Il Colpo fu così
forte da far
tremare i cardini della porta. La donna, la Strega, sbattè
le
palpebre mentre un'espressione sorpresa e nell'insieme seccata le si
dipingeva sul volto. Agrottò la fronte, senza staccare gli
occhi
dallo specchio davanti a sè, che ora era tornato a
riflettere
unicamente la sua immagine. Si morse il labbro: il rumore aveva
incrinato la concentrazione che le era necessaria per mantenere il
contatto con la Non Esistenza prima che fosse in grado di stipulare con
il Demone il Patto delle Anime. La porta tremò una seconda
volta, sottoposta ad un altro colpo; più che cercare di
sfondarla però sembrava che qualcuno stesse bussando con
rabbia.
A quanto pare il misterioso visitatore era impaziente. Si
alzò,
sospirando, e portandosi con un gesto della mano la lunga massa di
capelli corvini sul suo capo dietro la schiena, offrendo ora ad un
eventuale osservatore un bizzarro contrasto tra il loro colore scuro e
la pallidezza del suo volto, che pure emanava un certo fascino, anche
se apparentemente innaturale.
Basterà solo
il Sangue.
Ne era certa, quindi per ora era sufficiente sistemare
chiunque
fosse venuto a cercarla. Si concesse qualche istante per guardarsi
attorno. La stanza era immersa nella penombra che le tende tirate
davanti all'unica finestra potevano offrire; da una parte c'era un
mobiletto con accanto uno sgabello e, poco distante, lo specchio che
stava usando poco fa. Dalla parte opposta un letto dalle
coperte
logore e sgualcite, con un vecchio baule ai suoi piedi. Nient'altro.
Eppure là dentro c'era tutto quello che serviva ai suoi
scopi.
Avrebbe voluto di più è ovvio, ma il momento in
cui si
sarebbe presa ciò che le spettava sarebbe arrivato molto
presto,
lo sapeva. Ormai non mancava molto.
Infine fissò lo sguardo sulla porta, scrutandola come se
volesse vedere chi c'era al di là del legno.
-Avevo ordinato di non essere disturbata! Chi è?!
Aveva lasciato al piano inferiore della locanda le sue "guardie del
corpo", miseri fantocci privati ormai della minima volontà e
che
tuttavia servivano bene allo scopo per il quale li teneva con
sè; questa insistenza sembrava proprio ciò che ci
si
poteva aspettare da loro, anche se non riusciva ad immaginare
perchè uno di loro fosse salito a cercarla invece di
eliminare
qualsiasi problema con la forza bruta, come al solito.
Si aspettava un grugnito di riconoscimento, alcune frasi sconnesse, ma
invece non ottenne nulla. Inarcò un sopracciglio. Non era
spaventata, la porta era così resistente che avrebbe potuto
sopportare a lungo perfino i pugni di Zanna, essere metà
uomo e
metà mostro che tempo fa terrorrizzava la contea al servizio
di
sua zia. E solo lei aveva le chiavi della serratura, quindi...
CLAC!
Quasi a volerla smentire, un tintinnìo di chiavi ed il
rumore
di uno scatto annunciarono che il visitatore aveva
aperto l'ultima difesa alla sua discrezione senza problemi.
La figura che varcò la soglia le sembrò in un
primo
momento imponente, ma quando avanzò di un altro paio di
passi,
fermandosi a circa due metri da lei, si rese conto che come al solito
la prima impressione era quella sbagliata; davanti a lei si trovava
un figuro che si, pareva robusto, ma che aveva una
corporatura per nulla differente da quella dei soliti
contadinotti
ignoranti con cui aveva a che fare. Altro la preoccupava.
Primo, il suo volto era coperto dal cappuccio del mantello nero che si
portava sulle spalle e che le rendeva praticamente impossibile cogliere
i lineamenti del suo antagonista a causa anche della fievole
illuminazione.
Secondo, nella mano sinsitra stringeva un corto bastone nodoso. Sorbo
Selvatico. Quel dannato legno così pricoloso per qualsiasi
strega. E terzo, si limitava a fissarla senza accennare un qualsiasi
movimento, senza aver detto una sola parola dal momento in cui era
entrato. Voleva che fosse lei a fare la prima mossa.
Quei maledetti le avevano mandato un Mago. E a giudicare da come si era
presentato non un novellino, ma un Mago navigato ed abile.
Alzò
leggermente il mento, ostentando comunque una certa spavalderia. Abile
o meno, novellino o esperto, non aveva importanza, contro di lei non
aveva alcuna possibilità.
-Dì un po', Mago... Ti hanno detto chi sono? Prima che tu
accettassi questo lavoro, ti hanno detto con chi avresti avuto
a
che fare?
Lo derise, un ghigno sadico e maligno sul volto.
L'altro però continuò a rimanere in
silenzio, quasi
stesse soppesando la propria risposta.. E quando parlò,
bastò il solo suono della sua voce per far indietreggiare di
un
passo la Strega.
-So benissimo che sei, Alice delle Tenebre..
Il tono era calmo e pacato, eppure esprimeva una severità
e..
Anche una certa tristezza che la donna non potè fare a meno
di
cogliere; socchiuse gli occhi, cercando di penetrare attraverso la
copertura del cappuccio.
-Come può essere.. Sei tu?
Sussurrò, un sibilo furibondo. No, non ora. Non adesso che
c'era così vicina...
L'uomo calò il cappuccio, scoprendo una cascata di lunghi
capelli rossi, ed una corta barba dello stesso colore che
incorniciavano un volto molto più roseo e abbronzato di
quello
della Strega. Ma se quell di lei sembrava quello di una bambina
cresciuta troppo in fretta, l'espressione cupa ed i lineamenti
dell'altro gli conferivano un'età più avanzata di
quanto
in realtà non fosse.
-Io, Alice.. Non dirmi che non ci avevi pensato. Che non
avresti previsto che un giorno sarei venuto per portarti a
Casa...
Alice pensava in fretta. Sapeva benissimo dove voleva andare a parare
il Mago, ma sapeva anche che non poteva cedere ora. Il momento del
confronto che da anni attendeva era lì davanti a lei, ed
anche
se non pensava che potesse arrivare così presto
non era
certo impreparata. Mascherò l'evidente sorpresa e timore con
un
sorriso seducente, irresistibile per chiunque uomo con cui ebbe a che
fare. Anche per lui.
-Non essere sciocco, Thomas J. Ward... Non c'è stato un
singolo
momento in questi due anni in cui abbia cessato di pensarti...
Si avvicinò lentamente a lui, poggiando le dita della mano
destra di cui erano evidentissime le unghie nere sulla sua guancia;
l'espressione dell'altro parve a quel gesto addolcirsi appena..
-Anch'io.. Anch'io non ho potuto fare a meno di pensare a quel giorno
da allora, sai?
Tom le prese la mano nella sua, stringendola appena, pur senza mutare
in alcun modo l'espressione fredda che aveva sul volto.
-Di pensare a cos'eri allora.. A quanto fossimo legati.. Fino a quando
non mi hai tradito! Fino a quando non hai voltato le spalle a tutto
quello che Gregory ci aveva insegnato!
Alla fine le stava praticamente urlando addosso, e
lei ritrasse bruscamente la mano, provocandogli un piccolo
graffio sulla guancia, osservando quel volto che non era più
freddo, no, era furioso. Socchiuse le palpebre ed osservandolo come un
felino osservi la propria preda.
-Due anni fa facesti la tua scelta Alice.. E io non posso rimandare
oltre. A Chipenden c'è una Fossa che ti aspetta...
-Ah, davvero?! Hai intenzione di uccidermi quindi? Hai intenzione di
farla finita una volta per tutte?
Stavolta era la strega ad urlare. Il Mago si limitò a
scuotere la testa.
-Torneresti. Lo so bene. In questi tempi hai accumulato troppo potere
perchè possa correre un rischio del genere.. Farai la fine
di Mamma Malkin...
Distolse lo sguardo, come se lui stesso provasse ribrezzo nel dirlo, ma
sapeva che non c'era altra scelta. Alice si portò la mano
alla bocca, indietreggiando. Mamma Malkin un tempo era stata la Strega
più temuta di tutta la Contea. Così potente che
si dicesse che potesse vincere anche la morte. Il maestro di Tom, il
Mago Gregory, decise che la cosa migliore da fare era seppellirla viva
in una Fossa, in modo che non potesse nuocere più a nessuno.
Se Tom aveva preso in considerazione un simile provvedimento
anche per lei, significava che davvero non c'erano
più speranze di convincerlo a parole. Riabbassò
la mano, il tono di nuovo fievole e distante...
-Sei stato uno sciocco a venire qui Tom.. Non avresti dovuto..
La mano sinistra si mosse in alcuni complicati gesti, compiendoli con
una tale rapidità che prima che Tom riuscisse a saltare in
avanti e bloccarla la magia aveva già fatto effetto. Il
baule si spalancò di colpo, ed una massa nera simile ad una
sfera schizzò fuori da esso, dirigendosi a gran
velocità verso il petto del Mago. Sorpreso, Tom
reagì in ritardo, spostandosi di lato solo per istinto, ma
non fu abbastanza veloce. La "cosa" lo colpì sulla spalla
con la forza del calcio di un cavallo, spedendolo in aria a roteare per
alcune volte, prima di ricadere con pesantezza a terra. Il bastone gli
sfuggì di mano e rotolò lontano. Si rimise rapido
in piedi, ma la "cosa" era tra lui ed il bastone. Non poteva
raggiungerlo.
-Un Elementale Oscuro.. Notevole Alice..
Sorridendo, la Strega avanzò lentamente fino
a portarsi dietro all'Elementale e si voltò a
guardare l'avversario con evidente soddisfazione. Senza dire nulla la
mano si mosse tracciando altri simboli ed in breve la sfera si scinse
in altri tre, che ora fluttuavano minacciosamente nell'aria.
-Non hai speranze..
Gongolava, ma Tom non sembrò certo intimidito. Con un lieve
scatto del polso, nella sua mano apparve l'estremità di una
catena d'Argento. Alice socchiuse gli occhi. Se la ricordava. E non era
il caso di dargli il tempo di usarla. Mosse l'indice verso il Mago,
chiaro segnale agli Elementali che subito si scagliarono verso di lui.
Ma stavolta l'uomo fu più veloce. Si scansò un
istante prima che l raggiungessero e con la destra lanciò a
terra quella che sembrava una sorta di boccetta che conteneva una
polvere grigiastra. A contatto con il pavimento la boccetta esplose,
spargendo nell'aria circostante la polvere. Gli Elementali in qualche
modo sembrarono irrigidirsi e diventare più solidi ed in
quel momento la catena del Mago schioccò, trafiggendo prima
uno e poi gli altri due rimasti. Alice emise un gemito ed
alzò una terza volta la sinistra, ma con un altro schiocco
la catena lasciò il braccio di Tom e volò verso
di lei quasi fosse una lingua di fiamme bianche, cadendo su di lei
dall'alto ed avvolgendosi sul corpo della donna come un serpente. La
Strega cadde in ginocchio, impotente.
Ed infine fu il silenzio.
Tom si avvicinò lentamente, sollevandola in piedi come se
non pesasse più d'una fascina di grano.
-Sale, Ferro e Argento Alice.. Nonostante il potere dell'avversario, se
unisci questi elementi al tuo coraggio la vittoria sarà
semrpe tua; è quello che non hai mai voluto capire.
Lei lo guardò negli occhi, che si riempirono di lacrime.
Tom. Io ti odio.
E poi fu il buio e non vide più nulla.
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Chiedo venia per i
probabili errori di trascrizione, ma al momento non ho voglia di
controllare XD
Greetings Time!
Lalla: Mia unica
(sigh) recensista ufficiale finora, ma spero che il capitolo smuova un
po' le acque °° Tu fa girare eh? Come vedi la storia ha
un inizio piuttosto burrascoso.. Vediamo come andrà avanti
appena troverò il tempo per il prox capitolo..
Attenzione! Ho inserito
nella storia un richiamo piuttosto ovvio ad un altra saga fantasy. Se
riuscirete a trovarlo e a dirmi titolo, capitolo e pagina dell'edizione
italiana in cui compare.. Vi posso concedere un
piccolissimo Spoiler. Se non lo volete, ma desiderate lo stesso
cimentarvi nella prova fate pure, basta che mi avvisiate di nn proferir
nulla a proposito °ç°