Silly T h i n g s

di Sae
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** notti d'inverno ***
Capitolo 2: *** giorni di primavera ***
Capitolo 3: *** sere d'estate ***



Capitolo 1
*** notti d'inverno ***


SILLY T H I N G S

notti d’inverno

 

 

 

 

-Ti sfido Sas’ke.-

I suoi occhi neri andarono alla deriva, assottigliandosi, come colpiti da troppa luce improvvisa e sottile.

Una fugace linea obliqua gli increspò le labbra bianche nel risentire quella voce, ma non si voltò, ammise, dentro di sé… che non si sarebbe mai girato verso quel suono.

Rimase fermo quindi, mentre la neve scendeva tra loro attutendo i respiri… i battiti, congelando qualsiasi cosa si poteva definire “viva”.

E lui ecco è l’eccezione in piena regola; anche i pallidi fiocchi lo schivavano, lui che è già un ramo morto e ghiacciato da tempo infinito.

-Ztè… sciocca.-

Non avrebbe aggiunto altro… i fatti parlavano per lui… . Era cambiato alla fine di tutto e il kimono lo doveva dimostrare… inoltre anche le spalle larghe ne erano una prova, così come i suoi capelli ancora più neri e quella dannata schiena… che ancora una volta si ostinava a dare a dei uguali dannati occhi verdi.

“Sciocca…”

Sciocca ed insopportabile ragazzina.

E non si voltò, chiudendo con fare annoiato le iridi nere… tendendo però le orecchie per raccogliere ogni respiro, ogni suo piccolo pensiero…

La sentì ridere così, bella e imprevedibile e alzò un sopracciglio, riaprendo di nuovo gli occhi, infastidito da lei dalla sua presenza… che era venuta a fare lì?

-Sas’ke, mi credi ancora la tua Sakura Haruno, per caso?!-

Sobbalzò involontariamente, continuando a darle la schiena… mentre ovunque… intorno a loro, sopra di loro, la neve li colorava lentamente di bianco.

Che voleva dire quella sciocca ragazzina?

Era insopportabile come quella frase… era insopportabile! Lo era sempre stata e… davvero una volta stava per rinunciare al suo sogno per lei? Per quell’insopportabile creatura?.

Non si voltò non si sarebbe mai voltato e si lasciò sfuggire un lieve –Mfp…- dalle labbra troppo sottili e fredde come quella neve.

- Ho smesso di essere la tua Sakura Haruno da molto tempo ormai. Così come te non sei più Sasuke Uchiha, ma “il vendicatore”, dico bene?-

Lo innervosiva, Dio, se lo innervosiva. Cosa voleva da lui? Cosa era venuta a fare… cosa sperava di riavere indietro…?

Ne aveva bisogno, ne aveva bisogno… ammise

voltandosi ora, dimostrando a se stesso che era davvero cambiato.

-Sciocca ragazzina…- ma le parole, quelle che lui selezionava accuratamente nella sua testa prima di rispondere a chiunque… gli morirono in gola.

Lei era lì davanti a lui. E si che era cresciuta… e quella nuova figura che aveva davanti; mentre la neve scendeva fra loro infiltrandosi, sciogliendosi sulla loro pelle bianca e giovane…bhe, non gli piaceva affatto.

C’era qualcosa di estremamente diverso in lei. Non era una più una mocciosa…ma una donna… tanto per cominciare e aveva sempre quei capelli confetto, morbidi alla vista e sfuggenti al tatto… aveva sempre quelle esile spalle ma… i suoi occhi.

Quegli occhi, bastarono per farlo vacillare e furono sufficienti anche per farlo sorridere, in una lenta e incalcolabile frazione di secondo.

-Cosa vuoi.-

Le labbra si dischiusero lasciando uscire un tono caustico che lo bruciò dentro… mentre la neve scendeva… -Sfidarti.- il vapore uscì dalle sue labbra vermiglie, salendo e sparendo in alto mentre gelava le sue pupille di un verde intenso e indimenticabile…

-Sciocca.- ripetè, alzando il capo e lasciando che le sue iridi nere si fondessero con quelle chiare di lei, cercando quel contatto che da tanto entrambi agognavano.

-Siamo due estranei no? Ed io voglio sfidarti. O altrimenti.-

Gli occhi gli brillarono e solo lei possedeva quel potere, entrandogli dentro in modo diverso…. Lei così diversa.

-Altrimenti.- ripetè ironicamente cercando una traccia della sua Sakura, in quella donna dalle fattezze nivee che però era lì di fronte a lui, ancora una volta, ovunque si trovasse lui…

-Altrimenti ostacolerò la tua strada e tu, tu che cerchi la forza… vuoi sempre batterti, misurandoti con chiunque, possa possederla. Vantandoti se riesci a catturarla, se senti l’odore della vittoria sulla tua strada.-

Inclinò il capo verso l’alto. Era insostenibile quella ragazzina… perché… perché, nonostante il diverso fato, riusciva ad anticipare se stesso, riusciva anche in tutto questo tempo a capirlo e a entrargli in profondità come una scheggia di vetro.

-Sei insopportabile, torna da Naruto.-

Il colpo le andò dritto verso il petto e lui potè sentire il gemito silenzioso della sua anima, lo stesso che scosse lui, nel ferirla.

Che strano eppure l’ultima volta si era allenato lungamente per non sentire niente… Si morse il labbro, stizzito. Non l’avrebbe mai permesso, non si sarebbe mai fatto ammorbidire da quella ragazzina. Ma lei ci era già riuscita… malgrado le avesse dato più volte le spalle.

E orgoglioso, Sasuke… non avrebbe mai ammesso che quel “Grazie” avrebbe dovuto essere il finale di un discorso concreto, che avrebbe terminato solo alla fine della storia…e nessuno poteva portargli via quel lieto fine che, ritardava solo per vendicare persone ricoperte da fragile terra.

-No!- La sentì urlare e chissà perché lui sorrise… poteva permetterselo dato che, solo e solo lei lo guardava.

Un fiocco leggero gli bagnò la guancia; le sue dita sottili andarono a toccare quella che sembrava una lacrima, se non fosse provenuta dal cielo. La regola non vigeva se lei era lì… perché quando lei se ne stava così davanti a lui… egli, il vendicatore, aveva qualcosa che batteva nella gabbia toracica.

-Non torno indietro. Non da sola, non di nuovo.-

Scocco la lingua continuando a scrutarlo, gelida… mentre dentro a quegli occhi finalmente lui pareva leggeva qualcosa…

“odio.”

Odio per averla abbandonata su una panchina.

Per non essere tornato ad essere quello che era… odio per aver lasciato marcire nel tempo e nella distanza la loro amicizia.

Lo ferì senza usare kunai perché quello bastò e imperterrito, fragile e vendicativo sotto quella neve, le diede di nuovo la schiena.

Sciocca cosa, sprecare parole per un traditore e sciocca la ragazza che in una notte ha dato il suo cuore al vento… ad una persona che non può accettarlo perché ricattato dal destino più grande di lui… mille volte più grande di loro.

-Sciocca.- La liquidò quindi semplicemente, rimanendo voltato e con gli occhi chiusi.

Ma si sbagliava, si era sempre sbagliato in fondo.

Un kunai ed un calcio furono i primi colpi che parò… mentre ben presto si accorse che lei era determinata, al contrario di lui che si aggrappava alla vita… come un ramo morto tenta di nutrirsi all’ albero… La atterrò quasi con leggerezza sulla neve che piano, piano raccoglieva le orme di quei passi, di quei colpi, di quei corpi.

Sembrava danzassero… sospesi in un tempo indefinito.

E lui solo allora si accorse…che la rivoleva indietro.

…Era diventata una questione di principio.

-Non sai cosa ho provato tutto questo tempo senza di te…-

Un altro colpo, mentre lei rilasciava il suo chakra nelle mani per allontanarlo… avendolo troppo vicino per ragionare.

Lui rimase impressionato da quella forza e la vide sorridere… e come era diverso il suo sorriso da quello che conosceva e che gli infestava, quando meno se lo aspettava, la mente.

-Alla fine, non importa quanto ci abbia provato… Dovevo cadere, dovevo perdere tutto!- Lei si liberò, veloce come non lo era mai stata… accoltellando figuratamene con quelle parole e tirandogli dopo, un pugno duro al volto… volto, che una volta avrebbe baciato…

Lui la fermò stringendole i pugni … cercando di rimanere impassibile, mentre cercava con i suoi occhi di indagare, di entrare con facilità in quelle iridi verdi e rese grigie dalla pallida luce.

-Forse devo ringraziarti… se sono cresciuta.- soffiò, provocandolo deliberamene …e rendendo più interessante la lotta.

Sasuke senza rispondere, lanciò uno dei suoi colpi migliori il Gokaryu no Jutsu la palla di fuoco suprema che andò a sciogliere la neve nei dintorni che si era depositava con tanta fatica e tanta pazienza. Lei cercò di schivarlo e si ferì nel tentativo, al braccio.

Gocce di rubino caddero da quella parte di lei perdendosi, assorbite dalla neve, che si macchiò, impregnandosi anche del suo profumo…

Il freddo e l’ imbrunire, si erano uniti a quei fiocchi che imperterriti, continuavano a scendere dal cielo.

Si ritrovò nella terra addormentata e bianca dell’inverno… sibillina lo osservò, mentre lui sfoderava la katana, che brillò terribile e impietosa.

“Troppo vicino.” Lo pensarono entrambi ma né l’uno, né l’altra provarono a spostarsi.

Chissà perché lui non riuscì a piombarle addosso… non come aveva fatto in passato. La scrutò crudele, mentre invece lei si rialzava, avendo ritrovato la forza necessaria per staccarsi da lui… dai suoi sguardi.

Il tempo capriccioso fiatava e misurava i loro dibattimenti nelle grinfie della vita, divertendosi anche a tratti.

E Sasuke era stufo di tutti quei secondi andati a vuoto… la fronteggiò e ansimanti più per le emozioni che per altro la fece indietreggiare, fermandola contro un tronco ruvido e bagnato per la neve… sempre e solo per la neve…

-No, non sei più la mia Sakura è vero, ma non puoi fare a meno di esserlo. Perchè io, lo voglio.-

Rimase per un attimo spiazzata dalla realtà e dalla concretezza di quelle parole. Sasuke, sapeva sempre come cambiare le carte in gioco… sapeva sempre come mentire. Strinse i pugni, lasciando che nelle sue iridi verdi e limpide per un attimo si leggessero lo sconforto e il dolore – si è questa è la parola che cercava- provocato da lui e dalla sua maledettissima vendetta.

Lei, avrebbe voluto davvero, continuare a vivere nei suoi di sogni quelli con un “the end” profilato e sicuro all’orizzonte. Lei, avrebbe voluto davvero, continuare a illudersi e sarebbe cresciuta volentieri, credendo che la felicità le avrebbe sfiorato benevola i capelli rosa….

Ma se tutto questo non fosse stato possibile, se poi avrebbe dovuto pagare il conto salato alla fine del gioco… bhe, avrebbe di gran lunga preferito almeno, affrontare il futuro con lui, accanto.

E invece aveva dovuto combattere le parole aspre del villaggio… aveva dovuto ricostruire da capo la parola “fiducia” perché resa cinica in una notte senza tempo… le si era frantumata improvvisamente tra le mani. Aveva dovuto ingoiare il cuore che bruciava, come una palla di fuoco nel petto… aveva dovuto riattaccare i pezzi della sua vita, di una vita questa, troppo triste e forse altrettanto falsa.

Si era rivolta anche alla finestra, porgendo la fronte per raffreddarla… resa troppo arida, dalla febbre dell’attesa. E quando si accorgeva finalmente che in realtà, niente sarebbe apparso all’orizzonte… aveva maledetto mille e mille volte, la Luna, che aveva osservato quelle scene, senza impietosirsi… senza distruggersi anch’essa così come invece era successo a lei.

Aveva sospirato rassegnata e più disperata, ma decisa a continuare.

Si era buttata indi negli allenamenti, adattandosi a quella situazione e senza un goccio di speranza… Però sapeva che se la giustizia esisteva, la speranza prima o poi l’avrebbe rinvigorita di nuovo e sarebbe diventata migliore, per riuscire ancora una volta a credere in qualcosa… in qualcuno, parando i colpi della vita.

E Naruto le era stato davvero utile… quel ragazzino faticava forse con le parole ma esprimeva tutto l’affetto che era capace con i fatti.

Non l’avrebbe mai accettato in altri tempi… ma ora desiderava ardentemente credere come faceva Naruto. Senti le lacrime pizzicarle i bordi degli occhi. Ma facendo leva su se stessa, le ricacciò indietro… Sasuke non meritava ancora altre lacrime.

-Chi ti credi di essere? Mi hai distrutto e non meriti più nulla da me! Sakura Haruno si, che era una stupida e sciocca credulona… si è fidata di te senza pensarci due volte … ed ecco il risultato è rimasta da sola….- La forza la sostenne in quell’urlo, mentre si liberò di nuovo dalla presa del ragazzo, sputandogli in faccia tutto il suo rancore. -Mi hai lasciata lì da sola!-

Lui lasciò cadere la katana, la lama fulgida si bagnò per la neve .. purificandosi quasi… e sparendo sotto la bianca e sporca massa, che scendeva tutto intorno a loro…

Non l’avrebbe mai perdonato, Sasuke lo capì, quando lei strinse di più il suo kunai, dalla punta arrugginita e assottigliò gli occhi… chiudendoli quasi.

Forse si stava vendicando… ne aveva tutto il diritto e provo ingenuamente ad avvicinarsi di più a lei così calda… così diversa da lui, ma così simile e così vicina…

Lei si dibattè cercò ad occhi chiusi di cacciarlo via e fu allora che improvvisamente il respiro di Sasuke divenne un soffio freddo….

 

L’aveva colpito.

E la cosa più comica e che lui gliela aveva lasciato fare. Non aveva fermato quella punta che gli trafisse senza pietà il petto… arrivando forse fino al cuore… Il moro socchiuse gli occhi… eppure il dolore tante volte lo accompagnava negli scontri. Si poteva dire che era abituato a sentire il freddo della lama nella carne… ma quella chissà perché, fece più male… malgrado si rivelasse solo come una ferita superficiale ad occhi esperti.

-Tutto questo tempo senza di te…- il suo fu un sussurro che gli fece riaprire gli occhi neri di scatto…

E Potè scorgere il suo stesso dolore, quello con cui era cresciuto, nelle iridi di lei che adesso sorrideva sostenendolo quasi.

Era comico e doveva approvarlo… lei non era poi così sciocca. Il sangue scese copioso sporcandole le mani candide che Sasuke ebbe la tentazione di pulire.

Ma non ne ebbe il tempo… sentì un calore a poco a poco, infiammargli le gote e ridargli la vita, che batté furiosamente nelle vene dell’uomo. Una luce verde, calda… quella stessa luce che lo faceva scappare e sussultare nei suoi giorni bui nei suoi incubi… gli ridonava la vita e gli levava il dolore…

-Sakura.-

Non lo ascoltò e non alzò i suoi occhi su di lui, troppo impegnata a curarlo dalla ferita che lei stessa gli aveva provocato.

E lui addossato a quel tronco dove Sakura sembrava trovarsi completamente a suo agio, avrebbe voluto aggiungere tante cose… ma lui non era bravo con le parole “Non lo era mai stato.”

-Questo ho provato, quando mi hai lasciata Sasuke-kun. È questa la solitudine, vero? O Forse è qualcosa di molto simile.-

Non sapeva cosa risponderle e il suo tono dolce e obbligato al tempo stesso lo confuse maggiormente. Rimase anche allora in silenzio… impressionato dalle sue abilità ninjia… assorbito dalla luce che emanava… necessaria al buio, come la vita obbliga il rito della nascita.

-Si. È questa.- Si ritrovò a coprirla completamente con la sua ombra decidendosi a parlare a lasciare che la sua voce affrontasse l’aria tagliente e fredda della zona.

Sakura sospirò, come se si fosse tolta un peso da sopra, lasciando cadere il kunai ancora sporco che si sotterrò e si perse nella neve. Stanca ed esausta ma felice e triste al tempo stesso da quella presenza…

-Adesso ho capito.-

Sorrise.. come sorrideva la sua vecchia compagna di viaggio.

Le gote gli si infiammarono…a differenza di prima però, la luce verde era scomparsa. Le sue iridi nere si avvicinarono ancora di più a quelle di lei. I loro fiati si mischiarono… e pizzicavano il collo di entrambi. Lì sotto quel tronco morto per l’inverno… non erano più Sakura Haruno e Sasuke Uchiha… non erano più il ninjia medico del villaggio della foglia, l’allieva del Quinto Hokage… e il traditore… non erano neanche più la ragazzina da proteggere e bisognosa d’aiuto insieme al bello e impassibile… e per un attimo lui non era più il vendicatore.

Lì- mentre il freddo intanto gelava le dita e le spalle di entrambi…- lì, mentre il vento si alzava inesorabilmente… erano solo due figure… una donna ed un uomo l’una vicino all’altro.

-Sono una sciocca, Sasuke-kun.-

Fu lei a parlare per prima interrompendo il silenzio e la calma di quei due corpi che ora non sentivano neanche il freddo di quel luogo.

Non rispose limitandosi ad osservarla mentre scuoteva il capo.

-Io.- Sakura prese fiato, fece una smorfia amara.-Forse, dovrei odiarti.-

Sasuke sorrise in modo terribile. Sorrise per non piangere.

La attirò a sé, stringendola… accorgendosi di averne un terribile bisogno e lei dopo un momento di esitazione, lei si aggrappò a lui, scoprendo l’aroma del suo kimono bianco… ma riscoprendo e ricordando perfettamente l’odore di lui.

-Ma qualcuno una volta ha detto che il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza.-

-Sakura.- ripetè lui quasi scocciato e prodigo di affetto al tempo stesso, cercando di stringerla di più a se… cercando di carpirne più calore che poteva al tempo stesso.

-Io non mi sottometto, Sas’ke.-

La scostò brutalmente, facendola scontrare contro il tronco dell’albero e facendole scappare un involontario mugolio all’urto. Era infuriato, improvvisamente da quello che lei aveva detto come un bambino che si scotta le dita per catturare la fiamma rossa e gialla che non sarà mai sua.

-Cosa credi che dovrei fare, eh?- Le accarezzò il mento… addolcendosi come mai aveva fatto, mentre un fiocco di neve cadeva in mezzo ai loro visi pallidi e stanchi. -Sono il buio, e sì che dovresti odiarmi… io ho preso una strada diversa dalla tua una dove la luce, non esiste…!-

-Ti sbagli. Il buio è indispensabile alla luce.- Sakura lo fronteggiò, alzando la voce al contrario di quello che aveva fatto lui. -E viceversa.-

Il silenzio fu interrotto solo dall’urlo del vento che fece rabbrividire involontariamente la stessa Sakura.

-Credi che io debba rimanere in un angolo a pregare che Itachi non ti uccida… a illudermi con bugie che lui non ha già preso tutto da te, dalla tua anima? A illudermi che tu non hai scelto lui e la vendetta al posto mio e di un amore scocciante… ma reale?!-

-Itachi.- Sasuke abbassò il capo.- Forse ha la mia mente… ma il mio cuore e la mia anima sono sempre stati liberi, troppo pesanti, per essere occupati anche da lui.-

-Eppure…!- si mordicchiò il labbro sentendo le lacrime pungerle i lati degli occhi. Cercò di non lagnarsi ingoiando dentro di se i singhiozzi…

-Eppure alla fine siamo qui. E … ci stiamo promettendo qualcosa o sbaglio?!- Era ironico, in una delle rare occasioni in cui si dimostrava tale.

-Non so come finirà però, Sasuke-kun.-

 

Sasuke la osservò riavvicinandosi a lei.

-Perché maledizione sei così strana…perché vuoi sapere quello che ti farà soffrire?-

Lo fermò tappandogli la bocca. Permettendo alle lacrime di uscire copiose come la neve.

-Perché io voglio crederci! Voglio credere in qualcosa adesso! Voglio di più di quello che vedi! Forse sono cresciuta, forse no, però voglio credere in un ritorno… nella nostra amicizia! In un noi!-

-Sei molto più coraggiosa di me allora.-

Amaro come solo il rancore lo rendeva avvolte.

Sakura lasciò uscire le lacrime che copiose le bagnarono il volto. Lui non ebbe il coraggio di guardarla di nuovo negli occhi. Ma segui il percorso di una di quelle stille amare… Scivolava senza ritegno aumentando la velocità sulla piccola piega vicino alle sue labbra e poi scendeva di nuovo perdendosi nella piccola scollatura. Ne fermò una… scoprendo quanto una lacrima poteva essere fredda e sobbalzò nel riscoprire di nuovo i suoi occhi rossi ma grandi… grandi e fatti di un mare verde nel quale è tanto dolce perdersi…

-Crediamoci insieme Sasuke. Questa è la promessa.-

Chiuse gli occhi tendendo poi il mignolo, ottimista. Qualcosa si lamentò dentro di lui.. forse era il buio che fuggi via… vergognandosi di quello che il cuore stava per fare.-Sciocca.- Fece lui stringendo quel patto con il suo mignolo e avvicinando il viso al suo.

I capelli si mischiarono in sordina, le iridi si congiunsero mentre la neve smetteva di cadere e delle labbra fredde dapprima… venivano riscaldate da altre morbide e calde.

-Sei insopportabile.- Si lasciò sfuggire con gli occhi chiusi mentre strani rumori si sentivano in lontananza.

-Anch’io ti amo, Sasuke kun.-

Lui sorrise, come avrebbe fatto solo con lei e riunì con forza e decisione le sue labbra alle sue, che lo abbracciò andando a intingere le sue dita nel nero dei suoi capelli.

Cercò di donarle tutto quello che lui provava, tutto quello che lui, poteva provare solo standole accanto.

-Sakura.- Il nome di lei gli sfuggì ancora una volta dalle labbra calde come mai erano state.

-Mhm?-

-Ricordalo, hai promesso. Ci apparteniamo.- Il suo tono era quasi roco e triste… e Sakura si unì di nuovo a lui incapace di lasciarlo andar via.

E lui la baciò di nuovo perdendosi e assaporando tutto il suo profumo della sua lei.

Si abbracciarono lì sotto la neve… ancora sotto quel tronco e lui la sollevò da terra facendola volteggiare per un solo attimo.

Poi con gesti calmi si allontanò da lei dandole di nuovo le spalle e un gemito sordo si diffuse nell’aria pesante dell’inverno. Lui si rigirò come se richiamato da un filo invisibile e lei lesta lo trattenne impedendogli il movimento.

Appoggiò la sua testa rosa dietro alla sua spalla afferrando un lembo del kimono rimasero per un po’ così…fino a, quando le parole non andarono a bagnare di nuovo le sue labbra vellutate.

-Quando finirà…?-

Chiese, mascherando il dolore dell’imminente e del nuovo addio poggiando la fronte calda dietro la sua schiena forte.

Sasuke rimase sereno e imperscrutabile. -Io non lo so, non posso saperlo.-

Ecco ferita di nuovo nel profondo, mentre tutta la luce sgattaiolava via seguita dalla notte e tanto valeva scoprire tutta la verità una volta per tutte.

-Dimmi Sas’ke… perché Hebe… perché, serpente… perché un nuovo team…?-

-Il serpente è un animale potente… striscia arrivando alle spalle del nemico senza essere visto, cattura sempre la preda e… avvelena lentamente chiunque lo tocchi.- La sua spiegazione sembrava quasi amara. –Non potevo coinvolgere te o Naruto, voi non siete dei serpenti… non avvelenate il nemico alle spalle e non crescete tra rami bui e zone umide. Voi due vi nutrite di sole… e mi pare di avertelo già detto una volta. E inoltre mi sembra che anche tu adesso faccia parte di una nuova squadra.-

-Sta zitto!- sbotto lei inferocita. -Credi di essere un serpente?! Bhe, non lo sei, tu non sei così in realtà! Ti piace farlo credere alle persone forse… ma io so, che tu non attaccheresti mai alle spalle! Il problema è che… tu…- Sentì un suo pugno dietro alla schiena… un pugno affettuoso che non aveva mai ricevuto in vita sua e che lo fece sorridere. -Tu sei solo un codardo. E usi solo il veleno del serpente, non posso negarlo. Ma non azzardarti a parlare di nuovo con me trattandomi in questo modo. E poi né io né Naruto né Kakashi-sensei ti abbiamo sostituito… questo lo sa anche Sai. Ma oramai, oramai che importanza ha?-

Sasuke le afferrò i polsi trovandola, forse infantile per quel comportamento. … Tuttavia, la guardò ardentemente e lei ambiziosa voleva ricordare e imprimere dentro di se, ogni particolare di quella assurda notte d’inverno.

Il silenzio e il vento improvvisamente troppo freddo fece rabbrividire entrambi… la notte era scesa completamente e la neve intorno a loro sembrava rinvigorirsi e affievolire le loro difese.

-Non è questa la domanda che volevi farmi, Sakura. Lo sai che tu, anche se io volessi, non potresti mai seguirmi… anzi tu non vuoi seguirmi, giusto?- Il suo sorriso tagliente fece abbassare di scatto il volto del ninjia che non rispose… confermando quel pensiero.- Esatto! Così come io non potrei mai tornare indietro!- Distolse lo sguardo glaciale.

-Si, sei troppo orgoglioso per farlo! È sempre stato il tuo fottutissimo orgoglio ad allontanarci perché negarlo?!- Sakura lo guardò male, la rabbia per un attimo si rifece sentire. Lui trovò inutile risponderle ancora… perché anche se non volevano ammetterlo il problema era sempre uno… il fatto che le loro strade erano troppo diverse ed erano state sconvolte da troppe cose, da troppe realtà e troppe bugie… ciò nonostante -Perché mi abbandoni ora, ora che sono forte?- un lieve sussulto che lo fece rigirare, perdendosi in quelle pozze verdi…

 

-Ci rivedremo.- la sua voce era sicura e sembrava non ammettere repliche.

Il respiro affannoso di lei segui quella frase.- C…ci rivedremo?-

-Si.-

Fu un attimo dove lei sentì la speranza pervaderla da capo a piedi. Sorrise genuinamente accarezzando la guancia calda dell’ex compagno. –Non provare a illudermi di nuovo, Sasuke Uchiha, perché saprei come vendicarmi.- sibilò riuscendo nell’intento di dipingere sul suo volto un nuovo sorriso.

Sasuke-kun le sfiorò le labbra vermiglie facendola rabbrividire. –Non temere, sciocca, e poi le nostre strade pare che tu le abbia intrecciate per benino.- Il moro continuò a sorridere… prima di staccarsi da lei e di sparire come una di quelle sfere bianche dalla vita troppo breve…

 

 

-Si, ci rivedremo Sasuke-kun.-

 

 

 

 

 

Hello… I’m the lie living for you so you can hide*

Evanescence

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Capitolo 2
*** giorni di primavera ***


-Etchum


SILLY T H I N G S


giorni di primavera






-Etchum!-


Starnutì.

Quei dannati fiori primaverili gli avevano solleticato il naso ed uno di questi piegandosi l’aveva disturbato dal bel sogno che stava facendo.

Si rimise di nuovo steso su quel prato a fissare il cielo.

Non che stesse sognando…

Shikamaru era un esperto nel rilassarsi e nei pisolini ed era un mago nel non pensare a niente… anche perché pensare di solito lo angosciava. Per questo cercava riparo sotto un cielo azzurro o in quel prato verde della sua città… per rimanere in pace con se stesso.


Ammise, sorridendo leggermente che in realtà lui, portando fede al suo clan… era un po’…


-GRRgrPIGRO, che non sei altro!! ECCO DOVE CAVOLO ERI FINITO! BRUTTO… MUSO!-


-Mph…-, per l’appunto. Non si mosse di un solo millimetro, mentre una bionda scatenava lo affiancava posandosi con la leggerezza di un ippopotamo, di fianco a lui e ribaltandolo quasi.


-Ino.- sibilò non aprendo gli occhi, mentre la bionda si surriscaldava per quella apatia.


-Dove eri finito?! Choji ed io ti stavamo aspettando al parco da un pezzo, l’hai dimenticato?-

Shikamaru sospirò leggermente non ribattendo alle parole dell’amica che iniziava uno dei suoi tanti monologhi.

-Brutto idiota…! Non sai fare altro che dormire! La tua stupida pigrizia… quanto la odio…!- Quella si scostò una ciocca ribelle dagli occhi, fulminando l’amico che continuava a starsene beato sotto il sole come una lucertola.


-Sei sempre il solito menefreghista e codardo!… Succede di tutto qui e…! Aah… povera me che parlo a fare!- la sentì sospirare, dannata e autoritaria come al solito. -Uff!-

Il silenzio del campo, dove Nara si era rifugiato, intervallò per un sol attimo le critiche della bionda.

-Uff!- Sospirò difatti quella, un nanosecondo dopo quella pace e nel modo più forte che poteva e solo per attirare l’ attenzione dell’amico.


Cosa che Shikamaru, capì all’istante.

-Che è successo, Ino?-


Glielo chiese con il solito tono tra l’indifferente e lo svogliato e la bella Yamanaka si costrinse a restare calma per non colpirlo.


-Quel tono lo usi con tua sorella, baka che non sei altro!-


Shikamaru sospirò, costringendosi ad aprire le sue iridi profonde. Si mise seduto mentre inquadrava la bell’ amica, che in silenzio e con una sottile sorriso sulle labbra, lo fissava.


-Tra un po’ devo andare in missione, se devi dirmi qualcosa, sbrigati.-

Schietto, talmente schietto, che il segno rosso del nervosismo infiammò la fronte della Yamanaka.

-Sei insopportabile… Siete insopportabili! Choji mangia sempre e ascolta raramente e tu… bhe tu… sei il solito …-


Gli occhi azzurri andarono in cerca del cielo, mentre si sforzava di trovare un aggettivo adatto a quella situazione. Shikamaru la osservò incuriosito da quella reazione... di solito Ino sapeva sempre cosa dire, sapeva sempre come ferire le persone aumentando il suo ego sproporzionato, per essere una semplice fioraia.


Ma lui in fondo…


-Pigro!-


La sua voce lo fece sorridere, e gli fece perdere per un sol attimo il filo del suo discorso. Si costrinse a guardarla ancora, mentre le sue ciocche bionde venivano accarezzate da quel sole primaverile.

Scrollò le spalle, come se la cosa non gli interessasse più di tanto. Ino si azzittì, raccogliendo un fiore bianco vicino a loro e che danzava dolcemente cullato dal vento caldo e sempre presente in quella dannata città.


Shikamaru con gesti lenti, alzò di nuovo il volto rivolgendo al sole. I capelli erano dannatamente attaccati alla testa e lo sguardo ancora una volta si poteva definire serio e imperscutabile. Il suo viso allungato fece sorridere Ino, che colpita da quello espressione fissa, obbligò la sua fronte a scrutare il cielo, il cielo senza nuvole, di quel dannato villaggio.

-Si può sapere che diavolo guardi?!-


La Yamanaka agitò il pugno lasciando che un altro sospiro le morisse sulle labbra carnose.


Nara non rispose, si limitò a chiudere gli occhi facendo innervosire ancora di più l’amica.


-Maledizione, Shika! È solo uno stupido cielo, non so davvero cosa ci trovi di così interessante!!-

Il compagno di squadra si limitò a un lieve sorriso mentre riapriva gli occhi piccoli e acuti.


-È il cielo di Konoha, Ino.-


Sapeva, che quella risposta non bastava e sapeva perfettamente, che tra breve, un’altra domanda o parola avrebbe perforato il silenzio di quel campo di grano e dai colori selvatici. Davvero, quella stupida non capiva… era solita a lagnarsi per tutto, mostrando poi beffarda la sua determinazione nel farcela e rimangiandosi indi, quello che l’aveva fatta confondere un minuto prima. Non la capiva e lei era il suo rebus più grande, quello senza la soluzione dietro al libro. Altro che shogi non c’erano tattiche contro la Yamanaka!


-Idiota.-


Il tono dolce che gli colpì l’orecchio, lo costrinse ad abbandonare quell’azzurro per andare a indagare nelle iridi ancora più blu, dell’amica.

Rimase fermo, cercando di ascoltarla, cercando di carpire ogni suo piccolo movimento.


Il sorriso che increspò quelle labbra, lo fece paralizzare. Era così strana, Ino, bella quanto strana… esattamente come sosteneva circa una vita.


-Stavi per partire in missione senza nemmeno avvisare.-


La critica gli arrivò bollata, dritta al cuore… così come il suo urlo subitaneo, che gli perforò il timpano, quello che in precedenza si era salvato.

-Sei un brutto… IDIOTA!-


Ino lasciò cadere il fiore raccolto antecedentemente, mettendo così in dubbio la sua stessa professione. Lasciò cadere il fiore, che si sgualcì sotto il peso del suo ginocchio.

Si, Shikamaru ne ebbe la conferma che Ino, in quel momento non era davvero Ino.


-L’ho fatto altre volte, perché ora dovrei passare a salutarti, Ino?-


Era vero. Altre volte era semplicemente sparito senza dirle nulla, beccandosi poi un duro rimprovero al ritorno. Chissà perché lo faceva, chissà perché si rifiutava di salutarla prima di partire in missione, in una delle volte in cui Tsunade contava sulla sua morale salda e presente come la sua dannata negligenza….


Accavallò le ginocchia, prendendo un posizione più comoda mentre la zazzera bionda della ragazza sembrava stesse per scoppiare.


Shikamaru la fissò a lungo, mentre da lei preveniva lo stesso profumo del fiore che prima l’aveva fatto starnutire… ma che stavolta inebriò solamente il suo olfatto.


-E ti sembra un comportamento, normale!?-


Il suo piccolo pugno chiuso lo fece sorridere, quanto volte l’aveva agitato di fronte a lui…

-Preferisci di gran lunga… rifugiarti su una stupida collina, piuttosto che venire a salutare i tuoi amici! E che fai su questa collina… guardi il cielo! Ah! Ma perché diavolo non ti fai seppellire qui giacchè… o perché cavolo non ti costruisci una casa qui, vuoi?? Ti porto dei Tamani!! Aah! Non ti sopporto, dannato!-


Troppe parole, esclamate anche troppo velocemente. Nara la fissò di nuovo, misterioso come al solito ed Ino lo odiava quello sguardo….


-Mi spieghi perché guardi il cielo?!- Ino lo indicò furibonda. -Il cielo si può guardare anche nelle strade di Konoha… puoi osservarlo anche con me, con Choji o con chi cavolo vuoi e anche in missione, quando non sei un bersaglio facile!!-


Shikamaru si grattò la fronte. C’era davvero qualcosa che non andava in Ino quella mattina.

-Si può sapere che diavolo ti prende, Yamanaka?-


Ino si mordicchiò il labbro. -Che diavolo mi prende?! Dici?? Mi prende, che vedo Sakura più triste che mai, mi prende che vedo un dolore nei suoi occhi, che io davvero non ho mai provato per quello stupido di Sasuke…! Mi prende che sono stufa di questa vita, dei fiori, di questo stramaledetto villaggio! Mi prende, che non ti vedo da settimane e che neanche ti fai vivo per salutarmi, prima di partire di nuovo, come se fossimo due perfetti estranei! Che però hanno combattuto insieme, che hanno affrontato degli esami insieme, maledizione!-


Aveva parlato troppo veloce e come di solito le capitava di fare, si bagnò le labbra, prendendo fiato e nascondendo gli occhi. Shikamaru sostenne la sua testa con una pallida mano… e intanto si obbligava ad ascoltare tutte le idiozie che stava dicendo senza ritegno la bionda del villaggio.


E quando Ino alzò di nuovo gli occhi, lo trovò di nuovo steso a fissare il cielo.


Il suo pugno si richiuse di nuovo mentre adesso gli occhi le si inumidivano leggermente. Ah… in fondo che le importava di quell’idiota patentato? Che le importava di starsene lì al sole, insieme a lui? Lei, che di gran lunga preferiva l’ombra a quei raggi che le offuscavano la vista e che le facevano sembrare i capelli bianchi?!

-Oh… Shika!- Il suo nome soffiò minaccioso lasciando le sue labbra vermiglie e quello fu il più terribile degli avvertimenti per il ragazzo.


Una mano, quindi si mosse veloce, bloccandole l’avambraccio. Ino rimase paralizzata… mentre una forza che non si aspettava la strattonò verso la terra, di fianco a lui, ritrovandosi lì distesa adiacente all’amico.


-Ma che diam-

Non finì la frase mentre nei suoi occhi si specchiava il cielo della sua città, un cielo senza nuvole…


-Guarda e sta zitta, Ino.-


Il solito dalle spiegazioni sillabate e che erano capaci di innervosirla ancora di più, di quello che non fosse già.

-Ti sembra che io, con tutte le cose che ho da fare, me ne stia qui, ferma, con le mani in mano per giunta e come fai tu, da circa una vita?!-


Il suo commento arrivò dopo solo un breve silenzio tra i due. Shikamaru sospirò pesantemente raccogliendo la critica… ed ebbe voglia di ridere.


Perché lui in fondo…


-No, non sei affatto il tipo.-

Ino si mise più comoda vicino al Nara e si riparò solo con l’ombra della mano gli occhi, da quel Sole che riscaldava tiepidamente i corpi dei due ninjia.

-Puoi trascinare in questi giochetti, Choji, non me. Basta che tu gli dia un pacchetto di patatine o qualsiasi altra schifezza, e il gioco è fatto.-

Shikamaru si limitò a sorridere di nuovo, come faceva sempre quando la sentiva parlare.


-Tuttavia, non ti stai spostando Ino-chan.-


Aveva aggiunto quel suffisso, lui che si solito era troppo pigro per aggiungere altre parole a quelle necessarie. Di solito lui parlava solo se essenziale e solo in casi davvero straordinari faceva un eccezione.


Inutile dire che Ino era una di queste anormalità.


-Mi stai provocando, Shikamaru Nara?-


Ecco, lo sapeva non perdeva occasione per dimostrare la sua di forza, graffiando chiunque provasse ad accudirla e soffiando se le si faceva chiaramente vedere una sua debolezza.


-Non era mia intenzione, Yamanaka.-


Da quando i qua si chiamavano per cognome, lui non se lo ricordava, mentre beato richiudeva gli occhi.


Troppo presto.


-Allora, che cosa fai, aspetti Morfeo…? E quindi Morfeo è più importante di un saluto?-


Shikamaru li riaprì svogliatamente gli occhi… girando il capo in direzione di Ino, che lo fissava in attesa di una risposta. Davvero, non la finiva più se si fissava con una cosa. Ecco, al contrario di Sakura, Ino non si ammorbidiva mai, neanche di fronte allo spettacolo calmo della natura.


-Perché diamine dovrei salutarti, Ino?- Ritornò cautamente sull’argomento cercando di usare il tono più pacato che aveva. -È una cosa stupida, questa del saluto. Domani per esempio, sarò di nuovo qui…. Non ne vale la pena-


Pessima risposta e Shikamaru se ne accorse troppo tardi. Ino si alzò, come se morsa da un ramarro e gli coprì il cielo, facendo specchiare in quelle iridi nere il suo di azzurro…


-Trovi un saluto una cosa sciocca, Shika?!-


Ino assottigliò gli occhi e lui rimase fermo sentendosi morire, lì steso, con le braccia dietro alla nuca.


-Non dico questo…- provò a difendersi mentre assumeva il suo cipiglio sgarbato e arrogante.


In questo erano molto, molto simili… e in fondo lo sapevano entrambi…


-Bisogna sempre salutare le persone care! Se vuoi bene una persona… prometti sempre di fare del tuo meglio, per ritornare di nuovo da lei! E non importa per quanto tempo si disti da lei! Si ritorna sempre dalle persone care!-


Era ovvio che il discorso stava prendendo una piega strana. Ino era strana, quel cielo era strano, Shikamaru era strano… quelle iridi nere che si nutrivano or ora, di un blu senza paragoni erano strane, quella mattina.

E per finire in fondo, lo sapevano tutti e due… dove stavano andando a parare.

Solo che, la testardaggine della Yamanaka, forse era troppo acuita dal nervosismo accumulato in quei giorni e a quanto pare, anche la pigrizia di Shikamaru, quella mattina… bhe regnavano davvero incontrastate….

E il che portava entrambi a non sapere in fondo, dove diavolo volessero andare a parare, con quel discorso.

Tuttavia erano a conoscenza, che quella era una mattinata strana. Lo sapeva Ino, lo sapeva Shikamaru, lo sapeva in fondo, anche il fiore bianco ora dai petali disfatti e sporchi e che aveva avuto solo la colpa, di andare a fiorire nel posto errato e al momento sbagliato. E tutti, lì sapevano in fondo che quello, era un discorso strano ma che prima o dopo avrebbe dovuto spolverare un po’ quelle menti pigre e suscettibili .


-Se non ti saluto è perché…-

-Perché sei un codardo?- Ino sorrise cordiale in contraddizione con il suo raffinato ma elegante tono canzonatorio, mentre continuava a fargli ombra….

Ma lui, non era mai stato abituato a difendere il suo ego. – Lo sono.- Disse quindi semplicemente anche quella volta, evitando di guardare direttamente quelle iridi azzurre, ma troppo pigro per muoversi da li e far finire quel contatto visivo.

-Oh, magnifico.- articolò aspra lei, acida come era solita fare, in casi come quelli.

-Ma in fondo, che te ne importa?-


Ino rimase in silenzio. Non sapeva cosa rispondere. Già che gli importava? Nara poteva fare tutto quello che diavolo voleva… la rabbia le ribollì nello stomaco confutando i suoi pensieri… “bhe quasi tutto quello che voleva!”

-Baka!- Ino lo guardò sprezzante, ferendolo in un modo del tutto nuovo.-Sei sempre il solito, non hai un po’ di sicurezza in te stesso e non ti stimi abbastanza, ti limiti a scappare se vedi che una situazione si fa più seria o troppo difficile…! Preferisci di gran lunga pensare e progettare con quel tuo piccolo cervello bacato e… e sei troppo preso da te stesso, per interessarti di qualcosa di qualcuno. MI hai scocciato, va pure in missione, non salutare nessuno. Né me, né il tuo migliore amico… e fammi un favore: non passare nemmeno da me, quando ritorni!-


Ino era troppo testarda quel giorno. Si alzò in piedi, seguita dallo sguardo amaro e scocciato di lui che avrebbe preferito di gran lunga un sonnellino a tutto questo.

A passi lenti ma lunghi, decise di andarsene e non sarebbe tornata indietro, da lui.

Ma come non detto… bastarono tre parole per far incontrare di nuovo i suoi occhi azzurri con quelli del chunin.


-Sei una sciocca.-


La bionda si ripresentò da lui, folgorata nel vedere il compagno in piedi, seccato da quella situazione che oramai si protraeva da troppo tempo.

-Che cosa cavolo hai detto?! Ripetilo, se ne hai il coraggio!!- Lo sfido, digrignando i denti.

-Vuoi sapere perché non ti saluto, giusto? Perché mi spaventa di più salutarti che andare a fare una missione. - Ino non poteva credere alle sue orecchie, rimase in bilico su un piede solo, nel frattempo lo scirocco seccava la pelle di entrambi i ninjia.

-Non ti saluto perché se lo faccio, allora dovrei accettare il fatto che non potrei neanche rivederti, dovrei accettare il fatto, che forse mi potrebbe accadere qualcosa. È più semplice dire un: “ciao a domani” a una persona, o dirle: “ addio, non so se e quando tornerò.”?-


Ino arrossì, invece Shikamaru annoiato, incrociava le dita dietro alla nuca. -E se guardo il cielo di Konoha è perché è blu, dannatamente blu come gli occhi, di una persona di Konoha.-


Il suo tono beffardo, irritò malgrado tutto Ino che si ritrovò ancora una volta a strepitargli contro.

-IDIOTA!-

Nara sbadigliò, evitando il suo sguardo.

-Una volta per tutte… potresti essere più chiaro?!- Ino si trattenne mostrandogli il pugno chiuso e minaccioso, mentre Shika si voltava di nuovo a guardarla.


-Cosa vuoi che ti dica Ino. In fondo lo sai già, no?-


Quella puntò il piede per terra, mentre lui alzava un sopracciglio nero.


-Baka, di un chunnin!! Cosa credi, che io legga anche nel pensiero?!-


-Se tu lo usassi il cervello, qualche volta…- Shikamaru sorrise teneramente. -Forse, capiresti, dove voglio arrivare!-

-Aaaah, sei davvero troppo pigro per dirlo chiaro e tondo?! Davvero, non sai usare parole semplici… come quando dai un colpetto dietro alla schiena a Choji, per evitare che si strozzi?!-

-Lui è una cosa diversa, Ino! Tu… sei tu! Dannata!- Corrucciò il volto, mentre la solita pigrizia si faceva sentire. -E perchè sei qui?- Sbadigliò di nuovo mentre lei si tratteneva per non usare la sua tecnica ninjia.-Torna al negozio che è meglio o va a litigare con Sakura… così io torno a rilassarmi un po’!-


L’aveva ferita perché la vide tremare…ma soprattutto l’aveva ferita perché i suoi occhi azzurri si fecero di ghiaccio incontrando i suoi.

-Shikamaru, fa come diavolo vuoi! Saluta se vuoi salutare o dormi e scappa per tutta la vita! Ah! Magari… con quella strega della sabbia!!- L’ultimo commento era chiaramente una cosa nuova, per loro, una cosa nuova e stupida che separava quei due al momento… come quel fiore che adesso era schiacciato amabilmente al terreno.

-Che diavolo stai dicendo?! Temari… ? Cosa vuoi che me ne importi di Temari?-

-Che te ne importa?! Bhe, non lo so che diavolo te ne importa… ma di certo a lei la saluti prima di andare in missione… comunque a me non interessa!-


Shikamaru storce leggermente la bocca. Ino Yamanaka era una maga nel distorcere le parole.

-Ah… ma che cavolo ti sei bevuta oggi? Non penserai mica che io mi sia innamorato di Temari!-

-Puoi innamorarti anche di un rospo… per quello che me ne importa!!-

-Non sono innamorato né di un rospo né di Temari, se ci tieni tanto a saperlo!-

-Non mi interessa minimamente… ti dico!- Ino lo guardò negli occhi che sputavano fulmini… le guance leggermente arrossate… i capelli un po’ scompigliati ma lucenti… le labbra dischiuse in un moto di rabbia….

Nara sorrise leggermente, prima di rispondere con il suo stesso tono a quella provocazione.


-Bene!-

-Bene…!- la chioma di Ino sembrava prendesse fuoco, controbatté subito, indispettita per la piega di quella assurda discussione e decisa più che mai a tornarsene a casa….


Ino però non fece i conti con il terreno e su quella collina, diede le spalle troppo velocemente al suo compagno, accecata completamente dalla rabbia. Ma un sasso, un piccolo e grigio sassolino, si frappose facendole perdere l’equilibrio.

Il ninjia però pronto … la afferrò per un braccio e in men che non si dica… capitolarono tutti e due, l’uno addosso all’altra.


Fecero testa contro testa e Ino si ritrovò a massaggiarsi un lieve rossore sulla fronte, mentre su quella di Shikamaru si ergeva un grosso bernoccolo.


-Contenta ora?-

Si ritrovarono tutti e due stesi di nuovo per terra, verso il cielo… . Ino fece una smorfia di dolore.

-È tutta colpa tua!- Lo rimbeccò non contenta.- Se invece di guardare le nuvole, tu ti fossi presentato all’appuntamento ora non saremmo qui… !!-

Shikamaru sospiro.

-Si, certo ed io ora, starei dormendo beatamente, piuttosto che dire a una scema, irrazionale e irascibile bionda… che in fondo mi piace così com’è! Perché maledetta, io amo solo te Yamanaka!-


Il silenzio scese.


Il sole li accarezzò lievemente, sparendo dietro un fugace e bianco cumulonembo.

Ino sorrise.


-Ce l’hai fatta a dirlo, l’hai ammesso che ti sei innamorato di me! Lo so, sono così carina!-


Shikamaru incrociò le braccia dietro alla nuca, seguendo vagamente lo sproloquio della giovane.

Poi chiuse gli occhi, mentre Ino gli si avvicinava e poggiava delicatamente la sua mano sul suo petto, facendolo sussultare.

-Anch’io ti amo, Shika.- Aggiunse con tono più dolce e in modo che solo lui la potesse sentire.


Il ninjia sorrise, riaprendo gli occhi e inquadrando la figura di Ino.


-Ora posso dormire in pace, Ino-chan?-


La giovane scoppiò a ridere accoccolandosi vicino a lui che la abbracciò li steso per terra.



-Te lo puoi scordare, Shikamaru!-


*

Shikamaru, guardò il cielo, mentre tornava a casa da una missione. Un ninjia vicino a lui si lamentava di quella stessa atmosfera, troppo tersa per i suoi gusti e lui davvero non lo capiva… ed ebbe la tentazione di stenderlo con un pugno sul capo. Ma non lo fece… perché in fondo non ne valeva la pena.

I suoi occhi neri, scintillarono rivedendo chiaro nella sua mente il colore delle iridi della sua pazza e scatenata Ino Yamanaka; intanto che il villaggio appariva in tutta la sua estensione, dalla stessa collina dove era solito rifugiarsi.

Sorrise, ricordando poi la stessa ragazza abbracciata a lui, che in una strana mattina di primavera, dopo averlo confuso con troppe parole, si era pigramente addormentata tra le sue braccia, svegliando invece lui e rendendolo incapace di chiudere gli occhi.



“…Forse non affronteremo molte difficoltà o chissà forse invece ci sbatteremo contro o probabilmente per come siamo fatti, scapperemo amabilmente se ce le ritroveremo di fronte, ma Ino… in fondo staremo sempre insieme, saremo sempre solo, tu ed io.”






I’ve heard what they say, but I’m not here for trouble…*

James Blunt







Note dell'autrice:


Ecco qui un'altra coppia a cui mi piace dedicarmi... Ringrazio davvero di cuore Bely, Zoe93, ruka88, bambi88, Silver Princess, Inu_Kagghy ( grazie mi hai fatto arrossire ^^), la grandiosa Hime_chan, Irene Adler(sono contentissima che ti sia piaciuta... Sakusasu forever!),_Crycry_, Hebe, Francy, Nihal9 e Mimi... grazie mille davvero anche a chi a letto Flame e 23 luglio... non so che dire le vostre parole mi hanno davvero commosso... Sono ripetitiva lo so ma Grazie mille. Un bacione a tutti.


Sara

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Capitolo 3
*** sere d'estate ***


SILLY T H I N G S

SILLY  T H I N G S

 

Sere d’ estate

 

 

 

 

Lui era cresciuto, ed era ovvio e inevitabile che prima o poi avrebbe affrontato in modo diverso anche la vita.

 

Già.

 

Eppure se ne stava lassù appollaiato su quell’albero del parco dove, tante volte si era allenato scappando dall’indifferenza della gente, rifugiandosi nell’unico posto dove nessuno poteva scacciarlo.

Ce l’aveva ancora negli occhi, lei e il suo sguardo.

 

Afferrò un lembo della sua felpa, stringendola e stropicciandola, cercando di sostenere in quel modo, il terribile dolore che gli scuoteva il petto. Eppure lì non c’erano ferite… .

Scosse il capo lasciando che una sua mano si aggrappasse al tronco ruvido di quell’albero.

Anche se ce ne fossero state, pensò che non avrebbe permesso a nessuno di curarle. Perché la ferita, anche se non si vedeva c’era e bruciava, bruciava dannatamente bene, da fargli dimenticare anche i suoi sogni portandogli al contempo stesso, refrigerio.

 

Ci aveva creduto, come sempre e questa era stata la sua unica colpa.

E ci aveva davvero creduto in quell’ultimo periodo. Illuso. Lei si, che era cambiata, era diversa tanto da rimanere sempre la stessa … maledizione!

E in tutto questo… tu hai vinto ancora una volta.

 

Lanciò uno sguardo pieno di rancore alla luna gialla che da lassù osservava tutti silenziosa e immobile.

-Perché sono così?!-

 

Chiuse gli occhi tirando un forte pugno all’albero, sfogandosi in quel modo, mentre rivedeva per l’ennesima volta quella scena dentro di lui.

 

*

 

Konoha ha un profumo particolare in estate. È davvero una cosa insignificante ma è un aroma “speciale”, è così, ed esiste.

A ragion veduta: è una cosa davvero molto sciocca ma che lo stesso Naruto ha spesso osservato viaggiando da una parte all’altra.

 

Tante volte, si era ritrovato a osservare i suoi amici con quei furbi occhi azzurri. Lui, altresì faceva lo stupido fuori, ma sapeva leggere i mutamenti e percepire gli animi buoni delle persone… anche se dentro di lui viveva una bestia senza cuore.

Si ritrovò a sorridere, come faceva di solito rincuorando tutti e se stesso in primis….

 

Erano tornati da una missione molto lunga durata circa due mesi…, ma nulla cambiava mai davvero… Davanti a lui Kakashi-sensei continuava difatti, a leggere le solite porcherie… mentre Rock Lee parlava con il suo maestro spifferando e surriscaldandosi sul valore della giovinezza…. Si ritrovò a sorridere per la solita facciaccia di Shikamaru e che stava subendo in silenzio un rimprovero o qualche sciocchezza di Ino.

Choji stava mangiando e davvero lui non sarebbe mai, cambiato.

Neji stava poco distante da loro, sempre fissato e puntiglioso se si parlava di destino o di altre scempiaggini simili e a cui lui davvero non badava… oh, quanto non lo sopportava! Tenten, invece lo rinfrancava, era lì dove se ne stava sempre: vicina al suo compagno di squadra.

Tsunade-sama stava litigando con Jiraiya, ancora e tanto per cambiare. Sai stava ascoltando con il suo solito ghigno, tutte quelle sciocchezze e Hinata… bhe lo fissava, come al solito. Le regalò quindi un grosso sorriso che la fece arrossire da capo a piedi, facendola girare da tutt’altra parte.

Naruto sospirò, scuotendo il capo e pensando che davvero nulla cambiava mai.

 

E poi… bastò osservarla.

Portava ancora i segni dell’ultima missione, una lieve e innocua ferita al braccio; che tuttavia né lui, né Sai, sapevano come diavolo se l’era procurata. E la cosa che più l’aveva insospettito è che malgrado i suoi inviti, lei, non aveva mai esercitato l’arte curativa su di sé, malgrado la ferita c’era ancora e ritardava incredibilmente a rimarginarsi.

L’aveva vista quella piaga e stupido a dirsi, ma riconobbe quasi la firma dell’autore; quella …quella che era una bruciatura ed… era fin troppo simile a una delle tante che si era beccato sulla pelle, anni addietro.

 

Era stata anche una missione semplice, finita nel solito sproloquio… come se si trattasse dell’ultima pagina di uno sconsiderato libro, magari quelli che sembrano chissà che, dalla foderina ruvida e di pelle….

…I suoi occhi azzurri erano insolitamente attenti, mentre ritornava a scrutare quella figura così famigliare.

 

La cosa che più lo colpì è che la ninjia non si accorse nemmeno del suo sguardo, persa com’era in chissà quali sciocchi pensieri.

 

I suoi occhi verdi erano seminascosti, ma poteva vederne la direzione.

Puntavano verso l’orizzonte.

 

Naruto fece una smorfia amara, l’orizzonte.

Quanto odiava l’orizzonte misterioso e incerto, non sicuro come gli abitanti di quel villaggio o come la determinazione dei suoi sogni. Già l’orizzonte è una semplicissima linea che perfino lui era capace di disegnare, ma che in un modo o nell’altro cambiava sempre.

 

Non puoi catturala, non puoi ricordarla. La puoi solo osservare.

E Sakura-chan in quella mattina d’estate era completamente assorbita da quella stupidissima linea.

Sbuffò come per attirare l’attenzione del ninjia medico, che non lo sentì.

 

Naruto continuò indi a scrutarne i lineamenti…e … trasalì.

 

Sakura-chan, quella mattina, stava sorridendo.

 

Non che non sorridesse prima, ovvio, però… le fossette che si formarono ai lati delle sue labbra vermiglie… erano così diverse, così strane, che lo riportarono indietro nel tempo… allo stesso sorriso che una volta rivolgeva al loro Sasuke, da brava ragazza innamorata.

 

E quel sorriso, così radioso, mentre Ino la richiamava alla realtà, lui non l’aveva mai rivisto veramente dopo il tradimento e l’inseguimento fallito del moro. Rimase paralizzato mentre Sakura, continuava a sorridere e lui più confuso che mai, fissava le sottili ciocche rosa come se volesse interrogarle che svolazzavano per un lieve venticello.

 

La Sakura-chan che lui aveva imparato a conoscere era diversa. Era il ninjia medico, l’allieva prediletta di Tsunade-sama… quella determinata e testarda e irascibile compagna di avventura… . E la nuova Sakura, sapeva come difendersi e non avrebbe mai mostrato quel sorriso ingenuo quasi, che solo una volta faceva parte di lei. La Sakura, descrittagli dalla stessa nonna Tsunade, aveva pianto e lottato con le unghie e con i denti per colpa di Sas’ke.

 

Si ritrovò a stringere i pugni nel pensare quel nome e il suo sguardo si fece serio, dimenticando perfino il sorriso che tanto lo caratterizzava.

 

Sakura, la sua Sakura non avrebbe mai sorriso in quel modo così naturale.

 

Lo comprese guardandola mentre quella stessa increspatura si perdeva, quando i suoi occhi verdi si incontrarono con i suoi fieri e azzurri.

 

Ecco e quello bastò, per fargli capire che in realtà, qualcosa era cambiato.

 

Il suo, ninjia medico, aveva sempre una punta dolorosa nello sguardo, un amaro regalo che la vita gli aveva fatto. Era soprattutto per questo che di solito lui faceva cose stupide… solo per farle abbozzare un sorriso. Il solito amaro ma rassicurante sorriso. E invece ora Sakura-chan stava sorridendo, come non faceva da molto tempo oramai….

 

Il suo stomaco brontolò all’improvviso facendo sghignazzare gli astanti e lui perse il filo di quel discorso, che lasciò cadere. …Ma Naruto aveva appreso perfettamente che ora in lui, rimaneva definitivamente quella strana sensazione provata in una mattina d’estate.

Ben presto, i suoi amici salutarono, andando ognuno un po’ per conto proprio, oddio… escludendo Rock Lee e il maestro Gai che andarono via, illuminati dal Sole e verso l’astro splendente… come in uno dei migliori film; o come nel caso di Ino con Shikamaru… con la prima che non la smetteva più di parlare con il secondo… o come Hinata, che balbettando era riuscita a salutarlo degnamente, facendolo sorridere.

 

-Sai, rimani con me? Andiamo a prenderci una buona ciotola di ramen!?-

 

Naruto lo invitò cordialmente ma quello come al solito digrignò il volto, rifiutando altrettanto amabilmente.

 

-Vabbhe!- Naruto scosse il capo ritrovandosi di fronte la sua Sakura-chan. -Tu vieni?!-

 

Quella annuì, e il biondo si illuse nel rivedere il solito sorriso sul volto dell’amica.

Camminarono in silenzio. Poi parlarono un po’ della missione e Naruto si rabbuiò credendo di aver visto ancora una volta quella smorfia spontanea, sul volto della kunoichi.

 

-Sakura.- esclamò fermandosi di botto nelle strade assolate e calde del villaggio.

La donna si voltò stupita dalla sua serietà.

-Cosa c’è, Naruto?-

 

Il suo tono risuonò troppo gentile alle orecchie del ragazzo che fece una moina.

-Dimmi la verità, è successo qualcosa vero?-

 

Qualcosa cambia, cambia sempre…. Anche se l’apparenza inganna, adorabilmente.

Sakura sembrò cercare l’aria, scosse il capo, cercando l’ombra e spostandosi dalla strada assolata seguita dall’aitante Naruto anche lui era così mutato… in quegli anni di solitudine e di speranze.

 

-No.- la sua voce tremò leggermente perdendosi nei rumori di quella mattina d’estate.

-Credi di potermi mentire, così? Non sono uno stupido Sakura-chan.-

 

Naruto era però sempre la solita testa calda e Sakura si ritrovò a sobbalzare per quell’avvertimento. I suoi occhi verdi vagarono sulla figura dell’amica, non riuscendo a puntarli dritti nei suoi.

 

-Oh… io ecco…-

 

Glielo si leggeva chiaro in faccia quello che era successo, la cruda e semplice verità.

-Hai parlato con Sas’ke, vero?-

 

La donna arrossì rimanendo ferma e impassibile. La regola 25 le rimbalzò in testa.

-No.- il suo tono stavolta era deciso ma il suo sforzo fu inutile, dato che Naruto le scoppiò deliberatamente a riderle in faccia.

-Naruto!- Lo richiamò lei mentre lui si teneva la pancia, come un bambino.

-E… che sei così divertente, Sakura-chan!- Il biondo riprese fiato scrutando di nuovo l’amica.- Credi davvero di potermi convincere così? Anch’io so fare quella buffa faccia! Ma il sorriso che hai negli occhi, quello Sakura, neanche una stupida regola può spegnerlo!-

 

Rise ancora per un po’ mentre l’allieva di Tsunade lo guardava allibita. Quel ragazzino la conosceva meglio di come lei conosceva se stessa.

 

-Allora,- lui parve calmarsi assumendo quella tipica faccia da bambino sorridente, ma a cui lei non credeva più da molto tempo. -l’hai rivisto, Sakura?-

 

Sapeva che l’avrebbe fatto soffrire. Sapeva perfettamente, che per quello, qualcuno la poteva definire tranquillamente un’infedele o una poco di buono. Avrebbe dovuto innamorarsi di Naruto, maledizione! Ma da brava illusionista, gli aveva solo fatto credere quello che in realtà non c’era mai stato.

 

Accettò, fissandolo profondamente prima di rispondere, che si era aggrappata disperatamente a lui… ma che la solitudine dovuta alla perdita di Sasuke, era una cicatrice troppo forte e che neanche il sorriso sincero del suo amico era riuscito a curare.

 

La poteva sanare solo Sas’ke quella ferita….

Si toccò il braccio ferito, sentendo ancora il calore di due mesi prima, su di se.

 

Sapeva che gli avrebbe dato un colpo mortale, ma non tardò oltre, avendo imparato che anche la maschera del biondo aveva un limite.

 

-Si.-

 

E come si sentì libera per quel “Si!” e come si sentì morire… osservando i lineamenti amari dell’amico, che riceveva in pieno la stoccata.

 

Rimasero così in silenzio, nel vuoto della giornata; quando la gente è occupata a mangiare e quando il sonno colpisce sempre l’individuo dalla pancia piena.

Sospesi sotto quel sole quasi a picco ma riparati dalla lieve ombra che tra poco sarebbe scomparsa.

 

-Bene.- Il sorriso falso di lui le diede allo stomaco. Sakura strinse i pugni mentre l’amico si rivoltava per incamminarsi di nuovo verso l’amato piatto di ramen.

-Andiamo a mangiare, ora, non so tu ma io sto morendo di fame!!-

 

Sakura non si mosse, nascose il volto mentre le gote le si infiammavano. –Oh maledizione…!-

Sussurrò prima di urlare la sua nausea per quella farsa. -Arrabbiati Naruto!-

 

Il biondo si voltò piano a fissarla, gli occhi azzurri erano cupi, mentre quel dannato sorriso rimaneva sulle sue labbra cremisi.

 

-Ne hai tutto il diritto! Ho tradito la tua fiducia Naruto…! Ma che ci posso fare….- Le lacrime le scesero dagli occhi e il biondo ingoiò amaramente quella visione. –Che ci posso fare… se sono fatta così…-

 

Sakura ora singhiozzava e piangeva asciugandosi a tratti le stille bianche e trasparenti che le rigarono il volto pallido, come se si vergognasse di essersi lasciata troppo andare. Naruto si mise una mano dietro alla nuca, mentre il cuore gli batteva furiosamente in petto tanto da fargli male fisicamente.

-Non urlerò contro di te, Sakura chan.-

 

Comunicò piano mentre lei in silenzio lo ascoltava, stupita da quanto lui fosse cambiato.

 

-Non ti incolperò per amare una persona che, detto francamente, non se lo merita proprio il tuo amore…. Non ti odierò, perché anche se è molto difficile per me…, anch’io ho bisogno di te, Sakura.-

Le lacrime smisero di colpo di scivolare, mentre tanta amarezza e tanta tristezza sgorgavano dalle labbra del giovane.

 

-È evidente e Sasuke sa anche che un giorno la sconterà, per tutto. Ma io stesso non potrei mai, impedirgli di donarti il suo cuore malato, ma che tu hai imparato a curare. Anzi lo minaccerei se lui ti illudesse, come tra l’altro – il giovane guardò il cielo, mentre le nuvole ora balzava qua e là non disturbando però i raggi solari. –come ho fatto io tutto questo tempo, tutto da solo.-

 

-Oh… Naruto!-

-Non fa niente. Sakura chan-

 

Sakura lo abbracciò stringendosi forte all’amico, cercando di fargli capire che anche per lei, malgrado tutto lui era importante… più di un amico, più di un fratello… la loro amicizia era immortale e lei era solo triste perché oltre quello non poteva dargli niente. Così come lui ricambiando quell’abbraccio, dopo con lo stesso identico sorriso di una vita, accettò quella sconfitta… portandola a mangiare del buon ramen.

 

 

*

 

E proprio lo stomaco a quel ricordo, borbottò vivacemente. Se l’era riempito così tanto che Naruto pensò che sarebbe scoppiato lì su quell’albero…. Ottima fine... per un degno ninjia non c’è che dire!

 

Comunque, Naruto quel giorno imparò anche che: avendo, lo stomaco pieno e il cuore spezzato, quella era una pessima combinazione e che avrebbe passato sicuramente una nottataccia.

Rimase ancora lì, mentre il sole calava rapidamente portando il rinfresco della sera tra le strade di Konoha.

 

Era incredibile… ed era terribilmente ingiusto quello che la vita gli stava riservando.

Se alcune persone nascono solo per soffrire… che scopo hanno nella vita?

 

Ci aveva provato, lui, ci stava provando davvero a risolvere tutto con un sorriso… anche a rispondere a quella domanda con un sorriso!

…Ma se ripensava allo sguardo sereno di Sakura solo calde lacrime gli scivolavano sulle gote. Che senso ha… vivere se poi ti accorgi che per un banale sorriso, puoi rimanere secco all’istante?

 

“Sasuke: hai vinto di nuovo tu.”

 

Ma non era questione di vincere o di perdere. La cosa andava ben oltre. non si trattava neanche di fato, perché Naruto, sapeva al contrario di Neji, che siamo noi a cambiare il nostro destino. Lì si trattava ancora una volta di vivere e di scegliere uno di tutti quei sentimenti che aleggiano sopra noi, pronti per essere indossati.

 

“E a quanto pare…” rivolse il suo sguardo a quella sera d’estate calda ma fresca… “ l’hai finalmente capito che devi vivere anche per lei, ‘ardo.”

 

Si limitò a corrugare il volto e a fare una tenera smorfia.

Non lo odiava, non poteva mai odiarlo… perché non si può odiare la persona più simile a te, quella che conosce già quello che stai per dire, quella che ti difende e con la quale ingaggi furiose battaglie…; dove escono fuori come tanti kunai: l’insieme dei vostri difetti. E lui è lì pronto a farteli correggere, malgrado di lui lì, non ci si traccia alcuna.

 

“Anche ora mi stai insegnando qualcosa, fottutissimo bastardo?” Tirò un sospiro di sollievo asciugandosi le lacrime che avevano inumidito quel tronco di Konoha.

 

Sorrise, e non si stancò di farlo, malgrado sentiva che per quella giornata una lieve paralisi e stanchezza gli aveva colpito le mascelle.

 

Si alzò in piedi mentre improvvisamente un vento del nord gli rispondeva. E Naruto parve sentire la voce del suo migliore amico in quell’alito di vento.

 

Si grattò il naso chiudendo gli occhi come nell’atto di pensare. Camminò leggermente non accorgendosi che il ramo si piegava pericolosamente sotto il suo peso e di tutto quello dei ramen che aveva ingurgitato.

 

-Sas’ke!-

 

Esclamò mentre un lieve “Crack” risuonava nell’aria.

 

-Io…-

 

Il ramo si piegò leggermente sostenendo ancora il biondo per poco, biondo che non riaccorgeva minimamente di quello che gli stava per accadere.

 

-Io ti troverò, ti porterò indietro e ti batterò qui (di fronte a lei!) fottutissimo bastardo, che non sei altro!!!-

 

Naruto sorrise, mentre stavolta sentì in pieno e troppo tardi il cedimento di quel povero ramo. Il suo urlo simpatico, si diffuse nell’aria mentre cadeva con il sedere per terra.

 

-OHI!- Naruto prese a toccarsi le natiche.-Ohiohiohi…chebotta!- Scoppiò a ridere da solo mentre una figura femminile accorreva spaventata, lasciando l’albero che l’aveva nascosta fino a quel momento.

 

-Na..Naruto-kun!-

 

Il biondo si riprese dalla sua risata aprendo i suoi grandi occhi azzurri. –Oh… ciao Hinata!- esclamò divertito.-Hai visto come sono caduto?! Ehehe!!-

 

-Oh… si!- La nobile ragazza appartenente al chan Hyuga arrossì leggermente. Naruto era così strano ma pur sempre il solito bambino, anche quella sera. –Ti…Ti sei fatto…molto, molto male?-

-Nah!-

 

Naruto si rialzò come una molla saltellando allegramente davanti a Hinata.-No! Sto benissimo!!- Saltellò e azzardò una corsetta sul posto.-Guardami, sono sano come un pesce… uhm! Ho solo mangiato troppo ramen!- Nascose gli occhi mettendosi di nuovo a ridere, massaggiandosi velocemente la pancia. –Uh… come sono caduto… da vero allocco! No?!- Rideva… e Hinata accennò solo un lieve sorriso, annuendo vistosamente.

 

Guardandolo meglio, il ninjia confermò dentro di sé, che quella non era la solita risata allegra e spensierata del suo mito. C’era qualcosa di estremamente amaro e lento, mentre usciva quel suono spensierato dalle labbra del genin.

 

-Si… ti… ho visto…Naruto…kun.-

 

“Come al solito.” Pensò Hinata arrossendo, perché gli occhi chiari di Naruto si scontrarono con i suoi grandi e trasparenti.

-Uh?- Quello si mise le mani dietro alla schiena, sorridendo.-Bhe, se ci ripenso, a me viene ancora da ridere…!!-

 

Hinata abbassò il capo mentre il biondo rideva di nuovo… con quella strana smorfia sul viso, che la ragazza non gli aveva mai visto.- O…h Nar…uto.-

Per tutta risposta sentì le lacrime pizzicargli i bordi degli occhi… che stupida mica ora si sarebbe messa a frignare anche lei, vero??

 

Hinata singhiozzò, tremando leggermente, mentre Naruto smetteva immediatamente di ridere per cercare di capire cosa stava succedendo all’amica.

-Perché stai piangendo Hinata?!- saltellò come se fosse stato fulminato dal cielo.-Ho fatto, ho detto, qualcosa di sbagliato?-

Il ninjia dai capelli neri scosse il capo violentemente. Come dire a quel babbione di un ninjia che lei, come una piccola e timida ragazzina l’aveva osservato per tutto il giorno e aveva notato anche quelle lacrime amare scendergli dai suoi occhi chiari e azzurri?

Come poteva, d’altronde non piangere anche lei ricordando, le parole furiose che aveva rivolto solo all’albero, ma che lei da impudente aveva osato ascoltare… spiandolo sempre per ammirarlo?

Inoltre, cosa si poteva pretendere se adesso anche il suo cuore sanguinava… avendo capito a chi erano rivolte le stille salate del giovane?

 

-NA…Naruto!!-

 

Esclamò mentre il ninjia rimaneva come un sprovveduto a guardarla. E Hinata era proprio bella in quel momento. Le lacrime cristalline le sfuggivano dagli occhi grandi e in cui era facile perdersi, ma lei non faceva nulla per nasconderle… non erano lacrime di amara constatazione, come quelle di Sakura che l’avevano scosso dentro quella mattina.

I capelli poi a ciocche nere venivano illuminate dalle luci della sera che filtravano fra i rami, intessendo quei fili neri, con altri argentati.

Si, Naruto sorrise il tutto come avrebbe fatto davvero per tutto quel tempo.

 

La ragazza spalancò gli occhi nel vedere quel sorriso mesto, che davvero non faceva parte di lui e allora altre lacrime scesero senza alcun suono.

 

-Naruto… scusa! Sei… così… triste... che …io…-

 

Un singhiozzo la scosse mentre pareva calmarsi. Il biondo la osservò ancora senza parole, per quella infinita solidarietà e gentilezza.

Aveva paragonato Hinata come il suo angelo custode, alle volte. Si, non si vergognava a quel pensiero infantile… perché in fondo lui non era mai cambiato veramente.

 

-Grazie. Hinata-chan.- Si limitò a sussurrarle mentre ora puntando i suoi occhi al cielo… sentiva anche le sue iridi sul punto di esplodere per quelle lacrime trattenute da troppo tempo e che invece premevano per uscire e sanare la ferita del cuore.

 

La ragazzina lo fissò ancora qualche stilla le scendeva rigandole il volto pallido.

-Di…di…nulla….

…Na…-

 

Il ragazzino abbassò lo sguardo seccato, per come si stava per mostrare… ma lieto di poter essere se stesso almeno con qualcuno. Hinata vide quella smorfia e senti il cuore spezzarsi dentro. Un ‘amore non corrisposto, sapeva cosa voleva dire e quella era la sua espressione….

 

-…ru…-

 

Il ragazzo poggiò la sua testa bionda sulla sua spalla. Lei si irrigidì… anche per il pianto sordo che scosse a poco a poco il giovane.

 

-…to.-

 

Hinata prese ad accarezzarli i capelli come se lui fosse un’apparizione. Oramai dai suoi occhi non scendevano più lacrime, ma si limita rassegnata a consolare il suo primo amore… il suo esempio per la vita.

 

Il ragazzo la abbracciò furiosamente.

 

-Perché…?!- si lasciò sfuggire sorridendo impercettibilmente sentendo l’odore delicato e altrettanto fievole della donna.

 

 [… Se alcune persone nascono solo per soffrire… che scopo hanno nella vita?... ]

 

Si strinse crogiolandosi in quel calore così tenero.

-Perché?!-

 

[…di lui l,ì non c’era traccia alcuna… ma lei viveva per lui… e lui avrebbe imparato a vivere per lei…]

 

-Per quale motivo dobbiamo soffrire…così??!-

 

Hinata si fermò sentì nelle narici il profumo di Naruto. Il suo abbraccio così forte l’aveva fatta arrossire e smettere anche di accarezzargli i capelli le sue mani penzolavano nel vuoto della sera….

Sentì di nuovo… disperazione in tutte quelle domande… la stessa che conosceva lei.

 

-mi dispiace.-

 

Azzardò non sapendo come prendere quel giovane Naruto in lacrime.

Lui si fermò per ascoltarla.

 

-io però, posso… starti… vicino… e se ti va… potremmo scoprire… tutto insieme e…- la voce le si ruppe in un sordo gemito. Naruto rimaneva fermo con gli occhi verso il cielo ancora abbracciato alla piccola e tenera Hinata.-Io… so… solo che possiamo cambiare tutto, se lo vogliamo… e che…. dobbiamo soffrire, per scoprire la vera felicità.-

 

Hinata parlò più piano. –Tu se lo vuoi, puoi davvero riuscire a realizzare il tuo sogno, questo è l’importante. Le persone vanno e vengono, ci fanno felici oppure senza scrupoli o senza intenzioni ci fanno soffrire… ma i sogni, quelli Naruto, bastano a farci sopravvivere, malgrado il dolore. Noi siamo i nostri sogni e con quelli riconosciamo la felicità: ecco a che serve vivere. Viviamo per sognare… Naruto-kun anche se ci spezzano le ali, andiamo avanti. Dobbiamo andare avanti.-

 

Poche frasi e coincise, che servirono per ridare il sorriso a quel ragazzo.

 

Capì che Hinata provava davvero qualcosa di serio per lui. Annuì con più forza mentre la stessa aria calda asciugava amabilmente quelle gocce salate che entrambi avevano sparpagliato un po’ sull’uno e sull’altro.

Lui… amava Sakura. Nessun dubbio in proposito e questo lo sapeva anche la piccola Hyuga… esattamente come lui sapeva che nel cuore dell’allieva di Tsunade c’era Sasuke.

 

Si… -se ne rese conto in quella sera d’estate- che forse valeva la pena vivere, per cambiare alcune cose, che non lo convincevano molto.

 

-Hinata.- sussurrò quel nome al vento mentre la lasciava, con il solito sorriso sulle labbra sottili. Lei arrossì furiosamente, rendendosi conto anche di quello che aveva fatto senza balbettii, in una semplice sera d’estate.

 

 

 

-Arigatou.-

 

 

 

E inizia così no?

Con un grazie, ed è poca cosa, una cosa sciocca se vogliamo… che serve però per incominciare a cambiare qualcosa. Chiedete a Sakura, se non ne siete convinti…. Indagate nell’ animo scuro e profondo di Sasuke… chiedete a Ino… chiedete, anche se sapete già la risposta.

 

(Che è diversa per tutti noi… ma questo…questo non ditelo a Naruto.)

 

 

 

 

 

take what you need, and be on your way… and stop crying your heart out…*

Oasis

 

 

                       

**

Note dell’addetta ai lavori U.U

 

Eccomi qui, ad aggiornare “Sciocche cose” e con una Naru/Hina, diciamo all’inizio di tutto!! Dedicata a Terrastoria, per ringraziarla delle sue Sasusaku! E perché se lo merita davvero la nostra piccinna ^-^!

Così come, non potrei mai dimenticare le persone che hanno recensito questa umile raccolta!! Voi mi avete davvero fatto appassionare al mondo di Naruto e mi avete spinto a continuare!

 

Mimi_chan92: a cui è piaciuta la shina ino!^^thankss!baci

 

Hime_chan: grazie per tutti i tuoi complimenti!! ^^ quale sono anche le tue altre coppie preferite!?

 

Inu_Kagghy:  il tuo commento mi ha davvero fatto felice, è molto difficile mantenere i personaggi ic!^^ specialmente quelli pazzi di naruto!quali sono i tuoi personaggi preferiti!?!?

 

Bergathekid_chan: ^^ io ti conosco giusto ^_- grazie davvero per tutto e sasusaku forever!

 

MoMozzia: la mia petrusina che mi ha lasciato la recensione più bella!!! Oddio amore grazie davvero per tutto i love you!!

 

Nely: ecco la naru-hina ^_- kissoni magari il Kishi disegnasse scene del genere!! Baci

 

 

Ciao a tutti

 

Yours Sara

 

 

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