Future.

di Ollieparawhore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I can’t make my own decisions or make it any with precision. ***
Capitolo 2: *** Feel the pressure. ***
Capitolo 3: *** What a shame we all remain. ***
Capitolo 4: *** You shine brighter than anyone does. ***
Capitolo 5: *** You should be alone with me. ***
Capitolo 6: *** I've seen this coming, I've seen this leaving. ***
Capitolo 7: *** Renegade. ***
Capitolo 8: *** Misguided Ghosts. ***
Capitolo 9: *** Paramour; -Part One- ***
Capitolo 10: *** Paramour;-Part Two- ***
Capitolo 11: *** So here you are in pieces. ***
Capitolo 12: *** We'll dig a deep hole. ***
Capitolo 13: *** I'm better off when I hit the bottom. ***
Capitolo 14: *** I wouldn't mind. ***



Capitolo 1
*** I can’t make my own decisions or make it any with precision. ***


I can’t make my own decisions or make it any with precision.
 




Se vi garba, ecco qui la canzone che vi consiglio di ascoltare mentre leggete: https://www.youtube.com/watch?v=BPVQMWU_iEY

Prendo la giacca ed esco per il mio solito incontro con Zac.
Sono in anticipo di un paio di minuti perciò posso allungare prendendo un sentiero secondario del parco di Franklin.
E’ una stradina scoscesa che solitamente usano i ciclisti. C’è odore di erba tagliata nell’aria, ed infatti è visibilmente più bassa del solito, escludendo qualche cespuglio o mucchietto di fiori.
Il sole mi riscalda piacevolmente. Fischietto un motivetto allegro e continuo la mia passeggiata.
Quando arrivo davanti al nostro solito punto d’incontro Zac ancora non è lì, perciò prendo il mio Ipod e mi siedo davanti al laghetto.
‘Little Bit Of Truth’ inonda i miei timpani e la mia testa.
La tensione del gruppo si è finalmente un po’ sciolta, ma non abbiamo ancora ripreso le nostre abitudini, che molto probabilmente data la situazione dovranno cambiare.
Abbiamo ben poco già registrato in studio, e siamo fermi da due anni. E’ come se tutti stessero aspettando noi.
Una pacca sulla spalla mi fa sobbalzare. Zac è accanto a me e se la ride.
-Non sei normale- ridacchio.
-Cosa ci vuoi fare,Tay?- chiede.
-No, ti sei rifatto crescere quegli schifosissimi baffi? Perché Zac, perché?
Sono esattamente come erano sul video di ‘Playing God’ e gli stanno male come allora.
-Dillo che sei solo geloso, perché tu non puoi averli- risponde altezzoso, accarezzandosi con aria fiera i baffi.
Mi manca tanto averlo nella band, ma lui non se la sentiva di rimanere senza Josh. La sua scelta è stata molto influenzata dal fratello, ma ormai quel ch’è fatto è fatto. Chissà magari , un giorno vorrà tornare.
-Come va? I ragazzi come stanno?
-Mah, stanno. Finalmente stiamo prendendo confidenza con la nostra nuova composizione di band,e mi sto scoprendo come compositore. Sperimentiamo un po’.
-Capisco. Mi mancano le giornate ed i tour con voi. Ma forse questo era il passo decisivo per far cambiare tutti noi. Ne avevamo bisogno. Forse.
-Forse- ripeto, malinconico.
-Ok ma perché rovinarci l’umore pensando a quel che è stato? Sbaglio o tu dovevi offrirmi un gelato?
Si alza in piedi, si pulisce dalle erbacce e mi tende una mano. La afferro e mi lascio alzare.
 Passiamo la nostra giornata ridendo e scherzando come dei folli per lei vie della nostra cittadina, lasciando che le vecchiette ci urlino dietro insulti.
Non mi divertivo così da un po’, ma mi accorgo piacevolmente che il mio rapporto con lui non è cambiato di una virgola, è sempre il mio migliore amico.
 
Stiamo per salutarci quando ci imbattiamo in Josh e Jenna.
Lei mi guarda quasi amichevolmente, ma l’espressione sul volto di Josh dice tutt’altro, è un misto di odio,rabbia e tristezza.
-Josh, Jenna-li saluto con un cenno della mano.
-York- risponde lui.
Sua moglie sembra dargli qualche gomitata e gli dice qualcosa sottovoce.
-Come ve la passate?
-Normalmente, stavamo facendo un giro tranquillo in città, abbiamo comprato un po’ di cose per la cena.
-Capisco. Bene io devo proprio lasciarvi, è stato un piacere, buona serata. Ciao Zac.
Lo abbraccio velocemente e me ne vado.
La nostalgia mi fa aggrovigliare le budella.
 
 
 
Josh’s point of view.
Sono ancora impietrito quando Taylor ha già girato l’angolo.
Ogni volta che lo vedo, mi fa uno strano effetto. Ricordo di quella volta che eravamo finiti alle mani per Hayley. Già. Hayley.
L’ultima volta che l’avevo vista era stato parecchi mesi fa, eravamo entrambi soli, nel nostro posto. Quello dove ci scambiammo il nostro primo bacio. Lei scappò non appena mi vide, in lacrime. Avrei voluto seguirla, ma era da poco passato il giorno del mio matrimonio, e non poteva sembrarmi un’idea peggiore all’epoca. Forse avrei dovuto correrle dietro, forse le cose sarebbero andate diversamente.
Jenna mi stringe la mano e sussurra un ‘Hey tutto ok?’ che mi fa tornare al presente.
-Si, solo che sono stanco, meglio tornare a casa.
Lei senza proferire parola si avvia verso la macchina.
-Vado anche io, ci vediamo- e anche Zac mi lascia da solo, a combattere contro i miei demoni interiori.


 

Bene, questo è solo l'inizio di una lunga storia.
Per quanto mi riguarda spero di aver reso bene come carattere sia Josh che Taylor,
non mi piace pasticciare personaggi in OOC
Nei prossimi capitoli userò i punti di vista di Hayley,Josh e Taylor.
La storia si svolge nell'arco di periodo tra BNE e Paramore.
Grazie mille per la considerazione, alla prossima!
//Oliver.

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Capitolo 2
*** Feel the pressure. ***


Feel the pressure.





Se vi garba, sempre qui il link con la canzone che vi consiglio: https://www.youtube.com/watch?v=6yPgAnFUV4o

Hayley's point of view

È già la seconda volta in questo mese. Sono seduta a terra incapace di fermare le mie lacrime. Tengo ancora stretto quel dannatissimo cardigan grigio che ho indossato al matrimonio di Josh. L’ho messo una volta e da allora non riesco più a guardarlo nello stesso modo.
Gli occhi di Dakota sono fissi su di me, increduli. Pur essendo la mia migliore amica non sono ancora riuscita a confessarle che continuo a pensare a Josh, che mi manca. Mi manca da pazzi.
Si accuccia accanto a me, poggiando la sua testa sulla mia, mi cinge con un braccio affettuosa.
“Su Hayls, tranquilla, da qua” dice prendendo quell’apparentemente insignificante pezzo di stoffa e appallotolandolo dentro la sua borsa.
“Dai che questa sera esci con Chad, rilassati un po' ”
Le sue parole non mi convincono del tutto, ma abbozzo comunque un sorriso tirato.
Mi lascio coccolare da una tazza calda di thè e qualche manicaretto di mia madre.
Finisco di prepararmi e truccarmi che Chad è già nel salotto di casa mia a parlare con la mia migliore amica.
Scendo le scale, e nel vederlo girarsi nella mia direzione sorrido dolcemente.
Ho davvero bisogno di distrarmi.
“Buona sera” mi saluta avvicinandosi.
“’Sera”
Mi prende per mano e mi accompagna alla porta. Come se non sapessi dov’è. Salutiamo Dakota e usciamo di casa.
La sua macchina nera laccata è parcheggiata malamente nel mio giardino e ha rovinato una buona parte del prato. Tento di innervosirmi il meno possibile e faccio finta di niente.
Mi apre la portiera e mi fa accomodare.
Mettendo in moto si accende automaticamente la radio e parte ‘Monster’.
È la prima canzone che abbiamo scritto dopo l’abbandono dei Farro. Rappresenta esattamente quello che ho provato. Il mondo sembrava si stesse tramutando in un mostro e tutto sembrava crollare inesorabilmente. Scrivere quella canzone mi aveva aiutato a superare tutto ciò. In parte.
Dopo una buona mezz’ora passata in macchina, si ferma finalmente davanti ad un locale.
La porta a vetri sovrasta l’ingresso, ed è così pesante che a mala pena riusciamo ad aprirla.
Ci accoglie un cameriere giovane, che riconoscendo Chad, ci conduce subito al nostro tavolo.
Le luci sono tutte soffuse e non capisco dove metto i piedi, rischiando di inciampare più di una volta.
Mi sento un po’ a disagio in tutto questo buio che mi circonda.
Apro il menù e sfoglio attentamente le pagine.
“Credo prenderò degli spaghetti alla bolognese” affermo.
“Perfetto, io prendo lo stesso.”
Il cameriere prende le ordinazioni e si avvia verso la cucina.
Sento uno strano rumore proveniente dalla mia borsetta e mi affretto a controllare.
Lo schermo del mio iPhone è illuminato,e compare un messaggio di Taylor.
‘Sono a casa con Justin, ci annoiamo. Stiamo scegliendo un film e tra poco ordiniamo le pizze, sei dei nostri?’
Sorrido e a malincuore rispondo che sono impegnata.
“Chi era?”
“Ah, era Tay, mi ha invitato a cena. Gli ho detto che sarà per un’altra volta”
Liscio la gonna sulle gambe e perdo il mio sguardo sul bordo della tovaglia, apparentemente rossa.
Il cameriere poggia maldestramente i piatti sul tavolo . Non vedo davvero nulla e più di una volta manco il piatto, infilzando il tavolo con la forchetta.
Odio quest’atmosfera, mi fa sentire spaesata e persa. Non riesco a concentrarmi su nulla.
La serata passa un po’ fiaccamente e vengo riaccompagnata a casa. Mi scorta fino alla porta di casa, e prima di andarsene mi ruba un bacio, sfiorandomi le labbra.
“Buona notte bellissima”
Rimango un po’ impietrita, e rientro in casa.
Ho un peso sullo stomaco, e non è la cena.
Ho solo voglia di sprofondare, e lasciarmi consumare piano da questo senso di nostalgia.



 

Ecco, mi dispiace, Chad mi sta simpatico, ma avrei preferito che le cose fossero andate così.
Ho visto che ci sono state parecchie visualizzazioni, però mi farebbe piacere ricevere un po' di recensioni costruttive
Giusto per farmi un'idea di cosa ne pensate, e cosa dovrei cambiare nella mia scrittura.
Grazie per la considerazione!
//Oliver.

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Capitolo 3
*** What a shame we all remain. ***


What a shame we all remain, such fragile broken things.


La solita canzone: https://www.youtube.com/watch?v=Ad4T-j_bOVc


Mi sveglio di soprassalto. Sono completamente sudato, la maglietta mi si è appiccicata addosso. Il sole penetra appena attraverso la veranda.
Mi volto verso Jenna che continua a dormire, stretta nelle lenzuola bianche. Il suo viso è rilassato e sereno, meglio non svegliarla.
Vado in bagno facendo meno rumore possibile ed entro nella doccia. Un getto freddo mi rinfresca e rimango lì per parecchio tempo, senza che alcun pensiero possa sfiorarmi.
È troppo presto per cominciare a preoccuparsi. L’aria è fresca, non c’è  una nuvola nel cielo, sembra una bella giornata.
Jenna si alza e facciamo colazione insieme. Mi congedo in fretta, con la scusa di voler comporre un po’ di musica.
Mi chiudo nel mio studio, che poi uno studio non è. È semplicemente una piccola saletta dove io,Zac,Jeremy,Taylor ed Hayley eravamo soliti fare le nostre prove.
Questa stanza continua ad ispirarmi, ed è sempre un tuffo nel passato rientrarci.
Mi siedo sulla moquette bianca ed appoggio la schiena sulla parete. Raccolgo dei fogli lì vicino e osservo i miei scarabocchi. Mi gratto la testa con il retro della matita alla ricerca di idee. Non mi convince più nulla, non compongo da tempo.
È brutto non avere qualcuno con cui confrontare le tue idee. Qualcuno che ti aiuta a scrivere, ad esprimerti al meglio.
Mi guardo intorno, e riesco a rivedere perfettamente gli altri. Zac sul suo sgabello rosso, Jeremy nell’angolino per terra, Taylor sulla sedia della cucina, Hayley sdraiata sulla pancia, che si sostiene sui gomiti. Sono tutti felici, sorridono, scherzano. Poi arrivo io, e dico di voler lasciare la band.
Le pareti cominciano ad ingiallire, come le espressioni sui loro volti. La parete si crepa, cade l’intonaco. L’aria si fa rarefatta, fredda, secca. Cade un mattone, dopo un altro noioso mattone.
La mia anima si spegne, muore.
‘Plic’. La prima lacrima ha raggiunto i fogli. E tante altre la seguono. Ovvio,no? Vogliono stare insieme.
Tristi, ma insieme.
Come avrei dovuto fare io, con la MIA band. Eppure no. Sono troppo orgoglioso. Sono troppo codardo, per affrontare il male. Ho sempre paura che gli altri mi facciano soffrire. Ma sono io, che mi uccido da solo.
Che miseria che rimane di me, un ammasso di cose fragili e rotte.




Ok, mi dispiace se è tanto corto questo capitolo, ma non mi andava di unirlo al prossimo,
dato che il quarto, è un capitolo come dire, decisivo, ecco.
Da' una svolta alla storia, e qui compare lo 'Slash'
Penso abbiate già capito di chi si tratta, e non vi annoio oltre.
Un grazie immenso ad
ItsOzzyCobain,  che ha recensito il capitolo precedente!
Alla prossima,
//Oliver.
P.s. In questo capitolo ci sono riferimenti a due delle loro canzoni (B.B.B.B. e Part II).

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Capitolo 4
*** You shine brighter than anyone does. ***


You shine brighter than anyone does.

La solita canzone:
https://www.youtube.com/watch?v=VSiTrGCAbt8

 


‘Forse dovremmo cambiare la ritmica, qui, al ritornello’ osservo.
‘E come dovrebbe suonare?’  mi chiede Hayley con i suoi occhioni verdi, curiosa.
Penso un po’ ed improvviso una melodia.
‘Un po’ più armonioso?’
Ascolto il suo consiglio e modifico la sequenza di note.
‘Che ne pensi così?’
‘Niente male, proviamo a registrare questa parte?’
Annuisco e preparo la postazione. Do il segnale.
Non sembra avere ripensamenti , anzi la canzone la convince quasi del tutto.
‘Come and find me dancing all alone to the sound of an enemy’s song, I’ll be lost until you come and find me here oh glory’
Ci fermiamo, soddisfatti. Questo demo non è per niente male, la canzone è venuta un po’ da se.

Saluto Hayley e mi incammino verso casa. Non ho voglia di prendere la macchina, anche se so che me ne pentirò a metà strada. Metto un piede davanti all’altro, e faccio ben attenzione a non toccare i bordi delle mattonelle. E’ una cosa che faccio da sempre, quando sono nervoso.
La tristezza mi colpisce tutto a un tratto.
Sono riuscito a scamparne per tutto il giorno, e proprio ora doveva prendermi la nostalgia.
Odio ammetterlo, ma registrare in studio senza i Farro è un gran bel peso.
Non per una questione di lavoro in più, ma semplicemente mi mancano. Mi sento insignificante, sono sempre stati loro i componenti portanti della band. Mentre io chi sono? Un misero chitarrista da quattro soldi.
E poi mi manca passare le lunghe giornate con loro. Oziare nella sala prove di casa Farro. Scribacchiare, suonare cover a caso. Cucinare e rischiare di dar fuoco alla cucina.
Sento che questo peso continua a schiacciarmi, nonostante siano passati ben due anni dal loro abbandono. Mi sembra che Hayley e Jeremy ne siano usciti gloriosi.
Mentre io sono ancora i un tunnel buio, che vago senza meta.
Non ho la forza di alzarmi, non ho nulla, nessuno a cui aggrapparmi.
Loro avevano i loro appigli, mentre io? Qualsiasi cosa a cui mi aggrappassi si sgretolava sotto la mia presa.
Senza che io me ne sia accorto, i piedi mi hanno portato a casa di Zac.
Nel giardino c’è la sua macchina, e la luce della sua camera è accesa.
Suono il campanello.
La nostalgia aumenta, quando si presenta in boxer e con una maglietta dei *‘Lamb of God’ che abbiamo comprato insieme durante un tour.
Il mio cuore si sgretola pian piano, in miriadi di schegge.
Non faccio in tempo ad entrare che mi aggrappo al collo di Zac piangendo come un cretino.
Lui non può essere la mia roccia perché è in parte la causa della mia sofferenza. Ma almeno è lì, è con me.
‘Taylor, che ti succede?’
Non riesco a rispondergli, dato che continuo a singhiozzare come una ragazzina durante la pubertà. Mi fa sedere sul divano rosso, continuando ad accarezzarmi la schiena.
Sono sconvolto della mia stessa reazione, non capisco più nulla, cosa mi è preso? Metto le mani tra i capelli, piegandomi in avanti. Tutti i ricordi sembrano ammassarsi e continuo ad avere flashback sugli anni precedenti, la testa sembra esplodermi. Eppure sono impotente e non posso far altro che continuare a far cadere quelle inutili lacrime.
Sembro l’Houdson in piena, cazzo.
Ma Zac continua a guardarmi con gli stessi occhi, non sembra mi stia giudicando.
Il suo sguardo straborda di compassione, tristezza.
 ‘Scusami’ dice, sospirando.
Mi blocco e mi volto verso di lui. Non capisco perché si stia scusando e corruccio le sopracciglia.
‘Scusa, sono un cretino. Anzi non c’è una parola adatta per descrivere che grande testa di cazzo sono’
Continuo a non capire, e mi faccio più attento, guardandolo di sottecchi.
‘Io, io ho solo seguito mio fratello, mi trasmetteva il suo malumore ed ero molto legato a lui. Semplicemente non riuscivo a vedermi nella band senza di lui, cioè l’abbiamo fondata insieme, non era giusto nei suoi confronti. Pensavo di non potermi più sentire a mio agio senza di lui. Credevo che se lui se ne fosse andato da solo la vostra rabbia nei suoi confronti sarebbe ricaduta su di me. Ho fatto una scelta impulsiva, che mi è costata molto lo ammetto. Ma non posso più farci nulla.’
 ‘Sei un cazzone allora! Sai quanto io, Hayley e Jeremy teniamo a te. Non ti avremmo mai odiato per colpa di tuo fratello. Queste cose che mi stai dicendo ora mi feriscono quasi più del tuo abbandono. Non puoi essertene andato per una tale stronzata. Capisco che eri preoccupato, ma potevi parlarmene Zac! Sai che sono stato sempre disponibile nei tuoi confronti, avremmo dicusso insieme della questione ed io ti avrei appoggiato in qualsiasi caso. Zac, tu sei il mio milgiore amico lo capisci? Non ti avrei mai abbandonato, mai!’
Sono imbestialito, mi sono alzato in piedi e gli sto sbraitando in faccia.
Lui non sa più cosa rispondere, è dispiaciuto, in visibile imbarazzo.
‘Io non volevo davvero…’
‘Zac piantala sul serio. Aggiungi solo carne alla brace. Non so davvero cosa pensare’
Cammino avanti e dietro per la stanza, grattandomi la testa.
Ebbene, ora è il turno di Zac, che si è seduto a terra, rannicchiandosi su se stesso, singhiozzando flebilmente.
Ma dove diamine sono finito? Su Beautiful?
Tutte queste sensazioni contrastanti mi stanno facendo andare in tilt. Mi lascio cadere a peso morto sul divano, sprofondando tra i cuscini ed i dubbi. Fisso un punto indistinto al di fuori della finestra. I sensi di colpa decidono di stravolgermi subito.
Dopo due anni ha deciso di aprirsi e spiegarmi il vero motivo del suo abbandono e io come l’ho ripagato? Urlandogli in faccia come una suocera isterica.
Inizio di nuovo a piangere.
Ah, ho capito, è la giornata nazionale del pianto e chi piange più lacrime riceve il premio da cento mila dollari, e quindi il mio corpo ha deciso di reagire di conseguenza. Furbo direi.
Mi siedo a terra accanto a Zac. Non ho il coraggio di guardarlo in faccia.
Si avvicina, e poggia la sua testa sulla mia spalla. Ha il respiro affannato.
Sospiro, e mi asciugo le lacrime con il dorso della mano, nella speranza che si fermino.
‘Scusa’ sussurro.
‘Tranquillo, tanto sai che ti perdono sempre’
‘Perché continui a sopportarmi? Mi chiedo davvero come mai una persona come te si ritrova con un migliore amico coglione come me. Reagisco d’impulso, e mi rendo conto di quello che faccio a scoppio ritardato.’
E’ una domanda che mi pongo spesso, e non per fare il prezioso e sentirmi ripetere che io per lui sono speciale. Ma proprio non capisco, lui riesce sempre a farmi sorridere, mentre io cosa faccio per lui? Niente di niente, sono totalmente inutile.
‘Chiedimelo un’altra volta e giuro che ti prendo a schiaffi.’
‘Come siamo gentili oggi.’
Finalmente ci concediamo una risata fragorosa.
Mi dà una scafetta sulla nuca, giocando.
‘Non dovevi farlo, te ne pentirai a vita.’
Sempre ridendo, lo lancio a terra con una finta mossa di Karate.
Lui si rialza, e tenta di caricarmi come un toro, dandomi una testata sulla spalla.
Dopo dieci minuti buoni di lotta da ragazzini, ci ritroviamo sfiniti a terra.
Gli sto praticamente sdraiato addosso e nonostante mi sia successo milioni di altre volte, oggi mi sento diverso. I brividi percorrono tutto il mio corpo. Mi manca l’ossigeno. Divento improvvisamente rosso come la testa di Hayley, e mi scanso.
 ‘Che hai?’
Zac mi osserva dall’alto, si è seduto sulle mie gambe, con le mani poggiate a terra che lo sorreggono.
Sposto lo sguardo sul lampadario che pende dal soffitto, imbarazzatissimo.
Cala un silenzio così pesante che per qualche attimo ho paura di implodere.
Chiudo gli occhi, nervoso e sento un improvviso calore che mi irradia le labbra.
Riapro appena gli occhi, e finalmente realizzo. Zac è chinato su di me e mi sta baciando.
Sono sempre più rosso ed accaldato, l’aria mi sembra totalmente rarefatta.
Lui si sposta, ed arrossisce. Un peperone ed un pomodoro, mitico.
Non so come reagire, ma lui sembra sconvolto tanto quanto me. Tento di ragionarci, ma il mio cervello ormai ha un chiodo fisso. Zac e le sue labbra. Sembra una cantilena che invoca continuamente il suo nome.
Voglio davvero che lui mi baci ancora? Sono più confuso che mai, e l’unica cosa spontanea che riesco a fare è avvicinarmi nuovamente a lui.
Poggio una mano sulla sua nuca e gli accarezzo la guancia con il pollice. Cerco una risposta nei suoi occhi persi.
Prendo coraggio e stavolta sono io a baciare lui.
I suoi baci mi sfiorano l’anima, mi accarezzano il cuore.
Ci stendiamo a terra, continuando così per un tempo che sembra infinito.
Eppure non sembra mai abbastanza, le sue labbra bruciano sulle mie, continuamente.
Cosa ne sarà di noi?
Eppure mi sembra un’ultima speranza a cui aggrapparsi, ed è così invitante, che non posso far a meno di accettarla.



Ok chiedo perdono a tutti gli dei della scrittura per questo estremo scempio,
avrei voluto davvero scriverlo meglio, ma non sapevo come aggiustarlo.
Spero che vi sia piaciuto lo stesso.
In ogni caso, ho sempre ammirato molto il rapporto tra Zac e Taylor, e boh,
a volte mi sembra siano più che migliori amici e comprendetemi, la mia fantasia vola davvero ovunque.
Bene, grazie mille per la considerazione!
(Grazie ancora a ItsOzzyCobain che ha recensito il capitolo precedente ed è sempre gentilissima )
A presto, e, sappiate che le recensioni non mordono!
//Oliver.
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*Lamb Of God: Sul DVD di 'The Final Riot!' c'è Zac in un negozio che prende appunto la maglietta dei 'Lamb of God' e parla dei gadget interessanti che si trovano durante i tour, e ho sempre pensato l'avesse comprata alla fine.

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Capitolo 5
*** You should be alone with me. ***




 

You should be alone with me.

La solita canzone : https://www.youtube.com/watch?v=X3Dywiim7Lc


 

Hayley's point of view.

 

Continuo a comporre il numero di Taylor, ma lui non ne vuole sapere di rispondere. Gli ripeto continuamente di non mettere il silenzioso ma a quanto pare gli piace proprio essere desiderato.
Poggio il gomito sul tavolo, sorreggendomi il mento con il palmo della mano. Osservo le venature del legno ed inizio a percorrerle con un dito, annoiata.
Cosa può fare una persona famosa, il sabato sera senza amici, che vuole distrarsi un po’ senza dare nell’occhio?
Mi preparo una tazza di camomilla, ma non ha effetto. Alla fine ci rinuncio, ed esco per fare una passeggiata.
E’ primavera e la sera fa ancora un po’ fresco, ma si sta bene.
Il vento mi accarezza il viso, e respiro a pieni polmoni l’aria non inquinata della periferia.
Imbocco una viuzza secondaria che mio malgrado puzza di piscio,  e raggiungo il mini market aperto 24 ore su 24.
Ho passato praticamente la mia adolescenza lì a comprare caramelle e schifezze varie.
Non mi preoccupo della gente che ogni cinque minuti mi addita, prendendo a gomitate il vicino, perché oggi sono troppo scontrosa per far amicizia con i fan.
Mi dispiace da una parte, ma sono davvero allo stremo nell’ultimo periodo.
Raggiungo il reparto surgelati, calando ancor di più il cappellino che ho in testa. Osservo le varie confezioni colorate di cartone e studio i prezzi, accarezzandomi il mento. Finalmente scelgo il gelato prediletto e mi alzo sulle punte per afferrarlo.
Non ci arrivo. Dannata altezza.
Faccio leva con un braccio sullo scaffale sottostante ma nulla, non riesco a prenderlo.
Poi finalmente qualcuno viene in mio soccorso, e lo prende per me.
Mi giro, continuando a tenere lo sguardo basso, e prendo il gelato che mi stanno porgendo.
‘Grazie’ farfuglio.
‘Nulla’
Mi arriva un cazzotto allo stomaco, che fa scombussolare tutti i miei organi.
Quella voce. Era troppo tempo che non la sentivo, e non pensavo potesse ancora farmi quest’effetto.
Alzo lo sguardo, e lui è ancora lì che mi fissa, con un mezzo sorriso.
‘J-josh’
Si è rifatto il piercing al labbro, e ci giocherella nervosamente.
‘Hayley, quanto tempo’
La sua espressione è impassibile come sempre, indecifrabile.
‘Che ci fai qui?’ chiede.
‘Avevo, avevo voglia di gelato’ balbetto.
‘Serata da sola?’
Annuisco, arrossendo.
‘Tu invece?’
‘Non riesco a prender sonno, Jenna è fuori per lavoro’
Quel nome mi distrugge. Rovina quella mezza atmosfera che si era creata.
‘Capito’
Lui si guarda un po’ intorno e prende anche lui una confezione di gelati. Si gratta la testa, indeciso.
‘Senti, ti andrebbe di passare la serata insieme?’ farfuglia sottovoce.
Cosa? Non capisco più se il mio cervello si sta immaginando tutto, o se lui è realmente di fronte a me, e mi sta chiedendo di stare insieme.
‘Emh, scusa, forse non dovevo chiedertelo…’ tenta di giustificarsi ma lo interrompo.
‘Va bene’ gli do una risposta secca senza pensarci.
Sembra stupito, ma poi si ricompone. Ci incamminiamo verso la cassa.
Mi fermo ad una decina di passi da Josh.
Il cassiere è lo stesso di otto anni fa. Lui ci ha visti mentre ci scambiavamo i primi baci, mentre scherzavamo tra le mensole del suo negozio. Una volta ci ha persino offerto un nascondiglio perché avevamo marinato la scuola.
Il mio cuore inizia ad andare in tachicardia. Troppi ricordi tutti insieme.
‘Hey, che hai?’ Josh si è girato, e sicuramente il mio colorito non è dei migliori.
Scuoto la testa e lo raggiungo. Fisso le mattonelle bianche ed ascolto i tasti della cassa scricchiolanti.
‘Cinque dollari e dieci cents’
Lui fruga nelle tasche e prende il portafoglio, poi si gira verso di me.
‘Hai dieci cents?’
Annuisco e acchiappo una moneta nelle mie larghe tasche. Gliela passo.
‘Ma, ma voi siete Hayley e Josh!’ esclama il cassiere.
Perfetto, mi ci mancava solo lui a ricordarmi quanto eravamo innamorati.
Josh è in visibile imbarazzo, io dondolo sui piedi.
‘Cosa vi prende ragazzi? Un tempo eravate così affiatati!’ penso che se non la pianta di parlare di noi lo prendo a ginocchiate sulle gengive.
‘Non stiamo più insieme’ risponde seccato.
‘Ah, scusate’ il cassiere sembra davvero dispiaciuto, non so se lo è più per noi o per la figura del cavolo che ha fatto.
Usciamo dal negozietto un po’ giù di morale e Josh tira su il cappuccio, e sistema meglio il mio berretto.
‘Scusami’ dice .
‘Non avrei voluto metterti in imbarazzo, dovevo tenermi la mia proposta per me, sarebbe stato meglio’
Scoppio a ridere senza un motivo preciso, anzi, rido perché sono tesa.
‘Ma che ti ridi ora?’
‘Non lo so nemmeno io’
‘Andiamo da te o da me?’
‘Mh, dipende, hai qualche film interessante a casa?’
‘Direi di si’
‘Allora è fatta, si va verso casa Farro’
Dopo un quarto d’ora siamo già sul suo comodo divano a mangiare il nostro gelato direttamente dalla vaschetta, e Una Notte Da Leoni nel lettore DVD.
‘Insomma, come te la passi?’
‘Sto uscendo ancora con Chad, ma le cose non sembrano andare bene.E poi, come sai, stiamo fermi da molto con la band. Il tempo sta passando troppo in fretta. Hai presente quando stai al mare e prendi la sabbia, ma l’acqua la trascina via dalle tue mani in pochi secondi? Ecco mi sento esattamente così. Non riesco più a godermi nulla, mi scivola tutto addosso. Non riesco nemmeno a pensare al futuro, un tempo ero sicura di potermelo addirittura scrivere da sola.’
‘Esci ancora con quell’idiota? Mi dispiace, avrei dovuto prenderlo a cazzotti quella sera, quando ne ho avuto la possibilità. E’ la persona più infantile che abbia mai conosciuto, ti sta influenzando.’
‘Non mettere in mezzo Chad. Cosa c’entra? Tu ti sei arrabbiato perché uscivo con lui e non ti andava a genio. Ma sbaglio o sei stato tu a lasciarmi, a dire che non mi volevi? Avresti fatto una figura migliore standotene al tuo posto.’
Lui guarda fuori dalla finestra e sospira.
‘Sai, tralasciando tutto ciò, mi dispiace davvero come si sono svolte le cose tra di noi. Ad un certo punto mi sono semplicemente sentito perso, come se non appartenessi più a quel contesto. Il tuo chitarrista sembrava essere diventato Taylor, mentre io mi sentivo messo da parte. Pensavo davvero non c’entrasse nulla con la nostra precedente relazione’
Si blocca, sospira nuovamente, e poggia una mano sulle tempie.
‘Invece tutto circolava attorno a quella. Io, io pensavo di non provare più nulla per te, non pensavo di poter essere influenzato da quest’argomento. Invece è un circolo che non finisce mai, mai.’
‘Sai che la birra ti fa quest’effetto Josh, perché l’hai presa?’ osservo.
‘L’ho solo stappata, non ho preso nemmeno un sorso. Sto parlando seriamente , Hayley’ sembra quasi mi voglia rimproverare.
Mi sento continuamente vuoto, come se mancasse qualcosa. Eppure ho una bella moglie, degli amici, un lavoro, una casa in cui mi trovo a mio agio’
‘E’ tutto troppo perfetto. E’ per questo che ti senti smarrito’
‘Nah.Io credo di sapere qual è il tassello mancante’
‘Ossia?’
‘Tu.’











Buon giorno, buona sera, buon pomeriggio a tutti!
Ed eccomi qui con il capitolo nuovo. Lo so', il loro incontro al supermercato non ha molto senso,
ma io credo che Josh una cosa del genere la farebbe, cioè, in qualche modo me lo aspetterei da parte sua.
Credo che tra loro due ci sia un rapporto molto speciale, che non cambierà mai,
nonostante le strade differenti che hanno preso, nonostante lui sia sposato,
io credo si amino anocra, e continueranno a farlo inconsciamente.
In ogni caso, anche se non la pensate come me, grazie dell'attenzione!
*le recensioni non mordono eh*
E ormai, ItsOzzyCobain è diventata di casa ancora tanti ringraziamenti a lei :3
Alla prossima!
//Oliver
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In alcune frasi vengono citati dei pezzi di Future, e penso sia carino credere che la canzone possa essere ispirata da una situazione del genere.
E per quanto riguarda il litigio di cui parla Josh, è effetivamente accaduto.
Chad aveva iniziato a frequentare Hayley, mentre era ancora sposato e chissa mai perchè
Josh si è imbufalito con lui (all'epoca aveva già lasciato Hayley) ed hanno avuto una lite prima di un concerto dei
New Found Glory (band di Chad), durante il quale poi lo stesso Chad ha deciso di cantare 'Pressure'
e l'ha esplicitamente dedicata a Josh. Da quando ho scoperto questo gossip, odio con tutto il mio cuore Chad e la sua infantilità.
Spero di esservi stata utile (: !

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Capitolo 6
*** I've seen this coming, I've seen this leaving. ***


I've seen this coming, I've seen this leaving.
 



Sono impietrita. Il mio gelato è cascato a terra e sta iniziando a sciogliersi, macchiando tutto il bel tappeto persiano.
 Le mie budella hanno iniziato ad aggrovigliarsi. Forse vogliono arruolarsi nella marina e devono saper fare buoni nodi.
E come dice Capitan Findus, esistono nodi fatti bene e quelli fatti male, e questo è fatto male, malissimo.
Ho sempre vissuto tenendo le distanze dai casini, da quello che mi faceva soffrire. Ma tu sei l’unica eccezione Hayley’
Non posso essere così debole. Non posso cedere. Non ora che lui è sposato. Non ora che lui è fuori dalla band e mi ha fatto stare come un cane.
Non ora, non ora.
‘Non puoi giocare al gioco di Dio, Josh’ è l’unica cosa che riesco a dire.
‘Non lo sto facendo Hayley, mi sentirei solo ad essere l’unico santo. Anche perché, di peccati ne ho commessi fin troppi’
Mi sta uccidendo, letteralmente. Le sue parole sono più spinose di qualsiasi altra cosa. Continuano a passarmi addosso, a colpirmi.
 ‘Sbaglio o hai del vento nei polmoni? Perché dalla tua lingua è appena uscito un uragano.’
Della serie ce la suoniamo e ce la cantiamo.
 ‘Sto solo dicendo che mi manchi tutto qui. E che la situazione non si può risolvere con uno schiocco di dita, assolutamente. Poi tu hai il tuo Chad. Io ho Jenna. Non possiamo comportarci come bambini
‘Qui l’unico bambino sei tu. Credi di non essere più innamorato di una persona solo perché litigate di continuo e la pianti in asso, senza pensare alle conseguenze. Trovi la prima che passa e te la sposi. Poi ti senti in colpa e credi che quella di prima è il tuo unico amore. Che storia è mai questa? E poi chi ti ha detto che io ti voglio ancora Josh? Chi ti ha detto che bramo ancora le tue labbra? Chi ti ha detto che ho passato gli ultimi due anni piangendo ogni singola notte per te? Chi ti ha detto che sarei pronta ad andare contro tutto e tutti solo per te?’
‘Lo hai appena fatto tu’
Mi sono incastrata con le mie stesse mani.
Effettivamente è la verità. Al suo matrimonio mi sono a stento trattenuta dopo il classico ‘Chi è contrario parli ora o taccia per sempre’ . Mi sarei voluta alzare, avrei voluto urlare tutto quello che provavo. Eppure non l’ho fatto, sono rimasta seduta, con Taylor al mio fianco. Ho tenuto i miei segreti dietro ai denti. Pensavo che Josh fosse felice con quella biondina da quattro soldi, ma a quanto pare mi sbagliavo.
Dovrebbero iniziare a rivolgere questa domanda agli sposi, piuttosto che ai presenti.
‘Hayley, questa volta non mi tirerò indietro, non vuoi farlo durare per sempre?’
‘Josh, non posso forzare questi occhi per vedere la fine. Ed io devo avere qualcosa di concreto tra le mani. Devo sapere che tu ci sarai davvero.’
Si è avvicinato durante la nostra lite. Lo spazio che ci separa è davvero minimo. Sento il suo respiro addosso e ho un deja-vu. Esattamente come il nostro primo bacio. Stavamo litigando come cretini nel bel mezzo di un parco su chi fosse la cantante più bella all’epoca. Ci eravamo seduti su una panchina ed avevamo iniziato a discutere. Poi ci eravamo ritrovati così. Arrabbiati e più vicini di due sardine.
Siamo i due poli opposti di un magnete. Veniamo attirati con forza sovraumana l’uno verso l’altro.
Le nostre labbra si sfiorano e la magia viene rotta da un ‘Sorpresa’ stridulo che arriva dall’ingresso.
Spalanco gli occhi. Boccheggio per qualche istante alla ricerca di qualche parola in fondo alla mia gola che stenta ad uscire.
‘Presto sbrigati, vai dietro la tenda’ mi incita Josh enfatizzando il tutto con un gesto delle mani.
Non posso essere finita in una situazione come questa sul serio.
Sento i passi di Jenna inondare il salone e tento di farmi più piccina possibile dietro la tenda color crema.
‘Ciao tesoro! Ma cosa ci fai qui?’
‘Ti ho fatto una sorpresa, non sei contento? Sono riuscita a tornare un giorno prima! Ma cos’è tutto questo casino? Oh no il mio adorato tappeto’ la sento piagnucolare.
‘Ma come hai fatto Josh? Diamine sei peggio di un bambino’
Mi sento sprofondare. Voglio scavarmi la fossa.
Dopo qualche bisticcio li sento sedersi sul divano, e finalmente riesco a sgattaiolare via dal salone.
Le mie scarpe sono ancora lì. Non posso camminare per dieci isolati senza.
Sento un rumore improvviso e mi fiondo nel bagno. Mi chiudo dentro la doccia verde, che è un punto a mio favore, dato che da fuori non si vede nemmeno un’ombra.
‘Vado a farmi una doccia, tu riposati pure, pulisco tutto io più tardi’ Josh è già nel bagno, e a quanto pare non ha capito che ci sono io dentro.
‘D’accordo, io sono sfinita, vado a dormire’
Sento il rumore della lampo, e dei vestiti che vengono lasciati cadere a terra.
Non me ne và una giusta oggi. Sto pregando tutti gli Dei della terra, per non ritrovarmi in uno spazio così ridotto con Josh.
Eppure, la mia richiesta non è stata ascoltata. Lui apre la doccia, entra di spalle, e solo quando si gira per accendere l’acqua si accorge di me, facendo un salto che lo manda dritto sulla porticina scorrevole.
‘Hay-hay’ non finisce di pronunciare il mio nome che diventa rosso paonazzo, e si copre con le mani.
‘Tranquillo, non ti guardo’ lo tranquillizzo.
‘Cosa si fa ora?’
‘Inanzitutto esci dalla doccia, per favore’ mi dice, facendomi spazio verso l’uscita.
Facendo attenzione a non far rumore, esco a piccoli passi.
‘Mi faccio la doccia per non destare sospetti, poi ti faccio uscire, molto probabilmente Jenna starà già dormendo’
‘Va bene’
Mi siedo sul gabinetto, dopo aver abbassato la tavoletta. Osservo le mie mani, e mi accorgo che stanno tremando. Il mio battito cardiaco è nuovamente impazzito. Sbuffo. Ascolto il suono dell’acqua che scorre  regolare e tento di rilassarmi . Funziona per i primi dieci minuti, ma dopodichè l’ambiente si riempie di vapore acqueo, facendomi mancare il respiro, e cuocendomi per bene.
Mi tolgo la maglietta, e mi sporgo sul lavandino. Lascio scorrere dell’acqua fredda e me la butto in faccia. Mi inumidisco anche i capelli, nella speranza di migliorare la situazione.
Il getto della doccia finalmente si spegne.
‘Passami l’asciugamano’
Mi guardo attorno ed afferro il primo che trovo. E’ rosa pastello ed odora di fragola. Glielo lancio dall’alto.
‘Grazie’
Dopodichè esce con l’asciugamano arrotolato sui fianchi. Le goccioline colano dai suoi capelli, scivolano sul suo petto scolpito. Mi mordo un labbro per impormi un po’ di autocontrollo  e contegno.
Mette le mani sui fianchi sbuffando.
‘Bene, ora usciamo, prendi le scarpe e fili via, capito?’ esordisce.
‘Si tranquillo, tanto non ho più voglia di rimanere qui’
‘Credo sia meglio se ti rimetti questa’ dice lanciandomi la mia maglietta.
Apro la porta e vado in salone, seguita da Josh.
Mi blocco all’improvviso, tanto che lui mi finisce addosso.
Gli occhi increduli di Jenna sono fissi su di noi. Osserva me ed i miei capelli bagnati, e l’asciugamano che avvolge Josh.
Sta fraintendendo. Anche se non del tutto.
Prendo le mie scarpe e scappo via.
‘Troia!’ mi giunge la sua voce rotta.
Io sono già in giardino quando scoppia il caos.
‘Stronzo, traditore, lurido porco!’ i suoi insulti rieccheggiano per tutto l’isolato.
Corro senza mai voltarmi indietro, con il timore di essere investita da quella furia.
Non sento più le gambe ma so che devo continuare a correre.
Quando finalmente raggiungo casa mia, mi lascio semplicemente cadere nel giardino, ansimando.
Il mio fiatone in pochi secondi viene sostituito da un lago di lacrime.
Non capisco più nulla, la mia vita è stata stravolta nel giro di poche ore, ed il susseguirsi di fatti assurdi sembra inarrestabile. Tento di trovare un’unica certezza a cui aggrapparmi ma l’unica cosa che ho è solo l’inutile terra umida sotto di me.

Tutto ciò che so fare è cadere.



Mi dispiace ma non ho caricato la solita foto di inizio capitolo che volevo, il mio pc sta lentamente impazzendo purtroppo.
In ogni caso, eccomi qua con il seguito della nostra storia!
Lo so', sto scrivendo cose molto da film nell'ultimo periodo e chiedo perdono çwç
Beh, questo è quanto, vi pregherei solo di lasciare una piccola recensione,
giusto per sapere cosa ne pensate!
ItsOzzyCobain, ti ringrazierò in ogni capitolo suppongo, grazie per il sostegno!
Grazie per l'attenzione, e buon proseguimento.
//Oliver.


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Nel testo vengono citate The Only Exception, Playing God, Renegade, All We Know Is Falling, ed un micro accenno di Ignorance.

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Capitolo 7
*** Renegade. ***


Renegade 

La solita canzone: http://www.youtube.com/watch?v=-k9qDxyxS3s

Taylor's point of view
 
Il suono del campanello inonda tutta l’abitazione e mi scapicollo per raggiungere la porta nel minor tempo possibile.
Afferro la maniglia ed apro.
‘Come sei veloce’ 
E’ davanti a me, pallidissima, con due belle occhiaie marcate. Dondola sui piedi e giocherella nervosa con il bordo della sua maglietta a righe.
‘Mi fai entrare?’
Mi riscuoto ed annuisco, spostandomi dall’uscio.
‘Vuoi qualcosa? Non so, un succo o del latte, ho anche della torta in frigo se ti interessa’
‘Vada per la torta’ finalmente si concede un sorriso un po’ tirato e mi segue in cucina.
Solo dopo aver spazzolato anche le briciole nel piattino si decide a parlare.
‘Tu hai dei rimpianti, Taylor?’
‘Questa è difficile. È come se chiedessi ad una qualsiasi persona se è facile respirare a pieni polmoni. Comunque sì, certo che ne ho. Penso che chiunque di noi abbia dei rimpianti, è difficile non averne. Ma alla fine sono quelli che ci spingono a buttarci di più sulle cose. Solo quando ti accorgi che non vivi appieno la tua vita e ti lasci sfuggire più occasioni ti dai una svegliata.’
Lei giocherella con la forchetta, infilzando l’aria.
‘Perché me lo chiedi?’
Si concede un sospiro, e si gratta la nuca .
‘Non lo so. Mi sento come se avessi sbagliato tutto nella mia vita. Come se tutte le decisioni che ho preso fin’ora siano errate, e se avessi agito diversamente forse ora non starei così’
‘Così come?’
‘Così impotente. Insignificante. Tu cosa vorresti cambiare?’
Avvampo ripensando al giorno precedente.
Mi sarei dovuto accorgere prima di quello che provavo per Zac, forse?
Mi prometto di raccontarle l’accaduto più tardi, dato che capisco di avere una questione più grave per le mani.
‘Tante cose Hayley, non basterebbe una giornata intera per elencarle. Partendo da quelle più banali a quelle più significative. Alla fine a cosa serve riportarli in vita con le parole, questi dannati rimpianti? Servono a ricordarci di essere più accorti, certo, ma in fin dei conti non sarebbe meglio lasciare che muoiano?’
‘Non lo so. Sono confusa. Sento come se stessi crollando pian piano sotto al peso di tutti questi rimpianti’
‘E allora seppelliscili, sono solo vecchie memorie da lasciar andare via. Poi potrai sorgere di nuovo, come fa il sole tutte le mattine.’
Sospira ancora, ed una minuscola lacrima finisce nel piatto.
‘Hey, che hai? Non ti vedo così abbattuta da tempo’ dico avvicinandomi, e acchiappando una seconda lacrima all’angolo dell’occhio con il dito.
‘Non giudicarmi, per favore, non farlo’ è l’unica cosa che riesce a dire dopo essere diventata una cascata di lacrime.
Affonda il viso nell’incavo della mia spalla. La tengo stretta, e continuo ad accarezzarle i capelli.
‘Hayley, io non ti giudico. Qualsiasi errore tu abbia fatto. Tu sei la mia piccola sorellina, sai che puoi fidarti di me, no?’
Sembra calmarsi e mi guarda con i suoi occhioni che ora si sono ridotti a due fessure per il pianto.
‘Calmati dai’
La porto in camera e la faccio sedere sul letto.
Io mi metto di fronte a lei, seduto sul mio Puf verde.
Continua a guardare basso per cinque inesorabili minuti, ed ogni volta che sembra stia per parlare, si blocca nuovamente.
‘Hayley vuoi dirmi che succede? Mi stai facendo preoccupare. Dovresti vedere l’interno della mia pancia. Credo di avere uno chef che si sta divertendo a ribaltare il mio stomaco come una frittata. Quindi vedi di darti una mossa.’
Ricade nel suo pianto ostinato, cominciando a farfugliare e le uniche parole che riesco a cogliere sono ‘gelato’, ‘Josh’, ‘casa’ e ‘Jenna’.
Dev’essere accaduto qualcosa che l’ha sconvolta parecchio, ed essendoci Josh di mezzo non voglio nemmeno immaginare cos’è successo.
‘Calmati, non riesco a capire cosa dici se piangi, per favore, sai che non mi piace vederti così sofferente’
In mezz’ora, riesco finalmente a farmi raccontare tutto, con i suoi pianti che si fanno più persistenti a seconda della parte della storia .
La rabbia inizia a montarmi dentro.
Josh sa quanto Hayley sia debole nei suoi confronti.
Non doveva farlo. Si è messo una furia contro.
Non riesco nemmeno a consolare decentemente Hayley, perché l’unica immagine che ho in mente, sono io che spacco il muso a quel cretino.
Non può pretendere di riavere così una persona. Per quanto i suoi sentimenti possano essere sinceri, non può.
Non dopo tutto ciò che ha fatto, che le ha fatto.
Devo risolvere la situazione, e non so come. Mi limito a coccolare Hayley, tentando di farle vedere il lato positivo.
‘C’è qualcosa di sbagliato, tutti pensano che possiamo farcela da soli’ mi dice.
‘Ci sono io. E poi sai che la verità non può renderti libera. Ma sarò io a farlo’
 
 

 

Josh’s point of view
 
 
Mi alzo a sedere. Le coperte sono cadute a terra, il cuscino è finito sotto al divano. L’aria è colma di un’invitante profumo. Pancakes. Un rumore persistente di padelle e piatti che sbattono mi fanno capire che il mio fratello si sta dando un gran bel da fare. 
Prima che possa alzarmi Zac mi porta un vassoio. Lo sciroppo d’acero cola su tutta la montagnetta di frittelle, e accanto c’è un bicchiere colmo di spremuta d’arancia.
‘Ah però, sai Zac, saresti proprio una brava mogliettina’ gli sorrido, prendendo il primo boccone.
Lui mi guarda con disappunto e scuote la testa.
‘Oh diamine, sono buonissimi!’
‘Vorrei ben dirlo, li ho fatti io. Senti vuoi spiegarmi perché Jenna ti ha buttato fuori casa? Ieri ti sei semplicemente parato davanti alla porta e sei entrato senza proferire parola’
Rimango con la forchetta a mezz’aria e penso sul da farsi.
Credo mi odierebbe, lui tiene tanto ai sentimenti di Hayley, è sempre stato dalla sua parte.
‘Malintesi’ 
‘Di che tipo?’
‘Hai presente quando si dice nel posto sbagliato al momento sbagliato? Ecco’
‘Vuoi piantarla di fare giri di parole e spiegarti meglio?’
Sbuffo, e prendo un sorso di spremuta.
‘E’ una cosa un po’ complicata. Diciamo che c’entra Hayley’ dico con la massima naturalezza e tossicchio pronunciando il suo nome.
‘Ma sei pazzo? Non mi dire che…’
‘Non è successo nulla tranquillo, ti ho detto posto sbagliato al momento sbagliato. L’ho incontrata al mini market’ 
Zac è un libro aperto. E’ sconcertato. Tiene la bocca socchiusa alla ricerca di una qualsiasi parola nel suo cervello, continuando ad analizzare la situazione.
‘Sinceramente non so se essere contento. Sai che Jenna proprio non mi va giù, e ti stai finalmente rendendo conto anche tu del grosso sbaglio che hai fatto. Ma non riesco a digerire il fatto che tu voglia tornare da Hayley. Tutti sappiamo quanto l’hai fatta soffrire.’
‘Zac, un passo alla volta.’ Dico e finisco di masticare l’ultimo boccone.
‘Sai, forse sarebbe stato meglio se tu mi avessi detto cosa ne pensavi sin dall’inizio della mia avventura con Jenna. Tu sei l’unico che sa farmi ragionare, e forse non sarei finito in questa situazione. Ora mi sento uno schifo con me, con Jenna e con Hayley. Mi sento un codardo. Continuo a scappare da tutto. Sono un ragazzino. Non posso continuare a vivere così, sono patetico. Mi faccio schifo, sono un rifiuto umano’
La mia voce comincia a tremare, e l’ultima frase suona quasi rotta.
‘La vita è così piena di emozioni che sento di non poterle tenere tutte nel mio petto, allora ne fuggo via. Mi sembrano mostri che mi sottraggono energia vitale ogni qual volta provo qualcosa di nuovo. Non sono propenso ai cambiamenti, e tanto meno mi ci so adattare. Voglio cambiare, ma per quanto mi sforzi ho sempre paura di sbagliare, sento di avere il fiato di tutti sul collo, sento di non esserne all’altezza. Zac, non capisco più nulla, aiutami.’
Inizio a singhiozzare e per la prima volta non me ne vergogno. Mi sono sempre nascosto dietro alle bugie e finalmente mi sono messo a nudo. Zac può capirmi, può aiutarmi.
Anche se è il mio fratellino, i nostri ruoli sono sempre stati invertiti. Io mi ficco nei guai, lui me ne tira fuori.
‘Josh, hey, tranquillo. Sai che io sono con te. Di cazzate ne hai fatte tante e lo sappiamo entrambi. Se non vuoi continuare a vivere così qual è il problema? Prendi la tua vita e stravolgila. Josh il destino non esiste, è una grande, colossale boiata. Quindi cosa aspetti? Fai tutto quello che senti che vuoi fare, non porti limiti. Fai quello che ti fa sentire bene, vivo. Certamente questa ora non è la migliore delle situazioni, perciò prenditi un attimo di pausa da tutto, ponendoti una scadenza. Verrà tutto da sé, tranquillo’
‘Dovresti fare lo psicologo’
‘Oh cevto signov Favvo, a quando la pvossima seduta?’ dice con voce intellettuale e fingendo di sistemarsi gli occhiali sul naso.
Scoppio a ridere, e mi lascio travolgere da quella piccola gioia. Ho bisogno di raccoglierne ogni minima goccia, per farmi forza.
E’ ora di crescere, Josh.


 
Salve a tutti!
Mi scuso immensamente per il ritardo çwç
Spero comunque vi sia piaciuto il capitolo (:
In realtà erano due,ma ho deciso diunirli dato che erano entrambi molto corti.
A presto, e come al solito le recensioni non vi fanno mica perdere un arto, eh!
//Oliver.

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Capitolo 8
*** Misguided Ghosts. ***


Misguided Ghosts.

Taylor's Point Of View

 


L’autobus prende l’ennesima buca e mi fa sobbalzare in avanti. Ha appena piovuto e l’aria è umida. La luce dei lampioni sembra quasi offuscata da una leggera foschia.
Scompiglio un po’ i ricci sulla nuca, nervoso.
Sono già due volte che faccio avanti e dietro da capolinea a capolinea. Ho bisogno di pensare, ma osservare Franklin che scorre sotto ai miei occhi non sembra aiutare.
Prendo il cellulare, sblocco lo schermo ed invio un messaggio a Jeremy.
-Come te la passi? Se ti và possiamo andare al bar a prendere una birra, ti va?’
Dopo pochi minuti arriva la risposta, accompagnata dalla mia rumorosa suoneria.
-Certo, ci vediamo tra un quarto d’ora al solito posto-
Sorrido, sollevato.
Scendo dal mezzo e comincio a camminare verso il locale. Continuo a tenere lo sguardo basso, fissando i miei piedi che si spostano sul marciapiede.
In meno di cinque minuti sono già lì, ed aspetto davanti all’entrata, giocando nervosamente a Candy Crush. Il viavai di gente è costante, e mio malgrado incontro più di un conoscente e con ognuno mi concedo una minima chiaccherata.
Finalmente vedo Jeremy sbucare dall’angolo e venirmi incontro  agitando con foga il braccio.
‘Heilà’ mi abbraccia di slancio.
Gli do due pacche sulla spalla ed entriamo nel locale.
Ci sediamo nell’angolino più appartato del bancone a L. Ordiniamo due boccali di birra ed inizio ad essere ansioso. Devo parlargli di più cose, ma sono tutte molto, complicate, ecco.
‘Che hai? Sembra ti abbiamo costretto a startene seduto su un Cactus, rilassati amico!’
Gli sorrido, ma la mia fronte è ancora corrugata.
Affondo il naso nella mia birra e nascondo l’imbarazzo .
‘Senti dovrei dirti un po’ di cose’ dico, disegnando sul freddo boccale.
‘Certo, dimmi pure’
‘Ok vuoi sentire prima la cosa strana o prima la cosa brutta?’
Incrocio le dita sperando che scelga la seconda opzione.
‘La cosa brutta. Ma andiamo, c’è bisogno addirittura di differenziare le due cose? E’ così grave? Comunque su, racconta che sono curioso’
Mi lascio scappare un sospiro.
‘Si tratta di Hayley. Ecco l’altro giorno ha incontrato… Josh, e hanno passato la serata insieme’
Gli occhi di Jeremy si spalancano, diventando enromi, come quelli di una rana.
Mi affretto a correggermi, e smentisco tutto con un forte gesto delle mani.
‘No no, che hai capito, hanno tipo guardato un film insieme e hanno parlato, tutto qui. Il punto è che dalla loro conversazione sono usciti fuori argomenti che per molto sono stati un tabù. Josh ha fatto capire ad Hayley che la ama ancora, e sapessi l’espressione che aveva mentre me lo raccontava. Era un misto di tristezza e gioia, mi sono sentito il cuore collassare. Comunque, tornando al discorso, Hayley ora si sente un po’ persa. Non sa cosa fare. Tutti sappiamo che lei ama ancora profondamente Josh, ma non sa come reagire. La situazione è complicata. Ho l’impressione che la vita ci stia mettendo alla prova, ci stia chiedendo di dare il meglio di noi. Vuole vedere ciò che siamo davvero, vuole vederci crescere. Sembra un continuo esame di coscienza.’
Lui continua a fissare la schiuma e tace per un po’.
‘E’ il momento di crescere, per tutti voi credo. Per quanto io possa sembrare infantile io ho già una moglie, ho già combattuto con i miei demoni interiori, so’ già come proseguirà la mia vita a grandi linee. Ora siete come dei fantasmi malguidati, non sapete cosa sia giusto, cosa sbagliato. Lascia a Hayley le sue scelte, anche se saranno sbagliate, ha bisogno di farle. L’abbiamo protetta anche troppo fin’ora.’ Conclude prendendo un altro sorso, e ruttando come un vecchio camionista.
E’ tutto scemo questo qui, ma ci sa fare con le parole.
‘Ebbene, qual’era l’altra cosa che dovevi dirmi?’
Arrossisco fino alla punta dei capelli.
‘Non saprei, mi sono scordato’
‘Ti si legge in faccia che mi nascondi qualcosa. Dai dimmi, al massimo ti prendo un po’ in giro, non ti preoccupare, zio Jerm è molto comprensivo’
Ho bisogno di parlarne, ma mi vergogno come un ladro. Sebbene tenti di tener la bocca chiusa, alla fine le parole prorompono da sole dalle mie labbra.
‘Ho baciato Zac’
Dopodichè prendo un lungo sorso di birra, che mi rinfresca un po’.
Jeremy non sembra minimamente turbato, anzi mi sorride.
Che cavolo sta pensando questo qui?
‘Ah, Taylor, Taylor, Taylor. Quante volte ti devo ripetere che io capisco tutto? Lo sapevo che tra te e Zac c’era qualcosa di più, solo che non ve ne rendevate conto, eravate troppo piccoli per capirlo, o comunque vi sembrava normale volervi così bene. Non ti sei mai chiesto come mai non avessi avuto troppe ragazze? Hai addirittura pensato che ti piacesse Hayley, ma è solo perché lei è una persona che piace un po’ a tutti. Anche a quelli come te.’
Quelli come te. Quell’affermazione mi lascia un po’ di stucco. Non pensavo di potermi sentire così tanto diverso.
‘Solo che non so, è strano. Forse devo solo abituarmi all’idea, però non so davvero come affrontare la situazione. Dopo che è successo sono solo scappato.’
Ometto il fatto che non l’ho baciato solo una volta, ma siamo rimasti incollati per quasi un’ora.
‘La situazione si risolverà da se vedrai. Sappi che ci sono per qualsiasi cosa, sentiti libero di parlarmi di qualsiasi argomento’
‘Grazie, sei proprio un bravo zio, Jeremy’
Lui ride e ordina altre due birre.
‘Beh, credo ci sia da brindare. A un futuro più luminoso, no?’
‘Certo’
Gli sorrido di rimando e finalmente sento qualcosa nel petto che si scioglie.
Non potevo vivere stando all’erta, così ho aperto gli occhi, è solo il mondo vero.




Chiedo umilmente perdono per il ritardo TwT
Mi hanno praticamente trascinato in Molise per una 'mini vacanza' e mi sono ritrovata senza PC.
Prometto che aggiorno dopodomani, con un capitolo molto lungo e pieno di sentimento(?)
E' stato un parto scriverlo ma posso dirmi abbastanza soddisfatta.
Voglio ringraziare tutti per le splendide recensioni che mi avete lasciato, siete davvero tutti troppo gentili,
è solo grazie a voi che riesco a continuare a scrivere!
Non vi annoio oltre,
grazie ancora per l'attenzione!
A presto,
//Oliver.

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Capitolo 9
*** Paramour; -Part One- ***


Paramour;
-Part One-

 


Josh's point of view.


Esco finalmente fuori casa a prendere una boccata d’aria frasca.
Cammino con il naso all’insù, ed osservo i primi fiori di ciliegio che timidamente sbocciano sui rami.
Passo davanti al mio negozio preferito e mi blocco ad osservare la vetrina.
Mi decido ad entrare.
‘Buon giorno’
‘Giorno caro’ ricambia il saluto un’anziana signora.
‘Cosa posso fare per te, giovanotto?’
Osservo i vari dolciumi sistematicamente posizionati nel bancone.
‘Quelli sono alla crema giusto?’ chiedo, indicandone un paio.
‘Si, ci sono anche alla crema di nocciole, quale preferisci?’
‘Uno alla crema semplice, ed uno alla crema di nocciole’
‘Perfetto’ e subito si mette a smanettare con una bustina e con una strana pinza.
Pago, ed esco. Continuo a camminare mangiucchiando .
Senza che io voglia, mi ritrovo a percorrere delle strade a me troppo familiari. Fanno riaffiorare alla mente troppi ricordi.
Parlano tutte di me, Hayley e la band. I nostri sorrisi, i nostri giochi, i nostri scherzi.
La musica che ci scorreva nelle vene. Una piccola speranza nei nostri cuori giovani.
Eravamo così innocenti, non pensavamo di andare così avanti, e mai e poi mai di separarci così brutalmente.
La nostra band sembrava piuttosto un matrimonio a cinque. Non posso sembrare la persona più sincera del mondo, ma quello che ho provato con loro non l’ho mai provato con nessun altro. Quella gioia che ti scalda il cuore dal profondo, quei sorrisi che ti fanno sentire a casa.
Nemmeno Jenna me li ha mai saputi regalare.
E poi un colpo al cuore.  Perdo un battito o due.
L’edificio bianco è imponente, quattro bandiere svolazzano in cima. La scritta ‘West Side Franklin High School’  è rossa, ed occupa tutto il muretto del cancello principale. Dove tutto è iniziato.
Lo oltrepasso, ed entro nel giardino.
Ricordo ancora l’entusiasmo di Zac, quando mi aveva detto di aver trovato una cantante per la nostra band.  Me ne aveva parlato per giorni e giorni. Di quanto era simpatica, dei suoi buffi capelli rossi. A forza di parlarne tra i banchi si era addirittura beccato un’ora in aula di detenzione.
Poi finalmente me la presentò. Me la ritrovai semplicemente accanto durante la ricreazione, mentre prendevo i libri per la lezione successiva,accompagnata da un sorridente Zac. Non appena il mio sguardo si posò su di lei, una morsa mi prese per la bocca dello stomaco.
La sua semplicità mi aveva scombussolato , i suoi occhi mi avevano rapito.
Era stata solo questione di tempo, e poi il mio cuore divenne eternaemente suo.
Lo è tutt’ora, e questo mi distrugge.
Come posso solo pensare di poterla avere indietro?  Non la merito, è questo il punto.
Ho fatto soffrire la persona che più amavo al mondo e pretendo di essere perdonato.
E’ una follia.
Solitamente si fanno le scelte migliori per le persone che si amano, ma io nel corso di tutta la mia vita non sono riuscito a farne una giusta. Sono stato un’egoista sin dall’inizio. Ho pensato solo al mio bene, sono stato preso dal vittimismo pensando di essere l’unico con l’anima a pezzi per colpa degli altri.
Invece ora? Ora raccolgono le mie vittime.
E’ possibile starsi sul cazzo da soli?
Perché io mi prenderei a ceffoni volentieri.
E’ possibile cambiare?
Perché io ne ho abbastanza di me stesso.
Ne ho abbastanza, di tutte queste insicurezze. Di tutti questi dubbi, di tutti questi rimorsi.
La mia vita è come un tiro al bersaglio. Eppure la freccetta finisce sempre sul muro.
Ho visto l’amore morire quando meritava di rimanere in vita.
Eppure ora la risposta sembra così nitida, che sono certo delle mie scelte. Per una volta nella mia vita, sono sicuro di quello che voglio fare. Al diavolo il buon senso e tutte quelle fesserie.
Mi sentivo l’unico santo, mentre sono tutto il contrario.
Le seconde possibilità non contano, le persone non cambiano mai.
Posso essere l’eccezione che fa la regola?
L’unica eccezione?
Prendo il cellulare dalla tasca e non mi importa del dolce che si è spalmato a terra in mezzo alla polvere. Devo sbrigarmi, se voglio riuscirci.
-Is this the last second chanche?- in un nano secondo scrivo ed invio il messaggio.
Per cinque minuti buoni cammino avanti e dietro calciando la ghiaia, in attesa di una risposta.
Lo schermo si illumina, e per poco il cellulare non mi cade dalle mani tremolanti.
-I’ll point you to the mirror-
Sorrido, e capisco che è un sì.
-A mezza notte. Sul tetto della scuola. Io e te.-
Inizio a correre come un bambino verso casa. So cosa fare.
So cosa fare, Hayley.
Non ti farò più soffirire, mai più.
E se lo farò, mi metterai davanti ad uno specchio, e mi ci farai sbattere contro.
Le promesse sono state infrante una volta.
Non accadrà più.
E sai perché?
Perché io ti amo Hayley, come mai ho fatto nella vita. Ed ora ne sono pienamente consapevole, riesco a cogliere tutta la bellezza che c’è in un sentimento come questo. Non voglio più scappare da tutto questo.
Ho sempre fatto del mio meglio per mostrare il mio amore, ma non sapevo nemmeno cosa fosse.
Alcuni di noi devono crescere a volte, e io voglio farlo con te, Hayley.



Salve a tutti!
Rgazzi le vostre recensioni mi scaldano sempre il cuore, siete gentilissimi (:
Questo capitolo -che ho deciso di dividere in due parti- è stato un parto.
Ho sudato sangue (e forse mi è scappato anche qualche organo) per scriverlo
e rendere il tutto meno banale e scontato possibile.
Questo ed il prossimo capitolo saranno nostalgici,difficili forse, e finalmente si scorgerà anche un po' di felicità
(che però è destinata a non durare)
Sono ancora indecisa per il finale (tranquilli siamo ancora a metà storia ahah)
e quindi boh, esprimete le vostre opinioni nei prossimi capitoli!
Vi ringrazio ancora per tutte le attenzioni che mi date,
a presto!
//Oliver.

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Capitolo 10
*** Paramour;-Part Two- ***


Paramour; -Part Two-



Hayley's point of view

Note iniziali: Questo capitolo è totalmente ispirato ad un live risalente al 2009,
vi consiglio di ascoltarlo mentre leggete.

https://www.youtube.com/watch?v=nEvgHLBGrv4

 







Più mi avvicino al nostro punto d’incontro, più mi sembra una totale follia. Non gli è bastato essere sbattuto fuori casa dalla proprio moglie. Ha giurato davanti a Dio di amarla, cosa significa tutto questo?
Vuole ancora vedermi. Io e lui sul tetto della nostra vecchia scuola.
Non migliora di certo la situazione fare una bravata del genere come se avessimo ancora sedici anni.
Raggiungo l’entrata sul retro e mi accerto che non ci sia nessuno. Un colpo di vento che fa smuovere i cespugli ed i rami mi fa rabbrividire.
Non c’è traccia del custode e spingo la porta antipanico.
Dovrebbe scattare l’allarme, ma non accade.
Lo disattivò Zac tempo fa, per intrufolarsi e rubare le soluzioni del compito di chimica per evitarsi una strigliata da parte dei suoi (era totalmente negato).
Certo che era un piccolo genio del male, non riusciva a farsi entrare in testa due formule e riusciva a disattivare l’allarme di una sola porta della scuola, e nessuno fino ad ora se n’era mai accorto.
I corridoi sono totalmente bui, e l’unica luce a mia disposizione è quella lunare, che filtra timidamente dalle finestre.
Mi sembra solo ieri quando correvo per questi corridoi per tornare a casa il più presto possibile, mangiare a razzo, e precipitarmi alle prove con la band.
Già, la band. Jeremy ci aveva abbandonato prima della registrazione di All We Know, mentre Taylor non era stato accettato dalla casa discografica. Eppure ora sono gli unici ad essere rimasti.
Sento un groppo in gola e scuoto la testa, nella speranza di levarmi dalla testa quei pensieri.
Passo davanti al mio caro e vecchio armadietto. Ricordo con perfezione tutti i baci che ci siamo scambiati di sfuggita proprio lì davanti.
Mi sembra di senitre la sua voce che mi sussurra innocenti complimenti velati.
Crack.
Il mio cuore inizia a creparsi per l’ennesima volta, e stringo forte una mano sul petto, per impedirne il cedimento.
Salgo con non curanza al piano superiore usando la rampa di scale principale. Apro una seconda porta ed un’ondata di vento mi investe.
Rimango a bocca aperta per qualche istante.
Tutto i profilo di Frankiln è illuminato .
Franklin, la mia città. Da quant’era che non ammiravo?
Da quando c’è tutta questa bellezza? Sento che mi sono fatta sfuggire questa cittadina per troppo tempo.
E’ come se non fosse più casa mia, come se non vi appartenessi più.
Mi manca quello che ero. Quello che eravamo, nella città che chiamiamo nostra.
Chissà se se lo ricorda.
E poi le stelle. Sono così luminose che credo stiano giovando all’impianto solare montato sul tetto da un paio d’anni.
Rimango ad ammirare tutto ciò che ho intorno per più tempo del previsto, e vengo colta di sorpresa.
‘Bello, vero?’ Josh è poco distante da me, e subito si affretta a tagliar fuori tutta quella distanza.
‘ Decisamente. Non ricordavo ce ne fossero così tante, non è che qualcuno si è messo a dipingere il cielo mentre noi non c’eravamo?’
‘Forse è così, o forse non ce ne siamo mai accorti anche se erano proprio sotto al nostro naso, o meglio, sopra la nostra testa. Eravamo distratti, perché pensavamo di brillare più di chiunque altro.’
‘Siamo come la luna. Prendiamo in prestito la nostra luce’
Si allontana di nuovo, e si appoggia al muretto che ci separa dal vuoto.
Sento un solco nel profondo dello stomaco, e quasi involontariamente lo raggiungo al parapetto.
Il vento è persistente, e mi stringo di più nella giacca. Chiudo gli occhi.
Tento di lasciarmi cullare da quella piacevole sensazione, e di svuotare la testa. Ma i ricordi che vedo scorrere sotto agli occhi sono troppo vivi per essere ignorati.
‘Ti ho sempre ripetuto che qualsiasi cosa fosse accaduta, che quando tutte le nostre sicurezze fossero crollate, ti sarei rimasto accanto, per aiutarti a superare qualsiasi ostacolo. Ma non l’ho fatto. Ed ora sono qui, a chiederti aiuto.’
Poso lo sguardo sul giardino sottostante, e vedo spuntare il custode con un’allettante ciambella tra le mani che controlla distrattamente la situazione.
‘Tu non ti fai mai aiutare, Josh’ piazzo i miei occhi nei suoi.
‘Come me. Siamo nella stessa situazione, siamo sempre stati così simili. Se davvero vuoi il mio aiuto Josh, devi dirmi quello che senti, quello che sei, dentro.’
Non regge il mio sguardo, e sospirando si guarda la punta delle scarpe.
E’ sempre stato duro di testa, ma forse sta iniziando a capire.
‘Ti ricordi il nostro outro? Miracle. Philadelphia ti dice qualcosa?’
Il suo sguardo sembra illuminarsi per un attimo, come se avesse appena riacchiappato un ricordo per la coda.
‘Ero distrutta. Tutte quelle parole, mi facevano male. Le avevamo scritte insieme, buttando le nostre anime fuori, mettendole completamente a nudo. Mai come in quel momento mi ero sentita tanto vulnerabile. Io continuavo a cantarle per te, ogni sera, ogni concerto, ogni prova. Ma quella volta non lo feci.’
Mi concedo un respiro profondo, sentendo tutte le membra percorse da tutte quelle sensazioni così negative.
‘Mi girai di spalle, ed andai dietro. Cantai guardano quella tenda spiegazzata e tutte quelle cornici vuote, mentre sarebbero dovute essere piene di noi. Forse ti sarai sentito smarrito, forse mi avrai cercato, questo non lo so. So solo che quella volta non mi rivolsi nemmeno per un istante a te, non ti dedicai quelle parole. Forse non lo capivi, forse avrei dovuto dirlo chiaro e tondo. Stavo tentando di digerire la nostra separazione, il tuo imminente abbandono ed è stato il mio modo di reagire. Non mi sono fatta aiutare, e non hai la minima idea di quanto questa chiusura in me stessa mi sia costata. Non mi sono fatta sfiorare, non volevo farmi aiutare, mi sono chiusa a riccio. Lasciando che tutto il mio rancore cadesse giù nel mio cuore ed iniziando a farlo marcire. Ora come ora sono una bomba ad orologeria. E’ difficile farsi aiutare. Potrei esplodere da un momento all’altro, quando inizierò a rinnegare tutto ciò che sto facendo senza voi, senza te. Che poi, figurati se le mie labbra vogliono far uscire quella dannatissima parola di cinque lettere.
Perciò Josh, vuoi davvero il mio aiuto? E’ difficile, dovresti saperlo, soprattutto se devo essere io quella che deve portarti a riva, una persona che hai avuto distante, per tanto, troppo tempo.’
Il buon senso è andato a finire nella pattumiera difronte all’edifico.
Eppure come posso pretendere di reagire davanti ad una richiesta di aiuto. Da parte di una persona così importante nella mia vita, davanti alla quale sono vulnerabile. L’unica cosa che posso fare è dare aiuto, con tutta la mia anima.
Fa uno scatto e per un attimo temo stia fuggendo per l’ennesima volta da me.
Ma non passa troppo tempo che spunta di nuovo, con la sua chitarra.
‘Voglio farmi aiutare, Hayley. Voglio sentirmi finalmente salvo. E non come se mi stessi aggrappando ad uno stupido salvagente. Voglio un aiuto vero, pur di dover abbattere tutte le mie difese che mi sono costruito con gli anni, lo voglio con tutto il mio cuore, mille volte sì Hayley. Soprattutto se sei tu, ad aiutarmi.’
E poi, le prime note mi fanno rabbrividire l’anima. Ondeggio, osservando i movimenti fluidi delle sue mani.
‘I asked for love. I asked for mercy. I asked for patience.’
Mi ero totalmente scordata cosa si provava a cantare una canzone come questa. Sento il sangue che pompa nelle mie vene sempre più velocemente, le lacrime che corrono agli occhi.
Finalmente poso il mio sguardo nel suo.
‘But you are already all this things’
Le lacrime gli solcano il viso. Però sorride, come non l’ho mai visto sorridere negli ultimi cinque anni.
La canzone sembra non avere mai fine, ma non mi interessa. Potrei passare l’eternità così, con la consapevolezza che piange di gioia per le mie parole.
Si avvicina ed abbozza un sorriso imbarazzato, mentre le lacrime non danno segno di cedimento.
‘Please, please, please, let you light shine bright inside of me’ canta insieme a me.
Prendo dolcemente il suo viso tra le mani ed asciugo quel fiume salato.
‘Ricordi il nostro amore segreto?’
‘Come potrei mai dimenticarlo, Josh? Un amore segreto non svanisce mai, perché segretamente rimane sigillato dentro di noi, impresso nelle nostre anime incerte.’
Mi avvicino lentamente, assaporando ogni istante, ogni respiro che ci separa.
Sono consapevole dei cambiamenti che comporterà questa nostra decisione, ma per ora non ho voglia di pensarci.
Le sue labbra morbide si poggiano sulle mie. Le nostre lingue si cercano, sono state separate per troppo tempo, si accarezzano dolcemente.
Ma è un bacio diverso da quelli che ci siamo dati in precedenza. E’ pieno di consapevolezze, di una strada tortuosa e difficile da affrontare. Me è un bacio di quelli sicuri, dati con tutta l’anima, da chi rimarrà per sempre.
Le mie dita inciampano sul bordo della sua camicia, cercando la sua pelle.
Il tempo si è bloccato. Il vento non sferza più i nostri visi, non scompiglia più i nostri capelli. E’ tutto immobile.
La città sembra essersi zittita per osservarci, ammirarci.
Noi poveri peccatori.
Eppure a me va bene, finché lui è con me.
Poggio la mia fronte sulla sua, e continuiamo ad ondeggiare insieme, al ritmo di una melodia inesistente.
Cerco la sua mano, intreccio le mie dita alle sue.
‘Sei già tutto ciò che ho chiesto. Ti ho sempre avuto qui, davanti a me. Perché cercavo altro?’ sussurra.
‘Hayley?’ richiama nuovamente la mia attenzione, e sposto lo sguardo nei suoi occhi.
‘Ti amo’
E da quel momento, mi rendo conto che il mio cuore batte solo per lui.
E dopo questo tempo, io sono ancora dentro al suo.




Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare ma volevo perfezionare questo capitolo,
ed ora eccolo qui!
Devo dire che è stato abbastanza difficile scriverlo per me ammetto di aver pianto, addirittura
(lo so, non sono normale) e niente, ci ho messo anima e cuore qua dentro e spero apprezziate il mio lavoro.
Ora sono davvero in crisi per il seguito: far finire tutto bene in mezzo ad un campo di rose,
o farvi venire voglia di uccidermi per il finale depressissimo?
Vi prego datemi una mano perchè non ne ho davvero la minima idea, sono indecisissima.
Beh non vi annoio oltre, grazie dell'attenzione, a presto!
//Oliver.
P.s. E anche voi lettori silenziosi che avete messo la storia tra le seguite o le preferite: fatevi sentire!
Grazie a Lonni e ItsOzzyCobain che mi sostengono sempre e recensiscono ogni capitolo (:!

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Capitolo 11
*** So here you are in pieces. ***


So here you are in pieces.

Taylor's point of view.




Mi sveglio di soprassalto a causa di un fulmine.
Va bene che Marzo è un mese che fa un po’ come gli pare, ma poteva benissimo evitare di disturbare il mio sonno ristoratore.
Il mondo fuori dalla finestra è grigio, ed il costante scrosciare della pioggia sembra una ninna nanna.
La mia testa è poggiata sul petto di Zac, che si alza e si abbassa regolarmente.
Svegliarlo non è una delle mie idee migliori, anche perchè l’orologio segna le sei e dieci del mattino, perciò me ne rimango semplicemente accoccolato accanto a lui.
Questo periodo è stato davvero confusionario. Insomma, non è mica da tutti i giorni scoprire di essere innamorati del proprio migliore amico. Eppure non mi sentivo così in pace con me stesso da tempo. La nube che avevo nel petto sembra essersi dissolta, e non posso fare a meno di sorridere a chinque.
Certo, non è stato semplice affrontare tutto ciò.
Ogni volta che mi avvicinavo a Zac non sapevo come reagire, mi sentivo totalmente impacciato (più del solito insomma). Magari se tentavo di dire qualcosa di carino lui scoppiava a ridere e ci rimanevo male. Ho avuto bisogno di un po di tempo per capire cosa fosse “normale” per noi.
Ed ora, me ne sto sdraiato nel letto con il mio… ragazzo? Compagno? O in qualsiasi altro modo potrei definirlo, fuori piove come se non ci fosse un domani, ed io sono contento come una pasqua.
Devo assolutamente parlarne con Hayley, sarà così contenta per me… forse dovrei dirlo anche ai miei?
E qui il mio sogno crolla a pezzi.
I miei sono cristiani. I genitori di Zac sono cristiani.
Non potrebbero mai accettare una relazione del genere, o almeno credo. Fino a questo momento non ci avevo mai pensato, non mi dava preoccupazioni. Eppure ora, questa situazione sembra demolire la mia vita. Per quanto mi avessero dato fastidio in precedenza i loro stupidi commenti contro gli omosessuali e quant’altro , non avevo mai pensato che avrebberto potuto distruggere così i miei piani.
Sento Zac spostarsi appena, il suo battito cardiaco cambiare sotto al mio orecchio, ed un flebile sbadiglio.
Guarda fuori dalla finestra e sbuffa.
‘Sembra che Zeus sia felice, eh?’ ironizza.
Ridacchio.
‘Buon giorno, comunque’ si affretta ad aggiungere.
Sorrido tra me e me, stringendomi un po’ di più a lui.
‘Vogliamo andare a fare colazione?’ chiedo.
‘E me lo chiedi anche? Su, corri.’ E detto questo scatta subito fuori dal letto come un bambino e si affretta a scendere, subito seguito da me.
 
 E fu così che mi sentii male per essermi scofanato un pacco di biscotti, ed esattamente un litro e mezzo di succo.
Ok, sono stato io a lanciare la sfida, lo ammetto, è stato infantile, ma non ricordavo Zac fosse tanto competitivo.
Siamo malamente seduti sulle sedie e ci siamo abbandonati in balia della nausea sul tavolo.
‘Senti, oggi pensavo di parlare con Hayley, volevo dirle tutto quanto, riguardo… emh, noi due’ bofonchio con una guancia spappolata sulla superfice di legno lucido.
‘Volevo solo sapere se ti creava problemi, tutto qui. Sai com’è nell’ultimo periodo siamo stati davvero molto vicini con le nostre insicurezze, e credo sia grazie a lei che ho potuto affrontare questo passo in avanti. Mi ha sempre spinto a fare quello che mi sentivo di fare, per quanto mi sembrasse giusto o sbagliato. ’
Zac sembra concentrarsi molto sulle mie parole, tanto che si è tirato su, in una posizione alquanto normale sulla sedia.
‘No c’è problema, sai che anche per me Hayley è stata sempre come una sorella. Non so’, forse potremmo parlargliene insieme?’
Annuisco, rendendomi conto che è la scelta migliore.
Invio un messaggio ad Hayley, invitandola a casa mia per una chiaccherata.
Poi mi alzo, tento di dare una ripulita per rendere la cucina più abitabile, anche per evitare una delle strigliate di mamma, che per ora è a lavoro.
‘Is should be over all the butterflies, I’m into you’ inizio a canticchiare lavando i piatti.
Perfetto. Se prima sembravo vagamente gay, ora sembro una ragazzina nel pieno degli ormoni.
Mi zittisco subito, ma non abbastanza in fretta, perché Zac se ne sta lì, ad osservarmi, mordendosi un labbro nel tentativo di non scoppiare a ridere.
Si sta sforzando molto, perché il suo viso è diventato bordeaux, e prorompe quasi immediatamente in una risata. Si piega in due tenendosi le mani sullo stomaco.
Mi sento sprofondare lentamente nell’abbisso dell’autocomiserazione.
Eppure Zac non sembra si stia prendendo gioco di me, sembra solo, divertito.
‘Sei adorabile’ farfuglia continuando a ridere come uno scemo, e battendo una mano sul tavolo.
Dopo cinque minuti buoni, riesce a calmarsi, e scola giù mezza brocca d’acqua.
Si avvicina ancora con un grande sorriso stampato sulle labbra, e le lacrime agli occhi.
‘Scusa, ma eri…adorabile. Sembravi la versione maschile di Hayley’
E senza darmi il tempo di ribattere, taglia fuori la distanza che ci separava e mi bacia.
Riesco a sentirmi la persona più felice del mondo nel giro di pochi secondi.
Penso non ci sia stata mai tanta gioia a colmare la mia vita. Quella che mi era sembrata un’ultima speranza, lo è davvero. Abbiamo tanto tempo perso da recuperare, tante distanze da riavvicinare. Ma so che il mio cuore è più grande della distanza tra noi due, lo so perché lo sento battere. Non mi importa di quante controversie dovremo affrontare.
Siamo imbattibili insieme, forse?
Mi scordo di tutto. Dell’acqua del lavandino che è rimasta aperta, della situazione di Hayley e Josh, dell’album incompleto da ormai due anni, dei fans che aspettano il massimo da noi, e soprattutto, mi scordo di mio fratello che sta tornando dal supermercato.
Faccio un balzo all’indietro sentendo delle buste che cadono a terra, ed una bottiglia che si infrange sulle mattonelle lucide.
La mia forza vitale sembra essere risucchiata dallo sguardo minaccioso di Justin.
I pomodori si sono sparpagliati in giro, e l’olio sta percorrendo tutte le scanalature che separano una mattonella dall’altra.
Justin sembra profondamente deluso, e non riesce a far altro che rimanere immobile.
Zac è corso al piano di sopra, e qualcosa mi dice che ha preso la sua roba ed è andato via.
Deglutisco a fatica e sento il sudore freddo scendere giù per la schiena.
Mio fratello si avvicina, avanzando tra i frantumi di vetro.
Il mio cuore viene trafitto da mille spilli.
Solo il dolore ci può ricordare che il nostro cuore può soffrire.
Carica un pugno, e colpisce alla perfezione la mia mascella.
Sento subito l’odioso sapore metallico del sangue intaccare le mie papille gustative, facendomi capire che ho un gran bel labbro martoriato.
 
Penso che se mi avessero strappato il cuore dal petto a mani nude avrei sofferto meno, che deludere una delle persone a me più care.
Eppure so solo sbagliare, cadere, ed ora, non mi rimane davvero nulla a cui aggrapparmi.


 
DAN-DAN-DAN! *Tragic Music*
Non ve lo aspettavate, eh?
Comunque scrivere questa storia è micidiale,
mi dispiace rendere Justin così stronzo ma non posso farci nulla,
mi serviva un colpo di scena, per quanto triste...
Mi disipiace se il capitolo è un po' breve, ma spero di aggiornare presto!
E poi è più o meno da due giorni che fangirlo per coppie Slash, e tutto per colpa di Shadowhunters,
Maguns e Alec sono bellissimi idjdpowje (per chi ha visto/letto Shadohunters)
Ok, la smetto di annoiarvi, a presto signori c:!
Grazie a Lonni e ItsOzzyCobain per le splendide recensioni che mi avete lasciato nel capitolo precedente, siete dolcissime <3 !

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Capitolo 12
*** We'll dig a deep hole. ***


 We'll dig a deep hole.


Hayley's point of view.

 



Mi sveglio, con la voglia di farlo, per la prima volta dopo tanto tempo.
Non riesco a sentirmi in colpa per quel che sto facendo, perché di tempo non ce n’è.
I miei capelli appaiono allo specchio come un buffo groviglio arancione di nodi.
Prendo la spazzola ed inizio a canticchiare una nuova melodia.
‘Is just a spark but it’s enough to keep me going…nananananana’
Cavolo, non è per niente male. Mi precipito al piano di sotto, diretta al mio pianoforte a coda prima che mi scordi la melodia.
Le mie dita corrono sui tasti bianchi, alla ricerca delle note giuste.
Quando trovo gli accordi adatti ed inizio a suonare sento la testa che si libera di un peso.
Tutte le mie preoccupazioni si presentano come una proiezione lontana.
Ho bisogno dei ragazzi per completarla del tutto, ma come inizio sembra parecchio promettente.
Il mio cellulare inizia a vibrare, con lo schermo che si illumina a intermittenza.
Zac.
Sono millenni che non parliamo, o Josh gli ha detto qualcosa, o dev’essere successo qualcosa di grave.
‘Pronto Zac?’
‘Hey…Hayley, come stai?’ il suo tono di voce suona un po’ malinconico.
‘Tutto bene, che succede? Che hai? Ti sento strano.’
Nonostante non ci frequentiamo come un tempo riesco ancora a capire tutto di lui. Sospira dall’altra parte del telefono.
‘E’ successo un casino, un casino totale’ dice piagnucolando.
‘Possiamo vederci al parco tra mezz’ora?’ aggiunge.
‘Certo, a dopo’
Attacco, e mi guardo attorno perplessa.
Cosa ci può essere di cosi grave da aver spinto Zac a chiamarmi?
I miei dubbi continuano ad infittirsi mentre mi preparo. Mi infilo in una felpa extra-large dei New Found Glory ed esco afferrando al volo le chiavi di casa e della macchina
A dir la verità il parco di Franklin non è troppo lontano, ma la macchina può tornare sempre utile per un’eventuale fuga.
Ma cosa sto dicendo? Fuga?
Il mio cervello ha iniziato a pianificarsi un programma tutto suo.
Metto in moto, e dopo dieci minuti sono già nel parcheggio. Mi incammino lentamente e a testa bassa.
Percorro il sentiero principale, costeggiando il laghetto.
Arrivo ad un piccolo ponte di legno che si affaccia su delle cascate artificiali, con dei piccoli giardini ai lati vuoti circondati da siepi.
Mi guardo intorno per controllare che non ci sia nessuno e cerco il passaggio tra le siepi.
E’ più stretto di quanto ricordassi. Corro verso le scalette laterali prima che qualcuno mi veda lì.
E’ sempre stato il nostro posto segreto. Il posto dove i Paramore sono nati, cresciuti e separati.
Zac è già lì, ma noto che non è solo.
Ho un attimo di esitazione perché credo sia Josh, ma alla fine mi accorgo che è solo Taylor.
Mi si stringe il cuore a vederli così insieme.
La loro amicizia si è indebolita molto con l’abbandono dei Farro.
Si voltano nella mia direzione e fanno un cenno con la mano.
Abbozzo un sorriso, sedendomi in mezzo ai due. Taylor posa il suo sguardo per un solo attimo nel mio, ma basta per trasmettermi tutta la tristezza del suo animo.
Ha gli occhi gonfi ed arrossati.
‘Ragazzi, volete dirmi che succede?’ anche Zac ha una brutta cera ed il viso tirato.
Si scambiano qualche occhiata che non riesco a decifrare.
‘Sai, sai che io e Taylor siamo sempre stati molto amici, molto uniti, come dire..’ arrossisce appena e tenta di continuare.
‘E da un po’ di tempo, ecco abbiamo capito che il nostro rapporto è un qualcosa di più grande che una semplice amicizia…’
‘Avete scoperto di essere fratelli!’
Zac si sbatte una mano sulla fronte. Ok, forse era abbastanza fuori luogo.
‘Scusate…’
‘Insomma, Hayley, io e Taylor ci piacciamo, ecco tutto.’
Rimango immobile per qualche istante, per decifrare la situazione.
Taylor si spalma il viso tra le mani per poi affrettarsi a prendere qualcosa dalla tasca della felpa.
‘Tay, da quando fumi?’
Mi guarda tristemente mentre accende la sua sigaretta.
‘Da quando, da quando Josh e Zac.. sai’
Annuisco, dato che riesco a cogliere questa sua debolezza.
‘Comunque ragazzi, davvero, non riesco a capire quale sia il problema. Se siete felici così non cambia niente a nessuno, anzi il fatto che siete riusciti a ritrovarvi in un modo o nell’altro è una cosa meravigliosa.’
‘La fai facile, Hayley. Justin, ci ha visti. E’ andato fuori di testa e ha dato un cazzotto a Taylor.’
Solo ora mi accorgo del suo labbro livido.
‘I nostri genitori sono cristiani, non potrebbero mai accettare una cosa del genere. E’ una situazione da cui non possiamo uscire. Mi sento uno schifo Hayley, cos’ho che non va?’ mi chiede Taylor.
‘Tay, tu non hai niente che non va’  lo rassicuro accarezzandogli i capelli ‘E’ come se io pensassi di essere diversa solo perché non mi piace il succo alla pera e ai miei genitori sì. Perché questa scelta dovrebbe interessargli? Tu sai bene quante ne ho passate. Mi sentivo costantemente colpevole per chi ero, solo perché mi vestivo in modo diverso e avevo i capelli tinti di rosso. Mi facevano sentire esclusa per le mie scelte, mi facevano sentire diversa. Ma alla fine cosa cambia? Esattamente nulla. Taylor, tu sei quello che sei, e le tue scelte non devono essere fonte di giudizio da parte degli altri. Se ti amano davvero, capiranno, fidati.’
Zac ha poggiato il mento sulla mia spalla e sorride a Taylor. E’ bellissimo rivederli così felici insieme. Mi si era spezzato il cuore vederli separati da una scelta.
Stupidissime, futili scelte.
Rovinano sempre tutto.

'Ragazzi, vi porto da una parte.'
Ora sò a cosa mi serve la macchina.

 

- What you do doesn't define you. You can't let your failures, or your success for that matter, dictate how you view yourself. You are loved.- Taylor York.

 



Ok, sucsatemi tanto per il ritardo ma sono stata parecchio indaffarata tra l'inizio della scuola ed il concerto.
Il concerto che è stato pazzesco davvero, non ho parole per descrivelo. Ho incociato i loro sguardi per più di una volta,
mi hanno sorriso e mi hanno colmato il cuore di gioia. E' stato immensamente gratidicante.
Per non parlare del fatto che Hayley mi stava per chiamare sul palco... Mi ha sorriso, mi stava per indicare ma poi si è accorta che stavo in terza fila... Sinceramente mi è bastato solo questo gesto a rendermi felicissima.
L'amore che provo per questo gruppo è diventato inestimabile.
Questo capitolo non è dei migliori, ma ci ho provato.
Spero di aggiornare presto!
Alla prossima, e grazie mille ancora a ItsOzzyCobain e Lonni per le meravigliose recensioni!
Un bacio,
//Oliver.
P.S. Taylor fuma davvero, lo abbiamo scoperto a B'lonia, ci sono rimasta un po' male a dire il vero...

P.P.S. Il posto segreto è ispirato ad un posto segreto che ho scoperto con una mia amica in un parco che frequentiamo spesso ahahah xD

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Capitolo 13
*** I'm better off when I hit the bottom. ***


I'm better off when I hit the bottom.

Taylor's point of view.




Hayley ci catapulta in macchina in fretta e furia e si posiziona al sedile del conducente. Accende la radio, e gli Oasis riempieno il vano.
Io e Zac ci scambiamo uno sguardo confuso, ma questo ritorno alle origini mi fa piacere.
Poggio un braccio sul finestrino aperto e osservo le strade grigie della città.
Continuo a ripensare all'accaduto di questa mattina, di come tutto si sia frantumato nel giro di pochi istanti.
Non può essere vero, Justin è sempre stato il solito fratello protettivo, che mi teneva sotto la sua ala, spingendomi a fare ciò che pensavo fosse meglio per la mia persona.
Eppure ora non sembra più accettare le mie scelte.
Mi odierà davvero? Quest'astio nei miei confronti può essere davvero scaturito da un dettaglio così insignificante?
Zac cerca la mia mano e la stringe, mi guarda compassionevole.
'Come stai?'
Siamo già fuori città, su una stradina che porta in campagna.
'Non lo so Zac, non lo so. So solo che non voglio pensare a nulla per un po' '
Hayley si intromette nella conversazione.
'Sono felice di sentirtelo dire. Anche perchè, se non riuscite a distrarvi un po' così non so' più cosa inventarmi.'
Un sorrisso mi increspa le labbra.
La macchina si ferma improvvisamente nel bel mezzo di un vialetto sterrato, che si addentra in una piccola e verde foresta.
'Su, scendete!' urla praticamente, presa dall'entusiasmo.
'Sicura che sai dove stiamo andando?'
Risponde annuendo e chiudendo a chiave la macchina.
'Per di qua'
I rumori della doresta sono così rilassanti. Il costante frusciare delle foglie, il canto degli usignoli sembrano una ninna nanna.
Spuntiamo su un terreno ampio, con al centro una casetta di legno che ricorda una baita di montagna, costeggiata da una staccionata bianca.
'Ok, pensavo volessi tipo portarci nel nulla per poi impiccarci come in un film horror' ironizza Zac.
Hayley si gira verso di noi con fare minaccioso, continuando a camminare all'indietro.
'E chi ti dice che lì dentro non tenga nascosti degli arnesi da tortura o delle seghe elettriche?' chiede inarcando un sopracciglio.
Scoppiamo a ridere tutti e tre come degli imbecilli.
'Allora, le chiavi dovrebbero essere...' alza lo zerbino 'Qui.' e ci sventola davanti al naso una singola chiave arrugginita.
'Ma allora c'è gente che lo fa davvero! Non accade solo nei film!'
'E' per le emergenze. Andavo qui tutte le estati con mio padre, era il posto dove preferivo stare. La chiave è qui, così in qualsiasi istante tu abbia bisogno di un po' di tempo per te stesso puoi venire qua, ed avrai  il modo per entrare.' Ci racconta tutta sorridente.
Si percepisce dai suoi movimenti che quel posto le piace e che i ricordi sono vivi in lei.
Ci fa entrare in un ambiente a metà tra il country ed il moderno. Sembra quasi un'accozzaglia di oggetti messi alla rinfusa, ma alla fine quadra tutto nell'insieme. Anche gli interni sono di legno, il che conferisce un'atmosfera calda ed accogliente.
'C'è un po' di povere, mi spiace, ma giustamente non aspettavo ospiti.'
'Ospiti? Ci hai praticamente trascinati qui!' dico ridendo.
Si gira improvvisamente seria.
'Ragazzi, sapete che giorno è oggi?'
Scuoto la testa.
'E' il 29 Settembre. Sono due anni da quando... da quando abbiamo pubblicato il nostro ultimo album.'
Sento la nostalgia attanagliarmi le budella, stringendole in una morsa fredda e lancinante.
Mi mancano i Warped Tour in compagnia di Zac e Josh, mi mancano le prove a casa loro, mi manca il nostro ultimo tour, pieno di sofferenze, alti e bassi, pieno di passione, il migliore.
'E' stato il nostro anno migliore Hayls, ma non solo. E' stato anche l'anno più bello della mia vita. E' stato così pieno di esperienze, emozioni. Ogni giorno era una scoperta, e nonostante spesso l'atmosfera fosse tesa, continuavo a sentirmi a casa, mi sentivo così dannatamente in sintonia con tutti voi. Vorrei tanto poter tornare indietro.' Le parole di Zac mi hanno spiazzato, è stato così sincero e concreto.
Hayley annuisce nostalgica.
'Vorreste fare una cosa per me?'
Si gira e sparice in fondo ad un corridoio. Prendo Zac per mano e la seguiamo nell'ombra.
Apriamo una piccola porticina socchiusa, e ci ritroviamo in una saletta insonorizzata, con una grande finestra che da sulla foresta. Una batteria ed un paio di strumenti sono disordinatamente lasciati in giro.
'Vi andrebbe di suonare?'
Zac stringe la mano con maggior pressione. Ha gli occhi lucidi e lo vedo deglutire pesantemente.
'Certo che mi andrebbe.' dice in un sussurro.
Allenta la presa e va a sedersi dietro alla gran cassa. Hayley mi porge una chitarra e va a collegarla all'amplificatore.
Le vedo cercare tra degli scatoloni e ne tira fuori il suo microfono a strisce gialle e rosse.
'Cosa vorresti suonare Zac?' gli chiedo, ma nell'istante in cui formulo la domanda, mi accorgo che non mi darà alcuna risposta.
Ha la testa bassa, tiene le sue bacchette in mano, piangendo silenziosamente.
Decido di iniziare.
Non suonavo quest'intro da tempo. E' sempre stato così intenso, e lo è ancora.
'So your father told you once that you were his princess, but you won't see the castle and cannot find your prince'
Siamo entrambi girati verso Zac, perchè non suoniamo per un pubblico, suoniamo per noi tre, suoniamo per guarire le nostre anime sofferenti.
'And now you've grown a lot, the dresses don't fit right, your daddy's not a hero, he stole your chariot'
Zac attacca a suonare e sento tutti i colpi battermi sullo sterno. Le sue braccia si muovono ad una velocità imperssionante. Il suo trasporto e la passione nel suonare sono sempre gli stessi.
Hayley si stringe le mani sul petto, mi guarda commossa.
Tutta questa passione mi era mancata, tutta questa naturalezza nel fare le cose, è stato tutto così vuoto nell'ultimo periodo.
Appena finisce l'intro, attacco con una canzone che abbiamo suonato davvero raramente, sconvolgendo i ritmi. Ma nonostante ciò Zac è riuscito a seguirmi.
'I  scraped my knees when I was praying and found a demon in my safest haven, seems like. It's getting harder to believe in anything than just to get lost in all my selfish thoughts.'
Questa è una delle canzoni che meglio ha descritto la nostra situazione come band. Nessuno lo ha mai capito.
Nessuno ha mai capito quanta sofferenza c'è dietro, da quanto dolore scaturisce una composizione del genere, quanto ci è costato pubblicarla in un album e lasciarle raccontare una storia.
La sento così mia, la sento più del dovuto nel mio corpo, come se fosse una cosa che mi appartiene di diritto.
'And the worst part is before it gets any better we're headed for a cliff. And in the free fall I will realize I'm better off when I hit the bottom.'
Come se fosse eternamente marchiata nella mia anima.


 
 
Buona sera!
Chiedo perdono per il ritardo, davvero non so proprio come scusarmi...
Sono una persona orribile e me ne rendo conto. Ho scritto questo capitolo proprio il 29 settembre, 4 anni dalla pubblicazione di BNE. E' stato così nostalgico scriverlo quel giorno, eppure rimane ancora il mio album preferito.
Tratterò il problema di Taylor con un po' di ironia, dato che questa storia mi sta facendo deprimere come mai nella vita prima d'ora.
Spero abbiate apprezzato il mio lavoro nonostante sia uno di quei capitoli 'riempitivi'.
Grazie a tutti per la considerazione!
A presto,
//Oliver.
*Ringrazio come al solito Lonni ed ItsOzzyCobain che mi seguono sempre*
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Prossimo Capitolo: Venerdì 11!

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Capitolo 14
*** I wouldn't mind. ***


I wouldn't mind.


 



-Josh's point of view-

‘Ti ricordi perché abbiamo dato questo titolo al nostro album?’
‘Alcune volte, l’unico modo per guardare una persona ed amarla esattamente come hai fatto in precedenza è guardarla con un paio d’occhi nuovi’ risponde.
Il vento ci scompiglia i capelli, e stringo Hayley ancor più verso di me.
‘Pensavo a Jenna e sai, anche se provo a guardarla con occhi diversi non riesco più ad amarla come ho fatto prima.’
‘Forse non l’hai mai amata, Josh’
Sento una scintilla bruciare nel petto, perché so che ha ragione, ma vorrei non fosse così.
‘Hayley mi sento davvero un idiota. Non capisco come sono riuscito a combinare questo pasticcio. E’ come se continuassi a pretendere di aver ragione, e sentissi tutto crollarmi addosso. E’ come se avessi avuto dei paraocchi incollati al viso. Non riuscivo davvero a scorgere nulla oltre le nostre difficoltà, e la soluzione migliore mi è sembrata accantonare il problema, i miei sentimenti nei tuoi confronti, ed il lavoro di anni, e andarmene dalla prima ragazza che mi voleva. E’ stato tutto così poco sensato e improvviso, ma apparentemente era quello che mi rendeva felice. Ma in un modo o in un altro, a forza di girare intorno ti ritrovi un muro così alto che non sai più cosa fare.’
Tutta la stupidità umana si è raccolta in me, facendomi compiere le scelte più improbabili…
‘E non riesco a perdonarmi di aver coinvolto una persona che non c’entrava nulla. Cioè, ok, non era proprio il massimo Jenna, ma è pur sempre una persona, e mi sento così in colpa nei suoi confronti. Non riesco nemmeno a spiegare come si sia innescato questo meccanismo di rifiuto verso tutto ciò che un tempo mi rendeva felice. E’ tutto così privo di senso che mi sento male solo al pensiero. Sono stato davvero io a combinare tutto questo casino?’
Le parole mi si mozzano in gola, lasciando spazio ad un silenzio carico di tensione.
Continuo a fissare il cielo punteggiato di stelle e sospiro, non riuscendo ad esternare il caos che ho dentro.
‘Perché io, Hayley? Perché non Taylor, o Zac, o Chad? Perché loro non ti vanno bene? Perché continui a voler soffrire in mia compagnia?’
‘Perché è inutile un amore senza sofferenze. Nel senso che alla fine non è più amore. Se non hai mai vissuto nel terrore di poter perdere una persona, come puoi sapere il significato della vera gioia? Come puoi essere certo che quella che stai vivendo è felicità vera e genuina? E’ solo quando ti trovi sull’orlo di un baratro e senti sulla tua pelle il male, e qualcuno ti afferra per la mano portandoti via con se che sai davvero che quella è una persona che vale per te, e nella tua vita. Abbiamo un mare di incomprensioni che ci separano, ma veniamo colpiti dalle stesse onde. Non possiamo ostentare la nostra felicità a causa di difficoltà quotidiane. Devi imparare a vivere. Nel bene o nel male.’
‘E se poi non ci riesco? Se non riesco a sopportare più il peso della mia stessa vita? Come posso pretendere di rendere felice te? Sono terrorizzato come un bambino.’
‘Josh, le persone non si rendono felici, si è felici insieme. E poi, in due è più facile tenere in piedi un tetto, no?’
Le sue parole sono così profonde da sconvolgermi la coscienza, smuoverla nel profondo. Sento un solco nel petto, ed una piccola gioia che si fa avanti.
Sono così immaturo in confronto a lei.
‘Cosa faremo Hayley?’ inizio a piangere debolmente.
‘Non lo so, ma ora è tutto ok. Ci sono io con te, non è proprio il momento di pensarci, è il tuo compleanno dopotutto, no?’ mi dice sorridendo.
Rende tutto così semplice all’improvviso, con due parole ed un sorriso.
Si alza e mi tende una mano. La afferro.
‘Ti pare il modo giusto questo, di trascorrere il tuo compleanno?’
‘Finchè ti ho con me, qualsiasi cosa mi va bene, anche se, mettere qualcosa sotto ai denti non sarebbe male.’ Nonostante lo abbia detto in chiave ironica, mi fa strano essere così sentimentale, non mi sono mai scoperto così tanto.
‘Questo è l’ultimo giorno da fuggitivi e lo sai. Domani si inizia la vita vera.’ Mi dice con una piccola nota malinconica, ma pur sempre continuando a sorridere.
‘Dovevi ricordarmelo proprio ora? Quindi questa è l’ultima notte del nostro Paramour?’
‘Non ridirlo mai più con quell’accento francese, mi mette i brividi!’ ride lei.
Mi prende per mano e mi trascina verso il cancello del parco.
‘Ti va di andare in un posto? Giusto per tornare bambini innocenti per un po’?’
‘Mh, va bene.’
Hayley’s point of view.

La nostra metà è l’unico Luna Park di Franklin. E’ piccolo, un posto dove generalmente le famiglie portano i figli, o dove si danno appuntamento i ragazzini della scuola li vicino. Mi piaceva andarci. Era sempre pieno di gente sorridente e luci rendevano l’atmosfera vibrante.
Sono sempre stata una fan dei parchi divertimento, partendo dal più sofisticato come Disneyland (potrei abitarci), al più piccino come quello dove stiamo andando.
Non capisco perché, ma infondono una strana e piacevole sensazione di gioia che mi fa andare su di giri facendomi tornare bambina.
Basta un quarto d’ora di macchina, ed io mi ritrovo in fila per dello zucchero filato circondata da bambini.
Josh ride e porta una mano alla fronte, osservandomi.
Ho bisogno di accantonare le preoccupazioni da una parte, e riuscire a godermi quest’ultima sera come se tutto filasse liscio.
‘Salve, cosa desidera signorina?’
‘Umh, lo zucchero filato più grande, quello arancione’ rispondo gioiosa.
Afferro lo stecco e mi accorgo che è praticamente più grande della mia faccia.
‘Sono quattro dollari e cinquanta’
‘Pago io’ Josh è al mio fianco e porge una banconota da cinque alla signora del banco.
‘Tenga pure il resto, arrivederci.’
E così ci incamminiamo.
E’ tutto così sereno, che per un attimo, mi sembra di essere tornata una semplice quindicenne al suo primo appuntamento.

***


‘Grazie’ dice in un sussurro.
Mi limito a sorridere, senza saper cosa aggiungere di preciso.
‘Sai, non ho più paura. Per sempre è un bel po’ ti tempo, non trovi? Ma non mi importerebbe se lo trascorressi insieme a te.’ Aggiunge, e si avvicina, lasciandomi un lieve bacio sull’angolo delle labbra e la guancia.
Mi sorride, e si avvia giù per la strada.
Rimango lì immobile per un tempo che sembra infinito, sulla soglia di casa, con le budella che fanno i salti mortali ed il cuore che tenta di ricomporsi in un battito cardiaco accettabile.



 
Bene, potete iniziare a lanciare i pomodori.
Sia per il capitolo che per l'attesa improponibile. Mi dispiace da morire,
ma in tutto questo tempo ho davvero avuto un sacco di cose per la testa,
che mi impedivano di scrivere e aggiornare, chiedo umilmente scusa.
Spero che ne sia uscito fuori qualcosa di leggibile, e grazie ancora per tutto il sostegno!
Spero di poter aggiornare presto, con affetto,
//Oliver.
P.S. Si mi andava di fare la romanticona nel capitolo, perdonatemi ;_;

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