Why not me?

di Eli__s
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue. ***
Capitolo 2: *** I ***



Capitolo 1
*** Prologue. ***


-Prologue


Presi un lungo tiro dalla mia sigaretta sputando un po’ di fumo sul viso della mia migliore amica, Elise, che tossicchiò un po’.
“Non capisco perché continui ad ucciderti i polmoni con quella roba” disse, sventolandosi la mano davanti alla faccia per evitare che altro fumo passivo le entrasse nei polmoni. Alzai le spalle, noncurante della sua osservazione. La verità era che io continuavo a fumare solo per il senso di relax che si avvertiva subito dopo, del sapore che lasciava in bocca, delle dita che odoravano di tabacco. Non mi importava se mi sarei presa un tumore ai polmoni, volevo solo rilassarmi.
“Comunque –continuò Elise- Louis dovrebbe arrivare a momenti, ha detto che porta anche un suo amico” disse eccitata. Louis era la sua nuova fiamma. Un tipo decisamente perfetto per lei. Occhi azzurri, sorriso malandrino, fisico tonico, alto. Secondo Elise era un dio greco. Lanciai lontano da me il rimasuglio della sigaretta ormai finita e buttai fuori il fumo dell’ultimo tiro, girai verso Elise e le sorrisi. Elise era il mio opposto; sempre garbata con il sorriso sulle labbra, solare, socievole, parlava sempre, era perfettina, con degli ottimo voti a scuola, non aveva mai deluso i suoi genitori. Io, invece, facevo l’idiota in continuazione, ma non parlavo quasi mai, il mio abbigliamento era sempre trasandato e abbastanza svogliato, della scuola non me ne importava più di tanto e le delusioni per i miei genitori ormai erano un’abitudine, fumavo, facevo il bagno al mare in reggiseno e mutande, non mi vergognavo dei ragazzi che stavano intorno, la verginità ormai non faceva più parte di me da anni e non me ne facevo un problema. Non avevo una relazione stabile da due anni circa, ma non me ne importava tanto.
”Oh, eccoli!” esclamò Elise, saltando sul posto. Corse incontro a Louis, saltandogli addosso e allacciandogli le braccia al collo. Io rimasi in disparte, camminando lentamente e vedendo come quel tipo rendeva felice la mia migliore amica. Louis le schioccò un bacio sulla guancia e poi la lasciò a terra, circondandole le spalle con un braccio.
“Ciao Janira –fece a me- questo è Harry. Harry, lei è Janira” disse il ragazzo indicando prima me e poi il tipo al suo fianco. Alzai lo sguardo e ciò che vidi mi meravigliò, più di quanto mi meravigliai appena vidi Louis. Un ragazzo alto, spalle larghe, capelli ricci, sorriso perfetto incorniciato da fossette e occhi meravigliosamente verdi mi stavano osservando, con un pizzico di malizia. La sottile linea delle sue labbra rosee si curvò ancora di più quando mi guardò.
“Piacere di conoscerti” disse tendendomi una mano. La strinsi, gli rivolsi un sorriso e poi calai la mano nella tasca della mia giacca per prende il pacchetto di sigarette e accendermene un’altra. Lui fece le mie stesse mosse e mentre i mi stavo accendendo la mia mi disse “scusa, puoi prestarmi l’accendino”. Gli e lo porsi, non guardandolo in faccia e aspirando lentamente il tabacco della sigaretta. Appena finì di accendersela mi rimise l’accendino nella tasca dove precedentemente avevo riposto le sigarette. Sorrisi, imbarazzata e poi ci incamminammo, dietro Elise e Louis che chiacchieravano animosamente.
“Allora, Janira –iniziò lui- da quanto tempo sei amica con Elise?” mi sorpresi della domanda. Avevo pensato a tutte le possibili domande che mi potesse fare, ma questa proprio mi lasciò spiazzata. “beh, diciamo da quando eravamo nella pancia delle nostre madri, sai, sono migliori amiche anche loro” spiegai  mentre finivo la sigarette e me ne accendevo un’altra. La presenza di quel tipo, Harry, mi rendeva nervosa, non sapevo perché, e quando ero nervosa l’unica cosa che potevo fare era fumare. “Capito” disse mentre si girò verso di me. Mi osservava e questa mi stava rendendo ancora più nervosa.
“Che guardi?” chiesi, dopo un po’ che mi osservava. Era snervante, e anche alquanto imbarazzante.
“Niente, sei bella quando fumi” arrossì leggermente, pregando che lui non se ne fosse accorto.
“Stai dicendo che normalmente non sono bella?” dissi acidamente.
“Sì, sei bellissima, ma quando fumi sei molto affascinante e attraente” sorrisi, coprendomi la bocca con la sciarpa bianca che mia aveva regalate l’anno prima Elise.
“Non so se prenderlo come un complimento o come il commento di un pazzo psicopatico” scherzai buttando a terra il mozzicone di quella terza sigaretta. Harry sorrise e mise le mani nelle tasche dei suoi pantaloni.
“Un po’ tutti e due” disse, lanciandomi uno sguardo fugace.


 

 


Ciao, belle ragazzuole.
Questo è il prologo della mia prima fanfic. Che dire, spero che vi inizi già ad interessare, perché ho un sacco di idee carine per questa storia, davvero.
Ringrazio già chi recensirà, metterà tra le preferite-seguite-ricordate e anche chi leggerà soltano.

Ah, un'altra cosa; volevo ringraziare Giulia che mi ha corretto il prologo e mi ha detto se era guardabile, ahahah. Grazie ancora, tantissimo.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Un bacio, Eli__s

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Capitolo 2
*** I ***


“La maggior parte delle donne oneste
sono tesori nascosti che non corrono rischi
 soltanto perché nessuno li cerca.”

 
 
“E poi, poi.. mi ha baciata. Cioè, Janira ti rendi conto? Louis William Tomlinson che bacia me, Elise Harris” sentivo la mia migliore amica uscire pazza per quel bacio che le aveva dato Louis. Che poi, si potesse chiamare bacio, le ha solo sfiorato delicatamente l’angolo sinistro delle labbra, non mi sembra un bacio tanto appassionante.
“Okay Elise, però adesso calmati per favore. Stai uscendo pazza da più di un quarto d’ora, te ne sei accorta?” cercai di calmarla, afferrandola per le spalle e muovendola leggermente.
“Sì Janira, me ne sono resa conto, ma pensaci; Louis, Louis Tomlinson, mi ha baciato. Era la cosa che sognavo da quando ero una piccola bambinetta con gli ormoni alle stelle. E sapere che ho una minima possibilità con lui mi rende la ragazza più felice al mondo” spiegò, divincolandosi dalla mia presa e tirandosi i lunghi capelli biondi all’indietro. Mi buttai sul letto rassegnata che quella sarebbe stata una lunga nottata in sua compagnia. Probabilmente saremmo restate sveglie tutta la notte a parlare del suo bacio/non-bacio con Louis Tomlinson, l’amore della sua vita. Quello era stato probabilmente il pomeriggio peggiore della mia vita. Dopo aver chiacchierato un po’ con Harry, mi aveva inviato un messaggio Hope, scrivendo che mi avrebbe raggiunta al Crystal Bar per farmi un po’ di compagnia. Un fine nobile e gentile, peccato che non lo avesse rispettato. Appena arrivata al bar aveva messo gli occhi su Harry e, non se lo fece ripetere due volte, ci provò come solo lei era stata capace di fare. Io avevo passato il mio pomeriggio ad andargli dietro, come fa un buon cane con il suo padrone, finendo così due pacchetti di sigarette e aver fatto per il resto della giornata il famoso ‘terzo in comodo ’. Quello che poteva rivelarsi un pomeriggio carino, in compagnia di una persona simpatica e socievole, si era rivelato un vero e proprio incubo. Le maledizioni che inviai sulla mia amica Hope erano quasi un complimento, rispetto a ciò che le volevo fare. Avevo iniziato ad odiarla e mi accorsi di odiare anche Harry quando mi fece versare addosso il caffè appena comprato. Avevo mandato a quel paese tutta la mia calma e la mia finezza in quell’istante, me ne ero andata a casa e poi, dopo un messaggio di Elise, ero andata a casa sua. Non lo avrei mai fatto, se avessi saputo cosa mi aspettava. Ore e ore di reso conto della sua giornata con Louis, non lasciandomi neanche lo spazio di dire una parola.
“Jani, a cosa stai pensando?” mi chiese la mia amica, sedendosi vicino a me sul suo grande letto matrimoniale. Sospirai e mi presi la testa tra le mani.
“Ehi, c’è qualcosa che non va?” chiese ancora Elise, preoccupata.
“Niente Elise, tranquilla. E’ solo che è stata una brutta giornata” risposi, il tono basso e flebile.
“Perché, non ti sei divertita con Harry?” mi posò una mano sulla spalla, appoggiandocisi sopra.
“Se tu intendi divertimento andare dietro come un cagnolino a Harry e Hope, fumarsi due pacchetti di sigarette per il nervosismo e farsi versare addosso un caffè appena comprato da un idiota patentato, allora sì, mi sono divertita molto” risposi acidamente.
“Ne vuoi parlare?” mi fece l’ennesima domanda Elise. Alzai la testa per incontrare i grandi occhi verdi della mia migliore amica. Mi guardavano interessati e realmente dispiaciuti per il pomeriggio di merda che ero stata costretta a trascorrere.
“E’ solo che pensavo si potesse stare bene in compagnia di quel ricciolo, ma appena ha visto quella bravissima donna da strada, qual è Hope, il suo testosterone è andato alle stelle, ha iniziato a sbavare sul suo seno e se ne è infischiato di me, buttandomi pure addosso il caffè. Dico io, si può essere più imbecilli? E io che mi stavo illudendo!” mi sfogai finalmente, tirando pugni al materasso sotto di me.
“Dai, sai com’è Hope. Appena vede un ragazzo i suoi ormoni salgono alle stelle. Non te la devi prendere” cercò di consolarmi Elise, accarezzandomi piano la spalla.
“Non me la sto prendendo, sto solo dicendo che poteva evitare di buttarmi il caffè addosso, visto  come mi ha trattata tutta la giornata, anche se l’inizio non era male. Cercava di fare tutto il carino e il dolce, ma dovevo immaginare che era tutta una burla” spiegai, ancora con la faccia contro il materasso. Passammo la serata così, contrariamente a quanto pensavo. Io con  la faccia sul materasso e lei a consolarmi e a cercare di farsi perdonare per avermi lasciata sola con Harry. Ma alla fine non ce l’avevo con lei, voleva stare sola con Louis e io la rispettavo.

-Harry.
“Sei un coglione, Louis Tomlinson. Trovi una delle ragazze migliori di tutta Holmes Chapel e tu non le dai neanche un bacio decente?” gridai, inorridito dal comportamento del mio migliore amico. Louis sospirò e si lasciò cadere sul letto con un sospiro teatrale.
“Elise mi piace davvero tanto, non voglio correre o metterle fretta” spiegò lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Quello non era il Louis che conoscevo. Il Louis che conoscevo non si faceva problemi, poteva scoparsi anche una tizia appena incontrata, a lui non importava.
“Come la fai lunga, Tomlinson” dissi, deridendolo un po’.  
“Tu, piuttosto, che hai fatto con Janira?” mi chiese. All’inizio lo guardai stranito, non capendo la sua domanda, poi mi ricordai della massa informe di capelli castani, del fisico snello, degli occhi verdi, le labbra carnose e rosee, della sua voce, del suo modo di fumare, il suo nascondersi dietro la sciarpa bianca quando si sentiva a disagio, il rossore sulle sue guance a causa del freddo, il suo profumo. Era tutto bellissimo. Ogni parte di lei era bellissima. E allora perché non la ricordavo? Perché avevo passato un intero pomeriggio ad ignorarla, versandole anche il caffè addosso?
“Allora?” mi domandò ancora Louis, insistente. La verità era che Janira mi aveva colpita dal primo momento in cui l’avevo guardata. Non era la solita figa che piace a tutti. Aveva una bellezza tutta sua, che la rendeva unica e inimitabile.
“Niente Louis, dopo un po’ ci ha raggiunti una sua amica e ad un certo punto non me la sono più ritrovata” spiegai, gesticolando un po’. Louis mi guardò come se non avesse capito niente.
“Come non te la sei ritrovata più?” chiese stranito.
“Ad un certo punto mi son girato e lei non c’era più. Svanita nel nulla” dissi, mimando una nuvola di fumo con le mani. Poi mi ricordai. Si era arrabbiata, tantissimo. Le avevo versato addosso il caffè addosso dopo quella giornata infernale che le avevo fatto passare, non potevo biasimarla se avesse deciso di mandarmi a fanculo e andarsene.
“Ma a cosa stavi pensando, Harry?” mi chiese Louis un po’ adirato per il mio comportamento da bambino immaturo.
“Dai Lou, non te la prendere così. Ci ha raggiunti una sua amica, Hope, e, come dire, non ci ho visto più” spiegai, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. La verità era che mi sentivo tremendamente in colpa per ciò che avevo fatto passare a Janira. Lei mi piaceva, mi piaceva davvero. Mi piacevano i suoi capelli, i suoi occhi, il suo modo di fumare, le sue gambe, il suo modo di vestire. Eppure come avevo visto Hope non avevo capito più niente.
“Sembri un ragazzino con la sua prima cotta, Styles. Ti fai prendere troppo dal tuo amichetto che hai nelle mutande e non pensi alle conseguenze delle tue azioni” spiegò Louis, come se fosse il superiore. Era il più grande, ma questo non gli dava il diritto di trattarmi come se fossi un bambino.
“Stai calmo, Tomlinson. Ti voglio ricordare che prima di Elise anche tu eri così. Non venire a fare da me il grande perché non ce n’è il bisogno” controbattei io.
“Come sono maturato io, dovresti farlo anche tu. Non puoi continuare ad usare le ragazze. E se io l’ho capito in ventuno anni della mia vita, tu devi capirlo in diciannove della tua, visto che hai la fortuna di avere un amico più grande e che ha fatto un po’ di esperienze in più di te. E poi sai benissimo che io ho iniziato ad ‘usare’ –disse mimando le virgolette con le mani- le ragazze, dopo la mia storia con Hannah”. Louis aveva ragione, e io lo sapevo, solo che ero così orgoglioso da non volerlo ammettere. Ero cresciuto con la convinzione di avere sempre ragione e, se mi rendevo conto che avevo torto, combattevo per non far pensare agli altri che ero una persona di parola e che seguiva le sue idee. Così stava succedendo con Louis in quel momento. Aveva pienamente ragione, ma io continuavo a litigarci perché ero stato abituato a farlo. Scrollai le spalle, noncurante del pensiero di Louis e mi diressi in cucina, intento a prendere un succo di frutta. Presi un bicchiere e la bottiglia con il succo e chiesi al mio amico se ne voleva un po’. Lui scosse la testa e fece una faccia schifata.
“Comunque, Hope è carina” dissi io, cambiando completamente discorso. Louis mi guardò con uno sguardo malandrino e malizioso. “Insomma, è bella, simpatica, è un po’ stupida, ma non fa niente, e poi a quanto mi è sembrato non è una ragazza affidabile, di quelle da una botta e via” continuai, descrivendola al ragazzo di fronte a me.
“La ragazza perfetta per te, Styles” mi stuzzicò lui. Io sorrisi.
“Dai, non mi fare così cattivo. Mi voglio solo divertire, sono troppo giovane per pensare alle relazioni serie” dissi io, difendendomi e prendendo un sorso di succo dal bicchiere. “Arriverai a settant’anni e io ti verrò a trovare in una casa di cura e sarai solo come un cane” scherzò lui, dandomi una spallata mentre andava al frigorifero e prendersi una coca-cola.
“Harry Styles non sarà mai solo. Almeno fino a quando questi occhi verdi continueranno a brillare e le fossette regneranno ancora su questo visino angelico” risposi io, facendo un sorriso innocente e facendo sbattere ripetutamente le palpebre.




Ciao belle bimbe.
Non sono morta, visto? la rete internet avevo deciso di fare vacanza in questi giorni, che gioia.
Comunque, passando al capitolo. Si sta comincindo ad entrare nella storia, con il disprezzo nei confronti di Harry da parte di Janira e il fatto che il nostro ricciolo dagli occhi color smeraldo è rimasto totalmente ammaliato dalla bellezza di Janira. Come andraà avanti? Dadadaaaaaaan. Appuntamento alla prossima puntata *strizza un occhio in modo ridicolo*.
Tornando serie; vorrei ringraziare le ragazze che hanno messo il prologo tra le seguite-ricordate e anche quelle che hanno semplicemente letto. Che dire, spero che questo capitolo vi piaccia. Ci vediamo al prossimo aggiornamento.
Un bacio, Elisa.        
                                             

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