Il Destino del Mago

di Goldmax
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il Mago e la Strega ***
Capitolo 3: *** Ritorno ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Wardstone - Prologo
Il punto più alto della Contea
è segnato dal mistero. Si dice che lassù,
durante una terribile tempesta,
sia morto un uomo. Lui solo aveva osato
sfidare il male che minacciava il mondo.
Poi tornarono i ghiacci. E quando si sciolsero,
persino la forma delle montagne e i nomi
dei paesi della valle erano cambiati. Ora, sul punto
più alto dei rilievi, non rimane traccia di ciò
che si compì tanto tempo fa.
Ma il suo nome è sopravvissuto.
Lo chiamano
WARDSTONE

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La figura era alta e slanciata e dai tratti tipicamente femminili, sebbene l'oscurità che pervadeva il luogo rendesse impossibile distinguerne il volto. I lunghi capelli scuri le cadevano lungo la schiena, ma era impossibile dire se fossero effettivamente neri o se fosse quel buio quasi opprimente a farli sembrare tali. La donna si guardava attorno. Continuava a voltare la testa a destra e sinistra, come se aspettasse qualcuno... O Qualcosa. D'un tratto si girò completamente; era solo la sua immaginazione o qualcosa le aveva appena sfiorato la schiena. Si strinse la braccia, tremante per il freddo che avvertiva in tutto il corpo. Il posto non le piaceva. Non si sentiva sicura, non aveva in mano la situazione.. E odiava sentirsi così inerme. Se solo...
Mi stavi cercando, strega?
Sussultò di colpo, facendo un giro completo su se stessa. Non vedeva nessuno. Eppure la voce che le aveva appena parlato non doveva trovarsi a più di un paio di metri da lei.
Inutile. Non puoi vedermi. Io sono dappertutto. Io sono l'Oscurità stessa...
Proprio un alleato inquietante. Represse un altro brivido con la pura forza di volontà. Non doveva mostrarsi debole o sarebbe andato tutto a monte..
-Immagino... Che vogliate sapere come mai mi trovo nel vostro regno, mio Signore..
Per un momento pensò di aggiungere un inchino a questa declamazione, ma non aveva della direzione in cui rivolgersi... Forse avrebbe rischiato di voltare le spalle all'Essere. No, meglio di no... Quello che non sia aspettava era una risata fredda, che si librò nel luogo non appena pronunciò l'ultima parola.
Come mai? Come mai hai detto? So già qual è il motivo che ti ha condotto fin qui.. Alle porte del Vuoto.
La donna deglutì. Com'era possibile? Possibile che...
Corretto. Almeno sei sveglia. Si leggo il pensiero, esattamente come il Flagello con il quale avesti a che fare anni fa.
Chiuse gli occhi. Anche se era passato davvero tanto tempo da quei giorni se li ricordava ancora bene come se li rivivesse in quello stesso momento. Gli eventi a cui aveva preso parte, e di cui in parte era stata causa, avevano scavato un solco forse indelebile.
Tu cerchi il potere. Cerchi il dominio assoluto. Hai vissuto di rimpianti per tutta la vita e ora sei convinta che sia arrivato il momento di esigere da essa il giusto pagamento.
La donna annuì, recuperando almeno un po' della sua freddezza e riaprendo le palpebre, pur non riuscendo a vedere niente anche in quel caso.
-Allora? Siete disposto a diventare mio Alleato, mio Famiglio, per ottenere la vostra libertà? Sarete legato a me, ma potrete di nuovo camminare nel mondo dei vivi.
Stavolta il silenzio durò più a lungo. Era come se l'Essere stesse soppesando da una parte la libertà che gli era offerta, e dall'altra quella che gli sarebbe stata negata. O forse pensava ad un modo per svicolare dal legame che si sarebbe creato. Il Demone era una creatura infida e sleale, la donna lo sapeva bene, ma era certa di poterlo tenere sotto controllo.
Accetto. Non posso aspettare l'arrivo di un'altra Strega. Voglio tornare ORA!
L'ultima parola le rimbombò nella testa come un colpo di cannone, ma non potè esimersi dal mostrare un'espressione evidentemente soddisfatta. Ma non parlò ancora. Percepiva chiaramente che il Demone stava valutando qualcos'altro e che non aveva finito con lei.
Qualcuno.. Potrebbe essere di ostacolo?
Il volto di un uomo comparve nella mente della Strega prima che lei potesse fermarlo, rendendosi visibile agli occhi dell'Essere. Non lo vedeva da tre anni ormai, ma fin da quando aveva preso la decisione di evocare il Demone sapeva che avrebbe dovuto confrontarsi con lui. E che lui si sarebbe opposto con tutto sè stesso, nonostante il legame che li univa.
Capisco. In effetti potrebbe non essere così ininfluente.. Se si mettesse in mezzo prima che la mia Venuta si compia dovrai occupartene tu.
Lei deglutì ancora. L'idea non la esaltava, ma sapeva che il momento non poteva essere rimandato ancora a lungo. Annuì.
Bene. Ecco cosa dovrai fare...


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Greetings Time!
Lalla: Ovviamente non poteva mancare una dedica alla tua testolina malata visto che questo mio parto è anche (ma soprattutto) colpa o merito tuo. Spero ti piaccia
Frà: La mia (e sottolineo mia!) Roscia romana! Te l'avevo promessa no? Quandi ecco una dedica tutta per te che alimenti di continuo la mia fantasia e le occasioni di ispirazione. Solo per te una succosa anteprima. Presente Kayade e Nihast? Ecco, più o meno..
Joseph Delaney: E ovviamente lui. Dove sarei ora se non avesse mai scritto libri? Grazie Maestro.

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Capitolo 2
*** Il Mago e la Strega ***


Wardstone - Il Mago e La Strega
Il Mago e La Strega

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Il Colpo fu così forte da far tremare i cardini della porta. La donna, la Strega, sbattè le palpebre mentre un'espressione sorpresa e nell'insieme seccata le si dipingeva sul volto. Agrottò la fronte, senza staccare gli occhi dallo specchio davanti a sè, che ora era tornato a riflettere unicamente la sua immagine. Si morse il labbro: il rumore aveva incrinato la concentrazione che le era necessaria per mantenere il contatto con la Non Esistenza prima che fosse in grado di stipulare con il Demone il Patto delle Anime. La porta tremò una seconda volta, sottoposta ad un altro colpo; più che cercare di sfondarla però sembrava che qualcuno stesse bussando con rabbia. A quanto pare il misterioso visitatore era impaziente. Si alzò, sospirando, e portandosi con un gesto della mano la lunga massa di capelli corvini sul suo capo dietro la schiena, offrendo ora ad un eventuale osservatore un bizzarro contrasto tra il loro colore scuro e la pallidezza del suo volto, che pure emanava un certo fascino, anche se apparentemente innaturale.
Basterà solo il Sangue.
Ne era certa, quindi per ora era sufficiente sistemare chiunque fosse venuto a cercarla. Si concesse qualche istante per guardarsi attorno. La stanza era immersa nella penombra che le tende tirate davanti all'unica finestra potevano offrire; da una parte c'era un mobiletto con accanto uno sgabello e, poco distante, lo specchio che stava usando poco fa. Dalla parte opposta un letto dalle coperte logore e sgualcite, con un vecchio baule ai suoi piedi. Nient'altro. Eppure là dentro c'era tutto quello che serviva ai suoi scopi. Avrebbe voluto di più è ovvio, ma il momento in cui si sarebbe presa ciò che le spettava sarebbe arrivato molto presto, lo sapeva. Ormai non mancava molto.
Infine fissò lo sguardo sulla porta, scrutandola come se volesse vedere chi c'era al di là del legno.
-Avevo ordinato di non essere disturbata! Chi è?!
Aveva lasciato al piano inferiore della locanda le sue "guardie del corpo", miseri fantocci privati ormai della minima volontà e che tuttavia servivano bene allo scopo per il quale li teneva con sè; questa insistenza sembrava proprio ciò che ci si poteva aspettare da loro, anche se non riusciva ad immaginare perchè uno di loro fosse salito a cercarla invece di eliminare qualsiasi problema con la forza bruta, come al solito.
Si aspettava un grugnito di riconoscimento, alcune frasi sconnesse, ma invece non ottenne nulla. Inarcò un sopracciglio. Non era spaventata, la porta era così resistente che avrebbe potuto sopportare a lungo perfino i pugni di Zanna, essere metà uomo e metà mostro che tempo fa terrorrizzava la contea al servizio di sua zia. E solo lei aveva le chiavi della serratura, quindi...
CLAC!
Quasi a volerla smentire, un tintinnìo di chiavi ed il rumore di uno scatto  annunciarono che il visitatore aveva aperto l'ultima difesa alla sua discrezione senza problemi.
La figura che varcò la soglia le sembrò in un primo momento imponente, ma quando avanzò di un altro paio di passi, fermandosi a circa due metri da lei, si rese conto che come al solito la prima impressione era quella sbagliata; davanti a lei si trovava un figuro che si, pareva robusto, ma che aveva una corporatura per nulla differente da quella dei soliti contadinotti ignoranti con cui aveva a che fare. Altro la preoccupava.
Primo, il suo volto era coperto dal cappuccio del mantello nero che si portava sulle spalle e che le rendeva praticamente impossibile cogliere i lineamenti del suo antagonista a causa anche della fievole illuminazione.
Secondo, nella mano sinsitra stringeva un corto bastone nodoso. Sorbo Selvatico. Quel dannato legno così pricoloso per qualsiasi strega. E terzo, si limitava a fissarla senza accennare un qualsiasi movimento, senza aver detto una sola parola dal momento in cui era entrato.  Voleva che fosse lei a fare la prima mossa.
Quei maledetti le avevano mandato un Mago. E a giudicare da come si era presentato non un novellino, ma un Mago navigato ed abile. Alzò leggermente il mento, ostentando comunque una certa spavalderia. Abile o meno, novellino o esperto, non aveva importanza, contro di lei non aveva alcuna possibilità.
-Dì un po', Mago... Ti hanno detto chi sono? Prima che tu accettassi questo lavoro, ti hanno detto con chi avresti avuto a che fare?
Lo derise, un ghigno sadico e maligno sul volto. L'altro però continuò a rimanere in silenzio, quasi stesse soppesando la propria risposta.. E quando parlò, bastò il solo suono della sua voce per far indietreggiare di un passo la Strega.
-So benissimo che sei, Alice delle Tenebre..
Il tono era calmo e pacato, eppure esprimeva una severità e.. Anche una certa tristezza che la donna non potè fare a meno di cogliere; socchiuse gli occhi, cercando di penetrare attraverso la copertura del cappuccio.
-Come può essere.. Sei tu?
Sussurrò, un sibilo furibondo. No, non ora. Non adesso che c'era così vicina...
L'uomo calò il cappuccio, scoprendo una cascata di lunghi capelli rossi, ed una corta barba dello stesso colore che incorniciavano un volto molto più roseo e abbronzato di quello della Strega. Ma se quell di lei sembrava quello di una bambina cresciuta troppo in fretta, l'espressione cupa ed i lineamenti dell'altro gli conferivano un'età più avanzata di quanto in realtà non fosse.
-Io, Alice.. Non dirmi che non ci avevi pensato. Che non avresti previsto che un giorno sarei venuto per portarti a Casa...
Alice pensava in fretta. Sapeva benissimo dove voleva andare a parare il Mago, ma sapeva anche che non poteva cedere ora. Il momento del confronto che da anni attendeva era lì davanti a lei, ed anche se non pensava che  potesse arrivare così presto non era certo impreparata. Mascherò l'evidente sorpresa e timore con un sorriso seducente, irresistibile per chiunque uomo con cui ebbe a che fare. Anche per lui.
-Non essere sciocco, Thomas J. Ward... Non c'è stato un singolo momento in questi due anni in cui abbia cessato di pensarti...
Si avvicinò lentamente a lui, poggiando le dita della mano destra di cui erano evidentissime le unghie nere sulla sua guancia; l'espressione dell'altro parve a quel gesto addolcirsi appena..
-Anch'io.. Anch'io non ho potuto fare a meno di pensare a quel giorno da allora, sai?
Tom le prese la mano nella sua, stringendola appena, pur senza mutare in alcun modo l'espressione fredda che aveva sul volto.
-Di pensare a cos'eri allora.. A quanto fossimo legati.. Fino a quando non mi hai tradito! Fino a quando non hai voltato le spalle a tutto quello che Gregory ci aveva insegnato!
Alla fine le stava praticamente urlando addosso, e lei ritrasse bruscamente la mano, provocandogli un piccolo graffio sulla guancia, osservando quel volto che non era più freddo, no, era furioso. Socchiuse le palpebre ed osservandolo come un felino osservi la propria preda.
-Due anni fa facesti la tua scelta Alice.. E io non posso rimandare oltre. A Chipenden c'è una Fossa che ti aspetta...
-Ah, davvero?! Hai intenzione di uccidermi quindi? Hai intenzione di farla finita una volta per tutte?
Stavolta era la strega ad urlare. Il Mago si limitò a scuotere la testa.
-Torneresti. Lo so bene. In questi tempi hai accumulato troppo potere perchè possa correre un rischio del genere.. Farai la fine di Mamma Malkin...
Distolse lo sguardo, come se lui stesso provasse ribrezzo nel dirlo, ma sapeva che non c'era altra scelta. Alice si portò la mano alla bocca, indietreggiando. Mamma Malkin un tempo era stata la Strega più temuta di tutta la Contea. Così potente che si dicesse che potesse vincere anche la morte. Il maestro di Tom, il Mago Gregory, decise che la cosa migliore da fare era seppellirla viva in una Fossa, in modo che non potesse nuocere più a nessuno. Se Tom aveva preso in considerazione un simile provvedimento anche per lei, significava che davvero non c'erano più speranze di convincerlo a parole. Riabbassò la mano, il tono di nuovo fievole e distante...
-Sei stato uno sciocco a venire qui Tom.. Non avresti dovuto..
La mano sinistra si mosse in alcuni complicati gesti, compiendoli con una tale rapidità che prima che Tom riuscisse a saltare in avanti e bloccarla la magia aveva già fatto effetto. Il baule si spalancò di colpo, ed una massa nera simile ad una sfera schizzò fuori da esso, dirigendosi a gran velocità verso il petto del Mago. Sorpreso, Tom reagì in ritardo, spostandosi di lato solo per istinto, ma non fu abbastanza veloce. La "cosa" lo colpì sulla spalla con la forza del calcio di un cavallo, spedendolo in aria a roteare per alcune volte, prima di ricadere con pesantezza a terra. Il bastone gli sfuggì di mano e rotolò lontano. Si rimise rapido in piedi, ma la "cosa" era tra lui ed il bastone. Non poteva raggiungerlo.
-Un Elementale Oscuro.. Notevole Alice..
Sorridendo, la Strega avanzò lentamente fino a portarsi dietro all'Elementale e si voltò a guardare l'avversario con evidente soddisfazione. Senza dire nulla la mano si mosse tracciando altri simboli ed in breve la sfera si scinse in altri tre, che ora fluttuavano minacciosamente nell'aria.
-Non hai speranze..
Gongolava, ma Tom non sembrò certo intimidito. Con un lieve scatto del polso, nella sua mano apparve l'estremità di una catena d'Argento. Alice socchiuse gli occhi. Se la ricordava. E non era il caso di dargli il tempo di usarla. Mosse l'indice verso il Mago, chiaro segnale agli Elementali che subito si scagliarono verso di lui. Ma stavolta l'uomo fu più veloce. Si scansò un istante prima che l raggiungessero e con la destra lanciò a terra quella che sembrava una sorta di boccetta che conteneva una polvere grigiastra. A contatto con il pavimento la boccetta esplose, spargendo nell'aria circostante la polvere. Gli Elementali in qualche modo sembrarono irrigidirsi e diventare più solidi ed in quel momento la catena del Mago schioccò, trafiggendo prima uno e poi gli altri due rimasti. Alice emise un gemito ed alzò una terza volta la sinistra, ma con un altro schiocco la catena lasciò il braccio di Tom e volò verso di lei quasi fosse una lingua di fiamme bianche, cadendo su di lei dall'alto ed avvolgendosi sul corpo della donna come un serpente. La Strega cadde in ginocchio, impotente.
Ed infine fu il silenzio.
Tom si avvicinò lentamente, sollevandola in piedi come se non pesasse più d'una fascina di grano.
-Sale, Ferro e Argento Alice.. Nonostante il potere dell'avversario, se unisci questi elementi al tuo coraggio la vittoria sarà semrpe tua; è quello che non hai mai voluto capire.
Lei lo guardò negli occhi, che si riempirono di lacrime.
Tom. Io ti odio.
E poi fu il buio e non vide più nulla.  
 
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Chiedo venia per i probabili errori di trascrizione, ma al momento non ho voglia di controllare XD

Greetings Time!
 
Lalla: Mia unica (sigh) recensista ufficiale finora, ma spero che il capitolo smuova un po' le acque °° Tu fa girare eh? Come vedi la storia ha un inizio piuttosto burrascoso.. Vediamo come andrà avanti appena troverò il tempo per il prox capitolo..

Attenzione! Ho inserito nella storia un richiamo piuttosto ovvio ad un altra saga fantasy. Se riuscirete a trovarlo e a dirmi titolo, capitolo e pagina dell'edizione italiana in cui compare.. Vi posso concedere un piccolissimo Spoiler. Se non lo volete, ma desiderate lo stesso cimentarvi nella prova fate pure, basta che mi avvisiate di nn proferir nulla a proposito °ç°

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Capitolo 3
*** Ritorno ***


Wardstone - Ritorno
Ritorno

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Quando Alice riprese conoscenza le sembrò che qualcuno la stesse portando in spalla. Sentiva delle voci attorno a sè, ma non riusciva a capire cosa dicessero. Scossa appena la testa, cercando riacquistare lucidità e sentendo in quella la Catena con cui era legata sfregarle appena la pelle. Non era tagliente, ma, come aveva detto Tom, l'effetto dell'Argento per quelle come lei era comparabile solo al fuoco.
Tu sia dannato.
Era proprio del Mago la voce più vicina a lei, quasi sul suo orecchio, segno che era lui stesso che ora la stava trasportando. Sembrava stesse discutendo con alcuni abitanti di quel piccolo Villaggio.
-No, non la lascerò qui. Finireste per ucciderla e non posso permetterlo.
Alice rizzò le orecchie. La stava proteggendo forse? Per un istante, mentre ancora tentava di liberarsi dell'intontimento che le annebbiava la testa, le sembrò di rivivere un episodio accaduto molto tempo fa.

Lei era a terra, nel fango, i capelli che le ricadevano scomposti sul viso sul quale era evidente un brutto livido appena sopra la guancia sinistra. Sorpa di lei, una folla inferocita armata di forconi, badili e torce che le inveiva contro, sputandole addosso e prendendola a calci senza ritegno. Molti di loro sembravano ubriachi e le urla si sentivano per tutto il villaggio; alcune donne guardavano atterrite la scena da dietro le finestre delle loro case, ma la maggior parte era ai bordi della piazza incitando i mariti od i figli.
-Uccidetela!
-Prendi dannata Strega!
-Non riesci ad incantarci con i tuoi malefici ora eh?
Alice piangeva, riparandosi come poteva dai calci e dai pugni proteggendosi la testa con le mani. Di sicuro l'avrebbero uccisa, torturata.. O peggio..
"Ma che vi ho fatto?" Ripeteva a sè stessa, quando la punta di uno stivale la colpì sul labbro, provocandole una brutta ferita che iniziò a sanguinare copiosamente.
Poi i colpi e le urla finirono.
La donna ormai non aveva più nemmeno la forza di alzarsi e guardare cosa stesse succedendo, rimanendo a terra mentre tentava di tamponarsi a fatica il fiotto rosso che le usciva dalla bocca.
-Levatevi. Tutti.
"Tom!" Lo riconobbe solo dalla voce, e seppe che era salva. Non avrebbe permesso loro di continuare, l'avrebbe soccorsa. Si costrinse ad alzare lo sguardo e vide che la folla si era divisa, mentre una figura che non riusciva a distinguere era in piedi a pochi passi da lei avvolta in un mantello nero. Uno dei contadini, armato di una mannaia ed una fiaccola, si fece avanti.
-Mago! Questa è una strega! Non dovrebbe essere il tuo lavoro ucciddere quelle come lei?
Il tono di voce era allo stesso tempo irato e spaventato, ma quando la figura volse il capo verso l'uomo questi mosse istintivamente un passo indietro, timoroso.
-Esistono molte streghe... Ora fatevi da parte.
Passò accanto all'uomo, dirigendosi verso di lei. Alice sbattè le palpebre, riuscendo a mettere a fuoco i volti e vide l'espressione di Tom, arrabbiato ed allo stesso tempo preoccupato chinarsi verso di lei. L'uomo alle sue spalle Digrignò i denti, furioso d'essersi lasciato intimidire così facilmente. Levò la fiaccola.
Alice tentò di gridare un avvertimento, di dire al Mago di scansarsi, ma le parole le morirono in bocca. Eppure non ve ne fu bisogno, Tom girò su sè stesso con un rapido scatto, il bastone nella mancina che si mosse verso la testa del contadino; l'istante successivo quello era a terra, svenuto probabilmente, ad Alice non sarebbe importato se fosse morto. Poi il Mago tornò a voltarsi verso di lei, chinandosi e prendendola in braccio come se pesasse poco più di una neonata, per poi rialzarsi ed allontanarsi dalla folla. Alice si stringeva a lui come se fosse il suo unico appiglio per non cadere in un burrone.
Poi glielo chiese.
-Come... Hai fatto a capire che quel contadino.. Voleva attaccarti?
-Ho visto il riflesso nei tuoi occhi.
Alice si strinse ancora più a lui, chiudendo le palpebre e dicendosi che finalmente poteva permettersi di perdere conoscenza. Sarebbe andato tutto bene.

-Perchè mai non possiamo ucciderla Mago?
-Perchè tornerebbe in vita con i poteri di cui è dotata. Mi occuperò io di fare in modo che non possa più nuocere a nessuno.
La visione scomparve così com'era arrivata, e la Strega ebbe di nuovo coscienza della situazione in cui si trovava. Di quello che era accaduto. E del significato delle parole di Tom. Si morse il labbro, contorcendosi appena, ma il Mago raddoppiò la presa senza apparente sforzo, rendendo impossibile divincolarsi ed anzi, facendo stringere ancor più la catena che la avviluppava, facendola gemere dal dolore.
-Mh, d'accordo. Allora ecco quanto pattuito.
La voce del contadino era appena intimorità, ma Alice si domandava se da lei stessa o dai modi del Mago. Poi udì il tintinnìo di alcune monete ed il Mago riprese a camminare.
-Mi hai venduta, Tom?
Sussurrò, riempiendo ogni parola tono quanto più velenoso era in grado di usare.
-Devo pur mangiare.. E taci, non costringermi a imbavagliarti.
Alice ammutolì. Era già successo una volta che un Mago la imbavagliasse. Allora era riuscita seppur a fatica a liberarsi, ma non aveva alcuna intenzione di ripetere l'esperienza. Tom ad un certo punto si fermò.
-Eccomi. Hai tutto?
Alice non fu in grado di capire con chi stesse parlando, ma l'interlocutore doveva aver assentito, perchè Tom disse:
-Bene. Torniamo a casa.
Si rimisero in cammino, una nuova presenza che avanzava assieme a loro, ma che Alice non riusciva a scorgere dalla sua posizione.

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Quando finalmente giunse la sera e si fermarono per una sosta, Alice era stremata. Aveva dovuto rimanere piegata in due sulle spalle del Mago perchè per chissà quale motivo Tom si era rifiutato di comprare un carro o farselo prestare, e lungo il viaggio non aveva fatto altro che penzolare su è giù in quella posizione. Poche volte la pancia le aveva fatto male come allora. Ad un certo punto venne praticamente lasciata cadere a terra come fosse un sacco di patate e l'urto con il terreno le strappò un gemito di dolore. Si volse irata a guardare il Mago e allora lo vide.
Assieme a loro due c'era un ragazzo di dodici anni, o poco più. Aveva dei capelli rossi come quelli di Tom tagliati a caschetto e due occhi completamente neri che la scrutavano attenti e nella mano sinistra stringeva una borsa nera. Alice strinse le palpebre; quello doveva essere il nuovo apprendista del Mago. Ne incrociò lo sguardo e rimase meravigliata di come quegli occhi neri quasi come i suoi la osservavano. Avevano un'espressione a metà tra il curioso e l'apprensivo, ma prima che riuscisse a decifrare qualcosa di quest'ultima espressione il Mago le si parò davanti, interrompendo quello scambio di sguardi.
-Meglio se non la guardi così direttamente ragazzo. Và a cercare della legna per il fuoco su.
-Si Maestro.
La voce del ragazzo era calma e tranquilla e aveva ancora la tonalità di un fanciullo. A quanto sembrava a quel ragazzino non erano ancora spuntati i primi peli sul petto.
Tom si voltò verso di lei, prendendola per un braccio e trascinandola di peso fino al tronco di un albero, al limite della radura dove si erano fermati, appoggiandola contro di esso.
-La catena mi fa male.
Si lamentò lei, ma Tom non la degnò di uno sguardo, un'espressione quasi disgustata sul volto.
-Continua a guardarlo così e giuro che non ti farò più guardare niente fino alla fine del viaggio.
-Se non te ne sei accorto era il tuo piccolo apprendista a guardarmi come se non avesse mai visto una donna.. O una strega.
Il Mago si voltò, dirigendosi verso il centro della radura e formando un cerchio con alcune pietre. In quella arrivò il ragazzo, carico di una fascina di rami e sterpaglie, che depositò all'interno del cerchio. Tom si sedette su un'altra pietra più grossa, emettendo un lieve gemito.
-Maestro state bene?
-Tranquillo Gabriel, devo solo essermi affaticato troppo oggi...
Dalla sua posizione, Alice riuscì a vedere che il Mago si stava passando un fazzoletto sulla fronte sudata, sbuffando.
Si risistemò come poteva contro il tronco e sorrise.

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Greetings Time!

Lalla: Seh, troppo facile mia cara dare la soluzione esatta quando ci sono io accanto a darti suggerimenti su suggerimenti...  Cmq contenta che dopo tutte le tue pressioni ho continuato? Purtroppo mi sa che manterrò questa velocità purtroppo.. Dannata quinta liceo u.u

Alidipiume: La mia seconda recensista! *_*  Però cara mia hai commesso un errore imperdonabile.. Me è un maschio! °_° Qua si mette in dubbio la mia virilità u.u
Cmq ammetto che finora sembrerebbe che sia una ragazza, per il fatto che ho dato più spessore ad Alice finora, ma tutto questo fa parte del Mio Malefico Piano (citazione orribilmente scopiazzata NdG) Mwahahah! Vabbè cmq grazie lo stesso, ora però mi aspetto un'altra recensione bada bene ^_^

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