Just a kiss - Tutto cominciò da un bacio

di xlouischoco
(/viewuser.php?uid=273586)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mic ***
Capitolo 3: *** Number ***
Capitolo 4: *** Che cazzo ci fai qui? ***
Capitolo 5: *** Same Mistakes ***
Capitolo 6: *** Non credo sia una semplice cotta ***
Capitolo 7: *** Pomeriggio con te ***
Capitolo 8: *** Same Mistakes... il ritorno (?) ***
Capitolo 9: *** In albergo ***
Capitolo 10: *** Angelo ***
Capitolo 11: *** Punti di vista ***
Capitolo 12: *** Chiamata ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo.
 

 
 
 
 
 
O mio dio, quanto piove.
Mi strinsi ancora di più nella mia giacca di jeans e controllai bene che il cappuccio riuscisse a tenere all’asciutto i miei ciuffi biondi.
Mi ritornò in mente il viso a cuore di mia madre. “Jamie, puoi andare a fare la spesa per piacere?” aveva chiesto, con quel sorriso innocente che le contornava ogni frase.
Arricciai il naso. Gliel’avevo detto che stava per arrivare un acquazzone.
Ovviamente non aveva ascoltato, aveva scosso la testa, mentre si risistemava quella cascata di capelli neri e lisci dietro le spalle e mi aveva incitata ad affrettarmi.
Avevo scosso le spalle, rassegnata e il tempo di fare un quarto della strada che separava il nostro appartamento dal supermercato che stava già diluviando.
Sbuffai, accelerando il passo, mentre mi guardavo intorno in cerca di un riparo. Niente, nemmeno una piccola sporgenza.
Che schifo di città.
Avevo i calzini completamente zuppi, gli jeans striati e il cappuccio della felpa verde umidiccio. I capelli, maledizione! Cercai di coprirmi il più possibile, utilizzando anche le braccia, ma niente. Era come se fossi appena uscita dalla doccia.
ad un tratto la pioggia cessò di colpirmi ripetutamente sulle spalle e sul capo. Sentii dei passi alla mia destra e notai delle scarpe bianche che camminavano in sincronia con me.
«Oh, grazie mille» dissi allo sconosciuto che mi camminava affianco, che reggeva l’ombrello in modo che nessuno dei due si bagnasse.
«Prego» rispose un tono maschile. Era una voce che avevo già sentito da qualche parte. Aggrottai le sopracciglia.
Alzai lo sguardo per vedere in viso il ragazzo che mi affiancava. Mi si mozzò il respiro.
Un visino tondo, dai tratti infantili, contornato da due pezzi di oceano al posto degli occhi e un sorriso da capogiro riempì il mio campo visivo. Si passò una mano tra le punte biondo cenere dei capelli spettinati, ma non in modo disordinato, e ricambiò lo sguardo.
«Sei bagnata fradicia» commentò. «Vieni con me, ti porto all’hotel così ti dai una ripulita».
Riuscii solo a fare un minuscolo cenno d’assenso.
Camminammo fianco a fianco, mentre l’odore della pioggia mi invadeva i sensi. Ho sempre amato quel profumo, ha sempre avuto un effetto rilassante su di me.
«Comunque io sono Niall, Niall James Horan» disse, tendendo una mano verso la mia direzione.
So chi sei, idiota di un’irlandese.Gliela strinsi, col cuore in gola. «Jamie, Jamie Louise Andrews» ripetei con un sorriso.
«Non sei una fan, vero?» chiese lui, mollando la presa e riportando il braccio dentro la tasca dei jeans blu chiaro.
Scossi la testa. «No Niall, non sono una fan» risposi, con un sorriso a mezzaluna. «Sono una Directioner».
Rise. «Sei strana, Jamie».
Chinai la testa di lato, guardando le sue iridi azzurre con sguardo interrogativo.
«Non hai avuto una normale reazione… mi hai colpito» concluse allargando il sorriso.
«Beh, non ho avuto un normale incontro» feci spallucce, rivolgendo lo sguardo al marciapiede davanti a noi. Ridemmo entrambi. La sua risata era spettacolare.
«Sono contento tu non mi sia saltata addosso e abbia cominciato ad urlare come una matta».
«Ti posso assicurare che se fosse successo in un altro modo avrei fatto di peggio» risi, facendo ridere anche lui.
«Ecco l’hotel» annunciò lui dopo poco, mostrandomi un enorme edificio con più di sessanta piani. L’insegna luminosa era affiancata da cinque stelle.
Strabuzzai gli occhi. «Oh… mio dio» boccheggiai, mentre lui mi guidava verso l’entrata. Da bravo gentiluomo mi aprì la porta e mi fece passare avanti.
La hall era abnorme. Televisori a schermi piatti dappertutto, un enorme lampadario in cristallo al centro della sala, tutta gente di classe, divani in pelle pregiata, cuscini ricamati a mano, vasi antichi, nessuna cosa era fuori posto.
Niall posò noncurante l’ombrello nell’apposito contenitore e mi condusse verso l’ascensore. Entrammo e premette il numero 34.
«Trentaquattresimo piano?» domandai boccheggiante.
Lui sorrise e annuì. «Soffri di vertigini?» mi guardò attraverso lo specchio dell’abitacolo.
«Un po’» sorrisi timidamente.
«Non preoccuparti, Jamie» mi strofinò la spalla per rassicurarmi. «Ci sono qua io!» mi fece l’occhiolino e ridemmo entrambi.
Un quarto d’ora dopo ero completamente asciutta, pulita e stavo facendo una partita alla playstation con Niall. Mi aveva gentilmente prestato una delle sue magliette con scritto “Crazy mofos” e dei pantaloni da tuta, mentre nel frattempo aveva lasciato asciugare i miei capi, così fradici che li aveva anche dovuti strizzare.
«Ho vinto!» esultai portando le braccia in aria e agitandole.
Lui fece una smorfia adorabile. «Tsk, solo fortuna» rispose con aria superiore.
«Ammettilo che ti ho battuto!» gli diedi una gomitata scherzosa sul fianco. «Anzi, ti ho stracciato!».
«E va bene, va bene» sbuffò lui, incrociando le braccia al petto con fare offeso.
Guardai quei pezzi di oceano che aveva al posto degli occhi. «Senti Niall…» cominciai a farfugliare, mentre le mie guancie prendevano fuoco.
«Mh?» chiese lui, voltandosi verso di me.
«Posso chiederti un favore?» sussurrai, sporgendomi verso il suo viso.
«Certo, una foto, no?» ipotizzò con un sorriso.
Mi morsi il labbro inferiore e scossi la testa. «Magari dopo». Presi un respiro e chiusi gli occhi. «Posso baciarti?» emisi velocemente mentre le mie guancie facevano invidia al pomodoro più rosso del mondo.
Rise. Di tutte le reazioni che poteva avere, tra cui la maggior parte negative, lui rise. La sua splendida risata mi invase le orecchie e riempì la stanza.
Aprii gli occhi e lo trovai che si teneva una mano sulla pancia per quanto ridesse.
Alzai un sopracciglio. Mi sta prendendo in giro? 
«B-baciarmi?» ripeté tra le risa.
Dondolai la testa, abbassandola. Sospirai. Credevo davvero che mi avesse accontentato? Insomma, è un bacio, non una foto o un semplice autografo. «Niall, scusa, non dovevo chiedertelo, è da matti, non preoccuparti, non…» cominciai a blaterare scuse su scuse, ma non riuscii a finire che lui mi zittì con un dito sulle labbra.
«Ssh!» si sistemò davanti a me e prese il mio viso tra le mani. Affogai nei suoi occhi. «È un’idea simpatica» mormorò, prima di chiudere gli occhi e posare le sue labbra sulle mie.
Rimasi immobile, non sapendo cosa fare e cosa stesse succedendo.
Il mio primo bacio. Il mio primo bacio con Niall James Horan, il mio idolo.
Il mio ultimo primo bacio con lui.
Chiusi gli occhi anche io e portai le braccia dietro il suo collo, accarezzando quei capelli dorati  che lo distinguevano dagli altri. Sentii le sue labbra rilassarsi in un sorriso, mentre cercavo, impacciata com’ero, di ricambiare il bacio.
Passò dolcemente una mano sulla mia schiena e dopo un po’ ci staccammo.
«Grazie» farfugliai allontanandomi.
Sorrise largamente. «Prego» rispose dolcemente, poi si alzò. «Baci bene, sai?» disse qualche secondo dopo, che aveva sprecato ad aiutarmi a rimettermi in piedi.
Avvampai. «A-anche tu» balbettai imbarazzata.
 
 
 

WEEELLAAA!

Oddio, che razza di presentazione… wella? Ma vi pare normale? OuO
No, ma che cacchio ho in testa? E poi avete visto a che orario sto pubblicando la storia? Oddio, sono le 3:33… sono una tipa normale io èwé
Eni uai, sono qui, con questo… prologo sbarra capitolo di questa long-fic che mi frullava in testa già da un po’ ehe.
Insomma, ho sempre voluto baciare l’angelo irlandese e… poi un giorno ho sognato che mi baciava dopo che avevamo giocato alla play e quindi… eccovi questa mierda de storia ahaha.
Lasciatemi una piccola recensione se volete che lo continui oppure lo faccia diventare una OS c:
Eni uai (ancora lol) se volete potete passare dalla mia altra FF? La trovate sul mio profilo, si chiama: ‘Are we friends or are we more?’ è un po’ interessante come trama, ve lo dico, e avrà dei contesti un po’ strani… insomma, passateci se volete.
Vi spoilero (?) che nell’altra FF non metto lo spazio autrice perché… boh, mi scoccia OuO ahahaha.
Eni uai (un’altra volta hahaha lol) mi trovate su twittah come @xnialloceans e domani farò una twitty dedicata soprattutto a questa long. Quindi se avete domande o altro potete anche rivolgermele lì c:
Vedete come sono buona e organizzata? Ahaha. No, okay ._.
Ios vadus, che sennos mios padres mes strappas les costoles cons unos mestolos pers les patates.
Spero abbiate capito OuO comunques (va bene, la smetto) ciaooo! E buongiorno, perché penso che la leggerete (se la leggerete) di mattina e non a quest’ora ahaha icsdì.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mic ***


(1)

 
 
 
 
 
Non posso crederci!Continuavo a ripetermi mentre ritornavo a casa. Ho baciato Niall James Horan!
Aprii stancamente la porta di casa e sentii un fracasso in cucina.
Scivolai fuori dalla giacca e l’attaccai sull’attaccapanni all’entrata, avviandomi in cucina.
«Ma che cos’è successo qui?» esclamai, osservando il pavimento pieno di pentole, posate e piatti e bicchieri rotti. Mia madre si voltò e mi sorrise imbarazzata. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai. «La solita pasticciona» la rimbeccai, cominciando ad aiutarla a ripulire.
«Hai fatto la spesa?» chiese dopo un po’, mentre si chinava a raccogliere i vari pezzi di vetro sparsi per tutta la cucina.
Arrossii. Solo il pensiero di quel bacio… «No mamma, sono rimasta bloccata nella pioggia» risposi, leggermente esaltata.
«Ma non sei bagnata» constatò lei, tastandomi la maglietta.
Divenni ancora più rossa. «M-mi sono asciugata» balbettai scostandomi leggermente.
Un sorriso ruffiano le illuminò gli occhi. «Come?» mi stuzzicò, alzando un sopracciglio.
«Mamma!» esultai mollando la pentola che avevo in mano sul tavolo e scappando nella mia stanza tutta rossa in viso.
Appena aprii la porta andai a sbattere contro Niall. O meglio, la sua sagoma. Faceva uno strano effetto. Senza nemmeno volerlo, mi ritrovai a baciare quel pezzo di cartone, proprio dove vi erano stampate quelle labbra perfette, di cui io avevo avuto la fortuna di poter assaggiare.
«Jamie ma che stai facendo?» eusltò mia madre sulla soglia della porta. Sobbalzai e spostai via il cartone, che per la spinta cadde rovinosamente a terra, trasportando con sé tutti i cd e i libri che poco prima stavano sulla scrivania d’ebano.
«Ops!» emisi con un sorriso imbarazzato.
Mamma scosse la testa, scettica. «No, no. Non ci siamo. Sei strana, Jamie» disse incrociando le braccia al petto.
Mi accasciai sul letto e mi presi la testa tra le mani. Ho baciato Niall Horan! Volevo gridare.
Mamma si sedette accanto a me e mi accarezzò la schiena per rassicurarmi, poi si chinò sul mio capo e mi lasciò un bacio materno. «È successo qualcosa di brutto?» sussurrò preoccupata. «Vuoi parlarne?».
Scossi la testa con un sorriso. «No, non è successo niente di brutto, anzi è meraviglioso!» i miei occhi brillavano, ne ero sicura. Saltellai sul letto come una stupida ragazzina innamorata mentre mia madre mi guardava stranita.
«Sicura di stare bene?» chiese con una smorfia.
Annuii con foga, scoprendo un mega sorriso.
«Ehm… okay, io… vado» rispose titubante, avviandosi verso la porta. Quando finalmente mi lasciò sola, mi buttai all’indietro sul letto con uno sbuffo, ripensando a cio’ che era successo.
Un quarto d’ora dopo, che avevo passato a contemplare il soffitto persa nei miei pensieri, mi decisi ad alzarmi e rimettere a posto la sagoma e i cd caduti, poi aprii distrattamente il computer e mi accomodai davanti la scrivania. Aprii twitter e cominciai a scorrere la timeline, mentre la playlist procedeva ininterrotta. Si sentivano le ultime note di “Try hard” dei 5sos quando finì e partì “Last first kiss”.
Mi si formò un groppo in gola. Deglutii a fatica e portai le mani sulle guancie, come se potessero coprire il rossore. Sobbalzai quando il cellulare cominciò a squillare. Misi in pausa la playlist e risposi.
«Ehi, Jamie!» esultarono all’altro capo.
Sorrisi. «Yo, Mic!» risposi altrettanto allegra. La risata di Michael mi riempì le orecchie e lo seguii a ruota.
«Bellissima, senti, domani party bomba a casa mia, passo alle 19 così mi aiuti coi preparativi» disse contento. “Party bomba” è ciò che lui intende per una normale festa tra adolescenti.
Alzai lo sguardo al cielo scuotendo la testa. «Non so, Mic» feci spallucce. «Mi scoccia».
Lo sentii sbruffare. «E se ti porto la sagoma di Liam?» propose malizioso.
Il mio viso si illuminò e mi spuntò un sorriso in volto. «Alle 19 hai detto?» enfatizzai entusiasta.
Michael sorrise. «Esatto».
Guardai fuori dalla finestra e notai che era finalmente spuntato il sole. «Ehi, ehi, ehi, finocchio!» lo richiamai. Ah, dettaglio importante riguardante Mic: è omosessuale.
«Dimmi, Mie» rispose.
«Ho bisogno di parlarti, a quattr’occhi» lo avvisai frettolosa, mentre cominciavo a chiudere il computer. «Tra dieci minuti al solito angolo?» mi guardai intorno, in cerca del giubbino.
Mic annuì e dopo un veloce saluto chiuse la chiamata. Indossai il cappotto di jeans e scesi le scale in fretta, gridando a mamma un semplice: “Esco con Mic! Ciao!”.
«Salutamelo!» la sentii gridare di rimando mentre uscivo a grandi passi dal vialetto di casa.
Mamma è molto affezionata a Mic, sarà perché lo conosce fin da quando era in fasce, o per il grande affetto che la lega a sua madre, forse anche perché è gay, e mia mamma ha molto in simpatia gli omosessuali.
Penso di aver preso da lei, io li trovo molto simpatici e molto più interessanti dei soliti e stupidi etero. Conosco molto bene Mic e qualche altro suo amico dell’altra sponda e sono tipi molto profondi, a differenza dei ragazzi etero che pensano solo a vincere la gara di chi se ne fa di più. Mic, ad esempio, conosce perfettamente il valore di un “ti amo”, lo ha detto solo ad un ragazzo fino ad ora, Peter, e ha una relazione con quest’ultimo da quasi tre anni. Non si sono mai traditi o lasciati per una stupida litigata, perché sanno che nonostante si odino non possono fare l’uno a meno dell’altro. Quando sono insieme sono la dolcezza fatta persona, ma non sono la solita coppietta sdolcinata che si scambia frasi d’amore, continui “ti amo” e baci e coccole, no no. La loro relazione è fatta di gesti e sguardi.
Soprattutto sguardi.
Si mangiano con gli occhi, comunicano attraverso di essi.
Il loro è un’amore così profondo che si puo’ percepire nell’aria, quasi toccarlo.
La frase “il principe azzurro è gay” è assolutamente vera. Solo i gay hanno questo tipo di sentimenti, perché loro non sono superficiali. Se devono guardare qualcuno, se devono reputarlo interessante, non guardano il corpo, guardano gli occhi, che sono lo specchio dell’anima e cercano di capire se è quello giusto o no. Ci vanno piano, con calma, non hanno la fretta della prima scopata o del primo bacio. Prima tastano il terreno, vedono se è fertile e provano a buttare qualche semino. Se quello cresce, ci provano. E se non cresce sorridono e scuotono la testa, cercandone un altro.
Sono anche molto maliziosi. Ci vanno piano, sì, ma hanno una malizia veramente accattivante.
«Mieee!» sentii gridare. Alzai lo sguardo e trovai Michael corrermi incontro per stritolarmi. Gli sorrisi e mi fiondai tra le sue braccia.
«Miccc!» lo beffai stringendolo e alzando lo sguardo sul suo viso.
È un bellissimo ragazzo, se non fosse gay un pensierino ce l’avrei fatto. Ha il viso dai tratti abbastanza marcati, con la pelle di un bellissimo color ambra. Le spalle sono belle larghe e possiede dei fianchi che gli invidio, più un sorriso accattivante che amo.
Fissai i suoi occhi neri e gli passai una mano nei capelli scuri, scompigliandoli un po’. Erano corti, con qualche boccolo appena accennato.
«Che volevi dirmi, buffettina?» disse quando ci staccammo e cominciammo a passeggiare.
«Niente» feci spallucce noncurante. «Solo che ho baciato Niall Horan».
Si bloccò. «Aspetta, aspetta» si passò una mano trai capelli con fare nervoso. «Cos’hai combinato, ragazzina etero?».
«Ho scopato con Peter» alzai gli occhi al cielo ridendo.
«No, no. Tu e Niall chi?» continuò quasi isterico.
«Horan, Niall Horan, l’irlandese, quello che canta nei One Direction» lo presi per il culo.
«Ma non era pakistano?» esclamò sorpreso.
«No, quello è Zayn» risi di gusto.
«E ‘sto Niall chi è?».
«Mio nonno, sai è un tipo molto sexy» ammiccai ridendo.
«Ragazzina etero, non mi prendere per il culo!» relicò Mic, alzando l’indice con fare minaccioso.
«Non mi spaventi, sembri un pandicorno coccoloso» lo ripresi strizzandogli le guanciotte.
«E che cazzo sarebbe un pandicorno?» esclamò quasi terrorizzato.
Risi così tanto che mi faceva male la pancia. «Sai, quando un unicorno e un panda si amano e vogliono avere una generazione, fanno sesso hard e dopo nove mesi la mamma partorisce ed esce un pandicorno» spiegai seria.
«Ma che storia commovente» commentò cinico.
Alzai gli occhi al cielo. «Idiota, è quello della sagoma!» esclamai schioccandogli il pollice e il medio davanti al viso, come per risvegliarlo da una specie di trance.
«Ahhh! Il biondo!» si battè un palmo sulla fronte.
Annuii leggermente scocciata. «Esatto! Dannazione, finocchio, ce ne hai messo di tempo!».
«Zitta, troia etero» incalzò facendomi la linguaccia. Lo fulminai, stizzita, ma lui non mi diede tempo di insultarlo a mia volta che continuò a parlare. «Allora, com’è successo?».
Arrossii. Quel ricordo era più che vivido nella mia mente. Gli feci un resoconto abbastanza dettagliato dell’accaduto mentre passeggiavamo tranquillamente tra le vie della nostra città.
«Pure io voglio incontrare Ricky Martin e farmi baciare» disse sognante. Sì, è un fan accanito di Ricky Martin. Ma che razza di migliore amico mi è capitato?
«Dio…» mi lamentai scuotendo la testa. «Ah, senti, stasera…».
Non riuscii a finire che annuì, interrompendomi. «Sì sì, avverti tua madre» rispose con un sorriso che ricambiai. Gli lasciai un bacio sulla guancia e digitai il numero di mia madre.
«Pronto? Mamma stasera dormo da Mic» le dissi. Non credevo che sarei riuscita a prendere sonno cosciente di avere un miliardo di foto di Niall che mi fissavano dormire… almeno, non dopo quello che era successo.
 
 
 
 
 
 
WEEEEELLLAAAA!
Niente, ormai è il mio saluto ufficiale per le n.d.a lol
Bene, è ufficialmente ufficiale (?) che continuo questa long-fic e questo è… *rullo di tamburi* il primo capitolo!!… (ma dai ._.)
Allurs, ringrazio tutti quelli che hanno messo nelle preferite/seguite/ricordate, i lettori silenziosi (?) e quelle meraviglie che hanno sprecato il loro tempo a recensire il prologo :3 siete magnificente (?)
Avete visto che paciocco che è Mic? A me allettava molto l’idea del migliore amico gay *-* e poi io amo i gay, ceh, so troppo fighi, tutti affemminati (?) anche se Mic non è tanto affemminato, perché comunque i gay non sono così come li pensate. Io ne conosco qualcuno e sono davvero belle persone e soprattutto NORMALI.
Eni uai, basta con i gay (fa pure rima, lol) passiamo al capitolo. Allora la mamma come personaggio l’ho già ben definito. È la solita mamma tenera e materna, ma è anche goffa e impicciona (basti pensare al casino che ha combinato in cucina, lol). Jamie… beh, Jamie è tutta da scoprire. Come ben vedete ha un carattere molto spiccato ed è dolce nei punti giusti, anche se come personaggio devo definirla meglio, ma comunque, Jamie è un pezzo di me (non che me la sono staccata dal corpo lol, nel senso che io mi rispecchio nella maggior parte delle sue azioni). Anche Mic è tutto da scoprire, soprattutto per la sua relazione con Peter (che entrerà in scena a momenti c; non preoccupatevi). La loro relazione sarà molto interessante per voi che la leggete e per me da scrivere, sono curiosa di sapere cosa mi spunterà fuori ^-^
Eni uai (ormai è una droga lol, non la smetterò mai… soffritemi lol hahahah) vi lascio con le fotuzze di (in ordine per come le dico lol)
Jamie, Mic e Nialler (ma per Niall potevo anche evitare, sapete tutte com’è lol).
  Image and video hosting by TinyPic  Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic
Spero che sia riuscita a descrivere bene Mic e soprattutto Niall perché è veramente difficile, ha un viso così delicato ma nello stesso tempo sexy… ;P il nostro irlandese *o*
Comunque scusate se ho pubblicato il capitolo con questo ritardo abnorme 3: (sarebbe una faccina imbronciata lol icsdì) ma non ho avuto molta ispirazione in questi ultimi giorni e scrivevo poco e niente. C’è stato un giorno in cui non ho proprio aperto word e mi sono veramente spaventata O_O
Eni uai (è tutta colpa di Zayn, non mi deve passare più la droga!!! >.<) ora mi dileguo.
 
ATTENZIONE: LE RECENSIONI SONO GRADITE E SONO COME LA RED BULL (?) STIMOLANO IL CORPO E LA MENTE LOL
No, okay ._. dopo questa mi dileguo D:
Sciaus belas (alla Harry Styles lol)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Number ***


(2)

 
 
 
«Sicura di non esserne innamorata?» chiese di nuovo Mic, tornando in salotto con in mano un pancake. Era la 198479849 volta che me lo domandava, non ne potevo più.
Sbuffai, visibilmente irritata e fissai la punta dei miei piedi, comodamente spaparanzati sul tavolino davanti il divano di stoffa. «Cazzo, ho detto di no! È il mio idolo, porco cucchiaio, è logico che esco pazza solo a vederlo» replicai per l’ennesima volta.
«Senti, signorina etero, non usare questo tono con me!» mi rimbeccò puntandomi col pancake.
«Senti frocio, porta un pancake anche a me» lo ignorai, tornando alle mie converse.
«Come si dice?».
«Veloce, cazzo» alzai gli occhi al cielo.
«Allora, troia etero, punto uno: non sei a casa tua quindi togli le tue luride scarpe dal mio tavolino; punto due: alzi quel bel culetto che hai e te lo prendi da sola; punto tre: stasera viene Peter, quindi non scassare la minchia» mi avvertì.
Ruotai gli occhi. «Ma non è che mi trombate accanto mentre dormo?» escalmai schifata.
Ammiccò e alzò un sopracciglio, con fare malizioso. «Mmh, grazie per l’idea» rispose con voce roca.
«Oh, cazzo, perché non me ne sto’ zitta?» mi lamentai scuotendo la testa e tenendomi la fronte con la mano.
«E non fare la drammatica» disse, prima di buttarsi di peso addosso a me.
«E levati, coglione, non sono un cuscino!» replicai spingendolo via, ma niente, lui tornò nuovamente sopra di me.
Spalancò gli occhi e scosse la testa. «No, sei morbidosa» e mi fece la faccia da cucciolo, imbronciando il labbro inferiore.
Sospirai, tentando di nascondere un sorriso, ma con scarsi risultati. «Finocchio, sta’ zitto» gli intimai abbandonandomi sul divano. Pescai il telecomando accanto a me e accesi la tv. Cominciai a scorrere qualche canale quando sentii nominare i One Direction. Tornai subito indietro e alzai il volume.
Mic non disse niente, sapeva benissimo che diventavo una belva se pronunciava qualcosa durante la live e si limitò a guardare con me l’intervista in diretta.
I ragazzi erano appena entrati, tutti e cinque magnifici, soprattutto Niall. Ecco, proprio quest’ultimo si voltò verso la telecamera e fece un sorriso da urlo.
Mi sventolai una mano davanti al viso. «Datemi aria…» emisi in un sussurro, mentre cominciavo ad accaldarmi. Mic trattenne una risata e lo fulminai con lo sguardo, anche se non penso di averlo spaventato più di tanto, stavo cominciando ad avere giri di capo.
Dopo le solite domande sul nuovo album – alla quale rispondevo anche prima di loro – sullo schermo apparve una foto. Sobbalzai.
Vi erano un ragazzo e una ragazza. La ragazza era bionda, completamente fradicia, dalla testa ai piedi e l’altro era Niall che teneva l’ombrello nero alto, in modo da non farla bagnare ancora di più. Si guardavano, come se fossero in procinto di parlare.
«Hai una foto con Niall» disse Mic, osservando lo schermo.
«L’ho baciato, me ne fotto altamente della foto, anche se… siamo abbastanza carini» risposi guardandola. Mic stava per parlare di nuovo, ma gli tappai la bocca: la foto era stata rimpicciolita e messa in un angolino, per far vedere i ragazzi.
Niall era completamente rosso, mentre Zayn e gli altri ridevano sotto i baffi.
«Niall» l’intervistatore parlò. «Cosa puoi dirci della bella ragazza misteriosa?».
Mic mi diede una gomitata e io ricambiai con un pizzicotto. Niall parve arrossire ancora di più. Era un cucciolo di leoncino, ma l’avete visto che guanciotte che ha? È tutto da prendere a morsi.
Jamie, ma che cazzo dici? Risvegliati!
«Ehm… veramente io… cioè… insomma… lei… non… Jamie è…» Niall balbettava confuso, a capo chino, imbarazzato.
L’intervistatore l’interruppe bruscamente. «Aspetta aspetta! Ho sentito un nome! Jamie, vero? La ragazza misteriosa ha un nome: Jamie!» esultò rivolto al pubblico.
Niall si prese il volto tra le mani, imbarazzatissimo, mentre Zayn gli massaggiava la schiena per calmarlo, con un sorriso malizioso in viso.
L’intervistatore sorrise soddisfatto. «Allora? Nuova fiamma? Cos’è successo nell’albergo?» continuò beato.
«Jamie è solo un’amica. L’ho incontrata per strada che era tutta bagnata e ovviamente le ho dato riparo, poi l’ho portata in albergo ad asciugarsi, niente di che, non c’è da pensar male» rispose incespicando. C’era da pensar male… eccome… ah, quel bacio…
«Ma che gentiluomo» lo beffeggiò Louis, dandogli un pizzicotto sulla guancia.
«E vi siete scambiati il numero di cellulare?» lo riprese il conduttore.
Niall arrossì ancora di più. «No» scosse la testa, mordicchiandosi il labbro.
Harry sospirò e gli diede una pacca sulla spalla. «In un certo senso sì, le ha lasciato un bigliettino alla hall dell’hotel con il suo numero di telefono. Jamie, davvero, è cotto di te» Hazza fece l’occhiolino alla telecamera, Niall divenne paonazzo e gli diede una gomitata, rosso fino alla punta delle orecchie.
Mi mordicchiai il labbro inferiore, intenerita al massimo. «Aww che dolce» sospirai guardandolo.
«“È il mio idolo, porco cucchiaio, è logico che esco pazza solo a vederlo”» mi canzonò Mic, imitandomi. Gli pizzicai la guancia fancendogli segno di stare zitto. Lui alzò gli occhi al cielo, ma ubbidì.
L’intervistatore fece un fischio. «Jamie, che ragazza fortunata, eh? Non fartelo scappare» e fece l’occhiolino anche lui. Ricambiai con una linguaccia, anche se non mi poteva vedere. Io e Mic ridemmo.
Si sentì Harry mormorare rivolto a Niall un: “Sei una frana con le donne, glielo dovevo dire io?” poi scosse la testa e alzò le gemme verdi al cielo. Niall lo guardò in cagnesco, ma sembrava un cucciolo di pandicorno.
«Ma è una fan oppure a malapena vi conosce?» chiese il conduttore. Ma perché non chiudi quella fogna?
«Non è una fan» ripetè le mie stesse parole. «È una Directioner» e fece il mio sorriso a mezzaluna. Devo dire che sulle sue labbra fa tutto un altro effetto.
Sorrisi anche io, nel suo stesso modo e Mic sbadigliò. Dieci minuti dopo l’intervista era finalmente finita, dopo che avevano tartassato di domande su di me il povero irlandese erano passati su delle domande stupide che mi vergognerei solo a citare per l’immensa stupidità che contenevano.
Chiusi il televisore e mi alzai, spostando di peso quell’idiota di Mic. Acchiappai il giubotto e mi annodai le scarpe, poi presi con nonchalance il casco azzurro di Mic che stava all’ingresso e me lo allacciai, mentre lui mi guardava stranito. Alzai gli occhi al cielo e gli buttai in testa il casco rosso. «Muoviti idiota, devo prendere un numero di cellulare» gli intimai facendolo alzare.
«Non sei innamorata, eh?» mi beffeggiò di nuovo, indossando il casco e prendendo le chiavi del motorino.
Gli diedi uno schiaffetto sulla spalla. «È il numero del mio idolo, cazzo, col cavolo che non lo prendo» risposi uscendo.
Lo sentii sbuffare mentre prendeva il motorino e saliva in sella. Mi accomodai dietro di lui e partimmo.
Gli indicai la strada dell’hotel e poi dissi: «Senti, non sono innamorata. Se ci fossi tu al posto mio e Niall sarebbe Ricky Martin che faresti?».
Lui scosse la testa, con un sorriso in faccia. «Io amo Peter, e anche se una botta con Ricky non mi dispiacerebbe, non lo farei» rispose facendo spallucce.
«E se non ci fosse Peter?» non mollai.
«Sei cocciuta, eh?» ridacchiò.
«Rispondi» lo ripresi irritata.
Alzò lo sguardo al cielo. «Sei proprio una troia etero» commentò accostando il motorino. Scesi sbuffando e mi sfilai il casco. «Ti aspetto qui». Gli lasciai il copricapo in mano ed entrai nell’hotel.
Senza perdere tempo cercai il bancone della hall e quando lo trovai, quasi mi ci fiondai sopra.
«Salve, signorina» mi salutò l’omone. Era un po’ cicciottello e calvo, ma simpatico.
«Salve, ehm…» mi torturavo le dita, non sapendo che dire. «Niall Horan dovrebbe aver lasciato un biglietto per me».
«Senta, so che vorrebbe tanto il numero di telefono di quel ragazzo, ma ha chiesto esplicitamente di darlo ad una ragazza di cui solo io e lui sappiamo il nome, mi dispiace tanto» rispose amareggiato.
Risi e scossi la testa. «Sono Jamie Louise Andrews, questo basta?» appoggiai le braccia sul bancone.
Lui si battè un palmo sulla fronte. «Oh, mi scusi. Sa, sono arrivate più o meno una quindicina di ragazze chiedendo quel biglietto ma nessuna corrispondeva al nome dato dal cliente» mi sorrise a mo’ di scuse e ricambiai, poi si chinò verso un cassetto e mi diede un foglietto bianco, pieno di numeri.
 
“Chiamami quando vuoi
–Niall”
 
C’era scritto in basso. Tirai fuori il cellulare e mi segnai il numero.
Mi voltai e qualcuno quasi mi arrivò addosso.
«Ma che cazzo fai? Sei scemo?» esclamai irritata. Poi alzai lo sguardo e mi trovai davanti due occhioni azzurri, che mi fissavano imbarazzati. «Niall, oddio, scusa, non volevo reagire così, cioè, mi sei quasi caduto addosso, scusa» balbettai in preda al panico, mentre gesticolavo col cellulare in mano.
«No, no, scusami tu, è colpa di un certo Styles» e detto questo si voltò dietro verso il riccio, fulminandolo con lo sguardo. Harry sorrise facendo spuntare le fossette e gli fece l’occhiolino.
Gli sorrisi. «Quindi hai visto l’intervista» deglutì, ammiccando verso il cellulare e il foglietto.
Annuii con foga, grattandomi il capo imbarazzata.
«Ehm… oh scusa, che scortese che sono» sorrise anche lui, molto più imbarazzato di me. «Vuoi salire? Magari ti faccio conoscere gli altri» azzardò passandosi una mano tra i capelli tinti.
Sorrisi dispiaciuta. «Mi dispiace tantissimo, Nialler, ma sono con Mic» risposi accennando verso l’idiota in motorino, che si godeva la scena. «Stasera dormo a casa sua» feci spallucce.
Niall era molto imbarazzato. «Oh, scusa, t-ti lascio col tuo fidanzato» detto questo fece per allontanarsi ma io lo presi per un braccio, alzando un sopracciglio.
«Fidanzato?» domandai scettica. «Niall, Mic è gay» risi di gusto.
La bocca dell’irlandese formava un perfetto ovale. «Che razza di situazione» commentò impacciato.
«Magari un giorno di questi ci incontriamo e usciamo insieme» buttai là, rossa in viso. «Ti va?».
Niall annuì. «Va bene» rispose sorridendo.
«Ora vado, altrimenti quel finocchio deficiente mi lascia qui» dissi guardandolo.
«Ok, ciao Jamie» rispose cominciando ad allontanarsi.
«Ehi, Niall!» lo richiamai.
Lui si voltò interrogativo.
«Te lo dobbiamo dire io e Harry come si rimorchia una ragazza?» incrociai le braccia al petto, battendo il piede e aspettando.
Piegò la testa di lato, visibilmente confuso.
Sbuffai e mi avvicinai. «Quando si saluta una ragazza le si da sempre un bacio sulla guancia».
Non so da dove diavolo mi uscirono quelle parole, fatto sta che Niall sorrise e mi diede un leggero bacio sulla guancia, scatenando uno zoo dentro il mio povero stomaco.
«Ci si vede, Jamie».


WEEEEELLAAAAAAAA!!!!! 
Mamma mia che coso flashato OuO lol ma va beh, sono i vostri occhi che se lo devono subire lol hahahahaha no, okay ._.
Allors, avete visto che bel capitolo?? Shii *coro di no* lo so D: faccio schifosamente schifo hahhahaha
Bene vi dico che non so nemmeno se sono in ritardo, mi pare sia passata una settimana dall'ultimo aggiornamento, o almeno così credo ._. #ioelamiamemoriadimerda 
Ok passiamo alle cose importanti: ma l'avete sentita BSE?? E Nello che è diventato zietto? Ohw :3 mi fa troppa tenerezza però non riesco a togliermi dalla testa il fatto che prima o poi avrà una foto in quel modo con suo figlio e non sarò colei che lo aiuterà a crescero...
BASTA PIANGERSI ADDOSSO, CAZZUS, PRIMA CON LOUIS, ORA CON NIALL, FACCIAMO ANCHE CON PAUL E SONO APPOSTO!! 
Eni uai, secondo me i ragazzi non lo sanno che noi Best Song Ever l'abbiamo già sentita lol, ma li capisco, anche io starei tutta la giornata a fare pilates con quel sexy di Leeroy hahahah c':
Okay, basta ._. 
Ritornando al capitolo, la nostra bella Jamie trascorre la serata con Mic e i ragazzi fanno un'intervista in diretta èwé e il nostro caro Nello fa intendere che le  piace *o* o meglio, Harry lo dichiara a mezzo mondo, anzi, mezzo universo lol hahahah GO HAZZA!! DAI CHE CE GUSTAA!! ._. perché quando comincio a dire ste stronzate non mi fermate, eh? Ah, vero lol, voi lo leggete dopo hahahaha. Okay, ritorniamo al discorso di prima: il numerino di Nello (che non vi darò èwé) (si, c'è l'ho lol) (...) (nei miei sogni) finisce nelle mani di Jamie e lo incontra *O* awwww e poi... il bacino :3 awww ESIGO UN BACINO DA NIALL HORAN. ORA. Lo E-SI-GO. 
Beh, nel prossimo capitolo è tutto da vedere :3 vi dico solo che rimarrete... spiazzati lol hahahah
Eni uai, nel prologo avevo messo il mio nick di twittah, che ho cambiato lol hahahaha ora mi chiamo @niallrawhrr hahahah non è figo? e poi è un cucciolotto di pandicorno, a detta di Jamie, quindi rawhrr ci sta figo lol ahhaha. 
Eni uai, ho anche altri due profili su twittah lol hahahah @xlouispeluche e @xliamlips si, la x davanti fa figo lol hahahaha 
Eni uai (BASTA CO STO CAZZO DI ENI UAI!!!) molto probabilmente aggiornerò poco e niente l'altra ff, mentre questa molto probabilmente (e li cazzi come sono ripetitiva ._.) la continuerò normalmente, tanto ho già scritto come una forsennata fino al quinto capitolo èwé quindi posso aggiornare costantemente (almeno fino al 5 lol) e poi al quinto vi troverete una sorpresina :3 che non vi anticipo lol perché... non lo so, non so nemmeno se la lascio così perché l'ho scritto un po' da schifo hahahaha ._.
Okay, basta, sto facendo un poema e a voi non ve ne frega niente e molto probabilmente manco lo leggerete, quindi... 
baciuzz

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Che cazzo ci fai qui? ***


(3)

 
 
 
«E quindi non sei innamorata, eh? E quel bacino prima di andarsene?» mi beffò Mic togliendosi il casco.
Mi voltai verso di lui. «No, non sono innamorata ed è stato lui quello che mi ha baciato» risposi.Sì, dopo che gliel’hai chiesto…
Coscienza del cazzo, stattene zitta!
Lui ruotò gli occhi al cielo e poi me l’impuntò sul viso. «Se ne stava andando, poi tu gli hai gridato qualcosa e lui ti ha baciato» replicò.
«Non ti sfugge niente, eh?» alzai un sopracciglio infastidita.
Lui sorrise innocente. «No no» ridacchiò beato.
Sbuffai e m’incamminai verso la sua stanza. «Sei irritante, finocchio, lo sai?» ribadii mentre aprivo la porta. Lui mi seguì dentro e, senza rispondere, cominciò a spogliarsi per mettersi il pigiama. Feci lo stesso, dopotutto lui è gay, non gliene frega niente del mio corpo e a me del suo.
Mentre ero ancora mezza nuda, cioè in mutande e reggiseno, suonarono al campanello.
«Vai tu, è Peter» disse Mic, mentre indossava i pantaloni.
«Perché proprio io? Tu sei già mezzo vestito e io sono nuda!» sbottai irritata.
Lui portò gli occhi al cielo. «Se mi vede a torso nudo mi tromba lì davanti, mentre tu te ne stai qui bella tranquilla ignara di tutto» sorrise beffardo.
«Sei uno stronzo, finocchio» gli rifilai scendendo le scale.
Aprii la porta senza nemmeno chiedere chi era. «Entra, Peter» dissi voltandomi.
«Ehm…» quella non era la voce di Peter. «Non sono Peter».
Mi voltai. «Ma che cazz…» non riuscii a finire che le parole mi morirono in gola. «E tu che cazzo ci fai qui?» sbraitai rossa in viso.
Harry si passò una mano tra i riccioli, imbarazzato. «Ehm… dovevo parlarti» buttò lì, deglutendo.
«Smettila di fissarmi le tette!» gridai coprendomele.
«Scusa, ma tu me le metti lì in bella mostra» si giustificò spostando lo sguardo allo stipite della porta.
Ruotai gli occhi al cielo. Sarà pure il mio idolo e lo amo con tutta l’anima, ma è un deficiente pervertito nato!
«Non stare lì impalato come un idiota, entra» lo invitai con un cenno. Ok, calma Jamie, è solo che Harry ti ha appena vista mezza nuda e ora sta nel salotto di casa di Mic. Calma e sangue freddo.
Oooh coscienza del cazzo, ma perché non ti fai un giro dalle parti di Holmes Chapel e non scassi le palle?
Lui sorrise imbarazzato, si chiuse la porta alle spalle e si sedette sul divano.
«Vado a mettermi il pigiama, ti mando sotto Mic» gli dissi, prima di fiondarmi sopra. Mi voltai, sentendomi osservata. «E non fissarmi il culo!» gli gridai, trovandolo con le mani nel sacco.
«Miccc! Brutto finocchio stronzo bastardo! Vieni qui che ti prendo a sprangate!» esultai entrando nella sua stanza. Lo trovai che si stava ancora infilando la maglietta. Appena se la sistemò sul torace mi fissò terrorizzato. «Senti, sottospecie di babbuino inculato, sotto c’è Harry che mi ha visto mezza nuda, mi ha fissato le tette e il culo e ora tu ne pagherai le conseguenze!».
Feci per fiondarmici addosso, ma lui mi fermò. «Aspetta, aspetta!» gridò velocemente. Mi fermai, incrociando le braccia al petto e fulminandolo con lo sguardo. «Harry? Il riccio?» dopo un mio cenno con la testa continuò. «Ma scusa, non ti fa piacere? C’è il tuo idolo nel salotto di casa mia e ti ha fissato le tette e il culo, tanto vale scendere di sotto completamente nuda».
Spalancai gli occhi e lo spinsi fuori dalla stanza. «Vai a fare compagnia ad Hazza!» gridai in modo che mi sentisse poi mi voltai e misi il pigiama.
Scesi di sotto e li trovai che conversavano animatamente, come amici di vecchia data. Tossii per farmi notare e mi fiondai su di Harry.
«Allora, cosa cazzo vuoi? Sarai pure il mio idolo, la mia ragione di vita, il mio dio, il mio tutto – ah, a proposito, grazie mille per avermi salvato la vita e hai una voce splendida, fattelo dire, però cazzo, mi sei calato quando sei stato con la Swift, è una cazzo di depressa ed è una stronzetta da quattro soldi, sinceramente preferirei che Larry sia reale piuttosto che vederti di nuovo con quella tizia e anche Louis, si deve lasciare con Eleanor, è una puttanella e deve morire schiacciata sotto un treno diretto per Vaffanculandia e non parliamo di Perrie, è una troietta che non fa altro che vantarsi e farsi pubblicità perché sta con Zayn, che razza di troia, fortuna che Liam si è lasciato con Danielle, altrimenti lo avrei preso a fucilate, quel cazzo di cespuglio ambulante, ma il suo parrucchiere non vuole gli straordinari per lavare quel nido d’uccelli? – va beh, comunque, come cazzo ci sei arrivato qui?» presi un respiro profondo dopo questo lungo e commovente discorso.
Harry mi guardò stranito. «Mi sono perso, dove ti sono calato?» chiese strabico.
Sospirai. «Niente, lascia perdere» lo liquidai. «Piuttosto, che ci fai qui?» chiesi, mentre mi posizionavo in braccio al finocchio.
Harry guardò prima me e poi Mic e infine si decise a parlare. «Beh, Niall mi ha raccontato di come ti ha conosciuta e…» mi guardò con malizia. «Del bacio che gli hai chiesto» sorrise, io invece arrossii di botto, mentre Mic mi dava una gomitata.
«Ehm… è il mio idolo, ci credo che volevo baciarlo» feci spallucce, balbettando.
«E come mai a me non l’hai chiesto?». Touchè. Zitta, coscienza del cazzo, vatti a fare un giro a Vaffanculandia.
«Perché poi succede lo stesso casino che è successo con l’irlandese» cercai di sviare.
Harry scosse la testa e anche Mic. «Ah-ah, non mi freghi».
Suonarono alla porta. Mi voltai verso Mic e lo fulminai con lo sguardo. «Vai. Tu.» scandii bene.
Lui alzò i palmi, mi fece scivolare sul divano e andò ad aprire a Peter che, appena lo vide, gli sorrise e gli diede un bacio a stampo.
«Andate a trombare da un’altra parte, finocchi!» li interruppi, portando le mani a coppa sulla bocca e mettendomi seduta sulle ginocchia, girata verso di loro.
Peter si voltò verso di me e i suoi occhi nocciolati mi fissarono felici. «Ciao anche a te, Jamie» ironizzò, avvicinandosi ad abbracciarmi. Mi alzai sul divano e lo stritolai, poi Peter si accorse del ragazzo accanto a me. Lo fissò per quasi due ore. «Io a te ti conosco».
«Ehm, Peter?» lo richiamai a me. «Ti presento il mio ragazzo» gli dissi felice.
Harry mi guardò malissimo, ma Peter aveva capito benissimo. «Ah! Harry Styles! Il cosino canterino!» disse ridendo.
Il povero Hazza mi guardò sconcertato. «Il cosino canterino?» ripetè.
«Va beh, noi andiamo a trombare, voi risolvete tranquilli, senza fretta» ci liquidò Mic, spingendo il suo fidanzato su per le scale. I due finocchi sparirono dalla nostra visuale e io mi risedetti composta nel divano. Composta per modo di dire, eh, diciamo nel verso giusto.
«Lasciali perdere, sono due finocchi con gli ormoni a mille» dissi con nonchalance.
«Ehm… okay» rispose titubante.
«Dicevi?» lo ripresi, con un sorriso incoraggiante. Peter e Mic lo avevano terrorizzato a morte. Maledetti froci.
Harry prese un respiro. «Beh, insomma, Niall mi ha raccontato tutto e… gli piaci, tanto» mi guardò sorridente, mentre le mie guancie andavano a fuoco. Mi mordicchiai il labbro inferiore… Piaccio a Niall…
«Allora gli ho suggerito quella cosa del numero, così da farvi rimanere in contatto e ci sono riuscito» concluse orgoglioso. «Però» e detto questo alzò l’indice in aria, fissandomi ammonitore. «Devo testarti».
«A letto? Ma sei pazzo? Mi scopi tu per vedere come andrò con lui?» esclamai inorridita.
Harold rise di gusto. «Ma che dici? Voglio solo sapere se a te lui piace e poi hai delle belle curve, a letto sarai bravissima» e mi fece l’occhiolino.
Gli tirai un pugno sulla spalla. «Non sono un’autostrada».
«Ad ogni modo, a te piace Niall?» chiese a bruciapelo.
Avevo le farfalle nello stomaco. No, anzi, non avevo le farfalle, le farfalle sono brutte, non mi piacciono. Facciamo che avevo le coccinelle, okay? Sono più coccolose e carine e portano anche fortuna.
Avevo le coccinelle nello stomaco e cominciavo a sentire caldo. Fatemi ingoiare un estintore, sto andando a fuoco.
La saliva mi andò di traverso ed Harry mi diede qualche pacca sulla spalla, per aiutarmi.
«Non lo so» dissi appena mi calmai.
«Cosa?».
«Non lo so» ripetei, più che altro a me stessa. «Non so se mi piace Niall».
«E allora cosa stai combinando?» Harry cominciava ad agitarsi. «Perché cazzo hai preso il numero? Perché gli hai chiesto in un modo indiretto un bacio sulla guancia? E perché cazzo ti sei fatta baciare?». Prese un sospiro e si accasciò sul divano. «Jamie, Niall ha sofferto tantissimo per le ragazze e non voglio che gli succeda di nuovo. Sembra molto preso da te, all’hotel non fa altro che parlare di te. E Jamie di qua, e Jamie di là e canticchia sempre Last First Kiss e arrossisce quando sente o dice il tuo nome, è felice, spensierato, sembra un quindicenne rincitrullito alle prese con la prima cotta».
Sorrisi. «Harry sei dolcissimo a preoccuparti per lui, ma l’ultima delle mie intenzioni è farlo soffrire, anzi, non voglio proprio che accada, mi sento morire al solo pensiero. Ti confesso che comunque io sono…» chiusi gli occhi, cercando di levar via l’imbarazzo. «Attratta da lui e…». Dai cazzo, Jamie! «Voglio provarci. Ho avuto un sacco di ragazzi e tutti quanti mi hanno fatto le corna, ma con Niall sembra diverso» emisi imbarazzata.
Harry mi guardò soddisfatto. «Sei innamorata» affermò con un sorriso che gli partiva da un’orecchio e finiva all’altro. Allungai il dito e gli toccai una fossetta. Aww ma che carine che sono, ti fanno venire voglia di prenderlo e strapazzarlo di coccole.
Okay, basta. Un po’ di contegno, santo cielo.
Zitta, coscienza bastarda.
«Si, va bene, ma solo un pochino» sospirai.
«E cosa pensi di fare?» chiese nuovamente.
Scossi la testa. «Non lo so» feci spallucce.
«Domani hai da fare?».
Ci pensai un po’.«No» risposi. «Perché?».
Sorrise largamente e riecco le fossettine.
Awww ma lasciati sbaciucchiare tutto.
Contegno, Jamie. Ci vuole contegno.
Anche per non prenderti a schiaffi ci vuole contegno, CARA coscienza.
«Perfetto, domani mattina lo chiami e il pomeriggio uscite» esclamò vittorioso.
«Ehm, no no, aspetta!» mi ero dimenticata della festa di Mic. «Ho un’idea migliore» sorrisi beffarda.
«Sentiamo».
«Domani sera Mic da una festa qui a casa sua e io devo esserci per forza, in più devo aiutarlo a preparare tutto, così mi regala la sagoma di Liam, quindi potrei invitare Niall alla festa» sorrisi felice, così facevo contenti entrambi.
«Perfetto, domani mattina voglio sentirlo urlare come una femminuccia: “Mi ha scritto! Mi ha scritto!”, okay?» si assicurò.
«Ma certo».
Harry scattò in piedi. «Scusa, ora devo andare» e si avviò alla porta, mentre lo accompagnavo, ma, prima di uscire fuori, si fermò. «Ah, poi mi spieghi la storia del “cosino canterino”».
Risi. «Contaci» e si chiuse la porta alle spalle.



WEELLAAAA!!
Eccoci di nuovo qui su questo nuovo capitolo, comico e demente, ma sempre con il tocco romantico e puccioso che la nostra Jamie sta facendo uscire fuori. Cosa ne pensate? Ohw, io lo trovo dolcioso - guardate di tette e culo a parte - hahahah c': lol
Eni uai, il monologo cretino di Jamie e le cavolate che dice su Perrie, Taylor, Eleanor e Danielle sono puramente ironiche, nonostante ammetto che non mi piacciono le RISPETTO e ovviamente stavo puramente scherzando, quindi non arrabbiatevi please, anzi, io a Perrie la amo (non sono mixer e zerrie non mi piace quindi, sì... SONO STRANA OuO) in modo platonico ovviamente lol hahahaha c': non sono lesbica... 
Beh, forse sì, insomma, ammettetelo: chi non andrebbe all'altra sponda per VERONICA?? hahahaha li amo, amo quel video e la canzone è semplicemente splendida. Amo il fatto che abbiano ballato tutti i balletti idioti che erano riusciti ad inventare nei loro tre anni e amo il fatto che, nonostante siano passati questi meravigliosi tre anni, loro non sono cambiati affatto. Sono sempre quei stupidi cosi deficienti senza cervello che cazzeggiavano come idioti davanti ad una telecamera seduti sulle scale a gridare come pazzi e ridere, facendo ridere noi di riflesso. 
Oddio, sto diventando melodrammatica T.T 
Tutta colpa loro, tutta colpa del 230710-230713 ma... ragazze/i (anche se penso non ce ne sia nessuno lol) sono TRE ANNI. Tre anni di emozioni, risate, pianti, cazzate, notti in bianco, eccitazione, ORGOGLIO, dolcezza, musica, passione, fanfiction, iTunes - o per meglio dire, EyeTunes #pochecapiranno -, twitcam, tweet, concerti, follow spree, limit per loro, delusione nel vederli disperdersi e heart attack nel ritrovarli sempre gli stessi. Semplicemente, tre anni di One Direction. E penso di aver detto tutto.
Okay, basta, altrimenti non la smetto più di piangere. 
Ho pensato che pubblicare il nuovo capitolo nel loro compleanno (sì, perché stanno crescendo... come ragazzi, persone e band. Stanno crescendo nei nostri cuori ed è questo che conta) perché mi sembrava una cosa carina e pucciosa. Spero di avervi tolto almeno un sorriso nelle litigate tra Jamie e Mic e nelle situazioni imbarazzanti con Harry, spuntato come un fungo (?) in questo capitolo. E dire che non pensavo nemmeno di inserirlo, l'ho buttato giù così, alla minchia lol, insomma: ci voleva un colpo di scena hahahahhahaha c':
Inizialmente volevo prendere confidenza con il personaggio di Peter, di cui spoilero (?) che, nonostante sia già al settimo capitolo, il personaggio di Peter l'ho solamente accennato, ma penso di dedicargli qualche momento in più in futuro, dato che comunque è il fidanzato di Mic e, di conseguenza, penso di dargli un'importanza sua nella sua storia, non solo metterlo come comparsa di tanto in tanto. 
Eni uai, ora vi lascio perché sto dicendo cazzate su cazzate, ripeto che il monologo di Jamie è puramente per ridere, e poi lo dice così velocemente che Haz non capisce una virgola hahahah c': 
Bene, ora vado davvero, sciau magnificenzule (?) e grazie per le recensioni che avete lasciato negli scorsi capitoli (tre lol) e grazie sorprattutto a coloro che non hanno abbandonato l'altra mia FF su Louisino (?) che, oddio, ha raggiunto 450 visite *o* sto collassando... tre, due, uno... manco mi avessero detto che ho Niall nudo nel mio letto *Q* #modalitàpervyattivata ma... lo troveremo in quelle condizioni, ovviamente non nel mio letto (eh, magari *Q*) ma... nono, non vi spoilero niente, anche perché non l'ho nemmeno scritto hahahah però siate clementi con me, non sono molto brava con la roba erotica, quindi non stupitevi se quel tipo di descrizioni saranno molto... poco, ecco. Non vi darò la tensione erotica che volete però dai, potrò migliorare, sono ottimista c:
Dai, ora mi dileguo perché sto facendo le n.d.a. più lunghe del capitolo stesso, tipo il capitolo di prima T.T ma solo perché EFP me lo ha editato male lol hahahah vi lascio con Veronica, che, da brava bugiarda, dice che si chiama Georgia Rose e che il papà è un dentista lol ma poi che ce ne puo' fregare del papà? hahahahah dai, ora vado davvero, un baciuzzos alla Leeroy lol e... Buon compleanno, One Direction.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Same Mistakes ***


(4)

 
 
 
 
Insomma, il messaggio glielo avevo inviato, aveva anche risposto dicendo che gli sarebbe piaciuto moltissimo, e allora perché non era ancora arrivato?
Guardai il resto degli invitati scatenarsi in pista sulle note di “That power” e poi Peter e Mic che chiaccheravano in disparte, persi nella loro bolla personale.
Ero così persa negli sguardi dei due finocchi che non mi ero accorta che qualcuno si era seduto accanto a me. Mi voltai ed eccolo lì, camicia bianca, jeans blu scuro, le solite scarpe bianche e un sorriso mozzafiato sul viso, accompagnato dalle solite punte biondo cenere e quei pezzi di oceano, nella quale sarei potuta affogare.
«Ciao!» gridò al mio orecchio per farsi sentire. La musica era altissima e fortuna che i vicini di Mic sono solamente negozi e supermercati.
«Ehi!» risposi con un sorriso. Vederlo mi cambiava la giornata.
«Scusa per il ritardo, sono rimasto imbottigliato nel traffico!» disse guardandomi con quei cristalli. “Ullallà ullallà ullallallà questo è il valzer del moscerino” stava cantando il mio povero cuore.
«Non è niente» sorrisi. Com’è che ti viene da sorridere sempre quando sei in sua presenza?
Ma vieni qui che ti faccio sorridere io, coscienza del cazzo.
«Che ne dici di ballare?» m’invitò porgendomi la mano.
«Va bene, ma ti avverto!» dissi alzandomi. «Non sono un granché, dovrai fare molta attenzione».
Rise soavemente. «Dai, vieni, non ci credo che sei così male» mi trascinò in pista e portò le mani sui miei fianchi mentre cominciammo a muoverci a tempo della musica.
Il mio cuore? Si stava facendo una bella passeggiata per le vie del paradiso, se volete sapere.
Dopo un po’ si avvicinò al mio orecchio. «Invece ti muovi benissimo, sono io la frana».
Scossi la testa. «Taci, irlandese» risi.
“That power” finì e, stranezza delle stranezze, partì Same Mistakes. «Ma che cazz…?» mormorai allontanandomi da lui.
Niall mi trattenne per la vita. «Ti va di ballarla?» chiese dolcemente. Il mio cuore stava spiccando il volo verso l’infinito ed oltre.
Arrossii violentemente, accennando un sì con la testa. Sorrise e persi la testa. Le sue mani passarono sulla mia schiena, mentre io poggiavo la testa sulla sua spalla e intrecciando le dita sulla sua nuca. I suoi fianchi combaciavano perfettamente con i miei e il suo respiro caldo mi solleticava il collo.
«Niall?» soffiai sulla sua gola.
«Mmh?».
«Saliamo su?» chiesi impacciata.
«Va bene». Ci staccammo, lo presi per mano e lo condussi per le scale, nella stanza dei genitori di Mic, ora in viaggio di lavoro. Chiusi la porta e mi coricai sul letto.
«Cosa stai facendo?» deglutì Niall, osservandomi.
Sorrisi e battei la mano sul materasso. «Vieni».
Non se lo fece ripetere e si coricò accanto a me, leggermente incuriosito. «Cosa stai cercando di fare?» domandò con voce roca.
Risi di gusto. «Non pensare male, idiota» e gli diedi un buffetto sul nasino.
Arrossì. «Beh, tu fai pensare male» balbettò. Passò una mano sulla mia maglietta, all’altezza dell’ombelico, per poi scivolare sul bacino e attirarmi verso di lui. Mi scontrai dolcemente contro il suo petto e il profumo di Armani mi invase le narici. Oh cazzo come stava bene sulla sua pelle.
«Armani?» chiesi alzando lo sguardo.
Annuì dolcemente, accennando un sorriso. «Come fai a saperlo?».
Feci spallucce, giocherellando con il bottoncino della camicia. «Lo usava mio padre» risposi noncurante.
«Usava?».
«È morto» dissi in un sussurro.
Lui spalancò gli occhi. «Oddio, scusa. Che poco tatto, mi dispiace» cominciò a farfugliare.
Un’enorme cicatrice sepolta nel mio cuore da anni cominciò a rifiorire. «Sai, mio padre – e mi disgusto a chiamarlo così – ha tradito mia madre, sotto i miei occhi. Era una normale giornata di scuola, ero appena rientrata in casa e si sentivano delle grida. Spaventata corsi a vedere e…» deglutii a fatica, strizzai le palpebre, mentre un singhiozzo minacciava di uscire fuori.
«Shh!» Niall mi abbracciò e strinse a sé, fancendomi poggiare la testa sul suo petto.
«Ho gridato e sono corsa via di casa, poi… lui mi ha inseguita» inghiottii e presi un respiro. «Mezzo nudo è corso per strada e lo hanno investito». Non piangere. Non piangere. Non per quell’essere immondo. No. No. «E’ morto sul colpo» sussurrai con un filo di voce.
Perché gliel’avevo raccontato? Mi fidavo così tanto di lui? Ero innamorata?
Restammo in silenzio e mi calmai ascoltando il suo cuore battere all’impazzata, all’unisono col mio.
Quando fui pronta alzai il viso verso il suo e sospirai. «Scusami, Niall, mi sono lasciata andare ma il fatto è che tu…» farfugliai imbarazzata.
Il biondo scosse la testa, con un dolce sorriso sul viso. «Non c’è n’è bisogno, mi fa piacere che con me ti lasci andare» sussurrò sulla mia fronte, prima di lasciarci un bacio.
«Niall?». Ecco, potete dire addio al mio cuore.
Intuì. «Vieni qui» mi tirò sul suo viso e lasciò un leggero bacio sulle mie labbra. Quel bacio fu dolcissimo, forse era anche meglio del primo… togliamo il “forse”.
Le coccinelle nel mio stomaco sgambettavano e ballavano la conga, il mio povero cuore rischiava di cedere da un momento all’altro e il mio cervello era praticamente partito per un Another World.
Le sue labbra giocavano soavi con le mie. I suoi baci erano magnifici, mi salvavano, mi facevano sentire bene, viva… amata.
Ci staccammo dopo un’eternità che durò troppo poco. «Amo baciarti» sussurrò a poca distanza dalla mia bocca.
«Anch’io» arrossii.
La porta si spalancò e io e Niall ci distanziammo velocemente, guardando Peter in cagnesco. Lui si passò una mano tra i capelli neri, con il taglio a militare e sorrise imbarazzato. «Ops! Scusate, non sapevo stavaste per trombare» si chiuse velocemente la porta alle spalle. «Fate come se non fossi mai entrato!» gridò da fuori.
Io e il mio idolo ci guardammo e scoppiammo a ridere. «Jamie?» domandò appena si riprese.
«Mmh?».
Mi guardò con quelle meraviglie di occhi e sorrise amabilmente. «Non chiedermi di baciarti». Avete presente quando rompete un piatto o un bicchiere? Che si rompe sul colpo in mille pezzi? Ecco, quello era successo al mio cuore in quel momento. «Fallo e basta». 
Si puo’ riparare un vaso dopo averlo spaccato in miliardi di pezzi? Anche se alcuni sono così piccoli da sembrare granelli di sabbia, se non polvere? Il mio cuoricino era intatto, perfetto e batteva a mille, quasi scalciasse come un bimbo che sta per nascere.
Feci il mio solito sorriso a mezza luna e gli accarezzai la guancia delicatamente, quasi fosse di porcellana. Dimmi, da dove ti arriva tutta questa dolcezza, eh?
Coscienza del cazzo, mai una volta che ti facessi i cazzi tuoi, eh?
«La stessa cosa vale per te» risposi in un sussurro.
«Anche per strada?».
«Sì».
«Davanti tua madre?».
«Sì».
«Di fronte al mondo?».
Sorrisi. «Sì, sì e sì. Ovunque vuoi, come vuoi» dissi prendendogli il viso tra le mani. «Ogni volta che ne senti il bisogno, ogni volta che vuoi».
Mi diede un bacio sul collo, senza malizia. «Vuoi restare con me stanotte?» chiese dolcemente.
Annuii e ci alzammo. Appena aprì la porta, la musica al piano di sotto ci investì come un uragano. Scendemmo mano nella mano per non perderci nella folla di gente e ci dirigemmo da Mic e Peter.
«Ehi, frocio!» lo chiamai sbracciandomi. «Io vado con l’irlandese!» gli gridai appena mi vide.
«Ma tu non dovevi dormire anche stasera qui?» gridò in risposta.
«Piccolo cambio di programma! Mi copri tu con mamma?».
«Sì! Non me la mettere incinta!» urlò rivolto a Niall che sorrise imbarazzato.
«Lascialo perdere» sbuffai prendendolo per mano e uscendo fuori. Nialler mi guidò verso la sua auto e mi fece entrare. Chiaccherammo del più e del meno e arrivammo all’hotel in pochi minuti.
Quando entrammo nella sua camera d’albergo mi diede la stessa maglietta della prima volta in cui entrai in quella stanza, mi passò anche dei pantaloni da tuta, ma li rifiutai, giustificandomi che di notte ho caldo e ho bisogno di avere le gambe libere.
Uscii dal bagno con solo la maglietta addosso, che mi arrivava poco più sotto il sedere. Lo trovai a torso nudo… in boxer.
Lui sorrise imbarazzato. «Scusa, ma non avevo previsto che avrei dormito con qualche ragazza» si grattò la testa, guardando da un’altra parte.
«Sei imbarazzato perché sei in mutande, o perché stai vedendo le mie brutte coscie?» chiesi avvicinandomi.
«Entrambi» deglutì rosso in viso.
«Amo la tua sincerità» gli sorrisi, anche più rossa di lui.
Annuì e si avviò verso il letto. «Dormiamo?».
«Mmh… io avevo altri programmi per la serata, ma okay» feci spallucce innocentemente. Riuscii a causare la sua risata. Non c’era cosa più bella. Essere la causa del sorriso della persona che ti sta più a cuore. Lo raggiunsi e mi raggomitolai nel letto. M’irriggidii quando il suo braccio mi avvolse la vita e il suo petto si avvicinò alla mia schiena unendo la nostra pelle con una scarica elettrica.
«Ah, e per la cronaca» sussurrò al mio orecchio. «Le tue coscie non sono affatto brutte, sono adorabili».



WEEELLAAAA!!!
I'm back! Ora vi starete chiedendo, come mai quella pazza deficiente di Giulia aggiorna così presto? Ora vi servo (?) la vostra spiegazione: stanotte arriva mia cugina dall'estero e viene a dormire a casa mia, quindi le devo fare da guida turistica (?) durante il suo soggiorno qui e non potrò aggiornare per una settimana o due, se riesco a liberarmi dalle sue ventose (?) aggiornerò appena posso. 
Eni uai, ora passiamo al capitolo. Finalmente c'è la festa!! *coro di "yeep"* e questo è un capitolo di svolta! Jamie si confida con Nialler che, dolcioso com'è :3, la bacia pure *o* e poi quella quasi promessa che possono baciarsi quando vogliono?? Ohw :3 e quando le dice che ha delle coscie adorabili? Sto morendo di diabete *w* 
Penso che abbiate già intuito che dietro Same Mistakes ci sia lo zampino del frocetto lol e vi spoilero (?) che questa canzone li accompagnerà in un momento di fuoco nei prossimi capitoli ^-^ non aggiungo altro lol hahahah c': #sonocattiva 
Eni uai, ora voglio fare una cosa che non ho mai fatto in vita mia O.O ma che mi sembra una cosa carina e pucciosa :3 e quindi la faccio lol èwé

Ringrazio quelle splendide 8 ragazze che hanno messo questa storia tra i preferiti:

Birdy98 
HoranSavedMe_
jaawad
lunatic1D 
Martii_OneDNH 
Marty8597 
Michela1213 
Niallswife99


Soprattutto Michela1213 che mi sostiene ALL DAY ALL NIGHT e mi sprona a continuare a scrivere, ti amo picciula Larry Shipper :* e ricordati che sei bellissima <3 e che ti farò una sorpresina in questa storia *3* e anche nell'altra, lol
Ringrazio anche le 4 ragazze che questa storia l'hanno inserita tra i seguiti:

Karen_1D_ 
Niallswife99 
Partyhardgrrrr
Patrizia_428

E la ragazza che l'ha messa tra quelle da ricordare:
Niallswife99

Grazie mille a tutte, vi amo e grazie per le vostre dolcissime recensioni che mi avete lasciato nei capitoli scorsi. Vi amo e siete splendide! :* ora vado che devo andare a fare il letto a quella pazza di mia cugina che arriva stasera alle 3 di notte ._. maledetta, mi vendicherò lol.
Un bacione, bellissime :*

PS: come avrete notato la storia ora si chiama "Just a Kiss" e ho modificato il raiting dal rosso all'arancione, anche perché non sono molto brava a fare quel tipo di scene e non voglio andare troppo oltre, anche per la mia scarsa conoscenza in materia lol, quindi #peaceandlove e datemi l'"imbocca al lupo" per quelle scene perché mi sta venendo il nervoso lol hahahahaha. Ora mi dileguo, sciaus :* <3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Non credo sia una semplice cotta ***


(5)

 
 
 
 
Pov. Niall
«Oh I just wanna take you anywhere that you like».
«Fottiti Malik!» sbuffò Jamie chiudendo la sveglia del suo cellulare.
«Ehi girl i’m waiting on ya, i’m waiting on ya, come on and let me sneak you out» continuò il cellulare.
«Fanculizzati Liam» borbottò chiudendolo di nuovo. Risi.
«Baby I, I wanna know».
«No Liam, non vuoi sapere niente, okay? Quindi sta zitto e lasciami dormire» inveì al cellulare.
Mi stavo rotolando dalle risate, così lei si voltò verso di me e mi guardò interrogativa.
«Ehm… penso ti abbiano sentito» spiegai tra le risa. «Sai, stai gridando e loro sono nella camera accanto» continuai non riuscendo ad evitare di sorridere.
Arrossì e solo Dio sa quanto amo quando arrossisce. «Cazzo…» mormorò portandosi una mano sulla bocca. «Ehi! Non dicevo a voi, cioè, si dicevo a voi, ma non a voi voi, a voi quelli nel telefono» gli gridò alzandosi sui gomiti, mentre i capelli biondi le scendevano sulle spalle coperte dalla mia maglietta. Le stava così bene… oh, cazzo, Niall, risvegliati!
Dopo qualche secondo si alzò di scatto. «Merda, devo andare a scuola, cazzoculocazzoculo» cominciò a correre di qua e di là per la stanza, cercando la maglietta di ieri sera, senza risultato.
«Dov’è finita la mia maglietta?» esclamò entrando nel bagno. La seguii e lei si girò, venendomi addosso. «Scusa, sono stupida» emise ad un soffio dalle mie labbra. Ok, caro amichetto lì sotto, tu intanto ti calmi, mentre tu, caro cuore, ti prendi una bella riposata e tu, testa di merda, fai il tuo lavoro e aiutami a non baciarla in questo istante!
Le sorrisi dolcemente e scossi la testa. «Se proprio non la trovi puoi tenerti la mia» dissi scostandomi.
«Grazie, poi oggi pomeriggio te la riporto» rispose contenta.
«No, no. Te la regalo» proferii allontanandomi e cominciando a vestirmi, mentre lei mi imitava. «Ti accompagno» annunciai allacciandomi le scarpe.
«Grazie».
Qualche minuto dopo eravamo davanti al vialetto di casa sua, un piccolo appartamento a due piani dalle pareti bianche e il tetto spiovente.
Mi invitò gentilmente ad entrare e la seguii, un po’ titubante.
Aprì la porta di casa e mi prese per mano. Il mio cuore ballava a ritmo di Rock Me. Oh, merda, sono messo male.
«Mamma, sono tornata!» gridò entrando nella cucina. La madre si girò e guardò prima lei e poi me.
«Perché ti stai scorrazzando quella benedetta sagoma in giro per casa? Valla subito a posare!» ordinò stranita. Quindi Jamie aveva una sagoma. E non una qualunque, aveva la MIA sagoma.
Mi passai una mano tra i capelli, imbarazzato. «Ehm, signora non sono una sagoma» dissi impacciato.
Jamie si godeva la scena, cercando di non ridere, ma quando la guardai, tutto rosso in viso, scoppiò. La madre non era da meno, mi guardava come se fossi un’alieno.
«Bene, allora io e la “sagoma” andiamo a prendere il mio zaino, ciao mà!» disse Jamie tra le risa, portandomi al piano di sopra.
La sua stanza era bellissima. Le pareti erano blu e il soffitto verde. Aveva le finestre grandi e ariose, con la vista sulla città e sul retro della casa, che affacciava sullo skatepark. All’angolo della stanza, accanto la scrivania di fronte al letto, vi era la mia sagoma.
Santo cielo, che razza di foto da demente. Una migliore no, eh? Almeno provare a rendermi meno imbecille.
Dio, fa schifo quella foto, come fa a non spaventarsi quando la vede? E poi… tutti quei poster nostri. Io da solo, io con gli altri, gli altri da soli, gli altri con me, i libri, i cd, e lo sfondo del desktop del suo computer…in quella foto avevo ancora i denti storti.
«Che guardi?» chiese avvicinandosi. Le indicai il portatile con un sorriso imbarazzato. La intravidi arrossire e dovetti usare tutto il mio autocontrollo per non saltarle addosso e baciarla.
«Come mai quella foto?» chiesi fissandomi la punta delle scarpe.
«La trovo molto dolce e poi eri così piccolo» rispose intenerita, poi si chinò per terra e recuperò il suo zainetto nero. «Andiamo, altrimenti faccio tardi» mi fece cenno di seguirla e così feci.
Uscimmo di casa salutando la madre ed entrammo in macchina. Arrivammo in men che non si dica alla sua scuola e scendemmo dall’autovettura.
«Niall non ti riconosceranno?» chiese apprensiva. «Sai, ci sono molte fan qui» continuò osservando le sue compagne.
Feci spallucce. «Non fa niente» risposi avvicinandomi a lei.
«Che ne dici se oggi pomeriggio ci vediamo?» domandò d’un tratto. Rimasi interdetto, ma il mio cuore intanto canticchiava One Less Lonely Girl.
Accennai un sì impacciato, non sapendo come rispondere. «Dove?».
«Tu hai uno skate, no?» aspettò che le diedi conferma e continuò. «Io ho i pattini. Dietro casa mia c’è uno skatepark, che ne dici se andiamo a farci qualche giro?» propose mentre le sue guancie si imporporavano amabilmente.
«Dammi una ragione per venirci e verrò» mi mordicchiai il labbro inferiore imponendomi di non saltarle addosso.
Ci pensò un po’. «Mmh… sono carina» rispose decisa.
Scossi la testa, contrariato. «No, non è vero» emisi avvicinandomi. La presi per la vita e l’avvicinai a me. Non badando al rossore che si stava impossessando delle mie guancie e al battito del mio cuore che andava più veloce delle ali di un colibrì, mi chinai sulle sue labbra carnose e morbide. Non baciarla, non ancora.
«Sei una grandissima bugiarda, perché tu sei a dir poco perfetta» sussurrai ad un soffio da lei. I suoi occhioni da cerbiatta mi guardarono e, credetemi, mi ero perso solo a pensarli. Era rossa in viso e questo mi piaceva… troppo.
«Non arrossire, altrimenti perdo il controllo» emisi cercando la forza di staccarmi. Jamie arrossì ancora di più. Almeno avevo una scusa per baciarla, io l’avevo avverita. Accarezzai il suo labbro inferiore con la punta delle dita, bramando il contatto con le mie. Il suo respiro fresco mi inebriò quando schiuse le labbra in modo sensuale.
Proprio in quell’istante la campanella trillò. «Ricordati che oggi pomeriggio mi devi un bacio» la trattenni. Lei mi sorrise e mi diede un bacio sulla guancia.
«Contaci» e sparì tra la folla di studenti.
Il ritorno all’hotel fu abbastanza tranquillo e appena arrivai nella hall mi fiondai nella camera di Harry.
«Harry Harry Harry!» gridai come un’idiota saltellando sul posto. Mi guardò male con i suoi occhi verdi.
«Che cazzo hai?» emise osservando le mie performance.
«La finezza, Harry, la finezza» scossi la testa e mi sdraiai accanto a lui.
«Allora, cosa avete fatto ieri sera? È brava a letto?» chiese malizioso, dandomi qualche gomitata.
Gli diedi uno schiaffo sul palmo della mano. «Ma che diavolerie dici? Abbiamo solamente dormito insieme!» risposi irritato e rosso in viso.
Alzò gli occhi al cielo e sbuffò. «Sì, sì, come no, dai dimmi, vi siete messi a sessantanove? E te lo ha fatto un pom…» gli tappai immediatamente la bocca.
«Non osare dire queste stronzate» quasi grida. «Lei non è così! È dolce e fragile, rinchiusa nella sua corazza che si è creata per autodifesa. Non parlare così di lei, proprio tu che ti sei messo con la Swift» sbottai scazzato.
Harry mi fissò e si girò verso di me. «Beh, io almeno mi ci sono messo, tu invece con Demi non hai combinato niente» mi sfidò con un ghigno.
Lo fulminai con lo sguardo. «È acqua passata, siamo solo amici. Io voglio Jamie» affermai deciso.
«Bene» sorrise. «Racconta, dai» continuò ammiccando.
Sospirai e gli raccontai della festa, di come ballammo Moments e di come i suoi occhi ardevano sotto quelle luci, del suo splendido sorriso malizioso quando si coricò sul letto e di quei jeans che le coprivano perfettamente i fianchi e quelle benedette coscie che avevano sfiorato le mie durante la notte. Fui molto vago sulla nostra conversazione su suo padre, gli dissi solo che aveva problemi in famiglia e le pesavano molto. Harry ascoltava in silenzio ad orecchie tese, mentre io arrossivo mentre parlavo del quasi bacio davanti la sua scuola e della… promessa? Sì, della promessa che mi avrebbe baciato allo skatepark.
Appena finii sospirai e lo guardai. «Allora? Che faccio?» domandai esasperato.
Scosse la testa, divertito. «Prima di tutto mettiti un po’ di fard così copri tutto quel rossore, perché fai invidia a un pomodoro» ridacchiò. Lo guardai male, ma non potei evitare di arrossire ancora di più. «Sai, ho rivisto l’intervista e quando ti chiedevano di lei sembrava stessi in una sauna» mi stuzzicò ancora. Fece spallucce. «E poi niente, stuzzicala, cuocila a puntino – anche se non ne ha bisogno, morirebbe per te» mi guardò e strizzò l’occhio.
Cercai di ignorarlo. «In che senso “stuzzicala”?» ripetei stranito.
Scosse la testa, esasperato. «Devo spiegarti tutto io?».
Annuii imbarazzato.
Sbuffò e ridacchiò. «Fatti desiderare» rispose teatrale. Passò i seguenti minuti a dirmi più o meno come fare e alla fine lo liquidai con un sospiro.
Portai le braccia dietro la nuca. «Harry?» chiesi osservando il soffitto.
«Mmh?».
«Non credo sia una semplice cotta».



WEEELLAAAAAAAA!!
I'm backkk! Yepppp lol. èwé OuO 
Bene, piaciuta la sorpresina? Una bella Pov. Niall :3 (che poi di bello ha solo i personaggi lol hahahahaha c':) quindi... boh spero vi piaccia, e vi dico che mi ci sono scervellata ALL DAY ALL NIGHT per farla perché non ho la minima idea di quello che puo' pensare Niall >.< uffffiiiiiiii hahahahaha c': 
Eni uai, (l'Eni Uai conquisterà il mondo assieme alle banane nocciolate (?)) ora io scappo, perché sono con mia cugina, lol, e quindi... niente boh, mi dileguo.
Oddio, questa è la n.d.a più corta che abbia mai fatto in vita mia O_O 
Aiutatemiiii, chiamate un esorcistaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
No, okay ._. 
Mi dileguo davvero ora. Un bacione grande quanto le cascate del Niallara (?) e... boh, scusatemi ancora ma sono in un casino. Appena finisce questa settimana vedrò di ritornare come sempre a rompervi le palluzze èwé *corodi"no"* lol hahahhaha c': 
Va bene, va bene... ciao :*



PS: Michela è una Larry Shipper figa ù.ù lol

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Pomeriggio con te ***


(6)

 
 
 
 
Pov. Jamie
Chiusi il libro di matematica e guardai l’orologio. «Oh cazzo! Sono le quattro e un quarto! Non ce la farò mai in tempo!» esultai precipitandomi fuori dalla stanza. Entrai nello sgabuzzino e presi i pattini, andai su a vestirmi, calzai i rollerblade e cominciai a sfrecciare nel salotto cercando il cellulare. Quando finalmente lo trovai erano passati dieci minuti. «Porca puttana!» uscii di casa come un fulmine, diretta verso lo skatepark.
Arrivai giusto in tempo. Un record.
Mi guardai intorno e trovai quasi subito la chioma bionda di Niall. Sorrisi e gli pattinai incontro.
«Ciao!» lo salutai.
Si voltò, con lo skate in mano e mi diede un bacio sulla guancia. «Ciao» sorrise.
«Quindi hai imparato» scherzai strizzando l'occhio.
«Imparato cosa?» domandò perplesso.
«Come si rimorchia una ragazza» ridacchiai.
«Beh, ho ancora molto da imparare» e mi fece l’occhiolino. Sentii le mie guancie imporporarsi.
«Facciamo una gara?» proposi ammiccando.
Mi guardò e sorrise. «Ci sto» indicò un palo verso la fine del percorso. «Si arriva a quel palo».
Annuii e ci mettemmo in posizione. «Al tre» lo avvisai, prima di iniziare il conto. Quando gridai tre scattammo entrambi. Mi chinai sulle ginocchia per sfruttare al meglio il vento e lo sorpassai. Stavo per tagliare il traguardo quando lui mi passò accanto, superandomi e vincendo. Si girò vittorioso.
«Ho vinto!» esultò contento.
Incrociai le braccia al petto e tirai fuori il labbruccio. «Uffa» mi lamentai frenando.
Lui rise. «Ora c’è la penitenza» sorrise malizioso.
Spalancai gli occhi. «No! Non è giusto, lo dovevi dire prima!» replicai scuotendo la testa.
«E dai!» insistè allegramente.
«E va bene, sentiamo» cedetti abbassando le braccia.
«Baciami» sussurrò soave.
Rimasi a bocca aperta. «Come se fosse una penitenza» sbuffai alzando gli occhi al cielo.
«Allora è il mio premio» proferì avvicinandosi.
Lasciò cadere lo skate dalle mani e mi cinse la vita, tenendomi ferma in modo che non perdessi l’equilibrio. Alzai il viso e il suo dolce respiro m’invase. Guardai le sue bellissime labbra sottili, avevano il labbro inferiore leggermente carnoso, quasi m’invitasse a morderlo. Ci avvicinammo e i nostri fiati si accarezzarono mentre la sua bocca stuzzicava la mia, che rispose con altrettanta enfasi.
Quello fu tutto, tranne che un bacio casto. La sua lingua giocava deliziosamente con la mia e le sue mani percorrevano la mia schiena tenendomi sempre ben salda al suo petto, mentre le mie mani lo tenevano fermo sulle mie labbra dalla nuca, giocherellando con i suoi capelli dorati.
Avevo il respiro corto, il cuore che tremava e non capivo quasi niente. C’eravamo solo noi. Solo io, lui e quello splendido bacio.
Oh perché provavo tutte quelle sensazioni? Perché con lui?
«Niall, cosa mi stai facendo?» mormorai quando ci staccammo per riprendere fiato.
Vidi i suoi occhi illuminarsi, anche se dubito possano essere più brillanti. «Perché, cosa ti sto facendo?» disse poggiando la fronte sulla mia.
Sospirai. «Non lo so, Niall» abbassai il capo.
Lo sentii sorridere. «Ti va un gelato?» propose allontanandosi. Annuii e ci dirigemmo alla gelateria più vicina. Mi aiutò a sedermi, dato che avevo i pattini.
«Che gusto?» chiese.
Feci una smorfia. «Vaniglia, nocciola e nutella» risposi, già con l’aquolina in bocca.
Sorrise e sparì tra i tavoli, diretto al bancone. Ritornò poco dopo con due coni in mano e mi porse il mio prima di sedersi.
«Cos’hai preso?» domandai mentre cominciavo a leccare il gelato.
«Cioccolato, cioccolato bianco e nutella».
«Cosa? Cioccolato, cioccolato bianco e nutella? Ma non è la stessa cosa?» ripetei divertita.
«Prova» disse tendendo il suo gelato verso di me. Lo leccai. «Allora?».
Sospirai, ungendomi il labbro. «Non è la stessa cosa» ammisi.
Continuammo a mangiare i nostri gelati chiacchierando del più o del meno.
«Sei sporca» constatò quando finii il cono.
Passai con la lingua tutto il perimetro delle mie labbra. «Ora?».
Scosse la testa. «Ancora» ridacchiò divertito. «Vieni qua, imbranata» e sollevò il mio viso verso di lui. Si avvicinò all’angolo della mia bocca e leccò dolcemente.
Said I have a dirty mouth, but he licked me like he meant it.
Coscienza, non peggiorare la situazione.
Appena finì sorrise soddisfatto e si allontanò. Solo allora mi accorsi che avevo trattenuto il respiro per tutto quel tempo.
Visto? Ti toglie il respiro.
Fottiti.
Tanto lo so che stai morendo dalla voglia di saltargli addosso e baciarlo come se non ci fosse un domani.

Visto che ho ragione? Quindi zitta e bacialo!
Ma sei matta? E poi non ti ho dato ragione!
Chi tace acconsente.
Fanculo, stronza.
Posai lo sguardo sul viso dell’irlandese e vidi che mi stava squadrando divertito. «Che c’è? Sono ancora sporca?» domandai cercando un fazzoletto. Si… il fazzoletto… più che altro, la sua lingua.
La ignorai e tornai ai suoi occhi. Niall scosse la testa e un sorriso malizioso si dipinse sul suo volto. «Niente, solo che non hai proferito parola per tutto questo tempo» ridacchiò dolcemente.
Eri rimasta senza parole.
O forse ero più occupata a lanciare frecciatine a quella stronza della mia coscienza.
«Oh…» emisi imbarazzata.
«Vado a pagare» annunciò alzandosi.
Lo fermai. «Aspetta!» tirai fuori tre euro. «Ecco» sorrisi porgendoglieli.
«Pago io» e me li restituì.
Due minuti dopo eravamo fuori dalla gelateria che passeggiavamo. O almeno, questo era quello che lui faceva, io pattinavo cercando di non investire nessuno, tanto meno lui. E cominciavano anche a farmi male i piedi.
«Dovrei togliermi questi cosi» dissi indicando i miei piedi. «Passiamo un’attimo a casa mia, così mi metto le scarpe».
«Andiamo» mi prese per mano e arrivammo davanti la porta di casa. Tirai fuori le chiavi e lo feci accomodare, poi – sempre con i pattini – salii le scale e calzai le mie amate converse. Lo raggiunsi al piano di sotto e lo trovai che osservava le foto di famiglia.
«Ti piacciono?» chiesi con un sorriso.
Mi guardò e poi tornò alla foto mia e di mio padre. Deglutii. «E’ tuo padre?» chiese tristemente.
Feci cenno di sì con il capo e rivolsi lo sguardo alla porta d’ingresso, notando un cartone. I miei occhi s’illuminarono appena capii che quella era la confezione della sagoma di Liam.
«Sii!!» esultai correndo a prenderla. «Se n’è ricordato!!» cominciai a saltellare con in mano quel pezzo di cartone enorme, ancora da costruire.
«Cos’è?» sorrise Niall avvicinandosi.
Glielo mostrai. «La sagoma di Liam!» esultai euforica. «Mi aiuti a montarlo?» chiesi continuando la mia esibizione.
Rise e annuì. Entrammo in cucina e cominciammo a costruirlo. Quando finalmente fu pronto saltai addosso alla sagoma e la ricoprii di baci.
«Ti prego, dimmi che non hai fatto così anche con la mia» ridacchiò guardandomi.
Mi staccai e lo abbracciai. «Beh, se vuoi lo faccio con quello vero» mormorai maliziosa.
Sorrise. «Sto aspettando» sussurrò al mio orecchio.
Com’è che il tuo cuore sta vibrando peggio del tuo cellulare quando ti arrivano messaggi?
Mi aggrappai a lui e mi alzai sulle punte, per arrivare al suo nasino e lasciargli un bacino. Percorsi la sua guancia e arrivai al mento, scendendo verso il collo. Lo sentii deglutire e così alzai lo sguardo verso i suoi occhi. Ardevano come fuoco. Poteva l’oceano andare a fuoco?
Mi sentii mancare l’aria e le gambe cominciavano a cedere.
«Jamie? Sei a casa?» gridò mia madre chiudendosi la porta alle spalle. Io e Niall ci distanziammo subito, rossi in viso e ci preparammo ad accogliere mia madre.
«Si mamma, sono in cucina!» gridai di rimando.
La sua testolina pallida sbucò in cucina, in netto contrasto con i suoi capelli neri. «Oh, non sapevo che fossi in compagnia» disse guardando Niall maliziosa.
Avvampai. «Abbiamo solo preso un gelato insieme» risposi, cominciando a torturarmi le dita.
«L’aiuto, signora Andrews?» si propose l’irlandese, accennando alle buste che portava faticosamente tra le dita. Annuì stanca e posarono tutto sul bancone della cucina.
«Avevo intenzione di preparare una pizza stasera» sorrise cordiale, verso il biondo.
«Non napoletana, ti prego» mormorai. Odio la pizza napoletana, non ho mai sopportato il gusto che la caratterizza. Beh, molto probabilmente perché c’erano le olive… e io odio le olive…
«No, Jamie, ormai ho capito che non ami molto le olive, ma comunque una margherita con una viennese penso che la reggeresti» ridacchiò.
Sbuffai e accennai un sì con il capo. Odiavo ammetterlo, ma mia madre è una specialista quando si parla di pizze, soprattutto con la margherita e la viennese.
«Niall, ti andrebbe di restare con noi?» chiesi poi con un sorrisone.
Ed riecco il sorriso da ebete.
«Ehm, non saprei» si passò una mano tra i capelli. Era imbarazzato.
«Oh, dai. Ci farebbe molto piacere» ed ecco che attaccava anche mia madre. Beh, Nialler è pur sempre una celebrità e una mamma, è pur sempre una mamma, soprattutto quando si tratta di fidanzatini.
«Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego» lo supplicai.
Sorrise dolcemente. «E va bene» accettò, pur sempre velato di un leggero rossore.



WEEELLAAA!!
Oddio, ragazze, sono da ricoveroo!!! Sto aggiornando alle 8 e mezza di MATTINA!! Ma nemmeno avessi mr. Payne (?) steso nudo sul mio letto che mi guarda come se volesse rocckarmi (?). 
Mah... boh... ci... bom... (?) delirio mattutino! yeeep lol c':
Eh va beh, comunque amatemi perché mi sono svegliata a quest'ora solo per voi, perché oggi pomeriggio mia cugina festeggia i 40 e andiamo tutti in piscina in stile hawaiano ù.ù già mi vedo col pareo e la ghirlanda e le noci di cocco (?) sulle tette lol hahahaha c': 
No ma lol, che schifo D: le noci di cocco sulle tette? Bleahhh :v (dovrebbe essere una faccina che vomita, ma dettagli lol) che poi viene Malik a reclamare che non glieli ho pagati (?) e quindi Liam mi picchia con un mestolo (?) mentre Harry corre tutto nudo inseguendo il gatto di mio cugino (?) e Louis si eccita (?) e Niall ci fotte tutto il cibo agli invitati (?).
#sonounaragazzaASSOLUTAMENTEnormale
convinta io...
no, okay ._.
Eni uai... mi sono appena accorta che nello scorso capitolo (la Pov di Nialler) invece di Same Mistakes ho scritto Moments...
E quindi, se ve lo starete chiedendo, ecco la risposta: sì, sono ciota ._.
Bene, dopo i miei scleri mattutini (che spero non dovrò ripetere in futuro >.< lol) passiamo al capitoluzzo (?).
Allurs, cosa ne pensate del premio di Niall? ù.ù e chi se lo aspettava dal nostro pandicorno cuccioloso èwé
E poi della scena in gelateria? Ohw è il mio sogno pervotico (?) [pervy+erotico] lol. Ma siete sicuri che mentre Niall "puliva" Jamie, erano del tutto soli? E che qualcuno che a tutti sta un po' sul cazzo non dovesse vedere? 
Sto spoilerando (?) tutto lol hahahaha c': 
okay, okay. La smetto, it's a promise...
Eni uai, a grande richiesta (?) dalla bella Niallswife99 (che è un tesoro di ragazza e che mi lascia delle recensioni quanto un patrimonio (?) e che mi fanno emozionare sempre) comincierò a mettere qualche spoiler sui capitoli successivi :3 
Però, prima, volevo dirvi un immenso grazie per le recensioni che mi lasciate, davvero, vi amo, TUTTE. Grazie per seguire questa longfic e anche l'altra. Siete splendide, il vostro supporto è tutto per me. A massive thank you da muà (so che si scrive "moi" ma così è più figo (?)), quel pazzo di Peter, il finocchio di Mic, quel grandissimo pervertito di Haz, e soprattutto, dai nostri beniamini (?), Mie e Nialler :3 
Ohw, ragazze... *si commuove come una deficiente* 
Siete splendide *piange* *cade dal letto* *sbatte la testa* *crepa* *resuscita* *vi rompe le palle di nuovo* èwé lol
Okay ._. basta. E dopo questa roba tutta smielodiabetica (?) [smielata+diabetica] vi lascio con lo spoiler ^-^. Spero ve incuriosicas (?).



Mi rubò il telecomando dalle mani e lo rivolse allo stereo, cambiando così canzone. Dopo qualche tentativo arrivò al suo obiettivo e Same Mistakes partì senza troppi indugi.
«Mmh, nostalgico il ragazzo» ridacchiai, mentre mi portava di nuovo al centro del salotto e posava noncurante il telecomando sul divano, riportando subito la mano sulla mia schiena.
«Sì, soprattutto dei bacetti pre-cena» sussurrò malizioso.



 

Io so che voi sapete (?) quali sono i bacetti pre-cena lol quindi... niente... aspettatevi di TUTTO nel prossimo capitolo, e anche nell'8 ù.ù 
...
Soprattutto nell'8 èwé 
Ma... poi si vedrà lol 
Ora mi dileguo che vado a farmi i tatuaggi finti per farmi più cul per la festa lol hahaha c':
Baciuzz :*

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Same Mistakes... il ritorno (?) ***


(7)

 
 
 
Eravamo tutti riuniti in salotto, dopo aver mangiato, e mia madre era completamente impazzita per lui, lo adorava.
«Perché non ci canti qualcosa?» chiese dopo averlo venerato per non so quanto tempo mentre lui raccontava della sua carriera.
«Ehm… non lo so, non ho qui con me la chitarra» si passò la mano tra quelle morbide punte bionde, chiaro segno di imbarazzo e nervosismo.
«Dai, mi piacerebbe sentirti dal vivo» lo sorrise incoraggiante.
«Mamma» la ammonii. «Se non vuole non devi forzarlo».
Niall scattò subito. «Oh, no, no, assolutamente, ma mi vergogno» ammise abbassando il capo.
Io e mia madre ridemmo. «Oh, caro Niall, non puoi nemmeno sapere quante volte l’ho trovata in casa, con le casse a tutto volume che ballava e cantava come una matta le vostre canzoni. A momenti i vicini non chiamavano la polizia perché pensavano stesse dando una festa» ridacchiò la mia genitrice.
«Dimmi che non l’hai detto» mormorai terrorizzata.
Lei invece mi guardò divertita, con sguardo colpevole e Niall rise. «La polizia? Addirittura!» disse tra le risa.
«Si! E poi devi vederla quando fa quella strana mossa col mento» continuò lei, mentre il povero irlandese si teneva la pancia per gli spasmi che lo scuotevano.
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo. «E’ il ‘chinny chin chins’ mamma, quante volte te lo devo ripetere? E poi è lui che la fa, quindi è colpa sua» feci spallucce, indicandolo.
Lui rise ancora di più. «Facciamo un duetto?» chiese divertito. Risi di gola e gli feci cenno d’aspettarmi mentre correvo in camera. Presi il cd di Take Me Home e tornai al piano di sotto, lo inserii nello stereo e feci partire la canzone.
Mia madre si sistemò comoda nel divano, incrociando le braccia al petto. «Sono proprio curiosa di vedere cosa combinerete» ridacchiò mentre io prendevo il telecomando a mo’ di microfono.
Non mi vergognavo di fare le mie performance davanti mia madre, anzi, a volte era lei che metteva lo stereo a tutto volume e mi incitava a seguirla nei suoi balletti da fangirl.
«Baby i’ll take you there, yeah! And if you, you want me too, let’ make a move. Yeah, so tell me girl if everytime we…» cominciammo a saltellare come matti, ridendo e dando spettacolo delle smorfie più carine e buffe che avessi mai visto sul suo viso. Era tutto da spupazzare…
Quando arrivammo nel suo assolo, entrambi ci guardammo ed esponemmo il ‘chinny chin chins’, ridendo a crepapelle subito dopo e non riuscendo più a continuare lo spettacolino.
La canzone finì e partì She’s Not Afraid.
Mia madre guardò l’orologio e si alzò di fretta. «Niall, scusami ma devo andare: stanotte ho il turno notturno» gli sorrise, dispiaciuta. Niall le si avvicinò per salutarla, quando quell’eccentrica pazza che mi ritrovo come madre lo prese e lo stritolò in un abbraccio. «Passa molto più spesso, mi fa piacere parlare con te e conto su un altro spettacolino» sorrise divertita e si dileguò, non dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte.
Sospirai e rivolsi uno sguardo a Niall, leggermente scosso. «Scusa Niall, ma mia madre è… molto eccentrica ed eccessivamente pazza» mormorai a capo chino.
Lo sentii sorridere. «Ho capito da chi hai preso» ridacchiò.
«Oh, bene, signorino Horan, andrò a esporre il mio risentimento a Liam» feci la finta offesa, avviandomi per le scale, che portavano alla mia stanza dove avevo lasciato la sagoma di Liam.
«Dove credi di andare?» mi afferrò ancora prima di poter intravedere il primo scalino e mi strinse a sé.
«Da Liam, ovvio» risposi divertita, beandomi delle sue braccia strette attorno a me.
Mi rubò il telecomando dalle mani e lo rivolse allo stereo, cambiando così canzone. Dopo qualche tentativo arrivò al suo obiettivo e Same Mistakes partì senza troppi indugi.
«Mmh, nostalgico il ragazzo» ridacchiai, mentre mi portava di nuovo al centro del salotto e posava noncurante il telecomando sul divano, riportando subito la mano sulla mia schiena.
«Sì, soprattutto dei bacetti pre-cena» sussurrò malizioso.
Date aria a questa povera ragazza, sta decisamente andando a fuoco. Pompieri!
Dicevo io che la mia cara coscienza non si era ancora fatta sentire... mi sa che i pompieri dovresti chiamarli tu, dopo che ti avrò trovata, sempre se ne avrai la forza.
Mmh… però… Niall, vestito da pompiere… magari senza maglietta… magari completamente nudo…
Ossantoddio! Questa sta diventando peggio di Harry!
E lasciami sognare in pace! Maledetta!
«Povero, ti ho lasciato in astinenza» tirai fuori il labbruccio, con finto fare dispiaciuto. Portai le braccia sulla sua nuca, gioendomi delle sue morbide ciocche.
«Esattamente» mi assecondò lui avvicinandosi. Soffiò leggermente sulle mie labbra e le mie povere gambe cominciarono a cedere. Dai, ragazze, non abbandonatemi proprio ora.
Ma che cazzo fai? Parli con le tue gambe?
Sono interlocutrici migliori di te.
Ma loro non parlano, stupida.
Appunto.
«Senti, Jamie» si staccò leggermente. No, ti prego, voglio le tue labbra. Sulle mie. ORA. «Non credo tu voglia ciò che voglio io, perciò…».
Lo zittii. «Quindi tu vuoi solo sesso» dedussi, cercando di essere acida. In quel modo gli feci una mezza dichiarazione.
«No, pensavo fosse quello che volessi tu» rispose con un mezzo sorriso. Ecco il sorrisetto a mezza luna, oh dio… gli sta d’incanto.
«Pensavi male, irlandese» ricambiai il sorriso a mezza luna.
Deglutì, fissando le mie labbra. «Non sai quanto mi sto controllando per non saltarti addosso» mormorò con voce roca.
Aria, ragazzi, aria. Questa povera creatura sta schiattando!
«Ora sono io quella che deve controllarsi» inghiottii, stranamente accaldata.
Stranamente? Lo sai benissimo che è tutta colpa degli ormoni.
Lo guardai negli occhi e al posto del solito oceano, trovai una tempesta di fuoco.
Tensione. Tutta quella tensione accumulata alleggiava nell’aria. Ma non era una tensione normale, una di quelle irritanti o imbarazzanti.
Era tensione erotica.
E non riuscivo a spiegarmi come si era creata.
Si mordicchiò quelle benedette labbra rosate e non provai altro che gelosia verso i suoi denti, che potevano toccare quella morbida carne ogni volta, goderne di ogni singolo millimetro, mentre io dovevo stare lì a guardare.
Sei eccitata.
È una constatazione o una domanda?
Vuoi veramente saperlo?
Preferisco il beneficio del dubbio, grazie.
«Jamie…» un sussurro strozzato, roco e dannatamente sexy lasciò quelle splendide labbra.
Sta bruciando! Oddio! Chiamate aiuto! Un pompiere, presto!
Magari come pompiere mandatemi Niall… nudo…
Si, e poi bruci di più.
Beh, ne vale la pena. Insomma, ammettilo, anche tu sei Directioner e non vedi l’ora di portarti a letto ‘sto bocconcino irlandese.
Bocconcino irlandese, eh?
Che ho detto di male?
Mmh… niente, solo che sei palesentemente accaldata e solo con un suo sguardo potresti venire…
Fottuta stronza io…
Non riuscii a finire di insultare la mia coscienza che mi ritrovai con le spalle, al muro, le mani di Niall possessivamente sui miei fianchi, le sue gambe tra le mie e la sua bocca tentatrice che mi divorava anima e corpo.
«Dio…» mi lasciai sfuggire un gemito, mentre la sua lingua prendeva a giocare con la mia, stuzzicandola e possedendola.
«Ja… mie…» mi chiamò mentre continuava a baciarmi.
«Mmh?» continuai a bearmi di quelle labbra peccaminose.
«Ti… vo… glio…».
And my heart skip, skip, skip a beat.
Ti sembra ora di canatare Olly Murs?
Beh, il significato è quello.
Significato? Perché il mio cuore dovrebbe saltare un battito?
Forse per il fatto che ha appena detto che ti vuole? E non nel senso di possessività o di fidanzamento. Ti vuole. A letto. Nuda. E col suo coso dentro di te.
Aspetta un attimo! Mi vuole?
Riuscii a metabolizzare a fatica quelle parole… che parole non erano poi, più che altro piccoli gemiti rochi e sospirati, rilasciati dalle sue labbra in quei pochi istanti in cui lasciavano le mie.
«So… no tu… a» emisi, mentre il mio povero cuore passeggiava tra le vide del paradiso.
Lo sentii sorridere e portò le mani sulle mie coscie, alzandomi e prendendomi in braccio. «A-aspetta» lo fermai.
Come hai fatto?
A fare cosa?
A fermarti.
Mi è costato… parecchio… quasi non mi sento più il petto…
Quell’oceano infuocato, mi guardò interrogativo, ma leggermente brillo dall’eccitazione… che potevo percepire sul mio interno coscia.
Cazzo quant’è dotato…
«Non qui» annaspai, in cerca d’aria. Lasciò scivolare le sue mani e mi poggiò per terra. Cercai di riprendermi dal giramento di testa appoggiandomi al suo torace ampio e muscoloso.
Solo allora avevo notato che non era più il ragazzino dolce e impacciato dei tempi di X-Factor, ma era diventato un maggiorenne in piena fase ormonale, con denti più dritti, tratti più maschili e accentuati e… dei muscoli veramente da urlo…
«Nell’albergo?» la sua voce era persino più roca di quella di Harry e i suoi occhi brillavano… manco avessero incastonato delle stelle in quei pezzi di mare.
Annuii impercettibilmente e ci muovemmo entrambi, a raggiungere la porta.


WEEELLAAA!!!
Okay, so che mi ero promessa di non aggiornare più di mattina, ma sono deficiente, quindi lo faccio di nuovo e solo per voi. 
A parte i TCA che mi hanno lasciato l'amaro in bocca, sono iperattiva e pronta per una bella nda come si deve (?).
Partendo dalla mamma, il suo lavoro è l'infermiera, solo che sono cretina e non sapevo come metterlo nel testo, quindi, sorratemy (?).
Continuando dalla parte pervotica di questo capitolo. Ebbene sì, comincia a fare caldo e i vestiti fanno sudare, quindi meglio toglierli  lol.
No, okay ._.
Bene, so che proprio la parte pervotica è scritta da schifo, ma... ecco... a parte che mi imbarazzo (come se non facessi quel tipo di pensieri, lol), non ho proprio idea di come scriverla!! Oddio, ho letto un sacco di FF a raiting rosso e con scene molto infuocate, ma... farne una descrizione tutta mia è un'altro paio di maniche.
E meno male che è la mia parte preferita di questo capitolo, quindi... mi sento delusa :c
okay, non voglio stare qui ad annoiarvi con le mie fasi di depressione quindi...
Eni uai (ecco, si riparte in decima (?)) saluto la mia Larry Shipper personale, la mia grande Miky, la ragazza che mi fa sorridere e che ai TCA mi ha accompagnato nei miei scleri su adamo (sarebbe Adam Devine, di Pitch Perfect) e sulla sagoma che spuntava come una scurreggia dietro gli intervistatori lol, non la dimenticherò mai hahahahahaha c':
Quindi, Michela Mirante, e non me ne fotte niente se sto svelando la tua identità  a tutti (?), io ti amo e un giorno mi sposerò con te (?)... però prima uso il mio motto "cinque dita per cinque fedi" e a te ti metto sul pollice del piede (?).
okay, okay, ritorno al capitolo altrimenti qui le noci di cocco vengono a replicare (?). 
Però non pensate di liberarvi di me così presto! So che faccio le n.d.a. quasi più lunghe dei capitoli, però vi devo ancora dare lo spoiler ehe ù.ù perché io devo farvi morire OuO
E devo anche ringraziarvi per le duecento visite al primo capitolo e le cento agli altri ç_ç mi avete fatto commuovere... <3 
Siete splendide, tutte quante, a prescindere se state leggendo questa minchiata o no.
E ora, prima che comincio a dare di matto con le mie stupidaggini smielodiabetiche, eccovi lo spoiler e poi mi dileguo. 



Ovviamente interpretò male. «Ma Niall non sarà geloso?» ghignò con un sorrisetto.
«Oh, non credo. Penso che almeno lui il suo cazzo se lo voglia tenere tra le gambe» e suscitai l’ilarità di tutti, lasciando Harry sbalordito.
«Soprattutto per usarlo con qualcuno» ripartì in quinta, dopo aver afferrato il colpo.
«Almeno il suo andrà dritto in quello di una ragazza. Insomma, Harry, non dirmi che qualche porcata tu e Louis non l’abbiate fatta» ed ecco un’altra strizzata d’occhio, complice. «Ma, solo per curiosità sia chiaro, ho un’amica Larry Shipper da informare, chi è il passivo?».

 

Bene e con questa cazzata vi lascio. Vi dico solo che ci ho messo tre ore a trovare lo spoiler perché non ho idea di cosa mettere. Ma comunque, spero vi piacca lo stesso, e, per favore, nel prossimo capitolo, non ammazzatemi, sia per le descrizioni erotiche poco convincenti, sia per quello che succederà dopo.
Okay, vi sto spoilerando più del dovuto ._. mi dileguo.
baciuzz :*

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** In albergo ***


(8)

 
 
 
Non ho mai visto un ascensore come luogo di amoreggiamento. Non lo avevo mai visto né romantico né tanto intimo. Lo trovavo sciatto, sporco dal passaggio di tutta quella gente e non mi ero mai riuscita a capacitare di come gli autori di svariati film e romanzi lo trovassero un tale rifugio di passione.
Dovetti ricredermi.
Le porte scorrevoli non si erano nemmeno chiuse completamente, che lui mi afferrò la vita e tornò a baciarmi con la stessa foga di qualche minuto prima. L’ascensore arrivò al piano scelto senza che le nostre bocche si staccassero o accennassero a farlo. Uscimmo fuori sempre mentre esploravamo i nostri palati a vicenda ed arrivammo alla sua camera.
Si staccò solamente un secondo, per controllare che fosse il numero giusto, poi ritornò a dedicare la sua attenzione sulla mia bocca, a come morderla e stuzzicarla, nei preliminari di ciò che ci aspettava.
Fortuna che era tarda sera e nessuno si aggirava per i corridoi a quell’ora altrimenti ci avrebbero mandato via a calci nel sedere, anche perché stavo cominciando già a sbottonargli i bottoni dei jeans.
Quando finalmente quella maledetta tessera entrò nella serratura, Niall mi aveva quasi tolto la giacca e aveva infilato le mani sotto la maglietta per sganciare il reggiseno.
La sua pelle contro la mia era pura elettricità statica, e la mia povera epidermide desiderava e bramava quel contatto più di quanto fosse lecito e quando finalmente le venne concesso si diede alla pazza gioia tra brividi e scariche che raggiungevano tutto il mio corpo, anche dentro… come se il mio cuore non vibrasse già di suo.
Ogni singola goccia di sangue ribolliva anche solo se mi guardava, ogni singola vena, arteria e capillare scoppiava solo a pensare al suo tocco, a quei suoi occhi che andavano a fuoco, in totale contrasto con quel blu acceso che tendeva ad avere le stesse meravigliose sfumature del mare, se non ancora più incantevoli.
Si richiuse la porta alle spalle e la sua lingua mi portò alle stelle, anche oltre… decisamente oltre.
Peccato che dovesse finire tutto così in fretta. Peccato che ero così eccitata e frastornata da non aver castrato a dovere quei pezzi d’imbecilli che se ne stavano tranquillamente stravaccati sul letto ad aspettare l’arrivo del proprietario della stanza.
«Uh» sentimmo sogghignare. «Vi state dando da fare, piccioncini. Ci dispiace interrompere questo momento erotico e passionale a cui vi stavate dedicando, però noi ormai siamo qui e quindi potreste anche darci una minima attenzione».
E di chi poteva essere ovviamente quel commento scarcastico se non di quel malato di sesso di Harry?
Io e Niall ci staccammo così velocemente che mi girò la testa e vidi per un attimo tutto appannato.
Ci girammo entrambi verso il letto, che quella sera sarebbe dovuto essere nostro, che avrebbe cigolato sotto il nostro peso e le nostre spinte, che sarebbe stato testimone di quella notte tra me e Niall. Peccato che sarebbe stato solamente testimone di un omicidio.
Già vedevo il sangue sparso sul letto e sul tappeto e i titoli del giornale della mattina seguente.
Sarebbe stata una morta lenta e atroce, soprattutto per Harry. Oh, povere fan senza il loro orgasmico idolo, sarebbero morte sul colpo.
«Niall» disse disgustato, accentuando quella sua emozione con una smorfia sul volto. «Chiuditi la cerniera, santo cielo, so che è praticamente partito il tuo amichetto, ma un po’ di contegno, dai!».
L’irlandese esaudì subito la richiesta e mi accorsi delle condizioni in cui ero. Anch’io con la cerniera aperta, i capelli completamente scombussolati, il reggiseno già slacciato con una bratellina che ricadeva sulla mia spalla pallida e il giubbotto che stava ancora aspettando di essere tolto.
Prima che Harry partisse con una delle sue solite uscite, Niall mi si piazzò davanti, coprendomi da quegli emeriti imbecilli.
«Beh? Che vi avevo detto? Non ha un balconcino magnifico? E poi l’avete visto il culetto tondo tondo?» sentii la voce roca di colui che tra poco sarebbe diventato donna.
Mentre diceva quelle parole mi ero sistemata alla bell’e meglio. «Harry se ti piacciono tanto posso aiutarti io a fartene dei tuoi» sbucai dalle spalle di Niall, che ribolliva di rabbia.
Tutti mi fissarono sbalorditi. «Sai, ad essere donna non ci si mette tanto, il culo lo abbiamo tutti, le tette te le puoi fare da un chirurgo e al tuo caro amichetto dei paesi bassi posso pensarci io» e gli feci l’occhiolino.
Ovviamente interpretò male. «Ma Niall non sarà geloso?» ghignò con un sorrisetto.
«Oh, non credo. Penso che almeno lui il suo cazzo se lo voglia tenere tra le gambe» e suscitai l’ilarità di tutti, lasciando Harry sbalordito.
«Soprattutto per usarlo con qualcuno» ripartì in quinta, dopo aver afferrato il colpo.
«Almeno il suo andrà dritto in quello di una ragazza. Insomma, Harry, non dirmi che qualche porcata tu e Louis non l’abbiate fatta» ed ecco un’altra strizzata d’occhio, complice. «Ma, solo per curiosità sia chiaro, ho un’amica Larry Shipper da informare, chi è il passivo?».
Niall si stava rotolando dalle risate, Zayn e Liam erano persino caduti dal letto, Louis cercava di non ridere, anche se avevo citato in ballo anche lui, ed Hazza… beh, era completamente accigliato. E non solo per il mio “balconcino”.
«Bene, se non hai altro da aggiungere, io, il mio “balconcino” e il mio “culetto tondo tondo”, vorremmo salutare decentemente Zayn, Liam e Louis» dichiarai avvicinandomi al bordo del letto, accanto Zayn.
Lo abbracciai, poi passai a Liam e infine a Louis. «Scusa se ti ho messo in ballo» gli mormorai sulla spalla mentre mi stringeva tra le sue braccia. Mi dondolò un po’ e mi diede un buffetto tra i capelli.
«Non preoccuparti, non ho nemmeno dovuto ballare» scherzò e ridemmo.
Ci staccammo e io e Niall ci accomodammo sul bordo del letto.
«A me non mi saluti?» chiese Harry sfoderando le sue fossette con uno splendido sorriso.
Gli feci la linguaccia. «No, altrimenti il mio balconcino si schiaccierebbe contro il tuo…» mi sporsi verso di lui e imitai una palpata di seno, anche se quello che trovai furono solo dei bei pettorali sodi e muscolosi. «Che è quasi inesistente, quindi ti sentiresti a disagio e di conseguenza troveresti una scusa per filartela il prima possibile» conclusi tornando al mio posto.
«Hai un caratterino molto piccante» constatò ridacchiando.
Annuii, consapevole. «Lo so e tu non molto diverso da come immaginavo» risposi. Lui fece un ghigno e finimmo col ridere tutti.
«Parlaci un po’ di te» propose Liam, mentre mi coricavo a pancia in giù tra lui e Louis.
Storsi il naso. «Non c’è molto da sapere».
«Dai! Tu tra poco saprai anche le misure di Niall mentre noi stiamo qui a crogiolarci aspettando di sapere almeno quanti anni hai» si lamentò Louis.
Sbuffai e vuotai il sacco. «Tutto tutto?» loro annuirono e partii.
Cominciai a raccontare della mia semplice e monotona vita. Parlai di mia madre e dei nostri concertini notturni, di quanto fosse pazza ed eccentrica, tipica personalità del sud Italia; introdussi Mic e Peter, di quanto gli volessi bene e la mia invidia in quella splendida relazione che ancora conservavano; dissi anche di tutti i miei ex e i loro vari modi di mettermi le corna, di come li scoprii a letto con altre e di come cominciai a diffidare di tutti, a volte anche me compresa; raccontai persino di Michela, la mia migliore amica, eremita in Italia, nonché fiera e convinta Larry Shipper, segretamente innamorata di Louis e accennai sul fatto che dovesse ancora chiamarmi, dato che ormai era quasi una settimana dall’ultima volta che l’avevo sentita.
Quando parlai di Nicole, una mia cara compagnia, grande sostenitrice del fandom di “HèNRìì!1!1!!”  lanciai un’occhiata ad Harry e dissi: «Qualche giorno mi puoi venire a prendere a scuola? Per favore» sporsi fuori il labbruccio, facendo la tipica faccia da cagnolina bastonata e lui non poté fare a meno di accettare.
«Si! Gliela farò vedere a quella brutta somara!» saltellai divertita sul letto.
«Oh-oh!» ridacchiò Louis. «Qui qualcuno è geloso» e ammiccò verso Niall.
Mi voltai verso di lui e gli gattonai incontro, lasciandogli un dolce bacio su quel nasino delizioso. Lo vidi sorridere e gli altri cominciarono ad alzarsi, mentre lui prendeva il mio viso tra le mani e cominciava a baciarmi, di nuovo, con passione. Non che mi dispiacesse, eh, ma era troppo eccitante, anche solo pensarci, ed eravamo in pubblico e cominciare ad ansimare senza ritegno, come penso sia successo prima, non credo sia una bella cosa.
«Bene, noi ce la filiamo, sta cominciando a fare un po’ caldo… sarà per i bollenti spiriti» fu la frase di Harry, prima che ci lasciarono completamente soli.



WEELLAAA!!
Ok, sono tornata. Mi dispiace tantissimo, il fatto è che dovevo pubblicarlo stanotte all'una però abbiamo avuto un black out e poi sono arrivati i miei genitori e mi hanno mandata a letto >.< 
Sono soprattutto dispiaciuta per la mia splendida Michela che... Si, esatto, è lei la Larry Shippers, quindi... salutatela tutte!! Ciau Michela, sei per-fect e ho tante belle cosine in mente per te èwé lol
Spero che mi sono fatta perdonare, vero? tu sei parte integrante (?) della storia e non vedo l'ora di pubblicarti il capitolo della tua fantomatica (?) apparizione :3 e non vedo l'ora di scrivere il capitolo della tua storiella d'amore... hehehehe esattamente, avrà una storiella d'amore tutta per sè ù.ù
E ho anche in mente degli extra per raccontarvi la sua storia d'amore dal SUO punto di vista ^-^ 
Eni uai, torniamo al capitolo, perché sennò faccio un casino. Allora, come capitolo non mi piace tanto :/ forse magari la parte iniziale ma la discussione con Harry sembra tutta incasinata e senza filo logico D: la correggerò più in là.
Amatemi che per scrivere "HèNRìì!!1!1" ci ho messo tre ore e poi alla fine ho usato il bimbominkia translator lol. (da notare il punto trasgressivo dopo il lol, lol)
Eni uai (il ritorno, presto in tutti i cinema a partire dal settordici febbraiolo (?)) se non avete capito qualcosa della discussione tra Haz e Mie basta che chiedete e vi verrà spiegato (?), o almeno ci proverò, lol.
Comunques (?) so che non c'entra  niente ma ho pubblicato una nuova storiella. Non sarà una long-fic come questa, ma sarà una FF vera e propria, ispirata a due splendidi capolavori dei migliori fandom del mondo: Dark e Danger, più qualche piccola parte di una ff che sto leggendo, Shy di haroldljps, che vi consiglio di leggere perché è splendida *o*
La nuova storiella si chiama....
ZAN ZAN (ispirato alle conversazioni con la Shipper più bella del mondo èwé)
"Shiver" :'3 (se cliccate sul nome vi si apre il primo capitolo... o almeno così dovrebbe essere hahahaha c':)
E dopo questo mi dileguo c: 
Vi ricordo che se non capite qualcosa potete sempre chiedermelo, sia per messaggio, che per twitter, che per facebook, o per recensione, come cacchio vi pare a voi lol, ora vi lascio sotto i miei contatti (?) anche se volete solamente conoscermi o prendermi per il culo per come scrivo lol c':

- Twitter
- Facebook
- Efp ._.
- Bum Bum Bum (?)

Bene, mi dileguooo <3
baciuzz

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Angelo ***


(9)

 
 
 
Pov. Niall
«Sei teso» constatò dolcemente, passando una carezza sulla mia schiena.
Mi staccai dalle sue spalle. «Scusa, Jamie, è che quei cretini che mi ritrovo come migliori amici mi hanno lasciato in bianco» spiegai guardando i suoi occhioni.
«Ti faccio un massaggio» esordì con un sorriso che ricambiai prontamente. «Sono brava! Dai, stenditi» mi guidò sul letto e mi fece rotolare a pancia in giù.
«Sei sicura?» domandai mentre si sedeva sopra di me.
La sentii annuire con veemenza e portò le mani sul lembo della mia maglietta. Le sue dita solleticarono la mia pelle mentre alzava la stoffa e lasciò una scia bollente su tutto il suo percorso.
Sentii le sue labbra depositare un bacio in mezzo alle scapole e cominciò a massaggiarmi le spalle, passando i pollici sul mio collo teso.
Mi rilassai in pochi minuti, sotto il suo tocco dolce e deciso e mi scappò un sospiro. «Accipicchia se sei brava» mugolai appagato.
La sentii sorridere, ma le sue mani non ne vollero sapere di lasciare la mia pelle e non mi dispiacque per niente. «Che fai?» uggiolai, ancora perso nelle le sue carezze.
«Sto cercando una cosa» rispose divertita.
«Cosa?» stavo ancora godendo delle sue dita… erano così… wow… non so come descriverle, ma mi sentivo bene, anche troppo.
«Insomma, devi pur averle nascoste da qualche parte!» si lamentò, insistendo sulla parte alta della mia schiena.
Il cuscino attutì la mia risata e schiusi gli occhi, per cercare di vederla dietro di me. «Cosa dovrei nascondere?» ridacchiai.
«Le tue ali!» esalò disperata. Si accasciò al mio fianco con un sospiro. «Basta, ci rinuncio».
«Le mie ali?» ripetei interessato.
«Esatto! Dai, dimmelo! Dove le hai messe?» continuò abbattuta, passandosi una mano tra quei bellissimi capelli profumati. Era un odore strano, quasi esotico, che le donava particolarmente. Per quel poco che avevo sentito la sera precedente doveva essere essenza di mango mischiata a qualche fiore.
Oddio, ma perché sto pensando a come profumano i suoi capelli?
«Jamie, perché dovrei nasconderti delle ali?» domandai, non accennando a distogliermi da quella posizione di totale relax o, almeno, a sistemarmi la maglietta.
«Niall» mi guardò truce. «Lo sappiamo tutti che sei un angelo, quindi sbrigati e fammi vedere quelle dannate ali» terminò in tutta grazia, incrociando le braccia sul petto con un’espressione corrucciata su quel bel visino.
Risi di gusto, con le lacrime agli occhi e quando tornai a lei, la trovai che mi guardava offesa.
«Piccola» la richiamai con un sorriso, passandole una carezza sulla guancia.
«Sono indignata» replicò Jamie, voltandosi dalla parte opposta, poi si mise seduta e si alzò. «Ora vado da Liam» mi minacciò, non riuscendo a nascondere una nota divertita.
Prima che si avviasse verso la porta, mi alzai e l’afferrai per la vita portandomela dietro sul materasso e stringendola a me. «Non ti lascerò scappare così» le sussurrai tra i capelli mentre le carezzavo le braccia.
Si accoccolò contro il mio petto ancora nudo e mi aiutò a sistemarmi la maglietta. «Posso ricambiare le coccole?» sussurrai, tra i baci che stavo già cominciando a lasciare sul suo collo.
Sospirò estasiata, mugolando un “si” che sentii a malapena, impegnato com’ero ad assaggiare la pelle della sua spalla con la punta della lingua. Continuai a percorrere la sua pelle, arrivando alla clavicola. La baciai per tutta la sua lunghezza, per poi tracciare la mia scia di baci con la lingua, mordicchiandola di qua e di là.
«Niall» soffiò mentre continuavo la mia lenta tortura. «Non… lì» quasi gemette.
«Perché?» domandai suadente, indugiando su quel punto.
«Oddio…» inarcò la schiena, quando la morsi dolcemente. «E’… il mio pun…».
Un altro bacetto e un colpo di lingua. Represse un gemito e boccheggiò in cerca d’aria.
«Punto… debole» riuscì a terminare la frase. Gemette, facendomi eccitare, e passò una mano tra i miei capelli, stringendomi a sé.
Ok Niall, calma. Prendi un bel respiro e continua a coccolarla come si deve.
«Mmh…» sospirai tra i suoi capelli, inspirando la loro dolce fragranza esotica. «Che shampoo usi?».
Rise e la guardai stranito. «Non avrai intenzione di comprarlo tu, spero» continuò a sghignazzare sotto di me.
«Assolutamente, ma ti sta così bene… è esotico, delicato e floreale. Ti sta da favola, Jamie» le sussurrai, avvolgendomi un boccolo tra le dita.
«Mie» sussurrò estasiata.
«Mie?».
«E’ il mio soprannome. Chiamami così» spiegò soavemente, con la sua bocca di rosa.
È legale una bocca così dannatamente bella? Così bella da essere quasi proibita?
Boccheggiai in cerca d’aria, mentre pensieri non poco casti attraversavano la mia mente, cercando modi e modi di torturare quelle labbra così carnose e rosee.
Mi ci avventai con voracia, perdendo completamente quel poco di lucidità che mi era rimasta. Jamie, anzi, Mie, dal canto suo, non mi aiutò per nulla, perché dopo i primi istanti di smarrimento mi attirò a sé prendendomi per le spalle, rispondendo con enfasi al mio bacio.
«Ricordami di farti le coccole più spesso» le dissi quando ci staccammo.
Milioni di brividi percorsero il mio corpo solo a sentire il suono della sua dolce risata.
«Sposami».
Ossantoddio! Cosa cazzo ho detto? Merda, ora mi prenderà per pazzo! Santo cielo, perché cazzo l’ho detto? Dio che razza di idiota.
«Subito» ridacchiò divertita.
«Lasciamo tutto qui e partiamo, andiamo via e abbandoniamo tutto» stetti al gioco.
«Si, andiamo in Antartide e ci sposiamo tra i pinguini» rispose con aria sognante.
Risi. «O con i pinguini» la derisi, dandole un affettuoso buffetto sul naso.
Spalancò gli occhi, fissandomi truce. «Mi tradisci con degli uccelli con lo smoking?» mi tolse di dosso a lei e si alzò dal letto. «Voglio il divorzio!» impuntò i piedi.
La seguii fuori dal letto e m’inginocchiai davanti a lei, congiungendo le mani. «No, ti prego mia amata! Non abbandonarmi così! Non puoi!» presi una pausa drammatica e la guardai facendo gli occhioni dolci. «Non dopo che tua madre mi ha preparato una favolosa pizza con i wurstel» aggiunsi ridendo.
«Dovrai riconquistarmi» camuffò una risata e alzò il mento con fare superiore.
Le presi una mano e cominciai a baciarle il dorso, salendo verso il polso fine e poi il suo esile braccio bianco. Mi alzai per proseguire la mia scia di baci, andando a  finire sull’incavo del suo splendido collo.
«Riconquistata?» soffiai maliziosamente, sfiorandola con le labbra.
Deglutì e prese un respiro. «No» esalò flebilmente.
«Non vale giocare sporco» mi spinse via leggermente quando cominciai a tracciare con la punta della lingua la linea della sua clavicola.
«Non mi pare ci fossero regole» sussurrai riavvicinandomi al suo punto debole.
«Risposami» mormorò a malapena.
La presi a mo’ di principessa e l’adagiai sul letto con fare teatrale, strappandole un bacio scherzoso. Mi adagiai sul letto accanto a lei e la vidi sbadigliare distrattamente.
«Forse dovremmo dormire» proposi accorgendomi di quanto tempo fosse passato. Diedi una veloce occhiata al mio cellulare e feci una smorfia. «Mezzanotte passata» dichiarai posandolo sul comodino. «E tu domani hai scuola».
Annuì, sbadigliando di nuovo e mi alzai avvicinandomi, prendendola e mettendola seduta. Passai le mani sui suoi fianchi sinuosi e le sfilai senza fatica la mia maglietta, rivelando così il suo seno florido e morbido strizzato nelle coppe del reggipetto nero.
Non pensare con l’inquilino dei piani bassi, non pensare con l’inquilino dei piani bassi, non pensare con l’inquilino dei piani bassi.
«E tu questo lo chiami dormire?» rise assonnata, mentre cominciavo a sbottonarle il blue jeans.
Le sorrisi dolcemente e le posai un bacio sulla fronte. «Ti sto solamente spogliando» feci spallucce, innocente. Mi avvicinai al suo orecchio. «Ma se vuoi sperimentare un altro modo di dormire, sono lieto di offrirmi come cavia di laboratorio» sussurrai malizioso.
Ridacchiò dolcemente, anche se non riuscì a nascondere una nota di stanchezza.
«Mie, sei stanca, vai a letto e riposati» dissi, posando un bacio sulle sue labbra calde. Raddrizzai la schiena e lasciai i suoi pantaloni assieme alla maglietta, cominciando a svestirmi anch’io, mentre lei si stendeva supina sotto le coperte.
La raggiunsi pochi minuti dopo, avvolgendo il suo corpo con le mie braccia e stringendola al mio petto, intanto una piccola scarica di brividi mi percorreva mentre la sua schiena entrava a contatto con il mio torace.
Le accarezzai i capelli finché non si addormentò.
«Mie?» la chiamai dolcemente per accertarmene. Niente, nemmeno un sospiro. Dormiva.
Mi accasciai sul cuscino ispirando il suo odore.
Le accarezzai il viso dolcemente, come fosse porcellana, e la strinsi ancora di più a me.
«Penso di amarti» sussurrai flebilmente, prima di raggiungerla nel mondo dei sogni.


WEELLAAA!!
I'm baaaackk!! Oh yeah yu (?). Non lo trovate un capitolo dolcioso? Aww Nialler è un angioletto e a Jamie ha "detto" che pensa di amarlaaa!! Ahhhh!! Scleroooo!! lol, basta ._.
Eni uai, dato che la mia picciula shipper è parte integrante della storia :'3 voi DOVETE sapere cosa combiniamo noi in chat lol. 
ATTENZIONE: QUESTA E' UNA CONVERSAZIONE ASSOLUTAMENTE NORMALE LOL.
tanto per farvi capire, stavamo parlando della ff e del fatto che lei ne fa parte, allora io comincio a sclerare >.<
io: ma la sai una cosa? io nella ff ti posso comandare e posso farti fare tutto ciò che voglio e quindi tu... potresti andare in giro tutta nuda inseguita da un branco di castori allevati da leonardo de carli *o* mentre ti metti un calzino sul naso e urli che le banane sono sey *o* e fai il movimento di bacino come shakira mentre i castori ti dicono "ehi baby" e ti battono le mani a tempo. 
michela: HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHA TI PREGO HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA AAIUTOO HAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAH
io: shi :3 penso proprio che lo farai :D
michela: HAHAHAHAHAAHAHAHAHAA RIDO PER SEMPRE è.é
io: e poi vai sul telegiornale e l'intervistatore si eccita (?) e allora arriva il vas happenin man che lo prende a coccate con il cocco (?) così arriva liam con un cucchiaio e gli dice "demone esci da questo corpo" e l'intervistatore muore.
michela: HAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAH ROTOLO COME LE FOCHE HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
io: è una bella storia, non credi? penso ci spenderò un capitolo intero a raccontarla, o anche due :3
vedete, questa è una normale conversazione tra amiche, lol.
Allora, voi che ne dite, glielo facciamo fare? muhaahahahahahah michela sei morta lol hahahahah c':
No, okay ._. 
Nel frattempo saluto a Niallswife99 che mi ha trovato su twitter!! Ciao splendoreee!!
Ora, voglio che tutte quante salutate a Michela e Niallswife99 di cui non so ancora il nome lol
Eni uai, ora mi dileguo perché mi fanno male le dita. 
Lol.
(punto trasgressivo dopo il lol, il ritorno hahahaha) 
Dai, vado. Ciauu e grazie mille per tutto :* 
Ah, quasi dimenticavo: stavo pensando di fare un trailer e un banner per questa storia ^-^ se qualcuno ha qualche consiglio da darmi, o qualche buon programma, boh, ora mi dileguo davvero, ma non prima di lasciarvi lo spoiler, perché nell'altro capitolo l'ho dimenticato T.T


«Jamie io… dovrei dirti una cosa… solo che… penso sia troppo presto» disse scostandosi un po’ e abbassando il capo.
Il mio corpo si lamentò per quella distanza. «C-cosa?» balbettai ricercando il contatto di poco prima.
«Beh… ecco io…» si stava allontanando. Si stava rintanando nel suo timido guscio.
«Ehi, ehi, ehi!» gli presi il viso tra le mani. «Devo preoccuparmi?».
Dondolò la testa, imbarazzato. «No… si… cioè, non lo so. Dipende dai punti di vista» rispose agitato. 


 

spero vi piaccia. 
baciuzz

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Punti di vista ***


(10)

 
 
 
Pov. Jamie
«Non è che me l’hai messa incinta, eh?» stava sbraitando Mic a Niall. Scossi la testa, disperata. Ma chi me l’ha fatto fare?
«Mic! Ti ho detto che non abbiamo fatto niente per colpa di quel deficiente di Styles! La smetti?» quasi urlai. Stava cominciando a salirmi il crimine…
«Si, si, come no. Appena finisce la scuola andiamo in farmacia a prendere un test! Non voglio diventare zio!» continuò imperterrito.
Guardai Niall e feci spallucce. «Penso sia ubriaco già di prima mattina» dedussi.
«Okay, okay. Comunque ieri sera ha chiamato Michela. Vuole, parole testuali, tuuuuuutti i dettagli, anche i cm del suo cazzo» disse Mic, sfoggiando un sorriso innocente.
«MIC!» gli diedi una spallata. «E comunque…» lanciai uno sguardo malizioso all’irlandese. «E’ abbastanza dotato».
Niall divenne tutto rosso e mi guardò male. «Io e te dobbiamo fare un discorsetto» dichiarò, prima di prendermi per un braccio e trascinarmi dietro un albero lì vicino.
«Il discorsetto?» chiesi appoggiandomi sul tronco. Sorrise malizioso e catturò le mie labbra con le sue, dando inizio ad una dolce tortura. La testa cominciava già a girovagare per conto suo, il cuore stava salutando Peter Pan sull’Isola Che Non C’è e la mia anima… oh la mia anima la stava risucchiando. Era sua. Completamente sua. Io ero sua. E lui… era mio?
Stavo diventando dipendente dalle sue labbra… erano una droga… la mia qualità preferita di eroina…
Oh cazzo, ora sembro Edward Cullen! E Eddy è ossessionato da Bella… quindi io…
Si, Jamie: sei O S S E S S I O N A T A da lui.
Tu stai zitta che non ti ha chiamato nessuno.
Fanculo.
Fanculo ce lo dici al tuo cane, okay?
Non ho un cane…
Te lo compri!
Ma…
ZITTA!
«Niall» sussurrai staccandomi a malincuore da lui.
«Che c’è?» sorrise, facendo per tornare a baciarmi ma lo fermai.
«No, no! Non li hai visti?» feci un cenno alle sue spalle, verso i cespugli che circondavano il giardinetto davanti la mia scuola.
«Chi?» si voltò.
Risi. «Idiota! I paparazzi! Ci stanno stalkerando da stamattina!» spiegai facendolo voltare verso di me.
«Oh… è ufficiale: sono un cretino!» dichiarò ridendo. Lo seguii nella sua splendida risata, riuscendone a catturare ogni nota, ogni singola tonalità.
«Amo quando ridi» esposi senza nemmeno rendermene conto.
«Ma dai, è una risata come le altre, non c’è niente di speciale!» replicò.
Scossi la testa e presi il cellulare. Glielo diedi in mano e sorrisi. «She’s not afraid, minuto 2:29».
Mi guardò stranito e mise la canzone. Subito la risata di Niall fece eco tra la vegetazione. «Visto?» dissi fiera. «Allora, non è la perfezione ciò che hai sentito?».
Mi sorrise, fu un sorriso così bello e spontaneo che i suoi occhi bruciarono di felicità.
Morte tra 3… 2… 1… Jamie era una “brava” ragazza. Un minuto di silenzio per lei…

… okay. Basta. Chi vuole un po’ di mango sciroppato?
Muori, stronza.
«Jamie io… dovrei dirti una cosa… solo che… penso sia troppo presto» disse scostandosi un po’ e abbassando il capo.
Il mio corpo si lamentò per quella distanza. «C-cosa?» balbettai ricercando il contatto di poco prima.
«Beh… ecco io…» si stava allontanando. Si stava rintanando nel suo timido guscio.
«Ehi, ehi, ehi!» gli presi il viso tra le mani. «Devo preoccuparmi?».
Dondolò la testa, imbarazzato. «No… si… cioè, non lo so. Dipende dai punti di vista» rispose agitato.
«Niall, calmati. Se non vuoi dirmelo non fa niente, basta che non sia qualcosa di brutto, okay? Non preoccuparti» gli sorrisi dolcemente e lo abbracciai.
Mi strinse a sé e mi baciò la guancia, poi si avvicinò al mio orecchio e sospirò. «Jamie, quello che volevo dirti è…» deglutì e lasciò un bacio tra i miei capelli. «Vuoi essere la mia fidanzata ufficiale?» buttò tutto con un sospiro.
Mi si illuminarono gli occhi. Esisteva cosa più bella che volesse chiedermi?
Magari se ti chiede in sposa…
Ohi cazzus, non è ancora tempo. Più in là magari.
«C-cosa?» chiesi euforica.
«Ti prego, Mie, hai capito. Non farmelo ripetere» mormorò rosso in viso. Mi avvicinai a lui e gli morsi una guancia. «Ehi! Ma che fai?».
«Scusami ma sei troppo cuccioloso» ridacchiai lasciandogli un bacio sul punto leso.
Sorrise, poi s’incupì. «Quindi?» domandò con una nota triste.
Annuii mentre il sangue inondava le mie guancie. «S-sì» balbettai abbassando il capo.
Lo sentii sorridere e si avvicinò a me, alzandomi il viso con un dito. «Allora posso baciarti davanti quei paparazzi?» sussurrò soave, cominciando ad annullare la distanza tra le nostre labbra.
«Lo chiedi pure?» annaspai, mentre affogavo in quella tempesta di fuoco che contenevano le sue iridi azzurre.
Si morse il labbro prima di prendere il mio e succhiarlo con foga. Mi aggrappai a lui come se fosse la mia ancora di salvezza e cominciai a baciarlo con passione, trasmettendogli tutto l’amore che potevo.
Io ero sua.
Lui era mio.
E, oh, solo dio sa quanto mi piace dirlo.
Mio, mio, mio, solo e soltanto mio.
Ci staccammo dopo minuti, entrambi ansanti e sconvolti da quel magnifico bacio. Lo sguardo che mi lanciò subito dopo mi fece tremare il cuore e le mie gambe cominciarono a cedere.
«Dai, andiamo che tra poco suona la campanella» mi prese per mano, intrecciando le dita alle sue e raggiungemmo Mic e Peter all’entrata della scuola.
«Oh, ragazzi, ma ci siete morti lì dietro?» esclamò Peter, esasperato, poi il suo sguardo slittò alle nostre mani intrecciate. «Cosa ci siamo persi?» domandò ammiccando.
Io e Niall ci guardammo e sorridemmo, poi lui sciolse le nostre dita e portò il braccio sulle mie spalle, stringendomi a sé. «Mic, Peter, vi presento il mio fidanzato» esposi con un sorriso splendente.
I due froci erano spiazzati. Ci guardarono a bocca aperta, come due pesci lessi. «Allora?» chiesi nuovamente.
«Ma porca puttana! Che figata assurdaaa!» cominciò a gridare Mic saltellando di qua e di là. Poi si voltò verso Peter e cominciò a scuoterlo come un forsennato. «La nostra Mie è fidanzata con una celebrità! Siamo famosi! Potremo conoscere Ricky Martin, Nicky Minaj, Robert Pattinson, Kristen Stewart, Demi Lovato, i Jonas Brother, Justin Bieber, Austine Mahone, Olly Murs, i 5sos, le Little Mix…».
«No!» esultai contrariata. «Le Little Mix no!».
«E daii!» si lamentò Michael. «Perché no?».
Arricciai il naso e mi sporsi verso Niall per baciarlo, poi suonò la campanella ed entrammo.
«Mie?» mi chiamò Peter durante le lezioni.
«Mmh?» mi voltai verso di lui, mangiucchiando la mia matita.
«Perché non ti piacciono le loro fidanzate?» chiese dopo un sospiro.
Feci spallucce. «Sono gelosa marcia. E poi mi stanno antipatiche» dichiarai in un sussurro.
Pet osservò la lavagna vuota e poi tornò a me. «E cosa pensi di fare?».
«In che senso?» feci una smorfia confusa.
«Sai che prima o poi le incontrerai, Mie. Riuscirai a fare buon viso a cattivo gioco?».
Abbassai il capo e mi concentrai sugli esercizi che ci aveva affidato la prof di francese. «Non lo so, Pet. Ho bisogno di parlare con Michela» esposi posando la matita. «Appena ci danno le vacanze pasquali parto per l’Italia».
Lo sentii sospirare e alzai lo sguardo sul suo visetto. Si sistemò gli occhiali da vista e si accasciò sul banco. «Mie, come pensi di amare Niall se sei gelosa dei suoi migliori amici?» confutò lanciandomi uno sguardo apprensivo.
«Pet, io non amo Niall» ribattei decisa. «E poi, la mia non è una gelosia come le altre. È la gelosia di una madre verso il figlio. Voglio solo il meglio per loro… cazzo, non è facile da spiegare».
«Sul fatto della gelosia ti do ragione, ma che non ami Niall è la più grossa balla che abbia mai sentito» trattenne una risata, affogandola sul braccio.
«Non. Lo. Amo» scandii bene, fulminandolo. «Lo conosco così poco e da così poco tempo».
«Sono tre anni che lo conosci, sai perfettamente data, ora e minuto di quando è nato, l’indirizzo di casa sua ce l’hai inciso in quel cervello di gallina che ti ritrovi, la sua voce, sia quando canta e non, la riconosceresti tra mille, ti ricordi perfettamente ogni tonalità della sua risata, hai imparato a strimpellare la chitarra solo guardando le sue dita, la notte parli nel sonno e molto spesso dici il suo nome, su twitter quando lui scrive qualcosa ti danni come una matta per farti seguire e puntualmente vai in limit, quando lo insultavano andavi su tutte le furie e una volta mi hai pure tirato uno schiaffo» e mi guardò male. Sorrisi innocente.
«Ora basta, zitto e segui la lezione, ignorante!».


TZAMINAMINA EHEH, VACCA VACCA, EH EH!! TZAMINAMINA ZANGALEUA TIS TAIM FOR AFRICA (?)
daii tutte con me a ballare vacca vacca ù.ù
*balla* *twerka* *harry mi denuncia* *la portano in galera*
Nnnooooo!!! *urlo malinconico* (?)
*la fanno uscire perché fa troppo chiasso*
ah, meno male *si sistema*
bene, allora, sono pronta (?).
Vi anticipo subito che domani parto in gita per non so dove e quindi non potrò aggiornare per una settimana o dieci giorni... o forse si, ma non credo perché mi si è rotta la chiavetta e non posso portarmi appresso (?) il capitolo 11 :c 
quindiii, sarà una cosa veloce perché poi vado a lavarmi dato che parto domani ù.ù
eni uai, non farò commenti sul capitolo, lascio tutto nelle vostre mani (?) e vi lascio con lo spoiler :3 


«Stasera ho un’intervista» dichiarò con quelle labbra maledette. Dio, volevano essere staccate a morsi, per caso?
Annuii rapita, mentre cercavo di controllare il mio respiro. «Di cosa parlerà? Sull’album ve l’hanno già fatta» chiesi boccheggiando.
Mi guardò intensamente e il mio cuore si fermò un attimo, per poi riprendere con la sua cavalcata inferocita. “Dio, Niall. Vuoi farmi morire?”. Quelli furono gli unici pensieri coerenti che riuscii a formulare, tanto ero inebetita.
«Su me… e te» rispose con un mezzo sorriso. Addio, mondo crudele…
«Oh…».
«E hanno richiesto anche la tua presenza» continuò abbassando il capo.

 

bene, amatemi lol hahahaha
baciuzz

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Chiamata ***


(11)
 
 
 
Osservai nuovamente il cellulare, incerta se prenderlo o no. Feci nuovamente un rapido calcolo mentale del fuso orario che ci separava.
Lì erano le 23.
Storsi il naso e afferrai quel coso vecchio quanto mia nonna. Digitai il suo numero, che ormai sapevo a memoria e aspettai.
«Pronto!?» gridarono all’altro capo. Rispolverai un po’ d’italiano e presi un respiro.
«Ehi, Miky».
«Cosa? J-Jamie? Oddio mio! Ma con Horan? Oddio! Ho visto tutte le foto e l’intervista, ohw quanto siete dolci e poi quando ti ha leccato ieri in gelateria e stamattina che ti ha baciato davanti all’albero e… ohw tipo che mi stavo sciogliendo e… poi allo skatepark? Hahaha che carini che siete!» blaterò in continuazione, tutta agitata.
«Ehi, ehi, ehi! Ferma un attimo! Cosa è successo in gelateria? Cioè… ci hanno paparazzato in quel momento? Oddio, no…! Che imbarazzo» mi lamentai, tutta rossa in viso.
«Ma che ti imbarazzo! C’è pure il video! È poi stata una delle cose più sexy e dolci che abbia mai visto! Oh dio, devi sapere come rosicano tutte! Tipo che certe ti amano e certe ti vogliono morta! Hahaha e tutte si litigano! Lol è peggio di Larry! Hahaha!» continuò indisturbata.
«Pff! Ma che cretine! Hahaha! Ma tu, piccola Larry Shipper, cosa combini in mia assenza?» le domandai, non riuscendo a trattenere il sorriso per le sue cretinate. Mi era mancata un sacco, più di quanto pensassi.
«Oh, niente di che, la solita noia. Ah, a proposito di Larry…» la sentii sorridere.
«Ancora niente, ma Harry, molto probabilmente, è bisex! È un pervertito nato! Parole testuali: “Ve l’ho detto che ha un bel balconcino e lo avete visto il culetto tondo tondo?” e lo sai quando l’ha detto? Subito dopo aver interrotto me e Niall mentre stavamo quasi per farlo! Alla fine abbiamo passato la notte solamente a coccolarci» sbruffai frustata.
«OMMIODDIO! Stavate per farlo? Dai, almeno ce l’hai messa la mano lì sotto? È dotato? E lui? Come bacia? Ti ha spogliata? Voglio i dettagli! Dai!» cominciò a esultare, impazzita.
Risi e mi sdraiai comodamente sul divano. «Calma, calma. Ti racconto tutto» e cominciai a parlarle di tutto, dal primo incontro sotto la pioggia fino a quella mattina, al fidanzamento.
Oddio, non riuscivo ancora a crederci. Io, Jamie Louise Andrew, fidanzata con lui, Niall James Horan.
«Mi sembra un sogno… ho paura di svegliarmi da un momento all’altro e rimanere con l’amaro in bocca» sussurrai quando terminai.
«Ohw, ma no, piccola! Non dire stronzate, che poi io non posso vedere a Lou e Haz che scopano all day, all night!» si lamentò battendo i piedi.
Risi. «Riesci sempre a tirarmi su di morale» le dissi, mentre entravo in uno di quei miei momenti dolciosi. «Oh! Quasi mi dimenticavo! Tu per pasqua sei libera?» le domandai euforica.
Annuì decisa. «Sì, perché?».
«Hai presente i One Direction?» chiesi divertita.
«Mmh… credo di si» scherzò dopo averci pensato su’.
«Bene, penso che per loro, e anche per me, sia ora di ritornare in Italia».
Cominciò a gridare come una matta e la sentii anche saltellare. «Ma tu mi vuoi morta con proposte del genere?» esultò appena terminato il momento di sclero.
«Forse un pochino» ridacchiai mentre suonavano al campanello.
«Hanno suonato da me o da te?».
«Da me» risposi alzandomi.
«E chi è?» continuò euforica.
Scossi la testa e incastrai il cellulare tra l’orecchio e la spalla, così da avere le mani libere. «Dammi il tempo di aprire» ridacchiai poggiando le mani sulla maniglia.
«E’ Niall! Me lo sento!» cominciò a delirare.
«In tal caso ti farò salutare» risposi aprendo la porta.
«Ahhh! Ma magari!» urlò così forte che anche il mio ospite la sentì.
«Ciao…» alzai lo sguardo e incontrai due occhioni azzurri. «Niall…» mormorai rapita.
«OMMIODDIO! È Niall! Lo sapevo!» stava esultando Michela all’altro capo.
Nialler la udì e storse il naso, in un’adorabile smorfia. «Chi è?» domando sporgendosi per baciarmi.
«OMMIODDIO! Ha chiesto chi sono! Cazzo! Ora muoio!» continuava quella deficiente.
«Amica italiana» risposi evitando le sue labbra.
«Niall! Sposami! Sposami! Io ti amo! Altro che Jamie! Dai, sposa me! Jamie è brutta e cattiva! Sposami!» cominciò a gridare Michela scatenando l’ilarità di Niall.
«Michela!» esultai rossa in viso.
«E dai, me lo voglio scopare pure io! Solo una botta e poi te lo riprendi! Dai!» continuò a supplicarmi mentre facevo entrare l’irlandese.
«MICHELA!» la sgridai schifata.
«Che ti sta dicendo?» ridacchiò Nialler accomodandosi sul divano. Fortuna santa che non capiva niente.
«Meglio se non lo sai!» risposi con un sospiro, accoccolandomi su di lui.
«Niall! Ti prego, prima scopiamo e poi ci sposiamo! Dai!» Michela era uscita di senno.
L’irlandese mi guardò, con un’espressione tra il divertito e il terrorizzato.
«Senti, Miky, ora me lo scopo io, poi magari te lo do a te, ma solo dopo la sua performance, okay? Se è bravo non te lo do e me lo tengo solo io, se non è bravo me lo tengo lo stesso e ti risparmio una scopata da schifo. Ciao» e le attaccai in faccia. Sapevo che non si era offesa, infatti mi arrivò un suo messaggio.
 
Poi voglio tutti i dettagli, eh! Centimetro per centimetro! Ah, poi magari fagli leggere “Dark” così prende spunto! Muhahaha!
-Miky
 
Sorrisi, scossi la testa e posai il cellulare sul tavolino, ritornando poi a osservare il mio fidanzato.
«Ora che ci penso, non ti ho salutato per bene» sussurrai maliziosa avvicinandomi a lui. Lo vidi sorridere, mentre il suo sguardo brillava. Mi fermò poco prima di raggiungere quelle splendide labbra tentatrici.
Si alzò, prese il telecomando della radio e fece partire Same Mistakes. Riportò i suoi zaffiri su di me e mi prese per mano, facendomi alzare e scontrare dolcemente contro il suo petto.
Cominciammo a dondolarci, occhi negli occhi, mentre la musica ci avvolgeva.
«Or else we play, play, play all the same old games,
and we wait, wait, wait for the end to change,
and we take, take , take, take for granted that will be the same,
but we’re making all the same mistakes» canticchiò al mio orecchio, scatenando un turbine di emozioni così indecifrabili e splendide, che a momenti svenivo.
«Wake up, we both need to wake up,
Maybe if we face up, to this
We can make it through this,
closer, maybe we’ll be closer,
stronger than we were before
it made this something more, yeah» continuai io, stringendolo a me.
Mi sorrise e mi sentii mancare l’aria. «Stasera ho un’intervista» dichiarò con quelle labbra maledette. Dio, volevano essere staccate a morsi, per caso?
Annuii rapita, mentre cercavo di controllare il mio respiro. «Di cosa parlerà? Sull’album ve l’hanno già fatta» chiesi boccheggiando.
Mi guardò intensamente e il mio cuore si fermò un attimo, per poi riprendere con la sua cavalcata inferocita. “Dio, Niall. Vuoi farmi morire?”. Quelli furono gli unici pensieri coerenti che riuscii a formulare, tanto ero inebetita.
«Su me… e te» rispose con un mezzo sorriso. Addio, mondo crudele…
«Oh…».
«E hanno richiesto anche la tua presenza» continuò abbassando il capo.
«C-cosa? I-io d-dovrei… v-enire l-lì? A p-p-arlare di n… noi?» balbettai in preda al panico.
«Sì… sempre se vuoi» mormorò cupo.
Sorrisi addolcita. «Ma certo che voglio!» esultai prendendogli il viso tra le mani e stampandogli un bacio sul nasino. «Aspetta, però! Ora cosa cazzo mi metto?».


WEELLAAA!!
I'm back for you, guys!! èwé
pensavate di liberarvi così facilmente di me, eh? ebbene no (?)
scusatemi ma ora devo proprio scappare, quindi le nda probabilmente le modificherò tra qualche giorno, forse domani.
Saluto Carlotta (che mi sento figa ora a chiamarla col suo nome) (CARLOTTA CARLOTTA CARLOTTA) (E' troppo figo da dire lol) e la mia Lela, ciao puccia (?) e sappi che canti benissimo, sono io  la campana del duo (?).
Bene, ora devo dileguarmi (?). So che non ho ancora risposto alle vostre splendide recension, lo farò il prima possibile, ma ora devo proprio scappare. Vi ame (?) lol
baciuzz :*
ps: quando le conversazioni sono tutte in corsivo è perché parlano in italiano, lol hahahaha c':

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1972770