Gita al Museo

di shining leviathan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Andiamo al museo! ***
Capitolo 2: *** Un tragitto movimentato ***



Capitolo 1
*** Andiamo al museo! ***


Salve a tutti! Eccomi nuovamente a traumatizzare le vostre menti con un nuovo capitolo della serie DeMeNtIa. Questa storia è sul pc da qualche tempo, così ho deciso di ultimarla e pubblicarla… per vostra somma sfortuna. Immagino che qualcuno di voi non si sia ancora ripreso dalle scemenze delle volte scorse. Mi scuso in anticipo ^^”

Tuttavia c’è una novità rispetto alle fanfic demenziali che ho scritto fino ad ora: i quattro Soldier non sono più i protagonisti e al loro posto farà l’entrata in scena il reparto Turk al completo. Su, su, diamo anche a loro un momento di gloria!

Dato che citerò dei Turk apparsi unicamente in Before Crisis e che prendevano il nome dalle loro armi personali (il nome era personalizzabile) manterrò appunto i soprannomi dati loro, tranne che per la sorella di Elena, Gun, che chiamerò Rose. Il nome è molto popolare nel fandom inglese, ormai mi sono abituata all’idea. Gli unici a non fare la loro comparsa ( anche se probabilmente in altre storie includerò anche loro) sono i due Martial Arts e il Turk leggendario. I primi due non li citati per il semplice motivo che non volevo mettermi a creare nomi a caso e quindi con il nome della’arma identico sarebbe venuto fuori un casino. Il Turk leggendario apparirà un'altra volta, anche perché tecnicamente lui sta scontando una condanna a Costa del Sol ( che punizione orribile -.- nda Tseng).

Questa fan fiction è stata scritta unicamente per divertimento. Non discrimino nessuno, il mio intento è di far ridere, non convincere che un determinato personaggio o titolo della Compilation  venga messo in cattiva luce perché lo odio, sia stupido ecc.  Se non possedete il senso dell’umorismo questa fic non fa per voi.

Ci rivediamo a fondo pagina!

I Turks

Verdot (o Veld): Comandante dei Turks.

Tseng: Vice- comandante dei Turks.

Rude

Reno

Elena

Gun ( o Rose): sorella di Elena.

Rod: Maschio.

Katana: Maschio.

Shotgun: Femmina.

Knife: Femmina.

Nunchaku: Maschio.

Two Guns: Maschio.

Cissnei (In Before Crisis è chiamata Shuriken).

 

 

 

 

Verdot lavorava nel reparto Turk da molti anni, ormai. Aveva visto il succedersi degli eventi con occhio severo e al contempo paterno, guidando le sue reclute nel bene e nel male, come se fossero figli suoi.

Reno: Verdoooot! Me lo compri il gelato?

Verdot: No, Reno. Uno perché siamo in missione, due…

Un coyote ululò nella vasta piana deserta, accentuando la solitudine del luogo e dei pochi cactus che imploravano un po’ d’acqua.

Verdot: Ti pare che ci sia un camioncino dei gelati qui attorno?

Reno si guardò attorno, prendendo coscienza che la merenda se la poteva scordare. Gli occhi, dapprima sbarrati, si restrinsero a due fessure.

Reno: Quel maledetto Poltergeist! (Punta il dito davanti a se, pur non essendoci niente) Mi hai mentito! Fottuto spiritello bugiardo! è_é

Verdot, allarmato dal comportamento del sottoposto, cercò di farlo ragionare.

Verdot: Reno, calmati! A parte noi non c’è nessuno, nessun Poltergesit. Devi aver avuto un miraggio (Si terge il sudore con un fazzoletto) d’altronde fa molto caldo.

Reno: (Riflette) Sì… in effetti hai ragione. Allora… anche quel cactus rosa che balla la samba accanto a noi non è reale… e quindi…

Rivolse lo sguardo a destra, oltre un avvallamento sabbioso, e vide una sommità lucida innalzarsi poco a poco.

Reno: Quindi nemmeno quella pietra ballerina laggiù lo è! Ah, ma faccio passare io la voglia a questo deserto di prenderci per il culo!

Si gettò rabbioso contro la presunta roccia, menando fendenti col teser e ululando insulti come “ Figlio di un macigno calcareo” e “ Scarto della naturale produzione mineraria.”

Soliti epiteti che si rivolgono alle rocce, no?

Verdot impallidì, correndo a fermare Reno. Gli bloccò le braccia, lottando per evitare che continuasse a…

Verdot: Reno, no!! Quella è la testa di Rude!!!

Reno smise di calciare, guardando con attenzione il sangue che era schizzato lì attorno. Rude mugugnò, la faccia affondata nella sabbia e la pelata coperta di ematomi e tagli, ammaccature e botte. Il rosso spalancò la bocca, poi cadde in ginocchio e scoppiò a piangere.

Reno: WAAAAA, Rude! Scusaaaaa!!! T____________T

Rude: Mrfffff * Tradotto approssimativamente come: Aspetta solo che ti metta le mani addosso, bastardo figlio di donnola!!!*

Verdot:  -_________-

Poltergesit: -______________-

Verdot: O____O

Poltergeist: OPS! (Scompare)

Verdot: Ho bisogno di una vacanza…

Ehm, nonostante le varie incomprensioni e incidenti di percorso, Verdot amava i suoi Turk. Un po’ meno la loro stupidità.

Niente in confronto a ciò che gli propose il Presidente Shinra un venerdì mattina apparentemente normale.

Presidente Shinra: Verdot, porterai i tuoi Turk al museo.

Verdot: Come?  O_O

Presidente Shinra: Ho detto che porterai i tuoi…

Verdot: No, ho capito ma…

Presidente Shinra: ( Si acciglia) Perché diavolo dici “come”, allora?? I Turk hanno bisogno di incentivare le loro conoscenze in storia, ho notato che sono piuttosto carenti su quel versante. Su quello e sulle buone maniere. Insomma, l’altro ieri ho chiesto a Rod quando è caduto l’Impero Romano d’Occidente e lui ha fissato il vuoto per mezz’ora prima di riprendersi e mandarmi a fanculo. Ha detto che non era una conoscenza indispensabile per essere un Turk.

Verdot:  Tutti i torti non ha avuto. È come se le chiedessi se un albero cade in mezzo alla foresta e non c’è nessuno fa rumore lo stesso?

Il Presidente rimase un attimo a guardare il capo dei Turk con espressione ebete, poi si riprese.

Presidente Shinra: Ma vai a cagare, Verdot! Cosa diavolo posso saperne io? Mica faccio il boscaiolo!

Verdot: Ecco, appunto…

Presidente Shinra: Piantala di fare il furbo! Zitto e ascolta: ho appena inaugurato un museo nel Settore 5, voglio che li porti a fare un pieno di cultura. E non ammetto che ci siano assenteisti.

Verdot: Ma…

Presidente Shinra: Un Turk non disubbidisce agli ordini. Ti stai forse rifiutando??

Verdot: Presidente è da mesi che non manda né i Soldier né i Turk in missione. Come faremo a mandare avanti la società se ci manda a fare i picnic??

Presidente Shinra: Innanzitutto non vi mando a fare i picnic, ma ad un museo. Sei sordo? È già la seconda volta che mi ripeto!

Verdot: Era un modo di dire! *Shiva, un capo più ottuso di un angolo ottuso non poteva capitarmi…*

Presidente Shinra: Quello che è! Suvvia, Verdot, siamo alla Shinra. Qui i soldi escono pure dai cessi, e uso le banconote da cento guil come lettiera per il Dark Nation di mio figlio. Guai a fargli trovare un pezzo da cinquanta.

Detto questo si soffiò il naso con una banconota da mille guil. Chiamò la segretaria.

Presidente Shinra: Annette?  Mi porti quei due sacchi di soldi in salotto e li butti nel camino. Comincia a fare freddo qui…

Verdot capì di aver perso e si congedò, pensando sconsolato all’assurda gita che lo attendeva.

 

 

Nell’ufficio comune dei Turks, i membri operativi stavano lavorando diligentemente ai loro rapporti.

Rod: Quasi fatto… ecco, ci sono!

Mostrò orgoglioso un origami a forma di moto. La sua scrivania era disseminata di altri tentativi falliti, fogli accartocciati dell’estratto conto di Tseng. Naturalmente non si era accorto di nulla, lui era l’unico a lavorare sul serio.

Reno: Tsk! Sei un dilettante, guarda e impara.

Davanti al rosso stava un mucchio di carta che evidentemente era stata masticata e unita in quell’enorme grumo grigiastro.

Two Gun sollevò un sopracciglio. Lui veniva dagli slums, ma una schifezza simile non l’aveva mai vista. E con Reno di schifezze ne aveva viste già tante.

Two Gun: Cosa diavolo dovrebbe essere?

Rod: Già, sembra un mucchio di letame di mucca.

Reno: Appunto. Il ritratto dal vero di Tseng.

Shotgun e Katana: Aahahahahahahah! ^^

Tseng: (Alza la testa di scatto) CHE CAZZO HAI DETTO???

Reno: Eddai, Tsengi. Stavo solo scherzando…

Tseng: Ah…

Reno: Questa roba è molto meglio di te.

Tseng: Brutto stronz…! No, non devo arrabbiarmi. Sono il Vice-capo perfetto e freddo, mai scenderò ai livelli di questa feccia!

Nunchaku: Che modestia encomiabile…

Shotgun: Oh, no. Mister Perfettini comincia a parlare difficile… -_-

Reno: Già, che c’entra l’ecologia con me e Tseng? Ma parlare come mangi è troppo difficile?

Nunchaku: Mpf!

Cissnei aprì la porta dell’ufficio, seguita a ruota da Elena.

Cissnei: Slave, ragazzi! Che fate di bello?

Katana, di cui tutti avevano paura perché ogni tanto gli prendevano raptus di follia simili a quelli di Sephiroth, rispose:

Katana: (Sorride come un invasato) Osservo i Signori della Luce farsi battaglia fra loro.

Tutti quanti seguirono la direzione del suo sguardo, e non videro nient’altro che gli acari che si muovevano su un raggio di sole che colpiva la finestra. Annuirono a disagio, non volendo contraddirlo.

Elena si appropinquò alla postazione di Tseng, sussurrandogli:

Elena: Signore, chiedo il permesso di toglierle i pantaloni e divertirci.

Tseng: ( Smette di scrivere di botto) Chiedi il permesso per cosa…????

Elena: Ugh, no, aspetti. ( Sfoglia un manuale di seduzione) questo viene dopo. Mannaggia che sbadata!

Tseng: Mi pareva di aver capito male…

Reno: Che diavolo, Elena! Quando si impreca lo si fa con stile. Mannaggia sa tanto di Winnie The Phoo, e dopo la novantesima puntata anche Pimpi si è concesso un Oh, merda clamoroso.

Elena arrossì, vergognandosi della scurrilità del suo collega e Cissnei lo fulminò con lo sguardo.

Cissnei: Reno, non tutti possono approvare la tua filosofia.

Reno: Un vaffanculo al giorno leva il medico di torno?

Two Gun: Se lo fai davanti a Sephiroth invece ti accellera il ricovero all’ospedale.

Shotgun: E’ risaputo.

Knife: E’ risaputo.

Rude: ….

Per un po’, forse contagiati dall’attitudine di Rude, stettero in silenzio, occupandosi delle loro faccende. Tseng continuava a stillare rapporti di missioni che nessuno aveva mai intrapreso e che, probabilmente, non erano mai esistite. Cissnei pensò che era un modo come un altro di mascherare la solitudine e ammirò lo smalto che aveva steso in maniera perfetta sulle unghie.

Katana continuava a fare il tifo per quella o l’altra fazione dei Signori della Luce, mentre Rod cercava di capire come facesse a riconoscere il colore degli acari danzanti. Shotgun puliva il suo fucile, schioccando baci sulla canna in completa adorazione e la stessa cosa stava facendo Knife con i suoi coltellini. Two Gun e Reno cantavano nelle loro menti “ La canzone mono nota” e Rude notò perplesso i loro tic nervosi deformare l’occhio e la guancia sinistra. Elena leggeva mortificata il manuale, chiedendosi se a Tseng piacessero le ragazze che dicevano parolacce.

La porta si aprì e un grugnito fece sollevare gli occhi di tutti su Rose, la sorella maggiore di Elena. Si mormorava che la sua precisione con la pistola fosse letale, ed in effetti il puntino sulla fronte di Tseng ne era la prova. Un foro di proiettile. Piccolo ricordo di un litigio tra innamorati molto tempo fa.

Che fanciulla soave, pensò invidiosa Elena, vedendo sua sorella avanzare con passo pesante e un grugno da troll sul volto. Il lampadario oscillò, scosso dalle vibrazioni, e la ragazza si indispettì a pensare che non sarebbe mai stata come lei, e che gli occhi di tutti sarebbero rimasti puntati sempre sulla maggiore.

Insomma, sessantadue chili di incazzataggine non passavano certo inosservati, soprattutto per il fatto che fulminava chiunque la fissasse troppo a lungo.

Rose: Che hai da guardare, eh??

Il piccolo pupazzetto hentai sulla scrivania di Cissnei se possibile, e anche per il fatto che in teoria dovrebbe essere un oggetto inanimato, sgranò ancora di più gli occhi, impaurito da quella donna.

Yumi: O___O *Aiuto…*

Rose: E tu??

Reno: Ma che vuoi? Non guardava mica te, guardavo il tuo bel culetto.

Addio, Reno.  Si ritrovò fuori dalla finestra ancora prima di dire “ Mestruata!”

Rude deglutì e Rose avrebbe continuato la sua opera di distruzione se Verdot non fosse sopraggiunto con una notizia speciale.

Verdot: Preparatevi. Fra poco un pullman ci porterà al museo di Midgar.

Il comandante dei Turk si ritrovò al centro dell’attenzione. O forse di confusione.

Knife: Museo?

Nunchaku: Giubilo e delizia! Il tempio della storia ci aspetta!

Reno: (Dimostrando di non saper ascoltare gli altri) Concordo con il giubbotto e la pizza di Nunchaku. Che razza di merda ci vuole proporre??

Aspetta ma Rose non ti aveva buttato giù dalla finestra????? O_o

Verdot: Non per mia volontà, il Presidente ritiene che voi siate alquanto digiuni per quanto riguarda le materie storiche.

Rod: Che sciocchezza. Solo perché l’altro giorno non ho risposto alla sua domanda vuole spedirci dritti all’inferno.

Shotgun: Esagerato! Trovo questo diversivo molto stimolante.

Two Gun: Io no. Odio i musei e soprattutto i guardiani. Non mi permettono mai di prendere i souvenir!

Cissnei: Che crudeltà! Perché?

Two Gun: Mha, che ne so. La tibia di dinosauro no, il vaso Ming no, i bracciali in ambra del Mare del Nord no, la mummia di Tutankhamon nemmeno… alla fine mi rompo, sai com’è.

Cissnei: Quello è rubare U_U

Two Gun: Tutankhamon si è lamentato quando gli ho preso la collana d’oro? No. Quindi perché i guardiani devono fare tutto quel casino?

Un Face-Palm generale, tranne Katana che sbatté la fronte apposta sulla scrivania, fu più che sufficiente ad esprimere lo stato d’animo generale.

Elena: Però una gita potrebbe farci bene. Vero, senpai?

Verdot: Certo, Elena.

Elena: Ehm, mi riferivo a Tseng.

Verdot: Fino a prova contraria, e prima di Final Fantasy 7, sono io il capo. è_é

Reno: Vabbè, dai, dimmi quanti al di fuori del Giappone conoscono la lenta decadenza del mio personaggio.

Rude: Dimentichi Advent Children.

Reno: RUDE NON BESTEMMIARE!!!

Verdot: (Una vena pulsa sulla fronte) Ora basta! Io sono qui, voi siete qui, e tutti quanti andremo in quel fottutissimo museo!!!!

Tutti: O__________O

Verdot: Scusate, ragazzi. Non volevo urlarvi contro…

Katana: Hai spaventato i Signori della Luce! (Gli acari sono scomparsi perché non c’è più il sole ad illuminarli) ora sei tu… il Signore della Luce!

Visto che si trattava di Katana nessuno ribatté all’assurdità del proclamo.

Nunchaku: Bhé, direi che possiamo dirigerci verso il pullman.

Tseng: Non ci credo, hai parlato in maniera normale! O_o

Nunchaku: (Offeso) Come sarebbe a dire? Io mi esprimo come di consueto, mi adatto alla favella della vostra alquanto pittoresca cricca di angeli della morte.

Shotgun: Come non detto. Ora tira in ballo anche le fave.

Rose: €$&@! Grr!

Elena: Ma sorellona! Non si dicono le parolacce!

Rod: Perché? Per te dire euro, dollaro chiocciola e…- ma che cazzo è quell’affare??- rappresenta una parolaccia?

Cissnei: Siamo un po’ nervosetti oggi.

Rose: Qualcosa da ribattere?

Cissnei: Anche io ho i miei momenti no, ma non mi comporto certo come fai tu.

Rose: Stai cercando di dirmi che sono mestruata?

Cissnei: No,no! Solo che dovresti limitare i tuoi scatti di rabbia. Hai quasi ucciso Tseng e Reno.

Knife: E’ risaputo.

Shotgun: E’ risaputo.

Rose: Volete finire male anche voi?

Entrambe tacquero, era risaputo non rispondere alle provocazioni dell’acida bionda.

Verdot: Non perdete altro tempo. Mettete degli abiti da civili e raggiungetemi nel piazzale davanti all’edificio, lì c’è il pullman pronto a partire.

 

 

 

Bene, ecco qui la prima parte! Nella seconda e ultima vedremo cosa combineranno questi scapestratissimi assassini in giro per Midgar, o se arriveranno indenni a quel museo. Che dire, vado, spero via sia piaciuto.

La prossima settimana pubblicherò l’ultima parte!

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Capitolo 2
*** Un tragitto movimentato ***


 

Un’ora dopo, Verdot stava ancora aspettando. Con la schiena poggiata sulla porta automatica del pullman finì per battere la testa sugli scalini quando l’autista gli aprì per farlo salire.

Verdot: Ahi!!!

Autista del pullman: Scusa, amico. Fatto male?

Verdot: No, no… auch!

Si massaggiò la nuca, e vide Tseng arrivare trafelato.

Indossava una camicia hawaiana su shorts di jeans decisamente troppo larghi. L’orribile tocco finale furono le calze rosse coi sandali infradito.

Verdot: Tseng?

Tseng: Sì, signore?

Verdot: I tuoi abiti sono molto…

Si morse la lingua per non dire “ spaventosi”.

Verdot:… Originali.

Tseng: Non sono nemmeno miei. Li ho racimolati qua e la.

Verdot: Cosa?

Tseng: Er, io possiedo solo la divisa da Turk. Nient’altro.

Cissnei apparì da dietro le sue spalle.

Cissnei: Questo spiega perché in spiaggia non ti sei messo in costume.

Tseng: Mi vergognavo.

Verdot: E di cosa?

Tseng: Nemmeno il costume era mio.

Cissnei: (addolcendo il tono) Oh, Tseng. Che sciocco a farti questi problemi.

Tseng: (Asciutto) Era il bikini smesso di Rose.

Sia Verdot che Cissnei finsero di accogliere con calore Reno, cercando di sopprimere l’immagine di Tseng con un perizoma leopardato.

Reno: Che c’è? Perché mi guardate così??

Cissnei: (Stringendogli il braccio fino a stritolarlo, fingendo un sorriso) Te lo dico dopo.

La giovane Turk indossava un abito color pesca, abbinato ad una giacca in pelle beige. Reno sembrava un boscaiolo con la camicia a quadri e i jeans strappati.

Un gruppetto di Soldier si sporse dal ventesimo piano, ridendo e fischiando in direzione dei Turk.

Phil: Ehi, bella!

Kevin: Lascia il nonno e vieni su da noi!

Verdot: Nonno a chi??

Jon: Bella camicia, Reno. Vai a fare legna per l’inverno?

Reno: Avvedi sto’stronzo è_é

Kevin: Shiva, Tseng, non ti si può proprio vedere. Hai visto che razza di camicia, Jon? E quelle calze…

Tseng: (Strilla) Sono un tocco di classe!

Phil: Si vede! ^^

Dal cinquantesimo piano, una finestra si aprì, e il gruppetto si affrettò a rientrare. Il Direttore di Soldier non li aveva beccati per un pelo.

Lazard: Cos’è questo casino??

Reno: I tuoi Soldier delle balle!

Dal nulla si levò un coro di “ Spione!”

Verdot in quel momento si accorse di essersi dimenticato il registro dell’appello proprio nell’ufficio del Direttore.

Verdot: Sii gentile, Lazard. Ho dimenticato il registro dell’appello da te e…

Lazard: (Lo mostra) Questo?

Verdot: Sì, proprio. Buttalo giù, lo prendo al volo.

Lazard: Ma sono al cinquantesimo piano!

Tutti: ( Compresi i Soldier che si affacciano di nuovo alla finestra) FALLO E BASTA!

Lazard: O-Ok…

Lo lasciò andare, e il quaderno fece qualche capogiro, spandendo fogli ovunque. Mentre si avvicinava al suolo, le mani di Verdot pronte ad afferrarlo, cadde con un tonfo sul balcone del settimo piano.

Silenzio.

Lazard: Ehm… (Corre a rovistare nella scrivania) Buone notizie! Ne hai lasciati altri due.

Verdot: Bene, ma stavolta lancialo un po’ più distante.

Così fece.

Al parco, un uomo fu colpito alla testa dal registro e cadde a terra con un urlo.

Cid: Porca di quella tr…!!

Verdot: Non così distante!

Lazard: Mica è facile, sai??

Il terzo che Lazard lanciò sembrò destinato ad arrivare a destinazione, ma un braccio spuntò all’improvviso dal piano Soldier.

Kunsel: MIO! (Richiude la finestra dopo aver acchiappato il registro).

Un nuovo silenzio, saturo di irritazione, spinse Verdot sull’orlo della sopportazione.

Verdot: ( Calmo) Scusate un attimo…

Si diresse all’entrata. Pochi secondi dopo delle urla e degli spari risuonarono all’interno dell’edificio. Verdot riapparve fischiettando, il registro finalmente fra le sue mani.

Reno: Ora mancano solo gli altri.

Come per magia fece il suo ingresso il reparto Turk al completo, illuminati da una luce accecante, col sottofondo di Odissea 2001 nello spazio. Erano una visione così fulgida da dare l’impressione di vedere una scena al rallentatore.

Verdot: Fate meno i cretini e camminate ad una velocità normale!

Knife: (Spegne la radio) Che guastafeste!

Katana: (Si guarda attorno, stordito) Come sono arrivato qui?( Vede Verdot e si butta in ginocchio) Signore della Luce, mi inchino a te!

Verdot: E’ ancora convinto che io…?

Rod: Sì, ha tappezzato la sua camera di tue fotografie.

Two Gun: E ha costruito un altare.

Rude: (Estremamente contrariato) Ha cercato di sacrificare il mio gatto!

Reno: Ah, Piscio.

Rude: Louise Mountbatten!

Elena: Micino! (Si fa timida) a me piacciono molto i gatti, senpai.

Verdot: Lo so, Elena.

Elena: Ma io non mi stavo riferendo a… lasciamo perdere. -.-

Reno: Come sta Piscio?

Rude: LOUIS MOU….!!

Shotgun: (Lo interrompe) Che è sta storia? Perché se ha già un nome lo chiami Piscio?

Reno: Gli ho regalato io quel gatto e portandolo a casa ha cominciato a pisciare su tutti i sedili della mia macchina… si adatta molto di più, come nome, rispetto a Louis Battachio. U-U

Nunchaku: Mountbatten… -.-

Reno: Ma la pianti?? Cos’è, vi siete alleati voi due?

Nunchaku: Villano! Codesta accusa non mi tocca affatto!

Rod: Affettati? Mh, in effetti ho un certo languorino. ^^

Shotgun: Sei davvero un caso perso, ragazzo mio…

Rod: ( Si acciglia, mettendosi sulla difensiva) Strano che tu mi dica la stessa cosa che ti ho detto io prima di mollarti!

Una scarica di proiettili lo zittì di colpo, qualche ciuffo di capelli cadde a terra. Impallidì. Non era stata Shotgun a sparare, ma Katana, anche se il fucile apparteneva alla ragazza. L’uomo abbassò la canna, ancora fumante.

Katana: ( Porta un dito alle labbra, l’espressione spiritata) SHHHHH!!! Non riesco a sentire i messaggi cifrati degli alieni!

I messaggi in questione, forse, erano solamente il crepitio della centralina elettrica alla loro destra. Cissnei batté le mani, accennando un sorriso nervoso.

 Cissnei: Direi che possiamo andare!

Verdot: ( Controlla il registro) Sì, ci siamo tutti. Cominciamo a salir…

Elena: Ehi, no, un momento! Manca mia sorella.

Knife: E’ vero. Non ho ancora sentito il suo passettino leggero.

Come per incanto il terreno tremò.

Katana: Eccola che arriva, Signore della Luce!

Verdot: * Questa faccenda inizia a diventare inquietante… O-o*

La ragazza, vestita interamente in tuta di jeans, avanzava con una camminata scimmiesca. I Soldier di prima, essendo un po’ babbei, non riconobbero il pericolo e proferirono qualche commentino deficiente, ridacchiando.

Phil: Beccati sta’burza!

Jon: Minchia!

Kevin: Sembra che allo zoo abbiano bisogno di un nuovo gorilla. Perché non provi a farti avanti, bella gioia? XD

Rose sollevò lo sguardo, gli occhi accesi dall’ira e pervasi delle fiamme dell’inferno.

Rose: EH?? VEDETE DI SPARIRE BRUTTI STRONZI, SE NON VOLETE FINIRE MALE!!!! ( Imbraccia il lanciafiamme, bellicosa.)

Phil: Ahhhh! O-o”

Kevin e Jon: Noi non c’entriamo niente, è stato Phil a cominciare. Pietàààà! TOT

Si dileguarono più veloci della luce e Rose sembrò calmarsi.

Rose: Scusate il ritardo, possiamo andare.

Tutti: O_____________O

Verdot: Ah-ehm... molto bene.

Autista: Ma chi me lo ha fatto fare? O.O

Poco dopo, tagliando la strada a un’intera famiglia di Moguri su un motorino scassato ed evitando le provocazioni di uno scienziato su una Ferrari, il pullman si immise sulla strada per il Settore 5.

Rude notò una figura che attraversava sulle strisce e pur essendo molto lontani da essa disse all’autista, che aveva scoperto decisamente isterico alla guida, di fare attenzione.

Rude: Occhio che sta attraversando una vecchietta, laggiù.

Autista: DOVE????????? ( Pianta tutti e due i piedi sul freno)

Rude andò a sbattere la faccia sul parabrezza, dato che si trovava in piedi accanto al posto del guidatore. Qualche strillo si levò nell’abitacolo.

Cissnei: Ehi!!

Nunchaku: Pofarre!! Voleva forse ucciderci??

La figura stava tranquillamente, lentissimamente, attraversando. Ed era abbastanza lontana dal pullman, per dire.

Autista:  E’ sto’ scemo che mi ha detto di frenare!

Rude si massaggiò il naso, sostituendo gli occhiali rotti nell’impatto con un paio estratto dalla tasca.

Rude: Io ti ho solo detto di fare attenzione dato che arrivavi a forte velocità! Mica di inchiodare come un pirla! Ce li hai gli occhi per guardare, no?? È_é

Verdot: Buono, Rude, buono. Non è successo niente, possiamo andare.

Il pullman rimase fermo un secondo.

Uno. Entrambi i piedi piantati sull’acceleratore e partì immediatamente ai trecentocinquanta all’ora, cilindrando ovviamente la povera figura attraversante.

SBAM!

Knife: Oddio...

Katana: ( Estatico) quanto sangue...

Rod: Copritegli gli occhi, presto, prima che vada in frenesia alimentare!

Two Gun: Chee??

Rod: Non ti piacerebbe saperlo.

Nunchaku: O-o”

Intanto, quella che sembrava un’innocua vecchiettina, si rialzò con una mossa di break- dance, roteando su se stessa e balzando in piedi. E ringhiò.

Kadaj: E cazzo!! Ma a Midgar sapete guidare? È la seconda volta che vengo investito sulle strisce!

Autista: Colpa del pelato che non mi ha avvertito!

Rude: Ma io…! Gha, lasciamo perdere -.-

Dopo un breve battibecco e assicuratesi che il ragazzo stesse bene – le ragazze gli chiesero di fare di nuovo quella mossa, Katana per esprimere l’apprezzamento batteva la fronte sul vetro- ripartirono. Kadaj socchiuse gli occhi, minaccioso.

Kadaj: Turk, eh? Me ne ricorderò in futuro.

 

Il pullman parcheggiò nel piazzale e tutti scesero barcollanti, ringraziando di essere vivi e più o meno indenni.

Rude: ( Naso fasciato) E’ qui il museo?

Reno: Però! Che posticino!

La zona era malfamata. Facce truci, strade ingombre di rifiuti e negozi dalle insegne ingannevoli, spacci illegali.

Elena: Ma siamo nei bassifondi?

Cissnei: E’ assurdo! Cosa se ne fanno di un museo, qui?

Two Gun: ( Rimugina fra se e se) Centro commerciale di lusso nella mia zona. E chi ci sperava più? La sicurezza non sarà nemmeno così attiva…

Knife: Che hai detto , scusa? Stai ghignando?

Two: Noooo. Io? ^^

Nunchaku: Che località amena…

Katana: ( Blandisce una grossa pantegana che gli sta ringhiando contro) Ciao, bel gattino!

Cissnei: Forse è meglio entrare.

Si trovarono davanti una brutta – si fa per dire- sorpresa: era chiuso.

Verdot controllò gli orari appesi alla porta.

Verdot: Apre fra una mezz’ora. Andate pure a divertirvi, intanto.

Le ragazze, lamentandosi della sporcizia e del luogo, preferirono stare lì. Reno allora si fece avanti, alzando platealmente le braccia.

Reno: Io ho una proposta! Facciamo un gioco.

Rod: Conoscendoti sarà una stronzata o una porcata. Oppure una porca stronzata. ( Shotgun lo guarda come un povero idiota) Ma che vuoi??

Reno: Nha! Ciò che vi propongo è un gioco altamente educativo, che valuta i riflessi e la velocità.

Fece una pausa, consapevole di avere l’attenzione di tutti su di se. Dopo un attimo di silenzio il suo urlo riverberò per tutti i bassifondi.

Reno: L’ULTIMO CHE ARRIVA AL PARCHEGGIO DI WALL MARKET E’ UN PIRLAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!

Quello che vide fu solo un’ondata di urla, braccia, gambe che si precipitavano verso il parcheggio. La sfida era aperta, nessuna pietà. La frenesia del gioco si impossessò di loro.

Rude si ritrovò placcato: Elena era attaccata alla sua gamba e la mordeva con la ferocia del giaguaro, sua sorella Rose si era arrampicata sulle sue spalle e gli graffiava la testa con le unghie acuminate.

Rude: Ahiaaa!! Ma che cazzo fate??

Gli altri non si comportavano di certo più sportivamente. Si spintonavano, insultandosi a vicenda, correndo a più non posso.

Two Gun subì lo sgambetto di Knife e finì con la faccia in una pozzanghera melmosa. Cissnei aveva qualche problemino a correre sui tacchetti.

Cissnei: Uffa! ( Si libera delle scarpe) Molto meglio! ^^

Verdot: Cissnei, no! Chissà cosa c’è per terra, potresti mettere i piedi su vetri rotti!

Cissnei: No, problem.

E passò trullera trullera sopra il corpo di Two Gun, affondandogli la testa nel fango quando ci saltò sopra per darsi lo slancio. Nunchaku tirava patetici schiaffetti per allontanare Knife e ad un certo punto Shotgun sparò nella gamba a Rod.

BAM!

Rod: AAAAAARGHHHHHH!!!  XoX

Tutti si bloccarono. Verdot pensò con sollievo che forse avevano capito di aver esagerato.

Speranza vana.

Reno: (Ghigno) Bene, adesso tutto è lecito!

Tirò fuori il teser, fulminando Nunchaku che stava passando avanti, per poi beccarsi una coltellata nella schiena da Knife e lo shuriken di Cissnei nelle scapole.

Verdot: Ragazzi, smettetela!! Tseng, fa qualcosa!

Solo in quel momento di accorse che Tseng stava partecipando a quegli pseudo Hunger Games.

Tseng: (Spara un colpo con la pistola) Io ( Spara di nuovo) sono ( BAM! Katana evita la pallottola) il vice capo ( BAM!) dei Turks! ( BAM! BAM!) e io vinco!!

Reno: Beccati questo!

E gli infilò il teser su nella narice, attivando al massimo il voltaggio.

Un gran polverone si sollevò. Gli abitanti degli slums inizialmente diffidenti, cominciarono a fare il tifo e ad acclamare quella carneficina gratuita, istituendo pure un giro si scommesse. Dopo quella che parve un’eternità una vocina si levò alta.

???: Ho vinto!

Una compiaciuta Elena sventolava trionfale la mano, saltellando sul posto. Fra i denti aveva un pezzo della stoffa dei pantaloni di Rude.

Verdot si batté una manata sulla fronte.

Verdot: Ragazzi sono veramente disgustato dal vostro comportamento! Rod è addirittura ferito a morte! Shotgun, per la miseria, perché gli hai sparato nella gamba??

Shotgun: Colpa sua che si è mosso. Io miravo alla testa. U_U

Verdot: Ah, bhè, in questo cas…(Si rende conto di dire una stronzata) NO! Non dovevi farlo e basta!

Elena: C’è un premio per il vincitore? ^^

Reno: Un calcio nei denti se non ti levi dal mio piede, porca putt…!

???: Scusate…

Si voltarono. Dalla porta del museo faceva capolino una giovane dai capelli castani e gli occhiali. La ragazza guardò il macello al di fuori dell’edificio con orripilato interesse, facendo poi cenno al gruppo di entrare.

Gli abitanti degli slums si dispersero rapidamente, non volendo arrivare tardi all’appuntamento col talk-show del momento: Cade la Piastra.

 Approfittiamo che i Turks stiano entrando al museo per dare un’occhiata al nostro stacco pubblicitario!

 

È una bella giornata alla fucina Tuesti: il sole splende, gli uccellini cinguettano, e un invitante odore di pneumatici bruciati desta Reeve dal suo scomodo giaciglio.

Reeve: Buongiorno, vecchio mio! ^^

Caith Sith lo fulmina con un’occhiataccia. Insomma, un gatto vestito da gallina dove si è mai visto? Ma il buon Reeve non si scompone. Balza giù dal letto e va immediatamente al forno.

Caith Sith: Non era una fucina?

Io: A dire subito“ forno” si capiva benissimo di cosa stavo parlando. Vero Ant… ehm, Reeve?

Reeve: Giusto, mia cara. D’altronde qui non facciamo biscotti o pane. O meglio, li facciamo ma di ferro e acciaio.

Caith Sith: -.-

Io: Scusa, ma allora cosa te ne fai di tutta quella farina?

Reeve: Quale farina? O-O

Io: Quella! ( Indico tre grossi sacchi contenenti polvere bianca)

Reeve tira un telo divisorio, sudando. Ridacchia nervosamente.

Reeve: Ehhhh… quella mi serve per lavorare anche di notte. Solo i fornai esperti lo sanno, ma la farina ci vuole un po’ dappertutto! ^^”

Io: (Insisto) e allora le galline, le mucche, e tutti i macchinari per fare prodotti del panificio?

Caith Sith: Le macchine stavano già qui. Gli animali sono entrati di straforo l’altra notte e non ho idea di chi siano, ma tanto Reeve non si accorge mai niente tanto è fuma…

Reeve gli lancia “per sbaglio” uno stivale, e la “gallinella” corre via soffiando. In quel momento entrano Rufus e Tseng.

Rufus: Vorrei assaggiare il tuo famoso pane.

Io: No! O-O

Tseng: Taci!

Io: Come si dice??

Tseng: Taci, troiett…!

Un altro stivale, appartenente all’autrice, arriva nuovamente “per sbaglio” a fracassare la faccia di Tseng. Rufus intanto prova le delizia della fucina.

KRONCK!

Rufus: Ahiaaaaaaaaa!!! Ma è durissimo!

Reeve: Certo, è di puro acciaio inox ^^

Io: Uomo avvisato mezzo salvato. Adesso sono cazzi tuoi -.- ( se ne va)

 

Fucina della Shinra Company. Un mondo… di dolore!

Rufus: E di conti salati col dentista. Tuesti, considerati licenziato!!

 

 

 

 

 

Vi chiedo scusa, sul serio! O_o

Il punto è che ho avuto delle settimane davvero incasinate con gli esami, e adesso mi accorgo che dovrò dividere il capitolo in un’altra parte perché viene lunghissimo. Portate pazienza, la prossima parte è veramente l’ultima. Mi spiace, io a dosare i capitoli sono un disastro.

Certo che è strano: anche per la fic con cui avevo inaugurato la saga sulla demenza dei Soldiers ero stata costretta a dividerla in tre capitoli. Ora coi Turks è lo stesso, tutto ritorna! O____O

Spero vi sia piaciuto, vi ringrazio molto per le recensioni e vi prometto che risponderò ad ognuno di voi il più presto possibile. ^^

Ciaoooooo!!!

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