Do You Remember the Time of Our Life?

di Bellatrix_Black_51
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 ***
Capitolo 7: *** Cap. 7 ***
Capitolo 8: *** Cap. 9 ***
Capitolo 9: *** Cap. 8 ***
Capitolo 10: *** Cap. 10 ***
Capitolo 11: *** Cap. 11 ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 ***
Capitolo 13: *** Cap. 13 ***
Capitolo 14: *** Cap. 14 ***
Capitolo 15: *** Cap. 15 ***
Capitolo 16: *** Cap. 16 ***
Capitolo 17: *** Cap. 17 ***
Capitolo 18: *** Cap. 18 ***
Capitolo 19: *** Cap. 19 ***
Capitolo 20: *** Cap. 20 ***
Capitolo 21: *** Cap. 21 ***
Capitolo 22: *** Cap. 22 ***
Capitolo 23: *** Cap. 23 ***
Capitolo 24: *** Cap. 24 ***
Capitolo 25: *** Cap. 25 ***
Capitolo 26: *** Cap. 26 ***
Capitolo 27: *** Cap. 27 ***
Capitolo 28: *** Cap. 28 ***
Capitolo 29: *** Cap. 29 ***
Capitolo 30: *** Cap. 30 ***
Capitolo 31: *** Cap. 31 ***
Capitolo 32: *** Cap. 32 ***
Capitolo 33: *** Cap. 33 ***
Capitolo 34: *** Cap. 34 ***
Capitolo 35: *** Cap. 35 ***
Capitolo 36: *** Cap. 36 ***
Capitolo 37: *** Cap. 37 ***
Capitolo 38: *** Cap. 38 ***
Capitolo 39: *** Cap. 39 ***
Capitolo 40: *** Cap. 40 ***
Capitolo 41: *** Cap. 41 ***
Capitolo 42: *** Cap. 42 ***
Capitolo 43: *** Cap. 43. ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


Nuova Long Fic, ambientata ai tempi in cui i malandrini, Severus, Narcissa, Lucius, Andromeda, Bellatrix e Lily frequentavano Hogwarts.
Le date di nascita reali sono state cambiate ai fini della trama.

Buona lettura :)
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Cap. 1

C'era un'aria strana quel 1 Settembre alla stazione di King's Cross. I babbani intenti nelle loro faccende, di tanto in tanto si voltavano a guardare quello strano gruppo di persone dagli abiti lunghi.
Erano due uomini, e due donne, con cinque bambini.
Uno degli uomini era Orion Black. I suoi capelli erano di un castano molto scuro, come quelli della moglie, Walburga.
Lei aveva occhi scuri, come quelli del marito, e al momento camminava vicino ad un bambino di 11 anni dall'aria confusa.
-Madre, perchè siamo in mezzo a tutta questa feccia?- Domandò, con tono innocente.
Cygnus, fratello di Walburga rispose alla domanda del giovane Regulus Black. -Perchè tuo fratello ha paura di prendere la metropolvere, dopo l'ultima volta.-
Una bambina bionda, della stessa età di Regulus, sbuffò.
-A me fanno schifo però. Puzzano, e sono stupidi- si lamentò, avvicinandosi alla sorella maggiore.
Viste così vicine, faceva una certa impressione la differenza che intercorreva tra loro pur essendo sorelle.
Una aveva gli occhi chiari, di una tonalità molto simile al verde. L'altra li aveva neri.
Una aveva dei boccoli delicati e biondo miele. L'altra li aveva violentemente ricci e neri.
-Tra poco saremo al binario nove e trequarti, e potremo smettere di trattenere il fiato- Rispose Bellatrix, la maggiore tra le tre figlie di Cygnus Black e Druella Rosier.
Due ragazzi, invece, non avevano detto una parola.
Camminavano dietro a tutti gli altri, sottovoce per non farsi sentire.
Andromeda e Sirius, 13 e 12 anni rispettivamente, camminavano fianco a fianco parlando di come sarebbe stato il nuovo anno ad Hogwarts. Andromeda chiese poi la reazione dei propri zii, che altro non erano che i genitori di Sirius, nel venire a sapere che era stato smistato a Grifondoro.
Si sentì il ragazzo ridere, alzando il capo e rivelando due grandi e acuti occhi scuri, capelli castani e lunghi fino alle spalle.
-Beh, a Natale c'eravate anche voi, quando non mi hanno fatto mangiare al pranzo di Natale. Ma ne è valsa la pena, essere dei Grifondoro è molto più  divertente che essere un Serpeverde!-
-Anche tra i Serpeverde ci divertiamo!- Ribattè la ragazza, dandogli una lieve gomitata. 
Druella invece fino ad allora non aveva detto una parola. Si limitava a guardare la figlia maggiore, Bellatrix, parlare animatamente con Narcissa di Hogwarts, con un sorriso stampato sulle labbra. 
-Bella, hai preso la spilla da prefetto?-
-Si madre, è nella valigia- Disse, voltandosi -Il mio elfo domestico ha portato i miei bagagli direttamente alla stazione. Gli ho ordinato di occupare uno scompartimento per me, Narcissa, Regulus, Andromeda e Lucius.-
-Oh, Lucius!-  Commentò la donna, avanzando di alcuni passi fino a raggiungere le figlie.
-Hai avuto notizie dei Malfoy, dopo la cena di quest'estate?- Domandò poi alla maggiore, cingendo con una mano la spalla della minore.
-Si, io e Lucius ci siamo scambiati delle lettere quest'estate. Ci vediamo davanti al binario 10, e ci saranno anche i suoi genitori.-
Druella sorrise, voltandosi poi dietro di sè e facendo cenno a Regulus di avvicinarsi. Parlò poi, in direzione di Regulus e Narcissa.
-Voi dovete fare amicizia solo con purosangue, lo sapete, vero?-
-Si madre- Disse Narcissa, con un sorriso orgoglioso. -Bellatrix mi ha fatto imparare a memoria tutti i cognomi dei purosangue che ci saranno a scuola. Vuoi sentirli?- Domandò poi.
-Mi fido della parola di tua sorella, Cissy- Druella le rivolse un sorriso, guardando ora Regulus.
-Mi spiace che tuo fratello abbia fatto la fine che ha fatto, tra quegli sporchi Grifondoro. Ma tu sarai l'orgoglio di mamma e papà, non è vero?-
-Si zia.- 
-E per qualsiasi cosa ti rivolgerai a Bellatrix, vero?-
-Si zia!- Sorrise il ragazzo, voltandosi verso un'arcata con su scritto "Binario 9 e 3/4".
Sorrise, e prese per mano Narcissa avvicinandosi a lunghi passi verso il binario. Druella si voltò verso la maggiore, e senza una parola Bellatrix si avvicinò a loro e tutti e tre svanirono dietro il muro.
Andromeda si fermò davanti al muro, e prima si guardò attorno, per assicurarsi di non essere ascoltata da orecchie indiscrete, poi si rivolse a Sirius.
-Tu non verrai nel nostro scompartimento, vero?- Domandò.
-James, Remus e Peter mi aspettano nel loro- Rispose, facendo spallucce.  Andromeda non rispose, limitandosi ad annuire e a voltarsi verso genitori e zii, per poi sparire a propria volta nel muro, seguita con una certa fretta da Sirius.
 
 
 
C'erano tantissime persone a King's Cross, venti minuti dopo l'arrivo dei Black. Lily e Severus si accorsero di avere un certo ritardo nel loro piano quando la madre di Lily fece notare loro che sarebbero mancati dieci minuti alla partenza del treno.
Trafelato, Severus prese anche il bagaglio di Lily e le sorrise, correndo per quanto potesse verso il binario.
Lily si voltò, come a chiedere il permesso di rincorrere Severus, e al lieve cenno di assenso della madre prese a correre per raggiungerlo.
-State attenti!- Si sentirono urlare dietro le spalle, ridendo tra loro.
La donna accellerò il passo, chiedendosi perchè quel ragazzino dalla pelle olivastra e i capelli così neri e sciupati, fosse stato mandato da solo, con lei che era una sconosciuta, a soli dodici anni alla stazione di King's Cross.
Lily prese la propria valigia, ma il giovane Severus non le permise di tenerla. Procedevano a quel modo entrambi fino al binario 9 e 3/4, lasciandosi alle spalle l'una una sorella invidiosa e insopportabile, l'altro una guerra in famiglia.
-Severus, Anche se tu sei un serpeverde noi resteremo sempre amici, vero?- domandò Lily Evans, scostando con una mano i capelli rossi da davanti gli occhi, per guardare meglio Severus.
-Sempre-  Rispose il bambino, sorridendo all'amica.

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Grazie a Carol, Elisa, Matteo e Alessandra
 

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


Grazie mille delle recensioni :) Non mi aspettavo di trovarne già 4, sono contentissima! Spero vi piaccia il nuovo capitolo,
Buona Lettura!

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Cap. 2


 
Il fischio del treno avvisò i ragazzi che stavano per salutare Londra e tornare ad Hogwarts.
Tre ragazzi erano seduti in uno scompartimento. Avevano il volto che non poteva definirsi nè da bambini nè da uomini. Erano al secondo anno, James, Remus e Peter. In quel momento, erano impegnati a divorare gelatine tuttigusti +1. 
Remus leggeva un libro, lanciando torve occhiate al cielo fuori dal treno. James, da dietro i suoi occhiali rotondi, guardava i suoi compagni di scuola passare davanti al vetro che separava il loro scompartimento dal corridoio. Peter, con la bocca piena di gelatine tuttigusti +1 non degnava di uno sguardo nè l'uno nè l'altro, fino a che James non scattò in piedi alla vista dell'amico.
-Sirius!- Salutò, aprendo la porta scorrevole per farlo entrare.
-Ciao ragazzi- Rispose al saluto il ragazzo, mentre Remus alzava gli occhi dal libro e si avvicinava per salutarlo a propria volta.
Peter si limitò a farfugliare qualcosa e sputacchiare frammenti di gelatine, facendo un cenno di saluto con la mano.
Sirius, il giovane dai capelli lunghi e ricci, sedette al fianco di James e rubò una gelatina dalle mani di Peter.
-Grazie- Si limitò a dire, infilandola in bocca. Storse le labbra nel constatare che era al cerume, sputandola.
James non fece caso a questo, così come Remus, ma per un motivo fuori dalla portata dei ragazzi.
Fuori dallo scompartimento, tra gli ultimi arrivati, erano passate due figure familiari.
Una, passando, si portò dietro una scia di capelli rossi. L'altro sembrava solamente un'ombra nera.
James distolse lo sguardo, sorridendo con aria beffarda.
-Mocciosus, non credevo di rivedere la Evans dopo un'estate con i tuoi unti capelli- Commentò a voce alta. Sirius scoppiò a ridere, mentre Remus li guardò con aria di rimprovero. Minus si limitò ad abbozzare un sorriso, non sapendo quale potesse essere la reazione giusta tra l'irritazione di Remus e il divertimento di Sirius.
-Ah, ragazzi, mia madre dice che vi vuole tutti a casa nostra per Natale- James interruppe la risata di Sirius, ricevendo sguardi attoniti dagli altri ragazzi. Nessuno di loro infatti aveva mai visto i Potter, e si aspettavano altezzosi maghi purosangue come i Black, con l'unica differenza di avere la fissazione per grifondoro piuttosto che Serpeverde.
Sirius accettò di buon grado, sapendo bene che se avesse declinato avrebbe rischiato di rimanere ad Hogwarts, o peggio, tornare a casa.
-Io... Non credo di poter accettare. Dopotutto, è Natale, e se non sto con la mia famiglia, io...- Remus si era fatto nervoso, come se stesse inventando una scusa. Ma dopo un anno i tre ragazzi sapevano bene che Remus non avrebbe mai detto una bugia.
-Mamma non vuole, lei... preferisce che io stia a casa per Natale, sapete com'è...-
-Si Peter, lo sappiamo- Sorrisero i tre all'unisono, prendendo a mangiare Gelatine.
Passarono il viaggio, tutti e tre, a raccontarsi di come avevano passato l'estate e del motivo per il quale i genitori di Sirius gli avesero vietato l'uso dei gufi.
 
-Hai sentito cosa hanno urlato quegli idioti?-
Severus Piton sedette in uno scompartimento vuoto, assieme a Lily Evans.
-Sono degli stupidi, Sev, facevano così anche l'anno scorso. Ti danno così fastidio perchè non ci sei più abituato, tra pochi mesi neanche li sentirai più.- Aggiunse lei, sorridendo. Aprì una piccola borsa ed estrasse due cioccorane.
-Le ho prese a Diagon Alley per il primo giorno di scuola.- Spiegò, porgendogli una confezioni che lui prese tra le mani delicatamente.
-Grazie- Disse piano, sorridendo appena, e guardando la cioccorana come fosse una medaglia.
Lily Aprì la propria, e la foto di Circe sorrise alla rossa.
-Ne ho già una... La vuoi tu? Le collezionavi lo scorso anno- Disse, fermando al volo la cioccorana e infilandola in bocca.
-Si, ma poi me le hanno rubate tutte- Severus aprì la propria fermando immediatamente la cioccorana. La mangiò, e la figura che subito si vide fu  Salazar Serpeverde, che rivolse un'occhiataccia al ragazzo mezzosangue.
-Dovresti nasconderle meglio- Commentò Lily, allungando il collo per vedere quale figurina gli fosse capitata.
-mh... non credo di piacergli. Tu ce l'hai già?- Domandò, mostrando alla ragazza la propra figurina.
-Si, e guarda sempre male anche me- Rispose, facendo spallucce.
Severus non fece in tempo a rispondere, che il vetro del loro scompartimentò si aprì.
-Aprite le tende, se passa un professore vi fa il cazziatone perchè non sa come passare il tempo- Li ammonì una Bellatrix annoiata e in vena di fare ramanzine. Allungò poi l'occhio verso le figurine che avevano in mano, e soffermò lo sguardo su quella di Salazar, guardando poi Severus.
-Ah... Tu devi essere il mezzosangue del secondo anno che quegli stupidi Grifondoro non fanno altro che sfottere- Disse, assottigliando gli occhi scuri.
-Sono Severus Piton- Si presentò il dodicenne, messo in soggezione da una del sesto anno con la spilla da prefetto attaccata alla veste che ancora non aveva sostituito con la divisa della scuola.
-Mai sentito, ma sappi che se c'è da tirare orecchie ai Grifondoro sono sempre disponibile.-
Posò lo sguardo adesso sulla rossa accanto a Severus.
-Lily Evans, piacere- Si presentò Lily, alzandosi per stringere la mano alla Serpeverde.
-Sei... La sanguesporco- Rispose Bellatrix, guardandola con disprezzo. -La Grifondoro- Aggiunse, come se questo fosse stato motivo di ulteriore allontanamento. 
Severus abbassò il capo umiliato verso la figurina di Salazar, che sembrava guardare in direzione di Bellatrix.
Le porse la figurina -Magari a te sorride, non faceva altro che guardarci male-
-Non mi sarei aspettata diversamente. Buona giornata- Disse la sedicenne, non dopo aver guardato alcuni istanti la figurina.
chiuse lo scompartimento, e Severus guardò Lily, d'un tratto rabbuiata.
-E' solo una Serpeverde, non potevi aspettarti diversamente- Disse, avvicinandosi e cingendole con imbarazzo le spalle con una mano.
 
Bellatrix intanto continuava a camminare lungo il corridoio del treno. Guardava la figurina che teneva in mano, e non vide a figura contro cui andò a sbattere.
-Razza di idiota, io ti...- Iniziò a dire, prima di vedere chi avesse davanti.
Era un uomo sulla trentina, gli occhi castani venati vagamente di rosso si puntarono su di lei.
-Mi... Mi scusi, non volevo... Ma lei sarebbe il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure?- Domandò, quasi dimenticandosi di rialzarsi, mentre lui si era ormai rimesso in piedi.
-Sto solo facendo una supplenza. Sono Tom Marvolo Riddle, e questa figurina deve essere sua, signorina...?-
-Bellatrix Black- 

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


Grazie delle recensioni! Nuovo capitolo tutto per voi u.u :D
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Cap.3



Andromeda era seduta nello scompartimento che Bellatrix aveva riservato a lei, sua sorella, Lucius e Regulus.
Eppure c'era poco di divertente, proprio come aveva detto Sirius. Per un istante desiderò essere stata smistata in Grifondoro, ma immediatamente ci ripensò.
Ascoltava distratta le parole che Lucius diceva a Narcissa e in parte a Regulus a proposito della scuola. 
"Povera Cissy" pensava lei "Non basta essere agitate per l'inizio dell'anno, deve anche sorbirsi quel logorroico di Lucius. A proposito..."
-Tu non dovresti stare con Bella a cambiarti nello Scompartimento dei Prefetti?- Domandò poi, a concludere il pensiero.
-Non ha neanche portato la divisa. E' andata a rompere le palle ai rag... A quelli del primo anno- Lucius rispose con voce atona, sussultando poi nel vedere una Bellatrix ansimante far scorrere violentemente la porta di vetro dello scompartimento ed entrare.
-Chiudi tu la porta, Lucius- Disse, sedendosi tra Andromeda e Regulus. Lucius annuì, guardando la ragazza e aspettandosi una notizia orribile.
-Ho incontrato il nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure- Annunciò -Almeno, è il supplente, e non credo resterà per molto, ma...-
-E' un mezzosangue?- Chiese Narcissa, scandalizzata.
-L'hai insultato?- Domandò Andromeda, preoccupata.
-E' permaloso?- Azzardò Regulus, storcendo il naso.
-Ti ha già tolto cinquanta punti come lo scorso anno?- Lucius spalancò gli occhi.
-Temo di sì, sì, non sembrava, la coppa delle case inizierà stasera, quindi no- Rispose Bellatrix, per poi aggiungere: -E' un figo da far paura-
-Quanto può essere figo un professore?- Domandò Andromeda, inarcando un sopracciglio, mentre Lucius posava le spalle contro lo schienale, quasi deluso.
-Da morire Andromeda. Stasera lo vedrai- Rispose Bellatrix, alzandosi poi in piedi sul sedile del treno per prendere il proprio baule e prendere la divisa.
-Lucius, i Tapporotto si stanno già cambiando- Avvisò, guardando il biondo platino e mettendo sulle spalle la divisa, aspettando l'altro prefetto.
Andromeda la gelò con lo sguardo, temendo di rimanere sola con i due piccoletti in questione. Avrebbe dovuto istruirli lei ad Hogwarts, fino al loro ritorno. E non sarebbero tornato preso: Bellatrix avrebbe fatto tappa ad ogni scompartimento di Grifondoro per dare loro fastidio.
-Arrivo, razza di despota.- rispose il ragazzo, prendendo velocemente la divisa e seguendo la riccia.
Andromeda stava per dire qualcosa, ma si zittì voltandosi e vedendo un ragazzo che poteva avere un anno più di lei.
Aveva l'aria quasi disorientata, e si voltò verso il loro scompartimento.  Bussò timidamente, e Andromeda gli fece cenno di entrare.
- Scusatemi, avete per caso visto passare qui davanti un ragazzo dai capelli rossi, pieno di lentiggini?- 
Domandò, guardando prima Andromeda, poi gli altri due presenti nello scompartimento.
-No, mi spiace- Rispose la tredicenne, guardandolo e assottigliando gli occhi.
"Deve essere un mezzosangue" Pensò "Non ha un'aria familiare"
-Ad ogni modo, piacere, Ted Tonks- Si presentò.
-Sei un mezzosangue?- Domandò Narcissa, che per tutto il tempo era rimasta in silenzio. Per un istante ad Andromeda sembrò di sentire la sorella Bellatrix parlare attraverso la piccola Narcissa.
-O sei un sanguesporco?- Chiese Regulus, assottigliando gli occhi. Andromeda si mordicchiò il labbro, mortificata.
Ted sorrise, disinvolto. -Sono nato babbano, se è questo che vi chiedete. Voi dovete essere i Black... Una di voi frequentava il corso di Divinazione assieme a noi Tassorosso-
Narcissa inarcò un sopracciglio e si voltò verso il finestrino, col fine di ignorarlo. Regulus rimase invece a guardarlo male.
-Piacere, sono Andromeda Black- tagliò corto la ragazza, evitando di sindacare su chi avesse detto cosa.
-Beh... Torno a cercare il mio amico.-
-Ci vediamo- Salutò la tredicenne, rivolgendogli un sorriso.
- Ciao- Disse piano lui, uscendo e chiudendo dietro di sè la porta scorrevole dello scompartimento.
Andromeda rimase alcuni secondi a riflettere, fino a che Narcissa non la interruppe.
-Perchè lo hai toccato? Vatti a lavare le mani, era un sanguesporco-
- Non ho toccato il suo sangue, Cissy, ma la sue pelle.- Rispose distrattamente lei.
Narcissa sbuffò, senza rendersi conto del fatto che ormai la sorella non l'ascoltava più.
 
 
James sbuffò sonoramente nel sentire le risate dei ragazzi del primo anno nello scompartimento accanto.
-Ora esco e gli faccio una fattura-
-James, eravamo così anche noi lo scorso anno. Vi ricordate?- Sorrise Sirius, guardando poi Peter.
-Meno che tu, tu sei stato zitto tutto il tempo- Disse, scoppiando poi a ridere.
i ragazzi lo seguirono a ruota, unendosi a quel chiasso.
Mancava poco meno di due ore all'arrivo del treno ad Hogwarts, e i ragazzi non vedevano l'ora di abbuffarsi di quelle meravigliose pietanze preparate dagli elfi domestici di Hogwarts.
Almeno, questo era quello che pensava Sirius, e che non tardò a dire.
-A pensarci, è davvero brutto che consumiamo con tanta voracità quello che gli elfi preparano, senza neanche ringraziarli- Disse, riflettendo sul modo in cui la sua famiglia trattava gli elfi domestici. -A meno che quelli ad Hogwarts non siano come Kreacher. In quel caso Li prenderei a calci nel sedere ogni volta che capita- Disse poi, abbassando la voce e rivolgendosi quasi più a sè stesso che ai suoi amici.
-Beh, gli elfi domestici sono abituati a non farsi ringraziare. Immagino siano felicissimi di non essere mai stati presi a calci da nessuno, figurati se dobbiamo ringraziarli- James sorrise, mangiando l'ennesima gelatina.
- Ma non credi possa fargli piacere un ringraziamento vero e proprio?- Borbottò Sirius.
-E magari potresti regalargli una sciarpetta, che ne dici?- Ironizzò james, chiudendo il discorso. Sirius non rispose, sbuffando.
-Largo, passano i prefetti!! Toglietevi dai piedi!- 
-Bella, calmati... Non vorrai fare di nuovo una figuraccia... Bellatrix, aspettami!-
I quattro ragazzi si voltarono verso il corridoio, e videro una sedicenne correre lungo il corridoio noncurante di lanciare gomitate a chiunque fosse sulla sua strada. Un ragazzo della stessa età, con capelli biondo platino la seguiva a passo lento e con una postura perfetta, chiedendo scusa a chiunque fosse stato vittima degli ossuti gomiti della ragazza.
-Quella dev'essere matta- Borbottò James -Ed è anche prefetto. Se tra i serpeverde hanno scelto una come lei come prefetto, non so come possano essere le altre.-
Sirius trattenne le risate, e lo guardò nel modo più serio possibile. -Quella è mia cugina- Annunciò, con voce solenne.
James impallidì, mentre Remus inarcava un sopracciglio interessato dalla risoluzione del malinteso.
-Amico scusa, io non...-
-Ed è una pazza davvero- Aggiunse, scoppiando a ridere. -Avresti dovuto vedere la tua faccia, James- 
Il giovane Potter si voltò, lanciandogli una gelatina e colpendolo sul naso, ridendo a propria volta.

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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


Credo di essere una delle poche persone che hanno più fretta di pubblicare i capitoli che di leggere quelli degli altri o.o
 Buona Lettura! 
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Cap. 4

 
La sala grande era gremita di ragazzi affamati, e stanchissimi per via del viaggio.
I bagagli erano stati depositati all'ingresso di ogni sala comune, e i professori erano ormai seduti al tavolo degli insegnanti.
Albus Silente prese la parola, ottenendo il silenzio da parte di tutta la sala comune.
-Benritrovati ad Hogwarts, studenti e studentesse. Quest'anno in assenza di un professore di Difesa contro le Arti Oscure abbiamo deciso di lasciare un periodo di prova al Signor Riddle. E' stato studente qui, e posso assicurare, uno dei migliori studenti che la scuola abbbia mai avuto.-
Battè due colpi con le mani, e un applauso si diffuse per tutta la sala grande.
-Riddle non è purosangue, vero?- Chiese Narcissa a suo cugino Regulus Black, in piedi in prima fila in attesa dello smistamento.
-Non saprei, Cissy- Rispose il giovane, che teneva gli occhi incollati sul cappello parlante.
Bellatrix, da un'altra parte della sala, si voltò verso Lucius, poi verso Andromeda.
-Guardalo!-
-Cosa vuoi fare con un mezzosangue, Trixie?- Domandò la ragazza, infastidita da quel comportamente insolitamente ipocrita della sorella maggiore.
-Nulla.- Si zittì la sedicenne, tentando di rilassarsi sulla panca in legno.
-Buongiorno studenti e studentesse- Il nuovo professore aveva preso la parola.
-Voglio innanzitutto ringraziare il professor Silente per avermi concesso di insegnare questi primi mesi di scuola- Sorrise, e sembrò che buona parte della componente femminile della sala comune si fosse sciolta -E  vorrei augurare a voi un buon nuovo anno scolastico. Se mi è concesso, professor Silente, vorrei dare un personale consiglio agli studenti del primo anno-
Il preside fece un cenno affermativo con il capo, dandogli il via libera per parlare. Riddle sorrise, e chiunque si trovasse abbastanza vicino da vedergli gli occhi avrebbe notato una scintilla rossa illuminare i suoi occhi.
-Non forzate il cappello parlante. Mostrategli quanto più di vero c'è in ognuno di voi, e lui saprà darvi la casa che più si addice alla vostra personalità. Non temete, nessuna casa è sbagliata, e ognuna è giusta-
Silente applaudì, e la sala comune lo imitò. Riddle posò una lunga occhiata sulla tavolata dei Serpeverde, e incontrò lo sguardo di Bellatrix per poco più di un istante.
-Possiamo procedere allo smistamento, dal momento che il Professor Riddle mi ha ormai preceduto nel dirvi quanto era giusto dire-
concluse, e tornò a sedere, lasciando a Minerva MCGranitt il compito di iniziare a posare il cappello sulle teste dei ragazzi, non prima di aver permesso al cappello di esibirsi nella presentazione delle varie case.
-Narcissa Black- Anunciò Minerva, e la ragazza si posò tremante sotto il cappello.
-Una Black... Sono tre anni consecutivi che un Black viene a farsi smistare da me. Ma tu non seguirai quello dello scorso anno. No... il tuo sangue è il più prezioso che possa esserci, così come quello di tutta la tua famiglia.-
Sotto il cappello, la giovane Narcissa tremava, e la professoressa McGranitt fu costretta a posare una mano sulla spalla nel tentativo di tranquillizzarla.
-Decisamente, direi Serpeverde-
Dalla fila dei Serpeverde si unirono delle urla, e Narcissa si diresse all'inizio del tavolo, quasi in prima fila, assieme alle sorelle.
Andromeda le sorrise e le carezzò la mano, con calore. Bellatrix sorrise incoraggiante, puntando poi nuovamente lo sguardo verso la McGranitt.
-Regulus Arcturus Black- Chiamò.
Posò il cappello sulla sua testa. Regulus non si muoveva, rigido come una statua.
-Due Black nello stesso anno? E' un onore! Ma tu sei fratello del ragazzo che è stato smistato in Grofondoro, non è così? Beh, Nono gli somigli affatto. Serpeverde!-
Altre urla da parte del tavolo.
-Amico, credo che la tua famiglia ti abbia abbandonato tra gli oro e porpora- Disse James, dando una paca sulla spalla a Sirius.
-E' sempre stato troppo condizionato dalle mie cugine- Sospirò lui, alzando le sopracciglia. -La cosa che mi preoccupa davvero, è che il nuovo professore abbia messo la parola fine alla nostra possibilità di conquistare ragazze quest'anno.- Aggiunse, afflitto.
Severus sedeva alla fine del tavolo dei serpeverde, e Lily alla fine di quello dei Grifondoro.
i tavoli erano vicini, sul lato sinistro della sala, e i ragazzi potevano conversare quasi liberamente.
-Quella bionda allora è la sorella del prefetto di oggi- Scoprì Lily, rivolta a Severus.
-Non sembro stare loro molto simpatico, a meno che non si tratti di prendersela con i Grifondoro.- Borbottò Severus. -E non posso difendermi dietro di loro ogni volta che mi prenderanno in giro-
-Per adesso è meglio, non credi?- Lily alzò le spalle, abbozzando un sorriso di incoraggiamento.
-Si... Forse- 

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Capitolo 5
*** Cap. 5 ***


Rieccomi, nuovo capitolo u.u Buona Lettura ragazzi, e grazie mille delle recensioni!!
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Cap. 5


Nella sala comune di Serpeverde i Black e Lucius avevano occupato dei divani verdi disposti a cerchio attorno ad un tavolino argentato. Gli altri ragazzi erano quasi tutti nei dormitori eccetto quelli che stavano per andare a dormire.
Due erano seduti ad un tavolo a giocare a scacchi magici. Tre ragazzi, invece, iniziavano a preparare i libri per il giorno successivo controllando accuratamente il programma.
Un giovane del secondo anno era seduto a leggere il nuovo libro di pozioni, noncurante del chiasso che i Black stavano facendo. Improvvisamente alzò il capo, come fosse stato illuminato da un'idea geniale.
Severus si avvicinò appena ai divani, notando la disposizione dei ragazzi. Su un divanetto era comodamente sdraiata la ragazza alla quale aveva regalato la figurina di Salazar Serpeverde. Sul divano a destra erano sedute la bionda smistata quel giorno, e una ragazza più piccola del prefetto, ma che le somigliava molto.  L'altro prefetto di Serpeverde, dai capelli platinati e lisci e l'aria altezzosa sedeva accanto all'altro Black del primo anno.
Voleva trovare un modo per attirare l'attenzione in modo abbastanza umile e discreto, ma probabilmente era rimasto troppo tempo a riflettere sulle parole da dire, dal momento che la ragazza sdraiata sl divano lo rimbeccò.
-Hai intenzione di rimanere ancora lì impalato, o vuoi dirci qualcosa?- Domandò, senza muoversi da dove stava.
-I-io volevo parlare un istante con te- Disse, insicuro a voce molto bassa.
Bellatrix inarcò un sopracciglio -Vuoi parlarne davanti a loro?- Domandò, dopo alcuni secondi. Probabilmente aveva preso quel tempo per riflettere su quali fossero effettivamente i suoi doveri di prefetto.
-Anche davanti a loro. Posso?- Chiese, indicando il divanetto vuoto.
La ragazza annuì, mettendosi seduta.
Severus con calma sedette, riflettendo sulle parole da usare.
-Vorrei... Ho un problema con dei Grifondoro. Sono quattro ragazzi che avrai visto tra gli scompartimenti... Un certo Potter, quello con gli occhiali, e...-
Bellatrix si voltò verso Lucius -E' il gruppetto degli amici di Sirius- Disse, tornando a guardare Severus. -Beh, cosa vuoi da noi?-
-Nulla, solo che... Beh...- 
-Non posso togliergli punti, se è questo che vuoi-
-No, no... Solo che se puoi, visto che... che sei più grande... Magari farli un po'... -
-Ragazzo, parla come mangi. Devo fargli abbassare la cresta?-
-Si, quello. Grazie, scusa.- Disse, impacciato. Bellatrix alzò gli occhi al cielo, abbozzando una risata.
-Va bene, va bene. Come ti chiami?- Chiese.
-Severus Piton.-
-Bellatrix Black, lei è Andromeda, Narcissa, Regulus, e lui è Lucius Malfoy, l'altro prefetto.- Presentò, indicando i ragazzi uno ad uno. 
-Ah... Piacere- Disse Severus, sorridendo con un po' più di sicurezza.
-Ora togliti dai piedi- Tagliò corto la sedicenne -E vai a dormire- Aggiunse.
Severus annuì -Buonanotte, e scusate il disturbo-
-Nessun disturbo- Andromeda gli sorrise con dolcezza, e il ragazzo ricambiò il sorriso, diretto al dormitorio.
Sparito alla vista, Andromeda rimbeccò Bellatrix.
-Saresti potuta essere un po' più gentile. E' della nostra casa, ed è del secondo a...-
-E' un mezzosangue, Andromeda, se inizio a trattarli bene si montano la testa- Ribattè acida.
-Anche con il professor Riddle quindi?- Lo sfottò di Regulus arrivò quasi come uno schiaffo sul volto del prefetto. Lucius sembrò impallidire.
Al contrario delle aspettative, Bellatrix rise. -Riddle è solo un professore, Regulus. Devo fare la lecchina per avere buoni voti, e due occhioni dolci da parte di una sedicenne purosangue potrebbero sciogliere la piuma di qualunque professore- 
 
 
 
-Potter! Black!- 
La sala comune di Grifondoro era ormai semivuota, eccezion fatta per quei quattro ragazzi seduti sul divano davanti al camino.
Una loro coetanea dai capelli rossi di avvicinò a loro, parandosi tra loro e il camino.
-Evans. Ti stai proponendo per fare i compiti miei e di Sirius?- James sorrise facendole l'occhiolino.
Lily sbuffò sonoramente al suono delle risate di Sirius.
-Smettetela di prendere in giro Severus!- Si lamentò, guardandoli e tentando di assumere un'espressione severa.
-E tu cosa mi dai?- Replicò beffardo il ragazzo con gli occhiali, scatenando le risate di Sirius e Peter.
Remus lo guardò con aria severa. -James, ha ragione, dovresti smetterla, o almeno evitare di farla così pesante-
Lily lanciò un'occhiata soddisfatta a Remus, tornando a puntare lo sguardo su James.
-Non vi ha fatto niente di male, ed è una buonissima persona.-
-E' un Serpeverde, Evans, non può essere una brava persona- Sirius si intromise nel discorso. -Anche se ci sono delle eccezioni, come mia cugina Andromeda, ma sono poche, e Mocciosus non è un'eccezione- continuò. -Guarda quanto è unto: tutto quel viscido sui capelli è per la cattiveria. Magari i suoi capelli in realtà sono come quelli di Malfoy, e invece è la cattiveria che fuoriesce dalla testa e va a coprire anche i capelli-
James scoppiò a ridere, seguito da Peter e dallo stesso Sirius. Solo Remus non rideva, eppure era ben visibile che non avrebbe voluto fare altro.
Lily era diventata rossa, un po' per l'umiliazione, un po' per la rabbia che quei quattro le facevano salire.
-Siete tre idioti!- Sbottò, voltandosi e dirigendosi al dormitorio.
Poi si voltò, bisbigliando con la bacchetta in pugno -Wingardium leviosa-
Una pila di libri si sollevò dal tavolo alle spalle dei tre ragazzi, e non molti secondi dopo cadde sulla testa di James e Sirius. Lily sparì nel dormitorio ridacchiando tra sè.
-Ma quella Evans è matta?- Sbottò James, massaggiandosi la testa dove lo spigolo di un libro lo aveva colpito.
-Non saprei, ma sicuramente usa gli incantesimi dello scorso anno molto meglio di voi- Li rimbeccò Remus, che assieme a Peter si era salvato dalla pila di libri.

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Capitolo 6
*** Cap. 6 ***


Next one, probabilmente stasera non aggiornerò :S Buona Lettura!
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Cap. 6



Le lezioni iniziarono il giorno successivo.
Il risveglio fu piuttosto traumatico per tutti, in particolar modo per Narcissa e Regulus, l'una con le sorelle nel dormitorio, l'altro assieme all'amico di famiglia Lucius Malfoy.
-Cissy, non possiamo fare tardi il primo giorno- Avvisò Bellatrix, nonostante fosse ancora assonnata a mezz'ora dall'inizio delle lezioni.
Andromeda invece era già vestita, e stava per uscire dal sotterraneo per raggiungere l'aula di divinazione.
-Cissy, dove devi andare?-
-Aritmansia-
-Sta vicino l'aula di incantesimi. Bella, accompagnate tu e Lucius loro due?-
Il prefetto intanto stava sistemando i bottoni della camicetta verde. Alzò lo sguardo e inarcò un sopracciglio. -Chi altri dovrebbe farlo?- Chiese, prendendo la cravatta verde e argento.
-Beh, vado- Andromeda fuggì letteralmente dal dormitorio. Sapeva che con Bellatrix irritata avrebbe rischiato perfino di essere cruciata.
Ripensò all'estate di due anni prima. 

Un elfo domestico aveva rovinato un abito che Bellatrix avrebbe dovuto indossare quella sera. I loro genitori non erano in casa, e le due sorelle minori erano nel salotto a giocare a scacchi magici, quando sentirono delle urla.
Comparve sulla porta Bellatrix, in tenuta da casa, infuriata come mai l'avevano vista, sbraitare insulti contro un elfo.
L'elfo abbassava la testa, e faceva il possibile per evitare i colpi. 
Andromeda ricordava che lo avevano preso da poco, ed era piuttosto giovane, quindi non era ancora abituato a quello che poteva succedere in una famiglia purosangue di fronte ad un errore.
Al terzo schiantesimo evitato, Bellatrix sembrò uscita di senno.
-Se non subisci la tua punizione, inutile schiavo, giuro che quando tornano i miei ti faccio stirare le orecchie-
L'elfo si fermò, chiudendo gli occhi in attesa di uno schiantesimo che non arrivò.
Li riaprì quando una maledizione Cruciatus lo colpì, e cadde a terra, urlando dal dolore con la sua minuscola voce.
Andromeda lo guardò, spalancando gli occhi inorridita dalla crudeltà di sua sorella. Non disse una parola, mentre le maledizioni Cruciatus infierivano sul corpo inerme dell'elfo.
 
Troppo distratta a ricordare gli avvenimenti di due anni prima, non vide il ragazzo contro il quale era andata a sbattere.
-Scusami tanto!- Disse subito, facendo un salto indietro e guardando il ragazzo che aveva davanti.
Non lo riconobbe subito, ma si accorse che era lo stesso che sul treno aveva chiesto loro se avessero visto un suo amico.
-Andromeda...? Non ti preoccupare, è colpa mia, ero sovrappensiero.- Disse lui. Andromeda notò in quel momento i suoi occhi erano di un verde prato meraviglioso.
-Non ti preoccupare- La ragazza sorrise, tranquillizzandolo. -Dove vai?-
-Ho lezione di Divinazione- Rispose Ted Tonks. Andromeda aggrottò le sopracciglia. -Credevo fossi al quinto anno- disse.
-Ho saltato il primo anno per stare in una scuola babbana, e ora sono un anno indietro, ma non è così male- Disse, sorridendo. -Forza, andiamo che tra dieci minuti inizia la lezione, e non voglio fare tardi- 
Andromeda annuì, seguendolo per le scale che li avrebbe condotti in classe.
 


 
 
L'aula di Pozioni era nei sotterranei, e per i quattro grifondoro del secondo anno era una tortura doversi alzare in anticipo per raggiungere la parte più lontana del castello.
Un'altra Grifondoro era già sveglia da tempo, e a mezz'ora dall'inizio della lezione era fuori dalla sala comune diretta nei sotterranei.
Era infuriata con quei due idioti nonostante fosse passata una notte, ed era ancora pi infuriata con gli altri due che non facevano niente per impedire ai loro amici di diventare dei teppistelli da strapazzo.
Sbuffò, spostando una ciocca di capelli di lato.
E poi, perchè dovevano prendersela con Severus? Perchè proprio con lui, che a quando Lily aveva visto era una delle migliori persone che conosceva.
"E' un serpeverde, Evans, non può essere una brava persona".
Ma cosa ne sapevano loro? 
Prima ancora di rendersene conto aveva raggiunto i sotterranei, e aspettava a distanza di sicurezza dall'ingresso della sala comune di Serpeverde, il suo amico Severus.
Passati dieci minuti, lo vide comparire con una borsa a tracolla e l'aria afflitta.
-Sev!- Lo chiamò, sorridendo. -Andiamo, mancano cinque minuti alla lezione di Pozioni-
Il ragazzo la seguì, e dopo meno di due minuti erano nell'aula di pozioni.
Sedettero l'uno accanto all'altro, senza dire una parola, mentre Lily si voltava per scambiarsi battute con le ragazze della sua casa.
Lumacorno comparve poco dopo, con un sorriso smagliante sul volto.
-Buongiorno ragazzi miei. Spero abbiate passato buone vacanze. Purtroppo, come ordinato dal ministero, questo primo giorno non ci sarà concesso di scambiarci chiacchiere sulla qualità delle vostre vacanze, ma dovremo iniziare da subito a lavorare-
Dei gemiti di afflizione si diffusero nell'aula, interrotti dalla porta che si apriva di scatto.
-Potter, Black, e... Voi- Disse Lumacorno, con l'espressione di chi non riesce a ricordare per quanto possa sforzarsi i nomi dei compagni di corso dei due membri delle famiglie di Purosangue più famose.
-Prendete posto a sedere, su questo ritardo sorvolerò, oggi-
-Idioti...- Borbottò Lily, a voce bassa.
-Vorrei vi esercitaste sulla pozione drizzacapelli. E' alla pagina 13 del vostro libro di testo. Buona Fortuna!- Concluse il professore, lasciando le istruzione scritte su una lavagna al lato dell'aula.
Adesso, non è molto importante sapere come sia andata la lezione. 
Credo che la cosa più importante da sapere, sia il fatto che a dieci minuti dalla fine della lezione Severus e Lily avevano completato con successo le proprie, così come Remus, mentre il calderone di Sirius aveva fatto esplodere il suo contenuto addosso a tutti e quattro.
Inutile dire che, dopo questo incidente, anche Severus aveva cominciato a ridere a crepapelle.

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Capitolo 7
*** Cap. 7 ***


Grazie delle recensioni :3 Buona lettura!
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Cap. 7


Terminata la prima ora di Incantesimi, Bellatrix e Lucius controllarono il programma.
-Difesa- Lesse Bellatrix, mentre Lucius si voltava a guardarla. -Hai portato i libri?- 
-No, ma non ho voglia di tornare nella sala comune- La ragazza alzò gli occhi al cielo -Magari nel'armadietto ci sono dei vicchi libri che possiamo usare-
Disse, uscendo a passo svelto dall'aula di Incantesimi. 
Lucius non rispose, seguendola. fuori dall'aula di incantesimi.
-Anzi no...- Bellatrix si fermò di botto. -Andiamo nella sala comune a prendere i libri- Disse, facendo retrofront e iniziando a correre verso la sala comune. Il biondo le stava dietro a fatica.
-Bella, rischiamo di fare tardi! E' la prima lezione con il nuovo professore!- Ansimava. 
La ragazza non rispose. Lo sapeva, sapeva bene entrambe le cose.
Raggiunse la sala comune, e ottenne quello che desiderava. Vide Severus uscire dall'aula di Pozioni assieme ad una ragazza, ridendo, mentre quattro ragazzi con la divisa di grifondoro annerita da una pozione venuta male parlottavano tra loro.
-Guarda Mocciosus come ride alle nostre spalle. Mocciosus!- Chiamò Sirius. Bellatrix sorrise, tirando da un lato Lucius e nascondendolo dietro una colonna. 
-Mio cugino. Se mi vede non possiamo beccarlo con le mani nel sacco- Disse, origliando da dietro la colonna.
-Mocciosus non risponde- Rise James -Perchè non risponde? L'unto ti è arrivato al cervello?- Domandò. Poi si sentì un -Stupeficium-  Bellatrix diede uno strattone a Lucius, spingendolo allo scoperto. 
Severus fu colpito alle spalle, e cadde in avanti sbattendo il mento a terra, ma nessuno dei due prefetti se ne resero conto.
-Serpensortia- Lanciò Bellatrix, e una serpe sembrò essere stata lanciata direttamente dalla bacchetta su una spalla di James Potter. Lucius guardò Sirius,  gli puntò contro la bacchetta.
-Stupeficium!- Disse, colpendolo in pieno petto e mandandolo a sbattere con la schiena contro una colonna.
Remus Lupin sfoderò la bacchetta, mentre Peter Minus fece alcuni passi indietro. James si muoveva freneticamente per evitare che il serpente lo mordesse.
Lily Evans era vicino a Severus, cercando di farlo riprendere, noncurante dei cinque ragazzi che ormai stavano praticamente duellando.
-Ragazzini piantatela, o vi farete soltanto male- Li ammonì Lucius, mandando l'ennesimo schiantesimo verso Remus.
Bellatrix guardava prima James, poi Remus, lanciando un'altro schiantesimo verso il cugino che stava per rialzarsi.
-Expelliarmus- Sibilò Bellatrix, e la bacchetta di James volò di lato, a terra.
La ragazza rise, mentre puntava la bacchetta contro James.
-Pietrificus Totalus!- Disse, e il ragazzo divenne una statua gelida.
Il serpente era strisciato via non appena Bellatrix aveva disarmato James, e si era diretto verso il corridoio di destra, dal quale si sentì una voce poco familiare.
-Cosa succede qui?-
Bellatrix fu la prima a trasalire, e dopo di lei tutti gli altri assunsero un'espressione spaventata.
Il professor Riddle aveva raggiunto in pochi passi il sotterraneo.
Vide la situazione, e notò i ragazzi con le bacchette in pugno. 
-Portate quei tre in infermeria, voi quattro venite con me.-
Remus, Peter, Bellatrix e Lucius posarono le bacchette, e lo seguirono rassegnati senza guardarsi a vicenda. Bellatrix diede uno spintone a Peter Minus, e lo superò, affiancandosi al professore.
-Non abbiamo iniziato noi, professore. Avevano schiantato un membro della nostra casa, e noi...-
L'uomo si voltò lentamente. -Lo so-
-Lo... sa? Lei lo sa?-
Sorrise l'uomo, e si avvicinò alla scalinata che li avrebbe portato nell'ufficio del preside.
-Cioccorane all'arancia- Disse, storcendo il naso per la stupidità della parola d'ordine.
La scalinata si mosse, e tutti e cinque raggiunsero l'ufficio del professor Silente.
-Professore, non mi sono state date istruzioni in caso di duello nei corridoi, ed essendo stato l'unico professore presente ho preferito portarli a lei. Mi scusi se disturbo-  
Albus Silente, che passeggiava avanti ed indietro per il suo ufficio, si fermò a guardarli.
Prima i due Grifondoro, poi i due Serpeverde.
-Solo loro?- Domandò.
-Potter, Black e Piton sono stati portati in infermeria- Rispose Riddle.
Silente annuì. -Puoi pensare tu alla punizione per i Serpeverde, Tom. Darò alla professoressa McGranitt il compito di pensare ai Grifondoro. Intanto, quaranta punti in meno a Grifondoro, e quaranta punti in meno a Serpeverde- 
Bellatrix si morse il labbro, irritata, al contrario di Remus che assunse un'espressione dispiaciuta.
-Potete andare, professor Riddle, Black e Malfoy- Li congedò.
I tre uscirono dalla presidenza. Bellatrix si voltò verso il professor Riddle non appena si rese conto di non essere a portata di orecchio da Silente.
-Perchè non...-
-Non gli ho detto che vi siete difesi perchè non mi avrebbe ascoltato: siete dei Serpeverde, e Silente ha la convinzione che siate degli snob, altezzosi attaccabrighe. E la vostra non sarà una vera punizione- La anticipò l'uomo. -E andiamo in classe, con venti minuti di lezione facciamo poco, ma vi assegno i compiti- 
Concluse, zittendo una Bellatrix irritata come nessuno, professore e non, aveva mai fatto.

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Capitolo 8
*** Cap. 9 ***


Ho notato solo ora di avere... 17 persone che seguono la storia *w* Quindi un Grazie speciale a:
 Alex_Piton, Angy Riddle Malfoy, ARAYA479PA3, BlackLestrange, cat_princesshp, cerbero2518, Cherolain, Chiaki Tanimura, Elii_potter, Elyza, Federchicca Hufflepuff,IncantoPatronus, Julia98_8, KleioMarty Evans, Queen Black, rufy95.

Grazie mille!
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Cap. 9

 
Durante l'ora di pranzo, quando tutti i ragazzi si sarebbero riuniti nella sala grande, Narcissa e Regulus trovarono al tavolo ad aspettarli solo Andromeda.
-Bella e Lucius dove sono?- Domandò Regulus, anticipando Narcissa.
-Li ho incontrati prima, il professor Riddle li ha trovati a fare un duello nei corridoi e hanno preso una punizione.
-Bella cosa, per essere il primo giorno di scuola- Borbottò la minore delle Black, facendo spallucce e prendendo qualcosa da mangiare.
-Lo so, ma pare che quei Grifondoro se la siano proprio cercata- Replicò Andromeda.
Guardò lungo il tavolo professori.
-Avete avuto lezione di Difesa, oggi?- Domandò poi.
I dodicenni annuirono.  -A me quel professor Riddle non piace affatto- Confessò, pensierosa.
-Invece non è male- Regulus sorrise -Oggi abbiamo fatto solo cose teoriche, ma non era noioso...-
-Non parlo di come sia andata. E' un bravo prefessore, ma è... Strano. Avete visto quando parlava delle case di Hogwarts, ieri sera? I suoi occhi sembravano illuminati di rosso-
Narcissa la guardò per un istante, come pensierosa. Andromeda capì.
 
L'elfo agonizzante a terra piangeva e si lamentava. Bellatrix però non smetteva di lanciare su di lui maledizioni cruciatus. 
Andromeda e Narcissa si alzarono, per fermarla. Andromeda le tolse la bacchetta dalle mani, e la porse a Narcissa. Poi fermò con tutte le proprie forze Bellatrix, per dopo diversi secondi di calmò. Andromeda non ricordava cosa si dissero, ma ricordava i suoi occhi.
Erano Pozzi neri illuminati di una luce rossa, che la fecero rabbrividire. Anche Narcissa li aveva visti.
 
Non distolse lo sguardo da quello della sorella, quando capì cos'era quel luccichio.* Si morse il labbro, decisa a non parlare.
 
 
Bellatrix e Lucius seguirono il professor Riddle nel suo ufficio. Non avevano detto una parola da quando avevano messo piede per la seconda volta nell'aula di Difesa contro le Arti Oscure.
-Dovete imparare a non farvi scoprire- Disse, dando loro le spalle e chiudendo la porta dietro di loro con un gesto della mano, senza neanche utilizzare la bacchetta.
-Dovete imparare che se volete fare qualcosa che gli altri considerano sbagliato, dovete farlo in segreto.- Disse, voltandosi per guardarli.  
-Sissignore- Disse piano Bellatrix.
-Queste potete considerarle lezioni supplementari, più che vere e proprie punizioni- Continuò -Per questo non ho detto a Silente che non era colpa vostra- 
-I punti ci sono stati tolti lo stesso- Replicò la Black, con un cenno di assenso da parte di Lucius.
-Li riprenderete con queste lezioni. Venite al settimo piano, qui rischio che mettiate sottosopra la classe- Li ammonì, freddamente, facendo loro segno di seguirlo.
-Continueremo le lezioni nei prossimi giorni, ogni mercoledì e venerdì dalle sei alle otto. In caso di allenamenti di Quidditch, li sposteremo al giorno successivo- disse, continuando a progettare fino all'arrivo al settimo piano.
-Tutto chiaro?- Domandò, guardando i due.
Bellatrix e Lucius risposero contemporaneamente -Sissignore-.
Riddle raggiunse una parete spoglia, e si fermò diversi secondi davanti ad essa.
Lucius inarcò un sopracciglio -cosa sta facendo?- Domandò, voltandosi verso Bellatrix. 
-Non lo.. oh!- 
una porta comparve lì dove la parete era spoglia.
-Non parlatene con nessuno- Li ammonì, facendoli entrare e chiudendo la porta alle proprie spalle.
La sala era estremmente ampia, piena di ogni cosa potesse tornare utile per un allenamento.
Un armadio fu la cosa che colpì più di ogni altra cosa Bellatrix. 
Lo indicò. -Cosa c'è lì dentro?- Chiese, mentre Lucius continuava a guardarsi attorno spaesato.
-Mi aspettavo mi chiedessi cosa fosse questa stanza. Lì c'è un Dissennatore, Black-
-Questa è la Stanza delle Necessità. Non sapevo dove fosse, effettivamente, ma sapevo della sua esistenza- Replicò, continuando a guardare l'armadio.
-Risucchia ogni ricordo felice della persona che ha davanti, e tira via l'anima con un bacio.- Ripetè Lucius, ricordando un libro dell'anno precedente.
-A noi non serve.- Disse il professor Riddle, guardando i due ragazzi. -Siete al sesto anno... Duellate tra voi, mostratemi cosa sapete fare-
Bellatrix sorrise, mentre Lucius guardò il professore.
-Prof, potremmo farci male, se...-
-Ho medicinali a disposizione, doveste rompervi uno o due braccia.- Rispose l'uomo, con una scintilla rossa negli occhi. Cominciate.
I due studenti del sesto anno si avvicinarono l'un l'altro. bacchette davanti al volto, poi abbassate. 
Si voltarono, facendo entrambi dieci passi.
-Iniziate-
I ragazzi si voltarono. Bellatrix sorrise, aspettando l'incantesimo di Lucius.
-A te la precedenza, biondino- Lo provocò.
-Stupeficium!-
-Protego! Expelliarmus!- 
La bacchetta di Lucius schizzò via, verso Bellatrix che la raccolse.
-Incarceramus!- Disse, con la bacchetta di Lucius puntata verso il suo proprietario.
Riddle sorrise.
-Va bene così. Finite!- Disse, e la pietra che aveva bloccato Lucius Malfoy si ritirò. Bellatrix lanciò la bacchetta all'amico, e si voltò verso il professore.
-Black, vorrei essere io a fare un duello con te ora. Malfoy, puoi assistere o esercitarti su quei manichini- Disse, voltandosi verso la sedicenne Serpeverde.
Si avvicinarono. Tom guardò gli occhi della ragazza, e sorrise, deliziato dalla luce rossa che brillava nel profondo della sua pupilla.
 
 
 
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*N.d.A.: Nel sesto libro, nel pensatoio, è citata una luce rossa illuminarsi negli occhi di Tom Riddle nel vedere la coppa di Tosca Tassorosso, e il medaglione di Serpeverde. Ho inteso la luce rossa non tanto come il segno della creazione degli Horcrux, quanto come una sorta di propensione per le arti oscure, sopratutto nei momenti in cui il desiderio di utilizzarla è più forte nell'inconscio del mago in questione.

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Capitolo 9
*** Cap. 8 ***



Cap. 8

 
Mai era successo che Andromeda Black arrivasse tardi ad un lezione, o la saltasse completamente. Ma alla seconda ora di quel primo giorno di scuola aveva fatto un ritardo di mezz'ora, e la professoressa Sprite preferì evitare di punirla per il primo ritardo in tre anni.
La causa, era un giovane Tassorosso dello stesso anno.
Capelli Castani, liscissimi e piuttosto corti, un naso all'insù e delle leggere lentiggini che lo coprivano. Occhi verde prato. Ted Tonks, il bellissimo figlio di una coppia di babbani, era riuscito ad occupare mezz'ora della mattinata scolastica di Andromeda Black.
Uscirono dall'aula di Divinazione, le borse in spalla, camminando fianco a fianco lungo le scale.
-Beh, rischio di cadere dalla scopa giocando a Quidditch, a quanto pare- Scherzò il ragazzo, provocando una mezza risata anche da parte di Andromeda.
-Tu giochi a Quidditch?- Domandò, guardandolo.
-Si, sono Portiere. Dallo scorso anno, a breve ci saranno le selezioni di tutte le squadre- 
Andromeda lo guardò con interesse. Si chiedeva quando Sirius avrebbe dovuto fare le prove per entrare nella squadra di Grifondoro, e quando Lucius avrebbe dovuto iniziare a selezionare i giocatori, nel suo ruolo di capitano della squadra di Serpeverde.
-Dunque...- Il ragazzo sfilò un foglio spiegazzato dal quaderno.
-Giovedì, dalle 15 alle 17 Grifondoro, dalle 17 alle 19 Serpeverde... Venerdì, dalle 15 alle 17 noi Tassorosso, e dalle 17 alle 19 i Corvonero- Lesse, fingendo un'aria professionale e solenne. Andromeda scoppiò a ridere.
-Piantala!- Disse, tra le risate. arrivarono al secondo piano, e iniziarono a percorrere il corridoio quando su tre lettini che lievitavano il professor Lumacorno, madama Chips e la professoressa McGranitt trasportavano i corpi inermi di Sirius, James Potter e Severus Piton, seguiti a loro volta da Lily Evans.
Andromeda spalancò gli occhi, voltandosi verso Ted per un solo istante, per poi prendere a correre verso i professori.
-Professor Lumacorno! Professoressa McGranitt, cosa è successo?- Domandò, allarmata nel vedere le condizioni del cugino e del giovane Serpeverde che la sera precedente aveva chiesto a Bellatrix di aiutarlo a far "abbassare la cresta" a quei Grifondoro.
-Un duello nel corridoio- Svagò Lumacorno, ricevendo un'occhiata acida dalla professoressa McGranitt.
-Tua sorella Bellatrix, Lucius Malfoy, loro tre e altri due ragazzi della casa di Grifondoro si sono scontrati nei corridoi.- Le riferì la McGranitt. -Potter è pietrificato, mentre Black e Piton sono svenuti a seguito probabilmente di uno schiantesimo, ma devono aver battto forte la testa.-
Andromeda spalancò gli occhi. -Posso seguir...-
-Devi andare a lezione, Black. Potrai vederli dopo pranzo, a meno ce tu non abbia da fare con il signor Tonks- Disse, nonostante alla fine della frase, che voleva sembrare una frecciatina, rivolse alla ragazza un sorriso comprensivo, come se fosse contenta del fatto che una delle sorelle Black non fosse così impregnata di pregiudizi nei confronti dei mezzosangue.
Andomeda annuì, arrossendo sulle gote all'insinuazione della professoressa.
Tonks li raggiunse pochi secondi dopo, quando ormai i professori si erano allontanati.
-Cosa è successo?- Chiese, allarmato dalla sua reazione.
-Mio cugino, un suo amico e un ragazzo del secondo anno della mia casa si sono scontrati in un duello. Sono coinvolti anche mia sorella Bellatrix, Lucius Malfoy e due ragazzi di grifondoro.-
-Beh...- Ted evitò di esprimere pareri che potessero irritare in qualche modo la giovane purosangue Serpeverde.
-Quei sanguesporco se la sono meritata!- Azzardò, con un'espressione convinta.
Andromeda si voltò a guardarlo. -Sono entrambi Purosangue, quei Grifondoro.- Disse con serietà, per poi scoppiare a ridere -E il sanguesporco sei tu-
Ted sorrise, imbarazzato. 
-Beh, è che non sapevo cosa dire- Mormorò.
 
 
In infermeria, la giovane Lily Evans sedeva su una sedia accanto a Severus.
-Signorina Evans, mi spiace interromperla, ma deve andare a lezione ora. Vale la stessa cosa che ho detto alla signorina Black: può tornare dopo pranzo.-
Lily annuì, avvilita, e si diresse verso l'aula di Storia della Magia.
Entrata, con dieci minuti di ritardo, vide gli amici di Sirius e James. Dal momento che l'unico posto libero era davanti a loro, sedette lì, decisa a dare loro le spalle tutto il tempo e non degnarli di uno sguardo.
-Signorina Ivans, in ritardo. Dieci punti in meno a Grifondoro- Il professor Ruf, che ancora era vivo prima di svegliarsi fantasma una mattina di pochi anni dopo, la guardò con sufficienza, noncurante di aver storpiato come suo solito il nome della giovane Grifondoro.
-Dicevo, a pagina quindici, possiamo vedere...-
Lily prendeva accuratamente appunti, a differenza di buona parte della classe, adesso composta di Corvonero e Grifondoro.
-Evans... Pss, Evans- Remus Lupin le picchiettò sulla spalla, e le passo un foglietto sgualcito.
"Devi perdonare James e Sirius, so che sono infantili, ma stavolta hanno esagerato e non se ne sono resi conto"
la ragazza storse le labbra, rispondendo mentre lanciava continuamente occhiate al professor Ruf.
"Hanno avuto quello che si meritavano. Per quanto odiosi siano i prefetti di Serpeverde, gli hanno dato il fatto loro"
Passò il foglietto indietro, e riprese a scrivere velocemente quello che il professor Ruf spiegava.
Ricevette nuovamente quel foglio, mentre Peter Minus copriva con un colpo di tosse un'importante data detta dal professore.
Riferirò brevemente il contenuto del foglio alla fine dell'ora, per non annoiarvi intervallando i messaggi con i mille e più modi in cui i Grifondoro del secondo anno riuscirono a non essere scoperti dal professor Ruf.
"i Serpeverde? Non dire sciocchezze, Evans... James e Sirius possono essere insopportabili, ma non puoi preferire dei Serpeverde a loro"
"Invece è così. Oltre ai loro soliti insulti i Serpeverde non fanno niente di male. Severus è svenuto e ha battuto il mento a terra dopo essere stato schiantato."
"Lo dici tu. Hai visto cosa hanno fatto a James e Sirius, e Sirius è cugino della ragazza che ha pietrificato James"
"Questo non lo sapevo. Beh, devono esserci vecchi rancori in famiglia, non è un problema che mi riguarda."
"Non metterti dalla parte dei Serpeverde, noi siamo della stessa casa! Dovremmo essere uniti!"
"E non dovreste prendere in giro i ragazzi delle altre case, sopratutto quelli che non vi hanno fatto nulla."
"Cercherò di convincere James a smetterla, promesso. Che data ha detto il professor Ruf?"
"50 D.C."
"Grazie"

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Capitolo 10
*** Cap. 10 ***


Buona lettura, Lettori!
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Cap. 10

 
Erano passato alcuni giorni. James, Severus e Sirius erano usciti dall'infermeria quella sera stessa, e da allora i due Grifondoro non avevano più rivolto la parola al Serpeverde.
Stavano per iniziare le selezioni per le squadre di Quidditch, e James e Sirius erano pronti con venti minuti di anticipo.
Erano negli spogliatoi.
-Sarai cercatore anche quest'anno, non è vero?- Sorrise Sirius.
-Se il Capitano me lo concede, si. Tu sarai Battitore-
-Se il Capitano me lo concede, si.- Rispose Sirius, guardando l'ora. Lo spogliatoio prese ad affollarsi, e in breve tempo si ritrovarono in una ventina fuori dallo spogliatoio, sul campo di Quidditch.
-James Potter, Miranda Thrace, Kara Delacroix, Daniel Stuart- Chiamò il Capitano, un certo Robert Baston, e James si presentò sul campo con la scopa, assieme agli altri quattro cercatori.
Fu liberato il boccino, che schizzò via ad altissima velocità, e i quattro sfrecciarono alla sua ricerca.
Passarono cinque minuti senza che nessuno dei ragazzi a terra vedessero i propri compagni di casa. Poi si intravide un luccichìo, e James Potter che si allungava il più possibile. Una ragazza del sesto anno, Kara Delacroix, gli era alle spalle, aumentando la velocità e raggiungendolo. 
Vi fu un testa a testa tra loro due, mentre Miranda Thrace e Daniel Stuart li seguivano più lentamente, a quanto pare ormai rassegnati alla sconfitta.
Sirius guardava con il naso all'insù i due. Si scambiavano spintoni e James allontanandosi fece un giro su se stesso.
Kara si spinse più avanti sulla scopa, evitando per poco una statua sulle torri ma perdendo velocità. James sfruttò l'occasione, e con la punta delle dita afferrò un'ala del boccino tirandolo a sè.
Scese in picchiata sul campo, con il boccino in mano.
Sirius applaudì sorridendo, e James porse il boccino a Robert Baston.
-James Potter, Cercatore- Annunciò, mentre gli altri tre pretendenti al ruolo di Cercatore atterravano avviliti.
-Battitori- Annunciò poi. -Frederick Crane, Arthur Weasley, Sirius Black, Bathilda Genthis, Marie Gwendoline Scrab- Annunciò, e i sei facero un pass avanti. 
-Libererò i Bolidi, e voi dovrete centrare gli anelli- Avvisò, facendo poi cenno di sollevarsi da terra.
-Inizi Frederick Crane- Annunciò, liberando i bolidi. 
A turno, ognuno di loro fece cinque lanci contro gli anelli.
Frederick ne mandò 2 negli anelli, Arthur 3.
Fu il turno di Sirius. Un bolide volò a tutta velocità verso di lui, e il ragazzo lo colpì con violenza, e precisione, mandandolo nell'anello centrale. James, esultò, quando il secondo bolide raggiuse la mazza.
Sirius lanciò di nuovo, ma questa volta il bolide mancò completamente l'anello in basso a sinistra.
Al terzo tiro, Sirius rallentò per prendere bene la mira, e con un colpo potente e ben piazzato centrò l'anello in basso a destra.
Esultò. Gli mancavano due tiri, e se avesse avuto successo in entrambi sarebbe diventato battitore a tutti gli effetti.
Il tiro successivo centrò l'anello in basso a sinistra, come una rivincita da parte del ragazzo verso gli anelli. 
Il Bolide arrivò alle sue spalle, risalendo dal basso. Sirius tentò di colpirlo, ma lo sfiorò semplicemente. Non sapeva se avesse validità il lancio, ma non guardò nemmeno dove fosse andato il bolide.
-Black, 4 centri- Annunciò Baston. 
James e Sirius erano ufficialmente nella squadra di Quidditch di Grifondoro.
 
 
Un'ora dopo, i Serpeverde erano nello spogliatoio. Lucius, già perfettamente composto nel suo ruolo di capitano, aspettava gli altri.
Sapeva che Bellatrix non si sarebbe fatta viva quel pomeriggio, e sapeva anche che i ragazzi sarebbero andati completamente fuori di testa, nel sapere che uno dei tre ruoli di cacciatori era occupato da lei.
Il fatto è che il Professor Riddle aveva intenzione di concentrare un'ora sull'allenare lei nel duello. Lucius ne era contento, lui non avrebbe faticato e non sarebbe stato costretto a farsi umiliare dall'amica davanti al professore.
Pronto per uscire dallo spogliatoio a 10 minuti dalle 19, rimase seduto sulle panche a riflettere. Quel riflesso rosso negli occhi di Bellatrix quando aveva iniziato a duellare con il professor Riddle non l'aveva convinto affatto.
Non lo avrebbe mai ammesso davanti a nessuno, ma quella ragazza gli faceva paura, spesso e volentieri. Sembrava non temere nulla, lei. 
 
Tre anni prima, quando avevano affrontato a turno un molliccio durante un'esercitazione a villa Malfoy, il molliccio si era trasformato in Bellatrix morta. La ragazza aveva riso, trasformando il molliccio in suo cugino Sirius al posto suo. Poi si era messa a ridere, sinceramente divertita. Lucius aveva sentito freddi brividi attraversargli la schiena.
 
Altri Serpeverde avevano iniziato ad affollare lo spogliatoio, così Lucius decise di uscire nel campo, dove i Grifondoro avevano ormai concluso gli allenamenti.
Attese che tutti prendessero posizione, e alzando gli occhi notò Andromeda, Regulus e Narcissa tra i ragazzi alle selezioni.
Per un istante spalancò gli occhi. Stava per chiedere loro cosa ci facessero lì, ma preferì tacere. Lui era il Cercatore.
Passò una buona mezz'ora per la selezione dei battitori.
Poi, passò alla selezione successiva.
-Portieri e Cacciatori- Annunciò, vedendosi venire davanti Andromeda, Narcissa, Eleanor Greengrass e David Franklin per il posto di cacciatori. Regulus, Seamus Flint, Barrie Gold per i portieri.
Storse le labbra, guardando chi si era avvicinato. Ormai, la selezione poteva definirsi compiuta senza neanche far perdere tempo a quei poveri ragazzi.
-Disponetevi un portiere alla volta, ogni cacciatore potrà fare cinque tiri. Barrie e Eleanor, prima voi.-
Disse, guardando la prestazione.
Un'occhiata gli cadde sugli spalti, e trasalì. Il professor Riddle era seduto su di essi. Questo significava che...
-Lucius, sono qui.- Bellatrix, già cambiata e con l'ultimo modello di scopa tra le mani, lo raggiunse.
-Eleanor, ferma. Inizia Bellatrix Black- Disse Lucius, facendo scendere Eleanor.
Bellatrix sorrise con falsa cortesia alla ragazza del quarto anno, e afferrò la pluffa.
Si sollevò con la scopa, e arrivò a circa venti metri dagli anelli. Il portiere, prima rilassato nel vedersi davanti una ragazzina del quarto anno, prese a sudare freddo nel vedere davanti a sè la ragazza 
che per tre anni era stata cacciatrice di punta della squadra di Serpeverde.
-Inizia- Disse. 
Neanche a chiederselo, fece cinque punti consecutivi, alternando portiere prima da Barrie, poi da Seamus.
Scese, tra gli applausi della folla e di una figura sugli spalti. Riddle sedeva composto, applaudendo con calma alla ragazza senza staccare lo sguardo da lei. 
Bellatrix scese con grazia dalla scopa, facendo l'occhiolino ad Andromeda, Narcissa e Regulus. Quest'ultimo tremava per l'agitazione di non riuscire a superare la selezione. Sorrise, guardando Lucius che le fece un breve cenno di assenso con la testa.
Sparì negli spogliatoi, e dopo cinque minuti Lucius la vide sedere sugli spalti accanto al professor Riddle.

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Capitolo 11
*** Cap. 11 ***


Buona Lettura!  :)
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Cap. 11
 
 
Terminate le selezioni, i Serpeverde si trovarono nella Sala Comune. Lucius si avvicinò a Bellatrix, beatamente sdraiata sul divano.
-Tu non hai neanche idea delle malelingue che si sono aizzate contro te e il professor Riddle appena sei uscita dal campo- Sibilò, guardandosi attorno per evitare di essere sentito.
-Tu non puoi neanche immaginare quanti si siano lamentati del fatto che la squadra di Serpeverde sia ormai diventata l'armata del Black- Rise lei, voltandosi -E del fatto che la tua futura sposina del primo anno sia cercatrice assieme alle sorelle maggiori!-
Lucius la guardò. Le pupille si allargarono, mentre sedeva sul divano verde per calmarsi.
-La mia futura... Cosa?- Ripetè.
Bellatrix arricciò il naso. -Non te lo avevano ancora detto, vero? Devo averti rovinato la sorpresa!- Disse, assumendo la voce di una bambina piccola.
-Devo avergli rovinato la sorpresa! Ora ha scoperto che sposerà Cissy quando finirà la scuola! Diventerà cognato di Bellatrix e Meddie! Ohhh, cheeee beeeellooo!- 
Lo canzonò, sparendo dietro alla porta che conduceva al dormitorio femminile, non prima di avergli lanciato una fiala trasparente e ormai vuota tra le mani.
Lucius prese distrattamente la fiala al volo, mentre la voce infantile di Bellatrix gli risuonava nelle orecchie, come ogni volta faceva quando si rendeva conto di aver fatto una vera e propria bastardata.
Sposare... Narcissa. Lui, e Narcissa. 
Si abbandonò con le spalle contro lo schienale del divano, per poi guardare la fiala che l'amica gli aveva lanciato. una minuscola etichetta, la indicava con il nome di Felix Felicis.
-Merda...- Borbottò tra sè e sè, fissando un punto imprecisato sul divanetto.
 
-Mi spieghi, come Merlino comanda, come è andata?-
Sirius si voltò verso Remus, appena tornato dalla punizione con la professoressa McGranitt assieme a Peter.
-D-dopo che s-sei svenuto, tu-tua cugina ha pietrificato James, e il pro-professor Riddle ci ha v-visti. Ha f-fatto portare t-te e James in in-infermeria e s-siamo andati da Si-Silente.- Balbettò Peter.
-Silente ha tolto venti punti a testa a me, Peter, tua cugina e quel Malfoy- Concluse. -Noi siamo stati mandati in punizione con la McGranitt, loro sono stati puniti dal professor Riddle- 
James rise -Non sembra li abbia puniti. La cugina di Sirius sempre più viva di prima- Disse -Dagli spogliatoi sono passato agli spalti, dopo che siete tornati al castello, e poco dopo è arrivata lei assieme al professor Riddle. Ha fatto la sua figura, e si è seduta sugli spalti ad assistere agli altri-
-A proposito, hanno detto che la squadra di Serpeverde è diventata di proprietà dei Black- Disse Remus, voltandosi verso Sirius.
-Pare di si, anche mio fratello è stato preso come Portiere.- Confermò, facendo spallucce.
Remus sorrise, pensieroso.
-E... James- disse poi, dopo alcuni istanti di silenzio in cui sembrava assorto nei propri pensieri.
-Dimmi-
-Lily Evans era sugli spalti, nascosta in mezzo alle altre ragazze. E sembrava piuttosto presa nel guardarti giocare-
James sorrise -Non mi sarei potuto aspettare altro, sopratutto dopo aver schiantato quell'imbecille di Moccios...-
-Ma lascerà perdere in fretta, se non la smetti di sfottere a quel modo Mocciosus. Solo per un po'- Insistette, notando l'aria scocciata dell'amico.
-Vada per lasciarlo stare. Non ho voglia di essere di nuovo pietrificato da quella dannata Serpeverde!-
Remus sorrise, consolato dal fatto che probabilmente, per un po', tutto sarebbe stato tranquillo.
 
-Lily!-
La giovane Lily Evans sedeva all'ombra di un albero, nel giardino di Hogwarts nei pressi del lago nero.
Severus la vide da lontano: aveva subito riconosciuto i suoi capelli rossastri nonostante l'ombra coprisse in parte i riflessi ramati.
La raggiunse e si sedette accanto a lei.
-Dov'eri? Ti cerco da un'ora!- 
-Ero... In giro. Guardavo le selezioni di Grifondoro. Una mia amica ha fatto la selezione per essere battitrice- Lo informò.
-Come è andata?- 
-Superata da Arthur Weasley e Sirius Black- Disse, facendo spallucce. -Non importa, magari il prossimo anno andrà meglio- Sorrise la ragazza.
-Già- Si limitò a rispondere Severus, pensieroso. -Potter è di nuovo Cercatore?- Domandò.
-Si, ma ce lo aspettavamo- Lily si voltò -Avresti potuto chiedere il posto di Battitore a Serpeverde- Disse, guardando Severus.
-Non mi piace il Quidditch, lo sai- Rispose, sdraiandosi sull'erba imitato dalla ragazza.
Lily annuì, silenziosa, guardando il cielo sopra di loro.
Severus non rispose, sentendo il contatto caldo della mano della ragazza accanto alla propria. La sfiorò appena, poi la prese nella propria.
Lily Evans non reagì, piacevolmente confortata dalla mano dell'amico che sembrava proteggere la propria.
 
-Sei diventata Cacciatrice?- Ted Tonks e Andromeda Black passeggiavano per i corridoi del terzo piano tra le 19 e le 20 di quel giovedì.
-Si, a quanto pare. E' stato davvero un colpo di fortuna- Sorrise lei. -E anche Narcissa e Regulus!- Aggiunse.
-La squadra di Serpeverde sarà da soprannominare "Squadra Black", allora!- Ted sorrise. -Beh, se sarai tu a tirare nelle prossime partite contro Tassorosso, vedrò di farti fare qualche punto!- Scherzò, ricevendo uno spintone amichevole da parte di Andromeda.
-Non ne avrò bisogno! Gioco tutte le estati a Quidditch nel campo che abbiamo a casa, e non sono tanto male!- Sorrise.
Svoltato l'angolo si irrigidì, e il sorriso le scomparve dal volto.
-Cissy...- Salutò -...Do-dove vai?-
-A riprendere un libro. Tu cosa ci fai con... Questo?- Domandò, storcendo il naso.
-Parlavamo di Quidditch- Azzardò lei.
-Beh, non dovresti. Aspetta che lo dica a Bellatrix, e lei...-
-A Bellatrix non importa nulla, Cissy- Andromeda guardò la minore, pensando al fatto che, per evitare che la più temibile delle Black venisse a sapere che aveva fatto amicizia con un sanguesporco, avrebbe dovuto usare tutta l'astuzia di una Serpeverde. -Credo che a Bellatrix interessi qualcosa? Anche lei e' in buoni rapporti con il professor Riddle, ed è un mezzosangue anche lui-
Narcissa si zittì, indispettita, continuando per la sua strada.
Andromeda guardò Ted per un istante -Se lo viene a sapere Bellatrix mi ammazza- Disse, agitata. 
Da quando aveva individuato la causa di quella luce rossa, aveva fatto il possibile per evitare Bellatrix e il professor Riddle. 
Ma sapeva che dal momento in cui Bellatrix aveva incontrato quell'uomo e l'aveva preso, come ormai era ovvio, come mentore, quella luce rossa nei suoi occhi non si sarebbe spenta facilmente.
 
 
 

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Capitolo 12
*** Cap. 12 ***


Buona Lettura :D Grazie ad Alex_Piton per la beta :3
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Cap. 12

 
Passò una settimana dal giorno in cui Lucius venne a sapere del suo futuro matrimonio.
Bellatrix, da allora, non gli aveva più rivolto la parola. O meglio, lui aveva cercato di evitare di parlarle. Quel mercoledì, però, non potè proprio desistere, raggiungendo il settimo piano per la lezione con il professor Riddle.
-Sei offeso per la rivelazione della settimana scorsa, Malfoy?- sorrise Bellatrix dandogli una scherzosa gomitata tra le costole.
-Non avresti dovuto dirmelo tu, ma i miei genitori- borbottò il ragazzo.
-Probabilmente, volevano aspettare che finissi l'anno, prima di dirtelo. - Lucius sbuffò senza risponderle. - E poi, dovresti esserne felice: Narcissa diventerà una bellissima ragazza, tra pochi anni.- insistette lei.
-Non mi interessa, d'accordo?- sbottò il ragazzo. - Non mi interessa se dovrò sposarla, nè mi interessa il fatto di dover diventare tuo cognato. Quel che mi irrita è il fatto che nessuno me lo abbia detto, ma, soprattutto, non lo abbiano detto a lei.- Lucius sembrava non prendere fiato - Mi interessa, e mi disturba molto, il fatto che per tutto l'anno scolastico, e se rimarrò in questa schifosissima scuola anche il prossimo, non riuscirò più a guardare tua sorella nello stesso modo, Bellatrix, e sai perchè? Perchè ogni volta che la guarderò, penserò al fatto che un giorno la porterò all'altare... che avremo dei figli, io e lei.-
Bellatrix non rispose, distogliendo però lo sguardo dagli occhi dell'amico. -Tu cosa faresti, se dovessi tentare di convivere normalmente con una persona che sai che sposerai, ma lei ancora non lo sa?- domandò poi. La ragazza alzò lo sguardo verso Lucius.
-Tre anni fa, ho origliato una conversazione dei miei genitori, Lucius. Dicevano che sarei stata io a sposarti. Ho vissuto due anni tenendoti all'oscuro di tutto, eppure non mi sono mai lamentata con nessuno - disse Bellatrix, lasciandolo di stucco.
- Di questo passo, finirò per sposare Andromeda. Di' al professor Riddle che recupererò un altro giorno, la mia lezione. Vado in dormitorio.- tagliò corto il giovane allontanandosi.
Bellatrix non disse una parola, posando le spalle al muro in attesa del professor Riddle.
 
Lucius entrò nella biblioteca, dopo aver cercato Narcissa ovunque.
-Narcissa!- disse, con la voce di chi ha trattenuto il fiato per troppo tempo.
-Lucius!- salutò la ragazza.
-Possiamo parlare un attimo?- domandò, nonostante si rendesse conto che era dannatamente strano vedere quella ragazza, non tanto più grande di una bambina, guardarlo con la curiosità negli occhi e sapere che, a distanza di pochi anni, sarebbe diventata una meravigliosa donna e solo sua.
- Anche io volevo dirti una cosa. Anzi, dovevo dirla a Bellatrix, ma credo tu valga lo stesso. - disse - Oggi ho visto Andromeda passeggiare con un sanguesporco- lo informò con l'aria soddisfatta di chi aveva appena sventato un furto.
-Chi?-
-Ted Tonks-
-Cissy!- Andromeda era appena spuntata da dietro uno scaffale della biblioteca.
-Andromeda!- Lucius sussultò.
-Fate silenzio, là dietro!- La bibliotecaria li raggiunse, rimproverandoli a voce bassa.
-Scusi- abbozzò Lucius, aspettando che la donna si allontanasse. Una volta che fu fuori portata d'orecchio, però, comparve Ted Tonks.
Lucius lanciò uno sguardo a Narcissa, che annuì impercettibilmente. -E tu chi saresti?- domandò, adottanto il tono velenoso che era tipico di Bellatrix.
-Ted Tonks- si presentò il giovane, avvicinandosi e tendendo la mano per presentarsi a Lucius.
-Lucius Malfoy- rispose il Prefetto di Serpeverde, inarcando un sopracciglio. - Non sei purosangue- aggiunse, più come un'affermazione che una domanda.
-Sono Nato Babbano- confermò il ragazzo.
Lucius guardò Andromeda, assottigliando lo sguardo, per poi voltarsi verso Narcissa.
- Prendi i libri che ti servono, e andiamo in sala comune, Cissy.- Disse, usando per la prima volta il nomignolo che le sorelle adottavano con la minore delle Black, e scoprendo che pronunciato da lui sembrava più piacevole che pronunciato da Bellatrix.- La bibliotecaria ci concederà di portarlo in giro per Hogwarts se lo chiedo in veste di Prefetto.-
-Sì..- assentì Narcissa, prendendo il libro sul quale aveva posato gli occhi da alcuni minuti e allontanandosi al fianco di Lucius.
Ted avvertì, nel sentirseli passare vicino, le occhiatacce che entrambi gli avevano lanciato.
 
- Professor Riddle, Lucius ha detto che non sarebbe venuto oggi. Si organizzerà poi con lei, per recuperare.-
Tom Riddle era appena comparso alla vista dalle scale del settimo piano.
-Buonasera anche a lei, signorina Black- replicò l'uomo, facendole segno di seguirlo senza fermarsi ad aspettarla.
La Stanza delle Necessità comparve davanti a loro ed entrarono. Tutto, lì dentro, era come l'ultima volta.
-La maggiore delle sorelle Black- esordì l'uomo, guardando l'interno della stanza. - La primogenita della più nobile casata Purosangue- proseguì.
Bellatrix lo ascoltava senza dire una parola. Aveva avvertito un cambiamento nella sua voce, nei suoi gesti, ma non capiva, di preciso, a cosa fosse dovuto.
-Bellatrix Black, la pupilla verde e argento di casa Black- Si voltò, posando gli occhi illuminati di rosso su di lei. -Un sangue puro come il tuo deve avere un potere magico inimmaginabile.-
-Anche più potente del suo, signore?- domandò la ragazza, che fino ad allora non aveva aperto bocca.
Lui rise. O meglio, sogghignò, avvicinandosi di diversi passi alla ragazza.
- Il cognome Riddle non fa parte della lista dei Purosangue, signorina Black, ma in queste vene scorre il sangue di Salazar Serpeverde- sussurrò come se, lì dentro, qualcuno potesse sentirli.
La giovane non rispose. Incontrò lo sguardo del professore, mentre una luce rossa intensa prendeva a brillare anche nei suoi occhi. 
-Me lo dimostri- lo sfidò, dubitante.
L'uomo, sorrise, affiancandosi a lei.
-Serpensortia!- evocò, e un serpente uscì dalla sua bacchetta. Si inginocchiò, e dalle sue labbra non scaturirono parole comprensibili alle orecchie di Bellatrix, ma solo sussurri nella lingua che la giovane purosangue ipotizzò fosse serpentese.
Si inginocchiò vicino all'uomo, incantata da quella scena. Tom Riddle la guardò allungare la mano verso il serpente. 
Non farle male, puoi star tranquillo 
Il serpente guardò Bellatrix, e le permise di sfiorare la propria testa. Sul volto della ragazza comparve un sorriso, che Riddle non fece fatica ad interpretare.
Si alzò imitato dalla ragazza. -Vipera Evanesca- Disse, puntando la bacchetta verso la serpe, che scomparve.
-Convinta?- Sorrise l'uomo, abbassando lo sguardo su di lei.
-Si, signore- Replicò la ragazza. Sembrava pensierosa.
-Ma nessuno deve sapere, Bellatrix- La ammonì, usando volutamente il suo nome piuttosto che il cognome. 
Bellatrix annuì, decisa. -Nessuno saprà, signore- 

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Capitolo 13
*** Cap. 13 ***



:) Buona lettura, "vecchi" e nuovi lettori!
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Cap. 13

 
Remus dal Dormitorio di Grifondoro, quella sera, era particolarmente inpegnato a guardare il cielo.
La luna era piena.
Rabbrividì, guardando i suoi tre amici entrare nel dormitorio. Erano soli, lì dentro.
Ci pensava da giorni, ma non aveva mai avuto il coraggio di farlo. Ma quella sera era importante che lo sapessero: troppo spesso avevano rischiato la vita senza saperlo, e ormai era ora che venissero a conoscenza della natura di Remus.
-Ragazzi, ci siamo solo noi?- domandò, con il tono di voce più serio che avesse mai usato.
James si voltò, messo in allerta dal tono dell'amico. - ora controllo, ma sono abbastanza sicuro di si.- Disse, facendo un giro per tutto il dormitorio.
Sirius sedette sul letto davanti a quello sul quale era seduto Remus. Posò i gomiti sulle ginocchia, guardandolo attentamente.
-Dicci tutto- esordì James, ricomparendo davanti a loro.
Peter si avvicinò ai tre, silenzioso come suo solito.
-Io... Avrei dovuto dirvelo lo scorso anno, lo so, e sono stato un'idiota a non dirvi nulla. Ma credetemi, dirvelo è la cosa più difficile che ci sia- disse, guardandoli uno ad uno.
-Remus... Sei incinto?- James scoppiò a ridere, ricevendo però un'occhiataccia da parte di Sirius.
-Ragazzi, sono un lupo mannaro- Si liberò Remus, alzandosi in piedi e girando per il dormitorio.
Peter emise un suono strozzato, al quale nessuno aveva dato alcuna importanza. Il giovane Black si passò una mano tra i capelli.
-Beh si, devo ammettere che è un bel problema- Assentì. James rimase in silenzio, pensieroso.
-Albus Silente ha fatto portare qui il Platano Picchiatore per permettermi, durante le trasformazioni, di rifugiarmi nella stamberga strillante. C'è un passaggio sotto una delle radici dell'albero, e...-
-Stanotte c'è la luna piena- notò Peter. 
-Stanotte ti accompagneremo al Platano, allora- disse James. -E ti benderemo finchè non arriverai lì, così non rischiamo di essere aggrediti- 
Sorrise, posandogli una mano sulla spalla e facendolo voltare. -Noi quattro siamo indistruttibili, e per qualsiasi cosa possiamo contare gli uni sugli altri- si voltò, guardando a turno Sirius, poi Peter -Non è così, ragazzi?- domandò, in cerca di conferma.
-Ovvio, lupetto- confermò Sirius, alzandosi e avvicinandosi a loro. Prese dal baule la sciarpa della casa, e la legò attorno agli occhi del ragazzo.
-James, il mantello- disse, guardando verso di lui. James prese un oggetto di stoffa dal proprio baule, e coprì se stesso e Remus.
-Entra solo un'altra persona, sotto il mantello. Peter, è un problema se rimani qui?-
-No, andate pure... Vi aspetto- Disse il giovane, rimanendo seduto.
Sirius si nascose sotto il mantello, e uscirono dalla sala comune.
-Remus, posso chiederti una cosa?- azzardò Sirius.
Il ragazzo annuì, in attesa di una risposta.
-Come è successo?- Sussurrò.
Remus sospirò, abbassando gli occhi mentre i tre prendevano goffamente a scendere le scale.
-Nove anni, ero in campeggio con i miei... Una notte un lupo mannaro mi ha morso con il preciso intento di rendermi come lui, senza uccidermi o farmi finire al San Mungo.- disse, con un sospiro.
Sirius annuì, dandogli una pacca sulle spalle. -Siamo con te, amico- disse, mentre si dirigevano nel cortile della scuola.
 
 
Narcissa sedeva nella sala comune di Serpeverde. Bellatrix diceva di avere da fare, quel venerdì pomeriggio. Lucius invece sembrava aver smesso di prendere lezioni dal professor Riddle, e in quel momento era sul divanetto della sala comune di Serpeverde assieme a lei.
-Dovevi dirmi qualcosa quando eravamo in biblioteca, Lucius?- chiese incuriosita la ragazza, ricordandosi del fatto che erano stati interrotti da Andromeda e quel sanguesporco.
Lucius si voltò a guardarla, pensieroso. In quei giorni aveva continuato a riflettere su di lei. Dopotutto, non era certo che l'avrebbe sposata. Se due anni prima i Black avevano deciso di fargli sposare Bellatrix, e adesso desideravano fargli sposare Narcissa, nulla poteva impedire loro di decidere, dopo due anni, di fargli sposare Andromeda.
Fece cenno di no con la testa, sorridendo. -Nulla di importante- disse piano, guardandola.
Narcissa annuì, concentrandosi sul libro che teneva in grembo. I suoi occhi chiari saettavano tra le righe, mentre Lucius la guardava.
Si, gli avrebbe fatto molto più piacere sposare lei, piuttosto che Bellatrix o Andromeda. 
 
 
Lily passava il pomeriggio in biblioteca quel giorno, assieme a Severus.
Studiavano su dei tomi di pozioni, estremamente interessati per entrambi, del programma tel terzo o del quarto anno.
Severus, confrontando diversi libri, apportava modifiche al proprio libro di testo.
Nessuno dei due diceva una parola, meno che nei momenti in cui dovevano passarsi un libro o scambiarsi informazioni.
Stavano bene così, entrambi, senza fare nulla di più che studiare, ovvero il motivo per cui erano ad Hogwarts.
-Potter non ti ha più dato fastidio- disse Lily, chiudendo un libro che aveva appena finito di leggere.
-No. Black e Malfoy devono averli spaventati davvero tanto, se hanno smesso di rompere, non credi?- rispose lui, guardandola e stando ben attento a parlare a voce bassa.
-Sì, decisamente sì. Se la sono meritata- sorrise Lily, mettendo in borsa i propri libri. -In fondo, Bellatrix e Lucius non sono male, se sono stati disposti a prendere una punizione per aiutare un compagno di Casa-
Severus fece spallucce, senza rispondere. Sì, non dovevano essere poi così male. Erano anche loro Serpeverde, e non avevano rinunciato a difenderlo, anche a costo di una punizione certa.
-Sì, forse- assentì dopo alcuni secondi.

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Capitolo 14
*** Cap. 14 ***


In anticipo, dal momento che stasera non mi potrò connettere :)  Buona lettura! :)

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Cap. 14

 
-Mi allontaneranno da Hogwarts a fine ottobre- Esordì Tom Riddle, aprendo la porta della Stanza delle Necessità, una settimana dopo. 
Bellatrix non rispose, entrando nel luogo dell'allenamento.
Riddle la guardò, compiaciuto dalla sua assenza di coinvolgimento. -Non ti allenerò più- Insistette, in cerca di una reazione. La ragazza si voltò.
-La notte di Capodanno, diamo un ballo, a villa Black. Se lo desidera, può raggiungerci- Disse, guardando l'uomo senza staccare lo sguardo da lui, come se farlo le procurasse fatica.
Riddle sorrise. Sarebbe stata un'ottima occasione per ingraziarsi le più nobili famiglie purosangue.
-Non crede sia un problema per la sua famiglia che lei abbia invitato un mezzosangue?- Domandò, sibillino.
-Non se il mezzosangue in questione è il professor Tom Riddle, Signore. Ha una buona reputazione presso casa Black- sorrise lei, sfoderando la bacchetta in attesa del solito duello, nonostante lei uscisse sempre sconfitta sembrava stare migliorando.
-Qualcuno mi ha tessuto attorno una buona buona reputazione- Tom Riddle la guardò attentamente. -Abbiamo ancora un mese, otto lezioni, prima che smetta di insegnare. Se vuole imparare qualcosa di serio, dovrà applicarsi, signorina Black.- 
Bellatrix ascoltava le sue parole, facendo di tanto in tanto cenno di aver capito.
-Non dovrà lamentarsi neanche una volta, e dovrà essere disposta a fare qualunque cosa io le dica. E' disposta a questo, signorina Black?- domandò, avvicinandosi alla ragazza di alcuni passi.
La Serpeverde annuì, avvicinandosi a propria volta.
L'uomo le sollevò il mento con due dita, senza nascondere un sorriso che sembrava soddisfatto e crudele al tempo stesso.
-Cosa ti hanno spiegato a scuola, a proposito delle maledizioni senza perdono?- domandò, allontanandosi di botto e lasciandola guardare il nulla.
Bellatrix si riscosse, voltandosi nella direzione verso la quale era diretto. Dei ricordi affiorarono alla sua memoria, ricordi che noi conosciamo già, ma il professor Riddle ne era ancora all'oscuro.
-Abbastanza- rispose, tendendo a rimanere sul vago. L'uomo si voltò, puntandole contro la bacchetta. 
-Legilimens-  Sussurrò, fluendo nella mente della giovane, colta alla sprovvista.
Vide la ragazza colpire l'elfo con la Cruciatus una, due, tre volte, e ancora fino ad essere fermata da Andromeda. Altri ricordi corsero davanti ai suoi occhi: lezioni di difesa contro le arti oscure, discorsi con Lucius Malfoy, e gli apprezzamenti poco velati nello scompartimenti su di lui.
Uscì dalla sua mente, mentre la giovane barcollò indietro di pochi passi.
-Ne hai già usata una, a quanto vedo. Come ti sei sentita?- domandò. Cercava qualcosa in lei, qualcosa che aspettava solo di uscire.
Bellatrix si mosse di alcuni passi. Una luce rossa si accese nei suoi occhi. 
-Questi discorsi non usciranno di qui, non è vero, signore?- 
-Puoi parlare liberamente- assentì lui.
-Mi sono sentita maledettamente soddisfatta- sibilò la Serpeverde, guardandolo negli occhi.
Riddle si voltò e sorrise crudelmente, aprendo un baule. Da esso uscirono due grossi ragni neri come la pece.
-Incarceramus- disse l'uomo, annoiato, bloccandone uno. -Engorgio- puntò la bacchetta sull'altro, che raddoppiò le sue dimensioni.
-Mostrami cosa sai fare. Fagli tutto quello che desideri, sei libera di usare le Maledizioni senza Perdono- 
-Prima lei- Disse, guardandolo con aria circospetta. Temeva che in qualche modo fosse Silente ad aver chiesto all'uomo di scoprire se in lei ci fosse una qualche componente oscura da estirpare. In quel modo, avrebbe avuto un modo per controbattere.
-Imperio- Riddle puntò la bacchetta verso di lei, e la ragazza si sentì svuotata di coscienza. La fece spostare di diversi passi, urlare, ridere sguaiatamente. Poi annullò l'effetto della maledizione.
-Su una persona è molto più grande, signorina Black. Prego- sibilò, senza darle il tempo di reagire.
Bellatrix non ebbe il coraggio di rispondere, mentre qualcosa all'altezza dello stomaco sembrava stringerle le viscere in un pugno. Si voltò, maledicendo sè stessa mentalmente, per poi puntare la bacchetta verso l'enorme ragno.
-Crucio!- urlò, mentre il ragno si piegava sofferente.
 
 
Andromeda era seduta in sala grande, da sola.
Aveva davanti a sè un libro di Difesa, ma sembrava non rendersi conto del fatto che stava leggendo sempre la stessa riga. Di botto chiuse il libro, scocciata. 
Narcissa sembrava aver smesso di rivolgerle la parola a causa di Ted Tonks, iniziando a fare comunella con Lucius per parlare del "ballo di fine anno a casa Black". A lei non importava, detestava quei balli. Troppe persone che con la scusa dell'essere di nobile famiglia approfittavano dell'ospitalità dei Black porgendo melensi complimenti a Druella Rosier, e facendo razzia del buffet preparato dagli elfi domestici. 
Sbuffò sonoramente, pensierosa, mentre usciva dalla sala grande.
Due anni prima, durante il ballo di fine anno, i Lestrange avevano annunciato il fidanzamento ufficiale di Rabastan, il minore degli scapoli d'oro Lestrange. L'anno prima, gli Yaxley avevano fatto lo stesso con il loro pupillo.
Andromeda si fermò di colpo a riflettere. Anche lei e le sue due sorelle, quindi, sarebbero state costrette a sposare, per interesse, uno dei figli delle famiglie che durante le festività si riunivano per festeggiare.
Posò le spalle al muro, colpita da quel pensiero. 
Magari non era così tutti gli anni. Magari quell'anno nessuno si sarebbe fidanzato, e loro tre non sarebbero state costrette ad incappare in pomposi matrimoni purosangue combinati.
Oppure, i "coniugi Black" avevano deciso che era il loro momento di mettere in vendita la più grande delle Black, e quell'anno...
Se quell'anno Druella e Orion avessero messo all'asta Bellatrix, Andromeda era certa che sarebbe scoppiato il finimondo, a villa Black. 
Sospirò, iniziando seriamente a valutare l'ipotesi di rimanere ad Hogwarts per le vacanze Natalizie, magari assieme a Sirius.
-Cuginetta- 
Andromeda alzò gli occhi, trovandosi davanti Sirius. Gli gettò le braccia al collo, senza rendersi conto di avere davanti anche James Potter e Remus Lupin.
-Beh... Noi andiamo via- James diede di gomito a Remus, che mentre si allontanavano lo rimbeccò -Sono cugini, James!-
-Ma lo sai come sono fatti i purosangue, matrimoni combinati e poi...- 
La voce di Potter andò scemando mentre si allontanava. Andromeda si sciolse dall'abbraccio con Sirius.
-Quanto affetto, Meddie.- sorrise il ragazzo -E' da un po' che non ci facciamo una chiacchierata, ho notato che avete trasformato la squadra di Quidditch di Serpeverde nell'Armata Black- aggiunse.
-Si, beh... Abbiamo avuto fortuna- disse l'altra, facendo spallucce. -A Natale sei a casa o rimani ad Hogwarts?- chiese poi. Sperava con tutto il cuore che la risposta fosse "Hogwarts".
-James mi ha invitato a passare le vacanze da lui- rispose, abbozzando un sorriso.
-Oh- Andromeda annuì, scoraggiata -Beh... Bene, sono felice per te!- aggiunse, con un sorriso incoraggiante.
Sirius la guardò con attenzione -Se avessi saputo che tu saresti rimasta ad Hogwarts avrei...-
-Non importa, davvero! Troverò un modo per non annoiarmi senza di te al ballo di fine anno- Andromeda fece spallucce, poi ebbe un'idea.
-Scusa Sirius, ti lascio, forse ho trovato una soluzione. Ci vediamo!- Disse, allontanandosi dal cugino dopo avergli dato un bacio sulla guancia, e andando alla ricerca di Ted Tonks.

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Capitolo 15
*** Cap. 15 ***


Ok, nuovi lettori che seguono la Long fic... Oltre a dirvi che VI AMO, Vi ringrazio tanto tanto tanto tanto tanto :3
Buona lettura! Aspetto recensioni :)

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Cap. 15



-Sirus, sono un genio!-
James Potter si alzò dal divanetto della Sala Comune di Grifondoro con aria esultante. Sirius alzò lo sguardo, annoiato, nella sua direzione.
-Dimmi.- replicò atono.
-Non qui... Andiamo in dormitorio, di solito è vuoto- James si voltò verso Remus e Peter, facendo loro cenno di seguirli. Remus chiuse un libro di incantesimi e posò la bacchetta, seguendo gli amici.
Appena entrato in dormitorio James si accertò che fosse vuoto, con aria particolarmente buffa nonostante volesse tentare di apparire circospetto.
-Se Remus è un lupetto- disse, raggiungendo gli amici seduti sul letto. -Se Remus è un lupetto contro la sua volontà, anche noi saremo animali in modo da fargli compagnia- 
Remus inarcò un sopracciglio. -Sei un'idiota- stabilì, con il tono di chi aveva appena emesso una sentenza definitiva.
-A me l'idea piace- confermò Sirius, guardando poi verso Peter in attesa di una risposta. Il ragazzo, confuso, fece cenno di si con la testa.
-No... Ragazzi, no! Non sono in me quando divento un lupo, rischio di farvi del male, e poi...-
-Tanto vale provare- lo interruppe il giovane Potter. -Tu sei il migliore tra di noi con gli incantesimi... Dicci come possiamo diventare Animagus- 
-E' lungo e complicato, non ne vale la pena- replicò Remus.
-Sarà divertente-
-E' difficile-
-Potremmo andare dove ci pare quando ci pare-
-Dovete registrarvi-
-Non lo faremo-
-Rischiate di finire ad Azkaban-
-Ne vale la pena- James chiuse la discussione, guardando in direzione di Sirius. 
-Strano sentirlo dire da me, ma... Andiamo in biblioteca- 
Peter e Sirius si alzarono per seguirlo, mentre Remus sbuffava sonoramente.
-Remus, ci serve una mano- sorrise Sirius. 
-Arrivo, ma sappiate che sono contrario- borbottò il giovane Lupin, seguendoli controvoglia.
 
 
 
-Carrow, Rosier, Rowle-
Il professor Riddle fermò quei tre ragazzi che aveva incrociato nei corridoi.
-La signorina Black mi ha parlato bene di voi- disse, guardando a turno Alecto, Amycus, Evan e Thorfinn. -Ha detto che potreste essere interessati ad una serie di lezioni aggiuntive di difesa contro le arti oscure a partire da domani- 
I quattro si guardarono l'un l'altro. -Dove e a che ora, signore?-
-Corridoio del settimo piano, alle 4.- stabilì l'uomo -Buona giornata- concluse, allontanandosi.
I ragazzi rimasero a guardarlo, per poi essere travolti da una saetta nera e verde, che altri non era che Bellatrix Black.
-Signore!- Diceva, correndo verso l'uomo.
Riddle si voltò, riconoscendo la voce della ragazza. -Mi dica- 
-Domani ci saranno anche loro?- domandò col fiatone la ragazza. Riddle annuì -E se riuscirò, tutti i purosangue che conosci e che probabilmente festeggeranno la fine dell'anno a villa Black- 
Bellatrix inarcò un sopracciglio, interrogativa. -Signore perc...-
-Non posso parlare qui.- Riddle posò gli occhi sulla Serpeverde, ammirando per un istante quanta bellezza, purezza di sangue e quanto potere fosse racchiuso in lei.
-Mi segua nel mio ufficio- ordinò.
La giovane non rispose, obbedendo alle sue parole. Camminavano fianco a fianco lungo le scale e per i corridoi del castello.
Bellatrix rifletteva. Si chiedeva il motivo per il quale un mezzosangue desiderasse circondarsi di Purosangue. La risposta non riusciva a darsela, eppure era certa che un motivo c'era. 
Raggiunsero in breve l'ufficio, e Riddle chiuse la porta alle spalle di lei.
-Mi dica, signore- una Bellatrix impaziente era voltata verso Tom Riddle in attesa di risposte.
-Mi sa dire l'obiettivo di Salazar Serpeverde, Black?- 
-Desiderava che il sapere magico fosse conservato solo dai puri di sangue, signore- Bellatrix assottigliò gli occhi.
Riddle si avvicinò pericolosamente a lei. -E' questo l'obiettivo della tua famiglia, Bellatrix?- Sibilò, senza più l'aria rilassata di poco prima, ma col fuoco negli occhi.
-Si- 
-E' questo il tuo obiettivo, Bellatrix?-
-Si, signore- la ragazza, per quando ci provasse, non riusciva a distogliere lo sguardo da lui. -E' questo il suo obiettivo, signore?-
-Il mio obiettivo è avere un esercito per pulire il mondo magico- l'uomo teneva incollato lo sguardo a quello della Serpeverde.
-Io sarò con lei, signore- sussurrò Bellatrix, dando involontariamente voce al pensiero che da prima le ronzava in testa.
Riddle annuì, come se trovasse normale una dedizione così sincera dopo meno di due mesi di conoscenza.
-Parla con i Lestrange, i Greengrass e tutti i purosangue presenti nella scuola che appartengono a Serpeverde. Solo i più fidati, quelli di cui sei certa che mi possa fidare-
-Di nessuno ci si può fidare, signore- Bellatrix lo guardò -Ma se ha un modo per farli stare zitti, dovessero avere in mente di divulgare quello che lei ci dirà durante le lezioni, posso farlo-
Riddle sorrise, freddamente. "Calcolatrice e disillusa da tutti" considerò "questa ragazzina si rivela sempre più utile".
-Ce l'ho un modo per farli tacere, Bellatrix. Ora vai- Tagliò corto l'uomo con voce frettolosa, senza però nascondere un sorriso soddisfatto alle sue parole.
La giovane Serpeverde annuì, facendo per voltarsi verso la porta. Si voltò però verso l'uomo, facendo rapidamente alcuni passi verso di lui, arrivando tanto vicina da sfiorare con la divisa gli abiti del professor Riddle.
Alzò il volto verso quello di lui, che ricambiò lo sguardo.
-Ho fede in lei, professor Riddle- sussurrò.
-Non professor Riddle, Bellatrix- rispose l'uomo con calma -Lord Voldemort- sibilò, sfiorandole il mento con la punta delle dita.

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Capitolo 16
*** Cap. 16 ***


Voi non immaginate quanto sia bello per me vedervi citare nelle recensioni la parte che notti su notti prima di dormire ho provveduto a formulare u.u
Buona Lettura!!
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Cap. 16
 
 
Il mattino successivo Bellatrix si era svegliata particolarmente di buonumore, al contrario di Andromeda e Narcissa.
Per le otto era già in piedi, noncurante del fatto che quel giorno non aveva lezioni.
-Bella, che fai? - si lamentò Narcissa, ancora immersa nelle coperte
-Cissy è una giornata magnifica, e tu vuoi perderla a dormire?- domandò la Serpeverde del sesto anno. Uscì dal dormitorio con una borsa con lo stemma di Serpeverde ricamato su un lato.
-Ma che giorno è oggi?- borbottò un'Andromeda ancora nello stato di dormiveglia.
-Mhmhmh... Sabato-
-Ha gli allenamenti- ricordò Andromeda. -Tra due ore, abbiamo gli allenamenti- si corresse.
-dev'essere andata ad allenarsi da sola- Narcissa si rigirò nel letto, tentando di riprendere sonno, inutilmente.
Si alzò, constatando che Andromeda si era riaddormentata. 
Mezz'ora dopo era pronta, ed uscì dalla sala comune di Serpeverde diretta al campo di Quidditch, tenendo anche lei la borsa a tracolla. 
Raggiunto il campo, vide la figura di Bellatrix volare ad altissima velocità. 
Sapeva che non sarebbe mai arrivata al suo livello, ma avrebbe potuto farsi insegnare qualcosa da lei... In fondo, tutte le estati non facevano altro che giocare a Quidditch, e quell volta che le circostanze lo richiedevano, Bellatrix avrebbe dovuto costringerla a migliorare.
-Bella!- Chiamò, mettendosi sulla scopa e raggiungendo la sorella. Vide dall'altra parte del campo Regulus davanti agli anelli. 
-Avreste potuto avvisarmi!- Si lamentò.
-Tra un'ora iniziamo gli allenamenti, Cissy. E tra 6 ore andiamo al settimo piano con L... Il professor Riddle- aggiunse, guardando anche Regulus.
-Cosa dovremmo fare col professor Riddle?-
-Lezioni supplementari di Difesa- rispose la ragazza, passandole la Pluffa.
-Regulus, fai attenzione. Non guardare noi, guarda solo la Pluffa-continuò la maggiore delle Black, sfrecciando con la scopa lontano da Narcissa.
I tre presero ad allenarsi, senza rendersi conto che, a mezz'ora dall'inizio dell'allenamento di tutta la squadre, il professor Riddle e il professor Lumacorno erano seduti sugli spalti, ad osservare i tre giovani Black fare pratica.
 
 
Severus passeggiava nel parco di Hogwarts, assieme a Lily. Pensava di andare ad assistere agli allenamenti di Quidditch, se possibile assieme a Lily, per aspettare che i due prefetti finissero dagli allenamenti. Se possibile, desiderava trovare un modo per sdebitarsi per averlo difeso.
Certo, pensava, gli avevano fatto fare la figura del fifone, ma aveva bisogno del loro aiuto. 
-Se andassimo ad assistere agli allenamenti di Serpeverde?- propose, guardando Lily e trovandosi davanti la sua espressione scettica -Volevo tentare di sdebitarmi con Black e Malfoy, per avermi difeso- si giustificò.
-Io non vengo- borbottò Lily -Hanno fatto bene a difenderti, ma non ho voglia di sedermi accanto ai Serpeverde e sentirmi riempire di insulti- 
Severus annuì. "Come se per me non fosse lo stesso" pensò, senza però dar voce ai suoi pensieri.
-Ci andrò da solo, iniziano tra più o meno mezz'ora- disse. 
Erano quasi le nove e mezzo del mattino. Molti li avrebbero definiti pazzi, a svegliarsi "presto" per andare a fare una passeggiata nel parco, ma a loro piaceva così, come avevano sempre fatto.
 
Due bambini di otto anni attraversavano la strada, mano nella mano, accompagnati da una donna dai capelli rossi.
Il bambino dai capelli neri sembrava spaventato da qualcosa: camminava esitante, voltandosi spesso verso la loro accompagnatrice adulta.
Si dirigevano verso un negozio di libri, mentre la bambina dagli occhi verdi sorrideva entusiasta. 
-Vuoi comprare un libro anche tu, Severus?- domandò con voce materna la donna.
-No signora, la ringrazio moltissimo- si affrettò a dire il bambino. -Non posso tenere in casa qualcosa che è solo mio, o papà si arrabbia- spiegò, con naturalezza.
-Se vuoi quando ci vediamo puoi venire da me per leggere i miei libri- disse la bambina, voltandosi verso l'amico una volta arrivati sul marciapiede.
Severus sorrise, arrossendo. -Se non è di disturbo...- rispose, abbassando gli occhi.
-Tu non disturbi mai, sei un bambino così educato- lo elogiò l'adulta. Severus guardò Lily che sorrideva, ben attento a non lasciare la sua mano nemmeno per errore.
 
-Sev..- lo riscosse Lily, posando leggermente la mano sulla sua spalla. Il ragazzo si voltò, e il professor Lumacorno li raggiunse.
-Evans! Piton! Che fortuna avervi trovati!-
Severus sorrise educatamente, e lo stesso fece Lily.
-Volevo chiedervi di presenziare alla prima cena del Lumaclub, stasera. Sapete, è con noi il mio ex allievo Tom Riddle, e ho molto da raccontare.- spiegò.
I ragazzi sorrisero, annuendo. -Ci farebbe immensamente piacere, signore!- disse Lily, seguita da un cenno di Severus.
-Ottimo, ottimo!- Lumacorno fece per allontanarsi -Piton, la squadra della tua Casa sta per iniziare gli allenamenti, e non mi perderei il lavoro combinato dei Black per nulla al mondo!- si giustificò, allontanandosi a passo svelto.
-Non credi sia il caso di andare con lui?- domandò Lily, alzando le spalle.
-Oh... Beh... si, vado con lui. Ci vediamo a pranzo?- 
Lily annuì. -Buon divertimento- disse, salutadolo con la mano mentre si allontanava.
Severus fece alcuni passi verso il campo, avvicinandosi con discrezione a Lumacorno.
-Professore, le dispiace se vengo con lei?- domandò. L'uomo sorrise. -Oh, no di certo, ragazzo- rispose, aspettandolo. -Forza, il professor Riddle ci aspetta-
Severus annuì, raggiungendo assieme all'uomo gli spalti in breve tempo.
-Salve signore- disse, salutando il professor Riddle. -Piton, buongiorno- l'insegnante di Difesa gli rivolse un cordiale sorriso, mentre salutava il professor Lumacorno. 
-Non perderemmo un'occasione per vedere i nostri pupilli, non è così?- domandò Lumacorno, sedendosi tra il professor Riddle e Severus. -Hai già messo gli occhi su qualche studente particolarmente talentuoso nella tua materia, Tom?-
Riddle sorrise, guardando in su, dove una figura sfrecciava a tutta velocità e mandava la pluffa negli anelli più e più volte.
-Più o meno- si limitò a rispondere, quando Bellatrix Black scese in picchiata a tutta velocità verso di loro, fermandosi prima di toccare gli spalti.
-Professor Riddle, professor Lumacorno!- Salutò, con un sorriso. -Ciao Severus- aggiunse, guardando il ragazzo.-L'allenamento non comincerà prima di venti minuti... come mai siete qui così presto?- domandò.
-Non potevamo perdere l'occasione di vederti allenare i due Black minori- Riddle anticipò Lumacorno -E devi sapere che è un vero piacere guardarti sul campo di Quidditch- aggiunse, senza permetterle di staccare lo sguardo da lui per nemmeno un secondo.
-E' vero Black, hai una grazia innata come cacciatrice- Bellatrix guardò ora Lumacorno, sorridendo.
-Grazie, signore. Ora, con permesso, vado ad aiutare Narcissa e Regulus.- si congedò, posando un lungo sguardo sul professore di Difesa.
Allontanatasi, Lumacorno si voltò verso Riddle, e Riddle fece lo stesso.
-Ottima scelta, Tom.- commentò, strappando al professor Riddle un sorriso ambiguo.

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Capitolo 17
*** Cap. 17 ***


Buona lettura! Spero che la prima parte abbia reso bene... Fatemi sapere! :)
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Cap. 17



Quasi le 4. Bellatrix, Narcissa, Regulus e Lucius stavano uscendo dal dormitorio, per dirigersi al settimo piano. 
La più grande dei Black faceva strada agli altri, nonostante sembrasse più fretta di iniziare quell'allenamento.
-Bella, aspettaci, non andare così di fretta.- si lamentò Narcissa, standole a fatica alle calcagna.
-Cissy, è già tardi!- Sbottò la ragazza, fermandosi all'uscita di un corridoio e voltandosi verso la sorella, urtando un uomo.
-Chi caz...- sbottò, voltandosi. Impallidì.
-Professore, non l'avevo vista- mugugnò. 
-L'ho immaginato, signorina Black. Andiamo?- disse, guardando gli altri. 
-Allenamento degno di lode- si complimentò, guardando a lungo i tre.
-Grazie signore- Malfoy lo guardò con interesse, mentre continuava a salire le scale.
Bellatrix guardò l'uomo, che prese a salire le scale. Stavolta non corse per essere prima, ma si manteneva sempre un gradino più in basso di lui.
Raggiunto il settimo piano buona parte degli studenti purosangue della casa di Serpeverde erano lì.
Riddle si voltò compiaciuto verso Bellatrix, che abbozzò un sorriso.
-Buonasera, ragazzi. Seguitemi- Disse, avviandosi verso la parete che Bellatrix ormai conosceva a meraviglia, e verso la quale la ragazza si dirigeva, ormai resa euforica dal cenno di approvazione dell'uomo.
La porta comparve davanti a loro, e tra i ragazzi si sentì un fruscìo di voci, tra le quali erano distinguibili le parole "necessità" "va-e-vieni" "stanza".
Riddle aprì la porta, entrando, seguito da Bellatrix, i Black, e poi tutti gli altri ragazzi.
Bellatrix e Lucius non riconobbero quella stanza. Non era come quella che usavano per esercitarsi. Sembrava più grande, ma più tetra.
Non vi erano luci, ad eccezione di candele che fluttuavano a mezz'aria e illuminavano appena i volti dei presenti.
Una volta che la porta fu chiusa, Riddle guardò un ad uno i ragazzi in piedi davanti a lui.
-Non mi aspettavo foste così tanti, ma è perfetto. In questa lezione, e nelle prossime se deciderete di continuare, desidero insegnarvi l'arte del duello e del combattimento.- disse come premessa. 
-Signore- Rabastan Lestrange, del quinto anno, prese la parola. -Posso chiederle perchè in questa stanza siamo tutti Serpeverde Purosangue? Intendo... Perchè noi?- chiese. 
-Perchè siamo più potenti dei comuni Mezzosangue- rispose Amycus Carrow, dal fondo del gruppo di ragazzi.
-Perchè in voi confido più che negli altri. Perchè noi, figli di Serpeverde, siamo gli eletti tra tutti i maghi.- Riddle prese la parola. 
-Nelle vene di ognuno di voi scorre sangue più prezioso dell'oro, e non va mischiato per errore con il sudiciume dei babbani.- 
Bellatrix si avvicinò all'uomo, sedendosi sul baule che conteneva i ragni e guardando a turno prima gli altri ragazzi, poi Riddle.
-Nessuno di voi, da quando inizieremo a combattere, sarà costretto a stare a contatto con loro. nessuno di voi rischierà di essere sottomesso dai favoritismi di un sanguesporco nei confronti della feccia come lui- 
I ragazzi si scambiarono cenni di consenso, con aria più convinta.
-Questo non dovrà saperlo nessuno, all'infuori di noi- avvisò l'uomo. -O i nostri sforzi saranno vani. Dovremo rimanere nel segreto finchè ci sarà possibile.- Fece alcuni passi verso i ragazzi. -Ma avrò bisogno della vostra incondizionata fiducia e fedeltà. Non appena avrò finito di lavorare in questa scuola, il nome Tom Riddle dovrà essere dimenticato, e il mio nome diventerà Lord Voldemort.-
Gli occhi di Bellatrix, così come quelli di Riddle, si illuminarono di un rosso acceso. Nessuno dei ragazzi fiatava, mentre nell'aria era come palpabile, il potere oscuro e la potenza magica che quell'uomo possedeva.
-Ogni essere sulla terra mi rispetterà, figli di Salazar, e rispetterà ognuno di voi, se voi per primi lo farete.- proseguì -Non appena avrò finito di lavorare in questa scuola, sarò l'Oscuro Signore, e con ogni mezzo porterò alla gloria la stirpe dei Purosangue.-
Bellatrix si alzò in piedi all'improvviso, guardando i ragazzi. -Gli eredi della famiglia Black sono con lui. Toujours Pur è il nostro motto e non lo infangheremo- disse. Si voltò verso l'uomo, e si inginocchiò. Narcissa e Regulus si avvicinarono alla ragazza, facendo lo stesso un passo dietro di lei. 
-La mia fedeltà è in voi, e in voi soltanto... mio Signore- disse, a voce bassa, alzando gli occhi verso di lui, e incontrando il suo sguardo.
-L'erede dei Malfoy si unisce alla vostra causa, mio Signore- Lucius si inginocchiò. -La mia fedeltà è in voi, e in voi soltanto-
Lentamente, i trenta ragazzi fecero lo stesso.
Tom Riddle aveva preso sotto il suo comando trenta giovani purosangue.
 
 
-James, Lumacorno ti ha invitato alla cena al Lumaclub?- Remus si sdraiò sull'erba del prato di Hogwarts, mentre James e Sirius erano seduti sui rami più bassi di un albero sopra di lui.
-No, quest'anno no...-
-Non ha invitato neanche me, a dire il vero- commentò Sirius. -Dev'essere per il diverbio che abbiamo avuto io e le mie cugine alla fine delle scorso anno- 
-Altamente probabile- assentì Remus, chiudendo gli occhi.
-Tu sei stato invitato?- domandò Peter, guardando Remus, mentre era seduto all'ombra dell'albero con le spalle posate sul tronco.
-No, e non ci sarei andato- replicò Remus. -Mi sembra stupido, avere una cena con gli studenti "preferiti", serve solo a demoralizzare i ragazzi che non vengono invitati-
-Io non sono demoralizzato- lo contraddisse James. -preferisco ingozzarmi di cioccorane che sentire Lumacorno, con tutto il rispetto Sirius, chiedere a Bellatrix "come sia possibile che abbia il tempo di allenarsi a Quidditch oltre a studiare".- proferì le ultime parole imitando alla perfezione il professor Lumacorno, facendo scoppiare a ridere i tre ragazzi.
-Remus, che significa pernicioso?- Sirius guardò in basso verso Remus.
-Leggimi la frase- 
-..."Uno scorretto utilizzo del precedentemente nominato Incanto può essere gravemente pernicioso"-
-Che rischi di rimanerci secco, James- rispose Remus, con naturalezza. -Per questo non volevo farvelo fare- 
-Noi lo faremo comunque Remus, lo sai- lo interruppe Sirius, sogghignando. -E tu ci darai una mano!-
-Vi posso tradurre parole difficili, ma ve lo sognate che io rischi di uccidervi anche con la bacchetta- borbottò il ragazzo.
-C'è meno rischio di rimanerci secchi, se lo fai tu- insistette James.
-Andate al diavolo, va bene!- sbottò Remus, sbuffando e richiudendo gli occhi.
Rimasero alcuni minuti in silenzio, quando James, assottigliando gli occhi dietro gli occhiali rotondi, ruppe il silenzio.
-Oh, guardate Mocciosus!- rise, mettendo una mano nel mantello.
-James, no!- Remus lo fermò. -Stavolta no- stabilì, mentre il ragazzo tornava a rilassarsi.
-Certo che il Sabato pomeriggio è davvero noioso, eh!-

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Capitolo 18
*** Cap. 18 ***


Buona lettura, ragazzi!
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Cap. 18

 
La sera di quel giorno, una ventina di ragazzi si avviarono verso il sotterraneo di Pozioni, dove avrebbero incontrato il professor Lumacorno assieme al professor Riddle.
Una volta che tutti raggiunsero il sotterraneo, solo due persone mancavano all'appello: Bellatrix Black e il professor Riddle.
Lumacorno non vi fece molto caso: entrambi sapevano dove si sarebbero dovuti recare, e se avessero fatto un poì di ritardo non sarebbe stato un problema.
Severus e Lily erano seduti al fianco sinistro di Lumacorno. Dopo di loro alcuni ragazzi di Tassorosso con parenti in posizioni elevate al Ministero, alcuni diligenti Corvonero, i Black e Lucius Malfoy.
Un elfo domestico servì dei piatti, e tutti i presenti iniziarono a mangiare a seguito del gioioso "Buon appetito!" di Lumacorno.
-Allora, Narcissa, sai tua sorella Bellatrix cosa desidera fare una volta fuori  da Hogwarts? Ha detto di voler diventare Auror, lo scorso anno- Iniziò il discorso il professore.
"Lo scorso anno forse la pensava così, ma adesso ha il potere oscuro che spinge per attraversare le sue vene" pensò Narcissa, limitandosi a rispondere a Lumacorno -Immagino di si, non parla molto di cosa fare fuori da Hogwarts- 
-E tu cosa vorresti fare?- incalzò l'uomo.
-Seguire le orme di mia sorella, credo, oppure pensavo di entrare a lavorare al Ministero- disse.
-E tu, Regulus?-
Il ragazzo sorrise. -Volevo iniziare a giocare a Quidditch, se possibile entrare in una delle squadre più famose- rispose.
Lumacorno annuì -Si, credo proprio che tu farai strada in questo ambito. Ma non insegno divinazione, quindi non posso prevederlo- disse, esibendosi in una sua risata poco gradevole.
-Andromeda! Tu cosa vorresti fare?- chiese, guardandò la ragazza.
-Ancora non saprei, professore.- rispose candidamente la Black.
Lumacorno sembrò deluso dalla risposta. Fece per voltarsi verso Severus, e aprì la bocca per parlare, quando si sentì bussare.
-Oh, uno dei nostri due pupilli Serpeverde dev'essere arrivato. Avanti!- Lumacorno si voltò, vedendo sia Bellatrix sia Tom Riddle sulla soglia della porta.
-Ohohoh, entrate, entrate!- sorrise l'uomo, guardando i due con un sorriso. 
-Scusi il ritardo, professore- si scusò Bellatrix, un volta entrata. Tom prese posto, e Bellatrix sedette alla sua destra.
-Ha chiesto chiarimenti su un argomento affrontato oggi in classe, non potevo venire meno ai miei doveri- si giustificò Riddle, guardando Lumacorno.
-Giustamente- Sorrise Lumacorno. -Allora, signorina Black, poco fa parlavamo proprio di lei. Cosa desidera fare dopo la scuola?-
Bellatrix tentennò un istante prima di rispondere.
-pensavo di entrare tra gli Auror al Ministero, signore. Per questo mi applico in modo particolare in Difesa contro le Arti Oscure- spiegò, sentendo su di sè gli occhi di Riddle.
-Istruiscila a dovere allora, professor Riddle- sorrise Lumacorno. -Il professor Riddle era uno degli studenti migliori, a suo tempo. Siete molto simili, non credi anche tu, professore?- si voltò verso Riddle. Bellatrix sembrò arrossire vagamente sulle gote.
Riddle si limitò ad annuire, abbozzando un sorriso.
Lumacorno si voltò ora verso Severus. -Severus... Lily!- sorrise. -Siete così inseparabili che ormai mi viene il sospetto che abbiate deciso di andare a lavorare nello stesso posto!- Lumacorno rise.
Lily rise a propria volta, con cordialità, mentre Severus abbassava gli occhi e abbozzava un sorriso, imbarazzato.
-Io desideravo concentrarmi sulla materia di pozioni, professore.- disse la ragazza. -oppure di Trasfigurazione, ma non so ancora quale lavoro di preciso desidero fare- 
Severus lo guardò. -Io vorrei venire a lavorare ad Hogwarts come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure- disse, guardando per un istante Riddle.
Lumacorno sorrise orgoglioso. -E spero che tu ci riesca!- disse.
Narcissa con l'educazione Black mangiava senza dire una parola, scrutando però sua sorella Bellatrix. Andromeda faceva lo stesso, e ad entrambe quella ragazza sembrava eccessivamente raggiante e troppo stanca, per aver semplicemente chiesto un chiarimento.
Narcissa diede di gomito a Lucius, parlando sottovoce.
-Luc, guarda Bellatrix. Ho il sospetto che si siano allenati assieme fino ad ora, senza tutti gli altri.- sussurrò. Lucius seguì il suo sguardo chinandosi appena verso di lei, e guardando Bellatrix.
Annuì, notando i suoi occhi luminosi e i capelli leggermente in disordine.
Si allontanarono di botto notando che Riddle aveva posato gli occhi sui due. Riddle sorrise, attirando lo sguardo di Bellatrix solo con il voltarsi verso di lei, e indicandole impercettibilmente i due biondi.
Bellatrix sorrise, senza dire una parola.
 
 
Al termine della cena, Narcissa, Andromeda e Lucius andarono in Sala Comune. Bellatrix non lo fece, giustificandosi con un vago "Non ti preoccupare, poi vi raggiungo, devo... approfondire alcuni argomenti". Dopo quelle parole, si era allontanata trotterellando dietro Tom Riddle.
-Credi che mamma e papà avessero intenzione di farci controllare Bellatrix, quando hanno chiesto di farci mettere nello stesso dormitorio?- domandò Narcissa ad Andromeda.
-Se così fosse Cissy, avrebbero chiesto di farci entrare nella squadra di Serpeverde per lo stesso motivo. No, io credo sia solo un modo per dimostrare alle altre casate quanto siamo importanti- la ragazza del quarto anno fece spallucce.
-Bellatrix è strana, quando siamo qui- 
-Non eri abituata a vederla lontano da mamma e papà, vero?- Andromeda sorrise. -Lo scorso anno era peggio, adesso credo stia cercando di regolarsi per via del professor Riddle- 
Narcissa la guardò -Quindi quando andrà via, Bellatrix sarà peggio?-
Andromeda fece spallucce -Temo di si, Cissy. Preparati a fare da palo durante i suoi duelli in cortile- disse, sospirando.
Narcissa non rispose, sdraiandosi sul proprio letto dalle coperte verde e argento. 
-L'aspettiamo sveglie, o ci mettiamo a dormire?- domandò ad Andromeda.
-E' con un professore, possiamo metterci a dormire, non credo sia un problema- Andromeda sorrise, sdraiandosi sul proprio letto. -Buonanotte Cissy-
-Buonanotte Meddie- salutà Narcissa, che però non si addormentò subito.
Rimase a pensare a Bellatrix, e alla lezione di quel giorno. 
Uno ad uno i ragazzi avevano giurato fedeltà al professor Riddle. Lucius lo aveva fatto subito dopo di lei.
Sospirò. 
Si era resa conto, da quel giorno in biblioteca, che la guardava spesso. Forse troppo.
Magari gli piaceva. Forse la guardava così e le dava tante attenzioni, a differenza di sua sorella Bellatrix, perchè gli piaceva.
Se ne fosse stata sicura, anche lui le sarebbe piaciuto. 
In fondo, era carino, purosangue, e ricco. Sua madre le avrebbe permesso di sposarlo, se glielo avesse chiesto.
Scosse appena la testa per evitare di continuare a pensarci. Desiderava esserne certa, prima di prenders una cotta.
Sospirò, accoccolandosi contro il cuscino nel tentativo di addormentarsi. 

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Capitolo 19
*** Cap. 19 ***


Buona Lettura! :)
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Cap. 19
 
 
Se l'erano quasi letteralmente data a gambe, Bellatrix e Tom Riddle quella sera, per dirigersi nell'ufficio dell'uomo.
Prima di raggiungere la riunione di Lumacorno erano impegnati ad allenarsi, ma ormai dopo un'intera giornata di allenamenti, tra Quidditch e Arti Oscure, la Serpeverde sembrava reggersi in piedi a stento.
Arrivarono in breve nell'ufficio dell'uomo, e la ragazza chiuse la porta alle proprie spalle.
-Cosa dobbiamo fare qui, mio Signore?- domandò, rimanendo in piedi sulla porta. 
-Non riesci più ad allenarti, Bellatrix?- rispose l'uomo come sfottò, guardandola con un sorriso crudele stampato sul volto.
La giovane sussultò -Se lo desiderate, lo farò- disse, cercando il suo sguardo.
-Non è questo che voglio- le si avvicinò lentamente, scrutandola con attenzione.
-Allora cosa?- domandò piano lei. La sua voce sembrava farsi sempre più flebile ad ogni passo di lui nella sua direzione.
--Quando non sarò a scuola avrò bisogno di un modo per contattarti, dovessi servirmi-
-Può sare un gufo...?- disse la ragazza. Tom estrasse la bacchetta. 
-Dammi il braccio sinistro- ordinò. Bellatrix lo guardò interrogativa, esitando per un istante, mentre lui le afferrava il polso con violenza.
-Mio Signore...- il tono di voce della Serpeverde sembrava a metà tra l'implorante e il sedotto.
Bellatrix gli permise di tirare il proprio braccio, sentendo per la prima volta emozioni contrastanti che non riusciva a spiegare.
Abbandonò il braccio a lui, avvicinandosi.
-Farà un po' male- la avvisò l'uomo, guardando i suoi occhi. Posò la bacchetta sul suo avambraccio, e sussurrò alcune parole in serpentese.
Un dolore lancinante attraversò il braccio della ragazza, mentre un tatuaggio iniziava ad emergere sotto la sua pelle.
Bellatrix trattenne un grido di dolore, chiudendo gli occhi e afferrando con la mano libera il braccio di Tom che le bloccava l'avambraccio. Strinse, chiudendo gli occhi e cadendo in ginocchio, mentre infilava le unghie sulla sua pelle.
L'uomo la lasciò fare, senza reagire. La guardava, rendendosi conto di quanto significasse quella reazione. 
Bellatrix Black, nonostante fosse preda di un dolore del genere, continuava a lottare e reagire.
Bellatrix Black era una guerriera, e niente l'avrebbe sconfitta facilmente.
Staccò la bacchetta dall'avambraccio della ragazza, che cadde ai suoi piedi. Il marchio nero si stagliava contro il bianco della sua pelle, leggermente in rilievo.
-Da questo momento, Bellatrix Black, tu appartieni a me, e a me solamente- sibilò l'uomo, sollevandole il volto verso di sè.
Bellatrix rabbrividì al contatto con le sue dita. Si alzò, come lui desiderava, e lo guardò per un lungo istante.
Cos'era quella morsa allo stomaco che le stava prendendo? 
-Non apparterrò ad altri che a Voi, Mio Signore- ripetè piano, incapace di distogliere lo sguardo da quello di Tom Riddle.
Sentì le sue dita, ancora sotto il suo mento, attirarla a sè, e posare le labbra su quelle di lei.
La ragazza teneva gli occhi aperti, così come faceva lui. Lo stomaco sembrò aver fatto una capriola.
-Come feudatario e vassallo, Bellatrix- le disse, prendendo con una mano il suo avambraccio, e posando con forza il dito sul marchio, che prese a bruciarle.
-Come il Diavolo e la sua Strega, Mio Signore- si trovò a dire lei, senza un'espressione nonostante sentisse l'intero avambraccio sinistro bruciare.
 
 
 
 
-Remus, cosa significa Commistione?-
-Mescolanza, James- Remus rispose con tono esasperato, sdraiato sotto le coperte con voce assonnata.
-Ah... Questi incantesimi sono davvero pesanti- sbuffò James, guardando Sirius e indicandogli una pagina del libro.
Sirius arricciò il naso. -Remus, magari possiamo iniziare con il primo incantesimo... Se ne deve fare uno ogni mese, e ad ogni mese si devono ripetere quelli precedenti- disse.
Remus si alzò dal letto. -Non ho nessuna intenzione di usare la bacchetta per incantesimi del genere a quest'ora e in queste condizioni- disse, incrociando le braccia.
-Ma se lo facciamo ora dovremo ripeterlo tra un mese, e non ti continueremo ad assillare domani e per la prossima settimana!- James sorrise.
-E potremo testare subito se è pericoloso come i libri dicono o no- continuò Sirius
-Per non parlare del fatto che se dovesse farci male potremmo tranquillamente andare in infermeria...-
-...E inventare na scusa per giustificare quello che è successo-
Remus sbuffò.
-Peter dorme, non volete aspettarlo?- domandò, nel tentativo di trovare una scappatoia.
-Lo si sveglia, che problema c'è?- Sirius saltò sul letto di Peter, che spalancò gli occhi e urlò.
I tre scoppiarono a ridere, mentre Peter Minus cadeva dal letto. -Cosa c'è?- sbiascicò.
-Iniziamo gil incantesimi per diventare Animagus, Peter- lo avvisò James. Peter sospirò, annuendo, e si sedette sul letto.
Remus prese il libro, decisamente controvoglia, e prese a leggere le due pagine. Di tanto in tanto annuiva, mentre con le labbra mimava le parole che leggeva, alzando la voce su quelle più importanti.
Posò il libro tenendolo davanti a sè.  -Chi vuole rischiare?- domandò. James si avvicinò, con un sorriso beffardo.
-Prego- disse, sorridendo e sedendosi davanti a lui.
Remus si schiarì la voce.
-Ante litaniam in transfiguratione corporis- disse, muovendo la bacchetta come indicato sul libro. James si guardò attorno, mentre sulle sue braccia una luce rossa sembrava illuminarsi per pochi secondi. 
Remus rimase in attesa, guardando il ragazzo, e traendo un sospiro di sollievo nel vederlo incolume.
Fece lo stesso su Sirius, e su di lui una luce gialla illuminò la testa. Il ragazzo sorrise e diede il cinque a James, voltandosi ora, assieme agli altri, verso Peter.
-Com'è?- domandò il ragazzo, esitante.
-Calda- sorrise James, per tranquillizzarlo.
Peter annuì, guardando Remus e facendo cenno di si con la testa. Remus puntò la bacchetta verso di lui.
-Ante litaniam in transfig... PETER!- Remus gettò di lato la bacchetta: Peter aveva iniziato a tremare. James e Sirius spalancarono gli occhi.
-Dobbiamo portarlo in infermeria. Sirius, prendilo per le gambe- disse subito James, caricando Peter Minus per le braccia e uscendo di fretta dal dormitorio, seguiti da Remus.

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Capitolo 20
*** Cap. 20 ***


 Vorrei ringraziarvi tutti, uno per uno, per aver messo la mia storia tra le seguite :) Ne sono felicissima!

Buona Lettura :)

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Cap. 20



Passò una settimana. Minus era ancora in infermeria, le gambe fasciate e aveva perso conoscienza.
Remus, James e Sirius passavano a trovarlo ogni giorno, dopo pranzo.
Era dimagrito a forza di non mangiare, e i ragazzi erano sempre più preoccupati riguardo alle sue condizioni.
Remus, tornando in sala comune, si era rivolto a Sirius e James -Se andrà avanti così credo sia il caso di iniziare a preparargli gli argomenti che dovrà recuperare- disse.
-Credo sia meglio prima farlo tornare in salute, anzichè pensare allo studio- replicò James.
Remus annuì, così come Sirius.
-Siete sicuri di voler continuare?- domandò a voce bassa il lupo mannaro.
James sospirò guardando Sirius. Certo, sarebbe stato un bel problema se qualcuno con più fibra morale di Peter fosse finito in infermeria: sicuramente gli altri avrebbero rinunciato. 
Ma loro sapevano che non l'avrebbero fatto.
-Si, continuiamo- disse Sirius, con tono convinto. James annuì.
Remus sospirò. -Studiate allora, poi lo studierò anche io-
James sorrise, guardando l'amico. -Tra quanto la prossima luna piena?- sussurrò, nonostante la sala comune fosse vuota.
-Due settimane- rispose Remus, con tono ansioso. -Ma ormai ci sono abituato, mi nasconderò sotto il platano picchiatore, nella stamberga strillante, e l'indomani mattina uscirò per venire a lezione- disse, abbozzando un sorriso che voleva essere rilassato, ma che invece era esattamente il contrario.
Sirius annuì, dando una pacca sulla spalla dell'amico. -Qualsiasi aiuto ti serva non basta che chiedere.-
-Non chiederò, ragazzi-
-Noi capiremo- ribattè James, con un sorriso sul volto.
 
 
Andromeda si presentò alla lezione di Difesa contro le Arti Oscure con alcuni minuti di ritardo. Riddle la guardò interrompendo la spiegazione.
-Mi scusi- disse piano la ragazza, sedendosi al banco affianco a Ted Tonks. 
-Dieci punti in meno a Serpeverde- replicò l'uomo, atono, riprendendo la spiegazione teorica delle Maledizioni senza Perdono.
-Come mai sei arrivata in ritardo?- le sussurrò Ted, una volta che la ragazza ebbe sistemato i libri sul banco.
-Bellatrix voleva convincere Narcissa a saltare le lezioni, oggi- si limitò a dire, zittendosi nell'avvertire su di sè lo sguardo del professore.
-Signorina Black. Cosa mi sa dire sulla maledizioni Cruciatus?- 
Un sorriso comparve sul volto dell'uomo, andando volutamente a colpire su un tasto dolente della ragazza, che riguardava Bellatrix.
Andromeda lo scrutò per un istante. -Provoca in chi la subisce un bruciore insopportabile su tutti i muscoli, signore. Se effettuata più volte, può portare alla follia la vittima.-
L'uomo annuì, guardandola in silenzio. 
-Signor Tonks, la maledizione Imperius. Me ne parli.- disse, guardando il ragazzo.
-Dicono provochi il completo abbandono delle facoltò mentali della vittima in favore di chi compie la maledizione. Fa in modo che chi è colpito faccia tutto ciò che desidera chi lo ha colpito- disse, arricciando il naso nel rendersi conto di essersi non poco intrecciato con le parole.
Riddle annuì nuovamente. 
-La terza maledizione senza perdono. L'anatema che uccide. Toglie la vita alla vittima in un istante preceduto da una forte luce verde. L'espressione che rimane sul volto della vittima, è di puro terrore- Spiegò, passando gli occhi uno ad uno sugli studenti.
Andromeda si voltò verso Ted. -Guarda i suoi occhi- disse piano. Ted seguì in suo sguardo, e captò una lieve luce rossa illuminarsi nei suoi occhi.
-Non ho mai notato avesse dei riflessi rossi- disse piano.
-Io temo sia il segno della magia nera, Ted.- replicò la ragazza. -Una volta mia sorella ha... ha iniziato a turturare un elfo con la Cruciatus- Sussurrò queste parole appena percettibilmente, facendo ben attenzione a non farsi vedere dal professore nè sentire dagli altri ragazzi. -Aveva lo stesso luccichìo negli occhi- lo informò, allarmata.
Ted non rispose, tenendo lo sguardo sul professore. Poi alzò la mano.
-Signor Tonks, mi dica pure.- disse l'uomo. Andromeda guardava il compagno di banco scandalizzata.
-Professore, volevo chiederle... dal momento che le tre Maledizioni senza Perdono sono considerate Magia Nera... Esiste in qualcuno in particolare una sorta di predisposizione, per le Arti Oscure?- domandò.
Lo sguardo di Riddle si assottigliò, guardando il ragazzo. 
-Per praticare le Arti Oscure c'è bisogno di un quantitativo di potere innato enorme, signor Tonks. C'è chi ne è provvisto, e chi no.- si limitò a rispondere. 
Ted annuì, guardando Andromeda in cerca di una risposta. 
-Nonostante non abbia mai praticato Magia Nera, una persona può effettuare una maledizione senza perdono?- Andromeda parlò senza alzare la mano.
-Cinque punti in meno a Serpeverde. Si. La causa scatenante di una Maledizione senza Perdono è il desiderio di fare del male. In chi è predisposto alle Arti Oscure, queste maledizioni saranno più forti e durature... chiaramente parlo della maledizione Cruciatus ed Imperius...- sorrise, guardando il ragazzo. -Non starà pensando di darsi alla Magia Oscura, signor Tonks?- 
-No, signore. Era solo curiosità- si limitò a dire il ragazzo. 
Riddle proseguì a spiegare, mentre Andromeda arricciava il naso. -Ted, non voglio tornare a casa a Natale- disse piano.
-Io resto a scuola. Possiamo farci compagnia, se vuoi- propose. Andromeda sorrise appena. -S...sì- disse, arrossendo sulle gote.
 
-Lily... Hai da fare?- Severus si avvicinò a Lily durante l'ora di pranzo.
-No, dobbiamo parlare?- domandò la ragazza, alzandosi.
-Si, ma non qui... andiamo- Severus sorrise, prendendo la sua mano e avviandosi assieme a lei verso il parco.
Sospirò appena, pensieroso riguardo al modo in cui porre alla ragazza la situazione. In breve raggiunsero il parco, e si sedettero come loro solito all'ombra di un albero.
-Dimmi pure, Sev- sorris la giovane Lily. Severus la guardò. -Sai quando ti dicevo che desideravo fare qualcosa per ripagare il favore che mi avevano fatto i prefetti della mia casa?- domandò. Prosegui al cenno affermativo della ragazza. -Bellatrix ha detto che potrebbe continuare a farlo, in cambio di due cose: Felix Felicis ogni settimana, e...- fece una pausa. -In realtà l'ho voluto io, in parte, perchè... perchè ho bisogno di proteggermi in qualche modo. -Fino ad Halloween parteciperò alle lezioni private del professor Riddle- 
Lily inarcò un sopracciglio -Lezioni private?- Ripetè, interrogativa. -Noi non...-
-Sono solo per i Serpeverde, e pare non siano esattamente... Difesa- contuò il ragazzo.
Lily portò le mani a coprirsi la bocca. -Non farlo Sev, è magia nera..-
-Devo proteggermi da quei Potter e Black, Lily. Pensaci. Se dovessi diventare un potente mago oscuro, potrei vendicarmi nel modo che preferisco-
-Ci sono altri modi, Severus...- Lily sospirò. -Diventerai cattivo- aggiunse.
-Con gli altri, non con te che mi hai sempre voluto bene- ribattè il ragazzo, mettendo fine alla discussione. -Ritenevo giusto tu ne fossi al corrente- 

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Capitolo 21
*** Cap. 21 ***


Aggiorno ora, che stasera non potrò farlo :) 
Buona lettura!
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Cap. 21


Passarono due giorni da quegli avvenimenti.
Quel giorno, ci sarebbe stata la prima amichevole Serpeverde contro Grifondoro.
I ragazzi erano negi spogliatoi. Le nuovissime scope appoggiate ad un muro in ordine quasi maniacale, nello spogliatoio di Serpeverde, assistevano ai ragazzi. Bellatrix aveva con sè una bottiglia di succo di zucca.
-Prima della partita- disse, porgendolo a Narcissa.
Lucius si voltò. -Poi ne voglio un sorso anche io- attirò l'attenzione di Bellatrix.
La ragazza sorrise soddisfatta. -Un sorso ciascuno. Prima loro- indicò Narcissa, Regulus e Andromeda.
Lucius sorrise annuendo. Dopo dieci minuti, la voce di Ted Tonks uscì dagli altoparlanti, presentandosi come nuovo cronista delle partite di Quidditch.
Andromeda arrossì, facendo il possibile per evitare di farlo vedere.
 
Negli spogliatoi Grifondoro, Sirius e James puntavano su quale dei Serpeverde li avrebbe puntati per farli cadere dalla scopa. 
-Mia cugina Bellatrix sono certo che punterà verso di me- scherzò Sirius, prendendo la propria scopa in attesa che tutti fossero pronti.
-Io credo che Lucius Malfoy abbia intenzione di buttarmi giù, invece- sorrise James. La voce di Ted Tonks li richiamò all'ordine.
 
-Le squadre sono scese in campo. L'armata dei Black, contro Grifondoro si stanno preparando a vedere i bolidi e il boccino liberati. Ecco il lancio della pluffa. La partita è iniziata!- 
Ci fu un movimento al centro del campo. Dodici studenti saettavano a cavallo della propria scopa attraverso il campo. 
-Andromeda Black ha la Pluffa. Sfreccia a velocità assurda, la ragazza!- commentò -Evita Canon, e passa la Pluffa a sua maestà Bellatrix Black-
Il prefetto di Serpeverde lanciò un'occhiataccia al Tassorosso. -Cissy!- urlò, lanciando la Pluffa nelle mani di Narcissa. La più giovane si ritrovò a pochi metri dalla porta.
-Tira o non tira la principessa? Suvvia, non siate così indecisa- Ted sfotteva le ragazze Black in modo così evidente che la professoressa McGranitt gli dovette dare di gomito.
La Pluffa passò nelle mani di Andromeda, che lanciò, centrando l'anello centrale.
Bellatrix esultò, raggiungendo la sorella e battendole il cinque.
Tornò indietro per sondare la situazione.
-Dieci a zero per l'armata Black!- annunciò Ted. -Intanto i due cercatori stanno facendo una passeggiatina sul campo di Quidditch alla ricerca dell'introvabile Boccino d'Oro.- 
Un bolide lanciato da Sirius mancò per un pelo Bellatrix. La ragazza si voltò.
-Bella, cos'hai sul brac...- fece per dire Andromeda, per poi interrompere la frase a metà nel vedere Bellatrix sfrecciare verso la Pluffa ora nelle mani di Canon.
-Baston ha quasi raggiunto gli anelli dell'altra squadra, dove il principe Black è in attesa di parare. Ecco Baston che lancia, e... PARATO!- urlò, dispiaciuto. Non aveva accennato al fatto che Regulus ora si teneva con una mano sola alla scopa, volteggiando a trenta metri di altezza.
Bellatrix afferrò al volo la Pluffa passandola a Narcissa, mentre aiutava Regulus a tirarsi su. 
-Appena facciamo una pausa tu bevi quel succo di zucca- lo ammonì severamente. Un bolide passò tra le loro teste.
-Porco Godric, hanno rotto- sbottò, raggiungendo un battitore. Gli tolse la mazza dalle mani, e colpì un bolide, che colpì la parte anteriore della scopa di Sirius, che andò a terra assieme al suo proprietario. Sul campo scese madama Chips assieme a due professori, che lo portarono via.
-Colpito e affondato- commentò Ted -Sembra che sul campo si stiano palesando vecchi rancori. Sua maestà, non vi credevo così brava con la mazza- rise il ragazzo, facendo pressione sul doppiosenso.
-Tonks, dì un'altra parola e non arriverai alla festa di Halloween- ringhiò passando davanti al cronista e agli spalti dei professori.
-Attenzione, c'è un colpo di scena. Potter sembra aver avvistato il Boccino, e Malfoy gli è alle calcagna.- disse.
Bellatrix guardò in alto, notando le due sagome. Si voltò verso i battitori, indicando in quella direzione.
Andromeda prese la Pluffa. a pochi metri dagli anelli la passò a Narcissa, che segnò.
-Venti a zero per l'armata Black- commentò Tonks, seguendo con lo sguardo i due Cercatori.
James sfrecciava verso il nulla. Non vedeva realmente il Boccino, desiderava solo tentare di far stancare Malfoy. Rallentò bruscamente, mentre Malfoy virava per trovarsi davanti a lui. -Era una finta, Potter?- domandò. James sorrise -Si, Malfoy- ammise. Un rumore metallico distrasse entrambi, e si voltarono nella stessa direzione. Il Boccino era lì, che sembrava prenderli in giro.
Ripartirono bruscamente, mentre Ted Tonks annunciava -Trenta a zero per Serpeverde. Potter, salvali!-
Ci fu un testa a testa tra i due. Il Boccino era a debita distanza da entrambi. Si sentì una voce femminile urlare -Buttatelo giù, razza di idioti!- e due Bolidi partirono in direzione di James Potter, che li evitò abilmente, perdendo però velocità. Malfoy aveva allungato una mano per afferrare il Boccino. Era così vicino che non vedeva altro che quello, mentre una figura andava ad urtare lui e James Potter.
-IDIOTA!!- ruggì Bellatrix, ritrovandosi a terra assieme ai due Cercatori. In alto, la partita imperversava. Narcissa e Andromeda tenevano la Pluffa, alternandosela, mentre Arthur Weasley, unico battitore rimasto, le mirava con il Bolide.
I tre tornarono sulle rispettive scope, e di nuovo i Cercatori si trovarono a dover cercare con lo sguardo il Boccino.
-Vostra maestà, quello era uno dell'armata Black- Ted sembrò non riuscire a trattenersi, ma Bellatrix sembrò non farci caso, quando intercettò la Pluffa e la mandò nell'anello.
-Quaranta a zero. I Serpeverde devono essersi allenati duramente, nel maniero Black- azzardò Ted. Lucius rise, tra sè, pensando alle vere cause di quel punteggio.
James aveva avvistato il Boccino, a differenza di Lucius. Sfrecciò in quella direzione, seguito dal Serpeverde. Raggiunse il Boccino sfiorandolo con le dita. Un secondo solo, e lo avrebbe intrappolato, se solo quel Bolide non lo avesse colpito in pieno.
Malfoy accellerò vittorioso, e catturò il Boccino, mentre James Potter precipitava a terra.
-Malfoy cattura il Boccino! Serpeverde vince la partita!- annunciò Ted, con poco entusiasmo nella voce. 
I Serpeverde si riunirono lungo una linea retta, con Bellatrix e Lucius in testa. Si muovevano l'uno dietro l'altro, e l'effetto dato era come quello di un Serpente che si muoveva in aria.
 
Negli Spogliatoi, i battitori furono i primi ad uscire. Bellatrix sorrideva, mettendo nella borsa la bottiglia col succo di zucca avanzato.
-Bellatrix, la prossima volta sarebbe meglio se non usassimo la Felicis- commentò Lucius. -E' stato... umiliante prendere il Boccino perchè Potter si è rotto una gamba- 
-Allenati di più- si limitò a ribattere Bellatrix. -Io so solo che se bello quel Tonks fuori dal campo di Quidditch lo uccido con le mie mani- disse.
Andromeda non disse una parola, arrossendo. Narcissa parlò.
-Meddie, ma non è il ragazzo che era con te in Biblioteca qualche settimana fa?- domandò. Bellatrix si voltò di scatto. 
-Nnn... si, mi serviva aiuto con dei compiti- si giustificò. Bellatrix assottigliò gli occhi, scrutandola con freddezza. Chiuse la borsa, e uscì dallo spogliatoio.
-L'hai fatta grossa stavolta, Meddie- disse Lucius, aspettando Narcissa per uscire.
 
All'uscita dagli spogliatoi, tutti desideravano che in quella partita qualcuno li notasse.
Andromeda voleva essere ammirata da Ted.
Narcissa voleva che Lucius la apprezzasse.
James voleva impressionare la Evans, ma un motivo preciso non c'era.
Bellatrix voleva colpire il professor Riddle.
 
All'uscita degli spogliatoi, ognuno di loro sentì la voce della persona dalla quale volevano farsi notare.
-Possiamo parlare?-

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Capitolo 22
*** Cap. 22 ***


Ragazzi, una cosa... Ho notato che questo periodo le recensioni si limitano ad una per capitolo. Non lo dico perchè "Ommioddiovogliopiùrecensioniiii" ma per sapere se il lavoro che faccio vi piace o è una totale schifezza. Va bene anche se mi aggiungere su fb per dirmelo in privato, non importa. IO DEVO SAPERE!!!. Detto questo, Buona Lettura :)
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Cap. 22



-Lucius... Dimmi- Narcissa sorrise voltandosi verso l'amico di famiglia.
-Be-bella partita- si complimentò il ragazzo, dandole una leggera pacca sulla spalla. Narcissa arrossì. -Grazie- mormorò.
Rimasero alcuni secondi in silenzio a guardarsi i piedi. Lucius alzò la testa. 
-Devo... devo dirti una cosa abbastanza importante- farfugliò il ragazzo. -Non so come tu possa prenderla ma... a me non dispiace- 
-Dimmi- sorrise Narcissa. 
-Beh...- Lucius si spostò di alcuni passi, per evitare che qualcuno li sentisse.
-I...Tua sorella, Bellatrix, mi ha detto che... che ha ascoltato i vostri genitori parlare- iniziò a dire, balbettando e guardandosi i piedi. 
Dannazione, quando pensava al modo in cui glielo avrebbe detto non sembrava così difficile. 
-E...?- domandò la ragazza. 
-Sembra abbiano detto che ci sposeremo- Disse. Guardò la reazione della ragazza, che rimase a guardare i suoi occhi per alcuni istanti.
-E' confermato?- sussurrò.
-Alla fine dell'anno probabilmente lo annunceranno, quindi... Dobbiamo solo aspettare il trentuno di dicembre- disse il ragazzo. -Ma... a me fa piacere. Beh, in fondo io... Noi...-
Narcissa abbassò gli occhi. Avrebbe sposato Lucius Malfoy. 
Lo abbracciò. -Anche a me fa piacere, Lucius- disse piano. -Ma aspettiamo Dicembre, l'annuncio ufficiale. Così ne saremo sicuri- 
Lucius la guardò. Aveva cinque anni meno di lui, ma era estremamente intelligente.
Ricambiò l'abbraccio, incrociando lo sguardo di Andromeda che si allontanava con il ragazzo che aveva fatto la cronaca della partita.
 
Dimmi- Andromeda si voltò verso il ragazzo e gli sorrise.
-Sei stata bravissima- si complimentò.
-Io... E' stata la Felix Felicis- ammise, abbassando lo sguardo. Ted la guardò interrogativo. 
-Bellatrix l'ha messa  nel succo di zucca, e l'abbiamo bevuto tutti. Ti prego, non dirlo in giro!- 
Ted storse le labbra annuendo. -Saresti stata brava comunque- commentò. Andromeda arrossì.
-Beh, non volevo dirti questo, veramente- Ted la guardò. -Ho chiesto ai miei di rimanere ad Hogwarts per fare compagnia a te e... loro...-
-Ti hanno detto di tornare a casa lo stesso, non è così?- Andromeda sospirò.
-No, affatto!- Ted spalancò gli occhi. -Anzi tutt'altro... hanno detto che gli farebbe piacere conoscere una mia amica strega, quindi... quello che voglio chiederti, è...- fece un sospiro. -Ti andrebbe di passare il Natale a casa mia?- 
Andromeda si fermò un istante. Avrebbe dovuto trovare il modo di nasconderlo ai propri genitori e alle proprie sorelle ma...
-Si!- sorrise la ragazza.
-Bene, allora li avviserò- sorrise in risposta il ragazzo. Le sorrise, carezzandole la mano. -Io... io adesso avrei gli allenamenti. Ci vediamo domani- disse, dandole un lieve bacio sulla guancia ed allontanandosi lentamente. Andromeda si sentì avvampare dove il ragazzo l'aveva baciata.
Si voltò per avviarsi al castello, e vide alla propria destra Bellatrix e il professor Riddle parlare vicino ad un albero.
 
-Ditemi, mio Signore- Bellatrix si appoggiò ad un albero, guardando l'uomo.
-Bella partita- si complimentò freddamente l'uomo. Bellatrix abbassò il capo -Grazie signore-
-Ho ricevuto una lettera dei tuoi genitori. Mi hanno invitato alla cena del trentuno dicembre- la informò.
Bellatrix sorrise -Assisterete al fidanzamento ufficiale di mia sorella Narcissa con Lucius Malfoy- disse la ragazza. 
L'uomo sorrise -Per quanto possa essere un lieto evento, non è quello il principale motivo per cui desidero essere presente- 
-Allora cosa, mio signore?- Bellatrix inclinò il capo.
-Ci saranno moltissime famiglie Purosangue. E' il momento perfetto per reclutare, Bellatrix- disse. le prese il braccio, guardando il Marchio Nero. -Sei la prima ad avere il mio simbolo su di sè-
Il serpente dipinto nel marchio si mosse sotto i loro occhi.
-Ci sarà un rinfresco e un ballo quella sera, mio Signore. Temo che non ci sarà molta possibilità di parlare- azzardò la ragazza.
-In tal caso, spero che mi concederà l'onore di farle da accompagnatore, signorina Black- Riddle sorrise freddamente, esibendo un tono di voce estremamente lusinghiero.
-Sarà per me un immenso piacere avervi come accompagnatore, mio Signore- Bellatrix si sentì avvampare.
-Farò un annuncio, con il permesso dei tuoi genitori.- la voce di Riddle cambiò, tornando fredda e impostata. -E in quel momento tutti i presenti saranno d'accordo con le mie parole- 
Bellatrix annuì, con espressione seria. Si sentì piena di orgoglio per essere stata il suo mezzo di collegamento con la propria famiglia.
-Sai, Bellatrix, il trentuno Dicembre è il mio compleanno- disse Riddle, come perso nei propri pensieri mentre guardava verso il castello. Tornò con lo sguardo su di lei. -Non mi negheresti un regalo di compleanno nel caso te lo chiedessi, vero?- domandò.
Bellatrix sorrise. -Mio Signore, avrete da me tutto ciò che desidererete- 
 
 
-Evans... dimmi tutto- farfugliò James Potter, arrivato in infermeria, dolorante ma con un sorriso beffardo sul volto.
Lily era andata fin lì per parlargli. Era irritata da tante cose in quel momento, e sospettava che fosse stato Severus a causare quell'incidente, sia a James che a Sirius.
-Black, sto parlando anche con te- disse Lily, mentre Sirius tentava di origliare la conversazione.
-Dimmi rossa- Scherzò lui.
-Dovete smetterla di prendere in giro Severus!- stabilì, incrociando le braccia sul petto.
Sirius scoppiò a ridere nonostante avesse un braccio a pezzi per via della caduta. James fece lo stesso.
-Evans, ci abbiamo provato, davvero!- disse James -Sabato lo abbiamo visto nel parco, ma non lo abbiamo preso in giro.-
-Tu non puoi immaginare quanto possa essere stato noioso quel pomeriggio- continuò Sirius.
Lily sbuffò. -Ragazzi se non lo fate rischiate grosso, lo dico per voi.- Girò i tacchi, ed uscì dall'infermeria. 
-E' una minaccia, Evans?- urlò James, guardandola andare via.
Sospirò. 
-E' davvero bella, eh?- borbottò, voltandosi verso Sirius. 

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Capitolo 23
*** Cap. 23 ***


Buona Lettura :)
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Cap. 23


-Sev! SEVERUS!-
Lily Evans attraversò correndo il prato di Hogwarts,  vedendo Severus Piton seduto sotto il loro solito albero. Lui leggeva, e la ragazza sedette accanto a lui sbirciando il testo.
-Cosa leggi?- domandò, incuriosita.
Severus si riscosse, sussultando. -Nulla... nulla di importante- rispose, con tono vago, facendo per nascondere il libro. Lily lo guardò incuriosita, e con un vago sospetto nello sguardo.
-Difesa, faccio una ricerca...- mentì. 
-Facciamo difesa assieme, Severus, il professor Riddle non ci ha dato nessuna ricerca- 
-Si beh, è un'approfondimento personale- il ragazzo assunse un'espressione seria.
-Non sai mentire. Cos'è?- Lily posò una mano sul libro, e il ragazzo sembrò cedere, porgendoglielo.
-E' davvero Difesa contro le Arti Oscure, è un approfondimento personale- disse.
-Su maledizioni, fatture e malocchi?- Lily lo guardò storto.
-Severus... sei stato tu a far capitare quegli incidenti a Sirius e a James?-
-Adesso li chiami per nome? Sono diventati i tuoi amichetti?- Severus la guardò, irritato, riprendendosi debolmente il libro.
Lily si ritrasse, colpita dal tono di voce dell'amico. -No, ma... non voglio che tu faccia del male a qualcuno- disse. -Se loro sono cattivi non devi esserlo anche tu-
-Allora come faccio a difendermi?- domandò, vistosamente infastidito. 
Lily sospirò. -Non... puoi dirlo ad un professore?- 
-Non voglio, non farebbero nulla- Severus abbassò gli occhi. -Lily, per favore, lasciami fare. Non farò del male a te, nè a me stesso, ma sono a chi cercherà di fare del male a te o a me- disse con tono serio. La guardò negli occhi, e sorrise. -Non esagererò, Lily. Non mi farò prendere dalla magia nera- promise.
La ragazza annuì, contrariata. -D'accordo. Non esagerare- lo mise in guardia. 
Severus sorrise e annuì, felice dell'approvazione della ragazza.
 
 
Mancavano pochi giorni alla cena di Halloween.
Tom Riddle e Bellatrix Black avevano già incominciato gli allenamenti, in attesa degli altri ragazzi.
-Ultimo duello, Bella. Sei pronta?- domandò l'uomo, rivolgendosi alla ragazza.
Bellatrix annuì, posizionandosi davanti a lui. 
Bacchette su, poi giù. Inchino.
Si voltarono e fecero dieci passi.
Bellatrix sentiva il cuore battere accellerato. Aveva bisogno di dimostrargli di essere la migliore.
Si voltarono l'uno verso l'altra.
-Expelliarmus!-
-Protego!- Bellatrix si difese, sfruttando l'arma degli incantesimi non verbali di tanto in tanto. Una luce rossa partì dalla sua bacchetta.
-Protego... CRUCIO!- Bellatrix si gettò di lato per evitare la maledizione, poi gli punto la bacchetta contro. -Incarceramus!-
L'uomo deviò l'incantesimo con la mano senza bacchetta.
-Puoi usare le maledizioni Cruciatus e Imperio, Bellatrix. Ti do il permesso di farlo- rise Riddle, puntandole contro la bacchetta e sibilando -Imperio-
La ragazza non fece in tempo a spostarsi.
Riddle storse le labbra, nel vedere che non aveva fatto in tempo a proteggersi. La guidò verso di sè, a pochi centrimetri dal proprio corpo. Sapeva che quella sedicenne aveva un debole per lui, e aveva intenzione di farle superare l'ostacolo delle emozioni, per evitare un'esitazione fatale.
Spezzò l'incanto, e la ragazza si trovò per un istante confusa così vicino al suo corpo. Poi gli punto contro la bacchetta.
-Stupeficium!- disse, mentre lui con un gesto della bacchetta deviava il colpo.
La ragazza fece alcuni passi indietro, lanciando schiantesimi non verbali.
-CRUCIO!- urlò l'uomo. La ragazza fu colpita, e cadde a terra, agonizzante. Urlava, ma teneva la bacchetta stretta in mano. Non appena si fu ripresa si voltò verso Tom Riddle.
-Imperio!- urlò, mentre lui evitava abilmente la maledizione.
Si tirò in piedi e puntò la bacchetta verso di lui.
-CRUCIO!- 
Non sapeva perchè aveva usato quella maledizione. Forse per dimostrargli quanto era brava. Fatto sta che lui si lasciò colpire, e per un istante cadde a terra, ma non urlò, nè prese a contorcersi. Semplicemente si voltò e la disarmò.
Bellatrix guardò la bacchetta volare via dalle proprie mani, poi si voltò a guardare Riddle, con un'espressione indecifrabile sul volto.
-Perchè non ha funzionato?- domandò, afflitta.
-Probabilmente perchè non eri certa di volermi torturare- disse. -Temevi la mia reazione- 
-Forse- mormorò la ragazza. 
-Usciamo da qui, aspettiamo gli altri- le disse poi, dandole il tempo di prendere la bacchetta.
La ragazza annuì, raccogliendo la propria arma ed uscendo assieme all'uomo.
Chiusa la porta alle loro spalle, nessuno dei ragazzi era ancora presente davanti alla stanza delle Necessità.
Bellatrix si rigirava la bacchetta tra le mani, facendo avanti e indietro per il corridoio.
-Oggi tu allenerai gli altri assieme a me- Riddle ruppe il silenzio, distraendola dai propri pensieri.
-Perchè?- la ragazza si voltò, avvicinandosi.
-Perchè hai raggiunto un buon livello Bellatrix, e voglio che gli altri vedano te come qualcuno da superare- 
Bellatrix annuì, inclinando la testa. 
-Non lo faranno- la rassicurò l'uomo, notando la preoccupazione che la ragazza tentava di nascondere. -Tu continuerai a prendere lezioni private da me, Bellatrix. E poi, quando sarò andato via, tu continuerai a allenarli al mio posto- disse.
La ragazza alzò il capo. -Mio Signore, non sono pronta, io...- 
-Durante le vacanze di Natale io e te ci vedremo, e continueremo le nostre lezioni.- stabilì. Bellatrix annuì, con serietà, poi si fece pensierosa.
-Mio Signore poss...- iniziò a dire, seguendo un filo di pensieri tutto suo. Una voce la interruppe, e la ragazza chiuse gli occhi afflitta.
-Black, sempre appiccicata al professor Riddle a quanto vedo- suo cugino Sirius la raggiunse. -Salve professore, mi scusi- disse, abbozzando un sorriso.
-Sirius- salutò freddamente la ragazza. -Sei tornato intero a quanto vedo- notò.
Il ragazzo annuì, sorridendo. -Cercavo Moccio... Piton. Sai dov'è?- domandò con fare vago. La ragazza assottigliò gli occhi.
-A che ti serve saperlo?- 
-Affari miei, cugina- 
Bellatrix si morse un labbro, impugnando la bacchetta. -Togliti dai piedi- sibilò.
-Non oseresti attaccarmi davanti ad un professore, Bellatrix. Sei troppo vigliacca- la provocò Sirius.
La ragazza gli puntò contro la bacchetta. -Stupeficium!- sbottò, mandandolo a sbattere contro un muro.
Bellatrix si voltò, in cerca di un cenno di approvazione da parte del professore. 
-Non si attaccano i più deboli se non per difendersi, Bella- la riprese lui, guardando il ragazzo svenuto.
-Oblivion- disse piano, poi puntandogli la bacchetta contro lo spostò da un lato poco frequentato del settimo piano, lasciando Bellatrix sola con le spalle appoggiate ad una colonna.
Quando Riddle tornò, Bellatrix fece per dire qualcosa, ma si zittì. Lucius, Narcissa, Regulus e Severus erano appena arrivati.

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Capitolo 24
*** Cap. 24 ***


Non mi piace, non mi piace affatto. Spero che a voi piaccia :) Buona Lettura!
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Cap. 24

 
-Signor Piton... nuovo arrivo- sorrise Riddle, facendo alcuni passi verso i quattro e lasciando Bellatrix dietro di sè.
-Buonasera signore- Salutò Severus. -Io... beh...-
Riddle sorrise. -Mezzosangue. Hai bisogno di difenderti- disse. 
-Si, signore- Severus alzò lo sguardo, incuriosito -Come sa...?-
-Legimanzia- Riddle inclinò la testa. Severus annuì, e guardò Bellatrix. Le si avvicinò. 
-Gra... Grazie- disse piano. Bellatrix inarcò un sopracciglio senza rispondere.
Nel giro di un quarto d'ora, tutti i ragazzi erano davanti alla stanza delle necessità. Riddle aprì la porta dietro di sè, e di nuovo davanti a loro, come la prima volta, una stanza interamente nera illuminata solo da poche candele li accolse. Entrati tutti, Riddle si voltò verso di loro.
Erano tanti, notò, guardandoli uno ad uno.
Posò lo sguardo su Bellatrix per un istante in più, poi prese a parlare.
-Due giorni e andrò via da questa scuola- annunciò. -Un'altra sola lezione dopo questa, e arriverà a scuola un nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure. Se lo vorrete, e lo vorrete, le nostre lezioni continueranno fuori dalla scuola. Qui potrete continuare ad allenarvi tra voi, in modo sicuro e responsabile, evitando di provocarvi a vicenda seri danni- 
Mentre dava direttive camminava avanti ed indietro davanti a loro. Si avvicinò a Bellatrix, e le sfiorò una spalla con la mano. La ragazza si avvicinò.
-Se vorrete contattarmi in qualche modo, riferite a Bellatrix.- aggiunse, posando gli occhi su di lei. -E io tramite lei vi risponderò- 
-E se volessimo rivedervi? Se volessimo dirvi qualcosa che a Bellatrix non è dato sapere?- Alecto Carrow parlò a voce alta e chiara. Bellatrix si voltò di scatto, facendo alcuni passi indetro voltandosi verso gli altri ragazzi. 
-Potresti stare zitta e infilarti i tuoi dubbi e le tue domande inutili nel c...-
-E' necessario che lei sia mio tramite- la sovrastò l'uomo, zittendo la sedicenne. -E in ogni caso, per chi di voi verrà, potrete rivedermi alla fine dell'anno in villa Black- disse.
Alecto annuì.
-In quell'occasione è di vitale importanza che ognuno di voi mi dia totale e incondizionato appoggio- avvisò. -Non c'è bisogno che vi dimostri nuovamente quanto terribile può essere su un animale la maledizione Cruciatus per farvi immaginare quanto dolorosa possa essere su una persona, non è vero?- 
Disse quelle parole con un tono di voce leggero e persuasivo. Bellatrix degludì, ricordando la sensazione di pochi minuti prima.
-Possiamo iniziare l'allenamento ora- disse, a seguito di diversi secondi di silenzio.
Battè le mani, e le candele si spensero per mostrare loro nuovamente la sala come l'avevano lasciata Bellatrix e Riddle.
 
 
 
-Remus, hai visto Sirius?- James Potter era in sala grande, all'ora di cena. Non vedeva Sirius da quel pomeriggio. 
-No.. No, non credo. Non era con te?- Remus alzò lo sguardo dal proprio piatto. 
-Meglio che vada a cercarlo- bisbigliò il ragazzo. -Accompagnami, useremo il mantello- insistette.
Remus si voltò verso Peter Minus. -Non te lo chiediamo neanche, vero Pete?- rise James, avviandosi assieme a Remus prima al dormitorio, e poi lungo i corridoi della scuola.
 
Avevano passato due ore a cercare. Neanche una traccia di Sirius. Fu solo quando vagando come ultima speranza per il settimo piano, trovarono il corpo svenuto di Sirius. James si avvicinò all'amico, e lo scosse con forza.
-Aguamenti!- tentò, mentre un getto d'acqua colpiva il volto del ragazzo.
Sirius si tirò su improvvisamente, tossendo.
-Che diavolo fai, James? Vuoi affogarmi? Perchè mi hai portato qui?!- Le domande uscirono dalle labbra di Sirius tutte assieme, tanto da renderle quasi incomprensibili.
-Ti sveglio, razza d'idiota! Non ti ci ho portato io, sono le undici di sera ed eri svenuto da chissà quanto!- Lo rimbeccò James.
Sirius agrottò le sopracciglia. -Cosa...?-
-Non ricordi nulla?- Remus scostò il mantello dell'invisibilità e comparve agli occhi di Sirius. Il ragazzo sussultò.
-No... Devo aver battuto forte la testa- 
Remus annuì. -Si, probabile...- disse, pensieroso. Lanciò un'occhiata a James, ma notò che non nutriva i suoi stessi dubbi a proposito del buco di memoria che sembrava avere Sirius.
Storse le labbra, voltandosi di scatto.
Un rumore di passi li fece voltare, e i tre si nascosero goffamente sotto il mantello.
-Te l'ho già detto, Bellatrix. Non-mi-interessa- 
La voce del professor Riddle li raggiunse. Irritata, fredda e tagliente.
-Non perchè vi interessi, mio Signore, ma perchè la conosco! Andromeda non accetterebbe mai, è troppo... Debole!- 
La voce di Bellatrix era implorante, sottomessa quasi. Sirius non poteva credere alle proprie orecchie.
-Debole o no, il suo sangue è puro quanto il tuo!- Riddle stava trascinando Bellatrix per un braccio davanti a loro. L'aveva afferrata per le spalle, e spinta contro il muro.
-Mio Signore...- si lamentò la ragazza, sentendo la presa dell'uomo attorno ai polsi diventare sempre più stretta.
Riddle non disse una parola, guardandola freddamente. 
-Non mi ascolterà. Ormai è... è come Sirius, cotta dei mezzosangue- disse.
Riddle lasciò la presa, facendola cadere malamente a terra. La guardò freddamente dall'alto, dando le spalle ai tre grifondoro nascosti.
-HO bisogno di nuovi adepti, Bellatrix.- le disse, scostandosi per farla rialzare e prendendo a camminare avanti ed indietro.
-Ho radunato tutti coloro che credevo utili, mio signore. Per gli altri, temo dovrete aspettare dicembr...-
-Non voglio aspettare dicembre!- Riddle si voltò infuriato, facendo per dare uno schiaffo a Bellatrix. La mano si fermò a pochi centimetri dal suo volto.
Bellatrix aveva chiuso gli occhi, per poi riaprirli nel sentir mancare il colpo.
Riddle sospirò -Entra, Bellatrix- ordinò, mentre davanti agli occhi stupefatti dei tre ragazzi, un'enorme porta compariva sulla parete.

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Capitolo 25
*** Cap. 25 ***


Scusate il ritardo... Buona Lettura! :)
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Cap. 25


 
I tre ragazzi, chiusa la porta alle spalle dei due, si avvicinarono al muro nel tentativo di riaprirla, ma fu inutile. La porta era sparita.
-Dev'essere la stanza delle Necessità- commentò James, soddisfatto della scoperta. -Andiamo prima che escano, domani entreremo noi- disse, sistemando meglio sopra di sè il mantello dell'invisibilità e allontanandosi per le scale assieme a Sirius e Remus.
 
 
 
La stanza era scura, poco illuminata. Non era la stessa dove si allenavano, Bellatrix l'avrebbe riconosciuta. Era un'altra.
Quasi completamente spoglia, somigliava ad un salotto. 
-Perchè un salotto?- domandò Bellatrix, guardandosi attorno.
-Di questo ti preoccupi?- sibilò l'uomo, afferrandole il polso e strattonandola. 
La ragazza non fece una piega, seguendolo. -Posso tentare di parlare con i miei genitori per dire loro di incontrarvi dopo Halloween, mio Signore.- disse.
Riddle si fermò, guardandola.
-Come?-
-Gli scriverò una lettere. Immagino che... che dopo il 31 ottobre voi diventerete... Lord Voldemort- pronunciò il nome con una particolare precisione.
-Ripetilo- Riddle assottigliò gli occhi. -Ripeti il mio nome, Bellatrix- disse, afferrandole anche l'altro polso e avvicinandola a sè.
-Lord Voldemort- sussurrò Bellatrix, trovandosi così vicina a lui. Rabbrividì per un istante, nel sentire il contatto del petto dell'uomo e il suo sguardo su di sè.
Riddle sorrise. Aveva sentito quello che voleva: quella nota di venerazione nella sua voce, che la rendeva sua. Senza compromessi nè riserve. Senza alcun rischio di ripensamenti.
E con lui, sorrise anche lei. Felice di avergli provocato quel sorriso, felice di vederlo soddisfatto.
L'uomo, però, non le lasciava la stretta sui polsi. La teneva, come imprigionata, vicina a sè. 
Passarono interminabili secondi, in cui i due non fecero altro che guardarsi negli occhi. Poi Riddle ruppe quel silenzio che Bellatrix per un attimo aveva desiderato non finisse mai.
-Ti sarai mica presa una cotta, ragazzina?- ghignò, sfottendola.
Bellatrix aggrottò le sopracciglia. -Scambiate l'ammirazione e la fedeltà eterna con una stupida cotta infantile, Mio Signore?- domandò.
Riddle assottigliò lo sguardo, e avvicinò il volto a quello di lei. La ragazza si avvicinò, e socchiuse gli occhi.
Si trovò a baciare il vuoto.
Riddle rise, lasciandole i polsi e smaterializzandosi lontano.
Non c'era divertimento nella sua risata. Bellatrix avvampò. 
-Chiaramente, Bellatrix, non è una stupida cotta infantile- la canzonò. Si avvicinò a lei a grandi passi, e con una mano la prese al collo.
-L'amore, Bellatrix, è completamente inutile- le sibilò all'orecchio. Bellatrix rabbrividì, mordendosi il labbro inferiore. 
-Perdonatemi, Mio Signore- disse, con voce strozzata per via della mano di lui che le bloccava ormai la gola.
L'uomo si limitò ad uscire dalla stanza delle necessità lasciando la ragazza da sola.
 
 
 
Il giorno seguente, Andromeda sedeva sotto un albero, sulla riva del lago nero, intenta a studiare Antiche rune. O almeno, così sarebbe sembrato ad un qualsiasi occhi esterno. in realtà aspettava Ted, che le aveva assicurato che l'avrebbe raggiunta non più tardi delle 16. erano le 16 e 30, e di Ted non c'era neanche l'ombra. 
Andromeda sospirò, continuando a prendere appunti su un quaderno di fogli di pergamena, mentre con la mano sinistra teneva il segno delle parole più importanti.
Aveva mandato una lettera a casa, dove aveva chiesto ai coniugi Black di rimanere ad Hogwarts per le feste di Natale, giustificandosi con la scusa di dover studiare molto il programma di Trasfigurazione, sul quale era certa di essere rimasta molto indietro. Probabilmente le avevano creduto, ma Andromeda non sapeva se fosse necessaria un'autorizzazione dei tutori per lasciare la scuola nel periodo invernale o meno.
Sapeva che i due provvedevano parlando direttamente al preside Albus Silente, e non attraverso gufi, così non sapeva se avrebbe potuto fargliela sotto il naso o meno.
In  breve Ted la raggiunse.
Sedette accanto a lei, e le chiuse il libro. -Beh? Non mi saluti?- domandò, sorridente.
-Sei in ritardo di mezz'ora- constatò Andromeda. 
Ted sospirò -Che importa? Adesso sono qui- le fece notare.
Andromeda sorrise, scoccandogli un bacio sulla guancia. 
-Sai se c'è bisogno del permesso dei miei per uscire da Hogwarts per le vacanze Natalizie?- domandò.
Ted si fece pensieroso. -Temo di si, solitamente mia madre nelle lettere mi scrive "Ho avvertito il professor Silente che..."... quindi, immagino di si. Perchè?-
-Non riesco a trovare un modo per non dire ai miei che passerò da te le vacanze facendogli però dire a Silente di autorizzarmi- mormorò la giovane. Ted sospirò.
-Rimaniamo ad Hogwarts, allora- Propose Ted. Le sorrise -Avviserò mia madre, non importa se quest'anno passo il Natale senza i miei- 
Andromeda lo guardò, e sorrise. Si avvicinò, e lo abbracciò di slancio.
-Meddie!-
Narcissa la raggiunse a passi veloci, seguita da Lucius.
Andromeda si staccò da Ted in quell'istante. "Dannazione, non è possibile che ogni volta che sto con lui finisco per incontrare anche Cissy!"
-Aspetta che mamma lo venga a sapere!- minacciò Narcissa, guardando male Ted.
Andromeda spalancò gli occhi -No! Cissy, io...- iniziò a dire, ma la ragazzine era già andata via.
-Potevi trovarti un posto meno frequentato- Lucius guardò Andromeda, poi si voltò verso Ted.
-Tapporotto e sanguesporco... può esserci di peggio?- sogghignò, allontanandosi poi al seguito della ragazza.

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Capitolo 26
*** Cap. 26 ***


Buona lettura! :D
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Cap.26
 
 
Severus quel pomeriggio passeggiava accanto a Lily per i corridoi di Hogwarts. Non avevano nulla da fare: i compiti per il giorno successivo erano già stati fatti, e avevano due giorni di vacanza per i primi di Novembre.
-Com'è il professor Riddle quando fa lezione di Arti Oscure?- Lily, incuriosita, si voltò verso Severus.
-Terrificante- rispose il giovane, alzando le spalle -Ma potentissimo. Ci ha insegnato ad usare le...- fece una pausa, circospetto, abbassando la voce. -MsP-
-Emmessepi?- ripetè Lily, inarcando un sopracciglio.
-Maledizioni senza perdono- sussurrò il ragazzo. -E... beh, io non riesco ad usarle, e neanche Narcissa, la più piccola dei Black. Invece Bellatrix, il prefetto della mia casa, si- disse. -Pare serva una predisposizione personale, per farle. Dice che bisogna Voler fare del male a prescindere, non solo essendo arrabbiati- continuò.
Lily spalancò gli occhi. -Bisogna dirlo a Silente, Sev... Il professor Riddle...-
-Il professor Riddle cosa?- Remus e Sirius allungarono il passo.
Severus balzò indietro, e Sirius alzò le mani. -Vengo in pace, Mocciosus. Abbiamo sentito parlare del professor Riddle, e abbiamo visto anche noi cose che ci sono sembrate... Strane, da parte di un professore di Hogwarts- 
Lily si voltò. -Cose di che tipo?- domandò.
-Non dovremmo parlarne qui, rischiamo di essere sentiti. Spostiamoci- Remus interruppe i due, e lanciò un'occhiata a Severus, che li osservava infastidito.
-Spostatevi voi, io vado in sala comune- Severus si allontanò, senza salutare nessuno di loro. Nemmeno Lily.
I tre si diressero al lago nero, dove si scambiarono freddi sguardi con Lucius Malfoy e Narcissa Black, che tornavano al castello. Raggiunta la riva del lago, Sirius salutò una figura poco lontana, e lasciò i due senza una parola. 
Si stva dirigendo verso Andromeda Black, seduta al fianco di Ted Tonks, che aveva smesso di parlarle per voltarsi verso Sirius.
-Meddie! Ho visto Cissy e Malfoy allontanarsi... E' successo qualcosa?- domandò, dandole un bacio sulla guancia. Andromeda fece spallucce.
-Conosci Cissy. Mi ha vista con Ted ed è andata su tutte le furie- mormorò.
Sirius guardò il ragazzo con cui parlava sua cugina. -Piacere, sono Sirius Black- gli sorrise.
-Ted Tonks- rispose l'altro, tendendogli la mano. Sirius la strinse, con fare amichevole.
Remus e Lily li raggiunsero, senza dire una parola. Lily sorrise ad Andromeda, che ricambiò appena il sorriso. 
-Possiamo parlarne anche con loro- disse Sirius, guardando verso Andromeda. -Dopotutto, Meddie, credo che la tua cara sorella maggiore sia immersa fino al collo in questa faccenda-
Sedette, imitato dagli altri due. -Ah, ehm... Scusa se ho disturbato- aggiunse, allusivo, passando lo sguardo da Andromeda a Ted diverse volte.
-Il fatto è che il professor Riddle a noi non piace- Remus interruppe Sirius. -Non come insegna, il suo modo di insegnare è praticamente perfetto... parlo della sua personalità.-
-Ha aperto un gruppo di studenti che sta istruendo alle Arti Oscure, e Bellatrix ha dato il via a tutto- continuò Sirius.
Andromeda assottigliò lo sguardo. -Ecco perchè non vedevo mai in Sala Comune Bellatrix, Cissy, Regulus e Lucius- disse, a voce bassa.
-Ieri notte abbiamo visto Bellatrix e Riddl al settimo piano. Dovevi vederli, Meddie... Non ho mai visto quell'altezzosa menefreghista comportarsi a quel modo con nessuno- Sirius guardò la ragazza.
-Intendi che...?-
-Riddle la tirava per un braccio, l'ha spinta contro il muro, le ha urlato contro.- descrisse Remus.
-E Bellatrix non ha fatto niente- disse il Black.
Andromeda guardò per un istante Ted. -Riddle verrà al ballo di fine anno a casa nostra- spostò ora lo sguardo su Sirius, preoccupata.
-Noi non ci saremo, non dobbiamo preoccuparci- il ragazzo fece spallucce. -Piuttosto... Temo te lo ritroverai come cognato- rise.
Andromeda si irrigidì, entendo un brivido ghiacciato attraversarle la schiena -Co...cosa?-
-Dai Meddie, non puoi aspettarti che Bellatrix sposi qualcuno che riesce a trattare come un elfo domestico! E Riddle è l'unico che non tratti a quel modo-
Andromeda rabbrividì nuovamente.
-Voi piuttosto? State organizzando una fuga d'amore?- domandò Sirius, guardando di sottecchi Ted che arrossì.
 
 
 
 
Narcissa e Lucius stavano raggiungendo a grandi passi la sala comune di Serpeverde. Se Bellatrix l'avesse saputo, di conseguenza anche loro madre l'avrebbe saputo e avrebbe fatto capire ad Andromeda quanto si stesse sbagliando.
-Credi sia la cosa giusta?- domandò Narcissa, insicura, poco prima di entrare nella Sala Comune.
Lucius si voltò a guardarla. -E' tua sorella, sei tu a doverlo valutare- 
-Proprio perchè è mia sorella, ho paura che faccia la stessa fine di Sirius, e non voglio. Io le voglio bene, e mi dispiacerebbe se per un errore dovesse diventare la pecora nera della famiglia- confessò la ragazzina.
Lucius sospirò. Nella sua visione da figlio unico della famiglia non poteva capire, e lo sapeva bene.
-Parlane con Bellatrix, è anche sua sorella. Poi deciderete assieme.- disse.
Narcissa annuì, dubitante.
Nella Sala Comune trovarono Bellatrix, Regulus e i fratelli Lestrange parlare. Lucius sapeva che Bellatrix sopportava poco i Lestrange, in particolare il maggiore, Rodolphus. Eppure erano lì, la ragazza sdraiata sul divanetto verde a guardare il soffitto.
-Se Riddle desse anche a noi la possibilità di parlargli senza intermediari..- Diceva Rodolphus, che si zittì sentendo i passi dei due ragazzi appena arrivati.
-Cissy, Luc- Salutò annoiata Bellatrix. -Rodolphus stava proprio per indurmi al suicidio a suon di lamentele. Volete salvarmi, o devo arrivare a cruciarmi da sola?-
Lucius guardò per un istante Rodolphus in attesa della sua reazione. Non disse una parola, ma si alzò e si allontanò, seguito da Rabastan Lestrange.
Lucius e Narcissa presero i loro posti, mentre Bellatrix sollevava il capo per seguire con lo sguardo i due che erano appena andati via.
-Finalmente- mormorò.
-Bella, devo dirti una cosa..-  Narcissa parlava nervosamente, quasi avesse paura di far sapere a Bellatrix quello che da quasi mezz'ora aveva intenzione di riferirle. Si stava torturando le mani, togliendo le pellicine. Lucius mise una mano tra quelle di lei, portandone una sul divano stretta alla propria.
-Dimmi Cissy- la invitò a parlare Bellatrix, sorridendo sotto i baffi per la scena che aveva visto protagoniste le mani dei due biondi.
-Andromeda... credo che Andromeda sta frequentando il sanguesporco Ted Tonks- rivelò. 
Il sorriso di Bellatrix sparì. La ragazza si tirò su a sedere, assottigliando gli occhi.
-Non-me-ne-frega-un-cazzo!- sibilò, tornando a sdraiarsi. -Se quell'idiota vuole gettare fango sulla casata dei Black, che ci provi. Nostra Madre, nostro Padre, io e l'Oscuro Signore glielo impediremo- ghignò, guardando il soffitto.
-Credo che scriverò a nostra madre, Cissy- si voltò verso  sua sorelle, che adesso stringeva con più forza la mano di Lucius. Si limitò ad annuire, accettando la reazione di Bellatrix alle proprie parole.

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Capitolo 27
*** Cap. 27 ***


Buona lettura, e un immnso grazie a tutti i lettori!
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Cap. 27

 
 
"Mia cara Madre, mio caro Padre,
Vi scrivo per due motivi principalmente. 
il 31 di Ottobre è ormai giunto, e il professor Riddle lascerà la scuola. 
E' probabile che inizi a reclutare, una volta andato via, e ormai mi riempie d'orgoglio, e dovrebbe riempire d'orgoglio anche voi, sapere che io sono stata la prima.
Dovreste vedere il modo in cui insegna nelle lezioni private con gli alunni scelti: a differenza delle lezioni, quando è con noi la sua potenza sembra palpabile. La sua energia sembra colmare la stanza, dico davvero.
E desideravo chiedervi, se possibile, di sposare lui. Non lo scrivo per una stupida cotta adolescenziale. E' l'ultimo dei miei problemi, ve lo assicuro.
Lo scrivo perchè riesco a vedere in lui quello che sarà tra pochi anni. Madre, Padre, se lo conosceste di persona capireste.
Vi rendereste conto del fatto che, una volta ottenuta una grande schiera di streghe e maghi purosangue, lui potrà portarci alla gloria che abbiamo sempre avuto, ma che ormai sembra solo un opaco riflesso di quello che siamo.
Se lo sposassi porterei il nome dei Black al massimo splendore, e la nostra sarà la famiglia che più di ogni altra, e prima di ogni altra, ha dato manforte a Lord Voldemort.
Pensateci, vi prego. Le origini di qualunque purosangue potrebbero non essere neanche lontanamente paragonabili alla gloria dell'avere lui in famiglia.
Adesso vi starete chiedendo quale sia la seconda motivazione. Andromeda deve avervi chiesto di rimanere ad Hogwarts durante le vacanze natalizie perchè, temo, desideri passare quel tempo assieme ad un certo Ted Tonks. Non vi ricorda nulla quel nome, non è vero? Ben comprensibile. E' un sanguesporco, e durante la partita di Quidditch dalla quale siamo usciti vincitori ha canzonato vivacemente me, Cissy, Regulus e Lucius Malfoy. Immagino comprenderete il mio fastidio, dal momento che so bene che Andromeda è ancora piccola, e non sa bene cosa possa significare sporcare il sangue dei Black con quello dei sanguesporco. Desideravo lo sapeste, Narcissa mi ha informata di questa spiacevole conoscenza, e mi sono affrettata a rendervi partecipi di questo, certa che sappiate gestire Andromeda meglio di quanto noi e Narcissa potremmo fare. 
Perdonatemi per il disturbo.
 
con immenso affetto,
Bellatrix Black."
 
La ragazza lasciò la gufiera due minuti dopo. Aveva guardato fuori dalla finestra, e si era accorta che la luce stava calando. A breve ci sarebbe stata la cena di Halloween. Riddle aveva detto che desiderava vederla dopo la cena, per darle le ultime istruzioni prima dell'ultimo giorno dell'anno, ovvero due mesi dopo.
 
Andromeda sedeva al tavolo dei serpeverde. Narcissa, Lucius e Regulus sedevano assieme ad un gruppo di ragazzi che la giovane aveva visto solo in situazioni ufficiali, quando la famiglia Black decideva di dare cene importanti o balli di fine anno. Riconosceva i Lestrange, i Carrow e pochi altri. Lucius sedeva accanto a Narcissa, e accanto alla minore dei Black vi era un posto libero, probabilmente per Bellatrix. Non appena erano entrati, la ragazza aveva incrociato lo sguardo prima di Lucius, poi di Narcisa, ma entrambi l'avevano ignorata. Posò lo sguardo sul tavolo dei Tassorosso. Ted Tonks era assieme a due ragazzi che dovevano aver la sua età, e con loro rideva e scherzava. Di tanto in tanto gettava un'occhiata al tavolo dei serpeverde, per cercarla conlo sguardo, ma sembrava non trovarla.
Tutti i professori e i ragazzi erano arrivati nella sala grande. Il soffitto rappresentava una notte serena, senza alcuna nuvola, e a mezz'aria volteggiavano zucche intagliate illuminate all'interno. Silenze attirò il silenzio degli studenti.
-Buonasera a tutti. Spero che l'inizio dell'anno non sia stato troppo traumatico per tutti voi- rivolse un sorriso a tutti i tavoli, soffemandosi pochi secondi in più sul tavolo dei Grifondoro.
-Questa sera il professor Riddle ci lascerà, con profondo rammarico- continuò, voltandoi poi verso Tom Riddle. -Concediamogli un saluto di addio- concluse, mentre l'uomo si alzava e andava vicino al preside.
-Buonasera, a tutti voi- disse.
Andromeda lo osservava attenta, ma non era la sola. Anche Sirius, Remus, James e Lily erano profondamente concentrati su quell'uomo che sembrava aver portato in due mesi il caos più totale ad Hogwarts.
-Cosa posso dire? sono passati ormai due mesi, in modo estremamente veloce, e spero che in questo periodo, seppur breve, abbia aiutato ognuno di voi a migliorare nella mia materia e, magari, ad apprezzarla più di prima.- guardò verso il tavolo dei Serpeverde, lì dove il gruppo di ragazzi che addestrava lo ascoltava pendendo dalle sue labbra.
Silente sorrise, battendo le mani, ben presto seguito da tutti gli studenti.
-Spero di avere vostre notizie in futuro, o perfino di reincontrarvi- concluse l'uomo, rivolgendo a tutti gli studenti un sorriso. 
Bellatrix lo conosceva, quel sorriso. E non era di cortesia, di addio o di "buona fortuna". Riddle aveva il sorriso di chi sapeva cosa sarebbe successo, e aveva già i propri piani per quasi tutti loro.
Remus, James e Sirius si scambiarono un'occhiata, chiedendosi quali fossero le intenzioni di quell'uomo. Andromeda le sapeva. Lucius, Narcissa, Regulus, Severus, i fratelli Lestrange, i Carrow e i purosangue della casa di Serpeverde erano coinvolti. Bellatrix ne era ormai quasi la creatrice.
 
-Avanti- 
La porta dell'ufficio di Riddle si aprì, e Bellatrix entrò a passi lenti.
-Volevate vedermi, Mio Signore- disse.
-Desidero darti alcune ultime raccomandazioni prima di andare via e lasciarti tra le mani quel gruppo di principianti- assentì lui, mettendo con un colpo di bacchetta due pile da sette libri ciascuna all'interno di una valigia.
-Vi ascolto- 
Riddle smise di riordinare, posando in tasca la bacchetta. -Ricordi cosa devi fare per chiamarmi?- domandò.
-Premere sul Marchio Nero e concentrarmi su di voi, Mio Signore.-
-Solo in caso di necessità, e non perchè i tuo sentimentalismi da sedicenne pretendono di vedermi- ghignò. 
Bellatrix arrossì -In quel caso, Mio Signore, so che sareste pronto ad utilizzare la Cruciatus- 
L'uomo annuì. -Tu lo sai, ma gli altri no. e dovrai lasciarli nell'ignoranza, per ora- 
-Per ora?-
-Tra due settimane- rispose lui, avvicinandosi alla giovane. -Tu mi chiamerai, quando sarete nella foresta proibita. Userai la scusa di qualcuno che chiedeva di me, e conoscendoli sarà un motivo molto stupido. In quel momento, gli mostrerò quanto dolorosa può essere la Cruciatus. E' tutto chiaro?- domandò.
Bellatrix annuì. -Tutto chiaro, Mio Signore. C'è altro?-
-Quando sarò io a chiamarti, il tuo Marchio diventerà più scuro e prenderà a bruciare. Quando lo farà vieni nella foresta proibita e chiamami. Io ti raggiungerò.-
Bellatrix annuì nuovamente, inebriata da quell'insano rapporto di complicità che sembrava legarli.
-In qualsiasi momento, qualsiasi situazione, Bellatrix, dovrai fare di tutto pur di rispondermi. Dovesse essere un'emergenza, o dovessi aver bisogno di vederti per qualche motivo dovrai scattare. Intesi?-
-Avrete priorità assoluta, Mio Signore- assentì Bellatrix.
Riddle la guardò alcuni istanti. Si rilassò, e le concesse un sorriso complice. 
Si avvicinò e le cinse la vita co un braccio avvicinandola a sè. Avvicinò le labbra al suo orecchio, provocandole un brivido prima, la pelle d'oca dopo.
-Non mi sentirai dirlo di nuovo, Bellatrix. Ho fiducia in te- sussurrò. Bellatrix trattenne il respiro, poi affianciò il volto a quello di lui.
-Non vi deluderò, Mio Signore- sussurrò a propria volta al suo orecchio, sfiorando appena con le labbra il lobo del suo orecchio.
 

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Capitolo 28
*** Cap. 28 ***


Buona Lettura, e Grazie a tutti :D
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Cap. 28




Il giorno successivo, all'ora di pranzo, i gufi con la posta non si fecero attendere. In particolare per Andromeda, il gufo di famiglia arrivò prima di tutti gli altri, e l'intero tavolo vide cosa teneva.
Andromeda si ritrovò tra le mani una strillettera. la guardò, traumatizzata, per diversi secondi, senza nessuno con cui condividere la sorpresa, ma ritrovandosi arcissa e Bellatrix dall'altra parte del tavolo a sghignazzare assieme ai loro "amici". Aprì la busta, e la voce di Druella Rosier rimbombò per tutta la Sala Grande.
"Sono stata informata, Andromeda. Di quello che stai facendo, e di come stai rovinando la reputazione della nostra famiglia. Non ti permetteremo di farlo. A Natale verrai a casa, e ne parleremo con tuo padre, le tue sorelle e i tuoi zii. Non fare passi falsi, Andromeda, o conosci le conseguenze.
Bellatrix, tesoro. Siamo orgogliosi di te, per quello che ci hai scritto. Provvederemo, mia cara." 
La strillettera si distrusse, e Andromeda abbassò gli occhi. 
Si voltò verso il tavolo dei Tassoross, alla ricerca di Ted.
Lui non era lì.Probabilmente non era ancora arrivato. 
Si voltò verso Sirius, che ricaambiò il suo sguardo rivolgendole un sorriso che voleva essere di conforto. Andromeda ricambiò appena, per poi voltarsi verso Bellatrix. Sorrideva vittoriosa. Non sapeva cosa avesse chiesto a loro madre, ma sembrava qualcosa che, contrariamente a qualunque altra cosa, le interessava davvero. E probabilmente sorrideva anche per la sfuriata che aveva ricevuto Andromeda.
Era calato il silenzio nella Sala Grante, tutti erano ormai voltati verso la ragazza, che si voltò per prendere qualcosa da mangiare e metterlo nel piatto.
 
-Tua cugina ha fatto danni, temo- mormorò James, passeggiando assieme a Sirius per i corridoi di Hogwarts, ripensando alla scena di poche ore prima.
-Ho visto... sentito, più che altro. Credi che sia il caso di parlarle?-
-Direi di sì. E' diventata un peperone quando la lettera si è incenerita, credi non l'abbia vista?- James si voltò a destra. -Eccola. Vieni!- 
Si avviò spedito verso la ragazza seduta sotto un albero a leggere.
-Ehm... Andromeda?- James si avvicinò, sedendosi accanto a lei sotto un albero.
Le tese a mano -Sono James Potter- si presentò.
-Non dovresti prendere in giro Severus Piton- disse Andromeda, stringendogli la mano.
James rimase alcun istanti stupito, poi sorrise -non so come divertirmi altrimenti- si giustificò.
-Meddie, come stai?- Sirius si avvicinò alla cugina, sedendosi accanto a James.
Andromeda lo guardò, sospirando. -Hai visto anche tu, pare si stiano prepararmi a farmi il lavaggio del cervello. Scommetto che Bellatrix se l'è goduta a vedermi sputtanata a quel modo- Sbuffò.
Sirius sospirò. -lo so, Meddie, ci sono passato. Ma tu sei più grande... tra tre anni diventerai maggiorenne, potrai andare via di casa.- disse, abbozzando un sorriso.
-Ma non voglio andare via di casa. Voglio bene a Cissy, a Bellatrix e ai miei genitori- mormorò.
-Ci vuole coraggio a dire di voler bene a Bellatrix- rise James.
-E' comunque mia sorella- disse la ragazza, mentre James annuiva appena, comprensivo.
-Noi ci siamo, dovessi aver bisogno- Sirius si alzò, vedendo in lontananza Ted Tonks. -Ora ti lasciamo, arriva Ted- disse, allontanandosi assieme a James, che le sorrise e la salutò con la mano.
Andromeda si voltò, guardando il ragazzo che si allontanava, probabilmente senza vederla. Sospirò, riprendendo la lettura.
 
 
Sirius e James, nel frattempo, avevano ripreso a camminare per il cortile,. visibilmente annoiati.
Una risata acuta li costrinse a voltarsi di scatto. C'erano un gruppo di ragazzi con la divisa di Serpeverde, davanti a loro, e davanti a tutti si trovava Bellatrix Black, alla quale apparteneva la risata.
Incontrarono il suo sguardo, e la ragazza si avvicinò loro. Notarono nel gruppo anche Severus.
-Ehy, Pion! Quelli lì sono i Grifondioti che si sentono Merlino?- domandò, a voce alta, mentre i dieci ragazzi si voltavano verso di loro.
Severus si voltò a guardarli. -Si, sono loro...- disse piano. Bellatrix sorrise, mentre due ragazzi, uno probabilmente dei settimo anno e uno dei quinto si avvicinavano a loro.
Li presero per la cravatta rosso e oro, e li strattonarono.
Poi mimarono di annusarli.
-Puzzano ancora di latte, Trixie- risero.
-Non chiamarmi Trixie, Rod! E comunque...- iniziò la ragazza.
-Beh, se è per questo voi puzzate di merda- replicò James, che fu colpito da uno schiantesimo in pieno stomaco da Amycus Carrow.
-Rod, se ti lavassi faremmo una figura migliore- rise Bellatrix, avvicinandosi ai due e facendo cenno a Severus di seguirla.
-Non tutti tuoi, Piton.- sorrise -O almeno, quello con gli occhiali. Il mio amato cuginetto dovrà fare quattro chiacchiere con me per aver trascinato Andromeda tra i mezzosan...-
-Fà un favore a tutti e chiudi quella bocca, Bella- la interruppe Sirius, dandole un pugno in pieno volto non riuscendo a prendere la propria bacchetta.
La ragazza cadde a terra all'indietro, e Rodolphus Lestrange scaraventò a terra Sirius.
Attorno a loro si era formata una piccola folla di gente: alcuni parteggiavano per i serpeverde, mentre una minoranza dava sostegno ai Grifondoro.
-Non si dovrebbero picchiare le donne, razza di idiota!- ringhiò, iniziando a colpirlo con calci dall'alto dei suoi diciassette anni.
Bellatrix, seduta a terra, controllava che non le uscisse sangue dal naso. Si sbagliava, entre si accorgeva che un rivoletto di liquido rosso scuro le scivolava sopra il labbro superiore.
Estrasse la bacchetta, e i fratelli Lestrange si fermarono.
Stava per puntarla contro il cugino, ma il professor Lumacorno comparve.
-Csa succede qui?- Domandò, raggiugendoli. 
-Signorina Black! Cosa le è successo?- Domandò, agitato, noncurante di Sirius disteso a terra e rantolante. James si era rialzato e stava per estrarre la bacchetta.
-Sirius Black mi ha colpita con un pugno sul volto, signore- si lamentò la ragazza. -Mi è sembrato vigliacco venire a fare la spia, quindi pensavo fosse giusto rispondergli, ma pe fortuna è arrivato lei!- mentì.
Il gruppo dei Serpeverde si dava di gomito, mentre il Professor Lumacorno diceva -Signorina Black, fatti accompagnare in infermeria dal signor Lestrange... Rodolphus, si tu. In quanto a voi...- Si voltò verso Sirius e James -Venti puni in meno per ciascuno da Grofondoro!- annunciò.
Bellarix si avviò verso l'infermeria, vittoriosa, mentre anche gli altri Serpeverde la seguivano con aria trionfante.

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Capitolo 29
*** Cap. 29 ***


Buona Lettura :D
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Cap 29


-Che puttanata!- 
Forse per i Malandrini era la prima volta che sentivano Remus usare un termine simile. Ma decisamente aveva ragione.
-Non dirlo a me, lupetto. Temo che mia cugina sia andata fuori di testa, ormai- Sbuffò Sirius, comodamente sdraiato suo divano dela sala comune.
-Davvero, lei e i suoi amichetti avevano il male negli occhi- mormorò James.
Remus sospirò -Siamo fortunati che il prossimo anno se ne vadano, probabilmente crescendo la smetteranno-
-No Rem, dobbiamo pensare a salvarci il culo quest'anno- lo interruppe Sirius -Innanzitutto Severus le prende il doppio l prossima volta che lo becchiamo da solo- disse.
-Chi becca cosa?- Lily Evans aveva appena raggiunto la sala comune dal dormitorio, e li aveva sentiti.
-I Serpeverde se la sono presa con me e James perchè prendevamo in giro Severus- si lamentò Sirius.
Lily inarcò il sopracciglio -Ve la siete cercata- commentò. 
James sbuffò -Stupida Evans, possibile che tu non capisca? Se non fosse arrivato Lumacorno a interrompere il litigio Bellatrix Black ci avrebbe già lanciato contro qualche fattura seria!- disse.
Lily non rispose.
-Davvero Evans, credici, o la prossima volta che succede sii nei paraggi- concordò Sirius.
-Sono davvero stufa, ragazzi. Tutto qusto non sarebbe successo se non aveste preso in giro Severus, e la colpa è solo vosra. Quindi adesso anzichè chiede a me, una perfetta sconosciuta per voi, di rimediare ai vostri errori, muovetevi e risolvete questa situazione, senza fare le vittime, dal momento che fino all'inizio di quest'anno vi divertivate a fare lo stesso con Severus- la ragazza aveva detto queste parole quasi tutte d'un fiato, tanto che alla fine della frase si era ritrovata col fiatone.
-Ha ragione- assentì Remus, posando le spalle allo schienale del divano e incrociando le braccia.
James e Sirius sbuffarono sonoramente. 
-Dobbiamo farci perdonare da Severus, eh?- mormorò James.
-Sarà difficile, James.- commentò Sirius.
 
 
Narcissa sedeva accanto a Lucius, nella sala comune di Serpeverde. Sospirava, e si guardava attorno pensierosa.
-Andromeda credo sia arrabbiata con me- mormorò. 
-E' più arrabbiata con Bellatrix, credo- rispose Lucius, carezzandole con delicatezza la spalla. -Ma non credo ci sia bisogno di preoccuparsi, Cissy... Le passerà- 
-Cissy, Lucius, nella foresta proibita, ora!-
Bellatrix uscì dal dormitorio, seguita da Alecto Carrow. -Avvisa anche Amycus e gli altri- aggiunse poi guardando verso Lucius.
Il ragazzo annuì, sparendo nel dormitorio.
-Per quello che mi hai chiesto, Alecto, appena saremo nella foresta proibita lo chiamerò- disse, rivolgendole un sorriso e carezzandosi l'avambraccio.
Narcissa le si avvicinò. -Andromeda non mi parla- si lamentò.
Il sorriso sparì dall labbra di Bellatrix. -E tu non parlare con lei. Tu non hai sbagliato nulla, è lei ad avere torto- disse, decisa.
Un brusìo li raggiunse, e la ragazza si voltò. 
Dieci ragazzi uscirono dal dormitorio, e si avviarono tutti assieme verso la foresta proibita.
 
-Prima di allenarci, ragazzi, Alecto voleva chiedere all'Oscuro Signore una cosa... per questo siamo qui. Non può materializzarsi dentro Hogwarts, quindi il massimo che può fare è comparire qui- 
Iniziò. Guardò Alecto, e si scoprì il marchio. 
Per alcuni istanti lo fissò, ammaliata, poi ci posò due dita sopra, e attese. L'ansia era palpabile, e Bellatrix poteva avvertire l'uomo che aveva sentito la sua chiamata, e si apprestava a raggiungerla.
-Beh?- Amycus inarcò un sopracciglio. Bellatrix chiuse gli occhi. -Sta arrivando- Mormorò, interrotta da una voce.
-Spero sia una cosa importante- 
La voce di Lord Voldemort alle proprie spalle la fece voltare. 
-Mio Signore- la giovane si inginocchiò, imitata dagli altri ragazzi immediatamente. 
-Cosa c'è, Bellatrix?- domandò l'uomo, guardando la ragazza. 
-Alecto desiderava parlarvi, Mio Signore- disse piano lei, alzando lo sguardo e incontrando i suoi occhi. 
-Si, mio Signore, volevo... volevo chiedervi, se fosse possibile anche per noi avere un modo di contattarvi- disse.
L'uomo sorrise, crudele. Bellatrix conosceva quel sorriso, Alecto no. 
-Tu... hai detto a Bellatrix di chiamarmi per insistere su una mia decisione...?- sibilò.
Alecto si zittì, e la bacchetta dell'Oscuro Signore si puntò verso di lei.
-Crucio!- sibilò. 
La giovane cadde a terra, agonizzante. Nessuno si mosse, meno che Amycus che sembrava agitato. Si alzò poi di scatto, avvicinandosi a sua sorella.
-Non la tocchi, non voleva!- urlò.
Bellatrix sfoderò la bacchetta, alzandosi. -Non ti avvicinare, Amycus- sbottò.
-Crucio!- continuò Lord Voldemort, mentre Alecto Carrow, quindici anni, si contorceva a terra.
Amycus tentava di non reagire, ma si rivelò inutile per i suoi nervi. Estrasse la bacchetta nel tentativo di aiutare sua sorella, ma Bellatrix lo precedette.
-Crucio!- sibilò, riducendo anche l'altro fratello nelle stesse condizioni della sorella.
Riddle lasciò andare la ragazza, per poi dare uno schiaffo a Bellatrix, che lasciò cadere la bacchetta. Si voltò, come in cerca di spiegazioni.
-Credi non sappia difendermi da un ragazzino di sedici anni?- sibilò irritato, prendendola per il nodo della cravatta e strattonandola verso di sè.
-Mi... Perdonatemi, non... era mia intenzione..- farfugliò la giovane.
L'uomo la lasciò cadere a terra, allontanandosi.
Bellatrix si rialzò, senza dire una parola e raccogliendo la bacchetta.
L'Oscuro Signore guardò gli altri ragazzi, uno ad uno.
-Qualcun'altro desidera pormi domande stupide e inutili prima che vada?- domandò.
Ci fu il silenzio più totale. Bellatrix si morse il labbro, mentre l'uomo posava in tasca la bacchetta.
Lanciò un'occhiata a lei. Come fosse un saluto silenzioso, solo tra loro due.
Poi sparì come era arrivato.

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Capitolo 30
*** Cap. 30 ***


Ok, ho trovato nuovi spunti per scrivere. Le canzoni dei The Parselmouth e dei Ministry of Magic mi stanno prendendo come pochi D:

Detto ciò, anche se non interessa a nessuno, Buona Lettura u.u
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Cap 30




Le giornate, da quel primo di Novembre ad Hogwarts sembravano volare. Lezione dopo lezione, tutti avevano nuove cose su cui esercitarsi e nuovi stimoli da assecondare rispetto all'impegno scolastico.
Remus, Peter, Sirius e James si esercitavano sulla trasfigurazione in Animagus. Ancora non vi erano risultati apprezzabili, e i ragazzi stavano per perdere le speranze.
Poco prima di Natale, James aveva avvertito un lieve fastidio sulla sommità del capo. Sirius aveva sentito una lieve barba morbida crescere, immediatamente rasata. Minus aveva creduto che i suoi incisivi si fossero allungati, ma in realtà erano sempre stati di quella lunghezza.
Remus assisteva ai loro cambiamenti, divertito dalle reazioni di ognuno di loro a quegli strani cambiamenti fisici ai quali non erano abituati.
Per le vacanze invernali tutti e quattro i ragazzi si sarebbero trasferiti a casa di James Potter.
 
Severus e Lily, così come Ted Tonks, sarebbero rimasti ad Hogwarts, assieme a meno di un terzo della scuola.
 
Le sorelle Black sarebbero tornare al maniero dei Black, Lucius a villa Malfoy, e Regulus a Grimmauld Place, dopo essersi allenati assieme agli studenti della propria casa nella stanza delle Necessità.
Bellatrix era finita in infermeria circa tre volte, tutte a causa di Rodolphus Lestrange. Narcissa non era stata toccata neanche una volta, dal momento che se qualcuno l'avesse fatto avrebbe subito sulla propria pelle la cruciatus contemporaneamente da Bellatrix e Lucius.
Andromeda durante il viaggio di ritorno guardava fuori dal finestrino, sospirando ad intervalli regolari, e dando le spalle alle sorelle che, nel suo stesso scompartimento, scherzavano assieme a Lucius Malfoy, Regulus e i Lestrange.
Pensava a Ted Tonks, e al fatto che dal giorno della strillettera le aveva rivolto a stento la parola.
E lei si era ritrovata la pecora nera della famiglia, così come Sirius.
Druella e Cygnus si erano presentati alla stazione. -Regulus, tua madre e tuo padre staranno da noi durante le vacanze. Loro ora sono a casa, ora- disse Cygnus, guardando poi Lucius -Anche voi Malfoy verrete da noi durante le vacanze.- aggiunse Druella, rivolgendogli un sorriso.
Druella guardò le figlia. Abbracciò Bellatrix e Narcissa, mentre si limitò ad un bacio sulla guancia di Andromeda.
Raggiunta la villa, i ragazzi occuparono le proprie camere con i propri abiti, per poi tornare nell'immenso salone dove i Black e i coniugi Malfoy sedevano su dei divanetti a chiacchierare.
-Ah, Bellatrix- Druella si alzò, seguita da Cygnus. -Dobbiamo parlarti io e tuo padre- disse, guardando gli occhi della ragazza che fino a poco prima erano iluminati dalla certezza che il desiderio espresso nella lettera che aveva inviato loro si sarebbe realizzato.
 
In casa Potter l'armonia regnava sovrana.
Le pareti tappezzate di un bordeaux piuttosto chiaro facevano da sfondo a mobili di un bianco quasi fastidioso a prima vista.
La signora Potter era in cucina, intenta ad organizzare la cena assieme a due elfi domestici per quei quattro ragazzi appena tornati da un trimestre di studio.
-Sera, ma'!- salutò James, entrando in casa con la valigia. Remus, Sirius e Peter si fecero avanti più lentamente.  -E' permesso?- mormorò Remus.
-Mamma, loro sono Remus, Sirius e Peter- li presentò James.
-E' un piacere conoscervi- sorrise la donna, avvicinandosi e stringendo loro la mano.
-Il piacere è nostro!- sorrise Sirius.
-Dopsy, Rocksy, la mia maglietta dei Cannoni di Chudley è pulita? sono partito per Hogwarts ma l'ho lasciata qui- James si volto verso i due elfi domestici.
-Si signore, è nel suo armadio. L'abbiamo trovata sopra all'armadio un mese fa, piena di polvere, signore. Ora è pulita e profumata- disse uno dei due.
James sorrise, soddisfatto.
-Jamie, perchè non mostri a Remus, Sirius e Peter le stanze per gli ospiti, mentre prepariamo la cena?- disse la donna. James sbuffò sonoramente. 
-Cheppalle!- sbuffò, facendo cenno ai ragazzi di seguirlo.
Il piano superiore era grande cinque volte quello inferiore. dava su un corridoio sul quale si affacciavano otto porte, e un bagno.
James aprì tre delle porte, quello più in fondo.
-Scegliete voi e buttateci sopra le vostre cose.- disse, sorridendo. -Remus tu non...-
-il quindici di gennaio c'è la prossima luna piena. Siete al sicuro- lo anticipò il giovane. Sorrise, e attese che Sirius e Peter scegliessero una stanza ciascuno, prima di prendere la propria.
Posò le proprie valigie nella stanza, e i quattro scesero al piano inferiore, guidati dall'aroma della cena che li attendeva.
 
Severus usciva dalla stanza delle necessità assieme a due Serpeverde del quinto anno.
Li salutò, asciugandosi il sudore dalla fronte, facendo per prendere le scale per tornare al dormitorio. Poco prima di prendere la scalinata però, una chioma rossa lo colse di sorpresa.
-Severus!- salutò Lily. -Ti ho cercato ovunque, che facevi qui?- domandò.
-Mi allenavo- si giustificò lui, abbozzando un sorriso. Lily annuì, storcendo le labbra con aria visibilmente contrariata.
Il ragazzo alzò le spalle, avvicinandosi e scendendo assieme a lei le scale.
-Tu cosa hai fatto fino ad ora?- domandò, nel tentativo di instaurare una conversazione, come per farsi perdonare di essersi fatto trovare al settimo piano.
-Mi sono messa a studiare, volevo mostrarti un libro dove insegna come creare incantesimi-
-Ti seguo- sorrise il giovane.
Lily gli fece strada, contrariata.
-Smettila di seguire quei ragazzi, ti prego- disse la ragazza a metà strada, voltandosi e facendolo fermare di botto.
Severus rimase spiazzato per alcuni secondi. -Perchè?-
-Ti sporcano l'anima, Sev, pr favore- insistette lei.
Severus sospirò. -A me piace quello che sto imparando, d'accordo? Se ti chiedessi di non approfondire pozioni, lo faresti?-
Lily si zittì per alcuni istanti. -Se tu mi dessi validi motivi si- replicò.
-Per me i tuoi non sono motivi validi. Mi fido di me stesso, non diventerò una persona cattiva solo studiando materie proibite- 
Lily non rispose alle sue ultime parole. -Come vuoi.- si limitò a dire, riprendendo a camminare, visibilmente contrariata.

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Capitolo 31
*** Cap. 31 ***


Buona lettura, grazie per l'inserimento da parte dei nuovi tra le preferite :3
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Cap 31



 
-James, ti dispiace passarmi il libro?- Sirius tese una mano verso James.
Erano nel salotto della casa dei Potter, tutti e quattro. I tre ospiti erano rigidamente seduti sul divano, mentre James era comodamente appollaiato su una poltrona.
Porse il libro a Sirius. -Non è meglio ricomincare a Gennaio?- domandò, inclinando il capo. 
-Sul libro c'è scritto una volta al mese, e noi faremo quello che dice il libro, James- lo rimproverò Sirius, aprendo il tomo dove avevano lasciato il segno.
Il signor Potter entrò nel salotto. -Studiate anche durante le feste? James, devono averti fatto davvero bene le nuove amicizie!- scherzò l'uomo.
James annuì con fare vago, avvicinandosi al libro.
L'uomo lo scrutò per alcuni istanti, insospettito dall'atteggiamento del ragazzo. -Se serve una mano io sono qui- disse.
Remus e Peter guardarono James, mentre Sirius prese la parola.
-Signor Potter, effettivamente ci servirebbe una mano- disse, ricevendo un'occhiataccia da parte di James.
-Dimmi Sirius- sorrise l'uomo. 
-Beh.. so che siamo troppo giovani per farlo, ma noi vorremmo diventare animagus. Ci stiamo esercitando, ma è difficile, e questo libro è molto complicato. Potrebbe aiutarci lei?- domandò.
-Sapete che dovrete registrarvi una volta animagus, vero?- domandò l'uomo. I ragazzi si scambiarono una veloce occhiata.
-Certo- mentì James. -Se ci riusciremo ci registreremo!- assentì.
-Fatemi leggere per bene questo libro e magari riusciamo a non metterci cinque anni- disse l'uomo. 
I ragazzi si raccolsero attorno a lui, interessati, per tutto il pomeriggio, così come fecero diversi pomeriggi a venire.
 
 
 
Severus sedeva in biblioteca, come faceva ormai per buona parte dei pomeriggi dall'inizio delle vacanze. Di tanto in tanto Lily gli faceva compagnia, ma spesso la ragazza preferiva passare il tempo assieme alle sue amiche Grifondoro.
A volte la vedeva passare, davanti a lui, mentre rideva assieme alle altre ragazze. Anche lui sorrideva, inconsciamente, nel vedere il sorriso sulle sue labbra. 
Sembrava non avere più il coraggio di cercarla, ma dopotutto studiava quelle cose per difendere anche lei, anche se non voleva dirglielo, ma dimostrarglielo.
Lily gli si avvicinava di rado, dopo l'ultima volta che avevano raggiunto assieme la biblioteca.
Sentì poi la sua voce. Quattro ragazze di Grifondoro sedettero al tavolo ad uno scaffale da lui. E poteva sentirle parlare.
-Ma quel Serpeverde che ti stava sempre attaccato che fine ha fatto?- domandò una ragazza. Severus tese le orecchie, per ascoltare la risposta di Lily.
-E' impegnato a studiare questi giorni...-
-Ma come, è il primo della classe!- 
Severus poteva vederla alzare le spalle, come sempre faceva quando non sapeva cosa rispondere. Un sorriso si disegnò sulle sue labbra sottili.
-Beh, sicuramente gli piaci!- disse una di loro.
-No, dai, è il mio migliore amico!- rise Lily. -Non lo farebbe mai, è come un fratello- 
Il sorriso sulle labbra di Severus divenne amaro.
-Dai Lily, non ci ha mai provato? Davvero?- domandò la prima voce.
-No, mai. E adesso studiamo, non dovremmo parlare in biblioteca- Lily richiese il silenzio da parte delle ragazze, e Severus chiuse il proprio libro. Lo ripose dietro di sè, dove lo aveva preso. Mise la borsa in spalla, e si avviò all'uscita della biblioteca, lanciando una fugace occhiata a Lily, incontrando il suo sguardo.
 
 
 
-Bella, cara, io e tuo padre ne abbiamo parlato, e...- 
Bellatrix sapeva che sua madre usava quell'odioso nomignolo per rabbonirla quando c'erano ostacoli. Il sorriso cordiale sul suo volto si congelò.
-"e..." cosa, madre?- sibilò.
-... e abbiamo ritenuto il tuo ragionamento corretto. Abbiamo provveduto a chiedere a Rid...-
-Si chiama Lord Voldemort ora, madre, ma dovresti chiamarlo l'Oscuro Signore.- ringhiò la giovane.
-Si, come vuoi tu, Bella. Glielo abbiamo chiesto, e...- Druella si fermò. Cygnus proseguì al suo posto -... Ha rifiutato. Ha detto che il sangue che scorre nelle tue vene è troppo puro, per essere mischiato a quello di un mezzosangue-
Bellatrix non disse una parole. Nella sua testa la parola "rifiutato" rimbombava senza sosta.
Rifiutata. Lei. Lei non era mai stata rifiutata.
Non reagì. -E' tutto?- domandò.
-Sposerai qualcun'altro, Bella- la consolò Druella.
Bellatrix annuì, dando loro le spalle e attraversando il salotto, dove i ragazzi la seguirono con lo sguardo mentre spariva e saliva rumorosamente le scale.
Narcissa la seguì, e lo stesso fece Andromeda. Lucius e Regulus rimasero seduti sul divano, ritenendo più opportuno non intervenire.
-Bella, cosa è successo?- Narcissa la seguì, sedendosi sul letto dove la sedicenne si era sdraiata di botto a pancia in su.
-Nulla Cissy, và via- sussurrò la giovane, abbassando gli occhi. 
Andromeda comparve sulla porta. -Cosa è successo?- domandò di nuovo.
Bellatrix alzò gli occhi. Erano arrossati. -Non vuole sposarmi. L'Oscuro Signore ha rifiutato la proposta di matrimonio- mormorò.
Andromeda sentì un moto di rabbia parlare al proprio posto. -Ted vuole frequentarmi, e io non posso passare del tempo con lui perchè mamma e papà non vogliono. Vogliamo confrontare?- ringhiò. 
Fu un istante. Narcissa, che guardava Bellatrix, Andromeda che sentiva l'ira sgonfiarsi dentro di sè, e Bellatrix che la sentiva crescere.
-NON E' LA STESSA COSA!- ruggì la maggiore. Estrasse la bacchetta. La puntò contro sua sorella.
-CRUCIO!- urlò. Andromeda cadde a terra agonizzante. Lacrime di rabbia e dolore rigavano le guance di Bellatrix, mentre Narcissa si avvicinava a lei.
-Bellatrix basta! Ti prego Bella, smettila!- chiedeva. Bellatrix la scostò di lato, irritata.
Si alzò e si avvicinò ad Andromeda. 
-Ted è solo uno stupido sanguesporco, Meddie cara. L'Oscuro Signore è...- fece una pausa. Non trovava le parole. -... è la cosa più bella che mi sia mai capitata- sussurrò.

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Capitolo 32
*** Cap. 32 ***


Si, forse mi sto soffermando troppo sulla Bellamort. La smetto, lo giuro, la smetto!!

Buona Lettura :)
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Cap 32



Notte del 31 dicembre.
Gli ospiti in villa Black era già arrivato alle otto meno un quarto. 
Narcissa aveva cercato con lo sguardo Lucius. Nel suo vestito azzurro cielo, si muoveva con grazia innata tra gli ospiti, dispensando saluti e complimenti. 
Cercava Lucius, e ben presto lo trovò.
Bellatrix era dall'altro lato della sala. Nel suo abito verde smeraldo, cercava allarmata Riddle, o, come ormai si faceva chiamare, Lord Voldemort.
Aveva bisogno di vederlo. 
Sollevò la manica dell'abito, e premette sul marchio, per chiamarlo.
Un istante dopo, facendosi spazio tra la folla, lui era lì, davanti a lei.
-Mio Signore..- Bellatrix si avvicinò abbozzando un inchino. Riddle annuì. -Ho tante persone da salutare.- disse, prendendola sottobraccio.
Bellatrix lo sapeva che era una dannata recita, quella. Sapeva benissimo che non desiderava farle da accompagnatore, ma aveva bisogno di lei per fare bella figura. Ma non potè non trattenere un brivido di emozione, nel camminare sottobraccio con lui.
-A proposito... Auguri- bisbigliò la ragazza, camminando al suo fianco attraverso gli ospiti.
-Grazie- si limitò a dire, educatamente ma con freddezza. Davanti a loro i genitori di Bellatrix, Andromeda e Narcissa.
Druella guardò prima Bellatrix, poi lui. -Buonasera- salutò, così come anche Cygnus fece.
Riddle rivolse loro un lieve inchino. -Buonasera a voi, signori Black. Sono felice di essere stato invitato- disse, non lasciando andare Bellatrix. -Mi sono permesso di chiedere a vostra figlia di essere il suo accompagnatore, spero non vi dispiaccia- aggiunse.
-No... no, assolutamente- Cygnus guardò Bellatrix. -Con il tuo permesso, Bellatrix, vorrei parlare con il tuo accompagnatore- disse, rivolgendo un sorriso all'uomo. 
-Se non è un problema credo che sia il caso che anche Bellatrix ascolti- 
-Che venga anche lei, allora- Assentì Cygnus.
Si ritirarono in una stanza, loro quattro.
-Innanzitutto, desidero chiedervi una cosa- disse Cygnus, raggiunta la stanza, dopo aver invitato i due a sedere, ed essersi seduti egli stesso al fianco della moglie. -Con quale nome devo presentarvi?- domandò.
-Oscuro Signore andrà bene- sorrise Riddle. -Ho recentemente adottato il nome Lord Voldemort, ma desidero che non lo usiate. Vedete, per mostrare il mio potere la paura non può lavorare da sola. C'è bisogno di una certa dose di rispetto iniziale.- spiegò con calma.
Cygnus annuiva. -Se lo desiderate, possiamo consigliarvi su quali termini usare in particolare davanti ai nostri ospiti- 
-Non lo ritengo necessario. Bellatrix, come gli altri ragazzi presenti, sono già stati istruiti a dovere su come comportarsi oggi, in modo da assicurare che nessuno dei presenti si trovi in disaccordo- replicò. Distrattamente, sfiorò con la punta delle dita una ciocca dei capelli di Bellatrix, giocherellando con un boccolo che si arrotolava perfettamente attorno alle sue dita.
Cygnus non lo notò, pendendo dalle sue labbra. 
-Ovviamente, desidero la vostra totale collaborazione- continuò. 
-L'avrete- rispose con convinzione Cygnus. Bellatrix guardò l'uomo seduto accanto a lei. Capì perchè suo padre aveva adottato un comportamento così sottomesso. 
Lord Voldemort conosceva l'arte dell'ammaliare. Chiunque si trovasse in sua presenza, se solo lui lo desiderava, sarebbe caduto ai suoi piedi.
Bellatrix sapeva che con lei non ce n'era bisogno. Lei era fedele per principio, non per via delle malìe.
Seduto al suo fianco l'uomo sorrise. -Allora, ditemi voi quando posso iniziare- disse.
Cygnus alzò gli occhi verso di lui. 
Incontrò due occhi di un rosso acceso. -Subito, Mio Signore- rispose.
Riddle annuì. -Concedetemi un minuto solo con Bellatrix, ho bisogno di parlarle in privato- disse.
Cygnus e Druella si alzarono ed uscirono dalla stanza.
L'uomo lasciò i capelli di Bellatrix. Chiuse gli occhi alcuni secondi, posando le spalle contro lo schienale del divano.
La ragazza si voltò verso di lui, in attesa. Lo osservava silenziosa, scrutando ogni particolare del suo volto.
-Avresti voluto sposarmi, Bellatrix?- domandò. Teneva gli occhi chiusi, mentre si rivolgeva a lei. Bellatrix si sentì costretta a rispondere con la massima sincerità ad ogni sua domanda.
-Si, Mio Signore-
-Perchè?- continuò lui, incalzante.
-Perchè avrei desiderato essere l'unica al vostro fianco, Mio Signore- la voce della sedicenne sembrava abbassarsi.
L'uomo aprì lentamente gli occhi. La guardò.
-Io non mi sposerò, Bellatrix. Non mi legherò ad una donna per dare vita al frutto di un "amore"- disse. La luce rossa nei suoi occhi si era spenta. -E nessuno si troverà mai al mio fianco. Sempre un passo dietro di me, se possibile alla mia destra- 
Bellatrix lo ascoltava. 
-Alla mia destra ci sarai tu, Bellatrix, solo se continuerai a dimostrarti la migliore tra tutti.- proseguì.
-Farò l'impossibile per non permettere ad altri di prendere quel posto, Mio Signore- replicò la giovane.
-Non farlo per amore, ma per ambizione. L'amore non porta da nessuna parte, se non verso sofferenza e menzogne- disse, come leggendo la sua mente.
-Se anche volessi non amerei, e ne sono felice- 
Lord Voldemort si alzò, dirigendosi alla porta. Bellatrix lo seguì silenziosa. 
Poi l'uomo di voltò. 
A pochi passi dalla porta, la scrutò in silenzio, come inseguendo un pensiero.
Bellatrix guardò i suoi occhi, sorpresa. Si sentì afferrare dalla mano di lui dietro la nuca, poi spingere nella sua direzione.
Sentì le labbra di lui sfiorarle l'orecchio sinistro.
-Se potessi, saresti tu- le sussurrò. 
Un sorriso crudele si disegnò sulle sue labbra, ma Bellatrix non potè vederlo e credette alle sue parole.
Lord Voldemort uscì da quella stanza senza dire una parola, e la ragazza lo seguì.
 
 
 
-Che fine hanno fatto Riddle e Bellatrix?-
Narcissa si voltò verso Lucius, che la teneva sottobraccio. Anche lui aveva sulla camicia una giacca Blu che si abbinava perfettamente all'abito della ragazza. Rodolphus Lestrange passò accanto a loro.
-Volete che ve lo dica? Effettivamente mi è sempre sembrato strano che si vedessero cosi spesso, a scuola, da soli senza di noi- ghignò. Narcissa lo guardò male, senza però dire una parola. 
Lucius inarcò un sopracciglio -Avresti il coraggio di dirlo in faccia ad uno dei due?- ghignò a propria volta.
-Sai che non lo direi mai all'Oscuro Signore. Riguardo a Bellatrix... Ho sempre avuto il terrore che mi mangiasse vivo... non so se conosci la sensazione.- rise Rodolphus.
-Si, la immagino.- sorrise cordialmente Lucius. Si voltò nel sentire una voce familiare rivolgersi a tutti i presenti.
-Buonasera, Signori e Signore- 
Lord Voldemort era in piedi, in cima alle scale centrali che davano al piano superiore. 
Alla sua destra, Bellatrix, nel suo vestito verde smeraldo e con i capelli neri sciolti sulle spalle.

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Capitolo 33
*** Cap. 33 ***


Eh si, un capitolo intero dedicato ai malandrini, e alla notte di Capodanno. Spero vi piaccia u.u
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Cap. 33


 
La villa dei Potter, la notte del 31 di Dicembre era ricca di luci colorate e ospiti. 
Da fuori, sembrava un'enorme casa disegnata con tratti rossi e dorati.
Appena all'esterno della villa, era stato posizionato un enorme tavolo adatto a contenere almeno trenta ospiti. E trenta ospiti erano presenti.
Remus, Sirius, James e Peter trovarono alcuni loro compagni di corso, sorpresi del fatto che i genitori di James li conoscessero. 
La tovaglia, a tinte oro e rosse, era stata disposta con precisione dagli elfi domestici in modo da coprire perfettamente l'intera lunghezza del tavolo. I ragazzi, sfiniti dall'aiuto dato ai signori Potter e agli elfi domestici, sedettero ad un'estremità del tavolo assieme ai loro compagni di corso.
-Sapete, hanno organizzato tutto per la mezzanotte!- disse James, rivolto ad alcuni ragazzi di quattordici e quindici anni. -Ma non ve lo dico, deve essere una sorpresa!- Aggiunse. 
Sorrise ad Arthur Weasley, ridacchiando.
Il ragazzo sorrise, voltandosi verso il proprio padre.
Septimus Weasley chiacchierava con Charlus Potter, il padre di James, voltato verso le decorazioni della casa.
-Hai avuto altro problemi da parte dei genitori di Cedrella?- Domandò Charlus.
Era grande di età, così come anche Septimus. Avevano entrambi attorno ai cinquant'anni, e odiavano entrambi le tradizioni dei Black.
-No, fortunatamente no. Veramente, a quanto mi ha detto Arthur, pare che siano le figlie di tua nipote a creare problemi ai nostri ragazzi- disse.
Charlus lo guardò alcuni istanti. Poi annuì. -Lo credo bene. Lo vedi il ragazzi con i capelli ricci accanto a James?- domandò. diede tempo all'uomo di voltarsi. -Quello è Sirius, il cugino delle ragazze. L'unico di quella famiglia ad essere stato smistato a Grifondoro- spiegò, con una sorta di orgoglio nella voce.
Septimus annuì, comprensivo, sorridendo appena.
-Credo sia ora di iniziare la cena, o a mezzanotte staremo ancora al primo- sorrise, voltandosi verso gli ospiti.
I ragazzi, ormai già seduti, notarono poco tutti gli adulti che si sedevano al capo opposto del tavolo, e i piatti che comparivano davanti a loro.
Presero a mangiare, mentre gli elfi domestici si avvicinavano ad una grossa scatola in legno e ne spostavano il contenuto in posizione verticale, puntato verso il cielo.
-E poi, la McGranitt mi dice :"Signor Weasley, a furia di frequentare Divinazione hai dimenticato che il tuo topo non diventerà una sedia senza usare la bacchetta"- raccontava Arthur. -Non le ho risposto nulla perchè ero certo mi avrebbe trasformato in una scopa.- continuò.
Sirius rise, dando di gomito a James. -Hai mai provato a far innervosire Lumacorno?- domandò, ridendo. -diventa tutto rosso e sembra che da un momento all'altro esploda.- 
Arthur scoppiò a ridere, mettendo le posate sul tavolo dopo aver ripulito il piatto.
Remus scosse la testa, mentre Peter rideva assieme ai tre, piuttosto rumorosamente. Continuarono a chiacchierare tra loro, fino a che non fu toccato l'argomento "Quidditch"
-Per le partite di Quidditch, Baston ci sta uccidendo- mormorò Sirius. -L'ultima volta che sono finito in infermeria, appena uscito Baston mi ha detto di venire ad allenarmi. Ma dico, d'accordo che dobbiamo sfondare i- abbassò la voce -Serpemerde- poi continuò -Ma sarebbe anche ora di evitare di uccidermi per un allenamento in più, non credete?- 
James rise -Sei fatto di pastasfoglia, Sir, era ovvio che ti saresti fatto male!- Sirius sbuffò scherzosamente, dandogli l'ennesima gomitata tra le costole.
L'aria attorno a villa Potter era fredda, e tutti i ragazzi presenti indossavano una sciarpa con i colori della propria casa. Chiaramente, il rosso e oro dominava su pochi Corvonero e due fratelli Tassorosso.
Mezz'ora prima della mezzanotte, tutti avevano terminato di mangiare.
Charlus prese la parola poco prima dello scoccare della mezzanotte -Spero vi stiate divertendo tutti- disse, sorridendo. -A mezzanotte vedrete una meravigliosa dimostrazione di promanzia babbana, richiesta gentilmente dal signor Septimus Weasley. Non sarà nulla di pericoloso, i nostri elfi domestici hanno tutto sotto controllo- spiegò.
La signora Potter si alzò a propria volta. -Chiedo a tutti un applauso per Dopsy e Rocksy, che hanno impiegato l'intera giornata per preparale il delizioso pasto che abbiamo consumato- disse. Prese a battere le mani, e da parte di tutti fu lo stesso.
Sirius battè le mani, confuso. Si voltò verso James.
-Come è possibile? Siete così gentili verso gli elfi domestici?- domandò.
James annuì. -E' scomodo liberarli, ma dobbiamo gratificarli almeno un po'. Se lo meritano, no?- disse, guardando i due elfi che imbarazzati e felici abbassavano le grandi orecchie nel sentire gli applausi.
Non uno dei presenti sembrava contrario al complimentarsi con gli elfi, e questo fece riflettere Sirius. 
Nella sua famiglia, con un pranzo del genere avrebbero punito i servi per aver messo troppo rosmarino nel pollo. Invece, i Potter e gli altri, si complimentarono con loro nonostante alcune patatine fritte bruciacchiate.
Sorrise, facendo sentire sopra tutti gli altri il proprio applauso.
-E' quasi mezzanotte mormorò la donna, e guardò gli elfi. -Dovreste iniziare- disse.
I due annuirono, con un sorriso, e si posizionarono dietri gli oggetti che in precedenza avevano estratto dallo scatolone.
Tutti i presenti si alzarono da tavola, mentre i due Elfi si preparavano ad accendere i fuochi. Si misero dietro di loro, dove il signor Potter gli aveva indicato.
Gli elfi domestici presero ad accendere i fuochi, non senza Weasley Senior e Weasley Jr alle loro spalle, nel tentativo di studiare il loro funzionamento.
I Fuochi partirono, e in lontananza se ne vedevano indistintamente altri.
I maghi assistevano, sbalorditi nel notare come anche i babbani fossero capaci di creare cose così simili alla magia. 
Luci rosse, gialle, Blu e fucsia iluminavano il cielo e i loro volti, rigorosamente col naso in sù per assistere a quello spettacolo. 
I giovani guardavano affascinati, iniziando a provare il desiderio di assistere alle lezioni di babbanologia a scuola, l'anno successivo.
Ben presto gli adulti sfoderarono le bacchette, per produrre ulteriori effetti nel cielo.
Sirius, incantato, assisteva a quella che per lui era la serata più bella di sempre. 
Remus e Peter sorridevano, sereni per la serata meravigliosa che stavano passando.
James, nonostante stesse passando la notte di Capodanno assieme ai suoi tre migliori amici, sentiva che mancava qualcosa.
Aveva i capelli rossi e gli occhi verde smeraldo.



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Ringrazio:
3546eli, Alex_Piton, Angy Riddle Malfoy, antares90, AntonellaJ, Antonietta92, ARAYA479PA3, Arianne00, Black Beauty, BlackLestrange, cat_princesshp, cerbero2518, Cherolain, Chiaki Tanimura, ChrisAndreini, Dubhla, Elisamalfoya, eli_boom, emmapotter, Frasca94, Honey_H, Inathia Len, IncantoPatronus, Joanna Lannister, Julia98_8, Katniss_Potter, Kleio, Lexie_Snix, Lily non Lilian, Liz_Potter96, LovelyMoon, Martina Ginny, Marty Evans, PetPest, Queen Black, rufy95, runaway_h, Serena Weasley e Stellinasg per aver messo la Long tra le seguite;
Lexie_Snix, molly95, Morgwen Stark, Sea_Black_91_lol, xseregeo, Zia Isa per averla messa tra le preferite;
 LilsMalfoy, vikylove, Katniss Hawthorne  e _ChaMa_ per averla messa tra le ricordate.
 
Grazie a tutti! 

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Capitolo 34
*** Cap. 34 ***


Buona Lettura!!    :)
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Cap. 34

 
Ad Hogwarts gli studenti sedevano in sala grande.
Era appena finita la grande cena che, come sempre, il 31 dicembre si teneva ad Hogwarts. Gli studenti avevano però il permessi di rimanere alzati fino all'una di notte.
Severus, al tavolo dei Serpeverde, guardava verso il tavolo dei Grifondoro.
Rookwood e Nott parlottavano tra loro, rivolgendosi anche a lui. Faceva segno di si con la testa, di tanto in tanto.
-Scusate ragazzi, devo fare una cosa. Ci vediamo in sala comune all'una, d'accordo?- domandò.
-Noi volevamo andare nella stanza delle necessità. Volevamo provare a far apparire fusti di burrobirra- ghignò Nott. Severus sorrise. -Vi raggiungerò, in caso- assentì, alzandosi.
Si fermò al tavolo dei Grifondoro, davanti a Lily.
-Po... possiamo parlare?- domandò, arrossendo sul viso pallido nel notare le risatine mal celate di alcune amiche della ragazza.
Lily guardò le ragazze con disapprovazione, come a dire loro di smetterla, poi si alzò.
-Certo, Sev. Dove andiamo?- domandò. 
"Come se nulla fosse successo" pensò Severus. -Dove vuoi tu- disse poi, sorridendole.
Come al solito, si avviarono sotto un albero, al buio, illuminati solo dalle luci che filtravano dalle finestre della scuola.
-Cosa dovevi dirmi?- domandò la ragazza, ora con un tono più rigido.
-Nulla, io... volevo solo stare un po' con te- mormorò, impacciato.
Lily sorrise. -I tuoi amici sono rimasti in sala grande- gli fece notare. Severus alzò le spalle.
-Possono anche rimanerci, lì, non mi interessa poi molto.- disse. -Non mi interessa di nessuno di loro, a dire la verità. Dovresti saperlo.- 
-Eppure stai sempre e solo con loro- gli fece presente lei.
-Devo in qualche modo evitare che i Malandrini ricomincino a fare come al solito- disse il ragazzo. -Se non ci fossero problemi, li manderei a quel paese, lo sai-
Lily sorrise. Era seduta accanto a lui, e si voltò appena per guardare il suo viso, illuminato appena.
-Il fatto è che mi piacciono le Arti Oscure. Mi affascina studiarle-  spiegò, imbarazzando, sperando che la ragazza capisse.
Lily lo guardava, attenta alle sue parole, scutando le sue espressioni. Non disse una parola, e Severus si sentì autorizzato a continuare.
-Non credo che farei mai un incantesimo di magia nera, se non per difendermi- proseguì -... o per allenarmi. ma quello che voglio dire è che...- fece una pausa, sospirò. Aveva paura di dirle quelle cose. Aveva paura che non capisse, era terrorizzato dal rischio di perderla.
-... Che se fossi costretto a scegliere tra te e la magia nera, sceglierei sempre te- aggiunse.
Lily sorrise, abbassando lo sguardo. -Non voglio farti scegliere, ma se mi accorgo che stai esagerando cercherò di fartelo notare. Va bene?- 
-Grazie- disse Severus, debolmente. Lily si voltò e lo abbracciò.
Severus si impietrì, arrossendo violentemente. Sentì i battiti accellerare, mentre si forzava di riuscire a stringerla a sè a propria volta.
Carezzò la schiena della ragazza, sopra il mantello rosso e oro. Chiuse gli occhi, immergendosi nel profumo di pulito della ragazza.
Sorrise, rilassato. 
Sarebbe rimasto lì per tutta la vita, se avesse potuto.
-Lily, io...- mormorò, quasi senza rendersene conto. Non sapeva come avrebbe continuato, se Nott e Rookwood non avessero in parte salvato la frase che sarebbe rimasta appesa in aria, in parte rovinato quel momento meraviglioso che Severus si era accorto di stare vivendo.
-Sevvie e la sanguesporco!? Che scoop, ragazzi!- si fece sentire Nott, a seguito di un ghigno di Rookwood. Severus lasciò andare Lily con rammarico, alzandosi non prima di averle anciato uno sguardo.
Rise, cercando nella propria mente una scusa adatta per fargli credere che la situazione non fosse quella che avevano visto.
-Ragazzi! Che ci fare qui?- domandò.
-Ti cercavamo, Severus- rispose Rookwood con voce roca. -Tu cosa ci fai con la mezzosangue?- domandò.
Severus guardò Lily, e fece loro segno di allontanarsi da lei per impedirle di sentire.
-Anche io sono un mezzosangue, ragazzi, lo sapete. Pensavo... Se alla causa dell'Oscuro Signore si unissero anche quelli come me, non sarebbe più comodo?- domandò.
I due si guardarono e annuirono. 
-Quindi ho pensato, proviamo con questa ragazza, se riesco a farla passare dalla nostra parte- spiegò, complimentandosi con sè stesso per l'ottima scusa che era riuscito ad inventare.
Nott annuì, sorridendo. -Sei un grande!- commentò, dandogli una pacca sulle spalle che lo fece piegare in due. -Beh noi andiamo, facci sapere quando hai finito- disse Rookwood, facendogli l'occhiolino.
Severus annuì e sorrise, vedendoli allontanarsi.
Si voltò, avvicinandosi a Lily e tornando a sedersi accanto a lei.
-Gli ho detto che sto cercando di reclutarti per il Signore Oscuro- disse.
Lily aggrottò le sopracciglia. -Chi?- domandò, confusa.
Severus sussultò. Non doveva dirglielo, ma ormai era fatta.
-Tom Riddle, il professore, ora è Lord Voldemort- spiegò. -E continuerà ad allenarci anche fuori dalla scuola, quando sarà possibile-
Lily assottigliò gli occhi.
-Cosa vuole fare?- domandò, sospettosa.
-Non ne ho idea- mormorò lui, alzando le sopracciglia, e cercando un modo per far cadere la conversazione. 
Si sdraiò sull'erba, e Lily fece lo stesso. 
-Non vorrà fare un colpo di stato- mormorò lei.
-Non lo so, non credo. Ma in ogni caso, rimarrò con lui il tempo necessario per conoscere alcuni incantesimi, ma più di li non ho intenzione di andare- rispose, con fare vago.
Lily annuì, guardando come il giovane al suo fianco le stelle.
Severus mosse appena la mano destra, e sentì un contatto caldo. Era la mano di Lily. 
La sfiorò, finchè la ragazza non prese la sua. Si voltò e sorrise, e Severus fece lo stesso.
Tornando a guardare le stelle, pochi minuti dopo videro una stella cadente.
Lily la indicò con la mano libera. -Esprimi un desiderio- disse.
-A voce alta?- 
-No, altrimenti non si avvera-
Severus non rispose, e chiuse gli occhi, stringendo di più la mano della ragazza.
L'unica cosa che desiderava, era una sola.
Rimanere assieme a Lily Evans. Sempre.

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Capitolo 35
*** Cap. 35 ***


Buona Lettura u.u
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Cap. 35


-Il mio nome è Lord Voldemort. Alcuni di voi, spero la maggior parte, mi conosceranno già- annunciò. 
La folla di Purosangue alzò lo sguardo verso di lui, notando i signori Black più in basso di lui sulle scale, che lo guardavano, e la primogenita dei due al fianco dell'uomo che aveva preso la parola.
-Per chi mi conosce, dico solamente che sono qui, su permesso dei signori Black che ringrazio- rivolse un mezzo inchino con il capo ai due -per parlare ad ognuno di voi. Condividerete con me, immagino, la sensazione che il progetto di Salazar Serpeverde sia stato abbandonato, e perfino discriminato da coloro che un tempo non sarebbero neanche dovuti essere considerati maghi-
Narcissa alzò il capo, e rabbrividì. Le sue parole, la sua voce, sembravano venire da un'altro universo. Il potere che si avvertiva, anche a quelle distanze, faceva paura.
Andromeda era dall'altra parte della sala, seduta su una sedia in velluto verde. Nel suo abito rosa, sentì di impallidire nel sentire le sue parole.
Un applauso si fece largo tra la folla, prendendo piede da parte di ognuno di loro.
Voldemort guardò i presenti. Il suo sguardo, ambizioso e soddisfatto, infervorò gli estremisti e ottenne il rispetto dei pochi moderati presenti.
-Io prometto, ad ognuno di voi, di portare a compimento il sogno che sembrava sopito nelle vene di ogni mago dal sangue Puro. Ma non riuscirò da solo- 
Il silenzio totale nel grande salone sembrò spingerlo a continuare, preso da una ormai intramontabile sete di potere.
-Desidero che ogni singolo purosangue presente in questa stanza giuri a me, Lord Voldemort, cieca fedeltà.- Disse, alzando la voce. -Desidero che ognuno di voi faccia esattamente quello che dico, perchè solo in questo modo potrò aprire la strada all'epurazione dei non degni, per riportare il mondo magico alla sua antica gloria.- disse.
Guardò per un istante, un minuscolo istante Andromeda, e si rese conto che fissava non lui, ma Bellatrix. 
-Per chi di voi si volesse unire, o per chi desidera ulteriori informazioni, sono nel salotto dietro questa porta- annunciò. -Intanto, vorrei che i ragazzi che hanno ricevuto l'allenamento da parte mia ad Hogwarts mi raggiungessero- 
Diede le spalle alla folla, e sparì dalla visuale entrando nella stanza, seguito da Bellatrix. 
Narcissa e Lucius si presero per mano. Quasi inconsciamente, in un gesto automatico. Poi raggiunsero i Lestrange, facendo loro cenno di seguirli, e lo stesso fecero con i Carrow e Regulus.
Evan Rosier li raggiunse davanti alla porta, dove sapevano si trovavano Voldemort e Bellatrix. Rodolphus ghignò, fermando i ragazzi e facendo loro cenno di fare silenzio, posendo un indice sulle labbra.
Si accucciò sotto la porta, per spiare dal buco della serratura.
-Cinquanta Galeoni che se la stanno spassando- disse, ghignando. La porta si aprì da sola, rivelando l'uomo, comodamente seduto su una sedia dietro una scrivania in mogano, e Bellatrix seduta sul lato destro di essa.
Rodolphus si rialzò velocemente, avvampando in volto.
-Potevi bussare, Lestrange- ghignò l'uomo, mentre i ragazzi entravano.
-Allora, ditemi- iniziò, mentre la porta si chiudeva alle spalle dell'ultimo degli ospiti. -Cosa ne pensano i nobili purosangue Carrow?- domandò, guardando i fratelli.
Amycus si guardò attorno. -Vi adorano, Mio Signore. Solo, vorrebbero sapere come- 
-E i Lestrange?- domandò. Ignorò di proposito la domanda, posando le braccia sulla scrivania, a pochi centimetri da dove era seduta Bellatrix.
-I nostri genitori sono estasiati- disse Rabastan, avvicinandosi e inginocchiandosi. -Non vedono l'ora di entrare in questa stanza a parlarvi di persona- disse.
Voldemort annuì. 
-Rodolphus, Rabastan. Voglio che vi mettiate davanti alla porta, per ordinare chi entrerà e chi uscirà.-
I due annuirono. 
-Potete andare- li congedò. Tutti uscirono, meno che Bellatrix. 
-Bella, dov...- iniziò Rodolphus. 
-Lei resta qui- stabilì Voldemort. Il tono severo che lasciò stupiti entrambi i Purosangue, l'una deliziata, l'altro scandalizzato.
-S... Si, mio Signore- mormorò Rodolphus, uscendo.
 
-Come fai a non vedere cosa sta facendo, Narcissa?- Andromeda aveva raggiunto Narcissa e Lucius una volta usciti dalla stanza.
-"Cosa sta facendo", Meddie? Sta realizzando il sogno di noi Purosangue- rispose Lucius, velenoso. 
-Parlavo con mia sorella, Malfoy- replicò la quattordicenne. Lucius alzò il capo. 
-Cercando di farle il lavaggio del cervello approfittando del fatto che ha sono quattordici anni?- sibilò, senza lasciare per un istante la mano della ragazza.
Andromeda gli lanciò un'occhiataccia, irritata. -Narcissa sa pensare per conto proprio-
-Non sembra tu lo creda davvero, se tenti di farle cambiare idea- 
Narcissa prese la parole -So quello che faccio Meddie, d'accordo?- disse, irritata dal battibecco tra due delle persone a cui teneva di più. 
-Vieni a prendere qualcosa dal buffet?- domandò poi Lucius.
Narcissa annuì, con la chiara intenzione di allontanarsi da sua sorella.
A distanza di pochi minuti, la musica prese a suonare, e i due si trovarono a ballare l'una stretta all'altro sulle note di un Valzer al quale parteciparono solo i più bravi. 
A pochi secondi dall'inizio della musica, un'unione di verde e nero catturò l'attenzione dei due. Bellatrix e Lord Voldemort erano scesi in pista.
L'uomo aveva l'espressione vittoriosa di chi aveva appena raggiunto un traguardo importante. Mentre assieme alla sua accompagnatrice purosangue non sbagliava un passo, lanciava occhiate ai presenti. 
Di tanto in tanto Narcissa notò il capo di uno dei due avvicinarsi all'orecchio dell'altro, per sussurrarsi qualcosa. 
-Ricordi del regalo che ti avevo chiesto, Bellatrix?- domandò l'uomo all'orecchio di lei.
-Ditemi, mio Signore- replicò la ragazza.
-Accetta quello che tuo padre sta per dire- si limitò a dire.
Cygnus Black prese la parola alla fine del Valzer.
-Vorrei fare tre annunci, relativi alle mie tre figlie. Chiedi ai signori Lestrange e Malfoy di avvicinarsi- disse. Cosi fecero, e lo sguardo interrogativo di Bellatrix lasciò posto ad un'espressione terrorizzata.
-Non potete chiedermelo, Mio Signore...- sussurrò, con un tono supplicante nella voce.
-Bellatrix, mia primogenita- annunciò Cygnus. Voldemort spinse in avanti la ragazza con poca dolcezza, e Bellatrix fu costretta ad esibire il suo sorriso migliore, mentre la sua condanna veniva emessa. -Come da accordo con i signori Lestrange, siamo lieti di annunciare che al termine del tuo settimo anno scolastico contrarrete in matrimonio- Bellatrix guardò Rodolphus che si avvicinava. Poi Voldemort, che sorrideva battendo le mani, assieme agli altri Purosangue.
Sentì gli occhi umidi, ma si sforzò di trattenere le lacrime, mentre rivolgeva un mezzo inchino alla folla, stringendo con rabbia la mano di Rodolphus che senza capire come si era ritrovata attorno alla propria.
-C'è stato un altro accordo, con i signori Lestrange. Andromeda, quando terminerai gli studi il tuo consorte sarà Rabastan Lestrange- annunciò. Adesso fu Andromeda ad avvicinarsi, stupita ed arrabbiata al tempo stesso. Si avvicinò al padre, e si trovò mano nella mano con Rabastan Lestrange, di un solo anno più grande di lei.
-Con i gentili signori Malfoy, abbiamo concordato che la nostra dolce Narcissa andrà in sposa a Lucius Malfoy, al termine del suo settimo anno- concluse.
Narcissa e Lucius raggiunsero le due sorelle Black.
Quella sera due delle Black sentirono in cuore in frantumi, la terza lo sentì gonfiarsi di gioia.

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Capitolo 36
*** Cap. 36 ***


Dunque... Dico subito che tra non molto tempo la fanfiction sarà conclusa, ma probabilmente tornerò con one shot, o magari con un'altra long su un periodo successivo.
In ogni caso, per ora, Buona lettura :)
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Cap. 36



 
Il ritorno a scuola fu problematico per ognuno di loro.
Bellatrix si trovò intrappolata dal fidanzamento ufficiale con Rodolphus. Andromeda lo stesso con Rabasta. 
Narcissa era felice di essere ormai ufficialmente destinata a sposare Lucius.
Per i Malandrini fu un ritorno tranquillo, meno che per James. Il rivedere Lily lo aveva colpito come non era abituato.
Ma procediamo con ordine.
 
Al ritorno a scuola Andromeda fece il possibile per evitare Rabastan, che si lamentava spesso e volentieri con il fratello e Bellatrix di essere stato destinato a lei.
La prima cosa che fece la quattordicenne, fu sedersi sulla riva del lago nero, subito dopo il primo giorno di lezioni. 
Rifletteva. Pensava a quello che era successo, a quanto crudele sembrava essere la sua vita, ponendola davanti a quella decisione non sua che le aveva cambiato la vita.
Non aveva voglia di studiare. Non aveva voglia di fare nulla, se non rimanere lì in eterno.
Passò quasi un'ora, e la ragazza si era addormentata. Una voce la svegliò.
La voce più bella che avesse mai sentito.
-Andromeda!- chiamò Ted. La ragazza si alzò, di fretta, quasi inciampando.
Lo raggiunse, e gli gettò le braccia al collo. Il ragazzo ricambiò l'abbraccio, confuso. Andromeda si permise di piangere, dopo tanto tempo.
-Cosa è successo, Meddie?- domandò.
-Io... Devo sposare un Lestrange- sussurrò, con un filo di voce.
Ted rimase impietrito, chiudendo gli occhi. La strinse a sè, carezzando i suoi capelli.
-Non lo sposerai-
Aveva la voce ferma come non l'aveva mai avuta. La baciò sui capelli, senza lasciarla andare.
-E cosa posso fare, Ted? Hanno deciso così non posso... scappare-
Ted si scostò, per guardarla negli occhi scuri. -Preferisci sposare quel Lestrange, e avere con lui dei fi... figl...- disse, senza avere il coraggio di dire l'ultima parole.
Andromeda chiuse gli occhi, cacciando fuori le ultime lacrime. Fece segno di no con il capo.
-Verrai a vivere da me- disse.
-Rischi moltissimo, Ted. Tu, e la tua famiglia, se confrontata alla mia- mormorò Andromeda, nonostante fosse estasiata da quella possibilità.
Ted annuì -Si, rischio moltissimo. Ma ne varrà la pena- disse, piano.
Le sorrise, ed Andromeda nn potè impedire a sè stessa di fare quello che desiderava fare dal momento in cui l'aveva rivisto.
Si avvicinò vertiginosamente, e incontrò prima il suo sguardo, poi guardò le sue labbra. Chiuse gli occhi, e lo baciò.
 
-Rodolphus Lestrange, vieni immediatamente qui!-
Era la terza volta che Bellatrix chiamava Rodolphus, che si ostinava a continuare la partita a scacchi magici con Rabastan. 
-Bellatrix, solo perchè siamo fidanzati non c'è bisogno che ti comporti così!- Mormorò il ragazzo.
-Allora fai annullare le nozze, o sarai costretto a continuare a vivere a questo modo- minacciò.
-D'accordo- il ragazzo sospirò -Cosa devo fare?- borbottò, alzandosi dalla sedia.
-Nulla, volevo distrarti mentre Rabastan spostava i pezzi degli scacchi- rispose lei, dandogli poi le spalle ed allontanandosi.
Rodolphus si voltò, infuriato, colpendo la scacchiera e facendo rovinare a terra tutti i pezzi degli scacchi.
-Và al diavolo, Rabastan- ringhiò, guardando suoi fratello sghignazzare.
Bellatrix si allontanò in fretta dal castello, diretta alla foresta proibita.
Superati alcuni alberi, certa di non essere vista dal castello, premette le dita sul marchio. 
Lord Voldemort comparve in breve davanti a lei. 
-Sei la quinta che mi chiama, oggi. Cosa c'è?- domandò, visibilmente infastidito.
Bellatrix non rispose subito. Voleva parlargli del matrimonio, del fatto che per lei era una condanna sposare Rodolphus. Ma non lo fece. Si limitò a dire -Desideravo chiedervi di allenarvi, Mio Signore. Sempre che abbiate tempo- mormorò.
L'uomo assottigliò lo sguardo. Sapeva che le stava leggendo la mente, ma Bellatrix non si fece problemi. Gli permise di vedere ogni vosa.
-Non voglio annoiarvi con stupide lamentele, Mio Signore- si giustificò.
Lui sorrise freddamente. -Chiedi, forza- la spronò.
-Il pensiero di dover sposare Rodolphus Lestrange piuttosto che voi mi uccide- confessò la giovane. Si avvicinò, a passi lenti. 
Stava rischiando, e lo sapeva. Stava rischiando grosso, ma ne valeva la pena.
-Sposatemi, Mio Signore. Vi prego- disse piano, dopo aver raggiunto il corpo di lui. -Vi darò ogni cosa, io...-
-Cosa mi daresti in più di quello che posso prendermi da te se solo volessi, Bella?- domandò, permettendole di avvicinarsi.
La ragazza sospirò appena. -Un erede, Mio Signore- disse, guardando i suoi occhi.
 
Severus e Lily sedevano in biblioteca. Erano appena ricominciate le lezioni, e i due non volevano trovarsi a dover studiare di fretta ogni argomento, così ogni volta finivano per anticiparlo.
-Anche se con te non sembrano comportarsi male i Serpeverde- disse improvvisamente Lily. Il ragazzo la guardò stupito.
-No, infatti- assentì, a voce bassa. -Dopo un po' che li conosci inizi ad apprezzarli. Se gli sei simpatico, arrivano a proteggerti, come hanno fatto con me attaccando James e Sirius- disse, ricordandole l'avvenimento.
Lily annuì, mordicchiandosi il labbro, pensierosa.
Severus sorrise. Forse Lily aveva iniziato a vedere di buon'occhio i suoi compagni.
-Sai, mi hanno dato un soprannome, alcuni- disse, divertito. 
-Cioè?- Lily sorrise guardandolo, contagiata dalla serenità dell'amico.
-Per non farmi pesare in negativo il fatto che sia un mezzosangue, e considerando che il cognome di mia madre è Prince, ovvero principe, adesso mi chiamano "Principe Mezzosangue"- spiegò. -Ti assicurano che non lo dicono in termini dispregiativi, anzi- li giustificò.
Lily assunse prima un'espressione confusa, poi sorrise, realizzando. -Non sembrano così male- commentò piano.
Severus annuì, guardando verso il libro. Lo chiuse, annoiato.
-Dovresti conoscerli, non sono male- ripetè lui.
Lily inarcò un sopracciglio. -Non ci tengo. Possono essere buoni e bravi, si, ma sai che con me non si sprecherebbero neanche a conoscermi- disse, facendo spallucce.
Severus non rispose, consapevole del fatto che avesse ragione. Riaprì il libro, e riprese a trascrivere appunti sul proprio libro di testo.

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Capitolo 37
*** Cap. 37 ***


Buona lettura! Aspetto recensioni u.u
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Cap 37



James guardava in direzione dei suoi amici, comodamente sdraiato sul divanetto rosso.
-E allora neanche mi guarda!- disse, concludendo il discorso che stava facendo ai suoi amici, che sembravamo totalmente intenzionati ad ignorarlo.
-Assurdo, James- lo assecondò Sirius, impegnato in una partita a scacchi magici con Remus, e nettamente in svantaggio.
Peter Minus aveva alla propria sinistra una pila di cioccorane vuote, dall'altra erano piene. -vghmho!- farfugliò, sputacchiando il cioccolato attorno a sè. James non gli rispose, e continuò.
-Sempre con quel Piton. Piton, Piton, Piton. Cosa ci trova?- domandò, sbuffando.
Remus fece spallucce. -E' intelligente- disse.
-Sensibile da sembrare gay- assentì Sirius.
-Poppo!- confermò Peter, per poi guardare una figurina. Spalancò gli occhi, e guardò i ragazzi, alzando la figurina in aria.
-Fantastico, Peter- mormorò James, vedendo la figura.
-Ad ogni modo, anche io sono intelligente e sensibile!- disse.
Remus inarcò un sopracciglio. -Ovvio- commentò, mettendo in scacco Sirius.
Il Black non rispose, impegnato sulla mossa successiva.
-Ma prima o poi riuscirò ad uscirci assieme. Anzi, vado ora!-
James si alzò, con aria decisa, mentre Remus faceva Scacco Matto.
-NO!- urlò Sirius. James si voltò, spalancando gli occhi. -Cosa?-
-Vai, vai. Ho perso!- sbuffò, abbandonandosi sulla sedia, mentre James spariva oltre la porta.
 
-Nulla ti dice che tu non possa darmene uno fuori dal matrimonio- la calma surreale della voce dell'uomo che si scontrava violentemente con ciò che sentiva Bellatrix, le mise i brividi.
-Non penserai che Rodolphus Lestrange abbia il coraggio di opporsi ai miei ordini- proseguì, portando con sicurezza una mano sul suo fianco, senza interrompere il contatto con i suoi occhi. -Non credi anche tu?- le sussurrò, sempre più divertito e compiaciuto dallo sguardo adorante della giovane. Era incredibilmente bella, doveva ammetterlo. Più potente e crudele di qualsiasi ragazza della sua età. Nobile.
E lo guardava in quel modo.
-Ovviamente, mio signore- sussurrò la ragazza, dopo aver trattenuto il respiro nel sentirsi toccare il fianco.
Lasciò che il proprio corpo sfiorasse quello del suo maestro. Poi accadde quello che, da settimane ormai, desiderava.
 
Narcissa e Lucius erano seduti sotto un albero, tre ore dopo. Non facevano nulla, se non guardare in sù, verso le nuvole. Il capo di Narcissa posato sul petto di Lucius, che le carezzava distrattamente i capelli.
-Stai comoda?- domandò il ragazzo.
-Molto- sorrise Narcisa, cercando alla cieca la sua mano libera.
-Non dovevo aiutarti a studiare?- chiese poi.
-Dopo... - mormorò Narcissa. -Adesso... adesso sto così bene- disse piano.
Il ragazzo sorrise, estremamente rilassato, e in qualche modo felice. Le carezzava distrattamente i capelli, quando un'ombra disturbò la loro quiete.
-Allora, avete intenzione di studiare, o Lucius ti sta distraendo, Cissy?- 
Bellatrix, con i capelli bagnati, li aveva raggiunti. Si era seduta accanto a loro.
Lucius alzò appena il capo per guardarla. Non era davvero arrabbiata, o irritata. "Strano", pensò.
-Tra poco- sorrise Narcissa, tendendo la mano libera verso la sorella.
Bellatrix sorrise, e l'afferrò.
-Non ti conviene posare la testa per terra, con i capelli così bagnati.- le disse Lucius.
La ragazza fece spallucce, prendendo dei libri e mettendoli sotto la testa.
-Non è una giornata meravigliosa?- mormorò Bellatrix, socchiudendo gli occhi.
La coppia dai capelli biondi si tirò a sedere quasi in automatico.
-Sei ubriaca?-
-Ti hanno avvelenata?-
-Sei Rodolphus con la polisucco?-
-Qualcuno ha usato la maledizione Imperius...- alternarono i due, guardandola con gli occhi sbarrati. Bellatrix rise.
-Ho visto l'Oscuro Signore, oggi- si limitò a dire.
-Cosa ti ha detto? Non sposerai Rodolphus?- domandò Lucius. Bellatrix fece cenno di no con la testa.
-No, sposerò Rodolphus, purtroppo. Ma non è un problema- disse.
Lucius la guardò per un lungo istante. Non aveva mai visto Bellatrix di buon'umore come quella volta.
Vide, alla base del suo collo, malamente nascosto dalla camicia e la cravatta di serpeverde, un segno rosso acceso.
Non disse una parola, guardandolo con impertinenza finchè la ragazza non se ne accorse. 
Lo coprì, e gli lanciò un'occhiataccia. Portò poi l'indice alle labbra, in modo da fargli capire di non dirlo a nessuno. Poi chiuse gli occhi, con tranquillità, noncurante del fatto che avrebbe potuto interrompere qualcosa.
 
Severus era solo nel corridoio del terzo piano. Doveva raggiungere dei ragazzi della sua casa, a quanto pareva dovevano dirgli una cosa.
Pensava al fatto che Lily dopotutto sembrava aver preso bene il fatto che lui si fosse unito, e la cosa non poteva che fargli piacere. Eppure temeva che in qualche modo potesse essere coinvolta, ora che Rookwood e Nott li avevano visto assieme.
Non rimase molto a pensarci, dal momento che poco dopo raggiunse i ragazzi dall'inconfondibile divisa di sepeverde che parlottavano in un angolo.
-Ehy!- salutò, allungando il passo per raggiungerli.
-Principe!- risposero gli altri. Severus rise, fermandosi accanto a loro.
-Cos'è che dovevate dirmi?- domandò.
-L'idea di reclutare anche sanguesporco e mezzosangue. E' piaciuta anche a loro- disse Nott, indicando i Lestrange. Rabastan annuì.
-Solo, quanti mezzosangue passerebbero dalla parte nostra per sentirci dire che i mezzosangue e i sanguesporco sono feccia?- domandò il giovane Lestrange.
-Quelli certi che avranno in futuro dei vantaggi, appoggiando la nostra causa- ghignò Rookwood.
Severus annuì. Non sapeva bene a cosa servisse lui, ma tanto valeva rimanere a parlare con loro.
-Sapete quando ci sono i prossimi allenamenti?- domandò poi Rookwood. 
Rodolphus rispose -Dopodomani, Bellatrix me lo avrà urlato cinque o sei volte-
I Carrow ghignarono. -E dovrai sopportarla tutta la vita, non è meraviglioso?- disse Alecto.
Rodolphus si voltò -Preferisco mille volte sposare una psicopatica maniaca omicida come Bellatrix piuttosto che te, Alecto- disse, inarcando un sopracciglio.
Severus iniziava a confondersi, quando Nott gli si avvicinò. -Il trentuno dicembre Bellatrix e Rodolphus si sono fidanzati ufficialmente, il prossimo anno si sposeranno- disse.
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia. -Cosa?-
-Matrimoni combinati tra purosangue- si intromise Rabastan -Li annunciano a villa Black ogni anno, servono a mantener il nostro sangue puro e i soldi di famiglia nelle tasche giuste- sorrise.
Severus annuì, guardandoli con interesse.
Non gli piacevano quelle usanze. Aveva letto al riguardo, ma non avrebbe mai immaginato di trovarsi davvero davanti ad una persona destinata a sposare una persona che non ama.

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Capitolo 38
*** Cap. 38 ***


Grazie a tutti *w* Buona Lettura!
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Cap 38


 
Passarono diversi giorni, e non vi furono grandi cambiamenti per i ragazzi.
Severus passava ormai molto tempo con i suoi compagni della casa di Serpeverde, trascurando Lily.
Il suo interesse per le arti oscure cresceva sempre di più, al punto di arrivare, alcuni pomeriggio, a chiudersi nella stanza delle necessità assieme a Lucius Malfoy e pochi altri per allenarsi.
Quel giorno era stato stabilito un allenamento ufficiale, con tutti i ragazzi presenti.
Severus, dopo tanto tempo assieme a Lucius, aveva imparato a conoscerlo, e ad ammirarlo.
Era, sempre e comunque, un viziato figlio di papà con la mania del sangue puro. Ma non riuscì a trattenere un sorriso nascosto, quando, dopo che Narcissa era finita a terra a seguito di uno schiantesimo, Lucius si era avvicinato a lei per sapere se stesse bene.
Assorto in questi pensieri, Severus evitò una maledizione di Bellatrix. Le lanciò uno schiantesimo, che lei parò.
-Expelliarmus!- disse la ragazza. Severus evitò l'incantesimo, e rispose.
-Crucio!- osò, e la colpì.
La ragazza cadde a terra, contorcendosi senza però emettere alcun suono.
Nella stanza cadde il silenzio, mentre i presenti smettevano di combattere per assistere alla tortura di Bellatrix Black, quella che ormai era considerata da tutti la cocca del Signore Oscuro.
Rodolphus, ghignando, si avvicinò a lui, e gli diede una pacca sulla spalla, infilandogli visibilmente in tasca un galeone d'oro.
Severus interruppe la maledizione.
-N... non...-
-Consideralo un favore- disse Lestrange, strizzando l'occhio. Non appena finì la frase, un lampo di luce rossa colpì il dodicenne, che cadde rovinosamente a terra e prese ad urlare e contorcersi.
Bellatrix, sdraiata a terra con i primi tre bottoni della camicia strappati, puntava la bacchetta verso di lui.
Rodolphus la disarmò con facilità. 
La giovane si alzò, guardando Severus a terra, irritata come poche volta in vita sua. Rodolphus guardò la camicia aperta, e notò un segno rosso acceso alla base del collo che a nessuno era sfuggito.
-Bella, ma cosa...- azzardò. La ragazza non rispose. Andò a recuperare la bacchetta, noncurante delle espressioni stupite di tutti coloro che avevano notato quel segno.
-"Cosa" cosa, Rodolphus?- sibilò, guardandolo con aria infuriata -Ora solo perch+ un pivellino mi ha colta alla sprovvista dobbiamo farne una questione di stato?- 
Il ragazzo abbassò il capo. -No, Bellatrix. Tranquilla, sappiamo che sei la migliore tra di noi- si limitò a rispondere, per accontentarla.
La primogenita purosangue annuì -Lo spero bene- Ringhiò, mentre si incamminava fuori dalla stanza non senza aver prima pestato una gamba di Severus.
Chiusasi la porta alle spalle, Rodolphus si era voltato verso Severus, così come Lucius. Gli si erano avvicinati per tirarlo su.
-E' fuori di testa- commentò Rodolphus, dopo che Severus tornò in piedi.
Il ragazzo fece spallucce. -Sto bene, non importa- mormorò.
-Rodolphus, tu stai bene? Percè da qui iniziamo a vedere un paio di corna- ghignò Amycus Carrow. Rodolphus si voltò di scatto verso di lui.
-Non è un mio problema chi si fa la mia futura moglie prima del matrimonio- sbottò, visibilmente irritato. 
Narcissa guardò Lucius, con sguardo preoccupato. Il ragazzo fece lentamente segno di no con la testa, e le prese la mano. 
-Ci vediamo in sala comune- avvisò gli altri, uscendo.
Si trovarono nel corridoio del settimo piano, e presero a scendere le scale.
-Lucius tu pensi che...-
Il ragazzo sospirò. Era così piccola, Narcissa, non era giusto sapesse quanto, in quel momento, sua sorella fosse corrotta.
Non era mai stata un'angelo, Bellatrix, Lucius lo ammetteva. Quando era entrata ad Hogwarts, il suo vero carattere l'aveva spaventato. Quando Tom Riddle era comparso nelle loro vite, Bellatrix sembrava peggiorata. In quel momento, quando corpo ed anima di Bellatrix sembravano ormai appartenere all'Oscuro Signore, quella ragazza sembrava essersi trasformata. Da grigia, a grigio scuro, a nera.
Questo era chiaro, nella mente di Lucius.
Ma come poteva spiegare a Narcissa, che lo guardava con i suoi grandi occhi azzurri, che sua sorella aveva l'anima sporca?
-Penso che Bellatrix si sia innamorata dell'unica persona verso la quale nessuno avrebbe mai dovuto provare amore- disse, prendendole la mano.
Narcissa si zittì, senza dire una parola per diversi minuti. 
Poi ruppe il silenzio che Lucius si era impegnato a rispettare. -Dobbiamo aiutarla- disse.
Lucius la guardò per alcuni istanti.
"Sei troppo buona, Cissy. Bellatrix ormai è persa, non vedrai più nient'altro che questa Bellatrix. Dimenticati quello che era prima, Cissy, Bellatrix è..."
-Ma è innamorata, non possiamo fare molto- constatò la ragazza, guardando verso di lui. -Quando una persona è innamorata non esiste persona al mondo che può farle cambiare idea- mormorò, parlando di Bellatrix, di Andromeda, di Severus, un po' di James ma sopratutto di sè stessa.
Lucius la guardò per un lungo istante.
-Già...- si limitò a rispondere, spiazzato dalle parole della ragazza. 
Si fermò, e lo stesso fece lei. La ragazza lo abbracciò di slancio, rendendosi conto solo in quel momento di non arrivare più in alto della sua spalla. 
La ragazza chiuse gli occhi, cullata dal battito veloce del cuore di Lucius.
Il ragazzo ricambiò l'abbraccio, baciandole i capelli biondi, poi sorrise.
Sapeva che parlava anche di sè, nel dire quelle parole. E in quel momento Lucius promise a sè stesso che non avrebbe permesso mai a nessuno di fare qualcosa di male alla sua Narcissa.

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Capitolo 39
*** Cap. 39 ***


Buona Lettura! :)
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Cap. 39

 
Andromeda sedeva in sala grande. Isolata, come succedeva ormai da settimane, dalle sue sorelle, era impegnata a mangiare quel poco che riusciva a tenere nello stomaco.
Ted le aveva promesso che le avrebbe dato una mano a  fuggire dalla vita che i Black la costringevano a fare, e dal matrimonio con Rabastan.
Lei, purtroppo, non gli credeva.
Sapeva che chiunque, con le semplici parole, poteva figere di darle il proprio appoggio. Ma una volta arrivati al dunque, in pochi sarebbero rimasti. Per quanto volesse bene a Ted, aveva paura che lui non avrebbe davvero voluto aiutarla, se avesse saputo i rischi che si correvano.
Si voltò verso il tavolo di Ted, e si accorse che stava parlando con i suoi amici, con le spalle al tavolo dei Serpeverde. Sospirò.
I gufi iniziarono ad arrivare al tavolo, e fu sorpresa quando un gufo sconosciuto le consegnò una lettera.
La aprì, curiosa, mentre dall'altra parte del tavolo alla maggiore delle Black non era sfuggito l gufo sconosciuto che aveva consegnato posta ad Andromeda.
-Cissy- chiamò Bellatrix. -Quando Andromeda esce dal dormitorio, frughiamo nella sua valigia.- disse. 
La giovane aprì la busta della lettera, e si accorse che profumava. La grafia era elegante e chiara.
 
"Salve, Andromeda.
Sono Julia, la madre di Ted. Abbiamo parlato, questo Natale, in particolare di te.
Mi ha detto che sei una ragazza dolcissima, e gentile. Ma che hai alcuni problemi personali, legati al tuo status.
Non ti conosco ancora, ma mi fido di Ted. La porta di casa nostra è aperta, quando avrai bisogno saprai dove andare.
Julia Tonks."
 
Andromeda sorrise, guardando verso Ted. Incontrò il suo sguardò, e il ragazzo ricambiò.
Terminato il pranzo, Andromeda raggiunse Ted velocemente, per poi porgergli la lettera.
-Grazie- disse piano, ricendendo un'occhiata confusa da parte di lui. 
-Per cosa?- Domandò il ragazzo, guardando la lettera. Poi riconobbe la grafia, e tutto fu più chiaro
-Oh..- sorrise - Si, Beh, gliel'ho scritto, ieri, ma non immaginavo ti avrebbe contattata.- mormorò. -Ad ogni modo, spero non ti abbia dato fastidio...-
-Ti pare, Ted?- rise Andromeda. Si allontanarono dalla sala Grande, diretti al parco.
-Parla troppo- disse Ted, dopo aver letto la lettera e diventando rosso.
Andromeda gli sorrise, sedendosi sull'erba umida. -A me ha fatto piacere- disse, guardandolo. -Dolcissima, eh?- lesse, dandogli una leggera gomitata.
Ted arrossì ulteriormente, voltandosi.
-Ehy!- disse, ricevendo la gomitata. Si voltò, e portò le mani sul suo stomaco per farle il solletico, quando fu colpito da uno Schiantesimo.
-Bellatrix?- sentì Andromeda parlare alla persona che lo aveva colpito.
-Dannazione, Meddie, non impari mai?- domandò Bellatrix, con la bacchetta tra le mani, ghignando. Alle sue spalle c'era Lucius, e Narcissa.
-Non sono problemi tuoi- replicò la quattordicenne, alzandosi e stringendo in una mano la lettera, mentre con l'altra cercava la bacchetta.
-Accio pergamena- ordinò la maggiore. La lettera finì nelle sue mani, e prese a leggere a voce alta. Sorrise, ma Andromeda lesse qualcosa di diverso nei suoi occhi.
Che fosse delusione?
-E' così, Meddie? Vuoi abbandonare il nido, per volare libera tra le nuvole assieme al tuo dolce fringuello?- la canzonò, voltandosi verso Narcissa e passandole la lettera.
-Si, non voglio sposare Lestrange- disse, guardandola.
-Perchè tu credi che io voglia sposare Rodolphus?- replicò Bellatrix, quasi agitata. -Credi che sia un mio desiderio sposarlo? Eppure lo faccio, perchè sono fedele alla mia famiglia- 
-Anche io lo sarei se mi desse libertà.- disse Andromeda, mentre Ted dietro di lei si alzava per raggiungerla. 
-Hai tutte le libertà del mondo, Meddie!- sbottò Bellatrix. -Che altro pretendi? Le regole sono così da sempre, non puoi cambiarle nè puoi sottrarti ad esse. Non vuoi sposare Rabastan? Devi farlo lo stesso, sorellina. Non si può ottenere sempre quello che vuoi!- concluse, con il petto che le si alzava ed abbassava velocemente.
Attorno a loro, attirati dalle parole agitate di Bellatrix, si radunò un gruppo di studenti, intenti ad ascoltare la discussione. Nessuna delle due sembrò farci caso.
-Perchè devo sposarmi con chi dicono loro?!- insistette Andromeda, agitata quanto sua sorella.
-Perchè da sempre è stato deciso così, perchè dobbiamo mantenere la purezza di sangue nelle nostre vene!-
-A me non interessa!-
Bellatrix sembrò colpita da quelle parole. Si fermò, fece alcuni passi indietro, stringendo la bacchetta nella mani fino a far impallidire le proprie nocche.
Gli studenti erano sempre più numerosi, in particolare i Serpeverde, pronti a dare manforte alla maggiore in caso di scontro con le bacchette.
-Non puoi fare sempre e solo quello che vuoi, Andromeda!- sbottò.
-desidero solo una cosa, ed è sposarmi con chi voglio io! E' tanto sbagliato?- replicò la più giovane.
-Si! Non puoi, non è giusto che tu lo faccia, così come non lo farò io!- esclamò Bellatrix.
-Non è lo stesso! Bellatrix, non è lo stesso! TU SEI STATA RIFIUTATA!- esordì Andromeda.
Bellatrix si irrigidì, Andromeda spalancò gli occhi.
-Bella, scusa, io non...- farfugliò, ma sua sorella non la sentiva.
Si morse il labbro, e socchiuse gli occhi. 
Un istante dopo, puntò la bacchetta verso la ragazza, riaprendo gli occhi e dilatando le narici.
-Griffendo!- urlò.
Andromeda fu colpita sulla spalla destra da quella che sembrava una palla di neve, che prese a corroderle prima la divisa, poi la pelle appena sotto.
Urlò, accasciandosi a terra, sorretta malamente da Ted Tonks. 
A differenza di quanto si aspettavano tutti, Bellatrix non infierì.
Si voltò, facendosi spazio tra i suoi compagni, diretta al dormitorio.
-Andate via- prese a dire Rodolphus agli altri ragazzi, e in breve rimase solo con Bellatrix.
-Dove vai?-
-Da qualche parte.-
-Vengo con te- Stabilì. Bellatrix lo guardò, senza la forza di dirgli di no. 
Salirono al settimo piano, ed entrarono nella stanza delle necessità. Bellatrix chiuse gli occhi, mordendosi il labbro. Rodolphus non si mosse, rimanendo lì davanti a lei.
-Posso far...- azzardò, ma fu interrotto da lei, che si era avvicinata a lui e si era come rifugiata contro il suo petto.
Non disse una parola, cingendola con il braccio. Sapeva che se avesse osato chiederle di sfogarsi, o di parlare, lei lo avrebbe cacciato. 
Per un istante, pensò al suo gatto. Si avvicinava solo quando non veniva chiamato, e si allontanava se qualcuno gli faceva troppe cerimonie. Si lasciava carezzare solo da chi era più discreto.
Sorrise tra sè, chiudendo gli occhi e stringendo a sè Bellatrix Black. Così forte, ma in quel momento così piccola.

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Capitolo 40
*** Cap. 40 ***


div> Grazie, grazie mille a tutti, per le 94 recensioni, le TANTE persone che mi seguono, chi mi ha messo tra i preferiti e i ricordati. Grazie.

Buona lettura :)
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Capitolo 40



James scrutava Lily Evans, durante l'ora di storia della magia. 
Poi la osservò durante cura delle creature magiche.
Poi ad Erbologia.
-James?- fu distratto da Remus, che gli diede una gomitata nel tentativo di riscuoterlo, mentre la professoressa era impegnata a spiegare qualcosa che tre su quattro di loro non riuscivano a seguire.
-Cosa?-. Il ragazzo si voltò, guardando l'amico.
-Piantala, l'hanno notato tutti- gli fece notare, mentre lui sospirava.
-Non sto facendo nulla!- replicò a voce bassa James, tornando alla propria attività.
 
Passarono alcune ore, durante le quali James non aveva fatto altro che riflettere su com fare colpo.
-Le dimostrerò che so essere intelligente!- disse, scattando in piedi nella sala comune, come se avesse avuto un'idea brillante.
-Certo, James- Sirius non lo ascoltava, impegnato a copiare degli appunti di Remus.
-Come volete, io vado- annunciò James, alzandosi.
-Dove?- Peter alzò gli occhi dalla propria pergamena, dove erano segnate con grafia larga e disordinata alcune formule di Pozioni.
-A cercarla- replicò con un sorriso il dodicenne, uscendo dalla sala comune.
Raggiunse in poco tempo, correndo, la Sala Grande. Non la vide, così uscì nel parco.
Non potè non riconoscere i capelli rossi illuminati dal sole, sotto un albero che gettava una lieve ombra alla sua sinistra.
Sorrise, facendo per avvicinarsi, quando vide una figura accanto a Lily.
Era, come si sarebbe dovuto aspettare, Severus.
Si avvicinò, sfoderando la bacchetta. 
-Ti sei ricordato finalmente di Evans, Piton- disse, raggiungendolo. 
Severus alzò gli occhi verso di lui. E James non ottenne quello che voleva: Severus non sembrava preoccupato.
-Come, scusa?- domandò il Serpeverde, alzandosi.
Estremamente esile, pensò James. Se avesse voluto, con una spallata lo avrebbe fatto cadere a terra.
-Ho detto, Mocciosus, che mi stupisce il fatto che ti sia ricordato dell'esistenza di Lily proprio ora, dal momento che nell'ultima settimana l'hai sempre lasciata sola- 
Severus guardò Lily per un istante. 
-La cosa ti riguarda?- domandò, con la massima calma.
James esitò. -Si!- sbottò. -Volevo chiederle di uscire, e tu stai proprio in mezzo ai piedi!- sbottò.
Lily lo guardò per un lungo istante.
Gli sembrò durare un'eternità, quel contatto con i suoi profondi occhi verdi.
-Potter, non uscirei con te neanche se fossi l'ultimo uomo rimasto sulla faccia della terra- rispose, freddamente.
Severus rivolse a James un sorriso soddisfatto.
James stronse le labbra, puntando la bacchetta contro Severus.
-Tarantallegra!- esclamò, e Severus si trovò le gambe come impazzite, ad improvvisare un tip tap scoordinato. 
-Finite!- Lily puntò la bacchetta su Severus che, caduto a terra, le rivolse un'occhiata di ringraziamento.
James non reagì, guardandola. Diede loro le spalle, e fece per allontanarsi.
Sentì la voce di Lily dire:-Severus, per favore, non...- 
-Griffendo!- urlò il giovane, alle spalle di James. Una palla di neve colpì il mantello di James, che si corrose e ben presto gli provocò bruciature sulle spalle. Cadde a terra, e Severus prese la mano di Lily. -Andiamocene- disse.
Lily lo allontanò. -Chiama l'infermeria, deve essere curato!- 
-Non ho nessuna intenzione di portarlo in infermeria!- sbottò Severus, avvicinandosi al Grifondoro e calpestando inavvertitamente la sua bacchetta, spezzandola in due.
Lily si avvicinò al Grifondoro, ora svenuto. Dietro la schiena, un buco rotondo mostrava pelle bruciata e corrosa dall'incantesimo.
-Professoressa!- chiamò la ragazza. La professoressa McGranitt, che puntava ad un gruppo di quasi trenta ragazzi radunati attorno a due figure femminili, si voltò.
Vide la scena, e si avvicinò immediatamente.
-Cosa è successo, signorina Evans?- domandò, guardando il ragazzo.
Lily esitò.
-Ha tentato di colpirmi con un'incantesimo, professoressa, e sembra essergli rimbalzato addosso- l'anticipò Severus.
La donna lo guardò per un istante, poi annuì. -Sarà punito, subito dopo essere stato curato. Ora aiutatemi a portarlo in infermeria- disse, seguita da un Severus riluttante e una Lily Evans spaventata.
 
Narcissa e Lucius attendevano in Sala Comune, assieme a Regulus e a Rabastan.
Era passata mezz'ora, e Bellatrix e Rodolphus non si erano fatti ancora vedere.
Nessuno fiatava, non dopo quello che era appena successo. Nessuno voleva commentare, chi per non piangere, chi per non essere indelicato, chi perchè non sapeva cosa dire.
Solo Rabastan tentò di instaurare una conversazione, diretta a Lucius.
-Quindi l'Oscuro Signore e Bellatrix...- azzardò.
Lucius lo interruppe. -Si-
-Tu credi che per lei fosse...-
-Non mi riguarda, ma credo di si- Lucius sembrò irritato, in particolar modo per via delle occhiate 
-Quello era...- Continuò il ragazzo. Lucius si alzò, facendogli cenno di uscire dalla sala comune. Rabastan lo seguì, appena fuori dal passaggio.
-Chiedi, Rabastan- lo esortò spazientito Lucius, mentre Rabastan si guardava attorno.
-Quello era un... un succhiotto?- domandò, spalancando gli occhi.
-E' più probabile che sia un morso, conoscendo l'Oscuro Signore- 
-Ah...- Rabastan si morse il labbro. -Ti ha raccontato i dettagli?- domandò poi, improvvisamente.
-No, Rabastan. E se ci avesse provato glielo avrei impedito, dal momento che non mi interessa la vita sessuale della sorella della mia futura moglie e del Signore Oscuro- lo rimbeccò, con la massima calma.
Il ragazzo annuì, sospirando. Fece per dire qualcosa, ma si zittì, vedendo due figure familiari.
Bellatrix e Rodolphus erano tornati alla sala comune. Si dissero qualcosa, che Rabastan e Lucius non sentirono.
-Se racconti a qualcuno quello che è successo puoi dimenticarti di essere nato- minacciò la ragazza.
-Bellatrix... ci siamo solo abbracciati!- mormorò lui.
-Esattamente, Rodolphus. Esattamente.-

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Capitolo 41
*** Cap. 41 ***


A grande richiesta... u,u Buona lettura!

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Cap. 41

 
 
Passarono i giorni. Gli incontri di Bellatrix e Lord Voldemort continuarono, fino a che, nella foresta proibita, un venerdì pomeriggio in pieno marzo, buona parte dei ragazzi vollero mettere alla prova Bellatrix.
-Chiama l'Oscuro Signore, Bellatrix. Oggi vorremmo fare lezione con lui- 
Disse Rodolphus, con cenni di assenso al seguito da parte degli altri ragazza.
Bellatrix stava per opporsi, ma lo fece. 
Scoprì il braccio sinistro, mentre un livido violaceo poco sopra il seno si faceva vedere attraverso la scollatura a "V" che la ragazza ormai sembrava portare abitualmente, fuori dalle lezioni.
Sfiorò con la mano il marchio, poi vi premette due dita. L'Oscuro Signore comparve, alle sue spalle.
Li scrutò, uno ad uno. Si avvicinò loro, e i ragazzi si sentirono rabbrividire, mentre si apprestavano ad inchinarsi. La sua aura oscura, se possibile, sembrava aumentata.
-Ditemi- disse, superando Bellatrix senza degnarla di uno sguardo. 
-Vorremmo prendere lezioni da voi oggi, Mio Signore- disse Rodolphus, alzando appena lo sguardo. 
Lord Voldemort lo scrutò per alcuni istanti, lasciandosi sfuggire un sorriso crudele.
-Bellatrix non è abbastanza brava?- ghignò.
-Vorremmo imparare cose nuove, Mio Signore- disse Alecto, mentre l'uomo teneva lo sguardo su Rodolphus.
-E sia.- si voltò, posando lo sguardo su Bellatrix mentre faceva dei passi nella sua direzione.
-Copriti- le disse, freddamente, indicando il livido sul suo seno. Bellatrix avvampò, chiudendo il primo bottone della camicia.
Alcune risatine mal celate si levarono dai ragazzi, nell'udire il rimprovero dell'uomo. Lui tornò a guardare loro, con aria seria. 
Nessuno fiatò, preoccupati per la propria incolumità.
-Innanzitutto desidero vedere i vostri miglioramenti. Devo valutare se Bellatrix vi ha istruiti bene, o è il caso che torni io ad insegnarvi. Malfoy e Rabastan Lestrange- chiamò.
I due si fecero largo tra i presenti, posizionandosi al centro della radura.
-Prego, iniziate- li esortò, facendo alcuni passi indietro, così come Bellatrix. 
Ci fu un inchino, e i due presero a fare dieci passi in direzioni opposte. Quando si voltarono, luci rosse e bianche si scontrarono contro incantesimi scudo. 
Bellatrix si voltò verso l'uomo al suo fianco, ormai distratta dallo scontro. Lo guardava incantata, osservando i giochi delle luci sul suo volto. Lui si voltò a guardarla, allungando una mano verso i suoi capelli per togliere una foglia secca dai ricci. Poi, silenzioso, era tornato a guardare il duello.
Rabastan uscì vincitore. L'uomo annuì, guardandolo, per poi fare cenno ad Alecto e Amycus di prendere i loro posti. 
I duelli continuarono, fino all'ultimo studente. Poi Lord Voldemort fece cenno a Bellatrix di mettersi, assieme a lui, davanti a tutti.
-Ora vediamo la vostra insegnante se è migliorata- disse, con un sorriso crudele.
Alzarono le bacchette, l'uno davanti all'altra. Le abbassarono, scrutandosi negli occhi l'un l'altro.
Si inchinarono, e fecero dieci passi in due direzioni diverse.
Una volta voltati, si scrutarono un istante prima di attaccarsi.
-Stupefictium!- Esclamò Bellatrix. L'Oscuro Signore parò il colpo, lanciandole un incantesimo non verbale. La ragazza accusò, e due graffi si disegnarono sulla sua guancia destra.
Lei non vi fece caso. -Stupefictium! Stupefictium!- disse, e l'uomo parò entrambi gli incantesimi. Contrattaccò, ma Bellatrix parò al volo il colpo.
-Griffendo!- urlò, e una palla di neve raggiunse l'uomo, che la deviò con un colpo della bacchetta verso la proprietaria. Bellatrix si scostò, mandando l'incantesimo contro un albero che si corrose.
-Crucio!- esclamò lui. La colpì, in pieno petto. Bellatrix cadde a terra. Urlò, disperatamente, finchè Rodolphus non parlò. 
-Mio Signore... Mio Signore, le state facendo male! Basta!- 
La maledizione cessò, ma l'Oscuro Signore si voltò verso Rodolphus. -Non è un tuo problema, Lestrange- disse, glaciale. Bellatrix rimase sdraiata a terra, osservando la scena. Poi ricevette una nuova maledizione da parte dell'uomo. L'agonia riprese.
Una, due, tre volte.
La sedicenne si permise di svenire, abbandonando ogni stato cosciente.
-Guarda, Rodolphus- disse, abbassando la voce per fare in modo che solo lui sentisse, allontanandosi dagli altri. -Guarda. La stavo torturando. Questo è stato probabilmente il momento più doloroso della sua vita, sai?- lo informò. -Ma, devi sapere, che quando si sveglierà la nostra piccola Bellatrix, non cambierà nulla. Anzi, se possibile, mi adorerà più di quanto già non faccia- disse, guardando la ragazza.
Alzò la voce, allontanandosi da Rodolphus. 
-Tornate al castello, continuate la lezione guidati da Rodolphus e Rabastan Lestrange nella stanza delle necessità.- disse. -Bellatrix continuerà ad insegnarvi quando sarete fuori da Hogwarts, ma prima dovrà riprendere ad allenarsi con me.-
I ragazzi annuirono, abbassando le teste ed allontanandosi lentamente. L'uomo si avvicinò al corpo incosciente della ragazza.
Si inginocchiò accanto a lei, e la guardò per alcuni istanti. 
Era indeciso tra costringerla a continuare la scuola, o farle finire l'anno lì, in modo da avere l'esclusiva su di lei per l'anno a venire.
Decise.
Caricò il suo corpo sulle proprie braccia, e si smaterializzò.
Destinazione: Little Hangleton.
 
La scuola di Hogwarts ricevette un gufo quel giorno stesso.
"Io, Druella Rosier, dichiaro di aver interrotto il corso di studi di quest'anno di mia figlia, Bellatrix Black, per motivi personali." 
In calce, le firme di Druella Rosier e Cygnus Black.
Terminata la lettere Lord Voldemort la spedì, e congedò i signori Black, non più completamente coscienti, per tornare a Little Hangleton, dove Bellatrix Black, lo attendeva.
 
 
-Bellatrix ha lasciato la scuola?- 
-Cosa?- 
-Dov'è andata Bella?- 
-Non ci credo!- 
Narcissa strinse forte la mano di Lucius, e lui fece lo stesso. 
Andromeda spalancò gli occhi nel sentire la notizia in sala comune. A metà tra il sollevato e il preoccupato, guardò verso Narcissa, senza incontrare il suo sguardo.
Rodolphus rimase immobile, aggrottando le sopracciglia. Era certo di sapere dove si trovasse, sapeva che era con l'Oscuro Signore. 
Sentì le viscere contrarsi, ma non disse una parola. Semplicemente, qualcosa nel suo stomaco stava urlando e bestemmiando.
Rabastan gli chiese di andare nella Stanza delle Necessità, dove avrebbero fatto comparire una riserva di alcolici. 
Accettò di buon grado, con il suo sorriso migliore. Magari l'alcool poteva uccidere quel qualcosa che urlava, mentre passava per lo stomaco.

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Capitolo 42
*** Cap. 42 ***


Ragazzi, ci avviamo verso la fine. Questo sarà il terz'ultimo o il penultimo capitolo, prima della prossima Long Fic. 
Buona Lettura!
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Cap. 42




-Severus- 
Lily Evans si presentò al tavolo dei Serpeverde, estremamente caotico e disordinato quel giorno. Il ragazzo si voltò, sorridendole ed alzandosi.
-Dimmi- le rispose. Si voltò un istante verso i ragazzi del suo tavolo, che gli fecero l'occhiolino, per poi allontanarsi verso la ragazza.
-Volevo parlarti... In privato- disse la ragazza. Si avviarono verso il giardino, fianco a fianco.
Lily sembrava rimuginare sulle parole da usare. Doveva fare un discorso serio, e temeva che il ragazzo non l'avrebbe ascoltata se lei fosse sembrata troppo impacciata.
Si fermò di botto, prendendogli la mano.
-Ascolta... con Potter hai esagerato, l'altro giorno- disse, guardandolo negli occhi.
Severus sussultò, guardando i suoi occhi verdi. -Non mi interessa, se l'è meritato- disse. Scocciato, sbuffò, posando le spalle contro un'arcata del castello.
-Può esserselo meritato, Sev, ma... gli hai corroso la pelle! C'era un buco sulla sua schiena, non è qualcosa di leggero!- disse.
-Lily, può non essere qualcosa di buono, ma sai che ho fatto bene. Smetterà di darmi fastidio, finalmente, ed è questo che io voglio- 
La ragazza, spazientita, si guardò attorno, sbuffando.
-Severus, lui...-
-Ti dispiace tanto per lui? Bene, escici assieme, magari lo farai sentire meglio!- ringhiò il ragazzo. Fece per allontanarsi, innervosito.
La ragazza lo raggiunse, facendo per posargli una mano sulla spalla.
Quando lo toccò, il ragazzo si voltò di botto, estraendo la bacchetta mentre la ragazza cadeva a terra.
-NON DIRMI COSA FARE, EVANS!- sbottò, arrabbiato.
Lily non rispose, sollevandosi da terra e guardandolo in cagnesco. -ALLORA VATTENE!- urlò.
Severus esitò, guardando la ragazza. Poi le diede le spalle, allontanandosi. Sbuffò sonoramente, entrando nel castello.
Lily rimase seduta a terra, guardando la figura del ragazzo allontanarsi, senza degnarla di uno sguardo.
-Evans... tutto bene?- Una voce la distrasse, ma non si voltò. 
-No, affatto- mormorò. Si voltò, e si accorse che c'era Remus Lupin alle sue spalle, completamente, e insolitamente, solo.
-Serve qualcosa?- domandò lui, tendendole la mano per aiutarla a rialzarsi. Lily l'afferrò, tornando in piedi. Si voltò verso il castello.
-Non è tornato indietro- disse il ragazzo, guardando dietro di lei. Poi tornò a guardarla. -Brutti litigi, immagino- mormorò.
-Capita, ormai, spesso- assentì lei, abbassando gli occhi. -Grazie per esserti preoccupato, ma... beh, ora dovrei studiare, e...- fece per dire, mentre Remus sorrideva. Estrasse i libri e alcune pergamene. 
-Se vuoi, possiamo studiare assieme- disse, facendo spallucce. Lily annuì, abbozzando un sorriso. Arrossì, mentre si sedeva a terra e il ragazzo apriva il libro di Pozioni.
 
-TED!- Andromeda vide la figura di Ted Tonks aggirarsi nei corridoi del terzo piano. Noncurante dei suoi amici, lo raggiunse e lo abbracciò. Il ragazzo ricambiò il suo abbraccio.
-Cosa è successo?- domandò, lanciando un'occhiata ai propri compagni di casa. Loro annuirono, ridacchiando e allontanandosi.
-Bella... Bellatrix è andata via da scuola- disse lei, senza sciogliere l'abbraccio. 
-Beh... è una buona cosa, no? Così non ti metterà più i bastoni fra le ruote- disse il ragazzo. Andromeda esitò alcuni secondi prima di rispondere.
Si, effettivamente era vero, ma... allora perchè sentiva la sua mancanza?
-Si... No...- mormorò, sciogliendo l'abbraccio e guardando il ragazzo. -E' comunque mia sorella, e mi dispiace sapere che non la rivedrò...-
Ted sospirò -Temo che, se fosse per lei, non ti rivedrebbe più, sopratutto dopo quel pomeriggio- le fece notare. 
Andromeda annuì. -Si, io credo... Credo tu abbia ragione..- 
Sospirò nuovamente, guardandosi i piedi.
-Vieni, usciamo- Ted la prese per mano, e la condusse fuori dal castello. Si guardarono attorno: troppo affollato. Optarono per raggiungere la riva del lago nero, dove molto probabilmente sarebbero stati soli.
Raggiunto il lago, sedettero accanto ad un albero. Andromeda guardò Ted, e posò dolcemente il capo sulla sua spalla.
-Sono confusa- confessò. -Voglio bene a Bellatrix, è comunque mia sorella. Ma... non posso essere certa del fatto che per lei sia lo stesso, ora- disse.
Ted annuì. -E' tua sorella, è ovvio che ti voglia bene. Ma hai visto come è fatta... se non ci fossero state tutte quelle persone avrebbe lanciato una Cruciatus, ne sono certo- disse.
Andromeda rabbrividì, ricordando quando l'aveva davvero usata. Si sentì arrabbiata, infastidita e umiliata.
-Hai ragione, Ted- concordò. Lo guardò per un istante, con espressione seria. 
-Alla fine di quest'anno ti dispiace se vengo a vivere da te?- domandò, guardandolo negli occhi.
-Sei la benvenuta- sorrise lui, dandole un bacio sulla fronte, e stringendola a sè.
Andromeda, a seguito della decisionè, sentì il cuore spezzarsi e ricomporsi.
Sentiva di aver voltato le spalle alla propria famiglia e alle proprie sorelle, per avvicinarsi ad un ragazzo che non conosceva. 
Ma si corresse rendendosi conto che la sua famiglia non era altro che una snob, razzista e altezzosa banda di aristocratici.
Ted era stato un angelo fino ad allora, con lei. Aveva preso la propria decisione.
-Posso avvisare mia madre, se ne sei sicura- le fece notare Ted. 
Andromeda annuì, abbozzando un sorriso. 
Si voltò, incontrando il suo sguardo.
-Grazie, Ted- disse piano. Il ragazzo sorrise, mentre lei si avvicinava lentamente, e permetteva alle proprie labbra di toccare quelle di lui, dolcemente.
Ted la strinse a sè, ricambiando il bacio.
Sembravano aver dimenticato, per un istante, ogni problema. 
Andromeda era felice.

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Capitolo 43
*** Cap. 43. ***


E' il capitolo finale, ragazzi. So che sembra inconcluso, ma credo sia impossibile dare una conclusione ad eventi di cui sappiamo già la storia.
Spero vi sia piaciuta, e spero che, almeno in quest'ultimo capitolo, ognuno di voi lettori butti giù una recensione per farmi sapere pareri e giudizio.
A breve tirerò fuori una nuova Long Fiction, ma a partire dalla prossima settimana.
Detto questo... Buona Lettura :)


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Cap. 43.


 
James, nel dormitorio di Grifondoro, aveva sulla testa due possenti corna e il volto allungato e ricoperto di corti peli castani.
Sirius aveva due grosse orecchie nere e il naso nero e bagnato. Sulle sue guance spuntavano peli neri e fitti.
Peter aveva una lunga coda senza peli e, al posto delle mani, piccole zampette simili a quelle dei topi.
Remus li guardò uno ad uno.
-Tornate normali, sembra ci stiamo riuscendo- annunciò, vittorioso. 
I ragazzi si concentrarono, e lentamente ognuno di loro tornò ad avere il proprio aspetto originario.
Si lasciarono cadere sui propri letti, guardandosi a vicenda, e sospirando stanchi.
-Ottimo lavoro, ragazzi- sorrise Remus: nonostante fosse stato inizialmente contrariato, ora era eccitato quanto loro all'idea che i suoi tre migliori amici stessero per diventare Animagus. 
Ovvio, ci voleva tempo. Quello era solo l'inizio del loro percorso, ed era impressionante vedere parti del corpo di quei ragazzi trasformate a quel modo.
Ma era felice del fatto che lo avessero fatto per lui. Era incredibilmente pericoloso, e Remus sapeva di rischiare di far loro del male, ma non poteva non essergli grato.
Gli sorrise, guardandoli uno ad uno. Stava per dare voce ai suoi pensieri, ma si trattenne. Sapeva che le loro risposte sarebbero state a proposito di quanto sembrasse checca dicendo così, o al fatto che avesse sbagliato dormitorio. Optò per una cosa che ancora non gli aveva riferito.
-James, oggi Lily e Severus hanno discusso. Severus è andato via, e io ho parlato con Lily. O meglio, abbiamo fatto i compiti assieme. Ho pensato, magari se le sto simpatico io le starà simpatico anche James!- disse.
James scattò in piedi, guardando l'amico. -Sai cosa pensa di me?- domandò, spalancando gli occhi.
Remus storse le labbra.
-Ti trova un irritante, egoista, menefreghista, egocentrico ragazzino viziato- disse, ripetendo letteralmente quello che la ragazza aveva detto.
James storse le labbra, tornando seduto sul proprio letto. 
Rimase silenzioso alcuni secondi, poi parlò.
-Giuro che entro la fine dei nostri sette anni di scuola, io mi sarò fidanzato con Lily Evans!- disse, alzando la testa con aria serissima.
Sirius scoppiò a ridere, imitato da Peter.
-Sono serio!- ringhiò, guardando i due amici. Posò lo sguardo su Remus, e il lupo mannaro capì che non scherzava.
 
Andromeda decise, quel giorno di fine Marzo, di rispondere alla signora Tonks.
"Salve, signora Tonks.
Sono Andromeda (sfortunatamente) Black. La ringrazio per la sua lettera, e sono felice, anzi, felicissima, che Ted le abbia parlato così bene di me. 
La mia educazione è frutto degli usi della mia famiglia, e conoscendo me stessa non mi ritengo così tanto dolce, ma sicuramente sono differente dalle mie sorelle e i miei parenti. 
La ringrazio moltissimo della disponibilità... A tal proposito, volevo chiederle se fosse possibile ospitarmi durante le vacanze estive. Vi assicuro che farò del mio meglio per non essere di disturbo e aiutare in qualsiasi cosa.
So che non potrò usare la magia, ma non è un problema, posso abituarmi. 
Grazie ancora della disponibilità, se ci aveste ripensato non sarebbe affatto un problema...
Andromeda Black"
Piegò la lettera, e la porse al gufo. Gli carezzò il capo piumato poco prima che quello partisse in volo.
Poi, seduta nella gufiera, rimase immobile a pensare. Prese un'altra pergamena, e prese nuovamente a scrivere.
"Madre, Padre. Quest'estate ho intenzione di passarla assieme al mio amico Tassorosso che ho conosciuto a scuola.
E' un sanguesporco, ma non importa. E' molto più simpatico e dolce di qualsiasi purosangue abbia conosciuto ad un vostro ricevimento.
Non mi aspetto voi siate d'accordo, anzi: sono certa non lo sarete affatto. Ma non mi importa. 
Adesso non credo di avere più bisogno del vostro consenso. Non per prendere decisione, almeno. 
Sarò la delusione di casa Black, ovvio. La vergogna di Druella e Cygnus, la pecora nera delle tre bellissime Black.
Io non voglio questo, però. Non voglio sposare Rabastan Lestrange, nè altri viziati e altezzosi purosangue.
Ci sentiamo. 
Andromeda."
Si morse il labbro, rileggendola da cima a fondo. Non aveva cancellature, nè sbafature. Come se fosse stata scritta in bella copia. 
La porse ad un'altro gufo, e mandò anch'esso a consegnarla. 
Sospirò, scendendo i gradini della gufiera, per raggiungere la Sala Grande.
 
Narcissa raggiunse correndo la sala comune di Serpeverde. Cercava Lucius, che era rimasto lì a studiare, Rodolphus e Regulus.
Teneva in mano una lettera piegata, con su di essa un sigillo che recava l'iniziale "B.B.", e sotto di esso, nella grafia allungata e sottile di sua sorella Bellatrix, la scritta "A Cissy, Lucius, Regulus e Rodolphus".
Raggiunta la Sala Comune, si fiondò verso Lucius, che occupava comodamente il divanetto assieme a Rodolphus, Rabastan e Regulus.
Si fermò e posò le mani sulle ginocchia, ansimando.
Tese la lettera verso di loro. 
-Ci ha... scritto... Bellatrix!- disse. Rodolphus si alzò di scatto, attirando gli sguardi dei ragazzi.
Li scrutò, allarmato. 
-Era ora!- esclamò, tentando di dissimulare con un'esclamazione quasi di disprezzo, l'emozione che si era palesata sul suo volto nel sentire il nome di Bellatrix.
Lucius aprì il sigillo, e la lettera si aprì da sola, parlando loro con la voce di Bellatrix.
"Ciao ragazzi, sono Bellatrix. 
Beh, certo che sono Bellatrix, ci mancherebbe. Sentite la mia voce!"
Una voce maschile la interruppe, con tono scocciato.
"Perchè non dici quello che devi dire senza divagare, Bella?"
"Si, si, giusto. Beh, nulla, è un po' che non ci si vede e volevo dirvi che mi mancano gli allenamenti. In particolare mi manca cruciare quel buono a nulla di Piton. 
Lucius, Regulus, Rod, Cissy, noi ci vedremo il giorno del mio matrimonio. Rimarrò con il Signore Oscuro fino a quel giorno... i nostri genitori già lo sanno, e immagino che abbiano già pronti i preparativi.
Io non tornerò a scuola. La mia preparazione la terminerò con lui, e sarà ottima, ne sono certa. Poi insegnerò io a voi, ma intanto Rodolphus e Lucius prenderanno le redini dell'insegnamento al mio posto. Fate leggere questa lettera agli altri."
Narcissa, Regulus e Rabastan annuirono, pur sapendo che Bellatrix non poteva vederli.
La voce maschile sovrastò nuovamente quella di Bellatrix. 
"Mi aspetto che facciate del vostro meglio. Dopo che la vostra Bellatrix Black sarà diventata Bellatrix Lestrange, inizierete allenamenti intensivi. Non una lamentela, non voglio vedervi abbandonare la causa."
Adesso tutti e cinque annuirono. 
"Beh... Ci sentiamo."   
La voce di Bellatrix che li aveva salutati era sparita. Tra le mani di Lucius, la lettera mostrava con grafia ordinata e sicuramente prodotta dalla magia quello che avevano appena sentito.
Guardò gli altri, e piegò la lettera.
-Siamo nelle sue mani- disse, alzando le sopracciglia.  

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