Mentre tutto cambia, tu non cambi mai.

di RonHermione
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova amicizia all'orizzonte ***
Capitolo 2: *** Un incontro sgradevolmente piacevole ***
Capitolo 3: *** Pianti al ministero ***
Capitolo 4: *** Parole, parole, parole… ***
Capitolo 5: *** Arrivi e partenze. ***
Capitolo 6: *** Tempo ***
Capitolo 7: *** Dispiaceri e... ***
Capitolo 8: *** Come una volta ***



Capitolo 1
*** Una nuova amicizia all'orizzonte ***


Mentre tutto cambia, tu non cambi mai.
Capitolo I – Una nuova amicizia all’orizzonte.

Si materializzò proprio davanti villa Malfoy. Si trovava decisamente fuori luogo davanti quella enorme casata e ancora dubitava di quello che stava per fare. Draco Malfoy era stato abbastanza gentile ad accettare la sua visita, non se lo aspettava conoscendo il suo carattere. Ora era lì, davanti l’enorme portone e stava per bussare.

Toc. Toc. Toc.

Restò li immobile davanti il portone per qualche minuto prima che un minuscolo elfo domestico le
si presentò davanti.

«Prego signorina Granger, mi segua» disse l’elfo. Hermione entrò titubante. Ad ogni passo che faceva, sentiva l’ansia crescere dentro di lei. Perché lo aveva chiesto proprio a lui? Harry e Ginny sarebbero stati felici di aiutarla, ma lei lo aveva chiesto a lui.

Dopo un po’ che camminavano, l’elfo si fermò davanti ad un portone e bussando tre volte, fece cenno alla ragazza di entrare.

Hermione allungò la mano e spinse la porta. La stanza che le si presentava era abbastanza grande e ariosa, con le poltrone color verde petrolio e nero. L’ambiente era colmo di quadri di ogni genere e di fotografie. C’erano vari attestati e certificati come se, volesse far sapere a tutti quanto era stato bravo a diventare Guaritore al San Mungo. “Il tipico presuntuoso” pensava Hermione avvicinandosi sempre di più a lui.

Draco Malfoy era seduto dietro la sua scrivania e stava scrivendo una pergamena. All’arrivo della ragazza, si fermò e rimase seduto a guardarla entrare.

Hermione arrivò davanti la scrivania di Draco e si fermò.

«Che fai alzata? Siediti» disse lui gentilmente
«Grazie. Sembra che sono qui per un colloquio di lavoro» rispose Hermione sedendosi di fronte a lui
«Se vuoi metterla cosi…allora, dimmi tutto» disse lui appoggiandosi allo schienale della sedia.
«Si, ascolta… sinceramente non so nemmeno perché sono qui, ma dato che ci sono…» respirò profondamente e poi aggiunse «…mi serve il tuo aiuto Draco»
«Wow, wow, wow! Granger in ginocchio supplica il grande e mitico Draco Malfoy! Ottimo articolo per la Gazzetta, non trovi? Vuoi un caffè?» disse scherzoso Draco gesticolando con le mani
«Sempre modesto, Draco. Si, un bel caffè mi andrebbe, grazie»
«Yunk!» urlò Draco e subito l’elfo, che aveva accompagnato Hermione nella stanza di Draco, si presentò.
«Mi dica, mio padrone» disse l’elfo guardando per terra
«Portaci subito due caffè. Veloce!» comandò all’elfo e questo, senza farselo ripetere, era già uscito dalla stanza a gran velocità.
«Sai, dovresti essere più gentile con loro. Meritano riconoscimento per quello che fanno» lo rimproverò Hermione guardandolo severa
«Sai, penso che dovresti farti gli affari tuoi, Granger» disse lui sorridendo «Allora? Vuoi delinearmi i motivi della tua visita?» aggiunse poi
«Non sei per niente cambiato eh, Malfoy? Comunque sono qui per Ron» disse lei guardando il pavimento
«In certe cose il lupo perde solo il pelo. Bene, cosa posso fare il per il tuo bel fidanzatino?»
«E’ questo il punto! Non è più il mio “bel fidanzatino”. Almeno non per il momento»
«Non ti seguo, Granger» disse lui guardandola interrogativo.
«Io e Ron ci siamo lasciati. La colpa questa volta è mia e vorrei sapere cosa posso fare per rimediare. Volevo sentire un parere maschile, e Harry è un suo amico e…insomma volevo sentire un parere da chi è fuori dalla storia. Capisci, no?»
«Capisco. Dimmi il motivo della rottura della vostra love story»
«Beh ecco… ero convinta che io per lui non provavo più nulla. Mi sembrava che la nostra storia era solo routine e che ne lui e ne io ci amassimo più. Così una sera ho affrontato l’argomento e me ne sono andata. Lui si è arrabbiato tantissimo, ovviamente. Mi ci sono volute due notti e due giorni lontana da lui per capire che lo amo ancora e non so far nulla senza lui. Così sono tornata a casa ma lui era troppo arrabbiato e frustrato e mi ha cacciata via. Ginny e Harry dicono che ho sbagliato di grosso e che nonostante tutto lui mi ama ancora ma gli serve tempo. Lo vedo a lavoro e non mi saluta nemmeno. Sono proprio a pezzi»

Era riuscita a raccontare tutto in un fiato senza interruzioni che comprendevano fiumi di lacrime. Ma appena finì, le si formò un nodo alla gola e scoppiò in singhiozzi, con i gomiti sulla scrivania di Draco e la testa fra le mani.

Lui la guardava ma non parlava. Certo era una situazione imbarazzante, ma lui sentiva che poteva aiutarla. Dopo tutto, era un uomo migliore.

Quando Hermione si calmò, le offrì un fazzoletto e lei lo ringraziò.
«Non era…nei miei piani…scoppiare a piangere» cercò di giustificarsi lei mentre si asciugava il naso e le lacrime.
«E’ tutto ok, non è successo nulla di male. Piangere non è da deboli, e credimi, l’ho imparato sulla mia pelle»  disse lui guardando fuori dalla finestra
«Disse il vecchio e saggio D. Malfoy. Ahahah, grazie comunque» scherzò Hermione
«Figurati. Senti Hermione, penso di poterti aiutare. Andrò a parlarci. Sai, è già da qualche settimana che i rapporti tra me e Ronald sono un po’ migliorati e, ad essere sincero, conoscevo già la vostra situazione. Si, me ne ha parlato lui stesso qualche settimana addietro, ci siamo incontrati al ministero e siamo andati a prendere due burrobirre insieme e li tra una cosa e un'altra, mi ha raccontato la vostra situazione prima di finire a piangere proprio come hai fatto tu»

Hermione rimase di stucco a quell’affermazione. Di tutto si aspettava, tranne che Ron si mettesse a piangere parlando della loro situazione. Provò ad immaginarsi la scena, e le fece male. Stava facendo soffrire Ron, e si odiava per questo. Doveva proprio aver bisogno di una mano.

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Capitolo 2
*** Un incontro sgradevolmente piacevole ***


Capitolo II – Un incontro sgradevolmente piacevole
Hermione aveva lasciato da quasi tre ore villa Malfoy con l’accordo che Draco l’aiutasse ad uscire dalla situazione in cui si trovava attualmente. Era contenta che le avesse offerto il suo aiuto. Certo, era un po’ strano confidarsi con chi un tempo è stato nemico, ma ora era migliorato. Hermione lo sapeva…vedeva nei suoi modi di fare che era diverso e la rivelazione che lui le aveva fatto l’aveva convinta ancora di più. Il pensiero più grande era Ron. Stava soffrendo, era ora di darsi una mossa.
                                                                                   ***
«Harry, sono io! Apri! Si congela fuori!» urlava Ron davanti al viottolo di Casa Potter. Erano settimane che non usciva di casa e stava dentro sdraiato sul divano a mangiare schifezze e bere burrobirre e ogni tanto qualche bottiglia di Whiskey Incendiario. La casa era uno schifo! L’assenza di Hermione si faceva sentire eccome e non c’era notte che passava senza che lui pensava a lei. Pensava soprattutto a quella notte, quella terribile notte. . .

«Ron dobbiamo parlare»
«Dimmi amore, ti ascolto»
«Credo che la nostra storia sia diventata solo una routine. Credo che non ci amiamo più come una volta. E io non posso stare con un uomo che non mi ama»
«Hermione, ma cosa diamine stai dicendo? Hai la febbre per caso? Herm, io ti amo! Forse non te lo ripeto in continuazione, ma è così. Davvero!»
«Si, come no! Ho deciso, Ronald. Vado via… mi serve del tempo!»
«Del tempo per cosa Hermione? Io ti amo sul serio! Forse tra i due quella che non ama più, sei tu! E adesso cosa fai? Scarichi la colpa a me? Certo, giochiamo a scarica barile, siamo tutti bravi!»
«Ronald, smettila di fare il bambino! La situazione è questa, io vado via! Ciao!»
«Se esci fuori da quella porta, non contare di entrarci più!!»
BUUM!

Il suono della porta sbattuta è l’unico suono che ancora ora, a distanza di tempo, gli è rimasto nitido nella mente. E lui si era ritrovato lì, nel corridoio che portava all’uscita a guardare quella porta chiusa, con l’infantile sensazione che fosse tutto uno scherzo e che Hermione sarebbe tornata di li a poco. Aveva continuato a fissare la porta per tutta la notte e quando finalmente capì che se ne era andata veramente, quando finalmente si lasciò sconfiggere dalla realtà, si accasciò a terra contro un muro e non gli restava che piangere.
                                                                                                                ***
«Ron! Ron! Ma che cazzo fai?» Harry era inginocchiato per terra e scuoteva l’amico che per terra, singhiozzava.
«Porca miseria, Ron! Da quanto tempo che sei qui fuori? Andiamo alzati» disse Ginny tra le lacrime. Sapeva che il fratello soffriva maledettamente, ma vederlo in quello stato era davvero troppo! Harry fece alzare Ron e lo portò nel loro salotto. Era freddo, congelato e piangeva come un bambino. Ginny gli portò una tazza di thè per scaldarlo e si sedettero nel divano difronte a lui.
«Cosa succede, Ron?» chiese Harry all’amico dopo che questo si calmò.
«Cosa può succedere, Harry? Mi manca! È un mese che non c’è! La casa è uno schifo, io non so fare niente senza di lei! Sono due giorni che non vado a lavoro, certo, sanno e comprendono ma io più passano i giorni più mi sento uno schifo!» disse Ron evidentemente arrabbiato e stanco.
«Hai pensato di parlarle? Non so, farle un discorso per farle capire che ti manca e contemporaneamente è una grandissima stronza» domandò Ginny al fratello con calma. Sapeva che in queste situazioni, con Ron ci voleva la calma.
«Si Ginny, c’ho pensato più volte! Ma non avrebbe senso! Lo so che lei è venuta e so anche che io le ho chiuso la porta in faccia letteralmente! Ma so anche che siamo abbastanza grandi, è lei che ha sbagliato. E per quanto io possa ammettere che non sono il massimo del massimo come fidanzato, lei l’ha fatta grossa!». E come potevano dargli torto?
«Comunque, vado a casa. Domani mi devo alzare presto. Grazie, davvero» disse Ron alzandosi dal divano
«Puoi restare a dormire qui se vuoi» disse Ginny andandogli incontro
«No sorellina, tranquilla. Buonanotte» e salutandoli uscì di casa.
                                                                                                                    ***
La mattina dopo la sveglia suonò puntuale e Ron, come di consueto, si alzò svogliatamente dal letto e andò in cucina alla ricerca di qualcosa da mangiare. Ma non trovò nulla di buono e così salì di nuovo le scale per andarsi a vestire. Si vestì con calma, era ancora presto, e uscì di casa. Era il primo giorno che si sentiva quasi tranquillo. Lo sfogo della sera prima era servito a qualcosa.
Si fermò in un bar babbano e ordinò un caffè. Era seduto in un tavolino a sorseggiarlo e a leggere un giornale babbano, quando vide una figura entrare. Capì subito di chi si trattava e in un secondo si ricordò che era il bar babbano che frequentava sempre con Hermione. E lei era lì, stava ordinando qualcosa ma non si era ancora accorta di lui. Ron era diventato nervoso, non voleva farsi vedere. Non era pronto per un affronto. Aveva bevuto il caffe tutto in un sorso, e per un pelo, non gli andò di traverso, si era alzato pronto ad andarsene da quel posto e deciso a non tornarci più.

Tropo tardi. Hermione si era girata e lo stava osservando con gli occhi lucidi. Ron notò che il suo viso era sciupato e stanco. Ma non si soffermò a guardarla, voleva andarsene di li. Lei gli si avvicinò e gli disse un debole «Ciao» ma lui non rispose, troppo indaffarato a mettersi il cappotto. Così la ragazza aggiunse «Ti fermi a bere un caffè? Ti va?»
«Già fatto, grazie» fu l’unica cosa che Ron fu in grado di rispondere. Prese la valigetta che si trovava sul tavolino e senza ne guardarla ne salutarla se ne andò.

Hermione rimase immobile, incapace di parlare e di muoversi. L’aveva visto e si era sentita morire, aveva notato le occhiaie formatesi sotto i bellissimi occhi blu di lui e sapeva che era la responsabile. Si era fatto crescere anche un po’ la barba, e questo era segno di trascuratezza. Ma il suo odore, l’inconfondibile profumo che le aveva regalato lei tempo fa, era ancora su di lui. Lacrime amare le scesero involontariamente dagli occhi. Quella giornata sarebbe stata terribile.

 
Angolo autrice:
Devo ammetterlo, scrivere questa FF mi sta costando un sacco! Ho tantissime idee per la testa e metterle nero su bianco insieme per rendere perfetta la storia è difficilissimo! Spero che questi primi due capitoli vi siano piaciuti! ;) Per gli altri dovrete pazientare un po’ :/ Mi raccomando recensite e ditemi cosa ne pensate! Un bacione <3 <3 

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Capitolo 3
*** Pianti al ministero ***


Capitolo III – Pianti al ministero
Ron era salito nel suo ufficio e cercava di leggere alcune carte che si trovavano sopra la scrivania ma per quanto ci provasse non riusciva a smettere di pensare all’incontro con Hermione al bar. Era come sempre bellissima, ma il suo viso era sciupato. “L’ha voluto lei” diceva Ron tra se e se, ma a chi voleva nasconderlo? Lui era ancora perdutamente innamorato di lei. E per quanto lei l’avesse fatto soffrire, avrebbe voluto andarle incontro e abbracciarla.
Era concentrato su quei pensieri che affollavano la sua mente ora più che mai e a distrarlo fu un leggero bussare alla sua porta.

«Avanti» disse senza enfasi.
«Buongiorno Weasley! Come va?» Draco Malfoy, in splendida forma, si trovava davanti la sua scrivania e reggeva in mano due bicchieri di caffè. Erano diventati amici col passare degli anni, e adesso, era l’unica persona che Ron volesse vedere. Anche vedere Harry e Ginny gli procurava sofferenza. Gli avrebbe portato alla mente troppi ricordi, e non poteva permetterselo.
«Ehi Draco, buongiorno a te» disse sorridendo forzato e prendendo il caffè che lui stava porgendogli.
«Ahi, ahi, ahi! Mi sa che ho scelto un giorno sbagliato per venirti a trovare» disse lui vedendo la sua espressione
«No, anzi, mi fa piacere vederti. È una tranquilla distrazione parlare con qualcuno»
«E’ successo qualcosa, Ron?» chiese Draco ora più serio
«Ho visto Hermione questa mattina» rispose Ron appoggiandosi alla sedia
«Oh. Beh…posso capire. E cosa è successo?»
«Niente di speciale, mi ha chiesto se volevo prendere un caffè le ho detto di no e sono andato via»
«Che gentilezza, Ron. Potevi magari dirle “No, grazie. Un'altra volta”»
«Mettiti al mio posto, Draco! Cosa avresti fatto tu? Le avresti risposto così o le avresti magari offerto anche il caffè e le avresti dichiarato il tuo amore dopo che ti ha trattato come un verme!»
«Forse hai ragione. Ma perché non provi a darle un’altra opportunità? Potreste cominciare a parlarvi di nuovo, chiarirvi!»
«Dì un po’, è venuta a parlarti?» chiese Ron abbastanza amareggiato
Draco fece un respiro profondo e poi parlò «Si. Abbiamo parlato e mi ha detto un bel po’ di cose prima di scoppiare a piangere come hai fatto tu l’altra volta! Ron, lei ti ama! Si odia per quello che ti ha fatto e tu dovresti magari cercare di, piano piano, accettare le sue scuse. Tu la ami, ti si legge negli occhi che sei ancora e nonostante tutto preso da lei! Dalle un’altra chance! Certo, non subito…ma col tempo»

Ron ora aveva gli occhi lucidi. Draco aveva ragione, doveva darle una chance. La amava ancora follemente e sapeva che non poteva durare molto senza di lei.

Stava per rispondere, ma il bussare della sua porta lo bloccò. Guardò Draco con espressione interrogativa aggrottando la fronte e poi disse «Avanti»

«Signor Weasley, sono Amanda. Ci siamo sentiti qualche settimana fa, oggi dovremmo concordare quel discorso, ma se lei è impegnato ripasso più tardi»

Amanda era una bella donna. Alta quanto basta, magra, la carnagione rosea e lunghi capelli biondi. Draco aveva spalancato occhi e bocca a quella vista e Ron l’aveva guardato male.
«No, io stavo andando, non si preoccupi. Ron, ci sentiamo e mi dici per quel “discorso”» disse Draco uscendo dalla porta e facendo l’occhiolino a Ron.

La donna si era elegantemente seduta difronte a Ron e stava parlando senza smettere di fissarlo. Lui si sentiva alquanto imbarazzato difronte a quella situazione. Quanto avrebbe desiderato questa volta un’interruzione!

E anche questa volta, la tanto desiderata interruzione non tardò ad arrivare. Ma ovviamente non si sarebbe aspettato quella interruzione.

Hermione era piombata nel suo ufficio senza preavviso lasciando Ron e Amanda a bocca aperta. Anche lei era rimasta piuttosto scioccata vedendo la bella donna seduta davanti al suo Ron. Ci fu un attimo di silenzio, nel quale gli occhi dei due erano puntati su Hermione.

«Ron, io…devo parlarti» disse dopo un po’ la ragazza
«Sono in riunione» rispose lui secco ma senza smettere di guardarla. Malediceva Draco! Sicuramente l’aveva mandata lui!
«Ma Ron…è importante!» disse lei rossa in volto
«Ti ho detto che sono in riunione» ribadì Ron
«Ti prego!» disse Hermione con gli occhi evidentemente rossi
«Signor Weasley, io posso tornare un altro giorno, davvero! Non c’è problema» disse Amanda alzandosi
«Mi dispiace, Amanda. Non era una cosa prevista, mi richiami e ne parleremo, d’accordo?»
Amanda fece cennò di si e uscì dalla stanza.

Hermione era ancora in piedi e fissava Ron intento a posare le carte sparse nella sua scrivania e a metterle dentro una carpetta. Quando ebbe finito guardò la ragazza e gli disse «Cosa vuoi? Mi hai interrotto durante un’importante riunione, adesso parla!»
«Immagino perché era così importante» disse Hermione sedendosi
«Se sei venuta per farmi la ramanzina, la c’è la porta! E’ il tuo forte oltrepassarle o sbaglio?»
«Ron, ti prego…». Le parole del ragazzo l’avevano ferita, ma aveva ragione ad essere arrabbiato con lei. Era andata da lui per chiedergli scusa, ma era un impresa alquanto difficile.
«Ascoltami» cominciò lei «tu hai il pieno diritto essere arrabbiato con me, ma ti prego…prova a mettere un attimo da parte l’orgoglio! Sono stata una vera stronza con te, e ho capito di aver commesso l’errore più grande della mia vita due giorni dopo essermene andata! Soffro come un cane senza di te, Ron. Ti prego, perdonami»
«Tu non hai idea di come mi sono sentito, Hermione! E adesso vieni da me a dirmi come ti senti tu dopo avermi trattato come un verme!» disse Ron cercando di contenere la rabbia che provava in quel minuto
«Lo so, lo so Ron! E mi dispiace, non sai quanto! Non so cosa avevo in quel periodo, so solo che adesso non rifare più quell’errore! Odio vederti soffrire, soprattutto a causa mia! Io ti amo, Ron! Ti amo davvero» Hermione aveva un nodo alla gola e non riusciva a guardarlo in faccia, sapeva che non ce l’avrebbe fatta.
«Mi ami? Adesso mi ami? Hermione, vaffanculo! Hai idea di come mi hai trattato? Per una settimana, una settimana, Hermione sono stato davanti la porta di casa nostra aspettando che tu tornassi! Piangevo notte e giorno, non andavo neanche a lavoro! Mi hai ridotto a uno schifo! Hermione tu eri tutto per me! Ero pronto a sposarti, ma come posso sposare una donna che non sa cosa fa o non sa cosa vuole!? Hermione, per cortesia esci da questa stanza!» urlò Ron rosso di rabbia! Guardava la donna davanti a lui che tremava e piangeva e non sapeva cosa provare. Si chiedeva se fosse veramente Hermione quella davanti a lui e pensava a quando stavano insieme e adesso cosa era diventata.
«Ron…ti…prego, non lasciarmi…sola!» disse Hermione tra i singhiozzi
«Tu l’hai fatto, Hermione»
«Tu mi ami? Dimmelo, Ron. Tu…mi…ami ancora?» chiese la ragazza scossa dai singhiozzi, ma Ron non rispose. Si limitò a sgranare gli occhi a quella domanda e si girò.
«Rispondimi, Ron! Mi…ami…ancora?» ripeté lei
Ora Ron si girò e senza, per non far vedere le lacrime che gli rigavano il volto, guardarla rispose «Non ha importanza ora. Vattene, Hermione»

La ragazza era sfinita. Non sapeva che dire. Sapeva solo di aver combinato un casino e forse non c’era più rimedio. Così si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta.
«Hermione» chiamò Ron e di colpo lei si bloccò. L’infantile sensazione di una speranza di impadronì di lei
«Si?» disse girandosi e guardandolo in volto
«Non tornare più» disse lui a testa bassa asciugandosi gli occhi. A quest’affermazione la ragazza continuò a piangere e sbattendo la porta uscì dalla stanza.

Appena Ron rimase solo emise un grido di rabbia e con un calcio fece cadere la sedia dove pochi minuti fa vi era seduta la ragazza che amava. Diede un forte pugno a muro e si fece male alla mano, ma non gli importava, il dolore che provava al petto era più forte di qualunque altro dolore. Si accasciò a terra con la testa fra le mani e pianse disperatamente.

«Signor Weasley! Signor Weasley si sente bene?» era la sua segretaria con i suoi colleghi che già da svariati minuti, chini su di lui, cercavano di calmarlo.
«Ron va a casa! Ci pensiamo noi quì» disse un suo collega che aveva visto uscire Hermione dalla stanza minuti prima. Ron si alzò a fatica e presa la valigia e il giubbotto si materializzò davanti casa sua. Voleva affogare quella disperazione e stare solo era l’unica soluzione.

Angolo autrice:
Finalmente eccovi il terzo capitolo! Gli altri li ho già belli pronti nella mia mente e aspettano solo di finire nero su bianco.
Lo so, lo so! Forse Ron non si comporterebbe in questo modo se la storia l'avesse scritta la Rowling, ma a me piace immaginarli così! E si, per una volta la colpa la do a Herm, sempre RonRon non può essere :) comunque, voi continuate a leggere se vi piace e soprattutto recensite per farmi sapere cosa ne pensate :* Un bacio 

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Capitolo 4
*** Parole, parole, parole… ***


Freddo. Quella sera si gelava dal freddo. Era un’ottima sera per stare a casa a non fare niente in compagnia della propria fidanzata. Ma a lui, la fidanzata, mancava. Ron era seduto sul divano a guardare svogliatamente la tv con una bottiglia di birra babbana, di quelle che gli portava ogni tanto Hermione. Quale altro miglior modo per farsi male ancora di più.
Erano le 23:00 e stava ignorando già da qualche minuto le urla e i pugni che i suoi amici Harry e Draco davano alla sua porta di casa.
«Ron! Apri questa maledettissima porta!» urlava Harry sbattendo i pugni sulla porta
«Ti sfracello la porta se entro un secondo non la apri, Weasley!» urlava a sua volta Draco

Ma lui niente. Era convinto che se li avesse ignorati se ne fossero andati, ignorava il fatto che i suoi amici avessero la testa cocciuta.

«Ci accampiamo qui fuori sta notte, Ron! E sarà colpa tua se Ginny e Astoria si arrabbieranno con noi! Vuoi sentirti questo peso sulle spalle?» tentava di convincere Harry
«Andiamo Ron! Apri questa porta o mi vedrai in versione Umbridge come al quinto anno quando eravate nella stanza delle Necessità!» fece Draco


Stanco di queste proteste, andò ad aprire.
«Ce ne è voluto di tempo! Ma che diamine stavi facendo?» disse Harry spingendolo per entrare
«Non sono in vena di ricevere visite questa sera. Tantomeno la tua, Draco» disse Ron guardandolo sbieco.
«La mia? E cosa ho fatto sta volta?» disse lui con gli occhi sgranati
«Hai mandato Hermione nel mio ufficio appena te ne sei andato tu! È stato un incontro terribile! Non puoi capire cosa è successo!»
«Io ti ho mandato…COSA? Ron, sul serio! Non ti ho mandato proprio nessuno! Non ho nemmeno visto Hermione al Ministero oggi!»
«Hai visto Hermione oggi al ministero? Come è andata?» disse Harry sedendosi sul divano comodamente
Ron fece un respiro profondo e raccontò come andarono le cose tra lo stupore dei due amici. Quando ebbe finito il silenzio regnava tra loro.

«Avrei giurato che vedendola piangere davanti a te, l’avresti perdonata» disse Harry dopo un po’
«Allora sei stato tu a dirle di venire!» urlò Ron
«Sentimi, ieri è passata da noi…io le ho consigliato di parlarti e le ho espressamente vietato di farlo al Ministero! Le avevo detto che magari fra un po’ di giorni sarebbe potuta venire a casa tua, non potevo sapere che sarebbe venuta al ministero! Sinceramente sono scioccato»
«Comunque sia, Ron, sta di fatto che dovresti cominciare a uscire con un'altra donna» sentenziò Draco
«Cosa? Sei impazzito?» disse Ron voltandosi di scatto
«No. Ovviamente devi farlo solo per vedere cosa fa Hermione. Non devi necessariamente portartele a letto. Ci bevi qualcosa, andate a fare delle passeggiate, l’importante è che Hermione veda cosa diamine ha combinato. Quella ragazza deve pagarla».
                                                                          ***
In the end everyone ends up alone
Losing her, the only one who’s ever known
Who I am, I’m not, who I want to be
No way to know how long she will be next to me. 


Suonava la radio a casa Granger quella sera. Lei era in camera con gli occhi rossi e gonfi sdraiata nel suo lettino. Pensava, quelle parole della canzone la portavano a riflettere. Cosa avrebbe fatto adesso? Adesso che era sola più che mai. Adesso che il silenzio, la tristezza e lo sconforto regnavano nel suo cuore. Cosa avrebbe fatto se non ci fosse stato più rimedio al suo errore. No, non doveva pensarci, si sarebbe sistemato tutto.

Lost and insicure
You found me, you found me
Lying on the floor
Where were you? Where were you?


Quella canzone! Era come se la stesse cantando Ron. No, non ce la faceva. Non sopportava più quella situazione. Doveva andarsene! Cambiare aria! Solo così, forse
, sarebbe passato. E intanto lacrime amare le rigavano il volto.

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Capitolo 5
*** Arrivi e partenze. ***



Erano passate settimane da quando Harry e Draco avevano convinto Ron a conoscere altre donne. Quel pomeriggio erano a casa di Draco a cercare possibili donne per Ron.
«Calì Patil!» disse Harry
«NO!» rispose sdegnato Ron
«Padma allora!»
«Nemmeno per sogno! E poi mi sa pure che è sposata!»
«Pansy Parkinson!» disse allegramente Draco
«Oh-mio-dio! Nemmeno morto!»
«Non è così male! Ma se  non vuoi… Aspetta! Come si chiama la tua ex ragazza? Ehm…Lavanda Brown!»
«No, ti prego! E poi è morta»
«Oh. Immagino quando…»
«Già»
«Andiamo, qualcuna lì al ministero deve pur esserci! Harry, aiutami!»
«Sto pensando!» disse Harry mettendosi le mani dietro la nuca
«AMANDA!» urlò Draco dopo un po’
«Chi?» dissero all’unisono Ron e Harry
«Come chi, Ron! Quella donna che era nel tuo ufficio quando è venuta Hermione! Come puoi non ricordartela?»
 «Ah! Si… Beh, lei non sarebbe niente male» disse Ron diventato rosso in volto fino alle orecchie
«Allora è fatta! Mandale un gufo o chiamala con qualche telefono babbano e invitala a prendere un caffè!»
                                                                           ***
«Salve Amanda» disse Ron baciandola sulle guance e facendola accomodare
«Salve a lei, signor Weasley» rispose lei con un sorriso smagliante
«Ordiniamo da bere? Burrobirra o un caffè?» chiese lui
«Della burrobirra va bene, grazie»

Ordinata la burrobirra continuarono a parlare a lungo di lavoro e altro. Aveva una parlantina spigliata ed era molto, molto colta.

«Mi piacerebbe rivederti un'altra sera Amanda, se non è un problema» disse Ron quando ebbero finito accompagnando Amanda sotto casa.
«Credo si possa fare» disse lei sorridendo
«Che ne dici, venerdì sera? Ai Tre Manici di Scopa?» chiese lui 
«Oh, un posto molto carino, va bene. A venerdì allora!» e detto questo aprì la porta e se ne andò lasciando Ron con un sorriso ebete sul volto.

Quel venerdì sera arrivò molto presto e Ron e la sua bellissima accompagnatrice erano seduti uno di fronte all’altra in un tavolino e si raccontavano ognuno le proprie vite.
«E se ne è andata così? Tutto d’un tratto?» chiese lei stupita dopo che Ron le finì di raccontare di Hermione
«Si, esatto» disse lui continuando a bere
«E’ orribile!» disse lei allungando il braccio per prendergli la mano
«Già. Ma ormai, non vale più la pena starne male. E ho capito che è meglio non aspettarsi niente dalla vita, perché poi finisci solo che tieni a troppe cose e più ci tieni più hai da perdere» disse finendo il quarto boccale
«Sei diventato passivo, Ron, è non bisogna diventare passivi per delle brutte esperienze ma andare avanti e guardare il lato positivo delle cose. I babbani dicono che chiusa una porta…»
«…si apre un portone, si. E io spero proprio che quel portone si apra presto» disse lui e allungandosi verso di lei la baciò.
In quel preciso istante entrò Hermione con Ginny e Luna nel locale  e non poté evitare di vedere quella scena.
                                                 ***
«SEI UN PERFETTO IDIOTA, RONALD WEASLEY!» urlava Ginny quella sera in casa Potter «CREDI DAVVERO CHE BACIANDO QUELLA GALLINA LE COSE POSSANO MIGLIORARE?»
«L’hai baciata? Ottimo, amico!» disse Harry dandogli il batti cinque
«HARRY POTTER! NON FARE IL DEFICIENTE! QUEL DISGRAZIATO DEL TUO AMICO HA PAGGIORATO TUTTO! TUTTO!!»
«Oh, piantala, Ginny! Cosa altro doveva fare? Starsene seduto a casa a disperarsi e ubriacarsi?» disse Harry che era evidentemente irritato
«Assolutamente no, Harry! Ma comportarsi per come si è comportato è stata una mossa sbagliatissima! Hermione era a pezzi!»
«E io come ero? IO COME ERO GINNY!?» disse furioso Ron. Ginny non rispose. Semplicemente si girò e andò in camera. Harry e Ron si guardarono e con un cenno della testa si salutarono e Ron andò a casa.
                                                                         ***
«No, mamma, non c’è più niente da fare! Ormai l’ho perduto» diceva Hermione tra i singhiozzi
«Hermione cara, niente è veramente perduto. Ron è solo arrabbiato, terribilmente arrabbiato e su questo ha ragione, ma un uomo si comporta così solo quando è davvero interessato alla donna e cerca di farla ingelosire. Tuo padre fece la stessa cosa una volta, adesso siamo sposati da un bel po’ di anni e abbiamo una figlia bellissima» fece sua madre accarezzandole una guancia
«Si mamma, però tu non l’hai trattato come io ho trattato Ron! Io lo amo davvero ma adesso è tutto un incubo»
«Stai tranquilla tesoro mio, si sistemerà tutto»
«Mamma, credo che partirò per qualche giorno. Ho bisogno di stare sola per un po’ di tempo»
«Si tesoro, credo che ti farebbe bene staccare un po’ la spina. Perché non vai nel nostro appartamento in Francia? Ti piaceva stare li quando eri bambina»
«Si, credo proprio che andrò lì. Grazie mamma, ti voglio bene»
 
Angolo autrice:
Hola! Scusate se vi ho fatto attendere davvero molto ma ho avuto un gran da fare!! :/ Spero di essere riuscita a scrivere degnamente questi altri due capitoli… la canzone usata è You found me dei The Fray. Va be, detto questo credo non debba aggiungere altro. Ah, recensite e fatemi sapere <3
Un bacio!

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Capitolo 6
*** Tempo ***


Magnifica. L’aria che si respirava a Parigi quella mattina era praticamente fantastica. Erano pressappoco le 9.00 del mattino e Hermione stava “tranquillamente” passeggiando per le vie Parigine e ogni respiro che faceva le sembrava trovare un po’ di tranquillità.
Forse la mamma ha ragione – pensava lei – forse Ron vuole solo farmela pagare. Ma se non fosse così? Se quella donna con lui è la sua donna adesso?
No, quello era un peso che non poteva sopportare ma non doveva pensarci. Non adesso che si era presa una pausa da tutta quella baraonda di emozioni che l’assalivano. No, non avrebbe dovuto pensare a cosa stesse succedendo nella vita reale, quella a Londra, non doveva nemmeno provarci. Ma era praticamente impossibile. La Francia è la culla delle coppiette felici pensava, e lei non rientrava in quella situazione. Si abbandonò in una panchina e senza che se ne accorse cominciò a piangere.

«Miss? Mlle, vous d’accord?»
Una donna dall’aspetto elegante era china su Hermione e cercava di farla riprendere.
«Oui, oui! Tout va bien, merci!» rispose Hermione dopo essersi calmata.

Che figura! Mettermi a piangere davanti a tutti! Questa non sono io! Ma cosa sto facendo? 
                                                    ***
A Londra la situazione non era migliore…
«Ma che mi prende, Harry? Non mi riconosco più! Alterno attacchi di malinconia a attacchi di sesso incredibile nel giro di poche ore! Non so nemmeno perché mi scopo quella cretina!» chiedeva Ron quella mattina.
«Beh, per il semplice fatto che devi dimenticarti di Hermione!» rispose l’amico sorseggiando caffè
«Bel modo, davvero»
«Senti Ron, non era situazione che poteva andare! Ma ti vedevi? Eri peggio di una pezza! Adesso magari stai tornando ad essere un po’ meglio. Devi far uscire Hermione dalla tua vita, amico»
«Se solo fosse facile! Ma sembra sparita, non la intravedo nemmeno più a lavoro»
«Si, beh ecco…» cominciò Harry
«Si beh ecco, cosa Harry? Cosa mi nascondi? Cosa sai?» chiese Ron che stava cominciando ad alterarsi
«Ecco vedi…Ginny mi ha detto che, Hermione…è partita»
«PARTITA? E dove? Con chi?» fece Ron ora a voce alta e alzandosi
«Si, ehm…per la Francia…sola comunque»
Ron fece un sospiro di sollievo. Sapere che Hermione era in Francia certo lo turbava ma almeno aveva la certezza che fosse da sola.
«Come mai è andata lì?» chiese Ron dopo un po’?
«Le…le serviva del tempo per pensare e per staccare la spina» rispose Harry
«Certo…»
«Ginny mi ha detto che dopo che ti ha visto con Amanda era a pezzi e voleva andarsene per non vedere te con lei» spiegò l’amico
«Tempo. Si, è comprensibile»

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Capitolo 7
*** Dispiaceri e... ***


«Devo rompere con Amanda» disse Ron a Harry e Draco quella sera. Erano ai Tre manici di scopa, nel tavolo dove Ron e Amanda si erano scambiati un bacio.
«E perché mai?» chiese Draco bevendo
«Perché non sono così stronzo!» rispose Ron
«Fa bene a mollarla, Draco» sentenziò Harry
«Pensi ancora a Hermione, non è così?» chiese Draco
«Si, penso ancora a lei»
«Quanto tempo è passato, Ron?»
«Tre mesi o giù di li»
«Se è quello che ti rende felice, Ron, molla Amanda»
                                                           ***
«Ciao» fece Amanda entrando sensualmente nello studio di Ron
«Ciao, siediti. Devo parlarti» disse lui velocemente
«Mmmh, devo cominciare a preoccuparmi Ron?» chiese lei
«Non saprei. Ascolta Amanda…» cominciò lui
«Evita i giri di parole Ron! So cosa vuoi dirmi! Mi stai scaricando perché pensi a quella stupida della tua ex, ma va bene, comprendo!»
«Sul serio? Senti, a me dispiace se ci rimarrai male…ma vedi lei è ancora…»
«No,no,no! È tutto apposto, Ron. Ti saluto!» e detto questo, Amanda si alzò e usci dalla stanza.
Ron respirò profondamente e si abbandonò alla poltrona.
                                                                     ***
Hermione stava sorseggiando un the e mangiando dei pasticcini in un raffinatissimo bar Parigino quando le squillò il telefono. Era di suo padre, le avevano detto che l’avrebbero chiamata solo in caso di emergenza, allora cosa era successo?
«Pronto?» disse lei un po’ preoccupata
«Tesoro? Hermione, sono papà! Dove sei?»
«Papà sono a Parigi, lo sai. Cosa è successo?»
«Hermione, non voglio spaventarti ma, la mamma è in ospedale e…avrei bisogno di te quì» disse suo padre cercando di non piangere
«Arrivo subito papà!» e spento il telefono si materializzò nel suo appartamentino e preso ogni cosa si smaterializzò per tornare a Londra.
Una volta arrivata a casa trovò suo padre, seduto sul divano con la testa fra le mani.
«Papà!» disse lei correndogli incontro
«Hermione cara!» disse lui abbracciandola
«Cosa è successo papà? Come sta la mamma?»
«Non lo so tesoro, era in cucina e un attimo dopo era stesa sul pavimento senza che rispondeva ai miei richiami. Così ho chiamato l’ambulanza e adesso è li in ospedale! Sono preoccupato Hermione»
«Andrà tutto bene. Vieni, prepariamoci e andiamo in ospedale»
                                                ***
Arrivarono in ospedale in un attimo e percorrevano i reparti cercando un infermiere a cui chiedere informazioni. Quando ne ebbero trovato uno Hermione gli si avvicinò e chiese se sapeva qualcosa di sua madre e lui la accompagnò al reparto. In una stanza con un solo letto c’era sua madre. Ferma immobile con i tubicini nel naso e le flebo al braccio. Hermione non riuscì a trattenere le lacrime vedendo il padre entrare e abbracciare il corpo della madre. Erano troppi colpi bassi per lei in quel periodo e sperava solo che anche questa situazione passava ma sola, andare avanti, le veniva difficile.
                                    ***
Quella sera Ron era stato invitato a cena a casa di Harry e Ginny e adesso stava raccontando come era stato facile liberarsi di Amanda.
«Beh, hai fatto ovviamente la cosa migliore! Quella donna non mi piaceva per niente!» sentenziò Ginny sparecchiando
«Non era niente male come passatempo però sorellina, sai?» scherzò Ron e Harry sorrise
Ginny interruppe le risate perché squillava il telefono, si allontanò da loro e rispose
«Pronto?...No tranquilla…Cosa?...Non posso crederci!...Vengo! Vengo subito!» e posando il telefono tornò in cucina
«Ginny chi era? Hai una faccia…» chiese Harry
«E…era Hermione…»
«Hermione? Cosa è successo?» chiese subito Ron
«A lei nulla… sua madre è…è in ospedale…sta molto male» spiegò Ginny sedendosi sulla sedia.
Ron era rimasto senza parole. Conosceva i genitori di Hermione e sua madre era una donna squisita ed era stata la prima, quando conobbe per la prima volta i genitori di lei, che lo aveva trattato come membro della famiglia fin da subito. Cosa le era accaduto?
«Io…io…devo andare da Hermione, gliel’ho detto che ci sarei andata…» disse Ginny dopo un po’
«Si, si…salutamela» disse Harry tristemente.
Ginny li salutò e partì. Il silenzio regnava e nessuno dei due sembrava avesse voglia di parlare.
«Forse, dovresti andarci» disse Harry dopo un po’
«Tu dici?» domandò Ron
«Si, penso che le farebbe piacere e che la aiuti»
«Odio dirlo, ma credo tu abbia ragione»
«Magari vai domani, adesso c’è Ginny»
«Si, si…certo!»
                                                                ***
L’indomani Ron si alzò presto, era intenzionato ad andare in ospedale ma aveva una paura tremenda di restare con Hermione. Ginny gli aveva detto che era abbastanza a pezzi e le serviva conforto, lui aveva una paura immensa di provocarle solo altro dolore. Comunque, si vestì, si sistemò e uscì di casa.
Si fermò in un bar e prese un caffè, pensava magari che avrebbe aiutato Hermione a sollevarsi un po’ su.
Arrivato in ospedale incontrò la prima difficoltà: dove si trovava Hermione?  Così si ricordò il deluminatore e immaginò di averlo con se e che lo avrebbe portato dritto da lei e così si incamminò. Gli ci volle quasi mezz’ora prima di trovarla.
Era seduta davanti alla stanza in quelle sedie brutte che mettono per le persone che aspettano fuori. Aveva i capelli raccolti in una coda fatta male e di fretta, era rannicchiata in se stessa, evidentemente aveva freddo.
Ron camminava lentamente verso lei e senza rendersene conto si trovò accanto a lei. Hermione alzò lo sguardo solo quando fu abbastanza vicino e rimase stupita. Lo guardò in modo assente, quasi inespressiva ma non poteva chiedere chissà cosa in quel momento era fragile.
«Ciao» le disse lui porgendole il caffè
«Ciao» rispose lei prendendolo
«Come sta?» chiese lui indicando la stanza dove la signora Granger dormiva
«Così così, dorme perennemente» spiegò lei stancamente
«Saranno i farmaci, si riprenderà presto, vedrai» disse lui dolcemente
«Che ci fai qui?» chiese lei senza guardarlo
«Sono passato a vedere come stavi, vuoi che vada?» rispose lui dopo un po’
«No, puoi stare se vuoi, solo…è strano. Mia madre è dovuta finire in ospedale per tu venire a trovarmi» spiegò lei
«Io…» cominciò Ron
«No, è tutto apposto! È stato giusto così. Dov’è la tua ragazza?» chiese lei dopo
«Quale ragazza? Amanda? No, non siamo niente» spiegò lui sorridendo debolmente
«Mh mh…ti trovo bene»
«Tutta apparenza. Io ti trovo di schifo» disse lui
«Come vuoi che stia? Tu sei andato via, mia mamma è qui dentro immobile…»
«Io sono qui…» disse lui prendendole la mano
Lei lo guardò e sorrise «Come fai?» chiese dopo un po’ lei
«A fare cosa, Hermione?»
«A stare qua davanti a me nonostante tutto e parlarmi come se non fosse successo niente»
«Non lo so nemmeno io sinceramente. Sono voluto venire e l’ho fatto, credo che sia perché ho sempre adorato tua madre e te» disse lui arrossendo
«Non devi dirlo se non lo pensi» disse lei sorridendo
«Invece lo penso. Seriamente Hermione, mi sei mancata» disse lui abbracciandola. Nell’abbraccio lei si sciolse e lacrime dolci-amare le rigarono il viso.
«Non piangere» disse lui dandole un bacio in fronte
«Mi sei mancato anche tu Ron, tantissimo. Scusami, scusami di tutto e per tutto» disse lei guardandolo
«Non pensarci più. Ne parleremo a tempo debito, adesso dobbiamo pensare a tua madre»
«Dobbiamo?»
«Vuoi farlo da sola?»
«Ok, dobbiamo. Sai, Ron…tutto, tutto può cambiare! Io stessa sono cambiata, ma tu…tu no. Sei il solito uomo perfetto che mi ha fatto innamorare! Io ti invidio Ron! Tu non cambi mai veramente! Sei tornato, ed è magnifico» disse lei prendendogli le mani
«Ti amo, Hermione. Penso possa bastare»

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Capitolo 8
*** Come una volta ***


Tre giorni dopo l’incontro in ospedale, Hermione sistemò i vestiti e tornò a vivere da Ron…
«Oh-oh! Questa casa ha bisogno di una disinfestazione! Ahahah!» disse Hermione entrando in casa e vedendo il caos che c’era
«Sai com’è…la depressione» spiegò Ron portando la spesa in cucina
«Ora io mi sdraio nel divano, voglio vedere la cenetta perfetta che mi hai detto che mi avresti preparato»
«Oook!» rispose lui ridendo
Dopo un po’ Ron accompagnò Hermione in cucina a occhi chiusi e quando li riaprì rimase sbalordita. La tavola era perfetta e le candele le davano quel tocco di romanticismo che solo Ron Weasley sapeva mettere ovunque.
«Wow che bella» commentò la ragazza sedendosi
«Beh si, devo ammettere che mi sono superato»
Mangiarono in silenzio, e ogni tanto facevano qualche commento sul cibo. L’atmosfera era un misto di imbarazzo e romanticismo…
«Sembriamo due ex compagni che non si vedono dalla fine della scuola» disse Hermione sarcasticamente
«Si, hai ragione! Di cosa vuoi parlare?» domandò lui
«Non so…di te. Cosa hai fatto in questo periodo?»
«Vediamo…ah si. Mi sono ubriacato diverse volte, ho pianto spesso, mi sono fatto una donna che non amavo solo per provare a dimenticarti dando ascolto a due rimbecilliti che cercavano di convincermi a dimenticarti e poi…oh, ti ho amata. In silenzio ovviamente» disse tutto di un fiato Ron continuando a mangiare senza guardarla.
Hermione lo guardava scioccata e divertita allo stesso tempo. Gli era mancato, oh se gli era mancato.
«Devo dire che sei stato proprio impegnato!» disse lei infine
«Si, direi di si. Ma parlami di te. Come te la sei passata?»
«Oh, beh…ho pianto davvero molto tanto che mi sto facendo trapiantare le lacrime perchè non ne avevo più. Ho ascoltato musica e spesso mi era venuta voglia di uccidermi. Sono partita e mi sono messa a piangere parlando in francese…e poi…ah! Ti ho amato, e l’ho urlato al mondo intero ma il mondo intero non sente una come me»
E senza rendersene conto Ron le piombò addosso e la baciò. Tre mesi, erano passati più di tre mesi senza che la toccasse senza che la baciasse e quel bacio in quel momento era un patto di alleanza, un trattato di pace che poneva fine a tutte le avversità. Adesso erano di nuovo loro due, contro il mondo, ma insieme.
«E adesso che si fa?» chiese Hermione a Ron finito il bacio
«Ci sposiamo» rispose lui.
 
FINE!

A.A.
Finalmente! Io sono fatta così: Idee-vuoto-idee-idee-vuoto-idee-idee-stop. Non mi va di aggiungere altro. Ringrazio tutti coloro che leggono e che hanno recensito. Vi voglio bene <3 fatemi sapere cosa pensate della fine :**

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