New World

di irishpuppysmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** QUESTO NON E' UN CAPITOLO! ***
Capitolo 7: *** 6 ***
Capitolo 8: *** 7 ***
Capitolo 9: *** 8 ***
Capitolo 10: *** 9 ***
Capitolo 11: *** 10 ***
Capitolo 12: *** 11 ***
Capitolo 13: *** 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** 1. ***


New World

1.

 
Nero e bianco.

Questo era tutto ciò che riuscivo a vedere della rivista che leggeva mia sorella. La stessa che comprava ogni settimana. Non riuscivo mai a vedere cosa fossero perché li nascondeva.
Mi sedetti sul letto di camera, dal mio lato, e mi misi ad ascoltare la musica mentre mia sorella continuava a leggere, si stava pure concentrando.
-Non ti sforzare troppo eh!- la presi in giro guardando il soffitto..lei non mi rispose e continuò a leggere, ignorandomi. Sbuffai e chiusi gli occhi.
Dopo una mezzoretta sentì un rumore, aprì l’occhio sinistro e vidi mia sorella mettere la rivista nel cassetto e stendersi a letto.
-Notte sorellina!- dissi chiudendo l’occhio.
-Notte!-

Sempre di poche parole.



Aprì gli occhi, ancora assonnata. Il mio letto era diventato tutto d’un tratto scomodo e umido, il mio cuscino sembrava sparito. Sentì una strana sensazione al petto, poi mi ricordai che la sera mi ero scordata di mettermi il pigiama.
Solo dopo pochi secondi mi accorsi della distesa di blu che mi ritrovavo davanti. Che strano non ricordavo che il soffitto di camera fosse dipinto di azzurro, credevo che avessimo deciso di lasciare la stanza bianca.
Sbattei più volte gli occhi e mi alzai di poco.

Ero su un prato.

Ok,.cosa ci faccio io su un prato?

Mi guardai attorno e mi alzai, iniziai a camminare, sembrava che non ci fosse nessuno. Arrivai a un laghetto alimentato da una cascata. Mi sedetti al bordo e mi sciacquai la faccia, cercando di svegliarmi.
Mi venne una domanda spontanea; dov’era mia sorella?
Mi guardai ancora intorno, ma c’ero solo io.
Un’altra domanda mi sorse: come ci ero finita su un prato?
Domande che necessitavano di una rispose che, sfortunatamente, non arrivò. O almeno, non dalla mia mente.
Sospirai e mi alzai, presi una bella boccata d’aria e gridai il nome di mia sorella, sperando che fosse vicina e mi sentisse. Rimasi in ascolto per vari minuti, ma sentivo solo il rumore della cascata e del vento che faceva muovere le alte chiome degli alberi.
Iniziai a camminare senza meta, tanto, pensai non posso perdermi più di così.
Iniziai a non sentire più il rumore della cascata, solo i miei passi. Il mio sguardo era fisso a terra, sconsolato. Alzai gli occhi troppo tardi e mi beccai un ramo in testa. Caddi presa alla sprovvista e mi massaggiai la testa.
-Ahi-. mormorai alzandomi e cercando inutilmente - di pulirmi i pantaloni dalla polvere.
- ANGEL –
Dio,quanto odiavo il mio nome, spiegatemi che senso aveva chiamare una figlia angelo. Mi ripresi dai miei pensieri riconoscendo la voce di mia sorella, mi guardai intorno.
-         CORA – iniziai a correre mentre entrambe continuavamo a ripetere i nostri nomi. Alla fine raggiunsi uno spiazzo e intravidi la figura di mia sorella che mi correva incontro.
Quello che avemmo non fu proprio un abbraccio, più che altro un impatto.
Ero preoccupata per me, per lei, per dove eravamo finite. La cosa che mi lasciò interdetta fu la felicità di Cora nel trovarsi in quel posto.

-Si può sapere perché cavolo sorridi? Siamo in un posto che non conosciamo, SOLE!. – esclamai mettendogli le mani sulle spalle e fissandola negli occhi.

Aveva sempre avuto degli occhi bellissimi, azzurri come il cielo che avevo fissato prima di rendermi conto di dove ero finita. I suoi capelli erano rovinate dalla terra, ma non avevano perso la loro bellezza naturale. Capelli rosati , quasi da sembrare bianchi. La pelle era sporca ma sempre candida. Bellissima.

-Ecco, io conosco questo posto!- esclamò allegra facendo una giravolta e cadendo sull’erba guardando il cielo, sorridente. Allegra.
-Bene! … dove siamo ?- chiesi confusa
-Siamo nel mondo ninja, Angel.- il suo volto si fece ancora più radioso e il mio ancora più confuso.
Come sarebbe a dire che siamo nel mondo ninja  
Mi sedetti e la guardai come se fosse pazza, lo avevo sempre sospettato che fosse un po’ fuori di ciocca,ma qui superiamo il limite.
-Io .. non capisco- mormorai così piano che mi sorpresi quando lei capì ciò che avevo detto, sorrise e si alzò allargando le braccia
-Questo!- disse emozionata – E’ il mondo che ho sempre sognato, in cui desideravo da morire vivere, conoscere gli abitanti.-
Mi guardò per qualche secondo
-Hai presente i fumetti che leggo?- annuì – Le vicende sono trattate in questo mondo!-
Mi portai una mano alla fronte e sospirai
-Ok, se è vero quello che dici, sai anche dove andare per trovare una città?-
Lei fece una strana smorfia e scoppiò a ridere – Angel, qui non ci sono città, qui la gente vive nei villaggi-
-si,si quello.- dissi
Lei annuì entusiasta e mi prese per il braccio, incominciammo a camminare.
-Non ci vorrà molto,siamo vicine-

Grazie a Dio 

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Capitolo 2
*** 2. ***


New World

2.

 
Arrivammo davanti a delle porte enormi, controllate da più uomini vestiti di verde. Cercai di non fare commenti acidi su quanto vestissero male e mantenni la mia espressione neutrale. Cora raccontò loro che venivamo da Suna – non chiedetemi che cosa sia – e che eravamo in visita. Loro ci fecero entrare, ma vollero registrare i nostri nomi. Cora disse di chiamarsi Faguko mentre disse che io mi chiamavo Hikari.
Dopo mi spiegò che i nostri nomi reali avrebbero dato troppo nell’occhio. Bé, era lei l’esperta di queste cose, quindi me ne rimasi zitta.
Lei guardava in giro come se fosse la prima volta che vedeva tutto ciò, ma lei lo vedeva sempre attraverso le pagine di quei fumetti. Quello sguardo dovrei averlo io a regola.
Era tutto strano. Giapponese. Non mi aveva mai appassionato il Giappone. Avevo sempre preferito l’America all’Asia, al contrario di mia sorella.
Cora mi trascinò come un pupazzo in giro per il villaggio, volendo guardare ogni singola cosa. Mi sorpresi nel saper comunicare nella stessa lingua delle altre persone anche non avendola mai studiata a scuola.

Lei parlò di una persona importante che portava il nome di Hokage – credo – e disse che possedeva un palazzo. Era lì che mi stava portando. Riuscimmo a entrare nell’ufficio di questo Hokage e mi ritrovai davanti una donna bionda. Sotterrata da fogli.
-Buongiorno Hokage- disse mia sorella
La donna sembrò sollevata nel vedere delle persone, forse si era stancata di tutte quelle scartoffie. Cora gli raccontò tutto, diceva che di lei ci si poteva fidare.
-Forse so,dove potervi sistemare, anche se non avrò il consenso del padrone. Vi dispiacerebbe alloggiare nella villa degli Uchiha? Per ora è tutto quello che posso offrirvi.-
Vidi mia sorella rabbuiarsi di colpo. Credo che mi stesse per venire un mal di testa. Chi sono questi Uchiha? Perché siamo qui? Come riesco a comunicare bene in questa lingua? PERCHE’ ?
-Certo Hokage, la ringraziamo per il vostro aiuto.- salutammo e ce ne andammo

-Mi spieghi perché il cambio di umore?- chiesi quasi intimorita dalla risposta. Chissà, magari questi Uchiha erano dei serial killer pronti a ucciderci nel sonno e quella donna ci aveva mandate li per liberarsi di noi.
Scossi la testa.
-Tutto il clan Uchiha è stato sterminato da Itachi Uchiha, che ha lasciato in vita solo suo fratello minore, Sas’ke Uchiha.-

La prima cosa che mi venne da pensare fu: che strani nomi.
Subito dopo mi spaventai questo Itachi è davvero un serial killer.
Presi a massacrarmi le dita delle mani fino a che Cora non si fermò davanti a una casa. Villa.
Entrammo e girovagai per la casa cercando una camera che mi piacesse. Mia sorella invece mi diede la buona notte e si rintanò in una camera.
Sospirai e andai in giardino. Mi guardai intorno. Non era poi così male come abitazione. Mi immagino l’allegria delle persone che vivevano qui. Ovviamente prima di morire.
Mi chiesi come avesse fatto questo Itachi a sterminare il suo clan, la sua famiglia. Mi domandai come vivesse ora il fratello minore lasciato in vita. Cosa provasse, quanti anni avesse.
Sospirai e mi stesi sul prato. Non era ancora notte ma credo che l’orario fosse intorno alle sei, massimo sei e mezza.
Chiusi gli occhi e pensai ai nostri genitori, sarebbero stati in pensiero, spaventati e preoccupato nella scomparsa di due figlie, dopo che la primogenita aveva avuto la brillante idea di trasferirsi negli stati uniti a soli diciannove anni d’età.
Entrai di nuovo in casa e trovai il bagno, mi guardai allo specchio cercando di sistemarmi un po’.
Al contrario di mia sorella io avevo gli occhi blu scuro, i capelli erano ancora raccolti in due code, erano neri, ma lucidi. La pelle era l’unica cosa che accumunava me e mia sorella. Sospirai e guardai il mio riflesso. Tornai lentamente nella camera che avevo scelto e mi addormentai.
Un rumore mi fece aprire di scatto gli occhi. Sentivo il cuore battere forte e il mio corpo sudava freddo. Una strana sensazione mi percorreva l’interno corpo, passando per le vene con il sangue. Mi alzai senza fare rumore e uscì dalla camera.
La notte veniva illuminata solo dalla luce della luna piena, alta in cielo.

Camminai con passo felpato verso la camera che aveva occupato Cora e aprì la porta. Lei dormiva beatamente nel suo letto.
Richiusi la porta lentamente e sentì di nuovo quel rumore, sussultai spaventata accorgendomi che non proveniva dalla camera di mia sorella. Girovagai in casa sperando di non perdermi.

Calma e sangue freddo Angel, calma e sangue freddo.

Il cuore continuava a battermi mentre mi avvicinavo al giardino

Sarà un gatto, Angel, torna a dormire.

Uscì in giardino e alzai un sopracciglio trovando un ragazzo steso a terra. Presi un ramo che mi era vicino e camminai lentamente verso di lui. Mi piegai sulle ginocchia e punzecchiai il braccio sinistro con il rametto.
Vedendo che non si muoveva punzecchiai la testa.
Di scatto il ragazzo si alzò e gridò, facendo gridare anche me di conseguenza. Avvertì una porta aprirsi e dei passi veloci. Mia sorella si affacciò sul giardino e alzò un sopracciglio proprio come avevo fatto io.
-Ehm … chi siete? Che ci fate a villa Uchiha?- scattò in piedi indicandoci.
Strinsi le mani a pugno e presi il ramo,tirandoglielo in testa. Lui si massaggiò il punto che avevo colpito e mi guardo confuso.
-Prima di tutto scusati,mi hai fatto prendere un colpo, poi presentati e DOPO gentilmente esponi le tue domande testa ..- non finì la frase che mia sorella mi suggerì come chiamarlo
-Testa quadra,Hikari. – sorrise lei

Giusto pensai noi avevamo questi nomi falsi.

Sbuffai e incrociai le braccia
-Sono Naruto Uzumaki e ora .. cosa ci fate a villa Uchiha?-
Gli lanciai un altro rametto
-Ehi! Mi sono presentato – si lamentò afferrando il rametto prima che lo colpisse
-Ti devi scusare!- sbottai pestando il piede a terra.
-Ah si giusto, scusatemi per avervi disturbato.- sbuffai e sospirai.
-Ciao Naruto, io sono Faguko e lei è mia sorella Hikari, siamo a Konoha, ma veniamo da Suna, ci serviva un posto per alloggiare e l’Hokage ci ha mandato a villa Uchiha.-

Spiegò Cora con una pazienza e un sorriso mai visti prima, da quando mia sorella era diventata così socievole e gentile?
-Ah capisco.- si grattò la testa imbarazzato – Buona notte e scusatemi ancora- detto questo sparì in un balzo.

Sgranai gli occhi e tornai a dormire senza degnare mia sorella di uno sguardo

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


New World
3.

-Voglio quella ragazza, ci serve.- espose infine un ragazzo dai capelli arancioni e la pelle bianca
-Ma perché?- continuò sbuffando un altro
-Io non capisco-
-E’ solo un’umana, il pesce l’ha osservata- sbottò un biondino
-Ehi! Ho un nome io –
-Basta! Ho detto che voglio quella ragazza, e non è una semplice umana, lei possiede un grande potere. Solo che non lo sa utilizzare-
-E tu come lo sai?- domando una ragazza
Il ragazzo con i capelli arancioni sussultò –lo so e basta, andate a prenderla-



Mi svegliai e mi trascinai al bagno. Ormai sapevo o dove si trovava la camera dove dormivo,il bagno e il giardino. Che bestia eh.
Girovagai per casa e trovai la cucina dove mia sorella mangiava una mela.
Presi anche io una mela e iniziai a mangiarla.
-conosci quel ragazzo di ieri,Cora?- chiesi ricordandomi dell’intruso di ieri sera.
-Lui è Naruto, il protagonista.- mi disse in breve.

Io l’ho sempre detto che di mattina è di poche parole

-Ah.-
Finimmo di mangiare e uscimmo, camminammo per le strade fino a che Cora non venne chiamata da qualcuno.
-FAGUKO!- ci girammo entrambe e mi trovai davanti il biondino – l’intruso.
-Ciao Naruto- sorrise lei, ma perché con me è scontrosa di mattina e con gli altri no? Bah. Naruto ci invitò a conoscere i suoi amici e Cora accettò subito trascinando anche me, certo che corre veloce eh.
Arrivammo in sotto degli alberi, c’era un gruppo di ragazzi con tre ragazze. Sicuramente gli amici di Naruto. A Cora gli brillavano gli occhi dall’emozione. Alzai i miei al cielo e vidi passare qualcosa. Assottigliai gli occhi, ma qualunque cosa fosse ora era sparita.
Mia sorella mi scosse e tornai con la testa sulla terra.
-Allora; lei è Sakura, lui è Sai ..- Naruto cadde a terra da un pugno, una ragazza rosa si massaggiò la mano
-Ci sappiamo presentare da soli!.- alzai un sopracciglio, quel ragazzo mi faceva pena, povero.
-Io sono Kiba e lui è Akamaru- sorridemmo entrambe ma appena vidi il cane enorme i miei occhi cambiarono forma, diventando due cuoricini.
-Oddio,ecco che inizia- mormorò Cora. Gli altri la guardarono curiosi e confusi e io mi attaccai a Akamaru.
-Lo portiamo a casa?- chiesi a mia sorella, lei scosse la testa facendo ridere tutti.
-Io sono Hinata e lui è Shino-
-Ciaaao-
Ok, ero partita di ciocca anche io, ma non ci posso fare niente, i cani mi mettono di buon umore.
-Io sono Ino-
-Shikamaru-
-Vuoi una patatina?- chiese un ragazzo a Cora, che rise e annuì –comunque sono Choji-
Scesi dal cane riprendendomi, almeno un po’
-Io sono Faguko e lei è mia sorella Hikari-
-Piacere di conoscervi- dissi sorridendo
Ci sedemmo sotto l’albero e iniziammo a parlare. Infondo non è poi così male stare qua. I ragazzi sono simpatici e anche le ragazze. Cora si trova bene con Ino e Sakura. Io invece mi sento a mio agio con Hinata.

E’ una bellissima ragazza, i suoi occhi mi hanno colpita subito, i capelli lunghi, blu scuro sono simili ai miei occhi. E’ timida e arrossisce leggermente quando Naruto le sorride. Sicuramente gli piace.
Mi stesi sull’erba mentre gli altri chiacchieravano,alzai lo sguardo sul ramo davanti a me
-perché un gatto, gli piacciono i cani, non abboccherà- disse uno dei quattro
-Fai fare a me-
-Ma perché un gatto?- sbottò ancora
-Perché mi piacciono i gatti- sintetizzò
Gli altri due si guardarono e scossero la testa,esasperati.
Vidi un micino bianco e nero e sorrisi.
Amavo i cani ma i gatti erano tenerissimi.
Notai che non aveva il collarino, quindi non apparteneva a nessuno. Magari lo potevo tenere.
A quel pensiero mi alzai, il gatto scese dal ramo e si infilò tra gli alberi.
Senza farmi notare dagli altri lo seguì.
-Ei micino, vieni qua- sorrisi quando il gatto si fermò e si strusciò sulle mie gambe, risi, mi faceva il solletico.
Lo presi in collo e feci per tornare indietro, ma la strada mi venne sbarrata da un ragazzo biondo che aveva uno strano ghigno in faccia. Alzai un sopracciglio guardandolo male.
Mi voltai ma la strada mi venne sbarrata di nuovo, questa volta da un ragazzo coi capelli neri. Mi volta ancora e successe di nuovo con un ragazzo con uno strano colore di pelle, era azzurra.
C’era ancora una strada, ma era sicura che mi si sarebbe sbarrata presto. Vediamo chi rimane.
Mi voltai e accadde di nuovo, un ragazzo dai capelli rossi mi si parò davanti.
-wow che entrata ad effetto eh- mormorai sospirando.
Il gatto miagolò e soffiò verso il biondino.
-stupido gatto- sbuffò lui
-cosa volete da me?-
Sentii una pressione al collo e svenni,appoggiandomi a chi mi aveva pigiato sul nervo.
Mi svegliai grazie al gatto che miagolava. Mi ressi sui gomiti e il gattino mi salì sulla pancia.
-Non posso continuare a chiamarti gatto, ti devo dare un nome- pensai alle poche parole in giapponese che conoscevo anche nel mio mondo e sorrisi
-ti chiamerò Junjou-  sorrisi accarezzando l’animale che iniziò a fare le fusa. Scossi la testa e mi alzai guardandomi in torno. Ero in una stanza piccola,con un letto un armadio, una finestra sbarrata e una porta ovviamente chiusa a chiave.
-Ma che cavolo …?- Junjou scese dal letto e iniziò a grattare la porta con le unghie miagolando.
-Zitto stupido gatto- sentii una voce aldilà della porta, sbuffai.

Perfetto pensai ci mancava solo essere rapita

Pensai di bussare e chiedergli di uscire fino allo sfinimento ma essendo in un mondo ninja ho l’impressione che se qualcuno si arrabbia, mi fanno fuori. Mi sedetti di nuovo sul letto
-non mi resta che aspettare- mormorai stendendomi, Junjou mi raggiunse e si sdraiò sulla mia pancia. Dopo poco mi riaddormentai.
-Ora ci spiega il suo potere?- una voce la svegliò
Aprì gli occhi e si ritrovò circondata. Junjou incominciò a soffia e saltò a dosso a un ragazzo, lo stesso che mi aveva sbarrato la strada con un ghigno in faccia. Iniziò a graffiargli la faccia miagolando.
-Junjou!- chiamai
Il gatto soffiò un ultima volta e tornò accanto a me. Un altro ragazzo iniziò a ridere guardando il biondo.
-Kisame- un ragazzo dai capelli arancioni fece riportare la calma, si sedette sul letto
-Come ti chiami?- chiese
Alzai entrambe le sopracciglia e lo guardai male
-Fammi capire, i tuoi scagnozzi mi portano qua, mi rapiscono, mi ritrovo in questo posto circondata da voi e non sai nemmeno il mio nome?- lui non rispose ma continuò a guardarmi
Sbuffai e incrociai le braccia –Hikari-
-Il tuo vero nome intendo- specificò
Sgranai gli occhi e lo guardai confusa
Come sapeva che non era il mio vero nome, forse sapeva dirmi perché mi ritrovavo qua, o forse poteva rivelarmi come tornare nel mio mondo
-Angel-
Lui si alzò e guardò i quattro che mi avevano rapita –Era l’altra-
-COSA?- gridò … Kisame?
-E’ colpa tua biondino, perché mi hai detto di attirare lei?- continuò girandosi verso il ragazzo pieno di graffi.
-Non prendertela con me pesce troppo cresciuto, è colpa di Sasori-
Un ragazzo con i capelli rossi si avvicinò al Biondo tirandogli un pugno.
Volevano Cora.
-Pain, magari ci può tornare bene anche lei no?- disse Sasori voltandosi, mi guardò per qualche secondo
-Ha anche lei molto chakra, forse più di sua sorella.- continuò
-Magari è come sua sorella e possiede anche lei un grande potere- continuò per il rosso un ragazzo dagli occhi viola
-Forse si- constatò – seguimi.-
Mi alzai con Junjou su una spalla e seguì Pain
-Che potere potrebbe avere?- chiese Deidara
-Pain! So io che potere ha- disse una ragazza dai capelli blu
Da dove è sbucata questa?
Roteai gli occhi, incominciavo a stancarmi. Prima di tutto non sapevo che cosa era questo Chakra, secondo come sapevano che avevo una sorella, terzo io e mia sorella avevamo ‘grandi poteri’ ? mi prendete in giro?
-E cioè?-
-Conosci qualche canzone?- mi chiese sorridente, almeno era gentile e sorrideva. Annuì incerta.
-Bene canta-
Alzai le spalle e la blu mi fece sedere per terra, dopo si misero tutti in cerchio sotto ordine sempre della blu. Si faceva rispettare eh
Presi un bel respiro e chiusi gli occhi riportando alla mente le parole dell’ending del mio anime preferito
 

Zutto tsutaetai no ha todoketai no ha tada hitotsu no I love you
okuru no ha zutto kimi dake ni
Dou shiyou mo nai tomerarenai
kono kanjou no namae nante wakaranai
ochitsukanai nemurenai
mou nanimo atama ni hairanai
te wo gutto nobaseba furesou na kyori de
tada sotto mitsumeteru kokoro ga sawaideru

Zutto tsutaetai no ha todoketai no ha tada hitotsu no I love you
“ima nanji?” “choushi doudai?” sonna’njanakute sa
itsumo mune no naka de sakende’nda yo akireru hodo I love you
okuru no ha zutto kimi dake ni

Tomadotte tenpatte
kaerimichi tameiki ga koborete
demo chanto memory ni hozon sarete iku’nda yo
zenbu taisetsu de
kyou datte kimi to no omoide ga hoshikute
tada aitai ima aitai hora mata sagashiteru

Datte “itsumo toori” mo wakaranai’nda yo ki ga tsukeba kimi ga ite
kokoro wo tsukamaete hanasanai kara
kitto ureshikattari kurushikattari sonna zenbu ga I love you
okuru yo kimi ni kore ga aikotoba

Masshiro na peeji muchuu de tsuzuru kotoba
itsuka kaze ni nori sora wo meguri kimi he to tonde yuke

Zutto tsutaetai no ha todoketai no ha tada hitotsu no I love you
“ima nanji?” “choushi doudai?” sonna’njanakute sa
itsumo mune no naka de sakende’nda yo I love you
okuru no ha zutto kimi dake ni
kimi dake ni
kimi dake ni

 
Aprì gli occhi e trovai quasi tutti imbambolati.
-Avevo ragione!- esclamò la blu accanto a me
-La tua voce può trasportare le persone che non hanno un buon controllo in un'altra dimensione o semplicemente può .. farli rimanere imbambolati per un po’- mi spiegò sorridendo
Osservai le espressioni di quelli imbambolati: del biondino pieno di graffi, di Kisame, di Sasori, di uno che ancora non conoscevo e di Pain.
-Questo dimostra che io,come Itachi, Zetsu e Hidan abbiamo maggiore controllo di noi stessi e della nostra mente.-

Fermi tutti …. Ha detto .. Itachi??
Oddio com’era il cognome? Ucana, Uchena no. … a si Uchiha

-Itachi? .. Itachi Uchiha?- chiesi, mi sorpresi nello scoprire che la mia voce tremava. Beh,però avevo le mie ragioni, ero davanti a un serial killer, tra l’altro abitavo temporaneamente nella sua casa.
La blu annuì confusa dal mio comportamento, abbassai gli occhi.
Perché invece di finire nel manga preferito di mia sorella non sono finita in sekai ichi hatsukoi? La sfiga ha occhi solo per me.
Dopo poco gli imbambolati si ripresero e Pain si ritirò nel suo ufficio insieme alla blu. Bastardo! Mi ha tolto l’unica persona che mi stava simpatica in questo covo di matti e sicuramente di killer. 

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Capitolo 4
*** 4 ***


New World
4.

 
Come ho fatto a non accorgermene?

Cora si chiese per tutta la notte come avesse potuto permettere il rapimento di sua sorella. Come nessuno avesse avvertito la presenza di altri ninja. Si chiese chi mai poteva rapirla, a quali scopi, chi.
Troppe, troppe, domande a cui la ragazza non seppe dare una risposta se non singhiozzi e lacrime.
Uscì di casa e si sedette in giardino fissando il cielo blu scuro ricoperto da un mantello di bianche stelle che brillavano e contornavano la luna mezza piena.
Le venne in mente una scena già passata ..

{…} *
-Sorellona, ma poi torni?- chiese una bambina con un vestitino rosa sgargiante alla sorella maggiore che teneva in mano una borsa
-Vado solo in gita scolastica, Cora.- la rassicurò per l’ennesima volta.
Cora però iniziò a piangere
-Ehi Cora, no, non piangere! Facciamo così .. – iniziò catturando l’attenzione della minore – io starò via tre giorni, ogni volta che ti senti sola affacciati alla finestra di camera nostra e guarda il cielo – la minore la guardò confusa e Angel sorrise rassicurante
-Io starò facendo lo stesso- le disse prima di baciarle la fronte

{…}
-Dove sei, Angel?- sussurrò Cora guardando il cielo stellato.
 Nello stesso momento al covo dell’akatsuki Angel aveva scoperto di non potere uscire, quindi di non poter vedere il cielo stellato che tanto amava, sia nel suo mondo che qui.

[..]*
Mi stesi sul letto, Junjou era sparito da qualche minuto. Non avevo chiuso la porta, sennò me l’avrebbero smontata per assicurarsi che rimanessi lì. Vorrei dirgli che non sono pericolosa, ma non ne ho il coraggio.

Se questi mi controllano sempre pensai non potrò mai scappare.

Sospirai e sentì qualcuno entrare, voltai la testa lentamente e vidi la blu, era tornata.
-Ha fame?- mi chiese
In risposta scossi la testa in segno di negazione e lei mi guardò leggermente male – non provare a smettere di mangiare – quasi mi spaventai per il tono che aveva usato
-Io sono Konan- disse dopo – Angel – risposi.
- E’ pronta la cena, dai vieni, Pain deve annunciare una cosa importante e riguarda anche te!- annuì distratta e spostai lo sguardo
-Arrivo tra qualche minuto – dissi, temporeggiando. Lei annuì e uscì chiudendosi la porta alle spalle, forse si fidava di me, forse aveva capito che non erano in grado di scappare da loro.

-cade una stella giù, la mia strada si illumina. Dolce, guardare su, e scoprire che ci sei tu- canticchiai osservando il soffitto e sospirando, mi alzai e uscì dalla stanza.
Seguì le voci e mi ritrovai in una cucina, tutti erano al tavolo. Alzai per qualche secondo lo sguardo e lo riabbassai subito.
-Vieni, siediti qua- disse Konan sorridendomi, mi fece sedere tra lei e Sasori.
Mangiai poco e niente, mi si era chiuso lo stomaco. Restai comunque a tavola. Mi ero scordata dove stava la mia camera. Mi sentì poggiare qualcosa sulla spalla sinistra e alzai di scatto il volto trovandomi Pain alle mie spalle, con un accenno ( nascosto eh u.u) di un sorriso.
-Dovrai iniziare a allenarti- fermi tutti! COSA?

Mi alzai senza lasciarlo finire e gli occhi di tutti mi si puntarono a dosso, pensavano che ora facessi una sceneggiata? Poveri illusi, di certo non mi metto a piangere eh!
-Allora, prima di tutto abbi un po’ di tatto – iniziai incrociando le braccia, lui alzò un sopracciglio e tutti gli altri aspettavano che continuassi – poi, ti rendi conto della cazzata che ha sparato? Ma davvero? IO? Allenarmi? Ma mi hai visto bene?- mi indicai più volte
Deidara si mise una mano in faccia, Hidan era interessato come Kisame, Kakuzu e gli altri.
-Io non conosco questo posto, ok? Quella è mia sorella che sbaverebbe nonostante avesse degli assassini davanti, cioè voi, ma io no. Insomma, alcuni di voi sono terrificanti!- sbottai – Secondo, tu puoi cercare di allenarmi per quanto ti pare ma ti posso assicurare che non ricaverai niente.- ci fu qualche momento di silenzio dove sospirai più volte per calmarmi.
-Senti, io non volevo nemmeno essere qui. Non me ne frega niente di poteri,Chakra, Assassini traditori .. voglio solo tornare a casa mia, quindi, se sai come fare … ti prego, fammi tornare nel mio mondo.- abbassai la testa

Davvero io avevo pregato qualcuno per qualcosa? Dio, uccidimi.

-Mi spiace …- alzai la testa per guardarlo – ma non posso. –
-MI STAI PRENDENDO PER IL CULO, PIERCING AMBULANTE?- urlai, con la coda dell’occhio vidi Hidan sorridere e annuire chiudendo gli occhi, come se fosse felice.
-No Angel, non posso e basta.- strinsi i pugni e per la rabbia tirai un pugno al muro, sorprendendomi non mi feci male, feci anche delle crepe sul muro.
Uscì dalla cucina e girovagai un po’ prima di trovare la mia stanza, chiusi la porta e mi buttai sul letto, sentì miagolare e qualcosa mi salì sulla pancia, sdraiandosi.

Io odio questo posto.


ANGOLO DELL’AUTRICE, YAY

*{…} Sarebbe quando qualcuno ha un flashback
*[..] Sarebbe il passaggio da un personaggio all’altro.



Passando a noi! :3
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, in realtà era già pronto ma il fatto di Cory mi ha un po’ scosso e non sono riuscita a pubblicarlo prima.
So che non ho rivelato molto ma spero di rifarmi nel prossimo, diciamo che è mediocre? *spera di si! Spera di si*
Chiedo perdono per aver aggiornato solo un secolo dopo T.T

Alla prossima :3  

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Capitolo 5
*** 5 ***


New World
5.



Quando mi svegliai mi sentì una strana sensazione dietro il collo. Mi capitava raramente e quando capitava, vuol dire che qualcuno mi stava guardando.
Aprì lentamente gli occhi trovandomi davanti degli occhi rossi e neri. Sussultai e mi alzai di scatto a sedere, attaccandomi al muro con Junjou che miagolava
mentre andava verso la porta. Gatto traditore.
-Alzati- lo guardai per qualche secondo per poi associare la sua figura a un nome: Itachi.
Sbuffai riprendendomi – E perché dovrei farlo?- lo guardai sfidandolo con lo sguardo. Sapevo che non era saggio sfidare un assassino che ha ucciso tutto il suo clan ma, sono fatta così.
-Devi incominciare l’allenamento.- Dopo i suoi occhi divennero neri come la pece. Erano magnetici, profondi. Da loro, però, traspariva malinconia.
-Pff- sbuffai incrociando braccia e gambe, senza la minima intenzione di muovermi. Lui mi guardò e mi prese per il braccio. Non mi faceva male, ma la presa era salda. Mi trascinò fuori da camera e per tutto il covo mentre mi dimenavo sotto gli occhi degli altri.
Mi trascinò fuori dal covo e mi lasciò il braccio. Mi massaggiai il gomito borbottando insulti.
-Inizia a correre- lo guardai male e lui chiuse gli occhi – devi rafforzarti, quindi la corsa è la cosa più semplice che potrei farti fare.- mi spiegò
-E chi ti dice che farò quello che dirai?- incrociai di nuovo le braccia e continuai a guardarlo male. Lui chiuse di nuovo gli occhi ma quando li riaprì aveva gli occhi rossi e neri. Mi fecero leggermente paura e spostai lo sguardo.
-Inizia a correre per il perimetro dello spiazzo.- mi disse prima di mettersi a sedere su una roccia. Mi guardai intorno e strabuzzai gli occhi – non ti fermerai finché non te lo dirò io- concluse

Sbuffai e andai al perimetro dello spiazzo, dopo, iniziai a correre.

[...]

La guardai mentre correva con una espressione scocciata in volto. Sicuramente dal mondo in cui viveva era una sfaticata, anche se il suo corpo tradiva questa opzione.
Gocce di sudore scesero dalla sua fronte e rallentò leggermente l’andatura. Era stanca. Ma non si fermò. Era testarda, voleva dimostrarmi che non cedeva, che era forte, che ce la poteva fare.
Credeva in sé .

[…]

Il fiato si dimezzò e i polmoni iniziarono leggermente a bruciare. Rallentai, ma non mi fermai. Non potevo dare a quel killer la soddisfazione di vedermi cedere. Suona brutto detto in questo modo. Killer. Rabbrividì nonostante stessi sudando e il sole fosse cuocente.
-Ti puoi fermare- la sua voce mi arrivò ferma e seria. Mi fermai piegandomi su me stessa per riprendere fiato.
L’ho già detto che odio questo posto?
-Ora inizia a fare le flessioni- per un attimo non respirai più. Mi alzai di scatto e mi avvicinai a lui
-Mi prendi in giro?- di tutta risposta lui mi guardò serio, senza degnarmi di una risposta a parole.

Sbuffai di nuovo e iniziai a fare le flessioni. Lo detestavo.

Cosa poteva centrare tutto ciò con me? Era così difficile capire che il mio posto non era quello? Che non facevo parte del loro mondo?
Quando iniziai a non sentire più le braccia, tentai di continuare ma quest’ultime cedettero e caddi con la faccia per terra. Sentivo il suo sguardo su di me. Mi rialzi e continuai tremante. Le braccia iniziarono bruciare come avevano fatto prima i polmoni.
-Riposati.-
Mi fermai e mi misi a sedere, per poi sdraiarmi guardando il cielo. Socchiusi gli occhi mentre il silenzio regnava sovrano intorno a noi. Chiusi gli occhi sospirando.

[…]

Da lassù si vedeva tutto il villaggio. Però, era come se ci fosse una musichetta deprimente di sottofondo. Sospirai per la ventesima volta in quella giornata. Gli altri si erano messi a lavoro per ritrovare mia sorella. Il mio sguardo vagò per tutto il villaggio. Erano tutti felici.
Era strano essere li.
Quando ero nel mio mondo ogni sera desideravo di vivere a Konoha, e ora che ci sono desidero tornare a casa, per poter stare con mia sorella.
-Vedrai che la troveremo.- una voce mi fece sussultare. Mi voltai e trovai Kiba con al seguito Akamaru. Sorrisi tristemente. Lui si sedette accanto a me con Akamaru che si sdraiò dietro di noi. Restammo qualche minuto in silenzio. Silenzio che venne spezzato da Hinata. Dovevano partire per una missione. Salutai entrambi e continuai a guardare il villaggio.

-Così stai peggio.- mi voltai di nuovo e trovai Sai su un ramo. Scese con un balzo e venne verso di me, sedendosi.
-E cosa dovrei fare?- chiesi guardandolo. La sua pelle era più pallida di ogni abitante del villaggio, si distingueva.
-Distrarti- sorrise.
-Facile a dirsi. Dovrei trovare un modo per cancellare anche per qualche secondo tutti i pensieri che ho- mormorai abbassando lo sguardo.
-Forse un modo c’è-
Alzai lo sguardo e lui mi sorrise. Si avvicinò lentamente. La sua mano mi accarezzò la guancia. Sentì la mia fronte in contatto con il materiale freddo del copri fronte di Sai. Il suo respiro, la sua pelle e poi le sue labbra.
Erano calde, morbide. Ricambiai il bacio e lo sentì sorridere.
Quando si allontanò.
-Hai cancellato per qualche secondo i tuoi pensieri?- mi domandò in un sussurrò mentre continuava a sorride.
Annuì e lo baciai di nuovo.

[…]

-Mi rifiuto- sbottai incrociando le gambe e guardandolo male.
Questo pazzo mi aveva fatto correre per un ora, mi aveva fatto fare le flessioni, con cinque minuti di pausa, poi gli addominali e di nuovo delle flessioni. E ora voleva che io corressi di nuovo come prima?
-Non fare la bambina e inizia a correre- disse
-Facile per te, è da due ore e più che te ne stai seduto su quel fottuta sasso!-
-Corri-
Sbuffai borbottando insulti e iniziai a correre.
Lo guardai male e per un attimo sentì il suo sguardo su di me come se fosse divertito.

Ho detto che detesto questo posto? Mi sbagliavo

Io detesto di più lui.


ANGOLO AUTRICE, YAY

Chiedo immensamente perdono T.T

Ho aggiornato dopo un secolo ma ecco il capitolo.

Spero vi sia piaciuto.

Alla prossima. :3

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Che ne dite di questo come Banner della storia? :3

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Capitolo 6
*** QUESTO NON E' UN CAPITOLO! ***


QUESTO NON E’ UN CAPITOLO MA LEGGETE.


Come avrete capito dal titolo questo non è un capitolo.
Più che altro mi sono scordata di scriverlo nell’angolo dell’autrice dell’ultimo capitolo.

Comunque volevo avvertire che la descrizione di Angel è cambiata, di poco, ma è cambiata.
Lei ha i capelli castani e occhi marroni :3

Ora se volete, vi metto i link dell’immagini di Angel e Cora :D
 
Cora: http://24.media.tumblr.com/766b8f6b68b9c9d830cbd5925bc8ebd7/tumblr_mq77d9urJ41rwso4jo1_500.jpg

(non è dolcissima *^^* ??)

Angel:  http://i2.pixiv.net/img58/img/matsuryux/36374722_m.jpg

(Waaa, io l’adoro)

Ora vi metto la foto di un nuovo personaggio che sarà introdotto :3

??? : http://25.media.tumblr.com/7c230f85a06065c4b51f2b898eb2ef91/tumblr_mq1h8bWxlh1rjh453o3_1280.jpg

(Inizia a sbavare senza ritegno)

SCUSATE PER AVERVI FATTO PERDERE TEMPO! A PRESTO C: 

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Capitolo 7
*** 6 ***


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6.


 

 
 
Il cielo azzurro aveva lasciato il posto a un colore aranciastro. Un leggero vento si alzò, scompigliandomi i capelli legati. Mi chiesi quando saremo tornati al covo, almeno mi sarei stesa e avrei dormito. Non avevo mai fatto così tanto movimento in vita mia. Lo guardai mentre osservava il cielo. Poi spostò lo sguardo su di me. I nostri occhi si incontrarono per qualche secondo prima che io spostai i miei. Mi mettevano in soggezione.

-Torniamo al covo- si alzò dal fottuto sasso e lo seguì senza dire parola. Ero stanca anche per parlare.
Quando finalmente arrivammo al covo sentimmo urlare. Io sussultai mentre l’assassino accanto a me rimase impassibile guardando il punto da cui proveniva il rumore. Ci avvicinammo e ricordai che da quella parte c’era il ‘salotto’ se si può chiamare in questo modo.
Trovammo tutto l’Akatsuki al completo che circondavano qualcosa.

Mi avvicinai e cercai di vedere, ma senza successo. I bastardi però fecero spazio a Itachi permettendogli di vedere. Poi vidi uno spazio tra Pain e Deidara. Pain mi guardò e mi fece un cenno. Mi avvicinai e guardai chi aveva tirato quell’urlo.
Sgranai leggermente gli occhi. Era un ragazzo che guardava male tutti. Non si era accorto di me. Seguì il suo sguardo. Stava guardando male soprattutto Kakuzu. Era legato a una sedia. Dopo poco tutti tornarono a fare quello che gli pare.

Io restai a guardare quel ragazzo. Aveva i capelli blu!
Lui mi guardò male come aveva fatto con gli altri ma cambiò idea non vedendo la cappa che indossavano gli altri.
-Perché non indossi la cappa?-
-Perché non faccio parte dell’organizzazione di questi deficienti.- dissi come se fosse ovvio.
Lui alzò un sopracciglio, intuì la sua domanda: - Mi hanno portata qui perché dicono che ho un grande potere.- dissi sorridendo.
Lui annuì e guardò male Hidan, che passò da lì. Si fermò prima di girare l’angolo e tornò da noi, si abbassò alla mia altezza e lo guardai male come avevo fatto per tutta la giornata con Itachi.
-Domani ti alleni con me – ghignò e se ne andò.
Sospirai.

Osservai meglio il ragazzo legato davanti a me. I capelli blu e gli occhi dello stesso colore esaltavano la sua pelle pallida.
Lui mi guardò, ma non come aveva fatto con gli altri. Gli sorrisi e mi stupì quando ricambiò.
-Angel, hai fame?- mi voltai e trovai Konan sorridente, io annuì sorridendogli. Era l’unica gentile con me.
-Angel? Che nome strano.- spostai lo sguardo verso il ragazzo legato e sorrisi, arrossì leggermente – Lunga storia – dissi solamente.
Lui annuì e mi sorrise – Comunque è un bel nome, io sono Mizuki-
Konan ci interruppe e mi disse che la cena era pronta.
-Konan ma Mizuki?- chiesi indicando il ragazzo, lei guardò prima me poi il ragazzo e sospirò –Può venire a mangiare con noi, basta che non faccia cavolate.-
Guardai per un attimo Mizuki e annuì, lui mi sorrise ancora. Lo liberai e si massaggiò le braccia, quella scena mi ricordava tanto me quella mattina. Entrammo in ‘cucina’ e mi sedetti al mio posto. Mizuki si sedette accanto a me e per tutta la cena non feci che incenerire con lo sguardo Itachi che non mi calcolava nemmeno. Maledetto Killer.

Sospirai e dopo cena me ne andai in camera salutando solo Konan e Mizuki. Quest’ultimo dormì nella camera libera accanto alla mia.
Mi stesi sul letto e ripensai a mia sorella. Chissà come stava. Socchiusi gli occhi che incominciarono a bruciare. Mi girai su un fianco. Di sicuro era preoccupata, ma lei aveva tutti gli amici di Naruto e quest’ultimo che le stavano accanto. Pensai a quando eravamo nel nostro mondo. Ci calcolavamo poco e niente. Ognuno se ne stava per i fatti suoi. Lei sempre a leggere o a scrivere o a studiare e io sempre in giro con i miei amici.

I miei amici.

Chissà se si erano accorti della mia assenza. Nessuno si accorgeva mai di me anche stando con loro. Per loro ero un peso. Alle medie mi ricordo di aver avuto solo un amico che poi si era trasferito in California. Alle superiori nessuno mi considerava. Mi infiltravo nei gruppi degli altri e nessuno mi diceva mai niente.
Con quei pensieri mi addormentai.

[…]

Uscì dall’ufficio dell’Hokage. Ancora niente.
Fuori mi aspettava Sai con Sakura. Quest’ultima mi sorrise incoraggiante e Sai mi prese per mano, per poi mettermi un braccio sulle spalle.
-Stai tranquilla, Naruto la troverà- mi disse Sakura prima di svoltare per andare a casa sua. Annuì distrattamente e le feci un sorriso tirato come saluto.
Abbracciai Sai, cercando conforto. Le sue braccia erano forti e mi sentivo al sicuro.
Chissà se anche Angel prima o poi sentirà questa sensazione.
Mi portò fino a casa Uchiha e mi diede un bacio prima di andarsene, gli avevo detto di stare tranquillo. Volevo starmene un po’ da me.
Mi stessi sul letto chiudendo gli occhi e pensando a dove poteva essere. C’erano troppi villaggi e nessuno di loro sapeva di noi. Poi mi venne l’illuminazione: L’AKATSUKI.

Loro sapevano sempre tutti. Era una possibilità. Mi alzai velocemente dal letto e aprì l’armadio. Avevo scoperto che quella era la stanza di Sas’ke. Presi una tuta e me la misi velocemente. Aprì un cassetto trovando alcuni Kunai e degli shuriken. Anche se non facevo parte di quel mondo li sapevo usare bene. Avevo fatto pratica ogni sera. So che non è saggio andare da sola. Sapevo che era meglio avvertire L’Hokage, Sai o Sakura, Naruto o tutti gli altri. E non sapevo perché non corsi da loro invece di andare verso le porte di Konoha. Loro non mi avrebbero permesso di venire.
Cercando di non farmi vedere dalle guardie uscì da Konoha. Sapevo dove si trovava il covo grazie al manga e l’averlo riletto almeno una ventina di volte mi aveva aiutato a ricordarlo. Iniziai a correre.

Aspettami Angel, sto arrivando.

[..]
Quando aprì gli occhi mi trovai davanti degli occhi viola. Sussultai ricordandomi la stessa scena della mattina precedente. 
-Ciao Bambolina, forza, alzati.- sbuffai per il nomignolo e mi alzai andando in bagno. Mi feci una doccia e presi i vestiti che Konan mi aveva lasciato. Uscì con Hidan. Non volevo farmi trascinare come ieri.

Quando arrivammo in uno spiazzo diverso sa quello con cui mi ero allenata con Itachi, vidi un fiume.
-Non vorrai farmi correre come l’idiota di ieri, vero?- chiesi guardandolo male
-L’idiota sarebbe L’Uchiha?- io annuì e lui rise –Mi stai simpatica!- alzai un sopracciglio e smisi di fulminarlo con lo sguardo. Stavo simpatica a un pazzo. Wow. Questa si che è fortuna.
-Cammina sul fiume?-
Caddi a terra dalla sorpresa – E che sono io? Dio? –
Lui rise ancora. E mi spiegò a cosa serviva il chakra.
Mi misi seduta davanti a lui cercando di smuovere  questo Chakra. Nonostante anche Hidan fosse un assassino, mi era simpatico. Leggermente masochista e ossessionato da un dio di nome Jashin, ma simpatico.

Finalmente smossi questo Chakra e iniziai a provare a camminare sull’acqua. Dopo essermi fatta un bagno almeno una ventina di volte ci riuscì. Esultai iniziando a urlare e a fare piccoli saltelli.

Sentì una risata e mi voltai, solo che nel farlo persi la concentrazione e caddi in acqua. La risata si accentuò e guardai male Hidan. Non era solo lui che rideva. Più in là c’era Mizuki. Gli sorrisi ma, mi si spense quando vidi Itachi accanto a lui. Sicuramente si stavano allenando. O meglio, Mizuki si allenava e Itachi lo guardava seduto su un sasso.
-Beh, almeno ce l’hai fatta, Bambolina.- disse Hidan venendo verso di me. Sbuffai sorridendo e mi alzai.
-Ora con lo stesso metodo, cammina sul tronco dell’albero.-
Guardai l’albero, poi Hidan e poi di nuovo l’albero. Annuì e guardai Itachi, Hidan seguì il mio sguardo e rise
-Si, lui rimane qui con lui- indicò Mizuki che mi sorrideva.

Sbuffai e mi avvicinai all’albero. Chiusi gli occhi e concentrai il chakra sulle piante dei piedi. Iniziai a camminare sul tronco con la paura di cadere. Quando arrivai al primo albero persi di poco la concentrazione e caddi. Chiusi gli occhi preparandomi all’impatto ma questo non avvenne.
Aprì un occhio trovandomi davanti la faccia dell’Uchiha. Lui mi lasciò e tornò a sedersi. Lo guardai allibita come Mizuki mentre Hidan lo guardava ghignando.
Sentì un rumore e il mio sguardo si puntò su un cespuglio. Anche gli altri se ne accorsero.

Poi da quel cespuglio spuntò chi non mi aspettavo.
 

ANGOLO AUTRICE, YAY

TA DAN!!
Non mi odiate, vi prego.
Ho aggiornato presto perché non avevo niente da fare u.u
Spero che vi sia piaciuto.

Alla prossima :3 

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Capitolo 8
*** 7 ***


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7

Esatto, dal cespuglio uscì uno scoiattolo!

I miei occhi si illuminarono e mi avvicinai lentamente, lo presi in braccio e sorrisi saltellando per lo spiazzo sotto lo sguardo sconcertato di Hidan e Mizuki, persino quello di Itachi.
-Che c’è?- chiesi guardandoli male – io amo gli scoiattoli!-
-Tu ami anche i cani e i gatti- disse Hidan con un tono rassegnato
-Che c’è di male a amare gli animali?- chiesi accigliata mentre lo scoiattolo saliva sulla mia testa. Misi le mani sui fianchi e mi avvicinai all’albino con fare pericolo che lo fece solo ridere.
-Potresti anche reggermi il gioco eh!- sbuffai andando verso l’albero c continuando a allenarmi.
Mizuki ricominciò a sgobbare sotto gli ordini dell’Uchiha e io intanto mi divertivo per le battute di Hidan. Questo si che è un allenamento. Verso le cinque Itachi e Mizuki si sedettero accanto a Hidan e io mi sedetti davanti a loro.
Loro mi guardarono e Hidan ruppe il silenzio – ti devi esercitare con il tuo potere – mi spiegò. Io annuii e pensai a una canzone da cantare.
Questa volta decisi di cantare in Inglese.
Chiusi gli occhi.
 

Here I am
Feels like the walls are closing in
Once again
It’s time to face it and be strong
Chiusi gli occhi per qualche secondo prima di continuare a cantare.
I wanna do the right thing now
I know it’s up to me somehow
I’ve lost my way
If I could take it all back, I would now
I never meant to let you all down
And now I’ve got to try
To turn it all around
And figure out how to fix this
I know there’s a way, so I promise
I’m gonna clean up the mess I made
Maybe it’s not too late
Maybe it’s not too late, oh

 
Quando li riaprii guardai Itachi, quella canzone mi ricordava lui, era strano guardare un assassino mentre canti una canzone.
Spostai lo sguardo su Mizuki. Era imbambolato come lo erano gli altri la prima volta che cantai.
Poi guardai Hidan, stava resistendo, a fatica ma resisteva.
 

So I’ll take a stand
Even though it’s complicated
If I can, I wanna change the way I’ve made it
I wanna do the right thing now
I know it’s up to me somehow
I’ll find my way
If I could take it all back, I would now
I never meant to let you all down
And now I’ve got to try
To turn it all around
And figure out how to fix this
I know there’s a way, so I promise
I’m gonna clean up the mess I made
Maybe it’s not too late
I’m gonna find the strength to be
The one that holds it all together
Show you that I’m sorry
But I know that we can make it better
If I could take it all back, I would now
I never meant to let you all down
And now I’ve got to try
To turn it all around
And figure out how to fix this
I know there’s a way, so I promise
I’m gonna clean up the mess I made
(Mess I made)
Maybe it’s not too late
I never meant to let you all down
Now I’ve got to try
To turn it all around
And figure out how to fix this
I know there’s a way, so I promise
(Promise)
I’m gonna clean up the mess I made
Maybe it’s not too late
Maybe it’s not too late
 

Mi permisi di restare qualche secondo con gli occhi chiusi in silenzio. Quando li riaprii Hidan era mezzo imbambolato, Mizuki lo era completamente e Itachi era l’unico a essere rimasto impassibile. Proprio come la prima volta.
 
Aspettammo che Hidan si riprendesse, così che uno di loro due potesse portare Mizuki al covo.
Mi stesi e guardai il cielo.
Cora.
 
Il cielo era dello stesso colore degli occhi di mia sorella. In quel momento mi apparse davanti la sua figura che sorrideva.
Sorrisi anche io.
 
Mi ricordai di quel giorno che mi aveva fatto ascoltare una sigla di Naruto. Mi piacque e la canticchiai per qualche giorno. Le parole mi vagano ancora in mente e la canticchiai chiudendo gli occhi.
Era la prima sigla, così mi disse, e faceva il nome di un certo Sasuke.
Quando lo pronunciai mi sentì mancare il terreno sotto e aprì di scatto gli occhi.
Ero attaccata a un albero con Itachi davanti. Aveva gli occhi rossi e neri.
Sussultai.
-Come conosci Sas’ke?-
Scossi la testa divertita.
-Quel nome viene pronunciato in una sigla che mi fece ascoltare mia sorella quando eravamo nel mio mondo.-
Sentito questo mi mollò e caddi a terra – la delicatezza non fa proprio parte del tuo DNA- mormorai
Hidan si riprese e trascinò per un piede il povero Mizuki. Si rifiutava di prenderlo in braccio.
Quando tornammo al covo era il tramonto.
 
[..]
 
Mi fermai sotto un albero per riprendere fiato quando davanti mi si parò una figura. Sai.
-Cosa ti salta in testa?- disse abbassandosi alla mia altezza – idiota- disse.
Lo guardai male, solo come io e mia sorella sapevamo fare.
-Se ve lo avessi detto non mi avreste permesso di venire!- sbottai incrociando le braccia
-Detto cosa?-
-Che forse so chi ha rapito mia sorella!.-
Lui mi guardò per qualche minuto e poi sorrise, mi abbracciò e mi baciò capelli.
Mi tranquillizzai.
-Ovvio che ti avrei fatto venire. Hai il diritto di rivedere tua sorella-
Quella risposta mi spiazzò.
Gli raccontai quello che sapevo e mi disse che sarebbe stato meglio avvertire gli altri.  Fortunatamente non ero andata molto lontana e tornammo velocemente indietro per avvertire tutti.
Partimmo subito: Naruto, Sakura, Shikamaru, Kiba, Hinata, Ino, Choji, Neji, Rock Lee, Ten Ten e Shino. Sai mi teneva sulle spalle e grazie alle mie indicazioni saremmo arrivati al covo dell’Akatsuki la mattina dopo.
 
Ti porterò via di li Angel.
 
[..]
 
-EhEh questa volta non mi fregate- mormorai ghignando alzandomi prima che qualcuno venisse a svegliarmi. Dopo cinque minuti entrò Kisame.
-Bene, già sveglia-
-Questa volta nessuno avrà la soddisfazione di svegliarmi, muaahah- risi incrociando le braccia. Kisame mi guardò leggermente sconcertato e scosse la testa. Io andai in bagno e dopo essermi lavata e vestita uscì dalla stanza.
 
Mentre salutavo Mizuki e il resto dell’organizzazione sentimmo un rumore. Ci voltammo verso il masso che faceva da porta.
-Abbiamo un problema- disse Zetzu spuntando dal pavimento.
Tutti si diressero fuori e io e Mizuki li seguimmo rimanendo nell’ombra.
 
Quello che vidi mi sorprese.
Cora e gli altri erano davanti all’Akatsuki.
Mi erano venuti a cercare.
Pain stava parlando ma, me ne fregai altamente come sempre e corsi verso mia sorella.
La vidi con gli occhi pieni di lacrime e mi abbracciò.
-Angel- sussurrò
-Sono qui- le accarezzai i capelli sorridendo.
-Mi prendi per il culo Bambolina? Torna qua!- sbottò Hidan agitando la sua falce nella mia direzione.
Gli feci la linguaccia lasciando sconcertato Naruto e tutti gli altri, anche Cora.
-Col cavolo che viene con ..- iniziò Naruto ma Itachi mi afferrò per una spalla e mi portò dove prima era lui, vicino a Deidara. Sasori mi fece restare ferma con dei fili di Chakra.
-Maledetta marionetta- mormorai
 
-Vi prego lasciate mia sorella- disse Cora guardando Pain.
Alzai un sopracciglio e la guardai male sotto lo sguardo dell’intero Akatsuki.
-Ma sei scema o cosa?- Cora mi guardò sconcertata e incuriosita
-Ti sei ridotta a pregare? Davvero? Per di più, un tizio pieno di piercing? Che cosa hai imparato quel giorno?-
Sbottai
Lei abbassò lo sguardo: - non pregare mai nessuno, solo i deboli lo fanno-
-Ecco, quindi non pregare l’idiota pieno di piercing e tu, marionetta, lasciami subito- lui mi guardò con la sua espressione neutra e spostò lo sguardo davanti a se, ignorandomi.
Sbuffai.
-Lasciatela, ORA!- esclamò … Rock Lee.
Ci misi un po’ per ricordare i nomi e associarli alle persone.
Deidara si avvicinò al mio orecchio e ghignando mi disse: - perché non usi il tuo potere? Così ci mettiamo meno?-
Non sapevo controllarlo ma potevo usarlo e vedere e Sasori mi lasciava andare. Così potevo andarmene con i ‘buoni’.
Ghignai guardando con la coda degli occhi Sasori.
Guardai mia sorella e decisi di parlargli in inglese, nessuno mi avrebbe capito
- Say to the others to try to withstand- Sasori mi strattonò e lo guardai male. Cora annuì e passo tra ognuno di loro.
Chiusi gli occhi e pensai a una canzone a caso.
 

You know that I’m a crazy bitch
I do what I want, when I feel like it
All I wanna do is lose control
But you don’t really give a shit
Ya go with it, go with it, go with it
‘Cause you’re fuckin’ crazy
Rock n’ roll
You-ou said “hey
What’s your name?”
It took one look and
Now I’m not the same.
Yeah, you said “Hey”
And since that day,
You stole my heart and you’re the one to blame
Yeah
And that’s why I smile.
It’s been a while
Since everyday and everything has felt this right
And now
You turn it all around
And suddenly you’re all I need
The reason why,
I-i-i, I smi-i-i-ile.
Last night I blacked out, I think.
What did you, what did you put in my drink?
I remember making out and then
Oh oh
I Woke up with a new tattoo
Your name was on me and my name was on you.
I would do it all over again
You-ou said “hey (hey)
What’s your name?” (what’s your name?)
It took one look and
Now I’m not the same.
Yeah, you said “Hey” (hey)
And since that day, (since that day)
You stole my heart and you’re the one to blame
And that’s why I smile.
It’s been a while
Since everyday and everything
has felt this right
And now
You turn it all around
And suddenly you’re all I need
The reason why,
I-i-i, I smi-i-i-ile.
The reason why,
I-i-i, I smi-i-i-ile.
You know that I’m a crazy bitch
I do what I want, when I feel like it
All I wanna do is lose control
You know that I’m a crazy bitch
I do what I want, when I feel like it
All I wanna do is lose control
And that’s why I smile.
It’s been a while
Since everyday and everything
has felt this right
And now
You turn it all around
And suddenly you’re all I need
The reason why,
I-i-i, I smi-i-i-ile.
The reason why,
I-i-i, I smi-i-i-ile.

 
Sasori mi mollò, ma prima che potessi raggiungere gli altri, Itachi mi bloccò. Lui non rimaneva mai imbambolato come gli altri. Maledetto Uchiha.
-E’ possibile che non funzioni mai su di te, maledetto Uchiha?- sbottai girandomi verso di lui. Lui mi guardò, aveva gli occhi rossi
-Se pensi di spaventarmi ancora con quel … coso, ti sbagli di grosso- I suoi occhi diventarono improvvisamente neri e vidi il suo volto più vicino al mio.
Successe tutto velocemente.
Sentì le mia labbra a contatto con le sue. Durò pochi secondi e la visione dei suoi occhi venne interrotta.
Qualcuno mi aveva presa e portata lontana dall’akatsuki.
Mi voltai: Mizuki.
Mi aveva portato dalla parte dei ‘buoni’.
Ora ero circondata da mia sorella e dagli altri, che approfittarono dell’immobilità di alcuni per scappare.
Sai prese Cora.
Choji Mizuki e Neji mi prese velocemente in collo prima di saltare sugli alberi. Guardai ancora i componenti di quella organizzazione che non si muovevano. Era rimasto normale solo Itachi. Quella vista divenne solo una sfocatura per poi sparire del tutto.
Mi toccai le labbra.
Mi aveva baciata.
Sono stata appena baciata da un killer.
Wow
 
}{
 
Quando mi sveglia erano le undici. Di solito mi svegliavo prima. Mi stiracchiai e poi uscì dalla stanza. Andai al bagno, prima però mi persi. Appena lo trovai mi feci una doccia. Mi vestì e andai in cucina. Quella ricordavo dove era.
Trovai mia sorella che preparava la colazione.
-Buon giorno Angel-
-‘Giorno Cora- sorrisi
Mi mise davanti una ciottola di cereali e il latte e un bicchiere di succo d’arancia. Le sorrisi e l’abbracciai. Si sedette a fare colazione pure lei.
-Mi sei mancata- disse alzando gli occhi dai cereali
-Pure tu-
Lei continuò a sorridere e si avvicinò di più a me – ma ora dimmi, com’è stato condividere questi giorni con quei fighi dell’Akatsuki?- iniziai a ridere tenendomi la pancia.
-Lo sapevo che saresti arrivata a questo punto- le chiuse gli occhi e sospirò divertita.
 -Su, parla.-
-terribile-
-Ma come?- domandò delusa
Risi – Hidan mi stava simpatico, Anche Konan. Kisame non lo odiavo. Quello che detestavo era Itachi.-
-Non sembrava-
In un primo momento non mi ricordai cosa volle dire, appena lo feci diventai rossa come un pomodoro.
-E’ stato lui!- esclamai alzando le mani – io non ho fatto niente. –
Ci guardammo per qualche minuto poi scoppiammo entrambe a ridere.
-Sai la novità?- disse asciugandosi una lacrima
Io scossi la testa e il suo sorriso si allargò – sto con Sai-
Sputai il succo d’arancia e sorrisi –Ma è fantastico!- esclamai alzandomi, l’abbracciai.
-E’ bello riaverti qua!-
-Anche per me, a quest’ora mi avrebbero già fatto sgobbare a forza di correre- scherzai facendola ridere. Sorrisi e finimmo di fare colazione.
 
Quando uscimmo incontrammo Sai. Li lasciai soli e me ne andai a farmi un giro per i fatti miei. Pessima mossa.
Voltai l’angolo e sbattei contro qualcuno, cadendo a terra.
Mi massaggiai la schiena borbottando, poi alzai lo sguardo.
-Cosa ci fai qui?-
Lui non mi rispose come al solito e mi prese il braccio.
-No!- mi liberai dalla sua presa
Feci un passo indietro
-Perché sei così testarda?- Alzai un sopracciglio e mi venne in mente il bacio. Arrossì come poco fa in cucina.
-s-sta zitto- balbettai cercando di riprendermi, io che balbettavo? Ma cosa mi è successo?
Per la prima volta da quando lo avevo conosciuto, gli vidi cambiare l’espressione facciale.
Ghignò e si avvicinò al mio volto sussurrando a pochi cm dalle mie labbra: - se ci pendi ancora, vuol dire che è stato importante-
Non ebbi il tempo di rispondere che le mie labbra vennero bloccate dalle sua, di nuovo.
Il sapore delle sue labbra. Erano morbide.
Senza staccarsi prese la mia mano e mi alzò. Cercai di resistere e di staccarmi, ma alla fine mi lasciai andare.
Gli circondai il collo con le braccia e mi staccai solo per pochi secondi, per riprendere fiato per poi baciarlo di nuovo.
Mi sembrava di essere in paradiso.
 
Forse, non lo detestavo così tanto.
 
}{
 
Mi sono fatta fregare.
Non c’è niente da fare, l’ho sempre detto che sono un’idiota.
E rieccomi qua, amata stanza dell’Akatsuki.
Non dovevo allontanarmi da Sai e da Cora.
Maledetta me.
I polsi iniziarono a bruciare. Forse è meglio se non mi dimenavo troppo. Avevano fatto dei nodi stretti eh!
Ero legata sia ai polsi che alle caviglie e la porta era sicuramente chiusa a chiave, e la mancanza di finestre mi rendeva definitivamente in trappola.
-Junjou mi ha abbandonata- mormorai
Forse perché non lo sfamavo? Povero.
Sospirai e mi rigirai, solo che non avevo visto di essere al bordo del letto e caddi con un tonfo.
 
Cosa può accadere di peggio? 

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Capitolo 9
*** 8 ***


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Nel capitolo precedente: Sospirai e mi rigirai, solo che non avevo visto di essere al bordo del letto e caddi con un tonfo.
 
Cosa può accadere di peggio?

 
8
 
Perché ogni tanto non imparo a tapparmi la bocca?
Proprio nel momento in cui feci quel pensiero sentì la serratura della porta scattare, dopo pochi secondi tutto l’Akatsuki al completo era davanti a me.
Mi guardai intorno e risi nervosamente
-Ehm .. ciao, chi si rivede- dissi cercando di non avere un attacco isterico. Cosa molto difficile.
Loro mi guardarono impassibili, anche Konan.
Sospirai e mi trascinai fino al muro, alzai il busto e mi appoggiai alla parete fredda, rabbrividendo.
-Da qui in avanti non scapperai più- disse Pain prima di scomparire.
 
Ora lo posso dire: cosa può accadere di peggio??
 
{cinque mesi dopo}
 
Caddi a terra, di nuovo.
Ero piena di graffi e piccole ferite. Nessuno avrebbe mai detto che stessi lottando contro uno dei componenti dell’alba, cioè Deidara.
I suoi attacchi era difficili da schivare: posizionava le sue ‘opere d’arte’ ovunque e di conseguenza, era imprevedibile.
Nonostante questo avevo ancora tutti i pezzi del corpo attaccati, che non è cosa da tutti.
Questa volta però non riuscì a alzarmi, avevo completamente esaurito il chakra. Ora che lo osservo meglio anche Deidara non era messo poi così bene: graffi ovunque, alcuni dei quali sanguinavano ancora.
Sorrisi e mi alzai con l’aiuto di Konan
-Complimenti, sei migliorata molto nel corpo a corpo e nelle arti magiche.- disse Deidara affiancandomi
-In fondo, sono ancora viva no?- risi
Tornammo al covo e mi feci una bella doccia, dopo mi stesi sul letto.

Ero lì da cinque mesi, dopo la mia fuga. Pain aveva contattato il villaggio della foglia – l’hokage – e aveva barattato me per la sopravvivenza del villaggio. L’Hokage aveva le mani legate e non poteva fare diversamente. Non poteva mandare dei ninja contro tutta l’alba, nessuno ce l’avrebbe fatta. Cora l’aveva presa sicuramente male e spero che Sai sappia come starle accanto.

Chiusi gli occhi e sospirai.
Quando sentì la porta aprirsi – però – mi voltai subito: Itachi.
-Ciao Angel-
-Cosa ci fai qui?-
Il mio rapporto con Itachi non è quello che pensate. Non stiamo insieme, ansi, io lo odio ancora di più.
Essermi lasciata andare in quel bacio era stato un errore, una debolezza: una mia debolezza. Non volevo che accadesse di nuovo.
-Volevo farti i complimenti per il tuo miglioramento.-
Roteai gli occhi e lo fissai
-Ora che sei riuscito nel tuo intento puoi anche andartene- conclusi stendendomi e aspettando di sentire il rumore della porta chiudersi. Appena lo sentì sbuffai.
-Uffa- mormorai
-Bu- soffiò sul mio orecchio, urlai e saltai in piedi sul letto mentre lui si sedeva sul bordo di quest’ultimo, ghignando.
-E’ possibile che tu sia così infantile?- urlai ancora in piedi sul letto, cercando di regolarizzare il battito.
-Un Uchiha non è mai infantile- disse
-Beh, tu lo sei come la mettiamo?- dissi ironicamente, poco dopo mi ritrovai attaccata al muro.
-non sfidarmi Angel, non farlo mai- mormorò attivando lo sharingan.
Il mio nome pronunciato da lui sembrava una melodia, angelica. Mi risuonò in testa per qualche minuto, il tono della sua voce, i suoi occhi che da neri diventavano rossi, il piccolo ghigno che si era dipinto sulle sue labbra ..
Senza accorgermene rabbrividì e lui allargò il ‘piccolo’ ghigno avvicinandosi sempre di più – non puoi negare quello che senti – sussurrò prima di poggiare le sue labbra sulle mia.

Era un bacio dolce.

Uno di quei baci che non ti aspetti da Itachi Uchiha, o da un Uchiha in generale.
Sentì la sua mano accarezzarmi la guancia, ora, sicuramente rossa. La sua mano si spostò sul collo e dopo poco anche le sue labbra. Come se non fosse più il mio cervello a dare gli impulsi, inclinai di poco la testa. Lo sentì sorridere.
Gli accarezzai i capelli.
I suoi capelli morbidi, lunghi e neri come la pece, come i suoi occhi. Chiusi i miei e cercai di riprendere possesso del mio corpo anche se sembrava impossibile. Come se il cervello mi si fosse spento.
Poi riprese a funzionare e spostai molto poco delicatamente l’Uchiha.
-Te l’ho detto; non sfidarmi Angel-
Finita la frase uscì dalla stanza, mi resi conto solo ora di ansimare. Mi passai una mano sulla guancia, sulle labbra e passai al collo. Le mie dita vennero a contatto con qualcosa di leggermente rialzato.
Mi avvicinai al bagno e mi guardai allo specchio.
Un succhiotto.
Quel maledetto mi aveva appena fatto un succhiotto? Io lo uccido.

Mi cambiai mettendomi la mia ‘solita’ tuta costituita da un pantaloncino corto azzurro, una maglia nera senza maniche e dei sandali ninja neri.
Mi guardai ancora allo specchio e corsi alla porta, mi affacciai e guardai sia a destra che a sinistra, poi presi un bel respiro.
-KONAN!!- urlai
Sentì una botta, delle imprecazioni ( il quale artefice era sicuramente Hidan ndA) e un urlo, la cui voce assomigliava a quella di Tobi.
Alzai un sopracciglio e attesi l’arrivo di Konan. Lei uscì dalla porta accanto alla mia.
-Dimmi cara- disse con espressione tranquilla
Sospirai – ce l’hai una sciarpa?- le mi guardò curiosa e le indicai il segno.
Si avvicinò e la sua tranquillità sparì – CHI E’ STATO?-
 
Ora vi spiego una cosa: Konan inizialmente era arrabbiata con me ( quando mi hanno riportata al covo cinque mesi fa) ma poi abbiano iniziato a essere amiche e, io, essendo l’unica femmina del covo oltre a lei, mi sono affezionata. Lei invece è come una mamma chioccia (non ho idea se si dica così), qualsiasi cosa mi accada lei è sempre pronta a spezzare il collo a tutti.

Per questo motivo mi venne in mente di dire la verità
-Itachi-
La vidi diventare bianca e subito dopo assunse il colore dei suoi capelli
-UCHIHA DA STRAPAZZO, VIENI QUA!- iniziai a ridere e presi la sciarpa che mi porse, rintanandomi in camera mia e chiudendomi a chiave.
-Tutto bene?- sobbalzai e mi volta
Zetzu mi stava guardando curioso dal pavimento – certo, torna di là- lui annuì e mi lasciò sola.
-Finalmente sola-
Mi stesi ma subito sentì le urla di Konan, che bello avere un’amica, pensai ridendo.
Dopo i miei occhi si fecero pesanti e caddi tra le braccia di Morfeo.
 
[..]

-CHE COSA HAI FATTO TU?- l’urlo di Sakura e Ino risuonò per tutta Konoha.
-Ehi calme- sorrise Sai, il solito sorriso che non lo abbandonava mai che tanto faceva impazzire Cora.
-Come calme? Hai appena detto di aver messo incinta Cora!- sbottò Sakura indicando nervosamente prima il ragazzo davanti a lei, poi Cora che la guardava leggermente impaurita.
-E allora? Ti ricordo che tu hai detto il tuo primo ‘ti amo’ a tredici anni- la canzonò Cora sorridendo, ricordandosi i momenti letti e visti nel manga e nell’anime quando c’era Sasuke.
Sakura diventò rossa e si zittì.
-Che bello, se non mi chiama zio non vi parlo più!- disse Naruto osservando Sai e Cora che si tenevano per mano.
Cora rise e si strinse di più a un Sai sorridente.
-Questa notizia va data anche a tua sorella- mormorò Sai, Cora si bloccò
-Sai ha ragione – sorrise Naruto – non me ne frega niente del patto, noi andiamo dall’Akatsuki e diciamo la notizia a tua sorella – annuì
-E poi ce ne andiamo così Konoha resterà intatta – concluse Neji.
Cora Annuì e partirono subito.
Sai la prese in collo e le sorrise, non era pesante, era solo al secondo mese.
 
[..]
 
Mentre pranzavano a tavola regnava il silenzio, attorno a Konan c’era uno strano alone viola scuro e nero e qualche volta lanciava occhiatacce all’Uchiha, seduto davanti a lei. Persino Tobi rimase in silenzio per tutta la serata.
Pain faceva saettare lo sguardo tra la blu e Itachi, non capendo che cosa succedeva.
-Allora?- tutti gli sguardi andarono al capo
-Cosa è successo?-
-no! Perché lo hai chiesto?- borbottai, mettendomi una mano in faccia, Pain mi guardò curioso e dubito dopo l’attenzione di tutti venne ripresa dalla blu che si era alzata.
-QUESTO UCHIHA DA STRAPAZZO HA TOCCATO ANGEL, NON LA DEVI TOCCARE!!- urlò
Era leggermente possessiva nei miei confronti.
Tenni la mano in faccia
-E GLI HA FATTO UN SUCCHIOTTO-
Hidan mi guardò, per chiedere conferma e, spostando il foulard, indicai il ‘marchio’ dell’idiota con lo Sharingan. Deidara ridacchio e un coltello gli sfiorò il volto, quel coltello – ovviamente- era stato lanciato da Konan.
Itachi rimaneva impassibile e continuava a mangiare come se niente fosse.

Poi sentimmo un rumore.

Mi catapultai fuori dal covo, più che altro per allontanarmi dal tavolo, tra poco Konan sarebbe esplosa.

3, 2, 1 …

-IO TI UCCIDO- detto fatto
Mi voltai e sospirai, poi mi accorsi di qualcuno davanti a me: cioè Naruto, Sai, Cora, Neji, Sakura, Ino, Ten Ten e Hinata.
Risi nervosamente per le loro facce leggermente scioccate dall’urlo
-Qualche piccolo problema in famiglia- dissi nervosa
Dopo nemmeno due secondi dal covo uscirono Itachi e Konan. Il primo saltò su un ramo, inseguito dalla blu che continuava a borbottare modi per ucciderlo.
-Bene- sussurrai osservandoli
-Ehm sorella?- mi ripresi e abbracciai tutti – come mai questa visita?- un kunai mi passò davanti
-SCUSAMI CARA, ERA INDIRIZZATO A LUI- annuì poco sicura e guardai mia sorella
-Io e Sai volevamo darti una notizia.- ci stava girando in torno e quando faceva così non è mai un buon segno
-Sono incinta-
Mi bloccai con un sorriso ebete sulla faccia e abbracciai mia sorella, che diventò viola. Poi Sai. Guardai Konan
-KONAN, SMETTI DI INSEGUIRE L’IDIOTA E VIENI QUA!-
La blu lanciò un ultimo Kunai e andò a gioire con l’amica

-promemoria: mai fare arrabbiare Konan- mormorò Itachi
 
 
 
Angolo autrice, yay
 
Buonsalve gente :3
 Allora? Com’è?
Se volete vederla; questa è la tuta di Angel http://www.polyvore.com/cgi/set?.embedder=4278791&.svc=facebook&id=90569371
 
Alla prossima :3 

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Capitolo 10
*** 9 ***


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9

 
Mi stesi sul letto ripensando alla notizia che mi aveva dato Cora, era venuta fino al covo dell’Alba per dirmi che era incinta e si era portata dietro tutta la banda. Sorrisi divertita ripensando alle facce che avevano fatto quanto Itachi era uscito dal covo inseguito dalla blu, che sembrava essersi calmata, momentaneamente.

Era strano come tutto cambiava velocemente. Un attimo prima era nel suo modo cercando di scoprire cosa leggeva la sorella, subito dopo si ritrovava in un mondo ninja, dove veniva catturata e addestrata per controllare un potere a lei quasi sconosciuto. Certo, ora conoscevo gli effetti del mio potere e mi esercitavo per cercare di ‘imbambolare’ Itachi. Era l’unico che rimaneva sveglio e impassibile come sempre.

Itachi

Mi venne un brivido solo a pensare alla sua figura davanti a me. A pochi centimetri da me, alle sue labbra che mordevano il mio collo e lambivano le mie labbra. Mi diedi un piccolo schiaffo
Smettila di pensarci, idiota
Si, mi erano mancate le chiacchieratine con la me stessa interiore.
Il bussare leggero mi distolse dai miei pensieri, dopo poco entrò Tobi con un piatto in mano.
-Tobi is a good boy, quindi ha portato dei biscotti a Angel-Chan- la solita voce allegra di Tobi mise allegria anche a me, gli sorrisi prendendo un biscotto al cioccolato. Tobi infondo non era male. Certo, un po’ idiota, ma non c’era motivo di odiarlo come faceva Deidara o tutti gli altri dell’Alba.
-Tobi?-
-Si Angel-chan?-
-Non ti fa restare male il modo in cui ti trattano?- chiesi osservando un angolo della mia stanza.
Il comportamento dei membri dell’Alba verso Tobi mi fecero ricordare quello dei ragazzi e delle ragazze nei miei confronti, quando ero nel mio mondo.
-No,perché Tobi sa che gli altri vogliano bene, a Tobi- la sua voce sembrò leggermente rompersi.
-In realtà ci penso sempre- lo guardai, per la prima volta lo sentivo con un tono che non era il suo – penso sempre al perché mi odino in questo modo, faccio l’idiota, mi rispondo, è ovvio che facciano così-
-Perché lo fai allora?- mi stava facendo venire il mal di testa.
-Perché è l’unico modo per sentirmi considerato, ora Tobi se ne va a preparare altri biscotti, ciao Angel-chan- aveva ripreso il suo solito tono.
Restai ferma a guardare la porta con sguardo perso, mentre i ricordi mi affollavano la mente: tutte le cazzate fatte per farsi accettare, per essere considerata. Mi ero umiliata con le mie stesse mani, facendo solo divertire gli altri.
Una lacrima mi solcò la guancia, una lacrima amara alla quale ne seguì molte altre. Pregai che nessuno entrasse e mi sedetti in un angolo della stanza. Abbracciai le gambe e appoggiai la fronte sulle ginocchia.
Stare in uno spazio piccolo in questi momenti mi aiutava, mi faceva sentire meno a disagio. Chiusi gli occhi e mi addormentai.

Una bambina di circa dieci anni camminava per il cortile della scuola. La piccola divisa le fasciava il corpo, la gonna a quadri blu e la maglia bianca con il segno della scuola. Una scuola privata.
Cercò di giocare con i vari gruppetti che si erano creati ma non ci riuscì.
-Non ti vogliamo- disse una bambina squadrandola
-Siamo al completo.- rise un altro
-Gioca da sola- disse ancora un altro
I vari gruppetti la guardarono mentre si sedeva su una panchina e osservava il pavimento. Poteva sentire perfettamente le risate degli altri. Ridevano di lei.
Le lacrime iniziarono a scendere, copiose, sul suo volto.
Le risate dei compagni si amplificarono nella sua mente
-Sparisci!-
-Vai via-
-sei brutta,non gioco con te-
Tutto era amplificato, poi davanti gli apparve un ragazzino di cui era infatuata
-nessuno ti vorrà mai- detto questo scoppiò a ridere, circondato dai suoi amici.


Aprii gli occhi di scatto trovandomi davanti degli occhi neri, vicini. Sentii del calore sulle mie mani e abbassai lo sguardo trovandoci le sue mani. Tornai con lo sguardo ai suoi occhi che mi incatenarono, magnetici.
Una sua mano si spostò sulla mia guancia umida.
-Stai piangendo- disse asciugandola
-N-non è niente ..- dissi togliendo la sua mano e asciugando velocemente guance e occhi. Sorrisi nervosa e imbarazzata e cercai di alzarmi, ma lui me lo impedì
-Apriti con me- mormorò vicino al mio viso. Rabbrividì e spostai lo sguardo su altro
Lo sentì sospirare piano, come a nasconderlo e si alzò.
-Voglio starti vicino più di quanto pensi .. – detto questo se ne andò
Sentii la testa scoppiarmi e quando mi alzai mi dovetti arreggere alla parete per non cadere a terra, mi trascinai a letto e guardai il soffitto prima di cadere in un sonno senza sogni. 

Mi svegliai per il bruciore della gola che mi tormentava già da qualche ora, la testa continuava a girare e a pulsare mentre le guance erano rosse, non riuscivo a controllare il rossore. Chiusi gli occhi ma li riaprì subito quando sentii il rumore della mia porta sbattere. Solo che il rumore mi sembrò amplificato nella mia mente. Spostai lentamente un braccio sugli occhi e feci una smorfia. Quando lasciai ricadere l’arto mi ritrovai davanti tutti i membri dell’Alba. Tutti tranne il suo.
Una mano tiepida si posò sulla mia fronte e alzai lo sguardo, gli occhi viola di Hidan mi fecero sussultare.
-Ha la febbre alta- per un attimo credetti di aver sentito un tono serio e preoccupato, aggettivi che non si potevano mettere nella stessa frase con il nome ‘Hidan’.
Vidi Konan annuire e uscire dalla porta seguita da Deidara, poco dopo tornarono con una bacinella di acqua e un panno. Konan si inginocchiò e bagnò il panno con l’acqua e me lo mise sulla fronte. L’acqua era fresca. Chiusi gli occhi sospirando.
-Faremo a turni- disse una voce che riconossi come quella di Pain.
Quando gli altri uscirono mi voltai lentamente verso Konan che mi guardava con il suo sguardo dolce. Quasi da madre. Cercai di ricambiare ma – a giudicare dal suo sorriso divertito -   ne uscì fuori solo una smorfia.
-E’ fuori- disse togliendo il panno e immergendolo  di nuovo nell’acqua, per poi posarlo di nuovo sulla mia fronte. La guardai curiosa.
-Itachi, me lo stai chiedendo con gli occhi- rise debolmente.
Voltai lo sguardo al soffitto e arrossii, per quanto il rossore della febbre mi permise il gesto. – A me non importa niente di lui – biascicai.
-Certo-
-Anche se sto male, ho colto la tua nota di sarcasmo- anche parlare era un peso in quel momento, sorrisi guardandola ridere. Non avrei mai immaginato di trovare un’amica in un mondo ninja, tralasciando il fatto che la persona in questione è una nukenin di livello S. Ormai avevo imparato molto su di loro e questo mondo.
-su questa terra sei .. tutto quello che ho, tutto quello che ho ..  neve fra le mie dita*- canticchiai, piano. Chiusi gli occhi e mi assopii, sognando il futuro. Mi rigirai nel letto, mi sentivo sudata. Il cuscino era umido e le coperte era attaccate al mio corpo come ventose. Ero inghiottita dal buio, mi guardavo intorno senza trovare nessuno. Silenzio e buio.
Aprii gli occhi di scatto, ansimavo. Mi misi a sedere guardando un punto fisso davanti a me, la testa girava e la gola mi bruciava come gli occhi. Sentii una mano sul braccio, era fredda. Sussultai al contatto e mi voltai a destra, ritrovandomi incatenata nel nero. Mi allontanai spaventata arrivando al bordo del letto.
-calmati- la sua voce mi tranquillizzò e cercai di regolare il battito e il respiro. Annuii e allontanai le coperte, abbracciandomi le gambe. Ero come in trance.
-Ora ci sono io con te- continuai a annuire e mi avvicinai piano a lui, mi misi a sedere sul bordo opposto del letto e lo guardai. Non aveva espressione, come al solito.
Di slancio lo abbracciai, mentre la testa continuava a pulsare e la gola reclamava acqua. Sentii le sue mani sulla schiena che mi stringevano a lui. Era bello stare nelle sue braccia, il suo collo era freddo, come le sue mani. Appoggiai la guancia sul suo collo e sospirai.
-s-scusa per p-prima- balbettai, sembrava che mille coltelli mi si fossero infilati nella gola. A quanto pare lui lo notò e cercò di rimettermi a letto, ma continuai a stare abbracciata a lui. Lo sentii sospirare piano e alzarsi dalla sedia, alzando anche me.
Aprì la porta con un piede e iniziò a camminare arrivando nel ‘soggiorno’ dove erano tutti riuniti. Ci guardarono straniti, scioccati e curiosi: chi più e chi meno.
Li guardai con le guance rosse sia per la febbre, sia per la situazione.
-Ehm perché non sei a letto?- chiese Pain
-COSA STAI FACENDO ALLA MIA ANGEL?- sbottò Konan
Repressi un gemito che però arrivò a Itachi, essendo appiccicato a me .. pardon, essendo io appiccicata  a lui.
-Konan, non urlare, gli fa male la testa- annuii debolmente affondando il viso nell’incavo del collo dell’Uchiha. So che mi sarei pentita una volta passata la febbre, ma stavo così bene.
Itachi riuscì a posarmi sul divano tra Konan e Deidara e andò in cucina, in sua assenza mi appiccicai a Deidara, che diventò porpora. Konan sembrava circondata da un alone viola scuro, come di depressione.
La guardai e mi staccai dal biondo e mi appiccicai velocemente al braccio della blu, che subito diventò raggiante. Gli altri risero alla scena.

Itachi tornò con un bicchiere d’acqua e me lo porse, dopo aver bevuto mi staccai da Konan facendola ricadere in depressione (lol ndA) e abbracciai di nuovo Itachi, che mi portò in camera.
-rimani con me?- lui annuii e si sedette accanto a me, mentre io mi sdraiai.
-Sai, Itachi ..- lui spostò il suo sguardo sul mio – in realtà ti voglio bene.- abbracciai il cuscino, appoggiandoci il volto. Una calda lacrima mi rigò il volto
-sono sempre stata sola, cercavo di inserirmi in gruppi, ma non ci sono mai riuscita- vidi un qualcosa passare attraverso i suoi occhi.
-poi ho incontrato voi- spostai di nuovo lo sguardo, solo in un angolo della stanza
-E credo che non vorrò mai tornare a casa mia- detto questo mi sentii le palpebre pesanti, poi, tutto si fece buio, ancora.
 

ANGOLO AUTRICE, YAY.

Penso che questo capitolo sia venuto bene, no?
Io ne sono soddisfatta.
La canzone che Angel canticchia mentre è a letto è *Io scelgo te, di Alessandro Casillo c:

Alla prossima :3

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Capitolo 11
*** 10 ***


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-Come ti senti oggi?- la voce di Deidara mi arrivò chiara, il mal di testa era passato quasi completamente e il mal di gola non faceva così male come prima. Annuii –bene, grazie- sorrisi al biondo. Nonostante a volte fosse arrogante e fosse ‘affezionato’ alle sue opere d’arte, era simpatico e sotto, sotto dolce.
Stranamente da come avevo previsto ogni volta che vedevo Itachi non diventavo porpora o mi imbarazzavo, ero normale. Non lo trattavo male come prima ma di certo non mi mettevo a fare la sdolcinata.

Deidara uscì dalla mia stanza e me ne andai a farmi una bella doccia fredda, dopo sarebbe passata Konan. Ero stata troppo a letto e dovevo continuare a allenarmi. Kisame mi avrebbe ucciso di allenamenti. Mi asciugai e legai i capelli. Presi la mia tuta e scesi in soggiorno.
-Torna a letto!- urlò Konan
-Sto bene- dissi sorridendo, convincendola. Così girovagai tentando di dare noia a qualcuno. Deidara era rinchiuso in camera sua così come Sasori e Kakuzu, quindi loro erano fuori gioco. Hidan non era nel covo e Pain guardava dei fogli, quindi era meglio non interromperlo. Tobi era in cucina con Konan e Zetzu era fuori. Ghignai, rimanevano Kisame e Itachi. Tutti e due infatti erano sul divano. Itachi leggeva qualcosa e Kisame guardava la televisione.
Andai dietro al divano e cercai di fargli paura, ovviamente, non riuscendoci.
-Cosa credi di fare?- ghignò Kisame iniziando a farmi il solletico. Iniziai a ridere diventando viola. Mi vennero le lacrime agli occhi dal ridere.
-Mollami ahahahahah- risi ancora più forte facendo sorridere anche lui, che smise e io caddi a terra. Ansimai e cercai di riprendere fiato. Kisame si alzò dicendo che andava fuori a allenarsi un po’.
-Vengo anche io!- dissi iniziando a alzarmi, ma mi ritrovai a terra dopo pochi secondi –vai Kisame, lei non può ancora uscire- il blu annuì e uscì. Mi alzai guardando male Itachi che continuò a leggere.
Sbuffai e mi sedetti accanto a lui guardando la tv. Lo guardai di sottecchi e mi venne un’idea. Presi velocemente il libro e lo buttai in un angolo della stanza. Poi continuai a guardare la tv che a un certo punto divento nera. Qualcuno l’aveva spenta. Sorrisi divertita e guardai la persona accanto a me che posava il telecomando, cercai di prenderlo ma alzò il braccio. Per cercare di prenderlo mi misi sulle sue gambe e allungai il braccio, mancavano pochi centimetri ma non ci riuscì, tornando alla mia posizione originale, mi portai le gambe al petto e le circondai con le braccia abbassando la testa, facendo finta di esserci rimasta male mentre tentavo di trattenere le risate. Dopo poco aprii un occhio e vidi che Itachi mi tendeva il telecomando, ma guardando da un’altra parte. Sorrisi e lo presi accendendo la televisione. Mi voltai e gli diedi un bacio sulla guancia per poi tornarmene a farmi i fatti miei.
Non chiedetemi cosa mi sia successo, ho l’impressione di essere andata a sbattere contro qualcosa, oppure ho ancora la febbre, ma non mi sentivo a disagio. Forse non volevo trattarlo male dopo quello che ha fatto quando stavo male, fatto sta che mi sentivo bene, e in questo momento osservata. Feci una smorfia e voltai lo sguardo trovando il suo. Gli sorrisi di nuovo e mi avvicinai appoggiando la testa sulla sua spalla. Dopo poco mi addormentai.

[..]

-Ehi Konan, guarda- disse Pain affacciandosi dalla cucina al soggiorno, attirando l’attenzione della blu che si avvicinò osservando la scena. Angel si era addormentata sulla spalla dell’Uchiha e lui aveva poggiato la sua testa sulla sua. Era una scena dolce, per quanto un Uchiha può essere dolce.
-stanno bene insieme- disse sorridendo. Si ricordò delle parole di Angel quando era a letto, le aveva detto che non le importava di lui, forse prima o poi anche lei si sarebbe accorta del contrario.
-Tobi is a good boy e quindi va da Angel-chan a dargli dei biscotti- prima che il lecca-lecca gigante potesse oltrepassare la soglia della cucina, si ritrovò a terra dal pugno di Pain.
-non i provare Tobi-
[..]
Mi svegliai quando sentii un movimento, aprii gli occhi e sbadigliai portandomi una mano alla bocca.
-Ragazzi che dormita- mormorai stropicciandomi gli occhi, cercai di alzarmi a un peso sopra la mia testa non me lo permise. Alzai gli occhi trovandomi il viso di Itachi, si era addormentato. Sorrisi e non mi mossi fino a che non aprì gli occhi anche lui.
-scusa se ti ho dato fastidio- dissi sorridendo, lui scosse la testa e, sapendo che quello fosse il massimo che potessi ricevere mi alzai andando in cucina
-Angel-chan, Tobi ha fatto i biscotti!- gridò una volta che fossi entrata in cucina, sorrisi e ne presi uno – grazie Tobi-
-Allora? Che si mangia?- fece la sua entrata Deidara seguito da Sasori e da Zatzu che era tornato chissà da dove.
-Calmi, sto preparando – disse Konan – ingrati- mormorò in modo che solo io potessi sentirlo, infatti risi divertita sedendomi a tavola. Poco dopo arrivarono anche Hidan, Kakuzu e Kisame.
-non ne manca uno?- chiese Konan una volta che si fosse seduta pure lei –Itachi ha detto che non ha fame- informò Kisame –stava salendo in camera sua- concluse per poi ingozzarsi.
Una volta finito di mangiare mi offrii per aiutare a sparecchiare ma Konan mi fermò –oggi è il turno di Hidan- si sentì uno sbuffo da quest’ultimo che si alzò iniziando a prendere i piatti
-siamo un’organizzazione criminale, perché dobbiamo avere dei turni?- in risposta ricevette un mestolo in testa. Sorrisi divertita e salì le scale guardandomi intorno.

Ok, dove era la mia camera?

Incredibile, non avevo ancora imparato dove stava la mia camera. Scesi di nuovo le scale cercando qualcuno che mi potesse aiutare.
-Kisame, dove is trova la mia camera?- lui mi guardò e poi scoppiò a ridere, alzai le sopracciglia guardandolo male –ok, ti accompagno- annuii e dopo poco mi ritrovai nella mia camera.
Mi stesi sul letto osservando il soffitto.
Mi misi seduta, incrociando le gambe e chiudendo gli occhi, cercando di ricordare una delle sigle che mi aveva fatto ascoltare Cora.
Io credo in me ..
 

Io credo in me
Io credo in me
Anni che non scorderemo mai, son passati in fretta ma per noi, scivola la vita come un film, e siamo liberi
.

Di tornare a casa a un’altra età, dove con la nostra abilità superiamo esami di routine e poi formiamo un team
Cuore mio, non stancarti mai, di amare e di ripetermi: diventerai quello che già sei, un guerriero vero.
Credo in me nel mio coraggio, che si accende a ogni avventura, credo ancora a tutti i sogni miei.
Finalmente anticipo i tuoi sguardi e provo, come un sentimento nuovo, dentro me ma ancora non lo sai, che presto inizierà, il nuovo mondo che verrà ..
Quando scoprirai che il grande amore esiste che c’è ancora chi resiste, grido già per te, io credo in me.
Io credo in me
Figli di una piccola tribù, illusioni non ne abbiamo più, ma i ninja della foglia siamo e poi, veri amici noi.
Cuore mio, non stancarti mai, di amare e di ripetermi: diventerai quello che già sei, un guerriero vero.
Credo in me nel mio coraggio, che si accende a ogni avventura, credo ancora a tutti i sogni miei.
Finalmente anticipo i tuoi sguardi e provo, come un sentimento nuovo, dentro me ma ancora non lo sai, che presto inizierà, il nuovo mondo che verrà ..
Quando scoprirai che il grande amore esiste che c’è ancora chi resiste, grido già per te, io credo in me.
Io credo in me
Quando scoprirai che il mondo giusto esiste, che c’è ancora chi resiste, grido già per te, io credo in me
Io credo in me
Io credo, Io credo in me.

 
Sorrisi soddisfatta nel ricordarmela tutta.

Sono un genio!

Chiusi gli occhi fino a che qualcuno non bussò, andai a aprire e trovai davanti alla porta Itachi, ma era senza la cappa.
Gli sorrisi e mi spostai per farlo passare, poi chiusi la porta.
-Qual buon vento ti porta nella mia dimora Uchiha Itachi?- mi stupii quando sorrise.
-wow, sei in grado di sorridere, incredibile.-
-Già, incredibile quasi quanto il disordine che c’è in questa stanza.-
-Mi sbaglio o quello era sarcasmo?- risi e mi avvicinai mettendo le mani sulle sue spalle – chi sei tu e cosa ne hai fatto del vero Itachi?- restammo in silenzio e per la prima volta sentii la sua risata. Iniziai a ridere pure io e mi sedetti sul letto con lui accanto.
-tornando seri, cosa c’è?- chiesi
-io ..- iniziò, diventai seria e incrociai le gambe voltandomi completamente verso di lui –ho l’impressione di sentirmi strano quando sono con te- continuò, iniziai a preoccuparmi, magari sentiva la voglia di uccidermi, tutto era possibile con lui no?
Zitta e ascolta quello che dice, idiota
-non ho mai sentito veramente questa sensazione con qualcuno, credo, di essermi innamorato di te- i suoi occhi incrociarono i miei e cercai di non fare scoppiare il mio povero cuore, mentre lo stomaco mi si ribaltava.
-Ehm .. oh, io ..- iniziai a balbettare
Ripigliati Angel
-cioè … - feci un bel respiro sentendo le guance andare a fuoco – Itachi, io, no inutile non trovo le parole- gemetti quando mi morsi per sbaglio la lingua. Alzai lo sguardo e il suo era divertito. Sorrisi –mi puoi dare del tempo?- abbassai lo sguardo, lui evidentemente annuì perché quando chiuse la porta mi sorrise.
-io credo in me. – mormorai sdraiandomi, il giorno dopo avrei iniziato gli allenamenti con Kisame.



-Svegliaa! Il sole è alto e ti aspetta una giornata piena!!- urlò qualcuno entrando nella mia stanza
Giuro che chiunque tu sia, ti ucciderò!
Misi la testa sotto il cuscino ma qualcuno mi tolse le coperte, mugolai sicura che non mi sarei staccata dal materasso.
-Ok, facciamo alla mia maniera.- sentii il mio corpo abbandonare il materasso e il cuscino mi cadde, sentii scendere le scale e dopo poco mi ritrovai in cucina, tutti iniziarono a guardarmi e li osservai capendo che il mio ‘rapitore’ fosse Kisame
-Ehm .. buongiorno!- esclamai sorridendo e dando calci allo stomaco di Kisame –Tonno mollami- sbottai facendo ridere tutti tranne Itachi e Kakuzu (ovvio, hanno una reputazione loro uu)
-Ma certo madama- rise lui, alzai un sopracciglio – mollami immediatamente-
-senno cosa mi fai?- misi un dito sotto il mento e pensai – ti sharingo!- Konan iniziò a ridere appoggiandosi a Pain che sorrideva divertito.
-Ma tu non hai lo sharingan mia cara Angel!- mi informò Deidara agitando un cucchiaio, misi di nuovo il dito sotto il mento – ci sono!- esclamai indicando Itachi – ti faccio sharingare da Itachi!- continuarono a ridere
-Guarda che lo faccio, vero Itachi?- lui scosse la testa divertito – traditore!- urlai sorridendo e assestando un calcio nello stomaco a Kisame che, essendo preso dalle risate, non se lo aspettava quindi mi mollò
-Fregato! Sks, un nukenin di livello S che si fa fregare da me. Ora prima che mi possa uccidere mi ritiro nella mia camera a vestirmi, ciaao- corsi in camera anche se non ricordavo bene dove fosse quindi vagai per una decina di minuti.
Speriamo di sopravvivere alla giornata.

ANGOLO AUTRICE, YAY

Ok, notato il cambiamento di banner della storia? Cora e Sai non ci sono ma vabbeh, mi spiace per quelli a cui piacevano, ma compariranno.
Chiedo umilmente perdono per aver aggiornato dopo un secolo e mezzo, non sparatemi c:
Per favore, fatemi sapere se vi piace il banner: non sono molto brava in queste cose.

Alla prossima :3

 

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Capitolo 12
*** 11 ***


New World
 

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ANGOLO AUTRICE 

Scusateeemii!
Ho deciso di metterlo all’iniziò, o almeno, quando avrò voglia di metterlo all’inizio lo metterò all’inizio, scusate la mia pessima logica nello scrivere in questo angolino.
Devo dire che ogni volta che mi rileggo il capitolo precedente scoppio a ridere cercando di non rotolarmi per terra, tanto per prendere lo sporco che non viene spazzato.
Ok, ora vi lascio al capito, sorratemi lool.
O/*\O <- itachiii yaaaaaaaaaaah

 

11

 
Tornai in cucina trovando Kisame allegro come prima e non intento a pensare un piano per uccidermi. Uscimmo dal covo e arrivammo a un laghetto, che, vedendo l’espressione del mio allenatore giornaliero, non mi piaceva per niente.
Mi fece esercitare per qualche minuto a camminare sull’acqua e quasi quasi mi mettevo a saltellare.
-Ok, vai sott’acqua, vediamo quanto stai senza aria- il suo ghigno divertito disse tutto, si stava vendicando. Annuii e presi un bel respiro cercando di non pensare ai miei poveri vestiti. Per quanto dalla superficie il lago potesse sembrare piccolo, era profondo. Nuotai per un po’ fino a che i polmoni non iniziarono a bruciare e a reclamare aria. Fui costretta a risalire, mi voltai verso Kisame che si era steso al sole sbottonandosi la cappa – ancora – disse senza voltarsi, roteai gli occhi e mi immersi di nuovo. Non riuscivo a capire l’utilità di questo esercizio. Continuai a fare su e giù per almeno mezzora. Al quindicesimo ancora decisi che sarebbe stato l’ultimo. Mi immersi per l’ultima volta – secondo la mia mentalità – e andai più a fondo fino a che non notai un luccichio. Ovviamente non vedevo molto bene, dato la mancanza di occhialini. Però mi avvicinai ancora, il luccichio mi guidò fino a che non trovai una collana. La presi velocemente per poi tornare a galla, boccheggiando in cerca d’aria che non mi sembrava nemmeno di aver finito.

Alzai la mano e osservai l’oggetto; effettivamente era una collana argentata con il ciondolo ovale e una pietra rossa incastonata al centro. Era sporca, ma dopo averla lavata con il sapone e strofinata un po’ sarebbe stata perfetta.
Mi stesi accanto all’allenatore che, tra l’altro, si era addormentato. Sorrisi e chiusi gli occhi mettendo in tasca il tesoro appena conquistato. Mi asciugai e notando Kisame ancora addormentato mi incamminai verso il covo, se si fosse svegliato avrebbe continuato a torturarmi per la sua vendetta.
Entrai nel covo ancora con i vestiti umidi, ma almeno non gocciolavano altrimenti Konan mi avrebbe uccisa.
-già di ritorno?- disse quest’ultima osservando con un sopracciglio alzato i miei asciuttissimi vestiti. –Kisame si è addormentato- a quelle parole lei scrollò le spalle e tornò a leggere.
-vai a cambiarti se non vuoi che ti rivenga la febbre- sorrisi, sembrava proprio una madre – cos’è, ti alleni per il figlio che avrai con Pain - lei diventò come i capelli di Sasori che sorrideva divertito (stranooo lol) sul divano
-Togliti dalla mia vista o ti potrei fare del male!- sbottò mentre me ne scappavo sulle scale, ovviamente non guardai dove mettevo i piedi e andai a dosso  a qualcuno, alzai lo sguardo: Itachi.
Sorrisi divertita e improvvisamente mi venne un’idea – Itachi? Mi puoi dire dov’è il bagno?- ancora una volta mi feci riconoscere per quella che non si ricordava dove erano le camere. Una volta dentro gli chiesi di aspettare. Presi la collana e iniziai a lavarla con il sapone.
Dopo almeno una decina di minuti l’asciugai e uscii dalla porta trovandoci ancora Itachi.
Misi le mani dietro la schiena chiudendole a pugno poi le misi davanti a lui.
-scegli una mano- lui mi sorrise divertito e leggermente confuso toccando la sinistra. Aprì la mano e mostrai la collana. Era ancora più bella pulita e senza i residui di alghe del lago che oscuravano la pietra.
-L’ho trovata infondo al lago, ti piace?- lo vidi annuire e mettersela, anche se veniva nascosta dalla cappa, l’importante era sapere che la indossasse.
Mi accompagnò in camera mia e mi cambiai. Era strano, davvero strano. Quando ero con lui mi sentivo bene, bene con me stessa e priva di preoccupazioni. Immaginai come potesse essere sentirsi in quel modo ogni minuto di ogni giorno. Chiusi gli occhi e cercai di immaginarlo. Un rumore mi distolse dai miei pensieri, proveniva dal bagno. Aprii lentamente ritrovandomi Hidan davanti.
-AAAAAH! Che ci fai qui?- strillai notando che fosse coperto solo da un asciugamano dalla vita fino alle ginocchia. –ah, non è camera mia?- chiusi velocemente la porta e mi buttai sul letto nascondendo la testa sotto il cuscino. Dopo una ventina di minuti Hidan uscì dal bagno ma rimasi nella stessa posizione. Sentì qualcuno avvicinarsi, sicuramente lui. Mi accarezzò la schiena e tolse il cuscino.
-Domani ti alleni con Kisame e Itachi- detto questo mi baciò la testa e andò via, rimasi leggermente scioccata da quel gesto ma poi mi tranquillizzai. Infondo erano tutti un po’ cambiati da quando ero arrivata io. Appoggiai la testa al cuscino e chiusi gli occhi

-non ho mai sentito veramente questa sensazione con qualcuno, credo, di essermi innamorato di te-

Li riaprii di scatto sentendo la sua voce nella mia testa che ripeteva quella frase. Il mio sguardo vagò per la stanza e si fermò in un angolo. In realtà non riuscivo a comprendere a fondo i miei sentimenti. Certo, stavo bene con lui ma non ero sicura che quello potesse definirsi amore. D’altro canto non lo avevo mai provato. Immagino che potesse essere una sensazione calda come un abbraccio materno, o come una calda cioccolata in una fredda e umida giornata di inverno. Qualcosa che possa fare sentire la sensazione di protezione, di accettazione.
-Ehi Angel, tutto bene?- sussultai e guardai Konan sulla porta, annuii e lei entrò sedendosi accanto a me, accarezzandomi la spalla – cosa c’è ?-
-Ha detto .. – feci una pausa incerta. Non ero sicura se fosse stato un bene dirglielo ma infondo era la persona più vicina a una migliore amica che avevo in questo mondo e in questo covo – di essere innamorato di me- guardai Konan che si alzò silenziosamente e dopo avermi guardata seria, iniziò a saltellare per la stanza urlando ‘finalmente’
Si affacciò alla porta chiamando a gran voce Pain che corse fino a sfracellarsi sul muro, dopo che anche lui seppe la notizia iniziò a saltare con Konan. Mano per mano uscirono dalla stanza sempre saltellando e gridando. Mi affacciai alla porta proprio come Deidara, Kakuzu e Zetzu che si guardarono confusi. Mi misi una mano sulla fronte capendo che non aspettavano altro che quella notizia.

Dalla stanza accanto a quella di Deidara si affacciò anche Itachi che osservò in silenzio i due, anzi ora tre con Tobi, saltellare e gridare.
-ma che ho fatto di male?- borbotto Kakuzu rientrando in camera sua. Dalle scale salirono Sasori e Hidan che si bloccarono per qualche secondo, per poi andare ognuno nelle proprie camere, Deidara sbuffò e chiuse a chiave la sua porta vedendo Tobi camminare verso di lui. Quest’ultimo però si accampò davanti alla porta del biondo. Zetzu scomparve dal pavimento e Konan, insieme a Pain scese le scale. Io e Itachi ci guardammo e sentii una strana sensazione allo stomaco. Sorrisi per poi richiudermi nella stanza.
-Chi si offre di andare a fare la spesa?- urlò Konan, uscì dalla stanza correndo di sotto seguita da Kakuzu che ogni volta provava a fare spendere il meno possibile, Hidan che non perdeva occasione per tormentare Kakuzu, Tobi e stranamente Itachi.
-perfetto, Itachi e Angel, andate a fare la spesa, questa è la lista, ciao- disse Konan spingendomi insieme all’Uchiha fuori dal covo. Ci guardammo e scrollai le spalle, poi Konan riapparve tirandoci due cappelli e una cappa nera. Itachi si mise il suo cappello e mi porse l’altro, era strano mettersi uno di quei cosi. Mi misi anche la cappa e iniziammo a saltare di ramo in ramo. Mi mantenni dietro di lui in modo che fosse lui a guidarmi. Non mi sapevo orientare molto bene lontano dal covo.
-Ehi Aspetta, ma dove andiamo a comprare tutto questo?- urlai guardando la lista – a Konoha- per poco non caddi dal ramo
-Cosa!? Ma tu sei ricercato!- strillai arrivando accanto a lui con un salto, lui mi guardò e sorrise debolmente – pazzi, siete tutti passi- mormorai divertita continuando a saltare. Di questo passo saremmo arrivati molto prima. Infatti arrivammo alle porta di Konoha. Due ninja si avvicinarono. Mi tolsi il cappello
-Sono sorella di Faguko- sorrisi ormai tutti conoscevano il suo finto nome, loro mi avevano già vista ma tirarono lo stesso fuori una foto che mia sorella aveva dato a loro per riconoscermi. Loro annuirono –lui è con me- indicai Itachi che teneva il capello sopra gli occhi. Loro annuirono fidandosi e entrammo.
-Qui non puoi chiamarmi con il mio nome, qualcuno potrebbe sentirti- mormorò avvicinandosi a me, annuii e pensai a un soprannome che potesse piacermi – che ne dici di Itti?- lo indicai con l’indice e lo vidi alzare un sopracciglio – si, mi piace, niente discussioni.- dissi annuendo e prendendolo per mano trascinandolo con me – ok- sentii, sorrisi.
-Itti, passiamo da Cora?- lui mi guardò male, ma non capii se fosse per il soprannome che non gli andava a genio o per la mia proposta. Sporsi il labbro inferiore e incrociai le braccia dietro la schiena cercando di intenerirlo, impresa ardua.
Lui sbuffò debolmente e mi colpì la fronte con due dita, mi porta una mano nel punto in cui aveva poggiato le dita e sorrisi vedendolo annuire. Lo presi di nuovo per la mano e iniziai a correre verso casa Uchiha. Sicuramente se ne accorse e mi bloccò – perché vai di qua?-
-L’hokage ci aveva permesso di vivere a casa tua, dato che non ci viveva più nessuno e lo devo ammettere: all’inizio era inquietante.- sorrisi continuando a correre

Sbattei la porta togliendomi le scarpe in fretta e corsi per le poche stanze di cui mi ricordavo –Cora?- urlai sentendo alcuni rumori dalla cucina. Mi affacciai e la vidi ai fornelli. L’occhio mi cadde sulla sua pancia. Era leggermente più grossa anche se di pochissimo.
-Sorellina!- trillai entrando, lei sussultò e fece cadere qualcosa – tu sei tutta scema Angel!- poi si bloccò guardandomi e mi corse incontro – e tu sei sempre la stessa paurosa. –
-che ci fai qui?- mi chiese raccogliendo la pentola caduta –Itti e io facciamo spese- mi sedetti sospirando sentendo i passi di Itachi venire verso la cucina
-Itti? E chi è?- si sedette davanti a me e indicai la persona che era appena entrata, Cora trasalì quando si levò il cappello –Itachi è Itti, soprannome di copertura-
-orribile- disse solo l’Uchiha sedendosi –prova te a inventare un soprannome in pochi secondi- incrociai le braccia gonfiando le guance. Sentii di nuovo quel colpetto alla fronte
-ci stai prendendo gusto vero?- lo vidi annuire e sorrisi, spostando poi lo sguardo verso Cora che sembrava aver visto un fantasma – Cora stai bene?- chiesi preoccupata
Lei alzò il braccio indicando la mia fronte, poi Itachi, poi di nuovo la mia fronte e infine si fermò su Itachi.
-così mi spaventi.- mormora guardandola –i-il buffetto che dava a Sas’ke, tu, lui, mia sorella, Itachi Uchiha- farfugliò tra sé.
-Cora non svenire ok?- risi divertita.
-Angel, Konan ci ammazza se non torniamo con la roba- disse alzandosi e rimettendosi il capello, annuii e abbracciai mia sorella –ciao sorellina, a presto- mi rimisi anche io il cappello e uscimmo di casa. Itachi si guardava intorno. Chissà se era ,ai tornato al villaggio solo per vedere questa casa. Gli presi la mano e lui mi guardò per qualche secondo per poi ricambiare al stretta, uscimmo da casa Uchiha e iniziammo a andare a comprare quello richiesto dalla lista. Mi fermai davanti a una vetrina di un negozio dove vendevano vestiti: c’era una tuta meravigliosa.
Era una maglia azzurra e dei pantaloni lunghi grigi, c’era anche un giacchetto grigio. Scossi la testa e aspettai Itachi, poi ci dirigemmo verso le porta di Konoha. Salutai i ninja all’entrata e ci allontanammo dividendoci le buste della spesa. Dopo poco però iniziò a piovere. I capelli mi si attaccarono al viso e alla fronte e sbuffai; odiavo quando pioveva. Itachi si fermò e entrò in una caverna seguito da me.
-Riposati un po’, poi ripartiamo- annuii a mi sedetti appoggiando la schiena alla parete e chiudendo gli occhi, ma li riaprii subito per osservarlo. Aveva i capelli bagnati e aveva tolto la cappa appendendola a un kunai conficcato nella parete, si sedette e guardò la pioggia fuori dalla caverna. Non si vedeva molto del posto fuori dalla caverna, la pioggia scendeva così forte da farci distinguere solo i colori. Mi avvicinai a lui e conficcai anche io un kunai nella parete per poi appenderci la mia cappa nera. Perché non mi avevano dato la cappa dell’Alba invece che una cappa nomale interamente nera? Forse non mi ritenevano nell’organizzazione, ero solo un’arma che doveva svilupparsi completamente.
Mi sedetti davanti a lui incrociando il suo sguardo, un brivido mi passò per la schiena e il mio stomaco fece una capriola, le guance diventarono improvvisamente calde e non mi accorsi di sorridere.
-Angel, a cosa stai pensando?- chiese sfiorandomi una ciocca di capelli bagnati – a come mai mi sento strana quando sono con te- dissi senza pensare, solo dopo mi accorsi di quello che era uscito dalla mia bocca e abbassai lo sguardo.
-come ti senti quando sei con me?- alzai di nuovo lo sguardo sul suo viso, stava sorridendo. –ho i brividi e il mio stomaco sembra avere una vita propria ..- mi portai una mano al petto, al cuore, sentendolo battere più velocemente – e il cuore batte forte- mormorai alla fine
-E ti piace sentirti così?- annuii senza guardarlo convinta che il rossore delle guance parlasse da sé. Si avvicinò e posò le sue labbra sulle mie. Mi era mancato quel contatto. Le sue labbra morbide e leggermente umide dalla pioggia, la sua mano sulla mia guancia e l’altra che teneva la mia. Il mio cuore iniziò a battere ancora più forte se possibile e sorrisi nel bacio. Mi allontanai per riprendere fiato e lo vidi sorridere. Lo abbracciai affondando il volto nell’incavo del suo collo, sentii le sue mani accarezzarmi la schiena fino a che non mi addormentai.

Quando mi svegliai la prima cosa che vidi fu la roccia del soffitto della grotta. Mi alzai lentamente evitando ogni tipo di capogiro e mi guardi intorno. E due cappe erano ancora appese ai kunai ma di Itachi nessuna traccia. Uscii dalla caverna guardando il grande spazio davanti a me. Il prato era ancora bagnato e c’erano degli uccellini che cinguettavano. Sentii un rumore, come uno spostamento d’acqua. Superai alcuni alberi e trovai un laghetto. A riva c’era una maglia piegata e dei sandali ninja (ovviamente uu ndA) Alzai lo sguardo sul laghetto e vidi Itachi a torso nudo con i pantaloni arrotolati con un pesce in mano. Sorrisi ma subito dopo iniziai a ridere per l’espressione concentrata che aveva, lui mi guardò e dopo si abbandonò anche lui in un sorriso.
-Buongiorno-
-A te- replicai sedendomi a guardarlo, prese un altro pesce e tornò a riva. Si sedette e posò i pesci che ancora si muovevano. Lo osservai mentre lui li guardava male e mentre borbottava – stupidi pesci-
Iniziai a ridere e gli baciai la guancia, o almeno, partii con quella intenzione, solo che lui girò il volto facendo incornare le nostre labbra.
-Quella sarebbe la colazione?- indicai i due pesce che avevano smesso di muoversi – no, il pranzo- disse rimettendosi la maglia e i sandali –non so se lo hai notato ma è l’ora di pranzo- guardai il sole e effettivamente sentii un languorino alla pancia. – ok, però io quelli non li tocco- esclamai allontanandomi dai pesci velocemente, insomma, avevano appena smesso di muoversi ma chi mi dice che se li toccavo iniziavano a sgusciare da una parte all’altra? Lui prese i due pesci per la coda e iniziò a camminare verso la grotta fermandosi per aspettarmi. Lo raggiunsi in fretta e mentre lui accendeva il fuoco e cuoceva quei pesci io tirai sassolini all’albero, annoiata.
-Mi annoio- esclami lanciando un sassolino che finì in testa a un piccolo uccellino posatosi sul rametto pochi secondi prima – pulisci il pesce!- replicò Itachi smettendo di pulire il primo pesce per guardare la mia espressione. Sbuffai e continuai a tirare sassolini fino a che non mi chiamò per mangiare. Divorai il mio pesce come se fosse la prima cosa che mettevo sotto i denti da almeno tre anni. – ora mi sento meglio- mormorai sdraiandomi e aspettando che Itachi avesse finito.
-riprendiamo le cappe, le buste e andiamo- disse porgendomi la mano, mi issai in piedi e dopo aver preso la cappa asciutta rimisi il kunai al suo posto prendendo la mia parte di buste continuammo il cammino verso il covo.
-Finalmente!- sbottò Konan prendendo tutte le buste e dandomi un bacio sulla guancia senza degnare di uno sguardo nessun’altro. Sospirai, è già tanto che non ci abbia ammazzato per non essere tornati subito.
-Deidara e Sasori?- chiesi notando l’assenza dei due – in missione – rispose Pain stendendosi sul divano, occupandolo tutto. Mi tolsi la cappa buttandola in un angolo indeterminato della stanza.
-Qualcuno mi accompagna in stanza?- esclamai sentendo un leggero rossore farsi spazio sulle guance, era imbarazzante esclamare quella frase. –ti accompagno io- disse Itachi abbandonando il posto ottenuto con forza del divano andando verso le scale. Sorrisi e lo seguii fino alla porta della mia stanza.
-Entra- dissi superandolo  andando a sedermi sul letto morbido. Quando alzai lo sguardo mi persi in due pozzi neri che avevo imparato a conoscere. Sorrisi prima di sentire le sue labbra sulle mie. Sentii la sua mano accarezzarmi il collo per poi risalire alla guancia. Lasciò dei baci lungo il percorso immaginario tracciato prima con le dita. Rabbrividii per il suo tocco leggero ma deciso e sentii l’aria riscaldarsi in pochi secondi. Lo guardai per qualche istante senza dire parola per poi lasciarmi cullare dalle sua braccia, dalle sue labbra che baciavano la mia pelle.
-non avevo mai provato questa sensazione, è .. bella- dissi sorridendo baciandogli il collo – mi sento libera – continuai baciando la fronte per poi sorridere – voglio sentirmi sempre così – conclusi baciando le labbra che ora amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo.  

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Capitolo 13
*** 12 ***


New World
12

Erano passati alcuni giorni dal nostro rientro al covo e non avevo smesso un attimo di allenarmi. Gli allenamenti erano diventati più frequenti e intensi, tanto da lasciarmi libero solo un quarto d’ora al giorno e il tempo per i pasti, anche se a volta capitava di saltarli. Avevo imparato a controllare il mio potere di poco, riuscivo a intensificare le note per avere più efficacia nella tecnica e per qualche secondo ne era rimasto dentro anche Itachi.
Iniziai a tossire una volta risalita dall’acqua, avevo bevuto qualche secondo prima di risalire del tutto. Avevamo tutti capito che per rinforzare il mio corpo non basta corsa, addominali e flessioni ma andava bene nuotare.
-sei libera per i prossimi quindici minuti- mi riferì Pain che in questi giorni era più teso e serio. Per quanto mi riguarda a volte mi sentivo osservata e non era un presenza piacevole come quando mi guarda Itachi. Quella presenza aveva uno sguardo possessivo e quasi ossessionato, lo sentivo sulla pelle. Era una brutta sensazione ma non lo avevo ancora detto a nessuno. Guardai i rami degli alberi cercando di localizzare qualcuno, senza successo. Mi sdraiai sul prato.
Sasori e Deidara erano partiti per un’altra missione, anche Itachi e Kisame erano in missione. Nel covo c’era molta tensione e inoltre anche Tobi e Zetzu erano spariti.
Vidi Konan entrare nel covo di corsa e mi alzai per seguirla, ma una fitta allo stomaco mi fece piegare in due. La gola iniziò a bruciare e sentii un improvviso caldo. Tutto questo durò pochi secondi e quando mi alzai guardai il mio corpo: era tutto normale. Entrai nel covo ma non mi feci vedere.
-Sasori è stato sconfitto- sgranai gli occhi e uscii subito dal covo, raggiunsi la riva del fiume e mi inginocchiai. Guardai il mio riflesso e sentii le lacrime scendere.

Sasori

Un’improvvisa voglia mi attraversò il corpo: conoscevo quella sensazione, volevo vendetta.
-Devo diventare più forte- mormorai dando un pugno all’acqua.
-Io posso darti quello che cerchi- alzi lo sguardo, dall’altra sponda del fiume un uomo dai capelli lunghi, occhi gialli e volto pallido mi guardava ghignando.
-Chi sei tu?- tirai fuori un kunai e mi misi in posizione di attacco. – non sono qua per combattere, vuoi potere no?- annuii ma non abbassai lo sguardo – sono pronto a dartelo –
-come? –
-vieni con me, se vuoi il potere- guardai quegli occhi e posai il kunai, volevo vendicare Sasori e se per farlo dovevo andare con lui mi andava bene. Guardai il covo e sospirai “scusa Itachi”
Attraversai il fiume con un salto e seguii l’uomo, ci allontanammo molto dal covo. Ad un certo punto lui si voltò e schioccò le dita. Apparse un ragazzo con gli occhiali con un pezzo di carta in mano, un sigillo.
-pronta?-
Annuii e chiusi gli occhi, qualsiasi cosa sarebbe successa io non volevo guardare. Sentii qualcosa mordermi e un dolore atroce si espanse dal collo.
-Ingoia- il ragazzo con gli occhiali mi fece ingoiare delle pillole, poi il buio.

[…]

Itachi e Kisame rientrarono dalla missione nel tardo pomeriggio. Kisame se ne andò subito in camera sapendo che a fare rapporto ci avrebbe pensato l’Uchiha. Quest’ultimo guardò il fiume ma lei non c’era. Entrò dentro cercandola con lo sguardo nel soggiorno ma incontrando solo gli occhi di Konan; stranamente spenti e quelli di Deidara.
Andò a fare rapporto e gli sembrò che anche Pain fosse triste; forse per Sasori. Salì le scale e andò a bussare alla sua porta, ma non ricevette risposta. Entrò ispezionando con lo sguardo la camera, non era nemmeno lì. Entrò in bagno preso da una brutta sensazione, non era nemmeno in bagno. Spalancò le porte di tutto il covo, controllò in cucina e persino in uno stanzino. Alla fine entrò in soggiorno, erano riuniti tutti lì.
-Dov’è?- la sua voce risuonò più minacciosa di sempre. Tutti tennero la testa bassa e Kisame li guardò stranito.
-Voglio sapere dove sta- sbottò Itachi, che di solito non perdeva mai il controllo.
- non lo sappiamo – disse Pain. Itachi uscì dal covo iniziando a correre in una direzione a caso. Sentì le urla dei suoi compagni ma non si fermò
Non poteva perdere anche lei
[…]

Aprii gli occhi e iniziai a tossire, accanto a me era poggiato un bicchiere d’acqua. Lo bevvi d’un sorso e mi sentii meglio.
-finalmente- alzai lo sguardo incontrando due occhi gialli – ora devi iniziare a allenarti – scesi dal letto improvvisato pronta a allenarmi
-Seguimi – annuii e camminammo tra i corridoi illuminati solo dalle candele appese al muro. L’odore di stantio mi diede quasi la nausea e cercai di respirare normalmente.
-Prima dovrai farmi vedere quello che sai fare, poi ti allenerai con Sasuke – annuii nonostante non sapessi chi fosse questo tizio e tirai qualche kunai e degli shuriken, feci muovere le coperte di un letto con dei fili di chakra come mi aveva insegnato Sasori, feci delle mie copie per poi farle svanire, creai un’illusione che durò poco perché Orochimaru la disperse subito e usai la tecnica della sostituzione. Non era molto ma lui sembrava abbastanza soddisfatto. Mentre lo seguivo per i monotoni corridoi del suo covo pensai a quello dell’akatsuki. Pensai a Itachi e a tutti gli altri. Chissà cosa stavano facendo.
Orochimaru si fermò davanti a una porta e l’aprì: la stanza era enorme e quattro colonne risaltavano nella penombra. Le solite candele erano appese al muro e una figura scura sedeva su uno scalino.
-Sasuke, ti allenerai con Angel –
Questi come fanno a sapere il mio nome? Non lasciai che la confusione trasparisse dal mio volto e tenni gli occhi fissi su Sasuke. Quando si alzò e fece qualche passo, ritrovandosi alla luce delle candele mi venne un colpo. Era uguale a Itachi se non per qualche dettaglio. Lui mi guardò e dal suo sguardo traspariva odio, malinconia e ghiaccio. Ghiaccio che mi fece gelare il sangue. Presi un bel respiro e ricambiai lo sguardo.
-viene dall’Alba?- non aspettò una risposta che mi ritrovai al muro con un kunai alla gola e il suo viso a pochi centimetri dal mio. Era proprio simile a Itachi.
- ci serve viva – detto questo Orochimaru se ne andò e lui si allontanò mettendosi in posizione di attacco, feci lo stesso e iniziammo a combattere.
Un anno dopo
Mi alzai di scatto e uscii dalla stanza: era già passato un anno. Un anno da quando avevo abbandonato l’alba. Mia sorella ormai avrebbe dovuto partorire e mi sentivo così in colpa per non esserci stata. Mi ero allenata con Sasuke per cinque mesi poi avevo continuato da sola mentre lui era in un team con Karin, Jugo e un altro tizio di cui non ricordo il nome. Penso ancora a lui. Anche se probabilmente mi odierà a morte.
-Angel, c’è una missione per te- mi voltai guardando Kabuto – verrai con me e Orochimaru dall’Alba – annuii e quando se ne fu andato imprecai; erano per caso impazziti? Sospirai e continuai a camminare senza una meta, non aveva detto quando saremo partiti. Chiusi gli occhi e mi venne la sua immagine davanti come prima. Sussultai e scossi la testa, sono una stupida: che reazione avrò quando ce lo avrò davanti?
Perché, poi, Orochimaru voleva andare dall’Akatsuki, cosa ne ricavava? Forse era un test per me: magari ci sarebbero stati pure Sasuke&Co a spiarci nel caso fosse necessario intervenire. O forse no.
-Vieni – sentii nella mia testa: Orochimaru. Corsi sui miei passi tornando indietro arrivando all’uscita dove mi attendevano Kabuto e Orochimaru. Poi partimmo: per il tragitto restammo in silenzio: inizio a credere che Sasuke mi abbia influenzato con il suo silenzio: che terribile cosa.
Io, che ero abituata a ridere e a scherzare ora ero così silenziosa, non sembravo nemmeno io. Anche la mia tuta era cambiata: ora indossavo un pantalone nero e una maglia azzurra con la corda viola in vita e una katana sempre con me.

Saltai su un altro ramo guardandomi intorno, eravamo ancora lontani dal covo: mi ricordavo bene il posto che lo circondava. Guardai un punto non preciso della foresta e cercai di mantenere la calma. Spostai lo sguardo quando sentii qualcuno che mi guardava. Il solito ghigno di Kabuto mi fece innervosire e lo guardai male. Iniziai a riconoscere alcuni tratti della foresta e senza accorgermene mi misi in linea con Orochimaru.
Lui mi guardò ghignando ma non ci feci molto caso, continuando a guardarmi intorno con lo stomaco attanagliato da una strana malinconia. Volevo e allo stesso tempo non volevo vedere nessuno di loro.
Ci fermammo e mi fecero segno di rimanere sul ramo mentre loro scendevano. Dopo poco tutti i componenti dell’Alba uscirono, avendo percepito la sua aurea e anche grazie a Zetzu. Sospirai e mi appoggiai al tronco aspettando che Orochimaru o il suo tirapiedi mi facessero cenno di scendere o di fare qualcosa.
-Maledetti- urlò Konan con gli occhi umidi, il mio cuore perse un colpo vedendola così.
-Dov’è?- domandò Pain trucidando con lo sguardo Orochimaru che scoccò un’occhiata a Kabuto. Guardai le mani di quest’ultimo che erano dietro la sua schiena: aveva alzato il mignolo e l’anulare.

Dovevo .. cantare?

Sospirai per l’ennesima volta per la pazzia dei due e cercai velocemente una canzone
Puro amore mio 
sepolto da mille valanghe 
ho smarrito la felicità 
la cerco combattendo 

fuggo da questa città 
perché non possa guardarmi 
perché non possa fotografare 
la condizione del mio cuore 
che ora danza lento e immobile 
tra gli scogli dei ricordi 
che ora è qui deriso e stanco 
tra il ricordo e l'illusione 
di ciò che era puro amore 



Guardai Itachi, i suoi occhi. Passai lo sguardo su tutti, Konan aveva iniziato a piangere.
Questa notte è nostra 
corri forte angelo mio 
come fosse l'ultimo motivo per rimanere vivo 
e se sarà amore 
trattalo come un segreto 
come il più prezioso dono ricevuto 
che racconta perché vivi 
perché muori 
Non sopporto il falso e i traditori 
e quindi me ne andrò 
e tu per chi vivi, per chi muori 
anche fosse l'ultima parola 
dilla ora e forse un giorno tornerò 

puro amore mio 
ti ho cresciuto nei miei sogni 
e ti ho tatuato sul mio cuore 
dando fede anche agli sbagli 
Lascio solo a te l'amore mio 
di cavaliere errante 
e cammino allontanandomi 
da noi anche se è grande 
il dolore che mi invade 
ma di cui non temo i danni 
La mia anima fu consegnata a te e solo a te e rimane tua 

Questa notte è nostra 
corri forte angelo mio 
come fosse l'ultimo motivo 
per rimanere vivo 
e se sarà amore 
trattalo come un segreto 
come il più prezioso dono 
ricevuto come me e te 

puro amore mio 
forse di cui sto morendo 
ma sarà in nome di tutta una vita 
spesa ai margini di un sogno 
per la musica, la gente che curò le mie ferite 
e quella gente, quella musica, mi indicarono un futuro e fu soltanto amore puro
 
 
Mi asciugai velocemente una lacrima incenerita dallo sguardo di Kabuto. Scesi con un balzo tra esso e Orochimaru che ghignava ancora.
-Angel- mormorò Konan in lacrime, lanciai uno sguardo a Orochimaru e le sorrisi – non piangere – dissi dolcemente ricevendo una spinta da Kabuto, lo guardai male, ancora.
-Perché?- chiese Kisame affiancato da lui
I nostri sguardi si incontrarono ma nei suoi occhi non lessi odio, ma tristezza, felicità per avermi rivista e .. amore. I miei occhi si inumidirono ma cercai di non farlo notare a Orochimaru.
-volevo mostrarvi che posso avere tutto quello che voglio – rispose Orochimaru – non era diretta a te la domanda- sbottò Deidara irritato, per poi guardare me
-Era diretta a lei- sussultai e abbassai lo sguardo, colpevole. Non riuscivo a sopportarlo. Kabuto mi prese un braccio e mi riportò sul ramo. Non opposi resistenza: non ce la facevo.
-Non toccarla!- la sua voce mi arrivò violenta e lo guardai stupita: non aveva mai urlato da quando lo conoscevo. I suoi occhi ora avevano lo sharingan e in quel momento mi sembrava di vedere Sasuke.
-noi la riporteremo indietro- disse Hidan guardando Orochimaru come si guarda una mosca. Quest’ultimo rise e capii subito il motivo: Naruto.
-Sembrate Naruto, prova ancora a riportare indietro Sasuke- appunto. Sospirai e guardai Itachi: volevo imprimere nella mia mente ogni piccolo particolare. Sentivo un’estrema voglia di tornare da loro, nelle sua braccia. In questo momento la vendetta mi sembrò talmente stupida. Inutile. Di chi mi dovevo vendicare poi? Di Sakura? Non potrei mai uccidere un’amica di mia sorella.
-Andiamo- disse Orochimaru, Kabuto annuì e si voltarono – arrivo fra poco – mormorai. Non saprei dire perché si fidarono di me. Sparirono fra gli alberi e guardai dietro di me, se ne erano andati davvero. Sospirai e scesi con un balzo atterrando perfettamente. Subito mi ritrovai Konan a dosso.
-Konnie .. – mormorai stringendola – mi sei mancata tanto – abbracciai gli altri uno per uno, ma mi fermai davanti a lui. Guardai i suoi occhi: Dio quanto mi erano mancati, ora però erano lucidi.
Sussultai e sorrisi – Itachi Uchiha, non provare a piangere che ti affogo nel fiume – era un modo per cercare di farlo sorridere. E così fu, solo che pianse.
Esatto: Itachi Uchiha pianse, sorridendo, nel rivedermi. Che dolce.
Lo abbracciai e gli posai un bacio sulla guancia, non mi sembrava opportuno dopo tutto quel tempo baciarci proprio come facevamo. Ma a quanto pare lui non era d’accordo e, prendendomi il braccio per avvicinarmi a lui, mi baciò. Le sue labbra mi erano mancate da morire, il suo odore, le sue braccia, i suoi capelli, tutto.
-resta- mormorò, mi allontanai e feci scendere le tanto attese lacrime.
-Vorrei, ma se non tornassi al covo, Orochimaru manderebbe Sasuke a cercarmi. E non è il caso che vi incontriate – sorrisi nonostante volessi sprofondare.
Gli altri annuirono. – vi voglio bene –
-cercherò di venire il più possibile  - mormorai
“muoviti” sbuffai – si ora arrivo – sbottai guadagnandomi le occhiate curiose di tutti, sorrisi goffamente – scusate, non so ancora come facciano a mandarmi messaggi, almeno usassero toni più normali, sembrano ghiaccioli ghiacciolosi –
Konan, Deidara, Kisame e Hidan scoppiarono a ridere, gli altri sorrisero: o almeno credo che Kakuzu stesse sorridendo. – Mi erano mancate le tue cazzate –
-Anche a me Hidan, tuo fratello mi ha attacco il mutismo – sorrisi indicando Itachi, era bello vederlo sorridere, mentre mi guardava felice. Era bello vederlo così, anche se per poco.
-Konnie, Cora?-
-Ha avuto un maschietto-
Iniziai a saltellare –sono zia, sono zia- producendo l’ilarità della maggior parte di loro.
“smettila, dove allenarti”
-Scusate, il ghiacciolo mi chiama, mi mancherete, cercherò di farmi viva di nuovo – abbracciai tutti di nuovo e baciai, o meglio venni baciata da Itachi. Sorrisi e saltai, allontanandomi pian piano dal covo.
 
 

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Capitolo 14
*** capitolo 13 ***


 

New World

13


Sono mezza morta, ma sto bene, non preoccupatevi: ho solo finito l’allenamento con Sasuke. Mi ha praticamente ammazzata! Io lo odio quel ragazzo. Ora Kabuto mi sta medicando, ma continuo a odiare lui, il fratello di Itachi e Orochimaru: voglio tornare alla mia vita di prima, ma questo maledetto segno me lo impedisce. Lui me lo impedisce: a cosa cavolo pensavo quando l’ho seguito?
I miei piani di vendetta sono solo un lontano ricordo; ho fatto una cazzata a seguirlo. Ora mi ritrovo in questo posto del cazzo, con un cazzo di buio infernale e un fottuto odore di stantio. Se mi sentisse Hidan sarebbe fiero di me. Hidan.
Chissà cosa stanno facendo: non riesco a capire che ore siano, questo posto non lascia comprendere niente del mondo esterno a meno che tu non esca, cosa alquanto ardua per me. Non so come a volte riesca a trovare l’uscita; forse un miracolo.
Dopo essermi ripresa parzialmente dall’allenamento con Sas’ke ho una incredibile voglia di incontrare i miei amici e lui. Il suo pensiero illumina la mia mente e più volte ho rischiato di morire per distrazione nell’allenamento, proprio perché pensavo a lui. Mi ama ancora e non è arrabbiato con me per quello che ho fatto. L’unica cosa, è che ha sofferto: odio fare soffrire la gente e di sicuro essere un ninja non rientra nelle mie qualità, da questo punto di vista.
‘tu puoi andare dove vuoi, ma ricorda che devi tornare sempre, io sono con te in ogni momento: nella tua mente’ la voce di Orochimaru.
Mi ha appena detto che posso andare dall’Akatsuki?
Sorrido e inizio a correre superando un Sasuke con la solita espressione da ghiacciolo e arrivo velocemente all’uscita, o entrata: vi ripeto, non chiedetemi come faccio.
Mi guardo intorno e cerco di ricordare che direzione abbiamo preso , destra. Inizio a saltare e solo ora mi viene in mente che assomiglio a un coniglio. Mi fermo su un ramo e guardo sia a destra che a sinistra; ricordo questo ‘incrocio’. A sinistra si va al covo, mentre a destra a Konoha.

Cora.

Mi volto a destra e continuo la mia corsa saltellante (?) finché non vedo le porte, o meglio; la porta gigantesca di Konoha.
Mi fermo davanti per farmi riconoscere e una volta dentro mi dirigo a passo spedito verso villa Uchiha, ma è vuota.
Mi guardo intorno: ora che ci penso, forse loro non sanno che sono andata con Orochimaru. Inizio a saltare sui tetti e cerco una testa bionda; la più semplice da individuare, dove c’è Naruto è più probabile che ci sia Sai e dove c’è Sai, c’è Cora e il pargoletto.
Vedo qualcuno correre e riconosco per pochi secondi una testa rosa: Sakura.
Dopo pochi secondi sono davanti a lei, mi guarda confusa ma dopo sorride, il ricordo di Sasori mi offusca un attimo la mente, ma torno subito lucida
-Ciao Sakura, volevo sapere dov’è mia sorella- dritta al punto
-E’ con Sai e Naruto da Teuchi, scusa se non mi fermo ma ho da fare, ciao- e detto questo scappa correndo come prima, chiedo in giro dove si trova questo Teuchi e alla fine ci arrivo, sposto le tendine e mi ritrovo la schiena di Cora, Sai e Naruto davanti.
-Grazie per la considerazione.- esclamo sorridendo, loro si voltano di scatto e mi sorridono, Cora scoppia a piangere e mi abbraccia; mi ricorda Konnie. Anche Naruto mi abbraccia, Sai invece mi sorride, le sue braccia sono occupate da un bebè.
Sorrido a quella vista; è così simile a Cora.
-Come lo hai chiamato?- chiedo guardando Cora, piange, non ha smesso e non sembra averne la minima intenzione.
-Masaru- dice Sai, guardando suo figlio come la cosa più bella che ci fosse
-Vittoria- mormorai il significato del nome e abbassai lo sguardo, sorrisi e guardai Naruto: in questo momento mi sentivo così in colpa verso di lui. Cercava di portare a Konoha Sasuke e io praticamente ci ‘lavoravo’ se così si può dire.
-Io vado, ciao Cora- mi strinse salutai con un bacio sulla fronte Masaru e con un sorriso i due, poi uscì dal negozio. Prossima destinazione: Akatsuki. Lo sguardo di Naruto mi tornò in mente subito; aveva capito subito che c’era qualcosa che nascondevo: era una cosa pazzesca quel ragazzo, riusciva a capire le persone con un solo sguardo, fantastico. Il problema si sarebbe presentato quando avrebbe scoperto tutto, perché lo avrebbe fatto. Troppo curioso.
Sorrisi debolmente e continuai il mio cammino silenziosamente: volevo fare una sorpresa. Saltai altri due o tre rami e poi mi fermai, ero arrivata. Guardai per qualche secondo il fiume .. quanti ricordi. Scossi la testa e scesi, l’unico problema è che non mi ricordavo più come entrare nel covo. Sono una causa persa. Allora feci la prima cosa ce mi venne in mente: urlai. –AAH – lo prolungai un po’ e mi allontanai di qualche passo, subito si fecero vedere Itachi e Konnie tutti preoccupati seguiti a  corsa dagli altri.
-Tranquilli, vengo in pace, giù i kunai! – risi alzando le mani, Konan butto il kunai a Pain e mi abbracciò.
-Sei tornata – sorrise contenta ma venne spostata bruscamente dall’Uchiha che amavo. Gli sorrisi e lo abbracciai, per poi far toccare le nostre labbra.
Entrammo dentro al covo e mi sedetti sul divano sospirando.
-Chi te li ha fatti?- mi voltai verso Deidara e lo guardai interrogativa, lui indicò il collo e me lo toccai, graffi.
-Ah! Questi?- mi tolsi la felpa mostrando bruciature, graffi e lividi viola – Deidara, quelli non sono niente se confrontati a questi – sorrisi per non piangere pensando al dolore di tutte quelle ferite. Sentii una mano fredda toccare la bruciatura più grande sul fianco e sussultai
-Per rispondere alla tua domanda, Deidei, me li ha fatti Sasuke, mi alleno con lui- rabbrividii: un po’ per il tocco delicato e gelido di Itachi e un po’ al pensiero del tempo speso con il fratello di quest’ultimo. Mi rimisi la felpa e mi sedetti, Itachi mi circondò le spalle facendomi appoggiare la testa sulla sua.
-Ti ha ridotta male!- esclamò Hidan – Già, ogni volta che arriva l’orario dell’allenamento prego, di non essere bruciata viva – risero e mi voltai verso Titti, si, ricordo ancora quel soprannome di copertura, mi sorrideva tranquillo. Era bellissimo. La stanchezza accumulata durante le ore di allenamento e dello stress accumulato raddoppiarono immediatamente e mi addormentai con il sorriso sulle labbra. Sentire odore di casa mi rilassava, sentire le forti e calde braccia di Itachi era confortante e quel breve chiacchiericcio mi accompagnò fino alle braccia di Morfeo.

Una strana sensazione mi svegliò di colpo. Sussultai facendo preoccupare tutti, in particolare Konan e Itachi. Mi toccai la scapola, dove c’era il segno maledetto.
«E’ morto» una voce fredda e distaccata occupò la mia mente. La riconobbi subito, Sasuke. Quindi Sasuke aveva fatto tirare il calzino al serpente? Oh Yeah.
Mi alzai sotto lo sguardo di tutti e iniziai a saltellare –finalmente è morto! Qui necessita una festa!- tutti mi guardarono curiosi
-Sasuke ha fatto la sua prima buona azione, secondo me. Ha ucciso la serpe, schiattato, morto, si sono scaricate le batterie!!- urlai felice. Presi la mano a Konan e la trascinai a saltellare con me.
-Bene, così tu rimani qua!- io annuii e l’abbracciai – a meno che il ghiacciolo non mi voglia come peso allora rimango qua – Mi sentii sollevare a mo’ di principessa e voltai la testa. Itachi mi baciò sorridendo e mi fece girare, iniziai a ridere e lo abbracciai.
Mi lasciò e smisi di ridere, ma rimanendo sempre sorridente. Lui mi guardò serio e si inginocchiò. Io guardai gli altri che sorridevano. Konan aveva cominciato a piangere e potevo vedere le lacrime anche a Deidara.
-Non ho un anello né tanto da offrirti, ma ti amo. Mi vuoi sposare?-

Dopo quella domanda la mia vita cambiò. 

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