When It's Time

di Armstrong_44
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Give Me Novacaine ***
Capitolo 2: *** Crash ***



Capitolo 1
*** Give Me Novacaine ***


WHEN IT’S TIME…

1°Capitolo – Give me Novacaine

Mar uscì dalla doccia avvolta nel suo accappatoio blu e caldo, il quale stava terminando di asciugare le ultime gocce presenti sul suo corpo.
Arrivò a piedi scalzi fino allo specchio sopra al lavandino perlaceo, in cui si guardò attentamente chiedendosi dove avesse sbagliato.
Non trovando la risposta cercata, si asciugò velocemente i capelli ed indossò le ciabatte rotte che ormai utilizzava da troppo tempo.
Raggiunse poi il proprio dormitorio e si vestì con i suoi soliti e monotoni vestiti da orfana, quale era, e che usava anche quando andava a dormire.
In questo modo, la mattina poteva concedersi più tempo a riposare anziché alzarsi qualche minuto prima per vestirsi per il lavoro.
Sfortunatamente, infatti, Bartolomeo aveva conquistato la vittoria finale, riuscendo ad incastrare Nicolas e Cielo e a riprendere il comando sull’orfanotrofio.
Suo figlio, Thiago, non sospettava minimamente della cattiveria del padre, riponendo assoluta fiducia nella bontà di questo.
Al contrario, però, i ragazzi erano costretti a rubare e lavorare, per lui. Ormai anche i castighi erano diventati più crudeli, a causa della rabbia per aver rischiato la galera di Bartolomeo.
Justina era rimasta fedelissima al suo padrone e solo Malvina era riuscita a costruirsi una vita, allontanandosi dal fratello e sotterrando il suo passato una volta per tutte.
Cristobal era stato affidato alla madre e sebbene lui sapesse le verità che si celavano dietro a quel luogo, nessuno era minimamente interessato a credergli.
Ogni singola cosa era andata per il verso sbagliato, con la sola eccezione di Monito, che era riuscito a trovare una famiglia nella lontana Europa.
Mar sferrò un pugno contro il suo sacco da box personalizzato, appeso proprio sopra al suo letto.
Dopo aver tirato un’altra scarica e aver osservato il piccolo oggetto rosso e nero oscillare, si sdraiò sopra alle fredde coperte.
Non rabbrividì al contatto con queste e nemmeno all’odore di schiavitù che ragnava sovrana. Non desiderava altro che uscire da quelle mura, completamente libera da tali violenze.
E, un giorno, ci sarebbe riuscita. Lei, Tacho e Rama avrebbero aspettato che Alelì e Lleca compissero i 16anni e poi… avrebbero lasciato per sempre quel posto.
E Jazmin? Le sarebbe piaciuto immensamente che anche lei facesse parte della squadra, e invece aveva dovuto abbandonare l’idea diversi mesi prima.
Ormai, il gruppo era il loro e lei non c’era.
“Salti la cena anche oggi?” domandò Tacho, entrando assieme agli altri nella stanza e facendo sobbalzare la giovane, la quale si rizzò subito a sedere.
“Sì, emh… Non ho molta fame” rispose lei, aggiustandosi appena i capelli.
“Mi spiace per te ma…” iniziò Rama, sfilandosi di tasca una pagnotta di pane “Temo che sarai costretta a mangiarla tutta”
Alla castana sfuggì uno sbuffo per sorridere.
“Dai Mar!” esclamò Alelì, arrampicandosi sulle sue gambe e portandole le braccia al collo.
Nel mentre, anche Lleca la incitava, dandole qualche leggera pacca sulle spalle “Su, Coraggio… Anche Tacho ci sta passando, ma così morirai di fame”
Mentre la più piccola sussultava, Rama si affrettò ad aggiungere:
“E’ solo un modo di dire”
Mar, per tutta risposta, portò il pane alla bocca, stringendolo appena tra i denti.
Senti un assaggio di ciò che l’aspettava e, sebbene fosse leggermente insipido, a lei parve una delle cose più buone al mondo. Lo morse delicatamente, masticando il boccone ed ingoiandolo, per poi mangiarlo con più grinta, fino a terminarlo e a far esplodere gli altri in grida di allegria.
Lei sorrise, leggermente commossa dalla solidarietà dei suoi veri amici.
Le acclamazioni di gioia ed applausi cessarono presto, a causa dell’improvviso arrivo di Thiago e Jazmin, che si tenevano per mano dolcemente.
La Gitana bionda e dagli occhi profondi e misteriosi lasciò la presa, facendo ricadere il braccio lungo il corpo, mentre calava un silenzio velenoso.
“Forse è meglio che io torni di là” dichiarò Rama, abbassando lo sguardo per poi focalizzarlo sulla sorella minore “Vieni Alelì, dormirai con me sta notte, okay?”
La piccola annuì entusiasta ed energica.
“Aspettatemi” mormorò Tacho, guardando con occhi indecifrabili Thiago.
“Tacho io…” iniziò Mar, temendo di essere lasciata in quella stanza ad affontrare gli altri due.
“Tranquilla, vieni da me” anticipò lui, prendendola per mano e recandosi nel dormitorio maschile, seguiti da Lleca che osservava impassibile il figlio del “capo”.
Incuranti dei visi dolenti e sofferenti della bionda e del castano, procedettero per andare a dormire, mentre i due si salutavano con un bacio dandosi appuntamento per il giorno dopo.

Angolo Autrice (Yu-Huu)

Heilà, gente!
Sono tornata nel mondo dei Teen Angels!
Dopo la mia prima fanfiction su Mar e Tacho (scritta in modo orribile, devo ammettere) sono contenta di verificare dei miglioramenti da parte mia e quindi di poter annunciare che… Sì! Eccone una nuova!
Spero vi piaccia come prologo.
Il titolo dei capitoli saranno nomi di canzoni, in questo caso dei Green Day, che mi hanno lasciata ispirare. Tuttavia, queste NON sono Song-Fic! Bene, ho detto tutto! Un Abbraccio, Mar!

P.s= vi carico subito anche il 2° capitolo

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Capitolo 2
*** Crash ***


WHEN IT’S TIME…

2° Capitolo – Crash

“Vieni Alelì, torniamo di là prima che Bartolomeo scopra che abbiamo dormito di qua” disse amorevolmente Mar, alzandosi a malincuore dal letto di Tacho ed incitando la più piccola a scendere da quello di Rama.
“Sì…” rispose questa, leggermente assonata e rattristita che fosse già iniziata la giornata.
Le due tornarono quindi nella propria stanza, silenziose ed attente a non svegliare i ragazzi. Si sedettero poi sul materasso della castana, gustando gli attimi che precedevano un dì arricchito da lavoro e soprusi.
Nei dormitori, gli unici rumori erano i respiri regolari dei compagni, il fruscio delle foglie al di fuori della casa e il cinguettio acuto di qualche uccello libero di andare dove preferiva.
Chiunque lì dentro avrebbe dato di tutto per poterlo fare.
Ad interrompere quell’aria di quiete, seppur angosciante, fu lo stomaco della piccola Alelì, che chiedeva maggiori porzioni giornaliere.
Di solito, se erano fortunati riuscivano a rubare qualcosa dai resti dei pasti.
Mar si morse il labbro incerta, lanciando qualche occhiata all’uscio alla sua sinistra.
Sbuffo poi impercettibilmente, scostandosi i lunghi capelli dal lato destro del viso.
“Aspettami qui” affermò guardandola.
“Perché? Dove vai?” chiese Alelì confusa.
“Vado a procurarti qualcosa da mangiare!” esclamò, sorridendo “Tu intanto fingi di dormire. Ricorda: i respiri devono essere regolari! Conta i secondi”
Poi, alzandosi, sparì oltre alla porta verde, cercando un modo per arrivare in cucina nel modo più invisibile possibile.
Passò per il salotto vuoto, controllando freneticamente che nessuno stesse arrivando.
Continuò a camminare in punta di piedi, sino ad arrivare alla meta bramata. Sul tavolo di legno scuro, rivestito da una lieve e trasparente tovaglia, poggiava un vassoio argentato arricchito di frutta, vino e pane.
Raccolse una mela colorata di un bel rosso acceso e una pagnotta leggermente secca, con l'intenzione di tornare al dormitorio con la missione tra le dita esili.
Si voltò per ripercorrere la strada già attraversata qualche minuto prima, quando una voce la fermò, facendola sobbalzare:
"Cosa stai facendo, Mar?"
Ricordandosi di aver troncato completamente i rapporti con lui, lei rispose, seccata ed irritata:
"Non sono cose che ti riguardano, Thiago. Perché non vai a tormentare Jazmin? Sono un po' occupata"
"Mar, per favore..." tentò lui, venendo però interrotto dalla stessa:
“Non provare a farmi il terzo grado! Sei tu che mi hai tradita con la mia migliore amica!”
La giovane udì dei passi arrivare dal corridoio, facendosi sempre più vicini.
“Justina…”mormorò lei, per poi cedere rapidamente le scorte a Thiago “Portale ad Alelì! Svelto, e non farti vedere!”
Lui, però, ignorò gli ordini e sbottò “Cosa ti prende? Mio padre vi offre una casa quindi vi sfama anche, no?”
Bloccata da un momentaneo attimo di confusione e panico, l’unica cosa che poté pensare fu Non sento il rumore delle manette di Justina!
“Certo che li sfamo” disse una voce, ridestando Mar “Ma, ora, ti consiglierei di andare Thiago, sono sicuro che tu abbia altro da fare. Così come la nostra dolce Marianella…”
Bartolomeo! Se è possibile urlare mentalmente, questo è ciò che riuscì a fare.
“…Sì…” rispose il figlio, uscendo dalla stanza.
“Cosicché…Tu e Thiago eravate soli a chiacchierare… E ti eri illusa di poter di poter giocare alla storia del principe azzurro” disse lui, guardando dapprima la giovane con un sorriso di scherno e poi con odio supremo.
Questa indietreggiò di qualche passo “N…no! No! E’ arrivato per caso! Io non lo stavo cercando!”
“Oh, ma io ti credo...” affermò lui, con voce ironica e sarcastica.
Poi, veloce, arrivò di fronte alla giovane, raccogliendo tra le proprie mani il polso destro di questa, storgendolo abbastanza da farlo dolere.
Mentre sentiva i palmi ruvidi del padrone di casa sulle proprie braccia, non poté reprimere un grido leggero di dolore, che venne però bloccato da uno strattone.
Poi, Bartolomeo, riprese a trascinare la giovane grazie alla presa sul polso.
“Mi lasci! Mi lasci, ho detto! Fa male, mi lasci!”
Le sue urla di protesta, però, non servirono a nulla.
“Ehi! La lasci andare!” esclamò qualcuno, alle spalle di Mar.
“Tacho!” gridò quest’ultima, sollevata.


Angolo dell’autrice (Again :D)

Ehilà, sono di nuovo qui!
Come inizio, ho deciso di caricare due capitoli fin da subito, così da non lasciarvi solo il prologo.
Quindi… Beh, spero davvero che la storia vi piaccia!
Ringrazio chiunque inserisca la storia nelle preferite/seguite/da ricordare e chiunque recensisca!
E non dimentichiamoci chi legge!
Bene, è tutto!
Un Abbraccio,
Mar

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