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DISCLAIMER:
i personaggi dei My Chemical Romance non mi appartegono. Le loro
storie sono inventata, i personaggi fittizi che interagiscono con
loro sono puri deliri del mio cervello XD
Allora...questa
fanfiction ha una storia piuttosto complessa, l'idea era gia nata
mentre finivo di scrivere Dead and waiting for the Black Parade,
ma per due mesi è rimasta li chiusa nel cassetto, poi ad un
certo punto ho anche pensato di scrivere una Frerard, ma ne ho lette
di talmente belle che mi sembrava strano scriverne una mia. Così
ho deciso di scrivere qualcosa sul mio chimico preferito, che anche
se sta sempre zitto e non si fa notare, è una persona
fantastica, timido e geniale. Il consulente spirituale della band,
per sua stessa definizioneXD. Dato che adoro Alicia e la trovo la
ragazza perfetta per un chimico, non volevo fare come se niente fosse
e non farla esistere, così le ho riservato un ruolo nella fic,
un ruolo particolare, ma almeno c'è!
Devo
ringraziare sopra ogni cosa Silvi, la mia aduorata nipotina,
che c'è sempre stata quando andavo in crisi o mi prendeva a
male e il mio emo-side spuntava fuori più potente che mai.
Grazie nipots. Per tutto.
E
Grazie alla mia Twin, che ha letto tutto, ha commentato, ha
fatto tante belle faccine emoticonose, ed è sempre la migliore
twin sulla faccia della terra. La mia amichetta chimica, una delle
poche che delira con me e aspetta con me il giorno che la neuro ci
verrà a prendere.
Buona
lettura!
Commentateeeeee
Prologo..
New
York, Gennaio
Can
you hear me cry out to you? Words I thought I'd choke on figure
out. I'm really not with you anymore. I'm just a ghost, So I
can't hurt you anymore, So I can't hurt you anymore.
And
now, you wanna see how far down I can sink? Let me go, fuck! So,
you can, well now so, you can I'm so far away from you. Well
now so, you can. (This is How I Disappear)
“Sono
arrivato”
“Sali”
Reira
non si guardò nemmeno allo specchio. Non ne valeva la pena.
Non ce n'era bisogno. Sapevano entrambi che quello che facevano non
era niente, non meritava tempo. Era un palliativo, un tacito accordo
per dimenticare e non pensare. Ma le andava bene così. Fin
troppo si disse, spaventandosi di cosa era diventata.
Mikey
saliva lentamente le scale, ormai conosceva a memoria quel tragitto
così angusto e buio, era la sua personale scala verso l'oblio
e la faceva con calma, lasciandosi sovraffare da tutti i sensi di
colpa, dalla nostalgia di una vita vera, dai ricordi di quello che
era stato.
Era
arrivato al piano. Non dovette suonare, la porta era aperta.
Entrò
senza dire una parola, la vide e la afferrò a se. Non c'era
dolcezza nei loro sguardi, nè nei loro gesti, erano tutto e
niente. Le carezze consolatatrici e i baci che nascondevano l'ansia
erano diventati la loro routine quotidiana. Non sapevano come erano
arrivati a questo punto tanto era che non potevano più vivere
l'uno senza l'altro, ogni giorno che passava erano sempre più
dipendenti da questa relazione che di certo non li avrebbe portati a
nulla. Avevano perso troppo, per poter ricominciare a dare di nuovo.
Spostarono
a calci tutto quello che si trovava per il corridoio, non staccandosi
mai. Le braccia di Mikey la stringevano con forza e lei vicina a lui,
per un momento sembrò dimenticare tutt o e annegare insieme a
lui in quella piccola bolla che si erano creati.
Lontani
da i loro amici, non erano più Mikey e Reira, non erano più
quelli da compatire, quelli davanti a cui tutti erano attenti a
quelli che dicevano. Non erano niente.
Finalmente
sono riuscita a postarlo, questo capitolo è pronto da un mese,
ed era lì che mi guardava dalla sua cartelletta fanfiction
aspettando di essere continuato, ho preferito scrivere prima un altra
ventina di pagine per vedere se la fic prendeva la piega che
volevo...spero di essere riuscita a raggiungere lo scopo...una
cosa...quando leggerete di Alicia, non uccidetemi vi prego, è
solo che non riuscire a pensare ad un altro modo di far andare le
cose...
Buona
Lettura
...BlackBallerina'sShoes...
MERCI
POUR LE VENIN
New
York, Dicembre
You´ll
never make me leave I wear this on my sleeve Give me a reason
to believe
So give me all your poison And give me all your
pills And give me all your hopeless hearts And make me
ill You´re running after something That you´ll
never kill If this is what you want Then fire at will
Una
nube scura aveva deciso di perseguitare Reira. Dovunque andasse
sembrava che piovesse, era indubbiamente molto adatto al suo umore,
un pò di meno alla sue punte, che ogni volta arrivano bagnate
agli allenamenti assicurandole commenti acidi da parte del coreografo
e una buona mezzora sotto i semi distrutti phon dei camerini. Ma, a
dispettto di tutte le sue maledizioni, la pioggia non cessava di
scendere. All'uscita della metropolitana guardò sconsolata il
cielo, chiedendo silenziosamente una tregua,ma sentendo le gocce
continuare a sfiorarle il volto, abbassò gli occhi e
coprendosi la testa con il cappuccio della sua felpa preferita,
affrettò il passo per raggiungere l'entrata riservata ai
dipendenti dell'American Ballet.
Nel
gigantesco atrio intradivide Tim, ma non gli rivolse la parola, era
gia bastato come si erano detti il giorno prima. Di certo non si
sarebbe scusata per il suo attacco di rabbia, di certo non si sarebbe
scusata per averlo preso a parolacce, non era lui quello a cui erano
morti entrambi i genitori esattamente un mese prima. Poteva rimanere
li a guardarla per quanto tempo volesse, il suo sguardo ormai non la
colpiva più.
Fece
un brusco movimento nella direzione contraria, e intravide una faccia
conosciuta, un volto che le era noto, ma non riuscì a
inquadrare chi fosse.
In
ritardo per le prove, non ci diede peso e cominciò a correre
sperando che le sue bellissime punte nere non fossero bagnate come al
solito. In quel momento voleva solo danzare via tutto l'astio e il
dolore, quel dolore che la stava tormentando, come un dannato spillo
conficcato dentro di lei, che non le dava tregua.
Rivedeva
in ogni superficie la faccia bianca di sua madre nella bara, e quella
serena di suo padre. Poteva ancora sentire i tremiti che la
scuotevano mentre i becchini sigillavano i corpi e nascondevano per
sempre le anime dei suoi genitori.
“Mamma,
Papà, perchè mi avete fatto questo?” sussurrò
tra se e se cacciando indietro i singhiozzi e infilandosi il body di
raso nero.
Body,
calze, scaldamuscoli, bottiglietta d'acqua, punte tutto
miracolosamente asciutto.
Era
pronta.
Corse
dentro la sala dove il resto della compagnia era gia intento negli
esercizi di riscaldamento, e si mise alla sbarra, decisa a non
pensare ad altro che ai muscoli che lentamente si scioglievano, alle
mani che assumevano la giusta posizione, ai piedi che doloranti ma
entusiasti riprendevano il posto che gli si concerneva.
“E...un,deux,
trois et grand pliè” Sophia, l'assistente passava a
fianco a ognuno e correggeva gli errori più frequenti.
“Reira!
Sei troppo endedant! te l'ho detto mille volte, cosi non va bene, e
poi cambiati quelle punte, non sono adatte all'American Ballet”
Reira
ascoltò solo il rimprovero sulla sua posizione, era abitutata
a sentirsi richiamare per le sue scelte di stile, ma finchè
danzava bene, non ci sarebbero stati problemi.
Si
rimise alla sbarra e si lasciò trasportare dal pianoforte.
Dal
lato opposto della enorme edificio dell'American Ballet, Frank e Liz
Iero camminavano tranquilli per i corridoi che portavano al Gran
Teatro della Danza, dove la nipote di Frank si sarebbe esibita nel
saggio di Natale che la scuola organizzava ogni anno. I due ragazzi
festeggiavano quel giorno un anno da quando si erano conosciuti, si
tenevano la mano, evitando però di scambiarsi più di
uno sguardo, per quanto la loro gioia fosse grande, non potevano fare
altro.
Dietro
di loro, con lo sguardo perso nel vuoto veniva Mikey Way, o almeno
quello che era rimasto di lui, l'ombra di un ragazzo che sei mesi
prima era felice, ora quello che era prima, era morto insieme
all'amore della sua vita.
Lungo
le pareti di marmo che ricoprivano elegantemente i corridoi, Mikey
lasciava vagare gli occhi, cercando di non affogare di nuovo nello
sguardo di Alicia, nell'ultimo sguardo che gli aveva rivolto mentre
si spegneva tra le sue braccia, mentre la malattia fulminea che
l'aveva colpita si portava via anche l'ultimo barlume della sua
anima. Era passato troppo poco tempo perchè il ricordo di lei
non lo tormentasse ogni minuto della sua vita, e lui non voleva
lasciarla andare, voleva che continuasse a vivere come un fantasma
tra i suoi ricordi. Si era estraniato dal resto del mondo, sapeva che
i suoi amici avevano capito che la maschera di tranquillità
che aveva messo su era falsa, ma non aveva la forza di affrontare con
loro il suo dolore, preferendo evitarli, ma oggi non poteva mancare,
Casey si aspettava che lui fosse tra il pubblico, e non l'avrebbe
delusa.
Suo
fratello era gia arrivato e li stava aspettando insieme a Lyle, il
fratello di Liz di fronte all'entrata del teatro, mancavano ancora
molti minuti all'inizio ma loro sarebbero entrati prima per evitare
problemi nel caso che qualche fan che avesse cercato di avvicinarli.
Mikey
abbracciò Gee, che lo fissò domandogli con lo sguardo
se fosse tutto a posto.
Era
ovvio che non fosse tutto a posto, ma preferì lasciargli
credeere che stava bene, era più facile così.
La
lezione era finita, Reira si stava avviando verso lo spogliatoio
quando venne intercettata da Sophia, sapeva gia cosa voleva ma non fu
veloce abbastanza per evitarla. “Dove pensi di andare cara?”
“Io,
da nessuna parte” disse sconsolata.
“Bene,
perchè ti ricorderai che oggi c'è il saggio delle
bambine, devi assistere e dare una mano dietro le quinte”
replicò Sophia glaciale.
“Si
sto andando, dammi il tempo di cambiarmi” cercava
disperatamente di liberarsi dell'assistente, ma sembrava non
demordere. Aveva provato con ogni mezzo a evitare quel compito, non
era la persona giusta per farlo. Le sue proteste non erano state
ascoltate però, sembrava fosse difficile da capire perchè
vedere tante famiglie felici sarebbe stato per lei un impresa troppo
difficile da sopportare. Vedere tutti quei genitori orgogliosi dei
loro figli, con sorrisi stampati in faccia e occhi pieni di
aspettative, quelle aspettative che aveva visto negli occhi di suo
padre e sua madre la prima volta che era salita su un palcoscenico.
Poteva
sentire la musica del lago dei cigni farle da accompagnamento mentre
le sue punte la trascinavano in un mondo nuovo, un universo fatato,
dove ogni preoccupazione veniva danzata via. E rivedeva gli occhi di
Tim e Keiko Roberts guardarla dal pubblico, emozionati e felici.
Vivi.
Ora
non lo erano piu, e la danza aveva perso tutto il suo significato,
era diventata un mondo di cenere, un obbligo non più una
ragione di vita.
Mikey,Lyle,
Gerard, Frank e sua moglie vennero fatti entrare da una porta
laterale e presero posto in prima fila. Gee guardò Frank con
aria sconsolata cercando di capire se suo fratello avesse parlato con
almeno uno di loro. Ma Liz cogliendo lo sguardo del cantante fece
segno di no con la testa e abbassò tristemente lo sguardo.
Ormai era passato del tempo ma non riuscivano ancora a capacitarsi di
quello che era accaduto, e non sapevano come affrontare Mikey,
volevano essergli vicini ma lui continuava a dire di star bene e si
richiudeva nel suo bozzolo di sofferenza senza far entrare nessuno.
La
piccola Casey vagava per il palco, trotterellando dietro a Reira che
stava cercando di sistemare le bambine per la prova finale. Non era
assolutamente un impresa facile, continuavano a correre da ogni parte
sistemandosi i vestitini, allaciandosi le scarpette e parlottando tra
di loro.
“Ragazze,
mettetevi in fila dietro di me, dobbiamo metterci nella formazione
iniziale”
Con
la coda dell'occhio vide 5 figure sistemarsi ai primi posti della
sala e togliersi i pesanti cappotti invernali, avevano delle facce
conosciute ma il buio non le permetteva di distinguere bene chi
fossero.
“Ziooooooo”
Casey una delle bambine più piccole cominciò a urlare
quando vide quelle persone sedersi li davanti. Fece appena in tempo a
fermarla prima che si lanciasse verso bordo palco per salutarli, era
una vera peste.
“Maestra
Reira posso andare a salutare mio zio?”
Non
sapeva cosa fare, in teoria le piccole ballerine dovevano rimanere
completamente sotto la sua sorveglianza, ma la bambina aveva due
occhioni luccicanti ai quali era difficile non consentire tutto.
“Va
bene, ma torna subito qui” le disse facendole una carezza sul
volto.
“Vieni
anche tu con me, devo far vedere una cosa agli zii”
Reira
non fece in tempo a dire di no che venne presa per mano e trascinata
verso le scale che portavano alla platea. Non bastava che avesse
dovuto rimandare il suo rientro a casa, ora doveva anche parlare con
dei parenti felici e orgogliosi. Questa cosa si stava facendo sempre
più fuori dalla sua portata. Non voleva essere scortese con la
piccola ma non se la sentiva proprio di socializzare, almeno non ora.
Stava
per staccarsi e tornare sul palco, quando scoprì chi erano i
parenti di Casey, lo shock fu tale che non ebbe la forza neanche di
protestare.
“Zio
Frankieeee” la bambina si lanciò verso uno di loro che
prontamente la prese in braccio ricoprendola di baci.
“Ed
ecco la nostra provetta ballerina” disse un altro di loro molto
più giovane degli altri, abbracciandola.
“Zio
Lyle, zia Liz, siete venuti anche voi” baciò anche gli
altri. Poi si avvicinò all'unico seduto, che le stava facendo
un sorriso, o quello che doveva essere un sorriso. Casey non lo
abbracciò, ma gli si avvicinò, gli carezzò una
guancia e gli disse “Grazie”
Reira
li aveva appena ricosciuti, erano i My Chemical Romance, o almeno una
buona rappresentanza dei MCR. C'era Frank, che doveva essere lo zio
di Casey, Liz Iero la moglie, e più indietro che parlava al
telefonino c'era Gerard Way e un altro ragazzo che doveva essere da
quello che aveva letto sui giornali, il fratello di Liz.
Dopo
quello che era successo ai suoi genitori aveva perso interesse per
qualsiasi cosa, ma prima era stata una loro grandissima fan, li aveva
persino visti in concerto un paio di volte. Se non fosse stata così
male avrebbe saltellato di gioia per tutto il palco.
“Maestra
Reira vieni un secondo per favore?”
Casey
la stava chiamando. Si scosse dallo shock e andò verso di lei.
Il
gruppetto guardò interrogativamente la ragazza e poi la
bambina, forse avevano pensato che fosse Reira a volerli incontrare e
avesse usato la bambina come tramite.
“Cari
zii” disse la bambina facendo un gesto di introduzione.”
e zia”
Quella
bambina era sempre stata un pò teatrale pensarono tutti, anche
Gerard che nel frattempo si era riavvicinato.
“Vi
voglio presentare la versione mezzo giapponese di Helena”
I
cinque sguardi si volsero su di lei. Fissandola. Aveva i capelli
neri, lunghi e lisci, senza vita. Un volto pallido per le notti
insonni, occhiaie violacee per i troppi pianti, un completo nero, non
poteva che vestirsi di quel colore, e le scarpe, le sue tanto amate
punte oscure.
Era
lei, era Helena. Si dissero tutti tra di loro. Un Helena che aveva
smesso di danzare per la gioia, un Helena che non aspettava altro che
tornare nella sua bara, e dimenticare tutto.
Nessuno
di loro proferì parola.
“Dai
guardatela.E' lei” continuò Casey superemozionata “è
la ragazza del video dove lo zio Frankie ha i capelli strani”
La
battuta della bambina sciolse il ghiaccio che si era venutoa formare.
I ragazzi scoppiarono a ridere, sorridendo a Casey che felicissima
saltellava di gioia vedendo che era stata ascoltata.
Solo
due persone non stavano ridendo. L'avrebbero mai fatto di nuovo?
Lo
stesso pensiero sembrò sfiorare entrambe le loro menti. Un
brezza ghiacciata corse tra di loro. Due anime spezzate che si
riconoscono. I loro occhi si incrociarono. Due pupille nere. Due
pozze vuote. Lo specchio di cuori aridi.
Grazieeeeeeeee
i vostri commenti sono stati bellissimi, spero che vi sia piaciuto
altrettanto questo primo vero capitolo...
@Annina:ma
certo che mi farò perdonare...prima o poi ti scriverò
la Ganna che mi hai chiesto..
@Idra_91:grazie
mille per tutti i complimenti, spero che ora che hai letto di Alicia
non vorrai lanciarmi qualche anatema XD, per l'altra fic non ti
preoccupare, tanto l'unica cosa da sapere è di Liz e Frank,
che sono i protagonisti dell'altra, e per il resto non ci sono
collegamenti particolari, almeno non per ora
@Frozen
Tear: nipots dolcissima, ma le tue minaccie sono sempre
superdolciose, le accetto volentieri!!!anche quando mi vuoi prendere
a schiaffi o cose simili...e domenica ci vediamooooooooooooo yeaaaah
@MiKeYwAy4EvEr
:grazie mille, spero che lo sviluppo ti garbi, baci baci
@VampireKnight:
anche tu sei la migliore twin dell'universo conosciuto, senza di te
potrei impazzire sul serio, che il potere chimico sia sempre con te
sorella XD
@blaise_sl_tr07:
grazie mille, il prologo era giusto un assaggio, ora c'è la
storia vera, spero ti sia piaciuto il primo sviluppo...
@ElfoMikey:
ecco qui il seguito, grazie per il commento!!!^^
Grazieeee,
non posso dirvi altro, le vostre recensioni sono stupende*_*, mi fate
andare avanti con il sorriso sulla faccia mentre scrivo. Grazie
grazie.
Questo
è stato il capitolo più difficile in assoluto, perchè
dopo aver scritto il primo avevo una bella patata bollente in mano,
far andare avanti la storia in maniera non dico credibile ma almeno
verosimile. Le ho provate tutte e alla fine sono arrivata a questa
versione...speriamo bene XD
Capitolo
2
“Thank
You”
It
was the roar of the crowd That gave me heartache to sing. It
was a lie when they smiled And said, "you won't feel a
thing" And as we ran from the cops We laughed so hard it
would sting
Yeah yeah, oh
If I'm so wrong (so wrong, so
wrong) How can you listen all night long? (night long, night
long) Now will it matter after I'm gone? Because you never
learned a goddamned thing.
(Disenchanted)
“Devo
andarmene” si disse Reira. Aveva fatto quello che doveva fare,
Ash non avrebbe detto nulla se se ne fosse andata prima della fine
del saggio. Era già rimasta troppo. Dietro le quinte si
sentiva l'aria di festa e quella polvere magica, quel misto di
orgoglio e lacrime di felicità che sempre si diffondevano
durante questi eventi la stava sfiorando e non voleva essere toccata.
Lei
era allergica. Stava per rischiare uno shock anafilattico. Doveva
andarsene subito. Doveva tornare al suo camerino, prendere la sua
roba e tornarsene dritta a casa, il suo gatto e il suo divano la
aspettavano per l'ennesimo tete a tete in compagnia dell'ennesima
replica di Sex and The City.
Senza
dare nell'occhio si allontanò dalle quinte e si diresse verso
i tortuosi passaggi che portavano al backstage. Era pieno di gente
che correva avanti e indietro, e Reira con sul cappuccio in testa e
lo sguardo rivolto verso il polveroso pavimento non attraeva
l'attenzione di nessuno. Ce l'aveva quasi fatta, vedeva la porta in
lontananza e stava per cantare vittoria, quando si sentì
fermare.
Non
poteva essere Ash, il saggio era quasi finito e doveva supervisionare
la chiamata alla ribalta delle bambine, e tutti gli altri erano ormai
andati a casa, dovevano aver sbagliato persona.
“Reira,
fermati”
La
voce di Tim.
La
nuvola nera che la perseguitava non si smentiva mai. Era sempre lì
nascosta che l'aspettava pronta a darle la botta finale.
“Tim,
che ci fai qui?”
“Devo
parlarti” disse il ragazzo mettendosi di fronte a lei, senza
lasciarle modo di andare avanti.
“Mi
sembra che ci siamo detti tutto o no?”
Reira
sfiorò con gli occhi la faccia furente del suo ex, e li
riabbassò di nuovo, e pensare che fino a qualche mese prima
aveva amato con tutta se stessa, quegli occhi color ghiaccio e quel
fisico perfetto e longineo che caratterizzava tutti i ballerini, ora
per lei erano solo una massa di muscoli, apprezzabili certamente, ma
niente di più. E negli occhi di Tim vedeva solamente l'ombra
di quello che era stata, non poteva sopportarlo. Lui la rivoleva come
prima, lei era un altra. Fine della storia.
“Tu
pensi di avermi detto tutto, pensi che bastino due moine e due pianti
a scaricarmi?Voglio una spiegazione, voglio sapere se mi hai lasciato
per un altro”
Un
altro??? Non aveva la forza di pensare a se stessa, poteva mai avere
il coraggio di trovarsi un altro uomo?
“Tim,
ti prego, lasciami in pace, fai come se non esistessi, non sono piu
quella che conoscevi, non sono più io, trovati un altra
ballerina allegra e simpatica e dimenticati di me, ti prego”
Non
sapeva più come spiegarglielo. Avesse avuto una mazza
chiodata, l'avrebbe usata senza pensarci. Una prigione vale l'altra.
“Tu
a me non mi dici così, lo sapevo hai un altro, dimmi chi è”
Scosse
la testa.
Tim
non si dava per vinto, e lei sentiva la rabbia che scaturiva da
dentro, rabbia repressa, stava per scoppiare, e se lo faceva era
finita, non si sarebbe più ripresa.
La
prese per le spalle e stava per bloccarla contro il muro. Reira
chiuse gli occhi, il dolore, l'ansia stava tornando tutto in
superficie, più che paura di lui, aveva paura di se stessa,
stava lottando strenuamente per mantenere la calma. Un respiro. Due
respiri. Ce la poteva fare.
“Dimmi
chi è”
La
scosse per le spalle. Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
“Ti.ho.detto.
LASCIAMI IN PACE”
Il
suo urlo risuonò per tutto il corridoio, facendo voltare più
di una persona. Ma prima che riuscisse a dargli un calcio in parti
dove non batteva il sole, sentì le mani di Tim staccarsi da
lei, e una voce secca “lasciala”
Aprì
gli occhi. La voce apparteneva a Mikey Way, fece fatica a
riconoscerlo, aveva indosso un cappello, era magrissimo, dalla faccia
si potevano leggere notti insonni, e crisi di pianto. Ma era lui,
l'aveva visto prima seduto in disparte insieme al resto dei suoi
amici. Mikey Way era di fronte a lei. Che strana la vita, ora che non
ogni sua emozione era legata al ricordo dei suoi genitori, e il
dolore assorbiva ogni piccola gioia, si trovava di fronte a lui,
l'aveva sempre voluto conoscere. Ora sinceramente, non gli faceva
alcun effetto.
Misteri
del destino.
Tim
guardò Mikey, che lo fissava con occhi durissimi, senza dare
segno di alcun emozione ne preoccupazione. Era una visione
inquietante. Il ragazzo mollò subito la presa, e senza
proferire parola se ne andò.
“Non
è finita qui” sussurrò allontanandosi.
Reira
si sedette per terra. L'adrenalina che la discussione le aveva
lasciato in corpo, svanì in un secondo, privandola di tutte le
forze. Almeno era riuscita a non esplodere e questo era già un
passo avanti.
“Grazie”
sussurrò verso Mikey che non si era mosso di un passo.
Lui
non rispose, le porse una mano e la aiutò ad alzarsi.
“Siediti
qui”
Mikey
l’aveva portata nel camerino e aveva chiuso la porta a chiave
porgendole un fazzoletto.
Non
le aveva parlato, né cercato di consolarla, era come se
sapesse, come se capisse tutto senza bisogno di parole o azioni, non
era mosso dalla pena o dalla pietà non sentiva il bisogno
irrefrenabile di consolarla. In un momento del genere, le parole sono
solo altre ferite, altri sforzi.
Il
silenzio è l’unica cura.
Reira
lo ringraziò silenziosamente per questo. Mise le gambe sotto
il mento, e cercò di svuotare la mente, evitando accuratamente
ogni pensiero che l’avrebbe riportata a quel momento.
Sentì
Mikey spostarsi e alzarsi, il camerino era talmente piccolo che le
bastò muovere il braccio per prendergli la mano.
La
sentì fredda e dura. Una mano callosa, le corde del basso
l’avevano sfregiata, rendendola ancora più vera.
“Come
…come facevi a saperlo?”
“Anche
io ho perso qualcuno, per capire mi è bastato guardarti”
Appena
i loro sguardi si era incrociati aveva letto dentro di lei la sua
stessa sofferenza, e si era sentito stranamente attratto da quella
ragazza dagli enormi occhi neri, e dai capelli color ebano, bianca
come la neve, pallida come la morte, talmente fragile che un soffio
di vento l’avrebbe portata via senza sforzo.
Con
lei non doveva fingere.
“Sento
anche io quel nodo dentro” disse “come se mi mancasse
l’aria, il respiro a volte scompare, colori e odori perdono di
signifato, mi sento cadere in un enorme buco nero, e sinceramente
spero di non uscirme e perdermi nel mio dolore”
Reira
era sconvolta.
Sconvolta
perché non aveva sentito una descrizione cosi lucida del suo
stato, sconvolta perché solo un estraneo, in tutto quel tempo,
era l’unico che era riuscito a farle battere di nuovo il cuore,
a darle una scossa, a farle riaprire per un secondo gli occhi.
Sconvolta per la brutale sincerità del ragazzo che si trovava
davanti.
Lo
abbracciò. Non poteva fare altrimenti. E Mikey rimase fermo.
Non si mosse ma capì. Non c’era amore o desiderio in
quell’abbraccio. Ne passione. Era un grazie inespresso. Una
comprensione che andava oltre i limiti delle parole.
“Anche
a te” rispose e uscì.
@Frozen
tear :
Nipotuccia miaaaaa, anche se il fantomatico concerto a Londra mi ha
fatto passare la voglia di continuare a scrivere per un paio di
giorni, ho trovato il tempo per sistemare questo capitolo e postarlo,
almeno ho fatto qlk di utile, però che depressione
profonderrima, già ci vedevo a noi due sotto al palco a
lanciare roba ai nostir cicci frizzi...*______*
@ElfoMikey:
ziiii Casey è puccissima, ho usato come ispirazione la nipote
di una mia amica eheheh...anche a me fa pena Mikey (e ce l'ho messo
io in questa situazioneXD) però dato che sono un inguaribile
romantica non sarà sempre cosìper il nostro caro
bassista...
@MiKeYwAy4EvEr
: anche io adoro Helena, stranamente ci ho messo parecchio ad amarla,
ho sempre amato di più le canzoni di Bullets e Black, Revenge
ha fatto colpo piu tardi nel mio cuoricino chimico XD
@Anna94_17
: grashieee anninaaaa. Anche io tvtttb
@blaise_sl_tr07
: *__* sono contentissima che ti sia piaciuto. La cosa delle anime
spezzate è spuntata un giorno tra le balle di fieno che
rotolano nel mio cervello mentre sentivo Our Lady Of Sorrows e di li è
diventato il Leit motif della storiaXD
@Idra_31
: si infatti è la stessa cosa che ho pensato pure io, non ce
la potevo fare a scrivere di Mikey e Reira con Alicia nei dintorni,
mi sta troppo simpatica e non avevo nemmeno il coraggio di
cancellarla proprio, quindi l'ho uccisa (ragionamente un pò
macabro in effetti...) per quanto riguarda Helena *cough
cough* mi
vergono un po di quel pezzo, non sapevo proprio come altro scriverlo
XD
@vampireknight
: Grashieeeeeeeee twin * inserire emoticon a profusione * dato che
non ti devo dire niente di particolare (w i pranzi mcdonaldosi
non previsti) ti canto qualcosa * prepara le corde
vocali* : and if youuuuuu marry meeee, would you carry me to the
eeeeeend...era quelle che cercavo di cantare oggi senza successo,
dato che c'era quella di simpaticona di I'm not okay che mi era
entrata nel cervello, pure ora che ho i foos a palla continuo a fare
“trust me”
Capitolo
di raccordo, dedicato a Mikey, per chi non avesse letto Dead, Liz è
la moglie di Frank da ormai qualche mese, prima era una ragazza
del'alta borghesia newyorkese costretta a un matrimonio contrattato
dai suoi genitori, finchè non conosce Frank, e si innamora di
lui.
Scusate
la tristosità generale, è l'unico modo di rendere
credibile la storia
Enjoy
Capitolo
3
“Remember”
Give
me a shot to remember And you can take all the pain away from me
A kiss and I will surrender The sharpest lives are the
deadliest to lead
(The
Sharpest Lives)
Fuori
da casa di Frank e Liz, nel bellissimo patio coperto che avevano
appena inaugurato, c'era una buona rappresentanza dei My Chemical
Romance , riuniti per discutere dei progetti per il nuovo tour. Quel
giardino
era un posto degno di loro, pieno di cavi delle chitarre di Frank e
vari amplificatori rotti. Erano riusciti a mettere l'ennesimo
televisore al plasma anche lì, con una x-box, due playstation,
e il nuovissimo wii.
Bob
non si stava lasciando sfuggire l'occasione di battere Ray a Guitar
Hero, Liz e Mikey era seduti sulle grandi sedie a dondolo entrambi
davanti ai loro computer. Gee e Frank dovevano ancora arrivare.
“Quando
intendete cominciare col tour?” chiese Liz non distogliendo lo
sguardo dal suo pc.
Mikey
non sentì la domanda. Con lo sguardo fisso davanti a se, era
perso nei suoi pensieri, era passata una settimana dal saggio della
piccola Casey, e gli occhi di Reira continuavano a tormentarlo, e si
sentiva male per questo, non voleva che un altra faccia infestasse i
suoi ricordi, voleva vedere solo quegli occhi verdi, quei sorriso
dolce e orgoglioso, quella forza della natura, che era stata la sua
compagna di vita per troppo poco tempo. Ma non poteva farci nulla, la
vita è talmente strana, aveva passato mesi chiuso in se
stesso, servo del lutto, si era imposto con forza contro ogni cosa
che potesse aiutarlo, lui era un caso facile, aveva detto uno
psicologo a suo fratello, non aveva bisogno d'aiuto, in quanto
semplicemente non voleva uscire dal suo dolore, solo il tempo avrebbe
detto se ce l'avrebbe fatta o meno. Ma per un caso del destino, era
arrivata lei nella sua vita, e per quanto odiasse riconoscerlo,
quella ragazza, che come lui conosceva il vuoto e la rabbia del
lutto, lo chiamava, lo attirava fuori dal suo piccolo universo, si
era come creato un filo rosso, un filo che poteva annodarsi solo
quando due anime così estranee ma così vicine venivano
a contatto. Ed ora guardava la sua foto, sul sito dell'American
Ballet, sorridente e allegra, vestita da un tutù nero e punte
sempre nere, che spiccava tra il resto della compagnia, doveva
essere stata una persona solare e simpatica, una di quelle persone da
cui si è attratti al primo istante, e ora anche lei aveva
rinunciato ai sorrisi, fingeva come lui, e forse qualcuno cadeva
nella sua farsa, ma lui, l'aveva capito all'istante, ed ora, contro
ogni sua volontà, l'unica cosa che voleva era rivedere di
nuovo quella faccia. Non voleva amore, non voleva nuova gioia. Voleva
solo smettere di fingere.
Liz
era preoccupata per Mikey, continuava a essere assente a mettere su
una faccia di serenità, ma lei aveva capito perfettamente, per
tutta la sua vita aveva finto di essere quella che non era, una
figlia perfetta, una ragazza tutta casa e vestiti firmati, ora i suoi
genitori non le parlavano più, non era più dannatamente
ricca, ma era fottutamente felice, come un giorno le aveva detto Gee
mentre ridevano sulla chitarrata che Frank aveva dato al suo ex
fidanzato, il malvagio Maurice. Il dolore di Mikey era niente in
confronto a quello che aveva provato lei staccandosi dal mondo in cui
viveva, ma aveva avuto la sua dose di infelicità e riconosceva
il vuoto negli occhi del suo amico.
Si
ricordava la prima volta che l'aveva visto, gentilissimo, calmo e
dolce, innamorato e meravigliosamente allegro. Era stato il primo a
darle il benvenuto in famiglia, lui e Alicia erano stati i primi a
presentarsi a casa loro con birre e take away cinese, il giorno del
trasferimento, e avevano passato una sera intera a raccontarle
aneddoti sulla band e su tutti i posti dove erano stati.
Liz
ricordava quella sera come se fosse ieri.
Qualche
settimana dopo Alicia già stava male, leucemia fulminante.
Anche
lei aveva perso un pezzo di cuore e d'anima vedendo spegnersi quella
ragazza meravigliosa, la sua prima vera amica, abbracciarla l'ultima
volta era stato come sentirsi spezzare in due, un dolore così
aveva parole per essere descritto, trascendeva le lettere, andava al
di là di ogni spiegazione. Sentì le lacrime scenderle
sul volto, e si affrettò a togliere quelle tracce salate dagli
occhi, Mikey non la doveva vedere piangere, doveva essere lei ad
aiutarlo, ed era lui invece che continuava a consolarla, ogni volta
volta che il ricordo di Alicia si faceva troppo duro da sopportare, e
le lacrime vincevano contro la volontà.
Liz
si sentì toccare la spalla, non dovette voltarsi per sapere
che era Frank. Il suo tocco la calmò, e riuscì a
superare quel momento grazie al calore delle mani di suo marito, che
l'avevano salvata più di una volta. Lui la guardò e si
capirono al volo. Le diede un bacio e le sussurrò di non
preoccuparsi. Prima o poi il pensiero di lei non li avrebbe più
distrutti, sarebbe stata solo una presenza che li vegliava mentre
continuavano la loro vita.
“Ragazzi
mettiamoci al lavoro” disse Gee, che si era appena affacciato
sul patio, portando vivande per la lunga serata che li aspettava.
“Voi due, toglietevi da li, siete due scansafatiche”.
Ray
e Bob si riscossero dalla trance e si alzarono. Mikey chiuse il
computer e sperò che discutere di tour e concerti gli avrebbe
liberato la mente per un po'. Non vedeva l'ora che iniziassero a
girare di nuovo il mondo, suonare e essere sempre circondato da
persone diverse gli assicuravano la stanchezza e l'estraniamento che
tanto cercava.
Intorno
al tavolo rotondo del salone di Frankie si erano riuniti circondati
da pc, patatine, birre e varie bevande, ed erano almeno tre ore che
impazzivano sui vari dettagli del tour.
“Allora
ricapitoliamo” interruppe Liz mentre Gerard continuava a
elencare tutti i costumi di cui avevano bisogno, contro le proteste
degli altri, che dopo le uniformi della Black Parade, non sognavano
altro che vestirsi con i loro vestiti.
“Da
Febbraio a Marzo facciamo Gran Bretagna e Irlanda, a Londra dobbiamo
riuscire a farvi avere uno stadio, questa volta ve lo meritate tutto.
Aprile e Maggio il resto dell''Europa, e d'estate penso che ci
saranno vari festival, Bob hai sentito qualcuno dei Linkin Park per
il projeck revolution?”
“Si,
ho sentito Mike l'altro giorno, dice che non vede l'ora di riaverci
di nuovo, ancora non si sa chi sarà dei nostri, tra gli
headliners comunque ci siamo noi, loro e forse i FOB, ma ancora non
sono sicuri, Pete coninua ad avere problemi con la vecchia frattura
al piede”
“Perfetto,
allora dobbiamo solo metterci in contatto con i vari tour manager e
sistemare per le date” annunciò Liz chiudendo il
portatile, era stanca morta e voleva solo andare a dormire.
“Bene
ragazzi, ci sentiamo in settimana, ricordatevi dopodomani sera c'è
la festa di Liz, dobbiamo decidere il posto ma sicuramente sarà
uno dei soliti locali di New York dove andiamo di solito.”
aggiunse Frank.
Il
gruppetto si salutò e tra abbracci e distribuzione di avanzi
della lunga serata e si diressero ognuno verso casa propria. Liz si
avvicinò a Mikey che era ancora sulla soglia.
“Vuoi
rimanere qui da noi?”
Da
quando era rimasto da solo nel suo enorme appartamento, Liz e Frank
lo ospitavano spesso, e per quanto preferisse stare solo, sapeva che
per loro era importante stargli vicini.
“Grazie
Liz, ma penso che tornerò a Manhattan, devo sistemare delle
cose a casa”
Lo
sguardo di Mikey non la convinse, ma preferì lasciar correre.
“Ok”
disse abbracciandolo, “ci vediamo domani, salutami Bunny Marie”
Mikey
sorrise al pensiero del suo gatto, che ormai era stato adottato dai
due amici, che lo trattavano come un secondo nipote.
“Presenterò”
sorride e se ne andò, lanciando un cenno di saluto a Frank.
Era
l'una di notte. Il sonno come al solito non c'era. Ma aveva
qualcos'altro e non avrebbe esitato ad usarlo.
@Idra_31
:
eh si, si sono proprio trovati, ora magari ancora non si vede, ma
Reira gliela sto costruendo addosso a Mikey XD una degna compagna
*__*
@ElfoMikey
:grazie grazie!!! ecco qui il seguito, spero ti piaccia^^
@Mcr_girl
: grazie mille per tutti i complimenti
@Anna94_17
: ciccina mia frizza ma ti pare che io romanticona persa potrei far
finire male una storia??
@Frozen
tear :*momento riflessione* concertooooooooo*_______* mamma mia forse
prima o poi realizzerò che eravamo davvero li...e a marzo
villeeeeeee yeaaaah
@MiKeYwAy4EvEr
: eheheh ognuno arriva ai chimici tramite canzoni diverse, ma l'amore
è sempre lo stesso XD
@Muny_4Ever
: *___* grazie per tutti i complimenti* arrosisce
*non
me li merito! E' stato bellissimo cercare di unire musica rock e
danza classica, mi sono troppo divertita a fare ricerche sui vari
passi e su come funzionano le compagnie^^
@blaise_sl_tr07
: sono veramente felice di aver raggiunto lo scopo di esprimere bene
i sentimenti, sarà che prima ero davvero incapace in
quest'arte delle descrizioni e scrivevo solo dialoghi infiniti senza
senso XD
@vampireknight
: XDXDXDXDXD la nostra pazzia non ha limiti smuahahahahhahahahahhaaha
Another
night and I'll see you Another night and I'll be you Some other
way to continue To hide my face
....
Another
knife in my hands A stain that never comes off the sheets Clean
me off I'm so dirty babe It ain't the money and it sure as hell
ain't just for the fame It's for the bodies I claim and lose
Only
go so far 'til you bury them So deep and down we go
(I never told you what to do for a living)
In
pieno centro le note dello Schiccianoci invadevano l'aria intorno
all'appartemento di Reira. Con le finestre spalancate e il potente
impianto stereo a tutto volume, la ballerina stava provando alcuni
passi complessi che avrebbe dovuto eseguire nella prossima
rappresentazione della compagnia..
Il
piccolo spazio che aveva adibito a sala prove, era sempre pieno di
roba in disordine, da mesi ormai non lo usava più, e mentre si
ritrovava a girare su stessa inciampò in un cavo vacante,
franando a terra senza rendersi conto di nulla. Stesa sul pavimento,
miracolosamente indenne si guardò intorno e proprio sotto al
mobile dove era convinta di aver guardato mille volte, vide il suo
ipod video, che aveva dato per perso vari mesi prima. Un sorriso le
illuminò il volto, era stato il suo compagno fedele per due
anni, l'aveva riempito di tutta la sua musica preferita, foto,
video...di tutta la sua vita.
Lo
prese tra le mani e lo spolverò con cura controllando se si
fosse graffiato. Era leggermente ammaccato ai lati, ma per il resto,
era come nuovo. Per un attimo dimenticò di dover provare, di
dover pulire la casa, accantonò i soliti pensieri che la
tormentavano e come una bimba di sedette sul pavimento circondata da
vecchie riviste e da una bottiglia ghiacciata di Corona, curiosa di
sbirciare di nuovo nel suo piccolo universo musicale. Ricordarsi di
cosa pensava, cosa ascoltava prima che tutto accadesse.
Menu
Musica
Playlist
In
soli tre click si ritrovò tra le sue liste di canzoni
preferite, aveva passato ore per arrivare alla combinazione perfetta.
Ora doveva solo scegliere.
Bullet
for my valentine...bravi ma non in quel momento
I
Am Ghost....meravigliosi ma le ci voleva qualcosa di più
C'era
di tutto, ma continuava a non essere quello che voleva.
Poi...click...
Ecco
cosa stava cercando.
“Normal
is good., but Chemical is Way
Better.”
La
sua playlist preferita, e se una playlist si poteva consumare, quella
era sul punto di cadere in mille pezzi.
Pigiò
play.
E
fu come tornare a casa..
Let's
say goodbye the hundreth time
and
then tomorrow we'll do it again
tomorrow
we'll do it again
La
batteria, la voce aspra e graffiante, la chitarra...non c'era niente
di meglio della sensazione di essere inghiottita dalla musica, dalla
sua musica. Un ritmo talmente prepotente e forte da non lasciare
spazio alla tristezza, che ti coinvolge e ti ricorda che sei ancora
viva.
Take
my fucking hand and never be afraid again
We've only got
once chance to put this at an end and cross the patron saint of
switchblade fights You said we're not celebrities, we spark and
fade, they die by threes I'll make you understand and you can
trade me for an apparition
Si
sentì prendere la mano e trascinare in un altro mondo, dove
poteva non aver paura, non voleva nessuno a fianco a se, non voleva
amare di nuovo, il terrore di perderlo cancellava in lei qualsiasi
sentimento o emozione. Ma per quanto combattesse con se stessa, un
volto si presentò tra i suoi pensieri, cercò di
scacciarlo via, continuava a non potersi permettere di cercare di
nuovo in sè il desiderio e qualcosa che assomigliasse
all'amore, tutto era stato sepolto, era esploso insieme a quella
dannata macchina.
Ma
non vinse la lotta contro il suo cuore.
Cambiò
canzone, e anche se voleva disperatamente che qualcuno le
accarezzasse le mani, le stringesse e le dicesse che tutto sarebbe
andato bene, quel qualcuno non poteva essere lui.
So
many Bright lights that cast a shadow But can I speak? Well
is it hard understanding I’m incomplete A life that’s
so demanding I get so weak A love that’s so demanding I
can’t speak
Lasciò
vagare lo sguardo al soffitto. Bianco, puro, virgineo. Non chiedeva
nulla non aveva bisogno di nulla. Non poteva anche la sua vita essere
così? Stava chiedendo troppo da lei, e per quanto sapesse di
avere ancora un briciolo di forza da qualche parte, non sapeva dove
cercarla. Aveva bisogno di una mappa e probabilmente la ricerca
sarebbe stata dura. Ma prima o poi ce l'avrebbe fatta, avrebbe
sconfitto la paura di continuare a vivere.
Prima
o poi.
If
you want, I´ll keep on crying Did you get what you
deserve? Is this what you always want me for?
I miss you I
miss you so far
Non
si accorse che le lacrime avevano cominciato a scendere. Dannati
occhi traditori.
Le
mancavano tanto, troppo. Le mancava la voce calda di sua madre che le
parlava di nuove ricette giapponesi, o le cercava di cantare
l'ennesima canzone rock che aveva sentito alla radio, la mancava il
silenzio di suo padre, la sua capacità di calmarla con un solo
sguardo. La mancava vederli arrivare all'aeroporto, felici perchè
potevano vedere la loro bambina. Le mancava tutto. E ora per lei non
c'era più nessuno.
Si
riscosse dal torpore, la musica aveva fatto scattare dentro di lei
qualcosa, una fiume di pensieri e non riusciva più a fermarli.
Chiuse l'ipod e si alzò dal tappeto. Era tardissimo, ma non
aveva sonno. Guardò il letto situto dall'altra parte del loft
e pensò di prendere un libro e rileggere per la ventesima
volta Twilight. Quando sentì un campanello. Il campanello
della sua porta. Che non suonava quasi mai. Che l'ultima volta che
aveva suonato così tardi, le aveva annunciato la morte dei
suoi genitori.
Si
avvicinò con circospezione al citofono.
Rispose.
Non
riconobbe la voce. Non capì il nome ma lo fece salire lo
stesso.
Un
minuto
due
minuti
tre
minuti
Aprì
la porta.
Mikey.
Da
una parte, l'aveva sempre saputo.
“Perchè?”
gli chiese.
Scosse
la testa “Non lo so, ho saputo dov'eri, per me questa era
l'unica via possibile di non impazzire”
Lui
la guardò, aspettando in silenzio la sua risposta.
Reira
era fredda, terrorizzata, fino al midollo, mai aveva provato un
sentimemento del genere, la stava ghiacciando dentro. Ma forse era
esattamente quello che voleva.
Le
prese la mano.
“Ho
paura anche io”.
Continuava
a leggerle nel pensiero. Ma non aveva tempo di rifletterci, si
trascinarono verso il muro più vicino. Mikey si avvicinò
a lei, le spostò una ciocca di capelli. Reira afferrò
la mano di Mikey e la portò sui suoi fianchi stringendolo di
più a se.
Sentire
un colpo caldo, un mano, un cuore così vicino, la scosse, in
un istante, dimenticò chi era, il dolore si sciolse nella foga
di una passione così strana.
Non
ci furono parole, non ci furono baci, non ci furono sguardi. I loro
corpi si capirono da soli, un movimento di uno corrispondeva ad uno
spostamento dell'altro, seguendo una legge quasi scientifica.
Si
ritrovarono nudi, a letto, bollenti eppure così freddi. Era
per entrambi la prima volta perchè dopo aver perso qualcuno,
le prospettive cambiano, le emozioni si resettano. E fu una prima
volta amara e fredda, senza violenza, e senza astio. Dal tocco dolce
ma senza vera dolcezza.
Fu
unica.
@Frozen
tear :grashie
nipots!!! anche a me capita di confodermi con le FF, giusto per
notare il nostro livello di pazzia...Bunny Marie nel caso la faccio
io, tu puoi fare uno degli orridi cani di zio Frankie ahahhaha ti vi
ti bi
@ElfoMikey
:
nuuuuu non piangere che poi mi commuovo pure io!!! grazie per il
sostegno e per i complimenti kiss kiss
@vampireknight
:ma
certo che ti perdono twiiiiiiiiiiiiiin, lo sai che a te scuserei
qualsiasi cosa^^
@Mcr_girl
: grazie
per il commento, spero ti piaccia anche il resto baciotti
@Idra_31
: ahhh
a chi lo dici, io invidio tutte le tipe dei nostri cari chimici XD,
sigh mi dispiace che il cap ti ha fatto stare male, giuro che prima o
poi mi farò personare con un bel capitolo gioioso e allegroXD
baciotti
@MiKeYwAy4EvEr
:
grazie grazie *inchino
di ringraziamento*
@blaise_sl_tr07
:lo
sooo, mi veniva da piangere anche a me mentre scrivevo, sopratutto la
parte di Liz, perchè mi immaginavo come dovesse essere perdere
la propria migliore amica, e mi stavo immedesimandoun pò
troppo sigh
@Muny_4Ever
: sono
d'accordissimo con te riguardo alla danza e al rock, io non so perchè
ma li trovo due mondi molto affini e l'idea di unirli mi è
sembrata interessante da sviluppare, speriamo che continuando non si
riveli tutto un gran casotto
@Anna94_17
: grashie
tesorinooo, anche io vorrei abbracciare Mikey XD *sogna
a occhi aperti*
lo rapiamo???^^
I
see my vision burn, I feel my memories fade with time But I'm too
young to worry These streets we travel on will undergo our same
lost past
I found you here, now please just stay for a while I
can move on with you around I hand you my mortal life, but will it
be forever? I'd do anything for a smile, holding you 'til our time
is done We both know the day will come, but I don't want to leave
you
(Seize
the day, Avenged
Sevenfold)
(Volevo
mettere una canzoneMCR, ma poi mi è spuntata questa mentre
ascoltavo una playlist a caso e mi è sembrata perfetta, triste
al punto giusto, poi trovo che per quanto truzzissimi gli A7X siano
una gran bella band, con delle canzoni che rasentano il
genio-->leggere Afterlife)
“Ti
vedo diversa”
Ash,
l'assistente coreografa si era avvicinata a Reira che con difficoltà
cercava di infilarsi le sue adorate punte, e vedendola vagamente più
allegra del solito, aveva deciso di tentarla con una chiacchierata.
Reira
non la degnò di uno sguardo. Ciarlare con lei non le
interessava, in quel momento voleva solo metterai a ballare e
cercare di non pensare troppo a cosa era successo la sera prima.
Era
terribilmente spaventata. Continuava a sentire le braccia di Mikey
avvolgerla in un timido abbraccio, rivedeva gli occhi del ragazzo,
così bui eppure così profondi. E aveva paura, una paura
fottuta. Che fosse troppo presto, che non ce l'avrebbe fatta, che lui
era troppo per lei. Voleva chiamarlo e dirglielo, o forse voleva solo
sentire la sua voce. Per quanto si sforzasse non riusciva a cacciarlo
via dai suoi pensieri.
“Cosa?”
disse rivolgendosi ad Ash che ancora aspettava una sua risposta..
“Niente
ti vedo meno pallida oggi, volevo sapere se c'era qualche novità
interessante”
Ma
che diamine di novità ci poteva essere. Odiava la gente che
sparava cose del genere senza sapere nulla..
“Non
c'è niente di nuovo, ma grazie per esserti preoccupata”
“Ah
ok, era per dire”
Discorso
chiuso, “ora vattene”, si disse Reira tra se e se.
“No,
forse non sai...” ricominciò la ragazza.
Niente,
era più appiccosa di una piattola, doveva solo rassegnarsi e
farla parlare.
“No,
non so. Cosa è successo?”
Ash
si rinfrancò tutta vedendo che poteva continuare a parlare e
ad avere l'attenzione di Reira.
“L'altro
giorno al saggio avevamo delle celebrità nella platea”
disse facendo una pausa per creare la suspense.
“Ah
ma dai veramente? E chi erano?” aggiunse Reira facendo finta di
nulla. Di certo non sarebbe andata a dire a Ash che una delle
celebrità solo poche ore prima era nel suo letto, di certo non
a firmare autografi.
“Guarda
ero così emozionata quando li ho visti, stavo passando per la
prima fila distribuendo i programmi del saggio e facendo un pò
di relazioni sociali, quando ho visto Gerard Way.” pausa
d'enfasi “ ti rendi conto? Gerard-MCR-Way, quel Gerard, Gerard
Way”
Se
non la smetteva di ripetere il nome del fratello di Mikey, l'avrebbe
uccisa con le sue stesse mani.
“Ancora
non ci posso credere, è un figo assurdo, stava li con
quell'aria fascinosa parlando con gli altri, c'erano anche Frank e
Mikey infatti. Frank era con sua moglie, quella bastarda, oltre a
essere ricca sfondata si è pure messa con una rock star, le
fortune capitano sempre a gli altri”
Di
certo non capitano a te, pensò Reira con una certa
soddisfazione.
“E
poi non è finita qui, prima della fine dello spettacolo, ho
incontrato Mikey Way che girava per i camerini, mi ha anche fermato
per chiedermi dove fosse il salottino d'attesa, non mi sembrava
stesse molto bene”
Ora
si spiegava la presenza di Mikey nel camerino. Evidentemente anche
lui era allergico all'aria dei saggi.
“Ho
provato a chidergli una foto, ma se ne è andato senza degnarmi
di uno sguardo, che maleducato”
“Forse
voleva solo stare da solo, sai cosa gli è successo no?”
Reira provò a far ragionare quell'idiota, ma dal suo sguardo
vacuo, sembrava solo che le interessasse avere la foto con la
rockstar, più che provare pena per qualcuno che ha perso la
moglie.
“si
lo so, ma poteva anche essere più gentile con me. Comunque...
non sai che ti sei persa, erano stupendi, che emozione avere delle
rockstar qui, di solito ci sono solo vecchi bavosi e vecchiette, loro
erano così cool, dovevo fargli due moine, magari mi facevano
fare un giro sul tour bus, tu che dici?”
Era
proprio scema. Reira si vergognò per lei. Si accese una
sigaretta anche se era spudoratamente vietato fumare, e guardò
il fumo espandersi, prima di rispondere a Ash.
“Ma
sai che ti dico, non penso che due moine sarebbero bastate, io gli
avrei fatto uno striptease se fossi stata in te”
Detto
questo, tirò altri due tiri di sigaretta. La lanciò a
terra e se ne andò diretta verso la sala prove.
Quella
sera Reira era stravolta, le prove l'avevano distrutta, la
rappresentazione della Bella Addormentata si avvinava sempre di più
e lei sapeva che non sarebbe mai stata pronta. Ma sinceramente non le
importava più di tanto, che la sostituissero pure, non ci
avrebbe perso molto.
Sdraiata
sul divano continuava a fissare il soffitto incantanta dal movimento
delle pale del ventilatore. La musica era a palla, più le
chitarre sparavano forte più lei si divertiva a cercare di
tenere il ritmo, tentando senza successo di seguire le parole di
quella canzone velocissima.
A
place of hope and no pain, perfect skies with no rain Can leave
this place but refrain, ’cause we've been waiting for
you Fallen into this place, just giving you a small taste Of
your afterlife here so stay, you'll be back here soon anyway
E
si rese conto di quanto la musica le fosse mancata, di come l'aveva
trascurata, di come avessse trascurato troppe cose. Il suo gatto che
la guardava sconsolato dal tavolo, la sua macchinetta fotografica, i
suoi libri, i suoi colori, tutte le cose che prima avevano dato un
senso alla sua vita.
I
suoi genitori non avrebbero voluto questo per lei.
Si
alzò in piedi continuando a ondeggiare a ritmo della canzone,
decisa a trovarsi qualcosa da fare per quella serata che si
prospettava lunghissima.
Si
apprestava a sistemare i pennelli che ormai erano completamente
secchi, quando sentì l'inconfondibile suoneria del telefonino.
La
fastidiossima melodia dei nokia.
“Pronto”
teneva il telefono in bilico mentre cercava di liberarsi le mani.
“Ciao”
Mikey
“Ciao”
“Come
va?” la voce del bassista era calma e tranquilla. La faceva
sentire stranamente meglio.
“Un
pò come al solito, pulisco sistemo,ah e oggi una tipa mi ha
detto che tuo fratello è un gran figo e tu sei maleducato”
Mikey
scoppiò a ridere con le lacrime agli occhi. Il tono di voce
che aveva usato Reira aveva reso la cosa ancora più
esilarante.
“Ah
ottimo” le disse continuando a ridere, quasi incredulo di
saperlo ancora fare “e tu le hai risposto che sono più
figo io? “
“Certo,
le ho anche fatto vedere il filmino che abbiamo fatto ieri notte, che
scherzi, non potevo non farglielo vedere”
“Interessante,
me ne devi fare una copia anche a me” le disse con tono
ammicante.
“Senza
dubbio”
Rimasero
in silenzio. I telefonini ancora accesi. Ma come gli capitava anche
di persona, non avevano bisogno di parole.
“Quanto
durerà?” chiese Reira all'improvviso.
“Cosa?”
“Noi.
E' tutto il giorno che me lo chiedo, non so cosa pensare”
“Non
pensarci”.
Detto
questo Mikey attaccò il telefono e Reira sentì suonare
il citofono.
Il
bassista spense il telefonino, aprì il grosso portone davanti
a se e si accinse a salire le scale velocemente. Aveva passato tutta
la giornata a casa, cercando di sistemarla, e darle una parvenza
d'ordine, ma alla fine non aveva combinato nulla. Trovare un vecchio
LP dei Misfits, coperto di polvere e solo in attesa di essere
ascoltato farebbe passare la voglia a chiunque di pulire, così
si era messo buttato sul divano con un bricco di caffè, preso
nell'ascolto del magnifico album. Quando sentì attaccare
Teenagers from Mars, gli venne mente la risata di Reira che la sera
prima da brava fan dei Misfits l'aveva accusato di aver copiato il
titolo della loro canzone in maniera spudorata da quella. E non si
era certo risparmiata battute sull'ultimo album, storpiandogli varie
volte il nome, tra le sue risate. Era stupendo certe volte parlare
con gente che capiva qualcosa della loro musica e che capiva quello
che stavano facendo. Reira era una fan dei My Chemical Romance, ma
una di quelle con cervello, senza il bagaglio di urletti impazziti e
proposte di matrimonio. Non le era piaciuto Black e non esitava a
dirlo.
Ripensando
a quanto era stato facile parlare con lei, chiaccherare, passare del
tempo insieme senza troppe preoccupazioni, avevo preso chiavi e
telefonino e si era diretto verso casa sua. Impaziente di rivederla.
Probabilmente
si stavano facendo solo del male da soli. Probabilmente ne sarebbe
usciti feriti. Ma non gliene importava nulla. Ormai aveva toccato il
baratro, non poteva fare altro che risalire.
Reira
gli aprì la porta, sorridendo alla vista della sua maglia
degli Anthrax, da quando conosceva il gruppo gliela aveva vista
addosso migliaia di volte sia in foto che dal vivo, si chiese se ne
avesse varie o fosse sempre la stessa...
“Bella
maglia” gli disse.
“Te
la vuoi provare?” disse Mikey togliendosela e attirando Reira
verso di se.
“Magari
dopo” disse la ragazza, aiutandolo a sfilarsela, per poi
passargli le mani tra I lisciscissimi capelli castani, avvicinandolo
al suo volto. Dischiudendo le labbra lo baciò con violenza,
stringendolo sempre più forte. Mikey la prese in braccio,
portandosi le sue gambe sui fianchi, e appogiandola contro il muro
più vicino.
Mentre
lo stereo lanciava le assordanti note di Master of Puppets, I loro
due corpi si univano in qualcosa che stava diventando più di
un oscuro modo per dimenticare. Qualcosa che poteva salvarli, come
distruggerli.
@Frozen
tear:
Nipotss
ma she mi dishi coshi me si commuoveee *__* <3 sei sempre troppo
buona con me. Ti vi ti ti ti bi XD! Per quanto riguarda Mikey, mentre
scrivo certe volte mi stupisco anche io dei risvolti dark e
malinconici che sto dando al personaggio...probabilmente è
perchè lo sto preparando irrazionalmente per un cambiamento,
ma ancora non so...non avendo un plot definito mi lascio trasportare
dalle parole, e la storia le segue, magari sono parto con un idea e
mi ritrovo con tutt'altro...
@vampireknight:
ma
grasieeee per il meraviglioso commento come al solito...ziii sono
dolcerrimi, come tu invidi roxy, io sto cominciando a odiare
ReiraXDXD pure io voglio sfilare la maglia a Mikey (ok, sto uscendo
di testa, non leggete le ultime righe del commento ahahah)
@blaise_sl_tr07
: grazie carissima! I tuoi commenti sono sempre stupendi^^ sono
felice che ti sia piaciuto il paragone con la musica, io adoro
scriverli, praticamente in qls cosa abbia scritto ne ho messo uno. La
musica è talmente infinita e meravigliosa che secondo me nel
suo essere immensa e diversa può essere paragonata
praticamente a qls cosa. Se non ci fosse lei sarei persa ormai XD
@Anna94_17
: giuro che prima o poi te la scrivo una ganna annina!
@Muny_4Ever
: *emoticonpiangente*
non mi capita spesso di leggere commenti come I tuoi, sono rimasta
senza parole, l'unica cosa che posso dirti è GRAZIE GRAZIE
GRAZIE.
@Mcr_gir
: oh brava che hai usato il cuscino, non potevo averti sulla
coscienzaXD grazie per il commmento, sono contenta che ti sia
piaciuto il cap. Bacibaci
@MiKeYwAy4EvEr
: eh si sono decisamente sballati, è un po il punto della
ficXD grazie per il commento, kiss
@Idra_31
: ma non ti preoccupareXD io pure un paio di volte mi leggo gli
aggiornamenti delle fic e mi autoconvinco di aver commentato e mi
ritrovo a commentare nei capitoli dopo^^ uhhh sono proprio felice che
ti sia piaciuta la parte dell'ipod, ci tenevo un sacco, è
stato uno dei primi pezzi che mi sono venuti in mente quando ho avuto
l'idea per la fic, sono una fissata per l'ipod e senza il mio non so
cosa farei XD
Scusate
il ritardo, ma volevo scrivere il capitolo successivo prima di
postareXD
Quello
prima è stato un pò troppo corto avete ragione, spero
di aver rimediato con questo
Enjoy
...Words...
There's
nothing I can say to change that part
So
many bright liights to cast a shadows
...
I
see you lying next to me
With
words I thought I'll never speak
Awake
and don't afraid
Asleep
or dead
Cause
I see you lying next to me
...
I'm
not afraid to keep on living
I'm
not afraid to walk this alone
Tell
me if you stay I'll be forgiven
Il
piccolo appartamento era silenzioso, i rumori della città non
lo stavano sfiorando, le lenzuola calde e fruscianti riposavano sui
corpi di Mikey e Reira, che sdraiati uno a fianco all'altro,
fissavano il soffitto. Senza parole ripensavano a cosa era successo.
Era stato come essere travolti da una montagna e poi uscirne illesi,
essersi svuotati da ogni paura e poi di nuovo reinvestiti.
Reira
sentì di nuovo il respiro di Mikey fondersi col suo, le loro
mani intrecciarsi in un gioco infinito, si vide cadere sul letto
sovrastata dal corpo del bassista, che con dolcezza si era avvicinato
a lei, i loro gesti erano impacciati, cercavano fattezze diverse, per
quanto le loro menti avessero realizzato cosa stava accadendo, i loro
istinti ancora dovevano abituarsi.
Si
erano stretti l'uno a l'altro aggrappandosi al piacere, Mikey la
sentiva fremere sotto di se, e istintivamente la abbracciava,
sentendo un bisogno innato di proteggerla e allo stesso tempo
trattarla male, perchè gli stava regalando emozioni che non
voleva piu provare. E si perdeva nei suoi occhi, magnetici e intensi.
Come
sulle note di una stupenda canzone rock si muovevano a ritmo, con
riff esaltanti e note melodiche, urla strazianti e dolci sussurri,
potenti assoli di chitarra e sonori giri di basso. Una loro musica li
pervadeva, spingendoli sempre più oltre, facendogli superare
il confine, fino a unirli eppure lasciarndoli cosi soli.
“Non
dobbiamo farlo” disse Mikey ad un certo punto.
“Lo
so” rispose Reira appoggiandosi al cuscino.
“Ci
stiamo facendo solo del male”
La
ragazza assentì guardandolo, si rese conto che si stavano
gettando in un inferno di cui non conoscevano le dimensioni, ma era
troppo stanca e vuota per preoccuparsi.
Reclinò
la testa sul braccio di Mikey e si addormentò mentre lui
sussurava una canzoni dei toni sconosciuti.
Un
tuono di un improvviso aquazzone li svegliò. Reira si scosse e
si voltò verso Mikey che la stava guardando, si sentì
stranamente in pace, e dopo mesi non si era alzata in preda ad un
incubo, finalmente calma si stese di nuovo sul letto, e si godette
questa nuova tranquillità.
Mikey
si accorse di un tatuaggio sul braccio di Reira e iniziò a
seguirne i contorni con la punta delle dita, sfiorandola lievemente.
Il corpo di Reira a tradimento la fece sussultare, non avendo
previsto quel gesto, tanto dolce quanto inaspettato.
“Che
cosa rappresenta?” le chiese
Reira
fissò il disegno che si era fatta tatuare qualche anno prima.
Quando l'aveva fatto racchiudeva un significato importante per lei,
ma ora era divenuto quasi un collegamento, uno filo che continuava a
legarla a sua madre.
“E'
una fiore di Datura Stramonium, meglio conosciuta come Madapple o
erba delle streghe”
Mikey
continuò a giocare col tatuaggio e a fissarla incuriosito.
“Mia
madre era un appassionata di botanica e aveva sempre trovato questo
fiore interessante e pieno di qualità contraddittorie, può
salvare la vita di qualcuno se assunto nelle giuste dosi, può
fungere da veleno, inoltre è usato anche come allucinogeno e
dà dipendenza, mia madre lo trovava un fiore umano,
profondamente buono eppure allo stesso tempo profondamente
pericoloso, proprio come gli esseri umani, per questo abbiamo deciso
di farcelo tatuare entrambe in una serata di pazzie. Ci ha legato
ancora di più”
Nel
ricordarsi sua madre che rideva mentre mostrava a suo padre il nuovo
acquisto sulla sua pelle, le venne da ridere, ma durò poco,
cerco di lottare contro le lacrime, ma poi si rese conto che davanti
a lui, poteva smettere di essere Reira la coraggiosa, la paladina del
lutto, davanti a lui poteva piangere.
Mikey
capì cosa le stava accadendo, succedeva anche a lui talmente
spesso. Sapeva che consolarla come avrebbe fatto chiunque altro,
avrebbe solo peggiorato la situazione. Continuò a sfiorarle
leggermente la pelle del braccio, e con l'altra mano la avvicinò
con delicatezza verso di se, facendola aderire al suo corpo. Non fece
altro, solo farle capire che lui c'era se lei ne aveva bisogno.
La
sentiì piangere, e poi placarsi contro la sua spalla, non
c'era stato bisogno di parole, forse non ce ne sarebbe mai stato tra
di loro.
Le
tolse una ciocca di capelli dal volto. Era strano per lui tornare a
toccare una donna. Appena Alicia era morta pensava che probabilmente
sarebbe rimasto solo, in parte perchè non poteva pensare di
amare qualcuno altro oltre a lei, ma anche perchè non voleva,
non gli interessava trovare la forza di ricominciare tutto da capo.
Ma con Reira era diverso, lei non gli chiedeva nulla, e potevano
stare insieme vivendo solo il presente.
“Come
è successo?” le chiese, senza pensarci.
Reira
capì subito a cosa si riferiva. Prese coraggio, respirò
e si disse che era pronta per affrontare i ricordi.
“Un
mese fa ero qui a casa, tornata da una rappresentazione esaltante,
ero felicissima, e andavo in giro per casa festeggiando il primo
spettacolo da protagonista. Il mio ragazzo, Tim, mi aveva appana
chiamato per dirmi che sarebbe venuto a dormire da me e avremmo
festeggiato. Avevamo grandi progetti insieme, una sorta di coppia
d'oro della danza, lui, il superballerino destinato a diventare
famoso coreografo, io stella nascente del balletto. Ancora non mi ero
resa conto di che persona terribile fosse, da una parte quello che è
successo mi ha fatto aprire gli occhi. Tutti i sogni che avevamo sono
stati frantumati quel giorno. Il campanello ha suonato, era la
polizia che mi era venuta ad avvisare dell'incidente stradale dei
miei genitori”
Fece
una pausa, cercando di mantenere la voce chiara, non l'aveva mai
raccontato a nessuno e non sapeva se era in grado di andare avanti.
Si
tirò a sedere, lasciando ricadere le lenzuola verso il basso,
poggiando una mano su quella di Mikey.
“Erano
in auto, diretti verso casa di mia zia, quando un tir è
sbucato dal nulla e li ha presi. Probabilmente non si sono accorti di
nulla e sono morti senza soffrire. Meglio così, non avrei
potuto sopportare di sapere che fossero morti soffrendo. Li ho visti
l'ultima volta nelle loro bare...”
Mikey
le strinse la mano che aveva cominciato a tremare al ricordo di
quella vista.
“Mia
madre, così pallida, non aveva più il suo contagioso
sorriso, penso di non averla mai vista senza, nemmeno nei momenti più
bui della sua vita, e mio padre, vedere i suoi occhi chiusi, capire
che non avrei mai più avuto con me il suo sguardo
intelligente, che ti sapeva dare forza e pace. “
“Quel
giorno morìì anche io con loro”
Incredula
di essere riuscita a raccontare il momento piu difficile della sua
vita, si lasciò ricadere sul letto, e fissando il soffito,
sentiva come un masso scioglirsi dentro di lei, sentiva ancora il
dolore che rimbombava nel suo petto, ma i battiti si erano fatti più
flebili, e ricominciava a sentire se stessa, percepì il corpo
a fianco a lei, e il desiderio seppur lieve fece di nuovo brezza tra
le sue emozioni.
“Come
hai saputo dov'ero?” chiese a Mikey, che si era girato e stava
contamplando i quadri appesi alle pareti.
“E'
stato facile, ho chiamato dicendo che ero un tuo ammiratore e ti
volevo mandare delle rose,” disse facendo un mezzo sorriso
“sono stato molto credibile e ci sono caduti subito e mi hanno
dato il tuo indirizzo. Ce l'ho avuto scritto per una settimana, prima
di decidermi a venire”
Sorrise
e si alzò dirigendosi verso la piccola cucina. Voleva farsi un
caffè. La invitò con un cenno della mano e venire anche
lei li.
Reira
si mise una vecchia maglietta degli AC/DC che le aveva regalato la
sua vecchia compagna di stanza al college. E si sedette sul piccolo
tavolo della sua altrettando minuscola cucina.
Passarono
il resto della notte a parlare di musica. Ridendo e discutendo sulle
distinzioni di genere musicale, confrontando dischi e band,
ripercorrendo concerti visti e sognando di show che non avrebbero mai
potuto vedere.
Se
prima erano stati amanti, ora erano due amici. Stavano vivendo due
vite, cercando di ritornare ad averne una vera.
L'alba
arrivò in fretta. Mikey doveva tornare a casa, aveva lasciato
il suo gatto da solo e Reira doveva andare alle prove. Non ebbero
bisogno di salutarsi. Sapevano che si sarebbero rivisti presto.
Ragazze non sapete quanto adori i vostri commenti, dovrei scrivere
grazie per cinque pagine per ringraziarvi come si deve...vi adoro!
@ElfoMikey : grashieeee *___*
@Frozen tear : eh si gli ipod sono aggeggi fantastici, senza il mio
potrei pure dire addio alla mia ora di pace mattutina sul treno
diretta verso quel luogo infernale che è l'universitàXD
@MiKeYwAy4EvEr : eh si lo so era un po' cortino, ma mentre lo
scrivevo, tutto quello che ci aggiungevo mi sembrava fuori luogo,
spero di aver rimediato con questo.
@Mcr_girl : nuuuuu non collassare per colpa mia, o nel caso se
proprio devi metti un cuscino per terra XD...
@vampireknight : oui, ils sont magnifique, se non ci fossero loro, i
nostri gigi bagigi non so come faremmo ormai XD
@blaise_sl_tr07 : graziee cara, non mi stancherò di riperterlo
ma mi fa troppo felice sapere che riesco a comunicare il sentimento
fondamentale della storia, troppe volte mentre rileggo i capitoli, mi
sembrano solo ammassi di parole senza senzo, che non dicono nulla,
poi leggo i vostri commenti e ...*_________*
@Anna94_17 : eh si te e Reira ascoltate la stessa musica...diciamo
che per il suo Ipod ho copiato un tantino dal mio (beh diciamo tutto)
infatti casualmente ora diventerà una fan degli A7x, e chissa
che in uno di questi capitoli non incontri anche loro XD
@Muny_4Ever : grashieeeeeeee spero che ti piaccia anche questo
capitoli, baciottiii ^^
@a chi legge: e ovviamente un grazie giganterrimo anche a voi, che ci
siete e non vi fate vedere, tanti chimici per voi XD
London
calling to the imitation zone Forget it, brother, you can go at it
alone London calling to the zombies of death Quit
holding out - and draw another breath London calling -
and I don't wanna shout But while we were talking I saw you
nodding out London calling, see we ain't got no
high Except for that one with the yellowy eyes
(London
Calling, The Clash)
Mikey
e Reira erano seduti nel piccolo caffè sotto casa della
ragazza. Avevano passato la notte in bianco giocando a World of
Warcraft, dopo aver scoperto di avere anche questa passione in
comune, e, lasciate le perdere carezze e i baci si erano sfidati a
qualcosa di forse meno passionale ma sicuramente altrettanto
divertente.
Dopo
una notte così, ora erano ridotti a due parodie di loro
stessi. Entrambi appoggiati con la fronte sulle braccia, uno di
fronte all'altro, si sfioravano leggermente la mano in maniera
involontaria, ancora immersi nella catatonia post-computer. Non
avevano neanche avuto la forza di preparsi da soli il caffè,
si erano messi la prima cosa che avevano trovato ed erano scesi al
bar più vicino.
Reira
indossava la sdrucita maglietta degli Anthrax di Mikey, e Mikey
vedendosi rubare l'amata tshirt con un colpo basso, si era
accontentato della prima felpa che aveva trovato in uno dei
disordinatissimi cassetti di Reira, e dato che portavano quasi la
stessa taglia, non si era curato di controllare che felpa fosse e
aveva agguantato la prima. Nello stordimento mattutino non si era
accorto che sul retro della felpa c'era scritto.
“I'm
into guys”
Forse
per questo continuava a ricevere occhiate indiscrete da uomini di
tutte le età.
“Ho
sonno” disse Reira mentre la cameriera le poggiava davanti un
bricco di caffè fumante.
“E
tra due ore devo essere alle prove” aggiunse sconsolata.
Mikey
beandosi di essere in vacanza per un altro mese, le carezzò il
braccio come a volerla consolare.
“E
non farmi pat pat sul braccio”gli disse la ragazza ridendo “tu
adesso te ne torni a casa e fai il pashà per un altro mese, io
invece devo andare a lavorare e inoltre tra qualche giorno devo
partire per la dannata Londra, che la compagnia è stata
invitata per un rappresentazione di beneficienza”
Mikey
si tirò su immediametamente, alla notizia del viaggio di
Reira.
“Ah,
vai a Londra?”
La
ragazza annuì senza alcun accenno di felicità.
“Dai
è una città stupenda”
Mikey
aveva dei ricordi meravigliosi di Londra, ci era stato la prima volta
con la band, li avevano avuto il loro primo show importante, li lui e
Alicia avevano veramente capito di essere fatti l'uno per l'altro.
Se la ricordava ridere come una matta mentre si facevano le foto con
tutti I personaggi famosi del Madame Tussaud, o mentre spulciavano il
mercatino di Camden Town. E improvvisamente si accorse che
ricordarla, in dei momenti così felici, gli faceva ancora
male, ma non lo distruggeva come prima. Ora aveva capito che doveva
essere grato per quei momenti, che doveva conservarli nella sua
memoria, cercando di non farsi distruggere da essi, ma tenendoli
cari.
“Tu
dici che è stupenda, io personalmente la odio”
Reira
non era dello stesso parere di Mikey sulla grande capitale inglese,
era stato l'ultimo viaggio che aveva fatto con I suoi genitori prima
che morissero, non voleva tornarci, non voleva rivedere quella
nebbia, quelle nuvole, semplicemente non sapeva se c'è
l'avrebbe fatta a sopportarlo.
Il
ragazzo capì che c'era qualcosa che non andava nel
attegiamento di Reira verso la città, ma non le chiese nulla.
Se avesse voluto sarebbe stata lei a dirglielo.
Continuarono
a bere il loro caffè in stato comatoso, lanciandosi ogni tanto
uno sguardo ironico, come a dire “guarda come ci siamo ridotti”
“Non
voglio andarci, ne alle prove ne a Londra” disse Reira,
rimanendo col capo reclinato contro il braccio.
“Dai
su, ti accompagno io, in questo stato non ti faccio prendere la
metropolitana” le disse Mikey che finito il suo caffè e
studiando Reira aveva capito che addormentata com'era probilmente si
sarebbe ritrovata nel Maryland se l'avesse lasciata andare da sola.
“Ok,
ma devo prendere la borsa a casa, aspettami qui” disse la
ragazza, grata di non dover tirare fuori la tessera e tuffarsi per la
caotica linea suburbana di New York.
Mentre
Reira saliva nel suo appartamente Mikey sentì squillare il suo
telefonino
Suo
fratello
“Ehy
Mikes, ma che fine hai fatto? Sono due giorni che sei sparito, e ieri
sera non sei venuto a cena a casa di Liz e Frank”
Cazzo
La
cena di Liz! Se ne era completamente scordato. Frank l'avrebbe fatto
nero questa volta.
“Oddio,
Gee, l'avevo proprio rimosso. Liz è arrabbiata?”
“Di
certo non è contenta, però la conosci è buona
come il pane, probilmente avrà pensato che magari non te la
sentivi. Però almeno potevi avvisare”
“Hai
ragione, ora la chiamo subito per scusarmi”
“Non
sprecare la telefonata, ho sentito Frank prima mi ha detto che stanno
venendo li da te”
Cazzo...al
quadrato.
C'era
Reira e non era ancora il momento che I suoi amici o il resto del
mondo sapessero di loro due. Non sapeva nemmeno lui cosa stessero
facendo. Se Liz l'avesse vista, avrebbe capito all'istante cosa c'era
tra loro due. Era palese anche a lui che ormai andavano al di la del
sesso. Che in un certo senso si completavano. Anche se riconoscerlo
lo faceva stare male. Non poteva permettersi di dipendere di nuovo da
qualcuno. Era troppo presto.
In
quel momento Reira uscì dal portone con un grosso borsone in
mano e un gigantesco paio di occhiali per coprire le pesanti
occhiaie. Gli fece un mezzo sorriso e si avviò verso di lui.
“Rei”
le disse Mikey “non posso più accompagnarti”
Lei
lo guardò stupita.
“Stanno
arrivando a casa mia Frank e sua moglie e...” spiegò.
“E
non vuoi che mi vedano” finì Reira per lui.
“Io...è
troppo presto”
“Non
ti preoccupare, capisco perfettamente, vai, tranquillo io prenderò
un taxi”
Lui
la prese e la abbracciò, sentendola irrigidirsi al suo tocco.
“Mi
dispiace” le sussurrò, dandole un leggero bacio sulla
fronte.
E
se ne andò.
Reira
rimase lì a guardarlo allontanarsi. Combattendo contro se
stessa, dandosi della stupida, della cretina e dell'idiota. Perchè
per quanto non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, per quanto
avesse immaginato che una cosa del genere sarebbe successa. Le
bruciava , eccome se le bruciava
Pur
se nella rabbia e nel dolore, lui era stato suo. E le faceva paura
rendersi conto, dando libero sfogo alle sue emozioni, che nel suo
piccolo aveva sperato che lo sarebbe rimasto.
Mikey
camminava per le affollate strade di New York a passo svelto,
cercando di raggiungere il suo appartamento nel minor tempo
possibile. Cercava di concentrarsi sui suoi passi, sgombrando la
mente da ogni cosa, non doveva, non poteva pensare a quello che era
appena successo. L'aveva ferita, glielo aveva letto negli occhi, per
quanto lei avesse cercato di rimanere impassibile. Stava combattendo
contro se stesso per non chiamarla, per tornare da lei. Si stavano
aggrappando l''uno all'altro con la scusa di dimenticare insieme, ma
mentendo a loro stessi, in quelle poche ore, quei pochissimi istanti
che avevano condiviso già avevano creato in loro un sottile
filo, che per quanto delicato fosse, una volta tirato, faceva male.
Malissimo.
E
lei ora sarebbe andata a Londra, la settimana dopo avrebbe avuto la
rappresentazione, e lui subito avrebbe dovuto cominciare le prove per
il tour.
Forse
era meglio così, meno tempo avessero avuto per pensare, meno
avrebbero sofferto.
Arrivato
a casa si trovò seduti sul suo divano Liz e Frank che
coccolavano il suo gatto. Gli faceva malissimo vederli insieme, ma
mise su la sua faccia più tranquilla e li salutò,
chiudendo la porta dietro di se.
“Ehy,
ma allora sei ancora vivo” lo apostrofò Frank alzandosi
e dandogli una pacca sulla spalla.
Fece
una smorfia indecifrabile e si avviò verso l'angolo cottura
per prepararsi il terzo caffè della giornata..
“Scusatemi
per ieri, ho avuto un contrattempo” disse sperando che non
avrebbero insistito.
“E?”
domandò Liz, aspettandosi una risposta più esaustiva.
“Niente,
guardate mi dispiace di non aver avvisato, veramente, ma ieri non era
proprio giornata per una festa” non sapeva cosa inventarsi di
meglio.
“Dai,
non ti preoccupare, l'importante è che stai bene” disse
Liz, che non aveva creduto a una sola parola di Mikey, ma non voleva
insistere. Aveva visto qualcosa di nuovo nei suoi occhi, qualcosa di
buono, e solo quello era importante. Prima o poi si sarebbe di nuovo
aperto con loro. Ma per ora, dovevano solo continuare a stargli
accanto senza intromettersi troppo.
“Ehy,
abbiamo un invito Mikey” disse Frank, che mentre Liz e Mikey
preparavano qualcosa da mangiare, si era allacciato alla wireless e
stava leggendo la posta elettronica sul suo sidekick.
“Chi?dove?quando?”
rispose Mikey, già pronto a dire di no a qualsiasi cosa gli
venisse proprosta.
“Oh
non mi ricordavo fossero in tour in Gran Bretagna” disse Liz “
e come è vi hanno invitati lì?”
“E'
il compleanno di Syn, e stanno invitando un pò di gente per
festeggiare dopo lo show”
“Fico,
bello bello mi piace, voglio rivedere Londra” ammise Liz,
ripensando all'ultima volta che c'era stata e arrosendo, mentre Frank
le sorrideva capendo a cosa stava pensando sua moglie.
“Tu
che dici Mikey? Sei dei nostri, ora avviso anche gli altri, ma penso
che diranno tutti di si”
Mikey,
attonito dai casi del destino, non rispose subito. Sarebbero stati
nella stessa città, nello stesso momento. Non era un caso. E
di certo non sarebbe stato lui a combattere contro il fato.
“Io
vengo”
Liz
e Frank lo guardarono raggianti e si misero a chiamare il resto del
gruppo.
Brevemente
era tutto deciso.
I
My Chemical Romance sarebbero sbarcati presto in territorio inglese.
@ElfoMikey:
sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo...baci baci
@Frozen
Tear: uuuhm nipots, la maglietta la voglio pure io, dobbiamo provare
dal bacilladro, li ce la dovrebbero avere, o al massimo ce la
facciaamo fare. Cmq degli Anthrax sentiti Antisocial, e poi dimmi se
non assomiglia a una canzone chimica. Ti vi ti ti bi
@blaise_sl_07:
quanto mi è costato far ridere Mikey, ero nel dubbio che fosse
troppo presto, ma alla fine il mio cuoricino dolcioso mi ha fatto
cambiare idea...un po di sorrisi al giorno toglie il dolore di torno,
per quanto rimarrà sempre una parte di lui. Come sono
d'accordo con te sulla musica, non ho idea di come facevo prima,
quando la musica era solo qualcosa per passare il tempo e non una
ragione di vita. Kisseees
@Mcr_girl:
aspetta e vedrai XD me si inchina al tuo commento, grashieeeee per le
parole stupende, spero che anche questo cap ti faccia lo stesso
effetto, magari senza la caduta sul cuscino XD
@Muny4ever:
grazie carissima, sono contenta che anceh questo ti sia piaciuto,
baci baci
@MiKeYwAy4EvEr
:
ehehe se non sono pazzi non li vogliamo, grazie per il commento, baci
e a presto
@vampireknight
: guarda l'idea mi stuzzica assai, magari non la povera Reira che
alla fine mi sta simpatica, ma potrei scrivere uan fic
apposta...baciiiiiiii infiniti ti vi ti ti bi
@Anna94_17:annina
ho scritto due pagine in piu apposta per teXD te lo meriti per utto
il supporto, ti mando un bacio grande grande
Stand
up fucking tall Don't let them see your back Take my fucking
hand and never be afraid again
We've only got once chance
to put this at an end and cross the patron saint of switchblade
fights You said we're not celebrities, we spark and fade, they die
by threes I'll make you understand and you can trade me for an
apparition
Una
folla di persone ben vestite, e con scintillanti gioielli era in
attesa fuori dalla modernissima Royal Opera House. Quella sera
l'America Ballet avrebbe partecipato ad una serata di beneficienza, e
tutta l'elite londinese si era radunata per vedere la famosa
compagnia.
Mentre
l'aria che si respirava all'esterno era piena di anticipazione e
curiosità, dentro I camerini, la situazione non poteva essere
più nera. Jodie, la prima ballerina si era appena fratturata
una caviglia, e Fran, il rimpiazzo cercava di imparare la coreografia
senza successo. Ben il primo ballerino era in preda a una crisi di
nervi perchè era stato lasciato dal suo ragazzo. Ash e Rick
che si occupavano della coreografia, piangevano per lo stress. Il
resto della compagnia era buttata ovunque, afflitta da una crisi
d'identità.
Reira,
incurante dell'ansia imperante, era in uno dei camerini, leggendo
l'ultimo numero di Kerrang e tenendo accesa la piccola tv su un
canale di musica locale. “Che si scannassero vivi a vicenda”
per lei faceva lo stesso. Era li a Londra senza alcuna voglia di
esserci, era arrivata dall'aeroporto, si era chiusa in albergo,e
sulla strada per la Royal Opera House aveva tenuto gli occhi bassi,
evitando di guardarsi intorno.
Lei
non era a Londra, non voleva esserci e stava facendo di tutto per non
sentirsi in quella dannata città.
Presissima
dalla lettura, si accorse solo dopo qualche minuto che la piccola tv
stava lanciando immagini degli Avenged Sevenfold. Si girò di
scatto, lasciando cadere la rivista. Erano a Londra. E quella sera
sarebbero stati concerto all'Astoria.
Dannata
compagnia, dannato lavoro, urlò Reira dentro di se. Sarebbe
stata a Londra per tre sere e giustamente l'unica in cui era
occupata, l'unica in cui non doveva preoccuparsi di cosa fare per
passsare il tempo e non cadere in depressione, proprio quell'unica
sera, una delle sue band preferite suonava in un teatro non poco
distante. Mentre lei piroettava sul lucido parquet, M Shadows avrebbe
scaldato la folla saltando come un matto per il palco, The Rev
avrebbe infiammato i corpi con le sue prodigiose bacchette. E Syn
avrebbe regalato a tutti momenti di pura estasi con i suoi assoli
inimitabili.
Sconsolata
e triste continuò a fissare lo schermo, non credendo alla sua
sfortuna, quando vide apparire davanti a se un viso familiare, una
maglietta che avrebbe riconosciuto tra mille...ed il cuore le mancò
di un battito.
Proprio
dietro a Matt, c'era Mikey, che parlava al telefono.
L'intervista
era in diretta dentro il camerino della band. E buona parte dei My
Chemical Romance era lì. Reira non poteva credere ai suoi
occhi. Non aveva sentito ne visto più Mikey da quel giorno
sotto casa sua, e non sapeva nemmeno lei cosa fosse successo. Si era
convinta che forse doveva andare così, e aveva deciso di non
ripensarci troppo.
Ma
in quel momento prese una decisione. La paura poteva andare al
diavolo. Era la sua vita, e forse era ora di cominciare a riprenderne
le redini.
Tirò
fuori il telefonino. E compose il numero.
“Ciao”
disse Reira con voce malferma. Non sapeva cosa aspettarsi.
“Ehy”
La
voce di Mikey traspariva sorpresa e stupore. Tutto si sarebbe
aspettato tranne che Reira lo chiamasse e proprio mentre era a
Londra.
“Sei
anche tu a Londra” lo disse come un dato di fatto.
“Ti
ho visto in tv” aggiunse ridendo.
“ahah
stavo già pensando avessi poteri paranormali”
“Si,
magari! Se li avessi ora mi libererei di questo dannato lavoro, e
farei quello che voglio davvero fare....ma non li ho e mi tocca stare
qui, e ballare per tutti questi ricconi...”
“Devi
vedere qualcuno?” le chiese Mikey con delicatezza, convinto che
quella voglia di scappare fosse dovuta a qualcuno che l'aspettava a
New York.
“Si
beh in effetti si...vorrei vedere un certo Matt e tutti I suoi amici,
Rev, Johnny, Zacky e Syn. Che li conosci per caso?” disse
Reira, ridendo all'ingenuità del bassista.
“Ma...”rispose
“potevi dirmelo subito”
Mikey
ci pensò su un secondo, poi fece la sua offerta.
“Molla
quei fighetti, prendi la tua roba e fatti trovare fuori dal teatro in
quindici minuti”
“Ma
non sai nemmeno in che teatro sono!” gli disse sconvolta.
Una
onda di elettricià le attraversò la spina dorsale,
lasciandola euforica. E si rese conto, che quando tocchi il baratro,
nella risalita non si possono che incontrare cose stupende.
“E
allora? I teatri a Londra sono tutti vicini, sarai sicuramente nel
West End, dai dimmi dove sei che arrivo a prenderti. Una ballerina
classica che vuole dimenarsi sulle note degli Avenged Sevenfold, non
è una cosa da tutti I giorni e io non voglio perdermela.”
Reira
non pensò più di due secondi alla sua risposta.
“Sono
al Royal Opera”
“Arrivo”
La
ballerina prese le sue poche cose, si mise un paio di jeans e le sue
magiche etnies e si diresse fuori, preoccupandosi di lasciare solo un
bigliettino. Che la licenziasseropure. In un istante, prima di
chiamare Mikey le era passata davanti tutta la sua vita se fosse
rimasta in quella compagnia,e non le era piaciuto quello che aveva
visto.
Con
le scarpe ancora slacciate corse verso la porta di servizio.
Sentendosi libera.
Mikey
chiuse il telefonino, si infilò il cappuccio e svoltò
il corridoio diretto verso la strada, sperando di trovare in fretta
il teatro. Sulla strada si sarebbe anche dovuto inventare una scusa
per la presenza di Reira. Ma a differenza di quella mattina a New
York, ora non gliene importava niente. Un modo l'avrebbe trovato, ne
era sicuro.
Era
quasi arrivato all'uscita, rimenendo sempre con la testa bassa per
evitare di incontrare qualcuno che lo avrebbe fermato per parlare,
quandò sentì una voce conosciuta. Suo fratello che
blaterava qualcosa sui fumetti insieme a Ray.
“Proprio
ora no” urlò dentro di se. Maledicendo la sua sfiga.
“Oh
fratellino, dove te ne vai di bello? Tra un po inizia a suonare il
gruppo di supporto lo sai vero?” disse Gee, che da bravo
impiccione voleva sapere dove si stesse dirigendo Mikey con così
tanta fretta.
“Gee,
non è il momento, devo andare a prendere una persona”
Gee
e Ray rimasero a bocca aperta. Si sarebbero aspettati un giro
dell'ultimo minuto al più vicino Starbucks, o qualsiasi altra
cosa...ma non questo.
“Veniamo
con te” dissero quasi all'unisono. Un pò per curiosità,
ma sopratutto perchè si preoccupavano ancora che potesse
commettere qualche atto senza senso.
“No
ragazzi vi prego” disse Mikey con tono disperato, era gia in
ritardo, questo contrattempo non gli ci voleva.
“E
dai Mikey, tanto poi devi portarla qui, tanto vale che veniamo con
te”
“Va
bene” disse sconfitto. Con loro due non c'era chance di
vittoria, quando si mettevano in testa una cosa, non c'era verso di
farlgi cambiare idea.
“Grande”
disse Ray prendendo il cappotto poggiato li a fianco.
“Dove
siamo diretti?” chiese innocemente Gee.
Mikey
lo fulminò con lo sguardo.
“Okok,
sto zitto e ti seguo”
La
strada per la Royal Opera House si rivelò piu facile del
previsto da trovare, e mentre I tre musicisti percorrevano Charing
Cross Road diretti verso la zona di Covent Garden Reira era corsa
fuori, dove con sua grande sfortuna aveva trovato Ash e Tim che
fumavano come dannati, nervosi per la rappresentazione.
“Ehy
Rei” disse Ash “anche tu sei scappata da dentro?”
“No
beh veramente, io starei andando via” disse Reira, già
pronta a fuggire da loro due. Non dovevano vederla con Mikey.
Anzi...si
dissse. Per una volta poteva mettere da parte il buon senso. Poteva
giocare sporco, non aveva niente da perdere.
“E
dove pensi di andare?” le chiese Tim acidissimo.
“Mi
stanno venendo a prendere, vado ad un concerto” disse con aria
di sfida accendosi una Marlboro Rossa.
“Cosa??”
urlò Tim “tu devi rimanere qui, c'è lo
spettacolo,
“Per
quanto mi interessaa, possono anche non farlo” rispose
serissima.
“Tu
starai scherzando spero” continuò il ragazzo.
“Mai
stata più seria”
In
quel momento vide spuntare dall'angolo della strada, tre ragazzi, la
capigliatura di uno e l'andatura dell'altro, non lasciavano dubbi su
chi fossero.
Gerard,
Ray e Mikey...che a quanto pare non era venuto solo.
Mentre
si avvicinavano Reira alzò lo sguardo, e incrociò gli
occhi di Mikey che le sorrise.
Indicò
gli altri due e fece un gesto come per dire “non ci ho potuto
fare nulla”.
Continuando
con I gesti, Reira gli fece capire che non c'era problema. Di fatti,
era quasi contenta. Un sentimento che si era quasi dimenticata di
possedere si fece strada nel suo cuore. Quel senso di superiorità,
che non è molto nobile provare, ma che dà quel magico
stato di appagamento e soddisfazione, ineguagliabile, mitico come
pochi.
Lo
vide avvicinarsi verso di lei e sentì l'aria farsi più
rarefatta, il respiro mozzato, il cuore a mille. Non voleva nemmeno
pensare a cosa significasse, solo godersi il momento.
L'elettricità
intorno a loro due era quasi visibile.
Ash
era pietrificata. Aveva appena capito chi fossero ed era rimasta a
bocca aperta dallo stupore, bruciando d'invidia.
Tim
era un fumo di rabbia, che non aspettava altro che esplodere.
Gee
e Ray guardavano incuriositi Mikey, che senza degnarli di uno sguardo
si era avvicinato a quella misteriosa ragazza dai tratti orientali, e
la guardava come se esistesse solo lei.
Reira
sentiva il suo corpo vivo, poteva percepire ogni estremità e
come se fosse un gesto naturale, stese la mano verso Mikey, che la
prese, e la tirò verso di se, abbraciandola.
“Ciao”
mormorò nel suo orecchio.
“Banale”
rispose lei sorridendo “io avrei optato per un hey babe”
“Lo
so, ma sai, io non amo distuguermi dalla massa” rispose lui,
sfiorandole I capelli.
“Stiamo
dando spettacolo”
Per
un istante aveva pensato che ci fossero solo due, escludendo la
realtà esterna dalla loro bolla, ma voltando gli occhi, aveva
incontrato lo sguardo fisso di ben 4 persone, che non stavano
assolutamente capendo nulla di quello che stava succendo, e
aspettavano una spiegazione...che di certo da lei non sarebbe
arrivata..
“Ehm,
si in effetti” le rispose il bassista “forse è il
caso di andare”
Le
prese la mano e la trascinò verso I suoi due amici che
continuavano a guardarlo sconvolti.
Tim
e Ash erano ancora senza parole.
“Beh
allora ci vediamo...forse” disse Reira verso I due a mò
di saluto, allontandosi insieme a Mikey.
Ma
poi ci ripensò, voltandosi.
“Ah
mi sono scordata di dirvi due cose, Ash, con tutto il cuore te lo
devo proprio dire, non hai davvero gusto, con tutto il rispetto per
te Gerard “disse rivolgendosi al cantante “ma Mikey è
mille volte più figo. E, Tim, non sono più di tua
proprietà, quindi ti prego smettila di parlarmi come se lo
fossi”
Li
guardò entrambi con aria di sfida, e tra le risate di Mikey,
l'indignazione divertita di Gerard, e l'attonimento di Ray, si
allontanarono verso l'Astoria.
@Muny_4Ever
:
grazie cara, sono contentissima che ti sia piaciuto anche questo
@Mcr_girl
: ebbene si, I miei cicci alla fine si stanno innamorando, e io che
quando ho iniziato a scrivere mi dicevo “si metterrano insieme
solo alla fine, non sarà una storia romantica”
ovviamente non ho resistito e questo è il risultato XD
@MiKeYwAy4EvEr
: eheh le coincidenze non esistono XD ecco qui il nuovo cap, speroc
ti piaccia, baci baciandola
@Frozen
tear :lo so che tu e mora le avete visto, la tua amica frutto
selvatico mi ha fatto una descrizione accurata del simpatico
negozietto dove dovrò andare a fare un capatina. Me felice che
anche questo capitolo ti sia piaciuto (come se non gia non l'avessi
lettoXD) e ancora non so come fai a sopportare me e tutte le mie
paranoie, se non ci fossi tu non continuerei mi sa...- 7 *_______*
@Anna94_17
: uuuhh io ci torno a aprile non vedo l'ora e forse vado a vedere I
sonata artica anche se devo prima convincere la mia amica eheheeh,
cmq grazie per il comm cara annina
@chi
legge: grazie grazie grazie so che ci siete e vi ringrazio
tantissimo, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate anche
voi della fic
Mi
scuso tantissimo per il ritardo, questo cap è pronto già
da un mese, ma tra esami e lezioni, ho preferito prima finire
l'intera fic e poi ricominciare ad aggiornare, così non
rischio di rimanere senza capitoli XD ehehe
Grazie
a tutte per I commenti (ringraziamenti par persona come al solito
alla fine del capitolo ^^)
Capitolo
10
Avenged
Sevenfold “Live and killing”
I'm
trying, I'm trying To let you know how much you mean As days
fade, and nights grow And we go cold
But this time, we'll
show them We'll show them all how much we mean As snow falls on
desert sky Until the end of every...
Charing
Cross Road non era mai sembrata così lunga. Le piccole luci al
neon delle insegne pubblicitarie lanciavano strane ombre sul piccolo
gruppo che si affrettava a raggiungere il London Astoria. Un famoso
chitarrista e un famoso cantante correvano come due bambini lungo la
strada in discesa, coprendosi la testa con I cappucci delle loro
felpe nere, per non farsi riconoscere dai fan, che in Inghilterra
sapevano essere davvero logorroici.
Una
ballerina classica, e un bassista, venivano dietro di loro
lentamente, prendendola più con comodo. Si stavano godendo
quel poco tempo insieme prima di lanciarsi nella folla. Le loro mani
si intrecciavano e si lasciavano, giocavano con le rispettive bocche,
sfiorandosi con baci dolci e veloci. Non parlando. I loro sguardi
erano gia abbastanza pregni di parole.
C'era
una corrente chimica che li legava, che accendeva dentro di loro una
nuova emozione, partiva dal profondo, aveva radici nel dolore, ma si
tingeva di passione e rispetto, di bisogno e un qualcosa di
indefinito, un velo sottile, che a tratti ricordava quei primi stadi
dell'innamoramento, che tutti cercano, ma di cui loro era impauriti e
allo stesso tempo attratti.
“Cosa
ti ha fatto cambiare idea?” chiese Reira a Mikey, mentre il
buttafuori li faceva entrare dall'entrata laterale.
“Non
lo so, Rei” le rispose il bassista, stringendola al suo fianco
per evitare di perderla nella folla che si stava accalcando dal back
stage verso il palco. “forse è stata la tua voce al
telefono, forse è stato il pensiero che non volevo buttare via
una delle cose piu....oddio non so come spiegarlo...una delle cose
migliori che mi sia capitata da...beh lo sai da quando”
Reira
si sentì fremere. Sapeva quanto stava costando a Mikey dire
quelle parole e. Si avvicinò e lo baciò. Lasciando che
il suo corpo rispondesse per lei.
“Ora
andiamo, gli A7X stanno per iniziare” le disse, trascinandola
in avanti.
“Si
andiamo”
Raggiunsero
la zona sotto al palco riservata agli ospiti, Liz, Frank e Lynz erano
già in prima fila, cantando sulle note dell'ultima canzone del
gruppo di supporto. Bob e la sua ragazza sorseggiavano una birra con
tranquillita chiaccherando con Brian e discutendo delle nuova
tournee.
Reira
era come pietrificata, non sapeva cosa aspettarsi. Tutte quelle
persone, così vicine a Mikey, avevano amato Alica, era stata
probabilmente loro amica, loro confidente, loro compagna di
avventure. Vedendo lei cosa avrebbero potuto pensare? Che fosse un
intrusa? Una persona che avrebbe fatto solo del male a Mikey...non
voleva ammetterlo, ma aveva paura.
Le
sue paure erano giuste. Qualsiasi persona le avrebbe avute. Ma Reira
stava sottovalutando quanto gli amici di Mikey volessero vederlo
sorridere...
Il
bassista sempre tenendola per mano la portò con se verso I
suoi amici che lo guardavano attoniti e senza parole, la prima a
girarsi era stata Lynz che stava cercando con lo sguardo Gee,
chiedendosi dove fosse, e invece di trovare suo marito si trovà
di fronte Mikey e una misteriosa ragazza con gli occhi a mandorla.
Che si stavano tenendo per mano.
Tra
di loro c'era qualcosa, ci avrebbe scommesso il suo basso.
Diede
una gomitata a Liz che era già tutta rapita dalla musica e
stava facendo ondeggiare I suoi capelli nerissimi al ritmo della
batteria.
“Liz,
girati, guarda Mikey” la ragazza non sentì subito la
bassista, troppo presa dalla canzone, ma quando si girò ebbe
uno shock. Come in un film diede una gomitata a Frank e insieme
rimasero come due idioti a fissere il loro amico, che dopo mesi stava
facendo qualcosa che assomigliava ad un sorriso e teneva per mano una
ragazza, una ragazza che a lei sembrava stramente familiare, ma non
riusciva a collocare dove l'avesse già vista. Non sapeva se
essere preoccupata o felice.
Si
girò verso Frank per vedere come stava reagendo lui, ma il
chitarrista una volta capito che tanto non era il momento per
parlarne e che oltretutto non erano cavoli suoi, e sopratutto
contento per Mikey era tornato tutto allegro a guardare il concerto.
Nel
frattempo Reira si sentiva un pò come a una sfilata di moda,
tutti la guardavano, e tutti la stavano giudicando, chiedendosi chi
fosse e cosa ci facesse lì. Ma la mano di Mikey che la
stringeva forte la sua, la stava facendo rimanere tranquilla, come al
solito senza parole, le stava dicendo ogni cosa.
Notò
lo sguardo di Frank che prima di girarsi le aveva sorriso, e Liz che
la fissava sconvolta ma senza alcun tipo di astio, solo una sana
preoccupazione, e si rilassò ancora di più, ma la
migliore era Lynz, la moglio di Gerard, che con la sua solita grazia
le si era avvicinata e senza peli sulla lingua le aveva chiesto chi
fosse e cosa faceva li.
“Tranquilla,
non ti morde” disse una voce da dietro, mentre lei stava per
rispondere alla ragazza.
Era
Gee, che si avvicinò a sua moglie dandole un bacio.
“No,
ma non c'è problema!” disse la ballerina sorridendo al
cantante “ io sono Reira, io e Mikey ci siamo conosciuti, beh è
una storia un pò lunga, magari la rimandiamo a dopo”
disse vedendo The Rev posizionarsi dietro la batteria “ci siamo
trovati entrambi a Londra e come I principi della favole mi è
venuto a salvare da tanti ballerini cattivi e arrabbiati”
continuò ripensando alla sua fuga dalla Royal Opera House.
Il
suo discorso fù smorzato dall'urlo della folla, che vedendo
entrare il resto della band e sentendo le prime note di Critical
Acclaim si era lanciata in un grido da provocare un terremoto.
“Il
peggio è passato” le disse Mikey all''orecchio, quasi
urlando per farsi sentire.
Era
sollevato, forse era troppo presto, forse era un errore, ma in
quell'istante avere a fianco tutti I suoi amici, tutta la gente che
amava, e lei, che stava cominciando a diventare necessaria nella sua
vita, gli mandò una scossa di energia, facendolo risalire
ancora di più in superficie. Sentì la presenza di
Alicia nel suo cuore, che era sempre più vicina eppure meno
dolorosa, come se man mano che la rabbia e la tristezza per la sua
scomparsa di trasformavano in altri tipi emozioni, lei si avvicinasse
sempre di più a lui, liberandolo da tanti fantasmi.
Il
concerto fu meraviglioso, la folla era delirante, la band
travolgente, ogni canzone era un trip, non si riusciva a staccare gli
occhi di dosso dal cantante che correva su e giu per il palco
incitanto I presenti a fare ancora più casino. Un strana
energia aveva pervaso Mikey e Reira, il primo come di sua natura era
rimasto tranquillo, appertemente fermo, ma dentro di lui si agitava
l'inferno. Voleva prendere Reira e sbatterla sul primo muro
disponibile, voleva farla di nuovo sua, la musica gli aveva suscitato
una passione sopita, una scarica eccitante lo scuoteva da dentro. La
ballerina invece si agitava al ritmo delle canzoni, cantandone ogni
virgola, strusciandosi lungo il suo bassissta, eccitandolo ancora di
più. Aveva capito che la voleva, e lo stava facendo cuocere a
fuoco lento, godendosi il bentornato potere della seduzione.
I
loro corpi insieme mandavano scintille, e tutti se ne accorsero. Liz
era sempre più stupita, Gee e Lynz sorridevano, Ray non aveva
ancora capito nulla ma sorrideva anche lui, e Bob, entusistata della
ritrovata allegria del suo amico, beveva come una spugna.
Sulle
ultime note di Seize the day, la folla sventolava cellulari,
macchinette fotografiche e accendini. Reira si avvicinò a
Mikey, cercando di alzarsi sulle punte dei piedi, e lo baciò,
con dolcezza. “Andiamocene” gli sussurrò.
“C'è
il party dopo” le disse il bassista.
Per
tutta risposta la ballerina con grazia gli girò attorno,
abbranciandolo da dietro, e muovendosi sinuosamente contro di lui.
“Ok,
come non detto” Non seppe resistere.
“Però
dobbiamo andare al tuo albergo, io sono in camera con Lyle, il
fratello di Liz, che non verrà...” Fu zittito dalla mano
di Reira. “Non ti preoccupare”
Svicolarano
via dalla zona vip senza farsi vedere da nessuno, correndo come
bambini raggiunsero l'uscita, e chiamarono un black cab con la mano.
L'albergo
di Reira era vicino alla stazione di King's Cross, e il taxi
silenzioso per le vie di Londra ci mise meno di dieci minuti a
raggiungere l'entrata dell'hotel. Lei pregò silenziosamente di
non incontrare nessuno dei sui colleghi e ringraziò di aver
chiesto con insistenza una camera singola, non volendo avere la sua
privacy invasa da una collega sicuramente troppo chiaccherona o
impicciona.
“Piano?”
chiese il valletto nell'ascensore ai due che tenendosi per mano non
si staccavano gli occhi di dosso.
“Tredicesimo”
Quando
le porte si aprirono non si preoccuparono nemmeno di controllare se
ci fosse qualcuno nei dintorni, si baciarono con passione respirando
il profumo dell'altro, non lasciando spazio tra loro due, le mani
correvano velocissime lungo I rispettivi corpi, riconoscendone le
curve, le pianure e le rientranze, rinnovando una conoscenza,
entrando in contatto con luoghi mai esplorati. Assaporando nuovi
gusti.
A
fatica Mikey estrasse dalla tasca di Reira la chiave magnetica della
porta, e la tirò con se dentro la camera.
Reira
sfilò la sdrucita maglietta del bassista, questa volta dei
Misfits, e la lanciò in terra senza delicatezza, mentre lui le
toglieva la giacca e la leggera canottiera che aveva sotto, passando
poi ai pantaloni, abbasandosi all'altezza della sua vita e soffiando
dolcemente lungo I suoi fianchi mentre li toglieva via.
La
pelle di Reira quasi bruciava per il desiderio, ricordarsi il suo
nome in quel momento sarebbe stata una prova troppo difficile. Mikey
era abbassato lungo le sue gambe, sfiorandole e baciandole, facendola
rabbrividire da capo a piedi. Si abbassò anche lei all'altezza
del bassista, mettendosi in ginocchio, fino a che le loro facce si
trovarono di nuovo allo stesso livello.
Mikey
le prese il volto tra le sue mani attirandola verso di se. Ma
qualcosa lo bloccò.
Doveva
dirglielo. Era il momento.
“Rei”
le disse catturando I suoi occhi.
“Il
mio cuore è a pezzi, tanto piccoli che ho paura che non li
troverò mai tutti, non so quanto tempo ci vorrà a
rimetterlo in sesto, non so quanto sarà doloroso, o quanto
potrò fare male a quelli che ho intorno, ma vorrei che tu
fossi accanto a me, mentre ci provo”
“Dovremmo
trovare un ottima colla” gli disse Reira sorridendogli e
tenendolo stretto a se.
Il
bacio che venne dopo era una promessa, che per quanto sigillata con
un timbro spezzato, rimaneva pure sempre tale.
@Muny_4Ever
:
ma cha banalità, I tuoi commenti sono sempre bellishimiii
grassiee davvero tanto *__*
@ElfoMikey
: ehehe eh si sono rimasti proprio come degli stoccafissi, di certo
non se l'aspettavano....grazie per il commy, bacini^^
@MiKeYwAy4EvEr
: grazie grazie
@mcr_girl
: grazieeeeeeeeeeeeee cara, il tuo commento è bellishimo, mi
sono quasi commossa a leggerlo :DDDD
@blaise_sl_tr07
: ooohhh ma a me piacciono le recensioni pieni di “che carino”,
“che bellino” XDXD sono contenta che ti sia piaciuto
anche questo cap. Eh si, infatti alla fine non ho resistito e li ho
fatti innamorare prima del previsto ehehe
@Anna94_17
: dai annina che ce la farai a vedere gli AV7x, io tifo per te e
grazie per il commy **
@Frozen
tear : oddio nipots le tue recensioni sono sempre spettacolose, stavo
morendo dalle risate mentre la leggevo, smuahahhaa, ebbene si ora
abbiamo visto gli HIM, quindi non ci resta altro che aspettare il
prossimo tour chimico, che se non si sbrigano io li ammazzo!!!!
Il
sole del freddo pomeriggio newyorkese batteva sul bianchissimo divano
dell'appartamento di Mikey, creando strane ombre e scontrandosi con
due corpi immobili abbracciati e profondamente addormentati. Stretti
l'uno all'altro nel ristretto spazio riposavano beati dopo una
mattinata passata in prove stressanti e shopping sfrenato.
Il
corpo di Mikey aderiva perfettamente alla schiena di Reira tenendola
stretta verso di se con un braccio intorno alla sua vita.
Era
il 20 febbraio e il tour sarebbe partito il giorno dopo. Prima tappa:
Los Angeles.
Avevano
passato settimane in preparazione dei concerti, facendo prove e
riunioni affinché tutto fosse perfetto e pronto per il grande
giorno. Mikey era distrutto, di giorno provava con i ragazzi, di
notte passava il tempo con la sua ballerina, giocando a World of
Warcraft, cucinando impossibili dolci, litigando sulla musica da
sentire, sui film da andare a vedere, facendo pace a letto.
Avevano
passato un mese strano.
Passavano
ogni minuto libero insieme, chi li conosceva ormai sapeva che se ci
sarebbe stato l'uno, ci sarebbe stato anche l'altro. Liz che
continuava settimanalmente a organizzare pranzi e cene dove invitava
mezzo mondo, non chiedeva più al bassista se avrebbe portato
Reira, chiamava direttamente lei.
E
ora era il momento della partenza. La mattina dopo, tra bagagli e
abbracci , dalla casa di Gee e Mikey a Newark, l'intera troupe
sarebbe partita per girare in tour bus l'America. E Reira era
terrorizzata. Prima di salire le scale verso casa di Mikey si era
ritrovata ad aggrapparsi con forza al corrimano, con le mani
tremanti, e gli occhi pericolosamente umidi. Stava per perdere un
altra persona che era importante nella sua vita, sapeva che non era
per sempre, sapeva che si sarebbero sentiti, ma non sarebbe stata la
stessa cosa, lui non sarebbe più stato al suo fianco, non
avrebbero più riso, ne bevuto caffè insieme. Le
sarebbero mancati i suoi baci, il modo in cui di notte la teneva
stretta a se, come per paura che fuggisse. E aveva paura, paura di
non farcela. Di non essere ancora abbastanza forte. Ma lui doveva
partire e lei doveva rimanere a New York a cercarsi un altro lavoro.
Arrivata
di fronte alla porta aveva cercato di apparire calma e sicura, ma
Mikey appena la vide non si fece abbagliare neanche per un istante
dal suo sorriso, capì immediatamente cosa non andava e la
strinse contro il suo petto.
“Anche
io non so se posso farcela” le aveva sussurrato.
“Io,
pensavo che sarebbe stato più facile, ma non so cosa farò
domani mattina quando troverò un letto vuoto, e ti saprò
in viaggio verso LA”
Mikey
non rispose, ma la baciò trascinandola verso il divano dove la
avvicinò contro di lui e tenendosi stretti si addormentarono
per non pensare al giorno successivo.
Era
ormai sera e avevano passato l'intero pomeriggio dormendo.
“Sai
cosa vorrei vedere prima che tu parta?”
Mikey
era ancora addormentato ma si sporse verso di lei curioso di sentire
cosa voleva fare.
La
guardò aspettando che parlasse, ridendo al modo cui curvava le
labbra mentre cercava le parole.
“Ho
sempre avuto un sogno...sin da quando ero un piccola groupie
impazzita che andava a ogni concerto possibile”
Forse
aveva capito e soffocò un sorriso.
“Sai,
una delle mie fantasie preferite era...beh lo è
ancora...salire sul tour bus di una band”
Il
bassista rise di gusto alle parole della sua ragazza. Ci avrebbe
dovuto pensare prima, ma non era mai stato il tipo da sesso e alcool
e non sapeva quante fantasie scatenava nelle fan il loro mezzo di
trasporto.
“Potevi
dirmelo prima” le disse baciandola.
“Mi
ci porti allora?” gli chiese Reira speranzosa.
“E
che me lo chiedi, dai vestiamoci e andiamo, siamo anche fortunati che
è parcheggiato nel garage di Bob che abita qui vicino, domani
mi doveva passare a prendere per andare a Newark” disse “deduco
che mi troverà già li” concluse sorridendo.
Venti
minuti dopo erano dentro al garage del batterista, che aveva dato le
chiavi a tutta la band per non dover essere svegliato ogni volta che
qualcuno doveva entrare nel tour bus o prendere gli amplificatori che
erano anch'essi nella sua cantina.
Mano
per mano correvano verso la serranda del box che al buio era
impossibile da trovare.
“Vieni,
è di qua” disse Mikey strattonandola nella direzione
giusta.
Mentre
la serranda automatica silenziosamente si alzava ,Reira guardava con
stupore la figura del tour bus stagliarsi contro la parete. Si sentì
di nuovo quindicenne, le emozioni di quel tempo si fecero strada
dentro di lei, e aveva voglia di saltellare, di gridare, di urlare al
mondo, che lei Reira Roberts, semplice ballerina, stava per salire
sul tour bus di una famosa band. Sebbene dopo la scomparsa dei suoi
genitori il suo sogno più grande fosse quello di rivederli, di
riabbracciarli, il suo cuore non aveva dimenticato I suoi sogni di
ragazzina, ed era sul punto di esaudirne uno.
Cercò
di liberare la mente dal dolore che continuava a vivere in lei e con
lentezza si avvicinò al grande pulmino.
Mikey
la precedette aprendole la porta, lasciandola però entrare per
prima.
Salì
i gradini con anticipazione, trovò l'interruttore della luce e
chiuse gli occhi.
Quando
fu pronta lo premette e si guardò intorno. Era tutto come
l'aveva immaginato, forse un po’ troppo pulito dopo il lungo
periodo di disuso, comunque stupendo, allungò le mani per
sfiorare il grande televisore, e le varie consolle appoggiate li
vicino. Poi raggiunse il grande divano in pelle dove immaginò
Mikey e gli altri riposarsi e chiacchierare prima e dopo gli show, li
vide stanchi, buttarsi su di esso, a prendere fiato prima di
ripartire verso un altra meta. Si sedette e con le mani tremanti
percorse l'intera superficie del piccolo tavolino da caffè che
si prospettava davanti. Mikey silenziosamente si avvicinò e la
circondò con le braccia.
“E'
esattamente come lo vedevo nei miei sogni” gli disse
appoggiandosi alla sua spalla.
“Sono
contento che ti piaccia, ora che l'hai visto saprai dove sono quando
ti chiamerò distrutto dopo ogni concerto”
Reira
non rispose. Era felice di aver visto dove avrebbe vissuto per i
prossimi mesi, ma era altrettanto distrutta dall'idea che di nuovo
avrebbe trovato nessuno ad aspettarla, nessuno ad ascoltarla. E non
voleva pensarci, voleva godersi il momento, questi ultime ore con il
suo bassista preferito.
“Rei”
le disse “guardami”
Lei
sollevò gli occhi cercando di non fargli capire che stava
male.
“Vieni
con noi”
La
proposta le arrivò come un colpo di fulmine. Non sapeva cosa
dire.
“Non
hai urgenza di trovarti un lavoro, e io, Rei, lo sai, voglio che tu
rimanga vicino a me”
“Io...sono
senza parole”
In
un istante tutte la preoccupazione le scivolò via. Poteva
rimanere con lui, poteva accompagnarlo in tour, poteva girare il
mondo. E del suo lavoro non gliene fregò più nulla.
“Ma
come faremo? Qui mica c'è posto” gli disse
improvvisamente preoccupata per gli aspetti logistici.
“Sarebbe
un si questo?” le chiese il bassista.
Reira
fece si con la testa con un sorriso che andava fino alle orecchie.
“Devo
dire che pensavo sarebbe stato molto più difficile
convincerti, e mi chiedo come ho fatto a non pensarci prima”
“Beh
caro, tu hai chiesto a una rockettara come me di andare in tour, che
altra risposta ti aspettavi” gli disse continuando a sorridere
“ma continui a rimanere il problema, dove diamine dormirò?
Ci siete voi, più varie ragazze e mogli, siamo decisamente
troppi”
“Per
il tour americano in effetti si staremo un pò stretti, ma dura
solo un mese, e invece per tutto il resto del mondo staremo in
albergo, bellissimi e comodissimi alberghi a cinque stelle”
“Se
me lo dici così però non vale” disse Reira al
bassista che aveva pronunciato le ultime frasi con tono ammiccante.
“Sono
molto convincente quando voglio”
“Me
ne sono accorta”
Si
avvicinò e gli si strinse contro. Già sognando il tour.
E loro due insieme. E poi di nuovo il tour.
Sentì
gli sguardi dei suoi genitori su di lei, li sentì felici,
perché dopo tanto, troppo tempo, aveva qualcosa per cui
guardare avanti e non piangere per il passato. Mikey gli aveva
regalato tutto questo e lei non se lo sarebbe lasciato scappare.
@vampireknight:
twiiiiiiiin aduoraaataaa eh lo so che ti sei spoilerata alla grande!!
pure io con la tua smuahahah yeah roma non è stata costruita
in un giorno...nessuna frase può essere cos' veraaaa (lo sai
che sei partita e già ci manchi tantoooo??)
@Muny_4Ever
: grashieeeeee!!! sono davvero davvero contenta che vi piacciono i
miei piccoli personaggini aduoratiii
@Simo_lovesFrankie_
:ehhhh si lynz è stupenda...ancora mi ricordo al concerto
quando si è lanciata di sotto, pensavo di non rivederla più
spuntare fuori ..e invece è risalita e ha ricominciato a
suonare meglio di prima. Hip Hurrà per Lynz.
@mcr_girl
: grazie carissima...*la pam si commuove*
@MiKeYwAy4EvEr
: grazie per il commy, as usal, ecco qui il nuovo!! baci
@Anna94_17
: nuuuuu no concerto darling??? perchè??? ehhh lo so la ma
silvi ha già la sua fic e ora non penso voglia leggere di
frankie dopo la “notizia”...
Ultimo
cap prima dell'epilogo (che sarà diviso in due parti...) enjoy
”Capitolo
12”
To
the end...
Could I? Should
I? And all the wounds that are ever gonna scar me For all the
ghosts that are never gonna catch me
If I fall...
If I fall... Down
Sul
tour bus l'aria che si respirava era davvero insostenibile, tra Frank
e Gerard che fumavano come due turchi, Bob e Ray che cucinavano
qualche oscura pietanza indiana e le ragazze che si stavano
scambiando consigli su vari profumi, continuando a spruzzarli in
giro, Mikey non ce la poteva fare. Prese la sua tazza di caffè,
il suo Ipod nano pieno di nuovissime canzoni, e passando inosservato
nel caos generale, sgattaiolò fuori gettandosi nel'aria gelida
del Nevada, preferendo diventare un ghiacciolo a quel fracasso che
agli altri tanto piaceva.
Si
guardò intorno e vide solo neve.
Neve
a destra.
Neve
in alto.
Neve
per terra.
Era
una sensazione stranissima, essere circondato da tutto quel bianco,
per lui che era così abituato al nero, al buio dei locali o
all'intimità di uno studio di registrazione. Quell'atmosfera
limpida, quella purezza che aleggiava, diventando quasi palpabile,
gli fece tremare le gambe lasciandolo stordito e privo di difese come
lo era stato raramente.
Il
vento si stava trascinando via molto preoccupazioni, gli stava
ghiacciando il dolore, rendendolo nudo, ma leggero. E suoi pensieri
cominciarono a vorticare, Alicia e il suo volto caddero come una
goccia rovente in quel mare di pensieri senza filo logico, e rifletté
a quanto la sua vita era cambiata in sei mesi.
Sua
moglie era morta.
La
sua band stava avendo un successo planetario
Reira
era entrata nella sua vita, e aveva stravolto tutto.
Proprio
in quel momento, quando la faccia della sua ballerina si era fatta
prepotentemente avanti nei suoi pensieri, si sentì abbracciare
da dietro, due mani tremanti si allacciarono intorno alla sua vita
tirandolo indietro.
“Sei
ghiacciato mio bel bassista”
“Anche
tu non scherzi” disse Mikey girandosi verso di lei e invertendo
le posizioni per poterle appoggiare il volto sul collo e baciarla.
“Non
ti ho visto più e ho pensato che fossi andato a cercarti uno
Starbucks in questo posto abbandonato da dio” gli disse Reira,
continuando a rabbrividire.
“E
tu ti sei preoccupata per la mia salute immagino...?” le
rispose lui sogghignando.
Lei
rise, una risata freddolosa, ma che riscaldò entrambi.
“in
realtà volevo venire con te” confessò.
“Là
dentro non ce la facevo più”
Mikey
per tutta risposta la strinse ancora di più contro il suo
petto, soffiandole dietro l'orecchio e scompigliandole I capelli già
di se disordinati. Senza parlare, si dissero mille cose, non
distogliendo mai lo sguardo dalla neve che li circondava.
Reira
era ancora incredula di quello che le stava accadendo. Nemmeno un
mese prima era spiaccicata sul suo divano, senza alcuna voglia di
uscire dal suo guscio di dolore e rabbia, con lo sguardo fisso contro
un invisibile muro nero, che si era costruita per tagliarsi fuori da
tutto...e ora...e ora era tra le braccia di una persona spettacolare,
il suo specchio, l'altra faccia di se stessa, entrambi spaccati in
due dallo stesso fato. Si stavano aiutando a incollare i pezzi, e
fino a quel momento tutto stava andando così bene, che Reira
cominciava a sentire il prurito della paura farsi strada in lei. Non
era piacevole ma le teneva fermamente incollata al suolo, niente voli
pindarici per lei, niente sogni a occhi aperti. Non era ancora il
momento per tornare a vivere sulle nuvole., forse quando avrebbe
ritrovato l'equilibrio per stare in piedi senza bisogno di appoggio,
avrebbe rispolverato le sue piccole ali nere e sarebbe tornata a
volteggiare.
In
quel momento preferiva godersi quello che la vita le stava a piccole
dosi regalando, un posto dove stare, delle persone da amare, e Mikey
al suo fianco.
Erano
in tour da ormai due settimane e si stava rivelando un esperienza
davvero surreale, vedere tutti i meccanismi che facevano andare
avanti una band, le cose che succedevano tra uno show e l'altro,
lasciava ogni volta Reira sconvolta e su di giri. La faceva impazzire
il momento prima dell'uscita in scena, quando era dietro le quinte e
le luci si spegnavano, la folla andava in delirio puro, mani
cominciavano a battere, urla chiamavano la band a gran voce, poteva
sentire il pavimento sotto di lei tremare, e l'eccitazione crescere,
i battiti di diecimila cuori ad un sol ritmo la trascinavano via
verso un universo nuovo, un emozione mai provata prima, un attesa che
la bruciava, e poi arrivava l'attimo più bello, Mikey le si
avvicinava, lei lo abbracciava dandogli sempre un leggero bacio
prima che lui salisse sul palco, e quando tutti e cinque erano
posizionati , Bob con le sue bacchette dava il via allo spettacolo,
un boato meraviglioso riempiva l'aria, e tutto diveniva perfetto.
Reira
non aveva mai assistito a niente di simile, e ringraziava chiunque
fosse lì sopra per quello che stava provando. Ogni minuto
delle due ore di concerto, coincideva con un brivido lungo la sua
spina dorsale che non accennava a fermarsi...
Anche
quella sera in Nevada, il palazzetto era pieno, l'eccitazione della
folla era fitta come la nebbia, si poteva quasi vedere la loro
felicità, la loro stanchezza, la loro attesa, salire in grandi
ondate verso di loro.
Mikey
era dietro le quinte, osservando la performance del gruppo di
supporto, tutti gli altri erano sparsi intorno a lui, qualcuno
parlava al telefono, qualcuno coccolava la propria ragazza, qualcuno
come lui, era assorto tra i suoi pensieri, concentrandosi per la
nuova perfomance...”Al, avrei tanto voluto che vedessi tutto
questo” disse in un sospiro, perché in un attimo gli
tornarono in mente tutte le volte che lei l'aveva aspettavo al varco
con il sipario, quando tornava ad essere solo Mikey, quando non era
più assalito da migliaia di fan, quando l'unica persona che lo
adorava era lei.
“Ti
amo, Al” disse a stesso, perché lui l'amava ancora e
non avrebbe mai smesso.
Proprio
in quel momento davanti a lui vide Reira, che avvicinandosi per
abbracciarlo aveva sentito tutto.
Sulla
sua faccia non c'era rabbia, non c'era gelosia, ne dolore.
Era
solo vuota. Come se tutto il sangue fosse defluito verso il basso,
come se la vita tutto ad un tratto l'avesse abbandonata. Sapeva che
non era possibile smettere d'amare una persona, e sopratutto che
persona, sapeva che Mikey l'amava ancora con tutto se stesso, l'aveva
sempre saputo, eppure si sentì mancare la terra sotto I piedi,
e pur di non soffrire di nuovo, si chiuse, diventò una parete
bianca, colorata da una vernice lavabile, dove tutte le emozioni del
mondo potevano scorrere senza lasciare traccia.
Mikey
sentì una fitta.
Un
dolore allucinante.
La
loro era un empatia talmente forte che gli bastò vederla in
quello stato per capire, come al solito tra di loro non c'era bisogno
di parole.
Si
avvicinò per stringerla a sé, e sorreggerla.
Reira
gli si strinse conto per sussurrarli all'orecchio quelle che
sarebbero state le ultime parole che si sarebbero scambiati in mesi.
“Ti
amo, senza remore, e so che tu mi ami, so che ami lei e la amerai per
sempre, per questo me ne vado, non sai cosa darei per rimanerti a
fianco, ma dobbiamo capire entrambi cosa vogliamo e se stiamo così
vicini non ce la faremo mai”
Mikey
sentì calde gocce salate affiorargli agli occhi e sentì
la guancia bagnata dalle lacrime di Reira. Voleva urlarle di restare,
voleva dirle che senza di lei non ce l'avrebbe fatta.
Ma
non fece nulla di tutto questo.
Era
giusto così.
Il
tempo avrebbe deciso per loro.
La
guardò per l'ultima volta, e la baciò, assaporando ogni
attimo.
Poi
la scostò da se e le disse “vai”
Lei
si voltò, si allontanò, ma prima di scomparire dalla
sua vista, gli sussurrò un ultima frase...
“Rome
wasn't build in a day”
E
Mikey capì. Non era un addio il loro, ma solo un arrivederci e
sorrise, perché
quando si sarebbero rivisti, lei sarebbe stata sua per sempre.
“Che
Roma sia” disse all'ombra di lei, ormai lontana.
@Frozen
tear ,vampireknight
, ginny19, Muny_4Ever , mcr_girl , MiKeYwAy4EvEr ragazze
scusate per il ritardo, scusate perchè non vi ringrazio come
si deve, ma è un mese pazzo non ho tempo nemmeno di
respirare!VI MANDO UN BACIO GRANDE
ps.
tra domani e dopodomani pensò che posterò anche gli
ultimi due capitoli
Questo è l'ultimo vero e proprio capitolo della storia, il
prossimo saranno solo poche righe di commiato. Spero che questa fic
vi abbia regalato qualcosa, a me sicuramente ha dato tanto, ci siamo
fatte compagnia nel passaggio dal fanatismo scatenato a un affetto
onnipresente, che non vive necessariamente in pubblico, ma è
diventato piuttosto un amore personale e intimo da condividere con le
amiche più care. Loro, i nostri eroi, sono grandi perchè
con la loro musica riescono stranamente a unire le persone più
disparate, a farle sentire immediamente parte di qualcosa, ed è
forse per questo che scrivo fic su di loro, per esplorare meglio
questa magia che aleggia intorno ad essi e ringraziarli ogni
giorno...ma sopratutto grazie a voi che siete arrivate fin qui,
grazie di cuore.
“Rome wasn't build in a day...”
I'm having a daydream,
we're getting somewhere I'm kissing your lips and running fingers
through your hair I'm as nervous as you 'bout making it
right Though we know we were wrong, we can't give up the fight Oh
no
'Cause you and me we're meant to be Walking free in
harmony One fine day we'll run away Don't you know that Rome
wasn't built in a day
Da
una piccola Twingo parcheggiata in doppia fila, Ale
stava urlando di tutto alle sue amiche che, senza alcun
pudore, l'avevano lasciata da sola a parcheggiare la macchina, nel
labirintico parcheggio del Palalottomatica.
Era
mattina presto, un bel mercoledì mattina soleggiato di marzo,
Roma era stranamente silenziosa, forse anche lei era ,come Ale, in
febbrile attesa del concerto dell'anno, perché dopo due anni
finalmente ce l'avevano fatta, era tornati in Italia e per di più
a Roma, nella sua bellissima città, nella meravigliosa
capitale. E lei aveva i biglietti, tre bei pezzi di carta gialli e
blu che certificavano che lei, e le sue amiche ovviamente, sarebbero
entrate al parterre, e non riusciva a smettere di guardarli, erano
più che molecole di cellulosa unite, erano la chiave per un
universo stupendamente oscuro, per due ore davanti a loro, 120 minuti
di pura follia, e migliaia di secondi di amore trattenuto per troppi
mesi.
L'attesa
sarebbe stata lunga, ma il sole era dalla loro parte, avevano cibo e
bevande, Ipod carichi fino a scoppiare e libri,. In qualche modo
sarebbero arrivate sane e salve all'apertura dei cancelli.
Tra
una marshmellow, centinaia di M&Ms, e miliardi di chiacchere si
fecero le 8, e in cancelli vennero aperti, in prima fila Ale scattò
come una saetta, si preparava a quel momento da mesi, era quasi
arrivata al punto di mettersi a fare ginnastica per avere più
fiato, aveva desistito infine dall'idea, ma stava comunque andando
alla grande.
A
fianco a lei c'era una ragazza strana, l'aveva notata già
mentre facevano la fila, era sola, non aveva detto una parola a
nessuno e non aveva magliette della band o qualsiasi altra cosa che
facesse capire che sarebbe andata al concerto, se non il suo sguardo
fiero e attento, che collimava perfettamente con la sua carnagione
chiara e i suoi lineamenti orientali. Non sembrava stesse
andando ad un concerto,la
sua era un espressione diversa, era come se stesse per rivedere
l'amore della sua vita dopo anni, c'era una fibrillazione nei suoi
occhi, come se da un momento all'altro avesse potuto scardinare I
cancelli e correre verso il palazzetto,
era più di una fan, nei suoi occhi c'era gioia..
Nell'arco
di pochi minuti erano davanti al palco, lei e le sue amiche
posizionate proprio sotto all'asta del microfono, la ragazza
giapponese invece era proprio sotto il punto dove Mikey si sarebbe
messo. Sembrava in un altro mondo, Ale non poteva fare a meno di
fissarla per scoprire cosa c'era dietro quella facciata, sentiva un
impulso irrefrenabile di sapere la sua storia. Non capiva perché,
ma sapeva che quella ragazza era molto più che una fan. I suoi
occhi erano rivolti al palco ed erano fissi sull'amplificatore del
basso, come se accanto ad esso vedesse già la persona che
l'avrebbe suonato, e ticchettava con la mano sulla transenna seguendo
il ritmo di una canzone sconosciuta. Quando la folla iniziò a
riempire il palazzetto, divenne sempre più difficile per Ale
osservarla, ma ogni tanto si sporgeva e scrutava il suo volto.
Quando
la band di supporto iniziò a suonare la perse completamente di
vista, e si lanciò a pieno ritmo nelle canzoni, dimenticandosi
di ogni cosa intorno a lei, ma, una volta che il gruppo finì,
I suoi occhi caddero di nuovo su di lei, e la vide piangere mentre si
spegnevano le luci, e I My Chemical Romance si apprestavano a salire
sul palco. Uno per uno si posizionarono nei loro consueti posti e
presero in mano gli strumenti.
Gerard,
sempre più bello già si agitava sul palco, Bob
tranquillo apriva le bacchette, Ray accordava la chitarra, Frank
rotolava per il palco facendo cenni di saluto a qualcuno dietro le
quinte, probabilmente a sua moglie che si rumoreggiava fosse incinta.
L'unico immobile era Mikey, guardava verso la folla, come a cercare
qualcuno, come se aspettasse qualcosa che non era sicuro sarebbe
arrivato.
Ale
era inquieta, immersa in un presagio, sentiva che questo non sarebbe
stato un concerto come tutti gli altri, sarebbe successo qualcosa di
eccezionale e indimenticabile.
Quando
la band iniziò a suonare si lasciò tutti quei pensieri
alle spalle, facendosi completamente invadere dalla musica, da quelle
magiche note che le facevano compagnia ogni giorno e ora erano ancora
più potenti e emozionanti, le penetravano nella pelle,
cancellando ogni dolore, lasciandola piacevolmente anestetizzata da
preoccupazioni o rabbie.
Li
amava, amava quei cinque ragazzi come se fossero parte della sua
famiglia, e voleva che fossero tanto felici quanto le loro canzoni
rendevano felice lei.
Durante
l'assolo di chitarra di Famous Last Words ad un certo punto vide
Mikey avvicinarsi a Gerard e indicargli qualcuno tra la folla con
gesti scoordinati che denotavano un emozione a lungo contenuta.
Quel
qualcuno era proprio la strana ragazza giapponese che aveva tanto
attratto l'attenzione di Ale. Immediamente la ragazza volse il suo
sguardo verso di lei, accorgendosi che stava fissando Mikey,
facendogli impercettibili segni con lo sguardo. E in un istante
successe di tutto, Gerard prese il microfono e fermò la
musica, facendo giusto cenno a Bob di continuare ad andare avanti con
la batteria.
“Scusate
ragazzi per l'interruzione, ma c'è Mikey che ci terrebbe a
salutare qualcuno di molto importante per lui” disse Gee in
inglese ,molto lentamente, sperando di essere capito.
Mentre
Gerard spiegava al pubblico cosa stava succedendo Mikey posò
il basso a fianco a lui, e si diresse verso il bordo del palco. Ale
non poteva credere ai suoi occhi.
“Sta
scendendo giù” si disse, sporgendosi più che
poteva per godersi la scena.
Stava
correndo giù per lei. L'aveva vista e non ce l'aveva fatta ad
aspettare la fine della canzone per raggiungerla. Ale sentì un
brivido lungo la spina dorsale, il brivido che ti percorre quando
stai assistendo a qualcosa di magico.
Lo
vide saltare giù e percorrere in un secondo lo spazio che li
divideva, fece cenno alla security di aiutarlo a tirarla fuori dalle
transenne, e appena lei ne uscì non le diede neanche il tempo
di respirare, tirandola a se e stringendola con passione.
Lei
a sua volta gli si strinse contro sussurrandogli qualcosa
all'orecchio, lui non la fece finire, baciandola come se non ci fosse
un futuro, come se fosse la prima e l'ultima volta, come se il mondo
intorno a loro non esistesse più.
E
Ale incantata da quella scena, cercava la macchinetta fotografica
nella minuscola borsa a tracolla per immortalare il momento, sapeva
che ci sarebbe stato tempo per scoprire chi era quella misteriosa
ragazza che aveva rubato il cuore al suo bassista preferito, ma in
quell'istante voleva avere un pegno da portare con lei, non tanto per
ricordarsi che aveva visto Mikey Way baciare una ragazza al concerto,
ma per ricordare a se stessa che quello che lei cercava e non aveva
ancora trovato, in qualche parte nel mondo esisteva, ed era
bellissimo, esattamente come lo aveva immaginato.
@mcr_girl :grazie cara *___* me davvero commossa alle tue
parole, anche io non volevo finirla, ma mi sono detta, meglio una fic
finita come si deve, che una roba lasciata a metà, e quindi
eccomi qua col vero ultimo cap della storia, spero ti piaccia e
grassie per essere arrivata fino qui.
@vampireknight: twin che posso dirti, senza te e nipots questa
fic non esisterebbe, il resto già lo sai...grazieeeeeeeee
tvunkancdian come direbbe una brava bimbaminkia XDXD
e Grazie a tutti coloro che l'hanno seguita, chi non ha mai scritto,
chi ha smesso di commentare e chi l'ha letta sin dall'inizio. GRAZIE
GRAZIE GRAZIE
Follow through
Make your dreams come true
Don't give up the fight
You will be alright
Cause there's no one like you in the universe
Don't be afraid
What your mind consumes
You should make a stand
Stand up for what you believe
And tonight
We can truly say
Together we're invincible
(Invincible,
Muse)
Due figure coperte da per mano camminavano mano per mano
in un Villa Borghese deserta e ancora coperta da un manto di nebbia lasciato
dalla gelida notte romana. I loro passi erano lenti e cadenzati, non avevano
uno scopo o una metà, la fretta non si era ancora impadronita di loro,
passeggiavano come due amanti che si erano appena ritrovati, che in un silenzio
carico di aspettative godevano dellareciproca presenza.
In quel momento Ale, ancora
mezza addormentata era sul solito autobus che l'avrebbe portata a lavoro e
guardava distrattamente fuori dal finestrino, ripensando al concerto della sera
prima, insolitamente senza cuffiette nelle orecchie, cercando di tenere il più
possibile nella sua mente le meravigliose note che avevano invaso tutti I suoi
sensi la scorsa notte.
Due persone che camminavano vicino alla fontana della
villa attrassero la sua attenzione, nessuno di solito passava di lì a
quell'ora.
In pochi secondi le aveva già superate ma la loro
immagine persistette nella sua memoria, e più ci pensava più sentiva di
conoscerle,quelle due persone che le
avevano regalato uno dei più bei momenti della sua vita.
Non sapeva se fossero davvero loro, ma lo sperava
davvero.