L'ora del male

di Capricornina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nell'aer scuro ***
Capitolo 3: *** In dolorosa attesa ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO:

Dante ficcò lo sguardo nel foco che in lingue aspre e vermiglie guizzava dinanzi a lui, a guisa di un muro ardente e minaccioso.
Sembrava mosso nel suo fremito dal desiderio unico di impedirgli il passo, e la mente di Dante s'arrestò e indietreggiò verso il ricordo di Cerbero giù nell'inferno.
" Questa fiamma brucia, ma non uccide. "
Lo confortò la voce dell'amorevole poeta alle sue spalle, al ché Dante si sentì alleggerire il core da tanta angoscia del doverci passare attraverso.
" La fiamma ivi posta impedisce l'intrata in paradiso alle anime rie. Tu, non hai di che temerla. "
Esortò Virgilio ancora, con fare cauto e premuroso.
Dante si volse indietro a cercare lo sguardo suo, e il poeta lo allacciò e lo sostenne, sorridendo flebilmente.
Dunque tornò al suo cammino, e si mosse.
Il maestro prometteva che nulla ci fosse da temer nel suo passare. Tuttavia, seppur che quel foco non avea natura nociva, Dante lo temeva igualmente, ché gli rimandava immagini ancor vivide e brucianti di quell'inferno da cui eran da picciol tempo foriusciti.
" Da qui in avante procederai da te. Non aspettar più ch' io ti guidi, ché ad anime qual io sono non è consentito attraversare questo foco, al dilà del quale Lei ti attende. "
Tanto dolore e quindi una fitta al petto scossero l'animo di Dante allor che il piede appoggiava sulla soglia ardente. Il dolore acuto e intenso gli schioccò dentro sì improvviso e forte, che per un attimo credette che le fiamme gli avessero inforcate le carni.
Ma seppe immediatamente che tale doglia non al muro di fuoco era da imputarsi.
Bensì a Virgilio, il suo maestro.
Subito un brivido gelido gli corse in su la schiena mentre oltrepassava quell'arsura. Poi fu il gelo di animo e corpo, poscia che ebbe inteso la triste novella.
Al ché, le fiamme stridero e fumarono molto, e in una nube bianca si dissolser.
Giunto che fu dall'altra parte, Dante si voltò inver la sua guida, li occhi smarriti e aperti tutti, per scrutar tra quella coltre che ivi fosse la sua presenza.
Virgilio mirava di rimando verso lui, non curandosi di celar la maraviglia che le labbra rosee gli schiudea, e stette immobile costì senza far parola.
Il tempo andava e nulla si movea, solo il respiro fumoso delle ceneri morte osava dipanarsi in vortici e spirali di serpentine forme.
Paura irrazionale dilagò e s'aggrappò al core di Dante quando negli occhi di Virgilio parve spuntar una trista sentenza, quegli occhi chiari che puntati sugli stracci di fumo ancor nascenti, parevan dire taciturni: or siamo noi perduti.


*Deliri dell' Autrice*:
("Perchè tanto delira lo 'ngegno tuo da quel che sole?" XD)

Notate bene che tutto ciò che scriverò è a scopo di cazzeggio, non è poesia, ma soprattutto, è shonen-ai XD!
Ho stravolto la trama perchè mi dava altamente fastidio che Dante lasciasse Virgilio >( quindi adesso si fa un po' come dico io! XD

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Capitolo 2
*** Nell'aer scuro ***


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Capitolo 1

Dante sentì calamitarsi il corpo, spinto da istinto o forze ignote, verso la sua scorta, che raggiunse a passo ratto e affannoso.
Quando gli fu dinanzi gli si strinse addosso a guisa di pargoletto intimorito, aggrappandosi con le dita alla veste morbida e bianca.
" Maestro, che è quel ch' io vedo? Perchè la fiamma al mio passar si spense?"
Virgilio si riscosse, ma non per far parola e anzi levò le ciglia in suso inver lo cielo.
Dante seguì la direzione dei begli occhi e virò lo sguardo all'aer celeste e cristallino del purgatorio. Questo andava cangiando color lentamente, tignendosi di tenue violetto da principio, che tutto il monte cinse in sua atmosfera. Tornò poi in tinta più scura e tetra, che pesante scendea come un mantello a ricoprir lo cielo.
La volta che pria apparia limpia e tersa fu raggiunta in breve da una schiera nebulosa larga e spessa, e una vibrazione sorda, quasi un ruggito muto e doloroso, della terra nacque, scotendo l'aer e appena tutto il monte.
Dopo di questo un forte vento venne, battendo la terra e levando l'arena, per cui Virgilio Dante avvinghiò per un braccio e condussel brusco e ratto al rifugio di una roccia a la sua destra, che concava era di forma e parea massiccia.
Tutt'attorno andava generandosi la terribile bufera in ogne aspetto somigliante a quella del cerchio secondo ne lo primo giron malvagio.
Una volta riparati da tanto scompiglio, Virgilio sentì del suo protetto la carne calda e viva tremar sotto il suo palmo, che da paura e smarrimento egli era offeso, al ché il suo cor si colmò di dolce amarezza.
Cercò il viso del discepolo amato e il vide reso pallido e fioco dal gran terrore, che parea anche lui anima morta.
Sentì Virgilio in su di lui pesar quegli occhi dall'emozion sconvolti, e partecipando anco di quel sentore, vergognossi d'esser sua guida.
' Come verrò, se tu paventi che suoli al mio dubbiare esser conforto? ' Gli aveva detto quello, tutto intimorito, prima ancora che discesi fosser tra color che son sospesi.
Pote chiamarsi guida degna colui che di sé medesmo face preda della paura?
Tenendo alto questo penser nel core suo Virgilio debellò ogne sentimento altro, che aveva il suo animo stordito infino a quel momento, e serrò strette le dita attorno alle spalle di Dante, scotendolo.
" Non esser sì da viltade offeso;  un momento passaggero è quel che vedi. Cesserà la tempesta e verrai al dolce lido, ove tua donna te aspetta per condurti a la gloria etterna. "
Lo consolò quegli allotta, suonando nella voce sicuro di ciò che lui per primo dubitava, e Dante parve rassicurarsi un poco.
Tutt' a un tratto un rombo di tuono spezzò l'aer tetro e rimbalzò in ogne loco a loro presso. Balenarono li raggi de l' elettrico fragor sulle rocce e sulli alberi intorno, e una leggera pioggia cominciò a cader inzuppando la terra.
Virgilio s'accostò a Dante, e nonappena fu più presso al discepolo suo, lo prese tra le braccia e fece sì che la testa appoggiasse al suo petto. Poi lo avvolse nel mantello, volendo col cingerlo di panno ripararlo dalla tormenta che imperava funesta.
Il contatto di calor tipico umano sul suo petto rinnovò in Virgilio la dolcezza per quel tepore dolce e vivo di cui fu per lungo tempo privo.
Dante cessò tra i suoi bracci di tremar, ma seguitava a tener la veste saldamente, rendendo manifesta  disperata volontà di non esser dal suo compagno dipartito.
" Non disperar, ché finché sarò io qui teco nulla bufera puote far male. "
Sussurrò la bocca del duca con affettoso suono, colorando le gote di scarlatto al suo protetto, che affondò più il viso tra le morbide pieghe e li occhi chiuse contra di esse.
Virgilio rimirò la bufera che l'aer di nero pintava e tutto lo mondo queto in suo moto repentino percotea.
E tosto gli apparve all' intelletto un temibil presagio, che l'animo suo raggelò tutto.





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Deliri dell' Autrice:
("Perchè tanto delira lo 'ngegno tuo da quel che sole?" XD)






Qualcosa di terrificante sta arrivando, in caso non ve ne siate accorti ^_^! Spero di proseguire questa ficcina stupida XD e spero di ricevere magari qualche commento a riguardo, che mi invogli a continuarla (sicuramente riceverò un sacco di parolacce e insulti XD ma tanto la scriverò lo stesso perchè va resa giustizia a questi 2 che si amano!)
E non dite di no! XD Ma scusate, si danno la mano in continuazione, si baciano, si abbracciano, si guardano amorevoli.....SI AMANO! Io cito testualmente solo 3 episodi:

1) "Lo collo poi con le braccia mi cinse;
basciommi il volto e disse:  << Alma sdegnosa,
benedetta colei che 'n te s'incinse! >>

In pratica Virgilio gli è saltato addosso.... non c'è altro da aggiungere.


2) "I' credo ben ch'al mio duca piacesse, (LO CREDO ANCH'IO DANTE XD)
con sì contenta labbia sempre attese
lo suon de le parole vere espresse.
Però con ambo le braccia mi prese;
e poi che tutto su mi s'ebbe al petto,
rimontò per la via onde discese.
Né si stancò d'avermi a sé distretto 

MA CIOEEEE''!! DAI LO PRENDE IN BRACCIO E SE LO STRINGE AL PETTO E POI LO SCARROZZA PER L'INFERNO.... ragazzi miei...questi due non me la raccontano giusta.

3) " Si volli dir, ma la voce non venne
com'io credetti: << Fa che tu m'abbracce>>.
Ma esso, ch'altra volta mi sovvenne 
ad altro forse, tosto ch'i' montai, 
con le braccia m'avvinse e mi sostenne;"
<3 CHE CARINI! "Fa che tu m'abbracce" è ultradolcissimo >/////< che carino, non osa neanche chiederglielo! Dante puccioso! Ma tanto non c'è bisogno di chiedere, Virgilio è sveglio XD
E poi "ch'altra volta mi sovvenne AD ALTRO FORSE...." X°D Dante, ad altro che??? Io immagino eh...!!!!! <3 


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Capitolo 3
*** In dolorosa attesa ***


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Capitolo 2

Vibrò ancora la terra e nell'aer cominciò a risonare costante un ritmo, che più presso si facea e più minaccioso, battendo e nell'etere e nella roccia.
" Che è questo basso rumor che nell'aer si propaga? "
Dimandò Dante poscia che l'ebbe udito.
Non molto tempo trascorse, infin che Virgilio il riconobbe:
" Sòno di tamburi mi par quel che io odo. "
Poscia ch'ei queste parole ebbe pronunciato, squillò una tromba a lor contigua, e un baglior s'appressò alla nicchia ove i poeti riparavan.
Figura angelica e bella apparve, ché Dante si ridestò e si partì dallo suo duca, pien di maraviglia.
" Oh fratelli che in questa roccia cava trovate reparo delle negre piogge" disse lor la graziosa donna " Non quivi per condurvi all'Amor venni. Una mala novella convien che vi porti."
Nell'audire cotali parole Virgilio la bella donna esortò affinché continuasse, mentre che Dante ritirandosi in sé si curvava in dolorosa attesa .
" L'invidia prima da suo tristo lido uscicci, e or a queste piagge approda. A ritmo di tamburi avanza, e in suo cammino semina doglia. Lo foco si spense, ed ei al paradiso desian gire in gran bestemmia."
Virgilio si levò e all'angel s'appressò con fare grave.
" Oh lasso! Come puote esser lor lecito giugner fin qui e anco oltre? "
L'angelo rispuose con tristizia:
" Sì come a te, anima sospesa, si convenne. Esto loco non fu mai tutto divieto al male che giù dimora. La serpe maligna sempre tentò questi lidi e sempre per sé li disiò, ma noi la ricacciammo indietro a ogne fiata. 
Ma perché possan li demoni sì esto loco turbare, bisogna che la serpe maliziosa ivi approdi e vinca. "
Udendo ciò il poeta s'infervorò e con vigore rispuose:
" Niuna serpe ivi giunse e vinse! "
Al ché l'angel tacque, e li occhi tristi e penosi mosse su Dante. Poi li abbassò, gravi, e disse:
" Or convien che io vada con li altri miei simil a pugnar contra il mal che molto avanza. "
E schiudendo le nivee ali si levò in volo e in suso librossi, ove altri alati in numerosa schiera si adunavan.
Virgilio stette, come colui che in fitto bosco cercando va la via della salvezza, ma invano ché nol cognosce e quindi dispera.
Dante si levò e gli si fé quindi accanto, volgendo lo sguardo al lontano punto ove il cielo più scuro si facea.
" Se la creatura celeste dice il vero " disse " demoni in grande copia or quinci giugneranno, discordia seminando. Cosa ritien che noi si faccia? "
Dimandò con flebil voce al suo poeta.
Questi uno gran respiro lasciò uscir, poi si voltò inver' lo suo discepolo e gli occhi nei suoi ficcò dicendo:
" Và, ché la dolce via ti è aperta. Corre colà dove l'amor regna, che certo fia loco più fausto di questo che costì si muta. "
Le animose mani del duca lo sospinsero fuor de la nicchia ove egli poi sedette, con posa fiera e ritta.
Nel veder che 'l duca lì si stava e le lunghe ciglia inver la terra rivolgea, attendendo ch' ei sen gisse, Dante non si mosse e disse:
" E tu, non meco veni? Non se' tu mia guida che mi meni? "
Ed el gridò:
" Tu vuo' ch'io venga là dove mia anima non puote gire. In nome dell'amor che tutto vince, partiti da me e solo vai, ché il tempo corre! "
Quale delfino che da desiderio spinto, impavido di morte acorre al suo simil ove egli spira , cotal si mosse indietro e lo raggiunse.
" Volgiti! Che fai? "
Protestò quegli vedendolo tornare, e ratto si levò in su i piedi.
" Tu se' mio segnore e duca, privo di te in ninguno loco io vado. "
Finito che ebbe di queste parole prounciar, a lui rivolse gli occhi umidi e mossi, ma in loro sentenza fermi e certi, al ché vedendo, l'altro si tacque.


*Deliri dell'autrice:*
("Perchè tanto delira lo 'ngegno tuo da quel che sole?" XD)

Dal prossimo capitolo inizia l'azione ^^! Spero di non avervi annoiato troppo XD Dante si è rifiutato di scappare in paradiso e resta nell'occhio del ciclone con Virgilio <3. Ah, l'amour.... XD

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