Flimsy ∞

di iviaggipsicadelici
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. Essential ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. Born ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Stronger ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. Smooth ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. Broken ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. Mistake ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. E-Motionless ***
Capitolo 8: *** The Letter ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. Essential ***


 

                               

 

Questa non è una di quelle storie che finisce bene.
Questa non è come una di quelle storie che alla fine vivono tutti felici e contenti,questa è una di quelle storie dove solo uno dei due vive,felice o non.

Mi ricordo la prima volta che lo incontrai,era bello,era bello davvero.

Mi sedetti vicino a lui e mi sorrise,da quel giorno,quel suo sorriso divenne la mia ragione di vita.

Era settembre,la nostra storia iniziò ancor prima di iniziare.

Il primo passo fu di stringerci la mano.

La sua presa mi faceva sentire sicuro.
Non ci importava del giudizio della gente,noi eravamo così e nulla ci avrebbe mai cambiato.

Man mano la storia divenne più complessa,più articolata e ci fu il primo bacio.

Era una bella serata,fine ottobre.

Dopo aver mangiato decidemmo di fare una passeggiata,lui mi guardava e io guardavo lui.

I nostri sguardi si toccavano,facevano l'amore.
Non ricordo come successe,un attimo prima eravamo distanti,uno da un lato e uno dall'altro e un attimo dopo eravamo lì,avvinghiati tra di noi,con le nostre bocche vicine.

I suoi occhi azzurri mi facevano impazzire.
Vedevo l'orizzonte in quei occhi,vedevo la mia salvezza,vedevo la mia vita insieme alla sua.

Poi ci fu' la prima volta.

Eravamo imbarazzati e impacciati.

Ci siamo toccati a vicenda e poi il resto è uscito naturale.

Era bello la mattina svegliarsi tra le sue braccia,sentire il suo fiato che mi avvolgeva.

Mi stringeva la mano.

Tutta la notte la stringeva e io stringevo la sua.

Eravamo due luci abbandonate,non abbastanza luminose per vivere da sole,ma abbastanza forti insieme da sconfiggere l'oscurità.

Le cose andavano bene,fin troppo bene.

Ci dichiarammo a scuola e inizialmente sembrava non dar fastidio a nessuno,ma poi pian piano i guai iniziarono.
Ben presto ci furono delle complicazioni e lui iniziò a essere vittima di bullismo.
Io no.
A me mai nessuno mi toccò.
Continuammo a vederci,ma adesso di nascosto.

Continuavamo ad amarci,era quello che contava.

Ma le cose andarono sempre peggio,fino a quando arrivò da me con un occhio gonfio.

Gli chiesi cosa fosse successo.

Non rispose.

Cercai di ripeterglielo,ma mi cacciò.

Era la prima volta che non stavamo insieme.

Era la prima volta che iniziavo a sentire il peso di ciò che sono. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. Born ***


 



Lui mi sorrise,mi guardò e afferrò la mia mano.

La strinse forte e il mio cuore iniziò a battere come mai fece prima.

Passammo tutta la lezione di filosofia così,insieme.

Ci guardavano,ma non importava,esistevamo solo noi.

Si voltò verso di me e con una voce tremante mi chiese se volessi uscire quella sera.

Il mio cuore accelerò nuovamente.

Riuscii a muovere solo il capo in gesto di consenso.

Il cellulare finalmente vibrò e uscii di corsa da casa.

Non mi disse dove eravamo diretti finché non arrivammo.

Sembrava un luna park,si,qualcosa del genere,solo che abbandonato.

Salimmo su una giostra cadente e con le nostre mani unite iniziammo a viaggiare con la mente.

Quella notte parlammo di tutto.

Eravamo destinati.

Mi parlò di suo padre che era venuto a mancare l'anno prima,mi parlò di sua sorella che cadde in depressione e mi parlò di sua madre che si risposò qualche mese dopo la morte del marito.

Dopo il suo racconto,mi venne estremamente difficile raccontargli del forte legame tra me e mio padre e il filo sottile in cui ballavamo io e mia madre.

Gli raccontai che ero figlio unico e la cosa mi dispiaceva.

Poi iniziammo a parlare di musica e notammo immediatamente dei gusti simili.

Ci eravamo finalmente trovati.


La serata andò avanti così.

Non successe niente.

Era solo la stretta di quella mano che ci univa.

Da quella sera,i miei pensieri iniziarono a tormentarmi.

Non riuscivo a cacciarlo.

Non riuscivo a dormire senza pensare a lui.

Mi accorsi subito che era diverso,che non era solo una storiella da poco,che era qualcosa di grande,qualcosa di insostenibile,qualcosa che prima o poi ci avrebbe mandato alla deriva,ci avrebbe distrutto,ci avrebbe consumato.


Uscimmo quasi ogni sera.

Iniziammo a diventare inseparabili.

Iniziammo a diventare amanti.

La luna brillava sopra i nostri corpi,lui mi guardava e io guardavo lui.

Mi chiese a cosa stessi pensando.

A niente,risposi.

Lui scoppiò a ridere e mi disse che non era possibile non pensare a niente.

Allora gli dissi che pensavo a lui e pensavo a me,pensavo a me e a lui,insieme.

Questa volta sorrise.

“Allora ti piaccio?”
Arrossii visibilmente e lui lo notò.
“Ah,ti piaccio.”
Le mie guance presero fuoco.

Si avvicinò e mi accarezzò lieve il collo.

“Non aver paura”.

Mi baciò e io baciai lui.

Unico testimone,la notte.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. Stronger ***


Da quel bacio tutto cambiò.

Non avevamo più paura,eravamo diventati forti.
Non ci separammo più.

A scuola giravamo per i corridoi mano nella mano,non ci importava degli sguardi,noi eravamo perfetti così.

Mi tirò verso di lui e mi baciò.

Dormi con me”.

La sensazione che provai in quel momento non può essere descritta a parole.

E' lì che capii veramente quanto fosse diventato importante per me quello sconosciuto.

Sorrisi,non riuscii a farne a meno.

Mi spiegò che sua madre doveva uscire per lavoro e sua sorella,approfittando della assenza della mamma alpha,se la svignava per una notte.

Non riuscii a dirgli di no.

Alle 21 in punto mi presentai da lui,impacciato ed emozionato.

Non cenammo insieme,andammo direttamente in camera da letto,emozionati come due bambini alla vista di un gelato.
Era la prima volta per entrambi,almeno è questo che lui mi disse.

Ci baciammo,ci toccammo,ci stringemmo tra le lenzuola.

Potevamo sentirlo entrambi,l'amore che si espandeva sempre più forte e prepotente.

Facemmo l'amore più e più volte,silenziosi,cauti,docili.

Potevo sentire i suoi pensieri,potevo sentire le sue emozioni.

Eravamo collegati ora,riuscivo a sentire la sua voglia di me.

Fu' la notte più bella della mia vita.

Il suo calore contro il mio.

Io rosso e lui verde.

Io fuoco e lui acqua.

Dormimmo tutta la notte mano per la mano,ma questo lo ho già detto.

Quando mi svegliai,lui era lì accanto a me,ma la colazione era già pronta.

Sorrisi e gli diedi un piccolo bacio sulla guancia,svegliandolo.

Mi disse che si era svegliato un oretta prima,mi disse che preparò la colazione e poi tornò a letto da me,in modo che quando ci saremmo svegliati avremmo trovato tutto già pronto.

Era un pazzo.

Era uno svitato.

Ma io lo amavo.

Lo amavo con tutto il cuore.

Me lo disse prima lui.

Quella stessa mattina,mentre mangiavamo delle crepes leggermente annerite,pronunciò quelle due parole così piccole ma così grandi.

Ti amo”.
Rimasi scioccato.

Mi amava e io amavo lui.

Non poteva essere tutto così perfetto,era tutto ciò che avevo sempre desiderato,tutto ciò che mi era sempre mancato.

Scoppiai in lacrime,non riuscii a trattenermi.

Lui mi abbracciò e mi baciò.
“Ti ho spaventato,scusa,non dovevo..”
“No. Ti amo anche io”. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. Smooth ***






 

Le cose andavano bene,andavano più che bene.

Il nostro amore cresceva ogni giorno di più,il nostro legame divenne fortissimo.

Ma poi la corda iniziò a tendersi e le cose iniziarono a girare dalla parte sbagliata.

Nessuno ci aveva discriminato,nessuno aveva mai osato toccare la nostra relazione,ma da lì a poco le cose cambiarono.

Iniziò tutto quando Nicolò,è così che si chiamava,inciampò per sbaglio tra i piedi di un ragazzo che io e presumibilmente anche Nicolò,non conoscevamo.
Questo si girò verso l'uomo della mia vita e fece una faccia alquanto schifata.

Nell'aria c'era un odore acre,di marcio,di guerra.

Gli occhi del ragazzo sconosciuto brillavano di una strana ferocia.

Levati dal cazzo,frocio di merda”.

Quelle parole.

Rimbombarono per tutta la scuola.

O almeno così sembrò a me.

Nicolò sorrise.

Sorrise semplicemente.

Non disse niente.

Io invece volevo gridare,volevo lottare.

E lui si limitò a prendere e andarsene.

Lo raggiunsi velocemente e gli chiesi perché non aveva reagito.

Mai confrontarsi con una persona il cui grado intellettivo non sia pari o superiore del tuo,lo ripeteva sempre mio padre”.
Mi venne il magone.
I lucciconi e una strana sensazione allo stomaco.
Ora mi sentivo uno stupido.
Ora riuscivo veramente a capire del perchè io mi fossi innamorato di quel ragazzo.

Era perfetto,intelligente e bello.

Non risposi alla sua affermazione.

Gli afferrai la mano,semplicemente.

Ormai era divenuto il nostro modo per sostenerci a vicenda.

Era calmo,apparentemente.

Ma io lo sentivo,sentivo la sua agitazione e il suo nervosismo.

Riusciva a camuffare bene.

Io invece ero diventato visibilmente rosso e si poteva percepire una certa irritazione anche dal modo in cui camminavo.

Tornammo a casa e facemmo finta di niente,cercammo semplicemente di non pensarci.

Non potevamo pensarci,non dovevamo.

Mi sistemò il colletto della camicia a scacchi che portavo e mi diede un bacio sulla fronte.
“Affronteremo anche questo,insieme. Io e te.” 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. Broken ***


 






Passò qualche settimana.

Poi qualche mese.

Avevamo dimenticato tutto o forse facevamo finta.

Fingevamo fosse stato semplicemente un brutto sogno.

Quella sera dovevamo incontrarci a casa mia,ma lui non si presentò.

Era la prima volta che mi bidonava.

Lo chiamai.

Mi rispose seccato e scontroso.

Qualcosa non andava.

Non stemmo molto tempo al telefono,riattaccai io con una qualche scusa banale che ora non ricordo.

Mi preparai velocemente e mi diressi verso casa sua.

Dovevo vederci chiaro,dovevo sapere.

Mentre camminavo il fumo della sigaretta girava in avanti e poi tornava a sbattermi in faccia.

Il gelo mi atrofizzò le gambe.

I pensieri vagano veloci.

Iniziai a pensare al peggio,ma non potevo neanche immaginare.

Suonai al campanello.

Le mani rosse risaltavano nel buio della notte.

Era quasi mezzanotte.

Di colpo mi resi conto della grande cazzata che stavo per compiere.

Perchè ero lì?

Ma poi mi aprì.

Era visibilmente nervoso.
Il suo occhio era viola,quasi nero.

Rimasi sbalordito e gli chiesi cosa fosse successo.

Mi disse di andarmene.

Non me ne vado da qui finché non mi dici perché hai quell'occhio”.

Alla fine cedette.

Il suo patrigno scoprì la nostra relazione.

Una soffiata da qualche piccolo bastardello.

Un messaggio anonimo con delle nostre foto gli erano arrivate nella cartella di posta e lo aveva picchiato,lo aveva davvero picchiato duramente.

Ci sedemmo nel giardino,al buio,da soli.

Il fumo della sigaretta si confondeva con il vapore emesso dai nostri fiati pesanti.

Mi raccontò per filo e per segno tutto quello che successe.

Cercò di far ragionare quell'essere mostruoso ma non ne volle sapere.

Sua madre si mise in mezzo,ma tutto ciò che ottenne è un pugno in faccia.

Gli dissi che doveva far qualcosa,doveva reagire,doveva denunciarlo.

Scoppiò a piangere.

Iniziò a balbettare strane frasi,senza senso,grammaticalmente scorrette.

Cercai di calmarlo e a quel puntò capii cosa stava cercando di dirmi.

E' finita”. 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. Mistake ***


 


Me ne andai.
Scappai di corsa da quel giardino,senza voltarmi,con le lacrime agli occhi.

Respiravo,ma ero morto.

Non riuscivo ad alzarmi dal letto,il dolore era immenso.

Mi inviò dei messaggi,provò a chiamarmi,ma lo evitai.

Non potevo vivere senza di lui.

Il cuore ad ogni mio respiro sembrava quasi volesse scoppiare,forse per le troppe sigarette o forse per le troppe lacrime.

Venne a trovarmi Lydia,la mia migliore amica.

Era la ragazza più bella che io abbia mai conosciuto.

La sua pelle chiara,le sue labbra rosa e i suoi lunghi capelli rossi.

Era perfetta.

Cercò di tirarmi su il morale,cercò di farmi il solletico,ma niente aveva effetto.

Samuele,devi reagire”.

Come potevo?

Non ne avevo le forze,ero distrutto.

Poi feci un grosso errore.

Non so come successe esattamente,lei era lì,accanto a me,mi consolava e le sue labbra erano anch'esse lì a pochi centimetri dal mio volto e non resistetti.

La baciai.
Posai le mie mani lungo i suoi fianchi,continuando a baciarla.
Non ci fermammo.

La mattina seguente mi svegliai con la sua testa sopra il petto.

La svegliai piano,le dissi di far finta di niente,di dimenticare e lei acconsentì.

Eravamo entrambi del parere che era stato un grossissimo errore.

Bussarono alla porta.

Non mi andava di aprire.

Stravolto e ancora in mutande,mi precipitai a vedere chi era.

Aprii delicatamente la porta e di fronte a me c'era lui.

Teneva tra le mani un enorme mazzo di rose rosse.

Sorrisi e lui mi sorrise.

Scusa”.

Riuscì a dire solo quello,ma lo apprezzai.

Apprezzai le sue lacrime.

Gli strinsi la mano.
“Ti amo”.

Ma poi lasciò cadere i fiori a terra e potevo sentire il suo sconforto.

Dietro di me era arrivata Lydia,seminuda e spettinata.

Nicolò,non è come pensi!”
Cercai di trattenerlo,ma non ne volle sapere.

Lo avevo perso,di nuovo. 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. E-Motionless ***


In poco tempo ero arrivato ad non avere nulla.

Da che avevo il tutto tra le mani,il niente si era impadronito della mia anima.

Litigai persino con Lydia.

La rimproverai,la incolpai.

In realtà sapevo che non era affatto colpa sua,era mia la colpa,solo mia.

Non lo sentivo da giorni,non rispondeva ai miei messaggi,disperato e affogato nei miei stessi errori.

Futile,sciatto,senza anima,era così che mi stavo riducendo.

Sentivo il cuore nel petto che batteva giusto il necessario per permettermi di vivere,non correva più come un tempo,non correva più come quando lui mi abbracciava.

Ero nero.

Nero come il vuoto,come l'assenza.

Nero come il buio,nero come il mio io.

Ricevetti una chiamata inaspettata,era lui.

Risposi,con la voce tremante,ma non era ciò che mi aspettavo.
Chiamarono me perchè ero l'ultima persona ad avergli inviato un messaggio.

Un incidente,un motorino distrutto e Gabriele a terra,immobile.

E pure io lo ero,ero immobile,immobile immerso dentro il mio pianto che arrivò con prepotenza a travolgermi,come il camion che travolse il mio Gabriele.

La mia mente iniziò a vagare,incontrollabile,irrefrenabile,non riuscii a fermarla.

Era colpa mia.

Era colpa mia.

Era colpa mia.

Non riuscivo a bloccare quel dannato pensiero,non riuscivo a fermarlo,non riuscivo a cacciarlo.

Non riuscii a chiederlo.

Non riuscii manco a pronunciarlo,la paura aveva vinto,mi aveva frenato.

Era morto?

Questo era il mio chiodo fisso.

Attaccai il telefono al carabiniere,nel bel mezzo della sua spiegazione.

Non volevo che arrivasse a quel punto,non volevo che potesse dire “Mi dispiace,ma non ce l'ha fatta..”
Volli chiamare mia madre,ma non riuscii a fare neanche quello.

Terrorizzato e bloccato,mi accasciai a terra,con il pacchetto di sigarette in mano,schiacciato dalla troppa tensione.
Piangente e immobile. 

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Capitolo 8
*** The Letter ***


                                                                                                                                                                                                                               05 Settembre 2033


Ciao Gabri,
mi manchi.
Sono cambiate tante cose da quando te ne sei andato.

Sono passati quasi 30 anni ma il ricordo di te rimane vivo impresso nella mia mente sai?
Non ti ho mai dimenticato.
Ci ho provato,lo giuro,ma sei piuttosto indelebile.
Sai però sono riuscito ad andare avanti,adesso ho una figlia.
Ho una figlia insieme a Lydia.
Una bellissima ragazza di 15 anni.
Ha un sorriso splendido.

Porta il tuo nome.

Gabriella.

“Eroina di Dio”.

Ammettilo,ti ho stupito!

E' un bel significato non trovi?
Anche se preferisco pensare che con il termine “Eroina” si intenda la droga.
Mia figlia è la droga di Dio.

Tu sei la droga di Dio,Gabriele.

Ma anche la mia.
Non ti ho mai dimenticato anche se ora sono felice e ho una fantastica famiglia.
Nemmeno Lydia ti ha dimenticato e sa benissimo quanto tu sia importante per me.

Ma tu non ci sei più.
Sei lontano e il destino ci ha divisi.
La amo Gabriele.
Sul serio la amo Lydia.
Ma non potrò mai amarla quanto ho amato te.
Sei stato immenso,il mio immenso.

Mi dispiace per quella tragica sera.

Non dovrebbe esser successo.
Mi sento in colpa,sai?
E' stata colpa mia infondo.

Lo sappiamo entrambi che è così.

Ti chiedo scusa mio amore,ti chiedo scusa per tutto.
E ti chiedo scusa anche per tutto il tempo che ci ho messo per chiederti scusa.
Non dovevo aspettare così a lungo.
Ma un giorno ci rincontreremo.

Te lo prometto.
Un bacio,il tuo Samuele.

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