I'd want to live one more life.

di Freshouse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della fine. ***
Capitolo 2: *** Benvenuti a Megawal. ***
Capitolo 3: *** La fermata prima del capolinea ***



Capitolo 1
*** L'inizio della fine. ***


Adesso sono qui, rinchiusa in attesa del giudizio finale.
Prima o poi mi dovevano scoprire.
Ho sperato troppo poco.
Avevano capito cos'era successo a Leo.
Quel giorno era lì, seduto nel banco davanti a disturbarmi come sempre, e come me seguiva le lezioni...o meglio, non come me, io studiavo un modo per farlo fuori in poco tempo e in modo che non mi scoprissero. Quel modo mi venne in mente un venerdì mattina quando pensai al pranzo. Un giorno il barista mi aveva detto che all'interno della scuola c'era un forno. Era il mezzo perfetto per ucciderlo in dieci minuti. Così, durante il terzo intervallo gli chiesi di accompagnarmi a prendere i panini...sì accompagnarmi, ma molto probabilmente sarei tornata da sola. Insieme andiamo al bar, ma io mi dirigo verso una stanza e lui, ignaro di dove si prendessero veramente i panini, mi segue. In quel posto c'era circa una decina di forni. Avevo solo l'imbarazzo della scelta, ma decisi di usare l'unico vuoto. Chiusi la porta a chiave. Là dentro era caldissimo. Data la temperatura avevo meno di dieci minuti per ucciderlo, forse ne avevo cinque, o forse due. Tutto dipendeva da quanto riuscivo a resistere, oppure potevo spegnere gli altri forni. Così ho fatto, mentre in quello vuoto impostavo la massima temperatura. Leo mi guardava impaurito. Aveva capito la situazione. Meglio tardi che mai, insomma. Cercava di uscire dalla stanza ma avevo io la chiave. Aprii il forno, già bollente,  dopo soli tre minuti. Se andava avanti così riuscivo a resistere altri tre. Ormai lui si era arreso, non cercava più di aprire la porta, adesso stava cercando di fare rumore. Io velocizzai i miei movimenti. Lo stordii spingendolo contro un carrellino. Era svenuto sul pavimento. Ma almeno non urlava più. Lo chiusi dentro il forno e sperai che non mi scoprissero. Erano passati altri due minuti. Era meno caldo ma sudavo ugualmente. Feci passare altri due minuti poi controllai dentro al forno per accertarmi di averlo ucciso veramente. Era un'immagine orribile, raccapricciante, quasi da dover andare in analisi per un anno intero. Era lì, era sempre Leo, era solo un po' bruciato...un bel po' bruciato. Stava ancora cuocendo. Mentre lo osservavo, continuava a bruciarsi, sempre di più. Era abbrustolito, tutto rosso, con il sangue che colava da tutte le parti; bolle che si creavano per il calore e che poi scoppiavano, schizzando su tutte le pareti del forno. Gli occhiali si erano fusi e si erano mischiati al corpo. Mi veniva quasi da vomitare. Anche la vista del vomito sarebbe stata più piacevole. Dopo altri 3 minuti non era più Leo quello dentro il forno. Era un ammasso di ossa e di carne, di carne e di ossa. Era irriconoscibile. Abbassai la temperatura e me ne andai. Presi i panini per pranzare ma avevo solo due minuti per portarli su. La parte difficile in quel momento era non farsi scoprire. Quindi pensai ad una scusa efficace. Stavo sudando freddo e lo stress non mi lasciò pensare a niente. Mentre salivo sentii solo l'urlo del barista. Doveva aver trovato Leo. Salii il più in fretta possibile e finalmente arrivai in classe. La bidella però era stata più veloce di me. Stava già facendo il giro nelle classi per vedere se mancava un alunno che non era assente. Quando scoprirono che era Leo ci fu, in classe, chi stava per svenire o chi era tranquillo ma spaventato. Io ero stranamente agitata. E si vide subito. O almeno lo vide la professoressa. Mi chiese se sapevo qualcosa ma dissi solo parole a vanvera e frasi insensate. Tutti si insospettirono. In quel momento stavo sudando veramente freddo. Ad un certo punto arrivò in classe un'altra bidella. Mi continuava a fissare poi diede un oggetto alla prof. Avevano trovato il mio cellulare in quella stanza, vicino al forno. Mi accasciai sul banco. Ormai mi avevano scoperto. Mi portarono in carcere con effetto immediato. Ero in attesa del giudizio finale. Mi hanno chiesto il perché del mio gesto, ma io non parlavo. Adesso sono qui. Davanti ad un oggetto che pensavo ormai in disuso. Mi hanno incappucciato e messo una corda intorno al collo.
Solo pochi secondi e sarà tutto finito.
No, non è vero.
Adesso rivedrò Leo nell'aldilà.
Ma ormai è tardi per tornare indietro.
Uno...due...tre...buio totale.
L'incubo è ricominciato.



Questo è il mio primo racconto thriller. >.<
Spero vi sia piaciuto! :3
Se avete commenti li accetterò volentieri, sia che siano positivi o negativi. (:
(:lauronics:)

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Capitolo 2
*** Benvenuti a Megawal. ***


Mi sono risvegliata in una stanza scura.

Probabilmente non mi sono neanche svegliata.

Eppure mi sento rinata.

Un po' intorpidita, ma rinata.

Mi alzo da un letto di pietra fredda. O dovrei chiamarlo semplicemente “lastra di marmo”. Quelli che abitano qui accolgono bene gli ospiti...Sempre che ci abiti qualcuno. La stanza è illuminata da una lampadina. Al centro, sopra la lastra. Il resto è buio. Forse è per quello che sembra infinita. Non ci capisco più niente. Sono viva o sono morta? Se sono morta, perché mi sento viva? E se sono viva, perché mi sento vuota? Come se mi avessero tolto tutti i ricordi? Sento solo che devo sopravvivere. Sempre che io sia viva. E questa sensazione mi costringe ad attraversare una porta. L'unica che c'è. Non so cosa ci sia oltre. Mostri? Fatine? So solo che l'unica persona che non voglio vedere è Leo. Come non detto. Secondo me la sfortuna mi perseguita. Lui è a qualche metro da me. Intorno è tutto grigio. Quella porta conduceva ad un'altra stanza...Ma perché vedo Leo ma lui non mi vede e non mi sente? E perché adesso mi faccio tutte queste domande? Tanto nessuno mi risponderà mai! L'unica persona che c'è è L. E non sembra accorgersi della mia presenza. Mi avvio verso di lui. Non passa molto tempo che vado a sbattere contro qualcosa. “”Così lo rompi!“” Una voce maschile rieccheggia nella stanza. “”Non vedi che c'è un vetro?!“” Ok. O sto impazzendo o qualcuno si sta divertendo. Con la mia testa. “”Sono la tua coscienza.“” Vorrei tanto sapere chi è questo simpaticone. “”Sono dietro di te.“” Salto in avanti. Cado a terra. Squadro un anziano piccolo di statura. Non più alto di un metro e cinquanta, intendo. Barba bianca e lunga. Con un lungo mantello marrone che lo copre salla testa fino ai piedi. Sembra pacifico e saggio.

-Così mi hai sporcato il vetro, eh?-

-Adesso che so che sei tu il simpatico di prima vorrei solo prenderti a schiaffi...-
-Questi non sono i pensieri che ti aiuteranno, mia cara.-
-Mettiti l'anima in pace perché non penserò a degli unicorni.-
-Ci stai già pensando.-
-Ok, hai vinto. Cosa vuoi? Piuttosto, dove sono finita?-
-Non voglio niente da te e sei a Megawal.-
-Mi sei stato molto d'aiuto, vedo...-
-Sei nel punto di convergenza fra Inferno, Purgatorio e Paradiso.-
-Sembra il titolo di un film...-
-Lo è, solo che noi lo usiamo per descrivere questo posto.-
-...-
-Lui è di là dal vetro e non ci può sentire.-
-Adesso ti metti anche a leggermi nel pensiero?!-
-Sì, ed è molto divertente.-
-Sempre il solito simpatico. Dimmi a che numero sto pensando!-
-Caramella.-
-Bene, siamo 2-0 per te, palla al centro!-
-E tu prendi troppo alla leggera quello che sto dicendo!-
-Non riesco a prenderti sul serio se dici “carmella”!!!-
-Me lo hai fatto dire tu! Non so perché perdo tempo con te...-
-Perché è il tuo lavoro anche se non ti piace.-
-Interessante...interessante...-
-Cosa?!-
-Che hai imparato a leggere nel pensiero senza accorgertene.-
Batte le mani e la stanza si illumina tutta di color pesca. Sa che è il mio colore preferito. Io so che lui lo odia.

-A proposito... Ti devo chiamare coscienza o hai un nome?-
-Io sono Blas, guardiano del castello di Megawal, curatore dei-
-Wow, sono dentro ad un castello!! E dimmi, è antico?-
-Mi fai finire?!-
-No, so già tutto: l'anziano, guardiano del castello della città infinita, sorgente di saggezza, porta della vita, curatore dei morti e condannatore di anime.-
-...-

-Non so queste cose perché le stavi pensando. Sei un mito nel mondo dei vivi.-
-Sono così popolare?-
-No, intendevo che sei una storia inventata, come Teseo, Menelao, Ercole, ecc. Ti ho studiato a scuola l'anno scorso. Ma alla descrizione aggiungerei anche “il simpaticone che non si vorrebbe incontrare”.-
-Sappi che la cosa è reciproca...-
-Comunque nn sapevo che questa stanza fosse la famosa città infinita.-
-Perché non è così. Solo che non puoi ancora uscire.-
-E perché?!-
-Prima devi andare dietro quel vetro a parlare con Leo.- non faccio tempo a ribellarmi che Blas mi catapulta contro il vetro. È impazzito? Poi però vengo assorbita da quello specchio. Lo oltrepasso. Mi sento come se fossi passata attraverso un cubetto di ghiaccio. Cado su un pavimento quasi più freddo del letto che si trova nell'altra stanza. Mi lamento sottovoce per il male. Alzo lo sguardo e c'è Lui. Chissà cosa mi farà adesso. Ma si meritava quelli che gli ho fatto. Quindi non può essere arrabbiato con me. Deve comportarsi da adulto e accettare la cosa. O almeno spero che non mi prenda a bastonate... tanto non posso morire, ormai è tardi per vendicarsi. Mi alzo. Con calma. Non voglio che capisca che sono nervosa. L'ho ucciso io in fin dei conti. Di certo non rideremo e scherzeremo. Mi schiarisco la voce. Per farmi sentire. -Così ci rincontriamo.- mi ha preceduto. Che anche lui possa sapere cosa sto pensando?
-Già.- non dico molto. Sono occupata a fermare i miei pensieri. Non voglio che venga a conoscenza di quello che so.

-Ti hanno incastrata alla fine.-

-A quanto pare.- non riusciamo a costruire un discorso. Ma è normale. Di solito era un monologo. E lui era quello che parlava. Io ascoltavo spazientita. “”Non ti legge nel pensiero, tranquilla.“” Finalmente Blas ha detto qualcosa di utile. “”Lui no, ma io sì, e sappi che mi sono offeso!“” Oh, che peccato. “”Chissà perché mi aspettavo tale risposta.“” Mi diverte offenderlo.

-Bene, scommetto che a questo punto un semplice 'scusa' non servirà a niente.- adesso che ho la certezza del fatto che lui non sa cosa penso, posso parlare liberamente. Dire e pensare tutto quello che voglio.

-Direi di no, però eri in tempo quando mi stavi bruciando nel forno.-

-Noto un tono di sarcasmo in quello che hai detto. Ma non mi dà fastidio.-

-Sei sempre stata brava ad intuire, eh?-

-Sì. Come adesso sto pensando a come uscire di qui.-

-Sempre che si possa.-

-Tu invece anche da morto sei pessimista?- perlustro ogni angolo di questa stanza. Buia come l'altra. Senza porte. Né finestre. Ne buchi nel muro o cose simili. Niente che ci permetta di uscire da questo posto. Mi accascio sul pavimento. Sbatto la testa al muro. Grido contro il soffitto. Leo continua a cercare qualche minuto. Si siede di fronte a me. Appoggiato al muro di fronte. Poi lo vedo scomparire per metà. Dentro la stanza ci sono le gambe. Non so dove ci sarà la testa suppongo. Spariscono pure quelle. Qualche secondo e riappare. Mi tira per un braccio e mi fa oltrepassare il muro. In questo mondo per passare da un posto all'altro si usa un metodo particolare. Si attraversano le cose. Questa volta però mi sento dentro una fiamma. Ma solo per un momento. “Usciti” dal muro mi lascia la mano il più in fretta possibile. E tutti e due abbassiamo lo sguardo.
-Tranquillo non mordo!-
-Non si sa mai. Per esperienza so che è meglio non fidarsi di quelle come te.-

-Cioè come?-

-Bel...ehm...che fanno le brave ragazze ma alla fine ti uccidono.-

-Perché ce ne sono altre così? Voglio conoscerle.- faccio finta di non saper quello che voleva dire. È meglio per tutti e due.

-Che razza di posto è questo?-

-Ne so quanto te.- il cielo è di più tonalità pastello. Rilassa. Il prato è verde. L'orizzonte è lontanissimo. Forse sono arrivata nella vera città infinito di cui parla la leggenda.

-Salve, ragazzi- è arrivato.

-Buongiorno, vecchietto- quindi Leo non lo conosce ancora.

-Preferirei che mi chiamassi Blas-

-Ok, riprovo. Buongiorno, Blas.-

-Così va meglio. Benvenuto a Megawal.-

-Sì sì, questo lo hai già detto, vai avanti.- li interrompo.

-Ah, è vero che ci sei anche tu.-

-Sempre gentile tu, eh?-

-Grazie e altrettanto.-

-Ehi!-

-La finite di litigare voi due? Vorrei sapere cosa ci faccio qui.-

-La tua morte è stata riconosciuta come giustificata e io che ti ho ucciso non sono colpevole del tutto, semplice.- gli spiego.

-Allora adesso è tutto più chiaro!-

-Tu...- Blas mi odia. Quelle cose le stava per dire lui.

-Ma perché sono qui? Dovrei essere in paradiso!-

-Si certo, magari nei tuoi sogni sarai in paradiso...- sussurro.

-Invece mi trovo prima in una stanza da solo e poi qua all'aperto con questa squinternata!-

-Mi stai provocando, Leo?-

-Ragazzi, calmatevi. Voi siete qui, - mi mette una mano davanti alla bocca per impedirmi di anticiparlo -per rinascere.-

-Vuoi dire che uscendo da qui possiamo resuscitare?- Leo è stupido.

-Per loro noi siamo out, KO, andati, non me ne vengono altri...-

-Estinti, finiti...ce ne sono tanti.- Blas mi sta prendendo in giro.

-Comunque, il fatto è che non possiamo andare da loro e salutarli come se tutto fosse normale...noi siamo M-O-R-T-I non V-I-V-I!-

-Beh, in fondo hai ragione...- finalmente ha capito -L'unica cosa che mi sfugge è che se non resuscitiamo, per quale motivo siamo qui? E perché non nel Paradiso o nel Purgatorio oppure nell'Inferno?-

-Dovete purificarvi e ritrovare la via del sole.-

-Potresti parlare nella nostra lingua, Blas?-

-E tu potresti non interrompermi?!- è sempre scorbutico nei miei confronti.

-Eccoli che ricominciano.- Leo si siede a terra con gambre e braccia incrociate. Sa che io e il vecchio qui presente non andremo mai d'accordo.

-E tu non credere di potertene fregare!- sto iniziando ad urlare.

-E perché?! Sei tu che gridi contro Blas non io!-

-Quanto mi fai arrabbiare!!! Mi viene voglia di ucciderti!-

-Mi dispiace è già stata usata da...mmm...vediamo...TE!-

-Adesso te la prendi pure?! Ti ricordo che hanno fatto fuori anche me!- gli ho rotto i timpani. O almeno spero. Non voglio che senta le cose che potrei dire in futuro.

-Toccano sempre a me le persone che litigano...- faccio finta di non essermi offesa. Potrei iniziare a picchiarli entrambi.

-Ok, mi calmo. Possiamo passare alle cose importanti?-

-Tipo?- fra poco prendo a schiaffi sul serio.

-Non ti sembra importante uscire da qua?!-

-No, visto che tanto non possiamo tornare in vita!-

-Ragazzi, mi è venuto in mente un modo.-

-Un modo per fare che?-

-Per farti resuscitare, cretino!-

-Scusa se non sono intuitivo come te, miss perfezione!-

-Ascoltatemi. Potete andarvene, ma dovete passare per Inferno, Purgatorio e Paradiso...-

-Solo quello? Ma allora è facile. Quando partiamo?-

-Perché non stai mai zitto quando serve?- lo odio.

-Perché voglio tornare sulla Terra.-

-Lo sai che attraversando i mondi, dovrai andare d'accordo con me altrimenti non ti fanno uscire?-

-Non ditemi questo, per favore. Blas, è così veramente?-

-Temo di dover dare ragione alla tua amica.-

-Non è mia amica.-

-Beh, dovrà diventarlo. Anche se poi la dimenticherai.-

-Cosa vuoi dire con questo?-

-So che non puoi resistere senza di me,- lo stuzzico -ma uscendo da qua ti reincarnerai, cioè assumerai un nuovo corpo, una nuova mente. Non sarai tu.-

-A me va bene, basta andarsene. Magari anche nella prossima vita mi ammazzerà e torneremo qui.-

-Oh, no... cerca di non incontrarla più, ok?-

-Sì, tranquillo. Neanche io lo voglio più rivedere.-

-Allora vi auguro buon viaggio, ragazzi. Io vi seguirò con il pensiero. E che non possiate tornare mai più da me.-

-Partiamo, quindi?- mi tende una mano. Una porta si illumina di rosso e si spalanca davanti a noi. Un forte calore ci attrae verso essa. Abbraccio Blas. Lo ringrazio. Dopo tutto era divertente farlo arrabbiare. Altrettanto fa Leo.

-Andiamo.- sono sicura. Insieme entriamo.

Non rivedremo mai più la Città Infinita.

È davvero questo ciò che vogliamo?

Forse il viaggio non darà i risultati voluti.

O forse sì.

Addio, Megawal.



Bene lettori, mi auguro di avervi allettato e spero aspettiate il prossimo capitolo. :)
Se vi va lasciate qualche commentino :3
(:lauronics:)

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Capitolo 3
*** La fermata prima del capolinea ***


È incredibile quante stanze ci siano nel giro di pochi metri. E sono tutte uguali. Leo ha paura. Io sono abituata alle cose buie ormai. Come questo posto. E come tutti gli altri luoghi chiusi, ha delle porte. Questa stanza ne ha tre. Come nei film dove se prendi quella sbagliata muori. Ma tanto qua non si può morire. È questa la parte comica. Ma che fa ragionare. Se prendendo quella sbagliata non si muore, sono tutte giuste? A meno che una di queste non porti da Blas. Per questo motivo è meglio scegliere con calma.

-Prendiamo quella con disegnati dei fiori.- come non detto.

-Sei un idiota, lo sapevo.-

-Senti, genio, perché non va bene quella?-

-Ragiona un istante.-

-Allora. C'è una porta con i fiori, che mi sembra la più giusta, una con le fiamme e una con scritte sopra delle parole.-

-Wow, non sei cieco!-

-Ah, ah. Molto simpatica. A proposito, dove sono i miei occhiali?-

-Eheh si sono casualmente fusi. Torniamo alle porte?-

-...-

-Mica te la prenderai per questo! E no, non te li ricomprerò.-

-Ma erano di marca! Cosavano più di te!-

-Ti ho detto...Torniamo Alle Porte?!-

-Okok... io continuo a preferire quella con i fiori.-

-Non quella con le parole?-

-No, perché mi ricordano la scuola, dove mi hai ucciso.-

-Adesso, da bravo, indovina perché non va bene quella che ti piace.-

-Me lo spieghi tu? Non capisco perché dovrebbe essere sbagliata.-

-Perché di sono i fiori, mi sembra ovvio!-

-?!-

-Siamo all'inferno, ignorante! Non ci sono fiorellini all'inferno!-

-Tutto è possibile...comunque se non è quella qual'è la porta giusta?-

-Non lo so.- mi aggiro per la stanza osservando le pareti.

-...e adesso che cavolo stai facendo?-

-Niente, tu continua a pensare.- c'è qualcosa che non mi convince qua dentro. Se si prendesse una porta qualsiasi si potrebbe finire dal vecchio e poi ritornare qua comodamente e provarne un'altra. Troppo semplice proseguire. Inizio a sfiorare il muro opposto alle porte in ogni punto. Passo a quello a sinistra. Poi a quello a destra. Non c'è niente. Forse bisogna prendere veramente una di quelle uscite.

-Che ne dici di quella?- indica un'apertura sul soffitto. L'unico punto dove non ho controllato.

-Per una volta hai fatto la cosa giusta. Prendimi sulle spalle che provo ad aprirla.-

-Perché non lo fai tu? Ho scoperto io quella porta!-

-Se vuoi un applauso te lo faccio, ma resta il fatto che io peso meno di te, quindi sono più facile da sollevare.- lui sbuffa. Sa che ho ragione. Gli batto le mani, come promesso. Apro quel foro. Saliamo.

-Ma questa è casa mia!-

-Sì come se fosse possibile...-

-Siamo vivi! Abbiamo preso la porta che ci ha fatto resuscitare! Mamma? Papà? Blas?-

-Aspetta...ho sentito bene? Hai detto Blas?-

-Sì, è il mio cane, di certo non chiamo il vecchio dopo che ci abbiamo messo tanto per levarcelo di torno!-

-Adesso ho capito tutto.- sogghigno. Mi siedo sul divano. -Tu continua pure a chiamarlo, io aspetto che arrivi.- Leo mi guarda storto. Non sa cosa io abbia in mente. Beh...neanche io. So che fra il ragazzo e il vecchietto c'è un nesso. Dopo qualche secondo di silenzio spunta un cagnolino da dietro un angolo.

-Ahahahahah ma come ti sei ridotto!- i due mi guardano male mentre io continuo a ridere -Seriamente?! Un barboncino?!- rido.

Cosa c'è di sbagiato in te?” avverto i pensieri del vecchio. “Ma ti sei mai guardato allo specchio?” iniziamo la conversazione, senza che Leo ci senta. Anche se non cambia niente visto che quello stolto è andato a cercare veramente i genitori al piano di sopra. “Allora, siete riusciti a superare le porte.” è diventato un capitan ovvio, non che non lo fosse già. “Puoi sbrigarti a dire cosa vuoi? Poi perché sei un cane?” continuo a ridere osservando l'aspetto del vecchio e lui sembra irritato. “Non cambiare discorso! E non sono un cane qualsiasi, io sono il famiglio di Leo.”

-Aspetta un momento...se tu lo fossi, quello stupido che crede di ritrovare i genitori dovrebbe essere un mago?!?!-

-Con chi stai parlando?- scende le scale e si dirige verso di me. Io mi mordo il labbro per non imprecare o rivelare altro. “Complimenti, sei un genio.” il suo sguardo di disappunto si nota anche se è un cane. È incredibile quanto sia irritante quel vecchio.

-Con me stessa. Scommetto che non hai trovato nessuno.-

-Si capisce così tanto?-

-Io te lo avevo detto! Perché non mi dai mai ascolto?-

-Perché l'ultima volta che l'ho fatto-

-Ti ho ucciso. Vuoi che non lo sappia? Tengo a ricordarti che ero direttamente coinvolta.-

-Come dimenticarselo...- “Non stai simpatica neanche a lui, eh?”

-Eccolo che ricomincia.-

-Scusa se sono morto solo un'ora fa!-

-Non dicevo a te, idiota!- “Non ti azzardare!” -Parlavo di Blas.-

-Adesso te la prendi anche con il mio cane!?- non ce la faccio più. Sembra che in questa stanza sia l'unica sveglia. Abbastanza da capire che non siamo né a casa di lui là, né all'inferno, né da qualche altra parte. Neanche il vecchio riesce più a starmi dietro. Magari riesco a fregargli delle informazioni senza che se ne accorga.

Mi continuano a fissare tutti e due. Leo usa lo sguardo “Cosa sai che io non so?”, il cane invece “Stai zitta o ti faccio rimanere con me per sempre!” Devo ammettere di avere più paura del secondo... Anche se non riesco a prenderlo sul serio in questo momento.

-Perché si chiama così il barboncino?-

-Non lo so, era scritto sulla sua targhetta quando l'ho trovato.-

-Ah, capisco...e non hai sospettato del vecchio?-

-Per quale motivo dovrei? Capita di avere il nome uguale a qualcun altro!-

-E Blas ti sembra un nome così comune? Capisco che tutto è possibile, però...-

-Visto che ci sei digli direttamente tutta la verità!-

-Finalmente! Grazie.-

-Aspetta, chi ha parlato?!-

-Ok, adesso basta Leo...inizia un po' a ragionare, sennò non ne usciamo più.-

-Cosa stai insinuando?- no, seriamente siamo a questi livelli?

-Allora, tu se una specie di mago.-

-Sempre più delicata te, eh?- allora, o quel cane torna ad essere una persona o lo prendo a botte finché non lo diventa.

-Mi stai spaventando...-

-Bacchette magiche, sbrilluccichii, trasformazioni...hai presente?-

-Sì...-

-Smettila di fare quella faccia da idiota. Sono seria.-

-Ha ragione.-

-Sulla faccia o sulla magia?-

-Tutte e due.- la prima volta che vado d'accordo col barboncino.

-Con chi stai parlando?!- oddio...non ci arriva.

-Ma ci sei o ci fai?-

-Puoi spiegarmi che diavolo sta succedendo?!-

-Ho una specie di deja-vu...- chissà come mai, vecchio.

-Perché non capisce niente...in fondo è un idiota.-

-...-

-Ok, facciamola finita. Adesso ti racconto tutto.-

-Finalmente!-

-Mmh...da dove inizio? Una mano, Fuffy?-

-Si chiama Blas! Aspetta...ma...lui...il cane...-

-Dai ci sei quasi!- perché il

-Attento a non pensare troppo che si fonde l'ultimo neurone.-

-Simpatica...comunque... il cane è il guardiano...-

-Fin qua ci sei arrivato, domande?-

-Sì, una. Perché è il MIO cane? E perché hai detto che sono un mago? Siamo su “CanditCamera” per caso?-

-Innanzitutto, le domande sono tre.-

-Puntigliosa.-

-Fammi finire, barboncino. Allora, Leo, lui non è un semplice cane, è un famiglio, l'animaletto che appioppano ai maghi.-

-Sì...poi?-

-Dalla tua espressione deduco che non stai capendo niente, quindi mi arrendo. Se il topo qua presente mi desse una mano sarebbe tutto più semplice.-

-Ah, ah, ah. Pensi di essere simpatica dicendo che sono un topo?-

-Di certo più di te che continui ad esserlo senza aiutarmi.-

-Ok, sto al gioco e faccio finta che tu stia dicendo cose sensate.- sento che mi sto per arrabbiare. Specialmente con Blas. Anche se Leo non scherza con la cocciutaggine.

***

Sono passati quasi dieci minuti. Finalmente assisto alla trasformazione del vecchio. Si sarà stufato di aspettare in silenzio.

-Sappi che non l'ho fatto per te, ma perché gli si stanno fondendo tutti i neuroni ad ascoltarti.-

-La sua faccia è più perplessa di prima.-

-Sì, ho notato. Secondo me l'abbiamo traumatizzato a vita.-

-Ehi, stavolta è colpa tua! Io ho già fatto abbastanza danni.- Blas lo continua a chiamare cercando di farlo uscire dalla catalessi. Ma è troppo dolce quel vecchietto. Qua ci vuole un'azione brutale. E visto che ci sono io Leo può considerarsi sveglio. Infatti uno schiaffo sul coppino come quello che gli ho appena dato, lascia il segno.

-Ma sei per caso impazzita?!-

-Eri immobile! Ho trovato una soluzione per farti sbloccare. E come hai visto, ha funzionato egregiamente. Devi ammetterlo.-
-Quindi dovrei ringraziarti?-

-No, tranquillo. Ti ho ucciso e ti ho salvato. Siamo pari adesso.-

-Ah sì perché la consideri una parità normale?-

-In questo mondo sì! Comunque torniamo al problema iniziale.-

-Quello che io sono un mago, che il mio cane è un vecchio insopportabile o quello che tu non sei normale?-

-...- “Ma era così difficile cambiare scuola, città, paese e nome?! Mi sarei risparmiata tutta questa roba! Ma no, devo sempre essere istintiva io...”

-Anche tu non sei di certo nelle mie grazie, ragazzino.-

-Penso che proseguirò da sola, mi avete stufato entrambi.-

-Ma se non sai neanche dove andare!-

-Poi ti servo io per andare avanti.- come se non riuscissi a vivere senza Leo...ah già, io sono morta. E sono qui con lui. Qualcosa non quadra. Mi serve veramente per uscire. Non sono mai stata più incavolata di adesso. Anche se a ripensarci, un anno di scuola con Leo nel banco davanti, supera di gran lunga quello che provo ora. A paragonarli, adesso romperei meno muri. Se non si conta quanto mi faccia urlare Blas.

-Senti, ragazzo\che\vorrei\uccidere\ma\non\posso\perché\è\già\morto, sei tu che ci stai bloccando con la tua stupidità.-

-Cosa avrei fatto di male stavolta?-

-Non vuoi capire che non siamo in TV e che questo non è un reality show.-

-...-

-E non guardarmi così! Io ho cercato di spiegarti chi sei, chi è l'amabile vecchietto che ci sta rompendo le scatole con i suoi giochi di parole (e con la sua odiosa faccia che spunta dappertutto da quando siamo arrivati qui) e chi è il cane! Non sono due punti così complicati da comprendere!-

-In realtà sono tre...-

-Il cane e il vecchio sono la stessa persona, quindi diventano due le nozioni da imparare, OK?!?!-

-Mi sa che l'hai fatta arrabbiare veramente stavolta.-

-Non pensare di non c'entrare anche tu, Blas!-

-Se ti dico che ho capito tutto e che accetto qualsiasi maledizione, possiamo andarcene?-

-Se fosse così facile non saremo bloccati qui, sai?-

-Ma lo offendi sempre?-

-Sì, a volte non riesco proprio a resistere. E la sua stupidità innata rende tutto molto più divertente.-

-Ah, bene. Comunque, per entrare all'inferno, lui deve risvegliare i poteri e tu devi smetterla di insultarlo.-

-E per quale ragione?-

-Perché servono ad aprire la porta.-

-Dico per quale motivo dovrei cominciare ad andarci d'accordo.-

-Per il semplice fatto che mi sta venendo mal di testa.-

-Allora stai tranquillo che non lo farò mai. Invece i poteri?-

-Dalla porta dietro di noi si arriva all'Inferno ma questa è protetta da una sequenza magica attivabile solo da un mago o una strega, o da me.-

-Tu non rientri nel settore streghe?-

-Dicevo...rimarremo qui fino a che lui non impara il codice. Magari se lo incoraggi ci mettiamo poco tempo.-

-Non ci spererei, è troppo stupido.- si sente un tonfo dietro le nostre spalle. Quello là avrà sicuramente rotto qualcosa.

-Chi era lo stupido?- ha la voce da santarellino odioso. Mi giro per dirgli qualcosa e...

Ok, non può essere.

-Non puoi avere aperto la porta! Blas, cosa è successo?!-

-Non lo so, è molto strano.-

-L'avevo capito anche io che era una cosa strana!-

-Ho semplicemente cercato una sequenza che fosse...-

-Avrai cacciato a caso come si fa nei test a risposta multipla quando non si studia...-

-E se coì fosse?! Lo fai anche tu!-

-Semplicemente perché ho lasciato nel cassetto la mia voglia di studiare.-

-E anche per questo ti odio, visto che prendi voti più alti dei miei!-

-Ragazzi?-

-COSA VUOI?!- urliamo all'unisono. Blas ci indica la porta che è ancora aperta...già...dobbiamo andare...stavolta per sempre.

-Questo è un addio, fate in modo di non mettervi nei guai. Noi ci rivedremo all'uscita dal paradiso, quindi muovetevi.-

-Fino ad allora non ti posso più offendere? Uffa.-

-C'è sempre Leo.-

-Grazie per averglielo ricordato..- non credere che me ne fossi dimenticata.

-Ah, nell'Inferno state attenti al fuoco. Non vi brucerete ma le fiamme nascondono negli animaletti fastidiosi che ti fanno avere le allucinazioni...poi...nel Purgatorio non parlate con le persone a meno che non siano i funzionari che controllano i morti. Li riconoscerete perché sono cinque e hanno disegnato un rombo viola in fronte. Se non sono loro non proferite parola con nessuno, a meno che non vogliate rimanere con loro per sempre.-

-Rombi viola? Non potevano mettere qualcosa di più carino, come un unicorno?-

-Fallo parlare, agli unicorni penserai dopo.-

-Grazie. Allora, nel Paradiso non c'è niente di spaventoso, ma non accettate niente da mangiare o da bere. Vi inducono in tentazione per avere un pretesto con cui rimandarvi all'inferno e svuotare i dormitori. Tanto non soffrirete né fame né sete quindi non accettate per golosia.

-Parla con te, Leo.-

-Qua la golosa sarai tu!-

-Basta voi due. Mi troverete al confine Paradiso/Terra di Nondove. Andate sempre dritti sulla vostra via e mi vedrete. Ricordate i miei avvertimenti.-

-Praticamente in questo viaggio potrò parlare solo con l'idiota qua presente e dei vecchietti sparsi in giro per i mondi che hanno tatuato in fronte un rombo viola?-

-Esattamente.-

-Sembra forte. Ma a cosa servono i dormitori se notte e giorno non esistono?-

-Nei Tre Mondi Principali esistono, in quelli minori no. A Megawal non c'erano perché e il luogo del niente e del tutto, non è un mondo ma lo è...-

-Insomma dovrei essere pazza per capirlo. Mi resta solo una domanda.-

-Prego.-

-Dove è finito Leo?!-

Adesso devo anche fare da babysitter?!? Quel ragazzo non smette mai di stupirmi...Ed eccolo là. L'esemplare perfetto di “Homo Stupidissimus” intento a varcare la soglia per l'Inferno senza la sua guardia del corpo (io).

-Ehi, ti muovi? Io vorrei andarmene il più presto possibile da qui! Mi sembra di avere già accennato a questo mio desiderio!!!-

-Sì, arrivo...- sorrido a Blas e mi incammino verso l'ominide e insieme ci addentriamo in una luce blu, molto più fredda di quella rossa che ci ha portato qui. E non capisco cosa c'entri quella tonalità con il posto in cui stiamo andando.

Forse è per prepararci al caldo.

Alle fiamme.

Forse l'Inferno non sarà come tutti se lo immaginano.

O forse sì.

Possiamo scoprirlo solo andandoci.

E ci stiamo andando.

 

 

Buongiorno a tutti :D
So di essere un tantiiiino in ritardo con il capitolo ma è colpa di enti superiori a me...e al fatto che per un po' non sapevo cosa scrivere T-T

Beh, meglio tardi che mai, quindi eccovi il capitolo e spero vi piaccia :)
Non so quanto ci vorrà per il prossimo... quindi godetevelo! ;)

Alla prossima!!
_freshouse

 

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