che stare in casa. Pochi secondi dopo la chiamata della Smith, si è sentito un fischio e una bomba è caduta al di là del bosco. Summer ha cominciato a tremare come una foglia -C-cosa è stato?- anch’io ero ferma e paralizzata dal terrore. Pochi secondi dopo ne è seguita un’altra un po’ più lontano.-Coraggio, sono solo bombe- dissi, non so per quale motivo -SOLO?! Ma tu sei fuori di testa?! Se cadono su questa casa moriamo tutte e due!- è corsa fuori, ma una forte onda d’urto ci ha fatto entrambe cadere, lei per terra e io sul pavimento che in poco tempo si riempi di soprammobili e di altro -Erika!!- io non riuscivo a vedere più niente. Ero ricoperta da capo a piedi di scheggie di vetro una copertina che era volata via da un soprammobile. Quando mi sono alzata sembravo una maschera di Carnevale. Avevo la faccia coperta di cenere nera e di polvere bianca e sembrava che avessi messo la testa in un forno. Summer non ha potuto fare a meno di fare un mezzo sorriso, vedendomi. Lei era coperta di terra e fango da capo a piedi e quando si è guardata allo specchio, o meglio ai frammenti di quello che era stato uno specchio, ha detto -Oh cazzo! Questa non ci voleva! Mi sono appena fatta  il bagno!- poi ci siamo guardate e ci siamo messe a ridere e a piangere contemporaneamente. La mia casa era un disastro! Sarebbe stato impossibile rimetterla a posto prima che arrivassero i miei! Mentre Summer si faceva una doccia, io ho raccolto quanto più potevo da terra, che ormai non si vedeva più. Anche i quadri si erano staccati, ma per fortuna le cornici non si erano rovinate. Poi ci siamo date il cambio e per lavarmi via da tutto il corpo la polvere e la cenere, che ormai si erano attaccate. Ci ho messo parecchio tempo. Quando sono uscita dalla doccia c’era ancora una traccia di quello che era successo. Avevo dei tagli più o meno profondi in tutto il corpo, la polvere e cenere che non erano andate via mi facevano come un’abbronzatura. Abbiamo passato la giornata a rimettere i mobili a posto e tutto il resto, così quando sono arrivati i miei genitori era come se non fosse successo niente. Tranne al piano di sopra dove, nel bagno si erano rovesciate tutte le bottiglie di profumo e shampoo di mia mamma. Quando ha visto il casino, mia madre si è presa un accidente -Ma cos’è successo qua?- -É scoppiata una bomba di là dal boschetto- -Ma…un attimo….tu come fai a saperlo, dovevi andare a lavorare fino a tardi oggi…- -Ehm….c’è stato un piccolo problema. Karmas non è arrivato e non ce l’abbiamo fatta ad arrivare al lavoro in tempo.- -Coosa? Non siete andate a lavorare oggi? Guarda che lo dovevate dire!- -L’abbiamo detto al nostro capo, mamma- -Ma siete sicure che vada tutto bene? E se vi colpiva? Non sai il rischio che hai corso!- -Ma non è successo niente mamma, calmati!- dopo siamo andati tutti a letto, io e Summer ancora tremanti per l’accaduto.
 

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Capitolo 30
*** 4 luglio ***


4 luglio
Per risolvere tutti i problemi del trasporto, ci hanno portato i miei genitori. Il viaggio non è stato dei più comodi: i miei erano seduti davanti, ma noi dovevamo stare nella parte di dietro con tutte le attrezzature. A ogni curva ci cadeva qualcosa addosso: una casa che serviva per la sceneggiatura, la macchina da presa (che, francamente, non sapevo cosa ci facesse lì), delle valigette di papà, dove c’erano dei fogli e dei campioni di qualsiasi cosa. In più, di dietro c’erano anche quelli che aiutavano a fare  i lavori e a scaricare che ci guardavano con gli occhi e un sorriso languido. Alle parole ”siamo arrivati”, siamo schizzate giù dal camioncino, anche se mancava ancora un’ora all’inizio del lavoro. Di solito i miei avevano degli standard più elevati. Anche Summer mi guardava incredula. Due secondi dopo si è anche messo a piovere, cosa rara in Afghanistan. E tutto proprio in quel momento. Non avevamo neanche un posto dove andare e ci siamo annegate. Finalmente, dopo un’ora che ci è sembrata interminabile, siamo entrate. Per fortuna Karoline non c’è più e il clima è molto più sereno. Ha piovuto a dirotto per tutto il giorno. In più, verso mezzogiorno  sono arrivati dei nuvoloni che hanno portato un temporale con dei tuoni assordanti. Nell’ospedale l’atmosfera era tetra e buia. Come se non bastasse ad un certo punto la luce è andata via perché un fulmine aveva colpito l’ospedale e quindi anche le macchiane non hanno dato segno di vita. É ritornata una mezzora dopo,ma alcuni pazienti erano già morti. É stata una mattina d’inferno, è il caso di dirlo .
Di solito non parlo di quello che faccio nell’ospedale, ma devo fare una eccezione. Anzi due.
Entrando in una sala, ho trovato un uomo che mi ricordava qualcuno. Non riuscivo ad identificarlo perché era pieno di sangue. Poi mi hanno dato la sua cartella e c’era scritto a caratteri cubitali:KARMAS RASHID.
Non è stata l’unica delle disgrazie che sono capitate oggi. Entrando in un’altra sala  ho visto una persona  addormentata. Non poteva essere che Kyle. Ma cosa ci faceva lì? O meglio, perché era lì? Sembrava tutto intero, dalla testa ai piedi. Poi mi sono accorta delle gambe. Erano immerse in un bagno di sangue, ma le ferite erano ricucite. Lo guardai inorridita: era mortalmente pallido, ma sembrava dormire pacificamente. Ad un certo punto si è svegliato. Sembrava felice di vedermi e mi ha sorriso –Hey, chi si vede!- aveva una voce molto rauca. Io gli ho detto di non sforzarsi troppo. -Eh, già….come mi sono fatto tutto questo? Stavo camminando per la strada quando uno mi ha sparato con più colpi….- un po’ di colpi di tosse. -Senti, non ti sforzare, ok?- lui continuava. Ad un certo punto ha fatto degli altri colpi di tosse. Sul lenzuolo era rimasta una macchia scura. Anche se la luce era andata via, ho capito benissimo che cos’era: sangue. Mi sono messa a urlare aiuto e subito sono accorsi dei medici. C’è stato un altro colpo i tosse e la macchia scura si era allargata. Tutti si sono messi a urlare e hanno portato subito Kyle al tanto temuto sotterraneo. Serviva una radiografia, ma dato che la luce non c’era, era impossibile farla. Dovevamo solo rimanere lì, in attesa che tornasse la luce e sperare che non morisse nel frattempo. La persona eletta per far la guardia?  Io, ovviamente. Così, quando si è messo a tossire un’altra volta, io non sapevo proprio cosa fare. Ho cominciato a chiamare tutti, ma nessuno sembrava badarmi, anzi, non c’era proprio. Mi sono rassegnata, ho cercato di fare tutto il possibile e, quando pareva che i colpi di tosse si fossero un po’ fermati, in realtà sono ripresi più violentemente di prima. Ad un certo punto Kyle ha detto in un sussurro -Dai, lascia perdere….ho sempre sofferto di questa cosa, ma non l’avevo mai avuta così forte….grazie per essermi stata vicina…- dopo, più niente. Silenzio assoluto. Kyle era morto e proprio in quel momento è ritornata la luce. Ho maledetto l’ospedale e tutti i medici per essersene andati in quel modo. Proprio in quel momento sono tornati tutti, ma invano. -É tardi…lui è morto- -Bene…trasporta telo nella sala dove si fanno le autopsie, ok?- -É morto perché nessuno l’ha soccorso!- -Se ci tenevi tanto potevi farlo tu!- -Ma io sono un’infermiera! É da meno di un mese che lavoro qui! Doveva visitarlo qualcuno di competente! Invece l’avete lasciato morire!- -Ragazzina, ti ho detto che se ci tenevi tanto potevi salvarlo tu. Ora, per la tua sfrontatezza o coraggio forse? andrai al campo e avviserai il generale. Poi tornerai qui e farai anche la notte, chiaro?- -Ma…- -Niente ma. Ogni gesto ha le sue conseguenze. Ora sbrigati, se non vuoi che aggiunga qualcos’altro. Ricordati che un’altra parola fuori posto vuol dire licenziamento. Ma guarda, mi faccio dare gli ordini da una infermiera secondina adesso!- -Beh, signore, si vede che non riesce a prendersi le sue responsabilità su una vita umana , così le scarica su persone innocenti!- me ne sono andata sbattendo la porta. Fuori dall’aula c’erano degli altri infermieri e Summer che mi guardavano attoniti.-Ha davvero fatto quello che ha fatto?!- Summer mi si è avvicinata -E così hai avuto da dire con il dottor “Stranumore”eh?- -Cosa?- -Si, lo chiamiamo tutti così qua dentro. É incredibilmente lunatico.- -Non l’avevo notato…-dissi sarcasticamente -Cazzo, però, l’hai fatta grossa!- -Ho detto quello che doveva essere detto- -Si, ma nessuno mai gli ha parlato così.- -Adesso devo andare…se non mi vedi più avvisa i miei che sono stata trattenuta da lavoro, o….- un lampo e un tuono mi hanno zittito. Dovevo uscire sotto il gran temporale? E se poi il generale non c’era? Mi sono avviata titubante al luogo. Proprio all’entrata al campo un altro fulmine è passato sopra la mia testa finendo poco lontano. Si è sentita puzza di bruciato. Intanto la pioggia continuava a riversarsi  su di me, che tentavo di proteggermi con una giacchetta molto leggera, quindi il risultato era come se non avessi addosso niente. C’erano alcuni soldati barricati nelle tende e girandomi attorno, ho scorto un uomo che doveva essere proprio il generale. -Oh, una ragazza al campo! Non è gentile fare bagnare una ragazza come lei, venga qui….bene bene…chi abbiamo qua? Uhm….hai la camicia da medico.- -Si, sono un’infermiera dell’ospedale qui vicino. É sotto di voi Kyle Kawaki?- -Si, certo. Che cosa ha fatto?- -É morto- -Ah…peccato, mi faceva pena, però mi stava simpatico….posso chiederti un favore? Non ho molto tempo, quindi puoi chiamare tu la famiglia? Il numero è in un diario nella sua tenda a quanto ne so- cosa? Dovrei fare anche questo? Non so cosa dire, quando andavo al cinema e vedevo queste scene, mi giravo dall’altra parte! Sono andata nella tenda di Kyle, ho visto che c’erano solo i suoi vestiti e tutto il resto, ma di Andry neanche la traccia. Come predetto, il numero era dentro al diario. Che Andry sia morto? E io non lo sapevo! Mi ero già fatta prendere dallo sconforto, quando mi sono trovata davanti Kurt. Era tra me e la cornetta del telefono -Oh, ma chi si vede…-il sangue mi si gelò -Sempre in mezzo stai tu, eh?- -Ascolta, io e te abbiamo un conto in sospeso….e così sei scappata con Andrew, eh?- -Ma quante volte te lo devo dire, io TI ODIO!- -Ok, ok….che cosa sei venuta a fare qui?- -Mah, dovevo annunciare un morto e chiamare i suoi genitori- -Ma..questa è la roba di quello sfigato di Kyle!- -Sempre meglio di te, almeno! Sai, la tua amata se n’è andata e l’ha lasciata pure il ragazzo- -Cosa?! E non mi ha detto niente?- -Ehh…si vede che non ti amava veramente. Come darle torto. Adesso lasciami, devo fare una telefonata.- Gli ho dato uno spintone e ho avvicinato la cornetta all’orecchio. Ho composto il numero e ho aspettato -Pronto? Kyle! Sei vivo?- era la voce di una donna che sembrava molto apprensiva. Mi sentivo proprio una bastarda.. -Pronto…signora Kawaki?- a sentire la mia voce  l’entusiasmo si è decisamente placato -Si, certo….ma chi è che parla?- -Sono un’infermiera di un ospedale di Kabul.- un singhiozzo -Volevo dirle che mi dispiace…Kyle è morto- si è messa a piangere a dirotto, poi si sono sentite delle voci indistinte .-Te l’avevo detto…era troppo debole…tu non mi ascolti mai…..e adesso….- e tanti singhiozzi. Un attimo dopo è ritornata al telefono -G-grazie –per a-a-vercelo detto- -So che è una cosa macabra da dire….ma volete venire qua a vedere il corpo oppure volete riceverlo direttamente in patria?- -Oh…ci piacerebbe molto venire a vedere il corpo, ma non abbiamo soldi e dobbiamo lavorare, però forse possiamo lasciare Millie….verremo.- -Va bene, grazie- -Siete stata molto gentile….arrivederci- hanno riattaccato subito. Sono tornata al lavoro con la prospettiva di avere ancora una lunga giornata. Arrivata, Summer non c’era già più, in cambio ad aspettarmi proprio all’entrata c’era il dottor “Stranumore”, che, vedendomi arrivare sporca di fango e bagnata fradicia si è messo a ridere in modo insopportabile -E così, ci sei andata, eh? Non sei scappata? Stavo qui a vedere se saresti tornata! Ahahahahahah!- quando sono passata, mi ha dato una gran pacca su una spalla e  non la finiva di ridere. Certo che è proprio lunatico!
Io mi sono andata a cambiare almeno il camice e ho ripreso a lavorare come al solito.

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Capitolo 31
*** 6/7 luglio ***


6 luglio
Sono proprio distrutta! Due giorni consecutivi con il turno di notte sono impossibili!  miei praticamente non mi hanno visto da  quattro giorni e sembravano molto preoccupati che questo lavoro”nuocesse seriamente alla mia salute”. Per fortuna che sono finti e domani vado  al lavoro solo la mattina. Quando finalmente, ho avuto un po’ di tempo, ho raccontato tutto a Summer. -Cosa? Il maestro? E quello che mi ha salvato? É terribile!- aveva spalancato gli occhi –Ma come si può essere così sfortunati! Perdere un amico e un maestro nello stesso giorno! Il maestro non è morto!- -Ah no? E Andry? L’hai visto o è morto anche lui?!- -Non parlare così!- -Ohhh..allora…- -Allora cosa?- -Allora ti piace!- sono diventata rossa come un peperone -Non è vero!- -E Kurt? Che ne fai di lui?- -Oh, lui me lo sono tolto dal mezzo da un bel po’!- -Quindi ti sei spianata la strada, in poche parole…- mi sono arresa. -Adesso vado. É da un bel po’ che non dormo- così sono filata in camera.
 
                                                                                                                         7 luglio
Non ricordo più cosa fosse successo ieri quando sono arrivata in camera. Mi sono risvegliata che era buio e ero ancora vestita. Il letto era bagnato per colpa dei vestiti. I miei mi avrebbero ucciso! In più mi sarebbe venuto di sicuro un gran raffreddore. Ho guardato nella sveglia accanto al letto: erano le 4 di mattina. Cosa potevo fare alle 4 di mattina, dato che non avevo più sonno? Sono andata al piano di sotto alla ricerca di qualcosa da fare. Ad un certo punto ho sentito un rumore di pentole rovesciate proveniente dalla cucina. Sono corsa a vedere cosa stava succedendo e mi sono trovata davanti un furetto. Poco dopo, sono arrivati anche i miei genitori e Summer, tutti svegliati dalla confusione -Ma cosa succede? Erika! Sei stata tu?- alla vista del furetto, le reazioni sono state diverse: mia madre si è messa ad urlare e non la finiva di ripetere -Che schifo!- papà ha preso il furetto in braccio per esaminarlo e intanto commentava -Mmmm..curioso…..- Summer invece faceva dei versi strani -Oh, ma che cucciolotto che sei! Sei proprio bello te!- io osservavo semplicemente la scena. Sembrava un film comico. Il furetto si è spaventato molto dall’improvviso arrivo di tutta quella gente ed è scappato alla velocità della luce. Mia  madre ha tirato un sospiro di sollievo solo cinque minuti dopo la sua uscita, certa che non sarebbe più ritornato. Gli altri due sono tornati in camera, seguiti a breve anche da lei. Io sono rimasta nel salotto, dato che non avevo sonno.
Mi sono seduta sul divano a guardare il cielo albeggiare, poi mi sono addormentata.
 
La mattina dopo sono stata svegliata di soprassalto dalla voce di mia madre, o piuttosto dall’urlo -Beh, Erika che diavolo ci fai sul divano? Sei lì da ieri sera, vero? Non ti ho sentita salire….i tuoi vestiti sono umidi! Ti prenderai un gran raffreddore!- in effetti ho visto che avevo ancora i vestiti del giorno prima. Dopo è arrivato anche mio padre che ha tentato di calmare la crisi isterica di mia madre -Adesso si ammalerà e non avrà un ospedale decente dove andare, ti rendi conto John?! - -Anne, per favore stai calma, non vedi che è sana come un pesce? Devi stare calma, Erika non morirà.- -Ma come fai a essere così ottimista tu? Le potrebbe venire qualcosa da un momento all’altro!- -Adesso calmati, ok? Sto con lei per vedere se succede qualcosa, mal che vada chiameremo il suo ospedale…..- -Mal che vada? MAL CHE VADA?!- -Mio Dio, calmati! Non è successo niente!- nel frattempo Summer era arrivata giù con gli occhi semichiusi, sbadigliando e grattandosi la testa -Ma che cosa succede?- nessuno la ascoltava. Mia madre era in preda al panico. Improvvisamente,mio padre l’ha portata in un’altra stanza.Si è sentito un po’ di borbottio,dopo niente. Poi, finalmente,si è decisa ad andare in cucina. -Ma che cosa è successo?- -Niente, ieri mi sono addormentata presto, così mi sono svegliata alle 4. Non mi ero accorta che avevo tenuto i vestiti bagnati da ieri, così forse mi prenderò un bel raffreddore, o peggio, una polmonite.- Mentre facevo la mia colazione, mia mamma si era seduta di fronte a me e mi fissava, per notare ogni singolo sintomo. Quando stavo per starnutire urlava -Ecco vedi, Johnny? Non c’è da preoccuparsi, vero?- e mio padre rideva. Finalmente è stata ora di andare al lavoro, ma anche lì non mi è andata molto meglio. All’entrata dell’ospedale mi aspettava la signorina Smith con le braccia conserte -Ho saputo che hai litigato con il dottor “stran……..Scott. Come mai?- -C’era un paziente grave e lui l’ha lasciato su un lettino a morire senza muovere un dito. Penso che il compito dei dottori sia di salvare le persone, non di lasciarle morire.!- -Mi ha detto che hai contestato il suo lavoro insultandolo. Signorina, lui è il tuo capo, quindi tu non puoi dirgli quello che ti pare! Ancora un po’ e ti avrebbe licenziata se non fossi intervenuta io! E poi non si poteva fare niente al buio!- -Ho capito.- -Può tornare al lavoro signorina Kelly.- sono filata senza fiatare.
Per il resto non ho niente da aggiungere a questa strana giornata.
Erika

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Capitolo 32
*** 10 Luglio ***


10 luglio
Oggi sono passata ancora davanti al campo dei militari. Ho chiesto di Andry, ma nessuno sapeva niente. Tutti alzavano le spalle e per un pelo, il generale non mi lanciava fuori  a pedate. Quando siamo arrivate a  casa ci siamo trovate la mia amica Amy davanti a casa. Dalla sorpresa, feci cadere tutto quello che avevo in mano e poi non ho visto più niente -Erika!- -Amy! Che ci fai qui?- -Beh, da noi ci sono le vacanze estive e sono venuta a trovarti!- -Davvero, non me l’aspettavo! E dove state?- -Sto nell’hotel dell’ambasciata…- -Come “sto”, sei da sola?- -Sì, certo…ho diciott’anni eh!..ma…chi è lei?- -Oh, questa è Summer- Summer ha salutato timidamente ed è stata lì a fissarla. Ho fatto entrare in casa Amy e le ho preparato il tè -Allora, come va qui?- -Mah, come al solito….forse non te lo detto, ma Summer vive con noi- -Come, vive con voi?- -Sì, i suoi stanno molto male e sono in ospedale in coma, così lei per adesso vive qui.- -Oh, che brutta cosa….- Summer sembrava un po irritata. Si mise a schiacciare le zolle di zucchero nel tè. Ad un certo punto ha detto -Va beh, adesso vado su, vi ascio sole- dopo aver chiuso la porta non si sentiva più nessun rumore. Alle 7 Amy era ancora a casa mia e i miei sono rientrati. Erano molto felici di vederla e le hanno fatto dei gran complimenti e chiesto come stava la famiglia e un sacco di altre domande. Nel frattempo,sono andata di sopra da Summer. Ho bussato e mi ha risposto un sommesso ”Avanti!” -Hey, Summer, che c’è? In questi giorni sei strana…- -Io?- -Si, te….ieri ti sei messa a piangere perché mia madre ha detto dei tuoi genitori, questo lo posso capire, ma…hai degli strani atteggiamenti- -É che penso spesso ai miei e poi oggi, quando è arrivata la tua amica  e ho visto che lei è ricca, bella e brava, mi sono sentita un verme…io non sono niente! Sono qui a casa tua perché i miei sono in ospedale…ho studiato con Karmas, ma non andrò a fare una scuola prestigiosa come Oxford o Cambridge!- -Beh, mica tutti possiamo essere dei geni nella vita, eh?- ho interrotto la conversazione perché di sotto mi stavano chiamando. Alla fine, Amy è rimasta anche a cena. Summer è ritornata quella di sempre e parlava e parlava…Amy la fissava incantata. Le ho chiesto che fine avevano fatto le altre e di Therry, ma non sapeva niente. Era tutt’orecchi per Summer. LA serata è trascorsa velocemente e alle undici Amy è tornata a casa. -É così che ero prima?- -Si, Summer, l’hai incantata.- -Davvero?- dopo un attimo è arrivata anche mia madre -Oh, che bella serata! Summer, tu sei stata incredibile! Era da un po’ che non ti sentivo parlare così….a proposito, se la cosa non ti fa stare male….come stanno i tuoi?- Summer ha fatto uno sforzo enorme -Ah, capisco, forse non ne vuoi parlare…..- -No, no…mio padre è ancora in coma, ma mia madre si è risvegliata, proprio oggi. Non può ancora andarsene, perché  deve fare dei controlli.- -Oh, ma è meraviglioso! Così potrai riavere la tua famiglia- -Per lo meno, solo una parte- -Giusto…beh, ora mi sembra il caso di andare a dormire, che ne dite?- siamo andati tutti a letto.

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Capitolo 33
*** 12 Luglio ***


12 luglio
Karmas è vivo. Oggi sono entrata nella sua stanza e lui, non dico che avesse parlato, ma almeno respirava regolarmente. Stavo per dare la buona notizia a Summer, quando questa mi è corsa incontro piangendo -É morto! L’ho ucciso io! É morto!- -Summer, calmati! Di chi stai parlando?- -M-m-m-mio …padre- -Oh, mi dispiace…- Oh, mi dispiace? E cosa avrei dovuto dire? Perchè in queste situazioni ci faccio sempre la figura della insensibile? Sempre io! -E tua madre?- -Mia madre sta bene, oggi la dimettono dall’ospedale e starà in albergo per alcuni giorni, almeno fin quando non ha trovato una nuova sistemazione…siamo diventati poveri, Erika! Abbiamo perso tutto!- -Beh, se tornate nel luogo dell’incidente troverete,qualcosa, no?- questo l’ha fatta ululare -E se state da noi? Te e tua madre, finchè non avete trovato i soldi e una nuova sistemazione?- Ci ha riflettuto un attimo e poi ha detto -Potrebbe essere una buona idea, solo che siamo molto ingombranti…- -Se spiego la tua situazione ai miei, sono convinta che capirebbero- -Grazie infinite….- -Ti voglio dire una cosa più bella…Karmas è vivo- -Davvero? Almeno lui…- non la smetteva di piangere. Dietro di lei c’era suo fratello, che stava con la testa piegata e non si capiva cosa provasse. Summer  non si era accorta di lui. Poi, ad un tratto è arrivata una bella donna, con i capelli lunghi e bruni e gli occhi blu, velati dalle lacrime. Summer si è gettata tra le sue braccia -Mamma! Sei viva! Hai saputo di papà?- la donna ha annuito. Invece Ryan era rimasto lì dov’era e aveva un po’ sollevato la testa dalla posizione di prima. -Papà era un bastardo- le altre non lo avevano sentito,stava parlando con me -E perché?- -Tradiva mia madre con un’altra donna…è venuto qui in Afghanistan per questo…quella donna si era spostata qua…non fare parola di quello che ti sto dicendo, mia madre non lo sa- -Ma tu non puoi non essere dispiaciuto perché ti è morto il padre!- -Io ho visto quello che faceva! Al posto di giocare con me, o portarmi banalmente a pesca, andava a trovare la sua amante..io dovevo stare nel giardino a giocare con suo figlio, perché anche lei era sposata…per non farmi dire niente mi comprava dei dolcetti….è molto complicato…ed è per questo che è un bastardo, ma tu mi prometti che non lo dirai né a Summer, né a mia madre, Eh?- -Certo- ero rimasta senza parole. Anche la madre di Summer, Miriam tornava a casa con noi. Quando sono arrivati i miei e se la sono trovata davanti hanno detto -Chi ci hai portato a casa questa volta?- -Mamma, papà, questa è Miriam, la madre di Summer. Può restare anche lei fino a quando non ha trovato sistemazione?- -Beh…piacere…certo che può>>mi hanno preso da parte -Erika, questa casa non è un albergo, non possiamo ospitare  tutti!- -Neanche quelli che hanno perso tutto? Loro non hanno una casa dove andare e neanche le loro cose!- -La bomba ha distrutto tutto?- -Si- -Ah…bene….- si è toccatà la fronte e poi ha fatto fare un breve giro della casa a Miriam, che poi  è piombata sul letto, stanca morta, come tutti noi.

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Capitolo 34
*** 14/19 Luglio ***


14 luglio
In questi giorni non succede niente di nuovo. Almeno non come quello che è successo due giorni fa. Non ho avuto neanche il tempo di vedere Amy, anzi, non ne ho avuto proprio notizie. La madre di Summer lavora nell’ambasciata(e poi Summer dice che sono poveri!).
Alla fine Miriam e mia madre sono diventate amiche. Ci hanno messo davvero poco! Sembrano capirsi alla perfezione e non smettono mai di parlare, da quando mia madre torna a casa fino a che non vanno a letto. Beh, adesso vado, non ho niente di interessante da dire.
 
                                                                      19 luglio
Oggi, quando sono uscita, mi sono trovata davanti Andry, abbronzato e fresco come una rosa. Aveva un pacco enorme vicino a sé. Presa da una strana spinta, gli sono corsa incontro -Andry! Dov’eri andato? Pensavo che fossi morto!- -Hey, non mi tirare sfiga, eh? Sono  andato a casa, è stato fantastico!- -Ma se hai detto che i tuoi non li sopporti!- -Infatti, non sono andato da loro, anzi, mi hanno sfrattato. Ho passato due settimane con i miei amici e siamo andati a Las Vegas. É stato incredibile!- -Potevi almeno avvisare, mi sono molto preoccupata- -Ascolta Erika, ti devo chiedere un favore…sai parlare un po’ di arabo tu, no?- -Sì- -Ecco, c’è una famiglia a cui dovrei portare questo- -Ahah…e hai l’indirizzo?- -Sì- mi mostrò l’indirizzo sul pacco -Ok, allora andi…- una voce mi stava chiamando -Erika! Devi tornare al lavoro!- -Magari nei prossimi giorni ti aiuterò, ok? Adesso devo proprio andare- Chissà cosa c’era dentro quel pacco? E soprattutto di chi era che gliel’aveva dato? Almeno Andry è vivo. Summer mi ha “invitato” al funerale di suo padre, ma dato che noi come famiglia non centravamo molto, ho detto che mi sembrava più opportuno che ci andassero lei, sua madre e suo fratello, senza di noi. Oggi a cena le due madri avevano un comportamento strano. Mia madre sussurrava in un orecchio dell’altra delle cose e poi ridevano. Sembravano delle dodicenni. Si  sono accorte che le stavamo fissando interrogativamente e hanno cominciato a parlare d’altro. Proprio patetiche.
In questi giorni Summer piange spesso. Forse dovrei capirla, ma tutte le volte mi sembra insensato e infantile.
Mio padre non si vede molto, è molto assorto nel suo lavoro e il suo ufficio è pieno di  fiale contenenti sostanze estratte dall’ambiente e(per il mio disgusto)anche degli animali morti. C’è di  tutto in quel luogo, quando eravamo in Germania curava anche un giardino dove c’erano delle piante rare e ogni volta che dovevo entrare in casa , dovevo farmi strada con un machete. Beh, è  mezzanotte, è meglio che vada.

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Capitolo 35
*** 20 Luglio ***


                                                                                                              20 luglio
Ieri ho anche incontrato Amy, ma non era la prima volta. L’altra volta è stata l’altro ieri, il 17. Mi ha detto che parte domani, così abbiamo deciso di fare una fasta e andare a uno dei ristoranti più “glamour” della città. Dopo siamo tornati a casa e abbiamo parlato per tutta la notte, anche con Summer e le abbiamo raccontato della nostra amicizia e delle cose che avevamo fatto insieme. Per fortuna che domani  è domenica!
 
 
Stamattina mi sono svegliata sul pavimento di camera mia, mentre Summer  e Amy erano sul letto ancora addormentate.                            
A mezzogiorno ho sentito del rumore e sono andata di sopra. Amy si era appena svegliata ed era caduta giù dal letto. -Buoooon giorno! Ma che ore sono?- -É mezzogiorno, Amy- si è sollevata di scatto.-Come mezzogiorno? E io che ci faccio qui? Dovevo essere in albergo! Il check out era alle 11! E il mio aereo è alle tre! E adesso come faccio con le valige?- -Le avranno lasciate nella hall- -E se qualcuno mi ruba tutto? Devo correre!- -Vuoi che ti accompagnamo in jeep?- -Oh, sì, sarebbe fantastico- nel frattempo anche Summer si era svegliata -Ma che cosa succede?- ha detto con la voce impastata -Amy, ma non dovevi andar via?- -Non me lo ricordare, devo filare in albergo e pagare tutto!- è corsa di sotto in preda al panico e in poco meno di un minuto, la jeep stava rombando nel cortile. E in meno di un altro secondo, la jeep stava sgommando fuori dal bosco. In cinque minuti eravamo davanti all’hotel del’ambasciata. Amy si è lanciata letteralmente dentro l’hotel per trovare la sua valigia. Si è precipitata dalla reception -La mia camera è ancora libera?- -Spiacente, appena occupata,vostro baule è lì.- ha indicato un luogo, vicino a un portachiavi . Ci ha girato un po’ intorno -Ma non c’è niente!- Solo allora abbiamo notato un uomo e quando Amy ha urlato, si è messo a correre -Hey,  quella è la mia valigia! Me l’ha rubata! Al ladro! Lo sapevo!- Si è messa a correre e sembrava che le fossero spuntate le ali. Io l’ho inseguita e mia madre,come al solito, si è messa una mano davanti alla bocca, con gli occhi sgranati. Amy correva per la strada sbraitando -Hey! Al ladro! Dammi la  mia valigia bastardo!- un drappello di persone li seguivano e io ero dietro a tutti.
Passarono una piazza del mercato e buttarono giù delle bancarelle, ma alla  fine la corsa si fermò in una via secondaria, strettissima, senza via d’uscita. Il furfante tirò fuori una pistola e la puntò verso di lei, ma proprio in quel momento la polizia irruppe e arrestò l’uomo, che ebbe il tempo di sparare un colpo che, fortunatamente, non andò a segno. Il ladro fu portato via. Quando tutto si fu di nuovo calmato, Amy si riprese la sua valigia. -Tra tutte e valige che potevi prendere, quella con i brillanti ti sei portata!- -Non avevo niente di peggio. Forza ora devo andare all’aeroporto.- erano le due meno dieci. Quando siamo arrivati all’aeroporto ci ha salutato in fretta e si è messa su una panchina in mezzo al sole cocente ad aspettare l’aereo. Ma le grane non sono ancora finite….Siamo tornati a casa e abbiamo mangiato, ma alle quattro,abbiamo sentito qualcuno suonare il campanello.
Ci siamo trovati davanti Amy -Ma cosa ci fai qui? Non dovevi essere su un aereo?- -Il mio volo è stato annullato- -Ahh…è come   hai fatto ad arrivare qui così in fretta?- -Un taxi mi ha portato nella parte di Kabul che conoscevo e da lì sono arrivata a casa tua.- ma perché sembra che tutti trovino estremamente facile arrivare a casa mia? É nascosta in una giungla! -MMh…bene..e adesso?- -Beh..non ho un posto dove dormire e….- -Dormi qui da noi!-mi ha preceduto mia madre, ormai rassegnata a ospitare sempre gente. -Oh, beh…grazie, partirò con il volo tra due giorni.- c’era un unico aereo che portava in Afghanistan dall’Inghilterra. -Bene…Erika starà sul divano- ecco chi si deve sacrificare. Forse me la voleva far pagare per tutti gli ospiti che le avevo rifilato? Per il resto non è successo niente.
 

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Capitolo 36
*** 21/22 Luglio ***


21 luglio
Buona notizia: Summer e madre hanno trovato un appartamento dove stare. Si trasferiranno domani. Cattiva  notizia: dormire sul divano mi ha fatto venire mille acciacchi e adesso ho un gran mal di schiena. Amy ha prenotato un volo per il giorno dopo e ha telefonato ai suoi, che erano furiosi. Stavano per chiamare l’ambasciata per protestare. Dopo aver disperatamente cercato di calmare i bollenti spiriti, Amy ha messo giù con un sospiro. A partire da domani ritornerò ad avere una vita normale. La sera, mia mamma è entrata nella mia stanza e ha detto –Beh, sai che qusti spostamenti mi hanno dato un’idea? Potremmo fare un bed and breakfast!- - Ma dai! E chi aiutiamo, quelli rimasti senza una casa?- -Perché no?- -Beh, è un’idea…chiedi a papà- -Già discusso e ha detto che gli piacerebbe.- diciamo che la prospettiva d avere dei coinquilini stranieri non mi allettava molto, ma avrei dovuto sopportarli. I miei  genitori ogni tanto partono per la tangente. Ma a cena non facevano che parlare di quello. Sembrava un progetto serio..bah….
 
                                                                                                                           22 luglio
Stamattina alle 8 la nostra sala d’ingresso sembrava la hall di un albergo. C’erano delle valige ovunque. C’erano da una parte tutte le valige di Summer & madre  e dall’altra tutte quelle di Amy. Alle  8 in punto, mio padre è entrato in sala in contemporanea con Amy e, dopo aver fatto una breve colazione, sono filati in macchina, hanno caricato le valige e sono partiti, direzione: aeroporto.
Il rombo dell’auto ha svegliato  anche  Summer, che dopo poco si è messa il camice  e poi è partita con me per l’ospedale. Dovevamo andare a piedi, perché , naturalmente, l’auto ce l’aveva mio padre. Siamo arrivate al limite, in tempo per registrarci e poi il lavoro è continuato come sempre. Niente più notizie di Karmas e neanche di Andry. Quando siamo tornate a casa, attaccato alla porta,c’era un biglietto con scritta una via -Questa è la calligrafia di mia madre- disse Summer, esaminando il biglietto. Non siamo quasi riuscite ad aprire la porta,perché le valige erano proprio davanti all’ingresso. Ce n’erano sempre di meno -Mi pare un segno chiaro, nuovo appartamento- -Ti accompagno- -Va bene- Rassegnate, siamo tornate indietro, abbiamo comprato una cartina per vedere dov’era la via e siamo andati. Era un caldo terrificante: la temperatura era talmente alta che  qualsiasi velo era insostenibile e ci facevamo aria con un cappello, di modo che sembrava che chiedessimo l’elemosina. Più di una persona si è fermata a guardarci incuriosita e qualcuno ci ha perfino dato degli spiccioli e se ne andava prima che potessimo dire che non eravamo mendicanti, sembrava che avessimo la lebbra. Finalmente, dopo un’ora molto lunga, abbiamo trovato la casa. Era una piccola villetta gialla che si distingueva dalle altre perché aveva un giardino e un tetto normale. -Wow…- era carina. -Beh..grazie per averci ospitato per tutte queste settimane e…ci  vediamo al lavoro.- -Bene…ciao- mi sono avviata tristemente verso casa e nel caldo più  che soffocante. Sono arrivata finalmente e mi sono stesa sul letto a dormire fino a cena, ho mangiato ed eccomi qui. Come è vuota la casa senza Summer e Amy. Da una sensazione di chiuso, di malinconia. Quanto tempo era passato? Solo due settimane? Mi sembrava molto poco, tutto sommato….ma quante cose che abbiamo fatto! Quante risate e quante volte avrei voluto, come minimo, strozzare  Summer! Però, adesso la vedrò solo al lavoro…va beh.

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Capitolo 37
*** 24 Luglio ***


24 luglio
Ieri, prima di andare al lavoro, Andry mi ha fermato. Così, all’improvviso, senza dire niente. -Erika! Erika! Ti devo parlare!- -Beh, Andry! Cos’è tutta questa .fretta?- -Ti ricordi che ti avevo fatto vedere il pacco con l’indirizzo e poi sei dovuta andare via? Ecco, adesso sarebbe meglio andare….solo che non so l’arabo, e non so neppure dov’è la casa…- -Non ti preoccupare, ho una cartina- abbiamo esaminato per un attimo la cartina e poi abbiamo trovato la via. Siamo arrivati in una casa scrostata, ma non colpita dalle bombe, che avevano bucherellato tutti gli edifici circostanti. Dopo aver suonato un paio di volte, una donna avvolta in un velo si è affacciata, ci guardava in modo interrogativo. C’è stato un attimo di silenzio,  poi la donna mi ha chiesto -Chi siete? Cosa volete? …- -Stia tranquilla, dobbiamo consegnarle un pacco da…- mi sono girata verso Andry, che nel frattempo stava giocherellando con una targhetta e gli ho sussurrato -Da chi è questo pacco?- -Da un  uomo con i capelli bruni, alto poco più di me, occhi piccoli e castani…- mi sono bloccata: la descrizione era quella di Karmas! Ho ripetuto quello che Andry mi aveva detto e la donna ha annuito e ha detto -Deve essere il marito di mia figlia, arrivo subito.- è scomparsa. Poco dopo è arrivata una donna molto più giovane con due bambini che erano sbucati fuori dalle sue gonne. Ci ha parlato in inglese -Desiderate?- Andry ha risposto -Beh, ecco…alcuni giorni fa una persona è stata ferita ad una gamba e adesso è in ospedale e mi ha detto di consegnare questo pacco a questo indirizzo- la donna si è messa a piangere e i bambini ci guardavano incuriositi,uno con un dito in bocca -Oh,…beh…grazie….- ha detto in arabo ai bambini di tornare dentro -`É m-morto?- -No, è vivo ed è all’ospedale dove lavora questa signorina- mi sono girata verso Andry. La donna gli si era attaccata ai piedi piangendo e gridando “Allah! Allah!”dopo alcuni minuti si è tirata su, Andry le ha dato il pacco e ci siamo avviati velocemente. A metà strada ci siamo girati indietro e abbiamo visto che era ancora lì che piangeva con le mani sul viso -Adesso devo correre o farò tardi al lavoro- Ci siamo diretti insieme per due isolati e poi siamo andati  uno a destra, verso il campo militare e l’altra a sinistra, verso l’ospedale. Per poco entravo in ritardo anche questa volta. Sono corsa subito nella camera dove c’era Karmas. Gli ho chiesto dove abitava e se aveva un pacco con sé quando si è ferito e lui mi ha risposto di sì. Quindi quella doveva essere la sua famiglia…e anche Andry l’ha conosciuto.
Per il resto niente...Beh è stata una giornata abbastanza intensa no?

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Capitolo 38
*** 25/27/28 Luglio ***


 
                                                                                                                               25 luglio
Oggi sono corsa da Andry e gli ho spiegato chi era  l’uomo ferito. Gli ho detto anche che gli ha chiesto di venirlo a trovare, una volta dimesso(cioè tra alcuni giorni)a casa sua, per ringraziarlo. Sembrava di cattivo umore e dopo poco ho scoperto perché. Domani è il suo compleanno e io me ne sono scordata.
Ho l‘impressione, chissà perché? che molta gente mi usi. Dopo che Summer se n’è andata non l’ho vista molto spesso e quando la vedo, mi saluta di rado. Chissà, forse è perché è molto indaffarata o perché si è trovata un altro circolo, chissà, fatto sta che adesso non parlo con molte persone. Andry, dopo avermi chiesto un favore è scomparso. Forse è solo la mia  immaginazione o dei problemi che mi faccio io, ma tutto questo non mi piace molto.
 
                                                                                                                               27 luglio
Prima di entrare al lavoro ho preso un regalo per Andry e dato che non avevo molto tempo e non l’ho incontrato, sono andata nel suo campo e gliel’ho lasciato sulla branda con un biglietto. Dopo sono tornata al lavoro e ho trovato davanti al cancello Summer che parlava fitta fitta con una delle americane, amiche di Karoline -…ma perché il suo celllulare squillava e non rispondeva…- -…che stronza….- per farmi sentire ho dovuto schierarmi la voce molte volte, prima che Summer mi rispondesse con aria distaccata –Ciao- e poi se n’è andata. Sono rimasta lì per alcuni minuti a guardare la porta chiusa basita. Ma perché ce l’aveva con me? Sono tornata dentro l’ospedale e ho continuato a  lavorare come sempre. Quando ci siamo incrociate di nuovo e lei mi ha evitato come se fossi la peste, l’ho trattenuta per un braccio. Ha cominciato a divincolarsi -Lasciami!- -No. Adesso mi dici perché ce l’hai con me- -E me lo chiedi anche? É da tre giorni che ti ho telefonato e tu non rispondi mai! Mi devi spiegare una cosa, che mi stai nascondendo? Quattro giorni fa ho visto Andry con un pacco sospetto e quando gli ho chiesto che cos’era mi ha detto che erano affari suoi e tuoi, in più cosa sono quelle voci che dicono che te la fai con mio fratello?- -Con tuo fratello? Ma che cos’hai nella testa?- -Avanti me l’ha detto Chris- -E chi è Chris? Il tuo nuovo fidanzato? Se  Karoline lo viene a sapere….adesso mi spieghi tu perché stai aizzando tutto il personale contro di me, spargendo delle cose che sono più false dell’inferno?!- -Stai dicendo delle balle!- -No, tu stai dicendo delle balle,io sono onesta.- l’ho lasciata lì, a massaggiarsi il polso arrossato. Ma che rabbia! Ma chi si crede di essere questa? E soprattutto Chris! Me l’ero quasi dimenticato! Se lo vedo un’altra volta gli faccio un bel discorso. Secondo me c’è dietro lo zampino di Karoline. Ma com’è possibile? Lei se n’è andata! O forse è solo quel cretino che ha deciso di farmi uno scherzo…lo vedrà lui ben presto, lo scherzo…
 
                                                                                                                                           28 luglio
Presa dalla rabbia non ancora sopita da ieri, mi sono diretta verso la palestra. Mi sono intrufolata nella sala dello stuff e ho guardato gli armadietti. C’erano le targhette con i nomi dei vari istruttori ed eccolo lì,il suo nome.Stavo per forzare l’armadietto,quando ho sentito una voce da dietro -Erika! Cosa ci fai qui?- -Io…niente…- mi sono girata  e mi sono trovata davanti Ryan. Mi ha guardato con aria sospetta -Beh…ecco…dovevo andare  negli altri spogliatoi perché mi sono dimenticata un orologio, l’hai visto?- -Se hai bisogno dell’orologio puoi andare al banco degli oggetti dimenticati- -Eh, sì appunto, ci stavo andando, ma mi sono sbagliata porta- -Scommetto che l’armadietto davanti a te non l’hai scelto a caso.-ero diventata tutta rossa, lo sentivo -Quel figlio di puttana…ha sventolato ai quattro venti che ci eravamo baciati e il problema è che mia sorella ci crede perché è innamorata pazza di lui. - -Ah…non sapevo- -Allora….perchè sei davanti al suo armadietto?- -Perché voglio escogitare una vendetta, lui ha rovinato l’amicizia tra me e Summer!- -Eh…non esagerare,quando lei si incapponisce su una cosa non la smuove nessuno- -Ma non è vero tutto questo!- -Lo so, non ha creduto neanche a me. Allora, cosa volevi fare?- -Volevo prendere il suo cellulare e far chiamare Karoline da qualcuno dicendo che lui l’aveva tradita con un’altra.- -mmhhh…..ho un’idea  migliore…conosci un posto isolato?- -Fammi pensare, a casa mia di giorno ci sono soltanto io- -Perfetto…ascolta…- voleva che ci trovassimo a casa mia e chiamassimo accidentalmente Karoline, mentre facevamo dei rumori che vi potevate immaginare a cosa corrispondevano -Ohh…questa è proprio cattiva….ma come facciamo, ci riconoscerà di certo!- -So imitare alla perfezione la sua voce, dobbiamo mettere un telo sopra al cellulare in modo che  le voci vengano distorte.--Bene..ma come facciamo a procurarci il cellulare senza che se ne accorga?- Mi ha mostrato una scatola, con un cellulare dentro -Qui in Afghanistan i Cellulari sono piuttosto limitati e abbiamo il cellulare uguale. Dato che non funzionano sempre alla perfezione, può credere che si sia incagliato e che non funzioni.- -Perfetto!- -Bene…quando ci vediamo?- -Beh…che ne dici di domani pomeriggio?- -Perfetto, è il mio giorno libero- -Ok, Summer  mi aveva spiegato dov’è- -Benissimo, a domani allora- sono andata a casa soddisfatta.

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Capitolo 39
*** 29 Luglio ***


                                                                                                                                         29 luglio
Ryan è arrivato alle tre con il cellulare in mano e un sorriso smagliante stampato in faccia. -Allora, quando cominciamo?- -Senti, non devi montarti la testa, io il fidanzato ce l’ho- -Tranquilla, anch’io ce l’ho- -La fidanzata, spero…- siamo andati in camera -Beh, forse dovremmo fare delle prove prima.- -Va bene- abbiamo fatto un po’ di scena. É vero, Ryan faceva la voce uguale a quella di Chris -Sei uguale- -Bene, non male, sei riuscita a fare la voce un po’ più alta così non ti riconosce- ha preso il telefono in mano. Il display si è illuminato ,ma ad un certo punto Ryan si è fermato e ha fatto una faccia inorridita. -Ha il suo numero…Non è possibile!- -Chi? Cosa?- -Ha il numero di Summer.- -Coosa? Non può essere un’altra?- -No, no è il suo…forza non perdiamoci d’animo, facciamo quello che dobbiamo fare.- si è sentito il rumore della linea in attesa. -Bene,suona- abbiamo aspettato un po’ e poi la voce di Karoline ha risposto -Ciao Chris! Allora, hai fatto quello che ti ho chiesto?- avevamo già cominciato a fare rumore. Si è messa a urlare -Chris! Chris! Con chi sei? Chi è? Oh mio dio, mi stai tradendo? Bastardo! Chris!- noi urlavamo sempre più forte, poi ha riattaccato. Noi ci siamo messi a ridere e un momento  dopo però, siamo tornati seri. -Così è stata lei- ho mormorato. -Lei chi?- -Karoline- -Beh, non c’è da meravigliarsi, è malvagia quella là. Beh, su, fatti coraggio- -Ma come fai a imitare la sua voce così bene?- -Di chi stai parlando?- -Di Chris, è ovvio.- -Beh….sai….un tempo eravamo amici- -Amici? E poi?- -Poi è arrivata quella stronza di Karoline che ha rovinato tutto- Siamo stati un attimo in silenzio, poi mi ha dato una pacca su una spalla e se n’è andato. Oltre alla soddisfazione che provavo per  lo scherzo sentivo qualcos’altro, paura. E se ci avessero scoperto? O tanto peggio, sentito? La sola idea mi faceva rabbrividire. Ma chi ci poteva aver sentito? La mia casa è nell’ombelico dell’Afghanistan. Per arrivare dovresti attraversare una foresta.
Questa sera  è tornata a casa solo mia madre, mio padre doveva  stare allo studio tutta la notte. Ho dovuto cucinare io perché mia madre, che è brava in molte cose, è un disastro in cucina. Non parlava che delle riprese, ma quando le chiedevo qualcosa sul tema del film rispondeva -É una sorpresa, vedrai, ti piacerà- Non sembrava sapere niente di quello che era successo il pomeriggio. La serata è trascorsa normalmente e, dopo aver guardato vari telegiornali e film, siamo andate a letto.
 

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Capitolo 40
*** 31 Luglio/ 1 Agosto ***


31 luglio
Ho passato il week-end più noioso della mia vita. Non ho fatto assolutamente niente, calma piatta. Quindi non so neanche cosa scrivere. La mia intesa con Ryan è molto migliorata e ogni volta che passava Chris  ci scappava sempre una
risatina. Tutto nel puro spirito dell’amicizia, l’unico per cui provo delle cose strane, comunemente raggruppate nella parola “amore”, è Andry. Non posso ancora crederci e accettarlo…
 
 
                                                                                                                                      1 agosto
Oggi sono andata al lavoro, ma quando sono arrivata, ho visto uno spettacolo molto poco piacevole. Proprio davanti all’ingresso, Summer e Chris si stavano baciando molto appassionatamente. Quando mi hanno visto arrivare, uno si è staccato dall’altra e ho visto chiaramente che non aveva più i suoi soliti vestiti. Sembrava una perfetta scolara di Karoline. Ho cercato di fare l’indifferente, ma mi hanno chiamato loro –Hey, Erika! Lo sai che Chris si è lasciato con Karoline, perché ha detto che a quanto pare, le fosse partita una chiamata mentre stava limonando con una. Peccato che non ne sapesse proprio niente- ci misi un po’ a decifrare quello che voleva dire -E allora? Visto come state limonando potrei pensare che vi ha beccato insieme.- -Il suo telefono si era rotto- -Ohh e come fai tu a saperlo? Si vede che eri stata con lui…E poi, non vedo cosa potrebbe interessare a me….ti dovrei ricordare che ti ho ospitato per   due settimane, o te lo sei già dimenticato, come tutto il resto?- -Come va con mio fratello? Ve la spassate bene eh?- -Benissimo, credimi. Abbiamo molte cose in comune.- ma guarda se dopo Karoline, mi dovevo sorbire anche lei! É disgustoso! E pensare che era anche la mia migliore amica! Ah va beh, adesso  tutto l’ospedale mi odia, perché chissà che cos’hanno raccontato di me. Spero che non la scopra Andry. Dopo il favore che mi ha chiesto se n’è andato pure lui. Ma che bello!

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Capitolo 41
*** 8/10/11/13 Agosto ***


 
                                                                                                                                8 agosto
É orribile passare un’estate a lavorare, mentre altri se ne vanno da qualche parte per le vacanze. Per citarne alcune, anzi, per descriverle, c’è Enriette, una ragazza grassa, incredibilmente stupida, Sharon, una ragazza orribile e con l’apparecchio ai denti, Sebastian, un ragazzo alto e allampanato con i capelli a spazzola, lentiggini e occhialoni tondi, che rendevano ancora più grandi i suoi occhi. In più, neanche Andry si è faccio molto vedere in questi giorni. Beh, non mi resta che accontentarmi, aspettare e soprattutto….dormire.
 
                                                                                                                                   
 
 
                      10 agosto
Oggi ho dovuto fronteggiare di nuovo Summer. Adesso è proprio una battaglia aperta -Vedo che hai ancora il coraggio di camminare, dopo esserti fatta mio fratello e dimmi, come è stato?- -É inutile parlare con te, quando non vuoi ascoltare o quando sei cotta di uno che ti sta usando giusto per divertirsi, quindi lascerò perdere e ti lascerò credere alle tue fantasie….ma dimmi, come va con il tuo, di ragazzo? Karoline deve averla presa molto male, poverina- -Ma se anche tu la odiavi- -Beh, dato che al momento ci sta antipatica la stessa scema, beh abbiamo fraternizzato. Ma dimmi, sarebbe questa la riconoscenza per averti ospitato? Francamente, mi sembra un po’ poco….o forse ti ho solo montato la testa? Se avessi saputo così, ti avrei fatto dormire nella stalla…- questa volta ero andata giù pari. -Non è che sei invidiosa di lui?- ha detto d’un tratto -Di lui? Ma se ha sparlato dietro a me e tuo fratello, dicendo delle balle che scoperchiano la casa!- -Lui non racconta balle, lui l’ha visto!- -E tu sei una poveretta che crede a qualunque cosa le si dica! Quando crescerai un po’ forse riusciremo a parlare, ma prima non lo so!- me ne sono andata. Intanto, attorno a noi si era creato un capannello di persone che ci osservavano incuriosite. Che orrore di ospedale! Non c’è uno che si faccia i fatti propri. O sono io che sono particolarmente antipatica?
 
                                                                                                                                 11  agosto
Oggi ho visto Andry mentre tornavo a casa, ma lui non si è accorto di me. Stava  entrando in un minimarket con una sporta. Che stesse facendo una missione iper segreta? Mi veniva da ridere. Ho continuato ad osservarlo per un po’, per aspettarlo, ma visto che si faceva tardi, sono tornata a casa…Ma che cosa ci faceva Andry in un super mercato? Comprava cose per l’esercito? Era una punizione? Perchè si era dimenticato di me? Mi sembra di essere caduta molto in basso, considerata meno di niente al lavoro e con un fidanzato che non si accorgeva neanche di me.
 
                                                                                                                            13 agosto
Ieri Andry è venuto davanti all’ospedale con una faccia molto seria. Mi ha detto che mi doveva parlare e mi ha portato in un posto appartato,dietro un bar. -Beh….la cosa che ti devo dire è che vado via da qui- -Ah…e quando parti?- -Domani, andiamo ad Herat e non sappiamo ancora quanto  dobbiamo restare, potrebbe diventare da una settimana a due, o a un mese.- -Questo vuol dire che mi stai lasciando?- -Lasciare? Perchè?- -Beh, suppongo che questo non sia l’unico ospedale internazionale dello stato e io non sono l’unica ragazza bianca abbastanza carina che….- -Ma per chi mi hai preso? Per Kurt?- -No, affatto- -Se vuoi proprio saperlo, sono le ragazze che lasciano me, di solito- -Allora posso stare sicura….- -Sicurissima- mi ha dato un bacio –Beh, io andrei a bere qualcosa, vieni con me, ti va?- ho guardato l’orologio. Tutto sommato, mancava ancora mezz’ora e un drink ci poteva stare. Ha svoltato l’angolo ed è entrato nel caffè “Da Mariam”. Prima che mi potessi sedere, ha chiamato la cameriera e ha ordinato -Un mojito per me e….qui li fate i mojitos, vero?- al cenno affermativo della signora è andato avanti -Va bene un drink alla frutta? Prende un “Red Passion”, ok?- ho guardato il menù.In quello che dovevo prendere io c’erano fragola,lampone,ribes e mirtillo -Come facevi a sapere che mi sarebbe piaciuto?- -Intuito- in effetti il drink era davvero molto buono. Siamo stati lì a guardarci per un po’, poi Andry si è alzato -Beh, ora devo andare…devo preparare quello straccio di bagagli che ho- -Penso che potrò resistere per una settimana- mi si è avvicinato e mi ha dato un bacio su una guancia, ha pagato il conto,ed è uscito. -Ehy, mi sento in debito con te!- gli ho urlato dietro, mentre lo raggiungevo -Mi hai pagato un drink, quanto ti devo?- -Ascolta, lascia perdere,ti rifarai la prossima volta- se n’è andato correndo. Sono stata un po’ sulla porta ad osservare la sua figura che diventava sempre più piccola e poi sono andata a lavorare.
 
La mattina dopo, stavo lavorando quando il mio paziente ha voluto ostinatamente  accendere la televisione per ascoltare le notizie. Stavo prendendo una siringa da un cassetto che era proprio sotto la televisione. In quel momento stavano dando le notizie nel telegiornale -Notizia dell’ultimo minuto! Una bomba a fatto saltare un furgone militare, morti tutti  i soldati, tranne due feriti gravemente- sullo schermo c’era l’immagine di alcuni soldati che conoscevo molto bene e una che mi ha veramente fatto a pezzi: era  Andry. Erano tutti insanguinati da capo a piedi e molti avevano la testa schiacciata o qualcos’ altro. Andry era ricoperto di sangue, tanto che quansi non era riconoscibile. La signora dietro di me aveva detto qualcosa, ma io non avevo sentito. -Lo conosceva?- -Si, certo…lo conoscevo- la mia voce si era strozzata. Poi  non ho visto più niente, la siringa mi è caduta di mano, ho sentito solo il rumore di qualcosa che cadeva, un dolore tremendo e della signora che urlava -Aiuto! Aiuto!-….

Note:
Fine anche della seconda parte! Scusate per l'attesa, spero di riuscire a mettere anche il resto della storia prima dell'inizio della scuola, perchè dopo non avrò molto tempo...Spero che fin qui tutto vi sia piaciuto :)

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